Taron Edgerton ha
conquistato pubblico e critica grazie alla sua brillante
performance in Rocketman,
dove interpreta l’icona Elton John, ma a quanto
pare il primo nome che il musicista aveva considerato per il
progetto non era britannico ma americano, un attore e cantante che
il mondo della cultura pop conosce molto bene.
Come dichiarato da David
Furnish, produttore del film e marito di Sir Elthon,
Justin Timberlake avrebbe potuto raccogliere la
responsabilità di ritrarre il genio della musica dopo la
convincente prova nel video di This Train Do not Stop There
Anymore diretto da David LaChapelle nel 2001.
“Formalmente non ci siamo mai
approcciati a Justin perché non eravamo mai nel momento giusto per
farlo“, ha spiegato Furnish all’Hollywood Reporter. “Il
suo lavoro nel videoclip fu fantastico, con il trucco e le protesi
al naso, e grazie a quello avevamo scoperto quanto fosse talentuoso
anche nella recitazione“.
Nel video Elton John non compare e
a interpretarlo è proprio Timberlake, con addosso i costumi
classici degli anni settanta e sullo sfondo del backstage di un
concerto. Qui sotto potete dargli uno sguardo.
La regia di Rocketman
è stata affidata a Dexter Fletcher, che lo
scorso anno ha sostituito Bryan Singer sul set di
Bohemian Rhapsody (pellicola dedicata alla
vita di Freddy Mercury con Rami Malek) dopo
l’improvviso licenziamento da parte della produzione. Lee
Hall, autore di Billy Elliott, si è
invece occupato della sceneggiatura.
Rocketman
ripercorrerà le fasi cruciali della vita pubblica e privata di
Elton John, dagli inizi come grande talento al pianoforte alla
consacrazione come artista internazionale, passando per gli eccessi
e il periodo in cui collaborò con il compositore Bernie
Taupin pubblicando i suoi più grandi successi.
Nuove immagini tratte dal dietro le
quinte di Avengers:
Endgame sembrano confermare che nella versione
originale del film sarebbe stata Captain
Marvel ad arrivare su Vormir, il pianeta dove è
custodita la gemma dell’anima e dove ha perso la vita
Vedova Nera sacrificandosi al posto di
Occhio di Falco.
Le foto che vedete qui sotto, e che
probabilmente fanno parte di una serie di clip che saranno incluse
nell’edizione homevideo del film, mostrano l’eroina interpretata da
Brie
Larson in azione su quello che è a tutti gli effetti
il set di Vormir (l’architettura caratteristica lo conferma).
Questo significa che, inizialmente,
il piano degli sceneggiatori non prevedeva la morte di Natasha e
che Carol Danvers avrebbe in qualche modo risolto la situazione al
cospetto di Teschio Rosso per recuperare la gemma? Le supposizioni
si sprecano, ma sappiamo quante volte la storia è cambiata nel
corso degli ultimi anni e quante versioni di Endgame sono state
girate prima del montaggio finale.
Di certo il look di Captain Marvel nella scena suggerisce che
fosse ambientata prima del suo ritorno in azione nella battaglia
conclusiva contro Thanos…che ne pensate?
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli
sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti
in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora
una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare
l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
Il regista Dan
Scanlon e la produttrice Kori
Rae, che
hanno firmato nel 2013 Monsters
University, stanno per tornare al cinema con il nuovo
sorprendente lungometraggio Disney•Pixar Onward.
Il film arriverà nelle sale italiane a marzo 2020.
Ambientato in un immaginario mondo
fantastico, Onward racconta la storia di
due fratelli elfi adolescenti che si imbarcano in una straordinaria
avventura per scoprire se nel mondo esista ancora un po’ di
magia.
“In Pixar cerchiamo di creare
storie che provengono da esperienze personali”, afferma
Dan Scanlon. “Questo film, infatti, è
ispirato al rapporto con mio fratello”.
Nella versione originale del film,
il cast di voci vede protagonisti Chris Pratt
(Guardiani della Galassia), Tom Holland
(Spiderman: Homecoming), Julia
Louis-Dreyfus (Veep–
Vicepresidente Incompetente) e Octavia
Spencer (La Forma dell’Acqua–
The Shape of Water).
Il cerchio si stringe e ora tutto
sembra ufficiale: uno tra Robert Pattinson e
Nicholas Hoult infosserà i panni di Bruce Wayne in
The Batman, nuovo adattamento – e reboot – delle
indagini del crociato di Gotham affidato a Matt
Reeves (Cloverfield, Apes Revolution – Il pianeta delle
scimmie).
Da quanto riporta Umberto Gonzalez
di the Wrap infatti, i due attori si starebbero contendendo la
parte e negli studios della Warner Bros. sono iniziati i test con
l’uniforme che verrà sfoggiata nel film.
“Aggiornamento su BATMAN:
Robert Pattinson e Nicholas Hoult stanno effettuando i test
screening per il ruolo. Sospetto che si stiano provando la Batsuit,
perché il reparto costumi avrà bisogno di una prova completa del
guardaroba. Inoltre, la produzione del film inizierà nel primo
trimestre del 2020″.
Chi la spunterà tra Pattinson e Hoult?
Di recente un post “misterioso” del
dirigente del reparto creativo della DC Jim Lee sembrerebbe
suggerire il casting dell’attore di Cosmopolis e
Twilight, ma ovviamente attendiamo responsi dallo
studio.
BATMAN UPDATE: Robert Pattinson & Nicholas
Hoult are screen testing for the role. I suspect they're screen
testing in the Batsuit because Wardrobe Department will need full
wardrobe test. Additionally, the film will now start production in
Q1 2020.🦇 pic.twitter.com/eekafrqomL
In attesa che venga confermato il
prossimo interprete di Bruce Wayne, vi ricordiamo che le prime
indiscrezioni su The Batman circolate online
ipotizzano un’ambientazione negli anni Novanta, epoca tornata di
moda nel corso dell’ultima stagione anche grazie al successo di un
altro cinecomic, Captain Marvel dei Marvel
Studios.
Per alcuni 1990 fa rima con gli
adattamenti di Batman di Tim
Burton che prepararono le basi per i futuri cinefumetti e
che sono stati fonte di ispirazione per Zack
Snyder per quanto riguarda una scena particolare di
Batman V
Superman: Dawn of Justice(dove il regista aveva
omaggiato lo scontro tra il cavaliere oscuro e Pinguino di
Batman Returns del 1992), per non parlare del
fatto che alcune delle più importanti trame a fumetti sul
personaggio provengono proprio da quel decennio.
Secondo i report, Reeves ha optato
per le storie di Batman: Anno Uno come possibile
punto di riferimento, proprio per conferire al suo film un tono da
genere noir enfatizzando le capacità investigative dell’eroe.
Nessuna notizia ufficiale invece sul casting, con la Warner Bros.
impegnata a trovare il perfetto sostituto di Affleck e altri
interpreti che possano riempire la ricca galleria di villain
prevista.
Per The Batman è stata già fissata l’uscita in
sala il 25 giugno 2021.
Sono state annunciate le
candidature ai Nastri d’Argento 2019, i premi assegnati dal
Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici
Italiani. A guidare la lista del film nominati c’è
Il Traditore di Marco Bellocchio,
film presentato all’ultimo Festival di Cannes che guadagna 11
nomination.
Staccati di tre nomination, si
fermano “solo” a 8, ci sono Il Primo
Re di Matteo
Rovere, La Paranza dei
Bambini di Claudio
Giovannesi e Il vizio della
speranza di Edoardo De Angelis.
Mentre a sette nomination vediamo Euforia di
Valeria Golino e Capri-Revolution
di Mario Martone.
Ecco di seguito tutte le
candidature ai Nastri d’Argento 2019
Miglior Film
Euforia
Il primo re
Il Traditore
La Paranza dei Bambini
Suspiria
Miglior Regista
Marco Bellocchio (Il Traditore)
Edoardo De Angelis (Il vizio della speranza)
Claudio Giovannesi (La paranza dei bambini)
Valeria Golino (Euforia)
Luca Guadagnino (Suspiria)
Mario Martone (Capri-Revolution)
Matteo Rovere (Il Primo Re)
Miglior Regista Esordiente
Leonardo D’Agostini (Il Campione)
Ciro D’Emilio (Un giorno all’improvviso)
Margherita Ferri (Zen sul ghiaccio sottile)
Valerio Mastandrea (Ride)
Michela Occhipinti (Il corpo della Sposa)
Miglior Soggetto
Carla Cavalluzzi, Diego De Silva, Angelo Pasquini
Sergio Rubini (La prima pietra, Il Grande Spirito)
Stefano Massini, Andrea Bassi, Nicola Guaglianone, Menotti (Non ci
resta che il crimine, Ovunque proteggici)
Bonifacio Angius, Paola Randi (Tito e gli alieni)
Migliore Sceneggiatura
Francesca Marciano, Valia Santella, Valeria Golino
Con la collaborazione di Walter Siti (Euforia)
Edoardo De Angelis, Umberto Contarello (Il vizio della
speranza)
Marco Bellocchio, Ludovica Rampoldi, Valia Santella, Francesco
Piccolo
Con la collaborazione di Francesco Licata (Il Traditore)
Maurizio Braucci, Roberto Saviano, Claudio Giovannesi (La Paranza
dei Bambini)
Roberto Andò, Angelo Pasquini
Con la collaborazione di Giacomo Bendotti (Una storia senza
nome)
Migliore commedia
Bangla (Phaim Bhuiyan)
Bentornato Presidente! (Carlo Fontana, Giuseppe G. Stasi)
Croce e delizia (Simone Godano)
DolceRoma (Fabio Resinaro)
Troppa Grazia (Gianni Zanasi)
Miglior Produttore
Bibi Film (Ricordi? Una storia senza nome, Lo Spietato)
Groenlandia Film (Il Primo Re, Il Campione)
IBC Movie – Kavak Film (Il Traditore)
Indigo Film (Capri-Revolution)
Palomar (La Paranza dei Bambini)
Miglior Attore Protagonista
Alessandro Borghi (Il Primo Re)
Andrea Carpenzano (Il Campione)
Pierfrancesco Favino (Il Traditore)
Marco Giallini – Valerio Mastandrea (Domani è un altro giorno)
Riccardo Scamarcio (Euforia, Il Testimone invisibile, Lo
Spietato)
Miglior Attrice Protagonista
Anna Foglietta (Un giorno all’improvviso)
Marianna Fontana (Capri-Revolution)
Micaela Ramazzotti (Una storia senza nome)
Thony (Momenti di trascurabile felicità)
Pina Turco (Il vizio della speranza)
Miglior Attore Non Protagonista
Stefano Accorsi (Il Campione)
Alessio Lapice (Il Primo Re)
Luigi Lo Cascio, Fabrizio Ferracane (Il Traditore)
Edoardo Pesce (Non sono un Assassino)
Benito Urgu (L’uomo che comprò la luna)
Miglior Attrice Non Protagonista
Marina Confalone (Il vizio della speranza)
Isabella Ferrari (Euforia)
Valeria Golino (I Villeggianti)
Maria Paiato (Il Testimone invisibile)
Anna Ferzetti (Domani è un altro giorno)
Miglior Attore di Commedia
Stefano Fresi (C’è tempo, L’uomo che comprò la luna)
Paolo Calabresi, Guglielmo Poggi (Bentornato Presidente!)
Corrado Guzzanti (La prima pietra)
Fabio De Luigi (10 giorni senza mamma, Ti presento Sofia)
Fabrizio Bentivoglio, Alessandro Gassmann (Croce e Delizia)
Miglior Attrice di Commedia
Margherita Buy (Moschettieri del Re)
Paola Cortellesi (Ma cosa ci dice il cervello)
Lucia Mascino (Favola, La prima pietra)
Paola Minaccioni, Carla Signoris (Ma cosa ci dice il
cervello)
Alba Rohrwacher (Troppa Grazia)
Migliore Fotografia
Daniele Ciprì (Il primo re, La Paranza dei Bambini)
Daria D’Antonio (Ricordi?)
Michele D’Attanasio (Capri-Revolution)
Alberto Fasulo (Menocchio)
Vlada Radovic (Il Traditore)
Migliore Scenografia
Giancarlo Muselli (Capri-Revolution)
Dimitri Capuani (Favola)
Carmine Guarino (Il vizio della speranza)
Tonino Zera (Moschettieri del Re)
Daniele Frabetti (La Paranza dei Bambini)
Migliori Costumi
Giulia Piersanti (Suspiria)
Alessandro Lai (Moschettieri del Re)
Alberto Moretti (Non ci resta che il crimine)
Ursula Patzak (Capri-Revolution)
Daria Calvelli (Il Traditore)
Miglior Montaggio
Giorgio’ Franchini (Euforia)
Francesca Calvelli (Il Traditore)
Giuseppe Trepiccione (La Paranza dei Bambini)
Walter Fasano (Suspiria)
Desideria Rayner (Ricordi?)
Miglior Sonoro in Presa Diretta
Alessandro Zanon (Capri-Revolution)
Angelo Bonanni (Il Primo Re)
Gaetano Carito e Adriano Di Lorenzo (Il Traditore)
Emanuele Cicconi (La Paranza dei Bambini)
Vincenzo Urselli (Il vizio della speranza)
Miglior Colonna Sonora
Gratis Dinner (Checco Zalone) (Moschettieri del Re)
Danilo Rea (C’è tempo)
Enzo Avitabile (Il vizio della speranza)
Andrea Farri (Il Primo Re)
Nicola Piovani (Il Traditore)
Miglior Canzone Originale
La vitaaa – scritta e interpretata da Tony Tammaro (Achille
Tarallo)
L’anarchico – di Giulio Base e Sergio Cammariere
Interpretata da Sergio Cammariere (Il banchiere anarchico)
A’ speranza – autore e interprete Enzo Avitabile (Il vizio
della speranza)
Nascosta in piena vista – scritta e interpretata da I Cani (Niccolò
Contessa) (Troppa Grazia)
Tic tac di Matteo Buzzanca e Lorenzo Vizzini – interpretata da
Barbora Bobulova (Saremo giovani e bellissimi)
Due giorni fa la voce diffusa dal
sito Making Star
Wars aveva lasciato intendere che il prossimo capitolo del
franchise, Star Wars: L’Ascesa di Skywalker,
avrebbe svelato l’identità del padre di Rey, che
secondo i rumor sarebbe nientemeno che Han Solo.
Come previsto è arrivata subito la smentita da parte di Pablo
Hidalgo, capo dello storygroup della Lucasfilm.
“Non si adatta alla cronologia
degli eventi“, scrive Hidalgo su Twitter, rispondendo alla
speculazione dei fan secondo cui mentre Leia si addestrava con
Luke, Han avrebbe avuto una relazione con un’altra donna e da quel
rapporto sarebbe nata una figlia. Dopo questo evento Ben Solo,
adirato, sarebbe stato spedito da Han nell’accademia jedi di
Luke.
Già in occasione della Star Wars
Celebration era stato J.J. Abrams a confermare che
Episodio IX:
L’Ascesa di Skywalker avrebbe fatto luce sulle
misteriose origini di Rey esplorando il passato
del personaggio in vista della conclusione della saga. Questo
significa che la risoluzione dell’enigma arriverà il prossimo
dicembre.
“Sapevamo che il film doveva essere una
conclusione soddisfacente ed eravamo ben consapevoli che le origini
di Rey è uno degli argomenti più discussi…ora non voglio dire che
ciò che è successo in Episodio VIII non conta, ma posso affermare
che il prossimo capitolo racconterà molto di più della storia di
quello che avete visto.“
Vi ricordiamo che Star Wars:
L’Ascesa di Skywalker, capitolo conclusivo della nuova
trilogia del franchise diretto da J.J.
Abrams, arriverà nelle sale a dicembre
2019.
Nel cast Daisy
Ridley, Oscar
Isaac, John
Boyega, Kelly Marie
Tran, Naomi
Ackie, Joonas Suotamo,Adam
Driver, Anthony Daniels, Billy
Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall
Gleeson, Billie Lourd e il veterano del
franchise Mark Hamill. Tra le new entry
c’è Richard E. Grant.
Il ruolo di Leia Organa sarà
interpretato di nuovo da Carrie Fisher, usando del
girato mai visto prima da Star Wars: Il Risveglio della
Forza. “Tutti noi amiamo disperatamente Carrie
Fisher – ha dichiarato Abrams – Abbiamo cercato
una perfetta conclusione alla saga degli Skywalker nonostante la
sua assenza. Non sceglieremo mai un altra attrice per il ruolo, né
mai potremmo usare la computer grafica. Con il supporto e la
benedizione della figlia, Billie, abbiamo trovato il modo di
onorare l’eredità di Carrie e il ruolo di Leia in Episodio IX,
usando del girato mai visto che abbiamo girato insieme per Episodio
VII.”
Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker, le teorie sul significato del titolo
Variety riporta che Marc
Webb (Gifted, The Amazing Spider-Man, 500 giorni
insieme) si trova attualmente in trattative per dirigere il
live action di Biancaneve e i sette nani, prossimo
progetto targato Disney in arrivo nei prossimi anni. Nella notizia
si specifica inoltre che il regista sarebbe il “preferito” dello
studio.
Erin Cressida Wilson (La ragazza
del treno, Secretary, Men, Women & Children) scriverà invece
la sceneggiatura del film che, a quanto pare, esplorerà aspetti
inediti del classico d’animazione uscito nel 1938, mentre Benj
Pasek e Justin Paul, il duo che ha firmato i brani originali di
La La Land, The Greatest Showman
e Dear Evan Hansen, si occuperanno della colonna
sonora.
Questo ovviamente è solo l’ultimo di
una serie di adattamenti della favola dei fratelli Grimm, dopo il
cartone Disney, Biancaneve (Mirror Mirror) del
2012 con Julia Roberts e Lily
Collins, e la versione dark di Biancaneve e il
cacciatore del 2012 targata Universal che vedeva
protagoniste Charlize Theron e Kristen
Stewart.
Per quanto riguarda i nuovi live
action, è ora in sala Aladdin e
in estate arriverà Il Re Leone, diretto da
Jon Favreau. Prossimamente sarà il turno del sequel di
Maleficent con Angelina Jolie e
Elle Fanning, Lilly e il
vagabondo, Mulan,
Cruella con Emma Stone,
La spada nella roccia, Pinocchio,
Il gobbo di Notre Dame, Lilo &
Stitch e La
Sirenetta.
La grande
scommessa è uno di quei film cheche vale la pena di vedere
una volta nella vita, in grado di coinvolgere il pubblico grazie al
suo mix fatto di avvenutura, commedia, biografie e un pizzico di
thriller.
Candidato a diversi premi Oscar,
questo film ha saputo raccontare l’ambizione e la capacità di un
gruppo di persone che hanno percepito l’arrivo di un periodo
economico instabile.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su La grande scommessa.
La grande scommessa film
1. Christian Bale si era
fatto male ad un ginocchio prima delle riprese. Il fatto
che Christian Bale si fosse fatto male,
significava che non avrebbe potuto realizzare la scena della
batterie e del nuoto. E se il regista avrebbe voluto usare una
controfigura, l’attore ha insistito per realizzare tutte le scene
da sé. Tuttavia, McKey ha insistito per la presenza di due dottori
durante l’intera scena della batteria, in caso Bale si fosse fatto
male.
2. Una citazione del film è
stata inventata. La citazione che appare sullo schermo “La
verità è come la poesia e la maggior parte delle persone odia la
poesia – Ascoltato in un bar di Washington D.C.” è stato scritto
dallo stesso regista e co-sceneggiatore Adam McKay. Egli, infatti, ha deciso di
scriverla dopo aver cercato, senza successo, la citazione perfetta
da utilizzare per quel segmento.
3. il film è stato prodotto
con una garanzia. Secondo Michael Lewis,
l’autore del libro su cui il
film si basa, la Paramount avrebbe permesso al regista di
realizzare questo film solo se avesse accettato di dare vita ad un
sequel di Anchorman – La leggenda di Ron Burgundy
(2004).
La grande scommessa streaming
4. Il film è disponibile
per la visione in streaming digitale. Chi volesse vedere o
rivedere La grande scommessa, è possibile farlo grazie alla sua
presenza sulle diverse piattaforme di streaming digitale come
Rakuten Tv, Chili, Google Play, iTunes e Netflix.
La grande scommessa cast
5. Christian Bale è rimasto
condizionato dalla figura di Burry. Dopo aver incontrato
il vero Dr. Michael Burry, Christian Bale ha
chiesto di avere i pantaloncini cargo e la maglietta di Burry,
indossata poi nel film. L’attore ha dichiarato che sperava che
Burry venisse alla premiere del film a Los Angeles “perché voglio
davvero sedermi accanto a lui e vedere se mi darà un pugno nella
mia fottuta faccia”.
6. Adam McKay aveva già un
attore in mente per il film. Nei contenuti speciali per la
versione blu-ray del film, Adam McKay ha rivelato di aver scritto
un ruolo con un attore particolare in mentre. il regista e
sceneggiatore, infatti, nel realizzare il ruolo di Jared Vannett
aveva in mente Ryan Gosling.
7. Nella sceneggiatura
originale erano previsti altri camei. Invece di Margot Robbie che si trova in una vasca piena
di schiuma, questa parte sarebbe stata scritta per Scarlett Johannson che si sarebbe dovuta
trovare sotto una cascata. Invece di Selena Gomez che spiega i CDO sintetici, ci
sarebbe dovuta essere Beyonce con l’assistenza di
suo marito Jay Z.
La grande scommessa trama
8. Una scommessa contro un
sistema complesso. Il film racconta la storia di un gruppo
di speculatori che hanno intuito la futura crisi del mercato
economico mondiale, avvenuta poi nel 2008, approfittando della
situazione e uscendone da vincitori.
La grande scommessa libro
9. Il film si basa su un
libro del 2010. La grande scommessa è un film che si basa
sul libro Il grande scoperto: la folle scommessa che ha
sbancato Wall Street, di Michael Lewis, uscito nel 2010. Più
che un libro, in realtà, esso sarebbe un saggio di economia che
racconta la storia di quattro persone che avevano compreso la crisi
che avrebbe colpito il sistema economico americano.
La grande scommessa frasi
10. Un fatto di frasi
memorabili. Un film come La grande scommessa è riuscito a
fissarsi nell’immaginario comune anche grazie ad una serie di frasi
di impatto e di un certo grado di memorabilità. Ecco qualche
esempio:
Ho la sensazione che tra qualche
anno la gente dirà quello che dice sempre quando l’economia crolla.
Daranno la colpa agli immigrati e alla povera gente. (Mark
Baum)
Se abbiamo ragione la gente
perderà la casa, la gente perderà il lavoro. Perderà i risparmi di
una vita, perderà la pensione. Per le banche le persone sono dei
numeri. Ecco un numero: ogni 1% in più di disoccupati, muoiono
quarantamila persone. Lo sapevate? (Ben
Rickert)
Non volevate diventare ricchi? Ora
siete ricchi. (Ben Rickert)
Vendete allo scoperto tutto ciò
che ha toccato (Mark Baum)
Dimmi la differenza che c’è tra
stupido e illegale e faccio arrestare mio cognato. (Jared
Vennett).
Deadpool è uno dei
film più brillanti degli ultimi anni, capace di adattare sullo
schermo l’omonimo fumetto e in grado di immettere tante diverse
qualità, tra cui l’ironia, scatenata anche dalla grandiosa
interpretazione del suo protagonista, Ryan Reynolds.
Questo è un film che si è rivolto
ad una fascia di pubblico molto ampia, coinvolgendo più generazioni
e facendosi amare per la sua genuinità.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Deadpool.
Deadpool film
1. Ryan Reynolds è stato
coinvolto in maniera attiva. L’attore protagonista del
film è stato coinvolto nella revisione della sceneggiatura con
gli sceneggiatori del film. Inoltre, ai membri del cast è stato
permesso di improvvisare in alcune scene durante le riprese.
2. C’è un riferimento a
X-Men: le origini – Wolverine. In questo
film del 2009, Deadpool non indossa il suo tipico
costume rosso, ma appare come un uomo sfigurato, senza
maglietta, calvo e con la bocca chiusa. Possiede anche due katane
retrattili incorporate nei suoi avambracci. Come riferimento a
questo film precedente, c’è una scena che presenta brevemente
questa versione del personaggio come una action figure.
3. In origine, la
sceneggiatura era diversa. Le prime bozze della
sceneggiatura contenevano uno scherzo in cui sarebbe stato rivelato
che la maschera di Deadpool era, in realtà, una maschera di
Spider-Man acquistata sul mercato che era stata rovesciata. Questo,
presumibilmente, è stato tagliato a causa di potenziali problemi
legali.
Deadpool streaming
4. Il film è disponibile in
streaming digitale. Chi volesse vedere o rivedere questo
film, è possibile farlo grazie alla sua presenza sulle varie
piattaforme di streaming digitale legale come Rakuten Tv, Chili,
Google Play, iTunes, Tim Vision e Infinity.
Deadpool cast
5. Deadpool riflette i
tempi odierni. Secondo Ryan Reynolds, attore protagonista del film,
il fatto di rompere la quarta parete è un riflesso dei tempi
attuali. Lo stesso attore ha rivelato “Penso che Deadpool stia
arrivando al momento giusto perché parla a quella generazione che
ha visto tutti questi cinecomic e li ha apprezzati tutti: è come
parlare con loro, come se il tizio vestito di rosso fosse uno di
loro. È come guardare il commento del DVD da parte di qualcuno che
ha un po’ di buon senso della cultura popolare ed è divertente e un
po’ odioso e sta dicendo le cose che non vorresti dire”.
6. Questo film ha richiesto
una grande prestanza fisica. Per prepararsi ai ruoli, il
cast è dovuto sottostare ha diversi allenamenti fisici. Ad esempio,
per prepararsi al ruolo di Negasonic Teenage Warhead,
Brianna Hildebrand si è allenata con il Muay Thai
per diversi mesi.
7. Gina Carano voleva dare
un valore aggiunto al suo personaggio. L’attrice
aveva voluto indossare lenti a contatto gialle per abbinare il look
di Angel Dust nei fumetti. Tuttavia, il truccare Bill Corso ha
rifiutato la proposta, confrontato gli occhi gialli con qualcosa
dei film di Twilight.
Deadpool trailer
8. Il trailer di Deadpool è
a dir poco esplosivo. Prima di visionare il film, sarebbe
un’ottima scelta dare un occhio al
trailer del film per rendersi conto di cosa il lungometraggio
possa riservare.
Deadpool costume
9. Il costume faceva
sembrare Reynolds troppo grande. Il costume di Deadpool,
in origine, aveva uno strato muscolare sottostante che, però doveva
essere rimosso. Ryan Reynolds era molto muscoloso e il costume gli
stava stretto. Inoltre, lo faceva più grosso di quanto sarebbe
dovuto essere.
10. Il costume è stato
lasciato al protagonista. A Ryan Reynolds è stato permesso
di mantenere il costume di Deadpool dopo che le riprese erano
terminate (anche se, tecnicamente, non lo ha chiesto, né ha dato la
possibilità di prenderlo da lui). Quando la 20th Century Fox lo ha
scoperto, a loro non è importato e glielo hanno lasciato
tenere.
Nel 2014 la Legendary insieme alla
Warner Bros portarono al cinema, di nuovo,
Godzilla, affidandolo all’occhio personale e
dilatato di Gareth Edwards. Il risultato fu un
film anche troppo raffinato per il genere, un prodotto che lasciò
la maggior parte del pubblico scontento, perché i mostri non erano
così preponderanti e protagonisti come ci si aspettava. Nel 2019,
lo stesso gruppo produttivo, porta al cinema il terzo film (dopo lo
stesso Godzilla 2014 e Kong: Skull Island) di un universo condiviso,
il MonsterVerse, in cui la filosofia di fondo sembra essere “bigger
is better” (più grande è meglio). E così, affidato alla regia e
co-sceneggiatura di Michael Dougherty, arriva in sala
Godzilla II – King of The Monsters, sequel diretto
del film di Edwards e che ne riprende pochi dettagli, a partire dal
mostruoso protagonista, ovviamente, portandosi anche dietro un paio
di personaggi (gli scienziati interpretati da Sally
Hawkins e da Ken Watanabe) e la
misteriosa MONARCH, l’agenzia di criptozoologia già vista in azione
nel film del 2014 e citata in Skull Island. Nei panni dei nuovi
protagonisti ci sono Kyle Chandler,
Vera Farmiga e Millie Bobby Brown, ma anche Zhang
Ziyi e Charles Dance.
La storia, lineare e molto esile,
vede gli umani alle prese con il risveglio di questi enormi kaiju
che, con la loro potenza distruttiva, hanno il potere di
distruggere la Terra oppure di salvarla, sotto la guida del loro
Re, Godzilla, appunto. Il personaggio del grande lucertolone
giapponese perde quindi tutta la carica di denuncia e rabbia
sociale che portava, nato dall’immaginazione di un Paese in cui la
ferita degli attacchi atomici era ancora giustamente aperta, e si
trasforma nella personificazione del divino e della speranza
dell’umanità. Ma Godzilla non è l’unico mostro gigantesco del film,
che questa volta si affolla di creature mitologiche che gli amanti
di questo genere conoscono molto bene. Vediamo infatti Mothra,
l’enorme falena che qui ricopre un ruolo inatteso, lo pterodattilo
di fuoco Rodan, e infine la temibile nemesi di Godzilla stesso,
King Ghidorah, la creatura a tre testa molto simile all’idra della
mitologia classica.
Dougherty si arrampica sulla
struttura narrativa esclusivamente per mettere in scena questi
prodigi della natura, queste creature temute e adorate che sono le
protagoniste assolute della scena. Godzilla II – King of
The Monsters è infatti una vera ode al genere
cinematografico che vede protagonisti i kaiju, curandosi poco e
niente del resto, focalizzando tutta la sua attenzione sullo
spettacolo apocalittico di eventi atmosferici e lotte tra mostri.
Il trionfo della natura al suo stato più selvaggio al cospetto
della finitezza umana. E in mezzo si staglia Godzilla, un Re per i
mostri e un Dio per l’uomo, speranza per i secondi e guida per i
primi, grandezza e potenza radioattiva.
Godzilla II – King of The
Monsters è divertimento e adrenalina, un monster movie
caotico per i veri appassionati del genere.
Abbiamo intervistato
Michael Dougherty, regista di Godzilla II
– King of Monsters, dal 30 maggio al cinema.
[brid video=”417617″ player=”15690″ title=”Godzilla II King of
Monsters intervista al regista Michael Dougherty”]
Godzilla II: King of Monsters è stato diretto
da Michael Dougherty e vede nel cast
anche Kyle Chandler, Charles Dance, Bradley
Whitford, Thomas Middleditch, O’Shea Jackson
Jr., Ken
Watanabe e Sally Hawkins.
L’agenzia di criptozoologia
M.O.N.A.R.C.H. e i suoi membri si scontrano contro una serie di
kaijū di dimensioni divine, tra cui il potente Godzilla, che si
scontra con Mothra, Rodan e la sua nemesi finale, il gigantesco
drago a tre teste King Ghidorah. Quando queste antiche superspecie,
ritenute delle semplici leggende, risorgono dalla terra,
inizieranno a lottare tra loro per la supremazia nel mondo,
lasciando in sospeso l’esistenza stessa dell’umanità.
Audimovie, la società che
rileva i dati delle presenze nelle sale cinematografiche in Italia
ha commissionato alla società di ricerca Episteme di Monica Fabris
una indagine qualitativa sull’esperienza dell’andare al Cinema, sul
valore che lo spettatore cinematografico gli attribuisce, sullo
spessore esperienziale e motivazionale che si riflette e compenetra
con la visione pubblicitaria.
L’analisi porta a considerare
l’atto di andare al Cinema come un vero e proprio “customer
journey”. Un’esperienza non riproducibile altrimenti, estremamente
potente e stimolante, da cui deriva la distintività del mezzo
Cinema, con ripercussioni anche nel ricordo della pubblicità, la
cui efficacia sul grande schermo risulta potenziata nelle sue
componenti – Impatto, Memorabilità, Decodifica e Persuasione
– dalla fruizione stessa e dal “viaggio” che lo spettatore
compie.
Basata su una specifica metodologia
d’indagine qualitativa messa a punto da Episteme (il Qualitative
Hub), attraverso un campione di individui dai 15 ai 65 anni
distribuiti equamente sul territorio italiano la ricerca si pone
molteplici obiettivi: ricostruire l’esperienza dell’andare al
Cinema nel suo complesso, includendo le fasi precedenti
e successive alla visione del film; definire le
peculiarità del mezzo Cinema attraverso l’analisi dei
vissuti, dei significati e dei valori ad essi associati;
esplorare infine il contributo del mezzo Cinema alla
pubblicità.
Lo studio ha individuato quattro
tipologie di spettatore. Ci sono gli Spensierati per cui il
Cinema è momento di evasione; gli Enciclopedici per cui è
strumento di scoperta e conoscenza; gli Appassionati che ne
apprezzano la dimensione magica e di totale immedesimazione
onirica; i Cinefili per cui è strumento critico e
culturale.
L’andare al
cinema è una “experience” più ricca e diversa da tutte
le altre
Per tutti i risultati hanno
dimostrato che l’andare al Cinema è una “experience” totalmente
diversa e più ricca della semplice fruizione di contenuti offerta
oggi in alternativa da altre piattaforme video. È infatti nella
sala, e in nessun altro luogo e tempo possibili della fruizione
audiovisiva, che si verifica la magia del “qui e ora”.
L’andare al Cinema comporta un
coinvolgimento prolungato nel tempo e esteso alle fasi preliminari
e successive, che contiene valore in tutti i suoi passaggi. Un
vero e proprio viaggio: dalla decisione di uscire di casa, alla
scelta del film da vedere, del percorso da compiere per raggiungere
il luogo della visione… In questo modo si esce alla fine della
proiezione con una sensazione di stordimento e di reset prima di
tornare nuovamente alla vita reale, trasformati, rigenerati e
arricchiti dalla visione appena trascorsa e condivisa con
altri.
La vocazione famigliare del
Cinema: nella percezione di tutta la famiglia l’andare al
Cinema si fa evento, diventando la “giornata Cinema”, il
“pomeriggio Cinema”. Per gli adolescenti rappresenta una
delle prime esperienze di rivendicazione del loro sentirsi
cresciuti e da compiere con orgoglio in totale autonomia. Le
coppie lo vivono come tassello della loro relazione.
Pubblicità e fruizione
cinematografica: l’analisi effettuata ha riguardato anche la
fruizione del messaggio pubblicitario sul grande schermo.
L’efficacia pubblicitaria risulta potenziata dalla fruizione
cinematografica in tutte le sue principali funzioni. Torna il
concetto di “viaggio”. Quando comincia la visione degli spot lo
spettatore è già all’interno della experience, in una fase di
attenzione e coinvolgimento crescenti. Lo spettatore è in qualche
modo predisposto, risultano bonificate le tradizionali insofferenze
nei confronti degli spot. Per osmosi la pubblicità partecipa
della ritualità del cinema e degli effetti discontinuità
rispetto alla cosiddetta “vita ordinaria”.
La pubblicità, grazie al climax
emotivo e all’esperienza vissuta, risulta parte integrante della
programmazione filmica. Per questa ragione gli intervistati
apprezzano soprattutto la pubblicità pensata per il Cinema,
considerato come un luogo a sé, dotato di regole, di una funzione e
di un linguaggio distintivo (il messaggio si iscrive su un patto di
fruizione stipulato all’acquisto del biglietto).
Arriva in sala dal 30 maggio
Godzilla II – King of Monsters, il nuovo film
diretto da Michael Dougherty, con Vera
Farmiga e Millie Bobby Brown. Di seguito
potete vedere l’intervista alla giovane protagonista di
Stranger Things e al co-protagonista
O’Shea Jackson Jr..
[brid video=”417575″ player=”15690″ title=”Godzilla II King of
Monsters Millie Bobby Brown e O'Shea Jackson Jr.”]
Godzilla II: King of Monsters è stato diretto
da Michael Dougherty e vede nel cast
anche Kyle Chandler, Charles Dance, Bradley
Whitford, Thomas Middleditch, O’Shea Jackson
Jr., Ken
Watanabe e Sally Hawkins.
L’agenzia di criptozoologia
M.O.N.A.R.C.H. e i suoi membri si scontrano contro una serie di
kaijū di dimensioni divine, tra cui il potente Godzilla, che si
scontra con Mothra, Rodan e la sua nemesi finale, il gigantesco
drago a tre teste King Ghidorah. Quando queste antiche superspecie,
ritenute delle semplici leggende, risorgono dalla terra,
inizieranno a lottare tra loro per la supremazia nel mondo,
lasciando in sospeso l’esistenza stessa dell’umanità.
Mancano ancora diversi mesi
all’uscita nelle sale di Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker, e né il trailer, Né le
dichiarazioni di attori e regista sembrano aver risolto i dubbi
sulla trama del film che chiuderà la saga familiare iniziata nel
1977.
Ecco allora le domande che ci pone Episodio IX:
1Quale sarà il ruolo dell’imperatore
Palpatine?
Come confermato dal primo teaser trailer
diffuso poche settimane fa, l’imperatore Palpatine tornerà in
Star Wars: The
Rise Of Skywalker interpretato di nuovo
da Ian McDiarmid, ma non è ancora chiaro il
motivo e in che modo farà la sua comparsa nel capitolo finale della
nuova trilogia.
Diverse le teorie (già elencate qui), ma
quella suggerita da Makingstarwars sembra suggerire che nel film
vedremo un’altra versione del personaggio, ovvero una sua
reincarnazione, e a vestirne i panni sarà proprio Matt
Smith. Ovviamente si tratta soltanto di una voce non
ancora confermata, e vi ricordiamo che il casting dell’attore era
stato smentito dal diretto
interessato nei mesi scorsi.
Il
sito riporta che questa figura verrà posseduta dallo spirito di
Palpatine, e che il Leader Supremo Snoke era in
realtà comandato mentalmente dall’ultimo dei Sith. Si arriverebbe
poi ad un epico scontro tra due fazioni, la prima composta da Rey e
Kylo Ren, la seconda da Palpatine e il personaggio
interpretato da Smith, dove soltanto Kylo uscirà da vincitore
diventando il prossimo “ospite” dell’oscuro villain.
Ava DuVernay ha
svelato su Twitter il nome (e il volto) dell’autore che
co-sceneggerà insieme a lei l’adattamento di New
Gods per la DC Film: e come potete vedere qui sotto, si
tratta di Tom King (fumetttista conosciuto per i
suoi lavori su Mister Miracle, Swamp Thing, Nightwing,
The Vision).
Gioca dunque in casa la Warner
Bros, che produce il film, affidandosi ad una delle penne più
affermate e amate dai lettori dei fumetti che ha contribuito al
recente riavvio delle avventure di Batman (serie terminata
prematuramente).
Restano da scoprire gli ulteriori
dettagli sulla trama di New Gods, che a quanto pare presenterà
Mister Miracle e Big Barda come
protagonisti e Granny Goodness e le Furie
Femminili nel ruolo di antagoniste principali.
Chi conosce i fumetti DC saprà che
la prima fa parte dell’Elite di Darkseid, il
signore di Apokolis, e gestisce l’orfanotrofio del pianeta con
una feroce disciplina, servendosi anche delle Furie per
creare un’élite di guerrieri attraverso il lavaggio del
cervello e la tortura.
Creato e disegnato
da Jack Kirby, il fumetto originale fu
pubblicato la prima volta nel 1971, portando al grande pubblico le
storie dei Nuovi Dei, ovvero
i nativi dei pianeti gemelli di Nuova Genesi e
Apokolips.
Vi ricordiamo che, anni fa, la
DuVernay è stata ad un passo dal dirigere un altro atteso
cinecomic, ovvero Black
Panther, finito poi nelle mani di Ryan
Coogler. Secondo alcune
indiscrezioni, New Gods non sarà
collegato all’universo cinematografico DC, dunque la speranza di
vedere nel film i personaggi già introdotti è pari a zero.
Mentre aspettiamo che i Marvel Studios rendano ufficiali i
dettagli delll’edizione homevideo di Avengers:
Endgame, sono trapelate online alcune immagini tratte
da scene inedite del film che vedono protagonista Brie
Larson nei panni di Captain Marvel.
L’eroina ha debuttato nello suo
standalone-prequel a Marzo ed è tornata protagonista nel quarto
capitolo sui Vendicatori nelle battute iniziali, quando recupera
Tony Stark e Nebula nello spazio e raggiunge l’Avengers Compound.
Qui fa la conoscenza di Natasha Romanoff, Steve Rogers, Bruce
Banner, Rocket, Thor e James Rhodes, i sopravvissuti di
Infinity War, ma le loro presentazioni sono state
evidentemente tagliate dal montaggio già di per sé ricco che ha
sfiorato le tre ore.
Quello che vedete qui sotto è un
estratto della sequenza, ed è probabile che la versione integrale
sarà contenuta nei dischi dvd e blu-ray in arrivo nei prossimi
mesi. Da notare il costume di Carol Danvers prima dell’intervento
degli effetti speciali, leggermente diverso dall’uniforme indossata
negli anni Novanta.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli
sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti
in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora
una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare
l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
Arriva direttamente da Joel
Kinnaman la conferma del ritorno di Rick Flag in The Suicide
Squad, sequel (?) che proverà a riavviare le sorti del
franchise inaugurato nel 2016 dal cinecomic di David Ayer.
Stavolta, dietro la macchina da presa, ci sarà James
Gunn, che firma anche la sceneggiatura.
L’attore si unirà quindi a
Viola Davis (che interpreterà di nuovo Amanda
Waller) insieme a Jai Courtney, che sarà
ancora Captain Boomerang e Margot Robbie nei panni
di Harley Quinn, anche solo per un piccolo cameo. Parlando invece
delle novità, Variety ha fatto sapere che Idris
Elba, contrariamente alle notizie delle ultime settimane,
non sostituirà Will Smith per interpretare
Deadshot ma che la produzione ha eliminato il personaggio e gliene
affiderà un altro (per ora ignoto).
Alcune teorie dei fan hanno
ipotizzato che i membri originali della Task Force di Suicide Squad
verranno uccisi nei primi minuti del film di Gunn, lasciando così
lo spazio al nuovo team di personaggi che il regista intende
introdurre. Sarà davvero così?
Come riportato dal sito Geeks
WorldWide, Benicio Del Toro potrebbe entrare nel
cast e interpretare il villain, un “guerriero irascibile e anziano
che vive per combattere” chiamato The Mayor.
Sempre il sito riporta che il
misterioso supereroe di Idris Elba avrà una
figlia, possibile indizio sulla sua identità: sarà forse
Sportsmaster o proprio Deathstroke, i due assassini dei fumetti DC
con forti legami familiari? Il rumor è da prendere con la dovuta
cautela, visto che da quando l’attore è entrato nel cast si sono
alternate varie speculazioni fuorvianti sul ruolo.
Per The
Suicide Squad è stato confermato il ritorno nel cast
di Viola Davis (che interpreterà di nuovo
Amanda Waller) insieme a Joel
Kinnaman, che riprenderà il ruolo di Rick Flag (il
leader della task force), così come Jai
Courtney sarà ancora Captain Boomerang
e Margot
Robbie Harley Quinn, anche solo per un piccolo cameo.
Parlando invece delle novità, Variety fa sapere che Idris Elba, contrariamente alle notizie delle
ultime settimane, non sostituirà Will
Smith per interpretare Deadshot ma che la
produzione ha eliminato il personaggio e ne affiderà un altro (per
ora ignoto) all’attore.
Sempre sul reboot Justin Kroll di
Variety fa sapere, basandosi su alcune voci piuttosto attendibili,
che Dave Bautista non parteciperà al progetto come
ipotizzato nei mesi scorsi a causa di un’agenda di lavoro troppo
piena e impossibile da conciliare con gli impegni sul set del
cinecomic. A quanto pare Cena dovrebbe sostituire proprio Bautista
nel posto lasciato vacante, e i primi rumor suggeriscono che si
tratti di Peacemaker, alter-ego di Christopher
Smith.
Secondo quanto riferito nelle
ultime settimane, la lineup dei personaggi del cinecomic non subirà
molti stravolgimenti rispetto all’originale, ma è chiaro che il
riavvio del franchise abbia comunque bisogno di nuove figure da
introdurre in linea con la visione di Gunn e con le run originali
dei fumetti a cui si ispira.
La Warner Bros ha diffuso in
rete il primo trailer originale de Il Cardellino,
il film adattamento cinematografico del romanzo premio Pulitzer
scritto da Donna Tartt. Nel cast troviamo
Ansel Elgort, Nicole Kidman, Sarah Paulson, Jeffrey Wright,
Aneurin Barnard, Finn Wolfhard e Luke
Wilson. Alla regia c’è John Crowley
(Brooklyn).
Figlio di una madre devota e di un
padre inaffidabile, Theo Decker sopravvive, appena tredicenne,
all’attentato terroristico che in un istante manda in pezzi la sua
vita. Solo a New-York, senza parenti né un posto dove stare, viene
accolto dalla ricca famiglia di un suo compagno di scuola. A
disagio nella sua nuova casa di Park Avenue, isolato dagli amici e
tormentato dall’acuta nostalgia nei confronti della madre, Theo si
aggrappa alla cosa che più di ogni altra ha il potere di fargliela
sentire vicina: un piccolo quadro dal fascino singolare che, a
distanza di anni, lo porterà ad addentrarsi negli ambienti
pericolosi della criminalità internazionale. Nel frattempo, Theo
cresce, diventa un uomo, si innamora e impara a scivolare con
disinvoltura dai salotti più chic della città al polveroso
labirinto del negozio di antichità in cui lavora. Finché, preda di
una pulsione autodistruttiva impossibile da controllare, si troverà
coinvolto in una rischiosa partita dove la posta in gioco è il suo
talismano, il piccolo quadro raffigurante un cardellino che forse
rappresenta l’innocenza perduta e la bellezza che, sola, può
salvare il mondo.
Con un piccolo sfogo su Instagram
Emanuelle Seigner, attrice e moglie di
Roman Polanski, ha commentato negativamente un
aspetto particolare del nuovo lavoro di Quentin
TarantinoC’era una
volta a Hollywood, che come saprete è ambientato
sullo sfondo dell’omicidio della ex-partner del regista,
Sharon Tate.
Secondo la Seigner infatti, il regista non avrebbe chiesto il
permesso di trattare la vicenda ai diretti interessati, calpestando
così una vicenda troppo personale. Queste le sue parole in merito
al film, presentato nelle scorse settimane in concorso al Festival
di Cannes:
“Come si può usare la tragica
vita di qualcuno e poi camminarci sopra? Chiarisco perché vedo che
le persone non capiscono le mie parole. Non sto criticando il film.
Sto solo dicendo che loro, a Hollywood, non si preoccupano di fare
un film che parla di Roman e della sua tragica storia, mentre allo
stesso tempo lo trattano come un reietto. E il tutto senza
consultarlo, ovviamente“.
Dal 1977 Polanski
non vive più negli Stati Uniti dopo la condanna per abusi sessuali
ai danni di, Samantha Geimer, all’epoca dei fatti
poco più che tredicenne.
La storia si
svolge a Los Angeles nel 1969, al culmine di quella che viene
chiamata “hippy” Hollywood. I due protagonisti sono Rick Dalton
(Leonardo DiCaprio), ex star di una serie televisiva western, e lo
stunt di lunga data Cliff Booth (Brad Pitt). Entrambi stanno
lottando per farcela in una Hollywood che non riconoscono più. Ma
Rick ha un vicino di casa molto famoso…Sharon Tate.
Nel cast anche Damian
Lewis, Dakota
Fanning, Nicholas
Hammond,Emile
Hirsch, Luke
Perry, Clifton Collins
Jr., Keith
Jefferson, Timothy Olyphant, Tim Roth, Kurt
Russell e Michael
Madsen. Rumer Willis, Dreama
Walker, Costa Ronin, Margaret Qualley,
Madisen Beaty e Victoria
Pedretti. Infine Damon
Herriman sarà Charles Manson.
Il film segnerà anche l’ultima
apparizione cinematografica di Luke
Perry, morto lo scorso 4 marzo. L’uscita nelle sale
di C’era
una volta a Hollywood è fissata
al settembre 2019.
“Ho lavorato alla sceneggiatura
per cinque anni, e vissuto nella contea di Los Angeles per gran
parte della mia vita, anche nel 1969, e all’epoca avevo sette
anni“, ha dichiarato Tarantino. “Sono davvero felice di
poter raccontare la storia di una città e di una Hollywood che non
esistono più, e non potrei essere più entusiasta dei miei due
attori protagonisti.“
La conclusione di X-Men: Dark
Phoenix che vedremo in sala non corrisponde a quella
originariamente prevista dalla sceneggiatura, dettaglio del quale
hanno discusso in una recente intervista con Yahoo UK James
McAvoy e Michael Fassbender.
Parlando infatti delle riprese,
l’attore scozzese ha rivelato che il finale del film è cambiato
molto nel corso della lavorazione a causa di “sovrapposizioni e
parallelismi con la trama di un altro cinecomic uscito qualche
tempo fa“.
McAvoy ovviamente non ha fatto
riferimento a nessun titolo in particolare, ma le speculazioni sono
possibili se guardiamo alle uscite degli ultimi due anni, da quando
insomma Dark Phoenix è stato annunciato. Ad oggi ben undici film
targati DC o Marvel sono arrivati in sala in
quel periodo: Thor: Ragnarok, Justice
League, Black Panther, Avengers:
Infinity War, Deadpool 2, Ant-Man
and the Wasp, Venom,
Aquaman, Captain
Marvel, Shazam! e Avengers:
Endgame, quindi uno fra questi potrebbe essere il
“colpevole”.
Se poi consideriamo che soltanto
Thor: Ragnarok, Infinity War, Captain Marvel e Endgame hanno
presentato nella trama lunghe sequenze ambientate nello spazio, il
raggio di ricerca dovrebbe ridursi ulteriormente, senza contare che
lo standalone con Brie Larson ha un climax
narrativo molto simile a quello di Dark Phoenix e
le vicende della supereroina coinvolgono gli Skrull, alieni
mutaforma che ritroviamo – anche se con un aspetto e un nome
differente – nel film sui Mutanti.
Dunque è Captain Marvel il risultato dell’enigma?
“Avevamo delle spie sul
set“, scherza nell’intervista Michael Fassbender, “ci
hanno fondamentalmente rubato le nostre idee“.
Dark Phoenix è già
stato apostrofato da Kinberg come l’inizio di un nuovo capitolo per
la serie di film di X-Men.“Lo vedo
come un nuovo capitolo. Lo vedo come qualcosa che prende il
franchise e lo lancia in una direzione diversa con toni diversi. E
questo non significa che il prossimo avrà lo stesso tono, significa
solo che il prossimo può avere un tono diverso. Penso che per molti
anni, gli X-Men di Bryan [Singer] abbiano davvero trasformato il
genere dei supereroi nel 2000 o 2001 quando è uscito il primo.
Questo arriva quasi 20 anni dopo. È molto tempo fa. E a quel tempo,
i film sui supereroi non erano molto popolari, in realtà. C’erano
stati alcuni fallimenti a metà degli anni ’90, e non c’erano stati
molti film sui supereroi, e in quel periodo l’approccio sugli
X-Men era davvero rivoluzionario.”
Philadelphia è il
film che ha segnato gli anni ’90 e che è entrato di diritto nella
storia del cinema mondiale, facendosi apprezzare in tutto il mondo
per la sua delicatezza e per la profondità analitica degli
argomenti trattati.
Uscito nel 1993, questo film era
per lo più indirizzato alle persone che fossero scettiche o che
avessero convinzioni distorte circa l’AIDS, sensibilizzando il
pubblico verso questa malattia.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Philadelphia.
Philadelphia film
1. Un film per chi non è
affetto dalla malattia. Il regista
Jonathan Demme voleva che il film venisse visto da
persone che non avessero familiarità con l’AIDS. Sentiva, inoltre,
Bruce Springsteen avrebbe portato alla visione
del film un pubblico che normalmente non lo avrebbe visto, grazie
alla sua canzone, inclusa nel film, The Streets of
Philadelphia.
2. La scena della danza è
stata ripresa con musica vera in sottofondo. Jonathan
Demme ha deciso di registrare la scena dell’opera dal vivo, in modo
che Hanks potesse ottenere una performance migliore con la musica.
Ciò si è dimostrato estremamente complicato nel montaggio, poiché
la musica viene aggiunta in post-produzione.
3. Nel film ci sono malati
veri. Sembra che per Philadelphia siano stati scritturati
dei malati veri di AIDS che hanno partecipato alla realizzazione
del film. Tuttavia, la maggior parte di loro era in stato
terminale, tanto che diversi morirono pochi mesi dopo il termine
delle riprese.
Philadelphia streaming
4. Il film è disponibile in
streaming digitale. Chi volesse vedere o rivedere
Philadelphia, è possibile farlo grazie alla sua disponibilità sulle
diverse piattaforme di streaming digitale legale come Rakuten Tv,
Chili, Google Play e iTunes.
Philadelphia cast
5. Per il suo ruolo, Tom
Hanks è dimagrito molto. Tom Hanks ha dovuto perdere quasi tredici
chili per apparire opportunamente scarno per le scene da realizzare
in aula di tribunale. Al contrario, a Denzel Washington è stato chiesto di
guadagnare qualche chilo.
6. In origine, Demme voleva
ingaggiare un attore comico nel ruolo di Joe Miller.
Scritturare un attore comico sarebbe stato un buon
controbilanciamento per Tom Hanks, che era già stato scelto. Demme
aveva preso in considerazione Bill Murray e Robin Williams, ma quando Denzel Washington
mostrò interesse per il ruolo, decise di ingaggiare lui.
7. Demme voleva un altro
attore come protagonista. Inizialmente, Jonathan Demme
voleva che fosse Daniel Day-Lewis ad interpretare il ruolo da
protagonista, ovvero Andrew Beckett. Tuttavia, l’attore rifiutò
l’offerta per poter recitare in Nel nome del padre
(1993).
Philadelphia frasi
8. Un film con frasi da non
dimenticare. Un lungometraggio come Philadelphia non
poteva non essere generatore di frasi iconiche ed indimenticabili.
Ecco qualche esempio:
Fu in quel dolore che a me venne
l’amore, una voce piena d’armonia dice: vivi ancora, io sono la
vita… le lacrime tue io le raccolgo. Sto sul tuo cammino e ti
sorreggo. Sorridi e spera, io sono l’amore. (Andrew
Beckett)
Cosa sono mille avvocati
incatenati al fondo dell’oceano? Un buon inizio… (Andrew
Beckett)
Questa è l’essenza della
discriminazione: il formulare opinioni sugli altri non basate sui
loro meriti individuali, quanto alla loro appartenenza ad un gruppo
con presunte caratteristiche. (Joe Miller)
Aver fede significa credere in
qualcosa che non siamo in grado di provare. (Andrew
Beckett)
Philadelphia colonna sonora
9. La canzone di Bruce
Springsteen ha vinto diversi premi. Arrivando al 2018,
Street of Philadelphia di Sprengsteen è il secondo brano
ad aver vinto i tre primi premi principali – Oscar, Golden Globe e
Grammy -, dietro a Let the River Run di Carly Simon per
Una donna in carriera (1988).
10. La colonna sonora è
composta da molti brani diversi. La colonna sonora di
Philadelphia è stata composta da Howard
Shore e ad essa si sono affiancati i brani di Springstreen
e Neil Young.
Profumo – Storia di un
assassino è un film di cui si parla poco immeritatamente.
Questo film, infatti, è un piccolo gioiello capace di coinvolgere
lo spettatore e di ammaliarlo sotto tutti gli aspetti.
Uscito nel 2006, questo film
riunisce un cast stellare fatto di interpreti dal talento unico ed
inimitabile, come il migliore dei profumi in circolazione.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Profumo – Storia di un assassino.
Profumo – Storia di un assassino
film
1. È stata assunta una
compagnia di ballo. Siccome lo sceneggiatore e regista
Tom Tykwer considerò la scena delle orge una
danza che necessitava di coreografia, si rivolse ad una compagnia
di ballo per aiutarlo a mettere insieme la scena, La Fura Dels
Baus.
2. Ci sono volute diverse
settimane per ricercare i costumi. La costumista
Pierre-Yves Gayraud ha trascorso circa quindici
settimane alla ricerca di costumi prima di finalizzare qualsiasi
cosa. In totale, furono realizzati oltre millequattrocento costumi.
Dopo essere stati spediti da Bucarest, in Romania, i costumi doveva
essere invecchiati e sporcati, e una volta pronti per essere
indossati, il regista e sceneggiatore Tom Tykwer insistette che
attori e attrici li indossassero di continuo per diversi giorni per
rievocare questa pratica che, all’epoca in cui è ambientato il
film, era molto comune.
3. Per realizzare il film,
si è studiata la storia dell’arte. Durante la
pre-produzione,
Tom Tykwer, il direttore della fotografia Frank
Griebe, lo scenografo Uli Hanisch e il
costumista Pierre-Yves Gayraud hanno studiato le opere di
Caravaggio, Rembrandt e Joseph Wright. Questo lavoro è servito al
fine di garantire che l’estetica del film fosse correttamente
acquisita nella Francia del XVIII secolo.
Profumo – Storia di un assassino
streaming
4. Il film è disponibile in
streaming digitale. Chi volesse vedere o rivedere questo
film, è possibile farlo grazie alla sua presenza sulle varie
piattaforme di streaming digitale come Rakuten Tv, Chili e
Infinity.
Profumo – Storia di un assassino
cast
5. A questo film hanno
lavorato molte persone.Secondo il sito
web ufficiale, questo film comprendeva qualcosa come sessantasette
ruoli parlanti, cinquemiladuecento comparse e centodue set. Dietro
le quinte, invece, hanno lavorato cinquecentoventi tecnici.
6. Ben Whishaw ha costruito
il ruolo studiando gli animali. Secondo Ben
Whishaw, iniziare a studiare gli animali gli è
sembrato il punto giusto da dove partire per cercare di comprendere
appieno il suo personaggio e per costruirlo. Questo studio, in
particolare sui Loris (appartenente alla famiglia dei primati) gli
è servito per vedere come l’olfatto influisce sul modo in cui si
muovono, come interagiscono con il mondo.
Profumo – Storia di un assassino
frasi
7. Frasi da ricordare come
un intenso profumo. Profumo – Storia di un assassino ha
dato vita a frasi uniche ed indimenticabili come un profumo così
buono ed intenso che permane a lungo nelle narici. Ecco, dunque,
qualche frase del film:
Fabbricherò tutti i profumi che
desiderate ma voi dovete insegnarmi a catturare l’odore di ogni
cosa che esiste, potete farlo? (Jean-Baptiste
Grenouille)
Il talento vale pressoché niente,
mentre l’esperienza acquisita con l’umiltà e il duro lavoro è
inestimabile! (Giuseppe Baldini)
L’anima degli esseri è racchiusa
nel loro odore. (Giuseppe Baldini)
Possedeva un potere più forte del
potere del denaro o del terrore: l’invincibile potere di suscitare
l’amore nell’umanità.
Profumo – Storia di un assassino
libro
8. Il film si basa sul
libro dal titolo Il profumo. Il produttore e sceneggiatore
Bernd Eichinger aveva cercato di convincere
l’autore del libro Il profumo, Patrick
Suskind, con il quale era amico, a vendre i diritti del
romanzo già al momento della sua pubblicazione originale nel 1985.
Egli, però, riuscì ad averne i diritti solo nel 2001, acquistandoli
per dieci milioni di euro.
9. Il libro ha ispirato
anche i Nirvana. Oltre che ispirazione per il film, il
libro di riferimento ha fatto da base alla canzone dei Nirvana
intitolata Scentless Apprentice.
Kurt Cobain sostenne di portare il libro in tasca, asserendo
che si identificava con l’alienazione di Grenouille.
Profumo – Storia di un assassino
colonna sonora
10. La colonna sonora è
stata eseguita da un gruppo d’eccezione. Per questo film,
infatti, si è deciso di far realizzare la colonna sonora alla
Berliner Philharmoniker (la Filarmonica di
Berlino), sotto la direzione di Simon Rattle.
The Counselor – Il
procuratore è uno dei film più intriganti degli ultimi
anni, capace di coinvolgere lo spettatore nella storia e di farlo
cadere nel vortice di cui è vittima il protagonista.
In grado di raccontare eventi non
troppo lontani dalla realtà attuale, questo film è popolato da un
cast decisamente stellare che difficilmente si potrebbe vedere in
egual maniera in qualche altro film.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su The Counselor – Il procuratore.
The Counselor film
1. Ridley Scott voleva
portare sullo schermo uno scritto di Cormac McCarthy.
Questo film, di base, è nato dai tentativi falliti di Ridley Scott di adattare il romanzo Blood
Meridian di Cormac McCarthy. I due si conoscevano da
allora e quando lo scritto ha offerto la sceneggiatura di The
Counselor, il regista non ha esitato, lo ha incontrato e ha
acquisito lo script con cui realizzare il film.
2. La produzione è stata
interrotta per la morte di Tony Scott. Il 20 agosto del
2012, Ridley Scott ha interrotto la produzione del
film a causa della morte di suo fratello Tony. Le riprese si sono fermate per una
settimana abbondante, periodo in cui il regista è andato a Los
Angeles per stare con la sua famiglia. In seguito, Scott è tornato
a Londra per riprendere la produzione il successivo 3
settembre.
3. Ci sono personaggi senza
nome proprio. Il principale personaggio del film rimane
senza nome per tutta la durata del lungometraggio. La stessa cosa
accade con altri personaggi, che vengono generalmente chiamati La
Bionda, Il commerciante di diamanti, Il prete o L’acquirente. Altri
personaggi hanno invece solo il nome, ma non il cognome.
The Counselor streaming
4. Il film è disponibile in
streaming digitale. Rivedere o vedere per la prima volta
The Counselor – Il procuratore è possibile, grazie alla
sua presenza sulla diverse piattaforme di streaming digitale legale
come Rakuten Tv, Google Play, Chili e Tim Vision.
The Counselor cast
5. Ci sarebbe potuta essere
Angelina Jolie. In origine, per il ruolo di Malkina, era
stata considerata Angelina Jolie, ma lei, in seguito, ha dovuto
abbandonare il ruolo. Di conseguenza, la scelta dell’attrice che
potesse interpretare questo ruolo è ricaduta su Cameron Diaz.
6. In molti volevano
interpretare Reiner. Pare che si siano offerti diversi
attori per poter interpretare questo personaggio: tra i tanti, si
citano i nomi di Bradley Cooper e Jeremy Renner che erano anche stati
considerati per il ruolo. Anche Brad Pitt era interessato verso il personaggio
prima che venisse scelto per interpretare Westray.
7. Natalie Portman era
stata considerata per un ruolo. L’attrice Natalie Portman era stata presa in
considerazione per poter interpretare il personaggio di Laura. In
seguito, però, la scelta è ricaduta su Penelope Cruz che si è trovata a recitare
nello stesso film del marito Javier Bardem, pur non comparendo insieme in
nessuna scena.
The Counselor: Cameron Diaz
8. Cameron Diaz si è dovuta
doppiare. Inizialmente, Cameron Diaz aveva interpretato
Malkina con un forte accento Bajan, esaminando l’efficacia con
l’anteprima pubblica. La 20th Century Fox ha successivamente
chiesto all’attrice di
ridoppiare la maggior parte delle sue battute, suo malgrado. La
Diaz si è poi rifiutata di promuovere il film dopo la sua
uscita.
9. Il suo personaggio aveva
tanti outfit diversi.Paula Thomas ha
contribuito al guardaroba del film vestendo l’attrice con circa 15
abiti diversi. Questo perché il suo personaggio rappresenta una
donna audace, moderna, sempre in vista.
The Counselor trailer
10. Un trailer da vedere. Prima di visionare il film, sarebbe
buona cosa dare un occhiata al suo trailer. In questo breve lasso
di tempo sarà possibile preparasi alla visione successiva del film
e capire quali saranno gli elementi messi in gioco.
Sono ufficialmente iniziate le
riprese di Vedova Nera, lo standalone dedicato al
personaggio visto di recente in Avengers:
Endgame e che sarà interpretato ancora una volta da
Scarlett Johansson. L’attrice è stata vista sul
set a Seabo, città della Norvegia, come testimoniano le immagini e
il video che trovate qui sotto, mentre girava alcune scene in abiti
civili.
Vi ricordiamo che il titolo di
lavorazione del film è “Blue Bayou” e che in regia c’è Cate
Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo
dell’universo cinematografico Marvel.
Resta ancora irrisolto il mistero
sulla timeline del film: c’è chi pensa che si tratterà un prequel
ambientato prima di Iron Man 2, tuttavia secondo
quanto riferisce un recente rumor, Vedova Nera potrebbe svolgersi
addirittura dopo gli eventi di Captain America:
Civil War, e non alla fine degli anni Novanta come
teorizzato negli ultimi mesi.
Deadline ha confermato nelle scorse
settimane che O-T Fagbenle (Luke Bankole nella
pluripremiata serie The Handmaid’s Tale) è entrato
nel cast del film e interpreterà il principale antagonista.
La sceneggiatura è stata riscritta
nei mesi scorsi da Ned Benson (The
Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme alla Johansson ci
saranno anche David Harbour, Florence
Pugh, e Rachel Weisz, ma i loro ruoli non
sono stati ancora rivelati.
Al momento non ci sono ulteriori
aggiornamenti sul film, né sui personaggi o le direzioni della
trama. Lo studio è invece determinato a mantenere la massima
segretezza intorno al progetto che, come saprete, rivedrà la
Johansson nei panni della spia sovietica Natasha Romanoff
presumibilmente prima degli eventi che l’hanno portata a diventare
un membro del team dei Vendicatori.
Li abbiamo conosciuti come
cacciatori di draghi temerari e allo stesso tempo spaventati dalle
tremende creature alate, li abbiamo accompagnati nella loro
scoperta della vera natura di quelli che loro consideravano solo
rettili infestanti e in Dragon Trainer –
il mondo nascosto, il terzo e ultimo capitolo della
saga Dreamworks, accompagniamo gli abitanti di
Berk nel loro viaggio per proteggere e difendere quei draghi che
sono diventati non solo amici, ma anche aiutanti e difensori,
coinquilini di quell’isoletta diventata troppo stretta per tutti i
draghi ospitati dal popolo di Hiccup.
L’avventura, il mistero, le
emozioni sono i protagonisti principali di queste tre avventure, ma
con loro, inutile nasconderlo, i personaggi più amati sono proprio
i draghi, diversi per forme, potenzialità e carattere, proprio come
le persone. Dalla Furia Buia, simbolo della saga, ai temibili
Deathgripper che conosciamo solo nel Il mondo nascosto, ecco una
rapida guida per conoscerli meglio:
Furia Buia: è, come detto, l’esemplare più originale e famoso
del franchise, grazie a Sdentato, il drago personale di Hiccup.
Possiede un corpo quasi del tutto nero, due paia di grandi ali e
due membrane sulla coda, essenziali per il volo. Ha una massiccia
potenza di fuoco di cui può controllare l’intensità. Il suo
comportamento è molto simile a quello di un gatto, mentre i denti
retrattili sono quelli ai quali l’esemplare protagonista deve il
suo nome. Nonostante la sua natura feroce, è il più intelligente
fra i draghi, capace di analizzare le situazioni e risolvere
problemi che metterebbero in difficoltà chiunque. Si tratta di una
specie molto rara, perché in passato cacciata ferocemente dagli
acchiappadraghi e Sdentato sembra essere l’ultima Furia Buia di
tutta Berk.
Uncinato Mortale: ha solitamente un’indole aggressiva e
un temperamento molto suscettibile e vanitoso. Somiglia ad un
uccello sia nell’aspetto che nel comportamento ed è dotato di
squame variopinte. Esemplare molto agile, possiede quattro zampe e
le ali, è un volatore molto resistente. Possiede il fuoco più caldo
di tutti i draghi. Dalla coda può lanciare spuntoni ossei come
proiettili. L’esemplare più famoso è Tempestosa, cavalcata da
Astrid.
Gronkio: si tratta di uno degli esemplari più forti e
resistenti, ha una testa enorme e un corpo minuscolo, con una tozza
coda a mazza, fornita di spuntoni, mentre la pelle è durissima e
molto bitorzoluta. Le ali del Gronkio ricordano come movimento
quelle delle libellule e dei colibrì, e per farlo volare battono
molto velocemente; questo drago è noto per essere capace di dormire
mentre vola, volare di lato e persino all’indietro. Generalmente
pigro e scontroso, il Gronkio è un combattente spietato e tenace,
ma allo stesso tempo molto leale al suo cavaliere. Un esemplare
femmina, Muscolone (Meatlug), è cavalcato da Gambedipesce.
Incubo Orrendo: è uno dei più feroci e temuti tra i
draghi. Differentemente dagli altri draghi, le sue zampe anteriori
e le ali sono fuse insieme come in uno pterosauro; all’estremità
delle ali possiede lunghissimi artigli a forma di uncini, che gli
consentono di aggrapparsi a qualsiasi superficie verticale e
strisciare lungo i muri e le pareti. La sua strategia d’attacco
preferita è quella di infuocarsi; questa tecnica lo rende un
avversario molto temibile. Moccicoso cavalca Zannacurva
(Hookfang).
Orripilante Bizippo: è un esemplare molto raro ed ha due
teste indipendenti. Una produce un gas nocivo e altamente
infiammabile, l’altra genera scintille, creando insieme esplosioni
letali. I suoi denti possono inoltre iniettare veleno per
predigerire le prede. Ha le ali proporzionate al corpo e possiede
pupille molto sottili. Questo drago ricorda molto l’Idra, il mostro
mitologico. Un esemplare maschio è cavalcato da Testabruta,
che cavalca la testa sputa-gas chiamata Vomito (Barf), e da
Testaditufo, che cavalca la testa sputa-scintille chiamata Rutto
(Belch).
Terribile Terrore: è uno dei più piccoli draghi
esistenti, ha un corpo non più grande di quello di un gatto e due
ali molto piccole. In genere si sposta in gruppo ed è un esemplare
molto curioso. I Terribili Terrori sono anche molto litigiosi e
territoriali, e combattono spesso tra di loro. Anche se è piccolo,
ha una millimetrica precisione di fuoco e i suoi colpi sono più
simili a spari, è considerato il cecchino del mondo dei
draghi.
Morte Rossa: si tratta di un colosso armato di una
grossa mazza chiodata sulla coda e sei orribili occhi. Sembra che
questo drago viva 2000 anni, durante i quali depone fino a 3000
uova. I piccoli poi nel corso dei successivi 100 anni si divorano a
vicenda finché non ne rimane uno solo. La sua pelle pesantemente
corazzata gli consente di resistere al caldo più estremo, e di
vivere persino all’interno dei vulcani. A differenza degli altri
draghi non ha un punto cieco grazie ai suoi sei occhi, e produce
giganteschi torrenti di fuoco.
Grande Bestia Selvaggia – Il Re dei Draghi: è un drago bianco
gigantesco. Vive nelle caverne glaciali e negli oceani, sputa
ghiaccio e nonostante le ali non può volare. Viene considerato il
“Re dei Draghi” in quanto può assoggettare gli altri
draghi al proprio volere ma, solitamente, ha natura gentile e più
che sfruttarli li protegge.
Tagliatempeste: è un drago molto intelligente e possiede
quattro ali che gli permettono una grande manovrabilità nel volo.
La sua fiammata è molto potente e appare come un vortice di fuoco.
Il suo comportamento è simile a quello dei gufi. Saltanuvole è un
esemplare guidato da Valka.
GrugnoZoppo: hanno l’aspetto di dinosauri alati con un corno, e
una cresta che gli permette di captare ciò che hanno intorno. Può
cambiare il colore delle proprie squame a suo piacimento. Valka ne
possiede un esemplare cieco chiamato
Gruff.
Dragoncelli: assomigliano a un incrocio tra Uncinato Mortale
(corpo e zampe) e Orribilante Bizzippo (testa, spine e coda).
Il loro comportamento assomiglia a quello del Terribile Terrore e
possono essere di vari colori. Sputano un fiamma verde.
Nel film i protagonisti ne cavalcano dei cuccioli.
Ruttocaldo: probabilmente sono imparentati col Gronkio in
quanto ne sono molto simili. Sono però un po’ più grandi e hanno
gli occhi più lontani dalle orecchie. Nonostante possano cibarsi di
rocce preferiscono i metalli. Mentre dormono possono fare pressoché
qualsiasi cosa. Nel film Gobber ne cavalca un esemplare
chiamato Broncio(Grump).
Cornotonante: sono draghi corazzati dall’olfatto molto
sviluppato. Amano “sguazzare” nello sporco per scovare nuovi odori.
Sparano dei “missili” di fuoco che esplodono all’impatto. Nel film
Stoik ne cavalca un esemplare chiamato
Spaccateschi(Skullcrusher).
TagliaPioggia: ama volare nella pioggia e stare nei posti umidi
pieni di vermi e larve di cui si nutre. Possiede una cresta sulla
schiena simile a quella dello spinosauro. Valka ne ha salvato un
esemplare a cui una rete aveva spezzato un’ala.
Squotimari: questi esemplari vivono negli oceani e si nutrono
di pesce. Dall’aspetto simile a quello di una manta hanno: due
grandi ali, due pinne più piccole e due teste. Utilizzano
dell’elettricità come arma.
Canino Affilato: è un drago azzurro coperto di macchie rosse.
Le zampe anteriori sono piccolissime mentre quelle posteriori sono
possenti. È munito di un randello al termine della coda.
Deathgripper: hanno tutti un colore rosso sangue, con spessi
segni neri sul corpo e sulle zampe. Hanno anche un paio di zanne
bianche e placche su schiena e coda. Ognuno di loro possiede anche
un pungiglione velenoso all’estremità della coda. Di quelli che
vediamo in Dragon Trainer – il mondo nascosto, tutti indossano un
collare perché assoggettati a Grimmel che li controlla con il loro
stesso veleno. Sono descritti come “assassini di draghi”, non hanno
quindi un carattere facile e presentano un’indole adeguata al
cattivo che se ne serve.
Furia chiara:ne incontriamo una all’inizio del terzo film.
Sembra avere un temperamento selvaggio, che non vuole avere
rapporti con gli umani. L’incontro con Sdentato la rende più mite,
anche se mantiene la diffidenza nei confronti degli esseri umani. È
determinata, forte e molto silenziosa, le sue scaglie diventano
specchi, tanto che riesce a mimetizzarsi e il suo getto di fuoco
apre dei portali nello spazio. Il suo corpo è candido, molto simile
a quello della Furia Buia.
Insomma, la saga di Dragon
Trainer non ci ha offerto solo esemplari umani bizzarri,
con protesi meccaniche (da veri vichinghi) e dinamiche di amicizia
autentiche, ma anche un bestiario fantastico di tutto rispetto, che
arricchisce la fantasie e l’immaginazione dello spettatore.
Adesso, con l’uscita in Home video
di Dragon Trainer – il Mondo nascosto, sarà
possibile rivedere di nuovo tutti i rettili volanti in azione, e
sul loro dorso volare all’avventura.
Spider-Man: Far
From Home chiuderà definitivamente la Fase 3 del
MCU, e in qualche modo potrebbe
impostare le basi per ciò che vedremo nella Fase 4 ancora in fase
di costruzione. In attesa di vederlo nelle sale a luglio, ecco
qualche interessante teoria sul film e gli indizi sul futuro
dell’universo cinematografico:
1La nuova lineup dei
Vendicatori
Prima di Avengers:
Endgame credevamo che non tutti i Vendicatori
originali sarebbero sopravvissuti agli eventi, e così è stato: ma
allora chi riempirà il vuoto lasciato da Iron Man e Vedova
Nera?
Detto ciò guardando a Spider-Man: Far From
Home e alle prospettive future, non sarebbe sbagliato immaginare
che il nuovo team sarà composto da Peter Parker, Captain Marvel,
Black Panther, Doctor Strange e molti altri…
L’ultimo acquisto del cast di
Kingsman: The Great Game è Liam
Neeson, che raggiungerà sul set i già confermati
Harris Dickinson, Ralph Fiennes,
Aaron Taylor-Johnson, Stanley
Tucci, Charles Dance e
Daniel Bruhl. A riportare la notizia è Deadline
insieme alle dichiarazioni del regista Matthew
Vaughn (esclusiva di Digital Spy).
“Concluderemo la storia del
rapporto fra Eggsy e Harry. L’ultimo capitolo della loro saga
doveva essere raccontato, e siamo pronti a farlo, sperando di
iniziare le riprese entro il 2019 o almeno all’inizio del prossimo
anno“.
È stato spiegato nei mesi scorsi
che il terzo film del franchise sarà ambientato all’inizio del
ventesimo secolo, descritto come un “dramma d’epoca” sulle vicende
del mondo filtrate attraverso gli occhi dei Kingsmen.
Non abbiamo ulteriori dettagli
sulla produzione, ma sembra che l’assenza di Taron
Edgerton comprometterà il ritorno di Colin
Firth nel ruolo di Harry Hart. Lo stesso Vaughn aveva
recentemente spiegato che il terzo capitolo sarebbe stato “la
conclusione del rapporto Harry Hart / Eggsy”, ma senza uno dei
due sarà comunque possibile realizzare questa prospettiva?
Nonostante l’accoglienza tiepida
avuta dal secondo capitolo, Kingsman:
The Golden Circle è stato un grande
successo al botteghino, incassando oltre 410 milioni in tutto
il mondo ($ 100 milioni di dollari, $ 310,6 milioni di stranieri)
su un budget di produzione di $ 104 milioni. La franchigia ha
incassato complessivamente oltre $ 825 milioni in tutto il
mondo.
L’accordo
in sospeso con la Disney, che sarà finalizzato entro
la fine della prossima estate, non dovrebbe avere alcuna influenza
sulla produzione di questo film dal momento che le riprese
probabilmente inizieranno durante il primo trimestre del 2019.
Nel frattempo possiamo vedere
Edgerton nei panni di Elton John in Rocketman,
biopic presentato di recente al Festival di Cannes, fuori concorso,
accolto con successo dalla stampa internazionale.
In occasione della Star
Wars Celebration era stato J.J. Abrams a
confermare che Episodio IX: L’Ascesa di
Skywalker avrebbe fatto luce sulle misteriose origini
di Rey esplorando il passato del personaggio in
vista della conclusione della saga.
“Sapevamo che il film doveva essere una
conclusione soddisfacente ed eravamo ben consapevoli che le origini
di Rey è uno degli argomenti più discussi…ora non voglio dire che
ciò che è successo in Episodio VIII non conta, ma posso affermare
che il prossimo capitolo racconterà molto di più della storia di
quello che avete visto.“
Il regista ovviamente faceva
riferimento alla scena di Gli Ultimi Jedi in cui
Kylo Ren confessa all’eroina che “è soltanto la figlia di due
mercanti di Jakku che ti hanno venduta in cambio di soldi“, ma
ora un nuovo rumor diffuso dal sito Making Star Wars sembra
riferire che uno dei genitori di Rey è un volto noto del
franchise.
Secondo questa voce, suo padre è
nientemeno che Han Solo. A quanto pare mentre Leia
si addestrava con Luke, Han avrebbe avuto una relazione con
un’altra donna e da quel rapporto sarebbe nata una figlia. Dopo
questo evento Ben Solo, adirato, verrà spedito da Han
nell’accademia jedi di Luke.
Trattandosi di una notizia non
ufficiale vi invitiamo a prenderla con cautela. Di certo se la
teoria dovesse essere fondata, si spiegherebbe la speciale
connessione tra Rey e Kylo Ren mostrata nei precedenti capitoli di
Star Wars. Che ne pensate? Riuscirà Episodio
IX a sciogliere ogni dubbio sulla questione?
On a Patreon episode we discussed a rumor
going around. If I didn't put it on the site it means its a rumor
going around but I'm not gonna die on a hill for it. Pretty sure we
prefaced the episode with it being a rumor too, which is is. It
isn't the same as empirical evidence.
Vi ricordiamo che Star
Wars: The Rise Of Sywalker, capitolo conclusivo della
nuova trilogia del franchise diretto da J.J.
Abrams, arriverà nelle sale a dicembre
2019.
Nel cast Daisy
Ridley, Oscar
Isaac, John
Boyega, Kelly Marie
Tran, Naomi
Ackie, Joonas Suotamo,Adam
Driver, Anthony Daniels, Billy
Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall
Gleeson, Billie Lourd e il veterano del
franchise Mark Hamill. Tra le new entry
c’è Richard E. Grant.
Il ruolo di Leia Organa sarà
interpretato di nuovo da Carrie Fisher, usando del
girato mai visto prima da Star Wars: Il Risveglio della
Forza. “Tutti noi amiamo disperatamente Carrie
Fisher – ha dichiarato Abrams – Abbiamo cercato
una perfetta conclusione alla saga degli Skywalker nonostante la
sua assenza. Non sceglieremo mai un altra attrice per il ruolo, né
mai potremmo usare la computer grafica. Con il supporto e la
benedizione della figlia, Billie, abbiamo trovato il modo di
onorare l’eredità di Carrie e il ruolo di Leia in Episodio IX,
usando del girato mai visto che abbiamo girato insieme per Episodio
VII.”
Star Wars: The
Rise Of Skywalker, le teorie sul significato del titolo
Alla vigilia dell’uscita di
Men In Black:
International (quarto capitolo del franchise che lo
vede protagonista al fianco di Tessa Thompson, già
sua collega in Thor: Ragnarok),
Chris
Hemsworth ha concesso una lunga e interessante
intervista a Variety ripercorrendo le fasi che hanno scandito la
sua carriera a Hollywood, dall’inizio del percorso con i Marvel Studios alla sfida di
mettersi in gioco con ruoli diversi.
“Dopo il primo Thor mi sentivo
limitato dall’atteggiamento rigido e serioso del personaggio. Così
in vista di Ragnarok ho contattato Kevin Feige per proporgli
un’idea abbastanza radicale. Il problema era che passati The
Avengers e The Dark World ero come intrappolato nel ruolo,
costretto in una tipologia di casting che mi avrebbe perseguitato
per sempre. Quello era tutto ciò che aveva da offrirmi? Pensavo ci
fosse dell’altro che potevamo fare.“
Sappiamo dove ha portato questo
“progetto” di cambiamento. In Avengers: Endgame
Thor è irriconoscibile, alcoolizzato, sovrappeso, senza onore e
nobiltà, rassegnato dagli eventi che gli hanno tolto la sua
famiglia e il suo popolo.
“Mi piaceva quella
direzione“, dichiara l’attore a proposito del Lebowski Thor,
“Perché stava contraddicendo tutte le aspettative.” E a
quanto pare la bozza iniziale del film prevedeva un ritorno alla
sua solita forma fisica verso la metà del film, decisione a cui
Hemsworth si è opposto senza indugi. “Amavo quella versione di
Thor, era così diversa da qualsiasi altro modo in cui avevo
interpretato il personaggio che poi ha preso una piega tutta
sua“.
Ma l’intervista è anche la perfetta
occasione per discutere dei successi e dei fallimenti, delle
speranze e dei lavori mancati. Cominciando dal remake al femminile
di Ghostbusters del 2016 dove è stato diretto da
Paul Feig, un maestro della commedia
contemporanea.
“Ancora oggi resta uno dei miei
ruoli preferiti, anche se stavo quasi per rinunciare. Tre o quattro
settimane prima dell’inizio delle riprese Paul mi disse: ‘Sto per
riscrivere il personaggio. Non preoccuparti.’ E poi ho ricevuto la
sceneggiatura e non era cambiato nulla.” Secondo Hemsworth
Feig aveva scelto di lasciare che gli attori improvvisassero molto
sul set, dettaglio che lo spaventava a tal punto da pensare di
mollare. “Avevo davvero paura, non avevo un piano, quindi mi
stavo solo nutrendo del loro talento e mi sentivo semplicemente
ridicolo nel farlo…ma l’ho usato.“
E che dire della volta in cui stava
per indossare i panni di un altro supereroe?
“Ero davvero vicino
dall’ottenere il ruolo di Gambit nel franchise di
Wolverine, ma fu scelto Taylor Kitsch. Ero arrabbiato, i soldi
stavano finendo, ma guardo le cose con filosofia: se avessi
interpretato un X-Men, ora non sarei Thor“.
Per quanto riguarda il futuro, tra
la rinuncia al nuovo film di Star Trek e i rumors
su James Bond, la star australiana spiega che da
qualche anno le sue scelte in termini professionali sono diventate
più mirate e che si, gli piacerebbe tornare nel MCU per le prossime
avventure del Dio del Tuono:
“Vorrei fare di più, ad essere
onesti, ma non so quale sia il piano. Mi sento come se avessimo
aperto la porta ad un personaggio diverso, e non vedo l’ora di
scoprire dove possa portarci“.
Kit Harington,
star de Il Trono di Spade, ha partecipato a un
“ritiro del benessere” prima della finale dello show su HBO, andato
in onda lo scorso 19 maggio. L’addetto stampa dell’attore ha
rilasciato una dichiarazione a Variety in cui dice:
“Kit ha deciso di utilizzare questo break dall’attività
lavorativa come un’opportunità di trascorrere del tempo in una
struttura in cui potrà lavorare su alcuni problemi
personali.”
Page Six ha
riportato per la prima volta martedì la notizia in merito
all’attore britannico, che ha interpretato Jon Snow nella serie HBO
tratta dai romanzi di Martin. Secondo quanto riferito, Harington è
arrivata al centro poche settimane prima della finale dello show il
19 maggio.
Nel recente documentario di
Game of Thrones: Last Watch, possiamo vedere una
scena che mostra l’attore che scoppia a piangere quando scopre che
il suo personaggio ucciderà la sua amata Daenerys (Emilia
Clarke) nell’episodio finale. Alla domanda su quel momento
durante The Tonight Show di Jimmy Fallon,
Harington ha detto: “Sono rimasto molto scioccato da certi
eventi e poi mi si sono appannati gli occhi.”
In un’intervista, il trentaduenne,
che è stato catapultato nella fama mondiale con il selvaggio
successo dello show, si è aperto sul suo stato mentale ed emotivo
mentre era impegnato nella serie, ammettendo che i suoi momenti
“più oscuri” sono arrivati quando Jon Snow è diventato il centro
della narrazione.
“Non è stato un periodo molto
bello nella mia vita – ha detto – Sentivo di essere la
persona più fortunata al mondo quando, in realtà, ma mi sentivo
molto vulnerabile, ho attraversato un periodo tremendo”.
“Il mio periodo più oscuro è
stato quando lo show ha iniziato a pesare così tanto su Jon, da
quando è stato ucciso a quando è tornato. Non mi piaceva molto
l’attenzione dell’intero spettacolo su Jon, anche se quando diventi
il cliffhanger dello show televisivo, probabilmente il focus su
di te è normale.”
In un’intervista con
Esquire, Harington ha anche ammesso di avere avuto
un crollo durante le riprese delle scene finali della serie.
“Il mio ultimo giorno di
riprese, mi sentivo bene… mi sentivo bene… poi durante le ultime
inquadrature ho cominciato a iperventilare – ha detto –
Poi hanno chiamato la fine delle riprese, e sono crollato; è
stato un sollievo il fatto di non doverlo rifare di
nuovo.”
Non sappiamo cosa riserverà a
Kit Harington il suo futuro professionale.
Speriamo però di rivederlo presto in buona salute psicofisica alla
prese con qualche altro personaggio amabile come Jon Snow.
Sappiamo che Kit
Harington è anche trai protagonisti del primo film in
lingua inglese di Xavier Dolan, The Death
and Life of John F. Donovan, che non ha ancora una data
d’uscita italiana ma che speriamo di vedere presto in sala.