ATTENZIONE – L’ARTICOLO CONTIENE
SPOILER DA SPIDER-MAN: NO WAY HOME E HAWKEYE
L’uscita di
Spider-Man: No Way Home ha portato finalmente
tantissime persone al cinema, i botteghini stanno prendendo fiato,
dopo mesi difficilissimi e soprattutto i fan stanno accogliendo con
grande esultanza il film con Tom Holland che
restituisce all’Uomo Ragno la sua dimensione da fumetto.
Parallelamente a
No Way Home, su Disney+ è arrivato anche l’episodio
numero 5 di Hawkeye, la serie con Jeremy
Renner che vedrà la sua conclusione il prossimo mercoledì.
Alla fine della scorsa puntata abbiamo visto Yelena Belova
(Florence Pugh) che aspettavamo dalla scena post
credits di BlackWidow. Alla fine
di questa puntata, invece, abbiamo visto finalmente Big Guy,
Kingpin, interpretato da Vincent D’Onofrio.
L’arrivo di quel personaggio era
stato anticipato, ma non si sapeva se ad interpretarlo sarebbe
stato richiamato D’Onofrio, che lo aveva incarnato per Netflix. Parallelamente, in una breve scena
all’inizio di
No Way Home, abbiamo visto anche Matt Murdock,
interpretato di nuovo da Charlie Cox, nel momento
in cui Peter e zia May hanno avuto la necessità di rivolgersi a un
avvocato.
Il fatto che per diversi mesi le
serie Marvel siano state trasmesse senza
che al cinema arrivassero film in contemporanea ci ha fatto
dimenticare che i Marvel Studios hanno spesso fatto questo
genere di collegamenti in passato, tessendo una rete molto stretta
e coerente tra le varie storie che hanno raccontato. Dal momento
che Hawkeye è ambientato poco dopo gli eventi di No Way Home,
possiamo dire che Kingpin è tornato in scena nel MCU poco dopo Daredevil, e entrambi
sembrano ancora intenzionati a rimanere in giro per una New York
che ha appena acquisito un nuovo abitante: Peter Parker.
Grandi emozioni ci aspettano
nel futuro prossimo di questi amati personaggi!
È stato presentata
l’anteprima del nuovo film di Alessandro Genovesi,
7 Donne e
un mistero, con un cast interamente al femminile, come
si deduce facilmente dal titolo, e che è una versione meno cupa e
più ridanciana rispetto alla sua ispirazione del 2002 diretta da
François Ozon che di donne, però, ne aveva una in
più. Il film di Ozon è tra l’altro a sua volta
tratto dalla pièce teatrale Huit Femmes di
Robert Thomas del 1958.
Il cast quasi interamente
riunito di fronte ai giornalisti, insieme al regista, la
sceneggiatrice e i produttori, avvolge tutta la sala di charme e
parecchie risate. Genovesi, praticamente unico uomo del gruppo,
viene subito preso di mira.
«Penso che per il
povero Alessandro non sia stato facile lavorare con un cast di sole
donne. Sette, per giunta», ride
Luisa Ranieri, che nel film interpreta la
domestica partenopea e affascinante: «Si rifugiava nello
sgabuzzino, scappava», continua Micaela
Ramazzotti.
«Be’, ci sono cose
più facili», sorride sornione il regista, che ammette che sia
stato uno dei film più belli da lui girati fino ad oggi.
«Ho cercato di
concentrare tutta l’essenza del film nei colori, le pettinature e
la comicità delle protagoniste», prosegue Genovesi, che poi
passa la parola alla sceneggiatrice Lisa Nur
Sultan: «Desideravamo fare un film di Natale, che
quindi facesse venire voglia d’immergersi in un’atmosfera domestica
pittoresca, ricca di suggestioni appartenenti a un mondo di
festività d’altri tempi». E lo scopo è stato sicuramente
raggiunto, considerando anche la complicità giocosa che si respira
tra le attrici.
8 donne e un
mistero, quello francese di Ozon, aveva un’aria quasi morboso,
per alcuni aspetti, come spiega sempre Sultan: «Era un testo
scritto negli anni 50, noi l’abbiamo voluto modernizzare, usando un
linguaggio più fresco».
Di tutto il nutrito cast
inizia a prendere la parola Sabrina Impacciatore,
raccontando che l’esperienza vissuta è stata anzitutto umana:
«Ero terrorizzata. Mi chiedevo come sarebbe potuta andare su un
set con tutte queste donne. Ma poi mi sono resa conto che noi donne
riusciamo a raggiungere una complicità molto più elevata di quanto
riesca un gruppo di uomini». E anche
Margherita Buy è dello stesso avviso: «È
stata un’occasione per osservare il lavoro delle altre. Cosa
insolita anche per me, che sto spesso per i cavoli miei»,
ride.
Luisa Ranieri, più pacata, dichiara che non fosse
affatto spaventata: «Perché è normale che in un set all’inizio
ci si annusi», ma a sua volta racconta dell’arricchimento
innanzitutto umano che è stato il gruppo, nel quale ognuna si
confrontava con l’altra quando sedevano la mattina al trucco.
E al coro si uniscono
Micaela Ramazzotti e Benedetta
Porcaroli, la “piccina” del gruppo: «Per me è stato
più un onore che altro!», dice.
Il discorso lo riprende
Alessandro Genovesi: «Per me è stato molto
importante generare questa dinamica goliardica tra loro, perché
volevo girare un giallo, ma che fosse inquinato dalla commedia, che
è la cosa che penso mi riesca meglio. Ho deciso di eliminare
l’elemento musicale che è stata una scelta specifica di Ozon, così
come l’ottava donna del cast, che rappresentava una sorta di tata.
Luisa Raniera era più che sufficiente per la parte della
governante».
Il regista si lascia poi
andare ad uno scherzoso pronostico: «Se dovessi immaginarmi uno
spin-off sarebbe in una versione coatta in romanesco».
In ogni caso, uscire con
un film così familiare sotto Natale, può far stimolare tanti
interrogativi. Come ad esempio come muoversi e che posizione
prendere di fronte al desiderio di vendetta: «Non penso che
questo sia un film sulla vendetta», interviene Ranieri,
«Piuttosto si parla degli altarini che si nascondono in ogni
famiglia».
«Aprire i vasi di
Pandora in famiglia non è mai una passeggiata», continua
Benedetta Porcaroli, «Ma farlo così ha
tutt’altro sapore!».
Il regista australiano Peter Weir ha
dato vita nel corso della sua carriera ad autentici capolavori
cinematografici. Titoli come L’attimo fuggente, Picnic ad
Hanging Rock e Witness – Il
testimonesono ancora oggi dei classici del loro
genere, capaci di parlare anche alle odierne generazioni di
spettatori. Nei suoi film, Weir ha sempre posto i suoi personaggi
in trappole più o meno metaforiche, spingendoli a cercare la
libertà e la possibilità di esprimere sé stessi al massimo del loro
potenziale. Un altro dei suoi titoli più amati e che presenta una
situazione analoga, è The Truman Show,
film del 1998 interpretato da Jim Carrey.
Scritto da Andrew
Niccol (noto anche come regista dei fantascientifici
Gattaca e In Time), il film fa
confluire al suo interno una serie di spunti e riflessioni
contemporanee, spingendole però all’estremo. The Truman
Show è infatti una brillante satira politica sull’allora
nascente moda di raccontare la vita in televisione attraverso i
reality show. Weir dà così vita ad un’opera che riflette
sull’invadenza dei media, sull’annullamento del confine tra realtà
e finzione e sulle scelte che ognuno può fare a riguardo,
ricercando sempre la verità e la libertà. Pur essendo uscito oltre
vent’anni fa, è questo film spaventosamente attuale anche oggi.
Acclamato dalla critica e dal
pubblico, The Truman Show ottenne poi tre nomination
ai premi Oscar e venne indicato come uno dei film più importanti
del decennio. Prima di intraprendere una visione del film, però,
sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Si tratta infatti di un film ricco di
dettagli, alcuni più evidenti di altri, che contribuiscono al
racconto. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama,
al cast di attori e al suo
significato. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
The Truman Show: la trama del film
Protagonista del film è
Truman Burbank, un uomo qualunque intento a vivere
la sua ordinaria esistenza nella tranquilla cittadina di Seahaven.
Nonostante egli abbia tutto ciò di cui un uomo può avere bisogno,
si sente profondamente insofferente verso l’assenza di vere e
proprie novità, che possano dare una scossa alla sua routine. Nel
momento in cui una serie di circostanze particolarmente atipiche si
verificheranno, Truman inizierà a dubitare di tutti, dalla moglie
Meryl all’amico Marlon. Ciò che
lo circonda, improvvisamente, sembra perdere di senso,
manifestandosi più come qualcosa di finto e costruito che non come
vero e naturale. Scavando nel suo passato e spingendosi più in là
di quanto avesse mai fatto, egli scoprirà una verità
scioccante.
The Truman Show: il significato del
film
Non è esagerato dire che The
Truman Show fu un film a dir poco profetico. Quello che sul
finire degli anni era solo un nascente interesse nei confronti dei
reality e dell’invadenza nella vita privata delle celebrità, oggi è
una pratica all’ordine del giorno. Grazie anche ai social network,
si è sempre più proiettati sul seguire in modo costante ciò che gli
altri compiono nel corso del loro quotidiano. Con il film, dunque,
Weir e Niccol operano una profonda critica nei confronti di quel
mezzo televisivo che punta sempre più sull’abbattimento del confine
tra reale e finzione, ma anche nei confronti degli spettatori.
Questi sono veri e propri complici, assuefatti da quanto la
televisione offre loro senza porsi domande etiche nei confronti di
ciò che guardano.
Oltre a questa critica al mondo dei
media, The TrumanShow riflette però anche su
tematiche come la libertà e la verità. La costante ricerca di
quest’ultima da parte di Truman lo porterà ad ottenere la prima,
dimostrando dunque che l’obiettivo dell’essere umano deve essere il
suo tendere a questi due valori, infrangendo le gabbie, di
qualunque tipo esse siano, che gli vengono poste intorno. Quello in
cui Truman vive, infatti, è un mondo sicuro, dove nulla di male può
succedergli. Venuto a conoscenza di ciò, tuttavia, egli preferisce
rinunciare a questa sicurezza pilotata in nome di un insicurezza
che sia esclusivamente frutto delle sue scelte. Lo stesso nome del
protagonista, Truman, è un gioco di parole tra True (vero) e Man
(uomo). Si ribadisce così la sua necessità di ricercare
l’autenticità, una necessità che deve estendersi all’umanità
intera.
The Truman Show: il cast del
film
Dopo averlo visto in Ace Ventura –
L’acchiappanimali, Weir si convinse che Jim Carrey
sarebbe stato l’interprete perfetto per Truman Burbank. L’attore,
tuttavia, era impegnato in quel periodo con i film Il
rompiscatole e Bugiardo bugiardo.
Piuttosto che cercare un altro interprete, Weir preferì però
aspettarlo, ritardando le riprese di un anno. Carrey gliene fu
estremamente grato, poiché aveva apprezzato moltissimo la storia di
Truman e desiderava ardentemente recitare in questo progetto. Per
farlo, egli acconsentì a ridurre il suo compenso da 20 a 12 milioni
di dollari. Con The Truman Show, inoltre, Carrey ebbe
finalmente modo di cimentarsi con un ruolo drammatico, grazie al
quale ottenne ulteriori lodi e vinse il Golden Globe come miglior
attore in un film drammatico.
Accanto a lui, nel ruolo della
moglie Maryl Burbank vi è l’attrice Laura Linney,
la quale lavorò molto per sottolineare in modo implicito come il
suo personaggio non sia altro che un’attrice. Ciò emerge dalle pose
spesso irrealistiche che la Linney assume nelle scene in cui è
presente. Ad interpretare l’amico Marlon vi è invece Noah
Emmerich, mentre Natascha McElhone è
Sylvia, una vecchia fiamma di Truman. Holland
Taylor e Brian Delate sono invece Angela
e Kirk, la madre e il padre di Truman. Paul Giamatti è
il direttore della sala di controllo, lì dove si costruisce
tecnicamente il reality sulla vita di Truman. A dirigere il tutto
vi è Christof, interpretato da Ed Harris,
attore che grazie a questo struggente personaggio ottenne una
nomination all’Oscar.
The Truman Show: il trailer e dove
vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
The Truman Show grazie alla sua presenza
su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Netflix, Now, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per
vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà
noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo
di mercoledì 15 dicembre alle ore
21:10 sul canale Paramount
Channel.
Sony Pictures
Italia ha diffuso il poster ufficiale di Uncharted,
l’attesissimo film adattamento dell’omonimo videogioco che vedrà
protagonista Tom
Holland nei panni di Nathan Drake. Diretto da
Ruben FleischerUncharted
arriverà al cinema il 24 febbraio 2022. Fanno parte del cast oltre
a Tom
Holland ancheMark Wahlberg, Sophia
Ali, Tati Gabrielle e Antonio Banderas.Basato su una delle serie di videogiochi più vendute e
acclamate dalla critica,Uncharted
presenta al pubblico il giovane e furbo Nathan Drake (Tom Holland)
nella sua prima avventura alla ricerca del tesoro con l’arguto
partner Victor “Sully” Sullivan (Mark Wahlberg). In un’epica
avventura piena di azione che attraversa il mondo intero, i due
protagonisti partono alla pericolosa ricerca del “più grande tesoro
mai trovato”, inseguendo indizi che potrebbero condurli al fratello
di Nathan, scomparso da tempo.
Tutto quello che sappiamo su
Uncharted
In Uncharted, Tom
Holland sarà Nathan Drake, mentre Mark
Wahlberg vestirà i panni di Sully Sullivan. Non
tutti sanno che, inizialmente, Wahlberg avrebbe dovuto interpretare
l’eroe del titolo anni fa quando David O.
Russell era coinvolto nel progetto, mentre negli
anni la Sony ha deciso di sviluppare il film come
una origin story.
La sceneggiatura del film, che
arriverà al cinema l’11 febbraio 2022, è stata firmata
da Art Marcum, Matt
Holloway e Rafe Judkins, e
racconterà le avventure del protagonista Nathan Drake nei suoi anni
giovanili mentre diventa il cacciatore di tesori che tutti
conosciamo.
Vi ricordiamo che Uncharted sarà
la prima produzione cinematografica di Sony PlayStation
Productions, divisione interna della Sony fondata lo scorso anno da
Asad Qizilbash e Carter Swan in collaborazione con PlayStation
Productions, Chuck Roven, Avi Arad, Alex Gartner e Ari Arad.
Calcinculo,
secondo film diretto da Chiara Bellosi, scritto da
Maria Teresa Venditti e Luca De Bei,è nella
selezione ufficiale del 72. Festival
di Berlino, in concorso nella
sezione Panorama. Ritorno alla
Berlinale per la regista Chiara Bellosi, già in gara nel 2020,
sezione Generation, con l’acclamata opera prima “Palazzo di
Giustizia“
Nel
cast: Gaia Di Pietro (al suo
esordio), Andrea Carpenzano (“La
Terra Dell’Abbastanza“, “Il Campione“)
e Barbara
Chichiarelli (“Favolacce“,
“Suburra“), Giandomenico Cupaiuolo, Alessio Praticò e
Francesca Antonelli.
“Calcinculo
era un film difficile da fare, delicato ed importante –
dichiara Carlo Cresto-Dina (che ha prodotto il film per tempesta
con Valeria Jamonte e Manuela Melissano) – A partire dalla già
bellissima sceneggiatura di Maria Teresa Venditti e Luca De
Bei, Chiara Bellosi ha realizzato un film profondo e unico.
Dopo l’esordio a Generation 14+, siamo particolarmente felici di
tornare con Chiara a Berlino, questa volta a Panorama.”
La trama
Forse è vero che si
cresce anche a calci in culo. Ed è vero che quando la
giostra gira veloce ci sembra di volare e non vorremmo scendere
mai. E’ questo che succede a Benedetta quando incontra
Amanda e decide di seguirla nel suo
mondo randagio.
Chiara
Bellosi
Chiara Bellosi
(1973) si diploma in drammaturgia alla Civica Scuola d’Arte
Drammatica “Paolo Grassi” di Milano. Realizza un episodio
all’interno del film corale “Checosamanca” prodotto
da Carlo Cresto-Dina per Eskimosa e Rai
Cinema. Partecipa al master “Filmmaker – Il documentario come
sguardo” organizzato da IED-Venezia e lavora ad alcuni
documentari. “Palazzo di Giustizia”, il suo primo
lungometraggio di finzione, è stato presentato nella sezione
Generation 14+ di Berlinale 2020.
Calcinculo
è il suo secondo lungometraggio di finzione. Calcinculo è
una
produzione tempesta con Rai
Cinema in coproduzione con Tellfilm (CH), RSI
Radiotelevisione svizzera e sostenuto da MIC – Direzione
Generale Cinema e Audiovisivo, Ufficio Federale della Cultura
(UFC) e Regione Lazio. Il Film sarà distribuito in Italia
da Luce Cinecittà.
I film sugli
Avengers sono sempre riusciti a combinare in egual
misura la componente eroica, d’azione ed emotiva. E’ difficile
credere che i film con personaggi dei fumetti protagonisti possano
fare singhiozzare a più riprese, ma è esattamente l’effetto che
hanno generato in migliaia di fan! Oltretutto, ai momenti
strazianti che abbiamo visto sullo schermo, si sono aggiunti anche
dettagli nascosti, 15 dei quali sono stati messi in luce dai
fan.
Iron Man e Vedova Nera sono morti
col sorriso sul volto
Le morti di Tony Stark e Natasha Romanoff
sono stati due dei momenti più strazianti di Avengers: Endgame, che hanno scatenato a più
riprese l’indignazione del pubblico. In realtà, sono molti i fan a
sottolineare come si possa notare un sorriso sul volto di entrambi,
prima di esalare l’ultimo respiro; Tony sapeva,
nel profondo, che spettava a lui salvare il mondo dalla distruzione
più assoluta ed è morto senza rimpianti, decidendo di schioccare le
dita lui stesso, contro il consiglio dei suoi amici, ma dimostrando
fino all’ultimo l’eroismo insito al personaggio.
Pepper deve essere stata molto orgogliosa di lui,
che ha deciso più di ogni altra cosa di proteggere la sua famiglia
e i suoi amici, lottando fino alla fine.
Allo stesso modo, il personaggio
interpretato da Scarlett Johansson si è sacrificato davanti ad
Occhio di Falco, non solo per il bene più
grande dell’umanità, ma assolutamente per i suoi amici, che erano
al centro di tutto.
Bruce voleva un figlio
Nel film Avengers: Age of Ultron,
Bruce spiega a Natasha che non
può avere figli a causa del rischio per cui, procreando, potrebbe
perdere il controllo e trasformarsi in Hulk.
Inoltre, se avesse dei figli, i nascituri potrebbero assimilare
preventivamente la forza del padre, che potrebbe uccidere il
partner durante o dopo il parto. Nei fumetti, al contrario,
Hulk ha dei figli, chiamati Skaar
e Hiro-Kala, che sono stati concepiti
dall’extraterrestre ormai defunta Caiera
Oldstrong, durante la storyline “Planet
Hulk“.
In The Avengers, precedentemente a questo
dialogo, vediamo Bruce accarezzare con dolcezza una culla, mentre
pronuncia la frase: “Non posso ottenere sempre ciò che
desidero“; a detta dei fan, si tratta di uno dei momenti più
commoventi dei film, che sottolinea il desiderio di Bruce Banner di
diventare padre.
Spider-Man e Iron Man hanno dovuto assistere alle rispettive
morti
La morte di Tony Stark/Iron
Man in Avengers: Endgame è uno dei momenti più tristi
dell’intero MCU, ma la sua perdita è stata particolarmente
dolorosa per Peter Parker/Spider-Man per un motivo
specifico. La relazione tra Tony e Peter è stata adeguatamente
sviluppata dai Marvel Studios nel corso degli anni,
da quando si sono incontrati per la prima volta durante gli eventi
di Captain America: Civil
War.
La loro relazione mentore-allievo è
ulteriormente progredita in Spider-Man: Homecoming,
portando poi agli eventi di Avengers: Infinity War. La morte di Spider-Man
in Avengers: Infinity War ha
segnato profondamente Tony Stark/Iron Man,
aiutandolo però a sviluppare ulteriormente il rapporto con la
figlia Morgan e rendendolo sicuramente un padre migliore.
Il conflitto interiore di Bruce
Banner
Questa sequenza di The Avengers mette in luce per la prima volta,
in tutta la sua potenza, il dolore interiore di Bruce
Banner e come si senta a dover convivere con l’altra parte
di sé, Hulk. Esprime chiaramente il fardello che
Banner deve portare: non essere in grado di avere
il pieno controllo sulle proprie capacità, al contrario di
Tony e Reed e sentirsi
intrappolato all’interno del proprio corpo.
In questo frammento, lo sguardo di
Tony parla da sé: sembra entrare in empatia più
che mai con Bruce, accettandolo nella sua complessità e provando un
profondo dolore nel sentire che Bruce odiava così
tanto Hulk da aver pensato di uccidersi.
Captain America ha perso l’amica
più fidata, ma ha guadagnato una vita
La scena in cui Steve
Rogers si rende conto che Natasha se ne è
effettivamente andata per sempre è una delle più strazianti
dell’intero MCU. Natasha ha, difatti, non
solo rappresentato una delle amicizie più preziose per
Steve, ma anche il rapporto più vicino all’idea di
famiglia che Steve abbia mai sperimentato.
Volge lo sguardo al posto di fianco
a sé occupato in precedenza da Natasha, quando aveva promesso che
si sarebbero rivisti dopo un minuto… E Steve
comprende definitivamente che la persona che più gli è stata
accanto negli ultimi anni se ne è andata, per sempre. Ricordate la
loro prima conversazione in Avengers: Endgame: “Penso che dovremmo
entrambi farci una vita”, dice Steve a Natasha, che risponde: ”Tu
per primo”. E così è.
Gli Avengers hanno dovuto
sacrificarsi per vincere
Gli Avengers hanno
dovuto subire una terribile sconfitta in Infinity War perché non erano disposti a
spingersi tanto oltre quanto era richiesto per poter effettivamente
vincere, secondo molti fan. Non avrebbero mai sacrificato delle
vite per ottenere la vittoria, ciò che invece Thanos era disposto glacialmente a fare, per
assicurarsi il dominio incontrastato.
In Endgame, abbiamo assistito alle morti
drammatiche di alcuni dei nostri eroi più amati: i Vendicatori
hanno capito che era necessario sacrificarsi per un bene più
grande, lottando eroicamente fino alla fine e portando a compimento
dei grandiosi archi narrativi dei personaggi.
Capitan America e Iron Man hanno
fatto una fine simile ma paradossale
Tony va verso una
direzione e Steve in un’altra, diametralmente
opposta, in Avengers: Endgame. Nel corso di molti film,
Tony si trasforma da egoista ad altruista;
Steve non è che stia facendo l’opposto, ma di
sicuro ha iniziato come personaggio altruista, imparando poi a
farsi una vita e a interessarsi di più a se stesso. Quando alla
fine decide di tornare indietro nel tempo e di mollare lo scudo,
diventando il soldato che torna dalla guerra, quello è il suo più
grande viaggio.
La conclusione dell’arco di
Steve è quella che avrebbe sempre desiderato ma
non avrebbe mai pensato di ottenere; il percorso di
Tony, invece, si conclude nel modo in cui forse
non avrebbe mai voluto, ma sapeva che era necessario … perché
“parte del viaggio è la fine”.
Pepper è sempre stata orgogliosa
di Tony
Tony e
Pepper hanno un rapporto duraturo, e sapendo
quanto è difficile per Tony fidarsi delle persone,
questo rapporto ci ha sempre riempito il cuore di gioia. Ci hanno
mostrato una relazione equilibrata, con grande rispetto per i
rispettivi ruoli, compassione e sincerità.
Pepper è sempre
stata orgogliosa di Tony, cercando sempre di
tirare fuori il meglio di lui e controllandone l’egocentrismo.
Pepper sa che Tony ha compiuto il
più grande sacrificio in nome di un bene più grande e dell’amore
nei confronti degli affetti a lui cari, confermando quanto sia
fiera di lui fino alla fine.
La Vedova Nera era una brava
persona anche se non pensava di esserlo
Spietata, potente ed
eccezionalmente abile, Natasha si è sempre
distinta per incutere paura nel cuore dei suoi nemici. Anche se un
tempo operava dalla parte del male, il suo innato eroismo le ha
permesso di superare i difetti che voleva lasciarsi alle spalle,
facendole intraprendere un percorso di redenzione durato tutta la
vita.
Natasha ha spesso
pensato di non essere una brava persona, ma la verità è che ha
dimostrato di essere uno dei personaggi più convincenti del
MCU,
che ha lottato in ogni frangente, tra notti insonni, un lavoro per
niente gratificante e gli oneri e le preoccupazioni connesse al
proprio ruolo di eroina.
DUM-E sta aspettando che Tony
torni a casa
Dum-E è un robot
che Tony Stark ha costruito nel laboratorio di suo
padre, ed è forse stato il compagno di vita di Stark. Gli ha
persino salvato la vita, eppure Tony si arrabbia
costantemente con il robot Dum-E, che lo ha aiutato anche a
realizzare le sue iconiche armature.
Ciò che è più commovente è che
Dum-E, inconsapevole degli eventi di Endgame, sta ancora aspettando che Tony torni
a casa, perfezionando lo smoothie migliore da fargli assaggiare.
Dum-E è stato decisamente molto di più che un semplice robot per il
mitico Tony Stark.
Ant-Man è un padre fantastico
Scott Lang è stato
introdotto nell‘Universo
Marvel come un criminale che, dopo aver fallito come
elettricista, si è cimentato nel furto con scasso, finendo in
prigione. Divenne per la prima volta Ant-Man
usando l’attrezzatura che aveva rubato dal laboratorio di
Hank Pym per salvare l’unico dottore che poteva
curare Cassie (allora bambina) da una malattia
cardiaca.
Da quel momento in poi, Lang fece
tutto ciò che era in suo potere per insegnare a Cassie la
differenza tra giusto e sbagliato, una lezione che sottolineò di
aver dovuto imparare nel modo più duro. Questo sforzo fu ripagato,
poiché Scott riuscì ad instillare in sua figlia forti valori
morali, un senso di responsabilità sociale e la volontà di
impegnare gran parte della sua adolescenza per aiutare gli
sconosciuti.
Le cose erano molto più semplici e
spensierate
Impossibile guardarsi indietro,
ricordare i primi film degli Avengers e non
rimpiangere i tempi “spensierati” – come dicono alcuni fan- in cui
tutti erano felici e, soprattutto, vivi.
L’effetto nostalgia dopo Infinity War e Endgame è
prepotentemente emerso tra i fan, che ricordano con commozione le
divertenti sequenze di “pigiama party” alla Stark Tower, le
abbuffate da Schwarma, soprattutto dopo la
vittoria sui Chitauri nella Battaglia di New York e la passione di
Thor per le Pop-Tarts, diventata iconica
grazie a una battuta nel primo film di Thor, quando Darcy Lewis gli
chiede: “Come puoi mangiare un’intera scatola di Pop-Tarts e avere
ancora cosi tanta fame?
Tony ha dato il suo cuore a
Steve
Uno dei frangenti più commoventi di
Avengers: Endgame è quando
Tony mette il reattore Arc nelle mani di
Steve, sottolineando figurativamente come
Tony avesse riposto il suo cuore nelle mani di
Steve e questi non ci fosse poi stato per lui (tradendolo con
Bucky) quando ne aveva bisogno.
Si tratta di una scena che mette in
mostra la complessità caratteriale dei due eroi:
Steve stesso ha detto nella sua lettera a CW che
tutti fanno il meglio che possono… Tony, invece, era ferito,
esausto e spaventato e tutto questo è ravvisabile dal come guarda
Steve. Questa accusa implicita è in realtà fondamentalmente un
segno di quanto Steve sia importante per Tony.
Spider-Man è cresciuto
Il Peter Parker di Tom Holland ha portato in scena la versione di
Peter Parker che abbiamo più di tutte visto
maturare e assumere una maggiore consapevolezza di sé; il suo
percorso è iniziato in Spider-Man:
Homecoming come un novellino, inconsapevole della
portata dei suoi poteri, che apparivano ingestibili.
Nelle sue successive apparizioni
all’interno del MCU
e in
Spider-Man: Far from home lo abbiamo visto
cercare di prendere in mano le redini della situazione, ma era
ancora un adolescente con qualcosa di troppo più grande di lui da
affrontare. No Way Home metterà Peter alla prova
come non ha mai fatto prima: con la rivelazione della sua identità,
tutti i suoi cari sono possibili bersagli, il che aumenta il
rischio a cui l’eroe è esposto mettendolo di fronte a dubbi e
dilemmi che non ha ancora affrontato.
In attesa del trailer arrivano le
prime immagini della commedia d’azione e avventura The
Lost City conSandra
Bullock,
Channing Tatum e Daniel Radcliffe. Diretto da Adam Nee e Aaron
Nee e scritto Oren Uziel e Dana
Fox e Adam Nee e Aaron Nee, The
Lost City si basa sulla storia di Seth
Gordon. Prodotto da Liza Chasin, Sandra
Bullock,Seth Gordon. Nel cast
protagonisti sono
Sandra Bullock,
Channing Tatum,
Daniel Radcliffe, Da’Vine Joy Randolph, Oscar Nuñez, Patti
Harrison e Bowen Yang.
1 di 3
La trama
The Lost City
racconta la storia di un’autrice di romanzi rosa (Sandra Bullock),
molto schiva e abituata a vivere in solitudine. Un bel giorno la
donna è costretta a un tour promozionale con il modello (Channing
Tatum) che appare sulle copertine dei suoi libri. I due verranno
coinvolti in un tentativo di rapimento che li trascinerà in piena
giungla e finiranno così per vivere realmente un’avventura
romantica e bizzarra proprio come quelle narrate dalla scrittrice
nei suoi romanzi.
In contemporanea con
l’uscita ufficiale nelle sale italiane The Space Cinema
propone la proiezione di Spider-Man:
No Way Home, l’ultimo capitolo della saga basata
sull’omonimo personaggio dei fumetti Marvel diretta da Jon Watts,
in lingua originale.
Spider-Man:
No Way Homeriprende la narrazione dopo i fatti
accaduti nel film “Spider-Man: Far From Home” in
cui il villain Mysterio rileva al mondo la vera identità di
Spider-Man. Ora che tutti i cittadini di New York
hanno scoperto chi si nascondedietro la maschera
del supereroe di quartiere, il giovane Peter
Parker (Tom Holland) deve fare i conti con
l’opinione pubblica e con la consapevolezza che non potrà
mai più separare la propria vita privata da quella di eroe. Tra
dubbi interiori e insicurezze il protagonista chiede al
collega Doctor Strange (Benedict Cumberbatch)
di far dimenticare a tutto il mondo il suo
segreto. Il potente incantesimo lanciato
dal Doctor Strange provoca una frattura nel
multiverso che ha liberato i più potenti nemici
mai affrontati da uno Spider-Man in qualsiasi universo;
toccherà al giovane Peter Parker affrontare la sua più grande sfida
e salvare il futuro.
I multisala selezionati per questo
appuntamento sono quelli di Milano Odeon,
Firenze(Novoli),
Limena, Bologna,
Trieste, Vimercate,
Silea, ParmaCentro, Roma (Parco de Medici),
Napoli e Torino (Beinasco). Per
conoscere la programmazione di “Spider-Man: No Way
Home” e rimanere aggiornati sui prossimi titoli in
versione originale basta visitare la sezione dedicata alla rassegna
Hear My Voice.
Svelato il primo trailer di
Backstage – Dietro le quinte, dance movie
prodotto da Eagle Pictures e diretto
da Cosimo Alemà (La
santa e Zeta, Una storia hip-hop e
regista di innumerevoli video musicali di artisti del calibro di
Tiziano Ferro, Ligabue, Noemi e
Marco Mengoni), nelle sale cinematografiche
ad aprile 2022.
Backstage – Dietro le quinte, girato interamente a
Roma (tra le location principali anche il Teatro Sistina), racconta
di un gruppo di talentuosi e giovani artisti che si sfidano a colpi
di canto e danza per entrare a far parte del cast di un importante
spettacolo. Ad interpretarli, nove attori alla loro prima
esperienza cinematografica, scelti nel corso di oltre 1400 casting
in tutta Italia: Giuseppe Futia, Beatrice Dellacasa,
Riccardo Suarez, Geneme Tonini, Aurora Moroni, Ilaria Nestovito,
Gianmarco Galati, Yuri Pascale, Matteo Giunchi. A
completare il cast, Giulio Pampiglione, Giulio Forges
Davanzati, Irene Ferri, Jane Alexander e Adolfo
Margiotta.
La colonna sonora, vera anima del
film, conterrà due brani inediti e oltre trenta tra le più celebri
canzoni della musica italiana, tutte rigorosamente cantate dal
vivo. Nessun playback, solo le straordinarie voci dei protagonisti.
Scritto da Roberto Proia (Come Non
Detto e laTrilogia Sul più
bello), il film arriverà nelle sale ad aprile 2022
distribuito da Eagle Pictures.
111 ragazzi dai 16 ai 25 anni
si presentano alle audizioni di un nuovo spettacolo che debutterà
al Teatro Sistina di Roma. Hanno talento, determinazione e hanno
tutti lo stesso sogno: diventare artisti di successo. Vengono
scelti in nove ma l’emozione dura poco perché i ruoli disponibili
sono soltanto quattro. Inizia così per loro una settimana di
audizioni e prove senza sosta, una settimana per dimostrare al
cinico regista James D’Onofrio chi davvero merita di far parte
dello show. Canteranno fino a perdere la voce e balleranno fino
allo sfinimento. Si sfideranno, saranno rivali, ma anche amici e
complici nel percorso che li condurrà alla realizzazione del loro
più grande desiderio. Qualunque cosa accadrà, le loro vite
cambieranno per sempre.
Spider-Man: No Way
Home potrebbe mostrarci un Peter Parker
diverso, più cupo ed emotivo. In occasione di
un’intervista a CBR, il volto di Spider-Man, Tom
Holland, ha rivelato che il film in uscita nelle
sale italiane a metà dicembre mostrerà il lato oscuro del
nostro eroe.
Sebbene non abbia potuto fornire
dettagli sulla trama del film, l’attore, assieme alla
co-protagonista Zendaya, ha parlato dei diversi
lati di Peter che verranno mostrati nel sequel. Ricordiamo che
nello scorso film l’identità di Spider-Man è diventata di
dominio pubblico, dunque Peter dovrà affrontare una
pressione che mai si sarebbe aspettato; ciò determinerà l’emergere
di alcuni aspetti “oscuri” del suo carattere.
Alla domanda del giornalista di CBR
sulla possibilità di vedere altri lati del carattere di Peter che
non fossero l’ironia e il senso di giustizia, l’attore
risponde:
“Sì, compreso il lato cattivo
di Peter Parker. C’è qualcosa che accade in questo film, e penso
che i fan rimarranno abbastanza scioccati… Il che è davvero
eccitante. Sinceramente é qualcosa che ho adorato portare sullo
schermo”.
Il lato oscuro di
Spider-Man spiazzerà tutti
Lo stesso poster promozionale di
Spider-Man: No Way Home ci
mostra un Peter di spalle, con il capo chino, intento a
guardare una New York che ha perso la fiducia nei suoi
confronti. Tanti i cartelloni che lo dipingono come
cattivo, nemico pubblico, e lo invitano a lasciare la città.
Fra l’altro, qualora non abbiate
visto WandaVision, vi ricordiamo che la serie è
disponibile su Disney Plus, sia in italiano, sia in lingua
originale – quest’ultima fortemente consigliata qualora vogliate studiare
l’inglese o qualsiasi altra lingua straniera. È risaputo,
infatti, che un ottimo modo per imparare una lingua straniera sia
quello di potenziare l’ascolto, attraverso la visione di film e
serie tv. La versione in lingua originale di un prodotto
cinematografico o televisivo, facilita l’apprendimento del lessico
e dell’accento.
Tornando a No Way Home, il sequel
di Spider-Man è spesso citato per la potenziale presenza di più
versioni alternative dell’eroe, provenienti dagli universi
paralleli del MCU. Un
qualcosa già visto nel trailer di Spider-Man: Accross
the Spider-verse – Part One.
L’obiettivo del film però è un
altro, ovvero rendere protagonista la psiche di
Peter, già profondamente turbata dalla morte di Stark.
L’eroe dovrà poi affrontare una crisi di identità che potrebbe
portarlo anche sulla via del male, come confermato dallo stesso
Holland.
Ma cosa potrà aver scatenato questo
cambiamento? Le teorie sono tante, e tra queste ce n’è una davvero
interessante e, per certi versi, piuttosto credibile: la
morte di May, l’amata zia di Peter.
No Way Home: uno sguardo
alla psiche di Peter
Dalle anticipazioni emerse nel
corso di queste settimane dallo stesso attore, infatti, Spider-Man
si rivolgerà al Dottor Strange per chiedere un incantesimo che
faccia dimenticare a tutti la sua vera identità.
Il tentativo fallisce, e purtroppo il multiverso presenterà il
prezzo: riappariranno tutti i vecchi nemici dell’Uomo Ragno, pronti
a fargliela pagare per le sconfitte subite. Strange aiuterà Peter a
combattere la minaccia che incombe su New York, ma in cambio dovrà
perdere qualcosa di molto prezioso.
Detto questo, avere la possibilità
di vedere un Peter diverso, più umano è
decisamente intrigante. Questo perché siamo sempre stati abituati a
tifare per supereroi perfetti, buoni, caratterizzati da una
integrità morale senza compromessi. In Spider-Man: No Way
Home ci troveremo davanti un nuovo approccio, che siamo
sicuri renderà il personaggio ancora più avvincente e
vicino a noi fan.
Disney+ ha
annunciato che sono disponibili le nuove Disney+
Cards, delle carte fisiche che permettono di
acquistare e regalare un anno di abbonamento a Disney+ a 89,90€. Le Disney+ Cards si possono trovare nei
punti vendita selezionati dove, insieme alla card, al cliente verrà
fornito alla cassa un codice che darà diritto ad 1 anno di Disney+.
Questo codice dovrà essere utilizzato al momento dell’iscrizione
sulla paginadisneyplus.com/redeem. L’abbonamento potrà essere
riscattato solo dai nuovi abbonati o da coloro che riattiveranno la
sottoscrizione a Disney+. Per chi ha già un abbonamento
attivo, non sarà possibile utilizzare l’importo della carta per
ricaricare il proprio abbonamento, almeno fino a quando
l’abbonamento stesso non sarà scaduto e si sarà disattivato il
proprio metodo di pagamento. Le Disney+ Cards sono
un’ottima idea regalo, attivabili in qualsiasi momento
dall’acquisto e senza limiti di tempo.
Disney+ è la casa dedicata allo
streaming di film e spettacoli di Disney, Pixar, Marvel, Star
Wars e National Geographic, insieme ai Simpson e molto altro.
In alcuni mercati internazionali, il servizio include anche il
nuovo brand di contenuti di intrattenimento generale, Star.
Servizio di streaming direct-to-consumer di punta di The Walt
Disney Company, Disney+ fa parte del segmento Disney
Media & Entertainment Distribution e offre streaming senza
pubblicità insieme a un catalogo in continua crescita di prodotti
originali esclusivi, tra cui lungometraggi, documentari, serie
animate e live-action e cortometraggi. Oltre a proporre un accesso
senza precedenti allo sterminato archivio cinematografico e
televisivo di Disney, Disney+ è il servizio di streaming dove
trovare le ultime uscite cinematografiche distribuite da The Walt
Disney Studios. E attraverso Star, offre le ultime novità di 20th
Century Studios, Disney Television Studios, FX, Searchlight
Pictures e altro ancora. Per saperne di più, visita disneyplus.com, o trova l’app Disney+ sulla maggior parte dei
dispositivi mobili e TV connessi.
Spider-Man: No Way
Home ha già
battutoAvengers:
Endgame in termini di
prevendita dei biglietti, quindi anche nell'”era della pandemia” in
cui ci troviamo, questo film sarà un successo al
botteghino. Inevitabilmente, alcuni aspetteranno le recensioni
prima di decidere se dare un’occhiata al terzo capitolo di Spidey
prima del Natale, ed è ovviamente qui che entra in gioco Rotten
Tomatoes. Se lo si ama o lo si odia non interessa particolarmente,
ma non si può negare chel’aggregatore di recensioni e
quei importantissimi punteggi di Tomatometer rimangano cruciali per
blockbuster come questo. Gli studios americano usano quel badge
“Certified Fresh” come una parte fondamentale del marketing di un
film, e molti analisti al botteghino credono cheEternalsavrebbe ottenuto risultati finanziari migliori se non fosse
precipitato in quel temuto status di “Rotten”.
Ebbene indipendentemente da ciò,Spider-Man: No Way Homeha avuto un
ottimo inizio con un punteggio perfetto del 100% basato su 46
recensioni battendo
Avengers: Endgame anche in questa particolare classifica per il
momento! Inutile dire che più verdetti verranno
conteggiati nel corso della giornata e ci aspettiamo che venga
rivelato un punteggio più definitivo nel corso della settimana. In
attesa facciamo un recap della sagaSpider-Man: Homecomingha un punteggio del 92%, Spider-Man:
Far From Homeha ottenuto il 90%
dopo una settimana,
mentre Spider-Man: Into the
Spider-Verse ha un quasi perfetto
97%.
Da molto tempo ormai non ricevevamo
aggiornamenti su Fast and Furious 10, l’atteso e annunciato
decimo capitolo del franchise
Fast and Furious. Ebbene oggi però arriva una notizia
che potrebbe rattristire i fan della saga con protagonista
Vin
Diesel. Infatti secondo le ultime notizie ufficiali il
film che sarebbe dovuto arrivare nelle sale il 7 aprile 2023 è
stato posticipato e dunque arriverà nei cinema americani il 19
maggio 2023. Al momento non sappiamo se la data sarà la medesima
anche in Italia dunque non resta che aspettare ulteriori sviluppi
ma come spesso capita per questo genere di film le uscire sono
sempre legate.
Il film Fast and Furious 10
Vi ricordiamo che Fast
and Furious 10 sarà diretto da Justin
Lin e sarà scritto da Gary Scott Thompson. Confermati nel
cast al momento ci sono Nathalie Emmanuel nei panni di
Ramsey, Vin
Diesel come Dominic Toretto, Michelle Rodriguez che riprende i panni di
Letty Ortiz, Tyrese Gibson, Ludacris, e
Sung Kang che riprende il suo ruolo di Han.
Mentre molto registi famosi nel
recente passato hanno dimostrato insofferenza verso i CinecomicsMarvel e DC, ad onor del vero
soprattutto per i film della Marvel, oggi uno di questo,
l’acclamato Paul Thomas Anderson ha invece
rivelato di essere estremamente contento dell’uscita di
Spider-Man:
No Way Home. Le sue dichiarazioni che, sorprendono,
anche per l’onestà intellettuale arrivano dal
The New Yorker e ipotizzano l’importanza che il film possa
avere per far tornare le persone al cinema! Infatti ci sentiamo di
concordare con il regista che seppur un’autore che rivolge le sue
opere ad una nicchia di pubblico, comprende la necessità di avere
quel tipo di film, sottolineando tutti gli addetti ai lavori
dovrebbero essere contenti che un blockbuster come Spider-Man:
No Way Homepossa debuttare in sala. Di
seguito le sue parole:
Quando sento l’arrivo
di questi film mi si scalda il cuore all’idea che posso dirti che
sono più felice che mai di lavorare in questo settore. Ho il mio
piccolo angolo del cortile e collaboro con persone che ammiro, come
quelle della MGM. Sono incredibilmente felice. Ma ovviamente parlo
solo per me perché non credo ci sarà davvero mai fine a quelle
discussioni pessimistiche su quello che accadrà all’industria.
Discussione complicata ancora di più dall’avvento dello dello
streaming e della sovrabbondanza di film coi supereroi, ma sono
discorsi che non prendo troppo seriamente. C’è questa
preoccupazione verso questa tipologia di pellicole. A me piacciono.
Ed è una posizione popolare quella di chi afferma che siano loro ad
aver rovinato il cinema e robe del genere. Ma per me non è così.
Cioè dai, guardate a tutto il nervosismo che c’è sul riportare le
persone al cinema. Ma lo sai cosa riporterà davvero la gente in
sala? Spider-Man. E dovremmo esserne felici.
Che dire, non potremmo che essere
più d’accordo con il regista di film enormi come Il
Petroliere, Magnolia, The master e l’imminente
Licorice Pizza!
Ci
sono state molte discussioni su Joker online nelle ultime settimane dopo che
le voci secondo cui l’ attore di EternalsBarry Keoghan sarebbe stato scelto come
l’iconico cattivo in The
Batmandi
Matt Reeves e oggi Zack
Snyder sembra aver colto l’occasione per condividere un
nuovo guarda di Jared Leto nei panni del Clown principe del
crimine apparso nella sua Zack Snyder’s Justice
League.La star dell’imminente House of Gucci
ha interpretato il cattivo squilibrato
in Suicide
Squad di David
Ayer, prima di riprendere il ruolo per una breve, ma
memorabile apparizione nell’epilogo diZack Snyder’s Justice
League. Resta da vedere se
vedremo mai di nuovo Leto nei panni del Joker, ma con la Warner
Bros. che sembra allontanarsi dall’era “Snyderverse” del DCEU,
probabilmente non lo rivedremo mai dunque gustiamoci questa nuova
foto che trovate di seguito!
A
proposito di Mr. Joker, ci sono state alcune speculazioni sul fatto
che il personaggio sia stato preso in giro nel trailer internazionale di The
Batman della scorsa
notte . In uno scatto, le foto di Bruce
Wayne e della sua famiglia con gli occhi sbiancati possono
essere viste nel nascondiglio dell’Enigmista, e alcuni sono
convinti che la figura sorridente in agguato sullo sfondo dovrebbe
essere il Joker.
“The
Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono
le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi
strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per
trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa
alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la
Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a
quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più
villain, poiché sono tutti sospettati“.
E’ stato diffuso finalmente il
divertente trailer di The Unbearable
Weight of Massive Talent, l’annunciata commedia
d’azione che vedrà Nicolas Cage interpretare uno dei suo ruoli
più divertenti: “Nick Cage“. La Lionsgate ha
finalmente rilasciato un trailer per l’imminente commedia d’azione,
che vedrà il vincitore dell’Academy Award interpretare una versione
iper-romanzata di se stesso. Parlando con Entertainment
Weekly l’attore ha speigato che “[Nick
Cage] è una versione inventata di Nicolas Cage. Il personaggio si
sente insoddisfatto e lotta con il rifiuto che può capitare così
spesso nella piccola città che è Hollywood. Non sono io. Mi sento
abbastanza bene riguardo alle cose“.
Nella pellicola Nicolas Cageinterpreterà
due ruoli “Nick” e “Nicky”, che è una versione più giovane
dell’attore e frutto della sua stessa immaginazione.
“Ha i capelli lunghi e allampanati; è solo
costantemente in giro con Nick riguardo alle sue scelte di
carriera. Non ero troppo entusiasta all’idea di interpretare me
stesso, ma quando Tom mi ha inviato questa sceneggiatura, Nicky mi
ha ricordato un po’ Buddy Love di Jerry Lewis. ne Il professore
matto. Ho sempre ammirato quello che ha fatto con quel film. Per
me, Nicky ruba la scena
“. Oltre a Cage, il cast includerà
Pedro Pascal (The Mandalorian; Game of Thrones), Neil Patrick Harris (The Matrix Resurrections;
Harold & Kumar), Sharon Horgan (Catastrophe ;
Together), l’esordiente Lily Sheen e
Tiffany Haddish (Bad Trip).
Mentre cresce l’attesa per il
debutto di Spider-Man:
No Way Home nelle sale italiane oggi arriva
un’interessante intervista rilasciata dal protagonista Tom
Holland che ha parlato delle sue ispirazioni al
personaggio ammettendo di essersi ispirato alle performance del
passato date da interpreti del calibro di Tobey Maguire e Andrew Garfield. Come molti di voi ormai
sapranno negli ultimi mesi si sono ricorse diverse voci che danno
per certo la presenza di ben tre Peter Parker nel film e
in attesa di scoprirlo, gustiamoci questa rivelazione di Tom che
ammette di essersi ispirato molto al lavoro di questi due attori
del passato che hanno rappresentato il personaggio al cinema:
“Oh, assolutamente.
Assolutamente sì” risponde con entusiasmo Tom
Holland alla domanda se si fosse ispirato a
Tobey Maguire e Andrew Garfield. “Penso che prima
di iniziare a girare Spider-Man: No Way Home, prima del primo
giorno, avevo riguardato tutti i loro film. Penso di averlo fatto
per tutti i miei film di Spider-Man. I loro film sono così
fantastici e così ricchi di dettagli che, sai, mi sono perso in
passato, quindi torno indietro e li guardo e rubo piccole cose qua
e là che amo. Ho sicuramente rivisitato i loro film”.
È bello sapere che l’attore non solo ha studiato il lavoro di
Tobey Maguire e gli Spider-Men di Andrew Garfield per questo film, ma anche le
sue precedenti apparizioni nel MCU. Ci sarà sicuramente qualche
ispirazione da ricercare quando rivedremo le sue interpretazioni,
specialmente con Peter che affronta cattivi familiari come
Green Goblin, Electro, Doctor Octopus e
The Lizard.
Alla fine le Giurie hanno espresso
il loro verdetto. Quella del Concorso Internazionale, composta da
Raúl Arévalo, Silvia D’Amico e
Jerzy Oskar Stuhr ha attribuito
il Black Panther
2021 per il miglior film al
canadese Les oiseaux ivres di Ivan
Grbovic, con la seguente motivazione:
“Les Oiseaux Ivres è un
viaggio di speranza e libertà. Un noir che arriva a contraddire il
genere lasciando un messaggio positivo mentre si nutre di poesia,
metafore e tecniche di altri mondi narrativi. Un film sul cammino
di un uomo raccontato attraverso la fotografia della cruda realtà e
le suggestioni del mistero. Un’opera intrigante e
universale.”
Marlena vive in Messico ed è la
giovane moglie di un uomo molto ricco e potente. Willy è il suo
amante. Temendo il peggio, i due fuggono e prendono direzioni
diverse con la speranza di ritrovarsi in un luogo più sicuro. Willy
pensa che Marlena si nasconda a Montreal, così prende la via del
Quebec dove viene assunto come contadino stagionale alla fattoria
Bécotte. Mentre tra i lavoratori stranieri nascono delle amicizie,
crescono i dissidi tra i componenti della famiglia Bécotte.
Oltretutto, senza volerlo, Willy suscita un forte desiderio in
Julie, la moglie del proprietario. La situazione avrà delle serie
conseguenze.
Inoltre la Giuria ha deciso di
segnalare con una Menzione
speciale, De uskyldige – The
Innocents di Eskil Vogt, con la seguente
motivazione:
“Per la capacità di offrire allo
spettatore un punto di vista nuovo: quello intimo, spontaneo e
autentico degli innocenti. Un riconoscimento alla capacità di
stimolare le sensazionali interpretazioni dei suoi
attori-bambini.”
Il film segue quattro bambini che
diventano amici durante le vacanze estive. Fuori dalla vista degli
adulti, scoprono di avere poteri nascosti. Mentre esplorano le loro
nuove abilità nelle foreste e nei parchi, il loro gioco innocente
prende una piega oscura e cominciano ad accadere cose strane.
Parallelamente il Premio
Caligari per il miglior film noir italiano dell’anno
è stato assegnato a La
terra dei figli di Claudio Cupellini, il
film più votato dalla Giuria del Premio, composta da 80 tra
studenti IULM e appassionati di cinema affiancati
da Maurizio Di
Rienzo, Alessandro
Gamma e Anna Maria Pasetti. Sul
podio salgono anche Isabella Sandri con Un confine
incerto e Rohan Roan Johnson con State a
casa.
La fine della civiltà è arrivata.
Non sappiamo come. Un padre e suo figlio, un ragazzino di
quattordici anni, sono tra i pochi superstiti: la loro esistenza,
su una palafitta in riva a un lago, è ridotta a lotta per la
sopravvivenza. Non c’è più società, ogni incontro con gli altri
uomini è pericoloso. In questo mondo regredito, il padre affida a
un quaderno i propri pensieri, ma quelle parole per suo figlio sono
segni indecifrabili. Alla morte del padre, il ragazzo decide di
intraprendere un viaggio verso l’ignoto alla ricerca di qualcuno
che possa svelargli il senso di quelle pagine misteriose. Solo così
potrà forse scoprire i veri sentimenti del padre e un passato che
non conosce.
È stata la mano di Dio, il nuovo film
del regista e sceneggiatore premio Oscar Paolo
Sorrentino, sarà disponibile da domani, mercoledì
15 dicembre, su Netflix in Italia e in tutti i 190 paesi nei
quali è disponibile il servizio. È stata la mano di Dio ha vinto il
Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria e il Premio Marcello
Mastroianni (a Filippo Scotti, come migliore attore emergente) alla
78a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia ed è il
film scelto per rappresentare l’Italia agli Oscar.
Il film è candidato come Miglior
Film in Lingua Straniera ai Critics Choice Awards e ai Golden
Globes, come Miglior Film Internazionale agli IPA Satellite Awards,
ed è presente nelle liste dei migliori film dell’anno di diverse
testate internazionali. Filippo Scotti è nella lista di Variety,
10 Actors to Watch for 2021 e Daria D’Antonio è nella
lista di Variety, 10 Cinematographers to Watch for
2021.
È stata la mano di
Dio
Dal regista e sceneggiatore Premio
Oscar Paolo Sorrentino (Il Divo, La grande bellezza,
The Young Pope) la storia di un ragazzo nella tumultuosa Napoli
degli anni Ottanta. Una vicenda costellata da gioie inattese, come
l’arrivo della leggenda del calcio Diego Maradona, e una tragedia
altrettanto inattesa. Ma il destino trama dietro le quinte e gioia
e tragedia s’intrecciano, indicando la strada per il futuro di
Fabietto. Sorrentino torna nella sua città natale per raccontare la
sua storia più personale, un racconto di destino e famiglia, sport
e cinema, amore e perdita.
“Da un grande
potere, derivano grandi responsabilità”. È questo quello che
ci hanno insegnato i fumetti di Spider-Man ed è
questo che anche il cinema ci ha sempre provato a raccontare: un
supereroe con i superproblemi, un ragazzo apparentemente normale,
che sceglie sempre di fare ciò che è giusto, anche a discapito di
quello che il suo cuore vorrebbe.
Cosa racconta Spider-Man:
No Way Home?
È questo
che raccontaSpider-Man: No Way Home,
l’avventura del Peter Parker di Tom
Holland che diventa grande, che lascia le superiori
per affacciarsi al mondo degli adulti e che questa volta deve
affrontare una minaccia davvero grande, completamente da solo. O
meglio, non da solo, visto che quello che ha in più questo
Spider-Man rispetto a quelli che lo hanno preceduto è una coppia di
amici in gamba, che nonostante non abbiano superpoteri, hanno
coraggio da vendere, una bella dose di faccia tosta e soprattutto
un totale, puro e travolgente amore verso il nostro amichevole
supereroe di quartiere.
C’è anche un Avengers
senior ad affiancare Peter/Spidey, il Doctor Strange di Benedict Cumberbatch, ma non si tratta certo
di un mentore come lo era
Tony Stark. E così, di fronte ad un pericolo che minaccia di
distruggere l’intero multiverso e di far collassare su se stesse
tutte le esistenze, Peter Parker si troverà di fronte alla
battaglia che cambierà per sempre la sua vita.
Tom Holland completa la sua
trilogia
Terzo
film da solista di Tom
Holland nei panni dell’arrampicamuri,
Spider-Man: No Way Home è la perfetta conclusione
di una trilogia che ha visto Peter Parker crescere sempre di più,
come uomo e come eroe. Certo, nel mezzo ci sono state un paio di
avventure con gli Avengers e 5 anni di blip, ma è chiaro
che il gioco di parole dei tre titoli dei film SONY/Marvel,
Homecoming, Far
From Home e No Way Home,
alludevano proprio a questa parabola completa, questo arco
narrativo che comincia a scuola, si espande con la prima volta del
nostro eroe lontano da New York e si conclude, come un volteggio
trai grattacieli della città, tra una ragnatela a l’altra.
Un trio carismatico
Ovviamente torna
Tom
Holland, alla sua performance più difficile come Peter
Parker, perché se da un lato Spider-Man diverte di più rispetto al
suo alter ego un po’ imbranato ed è molto aiutato dalla computer
grafica nella realizzazione delle sue acrobazie sempre più
impegnative e spettacolari, il ragazzo Peter è il vero cuore del
personaggio: niente maschera, niente VFX, solo un giovane
interprete che si conferma, questa volta più che mai, capace di
emozionare e di emozionarsi, forte anche della grande alchimia con
i bravissimi comprimari, Jacob Batalon/Ned e
Zendaya/MJ.
Una regia ispirata e
spettacolare
Alla ricchezza di questi
personaggi che abbiamo visto crescere, sia nei loro panni di
personaggi che in quelli di attori, si unisce una regia, ancora di
Jon Watts, particolarmente ispirata nel mettere in
scena le scene acrobatiche, elemento fondamentale per questo genere
di film che, ne siamo certi, trascinerà al cinema frotte di fan, di
appassionati, o anche solo di curiosi. Perché, non neghiamolo,
intorno a questo film si è creata un’aspettativa enorme, un
hype senza precedenti, per quello che si sa, per quello
che non si sa, per quello che si spera accadrà, per quello che il
film rappresenta per molti.
Ma anche perché in fondo
Spider-Man è davvero l’eroe preferito di sempre, quello che
chiunque può essere, perché, come diceva il disegno animato di
Stan Lee in Spider-Man: Un Nuovo Universo, “alla fine il
costume entra sempre” (“It always fits, eventually”),
qualunque sia il colore, l’età, il sesso di chi vuole essere l’Uomo
Ragno.
Una sceneggiatura
bilanciata
Chris
McKenna e Erik Sommers firmano una storia
equilibrata, in cui tutti i personaggi (che sono tanti) trovano il
loro spazio, il loro momento per splendere, la loro ragione di
essere in quel posto in quel momento. Lo fanno con grande rispetto
per ciò che è venuto prima nella storia dell’Uomo Ragno al cinema,
ma senza mai dimenticare che lo Spidey di Tom
Holland è un personaggio che non si è mai visto
prima.
Il “bimbo ragno” diventa
uomo sotto gli occhi dei suoi spettatori, grazie ad una scrittura
leggera ma mai superficiale, capace, in più di un momento, di
toccare corde profonde, senza quasi nessuna sbavatura e traghettare
la storia verso un finale dove tutto va al posto giusto.
Spider-Man: No Way Home è un’esperienza
esaltante.
Spider-Man: No Way Home cambia le
carte in tavola
Cosa riserva al
personaggio il mondo del cinema non è certo, tra sequel, crossover,
reboot e remake sempre dietro l’angolo, quello che però si può dire
con certezza, è che questo Spider-Man: No Way
Home ha cambiato le carte in tavola e ha portato al
cinema uno spettacolo che nessuno immaginava e in pochi speravano
di poter vedere, ma in cui una sola persona ha creduto,
Kevin Feige ovviamente.
Spider-Man: No
Way Home rappresenta il cambiamento, è proprio vero che
non c’è strada del ritorno a casa e che ora Peter è diventato
grande, che ha preso la sua prima vera decisione da Spider-Man e ha
abbracciato a pieno le sue responsabilità.
Un misterioso rapinatore
dall’identità segreta fa tremare l’alta società americana. Eva
Kant, in visita dal Sud Africa, viene subito messa in allerta:
possiede il Diamante Rosa, gioiello che potrebbe fare gola al
ladro. Bella, ricca, vedova ed esotica, la donna cade nella
trappola instaurata da Diabolik, ma da vittima
diventa presto complice, non solo delle trame criminali, ma anche
in amore. I piani dei due vengono però subito ostacolati:
l’ispettore Ginko trova il covo di
Diabolik e riesce ad arrestare l’uomo che si
nasconde sotto la tuta nera. Che cosa ne sarà dell’oscuro
ladro?
Diabolik, dalla carta allo
schermo
Non è la prima volta che viene fatta
una trasposizione cinematografica del fumetto: nel 1968
Mario Bava porta sullo schermo il suo
Diabolik. Un film stimatissimo negli anni Sessanta e a
seguire, visto come simbolo della cultura pop. I Manetti ritentano l’impresa, dopo più di
cinquant’anni e in un contesto del tutto diverso.
Il fumetto di Angela e Luciana
Giussani è ancora conosciutissimo in Italia: la tuta nera di
Diabolik, gli occhi verdi di Eva Kant, la
Citroen DS bianca di Ginko sono immagini impresse nella
mente di grandi e piccoli appassionati dei fumetti sui criminali e
sugli eroi tenebrosi.
L’abilità con cui
Marco e Antonio Manetti ricreano
l’universo del fumetto è indiscutibile. La precisione nella
ricostruzione dei disegni originari e dei mitici anni Sessanta in
cui la storia è ambientata affascinano ogni lettore, anche
occasionale, di Diabolik. L’attenzione ai dettagli
è essenziale quando si ha a che fare con un personaggio già iconico
e apprezzato da fan incalliti. I Manetti mettono
la loro impronta ma non ambiscono a stravolgere o a modernizzare
Clareville e i suoi abitanti. E, a dirla tutta, va bene così.
Una recitazione trattenuta
I Manetti Bros.
scelgono un’impronta ben definita per la recitazione. I dialoghi
risultano molto costruiti, del tutto privi di spontaneità. Ad
arricchire la teatralità, si aggiungono i sospiri, gli sguardi nel
vuoto, i volti estremamente impostati. Una recitazione ”molto
italiana”, direbbe Stanis La Rochelle di Boris.
Una scelta sicuramente legata al mondo della fiction e della
televisione pubblica caro ai registi.
Va aggiunto però che questo tipo di
recitazione è a suo modo fumettistica. In Diabolik
c’è una fedele ripresa dei dialoghi del fumetto: bidimensionali,
fatti di frasi veloci ed enfatiche, senza troppi giri di parole o
approfondimenti psicologici. Vista in questi termini, la scelta di
una sceneggiatura quasi da soap opera o da film hollywoodiano anni
Cinquanta, acquisisce senso.
Il cast di Diabolik
I
nomi che ritroviamo nel cast di Diabolik sono
rappresentativi del cinema italiano del nostro tempo. Accanto a
loro però, tutti gli altri personaggi sono figure abbastanza
anonime.
Valerio
Mastrandrea (Fai bei
sogni) è l’ispettore Ginko:
un uomo logorato dalla caccia al criminale, potente ma mai
abbastanza. Serena Rossi veste i panni di
Elisabeth. La compagna di Walter Dorian, è
lo stereotipo della donna anni Sessanta, ricca, diveggiante e un
po’ svampita. Stereotipati – e divertenti nei loro tratti forzati –
sono anche i personaggi di Claudia Gerini, ricca
ereditiera e Alessandro Roja nei panni di
Caron.
Il protagonista
(Diabolik alias Walter Dorian) è
interpretato da Luca Marinelli (La
solitudine dei numeri primi,
Lo chiamavano Jeeg Robot, Martin Eden).
Figura spettrale, entità tenebrosa e affascinante, il
Diabolik di Marinelli funziona
per sottrazione: il personaggio si esprime al massimo grado quando
è nell’ombra o quando è nei panni (e nella pelle) di qualcun altro.
A Marinelli, in fin dei conti, sono riservate
poche battute, ma l’attore dà molta forza al suo personaggio
lavorando con il suo sguardo potente e con il corpo.
Eva Kant è la vera
protagonista?
La vera protagonista del film è
Lady Eva Kant. Il fascino del personaggio dei fumetti è
reso in modo incredibile da Miriam Leone (Marilyn
ha gli occhi neri). La figura sinuosa negli abiti
aderenti, il collo lunghissimo enfatizzato dai biondi capelli
raccolti, gli occhi smeraldo luminosi come i diamanti di cui
Eva si ricopre: tutta l’essenza della femme fatale che ha
fatto sognare gli amanti di Diabolik viene
conservata e amplificata dalle immagini a colori sullo schermo.
Nel mondo patinato dei ricchi,
Eva spicca: non solo per la sua bellezza. È una donna sola
e indipendente, non ha nessuna ambizione a fare la brava
mogliettina di un uomo importante. Vuole il brivido. Per questo, è
affascinata da Diabolik prima ancora di
conoscerlo. Eva è il personaggio che più viene indagato
nel film. Vediamo il suo cambiamento, il suo passaggio al lato
oscuro, le varie sfaccettature della sua identità.
In Diabolik quindi,
i veri protagonisti sono Eva Kant e la travolgente storia
d’amore tra lei e il criminale. La passione è sicuramente
arricchita da una buona dose di inseguimenti e colpi di scena
polizieschi, che però restano in secondo piano rispetto alle
vicende sentimentali.
Come da tradizione, ogni Natale
cinematografico italiano ha il suo Babbo di riferimento. Se l’anno
scorso il celebre personaggio era stato interpretato da
Diego Abatantuono in 10 giorni con Babbo
Natale, quest’anno tocca a Christian De Sica ricoprire tali
vesti. L’occasione è il nuovo film di AlessandroSiani dal titolo Chi ha incastrato
Babbo Natale?, in arrivo in sala a partire dal 16
dicembre. Qui al suo quinto lavoro come regista, dopo titoli di
buon successo come Si accettano miracoli e
Il giorno più bello del
mondo, Siani continua dunque a lavorare sulla favola,
arricchendola di immancabili elementi della tradizione napoletana,
i quali emergono naturalmente a partire dalla sua verve comica.
In questo suo nuovo lungometraggio,
infatti, Siani interpreta Genny Catalano, definito
il “re dei pacchi”, dove i pacchi non sono però quelli da
consegnare bensì le fregature che egli è solito rifilare. Proprio
in virtù di questo suo discutibile talento, egli viene assoldato
dall’elfo Romeo affinché metta i bastoni tra le
ruote proprio a Babbo Natale. Romeo, infatti, ha
stretto un’alleanza segreta con la Wonderfast, una società privata
che commercializza e consegna ogni cosa in poche ore. L’obiettivo è
quello di neutralizzare il vecchio Babbo, il quale
involontariamente farebbe una concorrenza sleale alla società.
L’arrivo di Genny nella fabbrica di giocattoli in Lapponia sarà
dunque l’inizio di un’imprevedibile catena di eventi comici.
Alessandro Siani e la sua fiaba di Natale
Se già il precedente film da regista
e interprete di Siani, Il giorno più bello del mondo,
dialogava apertamente con il fantasy, tra magia e folklore
napoletano, con Chi ha incastrato Babbo Natale? egli entra
apertamente nel campo della fiaba per grandi e piccini. Grazie a
questo genere egli ha non solo modo di dar vita ad un racconto
(scritto insieme a Gianluca Ansanelli e
Tito Bufalini) attraverso cui esplorare la magia
del Natale, ma anche portare in scena una serie di riflessioni sul
nostro contemporaneo. Con la Wonderfast, il richiamo è ovviamente
al colosso Amazon, strumento grazie a cui ormai il concetto di
regalo e consegna è profondamente cambiato.
Allo stesso tempo, quello del film è
un Babbo Natale in evidente difficoltà nel soddisfare la sempre
crescente richiesta di regali tecnologici. Tutto sembra dunque
puntare a raccontare un panorama nuovo, veloce, che trova fin
troppe corrispondenze nella nostra realtà. Si tratta di riflessioni
certamente non originali ma già affrontate altrove e in altre
modalità. Coniugarle al mondo di Babbo Natale permette però di
donare al tutto un sapore più nostalgico, di quando i regali erano
opera di artigianato e stimolavano davvero la creatività e la
fantasia, di quando l’attesa della consegna era a suo modo un
momento altrettanto magico.
In ultimo, si riconosce al film
anche la volontà di parlare di quanto oggi le differenze sociali
portino certi i regali di Natale ad essere un’esclusiva soltanto di
alcuni bambini. Tale argomento, qui incarnato dal piccolo scugnizzo
Checco (interpretato da Martin Francisco Montero
Baez) porta fin dentro il mondo della criminalità, lì dove
sembra possibile ottenere anche ciò che non si potrebbe. Si tratta
di un argomento particolarmente delicato, che nel finale del film
non trova probabilmente il suo pieno compimento.
Chi ha incastrato Babbo
Natale?: la recensione del film
Questi sono dunque gli aspetti più
interessanti del film, il quale cerca di lasciare un insegnamento a
riguardo strappando qualche risata. Il tutto viene infatti condito
da una serie continua di gag ed eventi comici, i quali però
finiscono piano piano con lo svelare il principale problema del
film, ovvero l’assenza di una storia all’altezza delle premesse. Il
talento da mattatore di Siani e il carisma di De Sica non bastano
infatti a dar valore ad una vicenda fin troppo semplice, che si
risolve in modo poco significativo. Le tematiche messe in gioco e
poc’anzi descritte finiscono così con il passare in secondo
piano.
Una serie di implausibilità e
forzature narrative portano dunque il film a richiedere una
sospensione della credulità maggiore, che non sempre potrà però
essere accordata. Sulla carta, tra scenografie, colori ed effetti
speciali, Chi ha incastrato Babbo Natale? si affermerà
certamente come un valido film natalizio italiano. Innegabile però
che, date le riflessioni che si volevano suscitare, sarebbe stato
necessario rinunciare a certi eccessi “da favola”, per calarsi un
po’ di più nel reale. Un equilibrio certamente difficile da
raggiungere, ma che è quello che fa la differenza.
Nessuno ha mai fallito così tanto
nel cercare di essere buono come i Troppo
Cattivi. Nella nuova commedia d’azione della
DreamWorks Animation, basata sulla serie di libri
più venduti del New York Times, una banda criminale di animali sta
per tentare la sua truffa più impegnativa: diventare cittadini
modello. Nel cast italiano del film anche Paola Michelini che dà la
voce alla Governatrice Foxington. Basato sulla serie di libri di
successo di Aaron Blabey, Troppo Cattivi è diretto da Pierre
Perifel (animatore di Kung Fu Panda), al suo debutto alla regia. Il
film è prodotto da Damon Ross (produttore di Trolls, The Boss Baby,
coproduttore di Nacho Libre) e Rebecca Huntley (produttore
associato di The Boss Baby). I produttori esecutivi sono Aaron
Blabey, Etan Cohen e Patrick Hughes.
Non ci sono mai stati cinque amici
così noti come i Troppo
Cattivi – l’affascinante borseggiatore Mister
Wolf (Andrea Perroni), Mister Snake lo scassinatore che le ha viste
tutte (Edoardo Ferrario), il gelido maestro del travestimento
Mister Shark (Francesco De Carlo), il “muscoloso” Mister Piranha
(Valerio Lundini) e l’hacker esperta dalla lingua tagliente Miss
Tarantula (Margherita Vicario), alias “Web”. Ma quando, dopo anni
di innumerevoli rapine ed essendo i criminali più ricercati al
mondo, la banda viene finalmente catturata, Mister Wolf decide di
fare un patto (che non ha intenzione di mantenere) per salvarli
tutti dalla prigione: i Troppo Cattivi diventeranno buoni. Sotto la
guida del loro mentore, il professor Marmalade (Saverio Raimondo),
un arrogante (ma adorabile!) porcellino d’india, i Troppo Cattivi
fingeranno davanti al mondo di essersi trasformati in buoni. Lungo
la strada però, Mister Wolf inizia a capire che fare del bene per
davvero può dargli ciò che ha sempre segretamente desiderato:
l’accettazione. Così quando in città arriva un nuovo cattivo,
riuscirà Mister Wolf a convincere gli altri membri della banda a
diventare… Buoni?
Si chiude nel segno
di Diabolik la
31ma edizione del Noir in Festival, che per la
giornata di mercoledì 15 dicembre regala
al pubblico due imperdibili appuntamenti dedicati al re del
terrore. Marco e Antonio Manetti, registi del
nuovo, attesissimo Diabolik,
saranno protagonisti alle ore 15.00, nell’Auditorium di IULM 6, di
un imperdibile incontro dedicato al personaggio iconico creato
dalle sorelle Giussani, in cui dialogheranno insieme
a Chiara Tagliaferri, autrice del
podcast Les diaboliques.
L’anteprima del film dei Manetti bros., in
sala per 01 Distribution dal 16 dicembre, sarà
invece l’evento di chiusura del Noir
2021, grazie al sostegno di Mompracem, Rai Cinema e 01 Distribution
in collaborazione con Astorina. Durante la serata i
Manetti bros. e i protagonisti presenteranno il film
in sala e saluteranno il pubblico del festival.
L’incontro sarà preceduto
dall’annuncio dei vincitori del Premio Caligari e
del Black Panther Award 2021, che saranno poi
festeggiati in sala nel corso della serata di chiusura. Ospite
della giornata sarà anche un autore che ha molto spesso collaborato
con ai Manetti bros. ovvero Carlo Lucarelli, che
presenterà il suo ultimo romanzo Léon edito da
Einaudi (ore 18.00, Rizzoli Galleria). Infine Gabriele
Acerbo e Roberto
Pisoni presenteranno il volume Kill baby
kill! Il cinema di Mario Bava (Bietti), moderati da Piera
Detassis (ore 11.30, IULM – Sala dei 146).
Il canale americano
Showtime ha diffuso il promo e la trama di
Yellowjackets 1×06, il sesto episodio
di Yellowjackets,
l’annunciata nuova serie tv generazionale creata e prodotta da
Ashley Lyle e Bart Nickerson per
Showtime.
In Yellowjackets 1×06 che si
intitolerà “Saints” Gli Yellowjackets si intrecciano con gli
uccelli e le api, navigando nell’amore, nella lussuria e nella
chirurgia fai-da-te. Nel presente: ricatti, coniglietti e una
gelida riunione. Misty si prepara per un ospite a sorpresa.
Yellowjackets 1×06
Yellowjackets
racconta la storia di una squadra di calciatrici di talento liceale
che diventano le sopravvissute a un incidente aereo nel deserto
dell’Ontario. La serie racconta la loro discesa da una squadra
complicata ma fiorente a clan in guerra e cannibali, mentre tiene
traccia delle vite che hanno tentato di ricostruire quasi 25 anni
dopo.
Nel cast di Yellowjackets protagonisti
sono Sophie Nélisse nei panni di un’adolescente
Shauna Sheridan –
Melanie Lynskey interpreta una Shauna adulta.
Jasmin Savoy Brownda
adolescente Taissa – Tawny Cypress interpreta una
Taissa adulta Sophie
Thatchercome Natalie adolescente –
Juliette Lewis interpreta una Natalie adulta.
Sammi Hanratty
come Misty adolescente –
Christina Ricci
interpreta una Misty adulta.Ella Purnell
come Jackie, Steven Krueger come Ben Scott,
Amy Okuda come Cat Wheeler e Warren
Kole da adulto Jeff Sadecki.
Mark Ruffalo è uno
di quegli attori che il mondo del cinema dovrebbe tenersi ben
stretto. Carismatico, talentuoso e profondo, Ruffalo è una persona
molto umile, che non vive per l’ambizione, ma fa il suo lavoro
perchè ne è innamorato perso. La sua è una gavetta lunga più di 25
anni, fatta di alti e bassi grazie ai quali Ruffalo è riuscito ad
inseguire il suo sogno senza demordere e farsi fermare dagli eventi
della vita.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Mark Ruffalo.
2. Mark Ruffalo è anche
sceneggiatore, regista e produttore. Nel corso della sua
carriera, Mark Ruffalo ha sperimentato diversi ambiti del cinema,
riuscendo a dare vita anche a dei suoi progetti: l’attore, infatti,
è anche sceneggiatore, regista e produttore. Dopo aver sceneggiato
il film The Destiny of Marty Fine nel 1996, Ruffalo si è
buttato nella produzione, producendo I giochi dei grandi
(2004), Teneramente Folle, il film tv The Normal
Heart (2014), il documentario Dear President Obama
(2016) e i film Anything (2017) e Cattive acque.
Inoltre, Ruffalo ha esordito alla regia nel 2010 con Sympathy
for Delicious, film da lui prodotto. Ha inoltre prodotto la
pluripremiata miniserie I Know This Much Is True, di cui è
anche protagonista.
Mark Ruffalo è Hulk
3. Ha sostituito Edward
Norton per interpretare Hulk. Nel 2008, venne realizzato
L’incredibile Hulk diretto da Louis
Leterrier, che ha visto Edward Norton
nei panni del protagonista. Durante la programmazione dei
successivi film Marvel, tra cui Avengers,
la Marvel dichiarò che Norton non
avrebbe ripreso il personaggio e che questo sarebbe stato
interpretato da Mark Ruffalo, un attore che avrebbe abbracciato con
creatività e passione il ruolo. I motivi di tale scelta non sono
chiari tuttora, ma pare che Norton volesse una sceneggiatura
diversa e che il personaggio non gli si cucisse addosso. In ogni
caso, Hulk ha concesso a Ruffalo di farsi conoscere maggiormente in
tutto il mondo, dando vita ad un personaggio carismatico e in
continua lotta con se stesso.
4. Secondo Mark Ruffalo
anche Hulk vive con le sue paure. A vederlo non si
direbbe: alto, grosso, possente e costantemente arrabbiato. Eppure,
anche Hulk ha le sue paure. A parlarne è stato lo
stesso Ruffalo che ha rivelato come sia sempre esistito un
conflitto tra Hulk e Bruce Banner, iniziato dal primo
Avengers e portato completamente alla ribalta in Age of Ultron. Tutto
l’argomento è nato da una discussione avuta con Joss
Whedon e alla fine si è arrivati ad una sola risposta: la
paura più grande Hulk non è altri che Bruce Banner.
Mark Ruffalo: la moglie e i
figli
5. È sposato da molti
anni. Mark Ruffalo fa parte di uno di quegli attori
sposati da moltissimi anni: l’attore, infatti, si è sposato nel
2000 con la ex attrice Sunrise Coigney, conosciuta
due anni prima. Sebbene sembra che all’inizio lei non volesse
frequentarlo seriamente, alla fine ha capitolato. In ogni caso, i
due sono molto riservati e cercano di mantenere la loro vita il più
privata possibile.
6. È padre di tre
figli. Mark Ruffalo è un padre molto affettuoso ed
orgoglioso: l’attore, infatti, ha avuto tre figli avuti dalla
moglie Sunrise Coigney. Nel 2001, Ruffalo è diventato padre per la
prima volta di Keen, seguito da
Bella, nata nel 2005, e dalla piccola
Odette, nata nel 2007.
Mark Ruffalo ha avuto un
tumore
7. Mark Ruffalo ha avuto un
tumore al cervello. All’inizio del Duemila, a Mark Ruffalo
venne diagnosticato un tumore benigno al cervello che comportò una
paralisi parziale del viso. Per fortuna, dopo l’operazione tutto si
è risolto ma la paralisi è rimasta sul suo volto per un bel po’ di
tempo. Nonostante lo spavento, tutto questo è stato un punto di
svolta per Ruffalo, che gli ha consentito di focalizzarsi al meglio
su quello che è più importante grazie al sostegno della moglie, dei
figli e della sua famiglia. Grazie alla riabilitazione è riuscito a
tornare a recitare al meglio.
8. Mark Ruffalo ha avuto
paura di morire. Ricevere la notizia di avere un tumore al
cervello è decisamente demotivante e la paura di poter morire si fa
sentire sempre di più. Anche Mark Ruffalo non ne è stato immune:
all’inizio, quando ha scoperto della malattia, si è tenuto la
notizia per sé e non ha voluto rivelarla alla moglie che era in
procinto di dare alla luce il loro primo figlio. La paura di morire
era talmente tanta che Ruffalo si mise a girare anche un video
affinché un giorno suo figlio avrebbe potuto conoscere il
padre.
Mark Ruffalo oggi
9. Mark Ruffalo ha molti
progetti tra le mani. Mark Ruffalo è sempre stato un
attore molto impegnato, che ha sempre lavorato sodo per dare vita
ai suoi sogni. Così, ad oggi, l’attore ha molti progetti
all’attivo. Ha da poco terminato le riprese del film sci-fi The
AdamProject, dove recita accanto a Ryan
Reynolds, Jennifer
Garner e Zoe Saldana. Reciterà
poi nel prossimo film di Yorgos Lanthimos,
intitolato PoorThings, mentre è noto che
riprenderà il ruolo di Bruce Banner/Hulk per la serie She-Hulk.
Mark Ruffalo ha origini italiane
10. Ha origini italiane da
parte del padre. Mark Ruffalo nasce nel Wisconsin, da
Marie Rose Hebert di professione parrucchiera e
Frank Lawrence Ruffalo, pittore edile. Ha due
sorelle, Tania e Nicole, e un
fratello, Scott, tristemente morto nel dicembre
2008. Da parte del padre, Ruffalo vanta origini italiane, più
precisamente calabresi: il nonno Frank era infatti
originario di Girifalco, in provincia di Catanzaro. La madre,
invece, è di origini italo-franco-canadesi.
Il network americano The CW ha diffuso la
featurette “100th Episode – How Well Do You Know Your Castmates?”
di Riverdale 6, la sesta stagione
di Riverdale.
Riverdale 6
Riverdale
6 è la sesta
stagione della serie tv Riverdale sviluppata
dal direttore creativo di Archie Comics, Roberto Aguirre-Sacasa per
il network americana The CW.
In Riverdale
6 ritorneranno i protagonisti Archibald “Archie”
Andrews (stagione 1-in corso), interpretato daK.
J. Apa.Elizabeth “Betty”
Cooper (stagione 1-in corso), interpretata
da Lili
Reinhart. Veronica Lodge (stagione 1-in corso),
interpretata da Camila
Mendes. Jughead Jones (stagione
1-in corso), interpretato da Cole
Sprouse. Hermione Lodge (stagione
1-in corso), interpretata da Marisol
Nichols. Cheryl Blossom (stagione
1-in corso), interpretata da Madelaine
Petsch. Josie McCoy (stagione 1-in
corso), interpretata da Ashleigh
Murray. Alice Cooper (stagione 1-in
corso), interpretata da Mädchen
Amick. Frederick “Fred” Andrews (stagione
1-in corso), interpretato da Luke Perry. Hiram
Lodge (stagione 2-in corso), interpretato
da Mark Consuelos. Kevin Keller (stagioni
2-in corso, ricorrente stagione 1), interpretato da Casey
Cott, F.P. Jones (stagioni 2-5,
ricorrente stagione 1), interpretato da Skeet
Ulrich, Reggie Mantle (stagioni 3-in
corso, ricorrente stagioni 1-2), interpretato da Ross
Butler (stagione 1) e da Charles
Melton (stagioni 2-in corso) e Toni
Topaz (stagioni 3-in corso, ricorrente stagione
2), interpretata da
Vanessa Morgan.
I fan stanno aspettando con
impazienza Spider-Man: No Way Home, contando i minuti che
ci separano all’uscita del film. Come sappiamo, il film svilupperà
il concetto ambizioso del multiverso, con i villain con cui
Spider-Man si è dovuto scontrare in precedenza che
arriveranno da universi alternativi per scatenare il caos. Ma,
naturalmente, la storyline del multiverso è solo l’inizio.
C’è molto da tenere a mente per
questo vero e proprio evento cinematografico e molti fan hanno
ricominciato da mesi il rewatch di tutti gli adattamenti di
Spider-Man sul grande schermo, per rinfrescare
ogni dettaglio in vista del 15 dicembre. In caso non aveste tempo
di rivisitare i film precedenti, ecco 10 cose fondamentali da
sapere prima di approcciarsi alla visione di No Way Home.
L’identità di Spider-Man è stata
rivelata
La scena post-credit di
Far From Home ha rivelato che non solo che J.K. Simmons avrebbe ripreso il suo ruolo di
J. Jonah Jameson, ma che Peter
Parker era anche stato incastrato per la morte di
Mysterio. Ma il peggio non è finito qui:
Jameson ha rivelato pubblicamente che, dietro alla
maschera di Spider-Man si cela Peter
Parker, il che ha irrimediabilmente esposto la sua
identità segreta.
No Way Home partirà proprio da questo
presupposto e vedremo le conseguenze che Peter
subirà a causa di ciò; inoltre, questo motiverà
Peter a cercare inevitabilmente l’aiuto del
Doctor Strange e a spianare la strada
allo sprigionarsi del multiverso.
Peter Parker e MJ sono una
coppia
Un’altra cosa cruciale da
ricordare da
Far From Home è che Peter e
MJ ora sono una coppia: nonostante la rivelazione
della sua identità di Spider-Man, sembra che la
loro storia d’amore sia fiorita.
Come si vede nei trailer, il suo
amore per MJ serve anche come incentivo per
ristabilire la sua identità segreta; tuttavia, un tema comune a
tutti i film di Spider-Man è che i cari di Peter,
specialmente gli interessi amorosi, sono irrimediabilmente esposti
a pericoli, a causa della sua identità come
Spider-Man. Come Mary Jane e
Gwen Stacy, la vita di MJ sarà in
pericolo, e i trailer di No Way Home rivelano quanto alta è la posta in
gioco in questo attesissimo film.
Il multiverso è già in azione
No
Way Home affronterà principalmente la storyline del
multiverso e, grazie a sottili accenni nei precedenti progetti del
MCU,
siamo riusciti a individuare qualche ulteriore dettaglio. WandaVision
ha evidenziato gli aspetti delle realtà alternative e gli
incredibili poteri di Wanda, mentre Loki
ha approfondito la spiegazione del multiverso, dando avvio alle
fasi di ramificazioni della linea temporale.
Pertanto, No Way Home mostrerà prima di tutto gli
effetti del multiverso: non dimentichiamoci che tutti questi
progetti stanno ponendo le basi poi per la narrazione di Doctor Strange nel Multiverso della
Pazzia nel 2022. Il multiverso sarà un punto
cruciale della trama, e Wanda Maximoff apparirà
nel film, il che è solo un assaggio di ciò a cui assisteremo.
Negli universi originali, alcuni
villain sono morti
InNo Way Home,
vedremo schierati ben cinque villain di
Peter Parker
provenienti da universi differenti; tuttavia, la fine che gli è
stata riservata negli universi originali, solleva intriganti
speculazioni sul loro arco narrativo, dato che tre dei cinque
cattivi sono morti nei loro film.
Green Goblin,
Doc Ock ed Electro sono morti nei
film precedenti, quindi è davvero sorprendente che questi tre
personaggi (interpretati dagli stessi attori) siano vivi nei
trailer di No
Way Home. Sandman (fuggito
liberamente) e Lizard (finito in prigione) sono
sopravvissuti, ma c’è la possibilità che anche il loro arco
narrativo sia diverso dai film originali.
Peter Parker e Doctor Strange si
sono incontrati per la prima volta in Avengers: Infinity War
Peter
Parker e Doctor Strange sono entrambi
newyorkesi, eppure si sono incontrati per la prima volta in
circostanze terribili a causa della diabolica minaccia di
Thanos in Avengers: Infinity War. Peter
lo ha salvato dopo essere stato rapito da Ebony
Maw, e hanno fatto squadra per combattere
Thanos su Titano; entrambi i
personaggi sono stati poi vittime dello Snap.
Nei trailer, sembra che la loro
collaborazione si sia evoluta in maniera più serena, ma ciò
potrebbe durare poco, con lo scatenarsi del multiverso… La loro
amicizia sta già iniziando col piede sbagliato a causa della loro
disputa sul come affrontare i villain intrusi, che si sono
palesati da universi differenti e sono determinati ad uccidere
Spider-Man.
Doctor Strange è lo Stregone
Supremo e, ironicamente, un pacifista
I fan dovrebbero ormai
essere riusciti a tracciare una mappa delle caratteristiche
principali di Doctor Strange, soprattutto nei
riguardi delle sue capacità come Stregone Supremo. Non si può
negare che sia uno dei personaggi più potenti del MCU
grazie alla sua conoscenza delle arti mistiche; ha inoltre anche
avuto una delle scene di combattimento più epiche in assoluto
contro Thanos.
Un’altra informazione significativa
è che è un pacifista: ciò in realtà ha senso, perché ha dedicato
tutta la sua vita come neurochirurgo a salvare le persone. Anche se
ha ucciso qualcuno in Doctor Strange, alla fine ha
preso una decisione diversa quando ha incontrato
Dormammu e ha negoziato un accordo pacifico,
invece di cercare di ucciderlo. La sua ideologia pacifista è
apparsa più che mai ironica nei trailer di No Way Home: sembra irremovibile sul fatto che
l’unico modo per risolvere la situazione sia quello di uccidere i
cattivi, portando ad una disputa con Peter, il quale crede sia
ingiustificato.
Zia May del MCU è l’unica versione
che conosce l’identità di Spider-Man
Molti fan non avevano
previsto che zia May avrebbe accidentalmente
appreso l’identità di Peter come
Spider-Man: una cosa del genere, infatti, non si è
mai verificata prima in nessuna versione precedente.
Far From Home ha rivelato che non solo ha accettato
l’identità di Peter come
Spider-Man, ma lo ha anche incoraggiato a usare i
suoi poteri per fare del bene.
Anche se Spider-Man: Into The Spider-Verse presenta una
relazione simile tra una versione di Peter Parker
e zia May, ciò non ha collegamenti con il MCU.
Infatti, tra le tre versioni di zia May, sembra che la zia
May del MCU sia più attiva nelle
imprese di Spider-Man. Il secondo trailer accenna
all’attività di zia May, il che suggerisce che
costituirà nuovamente un grande aiuto per suo nipote.
I fuggitivi Venom e Eddie Brock
sono coinvolti nel multiverso
Mentre Venom
racconta a Brock della conoscenza dei simbionti di
altri universi, una luce accecante li trasporta dalla loro stanza
d’albergo in quella di un’altra realtà, dove vedono J.
Jonah Jameson rivelare l’identità di
Spider-Man come Peter Parker in
televisione; anche se non sappiamo con certezza se la scena in
questione avrà un impatto decisivo in No Way Home, sarebbe molto strano se non ci
fosse almeno qualche collegamento interessante.
Il Peter Parker di Tom Holland non
ha ucciso nessun villain
Fino a questo punto, il
Peter Parker di
Tom Holland detiene il record di non-uccisioni: non ha
infatti ucciso nessun villain con cui si è scontrato, al di fuori
dell’uccisione istantanea per disperazione durante la battaglia
finale in Endgame.
Ha salvato la vita a
Vulture in Homecoming, mentre Quentin
Beck è morto per le sue ferite mortali quando i bot gli
hanno sparato. Questo dimostra quanto sia forte in lui l’idea che
uccidere è sbagliato, anche se si tratta dei nemici più efferati.
Nel secondo trailer, sembra riflettere sul piano del Doctor
Strange di uccidere i supercriminali, che Peter trova
moralmente sbagliato e cerca di fermarlo. Tuttavia, anche la sua
regola del “non uccidere” potrebbe ritorcersi contro di lui in
No Way Home.
Tre Peter Parker, ma quello del MCU
è il più peculiare
In 20 anni, i fan hanno
conosciuto tre differenti interpretazioni di
Spider-Man: ciascuna ha vissuto storie ed
esperienze simili, tra cui l’origine dei loro poteri, che
scaturiscono dal morso di un ragno e l’infausto evento della morte
dello zio Ben. Eppure, i loro archi narrativi non
potrebbero essere più diversi, specialmente per quanto riguarda il
Peter Parker di
Tom Holland.
A differenza di Tobey Maguire e Andrew Garfield, lo
Spider-Man di Holland è l’unico
che è diventato un Vendicatore. Inoltre, quasi tutti i suoi abiti
recenti sono stati creati usando la tecnologia Stark, e lui è
l’unico che è morto. Queste differenze sono intriganti poiché il
Peter di Holland interagirà con i super cattivi di
Spider-Man di universi alternativi e vorremo
vedere come se la caverà! Molti fan hanno poi ipotizzato che
Maguire e Garfield riprenderanno i loro ruoli di
Spider-Men, benché Garfield abbia costantemente negato di essere
nel film; tra pochi giorni, scopriremo finalmente la verità!
Tom Rothman di Sony
ha confermato che Spider-Man di Tom
Holland tornerà per un altro crossover MCU. Spider-Man di
Holland fa parte del Marvel Cinematic Universe sin dalla
sua introduzione in Captain America: Civil
War. La presenza del personaggio nel MCU è stata a lungo subordinata a
una delicata collaborazione tra Marvel Studios e Sony per condividerlo tra i
film corali prodotti dalla Marvel e i film solisti prodotti
dalla Sony. Con l’attuale trilogia di Spider-Man con protagonista
Tom
Holland che si conclude, alcuni fan si chiedono
esattamente cosa potrebbe riservare il futuro dell’attore nel
MCU.
Sono state rivelate alcune nuove
informazioni sul futuro di Spider-Man nel MCU. Parlando con il podcast
Phase Zero alla premiere di Spider-Man:
No Way Home a Los Angeles, Tom
Rothman di Sony Pictures ha spiegato che, sulla base
dell’attuale partnership tra Sony e Marvel, c’è ancora almeno un
crossover MCU che porterebbe Holland
nell’orbita di gli altri personaggi Marvel. Rothman ha detto:
“Ne prestiamo uno a loro, poi
loro ne prestano uno a noi, ed è così che Benedict è in questo
film, quindi abbiamo un altro prestito da
restituire.” Quindi possiamo aspettarci un altro Tom
Holland in un crossover Marvel, anche se non sappiamo
quando.
Dopo aver incassato più di 350
milioni di dollari al boxoffice internazionale, Dune,
il film acclamato dalla critica, è disponibile in DVD,
Blu-ray, 4K Ultra HD E Steelbook 4K Ultra HD. Diretto dal
candidato all’Oscar Denis Villeneuve con
protagonista Timothée Chalamet, il film di Warner Bros.
Pictures e Legendary Pictures, adattamento per il grande schermo
dell’omonimo best seller di Frank Herbert, è stato presentato Fuori
Concorso venerdì 3 settembre, in prima mondiale, alla 78.
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di
Venezia. Dune in
4K UHD e Blu-ray conterrà più di un’ora di esclusivi
contenuti speciali con tante curiosità sulla realizzazione
del film.
Dune, un’epica avventura ricca di emozioni,
racconta la storia di Paul Atreides, un giovane brillante e
talentuoso, nato con un grande destino che va ben oltre la sua
comprensione, che dovrà viaggiare verso il pianeta più pericoloso
dell’universo per assicurare un futuro alla sua famiglia e alla sua
gente. Mentre forze maligne si fronteggiano in un conflitto per
assicurarsi il controllo esclusivo della più preziosa risorsa
esistente sul pianeta – una materia prima capace di sbloccare il
più grande potenziale dell’umanità – solo coloro che vinceranno le
proprie paure riusciranno a sopravvivere.
Villeneuve (“Arrival”, “Blade
Runner 2049”) dirige “Dune” da una sceneggiatura da lui scritta
insieme a Jon Spaihts ed Eric Roth, basata sull’omonimo romanzo di
Frank Herbert. Villeneuve è anche produttore del film insieme a
Mary Parent, Cale Boyter e Joe Caracciolo Jr. I produttori
esecutivi sono Tanya Lapointe, Joshua Grode, Herbert W. Gains, Jon
Spaihts, Thomas Tull, Brian Herbert, Byron Merritt e Kim
Herbert.
Dietro la macchina da presa,
Villeneuve ritrova la scenografa due volte candidata
all’Oscar® Patrice Vermette (“Arrival”, “Sicario”, “The
Young Victoria”), il montatore due volte candidato
all’Oscar® Joe Walker (“Blade Runner 2049”, “Arrival”,
“12 Anni Schiavo”), il due volte premio Oscar®
supervisore agli effetti visivi Paul Lambert (“First Man”, “Blade
Runner 2049”) e il premio Oscar® per gli effetti
speciali Gerd Nefzer (“Blade Runner 2049”).
Villeneuve collabora per la prima
volta con il direttore della fotografia candidato
all’Oscar® Greig Fraser (“Lion”, “Zero Dark Thirty”,
“Rogue One: A Star Wars Story”); la costumista tre volte candidata
all’Oscar® Jacqueline West (“The Revenant”, “Il Curioso Caso di
Benjamin Button”, “Quills – La penna dello scandalo”), il secondo
costumista Bob Morgan e il coordinator delle controfigure Tom
Struthers (la trilogia de “Il Cavaliere Oscuro”, “Inception”). Il
compositore premio Oscar® Hans Zimmer (“Blade Runner
2049”, “Inception”, “Il Gladiatore”, “Il Re Leone”) ha realizzato
la colonna sonora.
Duneè inoltre già disponibile per l’acquisto e il noleggio
in digitale su Apple Tv app, Amazon Prime Video, Youtube, Google Play,
TIMVISION, Chili, Rakuten TV, Microsoft Film & TV e a noleggio su
Sky Primafila e Mediaset Infinity.