Barbie,
l’attesissimo film fenomeno dell’anno scritto e diretto da
Greta Gerwig, tinge di rosa il cinema italiano con
uno straordinario incasso di 2.178.000 € nel suo primo
giorno di programmazione. Risultato che segna la miglior apertura
al box office del 2023 oltre a numerosi record nel giorno
di esordio.
Accompagnato da una
maestosa strategia di marketing e straordinarie attività publicity,
Barbie ha registrato in Italia numerosi record al box
office tra cui:
Miglior debutto per un film nel 2023
La quarta miglior apertura di sempre per un film distribuito da
Warner Bros. Pictures
Il secondo miglior esordio dall’inizio della pandemia
Miglior debutto per un film uscito a luglio dall’inizio della
pandemia
Il terzo miglior debutto di sempre per un film uscito nel mese
di luglio
Miglior debutto per un film diretto da una regista
Miglior debutto per un film diretto da Greta Gerwig
Miglior debutto per un film con Margot Robbie
Miglior debutto per un film con Ryan Gosling
Uscito ieri, giovedì 20 luglio, su
oltre 600 schermi cinematografici della penisola, Barbie ha
richiamato nelle sale oltre 284.000 spettatori curiosi ed
entusiasti di poter finalmente vedere quello che viene considerato
il film più coinvolgente degli ultimi anni.
Barbie, il cast del
film
Dalla sceneggiatrice/regista
candidata all’Oscar Greta
Gerwig (Piccole donne, Lady Bird) arriva
Barbie
con protagonisti i candidati all’Oscar Margot Robbie
(Bombshell – La voce dello scandalo, Tonya) e
Ryan Gosling (La La
Land, Drive) nei panni di Barbie
e Ken. Insieme a loro nel cast anche America Ferrera
(End of Watch – Tolleranza zero, i film Dragon
Trainer), Kate McKinnon
(Bombshell – La voce dello scandalo, Yesterday),
Michael Cera (Scott Pilgrim vs. the World,
Juno), Ariana Greenblatt (Avengers: Infinity War, 65 – Fuga
dalla Terra), Issa Rae (The Photograph –
Gli scatti di mia madre, Insecure), Rhea
Perlman (Nei miei sogni, Matilda 6 Mitica) e
Will Ferrell
(Anchorman, Ricky Bobby – La storia di un uomo che sapeva
contare fino a uno).
Fanno parte del cast del film anche
Ana Cruz Kayne (Piccole donne),
Emma Mackey (Emily,
Sex Education), Hari Nef (Assassination
Nation, Transparent), Alexandra Shipp (i film X-Men),
Kingsley Ben-Adir (Quella notte a Miami, Peaky
Blinders), Simu Liu (Shang-Chi e la leggenda
dei dieci anelli), Ncuti Gatwa (Sex
Education), Scott Evans (la serie TV
Grace e Frankie), Jamie Demetriou
(Crudelia), Connor Swindells (Sex
Education, Emma.), Sharon Rooney
(Dumbo, Jerk), Nicola Coughlan
(Bridgerton, Derry Girls), Ritu
Arya (The Umbrella Academy) e il premio
Oscar Helen Mirren
(The Queen – La Regina). Il film è al cinema dal
20 luglio.
Al momento si tratta di rumor non
confermati, ma Variety riferisce che non è da
escludere che lo studio possa decidere di spostare al 2024 i tre
film, non potendo promuoverli adeguamente allo stato attuale delle
cose. Gli attori in sciopero, infatti, non possono prendere parte a
premiere, interviste e qualunque altro evento legato al proprio
film. Secondo le fonti di Variety, specie per quel che riguarda
Dune – Parte 2, lo studio non vorrebbe
perdere la possibilità di coinvolgere nella promozione del kolossal
di Denis Villeneuve il sontuoso cast che ha preso
parte alla lavorazione e si starebbe pertanto pensando di rinviarlo
al 2024.
Al momento, ribadiamo, né Warner
Bros. Discovery né Legendary Entertainment (che coproduce Dune – Parte Due) hanno commentato questo
rapporto. Resta da vedere se dunque questo si realizzerà, ma se
davvero gli scioperi dovessero protrarsi a lungo, potrebbe essere
solo una questione di tempo prima che anche altri grandi studi di
produzione prendano in considerazione di fare lo stesso. Il
coinvolgimento delle star nella promozione di un film è infatti
ormai quasi indispensabile e la mancanza di tale elemento rischia
di privare le pellicole di una forte pubblicità in più.
James Cameron
torna a parlare dell’ascesa dell’intelligenza
artificiale, divenuta in questi ultimi anni sempre più
sofisticata. Il regista ha infatti dichiarato a CTV News “vi avevo avvertito
nel 1984 e non mi avete ascoltato“, riferendosi al film
Terminator, uscito in
quell’anno. Come noto, nel celebre film di fantascienza una rete di difesa
artificialmente intelligente che è diventata senziente, chiamata
Skynet, ha guidato una guerra delle macchine contro gli uomini,
scatenando dunque l’apocalisse e l’estinzione di massa.
“Penso che rende l’IA un’arma
sia il pericolo più grande“, ha poi aggiunto Cameron.
“Penso che entreremo nell’equivalente di una corsa agli
armamenti nucleari con l’intelligenza artificiale, e se non lo
costruiamo noi, altri lo faranno sicuramente, e quindi si
intensificherà“. Cameron, tuttavia, non pensa che
l’intelligenza artificiale possa sostituire gli scrittori nnel
breve periodo. Un tema particolarmente caldo, nonché tra quelli che
hanno portato allo sciopero degli sceneggiatori
attualmente in corso negli Stati Uniti, i quali chiedono maggiori
garanzie e controlli proprio riguardo l’uso delle intelligenze
artificiali applicate alla scrittura.
A riguardo Cameron non sembra essere
preoccupato, dichiarando che “personalmente non credo che una
mente senza corpo, che rigurgita solo ciò che altre menti le hanno
detto – sulla vita che hanno avuto, sull’amore, sulla menzogna,
sulla paura, sulla mortalità – possa mettere tutto insieme,
mescolando e poi elaborando qualcosa… Non credo che possieda
qualcosa che possa emozionare un pubblico“. Ha poi continuato:
“Aspettiamo 20 anni e se un’intelligenza artificiale dovesse
vincere un Oscar per la migliore sceneggiatura, penso che a quel
punto dovremo prenderla sul serio“.
Film di apertura del Festival
di Cannes 2022 | Un Certain
Regard, Io sono tuo
padre di Mathieu Vadepied arriva dal 24 agosto
nei cinema italiani con un titanico Omar Sy, attore e produttore,
affiancato dal coprotagonista Alassane Diong. Il film, una
produzione Unitè e Korokoro, prodotto da Bruno Nahon e Omar Sy è
distribuito da Altre Storie con Minerva Pictures.
Il film è ambientato nel 1917,
durante la Prima Guerra Mondiale, quando truppe ‘senegalesi’
formate da soldati provenienti dal Senegal e dal resto dell’Africa
combattevano al fianco dell’esercito francesce. È la
storia di un padre, il senegalese Bakary Diallo (Omar
Sy) e del figlio Thierno (Alassane Diong) costretti
ad affrontare una guerra che metterà a dura prova il loro forte
legame. Un film che racconta un evento storico, poco
conosciuto, che ha segnato molte generazioni
anche in Africa dove interi villaggi furono privati
della loro linfa vitale e allo stesso tempo un film intimista,
un racconto privato ma ‘universale’, sull’amore di un
padre verso suo figlio.
“Io sono tuo
padre è il progetto di una vita. – ha
affermato il regista – Senza riconoscere il nostro
il nostro passato comune, non possiamo andare avanti e creare
insieme una società basata sul rispetto.
Abbiamo cercato di raccontare una storia di un padre
e un figlio, di esseri umani, con tutte le loro emozioni e i
problemi, molti dei quali sono gli stessi di oggi: rapporti con
l’autorità, dominazione, rivolta, ambizione. Lo scopo è riuscire a
trasformare la visione che abbiamo della nostra società. Il film
vuole creare curiosità. Arrivare, spero, a coloro che
sono intrappolati nelle paure. Parlare della bellezza delle diverse
culture, dei modi di vita, delle lingue e della loro accettazione.
Perché questo desiderio di differenza è una
forza”.
“Io sono tuo
padre– aggiunge Omar Sy – racconta la
vita privata degli uomini sullo sfondo della guerra. Una
guerra raccontata dal punto di vista umano. Credo che
questo sia praticamente l’unico modo per raccontarla. Non c’è altro
modo per trasmettere il suo pieno significato, per vedere le sue
orribili conseguenze”.
La trama
1917, Prima Guerra
Mondiale. Il senegalese Bakary Diallo si arruola nell’esercito
francese per raggiungere Thierno, il figlio diciassettenne
reclutato contro la sua volontà. Inviati al fronte, padre e figlio
dovranno affrontare insieme la guerra. Animato dall’ardore del suo
capitano che vuole condurlo nel cuore della battaglia, Thierno
dovrà emanciparsi e diventare un uomo. Ma Bakary farà di tutto per
evitare che suo figlio combatta e per riportarlo a casa
sano e salvo…
La regista di Barbie (leggi qui la nostra recensione),
Greta Gerwig,
ha recentemente ammesso di essere “terrorizzata” all’idea di
dirigere il reboot de Le
cronache di Narnia di Netflix. Durante
un’intervista con Total Film, alla regista è stato
chiesto se la sua interpretazione dei racconti fantasy di
C. S. Lewis sarebbe stata “meravigliosa” quanto la
sua interpretazione delle bambole Barbie della Mattel. “Non lo
so”, ha risposto la Gerwig. “Non ho ancora iniziato a
metterci le mani sopra. Ma ne sono davvero spaventata, il che mi
sembra un buon punto di partenza. Credo che quando ho paura, sia
sempre un buon segno“.
“Forse quando smetto di avere
paura, sarà una cosa del tipo ‘Okay. Forse non dovrei farlo.’ No,
ne sono terrorizzata. È straordinario. E quindi vedremo, non lo
so“. Già alla fine del 2022 circolavano voci secondo cui la
regista aveva firmato con Netflix per l’imminente riavvio di Le Cronache di
Narnia, ma solo di recente è stato confermato che Greta Gerwig
ha effettivamente concluso un accordo con lo streamer per scrivere
e dirigere almeno due film basati sull’acclamata serie fantasy di
Lewis. Ad oggi però ancora non sono state comunicate tempistiche su
quando inizieranno le riprese e quando potranno arrivare i film nel
catalogo.
Netflix aveva firmato un accordo
pluriennale nel 2018 con la The C.S. Lewis Company
per poter sviluppare film e serie televisive basati su tutti e
sette i romanzi di Narnia. “È meraviglioso sapere che
le persone di tutto il mondo non vedono l’ora di vedere di più su
Narnia e che i progressi nella tecnologia di produzione e
distribuzione ci hanno permesso di far riprendere vita alle
avventure di Narnia portandole tutto il mondo“, aveva
dichiarato Douglas Gresham, figliastro di Lewis.
Ad ora sono stati annunciati solo i due film affidati a Greta
Gerwig, ma gli accordi originali prevedevano anche una serie televisiva,
quindi potrebbe esserci altro in serbo per il futuro.
I Marvel Studios hanno diffuso il
trailer ufficiale di The
Marvels, il prossimo film del MCU che riporta in veste di
protagonista Carol Danvers. Questa volta l’eroina, interpretata da
Brie Larson, non sarà sola, ma affiancata da
Kamala Khan e Monica Rambeau, nei panni di Mrs. Marvel e Photon.
The Marvels, la trama
Nel film Marvel StudiosThe
Marvels, Carol Danvers alias Captain Marvel ha recuperato la propria
identità dai tirannici Kree e si è vendicata della Suprema
Intelligenza. Ma a causa di conseguenze impreviste, Carol deve
farsi carico del peso di un universo destabilizzato. Quando i suoi
compiti la portano in un wormhole anomalo collegato a un
rivoluzionario Kree, i suoi poteri si intrecciano con quelli della
sua super fan di Jersey City Kamala Khan, alias Ms. Marvel, e con quelli della nipote
di Carol, il capitano Monica Rambeau, diventata ora un’astronauta
S.A.B.E.R.. Insieme, questo improbabile trio deve fare squadra e
imparare a lavorare in sinergia per salvare l’universo come
“The
Marvels”.
Tutto ciò che sappiamo su The
Marvels
The
Marvels, il sequel del cinecomic Captain
Marvel con protagonista il premio Oscar Brie
Larson che ha incassato 1 miliardo di dollari al
box office mondiale, sarà sceneggiato da Megan McDonnell,
sceneggiatrice dell’acclamata serie WandaVision.
Sfortunatamente, Anna
Boden e Ryan Fleck, registi del
primo film, non torneranno dietro la macchina da presa: il sequel,
infatti, sarà diretto da Nia DaCosta, regista
di Candyman. Nel
cast ci saranno anche Iman Vellani (Ms.
Marvel, che vedremo anche
nell’omonima serie tv in arrivo su Disney+)
e Teyonah Parris (Monica Rambeau, già
apparsa in WandaVision). L’attrice Zawe
Ashton, invece, interpreterà il villain principale, del
quale però non è ancora stata rivelata l’identità.
Nessun dettaglio sulla trama del
sequel è stato rivelato, ma l’ambientazione del film dovrebbe
spostarsi dagli anni ’90 ai giorni nostri.
Naturalmente, Brie
Larson tornerà nei panni di Carol Danvers. Il
sequel di Captain
Marvelarriverà il 10 novembre 2023.
Il regista Christopher
Nolan ha spiegato perché si è astenuto dal mostrare i
bombardamenti nucleari del 1945
su Hiroshima e Nagasaki nel suo film biografico Oppenheimer. Parlando con
IndieWire, Nolan ha infatti
discusso della sua decisione creativa di omettere il tristemente
noto bombardamento durante un evento di proiezione a New York,
affermando che l’intento era quello di ritrarre gli eventi attraverso la prospettiva di
J. Robert Oppenheimer. “Sappiamo molto di
più di quanto ne sapesse Oppenheimer all’epoca“, ha detto Nolan.
“Ha saputo dei bombardamenti di
Hiroshima e Nagasaki alla radio, come tutto il resto del
mondo“. Nolan ha poi ulteriormente difeso la sua decisione di
escludere i bombardamenti atomici sottolineando che Oppenheimer
doveva essere considerato un dramma storico piuttosto che un film
educativo. “Non è un documentario. È un’interpretazione. Questo
è il mio lavoro. Penso che sia un film drammatico narrativo“,
ha continuato. “C’è anche un motivo ricorrente che ha molto a
che fare con lui che chiude gli occhi. Per me, si tratta davvero di
restare nella sua testa“.
Tutto quello che sappiamo sul
film Oppenheimer
Scritto e diretto
daChristopher Nolan,
Oppenheimer è un
thriller storico girato in IMAX che porta il pubblico
nell’avvincente storia paradossale di un uomo enigmatico che deve
rischiare di distruggere il mondo per poterlo salvare. Il film è
interpretato da Cillian
Murphy nel ruolo di J. Robert Oppenheimer e
da Emily
Blunt nel ruolo della moglie, la biologa e
botanica Katherine “Kitty” Oppenheimer. Il premio
Oscar Matt
Damon interpreta il generale Leslie Groves Jr.,
direttore del Progetto Manhattan, e Robert Downey Jr.
interpreta Lewis Strauss, commissario fondatore della Commissione
statunitense per l’energia atomica. La candidata all’Oscar Florence
Pugh interpreta la psichiatra Jean Tatlock,
Benny Safdie interpreta il fisico teorico Edward
Teller, Michael Angarano interpreta Robert Serber
e Josh Hartnett
interpreta il pionieristico scienziato nucleare americano Ernest
Lawrence. Il film è anche interpretato dal vincitore
dell’Oscar Rami
Malek e questo film vede Nolan riunirsi con
l’attore, scrittore e regista otto volte candidato
all’Oscar Kenneth
Branagh. Il cast comprende anche Dane DeHaan
(Valerian e la città dei mille pianeti), Dylan
Arnold (serie Halloween), David Krumholtz
(La ballata di Buster Scruggs), Alden Ehrenreich
(Solo: A Star Wars Story) e
Matthew Modine (Il Cavaliere Oscuro – Il
ritorno).
Il film è tratto dal libro vincitore
del premio Pulitzer American Prometheus: The Triumph and Tragedy of J. Robert
Oppenheimer di Kai Bird e del compianto
Martin J. Sherwin. Il film è prodotto da
Emma Thomas, Charles Roven di
Atlas Entertainment e Christopher Nolan. Oppenheimer è girato sia
in IMAX 65mm che in pellicola di grande formato 65mm che include,
per la prima volta in assoluto, sezioni in fotografia analogica
IMAX in bianco e nero.
Dopo aver incantato il mondo con
film incentrati sul mondo della musica e dello spettacolo come
Whiplash e La La Land, il più giovane
premio Oscar per la regia Damien Chazelle si è
cimentato in un’impresa diversa, particolarmente rischiosa ma
ampiamente riuscita. Si tratta di First Man – Il primo
uomo (qui la recensione), film
biografico incentrato sulla preparazione dell’astronauta
Neil Armstrong in vista della missione che, il 20
luglio del 1969, lo avrebbe portato ad essere il primo uomo a
mettere piede sul suolo lunare. Un film apparentemente diverso dai
suoi precedenti, ma che permette al regista di scavare ancora un
po’ nel complesso animo umano.
First Man – Il primo uomo
non è infatti una canonica biografia, quanto una vera e propria
esplorazione dell’intimità umana, con tutte le sue paure e le sue
ferite. Traendo spunto dall’omonima biografia ufficiale di
Armstrong scritta da James R. Hansen, Chazelle
porta sullo schermo un uomo afflitto dal lutto, presentando un
Armstrong diverso da quello che si è soliti conoscere. Non manca
ovviamente anche una accurata ricostruzione degli eventi, dei
fallimenti e dei successi, presentando in tutto e per tutto la
pericolosità di quei viaggi nello spazio, dove ogni più piccolo
rumore dell’astronave poteva essere sintomo di guai in arrivo.
Presentato in concorso al Festival di Venezia e poi acclamato da
critica e pubblico, First Man – Il primo uomo è uno dei
più bei film biografici visti di recente, capace di unire storia e
umanità con grande delicatezza. Un titolo assolutamente
imperdibile, che intrattiene ed emoziona profondamente. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
First Man – Il primo uomo: la trama del film
Ambientato nel corso degli anni
Sessanta, il film ha per protagonista il pilota della NASA
Neil Armstrong. Personalità taciturna, introversa
ed estremamente riservata, egli nutre grandi ambizioni nel suo
lavoro, non mancando però di impegnarsi ad essere il miglior marito
e padre possibile. La sua vita famigliare, sfortunatamente, viene
colpita dalla prematura morte della figlia, afflitta da un male
incurabile. È questa una ferita che rimane particolarmente profonda
nell’animo di Neil, che nel tentativo di difendersi smette di
parlare della bambina con chiunque, anche con sua moglie
Janet Shearon.
Per sfuggire al dolore, Neil decide
di prendere parte al progetto spaziale che punta a portare l’uomo
sulla luna. La missione si rivela però più complessa del previsto,
portando a numerosi incidenti di percorso particolarmente gravi.
Neil è però determinato ad atterrare sul satellite, mettendosi
continuamente alla prova. Ben presto, la sua diventa non una
missione non per il progresso della comunità quanto per soddisfare
la propria ricerca di redenzione. Consapevole dei rischi a cui va
incontro, egli non mancherà di sfidare tutto e tutti pur di dare un
ultimo personale saluto all’amata figlia.
First Man – Il primo uomo: il cast del film
Ad interpretare l’astronauta Neil
Armstrong vi è l’attore Ryan Gosling, che aveva
già lavorato con Chazelle per La La Land. Per prepararsi
al ruolo, Gosling eseguì un’approfondita ricerca, studiando quanto
più possibile della vita pubblica e privata di Armstrong. Ebbe modo
anche di conoscere i figli e la moglie di lui, apprendendo molte
delle informazioni più private. Ciò gli permise di rappresentare al
meglio il dolore che il personaggio porta con sé, dando vita ad
un’interpretazione giudicata dai familiari come estremamente
accurata. Gosling inoltre ascoltò le musiche che Armstrong sentì
per prepararsi al viaggio e si sottopose anche ad un vero
addestramento per astronauti.
Ad interpretare sua moglie Janet vi
è l’attrice Claire Foy,
celebre per essere stato la protagonista delle prime due stagioni
di The
Crown. Un ruolo per cui anche l’attrice si preparò a
lungo, anche grazie alle numerose conversazioni con la vera Janet.
Vi sono poi gli attori Corey Stoll nei panni
dell’astronauta Buzz Aldrin, secondo uomo a camminare sulla luna, e
Jason Clarke, nel ruolo
di Edward Higgins White, astronauta e vicino di casa di Neil.
Kyle Chandler compare nel ruolo di Deke Slayton,
capo dell’ufficio astronauti, Shea Whigham è
l’astronauta Gus Grissom e Lukas Haas è
l’astronauta Mike Collins. L’attore irlandese Ciaran
Hinds compare infine nei panni di Robert R. Gilruth, primo
direttore del Manned Spacecraft Center della NASA.
First Man – Il primo uomo:
il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film
grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. First Man – Il primo
uomo è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV, Google Play, Apple
TV+ e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 20
luglio alle ore 21:00 su
Iris.
Oltre a titoli di stampo erotico
comeBasic
Instinct ed Elle, il regista
Paul Verhoeven ha nel corso della sua carriera
dato vita ad alcune tra le più celebri pellicole di fantascienza di
sempre, da RoboCop ad Atto di
Forza e fino a Starship Troopers– Fanteria dello spazio. Questo, uscito nel
1997, è stato inizialmente accolto in modo negativo dalla critica e
dal pubblico, salvo venire poi rivalutato nel tempo tanto per il
suo contesto fantascientifico quanto per il modo in cui viene
portato avanti un discorso fortemente critico nei confronti della
società statunitense.
Verhoeven, infatti, ritrae nel film
una società militarizzata e xenofoba, alla continua ricerca di un
nemico da combattere. Questa si pone dunque come una satira della
politica statunitense dell’epoca, al contrario di quanto invece
faceva il romanzo omonimo da cui il film è tratto. Scritto nel 1959
da Robert A. Heinlein, questo è infatti stato più
volte accusato di promuovere l’ideologia fascista e l’uso della
violenza armata. Oggi il film è però ricordato anche per i suoi
effetti speciali, all’epoca particolarmente avanzati, candidati al
premio Oscar.
Starship Troopers si
configura dunque non solo come un film di fantascienza che offre del sano
intrattenimento, ma anche come un’opera capace di far riflettere
sulla brutalità della guerra e delle degenerazioni che questa porta
nell’animo umano. Prima di intraprendere una visione del film,
però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e ai
suoi sequel. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Starship Troopers: la trama del film
Ambientata in un lontano futuro,
dove la razza umana ha iniziato la colonizzazione di nuovi pianeti,
la storia ha inizio nel momento in cui gli esseri umani si
imbattono in una sconosciuta e ostile specie insettoide, chiamata
“Aracnidi”. Johnny Rico, la sua fidanzata
Carmen Ibanez e il loro migliore amico, dotato di
poteri psichici, Carl Jenkins, si arruolano nel
servizio militare Federale per combattere contro l’orripilante
specie. Dopo aver dimostrato grandi doti combattive e abilità di
leadership durante l’addestramento, Rico viene promosso a
caposquadra. La formazione sembra procedere nel migliore dei modi,
finché uno dei suoi sottoposti causa la morte di un altro durante
un’esercitazione.
Retrocesso e punito, Rico decide di
dimettersi, ritenendo che quella vita non sia adatta per lui.
Tuttavia, un attimo prima di lasciare l’accademia, viene informato
che un enorme asteroide lanciato dagli Aracnidi ha colpito Buenos
Aires. L’effetto dell’impatto ha causato la morte dei suoi genitori
e di milioni di altre persone. Il ragazzo annulla le dimissioni e,
seppure reintegrato come soldato semplice, si prepara ad andare in
guerra. La Federazione ha deciso di rispondere all’attacco alieno
con un’invasione di massa nel pianeta degli insetti. La guerra sarà
però molto più dura di quanto la razza umana possa immaginare.
Starship Troopers: il cast del film
Ad interpretare Johnny Rico,
protagonista del film, vi è l’attore Casper Van
Dien, divenuto celebre proprio grazie a questo film. Per
interpretare questo ruolo, l’attore si è dovuto sottoporre ad un
lungo addestramento simile a quello previsto per i militari. Egli è
così non solo stato in grado di entrare nella mentalità del
personaggio, ma anche di sviluppare le capacità fisiche necessarie
per interpretare anche le scene più complesse. Ad oggi Van Dien
considera Starship Troopers il film più bello tra tutti
quelli a cui ha partecipato, ritenendosi estremamente contento del
fatto che i fan continuino ad associarlo al personaggio di Johnny
Rico.
Accanto a lui, nel ruolo di Carmen
Ibanez vi è invece Denise Richards. L’attrice
apprezzò molto il ruolo, specialmente perché le permetteva di dar
vita ad una donna forte, non coinvolta dunque solamente per scene
romantiche. L’attore Neil Patrick
Harris, qui in uno dei suoi primi film e oggi noto per
il ruolo di Barney in How I Met Your Mother, è invece Carl
Jenkins. Completano poi il cast gli attori Dina
Meyer nei panni di Dizzy Flores, Patrick
Muldoon in quelli di Zander Barcalow e Clancy
Brown per il ruolo del sergente istruttore Zim.
I sequel di StarshipTroppers, il trailer e dove vedere il film in streaming e
in TV
Pur se sul momento non ha avuto il
successo sperato, Starship Troopers ha comunque ottenuto
diversi sequel nel corso degli anni, anche se tutti caratterizzati
da registi e un cast diversi, dall’essere stati distribuiti
direttamente per l’home-video e dall’aver goduto di ancor
minor fortuna presso il pubblico e la critica. Il primo sequel
uscito, Starship Troopers 2 – Eroi della federazione, è
del 2004 e pur riprendendo alcune tematiche del titolo precedente
si configura come un prodotto più simile alla serie Alien.
Nel 2008 è invece uscito Starship Trooper 3 – L’arma
segreta, che è invece un sequel più diretto del primo film.
Sono poi stati realizzati due sequel animati, Starship Troopers
– L’invasione (2012) e Starship Troopers – Attacco su
Marte (2017).
È possibile fruire di Seven grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei
cataloghi di Prime Video, Apple
TV+ e Disney+. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
giovedì 20 luglio alle ore 21:10
sul canale Rai Movie.
Negli anni del secondo Dopoguerra,
le bambine si dilettavano in un solo modo: con i bambolotti. Davano
loro da mangiare, li cullavano e portavano nel passeggino. L’unica
proiezione che potevano avere di se da grandi era come madri.
Qualcosa, però, nel sistema non funzionava. Perché dovevano essere
solo quello? Perché non potevano avere qualcosa di più glamour e
divertente con cui passare il tempo? Gli anni Sessanta americani,
come ben sappiamo, pur essendo stati un decennio di grandi
rivoluzioni e assestamenti, sia socio-culturali che politici, in
questo senso non avevano ancora fatto alcun progresso. È in questo
periodo di svolte che si inserisce Ruth Handler, imprenditrice e
cofondatrice della Mattel, la quale sceglie di
contribuire al cambiamento in corso (in tal caso sociale) ideando
Barbie, una bambola adulta che usciva fuori
dagli schemi (anche di pensiero) ritenuti “consoni” per l’epoca,
allora ignara che sarebbe diventata il giocattolo più desiderato e
usato da intere generazioni.
Tutto partì da sua figlia Barbara,
da cui prende il nome il giocattolo, la quale era solita giocare
con sagome di attrici ritagliate dai giornali, manifestando un
bisogno di volersi intrattenere con qualcosa di diverso, che non la
confinasse nel solo ruolo di “madre” come accadeva con i
bambolotti. Handler, grazie a lei, capì così che erano dei
riferimenti al sesso femminili a mancare a quello specifico
mercato, e questa mancanza contribuiva a soffocare l’immaginazione
delle bambine. Tale situazione era però specchio della condizione
sociale della donna che, in quel preciso contesto storico, era
ancora ingabbiata nell’etichetta di moglie e madre, con poche
possibilità lavorative e molta fatica a imporsi nella società.
Le origini di Barbie
Ruth, a quel punto, decise di dare
una scossa a questo concetto estremamente patriarcale e
anacronistico, ponendosi l’obiettivo di introdurre nel mondo dei
giocattoli qualcosa di più sfacciato e inedito per gli usi
dell’epoca. La prima Barbie debuttò nel ’59 e,
seppur all’inizio non fu accolta nel migliore dei modi, riuscì
nell’intento per cui – sotto sotto – era stata realizzata:
diventare un vero e proprio simbolo femminista, un giocattolo
moderno – che poi diventò un mito – volto a rappresentare in primis
la libertà, l’emancipazione e le mille sfumature femminili. Nata
inizialmente bruna con un costume zebrato, Barbie
è stata in seguito soggetta a modifiche, prima di trasformarsi
nella biondissima bambola – riferimento estetico e trasposizione di
sé e dei propri desideri di tutte le bambine del mondo – che oggi
noi conosciamo e amiamo.
Partendo dunque dal significato
insito della Barbie (pur essendo stata oggetto di
mille controversie riguardo l’aver imposto un’idea di perfezione
irraggiungibile), non sembra essere un caso che Greta Gerwig – il cui
percorso artistico e registico si fonda proprio sull’emancipazione
femminile, la ricerca del proprio posto nel mondo e la ribellione
al patriarcato – abbia deciso di continuare tali discorsi (iniziato
con Lady Bird e Piccole Donne), con
Barbie,
offrendo una chiave di lettura originale sulla famosa bambola della
Mattel. La regista, al suo terzo film, alza così l’asticella
drammaturgico/satirica del racconto, compiendo una
riflessione sociologica della nostra realtà,
andando a colpire l’ancora non completamente colmato gap di genere,
i contesti maschilisti e l’imposizione di un canone di bellezza (e
perfezione) inesistente ma preponderante.
Barbie, due facce della stessa
medaglia
Tenendo come saldo riferimento della
narrazione le ragioni per cui è stata creata Barbie, la regista
apre il suo film con la scena (già mostrata nel primo teaser
trailer) che omaggia 2001: Odissea nello
spazio, dove alle bambine costrette a giocare con soli
bambolotti viene introdotta la prima Barbie, il
cui arrivo permette di poter avere accesso ad ogni possibilità fino
a quel momento negata. Comincia allora il film, con la voce
narrante di Helen Mirren
che ci introduce alla rivoluzione portata dalla Barbie, che nel
tempo si è continuamente trasformata includendo sempre nuove
caratteristiche, da quelle estetiche fino al campo delle
professioni. Ecco allora non più solo Barbie stereotipo
(interpretata da Margot Robbie
nel film), ma anche Barbie dottoressa, Barbie presidentessa, Barbie
avvocata, Barbie scienziata, Barbie giornalista, Barbie poetessa,
Barbie premio Nobel e così via, alla scoperta di un campionario
potenzialmente infinito.
L’intento è chiaro: ogni tipologia
di Barbie esistente sembra automaticamente
permettere l’emancipazione di una bambina e donna nel mondo reale.
Ma è davvero così? Questo è quello che credono le Barbie, ma
nonostante le loro buone intenzioni la Gerwig arriva ben presto al
punto del discorso proposto dal suo film: la realtà è tutt’altro
che rosea e ci sono almeno due facce della stessa medaglia. Se da
un lato è indubbio che la Barbie abbia rappresentato – e
rappresenti ancor di più oggi – un tentativo di contributo
all’inclusività e allo sdoganamento di determinati aspetti;
dall’altro ha anche coadiuvato la diffusione di stereotipi,
prevalentemente estetici, che hanno marciato contro quello stesso
progresso di cui la Barbie si fa promotrice.
Nel film tutto ciò è esplicitato nel
momento in cui la protagonista giunge nel mondo reale e si imbatte
in situazioni che fino a quel momento le erano inconcepibili:
sguardi maliziosi, battute lesive della dignità, assenza di donne
in ruoli di rilievo, fino allo scontro con la giovane Sasha
(Ariana Greenblatt), che massacra verbalmente la
protagonista sbattendole in faccia tutti gli aspetti più negativi
portati dalle Barbie nel tempo. La regista spinge dunque la bambola
a fare esperienza delle situazioni tipo con cui ogni bambina o
donna può scontrarsi nel corso della propria vita. C’è la
consapevolezza di non poter offrire una vera e propria soluzione a
queste problematiche, ma aver permesso a Barbie – e agli spettatori
con lei – di conoscere la verità sull’universo (attraverso la
metafora della Birkenstock) rappresenta un già significativo primo
passo verso una presa di consapevolezza imprescindibile.
Uno sguardo al futuro
Il film della Gerwig si svela dunque
essere l’occasione per raccontare la nostra società
contemporanea attraverso un oggetto, la bambola Barbie,
che ha contribuito alla sua formazione tanto nel bene quanto nel
male. Così facendo, la regista compie anche un atto
coraggioso: oltre mette in rilievo il contrasto della Barbie in
quanto bambola e, nello specifico, il suo valore storico legato a
doppio giro alla storia di ogni donna, madre e figlia, si impegna a
sottolineare quanto lavoro nel nostro tessuto sociale e umano ci
sia ancora da fare, nonostante l’evoluzione e il progresso.
E che, se anche una bambola
idealmente “vergine da corruzioni, inganni e pregiudizi” si
modifica una volta entrata a contatto con il mondo vero, significa
che il tempo di cambiare rotta è ora, perché siamo già molto in
ritardo. È davvero questo il nostro presente? E se il presente è
così, come sarà il futuro? Queste sono le domande che emergono e si
enfatizzano nell’universo colorato e scintillante di
Barbie. Allora potrebbe annidarsi qui il
vero senso del film: farci riflettere su ciò che è per farci
immaginare ciò che sarà se non interveniamo adesso. Ricordandoci,
nel frattempo, che niente è perfetto, neanche ciò che sembra tale
(come può essere Barbieland), ma che la perfezione, in realtà, è
l’imperfezione, la quale determina l’unicità di tutti noi.
Prima di Barbie molte altre bambole e giocattoli
hanno preso vita, alcuni sono dolci e coccolosi, altri sono
decisamente terrificanti. Che si tratti di Woody e
Buzz che devono salvarsi a vicenda o di una
bambola posseduta che cerca la sua prossima vittima, l’introduzione
di oggetti ha creato un genere di film con discreto successo.
L’attesa relativa all’uscita di
Barbie indica che questo modo di fare i
film non è andato perduto. In particolare sono 13 i film passati e
attuali che hanno come protagonista una bambola o dei
giocattoli.
La mia amica speciale
Nel 2000 i preadolescenti
impazzirono per Tyra Banks e Lindsay Lohan in La
mia amica speciale. Mentre Casey (Lohan) cerca un
modo per entrare in contatto con la madre defunta, trova un libro
di incantesimi che può aiutarla a tornare in vita. Quando la
ragazza, ossessionata dallo sport, riceve per sbaglio una fashion
doll maniaca dello shopping di nome Eve, le due non vanno
d’accordo. Se gli spettatori non sono colpiti dal dolce legame che
si forma tra le due donne, saranno sicuramente conquistati
dall’interpretazione di “Be a Star” da parte di Eve alla fine del
film.
Annabelle
Nonostante lo sfarzo, il glamour e
il rosa che molte bambole esibiscono, uno dei generi in cui
appaiono in modo così prolifico è l’horror, e pochi riescono a
catturare il terrore allarmante che possono incutere nel pubblico
come Annabelle. Nel film, un medico
regala alla moglie incinta una preziosa bambola vintage per la
cameretta. Da lì, i vicini vengono uccisi, la coppia in attesa
viene attaccata e si verificano attività paranormali. Dopo un
inizio inquietante, la coppia scopre che i demoni usano il pupazzo
di porcellana per reclamare anime. Nonostante l’accoglienza
negativa, non si può negare che il film sia diventato un must
horror e che abbia magistralmente pietrificato il pubblico con la
sola apparizione della bambola.
The Boy
Se qualcuno vuole la pelle d’oca e
l’impossibilità di dormire sonni tranquilli per un bel po’ di
tempo, la visione di The Boy può fare al
caso suo. Greta (Lauren
Cohan) si trova di fronte a qualcosa di più di quello
che si aspettava quando accetta un lavoro da tata all’estero.
Quando incontra i genitori, questi la informano che si occuperà del
loro figlio di nome Brahms. Greta pensa che il lavoro sarà un gioco
da ragazzi, dato che il figlio della coppia è una bambola a
grandezza naturale, ma in breve tempo iniziano a verificarsi strani
eventi, che lasciano Greta a lottare per la sua vita e a scoprire
il mistero. Ci sono spaventi e immagini inquietanti in abbondanza
per far pompare il sangue di tutti gli amanti dell’horror.
Dolls
Il film
horror degli anni ’80 Dolls,
dal titolo appropriato, è solo uno dei film horror che utilizza i
giocattoli dei bambini in questo modo, seguendo un gruppo di
persone che cercano rifugio nella villa di un vecchio costruttore
di pupazzi durante una tempesta, solo per trovare una legione di
bambole possedute che bramano sangue. Si percepisce un apparente
senso di basso budget e ancor meno esperienza dietro la macchina da
presa, e come tale il film ha avuto le sue critiche al momento
dell’uscita. Tuttavia, era pervaso da un’aria di serietà e purezza
di genere che gli conferiva un fascino fuori dagli schemi.
Pupazzi alla riscossa
Un’avventura musicale animata e
divertente, Pupazzi
alla riscossa vanta una storia per bambini di
tutte le età. Basato sull’omonimo peluche, segue un gruppo di
bambole deformi chiamate Uglies che cercano di
liberarsi dalla loro isolata ed eccentrica cittadina
Uglyville e di irrompere nel mondo esterno dove
possono essere amate dai loro stessi bambini. La storia è carina e
stravagante come i personaggi su cui si concentra. Grazie alla sua
vivace e colorata rappresentazione e alle numerose melodie
orecchiabili, il film ricorda agli spettatori di abbracciare le
qualità uniche di noi stessi e degli altri.
Small Solders
Una sorta di guilty pleasure movie
per molti che sono cresciuti negli anni ’90 e nei primi anni del
2000, Small Soldiers è stato di fatto un
Toy Story in carne e ossa con un
tocco di azione anni ’80. Il film segue un adolescente di nome Alan
(Gregory
Smith) che acquista una serie di action figure
dell’esercito programmate con tecnologia militare e dichiara guerra
a un’altra collezione di figurine. Gli effetti visivi del film
erano in realtà piuttosto buoni e sono sorprendentemente validi
anche oggi, soprattutto grazie all’estetica dei giocattoli in
guerra. Siamo ben lontani dal mondo rosa di
Barbie. Tuttavia, il vero motivo per cui
il film funzionava era che non si prendeva mai sul serio e prendeva
in giro le sue stesse premesse per offrire un film d’azione per
bambini pieno di divertimento.
Magic
William Goldman ha notoriamente adattato il
suo stesso romanzo per lo schermo quando ha scritto la
sceneggiatura de La principessa sposa nel 1987, ma aveva fatto la
stessa cosa nove anni prima con il sottovalutato film horror
Magic. Il film segue Corky Withers
(Anthony
Hopkins), un mago fallito il cui nuovo numero da
ventriloquo lo proietta verso la celebrità, ma la personalità del
manichino inizia a manifestarsi nella mente instabile
dell’intrattenitore. Infuso di romanticismo, tensione psicologica,
brividi terrificanti e dramma dei personaggi,
Magic è ricco di contenuti nei suoi 107
minuti di durata. Hopkins è un attore leggendario, che interpreta
sia Corky che la voce della bambola squilibrata.
Saw
Un esempio lampante di quanto
possano essere popolari i film horror con bambole, sono nove i film
della serie Saw. John “Jigsaw” Kramer non vuole solo uccidere le
sue vittime, ma vuole anche giocare con loro a giochi tortuosi che
le portino a riconsiderare il valore della vita o a morire nel
tentativo. Jigsaw viene utilizzato per comunicare
con le persone tenute prigioniere. Che la figura appaia di persona
o su uno schermo, le sue istruzioni sono agghiaccianti. I messaggi
possono provenire da chi li gestisce, ma la bambola emette un suono
elettronico. Il suono inquietante è sufficiente per temere la
bambola quasi quanto la persona che la manovra.
La bambola assassina
Dopo essere sfuggito a un agente di
polizia di Chicago, Charles Lee Ray trasferisce la sua anima in una
bambola parlante e la paura nelle menti degli spettatori di tutto
il mondo. Quando un ragazzino vuole una costosa Good Guy Doll per
il suo compleanno, la madre di Andy si sente fortunata quando ne
trova una che può permettersi. Ben presto si scopre che il prezzo
ridotto non ne vale la pena. Andy viene
costantemente incastrato per gli omicidi della bambola e chi lo
circonda si chiede perché incolpare un oggetto inanimato. Quando
Chucky tenta di rovinare ancora una volta la
vita di Andy trasferendosi nel corpo del ragazzo,
coloro che gli credono riescono a fermarlo. Il film è stato rifatto
nel 2019 con Aubrey Plaza nel ruolo della madre timorosa e
devota.
M3GAN
Nell’era moderna della contesa
sull’intelligenza artificiale,
M3GAN ha montato un’argomentazione piuttosto
convincente contro l’utilizzo di questa tecnologia. Programmato per
essere il migliore amico di un bambino,
M3GAN (Amie
Donald) è progettato per fungere da insegnante,
protettore e compagno di giochi, ma la situazione va fuori
controllo quando la bambola robotica va in tilt con conseguenze
terrificanti. Pur eccellendo come horror con alcune scene davvero
agghiaccianti, il film ha conquistato molti fan e critici per il
suo tentativo di abbracciare un’atmosfera più divertente ed
energica piuttosto che un tono horror semplice e cupo.
M3GAN ha già un sequel in cantiere e ha
avuto un tale impatto sul pubblico che potrebbe diventare un altro
franchise horror in corso.
Barbie
Finalmente
Barbie è arrivata. Il film, che ha
suscitato un grande interesse nella cultura pop, è stato
gradualmente anticipato dalla sua uscita e le prime indicazioni
sono positive. Il film segue Barbie (Margot
Robbie) e Ken (Ryan
Gosling), due abitanti del meraviglioso mondo di
Barbie Land che si ritrovano nel mondo reale. Una delizia estetica
enfatizzata da una regia forte e da interpretazioni perfette da
parte di tutte le persone coinvolte, che permette al pubblico di
godere sia del divertimento sia del commento sociale che lo
sottolinea. Anche se resta da vedere come si posizionerà rispetto
agli altri blockbuster usciti quest’estate, è sicuro che Barbie
sarà uno dei maggiori successi dell’anno.
Coraline
Per molti aspetti,
Coraline ha anticipato
Barbie diventando il film di bambole per
eccellenza: gli spettatori sono rimasti talmente colpiti dalla sua
estetica horror da chiedersi se il film fosse adatto ai bambini.
L’eccentrico e fantasioso film in stop-motion segue una ragazza
solitaria che scopre un mondo alternativo che all’inizio sembra
idilliaco. Quando gli elementi più sinistri della storia iniziano a
emergere, Coraline (Dakota
Fanning) si ritrova a dover lottare per tornare nel
suo mondo. Il film, tanto bello e affascinante dal punto di vista
visivo quanto divertente e spassoso, rimane una miscela impeccabile
di intrattenimento per bambini e fantasia dark che tutti gli
spettatori possono apprezzare.
Toy Story
Come
M3GAN, i giocattoli di Andy farebbero
qualsiasi cosa per il loro padrone. In Toy
Story, molto più leggero rispetto ai precedenti, i
giocattoli rivelano cosa succede in assenza di umani. Quando Woody
e i suoi amici incontrano il nuovo regalo di compleanno, è evidente
che i giocattoli si sentono un po’ minacciati. Buzz
Lightyear ha più gadget di un coltellino svizzero. Alla
fine, tutti collaborano per superare il grande trasloco. Bo Peep (e
la sua pecora), Mr. Potato, Ham, Rex e Slinky si uniscono alle
avventure dei cowboy e degli eroi spaziali. A dimostrazione che i
giocattoli dell’infanzia sono sempre di tendenza, sono stati
realizzati altri tre racconti su Woody e la sua
banda.
Il nuovo trailer di
Gran
Turismo: La storia di un sogno impossibile, il film
Sony Pictures diretto da Neill Blomkamp con
David Harbour e
Orlando Bloom. Tratto dalla celebre saga dei racing
game, il film si ispira alla storia vera di un giovane giocatore di
Gran Turismo, Jann Mardenborough, che, vincendo una serie di gare
competitive del videogioco, riesce a diventare un pilota
professionista nella realtà.
Nel cast oltre a
David Harbour (Stranger Things) e
Orlando Bloom (Il Signore degli Anelli),
Archie Madekwe (I Miserabili) nel ruolo del protagonista,
Darren Barnet (Non ho mai…), Djimon Hounsou (Blood
Diamond – Diamanti di sangue) e Geri Halliwell-Horner
(Spice Girls – Il film). Gran Turismo: La storia di un
sogno impossibile sarà dal 20 settembre solo al cinema
prodotto da Sony Pictures e distribuito da Eagle Pictures.
Nell’ultimo di un lungo elenco di
fallimenti del DCEU, è stato rivelato che lo studio aveva
intenzione di far agire il Batman di Michael Keaton come una specie di Nick Fury di
Samuel L. Jackson, una figura che sarebbe saltata
da un film all’altro, legando insieme la serie.
È innegabile che i due attori
condividano una presenza scenica simile, carismatica e autorevole,
e allo stesso modo i loro rispettivi personaggi fanno in modo che
sia loro compito conoscere gli affari di tutti gli altri,
rendendoli entrambi i migliori per essere onnipresenti, per così
dire. Purtroppo le date di rilascio mescolate, le riprese multiple
e i progetti accantonati hanno mandato a monte i piani dello
studio.
La rivelazione arriva da un nuovo
rapporto di The Hollywood Reporter, che ha
delineato la caotica produzione di Aquaman e il
regno perduto. Il rapporto afferma che l’ex capo dei
DC Studios Walter Hamada aveva deciso che il
personaggio agisse come “un anziano statista che potrebbe
apparire in vari film”, con Keaton che doveva apparire in
Batgirl,Aquaman
2 e The
Flash.
Uno degli scopi del personaggio di
Nick Fury nella Fase 1 del MCU era aiutare a stabilire un
universo condiviso per il pubblico, fungendo da filo conduttore tra
i film per stabilire una continuità cinematografica che era, fino a
quel momento, diversa da qualsiasi cosa fosse venuta prima. Mentre
il DCEU è andato avanti per circa un decennio, la
sua continuità è forse più incerta ora di quanto non sia mai stata
– e ha un disperato bisogno di un collegamento come quello che Fury
ha fornito al MCU. Tuttavia, con James
Gunn e Peter Safran, ora al timone
dei DC Studios, sono pronti a premere il pulsante di ripristino con
l’imminente Superman: Legacy, l’aggiunta di
Michael Keaton come personaggio simile a Fury
sarebbe stata ridondante.
Michael Keaton ha indossato per la prima volta
il mantello di Batman nel film di Tim
Burton del 1989, che lo ha visto affrontare il Joker di
Jack Nicholson. Avrebbe ripreso il ruolo nel
sequel del 1992 Batman Il Ritorno, al fianco di
Michelle Pfeiffer e Danny DeVito
rispettivamente nei panni di Catwoman e Penguino. Sarebbero passati
altri 31 anni prima che Keaton si vestisse ancora una volta come
l’eroe, per tornare in The
Flash.
Dopo il successo di
The Undoing sempre per HBO,
la coppia formata dallo sceneggiatore David E.
Kelley e da Nicole Kidman (qui in veste di produttore
esecutivo) torna a collaborare con una miniserie che possiede molti
punti di contatto con lo show appena citato. Come il
precedenteLove and Death esplora ancora una
volta le pieghe oscure e sanguinose di un tessuto sociale soltanto
in apparenza stabile e armonico. In realtà il germe che conduce
alla disfatta dello stesso nasce proprio dall’istituzione primaria
della civiltà come lo conosciamo, ovvero la famiglia. Ispirata da
una storia vera, la miniserie racconta infatti la storia di Candy
Montgomery, moglie e madre che nel Texas del 1980 assassinò
barbaramente la moglie dell’uomo con cui aveva avuto una relazione
clandestina.
Rispetto a The
Undoing possiamo notare fin dal primo episodio una
definizione molto più precisa di ambientazione e personaggi. Dove
infatti la regista del precedente show Susanne
Bier aveva prediletto la forza della messa in scena
badando meno alla sua veridicità, nel caso di Love and
Death la regista Lesli Linka Glatter
procede in direzione esplicitamente opposta.
Love and Death, la
trama
La piccola e coesa
comunità che volge da teatro della vicenda viene tratteggiata con
minuzia di particolari, al fine di trovare quell’omogeneità di
visione necessaria per rendere ancor più credibili i fatti narrati.
Anche la progressione narrativa di Love and Death
evita quasi programmaticamente di arrivare al cuore del dramma
prediligendo al contrario un tono che spesso scivola nella commedia
di costume. D’altronde l’assurdità della vicenda, dei suoi sviluppi
e della conclusione si prestano perfettamente a un gioco di specchi
che consente alla regista e al cast di lavorare sulle pieghe
grottesche della miniserie con indubbia efficacia. Quello che alla
fine colpisce maggiormente di Love & Death è la pacata, serafica
compostezza con cui sia la comunità che gli stessi protagonisti
vivono il crimine atroce commesso da Candy Montgomery.
La Glatter si concentra
talmente sul voler evitare gli eccessi del melodramma che talvolta
forse pecca in senso opposto, non dotando ovvero lo sviluppo
narrativo della forza emotiva necessaria per dargli la spinta
finale. Le puntate dello show infatti arrivano a intrigare lo
spettatore, a irretirlo con il tono ondivago e leggermente folle
della messa in scena, ma mai del tutto a soggiogarne mente e cuore.
Il che non è chiaramente l’intento dei creatori e della regia, e
ancor meno del cast.
Foto : HBO Max
Elizabeth Olsen,
convincente protagonista
Elizabeth Olsen nel ruolo della Montgomery
offre infatti una prova molto convincente proprio perché
straniante, respingente. Il suo giocare con i lati frivoli di
questa figura femminile, i quali si accompagnano con una forza
d’animo ottusa, bigotta ma inarrestabile, le consente di mettere in
piedi scena dopo scena una performance notevole. Dopo gli anni
passati dentro l’universo Marvel in un ruolo che sembrava
averne definitivamente tarpato le ali artistiche, l’attrice sembra
aver ritrovato una parte di quella forza propositiva che aveva
dimostrato nel film che l’ha lanciata, ovvero il notevole La fuga
di Martha di Sean Durkin. Accanto a lei il sempre
efficace Jesse Plemons quando si tratta di dare
spessore dolceamaro a fuori di uomini senza qualità, a cui si
aggiungono altri caratteristi di sicuro affidamento come
Elizabeth Marvel,Lily
Rabe, Patrick Fugit e un Tom
Pelphrey che sale in cattedra nelle ultime puntate. Sono
questi interpreti il cuore pulsante di Love & Death, il motivo
fondamentale per cui merita una visione attenta e incuriosita.
Ci sono
prodotti televisivi a cui bisogna dare il tempo di “crescere”,
di comporre il proprio mosaico a livello di narrazione e messa in
scena per arrivare a produrre sul pubblico un effetto preciso e
voluto. Love and Death si prende il suo tempo per
farlo, forse anche un po’ troppo, ma è indubbio si tratti di
un’operazione che non va assolutamente incontro al grande pubblico
per ingraziarselo. Neppure vuole scuoterlo con eccessivi momenti ad
effetto o figure in chiaroscuro. Al contrario questa miniserie
preferisce insinuare con pazienza e lucidità un senso di disagio
che a tratti arriva a farci sorridere a denti stretti. Una qualità
che non dovrebbe mai essere sottovalutata.
Manodopera (Interdit
Aux Chiens Et Aux Italiens), lungometraggio d’animazione
scritto e diretto da Alain
Ughetto vincitore di numerosi premi, fra cui
Miglior Film di Animazione agli
European Film Awards 2022 e Premio della Giuria al Festival
International du Film d’Animation di Annecy 2022, presentato per la
prima volta alla 75° edizione del Locarno Film Festival e scelto
come film di chiusura del 40° Torino Film Festival, arriva nelle
sale italiane il 31 agosto distribuito
da Lucky Red. Una coproduzione internazionale
– sostenuta, tra gli altri, da Film Commission Torino Piemonte –
Piemonte Doc Film Fund, Ministero della Cultura – Direzione
Generale Cinema e Audiovisivo, Eurimages – che testimonia una
storia personale nel contesto dei grandi movimenti migratori dei
primi del ‘900. L’animazione in stop-motion si muove sulle musiche
originali del compositore, pianista, direttore d’orchestra e Premio
Oscar Nicola Piovani.
Manodopera, la trama
Piemonte, inizi del ‘900. La
speranza di una vita migliore spinge Luigi Ughetto e sua moglie
Cesira a varcare le Alpi e a trasferirsi con tutta la famiglia in
Francia. Il regista Alain Ughetto ripercorre la sua storia
familiare in un dialogo immaginario con la nonna. L’animazione in
stop-motion ripercorre la vita sofferta e romanzesca degli emigrati
italiani mettendo in scena un racconto fresco e poetico.
Ad inaugurare il Torino Film Festival venerdì 24 novembre, nel
segno del successo dell’edizione precedente, sarà una serata di
apertura nella prestigiosa cornice della Reggia di Venaria
trasmessa in diretta su Rai Radio 3 a partire dalle ore 19.00
nell’ambito del programma Hollywood Party. Una serata che unisce la
vocazione pop del festival allo spirito di ricerca che da sempre
contraddistingue la manifestazione, alla presenza di grandi ospiti
del mondo del cinema e dello spettacolo.
Dopo l’inaugurazione, sabato 25
novembre sarà presentato il primo film Fuori Concorso del TFF,
Un anno difficile, la nuova irresistibile
commedia dei registi di Quasi amici Olivier Nakache e Éric
Toledano, con Pio Marmaï, Jonathan Cohen e Noémie Merlant. Albert e
Bruno, due simpatici imbroglioni sempre al verde, nel tentativo di
scroccare un aperitivo si trovano coinvolti nelle attività di un
gruppo di eco-attivisti. Tra inganni, maldestri sotterfugi e
bislacche azioni di protesta, per i due amici sarà forse
l’occasione di redimersi e rimettere ordine nelle proprie vite. Il
film uscirà in Italia per I Wonder Pictures in collaborazione con
Unipol Biografilm Collection.
Madrina della 41ma edizione del TFF
sarà Catrinel Marlon, attrice ed ex modella con un
passato da atleta, nata in Romania e poi trasferitasi in Italia.
Dopo i suoi ruoli nel mondo del cinema e delle serie tv, tra cui
Tutti per uno – Uno per tutti di Giovanni Veronesi, La
Gomera di Corneliu Porombou e Loro chi? di Francesco
Miccichè e Fabio Bonifacci, Cartinel Marlon è recentemente passata
dietro la macchina con Girasoli, film d’esordio ispirato
ad una storia vera che ha toccato da vicino la regista e i suoi
familiari, scritto dalla stessa Marlon con Francesca Nozzolillo e
Heidrun Schleef e interpretato tra gli altri da Gaia Girace e
Monica Guerritore.
Tra gli appuntamenti del 41° Torino
Film Festival ci sarà anche una retrospettiva dedicata a
Sergio Citti, in occasione del novantesimo anno dalla
nascita, realizzata in collaborazione con il Centro Sperimentale di
Cinematografia – Cineteca Nazionale. Un omaggio ad un maestro che
nella sua cinematografia ha fatto coesistere popolarità e ricerca,
come da sempre fa il Torino Film Festival.
La retrospettiva, curata da Stefano
Boni, Grazia Paganelli, Matteo Pollone e Caterina Taricano sarà
accompagnata da un convegno e da un volume edito dal Centro
Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale curato da
Matteo Pollone e Caterina Taricano.
La 20th Century
Studios ha diffuso il trailer e il poster di
Assassinio
a Venezia, il nuovo film diretto e interpretato da
Kenneth Branagh
nonché suo terzo lungometraggio dedicato al detective
Hercule Poirot dopo Assassinio sull’Orient
Express e Assassinio sul Nilo. Questo
inquietante nuovo thriller soprannaturale è ora basato sul romanzo
“Hallowe’en Party” di Agatha Christie ha
una data d’uscita nelle sale attualmente fissata al il 15
settembre 2023.
Per quanto riguarda la trama,
Assassinio
a Venezia è ambientato nella misteriosa Venezia
del secondo dopoguerra alla vigilia di Ognissanti, dove Hercule
Poirot, ormai in pensione e vivendo in un esilio autoimposto nella
città più affascinante del mondo, partecipa con riluttanza a una
seduta spiritica in un palazzo fatiscente e infestato. Quando uno
degli ospiti viene assassinato, il detective viene catapultato in
un sinistro mondo di ombre e segreti, costretto nuovamente a dover
risolvere il caso prima che qualcos altro di spiacevole possa
accadere.
Il film, come già riportato, è
diretto da Kenneth Branagh con una sceneggiatura del
candidato all’Oscar Michael Green
(Logan). I produttori sono Kenneth Branagh, Judy
Hofflund, Ridley Scott e Simon
Kinberg, con Louise Killin, James
Prichard e Mark Gordon come produttori
esecutivi. Un brillante ensemble interpreta un cast di personaggi
indimenticabili, tra cui Kenneth Branagh, Kyle Allen
(Rosaline), Camille Cottin (Call My
Agent), Jamie Dornan
(Belfast), Tina Fey (30 Rock),
Jude Hill (Belfast), Ali
Khan (6 Underground), Emma Laird
(Mayor of Kingstown), Kelly Reilly
(Yellowstone), Riccardo
Scamarcio (L’ombra di Caravaggio) e la
recente vincitrice dell’Oscar Michelle Yeoh
(Everything Everywhere All at Once).
Nonostante il terremoto che ha
scosso le stanze della Warner Bros, sembra che
Aquaman e il
regno perduto sia sopravvissuto allo
scossone e che uscirà comunque a fine di quest’anno, non senza una
o due modifiche significative per far rientrare il film dentro a un
nuovo canone.
Secondo un nuovo rapporto di
THR uno dei cambiamenti più recenti al film diretto da
James Wan è stato quello di annullare
completamente la partecipazione del Batman di Ben
Affleck al film.
L’Hollywood Reporter rivela che,
secondo le fonti, sono in corso dei cambiamenti in Aquaman e il
regno perduto– che ha
appena terminato il suo enorme
terzo round di riprese – perché il film deve riflettere lo
stato in continua evoluzione dell’Universo DC. Nel caso di Batman,
sia Affleck che Michael Keaton hanno preso parte e
ad un certo punto hanno filmato delle scene. Inizialmente, l’ex
capo della DC Films Walter Hamada voleva che il
Batman di Keaton fosse una presenza di tipo Nick Fury nel
franchise, che transitava tra i film, diventando una sorta di
mentore per altri supereroi, ma l’idea è stata poi definitivamente
bocciata quando lo studio ha annullato Batgirl.
Dopo che The
Flash non è riuscito a incassare bene al botteghino
globale anche con più Uomini Pipistrello al suo interno, sembra che
l’ordine del giorno sia rendere Aquaman e il Regno
Perduto completamente privo di Batman. Le fonti
spiegano che il motivo alla base di questa decisione è che i nuovi
capi della DC James
Gunn e Peter Safran vogliono evitare
di presentare un universo condiviso prima che prenda completamente
forma, che è stato uno dei più grandi errori che il
DC
Extended Universe ha commesso in passato. Le fonti
hanno anche riferito che c’è una maggiore tendenza a rendere il
film con
Jason Momoa il più autonomo possibile, in modo da
tagliare qualsiasi riferimento a un universo condiviso che ormai
non esiste più in quella forma.
Jason Momoa è atteso di nuovo nei panni dell’eroe in
Aquaman e il
regno perduto, sequel del film che ha rilanciato
in positivo le sorti dell’universo cinematografico DC. In questo
seguito, diretto ancora una volta da James
Wan (Insidious, The Conjuring), torneranno
anche Patrick
Wilson nei panni di Ocean Master, Amber
Heard, nei panni di Mera, Dolph Lundgren che sarà ancora una volta
Re Nereus, il padre di Mera, e ancora Yahya
Abdul-Mateen II nei panni di Black Manta,
che abbiamo visto riapparire nella scena post-credit del primo
film.David Leslie Johnson-McGoldrick,
collaboratore ricorrente di Wan, scriverà la
sceneggiatura del film, mentre il regista e Peter
Safran saranno co-produttori.
In occasione dell’uscita in sala
di Rheingold, il nuovo film di genere drammatico del
2022, diretto da Fatih Akin, con Emilio
Sakraya e Kardo Razzazi, Cinefilos.it offre la possibilità ai suoi lettori di
assistere gratuitamente al film.Rheingold esce al cinema il 27 luglio 2023, distribuito da
I Wonder Pictures.
Di seguito gli orari e i cinema di Roma e
Milano che partecipano all’evento durante il quale il film
verrà introdotto da Frankie hi-nrg mc.
Per prenotare il tuo invito
gratuito valido per 2 ingressi clicca qui (link) riceverai una e-mail di conferma invito fino
ad esaurimento posti.
Rheingold, la trama
Rheingold, è ambientato nel 2010 in Iraq e
racconta la storia di tre uomini, che dopo essere stati caricati su
di un camion, vengono portati in carcere, dove subiscono torture
brutali. I tre erano ricercati per aver compiuto il furto di un
carico d’oro in Germania.
Uno di loro, Giwar Hajabi noto
come Xatar (Emilio
Sakraya), ricorda come ha trascorso l’infanzia da curdo a
confine con l’Iraq e il successivo arresto dei genitori musicisti.
Una giovinezza vissuta tra Parigi, Bonn e Londra, durante la quale
è passato da piccolo criminale a grande spacciatore. Eppure, questi
duri anni non hanno mai scalfito la sua passione per la musica, in
particolare per il rap.
La vita condotta
tra illegalità, narcotraffico, amore ed emarginazione lo hanno
portato a compiere il furto d’oro per pagare i suoi debiti con il
cartello, dopo che un carico di droga è scomparso. Ma la storia di
Xatar non finisce qui, non dentro una prigione irachena…
Dall’inferno di una prigione irachena, a metà degli anni
Ottanta Giwar Hajabi arriva in Germania con la sua famiglia e
approda in fondo al mondo. In poco tempo, passa da piccolo
criminale a grande spacciatore, guadagnandosi il soprannome Xatar
(“pericoloso”). Fino a quando non perde un prezioso carico di
droga. Per saldare i suoi debiti con il cartello, Giwar progetta
così un leggendario furto d’oro…Il pluripremiato regista Fatih Akin
racconta la sensazionale storia vera del rapper curdo Xatar – dalla
guerra, al ghetto, fino alle vette della musica mondiale – in
un’opera travolgente che mescola film biografico, romanzo di
formazione e heist comedy, tra Romanzo
Criminale e il miglior Guy Ritchie. Con i testi delle
canzoni adattati da Frankie hi-nrg mc.
Nicolas Pariser
torna al cinema con il suo terzo lungometraggio, Il Mistero
del Profumo Verde (Le parfum vert), dopo
Le grand jeu (vincitore del Prix Louis-Delluc per
la migliore opera prima) e Alice et le maire, che
ha vinto il Label Europa Cinémas alla Quinzaine
des Réalisateurs e il César per la migliore
attrice per Anaïs Demoustier.
Passato ancora una volta per la
Quinzaine des Réalisateurs del 2022, il film è un omaggio
talmente ispirato al mondo dei fumetti di Hergé da
sembrare un adattamento. Ma non è nulla di tutto ciò, poiché questa
commedia spionistica ha avuto origine direttamente dalla mente del
regista, incrociando come vettori ispiratori gli albi di
Tintin e i film di Hitchcock.
Il Mistero del Profumo Verde, la
trama: intrigo internazionale
Dopo la morte (per avvelenamento) di
un attore nel bel mezzo di una rappresentazione teatrale della
Comédie-Française, l’attore Martin Rémi (Lacoste)
– che ha sentito le ultime parole del morto – viene seguito e
rapito da mafiosi che lo portano in un maniero isolato a
Rambouillet. Qui incontra un misterioso criminale che si perde a
parlare di una apparente e rinnovata politicizzazione della
gioventù, prima di liberarlo definitivamente nelle prime ore del
mattino dopo avergli somministrato un tranquillante. Una volta
tornato a Parigi, completamente confuso rispetto a ciò che gli è
accaduto nelle ultime ore, si reca in una libreria specializzata in
fumetti, avendo dedotto che il suo rapitore deve essere un
collezionista.
È lì che incontra Claire
Cahan (Kiberlain), un’autrice di fumetti in piena crisi
familiare, che decide di accompagnarlo nella sua ricerca di
risposte per sfuggire alle proprie preoccupazioni. Ricercato dalla
polizia e involontariamente coinvolto in un’operazione
internazionale, ma determinato a trovare Hartz (il
suo rapitore, capo dell’organizzazione Le Parfum Vert),
Martin si reca a Bruxelles con la sua nuova complice. Senza
comprendere realmente i dettagli di questa vasta macchinazione, i
due vengono infine catturati dai servizi segreti francesi, in
questo continuo inseguimento tra gatto e topo.
Tra dolce follia e (troppa) seriosità
Fortemente influenzato dai primi
fumetti di Hergé e dalla fase inglese del cinema
di Alfred Hitchcock, con Il Mistero del
Profumo Verde il regista ha voluto recuperare lo spirito
di questi due mondi, ancorandoli però al XXI secolo, attraverso una
cornice da commedia poliziesca e spionistica. La sceneggiatura,
scritta da lui stesso, è ricca di originalità e mistero: un
enigmatico omicidio alla Comédie-Française dà inizio a una caccia
all’uomo internazionale, da Bruxelles a Budapest.
Il Mistero del Profumo
Verde è indubbiamente un film affascinante, anche se non
riesce a convincere del tutto. Manca un vero equilibrio tra cinema
d’autore referenziale e narrazione efficace, obiettivo raggiunto da
Truffaut con Finalmente domenica! e
da PascalThomas con Due per
un delitto, due modelli di commedia poliziesca francese basati
su una coppia di dilettanti che conduce le indagini.
Nicolas Pariser immerge inizialmente lo spettatore
in un’adorabile e dolce follia, dove le risate e la meraviglia sono
potenzialmente ad ogni angolo. Ma l’iperterrita intenzione di
rendere ogni svolta di trama seriosa, ostacola purtroppo quella che
aveva tutte le carte in regola per essere una commedia
brillante.
Investigatori agli antipodi
La piacevole energia trasmessa dal
duo di investigatori formato da Vincent Lacoste/
Sandrine Kiberlain, che abbraccia pienamente i
codici del genere, è sicuramente uno degli aspetti più appaganti
del film. Purtroppo, man mano che la storia si dipana e il regista
si allontana dal suo incipit stravagante, il ritmo inizia ad
ingannarci e a disperdere la nostra attenzione, complice una trama
traballante che non riesce a decidere tra la sottotrama
sull’antisemitismo in Europa, il thriller spionistico e la commedia
sentimentale.
Sia da soli che in coppia, le loro
silhouette e le loro voci – spesso avvolte dal fascino di dialoghi
deliziosi – sono ideali per rappresentare questi due personaggi
fuori dal mondo. Lo spettatore si affeziona a loro fin dall’inizio
e li seguono man mano che procedono nell’indagine e scoprono la
grave cospirazione che minaccia il mondo, tratteggiando un racconto
che diventa principalmente un giallo, con una frase in codice che
potrebbe essere la chiave per risolverlo.
Il “profumo verde” in questione è un
misterioso strumento informatico che non è altro che un MacGuffin,
un pretesto per organizzare un lungo inseguimento in cui i nostri
due protagonisti giocano al gatto e al topo con i loro inseguitori.
Ma, poiché sia Martin che Claire
non hanno nulla da perdere, diventano ben presto i cacciatori
piuttosto che le prede, con un’ingenua incompetenza che diverte
molto e che sminuisce volutamente la posta in gioco: una svolta
interessantissima, forse la vera chiave che avrebbe svoltato il
film, qualora avesse deciso di proseguire sulla strada della
commedia quasi surreale.
Il pubblico ha accolto con grande la
data di uscita condivisa di Barbie e Oppenheimer, creando poster e
magliette celebrando il crossover tra due film di genere molto
diverso. Questo accade oltreoceano perché in Italia si dovrà
aspettare ancora un altro mese per l’uscita del film di Christopher Nolan.
Questo evento non è il solo: nel
corso degli anni sono stati proiettati altri film nello stesso
giorno, di generi molto diversi tra loro, che sono stati una ottima
campagna di marketing per gli studi cinematografici concorrenti per
attirare un pubblico diverso.
Non solo Barbie vs
Oppenheimer: Blade Runner e La cosa
Blade
Runner e
La Cosa si affrontarono il 25 giugno 1982, quando
entrambi i film uscirono al botteghino estivo. Oggi gli
appassionati di fantascienza considerano entrambi i film come dei
classici, ma nel 1982 nessuno dei due ebbe risultati
particolarmente positivi dal punto di vista finanziario.
Blade Runner incassò oltre 41 milioni
di dollari in tutto il mondo, poco più del doppio dei 19 milioni di
dollari incassati da La cosa, risultando il vincitore dei
due film al botteghino. In seguito, il regista Ridley Scott realizzò una versione del film
che modificava alcuni aspetti della versione teatrale di Blade Runner, di cui Scott era
probabilmente più soddisfatto rispetto al film che il pubblico vide
nel 1982.
Batman e Tesoro, mi si sono ristretti i
ragazzi
Batman
e Tesoro, mi si sono
ristretti i ragazzi uscirono il 23 giugno
1989. Il Batman di Tim Burton ebbe indubbiamente più successo: il
film guadagnò 40 milioni di dollari nel primo fine settimana,
ripagando il budget di 35 milioni di dollari e non solo. Il
vigilante col mantello raggiunse i 411 milioni di dollari in tutto
il mondo, mentre il secondo ne guadagnò solo 222 milioni.
È difficile trovare una concorrenza
più agguerrita di uno dei personaggi dei fumetti più popolari di
tutti i tempi, soprattutto se il Batman
di Tim Burton è ancora oggi valido sotto molti
aspetti. Burton era anche reduce dal successo di
Beetlejuice, uscito un anno prima nel
1988, che senza dubbio ha contribuito a spingere le vendite di
Batman.
Jumanji e
Heat
Jumanji
e Heat sono usciti il 15 dicembre 1995.
Entrambi i film hanno visto la partecipazione di attori di fama,
con Robert Williams protagonista di Jumanji e Robert De Niro e Al Pacino
protagonisti di Heat. Tuttavia,
Jumanji vinse quel particolare weekend,
incassando 262 milioni di dollari in tutto il mondo, mentre
Heat ne incassò 87 milioni.
Come
Barbie e Oppenheimer, i due film sono molto
diversi: uno è un’avventura fantasy, l’altro un dramma poliziesco.
Heat avrebbe compiuto un’impresa
incredibile se avesse battuto Jumanji al
botteghino, dal momento che i film vietati ai minori non tendono a
fare altrettanto bene dal punto di vista finanziario rispetto ai
film vietati ai minori come Jumanji.
Ghostbusters e
Gremlins
È stata una battaglia al
botteghino tra fantasmi e gremlins, quando i due film sono usciti
l’8 giugno 1984. Fortunatamente per Ghostbusters, sembra che nessuno abbia dato da
mangiare a Gremlins dopo la mezzanotte, dato che il primo
ha incassato più di 296 milioni di dollari in tutto il mondo,
mentre il secondo ne ha guadagnati solo 153 milioni.
Vedere questi due film come doppio
spettacolo sarebbe stato emozionante per qualsiasi fan dell’horror,
ma la scelta di quale vedere per primo è stata abbastanza difficile
da rendere i loro weekend di apertura una competizione molto più
serrata. Gremlins ha incassato 12,5
milioni di dollari nel suo weekend di apertura, mentre
Ghostbusters ha vinto solo per poco,
guadagnando 13,5 milioni di dollari.
Balle spaziali e
Full Metal Jacket
Balle
spaziali e Full Metal Jacket sono usciti il 26
giugno 1987. In pieno spirito Barbie vs
Oppenheimer, i due film non
potrebbero essere più diversi: Balle
spaziali è una parodia di Guerre
stellari, mentre Full Metal Jacket è un dramma bellico che si
svolge durante la guerra del Vietnam. Sebbene nessuno dei due film
abbia avuto un grande successo, Full Metal
Jacket ha incassato 46 milioni di dollari in tutto il
mondo, battendo Balle spaziali, che ha guadagnato solo 38 milioni
di dollari.
La reputazione di Stanley Kubrick e il suo seguito di culto per
i suoi film precedenti, come 2001: Odissea nello
spazio,Shining e
Arancia meccanica, potrebbero aver
contribuito a far sì che Full Metal Jacket avesse più successo di
Balle spaziali al botteghino.
Toy Story e
Casino
Toy
Story e Casino sono usciti il 22 novembre 1995.
Mentre il film di Martin Scorsese Casino segnava il ritorno del
regista al mondo dei mafiosi nel suo tipico stile drammatico,
purtroppo non c’era concorrenza. Toy
Story ha guadagnato 29 milioni di dollari nel suo
weekend di apertura, più del doppio dei 9 milioni di dollari
incassati da Casino, mentre Buzz
Lightyear volava verso l’infinito e oltre con un incasso mondiale
di 394 milioni di dollari.
Casino non
fu affatto un fallimento finanziario, incassando oltre 116 milioni
di dollari, ma la concorrenza era troppo forte. Ancora oggi,
sebbene l’animazione di Toy Story possa
essere superata, si tratta di un classico della Pixar che ha creato
un intero franchise.
Django Unchained e Les
Misérables
Django
Unchained e Les Misérables sono usciti il 25
dicembre 2012. Potendo scegliere tra le due uscite del giorno di
Natale, il pubblico ha ritenuto che Django
Unchained fosse il modo migliore per trascorrere
le feste. Django Unchained ha incassato 30 milioni di dollari
all’esordio, mentre Les Misérables non è
stato molto lontano, incassando 27 milioni di dollari.
Tuttavia, i due film rappresentano
una situazione unica in cui il film che ha guadagnato di più
all’esordio non ha ottenuto l’incasso mondiale più alto durante
l’intera programmazione nelle sale. Django
Unchained ha incassato 425 milioni di dollari in
tutto il mondo, battuto dai 442 milioni di dollari di Les Misérables.
The Matrix e
10 cose che odio di
te
Matrix
e 10 cose che odio di te sono usciti il
31 marzo 1999 e anche questa battaglia vede scontrarsi due film di
genere molto diverso come Barbie e
Oppenheimer. In una battaglia tra
commedia romantica e azione, Neo è stato davvero
The One, poiché Matrix ha guadagnato più
di otto volte quello che ha guadagnato 10 cose che odio
di te.Matrix ha incassato
467 milioni di dollari in tutto il mondo, mentre 10 cose che odio
di te ne ha guadagnati solo 53 milioni.
I due film sono paragonabili solo
per la data di uscita comune: sotto ogni altro aspetto, Matrix è stato il chiaro vincitore
del successo al botteghino. Il film è diventato un classico del
genere, con coreografie di combattimento così buone che alcuni
sostengono che Matrix Resurrections del 2021 abbia scene d’azione
peggiori della trilogia originale di Matrix.
Elf e Love
Actually
Elf
e Love Actually sono usciti il 3
novembre 2003. I film hanno offerto un’ampia varietà di
intrattenimento natalizio, dalla commedia di Will Ferrell nei panni dell’elfo Buddy al
romanticismo e al dramma di Love Actually. Elf ha avuto un weekend di apertura
maggiore, incassando 32 milioni di dollari, mentre Love Actually ha guadagnato poco meno
di 7 milioni di dollari.
Love Actually ha incassato un totale
di 247 milioni di dollari in tutto il mondo, mentre
Elf ha guadagnato solo 227 milioni di
dollari. Gli incassi internazionali hanno portato Love Actually al successo,
rappresentando più della metà dei suoi incassi totali.
Prima di Barbie: Il
cavaliere oscuro e Mamma Mia!
Il
Cavaliere Oscuro e Mamma Mia! sono usciti il 18 luglio
2008. Questo binomio dimostra che Christopher Nolan ha già combattuto la
battaglia tra Barbie e Oppenheimer, e 15 anni fa Nolan è
stato il vincitore. Il Cavaliere Oscuro ha guadagnato
oltre 1 miliardo di dollari in tutto il mondo, anche se Mamma Mia! ha comunque ottenuto il
suo successo finanziario incassando 694 milioni di dollari.
Nel 2008, Nolan ha avuto il
vantaggio di distribuire un film con una proprietà intellettuale
consolidata, un vantaggio che Greta Gerwig ha ora nel weekend di apertura di
Barbie e Oppenheimer. Come in questa battaglia
del 2008, però, Hollywood potrebbe scoprire che entrambi i film
ottengono comunque successo nei rispettivi mercati, soprattutto con
il numero di doppi film che il pubblico ha in programma, senza
dover scegliere tra due grandi registi.
L’attore Chadwick
Boseman è meglio noto per il ruolo di T’Challa, alias
Black Panther, all’interno del Marvel Cinematic Universe. Nel
corso della sua carriera, però, egli ha recitato anche in diversi
altri film come Get on Up – La storia di James Brown, Ma Rainey’s Black Bottom e
City of Crime (qui la recensione).
Quest’ultimo, uscito nel 2019, è un puro thriller poliziesco ricco
di tutti i migliori elementi del genere. Diretto da Brian
Kirk (noto per aver diretto serie come I Tudors e
Il Trono di
Spade), il film vede Boseman nei panni di un detective
pronto a tutto pur di fare giustizia.
Si tratta di una delle ultime
interpretazioni del compianto attore, prematuramente scomparso nel
2020 dopo una lunga battaglia contro la malattia. Con questo cupo
film, Boseman ha dimostrato doti drammatiche particolarmente
valide, che lo confermano come un attore particolarmente capace e
adatto ad ogni tipologia di ruolo. Gli sceneggiatori Adam
Mervis e Matthew Michael Carnahan hanno
raccontato di essersi ispirati ai principali film di questo genere
per costruire il loro racconto, dando vita ad una forsennata caccia
agli assassini resa ancor più coinvolgente interpretazione del
protagonista.
Con il titolo originale di 21
Bridges, in riferimento agli accessi presenti per entrare a
Manhattan, il film è dunque un’opera da non perdere, tanto per gli
amanti del genere quanto per i fan di Boseman. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
City of Crime: la trama del film
Protagonista del film è il detective
della polizia di New York Andre Davis, il quale
viene convocato per dar vita ad una frenetica caccia all’uomo a
Manhattan. Egli deve infatti porsi sulle tracce di una coppia di
rapinatori ed ex veterani di guerra, Michael
Trujillo e Ray Jackson, che hanno ucciso
ben otto poliziotti durante una rapina. I due criminali avevano
infatti deciso di attuare un furto di cocaina, ma l’impresa si era
poi rivela più complicata del previsto e con l’arrivo degli agenti
il fuoco è stato aperto senza pietà contro di questi. Per evitare
che i due possano sfuggirgli e lasciare Manhattan, Davis fa una
richiesta molto particolare.
Insieme al partner Frankie
Burns e al capitano della polizia
McKenna, egli decide di far chiudere tutti i 21
ponti della città, di fatto lasciandosenza di fuga i due killer. La
frenetica caccia all’uomo, però, si dovrà necessariamente
concludere in un’unica notte, poicbé alle 5 del mattino i ponti
dovrano necessariamente essere riaperti. Prima che i due criminali
riescano a fuggire con nuove identità, Davis e Burns dovranno
dunque individuare i due killer, rendendosi però ben presto conto
di come questi non siano che una parte di una più cospirazione più
grande, la quale sembra ricadere proprio su di loro.
City of Crime: il cast del
film
Come anticipato, ad interpretare il
detective Andre Davis vi è l’attore Chadwick
Boseman. L’attore è venuto a conoscenza del progetto
durante una premier di Avengers: Infinity War.
I due registi Anthony e Joe Russo
gli proposero il film, ritenendolo perfetto per la parte. Boseman
ne rimase da subito affascinato, decidendo anche di svolgere il
ruolo di produttore per questo. Originariamente, Boseman aveva
inoltre dato la propria disponibilità anche per realizzare un
sequel, il quale lo avrebbe nuovamente visto come produttore e
interprete. Il risultato poco soddisfacente al box office di
City of Crime e la sua scomparsa hanno però cancellato
ogni piano a riguardo.
Accanto a lui, nel ruolo dell’agente
Frankie Burns vi è l’attrice Sienna Miller.
Questa ha raccontato di come Boseman le abbia donato parte del suo
salario per compensare alla disuguaglianza di compenso dato loro.
L’attore premio Oscar J. K. Simmons è
invece il capitano della polizia Matt McKenna. Sono poi presenti
gli attori Taylor Kitsch
nel ruolo del criminale Ray Jackson e Stephan
James in quelli di Michael Trujillo. Quest’ultimo attore è
meglio noto per aver interpretato Jesse Owens nel film Race. Completano poi il
cast Keith David nei panni del capitano Spencer,
Alexander Siddig in quelli di Adi e
Victoria Cartagena nel ruolo del sergente Yolanda
Bell.
City of Crime: il trailer
e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
City of Crime grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
mercoledì 19 luglio alle ore
23:40 sul canale Rai 3.
Uno dei più apprezzati thriller del 2020 è anche uno
dei meno generalmente noti. Si tratta di
Alone, film mai distribuito in Italia e
passato in sordina per via della pandemia da Covid-19. Diretto da
John Hyams, è questo un remake del film
svedeseFörsvunnen (2011)
diretto da Mattias Olsson (anche sceneggiatore di
questa nuova versione statunitense) ed Henrik JP
Åkesson. A rendere interessante Alone è il suo
mescolare il minimalismo della sua storia ad una costruzione della
tensione particolarmente solida. Il risultato è un film che con
poco riesce ad incutere profonda tensione nello spettatore.
Il merito è però anche di una
location selvaggia e oscura da cui possono emergere pericoli ad
ogni momento. La maggior parte del film si svolge infatti in una
foresta, luogo ideale per descrivere ulteriormente lo smarrimento
vissuto dalla protagonista. Alone può infatti essere
interpretato come il bisogno della protagonista di ritrovare la
strada in seguito ad una profonda crisi personale. Nel corso di
questa ricerca, deve imparare a fare i conti con la propria
solitudine e il suo doversi salvare solamente grazie alle proprie
forze. Tutto dunque mira a portare avanti questa tematica, in modo
particolarmente ben congeniato.
Per tutti gli appassionati del
genere, Alone è dunque un film da recuperare, che oltre a
profondi brividi regala anche emozioni di fondo particolarmente
valide. Attenzione però a non confonderlo con un altro film dallo
stesso titolo uscito nello stesso anno, incentrato però su
un’apocalisse zombie. Prima di intraprendere una visione del
thriller, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
La trama di Alone
Il film racconta la storia di
Jessica, rimasta da poco vedova, che decide di
lasciare la città di Portland e trasferirsi altrove nel disperato
tentativo di far fronte al dolore dovuto alla sua perdita.
Desiderosa d’iniziare una nuova vita, la giovane si mette dunque in
macchina e inizia il suo viaggio, ma lungo i boschi del nord-ovest
americano qualcosa interrompe il suo cammino: finisce infatti nel
mirino di uno strano individuo, che inizia a seguire ogni suo
spostamento. Dopo averlo incrociato più volte, Jessica, sempre più
terrorizzata dall’ossessione che lo sconosciuto sembra nutrire nei
suoi confronti, decide di rivolgersi alla polizia, ma ormai è
troppo tardi.
Catturata e segregata in una capanna
da quell’uomo misterioso, farà di tutto per scappare dalle grinfie
del suo sequestratore. La fuga verso la libertà finirà però per
condurla inevitabilmente nel cuore della natura selvaggia. Sola e
spaventata, Jessica si trova a dover fare appello a tutta la sua
forza e la sua astuzia per sopravvivere ai pericoli della foresta.
Il tutto mentre il suo inseguitore, intenzionato a riappropriarsi a
ogni costo della sua preda, si avvicina sempre di più. Per Jessica,
sarà questo il momento in cui capirà di poter contare solo su sé
stessa per andare avanti.
Il cast di Alone
Ad interpretare Jessica,
protagonista del film, vi è l’attrice Jules
Willcox, già vista in piccoli ruoli nei film Under the Silver Lake e
On the Rocks, ma anche
nella serie Servant. Il set di
Alone per lei si è però rivelato una vera e propria sfida,
in quanto si è rotta un piede durante una delle prime scene
d’azione del film. Per terminare le riprese è dunque stata
necessaria la sua controfiguraMichelle
Damis. Altre scene, per cui era necessaria l’effettiva
presenza della Willcox, sono invece state girate mesi dopo, in
seguito alla sua completa guarigione.
L’attore Marc
Menchaca, noto per essere apparso in serie TV quali
Ozark, The
Sinner e The Outsider, interpreta invece il rapitore.
Per questo personaggio si decise che il suo modo di adescare le
proprie vittime sarebbe stato simile a quello del vero serial
killer Ted Bundy, ovvero fingere di
aver bisogno di assistenza con l’auto in panne per attirare le sue
prede. Nel film è poi presente l’attore Anthony
Heald, celebre per aver interpretato il dr. Frederick
Chilton nel film Il silenzio degli innocenti e Red Dragon. In
Alone, egli interpreta un uomo di nome Robert che si offre
di aiutare Jessica.
Il trailer di Alone e dove
vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Alone grazie alla sua presenza su alcune
delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rai
Play e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
mercoledì 19 luglio alle ore
21:20 sul canale Rai 4.
Mister Car e i
templari (il cui titolo originale è Pan
Samochodzik i Templariusze) è un recente lungometraggio
polacco d’avventura diretto da Antoni Nykowski
(Podroz, Zoe) con la sceneggiatura scritta dallo stesso
Nykowski insieme a Bartosz Sztybor (Cyberpunk:
Edgerunners, Semper Fidelis) e Zbigniew
Nienacki (il cui libro ha ispirato in particolare il
racconto del film). Arrivato direttamente su Netflix il 13 luglio
2023, in tutti i paesi in cui il servizio streaming è disponibile,
il film è dunque il nuovo rappresentante di quella ricerca da parte
dell’azienda di offrire spazio anche a contenuti provenienti da
cinematografie altrimenti poco conosciute.
Con Mister Car e i templari
si offre dunque un film davvero per tutti, grandi e piccoli, che
sotto diversi punti di vista ricorda i film della saga di Indiana Jones, ricchi
di avventura, elementi fantasy, tanto umorismo ma anche
concrete minacce. Il film è inoltre costruito per essere il primo
di una nuova serie basata sul personaggio protagonista e ci si può
dunque aspettare ulteriori sequel in futuro. Considerando che il
titolo è divenuto da subito uno dei più visti sulla piattaforma,
alla luce di questo successo diventa sempre più probabile che
Netflix possa autorizzare la realizzazione di
ulteriori capitoli.
Per gli amanti dei film d’avventura,
ed è in cerca di qualcosa di diverso dal classico film statunitense
di questo genere, Mister Car e i templari è un’ottima
alternativa, capace di offrire intrattenimento, risate e grande
gusto per lo spettacolo. Prima di intraprendere una visione del
film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le modalità per
trovarlo e vederlo su Netflix.
La trama di Mister Car e i templari
Protagonista del film è
Tomasz, uno storico dell’arte chiamato dai suoi
amici il signor Samochodzik. Egli deve il suo soprannome a un
insolito veicolo ereditato dallo zio inventore. Questa vettura,
seppur brutta, ha la capacità di correre a una velocità di 280 km
orari e si rivela spesso utile nelle avventure in cui si caccia
Tomasz. Proprio a bordo di questo veicolo, egli è ora diretto in
Polonia, con l’obiettivo di indagare su una preziosa croce dei
Templari, che secondo la leggenda potrebbe condurre a un immenso
tesoro risalente addirittura ai tempi di Jacques de
Molay, gran maestro dell’ordine cavalleresco in seguito
condannato per eresia.
Egli non però è il solo sulle tracce
della croce e dovrà infatti vedersela sia con una sua acerrima
nemesi, lo spietato Adios, ma anche con altri
individui che hanno interesse a mettere le mani su quelle presunte,
immense, ricchezze. Tomasz, narcisista e abituato a lavorare da
solo, capirà che stavolta per riuscire nell’impresa dovrà
collaborare con una bella giornalista, con la figlia di un suo
collega ucciso in circostanze misteriose e con tre piccoli orfani
reduci da un campo scout, cercando di arrivare per primo al tesoro.
L’avventura è garantita.
Il cast di Mister Car e i templari
Mister Car e i templari
vede un cast composto da attori polacchi, per questo poco noto al
di fuori del loro paese d’origine. L’arrivo del film su Netflix è
però l’occasione per conoscerli meglio. Ritroviamo dunque
Mateusz Janicki (Marusarz. Tatrzanski orzel,
Pensjonat nad rozlewiskiem) nella parte di Tomasz, mentre
l’attrice Sandra Drzymalska (vista in Eo ma anche nel film
italiano Sole) ricopre il ruolo di Anka.
Maria Debska (Autumn Girl, Zabawa,
zabawa) interpreta Karen, mentre Olgierd
Blecharz (Jakos to bedzie, Zakochani po uszy) è
Sokole Oko. Jacek Baler(I
flagelli di Breslavia, Wataha) interpreta la nemesi del
protagonista, Adios, mentre l’attrice Anna Dymna
(Excentrycy) interpreta Lajma.
Il trailer di Mister Car e i
templari e come vedere il film su Netflix
Come anticipato, è possibile fruire
di Mister Car e i templari unicamente
grazie alla sua presenza nel catologo di Netflix,
dove attualmente è al 4° posto della Top
10 dei film più visti sulla piattaforma in Italia. Per
vederlo, basterà dunque sottoscrivere un abbonamento generale alla
piattaforma scegliendo tra le opzioni possibili. Si avrà così modo
di guardare il titolo in totale comodità e al meglio della qualità
video, avendo poi anche accesso a tutti gli altri prodotti presenti
nel catalogo.
Dopo il
posterPrime Video ha
svelato il poster ufficiale della seconda stagione della serie
Original La Ruota del Tempo, che sarà
disponibile in esclusiva dal 1° settembre sulla piattaforma in
oltre 240 Paesi e territori nel mondo. Questo trailer esclusivo
mostra gli amati personaggi della serie alle prese con
la minaccia mortale della crescente oscurità e fornisce
un’anteprima su nuovi personaggi amati dai fan della saga
letteraria, come Elayne Trakand, Aviendha e Lady Suroth. Nel
trailer sono inclusi anche adrenaliniche battaglie e easter
egg che contengono oltre due minuti di scene sinora inedite.
La seconda stagione de La Ruota
del Tempo è basata sul secondo romanzo dell’epica saga
letteraria di Robert Jordan intitolato La grande
caccia, contiene elementi del terzo romanzo, Il drago
rinato, ed è stata girata in Repubblica Ceca, Marocco e
Italia. La serie è interpretata da RosamundPike (L’amore bugiardo – Gone
Girl, I Care a Lot) nel ruolo di Moiraine
Damodred, Daniel Henney (Criminal
Minds) come Lan Mandragoran, Zoë
Robins (Power Rangers Ninja Steel) nei panni
di Nynaeve al’Meara, Madeleine
Madden (Dora e la città perduta) come Egwene
al’Vere, Marcus
Rutherford (Obey) nel ruolo di Perrin
Aybara, Dónal Finn (SAS Rogue
Heroes) nei panni di Mat Cauthon e Ceara
Coveney (Il giovane Wallander) come Elayne
Trakand.
Il lancio del trailer segna il
ritorno dei #WOTWednesdays, che prevedono il rilascio settimanale
di materiali e news dedicati alla seconda stagione della serie,
fino al debutto il 1° settembre. La Ruota del Tempo
è basata sui romanzi best-seller di Robert Jordan
ed è una delle serie fantasy più popolari e durature di tutti
i tempi, con oltre 90 milioni di libri venduti. La seconda
stagione sarà disponibile in esclusiva dal 1° settembre su
Prime Video in oltre 240 Paesi e territori nel
mondo. La Ruota del Tempo è l’ultima novità per i
clienti Amazon Prime, che in Italia beneficiano di spedizioni
veloci, offerte esclusive e intrattenimento, incluso Prime Video,
con un solo abbonamento al costo di €49,90/anno o
€4,99/mese. La serie è co-prodotta da Amazon Studios e Sony
Pictures Television Studios.
In uno dei borghi più belli del
centro Italia si rinnova l’appuntamento annuale con il cinema sotto
le stelle. A Fara in Sabina dal 20 al 23 luglio si
svolgerà la quarta edizione del Fara Film Festival
(www.farafilmfestival.com), concorso internazionale di cinema, arte
e enogastronomia ideato da Riccardo Martini,
prodotto da Martini Eventi in collaborazione con
Alfiere Productions e diretto da Daniele
Urciuolo con Cinzia Sanna, con il patrocinio
delComune di Fara in Sabina, della Provincia di
Rieti e della Regione Lazio.
Ogni sera proiezioni in piazza
Garibaldi con i protagonisti del cinema italiano. In apertura il 20
luglio ci sarà il film “Il figlio più piccolo” dove il regista
Pupi Avati e l’attore Nicola Nocella – che per questo film nel 2010
ha vinto il Nastro d’argento come migliore attore esordiente – si
ritroveranno dopo tredici anni.
Pupi Avati sarà protagonista anche
nel pomeriggio alle 18.30 in piazza Duomo dell’evento “Il cinema
incontra le istituzioni”, alla presenza della Ministra per la
famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Maria
Roccella. Riccardo Martini, presidente Fara Film Festival;
Roberta Cuneo, Presidente Della Provincia Di Rieti; Lorenza Lei,
Responsabile Cinema per la Regione Lazio; Manuela Rinaldi,
Assessore ai lavori pubblici, alle politiche di ricostruzione, alla
viabilità e alle infrastrutture della Regione Lazio; Pasquale
Ciacciarelli, Assessore urbanistica, politiche abitative, case
popolari, politiche del mare della Regione Lazio; Anna Cinzia
Bonfrisco, Europarlamentare. Modera Mario Benedetto, giornalista de
“Il Tempo”.
Il 21 luglio invece sarà la volta
di un sentito omaggio al compianto attore e regista
Francesco Nuti, con la proiezione del film “Tutta
colpa del paradiso”, dove sarà presente l’attrice protagonista
Ornella Muti. Attesi anche Sergio Rubini per la proiezione del film “I
Fratelli De Filippo” (22 luglio) e Asia Argento
per il film “Incompresa” (23 luglio).
Tra gli ospiti annunciati anche
Ilenia Pastorelli, Denise Capezza, Dario Bandiera, Giuseppe
Pirozzi, Maurizio Rigatti, Elda Alvigni, Armando Pizzuti, Adamo
Dionisi, Chiara Baschetti, Selene Caramazza, Roberto Oliveri, Giada
Benedetti, Luce Cardinale, Antonella Salvucci, Susy Laude, Adelmo
Togliani e tanti altri. Le serate, condotte da
Renzo Di Falco e Claudia Tosoni, saranno
arricchite di momenti musicali, visione di cortometraggi e spot
fuori concorso.
Quartier generale sarà
Palazzo Martini in via della Repubblica, che
ospiterà masterclass, workshop e incontri istituzionali. Giovedì 20
luglio si partirà con il workshop di recitazione di Nicola Nocella
alle 9.30. Venerdì 21 luglio il workshop del regista Maurizio
Rigatti alle 9.30 e la masterclass di Ornella Muti alle 18.30. In
programma sabato 22 luglio il workshop dell’attrice Elda Alvigni,
seguito alle 18.30 dalla masterclass di Sergio Rubini. Nella
giornata di domenica 23 luglio si parte con il workshop di Armando
Pizzuti, si conclude alle 18.30 con la masterclass di Asia Argento.
Ogni giorno dalle 16 alle 18 le proiezioni delle opere in gara. Le
interviste saranno curate da Fabiola Dalla Chiara.
Il Festival dei cortometraggi,
guidato da Ilenia Cavaliere, sarà diviso in tre sezioni: Italia,
Mondo e Animazione, con un’attenzione alle tematiche sociali e
ambientali. Una Giuria di qualità – composta da Alessandro
Bonifazi, produttore; Massimiliano Mechelli, compositore; Paola
Sini, attrice e produttrice; Francesca Delise, sales; Aldo Iuliano
regista; Giuseppe Marco Albano, regista e autore – e una Giuria
popolare che decreteranno i vincitori del concorso.
Tra i riconoscimenti anche la
menzione speciale per la tematica sociale, il Premio Speciale Fara
Film Festival e il Premio Mujeres nel Cinema. Tra le novità per i
ragazzi dei workshop con professionisti come il casting
director Armando Pizzuti, l’attrice Elda Alvigini, il regista
Maurizio Rigatti e l’attore Nicola Nocella e dei panel con
le Istituzioni per parlare di cineturismo, ambiente e politiche
sociali.
“Non vediamo l’ora di
condividere con i residenti e i turisti che accorreranno a Fara in
Sabina questa nuova edizione del festival, sempre più glamour e
attraente, con ospiti d’eccezione come Ornella Muti, diva
indiscussa nel cinema italiano, il maestro Pupi Avati, Sergio
Rubini, Ilenia Pastorelli, con un focus anche sui giovani.
Ospiteremo alcuni talenti tra i quali Giuseppe Pirozzi in arte
Micciarella tra i protagonisti della serie di successo Rai Mare
Fuori e un’attrice e regista talentuosa e anticonformista come
Asia Argento. Non mancheranno le degustazioni e i momenti
conviviali che hanno contraddistinto il festival in questi anni.
Ringrazio il sindaco di Fara in Sabina Roberta Cuneo e la sua
giunta per il sostegno istituzionale”, ha dichiarato Riccardo
Martini.
“Sarà un festival formativo e
promozionale – prosegue il direttore artistico Daniele
Urciuolo – perché abbiamo introdotto workshop e masterclass con
professionisti del settore come registi, casting director, acting
coach, e in più ospiteremo dei giovani videomaker provenienti da
varie regioni d’Italia che realizzeranno dei video ambientati nel
territorio della Sabina”.
Il Fara Film Festival è
realizzato grazie ai partner istituzionali Comune di Fara in
Sabina, Provincia di Rieti e Regione Lazio e gli Sponsor
Engineering 2K spa, In opera, Cogetras, MOVI.LOG., Car Camper,
Farmacia Passo Corese, Kare, Edilcasa immobiliare, Consorzio Sabina
DOP, Polimar srl, Sabina for Rome, Vita flex materassi, Casale Del
Giglio, G.Edi.S. srl, Caseificio Seggiano e Giovanni Pietro Deroma.
Il Festival è gemellato con Catania Film Fest, Milazzo Film
Festival, Picentia short film festival, Parliamo di donne di
Cantalupo in Sabina, Cineincontriamoci, E io ci sto – Il cinema
sotto le stelle, Milano Acting Lab, Mujeres nel Cinema e Fiera
Mondiale del Peperoncino – Rieti Cuore Piccante.
Sin dal suo debutto nell’ottobre
2021, Ghostsè
stato un successo a sorpresa tra i telespettatori della
CBS. Adattato dall’omonima commedia britannica, la serie tv ha
recentemente completato due stagioni ed è stato rinnovato per una
terza. La sit-com è rapidamente salita alla ribalta nelle sue
prime due stagioni, diventando una delle nuove commedie più viste
della CBS con una media di 7,76 milioni di persone per episodio. La
seconda stagione dello show ha visto un aumento degli spettatori,
con una media di oltre 9 milioni di spettatori ogni settimana sulla
TV lineare e oltre 11 milioni su tutte le piattaforme, secondo
CBS.
Probabilmente possiamo aspettarci
Ghosts
andrà avanti fino a quando la sua controparte britannica molto
popolare se i numeri di spettatori che la seguono rimarrà stabile.
La prossima terza stagione dovrebbe portare una nuova dose di
mistero nella famiglia Arondekar dopo il finale
mozzafiato della seconda stagione. La coppia principale
dello show Sam (interpretata da Rose
McIver ) e Jay (interpretata da Utkarsh
Ambudkar ) riescono a mantenere la Woodstone, tuttavia,
nei nuovi episodi potrebbero perdere qualcuno della loro famiglia
di fantasmi appena formata. Nel finale non viene rivelato agli
spettatori chi sia e questa informazione giocherà probabilmente un
ruolo importante nella trama della terza stagione.
Quindi, mentre aspettiamo che gli
Arondekar tornino e si uniscano alla coppia e alle loro apparizioni
di quartiere per portarci in un’altra avventura spettrale, ecco
tutto ciò che devi sapere sul cast, sulla trama e su tutto ciò che
è stato rivelato finora su Ghosts3.
Quando esce la terza stagione di
Ghosts?
Numerosi programmi TV e film sono
stati colpiti dagli scioperi WGA e SAG-AFTRA in corso ,
che hanno causato ritardi e cancellazioni delle loro date di
uscita. Anche la stagione 3 di Ghosts è stata
influenzata dall’improvvisa pausa, e quindi non c’è ancora una data
di uscita. La terza stagione di Ghosts era
originariamente programmata per andare in onda il giovedì alle
20:30 ET/PT nel programma dell’autunno 2023, ma da allora la
rete ha rivisto i propri piani.
Dove uscirà la terza stagione di
Ghosts?
Come spettacolo della
CBS, Ghosts va
in onda sulla rete e trasmette in streaming su
Paramount +, che è anche il luogo in cui puoi
recuperare gli episodi precedenti dello spettacolo.
Chi sta realizzando Ghosts 3?
Basato sulla commedia televisiva
britannica originale Ghosts,
creata da Mathew
Baynton , Simon
Farnaby , Martha
Howe-Douglas , Jim
Howick , Laurence
Rickard e Ben Willbond per
la BBC, la versione americana con lo stesso nome è stata sviluppata
da Joe Port e Joe
Wiseman per CBS Studios. Insieme a Port e
Wiseman e ai creatori originali, Martha
Howe-Douglas , Alison
Carpenter, Debra
Hayward , Alison
Owen e Angie
Stephenson sono i produttori
esecutivi. Jeff Cardoni tornerà a comporre le
melodie da solletico delle costole della serie comica inquietante.
La terza stagione di Ghosts è stata sviluppata da Joe
vs Joe e CBS Studios, in collaborazione con Monumental Television,
Them There, Lionsgate Television e BBC Studios America.
Ghosts 3: la trama
La stagione 3 di
Ghosts dovrebbe riprendere esattamente da dove si era
interrotta la stagione 2. I fantasmi si ritrovano nei guai
quando decidono di ritrovare la persona che ha ucciso
Alberta circa cento anni fa. Tutti sono scioccati nello
scoprire che non è stato altro che il figlio di Hetty, che ha
ucciso Alberta per stare con il suo ragazzo. Tuttavia, le cose
peggiorano ulteriormente quando Hetty ammette di conoscere la
verità da sempre, e questo inasprisce la sua relazione con
Alberta. I due riescono a riconciliarsi dopo un acceso
dibattito e una successiva punizione, ma ben presto un nuovo
problema scuote Woodstone.
Un nuovo erede, precedentemente
sconosciuto agli Arondekar, arriva sul posto e afferma che la
proprietà le appartiene. È supportata da una falsa prova del
DNA fornita da Dan ( PJ Byrne), l’avvocato
disonesto che rappresenta la tenuta della famiglia
Woodstone. Tuttavia, Sam e Jay riescono a strappare il
controllo della Woodstone dalle sue avide mani dopo aver scoperto
la vera identità dell’erede autoproclamato e visto le bugie di
Dan. Mentre la coppia tira un sospiro di sollievo dopo aver
salvato il loro prezioso B&B, vede una luce splendente uscire
dalla loro casa verso il cielo. È un’indicazione che uno dei
fantasmi è passato dall’altra parte, cioè si è riconciliato con la
propria colpa ed è stato in grado di passare
all’aldilà. Tuttavia, non viene rivelato chi sia (Jay spera
che sia Trevor) e il finale finisce proprio lì. L’identità di
chi è morto e cosa gli è successo sarà una parte importante della
trama di Ghosts 3.
Chi c’è nel cast della terza stagione di
Ghosts?
Ad eccezione di un attore di cui
non conosciamo ancora l’identità, la maggior parte del cast
originale della seconda stagione
di Ghosts tornerà. L’affascinante coppia
Samantha e Jay Arondekar, interpretati da Rose McIver e Utkarsh
Ambudkar, tornano come protagonisti dello spettacolo. Samantha
è una scrittrice freelance che ha vissuto un’esperienza di
pre-morte e da allora ha acquisito il potere di vedere i
fantasmi. Lo chef Jay, che è disoccupato, fa ogni sforzo per
mantenere sua moglie. Trevor Lefkowitz ( Asher
Grodman ), Pete Martino ( Richie
Moriarty ), Susan Montero ( Sheila
Carrasco ), Alberta Haynes ( Danielle
Pinnock ), Captain Isaac Higgintoot
( Brandon Scott Jones ), Hetty Woodstone
( Rebecca Wisocky), Sasappis
( Román Zaragoza ) e Thorfinn
( Devan Chandler Long ) sono tra i
fantasmi che Samantha può vedere nella loro nuova
casa. Analogamente alla seconda stagione, anche la terza
stagione 3 di Ghosts avrà un numero di attori ospiti che
verranno rivelati in seguito, quindi rimanete sintonizzati per
questi aggiornamenti!
Il regista Paul Schrader ha
definito Oppenheimer
il “film migliore e più importante di questo
secolo“. Schrader ha scritto film come
Taxi Driver e
Toro scatenatoe
ha diretto film come First Reformed e Il collezionista di carte. È considerato
uno dei registi e sceneggiatori più influenti della sua generazione
per la sua carriera cinematografica, ma prima di diventare regista
ha iniziato la sua carriera come critico cinematografico. Ancora
oggi, condivide regolarmente i suoi pensieri sui nuovi film in
arrivo su Facebook.
Di recente ha condiviso i suoi
pensieri sul nuovo thriller storico di Christopher Nolan, Oppenheimer, con Cillian Murphy nei panni del padre della bomba
atomica. “Il film migliore e più importante di questo
secolo“, ha commentato “Se vedi un film nei
cinema quest’anno dovrebbe essere Oppenheimer. Non sono una groupie
di Nolan, ma questa fa saltare le porte dai cardini.
Scritto e diretto
daChristopher Nolan,
Oppenheimer è un
thriller storico girato in IMAX che porta il pubblico
nell’avvincente storia paradossale di un uomo enigmatico che deve
rischiare di distruggere il mondo per poterlo salvare. Il film è
interpretato da Cillian
Murphy nel ruolo di J. Robert Oppenheimer e
da Emily
Blunt nel ruolo della moglie, la biologa e
botanica Katherine “Kitty” Oppenheimer. Il premio
Oscar Matt
Damon interpreta il generale Leslie Groves Jr.,
direttore del Progetto Manhattan, e Robert Downey Jr.
interpreta Lewis Strauss, commissario fondatore della Commissione
statunitense per l’energia atomica. La candidata all’Oscar Florence
Pugh interpreta la psichiatra Jean Tatlock,
Benny Safdie interpreta il fisico teorico Edward
Teller, Michael Angarano interpreta Robert Serber
e Josh Hartnett
interpreta il pionieristico scienziato nucleare americano Ernest
Lawrence. Il film è anche interpretato dal vincitore
dell’Oscar Rami
Malek e questo film vede Nolan riunirsi con
l’attore, scrittore e regista otto volte candidato
all’Oscar Kenneth
Branagh. Il cast comprende anche Dane DeHaan
(Valerian e la città dei mille pianeti), Dylan
Arnold (serie Halloween), David Krumholtz
(La ballata di Buster Scruggs), Alden Ehrenreich
(Solo: A Star Wars Story) e
Matthew Modine (Il Cavaliere Oscuro – Il
ritorno). Il film è tratto dal libro vincitore del premio
Pulitzer American Prometheus: The Triumph and Tragedy of J. Robert
Oppenheimer di Kai Bird e del compianto
Martin J. Sherwin. Il film è prodotto da
Emma Thomas, Charles Roven di
Atlas Entertainment e Christopher Nolan.
Oppenheimer è girato sia
in IMAX 65mm che in pellicola di grande formato 65mm che include,
per la prima volta in assoluto, sezioni in fotografia analogica
IMAX in bianco e nero. I film di Nolan, tra cui Tenet, Dunkirk, Interstellar, Inception e la
trilogia del Cavaliere Oscuro, hanno incassato più di 5 miliardi di
dollari al botteghino mondiale e sono stati premiati con 11 Oscar e
36 nomination, tra cui due nomination come miglior film.
The Last of
Uscontinuerà per almeno tre stagioni, almeno
secondo quanto ha affermato il produttore esecutivo e showrunner
della serie di successo HBOCraig
Mazin. Infatti, l’autore durante
un’intervista conDeadline, ha
dichiarato: “Ci vorrà più di una stagione. C’è più
storia, quindi questo spettacolo non finirà con la seconda stagione
a meno che la gente non lo guardi e verremo
cancellati“.
Craig Mazin
che è noto per aver portato alla luce la serie di successo Chernobyl ha continuato, discutendo se lo
spettacolodella HBO sarebbe rimasto
fedele al materiale originale del
videogioco. “Salvo ciò, faremo alcune cose
esattamente come erano nel gioco. Faremo altre cose che sono
nel gioco e faremo alcune cose che sono nel gioco, ma le faremo in
modo diverso con il nostro metodo. Non importa se hai giocato
o meno. Sarai sorpreso mentre la stagione si
svolge. Abbiamo alcuni colpi di scena
interessanti”.
Tutto quello che sappiamo su The Last of Us
La serie drammatica di
successo The Last of
Us ha ottenuto
24 nomination per il 75esimo Primetime Emmy, incluso il suo
riconoscimento in categorie importanti come Miglior serie
drammatica, Miglior attore protagonista per la performance
di Pedro Pascal nei panni di Joel e Miglior
attrice protagonista per il ritratto di Ellie di Bella Ramsey. Anche le guest
star
Anna Torv, Melanie Lynskey, Nick Offerman, Murray Bartlett,
Storm Reid, Keivonn Montreal Woodard e Lamar Johnson sono
state nominate nelle rispettive categorie.
The Last of
Us, che è stata rinnovata per la seconda stagione a
gennaio, è prodotta esecutivamente e co-scritta da Mazin e dallo
scrittore di videogiochi originale Neil Druckmann, che è anche uno
dei registi. È una coproduzione con Sony Pictures Television in
associazione con PlayStation Productions. I produttori esecutivi
sono Carolyn Strauss, il presidente di Naughty Dog Evan Wells e
Asad Qizilbash e Carter Swan di PlayStation Productions.
In occasione dell’uscita in sala
di Rheingold, il nuovo film di genere drammatico del
2022, diretto da Fatih Akin, con Emilio
Sakraya e Kardo Razzazi, Cinefilos.it offre la possibilità ai suoi lettori di
assistere gratuitamente al film.Rheingold esce al cinema il 27 luglio 2023, distribuito da
I Wonder Pictures.
Roma
Uci Cinemas
Porta di Roma
6
Galleria
Comm Porta di Roma, Via Alberto Lionello, 201, 00139 Roma
RM
26-lug
21.00
Fiumicino
(RM)
Uci Cinemas
Parco Leonardo
15
Via Gian
Lorenzo Bernini, 20/22, 00054 Fiumicino RM
26-lug
20.30
Milano
Uci Cinemas
Bicocca
1
Via Chiese,
20126 Milano MI
26-lug
21.00
Genova
Uci Cinemas
Fiumara
1
Via Paolo
Mantovani, 16151 Genova GE
26-lug
20.30
Orio
(BG)
Uci Cinemas
Orio al Serio
2
Via
Portico, 71, 24050 Orio al Serio BG
26-lug
20.30
Moncalieri
(TO)
Uci cinemas
Moncaglieri
1
Via
Fortunato Postiglione, 2, 10024 Moncalieri TO
26-lug
20.30
Montano
Lucino (CO)
Uci Cinemas
Como
1
Via G.
Leopardi, 1/A, 22070 Montano Lucino CO
26-lug
20.30
Savignano
sul Rubicone (FC)
Uci Cinemas
Romagna
1
Piazza
Metropolis, 47039 Savignano sul Rubicone FC
26-lug
20.30
Molfetta
(BA)
Uci Cinemas
Molfetta
8
Via dei
Portuali, 12, 70056 Molfetta BA
26-lug
20.30
S.G.
Lupatoto (VR)
Uci Cinemas
Verona
4
Via Monte
Pastello, 37057 San Giovanni Lupatoto VR
Per prenotare il tuo invito
gratuito valido per 2 ingressi clicca qui (link) riceverai una e-mail di conferma invito fino
ad esaurimento posti.
Rheingold, la trama
Rheingold, è ambientato nel 2010 in Iraq e
racconta la storia di tre uomini, che dopo essere stati caricati su
di un camion, vengono portati in carcere, dove subiscono torture
brutali. I tre erano ricercati per aver compiuto il furto di un
carico d’oro in Germania.
Uno di loro, Giwar Hajabi noto
come Xatar (Emilio
Sakraya), ricorda come ha trascorso l’infanzia da curdo a
confine con l’Iraq e il successivo arresto dei genitori musicisti.
Una giovinezza vissuta tra Parigi, Bonn e Londra, durante la quale
è passato da piccolo criminale a grande spacciatore. Eppure, questi
duri anni non hanno mai scalfito la sua passione per la musica, in
particolare per il rap.
La vita condotta
tra illegalità, narcotraffico, amore ed emarginazione lo hanno
portato a compiere il furto d’oro per pagare i suoi debiti con il
cartello, dopo che un carico di droga è scomparso. Ma la storia di
Xatar non finisce qui, non dentro una prigione irachena…
Dall’inferno di una prigione irachena, a metà degli anni
Ottanta Giwar Hajabi arriva in Germania con la sua famiglia e
approda in fondo al mondo. In poco tempo, passa da piccolo
criminale a grande spacciatore, guadagnandosi il soprannome Xatar
(“pericoloso”). Fino a quando non perde un prezioso carico di
droga. Per saldare i suoi debiti con il cartello, Giwar progetta
così un leggendario furto d’oro…Il pluripremiato regista Fatih Akin
racconta la sensazionale storia vera del rapper curdo Xatar – dalla
guerra, al ghetto, fino alle vette della musica mondiale – in
un’opera travolgente che mescola film biografico, romanzo di
formazione e heist comedy, tra Romanzo
Criminale e il miglior Guy Ritchie. Con i testi delle
canzoni adattati da Frankie hi-nrg mc.