The
New Mutants potrebbe passare alla storia come il film
più sfortunato di sempre, ma è più facile che nell’opinione
pubblica finisca per essere preso a paragone dalla futura
cinematografia supereroistica come uno dei punti più bassi che il
genere abbia mai toccato. Il film di Josh Boone è
finalmente al cinema e questo rappresenta un traguardo incredibile,
considerato che è sopravvissuto ad un drastico posticipo a causa di
reshoot che poi non sono mai stati fatti, ad una fusione di
proporzioni epiche, quella che ha visto la Disney assorbire la Fox,
e addirittura ad una pandemia, con annesso lockdown mondiale.
Nonostante le difficoltà e
l’opinione genericamente negativa che già accompagnava il film,
questa recensione di The
New Mutants punterà ed evidenziare quali sono gli
aspetti positivi di un film, basato sui fumetti, ma che condensa in
sé innumerevoli generi cinematografici.
La storia di The New
Mutants
Il film è ambientato interamente
all’interno di un ospedale, una struttura che, secondo gli
occupanti, è una clinica in cui la Dottoressa Reyes aiuta i giovani
pazienti a controllare i loro poteri. Rahen, Illyana, Sam,
Robert e Danielle, i cinque pazienti
adolescenti, non sono infatti malati, ma sono giovani mutanti che,
con la pubertà, non vedono cambiare solo il loro corpo e i loro
impulsi, ma scoprono anche di dover fare i conti con delle abilità
fino a quel momento ignorate. Tuttavia, i cinque ragazzi presto
capiranno che quella struttura non è quello che sembra e che solo
unendo le loro forze potranno riuscire ad affermare se stessi, la
loro personalità ed a recuperare la libertà che è stata loro
negata.
Fratelli delle storie fondative
degli X-Men perché ideati da Chris
Claremont, i Nuovi Mutanti a fumetti
prendono vita in una versione riveduta e corretta, proprio perché
sarebbe molto difficile riadattare in maniera fedele per il cinema
le innumerevoli storie, personaggi, intrecci e vicende che i
fumetti impiegano anni a raccontare. Josh Boone
sceglie quindi una sua squadra, formata da Wolfsbane,
Magik, Cannonball, Sunspot e Mirage, e la
inserisce in una storia costruita ad hoc, che ovviamente prende
diversi spunti dalle pagine a fumetti,
non ultima la storia di Demon Bear.
Una mescolanza di
generi
Come accennato, il film è
difficilmente definibile in un solo genere, sebbene sia etichettato
come cinecomic nell’accezione canonizzata del termine, ovvero film
che ripropone le avventure di supereroi dei fumetti. In realtà
The
New Mutants è in parti uguali un thriller, un
horror, un escape movie, una storia di formazione,
psicologica e sessuale, e di amicizia, un action, soprattutto
nell’atto finale, una storia a lieto fine. Questo grande miscuglio
di temi e toni rende il film sbilanciato, con un primo atto troppo
lungo e lento rispetto ad un finale precipitoso che affretta alcune
trame e lascia disorientati.
Il pregio principale di The
New Mutants è costituito dal casting. Giovani, talentuosi,
molto diversi gli uni dagli altri, i protagonisti del film danno
spessore e grande cuore ad ognuno dei loro personaggi.
Maisie Williams, Anya Taylor-Joy e Charlie
Heaton, i più famosi del gruppo, sono senza dubbio coloro
che attirano maggiormente l’attenzione. Williams si conferma, al di
fuori della bolla di Game of Thrones, una interprete
molto sensibile, nonostante la giovane età; Taylor-Joy lascia
sicuramente il segno, aiutata anche da un fisico e da tratti
somatici originali e catalizzanti; Heaton riesce, anche con un
ruolo non predominante a tratteggiare un adolescente spaventato e
ferito, ricordando nei tratti e nelle movenze l’intensità che era
appartenuta a River Phoenix.
Non sono però da meno i due
protagonisti meno noti, Henry Zaga che fa della
prorompenza fisica il suo strumento principale, e Blu
Hunt, interprete intensa di un personaggio inquieto che è
a tutti gli effetti il cuore propulsore della storia. Alice
Braga (Dottoressa Reyes) svolge il suo compito con
diligenza, mettendosi però al servizio di quelli che sono i veri
protagonisti.
La ricerca di un posto nel
mondo
Nonostante qualche problema di ritmo
ed una storia sin troppo semplice e lineare, la forza di The
New Mutants è la forza dei mutanti Marvel in generale, che siano essi
forti e affermati X-Men o ragazzi alle prime armi che non conoscono
ancora la loro mutazione: la profonda umanità di ogni personaggio,
l’affannosa ricerca di un posto nel mondo, la difesa di se stessi e
la fratellanza che si crea tra ogni personaggi. Sono soli,
abbandonati e spaventati, ma capiscono che insieme possono essere
una famiglia.
In fin dei conti è questo il
messaggio più bello e più politico che questo tipo di personaggi ha
sempre portato nel mondo, e seppure in una maniera zoppicante ed
incerta, dopo diversi buchi nell’acqua dell’ultima produzione Fox
dedicata a questi personaggi, con The
New MutantsJosh Boone riesce a
restituirne lo spirito, supportato da un ottimo cast e dal
validissimo materiale di partenza.
L’uscita di L’Uomo d’Acciaio nel 2013 è servita
da trampolino di lancio per il DCEU, nel tentativo di creare un
universo di supereroi interconnesso su modello del già avviato
MCU. Come sappiamo, a causa di una
progettualità traballante e di film che non si sono rivelati i
successi sperati, il progetto dell’universo condiviso DC si è
schiantato sul flop di Justice League.
Questa situazione ha portato la
Warner a fermare le macchine e a resettare il suoi programmi. La
recente ondata di film targati DC ha settato un altro tipo di tono
e scopo per questi eroi, con Aquaman, Shazam, Wonder Woman e Birds
of Prey
che si sono costruiti un percorso del tutto isolato e personale.
Infine, Joker di Todd Phillips ha settato un livello completamente
differente di racconto e scopo.
Non è chiaro in che modo The
Batman, che arriverà nel 2021, si adatterà alla narrativa in
corso del DCEU, alla luce delle informazioni disponibili sul film
che suggeriscono fortemente delle ambientazioni in un universo
alternativo. L’annunciato ritorno del Batman di Michael Keaton in The
Flash ha persino complicato le cose agli occhi dei
fan. Ancora, sebbene non si preveda che influenzerà interamente il
DCEU, l’imminente uscita della Justice League Snyder Cut presenta
molte possibilità interessanti per il franchise. È possibile che
l’uscita della versione di Snyder del film possa rimettere in pista
i progetti precedenti.
C’è una crescente convinzione che la
prossima strategia della DC sia quella di abbracciare l’idea di
molteplici realtà e versioni dei loro personaggi. E le notizie
emerse dal DC FanDome non hanno fatto altro che confermare questa
ipotesi, per non parlare delle esperienze televisive di Crisis on
Infinite Earths dell’Arrowverse, in cui ha fatto capolino anche
Ezra Miller.
Cameo di Ezra Miller in Crisis ha
dato il via all’idea del Multiverso DC
L’anno scorso, Crisis On
Infinite Earths di CW ha messo in scena un crossover ambizioso come
mai prima d’ora, con tutti gli eroi dell’Arrowverse che uniscono le
forze contro l’Anti-Monitor per salvare il multiverso. Oltre alla
posta in gioco sconvolgente della missione, il crossover in 5 parti
ha anche mostrato camei a sorpresa e interazioni di incarnazioni
passate degli eroi DC, stabilendo senza ombra di dubbio che ogni
proprietà DC live-action (film e TV) esiste su più Terre. Eppure,
la più grande sorpresa di Crisis si è rivelata essere il cameo del
Flash di Ezra Miller durante la parte 4 del
crossover.
Durante la scena iconica,
Miller-Flash ha finalmente incontrato la versione di Grant Gustin
del Velocista Scarlatto, uno scambio che è diventato il momento più
discusso dell’epopea. Il cameo di Miller ha confermato che il DCEU
fa parte del multiverso più ampio stabilito nelle serie
dell’Arrowverse, dimostrando che la DC sta adottando un approccio
unico utilizzando la sua divisione TV per piantare i semi per il
futuro del franchise.
È interessante notare che il famoso
cameo di Miller si è rivelato essere un’aggiunta (speciale)
dell’ultimo minuto. Dopo aver terminato la produzione per Crisis;
il creatore dell’Arrowverse Marc Guggenheim ha
raccontato che il capo della Warner Bros. Peter Roth ha chiesto
espressamente se Miller potesse essere presente nel crossover.
Questa richiesta suggerisce che l’inclusione di Miller in Crisis
non si basa esclusivamente sul fan service, ma piuttosto fa parte
di un piano più ampio che va avanti.
Il cameo di Miller non solo è stato
un momento emozionante, ma ha anche anticipato ciò che l’eroe ha
fatto dopo gli eventi di Justice League. Sulla base della rapida
conversazione tra i due velocisti, Barry Allen di Miller è ancora
in giro con il Cyborg di Ray Fisher, e sembra che
i due eroi stiano esplorando da soli il concetto di multiverso. Lo
sguardo confuso di Miller Flash suggerisce che non è nemmeno
consapevole dell’esistenza di mondi alternativi. Questa esperienza
potrebbe essere ulteriormente esplorata nel suo prossimo film da
solista.
Il cameo ha anche rivelato che il
Velocista Scarlatto di Miller non ha ancora adottato il nome di
“Flash”, aprendo così la strada al film DCEU per riconoscere gli
eventi del crossover Crisis. Alla luce di ciò, questo segnerà la
prima volta che gli eventi che sono emersi nella divisione TV
faranno finalmente parte del canone dei film.
In molti modi, il coinvolgimento di
Miller in Crisis on Infinite Earths dell’Arrowverse ha fornito
un’opportunità per il DCEU di esplorare una strada senza precedenti
di narrazione attraverso il multiverso, e la buona notizia è che
questa è solo la punta dell’iceberg.
Un cameo in Crisis di CW aveva
anticipato il coinvolgimento nel DCEU di
Michael Keaton
A parte il cameo di
Miller, Crisis di CW aveva una sfilza di cameo che mettevano a
confronto gli interpreti di personaggi DC del passato accanto a
quelli del presente. Tra queste ci sono state le apparizioni
speciali dei personaggi in Titans e Doom Patrol del DC
Universe, Superman di Tom Welling da
Smallville, Superman di Brandon Routh da Superman Returns e un
cameo a sorpresa di Lucifer di Tom
Ellis. Tuttavia, c’è stato un cameo velocissimo che potrebbe
chiarire il
ritorno di Michael Keaton nel DCEU come Cavaliere
Oscuro.
Durante i momenti di apertura del
crossover, è stato mostrato un montaggio di Terre alternative che
include un’apparizione del giornalista Alexander Knox
(Robert Wuhl) dal Batman di Tim
Burton. Ambientato in Earth-89 (che è un ovvio cenno all’anno
in cui il film è stato presentato in anteprima), Knox è stato visto
tenere in mano un numero della Gotham Gazette con il titolo “Batman
Captures Joker” prima che la scena presentasse uno scorcio
dell’iconico Bat-Segnale. Ciò suggerisce che il Crociato
Incappucciato di Keaton sia andato a dare la caccia al Joker di
Jack Nicholson per la seconda volta in un punto successivo del loro
universo.
La scena può essere anche soltanto
un divertente Easter Egg per i fan irriducibili di Batman, ma le
prove suggeriscono che è qualcosa che ha un significato più
importante. La rivelazione del ritorno di Keaton nei panni di
Batman per il DCEU suggerisce che il cameo di Wuhl in Crisis è
stato anche un set-up per il ritorno dell’attore. Il piano
multiverso di DCEU è stato davvero in lavorazione per tutto questo
tempo?
Flashpoint offre una lavagna pulita
per il DCEU (con l’aiuto del multiverso)
I giorni di incertezza per
il DCEU stanno finendo? Nelle scorse settimane, il franchise ha
trovato nuova linfa con l’annuncio dell’arrivo della Justice League Snyder Cut e con il DC
FanDome. Una delle principali conclusioni a seguito
delle cose mostrate durante l’evento è proprio quella che il
multiverso è in cantiere. Mentre il multiverso è stato ben
esplorato dal punto di vista dell’Arrowverse, il DCEU sta cercando
di introdurre il concetto a un pubblico più ampio, a partire da
The
Flash che nel 2022 dovrebbe aprire la strada.
Impostato per affrontare la trama di Flashpoint
Paradox dai fumetti, The Flash cercherà di reinventare il
DCEU portando anche il concetto di multiverso nel processo.
Il multiverso offre anche
l’opportunità di rivisitare le precedenti interpretazioni
live-action degli eroi DC, recuperando le loro avventure dopo gli
eventi del loro film. Dopo che Batman di Keaton ha finito di
aiutare Flash, il suo eventuale ritorno potrebbe potenzialmente
creare la trama di Batman Beyond a lungo
vociferata. A rendere più interessante la vicenda sarà anche il
cameo del Batman di Ben Affleck. Inoltre, Superman di
Brandon Routh, che è stato protagonista di Crisis
di CW, ora ha l’opportunità di tornare sul grande schermo per
aiutare a esplorare la trama di Kingdom Come
incentrata sull’Uomo d’Acciaio. Queste sono solo potenziali trame
che possono essere ulteriormente esplorate nel DCEU.
Con il multiverso a portata di mano,
il nuovo corso del DCEU offre lo spazio a trame inesplorate dalla
vasta libreria dei DC Comics di essere al centro della scena e allo
stesso tempo di percorrere nuove strade per il franchise.
L’enigmatico ma ipnotico Tenet è l’ultimo action ad alta concezione
partorito in modo fantastico dalla mente brillante di Christopher Nolan. Il film combina inversioni
del tempo e fantascienza a sequenze di spionaggio alla James
Bond per regalare al pubblico un turbinio di emozioni senza
sosta dall’inizio alla fine. Dal suo arrivo in sala, il film si è
guadagnato la fama di essere alquanto “confusionario”, richiedendo
approfondimenti e potenziali rewatch per comprendere appieno i
concetti con cui Nolan chiede al pubblico di districarsi.
Screen Rant ha raccolto 10 interessanti curiosità direttamente
dal backstage di uno dei film più attesi di questa difficile annata
cinematografica:
Il livello di segretezza della produzione
La segretezza che ha
circondato la produzione di Tenet era, in effetti, l’unica cosa che il pubblico
sapeva dell’ultima attesissima fatica di
Christopher Nolan. Ci è voluto un po’ di tempo prima che
venisse rilasciato il primo trailer ufficiale, che comunque non
aveva rivelato al tempo di cosa avrebbe effettivamente trattato il
film.
Probabilmente, la trama del film ha
iniziato ad acquisire un senso soltanto quando è stato rilasciato
il trailer finale poco prima dell’uscita nelle sale internazionali
lo scorso 26 Agosto. Tuttavia, questa totale segretezza ha avuto un
impatto anche sul cast. Ad esempio, a Sir
Michael Caine è stato permesso di leggere solo una parte della
sceneggiatura (quella relativa al suo personaggio), mentre le star
del film,
John David Washington e
Robert Pattinson, hanno potuto leggere la sceneggiatura
completa soltanto nelle stanze della Warner Bros., in totale
isolamento.
Il cast ha dovuto recitare davvero
“al contrario”
Per farla breve, Tenet esplora il concetto di “inversione”, il che
significa che determinati raccontati nel film eventi si
svolgono al contrario. Ciò è particolarmente evidente grazie al
montaggio finale, quando in alcune sequenze certi attori parlano al
contrario o si muovono al contrario, mentre altri parlano e
agiscono senza alcuna opposizione temporale.
Per alcune scene, gli attori hanno
dovuto effettivamente imparare a recitare determinate coreografie o
a pronunciare determinate battute della sceneggiatura al contrario.
Kenneth Branagh, in particolare, ha dovuto imparare a
pronunciare al contrario le sue battute con l’accento tipicamente
russo del suo personaggio.
Robert Pattinson ispirato a Christopher Hitchens
Il personaggio di
Robert Pattinson in Tenet – Neil – è uno dei più importanti del film. La
performance dell’attore sembra essere ispirata alla figura di James
Bond, con Neil che si rivela un agente segreto assai gentile e
sofisticato.
Tuttavia, ciò che è davvero
interessante è che Pattinson non ha usato James Bond come
ispirazione diretta per il suo personaggio. Come modello principale
per Neil, l’attore ha usato il compianto giornalista e scrittore
britannico Christopher Hitchens.
Effetti pratici e stunt al 100%
Con il miglioramento della
tecnologia e della CGI negli ultimi due decenni, è diminuita anche
la necessità di effetti pratici, con gli studi cinematografici che
hanno optato sempre più per la computer grafica a causa dei suoi
metodi più economici e rapidi per produrre gli effetti
desiderati.
Tuttavia, per Tenet,
Christopher Nolan ha scelto che il suo film fosse realizzato
interamente con effetti pratici, rifiutandosi di utilizzare il
green screen durante la produzione del film. Ciò non sorprende,
data l’irriducibile preferenza di Nolan per gli effetti pratici e
l’utilizzo del lavoro digitale solo quando assolutamente
necessario.
Un progetto in cantiere da 20 anni
Anche se Nolan ha iniziato
a lavorare alla sceneggiatura di Tenet solo circa sei anni fa, le idee alla base del
film erano presenti nella mente del regista da oltre 20 anni.
Chiunque abbia visto il film avrà sicuramente notato che queste
idee sono state elaborate per diverso tempo, dal momento che lo
stesso si basa chiaramente su un delicato equilibrio tra
fantascienza e realtà scientifica.
La quantità di ricerche necessarie
affinché Tenet avesse una sua veridicità ha richiesto diversi
anni per essere completata, per non parlare della piena
comprensione e condensazione di tutti questi elementi in un film
che potesse comunque essere considerato un blockbuster.
Un vero aereo è stato fatto esplodere
Uno dei momenti certamente
memorabili del film deriva dal piano del personaggio di Neil di far
schiantare un aereo. La scena stessa appare incredibile, come se,
ai fini del film, un vero aereo si fosse schiantato contro un
edificio. Il motivo per cui sembra così reale è che in realtà… lo
era!
Inizialmente,
Christopher Nolan avrebbe utilizzato le miniature per
realizzare la scena, ma si è reso conto che sarebbe stato più
economico acquistare semplicemente un aereo in disuso e farlo
schiantare contro un edificio reale. Questa non è la prima volta
che Nolan demolisce un aereo per un suo film: era già successo per
l’indimenticabile apertura de Il
cavaliere oscuro – Il ritorno, dove Bane organizza una
fuga a mezz’aria.
Il titolo originale
Il palindromico titolo Tenet aiuta a legarsi perfettamente al concetto
del film, con l’inversione che è l’elemento chiave che il pubblico
deve capire per comprendere appieno la trama e le azioni del
film.
Tuttavia, il film non ha sempre
portato quel titolo di Tenet. Il titolo provvisorio del film,
“Merry Go Round” (traducibile come “Buona
corsa”), rifletteva per certi versi la trama del film in modo
abbastanza descrittivo, ma mancava del semplice impatto derivato
dal definitivo
Tenet.
Uno dei film più costosi della storia
Inutile dire che
Christopher Nolan è uno dei registi più celebrati che lavorano
a Hollywood oggi. Di conseguenza, qualunque cosa il regista voglia,
la riesce ad ottenere. Quindi, nonostante sia un film originale
(che sono generalmente più economici dei franchise e della saga),
lo studio ha dato a Nolan un enorme budget di 205 milioni di
dollari per la realizzazione del film.
Si tratta di un budget enorme per un
film originale, cosa che ha reso Tenet uno dei film più costosi di tutti i tempi.
Sebbene film come Avengers:
Endgame hanno ricevuto budget ancora più elevati, in quel
caso era molto più probabile che il film si potesse rivelare un
successo al box office, proprio perché legato ad grande franchise.
Il fatto che ad un film originale sia stato assegnato tale budget
mostra quanto la Warner Bros. apprezzi le capacità di Nolan e creda
nel suo potenziale.
La massima accuratezza scientifica
In sostanza, Tenet è un film di fantascienza che ovviamente si basa
più sull’immaginazione che sulla scienza. Tuttavia, nonostante ciò,
Christopher Nolan voleva comunque che il suo film fosse fondato
su una sorta di realismo scientifico.
Per ottenere questa accuratezza o
almeno la maggiore plausibilità possibile, Nolan ha chiesto al
fisico Kip Thorne di leggere la sceneggiatura e di offrire un aiuto
nell’elaborazione dei
concetti tirati in ballo . Inutile dire che il contributo di un
vero genio accademico ha dato a Tenet un proprio vantaggio sul piano del realismo.
Il personaggio di Kat
La
protagonista femminile di Tenet, Kat, è straordinariamente interpretata da
Elizabeth Debicki. Alcuni direbbero che il ruolo era perfetto
per lei, ma ciò che è interessante è che il pubblico non è l’unico
a pensarlo. A quanto pare, il ruolo di Kat è stato scritto pensando
proprio all’attrice.
Il ruolo di Kat è
stato offerto a Debicki direttamente da
Christopher Nolan, ma l’attrice ha insistito comunque per
sostenere un provino in modo da sincerarsi di essere la persona
giusta per la parte. La scelta di Nolan è avvenuta quando la sua
storica produttrice (nonché moglie) Emma Thomas ha insistito perché
riscrivesse la parte di Kat proprio per Debicki dopo averla vista
in
Widows – Eredità criminale.
Il regista de L’alba dei morti dementi, Edgar
Wright, ha condiviso i dettagli circa un incontro
alquanto bizzarro ed esilarante che ha avuto con Bill Murray ad un party organizzato per la
conclusione delle riprese di Fantastic Mr. Fox di Wes
Anderson.
Bill Murray ha avuto una lunga e leggendaria
carriera grazie alla commedia, a partire dagli anni ’70 con le sue
apparizioni nelle prime stagioni del Saturday Night Live, e
continuando negli anni ’80 con una serie di classici del genere,
tra cui Palla da golf, Ghostbusters e Ricomincio da
capo. Dopo una serie di problemi personali ed alcuni flop al
box office, Murray ha trascorso la maggior parte degli anni ’90
cercando di evitare le luci della ribalta.
Tuttavia, l’eccentrico regista
indipendente Wes
Anderson ha rinvigorito la sua carriera scegliendolo
per film quali Rushmore e I Tenenbaums, titoli
che lo hanno poi portato ad ottenere il ruolo del protagonista in
Lost In Translation di Sofia Coppola, per il quale ha
anche ricevuto una nomination all’Oscar. Da allora, Murray e
Anderson hanno iniziato a collaborare abbastanza frequentemente,
con l’attore che è apparso nella maggior parte dei film del
regista, incluso Fantastic Mr. Fox, un adattamento del
classico racconto per bambini di Roald Dahl, in cui Murray ha
prestato la voce al personaggio di Badger.
La prima volta che Edgar Wright incontrò Bill Murray…
Parallelamente, Murray si è
costruito un vero e proprio nome ad Hollywood per via dei suoi
comportamenti spesso eccentrici, che oltre ad aver attirato
l’attenzione dei media, hanno anche cementato la sua fama tra i
cinefili di tutto il mondo. Adesso Edgar
Wright, regista britannico della “Trilogia del
Cornetto”, di Baby Driver e dell’atteso Last Night
in Soho, ha condiviso i dettagli circa il suo primo
incontro con Bill Murray, un incontro bizzarro ed
esilarante.
Via
Twitter, il regista ha raccontato: “Per un po’ di
leggerezza, godetevi la mia storia su Bill Murray. A una festa di
fine riprese per la troupe di Fantastic Mr. Fox al Palm Tree di
Mile End, Jason Schwartzman mi presentò Bill Murray nel parcheggio.
Murray mi fece cenno di avvicinarmi e disse: ‘Ne smezziamo una?’ e
poi estrasse dal cappotto una bottiglia di 5-hour Energy. La aprì,
ne bevve metà, mi vide bere l’altra metà e poi disse: ‘Roba buona’.
Poi corse via nella notte senza aggiungere un’altra
parola.”
Continuano ad emergere online,
grazie allo speciale di
Empire, nuovi dettagli su Dune,
il nuovo attesissimo adattamento cinematografico dell’omonimo
romanzo sci-fi di Frank Herbert che sarà
diretto da Denis
Villeneuve (Blade Runner
2049) e che arriverà al cinema a Dicembre.
Le nuove dichiarazioni sul film
arrivano da
Oscar Isaac, che nella pellicola avrà il ruolo di Leto
Atreides, il padre del protagonista Paul Atreides (interpretato da
Timothée
Chalamet). Parlando delle tematiche anticapitaliste e
ambientaliste di Dune,
l’attore ha spiegato: “Si parla del destino delle persone e dei
diversi modi in cui le culture si sono sempre dominate l’un
l’altra. Come reagisce una popolazione quando arriva al limite,
quando il troppo è troppo e la stessa viene sfruttata? Sono tutte
questioni molto attuali, relative al mondo di oggi.”
Il regista Denis
Villeneuve ha invece parlato del personaggio di
Lady Jessica, moglie di Leto e madre di Paul, interpretato da
Rebecca
Ferguson, spiegando: “Non volevo che il
personaggio di Lady Jessica fosse alla stregua di costosa comparsa.
Un aspetto che amo molto del libro è che c’è un equilibrio molto
forte fra il potere mascolino e quello femmineo.”
La rivista ha inoltre svelato due
nuove immagini ufficiali del film che ci mostrano, oltre ai
personagg di Leto Atreides e Lady Jessica, anche lo Stilgar del
premio Oscar
Javier Bardem. Potete ammirarle tutte di seguito:
Volto noto della televisione,
Juliana Harkavy ha negli ultimi anni conquistato
il favore di fan in tutto il mondo grazie al personaggio di Black
Canary interpretato nella serie TV Arrow. Nella sua
carriera, però, si annoverano anche diversi film di successo, che
hanno permesso all’attrice di costruirsi una buona fama anche sul
grande schermo. Alternandosi con successo tra generi diversi, la
Harkavy ha dimostrato di possedere il potenziale per affermarsi
ulteriormente e costruirsi un solido status all’interno
dell’industria.
Ecco 10 cose che non sai di
Juliana Harkavy.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Juliana Harkavy: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in noti
lungometraggi. Sul set sin da bambina, l’attrice ha
debuttato con un piccolo ruolo all’età di dieci anni nel film
La piccola principessa (1995), per poi tornare sul grande
schermo in La mia super ex-ragazza (2006), con
Anna Faris,
dove appare in un cameo. Ottiene il suo primo ruolo di rilievo con
il film L’incredibile storia
di Winter il delfino (2011), dove recita accanto a
Morgan
Freeman. In seguito, è protagonista di If You Only
Knew (2011) e Renee – La mia storia (2012), con
Kat
Dennings. Ha poi recitato anche nei film A Feeling
from Within (2012), Finding Joy (2013), e
Marriage Material (2014). Torna poi, nel 2014, a recitare
nel ruolo di Rebecca in L’incredibile storia di Winter il
delfino 2. Prossimamente, invece, prenderà parte al thriller
The Lighthouse.
9. È nota per i suoi ruoli
televisivi. Nel 2013 l’attrice inizia a recitare in alcuni
episodi di serie di successo come Graceland e The Walking Dead, dove recita nella
quarta stagione nel ruolo di Alisha. La grande notorietà arriva per
lei nel momento in cui assume il ruolo di Black Canary nella serie
Arrow (2017-2020), con
Stephen
Amell. Riprenderà poi il ruolo anche nelle serie
facenti parte dello stesso universo condiviso, l’Arrowverse, ovvero
The Flash
(2017), con Grant
Gustin, e Legends of Tomorrow
(2017-2020), con Brandon
Routh.
Juliana Harkavy è Black Canary in
Arrow
8. Non sapeva per quale
ruolo sosteneva un provino. Chiamata dai produttori a
partecipare ad un provino per la serie Arrow, l’attrice
non era stata informata su quale ruolo avrebbe potuto interpretare.
Consapevole del successo della serie, però, vide in ciò una buona
possibilità di fare carriera, decidendo dunque di partecipare. Alla
fine, la produzione la ricontattò per informarla che aveva ottenuto
il ruolo di una vigilante dal carattere duro, che l’attrice scoprì
in seguito essere Black Canary.
7. Si è sottoposta ad una
lunga preparazione fisica. Sapendo che per la serie
avrebbe dovuto dar vita a sequenze di combattimento o ricche di
complesse acrobazie, l’attrice ha affermato di essersi allenata
molto a livello fisico al fine di poter sostenere quanto richiesto
dalla storia. La Harkavy, però, si è focalizzata anche
nell’allenare la mente, praticando anche yoga, che le ha permesso
di trovare il giusto equilibrio interiore. Tutto ciò le è servito
per costruire ulteriormente il carattere ma anche la mentalità del
suo personaggio, come anche la forza di poterlo portare avanti.
6. Ha adorato i costumi del
personaggio. L’attrice ha raccontato di non aver subito
avuto modo di sfoggiare gli abiti da supereroina del personaggio,
poiché trascorrono alcune puntate prima che essa si manifesti
totalmente come tale. Nel momento in cui ha però avuto tale
possibilità, ha raccontato di essersi sentita ancor più forte in
quei panni, che l’hanno aiutata a calarsi ancora meglio nella mente
del personaggio. La Harkavy ha inoltre dichiarato di essere
innamorata del look del suo personaggio, perfettamente in linea con
quella che è la sua natura.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Juliana Harkavy in The Walking
Dead
5. Ha recitato in due
episodi della celebre serie zombie. Nel 2013 l’attrice ha
recitato in The Walking Dead, serie con protagonista
Andrew
Lincoln, dove dà vita al personaggio di Alisha. Questa
compare in due episodi della quarta stagione, rispettivamente il
numero 7, Peso morto, e il numero 8, Indietro non si
torna. Quello di Alisha è il secondo personaggio apertamente
omosessuale, che nella storia intreccia una relazione con Tara
Chambler. Alisha è inoltre stata la prima donna della serie ad
essere classificata come antagonista.
4. Le ha richiesto una
grande preparazione fisica. Anche se compare soltanto in
due episodi, l’attrice ha avuto bisogno di prepararsi fisicamente
per quanto previsto dal programma delle riprese. In seguito,
infatti, la Harkavy ha raccontato di come anche soltanto due
episodi le siano bastati per comprendere il grande sforzo fisico
necessario, tra spostamenti e grandi combattimenti. Tale
esperienza, come ha poi in seguito ricordato, le è però servita
come preparazione per l’altrettanto complesso set di
Arrow.
Juliana Harkavy: chi è suo
marito
3. È stata
sposata. Molto riservata circa la propria vita privata,
l’attrice non ha però mancato di comunicare le proprie nozze con il
businessman Peter Kupchick, avvenute nel 2014. Nel corso del loro
matrimonio, i due si sono dimostrati particolarmente riservati,
evitando di attirare sul loro privato i riflettori del mondo dello
spettacolo da lei frequentato. Nell’aprile del 2020, tuttavia,
l’attrice comunica tramite i propri social network di aver
divorziato dal marito dopo sei anni di matrimonio.
Juliana Harkavy è su
Instagram
2. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 489 mila persone. All’interno
di questo, la Harkavy è solita condividere post relativi alla
propria quotidianità, tra momenti di svago, curiosità o luoghi da
lei visitati. Non mancano inoltre anche diverse immagini o video
riguardo al proprio lavoro da interprete. Grazie a questi, infatti,
l’attrice promuove ulteriormente il proprio lavoro, permettendo ai
fan di rimanere costantemente aggiornati sui suoi progetti.
Juliana Harkavy: età e
altezza
1. Juliana Harkavy è nata a
New York, Stati Uniti, il 1° gennaio del 1985. L’attrice è
alta complessivamente 173 centimetri.
Brillante attore britannico,
David Thewlis ha negli ultimi tre decenni
costruito una solida carriera divisa tra struggenti drammi, film di
genere fantasy o di carattere storico. Grazie alle sue
interpretazioni, l’attore ha non solo dato prova di grande
versatilità, ma ha anche ottenuto le lodi di critica e pubblico. In
particolare, grazie alle qualità del suo volto, Thewlis ha sempre
colpito per la sua capacità di conferire grande umanità e
drammaticità ad ognuno dei personaggi interpretati.
9. Ha preso parte a note
produzioni televisive. Nel corso dei primi anni Novanta,
Thewlis ha recitato in alcuni episodi di serie televisive più o
meno fortunate. Torna a recitare per il piccolo schermo soltanto
nel 2002, quando prende parte alla miniserie Dinotopia. Un
ruolo televisivo di particolare rilievo è poi quello di V. M. Varga
nella terza stagione della serie antologica Fargo (2017),
dove ha modo di recitare insieme all’attore Ewan
McGregor. Successivamente, recita nella serie The
Feed (2019), nel ruolo di Lawrence Hatfield, e in Pronti a
tutto (2020), miniserie in costume, dove l’attore interpreta
il ruolo di Claude Trepagny.
8. È anche
doppiatore. Nel 1996 l’attore realizza la sua prima
incursione nel mondo del doppiaggio con il film in stop-motion
James e la pesca gigante, dove dà voce al personaggio del
Signor Lombrico. Nel 2000 è invece la voce di Giuda Iscariota in
C’era una volta Gesù, film d’animazione dove si racconta
la storia di Gesù di Nazareth. Grazie a questo film, l’attore ha
modo di recitare insieme all’attore Ralph
Fiennes, che doppia proprio il protagonista. Thewlis
tornerà poi al doppiaggio soltanto nel 2015 con il film
Anomalisa, dove presta la propria voce al personaggio
protagonista Michael Stone. Ha poi dato vita a Shame Wizard nella
serie animata Big Mouth (2018-2019).
David Thewlis in Dragonheart
7. È scelto per una sua
qualità. Tra i personaggi più noti dell’attore vi è quello
di Re Einon, villain principale del film Dragonheart.
Thewlis venne scelto dal regista Rob Cohen dopo che questi lo ebbe
visto recitare nel film Naked – Nudo, dove interpretava un
fuorilegge particolarmente brillante. Cohen, infatti, era alla
ricerca di un attore che potesse dare un aspetto di maligna
intelligenza al personaggio, poiché convinto che a spaventare di
più di un villain è il suo cervello, e non la forza bruta.
David Thewlis in Wonder Woman
6. Ha interpretato il dio
Ares. Per il primo film del DC
Extended Universe dedicato alla principessa Diana, appartenente
al gruppo delle Amazzoni, l’attore venne scelto per ricoprire il
ruolo di Sir Patrick Morgan, il quale si rivelerà poi essere il dio
Ares. Egli è il portatore della guerra che infuria sulla terra, e
sarà il principale nemico da dover sconfiggere per l’eroina.
Thewlis non è stato il primo attore a venir considerato per la
parte. Prima di lui il ruolo era stato offerto a Sean
Bean, il quale però finì con il rifiutare. A quel
punto l’attore venne contattato e fece il suo ingresso nel mondo
dei cinecomic.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
David Thewlis in Harry Potter
5. Era la prima scelta per
il ruolo. Divenuto famoso a livello mondiale grazie al
ruolo del professor Lupin, interpretato per la prima volta in
Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, Thewlis fu da
sempre la prima scelta per tale parte. Il regista, Alfonso
Cuaron, pensava infatti che egli sarebbe stato perfetto e
avrebbe saputo conferire a Lupin tutta la drammaticità richiesta.
L’attore fu poi convinto ad accettare il ruolo da un suo caro
amico, il quale affermò che quello di Lupin era il miglior
personaggio presente nel terzo libro.
4. Non aveva letto il
libro. Al momento di assumere il ruolo, l’attore rivelò di
aver visto i precedenti due film, ma di non aver letto che parte
del primo dei libri scritti dalla Rowling. Per poter meglio
comprendere la storia e il personaggio, tuttavia, affermò che
avrebbe recuperato anche i successivi libri. Ciò lo aiuto a calarsi
meglio nel mondo di Harry Potter, e l’attore dichiarò infine di
essere particolarmente entusiasta di poter far parte di una storia
tanto ricca di sentimenti e avventure. Ebbe tuttavia difficoltà a
far sembrare educato e sofisticato il personaggio, a causa del suo
forte accento mancuniano.
David Thewlis in Avatar
3. Interpreterà un
Na’vi. L’attore ha reso noto il suo coinvolgimento nei
sequel di Avatar, dove apparirà nei panni di un Na’vi, uno
degli abitanti del mondo di Pandora. Questi sarà presente soltanto
a partire dal terzo film, e ciò segnerà per lui la sua prima
esperienza con la motion capture. Thewlis ha raccontato di aver
incontrato diverse difficoltà nel gestire tale tecnologia, ma allo
stesso tempo di essersi sentito profondamente emozionato all’idea
di poter sperimentare qualcosa di nuovo nella sua lunga
carriera.
David Thewlis: chi è sua
moglie
2. È stato sposato con una
regista. Thewlis è stato sposato ufficialmente soltanto
una volta, con la regista Sara Sugarman, dal 1992 al 1994. In
seguito, ha avuto una relazione con l’attrice Anna
Friel, con cui ha convissuto fino al tardo 2010. La coppia
ha poi avuto anche una figlia, Gracie, nata il 9 luglio del 2005 a
Londra. Pur non condividendo pubblicamente i motivi circa la loro
separazione, i due hanno fatto sapere di essere rimasti in buoni
rapporti e di voler continuare a crescere quanto più possibile
insieme la loro figlia.
David Thewlis: età e altezza
1. David Thewlis è nato a
Blackpool, in Inghilterra, il 20 marzo del 1963. L’attore
è alto complessivamente 190 centimetri.
Yellowstone 2, la seconda stagione della
serie tv Yellowstone creata
da Taylor Sheridan (già sceneggiatore di Hell or High Water, Sicario e Soldado) – è ancora una volta uno studio intimo della
natura umana, dei legami viscerali tra le persone e le cose, quelli
che ci pongono davanti ad una domanda cruciale: fino a dove siamo
disposti a spingerci per custodire la nostra eredità?
“Ogni uomo sogna, ma
vince chi ha coraggio”. John Dutton è tornato e con lui tornano
anche le avvincenti storie di confine del ranch più esteso e ambito
degli Stati Uniti: Yellowstone.
Yellowstone 2: quando esce e dove vederla in
streaming
Dal 2 settembre – ogni mercoledì alle 21.15 su Sky Atlantic.
Yellowstone 2 in streaming su NOW TV, disponibile
On Demand – il premio Oscar Kevin Costner torna a vestire i panni
dell’impavido cowboy John Dutton nella seconda stagione dell’epopea
neo-western che ha letteralmente stregato il pubblico e la critica
internazionali.
Yellowstone 2: la trama e il cast
Sullo sfondo dei paesaggi
mozzafiato del Montana, la serie pone al centro della sua
narrazione le vicende dei Dutton, chiamati a fronteggiare tensioni
razziali, corruzione politica e cruente lotte di confine per la
difesa del proprio territorio, e quindi, del proprio passato e del
proprio futuro.
John Dutton
(Kevin
Costner), capofamiglia e proprietario del ranch,
entrato in conflitto con l’imprenditore edile Dan Jenkins
(Danny Huston), e con il presidente della riserva
indiana di Broken Rock, Thomas Rainwater (Gil
Birmingham), coinvolgerà nuovamente i quattro figli Kayce
(Luke Grimes), Jamie (Wes
Bentley) e Beth (Kelly
Reilly) nella sua personale guerra contro i poteri
forti.
Nel finale della prima
stagione, John Dutton deve fare i conti con nuovi importanti
problemi di salute, in un momento in cui il rapporto con i figli è
sempre più sul filo del rasoio e l’appoggio politico del
Governatore Perry, per arginare le pressioni di Rainwater e
Jenkins, comincia a vacillare.
Nella seconda stagione,
la posta in gioco si fa più alta per i Dutton che, oltre a dover
dominare i loro rapporti turbolenti, dovranno guardarsi le spalle
da nuovi nemici e fronteggiare pesanti battaglie per la difesa del
ranch.
Nel cast principale, ad
affiancare
Kevin Costner e tutti i componenti della sua
famiglia, ritorneranno anche la moglie di Kayce, la nativa
americana Monica Long (Kelsey Asbille), il braccio destro di John,
il fedele Rip Wheeler (Cole Hauser), e naturalmente i due rivali di
Dutton, Thomas Rainwater (Gil Birmingham) e Dan Jenkins (Danny
Huston) pronti a darsi battaglia per conquistare il territorio del
ranch. Tra le novità della stagione anche nuovi personaggi e
interpreti che arricchiranno il già collaudato cast stellare: il
creatore della serie, Taylor Sheridan che, dopo aver regalato un
cameo nella prima stagione, torna nei panni di Travis Wheatly,;
Neal McDonough (Band of Brothers e Desperate Housewives) che
interpreta Malcolm Beck; Terry Serpico (Homeland, Designated
Survivor) che vestirà i panni di Teal Beck; James Jordan (Veronica
Mars) nel ruolo di Steve Hendon; Kelly Rohrbach (Broad City,
Baywatch) nei panni di Cassidy Reid.
Yellowstone
– SECONDA STAGIONE, DAL 2 SETTEMBRE TUTTI I MERCOLEDÌ DALLE 21.15
SU SKY ATLANTIC E IN STREAMING SU NOW TV
Un nuovo progetto all’orizzonte per
Adam Driver. Si tratta di un thriller
fantascientifico dal titolo 65 che sarà prodotto
da Sam Raimi e sceneggiato dagli autori di
A Quiet Place – Un posto tranquillo. Noto al
grande pubblico per il ruolo di Kylo Ren nella trilogia sequel di
Star Wars, Driver ha dimostrato negli anni di essere uno
degli attori più talentuosi della sua generazione (basti pensare ad
uno degli ultimi film in cui lo abbiamo visto recitare,
Storia di un matrimonio, grazie al quale ha anche ricevuto
una candidatura all’Oscar).
Per quanto riguarda gli
sceneggiatori di
A Quiet Place,Scott Beck e Bryan
Woods, anche loro hanno dimostrato un’incredibile abilità
con il dramma e l’horror. Il thriller diretto da John Krasinski è
stato elogiato per l’uso creativo della narrazione visiva e per il
forte sviluppo del personaggio, tant’è che il prossimo anno
arriverà nelle sale il sequel. E poi, ovviamente, c’è Sam Raimi, che grazie al franchise di Evil
Dead ha lasciato un segno indelebile nel cinema horror. Tutti
e tre avevano già lavorato insieme per la serie 50 States of
Fright, che ha debuttato su Quibi lo scorso Aprile.
Adesso Deadline
riporta che Raimi, Beck e Woods uniranno nuovamente le forze per un
nuovo progetto che avrà come protagonista Adam Driver. Il film, attualmente intitolato
65, verrà prodotto grazie al sostegno di Sony
Pictures. Al momento i dettagli sulla trama non sono ancora stati
rivelati: sappiamo soltanto che si tratterà di un thriller dalle
venature sci-fi. Beck e Woods cureranno la sceneggiatura e si
occuperanno anche della regia, mentre Raimi figurerà in qualità di
produttore attraverso la Raimi Productions.
Tutti i prossimi progetti di Adam Driver
Al momento non sappiamo quando
Adam Driver sarà effettivamente disponibile a
girare il film, visti i suoi numerosi impegni. L’attore infatti,
tornato di recente sul set per completare le riprese di The Last Duel, il nuovo film di Ridley Scott in cui reciterà al fianco di
Matt
Damon e Ben
Affleck, sarà a breve impegnato nuovamente con il celebre
regista per il biopic Gucci, in cui reciterà insieme a Lady
Gaga, Robert De Niro, Al Pacino e Jared
Leto.
Tra i prossimi progetti di Driver
figura anche Yankee Comandante, il nuovo film
scritto e diretto da Jeff Nichols, regista di
Mud,
Midnight Special e Loving.
I dettagli sulla sceneggiatura
originale di The
New Mutants rivelano quanto sia cambiato il film
nel corso degli anni. Per molto tempo si è pensato che il progetto
dedicato ai Nuovi Mutanti fosse in qualche modo “maledetto”.
Inizialmente, l’ultimo film dedicato agli X-Men sotto l’egida della
Fox sarebbe dovuto arrivare nelle sale nel 2018: tre anni fa la
pellicola non è mai arrivata nelle sale e i continui ritardi hanno
spinto molti a credere che, alla fine, avrebbe saltato l’uscita
nelle sale.
In America The
New Mutants è uscito lo scorso 28 Agosto (in
Italia arriva oggi) e i risultati al botteghino – considerata
l’attuale situazione legata alla pandemia di Covid-19 – hanno
superato di gran lunga le aspettative, con circa 7 milioni di
dollari guadagnati soltanto nei primi tre giorni di programmazione.
Il film di Josh Boone si concentra su cinque
adolescenti in difficoltà che vengono assegnati ad una struttura
segreta dedita al monitoraggio psichiatrico.
Sotto lo sguardo vigile della
dottoressa Cecelia Reyes (Alice Braga), gli
adolescenti iniziano a svelare i misteri dei loro poteri,
soprattutto quando una serie di strani eventi iniziano a minacciare
la loro sopravvivenza. Sebbene il film si svolga all’interno
dell’universo degli X-Men, si tratta in gran parte di un racconto
autonomo. Tuttavia, non è sempre stato così, poiché le prime
iterazioni della sceneggiatura presentavano personaggi come il
Professor X di James McAvoy e e la Tempesta di
Alexandra Shipp. Tempesta, in particolare, avrebbe
dovuto avere un ruolo fondamentale in The New Mutants,
come rivelato proprio dai nuovi dettagli emersi sullo script
originale.
Come rivelato da EW,
la sceneggiatura originale di Josh Boone e
Knate Lee per The
New Mutants era molto diversa dal film arrivato
finalmente nelle sale. In origine, il film doveva essere ambientato
tre anni dopo i fatti narrati in X-Men:
Apocalisse e si sarebbe dovuto ispirato al fumetto di
Barry Windsor-Smith del 1984 “X-Men: Lifedeath”, in cui il
personaggio di Tempesta perde i suoi poteri. Di conseguenza, in
questa prima bozza Tempesta era alle prese con un disturbo da
stress post-traumatico da stress, che l’avrebbe poi spinta in una
riserva di nativi americani distrutta, dove avrebbe incontrato Dani
Moonstar (Blu Hunt).
Tempesta aveva un ruolo chiave
nella prima sceneggiatura di The New Mutants
La sceneggiatura originale avrebbero
comunque incluso i cinque adolescenti rinchiusi nell’inquietante
struttura, ma all’epoca tale struttura era vista come una sorta di
ramificazione dell’Istituto per giovani dotati guidato da Charles
Xavier, il quale aveva nominato Tempesta come custode della stessa.
Pare che in una delle prime bozze di quella sceneggiatura, Ororo
Munroe fosse descritta come un sadico carceriere, nonostante
EW
abbia sottolineato che tale descrizione non corrisponde alla bozza
entrata in loro possesso. La celebre rivista riporta inoltre che
Warlock doveva apparire nel film (e che Sacha Baron Cohen era in trattative per la
parte, cosa precedentemente confermata anche da Boone), e che Demon
Bear era sempre stato considerato per il film.
Appare evidente che il personaggio
di Tempesta avrebbe dovuto svolgere un ruolo chiave in The
New Mutants, ma in seguito è stato completamente
rimosso. Alcune parti del film rimangono le stesse dalla bozza
originale, con l’inizio della storia di Dani nei resti della
riserva e la trama legata a Demon Bear. Inoltre, il personaggio di
Cecelia Reyes non era stato concepito come responsabile della
struttura e pare che l’intero film avesse dei toni molto meno
minacciosi. Non è chiaro se la bozza originale sarebbe stata
migliore del prodotto finito: indubbiamente, le critiche riservate
alla versione cinematografica lasciano più di un dubbio…
The
New Mutants è un thriller con sfumature horror,
originale e ambientato in un ospedale isolato dove un gruppo di
giovani mutanti è rinchiuso per cure psichiatriche. Quando iniziano
ad avere luogo degli strani episodi, le loro nuove abilità mutanti
e la loro amicizia saranno messe alla prova, mentre cercano di
fuggire. Diretto da Josh Boone e scritto
da Boone e Knate Lee, il film vede nel
cast la presenza di Maisie
Williams, Anya
Taylor-Joy, Charlie Heaton, Alice Braga, Blu
Hunt e Henry Zaga.
Le riprese di Animali
Fantastici 3 riprenderanno ufficialmente ad Ottobre e
dureranno circa cinque mesi. Diretto ancora una volta da
David Yates, il terzo film della saga prequel di
Harry Potter
continuerà a seguire le avventure del magizoologo Newt Scamander
(Eddie
Redmayne) durante gli anni ’20.
Inizialmente programmate per lo
scorso Marzo, la Warner Bros. ha dovuto posticipare le riprese del
film a causa della pandemia di Coronavirus. Quando i piani hanno
iniziato lentamente a revocare le varie restrizioni legate
all’emergenza sanitaria, alla produzione di Animali
Fantastici è stato permesso di poter tornare a girare già
a partire dallo scorso Giugno. Tuttavia, la WB ha preferito
ritardare ancora l’inizio delle riprese per assicurarsi una
maggiore sicurezza sul set, sia per quanto riguarda il cast che la
troupe.
Animali fantastici e dove trovarli del 2016, il primo
film della saga prequel, ha visto Scamander con la sua valigia
piena di creature magiche incontrare tutta una serie di nuovi
personaggi per le strade di New York, tra cui la “collega” Tina
Goldstein (Katherine
Waterston) e il “babbano” Jacob Kowalski (Dan
Fogler). Il secondo capitolo uscito nel 2018,
Animali fantastici e i crimini di Grindelwald, ha
introdotto invece un giovane Albus Silente (Jude
Law) e il malvagio mago oscuro Gellert Grindelwald
(Johnny
Depp ).
Nonostante I crimini di Grindelwald abbia ricevuto recensioni
generalmente negative e abbia performato ben al di sotto delle
aspettative al botteghino, le storie prequel dall’universo di
Harry
Potter continueranno in un terzo film. La scrittrice
J.K. Rowling ha confermato che il franchise sarà
composto da cinque film in totale, con l’ultimo che porterà
all’iconica battaglia tra Grindelwald e Silente. Sebbene la trama
di Animali
fantastici 3 sia ancora avvolta nel mistero, adesso
sappiamo quando la produzione del film riprenderà nel Regno
Unito.
Secondo Deadline (via
Screen Rant), le riprese di Animali
Fantastici 3 dovrebbero riprendere ad Ottobre e
dovrebbero durare fino a Febbraio del prossimo anno. Inizialmente,
le riprese del film si sarebbero dovute tenere in Brasiel, ma dopo
la pandemia di Covid-19, la produzione ha optato per girare il
nuovo film nel Regno Unito. Le riprese dovrebbero durare circa
cinque mesi. Per avere la possibilità di partecipare alle riprese,
Johnny Depp ha dovuto chiedere un rinvio
dell’udienza in merito al secondo processo intentato dall’attore
contro l’ex moglie Amber Heard.
Animali Fantastici 3 risponderà ai
misteri insoluti del precedente episodio?
Al momento la data di uscita di
Animali
Fantastici 3 è ancora fissata per Novembre 2021: non è
chiaro se i continui ritardi nella produzione avranno effetti anche
sull’uscita in sala. I crimini di Grindelwald si è concluso con diversi
cliffhanger, inclusa la rivelazione che Credence Barebone
(Ezra
Miller) è in realtà Aurelius Dumbledore, il fratello
perduto da tempo di Albus. Proprio per questo, i fan non vedono
l’ora di scoprire in che modo la trama del terzo film risponderà ai
misteri insoluti del precedente episodio.
Ant-Man 3 è ufficialmente in sviluppo presso i
Marvel Studios, anche se sappiamo
ancora molto poco su cosa i fan dovranno aspettarsi dal nuovo film
dedicato alle avventure di Scott Lang. Naturalmente, esistono già
diverse speculazioni in merito a ciò che potremmo vedere nel film:
si mormora, ad esempio, che M.O.D.O.K. possa essere il villain
principale, mentre l’introduzione di Cassie Lang nei panni di
Stature potrebbe preparare il terreno per l’assemblaggio degli
Young Avengers.
Durante una recente intervista con
SiriusXm
Radio, il regista di Ant-Man e
Ant-Man
and the Wasp,Peyton Reed, ha condiviso
un aggiornamento sui suoi piani in merito al prossimo film,
dichiarando: “Stiamo lavorando nonostante la pandemia… ci sono
alcune cose davvero eccitanti in cantiere, di cui ovviamente non
posso parlare in questo momento. Com’è tradizione quando si parla
della Marvel!
Alla domanda se potesse almeno
condividere qualche dettaglio su ciò che i fan dovranno aspettarsi
dal terzo film, Reed ha ponderato con la dovuta attenzione le
parole da usare, e alla fine ha spiegato che il prossimo film di
Ant-Man sarà
molto diverso dai primi due episodi: “Penso che il terzo film
di Ant-Man sarà… un film molto più grande e articolato dei primi
due. Avrà un modello visivo molto, molto diverso. Questo è tutto
quello che posso dire.”
Quanto partiranno le riprese di Ant-Man 3?
Le dichiarazioni del regista sono
certamente intriganti, e sembrano anticipare delle idee davvero
uniche per la nuova avventura in solitaria di Scott Lang. Di
recente il regista aveva parlato del
rapporto egualitario tra i personaggi di Ant-Man e Wasp,
anticipando che le riprese del cinecomic potrebbero partire entro
la fine del 2020, o al massimo all’inizio del 2021.
Il produttore di Black
Adam, Hiram Garcia, ha parlato del possibile
collegamento dell’atteso cinecomic con il più ampio DCEU in una
nuova intervista. Il personaggio del titolo, interpretato da
Dwayne
Johnson, servirà da contraltare allo Shazam di Zachary
Levi, i cui legami con Justice
League, Wonder
Woman e tutti gli altri film dell’universo condiviso non
sono mai stati del tutto consolidati.
Con l’avvento di un vero e proprio
multiverso DC che sarà introdotto in The Flash del
2022, le possibilità di collegare i vari franchise indipendenti
sono numerose. Durante il DC FanDome, Johnson ha annunciato che
Black
Adam introdurrà ufficialmente diversi personaggi della Justice
Society of America (JSA), tra cui Cyclone, Dr. Fate, Atom Smasher e
Hawkman. L’introduzione di così tanti volti nuovi direttamente dai
fumetti ha dato vita a diverse speculazioni da parte dei fan in
merito alle eventuali connessioni tra gli universi di Black
Adam e di Shazam!;
inoltre, sono in molti a chiedersi se esiste il potenziale per una
maggiore espansione della JSA in progetti futuri.
Con una squadra di personaggi così
numerosa già in fase di assemblaggio, sembra alquanto improbabile
come il mondo della JSA possa combinarsi con quello della Justice League. In una nuova intervista con
Collider, il produttore Hiram Garcia ha parlato proprio di
Black
Adam, dei piani relativi all’inizio della produzione
del film e quale percorso potrebbero intraprendere i personaggi in
futuro. Alla domanda sui legami specifici tra il cinecomic con
protagonista “The Rock” e il già consolidato DCEU, Garcia – seppur
con la dovuta cautela – ha confermato che ci sono grandi progetti
in atto per tutti i nuovi personaggi che verranno introdotti nel
film.
“Ci sono state molte
conversazioni su come tutto andrà a finire ed è molto eccitante per
me in quanto produttore, ma lo è ancora di più in quanto fan.
Sfortunatamente, non posso parlarne troppo perché è ancora tutto in
una fase preliminare, ma posso dire che siamo tutti estremamente
concentrati sulla costruzione di questo mondo che stiamo creando
con Black Adam e la JSA. Ovviamente Shazam esiste in
quell’universo, insieme a molti altri eroi, e credetemi quando dico
che abbiamo grandi ambizioni per tutti questi personaggi e per le
avventure che vogliamo far vivere loro.”
Tutto quello che sappiamo su Black
Adam
Black
Adam, affidato alla regia di Jaume
Collet-Serra(Orphan, Paradise Beach – Dentro
l’incubo), arriverà nelle sale il 22 Dicembre 2021. Il
progetto originale della Warner Bros. su Shazam! aveva
previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua
nemesi, Black
Adam, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura per
dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla
sua origin story. E come annunciato nei mesi
scorsi, i piani per portare al cinema uno standalone
con Dwayne
Johnson sono ancora vivi, e a quanto pare il film
dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei primi
anni duemila.
“Questo progetto ha comportato
dei rischi, ed è stato una sfida. Anni fa volevamo introdurre due
origin story in un’unica sceneggiatura, e chi conosce i fumetti e
la mitologia dei fumetti saprà che Shazam è collegato
a Black
Adam“, aveva raccontato l’attore in un
video. “Questo personaggio è un antieroe, o villain, e non
vedo l’ora di interpretarlo. Stiamo sviluppando il progetto che è
nel mio DNA da oltre dieci anni. Dovremmo iniziare a girare in un
anno e non potrei essere più eccitato all’idea.”
Lacci, diretto da Daniele
Luchetti (La nostra vita, Mio fratello è figlio
unico, Il portaborse) e interpretato
daAlba
Rohrwacher,
Luigi Lo Cascio,
Laura Morante,
Silvio Orlando,
Giovanna Mezzogiorno, Adriano Giannini, Linda
Caridi è il film di
apertura, Fuoriconcorso,
della 77. Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica (2 settembre – 12 settembre 2020)
diretta da Alberto Barbera e organizzata
dalla Biennale di Venezia.
“Negli ultimi
tempi abbiamo avuto paura che il cinema potesse estinguersi – ha
dichiarato Daniele Luchetti – E
invece durante la quarantena ci ha dato conforto, come una
luce accesa in una caverna. Oggi abbiamo una consapevolezza in più:
i film, le serie, i romanzi, sono indispensabili nelle nostre vite.
Lunga vita ai festival, dunque, che permettono di
celebrare tutti assieme il senso vero del nostro lavoro. Se
qualcuno ha pensato che potesse essere inutile, ora sa che serve a
tutti. Con Lacci sono onorato
di aprire le danze del primo grande festival di un tempo
imprevisto”.
“Da 11 anni, la
Mostra del Cinema non veniva aperta da un film italiano – ha
dichiarato Alberto Barbera – La felice
opportunità è offerta dal bellissimo film di Daniele Luchetti,
anatomia della difficile coesistenza di una coppia, alle prese con
tradimenti, ricatti emotivi, sofferenze e sensi di colpa, non senza
un piccolo giallo che viene svelato solo nel finale.
Sostenuto da un cast eccezionale, il film è anche il segno del
felice momento che sta attraversando il nostro cinema, in
continuità con la tendenza positiva delle ultime stagioni che la
qualità dei film invitati a Venezia quest’anno non potrà che
confermare”.
Lacci, il
film
Napoli, primi
anni ‘80: il matrimonio di Aldo e Vanda entra in crisi quando Aldo
si innamora della giovane Lidia. Trent’anni dopo, Aldo e Vanda sono
ancora sposati. Un giallo sui sentimenti, una storia di lealtà ed
infedeltà, di rancore e vergogna. Un tradimento, il dolore, una
scatola segreta, la casa devastata, un gatto, la voce degli
innamorati e quella dei disamorati. Dal romanzo
di Domenico Starnone, per il “New York Times”
uno dei 100 migliori libri del 2017, il nuovo film
di Daniele Luchetti.
Lacci sarà proiettato mercoledì2
settembre, nella Sala
Grande del Palazzo del
Cinema al Lidodi
Venezia, nella serata di apertura della 77.
Mostra. Prodotto da IBC
Movie con Rai
Cinema, Lacci è
scritto da Domenico
Starnone, Francesco
Piccolo e Daniele Luchetti.
Daniele Luchetti
nasce a Roma nel 1960. La Sacher Film produce il suo primo film da
regista, Domani accadrà (1988), che vince il
David di Donatello per il miglior regista esordiente. Il
successivo Il portaborse (1991) è il suo primo
grande successo di critica, ottiene un’ottima accoglienza al
festival di Cannes e vince il David di
Donatello per la miglior sceneggiatura e per il miglior attore
protagonista. Successivamente dirige La
scuola (1995), I piccoli
maestri (1998) e Mio fratello è figlio
unico (2007), protagonisti Elio Germano e Riccardo Scamarcio, che viene
presentato a Cannes nella sezione Un Certain Regard e si aggiudica
5 David di Donatello. Luchetti torna a Cannes nel 2010, questa
volta in concorso, con il film La nostra
vita interpretato da Elio Germano che sulla Croisette si
aggiudica il Premio per la migliore interpretazione maschile. Il
film ottiene inoltre tre David di Donatello incluso quello per il
miglior regista. Il film più recente di Luchetti è Momenti
di trascurabile felicità, realizzato nel 2019.
Sedicicorto Forlì
International Film Festival, in programma dal 2
all’11 ottobre in edizione ibrida, in streaming su
MyMovies.it e dal vivo alla Sala San Luigi e all’Auditorium Intesa
San Paolo di Forlì, annuncia il suo evento di preapertura.
L’appuntamento da mettere in agenda
è per il 14 e 15 settembre. La location è
d’eccezione, l’Arena Musei San Domenico, che per
quelle due sere sarà completamente dedicata al mondo del
cortometraggio per celebrare la diciassettesima edizione del
festival forlivese, diventato ormai una tappa importantissima nel
panorama internazionale.
Sarà l’occasione per il direttore
artistico Gianluca Castellini, coadiuvato dalla coordinatrice del
festival Joana Fresu de Azevedo e il supporto sul palco della
giornalista Federica Aliano, di presentare ufficialmente tutte le
sezioni competitive, le mostre di questa edizione e di consegnare
ufficialmente tutti i premi speciali previsti.
Le mostre: saranno tre. Una dedicata
a Federico Fellini, nel centenario della nascita e
nella sua regione di nascita, l’Emilia Romagna. Una seconda
dedicata al nuovo cinema iraniano, legata a IranFest, e infine una
dedicata a Vincent Van Gogh.
I premi alla carriera, come
annunciato, saranno consegnati al grande cineasta italiano
Giuliano Montaldo e al regista iraniano
Jafar Panahi. Entrambi saranno presenti
virtualmente, così come i gemelli D’Innocenzo, che
riceveranno il premio Amazing Birdmen, e Andrea
Lattanzi e Ludovica Martino, che
ottengono il Premio Generazione G offerto da Cinematographe. Sará
invece presente a Forlí, la sera del 15, per ritirare il Premio
Woman in Set, dato da Mymovies, la regista Roberta
Torre.
Non mancheranno proiezioni speciali,
intermezzi musicali e altre sorprese, per celebrare, più che mai
quest’anno, il cinema e il mondo del cortometraggio. Nel rispetto
delle disposizioni e misure anto-covid previste, è
obbligatoria la prenotazione, da effettuare tramite invio di email
a [email protected]
Sedicicorto Forlì International Film
Festival 2020 si terrà dal 2 all’11 ottobre ed è realizzato
con il contributo di Comune di Forlì, Film Commission
Emilia-Romagna, Regione Emilia-Romagna, DG Cinema e Audiovisivo –
Mibact e Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì la
sponsorship di Intesa San Paolo, Daniele Alessandrini
Abbigliamento, Cantine DreiDonà e Acquainbrick, con il patrocinio
del Parlamento Europeo e FEDIC.
È stato diffuso un nuovo poster
ufficiale di No Time to Die, il prossimo film
dedicato al franchise di James
Bond che vedrà protagonista Daniel Craig. Il film arriverà in sala
a novembre, e giovedì prossimo, 3 settembre, sarà disponibile il
trailer ufficiale.
Ecco di seguito il poster del film,
decisamente “iconic”:
SINOSSI di No time to Die
In No Time To Die, Bond si gode una
vita tranquilla in Giamaica dopo essersi ritirato dal servizio
attivo. Il suo quieto vivere viene però bruscamente interrotto
quando Felix Leiter, un vecchio amico ed agente della CIA,
ricompare chiedendogli aiuto. La missione per liberare uno
scienziato dai suoi sequestratori si rivela essere più insidiosa
del previsto, portando Bond sulle tracce di un misterioso villain
armato di una nuova e pericolosa tecnologia.
La crisi finanziaria del 2007-2008
ha gettato un’ombra sull’economia mondiale, segnando l’inizio di un
duro periodo di recessione. Tuttavia, non per tutti ciò si rivelò
una tragedia. In La grande
scommessa, diretto da Adam
McKay, viene infatti raccontata la vera storia di un
gruppo di investitori che, intuito cosa stesse per accadere, riuscì
a trarre guadagno da questa drammatica situazione. Candidato a
cinque premi Oscar, tra cui quello per il miglior film, il titolo
si è poi aggiudicato la prestigiosa statuetta per la miglior
sceneggiatura non originale.
La storia è infatti tratta dal
libro di carattere economico Il grande scoperto: la folle
scommessa che ha sbancato Wall Street, pubblicato nel 2010 da
Michael Lewis e incentrato sulle vere storie poi
riportate nel film. La Paramount ne acquistò i diritti nello stesso
anno di uscita, e assunse McKay per dirigere il film. Questi si
impegnò a trovare un modo originale e anticonvenzionale per narrare
le complesse vicende economiche. In particolare, sono noti i cameo
di celebrità come Margot
Robbie e Selena
Gomez, che rompendo la quarta parete spiegano
direttamente al pubblico alcune dei concetti presenti nella
narrazione.
Così facendo, McKay riuscì nel suo
intento di raggiungere un ampio pubblico, conferendo al film un
carattere fruibile anche dai non avvezzi alla materia. Costato solo
50 milioni di dollari, il film riuscì ad incassarne oltre 130 in
tutto il mondo. Favorevole è stato anche il giudizio della critica,
rimasta entusiasta dallo stile narrativo adottato dallo
sceneggiatore e dal regista. Il ritmo, la spregiudicatezza e il
grande intreccio narrativo del fine ne fanno elementi unici, che
gli hanno permesso di affermarsi al di sopra di tanti altri film
con argomenti simili.
La grande scommessa: la trama del
film
Incentrato nel periodo precedente
alla crisi economica del 2008, il film segue le storie simultanee
di coloro che riuscirono a prevedere il disastro e trarne guadagno.
Il primo di questi è il manager Michael Burry, il quale analizzando
la situazione economica americana decise di creare un sistema di
credit default swap, che gli consenta di scommettere contro il
mercato immobiliare. La sua manovra, in anticipo sui tempi, sembra
però essere azzardata, e genera l’ira degli investitori di Burry, i
quali credono che egli stia sprecando il loro denaro. Questi trova
però fiducia nel dirigente della Deutsche Bank Jared Vennett, il
quale comprende l’esattezza dei calcoli del manager e decide di
investire nel suo progetto.
Viene in seguito coinvolto anche il
trade Mark Baum, e i tre iniziano a gettare le basi per la manovra
che gli permetterà poi di arricchirsi. All’operazione partecipano
anche Charlie Geller e Jamie Shipley, due giovani investitori che
data la loro inesperienza si trovano a richiedere l’aiuto
dell’eccentrico banchiere Ben Rickert. Questi però, dopo averli
inizialmente sostenuti, critica aspramente il loro guadagno
maturato su di un collasso economico. Non passa infatti molto
tempo, infatti, e il mercato collassa all’improvviso. Grazie ai
suoi calcoli e al sistema brevettato, Burry si ritrova a guadagnare
una cifra spropositata di soldi.
La grande scommessa: il cast del
film
A ricoprire i ruoli principali del
film, vi sono alcuni tra i maggiori interpreti di Hollywood, a
partire da Christian
Bale, che dà vita al personaggio di Michael Burry.
L’attore, nel prepararsi alla parte, ebbe modo di incontrare il
manager, rimanendo particolarmente colpito dal suo stile. Bale,
infatti, richiese a quel punto di poter indossare gli stessi abiti
con cui è diventato celebre Burry, ovvero t-shirt e shorts. La sua
interpretazione fu talmente tanto convincente che portò l’attore
all’ottenere una nomination al premio Oscar come miglior attore non
protagonista. Altro celebre nome presente nel film è quello di
Ryan
Gosling, che dà vita al personaggio di Jared Vennett,
questi soltanto vagamente ispirato ad una delle reali persone della
vicenda.
Gosling era da sempre il primo nome
considerato per il ruolo, e nell’accettare la parte pose fine alla
pausa dalla recitazione che si era preso nel 2013. Inoltre, per dar
vita al personaggio, si trovò inoltre a dover sfoggiare un’insolita
capigliatura, che rese ancor più caratteristico il suo personaggio.
Nel ruolo di Mark Baum vi è invece l’attore Steve
Carell, particolarmente apprezzato per la sua
interpretazione drammatica e nominato al Golden Globe come miglior
attore. Nel film sono poi presenti, in ruoli più o meno di rilievo,
gli attori Brad
Pitt nei panni di Ben Rickert, Melissa
Leo in quelli di Georgia Hale, John
Magaro nel ruolo di Charlie Geller, e Marisa
Tomei in quello di Cynthia Baum.
La grande scommessa: la vera
storia dietro al film
Nel trattare le vicende realmente
accadute, il film utilizza un metodo certamente originale ma
grossomodo fedele a quanto narrato nel libro di Lewis. I personaggi
descritti sono infatti molto fedeli alle fonti di ispirazione
originali, a partire da Michael Burry. Questi, oltre ad essere
l’unico a cui non viene modificato il nome nel film, viene
descritto in modo molto fedele alla realtà. Egli possedeva un
proprio stile, composto di magliette e shorts ed era solito
aggirarsi per il suo studio totalmente scalzo. Inizialmente, egli
era uno specializzando in neurologia, il quale abbandona però gli
studi per dedicarsi alla finanza.
Attraverso le sue ricerche questi
arrivò realmente a predire l’imminente crisi, decidendo di dar vita
ai Credit Default Swap. La sua convinzione si basa sui suoi studi
sul mercato dei mutui subprime, i quali sono una tipologia di
finanziamento ad alto rischio. Questi vengono concessi dalle banche
dietro una garanzia, ovvero se il debitore non riesce a pagare le
rate la sua casa viene pignorata. Burry si accorge però che il
numero dei debitori insolventi è in forte aumento. Ciò avrebbe
portato ad un ingente quantitativo di case pignorate, con la
conseguente svalutazione e relativa crisi del mercato immobiliare.
Egli arrivò inoltre a stimare che tale situazione si sarebbe
verificata nel secondo semestre del 2007.
In risposta a ciò, Burry offre alle
banche, con il Credit Deafult Swap, di versare loro un premio
assicurativo su un ipotetico evento dannoso. Se tale evento dovesse
però verificarsi, le banche dovranno pagare a lui un’adeguata
indennità. Convinte della stabilità del mercato, le banche
accettarono molto positivamente la proposta, convinte che si
rivelerà in un facile ingresso di denaro nelle loro tasche.
Sfortunatamente, le intuizioni di Burry si rivelarono esatte, ed è
lui ad intascare una fortuna. Il film, per quanto fedele agli
eventi, si concentra così in particolare nel formulare accuse
contro i banchieri corrotti. Così facendo, però, dimentica di
considerare anche gli altri fattori che portarono alla crisi.
La grande scommessa: dove vedere
il film in streaming
Per gli amanti del film, o per chi
non l’avesse ancora visto e desidera poter recuperare tale titolo,
è possibile fruirne grazie alla sua presenza in alcune tra le
principali piattaforme streaming presenti in rete. La
grande scommessa è infatti disponibile su Netflix, Rakuten TV, Chili Cinema, Tim Vision, Apple
iTunes e Google Play. Per vederlo basterà noleggiare o acquistare
il film sulla piattaforma prescelta. Si avrà così poi modo di
riprodurlo in modo pratico e al meglio della qualità.
L’universo di Tenet portato al cinema da
Christopher
Nolan è senza dubbio un sistema complesso, un cosmo in
cui il tempo assume degli andamenti insoliti e le
reazioni di causa ed effetto si sovvertono. Ci sono delle regole
fisiche, dei principi che vanno contro quello che tutti noi
conosciamo, derivato dall’esperienza delle nostre vite, degli
aspetti di Tenet che meritano una
spiegazione. In questa sede proveremo a spiegare infatti i due
grandi concetti (fanta)scientifici che governano
il film e che lo rendono così particolare.
Questi due elementi sono
l’Inversione e l’Algoritmo, una
scoperta scientifica e un’arma che insieme possono essere usati per
il bene così come per il male. Il lavoro di Nolan si muove dunque
sull’archetipo narrativo apocalittico per eccellenza, ma lo fa
percorrendo dei sentieri poco battuti. Cerchiamo insieme di capire
qual è la specificità, all’interno della storia del film, di queste
due invenzioni alla base di tutto il suo meccanismo narrativo.
L’Inversione, cos’è e come
funziona
L’origine dell’idea di
Nolan parte dal presupposto che in futuro si realizzerà una
tecnologia che potrà invertire l’entropia degli
oggetti, processo che permette loro (ma anche a persone e
animali) di tornare indietro nel tempo. Tuttavia non si tratta di
viaggio nel tempo, ma di movimento all’indietro nel tempo per
sempre, fino a che non si verifica una nuova Inversione.
Nell’Inversione, la relazione tra
causa-effetto cambia, così come è spiegato nella scena iniziale di
Tenet dalla
scienziata interpretata da Clémence Poésy. Infatti la conseguenza diventa
la causa degli eventi: il proiettile sul tavolo (conseguenza) e in
realtà l’inizio del processo che porta il proiettile nel guanto del
protagonista (causa). Questo passaggio ci dà l’indicazione di come
capire il comportamento degli oggetti invertiti, per il quale
bisogna essere allenati e preparati: ci vuole addestramento.
Quella che viene Invertita è
l’entropia, non il tempo, per cui anche per chi subisce
l’Inversione il tempo scorre comunque normalmente. Per cui esso non
smette mai di scorrere e quindi “i viaggi nel tempo” di
Tenet non hanno un vero e proprio costo in fatto
di… tempo, appunto.
L’algoritmo: cos’è e a che
serve
Nel futuro, una
scienziata inventa l’Inversione che modifica l’entropia di persone
e oggetti attraverso determinati macchinari (i tornelli).
L’algoritmo invece è capace di modificare l’intero concetto del
tempo.
Il futuro climatico e ambientale
della Terra è disastroso, il pianeta è ormai inabitabile a causa di
come noi, nel nostro presente, abbiamo sfruttato le sue risorse.
Con l’algoritmo si vuole invertire l’entropia dell’intero pianeta,
in modo tale che la popolazione futura possa giovare di una Terra
che gli arriverà più pulita grazie alla sparizione dell’umanità nel
loro passato, il nostro presente. A uccidere l’umanità sarà
l’inversione globale attraverso l’Algoritmo, perché, come abbiamo
visto, in inversione non si respira in autonomia. Ma
l’organizzazione Tenet vuole scongiurare
l’attivazione dell’Algoritmo.
La scienziata, spaventata
dall’algoritmo che lei stessa a creato, lo ha diviso in nove parti
e le ha spedite indietro nel tempo, nascondendole nei depositi
privati di armi nucleari e plutonio di nove diverse potenze
mondiali, nel nostro presente. Da questo punto, con la scena
all’Opera, parte la storia di Nolan.
Nonostante all’epoca dell’uscita dei
film in sala sia stata letteralmente massacrata tanto dalla critica
quanto dal pubblico, è innegabile che oggi la trilogia prequel
della saga di Star Wars sia stata sorprendentemente
rivalutata, anche alla luce della delusione generata in molti dalla
fine della saga degli Skywalker con i film della trilogia sequel.
Screen Rant ha voluto sottolineare quanto nei film diretti da
George
Lucas a cavallo tra il 1999 e il 2005 siamo presenti
delle trame decisamente brillanti, raccogliendone le 10 migliori
storyline:
La politica
La politica nella trilogia
prequel è uno dei argomenti più delicati, e in termini di
rappresentazione non è certo una delle migliori trame che i prequel
hanno da offrire.
Tuttavia, nella sua idea, e grazie
alla raccolta di materiale canonico che la circonda, e anche al
supporto dei fan, la politica è diventata qualcosa di
incredibilmente interessante. Vedere come era la Repubblica e
volta, come funzionava e come si è trasformata nell’Impero
Galattico è decisamente affascinante; allo stesso modo, è stato
affascinante vedere la democrazia morire con fragorosi
applausi.
La Battaglia di Geonosi
La maggior parte dei fan è
solita indicare L’Attacco dei Cloni come il film meno riuscito
dell’intera saga di
Star Wars, pur riconoscendo che la parte finale di
quell’episodio è forse una delle cose più belle che l’intero
franchise abbia mai regalato.
Vedere una
collezione di Jedi combattere contro dei droidi è un autentico
spettacolo per gli occhi, così com’è vedere Yoda in azione, con i
cloni – che sarebbero diventati uno dei gruppi più amati del
franchise – che si precipitano per salvare la situazione. Tutta la
sequenza è fantastica: dalla battaglia nell’arena al duello con le
spada laser.
Il salvataggio del Cancelliere
Se da un lato L’Attacco dei Cloni è considerato il film meno
riuscito della trilogia sequel, dall’altro La Vendetta dei Sith sarà sempre considerato quello
più riuscito e, probabilmente, anche uno dei migliori dell’intera
saga.
Tra i momenti migliori di
quell’episodio non si possono non menzionare la battaglia di
Coruscant e il salvataggio del Cancelliere: oltre all’azione
fantastica e ai duelli memorabili con le spada laser memorabili,
quest’episodio presenta anche alcune delle più grandi manipolazioni
di Sidious.
Anakin e Obi-Wan
La trilogia
prequel presenta davvero tanti difetti: uno dei più evidenti è
sicuramente quando ci racconta delle avventure di Anakin e Obi-Wan,
senza mostrarcele.
Tuttavia, c’è
qualcosa nella relazione tra quei due personaggi che è stata in
grado di suscitare l’ammirazione dei fan. Si tratta indubbiamente
di una delle migliori relazioni maestro/allievo dell’intera saga:
vederli crescere prima come amici e poi divenrtare nemici è stato
sicuramente esaltante.
Il ruolo di Padmé
Padmé Amidala è uno dei
personaggi della trilogia prequel più ampiamente criticati: secondo
i più, la scrittura del personaggio e il suo rapporto con Anakin
sono alcuni degli aspetti più deboli dell’intera trilogia.
Tuttavia, la storia di Padmé lontana
da Anakin è in realtà decisamente interessante, dal momento che si
tratta dell’unico personaggio che intralcia continuamente i piani
di Palpatine, costringendolo ad adattarsi. Il modo in cui protegge
la sua gente e in seguito la Galassia è davvero eccellente, e in
questo senso migliora solo con il passare degli anni e il flusso di
avvenimenti.
L’eccessiva sicurezza degli Jedi
Vedere i Jedi
apparentemente al loro apice è stata una delle cose più eccitanti
della trilogia prequel, ma durante i film diventa presto chiaro che
non si trovano propriamente in quella condizione: in realtà, sono
alquanto problematici.
Ci sarebbero davvero tante cose da
dire sull’Ordine e sul Consiglio in relazione ai loro
atteggiamenti, alle loro convinzioni e al modo in cui agiscono.
Fatta eccezione per un paio di Jedi come Qui-Gon e Yoda, la maggior
parte è fin troppo sicura di sé, ed è proprio questo a decretare la
loro caduta. Mace Windu e la sua arroganza, così come il suo
estremo e ironico attaccamento al Codice Jedi, offrono un ottimo
esempio in tal senso.
La caccia di Darth Maul
Se c’è una cosa su cui
tutti i fan possono essere d’accordo in merito alla trilogia
prequel, è che la scena sulle note di “Duel of the Fates” è la
parte migliore de
La minaccia fantasma.
Nonostante i dialoghi estremamente
limitati, Maul è un punto culminante e altrettanto costante nel
film. Incarna ciò che molti fan immaginano che sia un Signore dei
Sith, e dal suo primo incontro con Qui-Gon, fino alla sua caccia a
Qui-Gon e Obi-Wan e al duello finale, è davvero un personaggio
incredibile.
Ordine 66
Ci sono una varietà di
momenti strazianti nella saga degli Skywalker, ma ce ne sono pochi,
se non nessuno, che sono paragonabili in termini di emozione a
quello in cui l’Ordine 66 viene liberato.
Quando Sidious dà l’Ordine a Cody, e
i fan continuano a guardare gli amati Jedi come Plo Koon, Aayla
Secura e Obi-Wan essere presi di mira dai loro battaglioni: è un
momento davvero difficile da guardare, e il momento è reso ancora
più drammatico dalla marcia di Anakin sul Tempio Jedi.
I piani di Palpatine
Parlando dei piani di
Sidious, i fan ne hanno potuto ammirare l’evoluzione in tutti e tre
i film della trilogia prequel, e questo ha contribuito a
consolidare l’eredità del personaggio in termini di eccezionale
cattivo.
Il modo in cui Palpatine manipola
Anakin in ogni film, oltre al modo in cui manovra politicamente e
plasma la natura del Senato Galattico e delle Guerre dei Cloni
attorno ai suoi piani, è davvero magistrale.
La caduta di Anakin, la nascita di Vader
Le manipolazioni di Sidious
non sono l’unico fattore nella tragica caduta di Anakin Skywalker e
durante la trilogia i fan hanno intravisto molte delle ragioni che
lo spezzano sia emotivamente sia mentalmente.
Anche se molti fan credono che la
caduta di Anakin non sia stata sviluppata e approfondita
abbastanza, c’è comunque diverso materiale che ha contribuito a
renderla una grande storia nel complesso. Anakin che diventa Darth
Vader, massacra giovani, combatte suo fratello e tradisce la luce
dentro di lui a favore dell’oscurità, è il momento clou nonché la
storia centrale della trilogia.
È stato distribuito il primo
Character Poster del film Diabolik, che svela il
volto del Re del Terrore interpretato da Luca
Marinelli. Nel cast Miriam Leone, nei panni
dell’affascinante Eva Kant, Valerio
Mastandrea,nel ruolo di
Ginko, Alessandro Roia, Serena
Rossi e Claudia Gerini.
Il film, adattamento cinematografico
delle avventure del personaggio creato da Angela e Luciana
Giussani, è diretto dai Manetti bros.,
scritto da Michelangelo La
Neve e Manetti bros., che hanno
firmato anche il soggetto insieme a Mario
Gomboli.
DIABOLIK è una
produzione Mompracem con Rai
Cinema, prodotto da Carlo
Macchitella e Manetti
bros., in associazione
con Astorina, con il sostegno
di Emilia – Romagna Film
Commission, Friuli Venezia Giulia Film
Commission, Film Commission Vallee
D’Aoste.
Il film uscirà nelle sale italiane
il 31 dicembre 2020 distribuito da 01
Distribution.
È stata ufficialmente lanciata
tramite
Change.org una petizione online per rimuovere un monumento
confederato nella città natale di Chadwick Boseman e sostituirlo con una statua
del compianto attore, scomparso lo scorso venerdì all’età di 43
anni. Migliaia di firme sono state raccolte a sostegno
dell’idea.
Mentre Hollywood sta ancora cercando
di riprendersi dalla scioccante notizia della morte di Boseman
(l’attore combatteva da circa quattro anni una battaglia contro il
cancro al colon), non si fermano gli omaggi e i tributi
all’interprete di Black Panther nel MCU. Boseman non era solo uno dei
tanti attori che aveva preso parte all’universo condiviso recitando
in uno dei suoi film campioni d’incassi: in realtà, si è sempre
contraddistinto per la sua professionalità e per il suo impegno
umanitario.
Inoltre, il suo status di modello
per la comunità afroamericana ha influenzato persone di tutte le
età. Adesso che il mondo si trova a dover fare i conti con questa
enorme perdita, è normale che la volontà di onorare la memoria
dell’attore scomparso si stia manifestando in maniera sempre più
preponderante.
Secondo alcuni, un ottimo modo per
rendere omaggio a Chadwick Boseman potrebbe essere quello di
onorarlo nella sua città natale, Anderson, nella Carolina del Sud.
Una nuova petizione, infatti, mira ad utilizzare l’eredità di
Boseman al fine di creare un nuovo tipo di dialogo – sicuramente
più aperto – sul tema del razzismo negli Stati Uniti.
DeAndre Weaver, un ex studente della
Anderson University, ha creato una petizione su
Change.org per sostituire l’attuale monumento confederato della
città con una statua di Boseman. L’attuale monumento è in piedi dal
1902; tuttavia, negli ultimi mesi, il dibattito per rimuovere la
statua a causa della sua insensibilità razziale nei confronti dei
neri americani è aumentato considerevolmente.
L’impegno di Chadwick Boseman nei
confronti della sua città natale
La statua rimane al suo posto a
causa di una legge della Carolina del Sud che proibisce la
rimozione o l’alterazione di qualsiasi monumento
confederato. Lo status di Boseman come
rispettabile cittadino di Anderson è ben noto, in particolare a
causa dei suoi sforzi dopo l’uscita di Black Panther per affittare il cinema locale e
proiettare il film gratuitamente. Ciò ha permesso a tutti i
residenti, indipendentemente dalla loro situazione economica, di
poter vedere il film campione d’incassi di Ryan Coogler.
Mentre le statue
raffiguranti coloro che sono coinvolti in pratiche confederate
continuano ad essere abbattute in tutto il mondo, non dovrebbe
sorprendere il fatto che molti dei residenti di Anderson siano
favorevoli a dire addio una volta per tutte al monumento della loro
città. Sostituendo l’attuale monumento confederato di Anderson, la
città non solo onorerebbe attraverso Boseman un vero e proprio
“eroe” natale, ma la cosa potrebbe avere anche un vantaggio sul
turismo locale.
Un’operazione del
genere ha il potenziale per unire in maniera positiva la comunità,
più o meno nello stesso modo in cui Boseman ha vissuto la sua vita
e ha costruito la sua memorabile – seppur breve –
carriera.
In una recente intervista, l’attore
Jeffrey Wright ha spiegato cosa rende così
unica la nuova versione della Batmobile che vedremo
nell’attesissimo The
Batman in arrivo il prossimo anno. Il film di Matt
Reeves segnerà il debutto di Robert Pattinson come nuova iterazione
cinematografica dell’iconico vigilante. Al fianco dell’ex star di
Twilight (attualmente nelle nostre sale con Tenet di Christopher Nolan), ci saranno anche
Zoe Kravitz, Paul Dano,
Colin Farrell e naturalmente anche Wright, che
avrà il ruolo del Commissario Jim Gordon.
In una recente
intervista con Jess Cagle per SiriusXM, è stato
proprio Jeffrey Wright a discutere della nuova
Batmobile che vedremo nel cinecomic di Reeves, spiegando di esserne
stato attratto fin dall’inizio: “Uno degli aspetti della sceneggiatura di cui ero davvero
entusiasta era la Batmobile e il modo in cui è stata
descritta”,ha spiegato
l’attore.“Era questo tipo di muscle car
retrò. Era solo la cosa più pazza e più bella che avessi mai
visto.”
Ancora più interessante, Wright ha
parlato del modo in cui il design della Batmobile riflette
l’approccio di Reeves all’intero film: “Quello che Matt stava
cercando di ottenere, e quello che nei fatti ha ottenuto, era
creare un’accessibilità per la nostra Gotham, un mondo tangibile e
radicato in una realtà molto familiare. Allo stesso tempo, è ancora
fantastica, è ancora ottimizzata. È sempre arcuata, ma è comunque
accessibile.”
Le riprese di The
Batman, interrotte lo scorso Marzo a causa della
pandemia di Covid-19, riprenderanno ufficialmente questo mese. Di
recente sono approdate in rete alcune foto dall’aerodromo di
Cardington, in Inghilterra, che ci hanno svelato
i test drive della Batmobile proprio in vista delle nuove
riprese.
“The
Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono
le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi
strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per
trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa
alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la
Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a
quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più
villain, poiché sono tutti sospettati“.
Ryan Reynolds ha ironizzato sulle critiche
mosse di recente da diverse personalità del mondo di Hollywood (su
tutti, Martin Scorsese) all’Universo
Cinematografico Marvel. È trascorso poco
più di un anno da quando la Disney ha acquistato ufficialmente la
Fox, con i Marvel Studios che avranno finalmente la possibilità di
poter introdurre nel loro universo condiviso i personaggi degli
X-Men e dei Fantastici Quattro.
Purtroppo, non sappiamo ancora quali
siano i piani di Kevin Feige e soci in merito al futuro di questi
personaggi. In particolare, i fan si chiedono quale sarà il destino
di Deadpool, dal momento che i primi due film con
Reynolds realizzati sotto l’egida della Fox erano vietati ai
minori. Per adesso sappiamo quali film del MCU arriveranno in sala
almeno fino al 2022, quindi potrebbe volerci ancora un bel po’ di
tempo prima che questi eroi si uniscano ufficialmente al
franchise.
Sappiamo che il personaggio di
Deadpool non subirà alcun recasting, quindi la Disney – almeno in
teoria – dovrebbe essere pronta, prima o poi, a dare ufficialmente
il via libera all’agognato Deadpool 3. Adesso, in una recente
intervista con EW,
è stato proprio Ryan Reynolds a commentare il fatto che la
Marvel non abbia ancora dei piani definiti per l’introduzione degli
X-Men nel suo universo.
Attraverso la tipica ironia che lo
contraddistingue – e che ha sempre contraddistinto anche il
personaggio del Mercenario Chiacchierone -, Reynolds ha ironizzato
sulla questione facendo proprio riferimento alle critiche mosse al
MCU lo scorso anno da registi come Martin Scorsese e Francis Ford Coppola, dichiarando: “Sono
d’accordo con Scorsese e Coppola sul fatto che i film Marvel
soffrano di un’allarmante mancanza di Deadpool.”
Neanche Ryan Reynolds conosce il destino di Deadpool
Giusto per contestualizzare, verso
la fine dello scorso anno Scorsese aveva definito “non
cinema” i film dell’Universo Cinematografico Marvel. Le
dichiarazioni del regista diventarono un acceso argomento di
discussione a Hollywood, soprattutto perché diversi altri registi
avevano condiviso i pensieri di Scorsese (come Coppola appunto, che
ha sostenuto il collega italo-americano, riaccendendo la
controversia).
È chiaro che Ryan Reynolds abbia usato quell’episodio
per evitare di dare una risposta seria in merito al futuro di
Deadpool, probabilmente perché neanche lo stesso
attore sa cosa stia davvero succedendo in casa Marvel.
La performance di The
New Mutants al box office americano è stata superiore
alle aspettative, così come gli incassi raggiunti da Tenet
dopo l’uscita del film in diversi mercati internazionali. Sembra
che le cose per l’industria del cinema stiano lentamente
migliorando: è quindi possibile che anche Wonder
Woman 1984, in arrivo il prossimo Ottobre, possa
rivelarsi una gran bella sorpresa per la sala e per gli
incassi.
Adesso, veniamo finalmente a
conoscenza della durata del cinecomic di Patty
Jenkins. Come segnalato da
CBM, il Korea Media Rating Board ha segnalato
che il film avrà una durata di 150 minuti, ossia 2 ore e 30 minuti,
compresi i titoli di cosa. Inoltre, è stato confermato che negli
Stati Uniti il film avrà un PG-13, ossia la visione del film da
parte dei minori di 13 anni è consigliata con la presenza di un
adulto.
Wonder
Woman 1984 sarà quindi il terzo film più lungo del
DCEU (se si considera l’attesa
Snyder Cut di Justice
League) e sarà di circa 9 minuti più lungo di Wonder
Woman. Di recente, in occasione del DC Fandome, è stato
rilasciato il nuovo trailer ufficiale del film che ci ha permesso
di dare finalmente un primo sguardo alla trasformazione di Barbara
Ann Minerva in Cheetah. A proposito del personaggio interpretato da
Kristen Wiig, in una recente intervista con
Screen Rant
Gal Gadot ha così parlato del lavoro della
collega e della sua performance:
“Lavorare con Kristen Wiig è
stata un’esperienza straordinaria. È una persona divertente ed è
anche molto sensibile. Interpreta il personaggio di Cheetah… È un
cattivo che non puoi non amare. Capisci da dove viene e Kristen la
interpreta in un modo veramente interessante e affascinante. Ti
travolge… mi ha fatto davvero piacere lavorare con lei. È
fantastica.”
Wonder
Woman 1984 uscirà il 2 ottobre 2020. Il film è
stato definito dal produttore Charles Roven un
sequel “inusuale“, che poterà in scena lo stesso
personaggio grazie al lavoro dello stesso team creativo e che
seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma che i fan non
dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale
definendolo “la prossima iterazione della
supereroina”.
L’ordine cronologico del personaggio
di Diana Prince è stato già rimescolato, essendo stata introdotta
nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn
of Justiceper poi tornare al vecchio secolo con
Wonder
Woman. Il sequel vedrà
ancora Gal
Gadot nei panni di Diana Prince opposta
a Kristen
Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel
cast figureranno anche Chris
Pine (volto del redivivo Steve Trevor)
e Pedro
Pascal (nei panni di Maxwell Lord).
Come anticipato dalle bellissime
cover ufficiali, il numero di Settembre della celebre rivista
Empire sarà interamente dedicato a Dune,
il nuovo attesissimo adattamento cinematografico dell’omonimo
romanzo sci-fi di Frank Herbert che sarà diretto
da Denis
Villeneuve(Blade Runner
2049) e che arriverà al cinema a Dicembre.
In attesa del primo trailer
ufficiale (che arriverà online il prossimo 9 Settembre), il
protagonista del nuovo adattamento, ossia Timothée
Chalamet (candidato all’Oscar per
Chiamami col tuo nome), ha parlato con la rivista del Wadi
Rum, la valle desertica in cui sarà ambientata gran parte del film,
definendo le riprese “impressionanti”. Il giovane attore ha anche
parlato della scelta di girare tutto dal vero, senza l’ausilio del
green screen, cosa da lui apprezzata in maniera particolare.
“Non abbiamo usato il green
screen”, ha spiegato Chalamet. “Quella era una delle parti
più avvincenti del libro e lo sarà anche del film. Avevo degli
schizzi a cui fare riferimento. Ho imparato veramente tanto. Con
Chiamami col tuo nome e Beautiful Boy poteva essere
controproducente vedere prima gli storyboard, perché poteva
succedere di sentirti limitato dall’inquadratura e da altre cose.
In questo caso è stato l’opposto, perché nella sequenza di un verme
della sabbia che ti insegue, ad esempio, non sarei mai riuscito ad
immaginare tutto da solo.”
La rivista ha inoltre svelato tre
nuove immagini ufficiali del film che ci mostrano, oltre al Paul
Atreides Chalamet, anche i personagg di Chani (Zendaya),
Gurney Halleck (Josh
Brolin), Leto Atreides (Oscar
Isaac) e Duncan Idaho (Jason
Momoa). Potete ammirarle tutte di seguito:
Mentre ha ricordato il compianto
Chadwick Boseman, Robert Downey Jr. ha dichiarato che Black Panther è il risultato più importante
che i Marvel Studios abbiano mai
raggiunto. Il mondo di Hollywood è ancora sotto shock per la
tragica e prematura scomparsa dell’interprete di T’Challa, morto a
soli 43 anni dopo aver combattuto per circa quattro anni contro un
cancro al colon (malattia che Boseman non aveva mai reso
pubblica).
Nonostante la diagnosi, Chadwick Boseman non ha mai smesso di
lavorare. Dopo aver debuttato in Captain
America: Civil War, ha fatto il suo debutto in Black Panther di Ryan Coogler interpretando il primo supereroe
di colore, ruolo che avrebbe poi ripreso sia in Avengers:
Infinity War che in Avengers:
Endgame. Nonostante sia apparso soltanto in quattro film
dell’universo condiviso, l’impatto di Boseman e del personaggio di
T’Challa a livello mondiale è stato davvero impressionante,
soprattutto per quanto riguarda la comunità afroamericana.
Sulla scia di questa tragica
notizia, una valanga di messaggi ha inondato i social media durante
il fine settimana, messaggi proveniente non soltanto dalla grande
famiglia Marvel, ma da Hollywood in generale, profondamente scossa
dalla scomparsa di Boseman. Durante un’intervista rilasciata a
Good
Morning America, Robert Downey Jr., l’iconico interprete di
Tony
Stark/Iron Man nel MCU, ha ricordato con affetto il tempo
passato a conoscere la star di Black Panther e ha
condiviso i dettagli sulla loro ultima conversazione, avvenuta dopo
l’orribile omicidio di George Floyd e l’inizio delle proteste
legate al movimento #BlackLivesMatter in tutto il paese. Downey ha
anche dichiarato che, dei 23 film nell’Universo Cinematografico
Marvel, Black Panther è il risultato più importante
raggiunto fino ad oggi dai Marvel Studios.
Robert Downey Jr. ricorda Chadwick
Boseman: “La sua eredità è davvero significativa.”
“Verso la
fine del terzo film dedicato agli Avengers, Infinity War, perdiamo
tutti. Ricordo che era uno di quei rari giorni in cui tutti i
Vendicatori erano insieme sul set. Ricordo che nonostante l’enorme
successo di Black Panther, lui era sempre umile, sempre pronto a
lavorare, sempre con il sorriso sulle labbra. Guardando indietro,
mi rendo conto di quanto fosse un essere umano davvero
incredibile”,ha dichiarato Robert Downey Jr.
“Circa sei o otto settimane fa,
l’ho contattato durante le proteste a seguito della morte di George
Floyd. Abbiamo parlato a lungo”, ha aggiunto l’attore.
“Black Panther è, senza dubbio, il più alto traguardo raggiunto
dall’Universo Marvel, e lo dico con tutto il rispetto per tutti i
film che sono stati girati, compreso i miei. La sua eredità è
davvero significativa.”
Quello delle serie tv è un universo
assai competitivo, pieno di contenuti di generi differenti e adatti
al pubblico di ogni età. Eppure, nonostante l’abbondanza di
prodotti televisivi forniti dai network di tutto il mondo, solo
alcune serie tv riescono davvero a incontrare il favore dei
telespettatori. Tra queste, negli ultimi anni, c’è sicuramente
Peaky Blinders, una serie tv
britannica andata in onda sulla BBC.
Creata da Steven
Knight, Peaky Blinders è una serie tv in costume,
ambientata a Birmingham negli anni del primo dopoguerra, e che
racconta delle vicende della famiglia criminale degli Shelby.
Peaky Blinders cast e trama
Ci troviamo a Birmingham nel 1919,
in una città distrutta dalla Grande Guerra e dove la popolazione
tenta di sopravvivere alla crisi sociale ed economica. Nel
quartiere di Small Heath, vive la famiglia degli
Shelby, legata al mondo del crimine. Soldato
decorato, reduce della Prima Guerra Mondiale, il secondogenito
Thomas Shelby (Cillian
Murphy) è di fatto il boss della pericolosa gang dei
Peaky Blinders. Una delle sue caratteristiche è quella di
nascondere delle lamette nel risvolto del cappello così da avere
sempre un’arma a portata di mano.
I Peaky Blinders controllano ogni
attività criminale della città ma la leadership di Tommy viene
messa a dura prova con l’arrivo dell’ispettore di polizia Campbell
(Sam
Neill), inviato da Winston Churchill con il compito di
recuperare un carico di armi rubate, ripulire la città dai
criminali e distruggere le pericolose organizzazioni comuniste e
sovversive. A collaborare con Campbell c’è anche Grace Burgess
(Annabelle
Wallis), un’affascinante donna irlandese dal passato
assai misterioso. Grace riuscirà per conto dell’ispettore a
infiltrarsi nel clan Shelby, creando non pochi problemi ai Peaky
Blinders.
Ma Campbell non è il solo problema
degli Shelby. Thomas, infatti, deve fare i conti anche con un altro
rivale, il boss Billy Kimber (Charlie
Creed-Miles), con il quale condivide il mercato delle
scommesse clandestine. A complicare ulteriormente la situazione è
anche Ada Shelby (Sophie
Rundle), sorella di Tommy, John (Joe
Cole) e Arthur (Paul Anderson),
innamorata di un operaio attivista comunista di nome Freddy Thorne
(Iddo
Goldberg), del quale resta incinta. Agli Shelby,
quindi, non resta altro che allontanare Freddy dalla città perché
Ada possa partorire il suo bambino lontano da occhi indiscreti.
Tuttavia, con il clan di Kimber che
si fa sempre più invadente e Campbell alle calcagna, Thomas dovrà
scendere a patti con famiglie rivali per ristabilire il controllo
su Birmingham.
Peaky Blinders personaggi: la
famiglia Shelby
In onda dal 2013, la serie tv
Peaky Blinders è ormai arrivata alla sua
quinta stagione e i personaggi, protagonisti delle
avventure dei gangster di Birmingham, sono sempre di più.
Protagonista indiscusso della serie
è Thomas Michael Shelby, detto Thommy,
interpretato da Cillian
Murphy, che è a capo dei terribili Peaky Blinders.
Nonostante abbia prestato servizio come sergente maggiore
dell’esercito britannico nella Prima Guerra Mondiale e sia stato
decorato per il suo coraggio, Thommy è uno spietato criminale che
gestisce ogni attività illecita della città insieme alla sua
famiglia.
Thommy ha due fratelli e una
sorella. Arthur W. Shelby Jr (Paul Anderson), è il
maggiore dei fratelli Shelby nonché il più violento. A causa della
sua partecipazione alla grande guerra, Arthur soffre di disturbo da
stress post traumatico che si manifesta con improvvisi scatti d’ira
che sfociano in violenza. Inoltre, a causa dei suoi continui sbalzi
d’umore, il primogenito degli Shelby ha tendenze suicide.
John Michael Shelby (Joe
Cole), anch’egli veterano di guerra, è il più piccolo dei
fratelli ed è anche quello da temperamento meno violento. Vedovo e
padre di ben quattro figli, John è attivo nella serie fino alla
quarta stagione in cui resta vittima di un attentato da parte di
alcuni nemici.
Nella famiglia Shelby, la quota
femminile è divisa tra due persone. La prima è Ada Thorne (Sophie
Rundle), unica sorella di Athurn, John, e Tommy. Dopo
la sua travagliata storia con il sovversivo Freddie Thorne
(Iddo
Goldberg), relazione che ha generato un bambino, il
piccolo Karl, anche Ada entra a far parte attivamente dei Peaky
Blinders. Ad aiutare il clan a gestire gli affari illeciti c’è
anche Elizabeth Gray, detta Polly (Helen
McCrory), zia di Tommy e dei suoi fratelli, che svolge
il ruolo di tesoriera.
Peaky Blinders personaggi: i
villain della serie
In ognuna delle stagioni di
Peaky Blinders, la famiglia degli Shelby si trova
a dover combattere contro qualcuno che minaccia il clan e le sue
attività illecite.
Nelle prime due stagioni, il
villain per eccellenza è Chester Campbell (Sam
Neill), poliziotto irlandese inviato da Churchill in
persona per raddrizzare la città perduta di Birmingham. Ad aiutarlo
nella sua difficile missione c’è la bella Grace Burgess (Annabelle
Wallis), che lavora sotto copertura come baristta nel
covo dei Peaky Blinders. Tuttavia, il fascino del male e del
potere, finirà per corromperla e ben presto Grace passerà, per così
dire, al lato oscuro della forza, abbandonando Campbell e la sua
missione.
A mettere i bastoni tra le ruote a
Tommy e ai Peaky Blinders, nella prima stagione c’è anche Billy
Kimber (Charlie Creed-Miles), uno dei tanti boss
della città che si occupa di scommesse clandestine sui cavalli e
che gli Shelby dovranno neutralizzare. Dalla seconda stagione in
poi, Kimber lascia il posto ad altri pericolosi criminali come
Alfie Solomons, interpretato da Tom
Hardy. Si tratta di un pericolo boss di una gang
ebraica che controlla il quartiere di Camden Town, un uomo molto
scaltro e intelligente ma anche estremamente violento e
imprevedibile.
Ma Camden Town non è controllata
solo dal terribile Solomons. Una fetta del territorio spetta,
infatti, anche alla mafia italiana, capeggiata dal boss Darby
Sabini (Noah Taylor), figlio di immigrati
italiani, in guerra contro Alfie e Thomas per il controllo della
città di Birmingham.
Nelle ultime stagioni, inoltre,
dall’America arriva un altro nemico dei Peaky Blinders, il mafioso
newyorkese Luca Changretta (Adrien
Brody), trasferitosi in Inghilterra per compiere i
suoi piani di vendetta.
Peaky Blinders 5: un finale
shock
La quinta stagione di Peaky
Blinders, andata in onda nel 2019, è come sempre
ambientata nel Regno Unito ma stavolta, gli affari della famiglia
Shelby si spingono ben oltre il vecchio continente.
La Shelby Company, attiva negli
States già da molti anni, è adesso capeggiata da Ada Thorne, che si
occupa degli affari di famiglia oltre oceano. La quinta e per
adesso ultima stagione comincia il 29 ottobre del
1929, ovvero durante il cosiddetto ‘martedì
nero’, giorno del crollo della borsa di New
York. A causa dell’incompetenza di Michael che non non
vende le azioni il giorno prima del crollo, la famiglia perde tutti
i suoi investimenti costringendo quindi Tommy a trovare fonti di
guadagno alternative per arginare i danni.
[SPOILER
ALERT]
Tuttavia, il leader dei
Peaky Blinders non sembra essere più quello di una
volta. Dopo la morte di sua moglie Grace, Tommy inizia a fare uso
di oppioidi per mitigare il dolore ma la sua dipendenza diventa
sempre più preoccupante. A causa di queste sostanze, il boss è
sempre in uno stato psicotico-paranoide, tormentato dalle visioni
della sua defunta moglie che lo invita a unirsi a lei
nell’aldilà.
Nonostante il suo alterato stato
mentale ed emotivo, Tommy continua a occuparsi della gestione del
clan ma ci sono nuovi problemi per lui all’orizzonte. Suo cugino,
Michael Gray (Finn Cole), figlio di zia Polly, è
ormai cresciuto ed è convinto di poter approfittare delle sue
debolezze per prendere il comando dei Peaky Blinders. Inoltre,
sullo scenario politico britannico si è appena affacciato un nuovo
e inquietante personaggio, Oswald Mosley (Sam
Claflin), sostenitore di Mussolini e del movimento
fascista.
Per evitare l’ascesa di Mosley, gli
Shelby dovranno formare nuove alleanze, anche con i clan rivali, e
tentare così un colpo di stato.
Peaky Blinders 6 e 7: il futuro
della serie
Grazie al successo ottenuto con le
prime cinque stagioni, Steven Knight, creatore della serie, ha
annunciato il rinnovo di Peaky Blinders per una sesta e una
settima nonché ultima stagione. Tuttavia, la loro messa in
onda è ancora molto lontana. A causa della pandemia di Corona
Virus, ancora in corso, molte produzioni televisive e
cinematografiche hanno purtroppo dovuto chiudere i battenti e
rimandare le riprese a data da destinarsi.
Al momento dunque non sappiamo
quando Peaky Blinders tornerà in onda né tanto
meno quale sarà la trama delle stagioni finali. Tuttavia,
considerato il finale della quinta stagione, possiamo immaginare
quale sarà il naturale futuro della serie.
[SPOILER
ALERT]
Nel finale della
5×06, infatti, abbiamo lasciato Tommy in preda
alle allucinazioni a causa della morte della moglie, mentre
disperato si punta una pistola alla tempia. Tuttavia è assai
improbabile che il protagonista della serie alla fine prema il
grilletto. Lo stesso Steven Knight ha infatti più
volte ricordato che il destino ultimo della serie è sempre stato
quello di arrivare a raccontare la storia degli Shelby durante la
Seconda Guerra Mondiale.
La quinta stagione si apre con il
crollo della borsa di New York nel 1929 e ripercorre in Europa
tutte le fasi dell’ascesa del movimento nazi-fascista, soprattutto
con l’introduzione del personaggio di Oswald
Mosley. Interpretato nella serie da Sam
Claflin, Sir Oswald Ernald Mosley è un personaggio
realmente esistito e che ha fatto parte del mondo politico inglese,
molto attivi negli anni trenta del novecento.
Politico di estrema destra e
simpatizzante del movimento fascista italiano e del suo leader,
Benito Mussolini, nel 1932 Mosley fonda
l’Unione Britannica dei Fascisti. Il partito, che
per un certo tempo venne appoggiato dai conservatori, acquisì una
certa popolarità perché a favore dell’anticomunismo e del
protezionismo.
Peaky Blinders streaming: dove
vedere la serie
Le nuove stagioni di Peaky
Blinders sono in arrivo anche se bisognerà attendere
ancora un po’ prima di poter conoscere il destino di Tommy
Shelby e compagni. Inoltre, stando a quanto dichiarato da
Steven Knight, alla serie potrebbe anche seguire
un film o uno spinoff. Nel frattempo, è possibile rivedere tutte le
stagioni di Peaky Blinders in abbonamento sulla
piattaforma streaming di Netflix.
La Cerimonia
d’inaugurazione della 77. Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica di Venezia, trasmessa in diretta
mercoledì2
settembre su Rai Movie a
partire dalle ore 19.00, si aprirà con un omaggio al
Maestro Ennio Morricone, recentemente
scomparso.
La Roma Sinfonietta, diretta dal
Maestro Andrea Morricone, figlio di Ennio, e
composta da 3 primi violini, 3 secondi violini, 1 viola, 1
violoncello e 1 contrabbasso, eseguirà sul palco
della Sala Grande del Palazzo del
Cinema, Il tema di Deborah, composta
per la colonna sonora del film C’era
una volta in America (1984)
di Sergio Leone. La cerimonia d’apertura
vedrà la presenza del figlio di Ennio, Marco,
e dei famigliari.
Ennio
Morricone, già Leone d’Oro alla
carriera della Mostra del Cinema
del 1995, è stato un musicista e compositore
cinematografico tra i più influenti e prolifici della seconda metà
del Novecento. In questo modo, la Biennale intende rendere omaggio
al suo genio universalmente riconosciuto.
Il nuovo film
del regista veneziano Andrea Segre (Io
sono Li, L’ordine delle cose, Il
pianeta in mare), il
documentario Molecole (71’)
realizzato nella Venezia chiusa per il coronavirus, sarà proiettato
nella serata
di Pre-apertura di martedì1settembre della 77.
Mostra Internazionale d’Arte
Cinematograficadella Biennale di
Venezia, in Sala
Darsena (Palazzo del Cinema) e
al PalaBiennale al Lido.
Alla
speciale serata-omaggio di Pre-apertura,
con inizio alle ore 21.00, sarà invitato
il pubblico di Venezia attraverso la
collaborazione con i quotidiani “Il
Gazzettino”, “La Nuova di Venezia e
Mestre” e il “Corriere del
Veneto”.
Tra febbraio e
aprile 2020 il regista Andrea Segre, mentre
preparava due progetti per il teatro e per il cinema, è rimasto
bloccato a Venezia a causa della diffusione del coronavirus e delle
conseguenti misure di quarantena nazionale. Venezia è la città che
ha ospitato e che ospita molti dei suoi progetti lavorativi, era la
città di suo padre, una città complessa sotto molteplici aspetti.
Questa pandemia ha “congelato” e svuotato il capoluogo veneto,
riconsegnandolo alla sua natura e alla sua storia, ma anche – a
livello personale – alle memorie familiari del regista, che in quei
giorni ha raccolto appunti visivi e storie nel
documentario Molecole. Riemerge così
il legame con il padre veneziano, scienziato chimico-fisico e vero
protagonista del film, morto dieci anni fa. Si mescolano in questo
modo l’isolamento della città e quello più intimo e personale del
regista, autore anche della sceneggiatura originale. Il film uscirà
nelle sale cinematografiche a partire dal 3 settembre 2020.
“Per fare un
film bisogna pensarlo, scriverlo, organizzarlo, girarlo.
Per Molecole non c’è stato
nulla di tutto ciò. Non mi sono nemmeno accorto di girarlo. L’ho
vissuto ed è uscito da solo, in un tempo e una dimensione che non
potevo prevedere. Molecole è
sgorgato. Come l’acqua. Poterlo presentare come film di
pre-apertura della Mostra è per me un grande onore, il modo
migliore per ringraziare la città che lo ha fatto nascere.” (Andrea
Segre)
Molecole, il film
Regia:
Andrea Segre sceneggiatura: Andrea
Segre interpreti: Gigi Divari, Elena Almansi,
Maurizio Calligaro, Giulia Tagliapietra, Patrizia
Zanella musica: Teho Teardo produzione:
ZaLab Film con Rai Cinema, in associazione con Vulcano e Istituto
Luce Cinecittà, in collaborazione con Teatro Stabile del Veneto
Carlo Goldoni distribuzione: ZaLab Film
Italia 2020, 71’
Andrea Segre, il
regista
Andrea
Segre (Dolo, Italia, 1976) è regista di film e
documentari. Il pianeta in mare (2019) è stato
presentato Fuori Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2019.
Il suo primo lungometraggio di finzione, Io sono
Li (2011), è stato presentato a Venezia alle Giornate
degli Autori, La prima neve (2013) ha
partecipato alla sezione competitiva Orizzonti alla Mostra di
Venezia, L’ordine delle cose (2017) è stato
presentato alla Mostra come Proiezione Speciale. Tra i documentari,
ha realizzato Lo sterminio dei popoli
zingari (1998, film d’esordio), Marghera Canale
Nord (2003, Proiezione Speciale a Venezia), Come
un uomo sulla terra (2008), Il sangue
verde (2010, presentato alle Giornate degli
Autori), Mare Chiuso (co-diretto con Stefano
Liberti, 2012, Evento Collaterale del Consiglio d’Europa a Venezia)
e I sogni del lago salato (2015, Progetto
Speciale alle Giornate degli Autori).
Jeff Goldblum ha rivelato che Jurassic
World: Dominion presenterà una scena d’azione con
il trio originale ed un nuovo dinosauro. Dominion sarà
l’ultimo film della trilogia di Jurassic World e dovrebbe
portare a termine l’intero franchise dedicato ai dinosauri. La
produzione del film è iniziata all’inizio di quest’anno, ma a causa
della pandemia di Coronavirus le riprese si sono interrotte a metà
marzo. Dominion è stata una delle prime produzioni di
Hollywood a tornare sul set il mese scorso e, a parte un cambio di
location a seguito di un’epidemia a Malta, pare che le riprese
stiano procedendo senza intoppi.
Nonostante i dettagli della trama
siano alquanto limitati in questo momento, pare che Jurassic
World: Dominionsegnerà la fine
di un’era. Oltre al ritorno della maggior parte delle star di
Jurassic World,Dominion ci riporterà
ufficialmente alle radici del franchise di Jurassic Park. Per la prima volta dal film
originale del 1993, infatti,
Jeff Goldblum,
Sam Neill e
Laura Dern torneranno a lavorare insieme. In
realtà, il personaggio di Ian Malcolm interpretato da Goldblum era
già apparso in Jurassic World:
Il Regno Distrutto, ma in quel caso si era
trattato di un breve cameo. Le cose saranno molto diverse in
Dominion, dal momento che proprio Neill ha promesso che
tutti e tre gli attori avranno dei ruoli sostanziali.
Adesso, in una nuova
intervista con
Insider (la stessa in cui ha anticipato che
presto tornerà a lavorare con Taika Waititi),
Jeff Goldblum ha rivelato alcuni dettagli su ciò che i
fan dovranno aspettarsi da Dominion. La cosa più eccitante
che l’attore ha condiviso è che la prima scena che ha girato per il
film di Colin
Trevorrow è stata sia con Neill che con Dern, e anche
se non ha potuto fornire dettagli concreti, non ha comunque
nascosto la sua eccitazione. “La prima scena che abbiamo
girato… era una scena con me, Laura e Sam ed eravamo… non posso
rivelare troppo, ma siamo stati tutto il giorno rinchiusi un questo
spazio ristretto”, ha dichiarato l’attore. “Lo vedrete! Lo
scoprirete quando vedrete il film. Eravamo tutti e tre in questo
spazio minuscolo ed eravamo minacciati da… non potrei dirlo! Una
sorprendente fazione di creature preistoriche che probabilmente non
avete mai visto prima.”
Sarà il Pyroraptor la nuova
terrificante creatura di Jurassic World: Dominion?
Dalle parole di
Goldblum, sembra che Ian, Ellie Sattler (Dern) e Alan Grant (Neill)
si ritroveranno al centro dell’azione e che alcuni nuovi dinosauri
daranno loro del filo da torcere. Anche se non è chiaro quali
saranno questi nuovi dinosauri, potrebbe trattarsi dei Pyroraptor
apparsi di recente in alcune foto dal set. I fan hanno già
intravisto le varie creature che saranno incluse nel film, ma il
Pyroraptor ha senza dubbio il potenziale per essere tra i più
spaventosi. A rendere le cose ancora più eccitanti è il fatto che
alcuni dinosauri non saranno ricreati attraverso la CGI:
Dominion, infatti,
utilizzerà l’animatronica, come confermato anche da
Goldblum.
Jurassic
World: Dominion vedrà sia Chris
Pratt che Bryce
Dallas Howard tornare nei loro ruoli. Insieme a
loro, ritroveremo anche Justice Smith, Daniella
Pineda, Jake Johnson e Omar
Sy. Laura
Dern e Sam
Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che
avevano in Jurassic
Park, rispettivamente la Dr. Ellie Sattler e il Dr. Alan
Grant. I personaggi sono stati visti per l’ultima volta
nel Jurassic Park 3 del 2001. Un altro eroe
originale, Ian Malcolm, interpretato da Jeff
Goldblum, ha firmato per tornare in Jurassic
World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta
in Jurassic World:
Il Regno Distrutto.