È L’Agnello di
Mario Piredda il vincitore della 38. edizione di
Annecy Cinéma Italien, il più importante appuntamento
internazionale interamente dedicato al cinema italiano, tenutosi
quest’anno in una forma “ibrida” in programma nelle sale del
capoluogo dell’Alta Savoia e online in tutta la Francia e in
Svizzera grazie alla piattaforma streaming sviluppata in
collaborazione con FestivalScope e Shift72. Il film ha conquistato
il Premio del Pubblico e i premi come Miglior film assegnati dalla
giuria ufficiale e dalla giuria giovani.
La giuria ufficiale, composta dalla
giornalista Yael Hirsch e dai registi Beniamino Barrese e Gianluca
e Massimiliano De Serio, ha premiato l’opera prima di Piredda con
la seguente motivazione: “L’Agnello ci regala un viaggio nel
cuore della Sardegna infuocato e selvaggio come i capelli rossi
della brillante attrice Nora Stassi. È anche per noi il film di
questo concorso 2020 che meglio combina tutti gli elementi che ci
permettono di proiettarsi dall’altra parte dello schermo:
personaggi forti e ben incarnati, una trama avvincente sviluppata
in modo efficace, un’immagine che riesce creare un’emozione unica
portando lo spettatore a seguire passo dopo passo la lotta di
Anita”. Mentre la giuria giovani, composta da cinque studenti
delle scuole superiori, argomenta così la propria scelta:
“Questo film indipendente mostra una performance attoriale
incredibile e delle immagini magnifiche della Sardegna, dove il
film è stato girato. Ci è piaciuta molto la bella amicizia tra
Anita e suo padre e la forza dei due personaggi. È un film molto
divertente da guardare, con la figura centrale dell’agnello che
lascia senza dubbio qualcosa da interpretare allo spettatore.
Personalmente pensiamo che l’agnellino rappresenti la speranza, una
caratteristica che Anita ha dall’inizio alla fine”.
Il Premio per la migliore regia,
assegnato dalla giuria ufficiale, è andato a PUNTASACRA di
Francesca Mazzoleni: “Fin dalle prime immagini, una bellezza
fragile si impadronisce di noi, fragile ed allo stesso tempo piena
di vita, come la storia e la lotta che gli abitanti dell’Idroscalo
di Ostia portano avanti giorno dopo giorno: preservare la loro
terra e il loro quartiere. Focalizzato sulla vita quotidiana e
sulle parole di poche famiglie, potente nei dialoghi, catturati
crudi, e con i riflessi unici del mare che ne illuminano i
personaggi, questo scintillante documentario fotografico non fa mai
“l’autopsia” di questa comunità per mantenere uno sguardo sempre
caloroso e umano”. E Puntasacra ha ottenuto anche il Premio della
Giuria CICAE: “Il film si concentra su una società dimenticata,
quasi tutte donne che combattono una battaglia sacra per la loro
terra, dando un volto a una sofferenza universalmente compresa; il
diritto di combattere e preservare la propria casa e la propria
cultura. Francesca Mazzoleni riesce a mostrare questa comunità
nella sua forma più cruda, lasciando che i protagonisti parlino del
loro attaccamento alla terra e seguendo le donne, giovani e meno
giovani, mentre organizzano eventi di sensibilizzazione nella loro
comunità. Il film è ottimamente girato e la fotografia naturalmente
affascinante, permettendo ai protagonisti di esprimersi liberamente
in ogni momento”.
“In un anno di grandi difficoltà –
spiega il direttore artistico del festival, Francesco Giai Via –
sono estremamente contento che il festival possa essersi svolto in
una formula inedita che si è rivelata di grande successo e che ha
fatto convivere i film in sala con una piattaforma online
disponibile in tutta la Francia e la Svizzera. La frequentazione di
entrambe queste modalità di fruizione è stata estremamente positiva
e ha ribadito il ruolo fondamentale che svolge il festival per la
diffusione e la valorizzazione del cinema italiano in Francia,
oltre al legame profondo che lega Annecy Cinéma Italien all’insieme
dell’industria cinematografica e delle istituzioni del nostro
Paese. Siamo poi felici, ancora una volta, di aver acceso i
riflettori non solo sui grandi film, ma anche su opere meno note,
che magari hanno fatto fatica a farsi notare in Italia ma che hanno
entusiasmato sia la giuria che il pubblico. Abbiamo cercato di
rispondere con creatività e apertura verso il futuro alle
condizioni dettate dalla crisi sanitaria e continueremo a
impegnarci per proseguire in quel processo di rinnovamento e
sperimentazione che è alla base del progetto della nostra
manifestazione”.
Annecy cinéma italien è organizzato
da Bonlieu Scène nationale, è realizzato grazie al sostegno delle
istituzioni francesi: Annecy, Haute-Savoie le Département, la
Région Auvergne-Rhône-Alpes, con il riconoscimento del MiBACT –
Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, con il sostegno di
Istituto Luce Cinecittà, Rai Cinema, Istituto Italiano di Cultura
Parigi, Ministero degli Affari Esteri, Istituto Italiano di Cultura
Lione, Consolato Generale d’Italia Lione, con la collaborazione
dell’Accademia del Cinema Italiano Premi David di Donatello.
In allegato le immagini dei film
premiati e il manifesto del festival, realizzato da Emiliano
Ponzi.
La 23esima edizione di
CinemAmbiente si aprirà, giovedì 1 ottobre a Torino, con
l’anteprima italiana di Rebuilding
Paradise (Cinema Massimo, ore 21.00), diretto da
Ron Howard e presentato all’ultimo Sundance Film
Festival. Il regista Premio Oscar (per A Beautiful Mind)
affronta nel suo ultimo lungometraggio la drammatica attualità
degli incendi incontrollabili, alimentati dall’estrema siccità, di
cui la California è ormai vittima sistematica. Girato a Paradise,
ridente cittadina rasa al suolo nel giro di tre ore, l’8 novembre
2018, dal Camp Fire, uno degli incendi più devastanti nella storia
dello Stato, il film è la storia di una comunità resiliente,
determinata a non lasciarsi sopraffare dalle avversità e a
ricostruire tutto quanto andato perso tra le fiamme. La proiezione
sarà seguita da un incontro online con Michelle
John e Steve “Woody” Culleton,
protagonisti del documentario.
Ad introdurre questa nuova edizione
di Cinemambiente, prima del film, si terrà “Il
Punto” di Luca Mercalli (giovedì 1°
ottobre, Cinema Massimo). Si tratta di un report sullo stato del
Pianeta, stilato e interpretato appositamente per il pubblico del
Festival, che il noto meteorologo esporrà in sala con
uno speach di una ventina di minuti circa. Mercalli si
soffermerà in specifico sul rapporto tra clima e ambiente, con
qualche accenno anche agli effetti positivi del lockdown sulla
diminuzione dell’inquinamento.
CinemAmbiente,
giunto al suo 23° anno di vita, si presenta all’appuntamento del
2020 con un’edizione speciale che presenta
65 film tra lungo, medio e cortometraggi,
provenienti da 26 Paesi. I titoli proposti non
saranno quest’anno suddivisi in sezioni competitive, nell’intento
di privilegiare una dimensione cooperativa del Festival in grado di
favorire, specificamente attraverso il cinema, la ripresa di un
dibattito collettivo sull’ambiente. Spostato a causa dell’emergenza
sanitaria dal tradizionale periodo tardo-primaverile a quello
autunnale, il Festival, organizzato dal Museo Nazionale del
Cinema e diretto da Gaetano Capizzi, si
svolgerà a Torino dal 1° al 4
ottobre, riducendo la programmazione di due giorni
rispetto agli scorsi anni, ma espandendo la sua platea potenziale.
L’edizione 2020 si svolgerà, infatti, contemporaneamente alla
presenza del pubblico (nelle sale del
Cinema Massimo) e online.
I film di supereroi non sono mai
stati così popolari come nell’ultimo decennio, ma la storia del
genere ha in realtà radice molto più profonde. Attualmente, la
Warner Bros. ha il pieno controllo dei film collegati alle
proprietà DC e sta lentamente abbracciando il concetto di
Multiverso, dal momento che in precedenza i film non erano
collegati tra loro.
Questo è l’opposto di ciò che la
Disney sta facendo con il MCU, franchise che si basa proprio
sulla continuity. Nel frattempo, anche la Sony sta
producendo diversi film collegati all’universo di Spider-Man che
alla fine potrebbero essere legati proprio all’Universo
Cinematografico Marvel.
Con così tanti film realizzati sulla
base dei fumetti DC e Marvel, le major hanno sempre bisogno di una
grande quantità di attori per i rispettivi titoli. La popolarità di
questi marchi ha regolarmente consentito agli studi cinematografici
di coinvolgere importanti attori nei loro progetti o di trasformare
attori meno noti in star amatissime a livello mondiale.
Il MCU , ad esempio, ha trasformato
Robert Downey Jr. in una delle più grandi
celebrità del mondo; Joaquin Phoenix ha vinto un Oscar per aver
interpretato il Clown Principe del Crimine in Joker.
Tuttavia, ci sono anche dei casi in cui uno stesso attore ha
interpretato un ruolo principale o secondario in entrambi i
franchise.
L’elenco degli attori e delle
attrici che sono apparsi in film sia della DC che della Marvel
continuerà di sicuro a crescere col tempo. Solo di recente abbiamo
appreso che
Christian Bale, ex iterazione di Batman, apparirà in
Thor:
Love and Thunder, mentre
Jared Leto, che ha già interpretato Joker in
Suicide
Squad, sarà il protagonista di Morbius.
Screen Rant ha realizzato un video che raccoglie la maggior
parte degli attori che hanno avuto un ruolo sia un film DC che in
un film Marvel, come Angela Bassett, Ben Affleck, Chris Evans,
Djimon Hounsou, Hugo Weaving, Idris Elba, Josh Brolin e tanti
altri…
Arriva il 28 settembre su Amazon Prime VideoDoom Patrol
2, seconda stagione dello show basato sulla singolare
squadra DC Comics degli anni ’60 creato da
Bob Haney e Arnold Drake. Con lo
show tornano anche le bizzarrie e le stranezze che avevano
caratterizzato il primo ciclo di episodi. La prima stagione era
composta da 15 puntate, mentre questa seconda si ferma a 9: il
progetto iniziale era di 10 episodi, tuttavia la chiusura dei set a
causa della pandemia ha cambiato i piani in corso d’opera e il
risultato è stato ottimizzato per dare alla serie una conclusione
degna della sua “anarchia” tematica.
La storia riparte da dove si era
interrotta, con i protagonisti rimpiccioliti a causa della
battaglia contro Mr. Nobody. I loro sforzi, ora, sono tutti rivolti
a recuperare le dimensioni normali, mentre la squadra da una parte
fa i conti con le proprie debolezze e dall’altra cerca di
accogliere al meglio la piccola Dorothy, nuovo membro del team e
figlia di Niles Caulder (Timothy
Dalton).
Doom Patrol 2, dove eravamo rimasti
Questa seconda stagione rielabora
tutti gli elementi della prima, cercando di mantenere sempre alto
il livello di stramberia messo in piazza dagli showrunner, che si
avvalgono dei personaggi insoliti che la serie stessa mette a
disposizione, ma si concentra anche molto sui legami affettivi che
legano proprio questi personaggi, in particolare riflette sul
legame padre figli e su quello che può voler dire anche in
situazioni in cui le famiglie coinvolte non sono esattamente
canoniche.
Nonostante questo approccio
insolito, la serie abbraccia comunque i canoni del racconto di
formazione dell’eroe, che deve fare i conti con il proprio corpo,
con le proprie abilità, e deve scegliere in che modo sfruttarle.
Una parabola classica che si inserisce nel contesto strambo e
originale di Doom Patrol e la incorona il prodotto
più originale che il panorama cine-tele fumettistico offre ad oggi,
nonostante l’inflazione di eroi dei fumetti arrivati su grande e
piccolo schermo.
Questioni di famiglia
Doom Patrol 2
conferma anche che il lavoro della DC sulle produzioni televisive è
molto più efficace rispetto a quello che è stato fatto fino ad ora
al cinema, in netto contrasto con ciò che è accaduto in casa
Marvel, in cui fino ad oggi vale il
contrario. Entrambe le famiglie di supereroi, però, si stanno
affacciando ad un rimescolamento importante che da una parte vede
riscrivere la storia delle serie tv di genere, con Disney+ come teatro
principale, dall’altra vede il mondo del cinema, con Warner Bros a
guida, ridisegnare le sue storie e attingere anche dalla tv, per
rimettere in carreggiata gli eroi DC, mettendo sotto i riflettori
anche i meno noti.
Doom Patrol 2
porta avanti i punti di forza della prima stagione e si conferma un
prodotto molto interessante ed originale, dai toni dark, ma anche
dal cuore grande, come sempre accade quando i supereroi
protagonisti formano anche una strampalata. Il cliffhanger finale
lascerà con il fiato sospeso, ma anche con il bruciante desiderio
di sapere cosa accadrà poi.
Durante una conferenza virtuale con
Wizard World (via
ComicBook), Claudia Wells e James
Tolkan, interpreti di Jennifer Parker e Strickland in
Ritorno al Futuro, hanno parlato del futuro
della saga e di un possibili quarto capitolo, sul quale ormai non
fanno altro che susseguirsi voci da anni.
I due attori sono stati parecchio
categorici sul fatto che la saga sia giunta al termine e che un
nuovo episodio non avrebbe ragione di esistere. “C’è sempre
qualcuno che dice: ‘Un giorno Robert Zemeckis farà Ritorno al
Futuro 4’. La verità è che la saga è finita. Siamo a posto così. Il
primo, il secondo e il terzo film. Siamo felicissimi così”, ha
spiegato Talkan.
Wells ha invece aggiunto: “Bob
Gale è sempre stato chiaro: ‘Non ci sarà mai Ritorno al Futuro 4’.
Una volta ero ad un Q&A con Christopher Lloyd in un cinema dopo
una proiezione del film. Tra il pubblico c’era l’artefice del video
divenuto virale Brokeback to the
Future. Chris lo guardò e disse: ‘Ecco il vostro Ritorno al
Futuro 4, perché non ce ne saranno altri’.”
Nonostante le innumerevoli reunion
alle quali abbiamo assistito nel corso degli anni, anche lo stesso
Robert Zemeckis e il produttore Frank
Marshall nel corso degli anni hanno dichiarato che mai e
poi mai un nuovo capitolo della saga vedrà la luce. Anche Tom Holland – lo Spider-Man del MCU che di recente era stato
protagonista di un
video deepfake ispirato alla saga –
aveva dichiarato che in passato ci sono state alcune
discussioni sulla possibilità di riportare l’incredibile
viaggio di Doc e Marty “a spasso nel tempo” sul grande schermo,
idea che però è stata subito accantonata proprio per la
“perfezione” rappresentata dalla storia raccontata attraverso i tre
film originali.
L’attesa serie Loki
potrebbe correggere alcuni buchi di trama e alcuni errori creati
dall’Universo Cinematografico Marvel attraverso l’espediente del
viaggio nel tempo. Avengers:
Endgame e Spider-Man:
Far From Home hanno ufficialmente segnato la fine della
Saga dell’Infinito, e ora i Marvel Studios si preparano a
percorrere nuovi territori narrativi attraverso tutta una serie di
progetti destinati sia al grande che al piccolo schermo. Tuttavia,
ciò non significa che il franchise non possa più rivisitare la
propria storia, soprattutto ora che il concetto di viaggio nel
tempo è stato definitivamente introdotto.
Viaggiare nel tempo e muoversi
attraverso la realtà sarà un fattore molto importante nella Fase 4
del MCU, dal momento che diversi film e serie tv si occupano
proprio di linee temporali e dimensioni alternative. Ciò riguarda
anche la nuova serie Disney+ incentrata sul personaggio del
Dio dell’Inganno. Dopo esserci impossessato del Tesseract e averlo
usato per fuggire in Endgame,
il villain interpretato da
Tom Hiddleston si prepara a viaggiare nel tempo e ad
intraprendere nuove avventure in Loki. I dettagli
sulla trama dello show non sono ancora stati svelati, così come non
sappiamo ancora quando la serie farà ufficialmente il suo debutto.
Tuttavia, in precedenza è stato confermato che Loki viaggerà da
un’era all’altra, diventando un’improbabile figura chiave in alcuni
eventi storici.
È importante sottolineare che gli
eventi primari di Loki saranno
ambientati in una realtà ramificata secondo le regole del viaggio
nel tempo stabilite in Endgame,
anche se le leggi del viaggio nel tempo nel MCU stabiliscono che è
possibile che gli imbrogli di Loki in passato abbiano già
influenzato l’universo condiviso. In sostanza, tutto ciò che il Dio
dell’Inganno ha fatto in passato sarebbe già accaduto nella linea
principale del MCU: non sta cambiando gli eventi come il pubblico
li conosce; sta colmando alcune lacune stabilite e correggendo
alcuni celebri errori dell’universo. Le realtà in cui non ha
cambiato nulla è rappresentata dai rami alternativi. Poiché lo
spettacolo si concentrerà su come il Dio del male può influenzare
gli eventi storici, i Marvel Studios potranno utilizzare la serie
per affrontare alcune delle deludenti svolte creative del franchise
o persino sistemare dei buchi di trama e offrire risposte migliori
di quelle che sono già in nostro possesso.
1L’occhio di Nick Fury
Da
quando Nicky Fury (Samuel
L. Jackson) ha rivelato in Captain America: The Winter
Soldierdi aver perso un occhio dopo
essersi fidato troppo di qualcuno, i fan si sono sempre
chiesti cosa gli fosse realmente successo. L’ex direttore dello
SHIELD non è il tipo da divulgare segreti personali e ha fatto
sembrare che avesse perso l’occhio dopo un intenso scontro.
Sfortunatamente, il vero motivo si è rivelato essere una delusione,
come spiegato finalmente in Captain
Marvel. Il film con
Brie Larson, infatti, ha rivelato che l’agente si è
semplicemente avvicinato troppo al gatto alieno di Carol Danvers,
Goose, facendosi graffiare l’occhio. Ammesso che il felino sia in
realtà un Flerken, alla fine è stato comunque deludente per i fan,
soprattutto a causa del modo in cui Fury ha descritto
l’accaduto.
Loki
potrebbe in qualche modo offrire una ragione più accettabile per la
ferita di Fury, rivelando che il graffio di Goose non era l’unica
ragione per cui ha perso l’occhio. Forse gli è successo qualcosa
dopo l’infortunio iniziale che potrebbe adattarsi meglio al suo
racconto in The Winter Soldier, con Fury ne ha
semplicemente custodito il segreto. Da lì, i lividi sono diventati
molto più gravi con conseguenti danni permanenti.
Henry Cavill ha sicuramente accresciuto la sua
fama grazie al ruolo di Superman nel DCEU, ma l’attore britannico
ha avuto modo di dimostrare di essere molto più che l’interprete
dell’eroe kryptoniano negli ultimi anni. Ha interpretato il cattivo
principale in
Mission: Impossible – Fallout, ha dato vita a Geralt di
Rivia nella serie di successo The Witcher e adesso sta ricevendo ampi consensi per
il ruolo di Sherlock Holmes in Enola
Holmes.
Nonostante l’uscita della Snyder Cut di Justice
League il prossimo anno su HBO Max, non sappiamo
ancora con certezza quale sarà il futuro cinematografico del suo
Superman. Tuttavia, l’attore potrebbe avere tra le mani
un’opportunità altrettanto appetitosa. È da tempo infatti che il
nome di Cavill viene associato al ruolo di prossimo James Bond, anche se al momento non sappiamo
ancora chi raccoglierà l’eredità di Daniel Craig dopo l’uscita nelle sale
dell’attesissimo No Time
to Die.
Adesso, in una recente intervista
con
GQ, Henry Cavill ha parlato ancora una volta della
possibilità di vestire i panni dell’iconico agente segreto,
confermando che semmai dovesse arrivare una chiamata da parte dei
produttori, ovviamente non si tirerebbe indietro. “Se Barbara
Broccoli e Michael G. Wilson fossero davvero interessati a me,
coglierei assolutamente l’opportunità”, ha dichiarato
l’attore. “Ora come ora, è tutto campato in aria. Vedremo cosa
succederà. Ma sì, è chiaro che mi piacerebbe interpretare Bond.
Sarebbe molto, molto eccitante”.
Sempre nel corso della medesima
intervista è stato chiesto a Cavill di commentare il suo futuro nel
DCEU, ma l’attore si sarebbe rifiutato di parlarne. Di recente
abbiamo appreso che Cavill potrebbe non essere coinvolto nelle
riprese aggiuntive della
Snyder Cut, anche se in merito non esistono ancora
conferme ufficiali. Per quanto riguarda il suo ritorno nei panni di
Superman in un nuovo film, al momento la voce più accreditata è
quella secondo cui l’attore dovrebbe tornare nei panni dell’uomo
d’acciaio in un ruolo minore in uno dei prossimi titoli
dell’universo condiviso.
A quanto pare, Keira Knightley non ha dei ricordi molto
chiari del suo ruolo in Star Wars – La minaccia fantasma. Esplosa
all’inizio degli anni 2000, l’attrice britannica è diventata famosa
grazie a pellicole quali Sognando Beckham e Love
Actually, ma anche e soprattutto grazie alla saga di
Pirati dei Caraibi. Di recente Knightley ha preferito
dedicarsi ad un cinema più intimo e a progetti più indipendenti,
indirizzando la sua carriera verso un nuovo tipo di percorso.
Uno dei primissimi ruoli
interpretato dall’attrice è stato proprio nel più grande franchise
di tutti i tempi: Knightley ha infatti interpretato Sabe, una delle
ancelle (nonché sua sosia) di Padme Amidala, nel primo episodio
della trilogia prequel di Star Wars. In effetti, l’attrice venne scelta
proprio per la forte somiglianza con Natalie Portman. Adesso, durante un’intervista
con
ComingSoon.net, è emerso che Knightley in realtà non ricorda
molto di quell’esperienza, arrivando addirittura a confondersi sul
personaggio che ha interpretato nel film: l’attrice era infatti
convinta di aver interpretato proprio Padme.
“Chi ho interpretato? Non ero
Padme?No, eri la sua ancella
Sabe. Oh, ero Sabe? Ok. Sai, ho visto il film solo
una volta. Credo di aver avuto 12 anni quando abbiamo girato, poi
ho visto il film l’anno dopo e poi non l’ho mai più rivisto. Quindi
ho interpretato Sabe… e non è morta? Ok [ride]. Spero che
si sia goduta una vita lunga e felice da qualche parte su un
pianeta lontano, lontano.
Avete mai discusso della
possibilità di tornare nei panni del personaggio? Tornare
a interpretare un personaggio di cui non ricordo neanche il nome?
No. Dovrebbero parlarne, però. Sono certa che la sua vita sarà
stata lunga e interessante [ride]. Com’è che si chiama?
Sabe?”
Considerato un film spartiacque
nella carriera del regista Paul Thomas Anderson,
Il petroliere ha segnato l’inizio di una
nuova poetica, che trova nell’esplorazione profonda dell’animo
umano una delle sue tematiche principali. Il film ha inoltre
permesso al regista di consacrarsi come uno dei migliori e più
importanti della sua generazione. Seguito poi negli anni da
The Master, Vizio di forma e
Il filo
nascosto, il film, il cui titolo originale è il suggestivo
There Will Be Blood, è oggi considerato uno dei migliori
dal 2000 ad oggi. Vien inoltre indicato da molti come uno dei
grandi capolavori contemporanei.
Dopo aver diretto Ubriaco
d’amore nel 2002, Anderson si prese una lunga pausa per
ponderare bene il suo progetto successivo. Fu in questo periodo che
entrò in contatto con il romanzo Petrolio! di
Upton Sinclair, pubblicato nel 1927. Il regista
rimase estasiato da quel racconto, e decise di trarre da quelle
pagine il suo nuovo film. Il petroliere non è però una
fedele trasposizione, al contrario. Anderson adattò infatti
soltanto le prime cento pagine, poiché in esse erano contenuti i
temi e la storia di suo interesse. Per il resto, decise di dar vita
ad un racconto soltanto vagamente ispirato a quello narrato nel
libro.
Nel 2007 il film uscì così nei
cinema di tutto il mondo, ottenendo in breve tempo recensioni
estremamente entusiastiche. La critica riconobbe subito nel film
del regista una lucida riflessione sullo sviluppo degli Stati Uniti
e sulla nascita del capitalismo. Il petroliere venne poi
candidato a ben otto premi Oscar, tra cui miglior film, miglior
regista e miglior sceneggiatura. Vinse però soltanto le statuette
per il miglior attore Daniel Day-Lewis e per la
miglior fotografia di Robert Elswit. Con il tempo,
il suo prestigio è aumentato particolarmente, fino ad essere
posizionato al terzo posto nel sondaggio dedicato ai più grandi
film del XXI Secolo.
Il petroliere: la trama del
film
La vicenda si apre negli Stati
Uniti del 1989, nel pieno di un periodo che ha visto nella ricerca
del petrolio il suo unico scopo. Nel deserto del New Mexico, anche
Daniel Plainview è a caccia dell’oro nero. Con il tempo, grazie
alla sua intraprendenza e alla sua sete di potere, l’uomo diventa
un ricco uomo d’affari, sempre pronto ad espandere i propri
confini. In questo lo aiuta anche H.W., figlio che ha adottato in
seguito alla morte di uno dei suoi lavoratori. Con questi si
presenta infatti come un amorevole padre, influenzando
positivamente i proprietari dei terreni che aspira a fare suoi.
L’uomo sembra ormai totalmente corrotto dal potere raggiunto, ma
questo si rivela essere anche la sua dannazione.
Si giunge al 1911, anno decisivo
per Plainview. Questi, su proposta del giovani predicatore Eli, ha
ora modo espandere i propri possedimenti anche a Little Boston, in
California, dove sembra essere nascosto un grande giacimento di
petrolio. Eli si dimostra inizialmente favorevole all’arrivo
dell’uomo, ma nel momento in cui comprende che gli equilibri del
paesino verranno irrimediabilmente stravolti dalla sua ricerca,
decide di opporsi. Plainview si ritroverà dunque ad essere
etichettato come un orco malvagio, la cui sete di potere sembra
inarrestabile. Gli scontri che da qui si genereranno saranno
decisivi per la morte e la rinascita dell’America capitalista.
Il petroliere: il cast del
film
Quello di Daniel Plainview è
indicato come uno dei personaggi più complessi e affascinanti di
sempre. L’interpretazione che il premio Oscar Daniel
Day-Lewis ne ha dato è allo stesso tempo considerata
una delle performance migliori della storia. Anderson ha raccontato
di aver scritto il personaggio proprio pensando all’attore. Dal
canto suo, Day-Lewis accettò di ricoprire la parte ancor prima di
leggere la sceneggiatura completa. Noto per le sue meticolose
ricerche sui personaggi che interpreta, l’attore iniziò a condurre
una serie di ricerche sui cercatori di petrolio dell’epoca.
Inoltre, lavorò a lungo sulla propria voce, ascoltando
registrazioni di personalità dell’epoca in cui il film è
ambientato. Tutto ciò lo portò ad ottenere meritatamente il premio
Oscar per il miglior attore.
Altra figura chiave del film è
quella del predicatore Eli Sunday, interpretato nel film
dall’attore Paul
Dano. Questo, in realtà, originariamente doveva
interpretare il fratello Paul Sunday, un ruolo particolarmente
piccolo all’interno del film. Anderson, però, rimase così colpito
dalla sua interpretazione di Paul che decise di assegnarli anche il
ruolo di Eli, trasformando così i due in fratelli gemelli. Anche
Dano non ha poi voluto essere da meno rispetto a Day-Lewis, e
condusse numerose ricerche per poter comprendere meglio la
mentalità del suo personaggio principale. Pretese inoltre che,
nella scene che lo richiedeva, il collega lo picchiasse realmente
con schiaffi e botte varie. Ciò gli permise di rimanere nella parte
e fornire una performance migliore.
Il petroliere: il significato del
film
Film tanto affascinante quanto
ricco di riflessioni, Il petroliere si è affermato per la
sua grande capacità di dar vita ad un racconto epico incentrato
sulla nascita dell’animo capitalista. Nel corso del film si assiste
infatti all’ascesa di Daniel Plainview da semplice cercatore di
petrolio a proprietario di un vero e proprio impero fondato
sull’oro nero. L’intera narrazione mira a rendere evidente come in
quel periodo storico sia germogliato il seme dell’avidità
incondizionata, che ancora oggi sembra essere uno dei valori su cui
si fondano le società. Plainview espande il suo dominio a scapito
di chiunque, finendo in una spirale di follia che lo porta a
perdere ogni contatto con l’umanità. Coloro che lo circondano, dal
figlio adottivo al fratello, vengono infatti visti come meri
strumenti attraverso cui poter raggiungere ulteriore potere.
La forza dominante del capitalismo
è così sempre più evidente man mano che la narrazione procede. In
ciò si inserisce anche una stretta connessione con la fede
religiosa. Il contrasto tra Plainview ed Eli sottolinea la
differenza esistente tra avidità materiale e ricerca di
spiritualità. Ma con il rivelarsi della natura corrotta del
predicatore, sembra emergere come anche la fede abbia infine ceduto
e si sia corrotta e macchiata. Anche ciò che era sacro è infine
stato vinto dal desiderio di potere e lussuria. Con il finale, la
morte di questi valori sembra compiersi in modo inequivocabile.
Considerato ciò, molti critici hanno ritrovato nella storia di
Il petroliere una parabola sul fallimento dei principi
fondativi degli Stati Uniti in nome di valori spesso opposti, e
quasi sempre in senso negativo.
Il petroliere: il trailer e dove
vedere il film in streaming
Film imprescindibile, è possibile
fruire di Il petroliere grazie alla sua presenza su alcune
delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Questo è infatti presente nel catalogo di Chili Cinema, Now
TV e Netflix. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È
bene inoltre notare che il noleggio prevede dei tempi di scadenza
entro i quali è necessario guardare il titolo. Con un abbonamento
generale, invece, si avrà modo di guardarlo senza limiti e con
maggiore libertà. Il film verrà inoltre trasmesso in televisione
lunedì 28 settembre, alle ore
21:15 sul canale La7.
Dopo che il progetto è stato in
sviluppo per diversi anni, Ghostbusters:
Legacy vedrà finalmente la luce a Marzo del
prossimo anno. Il film sarebbe dovuto arrivare nelle sale
quest’estate, ma è stato posticipato al 2021 a causa della pandemia
di Covid-19. Naturalmente, i fan sperano che il terzo capitolo
della saga (che ignorerà quanto raccontato nel reboot al femminile
di Paul Feig del 2016) si collegherà direttamente ai primi due film
usciti negli anni ’80, e a quanto pare sarà proprio così…
A parlare del film in una nuova
intervista con Yes
Have Some è stato Ernie Hudson, che tornerà a vestire i panni di
Winston Zeddemore. Nonostante non abbia potuto rivelare alcun
dettagli specifico sulla trama, Hudson ha anticipato che Ghostbusters:
Legacy è il film che i fan morivano dalla voglia
di vedere. “Quando ho ricevuto la sceneggiatura, dopo averla
finita di leggere ho pensato: ‘Non soltanto sta accadendo, ma
questa storia è veramente bella’. È assolutamente in linea con ciò
che i fan speravano di vedere. Si lega davvero ai primi due
film.”, ha spiegato l’attore.
Il fatto che Hudson fosse
particolarmente eccitato quando ha letto la sceneggiatura di
Legacy,
fa ben sperare per il risultato finale. Ovviamente, i fan hanno già
iniziato a speculare sul modo in cui il nuovo film si collegherà ai
due originali. Una delle teorie più accreditate è quella secondo
cui i personaggi di Finn Wolfhard e Mckenna Grace
siano in realtà i nipoti di Egon Spengler (Harold
Ramis). Il primo trailer del film ha visto i due ragazzini
scoprire alcune delle apparecchiature originali degli
Acchiappafantasmi, il che dimostra che il franchise tornerà alla
sue radici in grande stile.
A più di trent’anni dall’uscita
nelle sale dell’iconico Ghostbusters, il cast
originale, composto da Bill
Murray, Dan Aykroyd, Ernie Hudson, Sigourney
Weavere Annie
Potts di nuovo insieme per ridar vita a una delle
saghe cinematografiche più amate della storia. Diretto da Jason
Reitman, il film sarà nelle sale dall’estate 2020 prodotto da Sony
Pictures e distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia. Tra i
protagonisti anche Mckenna Grace,
Finn Wolfhard, Carrie
Coon ePaul
Rudd.
Ghostbusters:
Legacy, diretto da Jason
Reitman e prodotto da Ivan
Reitman, è il nuovo capitolo della saga
originale Ghostbusters. Arrivati in una piccola città,
una madre single e i suoi due figli iniziano a scoprire la loro
connessione con gli Acchiappafantasmi originali e la segreta
eredità lasciata dal nonno. Ghostbusters:
Legacy è scritto da Jason Reitman & Gil Kenan.
Lo scorso mese Ridley Scott aveva confermato di essere ancora
al lavoro su un nuovo film della saga di Alien. Il tutto era avvenuto durante
un’intervista con Forbes, nella quale il celebre regista non aveva
nascosto i suoi dubbi in merito all’approccio da adottare con il
nuovo film rispetto alla proprietà in generale (probabilmente,
anche in considerazione del flop di Alien:
Covenant).
All’epoca Scott aveva spiegato:
“Un nuovo film è in programma. Con Prometheus e Covenant
abbiamo provato a seguire una nuova strada e a reinventarci.
Qualora andassimo avanti con la saga, non credo racconteremo una
storia ambientata prima dei fatti narrati in Prometheus. Ciò che è
stato fatto è già sufficiente. Adesso i fan si stanno facendo una
serie di domande fondamentali: Alien, il facehugger, il
chestubster… è stato già detto tutto su di loro o c’è ancora altro
da raccontare? Noi continuiamo a chiedersi se si dovrebbe ripartire
da zero, e magari provare a conservare il ‘brand’ Alien solo in
funzione del franchise. La domanda fondamentale continuano ad
essere questa.”
Nonostante la scarsa accoglienza
riservata a Alien:
Covenant, pare che l’esperienza sul set sia
stata incredibilmente piacevole per diversi attori del cast, come
ad esempio Katherine Waterston, che nell’ultimo titolo
della saga ad essere arrivato al cinema ha interpretato il ruolo di
Daniels, un’esperta di terraformazione. In una recente intervista
con
The Playlist, l’attrice statunitense ha ammesso che amerebbe
tornare a recitare per un film del franchise.
Waterston ha espresso entusiasmo
all’idea di riprendere il suo ruolo, dicendo che accetterebbe un
altro film “in un batter d’occhio”. L’attrice ha anche
ammesso di essere all’oscuro del destino di Daniels alla fine di
Covenant.
“Mi è piaciuto molto lavorare con Ridley e mi è piaciuto
recitare quella parte”, ha spiegato. “Spero di poterlo
fare di nuovo! Mi piacerebbe! Spero che sia ancora viva!”
Alien: proseguire con i prequel o ripartire da zero?
Ridley Scott sembra fortemente
intenzionato a far proseguire il franchise di Alien,
anche se ciò dovesse significare far ripartire la storia “da zero”.
Nonostante Alien:
Covenant ha lasciato una porta aperta per un
eventuale prosieguo, Scott sembra essere consapevole che forse è
arrivato il momento di svecchiare in qualche modo il franchise,
optando per nuove soluzioni narrative. Sarà davvero così? Solo il
tempo ce lo dirà…
Dopo
le foto di Sebastian Stan sul set di
The Falcon and The Winter Soldier, oggi
arriva anche la prima foto di Erin Kellyman in
quello che al momento è un personaggio misterioso. L’attrice che
entrata a far parte del cast della serie prima dell’inizio delle
riprese non ha mai rivelato il suo ruolo e si ipotizza che possa
interpretare Sharon Ventura, uno dei membri del gruppo di cattivi
The Grapplers, ma è stato anche detto che potrebbe interpretare un
altro membro, Songbird.
Dunque al momento non sappiamo il
ruolo che avrà nella nuova serie tv in arrivo su Disney+ dei Marvel Studios, ma eccola che è
pronta a recitare sul set:
The Falcon and The Winter Soldier è la
serie di prossima uscita nel quale
Anthony Mackie e Sebastian Stan riprenderanno i loro
ruoli nei panni del titolo Falcon (alias Sam Wilson) e The Winter
Soldier (alias Bucky Barnes) che sarà diretta da Kari Skogland.
Vi ricordiamo che nel cast di
The Falcon and The Winter Soldier è
previsto anche il ritorno di due volti noti dell’universo
cinematografico, ovvero Emily VanCamp, Sharon Carter in Captain America: The Winter Soldier e
Civil War e Daniel Bruhl, nei panni
del Barone Zemo. Per quanto concerne la serie di The Falcon and The Winter Soldier, il lancio
è fissato in autunno 2020 e Kari Skogland (The
Handmaid’s Tale, Penny Dreadful, Boardwalk Empire, The Killing, The
Walking Dead, Fear the Walking Dead, Under the Dome, Vikings,
The Americans, House of Cards e The Punisher) dirigerà tutti i
sei episodi.
Probabile, visti gli esiti di
Avengers:
Endgame, che lo show si concentrerà sulla
dinamica del rapporto tra le due figure più vicine a Captain
America (nonché suoi eredi) e sulle imprese dei supereroi per
garantire la sicurezza mondiale.
Dopo aver interpretato il ruolo del
“Protagonista” in Tenet
di Christopher Nolan,
John David Washington è ormai entrato nel mirino
dei fantacasting relativi ai progetti Marvel e DC più disparati.
Naturalmente, gli stessi attori percepiscono queste immaginarie
associazioni come lusinghiere e affettuose, e Washington non sembra
essere da meno.
Durante una recente intervista con
Nerd
Reactor proprio in occasione della promozione di Tenet,
all’attore è stato chiesto specificamente dei ruoli nei film di
supereroi, e lo stesso ha dichiarato di essere assolutamente aperto
all’idea. “Ce ne sono così tanti. Penso che dipenda da chi me
lo chiede, da cosa il regista vuole fare con me”, ha spiegato
John David Washington. “Vedremo… voglio restare
aperto alla possibilità. Non voglio precludermi nulla. Ci sono così
tanti personaggi che non sono ancora stati introdotti in nessuno
dei film. Mi piacerebbe vedere cosa verrebbe loro in mente, semmai
dovessero chiedermelo.”
Ovviamente, un personaggio
dell’universo Marvel che molti fan vorrebbero vedere interpretato
da Washington è Reed Richards, il leader dei
Fantastici Quattro. Alla domanda specifica su
cosa risponderebbe se il presidente dei Marvel Studios gli offrisse
la possibilità di interpretare Mister Fantastic, l’attore ha
risposto: “Direi: ‘Bene, grazie a voi, grazie per aver
organizzato questo incontro. Dove devo firmare?’.”
In realtà, non è la prima volta che
Washington si trova a parlare della possibilità di recitare in un
cinecomic e di commentare i ruoli in cui i fan vorrebbero vederlo.
Tempo fa, sempre durante un’intervista in occasione della
promozione di Tenet,
Washington aveva commentato la possibilità di interpretare Lanterna Verde nel DCEU, ricevendo il sostegno
di
Christopher Nolan, il quale lo aveva definito “una scelta
eccellente.”
Arrivano da Vanity Fair,
le prime foto ufficiali di The
Midnight Sky, il nuovo film diretto e interpretato da
George Clooney. Come possiamo vedere dalle prime foto
nel cast anche Felicity
Jones (Rogue One: a Star
Wars story), David Oyelowo (Selma: la
strada per la libertà) e Kyle Chandler (Super
8).
Basato sul libro di Lily
Brooks-Dalton, adattato per il cinema da Mark L. Smith
The
Midnight Skydebutterà in
streaming su Netflix
nel dicembre del 2020. La pellicola racconta uno scegnario
post-apocalittico e segue Augustine (George Clooney), uno
scienziato solitario nell’Artide che cerca di impedire a Sully
(Felicity Jones) e ai suoi colleghi astronauti di rientrare sulla
Terra, colpita da una misteriosa catastrofe globale. Clooney dirige
l’adattamento dell’acclamato romanzo di Lily Brooks-Dalton La
distanza tra le stelle, e lo interpreta a fianco di David
Oyelowo, Kyle Chandler, Demián Bichir e Tiffany Boone.
E’ il sito americano
Deadline ha rivela in cambio nel cast di The Witcher
2, l’attesa seconda stagione della serie tv
The
Witcher. Infatti da quanto apprendiamo Basil Eidenbenz
(Victoria) interpreterà il popolare Witcher Eskel nella
rielaborazione della seconda stagione della serie di successo di
NetflixThe
Witcher.
Thue Ersted Rasmussen, che era
stato originariamente scelto per il ruolo che si stava dirigendo
nella stagione 2 e ha girato scene alla fine di febbraio e
all’inizio di marzo prima che la produzione venisse interrotta a
causa dell’escalation della pandemia di coronavirus, ha annunciato
questa settimana che avrebbe dovuto lasciare lo spettacolo “a causa
del riprogrammazione a causa di COVID-19. “
In The Witcher 2
confermati
Henry Cavill (Mission:
Impossible – Fallout, Justice League) nel ruolo
di Geralt di Rivia, Anya Chalotra (Agatha Christie – La serie
infernale, Wanderlust) nel ruolo di Yennefer e
Freya Allan (La guerra dei mondi, Into The
Badlands) nel ruolo di Ciri e Joey Batey (Knightfall,
Strike) nel ruolo del personaggio più amato dai fan:
Jaskier.
Si uniranno al cast per la seconda
stagione di The
WitcherYasen Atour (Young
Wallander) che interpreterà Coen, Agnes Bjorn
(Monster) nel ruolo di Vereena, Paul
Bullion (Peaky Blinders) che interpreterà
Lambert, Thue Ersted Rasmussen (Fast and
Furious 9) nel ruolo di Eskel, Aisha Fabienne
Ross (The Danish Girl) nel ruolo di Lydia,
Kristofer Hivju (Il Trono di Spade) che
interpreterà Nivellen e Mecia Simson, nel ruolo di
Francesca.
La serie sarà diretta da
Stephen Surjik (The Umbrella Academy) per
gli episodi 02×01 e 02×02, Sarah O’Gorman
(Cursed) per gli episodi 02×03 e 02×04, Ed
Bazalgette (The Last Kingdom) per gli episodi 02×05 e
02×08 e Geeta V. Patel (Meet The Patels)
per gli episodi 02×06 e 02×07.
Riconfermati inoltre nei propri
ruoli MyAnna Buring (Kill List) Tissaia,
Tom Canton (Good Karma Hospital)
Filavandrel, Lilly Cooper (Peterloo)
Murta, Jeremy Crawford (Titans) Yarpin
Zigrin, Eamon Farren (Twin Peaks) Cahir,
Mahesh Jadu (Marco Polo) Vilgefortz,
Terence Maynard (Maledetto) Artorius,
Lars Mikkelson (House of Cards)
Stregobor, Mimi Ndiweni (Black Earth
Rising)Fringilla Vigo, Royce Pierreson
(Judy) Istredd, Wilson Radjou-Pujalte
(Hunter Street)Dara, Anna
Shaffer(Harry Potter)Triss Merigold,
Therica Wilson Read (Young Wallander)
Sabrina.
La showrunner e produttrice
esecutive di The Witcher, Lauren Schmidt Hissrich,
ha dichiarato: «Anche per la seconda stagione è stato mantenuto
un altissimo livello artistico del cast. Sophie Holland e il suo
team hanno nuovamente selezionato i migliori attori per incarnare
questi personaggi, siamo entusiasti di vedere queste nuove storie
prendere vita sotto la direzione di registi tanto
affermati.»
The Witcher 2: trama
The Witcher, serie fantasy basata sull’omonima saga
bestseller, è il racconto epico di una famiglia e del suo destino.
Geralt di Rivia, un solitario cacciatore di mostri, lotta per
trovare il proprio posto in un mondo in cui le persone spesso si
dimostrano più malvagie delle bestie. Il suo destino si intreccerà
poi con quello di una potente strega e una giovane principessa con
un pericoloso segreto. I tre si ritroveranno ad attraversare
insieme un mondo sempre più instabile
Da molti considerato il film di
carattere erotico più riuscito del regista Tinto
Brass, La chiave si
inserisce perfettamente all’interno del suo genere. Come per il
successivo Monella,
essa costruì un immaginario che ancora oggi, come nell’anno della
sua uscita, il 1983, non manca di suscitare dibattiti per via dei
suoi contenuti giudicati scandalosi. Il regista però, che da sempre
è considerato uno dei maestri del genere erotico, non
ebbe dubbi sull’importanza di portare al cinema tale storia,
contribuendo così una volta di più alla rivoluzione dei costumi nel
paese. Ciò fu possibile anche grazie alla figura della protagonista
femminile, decisamente fuori dal canone.
L’idea per il lungometraggio nacque
in Brass in seguito alla lettura dell’omonimo romanzo dello
scrittore giapponese Jun’ichirō Tanizaki,
pubblicato nel 1956. Nel realizzare un adattamento di questo, il
regista decise di apportare delle considerevoli modifiche, a
partire dal contesto della storia. La vicenda è infatti qui
ambientata in Italia, durante il periodo fascista e alle soglie
della Seconda guerra mondiale. Il film, dunque, mescola elementi
piccanti con i reali eventi storici dell’epoca, rivelatisi
traumatici per l’Italia e gli italiani. Ancora una volta, Brass
sembra così servirsi del genere erotico per distrarre lo
spettatore, scatenare la sua immaginazione, raccontandogli però
anche di un concreto contesto e delle sue difficoltà.
Per Brass, La chiave fu un
successo senza precedenti. Si tratta infatti del suo film più
acclamato e ricompensato, che è divenuto in breve il suo maggior
trionfo commerciale. La pellicola, infatti, si affermò come il
titolo italiano dal maggior incasso nella stagione cinematografica
del 1983-1984, e secondo in assoluto solo al film statunitense
Flashdance. Ancora oggi, il titolo è estremamente
ricercato e consigliato per la comprensione della poetica di Brass.
Ad ogni suo passaggio in televisione, questo viene infatti scoperto
o riscoperto da numerosi spettatori, attratti dalle vicende e dal
modo in cui vengono raccontate.
La chiave: la trama del film
Ambientato a Venezia in pieno
periodo fascista, il film ha per protagonista un anziano professore
inglese, direttore della Biennale d’Arte. Questi ha una giovane
moglie, Teresa, la quale gestisce una piccola pensione nel centro
della città. La coppia, però, nasconde diversi problemi dal punto
di vista coniugale, dove sono ancora alla ricerca di un equilibrio.
Le cose iniziano a cambiare nel momento in cui Teresa scopre una
chiave, volutamente lasciata in bella vista, e che apre un cassetto
della scrivania del marito dove è contenuto un misterioso diario.
Leggendolo, ella scopre aspetti del marito sconosciuti. In esso,
infatti, sono contenuti tutti i suoi desideri sessuali più
sfrenati.
La moglie, comprese le intenzioni
del marito, inizia a sua volta a scrivere un diario, a cui confida
della propria passione per il giovane Laszlo, fidanzato ungherese
della figlia Lisa. Tra i due coniugi prende così vita un ambiguo e
perverso dialogo tramite i rispettivi diari. Un gioco che permette
ai due di ristabilire un intesa sessuale grazie alle reciproche e
indicibili confessioni. Andando avanti nel loro gioco, i due
coniugi rivoluzioneranno la loro storia d’amore, non senza
incontrare diversi ostacoli. Intanto, mentre loro portano avanti
ciò, la Storia va avanti, fino ad arrivare al drammatico annuncio
di Mussolini riguardante l’ingresso in guerra dell’Italia.
La chiave: il cast del film
Come per molti dei suoi film, Brass
fu aiutato anche in questo caso dall’adorata moglie
CarlaCipriani. Fu lei a
consigliargli di realizzare una trasposizione del romanzo
giapponese, sin dalla pubblicazione di questo in Italia nel 1964.
Brass, infine, si convinse e tentò per anni di realizzare il film.
La sua attesa fu in realtà legata al suo desiderio di avere come
protagonista l’attrice Stefania Sandrelli. Lei era
l’unica attrice presa in considerazione per il ruolo di Teresa, ma
poiché il personaggio è indicato come una donna sulla quarantina,
il regista aspettò che l’attrice avesse all’incirca quell’età. Una
volta compiuti 37 anni, la Sandrelli poté finalmente recitare nel
film, dando vita inoltre a delle memorabili scene di nudo.
Nel corso di interviste successive
all’uscita del film, la Sandrelli dichiarò di essere stata
inizialmente spaventata dalla trama del film. Essa ruotava
grossomodo intorno al sesso, e le richiedeva una performance
inedita. L’attrice, però, non si tirò indietro. Determinata a
recitare ogni ruolo possibile, affermò che le scene di nudo non
furono un particolare problema per lei. Al contrario, fu sorpresa
di constatare come nonostante fosse svestita rimase ugualmente a
suo agio, a tal punto da non avere l’impressione di essere
realmente nuda. Accanto a lei, poi, per il ruolo del marito Brass
volle l’attore inglese Frank Finlay. Il regista lo
trovò a Londra, mentre era alla ricerca del giusto interprete,
intento a recitare nello spettacolo
teatrale Amadeus.
Nel cast del film si annovera poi
la presenza degli attori Franco Branciaroli nel
ruolo di Laszlo e di Barbara Cupisti in quelli di
Lisa. Come in ogni suo film, infine, anche in La chiave
Brass appare in un celebre cameo. Questi può essere infatti
identificato nel ruolo del padre confessore che ascolta i peccati
della protagonista. Altri due celebri comparse nel film sono anche
quelle degli attori Ugo Tognazzi nei panni di un
ubriaco di strada, e del figlio Ricky Tognazzi,
che dà invece volto ad uno degli studenti presenti nel film. Grazie
alla popolarità degli interpreti che vi partecipavano, il film
ottenne così ulteriore pubblicità. La Sandrelli, in particolare, si
affermò nuovamente come icona di bellezza e di bravura.
La chiave: il trailer e dove
vedere il film in streaming
Per gli appassionati del film, o
per chi desidera vederlo per la prima volta, La
chiave sarà trasmesso in televisione sabato 26
settembre, alle ore 21:20 sul canale
Cielo. Il film però disponibile anche all’interno
delle piattaforme streaming Chili Cinema e
Google Play. Per vedere il film, sarà sufficiente
aprire il sito e selezionare il titolo, procedendo con il noleggio
o l’acquisto al costo di 3 o 6 euro. In questo modo sarà poi
possibile fruire del titolo in tutta comodità e al meglio della
qualità video. In alternativa, il film è disponibile completo anche
su YouTube, dove si può trovare in lingua italiana.
Sarà Gaia
Girace la madrina della decima edizione
del Social World Film Festival, che si terrà
a Vico Equense dal 6 all’11 ottobre. L’attrice nota al grande
pubblico per aver indossato i panni di Lila nella serie “L’Amica
Geniale” sarà presente alla serata di apertura proprio in quella
che è la sua città. Tra i primi ospiti internazionali annunciati
spiccano quelli provenienti dal mondo Netflix
come Maria Isabel Diaz Lago, la Sole della
serie “Vis a Vis”, e Alvaro Rico, il Polo di
“Elite.
Sarà una annata caratterizzata da eventi in presenza e
iniziative online per adeguarsi alle disposizioni di sicurezza per
il contrasto al Nuovo Coronavirus. «La nostra mission è da sempre
quella di avvicinare ed educare il pubblico all’audiovisivo, e il
lungo lockdown ha snaturato il rapporto tra cinema e fruitori. Ci
adegueremo alle disposizioni di sicurezza da Covid-19 per incontri
e proiezioni in presenza e per agevolare la partecipazione di
tutti, dovuto al recente aumento di casi in Campania, il Festival
avrà quattro dirette streaming quotidiane, quest’anno anche in VR
360° 3D grazie alla collaborazione con “The Virtual Reality
Production”» così il regista e produttore Giuseppe
Alessio Nuzzo, direttore generale del festival.
«Siamo felici di poter dar vita ad uno degli eventi che da 10
anni ha caratterizzato la nostra città che per l’occasione si veste
a festa perché diventa epicentro del cinema sociale nel mondo. Per
di più quest’anno le serate si terranno nel magnifico Castello
Giusso, uno dei simboli della città, e siamo molto orgogliosi che
la madrina di quest’anno sia una vicana doc, Gaia Girace, volto
oramai noto in tutto il mondo» così Andrea
Buonocore, sindaco di Vico Equense.
«Sarà un evento in totale sicurezza, gli ospiti internazionali
seguiranno un rigido protocollo fin dal loro Paese di partenza e
l’innovativa piattaforma online ci permetterà di raggiungere la
cittadinanza ed il pubblico che non potranno godere dell’evento in
loco. L’industria dello spettacolo e la cultura sono state
duramente colpite dal Covid-19. Promuovere il festival anche
quest’anno significa contribuire alla loro ripresa e creare un
indotto per l’economia locale» spiega Annalisa
Donnarumma, assessore alla cultura e al turismo del
Comune di Vico Equense.
Il perno saranno come sempre i giovani che parteciperanno alle
giurie, ai workshop, ai dibattiti anche attraverso una
community online, un social network sicuro e
protetto esclusivamente dedicato all’evento dove
potranno discutere all’indirizzo www.socialfestival.com/live/.
Sul portale è già possibile iscriversi per poter accedere alle
proiezioni secondo il calendario del festival.
Selezionate 450 opere tra lungometraggi,
documentari, cortometraggi e opere audiovisive, molte delle quali
in anteprima assoluta ed europea, provenienti da 46 paesi dei 5
continenti. Tra le 19 sezioni, tra competitive e non, si segnalano
i presidenti di giuria il regista americano Gavin Michael
Booth (giuria Lungometraggi), lo sceneggiatore Maurizio Braucci
(giuria cortometraggi), il direttore della fotografia Luca
Bigazzi (giuria di qualità Focus).
Saranno 80 gli eventi aperti al pubblico fin dal mattino tra i
quali la mostra fotografica alla S.S. Trinità e
Paradiso dedicata ai 100 anni dalla nascita del regista italiano
Premio Oscar Federico Fellini con 39 scatti della
Cineteca Nazionale in collaborazione con Centro Sperimentale di
Cinematografia.
In dieci anni di storia il Festival, che annovera come
presidente onorario Claudia Cardinale, ha
ospitato grandi nomi della cinematografia nostrana e internazionale
come Giancarlo Giannini, Ornella Muti, Luis Bacalov,
Michele Placido, Stefania Sandrelli, Katherine Kelly Lang, Valeria
Golino, Leo Gullotta, Franco Nero, Maria Grazia Cucinotta,
e nel 2019 Stefano Accorsi, Abel Ferrara e Itziar
Ituno, l’ispettrice della “Casa di Carta”.
Non solo una rassegna cinematografica ma
un momento di aggregazione culturale e sociale per
giovani unico nel suo genere, un’esperienza di
cooperazione e integrazione, un format cinematografico
di denuncia e riflessione: il cinema sociale inteso
come mezzo di comunicazione internazionale, confronto oltre che
contenitore di critica, sviluppo e promozione. Il
Social ha organizzato più di 500 giornate di
attività cinematografica in Campania e nell’intera
nazione, 40 eventi internazionali che
hanno toccato 30 città dei cinque
continenti da New York a Sydney passando per Tokyo,
Los Angeles, Rio de Janeiro, Tunisi e Londra, coinvolgendo migliaia
di spettatori e centinaia di protagonisti e istituzioni della
cinematografia mondiale tra cui l’Academy degli
Oscar (Margaret Herrick Library), le Università di
Los Angeles UCLA e USC insieme a decine di Istituti Italiani di
Cultura nel mondo.
Chris Hemsworth, Miles Teller
e la scoperta di Lovecraft Country, Jurnee
Smollett, sono stati scelti per entrare a far parte del
cast del nuovo film di Joseph Kosinski, che sarà
prodotto da Netflix e sarà un adattamento di
Spiderhead, storia breve di George Saunders. La
sceneggiatura è firmata da Rhett Reese & Paul Wernick
(Deadpool). Kosinski ha già lavorato con Teller nel suo
ultimo film, Top Gun: Maverick con Tom
Cruise.
Spiderhead è
ambientato in un vicino futuro, in cui ai detenuti viene offerta la
possibilità di offrirsi volontari come cavie da laboratorio nella
speranza di abbreviare la pena. L’attenzione si concentra su due
prigionieri che diventano pazienti per farmaci che alterano le
emozioni che costringono i detenuti a cimentarsi con il loro
passato in una struttura gestita da un brillante visionario che
supervisiona il programma.
Il film sarà prodotto da
Eric Newman per Screen Arcade attraverso il primo
accordo del produttore con Netflix, insieme a Chris Hemsworth; Oren
Katzeff e Geneva Wasserman per The New Yorker Studios; Reese &
Wernick, Tommy Harper e Jeremy Steckler. Il racconto di
Saunders è stato pubblicato per la prima volta sul New Yorker e
successivamente raccolto nella sua antologia bestseller, Tenth Of
December.
Chris Hemsworth ha appena scritto
Extraction, il film d’azione prodotto da AGBO che
è diventato il film Netflix più visto di sempre, con un sequel in
arrivo. Smollett, che ha esordito nelle ultime stagioni di Friday
Night Lights, ha recentemente recitato sul grande schermo in
Birds Of Prey. Teller è molto noto sin da piccolo,
i suoi film di maggiore successo sono stati
Whiplash, The Spectacular Now e
per la tv Too Old to Die Young.
Il regista M. Night
Shyamalan ha svelato via Twitter il titolo e il primo
artwork del suo nuovo film, un thriller che come apprendiamo oggi
si intitolerà OLD. “Mi
sembra come un miracolo che io sia qui a girare la prima
inquadratura del mio nuovo film. Si chiama Old” così Shyamalan
ha commentato le due immagini pubblicate oggi su Twitter.
L’artwork di OLD mostra
una clessidra che vede scivolare via non granelli di sabbia ma
piccole persone stilizzate e la didascalia recita: un nuovo viaggio
dallo sceneggiatore e regista M. Night Shyamalan.
È solo questione di tempo. La foto invece mostra il regista stesso,
con tanto di mascherina chirurgica, mentre tiene in mano il ciak
del film.
Deadline ha riportato di recente
che il cast del film è formato da Rufus Sewell, Embeth
Davidtz e Emun Elliott, in aggiunta a
Gael Garcia Bernal, Eliza Scanlen, Thomasin McKenzie, Aaron
Pierre, Alex Wolff, Vicky Krieps, Abbey Lee, Nikki
Amuka-Bird e Ken Leung.
Shyamalan sarà ancora una volta
produttore, sceneggiatore e regista del film, che si intitola Old.
I dettagli della trama sono segreti, ma sembra che possiamo
aspettarci una storia interconnessa con i suoi film precedenti.
Secondo Collider, il nuovo film è ispirato al fumetto francese
Sandcastle di Pierre Oscar Levy e
Frederik Peeters. L’uscita del film è al momento
fissata per il 23 giugno 2021.
Il regista James
Cameron ha dichiarato che le riprese di Avatar
3 sono quasi completate. È passato più di un decennio
da quando il primo film di grande successo è stato presentato in
anteprima nelle sale, diventando il film con il maggior incasso di
tutti i tempi fino a quando Avengers:
Endgame lo ha superato l’anno scorso.
I fan hanno atteso con ansia
l’arrivo di Avatar
2 da allora, ma Cameron è stato impegnato ad
affrontare non solo uno, ma quattro sequel del campione d’incassi
allo stesso tempo. La produzione dei film ha subito diversi rinvii
e rallentamenti, non ultimo quello causato dalla pandemia di
coronavirus, ma Cameron ha avuto la possibilità di riprendere le
riprese a giugno.
Il primo film della serie di
fantascienza segue il veterano disabile Jake Skully (Sam
Worthington), che viene inviato in missione a Pandora,
dove incontra i Na’vi, i nativi altamente evoluti del pianeta.
Mentre i dettagli che circondano Avatar
2 sono stati principalmente tenuti nascosti, nuove immagini del
film rivelano un mondo sottomarino su Pandora, con report che
affermano che gran parte del film si svolgerà sott’acqua. Nessuna
informazione su Avatar 3 è stata diffusa, a parte
il fatto che la sua data di uscita è stata posticipata al 2024.
Tuttavia, Cameron ha fornito un piccolo aggiornamento sui progressi
del film.
Durante un’intervista con
Arnold Schwarzenegger per promuovere il Vertice
mondiale austriaco del 2020, Cameron conferma che le riprese di
Avatar 3 sono quasi completate. Cameron ha
spiegato che poiché circa quattro mesi e mezzo di produzione sono
andati persi a causa del coronavirus, Avatar 2 è
stato rinviato a dicembre 2022, ma che Avatar 3 si
concluderà proprio a ruota. “Il giorno in cui consegneremo
Avatar 2, inizieremo a lavorare per finire Avatar 3 – ha detto
Cameron – Quindi in questo momento, sono impegnato nelle
riprese in Nuova Zelanda. Stiamo girando il resto del live-action.
Abbiamo da girare circa il dieci percento. Abbiamo completato al
100% le riprese di Avatar 2 e siamo quasi al novantacinque per
cento per Avatar 3.”
Avatar
2debutterà il
16 dicembre 2022, seguito dal terzo capitolo il
20 dicembre 2024, il quarto il 18 dicembre
2026 e il quinto il 22 dicembre 2028.
Il cast della serie di film è
formato da Kate
Winslet, Edie
Falco, Michelle Yeoh, Vin
Diesel, insieme ad un gruppo di attori che
interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno
anche i protagonisti del primo film, ossia Sam
Worthington, Zoe
Saldana, Stephen
Lang, Sigourney
Weaver, Joel David
Moore, Dileep
Rao e Matt Gerald.
La nuova fan art di Occhio di Falco
in Avengers: Endgame riproduce il suo alter ego
“vendicativo” Ronin prendendo ispirazione da un recente poster per
il remake in live action targato Disney di Mulan.
Interpretato da Jeremy Renner, il personaggio di
Clint Barton, alias Occhio di Falco, ha fatto il suo breve debutto
nel MCU in Thor del
2011 prima di diventare un elemento chiave dell’MCU in The
Avengers, Avengers:
Age of Ultron, Captain America: Civil War e Avengers:
Endgame dell’anno scorso. Renner dovrebbe anche
riprendere il ruolo nella serie tv per Disney+ Hawkeye che debutterà nel
2021.
Dato che non ha superpoteri, il
personaggio è stato oggetto di battute da parte dei fan del Marvel
Cinematic Universe in passato. Tuttavia, quando Barton ha assunto
l’identità di Ronin in Avengers:
Endgame dopo che la sua famiglia è stata cancellata
dall’esistenza da Thanos (Josh Brolin), il
personaggio è stato riscattato agli occhi di molti. Nuovo look e
nuovo approccio hanno reso il personaggio sicuramente più cool e,
immaginiamo, Renner più soddisfatto dell’accoglienza.
Ora, l’utente di Reddit
T_Hawkeye007 ha condiviso un fan poster che mostra entrambi i
lati della personalità di Barton. Il poster è stato ispirato dal
poster del personaggio di Mulan, che mostrava il suo alter ego da
soldato riflesso nella sua spada. L’artwork fa la stessa cosa con
Barton, che immerge Occhio di Falco nella luce viola e mostra Ronin
in costume riflesso nella sua spada. Eccolo:
La Disney ha scelto Yara
Shahidi, star di Grown-ish, per interpretare
Campanellino nel prossimo live action Peter Pan &
Wendy. Anche l’adattamento animato del classico di
James Matthew Barry subirà quindi un trattamento
“dal vivo”, come accaduto a molti classici, tra cui l’ultimo
Mulan, che è arrivato direttamente su Disney+, saltando l’uscita in sala
(Cina a parte).
Stando a quanto riportano i
principali siti americani, l’attrice sarà adesso incaricata di
interpretare la piccola e dispettosa fatina amica di Peter Pan, che
in passato era stata interpretata da Julia Roberts, nel Hook di
Steven Spielberg.
Yara Shahidi è diventata una
brillante giovane stella a Hollywood negli ultimi anni dopo aver
interpretato con successo il ruolo di Zoey Johnson nel dramma della
ABC Black-ish. Da allora ha recitato nello spin-off, Grown-ish ed è
apparsa anche in un altro spin-off Mixed-ish. Con questo casting,
Shahidi sarà la prima attrice nera a interpretare Campanellino.
Peter Pan and
Wendy sarà diretto da David
Lowery, già regista del live action deIl
Drago Invisibile.
L’esordiente Alexander Molony avrà il
ruolo di Peter, mentre l’esordiente Ever
Anderson sarà Wendy. La Anderson è la figlia
di Milla Jovovich e del
regista Paul W.S. Anderson, ed è apparsa
brevemente in Resident
Evil: The Final Chapter nei panni di una giovanissima
Alice. Jude Law sarà Capitan Uncino.
Peter Pan and Wendy
dovrebbe arrivare al cinema: al contrario di quanto accaduto con
Lilli e il
Vagabondo, dunque, non sarà destinato a
Disney+. Il film d’animazione originale, prodotto da Walt
Disney e basato sull’opera teatrale “Peter e
Wendy” di J. M. Barrie, è il 14°
Classico Disney e venne distribuito nei cinema americani il 5
febbraio 1953.
Mentre cresce l’attesa per il debutto di The Good Doctor
4, la quarta attesa stagione di The Good
Doctor, oggi sono stati resi noti i titoli dei primi
tre episodi della nuova stagione. I primi episodi si
intitoleranno rispettivamente Frontline, Part 1, Frontline, Part 2
e il terzo episodio dal titolo “Newbies”:
The Good Doctor 4
The Good Doctor 4
è la quarta stagione della serie tv The Good
Doctor creata da David Shore per il network americano
della ABC.
In The Good Doctor
4 Dr. Shaun Murphy (Freddie Highmore), un
giovane chirurgo con autismo e sindrome dei savant, continua a
usare la sua straordinaria regali medici presso l’unità chirurgica
dell’ospedale San Bonaventura. Mentre le sue amicizie si
approfondiscono, Shaun lavora più duramente di quanto abbia mai
fatto prima di iniziare a uscire, mentre naviga nel suo ambiente e
nelle sue relazioni per dimostrare ai suoi colleghi che il suo
talento come chirurgo salverà delle vite. La serie è di David
Shore (“House”), e “Lost” e “Hawaii Five-0” star Daniel Dae
Kim.
In The Good
Doctorprotagonisti Freddie Highmore come Dr. Shaun Murphy,
Antonia Thomas come Dr. Claire Browne,
Nicholas Gonzalez come Dr. Neil Melendez,
Hill Harper come Dr. Marcus Andrews,
Richard Schiff come Dr. Aaron Glassman,
Christina Chang come Dr. Audrey Lim, Fiona
Gubelmann nel ruolo del Dr. Morgan Reznick, Will
Yun Lee nel ruolo del Dr. Alex Park, Paige
Spara nel ruolo di Lea Dilallo e Jasika
Nicole nel ruolo del Dr. Carly Lever.
Nei primi anni duemila ha fatto
impazzire le ragazzine di tutto il mondo grazie alla serie
Greek per poi diventare il doppleganger
televisivo di Bradley
Cooper in Limitless.
Di chi stiamo parlando? Ma ovviamente di Jake
McDorman l’attore texano più adorabile di Hollywood e
dintorni.
Oggi scopriamo quindi insieme
tutto quello che c’è da sapere su Jake McDorman,
sulla vita privata e sulla sua entusiasmante carriera.
Jake McDorman film
10. Nato l’8
luglio del 1986 a Dallas, in Texas, Stati Uniti, Jake
McDorman sin da bambini mostra un particolare interesse
per il mondo dello spettacolo. Dopo aver fatto parte dei Boy Scouts
of American – una delle più grandi associazioni boy scout degli
Stati Uniti -, Jake abbandona l’associazione per cominciare a
studiare recitazione ai Dallas Young Actors
Studio. Una volta ottenuto il diploma, Jake si trasferisce a Los
Angeles per intraprendere la carriera d’attore.
9. E’ il 2005
quando McDormand, dopo una lunga gavetta, ottiene la sua prima
parte in un film. Si tratta di Echoes of
Innocence, diretto da Todd Sims, un
supernatural drama per teenagers che racconta la
storia di una ragazza tormentata da visioni proprio come Giovanna
d’Arco. Divisa tra due amori e con una madre schizofrenica
paranoide, Sarah potrà fare affidamento solo sulla sua fede per
superare tutte le avversità.
Dopo questa prima prova, superata a
pieni voti con il ruolo del co-protagonista maschile, Jake McDorman
continua la sua scalata verso l’olimpo hollywoodiano. Negli anni
successivi, continua con il cinema e ottiene alcuni piccoli ruoli
nei film Ragazze nel Pallone – Tutto o Niente
(2006), Die Hard – Vivere o Morire (2007) e
Aquamarine (2006).
Jake McDorman in Aquamarine
8. Uno dei film
più amati dagli adolescenti dei primi anni duemila è senza dubbio
Aquamarine, diretto da Elizabeth
Allen, con un giovanissimo Jake McDorman
al fianco di Emma Roberts, la cantante
JoJo e Sara Paxton.
Il film – liberamente ispirato
all’omonimo libro per bambini di Alice Hoffman –
racconta la storia di Claire (Emma
Roberts) e Hailey (JoJo), amiche per
la pelle che vivono i Florida e passano le loro giornate sulla
spiaggia, fantasticando sul bagnino Raymond (Jake
McDorman) per il quale entrambe hanno una cotta.
Purtroppo però, la madre di Hailey,
famosa biologa marina, ha deciso di accettare un nuovo importante
lavoro e di trasferirsi in Australia con la famiglia alla fine
dell’estate, costringendo così la figlia a cambiare scuola e a
lasciare i suoi amici in Florida. Questa notizia sconvolge Hailey
che teme, andando così lontano, di perdere la sua amicizia con
Claire.
Durante l’estate, dopo una tremenda
tempesta abbattutasi sulla Florida, le due amiche Hailey e Claire
incontrano una sirena, Aquamarine (Sara Paxton),
sulla spiagga e decidono di aiutarla in cambio di un desiderio. La
sirena, costretta da suo padre a un matrimonio marino combinato,
sogna invece di sposarsi per amore e con il bel Raymond. Nonostante
entrambe le ragazze abbiano una cotta per il bagnino, decidono di
aiutare Aquamarine a conquistare il cuore di Raymond e provare a
suo padre, il re Tritone, di poter vivere una vita da umana. Le
ragazze saranno quindi ricompensate con un desiderio, quello di una
promozione per la madre di Hailey a Bay Bridge, in Florida,
permettendo così alle amiche di restare unite.
Basato sull’omonima autobiografia
di Chris Kyle, il film di Clint Eastwood racconta della storia di
Chris Kyle (Bradley
Cooper), un cecchino particolarmente dotato del corpo
dei Navy Seal. Sposato con la bella Tanya (Sienna
Miller), dopo il durissimo addestramento, Chris viene
mandato in missione a Falluja, in Iraq, con il compito di
proteggere i suoi colleghi dagli attacchi dei terroristi.
Chris riesce nell’impresa ma un
particolare episodio lo lascia profondamente turbato. Il cecchino,
infatti, per proteggere i suoi è costretto a uccidere una mamma e
suoi figlio che stavano per attaccare i suoi commilitoni con una
granata. Il suo sangue freddo gli permette di salvare molti dei
suoi e Chris si guadagna il soprannome di Leggenda.
Nonostante in Iraq i terroristi
abbiano messo una taglia sulla sua testa, Chris continua il suo
lavoro e per ben quattro volte torna in guerra per mettere il suo
talento al servizio del suo paese. Missione dopo missione, Chris
continua a fare il suo lavoro, eliminado i nemici, proteggendo i
suoi compagni d’armi – come Ryan “Bombarda” Job (Jake
McDorman) – e consolidando la sua reputazione di cecchino.
Ma alla fine del suo quarto turno in Iraq, stanco di essere sempre
lontano da casa, da sua moglie Tanya e suo figlio Colton, Chris si
allontana dai Navy Seal.
Grazie alla sua dedizione al lavoro
e al suo incredibile sangue freddo, Chris Kyle diventa il cecchino
più letale della storia delle forze armate americane. Una volta
congedato, Chris prova a dare un nuovo senso dalla sua vita,
aiutando i reduci come lui a superare il trauma della guerra.
Jake McDorman in Lady Bird
6. Dopo il
successo ottenuto con American Sniper, Jake
McDorman continua la sua carriera con film Lady
Bird (2017), diretto da Greta
Gerwig, con Saoirse Ronan, e presentato al
Telluride Film Festival.
Il film racconta la storia di
Christine McPherson (Saoirse
Ronan), una ragazza che frequenta l’ultimo anno di un
liceo cattolico della periferia di Sacramento. Christine – che si
fa chiamare Lady Bird – vive con i suoi genitori, il fratello
adottivo e la ragazza di quest’ultimo; in famiglia non c’è armonia
e la ragazza non riesce ad andare d’accordo con i genitori che non
sanno più cosa fare.
Il sogno di Christine è quello di
lasciare Sacramento una volta finito il liceo e poter studiare in
una delle prestigiose università della costa est degli Stati Uniti.
La madre di Christine, Marion (Laurie Metcalf) non
vuole assolutamente che la figlia vada così lontano da casa in
un’università, inoltre, decisamente fuori dalla loro portata
economica. Nonostante il disappunto della madre e i piccoli drammi
dell’adolescenza, la piccola Lady Bird farà qualsiasi cosa pur di
riuscire a realizzare i proprio sogni e fuggire da quella realtà
provinciale che le sta fin troppo stretta.
In questo film – la cui storia è
liberamente tratta dalla vita della stessa Greta Gerwig –
Jake McDorman intepreta un ruolo secondario ma non
per questo meno importante. In un’intervista a Dujour,
l’attore ha dichiarato di sentirsi molto vicino al personaggio di
Lady
Bird e alla stessa regista.
“Dal momento in cui ho letto lo
scrip ho capito che era qualcosa di speciale […] La mia generazione
e quella di Greta erano alla disperata ricerca di un’identità e
volevano essere parte di qualcosa di grande”. [fonte:
Dujour]
Jake McDorman serie tv
5. Parallelamente
alla sua carriera cinematografica, Jake McDorman
comincia la sua scalata anche sul piccolo schermo. Nei primi anni
duemila, infatti, vediamo l’attore texano impegnato con ruoli
minori o comparsate in alcune delle più famose serie tv dell’epoca.
Tra queste ricordiamo Run of The House (2003),
Give Me Five (2004-2005), CSI:
Miami (2006), Cold Case – Delitti
Irrisolti (2007) e molti altri ancora.
Tra le comparsate più famose
ricordiamo quella di Jake McDorman in Dr. House –
Medical Divisione. L’attore ha preso parte
all’episodio 2×16, dal titolo
Safe (in italiano Al Sicuro), andato in onda nel
2006. In questa puntata Melinda (Michelle
Trachtenberg), dopo aver subito sei mesi prima un
trapianto di cuore, viene portata in ospedale in preda a un
violento shock anafilattico. Nonostante sia tenuta in una camera
quasi sterile e controllata a vista dalla madre, Melinda continua
ad avere queste crisi ed è compito di House e del suo team
scoprirne la causa prima che sia troppo tardi.
Nell’episodio 2×16
Safe, Jack McDorman interpreta il ruolo
di Dan, il fidanzato di Melinda che si intrufola
di notte nella stanza della ragazza, rinchiusa in casa dalla madre.
Sarà proprio grazie ai racconti delle scappatelle notturne dei due
ragazzi che i medici di Melinda riusciranno ad arrivare a un
diagnosi.
Jake McDorman in Greek – La
Confraternita
4. A lanciare il
talento televisivo di Jake McDorman è sicuramente
la serie tv Greek – La Confraternita, andata in
onda dal 2007 al 2011 per 4 stagioni e 74 episodi. La serie,
trasmessa dalla ABC Family e da b, racconta delle
vicende di una matricola che sogna di entrare a far parte di una
famosa confraternita studentesca.
Rusty Cartwright (Jacob
Zachar) è al suo primo anno alla Cyprus-Rodhes University,
lo stesso college frequentato da sua sorella maggiore Casey
(Spencer Grammar), decisa a tenere il fratello
alla larga per non rovinare la sua reputazione. Mentre Casey,
infatti, è estremamente popolare, Rusty è il tipico secchione a cui
tutti stanno alla larga, compresa sua sorella il lizza per la
carica di presidente della sua confraternita, la ZBZ (Zeta Beta
Zeta).
Convinto di aiutare la sua
fidanzata Casey, Evan Chambers (Jake McDorman),
presidente della ΩΧΔ (Omega Chi Delta), offre un posto a Rusty che
però il ragazzo rifiuta. Durante le sue prime settimane al campus,
infatti, Rusty scopre che Evan tradisce sua sorella Casey
regolarmente ed è deciso a smascherare il suo gioco.
A salvare il destino di Rusty al
campus ci pensa Cappie (Scott Michael Foster), ex
ragazzo di Casey nonché presidente della ΚΤΓ (Kappa Tau Gamma), una
delle confraternite più pazze del college. Cappie offre a Rusty un
posto nella Kappa Tau con l’intento di aiutare il ragazzo ad
ambientarsi al college e di riavvicinarsi così a Casey.
Jake McDorman in Shameless
3. La carriera
televisiva di Jake prosegue con un’altra grande serie tv, diventata
un cult della televisione americana. Nel 2013 l’attore viene
‘castato’ per un ruolo secondario nella famosa serie
Shameless,
ideata da Paul Abbott.
La serie, racconta della vita di
una sfortunata famiglia di un quartiere malfamato di Chicago. I
Gallagher sono una famiglia molto povera e disfunzionale che
combatte tutti i giorni con miseria, alcolismo e tossicodipendenza.
A capo dei Gallagher c’è Frank (William H. Macy),
drogato e alcolizzato, e che passa la maggior parte del suo tempo a
ubriacarsi ni bar invece di occuparsi dei suoi sei figli.
Jake McDorman in
Shameless interpreta
Mark Pratt,
capo di Fiona (Emmy
Rossum) e suo fidanzato nella terza stagione della
serie. Il personaggio di Mark Pratt compare in un arco di dieci
episodi, andati in onda dal 2013 al 2014, dalla 3×09 “Frank
the Plumber” alla 4×06 “Iron City”.
Jake McDorman in Limitless
2. A due anni da
Shameless, Jake torna in tv ma stavolta con una serie che
lo vede finalmente nei panni del protagonista. Stiamo parlando
della serie Limitless,
ideata da Craig Sweeny per la CBS
e tratta dal romanzo Territori Oscuri di
Alan Glynn.
La serie – considerata come un
sequel dell’omonimo film del 2011 con
Bradley
Cooper – racconta la storia di Bryan Finch
(Jake McDorman), un ragazzo ordinario che sviluppa
capacità straordinarie. Dopo aver vissuto i primi trent’anni della
sua vita da mediocre, fallendo in ogni cosa, per Bryan arriva
finalmente la svolta. Un suo vecchio amico di scuola, incontrato
per caso per strada, lo introduce a una nuova sostanza stupefacente
chiamata NZT.
Questa droga, a differenza delle
altre, ha il potere di sovrastimolare il cervello umano aumentando
le capacità intellettive della persona che la assume. In poche
parole, basta una semplice pillola trasparente di NZT per diventare
la persona più intelligente al mondo. Ma come spesso accade, c’è
sempre un lato negativo. Gli effetti collaterali di questa droga
sono devastanti per il corpo umano che non può assumerla in eterno
senza deteriorarsi lentamente.
Durante la sua prima esperienza con
l’NZT, Bryan resta coinvolto in un’indagine dell’FBI ma, grazie
all’aiuto dell’agente Rebecca Harris (Jennifer
Carpenter), viene presto scagionato. I federali quindi
decidono di assumere Bryan come consulente a patto che continui a
utilizzare quella droga e metta le sue capacità al servizio della
legge.
La serie, nonostante il suo
incredibile protagonista e i camei di Bradley
Cooper, è stata purtroppo cancellata dalla CBS dopo
una sola stagione di 22 episodi.
Jake McDorman Instagram
1. Grazie ai suoi
ultimi ruoli in serie tv e film di successo, Jake
McDorman oggi sembra essere al lavoro su nuovi
interessanti progetti che dovrebbero arrivare a partire dal
prossimo anno.
Tra questi il più importante è
sicuramente The Right
Stuff (in italiano Talenti Spaziali),
serie tv prodotta da Disney e National
Geographic. Ispirata all’omonimo libro del 1979 di
Tom Wolfe, la serie racconta la storia degli
astronauti selezionati dalla NASA nel 1960 per
partecipare al Progetto Mercury.
Il progetto
Mercury è stato il primo programma di volo spaziale umano
degli Stati Uniti, dal 1958 al 1963. L’obiettivo di questo
programma era di lanciare per la prima volta l’uomo in orbita
attorno alla Terra e riportarlo in sicurezza, prima dell’Unione
Sovietica. Il gruppo di astronauti, chiamato Mercury Seven, era
formato da Scott Carpenter, Gordon Cooper, John
Glenn, Gus Grissom, Wally Schirra, Alan
Shepard e Deke Slayton.
La serie ripercorre tutte le tappe
della missione della NASA e vanta nel suo cast, oltre a
Jake McDorman, anche Patrick J.
Adams, James Lafferty, Aaron
Staton, Colin
O’Donoghue e molti altri ancora. The Right
Stuff (Talenti Spaziali) sarà disponibile a partire
dal 9 ottobre 2020 solo sulla piattaforma streaming di
Disney Plus.
Se volete essere sempre informati
sulla vita privata e professionale di Jake
McDorman, vi consigliamo di seguire il suo
account Instagram, costantemente in
aggiornamento.
Arriva dal The Hollywood
Reporter la notizia che l’attore e astro nascente
Aldis Hodge si è unito al cast di Black
Adam, il film dell’UNIVERSO DC di Warner Bros prodotto da
New Line Cinema. L’attore fattosi notare per i suoi ruoli in
Straight
Outta Compton; Jack Reacher: Never Go Back; The Invisible
Man, è stato ingaggiato per interpretare Carter Hall.
Carter Hall, alias
il supereroe perennemente reincarnato Hawkman e sarà anche un
membro chiave della Justice Society of America,
che avrà un ruolo significativo da svolgere nel prossimo film
campione d’incassi dei supereroi DC Comics del 2021 con
Dwayne Johnson (Red
Notice; Fast
& Furious Presents: Hobbs & Shaw; Jumanji: The
Next Level ) nel ruolo di protagonista.
A far
parte di Black Adam ci sarà anche il promettente
Noah Centineo (Charlie’s
Angels ; To All The Boys I’ve Loved Before;Masters of the Universe ), che interpreterà il suo
compagno di squadra Atom Smasher. Ulteriori
ruoli principali di Doctor Fate e Cyclone sono
ancora in fase di casting, quindi ci aspettiamo di ricevere
ulteriori notizie su questo fronte in un futuro non troppo
lontano.
Black Adam sarà diretto da Jaume Collet-Serra
(Jungle Cruise; The Commuter ) e si baserà su una
sceneggiatura scritta da degli Adam Sztykiel
( Rampage; Scoob! ), riscritta da Rory Haines e
Sohrab Noshirvani. Black Adam è
attualmente previsto per arrivare sale cinematografiche il 22
dicembre 2021, ma con la produzione che improbabile che inizi fino
all’inizio del prossimo anno, quella data di uscita è molto
probabile possa cambiare.
La produzione dell’attesissima
Justice League Snyder Cut è in totale fermento e
secondo il report del The Hollywood Report il
regista Zack Snyder ha ottenuto l’ok per ritornare
sul set ad ottobre con l’intero main cast. Tra le cose però che
affascinano ci sono alcuni dettagli rivelati, come ad esempio il
budget, che attualmente si aggirerebbe ad una cifra di 70 milioni
di dollari. Inoltre le riprese aggiuntive trasformeranno la “Snyder
Cut” in una serie limitata di quattro episodi, che
dovrebbero riportare Ben Affleck nei panni di Batman, Henry Cavill nei panni di Superman e Gal Gadot nei panni di Wonder Woman per nuove
scene. Anche Ray Fisher nei panni di Cyborg è
pronto a riprendere il ruolo per quello che dovrebbe essere una
serie di riprese di una settimana o più. Anche se va detto che al
momento non c’è nessuna conferma ufficiale in merito al ritorno di
tutti gli attori.
Per quanto riguarda il personaggio
di Cyborg, sempre grazie alla fonte apprendiamo che Fisher sarebbe
in trattative per un’apparizione in The
Flash di Andy Muschietti. Pare che le trattative
siano adesso in una fase di stallo per questioni puramente
economiche, legate al ruolo che Cyborg avrebbe dovuto avere nella
storia e allo screen time che sarebbe stato
dedicato al personaggio: inizialmente Cyborg doveva avere un ruolo
di rilievo nel film, ma in seguito la sua apparizione sarebbe stata
ridotta soltanto a tre scene.
Vi ricordiamo che
la Snyder
Cut di Justice
League uscirà nel 2021 sulla piattaforma
streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA
dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la
versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO
MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in
Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere
una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere
programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima
è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori
notizie.
Nata in Italia, l’attrice
Greta Scacchi ha avuto modo di perseguire una
carriera internazionale, comparendo in noti film e al fianco di
celebri colleghi. Dagli anni Ottanta ad oggi, ha infatti dato prova
di grande versatilità destreggiandosi con naturalezza tra generi e
personaggi molto diversi. Non le sono poi mancati anche ruoli in
apprezzati film italiani, che le hanno permesso di ottenere
popolarità anche nel proprio paese d’origine.
Ecco 10 cose che non sai di
Greta Scacchi.
Greta Scacchi: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in noti
film internazionali. L’attrice debutta al cinema nel 1982
con il film La moglie… gli uccelli, per poi acquistare
notorietà grazie a Coca Cola Kid (1985), Good Morning
Babilonia (1987), La donna della luna (1988),
Presunto innocente (1990), con Harrison
Ford, I protagonisti (1992), Emma
(1996), Il ronzio delle mosche (2003), Beyond the
Sea (2004), di Kevin
Spacey, Flightplan – Mistero in volo (2005),
L’amore nascosto (2007), con Isabelle
Huppert, Ritorno a Brideshead (2008), Un
altro mondo (2010), La tenerezza
(2017), con Micaela
Ramazzotti,La ragazza nella
nebbia (2017), Operation Finale (2018), con
Oscar
Isaac, Un viaggio indimenticabile (2018) e
Waiting for the
Barbarians (2019), con Johnny
Depp.
9. È nota anche per i suoi
ruoli televisivi. Parallelamente all’attività per il
cinema, l’attrice non ha mancato negli anni di prendere parte anche
a diverse produzioni televisive. Tra le prime e più celebri si
ricordano il film Rasputin – Il demone
nero (1997), e le serie Waterfront (1984),
L’Odissea (1997), dove interpretava Penelope, e Daniel
Deronda (2002). In seguito ha poi recitato in alcuni episodi
delle serie Broken Trail – Un viaggio pericoloso (2006),
Miss Marple (2006), Incubi e deliri (2006),
Poirot (2013), A.D. – La Bibbia continua (2015),
Guerra e pace (2016) e Versailles (2017). Nel
2018 ha invece interpretato Lady Jane Franklin nella prima stagione
di The Terror.
8. Ha ottenuto importanti
riconoscimenti. Nel corso della sua carriera l’attrice è
stata in grado di conquistare critica e pubblico grazie ad alcune
sue note interpretazioni. In particolare, una delle sue più
apprezzate è quella nel film televisivo Rasputin – Il demone
nero. Per questo titolo venne infatti nominata al Golden Globe
come miglior attrice non protagonista, mentre vinse l’Emmy Awards
nella medesima categoria. Per Broken Trail è invece stata
candidata nuovamente a tale premio, a cui si è aggiunta una
candidatura agli Screen Actors Guild Awards come miglior attrice
protagonista.
Greta Scacchi, Vincent D’Onofrio e
la figlia
7. Ha conosciuto l’attore
sul set. Nel 1991 l’attrice aveva da poco iniziato ad
ottenere popolarità, e venne chiamata a recitare per il
film Ardore, dove conosce l’attore Vincent
D’Onofrio, celebre per aver recitato in Full Metal
Jacket. In breve, i due intraprendono una relazione, arrivando
poi recitare nuovamente in Il sale sulla pelle, dove lei
interpreta George McEwan, una giovane attratta da un pescatore
scozzese di nome Gavin McCall, interpretato da D’Onofrio. La
relazione tra i due aiutò certamente a dar vita all’intenso
rapporto amoroso dei due personaggi protagonisti.
6. Hanno avuto una
figlia. La relazione tra i due attori non è durata molto.
D’Onofrio e la Scacchi sono stati insieme soltanto dal 1991 al
1993. Non sono noti i motivi della loro separazione, ma è noto che
dal loro amore nacque nel 1992 la figlia Leila George. Questa è
oggi nota per essere la fidanzata dell’attore Sean
Penn, da lei conosciuto nel 2016 in seguito ad un
lavoro comune. Nonostante i genitori si siano separati quando lei
era ancora piccola, sono comunque rimasti in buoni rapporti per
poterla crescere nel migliore dei modi.
Greta Scacchi e Carlo
Mantegazza
5. Ha un nuovo
compagno. Dalla fine degli anni Novanta, l’attrice ha una
relazione con Carlo Mantegazza, da cui ha avuto un secondo figlio
nel 1998, chiamato Matteo. I due sono stati sempre piuttosto
riservati circa la loro vita privata, e per evitare ulteriori
intromissioni da parte dei media sono andati a vivere in Australia,
dove la Scacchi era cresciuta insieme alla madre e al compagno di
lei. Ad oggi sembra che la relazione con Mantegazza prosegua
tranquillamente, ma non è possibile ritrovare particolari novità
riguardo ai due.
Greta Scacchi non è su
Instagram
4. Non possiede un profilo
personale. Molti fan dell’attrice hanno più volte provato
a cercarla sui social network, in particolare Instagram, molto
frequentato dalle celebrità. Tuttavia, la Scacchi ha in più
occasioni affermato di non possedere un proprio profilo su tale
piattaforma, non apprezzando il suo funzionamento né l’esposizione
mediatica che porta con sé. Risulta perciò difficile per i fan
dell’attrice poter ottenere novità sulla sua vita privata o
lavorativa. Molti attori utilizzano infatti Instagram per
promuovere i propri lavori e tenere aggiornati i propri follower
riguardo questi. Con la Scacchi ciò non è invece possibile, ed è
necessario ricercare altrove tali informazioni.
Greta Scacchi in Versailles
3. Ha interpretato uno dei
personaggi principali. Nella serie Versailles,
incentrata sulla figura di re Luigi XIV di Francia, la Scacchi ha
recitato nel ruolo di Madeleine de Foix. Questa compare nel corso
della seconda stagione, e si afferma come uno dei personaggi
principali più affascinanti. L’attrice è stata in particolare
lodata per la sua grande presenza scenica, e i fan sono rimasti
piuttosto delusi nel non vederla tornare anche nella terza
stagione. La serie è comunque disponibile sulla piattaforma
Netflix, e sarà così possibile rivederla ogni volta che lo si
vorrà.
Greta Scacchi nel 2020
2. Sarà tra i protagonisti
di un film horror. Negli ultimi anni l’attrice sembra aver
ripreso a recitare per il grande schermo con maggior frequenza.
Sono infatti diversi i titoli per il cinema che l’hanno vista
recitare in ruoli di rilievo. Attualmente, la Scacchi è al lavoro
sul suo nuovo progetto cinematografico. Si tratta del film horror
intitolato Shepherd, di cui non è però stata resa nota la
trama. Qui l’attrice reciterà nel ruolo di Glenys Black, in un cast
di giovani attori. Il film, che si trova attualmente in fase di
post-produzione, dovrebbe trovare distribuzione per i primi mesi
del 2021.
Greta Scacchi: età e altezza
1. Greta Scacchi è nata a
Milano, Italia, il 18 febbraio del 1960. L’attrice è alta
complessivamente 173 centimetri.
Warner Bros Home
Entertainment Italia per la collana Titans of cult ha reso
disponibile per l’home video 2001 – Odissea nello
Spazio. Il folgorante successo di Stanley
Kubrick, vincitore di un Premio Oscar, è un dramma
suggestivo dell’uomo contro la macchina, un’incredibile fusione di
musica e movimento. Kubrick (che ha scritto la
sceneggiatura insieme ad Arthur C. Clarke) inizia dai nostri
antenati preistorici, poi attraversa i millenni (con uno dei jump
cut più strabilianti della storia del cinema) no allo spazio
colonizzato per poi scaraventare l’astronauta Bowman (Keir
Dullea) nelle profondità ignote dello spazio, forse
addirittura verso l’immortalità. “Apri la saracinesca esterna
HAL”. E che abbia inizio un incredibile viaggio senza
precedenti.
l’incredibile edizione da
collezione presenta inoltre oltre al film 2001: Odissea nello
Spazio in edizione Steelbook da collezione (4K ULTRA HD: 3 DISCHI
4K UHD, BLU-RAY E BLU-RAY BONUS DISC), un’esclusiva spilletta
smaltata e in ‘patch’ in tessuto per i più appassionati. Da
segnalare invece che l’audio è quello restaurato e remixato in 5.1
e l’audio originale dell’edizione cinematografica del 1968 adattato
pr il 5.1.
Estremamente ricco di contenuti è
invece il disco bonus che contiene contenuti speciali davvero degni
di nota come il commento di Keir Dullea e Gary Lockwood. Il
documentario di Channel Four 2001: the making of a Myth. Corredati
ci sono ben 4 inserti speciali: Sulle spalle di Kubrick: l’eredità
di 2001 – Visioni di un futuro passato: un film profetico – Uno
sguardo oltre il futuro – cosa c’è lassù ?. Infine 2001: effetti
speciali e progetto grafico e look Stanley Kubrick.
Sarà un’edizione ibrida quella
del Carbonia Film Festival 2020, che in un
anno così particolare non rinuncia a presentare il meglio della
produzione cinematografica internazionale dedicata alle tematiche
di lavoro e migrazioni. In programma dal 6 all’11
ottobre, accanto ai consueti appuntamenti cittadini, il
Carbonia Film Festival metterà a disposizione la propria
programmazione gratuitamente online su tutto il territorio
nazionale.
Da oggi la piattaforma streaming del
Carbonia Film Festival è disponibile
all’indirizzo online.carboniafilmfest.org con tutto il
programma del festival. Ancora una volta saranno due
le sezioni competitive, dedicate rispettivamente ai
lungometraggi e cortometraggi che meglio hanno saputo raccontare i
temi cardine della manifestazione, declinati nelle maniere più
disparate. Tutti i film del Carbonia Film Festival saranno
disponibili gratuitamente sulla piattaforma streaming. L’accesso è
molto semplice, per poter vedere i film è necessaria
una registrazionecon indirizzo mail e password.
“In questo 2020 fatto di
incertezze e di scenari inediti, le sezioni competitive del
Carbonia Film Festival porteranno in Italia in prima nazionale
quanto di meglio il nuovo cinema d’autore internazionale ha
prodotto nell’ultimo anno. 16 film a nostro
avviso assolutamente imperdibili per una selezione compatta e
di alto profilo che, come nostra tradizione, concilia
l’ancoramento ai temi che da sempre caratterizzano la nostra
manifestazione con una ricerca attenta sui nuovi talenti del cinema
mondiale” dichiara il direttore del CFF, Francesco Giai
Via “Grazie poi alla nostra piattaforma streaming
finalmente potremo mostrare la nostra selezione anche al di fuori
dei confini isolani, permettendo così al pubblico di tutta Italia
di apprezzare un lavoro di programmazione fatto con attenzione e da
sempre improntato alla qualità non solo cinematografica, ma anche
politica e umana”
Otto saranno i titoli
del Concorso Internazionale Lungometraggi,
per un vero e proprio viaggio attraverso le culture e le
contraddizioni della nostra contemporaneità.
C’è l’America di BLOODY NOSE, EMPTY
POCKETS di Bill e Turner Ross, i
gemelli prodigio del documentario targato Usa, che
costruiscono un mosaico di vite nel corso dell’ultima notte
alcolica in un bar di Las Vegas prima della chiusura definita.
Presentato all’ultimo Festival di Berlino e acclamatissimo anche al
Sundance, il film è stato girato durante le ultime fasi della
campagna elettorale che ha portato all’elezione di Trump e racconta
perfettamente uno spaccato di vita americana. E poi la Colombia
di LOS CONDUCTOS di Camilo
Restrepo, vincitore del premio per la Miglior Opera Prima
all’ultimo Festival di Berlino, storia di un uomo in fuga da una
setta che, nel tentativo di ritornare a una vita normale, è
costretto a confrontarsi con i fantasmi del passato per un racconto
fantastico sulla strumentalizzazione della religione e della
violenza. Il confronto tra cultura ancestrale e modernità è
centrale, seppur con linguaggi e storie completamente differenti,
in due pellicole del concorso: MOGUL
MOWGLI di Bassam Tariq che vede Riz Ahmed
(Venom, The Night of) nei panni di Zed, un giovane rapper
britannico trasferito a New York che alla vigilia del suo tour
mondiale scopre di essere affetto da una malattia autoimmune che lo
costringe a tornare a casa dalla sua famiglia in un costante
dissidio tra desiderio di carriera e rispetto delle tradizioni,
e DAYS OF CANNIBALISM di Teboho
Edkins, documentario che è una sorta di western contemporaneo sulla
globalizzazione capitalista e la presenza economica cinese nel
mercato del bestiame in Africa, in uno scontro tra tradizioni
locali e supremazia economica. Pellicola al femminile
è WORKING GIRLS di Anne
Paulicévich e Frédéric Fonteyne, storia di tre donne francesi unite
da un crimine, tre eroine del quotidiano che conducono una doppia
vita per sbarcare il lunario e che ogni mattina si ritrovanoin
un parcheggio per attraversare insieme il confine e raggiungere il
bordello in cui prende vita la loro seconda identità.
Anche OVERSEAS di Sung-a Yoon
offre uno sguardo sulla condizione femminile, con un documentario
girato all’interno di un centro di formazione ai lavori domestici
nelle Filippine, che racconta la vita di queste donne disposte ad
abbandonare talvolta per sempre il loro paese. Trova spazio anche
la commedia, con l’esordio dell’indiano Prateek
Vats, EEB ALLAY OOO, una riuscita
satira sulla condizione dei migranti attraverso le vicissitudini
del protagonista, ingaggiato per scacciare le scimmie fastidiose di
Nuova Delhi fuori dagli edifici governativi, riuscendo con umorismo
a raccontare le dinamiche di potere nella capitale indiana. Chiude
la selezione EUROPA “BASED ON A TRUE
STORY” di Kivu Ruhorahoza, una storia d’amore
che rispecchia le tensioni sociali e razziali in Gran Bretagna e in
Europa, in cui la finzione narrativa si alterna ad immagini di
scontri sociali e manifestazioni per le strade di Londra. Girato
prima del voto alla Brexit, il film offre una visione dello stato
socio-politico della città documentando tensioni legate
all’immigrazione e violenze che negli ultimi mesi hanno portato
alla nascita del movimento Black Lives Matter.
Saranno otto anche i film del Concorso
Internazionale Cortometraggi, che completano il
viaggio ideale della selezione del Festival 2020, in un
percorso che va dai Paesi Arabi attraverso l’Europa, passando per
l’Africa fino a Buenos Aires.
Mahdi Fleifel con 3 LOGICAL
EXITS torna in Libano, dopo il suo lavoro
precedente, per far visita ad un amico in un campo
profughi, compiendo una riflessione sociologica sulle scelte dei
giovani palestinesi che ci vivono. Anche THE BLUE
STAR di Valentin Noujaïm è la storia di un uomo
libanese, stanco di sentirsi straniero, che implora il cielo
affinché lo aiuti a trovare il proprio posto nel mondo. Vincitore
del Gran Premio della Giuria al Sundance 2020, SO
WHAT IF THE GOATS DIE di Sofia Alaoui segue il
giovane pastore Abdellah che vive in alta montagna con il padre.
Per far fronte ad un’epidemia di capre, Abdellah deve raggiungere
il villaggio più vicino, dove scopre che si sono verificati strani
fenomeni soprannaturali. Riflette sul potere della voce individuale
e collettiva SOUTH di Morgan
Quaintance, prendendo come spunto di partenza due movimenti di
protesta antirazzisti e antiautoritari nel sud di Londra e nel
South Side di Chicago. GENIUS
LOCI, animazione diretta da Adrien Mérigeau, segue la
giovane Reine attraverso il caos urbano di una città notturna.
Realizzato intrecciando estetiche differenti, questo lavoro
prodotto su carta con inchiostro e acquerello ha richiesto oltre
tre anni di lavorazione. Il risultato è un lavoro delicato fatto di
animazioni fluide. Mark Metcalf, noto per i celebri villain e i
caratteri autoritari che ha interpretato nella sua carriera sia al
cinema che in tv, da Animal
House a Buffy l’Ammazzavampiri, è il
protagonista di CHARACTER. In questo
corto la regista Vera Brunner-Sung offre uno sguardo critico
dell’attore che riflette sulla sua carriera e sul concetto di
potere. La cultura musicale come collante tra le persone è al
centro di SALSA di Igor
Dimitri, il racconto di un normale pomeriggio nel salone di un
parrucchiere dominicano a Buenos Aires, dove clienti,
artisti, attori e cantanti si incontrano a ritmo di musica.
Ultimo dei corti in concorso èTHE NAMES HAVE CHANGED,
INCLUDING MY OWN AND TRUTHS HAVE BEEN ALTERED in
cui Onyeka Igwe cerca di ricostruire la storia di suo nonno a
partire dal materiale trovato negli archivi personali, coloniali e
televisivi della Nigeria, alla ricerca di una verità che, come
suggerisce il titolo del film, può essere modificata.
Ancora prima che diventassero il
superteam più popolare al mondo grazie al
MCU, gli
Avengers erano già il più grande gruppo dell’Universo Marvel grazie ai fumetti. Tuttavia,
nel corso degli anni si è sempre discusso se gli
X-Men fossero altrettanto importanti quanto i Vendicatori,
essendo anche loro una delle squadra più popolari in circolazione.
Sulla scia dell’imminente introduzione dei mutanti nell’Universo
Cinematografico Marvel, CBR.com ha
stilato una lista di 10 grandi membri degli
X-Men che sarebbe perfetti per il team degli
Avengers.
1Ciclope
Ciclope è sempre stato uno degli X-Men più
importanti di tutti. Eppure, non ha mai ricevuto abbastanza credito
per quanto è bravo nei panni dell’eroe. Uno dei migliori leader in
azione nell’Universo Marvel, Ciclope combina le sue abilità
tattiche con una volontà indomabile, e spesso ha tirato fuori la
squadra da alcune delle peggiori situazioni mai affrontate nei
fumetti.
Ciclope e i Vendicatori non hanno sempre avuto
un ottimo rapporto, ma se c’è un X-Men che merita la possibilità di
unirsi alla grande squadra, quello è certamente lui. È uno dei
migliori e lo è da molto tempo. Siamo certi che combatterebbe in
modo straordinario al fianco degli eroi più potenti della
Terra.