Echo
3 è l’action-thriller di dieci episodi ideato dal
premio Oscar Mark Boal (“The Hurt Locker”, “Zero
Dark Thirty”) e interpretato da Luke Evans e Michiel Huisman
insieme a Jessica Ann Collins. Girata in Colombia
con dialoghi in inglese e spagnolo, la serie originale Apple,
prodotta da Keshet Studios.
Echo 3: quando esce e dove
vederla in streamin
Echo 3 in
streaming uscirà su Apple
TV+ il 23 novembre con i primi tre episodi, seguiti da un nuovo
episodio settimanale, ogni venerdì, fino al 13 gennaio 2023.
Echo 3: trama e
cast
Echo
3 è un thriller ricco di azione ambientato in Sud
America che segue le vicende di Amber Chesborough (Jessica Ann
Collins), una giovane e brillante scienziata che è il cuore emotivo
di una piccola famiglia americana. Quando Amber scompare lungo il
confine tra Colombia e Venezuela, suo fratello Bambi (Luke
Evans) e suo marito Prince (Michiel Huisman) – due
uomini con una profonda esperienza militare e un passato complicato
– iniziano una lotta contro il tempo per ritrovarla, in un dramma
personale stratificato e sullo sfondo esplosivo di una guerra
segreta. “Echo 3” vede come protagonista anche Martina Gusman nel
ruolo di Violetta, un’importante editorialista politica, ed è
inoltre interpretata da James Udom, Maria Del Rosario, Alejandro
Furth, Juan Pablo Raba e dalla special guest star Bradley Whitford.
“Echo 3” si basa anche sulla pluripremiata serie “Quando gli eroi
volano – When Heroes Fly”, creata da Omri Givon e ispirata
all’omonimo romanzo di Amir Gutfreund.
“Sono onorato di collaborare con il team di Apple TV+ che mi ha
dato l’opportunità di realizzare la serie che volevo fare,
lavorando a un progetto propositivo, nato per pensare in grande e
che rifiuta di rimanere negli schemi”, dice Boal. “Si tratta di un
thriller di black-ops e di una storia di intrighi internazionali,
ambientata in Colombia, un Paese che conoscevo solo da lontano e di
cui mi sono subito innamorato”.
Echo
3 è prodotta per Apple TV+ da Keshet Studios, il ramo
di produzione statunitense di Keshet International. La serie è
diretta da Boal, che è anche showrunner e produttore esecutivo
insieme a Peter Traugott, Jason Horwitch, Omri Givon, Eitan
Mansuri, Jonathan Doweck, Mark Sourian, Avi Nir, Alon Shtruzman e
Karni Ziv di Keshet Studios. Pablo Trapero ha diretto
quattro episodi, compreso l’episodio pilota, ed è anche lui
produttore esecutivo.
Echo 3 si aggiunge
alla crescente offerta di Apple Originals degli storyteller più
creativi di oggi, tra cui Shantaram, prossimamente in anteprima,
interpretato da Charlie Hunnam e basato sul romanzo best-seller di
Gregory David Robert; l’acclamata “Pachinko”, basata sull’acclamato
romanzo omonimo e recentemente rinnovata per una nuova stagione; il
thriller di spionaggio internazionale Slow Horses, interpretato dal
premio Oscar Gary Oldman; la serie thriller bilingue “Now and
Then”, ora in streaming su Apple TV+; la seconda stagione della
serie in lingua spagnola e inglese “Acapulco”, interpretata e
prodotta dal vincitore del SAG-Award Eugenio Derbez; “Suspicion”,
un thriller ad alta tensione basato sulla pluripremiata serie
“False Flag” e tanto altro ancora.
Guarda il trailer di Sergio
Leone, l’italiano che inventò l’America, il film doc
presentato in Concorso nella sezione Venezia Classici alla
79ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
di Venezia, scritto e diretto da Francesco
Zippel, una produzione Sky Studios e Sky Italia con Leone
Film Group.
Questo film documentario è un
omaggio a una delle grandi leggende del cinema mondiale, la cui
straordinaria visione artistica ha trasceso i confini nazionali,
ideando soluzioni narrative e stilistiche che sono diventate parte
del linguaggio del cinema. Il lungometraggio offre un ritratto
inedito di un uomo visionario e profondamente colto, che ha vissuto
e respirato cinema sin dalla sua nascita e la cui idea di cinema
continua a vivere ancora oggi e ad influenzare il mondo
cinematografico contemporaneo. Sergio Leone e il suo cinema vengono
raccontati in questo documentario attraverso le testimonianze
inedite di chi lo ha conosciuto e di chi è stato da lui
ispirato.
Sergio Leone è legato ad uno dei
miei primi e più preziosi ricordi da spettatore. Facevo le
elementari e un giorno mio padre mise nel videoregistratore la
cassetta de Il Buono, Il Brutto e Il Cattivo. Fu una
folgorazione totale. Fu proprio in quel giorno che il cinema passò
dall’essere uno svago di bambino ad una vera e propria passione per
me. Quando Raffaella Leone mi ha proposto di raccontare suo padre
in un documentario, ho avuto l’impressione che tutto stesse
tornando al suo posto. Mi sono lanciato con passione e rispetto in
questa avventura, sempre sostenuto da Raffaella, da tutta la
famiglia Leone e dal team di Sky Italia e Sky Studios. Ho voluto
provare non solo a raccontare Sergio Leone ma anche a chiarire
quanto il suo cinema e il suo genio creativo siano ancora centrali
e fonti indiscutibili d’ispirazione per i più grandi cineasti del
cinema contemporaneo. Tutti i grandi artisti che hanno aderito al
film ne sono la conferma più bella.
This Is Going to
Hurt è una serie drama composta da sette episodi e diretta
da Lucy Forbes(The
End of the F***ing World). Il vincitore del Golden Globe,
dell’Emmy e del BAFTA Ben Whishaw è il protagonista dell’adattamento
delle memorie bestseller di Adam Kay che raccontano la sua vita da
medico specializzando. Questa serie esilarante, e spesso
straziante, segue una versione romanzata della vita di Adam mentre
si destreggia tra l’essere un buon medico e una buona persona, in
un sistema che a volte sembra essere contro di lui.
This Is Going to Hurt:
quando esce e dove vederla in streaming
This Is Going to Hurt in
streaming uscirà il 26 ottobre su Disney+
Ambientata nel reparto di
ostetricia e ginecologia, o “brats and twats” come viene chiamato,
la serie svela la cruda realtà della vita di Adam dentro e fuori
dal reparto: settimane di 97 ore, decisioni di vita o di morte, uno
tsunami di fluidi corporei. Il tutto per una tariffa oraria che
fatica a competere con il parchimetro dell’ospedale. Mentre Adam fa
doppi turni, combatte contro l’estrema stanchezza e cerca di
sconfiggere la terrificante paura di commettere un errore, la sua
vita personale inizia a crollare. Passa più tempo in ospedale che a
casa, vede a malapena la sua compagna e i suoi amici lo hanno quasi
abbandonato. Onesto e ferocemente divertente, questo adattamento
ricorda il ruolo vitale svolto da medici come Adam in tutto il
mondo.
Nel cast della serie otlre a
Ben Whishaw, anche Alex Jennings(The
Crown), Ambika Mod(Trying),
Harriet Walter(Killing Eve),
Michele Austin(Meet the Richardsons) e
Kadiff Kirwan (I May Destroy You). This Is Going to Hurt è
prodotta da Holly Pullinger (Don’t Forget the Driver), mentre
Adam Kay, Naomi de Pear, Jane Featherstone, James Farrell,
Piers Wenger, Mona Qureshi, Kristin Jones sono gli
executive producer.
Disney+ è disponibile al prezzo di 8,99
€ al mese e offre contenuti in streaming per tutti. Da film e serie
esclusivi che abbracciano un’ampia gamma di generi, tra cui azione,
avventura, fantascienza, documentari fino a drammi e commedie
acclamati dalla critica. Il tutto insieme a titoli pluripremiati di
Disney, Pixar, Marvel, Star
Wars e National Geographic.
Jack Ryan, celebre
personaggio protagonista dei romanzi di TomClancy, è tornato al cinema nel 2014 con il film
Jack Ryan –
L’iniziazione, dove è stato interpretato da Chris
Pine. Il film è il quarto lungometraggio di
genere spionistico a portare il personaggio sul grande schermo. La
prima apparizione cinematografica di Ryan risale infatti 1990 con
Caccia a Ottobre Rosso,
dove era interpretato da Alec
Baldwin. In seguito sono stati realizzati Giochi
di potere (1992) e Sotto il segno del pericolo
(1994), dove è Harrison
Ford a dare volto al personaggio. Nel 2002 è invece
stato realizzato il reboot Al vertice della
tensione, con protagonista Ben
Affleck.
Con quest’ultimo film, si decise di
proporre una versione più giovane del personaggio, rendendolo
protagonista della vicenda narrata in Paura senza limite,
il quinto romanzo in ordine di uscita dedicato a Jack Ryan.
Nonostante ufficialmente sia dunque un adattamento di questo, il
film, diretto da Phil Alden Robinson se ne
discosta fortemente, cambiando alcuni aspetti importanti del
racconto di Clancy, come ad esempio l’identità degli antagonisti.
Il film, ad ogni modo, si concentra sul rischio di una guerra
nucleare scatenata per errore. Al vertice dellatensione, dunque, si configura come un puro thriller ricco
di tensione, proprio come suggerito dal titolo.
A fronte di un budget di 68 milioni
di dollari, il film arrivò ad un soddisfacente incasso di quasi 200
milioni, confermando l’interesse per questo genere di film. Per gli
appassionati, si tratta di un titolo da recuperare assolutamente.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a
questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e
al cast di attori. Infine, si elencheranno anche
le principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Ai vertici dellatensione: la trama del film
Il racconto ha inizio nel 1973,
quando un aereo israeliano viene abbattuto durante la guerra dello
Yom Kippur. Il velivolo trasportava una bomba nucleare, della quale
da quel momento si è persa ogni traccia. Quasi trent’anni dopo, nel
2002, l’arma ancora inesplosa viene ritrovata da un gruppo
neonazista, guidato dal miliardario austriaco Richard
Dressler. Lo scopo del gruppo è ora quello di far
scoppiare una guerra tra Stati Uniti e Russia, permettendo così ad
un’Europa fascista a governare il mondo. Nel frattempo, la tensione
cresce anche per via dell’insediamento del nuovo presidente russo
Nemerov.
Entra così in scena Jack
Ryan, analista della CIA che anni prima aveva scritto un
rapporto proprio su Nemerov. Ryan viene pertanto inviato in Russia
insieme al direttore dell’agenzia William Cabot
per cercare di capire che tipo di presidente egli sarà. Nel corso
della sua visita, l’agente si accorge però di qualcosa che non
quadra. Venuto a conoscenza del rischio di una guerra nucleare,
Ryan e i suoi colleghi dovranno dar vita ad una vera e propria
corsa contro il tempo per cercare di ritrovare l’ordigno nucleare
ed evitare così la distruzione che esso può causare.
Ai vertici della tensione:
il cast del film
Originariamente, l’attore
Harrison Ford avrebbe dovuto riprendere il ruolo
di Jack Ryan. Dopo che egli ebbe però abbandonato il progetto, i
produttori decisero di dar vita ad una versione più giovane del
personaggio, scegliendo come interprete Ben
Affleck. Prima di accettare il ruolo, egli parlò sia con
Ford che con Alec Baldwin, ottenendo la
benedizione di entrambi. Lo scrittore Tom Clancy
ha poi indicato Affleck come il suo preferito tra gli interpreti
che hanno dato vita a Ryan. Accanto a lui, nei panni di William
Cabot vi è invece l’attore Morgan Freeman,
mentre Liev Schreiber
è John Clark, agente della CIA che collaborerà con Ryan.
Sono poi presenti gli attori
James Cromwell nei panni del presidente degli
Stati Uniti Robert Fowler e Philip Baker Hall in
quelli del segretario della Difesa Becker. Ad interpretare il
miliardario Richard Dressler vi è l’attore Alan
Bates, mentre l’attore irlandese Ciaran
Hinds dà vita al presidente russo Nemerov. Hinds, in
realtà, non parlava neanche una parola di russo e si è trovato a
dover imparare le sue battute in tale lingua, facendo attenzione a
pronunciarle con il corretto accento. Come in seguito rivelato, nel
film era presente anche un cameo di Matt Damon,
grande amico di Affleck, che compariva nei panni di un cameriere.
La scena in cui egli è coinvolto è però poi stata tagliata dal
montaggio finale.
Ai vertifici della
tensione: il trailer e dove vedere il film in streaming e in
TV
È possibile fruire di Ai
vertici della tensione grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Chili Cinema, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
lunedì 3 ottobre alle ore 21:15
sul canale La7.
Harry Potter 20°
Anniversario: Return to Hogwarts, l’attesissima
reunion con protagoniste le star della magica saga cinematografica,
arriva finalmente in DVD, a partire dal 13 ottobre per Warner Bros.
Home Entertainment. Per celebrare il magico mondo creato da
J.K. Rowling, Daniel Radcliffe, Rupert Grint,
Emma Watson e Tom Felton, insieme al regista Chris Columbus e altri
amatissimi membri del cast degli otto film di Harry Potter hanno
fatto ritorno a Hogwarts per festeggiare l’anniversario del primo
film della saga, Harry Potter e la Pietra Filosofale,
uscito nelle sale 20 anni fa. Presentato in Italia lo scorso 1
gennaio in contemporanea con gli USA, l’evento ha raggiunto ascolti
elevatissimi sia in diretta che on demand.
All’interno dell’imperdibile DVD di
Harry Potter 20° Anniversario: Return to Hogwarts numerosi
retroscena e dietro le quinte oltre a tantissime interviste
esclusive e chiacchierate con gli attori: un magico viaggio
attraverso i luoghi e i momenti più emozionanti di una delle saghe
cinematografiche più amate di tutti i tempi.
Emancipation – Oltre la libertà, il film di Apple
Original Films, diretto e prodotto da Antoine
Fuqua (“Training
Day“, “The
Equalizer“), interpretato e prodotto da Will Smith (“Una
famiglia vincente – King Richard“, “La
ricerca della felicità“, “Ali”), uscirà su Apple
TV+ il 9 dicembre. L’annuncio è stato dato in
occasione dell’anteprima organizzata insieme al NAACP (National
Association for the Advancement of Colored People) durante la
51esima conferenza legislativa annuale della Congressional Black
Caucus Foundation a Washington, dove Fuqua, Smith e Mary Elliott,
curatrice della mostra American Slavery presso lo Smithsonian
National Museum of African American History and Culture, hanno
partecipato a una conversazione sul film moderata dalla
commentatrice politica e culturale Angela Rye.
Emancipation – Oltre la libertà racconta la storia
incredibile di Peter (Will
Smith), un uomo nato schiavo che fugge dalla schiavitù
affidandosi al suo ingegno, alla sua fede incrollabile e all’amore
profondo per la sua famiglia per tentare in tutti i modi di eludere
i cacciatori a sangue freddo e sopravvivere alle spietate paludi
della Louisiana alla ricerca della libertà. Il film si ispira alle
foto della schiena di “Whipped Peter” (Peter il fustigato) scattate
durante una visita medica dell’esercito dell’Unione e pubblicate
nel 1863 su Harper’s Weekly; in particolare, una delle immagini,
nota come “La schiena flagellata” (The Scourged Back), che mostra
la schiena nuda di Peter completamente ricoperta da cicatrici,
frutto di tutte le frustate ricevute dai suoi schiavisti, contribuì
alla crescente opposizione pubblica alla schiavitù.
Nel cast oltre all’attore premio
Oscar anche
Will Smith, Ben Foster, Charmaine Bingwa,
Gilbert Owuor, Mustafa Shakir, Steven Ogg, Grant Harvey, Ronnie
Gene Bivens, Jayson Warner Smith, Jabbar Lewis, Michael Luwoye,
Aaron Moten e Imani Pullum. Il film scritto da
William N. Collage è prodotto da Will Smith e Jon Mone per
conto di Westbrook Studios, Joey McFarland per conto di McFarland
Entertainment, Todd Black through Escape Artists.
Produttori esecutivi sono Chris Brigham, Antoine
Fuqua, James Lassiter, Heather Washington, Cliff Roberts, Glen
Basner e Scott Greenberg
Apple TV+ offre
serie drammatiche e commedie avvincenti e di qualità,
lungometraggi, documentari innovativi e intrattenimento per bambini
e famiglie, ed è disponibile per la visione su tutti i tuoi schermi
preferiti. Dopo il suo lancio il 1° novembre 2019, Apple TV + è
diventato il primo servizio di streaming completamente originale a
essere lanciato in tutto il mondo, ha presentato in anteprima più
successi originali e ha ricevuto riconoscimenti più velocemente di
qualsiasi altro servizio di streaming. Ad oggi, i film, i
documentari e le serie originali Apple sono stati premiati con 276
vittorie e 1.153 nomination ai premi, tra cui la commedia
pluripremiata agli Emmy “Ted Lasso” e il vincitore dell’Oscar® come
Miglior film di quest’anno “CODA”.
C’è una serie
crime-thriller che sta facendo impazzire gli
spettatori Netflix:
si tratta di Dahmer – Mostro: La storia di Jeffrey
Dahmer (qui la
recensione). Lo show, prodotto da Ryan
Murphy (The
Prom, American
Horror Story), è ispirato al ”Mostro di
Milwaukee”, un serial kiler americano realmente esistito che
ha ucciso e torturato i cadaveri di 17 ragazzi. La serie è molto
cruda ed è ricca di scene assurde e disgustose: quali di queste
ritraggono fedelmente la realtà?
Il sandwich con la
carne
La disgustosa scena in cui
Dahmer (Evan
Peters) offre alla vicina Glenda
Cleveland un panino con la carne è successa davvero,
anche se è stata leggermente alterata. Nella realtà,
Glenda non era la vicina di appartamento
di Dahmer: abitava in un edificio vicino al
serial killer e aveva notato un via vai sospetto.
Un’altra donna, di nome
Pamela Bass, viveva a poche porte di distanza
da Jeffrey negli Oxford apartments. Si può dire che
GlendaCleveland sia quindi
una combinazione delle due donne. Nel docu-film
The Jeffrey Dahmer Files, Bass ha
dichiarato che Dahmer faceva spesso panini per i
condomini. La donna ha detto: “Probabilmente ho mangiato parte
del corpo di qualcuno“.
Le chiamate di Glenda Cleveland
alla polizia
Come abbiamo detto,
Cleveland non viveva nell’appartamento accanto a
Jeffrey (come invece accade nello show), ma è
la donna la prima a notare alcuni eventi insoliti nella zona. In
particolare, il comportamento strano di Dahmer l’ha spinta a chiamare la polizia più
volte, con ancora più frequenza dopo l’incidente con
Konerak Sinthasomphone.
Secondo
Seventeen, Cleveland non solo ha
contattato la polizia, ma, nella speranza di essere presa in
considerazione, ha provato anche con l’FBI.
Nonostante le telefonate di Glenda, dopo il
caso
di SinthasomphoneDahmer
è riuscito ad uccidere altre cinque persone prima di essere
catturato.
Il comportamento della polizia nei
confronti di Sinthasomphone
La scena in cui i due
agenti della polizia non credono
a Sinthasomphone è reale anche se, nella vita
vera, al posto di Glenda c’erano la figlia e
la nipote. Le due ragazze hanno chiamato la polizia quando hanno
notato che il giovane era dolorante e stava sanguinando. La storia
si è svolta in modo simile a come mostrato nella serie: gli agenti
di polizia hanno creduto alle parole di Dahmer e,
convinti che Sinthasomphone fosse il suo
fidanzato, lo hanno fatto rientrare nell’appartamento
dell’assassino.
Secondo PopBuzz, i due agenti sono
stati licenziati per negligenza, ma sono stati reintegrati dopo
poco (e hanno addirittura ricevuto la paga arretrata). I due sono
anche riusciti a fare carriera: John A.
Balcerzak è diventato il capo dell’associazione di
polizia, mentre Joseph P. Gabrish è stato reso
capitano di un dipartimento di polizia. Entrambi gli uomini sono da
tempo in pensione e, anche dopo la condanna di
Dahmer, continuano ad essere convinti delle scelte
fatte allora.
Gli animali morti
Come mostrano le scene di flashback
dello show, Dahmer e suo padre
Lionel si divertivano a collezionare animali morti
e ad analizzarne i resti. Lionel era un chimico e,
quando ha scoperto che suo figlio era interessato alla vivisezione
dei cadaveri, ha pensato che si trattasse di una passione da
coltivare più che di una mania. Stando a LADbible.com, il
padre di Jeffrey sperava che il figlio
intraprendesse una carriera nell’ambito scientifico o
medico.
I fan sono combattuti: non sanno se
accusare o difendere le ragioni di Lionel. In ogni
caso, l’uomo era uno scienziato e potrebbe aver visto nel figlio
un’inclinazione simile alla sua. Tuttavia, anche Lionel
Dahmer nel suo libro ha ribadito più volte di aver
trascurato i segni delle manie di Jeffrey.
Photo bombing nell’annuario
scolastico
Un altro flashback dello show
mostra Dahmer che, quando è ancora al
liceo, s’intrufola in un servizio fotografico per l’annuario e fa
photo bombing nel gruppo della Honor Society. Quando
i compagni notano l’intruso, è troppo tardi per rifare la foto e
decidono di oscurarne il volto in tutte le copie da distribuire
agli studenti.
L’incursione nella foto è successa
realmente, anche se nessuno ha poi cancellato la faccia di
Jeffrey. Non a caso, nel documentario Jeffrey
Dahmer: Mind of a Monster, Mike Krukal, un ex
compagno di classe di Dahmer, ha dichiarato
che il serial killer faceva spesso strani scherzi. Anche nel film
My Friend Dahmer viene mostrato questo aspetto di
Jeffrey.
Il tentato suicidio di
Joyce
Dopo l’arresto e l’incarcerazione di
Dahmer, una scena della serie mostra il tentato
suicidio della madre del serial killer Joyce
Flint. La donna scollega la stufa a gas in cucina e tenta
in questo modo di porre fine alla sua vita. Secondo UPI
archives, si tratta di un fatto realmente
accaduto: Joyce, rinvenuta a faccia in
giù nella sua cucina, è stata soccorsa in tempo e si è salvata.
Come mostrato nella serie,
Flint ha davvero scritto una lettera per salutare
i figli in cui chiedeva di essere cremata e descriveva la sua vita
come “solitaria”. Distractify riporta che la
donna è morta a 64 anni, nel 2000 per un cancro al seno.
Le storie delle
vittime
Anche se non sono completamente
fedeli, tutte le storie delle vittime mostrate nella serie sono
basate sulle reali prede di Dahmer, (Seventeen).
Il primo omicidio è infatti l’assassinio dell’autostoppista
diciottenne Steven Hicks.
Inoltre, Tony
Hughes, protagonista dell’episodio praticamente senza
sonoro, era davvero non udente. Anche il numero delle vittime
sembra essere esatto: secondo le indagini, i ritrovamenti e le
confessioni di Dahmer, le persone uccise
sono in totale 17.
Il battesimo
di Dahmer
Una delle ultime scene dello show
mostra il battesimo di Dahmer. Dopo un incontro
ravvicinato con un prete, Jeffrey dichiara di
voler essere battezzato. La cerimonia avviene in un piccolo spazio
della prigione e la scena è montata insieme alle immagini che
mostrano la condanna a morte di un altro famoso serial killer:
John Wayne Gacy.
Secondo HITC, il
battesimo di Dahmer è avvenuto davvero. Non solo:
si è svolto lo stesso giorno in cui Gacy è stato
giustiziato. Un altro dettaglio della serie è autentico: in
quel fatidico giorno c’è stata un’eclissi solare.
Jeffrey Dahmer è
stato ucciso in prigione
È noto che
Dahmer è stato assassinato in prigione da un
altro detenuto, Christopher Scarver: l’uomo ha
colpito Dahmer con una barra di metallo nella
sala pesi. Secondo alcuni reportage d’archivio dalla Associated
Press, Scarver ha davvero affermato
“Dio mi ha detto di farlo.”
Inoltre, in un’intervista al New
York Post del 2015 (via
Distractify), Scarver ha dichiarato
di aver interrogato Dahmer sui suoi crimini,
esattamente come avviene nello show.
Oggi Scarver è vivo ed è ancora in
prigione.
Lionel ha rifiutato di far analizzare
il cervello di Jeffrey
Nella serie, dopo la morte
JeffreyDahmerFlint vorrebbe far
studiare il cervello di suo figlio da
un’università. La donna vorrebbe trovare una causa per le stranezze
del figlio, ma Lionel Dahmer si oppone all’ex
moglie in tribunale perché Jeffrey nel suo
testamento ha espresso la volontà di essere cremato.
La serie
Neflix ripercorre fedelmente anche questo
aspetto del caso Dahmer: i suoi genitori si
sono scontrati in tribunale e, nell’attesa di una sentenza, il
cervello di Dahmer è stato conservato nella
formaldeide per anni. Alla fine, Lionel ha vinto
la causa e nessuno studio è andato in porto. Il caso
di Jeffrey rimarrà per sempre un’assurdità
incomprensibile.
Il finale pieno di colpi di scena di
House of the Dragon 1×07,
Driftmark, ha analizzato le dinamiche tra
Rhaenyra e Alicent prima della
Danza dei Draghi. Partendo da poco dopo il finale
dell’episodio 6 di House of the Dragon, Driftmark vede le Case
Targaryen, Velaryon e Hightower riunirsi per il funerale di
Laena Velaryon. La tensione accumulata nell’ultimo
decennio giunge al culmine quando vengono lanciate accuse sui figli
di Rhaenyra, vengono a galla intrighi pericolosi
per rubare i draghi e appaiono sulla scena i coltelli di acciaio
valyriano.
Dopo che Aemond
perde un occhio nella lotta con Lucerys e Alicent colpisce Rhaenyra con il pugnale d’acciaio, il finale
di House of the Dragon 1×07 conferma che la guerra
civile Targaryen è già iniziata. Nei momenti finali dell’episodio,
Daemon e Rhaenyra cospirano per
sposarsi l’un l’altro sbarazzandosi abilmente del marito di lei,
Laenor, Otto elogia
Alicent per le sue azioni spietate,
Viserys evita ingenuamente di parlare degli eventi
che si sono verificati e l’assassino Larys Strong
fa sapere senza mezzi termini la sua devozione ad Alicent. Dopo i
colpi di scena del finale di House of the Dragon
1×07, i verdi e i neri devono solo attendere la morte di
Re Viserys prima di poter dichiarare ufficialmente
guerra.
Laenor è vivo
L’ultima scena di
House of the Dragon 1×07 vede Qarl
Correy fuggire su una barca dopo il presunto omicidio di
Laenor Velaryon, solo che l’uomo che viaggia sulla
barca con lui è Laenor Velaryon in carne e ossa! Questo colpo di
scena non era presente nel libro Fuoco e sangue di
George R.R. Martin, e cambia la percezione delle
motivazioni dei personaggi. Dopo che Qarl e Laenor sono stati
mostrati mentre combattevano, House of the Dragon ha tagliato sulla scoperta
da parte di Corlys e Rhaenys di
un corpo carbonizzato nel camino. Pochi istanti dopo che vediamo
Rhaenys urla sul corpo del suo defunto “figlio”, un Laenor calvo si
allontana su una barca con Qarl. Sebbene la conversazione tra
Daemon e Rhaenyra durante il duello di
Laenor suggerisse che i due stessero cospirando
per uccidere l’erede di Driftmark, si scopre che Laenor era
coinvolto nel piano fin dall’inizio.
Il mondo di Game of
Thrones non è sempre caratterizzato da trovate così
intelligenti, per cui l’imbroglio di Rhaenyra e Daemon sulla morte
di Laenor è stato particolarmente geniale. Daemon
è stato subito mostrato mentre uccideva un servitore della famiglia
di Casa Velaryon nelle sale di Driftmark prima del combattimento
con la spada tra Laenor e Qarl, e quest’uomo era il corpo usato
come esca per Laenor nel camino. Dato che il volto e la maggior
parte del corpo dell’uomo erano talmente ustionati da risultare
irriconoscibili, Rhaenys e Corlys
non avevano motivo di dubitare che si trattasse di loro figlio.
Laenor riuscì a fuggire da Driftmark con Qarl rasandosi i capelli e
indossando un travestimento, conducendo così una vita più felice
potendosi finalmente amare ad Essos. Mentre il resto del Continente
Occidentale continuerà a credere che Laenor sia
morto, in realtà sarà lui ad avere l’unico lieto fine in House of the Dragon.
Perché Daemon e Rhaenyra hanno
finto la morte di Laenor?
Finalmente riuniti dopo un
decennio, Rhaenyra e Daemon non sono
più né bambini né reali immaturi che si desiderano l’un l’altro.
Con Laena, moglie di Daemon, ormai morta e il matrimonio di
Rhaenyra rivelatosi una farsa, House of the Dragon
1×07 offre loro la possibilità di stare finalmente
insieme. Non solo si amano e si desiderano ancora, ma il matrimonio
tra i due è in realtà una forte mossa politica. L’unico modo per
far sposare Rhaenyra e Daemon
sarebbe stato quello di uccidere Laenor, poiché la principessa non
sarebbe stata in grado di prendere due mariti. Tuttavia,
dimostrando che Rhaenyra e Daemon non sono così crudeli come
vogliono far credere ai verdi, i Targaryen hanno
risparmiato Laenor e gli hanno permesso di vivere
davvero una vita felice a Essos. Prendendo due piccioni con una
fava, fingere la morte di Laenor significava consentirgli di vivere
e amare Qarl, mentre Rhaenyra e Daemon avrebbero
potuto finalmente sposarsi a Westeros. Rhaenyra
ama davvero Laenor in modo platonico, quindi il piano di inscenare
la sua morte alla fine è andato a vantaggio di entrambi.
L’imbroglio dell’uccisione di
Laenor da parte di Rhaenyra e Daemon gioca a
favore della coppia anche dal punto di vista politico. Mentre
Rhaenyra e Daemon sanno che la loro crudeltà nei confronti di
Laenor è falsa, i loro nemici pensano solo che siano dei tiranni
spietati che continueranno a fare quello che vogliono a spese degli
altri. Daemon ricorda a Rhaenyra che, per essere una regina forte,
dovrà infondere sia amore che paura nel popolo che governa.
Uccidere il marito per sposare lo zio farà certamente temere ai
cittadini di Westeros e ai suoi nemici cos’altro è in grado di
fare, soprattutto perché il Rogue Prince è già noto per la sua
“depravazione”. Il finale di House of the Dragon
1×07 vede la manipolatrice Alicent Hightower accusare la figliastra e il
cognato di denigrare i valori del dovere, dell’onore, del regno e
della rettitudine, quindi Rhaenyra e Daemon stanno abilmente
sfruttando questa percezione a loro vantaggio.
Cosa significa davvero il
matrimonio tra Daemon e Rhaenyra?
Il matrimonio di Rhaenyra con Daemon rende
indubbiamente più forte la sua pretesa al Trono di Spade, poiché
l’unione tra i Targaryen per mantenere pura la
loro discendenza valyriana è molto apprezzata nella loro casa. I
figli di Rhaenyra e Daemon sono per metà forti e per metà
valyriani, quindi la loro dinastia diventerà ancora più potente se
genereranno eredi Targaryen purosangue. Il finale di House
of the Dragon 1×07 indica che Rhaenyra e
Daemon hanno un potere e un’influenza incredibili
quando lavorano insieme e non dovranno più nascondere la loro
storia d’amore al regno. Grazie all’esperienza di Daemon in
battaglia, alle sue azioni intriganti e alla sua totale devozione
alla causa di Rhaenyra, il nuovo marito della Principessa diventa
anche il suo più forte alleato insieme a Corlys
Velaryon.
Il matrimonio di
Daemon e Rhaenyra, tuttavia, esacerberà le tensioni
all’interno della Casa Targaryen dopo House of the Dragon
1×07. La coppia si è sposata neanche 24 ore dopo la
“morte” di Laenor Velaryon e il funerale di Laena
Velaryon, il che significa che dovranno darsi da fare per alleviare
la rabbia di Rhaenys e Corlys in
lutto. Rhaenyra e Daemon si sono inoltre sposati senza il consenso
di Re Viserys I Targaryen, che aveva rifiutato la
possibilità del loro matrimonio nell’episodio 4 di House of the Dragon. Per questo motivo,
Rhaenyra e Daemon dovrebbero
essere tenuti principalmente a Roccia del Drago e lontani dal Re,
che inevitabilmente sarà di nuovo furioso con suo fratello. Poiché
Daemon non ama i figli di Alicent Hightower, il nuovo Primo Cavaliere
del Re Otto Hightower e la Regina stessa, il
matrimonio del Principe con Rhaenyra dividerà ulteriormente le
famiglie e aumenterà l’ostilità prima della Danza dei
Draghi.
Cosa succede a Larys Strong e
Alicent: il significato dell’offerta dell’occhio
Dopo che l’occhio di
Aemond viene rimosso durante una lotta con i figli
di Rhaenyra e le figlie di
Daemon, Alicent Hightower chiede che venga rimosso
anche uno degli occhi di Lucerys Velaryon. Quando
Viserys glielo proibisce, Alicent attacca Rhaenyra con il pugnale
d’acciaio valyriano, ma la questione viene risolta quando Aemond
spiega che il suo occhio è stato uno scambio equo per il suo drago.
Tuttavia, Larys Strong – che ora è il Signore di
Harrenhal dopo aver ucciso suo padre e suo fratello – spiega che se
Alicent vuole un occhio per pareggiare i conti, può procurarglielo.
Lord Larys Clubfoot sta dicendo molto velatamente
ad Alicent che farà il lavoro sporco per lei finché la sua
posizione e il suo potere ad Approdo del Re si eleveranno, poiché
comanda una rete di messaggeri e assassini che faranno ciò che lui
ordina con discrezione. Alicent lo comprende, ma House of
the Dragon 1×07 suggerisce che anche la Regina teme Larys
dopo l’omicidio della sua famiglia, poiché sa che il suo concetto
di lealtà e le sue motivazioni sono ambigue.
L’offerta dell’occhio di Larys
Strong ad Alicent Hightower nel finale di House of the
Dragon 1×07 si rivela una svolta infedele nella guerra civile
Targaryen. Larys inizialmente servirà da occhio per Alicent
Hightower e i verdi essendo il Maestro dei Sussurratori, ma finirà
per passare dalla parte dei neri poco prima della conclusione della
guerra civile. Maestro dell’inganno in House of the Dragon, il
ruolo di Larys Strong come spia subdola di Alicent finirà per
portare alla caduta dei verdi, dimostrando che la sua devozione era
in definitiva fasulla.
La conversazione tra Viserys e
Alicent spiega chi è il vero responsabile della Guerra Civile
Quando Viserys e Alicent partono da Driftmark per Approdo del
Re nel finale di House of the Dragon 1×07, la
regina si scusa per le sue azioni della sera prima. Invece di
concentrarsi su come risolvere i problemi che dividono Casa
Targaryen, Re Viserys dice semplicemente
che “non ne parleranno più”. Ignorare i problemi e lasciare che si
aggravino senza alcuna soluzione è esattamente il modo in cui
inizia la guerra civile Targaryen, quando le due fazioni della
famiglia si dividono senza alcun vero sforzo per fare ammenda.
In quanto Re di Westeros,
Viserys dovrebbe avere il potere di mantenere
unita la sua famiglia punendo o rimproverando le malefatte di
Alicent, Rhaenyra e di tutti i loro figli.
Invece, Re Viserys lascia correre tutto perché spera che le
fratture si sanino con il tempo e non vuole far arrabbiare chi sta
da una parte o dall’altra. Anche dopo aver licenziato Otto
Hightower per aver provocato tensioni all’interno della
Casa Targaryen e aver cercato di rovinare
Rhaenyra, Viserys lo riassume come Primo Cavaliere
del Re. Lasciare tali animosità in sospeso e alimentarle nel corso
degli anni è ciò che ha causato la Danza dei
Draghi, rendendo Viserys il responsabile ultimo della
guerra.
Il piano di Otto: inizia la Danza
dei Draghi
Da quando ha istruito
Alicent a sedurre il Re nell’episodio 1 di
House of the Dragon e ha continuamente tirato
in ballo la legittimità di Aegon come erede
nell’episodio 3, Otto Hightower ha preparato
l’usurpazione del Trono di Spade. Quando sorprende Aegon ubriaco
sui gradini dell’Alta Marea, lo prende a calci e lo rimprovera per
essere così sciocco in pubblico, perché Otto sa che un giorno sarà
lui il Re. Otto mostra finalmente un senso di orgoglio nei
confronti di Alicent, quando vede che lei ha colpito con un
coltello Rhaenyra, dimostrando che sarebbe andata
fino in fondo per sollevare i propri figli contro la Principessa.
Aspettava il momento in cui Alicent avrebbe scelto di uccidere o
fare del male a Rhaenyra per proteggere i suoi figli, e il
finale di House of the Dragon 1×07 glielo ha
finalmente dimostrato.
Quando arriva la morte di
Viserys, Otto Hightower sa che
Alicent sosterrà il suo piano di incoronare Aegon
al posto di Rhaenyra. La guerra è alle porte, e
Otto sa che Aegon deve essere incoronato per primo. Con i verdi che
ora possiedono Vhagar e il sangue che è già stato versato da
entrambe le parti, la guerra civile di House of the Dragon, che ha consapevolmente
manipolato, sta finalmente per iniziare.
Vincitore del
Gran Premio della Giuria all’ultimo
Festival Di Cannes, Stars at Noon, l’ultimo
film di Claire Denis, è stato tra i primi
presentati alla stampa accreditata alla 60a edizione del New York
Film Festival, dopo il successo ottenuto sempre alla kermesse della
Grande Mela con High Life. Abbiamo citato non a caso lo sci-fi
che vedeva protagonisti tra gli altri Robert Pattinson e Juliette
Binoche in quanto presenta alcuni punti in comune con il
nuovo, riuscito Stars at Noon. In particolar modo
si rivela immediatamente all’attenzione dello spettatore la volontà
di adoperare il cinema di genere per inserirvi al proprio interno
una visione personale dello stesso.
Stars at Noon, la
trama
Ispirato da un romanzo di
Denis Johnson che vuole rimandare in maniera quasi
esplicita alle atmosfere e ai personaggi del miglior Graham Greene,
Stars at Noon è a tutti gli effetti un
noir che vede come protagonisti una giornalista inesperta
trattenuta suo malgrado in Nicaragua – a causa di un articolo che
denunciava la corruzione e la violenza del governo – e un elegante
inglese venuto in Centro America per affari piuttosto misteriosi.
Insomma, gli ingredienti per una storia d’amore e spionaggio, di
emozioni e tradimento ci sono tutti, e la Denis fin dalle prime
scene dimostra di volerli amalgamare a modo suo.
L’autrice francese sta
continuando negli anni e nei lungometraggi a trovare un equilibrio
instabile tra un tipo di narrazione strutturata e la visceralità
spesso torrenziale del suo modo di far cinema. Denis mette in scena
i due protagonisti, sia i loro volti che i corpi invadenti,
attraverso un’immediatezza spesso trascinante: Stars at
Noon si fa tanto più coinvolgente quanto più la macchina
da presa si avvicina agli attori, un po’ alla maniera – prendete
ovviamente il paragone secondo le giuste proporzioni – del
John Cassavetes di Faces o
Una moglie.
C’è una spontaneità quasi
snervante nel cinema di Claire Denis, e lo
scriviamo nel senso migliore del termine: lo spettatore deve
accettare di essere trascinato non soltanto dentro la storia ma
anche, anzi forse prima di tutto, dentro il turbine umano
rappresentato da Stars at Noon. Il che non
significa necessariamente entrare in alcun tipo di connessione
empatica con le psicologie dei personaggi, non è questo che la
regista vuole ottenere con il suo stile di ripresa. Il fatto è che
non si può comunque restare “fuori” da quasi ogni suo
lungometraggio, osservarlo in maniera empirica e distaccata, e
quest’ultimo non fa eccezione, tutt’altro.
Uso corrosivo
dell’ambientazione
Altro fattore importante
che rende Stars at Noon notevolmente efficace è
l’uso corrosivo dell’ambientazione: il film si poggia su un
naturalismo dei setting che scena dopo scena diventa sempre più
brutale nella sua semplice decadenza, un altro punto in comune con
le scenografie scarne e angosciose di High Life.
Stars at Noon non “mette in scena” la povertà
economica, il disagio sociale, lo squallore politico del Nicaragua:
mentre la narrazione e il rapporto sentimentale tra i due
protagonisti si sviluppa il contesto sembra quasi tirarsi indietro
volontariamente, asciugandosi per lasciare spazio alla necessità di
respirare dei personaggi. Con pochissimi tratti la Denis tratteggia
un universo preciso ma mai invasivo, che non distrae nei momenti in
cui la tensione sale di tono.
Se Stars at
Noon non ottiene un voto più alto è principalmente perché,
e siamo ben consci di quanto questo possa rappresentare un
paradosso, la coppia di attori protagonisti non convince fino in
fondo: Joe Alwyn rimane sempre un po’ troppo
“pulito” e trattenuto per restituire la necessaria ambiguità alla
figura di Daniel. Quando infatti arriva in scena il più ambiguo e
scoppiettante Benny Safdie, il confronto tra i due
attori risulta quasi immediatamente impari, soprattutto riguardo lo
charme e l’energia che sanno imprimere dentro i rispettivi
ruoli.
Margaret
Qualley, un’interprete dalle potenzialità enormi
E questo porta al
discorso della prova della protagonista assoluta Margaret Qualley: partendo con lo scrivere che
a nostro avviso si tratta di un’interprete dalle potenzialità
enormi, che recita apparentemente lavorando su un istinto e una
presenza scenica fuori dal comune, in questo caso dimostra di non
essere ancora in grado di lavorare in sottrazione. La sua Trish
infatti quasi mai cambia tono o linguaggio del corpo, il che
avrebbe dovuto succedere quando la storia si fa maggiormente tesa o
drammatica. Sia ben chiaro, la prima a non lavorare quasi mai in
sottrazione nei suoi film è proprio Claire Denis, ed è
probabilmente questo che ha chiesto alla sua attrice.
Rimane comunque il fatto
che in alcuni momenti Qualley pare portare il suo personaggio verso
toni altri rispetto a quelli che la storia sta raccontando. Poco
importa comunque, poiché Stars at Noon rimane un
lungometraggio che bisogna “vivere” prima che ragionarci sopra,
come il miglior cinema prodotto dalla Denis. Se si ha voglia di
immergersi anima e corpo in questa spy-story insieme datata e
contemporanea, il piacere cinematografico è garantito.
I dettagli ufficiali della trama
sono ancora nascosti, ma ci è stato assicurato che il sequel del
MCU onorerà il defunto Chadwick Boseman mentre continuerà l’eredità
del suo personaggio, T’Challa. Black
Panther: Wakanda Forever arriverà nelle sale l’11
novembre 2022. Il presidente dei Marvel Studios,
Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio
interpretato al compianto Chadwick
Boseman nel primo film, non verrà interpretato da
un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI. Il sequel si
concentrerà sulle parti inesplorate di Wakanda e sugli altri
personaggi precedentemente introdotti nei fumetti Marvel.
Letitia Wright (Shuri), Angela
Bassett (Ramonda), Lupita
Nyong’o (Nakia), Danai
Gurira (Okoye), Winston
Duke (M’Baku) e Martin
Freeman (Everett Ross) torneranno nei panni dei
rispettivi personaggi interpretati già nel primo film.
L’attore Tenoch Huerta è in trattative
con i Marvel Studios per
interpretare il villain principale del sequel.
La Festa del Cinema di
Roma presenta il programma degli incontri della
diciassettesima edizione che si svolgerà dal 13 al 23 ottobre
all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone coinvolgendo
numerosi altri luoghi e realtà culturali della Capitale.
James Ivory,
Premio alla Carriera della Festa del Cinema 2022, sarà protagonista
di una masterclass in cui ripercorrerà i momenti più importanti del
suo straordinario percorso artistico: nato a Berkeley nel 1928, il
cineasta statunitense ha firmato trentadue film da regista, ha
ricevuto quattro candidature all’Oscar per la regia e un Oscar per
la migliore sceneggiatura, ottenendo inoltre una quantità di
riconoscimenti internazionali per interpretazione, sceneggiatura,
fotografia e scenografia dei suoi film.
Due specifiche sezioni saranno
dedicate agli incontri con il pubblico. Paso Doble ospiterà
dialoghi tra due autori riguardanti i protagonisti, i generi e i
mestieri del cinema con un’attenzione particolare dedicata alle
nuove produzioni; in Absolute Beginners, un autore affermato
rievocherà con gli spettatori la storia del proprio esordio al
cinema. Accanto a queste due specifiche sezioni, la Festa ospiterà
una serie di incontri legati alle proiezioni in programma nella
Selezione Ufficiale.
Paso Doble
Il primo incontro, dal titolo
“Stregati dal grande schermo”, coinvolgerà due fra i maggiori
scrittori e sceneggiatori italiani, Sandro Veronesi e
Francesco Piccolo. Entrambi vincitori del premio Strega (il primo
con i romanzi “Caos calmo” e “Il colibrì”, da cui è tratto il film
di apertura della Festa 2022, il secondo con “Il desiderio di
essere come tutti”), Veronesi e Piccolo parleranno al pubblico del
rapporto fra cinema e scrittura.
“Dove va il western?” è il tema che
sarà affrontato nel Paso Doble che vedrà protagonisti Francesca
Comencini e Gabe Polsky. Comencini è regista di Django –
La serie, ispirata all’omonimo film di Sergio Corbucci, mentre
Polsky è autore di Butcher’s Crossing, ambientato nel
1870 nel Colorado. Le due opere, che saranno presentate in
anteprima alla Festa 2022, dimostrano la straordinaria vitalità di
uno dei generi classici più amati nel cinema.
La Festa del Cinema presenterà agli
spettatori il documentario “Jane Campion, la femme cinéma” di Julie
Bertuccelli. Per celebrare la carriera e l’opera della
pluripremiata cineasta neozelandese, il pubblico potrà assistere al
Paso Doble dal titolo “Viva Jane Campion!”: protagoniste
dell’incontro la regista Julie Bertuccelli e l’attrice Valentina
Cervi, scelta a soli diciannove anni da Campion per entrare nel
cast di Ritratto di signora.
Il cineasta francese
Luc Besson sarà alla Festa per raccontare la sua prima
esperienza dietro la macchina da presa, avvenuta con la regia del
film post-apocalittico La Dernier combat (1983).
Il lungometraggio di straordinario impatto visivo, girato in bianco
e nero e in cinemascope, inaugura la collaborazione del regista con
l’attore Jean Reno e il compositore Éric Serra.
Stephen
Frears
Stephen Frears, uno dei più
apprezzati registi inglesi, presenterà al pubblico il suo primo
lungometraggio, My Beautiful Laundrette (1985).
Coraggioso e innovativo, il film – che vede fra i protagonisti un
emergente
Daniel Day-Lewis – segna anche l’inizio della collaborazione
con lo scrittore anglopakistano Hanif Kureishi.
Dopo una lunga esperienza nel
teatro d’avanguardia, Mario Martone esordisce sul grande
schermo con Morte di un matematico napoletano: sarà
questo il titolo al centro dell’incontro fra il regista partenopeo
e il pubblico della Festa. Uscito in sala nel 1992, il film ha
ricevuto numerosi riconoscimenti, fra i quali il David di Donatello
e il Nastro d’argento come miglior regista esordiente e il Leone
d’argento – Gran premio della giuria.
Il regista, sceneggiatore e
produttore James Gray ripercorrerà con gli
appassionati il suo debutto sul grande schermo, avvenuto nel 1994
con Little Odessa, Premio speciale per la regia alla
Mostra del Cinema di Venezia. Gray sarà a Roma per presentare anche
il suo nuovo film, Armageddon
Time, una coproduzione Festa del Cinema e Alice nella
città.
Paolo Virzì,
Paolo Virzì, uno
dei più applauditi e premiati registi italiani, parlerà con il
pubblico de La bella vita (1994). Grazie a
questo film, che sarà presentato alla Festa in una speciale
versione “director’s cut” con il restauro effettuato da Motorino
Amaranto e Cineteca di Bologna, Virzì ha conquistato il David di
Donatello e il Nastro d’argento come miglior regista
esordiente.
Incontri
In occasione della presentazione
del documentario Daniel Pennac: ho visto
Maradona! di Ximo Solano, il pubblico della Festa potrà
incontrare il celebre scrittore Daniel Pennac, che ha approfondito
la figura e l’influenza di un mito dello sport moderno, Diego
Armando Maradona. Sul palco salirà anche la scrittrice Annie Ernaux
regista, assieme al figlio David Ernaux-Briot, del
documentario Les Annees Super 8, che sarà presentato
nella sezione Proiezioni Speciali. Infine, Nino Migliori (classe
1926) incontrerà gli spettatori in occasione del
documentario Nino Migliori. Viaggio intorno alla mia
stanza di Elisabetta Sgarbi che porta sul grande schermo
le opere del grande fotografo bolognese.
È bastato un solo ruolo all’attore
Damiano Gavino per affermarsi come uno dei più
interessanti giovani volti della recitazione italiana. Comparso in
una popolare serie TV, egli ha dato prova di saper perfettamente
gestire un personaggio complesso ma ricco di emotività, svelando
dunque un talento tutto da coltivare. In attesa di poter rivedere
sul piccolo o grande schermo l’attore, ecco alcune cose da sapere
su di lui.
Ecco 10 cose che non sai su Damiano Gavino.
Damiano Gavino: i suoi film e le serie TV
1. Ha recitato in una
popolare serie per la TV. Ad aver reso celebre Damiano
Gavino è stata la sua partecipazione alla serie Un professore, andata
in onda sulla Rai nel corso del 2021 e che vanta come protagonisti
gli attori Alessandro
Gassmann e Claudia
Pandolfi. Nella serie Damiano interpreta Manuel Ferro,
uno dei principali protagonisti tra il gruppo di studenti a cui
insegna Dante Balestra, il personaggio interpretato da
Gassmann.
2. Ha recitato anche in un
film per il cinema. Nel corso del 2021 l’attore ha avuto
anche modo di recitare nel suo primo film per il cinema. Si tratta
di The Boat, diretto da Alessio Liguori
con protagonisti Marco Bocci e Filippo Nigro.
Non è noto in che ruolo recita Gavino, mentre è noto che il film
appartiene al genere thriller e vede un gruppo di persone rimanere
bloccate su di una barca, dando vita ad un vero e proprio
incubo.
3. Non sono ancora noti i
suoi progetti futuri. Ora che è divenuto molto popolare
come giovane attore, ci si attendono diversi nuovi ruoli sia
cinematografici che televisivi per Gavino. Al momento, però,
l’attore non ha rivelato cosa gli riserva il futuro e per tanto
bisognerà attendere sue comunicazioni ufficiali circa i progetti
che lo vedranno comprarire tra i protagonisti.
Damiano Gavino è su Instagram e Twitter
4. Ha un profilo sul social
network. Damiano Gavino è naturalmente presente sul social
network Instagram, con un profilo seguito attualmente dda 79.5 mila
persone. Su tale piattaforma egli ha ad oggi pubblicato appena 21
post, tutti relativi alle sue attività come attore. Si possono
infatti ritrovare diverse immagini relative a momenti trascorsi sul
set ma anche foto promozionali dei suoi progetti. Seguendolo si può
dunque rimanere aggiornati sulle sue attività.
5. È anche su
Twitter. Oltre che su Instagram, l’attore può essere
seguito anche su Twitter. Qui Gavino possiede un profilo seguito da
oltre ventimila persone, anche se è solito pubblicare tweet in modo
non frequente. Come per Instagram, si possono però ritrovare
curiosità sui progetti a cui ha preso parte, come anche suoi
commenti relativi ad altre situazioni.
Damiano Gavino non recita in Skam Italia
6. Non ha recitato nella
serie Netflix. Molti fan dell’attore speravano che
egli entrasse a far parte del cast della serie Netflix Skam
Italia, dedicata ad un gruppo di adolescenti alle prese con i
loro problemi quotidiani. Un Gavino nella nuova stagione, la
quinta, in realtà c’è, ma non si tratta di Damiano, bensì di sua
sorella Lea Gavino, la quale è co-protagonista
della nuova stagione nei panni di Viola. L’attore ha dedicato
diversi post su Instagram al fatto che sua sorella avrebbe
ricoperto tale ruolo, sopportandola dall’inizio alla fine.
Damiano Gavino: chi è sua sorella
7. Sua sorella è
un’attrice. Damiano ha dunque una sorella attrice di due
anni più grande, di nome Lea, che oltre ad aver
recitato in Skam Italia è presente
anche nel film L’ombra di Caravaggio e nelle serie TV
Io ricordo Piazza Fontana e Oltre la soglia. Pare
che sia stata proprio Lea a convincere il fratello Damiano a
candidarsi per il ruolo di Manuel Ferro nella fiction Un
professore. Avendo saputo dei casting, Lea avrebbe infatti
inviato una foto di suo fratello, dandogli l’opportunità di
partecipare alle selezioni.
Damiano Gavino ha una fidanzata?
8. Non si sa molto della sua
vita privata. Da poco divenuto celebre, l’attore è
attualmente al centro delle attenzioni del mondo dello spettacolo.
Tuttavia, si sa ancora molto poco della sua vita privata. Ad
esempio, non è noto se sia attualmente impegnato in una relazione o
se sia single. Bisognerà aspettare che sia l’attore a rivelare
qualcosa di più a riguardo, se vorrà farlo.
Damiano Gavino in Un professore
9. Ha recitato nella
popolare serie TV. In Un professore, l’attore è
Manuel Ferro, uno studente della 3^B, figlio di Anita, interpretata
da Claudia Pandolfi. È un ragazzo complicato e
turbato, spesso in preda a comportamenti autodistruttivi. Nel corso
della serie egli acquista sempre più importanza tra i vari
personaggi e si trova anche a doversi scontrare con un giro di
delinquenza nel quale rimane coinvolto. Per sua fortuna, può sempre
contare sull’amico Simone, il figlio del professor Dante.
Damiano Gavino: data di nascita, età e altezza dell’attore
10. Damiano Gavino è nato a
Roma, il 16 settembre 2001. Oggi l’attore ha dunque 21
anni. Non è invece nota la sua altezza.
Arriva in sala dal 6
ottobre distribuito da Adler
Entertainment il film horror finlandese
Hatching – La forma del male, che ha per
protagonista la ginnasta dodicenne Tinja (Siiri
Solalinna), la quale desidera ardentemente compiacere la
madre (Sophia Heikkilä) ossessionata dal successo
e il cui popolare blog “Lovely Everyday Life” racconta
l’esistenza idilliaca della loro famiglia. Al di là di questa
facciata, quella di Tinja è però una famiglia tutt’altro che
perfetta. Le cose iniziano poi a precipitare ulteriormente quando,
dopo aver trovato un uccello ferito nel bosco, Tinja porta a casa
il suo strano uovo, lo sistema nel suo letto e se ne prende cura
finché questo non si schiude. Ciò che ne uscirà, dara il via ad un
incubo che metterà ancor più a dura prova il rapporto di Tinja con
i suoi famigliari.
Il film segna il debutto alla regia
di un lungometraggio di Hanna Bergholm,
affermatasi negli anni precedenti grazie ad alcuni cortometraggi di
successo. Dopo aver presentato in anteprima il film al Sundance
Film Festival nel gennaio del 2022, la regista ha intrapreso
un lungo percorso per presentare il film in giro per il mondo,
raccontando di più sull’origine del progetto e la sua
realizzazione. “Tutto ha avuto inizio quando Ilja Rautsi,
la sceneggiatrice del film, mi ha contattato dicendomi
di aver avuto un’idea per un film. – racconta la regista
–Lei aveva questo spunto narrativo di un ragazzo che
si prende cura di un uovo da cui poi esce fuori un suo
doppelgänger.L’idea mi attrasse da subito. Suggerii però
di cambiare il protagonista in una ragazza, perché sono più
interessata a raccontare storie di donne nei miei
progetti“.
Hatching – La forma del
male: un horror basato sul trucco e gli effetti speciali
prostetici
Dall’uovo di cui Tinja si prende
cura esce dunque una creatura molto particolare, che la regista ha
deciso di realizzare ricorrendo all’utilizzo di un pupazzo
animatronico, arricchito poi di particolari grazie alla CGI. Si
tratta di una scelta non molto frequente ai giorni nostri, ma che
ha consentito di ottenere interpretazioni molto più realistiche da
parte degli attori che interagiscono con la creatura. “È stato
molto diverte ma anche impegnativo lavorare con un pupazzo
animatronico, ma ci tenevo davvero molto che la creatura fosse una
presenza concreta sul set. – racconta la regista – Per
questo ho contattatoGustavHoegen (artista degli effetti speciali anche
di film come La fabbrica di cioccolato,
Prometheus e i nuovi film
di Star
Wars).
“Lo ritengo il migliore e solo
lui poteva dar vita in modo adeguato alla creatura che avevo in
mente. Al momento delle riprese sul set c’erano 5 addetti intorno
alla creatura che la animavano tanto nei movimenti quanto nelle
espressioni facciali. Ma è stato un lavoro davvero impegnativo,
perché ogni movimento doveva essere assolutamente preciso. È
inoltre stato necessario ripetere le scene in cui la creatura è
presente più e più volte, affinché tutto potesse essere coordinato
e calcolato fino al minimo dettaglio”. “Per quanto
riguarda il trucco prostetico – continua la regista –
avevamo degli sketch su cui basarci e li ho mostrati a
Connor O’Sullivan (candidato all’Oscar per il
trucco di Salvate il Soldato Ryan e
Il cavaliere oscuro).
Lui e il suo team sono entrati nel progetto e hanno svolto un
lavoro impressionante“.
Mostrare il meglio, nascondendo il peggio di sé
Al di là degli aspetti più
orrorifici del film, Hatching porta avanti anche
riflessioni su alcune importanti tematiche. In particolare, al
centro di tutto vi è il modo in cui la madre della protagonista
tenda a costruire una facciata di perfezione dietro cui si
nascondono tuttavia le naturali imperfezioni di una famiglia. Ciò
porta la donna anche a sviluppare un rapporto sempre più malsano
con la figlia Tinja. Per la regista, il genere horror è il modo
migliore per raccontare tutto ciò. “Volevo prima di tutto
raccontare di come Tinja e sua madre avvertano mancanze a livello
affettivo e di come questo le porti a cercare di colmare quel vuoto
in modi ambigui. Tutto ciò le porta a sviluppare un modo
d’essere raccapricciante, che ben poteva essere raccontato
attraverso l’horror”.
“Volevo in particolare mostrare
– continua la regista – come questi personaggi cerchino di
nascondere e reprimere le loro qualità negative. Ma più fanno così
più queste diventano forti e grandi e prima o poi arriva il momento
di dovercisi confrontare. Ed è un confronto che inevitabilmente
lascerà delle cicatrici”. La regista ha poi confermato di
essere attualmente al lavoro su un nuovo film, con la stessa
sceneggiatrice di Hatching. “Al momento stiamo
scrivendo un nuovo film incentrato su una coppia che ha da poco
avuto un bambino e la madre inizia a sospettare che questo sia in
realtà tutt’altro che umano. Sarà un film molto spaventoso,
che racconterà delle difficoltà di essere madre”.
Mentre sappiamo che
Hugh Jackman tornerà (per l’ultima volta?) nel panni
di Wolverine in Deadpool
3, continuano a rimanere aperti i casting per un
attore più giovane che ne possa raccogliere l’eredità.
L’ultimo, in ordine di tempo, che è
stato associato al ruolo è Zac Efron, che, ospite a The Tonight
Show con Jimmy Fallon, ha risposto alle voci che lo
vorrebbero il frontrunner per il ruolo.
Dopo che Fallon ha chiesto se
Zac Efron fosse a conoscenza di voci secondo
cui la Marvel stesse cercando un “tipo
alla Zac Efron” per interpretare il nuovo Wolverine del
MCU, l’attore è apparso aperto a un
ruolo nel franchise, ma ha anche ammesso che il suo collega Jackman
se la cava ancora bene nel ruolo: “Wow, potrebbero
semplicemente chiamarmi. Penso che Hugh lo stia ancora facendo
abbastanza bene. Devo dargliene atto”.
Credevamo di aver detto addio, in
grande stile, al Wolverine di
Hugh Jackman nel 2017, dopo Logan di
James Mangold. Il film aveva chiuso in maniera
perfetta la parabola del personaggio, lasciando aperta una strada
per il futuro nel personaggio di Laura/X-23. Al momento però,
mentre non ci sono ancora conferme in merito a un progetto su
Laura, il Wolverine di Jackman tornerà in Deadpool
3, anche se non sappiamo ancora in quale veste e in
che misura. Potrebbe trattarsi di un cameo o anche solo di una
variante del personaggio stesso, dal momento che questa nuova
avventura del Mercenario Chiacchierone si svolge all’interno del
MCU e che quindi avrà probabilmente
a che fare con il Multiverso.
Il produttore
Brian Gay ha anticipato che il primo trailer di
Ant-Man and the Wasp: Quantumania uscirà
questo autunno. Si tratta del terzo film del franchise che è stato
preceduto da due film di grande successo di pubblico anche se di
scala inferiore rispetto agli altri film del MCU.
Nel corso di
un’intervista con One Take
News, Brian Gay ha discusso del
trailer e della finestra d’uscita del film:
“Sapete, sono molto
eccitato di condividere questo progetto con tutti voi all’inizio
del prossimo anno. Al momento, quello che mi piace di questo film è
che abbiamo sempre giocato sul fatto che i film di Ana-Man erano
più piccoli rispetto agli altri, ma questo sarà invece molto più
grande! Siamo stati in grado di mostrare qualcosa al D23 e avremo
qualcosa in arrivo in autunno, prima della premiere il prossimo
anno. Dirò che è divertente avere di nuovo tutta la famiglia
insieme, vivranno un’avventura molto grande, e credo che tutti
percepiremo la differenza dagli altri due film.”
Un nuovo video di Bosslogic su Instagram,
viene immaginato il modo in cui in Deadpool
3 entrerà in gioco Wolverine, dopo l’annuncio
ufficiale che il personaggio, interpretato da
Hugh Jackman, tornerà nel film al fianco di Ryan Reynolds.
Il teaser è mostrato dal punto di
vista del Wolverine di Jackman nel momento in cui la sua mano
artigliata emerge dalla terra mentre il Deadpool di Reynolds è in
piedi sopra di lui, salutandolo scherzosamente e tenendo una pala.
Il breve teaser è accompagnato dalla canzone “Hello” di
Adele, con il testo che diventa un buffo
riferimento al fatto che i due personaggi non si vedono da molto
tempo:
Shawn Levy dirigerà
Deadpool
3. Rhett Reese e Paul
Wernick, che hanno già firmato i primi due film sul
Mercenario Chiacchierone, scriveranno anche Deadpool 3, basandosi sui fumetti creati da
Rob Liefeld, confermandosi nella squadra creativa
del progetto, dopo che per un breve periodo erano stati sostituiti
da Lizzie Molyneux-Loeglin e Wendy
Molyneux.
Oltre a Ryan Reynolds non ci sono nomi confermati nel
cast del film. In Deadpool 2 c’erano Josh
Brolin nel ruolo di Cable e Zazie Beetz
in quello di Domino, mentre il primo film vedeva la presenza di
Morena Baccarin come Vanessa e T.J.
Miller come Weasel. Nel cast è stato anche confermato
Hugh Jackman, che torna a rivestire i panni di
Wolverine/Logan, dopo la sua gloriosa uscita di scena nel 2017 in
Logan, di James Mangold.
Paul Wernick e
Rhett Reese hanno dichiarato sul film: “È
una meravigliosa opportunità per i pesci fuor d’acqua. Deadpool è
un pazzo al centro di un film. Far cadere un pazzo in un mondo
molto sano di mente, è oro puro. Sarà davvero divertente.”Deadpool
3 uscirà il 6 settembre 2024.
Anche se le vicende personali del
suo protagonista,
Ezra Miller, lo hanno reso un film ormai mitico,
The
Flash resta uno dei progetti più attesi dai fan della
DC Comics al cinema. Adesso, a un anno di distanza dal lavoro sul
set, Barbara Muschietti, produttrice del film, ha
condiviso sui social una foto di FLASHback, appunto, in cui si
ritrae il fratello e regista del film, Andy, mentre è
impegnato al lavoro.
Nella foto, alle sue spalle, fuori
fuoco, vediamo proprio il protagonista The
Flash, in una tuta rossa sgargiante che ci suggerisce
che il suo costume ha subito un pesante make-over rispetto a ciò
che del personaggio abbiamo visto nei film di Zack
Snyder:
The
Flash arriverà finalmente nelle sale il 23 giugno
2023. Il film vede
Ezra Miller riprendere il ruolo di Barry Allen da
Justice League e sarà affiancato da
Sasha Callie nei panni di Supergirl e Michael Keaton nel suo grande ritorno nei
panni di Batman, 31 anni dopo la sua ultima apparizione in
Batman Il Ritorno.
Tutto quello che c’è da sapere su
The Flash con Ezra Miller
Confermata anche la presenza
di Michael
Keaton e Ben
Affleck, che torneranno entrambi a vestire i panni di
Batman. Kiersey Clemons tornerà nei
panni di Irish West dopo essere apparsa in Zack
Snyder’s Justice League (il personaggio era stato
tagliato dalla versione theatrical). Nel cast ci saranno anche
l’attrice spagnola Maribel Verdú (Il
labirinto del fauno), che interpreterà Nora Allen (la
madre di Barry) e l’attrice statunitense Sasha
Calle(Febbre d’amore) che interpreterà
Supergirl.
Blonde, di Andrew Dominik con Ana de Armas, si ispira all’omonimo romanzo
del 2000 di Joyce Carol Oates, fondendo realtà e
finzione in un ritratto sognante del turbolento stato emotivo di
Marlyn Monroe.
Il film in questione è stato
criticato dai recensori per aver creato un’immagine unidimensionale
e sfruttata di Monroe. In particolare, il film è stato criticato
per aver costretto la Monroe a una vittimizzazione costante e
brutale, creando un tributo vuoto e disumanizzante di una donna che
era molto più delle sue relazioni traumatiche con gli uomini.
Tuttavia, i critici ritengono che la performance di Ana de Armas sia una rivelazione e un momento
clou del film divisivo.
Ora, chiamata in causa, interviene
nel dibattito intorno al film anche l’autrice del romanzo di
partenza del film, Joyce Carol Oates, che su
Twitter difende il film, le scelte di Dominik e la
performance di de Armas:
“Penso che sia stata/è una
brillante opera d’arte cinematografica ovviamente non per tutti.
Sorprendente che in un’era post #MeToo la cruda esposizione della
predazione sessuale a Hollywood sia stata interpretata come
“sfruttamento”. Sicuramente Andrew Dominik intendeva raccontare
sinceramente la storia di Norma Jeane.”
I think it was/is a brilliant work of
cinematic art obviously not for everyone. surprising that in a
post#MeToo era the stark exposure of sexual predation in Hollywood
has been interpreted as "exploitation." surely Andrew Dominik meant
to tell Norma Jeane's story sincerely. https://t.co/YCehGfskds
Blonde di Andrew Dominik, con
Ana de Armas nei panni dell’icona di Hollywood
Marilyn Monroe. Il film, basato sul romanzo
bestseller di Joyce Carol Oates, è degno di nota
per la sua classificazione vietata ai minori di 17 anni. Il cast di
supporto include Bobby Cannavale, Adrien
Brody, Julianne Nicholson, Xavier
Samuel e Evan Williams.
“[Il film] reinventa audacemente
la vita di una delle icone più durature di Hollywood, Marilyn
Monroe. Dalla sua instabile infanzia come Norma Jeane, attraverso
la sua ascesa alla celebrità e ai coinvolgimenti romantici,
“Blonde” offusca i confini tra realtà e finzione per esplorare la
crescente divisione tra il suo sé pubblico e privato”.
La
Sirenetta è senza dubbio una delle principesse Disney
più riconoscibili, in gran parte grazie agli attributi combinati
delle quattro donne che hanno ispirato il design di Ariel. Basato
sull’omonimo libro di Hans Christian Andersen,
La
Sirenetta del 1989 è tra i film Disney più amati
dal pubblico. E tutto il suo successo gli è ora valso un
adattamento live-action, che uscirà nel 2023 e sarà a sua volta un
nuovo adattamento del film d’animazione.
La
Sirenetta è la sedicenne Ariel, la settima figlia del re
Tritone e della regina Atena, governanti del regno sottomarino di
Atlantica. Insieme ai suoi amici Flounder il pesce e Sebastian il
granchio, Ariel si avventura nel mondo degli umani per trovare il
vero amore, scambiando persino la sua voce per le gambe di cui ha
bisogno per poter camminare sulla terra. La sua storia di coraggio,
sacrificio e ricerca del “bacio del vero amore” rimane una delle
migliori fiabe Disney, anche se il vero successo del film potrebbe
averlo fatto anche il design unico di Ariel.
Avendo bisogno di trasmettere
accuratamente le espressioni e i movimenti di Ariel sia sulla
terraferma che sotto il mare, il team di animazione del film ha
fatto riferimento a filmati live-action. Un’attenta considerazione
è stata posta anche nell’aspetto fisico di Ariel, compresi i suoi
espressivi occhi azzurri e gli iconici lunghi capelli rossi che
sembrano sempre perfettamente acconciati nonostante siano bagnati.
Il nuovo libro di Emily ZemlerDisney
Princess: Beyond The Tiara spiega che “la leggenda Disney
Glen Keane, che era in gran parte responsabile dell’aspetto di
Ariel” ha preso ispirazione principalmente per questi e altri
elementi del design di Ariel da quattro donne: sua moglie
Linda, la modella Christie
Brinkley, l’attrice Alyssa Milano e la
comica Sherri Stoner.
Brinkley e Milano hanno ampiamente
contribuito al design unico della principessa di Ariel. Un’icona di
stile degli anni ’70 e ’80, Brinkley era nota per la sua voluminosa
“frangetta che può essere vista chiaramente in Ariel”.
Sebbene non confermato, è anche possibile che i suoi occhi azzurri
siano stati presi in considerazione per il colore degli occhi di
Ariel. Milano, che era una popolare attrice adolescente all’epoca
delle prime fasi del film, probabilmente ha ispirato i tratti del
viso giovani e femminili di Ariel. Come Brinkley, anche Milano
sfoggiava un look molto anni ’80, che è stato poi applicato ai
capelli di Ariel. Dal punto di vista della personalità, Ariel è
ritratta come una ragazza vivace, gentile e curiosa. Anche se è
difficile sapere con certezza come la moglie di Keane, Linda, abbia
ispirato Ariel, è probabile che il suo amore e la sua predilezione
per lei si siano tradotti in questa incantevole
caratterizzazione.
Per quanto riguarda la fisicità di
Ariel, Stoner è stata assunta per “aiutare a guidare il
movimento dei personaggi… eseguendo le scene di Ariel in uno studio
davanti alla telecamera”. Gli animatori di film in 2D della
Disney “hanno stampato scrupolosamente ogni fotogramma del film
per studiarlo mentre si muoveva su una colonna guida preregistrata
su un palco vuoto” e in grandi vasche d’acqua (tramite Cartoon
Research). “La faccia di Sherri è molto da cartone animato. I
suoi occhi – ha occhi molto grandi – sono più che semplici occhi.
Le sue mani e le sue dita espressive… sono ancora più emotive dei
suoi occhi”, ha spiegato Keane elencando i contributi di
Stoner al personaggio. Stoner ha aggiunto: “Fornisco piccole
stranezze e idiosincrasie, tratti della personalità che si
aggiungeranno al personaggio… Posso sicuramente vedere me stessa
dietro il personaggio e gli amici dicono che possono facilmente
individuare il mio sorriso e i gesti delle mani”. Date le
caratteristiche e i movimenti di Ariel nel film, è chiaro come
queste quattro donne abbiano tutte contribuito al design iconico di
Ariel de La Sirenetta.
La
Sirenettavedrà nel cast Halle
Bailey (nei panni di Ariel), Jonah
Hauer-King (nei panni del Principe
Eric), Javier
Bardem (in trattative per interpretare Re
Tritone), Melissa
McCarthy (nei panni di Ursula, la perfida strega
del mare), Daveed
Diggs (Sebastian), Jacob Tremblay (Flounder) e Awkwafina (Scuttle).
Questa versione del classico sarà diretta dal regista
di Il Ritorno di Mary
Poppins e Into The
Woods,Rob Marshall, e includerà sia
i brani dell’originale d’animazione del 1989, sia canzoni inedite a
cui lavoreranno Alan
Menken e Lin-Manuel Miranda. Il
film arriverà il 26 maggio 2023 al cinema.
La prima idea che ci si fa
ascoltando questo audio, è che il film avrà un suono con un mood
differente rispetto a quanto visto in precedenza per un film DC, e
soprattutto rispetto al lavoro che ha proposto fino a questo
momento Junkie XL che ha lavorato gomito a gomito
con Zack Snyder.
Il cast completo
di Black
Adam, oltre a Dwayne
Johnson nei panni dell’anti-eroe del titolo,
annovera anche Noah
Centineo (Atom Smasher), Quintessa
Swindell (Cyclone), Aldis
Hodge (Hawkman) e Pierce
Brosnan (Doctor Fate). Insieme a loro ci saranno
anche Sarah Shahi, che interpreterà Isis,
e Marwan Kenzari, che sarà invece
l’antagonista principale (anche se il personaggio non è stato
ancora svelato).
Black
Adam, che sarà diretto da Jaume
Collet-Serra (già dietro Jungle
Cruise, sempre con Johnson), ha dovuto far fronte a non
pochi problemi durante il suo travagliatissimo sviluppo. Inoltre,
la pandemia di Coronavirus ha ulteriormente complicate le cose e
costretto la produzione del film all’ennesimo rinvio. L’uscita del
film nelle sale americane è fissata per il 29 luglio 2022. Black
Adam uscirà al cinema in Italia giovedì 21 ottobre 2022.
Il progetto originale della Warner
Bros. su Shazam!aveva
previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua
nemesi, Black
Adam appunto, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura
per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla
sua origin story. A quanto pare, il film
su Black
Adam dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei
primi anni duemila.
Marvel Studios ha annunciato la durata di
Black
Panther: Wakanda Forever e sembra che il film, che si
rivela essere il secondo più lungo del franchise, trarrà grande
beneficio da questa spropositata quantità di minuti.
La Marvel ha annunciato che Black
Panther: Wakanda Forever durerà 2 ore e 41 minuti. Con
tre nuovi supereroi che verranno aggiunti al MCU nel film, si tratterà
sicuramente di uno dei film chiave della Fase 4. Alcuni film
recenti, come Doctor Strange nel
Multiverso della Follia e Thor: Love and Thunder sono
stati infatti criticati per essere stati troppo frettolosi in
alcune dinamiche, quindi un film più lungo aiuterà a portare avanti
la storia, soprattutto mentre si passa alla Fase 5.
La morte di re T’Challa sarà un
punto importante della trama in Black Panther: Wakanda
Forever. Il fatto che il film debba poi bilanciare
altre trame come le introduzioni di Ironheart e Namor, insieme alla
guerra di Wakanda con Atlantide, giustifica la lunga durata. Ci
sarà molto da raccontare poiché il film non solo renderà omaggio a
T’Challa, ma anche a Chadwick Boseman, e occorre dare abbastanza
tempo per gestire questa intenzione rispettosamente. Inoltre, a
giudicare dal materiale promozionale, anche Shuri avrà un ruolo
molto importante, dal momento che potrebbe essere la nuova Black
Panther (come da fumetti).
I dettagli ufficiali della trama
sono ancora nascosti, ma ci è stato assicurato che il sequel del
MCU onorerà il defunto Chadwick Boseman mentre continuerà l’eredità
del suo personaggio, T’Challa. Black
Panther: Wakanda Forever arriverà nelle sale l’11
novembre 2022. Il presidente dei Marvel Studios,
Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio
interpretato al compianto Chadwick
Boseman nel primo film, non verrà interpretato da
un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI. Il sequel si
concentrerà sulle parti inesplorate di Wakanda e sugli altri
personaggi precedentemente introdotti nei fumetti Marvel.
Letitia Wright (Shuri), Angela
Bassett (Ramonda), Lupita
Nyong’o (Nakia), Danai
Gurira (Okoye), Winston
Duke (M’Baku) e Martin
Freeman (Everett Ross) torneranno nei panni dei
rispettivi personaggi interpretati già nel primo film.
L’attore Tenoch Huerta è in trattative
con i Marvel Studios per
interpretare il villain principale del sequel.
Quello di Robin Hood è un mito a cui
il mondo del cinema si rivolge ciclicamente, dando vita a continue
riletture della sua vicenda e delle sue gesta. Se nel 1991 era
stato Kevin Costner ad
interpretarlo in Robin Hood – Principe dei ladri, l’ultimo
ad aver attualmente ricoperto tale ruolo è Taron Egerton in
Robin Hood – L’origine della
leggenda. Nel mezzo vi è stato Russell
Crowe, protagonista nel 2010 di Robin
Hood (qui la recensione) per la regia
di Ridley Scott. I due,
che avevano anni prima dato vita al kolossal Il
gladiatore, tornano qui a raccontare una storia epica tra
avventura, passioni e giustizia.
Eppure, originariamente la prima
sceneggiatura era incentrata non sul celebre bandito ma sullo
sceriffo di Nottingham che tenta di acciuffarlo. Con l’ingresso di
Scott nel progetto, però, il protagonista tornò ad essere Robin
Hood, di cui il regista sperava di dare un ritratto soddisfacente,
non avendo apprezzato i precedenti film realizzati su di lui. Con
un budget di quasi 200 milioni, Scott arrivò a dar vita ad un nuovo
kolossal, ricco di azione e sequenze di grande impatto. Ad oggi, la
sua è considerata una delle versioni migliori di questo mito, che
trova qui ampio respiro in un’opera di quasi due ore e mezzo.
Visivamente imponente e ricco di
interpretazioni di alto livello, Robin Hood è dunque
un’opera che fonde in sé diversi elementi di pregio, fornendo una
rappresentazione se non del tutto fedele al mito, certamente quanto
più vicina ad esso possibile. Prima di intraprendere una visione
del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Robin Hood: la trama del film
La vicenda si svolge nel XII Secolo,
quando l’Inghilterra ha invaso la Francia, per riacquistare i
territori dell’Aquitania e della Normandia che gli appartengono di
diritto. In questo contesto il nobile Robin
Longstride desidera ardentemente tornare in patria e
riconsegnare alle autorità la corona del re inglese
Riccardo Cuor di Leone, valorosamente morto in
battaglia. Insieme ai suoi fedeli compari Allan
A’Dayle, Little John e Will
Scarlet torna dunque a casa solo per vedere incoronato
come nuovo re il principe Giovanni. Il nuovo
sovrano, consigliato dal doppiogiochista Sir.
Godfrey, si dimostra da subito tutto il contrario del
precedente re.
Avido e spietato, egli getta il
popolo nel più completo sbando, al limite di una guerra civile.
Deciso a fare qualcosa per cambiare quella situazione, Robin si
unisce ad un gruppo di ladri guidati dalla risoluta Lady
Marion e da Fra Tuck. Il gruppo, che vive
in gran segreto nella foresta di Sherwood, aspira a rubare ai
ricchi per dare ai poveri. Con loro, Robin escogiterà un piano per
destituire Giovanni come re e riportare la tranquillità a
Notthingham. Il pericolo è però dietro l’angolo e fidarsi diventerà
sempre più difficile in un contesto dove ognuno sembra prima di
tutto pensare al proprio bene.
Robin Hood: il cast del film
Con l’ingresso di Scott alla regia,
Russell Crowe fu il
primo ed unico attore considerato per la parte di Robin Hood.
C’erano tuttavia diversi dubbi su di lui, essendo più anziano
rispetto a quello che il personaggio richiedeva. Per poter essere
agile e scattante, Crowe si allenò intensamente per diversi mesi,
praticando anche il tiro con l’arco. Grazie al suo addestramento,
arrivò infine a poter centrare un bersaglio da una distanza di 45
metri. Crowe si occupò anche di studiare approfonditamente quanto
vi è di scritto su Robin Hood, consultando numerosi libri e testi
al fine di darne una rappresentazione fedele. Nei panni dei suoi
compari si ritrovano Kevin Durand come Little
John, Scott Grimes nei panni di Will Scarlet e
Alan Doyle in quelli di Allan A’Dayle.
La premio Oscar Cate Blanchett
interpreta Lady Marion, ruolo originariamente affidato a Sienna Miller.
Anche la Blanchett, per il suo ruolo, si è dovuta allenare a lungo
al fine di poter interpretare anche le scene più complesse. Nel
film sono poi presenti Mark Strong nei panni
di Sir Godfrey e Oscar Isaac in quelli
del principe Giovanni. Matthew Macfadyen è lo
sceriffo di Notthingham, mentre Danny Huston è il
re Riccardo Cuor di Leone. Sono poi presenti anche
William Hurt nel ruolo di Guglielmo il Maresciallo
e Max von Sydow come interprete di Sir. Walter
Locksley. Mark Addy, invece, è il simpatico
Fra Tuck. Nel film compare anche un’ancora poco nota
Léa Seydoux nel ruolo di
Isabella d’Angoulême.
Robin Hood: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Robin
Hood è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple iTunes, Netflix e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 1
ottobre alle ore 21:25 sul canale
Rete 4.
Dopo l’annuncio
ufficiale del ritorno di
Hugh Jackman nei panni di Wolverine per Deadpool
3 al fianco di Ryan Reynolds,
l’attore ha cominciato la preparazione fisica per indossare di
nuovo gli artigli.
Ecco di seguito un screen di una sua
Instagram Story in cui annuncia i “work in progress” in
palestra:
Deadpool 3, quello che
sappiamo
Shawn Levy dirigerà
Deadpool
3. Rhett Reese e Paul
Wernick, che hanno già firmato i primi due film sul
Mercenario Chiacchierone, scriveranno anche Deadpool 3, basandosi sui fumetti creati da
Rob Liefeld, confermandosi nella squadra creativa
del progetto, dopo che per un breve periodo erano stati sostituiti
da Lizzie Molyneux-Loeglin e Wendy
Molyneux.
Oltre a Ryan Reynolds non ci sono nomi confermati nel
cast del film. In Deadpool 2 c’erano Josh
Brolin nel ruolo di Cable e Zazie Beetz
in quello di Domino, mentre il primo film vedeva la presenza di
Morena Baccarin come Vanessa e T.J.
Miller come Weasel. Nel cast è stato anche confermato
Hugh Jackman, che torna a rivestire i panni di
Wolverine/Logan, dopo la sua gloriosa uscita di scena nel 2017 in
Logan, di James Mangold.
Paul Wernick e
Rhett Reese hanno dichiarato sul film: “È
una meravigliosa opportunità per i pesci fuor d’acqua. Deadpool è
un pazzo al centro di un film. Far cadere un pazzo in un mondo
molto sano di mente, è oro puro. Sarà davvero divertente.”Deadpool
3 uscirà il 6 settembre 2024.
Steven Knight ha
finalmente fatto trapelare alcuni dettagli in merito al
film di Peaky Blinders, che dovrebbe
concludere la parabola tragica ed eroica di Thomas Shelby. Parlando
con Radio Times, Knight ha rivelato che il film di Peaky
Blinders sta iniziando a prendere forma, confermando che
la sceneggiatura è “quasi pronta” e che è già pronto un programma
di riprese. Knight ha anche confermato che il film si svolgerà
durante la seconda guerra mondiale, con lo showrunner che integrerà
storie di guerra di vita reale nella trama principale.
“Quasi quasi quasi, è quasi
pronto, abbiamo il programma delle riprese, abbiamo le date per
quando inizieremo, quindi succederà tutto. Sono le stesse regole
[come scrivere il programma TV ] ma come sempre ho cercato di fare
con le stagioni di Peaky Blinders, c’è qualcosa di diverso. Quindi
ogni nuova serie ha uno scopo diverso”.
“Ho in mente questa cosa da un
po’ di tempo, una storia con i Peaky durante la seconda guerra
mondiale, e ho raccolto tre storie vere che sto integrando nel
film. In pratica delle storie segrete sulla Seconda Guerra Mondiale
e ho coinvolto i Peaky nelle storie. Sono sempre interessato perché
con la seconda guerra mondiale c’erano così tante cose da fare e
così tanta morte e distruzione, sono successe molte cose che non
sono entrare nei libri di storia. Quindi sono quelle cose su cui mi
sto concentrando”.
Sebbene la serie principale di
Peaky Blinders sia giunta al termine, da mesi si
parla continuamente di un film spin-off. Con il film all’inizio
della fase di sviluppo, è rimasto un mistero su quali personaggi
potrebbero tornare dallo show principale, ma lo stesso
Cillian Murphy ha espresso interesse a prendere parte
al film.
Il primo grande ruolo di Sigourney Weaver è stato senza dubbio quello
di Ellen Ripley in Alien, che non solo ne ha fatto
una vera icona cinematografica, ma è anche uno dei più grandi film
della storia del cinema.
Eppure, sembra che tra la
sceneggiatura del film e Sigourney Weaver non sia stato proprio amore a
prima vista. Durante una recente apparizione sul podcast WTF
With Marc Maron, Weaver ha riflettuto sul ruolo che le ha
cambiato la vita. L’attrice di Alien ricorda di
non essere stata interessata alla sceneggiatura inizialmente poiché
conteneva dieci personaggi maschili, e che solo dopo il suo
avvicinamento al progetto, la sceneggiatura è stata riscritta per
includere una donna che era anche l’unica sopravvissuta, “perché
nessuno nei loro sogni più sfrenati penserà che finirà per essere
una ragazza a sopravvivere”, Weaver dice.
Ha anche ricordato il suo primo
incontro con Ridley Scott quando ha brutalmente
cestinato la sceneggiatura del film, in particolare per una scena
di sesso gratuita che coinvolge Ripley.
“Abbiamo parlato molto a lungo
della sceneggiatura su cui ero piuttosto critica. Ho detto: “Eh, è
piuttosto deprimente, non so di questa scena d’amore, sembra
davvero adeguata quando i personaggi sanno che in giro per la nave
c’è quel mostro lì?””
Per fortuna gli appunti di Weaver
sono stati accolti e il film si è rivelato il gioiello che tutti
conosciamo.
Spider-Man:
Accross the Spider-verse continua a regalare piccole gioie ai
fan che non vedono l’ora di veder arrivare al cinema Miles Morales
e le sue Spider-People. Oggi, grazie a un giocattolo Hasbro,
possiamo avere qualche altro elemento in merito a quello che è
stato presentato come il cattivo del film, ovvero La Macchia.
Il giocattolo Hasbro, una
action figure del personaggio Marvel, tradizionalmente un cattivo
sia di Spider-Man che di Daredevil, è stato avvistato in un Walmart
canadese e condiviso dall’utente di Instagram TOYSHIZ. Sul retro
della confezione, la descrizione del giocattolo descrive il cattivo
nelle prime fasi del suo viaggio. Una piccola riga sulla scatola
spiega: “Se The Spot può realizzare il vero potere delle sue
abilità, potrebbe diventare una minaccia per l’intero
universo”. Secondo i fumetti, Spot ha la capacità di aprire
portali interdimensionali, anche sul proprio corpo, che gli
consentono di commettere crimini in più universi.
Sony Pictures Animation ha
ingaggiato Joaquim Dos
Santos(Voltron: Legendary Defender, La leggenda
di Korra), il candidato all’Oscar Kemp
Powers(Soul) e Justin
K. Thompson(Piovono polpette) per dirigere
Spider-Man: Accross the Spider-verse,
utilizzando una sceneggiatura scritta da Phil
Lord e Chris Miller (che
tornano anche come produttori insieme a Amy Pascal, Avi Arad e
Christina Steinberg) in collaborazione con David
Callaham(Shang-Chi
e La Leggenda dei Dieci Anelli, Wonder Woman
1984).
Non è stato ancora confermato, ma
sia Shameik Moore che la candidata
all’Oscar Hailee
Steinfeld dovrebbe tornare a doppiare
rispettivamente Miles Morales e Gwen Stacy. Nel sequel dovrebbero
ritornare anche gran parte degli attori che hanno prestato le loro
voci nel primo film, tra cui Jake
Johnson, Brian Tyree Henry, Lily Tomlin, Luna Lauren Velez,
Zoë Kravitz, John Mulaney,
Oscar Isaac e Kimiko Glenn. La
voce del villain sarà, in originale, doppiata da Jason
Schwartzman.
Il tanto atteso Nosferatu di Robert
Eggers sta iniziando a prendere forma, con Bill Skarsgard in trattative per interpretare
il personaggio del titolo e con Lily-Rose Depp come sua co-protagonista.
Eggers scriverà, dirigerà e
produrrà la nuova interpretazione del classico cinematografico, che
segue la storia, ambientata nella Germania del 19° secolo,
dell’ossessione tra una giovane donna sedotta da un incantesimo
(Depp) e l’antico vampiro della Transilvania (Skarsgard) che la
perseguita, portando orrore con lui.
Nosferatu Focus Features è prodotto da
Jeff Robinov, John Graham, Eggers, Chris Columbus
e Eleanor Columbus.
Nel 2017, Variety ha riferito in
esclusiva che Eggers stava progettando il suo film su Nosferatu – dopo il film muto
del 1922 di Murnau e il remake del 1979 diretto da
Werner Herzog – con Anya
Taylor-Joy, che ha collaborato con il regista nel loro
rivoluzionario indie The Witch e, all’inizio di
quest’anno, ha recitato nella sua epopea vichinga The
Northman.
Dopo che il COVID-19 ha ritardato
la produzione di The Northman, anche i piani per
Nosferatu sono
cambiati, il che ha portato una miriade di conflitti di
programmazione, inclusa l’uscita di Harry Styles dal progetto a marzo dopo che era
stato brevemente contemplato nel cast al fianco di Taylor-Joy.
Ora, con Skarsgard e Deep in
trattative per recitare nel film, sembra che i pezzi di questo
Nosferatu stiano
per mettersi insieme. La pellicola segnerà la prima volta che
Eggers lavora con la coppia di attori, anche se il fratello
maggiore di Skarsgard, Alexander Skarsgard, ha
recitato in The Northman.
I cosiddetti legal thriller
sono certamente una delle sottocategorie più affascinanti di quel
vasto e sfaccettato genere che è il thriller. Numerosi sono i
titoli che nel corso degli anni hanno fatto la fortuna di questo,
portando le storie di avvocati, processi o questioni legate al
mondo giudiziario a ritagliarsi il proprio posto di rilievo nel
mercato cinematografico. Titoli come Il rapporto
Pelican, Il socio e Il cliente sono solo alcuni
dei titoli più famosi. Un altro film molto apprezzato dagli
estimatori di questo filone è High Crimes – Crimini di
stato, uscito nel 2002 per la regia di Carl
Franklin, anche noto per Out of Time.
Scritto da Yuri
Zeltser e Grace Cary Bickley, il film è
basato sull’omonimo romanzo del 1998 di Joseph
Finder, noto per libri thriller come Killer
Instinct, la serie dedicata al personaggio di Nick Heller e
Paranoia, quest’ultimo a sua volta adattato nel 2013 in un
film con Liam Hemsworth
e Harrison Ford.
All’interno di High Crimes – Crimini di stato sono
riproposte tutte le principali caratteristiche di questo genere:
dall’accusato che si professa innocente agli avvocati intenti a
dimostrare la verità dei fatti, fino al complotto e alla corruzione
scaturite dai vertici del potere. Si costruisce così un thriller
teso e avvincente, ricco di colpi di scena.
Nonostante tali elementi, il film fu
accolto in modo piuttosto tiepido al momento della sua
uscita. Negli anni, tuttavia, è stato rivalutato dagli
appassionati, che ne lodano le interpretazioni e l’atmosfera
generale. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà
certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità
relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
High Crimes – Crimini di
stato: la trama del film
Protagonista del film è
l’avvocatessa Claire Kubik, felicemente sposata
con Tom e con lui residente in una tranquilla
località della California. Durante una visita a San Francisco, la
loro tranquillità viene improvvisamente spezzata dall’arresto di
Tom da parte dell’FBI.
L’agenzia governativa accusa infatti l’uomo di aver assassinato
nove civili in un villaggio in El Salvador anni prima. Claire
scopre così che la vera identità dell’uomo che aveva affianco è
Ronald Chapman, un agente dei Marines sotto
copertura e da anni ricercato per i suoi crimini di guerra. Pur
ammettendo la sua doppia vita, Ronald afferma di non aver ucciso
quelle persone, ma di essere solo un capro espiatorio.
Stando a quanto egli sostiene, il
vero colpevole sarebbe il maggiore James
Hernandez, aiutante del generale di brigata Bill
Marks. Convinta dell’innocenza del compagno, Claire assume
il ruolo di suo avvocato difensore insieme al giovane e inesperto
Terence Embry. La donna, però, si rende conto di
aver bisogno anche di un legale abituato a lavorare con un
tribunale militare. Entra così in scena Charlie
Grimes, ex procuratore dai problematici trascorsi. I tre
avvocati iniziano così a ricercare le prove dell’innocenza di
Ronald, scontrandosi con l’insabbiamento del caso da parte dei
vertici militari. La verità, tuttavia, non può essere nascosta a
lungo.
High Crimes – Crimini di stato: il cast del film
Ad interpretare la protagonista,
l’avvocatessa Claire Kubik, vi è l’attrice Ashley
Judd, divenuta celebre tra la fine degli anni Novanta e i
premi del Duemila per aver recitato in diversi thriller, come ad
esempio Il collezionista, Colpevole d’innocenza e
The Eye – Lo sguardo. Originariamente, il suo personaggio
era stato riscritto per essere una professoressa di legge di
Harvard, ma l’attrice suggerì che sarebbe stato più semplice
inserirla nella vicenda se fosse stata un’avvocatessa. Accanto a
lei, nei panni del compagno Tom, il cui vero nome è Ronald Chapman,
vi è invece l’attore Jim Caviezel,
celebre per i film La sottile linea rossa
e La passione di Cristo. Caviezel rifiutò le scene d’amore
previste con la Judd perché contrarie alla sua forte ispirazione
alla morale cattolica.
AdamScott, noto per la serie Parks and
Recreation, è il giovane avvocato Terrence Embry, mentre
Bruce Davison interpreta il generale Bill Marks e
Juan Carlos Hernandez è il maggiore James
Hernandez. Compaiono poi anche gli attori Michael Shannon nei
panni di Troy Abbott e Amanda Peet in quelli di
Jackie Grimaldi. Infine, ad interpretare l’ex procuratore Charlie
Grimes vi è il premio Oscar Morgan Freeman.
Per lui, si è trattato del secondo film in cui condivide la scena
con la Judd, avendo già recitato insieme nel thriller del 1997
Il collezionista. Freeman, che lì interpretava uno
psicologo e criminologo, si è preoccupato di dar vita ad un
personaggio caratterialmente diverso, al fine di non risultare
sempre simile di film in film.
High Crimes – Crimini di
stato: il trailer e dove vedere il film in streaming e in
TV
È possibile fruire di
High Crimes – Crimini di stato grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei
cataloghi di Chili Cinema e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
venerdì 30 settembre alle ore
21:10 sul canale Rai Movie.
La
famiglia è il bene più prezioso. Se c’è una morale nel nuovo
Quasi orfano di Umberto Carteni –
regista di Divorzio
a Las Vegas – presentato alla stampa e in arrivo al
cinema dal 6 ottobre è proprio questa. Per quanto cerchiamo di
rinnegarle e allontanarci dalle nostre radici esse trovano sempre
il modo di raggiungerci. È un aspetto che viene sottolineato bene
nel film – e anche in conferenza stampa. Basta un semplice fischio
e ci ritroviamo a far parte per un attimo della famiglia Tarocco.
Nel film Riccardo Scamarcio e Vittoria
Puccini sono Valentino e Costanza. Marito e moglie, vivono
a Milano e hanno fondato un famosissimo brand nel mondo del design.
Valentino, di origine pugliese, ha progressivamente tagliato i
ponti con la sua famiglia, al punto di dichiararsi orfano e
cambiare cognome. La famiglia di Valentino, colorita e numerosa,
tenta di riallacciare i contatti presentandosi all’improvviso a
Milano.
Quasi orfano, la conferenza stampa
Il film è una commedia, ripresa da
un film francese, ma ciò non toglie dignità al prodotto. “Credo
che in Francia ci sia un motore dietro le commedie francesi
diverso, le lega al mercato. I francesi vanno al cinema e lo Stato
tutela gli esercenti” dice Riccardo Scamarcio
in conferenza stampa, continuando poi: “Anche in Italia abbiamo
questo motore creativo, però non c’è nulla di male a prendere
spunto da film stranieri“. Concorda con questo aspetto anche
il regista, Umberto Carteni, che afferma: “Al
di là che grande cultura del cinema francese, questa storia è
attinente soprattutto a quello che succede in Italia. Perché spesso
le grandi diversità vengono viste con una accezione negativa mentre
invece fanno parte delle nostre ricchezze“.
Un film alla riscoperta delle
proprie origini
Sulla
scia del famosissimo Benvenuti al Sud, il film ripercorre degli
stereotipi tra nord e sud. Ma non solo, sottolinea anche una
barriera comunicativa costante tra i due protagonisti, Valentino e
Costanza, che va oltre il semplice dialetto differente. La coppia
infatti vive di questa profonda incomunicabilità, frutto del fatto
che i due protagonisti hanno perso di vista la loro vera identità.
Ne parla nello specifico Vittoria Puccini: “Il personaggio di
Costanza viene completamente ribaltato. Il suo arco narrativo è
sempre in crescita. Prima insegue il successo professionale però
poi con l’incontro con la famiglia Tarocco ritrova anche la
passione interiore, la vitalità, che aveva perso“. Continua
dicendo: “Quello che più mi ha divertito del film è l’ironia
che viene esasperata da certi aspetti e certi caratteri di queste
due realtà – nord e sud – attingendo però a delle verità seppur
estremizzate per creare la commedia”.
Un argomento significativo del film
è la differenza nel ritratto che viene fatto del nord e del sud
Italia. Nessuna esclusione di colpi, poiché vengono descritti pregi
e difetti da una parte e dall’altra. Riccardo Scamarcio – che è anche produttore
del film – tende però a sottolineare un altro aspetto chiave:
“Il film è un film nazional-popolare. Tocca dei punti
fondamentali e attuali perché vediamo l’evolversi anche della
società. Tutto in chiave leggera e ironica che ha come tema
centrale la rivalutazione delle proprie origini. Il film fa tutto
questo in modo molto intelligenti centrando il focus su alcuni
paradossi che l’Italia socialmente ha prodotto. In questo film, per
esempio, le donne del sud sono più emancipate. Al sud la famiglia è
matriarcale, le donne comandano. Recitare in questo film
per me è stata una liberazione
perché ho potuto restituire ai Pugliesi la loro
integrità”.
Il film vive proprio di contrasti,
non solo geografici, ma anche sentimentali. Da una parte la
famiglia Tarocco accoglie Costanza come una figlia, dall’altra
invece il personaggio di Bebo Storti incarna tutta la glacialità
del manager milanese. In Quasi
orfano si da spazio ai sentimenti e ai romanticismi
che sono propri della natura della famiglia Tarocco. Proprio
l’aspetto romantico e sentimentale è stato quello che maggiormente
è stato esplorato in Quasi orfano, piuttosto che nel film originale
francese. Lo vediamo nella focosità della coppia composta da Nicola
(Antonio Gerardi) e Lulù (Grazia Schiavo) ma anche e soprattutto da
Mà e Pà – Nunzia Schiano e Adriano Pappalardo.
Il messaggio di speranza per il
cinema
L’uscita in sala di Quasi orfano è
prevista per il 6 ottobre. Il regista e il resto del cast sperano
di poter attrarre un gran numero di persone per la loro commedia
all’italiana. Il regista ha parlato di questo grande potere che il
cinema regala ai suoi film: “È una grande responsabilità.
Speriamo di conciliare il pubblico in sala perché ci rendiamo conto
che ormai sugli schermi di casa c’è tanta offerta. Dobbiamo cercare
di motivare la gente in più possibile“. Con la pandemia, il
settore cinematografico è stato sicuramente uno dei più
colpiti.
Molte sale sono state costrette a
chiudere poiché non riuscivano a sostenere i costi. Riccardo Scamarcio ha parlato di questo
rapporto cinema-spettatore augurandosi che il suo nuovo film riesca
a risollevare le sorti del cinema italiano, lanciando un messaggio
di speranza: “L’arrivo del Covid ha spezzato il rapporto tra
cinema e spettatore. È importante riacquistare di nuovo questo
rapporto. Le piattaforme sono degli strumenti che hanno tantissimo
da offrire. credo che alla fine però la cosa che faccia la
differenza siano sempre i buoni film che sono contenuti al loro
interno. Io sono convinto che il cinema non morirà mai”.
La famigerata famiglia Tarocco
La famiglia Tarocco non vive di
fama, anzi al contrario i personaggi di Quasi orfano sono tutti
personaggi famigerati. Ma quanto aiuta l’essere famigerati nel
mondo del cinema? Nunzia Schiano ha la risposta:
“Io già sono famigerata, non famosa. Quindi sono proprio nel
mio. A volte è utile essere famigerati. Il nostro mestiere
comprende queste distonie. L’essere umano ha mille sfaccettature,
quindi c’è una certa libertà anche nella gestione. Se dovessi
scegliere preferisco essere famigerata“. Anche Grazia
Schiavo si definisce famigerata: “Quando sei un
personaggio famigerato nel lavoro puoi portare in scena parti
dimenticate che ritrovi dentro di te. A volte queste parti
dimenticate sono le nostre radici, non dobbiamo
vergognarci“.
ATTENZIONE: Questo articolo
contiene spoiler del sesto episodio di She-Hulk
Il sesto episodio di
She-Hulk è abbastanza lineare, ma presenta un colpo di
scena nei post-credits. La puntata introduce
l’Intellighenzia, una forza malvagia che, da quanto si
intuisce, vuole sfruttare il sangue di Jennifer Walters
(Tatiana
Maslany).Con esso, l’organizzazione potrebbe creare un
esercito infinito di Hulk. I fan sicuramente si sono chiesti chi
potrebbe nascondersi dietro un piano simile e dietro al nome
“HulkKing“. Ecco quindi 5 candidati che sarebbero il
nemico ideale di She-Hulk.
Doc Samson
Doc Samson è un
personaggio realmente sinistro. Anche se è stato uno dei più
stretti alleati di Hulk nei fumetti, non si può negare che
il personaggio abbia un lato oscuro e malvagio. Soprattutto negli
ultimi anni, è diventato un vero mostro. Chi ha
visto The Incredibile Hulk sa
che Samson e Bruce Banner si sono
lasciati in pessimi rapporti.
Probabilmente, dopo la fine della
storia con Betty Ross, Samson è diventato
ossessionato da Hulk e sta provando a diventare proprio
come lui (questo spiegherebbe il bisogno del sangue di
Jennifer). Trasformare questo personaggio nel cattivo
di
She-Hulk: Attorney at Law sarebbe un’opzione
efficace sia per la serie che per l’MCU.
Nick Trask
Nei fumetti, il padre di
Jennifer Walters ha uno scontro con alcuni mafiosi: nel
fuoco, anche la figlia rimane colpita. A
salvare Jennifer è una tempestiva trasfusione di
sangue, resa possibile dal cugino Bruce
Banner. Questo è l’evento che la trasforma nella
sensazionale
She-Hulk. Il gangster che dà origine a tutto ciò
è Nick Trask.
Nell’MCUle cose vanno
diversamente. Nel franchise, la trasformazione di Jen
è causata da un incidente. Tuttavia, il personaggio cattivo dei
fumetti potrebbe ritornare. Trask, colui che
ha creato le Sentinelle cacciatrici di mutanti, è
sicuramente interessato al sangue di
She-Hulk, specialmente se sta lavorando per qualcun
altro, magari l’Intellighenzia.
Todd
She-Hulk: Attorney at Law si presenta come una
commedia legale, ma potrebbe mostrare una svolta nelle prossime
puntate. E se, sorprendentemente, il cattivo fosse
Todd, il ragazzo raccapricciante con cui
She-Hulk è
uscita? Todd è chiaramente affascinato da
Jen e ha letteralmente chiesto di poter ”penetrare la sua
pelle”. Con tutte le sue stranezze, Todd è la
definizione del ragazzo arrabbiato che non riesce a trovare una
fidanzata e prova a raggiungere i suoi scopi usando le donne anche
contro la loro volontà.
Il personaggio nei titoli di coda
viene chiamato “Hulk-Todd“, altro aspetto che allude ad un
passaggio di sangue e ad una trasformazione… Alcuni potrebbero
rimanere delusi, in particolare perché Todd non è nessuno
dei fumetti, ma sicuramente l’MCUha fato i suoi
calcoli.
Il Capo
Todd potrebbe voler
diventare un Hulk, ma forse non è abbastanza
intelligente per riuscire nell’operazione. Al contrario, c’è
un altro personaggio che sarebbe perfetto come cattivo in
She-Hulk. Si tratta
del Capo: il creatore del Siero del
Super Soldato potrebbe ora voler trasformare tutti in un Hulk.
Il Capo tornerà sicuramente in Captain America: New World Order, e la
serie potrebbe anticipare il personaggio.
She-Hulkpotrebbe
chiudersi con il ritorno del Capo e la
rivelazione che ha usato la sua intelligenza per mettere le mani
sul sangue di cui ha bisogno. D’altronde, egli è il capo
dell’Intellighenzia nei fumetti.
Abominio
Sappiamo che Emil Blonsky
tornerà prossimamente in
She-Hulk: le promo della serie suggeriscono l’arrivo
di una sorta di clinica di riabilitazione per ex criminali. E se il
cattivo avesse altri piani?
Abominio potrebbe essere
colui che vuole il sangue di
She-Hulk per creare altri mostri come lui. Potrebbe
creare un esercito abbastanza potente da vendicarsi di Bruce
Banner, l’uomo che lo ha messo dietro le sbarre.
Sicuramente, Abominio è un personaggio da tenere
d’occhio in She-Hulk.