Men è
il nuovo horror febbrile e mutevole del visionario regista
Alex Garland, già alla sua terza regia dopo cult
come Ex-Machina e Annihilation. Attori
protagonisti due fuoriclasse: nei panni di Harper la candidata
all’Oscar Jessie Buckley e un camaleontico
Rory Kinnear nei diversi ‘uomini’ che incarnano
tutti i demoni di Harper. MEN in concorso alla 54° edizione della
Quinzaine des Réalisateurs di Cannes 2022 sarà proiettato domenica
22 maggio, ore 20.45, presso Le Théâtre Croisette. (Replica venerdì
27 maggio ore 18.45, presso Le Théâtre Croisette). Il film arriverà
nelle sale italiane questa estate distribuito da Vertice360.
La trama di Men
A seguito di una tragedia
personale, Harper (Jessie Buckley) si ritira da sola nella
rigogliosa campagna inglese, sperando di trovare un luogo dove
curare il dolore che la accompagna. Ma dai boschi circostanti
sembra materializzarsi qualcosa o qualcuno che inizia a
perseguitarla. Quello che inizialmente è un’inquietudine sottesa si
trasforma ben presto in un vero e proprio incubo, abitato dai suoi
ricordi e dalle sue paure più oscure che prendono forma nel nuovo
inquietante horror del visionario regista Alex Garland.
Alex Garland ha
iniziato come romanziere, scrivendo The Beach e
Tesseract. È passato alla sceneggiatura con 28
giorni dopo, diretto da Danny Boyle, e ha
debuttato alla regia con Ex Machina, per il quale è stato candidato all’Oscar e
a due premi BAFTA. Nel 2018 Garland ha realizzato il suo secondo
film come sceneggiatore e regista, Annihilation, tratto dal romanzo di Jeff VanderMeer.
Attualmente è in produzione per A24 la sua sceneggiatura originale Civil
War, un film d’azione ambientato in un’America del futuro
prossimo con protagonista Kirsten Dunst.
I Marvel Studios hanno presentato solo
di recente il primo trailer
di Thor:
Love and Thunder e ora è stato riferito che il nostro
prossimo sguardo al sequel potrebbe arrivare molto prima di quanto
ci si aspettasse.
Secondo lo scooper Daniel Richtman
– che tende a essere puntuale con le date di uscita del trailer –
il prossimo trailer di Thor: Love and Thunder
sarà con noi tra pochi giorni lunedì 23 maggio.
Se ciò accadrà vorrà dire che sarà
la prima volta che usciranno due trailer con un periodo di tempo
insolitamente breve tra i contributi, anche se è abbastanza normale
dato che lo studio ha rilasciato il primo trailer molto tardi
rispetto a quelle che sono le consuetudini, quindi la Disney ha
ancora un sacco di marketing/promozione da fare prima che il film
arrivi nei cinema all’inizio di luglio.
Thor: Love and
Thunder è il quarto capitolo sulle avventure del
Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare
il Mjolnir stavolta sarà Jane
Foster, interpretata di nuovo daNatalie
Portman, come confermato sabato durante il panel
dei Marvel
Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece
al 6 Luglio 2022.
Il film segue Thor
(Chris
Hemsworth) in un viaggio diverso da quelli affrontati
fino ad ora, alla ricerca della pace interiore. Ma il suo riposo è
interrotto da un killer galattico conosciuto come Gorr the God
Butcher (Christian Bale), che cerca l’estinzione degli dei. Per
combattere la minaccia, Thor si affida all’aiuto di Valchiria
(Tessa Thompson), Korg (Taika Waititi) e dell’ex fidanzata Jane
Foster (Natalie Portman) che, con stupore di Thor, brandisce
inspiegabilmente il suo martello magico, Mjolnir, come Mighty Thor.
Insieme, intraprendono una sconvolgente avventura cosmica per
scoprire il mistero della vendetta di Gorr il macellatore di dei e
fermarlo prima che sia troppo tardi.
Taika Waititi tornerà alla regia di Thor: Love and
Thunder, un film dei Marvel Studios
dopo
Thor: Ragnarok, così come Chris
Hemsworth e Tessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e
Valchiria dopo l’ultima apparizione in
Avengers: Endgame. Nel cast anche
Christian Bale nei panni del villain Gorr il
Macellatore di Dei, e
Russell Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del
progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi
come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
La recensione di Top Gun:
Maverick non può non cominciare che con una presa di
coscienza inaspettata: Joseph Kosinski e la sua
squadra hanno fatto un ottimo lavoro, realizzando il sequel
perfetto a 36 anni dall’originale cult con
Tom Cruise.
Il film di Tony
Scott, che ha fatto storia diventando un tassello
fondamentale non solo della mitologia americana ma anche di un
certo modo di raccontare gli Stati Uniti reaganiani trova nel suo
seguito il compimento perfetto di quella che è la parabola umana ed
eroistica di Pete “Maverick” Mitchell. Tom Cruise
torna a interpretare il top gun che, a tanti anni dalla sua prima
avventura, si ritrova esattamente dove lo avevamo lasciato, più o
meno.
La trama di Top Gun: Maverick
Diventato capitano di vascello (un
avanzamento di carriera irrisorio per un pilota così dotato),
Maverick fa il collaudatore di aerei segreti ultra tecnologici, e
non riesce a sbloccare il “livello ammiraglio” a causa del suo
carattere indomito e della sua esigenza di libertà che, lontana
dalle gerarchie e dagli obblighi, lo porta a fare l’unica cosa che
ama davvero: volare. Tuttavia una inaspettata chiamata dall’alto lo
costringe a tornare nel corpo del Top Gun, per
stare dall’altro lato della barricata; questa volta Maverick dovrà
insegnare ai suoi giovani eredi, il meglio del meglio, a portare a
termine una missione che sembra impossibile, contro un nemico
innominato, che deve essere assolutamente fermato. Pete non si
sente molto un insegnante né un mentore, tuttavia trai giovani top
gun che gli vengono affidati c’è anche Bradley “Rooster” Bradshaw,
figlio di Goose e che Maverick cerca di tutelare e “crescere” anche
intervenendo nella sua carriera. A quel punto il nostro eroe non
può più rifiutare la chiamata, ma qualcosa in lui deve cambiare per
permettere ai giovani di imparare a volare da soli (letteralmente).
Maverick deve imparare a lasciar andare il passato.
Un blockbuster
moderno e maturo
Top Gun: Maverick
è un blockbuster
moderno, maturo, intelligente. È a tutti gli effetti un’operazione
nostalgia, che rievoca tutto l’immaginario del film originale, dal
taglio fotografico, all’iconica colonna sonora, passando per
quell’epica dell’uomo che supera i propri limiti tanto cara al
cinema degli anni ’80 e costitutiva della carriera di Tom Cruise
stesso. Un lavoro di ri-racconto intelligente e attento, che
ripropone i tropi del vecchio, trasformandoli in spunti per
aggiornare all’oggi la conversazione. Il risultato è molto vicino a
quello che, sempre con grande sorpresa, è stato archiviato da
Ghostbusters: Legacy.
L’ironia come strumento
narrativo
Lo strumento principale con cui
questo risultato viene raggiunto è l’uso sapiente dell’ironia: non
sarebbe più adeguato ai tempi un mondo dove piloti d’elite si
prendono troppo sul serio, e così la battuta, il momento
divertente, l’ironia appunto interviene in ogni momento in cui il
pathos potrebbe prendere il sopravvento, in maniera puntuale,
precisa, estremamente equilibrata e ben calibrata. Un esempio
calzante è la scena, breve ma emozionante, in cui compare
Tom “Iceman” Kazinsky: la nemesi di Maverick, che
però è riuscito a inserirsi nel sistema tanto da diventare
ammiraglio e a proteggere, da lontano e per tutti quegli anni, il
suo amico testa calda, è malato, chiede però un incontro e qui
parla con Pete, chiedendogli di abbracciare la missione per cui è
stato scelto, dal momento che è l’unico a poterlo fare. E proprio
quando l’atmosfera diventa troppo carica di emozione, una battuta
arriva a spezzare la tensione a e far riprendere fiato allo
spettatore e ai personaggi.
Lasciar andare il
passato
Sempre in questa scena si cela un
altro punto fondamentale del film,
ovvero il confronto con il passato, e la capacità di lasciarlo
andare. La sfida più grande dell’eroe in Top Gun:
Maverick è proprio quella di lasciar andare il passato, i
traumi, gli errori, i rimpianti, e di vivere nel presente, mentre
il futuro, nella forma di Goose e degli altri piloti, si srotola
davanti ai suoi occhi.
Il tempo che è passato tra il film
originale e Top Gun: Maverick lo si può
quantificare anche in processo tecnico. Il film diretto da Kosinski
è capace di momenti tecnici di livello altissimo, e le battaglie
aeree, cuore adrenalinico della storia, sono un momento di
intrattenimento puro, che giustificano a voce alta l’esigenza della
sala di continuare ad esistere come luogo deputato a quel tipo di
spettacolo, a quel tipo di godimento puro per lo spettatore.
Una storia d’amore “vecchia”
Totalmente accessoria e “vecchia” è
la storyline romantica con il personaggio interpretato da
Jennifer Connelly. Dalla scelta delle battute da
far loro recitare al modo in cui vengono inquadrati i due amanti,
tutta la trama d’amore è soltanto un pretesto per dire al
protagonista che c’è dell’altro fuori dall’abitacolo del suo aereo.
Serve al suo scopo, ma lo fa con pigrizia, senza giovare del lavoro
di riadattamento al linguaggio moderno di cui invece è oggetto con
successo tutto il film.
Top Gun: Maverick, ovvero “il
culto della personalità”
Se Top Gun:
Maverick ha un difetto è che alimenta, ancora una volta,
il mito del superuomo
Tom Cruise. La storia serve al suo personaggio, le
acrobazie servono a Cruise che ha la possibilità, ancora una volta,
di dispiegare le ali del suo ego e mostrarlo alla pletora dei suoi
fan adoranti. Non sembra esserci il passaggio di testimone come
accaduto con Sylvester Stallone per
Creed, ma un continuo bisogno della figura eroica che
a dispetto della sua fallacia umana, non vacilla mai a bordo di un
aereo ed è sempre, anche di fronte al nuovo che avanza, la chiave
di volta per risolvere la situazione. Alla fine della storia,
Rooster, Hangman, Phoenix e gli altri non sono ancora il futuro, ma
sono i secondi di Maverick. Un culto della persona che mette in
secondo piano il valore della storia.
Doctor Strange nel Multiverso della Follia è finalmente
arrivato nelle sale, dando il via alla nuova saga del MCU e spalancando le
porte del Multiverso. Come promesso, la prima avventura di
Sam Raimi nel MCU ha introdotto
nuove varianti dell’ex Stregone Supremo, ognuna delle quali ha
avuto un impatto ben specifico sulla trama del film.
Nelle due ore di durata di
Doctor Strange
2 alcune varianti di Strange hanno chiaramente avuto
più tempo sullo schermo e dunque maggiore impatto sulla storia:
analizziamole insieme.
Clea
Clea ha fatto il
suo debutto nella prima scena post-credits del film e, anche se è
apparsa sullo schermo solo per qualche minuto, il suo arrivo
anticipa un grande evento targato Marvel Comics:
Secret Wars.
Nei fumetti Marvel,
Clea è la Strega Suprema della Dimensione
Oscura nonché interesse amoroso di Strange, ed è stato
confermato che questi due elementi saranno conservati anche nei
futuri film del MCU. Dovremo
aspettare qualche anno prima di vedere finalmente le avventure di
Clea e Strange nel multiverso, ma
i fan dei fumetti possono sicuramente iniziare a entusiasmarsi!
Difensore Strange
Nonostante sia apparso solo
all’inizio del
Multiverso del follia (con uno dei migliori costumi che hanno
preso ispirazione dai fumetti), Difensore Strange
ha dimostrato fin dall’inizio che non tutte le versioni di
Strange possono essere eroiche, dal momento che
tenta di sacrificare la vita di America Chavez senza nemmeno consultarsi con
la ragazza e prendere in considerazione il suo parere, prima di
andare incontro a una morte orribile.
Anche se si tratta di un arco
piuttosto breve, la morte del Difensore Strange ha
dato il via all’intero sviluppo caratteriale di Strange nel corso
del film, dove lo vediamo passare dallo stregone egoista che è
sempre stato ad eroe altruista. Senza il suo ironico sacrificio,
America non avrebbe incontrato lo Strange della
Terra-616 e Stephen non avrebbe avuto il suo
sogno, quindi la sua prematura scomparsa è stata davvero
significativa per la storia del
Multiverso della Follia.
Sinister Strange
Unico sopravvissuto all’incursione
che ha annientato il suo stesso universo, Sinister
Strange si è trovato da solo nel suo Sanctum Sanctorum in
stato di decadenza, circondato dalle ossa di coloro che correvano
da Strange per chiedere aiuto, prima di ricevere la visita dello
Strange di Terra-616. Questa variante era stata completamente
corrotta dal Darkhold e dal suo potere, e si è cimentato in un
incredibile duello musicale contro lo Strange della Terra-616,
finendo impalato su una staccionata poco dopo.
Questa variante di Strange lo ha
aiutato a diventare una persona migliore, facendogli capire il vero
orrore che può derivare dalla corruzione, dall’egoismo e dal
potere. Inoltre, la sua morte ha portato Strange di Terra-616 e
Christine Palmer di Terra-883 a utilizzare il
Darkhold di questo universo per raggiungere col dream-walking
Terra-616 e combattere Wanda.
Lo “Strange Supremo” di
Terra-883
Nel corso del suo viaggio
nel
Multiverso della Follia, Strange visita
Terra-883, una versione tecnicamente avanzata della Terra con una
propria squadra di Fantastici Quattro (compresi i
figli di Reed Richard), di X-Men,
Inumani e Vendicatori. Al di
sopra di tutte queste squadre di eroi stanno gli
Illuminati, un gruppo d’élite composto dai
migliori eroi del mondo che vegliano sulla loro Terra: tra di loro,
vi è anche una variante di Doctor Strange.
Tuttavia, abbiamo presto scoperto
che questa variante di Doctor Strange è stata
giustiziata da Black Bolt per essere stato
corrotto dalla Darkhold. Questo colpo di scena è stato
incredibilmente importante per la storia, poiché Strange ha
finalmente potuto battersi contro il Barone Mordo
dato che gli Illuminati lo consideravano una delle più
grandi minacce del loro universo, ed è fuggito freneticamente da
Wanda con America e Christine, con la
nuova consapevolezza che le sue capacità erano incredibilmente
potenti e che ogni altra variante di Strange era malvagia.
Zombie Strange
Lo Strange
zombie, o più precisamente il Doctor
Strange della Terra 616 che sfrutta il cadavere di
Defender Strange risvegliato dal dream-walking, è
stata una delle varianti di Strange più potenti in
Doctor Strange 2, al punto da riuscire a usare le Anime dei
Dannati per combattere Wanda.
Sebbene non sia rimasto a lungo in
circolazione (e non fosse lo Strange zombie di
What If…?), è riuscito a entrare nel Trono
della Strega Scarlatta nonostante gli stregoni non potessero
accedervi, ed è stato in grado di intimorire davvero
Wanda per la prima volta nel corso del film –
portando a un duello raccapricciante e ispirando America
Chavez a combattere finalmente Wanda.
Doctor Strange (Terra-616)
Protagonista del
Multiverso della Follia, Stephen Strange di
Terra 616 salva la vita di America Chavez e, a differenza delle sue
controparti multiversali, rischia la vita per proteggerla dalla
terrificante Strega Scarlatta. Nel corso del film,
vediamo Strange diventare meno egocentrico e più altruista,
lavorando su se stesso per riuscire a diventare un vero eroe.
Anche dopo aver incontrato diverse
varianti di se stesso, tutte malvagie e corrotte,
Strange non rinuncia mai ad
America, sfidando persino il suo più stretto
alleato Wong quando gli viene ordinato di
sottrarle i poteri. Al contrario, Strange motiva
America, aiutandola a sfruttare i suoi poteri per
sconfiggere Wanda nel modo più giusto. Inoltre, alla fine del
Multiverso della Follia, abbiamo visto Strange diventare
potenzialmente il Vendicatore più forte, dato che l’utilizzo del
dream-walking lo ha ispirato ad approfondire ulteriormente i suoi
incantesimi per usarli a suo vantaggio, e a sfidare ogni altra
variante di Strange che abbiamo incrociato nel corso del film.
Sembra essere un momento d’oro per
il multiverso e le realtà alternative al cinema e in televisione.
Oltre a quanto la Marvel sta raccontando con i suoi
film e serie, diversi sono i progetti che sempre più si rifanno
all’idea di molteplici versioni differenti di una realtà. A questi
si aggiunge ora anche l’italiano La donna per
me, nuovo film da regista di Marco Martani, meglio
noto come sceneggiatore di commedie brillanti
come Ex, Maschi contro
Femmine, Femmine contro Maschi, La mafia uccide solo
d’estate, Se Dio vuole. Prodotto da
Lucky Red con Rai Cinema e in
collaborazione con Sky Cinema, il film sarà
trasmesso il 23 maggio su Sky e NOW.
Protagonista del film è Andrea
(Andrea Arcangeli), un ragazzo di trent’anni alla
vigilia del matrimonio con Laura (Alessandra
Mastronardi), conosciuta all’università e con cui da
allora ha costruito la sua vita. Alcuni dubbi dell’ultimo momento,
però, trasformano l’esistenza di Andrea che, ogni giorno, si trova
a risvegliarsi in una vita diversa, in un sé stesso diverso e in
universi paralleli in cui Laura non è mai stata la sua compagna.
Avendo modo di sperimentare le tante declinazioni che la sua vita
avrebbe potuto prendere, Andrea comincerà però a capire cosa
desidera davvero, trovandosi a dover tentare quanto prima di
tornare alla sua realtà.
Come sarebbe andata se…
La commedia romantica scritta e
diretta da Martani ha l’esplicito obiettivo di affrontare, con
leggerezza e umorismo, il tema della paura davanti a un impegno di
vita importante come può esserlo il matrimonio. La storia, infatti,
parte dalla domanda “cosa faresti se ti potessi togliere
qualsiasi dubbio prima di prendere la decisione più importante
della tua vita?”. Da qui ha inizio l’avventura del
protagonista di La donna per me, ritrovatosi incastrato in
quello che risulta essere un incrocio tra un loop temporale e una
diversa serie di universi paralleli. Un’opera che fa subito pensare
a titoli come Palm Spring e Questione di tempo
(citati non a caso dal regista come primarie fonti di
ispirazione).
L’idea in sé non è dunque nuova, ma
è qui calata in una realtà italiana fatta di precariato, avvocati
poco onesti e musicisti di dubbio gusto. Un’occasione dunque per
riflettere anche sugli elementi tipici della nostra società, che a
loro modo si riflettono nella vita di un giovane qualunque come può
esserlo il protagonista di questo film. Tutto ciò è a sua volta
contenuto in una classica struttura da film ad equivoci, che
portano sempre più scompiglio nella vita di Andrea, permettendogli
di imparare importanti lezioni di vita e di regalare allo
spettatore qualche risata (nel più dei casi per merito dei
personaggi interpretati da Eduardo
Scarpetta e Stefano
Fresi).
D’altrone, come diceva Danny Boodman
T.D. Lemon Novecento, protagonista del film La leggenda del
pianista sull’oceano, come si fa a scegliere una sola vita,
una sola donna da amare? Il protagonista di La donna per
me ha dunque l’occasione di sperimentare ciò che tutti
vorremmo provare nei momenti più critici, ovvero l’esperienza
dell’alternativa, abbattendo così ogni possibile dubbio e
incertezza su come sarebbero potute andare le cose se svoltesi in
modo differente. Da questo punto di vista l’obiettivo del film è
sicuramente centrato e chiaro risulta il messaggio che si intendeva
trasmettere. Meno convincente, però, è il modo in cui si arriva a
tale risultato.
Un film limitato dalla scrittura
La donna per me è una
commedia romantica con delle ambizioni evidentemente maggiori
rispetto a tanti altri titoli italiani simili. Già solo il dover
reinventare continuamente situazioni e personaggi a partire da
elementi introdotti nelle prime scene richiede una certa cura nella
scrittura. Sfortunatamente, il punto debole del film risulta essere
proprio la sceneggiatura. Le situazioni che vengono presentate sul
grande schermo hanno infatti di base un grande problema: non sono
giustificate. Il loop temporale che si viene a costruire non è
introdotto in nessun modo chiaro e ciò porta ad una certa
difficoltà nel definire i suoi limiti e le sue regole.
Ciò che dà il via alla struttura del
racconto rimane dunque insoluto. Andrea ha vissuto solo un sogno?
Era tutto vero? Non è dato saperlo e comprensibilmente a molti
potrebbe anche non importare nemmeno. Al di là di tale aspetto,
però, La donna per me si caratterizza nella sua generalità
per una scrittura poco ispirata, che pur giocando con il fantasy e
offrendo in modo chiaro il suo tema, non sembra voler (o poter)
ambire a costruire qualcosa di più coinvolgente e memorabile. Nulla
possono i pur bravi interpreti principali e il film non trova
dunque l’occasione concreta di rendersi memorabile, offrendo nulla
più che la possibilità di una visione spensierata.
Nel 1952 il noir Le jene di
Chicago diretto da Richard Fleischer si
affermava come un gioiello di tensione ricco di suspence
claustrofobica. Il soggetto del film, scritto da Martin
Goldsmith e Jack Leonard venne anche
candidato al premio Oscar. Decenni dopo il regista Peter
Hyams, autore di film come 2010 – L’anno del
contatto e Un alibi perfetto,
vedrà quello stesso film in televisione, sviluppando il desiderio
di realizzarne un remake. Nel 1990 uscì così al cinema il film
Rischio totale, titolo italiano di
Narrow Margin, all’interno del quale si prende la vicenda
originale e la si attualizza al contemporaneo.
Per Hyams, che di questo film firma
anche la sceneggiatura e la fotografia, l’aspetto interessante era
quello di costruire un intero film ambientato all’interno di un
treno in corsa. Egli però, voleva accentuare l’impossibilità dei
personaggi a saltare giù dal mezzo, ricercando pertanto un
ambientazione talmente proibitiva da non consentire via di fuga.
Dopo un’accurata ricerca, egli scelse come location le Montagne
Rocciose del Canada, tanto belle quanto isolate. Il treno poi
utilizzato per le scene interne ed esterne consisteva in una
locomotiva diesel BC Rail SD40-2 dipinta con la livrea Via Rail
Canada per rappresentare il treno passeggeri Toronto-Vancouver.
Nonostante tali elementi, il film
mancò di affermarsi come un buon successo. Con recensioni
contrastanti e incassi minimi, Rischio totale finì con il
passare particolarmente in sordina. A distanza di anni è però un
film da riscoprire, capace di regalare forti emozioni e scene di
grande impatto. Prima di intraprendere una visione del film, però,
sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Rischio totale: la trama
del film
Protagonista del film è
Carol Hunnicut, la quale involontariamente assiste
all’omicidio dell’uomo con cui stava trascorrendo la serata ad
opera di un potente boss della mafia, Leo Watts,
senza però che quest’ultimo si accorga della sua presenza. Durante
le indagini la polizia, grazie ad un’impronta, scopre la presenza
della donna sul luogo dell’omicidio e cerca di mettersi in contatto
con quest’ultima per farla testimoniare. Carol viene dunque
rintracciata in una baita sulle montagne del Canada, dove nel
frattempo si era nascosta. Il vice procuratore distrettuale
Robert Caulfield parte così in elicottero alla
volta del Canada per recuperare la donna e convincerla a
testimoniare.
Sembra filare tutto liscio, quando
una volta arrivati alla baita, partono colpi di mitra da un
elicottero che nel frattempo li aveva seguiti. Una talpa nel
dipartimento aveva infatti rivelato anche a Leo Watts il
nascondiglio di Carol. Durante la sparatoria rimangono uccisi un
poliziotto e il pilota dell’elicottero. Scampati alla sparatoria,
per Caulfield e Carol inizia un lungo inseguimento attraverso le
montagne del Canada. L’azione si sposta quindi sul treno per
Vancouver, dove i fuggitivi saranno braccati dagli scagnozzi del
criminale, deciso in ogni modo a non far arrivare la donna sul
banco dei testimoni.
Rischio totale: il cast
del film
Ad interpretare il personaggio di
Carol Hunnicut vi è l’attrice Anne Archer,
candidata agli Oscar come non protagonista per la sua
interpretazione in Attrazione fatale e nota anche per i
film Giochi di potere e Sotto il segno del
pericolo. Accanto a lei, nel ruolo del criminale Leo Watts vi
è invece Harris Yulin, uno dei principali
caratteristi di Hollywood, comparso in celebri film come
Scarface, Ghostbuster II e Training Day.
L’attore J. T. Walsh, apparso anche lui in
numerose pellicole come Good Morning, Vietnam e Codice
d’onore, compare invece nei panni dell’avvocato Michael
Tarlow.
Nel ruolo del procuratore Robert
Caulfield, protagonista maschile del film, si ritrova invece il
premio Oscar Gene Hackman.
Egli cercava da tempo un progetto da realizzare insieme a Hyams,
senza però riuscire a trovarne uno sufficientemente convincente.
Quando il regista gli propose Rischio totale, l’attore
rimase però affascinato dall’intreccio narrativo e dalla
complessità dei personaggi, accettando di recitarvi. In ultimo, nel
film, vi sono anche M. Emmet Walsh nel ruolo del
sergente Dominick Benti e Susan Hogan nei panni di
Kathryn Weller.
Rischio totale: il trailer
e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Rischio
totale è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple iTunes, Rai Play e
Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma
di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere
un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso
di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui
guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto
televisivo di sabato 21 maggio alle ore
21:00 sul canale Iris.
Gli ultimi anni di cinema ci hanno
dimostrato quanto i personaggi dei fumetti e le loro storie possano
essere fonte di grande fascino anche sul grande schermo. Al di là
dei supereroi della Marvel o della DC, sono numerosi i
casi di adattamenti di questo tipo, risalenti anche a ben prima che
i cosiddetti cinecomic diventassero una solida realtà. Un
brillante esempio, criticato alla sua uscita ma divenuto con il
tempo un cult, è il film Dredd – La legge sono
io (qui la recensione). Uscito al
cinema nel 1995 per la regia di Danny Cannon,
questo si è affermato come un avvincente thriller di
fantascienza.
Ambientato in un futuro distopico,
il film ha per protagonista il Giudice Dredd, personaggio dei
fumetti ideato nel 1977 da John Wagner e
Carlos Ezquerra. Questo nacque come satira della
società contemporanea e come denuncia al continuo aumento di potere
dei corpi di Polizia nello stato moderno democratico. Attraverso la
distopia e la fantascienza, dunque, si raccontavano risvolti
preoccupanti della società, elementi poi riprodotti fedelmente
anche nel film. Importante fu però anche l’aspetto estetico, per
cui venne chiamato il noto stilista Gianni Versace
a contribuire al look dell’abito del protagonista.
Come anticipato, Dredd – La
legge sono io si rivelò però un insuccesso al box office, e
venne da alcuni definito come il peggior film nella carriera di
SylvesterStallone, qui
protagonista. Negli anni ha però raggiunto lo status di cult,
dimostrando ancor più attuale oggi su determinati argomenti
rispetto al periodo della sua uscita. Prima di intraprendere una
visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune
delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Dredd – La legge sono io: la trama del film
Ambientato nel 2080, in un’epoca
dove il clima e l’ambiente sono profondamente stati danneggiati a
causa di diverse guerre nucleari, il mondo è ora un luogo lugubre e
deserto, rinominato “Terra Maledetta”. La maggior parte dei pochi
abitanti sopravvissuti si ammassa in alcune gigantesche megalopoli,
dove vengono instaurate delle società violente e corrotte. Una di
queste è Megacity, sorta dove un tempo sorgeva l’antica città di
New York. La legge degli uomini, ormai non più efficace nel
debellare il crimine, viene quindi sostituita da una nuova e
violenta organizzazione di controllo e d’ordine.
Questa è rappresentata dai
“Giudici”, i quali oltre a catturare coloro che si sono macchiati
di crimini, possono giudicarli, condannarli ed eseguire le condanne
stesse. Tra i più validi Giudici vi è Joseph
Dredd, il quale però si vede incastrato in un omicidio che
non ha commesso. Rischiando di essere a sua volta giudicato e
condannato alla pena capitale, l’uomo dovrà intraprendere una
caccia al vero colpevole, dimostrando la propria innocenza prima
che sia troppo tardi. Mentre il Giudice Fargo
tenta di aiutare Dredd, quest’ultimo arriva a scoprire la presenza
di membri della Corte Suprema nel complotto contro di lui. Qualcosa
di più grande e minaccioso si agita però nell’ombra.
Dredd – La legge sono io: il cast del film
Per interpretare il ruolo del
Giudice Dredd, erano stati considerati gli attori Arnold Schwarzenegger e
Sylvester Stallone. Ad
avere la meglio fu però quest’ultimo, che pur non avendo mai
sentito parlare del personaggi prima, si disse particolarmente
interessato al ruolo ed alle sue implicazioni politiche. L’attore
non era però del tutto soddisfatto della sceneggiatura e diede vita
ad accesi scontri con il regista affinché parti di questa venissero
riscritte. I due avevano infatti una visione diversa del progetto.
Stallone desiderava dar vita ad una commedia d’azione, mentre
Cannon aspirava ad un’atmosfera più cupa e violenta. Alla fine,
anche il finale venne modificato per compiacere l’attore.
Tra gli antagonisti del film si
ritrova invece l’attore Armand Assante, nei panni
dello spietato Giudice Rico, mentre Jurgen
Prochnow è Griffin, capo della Corte Suprema. L’attore
Rob Schneider interpreta l’informatico Herman
Fergy Ferguson. Il ruolo era inizialmente stato offerto al premio
Oscar Joe Pesci, ma
questi rifiutò, portando così alla scelta di Schneider. L’attrice
Diane Lane è presente nei panni del Giudice
Hershey, eseguendo da sé molti dei propri stunt, mentre
Joanna Miles è il Giudice Evelyn McGruder. Di
particolare importanza è la presenza dell’attore svedese
Max vonSydow, nei panni del
Giudice Fargo. Nel film è poi presente anche l’attore
EwenBremner, noto per essere
stato Spud in Trainspotting, qui nei panni di Junior
Angel.
Dredd – La legge sono io:
il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Dredd – La legge sono
io è infatti disponibile nel catalogo di
Infinity e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà
noleggiare il singolo film, avendo così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso
di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui
guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto
televisivo di sabato 21 maggio alle ore
00:50 sul canale Rete 4.
The Gray Man, Enola Holmes 2, The Adam
Project e molti altri ancora: il reel degli originali
Netflix del 2022 ha mostrato scene da ben 28 film, ma
possiamo essere sicuri che saranno anche di più i Film
Netflix del 2022. Da quando la piattaforma ha iniziato a
concentrarsi anche sulla produzione di film propri film originale,
l’elenco di quelli realizzati nel corso degli anni si è fatto
sempre più esteso, comprendendo titoli spesso molti diversi tra
loro ma proprio per questo capaci di soddisfare un pubblico il più
ampio e variegato possibile.
Con il sistema di distribuzione e
produzione modificato su larga scala dai due anni di pandemia, la
piattaforma della grande N rossa si è poi ricavata uno spazio di
tutto rispetto nel panorama dei prodotti originali, che finiscono
direttamente in streaming in contemporanea mondiale e che ormai non
possono più definirsi solamente film per la tv. La qualità tecnica
e artistica raggiunta da molti dei film di Netflix è ormai al pari di quella
dei grandi studios statunitensi e sempre più nuovi o affermati
registi si rivolgono all’azienda per realizzare i propri film.
La scelta è sempre vastissima e si
corre sempre il rischio di passare le ore a sfogliare il catalogo
dei Film di Netflix del 2022 prima di scegliere il
titolo da vedere, ma è anche comprensibile che, tra grandi autori
che cercano in Netflix una casa per le loro idee, volti noti e
amati, cinema di genere e prodotti più leggeri ma che in tempi
difficili sono un’ottimo rifugio, la scelta è difficile. Per
cercare di far ordine in tutto ciò, ecco di seguito tutti i film
originali di Netflix usciti fino ad ora nel 2022.
Film Netflix 2022: tutti i film usciti sulla piattaforma
Non aprite quella
porta, di David Blue Garcia.
Melody e la giovane sorella Lila raggiungono con gli amici Dante e
Ruth il paese sperduto di Harlow, nel Texas, per dar vita a una
nuova e visionaria iniziativa imprenditoriale. Ma il loro sogno si
trasforma in un incubo quando senza volerlo disturbano Faccia di
cuoio, il serial killer squilibrato che con la sua eredità di
sangue continua a tormentare gli abitanti della zona. Tra questi
c’è Sally Hardesty, l’unica sopravvissuta al tristemente famoso
massacro del 1973 che è determinata a ottenere vendetta.
Downfall: il caso
Boeing, di Rory Kennedy. Nell’inquietante
documentario Downfall: il caso Boeing, la regista
candidata agli Oscar Rory Kennedy mette in luce la negligenza e
l’avidità che hanno portato ai due disastri aerei dei Boeing MAX
737 avvenuti a distanza di soli cinque mesi. Con il contributo di
esperti di aviazione, giornalisti, ex dipendenti Boeing, il
Congresso americano e i parenti delle vittime, il film rivela una
cultura di tagli di bilancio sconsiderati e insabbiamenti
all’interno di un’azienda un tempo venerata. Denuncia potente
dell’influenza corrotta di Wall Street, Downfall affronta
questioni più ampie come i rischi legati ai meccanismi delle grandi
aziende americane e i costi umani esorbitanti che ne derivano.
Madea: Il ritorno,
di Tyler Perri. Tyler Perry riporta in scena il
suo amato personaggio con questo nuovo film del franchise di
Madea. L’autore, regista e produttore Perry è protagonista
di questo film che racconta la festa di laurea del pronipote di
Madea, minacciata da segreti nascosti e drammi familiari. Il
lungometraggio vede riunite tutte le star della serie, tra cui
Tamela Mann, David Mann,
Cassi Davis Patton e con la partecipazione
straordinaria dell’iconico attore irlandese Brendan
O’Carroll nei panni di Agnes Brown, che affiancherà Madea
con la sua eccezionale verve comica.
Testimone
misterioso, di Régis Blondeau. Un
poliziotto corrotto fa di tutto per insabbiare un incidente, ma la
sua vita prende una brutta piega quando inizia a ricevere minacce
da un misterioso testimone. Un thriller francese mozzafiato, che
conferma la capacità della Francia di lavorare su questo
genere.
Against The
Ice, Peter Flinth. Nel 1909 la
spedizione artica guidata dal capitano danese Ejnar Mikkelsen
(Nikolaj Coster-Waldau)
tenta di confutare la rivendicazione degli Stati Uniti sulla
Groenlandia nordorientale, basata sulla presupposizione che la
Groenlandia fosse divisa in due territori separati. Il loro viaggio
si trasforma però in una prova di resistenza quando scoprono di
essere intrappolati in quei luoghi inospitali. Against the Ice è la
vera storia di un’amicizia che racconta il potere straordinario
delle relazioni umane.
The Weekend
Away, di Kim Farrant. Un
weekend in Croazia finisce male quando una donna è accusata di aver
ucciso la sua migliore amica. Nel tentativo di scoprire la verità,
porterà alla luce un segreto doloroso. Tra thriller e location
esotiche, questo film offre grande intrattenimento e un caso ricco
di colpi di scena da risolvere.
Il filo
invisibile, di Marco Simon Puccioni.
Il film racconta la storia dolceamara di Leone, un adolescente con
due padri che deve affrontare i pregiudizi di cui è vittima la sua
famiglia e fare i conti con la separazione dei genitori.
Interpretato da Francesco Scianna e Filippo Timi,
il film è una delicata commedia che dona dignità ad un tema
particolarmente attuale.
The Adam
Project, di Shawn Levy (2022). Nel 2050 un pilota di
un caccia capace di viaggiare nel tempo finisce erroneamente nel
2022, dove incontra il se stesso ancora bambino. Qui l’uomo avrà
ugualmente la possibilità di cambiare il passato per scongiurare un
futuro apocalittico. Interpretato da Ryan Reynolds e
Mark Ruffalo,
The Adam Project unisce la fantascienza alla comicità,
senza dimenticare i tanti sentimenti che legano il racconto.
Agente speciale
Ruby di Katt Shea. Il poliziotto Dan
(Grant Gustin) sogna di entrare
nell’unità cinofila, ma nessuno vuole dargli una possibilità. La
cagnolina randagia Ruby sogna di avere una casa, ma ha quasi perso
le speranze. Uniti dal destino, Dan e Ruby stringono un legame
indissolubile che li aiuterà a superare la sfida più grande. Basato
su una storia vera.
La parola addio non
esiste, di Bruno Ascenzo. Le
scintille volano quando il maniaco del lavoro Salvador viene
inviato dalla Spagna nel delizioso Perù per costruire un nuovo
hotel per la sua catena di famiglia e incontra Ariana, un’artista
focosa che gli insegnerà a godersi la bellezza di ogni momento a
Cusco. Primo film di produzione peruviana, La parola addio non
esiste è una brillante commedia romantica ricca di
emozioni.
Windfall, di Charlie
McDowell. Un uomo si introduce nella casa di vacanza vuota
di un miliardario che lavora nel settore tecnologico, ma le cose
vanno male quando l’arrogante magnate e sua moglie arrivano per una
fuga dell’ultimo minuto. Protagonisti di questo thriiller dai
molteplici toni sono Jason Segel,
Lily Collins e
Jesse Plemons.
Granchio nero,
di Adam Berg. Thriller d’azione svedese
ambientato in un mondo postapocalittico dilaniato dalla guerra. Nel
corso di un inverno lungo e rigido sei soldati intraprendono una
missione segreta attraverso un arcipelago ghiacciato per
trasportare un misterioso pacco che potrebbe metter fine alla
guerra. Quando si addentrano in territorio nemico, non hanno idea
dei pericoli che li aspettano o di chi possano fidarsi. Il film,
che ha suscitato particolare interesse tra quelli usciti ad oggi su
Netflix, è interpretato da Noomi
Rapace.
Grandine, di
Marcos Carnevale. Il celebre meteorologo della TV
Miguel Flores non riesce a prevedere un’orribile grandinata. Per
questo diventa il nemico pubblico numero uno ed è costretto a
scappare dalla capitale Buenos Aires rifugiandosi a Córdoba, la sua
città d’origine. Ne deriva un viaggio di riscoperta tanto assurdo
quanto umano. Film di produzione argentina, Grandine ha
ricevuto numerose lodi per il suo racconto e le interpretazioni dei
protagonisti.
Apollo 10½: A Space Age
Childhood, di Richard Linklater (2022). Un uomo
racconta la sua vita di bambino di 10 anni a Houston nel 1969, in
una narrazione che intreccia elementi nostalgici al racconto
fantastico e mirabolante di un viaggio sulla luna. Con il suo nuovo
film realizzato con la tecnica d’animazione del rotoscope,
Linlkater torna ai suoi temi più cari, dalla memoria al tempo, il
tutto nella cornice di un’età magica come l’infanzia. Apollo
10½ non è un film canonico, quanto più un lungo ricordo di
un’epoca e delle sue particolarità.
365 giorni –
Adesso, di BarbaraBiałowąs. Laura e
Massimo tornano più forti che mai in questo sequel di 365
giorni, ma la loro vita si complica a causa della famiglia di
lui e di un uomo misterioso, che vuole conquistare a tutti i costi
il cuore di Laura. Protagonisti, ancora una volta, sono Michele Morrone
e Ana-Maria
Sieklucka.
Bubble, di
TetsurōAraki. In una Tokyo
isolata dal resto del mondo, a causa di bolle e anomalie
gravitazionali, il destino fa incontrare un ragazzo con un talento
particolare e una ragazza misteriosa. Un nuovo anime originale per
Netflix, che va così ad ampliare una delle già più ricche sezioni
del suo catalogo. Per gli amanti del genere, è questo un film
imperdibile.
Ti giro intorno,
di Sofia Alvarez. Nell’estate prima del college
Auden incontra il misterioso Eli, insonne come lei. Mentre la
cittadina costiera di Colby dorme, i due intraprendono una missione
notturna per far scoprire ad Auden la divertente e spensierata vita
da adolescente che non avrebbe mai pensato di desiderare. Un film
per adolescenti (ma non solo) ricco di emozioni e sogni, proprio
come i due giovani protagonisti.
Spiderhead, di
Joseph Kosinski. Due detenuti che vivono in una
società del prossimo futuro sono alle prese con il loro passato
mentre sono intrappolati in una struttura che consente ai
prigionieri di ridurre il tempo di pena facendo volontariato per
esperimenti sull’uso di farmaci che alterano le emozioni, che sono
gestiti dal sorvegliante della prigione Steve Abnesti. Il detenuto
Jeff viene a prendersi cura di un’altra prigioniera, Rachel, e
cerca di superare gli esperimenti della prigione per salvarla. Il
film è interpretato da Chris Hemsworth
e Miles Teller.
Su Netflix dal 17 giugno.
The Grey Man, di
Anthony e Joe Russo. Quando il
mercenario più abile della CIA noto come Court Gentry alias Sierra
Six scopre accidentalmente i segreti dell’agenzia oscura, diventa
il bersaglio e viene braccato in tutto il mondo dall’ex collega
psicopatico Lloyd Hansen e da assassini internazionali. Con un
budget di 200 milioni, è questo il film più costoso mai prodotto da
Netflix, con un cast all star composto da Ryan Gosling,
Chris Evans,
Ana de Armas e
Regé-Jean Page.
Su Netflix dal 22 giugno.
In Grey’s Anatomy
18×20 che si intitolerà “Out for Blood” A causa di
una carenza di sangue, il Grey Sloan Memorial sta allestendo un
centro di donazioni volontarie. Nel frattempo, Nick chiede aiuto a
Meredith con il suo paziente e Winston è attaccato dalla sua
relazione con suo fratello, nella prima ora del finale di stagione
di “Grey’s Anatomy”, giovedì 26 maggio su ABC. Guarda gli episodi
on demand e su Hulu il giorno successivo alla loro prima. In Italia
l’episodio debutterà su Star di Disney+.
La diciottesima
stagione di Grey’s
Anatomy ha debuttato il 30 settembre 2021. In
Grey’s Anatomy 18 ritorneranno i personaggi
Meredith Grey (stagioni 1-in corso), interpretata da Ellen
Pompeo, Alexander “Alex” Michael Karev (stagioni 1-in
corso), interpretato da Justin
Chambers, Miranda Bailey (stagioni 1-in corso),
interpretata da Chandra
Wilson, Richard Webber (stagioni 1-in corso),
interpretato da James
Pickens, Jr., Owen Hunt (stagioni 5-in corso),
interpretato da Kevin
McKidd, Teddy Altman (stagioni 6-8, 15-in corso,
ricorrente 14), interpretata da Kim
Raver, Jackson Avery (stagione 7-in corso,
ricorrente 6), interpretato da Jesse
Williams, Josephine “Jo” Alice Wilson (stagione 10-in
corso, ricorrente 9), interpretata da Camilla
Luddington, Margaret “Maggie” Pierce (stagione 11-in
corso, guest 10), interpretata da Kelly
McCreary, Greg
Germann come Tom Koracick, Benjamin Warren
(stagioni 12-14, ricorrente 6-in corso, guest 7), interpretato
da Jason George, Andrew DeLuca
(stagione 12-in corso, guest 11), interpretato da Giacomo
Gianniotti e Caterina
Scorsone nei panni di Amelia Shepherd.
Grey’s Anatomy 18 è stato creato ed è prodotto da
Shonda Rhimes (“Scandal”, “How to Get Away with Murder”, “Station
19”). Betsy Beers (“Scandal”, “How to Get Away with Murder”,
“Station 19”), Mark Gordon (“Saving Private Ryan”), Krista Vernoff
(“Shameless”), Debbie Allen, Zoanne Clack, Fred
Einesman, Andy Reaser e Meg Marinis sono i produttori esecutivi.
“Grey’s Anatomy” è prodotto da ABC Signature, che fa parte dei
Disney Television Studios, insieme a 20th Television e Touchstone
Television.
Da quando si sono lanciate nella
produzione, le piattaforme di streaming si trovano ad affrontare
una buffa dicotomia, quella per cui offrono agli abbonati da una
parte film di grande successo ma di scarso valore artistico e
dall’altra i titoli che vantano importanti meriti artistici, tanto
da arrivare a vincere rinomati premi come gli Oscar. Questa
dicotomia è presente e palese anche nell’elenco dei Film
Netflix 2021.
Da una parte abbiamo Red Notice, con
Gal Gadot,
Ryan Reynolds e
Dwayne Johnson,
che è il film dello scorso anno più amato dal grande pubblico,
dall’altra Il Potere del
Cane, il film che segna il ritorno dietro alla
macchina da presa di Jane Campion e che vanta 12
nomination agli Oscar. Non c’è da sorprendersi, dunque,
se i Film di Netflix 2021 sono estremamente vari e
possono accontentare un pubblico vastissimo.
Dal musical di Lin Manuel
Miranda, all’horror italiano indipendente, passando per la
parentesi thriller di Joe Wright, la
piattaforma della grande N rossa ha sempre più da offrire un
catalogo ricco e variegato, che accontenterà i gusti di moltissimi
spettatori. Di seguito, ecco un elenco dei principali e più
importanti Netflix Originals prodotti e distribuiti nel corso del
2021 sulla piattaforma.
Di seguito tutti i film
originali Netflix usciti nel 2021
Il potere del
cane, di Jane Campion (2021). George e Phil sono una
coppia di fratelli che possiede un ranch nel Montana. Quando George
sposa la giovane vedova Rose e la porta a vivere nel ranch, Phil
prende di mira la donna e suo figlio Peter, tormentandoli senza
sosta. Interpretato da Benedict
Cumberbatch, Kirsten Dunst e
Jesse Plemons, il nuovo film della Campion è uno
dei più acclamati drammi dell’ultimo anno, vincitore di
innumerevoli premi tra cui l’Oscar per la miglior regia.
Don’t Look Up,
di Adam McKay (2021). Una coppia di astronomi si accorge
dell’esistenza di un meteorite in rotta di collisione con la Terra.
I due scienziati cercano di avvertire tutti sulla Terra che il
meteorite distruggerà il pianeta in sei mesi, ma nessuno sembra
preoccuparsi realmente della cosa. Con ricco cast composto da
LeonardoDiCaprio, Jennifer
Lawrence, Maryl Streep,
Jonah Hill,
Mark Rylance e Cate Blanchett,
il film di McKay è una dura satira nei confronti dell’attuale
società, sempre più confusionaria a livello comunicativo e sempre
pronta a dar credito alle persone meno adatte a gestire situazioni
di crisi.
È stata la mano di
Dio, di Paolo Sorrentino (2021). Negli anni ’80 a
Napoli, un ragazzo ha l’occasione di vivere uno dei sogni più
grandi degli amanti del calcio, quando giunge nella sua città il
goleador Diego Maradona, ma a questa grande gioia si accompagnerà
una tragedia inaspettata. Il nuovo film di Sorrentino è anche il
suo più personale, ispirato alla propria giovinezza, con episodi,
personaggi ed emozioni provenienti da un passato lontano eppure
ancora vivo. Struggente e delicato, è stato uno dei grandi
protagonisti della recente stagione dei premi.
Tick, Tick… Boom!,
di Lin-Manuel Miranda (2021). Il film originale
Netflix diretto da Lin-Manuel Miranda. Jon sta per compiere
trent’anni e tenta disperatamente di trovare un produttore per il
suo musical. Rendendosi conto di non essere più giovanissimo, Jon
fatica a tollerare gli anni di ripetuti insuccessi
professionali.
The Guilty, di Antoine
Fuqua (2021). Nell’arco di una mattinata al centralino di emergenza
della polizia, Joe Baylor, un operatore, cerca di salvare la vita
di una persona in pericolo, ma presto scopre che le cose non sono
come sembrano. Interpretato da Jake
Gyllenhaal, questo film è il remake del danese
The Guilty e proprio come
quello anche questo rifacimento si svolge grossomodo tutto
attraverso una semplice telefonata tra un’agente di polizia e un
richiedente aiuto.
Red Notice, di
Rawson Marshall Thurber (2021). Con protagonisti Dwayne Johnson, Ryan Reynolds e
Gal Gadot. L’agente
dell’FBI John
Hartley deve affrontare un audace assalto ed è costretto a
collaborare con il più grande ladro d’arte della storia, Nolan
Booth, per catturare il ladro d’arte più ricercato al mondo di
oggi, Sarah Black.
La navesepolta, di Simone
Stone (2021). Edith Pretty, giovane vedova con un figlio, assolda
Basil Brown, archeologo autodidatta, per scoprire cosa nascondono i
tumuli di terra della sua proprietà. Contro ogni attesa, viene
rinvenuto un imponente vascello funerario del VII secolo.
La donna alla finestra,
di Joe Wright (2021). La dottoressa Anna Fox passa le sue giornate
rinchiusa nella sua casa di New York, bevendo vino mentre guarda
vecchi film e spiando i suoi vicini. Un giorno, guardando fuori
dalla finestra, vede qualcosa che accade nell’abitazione dei
Russell.
Estraneo a bordo,
di Joe Penna (2021). Un equipaggio di tre persone in missione su
Marte si trova di fronte a una scelta impossibile quando un
passeggero imprevisto mette a rischio la vita di tutti i membri
della squadra.
Yara, di Marco Tullio
Giordana (2021). L’omicidio della tredicenne Yara Gambirasio
sconvolge la cittadina di Brembate di Sopra. Per assicurare il
colpevole alla giustizia, il pubblico ministero Letizia Ruggeri ha
come indizio solamente delle tracce di DNA.
Nessuno ne uscirà
vivo, di Santiago Menghini (2021). Una donna disperata e
senza documenti si trasferisce dal Messico in una pensione
fatiscente di Cleveland, dove sente grida angosciose e ha visioni
inquietanti.
Malcolm &
Marie, di Sam Levinson (2021). Lui sta per sfondare a
Hollywood. La storia della fidanzata lo ha ispirato e adesso il
loro amore verrà messo alla prova. Ambientato in un’unica grande
villa, il film va alla radice di un rapporto sentimentale,
caratterizzandosi per uno splendido bianco e nero e le
interpretazioni di due soli attori, i bravissimi Zendaya e John David Washington. Divertente e
struggente, è un altro piccolo gioiello di Netflix.
Pieces of a
Woman, di Kornél Mandruzco (2021). Martha sceglie di
partorire in casa, assistita dal compagno Sean e dall’ostetrica
Eva. A causa di un imprevisto, la neonata muore pochi minuti dopo
il parto. La madre di Martha si batte affinché Eva sia condannata
per negligenza. Presentato alla Mostra Internazionale d’Arte
cinematografica di Venezia, il film è valso la Coppa Volpi a
Vanessa Kirby,
oltre a una lunga serie di riconoscimenti, culminati con la
nomination agli Oscar.
The Harder They Fall,
di Jaymes Samuel (2021). Quando un fuorilegge scopre che il suo
nemico è stato rilasciato dalla prigione in cui era stato
rinchiuso, riunisce i membri della sua vecchia banda per cercare di
ottenere vendetta.
A Classic Horror
Story, di Roberto De Feo e Paolo Strippoli (2021). Cinque
persone viaggiano in camper per raggiungere una destinazione
comune. Scende la notte e per evitare la carcassa di un animale
morto, si schiantano contro un albero. Quando si riprendono, si
ritrovano in mezzo al nulla. La strada su cui stavano viaggiando è
scomparsa e c’è solo una foresta fitta e impenetrabile e una casa
di legno nel mezzo di una radura, che scoprono essere la sede di un
culto agghiacciante.
Aftermath, di
Peter Winther (2021). Nel disperato tentativo di salvare il loro
matrimonio, una giovane coppia fa un patto e si trasferisce nella
casa dei loro sogni, ma eventi inquietanti rivelano la movimentata
e oscura storia della casa.
Army of the
Dead, di Zach Snyder (2021). In seguito ad un’epidemia
di zombi a Las Vegas, una squadra di mercenari corre un grosso
rischio intrufolandosi nella zona sotto quarantena per eseguire la
più grande rapina mai tentata. Il nuovo adrenalinico film di Snyder
vanta un cast composto da Dave Bautista,
Ella Purnell, Matthias
Schweighöfer e Ana de laReguera, oltre ad innumerevoli spaventosi zombie
che rendono il tutto estremamente più coinvolgente.
Kate, di Cedric
Nicolas-Troyan (2021). Una spietata assassina viene avvelenata
durante il suo ultimo incarico a Tokyo e ha meno di 24 ore per
scoprire chi ha ordinato il suo omicidio e vendicarsi. Il film è
interpretato da Mary Elizabeth
Winstead e Woody
Harrelson.
Outside the Wire,
di Mikael Håfström (2021). Harp è un eccezionale pilota di droni
che, insieme al suo superiore, il capitano Leo, dovrà cercare di
prevenire un attacco nucleare. Tra i protagonisti di questo
adrenalinico thriller si ritrovano Damson Idris e
Anthony
Mackie.
Sette anni dopo l’acclamato Mad Max: Fury Road, George
Miller è tornato sulla sedia di regia per l’epico film
romantico Three Thousand Years of Longing.
Basato sul racconto del 1994 “The
Djinn in the Nightingale’s Eye” dello scrittore inglese A.
S. Byatt, Three Thousand Years of Longing
vede Tilda Swinton nei panni di Alithea, una
brillante studiosa che incontra un Djinn (Idris
Elba) imprigionato in un’urna. Nel corso di una lunga
conversazione in una stanza d’albergo a Istanbul, il Djinn stringe
un accordo con Alithea per esaudire i suoi tre desideri se lei lo
aiuta a ottenere la sua libertà. I desideri di Alithea si traducono
in salti nel tempo di vent’anni, mentre trai due si sviluppano
sentimenti inaspettati.
Three Thousand Years of
Longing sarà presentato in anteprima mondiale al Festival
di Cannes. Miller ha scritto la sceneggiatura con
August Gore e produce il film con Doug
Mitchell. Craig McMahon e Kevin
Sun sono i produttori esecutivi del film, mentre
Metro-Goldwyn-Mayer, FilmNation Entertainment e Kennedy Miller
Mitchell sono i produttori. La United Artists Releasing si occuperà
della distribuzione del film.
Three Thousand Years of
Longing debutterà nelle sale americane il 31 agosto,
aspettiamo di vedere se e quando verrà distribuito in Italia.
The Winchesters è
la serie tv creata da per The CW. La serie è il
prequel di Supernatural.
La serie tv è prodotta da Jensen Ackles, sua
moglie Danneel Ackles (che ha interpretato
Anael nella serie) e lo scrittore di Supernatural
Robbie Thompson. Ackles riprenderà anche il ruolo di Dean
Winchester come narratore
The Winchesters: quando esce e
dove vederlo in streaming
La serie tv The
Winchesters uscirà negli USA l’11 ottobre 2022.
The Winchesters in Italia non ha ancora una
data di uscita. The Winchesters in streaming
non è al momento disponibile.
The Winchesters: trama e
cast
Prima di Sam e Dean, c’erano i loro
genitori, John e Mary. Raccontato dal punto di vista del
narratore Dean Winchester (Jensen
Ackles, “Supernatural”), THE WINCHESTERS è l’epica e mai
raccontata storia d’amore di come John Winchester (Drake Rodger,
“The In Between”) ha incontrato Mary Campbell (Meg Donnelly,
“American Housewife ”) e mettere tutto in gioco non solo per
salvare il loro amore, ma il mondo intero. Quando John torna a casa
dai combattimenti in Vietnam, un misterioso incontro innesca una
nuova missione per ripercorrere il passato di suo padre.
Nel suo viaggio, incontra Mary, la
cacciatrice di demoni di 19 anni, che è anche alla ricerca di
risposte dopo la scomparsa del padre. Insieme, i due uniscono le
forze con la giovane cacciatrice in addestramento Latika (Nida
Khurshid, “Stazione 19”) e il cacciatore accomodante Carlos
(Jonathan “Jojo” Fleites) per scoprire le verità nascoste su
entrambe le loro famiglie. La loro indagine li porta in un emporio
di libri rari, la cui proprietaria Ada (Demetria McKinney, “La casa
di Payne di Tyler Perry”) si interessa all’occulto e potrebbe
fornire i pezzi mancanti al loro puzzle. Ma i segreti sono profondi
sia per i Winchester che per i Campbell e, nonostante i migliori
sforzi della madre di John, Millie (Bianca Kajlich, “Legacies”) per
proteggere suo figlio dal perseguire una vita pericolosa di caccia
ai demoni.
In The Winchesters
protagonisti sono Meg Donnelly nel ruolo
di Mary Campbell, Drake Rodger nel ruolo
di John Winchester,Bianca Kajlich nel ruolo
di Millie Winchester, la madre di John, Demetria McKinney nei panni di
Ada Monroe, una libraia che si interessa all’occulto, Nida Khurshid
nel ruolo di Latika Desai, una giovane cacciatrice in
addestramento, Jojo Fleites nei panni di Carlos
Cervantez, un combattente fiducioso contro i demoni e Jensen
Acklesnel ruolo
di Dean Winchester (narratore).
Il network americano NBC ha diffuso il promo
e la trama di Chicago PD 9×22, il ventiduesimo
episodio dell’annunciata nona stagione diChicago
PD.
In che si intitolerà “You And Me” Dopo un’esplosione
che sconvolge il caso, la squadra si affretta a sconfiggere
finalmente Escano mentre tutti si avvicinano al punto di
rottura.
Chicago PD
9×22
Chicago PD
9 è la nona stagione della serie tv Chicago
PD creata da Dick
Wolf e che fa parte del franchise televisivo basato
su Chicago trasmesso dal network americano NBC.
In Chicago PD
9 ritorneranno i personaggi Henry “Hank” Voight
(stagioni 1-in corso), interpretato da Jason
Begheè il capo dell’Unità Intelligence del
Dipartimento di Polizia di Chicago. Voight è un poliziotto tosto
che finisce sempre quello che comincia, anche se significa non
rispettare le regole. La sua squadra lo rispetta, anche se è
sospettato di essere corrotto. Il suo defunto padre era un agente
di polizia, proprio come lui. È rimasto vedovo di sua moglie,
Camille. Jay Halstead (stagioni 1-in corso), interpretato
daJesse
Lee Soffer, è un membro dell’Intelligence, e partner
del Detective Erin Lindsay, che in seguito diventerà la sua
fidanzata. È stato un Ranger dell’Us Army. È uno dei pochi che
occasionalmente si oppone a Voight, trovando i suoi metodi troppo
discutibili, ma nonostante tutto tra i due vige un forte rispetto
reciproco. Adam Ruzek (stagioni 1-in corso), interpretata da
Patrick John Flueger, è il partner del
Detective Alvin Olinsky. Voight chiese ad Alvin di assumere un
agente dall’accademia, e lui scelse Adam vedendo in lui un grande
potenziale.
Disney+ ha diffuso
una nuova featurette “A Series of Firsts” di Obi-Wan
Kenobi, che offre uno sguardo ravvicinato
all’attesissima serie evento. Obi-Wan
Kenobi debutterà in esclusiva su Disney+ venerdì 27
maggio con i primi due episodi. Successivamente, la serie tornerà
in streaming ogni mercoledì, fino al finale previsto per mercoledì
22 giugno.
La storia inizia 10 anni dopo i
drammatici eventi di
Star Wars: Episodio III La vendetta dei Sith, in cui
Obi-Wan
Kenobi ha affrontato la sua più grande sconfitta, la
caduta e la corruzione del suo migliore amico e apprendista Jedi,
Anakin Skywalker, che è passato al lato oscuro diventando il
malvagio Signore dei Sith,
Darth Vader.
La serie è interpretata da Ewan McGregor, che riprenderà il suo ruolo nei
panni dell’iconico Maestro Jedi, e segna anche il ritorno di
Hayden Christensen nel ruolo di Darth Vader. Si
uniscono al cast anche Moses Ingram,
Joel Edgerton, Bonnie Piesse, Kumail Nanjiani, Indira Varma,
Rupert Friend, O’Shea Jackson Jr., Sung Kang, Simone
Kessell e Benny Safdie.
Obi-Wan
Kenobi è diretta da Deborah Chow, mentre gli executive
producer sono Kathleen Kennedy, Michelle Rejwan, Deborah
Chow, Ewan McGregor e Joby Harold.
Le migliori storie a fumetti su
Scarlet Witch spesso mostrano gli aspetti più
oscuri di Wanda, ma esplorano anche le sue origini e
i suoi poteri. Wanda è un personaggio dotato di un
enorme potenziale ed è protagonista di storie che posso essere una
grande fonte d’ispirazione per l’MCU. Su
Ranker i fan hanno detto la loro: vediamo quali sono le
avventure più amate di Scarlet Witch nella
Marvel Comics.
Vendicatori divisi
Nella
serie di fumetti i
Vendicatori divisi,
gli autori
Brian Michael Bendis
e
Robert Kirkman fanno
prendere a Scarlet
Witch un
sentiero oscuro. Dopo aver scoperto di essere vittima di un
incantesimo, Wanda
uccide
Occhio di Falco
e
Agatha Harkness.
L’artefice dell’incantesimo è
Agatha Harkness, che incanta Scarlet dopo aver
scoperto che i suoi figli non erano reali ma il prodotto della
magia oscura. Nel fumetto, l’incantesimo si rompe e Wanda
si vendica brutalmente sulle persone di cui si fidava, cambiando
completamente natura.
La Crociata dei Bambini
La storia che
coinvolge Scarlet Witch in
Avengers: The Childern’s Crusade potrebbe essere un ottimo
spunto per le future trame MCU. In questa
saga, Wiccan e Speed dei Giovani
Vendicatori si rendono conto di essere le anime reincarnate
dei figli gemelli di Wanda, Billy e Tommy
Maximoff.
La storia porta i Giovani
Vendicatori a Latveria, luogo in cui si
trova Wanda. A Latveria,
Scarlet viene sfruttata come una pedina da
una figura potente: Dottor Doom. Alla fine
però, Wanda si libera e riesce a riunirsi con i suoi
figli.
La Confraternita dei mutanti
malvagi
Scarlet
Witch fa la sua prima comparsa con X-Men #4.
Wanda è un membro della Confraternità dei mutanti
malvagi. Fa il suo ingresso nella Marvel Comics come un cattivo,
iniziando un lungo viaggio tra luci e ombre che andranno a definire
la sua intera storia prima nei fumetti e poi nell’MCU.
Fin dal primo numero, personaggi
potenti come Magneto, Chthon e Immortus
spesso manipolano Wanda Maximoff. Nell’immagine qui sopra possiamo
vedere Scarlet in conflitto con Magneto, dinamica
che ricorre con frequenza in tante sue storie dei fumetti.
House Of M
La collana House of
M descrive il momento più oscuro di Wanda nei fumetti.
In questa storia, Scarlet Witch opera un cambio di
realtà su scala globale, riportando in vita i suoi figli e cercando
di vivere in pace. Alla fine, il suo piano viene distrutto da
Wolverine e da un gruppo di eroi che riescono ad annullare
il suo incantesimo.
Questo fatto porta Wanda a
scagliarsi con rabbia contro tutti i mutanti e a cancellare la
maggior parte di queste creature esistenti sulla Terra, un atto
devastante che ha avuto notevoli conseguenze nei fumetti.
The Kooky Quartet
Il personaggio di
Wanda dei fumetti fa una svolta essenziale e monumentale
in Avengers #16. In questa storia, Scarlet si
unisce agli Avengers grazie alla squadra di supereroi dei
“Kooky Quartet“. Creato da Capitan America, il team è composto da ex-criminali
come Quicksilver, il fratello di Wanda, e Occhio di
Falco.
Wanda è senza dubbio uno
migliori Avengers di
sempre e gioca un ruolo fondamentale nella storia della squadra. Il
passaggio da cattivo a eroe anticipa anche la mutevole fedeltà di
Scarlet Witch che si scopre nei fumetti a
seguire.
Scarlet Witch: La Strada delle
Streghe
La serie solista
Scarlet Witch del 2015 stravolge l’origine del
personaggio sotto molteplici aspetti. Nel
fumetto, Wanda esplora il suo passato e, entrando in
contatto con lo spirito della madre, scopre che ”Strega Scarlatta”
è in realtà un titolo che viene tramandato dai maghi della sua
famiglia.
Nei numeri 6-10 Wanda
usa la Strada delle Streghe, una porta dimensionale che le
permette di esplorare varie dimensioni magiche e la sua
mistica eredità. La collana è molto curata e presenta
incredibili disegni di artisti come Tula Lotay e
Joelle Jones.
The Final Hex
Scarlet Witch Vol.3:
“The Final Hex” presenta una trama che altera
drasticamente l’origine di Wanda. Questa storyline,
scritta da James Robinson, ripercorre la storia
già consolidata di Wanda cambiando un dettaglio
essenziale.
Si scopre che Magneto
non è davvero il padre di Scarlet. Lei e suo fratello
Pietro non
sono mutanti ma sono nati dagli esperimenti genetici dell’Alto
Evoluzionario, un potente criminale dei Fantastici
Quattro. I due sono quindi stati adottati da Magneto. Questa retcon probabilmente sarà inserita nei
futuri sviluppi MCU, soprattutto se il
franchise porrà più luce su gli X-Men e in particolare su
Magneto.
Scarlet Witch (2015)
Nella serie da solista
della Marvel
Comics, Wanda si riconcilia anche
con lo spirito di Agatha Harkness. Sappiamo che
Wanda ha ucciso Agatha nei
fumetti Avengers:
Vendicatori divisi.
In Scarlet Witch,
Wanda entra in contatto con il fantasma di Agatha
e le due provano a recuperare il rapporto che avevano agli inizi.
Harkness agisce come un consulente spirituale per
Maximoff in
molti modi, aiutandola a maturare e a superare l’inimicizia
creatasi tra di loro.
Le mini-serie di Scarlet
Witch
C’è poi una raccolta
di miniserie, inclusa l’edizione del 1994, che aiuta a definire la
Strega Scarlatta in termini di potere e di origini. In
questi fumetti, Scarlet Witch viene collegata a
personaggi e a squadre che probabilmente giocheranno un ruolo nel
futuro dell’MCU, come ad esempio i
Vendicatori della Costa Ovest.
Il viaggio di Wanda nella
serie del 1994 cerca di dare una direzione al personaggio dopo la
perdita dei suoi figli: questo è una possibile ispirazione per le
vicende del personaggio live-action dopo i fatti di Doctor
Strange 2. Nei fumetti, Wanda è uno dei
più forti Vendicatori della Costa Ovest, una squadra che
potrebbe formarsi presto anche in live-action, essendo già presenti
membri come U.S. Agent e White Vision.
The Witch Of Wundagore
Mountain
“The Witch Of Wundagore
Mountain” è una storia dei fumetti
dei Vendicatori (185-187) e rivela un aspetto
chiave sulle origini di Wanda. Questa trama esplora la connessione
tra Wanda, Chthon e Chaos
Magic, la fonte dei suoi poteri.
Nel fumetto, Chthon tenta di
possedere Scarlet e la usa contro i Vendicatori.
Questo avviene quando Wanda è ancora in fasce: usando la
neonata come un vascello, Chthon prova a fare il
suo ingresso nel mondo, vincolando la bambina per sempre alla magia
nera.
Il quartiere
Gagarine alla periferia di Parigi, inaugurato come
utopia operaia negli anni ’60 dall’astronauta Yuri
Gagarin, è stato demolito nell’agosto 2019 a causa dello
stato fatiscente in cui si trovava: Fanny Liatard e Jérémy
Trouilh rendono omaggio a quel sogno architettonico in
Gagarine, presentato al Festival di Cannes 2020 e che ha ottenuto una
candidatura agli European Film Award. Il film è
attualmente disponibile nelle sale italiane distribuito da
Officine
UBU.
Gagarine: poesia sci-fi nelle
banlieue
337 appartamenti logori e malsani,
un blocco compatto di dieci edifici di 13 piani in mattoni rossi,
con ascensori completamente rotti, microfessure e cedimenti del
terreno, impianti idrici ed elettrici obsoleti, e chi ne ha più ne
metta. La decisione dei servizi tecnici è chiara: l’edificio è in
uno stato irrecuperabile e deve essere immediatamente demolito.
Tuttavia, il giovane Yuri (Alséni
Bathily) lotterà con la complicità di alcuni vicini e dei
suoi amici Houssam (Jamil Mc
Craven) e Diana (Lyna
Khoudri) per mantenere in piedi l’edificio in cui è
cresciuto e che conserva tanti ricordi della sua infanzia e
adolescenza. E’ così che, ben lontano dallo sguardo stereotipato su
questi ghetti emarginati, Gagarine materializza un
tipo di cinema sociale in cui traspaiono i valori e l’identità di
una precisa fascia di adolescenti: quelli che, lontano dalla città,
possono permettersi di rimanere bambini anche mentre stanno
crescendo, appropiandosi di tutto l’immaginabile.
Tuttavia, nonostante gli sforzi e
l’ingegno del giovane protagonista, i vicini non hanno altra scelta
che evacuare l’edificio di fronte all’ordine di trasferimento. Il
quartiere di Gagarine viene svuotato, ma
Yuri, che è stato abbandonato dalla madre e si
rifiuta di andarsene, rimane solo, nascosto nell’edificio che viene
gradualmente distrutto. Cercando di non farsi notare dagli operai,
Yuri, appassionato di astronomia, trasforma il blocco di
costruzioni nella sua astronave, sfondando i muri tra gli
appartamenti, coltivando una nuova serra e creando un intero
firmamento stellare. Il film assume poi un tono completamente
diverso, più simile alla fantascienza: è in questo momento di
solitudine che Yuri si rifugia nella sua immaginazione e tutta una
serie di fantasie si dispiegano in una sorta di omaggio onirico
all’astronauta da cui prende il nome il complesso residenziale.
La storia vera di Gagarine
Nell’aprile del 1961, in piena
guerra fredda, il russo Yuri Gagarin fu il primo
uomo a essere lanciato nello spazio, orbitando intorno alla Terra
per alcuni minuti prima di rimettere piede sul suolo tra applausi e
riconoscimenti vari. Sull’onda di questo successo fece il giro del
mondo anche se, naturalmente, gli Stati Uniti gli negarono
l’ingresso. Uno dei Paesi che lo accolse fu la Francia, e in
particolare il cosmonauta visitò la periferia parigina, all’epoca
governata dal Partito Comunista. Nell’anno del suo exploit, in
quella zona era stato costruito un condominio che portava il suo
nome e che lui stesso inaugurò due anni dopo, il che rafforzò
ulteriormente la grande accoglienza di Gagarin da
parte della popolazione francese, la cui maggioranza era riunita
proprio in quel quartiere all’epoca.
L’immagine solitaria di
Gagarin che fluttua nello spazio sconfinato e
inabitato contrasta con questo progetto collettivo che abbraccia
una porzione precisa dello spazio urbano, dove molte persone hanno
potuto portare avanti la propria vita per decenni. Tuttavia, il
contrasto tra i due spazi finirà per sfumare, dato che l’evidente
deterioramento dell’edificio ne costringerà l’evacuazione tra il
2018 e il 2019, sopravvivendo, però, alla stessa Unione Sovietica
di quasi trent’anni.
Sopravvivenza spaziale
Un parallelismo così interessante e
che ritornerà anche graficamente nel corso della pellicola è alla
base del primo lungometraggio di Fanny Liatard e
Jérémy Trouilh, che avevano già prodotto un
cortometraggio dal titolo Gagarine e che
affrontava la medesima storia, chiaramente in versione ridotta. Il
richiamo al loro rapporto con il cortometraggio (oltre a
Gagarine, La République des
Enchanteurs eChien bleu)
è anche esemplificativo, perché la storia di
Gagarine ha uno sviluppo piuttosto breve e
scorrevole dal puto di vista drammaturgico, e sarebbe in questo
senso predisposto per il formato cortometraggio. Tuttavia,
Gagarine sfrutta la possibilità di un minutaggio
più esteso al meglio, grazie all’agile introduzione di filmati
d’archivio e all’inserimento di un paio di sequenze di montaggio
che approfondiscono lo spessore drammatico di questo titolo, oltre
al già citato legame con la realtà che sta dietro alla storia.
In effetti, Liatard
ha sottolineato fin da subito il messaggio politico di
Gagarine: “Volevamo proporre un altro sguardo
sulle periferie parigine, mostrare gli abitanti con le loro storie
vitali e bellissime e non limitarci alla solita violenza e al
traffico di droga quando si parla di queste baraccopoli”. “Il film
è più che altro naturalistico, ci sono alcune incursioni spaziali,
ma iniziamo vicini alla terra, a quella comunità, ed è solo quando
questa scompare e Yuri rimane solo che deve rifugiarsi nella sua
immaginazione”, spiega, esplicitando come la vera magia di
Gagarine sia il riuscire a rimanere in equilibro
tra onirismo e realismo, un equilibrio che passa attraverso gli
occhi del protagonista.
Si parte dalla terra, come il nostro
protagonista Yuri e il cosmonauta Yuri
Gagarin, in mezzo a una comunità che vive e vuole abitare,
respirare autonomamente. E’ solo quando questa scompare, e Yuri
rimane solo, per un attimo non più adolescente, che deve rifugiarsi
nella sua immaginazione per potersi immergere nuovamente nella
cosmicità del fanciullino, nell’ardore giovanile che è necessario
preservare. È qui che risiede la vera ricchezza del film, nel
riuscire a far convergere la dimensione materiale con quella
simbolica senza appesantirle, nel sfruttare una pluricità di
concetti che puntano in alto verso lo spazio ma,
contemporaneamente, non smettono di ricordarsi di chi è rimasto a
casa, del cuore pulsante di una comunità non più utopica, ma
virtuosa e indimenticabile.
Marvel Studios ha diffuso la
featurette “I’m a Super Hero” di Ms.
Marvel, l’ultima serie Disney Plus
dei Marvel Studios che debutterà l’8
giugno 2022 su Disney+.
La nuova arrivata Iman
Vellani ha ottenuto il ruolo della protagonista di
Ms.
Marvel dopo un’ampia ricerca da parte dei Marvel Studios. È affiancata dal
volto fresco Saagar Shaikh nei panni del fratello
maggiore Aamir, Mohan Kapur (la serie Disney Plus
Hotstar “Crime Next Door”) e Zenobia Shroff (“The
Big Sick”) nei panni dei suoi genitori Muneeba e Yusuf,
Matt Lintz (“The Walking Dead”) nei panni del suo
migliore amico Bruno e Aramis Knight (“Into the
Badlands”) nei panni del vigilante noto come Red Dagger.
Con il sottofondo di “Blinding
Lights” di The Weeknd, il trailer inizia con Kamala nell’ufficio
del consulente di orientamento del liceo, mentre sullo schermo
compaiono scarabocchi di fumetti, cuori e corna da diavolo. Kamala
è etichettata come la tipica nerd dei supereroi che sogna ad occhi
aperti, ma a un certo punto ottiene strani poteri cosmici, come la
capacità di lanciare esplosioni di energia e creare trampolini
luminosi per camminare nell’aria. Più avanti nel trailer, ottiene
un costume rosso e blu fedele ai fumetti e lancia alcuni pugni
cosmici con un pugno gigante e luminoso.
Bisha K. Ali
(Quattro matrimoni e un funerale di Hulu) è
produttore esecutivo e sceneggiatore capo, e la prima stagione di
sei episodi è stata diretta da Sharmeen
Obaid-Chinoy (il regista premio Oscar dei cortometraggi
documentari “Saving Face” e “A Girl in the River: The Price of
Forgiveness”), Meera Menon (“For All Mankind”), e
Adil El Arbi e Bilall Fallah
(“Bad Boys for Live”).
La Marvel ha inizialmente annunciato
Ms.
Marvel sarebbe stato presentato in anteprima alla
fine del 2021, ma dopo che la pandemia ha inondato il calendario
con altri nove film e serie nel Marvel Cinematic Universe, lo
studio ha spostato la serie nell’estate del 2022. Ciò pone anche la
serie più vicina a The
Marvels, il film sequel di Captain Marvel, che vedrà Vellani al
fianco di Carol Danvers di Brie Larson e Monica
Rambeau di Teyonah Parris (da “WandaVision“).
In attesa dell’uscita ufficiale
nelle sale italiane, prevista per il prossimo 25
maggio, The Space Cinema offre a tutti
gli spettatori la possibilità di partecipare alla
proiezionein anteprima, sabato
21 e domenica 22 maggio, del film evento dell’anno
Top Gun: Maverick.
Il lungometraggio, diretto da
Joseph Kosinski, è il sequel del film campione
d’incassi ‘Top
Gun’ diretto nel 1986 da Tony Scott. Il
nuovo capitolo vede ancora una volta protagonistal’impavido
Tenente Pete ‘Maverick’ Mitchell (Tom
Cruise) che, dopo più di trent’anni di servizio, è
ancora tra i migliori aviatori della Marina
americana.Maverick viene chiamato ad
addestrare una squadra speciale di nuovi allievi
dell’accademia Top Gun per una missione segreta:
qui incontrerà Bradley Bradshaw (Miles
Teller) aka ‘Rooster’, figlio del suo
vecchio compagno di volo Nick Bradshaw noto come
’Goose’. In lotta tra un futuro incerto e i
fantasmi del passato, il Tenente Mitchell dovrà affrontare le sue
più grandi paure per riuscire a portare a termine la missione, che
richiederà sacrificio e dedizione da parte di coloro che avranno il
coraggio di partecipare.
A conferire ulteriore valore ed
importanza al ruolo del cinema, inteso come il luogo in cui
immergersi nelle grandi storie cinematografiche, sono state le
dichiarazioni fatte da Tom Cruise in occasione del
Festival
di Cannes 2022: “Il vero cinema si gode in
sala. Quando faccio un film penso sempre come se fossi io stesso
spettatore, per questo cerco sempre di cambiare ruoli, storie,
personaggi, set, continuo sempre ad imparare, continuo ad
esplorare.È tutto amore e passione per il cinema”.
Per tutti gli spettatori
che acquisteranno i biglietti onlineper assistere
alla proiezione in anteprima, il 21 e 22
maggio, The Space Cinema regalerà un poster
Limited Edition del filmTop
Gun: Maverick.
Peter Quill/Star-Lord (Chris
Pratt) sembra subire un cambiamento di personalità in
Thor: Love and
Thunder, il prossimo film del MCU che arriverà sugli schermi. Il
leader dei Guardiani della Galassia sembra aver
superato la sua gelida relazione con Thor (Chris
Hemsworth) in Avengers:
Infinity War e Avengers:
Endgame, e gli eventi di quei film potrebbero averlo
cambiato. Il trailer di Thor: Love and Thunder sembra
mostrare un lato diverso del saggio Star-Lord, una gradita
evoluzione per il personaggio.
Peter Quill è stato definito dal suo
atteggiamento umoristico quando è stato introdotto per la prima
volta in Guardiani della Galassia. Non si fida
facilmente, fa costantemente battute e si impegna in relazioni
frivole. Tuttavia, quando incontra Drax, Gamora, Groot e Rocket
Raccoon, si rende conto dell’importanza della famiglia e si apre.
Guardiani della Galassia Vol.
2 vede Star-Lord affrontare la morte di sua figura
paterna, il leader dei Ravagers Yondu Udonta, oltre a scoprire che
il suo vero padre, Ego, è un cattivo genocida. Dopo aver perso
Gamora a causa di Thanos in Avengers:
Infinity War ed essere stato polverizzato per cinque
anni, Quill appare più serio nel nuovo trailer di Thor:
Love and Thunder, dando a Thor consigli sull’importanza
dei propri cari nella sua vita.
Il trailer di Thor: Love and
Thunder mostra uno Star-Lord diverso, un po’ più
sensibile e riflessivo, chiaramente colpito dalle tragedie che ha
subito durante la Infinity Saga. Quill sembra
avere un approccio più saggio alla sua posizione di leadership, in
forte contrasto con le sue precedenti raffigurazioni, che lo hanno
dimostrato come un personaggio sciocco e testardo. Come ben
riassume War Machine in Avengers:
Endgame, “Quindi è un idiota”.
Thor: Love and Thunder è il
quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare
il Mjolnir stavolta sarà
Jane Foster, interpretata di nuovo da
Natalie Portman, come confermato sabato durante il
panel dei Marvel Studios al
Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece al 6 Luglio
2022.
Il film segue Thor (Chris
Hemsworth) in un viaggio diverso da quelli affrontati
fino ad ora, alla ricerca della pace interiore. Ma il suo riposo è
interrotto da un killer galattico conosciuto come Gorr the God
Butcher (Christian Bale), che cerca l’estinzione degli dei. Per
combattere la minaccia, Thor si affida all’aiuto di Valchiria
(Tessa Thompson), Korg (Taika Waititi) e dell’ex fidanzata Jane
Foster (Natalie Portman) che, con stupore di Thor, brandisce
inspiegabilmente il suo martello magico, Mjolnir, come Mighty Thor.
Insieme, intraprendono una sconvolgente avventura cosmica per
scoprire il mistero della vendetta di Gorr il macellatore di dei e
fermarlo prima che sia troppo tardi.
Taika Waitititornerà alla regia di Thor: Love and
Thunder, un film dei Marvel
Studios dopo Thor:
Ragnarok, così come Chris
HemswortheTessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor
e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers:
Endgame. Nel cast anche Christian
Bale nei panni del villain Gorr il Macellatore di
Dei, e Russell
Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del progetto
arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi come “la
perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
La presidente della Lucasfilm,
Kathleen Kennedy, spiega perché Indiana
Jones 5 potrebbe essere l’ultimo film del
franchise poco dopo la conclusione delle riprese.
Durante un incontro con Vanity
Fair in merito all’universo in continua espansione di
Star
Wars, il presidente della Lucasfilm Kathleen
Kennedy ha guardato al futuro del franchise di
Indiana Jones. Riflettendo sul fallimento al
botteghino di
Solo: A Star Wars Story, la dirigente dello studio ha
ritenuto che fare il film senza Harrison Ford fosse una parte importante
del flop e ha lasciato intendere che Indiana
Jones 5 potrebbe essere l’ultimo film del
franchise di avventura perché di quella.
“Dovrebbero esserci dei momenti
lungo la strada in cui impari le cose. Potrebbe essere stato
sicuramente un momento di apprendimento. Alcune persone hanno
parlato di come, beh, forse Solo avrebbe dovuto essere uno show
televisivo. Ma anche fare Solo come un programma televisivo senza
Harrison Ford nei panni di Han Solo… è lo stesso pensiero. Forse
avrei dovuto riconoscerlo prima. Non avremmo mai fatto Indiana
Jones senza Harrison Ford. Avendo appena finito il quinto
film, posso dirtelo, non c’è stato un giorno in cui io non fossi
sul set e pensavo, sì, questo è Indiana Jones”.
La presenza di Harrison Ford è quindi fondamentale per il
franchise, così come lo era per il personaggio di Han Solo, e così,
data l’età e la ovvia difficoltà a recitare in ruoli action, è
plausibile che questo quinto capitolo sarà l’ultimo di Indiana
Jones.
Cosa sappiamo di Indiana Jones
5
James
Mangold(Logan –
The Wolverine) sarà il regista di Indiana
Jones 5 al posto di Steven
Spielberg, che invece aveva diretto tutti gli altri
capitoli precedenti della saga. A bordo del progetto torna
invece John Williams, già compositore
dell’iconica colonna sonora che accompagna il personaggio da 40
anni. Nel cast, oltre a Harrison
Ford, ci sarà anche Phoebe
Waller-Bridge. Le riprese dovrebbe partire in
primavera.
Prima dell’ingaggio di Mangold, la
sceneggiatura era stata affidata a David
Koepp, he ha poi lasciato il progetto
insieme a Spielberg. Prima di Koepp, anche Jonathan
Kasdan (figlio dello sceneggiatore de I
predatori dell’arca perduta, Lawrence Kasdan) aveva messo le
mani sullo script. L’uscita nelle sale del film è già stata
posticipata diverse volte: inizialmente previsto per il 19 Luglio
2019, il film è stato rinviato prima al 10 Luglio 2020, poi al 9
Luglio 2021 e infine al 29 Luglio 2022. L’ultima data d’uscita
utile del film è il 30 giugno 2023.
Continuano le riprese di Oppenheimer,
il prossimo film di Christopher Nolan che si avvale di un cast di
stelle eccezionale. Oltre a Cillian Murphy che sarà il protagonista del
film, il cast prevede anche la presenza di Emily Blunt, che interpreta la moglie di
Oppenheimer
stesso. L’attrice è stata fotografata sul set:
Finalmente, dopo settimane
dall’uscita in sala, John Krasinski rompe il
silenzio su Doctor Strange nel Multiverso della
Follia e sul suo cameo nei panni di Reed
Richards/Mr Fantastic. Lo fa, ovviamente, a modo suo, con il tweet
che segue, in cui dichiara di essere appena uscito da un set
impegnativo e chiede consiglio su cosa andare a vedere al
cinema!
A seguire potete vedere anche uno
screen di quello che ci è sembrato lo scambi più divertente del
thread che è seguito al tweet: una fan gli consiglia direttamente
Doctor Strange nel Multiverso della Follia, e
lui risponde un secco e geniale: “Fantastico!”.
Alright! Just wrapped! Finally back in town
and headed straight out to the movies!… anything I need to see?
La sceneggiatura del film porterà la
firma di Jade
Bartlett e Michael Waldron.
Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno
anche Benedict
Wong (Wong), Rachel
McAdams(Christine
Palmer), Chiwetel
Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl
Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez).
Nel cast è stato confermato anche Patrick Stewart nel ruolo di Charles Xavier.
Doctor Strange nel Multiverso della Follia è
al cinema dal 4 maggio 2022. Le riprese sono
partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York,
Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo
anche Bruce Campbell, attore feticcio
di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste
alcuna conferma in merito.
Secondo THR, la Warner
Bros. sta sviluppando un nuovo film di Ocean’s
Eleven con Margot Robbie ma non si tratterà più di
un sequel, come lo era stato Ocean’s 8, bensì di
un prequel.
Margot Robbie
dovrebbe recitare e produrre nel nuovo film nel franchise di
Ocean’s Eleven con Jay Roach al
timone, già regista del franchise di Austin
Powers. Robbie ha già lavorato con Roach nel film
Bombshell del 2019. La sceneggiatura è stata
scritta da Carrie Solomon e, sebbene i dettagli
della trama rimangano nascosti, i report affermano che si tratterà
di un film d’epoca ambientato in Europa negli anni ’60 e che la
produzione dovrebbe iniziare nella primavera del 2023.
Margot Robbie è al momento impegnata sul set
di Barbie,
diretto da Greta Gerwig.
Poulter non sembra sapere cosa gli
riserva il futuro all’interno del MCU e sta ancora aspettando di
scoprirlo da solo, anche se l’attore dice che “gli piacerebbe
intraprendere un viaggio con quel personaggio” e ha elogiato
molto lo sceneggiatore/regista James
Gunn. Di seguito la risposta di Poulter sul suo futuro
MCU:
Non lo so. Onestamente non so
cosa mi riserverà. Sto aspettando di scoprirlo, e questa è la
verità onesta, ma, inutile dirlo, mi piacerebbe in qualche modo
intraprendere un viaggio con quel personaggio.
Nel post, Diesel scrive: “Ci
sono alcune persone che incontrerai nella vita… Questo ti cambierà,
cambierà la tua famiglia… cambia il mondo, PER SEMPRE!”, Il
che suggerisce che Brie Larson sarà un membro fondamentale del
cast per questi utili due capitoli. Di seguito il post:
Vi ricordiamo che Fast
and Furious 10 non sarà più diretto da Justin
Lin come annunciato in precedenza. Confermati nel
cast al momento ci sono Nathalie Emmanuel nei panni di
Ramsey, Vin
Diesel come Dominic Toretto, Michelle Rodriguez che riprende i panni di
Letty Ortiz, Tyrese Gibson, Ludacris, e
Sung Kang che riprende il suo ruolo di Han. Tra le new
entry, Jason Momoa nel ruolo del villain e Brie Larson.
Il compositore autore delle colonne
sonore di Blade Runner e Orizzonti di
Gloria, Vangelis, è morto all’età di 79
anni. Vangelis (Evángelos Odysséas
Papathanassíou) è nato in Grecia nel 1943 e ha iniziato a
fare musica in tenera età. L’artista autodidatta si è fatto
conoscere nella scena pop europea con una serie di album da solista
prima di catturare l’attenzione di Hollywood. La sua musica è stata
inclusa in Cosmos di Carl Sagan
alla fine degli anni ’70 e dopo aver composto musica per una serie
di film minori, a Vangelis è stato offerto
Orizzonti di Gloria, che sarebbe diventato uno dei
suoi lavori distintivi, e che gli valse un Oscar per il miglior
Colonna sonora originale nel 1982.
Dopo Orizzonti di
Gloria, Vangelis ha lavorato con Ridley
Scott per la colonna sonora del classico di
fantascienza Blade Runner, con Harrison Ford,
Rutger Hauer, Sean Young e
Darryl Hannah. La colonna sonora di synth lunatica
e atmosferica è diventata sinonimo del film, che è uno dei classici
di fantascienza più venerati di tutti i tempi. Il compositore ha
lavorato di nuovo con Scott per il suo film biografico su
Cristoforo Colombo 1492: La conquista del
Paradiso, così come per Luna di Fiele di
Roman Polanski e Alexander di
Oliver Stone.
Purtroppo, è stato annunciato oggi
(tramite Variety) che Vangelis è morto per
complicazioni mentre era in cura per COVID-19 in un ospedale
francese. Aveva 79 anni. Vangelis era notoriamente solitario e
riservato. Il primo ministro greco, Kyriakos
Mitsotakis, ha twittato le sue condoglianze e un tributo
al compianto compositore, dicendo:
Vangelis Papathanassiou non è
più con noi. Per il mondo intero, questa triste notizia dimostra
che il panorama musicale mondiale ha perso l’internazionale
‘Vangelis’, protagonista del suono elettronico, degli Oscar, della
Mitologia e delle hit. Per noi greci, che sappiamo che il suo
secondo nome era Odisseo, significa che ha iniziato il suo lungo
viaggio verso orizzonti di gloria. Da lì, ci invierà sempre i suoi
appunti.
Negli anni Settanta il cinema
mondiale venne conquistato dall’Oriente, con una lunghissima serie
di film di genere a tema arti marziali. Il maggiore esponente di
tale filone fu il grande
Bruce Lee, il quale con una manciata di film contribuì
a diffondere tali arti del combattimento in tutto il mondo. Dopo
aver realizzato i popolari
Dalla Cina con furore, Il furore della Cina colpisce
ancora e L’urlo di Chen terrorizza anche
l’Occidente, egli si dedicò nel 1973 a I
3 dell’Operazione drago. Diretto da Robert
Clouse, grande esperto di film d’arti marziali, questo fu
l’ultimo lungometraggio a cui Lee partecipò prima della sua
controversa morte.
L’attore non ebbe infatti modo di
vedere il film ultimato, che lo ha poi consacrato a livello
internazionale come interprete di opere di questo genere. I 3
dell’Operazione Drago è infatti considerato uno dei migliori
film di arti marziali mai realizzati, tanto per il carisma di Lee
che si infonde all’intera opera, quanto per le straordinarie
coreografie in esso presenti. Come anche i precedenti film di Lee,
anche questo fu però segnato da una serie di incidenti sul set, la
maggior parte dei quali verificatisi durante le scene di
combattimento. Ancor più grave, però, fu la scomparsa di oltre due
ore di riprese durante il montaggio del film.
Fortunatamente ciò non impedì a
I 3 dell’Operazione Drago di prendere vita, manifestandosi
anche come una delle più grandi e importanti co-produzioni tra
Stati Uniti e Hong Kong. Per gli amanti del genere, è semplicemente
un titolo imprescindibile. Prima di intraprendere una visione del
film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
I 3 dell’Operazione Drago: la trama del film
Protagonista del film è Mr.
Lee, membro del Tempio Shaolin e maestro nelle arti
marziali. Egli viene reclutato da un agente del servizio segreto
inglese per indagare sui presunti traffici illeciti di uomini e di
droga di un certo Mr. Han, un uomo molto ricco ed
ex membro dello stesso Tempio Shaolin. Ora corrotto e reietto,
questi, ogni tre anni, organizza sulla propria isola un torneo di
arti marziali, cui Lee deciderà di partecipare sotto copertura per
indagare sui traffici dell’uomo. Allo stesso tempo, egli intende
vendicare la morte della sorella, suicidatasi tempo addietro per
sfuggire allo stupro del bodyguard dello stesso Han,
O’Hara.
Al torneo partecipano anche altri
due contendenti americani, John Roper e
Kelly Williams, due ex commilitoni che hanno
combattuto assieme in Vietnam. Il primo è in fuga per aver
contratto debiti di gioco con la mafia, mentre il secondo è fuggito
dagli States dopo aver aggredito due poliziotti razzisti. Nel corso
degli eventi che si verificano sull’isola del torneo, Lee, Kelly e
John si troveranno a scontrarsi, ognuno intenzionato a vincere per
arrivare a Han. Capiranno però a loro spese che divisi non potranno
nulla contro lo spietato criminale, che potrà essere battuto solo
con l’unione delle loro forze.
I 3 dell’Operazione Drago: il cast del film
Naturalmente, nei panni del
protagonista Mr. Lee vi è proprio Bruce Lee.
L’attore, ormai con una popolarità consolidata, ebbe grande potere
decisionale sul film, essendone anche produttore con la sua casa di
produzione Concord Production Inc. Egli collaborò inoltre anche
alla sceneggiatura e diresse anche alcune sequenze, pur non venendo
accreditato per tali ruoli. Oltre a dar vita a grandi coreografie
di arti marziali, però, Lee intendeva con questo film mostrare
anche nuovi aspetti della cultura cinese, da lui considerati
particolarmente affascinanti e meritevoli di essere diffusi.
L’attore era però preoccupato dal
fatto che proprio per questa volontà il film avrebbe potuto non
attrarre particolare pubblico occidentale. Venne tuttavia smentito
nel momento in cui I 3 dell’Operazione Drago si affermò
come un grandissimo successo nel corso degli anni. Per il ruolo di
Kelly Williams, invece, si era inizialmente pensato al culturista
afro Rokne Tarkington. A causa
dell’indisponibilità di questo, però, il ruolo fu affidato al
campione di karate Jim Kelly.
JohnSaxon, attore noto per la
sua partecipazione a svariati film di genere, interpreta invece
John Roper.
Nei panni dell’antagonista Han
doveva esserci Han Ying Chieh, veterano maestro
d’armi già apparso nei primi due film di Lee. A causa di diverbi
con quest’ultimo, Chieh si rifiutò di partecipare. Al suo posto
venne allora scelto Shi Kien, esperto di kung-fu.
Nei panni dello scagnozzo O’Hara vi è invece Robert
Wall, mentre la sorella del protagonista è interpretata da
Angela Mao. Nel film è inoltre presente, nei panni
di uno scagnozzo di Han, anche l’attore Jackie
Chan. Quest’ultimo, che ancora doveva avere la popolarità
che ha oggi, aveva ottenuto la promessa da Lee di poter recitare in
tutti i suoi prossimi film. Sfortunatamente, Lee morì poco
dopo.
I 3 dell’Operazione Drago:
il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. I 3 dell’Operazione
Drago è infatti disponibile nel catalogo
di Rakuten TV, Chili, Google Play,
Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 19
maggio alle ore 21:00 sul canale
Iris.
Wakanda Forever, sequel a lungo atteso
dell’acclamato Black Panther (2018) arriverà
proprio quest’anno, ed è giunto il momento per i fan di rivisitare
il capolavoro originale, perfetta testimonianza del talento del
compianto Chadwick Boseman e di come il MCU
riesca a rimodellare le storyline dei fumetti all’interno della
cornice cinematografica. A questo proposito, gli utenti di Reddit hanno messo in luce 10
aspetti fondamentali del film, per cui la rielaborazione delle
storyline di Black Panther e del
Wakanda da parte del MCU
può essere ritenuta, nel complesso, migliore rispetto ai
fumetti.
L’elevazione di Killmonger
Dall’interpretazione di
Michael B. Jordan alla prospettiva ideologica
che guida il personaggio, Killmonger è
probabilmente uno dei cattivi cinematografici meglio sviluppati di
tutti i cinecomics e sono molti i fan che ritengono che il
Killmonger dei fumetti non regga il confronto con la sua
trasposizione in live action. L’utente
reddit Dbotworld lo ritiene addirittura l’elemento migliore del
film e un altro Redditor “il personaggio più simpatico, convincente
e credibile dell’intero film”.
Ha reso il MCU ancora migliore
L’esistenza stessa di
Black Panther all’interno del MCU
in generale eleva la portata del franchise rispetto ai fumetti,
secondo molti fan. Infatti, sebbene l’importanza di Black
Panther all’interno dell’Universo Marvel sia enorme, possiamo dire
che le sue storyline dei fumetti non hanno influenzato altri numeri
quanto avrebbero dovuto. Forse, solo l’ascesa del Wakanda nello
spazio potrebbe essere uno dei pochi esempi concreti in cui ciò si
è verificato.
In confronto sul grande schermo
Black Panther, secondo i fan di Reddit, ha
contribuito a rendere più piacevoli film come
Age Of Ultron.
Rkkim a questo proposito afferma che: “Ultron
che usa il vibranio rubato per tentare di distruggere la Terra
mette in evidenza il motivo per cui il Wakanda era
così riluttante ad aprirsi al mondo. E, poiché la scorta di Klaue
era solo una piccola parte, il piano di Killmonger
di distribuire armi al vibranio diventa ancora più pericoloso”.
L’impatto globale
Si può sostenere che i film
del MCU,
e in particolare Black Panther, abbiano permesso
al Re di Wakanda di avere un impatto culturale
maggiore rispetto ai fumetti. Si tratta comunque di un’affermazione
controversa e non sostenuta da tutti, considerando l’enorme
influenza che le storie dei fumetti hanno sull’industria stessa del
medium e il modo in cui hanno ispirato la creazione del film.
Tuttavia, il film ha permesso al
personaggio di raggiungere più persone servendosi di un medium
dalla portata ancora più ampia, che avrebbe potuto abbracciare una
fascia enorme di pubblico.
PimpNinjaMan, fan dichiarato del fumetto, afferma che
“Black Panther è il primo del suo genere nella
storia moderna a mostrare quanto significato culturale può esserci
in un film come questo”. Probabilmente, a un livello tale che
nemmeno i migliori archi fumettistici di Black
Panther sono riusciti a raggiungere.
Il personaggio di
M’Baku non è così ben sviluppato nei fumetti come
lo è sul grande schermo. Nel materiale di partenza è in gran parte
trattato come una minaccia fisica e nulla più, mentre nel film si
afferma come figura rispettata tanto quanto
T’Challa.
Si è detto tanto sulla sua
trasformazione nella nuova Pantera Nera del
Wakanda, che il Redditor
HeavenPiercingMan ha riassunto al meglio affermando:” è proprio
quello che volevo succedesse. Hanno reso l’idea della scimmia
qualcosa di temibile, orgoglioso e rispettabile, proprio come il
carattere di T’Challa viene modellato sul simbolo
della pantera”.
L’inclusione culturale
Ci sono alcuni punti di
forza dei media audiovisivi nel complesso che i fumetti non
riescono ad abbracciare allo stesso modo; è vero che, in generale,
i fumetti si impegnano più della maggior parte delle piattaforme
per riflettere la diversità culturale del nostro mondo, inserendo
personaggi eterogenei, promuovendone lo slang e i dialetti, persino
la loro idea di moda.
Tuttavia, è innegabile che il cinema
riesca a rendere tutto questo con molta più immediatezza, e
avvalendosi di strumenti che al fumetto mancano, come
un’incredibile colonna sonora. Sottolinea il Redditor
GranddaddySandwich “Come maschio nero, penso che il film abbia
fatto un ottimo lavoro nel rappresentare la nostra cultura, dalla
cultura Hip Hop presentata a Oakland alle immagini africane di
Wakanda. Per me è un film molto realistico. Penso
che sia anche un film molto accessibile per coloro che non
conoscono la cultura nera”.
Il passaggio di testimone
I fumetti hanno saldamente
identificato Black Panther come un supereroe unico
nel suo genere. Tuttavia, come accade per la maggior parte degli
altri ruoli, da Capitan America a
Spider-Man, il titolo di supereroe sappiamo che
deve a un certo punto essere trasmesso a un degno erede.
Sebbene sarà dura vedere qualcun
altro incarnare Black Panther al di fuori del
compianto Chadwick Boseman, ci potrebbero essere molti
contendenti per il titolo.
Ijackspider ha dichiarato che “ci sono modi in cui la Marvel può onorare
l’interpretazione di Chadwick del personaggio
senza semplicemente procedere a un recasting, e uno di quelli che
potrebbe funzionare è utilizzare la tradizione del personaggio,
ovvero che il titolo di Pantera Nera venga passato di generazione
in generazione”.
Un focus maggiore sulla storia
Alcuni fan di Reddit, però,
non sono d’accordo e sostengono che la trama non sia stata
incentrata su di essi. I fumetti di Black Panther
possono essere considerati dei veri e propri capolavori, e constano
di numerose storyline avvincenti nel corso della loro
pubblicazione, che sono state in linea di massima onorate dai
fumetti.
Alcuni fan di Reddit, però, sostengono che la trama non sia
stata poi così tanto incentrata su di essi.
La verità è che sono molti i fan che
ritengono che le storyline di Black Panther non
siano poi così significative, e che la trama del film del MCU
abbia sviluppato un arco molto più interessante per il personaggio.
Si dice: “Immagino che ci siano alcuni archi narrativi, come la
perdita del controllo del Wakanda da parte di BP
per un numero o due, che causa il collasso dell’economia mondiale,
o il caso in cui fermano una cosa dell’Osservatore mentre salvano
una reliquia di rospo. Tuttavia, non ho mai capito se c’è una
parvenza di trama”.
Il cast di supporto
C’é chi sostiene che il
personaggio di Black Panther nel MCU
sia stato indebolito o reso più passivo in un qualche modo rispetto
ai fumetti. In realtà, l’arco del personaggio nell’Universo
Marvel riguarda anche la
condivisione delle responsabilità, un aspetto che in molti hanno
lodato rispetto ai fumetti.
E’ un’arma a doppio taglio,
come dice un utente: “Ci sono momenti in cui si fa avanti, ma
alla fine… Nakia, Okoye e
Shuri finiscono per sembrare più proattive di lui.
E credo che questo fosse lo scopo del film. Doveva farsi avanti e
assumersi la responsabilità di come il Wakanda
potesse essere utile al mondo”. Queste tematiche sono state
trattate egregiamente, e ne ha beneficiato anche il cast di
supporto, soprattutto il personaggio di Nakia, che viene sviluppato
meglio di quanto non sia stato fatto sulla pagina.
La rappresentazione del piano
ancestrale
Il Piano
Ancestrale è presente nei fumetti in una versione
leggermente diversa: viene chiamato Djalia, anche
se sembra servire uno scopo simile e possedere un’estetica analoga
alla rappresentazione del MCU.
I film, tuttavia, hanno fatto un lavoro molto più efficace nel
definire realmente cosa rappresenti questo luogo spirituale.
Gli è stato fornito un certo grado
di realismo, radicandola nella narrazione di Black
Panther.
RobertGrayson, in ultima analisi, ha centrato perfettamente il
punto: “Ta-Nehisi Coates si è decisamente spinto
in quella direzione nella sua ultima run su BP. Ma non saprei dire
con esattezza in quale arco o quali numeri”.
Più materiale da cui attingere
Il MCU
può fare qualcosa che i fumetti non possono fare: guardare alla
ricchezza dei fumetti esistenti e combinare varie storyline. Mentre
sulla pagina ci sono così tante narrazioni che devono essere
approfondite, i film hanno il vantaggio di poter prelevare
direttamente il materiale migliore.
L’utente
Bserum afferma che “dato che il MCU tende a
usare le trame dei fumetti come punto di partenza, piuttosto che
ricreare un fumetto con attori in carne e ossa, c’è una ricchezza
di concetti intriganti provenienti da decenni di storie di Pantera
Nera in cui il protagonista potrebbe essere uno degli altri
personaggi”. Le direzioni che i film potrebbero prendere, rispetto
ai fumetti, sono infinitamente più numerose, grazie a tutte queste
fonti di ispirazione a cui attingere. In compenso, il materiale di
partenza offre una maggiore libertà creativa.
Figlio di un regista italiano e di
una produzione europea, Mother Lode è un film che
sconfina la realtà del suo autore e racconta con schiettezza la
vita dei minatori peruviani. Servendosi del bianco e nero, di
attori non professionisti e di immagini quasi documentaristiche,
MatteoTortone mette in
piedi una narrazione unica di una realtà concreta e mitica allo
stesso tempo.
Mother Lode: la
trama del film
Jorge vive a Lima
e per guadagnarsi da vivere guida un mototaxi sgangherato. Seppur
giovanissimo, il ragazzo ha già una moglie ed una bambina. Per
cercare di migliorare le condizioni di vita della sua famiglia,
Jorge decide di lasciare Lima e di mettersi in
viaggio verso una miniera sulle Ande Peruviane. La miniera de
La Rinconada è famosa principalmente per i suoi minerali
preziosi, in grado di attirare i giovani lavoratori in cerca di
fortuna, ma anche per la sua pericolosità.
Giorno dopo giorni, Jorge
affronta la dura vita nella miniera. Il freddo, l’aria
irrespirabile, lo sforzo fisico, la nostalgia di casa, il vago
conforto dell’alcol verranno mai ricompensati?
Una storia narrata direttamente
allo spettatore
Dall’inizio alla fine, le scene di
Mother Lode vengono accompagnate da una voce
narrante. Potente e fredda, la voce di un uomo snocciola frasi che,
come sentenze divine, affiancano le immagini. La sorte dei minatori
viene più volte paragonata a quella delle creature degli inferi:
l’oro della miniera appartiene al Diavolo, chi si vuole
impossessare della ricchezza va a solleticare il demonio.
Come Ulisse è condannato nell’inferno per aver varcato
le famose colonne d’Ercole, similmente i minatori sono condannati
ad una vita infernale per aver desiderato l’oro. Tutti arrivano a
La Rinconada carichi di grandi sogni e speranze ma, giorno
dopo giorno, la promessa di una vita migliore si annebbia e si
camuffa tra le polveri della miniera e le nubi dell’alcol.
Prendendo ispirazione dai racconti
antichi, Mother Lode sfrutta il tema dell’uomo in
cerca di ricchezza e racconta una storia di corruzione e di
tracotanza senza tempo.
Il documentario dentro la
finzione
La scelta di utilizzare una voce
narrante non solo dà al film quel tocco documentaristico caro al
regista, ma arricchisce le immagini, di per sé poco espressive.
Mother Lode è un lungometraggio narrativo ma
sconfina per molti aspetti nel genere del film-documentario. Come
abbiamo detto, Tortone proviene dal campo del
documentario creativo (White Men) e ha lavorato per anni
come direttore della fotografia (Rada, Traverser /
After the Crossing).
Nel film infatti, la fotografia
è impeccabile e catalizzante. L’attenzione posta alle angolazioni,
la scelta originale del
bianco e nero, l’uso della luce, l’alternarsi di campi lunghi e
primissimi piani danno carattere a Mother Lode. In
aggiunta, le tecniche di ripresa quasi documentaristiche, spesso
fisse e distanti dal soggetto inquadrato, rendono il tutto più
autentico e credibile.
La non-recitazione in virtù del
realismo
Mother Lode è un
film costruito completamente attorno al protagonista.
Jorge è interpretato da José Luis Nazario
Campos, un attore non professionista. La camera segue
Jorge nelle sue giornate, prima a Lima, poi in
viaggio ed infine in miniera, a volte restando a distanza, a volte
avvicinandosi tantissimo, ma senza mai disturbare il protagonista.
Nazario Campos non sembra recitare, è
spontaneo e naturale sulla scena, come anche i personaggi che
incontra lungo il cammino. Inoltre, dialoghi sono semplici,
spesso banali e privi di senso logico, sono parole rubate ad un
dialogo che esiste a prescindere dalla presenza della macchina da
presa. Proprio questa apparente distanza rende il film vero e
sincero.
Mother Lode è
un’opera raffinata e da guardare attentamente. Contiene il bianco e
nero e l’America più povera di Romadi
Alfonso Cuarón. Ha in sé il documentarismo
fittizio e l’ambientazione rocciosa de Il Buco di
Frammartino,
ma è qualcosa d’altro. È un’opera prima che
affascina con le immagini e fa riflettere con le parole.
Disney Original
Documentary e Disney+ hanno annunciato il
documentario Goodbye Yellow Brick Road: The Final Elton
John Performances and The Years That Made His Legend.
Il documentario ufficiale su Elton John verrà
realizzato dal candidato all’Oscar R.J. Cutler e dal regista
David Furnish, comprenderà filmati inediti dei
concerti degli ultimi 50 anni, filmati attuali di lui e della sua
famiglia e presenterà per la prima volta documenti originali e note
scritte a mano dal grande artista. Dopo una lunga serie di
presentazioni ai festival e una distribuzione limitata nelle sale
statunitensi, il film sarà disponibile in esclusiva su Disney+.
Il film documentario, che affonda
le sue radici nel “Farewell Yellow Brick Road Tour” di Elton John,
racconterà gli ultimi mesi della sua carriera, culminando in quello
che si preannuncia come uno dei più grandi addii nella storia del
rock and roll, quando John si esibirà il prossimo novembre al
Dodger Stadium, per il suo ultimo concerto nordamericano. Il film
ripercorrerà anche gli straordinari primi cinque anni della
carriera di John, quando, tra il 1970 e il 1975, pubblicò 10 album
iconici, sette dei quali raggiunsero la prima posizione della
classifica di Billboard, diventando un fenomeno globale.
Credit photo: Gregg Kemp – Gentile concessione di Disney+
“Non esistono superlativi per
descrivere Elton John e il suo impatto sulla musica e sulla
cultura: è semplicemente impareggiabile”, ha dichiarato Bob
Chapek, CEO of The Walt Disney Company. “Come una buona storia
Disney, la musica di Elton ha un fascino universale e la capacità
di connettersi con il pubblico a un livello profondamente
personale. Fa parte della famiglia Disney dal 1994, quando ha
contribuito a rendere Il Re Leone un classico immediato, e
non potremmo essere più entusiasti di collaborare con lui a questo
nuovo documentario”.
“Lavorare con R.J. Cutler e
David Furnish su quello che diventerà senza dubbio il film iconico
su Elton John è un grande onore”, ha dichiarato Ayo Davis,
president of Disney Branded Television. “La loro incredibile
visione e l’accesso privilegiato ad aneddoti e filmati esclusivi e
mai visti prima forniranno la visione più profonda e accattivante
di uno degli artisti più amati e prolifici del mondo”.
Con nuove interviste esclusive e
frammenti di performance dal Madison Square Garden, da Londra e da
altre location, il film sarà il ritratto più completo di uno degli
artisti musicali di maggior successo di tutti i tempi, che ha
ispirato diverse generazioni di pubblico e musicisti. Oltre a
dirigere, R.J. Cutler produrrà il film con la sua società, la This
Machine Filmworks, così come David Furnish, che produrrà con la
Rocket Entertainment, fondata da lui e da Elton John stesso. Trevor
Smith sarà anche produttore. I produttori esecutivi sono John
Battsek, Jane Cha Cutler e Elise Pearlstein.
“È un’emozione e un onore
riuscire a trasmettere con David Furnish questa visione intima e
unica su uno degli artisti più celebri del mondo”, ha
dichiarato il regista e produttore R.J. Cutler. “Come per molti
altri, la musica di Elton John ha avuto un significato profondo per
me per decenni, e questa opportunità è a dir poco un privilegio e
un punto culminante della mia carriera”.
Il regista e produttore David
Furnish ha affermato: “Elton e io non potevamo pensare a un
collaboratore migliore di R.J. Cutler per un film che rappresenta
molto più della semplice carriera di Elton: è la sua vita. Dal
Troubadour al Dodger Stadium, sapevamo che R.J. ci avrebbe aiutato
a raccontare la storia di Elton e i suoi molti aspetti in un modo
autentico ed evocativo. Siamo entusiasti di lavorare
insieme”.
R.J. Cutler è un premiato filmmaker
che ha realizzato alcuni tra i più significativi documentari e
serie televisive degli ultimi 25 anni. È il regista, produttore e
sceneggiatore del documentario quattro volte nominato agli Emmy® e
inserito nella shortlist per l’Oscar Billie Eilish: The World’s
a Little Blurry, sul fenomeno musicale Billie Eilish. I suoi
documentari comprendono anche il candidato al Critics’ Choice
Award Belushi, il candidato all’Oscar The
War Room, il candidato agli Emmy A Perfect
Candidate, il vincitore del Sundance Award The
September Issue, il vincitore del Peabody Award e inserito
nella shortlist per l’Oscar Listen To Me Marlon –
Ascoltami Marlon, il vincitore del Grierson
Award Thin e The World According to
Dick Cheney.
Josh Braun di Submarine ha discusso
l’accordo con Disney. Danny Passman di Gang, Tyre, Ramer, Brown &
Passman, Inc. ha rappresentato la Rocket Pictures. Marisa Fermin e
Sarah Santos hanno rappresentato This Machine Filmworks. Jeanne
Newman di Hansen, Jacobson, Teller, Hoberman, Newman, Warren,
Richman, Rush, Kaller, Gellman, Meigs & Fox ha rappresentato R.J.
Cutler.
R.J. Cutler e David Furnish
dirigono e producono con le rispettive case di produzione, This
Machine Filmworks e Rocket Entertainment. Trevor Smith è anche
produttore. I produttori esecutivi sono John Battsek, Jane Cha
Cutler e Elise Pearlstein. Marjon Javadi è VP, Originals for
Documentaries and Docuseries per Disney Branded Television/Disney
Original Documentary.