Disney+ continua a realizzare prodotti
originali dedicati agli utenti che hanno sottoscritto
l’abbonamento, mentre la sua diffusione si espande in maniera
capillare su tutto il territorio mondiale. Tra prodotti che la
piattaforma renderà disponibili in questo autunno di ripartenze,
c’è anche La Società Segreta dei Principi Minori
(Secret Society of Second-Born Royals),
quello che una volta si sarebbe chiamato, con una vecchia e
rassicurante definizione, un film tv per i più piccoli.
La trama di La Società Segreta dei Principi
Minori
La Società Segreta dei
Principi Minori segue Sam, una teenager ribelle
secondogenita reale e quindi seconda in linea di successione al
trono del regno di Illyria, una principessa che proprio non vuole
saperne di regalità. Proprio mentre il disinteresse di Sam per lo
stile di vita reale è ai massimi storici, alla vigilia
dell’incoronazione della sorella come nuova regnante, la ragazza
scopre di possedere abilità superumane e viene invitata a unirsi a
una società segreta di straordinari principi minori secondogeniti
che presentano tutti doni speciali e caratteristiche simili. Questo
gruppo è incaricato da generazioni di mantenere il mondo al sicuro.
Con la guida di James, il loro istruttore della Società Segreta,
Sam e una nuova classe di reclute reali devono imparare a sfruttare
i loro nuovi poteri in un campo di addestramento top-secret prima
di poter salvare il mondo. Naturalmente i legami umani, la
reciproca comprensione e il giusto tocco di incoscienza
permetteranno alla nostra eroina di prevalere sulle forze del
male.
La Società Segreta dei
Principi Minori appartiene a tutti gli effetti a quella
produzione Disney “minore”, che fino a questo momento trovava
collocazione sui canali tv dedicati, un posizionamento che in
qualche modo ne sottolineava il livello rispetto ai prodotti che
invece raggiungevano la sala. La piattaforma Disney+ in congiunzione con la
pandemia, ha sì offerto la possibilità di fruire di prodotti di
ogni tipo di “livello” direttamente da casa, ma sembra anche
nobilitare questi progetti, trascinando giù invece quei film che,
per decisioni aziendali che poi si sono rivelate vincenti, erano
stati pensati per il grande schermo.
Un “film tv” che farà felici i più piccoli
Discorso produttivo e distributivo
a parte, che sicuramente proietterà un’ombra lunga sul futuro di
Disney/Marvel/Star
Wars, La Società Segreta dei Principi Minori è un film semplice
e divertente, che porta avanti i sani principi che la Disney
promuove da sempre, con un particolare occhio all’inclusività del
cast, alla rappresentazione della donna, che ormai è quasi sempre
protagonista attiva delle storie raccontate, all’abbattimento delle
bariere di genere e alla costruzione di personaggi che siano
svegli, ribelli ma buoni e comunque funzionali al messaggio
positivo da veicolare.
Da un punto di vista linguistico,
invece, La Società Segreta dei Principi Minori
presenta tutti i limiti di una produzione economica, con una
scrittura ai limiti dell’elementare e una realizzazione di effetti
visivi che ormai appartengono ad un’era passata. Al netto di queste
ingenuità, La Società Segreta dei Principi Minori,
diretto da Anna Mastro, è un’avventura destinata
ad un pubblico molto giovane che sicuramente non resterà
deluso.
In occasione del Batman Day,
Zack
Snyder ha voluto celebrare l’importanza dell’iconico
Uomo Pipistrello. Il 19 Settembre è la giornata dedicata al
personaggio della DC Comics, con eventi, attività e sorprese in
digitale che vengono organizzate dalla casa editrice e dalla Warner
Bros. per i tutti fan sparsi nel mondo.
Ovviamente anche Snyder, che ha
diretto per ben due volte un’iterazione del Crociato di Gotham sul
grande schermo (in Batman v Superman: Dawn of Justice e in Justice
League), ha voluto celebrare l’eroe condividendo un
pensiero particolarmente profondo attraverso il suo account
Twitter. Al di là delle critiche, ci sono molti fan che hanno
apprezzato non solo la visione di Snyder relativa al personaggio
nel DCEU, ma anche l’interpretazione dello stesso da parte di
Ben Affleck.
Naturalmente, con l’imminente arrivo
della
Snyder Cut di Justice
League il prossimo anno su HBO Max, quegli stessi fan
non vedono l’ora di scoprire come la versione cinematografica del
cinecomic abbia effettivamente cambiato quello che il regista aveva
originariamente programmato per il Cavaliere Oscuro. “Batman è
tutti noi”, ha scritto Snyder su
Twitter. “È la nostra rabbia verso l’ingiustizia… agisce da
solo, come tutti vorremmo poter fare, di fronte ad un sistema
corrotto che desidera opprimere e sfruttare… è quel bambino
spezzato che si fa spazio tra i vicoli bui dell’anima umana per
portare equilibrio nel mondo.”
Le parole di Snyder sono state
accompagnate da un bellissimo scatto inedito del Crociato di Gotham
direttamente dal backstage di Batman v Superman: Dawn of Justice. Potete
ammirarlo di seguito:
Tutto quello che sappiamo sulla
Snyder Cut di Justice League
Vi ricordiamo che
la Snyder
Cut di Justice
League uscirà nel 2021 sulla piattaforma
streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA
dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la
versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO
MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in
Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere
una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere
programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima
è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori
notizie.
Il reboot cinematografico di
Spawn ad opera di Todd McFarlane
è ormai in sviluppo da molto tempo. Nel corso degli anni il
fumettista canadese ha mostrato una certa ostinata determinazione a
voler far decollare a tutti i costi il progetto, assicurandosi non
soltanto il coinvolgimento della Blumhouse di Jason
Blum alla produzione, ma anche quello del premio
Oscar Jamie Foxx in qualità di
protagonista.
Era da un po’ che non avevamo
aggiornati sul film, e adesso è stato proprio Blum a parlare del
progetto in una recente intervista con il canale YouTube Abu
Dhabi Culture (via
CBM). Stando a quanto rivelato dal produttore, il desiderio di
tutte le persone coinvolte è davvero quello di realizzare il film:
“La sceneggiatura deve essere giusta. Abbiamo davvero voglia di
fare il film. Abbiamo Spawn, Jamie Foxx… Todd McFarlane. Dobbiamo
soltanto farlo!”
“Penso di aver fatto molta
pressione su Todd”, ha continuato Jason
Blum. “Non ho fatto altro che ripetergli che non
dovevamo solo realizzare il film, ma doveva anche farlo nel modo
più giusto possibile. La sceneggiatura deve essere giusta. E data
la storia, non si tratta di un processo facile. Inoltre, credo che
quanto sia accaduto di recente negli Stati Uniti circa il tema del
razzismo abbia reso il tutto ancora più difficile. Devi prestare
molto attenzione alla storia che scrivi. Devi ponderare e pensare
bene a come rappresentare ciò che vuoi raccontare.”
Poi ha aggiunto: “Faremo il
film, questo è certo. Solo.. non so quando lo faremo. In realtà
stiamo apportando alcune modifiche alla sceneggiatura… stiamo
andando in una direzione diversa con la storia rispetto a quanto
fatto in passato, ma non faremo il film fino a quando la
sceneggiatura non sarà eccezionale. Ma siamo certi che quel momento
arriverà… e sarà allora che faremo il film.”
Il nuovo film dedicato
a Spawn avrà come protagonista il premio
Oscar Jamie
Foxx nel ruolo dell’antieroe del titolo. Del cast
dovrebbe far parte anche Jeremy
Renner nei panni di Twitch
Williams. Greg Nicotero, truccatore
di The Walking
Dead, si occuperà del trucco e degli effetti
speciali. Il film sarà prodotto da Jason
Blum e dalla sua Blumhouse Productions.
SCOOBY!,
l’atteso film d’animazione per tutta la famiglia sulle origini di
Scooby-Doo e la Mystery Inc., arriva in DVD e
Blu-Ray (che includerà film e contenuti speciali in alta
definizione) a partire da giovedì 17 settembre. Il
film è inoltre già disponibile per l’acquisto e il noleggio
in digitale su Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google
Play, TIMvision, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft
Film & TV e per il noleggio su Sky Primafila e
Infinity.
Inoltre, in occasione dell’arrivo in Italia del film, i
primi 5 minuti di “SCOOBY!” sono già disponibili sul canale Youtube
ufficiale di Warner Bros. Italia:
SCOOBY! ci
svela come gli amici di sempre Scooby e Shaggy si siano incontrati
e, in seguito, uniti ai giovani investigatori Fred, Velma e Daphne
per formare la famosa Mystery Inc. Con centinaia di casi risolti e
avventure condivise, Scooby e la banda ora dovranno affrontare il
loro mistero più grande e impegnativo di sempre: sventare un piano
volto a sguinzagliare il cane fantasma Cerberus nel mondo. Mentre
si apprestano a fermare questa “can-apocalisse globale”, i membri
della banda scoprono che Scooby ha un retaggio segreto e un destino
epico più grande di quanto potessero immaginare.
Nella versione originale di
SCOOBY!
fanno parte del cast di doppiatori Will Forte (“La rivincita delle sfigate”; la
serie TV “The Last Man on Earth”), come voce del migliore amico di
Scooby-Doo, Shaggy; l’attore due volte candidato all’Oscar Mark Wahlberg (“The Fighter”; “The Departed –
Il bene e il male”) è Blue Falcon; Jason Isaacs (i film di “Harry Potter”; “The
OA” in TV) è la voce del famigerato Dick Dastardly; Gina
Rodriguez (“Deepwater: Inferno sull’Oceano”; la serie TV
“Jane the Virgin”) è la voce di Velma; Zac Efron (“The Greatest
Showman”; la saga “Cattivi vicini”) quella di Fred; Amanda Seyfried (i film “Mamma Mia!”; “Ted 2”)
è Daphne; Kiersey Clemons (“Cattivi vicini 2”; la
serie TV “Angie Tribeca”) nei panni di Dee Dee; Ken
Jeong (“Crazy & Rich”; la trilogia di “Una notte da
leoni”) nel ruolo di Dynomutt; Tracy Morgan (“What
Men Want”; “30 Rock” in TV) nel ruolo di Captain Caveman; mentre
Frank Welker (il franchise di “Transformers”)
presta la voce a Scooby-Doo.
SCOOBY! è
diretto da Tony Cervone, candidato all’Annie Award per il film
“Space Jam”, e due volte candidato agli Emmy per il suo lavoro su
“Duck Dodgers”.
Era da un po’ di tempo che non si
avevano aggiornamenti sul chiacchieratissimo sequel de La
Passione di Cristo, il controverso film scritto e diretto
da Mel Gibson nel 2004. Il progetto è in cantiere
dal 2016 e adesso, in un’intervista rilasciata a
Breitbart News, il protagonista Jim Caviezel ha svelato nuovi dettagli sul
film.
“Di recente Mel Gibson mi ha
mandato la terza versione della sceneggiatura”, ha spiegato
l’attore. “Ormai manca poco. Il film si intitola La Passione di
Cristo: Resurrezione. Sarà il film più grande di sempre. Il più
grande film mai realizzato nella storia del cinema”. Nel
corso dell’intervista Caviezel ha anche parlato di come il grande
successo del primo film abbia influenzato la sua carriera.
“Ho dovuto combattere per
sopravvivere. All’epoca il film esplose. Era letteralmente fuori da
ogni scala. All’inizio sei portato a credere che dopo arriveranno
chissà quante proposte. E invece no. Non ero più nelle liste degli
studios. Era tutto andato. Quello che faccio da attore, una mia
abilità, è un dono che mi arriva dal Signore. La mia fede mi è
sembra sembrata qualcosa di molto più grande dell’industria di
Hollywood, ma anche di qualsiasi questione legata agli schieramenti
politici.”
L’incredibile successo de La Passione di Cristo
La Passione di
Cristo, distribuito nel 2004, ha incassato 611 milioni di
dollari al botteghino globale, con un budget di soli 30 milioni di
dollari. Fino all’uscita di Deadpool, è
stato il film con il Rating R con il maggiore incasso nella storia
del cinema. Quindi, dal punto di vista finanziario, è facile capire
perché uno studio avrebbe abbracciato la storia e il progetto.
Dall’altro lato, c’è davvero una storia da raccontare ed è qualcosa
che sia Gibson che Randall Wallace sono
piuttosto interessati a esplorare.
In una vecchia intervista, lo
sceneggiatore aveva dichiarato:“È un progetto di cui parliamo
molto. Al college la mia specializzazione era la religione,
dopodiché ho fatto un anno di seminario focalizzando i miei studi
proprio sulla resurrezione. Sarà il Monte Everest dei film e ne
stiamo parlando parecchio. Si tratta di un progetto che vale
parecchio, quindi al momento ce lo teniamo stretto“.
Non si sa ancora molto altro del
film ma sappiamo che
Jim Caviezel dovrebbe tornare come Gesù. Oltre a
ciò, nessun altro attore del cast è stato confermato.
In una recente intervista con
Cinema Blend, Matthew Modine, interprete di
Peter Foley ne Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno, ha rivelato
che
Christopher Nolan ha tagliato dal film uscito nelle sale nel
2012 la scena della morte del suo personaggio. Come spiegato dal
celebre attore, la scena in questione sarebbe stata eliminata dal
montaggio finale per evitare che il film ricevesse un rating NC-17,
ossia un divieto ai minori di 17 anni.
A quanto pare, nella scena integrale
si vedeva il vicecommissario di Gotham City finire sotto alle ruote
di una delle Tumbler guidate dall’armata di Talia al Ghul (il
personaggio interpretato da
Marion Cotillard): “Nolan ha tagliato la scena
della mia morte ne Il Cavaliere Oscuro – Il
Ritorno”, ha spiegato Modine. “Era troppo violenta e
il film avrebbe potuto ottenere un divieto ai minori di 17
anni”.
“Nella scena lei sta andando
via, io le sparo ma vengo investito. Si vede questo taglio di
montaggio ed eccomi a terra, morto. Era un passaggio veramente
molto violento. Per girarla avevano messo un coso di plexiglass
sulla parte frontale della macchina, ma il mio stuntman venne
colpito. Alcune corde avrebbero dovuto tirarlo su in aria, ma dopo
averlo tirato lo lasciarono cadere da 5 metri di altezza. Cadde
sull’asfalto della strada di fronte alla New York Stock Exchange e
il rumore che fece fu davvero terribile. In quel momento guardai la
faccia di Nolan… era pallidissimo. Disse: ‘Ok, abbiamo la scena.
Andiamo avanti’. Ma era chiaro che in quel momento si era
spaventato a morte per quel ragazzo. Se avesse messo quella scena
nel film avrebbe sicuramente ricevuto un NC-17, perché ripeto: era
davvero violenta.”
Disney Latino
ha diffuso online le descrizioni ufficiali aggiornate dei
personaggi di Black Widow, l’attesissimo
cinecomic Marvel dedicato al personaggio
interpretato da Scarlett
Johansson. I profili di Vedova Nera, Yelena Belova,
Red Guardian e Melina Vostokoff forniscono alcuni nuovi ed
interessanti dettagli sulla trama del film, che potete leggere di
seguito:
Vedova Nera:
separata dagli ormai già divisi Vendicatori, Natasha si trova ad
affrontare l’oscuro passato che l’ha portata a diventare una spia e
un’assassina, insieme agli eventi che ne sono seguiti. Un po’ a
malincuore, Nat si riunisce con un improbabile gruppo di spie che
fanno parte del suo passato e condividono con lei una parte
fondamentale della loro storia, oltre al desiderio di impedire che
una forza letale venga scatenata. Tuttavia, i suoi sforzi sono
minacciati da un assassino mortale le cui eccezionali abilità sono
diverse da qualsiasi cosa Natasha abbia mai affrontato prima.
Yelena Belova:
prodotto dello spietato programma di formazione della Stanza Rossa,
Yelena ha una storia segreta con Vedova Nera che la stessa è
determinata a risolvere. Quando si ritrova intrappolata in un mondo
pieno di pericolose minacce dietro ogni angolo, la sua unica
possibilità di sopravvivenza potrebbe essere una fragile tregua
proprio con la persona che incolpa di una vita fatta di soli
tormenti: Natasha Romanoff.
Red Guardian: la
risposta della Stanza Rossa a Capitan America, Red Guardian è un
super soldato ma anche una spia che ha vissuto una vita di trionfi
durante la Guerra Fredda. Gli anni di spionaggio sono ormai alle
spalle, ma Alexei si considera ancora l’eroe definitivo. Ama
condividere la sua grandezza con coloro che lo circondano, che nel
film includono anche gli altri detenuti della prigione russa dove
risiede. In fondo, si sente in colpa per la sua attività da spia,
soprattutto nei confronti di Natasha Romanoff, che ha incontrato
molto prima che diventasse Vedova Nera.
Melina Vostokoff: è
un’agente/spia altamente specializzato che ha seguito il programma
di addestramento della Stanza Rossa ben quattro volte. Dopo varie
missioni segrete (in una delle quali è stata coinvolto anche una
giovane Natasha Romanoff), la Sala Rossa ha riconosciuto
l’intelligenza di Melina, rendendola una delle sue principali
scienziati. Dopo decenni di servizio, Melina è riuscita a prendere
le distanze dalla Stanza Rossa, ma quando appare Natasha deve
decidere da che parte schierare la sua lealtà.
La regia di Black Widow è stata
affidata a Cate Shortland, seconda donna
(dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned
Benson(The Disappearance of Eleanor
Rigby). Insieme a Scarlett
Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh e Rachel
Weisz.
In Black Widow, quando sorgerà
una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha
Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue
origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla
pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in
qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni
prima che diventasse un membro degli Avengers.
Durante la
72esimaedizione degli Emmy Awards su
ABC è stato svelato il trailer di WandaVision,
l’affascinante Serie Originale targata Marvel Studios che arriverà su Disney+
entro la fine del 2020. WandaVision,
che vede nel cast Elizabeth Olsen e Paul Bettany, è la prima serie Marvel Studios che verrà trasmessa
in esclusiva streaming su Disney+.
WandaVision unisce
televisione classica e Marvel Cinematic
Universe e vede protagonisti Wanda Maximoff e Visione,
due individui dotati di super poteri che conducono vite di
periferia idealizzate, che iniziano a sospettare che ogni cosa non
sia come sembra.
La trama si svolge dopo gli eventi
di Avengers:
Endgame dove in qualche modo Visione tornerà in
vita e insieme all’amata Wanda inizieranno la loro vita di coppia
in una New York negli anni ’50. La nuova serie tv sarà strettamente
collegata con il film Doctor Strange in
the Multiverse of Madness previsto per il 2021
dove la Olsen riprenderà il suo ruolo in tale film come
co-protagonista accanto a Benedict
Cumberbatch l’interprete di Doctor Strange. La serie tv fa parte
della Fase 4 del franchise.
Elizabeth
Olsen e
Paul Bettany. riprendono rispettivamente i ruoli di
Wanda Maximoff / Scarlet Witch e Vision della serie
cinematografica. Anche Teyonah Parris,
Kat Dennings, Randall Park e Kathryn
Hahn sono i protagonisti.
Eddie Redmayne ha confermato che le riprese di
Animali Fantastici 3 sono ufficialmente
cominciate. Nel terzo film della saga prequel di Harry Potter,
l’attore premio Oscar tornerà a recitare al fianco di
Johnny Depp,
Katherine Waterson,
Jude Law ed
Ezra Miller. Anche David Yates tornerà dietro la macchina da
presa, così come J.K. Rowling, che ha contribuito ancora una
volta alla sceneggiatura del film.
Il primo capitolo della saga prequel
è stato un enorme successo, ma già il secondo è stato accolto con
minor entusiasmo sia dalla critica che dal pubblico. La produzione
del terzo film ha già dovuto affrontare diverse problematiche: non
soltanto tutti i problemi legati alla pandemia di Covid-19, ma
anche alcune controversie che di recente hanno travolto tanto il
cast (in particolare Johnny Depp ed Ezra Miller) quanto la stessa Rowling
(accusata nuovamente di transfobia).
Al di là di queste controversie, la
produzione di Animali
Fantastici 3 è stata più volte rimandata: prima per
permettere alcune rifiniture alla sceneggiatura, dopo a causa
dell’emergenza sanitaria legata al Coronavirus. Inoltre, quando lo
scorso Maggio le restrizioni relative al Covid-19 sono state
revocate nel Regno Unito, le riprese del film hanno ancora tardato
a ripartire. Adesso, in una recente intervista con Cinema Blend, è stato
proprio Eddie Redmayne a confermare che la produzione
del film è ufficialmente ripartita due settimane fa a Londra.
Come tutte le produzioni
hollywoodiane che sono ufficialmente tornate sul set, anche la
Warner Bros. ha sottoposto il cast e la crew di Animali
Fantastici 3 al rispetto di tutta una serie di rigidi
protocolli per cercare di contenere il più possibile la diffusione
del Covid-19. Nel corso dell’intervista, Redmayne ha spiegato che
all’inizio era molto preoccupato per la nuova situazione che
avrebbe trovato sul set.
“È una normalità completamente
nuova”, ha raccontato l’attore premio Oscar. “Essere
testati frequentemente, le mascherine… mi chiedevo se le mascherine
avessero influenzato la nostra creatività, in qualche modo. Forse è
stato un pensiero stupido, ma da essere umano pensavo che avevamo
bisogno dell’interazione con gli altri per fare al meglio il nostro
lavoro. La cosa davvero rassicurante è che si tratta di un processo
totalmente diverso, ma è comunque elettrizzante e tutti stanno
lavorando al massimo delle loro potenzialità.”
Animali Fantastici 3 risponderà ai
misteri insoluti del precedente episodio?
Al momento la data di uscita
di Animali
Fantastici 3 è ancora fissata per Novembre 2021:
non è chiaro se i continui ritardi nella produzione avranno effetti
anche sull’uscita in sala. I
crimini di Grindelwald si è concluso con
diversi cliffhanger, inclusa la rivelazione che
Credence Barebone (Ezra
Miller) è in realtà Aurelius Dumbledore, il fratello
perduto da tempo di Albus. Proprio per questo, i fan non vedono
l’ora di scoprire in che modo la trama del terzo film risponderà ai
misteri insoluti del precedente episodio.
Dal gangster di Quei bravi
ragazzi all’avvocato di Storia di un
matrimonio, nel corso della sua carriera l’attore
Ray Liotta ha dato vita a personaggi divenuti
memorabili, che gli hanno permesso di affermarsi come un attore
particolarmente carismatico. Sempre alla ricerca di personaggi
diversi tra loro, con cui poter mettere in mostra sfumature
differenti del proprio talento, l’attore può vantare collaborazioni
con alcuni tra i maggiori registi di Hollywood, i quali hanno
sempre saputo tirare fuori il meglio di lui.
9. È stato anche produttore
di diversi film. A partire dalla fine degli anni Novanta,
Liotta si è concentrato anche sull’attività di produttore,
ricoprendo tale ruolo per diversi titoli, da lui interpretati o
meno. Il primo di questi è il crime Phoenix: Delitto di
polizia (1998), poi seguito da Narc – Analisi di un
delitto (2002) e Doppia ipotesi per un delitto
(2005). È poi stato produttore esecutivo del film musical Ti va
di ballare? (2006), con Antonio
Banderas. In seguito, invece, si è occupato di
produrre altri titoli di cui è stato anche interprete, sentendosi
particolarmente legato a questi. Si tratta dei film La
linea (2009), Il Guinness dei pupazzi di neve (2010)
e The Identical (2014).
8. Ha ricevuto importanti
riconoscimenti. Nel corso della sua carriera l’attore ha
ricevuto riconoscimenti e nomination ad alcuni tra i maggiori premi
dell’industria. Liotta venne infatti nominato come miglior attore
non protagonista ai Golden Globe nel 1987 per Qualcosa di
travolgente. Da lì ottenne particolare visibilità, venendo poi
nominato ai SAG Awards nel 1999 e nel 2016 come miglior attore di
una miniserie o film TV per The Rat Pack e Texas
Rising. Prestigioso riconoscimento è anche quello ottenuto per
un altro dei suoi ruoli televisivi. Nel 2005 ha infatti vinto un
Emmy Awards come miglior guest star per la serie E.R. – Medici
in prima linea.
Ray Liotta in Quei bravi
ragazzi
7. Non ha incontrato il
vero gangster da lui interpretato. Ad avere reso per
sempre celebre Liotta come attore, è il ruolo del mafioso Henry
Hill in Quei bravi ragazzi. Il personaggio è basato sul
vero Hill, nota personalità della criminalità statunitense.
Contrariamente a quanto però di solito avviene, Liotta non ha mai
incontrato il gangster, poiché Scorsese glielo impedì. Il regista,
infatti, non aveva ancora mai lavorato con l’attore e non
conoscendolo ritenne necessario assisterlo nella costruzione del
personaggio. Permettergli di incontrare Hill avrebbe invece
rischiato di farlo influenzare da questi e stravolgere
l’interpretazione.
6. Venne scelto per una sua
qualità. Scorsese notò Liotta nel film Qualcosa di
travolgente, e venne subito colpito dalla sua energia. I due
iniziarono così ad incontrarsi più volte, con il regista che
tentava di capire se egli fosse davvero la persona giusta per la
parte. Se ne convinse nel momento in cui, durante il Festival di Venezia, Liotta cercò di
avvicinarsi a lui, venendo però respinto più volte dalle sue
guardie del corpo. Notando la scena, Scorsese rimase colpito da
come Liotta manteneva la calma nonostante venisse respinto
malamente. Tale sua qualità lo rendeva estremamente simile a Henry
Hill, notoriamente silenzioso e pacato. Fu in seguito a ciò che
Liotta ottenne definitivamente la parte.
Ray Liotta: la sua risata
5. È rimasta iconica la sua
particolare risata. Tra le scene più celebri di Quei
bravi ragazzi vi è quella che vede gli attori Joe
Pesci e Liotta intenti a bere e scherzare in un locale.
Tutto ha poi inizio nel momento in cui Pesci si lancia nel racconto
di un particolare aneddoto, che genera l’ironia di Liotta. L’attore
improvvisò così in quel momento una risata che divenne in seguito
estremamente iconica. Il modo in cui si contrae il suo volto, e la
voce stridula hanno poi contribuito alla fama della scena. Da lì,
Liotta viene spesso ricordato per quel celebre momento della sua
carriera.
Ray Liotta in Blow
4. Ha interpretato il padre
di Johnny Depp. Nel film Blow, incentrato sulla
vita del celebre narcotrafficante George Jung, Liotta ha
interpretato il padre George, una delle figure più significative
per il protagonista. Pur essendo di soli otto anni più grande di
Depp, Liotta è risultato particolarmente credibile nella parte,
ricevendo numerose lodi. In particolare, i fan del film ricordano
il grande legame tra i due interpreti, e che ha permesso di dar
vita ad un convincente e commovente rapporto tra padre e
figlio.
Ray Liotta e il doppiaggio di Bee
Movie
3. Ha doppiato sé
stesso. Nel film d’animazione del 2007 Bee Movie,
l’attore compare tra i doppiatori dando voce ad un curioso
personaggio. Liotta, infatti, realizza il doppiaggio della versione
animata di sé stesso. Il cameo è tutt’oggi particolarmente celebre
non solo per la grande somiglianza del personaggio con il vero
Liotta, ma anche per una serie di riferimenti alla carriera
dell’attore. Nella scena in cui è presente, infatti, si può notare
il personaggio impugnare il premio Emmy, realmente vinto da Liotta.
Inoltre, l’ape protagonista si riferisce a lui affermando che egli
non è un “goodfella” ma un “bad-fella”. Questo è
un riferimento al film Quei bravi ragazzi, il cui titolo
originale è Goodfellas.
Ray Liotta: il suo patrimonio
2. Vanta un ricco
patrimonio. Grazie alle sue numerose interpretazioni in
noti film o serie televisive, Liotta vanta uno status non
indifferente all’interno di Hollywood. Come visto, inoltre, negli
anni Liotta si è occupato anche di attività collaterali, come la
produzione di alcuni film. I premi vinti, e gli altri onori
ricevuti nel corso della sua carriera, lo hanno oggi portato a
possedere il considerevole patrimonio di circa 14 milioni di
dollari.
Ray Liotta: età, altezza e le
origini italiane
1. Ray Liotta è nato a
Newark, nel New Jersey, Stati Uniti, il 18 dicembre del
1954. L’attore è alto complessivamente 182 centimetri. Liotta è
stato adottato quando aveva solo 6 mesi da Mary e Alfred, figli di
immigrati di italiani. Egli è così cresciuto nutrendo in sé un
forte rapporto nei confronti del Bel Paese. In seguito,
rintracciando i suoi veri genitori, ha scoperto che da parte loro
possiede vere origini italiane, come anche scozzesi.
Ecco il primo trailer di
WandaVision, la serie MarvelDisney+ che vede protagonisti i due
personaggi del titolo, presentati all’interno del Marvel Cinematic Universe e
interpretati da Elizabeth Olsen e Paul
Bettany.
“Wandavision sarà una sitcom classica con
la grandezza e l’epica tipiche della Marvel”, ha dichiarato uno dei
registi Matt Shakman (Game of Thrones, The
Boys), confermando le voci sul tono specifico dello show e
l’ambientazione.
“Non possiamo dire molto e in
questo momento è praticamente tutto bloccato, ma sarà interessante
esplorare la strana dinamica del rapporto tra l’eroina e
l’androide. Visione non è umano ma forse è più umano di chiunque
altro. Ha sempre cose sagge da dire e vede il mondo per quello che
è, mentre Wanda è influenzata dai numerosi traumi subiti come la
perdita di suo fratello e il fatto di essere un’orfana.” aveva
raccontato il regista a variety. “Penso che tutto il team si
stia concentrando su questa unione, frutto di un amore bizzarro, ma
assolutamente giusto“.
Come rivelato da Charles Murphy nel
nuovo episodio del suo podcast, la produzione dovrebbe partire il 4
novembre – e non a settembre – nei Pinewood Studios di Atlanta, la
“casa” di quasi tutti i cinecomic Marvel. Nel report viene nominato
anche il titolo di lavorazione dello show, “Big
Red“.
Captain
Marvel 2 è uno dei tanti imminenti sequel del MCU, ma dovrà cercare di evitare
alcuni errori comuni riscontrabili in tantissimi seguiti
dell’universo condisivo. Il primo Captain
Marvel è stato rilasciato nel Marzo 2019: nonostante
all’inizio la scelta di
Brie Larson come interprete dell’eroina non fu accolta molto
bene dai fan, alla fine il film è riuscito ad incassare oltre un 1
miliardo di dollari al box office, ricevendo elogi anche da parte
della critica.
Captain
Marvel non solo ha introdotto il personaggio di Carol
Danvers nel MCU (dopo la breve anticipazione
del suo arrivo nella scena post-credits di Avengers:
Infinity War), ma ha anche preparato il terreno per la sua
apparizione in Avengers:
Endgame. Ciò ha aperto le porte a Captain
Marvel 2, portando Carol nel presente dell’universo in
modo che la sua storia potesse continuare in maniera corretta,
nonostante le molte lacune tra i film ancora da colmare.
Non sorprende che Captain
Marvelavrà un sequel, ma ciò non significa
che sarà un successo garantito. Anche se probabilmente funzionerà
al botteghino a prescindere, la storia ci insegna che non sembra i
sequel del MCU sono stati dei veri e propri
successi, e questo a causa di diversi errori che hanno impedito
loro di essere all’altezza del predecessore. Il primo film è stato
piuttosto buono, quindi Captain
Marvel 2, che uscirà l’8 Luglio 2022, dovrà
prestare molta attenzione – come sottolineato da
Screen Rant – per evitare di commettere gli errori del
passato.
Una delle critiche più
comuni rivolte ai film del MCU è il modo in cui vengono
tratteggiati i villain di turno. La Fase 3 ha in parte risolto
questo problema introducendo tutta una serie di cattivi
affascinanti come Hela, Killmonger e, ovviamente, Thanos. Tuttavia,
è vero che si tratta di un difetto con cui lo studio ha dovuto
lottare in passato, sebbene non si tratti di un qualcosa limitato
esclusivamente a questo franchise. Parte di questo problema nasce
dal desiderio di realizzare sequel più grandi dell’originale (e di
tutto ciò che è apparso in precedenza nel MCU) e, di conseguenza, di avere
villain sempre più temibili.
Questo è forse particolarmente
evidente in
Thor: the Dark World e Avengers:
Age of Ultron, due sequel in cui i cattivi di
turno condividono il legame comune di dover superare direttamente
Loki, l’antagonista di entrambi i loro predecessori. In termini di
potenzialità, almeno sulla carta, non c’è dubbio che Malekith e
Ultron siano due cattivi di tutto rispetto; il fatto è che non
possono competere con Loki in termini di personalità e di ruolo
avuto all’interno della narrazione. È inutile essere una minaccia
apparentemente più grande se ciò non porta alcun interesse reale al
di là della mera posta in gioco.
Resta ancora da vedere chi sarà il
cattivo di Captain
Marvel 2, ma poi il personaggio di Carol Danvers
è così potente, ha senso che possa esserci un cattivo altrettanto
potente che possa in qualche modo eguagliarla. Ciò che conta di più
è assicurarsi un il cattivo in questione possa offrire qualcosa di
più grande alla narrazione alzando la posta in gioco, e idealmente
aggiungendo anche un po’ di valore tematico al film. Questo è ciò
che hanno fatto i migliori cattivi della Marvel – come Killmonger e Thanos –
ed è ciò a cui anche Captain
Marvel 2 deve aspirare.
La storia di Carol, non del MCU
La critica
più grande rivolta a
Iron Man 2 è stata che si trattava non tanto di un film su
Tony Stark, ma più che altro di un trailer esteso di ciò che
sarebbe accaduto nel futuro del MCU. Quel film ha introdotto Vedova
Nera, ha fatto riferimento a Capitan America, e ha anche anticipato
l’arrivo di Thor nella scena post-credits, il tutto per anticipare
quello che poi il pubblico avrebbe visto in The Avengers nel 2012. Questo, purtroppo, è stato un
errore commesso anche da altri sequel.
In molti di questi sequel, infatti,
le trame erano talmente piene di configurazioni relative al più
ampio MCU che si è spesso perso di vista
il focus principale, ossia l’eroe protagonista. Anche Captain
Marvel 2 rischia di incappare in questo errore, così
come un altro attesissimo sequel della Fase 4, ossia
Doctor Strange in the Multiverse of Madness. Anche
Captain
Marvel 2 potrebbe essere “incaricato” di impostare la
Fase 5 dell’universo condiviso, ma in realtà dovrebbe preoccuparsi
maggiormente di raccontare la storia di Carol Danvers.
Giustificare la propria esistenza
I sequel più deboli della Marvel hanno comunque alcuni
aspetti interessanti al loro interno, come ad esempio gran parte
della storia incentrata su Asgrad di
Thor: the Dark World. La Marvel è, ovviamente, una macchina
oliata alla perfezione con l’obiettivo di fare più soldi possibili,
ma i suoi film migliori offrono comunque una storia e dei
personaggi che sono in grado di offrire tanto all’assetto generale
del franchise.
Un sequel come Captain
Marvel 2 ha molto su cui poter lavorare per quanto
riguarda il suo personaggio e la sua storia; proprio per questo,
deve assicurarsi di giustificare questi aspetti e di non limitarsi
ad essere l’ennesimo capitolo realizzato per fare contenti i
fan.
Un sequel migliore dell’originale
Escludendo l’accesso al Regno
Quantico o un viaggio nel tempo, è impossibile prevedere
esattamente di cosa parlerà Captain
Marvel 2, ma ci sono ragioni per essere ottimisti
sul fatto che possa evitare molti dei problemi più eclatanti del
sequel del MCU. In parte è perché la Marvel stessa sembra aver imparato
a gestire molto meglio i seguiti dei suoi film. C’è sicuramente un
ampio raggio d’azione su Captain
Marvel: il primo film è stato divertente, ma c’è
davvero tanto spazio per far crescere il personaggio ora che
abbiamo conosciuto le sue origini.
Il salto temporale è una parte
importante del motivo per cui Captain
Marvel 2 potrebbe essere un successo. Dopo Avengers:
Endgame, c’è molto altro da esplorare con Carol
Danvers, sia sulla Terra che nello spazio. Se non si vogliono
confondere le linee temporali, c’è un lungo periodo tra il primo
film ed Endgame
in cui si sa poco su dove si trovi Carol e che potrebbe essere
raccontato. Ovviamente ci sono anche dei rischi: con l’arrivo della
Fase 5, lo SWORD, Ms. Marvel e Secret Invasion sono tutti elementi che
potrebbero entrare in gioco a livello di trama, quindi potrebbe
benissimo risultare un film eccessivamente “carico” a livello
narrativo. Speriamo davvero che il sequel possa volare “più in
alto, più lontano e più veloce” del suo predecessore…
Tenet
è arrivato nei cinema di tutto il mondo la fine di Agosto e
l’inizio di Settembre. Considerata l’attuale situazione mondiale
legata alla pandemia di Covid-19, nessuno ha mai realmente pensato
che l’ultima fatica di Christopher Nolan sarebbe riuscito a
raggiungere cifre esorbitanti al box office, che di fatto ha
guadagnato soltato 207 milioni di dollari durante il primo weekend
di apertura.
Bisogna fare i conti con il fatto
che non tutte le persone si sentono ancora tranquille a tornare al
cinema; parallelamente, non tutti le major sembrano essere a favore
della release dei loro titoli direttamente in streaming. Di recente
la Disney ha provato ad azzardare rendendo direttamente disponibile
sulla sua piattaforma VOD – l’ormai celebre Disney+ -, l’attesissimo live action di
Mulan,
la cui release ha fatto particolarmente discutere per il costo
“extra” associato alla visione del film rispetto al tradizionale
abbonamento del singolo utente.
Adesso, un nuovo report di
Yahoo Finance (via
CBM) indica che, nonostante tutte le polemiche, negli Stati
Uniti il live action di Mulan
disponibile on demand ha generato un incasso molto più alto di
quello di Tenet nelle
sale cinematografiche. Sulla base dei dati condivisi dalla società
di analisi 7Park Data, pare che il film diretto da Niki Caro abbia guadagnato 261 milioni di
dollari a livello nazionale, una cifra di gran lunga superiore
rispetto ai 207 milioni di dollari incassati dal film di Christopher Nolan a livello globale.
È opportuno precisare che non si
tratta di numeri ufficiali e che un quadro completo del successo di
entrambi i film non si avrà fino a quando la Warner Bros. e la
Disney non decideranno di condividere i dati interni. Tuttavia, è
decisamente interessante notare quanto possa aver avuto successo il
debutto di Mulan
su Disney+ (va comunque sottolineato che
il rapporto della fonte non tiene conto degli abbonati a livello
internazionale, che potrebbero a loro volta aver acquistato il film
e contribuito a genere introiti ancora più elevati).
A questo punto la
domanda sorge spontanea: anche Black
Widow arriverà su Disney+? Al momento è impossibile
dirlo, ma sappiamo che la multinazionale sta già valutando un nuovo
rinvio per l’attesissimo cinecomic Marvel (che a questo punto non
arriverà più a Novembre).
Ecco il trailer di Paradise: una nuova vita, il nuovo film di
Davide Del Degan, con VINCENZO NEMOLATO, GIOVANNI
CALCAGNO e KATARINA ČAS. Paradise uscirà il 30 settembre nelle sale
del veneto e del Friuli Venezia Giulia, mentre dall’8 ottobre
arriverà in tutte le sale italiane, distribuito da Fandango.
Paradise: una nuova vita, la
trama
Calogero è un uomo ordinario che ha
fatto una scelta straordinaria. Siciliano, venditore di granite, un
giorno assiste ad un omicidio di mafia e decide di fare qualcosa
che non tutti avrebbero il coraggio di fare: testimoniare. Ed è
così che Calogero viene impacchettato e spedito, sotto il programma
protezione testimoni, nel posto più lontano dalla Sicilia: tra le
montagne del Friuli, a Sauris, un villaggio di gente ospitale, ma
che lui fa fatica a capire. Calato in una realtà completamente
diversa così distante da tutto ciò che ama, tra le nevi e nessuno a
cui vendere granite, Calogero si ritrova solo, perso, spaesato.
Ancora alle prese con il rammarico per aver perso il contatto con
la sua famiglia, che si è rifiutata di seguirlo, e con la sua unica
figlia, che non ha neanche fatto in tempo a veder nascere, un
arrivo in paese crea altro scompiglio nella sua nuova vita. Il
killer contro cui lui ha testimoniato è diventato a sua volta un
collaboratore di giustizia e, per un errore amministrativo
tipicamente italiano, è stato spedito nella stessa località, con lo
stesso falso nome. Il nostro Calogero è convinto che sia lì per
ammazzarlo, e non sa che il killer, contrariamente a lui, vive
questa cesura col proprio passato come un’opportunità che la vita
gli ha voluto regalare.
“Tutte le famiglie felici si
somigliano; ogni famiglia infelice è invece disgraziata a modo
suo”: così asseriva Lev Tolstoj in apertura
di una delle sue opere più famose, Anna Karenina. Ma quello che lega la famiglia
Roy, protagonista di Succession, serie TV targata HBO e
disponibile in Italia su Sky, va oltre il concetto di (in)felicità.
Il capofamiglia Logan (Brian
Cox), i figli Kendall (Jeremy
Strong), Roman (Kieran Culkin), Connor
(Alan Ruck) Siobhan (Sarah
Snook), e il nipote Greg (Nicholas Braun)
è un covo di serpi vestiti di abiti eleganti.
La lotta al dominio del monopolio
di famiglia nel campo dei media è una corsa al massacro, dove non
sussistono ricordi, tenerezze, memorie di focolai domestici, o
giochi in famiglia, a indorare la pillola. La vendetta in
Succession è un piatto che viene servito freddo,
come freddo è il cibo a tavola, lanciato, rubato, mai toccato. I
ricchi banchetti perlopiù ignorati si fanno pertanto perfetti doppi
simbolici di affetti famigliari a cui avvicinarsi, assaporare, per
poi rinnegare, allontanare, con lo sguardo fiero, rivolto sempre
verso l’alto, verso una cima quanto mai irraggiungibile. Non è un
caso, dunque, se quel cognome, Roy così simile per assonanza e
scrittura al sostantivo francese “roi”, “re”, rimanda a un trono da
occupare e a cui ambire. Negli occhi di ogni singolo personaggio
brucia il fuoco dell’insana cupidigia; nella bocca, si masticano
parole ricolme di recriminazioni mescolate a caustico umorismo, e
poi vomitate sotto forma di tradimenti. Ogni puntata è un piccolo e
indipendente colpo di stato, pronto a ribaltare singolarmente e
sulla spinta di ambizioni personali, il dittatore Logan Roy.
Succession nel mito di Frankenstein
Ogni personaggio si fa dunque
mostro di Frankenstein, collage umano di pezzi presi in prestito
dai più terribili villain e regnanti shakespeariani. Sono uomini e
donne creati sulla falsariga di personaggi reali (le famiglie di
Rupert Murdoch, Sumner Redstone e Donald
Trump), che in un gioco dialettico tra finzione e realtà
assumono una verosimiglianza tale da lasciarsi prima odiare, e poi
amare. Lo spettatore si ritrova vittima inconsapevole del loro
fascino mefistofelico. Ama lasciarsi intrappolare nelle loro reti
intessute di inganni e sotterfugi, restando così a bocca aperta
dinnanzi ai tradimenti orditi da figli ai danni del proprio padre,
in una rilettura contemporanea del Re Lear, per poi ritrovarsi
incantato dall’insano desiderio di Kendall di ribaltare il
predominio paterno, voltando le spalle ai propri fratelli come un
Amleto che incontra Riccardo III.
Dietro ogni abbraccio si nasconde
una mano pronta a colpire alle spalle con fendenti profondi di lame
taglienti i propri cari. La famiglia perde il concetto di unione,
amore, sentimento, trasformandosi in un insieme confusionario di
pedine impazzite da spostare a proprio piacimento per assurgere al
più presto al trono. In questa giostra al massacro azionata da
regnanti senza corona, non sussiste alcun legame da conservare,
emozione da nutrire. L’intreccio si srotola pian piano davanti a
noi e con esso la corsa alla distruzione dei consanguinei, vittime
sacrificali dinnanzi al tempio del successo e alla successione (non
a caso “succession” pur rimandando al concetto di “successione”,
accoglie in sé il il termine “success”, “successo”). Se secondo la
cultura popolare, i media visuali con il loro appeal delle emozioni
posso eccitare l’immaginario collettivo della maggioranza
silenziosa, indirizzandola verso fini catastrofici, la serie ideata
da Jesse Armstrong scardina questa abilità silenziosa messa in atto
dal campo di cui Logan Roy è il capo supremo, puntando su emozioni
ridotte a simulacri e ideali, per dar corpo all’istinto
(auto)distruttivo intrinseco al genere umano, alimentato dal sacro
fuoco dell’ambizione e del potere.
Attori perfetti, Diavoli
in terra
Se Succession è da
annoverare tra le migliori serie televisive degli ultimi anni, non
è solo grazie a una scrittura alacre e impeccabile, quanto
soprattutto a una serie di interpreti capaci di sparire nella loro
veste umana, per dar forma e corpo all’istinto animalesco e
anafettivo dei propri personaggi. Culkin, Strong, Macfadyen, Snook,
Braun, Cox si svuotano dentro per lasciarsi investire e guidare
dalle ossessioni e idiosincrasie dei propri alter-ego finzionali.
Diavoli con abiti eleganti che si muovono in contesti urbani
mimetizzandosi facilmente tra la folla, i protagonisti di
Succession sono testimoni di cadute infernali da
cui risalire camminando sul cadavere dei propri cari.
Una manipolazione accurata,
studiata nei minimi particolari, lasciata libera di scatenarsi come
onde in un mare improvvisamente in tempesta, supportata da mimiche
facciali a volte esasperate (il Roman Roy di Kieran
Culkin) ma mai in over-acting, o giocate in sottrazione,
dove ogni sentimento è celato, in un gara alla dissimulazione (si
pensi alla straordinaria performance di Jeremy
Strong nei panni di Kendall Roy). Ciò che ne risulta è una
galleria umana di uomini e donne schiacciati sia dal peso delle
proprie responsabilità, che da una figura ingombrante come quella
di Logan Roy, impossibile da destituire o distruggere.
Cristallizzati in ruoli archetipici, di cui riescono a carpire e
svelare ogni singola sfumatura tra debolezze e punti di forza, ogni
attore rende vivo, umano, e per questo fatalmente fallibile, il
ruolo a lui affidato. Al resto ci pensa una sceneggiatura fondata
su uno humour squisitamente britannico grazie alla quale
Jesse Armstrong impreziosisce la propria
creatura di un’ironia tagliente e dai tratti
drammatici, con un approccio che strizza l’occhio al miglior
William Shakespeare. In questa famiglia disfunzionale nessun
difetto è lasciato indietro, ma affrontato, studiato, mostrato
nella sua perfetta verosimiglianza.
C’è Siobhan, l’unica figlia
femmina, mosca bianca in una famiglia dominata dal testosterone,
inizialmente poco attirata dai giochi aziendali di famiglia, per
poi cedere sotto la forza dei canti ammaliatori del padre,
uscendone vittima e vinta, tanto nelle questioni di affari, quanto
di cuore. C’è poi Roman, un Loki di famiglia, prigioniero di
un’eterna adolescenza, scaltro, furbo, capace di sciorinare gesta e
segreti altrui pur di garantirsi la salvezza. E se è Kendall la
vera pedina impazzita, l’ingranaggio a orologeria uscito fuori
dagli schermi, un plauso a parte merita Alan Ruck, capace di dar
vita a un primogenito come Connor, personificazione della vita
adagia riassumibile nella battuta “solo i poveri sono pazzi, i
ricchi sono tutt’al più eccentrici”.
Dare forma alle
emozioni
Personalità egocentriche, che
vivono del respiro delle proprie ambizioni, hanno un raggio di
distanza personale alquanto risicato. Difficile per loro, se non
impossibile, condividere un’inquadratura con un altro personaggio,
almeno che non sia per tornaconto personale. Una predisposizione
che i vari registi comprendono e traducono in scelte di ripresa
capaci di enfatizzare quelle insofferenze silenti, che annientano e
bruciano barlumi di umanità ed empatica solidarietà all’interno
dell’animo di questi personaggi. Allo stesso tempo, ogni attacco,
lanciato o subito, viene colto ed espresso da zoom improvvisi, che
colgono la sorpresa o ipocrita reazione, che raffredda il volto di
strateghi apparentemente impassibili. Schiera di inquadrature
ristrette, anche nel momento in cui il raggio di ripresa si
allarga, a cogliere lo sguardo attento della cinepresa sono lasciti
di rimpianti e rimorsi, mostrati attraverso distanze fisiche
insormontabili, che portano i vari personaggi a sostare ai poli
opposti di una stanza, o separati da confini tangibili, come porte,
vetrate e finestre.
Eppure, gli sguardi brulicanti di
vendetta superano ogni limite, indagano ogni superficie
sottocutanea, indugiando su sentimenti inespressi contro cui
predisporre il proprio attacco. Cercano debolezze umane, per
gettarsi a capofitto con il loro contrattacco fatto di carezze, o
baci di Giuda, i membri della famiglia Roy. Sono discendenti della
Maga Circe, capace di regredire l’essere umano allo stato primitivo
di animale, dove dietro ogni singola espressione si nasconde la sua
controparte emotiva. Una giostra di sentimenti e dei suoi
contrapposti, nemesi di se stessi e degli altri, ogni attore rende
(dis)umano il proprio personaggio, partecipando a questa folle
corsa modellando in maniera personale incarnazioni diverse, eppure
così uguali, dei sette peccati capitali.
La freddezza calcolatrice che
investe questi protagonisti, ritrova nelle tonalità accese e
cerulee di una fotografia glaciale, le proprie corrispondenze
cromatiche. Non c’è nulla nella costruzione visiva, registica,
scenografica lasciata al caso in Succession. Tutto
concorre all’esaltazione dei mutamenti di umore, all’esaltazione
narcisistica di uomini e donne egomaniaci, vittime e mai
trionfatori della propria sete di ambizione. Long live the king,
allora. Long live the Roy.
Sedicicorto Forlì
International Film Festival, in programma dal 2
all’11 ottobre in edizione ibrida, in streaming su
MyMovies.it e in parte dal vivo, è quasi ai nastri di partenza. Ma
l’evento di anteprima ha decretato già il primo successo della
diciassettesima edizione.
Tracce di
Sedicicorto si è svolto nelle due serate del 14 e
15 settembre a l’Arena Musei San
Domenico, facendo registrare sold out in entrambe le
serate, un bellissimo messaggio per il cinema che dovrà affrontare
un autunno caldo a causa del Covid.
Sedicicorto ci crede, non a caso ci
sarà una parte importante dell’evento, la terza edizione di
IranFest, che si terrà alla Sala San Luigi
dal 4 al 6 ottobre e sarà solo uno degli eventi che
ospiterà lo storico cinema del festival. Il direttore artistico
Gianluca Castellini e lo staff di Sedicicorto
credono nella sala, ma anche nell’edizione web, e la collaborazione
con MyMovies.it è stata ulteriormente sancita dal premio
Women in Set, quest’anno in collaborazione con il
portale di cinema fondato da Gianluca Guzzo.
Il riconoscimento quest’anno è
andato alla regista Roberta Torre, autrice che ha dato al cinema
italiano opere innovative come Tano da
morire, Sud Side Stori,
Angela, Mare
nero, I baci mai dati, fino
all’ultimo Riccardo va all’inferno,
geniale rilettura musicale del Riccardo III di William Shakespeare
con protagonista uno straordinario Massimo Ranieri.
Un premio che vuole essere di buon
auspicio, prima di tutto, e che sottolinea l’importanza che la
regista ha avuto nel corso di tutti gli anni 2000 nel rappresentare
le donne in un’industria, quella cinematografica, ancora troppo
maschile e maschilista. Roberta Torre ha mandato un videomessaggio
di ringraziamento, ma la direzione artistica di Sedicicorto si
ripromette di poter avere lei e tutti gli ospiti che quest’anno
potranno essere solo virtuali già dalla diciottesima edizione, nel
2021, quando il festival diventerà maggiorenne
Sedicicorto Forlì International Film
Festival 2020 si terrà dal 2 all’11 ottobre ed è realizzato
con il contributo di Comune di Forlì, Film Commission
Emilia-Romagna, Regione Emilia-Romagna, DG Cinema e Audiovisivo –
Mibact e Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì la sponsorship di
Intesa San Paolo, Daniele Alessandrini Abbigliamento, Cantine
DreiDonà e Acquainbrick, con il patrocinio del Parlamento Europeo e
FEDIC.
La regista Cate
Shortland ha parlato delle sequenze d’azione che vedremo
nell’attesissimo Black Widow, anticipando che
saranno molto diverse da ciò che siamo stati abituati a vedere fino
ad ora nel MCU. Come sappiamo, il cinecomic si
focalizzerà interamente sul personaggio di Vedova Nera interpretato
da Scarlett
Johansson, che ha fatto il suo debutto nell’universo
condiviso nel lontano 2010, con Iron
Man 2.
Da allora il personaggio di Natasha
Romanoff è diventato una parte integrante del franchise, fino alla
tragica morte del personaggio in Avengers:
Endgame. Adesso, la Johansson tornerà per l’ultima volta
nei panni del personaggio nello standalone che i fan aspettavano
ormai da una vita e che sarà ambientato prima degli eventi
narrativi in Avengers:
Infinity War.
Il film sarebbe dovuto arrivare
nelle sale lo scorso Maggio, ma è stato posticipato a Novembre a
causa della pandemia di Covid-19. Purtroppo, negli Stati Uniti non
tutte le sale cinematografiche hanno ufficialmente riaperto, e pare
che la Disney stia valutando se posticipare ulteriormente
Black
Widow (le ultime voci parlavano di un rinvio
addirittura al 2021).
La regista di Black Widow sulla
rappresentazione di Natasha nel film
In attesa di scoprire quale futuro
attende il cinecomic, la regista Cate Shortland ha
parlato con
Total Film della sua visione del film e in particolare delle
scene d’azione, anticipando che il suo approccio è stato molto
diverso rispetto a ciò che i fan del MCU hanno avuto modo di vedere in
passato: “Natasha è l’unico personaggio che non ha
superpoteri”, ha spiegato Shorland. “Lo abbiamo visto come
un punto di forza, perché deve sempre scavare molto a fondo per
uscire da situazioni potenzialmente pericolose. E l’abbiamo messa
in molte situazioni difficili.”
Poi ha aggiunto: “Ho pensato
alle donne che vanno alla stazione dei treni e vengono attaccate.
Natasha è un po’ come la Clarice Starling di Jodie Foster ne Il
silenzio degli innocenti. È fantastico perché quando tiene la
pistola, trema. Ma è ancora molto dura dentro e resiliente. Volevo
portare tutto ciò nel personaggio. Quindi non la vedremo soltanto
passare da una situazione all’altra, sapendo che comunque ne uscirà
fuori. Vogliamo vedere anche la sua grinta e la sua determinazione.
Ed è quello che abbiamo fatto.”
La regia di Black Widow è stata
affidata a Cate Shortland, seconda donna
(dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned
Benson(The Disappearance of Eleanor
Rigby). Insieme a Scarlett
Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh e Rachel
Weisz.
In Black Widow, quando sorgerà
una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha
Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue
origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla
pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in
qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni
prima che diventasse un membro degli Avengers.
Inizialmente, l’aspetto dell’oscuro
pianeta Exegol in
Star Wars: L’Ascesa di Skywalker avrebbe dovuto
ricordare molto di più i templi Sith del vecchio universo espanso
di Star
Wars, come rivelato da alcuni concept art rilasciati
online.
L’iterazione finale del pianeta ha
ampliato i miti canonici dei Sith in vari modi, molti dei quali
sono stati ispirati da tradizioni stabilite in precedenza. La
storia e la natura dei Sith sono state costruite in modo
significativo nei vari libri, fumetti e videogiochi dell’universo
espanso – noto ora come “Star
Wars Legends” – ed è interessante notare come
quell’eredità non più canonica abbia giocato un ruolo chiave nel
design della struttura di Exegol.
L’Ascesa di Skywalker ha canonizzato nuovamente alcuni
elementi tipici di quella storia, tra cui i famosi signori dei
Sith, Darth Revan e Darth Bane. La resurrezione di Sidious su
Exegol e la natura dei suoi piani nel film si rifanno anche alle
trame della timeline di Legends, sebbene gran parte di
esse siano nuove rispetto alla versione targata Disney.
Di recente, il direttore artistico
creativo della Lucasfilm, Phil Szostak, ha condiviso via
Twitter i primi concept art relativi ad Exegol realizzati
dall’artista Benjamin Last. I concept in questione
ci mostrano Kylo Ren con la spada laser accesa, che cammina lungo
un sentiero buio fiancheggiato da enormi statue Sith, con un
diverso tempio sullo sfondo.
Il tempio ricorda da vicino il
design dei templi Sith di Legends, come il tempio di Exar
Kun su Yavin 4, che ha sempre giocato un ruolo significativo nelle
vecchie trame delle antiche guerre Sith. L’aspetto piramidale a
doppia punta, diviso in due, è particolarmente sorprendente e
caratterizza entrambi. Potete ammirare uno dei concept condivisi da
Szostak di seguito (per vederli tutti, cliccate
qui).
Lucasfilm e il
regista J.J.
Abrams uniscono ancora una volta le forze per
condurre gli spettatori in un epico viaggio verso una galassia
lontana lontana con Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente
conclusione dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno
nuove leggende e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.
Il cast del film
comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam Driver,
Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi
Ackie, Domhnall Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri
Russell, Joonas Suotamo, Kelly Marie Tran,
con Ian McDiarmid e Billy
Dee Williams.
Arriva da
Deadline la notizia che Lee Isaac Chung,
regista di Minari (vincitore del Gran Premio della Giuria
all’ultima edizione del Sundance Film Festival), è stato ingaggiato
dalla Paramount Pictures per occuparsi della regia e della
sceneggiatura del live action di Your Name, film
d’animazione giapponese del 2016 scritto e diretto
da Makoto Shinkai.
Your Name è ancora
uno dei più grandi successi della storia del Giappone: il film ha
incassato 303 milioni di dollari soltanto in patria e quando i
diritti di sfruttamento sono stati resi disponibili nel 2017, è
diventato un progetto estremamente conteso. Essendo J.J. Abrams un grande fan del film
originale, la Paramount e la Bad Robot si sono date subito da fare
per acquisirne i diritti.
Lee Isaac Chung
rimaneggerà una bozza dello sceneggiatura ad opera di Emily V.
Gordon. Quando il progetto era ancora nella mani di Webb, la
sceneggiatura del film era stata scritta da Eric Heisserer
(Arrival).
Alla produzione figurerà anche Genki Kawamura, che aveva già
prodotto il film originale.
La Paramount Pictures e la Bad Robot
lavoreranno a contatto con la società giapponese Toho, produttrice
del film originale. La Toho si occuperà della distribuzione del
remake in Giappone.
Alden Ehrenreich, noto per aver interpretato il
giovane Han Solo nello spin-off Solo:
A Star Wars Story, è tornato a parlare del flop del
film diretto da Ron Howard. In una recente intervista con
Total Film, Ehrenreich ha ammesso di credere ancora che i media
abbiano distorto i numeri relativi agli incassi per far apparire
Solo
un fallimento più di quanto in realtà non fosse.
Definendo “pericolosa” la necessità
dei titoli di alcuni giornali di attirare l’attenzione, l’attore ha
dichiarato che i media si sono concentrati troppo sul confronto tra
gli incassi di Solo
e quelli degli altri film della saga di Star
Wars, piuttosto che sul confronto con altri film
estranei alla celebre saga fantascientifica.
“Solo non ha funzionato bene
come gli altri film di Star
Wars, ma in generale è andato comunque bene per essere un film.
Ad un certo punto è diventato una sorta di caso mediatico. Ma
sappiamo come vanno queste cose. Anche nel giornalismo di alto
livello c’è un’intensa pressione, per cui tutto è finalizzato a
celebrare o a distruggere. Penso che tutto ciò sia davvero
pericoloso, specialmente quando riguarda cose che contano davvero,
come lo stato del mondo.”
L’attore ha poi aggiunto: “Il
titolo di un articolo che dice: ‘Le cose sono complicate. Ci sono
lati positivi e lati negativi’, non sta ottenendo una risposta
emotiva. Penso che dobbiamo davvero fare un passo indietro e
riflettere molto di più sul modo in cui le nostre emozioni vengono
gestite dalle storie di cui siamo sommersi.”
Alden Ehrenreich ha ufficialmente
chiuso con Solo?
Alcuni mesi fa
Alden Ehrenreich aveva dichiarato che forse sarebbe
potuto tornare nei panni di Han Solo, senza però specificare se la
Lucasfilm avesse effettivamente dei piani per il ritorno del
giovane contrabbandiere. Tuttavia, poco dopo è stato Ron Howard a confermare che, allo stato
attuale, non ci sono piani per un eventuale sequel.
Solo: A Star Wars Story è un film del 2018
diretto da Ron
Howard con Alden
Ehrenreich, Woody
Harrelson, Emilia
Clarke, Donald
Glovere Thandie
Newton. Attraverso una serie di audaci bravate nel
profondo di un mondo criminale oscuro e pericoloso, Han Solo fa
amicizia con il suo futuro possente copilota Chewbacca e incontra
il famigerato giocatore d’azzardo Lando Calrissian, in un viaggio
che determinerà il futuro di uno degli eroi più improbabili della
saga di Star Wars.
Violetta è la telenovela argentina scritta da
Solange Keoleyan e Sebastián
Parrotta per Disney Channel America
Latina ed JorgEuropa, Medio
Oriente e Africa (EMEA) e dalla società
di produzione Pol-ka.
Violetta: dove vederla in streaming
In Italia Violetta
è stata trasmessa in anteprima dal 14 maggio 2012 sul canale Disney
Channel; Dal 27 gennaio 2017 la serie viene riproposta su Rai Gulp.
Violetta in streaming è disponibile
suDisney+.
La serie tv è incentrata su
Violetta un’adolescente musicalmente talentuosa (interpretata da
Martina Stoessel) che torna nella sua nativa Argentina con suo
padre, Germán (interpretato da Diego Ramos ), dopo aver vissuto in
Europa per diversi anni, affrontando le prove e le tribolazioni
della crescita.
In Violetta protagonisti sono
Martina Stoessel nel ruolo di Violetta
Castillo, Jorge Blanco nel ruolo di León Vargas,
Pablo Espinosa nel ruolo di Tomás Heredia,
Clara Alonso nel ruolo di Ángeles “Angie” Carrará,
Mirta Wons come Olga Patricia Peña,
Mercedes Lambre nel ruolo di Ludmila Ferro,
Alba Rico Navarro nel ruolo di Natalia Vidal,
Alfredo Allende nel ruolo di Lisandro Ramallo,
Facundo Gambandé nel ruolo di Maximiliano “Maxi”
Ponte,,m Florencia Benítez nel ruolo di Jade
LaFontaine, Lodovica Comello come Francesca
Caviglia, Joaquín Berthold nel ruolo di Matías
LaFontaine, Ezequiel Rodríguez nel ruolo di Pablo
Galindo, Candelaria Molfese nel ruolo di Camila
Torres, Diego Ramos nel ruolo di Germán Castillo,
Rodrigo Pedreira nel ruolo di Gregorio Casal,
Nicolás Garnier nel ruolo di Andrés Calixto,
Pablo
Sultani nel ruolo di Roberto “Beto” Benvenuto,
Simone Lijoi come Luca Caviglia, Artur
Logunov come Braco, Rodrigo Vellia come
Napoleone e Samuel Nascimento nel ruolo di
Broadway.
Violetta 3 stagione
Nella terza
stagione dopo aver chiuso con You Mix, il cast in
studio di On Beat è andato in un grande tour mondiale, che aveva
avuto successo in Europa. Violetta e le sue amiche sono dovute
tornare a Buenos Aires per l’ultimo anno di scuola. Con i
sogni e le ambizioni individuali moltiplicate dalla fama, il gruppo
iniziò a sgretolarsi, mettendo in pericolo Studio On
Beat. Gery, che si innamora di León, e Clément (noto anche
come Alex), che si innamora di Violetta, vengono presentati
all’inizio della stagione. Violetta e Ludmila sono costrette a
condividere lo stesso tetto quando Germán e Priscilla, madre di
Ludmila, iniziano a frequentarsi e in seguito si
sposano. Violetta e León si separano, ma si amano ancora, ma
Alex e Gery faranno di tutto per tenerli separati, dal momento che
sono appassionati, rispettivamente, di Violetta e León. Marco
va via, e Francesca e Diego si innamorano l’uno
dell’altro.
Tuttavia, Francesca ha paura che
Violetta lo scopra (dal momento che Diego si rammarica di quello
che ha fatto a Violetta durante la stagione precedente) e decide di
mantenere segreta la loro relazione. Con la morte di Antonio
(il precedente direttore di Studio 21), Pablo esce da Studio On
Beat al termine della sponsorizzazione di You Mix, il sito va
lentamente in bancarotta e tocca a Gregorio, il nuovo direttore,
Angie (che torna in questa stagione ) e Beto, con l’aiuto di
Germán, per salvare lo studio. Ludmila inizia a diventare una
persona migliore e quando è costretta a scegliere tra restare nello
Studio On Beat o essere una star, sceglie lo Studio. Per
spiare León, Violetta e Francesca si mascherano da Roxy e Fausta,
ma León si innamora di Roxy e Violetta è costretta a dirgli la
verità. Il viaggio di gruppo a Siviglia, Spagna, dove
Violetta e Leon realizzano i loro veri sentimenti l’uno per l’altro
e Gery e Clement finiscono insieme. A Siviglia, hanno messo in
scena il loro ultimo spettacolo straordinario. Dopo aver
eseguito le loro ultime canzoni in assoluto, Germán propone ad
Angie. La serie si conclude con Germán che sposa Angie, a
Buenos Aires, con tutti che cantano Crecimos Juntos.
Violetta 2 stagione
Nella seconda stagione, Violetta
inizia ad innamorarsi di León e lui prova lo stesso per
lei. Iniziano ad uscire insieme, ma Diego (Diego Domínguez),
nuovo allo Studio 21, ruba un bacio a Violetta. Ludmila
continua ad essere una ragazza scortese e affascinante che fa di
tutto per ottenere ciò che vuole: ha chiamato la sua amica fin
dall’infanzia per aiutarla a liberarsi di Violetta dallo studio ma
è diventata impaziente e ha ricattato Diego per continuare a
fingere che lui ami Violetta , dicendogli che se lo farà, gli dirà
chi è suo padre, chi lo ha abbandonato è. Marco fa di tutto
per uscire con Francesca, che non sa cosa prova per
lui. Camila e Broadway iniziano la stagione litigando, ma
finiscono per diventare amici, Camila incontra DJ e gli piaceva, ma
se n’è andato. Camila e Maxi si baciarono ma non sentirono
niente, Sebas (Rock Bones) arriva e si innamorano, finché non
si ritrovano alla fine.
Anche Naty, la migliore amica di
Ludmila, e Maxi, all’inizio si separano, ma tornano in
forze. Francesca si innamora di Marco (Xabiani Ponce de León)
dopo tanti dubbi e pensieri (il migliore amico di
Diego). Ludmila inizia ad innamorarsi di Federico (Ruggero
Pasquarelli) e si ritrova alla fine. Diego scopre che suo
padre è Gregorio, un insegnante egoista che lavora allo
Studio. Diego è molto arrabbiato con lui, perché lo ha
abbandonato da bambino; alla fine fanno la pace. Angie va
in Francia, lasciando solo Germán. Esmeralda viene assunta da
Jade e Matías per conquistare Germán e rubare i suoi
soldi. Tuttavia, il giorno del loro matrimonio, Jade rivela
che Esmeralda è una truffa. I due vengono arrestati e Matías
inizia a frequentare il vicesceriffo che lo ha
arrestato, Marcela Parodi. León ha sempre sospettato di
Diego e ha trovato la prova che Diego e Ludmila erano insieme per
rendere Violetta triste e umiliata per la sua grande esibizione
quando avrebbero detto che Diego non aveva mai amato
Violetta. León mostra a Francesca il filmato della prova sul
suo cellulare, ma Violetta sente. Violetta inizia a piangere
durante la sua esibizione senza alcuna forza per
cantare. Tuttavia, León sale sul palco e inizia a cantare
“Podemos” con Violetta. Camilla e Broadway tornano insieme,
così come Francesca e Marco, dopo una grossa interferenza con l’ex
fidanzata di Marco. Violetta e León tornano insieme e alla
fine, dopo tutto quello che è passato, il loro amore è più forte
che mai. e trovarono la prova che Diego e Ludmila stavano
insieme per rendere Violetta triste e umiliata per la sua grande
esibizione quando avrebbero detto che Diego non aveva mai amato
Violetta. León mostra a Francesca il filmato della prova sul
suo cellulare, ma Violetta sente. Violetta inizia a piangere
durante la sua esibizione senza alcuna forza per
cantare. Tuttavia, León sale sul palco e inizia a cantare
“Podemos” con Violetta. Camilla e Broadway tornano insieme,
così come Francesca e Marco, dopo una grossa interferenza con l’ex
fidanzata di Marco. Violetta e León tornano insieme e alla
fine, dopo tutto quello che è passato, il loro amore è più forte
che mai. e trovarono la prova che Diego e Ludmila stavano
insieme per rendere Violetta triste e umiliata per la sua grande
esibizione quando avrebbero detto che Diego non aveva mai amato
Violetta. León mostra a Francesca il filmato della prova sul
suo cellulare, ma Violetta sente. Violetta inizia a piangere
durante la sua esibizione senza alcuna forza per cantare.
Tuttavia, León sale sul palco e
inizia a cantare “Podemos” con Violetta. Camilla e Broadway
tornano insieme, così come Francesca e Marco, dopo una grossa
interferenza con l’ex fidanzata di Marco. Violetta e León
tornano insieme e alla fine, dopo tutto quello che è passato, il
loro amore è più forte che mai. Violetta inizia a piangere
durante la sua esibizione senza alcuna forza per
cantare. Tuttavia, León sale sul palco e inizia a cantare
“Podemos” con Violetta. Camilla e Broadway tornano insieme,
così come Francesca e Marco, dopo una grossa interferenza con l’ex
fidanzata di Marco. Violetta e León tornano insieme e alla
fine, dopo tutto quello che è passato, il loro amore è più forte
che mai. Violetta inizia a piangere durante la sua esibizione
senza alcuna forza per cantare. Tuttavia, León sale sul palco
e inizia a cantare “Podemos” con Violetta. Camilla e Broadway
tornano insieme, così come Francesca e Marco, dopo una grossa
interferenza con l’ex fidanzata di Marco. Violetta e León
tornano insieme e alla fine, dopo tutto quello che è passato, il
loro amore è più forte che mai.
Violetta 1 stagione
Nella prima stagione Violetta
Castillo è un’adolescente di 16 anni che ignora il suo talento
molto speciale per il canto. Ha ereditato questo talento da sua
madre (María), una famosa cantante morta in un incidente d’auto.
Germán (Diego Ramos), suo padre, è un uomo di grande successo che
viaggia molto e ama sua figlia, nonostante sia severo e
iperprotettivo. Accecato dalla tristezza, decide di tenere lontano
da Violetta il suo passato e il destino di sua madre, preoccupato
che possa seguire le sue orme. Dopo l’incidente, si sono trasferiti
entrambi a Madrid e lui l’ha cresciuta da solo, senza quasi avere
contatti con altri bambini della sua età. Germán sa che Violetta è
una musicista di grande talento e la incoraggia a prendere lezioni
di piano ma le impedisce di cantare. Tutto cambia quando tornano in
patria a Buenos Aires. Lì, Violetta inizia a prendere lezioni di
piano a ‘ Studio 21 ‘(poi On Beat Studio), prestigiosa scuola di
musica. Incontra Angie (María Clara Alonso), la sua nuova
insegnante, governante e segretamente sua zia (sorella della madre
di Violetta, all’insaputa di Germán) che l’aiuta a realizzare il
suo talento. Angie teme che se dicesse la verità a Violetta oa
Germán, Germán la porterebbe via in un altro paese, dove non
potrebbe rivedere Violetta. Violetta si innamora di Tomás (Pablo
Espinosa) ma a Francesca (Lodovica Comello), la sua nuova migliore
amica, piaceva già.
Ludmila (Mercedes Lambre), la
ragazza più ricca e arrogante di Studio 21, si innamora anche di
Tomás, facendo arrabbiare León (Jorge
Blanco), il suo vecchio fidanzato. Più tardi, Ludmila
e Tomás iniziano a frequentarsi. León si è infuriato e, per dare
una lezione a Ludmila e Tomás, decide di uscire con Violetta.
Contrariamente ai suoi piani, lui inizia ad innamorarsi di Violetta
e lei inizia a innamorarsi di León, il che irrita Tomás e Ludmila,
che stanno appena iniziando ad uscire. Germán è fidanzato con Jade
(Florencia Benitez), una donna poco intelligente che, sebbene molto
ambiziosa, è insensibile e odia Violetta. Jade fa di tutto per
sposare Germán perché lo ama veramente, ma Matías, suo fratello
maggiore, vuole che lei sposi Germán a causa dei suoi soldi perché
si è rotto. Violetta non è mai stata d’accordo con questo e discute
sempre con Jade. Più tardi, Jade scopre che Violetta sta studiando
segretamente musica nello Studio 21 e fa con lei rapporti
machiavellici: se incoraggia il matrimonio di Jade con Germán, non
rivelerà il segreto di Violetta a Germán. Alla fine, Germán scopre
che Violetta studia in Studio e che Angie è in realtà sua zia e che
ha sempre aiutato e coperto Violetta per tutto il tempo.
Germán decide di portare via
Violetta, ma grazie ad Angie capisce all’ultimo minuto la passione
di Violetta e decide di restare a Buenos Aires, permettendo a
Violetta di continuare allo Studio 21. Alla fine Tomás torna in
Spagna come ne ha l’opportunità per fare qualcosa della sua musica
e Ludmila fa pace con tutti (lasciando dubbi sul fatto che le
dispiacesse davvero). León promette a se stesso di dimenticare
Violetta. Alla fine Tomás torna in Spagna perché ha l’opportunità
di fare qualcosa della sua musica e Ludmila fa pace con tutti
(lasciando dubbi sul fatto che le dispiacesse davvero). León
promette a se stesso di dimenticare Violetta. Alla fine Tomás torna
in Spagna perché ha l’opportunità di fare qualcosa della sua musica
e Ludmila fa pace con tutti (lasciando dubbi sul fatto che le
dispiaccia davvero). León promette a se stesso di dimenticare
Violetta.
Violetta e i suoi film
La serie ha prodotto anche due
spin-off in forma di film usciti al cinema e in seconda battta in
tv. Violetta – La mia storia è un film televisivo diviso in due
parti, realizzato per il solo pubblico italiano e trasmesso su
Disney Channel nel 2014. Per il pubblico latinoamericano, dal 3
aprile 2014 è stato distribuito nei cinema il film Violetta en
Concierto che mostra il concerto di Milano con qualche scena
inedita degli show di Buenos Aires
Tini – La nuova vita di Violetta
Per le riprese del film, la
produzione ha utilizzato tre location principali: una fantastica
villa a Giarre (che rappresentava il rifugio creativo di Isabella),
l’antico complesso della Tonnara di Scopello (che ha ospitato
numerose scene ambientate nell’isola fittizia del film) e il teatro
antico di Taormina che ha ospitato le riprese del grande concerto
finale.
In
Tini – La Nuova Vita di Violetta Martina è stata
affiancata da alcuni attori già noti al pubblico fra cui Jorge Blanco, nei panni del suo fidanzato
Leon, Mercedes Lambre, in quelli della migliore amica Ludmilla, e
Clara Alonso, che torna a interpretare Angie, l’amorevole zia della
ragazza.
Con loro, un gruppo di giovani
talenti italiani e internazionali. Nella parte dei nuovi amici di
Violetta ci saranno infatti Beatrice Arnera, Pasquale Di Nuzzo e
Leonardo Cecchi (attuale interprete della serie italiana in onda su
Disney Channel Alex & Co.), insieme agli attori spagnoli Adrian
Salzedo, Georgina Amoros e Francisco Viciana e l’attore olandese
Ridder Van Kooten (che presto apparirà in una nuova serie di Disney
Benelux dal titolo Jonge Garde).
Diretto da Juan Pablo
Buscarini e prodotto da Roberto Manni, il film racconta la
trasformazione vissuta da Tini in seguito alla serie televisiva da
lei interpretata e il profondo cambiamento generato nella giovane
artista. La storia del film, che riflette le vicende personali di
Tini, racconta una nuova fase della vita della ragazza in cui
diventa indipendente e si lascia alle spalle il mondo della serie
Tv. Nel corso di un’estate interminabile, Tini vivrà un’avventura
che la aiuterà a definire la propria personalità e a diventare
un’artista completa e sicura di sé.
In Tini La Nuova
Vita di Violetta i fan si emozioneranno ritrovando
tutto quello che hanno amato del fenomeno mondiale di Violetta,
inclusi gli ampi momenti musicali che verranno arricchiti da nuovi
brani, esaltanti coreografie, storie particolarmente coinvolgenti e
personaggi affascinanti. Tutto più grande e più bello,
appositamente per il grande schermo.
In un’intervista esclusiva
rilasciata a
ComicBookMovie, Nolan North, il doppiatore dell’iconico
personaggio di Nathan Drake nella saga videoludica di Uncharted,
ha parlato del suo mancato coinvolgimento nell’adattamento
cinematografico attualmente in fase di produzione, che avrà come
protagonista Tom
Holland.
“Non sono stato contattato in
alcun modo dalla produzione”, ha specificato North. “Da un
lato va bene così, dall’altro penso che sarebbe stato carino se mi
avessero coinvolto. Ma ripeto, va bene così. Non vedo l’ora di
vedere il film e penso che tutti dovrebbero avere un atteggiamento
simile.”
A questo punto Nolan North ha
parlato nello specifico di cosa si aspetta dall’adattamento
cinematografico: “Non abbiamo mai visti Nathan Drake a 20 anni
e Sully a 40 anni. Potrebbe essere davvero interessante. Mi piace
il fatto che abbiano adottato una prospettiva differente. Non vedo
l’ora di vedere cosa hanno combinato, davvero. E poi Tom Holland e
Mark Wahlberg mi piacciono molto. Penso che sia un casting
intelligente.”
A quanto pare, North sembra essere
un grande sostenitore degli adattamenti che si distaccano dal
materiale originale. Nel caso specifico di Uncharted,
il voice actor sembra sostenere tutti gli stravolgimenti che
presenterà il film rispetto al videogioco, a partire proprio
dall’età del protagonista: “Credo che ingaggiare qualcuno con
le stesse sembianze di Nathan Drake e adattare direttamente uno dei
videogiochi sarebbe stato un grosso errore. I videogiochi, a modo
loro, sono già dei film. Quindi va bene così. È giusto prendersi
delle licenze artistiche. Personalmente, voglio vedere Nathan Drake
a 20 anni.”
Tutto quello che sappiamo su
Uncharted
In Uncharted, Tom
Holland sarà Nathan Drake, mentre Mark
Wahlberg vestirà i panni di Sully Sullivan. Non
tutti sanno che, inizialmente, Wahlberg avrebbe dovuto interpretare
l’eroe del titolo anni fa quando David O.
Russell era coinvolto nel progetto, mentre negli
anni la Sony ha deciso di sviluppare il film come
una origin story.
La sceneggiatura del film, che
arriverà al cinema il 16 luglio 2021, è stata firmata
da Art Marcum, Matt
Holloway e Rafe Judkins, e
racconterà le avventure del protagonista Nathan Drake nei suoi anni
giovanili mentre diventa il cacciatore di tesori che tutti
conosciamo.
Vi ricordiamo che Uncharted sarà
la prima produzione cinematografica di Sony PlayStation
Productions, divisione interna della Sony fondata lo scorso anno da
Asad Qizilbash e Carter Swan in collaborazione con PlayStation
Productions, Chuck Roven, Avi Arad, Alex Gartner e Ari Arad.
L’hype attorno a The Suicide
Squad di James
Gunn continua a crescere a dismisura, soprattutto
dopo le prime immagini ufficiali mostrate il mese scorso in
occasione del DC FanDome. Intervistato da
The Hollywood Reporter, Joel
Kinnaman (che nel film di Gunn tornerà a vestire
i panni di Rick Flag, personaggio già interpretato in Suicide
Squad di David Ayer) ha elogiato la visione del
regista e anticipato che il film sarà “fortemente R-Rated”.
“Il film sarà assolutamente
folle”, ha spiegato Kinnaman. “La sceneggiatura è davvero
divertente. Ad ogni pagina che leggevo scoppiavo a ridere. James ha
una vera padronanza del genere, e più in generale sulla commedia e
persino sui vari aspetti del marketing. Ha una grande conoscenza di
quel mondo e quando ha scritto il film non ha solo reinvento la
storia, ma anche i personaggi.”
“È stato come girare la prima
commedia della mia carriera, anche se il film sarà fortemente
R-Rated”, ha continuato l’attore. “Gran parte dell’azione
è stata realizzata con effetti pratici, le esplosioni sono vere… lo
ripeto, sarà assolutamente folle! E poi, il cast che James ha messo
insieme è fantastico. John Cena, ad esempio, è un vero talento
comico. Nessuno ci ha fatto ridere sul set più di John. In ogni
scena che lo vedeva protagonista, era capace di improvvisare. Ci
sono veramente tanti personaggi nel film e James è riuscito a
padroneggiarli tutti.”
“Ci siamo divertiti veramente
tanto a girarlo”, ha concluso l’attore. “Il film sarà
mostruoso. Onestamente, anche se faccio parte del cast, non vedo
l’ora di godermelo da spettatore, da fan.”
Per quelli come noi
che sono cresciuti a pane e cartoni animati, la
Disney c’è sempre stata. Gli anni della nostra
infanzia erano scanditi dall’uscita in sala di quelli che poi col
tempo sono diventati dei veri e propri classici dell’animazione.
Attiva dal 1937 – anno d’uscita del primo lungometraggio animato di
Biancaneve e i Sette Nani -, la Disney nel tempo
ha cambiato il suo modo di fare cinema. I cartoni, infatti, a cui i
trentenni di oggi sono così affezionati, fanno parte del cosiddetto
Rinascimento Disney. Questa definizione abbraccia
i film d’animazione dal 1989 al 1999, come La
sirenetta (1989), Bianca e Bernie nella terra
dei canguri (1990), La bella e la
Bestia (1991), Aladdin (1992),
Il re leone (1994), Pocahontas
(1995), Il gobbo di Notre Dame (1996),
Hercules (1997), Mulan (1998),
Tarzan (1999) e Fantasia 2000
(1999).
Questi film hanno più
o meno la stessa struttura narrativa e sono tutti accomunati da
alcuni elementi divenuti fondamentali per la Disney come la musica
e la storia d’amore. Fatta eccezione forse solo per Fantasia 2000,
in ognuno di questi film c’è una coppia di innamorati che lotta
contro tutto e tutti pur di ottenere il tanto agognato happy
ending. Eppure, nei film della Disney c’è molto di più di una
semplice storia d’amore.
Oggi vi parliamo di
uno dei film d’animazione più amati e controversi della Disney e
della sua splendida e rivoluzionaria protagonista,
Pocahontas. L’uscita al cinema di questo film fece
assai scalpore, generando una lunga serie di polemiche. Pochi
infatti sanno che il film di Pocahontas è in assoluto il primo
della Disney tratto da una storia vera.
Pocahontas, la storia vera
La storia della bella
‘indigena’ della Disney è tratta dalla vita della
vera Pocahontas, nata approssimativamente nel 1595
in Virginia e figlia del capo tribù Powhatan, che
regnava su quelle terre selvagge.
Nel 1607
Pocahontas – che in lingua powhatan significa
“piccola svergognata”, riferito al suo carattere ribelle – aveva
poco più di una decina d’anni quando i coloni inglesi si
insediarono in Virginia. A capo degli ‘invasori’ c’era John
Smith di Jamestown che, durante una delle sue missioni
esplorative, venne catturato di cacciatori Powhatan e imprigionato.
La tribù decise di condannarlo a morte di fronte a un pietra ma,
durante l’esecuzione, fu proprio la giovane Pocahontas a salvarlo
mettendosi tra lui e il boia. Grazie alle parole persuasive della
ragazza, il capo Powhatan risparmiò la vita di John Smith e questo
evento riaprì i canali di comunicazione tra le tribù indigene e gli
inglesi.
I rapporti tra i
coloni e gli indigeni rimasero sempre amichevoli fino a quando gli
inglesi non decisero di espandersi sul territorio della Virginia.
Il conflitto quindi si riaccese poiché i Powhatan e la altre tribù
locali temevano che gli inglesi occupassero anche i lori territori.
Nel 1609, a causa di un’esplosione di polvere da sparo, John Smith
fu ferito e fu costretto a tornare in Inghilterra. Tuttavia la nave
di Smith naufragò a largo della Bretagna e a Pocahontas venne data
notizia della sua morte.
Nel 1613 altri coloni
furono inviati in Virginia e decisero di catturare Pocahontas per
scambiarla con alcuni inglesi prigionieri dei Powhatan. La ragazza
fu tenuta a Henricus – oggi, Contea di
Chesterfield – per più di un anno, dove imparò bene l’inglese e fu
battezzata come cristiana. Non essendo stata
liberata da suo padre e dalla sua gente, Pocahontas decise di
restare con gli inglesi.
La nuova vita di Pocahontas
Durante i suoi
anni di ‘prigionia’, Pocahontas incontrò John
Rolfe, un vedovo inglese a capo di una piantagione di
tabacco in Virginia, che si innamorò di lei a prima vista.
Estramente religioso e devoto, fu proprio Rolfe a chiedere che
Pocahontas fosse battezzata per poi poter ottenere dal governatore
il permesso di sposarla. Una volta ottenuto il lascia
passare, il 5 aprile del 1614, John Rolfe sposò Pocahontas che
venne poi battezzata con il nome di Lady
Rebecca.
Per alcuni anni la coppia continuò
a vivere nella piantagione e nel 1615 Pocahontas diede alla luce un
figlio, Thomas Rolfe. La loro relazione continuò
senza intoppi e portò anche la pace tra i coloni di Jamestown e la
tribù Powhatan, pace che durò diversi anni.
Ben presto però i
Rolfe furono richiamati in Inghilterra e la presenza di Pocahontas
fu determinante per introdurre i cosiddetti ‘indigeni’ nel nuovo
mondo. La ragazza che prima viveva tra i boschi della Virginia,
aveva completamente cambiato le sue abitudini ed era la
testimonianza vivente della ‘civilizzazione’ degli inglesi sui
‘selvaggi’.
Condotta a Londra,
Pocahontas, ormai Lady Rebecca, fu introdotta in società e
presentata alla Regina Anna. Inoltre, la ragazza incontrò
inaspettatamente John Smith, amico del marito, che
credeva fosse morto durante il naugragio di ritorno dalla Virginia.
Lo stesso Smith ha descritto nei suoi libri di memorie quel breve
incontro come freddo e distaccato; a quanto pare Pocahontas era in
collera con lui per non aver mantenuto le promesse fatte alla sua
gente.
Dopo aver vissuto per
qualche tempo in Inghilterra, i Rolfe si imbarcarono di nuovo per
la Virginia nel 1617. Purtroppo Pocahontas si ammalò durante il
viaggio, presumibilmente di polmonite, tubercolosi o addirittura di
vaiolo. La ragazza morì il 21 marzo di quello stesso anno e fu
seppellita a Gravesent, nel Kent.
Pocahontas Disney
A metà del
Rinascimento Disney, nel 1995 esce al cinema un nuovo film
d’animazione, dedicato al personaggio di
Pocahontas. Diretto da Mike
Gabriel e Eric Goldberg, Pocahontas è il
primo lungometraggio animato della Disney ispirato a una storia
vera.
Nel 1607 l’arrivista
Governatore Ratcliffe (Franco Chillemi) parte
dall’Inghilterra per il nuovo mondo per stabilire una colonia
inglese in Virginia. Tra i suoi uomini spicca il capitano John
Smith (Pino Insegno,Roberto
Stafoggia), coraggioso avventuriero assunto da Ratcliffe
per tenera a bada i selvaggi.
Nel frattempo, nel
nuovo mondo, si è appena conclusa una dura guerra tra tribù e il
capo Powhatan fa rientro a casa e riabbraccia sua figlia, la bella
Pocahontas (Ilaria Stagli, Manuela Villa). La ragazza, testarda,
ribelle e indisciplinata, apprende di essere stata promessa in
sposa a Kocoum, il più valoroso tra i guerrieri della sua tribù,
che si è distinto nell’ultima battaglia. Pur non volendo mancare di
rispetto a suo padre, la ragazza rifiuta il matrimonio, sentendo
che quello non è il suo destino.
Poco più tardi, dopo
una lunga traversata, i coloni arrivano nel nuovo mondo e subito
cominciano a esplorare il territorio alzando muri, buttando a terra
alberi e costruendo case. Durante uno dei suoi sopralluoghi, John
Smith incontra Pocahontas e ne resta folgorato. Tra i due nasce una
bellissima storia d’amore, che ben presto però viene ostacolata dal
promesso sposo di lei, dalla sua tribù e dal malvagio e
guerrafondaio Ratcliffe.
John Smith viene
imprigionato e condannato dai Powhatan ma poco prima della sua
esecuzione, è proprio Pocahontas a salvarlo. Il suo gesto
coraggioso, inoltre, mette fine alla guerra tra indigeni e inglesi.
Purtroppo però Smith viene ferito e ai suoi compagni non resta
altro da fare che riportarlo in Inghilterra, verso la salvezza ma
lontano dalla sua amata.
Pocahontas film e critiche
La critica degli anni
novanta non è stata particolarmente clemente con il primo film di
Pocahontas che da molti definito pieno di inutili
stereotipi razziali. Nonostante sia un film destinato ai
bambini, molti lo ritennero diseducativo e ricco di errori storici.
Anche l’allora capo indiano Powhatan, Roy ‘Cavallo Pazzo’, criticò
il film definendolo poco accurato e pieno di invenzioni. Più volte
Roy scrisse alla Disney per offire il suo aiuto nella stesura della
sceneggiatura, per rendere il film più storicamente veritiero,
aiuto che la Disney ha sempre rifiutato.
Ma le polemiche sul
film non vennero solo dai critici. Molti genitori, infatti,
rimasero delusi da Pocahontas e soprattutto da finale del
film. Da un cartone Disney ci si aspetta sempre un lieto
fine eppure Pocahontas è stato il primo lungometraggio a
interrompere la tradizione del ‘vissero tutti felici e
contenti’.
In un articolo del
1995 del Los Angeles
Times sono state riportare alcune delle prime
impressioni degli spettatori all’uscita della prima di Pocahontas.
Quasi tutti gli adulti intervistati sembravano un po’ confusi e
delusi dal film definito deprimente, poco incisivo e pieno di
inesattezze storiche. Per alcuni anche visivamente, il film era
poco accattivante. Rispetto ai suoi coloratissimi predecessori come
La Sirenetta, Il Re Leone, Aladdin,
Pocahontas era meno sorprendente.
Tuttavia, mentre gli
adulti erano concordo nello stroncare Pocahontas,
i bambini sembravano invece affascinati da quel personaggio così
nuovo, libero e selvaggio. Il film, grazie anche alle sue
spettacolari canzoni, è riuscito a guadagnarsi il
favore dei più piccoli che alla fine sono riusciti a perdonare alla
Disney il mancato happy ending.[fonte: Los Angeles
Times]
Pocahontas 2 – Viaggio nel Nuovo
Mondo
Nonostante le
aspre critiche da parte del pubblico e degli ‘addetti ai lavori’,
nel 1998 la Disney prova a fare il bis e porta sul grande schermo
Pocahontas 2 – Viaggio nel Nuovo Mondo. Il film,
diretto daTom Ellery e Bradley
Raymond, racconta delle vicende di Pocahontas dopo la
partenza di John Smith.
Il malvagio Ratcliffe (Franco Chillemi) di ritorno dalla
Virginia, incolpa John Smith di aver rubato l’oro destinato a re
Giacomo I, che egli stesso ha rubato, accusa che condanna il
capitano a morte. Le guardie reali quindi iniziano l’inseguimento
di Smith che, intercettato prima da Ratcliffe, a causa di
quest’ultimo cade nel Tamigi. Nel frattempo una nuova spedizione
con a capo il marinaio John Rolfe (Francesco
Prando) è in partenza per l’America.
https://youtu.be/YNVjndlEkrM
Intanto in
Virgina e nella tribù Powhatan, si è sparsa la voce della morte di
John Smith. Pocahontas (Ilaria Stagli, Manuela
Villa), addolorata, non riesce a darsi pace. A turbare il
suo lutto, arriva John Rolfe che sembra intenzionato a ricucire i
rapporto tra gli inglesi e gli indigeni. Dopo aver conosciuto
Pocahontas e la sua tribù, Rolfe invita il capo Powhatan a venire
in Inghilterra per incontrare re Giacomo. Il capo rifiuta ma a
farsi avanti per il bene della sua tribù è Pocahontas che accetta
di partire al posto del padre.
Dopo un lungo
viaggio, Pocahontas arriva a Londra dove, frastornata dal chiasso e
dalle novità della città, trova alcune vecchie conoscenze ad
attenderla. Il primo è Ratcliffe che ha in mente un subdolo piano
per eliminarla e tenersi l’oro rubato agli indigeni; il secondo è
John Smith (Pino Insegno), miracolosamente
scampato alla caduta nel fiume che aiuterà lei e Jon Rolfe a
smascherare Ratcliffe.
Pocahontas streaming: dove
guardarlo
Entrambi i film
Pocahontas e Pocahontas 2 – Viaggio nel
Nuovo Mondo sono disponibili in streaming sulla
piattaforma a pagamento di Disney Plus. Inoltre,
nel caso non vogliate sottoscrivere l’abbonamento a Disney+, trovare entrambi i titoli
disponibili per acquisto o noleggio su Amazon Prime
Video, Google
Play, iTunes, TIMVISION, Chili e Rakuten
TV.
Vision
Distribution ha diffuso il trailer ufficiale di
Mi chiamo Francesco Totti, il documentario sul
capitano giallorosso diretto da Alex
Infascelli.
E’ la notte che precede il suo
addio al calcio e Francesco Totti ripercorre tutta la sua vita,
come se la vedesse proiettata su uno schermo insieme agli
spettatori. Le immagini e le emozioni scorrono tra momenti chiave
della sua carriera, scene di vita personale e ricordi inediti. Un
racconto intimo, in prima persona, dello sportivo e dell’uomo.
Diretto da Alex Infascelli, soggetto e
sceneggiatura di Alex Infascelli e Vincenzo
Scuccimarra, il film è tratto dal libro Un Capitano
scritto da Francesco Totti con Paolo Condò (edito da Rizzoli).
Prodotto da Lorenzo Mieli,
Mario Gianani e Virginia Valsecchi, una
produzione The Apartment e
Wildside, entrambe del gruppo
Fremantle, con Capri Entertainment,
Fremantle, con Vision Distribution e
Rai Cinema, in collaborazione con
Sky e Amazon Prime Video. Sarà distribuito da
Vision Distribution nelle sale italiane, che ne
curerà anche le vendite internazionali.
Fresco di vittoria ai premi Oscar
con il film Parasite, il
regista Bong
Joon-ho è un autore tutto da scoprire. Tra i suoi più
recenti successi vi è il film del 2013 Snowpiercer,
suo primo lungometraggio in lingua inglese. Per questo suo debutto
si è avvalso di un cast di grandi attori hollywoodiani, portando
però con sé temi cari come le differenze tra classi sociali e le
ribellioni tra di esse. Ciò che ne è derivato è un grande film di fantascienza, che utilizza il
genere per narrare una volta di più le derive del genere umano.
Il film è tratto dalla graphic
novel Le
Transperceneige, appartenente al genere di fantascienza
post-apocalittica e ideato da Jacque Lob e
Jean-Marc Rochette. Il regista coreano trovo il
volume quasi per caso nella sua fumetteria abituale a Seul, in
cerca di nuove ispirazioni. Affascinato dalla storia e dalle idee
presenti in essa, egli la propose al suo amico regista Park
Chan-wook, celebre per il film Old Boy. Questi
decise di sostenere il progetto con la propria casa produttrice, la
Moho Films, e così la pellicola entrò in produzione con un budget
di 38,2 milioni di dollari.
Con una costo simile,
Snowpiercer divenne la produzione coreana più costosa di
sempre. Motivo di ciò erano anche i massicci effetti speciali
richiesti per la realizzazione delle scenografie e degli eventi che
si susseguono. Il film si rivelò poi un successo, portando ad un
incasso di oltre 86 milioni in tutto il mondo. Merito principale
del titolo è però quello di aver permesso all’autore coreano di
essere conosciuto anche al di là dei propri confini nazionali. Egli
ebbe così modo di intraprendere una scalata al successo, arrivando
alla consacrazione nel 2020.
Snowpiercer: la trama del
film
La storia del film è ambientata in
un mondo semideserto, dove i cambiamenti climatici hanno dato vita
ad una nuova era glaciale che ha sterminato gran parte della
popolazione. I pochi superstiti si trovano a vivere sullo
Snowpiercer, un treno in costante movimento intorno alla Terra
grazie a un motore perpetuo. All’interno di esso si è generato un
microcosmo di società umana, dove però non mancano le distinzioni
sociali. Nelle ultime carrozze,
infatti, vi sono le persone meno abbienti, nutrite solo di
barrette proteiche. Nei vagoni anteriori sono invece collocati gli
abitanti più ricchi.
Questa disparità crea naturalmente
lotte interne e malcontenti, soprattutto perché i bambini delle
persone più povere vengono sequestrati e resi schiavi. Chiunque si
oppone a tale condizione, viene inoltre punito severamente. I due
protagonisti, Curtis ed Edgar, iniziano però a tollerare sempre
meno la situazione e iniziano ad escogitare un piano d’attacco che
possa condurli alla testa del treno, dal suo inventore in persona.
Per riuscirci avranno bisogno di un vero e proprio esercito a loro
disposizione. Ma questo potrebbe non bastare, poiché il treno
nasconde più ostacoli del previsto. Una volta che il loro piano ha
inizio, però, non sarà più possibile tornare indietro.
Snowpiercer: il cast del film
Per dar vita al suo primo film
internazionale, il regista ha ricercato un cast che potesse dar
vita nel suo piccolo alla varietà umana oggi esistente. Attori di
diverse etnie e culture sono stati coinvolti per questo motivo, e a
loro si sono affiancati una serie di celebri nomi dell’industria
cinematografica. Il primo di questi è Chris
Evans, meglio noto per il ruolo di Captain America.
L’attore era alla ricerca di un nuovo personaggio con cui dar prova
delle sue capacità, e non appena seppe del casting per il nuovo
film del regista, si propose subito.
Bong, tuttavia, non era del tutto
convinto all’idea di affidare ad Evans il ruolo di Curtis,
ritenendolo troppo muscoloso per il ruolo. Infine, però, si
convinse, e grazie ai costumi e a particolari inquadrature riuscì a
non sottolineare la fisicità dell’attore. Altro grande nome
presente nel film è quello di Tilda
Swinton. A lei è stato affidato il ruolo della
spietata Mason. Per dar vita a questo complesso personaggio,
l’attrice si è sottoposta ogni giorno a due ore di trucco, ed ha
lavorato molto sul carattere. Il risultato, a sua detta, è stato
ispirato dai principali dittatori o politici estremisti del
Novecento.
Nel film è poi presente anche
Song Kang-ho, attore feticcio del regista, che
ricopre il ruolo di Namgoong Minsoo, colui che realizzò i sistemi
di sicurezza del treno. Il cast è infine impreziosito dalla
presenza di Ed
Harris, nei panni di Wilford, l’inventore del treno.
Il regista scelse l’attore per la sua capacità di sembrare innocuo
e spietato allo stesso tempo. Lo sguardo glaciale dell’attore,
infatti, avrebbe permesso al personaggio di affermarsi
nell’immaginario degli spettatori. Completano il cast gli attori
John Hurt nei panni di Gilliam, guida spirituale
dei poveri e Jamie
Bell che interpreta Edgar, amico di Curtis e suo
allenato nella rivoluzione. OctaviaSpencer,
infine, dà invece vita a Tanya, madre privata dai ricchi del figlio
e determinata a riaverlo indietro.
Snowpiercer: la spiegazione del
finale del film
Quello di Snowpiercer si
rivela in fin dei conti essere un finale molto più complesso di
quanto ci si sarebbe potuti aspettare. Il regista, infatti, non si
limita a parlare delle differenze di classe, ma propone anche un
punto di vista nuovo a riguardo. Il suo non è un finale conclusivo,
bensì aperto come le riflessioni messe in gioco, e che puntano a
scuotere la coscienza dello spettatore. Inutile dire che di
seguito, nella spiegazione del finale, si renderanno necessari
alcuni spoiler. Pertanto, si sconsiglia di continuare la lettura
qualora non si fosse ancora visto il film.
Come anticipato, la rivoluzione che
Curtis intraprende per portare la propria classe in testa al treno,
dove alloggiano i più ambienti, porta allo svelamento di alcune
realtà impreviste. Appare infatti sempre più chiaro come, in fin
dei conti, non vi sia grande differenza tra Curtis e Wilford,
l’inventore a capo del treno. Entrambi si dimostrano disposti a
sacrificare la propria gente in nome di un benessere maggiore. Sono
due facce della stessa medaglia, ed entrambi rappresentano
l’assurda necessità della divisione in classi affinché la specie
umana possa proseguire nella sua esistenza.
Il finale del film, dunque, lascia
intendere che la società di oggi si sia costruita sul principio del
“mors tua vitamea“, dove alcuni devono soffrire
affinché gli altri possano sopravvivere. Una simile struttura
sociale non sembra poter essere modificata, e gli stessi oppressi
finiscono con il diventare gli oppressori. Snowpiercer si
rivela così la rappresentazione di un incastro che non può essere
sciolto, e deve anzi perpetrare nella propria brutale natura.
Eppure, il regista sembra lasciare aperta una porta alla speranza.
In questo, la non completa conclusività del finale sembra
permettere riflessioni da cui poter giungere a soluzioni nuove.
Snowpiercer: la serie, il trailer
e dove vedere in streaming il film
Sulla base del successo del film,
nel 2020 viene messa in onda la prima stagione della serie omonima
ad esso ispirata. Questa, però, amplia il racconto del film
mostrando ciò che avvenne otto anni prima gli eventi narrati nel
lungometraggio, dando dunque vita ad una trama e una cronologia
radicalmente differenti, seppur mantenendo le tematiche di base. La
serie Snowpiercer
ha tra i produttori esecutivi lo stesso regista coreano, e vanta un
cast composto in particolare da Jennifer
Connelly e Sean
Bean. In Italia viene distribuita su Netflix, che ne conferma poi la realizzazione di una
seconda stagione.
Per gli appassionati del film, o
per chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne
grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali
piattaforme streaming oggi disponibili. Snowpiercer è
infatti presente su Chili Cinema, Rakuten TV, Google Play,
Tim Vision, Apple iTunes, e Amazon Prime Video. In base alla
piattaforma scelta, sarà possibile noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale al catalogo. In questo modo
sarà poi possibile fruire del titolo in tutta comodità e al meglio
della qualità video.
Giovane attrice con diversi
successi già alle spalle, l’attrice Alexandra
Shipp sembra sempre più lanciata verso la popolarità
internazionale, merito anche dei ruoli da protagonista ricoperti di
recente. Attiva tra televisione e cinema, l’interprete sembra
intenzionata a dar prova della propria versatilità, passando con
naturalezza da un genere all’altro. I suoi fan possono infatti
ritrovarla in drammatici biopic, in commedie per famiglie, film
sentimentale e anche cinecomic. La Shipp sembra davvero essere uno
dei nomi da tenere d’occhio per il futuro.
Ecco 10 cose che non sai su
Alexandra Shipp.
Alexandra Shipp: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in celebri
lungometraggi. Il primo ruolo per il cinema dell’attrice è
quello di Valentina in Alvin Superstar 2, del 2009.
Tornerà poi sul grande schermo soltanto nel 2015, con il film
Straight Outta Compton, per poi recitare in X-Men –
Apocalisse (2016), con Michael
Fassbender, ricoprendo il ruolo di Tempesta. Suoi
successivi film sono Tuo, Simon (2018), X-Men – Dark
Phoenix (2019), con Sophie
Turner, Un viaggio a quattro zampe (2019),
Shaft (2019), con Samuel L.
Jackson, Jexi (2019), Raccontami di un
giorno perfetto (2020), con Elle
Fanning, e Endless
(2020), di cui è protagonista insieme a Nicholas
Hamilton. Prossimamente, invece, sarà nel cast dei
film Silk Road (2020), Kung Fury 2, con Arnold
Schwarzenegger, e Tick, Tick… Boom, con
Andrew
Garfield.
9. È nota per i suoi ruoli
televisivi. All’inizio della sua carriera la Shipp si è
dedicata prevalentemente alla televisione, apparendo in serie TV
come Switched at Birth (2011) e Victorious
(2012). Il vero successo arriva però con la serie per ragazzi
Anubis (2013). Da quel momento inizia a comparire in serie
di maggior rilievo come Diario di una nerd superstar
(2013), Ray Donovan (2014), con Liev
Schreiber, e la soap opera Il tempo della nostra
vita (2014). In seguito si è però concentrata esclusivamente
nel recitare per il cinema, diradando le apparizioni
televisive.
8. Ha partecipato alla
produzione del suo ultimo film. Nel 2020 l’attrice ottiene
il suo grande momento al cinema con il film Endless.
Questo, infatti, la vede protagonista di una straziante storia
d’amore dove, anche se separati dalla morte di lui, lei e il suo
amato cercheranno di trovarsi sfidando le leggi dell’esistenza.
Particolarmente coinvolta nella realizzazione del film, la Shipp ha
deciso di non limitarsi al solo ruolo di interprete, ma per
l’occasione ha anche partecipato alla produzione del film,
svolgendo per la prima volta tale attività.
Alexandra Shipp è Tempesta
7. Si è preparata
fisicamente ad interpretare la supereroina. L’attrice ha
fatto il suo esordio nel ruolo della giovane Tempesta nel film
X-Men – Apocalisse, diventando così la seconda attrice
dopo Halle
Berry a dar vita al personaggio. La Shipp ha
raccontato di aver dovuto superare una dura selezione per ottenere
il ruolo, e una volta vinto questo ha iniziato a prepararsi
fisicamente per poter sopportare l’attività richiesta. Oltre a
guadagnare muscoli, però, l’attrice decise realmente di rasarsi i
capelli per dar vita al taglio Mohawk tipico della supereroina.
6. Era inizialmente
intimorita all’idea di ricoprire il ruolo. Per l’attrice
quello di Tempesta è stato il primo grande ruolo in un blockbuster.
Una consapevolezza che non ha mancato di farle sentire una certa
pressione. La Shipp, infatti, ha dichiarato di aver avvertito una
grande responsabilità a riguardo, ma contrariamente ad alcuni suoi
colleghi non ha chiesto di poter incontrare l’attrice della
versione adulta del suo personaggio. Ciò avrebbe infatti rischiato
di condizionarla sul modo di costruire la parte, mentre lei ha
tentato di ricercare strade nuove e originali.
5. Ha dovuto rispondere ad
alcune critiche. Non tutto però è filato liscio per
l’attrice con il personaggio di Tempesta. Tra le curiosità più note
(e assurde) a riguardo vi è stata infatti la cattiva accoglienza da
parte dei fan. Molti, infatti, hanno criticato l’attrice per nonn
essere “abbastanza scura”, in riferimento al colore della pelle del
personaggio dei fumetti. La Shipp non ha però fatto attendere la
sua risposta, affermando di trovare insensate tali critiche. Da
bambina, ha aggiunto, lei poteva perfettamente immedesimarsi nel
personaggio per via del loro comune di pelle, e che non era certo
una gradazione diversa a fare la differenza.
Alexandra Shipp in Shaft
4. Ha adorato la forza del
suo personaggio. Nel film Shaft, l’attrice ha
dato vita al personaggio di Sasha, alleata del protagonista. Ciò
che ha però particolarmente entusiasmato l’attrice non era l’idea
di recitare in film con un cast importante, quanto quella di poter
dar vita ad un personaggio femminile particolarmente forte.
L’attrice ha infatti affermato che è un bene che vi siano
personaggi del genere, che non essendo supereroi possono permettere
al pubblico di dar vita ad un maggior coinvolgimento. Interpretare
la sua parte nel film è stato così per lei come una presa di
coscienza sul reale potenziale di certi ruoli femminili.
Alexandra Shipp è su
Instagram
3. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 357 mila persone. All’interno
di questo l’attrice è solita condividere notizie riguardanti i
propri progetti cinematografici, con foto, video o immagini di
backstage. Così facendo, permette ai suoi fan di rimanere
continuamente aggiornati a riguardo. Non mancano però anche diversi
post relativi ai suoi momenti di svago, di luoghi visitati o di
curiosità a lei legate. Vi si può inoltre ritrovare post
riguardanti tematiche sociali a lei care.
Alexandra Shipp ha un
fidanzato?
2. È molto
riservata. Negli anni l’attrice si è dimostrata
particolarmente restìa a condividere dettagli sulla propria vita
privata e sentimentale. Ad oggi, ad ogni modo, la Shipp sembra
essere single, concentrata principalmente sul proprio impegnativo
lavoro. Sono tuttavia note alcune sue passate relazioni, in
particolare quella avuta con l’attore David Anders, intorno al
2011. I due si sono però poi separati senza fornire dettagli a
riguardo. Alcune voci hanno inoltre parlato di una breve relazione
tra l’attrice e l’attore James McAvoy, conosciuto
sul set di X-Men – Apocalisse. La Shipp non ha però mai
confermato nulla a riguardo.
Alexandra Shipp: età e
altezza
1. Alexandra Shipp è nata a
Phoenix, in Arizona, il 16 luglio del 1991. L’attrice è
alta complessivamente 168 centimetri.
La Saga dell’Infinito sarà anche
giunta al termine, ma la Fase 4 del MCU includerà diversi
personaggi della Fase 1, che ha avuto inizio con l’uscita del primo
Iron Man nel 2008. Da allora, l’universo condiviso si
è notevolmente ampliato, proponendo al fianco dei sei Vendicatori
Originali personaggi come Ant-Man, Doctor Strange, Spider-Man, Black Panther,
Captain Marvel e i Guardiani della Galassia.
Ovviamente, dopo il finale di Avengers:
Endgame, la Fase 4 segnerà un nuovo inizio per l’Universo
Cinematografico Marvel. Ma quali sono gli storici
volti del passato che avremo ancora modo di vedere sul grande
schermo?
Screen Rant ha raccolto tutti i personaggi della Fase 1 del
MCU che ritroveremo
nell’attesissima Fase 4:
Natasha Romanoff
Non solo Natasha Romanoff
sarà il primo personaggio della Fase 1 del MCU ad apparire nella Fase 4, ma
sarà anche il primo membro del team originale degli Avengers ad
essere al centro di un nuovo capitolo del franchise. Il film in
solitaria dedicato a Vedova Nera è atteso ormai da tempo, ma
sfortunatamente
Scarlett Johansson riprenderà un ruolo che non ha futuro.
Nonostante sia il 24esimo film del
MCU, Black
Widow sarà ambientato prima degli eventi di Avengers:
Infinity War. Anche se la storia promette di portare alla
luce i dettagli del complicato passato di Nat, il personaggio è
morto nella timeline attuale dell’universo. Dopo essere apparso nel
franchise sin dal 2010, per la prima volta in Iron
Man 2, Johansson si prepara a dire ufficialmente addio al
MCU dopo Black
Widow.
Tony Stark
Natasha non è stata l’unico
membro del team originale degli Avengers a compiere un estremo
sacrifico in Avengers:
Endgame. Anche Tony Stark/Iron Man, il
personaggio che ha lanciato il MCU nel 2008, ha trovato la morte
alla fine della sua lotta contro Thanos. Tuttavia, il finale del
film di Anthony e Joe Russo non può cancellare completamente
l’esistenza del personaggio all’interno nel franchise.
È stato infatti confermato che
Robert Downey Jr. apparirà in Black
Widow: naturalmente, si tratterà di una sorta di
flashback, con la scena in questione che quasi sicuramente verrà
realizzata attraverso l’impiego di filmati d’archivio. In tal caso,
è sempre possibile che Iron Man compaia nei futuri progetti del
MCU allo stesso modo.
Thaddeus Ross
Oltre a Natasha e a Tony,
Black
Widow dovrebbe presentare almeno un altro personaggio
della Fase 1, ossia Thaddeus “Thunderbolt” Ross. Il personaggio,
interpretato da
William Hurt, è apparso per la prima volta ne L’incredibile
Hulk del 2008 come un generale dell’esercito deciso a dare la
caccia a Bruce Banner.
Dal momento che Black
Widow si svolgerà dopo gli eventi narrati in
Captain
America: Civil War, è probabile che Ross, Segretario di
Stato degli Stati Uniti, sia sulle tracce di coloro che sono andati
contro gli accordi di Sokovia, inclusa Nat. Il personaggio sarà
così un’altra minaccia per il raggiungimento della libertà da parte
di Vedova Nera.
Thor
Anche se molti dei
personaggi principali del MCU avranno il loro film in
solitaria nella Fase 4, Thor è ad oggi l’unico personaggio ad avere
avuto uno standalone in tutte e quattro le fasi dell’universo
condiviso.
Chris Hemsworth tornerà a interpretare il Dio del tuono in
Thor:
Love and Thunder, previsto per il 2022.
Dopo tre avventure in solitaria e
quattro film insieme agli Avengers, il figlio di Odino sembra che
abbia ancora tanti nemici da affrontare. Anche dopo il prossimo
film dedicato a Thor,
pare che Hemsworth abbia in programma di fare altre apparizioni nel
MCU: considerando che il Dio del
Tuono è ancora giovane in quanto asgardiano, di tempo ha
disposizione ne ha certamente a sufficienza…
Jane Foster
Natalie
Portman è apparsa per la prima volta nella Fase 1 nel primo
Thor,
nei panni dell’astrofisica Jane Foster, che successivamente sarebbe
diventata l’interesse amoroso del Dio del Tuono.
L’attrice ha ripreso il suo ruolo in
Thor: the Dark World del 2013, ma è rimasta assente
nell’universo fino a quando non è apparsa brevemente in
Avengers:
Endgame grazie ad alcuni filmati inutilizzati. Il
personaggio farà ufficialmente il suo grande ritorno in
Thor:
Love and Thunder, che si concentrerà sul viaggio
di Jane per assumere il ruolo del figlio di Odino.
Darcy Lewis
L’attrice Kat Dennings è
stata presente in Thor
e Thor: the Dark World nei panni della stagista di Jane,
Darcy Lewis, ma anche lei è poi scomparsa dal MCU. Anche se non è chiaro se il
personaggio tornerà in Thor: Love and
Thunder, Darcy è stata confermato nella serie
WandaVision.
Lo show Disney+ seguirà Wanda Maximoff e
Visione subito dopo i tumultuosi eventi di Avengers:
Endgame. Salvo ritardi dell’ultima ora, WandaVision potrebbe ufficialmente diventare la prima
serie tv all’interno della Fase 4 del MCU. Sulla base dei precedenti
legami di Darcy con Thor, non è ancora chiaro come il personaggio
si collegherà alle vite di Scarlet Witch e
Visione.
Bucky Barnes
Inizialmente pensata per
essere la prima serie tv della Fase 4, è probabile che The Falcon and the Winter Soldier debutti direttamente
nel 2021. A parte la lotta di Sam Wilson per assumere il ruolo di
Capitan America, la serie Disney+ si concentrerà anche su Bucky
Barnes e sulla sua vita post Avengers:
Endgame.
Dopo essersi unito per la prima
volta al franchise nel 2011 con
Captain America: Il primo Vendicatore, Sebastian Stan
riprenderà il suo ruolo del soldato potenziato ed ex assassino noto
come il Soldato d’Inverno. Composta da sei episodi, The Falcon and the Winter Soldier darà finalmente al
personaggio della Fase 1 un ampio margine di tempo sotto i
riflettori.
Nonostante la morte del personaggio
in Avengers:
Infinity War, la versione di Loki di Avengers:
Endgame ha ottenuto il Tesseract e ora sta creando
nuove linee temporali viaggiando nel tempo. Come figlio adottivo di
Odino, Loki è stato una figura chiave sin dall’inizio della Fase 1,
apparendo anche in Thor e
The Avengers.
Clint Barton
Clint Barton è un altro avvincente
personaggio del MCU che potrebbe ottenere
l’attenzione che merita grazie all’annunciata serie Disney+Hawkeye che
farà parte della Fase 4. L’arciere esperto è apparso per la prima
volta in Thor come agente dello S.H.I.E.L.D., prima di
diventare una figura importante in
The Avengers.
Il personaggio di
Jeremy Renner ha continuato ad essere un membro cruciale della
squadra principale, ma Clint è ora pronto a passare il testimone in
Occhio di Falco. La serie sarà incentrata sull’acquisizione da
parte di Kate Bishop dell’eredità di supereroe, mentre Clint
fungerà da mentore.
Altri personaggi che potrebbero apparire
Happy Hogan (Jon Favreau): colui che è stato
regista per il MCU per ben due volte, ha anche
ricoperto il ruolo di autista e guardia del corpo di Tony Stark.
Dalla morte di Tony, Happy è emerso come confidente di Peter
Parker, quindi il personaggio potrebbe apparire in Spider-Man
3.
Pepper Potts
(Gwyneth Paltrow): Pepper è un altro personaggio apparso
sin dalla prima installazione del MCU, ma non è chiaro cosa riserverà
il futuro alla moglie di Tony Stark. Anche se è concentrata sul
ruolo di un madre single per Morgan, è possibile che anche lei
appaia nel prossimo film di Spider-Man.
Bruce Banner
(Mark Ruffalo): sebbene Hulk fosse inizialmente
interpretato da Edward Norton nel MCU,
Mark Ruffalo ha poi assunto il ruolo di Bruce Banner prima che
la Fase 1 terminasse. Al momento non è confermato per future
apparizioni nel franchise cinematografico, ma l’attore sarà
sicuramente coinvolto in
She-Hulk, una delle prossime serie Disney+ collegate alla Fase
4.
James “Rhodey” Rhodes (Don
Cheadle): come Happy e Pepper, Rhodey è stato coinvolto
nel MCU per oltre un decennio.
Don Cheadle ha assunto il ruolo nel 2010 e da allora ha svolto
un ruolo chiave sia come Iron Patriot sia – più di recente – come
War Machine. È confermato che l’attore riprenderà il suo ruolo, ma
non sappiamo ancora in quale film: potrebbe apparire in
Captain
Marvel 2, poiché sembra esserci un interesse romantica con
Carol Danvers.
Maria Hill (Cobie
Smulders): come nel caso di Nick Fury, molto probabilmente
anche Maria Hill tornerà nel futuro del MCU fintantoché ci saranno minacce
presenti. Avrebbe senso per
Cobie Smulders essere coinvolta nei titoli che coinvolgeranno
anche Fury, poiché i due personaggi tendono a lavorare a stretto
contatto.
Erik Selvig (Stellan
Skarsgard): dal momento che la maggior parte del cast di
Thor è
coinvolto nella Fase 4 del MCU, sarebbe giusto che anche
Stellan Skarsgard tornasse nei panni di Erik Selvig. Dato che
Spider-Man:
Far From Home ha rivelato che Erik stava lavorando ad un
documentario, potrebbe tornare brevemente nel terzo Spider-Man.
Ovviamente, Thor: Love and
Thunder sarebbe un’occasione più adeguata.
Dopo l’anteprima
svelata in occasione del DC FanDome, Junkie XL ha
parlato della colonna sonora della
Snyder Cut di Justice
League in una recente intervista con
Forbes. Il celebre compositore – che aveva già lavorato con
Zack Snyder
alle musiche de L”uomo d’acciaio e di Batman v Superman: Dawn of Justice – ha anticipato che
la sua colonna sonora sarà molto diversa dalla versione
cinematografica del cinecomic (affidata a Danny
Elfman).
Tom Holkenborg (questo il vero nome
di Junkie XL) ha anche anticipato che la versione di Snyder che
arriverà il prossimo anno su HBO Max sarà caratterizzata da una
“nuova svolta” sui temi di Superman e di
Wonder Woman realizzati insieme ad
Hans Zimmer, con il resto dei temi legati al film
che saranno completamente rielaborati.
“Oltre al tema de L’uomo d’acciaio per Superman e al tema di
Wonder Woman, a cui ho dato una nuova svolta, tutti gli altri temi
di questo film sono nuovi di zecca”, ha spiegato il
compositore. “Su alcuni di essi ho realizzato le basi quattro
anni fa, ma a mano a mano che cresci come compositore, guardi a
quello che hai fatto in passato e ti accorgi che forse c’è un modo
o un’idea migliore. È stato stimolante. Durante i miei periodi di
inattività pensavo: ‘Oh, rielaboriamo questa cosa. Facciamolo’.
Poiché sapevo da un po’ che sarebbe successo, ho avuto il tempo e
lo spazio per dargli la forma migliore possibile”.
Junkie XL sull’evoluzione dei temi
musicali nella Snyder Cut di Justice League
Holkenborg ha anche parlato di come
i temi musicali progrediscano con il personaggio nel tempo e che
“bisognerebbe inventare ogni volta un tema che ti ispiri per
quel personaggio”, piuttosto che andare a rimaneggiare
qualcosa di tradizionale che tutti ormai conoscono:
“Personaggi diversi hanno
asserzioni musicali diverse rispetto a quegli stessi personaggi del
passato. Proprio come le loro storie nei fumetti, cambiano e si
evolvono nel corso degli anni. Quindi, quello è stato un grande
tema per Superman negli anni ’70 non significa che sia il tema
giusto per Superman nel 2013. Quando il regista racconta il
personaggio di un supereroe, e quando un compositore viene
incaricato di realizzare le musiche per quel film, dovrebbero fare
ciò che ritengono più giusto.”
Vi ricordiamo che
la Snyder
Cut di Justice
League uscirà nel 2021 sulla piattaforma
streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA
dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la
versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO
MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in
Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere
una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere
programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima
è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori
notizie.
Welcome to the Blumhouse, il primo progetto di una serie
tematica di film Amazon Original su Prime
Video. Quattro film di genere thriller prodotti da
Blumhouse Television di
Jason Blum e Amazon Studios, quattro
storie da brivido interpretate da talenti emergenti insieme ad
attori affermati in ruoli nuovi e sorprendenti.
Dopo aver perso sua moglie e la
memoria in un incidente d’auto, un padre di famiglia si sottopone
ad una dolorosa cura sperimentale che gli fa venire dubbi sulla
propria identità. Diretto da Emmanuel
Osei-Kuffour– Sceneggiatura di Emmanuel
Osei-Kuffour e Stephen Herman Storia di
Stephen Herman con protagonisti Mamoudou
Athie, Phylicia Rashad, Amanda Christine, Tosin Morohunfola,
Charmaine BingwaeTroy James.
The Lie (Dal 6 ottobre su Prime Video)
Quando la loro figlia confessa di
aver ucciso a sangue freddo la sua migliore amica, due genitori
cercheranno in ogni modo di coprire la verità, costruendo una
intricata ragnatela di bugie e falsità nella quale rimarranno loro
stessi intrappolati. Scritto e diretto da Veena Sud con
protagonisti Mireille Enos,
Peter Sarsgaard e Joey King
Una storia d’amore apparentemente perfetta si trasforma in un
incubo quando la madre di lei si convince che il nuovo ragazzo di
sua figlia abbia una macabra connessione con il suo passato.
Evil
Eye è diretto da Elan Dassani e Rajeev Dassani e
scritto da Madhuri Shekar. Protagonisti sono Sarita
Choudhury, Sunita Mani, Omar Maskati e Bernard
White.
Tra le mura di una rinomata
accademia d’arti, una timida studentessa di musica inizia a
superare in bravura e successo la sua gemella nel momento in cui
mette le mani su un quaderno una volta appartenuto a un altro
studente, da poco deceduto. Nocturne
è scritto e diretto da Zu Quirke con protagonisti Sydney
Sweeney, Madison Iseman, Jacques Colimon e Ivan
Shaw.