Lightyear
– La vera storia di Buzz, il lungometraggio
originale Disney e Pixar che segue il leggendario Space Ranger in
un’avventura intergalattica, arriverà il 15 giugno nelle sale
italiane. La nuova avventura d’azione racconta le origini di Buzz
Lightyear, l’eroe che ha ispirato il giocattolo di Toy
Story.
Lightyear
– La vera storia di Buzz è diretto da Angus
MacLane, regista vincitore dell’Annie Award e animatore veterano di
Pixar che ha co-diretto Alla
Ricerca di Dory del 2016, ed è prodotto da Galyn Susman
(il corto Toy Story: Tutto un altro mondo).
Il premiato compositore Michael Giacchino, che ha firmato le
musiche di The Batman e Spider-Man: No Way Home, comporrà la colonna sonora di
Lightyear – La vera storia di Buzz. Giacchino ha un
rapporto di lunga data con Pixar: ha vinto un Oscar, un Golden
Globe e un GRAMMY per la colonna sonora originale di Up.
Inoltre, la sua filmografia Pixar include, tra gli altri, Gli
Incredibili – Una “normale” famiglia di supereroi,
Ratatouille, Cars 2, Inside Out,
Coco e Gli Incredibili 2.
Adam Berg debutta
alla regia con un film
Netflix apocalittico che però parla della realtà
attuale (virus e guerra) e del suo paese (la Svezia). Granchio
Nero è il racconto crudo di un conflitto combattuto da
soldati improvvisati: uomini e donne strappati alla propria vita e
resi guerrieri per ordini inopponibili. Il punto di vista è quello
di una madre (Noomi Rapace) e le parole d’ordine a
cui la donna risponde sono speranza e resilienza.
La trama di Granchio Nero
Edh (Noomi
Rapace) e la figlia sono in giro in macchina nella propria
città svedese. Tutto sembra normale. Improvvisamente, spari e rombi
di aerei invadono i loro spazi: le due vivono in un pese in guerra.
La bambina viene rapita dai soldati.
Stacco. Lo scenario è ora
chiaramente bellico: Edh si trova su un treno insieme ad
altre persone armate. Viene fatta scendere: è stata chiamata dal
governo per svolgere una missione tanto insolita quanto
disperata, l’operazione Granchio Nero. Insieme ad altri
soldati, Edh deve portare in salvo una serie di capsule
preziose per il paese e necessarie per vincere la guerra. La
difficoltà della missione è nel percorso che devono compiere i
soldati: devono attraversare un territorio completamente
ghiacciato, pattinando per migliaia di chilometri lungo il confine
con il nemico. Nell’instabilità generale della situazione – la
guerra, il ghiaccio, la disperazione, l’unica cosa che dà forza a
Edh è la speranza di riabbracciare la figlia.
La Svezia: fredda, grigia,
desolata
Ciò che fa da sfondo a
Granchio Nero è la Svezia. Nel film, i luoghi
freddi, innevati, ghiacciati e bui si uniscono allo scenario
bellico, post-apocalittico e desolato. Vestiti sgualciti, armi,
divise militari, morti per strada, vagabondi, profughi. Ghiaccio,
neve, boschi scuri. Tutto è terribilmente grigio e sgualcito.
Il film possiede le tipiche tinte
desaturate dei film nord-europei. In questo caso, i colori non solo
esprimono uno stile registico, ma si abbinano anche bene al tema
trattato nel film. Luoghi, temi e colori a tratti paragonabili a
quelli di Dunkirk
di Christopher
Nolan.
Raccontare la guerra nel
2022, guardando al futuro e parlando di donne
Al centro di Granchio
Nero – del film come della missione – c’è
Edh. Adam Berg racconta di una madre,
privata della figlia e della sua femminilità e costretta a
combattere per una causa in cui nemmeno crede. L’attrice è Noomi Rapace, volto già visto in film come
Sherlock Holmes – Gioco di Ombre,Prometheus di Ridley Scotte Passion di
Brian De Palma. I tratti e le espressioni
dell’interprete sono essenziali per rendere il suo personaggio
quella figura materna indurita dal conflitto: Edh
vuole soltanto riabbracciare la figlia, ma per poterlo fare deve
agire in modo tutt’altro che materno.
La forza del lungometraggio risiede
anche nel tentativo di attualizzare il tema della guerra: per
quanto possa sembrare un film fantascientifico e post-apocalittico,
Granchio Nero mostra una plausibile risposta ad
una domanda altrettanto plausibile: cosa succederebbe se, oggi,
scoppiasse una guerra in Europa?
Un film terribilmente attuale
Granchio Nero,
visto oggi, spaventa. Il tema bellico in un paese,
la Svezia, agli occhi di tutti visto come pacifico e benestante è
attualissimo e si aggiunge all’altra grande preoccupazione del
nostro tempo: un virus distruttivo. In questo
caso, il virus
è visto come un’arma, uno strumento estremamente potente per
vincere la guerra. Il film riflette su temi moralmente non
indifferenti e pone domande sostanziose allo spettatore: è peggio
un conflitto combattuto corpo a corpo o una pandemia? Un virus può
avere lo stesso effetto di un’arma atomica?
Il discorso al centro del film è
forte: quali scenari può assumere una guerra oggi, dopo Hiroshima e
Nagasaki, dopo Wuhan, dopo (o durante?) una pandemia globale? Il
regista Adam Berg coglie ed esprime una
preoccupazione vivamente sentita dalla società occidentale, che
vive nel benessere ma che si sente sul filo del rasoio. Le
premesse fantascientifiche, i luoghi post-apocalittici e la
disumanità di Granchio Nero sfondano lo schermo e
arrivano dritti allo stomaco dello spettatore, oggi forse
particolarmente sensibile ai temi trattati dal regista.
Il 2021 è stato un anno molto
insolito per i film Marvel, tuttavia sappiamo che i prossimi
mesi saranno pieni di sorprese e di aspettative e che non
mancheranno, quest’anno, importanti Film Marvel 2022.
Dopo qualche esperimento per
qualcuno rischioso, come Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli e
alcuni passi decisamente “sicuri” come invece è stato Spider-Man: No Way Home, ci aspetta un anno
interessante di film che, come ormai sappiamo, raccolgono le
conseguenze di quello che è accaduto fino a questo momento nel
MCU. Ma
cosa aspettarsi dai Film Marvel 2022?
Quali supereroi Marvel torneranno
al cinema?
Trai più attesi Film Marvel
2022, c’è sicuramente il ritorno di Doctor Strange, che
dopo aver combinato qualche pasticcio in No Way Home, ci accompagna
nel Multiverso della Follia, e non sarà solo, visto che
con lui ci sarà anche Wanda, reduce dall’impresa di Westview,
insieme a qualche altro personaggio che magari non ci aspettiamo di
vedere.
Non solo, Thor, Black
Panther, Spider-Man animato sono coloro che torneranno sul
grande schermo e che ingrossano le fila dei Film Marvel 2022, e tra
questi ci saranno anche dei volti nuovissimi, come quello di
Jared Leto, che ha prestato le sue fattezze a
Morbius,
il vampiro vivente, e che esordirà sul grande schermo a marzo, una
vera e propria novità, trai Film Marvel 2022.
Tutti i film Marvel in uscita al
cinema e su piattaforma nel 2022
Morbius
È dal 10 luglio 2020 che
aspettiamo l’uscita di Morbius ma la Sony continua a
posticipare l’arrivo in sala del film. In ogni caso, sembra che il
2022 sia l’anno giusto per la pellicola di Daniel
Espinosa. Finalmente scopriremo come queso film
Marvel della Sony si collega agli altri e se
attribuisce valore all’MCU.
Morbius
vede Jared Leto nel ruolo di Michael
Morbius, un biochimico affetto da una rara malattia del sangue
che, nel tentativo di
curarsi, si infetta inavvertitamente. Il protagonista acquisisce
così una sorta di vampirismo che gli garantisce abilità
sovrumane.
Nel film, il Dottor
Strange di Benedict Cumberbatch chiede
l’aiuto a Wong (Benedict Wong) e
Wanda Maximoff (Elizabeth Olsen) per correggere
l’errore che è stato commesso durante No Way Home e
chiudere definitivamente la porta del Multiverso.
Sembra che Doctor Strange
nel Multiverso della Follia porterà la magia
dell’Universo Cinematografico Marvel ad un livello
completamente nuovo: basta vedere l’incredibile trailer del film o
le scene post-credit di No Way Home.
Thor: Love and Thunder
Taika
Waititi torna a dirigere un film per l’Universo
Cinematografico Marvel. Dopo Thor: Ragnarok del 2017, nel 2022 il
regista porta in sala il sequel, Thor: Love and Thunder.
L’entusiasmo per la quarta
pellicola della saga di Thor è alto e arriva anche da
parte del cast. Tra gli attori ci sarà ancora Chris
Hemsworth come Dio del Tuono eTessa Thompson come
Valchiria, già amati dai fan di Thor: Ragnarok.
Torna ancheNatalie Portman:
non si vedeva l’attrice nel mondo Marvel dal 2013.
Portman riprende il suo ruolo di Jane
Foster.
Spider-Man: Across the
Spider-Verse (Part One)
Sony e
Warner Bros. presentano un nuovo film della saga
dell’Uomo Ragno, Spider-Man: Across the Spider-Verse
(Part One). Dopo Spider-Man – Un nuovo universo, premiato agli
Oscar come Miglior film d’animazione, Miles
Morales torna come protagonista per un nuovo capitolo sul
Ragnoverso.
L’avventura vedrà l’amichevole supereroe di
quartiere attraverserare il Multiverso per unire le forze con
Gwen Stacy e un nuovo team di Spider-People e
affrontare un criminale più potente di qualsiasi altro fino ad ora
incontrato.
Spider-Man: Across the Spider-Verse è un
capitolo così maestoso che è stato diviso in due film.La prima parte arriverà a fine 2022,
mentre la seconda seguirà nel 2023. Finora i membri confermati del
cast sono Shameik Moore che torna a doppiare
Miles Morales, Hailee Steinfeld come
Gwen Stacy, e, sorprendentemente – Oscar
Isaac che sarà la voce di Spider-Man
2099!
Black Panther: Wakanda
Forever
È stata una produzione
complicata quella di Black Panther: Wakanda
Forever. Non solo per i problemi tecnici, ma anche per la
pandemia e per il terribile colpo dato dalla prematura scomparsa di
Chadwick Boseman. Finalmente però, sembra che il
film sia giunto al termine e sia pronto ad uscire nelle sale per il
2022.
Il
produttore esecutivo Nate Moore ha chiarito che
T’Challa non sarà visto nell’Universo MCU 616,
scelta che omaggia e rispetta l’ultima, grande e amata performance
di Chadwick Boseman come Re del
Wakanda.
A
chi andrà il mantello della Pantera Nera, resta per ora un
mistero.Forse anche per
questo motivo, il film Marvel è in cima alla
Top Ten Fandango dei film più attesi del 2022.
Halo,
l’attesissima serie originale Paramount+, in Italia sarà disponibile da
domani, 24 marzo in streaming su NOW e on
demand su Sky (in versione originale
sottotitolata), mentre lunedì 28 marzo parte su Sky
Atlantic la messa in onda della versione in italiano.
Ambientata nell’universo narrativo
creato per la prima volta nel 2001 con il lancio del primo “Halo”
per Xbox, la serie mette in scena un epico conflitto del 26° secolo
tra l’umanità e una minaccia aliena nota come Covenant.
La serie vede come protagonisti
Pablo Schreiber (“American Gods”) nel ruolo del
super soldato Master Chief; Natascha McElhone
(“Californication”, “Hotel Portofino”, “Designated Survivor”) nei
panni della dottoressa Halsey, brillante, tormentata e
imperscrutabile creatrice dei super soldati Spartan; e Jen Taylor
(serie di videogiochi “Halo”, RWBY) nei panni di Cortana, l’IA più
avanzata nella storia umana e potenzialmente la chiave per la
sopravvivenza della razza umana.
Nel cast anche Bokeem Woodbine
(“Fargo”), Shabana Azmi (“Fire”), Natasha Culzac (“The Witcher”),
Olive Grey (“Half Moon Investigations”), Yerin Ha (“Reef Break”),
Bentley Kalu (“Avengers: Age of Ultron”), Kate
Kennedy (“Catastrophe”), Charlie Murphy (“Peaky Blinders”) e Danny
Sapani (“Penny Dreadful”). Si uniscono al cast nei panni di
personaggi originali della serie anche Ryan McParland (“6Degrees”),
Burn Gorman (“The Expanse”) e Fiona O’Shaughnessy (“Nina
Forever”).
Halo è
uno dei videogiochi più di successo di sempre ed è diventato un
fenomeno di intrattenimento globale, con all’attivo più di 82
milioni di copie vendute in tutto il mondo e più di 6 miliardi di
dollari di fatturato complessivo.
La serie è stata già rinnovata per
una seconda stagione prima ancora del debutto della prima.
Halo è
prodotta da SHOWTIME® in associazione con 343 Industries, assieme
alla Amblin Television di Steven Spielberg. Produttore esecutivo è
Steven Kane, assieme a Steven Spielberg, Darryl Frank e Justin
Falvey per Amblin Television in collaborazione con 343 Industries,
il regista Otto Bathurst e Toby Leslie per One Big Picture, e Kyle
Killen e Scott Pennington per Chapter Eleven. Kiki Wolfkill, Frank
O’Connor e Bonnie Ross sono i produttori esecutivi lato 343
Industries. La distribuzione internazionale della serie è affidata
a Paramount Global Distribution Group.
Non è detto che un
cattivo non sappia ragionare: spesso nei
film d’avventura e di
supereroi, un nemico subdolo e geniale è ciò che rende il
conflitto avvincente. Ci sono cattivi che hanno come unica forza la
malvagità, mentre altri piacciono perché possiedono un movente
valido agli occhi dello spettatore. C’è chi ha buone intenzioni, ma
usa i mezzi sbagliati per soddisfarle e c’è chi ha un progetto
sensato ma agisce in modo perverso. Ecco la lista dei film in cui
il cattivo è comprensibile e, in una certa misura,
ha delle motivazioni valide per comportarsi in modo spregevole.
1Una pazza giornata di
vacanza
Una pazza giornata di vacanza è un
film degli anni Ottanta ma per la trama resta un classico potente
ancora oggi. Nel film, il preside Rooney vuole solo
che i suoi studenti vadano a scuola, il suo problema più grande è
che Ferris sta saltando la lezione.
Ed Rooney è uno dei cattivi più
leggeri di questa lista, ed è molto più caricaturale di altri. In
ogni caso, per il contesto in cui è inserito, Rooney
si conferma un personaggio cattivo, seppur mosso da ottime
intenzioni.
Lo snap di Thanos ha sterminato metà della
vita dell’universo, riducendo anche drasticamente
il numero di supereroi che proteggevano la Terra. Anche se gli eroi
sopravvissuti sono riusciti alla fine a sistemare le cose, hanno
dovuto pagare un prezzo terribile. Sia Vedova Nera
che Iron Man si sono sacrificati per sconfiggere
Thanos, mentre Steve Rogers ha deciso di
rivendicare una vita dal sapore alla “e vissero per sempre felici e
contenti” viaggiando indietro nel tempo per stare con la sua amata
Peggy Carter. Altri sembrano essersi
nascosti, tra cui Wanda Maximoff
diventata Scarlet Witch, mentre non ci sono state
notizie riguardo alla versione bianca di Visione.
Thor ha lasciato la Terra con i Guardiani
della Galassia, e anche Captain Marvel sembra essere
tornata tra le stelle.
I titoli di punta della Fase
4 come The Falcon and the Winter Soldier e
Hawkeye mostrano che alcuni eroi stanno ancora
lavorando per combattere il crimine e la malvagità, ma viene da
chiedersi chi ancora possa essere effettivamente
considerato Vendicatore. Ecco quindi tutti i
supereroi confermati della Fase 4 del MCU
che stanno ancora operando sulla Terra dopo Avengers: Endgame – dimostrando quanto sia
vulnerabile il pianeta in questo momento.
1Un team Marvel di Avengers tutto al
femminile
Ultimo ma assolutamente non meno importante,
c’è anche il potenziale per un team di Avengers tutto
al femminile da formare nella Fase 5 del MCU, forse la
A-Force dei fumetti Marvel che è stata in qualche
modo introdotta in Endgame. Data la presunta importanza di
Captain Marvel nel plasmare il futuro del
MCU, si potrebbe far largo una lunga lista di
eroine in grado di impostare la rotta per una squadra
di Vendicatori tutta al femminile: Captain
Marvel, Monica Rambeau, Shuri, Okoye, Mighty Thor di Jane Foster,
Lady Sif, Valchiria, She-Hulk, Yelena Belova, Gamora, Nebula,
Sersi, e Wasp, solo per nominarne alcune. Data questa
impressionante gamma di straordinarie eroine che il
MCU potrebbe includere, una squadra femminile di
Vendicatori è quasi un requisito imprescindibile per la Fase 5.
Netflix ha annunciato oggi The
Umbrella Academy 3, l’attesa nuova terza
stagione della serie di successo The
Umbrella Academy. Il cast pronto a riprendere i loro
ruoli include
Ellen Page, Tom Hopper, David Castaneda, Emmy
Raver-Lampman, Robert Sheehan, Aidan Gallagher, Justin H. Min, Ritu
Arya e Colm Feore. Steve Blackman (Fargo, Altered Carbon)
tornerà come showrunner e produttore esecutivo.
I produttori esecutivi della terza
stagione insieme a Blackman includono Jeff F. King (EPID), Mike
Richardson (EP), Keith Goldberg (EP), Jesse McKeown (EP), Gerard
way (Co-EP) e Gabriel Bå (Co-EP). L’ordine della terza stagione
include 10 episodi di un’ora e sarà prodotto da IJCP, una divisione
di Universal Studio Group, per Netflix. La produzione inizierà a
febbraio a Toronto, in Canada. La seconda stagione di The
Umbrella Academyche ha conquistato pubblico e critica
è stata presentata in anteprima il 31 luglio 2020.
The Umbrella Academy 3:
quando esce e dove vederla in streaming
The Umbrella Academy 3 in
streaming uscirà il 22 Giugno 2022 su Netflix.
The Umbrella Academy 3:
trama e cast
Dopo aver evitato la catastrofe nel
1963, l’Umbrella Academy torna a casa nel presente con la
convinzione di aver sventato l’apocalisse iniziale e di aver
risolto il problema della linea temporale una volta per tutte. Ma
dopo festeggiamenti di breve durata, il gruppo si rende conto che
le cose non sono per niente come le aveva lasciate. Entra in scena
la Sparrow Academy. Geniali, eleganti e affettuosi
come degli iceberg, gli Sparrow affrontano immediatamente gli
Umbrella in un violento scontro che finisce per essere la
preoccupazione minore. Tra sfide, perdite, sorprese e un’entità
distruttiva non identificata che scatena il caos nell’universo
(situazione che potrebbero aver provocato loro stessi), ora
dovranno riuscire a convincere la nuova e forse migliore famiglia
del padre ad aiutarli a risolvere il problema causato dai nuovi
arrivati. Ce la faranno a tornare alle loro vite pre-apocalittiche?
O forse questo mondo rivelerà qualcosa di più di un semplice
intoppo nella linea temporale?
Netflix ha annunciato i primi nomi
del cast di The Umbrella Academy 3 che sono Justin Cornwell, Britne
Oldford, Genesis Rodriguez, Cazzie David e Jake Epstein che si
uniscono al cast.
JUSTIN CORNWELL (Jingle Jangle: A
Christmas Journey, I Am the Night) interpreterà MARCUS, Sparrow #
1. Un affascinante, cesellato, colosso. Onesto, virtuoso ed
esigente, Marcus tiene unita la famiglia. Grazioso ma letale,
calcolato ma compassionevole, è tanto intelligente quanto forte.
Marcus è disciplinato, razionale e in controllo. Trasuda fiducia e
leadership senza mai dover alzare la voce.
JUSTIN H. MIN (Dopo Yang, The
Umbrella Academy) interpreterà BEN, Sparrow # 2. Questo non è
il dolce Ben che conosciamo e amiamo. Questo Ben è un tattico
machiavellico, avvolto in un bel corpo da ragazzo con un calamaro
interno rimbombante. Malvagio, pragmatico e iper-vigile: Ben è
determinato a ottenere il suo status di leader a tutti i
costi.
BRITNE OLDFORD (The Path, Hunters)
interpreterà FEI, Sparrow # 3. Fei vede il mondo in un modo
speciale. Si presenta come un misantropo che preferirebbe
essere solo piuttosto che passare anche un secondo con te. Ma
a dire la verità, Fei vorrebbe avere un’amica. Il più delle
volte, Fei è la persona più intelligente nella stanza e disposta a
risolvere le cose. Ma se la incontri non c’è modo di voltarsi
indietro perché Fei non si fermerà finché il lavoro non sarà
finito.
JAKE EPSTEIN (Designated Survivor,
Suits) interpreterà ALPHONSO, Sparrow # 4. Anni di lotta al
crimine hanno lasciato sul suo viso e sul suo corpo innumerevoli
ricordi visivi delle sue battaglie. Per compensare, Alphonso è
armato di un senso dell’umorismo caustico e pungente. L’unica
cosa che gli piace di più che picchiare verbalmente chiunque sia
abbastanza sciocco da prenderlo in faccia, è una buona pizza e una
confezione da sei di birra.
GENESIS RODRIGUEZ (The Fugitive,
Big Hero 6) interpreterà SLOANE, Sparrow # 5. Una romantica e
sognatrice che sente una chiamata cosmica superiore, lasciandola
desiderosa di vedere il mondo e vivere una vita oltre la sua
educazione. Ma gli obblighi verso la sua famiglia tengono
Sloane legata all’Accademia, così come la sua paura di oltrepassare
il confine familiare. Ma Sloane ha dei piani … e un giorno
potrebbe essere abbastanza coraggiosa da metterli in pratica.
CAZZIE DAVID (86 anni, autrice
best-seller del New York Times di “No One Asked for This”)
interpreterà JAYME, Sparrow # 6. Jayme è un solitario nascosto
sotto una felpa con cappuccio. Non dice molto perché non
deve. Jayme ha un ringhio da paura. Dai un’occhiata e
attraverserai la strada per evitare ciò che
segue. Intelligente e affilata come un coltello, trascorre la
maggior parte del suo tempo con Alphonso, il suo unico amico.
EXISTENTIAL DREAD INDUCING
PSYKRONIUM CUBE (Newcomer) interpreterà CHRISTOPHER, Sparrow #
7. Christopher è un cubo telecinetico di origine
sconosciuta. Può trasformare la stanza in un gelido freddo e
indurre una paura paralizzante. Agisce come l’oracolo
consultato dai Passeri che fornisce consigli incredibili e funge da
mediatore familiare. Affidabile, leale ed è trattato dai
Passeri come qualsiasi altro fratello, Christopher è una forza da
non sottovalutare.
In The Umbrella
Academy 3 protagonisti sono Vanya Hargreeves / Violino
Bianco / Numero Sette (stagioni 1-in corso), interpretata
da Ellen
Page, Luther Hargreeves / Numero Uno / Spaceboy
(stagioni 1-in corso), interpretato da Tom
Hopper, Diego Hargreeves / Kraken / Numero Due (stagioni
1-in corso), interpretato da David Castañeda,
Allison Hargreeves / Voce / Numero Tre (stagioni 1-in corso),
interpretata da Emmy Raver-Lampman, Klaus
Hargreeves / Medium / Numero Quattro (stagioni 1-in corso),
interpretato da Robert Sheehan, Numero Cinque
/ Il ragazzo (stagioni 1-in corso), interpretato
da Aidan Gallagher, Cha-Cha (stagioni 1-in
corso), interpretata da Mary J. Blige, Hazel (stagioni 1-in corso),
interpretato da Cameron Britton, Leonard
Peabody / Harold Jenkins (stagione 1), interpretato da John Magaro,
Pogo (stagioni 1-in corso), interpretato da Adam
Godley, Reginald Hargreeves / Il Monocolo (stagioni 1-in
corso), interpretato da Colm Feore e Ben
Hargreeves / The Horror / Numero Sei (stagioni 2-in corso,
ricorrente stagione 1), interpretato da Justin H.
Min.
Jaden Smith è uno
di quegli artisti completi, in grado di saper fruttare le sue
abilità di attore, cantante e ballerino senza risultare mai
insoddisfacente. L’artista, infatti, ha iniziato la sua carriera di
attore quando era ancora un bambino, passando dalla recitazione al
canto e riuscendo a sfondare e fare successo anche in quel
campo.
Ecco, allora dieci cose da
sapere su jaden Smith.
Jaden Smith: i suoi film
1. I film e la
carriera. L’attore e cantante ha iniziato ha lavorare nel
mondo della recitazione al fianco di suo padre Will Smith grazie a
La ricerca della
felicità (2006). In seguito, ha continuato a partecipare
come attori in diversi film, come Ultimatum alla Terra
(2008), con Keanu Reeves,
The Karate Kid –La leggenda continua (2010), After Earth (2013),
Stìkate Kitchen (2018) e Life in a Year
(2019).
2. Ha lavorato in diverse
serie TV. Nel corso della sua carriera attoriale, Smith ha
partecipato anche a diverse serie tv. Infatti, ha debuttato nel
mondo della recitazione con All of Us (2003-2006), per poi
apparire in Zack & Cody al Grand Hotel (2008) e The
Get Down (2016-2017). Inoltre ha preso parte anche nel film tv
Brothers in Atlanta (2016).
3. È anche doppiatore e
produttore. Nel corso della sua carriera, il giovane
attore e cantante ha svolto diverse attività, come il doppiatore e
il produttore. Infatti, ha prestato la propria voce per la serie
NetflixNeo Yokio (2017-2018). In quanto
produttore, invece, ha partecipato (in qualità di produttore
esecutivo) alla realizzazione del documentario The Father
Complex (2019).
Jaden Smith è su Instagram
4. Ha un profilo molto
seguito. L’attore ha un account personale che è seguito da
qualcosa come 18,4 milioni di persone. Sulla sua bacheca sono molte
le foto che lo ritraggono protagonista dei suoi progetti
lavorativi, tra recitazione e canto. Al di fuori dell’ambito dello
spettacolo, Smith pubblica spesso anche immagini relative alla sua
quotidianità, con momenti di svago in compagnia di amici o
colleghi. Seguendolo si può dunque rimanere sempre aggiornati sulle
sue attività.
Jaden Smith: la sua fidanzata
5. La sua ex ha ispirato
molte sue canzoni. Dal 2015 al 2017 Smith è stato legato
a Sarah Snyder. Come noto, la ragazza è stata
fonte di ispirazione per diverse delle canzoni presenti nell’album
di debutto come cantante di Smith, Syre. I due,
tuttavia, si sono poi lasciati e secondo alcune voci la rottura è
stata causata da reciproci tradimenti. Nel 2018, Smith ha poi
dichiarato di essere bisessuale e di avere una relazione con il
rapper Tyler, the Creator. Quest’ultimo,
tuttavia, negato la relazione e ancora oggi non è chiaro se Smith
scherzasse o meno.
Jaden Smith in Karate
Kid
6. Si è allenato
molto. Per interpretare Dre Parker, protagonista del nuovo
film di Karate Kid, dove divide la scena con il celebre
Jackie Chan, l’attore si è dovuto sottoporre a tre
mesi di duri allenamenti affinché potesse realizzare da sé le scene
d’azione presenti nel film. Egli, in particolare, si è naturalmente
addestrato nelle arti marziali, raggiungendo un buon livello di
conoscenza ed applicazione di queste. Lo stesso Chan, esperto
maestro di arti marziali, si è detto impressionato dalla capacità
di apprendimento del giovane Smith.
Jaden Smith in After
Earth
7. È la seconda volta che
lavora con il padre. Nel film fantascientifico After
Earth, Smith collabora per la seconda volta con suo padre
Will Smith, i
quali interpretando anche in questo caso i ruoli di padre e figlio.
Come noto, la prima volta in cui si è verificato ciò è stata per il
film La ricerca della felicità (2006), film in cui
interpretavano, infatti, un padre e un figlio.
Jaden Smith: oggi è un
cantante
8. Ha iniziato con Justin
Bieber. Dopo una promettente carriera di attore, nel 2010
Jaden ha cominciato a lanciarsi nel mondo della musica, affiancando
Justin Bieber per Never Say Never. Se nel
2012 ha pubblicato il suo primo mixtape, nel 2016 ha pubblicato il
suo primo album, Syre. Successivamente ha pubblicato
diversi brani singoli e, nel 2018, ha annunciato che avrebbe aperto
diversi concerti, come quelli di J. Cole. Nel 2019
ha pubblicato il suo secondo album, Erys, mentre nel 2020
ha rilasciato il singolo Cabin Fever a cui fa seguito il
mixtape CTV3: Cool Tape Vol.3.
9. Suo padre è stata una sua
influenza. Il giovane attore e cantante ha ammesso che tra
gli artisti che lo hanno influenzato stilisticamente in ambito
musicale, oltre a Kurt Cobain e Kayne
West, c’è anche suo padre: egli, infatti, aveva iniziato
la propria carriera proprio con la musica, finendo poi per lavorare
nel mondo della recitazione. In alcuni brani rap del giovane Smith
si possono infatti ritrovare sonorità che ricordano quelle di
alcuni dei brani del padre.
Jaden Smith: età e altezza
10. Jaden Smith è nato l’8
luglio del 1998 a Malibu, in California. La sua altezza
complessiva corrisponde a 170 centimetri.
Reduce dall’esperienza di 6
Underground, un blockbuster pensato per gli schermi
ridotti di Netflix, l’esplosivo
regista Michael Bay torna al
cinema con un nuovo progetto che sin dalla sua idea di base si
presenta a lui congeniale. Si tratta di
Ambulance,
thriller d’azione
nonché remake dell’omonimo lungometraggio danese del 2005. Bay
raccoglie la storia alla base di questo per rielaborarla in un film
fortemente calato nell’immaginario culturale statunitense e
all’interno dei canoni del genere di cui è tra i più maggiori
esponenti (nel bene o nel male). Prende così vita un nuovo
adrenalinico ed esplosivo capitolo del cinema di Bay, il quale però
anche stavolta pecca nel voler spingere troppo in là il film.
Tutto parte dal suo protagonista di
turno, ovvero Will Sharp (Yahya
Abdul-Mateen II), reduce di guerra il quale nel momento
del bisogno si vede abbandonato dal Paese per cui ha rischiato la
vita. Bisognoso di denaro, egli è costretto a rivolgersi al
fratello Danny (JakeGyllenhaal), il quale vanta una lunga carriera
da rapinatore. Se vuole i soldi di cui ha bisogno, Will dovrà
dargli una mano a compiere un ultimo colpo. Le cose, naturalmente,
si metteranno da subito male e per i due Sharp l’unica via di fuga
è un’ambulanza presente sul luogo del crimine. All’interno di
questa, però, si trovano l’infermiera Cam Thompson
(Eiza González)
ed un poliziotto ferito. Ognuno di loro ha le ore contate, ma prima
dovranno riuscire a seminare le forze dell’ordine alle loro
calcagna.
L’ambulanza come luogo del conflitto
Come accennato, con
Ambulance Bay sembra voler andare a smentire una delle
critiche che più frequentemente vengono rivolte ai suoi film:
sceneggiature e personaggi inconsistenti. Difficile dare torto a
queste affermazioni e lo stesso Bay non ha mai nascosto di dedicare
tutto sé stesso all’azione, agli effetti speciali e ad esplosioni
il più strabilianti possibile.
Con Ambulance egli sembra però interessato anche
ad affrontare alcuni aspetti sociali sempre attuali negli Stati
Uniti. Il reduce di guerra abbandonato e deluso dal suo stesso
Paese è ormai grossomodo un archetipo già più volte affrontato e
che fa anche qui capolino, in realtà giusto per fornire al
protagonista una serie di motivazioni utili allo svolgersi della
vicenda.
Questo sembra il massimo che Bay e
lo sceneggiatore Chris Fedak possono fare per
rendere il personaggio di Will il meno piatto possibile. Una volta
che il meccanismo e l’ambulanza in questione sono entrati in moto,
si passa infatti all’azione pura e cruda. D’altronde, sarebbe
sbagliato chiedere qualcosa di troppo diverso a Bay rispetto a ciò
per cui egli è noto ed ha passione. È però anche vero che nel
momento in cui ha inizio l’inseguimento e con esso l’azione, il
regista si lascia ad andare ad alcuni eccessi e digressioni che
rischiano di spezzare tanto l’interesse quanto la tensione. In
molteplici occasioni Bay fa ad esempio assumere alla sua macchina
da presa l’occhio che può avere un drone, facendogli dunque
compiere acrobazie e movimenti fin troppo vertiginosi.
Se per certi punti di vista può
essere una trovata interessante, più facilmente diventano questi
momenti di distrazione, che allontanano dal cuore del racconto.
Tutto ciò che conta avviene infatti proprio dentro l’ambulanza, con
buona pace delle scene esterne ad essa. In quanto spazio limitato,
il mezzo costringe i protagonisti a confrontarsi tra di loro,
facendo emergere il tema della fratellanza tra i due protagonisti,
il quale seppur non dotato di chissà che profondità di sguardo, si
rivela un espediente interessante ai fini del racconto. L’interno
dell’ambulanza, allo stesso tempo, permette di generare quella
certa claustrofobia che arricchisce la tensione ricercata da
Bay.
Ambulance: la recensione del film
Era tuttavia difficile immaginare un
film unicamente ambientato all’interno di questo mezzo, ma le
numerose digressioni esterne portano senza dubbio in più occasioni
tanto ad uno smorzarsi della tensione quanto ad un eccessivo
dilatarsi dell’azione. L’errore più grande, probabilmente, è l’aver
puntato su di un’eccessiva quantità di eventi, che hanno portato il
film a durare circa due ore e un quarto, senza però che si
avvertano sostanziali cambiamenti all’interno del racconto.
L’inseguimento occupa la stragrande maggioranza della durata del
film ed è una dinamica che inevitabilmente finisce per diventare
ripetitiva se non addirittura stancante, dove neanche un montatore
esperto come Pietro Scalia può fare molto.
Certo, le interpretazioni dei due
protagonisti sono di ottimo livello e fanno il loro all’interno del
film, ma sono comunque parte di un tutto fin troppo ricco di
eccessi. Volendo sorvolare sulle innumerevoli illogicità di
sceneggiatura, il principale difetto di Ambulance è senza
dubbio il suo abbandonarsi ad una serie di lungaggini che
disperdono tutto il potenziale di base. Fosse durato
considerevolmente di meno, è molto probabile che ne avrebbe
guadagnato tanto in adrenalina quanto in atmosfera. Un’occasione
totalmente sprecata dunque? Nonostante quanto fin qui elencato, se
visto senza grandi pretese Ambulance può comunque essere
un prodotto godibile, buono per chi ha voglia di staccare per un
po’ la spina.
Martedì 22 marzo, nel corso di un
incontro con la stampa presso Casa Argentina en Roma,
il Direttore del Torino Film
FestivalSteve Della
Casa insieme a Enzo
Ghigo e a Domenico De
Gaetano –
rispettivamente Presidente e Direttoredel
Museo Nazionale del Cinema di Torino – ha annunciato le
linee guida che caratterizzeranno la 40ma edizione.
“Voglio innanzitutto ringraziare
il mio predecessore, Stefano Francia di Celle e tutta la sua
squadra, per lo straordinario lavoro svolto in questi due anni così
difficili e il Museo Nazionale del Cinema per la fiducia
accordatami – ha dichiarato Steve Della
Casa. Fin da subito la sintonia con il presidente
Enzo Ghigo e il direttore Domenico De Gaetano, è stata totale, così
come con i vertici della Film Commission Torino Piemonte, nella
comune consapevolezza dell’importanza di consolidare ulteriormente
la collaborazione e la sinergia tra gli enti del
sistema cinema torinese, in ambito artistico così come in ambito
industriale. In questo campo stiamo preparando con Gaetano Renda un
convegno internazionale sul rapporto tra cinema e
sala. La 40ma edizione del Torino Film Festival dovrà
essere all’insegna del rinnovamento ma nel solco della tradizione,
ritrovare quella vitalità identitaria che per forza di cose nei due
anni di pandemia si è persa, tornando a coniugare sperimentazione,
cinema popolare e di genere.”
“Gli ultimi due anni del Torino
Film Festival sono stati fortemente condizionati dalla
pandemia – sottolineano Enzo
Ghigo e Domenico De Gaetano,
presidente e direttore del Museo Nazionale del Cinema – e
questa sarà la prima vera edizione del post-Covid. Per il Museo
Nazionale del Cinema, che organizza anche i festival Lovers e
CinemAmbiente oltre al TorinoFilmLab, il TFF è una grande vetrina
con risonanza nazionale e internazionale, e ancor di più lo sarà
quest’anno con l’edizione speciale per il quarantennale. Siamo
certi che i contenuti e le proposte artistiche ideate da Steve
Della Casa coinvolgeranno la città in una bellissima festa, in
linea con i grandi eventi che vedranno Torino protagonista nel
2022”.
E nella direzione indicata da Steve
Della Casa va la scelta di dedicare all’attore Malcolm
McDowell un omaggio a riconoscimento del suo straordinario
apporto al cinema d’autore, al cinema popolare e alle serie tv, e
nello spirito delle grandi retrospettive che hanno caratterizzato
il Torino Film Festival negli anni.
L’attore sarà ospite del TFF e
protagonista di una masterclass condotta da David Grieco, regista
di Evilenko, uno dei sei titoli – insieme
a Arancia Meccanica di Stanley Kubrick
e Caligola di Tinto Brass – che lo stesso McDowell ha
scelto come più esemplificativi della sua carriera.
Il 40° TFF sarà un festival più
snello. Il programma comprenderà 4 sezioni competitive –
Concorso internazionale
lungometraggi, Concorso documentari
internazionali, Concorso documentari
Italiani, Concorso cortometraggi
italiani -, un Fuori
Concorso dedicato alla produzione più interessante
dell’anno in corso e alcuni Programmi
Speciali.
Tra i Programmi Speciali, sempre
nello spirito e nella tradizione del festival, sarà dedicata al
western una mini retrospettiva. Saranno
proposti 6 titoli, scelti in una rosa di 20, diretti o interpretati
da registi e attori cult e presentati in sala da cinefili e
studiosi del genere, tra i quali Francesco Ballo e Marco
Giusti. “Questi film caratterizzeranno
il TFF per quello che deve tornare ad essere, cioè il luogo
geometrico (anche) della cinefilia più estrema”
dichiara Steve Della Casa.
Per festeggiare degnamente i 40 anni
del Torino Film Festival, inoltre, la serata di
apertura – sorprendente e pop al tempo stesso – si
terrà al Teatro Regio e sarà trasmessa in
diretta.
Ad affiancare il Direttore ci sarà
un nuovo Comitato di selezione composto
da Giulio Casadei, Antonello Catacchio, Massimo Causo, Grazia
Paganelli, Giulio Sangiorgio e Caterina
Taricano. Consulenti alla direzione
artistica saranno Luca Beatrice, Claudia Bedogni,
David Grieco, Luigi Mascheroni, Paola Poli, Alena Shumakova e
Luciano Sovena.
Le prime immagini e il
poster in italiano de
La Ragazza della Palude, film diretto da
Olivia Newman con Daisy Edgar-Jones,
Taylor John Smith, Harris Dickinson, Michael Hyatt, Sterling Macer,
Jr. e David Strathairn.
Tratto dall’omonimo
romanzo di debutto di Delia Owens che ha venduto più di 8,5 milioni
di copie in tutto il mondo, il film sarà solo al cinema da
quest’estate, prodotto da Sony Pictures e distribuito da Warner
Bros. Entertainment Italia.
La Ragazza della Palude, la
trama
Dal romanzo best-seller
di Delia Owens nasce un avvincente mistero. La Ragazza della Palude
(Where the Crawdads Sing) racconta la storia di Kya, una bambina
abbandonata che è cresciuta fino all’età adulta nelle pericolose
paludi della Carolina del Nord. Per anni, le voci sulla “ragazza
della palude” hanno perseguitato Barkley Cove, isolando la forte e
selvaggia Kya dalla sua comunità. Attratta da due giovani della
città, Kya si apre a un mondo nuovo e sorprendente; ma quando uno
di loro viene trovato morto, è immediatamente indicata come la
principale sospettata. Man mano che il caso si sviluppa, il
verdetto su ciò che è realmente accaduto diventa sempre meno
chiaro, minacciando di rivelare i molti segreti che si nascondono
all’interno della palude.
Siamo ormai a poco più di una
settimana dall’uscita di Morbius
e alcuni dettagli dalle prime proiezioni per la stampa sono
arrivate in rete. Morbius non
uscirà nelle sale fino al 31 marzo, ma le prime proiezioni si sono
svolte in alcune località selezionate durante il fine settimana e
alcuni dettagli intriganti hanno ora trovato la loro strada. Quello
che segue potrebbe rappresentare SPOILER per il film!
Secondo diverse fonti, Adrian
Toomes, alias Avvoltoio, in realtà non appare nel film nonostante
sia presente nei trailer. Secondo quanto riferito, il cattivo
appare nelle scene post-crediti del film (ce ne sono due, a quanto
pare), ma si dice che le sequenze siano completamente diverse da
quelle dei promo.
Se questa voce è accurata, Sony
Pictures ha chiaramente apportato alcune modifiche significative al
film piuttosto tardi nella fase di realizzazione. Comunque,
Avvoltoio non sarebbe mai stato una parte importante della trama,
ma la sua rimozione suggerisce che lo studio abbia deciso di
rendere Morbius di
natura più autonoma sminuendo la sua connessione/legami con il
franchise di Spider-Man.
Morbius, la trama
Uno dei personaggi più enigmatici e
tormentati della Marvel, l’antieroe
Michael Morbius, arriva sul grande schermo interpretato
dall’attore Premio Oscar® Jared Leto. Infetto da una rara e
pericolosa malattia del sangue, determinato a salvare chiunque sia
destinato a subire la sua stessa sorte, il
Dr. Morbius tenta una scommessa disperata. Quello che
inizialmente sembra essere un successo si rivela presto un rimedio
potenzialmente più pericoloso della malattia stessa.
Jared Leto è il protagonista dello
spin-off dedicato al personaggio dello Spider-Verse in produzione
alla Sony, Morbius.
Il premio Oscar interpreta il Dr. Michael Morbius, un biochimico
che tenta di curare una fatale malattia del sangue iniettandosi un
siero derivato da pipistrelli. Diventando Morbius, ha tutte le
qualità di un vampiro – incluso il gusto per il sangue umano.
Matt Smith, Tyrese
Gibson, Adria Arjona e Jared
Harris completano il cast del film, che uscirà nelle
sale italiane il 31 marzo 2022. La Arjona interpreterà Martine
Bancroft, l’interesse amoroso del protagonista Morbius: nei
fumetti, Martine diventa una potenziale vittima della sua sete di
sangue mentre è alle prese con la trasformazione che lo ha reso una
strana versione da laboratorio dei vampiri soprannaturali della
tradizione.
Ryan Reynolds reagisce alla rivelazione del
John Stewart di Wayne T. Carr in Justice League di Zack
Snyder. Mentre la Snyder Cut presentava un certo numero di
Lanterne Verdi, il piano era quello di introdurre anche John
Stewart, con Carr che interpretava l’iconico Cavaliere di
Smeraldo.
Questo sarebbe stato il debutto
live-action del personaggio, poiché John è stato molto presente nei
progetti animati. Nonostante avesse girato scene con lui, la Warner
Bros. alla fine ha proibito a Snyder di usare Stewart poiché
avevano altri piani per il personaggio, che probabilmente si
riferivano a Green Lantern Corps, film annunciato ormai
diversi anni fa da WB e mai realizzato.
Tuttavia, nel 2021, Snyder è stato
in grado di mostrare, tramite il suo telefono, una ripresa di Carr
nel suo costume da Lanterna Verde, prima che l’attore fosse in
grado di ricondividere la stessa immagine in HD quest’anno.
Mentre i fan di tutto il mondo hanno
condiviso la loro eccitazione nel vedere Carr nei panni di John
Stewart, anche un ex attore di Lanterna Verde ha
mostrato il suo sostegno. Mentre Ryan Reynolds è meglio conosciuto dai fan dei
fumetti come Wade Wilson, alias Deadpool, ha
interpretato Hal Jordan nel film Lanterna Verde,
che però non è stato molto ben accolto nel 2011. Tuttavia, Reynolds
ha dato al post di Carr su Twitter (sotto) un mi piace, e la star
di Justice League ha condiviso il suo
apprezzamento per l’ex Cavaliere di Smeraldo nella sua storia su
Instagram.
Parlando con
DiscussingFilm, il direttore della fotografia di lunga
data di Steven Spielberg, Janusz
Kamiński, fornisce maggiori informazioni sulla storia e
l’ambientazione di The
Fabelmans, dicendo che “È un film molto
emozionante che racconta la storia di Spielberg dai sette ai
diciotto anni”. Continua dicendo che The
Fabelmans analizzerà più a fondo la vita famigliare di
Spielberg e ciò che ha portato al suo desiderio di fare film,
dicendo: “Si tratta della sua famiglia, dei suoi genitori,
degli giochi con le sue sorelle, ma riguarda principalmente la sua
passione per creazione di film.” Kamiński afferma che il film
sarà un film molto personale, che toccherà cose come “l’amore
giovane, il divorzio dei genitori e le prime relazioni
formative”, dicendo: “È un film personale molto bello,
bellissimo. È molto rivelatore sulla vita di Steven e su chi è come
regista.”
The Fabelmans, quello che sappiamo del film
Sebbene Spielberg sia attualmente
trai protagonisti della stagione dei premi con West
Side Story, il regista è anche impegnato nella
realizzazione di The
Fabelmans. Mentre i dettagli della trama
rimangono nascosti, The Fabelmans è descritto come un progetto
semi-autobiografico, che attinge dal periodo in cui Spielberg è
cresciuto in Arizona.
Lynch si unisce a un cast che
include Michelle Williams, Seth Rogen,
Paul Dano, Julia Butters, David Lynch e il nuovo
arrivato Gabriel LaBelle. Williams e Dano
dovrebbero interpretare personaggi basati sui genitori di
Spielberg, mentre si dice che il ruolo di Rogen sia influenzato
dallo zio di Spielberg. LaBelle interpreta l’aspirante regista
Sammy, un alter ego di Spielberg, mentre Butters interpreta sua
sorella, Anne. L’ensemble di The Fabelmans comprende anche
Judd Hirsch, Sam Rechner, Oakes Fegley, Chloe East, Jeannie
Berlin, Robin Bartlett, Jonathan Hadary e Isabelle
Kusman.
Recentemente vista insieme alla
madre Angelina Jolie ad alcuni eventi
cinematografici, Shiloh Jolie-Pitt ha da subito
attirato su di sé innumerevoli attenzioni, non solo per la
grandissima somiglianza con i genitori, ma anche per la sua
bellezza incantevole. Non è ancora noto quale percorso lavorativo
intraprenderà negli anni, ma una certezza c’è già: Shiloh è nata
per essere una star.
Ecco 10 cose che forse non sai di Shiloh
Jolie-Pitt.
Shiloh Jolie-Pitt: Brad Pitt,
Angelina Jolie, i fratelli e le sorelle
1. È la prima figlia
naturale della coppia. Come noto, Angelina Jolie e
Brad Pitt hanno
costruito la loro famiglia tra bambini adottati e altri avuti in
seguito alla loro unione. Shiloh Jolie-Pitt è proprio la prima
figlia naturale della coppia e crescendo ciò è davvero innegabile.
La ragazza ha infatti preso tratti somatici da entrambi i genitori,
risultando essere una vera e propria combinazione dei due. Un
risultato particolarmente incantevole.
2. Ha diversi fratelli e
sorelle. Prima di avere Shiloh, la Jolie aveva adottato
nel 2001 un bambino della Cambogia chiamato Chivan
Maddox. Nel 2005, invece, Pitt e la Jolie hanno adottato
una bambina di sei mesi, originaria dell’Etiopia, di nome
Zahara Marley. Nel marzo del 2007, la coppia ha
infine adottato Pax Thien, un bambino di tre anni
del Vietnam, nato il 29 novembre 2003. Nel luglio del 2008, infine,
all’ospedale pediatrico Lenval di Nizza, in Francia, l’attrice ha
dato alla luce due gemelli, Knox e
Vivienne, un bambino e una bambina. In totale,
dunque, Shiloh ha ben tre fratelli e due sorelle, di cui tre
adottati e due naturali.
Shiloh Jolie-Pitt: il significato del suo nome e il suo
gender
3. Il suo nome ha un
significato particolare. Nel corso di un’intervista la
Jolie ha rivelato che il nome della sua primogenita naturale cela
una drammatica storia famigliare che riguarda proprio i suoi
genitori. Prima di avere la Jolie, Jon Voight e
Marcheline Bertrand erano infatti in attesa di una
bambina, per la quale avevano scelto il nome Shiloh
Baptist. Purtroppo, a causa di un aborto spontaneo i due
persero la bambina. Dando il nome Shiloh alla sua prima figlia, la
Jolie ha dunque voluto rendere omaggio a quella sorella mai
avuta.
4. Aveva chiesto di essere
chiamata con un nome maschile. Fin da piccola, Shiloh
voleva essere chiamata con un nome maschile, perché lei si sentiva
un maschio. Quando aveva solo due anni, la bambina chiese ai suoi
genitori di chiamarla con un nome maschile, nome che aveva scelto
proprio lei. In un’intervista lo stesso Pitt disse: “vuole
essere chiamata John o Peter. Quindi noi dobbiamo chiamarla John.
Se proviamo a dire “Shi, vuoi…” ci interrompe e io mi correggo,
dicendo “John, vuoi un po’ di succo all’arancia?”, solo allora mi
risponde”.
5. Di recente ha indossato
nuovamente abiti femminili. Dopo anni in cui si era
mostrata con abiti e acconciature maschili, Shiloh ha scelto di
recente di apparire invece con un abito femminile. L’occasione è
stata la premier californiana del film Eternals. Qui la ragazza, accanto alla madre,
ha sfilato sul red carpet indossando lo splendido abito indossato
dalla Jolie in occasione dei premi Oscar del 2014. La cosa ha
mandato in confusione molti, facendo pensare che Shiloh fosse
tornata sui suoi passi circa il cambiamento di genere. La ragazza,
in realtà, sembra solo volersi sentire libera di indossare quello
che vuole quando vuole.
Shiloh Jolie-Pitt non è su Instagram
6. Non è presente su
Instagram. Attualmente sembra che Shiloh non sia presente
sul social network Instagram, probabilmente per preservare la
propria privacy. Non sappiamo se un domani deciderà di aprire un
proprio profilo sulla celebre piattaforma, ma per il momento chi
desidera essere aggiornato sulla sua attività può seguire la sua
fan page numero uno, seguita da oltre 160 mila persone. Qui vengono
pubblicate continuamente immagini a lei relative, grazie alle quali
si può rimanere aggiornati su tutte le sue attività.
Shiloh Jolie-Pitt in Maleficent e altri film
7. Le era stato offerto un
ruolo nel film. Nel film del 2014 Maleficent, dove la
Jolie interpreta la protagonista Malefica, avrebbe potuto anche
comparire Shiloh. Alla ragazza, infatti, era stato offerto proprio
il ruolo della figlia di Malefica. Lei però preferì non accettare
la parte, che fu dunque assegnata alla sorella minore Vivienne.
Come noto, quest’ultima è stata l’unica dei bambini presenti sul
set a non essere intimidita dal costume indossato dalla madre.
8. Ha però recitato con suo
padre. Quando aveva solo due anni Shiloh è comparsa
brevemente nel film Il curioso caso di Benjamin Button, dove suo padre
Brad
Pitt interpreta proprio il protagonista del titolo. Shiloh ha
qui il ruolo di Caroline, la figlia di Benjamin e Daisy,
interpretata da Cate Blanchett.
Caroline da adulta, invece, è interpretata dall’attrice
Julia Ormond.
9. Ha partecipato al
doppiaggio di un film. Il primo ruolo accreditato di
Shiloh è quello di doppiatrice per il film d’animazione Kung Fu Panda 3, dove
ha dato voce al personaggio di Shuai Shuai. A volerla per questo
ruolo è stata proprio la Jolie, che nel film da voce alla tigre.
L’attrice ha raccontato di come inizialmente Shiloh fosse molto
timida, ma di essersi poi divertita molto a fare questa
esperienza.
Shiloh Jolie-Pitt: età e altezza
10. Shiloh Jolie-Pitt è
nata il 27 maggio 2006 a Swakopmund, in Namibia. La sua
altezza attuale è di 167 centimetri.
Sembra che il primo trailer di
Avatar 2, previsto per la fine dell’anno, arriverà con
Doctor Strange nel Multiverso della Follia. Il
film Marvel Studios è previsto
all’inizio di maggio, in sala, e The
Anklerriporta che la Disney, che distribuisce anche
il film di James Cameron, ha deciso di associare
l’uscita di uno dei suoi titoli di punta di quest’anno con l’inizio
della promozione del tentacolare progetto del regista di
Titanic.
Avatar 2, il film
Avatar 2 debutterà il 16 dicembre
2022, seguito dal terzo capitolo il 20 dicembre
2024. Per il quarto e quinto capitolo, invece, si dovrà
attendere ancora qualche anno: 18 dicembre 2026 e
22 dicembre 2028.
Il cast della serie di film è
formato da
Kate Winslet, Edie Falco,
Michelle Yeoh,
Vin Diesel, insieme ad un gruppo di attori che
interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno
anche i protagonisti del primo film, ossia
Sam Worthington,
Zoe Saldana,
Stephen Lang,
Sigourney Weaver, Joel David Moore,
Dileep Rao e Matt Gerald.
Tutti quanti sappiamo ormai che in
Spider-Man:
No Way Home la Zia May di
Marisa Tomei diventa in qualche modo il nuovo Zio
Ben. Nel senso in cui la sua morte, per mano di Green Goblin, serve
al Peter Parker di Tom
Holland per diventare un eroe migliore, una persona
adulta.
Sembra però che l’uscita di scena di
Tomei dal MCU non sia troppo condivisa
dall’attrice che invece vorrebbe trovare il modo di ritornare
nell’universo condiviso dopo i fatti di No Way Home: “Oh sì,
c’è un multiverso. È vero, in origine faceva parte della
segretezza, ora molte persone lo sanno. Ma il fatto era che se
qualcuno me lo avesse chiesto, non avrei detto niente – non capisco
il Multiverso. Il nostro meraviglioso regista, Jon, e io siamo tipo
‘E quindi, dove sono adesso? Ok, bene, puoi spiegarmelo un’altra
volta?’ Mi piacerebbe tornare e farne parte. C’è anche una storia
in sospeso da qualche parte. May Parker si collega con Ant-Man –
beh, voglio dire, è un personaggio autonomo, ovviamente, ma ci sono
più strade da esplorare.”
In una recente intervista a The
Ellen DeGeneres Show (via THR),
Angela Bassett che torna a interpretare la regina
madre Ramonda in Black
Panther: Wakanda Forever, ha fatto un commento su
quello che sarà il film Marvel.
Secondo Bassett: “Black Panther:
Wakanda Forever sarà meraviglioso. Supererà il primo film, questo
posso dirlo!”
Black
Panther: Wakanda Forever arriverà nelle sale l’11
novembre 2022. Il presidente dei Marvel Studios,
Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il
personaggio interpretato al compianto Chadwick
Boseman nel primo film, non verrà interpretato da
un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI. Il sequel si
concentrerà sulle parti inesplorate di Wakanda e sugli altri
personaggi precedentemente introdotti nei fumetti Marvel.
Letitia Wright (Shuri), Angela
Bassett (Ramonda), Lupita
Nyong’o (Nakia), Danai
Gurira (Okoye), Winston
Duke (M’Baku) e Martin
Freeman (Everett Ross) torneranno nei panni dei
rispettivi personaggi interpretati già nel primo film.
L’attore Tenoch Huerta è in trattative
con i Marvel
Studios per interpretare il villain principale del
sequel.
Con The Batman nelle sale, i fan hanno fatto la
conoscenza di Robert Pattinson nel ruolo del Crociato
Incappucciato. A questo proposito, la sua performance è stata
oggetto di discussione tra critica e pubblico, che si sono chiesti
se possa essere considerata allo stesso livello delle versioni
precedenti. Ciò che però non si tiene solitamente in considerazione
valutando queste performance è quanto i personaggi interpretati
dagli attori siano effettivamente in linea con le rappresentazioni
di Batman nei fumetti. Ecco uno sguardo a tutti
gli attori che hanno interpretato Batman in live-action, rispetto
alle loro controparti dei fumetti, per cercare di identificare la
versione più accurata.
1Kevin Conroy – Batwoman
(2019)
Kevin Conroy può essere
meglio conosciuto per aver doppiato Batman in diverse occasione, ed
è soprattutto ricordato per il lavoro di doppiaggio svolto
in Batman: The Animated Series. Conroy ha avuto
involtre la possibilità di ritrarre Batman di recente
nell’evento crossover dell’Arrowverse, Crisis on
Infinite Earths.
Mentre la sua performance live-action
rispecchia il Batman della graphic novel
KingdomCome più che la serie
originale dei fumetti DC, il suo lavoro sia sullo schermo che come
doppiatore lo ha avvicinato più di qualsiasi altra iterazione alla
versione di Batman dei fumetti.
Attrice britannica di cinema e
televisione, Gemma Chan ha iniziato la propria
carriera come modella, per poi affermarsi come interprete
partecipando a film di grande successo. Grazie alla notorietà oggi
acquisita, l’attrice ha davanti a sé una promettente carriera,
venendo già annunciata come interprete di film particolarmente
attesi dal pubblico. Ecco 10 cose che non sai di Gemma
Chan.
2Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Gemma Chan e Max Mara
5. Ha ricevuto un importante
riconoscimento. Nel corso della Milano Fashion Week
tenutasi a Milano a fine febbraio 2020, all’attrice è stato
consegnato il premio intitolato Women in Film Max Mara Face of the
Future Award. La celebre casa di moda ha infatti organizzato un
tributo all’attrice per il suo lavoro di modella e per i successi
ottenuti come interprete.
Gemma Chan in Captain Marvel
4. Ha ricoperto un ruolo di rilievo
nel film Marvel. All’interno del
film dedicato alla celebre supereroina, l’attrice ha dato vita al
personaggio di Minn-Erva, spietato cecchino del popolo Kree e
membro della Starforce capitanata da Yon-Rogg, interpretato da
Jude
Law. Con lui e gli altri membri del gruppo, Minn-Erva
intraprenderà un viaggio per cercare e distruggere Captain
Marvel.
3. Ha dovuto sottoporsi a diverse ore
di trucco. Per interpretare il proprio personaggio,
caratterizzato da una pelle color blu, l’attrice ha dovuto
sottoporsi a circa quattro ore di trucco. Ciò richiedeva la sua
presenza sul set ben prima dell’ora stabilita per le riprese, e il
trucco in sé le ha dato diversi problemi a livello
cutaneo.
Gemma Chan è Sersei in Eternals
2. Reciterà nel nuovo film
Marvel. Dopo aver recitato in Captain Marvel,
l’attrice è pronta a tornare nell’Marvel Cinematic Universe con
Eternals, incentrato su un gruppo di alieni
immortali arrivati sulla terra ben settemila anni fa. Il film si
incentrerà così sugli scontri avvenuti tra questi esseri eterni per
il destino dell’Universo. La Chan ricoprirà il ruolo di Sersei,
descritta come la dea con più affinità verso gli esseri
umani.
Gemma Chan: età e altezza
1. Gemma Chan è nata a
Londra, Inghilterra, il 29 novembre 1982. L’attrice è alta
complessivamente 173 centimetri.
Adam Driver is Kylo Ren in STAR
WARS: THE RISE OF SKYWALKER
Uno degli aspetti sicuramente
migliori dell’iconico e longevo franchise di Star Wars sono i suoi villain, il cui fascino
è una qualità aggiunta in ogni trama o progetto in cui appaiono.
Dai Signori deiSith ai boss del
crimine e cacciatori di taglie, non vi è un’unica tipologia di
villain in Star Wars, ma tutti apportano conflitti
cruciali alla narrazione e possiedono diversi livelli di
potere, che può mostrarsi attraverso vari
canali, quali la Forza, la loro posizione nella Galassia o
l’intraprendenza e l’intelligenza che possiedono. Non importa da
dove questo derivi, bensì il modo in cui viene
esercitato.
1Darth Sidious
Ahimè, non si può nemmeno negare che Darth
Sidious, alias l’Imperatore, alias Sheev Palpatine, abbia
dimostrato più volte di essere il cattivo più potente di tutto
l’universo di Star Wars.
In
primo luogo, era un maestro di tutte le forme di combattimento con
la spada laser, e la sua conoscenza della Forza e della tradizione
dei Sith era ineguagliabile. Inoltre, non solo ha orchestrato e
manipolato una guerra che ha fatto a pezzi la Galassia, distrutto i
Jedi, e gli ha fatto guadagnare la posizione più alta del potere
politico, ma ha governato l’Impero come leader per due decenni,
facendo credere alla Galassia che i Jedi fossero il male, e
governando con il pugno di ferro. Nemmeno la morte è riuscito a
tenere a bada Sidious.
Dopo un lungo slittamento dovuto
alle restrizioni legate al Covid-19, finalmente
Spencer di Pablo Larraìn arriverà
nelle sale italiane il 24 marzo. Presentato in anteprima alla
Mostra del cinema di Venezia, e con Kristen Stewart fresca di Nomination agli
Oscar 2022 nella categoria di Miglior Attrice Protagonista, il film
è distribuito da 01
Distribution.
Spencer: la terza donna cinematografica di Larraìn
In questo simil-biopic,
Larraìn confeziona un ritratto abbagliante non
solo della principessa del Galles, ma soprattutto della sua terza
donna cinematografica. Il ritorno alla cornice storiografica
significa per Larraìn possibilità di
rielaborazione pura, intimista, verosimile, senza necessariamente
essere verità.
Quella che dovrebbe essere una
meravigliosa tregua natalizia con i suoi figli nella tenuta di
Sandringham diventa per la principessa Diana una
tremenda successione di obblighi indesiderati. Mentre il rapporto
con il Principe Carlo va disfacendosi sempre di
più, Diana è costretta a giocare il ruolo implacabile della moglie
amata e fedele, di fronte ai paparazzi che seguono ogni sua mossa.
Diana accetterà questa posizione di icona e leggenda, o sceglierà
di seguire la propria natura di donna e madre?
Abbandonando l’intenzione di
raccontare la vita e le opere dell’ex principessa del Galles, il
geniale Pablo Larraìn si concentra su un arco
temporale ridotto per sviscerare al meglio l’indole elegante e
umana di Diana, attributi caratteriali spesso
trascurati quando si analizzano figure storiche del genere. Ma la
Diana di Larraìn è figlia di Ema, ballerina volitiva e accattivante, sinuosa nel suo
essere vendicativa, tanto quanto la Spencer del
titolo è schietta, irriverente, audace nel suo sodalizio con
Stewart, tra attrice e personaggio storico che
si fa narrazione, finzione rielaborata ma quanto mai autentica.
L’unico appiglio è
l’occhio del regista
Kristen Stewart è protagonista assoluta ed
espressiva di un ritratto che ha la misura di una collana di perle,
le vesti di una principessa delle fiabe spogliata di libertà che le
spettano, in un castello spettrale dove ogni colore acceso è un
segnale di un decadimento psichico crescente. E’ la soundtrack a
cura di Jonny Greenwood che parla per conto di
Lady D, vuole incedere senza conoscere limiti in
un crescendo di note furiose, che smontano una monarchia condotta
da aguzzini e guardie giurate. I figli e la casa-rifugio di un
passato roseo sono l’ancora di salvezza di una personalità
diventata icona, ma resa un filo d’erba che tende spesso a
spezzarsi; Kristen Stewart non si trattiene, non si
sottrae alla cinepresa di Larraìn, e decide di occupare la scena con una
compostezza e un controllo totale dello spazio che la circonda
ammirabili.
E’ un ritratto di Lady
D che assume valore nell’effetto che ha sullo spettatore,
che non la vede più come un mito, ma come una donna che ha dovuto
affrontare le sue paure più reali. Si elimina la necessità di
essere all’altezza della sua importanza sociale e culturale, per
entrare in un vortice emotivo e fragile di ciò che ha significato
per questa donna confrontarsi con la stessa famiglia reale
britannica. Per questo motivo, il peso drammatico del film è
sostenuto quasi interamente da Stewart, che trionfa totalmente all’interno
della cornice filmica ma, allo stesso tempo, il lavoro di
Timothy Spall e Sally Hawkins,
che bilanciano la squisita passione di Stewart con performance più razionali, è
da lodare. Mentre Spall fa un lavoro impeccabile con la sua
espressività, la Hawkins sfrutta al massimo tutta la naturalezza e
la luminosità che contraddistingue il suo lavoro sullo schermo.
Il grande lavoro di artigianato
dell’immagine, che ha caratterizzato le precedenti opere di
Larraìn, fa splendere Spencer
ancora di più: in questo caso, sfrutta le idiosincrasie legate alla
regalità per mettere a punto una perfetta metafora della gabbia
dorata. La fotografia non risparmia alcun dettaglio, con attenzione
alla posizione, all’illuminazione e all’impatto che la figura di
Diana ha sullo spettatore.
E’ l’immagine in sé a raccontare la
storia, con una poesia visiva e artistica che afferra lo spettatore
senza alcuna esitazione. La costante fissazione per la pomposità di
cui vive la messa in scena, nei particolari del cibo e del
vestiario, servono a ricalcare il delicato tormento di un animo in
subbuglio, il crescendo di un battito sonoro che vive di forza
travolgente combinata a un’energia vitale mesta e sommessa. Oltre a
Lady Di, principessa del Galles, o
Diana, c’era Spencer, la donna
che “indossa” un cognome proprio, un’esistenza propria. Una donna
che era più della sua leggenda.
Tra gli ostacoli che i personaggi
della DC e della
Marvel hanno dovuto superare nel corso degli
anni c’è anche l’amore. Non solo i combattimenti e le lotte al
potere, anche le questioni di cuore hanno tenuto i fan con il fiato
sospeso. Le coppie di
supereroi potenti e dinamici si sono consolidate e
distrutte nel corso degli anni, conquistando orde di pubblico. Da
Black Panther e Storm a Mr. Fantastic e
La donna invisibile, gli utenti di
Ranker hanno scelto il meglio del meglio tra tutte le
coppie di supereroi.
1La coppia di supereroi più amata di
sempre: Gambit e Rogue
È la coppia di
supereroi più amata di tutti i tempi: Gambit e Rogue hanno una relazione davvero
unica. Entrambi hanno un passato complicato, fatto che li avvicina
e li rende anime simili. Insieme, non si sentono più così soli.
Questo aspetto della loro relazione può rendere il rapporto
tossico.
Sia Gambit che
Rogue devono affrontare ostacoli che tendono ad
allontanarli l’uno dall’altro. Inoltre, i due non si toccano quasi
mai. Nonostante tutte le difficoltà, sono però sempre pronti
perdonare l’altro e a lottare per amore.
Eternals è stato recentemente aggiunto su
Disney+: è uno dei primi film della
Fase 4 dell’MCU. I
commenti e le recensioni del pubblico sono state contrastanti:
c’è stata qualche polemica perché per alcuni il film è in
contrapposizione rispetto ad altri capitoli della Marvel,
ma c’è anche chi ha visto nelle differenze un nuovo inizio
necessario per l’MCU.
Le
novità di Eternals riguardano gli eroi, i
cattivi, gli interpreti che vanno a comporre un cast molto
inclusivo. Vediamo tutti i miglioramenti e le innovazioni che il
film apporta all’MCU.
1Gli Eternals: umani o eroi?
Sotto tanti punti di vista, gli
Eterni sono veri eroi inseriti nel popolo. Hanno vissuto
tra gli umani per migliaia di anni, proteggendoli, aiutandoli a
crescere e a evolversi. Improvvisamente, un giorno hanno
deciso di allontanarsi dal mondo e di nascondersi. In
Eternals non è chiaro cosa abbiano fatto tutti i
membri in passato, ma è plausibile che la maggior parte di loro si
sia semplicemente mescolata con la gente.
Passare dall’essere fortemente coinvolti nelle
”questioni umane” a doverne stare fuori per forza è stata una
transizione non semplice. La
fine del film è esplicativa: Sprite decide che vuole
rinunciare ai suoi poteri per poter crescere e sperimentare tutte
le cose che gli ”adulti normali fanno”. A volte essere un eroe non
è tutto ciò che si desidera.
Viola Davis è una
di quelle attrici che ha letteralmente fatto la storia del cinema
grazie alle sue incredibili interpretazioni, così intense ed
incisive da rimanere nella mente del pubblico internazionale.
L’attrice, che ha iniziato la sua carriera cinematografia e seriale
dopo anni di teatro, ha sempre dimostrato di saper scegliere i
ruoli migliori per i suoi talenti, tanto da risultare una delle
attrici più apprezzate ed amate in tutto il mondo.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Viola Davis.
2. Ha recitato anche per il
piccolo schermo. Nel corso della sua carriera, l’attrice
non si è dedicata a recitare solo per il grande schermo, ma ha
avuto modo di lavorare anche in diversi programmi televisivi.
Infatti, ha preso parte alle serie City of
Angels (2000), CSI – Scena del crimine
(2002), Traveler (2007), Law & Order – Unità
vittimespeciali (2003-2008), United States
of Tara (2010) e Le regole del delitto perfetto (2014-2020), che le ha
dato grande popolarità. Ha poi rcitato in Scandal (2018) e
Peacemaker (2022-in corso)
Viola Davis in Suicide
Squad
3. Ha preparato il ruolo
leggendo. L’attrice, per poter interpretare al meglio il
ruolo di Amanda Waller in Suicide Squad, ha letto l’autobiografia di
M. E. Thomas intitolata Confessioni di una
sociopatica. Si è dunque basata fortemente su quel tipo di
personalità, costruendo così un personaggio duro e al limite,
appunto, della, sociopatia.
4. Le è piaciuto molto
interpretare Amanda Waller. L’attrice ha dichiarato di
essere rimasta affascinata dal suo personaggio, individuando la sua
psicologia e la sua forza, descrivendola come una “potente
donna di colore, dura, pronta a prendere una pistola e sparare a
volontà”, notanto che i suoi poteri sono “la sua
intelligenza e la sua totale mancanza di senso di colpa”.
Viola Davis in The
Help
5. Ha espresso rammarico per
il film. L’attrice ha sostenuto di non essere riuscita a
mostrare la vera prospettiva delle cameriere nere: “Ho sentito
alla fine della giornata che non erano le voci delle cameriere che
si sentivano… se fai un film con certe premesse, vorrei sapere come
ci si sente a lavorare per persone bianche e allevare bambini nel
1963. Voglio sentirlo davvero e non mi è capitato nel corso del
film”.
6. Ha ricevuto una
nomination agli Oscar. Grazie alla sua performance in
The Help, l’attrice ha ottenuto una candidatura agli
Academy Award per la Miglior attrice protagonista. Tuttavia, non è
riuscita a vincere l’ambita statuetta, battuta da Meryl Streep
per The Iron Lady.
Viola Davis: il suo libro
7. Ha pubblicato
un’autobiografia. Nell’aprile del 2022 la David
pubblicherà la propria autobiografia, intitolata Finding Me: A
Memoir. In questa, l’attrice ripercorre le tappe più
significative della sua carriera, tra ruoli di rilievo e scelte che
l’hanno portata ad essere la rispettata ed acclamata attrice che è
oggi. Nelle pagine da lei scritte, però, l’attrice ha anche avuto
modo di raccontare la sua difficile infanzia e adolescenza, il
rapporto con i genitori e i sacrifici compiuti lungo il percorso.
Un libro decisamente da non perdere.
Viola Davis testimonial per L’Oreal
8. Ha partecipato ad una
campagna della nota azienda. In qualità di ambasciatrice
L’Oreal, la Davis ha partecipato ad una campagna pubblicitaria
legata al mese dell’autostima. Insieme ad altre personalità dello
spettacolo come Kate Winslet, Jane
Fonda e Helen Mirren, la Davis ha rilasciato
una propria testimonianza circa l’importanza di credere nel proprio
valore e difenderlo sempre e comunque.
Viola Davis e Danai Gurira
9. Viene spesso confusa con
un’altra attrice. Da quando l’attrice DanaiGurira è divenuta una celebrità, grazie alla
serie The Walking Dead e al film Black
Panther, in molti non hanno mancato di notare come tra lei e
la Davis vi sia una forte somiglianza, che spesso le ha portate ad
essere scambiate l’una per l’altra. Effettivamente le somiglianze
tra loro ci sono e come, ma le due non sono per niente
imparentate.
Viola Davis: età e altezza
10. Viola Davis è nata l’11
agosto del 1965a Saint Matthews, nel South
Carolina. La sua altezza complessiva corrisponde a 165
centimetri.
Dall’1 aprile presso
Cineteca Milano MEET si terrà una rassegna
dedicata a Roman Polanski, uno dei maggiori registi
dell’intera storia del cinema, autore di autentici capolavori nei
quali come pochi altri ha saputo esplorare i meandri più
sotterranei e inquietanti dell’animo umano. La rassegna
comprende 16 lungometraggi e 7 cortometraggi.
Nel corso della sua lunga e
straordinaria carriera il maestro polacco non ha mai cessato di
inventare personaggi caratterizzati da quella complessità che nasce
dal dubbio, dal conflitto morale con gli altri e con se stessi, da
un’ansia mai sopita di ricerca della verità a qualunque costo
(basti pensare, a questo proposito, al suo ultimo film, L’ufficiale e la spia). Il tutto
quasi sempre ambientato in luoghi, fisici o mentali, angusti,
circoscritti, claustrofobici, che si fanno trasfigurazione
concreta, quando non matrice, di quegli inesausti percorsi di
ricerca.
Con piacere segnaliamo una
collaborazione con il PAC – Padiglione d’Arte Contemporaneo
di Milano: Diego Sileo, curatore del PAC, sarà infatti
ospite prima della proiezione de La morte e la
fanciulla per un incontro in occasione della mostra
“Quando la paura mangia l’anima” (PAC, 29.03 –
12.06.2022), la prima dedicata in Italia ad Artur
Żmijewski, una delle figure più radicali della scena
artistica polacca.
Questa collaborazione prevede che
con il biglietto della mostra in corso al PAC “Quando la paura
mangia l’anima” sarà possibile accedere a una proiezione della
rassegna cinematografica Polanski con il biglietto ridotto a € 3.
Viceversa, presentando alla biglietteria del PAC un biglietto della
retrospettiva Polanski si otterrà l’ingresso ridotto alla mostra a
€ 4.
Il programma completo
🔵 VENERDÌ 1
APRILE
h 16.00 PER FAVORE… NON
MORDERMI SUL COLLO
(R. Polanski, UK, 1967, 107’) v.o.
sott. it.
All’insegna di un umorismo caustico
e intelligente, la rivisitazione del mito del conte Dracula.
h 18.15 LA MORTE E LA
FANCIULLA
(R. Polanski, UK/Fr., 1994, 105’)
v.o. sott. it.
Una donna che vive con il marito in
un paese sudamericano da poco tornato alla democrazia riconosce
nell’ospite invitato a casa loro un membro della polizia segreta
suo aguzzino.
Prima della proiezione,
incontro con Diego Sileo, curatore del PAC – Padiglione d’Arte
Contemporaneo di Milano e della mostra “Quando la paura mangia
l’anima” (PAC, 29.03 – 12.06.2022), la prima dedicata in Italia ad
Artur Żmijewski, una delle figure più radicali della scena
artistica polacca.
🔵 DOMENICA 3
APRILE
h 14.30 VENERE IN
PELLICCIA
(R. Polanski, Francia, 2013, 96’)
v.o. sott. it.
L’incontro fra un regista teatrale e
un’attrice in cerca di una parte. La donna, in apparenza volgare e
spudorata, rivelerà un talento e una personalità inattesi.
h 19.00
REPULSION
(R. Polanski, UK, 1965, 105’) v.o.
sott. it. 35MM
A Londra, Carol, avvenente manicure
ossessionata dagli uomini, tenta di sottrarsi ai pericoli della
malattia mentale.
Un film giusto e necessario per
rievocare la celebre storia del giovane capitano di origine ebrea
Alfred Dreyfus, vittima alla fine dell’800 Di un’ingiusta accusa di
alto tradimento.
h 21.00 L’INQUILINO DEL
TERZO PIANO
(R. Polanski, Francia, 1976, 125’)
v.o. sott. it.
A Parigi, un impiegato affitta un
appartamento nel quale l’inquilina precedente si è suicidata.
L’uomo, poco a poco, sembra assumerne l’identità.
🔵 DOMENICA 10
APRILE
h 14.30 CUL DE
SAC
(R. Polanski, UK, 1966, 111’) v.o.
sott. it.
Due gangster scalcinati, un uomo al
tramonto, una giovane, bella e perversa abitano l’universo
claustrofobico di un castello isolato e sospeso sul mare.
h 19.30 PROGRAMMA CORTI
POLANSKI
Omicidio (1957, 2’); Rovineremo la
festa (1957, 9’); Un sorriso dentale (1957, 2’); Due uomini e un
armadio (1958, 15’); La lampada (1959, 8’); La caduta degli angeli
(1959, 20’.); I mammiferi (1962, 10’).
(R. Polanski. Polonia, 1957-1962,
66’) v.o. sott. it.
(R. Polanski, Fr./Ger./UK, 2010,
130’) v.o. sott. it.
Adam Lang, ex premier britannico, ha
scritto un libro di memorie affidato a un ghost writer che muore in
circostanze misteriose. Al suo posto subentra un altro scrittore,
presto coinvolto a sua volta in un misterioso complotto alla
Hitchcock.
h 21.00
CHINATOWN
(R. Polanski. USA, 1974, 131’) v.o.
sott. it.
Un noir alla Chandler con
protagonista un detective privato alle prese con un caso
inquietante e pericoloso.
🔵 GIOVEDì 14
APRILE
h 18.30 ROSEMARY’S
BABY
(R. Polanski, USA, 1968, 137’) v.o.
sott. it.
Due ambigui vicini di casa si
insinuano a poco a poco nell’intimità di una giovane coppia
newyorkese, in un edificio che ha fama di ospitare misteriosi riti
satanici.
La rivisitazione appassionata, ricca
di umanità e con venature autobiografiche del classico romanzo di
Charles Dickens.
🔵 SABATO 16
APRILE
h 15.30 IL
PIANISTA
(R. Polanski, Fr./Pol./Ger./GB,
2002, 148’) 35MM
Polanski racconta l’Olocausto
attraverso la storia di un pianista polacco ebreo nel ghetto di
Varsavia nel 1939.Oscar alla regia e all’attore nel 2003, Palma
d’oro a Cannes 2002.
(R. Polanski, Fr./Ger./Pol./Sp.,
2011, 79’) v.o. sott. it.
Replica, vedi in 7 aprile.
h 19.00 IL COLTELLO
NELL’ACQUA
(Roman Polanski, Polonia, 1962, 94’)
v.o. sott. it.
Su una piccola barca a vela sul lago
di Masuria, la rivalità sempre più pericolosa fra due uomini sotto
gli occhi interessati della moglie di uno di loro.
🔵 GIOVEDì 21
APRILE
h 19.00
CARNAGE
(R. Polanski, Fr./Ger./Pol./Sp.,
2011, 79’) v.o. sott. it.
Due ragazzini si azzuffano in un
giardino.I rispettivi genitori si incontrano per appianare i
rancori in modo civile, ma le cose non andranno esattamente
così.
🔵 VENERDÌ 22
APRILE
h 15.30
MACBETH
(R. Polanski, UK, 1972, 141’) v.o.
sott. it.
La storia è quella dell’immortale
tragedia shakespeariana, in cui il generale Macbeth assassina il
suo re e precipita per sete di potere in una spirale di
sangue.
🔵SABATO 23
APRILE
h 15.00 TESS
(R. Polanski, Fr./UK, 1979, 180’)
v.o. sott. it.
Inghilterra, fine ‘800. Le
drammatiche disavventure di un’umile ragazza, forse in realtà di
nobili origini, sedotta e abbandonata dopo essere rimasta
incinta.
The Gilded Age è il nuovo period
drama firmato da Julian Fellowes e in onda su
Sky Serie, on demand su Sky e in streaming su NOW dal 21 marzo. La
serie, prevista inizialmente per il 2018, è slittata ed è stata
acquisita su HBO che negli Stati Uniti l’ha distribuita a partire
dalla fine di gennaio 2022. Adesso The Gilded Age
è arrivata in Italia e promette di far appassionare tutti gli
orfani di Downton Abbey, il più famoso period
drama firmato da Fellowes e che presto tornerà per un
secondo lungometraggio (dopo il primo di 3 anni fa e la serie
completa di sei stagioni).
La trama di The Gilded Age
La storia di The
Gilded Age ruota intorno a Marian Brook, giovane orfana di
buona famiglia ma ridotta in povertà, che si vede costretta a
trasferirsi a New York (siamo negli anni ’80 dell’Ottocento) dove
vivono le sue due zie, sorelle del padre, una delle quali, zia Ada,
ancora nubile, l’altra, Agnes van Rhijn, vedova molto ricca che
amministra la fortuna del suo defunto e poco amato marito e
pretende di amministrare anche le vite che le gravitano intorno:
quella della sorella, del figlio e non ultima della nipote appena
arrivata. Di fronte alla zia di Marian, una vera e propria
roccaforte degli antichi valori e della vecchia nobiltà si staglia
Bertha Russell, donna appartenente alla classe dei nuovi ricchi,
che si è trasferita proprio dall’altro lato della strada, in una
enorme casa nuova, costruita da un architetto europeo, un vero e
proprio monumento alla ricchezza del signor Russell, magnete delle
ferrovie e visto di cattivo occhio dall’alta società newyorkese.
Scopo di Bertha è quello di farsi accettare nella cerchia bene
della città, e se da una parte si troverà di fronte grande
ostilità, non ultima quella di Agnes van Rhijn, troverà anche
sostegno e curiosità inaspettata da parte della giovane Marian, che
si troverà immischiata nelle vicende della grande casa di
fronte.
Con The Gilded
Age, Julian Fellowes si conferma un
raffinato narratore, mette insieme intrigo, frivolezze, lotta di
classe, questa volta articolata in maniera ancora più precisa e
specifica rispetto a quanto visto, per esempio, in
Downton Abbey, confezionando un dramma che appare un Instant
classic, forse grazie soprattutto alle splendide protagonisti e ai
costumi incredibili che queste indossano come se fossero davvero
nate nell’Ottocento (anche se chi ne sa qualcosa di storia della
moda, intercetterà delle licenze e delle stravaganze ante
litteram).
Donne straordinarie di fine Ottocento a New York
Il personaggio di Marian
in particolare mescola insieme una serie di elementi che
difficilmente si trovano fusi nello stesso personaggio: la giovane
donna è nobile ma povera, è intelligente ma non ha talenti
particolari, è ribelle, tuttavia tutto sembra indirizzarla verso
una vita ordinaria di moglie e madre, purché il partito in
questione appartenga alla “vecchia nobiltà newyorkese”, nei piani
della zia maggiore. Sicuramente la ragazza riuscirà a trovare il
suo spazio, insinuandosi tra le maglie che la sua condizione le
impone, ma a che prezzo?
Ma la stessa Bertha, e
le zie di Marian risultano già dal primo episodio donne che
combattono e hanno combattuto per ciò che desiderano, figure forti
e determinate, non importa quale sia il loro orientamento sociale,
ma sempre fautrici del loro stesso destino, per quanto la società
in cui vivono è ancora formalmente gestita da uomini.
La scrittura di
Julian Fellows non fa mai prigionieri, e anche in
questo caso lo spettatore è catturato dal primo istante, coinvolto
nelle esistenze di questa donne straordinarie, protagoniste
contraddittorie e proprio per questo affascinanti di The
Gilded Age.
Il
leggendario regista Francis Ford Coppola
(Il
Padrino,
Apocalypse Now) ha criticato aspramente a più
riprese in film di supereroi/fumetti in passato e, più
recentemente, ha individuato nell’ascesa del cinema di
“prototipi” di supereroi come un fattore negativo che ha
influenzato l’operatività gli studi che esitano maggiormente nel
prendersi un rischio su operazioni meno note o non basate su
IP.
“C’erano dei film in studio. Ora ci sono le opere
della Marvel. E cos’è un’immagine
Marvel? Un’immagine Marvel è un prototipo di film che viene
realizzato ancora e ancora e ancora e ancora e ancora per sembrare
diverso”, ha affermato il regista durante un’intervista
con GQ all’inizio di quest’anno. Nonostante il chiaro disprezzo di
Coppola per i film di supereroi definiti “spregevoli”, sembra però
che abbia apprezzato un certo Mercenario con la bocca! “Mi
è piaciuto Deadpool, ho pensato che fosse fantastico”, ha
riferto il regista a Variety. L’attore di Wade
Wilson Ryan Reynolds ha risposto con il seguente
Tweet.
Il rapporto menziona che
True Detective 4 è in fase di sviluppo con una nuova
stagione, ma senza il creatore Nic Pizzolatto al
timone. Issa Lopez (Tigers Are Not Afraid, Secondary
Effects) scriverà una sceneggiatura per la nuova stagione e
dirigerà anche il pilot di quello che è provvisoriamente
intitolato True
Detective: Night Country. È stato anche riferito
che il regista Barry Jenkins
(Moonlight , If Beale Street
Could Talk) è stato stato ingaggiato come produttore
esecutivo.
Una quarta stagione della serie
segnerà la prima volta che Pizzolatto non sarà legato alla serie
che ha contribuito a creare, anche se THR ha riferito che
probabilmente sarà ancora accreditato come produttore esecutivo.
Dopo la conclusione della terza stagione di True
Detective nel 2020, Pizzolatto avrebbe incontrato i
dirigenti della HBO e concordato reciprocamente di separarsi, con
Pizzolatto che in seguito avrebbe firmato un accordo generale con
FX nel 2021.
La serie True Detective
True
Detective è iniziato nel 2014, con la sua prima
stagione interpretata da Matthew McConaughey e Woody Harrelson e ha ottenuto recensioni
entusiastiche. La sua ultima stagione è andata in onda nel 2019 e
vedeva protagonisti Mahershala Ali, Carmen Ejogo, Stephen
Dorff, Scoot McNairy e Ray Fisher.
Si è aperto nei giorni scorsi a
Dakar, in Senegal, il set di Io Capitano, il nuovo
film di Matteo Garrone, una coproduzione
internazionale Italia/Belgio, prodotto da
Archimede con Rai Cinema, in
coproduzione con Tarantula, con la partecipazione
di Pathé. Le vendite internazionali sono affidate
a Pathé International.
IO CAPITANO è una fiaba omerica che
racconta il viaggio avventuroso di due giovani, Seydou e Moussa
(gli esordienti Seydou Sarr e Moustapha
Fall), che lasciano Dakar per raggiungere l’Europa.
Un’Odissea contemporanea attraverso le insidie del deserto, i
pericoli del mare e le ambiguità dell’essere umano.
Scritto da Matteo
Garrone, Massimo Gaudioso,
Massimo Ceccherini e Andrea
Tagliaferri, a partire da un soggetto dello stesso
Garrone, che si è ispirato alle storie vere di Kouassi Pli
Adama Mamadou, Arnaud Zohin, Amara Fofana, Brhane Tareke e
Siaka Doumbia, tutti ragazzi che hanno compiuto davvero il viaggio
dei due protagonisti del film.
Le riprese si svolgeranno, oltre che
in Senegal, anche in Marocco e in Italia, per un totale di 13
settimane.
Crediti
Regia Matteo Garrone
Soggetto Matteo Garrone
Sceneggiatura Matteo Garrone, Massimo
Gaudioso, Massimo Ceccherini,
Andrea Tagliaferri