Manca poco all’uscita di
The
Flash al cinema e mentre le proiezioni per i fan
si moltiplicano in tutto il mondo, l’account ufficiale di Twitter Movies ha rivelato una featurette esclusiva,
incentrata su Supergirl, che fa la sua grande apparizione sul
grande schermo.
“Penso che la cosa che mi ha
entusiasmato di più di far parte di The
Flash sia stata interpretare un supereroe”, ha detto
Sasha Calle, che interpreta il personaggio.
“Ricordo di essermi laureata al college, e ho fatto un vision
board, e Gal Gadot è lì come Wonder Woman. E ora mi sento davvero fortunata a
interpretare Supergirl. Vorrei aver avuto un eroe come la Supergirl
quando ero piccola. Lei è una tosta.”
Oltre ai commenti di Calle, la
featurette mostra un sacco di
filmati ricchi di azione, indicando che Supergirl potrebbe essere
un personaggio eccezionale in un film pieno di crossover
multiversali. Tuttavia, il momento saliente della featurette è la
reazione emotiva di Calle quando ha saputo che il ruolo era suo,
cosa che le è stata rivelata dallo stesso regista Andy
Muschietti. Con un attaccamento emotivo al personaggio, la
performance di Calle nei panni di Supergirl potrebbe essere uno dei
momenti più memorabili del film in uscita.
The Flash: la trama e il
cast del film
The Flash uscirà
al cinema il 16 giugno 2023 distribuito da
Warner Bros Italia. In The
Flashi mondi si incontreranno quando Barry
userà i suoi superpoteri per viaggiare indietro nel tempo e
cambiare gli eventi del passato. Ma quando il tentativo di salvare
la sua famiglia altera inavvertitamente il futuro, Barry rimane
intrappolato in una realtà in cui il generale Zod è tornato,
minacciando distruzione, e senza alcun Supereroe a cui rivolgersi.
L’unica speranza per Barry è riuscire a far uscire dalla pensione
un Batman decisamente diverso per salvare un kryptoniano
imprigionato…. malgrado non sia più colui che sta cercando. In
definitiva, per salvare il mondo in cui si trova e tornare al
futuro che conosce, l’unica speranza per Barry è ‘correre per la
sua vita’. Ma questo estremo sacrificio sarà sufficiente per
resettare l’universo?
Fanno parte del cast di
The
Flash l’attore Ezra Miller nei panni
del protagonista, riprendendo dunque il ruolo di Barry Allen da
JusticeLeague, ma anche l’astro nascente
Sasha Calle nel ruolo
di Supergirl,
Michael Shannon (“Bullet Train”, “Batman v Superman: Dawn of Justice”),
in quelli del Generale Zod, Ron Livingston
(“Loudermilk”, “L’evocazione – The Conjuring”),
Maribel Verdú (“Elite”, “Y tu mamá también –
Anche tua madre”), Kiersey Clemons (“Zack
Snyder’s Justice League”, “Sweetheart”),
Antje Traue (“King of Ravens”, “L’uomo
d’acciaio”) e Michael Keaton (“Spider-Man: Homecoming”,
“Batman”), che torna nel costume di Batman dopo oltre 30
anni.
La sirenetta della Disney ha fatto un
clamoroso debutto al botteghino del Regno Unito e dell’Irlanda,
raggiungendo la vetta delle classifiche con 5 milioni di sterline
(6,2 milioni di dollari), come riferito da Comscore. Il film ha
rappresentato il 49% di tutte le vendite di biglietti durante il
fine settimana di tre giorni, secondo Disney.
Nel suo secondo fine settimana, Fast X della Universal ha resistito con
2,2 milioni di sterline al secondo posto per un totale di 10,2
milioni di sterline. In terza posizione, nel suo quarto fine
settimana, Guardiani della Galassia Vol. 3 ha raccolto
1,5 milioni di sterline per un totale di 31,6 milioni di sterline.
Il film della Universal The Super
Mario Bros. Movie” ha guadagnato 292.155 sterline al quarto
posto nel suo ottavo fine settimana per un totale di 52,2 milioni
di sterline. Warner Bros.’ Hypnotic
ha completato la top five, debuttando con £ 217.252.
Come sta andando La sirenetta al BOX OFFICE
Italia?
In Italia La sirenettaha
guadagnato altri 450 mila euro ieri portando così il totale
5.128.433 di euro. Anche in Italia al secondo posto troviamo
Fast X che ieri ha totalizzato altri 154.708 €
per un totale 9.852.863 €. Terzo posto per RAPITO
di Marco Bellocchio che aggiunge altri 51.662 €
per un totale striminzito di appena 556.443 € nonostante la
presenza al Festival
di Cannes. In quarta posizione troviamo Guardiani della Galassia Vol.
3con altri 36.551
€ per un totale di 10.430.157 €. Quinta posizione
invece per il ritorno al cinema di Alien che ha incassato ben
23.199 € per un totale di 52 mila euro.
Dopo le
rivelazioni del registaAndy Muschietti
arrivano nuove notizie sull’imminente The
Flash, il nuovo atteso film del DCU. Ebbene, l’attrice Sasha
Calle che nel film interpreta una variante di
Supergirl ha affermato che l’ormai deposto Superman,
Henry Cavill ha visto il film e lo ha
letteralmente amato! Warner Bros. ha avuto approccio al
marketing innegabilmente unico, con lo studio che ha arruolato
James Gunn e
Tom Cruise (tra gli altri) per pubblicizzarlo come uno
dei più grandi successi mai realizzati. Il CEO dello studio,
David Zaslav, è arrivato al punto di definirlo il
miglior film di supereroi che abbia mai visto, e ora mancano solo
un paio di settimane prima che ci venga data l’opportunità di
giudicarlo.
Durante una recente
conferenza stampa per The
Flash, l’attrice di Supergirl
avrebbe detto ai giornalisti di aver parlato con la
star della Justice LeagueHenry
Cavill e l’attrice della serie
di SupergirlMelissa Benoist per chiedere il loro parere.
Nel caso del primo, l’attrice ha rivelato che l’ex Uomo d’Acciaio
ha amato il film.Non è chiaro quando abbia
effettivamente visto The
Flashe se fosse la versione che ha
visto il suo Superman reinserito nel DCEU. Un suo cameo è stato
stato girato dopo il cameo diBlack Adam, ma
successivamente rimosso dai DC Studios prima che venisse annunciato
Superman:
Legacy con nuovo Kal-El. In ogni
caso il suo giudizio si unisce a tutti quelli arrivati sul film che
sembrano essere tutti dal una parte, quella
positiva!
The Flash: la trama e il
cast del film
The Flash uscirà
al cinema il 16 giugno 2023 distribuito da
Warner Bros Italia. In The
Flashi mondi si incontreranno quando Barry
userà i suoi superpoteri per viaggiare indietro nel tempo e
cambiare gli eventi del passato. Ma quando il tentativo di salvare
la sua famiglia altera inavvertitamente il futuro, Barry rimane
intrappolato in una realtà in cui il generale Zod è tornato,
minacciando distruzione, e senza alcun Supereroe a cui rivolgersi.
L’unica speranza per Barry è riuscire a far uscire dalla pensione
un Batman decisamente diverso per salvare un kryptoniano
imprigionato…. malgrado non sia più colui che sta cercando. In
definitiva, per salvare il mondo in cui si trova e tornare al
futuro che conosce, l’unica speranza per Barry è ‘correre per la
sua vita’. Ma questo estremo sacrificio sarà sufficiente per
resettare l’universo?
Fanno parte del cast di
The
Flash l’attore Ezra Miller nei panni
del protagonista, riprendendo dunque il ruolo di Barry Allen da
JusticeLeague, ma anche l’astro nascente
Sasha Calle nel ruolo
di Supergirl,
Michael Shannon (“Bullet Train”, “Batman v Superman: Dawn of Justice”),
in quelli del Generale Zod, Ron Livingston
(“Loudermilk”, “L’evocazione – The Conjuring”),
Maribel Verdú (“Elite”, “Y tu mamá también –
Anche tua madre”), Kiersey Clemons (“Zack
Snyder’s Justice League”, “Sweetheart”), Antje
Traue (“King of Ravens”, “L’uomo d’acciaio”) e
Michael Keaton (“Spider-Man: Homecoming”,
“Batman”), che torna nel costume di Batman dopo oltre 30
anni.
Nonostante una prima stagione
confusa, The
Witcher è stato accolto
favorevolmente dai fan. Sebbene la seconda stagione fosse un
po’ più convenzionale, ha ricevuto recensioni positive e il futuro
del franchise sembrava luminoso. Tuttavia, la serie Netflix
da allora è stata coinvolta in affermazioni secondo cui coloro che
hanno lavorato alla serie sono stati irrispettosi nei confronti dei
romanzi di Andrzej Sapkowski e dei videogiochi di successo basati
su di essi. La serie spin-off The Witcher: Blood Origin è stata un
flop quando è stata lanciata lo scorso dicembre e
Henry Cavill lascerà la serie tv principale dopo
l’imminente terza stagione.
Liam Hemsworth sostituirà l’ex Superman nella stagione 4, ed
è stato precedentemente riferito che la stagione 5 verrà girata una
dopo l’altra. Anche se non sappiamo ancora se
The
Witcherfinirà lì, la direttrice del
casting Sophie Holland ha confermato quelle voci sulle riprese
mentre parlava con Deadline. “Stiamo per iniziare le riprese della quarta stagione
con
Liam Hemsworth e ci sarà un breve intervallo, poi passeremo
direttamente alla quinta stagione”, dice
al trade, chiarendo finalmente il futuro dello show dopo mesi di
rapporti contrastanti. Una quinta stagione non è mai stata
annunciata ufficialmente da Netflix,
anche se siamo sicuri che l’ufficialità arriverà appena dopo il
debutto della terza.
The
Witcherè un grande investimento per
Netflix e
con tutti i servizi di streaming che cercano di frenare la spesa,
non sarebbe sorprendente che la spina venisse staccata dallo show
dopo la quinta stagione. C’è stato un tempo in cui lo show avrebbe
potuto essere uno delle più grandi proprietà dello streamer, ma
l’interesse in spese folli sta diminuendo, qualcosa non ha aiutato
tra i grandi divari tra le stagioni e ovviamente l’abbandono
scioccante di
Henry Cavill.
The Witcher 3, la trama
Mentre monarchi, maghi e
bestie del Continente competono per catturarla, Geralt conduce Ciri
a nascondersi, determinato a proteggere la sua famiglia appena
riunita da coloro che minacciano di distruggerla. Incaricata
dell’addestramento magico di Ciri, Yennefer li conduce alla
fortezza protetta di Aretuza, dove spera di scoprire di più sui
poteri non sfruttati della ragazza; invece, scoprono di essere
sbarcati in un campo di battaglia di corruzione politica, magia
oscura e tradimento. Devono reagire, mettere tutto in gioco o
rischiare di perdersi per sempre.
La showrunner e
produttrice esecutiva è Lauren Schmidt Hissrich. Alla regia Stephen
Surjik, Gandja Monteiro, Loni Peristere e Bola Ogun, mentre la
sceneggiatura è opera di Mike Ostrowski, Javier Grillo-Marxuach,
Tania Lotia, Haily Hall, Matthew D’Ambrosio, Clare Higgins, Rae
Benjamin e Troy Dangerfield.
The
Witcher è stata girata tra Inghilterra, Italia,
Galles, Croazia, Slovenia e Marocco, ed è prodotta da Tera Vale
Ragan, Veselin Karadjov e Sasha Harris. Sono produttori esecutivi
anche Steve Gaub, Matt O’Toole, Mike Ostrowski, Javier
Grillo-Marxuach, Platige Films (Tomek Baginski e Jarek Sawko),
Hivemind Content (Jason Brown e Sean Daniel).
Cast:
Henry Cavill (Geralt di Rivia),
Anya Chalotra (Yennefer di Vengerberg),
Freya Allan (Principessa Cirilla di Cintra), Joey
Batey (Ranuncolo), Myanna Buring (Tissaia), Eamon Farren (Cahir),
Mimî M Khayisa (Fringilla), Royce Pierreson (Istredd), Anna Shaffer
(Triss Merigold), Mecia Simson (Francesca), Tom Canton
(Filavandrel), Mahesh Jadu (Vilgefortz), Graham McTavish
(Dijkstra), Cassie Clare (Philippa), Hugh Skinner (Radovid), Wilson
Mbomio (Dara), Lars Mikkelsen (Stregobor), Terence Maynard
(Artorius), Simon Callow (Codringher), Liz Carr (Fenn),
Therica Wilson-Read (Sabrina), Safiyya Ingar (Keira), Rochelle Rose
(Margarita),
Michalina Olszanska (Marti), Robbie Amell
(Gallatin), Jeremy Crawford (Yarpen), Bart Edwards (Emhyr), Aisha
Fabienne Ross (Lydia), Christelle Elwin (Mistle) e Meng’er Zhang
(Milva).
Mentre in sala troviamo ancora
Renfield,
un nuovo sguardo sul mondo dei vampiri canonizzato da Bram
Stoker, arriva la notizia, via Collider, che Robert Eggers ha
appena concluso le riprese di Nosferatu, il suo prossimo
film.
Da quello che si sa fino a questo
momento del prossimo progetto del regista di The VVitch, Nosferatu offrirà una versione
diversa su un argomento che si conosce molto bene. Il film
originale del 1922 diretto da F. W. Murnau è
vagamente basato sull’iconico romanzo di Bram
Stoker del 1897, Dracula.
Il film muto sarebbe diventato un
influente capolavoro del cinema e del genere horror. Nel 1979,
Werner Herzog ha rifatto il film intitolandolo
Nosferatu il vampiro. Dato il suo precedente
lavoro in The Witch e The
Northman, la conoscenza di Eggers del folklore e della
mitologia lo renderà l’ultimo di una linea di creativi che cercano
di dare una svolta diversa a un amato classico.
Annunciato originariamente nel
2015, Nosferatu di Eggers sarà
un remake dell’iconico film muto tedesco del 1922
Nosferatu: A Symphony of Horror. Quel film non è
solo considerato una delle opere d’arte più influenti nel mondo del
cinema e del genere horror, ma ha anche introdotto alcuni stilemi
sui vampiri che sono ancora oggi in uso, incluso un vampiro che
muore per l’esposizione alla luce
solare. “Nosferatu di Robert
Eggers è una storia gotica di ossessione tra una giovane donna
perseguitata nella Germania del 19° secolo e l’antico vampiro della
Transilvania che la perseguita, portando con sé un orrore
indicibile“, recita la sinossi ufficiale del film in uscita.
La pellicola è prodotta della Focus Features sarà scritto e diretto
da Robert Eggers.
The
Flash arriverà nei cinema tra poco più di due
settimane, e mentre le prime reazioni alla prima uscita da solista
sono state molto positive, il film è stato impantanato in polemiche
per via dei problemi legali accaduti al suo protagonista
Ezra Miller. Non
abbiamo bisogno di ripetere tutto ciò di cui Ezra Miller è
stato accusato a questo punto, basti dire che l’attore è stato
colpito da una serie di accuse molto serie – e piuttosto
sgradevoli. Resta da vedere quanto il pubblico in generale sappia o
si preoccupi, ma molti sono favorevoli alla sostituzione di Miller
mentre la versione della DCU di Barry Allen va avanti.
Tuttavia, il regista Andy
Muschietti ha ora confermato che, se il film avrà un
sequel, Miller rimarrà a bordo come l’uomo più veloce del mondo.
“Se [un sequel] accade, sì”, ha detto il
regista a proposito del ritorno di Miller per un altro film mentre
chiacchierava con il Discourse podcast. “Non
credo ci sia nessuno che possa interpretare quel personaggio così
bene come lui. Le altre rappresentazioni del personaggio sono
fantastiche, ma questa particolare visione del personaggio, sono
semplicemente eccellenti nel farlo. E, come hai detto, i due
Barry, sembra un personaggio fatto apposta per loro”.
La produttrice Barbara
Muschietti ha aggiunto: “Nella
fotografia principale, Ezra è stato brillante, l'[attore] più
impegnato e professionale. Ezra ha dato tutto per questo ruolo
– fisicamente, creativamente, emotivamente. Erano
assolutamente supremi. Naturalmente, la decisione
potrebbe non essere presa da loro. A seconda del livello di
contraccolpo, i co-direttori dei DC Studios James
Gunn e Peter Safran potrebbero scegliere di recidere i legami
con Miller e sostituirlo nel ruolo.
The Flash: la trama e il
cast del film
The Flash uscirà
al cinema il 16 giugno 2023 distribuito da
Warner Bros Italia. In The
Flashi mondi si incontreranno quando Barry
userà i suoi superpoteri per viaggiare indietro nel tempo e
cambiare gli eventi del passato. Ma quando il tentativo di salvare
la sua famiglia altera inavvertitamente il futuro, Barry rimane
intrappolato in una realtà in cui il generale Zod è tornato,
minacciando distruzione, e senza alcun Supereroe a cui rivolgersi.
L’unica speranza per Barry è riuscire a far uscire dalla pensione
un Batman decisamente diverso per salvare un kryptoniano
imprigionato…. malgrado non sia più colui che sta cercando. In
definitiva, per salvare il mondo in cui si trova e tornare al
futuro che conosce, l’unica speranza per Barry è ‘correre per la
sua vita’. Ma questo estremo sacrificio sarà sufficiente per
resettare l’universo?
Fanno parte del cast di
The
Flash l’attore Ezra Miller nei panni
del protagonista, riprendendo dunque il ruolo di Barry Allen da
JusticeLeague, ma anche l’astro nascente
Sasha Calle nel ruolo
di Supergirl,
Michael Shannon (“Bullet Train”, “Batman v Superman: Dawn of Justice”),
in quelli del Generale Zod, Ron Livingston
(“Loudermilk”, “L’evocazione – The Conjuring”),
Maribel Verdú (“Elite”, “Y tu mamá también –
Anche tua madre”), Kiersey Clemons (“Zack
Snyder’s Justice League”, “Sweetheart”),
Antje Traue (“King of Ravens”, “L’uomo
d’acciaio”) e Michael Keaton (“Spider-Man: Homecoming”,
“Batman”), che torna nel costume di Batman dopo oltre 30
anni.
Con le quaranta
candidature e gli undici Emmy Award conquistati, Ted
Lasso è senza dubbio una delle serie TV di maggior
successo di questi ultimi anni. La conferma arriva anche dall’amore
del pubblico, il quale ne ha decretato il successo su Apple TV+.
In occasione della fine della terza – e quasi sicuramente ultima –
stagione, vi proponiamo in esclusiva la chiacchierata con
Tom Howe, composer e mente principale dietro una
delle migliori colonne sonore ascoltate sul piccolo schermo in
questi anni.
Le tre stagioni di Ted
Lasso sono piuttosto diverse tra loro: quest’ultima ad esempio ha
un tono più malinconico e approfondisce ulteriormente la psicologia
dei personaggi. Ha dovuto per questo cambiare approccio alle
musiche?
Certamente. La prima
stagione è incentrata su Ted, mentre le due successive si espandono
anche verso gli altri personaggi. La differenza più importante è
però che gli episodi si sono allungati, musicare trenta minuti è
totalmente differente da musicarne cinquanta o sessanta. Significa
che un tema deve essere allungato: il massimo della prima stagione
era di due minuti e mezzo per una partita di calcio nel decimo
episodio, mentre gli altri non speravano il minuto. Essendo poi
focalizzata su Ted vi erano contenute principalmente variazioni
delle musiche che avevo creato appositamente per il protagonista. A
partire dalla seconda stagione ho dovuto creare temi lunghi per
tutti gli altri, cosa che è stata ulteriormente sviluppata nella
terza. Siamo arrivati a inserire momenti musicali che arrivano a
cinque minuti, qualcosa che succede quasi soltanto nei film. Ho
dovuto cambiare approccio alla musica, il che mi ha entusiasmato
perché sento che è cresciuta, si è sviluppata con le storie e i
personaggi.
Quando comincia a
comporre la musica per un episodio? Dopo aver letto la
sceneggiatura o dopo aver visto un primo montaggio?
Dipende dai progetti. Di
solito ti metti a lavoro dopo aver letto gli script, ma devi tener
conto che vedere il girato potrebbe spingerti verso direzioni
diverse, anche se a quel punto hai meno tempo a disposizione. Aiuta
molto sapere con chi stai lavorando: per Bill Lawrence ho
collaborato sia a Ted Lasso che a Shrinking, so bene che tipo di
tono vuole dalle mie musiche. Nel caso di questa serie
ho cominciato a
scrivere la partitura mentre leggevo i copioni, avevo un’idea
piuttosto precisa di cosa avrei avuto bisogno.
Mi fa piacere abbia
citato anche Shrinking perché proprio come Ted Lasso si tratta di
una serie comica la quale racconta molti temi che invece non lo
sono affatto. Come lavora nel cercare questo equilibrio tra
leggerezza e dramma?
È una bella sfida. In
Shrinking ad esempio nei primi episodi in particolare si affronta
addirittura l’elaborazione del lutto. Il problema sta nel non
sottolineare in maniera troppo forte quello che succede, bisogna
trovare la leggerezza senza scadere nella superficialità. Bisogna
capire la natura profonda del personaggio. Il nocciolo di Ted Lasso
consiste nella sua onestà, nella sua natura buona, vede sempre il
meglio negli altri. Una volta che hai presente chi è il personaggio
per cui stai scrivendo la musica, tutto diventa più facile.
Intervista a Tom Howe,
compositore della colonna sonora di Ted Lasso
Nello show ci sono poi
episodi folli come quello nella seconda stagione che racconta la
scorribanda notturna di Coach Beard. Come affronta variazioni del
genere?
É il bello di avere uno
show amato dal pubblico, puoi prenderti delle licenze come quella
che ha citato. Se fosse stata la terza puntata della prima stagione
non avrebbe funzionato allo stesso modo. La notte di Beard o
l’episodio di Natale sono degli standalone, bisogna cambiare
completamente approccio. Il sesto episodio della terza stagione,
quello ambientato ad Amsterdam, necessitava ad esempio di temi
vicini alla rom-com al fine di accentuare il tono della storia di
Rebecca e dell’uomo affascinante che incontra nel canale. Mi sono
potuto prendere delle licenze, ho adoperato momenti musicali che si
rifanno alle orchestre vecchio stile. Tornando alla puntata di
Beard, bisogna anche considerare che è un episodio totalmente
notturno, quindi ha un look diverso. Ted Lasso è uno show quasi
esclusivamente diurno, mentre in quel caso ho potuto flirtare con
echi del noir.
Quali sono state le
sue ispirazioni principali quando ha iniziato a pensare come
musicare Ted Lasso?
I compositori che amo più
di tutti gli altri sono John Williams ed Ennio Morricone. Ho
quattro figli, ho portato due di loro a vedere il Superman di
Richard Donner che è tornato in sala per il suo quarantacinquesimo
anniversario. È l’esempio perfetto di partitura che si accorda con
lo stile del film. Ci sono addirittura musiche elettroniche
all’inizio, qualcosa di sorprendente per Williams. Poi quando
arriviamo a Smallville la colonna sonora riproduce la semplicità
della vita del Midwest, da dove proviene anche Ted Lasso. Morricone
era un altro maestro nel cambiare la partitura seconda di dove la storia
veniva ambientata.
Ultima domanda: Sono
rimasto molto sorpreso nel trovare Prisencolinensinainciusol nel
terzo episodio di questa stagione. Come avete selezionato la
canzone di Adriano Celentano?
Abbiamo dei fantastici
consulenti musicali nella serie e lo stesso Jason Sudeikis ha una conoscenza
incredibile. Quando nella seconda stagione abbiamo inserito una
canzone contenuta nella colonna sonora di Magnolia
di Paul Thomas Anderson, Jason ha riconosciuto
immediatamente che non si trattava della registrazione inserita nel
film e ha preteso quella originale. La scelta delle canzoni è molto
precisa, sappiamo esattamente cosa serve per un determinato momento
dello show. Il pezzo è inserito in un momento molto lungo, è
perfetto per l’energia che trasmette alle immagini. Ha
rappresentato una scelta innovativa, qualcosa che certamente non
trovi o ascolti in altre serie TV.
“Un’avventura corale vissuta
attraverso la crescita di un ragazzo e i passaggi naturali che
questa comporta. Un coming of age contemporaneo e fuori dal comune,
in cui sono quasi più gli adulti a cercare, e trovare, una guida
nei ragazzi”. Basterebbe questo breve scampolo. Poche parole,
estrapolate dalle note di regia del film. Sarebbero sufficienti a
cogliere l’essenza dell’esordio
cinematografico di Emilia Mazzacurati, figlia
di Carlo. Basterebbero, ma Billy merita qualcosa
in più. Perché non di rado ci si accosta alle prime volte con
diffidenza, con preconcetto; lasciando che la paura
dell’inesperienza di un nuovo sguardo si sostituisca alla curiosità
si svelarne le vedute. E Dimenticando che, non di rado, emergono
prodotti, opere o anche solo intuizioni di fronte alla cui
leggerezza, timori e pregiudizi, semplicemente, svaniscono.
Billy: la trama
La prima volta di Emilia
Mazzacurati ci trasporta presso una tranquilla cittadina
di provincia. Ci trasporta da Billy. Il ragazzo (Matteo
Oscar Giuggioli), abbandonato dal padre quando era ancora
piccolo, è un ex bambino prodigio e inventore di un podcast
musicale di successo. Ora, a diciannove anni, vive con la madre
Regina (una eccentrica Carla Signoris) e trascorre
buona parte del suo tempo in una roulotte, a giocare con Roberto (8
anni) ed altri bambini della città. Billy soffre da sempre di
attacchi di panico, è segretamente innamorato della vicina di casa
Lena (Benedetta Gris), sorella di Roberto, e non
sa che fare della sua vita.
L’arrivo nel quartiere di Zippo
(Alessandro
Gassmann), un tempo rocker di grande fama scappato nel
bel mezzo di un concerto ed eclissatosi dalla scena, cambia però le
carte in tavola. L’incontro con Billy smuove qualcosa; e tra fughe,
chiacchierate e lunghi silenzi si delineano per i due nuove strade,
nuovi sbocchi; in un andirivieni di bizzarri personaggi a cavallo
tra passato, presente e timore per il futuro.
Terra di frontiera
Emilia Mazzacurati
torna in “provincia”, in quei grovigli semi sconosciuti di vie che
a lungo hanno accompagnato il
percorso cinematografico del padre. A incorniciare il suo
racconto d’esordio è una cittadina del nord, non luogo (quasi)
senza tempo, scandito solo dal silenzioso susseguirsi delle fasi
lunari. Una terra di frontiera dalle sfumature western (il
soprannome del protagonista è Billy the Kid), segnata da una sua
pacifica ritmicità e abitata da caratteristici figuri – uno su
tutti Massimo (Giuseppe
Battiston), timido pompiere innamorato di Regina che
vive in una casa-barca ormeggiata sul fiume per fare fronte al
pericolo incendi.
L’inaspettata intrusione di Zippo,
in questo senso, è allora per certi versi assimilabile alla venuta
del cowboy, dello straniero senza nome, giunto da lontano nel tempo
e nello spazio. Un selvaggio
Ethan Edwars, un oscuro Django, qui localmente e brutalmente
rivisitati nello spaesamento esistenziale di un Alessandro Gassmann che è fallito tra i
falliti, dimenticato uomo di mezza età con pochi sogni e troppi
rimpianti.
Billy: un racconto di formazione
“sui generis”
Quella dipinta dalla regista
è una città isolata, “figlia d’arte” colma di padri senza
figli e figli senza padri. Ma il legame generazionale tra i
Mazzacurati non è questione esclusivamente
geografica (o sarebbe meglio dire scenografica?). A connettere
padre e figlia è infatti il cuore pulsante del film, la sua anima
coming of age, le sue (a)tipiche dinamiche di
“formazione”. Dinamiche a onor del vero trasversali nella storia
del cinema che qui, oltre a farsi memoria quasi scontata del lavoro
paterno (L’estate di Davide, 1998), avvicinano il
film della Mazzacurati alle atmosfere di un altro esordio, quelle
dell’indipendente How to be di Oliver
Irving (2008).
Se il disorientamento adolescenziale
di Davide e Art (un giovanissimo Robert Pattinson) rappresentano però il focus
accentratore dei rispettivi racconti, la narrazione di
Billy tenta una via leggermente diversa; facendo
perno sulla vicenda di vita del ragazzo per delineare un esistere
confusionario che è proprio dell’intera comunità che lo circonda. E
tracciando i confini di una provinciale Isola che non
c’è popolata di bimbi – più o meno cresciuti – sperduti.
Stupore e leggerezza
È forse in questo impeto, in questo
coraggioso osare che Emilia Mazzacurati smarrisce
alcuni punti di riferimento. E la sua “fiaba”, come del resto i
personaggi della stessa, vaga a tratti scombussolata, faticando a
gestire l’agognata coralità e non riuscendo a trovare un vero e
proprio equilibrio coerente nella gestione dei suoi molti
interpreti.
Rimane però un buon sapore, una
curiosità sincera; il desiderio di scoprire, al di là
dell’inesperienza, quali scorci sedurranno in futuro lo sguardo
della regista e su quali strade Mazzacurati
condurrà la propria macchina (da presa). Con la speranza, non così
remota, di ritrovarci presto a riabbracciare la leggerezza e lo
stupore di Billy. Lo stupore del bambino e del
ragazzo, lo stupore dell’adulto che ancora non sa cosa lo attende
lungo il cammino.
Dopo il primo annuncio dello
scorso febbraio, arriva da Collider un nuovo aggiornamento dal
remake
in live action di
Dragon Trainer in produzione presso
Universal/DreamWorks. Mason Thames di
The Black Phone e la star emergente di The
Lastof UsNico Parker
sono stati scelti per interpretare le versioni in carne e ossa di
Hiccup e Astrid.
Il nome di Parker è diventato noto
dopo che l’attrice ha interpretato Sarah, figlia di Joel
(Pedro Pascal), nell’episodio pilota e
nell’episodio 6 di The Last of Us. L’avevamo vista già
in Westworld, in cui interpreta la figlia del
personaggio di Thandiwe Newton.
Mason Thames dovrà
sforzare al massimo le sue doti di immaginazione, dal momento che
sarà colui che interagirà di più con Sdentato, la Furia Buia
protagonista del film, che sarà ovviamente realizzato in CGI.
Nella storia, Hiccup è il figlio di
un potente vichingo che è riluttante a seguire le orme di suo padre
e diventare un uccisore di draghi. Il compito diventa ancora più
difficile quando riesce a fare amicizia con un drago che dovrebbe
essere la più pericolosa di tutte le creature.
Parker, d’altra parte, si divertirà
nei panni di un’intelligente intenditrice di draghi, determinata a
superare le sue lezioni di uccisione di draghi. Se l’adattamento
live-action sarà fedele al film d’animazione, l’attrice sarà
coinvolta in fantastiche scene d’azione poiché Astrid è di solito
quella che prende le redini quando si tratta di addomesticare il
drago. Dal momento che la rappresentazione femminile si è evoluta
nel decennio dall’uscita del film d’animazione, possiamo anche
aspettarci che il nuovo Dragon
Trainer non permetta al personaggio di Parker di
essere limitato al tropo di “interesse amoroso”, cosa che già il
film originale sovvertiva.
Questo film sarà basato sul primo
film d’animazione e, in caso di successo, le altre puntate verranno
adattate e, data la fedele fanbase del franchise, è probabile che
questo accada. Insieme, i tre film di Dragon
Trainer hanno accumulato più di 1,6 miliardi di dollari,
ottenuto quattro nomination all’Oscar e un Golden Globe per il
secondo capitolo. Il film dovrebbe arrivare in sala il 14
marzo 2025.
Il finale
della serie Succession è
andato in onda durante il fine settimana, e per celebrare la serie,
le star Brian
Cox e Sarah Snook hanno
rivolto i loro pensieri e postato delle riflessioni sui social
media per ripensare al tempo
trascorso nella serie. In un post su Instagram, Brian Cox (che ha interpretato Logan
Roy nella serie) ha elogiato lo spettacolo, definendolo
“la più grande esperienza lavorativa di sempre“.
Cox ha continuato
dicendo che l’armonia tra la troupe e il cast è stata
“davvero sorprendente“.
“Era sulla buona strada per
diventare una grande serie, ma l’amore e l’impegno della troupe,
del cast e degli sceneggiatori l’hanno resa memorabile“, si
legge nel messaggio di Cox. “Vorrei ringraziare tutti noi
che abbiamo lavorato e creato questo spettacolo dal profondo del
mio cuore. Sempre tuo Brian Cox”. Anche Snook,
che interpretava Siobhan “Shiv” Roy, ha pubblicato su Instagram per
riflettere sul suo tempo nella serie. Snook ha detto che sarebbe
stato difficile esprimere ciò che lo spettacolo significava per
lei, prima di notare quanto fosse orgogliosa della “stagione di
duro lavoro di tutti”.
“È difficile esprimere ciò che
questo spettacolo ha significato per me. I posti in
cui devo andare, l’immenso talento con cui ho avuto modo di
lavorare… mi spezza il cuore che sia tutto finito“, ha detto
Snook. “Ma il mio cuore doveva essere così pieno di tutti
i ricordi, i bei momenti, le sfide e i trionfi, per potersi
spezzare del tutto… quindi questo mi rende
grato. Avere avuto la fortuna di unirsi a questa
folle avventura di uno spettacolo sarà un punto culminante della
carriera, che senza dubbio sarà difficile da
superare. Sono così, così orgoglioso e umiliato dal
duro lavoro di tutti, stagione dopo stagione: tutti abbiamo alzato
l’asticella l’uno per l’altro, poi l’abbiamo superato ed eccelso,
in ogni reparto. Le amicizie, le sceneggiature, i luoghi,
le battute, le prime mattine, i cambiamenti dell’ultimo minuto,
tutti gli alti e bassi: mi mancherà tutto“, ha continuato
Snook. “Le persone di questo spettacolo sono un gruppo di
talento e sono orgoglioso di aver lavorato al loro fianco, sono le
persone che mi mancheranno di più. Ho appena visto l’episodio
finale dell’ultima stagione di qualcosa che ha cambiato la mia
vita. E ora, la mia vita è cambiata di nuovo. Grazie per
tutto l’amore e il supporto”.
Dopo la
prima fotoAmazon Studios ha pubblicato il
primo teaser trailer di Citadel: Diana, il
suo imminente spin-off italiano della serie thriller di spionaggio
con protagonisti da
Richard Madden e
Priyanka Chopra Jonas, con la prima stagione che ha
appena debuttato su Prime
Video.
Il video offre un assaggio delle
sequenze ricche di azione che il protagonista Matilda De Angelis dovrà affrontare nello
spin-off. Il prossimo capitolo della serie Spyverse di Amazon
è prevista per il debutto nel 2024.
Il finale della prima stagione di
Citadel, con
Richard Madden e
Priyanka Chopra Jonas, è disponibile da oggi su
Prime Video. La prima serie nello
Spyverse del franchise globale conclude la sua prima
stagione con grandi colpi di scena e rivelazioni avvincenti, con
gli agenti di Citadel che scoprono l’identità della talpa che ha
fatto cadere l’agenzia nelle mani della fazione rivale Manticore. I
tradimenti saranno svelati e le domande troveranno risposta, mentre
le conseguenze del finale si ripercuoteranno attraverso tutto
lo Spyverse. Dopo l’episodio finale, un teaser di
Citadel: Diana svela un entusiasmante assaggio di ciò che
arriverà con l’espandersi dello Spyverse di
Citadel in questo nuovo capitolo.
Citadel:
Diana è stata creata, prodotta e girata in Italia, e
le riprese sono terminate all’inizio di quest’anno. La serie è
prodotta da Cattleya (ZeroZeroZero)
– parte di ITV Studios- e ha per showrunner ed
executive producer Gina Gardini, con Riccardo Tozzi, Marco Chimenz
e Giovanni Stabilini anch’essi nel ruolo di executive producer,
mentre Emanuele Savoini è co-executive producer.Anthony Russo, Joe Russo, Mike Larocca, Angela
Russo-Ostot, Scott Nemes di AGBO e David Weil (Hunters)
sono executive producer di Citadel: Diana e di tutte le
serie nell’universo globale di Citadel. Midnight Radio è
executive producer di Citadel: Diana e tutte le serie
nell’universo globale di Citadel.
Citadel:
Diana è diretta da Arnaldo Catinari
e sviluppata da Alessandro Fabbri, che ricopre
anche il ruolo di head writer, ed ha scritto la
serie con Ilaria Bernardini, Laura Colella, Gianluca Bernardini e
Giordana Mari. Come già annunciato, nel cast al fianco di
Matilda De Angelis ci sono anche Lorenzo
Cervasio, Maurizio Lombardi, Julia Piaton, Thekla Reuten, Daniele
Paoloni, Bernhard Schütz e Filippo Nigro. Tutti gli
episodi della prima stagione della serie evento Citadel
sono ora disponibili in streaming su Prime Video.
Citadel
Otto anni fa, Citadel è caduta.
L’agenzia indipendente di spionaggio internazionale – nata con lo
scopo di difendere la sicurezza di tutte le persone – è stata
distrutta dagli agenti di Manticore, una potente associazione che
nell’ombra manipola il mondo. Con la caduta di Citadel, tutti
i ricordi degli agenti scelti Mason Kane (Richard Madden) e Nadia
Sinh (Priyanka Chopra Jonas) sono stati cancellati, ma loro sono
riusciti miracolosamente a salvarsi. Da allora sono rimasti
nascosti, costruendosi una nuova vita con nuove identità, entrambi
ignari del proprio passato. Fino alla notte in cui Mason viene
rintracciato dal suo ex collega di Citadel, Bernard Orlick (Stanley
Tucci), che ha disperatamente bisogno del suo aiuto per impedire a
Manticore di stabilire un nuovo ordine mondiale. Mason si mette
alla ricerca della sua ex collega Nadia, e le due spie
intraprendono una missione che li porta in giro per il mondo nel
tentativo di fermare Manticore, questo mentre devono fare i conti
con una relazione costruita su segreti, bugie e un amore pericoloso
ma senza tempo.
Da Amazon Studios e AGBO dei
Fratelli Russo, Citadel ha come executive producer
Anthony Russo, Joe Russo, Mike Larocca, Angela Russo-Otstot e Scott
Nemes per AGBO, con lo showrunner ed executive producer David Weil.
Josh Appelbaum, André Nemec, Jeff Pinkner e Scott Rosenberg sono
executive producer per Midnight Radio. Nel ruolo di executive
producer ci sono anche Newton Thomas Sigel e Patrick Moran.
I Guardiani della Galassia
sono una squadra di supereroi secondaria del Marvel Cinematic Universe, quasi un gruppo di
Avengers ridimensionato che vaga da un lavoro
all’altro piuttosto che concentrarsi sulla difesa della Terra.
Questa squadra bizzarra si è formata nella Fase 2, quando Star-Lord, Gamora,
Groot, Rocket Raccoon e Drax il Distruttore si sono uniti
per salvare Xander dall’ira di Ronan
l’Accusatore.
I dieci Guardiani principali variano
notevolmente in termini di poteri, abilità, armi e personalità,
rendendo i Guardiani della Galassia una squadra
flessibile e creativa in grado di affrontare qualsiasi sfida sul
campo di battaglia. Tuttavia, alcuni sono decisamente più potenti
di altri in combattimento, fino ad arrivare a un
inaspettato primo posto.
Mantis
Mantis è un alieno
umanoide che con le due antenne sulla fronte, alimenta le sue
capacità di empatico, ovvero di chi può percepire e influenzare le
emozioni degli altri. Mantis è stata introdotta in Guardiani della Galassia Vol.
2 come assistente timida e impacciata di
Ego, che spesso chiede a Mantis di aiutarlo a
dormire.
Mantis non porta armi e non è
un’artista marziale, ma può essere utile in altri modi. Grazie alle
sue capacità empatiche, Mantis può addormentare
qualcuno, persino Ego stesso, e percepire le emozioni del bersaglio
per aiutare i suoi compagni di squadra a capire cosa fare dopo,
come mostrato con Thanos in Infinity War.
Kraglin
Kraglin è un cyborg
xandariano che un tempo era il primo compagno di
Yondu tra i Ravagers, e si è ribellato a Taserface
per aiutare Yondu e Rocket a
fuggire in Guardiani della Galassia Vol. 2.
Kragln si è comportato bene, ma in
confronto agli altri guardiani è un combattente poco significativo,
con Yondu e Rocket che hanno tirato le redini. Come si vede nella
scena post credit di Guardiani della Galassia Vol.
3 Kraglin eredita l’arma di Yondu e si unisce alla
nuova squadra dei Guardiani con
Rocket al comando.
Rocket
Rocket Raccoon ama litigare e rubare, e spesso
assume il comando dei Guardiani in battaglia, anche se Star-Lord si considera il leader del gruppo.
Guardiani della Galassia Vol. 3 ha esplorato il
suo passato, Rocket è un procione geneticamente
modificato e ha una buona capacità di combattimento e indubbiamente
un’ottima mira.
Per combattere i suoi nemici,
Rocket si affida soprattutto ad armi pesanti e a
trappole insidiose, come quella volta che, in Guardiani
della Galassia Vol. 2, ha teso un’imboscata ai Ravagers e
li ha scaraventati in aria. Si diverte anche a usare fucili laser e
mitragliatrici, armi con cui è abile anche se sono grandi e pesanti
per lui.
Star-Lord
Star-Lord è un ladro e un infiltrato ben
addestrato e ha una mente creativa e piena di risorse che gli
permette di superare chiunque non sia in grado di battere. Il
personaggio di Peter Quill ha una forza e una
resistenza medie per un maschio umano e le sue abilità nelle arti
marziali sono inferiori a quelle di Gamora e Nebula.
In compenso, lo stile di
combattimento creativo di Star-Lord, i suoi razzi
e la sua eccellente mira lo rendono un combattente molto più
efficace di quanto la sua personalità strampalata possa far
pensare.
Drax
Drax il Distruttore
è una sorta di Incredibile Hulk, un combattente da mischia
spericolato e dalla testa calda, che si lancia a testa bassa contro
i suoi nemici. Drax si mette spesso nei guai, ma
riesce a cavarsela grazie alla sua estrema resistenza e grazie al
sostegno degli altri Guardiani della Galassia.
A volte Drax può essere imprudente e non porta sempre
con sé armi a distanza, ma se può combattere da vicino, può
massacrare i nemici dei Guardiani. Drax è
incredibilmente forte e dispone di due coltelli affilati per il
combattimento ravvicinato, ed è persino più audace del coraggioso
Rocket Raccoon.
Nebula
Nebula, la sorella
adottiva di Gamora, si scontra spesso con la sua famiglia,
anche nel primo film dei Guardiani, ma da allora si sono
riconciliate. Verso la fine di Guardiani della Galassia
Vol. 2, Nebula si unisce alla squadra e
combatte coraggiosamente al fianco di tutti gli Avengers superstiti anche in Endgame del 2019.
Nebula di solito perde contro
Gamora nei duelli seri, ma può facilmente
sconfiggere quasi chiunque altro grazie alle sue abilità letali e
ben affinate e al suo forte corpo da cyborg. Preferisce la spada in
battaglia, ma Nebula può anche usare armi da fuoco
ad alta tecnologia e pilotare piccole astronavi.
Gamora
Gamora si è unita alla squadra dei
Guardiani della Galassia e fin da subito si è
dimostrata un’alleata affidabile e incredibilmente abile per
Star-Lord e gli altri fino alla sua tragica morte
in Infinity War del 2018. Figlia di Thanos che
l’ha addestrata per anni fino a quando poi l’ha uccisa in cambio
della pietra dell’anima.
Gamora è agile,
colpisce duro e non ha pietà, il che la rende una vera e propria
potenza tra i Guardiani. Non è forte come Groot e Drax, ma la sua
eccezionale abilità la rende più difficile da colpire e può usare
lame e armi da fuoco con la stessa abilità in qualsiasi
battaglia.
Groot
Groot è un alieno simile a un albero, amico
fedele di Rocket anche prima della formazione
della squadra dei Guardiani. Lui e Rocket sono entrati a far parte
dei Guardiani della Galassia nello stesso momento,
con Rocket che è il cervello e Groot cme braccio destro
In battaglia è quasi indistruttibile
e può bloccare facilmente gli attacchi nemici con le sue
escrescenze vegetali. Può colpire o pugnalare i suoi nemici
impunemente, facendo crescere rapidamente le sue braccia in rami o
radici come armi naturali.
Yondu Udonta
Yondu Udonta è
stato il capitano di una nave Ravager e per anni il padre adottivo
di Peter Quill. Yondu si è unito brevemente ai
Guardiani della Galassia nel Vol. 2 dopo essere
fuggito insieme a Rocket dalla nave e ha aiutato a combattere
Ego e ha persino dato la sua vita per garantire la
fuga sicura di Peter dal corpo morente di Ego.
Yondu è un
combattente devastante per un motivo principale: la sua padronanza
della Freccia Yaka. A meno che non sia danneggiata o persa,
Yondu può semplicemente fischiare per far correre
il micidiale proiettile sul campo di battaglia, trafiggendo i suoi
nemici in rapida successione. Più volte, Yondu ha
usato la sua freccia per massacrare interi plotoni di forze nemiche
prima che avessero la possibilità di aprire il fuoco su di lui.
Thor
Thor si è unito brevemente ai
Guardiani della Galassia nelle Fasi 3 e
4, ed era più forte di tutto il resto della squadra messa
insieme. Thor è anche uno degli Avengers più forti grazie alla forza
asgardiana e alle sue armi preferite, Mjolnir e Stormbreaker.
Thor avrebbe potuto rendere obsoleti
la maggior parte degli altri Guardiani, ma ha lasciato il gruppo
per perseguire i propri interessi in Thor: Love & Thunder. Ora i Guardiani
della Galassia rimasti hanno creato una nuova squadra che
per il momento non si sa quando si riunirà ancora.
Ci sono alcune storie amare, dal
sapore agre, che diventano pesanti come un macigno per quello che
si trascinano dietro. Sono storie piene di ferite, ancora
grondanti, difficili da rimarginare e incerottare. Che si faticano
a digerire e sono impossibili da accettare. Storie come
Olga, film del giovanissimo Elie
Grappe, che all’età di ventisette anni si è posizionato
dietro la macchina da presa per scolpire un racconto tragico,
intimo, lacerante, che ad oggi vanta un premio nella
sezione Semaine de la Critique del Festival di
Cannes 2021 e una menzione speciale ad
Alice nella Città 2021.
Pur concentrandosi su una ginnasta,
e su tutto il mondo della ginnastica artistica, la narrazione cela
al suo interno un cuore drammatico, politico, quello della
rivoluzione ucraina del 2014, che pulsa sofferente
e martoriato, iniziato con le famose proteste dell’Euromaidan nel
2013. E che, nell’anno che corre, si trasforma in un grido d’aiuto
ancora più forte, pronto a farsi portavoce del popolo, nella
speranza che il suo eco possa raggiungere anche gli animi più duri.
“Liberiamo l’Ucraina”, si sentirà dire nel film. Una frase
che si riverbererà di continuo nel corso dell’opera, calcificandosi
nelle immagini, agganciandosi ai corpi mostrati e imprimendosi
nelle anime e nelle menti di chi osserva.
Olga è distribuito da Wanted
Cinema e arriva nelle sale italiane l’8
giugno.
Olga, la trama
Olga (Anastasia
Budiashkina) è una giovane ginnasta in erba di quindici
anni che quotidianamente si allena per poter partecipare ai
Campionati europei di ginnastica artistica. La sua vita, però,
viene stravolta quando qualcuno tenta di assassinare lei e la
madre, una giornalista antigovernativa, durante quella che sarà la
rivoluzione di Maidan in Ucraina. Conscia del pericolo che la
figlia corre, la donna decide di mandarla dai nonni paterni che
vivono in Svizzera, per poterla mettere al sicuro.
Una volta arrivata lì, Olga si
scontra con un’ambiente sportivo molto sfaccettato, multilingue, e
inizia ad allenarsi duramente per poter entrare nella squadra
nazionale svizzera che la porterà alle Olimpiadi. Ma la
quotidianità della ginnasta viene costantemente minata dalle
notizie provenienti da Kiev, epicentro delle rivolte che si
riversano in piazza Maidan di cui vede filmati e immagini, e che ad
un certo punto iniziano a influenzare la sua vita e e le sue
decisioni, portandola a mettere a rischio tutta la sua
carriera.
Dentro la rivoluzione
dell’Ucraina
Come accennavamo in apertura,
Olga è un racconto pieno di lividi e
tagli e il suo tono drammatico è subito percepibile, sin da quando
vediamo nelle prime immagini la sportiva e la madre venire travolte
da un’auto che vuole ucciderle. L’atmosfera politica e i
tumulti sociali che hanno inghiottito e scosso l’Ucraina
nel 2013/2014 costituiscono l’ossatura del film,
lo spazio temporale in cui questo si chiude e alimenta e con esso
la sua protagonista, che diventa veicolo attraverso cui mostrare
sconfitte e sofferenze del popolo ucraino, quotidianamente assalito
e ferito. Il contesto storico in cui le vicende si svolgono vede al
potere il presidente Janukovyc che, dopo la rivoluzione anche
definita “di Maidan”, si diede alla fuga trovando riparo in
Russia.
Per quanto sembri un
passato lontano, la guerra fra Russia e Ucraina scoppiata l’anno
scorso non fa che accentuare la portata drammatica del film,
rendendolo più attuale che mai, poiché quello a cui si assiste oggi
è il culmine delle proteste e delle manifestazioni iniziate nel
2013. Ed è proprio in questa precarietà, in questo stato di
soffocamento sociale, che si muove Olga.
Il percorso che la ragazza affronta scorre in parallelo con le
rivolte violente ucraine, lì dove la protagonista diventa
estrema rappresentazione della sua nazione. Sempre con lo
sguardo spento, pieno di paure ma anche di voglia di lottare, Olga
oscilla fra crisi adolescenziali e desiderio di combattere al
fianco dei suoi concittadini, mentre cerca di sfogarsi con l’unica
cosa che la fa stare bene: la ginnastica artistica.
La sua unica via di fuga, di
evasione e di libertà. Nella determinazione di Olga che si muove
sulle sbarre e volteggia vi è anche quella dell’Ucraina. Nel suo
pianto liberatorio vi è l’urlo provato di un Paese che si vuole
libero, compreso, non assoggettato. La sua sofferenza fisica mentre
si allena, le mani sanguinanti, il sacrificio, sono testimonianza
di una sfida con se stessa a favore della gloria sportiva.
Esattamente come lo sono le manifestazioni nella piazza Majdan di
Kiev, dove ogni giorno gli ucraini si riversano per lottare contro
una politica sbagliata, per farsi sentire.
Un popolo che sanguina, una
protagonista che lotta
Per trasmettere maggiormente l’animo
straziato sia dell’Ucraina che di Olga stessa, Grappe decide di
usare il 16:9 come formato, che è più ristretto, al quale affianca
molte inquadrature in primo piano. Del viso di
Olga, delle sue mani, dei suoi occhi. Della
protagonista vengono restituiti frammenti della sua figura, volti a
enfatizzarne da una parte le emozioni provate, dall’altra il
coraggio di lottare. Si ha interezza del suo corpo quando invece si
allena con gli attrezzi, oppure quando corre per le strade svizzere
nel tentativo di far scivolare via una tristezza che la assale. Ma
tutto, di lei, è mostrato in maniera frenetica e disorientante.
Mentre si esercita, mentre corre, mentre cammina.
La macchina da presa è
instabile, le inquadrature traballanti sono riflesso e
trasposizione sia del suo stato d’animo che della condizione
ucraina. Anastasia Budiashkina, pur non essendo un’attrice ma una
vera ginnasta, riesce a incarnare la destabilizzazione di Olga e la
sua ribellione. Il regista, così, si affida principalmente
alla presenza scenica impattante della sportiva e
alla regia puntuale e decisa che usa una palette
di colori principalmente fredda per incupire tutta la messa in
scena e accentuarne il contenuto. E in cui la sceneggiatura fa solo
da sostegno alla struttura già di per sé spessa e corposa. Ma per
elevare ancora la sua portata drammatica, Grappe arricchisce il
film di inserti documentaristici della rivoluzione
avvenuta, vero e proprio teatro dell’orrore, mettendo in
ordine una galleria d’immagini in cui realtà e finzione si
alternano, rendendo in tal modo l’intera opera più concreta e
solida.
La bravura del regista è tutta qui,
nel non spezzare l’armonia del film, amalgamando bene i video
d’archivio con la parte fittizia. E così tutto si mescola,
la realtà con la finzione, la verità con la fantasia. Cosa
è vero? Cosa non lo è? A ben guardare, è vero tutto. L’essenza di
Olga, la sua anima narrativa. La perdita, la speranza, la
solidarietà, la rivoluzione. La voglia di cambiare il proprio
destino, la delusione di non essere riusciti a farlo. Il desiderio
di risollevarsi più forti di prima, anche se il futuro davanti a sé
sembra tutto fuorché roseo.Se Grappe ha deciso di portare sullo
schermo la storia di una ginnasta, è perché lo sport è un segmento
che può essere paragonato alla politica. È una continua battaglia
per emergere, per farsi valere, per avere una propria identità. Per
non soccombere ed essere riconosciuti.
Due realtà soggette a manipolazioni,
come abbiamo visto anche recentemente nel documentario Il caso Alex Schwazer in merito allo sport, in cui si
rischia di perdersi e non ritrovarsi più. Quello del regista è un
film politico che cerca di indossare l’abito di un altro genere. Ma
alla fine il vestito indossato gli sta stretto, addosso è
sgualcito, si creano strappi e così scivola via per mostrare la sua
vera natura. Olga non è un coming of age o un racconto dello sport
come all’inizio può sembrare, ma la storia di un Paese che è
annegato nonostante abbia provato a risalire in superficie fino
all’ultimo suo respiro. Che non ha mai smesso di farsi valere e mai
lo farà. Olgaè la storia di un
popolo resiliente, e di una nazione che non ha mai voluto
arrendersi.
Quella di Walter
non è un’estate come le altre. Suo padre – interpretato da Claudio Santamaria – è appena morto e il
giovane ragazzo di 13 anni interpretato da Tiziano
Menichelli e la madre Rita, interpretata da Virginia Raffaele. Tra problemi di
incomunicabilità e paure da superare, Denti da
squalo si presenta come un coming of age, opera prima del
regista Davide Gentile da una sceneggiatura di
Valerio Cilio e Gianluca
Leoncini. Tutti presenti oggi in conferenza stampa insiema
a Edoardo Pesce, nel ruolo del Corsaro e
Stefano Rosci che interpreta Carlo.
Un’opera prima ricca di attori già
affermati nel mondo del cinema e della televisione italiana,
Davide Gentile spiega come è arrivato al progetto
e del suo legame lavorativo con Gabriele Mainetti: “A fine 2020 ho
incontrato Gabriele Mainetti che mi ha proposto questa storia. Era
un’avventura nuova per entrambi, per lui come produttore e per me
come regista dell’opera prima” e su Virginia Raffaele aggiunge: “Ho vissuto
nove anni in Inghilterra, non la conoscevo, non avevo in testa i
suoi ruoli comici. Mi ha consigliato Gabriele [Mainetti]. Sono
andato a vederla a teatro ed è stato lì che ho colto le sue mille
sfumature e mi è sembrata adatta al personaggio“.
Il casting
A fare eco alle parole del regista
quelle dell’attrice e imitatrice: “Gabriele [Mainetti] dice che
ha visto il mio lato drammatico in Lol. È stato un ruolo molto
reale in cui mi sono messa in gioco, mostrando le parti buie”.
Un altro attore scelto da Mainetti è stato Claudio Santamaria, non presente in conferenza
stampa, ma che tramite le parole del regista scopriamo essere il
primo attore che è stato scelto all’interno del cast. Nota a
margine anche per Edoardo Pesce: “Sono come
Jessica Rabbit, quando c’è da fare un cattivo vengo subito
interpellato“, scherza l’attore che con Cilio ha lavorato per
Christian.
Per questo riguarda i personaggi più
piccoli cioè Tiziano e Stefano
entrambi hanno superato i provini in modo diverso. Il primo a
essere scelto per Denti da squalo è stato
Stafano Rosci per il ruolo di Carlo, racconta
Gentile: “Abbaimo fatto 600 casting per Carlo, appena Stafano è
entrato a fare il suo provino l’ho visto con chiarezza che sarebbe
stato lui”. Rosci risponde: “È stato il momento più bello
della mia vita”. Invece, il casting per Tiziano
Menichelli è avvenuto in modo diverso. È stato lo stesso
regista a trovarlo durante una festa per bambini. L’ha visto, ha
parlato con i genitori: “Gli ho chiesto l’età, perché il nostro
Walter ha 13 anni ma ne dimostra di meno. Quando mi hanno detto che
il figlio aveva quasi 13 anni mi sono convinto”.
Da Francesco Totti a Italo Calvino:
i riferimenti di Denti da squalo
Gli sceneggiatori sono stati più
volte interpellati sulla trama di Denti da squalo
che pone al centro di una calda estate sul litorale romano, una
coppia di giovani ragazzi che, con i loro problemi, cercano
compagnia l’uno con l’altro. “Una favola di mare” o
“una favola moderna” come viene descritta spesso in
conferenza che ha tantissimi riferimenti letterari e non che
Gianluca Leoncini e Valerio Cilio racchiudono in una maxi categoria
“da Francesco Totti e Italo Calvino“. In verità però
sbottanandosi un po’ Cilio aggiunge: “La prima idea mi venne
vedendo la foto di un ragazzino a Mogadiscio che portava sulle
spalle uno squaletto morto. Lì ho avuto uno dei pochi lampi di
genio della mia vita e ne ho parlato a Gianluca. Da quel momento è
nata non solo un’amicizia ma anche un rapporto
lavorativo”.
C’è però un personaggio secondario
abbastanza ingombrante ed è protagonista anche nel titolo:
lo squalo. Il predatore del mare per eccellenza
che viene messo in gabbia, in una piscina. Il regista parla
dell’incertezza iniziale di prendere uno squalo erbivoro:
“Abbiamo cercato davvero tanto uno squalo erbivoro ma ci siamo
posti allo stesso modo un problema di sicurezza. Non ci siamo
fidati perché Tiziano avrebbe dovuto fare delle scene in
piscina”. E continua: “Una creatura acquatica non era mai
fatta a questo livello in Italia, è stato un esperimento per
tutti“.
La colonna sonora di Denti
da Squalo porta la firma di Michele Braga
e Gabriele Mainetti (edita da Edizioni
Curci) ed èdisponibile in digitale dal 9 giugno.
Il giovane attore noto
semplicemente come Artem si sta costruendo una
carriera di tutto rispetto nel mondo della recitazione, dividendosi
tra cinema e televisione con prodotti popolari che gli permettono
tanto di dimostrare le proprie doti da interprete quanto
raggiungere un vasto pubblico.
Ecco 10 cose che non sai su
Artem.
Artem: i suoi film e le serie
TV
1. È noto per la serie
Mare
fuori. Il 2020 è un anno molto importante per
Artem, in quanto inizia a recitare nei panni di Pino nella
popolarissima serie Rai Marefuori,
grazie alla quale guadagna grande notorietà, recitando accanto ai
colleghi Massimiliano
Caiazzo, Nicolas Maupas,
Serena Codato,
Maria Esposito, Giacomo
Giorgio, Valentina
Romani e Matteo
Paolillo. Nel 2023 è poi entrato a far parte della
settima stagione della fiction A un passo dalcielo, dove interpreta Ruslan
Karpenko, un ragazzo di origini ucraine.
2. Ha recitato anche in
alcuni importanti film. Il primo importante ruolo per
Artem è arrivato però grazie al film La paranza dei bambini,
dove ha interpretatoTyson, uno dei protagonisti. L’attore ha
raccontato di aver ottenuto la parte dopo essere stato ricontattato
da uno dei produttori della serie Gomorra, per la quale
aveva sostenuto un provino poi non andato a buon fine. In seguito
l’attore ha avuto l’occasione di recitare in un altro importante
film, ovvero Nostalgia, con
protagonista Pierfrancesco
Favino e presentato in concorso al Festival
di Cannes.
Artem in Mare fuori
3. È uno dei protagonisti
della serie. In Mare fuori Artem interpreta Pino,
un attaccabrighe dal temperamento reattivo, irascibile e manesco,
completamente incapace di dominare le proprie emozioni e che spesso
ricorre alla violenza per futili motivi. Già responsabile di
diversi furti prima del suo arresto, entra in IPM dopo aver ucciso
a colpi di pistola il compagno della madre. Nel penitenziario entra
a far parte della banda di Ciro, guadagnandosi il nome di Pino ‘O
Pazz. Nel corso delle stagioni, però, il personaggio impara a
tirare fuori anche altri aspetti, molto più positivi, di sé.
4. Si è detto molto legato
al proprio personaggio. Pino è da subito diventato uno dei
personaggi più amati dal pubblico, anche se inizialmente era
presentato come un “cattivo”. In realtà, egli proviene da un
contesto difficile che lo ha segnato e che continua ancora ad
influenzare il suo modo di essere. Artem si è dunque detto
estremamente grato di aver avuto l’opportunità di interpretare
Pino, in quanto con questo personaggio può portare avanti quella
che è anche una sua personale filosofia di vita, ovvero che non
bisogna lasciarsi definire dal proprio contesto di provenienza ma
che è invece possibile cambiare e migliorare in nome
dell’amore.
Artem in Nostalgia
5. Ha avuto un ruolo nel
film. Nel film di Mario
Martone Nostalgia, incentrato su un uomo che
dopo anni trascorsi in Egitto torna a Napoli, nel Rione Sanità, e
riscopre la bellezza di quella città e la propria adolescenza,
Artem ha avuto l’occasione di interpretare Oreste da giovane, il
personaggio che nella versione adulta diventa noto come il
camorrista ‘o Mal’omm ed è interpretato da
Tommaso Ragno. Per l’attore si è trattata di
un’esperienza importantissima, che gli ha permesso di percepito la
sua crescita sia artistica che personale, oltre che poter sfilare
sul red carpet del festival di Cannes.
Artem ha una fidanzata?
6. È molto
riservato. Nel tempo Artem si è dimostrato essere una
persona molto attenta a mantenere privati certi aspetti della
propria vita, come ad esempio ciò che riguarda l’ambito
sentimentale. Dai suoi social è però emersa una possibile relazione
con una ragazza di nome Gioia D’ambrosio, che
vanta più di 30mila follower su Instagram, mentre sul suo profilo
di TikTok è solita condividere video in compagnia dell’attore. Non
è noto se i due siano effettivamente una coppia, poiché appunto da
parte loro non sono arrivate né conferme né smentite.
Artem è su Instagram
7. Ha un profilo sul social
network. L’attore è naturalmente presente sul social
network Instagram, con un profilo seguito attualmente da 768 mila
persone. Su tale piattaforma egli ha ad oggi pubblicato appena una
cinquantina di post, tutti relativi alle sue attività come attore o
modello. Si possono infatti ritrovare diverse immagini relative a
momenti trascorsi sul set ma anche foto promozionali dei suoi
progetti. Seguendolo si può dunque rimanere aggiornati sulle sue
attività.
Artem: il significato del suo nome
e le origini
8. Il suo nome completo è
Artem Tkachuk. L’attore è solito usare come “nome d’arte”
solo Artem, senza associarlo al proprio cognome, Tkachuk. Artem è
comunque la forma ucraina/russa del nome italiano Artemio, il quale
si riferisce alla dea greca della caccia Artemide. Ad oggi a chi
porta questo nome viene generalmente assegnato il valore di persona
forte, energica e dalle grandi aspirazioni.
9. Ha origini
ucraine. Come suggerito dal nome e dal cognome
dell’attore, Artem ha origini ucraine, paese nel quale è
effettivamente nato. Sin da bambino è però cresciuto nel quartiere
Salicelle di Afragola, in provincia di
Napoli. Proprio qui, sviluppa la passione per la
recitazione, iniziando a frequentare alcuni corsi per intraprendere
poi una carriera professionale in tale ambito.
Artem: età e altezza
dell’attore
10. Artemè nato a Uman in Ucraina, il 7 luglio del 2000.
L’attore è alto complessivamente 1,75 metri.
In occasione della presentazione al
Bellaria Film Festival 2023 di
Billy, esordio alla regia di Emilia
Mazzacurati, abbiamo parlato con
Giuseppe Battiston dei temi legati al film:
provincia, solitudine e relazioni umane, ma anche del suo lavoro da
regista,
Io vivo altrove!, e della crisi delle sale.
Giuseppe Battiston e la famiglia
Mazzacurati
Per quel che riguarda
Billy,
presentato nella sezione Eventi speciali del Bellaria Film
Festival, non si può non riflettere sul rapporto stretto e
consolidato che lega Giuseppe Battiston prima a
Carlo Mazzacurati, con cui l’attore ha collaborato a
lungo, prendendo parte a diverse pellicole del regista padovano, e
poi a sua figlia Emilia Mazzacurati. La giovane
regista aveva già lavorato come fotografa di scena ne
La sedia della felicita, che vedeva Giuseppe
Battiston tra gli interpreti. Ora Battiston l’ha scelta nello
stesso ruolo per il suo primo film
Io vivo altrove! Dal canto suo, Emilia
Mazzacurati lo ha voluto come interprete sia nel cortometraggio
Manica a vento (2018), che in
Billy,
dove interpreta un solitario vigile del fuoco.
Insomma, un universo artistico che
appare come una sorta di grande famiglia.
Battiston ne parla così, evidenziando soprattutto
lo sguardo originale e la freschezza di Emilia: “Emilia è una
persona che sento estremamente vicina e familiare per il rapporto
che ho con lei […] da tanti anni. Il talento fotografico
di Emilia lo avevo già scoperto ne La sedia della
felicità, con Carlo. […] Aveva fatto delle foto
splendide. È stato bellissimo veder nascere la sua sensibilità, il
suo modo personale di raccontare le storie. Di conseguenza è stato
per me non solo emozionante, ma qualcosa che sento mi appartiene
profondamente. C’è una grande familiarità, ma non c’è nulla che
potremmo dare oper scontato. È stata una bellissima scoperta.
[…] La cosa più bella è che ha realizzato un film che
rappresenta un’età, la sua. […] Quindi, è straordinariamente fresco
e giovane, nell’accezione più nobile del termine. La freschezza
spesso viene considerata come ingenuità, ma qui non c’è ingenuità.
È uno sguardo che io, ad esempio, non ho più da tanto
tempo”.
Battiston sulla visione della
provincia in Billy
La dimensione spaziale ed anche
esistenziale di Billy è quella della provincia. Una
provincia che la regista definisce come un “non- luogo”
dove nascono sentimenti “forti ed estremamente radicati”.
Giuseppe Battiston ne parla così: “È come se
fosse una sorta di grande acquario, dove queste creature fluttuano
tra i loro pensieri e le loro paure. È un microcosmo placido, senza
scossoni, senza grandi slanci, ma con dei piccoli, grandi disagi.
Sono quelli dei protagonisti, i quali non sanno forse che nome dare
a questi disagi, ma li vivono e finiscono, in parte, anche per
superarli”. “Questo non-luogo ha anche la caratteristica
di raccontare qualcosa che forse è già successo, come se fosse già
successo. Come dopo un tornado, i protagonisti raccolgono i pezzi,
li vendono. È un mondo veramente bizarro”. Aggiunge poi una
considerazione sul ruolo dei genitori e quello dei figli, che
sembrano essere invertiti nel film: “La cosa curiosa in questa
visione è che gli adulti sono i personaggi più fragili. Vedendo gli
adulti di questa storia, non chiederesti loro un consiglio.
Un’altra cosa molto matura e bella è che non c’è giudizio su queste
figure. Sono così come sono”.
Il personaggio di Massimo in
Billy
I personaggi del film, sostiene
Battiston, “sono tutti segnati da piccole e
grandi paure: la paura del fuoco, la paura di crescere, di
invecchiare, di cambiare, di sentire , di parlare. Questa visione è
forte e molto interessante”. In particolare Massimo, il vigile
del fuoco da lui interpretato, si fa portavoce di una visione del
mondo e delle relazioni umane, quando afferma che si può anche
“essere soli insieme”. Battiston commenta così questo modo
di intendere la vita: “E’ un modo di patire insieme, di
“con-patire”, condividere una situazione di vita che forse poteva
darci qualcosa un tempo, ora ci da meno, ma essendo il film privo
di giudizio, […] non ci interessa sapere se i personaggi
siano dei vinti o dei vincitori, sono comunque delle creature che
attraversano un luogo. Attraversarlo tenendo per mano qualcuno
aiuta, da una parte, a superare delle piccole grandi delusioni,
dall’altra, a vedere anche di più l’aspetto positivo nelle
cose”.
La situazione del cinema
italiano secondo Giuseppe Battiston
Billy
arriva nelle sale dal 1 giugno. Chiediamo a Giuseppe
Battiston se si aspetta un ritorno del pubblico in sala,
ora che siamo ufficialmente fuori dalla pandemia di Covid-19:
“Speriamo che non abbiano tutti voglia di andare al mare”.
“E’ un momento in cui la gente dovrebbe ricominciare
tranquillamente a ripopolare le sale”. Siamo peraltro in un
momento in cui il teatro, ad esempio, sta conoscendo una grande
fortuna in termini di pubblico, come confermato dallo stesso
attore, reduce da una fortunata tournée teatrale: “Io sono
abituato molto bene, perché ho finito da poco la tournee del mio
spettacolo in teatro e avevo i teatri sempre pieni”. Per
quanto riguarda le sale cinematografiche, la situazione è in
evoluzione: “Si tratta di recuperare la dimensione
partecipativa dell’evento. È vero che il teatro, come la musica, la
danza, sono situazioni live, che non hanno senso viste sul piccolo
schermo, ma anche il cinema è un’esperienza di condivisione.
Parlando del mio film [Io vivo
altrove! ndr] ad esempio, laddove sono riuscito
ad andare a presentarlo, ho riempito le sale, […] si è
creato un momento di confronto meraviglioso”. Tuttavia,
prosegue Battiston, “Non possiamo andare in tournée anche per i
cinema, ma, se dovesse servire, cercheremo di farlo in qualche
modo”. È innegabile però, che il pubblico sia chiamato a fare
la propria parte: “Non serve un battage pubblicitario per
indurre una persona a comprare un libro, ad esempio. Lo si fa
spinti dalla curiosità, […] è così che succedono le
cose. […] Oppure, piove, ci si infila in un cinema. Certo,
se ci fossero ancora le sale in centro, sarebbe molto bello. Ad
ogni modo, si può fare senza grossi sforzi”. Ciò che conta, e
che occorre recuperare, conclude, è la curiosità: “Il cinema è
curiosità”.
Un bilancio dell’esperienza da
regista
Reduce dal suo primo lavoro dietro
la macchina da presa, Io vivo altrove!, a
qualche mese dall’uscita nelle sale, gli chiediamo di tracciare un
bilancio dell’esperienza e se intenda ripeterla. Risponde così:
“E’ stata un’esperienza ampiamente positiva, non posso che
essere enormemente felice di quello che mi ha restituito il
pubblico”. “Conto di rifarla, non subito, anche se sono
già a lavoro. Sicuramente, per come il film è stato accolto dal
pubblico, è una cosa che va rifatta. […] Anche come
affluenza, nei luoghi in cui è stato distribuito, il film è andato
piuttosto bene. Avrei voluto che questo film si confrontasse con
tutta Italia, ma dove è andato ha raccolto bei consensi. Quel che
posso fare è continuare a portarlo in giro, sperare che tra un po’
vada in una piattaforma e trovi il suo spazio. Non solo il mio, ma
tutti i film d’esordio – che strano, stiamo parlando di un ultra
cinquantenne e di una under trenta, esperienze agli antipodi, ma
credo che abbiano entrambe la dignità di essere visti. Poi
giudicherà il pubblico”.
Billy è
in sala dal 1 giugno. Prodotto da Jolefilm e
Rai Cinema. Mentre, Io vivo
altrove! si potrà forse recuperare nelle arene
estive, in attesa di un possibile passaggio su piattaforma.
A dieci anni dall’ultimo
Abus de faiblesse,
e dopo il
Une vieille maîtresse
con Asia Argento del 2007, Catherine Breillat
torna al Festival di Cannes con una storia in grado di
far discutere e sfidare principi e convenzioni del pubblico. A
promettere scandalo stavolta èL’Été dernier (Last Summer),
remake del
candidato danese agli Oscar 2020
Dronningen/Queen of Hearts di May el-Toukhy. Una storia
familiare di inganni e torbidi intrecci che riporta all’attenzione
internazionale il nome della regista francese dopo le accuse della
Caroline Ducey protagonista di
Romance, film che segnò anche l’esordio –
nel cinema non porno – di Rocco Siffredi (richiamato poi dalla Breillat
anche nel Pornocrazia del 2004).
Un’estate in famiglia
Anne e Pierre cono una
felice coppia matura, divisa tra il lavoro e la cura delle due
figlie piccole Serena e Angela, adottate per l’impossibilità di lei
di avere figli a causa di un passato aborto. Una vita felice ed
equilibrata, che viene stravolta dall’arrivo del figlio
diciassettenne del precedente matrimonio di lui, Theo.
In poche settimane,
l’attitudine conflittuale del giovane crea più di un conflitto, che
Anne cerca di ricomporre nella speranza di facilitare il
ricongiungimento tra padre e figlio. Così facendo, però, la donna e
l’adolescente stabiliscono una complicità particolare, che finisce
per sfociare in un rapporto proibito che mette in pericolo la sua
carriera e la sua vita familiare.
Libertà, verosimiglianza, paternità
Tutto nella vicenda di
Anne – ovviamente Pierre – e Theo è voluto e costruito per mettere
in discussione ruoli e aspettative, genitoriali, in primis, ma sono
forse i personaggi dipinti e alcuni loro comportamenti a
sconcertare più dello scandalo o lo sdegno che si suppone il
pubblico dovrebbe provare nel vederli agire contro ogni regola.
Anche se non sempre per passione.
Spesso – come cantava il
poeta – spinta “a soddisfare le proprie voglie”, qui non è questa a
spingere i vari attori a fare quel che fanno. Ognuno ha o può avere
ragioni diverse per andare contro la morale comune, sia il borghese
Pierre, intenzionato a non perdere lo status familiare acquisito
dopo una vita di lavoro, sia Theo, figlio ribelle e pronto a tutto
per vendicarsi di un padre assente. Sia Anne, una donna che la Léa
Drucker del magnifico Close di Lukas Dhont rende il soggetto
meno prevedibile di questo triangolo irregolare.
Segnata dal rimpianto di
un sesso più felice, oltre che dalla rinuncia alla maternità
naturale e dai tanti casi di abusi dei quali si fa carico
professionalmente ogni giorno (la vediamo sin dall’incipit, e poi
durante il film, seguire un caso di stupro), le sue sono le
pulsioni più forti e intriganti, quelle che di più sfidano lo
spettatore, anche non “benpensante”. Non per la trasgressione
insita nel gesto, non per la volontà di seguire il proprio istinto
a ogni costo e con deliberata consapevolezza, quanto piuttosto per
la risposta – lucida, cinica, spietata – alle conseguenze che la
Breillat orchestra.
Il problema, purtroppo,
insorge nelle libertà che giustamente la regista decide di
prendersi – insieme ai rischi – per fare della sua un’opera
originale. Forse troppo condizionata dal ‘bisogno’ di sottolineare
temi e scelte stilistiche tipici del suo cinema, lo sviluppo inizia
a traballare tra dialoghi forzati, lunghe e insistite scene di
sesso, mai troppo esplicite e meno intense di quanto desiderato, e
una drammatica scelta narrativa che distaccandosi dal film danese
dà in una sola scena il colpo di grazia a una rappresentazione
altrimenti ricca. Che avrebbe potuto regalare alla Drucker un
Humbert Humbert moderno e diverso e dare forza al
finale – più amaro di quel che ci si sarebbe aspettati – che pure
trasforma senso di colpa in determinazione e libertà e il tormento
personale in una sconfitta comune.
Mark Hamill sembra avere per lo più chiuso la
porta al suo personaggio di Star
Wars, dopo averlo interpretato nella forma di Fantasma di Forza
in L’Ascesa di Skywalker e aver dato corpo a una
sua versione giovane per The Mandalorian.
Sappiamo che la regista di
Mrs. Marvel, Sharmeen
Obaid-Chinoy, dirigerà un film di Star Wars che vedrà
Daisy Ridley riprendere il ruolo di Rey.
Diventata ora un Maestro Jedi, Rey cercherà di creare un nuovo
Ordine Jedi mentre tenta di combattere le forze oscure che
sorgono.
Ci sono già state voci sul fatto che
il Fantasma di Forza di Luke possa apparire nel film insieme a un
altro volto familiare, e Hamill ha fatto il timido quando
Esquire (tramite SFFGazette.com) gli ha chiesto
se sarebbe tornato di nuovo nei panni di Luke:
“C’è una cosa che impari
lavorando per la Lucasfilm: tutto è riservato. Tutto è
riservato”, scherza. “Quindi, se fossi coinvolto, non
potrei dirtelo. E se non fossi coinvolto, non potrei dirtelo.
Quindi, non lo so. Lo scopriremo tutti insieme, suppongo.”
È difficile dirlo con certezza, ma
lo studio sembra prendere sul serio questo film e probabilmente ha
già contattato Hamill in caso in cui dovesse esserci posto per lui,
mentre la storia di Rey continua. Non c’è ancora una data di uscita
confermata per il progetto, ma prima dello sciopero WGA,
l’aspettativa era che il film sarebbe uscito nel 2025.
Marvel Comics ha condiviso una cover variant
speciale per X-Men: Hellfire Gala #1 di luglio
(via Toonado.com) che ci offre un
nuovo elettrizzante sguardo agli X-Men
’97 dei Marvel Studios.
La serie Disney+ fungerà da sequel
dell’iconica serie animata degli anni ’90 X-Men: The
Animated Series, e anche se non abbiamo ancora una data
confermata per l’uscita, il fatto che questa cover variant sia
stata rivelata ora, ci lascia ottimisti sul fatto che lo show
uscirà nel 2023, come originariamente previsto.
Dan Veesenmeyer,
uno storyboard artist della serie originale e l’illustratore dietro
la confezione della recente linea della serie Hasbro
Marvel Legends degli anni
’90, è autore di questa copertina.
Il disegno mette in luce il cast
principale della serie tra cui Tempesta, Magneto, Jean
Grey, Ciclope, Gambit, Rogue, Bestia, Bishop, Jubilee,
Wolverine e Morph. Chi è il personaggio
in basso a destra nella pagina? Crediamo che sia
Sunspot, un’altra nuova aggiunta al roster degli
X-Men. Per quanto riguarda il motivo per cui
Magneto è presente in mezzo agli eroi, è chiaro
che il cattivo si unirà effettivamente al team!
Un paio di mesi fa, il doppiatore
di Wolverine Cal Dodd ha confermato che sta già
lavorando alla seconda stagione di X-Men
’97, e un addetto ai lavori ha affermato che il piano
prevede che lo show vada in onda per un totale di 4 stagioni!
Questa è una notizia molto eccitante e suggerisce che il seguito di
X-Men: The Animated Series animerà i nostri
schermi per molto tempo.
Andy Muschietti
sarà coinvolto in
The Brave and the Bold? Sembra la conclusione più
ovvia di fronte alle (non) risposte del regista di The
Flash alla stampa. In occasione della promozione del
film sul Velocista Scarlatto, a Muschietti è stato chiesto se
avesse delle idee su una sua personale rappresentazione di Batman,
visto che nel suo film ha raccontato il personaggio di Tim
Burton e quello di Zack Snyder e che nei
programmi della Warner Bros c’è il racconto di una nuova versione
dell’Uomo Pipistrello in
The Brave and the Bold.
Andy Muschietti ha
rifiutato di commentare la domanda, lasciando intendere di non
poterne parlare forse per qualche contratto di NDA firmato con i
piani alti di WB. Il film è prodotto da
James Gunn e Peter Safran dei DC
Studios e dovrebbe essere pronto entro il 2026.
Insieme all’introduzione della versione
DCU di Batman – che esisterà separatamente dalla
versione interpretata da Robert Pattinson nei film di “The
Batman” – “The
Brave and the Bold” introdurrà “la famiglia
Bat“, ha detto
James Gunn. Il primo tra loro è Robin, che
sta tornando completamente ai film live-action per la prima volta
dallo sfortunato film del 1997 “Batman
e Robin”.
Questa versione di Robin sarà
impersonificata da Damian Wayne; Gunn lo ha descritto come
“il nostro Robin preferito”, “un piccolo figlio di puttana”, un
“assassino” e un “assassino”. Damian è il figlio biologico di
Bruce Wayne, di cui non conosceva l’esistenza n. “E’
una strana storia padre-figlio su loro due,” ha detto Gunn. Il
progetto è basato sulla serie dei fumetti di Batman
scritti da Grant Morrison, che secondo
James Gunn è stato “eccezionalmente influente” sul
DCU. L’altro scrittore di fumetti che Gunn ha
menzionato per nome era Tom King, che ha
partecipato alla stanza degli sceneggiatori della DCU e conduce direttamente al prossimo
progetto di lungometraggio.
Stando a quello che si dice in rete
sul film dei Fantastici
Quattro, Galactus dovrebbe essere al centro della
scena. Mentre secondo quanto riferito Silver Surfer non sarà il suo
araldo, almeno non in questo film, il cattivo mangiatore di mondi è
destinato a essere una parte importante dell’MCU del futuro.
È stato recentemente riferito che
Antonio Banderas potrebbe interpretare Galactus, e
sebbene l’attore sia una scelta inaspettata, possiamo sicuramente
immaginarlo mentre indossa quel costume iconico e rende giustizia
al cattivo con il suo innegabile carisma.
Anche se non è stato confermato
nulla, l’attore ha recentemente utilizzato i social media per
rivelare che “sono nello strano e un po’ estenuante processo di
costruzione di una copia esatta della mia faccia per un film”
(qui). Se si
tratta davvero dei Fantastici
Quattro, sarebbe necessaria una copia del volto di
Banderas sia per gli artisti dei VFX sia se il piano è che lui
indossi una versione reale dell’elmetto di Galactus sul set. Nulla
è stato confermato, ovviamente, anche se questa notizia arriva
subito dopo le
insistenti voci del cast del film.
E’ probabile che Fantastici
Quattro era in via di riscrittura quando è cominciato
lo sciopero degli sceneggiatori, quindi mentre potrebbe essere in corso una
pre-produzione, si potrebbe azzardare un’ipotesi che il lavoro sul
film sia stato in gran parte interrotto nelle ultime
settimane.Fantastici
Quattro uscirà
nelle sale il 14 febbraio 2025.
Mentre si avvicina sempre più
l’uscita di
Spider-Man: Across the Spider-Verse, i fan del
personaggio Marvel hanno la
possibilità di dare un altro sguardo a Gwen Stacy, uno dei
personaggi più amati del film precedente. È stato diffuso un nuovo
teaser per il prossimo film animato e Hailee Steinfeld tornerà a dare la voce a
Gwen come accaduto nel primo film, vincitore dell’Oscar di
categoria.
Nel teaser, Gwen è a casa con suo
padre, il Capitano George Stacy, doppiato da Shea
Whigham. George dice a Gwen che la polizia ha preso una
pausa dal suo tentativo di fermare Spider-Woman. Quando sentono un
messaggio della polizia alla radio di George, entrambi se ne vanno
per entrare in azione. Spider-Woman in seguito trova George sulla
scena del crimine e lo lega alla sua macchina della polizia. Quando
parla a suo padre come Spider-Woman, Gwen parla con un tono di voce
più profonda, proprio come ha fatto Miles Morales (Shameik
Moore) quando ha parlato con suo padre come Spider-Man nel
primo film. Anche il padre di Miles è un agente di polizia, che
all’inizio era contrario alle azioni di Spider-Man. Il teaser si
conclude con un montaggio di altre scene, tra cui Gwen che fa
squadra con Miguel O’Hara/Spider-Man 2099 (Oscar
Issac) e combatte l’Avvoltoio (Jorma
Taccone).
Sony Pictures Animation ha
ingaggiato Joaquim Dos
Santos(Voltron: Legendary Defender, La leggenda
di Korra), il candidato all’Oscar Kemp
Powers(Soul) e Justin
K. Thompson(Piovono polpette) per
dirigere il film, utilizzando una sceneggiatura scritta
da Phil Lord e Chris
Miller (che tornano anche come produttori insieme a
Amy Pascal, Avi Arad e Christina Steinberg) in collaborazione
con David Callaham(Shang-Chi
e La Leggenda dei Dieci Anelli, Wonder Woman
1984).
Non è stato ancora confermato, ma
sia Shameik Moore che la candidata
all’Oscar Hailee
Steinfeld dovrebbe tornare a doppiare
rispettivamente Miles Morales e Gwen Stacy. Nel sequel dovrebbero
ritornare anche gran parte degli attori che hanno prestato le loro
voci nel primo film, tra cui Jake
Johnson, Brian Tyree Henry, Lily Tomlin, Luna Lauren Velez,
Zoë Kravitz, John Mulaney,
Oscar Isaac e Kimiko Glenn. La
voce del villain sarà, in originale, doppiata da Jason
Schwartzman.
I film ambientati nel contesto della
Seconda guerra mondiale sono innumerevoli, impegnati a raccontare
vicende realmente avvenute sui campi di battaglia o negli ambienti
politici in cui si decidevano le prossime mosse da compiere in un
conflitto che sembrava non avere fine. Più raro è imbattersi in
film che, con questo contesto, raccontano di cacce al tesoro,
un’attività che, si dice, i nazisti tenevano in gran
considerazione. L’obiettivo era spesso quello di recuperare l’oro
degli ebrei deportati nei campi di concentramento e rimasto
incustodito o ancora quello di scoprire antichi manufatti di grande
pregio. La prima di queste due opzioni è alla base del film
Blood & Gold, presente ora nel catalogo
di Netflix.
Blood &
Gold è diretto dal regista tedesco Peter
Thorwarth da una sceneggiatura dello scrittore-regista
Stephan Barth. Thorwarth ha debuttato con il suo
lungometraggio, Bang Boom Bang nel 1999, che è stato una
svolta per la sua carriera e in seguito è diventato un film di
culto. Ha anche scritto e diretto il film tedesco vincitore del
Jupiter Award, What doesn’t fit, will be made to fit,
The Wave, e il film horror d’azione del 2021 Blood Red
Sky, che è considerato uno dei film di maggior successo di
produzione tedesche. Barth è invece meglio conosciuto per aver
scritto per film come Motown, Ein Schnitzel für
drei e serie come Alarm für Cobra 11 – Die
Autobahnpolizei e Cologne P.D..
Quella da loro qui offerta è dunque
un’opera che ancora una volta mescola i generi, passando dal film
storico al film d’azione, senza dimenticare generose dosi di cinica
comicità e tanta violenza che va a rendere giustizia alla parola
Blood del titolo. Blood & Gold è dunque un altro
heist movie ambientato durante la Seconda guerra mondiale
per Netflix, dopo che nell’autunno del 2022 era entrato a far parte
del catalogo anche il film itialiano Rapiniamo il
Duce!, interpretato da Pietro
Castellitto e Matilda De
Angelis. Due opere molto diverse tra loro, ma che
dimostrano il rinnovato fascino che un contesto come quello della
Seconda guerra mondiale può ritrovare se applicato a generi, toni e
atmosfere nuove.
La trama e il cast di Blood & Gold
Il film si svolge nella primavera
del 1945, ovvero negli ultimi giorni della Seconda guerra mondiale.
Elsa e Heinrich si incontrano
dopo essere stati inseguiti da un gruppo di fanatici nazista,
rendendosi così conto di avere nemici comuni. I due iniziano allora
a combattere per la giustizia, contro i nazisti e per le loro
famiglie. Heinrich sta cercando sua figlia, mentre Elsa l’amato
fratello Paule. Ma il remoto villaggio di Elsa nasconde anche un
tesoro ebraico che i nazisti stanno cercando per saccheggiarlo. Un
conflitto tra gli abitanti del villaggio e le SS dà dunque il via a
una caccia al tesoro ricca di azione, portando a galla vecchi
segreti destinati a sfociare in una sanguinosa resa dei conti.
Ad interpretare il protagonista,
Heinrich, vi è l’attore tedesco Robert Maaser,
noto per aver recitato anche in film come Mission: Impossible – Rogue
Nation, Uncharted e 1917, dove interpretava
un pilota tedesco. L’attrice MarieHacke, attiva principalmente in Germania,
interpreta invece la contadina Elsa, mentre Simon
Rupp interpreta il suo amato Paule. Sono poi presenti gli
attori Alexander Scheer nel ruolo di Von
Starnfeld, Roy McCrerey in quelli di un sergente
tedesco e Stephan Grossmann in quelli di
Bürgermeister Richard.
Florian Schmidtke interpreta il temibile nazista
Dorfler, mentre l’attrice Jördis Triebel, particolarmente celebre per aver
interpretato Katharina Nielsen nella serie Dark e la
dottoressa Völcker
in Babylon Berlin, interpreta invece
Sonja.
Blood & Gold: la
spiegazione del finale
Sul finire del film, un Heinrich
ferito viene informato dal prete locale su dove si trova l’oro
ricercato dai nazisti. Questo è stato rubato da quattro abitanti
del villaggio – guidati dal sindaco della città e da una donna di
nome Sonja – ed è stato nascosto in una tomba con il nome “Walter
Hill”. Quando però la stessa Sonja torna lì a riprenderlo, si
accorge che il tesoro non c’è più. Il prete, che l’aveva vista
nasconderlo, lo ha poi recuperato e nascosto sotto l’altare in la
Chiesa. Sonja viene però a sua volta a sapere di ciò e si dirigere
in chiesa per recuperare l’oro. Ben presto, Heinrich, il tedesco
Dorfler e i suoi uomini, il prete e Sonja si ritrovano tutti lì,
mentre Elsa si prepara ad attaccare dall’esterno. Ma quando gli
amici di Sonja cercano di ottenere l’oro, scoprono che è protetto
una trappola esplosiva.
Viene dunque innescata
un’esplosione, che sparge i lingotti d’oro su tutto il pavimento
della chiesa. Nel caos, Dorfler spara al prete ed Elsa spara con un
lancirazzi contro il campanile, che crolla sulla chiesa. Nel giro
di pochi minuti, quasi tutti sono morti, tranne Elsa, Heinrich e
Dorfler. Heinrich riesce poi ad uccidere Dorfler e lui ed Esla si
allontanano dalla chiesa, ignorando i lingotti d’oro sparsi sul
pavimento. A loro insaputa, un giovane membro della squadra di
Dorfler si è nascosto nella campana caduta. Una volta che se ne
sono andati tutti, questi esce allo scoperto e cammina verso l’oro,
incapace di credere alla fortuna che gli è toccata. Tuttavia,
Sonja, rivelatasi ancora viva, si libera delle rovine e gli
spara.
Elsa ed Heinrich si riuniscono con
la figlia di lui, Lottchen, mentre in una scena finale, scopriamo
cosa è successo sia all’oro che all’avida Sonja: la donna, mentre
si allontanava in auto viene colpita da un carro armato, rimanendo
mortalmente ferita dallo scontro. Appare a questo punto un gruppo
di soldati americani, che si avvicinano ad osservare i danni che
hanno causato. Non sembrano troppo preoccupati di aver sparato su
un civile senza preavviso, ma piuttosto si accorgono dell’oro che
Sonja aveva preso per sé. Gli uomini decidono che non denunceranno
il ritrovamento e terranno il tesoro tutto per loro. La risposta a
chi tra i protagonisti ottiene infine il tesoro è dunque
“nessuno”.
Il trailer di Blood & Gold e come vedere il film su
Netflix
Come anticipato, è possibile fruire
di Blood & Gold unicamente grazie
alla sua presenza nel catologo di Netflix, dove
attualmente è al 1° posto della Top 10 dei film più visti
sulla piattaforma in Italia. Per vederlo, basterà dunque
sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma scegliendo
tra le opzioni possibili. Si avrà così modo di guardare il titolo
in totale comodità e al meglio della qualità video, avendo poi
anche accesso a tutti gli altri prodotti presenti nel catalogo.
Dopo diverse esperienze direttamente
su Disney+, Pixar torna al grande
schermo con Elemental,
presentato come proiezione di chiusura in occasione del Festival
di Cannes 2023. Il film racconta l’amicizia tra due personaggi
che non dovrebbero mescolarsi tra loro, poiché la loro società
proibisce la formazione di relazioni tra membri “composti da
elementi diversi”.
Mentre l’uscita del film si
avvicina, il prossimo 16 giugno, cominciano ad arrivare in rete i
primi commenti. Therese Lacson di Collider pensa
che il film prenda in prestito troppo da Zootropolis, facendo
sembrare pesante il messaggio al centro della trama. Ha anche
trovato la colonna sonora meravigliosa, così come l’animazione che
si può vedere mentre dà vita alla storia.
Nikki Fowler di
Glitter Magazine ha trovato Elemental
un puro sogno, elogiando anche l’animazione per essere colorata e
vibrante. Matt Neglia di Awards Watch ha pensato
che il film fosse uno dei migliori della Pixar della storia
recente, affermando che la storia d’amore al centro di tutto era
intelligente ed emozionante.
Luke Hearfield di
Evening Standard ha pensato che il lungometraggio fosse un mix
affidabile di animazione vibrante e immaginazione, definendo i
personaggi principali della storia come affascinanti.
Elemental è stato presentato al
Festival di Cannes, dove è stato il film di
chiusura nonché quarto lungometraggio dei Pixar Animation Studios
ad essere presentato nella Selezione Ufficiale, dopo
Up, Inside
Out e Soul.
Oltre ai due doppiatori poc’anzi citati, il film presenta anche le
voci di Ronnie del Carmen (Inside Out)
nei panni del padre di Ember, Bernie, che presto andrà in pensione;
Shila Ommi (Teheran) nei panni della
mamma in cerca d’amore di Ember, Cinder; e Catherine
O’Hara (Schitt’s Creek) nei panni della mamma
accogliente di Wade, Brook. Elemental della Pixar uscirà solo
nelle sale il 16 giugno 2023.
Come preannunciato,
Dua Lipa ha lanciato in rete ai suoi fan una prima
occhiata al suo video musicale ispirato a Barbieper
il suo ultimo brano, “Dance the
Night”.Il numero disco-pop è
perfettamente in linea con il tono del film in uscita, e il video
include alcuni nuovi scatti di Margot Robbie e
delle sue amiche Barbie
che tagliano un tappeto.Dua Lipa apparirà anche nel
film come “Barbie sirena”, insieme a John Cena
come sua controparte maschile. Barbiesolo
al cinema dal 20 luglio 2023 distribuito da Warner Bros.
Pictures
Dalla sceneggiatrice/regista
candidata all’Oscar Greta
Gerwig (“Piccole donne”, “Lady Bird”) arriva
Barbie
con protagonisti i candidati all’Oscar Margot Robbie
(“Bombshell – La voce dello scandalo”, “Tonya”) e Ryan Gosling (“La
La Land”, “Half Nelson”) nei panni di Barbie
e Ken. Insieme a loro nel cast anche America Ferrera (“End
of Watch – Tolleranza zero”, i film “Dragon Trainer”),
Kate
McKinnon (“Bombshell – La voce dello scandalo”,
“Yesterday”), Michael Cera (“Scott Pilgrim vs. the
World”, “Juno”), Ariana Greenblatt (“Avengers: Infinity War”, “65 – Fuga
dalla Terra”), Issa Rae (“The Photograph – Gli
scatti di mia madre”, “Insecure”), Rhea Perlman
(“Nei miei sogni”, “Matilda 6 Mitica”) e Will Ferrell (i
film “Anchorman”, “Ricky Bobby – La storia di un uomo che sapeva
contare fino a uno”).
Fanno parte del cast del film anche
Ana Cruz Kayne (“Piccole donne”), Emma
Mackey (“Emily”, la serie TV “Sex Education”),
Hari Nef (“Assassination Nation”, “Transparent”),
Alexandra Shipp (i film “X-Men” ),
Kingsley Ben-Adir (“Quella notte a Miami”, “Peaky
Blinders”), Simu Liu (“Shang-Chi e la leggenda
dei dieci anelli”), Ncuti Gatwa (“Sex
Education”), Scott Evans (la serie TV “Grace e
Frankie”), Jamie Demetriou (“Crudelia”),
Connor Swindells (“Sex Education”, “Emma.”),
Sharon Rooney (“Dumbo”, “Jerk”), Nicola Coughlan
(“Bridgerton”, “Derry Girls” ), Ritu
Arya (“The Umbrella Academy”), e il
premio Oscar Helen
Mirren (“The Queen – La Regina”).
Barbie
è diretto da Greta
Gerwig che ha curato la sceneggiatura del film
insieme al candidato all’Oscar Noah Baumbach
(“Storia di un matrimonio”, “Il calamaro e la balena”). Basato su
‘Barbie’ di Mattel. I produttori del film sono il candidato
all’Oscar, David Heyman (“Storia di un
matrimonio”, “Gravity”), Margot Robbie, Tom Ackerley e
Robbie Brenner, mentre Michael Sharp, Josey
McNamara, Ynon Kreiz, Courtenay Valenti, Toby Emmerich e Cate
Adams sono i produttori esecutivi.
Arrivano altre foto dal set di
Captain America: New World Order dei Marvel Studios e, sebbene questi ultimi
scatti non mostrino personaggi nei loro costumi da supereroi ci
permettono di avere uno sguardo inedito a Sam Wilson
(Anthony
Mackie) e Joaquin Torres (Danny
Ramirez) in abiti civili mentre sono impegnati in una
missione in borghese.
Non abbiamo molto contesto per comprendere di che tipo di scena si
tratti ma sembra che la coppia, che abbiamo visto in azione per la
prima volta in The Falcon and the Winter Soldier di
Disney+, stia tenendo d’occhio
qualcuno. Con Wilson che assumerà il ruolo di Capitan America,
questo film segnerà il debutto di Torres come il nuovo Falcon.
Dobbiamo ancora dare un’occhiata a come sarà il suo vestito, ma una
foto da lontano ci ha già suggerito che il suo
costume sarà abbastanza fedele al fumetto.
Julius Onah dirige Captain America: New World Order, su una
sceneggiatura di Malcolm Spellman e Dalan Musson. Il cast
comprenderà
Anthony Mackie nei panni di Sam Wilson/Captain
America, Danny Ramirez nei panni di Joaquín
Torres/Falcon, Tim Blake Nelson nei panni di
Samuel Sterns/Leader, Carl Lumbly nei panni di
Isaiah Bradley e Shira Haas nei panni di Ruth
Bat-Seraph/Sabra. L’uscita al cinema è prevista per il 3
maggio 2024.
In Spider-Man:
Homecoming, abbiamo appreso che
Tony Stark aveva deciso di vendere
Avengers Tower. Per anni, le voci si sono
susseguite su chi fosse diventato il nuovo proprietario
dell’iconico edificio. Tra chi sosteneva che fosse stato acquistato
da The Kingpin o. da una variante di
Kang il conquistatore o addirittura, la squadra dei
Fantastici Quattro avrebbe ereditato il quartiere
generale. Ebbene oggi apprendiamo da alcune voci che
la prossima serie Ironheart rivelerà
tutto.
Quella serie metterà la magia contro la scienza quando Riri Williams combatterà The Hood, e
in precedenza abbiamo sentito dire che Mephisto
sarà anche nella serie Disney. Questo potrebbe suggerire che sarà
proprio “il diavolo” uno dei più probabili proprietario della
torre, dato che Mephisto lo è stato in un arco narrativo
dei fumetti molto noto. Secondo le fonti la
sua controparte umana ha acquistato l’edificio da Iron
Man durante gli eventi diSpider-man:
Homecoming e si pensa che sia
affascinato dalla tecnologia. Non sappiamo perché, ma quale
modo migliore ci sarebbe per provocare il caos e acquisire anime
piuttosto che stringere accordi con titani dell’industria disposti
a tutto per avere successo e trovare ricchezze?
Le fonti proseguono aggiungendo che
“il personaggio di Mephisto nel prossimo spettacolo di
Ironheart
sarà principalmente un umanoide, un individuo in abbigliamento da
lavoro, con la sua forma demoniaca che appare solo in alcune parti
della serie tv”.Per quanto riguarda chi lo
interpreterà, si dice che Sacha Baron Cohen sia stato scelto per il
ruolo.
Con così tante storyline in corso nell’MCU in questo momento tra le
macchinazioni di The Kingpin che abbiamo avuto modo di captare dal
set di Daredevil, il tentativo di Val di creare i propri
Vendicatori con i fulmini e la follia del Multiversal ancora in
atto, non siamo sicuri di dove si inserisca la storia che vedrà
protagonista Mephisto. Tuttavia, siamo sicuri che
c’è spazio e che i fan sono pronto per conoscere finalmente questo
importante personaggio, almeno in questo angolo di questo mondo
condiviso. Non ci resta che aspettare ulteriori notizie sulla
serie Ironheart.
Sam Bailey (Brown Girls) e Angely Barnes
(Mythic Quest) sono stati recentemente
ingaggiati come i registi di Ironheart e, secondo quanto
riferito, sono stati arruolati per dirigere almeno un episodio a
testa. Il regista di Black
Panther: Wakanda Forever Ryan Coogler sarà
il produttore esecutivo tramite la sua società di produzione
Proximity.
Come molti di voi sapranno Hugh Jackman riprenderà il ruolo di Wolverine
per Deadpool 3,
ma potrebbe non essere l’unico personaggio originale
degli X-Men
che si unirà al mercenario con la bocca lunga (Ryan Reynolds)
nel suo debutto nel Marvel Cinematic
Universe.
L’attrice Halle Berry
ha già suggerito che tornerà come Storm con un recente post su
Instagram, e lo scooper @CanWeGetSomeToast sta ora affermando di
aver confermato il suo ritorno… insieme a Famke Janssen come Jean Grey
e James Marsden come Ciclope. Non abbiamo idea
di come questi personaggi influiranno sulla trama, ma Cyc, Storm,
Jean e Logan formarono la primissima squadra
X-Men dell’ormai defunto franchise della 20th Century Fox,
quindi forse Wade torna a quella linea temporale per chiedere agli
eroi mutanti aiuto e solo Wolvie accetta di accompagnarlo? Solo una
delle numerose possibilità, ma comunque sia non pensiamo pensare
che queste apparizioni siano qualcosa di più di piccoli cammeo.
Deadpool 3: quello che sappiamo sul film
Sebbene i dettagli ufficiali della
storia di Deadpool 3
non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama
riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i
Marvel
Studios di unire la serie di film di Deadpool
– l’unica parte del franchise degli X-Men sopravvissuta
all’acquisizione della Fox da parte della Disney – è stabilire che
i film di Reynolds si siano svolti in un universo diverso. Ciò
preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo,
consentendo al contempo a Deadpool e Wolverine di tornare e
potenzialmente viaggiare nell’universo principale dell’MCU.
In attesa di ulteriori conferme,
sappiamo che Shawn Levy dirigerà Deadpool 3,
mentre Rhett Reese e Paul
Wernick, che hanno già firmato i primi due film sul
Mercenario Chiacchierone, scriveranno la sceneggiatura basandosi
sui fumetti creati da Rob Liefeld, confermandosi
nella squadra creativa del progetto, dopo che per un breve periodo
erano stati sostituiti da Lizzie Molyneux-Loeglin
e Wendy Molyneux. Il presidente dei Marvel Studios,
Kevin Feige, aveva precedentemente assicurato ai
fan che rimarrà un film con rating R, proprio come i primi due
film, il che lo renderebbe il primo film dello studio con tale
classificazione matura. Deadpool 3 uscirà il
8 novembre 2024.
Il film, oltre a presentare
naturalmente Ryan Reynolds
di nuovo nei panni di Deadpool, vanterà anche il tanto atteso
team-up tra l’irriverente protagonista e Wolverine, con Hugh Jackman che uscirà dal suo pensionamento
da supereroe per riprendere il suo ruolo iconico degli X-Men. Anche Emma Corrin e
Matthew Macfadyen si sono uniti al cast in ruoli ancora
non del tutto resi noti, anche se la Corrin dovrebbe interpretare
uno dei villain del film. La pellicola sarà il primo film della
serie di film di Deadpool ad essere distribuito dopo l’acquisizione
da parte della Disney della 20th Century Fox.
Sebbene non sia noto come
HBO gestirà la seconda
stagione di The Last of Us, oggi arrivano
nuovi aggiornamenti sull’atteso prossimo ciclo di episodi e pare
che i creatori Craig Mazin e Neil Druckmann stiano
facendo un grande salto in avanti rispetto alla prima stagione.
Parlando a Deadline in un recente
approfondimenti dedicato a HBO, l’head of drama della compagnia
Francesca Orsi ha parlato dell’attesissima
prossima stagione di The Last of Us. Mentre
Orsi ha notato che non si può dire molto sulla seconda stagione di
The Last of
Us a causa di quanto poco è stato sviluppato – e
a causa dello sciopero degli scrittori in corso, che ha interrotto
la scrittura del progetto – ha detto che gli showrunner Craig Mazin
e Neil Druckmann ha “un buon senso” su come affrontare i nuovi
episodi.
“Ci saranno un paio di nuovi
pezzi di casting, in cui non posso entrare. E,
naturalmente, non c’è molto che possiamo approfondire in The Last of Us, dato che Craig
non può davvero iniziare a lavorare in alcun modo significativo dal
punto di vista della scrittura o del casting“, ha detto
Orsi. “Ma lui e Neil hanno una buona idea di quello che
dovrà affrontare. Sposteremo lo spettacolo da Calgary
a Vancouver”.
Orsi ha continuato dicendo che
tutto ciò che è stata in grado di dire fin d’ora è che la coppia
sta “prendendo una grande svolta” dal punto di vista
dell’intrattenimento, così come quando si tratta di clicker, i
mostri simili a zombi che abitano il mondo della serie tv.
“Tutto quello che posso dire è che sta facendo un grande salto
sia dal punto di vista dell’intrattenimento, legato ai clicker, ma
anche solo dalla dinamica dei personaggi più sfumata e complessa
tra i nostri personaggi, Joel, Ellie e oltre“.
La serie tv The Last of
Us
The Last of Us racconta una storia
che si svolge vent’anni dopo la distruzione della civiltà moderna.
Joel, un sopravvissuto, viene incaricato di far uscire Ellie, una
ragazzina di 14 anni, da una zona di quarantena sotto stretta
sorveglianza. Un compito all’apparenza facile che si trasforma
presto in un viaggio brutale e straziante, poiché i due si
troveranno a dover attraversare gli Stati Uniti insieme e a
dipendere l’uno dall’altra per sopravvivere.
Nel cast Pedro Pascal
nel ruolo di Joel e Bella Ramsey
nel ruolo di Ellie. Gabriel Luna è
Tommy, Anna Torv
interpreta Tess, l’attrice britannica Nico Parker
è Sarah. Murray Bartlett veste i panni di Frank,
Nick Offerman quelli di Bill, Storm
Reid è Riley, Merle Dandridge è Marlene.
Il cast include anche Jeffrey Pierce nel ruolo di
Perry, Lamar Johnson in quello di Henry,
Keivonn Woodard nel ruolo di Sam, Graham
Greene nel ruolo di Marlon, Elaine Miles
nel ruolo di Florence. E con Ashley Johnson e Troy
Baker.
The Last of Us è
scritta da Craig Mazin (Chernobyl) e Neil Druckmann (il
videogioco The Last Of Us) che ne sono anche i
produttori esecutivi. The Last Of Us è una co-produzione
Sony Pictures Television con Carolyn Strauss, Evan Wells, Asad
Qizilbash, Carter Swan, e Rose Lam come produttori esecutivi. La
serie è prodotta da PlayStation Productions, Word Games, The Mighty
Mint, e Naughty Dog.
Quello del gangster movie è da
sempre uno dei generi di maggior fascino e successo della storia
del cinema. Sono tanti i grandi capolavori realizzati sulle
vicende, più o meno reali, di noti e carismatici criminali. Nel
2015, è stato il turno di James Bulger, raccontato sul grande
schermo dal film Black Mass – L’ultimo
gangster (qui la recensione),
dove viene interpretato dall’attore Johnny
Depp.
Diretto da Scott
Cooper (Il
fuoco della vendetta, Hostiles), il
film si concentra nel periodo relativo agli anni Settanta, dove
Bulger diventa leader di una potente organizzazione criminale della
città di Boston. La sceneggiatura, così come le principali notizie
biografiche, sono state tratte dal libro-inchiesta scritto dai
reporter Dick Lehr e Gerard O’Neill, intitolato come lo stesso
film.
Il film, costato circa 50 milioni,
riuscì ad incassarne circa 100 in tutto il mondo, dimostrandosi un
buon successo di pubblico. Allo stesso tempo, venne particolarmente
apprezzato dalla critica, che elogiò tanto la regia quanto
l’intepretazione di Depp, indicata come una delle sue migliori
degli ultimi anni. L’idea del film non piacque però a Burger, il
quale ha affermato di disapprovare il film e di non avere
intenzione di vederlo.
Black Mass: la trama e la
vera storia dietro il film
Il film si svolge a Boston, nel
1975, quando James ‘Whitey’ Bulger controlla
l’organizzazione criminale Winter Hill Gang, con cui punta a
scalzare la famiglia degli Angiullo nella lotta per il controllo
della città. Tutti rispettano Whitey e vogliono entrare a far parte
della sua banda. Nel frattempo, l’amico di vecchia data di Bulger,
John Connolly, torna nel quartiere irlandese dopo
essersi arruolato nell’FBI,
portando con sé una proposta: se Burger diventerà suo informatore,
in cambio avrà il totale appoggio dei servizi segreti. Sebbene sia
dubbioso, Whitey finisce per accettare l’accordo. Il gangster,
tuttavia, rischia di venire scoperto, e nel suo mondo il tradimento
porta alla morte.
Benché Bulger abbia sempre
fermamente negato il suo rapporto con l’FBI, nel 1997 vennero alla
luce le prove sul suo ruolo di informatore. Tale rapporto, che
andava avanti dal 1975, era volto a distruggere i rivali del
criminale, affinché egli potesse avere più margine di controllo
sulla città. Ben presto, tuttavia, si evidenziò lo squilibrio tra i
due uomini, con Burger che era di fatto il burattinaio della
situazione. Le libertà da lui prese, come anche i crimini sempre
maggiori commessi, portarono alla raccolta di sufficienti
informazioni utili per incastrare tanto lui e la sua banda quanto
gli agenti corrotti dell’FBI. Con il processo del 1997, tuttò ciò
arriva al termine e Bulger è costretto a diventare un
fuggitivo.
Nel 2008 viene poi arrestato e
incarcerato l’ex agente John Connolly, condannato ad oltre 40 anni
di galera. Bulger nel frattempo diventò uno degli uomini più
ricercati d’America. Venne rintracciato soltanto il 22 giugno del
2011, a Santa Monica, in California, dove viveva sotto falso nome
insieme alla sua compagna. I numerosi e gravi capi d’accusa nei
suoi confronti, tra cui quello che lo vede implicato in ben 18
omicidi, portarono alla condanna di due ergastoli. Bulger venne poi
assassinato in prigione, nell’ottobre del 2018.
Black Mass: il cast del
film
Ad interpretare il celebre
criminale, come anticipato, vi è l’attore Johnny
Depp. Questi, per prepararsi al ruolo, tentò più volte di
entrare in contatto con il vero Bulger, desideroso di parlare con
lui e di alcuni aspetti della sua storia. Il criminale, tuttavia,
contrario al film, non accettò mai la
proposta. Per assicurarsi che la sua interpretazione fosse il
più realistica possibile, tuttavia, furono assunti alcuni
conoscenti di Bulger. Questi indicarono la performance di Depp come
estremamente fedele. L’attore, inoltre, si sottopose a diverse ore di trucco
volte a trasformarne radicalmente la fisionomia al fine di farlo
assomigliare maggiormente al vero criminale.
A ricoprire il ruolo dell’agente FBI
John Connolly è invece l’attore Joel
Edgerton. Egli, tuttavia, non fu la prima scelta per
il personaggio. La produzione considerò infatti di affidare la
parte a Tom
Hardy, il quale però rifiuto, portando all’assunzione
di Edgerto. Al contrario di Depp, questi decise sin da subito che
non avrebbe incontrato il vero Connolly. Tale decisione fu dovuta
alla consapevolezza della differenza di punti di vista. L’attore
sapeva infatti che parlare con l’ex agente non lo avrebbe aiutato,
poiché questi aveva una propria versione della vicenda che andava
in totale contrasto con quella narrata dal film.
Il film vanta inoltre la
partecipazione di altri noti attori, tra cui Benedict Cumberbatch,
Kevin Bacon, Peter Sarsgaard,
Dakota Johnson,
Corey Stoll, Jesse
Plemons e David
Harbour. Cumberbatch, in particolare, ricopre un ruolo
di rilievo essendo William “Billy” Bulger, fratello di James.
Questi fu inoltre criticato dal vero William per il fatto di essere
eccessivamente più alto di quanto egli sia in realtà. Anche Plemons
ha ottenuto lodi per il suo ruolo di Kevin Weeks, aumentando la
propria massa corporea di diversi chili. Anche in questo caso il
vero Weeks ha lamentato notevoli tradimenti tra la realtà e
l’interpretazione dell’attore.
Black Mass: il trailer e
dove vedere in streaming il film
Per gli appassionati del film, o per
chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne
grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali
piattaforme streaming oggi disponibili. Black Mass –
L’ultimo gangster è infatti presente su
Netflix, Amazon Prime Video, Rakuten TV, Google Play, Tim
Vision e Apple iTunes. In base alla piattaforma scelta,
sarà possibile noleggiare il singolo film o sottoscrivere un
abbonamento generale al catalogo. In questo modo sarà poi possibile
fruire del titolo in tutta comodità e al meglio della qualità
video. Il film è poi disponibile nel palinsesto televisivo di
lunedì 29 maggio alle 21:00 sul
canale Iris.