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Box Office: Creed 3 segna un record per la saga di Creed!

Creed 3
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Creed 3 ha segnato un debutto vittorioso al botteghino con il suo impressionante incasso di 58,7 milioni di dollari, stabilendo un record per il franchise e detronizzando il due volte campione delle classifiche USA “Ant-Man and the Wasp: Quantumania“. Il film ha preso il via a livello internazionale con 41,8 milioni di dollari, portando il suo bottino globale a 100,4 milioni di dollari. È anche una grande vittoria anche per le sale cinematografiche, che puntano sulla fortuna di continuare a marzo con le prossime uscite “Scream VI“, “Shazam: Furia degli Dei” e “John Wick: Capitolo 4“. Gli incassi complessivi dei biglietti sono superiori del 37% rispetto allo stesso punto del 2022, secondo Comscore.

Nelle previsioni del il fine settimana, “Creed 3” avrebbe dovuto guadagnare una cifra trai 36 e i 40 milioni, il che sarebbe già stato sufficiente per stabilire un nuovo livello massimo per la serie. Il primo “Creed“, che ha rilanciato i film decennali di “Rocky” nel 2015, ha debuttato con 29,6 milioni, mentre il suo sequel del 2018 “Creed II” aprì a $ 35,5 milioni. Ma il terzo capitolo, diretta dalla star della serie Michael B. Jordan al suo debutto come regista, ha ricevuto una spinta da recensioni stellari e ottimi punteggi di pubblico. Gli acquirenti iniziali dei biglietti, che hanno assegnato al film un CinemaScore “A-“, erano per il 63% uomini mentre il 55% aveva un’età compresa tra i 18 e i 34 anni. % erano neri e il 13% erano asiatici, secondo i dati PostTrak.

Creed 3 ha anche beneficiato di biglietti Imax più costosi (un enorme 38% degli incassi proveniva da schermi premium di grande formato), nonché di un’affluenza migliore del previsto venerdì con soli $ 22 milioni. “Michael ha fatto un ottimo lavoro lanciando questo film e, così facendo, offrendo un’ulteriore prova che il botteghino è tornato ed è pronto a supportare la lista forte e diversificata di quest’anno“, afferma il CEO di Imax Rich Gelfond. Creed 3, con un budget di 75 milioni di dollari, è il film più costoso della trilogia (i suoi predecessori sono costati rispettivamente 35 e 50 milioni di dollari), ma gli analisti al botteghino sono ottimisti sulla sua corsa nelle sale.

 
 

Kimi – Qualcuno in ascolto di Steven Soderbergh su SKY e NOW

Kimi - Qualcuno in ascolto film 2023

Arriva in prima tv su Sky Kimi – Qualcuno in ascolto, scritto e diretto dal Premio Oscar Steven Soderbergh, lunedì 6 marzo alle 21.15 su Sky Cinema Uno e Sky Cinema 4K, in streaming su NOW e disponibile on demand, anche in qualità 4K. Un avvincente “tecno-noir” denso di mistero con protagonista Zoë Kravitz.

Con lei anche Byron Bowers, Jaime Camil, Erika Christensen, Derek DelGaudio, Robin Givens, Charles Halford, Devin Ratray, Jacob Vargas, con Rita Wilson. La sceneggiatura è di David Koepp.

La trama di Sky Kimi – Qualcuno in ascolto

Angela Childs è un’analista tecnica che esamina dei flussi di dati per la Amygdala Corporation, azienda fornitrice dell’assistente virtuale ad attivazione vocale KIMI. Il mondo è alle prese con una pandemia e, anche se le restrizioni sono allentate, Angela, che soffre di agorafobia, segue una rigida routine all’interno della sicurezza del suo loft nel centro di Seattle.

Angela comunica con la madre, il suo dentista e il suo terapista tramite chat video e flirta con il suo vicino dall’altra parte della strada, dimostrando che non ha mai bisogno di lasciare le comodità di casa.

Ma le cose cambiano quando sente qualcosa di orribile in uno dei flussi che sta analizzando. Segnalarlo tramite e-mail è troppo rischioso, quindi un collega fidato le consiglia di recarsi presso la loro sede centrale in centro e parlare direttamente con la dirigente Natalie Chowdhury, per avvisarla di quello che Angela è certa sia un crimine grave. Angela non esce di casa da prima della pandemia: anche solo arrivare in ufficio è una grande sfida, ma lei è determinata a fare la cosa giusta. Ma non ha idea di cosa le accadrà realmente quando e se riuscirà a uscire dalla sua zona di comfort.

 
 

Ant-Man and the Wasp: Quantumania, il calo lo farà diventare il peggior incasso della saga

Ant-Man and the Wasp: Quantumania 

Dopo una forte apertura, Ant-Man and the Wasp: Quantumania (leggi la recensione) dei Marvel Studios ha subito il più grande calo della seconda settimana nella storia del Marvel Cinematic Universe, e il trequel diretto da Peyton Reed continua la sua corsa al ribasso anche nel suo terzo fine settimana.  Il primo film della Fase 5 della Marvel ha incassato 12 milioni di dollari al botteghino nazionale, un calo del 61% rispetto allo scorso fine settimana. Allo stato attuale, Ant-Man 3 potrebbe terminare la sua corsa con un totale globale di poco meno o più di 500 milioni di dollari, il che lo renderebbe il più basso guadagno del franchise.

Alcuni analisti hanno cercato di dare una svolta positiva a questi numeri, ma non si può sfuggire al dato ineluttabile: quanto sia deludente questa performance. Molti grandi successi in studio tendono ad essere a prova di critica, ma questo non si è dimostrato il caso dei film MCU (anche Eternals ha sottoperformato), con recensioni negative e scarso passaparola che hanno avuto chiaramente un impatto sulle vendite dei biglietti.

Un altro trequel invece ha segnato un vero record! Creed III della MGM, si è fatto strada al box office USA, segnando un importante 58,6 milioni di dollari in patria e ha superato i 100 milioni di dollari in tutto il mondo, soffiando il primo posto da Quantumania.

Ant-Man and the Wasp: Quantumaniail trailer

Ant-Man and the Wasp: Quantumania (leggi la recensione) è stato ancora una volta diretto da Peyton Reed da una sceneggiatura scritta da Jeff Loveness. La pellicola è attualmente al cinema! Il nuovo film Marvel Studios Ant-Man and the Wasp: Quantumania, che dà il via alla Fase 5 del Marvel Cinematic Universe, è distribuito da The Walt Disney Company Italia. L’epica avventura presenta l’antagonista più potente del MCU fino ad ora: Kang il Conquistatore.

Nel film, che dà ufficialmente il via alla Fase 5 del Marvel Cinematic Universe, i Super Eroi Scott Lang (Paul Rudd) e Hope Van Dyne (Evangeline Lilly) tornano per continuare le loro avventure come Ant-Man and The Wasp. Insieme ai genitori di Hope, Hank Pym (Michael Douglas) e Janet Van Dyne (Michelle Pfeiffer), la famiglia si ritrova a esplorare il Regno Quantico, a interagire con nuove strane creature e a intraprendere un’avventura che li spingerà oltre i limiti di ciò che pensavano fosse possibile. Diretto da Peyton Reed e prodotto da Kevin Feige, p.g.a. e Stephen Broussard, p.g.a.,Ant-Man and the Wasp: Quantumania è interpretato anche da Jonathan Majors nel ruolo di Kang, David Dastmalchian nel ruolo di Veb, Katy O’Brian nel ruolo di Jentorra, William Jackson Harper nel ruolo di Quaz e Bill Murray in quello di Lord Krylar.

 
 

WGA Awards 2023: inarrestabile Everything Everywhere All At Once

WGA 2019

Everything Everywhere All At Once è inarrestabile e continua la sua marcia trionfale verso il Dolby Theatre, dove, a questo punto, è probabile che farà piazza pulita di ogni premio disponibile. Il film dei Daniels ha appena vinto anche il WGA Award per la sceneggiatura.

I WGA Awards sono i premi che il sindacato degli sceneggiatori assegna ogni anno alla categoria e quest’anno, oltre ai Daniels, ha premiato anche Women Talking, per la migliore sceneggiatura adattata. Resta da capire come la scelta della gilda si rispecchierà sull’Academy Awards la prossima domenica, dal momento che per gli Oscar, ineleggibile per la Gilda, c’è anche Gli Spiriti dell’Isola che potrebbe dare fastidio al film dei Daniels. Non resta che aspettare per saperlo.

WGA Awards 2023, tutti i vincitori

ORIGINAL SCREENPLAY
Everything Everywhere All At Once
Written by Daniel Kwan & Daniel Scheinert; A24

COMEDY/VARIETY TALK SERIES
Last Week Tonight with John Oliver
Senior Writers Daniel O’Brien, Owen Parsons, Charlie Redd, Joanna Rothkopf, Seena Vali Writers Johnathan Appel, Ali Barthwell, Tim Carvell, Liz Hynes, Ryan Ken, Mark Kramer, Sofia Manfredi, John Oliver, Taylor Kay Phillips, Chrissy Shackelford; HBO/HBO Max

LIMITED SERIES
The White Lotus
Written by Mike White; HBO/HBO Max

DRAMA SERIES
Severance
Written by Chris Black, Andrew Colville, Kari Drake, Dan Erickson, Mark Friedman, Helen Leigh, Anna Moench, Amanda Overton; Apple TV+

NEWS SCRIPT – ANALYSIS, FEATURE, OR COMMENTARY
“Targeting Americans” (60 Minutes)
Written by Scott Pelley, Oriana Zill de Granados; CBS News

RADIO/AUDIO NEWS SCRIPT – REGULARLY SCHEDULED, BULLETIN, OR BREAKING REPORT
“Hail And Farewell: Saluting 5 Who Made A Difference”
Written by Gail Lee; CBS Radio

QUIZ AND AUDIENCE PARTICIPATION
Baking It
Writers Neil Casey, Chad Carter, Jessica McKenna, Zach Reino; Peacock

DOCUMENTARY SCRIPT – OTHER THAN CURRENT EVENTS
“Episode Two: An American (1775 – 1790)” (Benjamin Franklin)
Written by Dayton Duncan; PBS

ON AIR PROMOTION
 “CBS Celebrates Juneteenth”
Written by Justin DiLauro; CBS News

DOCUMENTARY SCREENPLAY
Moonage Daydream
Written by Brett Morgen; Neon

EPISODIC COMEDY
 “The One, The Only” (Hacks)
Written by Lucia Aniello & Paul W. Downs & Jen Statsky; HBO/HBO Max

EPISODIC DRAMA
“Plan and Execution” (Better Call Saul)
Written by Thomas Schnauz; AMC

RADIO/AUDIO NEWS SCRIPT – ANALYSIS, FEATURE, OR COMMENTARY
 “What I Wish I Knew Before I Started IVF” (The Waves)
Written by Cheyna Roth; Slate

COMEDY SERIES
The Bear
Written by Karen Joseph Adcock, Joanna Calo, Rene Gube, Sofya Levitsky-Weitz, Alex O’Keefe, Catherine Schetina, Christopher Storer; FX Networks

CHILDREN’S EPISODIC, LONG FORM AND SPECIALS
 “Prison or Palace” (Life by Ella)
Written by Hernan Barangan; Apple TV+

DAYTIME DRAMA
Days of Our Lives
Head Writer Ron Carlivati Writers Lorraine Broderick, Jazmen Darnell Brown, Joanna Cohen, Carolyn Culliton, Richard Culliton, Cheryl Davis, Kirk Doering, Christopher Dunn, Jamey Giddens, David Kreizman, Ryan Quan, Dave Ryan, Katherine D. Schock; NBC

NEWS SCRIPT – REGULARLY SCHEDULED, BULLETIN, OR BREAKING REPORT
“The Water Crisis in Jackson, Mississippi” (CBS Evening News with Norah O’Donnell)
Written by James Hutton, Rob Rivielle; CBS News

DIGITAL NEWS
 “How Oregon’s Prison System Retaliated Against Its Most Effective Jailhouse Lawyer”
Written by Jessica Schulberg; HuffPost.com

COMEDY/VARIETY SKETCH SERIES 
Inside Amy Schumer
Writers Georgie Aldaco, Rosebud Baker, Jeremy Beiler, Cazzie David, Tova Diker, Derek Gaines, Jon Glaser, Jaye McBride, Tim Meadows, Christine Nangle, Daniel Powell, Tami Sagher, Amy Schumer, Joe Strazzullo, Sydnee Washington, Ron Weiner; Paramount+

TV & NEW MEDIA MOTION PICTURES
Honor Society
Written by David A. Goodman; Paramount +

NEW SERIES
Severance
Written by Chris Black, Andrew Colville, Kari Drake, Dan Erickson, Mark Friedman, Helen Leigh, Anna Moench, Amanda Overton; Apple TV+

SHORT FORM NEW MEDIA
Three Busy Debras
Written by Sandy Honig, Mitra Jouhari, Sarah Sherman, Alyssa Stonoha, Diana Tay, Evan Waite; Adult Swim

DOCUMENTARY SCRIPT – CURRENT EVENTS
“Lies, Politics and Democracy” (Frontline)
Written by Michael Kirk & Mike Wiser; PBS

ANIMATION
“Rectify” (Undone)
Written by Elijah Aron & Patrick Metcalf; Prime Video

COMEDY/VARIETY SPECIALS
Jerrod Carmichael: Rothaniel
Written by Jerrod Carmichael; HBO/HBO Max

RADIO/AUDIO DOCUMENTARY
“Like a Lion With No Teeth” (Crime Show)
Written by Emma Courtland & Cat Schuknecht; Gimlet Media

ADAPTED SCREENPLAY
Women Talking, Screenplay by Sarah Polley, Based upon the Book by Miriam Toews; Orion Pictures/MGM

 
 

The Penguin: Clancy Brown si unisce al cast della serie tv

Clancy Brown

L’imminente serie The Penguin di HBO Max ha guadagnato un altro grande nome. Il noto sito americano Variety riporta che Clancy Brown si è unito al cast dello spin-off di The Batman. Secondo Variety, Brown interpreterà il ruolo di Salvatore Maroni, il famigerato boss del crimine di Gotham City e qualcuno che ha frequenti scontri con Oswald Cobblepot, alias Il Pinguino (interpretato da Colin Farrell). Sebbene Maroni non sia mai stato visto in The Batman, è stato menzionato più volte, con il suo arresto da parte della polizia corrotta di Gotham che ha permesso all’ascesa dell’organizzazione criminale di Carmine Falcone a discapito della caduta proprio di Maroni.

Clancy Brown non è estraneo al mondo delle proprietà DC, anche se questo sarà il suo primo ruolo live-action nell’Universo DC. In precedenza, ha interpretato il ruolo della voce di Lex Luthor in oltre un decennio di ruoli, spaziando tra vari film d’animazione e serie televisive e persino videogiochi. Tra qualche settimana arriverà al cinema nell’atteso sequel  John Wick: capitolo 4 come “The Harbinger”.

Ambientata nel mondo di The Batman del 2022, la serie HBO Max si concentrerà sul passato di Oswald Cobblepot e mostrerà la sua ascesa al potere nello squallido ventre di Gotham piuttosto che ritrarlo come il boss affermato. Il personaggio ha una ricca storia di apparizioni dal vivo, poiché Danny DeVito ha interpretato il famoso Pinguino in Batman: Il ritorno di Tim Burton mentre Robin Lord Taylor lo ha interpretato nella precedente serie Gotham.

 
 

ASC Awards 2023: la migliore fotografia dell’anno è di Elvis

elvis film 2022

In attesa degli Oscar 2023, il prossimo 12 marzo, si completa la carrellata dei premi di categoria assegnati dalle gilde di Hollywood. Gli ASC Awards, i premi assegnati ai direttori della fotografia dai direttori della fotografia, hanno incoronato quest’anno Mandy Walker, che ha firmato la fotografia di Elvis di Baz Luhrmann. Walker è la prima donna a vincere in questa categoria, e potrebbe ripetere trionfare anche agli Oscar, dal momento che negli ultimi 36 anni, 17 volte il premio della gilda ha coinciso con quello dell’Academy.

Ecco di seguito tutti i vincitori degli ASC Awards 2023

THEATRICAL FEATURE FILM
Mandy Walker, Elvis (Warner Bros.)

EPISODE OF A ONE-HOUR NON-COMMERCIAL TELEVISION SERIES
M. David Mullen, The Marvelous Mrs. Maisel – “How Do You Get to Carnegie Hall?” (Prime Video)

PILOT, LIMITED SERIES, OR MOTION PICTURE MADE, TELEVISION
Sean Porter, The Old Man – “I” (FX)

SPOTLIGHT AWARD
Sturla Brandth Grøvlen, War Sailor (DCM Film)

EPISODE OF A ONE-HOUR COMMERCIAL TELEVISION SERIES
Jules O’Loughlin, The Old Man – “IV” (FX)

DOCUMENTARY AWARD
Ben Bernhard and Riju Das, All That Breathes (HBO/HBO Max)

EPISODE OF A HALF-HOUR SERIES
Carl Herse, Barry – “Starting Now” (HBO/HBO Max)

 
 

Joker: Folie à Deux, foto e video dal set riportano il clown e a Gotham City!

Joker: Folie à Deux film 2024

The Joker del 2019 non è stato il film fedele ai fumetti e ma ci ha regalato un’interpretazione unica e autonoma del Clown Principe del crimine e della sua storia di origine.  Questo si è rivelato tutt’altro che negativo, ovviamente, e mentre il film di Todd Phillips si allontanava dal materiale originale, ha più che compensato con un approccio avvincente e spesso inquietante alla malvagia trasformazione di Arthur Fleck. Questo approccio unico al classico cattivo dei fumetti continuerà in Joker: Folie à Deux , e ora abbiamo foto e filmati dal set di Los Angeles. Nei contenuti qui sotto, vediamo Joaquin Phoenix che può essere visto correre in preda al panico per Gotham City, apparentemente inseguito da imitatori Joker.

Uno sembra esattamente come Fleck nell’atto finale del primo film, e non possiamo fare a meno di chiederci se tutto questo potrebbe essere solo nella testa del cattivo. Dopotutto, da quello che sappiamo sul film la storia dovrebbe rimanere all’interno dei confini dell’Arkham Asylum in questo seguito (dove incontrerà la collega paziente Harley Quinn), anche se sarebbe sicuramente interessante vedere cosa  è successo a Gotham se dovessero scappare!

 

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Joker: Folie à Deux, il film

Joker: Folie à Deux presenterà il ritorno di Joaquin Phoenix mentre riprende il suo ruolo vincitore dell’Oscar come il cattivo DC JOKER. Il sequel presenterà anche il ritorno di Sophie di Zazie Beetz  insieme ai nuovi arrivati ​​Brendan Gleeson, Catherine Keener, Jacob Lofland e Harry Lawtey. I dettagli della trama sono ancora per lo più nascosti, ma sappiamo che la maggior parte del film si svolgerà ad Arkham Asylum e conterrà significativi “elementi musicali”. Rumors recenti inoltre hanno anche suggerito che la versione di Gaga su Harley Quinn avrà un ruolo più importante di quanto originariamente riportato, con la storia che si svolge interamente dal suo punto di vista.

Il film del 2019 è stato un successo sia di critica che commerciale con un incasso mondiale di oltre 1 miliardo di dollari al botteghino, rendendolo il film con il maggior incasso di tutti i tempi. Ha ricevuto riconoscimenti da numerosi importanti enti premiati, tra cui due Oscar e due Golden Globe, sia per il miglior attore che per il miglior suono originale.

 
 

Chris Rock fa a pezzi Will Smith: “Tutti lo chiamavano B—- E chi colpisce? Me”

Chris Rock Oscar 2023

Quasi un anno dopo il famigerato schiaffo degli Oscar, il comico Chris Rock ha finalmente affrontato ciò che è accaduto nel suo speciale Netflix dal vivo, “Selective Outrage”. Dopo un’ora di nuovo materiale che alludeva solo al famigerato Slapgate – “Dicono, ‘le parole fanno male.’ Chiunque dica ‘le parole feriscono’ non è mai stato preso a pugni in faccia”, ha scherzato all’inizio della serata — il comico ha finalmente raccontato le conseguenze dello schiaffo sul palco del premio Oscar Will Smith.

Sapete tutti cosa mi è successo, essere schiaffeggiato da Suge Smith. Tutti sanno. Lo sanno tutti, cazzo”, ha detto Rock. “Ho ricevuto uno schiaffo tipo un anno fa… e la gente mi chiede: “Ha fatto male?” Fa ancora male. Ho “Summertime” che mi risuona nelle orecchie.” Nonostante la pressione della stampa per aprirsi su quello che è successo, Chris Rock è stato irremovibile sul fatto che non ne avrebbe parlato in un talk show. “Non sono una vittima, piccola. Non mi vedrai mai piangere su Oprah o Gayle [King]. Non lo vedrai mai… Non accadrà mai. Fanculo quella merda, ho preso quella merda come [Manny] Pacquiao.

Per quanto riguarda il fatto che lo schiaffo abbia fatto male, Chris Rock è stato diretto. “Will Smith è significativamente più grande di me. Non abbiamo le stesse dimensioni. Will Smith fa film senza maglietta. Non mi hai mai visto fare un film senza maglietta. Will Smith ha interpretato Muhammad Ali in un film. Pensi che abbia fatto il provino per quella parte? Ho interpretato Pookie in “New Jack City”. Ho suonato un pezzo di mais in ‘Pootie Tang.‘”

Il comico ha continuato rivelando che anche il titolo del suo spettacolo è stato ispirato dallo schiaffo, “Will Smith pratica ‘Selective Outrage'”, ha spiegato Rock. “Tutti quelli che lo sanno davvero, sanno che non ho avuto niente a che fare con quella merda. Non ho avuto alcun ‘intrico‘”. Per gli spettatori che potrebbero non aver capito, Rock si riferiva al famigerato episodio di “Red Table Talk” con Smith e sua moglie, Jada Pinkett Smith, dove ha ammesso di avere una relazione con un altro uomo. “Sua moglie si stava scopando l’amico di suo figlio. Normalmente non parlerei di questa merda… Non ho idea del perché due persone di talento farebbero qualcosa di così fottutamente basso. Siamo stati tutti traditi. Tutti qui dentro sono stati traditi. Nessuno di noi è mai stato intervistato dalla persona che ci ha tradito… in televisione. Lo ha ferito molto più di quanto lui abbia ferito me.”

Chris Rock ha rivelato di aver cercato di mettersi in contatto con Will Smith dopo la messa in onda dell’episodio. “Tutti nel mondo lo chiamavano puttana. Ho provato a chiamare il figlio di puttana. Ho provato a chiamare quell’uomo e fargli le mie condoglianze. Non ha mai risposto. Il comico ha poi elencato tutte le persone di Hollywood che hanno definito Smith una “cagna” dopo il “Red Table Talk”, tra cui “The View”, “The Talk”, “The Breakfast Club”, “Drink Champs” e Presto. “Tutti lo chiamavano puttana e chi ha picchiato? Me.”

Chris Rock ha anche ricordato che i rapporti non erano positivi tra lui e la famiglia Smith in seguito agli Oscar del 2016, che ha condotto. Quell’anno, Pinkett Smith chiese il boicottaggio a causa della mancanza di diversità nelle nomination. “Ha fottutamente detto che [io] avrei dovuto ritirarmi perché Will non è era stato nominato per ‘Commozione cerebrale’. Che cazzo? Allora ci faccio qualche battuta. Chi se ne frega? Ecco com’è andara! L’ha iniziata lei. L’ho finita io. Nessuno se la prende per questa stronza. Ha iniziato lei questa merda. Nessuno se la prendeva con lei“.

Poi ha cambiato tono, condividendo la sua ammirazione per l’attore. “Amo Will Smith, tutta la mia vita… fa grandi film. Ho tifato per Will Smith per tutta la vita. Tifo per questo figlio di puttana.”Ha ammesso Rock. “E ora guardo ‘Emancipation’ solo per vederlo urlare.” Alla domanda “Perché non ha fatto niente dopo lo schiaffo? “Perché ho dei genitori”, ha spiegato Rock. “Sono cresciuto. E sai cosa mi hanno insegnato i miei genitori? Non litigare davanti ai bianchi”.

Vestito tutto di bianco con indosso una collana Prince, Rock ha dato il via al suo set parlando della cultura del risveglio. Il comico ha detto che era per “wokeness” e sostiene le comunità emarginate, ma è stanco di “indignazione selettiva”. “Una persona fa qualcosa, viene cancellata. Qualcun altro fa esattamente la stessa cosa, e non succede niente“, ha detto. “Sai di cosa sto parlando… il tipo di persone che suonano canzoni di Michael Jackson ma non suonano R. Kelly. Stesso crimine, uno di loro ha appena ottenuto canzoni migliori. Il comico ha toccato una serie di argomenti, tra cui l’attenzione “la più grande dipendenza in America”, l’aborto, Beyoncé, i Kardashian e Meghan Markle, la duchessa del Sussex.

Rock ha messo in dubbio lo shock di Markle durante la sua intervista a “Oprah” sul razzismo nella famiglia reale. “Non hai cercato su Google questi figli di puttana?” ha detto. “Che cazzo sta dicendo che non sapeva ? È la famiglia reale. Sono i razzisti originali. Hanno inventato il colonialismo. Sono gli OG del razzismo. Sono la Sugarhill Gang del razzismo”.

Trasmesso in diretta da Baltimora all’Hippodrome Theatre, la presentazione di Rock è stata introdotta da un pre-spettacolo dal vivo condotto dal comico Ronny Chieng, presentatore dal Comedy Store di Los Angeles. La scaletta includeva comici come Leslie Jones, JB Smoove, David Spade e Dana Carvey, che hanno usato il tempo per condividere storie toccanti sul lavoro con Rock… e per dare ulteriore carico su Will Smith. “Scommetto che Will Smith schiaffeggia la TV stasera“, ha detto Arsenio Halll. (Hall, Spade, Carvey e Smoove sono tornati dopo il set di Rock per una discussione post-spettacolo, alla quale hanno partecipato anche Yvonne Orji e Kareem Abdul-Jabbar.)

 
 

Benedetta: recensione del film di Paul Verhoeven

Benedetta film 2021

Il grande regista Paul Verhoeven, autore di RoboCop e Basic Instinct, torna sul grande schermo con il dramma storico Benedetta. Il film è del 2021, ma è arrivato nelle sale italiane solo il 2 marzo 2023. L’attrice belga Virginie Efira (Elle) è la suora al centro del film. In Benedetta troviamo anche il grande volto del cinema Charlotte RamplingLa caduta degli dei, Stardust Memories, Sotto la sabbiaDune.

Benedetta: la trama

Il film Benedetta è un dramma storico e biografico. La vicenda alla base è tratta dal saggio di Judith C. Brown Atti impuri – Vita di una monaca lesbica nell’Italia del Rinascimento. L’opera di Brown s’ispira alla vita di Benedetta Carlini, una suora che nel XVII secolo intraprende una storia d’amore omosessuale con un’altra donna del suo convento.

Benedetta cresce fin da bambina in un convento. Mossa da una grandissima devozione nei confronti della Vergine, la protagonista sembra inizialmente la più rigorosa di tutte le suore. È l’arrivo di Bartolomea, una donna che prende il voto per sfuggire ad un padre violento, a far crollare la rigida moralità di Benedetta. Da subito le due donne percepiscono una forte attrazione, qualcosa che nemmeno l’abito da suora può celare.

Un dramma storico per parlare di omosessualità

Paul Verhoeven film recensioneIl film è essenzialmente la trasposizione dei  sentimenti contrastanti provati dalla protagonista: in lei si alternano e si scontrano pulsioni, fede, istinti incontrollabili, sensi di colpa. L’ambientazione a livello storico e sociale contribuisce a rendere drammatica la storia, che è essenzialmente quella di una donna che scopre la propria omosessualità. Verhoeven, come in altri suoi film, anche in Benedetta lascia ampio spazio alla dimensione carnale più esplicita. Non mancano le scene di sesso che, per il luogo in cui è ambientato il film (un convento), qualcuno potrebbe definire blasfeme. Nonostante tutti gli elementi religiosi che contestualizzano il film, Benedetta si focalizza sulla dimensione sentimentale dei personaggi e sull’aspetto carnale e fisico delle passioni. Il contrasto è forte, non solo a livello narrativo.

Immagini e storia sono in sintonia

Benedetta è appunto un film fatto di contrasti. Castità e sesso, religione e immoralità, annullamento del corpo ed elogio al piacere. Un emporio molto vasto che viene enfatizzato sia dalla recitazione sia dalle immagini. I suoni e i dialoghi sono pieni di accenti espressivi e di volume. Purtroppo, l’enfatizzazione a volte esce dai limiti dell’apprezzabile e diventa molto televisiva, avvicinando i dialoghi (e i sospiri) a quelli delle soap opera. In effetti, il film è ricco di aspetti kitsch, non solo nelle parole e nei fatti.

I dualismi di forze vengono espressi anche dalle immagini: ciò che avviene fuori dal convento è invaso dalla luce e patinato. Al contrario, i chiari scuri, le ombre e le tenebre dominano gli spazi religiosi. In Benedetta, il luogo della luce divina viene completamente messo in discussione. Il convento è uno spazio oscuro per ciò che avviene al suo interno, per i personaggi immorali che lo caratterizzano, per la sporcizia che invade gli armadi e le suore.

Da Benedetta Carlini a Virginie Efira

Probabilmente, Virginie Efira non è la suora settecentesca che il pubblico si potrebbe aspettare. L’attrice belga naturalizzata francese è nota per le sue interpretazioni in film come Elle, Sybil e i più recenti La doppia vita di Madeleine Collins e I figli degli altriI lineamenti e i colori della protagonista rimandano ad una creatura angelica: l’incarnato, i capelli biondi e gli occhi azzurri sono legati all’aspetto religioso che il film riprende per smentirlo. La purezza che caratterizza la Benedetta Carlini bambina viene mantenuta nella donna adulta solo nell’aspetto fisico. Nel corso del film la morale della donna si corrompe e, man mano che la tentazione pervade mente e corpo di Benedetta, la sua bellezza non sembra cambiare. Efira porta con sé una estetica fin troppo patinata e irrealistica per il tempo e stride con il contesto. La recitazione è melodrammatica, sospirata o gridata a seconda delle situazioni, ma in ogni caso adatta a esprimere la folle fede di Benedetta Carlini.

Un parere riassuntivo su Benedetta

In conclusione, Benedetta è un film biografico che guarda al passato per mostrare l’omosessualità in un contesto di per sé discriminatorio, oggi ma ancor più nel passato. Gli elementi narrativi avvincenti sono punteggiati da aspetti registici in parte interessanti in parte ostentati. Sicuramente il lungometraggio merita una visione, se non altro perché mette in luce – con evidenti riferimenti al presente – le contraddizioni umane, i limiti religiosi e morali, troppo spesso barriere inutili che ostacolano la libera espressione dell’animo.

 
 

Everything Everywhere All at Once vince tutto agli Independent Spirit Awards 2023

Everything Everywhere All At Once recensione film
Photo credit: Allyson Riggs - Courtesy of A24

Everything Everywhere All at Once trionfa agli Independent Spirit Awards 2023, in attesa di replicare il successo anche agli Oscar 2023. Le categorie attoriali, che per gli Independent sono gender neutre, sono state vinte tutte da donne, mentre Aftersun porta a casa il premio come miglior film d’esordio. Si conferma dunque la compenetrazione, che da diversi anni a questa parte si protrae, tra cinema indipendente e cinema delle industry con il secondo che arriva lì dove sembrava che i posti fossero riservati ai progetti con fondi provenienti dalle majors.

FILM

  • Miglior film – Everything Everywhere All at Once” (A24) 
  • Regista – Daniel Kwan, Daniel Scheinert – “Everything Everywhere All at Once” (A24) 
  • Migliore performance protagonistaMichelle Yeoh – “Everything Everywhere All at Once” (A24) 
  • Migliore performance non protagonista – Ke Huy Quan – “Everything Everywhere All at Once” (A24)
  • Migliore performance esordiente – Stephanie Hsu – “Everything Everywhere All at Once” (A24)
  • Migliore sceneggiatura – Everything Everywhere All at Once” (A24) – Daniel Kwan, Daniel Scheinert
  • Migliore sceneggiatura esordiente – “Emily the Criminal” (Roadside Attractions) – John Patton Ford
  • Miglior film d’esordio – “Aftersun” (A24) 
  • John Cassavetes Award – “The Cathedral” (Mubi)
  • Miglior fotografia – “Tár” (Focus Features) – Florian Hoffmeister
  • Miglior documentario – “All the Beauty and the Bloodshed” (Neon)
  • Miglior Montaggio – Everything Everywhere All at Once” (A24) – Paul Rogers
  • Robert Altman Award – “Women Talking” (MGM/United Artists Releasing) – Sarah Polley (director), John Buchan, Jason Knight (casting directors), Shayla Brown, Jessie Buckley, Claire Foy, Kira Guloien, Kate Hallett, Judith Ivey, Rooney Mara, Sheila McCarthy, Frances McDormand, Michelle McLeod, Liv McNeil, Ben Whishaw, August Winter (ensemble cast)
  • Miglior film Internazionale – “Joyland” (Pakistan/USA) 
  • Producers Award – Tory Lenosky 
  • Someone to Watch Award – Nikyatu Jusu – “Nanny” 
  • The Truer Than Fiction Award – Reid Davenport – “I Didn’t See You There”

TELEVISIONE

  • Miglior serie – The Bear “ (FX)
  • Migliore performance protagonista in serie – Quinta Brunson, “Abbott Elementary
  • Migliore performance non protagonista – Ayo Edebiri, “The Bear”
  • Migliore serie documentario – “The Rehearsal”
 
 

The Last of Us: Ellie incontra David nelle foto dell’episodio 8

The Last of Us episodio 8

Si intitolerà “When We Are in Need” l’episodio 8 della prima stagione di The Last of Us, l’atteso prossimo episodio che debutterà questa sera negli USA, su HBO e domani in Italia su SKY e in streaming su NOW. Ebbene, HBO ha diffuso le foto dell’episodio nel quale vediamo Ellie incontra David e non solo!

Ellie (Bella Ramsey ) affronta la sua più grande sfida poiché deve continuare a fare del suo meglio per mantenere Joel (Pedro Pascal) al sicuro e in vita, combattendo anche una nuova pericolosa minaccia nel misterioso David (Scott Shepher) e il suo gruppo di sopravvissuti.  Anche se non entreremo in ulteriori dettagli su ciò che ci aspetta nell’episodio otto, nel gioco questo è un capitolo fondamentale per Ellie e, in base al promo e all’ultima serie di immagini, sembra che l’ora imminente sarà un adattamento abbastanza fedele, a parte il suo caratteristico arco e freccia. Di seguito le foto, mentre inizio settimana vi abbiamo svelato il trailer dell’episodio.

La serie tv

The Last of Us racconta una storia che si svolge vent’anni dopo la distruzione della civiltà moderna. Joel, un sopravvissuto, viene incaricato di far uscire Ellie, una ragazzina di 14 anni, da una zona di quarantena sotto stretta sorveglianza. Un compito all’apparenza facile che si trasforma presto in un viaggio brutale e straziante, poiché i due si troveranno a dover attraversare gli Stati Uniti insieme e a dipendere l’uno dall’altra per sopravvivere.

Nel cast Pedro Pascal nel ruolo di Joel e Bella Ramsey nel ruolo di Ellie. Gabriel Luna è Tommy, Anna Torv interpreta Tess, l’attrice britannica Nico Parker è Sarah. Murray Bartlett veste i panni di Frank, Nick Offerman quelli di Bill, Storm Reid è Riley, Merle Dandridge è Marlene. Il cast include anche Jeffrey Pierce nel ruolo di Perry, Lamar Johnson in quello di Henry, Keivonn Woodard nel ruolo di Sam, Graham Greene nel ruolo di Marlon, Elaine Miles nel ruolo di Florence. E con Ashley Johnson e Troy Baker.

The Last of Us è scritta da Craig Mazin (Chernobyl) e Neil Druckmann (il videogioco The Last Of Us) che ne sono anche i produttori esecutivi. The Last Of Us è una co-produzione Sony Pictures Television con Carolyn Strauss, Evan Wells, Asad Qizilbash, Carter Swan, e Rose Lam come produttori esecutivi. La serie è prodotta da PlayStation Productions, Word Games, The Mighty Mint, e Naughty Dog.

 
 

The Mandalorian: il trailer “The Way” anticipa i prossimi episodi

The Mandalorian

Disney+ ha diffuso un nuovo intenso trailer “The Way” che anticipa i prossimi episodi dell’attesa terza stagione di The Mandalorian, di cui abbiamo recensito il primo episodio! Nel frattempo Dave Filoni ha valutato come la serie si collegherà probabilmente alla trilogia del sequel. The Mandalorian si svolge poco dopo gli eventi de Il ritorno dello Jedi. Il produttore esecutivo Dave Filoni ha affermato che è possibile che questi spettacoli eviteranno del tutto di legarsi direttamente alla trilogia iniziata da JJ Abrams.

“Questa è un’ottima domanda, e parliamo di molte cose diverse”, ha risposto quando gli è stato chiesto se avevano capito cosa stava facendo Grogu in quel periodo. “A proposito, questa è una domanda per un gruppo di personaggi, non solo per Grogu. Dove si trovano durante questi eventi?” “Semmai, avendo realizzato The Clone Wars e intrecciando una storia così intricata tra due film che erano molto più vicini tra loro, ho imparato che c’è un ampio spazio in questa galassia per noi per raccontare storie e avere personaggi che fanno cose”.

“Da bambino, quando Yoda disse a Luke: ‘Quando me ne sarò andato, sarai l’ultimo dei Jedi’, l’ho preso alla lettera. Bene, ora sappiamo che è tutt’altro che vero”, continua Filoni . “Ci sono molte persone diverse che potrebbero esercitare la forza, e forse Luke è l’ultimo Jedi per quanto riguarda quello che Yoda considererebbe un Jedi.” “Quindi dovremo solo aspettare e vedere come si evolve la storia e cosa ha un senso. Ma nella mia esperienza, c’è sicuramente un modo per intrecciare tutto insieme e renderlo eccitante. È possibile che non debba mai incrociarsi con quello che abbiamo visto [nella trilogia del sequel] se la storia ci porta da qualche altra parte”.

Nella terza stagione continuano i viaggi del Mandaloriano nella galassia di Star Wars. Un tempo cacciatore di taglie solitario, Din Djarin si è riunito a Grogu. Nel frattempo, la Nuova Repubblica lotta per allontanare la galassia dal suo passato oscuro. Il Mandaloriano incontrerà vecchi alleati e si farà nuovi nemici mentre lui e Grogu continuano il loro viaggio insieme.

The Mandalorian torna su Disney+ il 1° marzo. La serie è interpretata da Pedro Pascal, Katee Sackhoff, Carl Weathers, Amy Sedaris, Emily Swallow e Giancarlo Esposito. Tra i registi degli otto episodi della terza stagione ci sono Rick Famuyiwa, Rachel Morrison, Lee Isaac Chung, Carl Weathers, Peter Ramsey e Bryce Dallas Howard. Jon Favreau è showrunner/capo sceneggiatore ed executive producer insieme a Dave Filoni, Rick Famuyiwa, Kathleen Kennedy e Colin Wilson. Karen Gilchrist e Carrie Beck sono i co-executive producer.

 
 

Road to Oscar 2023: il Miglior attore non protagonista

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Siamo ormai quasi agli sgoccioli di questa stagione dei premi cinematografici, che si concluderà nella notte tra il 12 e il 13 marzo con la cerimonia dei Premi Oscar 2023. Giunti alla loro 95esima edizione, i più prestigiosi tra i premi dedicati al cinema hanno anche quest’anno indicato nuove tendenze, scoperto nuove sensibilità artistiche, celebrato grandi nomi e battezzato con la loro prima nomination numerose personalità del cinema, più o meno veterane del settore. La categoria al Miglior attore non protagonista, ad esempio, vanta su cinque nominati ben quattro interpreti qui alla loro prima nomination in assoluto.

Si tratta del celebre Brendan Gleeson, del giovane Barry Keoghan, del camaleontico Brian Tyree Henry e del rinato Ke Huy Quan. Fa loro compagnia Judd Hirsch, popolare caratterista qui alla sua seconda candidatura al premio. Cinque attori profondamente diversi tra loro per cinque interpretazioni altrettanto variegate per toni e generi. In attesa di scoprire chi di loro salirà sul palco del Dolby Theatre per ricevere l’ambita statuetta, scopriamo tutto quello che c’è da sapere su di loro, sull’interpretazione per cui sono candidati, sul percorso da loro compiuto durante questa stagione dei premi e su chi concretamente potrebbe trionfare in questa categoria.

1Miglior attore non protagonista… chi vincerà?

Mancano ormai meno di due settimane ai Premi Oscar 2023, la 95esima edizione del premio, durante la quale verranno svelati tutti i vincitori delle 24 categorie. Per quanto riguarda quella al Miglior attore non protagonista, i cui candidati sono stati qui approfonditi, a trionfare dovrebbe essere, con probabilità molto alte, Ke Huy Quan per il film Everything Everywhere All at Once. L’attore si presenta infatti agli Oscar avendo dalla sua la vittoria a tutti gli altri più importanti premi a cui era candidato. Sul suo trionfo anche agli Oscar sembrano dunque esserci pochi dubbi, ma se c’è qualcuno tra i suoi “sfidanti” che potrebbe rubargli tale onore, quello sembra poter essere Barry Keoghan.

L’attore candidato per Gli spiriti dell’isola ha infatti vinto il Bafta Award, unica occasione dove è riuscito a strappare il premio a Quan. Le statistiche restano certamente a favore di quest’ultimo, ma la vittoria di Keoghan è segno che il giovane attore non è passato inosservato e anzi gode di ampi consensi per la sua struggente interpretazione. Gli altri tre candidati, Brendan Gleeson, Brian Tyree Henry e Judd Hirsch sembrano invece avere poche possibilità di vedersi chiamati sul palco, ma gli Oscar, si sa, possono essere imprevedibili, quindi mai dire mai e solo l’apertura della busta con il nome del vincitore potrà svelare l’arcano.

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Dragon Trainer – Il mondo nascosto: trama e personaggi del film

Dragon Trainer - Il mondo nascosto film

Acclamato primo capitolo di una trilogia d’animazione della DreamWorks Animation, Dragon Trainer ha negli anni conquistato generazioni di spettatori da tutto il mondo con le sua storia ricca di magia ed emozioni. Questo è poi diventato un vero e proprio franchise grazie a cortometraggi, serie televisive, fumetti, videogiochi e molto altro. Ciò a conferma di quanto, dal 2010 ad oggi, Dragon Trainer sia ormai entrato a far parte dell’immaginario comune, affermandosi come uno dei migliori prodotti d’animazione degli ultimi anni. Dopo un primo sequel del 2014, nel 2019 è arrivato il capitolo conclusivo, intitolato Dragon Trainer – Il mondo nascosto (qui la recensione), nuovamente diretto dal regista Dean DeBlois.

Il primo film venne tratto dal romanzo Come addestrare un drago, pubblicato nel 2003 da Cressida Cowell. Tuttavia, nell’approcciarsi alla sceneggiatura, i registi Chris Sanders e Dean DeBlois decisero di distaccarsi dalla trama originale per dare al film un tono più maturo. Molto apprezzato, infatti, è stato il processo di crescita che porta il protagonista dall’essere un recalcitrante guerriero ad un valoroso esperto di draghi. Ciò trova compimento proprio con questo terzo capitolo, giudicato altrettanto bene dei predecessori. Merito di ciò è anche l’ingresso di nuovi personaggi, tra cui anche di nuovi affascinanti tipologie di draghi.

A fronte di un budget di 129 milioni di dollari, il film arrivò a guadagnare oltre 522 in tutto il mondo. Un successo stellare che ha così dato prova una volta di più del grande successo che la saga ha presso il grande pubblico. Questo terzo capitolo, inoltre, è anche stato nominato al premio Oscar come miglior film d’animazione. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e ai suoi sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Dragon Trainer – Il mondo nascosto

Con Dragon Trainer – Il mondo nascosto, il processo di crescita di Hiccup giunge ad un punto decisivo. Egli è ormai capo di Berk, e organizza regolarmente spedizioni con i suoi amici per salvare gli ultimi draghi ancora esistenti. In una di queste missioni, il gruppo si imbatte in una Furia Chiara, di cui Sdentato si innamora perdutamente. Questa si ritrova tuttavia catturata e consegnata al più temibile dei cacciatori, Grimmel il Grifaio. L’uomo aspira ad usare l’esemplare per attirare presso di sé Sdentato e tutti gli altri draghi, con l’intenzione di sterminarli una volta per tutte.

Nel disperato tentativo di ricercare un luogo più sicuro per i draghi e il suo popolo, Hiccup conduce entrambi verso il mondo nascosto da cui provengono di cui suo padre Stoick gli aveva spesso raccontato. Sdentato, tuttavia, avverte la mancanza di Furia Chiara, e Hiccup comprende che è arrivato il momento di lasciar libero l’amico, in modo che possa seguire la compagna e vivere felice con lei. Nel momento in cui verrà però a sapere che l’amico alato è finito a sua volta nelle grinfie dei cacciatori, organizza un esercito per scatenare una battaglia contro di essi, al fine di liberare una volta per tutte i draghi.

Dragon Trainer - Il mondo nascosto personaggi

Dragon Trainer – Il mondo nascosto: il cast, i personaggi e i draghi del film

Per dar voce ai personaggi presenti nella trilogia, la DreamWorks si è affidata negli anni ad alcuni tra gli attori più noti di Hollywood. A dar voce al personaggio di Hiccup, protagonista dei film, è l’attore Jay Baruchel, noto per aver recitato in Million Dollar Baby e Tropic Thunder. Grazie a tale trilogia, egli ha avuto modo di acquisire ulteriore popolarità. Accanto a lui, si ritrovano poi attori come America Ferrera che dà voce ad Astrid Hofferson, Jonah Hill nei panni di Moccioso Jorgenson, Justin Ripple per Testaditufo Thorston, Gerard Butler nel ruolo di Stoick L’Immenso, e Kristen Wiig per Testabruta Thorston. Vi sono poi Craig Ferguson a dar voce a Skaracchio Ruttans e Christopher Mintz-Plasse per Gambedipesce Igergman.

Vi sono poi attori del calibro di Kit Harington nel ruolo di Eret, e Cate Blanchett nei panni di Valka. Quest’ultimo personaggio era stato scritto proprio pensando alla Blanchett, la quale si dichiarò poi entusiasta di poter partecipare, avendo amato il primo film. Nel terzo conclusivo capitolo vi è anche la presenza del premio Oscar F. Murray Abraham, che presta la propria voce al personaggio di Grimmel il Grifaio. Per quanto riguarda il mondo dei draghi invece, oltre a quelli visti nei film precedenti, si aggiunge qui una Furia Chiara, la cui capacità principale è quella di mimetizzarsi in cielo, e i Grondaia Incoronata Magenta, specie dotata di impressionanti corna ma dal carattere gentile.

Dragon Trainer – Il mondo nascosto: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Per gli appassionati del film, o per chi deve ancora vederlo e desidera farlo, è possibile trovare Dragon Trainer – Il mondo nascosto su alcune delle principali piattaforme streaming presenti sul Web. Tra queste si annoverano Amazon Prime Video, Rakuten TV, Tim Vision, Google Play, Chili Cinema e Apple iTunes. Per usufruirne, in base alla piattaforma prescelta, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare semplicemente il singolo film. A questo punto sarà possibile vedere i film in tutta comodità e al meglio della qualità video. Il film verrà inoltre trasmesso in televisione sabato 4 marzo alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Fonte: IMDb

 
 

Jason Bourne: trama, cast e sequel del film con Matt Damon

Jason Bourne film

Con l’arrivo al cinema nel 2002 di The Bourne Identity un nuovo agente segreto si impose nei cuori degli spettatori. Si tratta di Jason Bourne, ex membro della CIA che si risveglia improvvisamente senza ricordare nulla del proprio passato. Tutto ciò che sa è che qualcuno gli sta dando la caccia, e prima di scoprire cosa gli è accaduto dovrà prima riuscire a salvarsi la pelle. Dopo The Bourne Ultimatum, uscito nel 2007, la storia del personaggio sembrava conclusa. Dopo lo spin-off The Bourne Legacy, nel 2016 è però arrivato un diretto sequel del terzo film, intitolato semplicemente Jason Bourne (qui la recensione), scritto e diretto da Paul Greengrass, regista già dei precedenti capitoli.

La storia qui narrata è del tutto originale, benché riprenda i personaggi ideati dallo scrittore Robert Ludlum. Greengrass e l’attore protagonista, Matt Damon, avevano infatti dichiarato che la storia del protagonista si era conclusa, e che per realizzare un nuovo film sarebbe servita un’idea originale e forte tanto quelle fino ad ora raccontate. In seguito all’uscita del film spin-off, il desiderio di rivedere al cinema Jason Bourne è cresciuto notevolmente, portando infine alla realizzazione di questo nuovo titolo. Con questo torna anche il personale stile registico di Greengrass, fatto di inquadrature, sporche, concitate, realizzate con camera a mano e unite da un montaggio frenetico.

Un film particolarmente adrenalinico dunque, che non ha mancato di suscitare l’entusiasmo degli appassionati. A fronte di un budget di circa 120 milioni di dollari, Jason Bourne è infatti arrivato a guadagnarne ben 415 a livello globale, divenendo uno dei più redditizi della saga. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al suo potenziale sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Jason Bourne: la trama del film

La storia si apre a dieci anni di distanza dagli eventi del precedente film. L’ex sicario della CIA Jason Bourne si trova ora in Grecia, dove vive un’anonima esistenza tra incontri clandestini di pugilato e la solitudine più totale. In Islanda, invece, l’hacker Nicky Parsons riesce a recuperare alcuni file segreti riguardanti l’Agenzia e le operazioni della Treadstone, tra cui anche informazioni relative al nuovo progetto Ironhand. Questa è una piattaforma digitale dalla tecnologia particolarmente all’avanguardia, il cui scopo è quello di spiare tutti gli utenti americani. La scoperta di ciò mette in moto le operazioni dell’agente Heather Lee, che cercherà quanto prima di bloccare il programma.

Allo stesso tempo, la Parsons raggiunge Bourne in Grecia per rivelargli lo stretto legame che sembra esserci tra la Treadstone e suo padre, rimasto vittima tempo prima di un attentato terroristico. Desideroso di scoprire di più sul proprio passato, l’ex agente decide pertanto di uscire allo scoperto e riprendere le proprie operazioni di spionaggio. Ad ostacolare il suo percorso vi sarà però un misterioso sicario, inviato dal diretto Robert Dewey, il quale vuole impedire a tutti i costi che ulteriori informazioni sulla sua agenzia vengano rivelate. Ha così nuovamente inizio la caccia nei confronti di Bourne, che dovrà nuovamente risolvere tanto i suoi conflitti personali quanto quelli internazionali.

Jason Bourne cast

Jason Bourne: il cast del film

Da sempre desideroso di riprendere i panni di Jason Bourne, l’attore Matt Damon si sottopose nuovamente ad un addestramento intensivo al fine di raggiungere la forma fisica idonea. Si è infatti esercitato nell’uso delle armi, nel pugilato e nelle arti marziali, intraprendendo anche una ferrea dieta. Un duro allenamento fisico che gli ha infine permesso di eseguire in prima persona una notevole quantità di scene d’azione, come i combattimenti a mani nude, senza il bisogno di ricorrere a controfigure. Damon ha in seguito affermato di aver trovato molto più complesso allenarsi ora rispetto a quando lo fece per il primo film. Accanto a lui, l’unico personaggio dei primi tre film a ricomparire è quello di Nicky Parsons, interpretato nuovamente da Julia Styles.

Ad interpretare l’agente Heather Lee è invece la premio Oscar Alicia Vikander. Questa si trovò a dover scegliere tra il recitare in questo film o in Assassin’s Creed, preferendo infine Jason Bourne poiché grande fan della saga. Tommy Lee Jones, premio Oscar per Il fuggitivo, è invece Robert Dewey, il nuovo direttore della CIA e leader del programma Ironhand. Il francese Vincent Cassel è presente nei panni del sicario noto come The Asset, il quale presenta un passato strettamente legato alla figura di Bourne. Per Cassel si è trattato del secondo film con Matt Damon dopo Ocean’s Thirteen, ed entrambi sono girati a Las Vegas. Riz Ahmed, attualmente noto per Sound of Metal, è Aaron Kalloor, CEO dell’agenzia Deep Dream.

Jason Bourne: il sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Questo nuovo film, diretto sequel del terzo, ha dimostrato il grande interesse che il pubblico ancora nutre nei confronti del personaggio. Dato il suo successo al box office, i produttori della Universal Pictures si sono dichiarati interessati a realizzare almeno un altro capitolo, portando così la saga ad un totale di sei film. Ancora una volta, però, Damon si è dichiarato scettico all’idea di rivedere Bourne sul grande schermo, sostenendo che la sua storia è ormai definitivamente conclusa. Ha però come sempre lasciato aperta tale possibilità qualora si presentasse una buona storia per espandere l’universo narrativo. Nel 2019 era stato brevemente confermata la realizzazione di un nuovo film, ma da quel momento non si hanno più avuto notizie in merito.

In attesa di un possibile futuro sequel, è intanto possibile fruire di Jason Bourne grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten Tv, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di domenica 5 marzo alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Fonte: IMDb

 
 

Women Talking – Il diritto di scegliere, la recensione del film con Rooney Mara e Claire Foy

Women Talking - Il diritto di scegliere recensione film

La vita nella colonia Monitoba in Bolivia descritta da Miriam Toews nel romanzo Women Talking del 2018 prende vita nel grande schermo grazie a un adattamento di Sarah Polley. Il romanzo, prima, e il film poi mettono in scena fatti realmente accaduto in un tempo non molto distante da quello di oggi. Il romanzo, a eccezione del film, è raccontato dal punto di vista di August (interpretato da Ben Whishaw), l’uomo redige il verbale dell’assemblea. Invece, nel film, tutto viene raccontato dal punto di vista di Autje, interpretata da Kate Hallett.

Jessie Buckley, Rooney Mara, Claire Foy fanno parte di un cast stellare che compone Women Talking – Il diritto di scegliere. Ambientato nel 2010, il racconto della regista su questa colonia senza nome rivela una scioccante verità sugli uomini che gestiscono questa comunità, isolata e senza nome. Ogni protagonista porta con sé un bagaglio emotivo ricco di traumi, paure ma anche speranze per il futuro. Il film, come un’opera teatrale racconta allo spettatore in prima persona i dubbi e le incertezze di questa bolla dove vivono delle giovani donne e i loro bambini, vittime della violenza dei mariti e dei padri. Al cinema dall’8 marzo.

Ona

Women Talking – Il diritto di scegliere, la trama

Una giovane donna si risveglia a letto, da sola, piena di lividi e macchie di sangue. Un’altra l’abbraccia. Se Women Talking – Il diritto di scegliere potesse trasmettere un’emozione sarebbe proprio un abbraccio, caldo e avvolgente nel quale ci rifugiamo per sentirci al sicuro. Sarebbe l’abbraccio di una madre che abbraccia la figlia, di due sorelle, di due amiche che cercano in quell’abbraccio la speranza di andare avanti. Il film ha una durata di 104 minuti che servono a Sarah Polley per raccontare un tempo diegetico della durata di un giorno. In questa colonia isolata e senza nome si svolgono i fatti del film che, come un’opera teatrale, ci mostra un fienile come “unica ambientazione”.

Ambientazione e abiti di scena sembrano portare allo spettatore in un tempo lontano, nel 900 ma ci troviamo nel 2010 in un contesto avulso dalla quotidianità. Salomè (Claire Foy), Ona (Rooney Mara), Mariche (Jessie Buckley), Agata (Judith Ivery), Greta (Sheila McCarthy), Mejal (Michelle McLeod), Autje (Kate Hallett) e Scarface Janz (Frances McDormand) sono le protagoniste di questa opera come donni, madri e sorelle vittime di uomini violenti. Le protagoniste del film hanno scelto questa vita perché non ne conoscono i confini al di fuori di essa, al di fuori di quella proprietà dove sono nate e cresciute subendo abusi fin da piccolissime.

Il compito della generazione di Ona, Salomé e Mariche è quello di sovvertire questo sistema ed entrambe hanno delle motivazioni valide e una rabbia in corpo che le porta a compiere delle scelte difficili durante il loro cammino. La tradizione della colonia di Women Talking – Il diritto di scegliere, che vive in solitudine, vede le donne analfabete e impossibilitate ad avere una istruzione, a prendere decisioni. Una rivelazione importantissima, con cui la regista apre il film, è proprio lo sconvolgimento di quest’ordine. Gli uomini hanno usato anestetici per drogare e violentare le donne e le ragazze di notte, causando talvolta gravidanze indesiderate. Dopo un feroce attacco, tutti gli uomini della colonia vengono arrestati e per la prima volta le donne rimangono da sole: la decisione da prendere, per loro, non è facile.

MaricheNon fare niente. Restare e lottare. Partire.

Come potremo essere perdonate, se non dagli anziani a cui abbiamo disobbedito?

Mariche nel lungo dibattito che dà vita al film: Non fare niente. Restare e lottare. Partire. è quella che incarna la prima scelta. Non fare niente. Mariche è sposata con Klauss con cui ha diversi figli. Il personaggio di Jessie Buckley in Women Talking – Il diritto di scegliere difende la sua posizione con le unghie e con i denti davanti anche all’evidenza più atroce. La decisione messa ai voti, con un sistema davvero obsoleto – ma l’unico che le donne conoscono – consta in queste tre scelte. Il pensiero della donna è netto e consapevole: non vuole abbandonare la colonia. Non vuole farlo perché significherebbe abbandonare la sua famiglia, la quotidianità. Non vuole farlo per paura di ritrovarsi da sola del mondo, ignoto. Spaventata dall’illusione di libertà.

Restare e lottare. Ona, il personaggio di Rooney Mara, è quella che appare stranamente più serena nelle sue convinzioni. La donna è incinta, porta dentro di sé non il frutto dell’amore, ma di un abuso. La storia, infatti, è raccontata da una voce fuori campo (Autje di Kate Halle) che parla a questo futuro bambino proprio sui fatti della colonia, di quelle 24 ore che accompagnano la pellicola. Ona in Women Talking – Il diritto di scegliere è ben consapevole a cosa va in contro restando, ma proprio in nome di quel bambino la sua posizione appare inizialmente ambigua. Prima decide di restare e lottare, ma pian piano Salomé riesce a farle cambiare opinione.

Partire. Salomé, personaggio interpretato da Claire Foy in Women Talking – Il diritto di scegliere, preferirebbe partire, andare via da quella colonia così stretta, così brutale. La sua posizione è quella più schierata perché Salomé è il personaggio più schietto e aperto. Vorrebbe partire perché restare significherebbe compromettere sé stessa, i suoi figli e la sua integrità. Partire per Salomé è l’unica scelta: se non lo farà sarà costretta a uccidere tutti gli uomini, un passo che non si sarebbe mai perdonato perché significherebbe scendere al loro stesso livello. Brucerebbe all’inferno anziché permettere a un altro uomo di toccare lei e le sue figlie.

L’Amore genera Amore

Ci troviamo in aperta campagna, eppure l’atmosfera è chiusa. Ce lo dicono anche i toni e i colori della pellicola totalmente desaturati che si aprono solo alla fine del film, quando la scelta di partire si concretizza. Nonostante questa cupezza realistica, le conversazioni tra le protagoniste sono brillanti e scorrevoli aiutate da un dark humor che le lega. I dialoghi scritti magnificamente dalla Polley in Women Talking – Il diritto di scegliere cercano di essere un inno all’amore. Più volte nel film il tema viene toccato su radici differenti.

L’amore dei genitori per i propri figli: tale al punto da mettere in discussione una vita conosciuta per l’ignoto. L’amore verso Dio: un sacrificio che le sette donne protagoniste di Women Talking – Il diritto di scegliere sono pronte a mettere in gioco pur di reclamare questo legame profondo con la fede. L’amore verso sé stesse: il film è un inno a questo amore che cerca di generare a sua volta la fiducia in questa scelta così difficile: partire per non perdersi, partire per amore verso sé stesse.

 
 

Sydney Sweeney: 10 cose che non sai sull’attrice

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Tra i nuovi interpreti che si affacciano sulla scena cinematografica e televisiva, la giovane Sydney Sweeney è senza ombra di dubbio una dei più promettenti. Attiva già da diversi anni, ma divenuta nota solo in tempi più recenti, la Sweeney ha conquistato tutti non solo grazie alla sua incredibile bellezza, ma anche per via di doti drammatiche particolarmente importanti, che la rendono un’attrice di grande intensità e levatura. Ci si può aspettare molto da lei e il mondo di Hollywood inizia finalmente ad esserne consapevole.

Ecco 10 cose che non sai di Sydney Sweeney.

Sydney Sweeney: i suoi film e le serie TV

1. È nota per alcune serie TV. Tra i primi ruoli televisivi dell’attrice si annoverano quelli svolti per alcuni ruoli di serie come Heroes (2009), Criminal Minds (2009), 90210 (2010), Grey’s Anatomy (2014) e Pretty Little Liars (2017). Ha ottenuto una maggiore popolarità dopo aver recitato nella serie Netflix Everything Sucks! (2018). In seguito ha recitato anche in alcuni episodi di The Handmaid’s Tale (2018), con Elisabeth Moss, e di Sharp Object (2018), con Amy Adams. Ad averla resa particolarmente celebre è però la serie Euphoria (2019-in corso), dove recita accanto a Zendaya. Nel 2021 recita poi nella prima stagione di The White Lotus, con Jennifer Coolidge.

2. Ha recitato in celebri film. Oltre alle serie TV per cui è nota, la Sweeney ha negli anni recitato anche in noti film come The Ward – Il reparto (2010), Spiders 3D (2013), Mai fidarsi di uno sconosciuto (2015), Vikes (2017), Non è mia figlia (2018), Under the Silver Lake (2018), con Andrew Garfield, C’era una volta… Hollywood (2019), di Quentin Tarantino, Nocturne (2021), The Voyeurs (2021), Night Teeth (2021) e Reality (2023).

Sydney Sweeney in Euphoria

3. Non la credevano pronta per il ruolo. In Euphoria, la serie HBO incentrata sulle vicende di un gruppo di adolescenti al liceo alla ricerca di se stessi e della propria identità, la Sweeney interpreta uno dei ruoli di maggior rilievo, ovvero quello di Cassie Howard, una ragazza particolarmente bella ma talvolta ingenua, che tende ad innamorarsi facilmente pur di non rimare sola. Inizialmente, i produttori non credevano che la Sweeney fosse pronta per il ruolo, ma dopo aver visto la sua audizione per intero decisero di ingaggiarla e di credere in lei. Critica e spettatori non hanno poi avuto dubbi: la sua è una delle interpretazioni migliori della serie.

Sydney-Sweeney-Euphoria
Sydney Sweeney in Euphoria

4. Era nervosa ma anche fiera all’idea di dover girare alcune scene di nudo. Nel corso della serie, Cassie è protagonista di diverse scene di nudo, attraverso cui emerge la sua vulnerabilità. Nel doverle interpretare, la Sweeney era particolarmente nervosa ma in seguito ha anche affermato di essersi sentita fiera di far parte di una serie che mostra la nudità in modo tutt’altro che glamour, ma anzi semplicemente per come è nella realtà. Girare tali scene non è ora più un problema, in quanto proprio attraverso queste ha acquisito maggiore confidenza con il proprio corpo.

Sydney Sweeney in C’era una volta a… Hollywood

5. Ha avuto un ruolo nel film. Tra i tanti attori che hanno preso parte a C’era una volta a… Hollywood, c’è anche la Sweeney, che ha interpretato però un piccolo ruolo e non tutti i suoi fan sono riusciti ad individuarla. Il suo personaggio è indicato come “Snake” è una dei membri della famiglia Manson. La si può ritrovare sia nella scena in cui Margaret Qualley chiede un passaggio a Brad Pitt, sia in quella in cui quest’ultimo si reca presso il ranch dove la famiglia Manson soggiorna. In quest’occasione, la Sweeney pronuncia anche alcune battute.

Sydney Sweeney in Night Teeth

6. Ha interpretato una vampira. Nel film horror targato Netflix Night Teeth, l’attrice interpreta il ruolo della vampira Eva, che agisce in combutta con Grace, interpretata da Megan Fox. Le due, tuttavia, compaiono solamente in una scena, per la quale è bastato loro un solo giorno di riprese. Una comparsata dunque molto breve all’interno del film, ma che è bastata a rendere questo un titolo di grande richiamo tra gli appassionati del genere, i quali vorrebbero però ora rivedere la Sweeney nei panni di una vampira con un film tutto incentrato su di lei.

Sydney Sweeeny in un film Marvel

7. Reciterà in un atteso film Marvel. Da ormai qualche tempo è noto che l’attrice reciterà in prossimo film della Sony basato su un noto personaggio della Marvel. La pellicola in questione è Madame Web, sesto film del Sony’s Spider-Man Universe (SSU), la cui protagonista è appunto Madame Web, una mutante chiaroveggente. Tale personaggio sarà interpretato da Dakota Johnson, mentre la Sweeney avrà un ruolo secondario ma di grande importanza. L’arrivo in sala per tale lungometraggio è fissato al 16 febbraio 2024.

Sydney-Sweeney-Instagram
Sydney Sweeney in Night Teeth

Sydney Sweeney ha un fidanzato?

8. È molto riservata. In più occasioni l’attrice ha raccontato di non essere interessata a frequentare colleghi o personalità dello spettacolo, preferendo invece avere un compagno che sia estraneo a tale ambiente e con cui poter dunque vivere una normale vita lontano dai riflettori della celebrità. Tenendo fede a questa dichiarazione, dal 2018 la Sweeney è impegnata in una relazione con Jonathan Davino, appartenente all’ambito della ristorazione. Non si sa come i due si siano conosciuti, ma è certo che tenere privata la loro storia sentimentale, con solo poche apparizioni pubbliche in coppia, stia facendo loro bene. Stando ad alcune fonti, inoltre, dal febbraio del 2022 i due sarebbero ufficialmente fidanzati.

 Sydney Sweeney è su Instagram

9. È presente sul social network. L’attrice è presente sul social network Instagram, con un proprio profilo verificato seguito da ben 14,5 milioni di persone e dove attualmente si possono ritrovare oltre 300 post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi lavori da attrice e da modella, inerenti il dietro le quinte di tali progetti o promozionali nei loro confronti. Ma non mancano anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e altre situazioni ancora. Seguendola, si può dunque rimanere aggiornati su tutte le sue novità

Sydney Sweeney: età e altezza dell’attrice

10. Sydney Sweeney è nata il 12 settembre del 1997 a Spokane, Washington, Stati Uniti. L’attrice è alta complessivamente 1,61 metri.

Fonti: IMDb, Instagram, People

 
 

Road to Oscar 2023: migliore attrice non protagonista

Angela Bassett Black Panther- Wakanda Forever
Angela Bassett in Black Panther: Wakanda Forever - Credit Marve/Disney

La notte degli Oscar 2023 chiuderà la stagione dei premi più ambiti di Hollywood. Sarà una lunga notte condotta da Jimmy Kimmel, giunto alla quinta conduzione della serata. Si scontreranno tutte le eccellenze del cinema americano e non e mai come quest’anno la competizione è davvero serrata.

Nella categoria migliori attrici non protagoniste Angela Bassett (Black Panther: Wakanda Forever), Kerry Condon (Gli spiriti dell’isola), Jamie Lee Curtis (Everything Everywhere All at Once), Stephanie Hsu (Everything Everywhere All at Once) e Hong Chau (The Whale) si sfidano per l’ambito premio. Lo scorso anno Ariana DeBose (West side story) ha vinto la statuetta per la sua interpretazione nel film di Spielberg. Gli Oscar 2023 saranno visibili anche in contemporanea anche Italia su Sky.

1Oscar 2023, chi sarà la migliore attrice non protagonista?

Road to Oscar 2023

C’è un grande entusiasmo per questa cerimonia degli Oscar 2023. Reduci dalla scorsa edizione eclissata dallo schiaffo di Will Smith, la serata più glamour di Hollywood vedrà una competizione davvero forte. Angela Bassett è la favorita per il premio come miglior attrice non protagonista. Nonostante ciò, i recenti SAG Awards hanno confermato un forte interessamento per Jamie Lee Curtis e Everything Everywhere All at Once. Kerry Condon, anche lei tra le favorite per la statuetta, ha visto risalire le sue possibilità dopo i BAFTA. C’è da dire che in questa stagione dei premi più ambiti di Hollywood nella categoria come migliori attrici non protagoniste, tutte le partecipanti sono state omaggiate di un premio per la loro interpretazione. La Condon potrebbe non vincere questi Oscar 2023 a favore invece di altri premi che potrebbe vincere la pellicola di McDonagh.

Jamie Lee Curtis, come abbiamo detto, è la seconda favorita a questa edizione degli Oscar 2023. Giunta alla prima nomination in carriera, sarebbe una bella storia da raccontare, come quelle che piacciono a Hollywood, e che farebbe sicuramente commuovere la platea. Tra le meno favorite di questi Oscar 2023 ma non per i suoi meriti c’è Stephanie Hsu. L’attrice ha dato prova del suo talento e si porta a casa la prima nomination nella cerimonia più attesa di Hollywood. Un volto giovane e dal futuro promettente. Anche Hong Chau arriva alla sua prima nomination agli Oscar 2023 ma non l’ultima. L’attrice non vincerà la statuetta però forse potrà gioire per il protagonista di The Whale, Brandan Fraser.

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Nosferatu: al via le riprese, Aaron Taylor-Johnson nel cast

Nosferatu

Il rifacimento di Nosferatu per mano di Robert Eggers ha ufficialmente iniziato la produzione mentre un altro importante volto noto si aggiunge al cast. Nel weekend la Focus Features ha annunciato l’inizio della produzione dell’attesissimo film, oltre a dare la notizia che Aaron Taylor-Johnson (Bullet Train, Kick-Ass, Godzilla) si è unito al cast.Taylor-Johnson si unirà dunque al già nutrito cast di talenti di alto profilo, tra cui Bill Skarsgård (Barbarian), Nicholas Hoult (The Menu), Lily-Rose Depp (Wolf), Emma Corrin ( Lady Chatterley’s Lover ), Willem Dafoe (Inside), Simon McBurney (Carnival Row) e Ralph Ineson (Il cavaliere verde).

Annunciato originariamente nel 2015, Nosferatu di Eggers sarà un remake dell’iconico film muto tedesco del 1922 Nosferatu: A Symphony of Horror. Quel film non è solo considerato una delle opere d’arte più influenti nel mondo del cinema e del genere horror, ma ha anche introdotto alcuni stilemi sui vampiri che sono ancora oggi in uso, incluso un vampiro che muore per l’esposizione alla luce solare.  “Nosferatu di Robert Eggers è una storia gotica di ossessione tra una giovane donna perseguitata nella Germania del 19° secolo e l’antico vampiro della Transilvania che la perseguita, portando con sé un orrore indicibile“, recita la sinossi ufficiale del film in uscita. La pellicola è prodotta della Focus Features sarà scritto e diretto da Robert Eggers.

 
 

John Wick: Capitolo 4 , clip dal film: “Keanu Reeves negozia con Bill Skarsgård”

John Wick: Capitolo 4

Una nuovissima clip di John Wick: Capitolo 4 dell’attesissimo sequel d’azione di Lionsgate è stata rivelata con Keanu Reeves e Bill Skarsgård. Il film dovrebbe uscire nelle sale il 24 marzo. Il video ci offre uno sguardo dell’incontro tra l’assassino protagonista e il suo antagonista a Parigi. John Wick di Reeves cerca di negoziare la sua libertà sfidando il personaggio di Bill Skarsgård in un duello mortale.

Nel film John Wick (Keanu Reeves) trova una via per sconfiggere la Grand Tavola. Ma prima di guadagnare la libertà, Wick deve affrontare un nuovo nemico che ha potenti alleanze in tutto il mondo e ha mezzi tali da tramutare vecchi amici in nuovi nemici. Dai un’occhiata alla clip di John Wick: Capitolo 4:

John Wick: Capitolo 4

Insieme a Keanu Reeves, Lance Reddick e Ian McShane ci sono le nuove arrivate in franchising, la superstar pop giapponese-britannica Rina Sawayama al suo debutto cinematografico, Shamier Anderson, Bill Skarsgard, Clancy Brown, Hiroyuki Sanada e Donnie Yen, che a quanto si dice interpreterà un vecchio amico di John Stoppino.

John Wick: Chapter 4  è diretto da Chad Stahelski da una sceneggiatura co-scritta da Shay Hatten e Michael Finch, che subentra al creatore del franchise Derek Kolstad. È prodotto da Basil Iwanyk, Erica Lee e Stahelski con Reeves e Louise Rosner come produttori esecutivi.

John Wick 4 è stato annunciato per la prima volta subito dopo il weekend di apertura da record di  John Wick: Capitolo 3 – Parabellum,  che ha incassato oltre 300 milioni di dollari in tutto il mondo. La quarta puntata vedrà il ritorno di Keanu Reeves nei panni dell’omonimo assassino, che è stato visto per l’ultima volta soffrire di ferite multiple dopo essere caduto dall’alto del Continental Hotel.

 
 

DC Studios: 10 motivi per essere scettici sui nuovi progetti

DC Studios 10 motivi per essere scettici sul DCU

Dopo aver annunciato i nuovi piani per il nuovo DC Studios, James Gunn ha avuto il suo bel da fare. L’universo della DC non ha sempre brillato per la qualità soprattutto se paragonato alla sua controparte, la Marvel. Proprio dal MCU, Gunn e Peter Safran che prendono le rediti degli studios creano le loro nuove fasi di ripartenze che serviranno a gestire i supereori DC. Il primo capitolo, già annunciato, si intitolerà “Dei e Mostri” e prenderà il via nel 2025. I fan hanno motivo di credere che sarà difficile fare bene dato che il mercato dei supereroi è ormai saturo. Questi sono i 10 motivi per essere scettici su i nuovi progetti che arriveranno.

1Warner Bros ha le idee poco chiare

DC Studios 10 motivi per essere scettici sul DCU

Nel complesso, l’effettiva rivelazione dello slate è andata bene, nonostante le reazioni dei fan al casting di Superman. Ha mescolato i grandi nomi con personaggi oscuri che hanno suscitato grande interesse nei fan. C’è comunque una certa riserva tra il pubblico a causa dello studio che lo ha ideato.

I film di Batman e Superman sono probabilmente delle scommesse sicure a causa della loro popolarità, ma la Warner Bros. Per confondere ancora di più il pubblico, ci saranno storie “Elseworlds” al di fuori dei DC Studios che includeranno il Batman di Matt Reeves e il Joker di Todd Phillips. Ciò significa che potremmo vedere lo stesso personaggio interpretato da due attori diversi molto vicini tra loro, rendendo difficile per il pubblico distinguere i due.

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Ecco perché Sylvester Stallone non è in Creed 3

Sylvester Stallone

Creed 3 di Michael B. Jordan è ora nelle sale cinematografiche, e molti spettatori di fronte al film potrebbero trovarsi a porsi la stessa domanda: dove è Rocky Balboa di Sylvester Stallone? Stallone ha recitato al fianco di B. Jordan in Creed e in Creed 2, guadagnandosi anche una nomination all’Oscar come attore non protagonista grazie al suo ruolo nel primo film del 2015. Ma Sylvester Stallone è del tutto assente da Creed 3, salvo un credit da produttore associato.

Creed 3 segna la prima volta in nove film e 47 anni che un film della serie “Rocky” non presenta il suo iconico personaggio Rocky Balboa. Il motivo dietro l’abbandono di Stallone è duplice: non era il più grande fan della direzione creativa di Creed 3, e il suo scontro con il produttore di franchising di lunga data Irwin Winkler continua da anni.

Creed 3, sceneggiato da Keenan Coogler e Zach Baylin e si basa su una storia che hanno inventato con il regista originale del primo film Ryan Coogler, è una versione molto più cupa dell’edificante franchise di “Rocky“. Come ha osservato il critico cinematografico di Variety Owen Gleiberman nella sua recensione, “Creed 3” è un dramma sportivo che sembra più un thriller ispirato a “Cape Fear” che un film tradizionale di “Rocky“.

“È una situazione che mi rattrista perché so cosa avrebbe potuto essere”, ha detto Sylvester Stallone a THR in merito al disaccordo con il tono del sequel. “È stata presa in una direzione molto diversa da come l’avrei presa io. È una filosofia diversa: quella di Irwin Winkler e Michael B. Jordan. Gli auguro ogni bene, ma sono molto più sentimentale. Mi piace che i miei eroi vengano picchiati, ma non voglio che vadano in quello spazio oscuro. Sento solo che le persone hanno già abbastanza oscurità.”

Michael B. Jordan era anche interessato a realizzare un film di Adonis Creed che parlasse di Adone. Il primo film di “Creed” si è concentrato sulla relazione tra Adonis e Rocky, mentre “Creed 2” ha spinto Adonis sulla sua strada. Per Michael B. Jordan, aveva senso solo che “Creed 3” mostrasse Adonis senza la protezione di Rocky.

Prima di tutto, il DNA di Sly e Rocky è attraverso l’intero franchise“, ha detto Michael B. JordanHOT97 prima dell’apertura del terzo film. “Non puoi avere questi film [senza quello]. Quello spirito perdente, penso, collega il perdente in tutti noi… voglio che Adonis si regga sulle sue gambe. Per farlo, dovevamo andare nel passato. Quali sono stati quegli anni di trasformazione, quei traumi infantili che hanno plasmato [Adonis] oggi? Penso che lo spazio di questa storia riguardasse davvero Adonis Creed che andava avanti con la sua famiglia e lo faceva andare avanti. È così che abbiamo sviluppato la storia per questo film.”

Lo scontro di Stallone con Winkler è una ragione ancora più grande rispetto alla sua assenza in “Creed 3″. Lo scontro è diventato così agguerrito che potrebbe significare che Stallone non interpreterà mai più come Rocky. I due hanno litigato a lungo per i diritti del franchise “Rocky“, che Winkler possiede sin dall’originale del 1976, vincitore dell’Oscar. Sylvester Stallone quando ra un attore in difficoltà e sconosciuto ha ingenuamente venduto a Winkler i diritti sul personaggio, chiaramente ignaro del potenziale di franchising per il personaggio.

Parlando con la conduttrice di SiriusXM Jessica Shaw lo scorso novembre, Stallone ha affermato che è stata “una dura corsa emotiva” tagliare i legami con il franchise di “Rocky” per “Creed 3”. L’attore ha aggiunto che doveva farlo perché “non puoi fare pace con qualcuno che è stato così, così nefasto, secondo me“. Stallone si riferiva a Winkler, ovviamente.

Sylvester Stallone ha parlato per la prima volta del suo risentimento per i diritti di “Rocky” in un’intervista del 2019 con Variety. Sebbene abbia guadagnato sul film originale – che è costato poco più di $ 1 milione per la produzione e ha incassato $ 225 milioni a livello globale – e ha ricevuto il primo dollaro lordo sui primi sequel, Stallone non mantiene i diritti sui personaggi. “Non ho alcuna proprietà di ‘Rocky‘”, ha detto Stallone a Variety all’epoca. “Ogni parola, ogni sillaba, ogni errore grammaticale è stata tutta colpa mia. È stato scioccante che non sia mai successo, ma mi è stato detto: “Ehi, sei stato pagato, quindi di cosa ti lamenti?” Ero furioso.

Lo scontro tra Stallone e Winkler sui diritti di “Rocky” è stato riacceso nel 2022, quando Stallone ha pubblicato un post su Instagram a luglio con un ritratto di Winkler come un serpente dalla lingua di coltello. “Un ritratto molto lusinghiero del grande produttore di ‘Rocky’/’Creed’, Irwin Winkler, da uno dei più grandi del paese“, ha scritto Stallone nella didascalia. “Dopo che Irwin ha controllato ‘Rocky’ per oltre 47 anni, e ora ‘Creed’, mi piacerebbe davvero riavere indietro almeno un po’ [di] WHAT’S LEFT dei miei diritti, prima di passarlo a ONLY YOUR CHILDREN — credo che sarebbe un gesto giusto da parte di questo signore di 93 anni?

Poche settimane dopo, MGM ha annunciato che stava sviluppando un nuovo film spin-off “Rocky” incentrato sulla famiglia Drago. Dolph Lundgren ha interpretato il ruolo del rivale russo di Rocky, Ivan Drago, in “Rocky IV”, mentre Florian Munteanu ha debuttato nel ruolo del figlio di Ivan in “Creed II”. Robert Lawton è stato assunto per scrivere la sceneggiatura. Stallone si è espresso pubblicamente contro lo spin-off e ha affermato di non essere mai stato informato del suo sviluppo. Rispetto al progetto ha così commentato: “Un altro colpo al cuore… L’ho appena scoperto… ANCORA UNA VOLTA, questo PATETICO PRODUTTORE di 94 anni e I SUOI ​​BAMBINI AVVOLTOI MORONICHE E INUTILI, Charles e David, stanno ancora una volta ripulendo LE OSSA di un altro meraviglioso personaggio che ho creato senza nemmeno dirmelo“, ha scritto Stallone. su Instagram. “CHIEDO SCUSA ai FAN, non ho mai voluto che i personaggi ROCKY venissero sfruttati da questi parassiti”. “A proposito, non ho altro che rispetto per Dolph, ma vorrei che mi avesse detto cosa stava succedendo alle mie spalle“, ha aggiunto Stallone all’epoca. “Tieni vicini i tuoi VERI amici.

 
 

Jonathan Majors affronta le terribili recensioni di “Quantumania”: “Non cambia il modo in cui mi vedo”

Jonathan Majors
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Ant-Man and the Wasp: Quantumania (leggi la recensione) ha introdotto Jonathan Majors nell’universo cinematografico Marvel nei panni di Kang il Conquistatore, il nuovo cattivo del franchise che eredita il ruolo chiave avuto nella precedente saga da Thanos. Mentre l’attore ha ricevuto recensioni entusiastiche per il suo Kang silenziosamente minaccioso, lo stesso non si può dire del film “Quantumania” che è stato ampiamente stroncato. Il film è uno dei  film Marvel peggio recensiti della storia con un 48% su Rotten Tomatoes, che quasi corrisponde al punteggio record di “Eternals” arrivato al 47% di gradimento. Anche il punteggio di Metacritic del film si attesta a un misero 48 %. Questa settimana Jonathan Majors ha partecipato al podcast “Screen Talk” di IndieWire e ha affrontato il tema e i bassi punteggi collezionati da Ant-Man and the Wasp: Quantumania.

Non cambia il modo in cui mi vedo, punto. Sono tutti dati“, ha detto Majors a proposito delle recensioni negative. “Sono una performance all’interno di una storia. Una cosa che dirò alla mia squadra mentre stiamo lasciando una premiere se stanno leggendo le recensioni, dirò: “Come va il film?” Cerco di pulire il mio piatto e di prendermi cura della mia parte. Mi do una risposta: ‘Sei puro. Sei bravo. A loro piaci.’ E mi parlano del film. A volte anche il film è a quel livello, a volte [non lo è]”.

Sono solo persone“, ha aggiunto Majors a proposito dei critici cinematografici. “Hanno un’opinione. Hai sempre un’opinione. Non sono uno sciocco. So che queste sono persone che lo scrivono. Questi non sono i miei professori di Yale oi miei insegnanti di recitazione. Queste sono persone che hanno figli e hanno una prospettiva, hanno un’educazione religiosa o non ce l’hanno. Vivono in questa città, o vogliono essere visti in questo modo o non vogliono essere visti in questo modo. Guardo l’aggregato e, ok, 47. Ma cosa significa quel 47 quando hai anche ottenuto quel risultato al botteghino? Cosa significano queste cose? Sono informazioni. Sono al corrente. Non cambierò me stesso. Se sei un critico di livello, probabilmente ti conosco e capisco la tua politica.”

Lo sceneggiatore di “Ant-Man and the Wasp: Quantumania” Jeff Loveness ha detto a  The Daily Beast  dopo l’inizio del film che i critici che odiavano il film lo hanno colto di sorpresa, aggiungendo: “Ero in una posizione piuttosto bassa… Quelle non erano buone recensioni, e io era come, ‘Ma che…?‘” – Sono davvero orgoglioso di quello che ho scritto per Jonathan [Majors] e Michelle Pfeiffer [la scienziata Janet Pym]“, ha detto Loveness. “Pensavo fosse roba buona, sai? E quindi ero solo scoraggiato, ed ero davvero triste per questo.

Il suo umore è cambiato dopo che ha deciso di partecipare a una proiezione pubblica di “Quantumania” e ha avuto modo di ascoltare i membri del pubblico ridere delle sue battute. Ha detto: “Sono tipo, ‘Dannazione! No, [le recensioni] sono sbagliate! Ho ragione! MODOK è fantastico!’ Nel complesso sono abbastanza contento e penso di aver imparato a prendere un pugno questa settimana. E ora che ho imparato che non è poi così male, posso semplicemente continuare a fare cose.”

L’arco narrativo di Jonathan Majors nell’MCU continuerà attraverso la stagione 2 di “Loki” e oltre fino al crescendo con “Avenger: The Kang Dynasty” in arrivo nel 2025.

Ant-Man and the Wasp: Quantumaniail trailer

Ant-Man and the Wasp: Quantumania (leggi la recensione) è stato ancora una volta diretto da Peyton Reed da una sceneggiatura scritta da Jeff Loveness. La pellicola è attualmente al cinema! Il nuovo film Marvel Studios Ant-Man and the Wasp: Quantumania, che dà il via alla Fase 5 del Marvel Cinematic Universe, è distribuito da The Walt Disney Company Italia. L’epica avventura presenta l’antagonista più potente del MCU fino ad ora: Kang il Conquistatore.

Nel film, che dà ufficialmente il via alla Fase 5 del Marvel Cinematic Universe, i Super Eroi Scott Lang (Paul Rudd) e Hope Van Dyne (Evangeline Lilly) tornano per continuare le loro avventure come Ant-Man and The Wasp. Insieme ai genitori di Hope, Hank Pym (Michael Douglas) e Janet Van Dyne (Michelle Pfeiffer), la famiglia si ritrova a esplorare il Regno Quantico, a interagire con nuove strane creature e a intraprendere un’avventura che li spingerà oltre i limiti di ciò che pensavano fosse possibile. Diretto da Peyton Reed e prodotto da Kevin Feige, p.g.a. e Stephen Broussard, p.g.a., Ant-Man and the Wasp: Quantumania è interpretato anche da Jonathan Majors nel ruolo di Kang, David Dastmalchian nel ruolo di Veb, Katy O’Brian nel ruolo di Jentorra, William Jackson Harper nel ruolo di Quaz e Bill Murray in quello di Lord Krylar.

 
 

Alien: al via le riprese del nuovo film, ecco la “criptica” sinossi e il cast

Alien

20th Century Studios ha annunciato nuovi dettagli sulla trama, aggiunte al cast e stato di produzione per l’ultimo film di “Alien“. Mentre la premessa per il film ancora da intitolare è stata tenuta nascosta, lo studio ha rivelato che il film seguirà “un gruppo di giovani in un mondo lontano, che si trovano a confrontarsi con la forma di vita più terrificante nell’universo”. Ieri vi abbiamo anticipato  una delle prime interpreti annunciate, Isabela Merced.

Gli attori che dovranno affrontare le forme terrificanti sono David Jonsson (“Industry”), Archie Renaux (“Shadow and Bone”), Isabela Merced (“Rosaline”), Spike Fearn (“The Batman”) e Aileen Wu (“Away from Home”), che si uniranno tutti alla protagonista precedentemente annunciata, Cailee Spaeny (“Mare of Easttown”). Oltre all’annuncio del cast, 20th Century Studios ha annunciato che il nono film della serie inizierà la produzione il 9 marzo a Budapest.

Fede Alvarez, è regista, sceneggiatore e produttore, proseguendo la sua carrier in film horror, dopo aver lavorato a “Millennium – Quello che non uccide”, “Don’t Breathe” e il remake di “Evil Dead. A produrre il film c’è anche la Scott Free, la società del regista originale di “Alien”, Ridley Scott che è produttore esecutivo con Michael Pruss (“Our Friend”). Scott e Pruss sono affiancati dai produttori Brent O’Connor (“Bullet Train”), Elizabeth Cantillon (“Persuasion”) e Tom Moran (“The Donut King”).

Il progetto senza titolo si unisce alla serie prequel, presentata per la prima volta nel 2012, con “Prometheus“, seguito da “Alien: Covenant“. La serie prequel è l’ultima iterazione e segue la serie originale iniziata nel 1979, con “Alien“, seguita da “Aliens“, “Alien 3“, “Alien Resurrection” e poi la serie crossover iniziata nel 2004, con “Alien vs. Predator” e “Aliens vs. Predator: Requiem”. Mentre la data di produzione è stata annunciata per la prossima settimana, il progetto senza titolo deve ancora fissare una data di uscita al cinema!

 
 

Tom Sizemore: morto l’attore di “Salvate il soldato Ryan”

Tom Sizemore

Morto Tom Sizemore. L’attore 61enne si è spento dopo che il team medico ha scollegato il supporto vitale che lo teneva in vita a cui l’attore era sottoposto dopo aver subito un aneurisma cerebrale il 18 febbraio. A darne notizia a Variety è stato il suo manager Charles Lago.È con grande tristezza e dispiacere che devo annunciare che l’attore Thomas Edward Sizemore (‘Tom Sizemore’) di 61 anni è morto serenamente nel sonno oggi al St Joseph’s Hospital di Burbank“, ha dichiarato Lago in una nota. “Suo fratello Paul e i gemelli Jayden e Jagger (17) erano al suo fianco.” Lago aveva precedentemente affermato il 27 febbraio che “i medici hanno informato la sua famiglia che non ci sono più speranze e hanno raccomandato la decisione di porre fine alla vita”.

Il 18 febbraio, Tom Sizemore è stato colpito da un malore nella sua casa di Los Angeles ed è stato trasportato in ospedale dai paramedici. Lì, i medici hanno stabilito che aveva subito un aneurisma cerebrale a seguito di un ictus. Da allora Sizemore era rimasto in condizioni critiche ed era stato in coma in terapia intensiva. “Sono profondamente rattristato dalla perdita del mio fratello maggiore Tom“, ha detto suo fratello Paul Sizemore in una dichiarazione. “Era più grande della vita. Ha influenzato la mia vita più di chiunque altro io conosca. Era talentuoso, amorevole, generoso e poteva farti divertire all’infinito con la sua arguzia e capacità di narrazione. Sono devastato che se ne sia andato e mi mancherà sempre.

Nato a Detroit il 29 novembre 1961, Tom Sizemore si è trasferito a New York City per dedicarsi alla recitazione negli anni ’80. Uno dei suoi primi crediti è arrivato nel 1989 con un’apparizione nel candidato al miglior film di Oliver Stone “Nato il 04 Luglio”.

Conosciuto per aver interpretato il duro, è diventato famoso negli anni ’90 con film come “Harley Davidson and the Marlboro Man”, “Passenger 57”, “True Romance” e “Natural Born Killers“. Ha avuto la sua grande occasione nel film di guerra di Steven Spielberg del 1998 “Salvate il soldato Ryan”, in cui interpretava il sergente tecnico Mike Horvath. “Salvate il soldato Ryan” ha ottenuto una nomination come miglior film agli Academy Awards. Insieme ai suoi co-protagonisti, tra cui Tom Hanks e Matt Damon, Sizemore ha ricevuto una nomination allo Screen Actors Guild per l’eccezionale interpretazione di un cast in un film. Nel corso della sua carriera, Sizemore ha lavorato con registi come Michael Mann, Martin Scorsese, Peter Hyams, Carl Franklin, Oliver Stone, Ridley Scott e Michael Bay.

 
 

Captain America: 7 modi in cui Chris Evans potrebbe tornare nella Saga del Multiverso

Captain America avengers

Un paio di anni fa, è stato annunciato che Chris Evans aveva firmato una sorta di accordo con i Marvel Studios per riprendere il ruolo di Steve Rogers/Captain America nel MCU. La Fase 4 si è appena conclusa e non c’è stata traccia del Vendicatore a stelle e strisce, nemmeno in Doctor Strange nel Multiverso della Follia. Tuttavia, man mano che ci addentriamo nella Saga del Multiverso, c’è la possibilità concreta che Evans riprenda il ruolo, in particolare in film come Captain America: New World Order e Avengers: Secret Wars: ecco come potrebbe ritornare.

1Secret War

Secret Wars

Se Avengers: The Kang Dynasty sarà incentrato sull’esplorazione di ciò che accade quando le numerose varianti di Kang entrano in guerra, allora Secret Wars dovrà essere l’occasione per assistere alla creazione di un nuovo mondo.

Al momento, il film basato sulla serie di successo di Jonathan Hickman sembra una direzione più probabile per i Marvel Studios, anche se la possibilità di mettere tutti questi personaggi l’uno contro l’altro sarebbe uno spasso da vedere. È in questo mondo che Captain America potrebbe tornare dalla morte, anche se non necessariamente nel modo in cui molti di noi si aspettano. Tutto dipende dalla portata di questo film sui Vendicatori, ma anche il fatto che Steve sia il Presidente degli Stati Uniti sarebbe uno sviluppo affascinante, soprattutto se è effettivamente allineato con l’HYDRA. Un’altra possibilità è che gli eroi sopravvissuti di tutto il Multiverso si riuniscano per fermare il Beyonder, con una variante di Captain America nascosta tra loro!

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Il rito: la vera storia dietro il film horror con Anthony Hopkins

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Il cinema ha più volte tratto ispirazione dalle storie di possessioni ed esorcismi per i film horror. Sono numerosi i celebri titoli a riguardo, da L’esorcista a The Prodigy – Il figlio del male. Un altro titolo tanto affascinante quanto controverso appartenente a questa tipologia di opere è Il rito (qui la recensione), diretto nel 2011 dallo svedese Mikael Håfström, regista ricordato in particolare per gli horror Drowning Ghost – Oscure presenze e 1408. Rispetto a questi, con Il rito Håfström affronta però un tema particolarmente più spaventoso in quanto legato a vicende e testimonianze reali.

Il film è infatti ispirato al saggio semibiografico Il rito. Storia vera di un esorcista di oggi, del giornalista italoamericano Matt Baglio. Divenuto un vero e proprio caso editoriale, il libro ha rapidamente suscitato l’interesse degli studios hollywoodiani, con la New Line Cinema e la Warner Bros. che ne hanno poi acquistato i diritti per realizzare un film su di esso basato. Questo venne dunque realizzato a partire da fatti concreti e non dalla pura immaginazione. La partecipazione di Baglio e di veri esorcisti in qualità di consulenti, ha poi permesso di rendere il tutto più realistico e spaventoso.

La stessa Chiesa Cattolica ha poi elogiato il film, ritenendolo fedele alla realtà degli esorcismi e alla forza della fede. A distanza di oltre un decennio rimane dunque uno dei grandi film da vedere sull’argomento, un’opera che non manca di suscitare paure e fascino. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori, al libro e alla vera storia oltre il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.

La trama e il cast di Il rito

Il film segue le vicende di Michael Kovak, che decide di mollare tutto ed entrare in seminario. Il giovane, più che per vocazione, ha scelto questa strada per poter studiare. Sarà il suo padre spirituale a suggerirgli, prima di lasciare definitivamente la vita clericale a studi conclusi, di frequentare un corso per esorcisti a Roma. Non poco riluttante, Michael accetta però la proposta e, una volta arrivato nel capoluogo italiano, entra in contatto con Padre Lucas, un prete alquanto particolare che usa metodi affatto ortodossi. L’uomo gli farà vedere il lato più oscuro della sua fede, portandolo a confronti con veri casi di possessione demoniaca.

Ad interpretare padre Lucas, vi è l’attore premio Oscar Anthony Hopkins, dichiaratosi affascinato dall’argomento e dal ruolo. Accanto a lui, nel ruolo dell’effettivo protagonista del film, ovvero Michael Kovak, vi è l’attore Colin O’Donoghue, principalmente noto per il ruolo di Capitano Uncino nella serie C’era una volta. Si ritrovano poi nel cast gli attori Alice Braga nei panni della giornalista Angelina, Toby Jones in quelli di padre Matthew e Ciarán Hinds in quelli di padre Xavier. Infine, fa parte del cast anche l’attore Rutger Hauer, noto per essere stato Roy Batty in Blade Runner, e qui interprete di Istvan Kovak.

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Il rito, il libro e la vera storia dietro il film

Per la scrittura del suo libro, Baglio si è documentato intervistando quasi 20 esorcisti e assistendo a più di 30 esorcismi ufficiali cattolici. Partendo dal presupposto che il Diavolo esista esclusivamente come male teorico, lo scrittore ha in particolare collaborato insieme a padre Gary Thomas per dar vita ad una storia dell’esorcismo, sia da un punto di vista investigativo sia per quanto riguarda le varie tipologie esistenti di tale pratica. Baglio conobbe padre Thomas durante le sue ricerche sull’argomento a Roma, dove egli seguiva un corso per poter diventare un esorcista abilitato a tale professione.

Il libro raccoglie dunque varie testimonianze, ma è poi fortemente incentrato sulla figura dello stesso Thomas e su alcune sue effettive esperienze come esorcista. Questi apprese la materia presso il Pontificio Ateneo Regina Apostolorum, dove eseguì le pratiche esorcizzanti aiutato dal più esperto padre Carmine. In generale Padre Thomas assistette a più di ottanta casi di possessione che egli ritiene veri o presunti tali. L’iniziale scetticismo e riluttanza di padre Gary viene dunque ben presto sostituita dalla fredda realtà del male e dai modi in cui a volte questo assume la forma della possessione demoniaca.

Dopo aver completato il proprio percorso, Thomas decise di lasciare Roma per tornare negli Stati Uniti, dove è oggi riconosciuto come uno dei 14 esorcisti statunitensi certificati dal Vaticano e abilitati a tale pratica. Il film, dunque, non ripropone in maniera diretta un preciso caso di esorcismo praticato da padre Thomas, bensì una sorta di compendio di tutte le testimonianze riportate nel libro. L’esorcista ha infatti raccontato di essersi trovato di fronte ad ogni tipo di possessione conosciuta e con tale esperienza ha potuto fornire una consulenza particolarmente accurata ai fini dell’ottenimento di un maggior realismo.

Il trailer di Il rito e dove vedere il flm in streaming e in TV

È possibile fruire di Il rito grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 3 marzo alle ore 21:00 sul canale Warner TV.

Fonte: IMDb, LATimes

 
 

Daisy Jones & The Six, la recensione della serie con Sam Claflin

Daisy Jones & The Six

Arriva, o meglio, dovremmo dire irrompe su Prime Video dal 3 marzo Daisy Jones & The Six, la nuova serie musicale ambientata negli anni ’70 del rock’n’roll e basata sul romanzo best-seller di Taylor Jenkins Reid. In cabina di regia Scott Neustadter e Michael H. Weber che mettono in piedi una storia appassionante, in un contesto storico ben preciso, mettendo insieme tutta una serie di elementi infiammabili e posizionandoli molto molto vicini al fuoco: cinque giovani musicisti aspiranti rockstar, la giovanissima innamorata di uno di loro, una ragazza piena di talento e di paure, la musica degli anni ’70, la fame di fama, la droga, l’alcol, la dipendenza, l’amore, la famiglia.

In pochissime parole sono questi gli elementi che caratterizzano lo show che trai vari nomi della sua crew vanta anche quello di Blake Mills, che insieme agli autori ha composto 24 canzoni originali appositamente per le esibizioni messe in scena dal talentuosissimo cast della serie. Ma qual è la storia di Daisy Jones & The Six?

Cosa è successo ai Daisy Jones & The Six?

Il gruppo, formato dai Six, una band rock di grande successo, e Daisy Jones, una cantautrice molto talentosa e turbolenta, vive un momento di successo travolgente, ma dopo un concerto sold-out al Soldier Field di Chicago nel 1977 si scioglie per sempre, senza mai più tornare a esibirsi. A distanza di anni, un misteriosi documentarista intervista tutti gli ex protagonisti di quell’avventura per cercare di capire cosa è davvero successo ai Daisy Jones & The Six.

La forma del finto documentario, detto mockumentary, con i protagonisti che vengono intervistati e guardano in macchina sembra stata scelta perché pare dare una patina di verità a una Soria che già di per sé potrebbe essere la storia vera di un gruppo realmente esistito. E invece no, Daisy Jones & The Six è semplicemente un omaggio a quella musica, a quei gruppi, a quegli artisti / eroi che hanno fatto sognare tanta gente e che in qualche modo sono stati anche una fuga, un’aspirazione impossibile, un miraggio e una fuga dalla quotidianità per moltissimi.

Un cast in stato di grazia guidato da Riley Keough e Sam Claflin

Riley Keough, Sam Claflin, Camila Morrone, Suki Waterhouse, Will Harrison, Josh Whitehouse, Sebastian Chacon, Nabiyah Be, Tom Wright e Timothy Olyphant formano lo straordinario cast di una serie che si fonda su meccanismi classici, su triangoli amorosi, sulla definizione di famiglia, sulla necessità di essere protagonisti della propria vita, sull’imparare a condividere, a stare insieme, a coltivare un sogno e a saper stare al mondo. Non c’è niente di nuovo sotto al sole di Daisy Jones & The Six e questa sensazione viene attenuata soltanto dalla scatola da mockumentary che entra nella narrazione e ci fa credere che ci sia una grande rivelazione alla fine della strada, una giustificazione per lo scioglimento del gruppo.

Non stiamo qui a svelarvi il segreto del finale di serie, perché un segreto c’è anche se è quello che non ci si aspetta. Quello che però rimane impresso di questa serie è la bellezza dei momenti musicali in cui Riley Keough e Sam Claflin fanno squadra, in cui davvero, come due veri amanti, come due vere rockstar, si prendono il palco e la musica e ne fanno magia, ma anche l’inaspettata e spiazzante intensità con cui Camila Morrone dà vita al suo personaggio, la madre dei Six, l’ago della bussola, colei senza la quale la band e questa storia non sarebbero mai esistiti.

Daisy Jones & The Six è una serie molto classica, ma che nasconde nei dettagli la sua anima rock, lo fa con i costumi, con la fotografia, con la scelta stessa di casting, e mette in piedi un racconto per certi versi epico: l’ascesa e la caduta di giovani artisti che rincorrendo la musica hanno perso se stessi.

 
 

Prime Video ha svelato il teaser trailer italiano di Dead Ringers

Dead Ringers

Dopo la versione originale oggi Prime Video ha svelato il teaser trailer dell’attesissimo thriller psicologico Dead Ringers. Rivisitazione in chiave contemporanea del thriller di David Cronenberg del 1988 con Jeremy Irons, Dead Ringers vede Rachel Weisz nel doppio ruolo di Elliot e Beverly Mantle, due gemelle che condividono tutto: droghe, amanti e un desiderio sfacciato di fare tutto il necessario – anche spingersi oltre i confini dell’etica medica – nel tentativo di sfidare pratiche antiquate e portare in primo piano l’assistenza sanitaria alle donne. Tutti i sei episodi saranno disponibili dal 21 aprile in esclusiva su Prime Video in oltre 240 Paesi e territori nel mondo.

Rachel Weisz è anche executive producer della limited-series creata e scritta dalla scrittrice e sceneggiatrice candidata agli Emmy Alice Birch (Normal People, Succession, Il prodigio), che ne è anche executive producer. Nel cast della serie anche Britne Oldford (The Umbrella Academy, American Horror Story: Asylum) nel ruolo di Genevieve, Poppy Liu (Hacks, Better Call Saul) nel ruolo di Greta, Michael Chernus (Scissione, Orange is the New Black) nel ruolo di Tom, Jennifer Ehle (Zero Dark Thirty, Saint Maud) nel ruolo di Rebecca ed Emily Meade (The Deuce: La via del porno, The Leftovers – Svaniti nel nulla) nel ruolo di Susan.

Il regista Sean Durkin (La fuga di Martha, The Nest – Il Nido, The Iron Claw) ha diretto i primi due episodi e ha co-diretto l’ultimo episodio della serie. Il team di regia include anche Karyn Kusama (Jennifer’s Body, Girlfight), Karena Evans (P-Valley, Snowfall) e Lauren Wolkstein (A Friend of the Family, Y: L’ultimo uomo).

Dead Ringers è co-prodotta da Amazon Studios e Annapurna Television. Alice Birch, che è la showrunner della serie, ed è executive producer insieme a Rachel Weisz per Astral Projection, Stacy O’Neil, Sue Naegle e Sean Durkin. Ali Krug è executive producer per Annapurna Television. Erica Kay, Anne Carey e Polly Stokes sono executive producers. James G. Robinson, David Robinson e Barbara Wall sono executive producer per Morgan Creek.

 
 

Road to Oscar 2023: la Migliore sceneggiatura Originale e Adattata

Road to Oscar 2023

La sceneggiatura è una scrittura di servizio, non è mai un’opera conclusa ma aspetta sempre l’intervento di qualcun altro per entrare nel regno dell’essere. La sceneggiatura però racconta una storia, spesso setta i tempi e il tono di un film (nel nostra cosa parliamo di sceneggiature cinematografiche, ovviamente) ed è giusto che, come tutti i mestieri del cinema, abbia un posto anche nell’ambito dei riconoscimenti assegnati dall’Academy Awards.

Anche per gli Oscar 2023, le categorie di eccellenza dedicate alla sceneggiatura sono due, la prima per la migliore sceneggiatura originale, ovvero la storia che è frutto dell’invenzione dell’autore della stessa, e la seconda è per la migliore sceneggiatura adattata, che parte quindi da un’opera pre-esistente, che più spesso è un libro, ma può essere anche un articolo di giornale, un’inchiesta, un fumetto, insomma un’altra storia pre-esistente che viene declinata nel linguaggio cinematografico. Scopriamo insieme quali sono i candidati di quest’anno per le migliori sceneggiature e cerchiamo di capire a chi andrà l’Oscar 2023 per la migliore sceneggiatura originale e adattata.

Sceneggiatura adattata

La cinquina in categoria è estremamente varia, quest’anno, sia per genere che per ambizione che i film in oggetto hanno. Si parte dal tedesco Niente di nuovo sul fronte occidentale, riadattamento (il terzo) del romanzo omonimo di Erich Maria Remarque. Pur non trattandosi di ‘un’operazione particolarmente ispirata o efficace, la scrittura del film è comunque molto solida, partendo da un romanzo che ha fatto la storia del genere, eppure desta perplessità la sua presenza in cinquina. D’altronde però il film stesso, che ha guadagnato 9 nomination, è un piccolo caso di stagione, dal momento che ha sto-vinto ai BAFTA e che conta di portare a casa qualche riconoscimento anche presso l’Academy. Edward Berger, che firma anche la regia, non brilla certo per originalità, ma è probabile che il momento storico abbia fatto sentire la necessità di valorizzare il suo lavoro.

Secondo titolo in nomination è Glass Onion: A Knives Out Mystery, firmata da Rian Johnson. Anche in questo caso, il mistero è più nella nomination che nel film, dal momento che, a differenza della perfezione strutturale con il quale era stato scritto il film di cui questo è un sequel diretto (Cena con delitto, 2019), in questo casi i meccanismi non sembrano bene oliati e il dramma prende presto il posto del whodunit, che dovrebbe essere invece il cuore del progetto. Questo posto in nomination sembra però in qualche modo dovuto a un film che, battente bandiera Netflix, gode della fortuna del suo predecessore.

Uno dei titoli più interessanti degli ultimi mesi e che con sorpresa è arrivato fino agli Oscar con due nomination (l’altra è per la splendida performance di Bill Nighy da protagonista) è Living, diretto da Oliver Hermanus e remake dello splendido Vivere di Akira Kurosawa. Lo stile giapponese, dilatato e delicato trasuda da ogni frame del film e apparentemente anche dalla scrittura, discreta, precisa, sempre elegante, forse anche troppo formale, come il protagonista di cui racconta. Firmato dallo scrittore giapponese Nobel per la letteratura Kazuo Ishiguro, lo script di Living merita a tutti gli effetti di essere riconosciuto come uno dei migliori testi dell’anno, anche se forse ha davvero poche possibilità di vittoria.

Steven Spielberg lo ha definito il film che ha salvato il cinema, e per molti versi è così: Top Gun: Maverick arriva alla Notte degli Oscar 2023 con diverse nomination, qualcuna in meno (quella a Tom Cruise come migliore protagonista, molto attesa) e qualcuna in più, come questa alla sceneggiatura, che più che omaggiare il testo in sé, omaggia la perfezione del lavoro cinematografico svolto nel dare anima a un sequel a 36 anni dall’originale. Ehren KrugerChristopher McQuarrie e Eric Warren Singer hanno svolto un lavoro che più che ispirato o “bello”, oseremmo definire solido; il film funziona in ogni sua parte, è un ottimo blockbuster, tocca le corde giuste, riesce a coinvolgere e emozionare il suo pubblico, è tutto ciò che un film dovrebbe essere, ma forse premiarlo per la sceneggiatura sembra forse fuori luogo, se non fosse, ed è importante dirlo, che l’hanno cinematografico è stato abbastanza sotto tono e quindi spazio anche ai sequel (è il secondo nominato in categoria) e spazio anche all’ego di Cruise che si propaga in ogni aspetto del film.

Come dicevamo in apertura di questo articolo, la sceneggiatura adattata è una sceneggiatura che parte da qualcosa di già esistente, e nel caso di Women Talking – Il diritto di Scegliere, quinto titolo di categoria, la sceneggiatura è stata tratta da fatti avvenuti nella colonia Manitoba in Bolivia nel 2011. Scritto e diretto da Sarah Polley, il film avrebbe dovuto avere, nelle speranze di chi lo ha realizzato, molto più spazio in questa stagione dei premi, ma si è ridotto ad ottenere soltanto questa nomination unitamente a quella di Miglior Film, che però sembra esclusivamente un riconoscimento dell’Academy, visto che il film ha davvero pochissime possibilità di portare a casa il premio. Tuttavia il lavoro di sceneggiatura di Polley vale la pena di essere preso in considerazione, perché si fa portatore di una sensibilità contemporanea che è importante raccontare e soprattutto si avvale di un gruppo di interpreti che lo portano in vita davvero eccellenti. È davvero improbabile che vincerà, ma è molto bello che sia qui.

Sceneggiatura originale

I contendenti in questa categoria sono senza dubbio interessanti e, come per la categoria gemella, spaziano tra generi e toni. Guida la cinquina Gli Spiriti dell’Isola di Martin McDonagh. Il film, reduce da una stagione dei premi davvero soddisfacente, con grandi successi ai Golden Globes e ai BAFTA, è trai favoriti di categoria, dal momento che McDonagh è molto ben voluto dall’Academy soprattutto per quanto riguarda il suo lavoro di sceneggiatore. Il film è la testimonianza di come un bravo scrittore, quale lui è, riesce a declinare i dilemmi dell’esistenza umana in toni e inflessioni differenti in base alla storia che scegli di raccontare. In questa spietata eppure brillante fotografia della nostra realtà, McDonagh dà davvero il meglio della sua arte che difficilmente lascerà indifferenti i membri dell’Academy, se non fosse per un fortissimo contendente…

Parliamo ovviamente dell’Asso Piglia Tutto Everything Everywhere All at Once che sta facendo piazza pulita in questa season awards e che, ricordiamolo, ha già vinto il premio del sindacato degli Sceneggiatori, il WGA, assegnato a Daniel Kwan e Daniel Scheinert, che firmano anche la regia. Questa maniera disorganica, sbilenca eppure perfettamente controllata di raccontare la storia di una “donna normale” (per quanto può essere normale un personaggio interpretato dalla divina Michelle Yeoh) è senza dubbio il punto forte di uno script che, mai come in questo caso, è al servizio della realizzazione di un film assolutamente sui generis, che ha entusiasmato tanto il pubblico e la critica.

The Fabelmans è la grandezza di Steven Spielberg allo stato puro dell’arte. Non esiste un altro cineasta che, dopo aver raccontato, sempre ad altissimi livelli, tutte le storie e i mondi raccontabili, riesce a conservare una tale freschezza, una tale concentrazione e una tale fiducia nella parola scritta per il cinema quanto questo regista che nel suo 70 anni confeziona un’opera così densa e dolorosa eppure piena di speranza e fiducia nel sogno che ha vissuto tutta la vita. Il segreto del film è proprio nella sua scrittura, con buona pace degli ottimi interpreti, e se The Fabelmans dovesse davvero essere premiato in questa categoria, si potrebbe trattare davvero di uno di quei rari casi in cui a vincere è davvero il migliore.

Come Gli Spiriti dell’Isola, arriva dal Festival di Venezia anche il quarto titolo di questa piccola compagnia di nominati. Parliamo di Tár, scritto e diretto da Todd Field. Il film si poggia completamente sulle spalle della sua grande interprete, Cate Blanchett, che non a caso gareggia per la statuetta di migliore protagonista, ma a nulla sarebbe servito il suo talento se non fosse stato sorretto da una scrittura così affilata e originale. Il film racconta di come il potere piega le coscienze, tutte le coscienze, e lo fa attraverso il personaggio di Lidia Tár, direttore d’orchestra di fama internazionale che lentamente scivola nella pazzia proprio a causa di quel potere che con fatica e dedizione si è guadagnata. Questo punto di vista, così insolito nella contemporaneità, si dimostra fondamentale per rientrare il discorso sul potere che troppo spesso si riduce semplicemente a una conversazione contro il patriarcato. Il film di Field ci mostra proprio attraverso la sua scrittura che il più grande nemico della parità è appunto il potere e l’abuso di esso nelle mani di chi lo detiene.

Chiude questa cinquina di altissimo profilo Triangle of Sadness. Nel 2017, Ruben Ostlund aveva vinto la Palma d’Oro a Cannes con The Square, e questo lo aveva messo sotto i riflettori del cinema internazionale e di Hollywood in particolare. Con la replica di una vittoria così prestigiosa nel 2022 con Triangle of Sadness, il regista svedese che piace così tanto alla Hollywood brillante e riuscito a trovare il suo spazio anche trai nominati agli Oscar 2023, dove concorre in tre delle categorie più prestigiose del premio: Miglior Film, Miglior Regia e, appunto, Migliore Sceneggiatura Originale. Il regista e sceneggiatore svedese non ha niente da invidiare agli altri candidati, che al massimo conosco meglio le regole del gioco, ma sicuramente è un segnale molto importante per l’industria del cinema, il fatto che film in lingua non inglese finiscano con questa frequenza nelle categorie della scrittura. Ha pochissime possibilità di vittoria, ma la satira contro la ricchezza e il lusso che fa Ostlund è sicuramente una via intelligente e efficace di entrare nei meccanismi dell’industria di Hollywood.

Chi vincerà gli Oscar 2023 alle sceneggiature?

Il panorama di candidati alle migliori sceneggiature per gli Oscar 2023 è senza dubbio vasto, ma soprattutto vario. È davvero interessante la differenza di toni e generi che questi dieci film rappresentano e quanto siano inclusivi dal punto di vista dei temi e della provenienza. È chiaro che non c’è una rappresentazione 1:1 di quello che è il mercato di Hollywood, ma sicuramente mostra una interessante pluralità di voci che rappresentano a tutti gli effetti il vero e proprio senso degli Academy Awards e dei premi in generale. Queste competizioni raramente vedono trionfare il film migliore, ma da moltissimi anni ormai si concentrano di più su quello che è il lavoro che invece parla di più alla contemporaneità.

Alla luce di questa osservazione tutt’altro che marginale, sembrano quasi scontate le vittorie nelle rispettive categorie, di Niente di nuovo sul fronte occidentale e di Everything Everywhere All at Once che in un modo o nell’altro sono effettivamente opere che raccontano il nostro tempo, nel caso del primo titolo suo malgrado. E se nella categoria Migliore sceneggiatura Adattata i giochi sembrano fatti, resta comunque forte la speranza di Gli Spiriti dell’Isola di portare a casa questo riconoscimento, dal momento che per le altre categoria in cui è nominata è davvero difficile che riesca a spuntarla. Il giudizio è rimesso al gusto dell’Academy, che la notte del 12 marzo, dal Dolby Theatre, incoronerà il meglio dell’industria cinematografica degli ultimi dodici mesi.