Home Blog Pagina 955

Chadwick Boseman: la Disney omaggia l’attore con un bellissimo murale

0

La morte di Chadwick Boseman, star di Black Panther, ha lasciato una ferita profonda nell’industria cinematografica di Hollywood, ma anche nel cuore di tutti i fan del personaggio del MCU incarnato dall’attore statunitense. Proprio per l’importanza che l’attore ha ricoperto grazie all’interpretazione del primo supereroe di colore, gli omaggi alla memoria di Boseman continuano ad arrivare da ogni parte del mondo.

In tal senso, l’ultimo arriva direttamente dall’artista Nikkolas Smith, responsabile della creazione di un bellissimo murale in cui è possibile vedere Boseman che si scambia il tradizionale saluto di Wakanda con un bambino che indossa una maschera di Pantera Nera. Il murales è stato esposto presso il Downton Disney sito nel Disneyland Resort ad Anheim, in California.

“Questo è speciale. Il mio tributo al re Chad è adesso su un muro in mostra a Downtown Disney”, ha scritto Smith sul suo profilo Instagram ufficiale. “Per me è un momento che chiude un cerchio: i miei ultimi due progetti in qualità di Disney Imagineer risalgono alla scorsa estate e riguardavano il Children’s Hospital e l’Avengers Campus. Per milioni di bambini, T’Challa era una leggenda più grande della vita stessa, e non c’era nessuno più degno di assumere quel ruolo di Chadwick Boseman.”

“Sono veramente grato di aver potuto onorare la vita e la missione di Chadwick in questo modo. Sono grato alla famiglia Disney per essere stata così solidale nei confronti del mio viaggio come artista”, ha concluso Smith. Il Disneyland Resort è ancora oggi chiuso a causa della pandemia di COVID-19, ma il complesso di Downtown Disney è invece aperto, ed è lì che è possibile ammirare il commovente murale.

The Social Dilemma, recensione del documentario Netflix

0
The Social Dilemma, recensione del documentario Netflix

Dal 9 settembre è disponibile su Netflix The Social Dilemma, un documentario ibrido che racconta, in maniera chiara e per certi versi aggressiva, qual è l’impatto che i social media hanno sulla vita di ognuno di noi, un impatto che ha molto poco di conscio da parte degli utenti e si basa su delle logiche che fanno appello alla psicologia, alla sociologia, ad una parte irrazionale dell’utente stesso che finisce per essere l’oggetto del mercato di Facebook, di Instagram, di Pinterest, di Twitter, ecc.

Di che parla The Social Dilemma

Il documentario è formato da una parte classica, che riporta una serie di interviste e testimonianze di ex dirigenti e impiegati delle aziende social, e da una parte di fiction, in cui seguiamo la vita di un adolescente sempre più perso all’interno del suo smartphone, il quale grazie ad un espediente visivo prende forma in una specie di consolle gestita da tre piccoli omini che modificano le impostazioni di pubblicità e cockies delle sue schermate social, proprio per tenere sempre più alta l’attenzione del ragazzo sul suo aggeggio elettronico. Un espediente che abbiamo visto in Inside Out della Pixar, per intenderci, ma che questa volta dà voce non più alle 5 emozioni primarie di ognuno di noi, ma ad un infido sistema operativo di un cellulare intelligente.

A dirigere The Social Dilemma c’è Jeff Orlowski, giovane regista già vincitore di un Emmy Award con Chasing Ice, documentario sullo scioglimento dei ghiacciai del 2012. Orlowski si sposta nella Silicon Valley, culla di tutte le sedi delle grandi aziende che controllano la vita social di ognuno di noi, per raccogliere interviste di ex dipendenti che spiegano il funzionamento e l’influenza che i social hanno nella vita di tutti.

Perché i social sono gratuiti?

L’assunto del documentario è semplice: come mai questi social sono gratuiti? È presto detto, lo sono perché non vogliono venderci nulla, dal momento che il prodotto in vendita siamo proprio noi utenti con i nostri dati. Ma i dati, in questo caso, e dopo molteplici scandali e denunce per appropriazione indebita degli stessi, non sono una merce che frutta di per sé, sono un ponte verso la definizione di un tipo di cliente.

Le due linee narrative di The Social Dilemma, quella fiction e quella prettamente documentaristica, rappresentano le due principali conseguenze dei social nella vita degli utenti. Se da una parte sono responsabili dell’ossessione che, soprattutto trai giovani, essi esercitano sulla menti e sul comportamento sociale, dall’altra sono in grado di manipolare gli stessi utenti arrivando ad innescare meccanismi che sono in grado addirittura di indirizzare non solo la scelta di comprare un prodotto piuttosto che un altro, ma anche di condizionare la scelta di voto. Questo tipo di influenza è stata scandagliata in un altro documentario, The Great Hack (trai nominati ai BAFTA 2019), sempre disponibile su Netflix e datato 2019, in cui si indagano i ruoli di Facebook e degli adv nelle elezioni presidenziali del 2016 negli USA che hanno visto trionfare Trump.

La bolla dei social crea la nostra verità

In questo caso, questo tipo di discorso si svincola dalla contingenza delle elezioni, in particolare, e diventa una riflessione più grande su quello che significa per la democrazia perpetrare nell’utilizzo dei social così come facciamo oggi. Numerose, nel film, sono le sequenze in cui vengono mostrati i leader politici del mondo che utilizzano i social non solo per comunicazioni diretta ma anche per basarsi sulle strutture ad algoritmi di questi social, che formano per ogni fruitore una bolla, un mondo in cui si costruisce una propria verità e proprie motivazioni. Per questo è così facile che in rete si riuniscano persone come i terrapiattisti, ad asempio, o i negazionisti del COVID-19, i complottisti in generale.

Il film si serve di The Truman Show per spiegare un concetto molto semplice: noi tutti siamo Truman e non ci accorgiamo del mondo fittizio che ci viene propinato perché quello che i social ci mostrano ci piace, sono una sintesi perfetta di interessi, rispondono alle nostre curiosità, tutto perché sono regolati da un meccanismo a cui parliamo costantemente, a cui diamo costantemente indicazioni attraverso like, commenti, visualizzazioni e ricerche.

L’influenza socio-politica involontaria dei social

E questo vuole dire che niente di ciò che vediamo in rete è vero, perché niente è privo di influenza rispetto a chi ha utilizzato un account, un canale social, e ha così disegnato, attraverso le sue scelte, un profilo di dati che attivano l’algoritmo che involontariamente ci manipola. Sì, si tratta di una manipolazione non volontaria dei comportamenti socio-politici, dal momento che invece nasce per spingere il soggetto al consumismo, e quello che avviene di conseguenza è una effetto collaterale non calcolato a monte. In questo senso, i social sono gratuiti perché l’introito vero è rappresentato da noi utenti.

Questo processo non è irreversibile, ma per cambiare direzione si dovrebbe mettere in moto una serie di processi che scardinerebbero la maniera di questi colossi di utilizzare i loro stessi strumenti, una serie di precauzioni che possano contrastare l’assuefazione e stimolare il libero arbitrio senza alcun tipo di condizionamento. Servirebbe, insomma, che Facebook, ad esempio, rinunciasse al suo profitto. Tuttavia lo stesso The Social Dilemma è un prodotto offerto da una piattaforma che ci suggerisce ogni giorno dei prodotti in base a “ciò che hai guardato”, per cui, chi lo sa, forse è già troppo tardi e forse l’unica soluzione è fare come Truman, scegliere di varcare quella porta azzurra nel cielo del suo mondo, ed uscire a vedere cosa c’è fuori.

Univideo e Feltrinelli: su acquisto di DVD e Blu-ray migliaia di gift card in palio fino al 31 Ottobre

0

Il lungo periodo di lockdown a causa della pandemia ha provocato danni enormi sotto tutti i punti di vista ma ha anche rafforzato il sentimento di unione e di collaborazione tra le persone. Fare squadra per cercare di recuperare il terreno perso! Questo è il senso alla base della campagna promozionale pensata da Univideo, l’associazione di categoria che rappresenta gli Editori Audiovisivi su media digitali (DVD, Blu-ray, 4K Ultra HD) e online (piattaforme di distribuzione digitale) insieme a Feltrinelli, uno dei principali player nella vendita di prodotti per l’Entertainment. L’obiettivo è far ripartire i consumi attraverso una maggiore presenza, in totale sicurezza, degli italiani nei punti vendita.

Sino al 31 ottobre, acquistando un qualsiasi prodotto DVD, BLU-RAY, 4K Ultra HD presso un punto vendita Feltrinelli e online su laFeltrinelli.it, si avrà la possibilità di vincere subito migliaia di gift card dal valore unitario di 30 €. Non solo, per chi non è immediatamente baciato dalla fortuna, sarà possibile concorrere al super premio finale, una smart TV Hisense ULEDTV 4K da 65 pollici.

“RIACCENDIAMO LE EMOZIONI” questo è il titolo della campagna, mette al centro alcuni dei prodotti culturali e di intrattenimento da sempre apprezzati dal grande pubblico: i DVD e i Blu-ray, con i loro contenuti emozionali ad altissima qualità, hanno tenuto compagnia a migliaia di famiglie italiane, anche nei giorni più bui del lockdown,  tendenza che si è poi mantenuta al termine della quarantena e che ha allargato a nuove componenti della popolazione con una accelerazione verso la riduzione del divario generazionale nella fruizione dei media.

Si tratta di un’iniziativa – spiega Lorenzo Ferrari Ardicini, Presidente di UNIVIDEO e di CG Entertainmentmolto importante, pensata per sostenere i consumi di prodotti culturali e di intrattenimento in un periodo complicato sia per le nostre imprese, sia per i negozi sia per i consumatori. La risposta è fare sistema, collaborare per cercare di far tornare i clienti ad acquistare visitando in punti vendita. Una promozione come – Riaccendiamo le Emozioni –  ha proprio questa finalità, ovvero favorire l’acquisto di un oggetto da sempre considerato speciale, come il Dvd o il Blu-ray e concorrere per aggiudicarsi immediatamente una gift card dal valore di 30 euro da spendere in altri prodotti presenti nei negozi Feltrinelli”.

UNIVIDEO è l’associazione di categoria che rappresenta gli Editori Audiovisivi su media digitali (DVD, Blu-ray, 4K Ultra HD) e online (piattaforme di distribuzione digitale) www.univideo.org.

Il Torino Film Festival cambia passo, presentata la nuova edizione

La 38° edizione del Torino Film Festival si presenta rinnovata sia nella struttura che nella fruizione: per la prima volta, alla presenza in sala si affiancherà un programma online.

Grazie a una sala virtuale di 500 posti, realizzata in collaborazione con MyMovies, sarà infatti possibile vedere tutti i film in concorso. Saranno inoltre disponibili online le masterclass, le conferenze stampa, numerosi contributi video inediti, le attività didattiche e alcuni incontri in via di definizione.

Un progetto pilota destinato a diventare una delle caratteristiche del festival e un’opportunità per ripensare in maniera creativa a come renderlo più accessibile e fruibile a un pubblico sempre più ampio.

“Siamo consapevoli che si tratta di un grande cambiamento – afferma Enzo Ghigo, presidente del Museo Nazionale del Cinema -, che però tiene il passo con i tempi. Il cinema nasce per essere fruito in sala, è quello il suo posto, ma le nuove tecnologie ci permettono di arrivare ovunque, moltiplicando la forza comunicativa della settima arte. È con questo spirito che il TFF sbarca online, senza rinunciare alle sue origini, quando si chiamava ancora Cinema Giovani, trattando molti temi tra cui giustizia sociale e inclusione, visti attraverso l’occhio creativo di giovani cineasti”.

“Proporre contenuti sia online che in presenza, creare sinergie con il territorio, tentare nuove sfide, uscire dagli spazi fisici, utilizzare tecnologie avanzate – sottolinea Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema. Questi sono alcuni degli obiettivi che il museo si è proposto in questo anno in cui, insieme a Film Commission Torino Piemonte, ha festeggiato il ventennale. Il Torino Film Festival li rappresenta tutti, con una nuova linfa, pronto ad aprirsi ai molteplici linguaggi del cinema”.

LA NUOVA IDENTITÀ VISIVA

Nel guardare avanti, progettando un festival che data la situazione attuale ha scelto di accettarne la sfida, si è voluto anche ripensarne in toto l’identità visiva, riannodando i fili col passato, con la città e con quello che ne è l’edificio simbolo e dal 2000 sede del Museo Nazionale del Cinema: la Mole Antonelliana e in particolare la stella a dodici punte che ne costituisce il punto più alto.

Oggetto complesso, sfaccettato, misterioso e quindi icona perfetta per rappresentare la nuova identità visiva del Torino Film Festival e segnarne il nuovo passo. La stella diventa l’emblema della manifestazione, il nuovo logo che in sé racchiude la memoria della città, della nascita del cinema, dell’operosità e dell’ingegnosità del nostro territorio, mirabile rappresentazione del nuovo corso del Torino Film Festival.

UN FESTIVAL DIFFUSO

Mantenendo forte il legame con il territorio, il Torino Film Festival si presenta come un vero e proprio festival diffuso sia grazie all’applicazione della tecnologia digitale che a una capillarizzazione delle proposte. Tra proiezioni, eventi e iniziative speciali, il festival arriverà infatti in molti punti della città (e non solo) ampliando il suo impatto su tutto il territorio e raggiungendo zone mai prima d’ora coinvolte dalla manifestazione.

“L’edizione di quest’anno avrà questa doppia anima – racconta Stefano Francia di Celle, direttore del Torino Film Festival. All’apertura verso il web si affiancherà un forte e rinnovato legame con le realtà cinematografiche e culturali locali. Il mio obiettivo è di declinare i contenuti del festival anche in luoghi insoliti, coinvolgendo interlocutori e pubblici nuovi, alla (ri)scoperta di quello che Torino può dare. 12 punti, 12 luoghi che, disegnando la mappa del festival, evocano le 12 punte della Stella della Mole, il dodecaedro protagonista della nuova identità visiva della manifestazione”.

I luoghi del festival

1. Mole Antonelliana – Museo Nazionale del Cinema
2. Le sale: Cinema Massimo, Ambrosio Cinecafè, Cinema Classico
3. Le sale di Comunità Acec: Teatro Monterosa, Cinema Teatro Agnelli, Cineteatro Baretti
4. Film Commission Torino Piemonte
5. Accademia Albertina di Belle Arti
6. Museo Nazionale del Risorgimento Italiano
7. Fondazione per la Scuola della Compagnia San Paolo – IC Rita Levi Montalcini Scuola Pascoli
8. Xké. Il laboratorio della curiosità
9. MUSA
10. Le Roi Dancing
11. Villa d’Agliè
12. La Stella in città

“Torino non rinuncia al suo Torino Film Festival. La Fondazione ha riprogrammato l’evento e si presenta all’appuntamento con proiezioni diffuse in presenza e tramite i canali digitali in cui proporre anteprime e film in concorso sullo schermo – dichiara Francesca Leon, Assessora alla Cultura Città di Torino. Grazie a quanti hanno fatto in modo che nell’anno del ventennale della Film Commission e del Museo del Cinema la città mantenesse uno dei suoi progetti più noti ed apprezzati dal pubblico e dagli operatori. Buon festival a tutti e tutte”.

EVENTO SPECIALE THE TRUFFLE HUNTERS

Uno degli eventi speciali di questa edizione del TFF è l’anteprima italiana del film The Truffle Hunters, il docufilm diretto e prodotto da Michael Dweck e Gregory Kershaw, con la produzione esecutiva di Luca Guadagnino e la sua Frenesy Film Company. Presentato in anteprima mondiale al Sundance Film Festival il 30 gennaio 2020, il film racconta la vita di alcuni anziani cercatori del tartufo d’Alba, dei loro rituali, del loro rapporto con i cani e con il territorio. L’evento è realizzato in collaborazione con la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba e con l’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero.

Il film verrà distribuito in Italia da Sony Pictures.

“È un film importante, di respiro internazionale, che racconta uno dei prodotti dell’eccellenza del nostro territorio attraverso un mestiere poco conosciuto che conserva un fascino antico – sottolinea il Presidente della Regione Piemonte. Sono andato personalmente al Sundance per vedere e celebrare questo importante momento, e ho visto l’entusiasmo suscitato da questo emozionante racconto”.

“Il cinema – continuano il Presidente della Regione e l’Assessore regionale alla Cultura – è fatto di simboli e contiene sempre un messaggio. È doveroso sottolineare quanto sia importate soprattutto in momenti come questo scendere in campo e se possibile con più determinazione di prima, per trasmettere il messaggio della resilienza umana di fronte alle avversità. Il Piemonte c’è e oggi riparte dai suoi simboli in Italia e nel mondo”.

IL PREMIO STELLA DELLA MOLE

La stella diventa il nuovo simbolo del Torino Film Festival e l’istituzione del Premio STELLA DELLA MOLE la renderà il riconoscimento massimo con cui saranno premiati i vincitori del festival, al pari del Leone di Venezia, la Palma di Cannes, l’Orso di Berlino, il Pardo di Locarno.

Il Premio avrà una componente tecnologica del tutto unica: grazie alla collaborazione del Politecnico di Torino e con il coinvolgimento di Competence Industry Manifacturing 4.0 – polo costituito dai due atenei torinesi insieme a 23 partner industriali per la diffusione di competenze legate all’Industria 4.0 – il riconoscimento che verrà consegnato ai vincitori del festival è realizzato in alluminio attraverso la tecnologia avanzata dell’Additive Manufacturing.

“Viviamo in un mondo che sta effettivamente ‘cambiando passo’”, ricorda il Rettore del Politecnico di Torino Guido Saracco. “In un quadro come quello attuale, il ruolo di una grande università come il Politecnico di Torino è anche quello di creare sempre più contatti tra il mondo della ricerca e la società civile e questa collaborazione va proprio in questa direzione: il coinvolgimento del CIM 4.0, centro altamente tecnologico della nostra città, in un’operazione culturale come il Premio Stella della Mole è il simbolo del fatto che la ricerca e l’innovazione possono permeare davvero il nostro tessuto sociale e arricchirlo con modalità del tutto nuove”. “Aver contributo alla realizzazione del Premio destinato alla premiazione del Torino Film Festival 2020, ci rende felici e orgogliosi – sottolinea Enrico Pisino, Ceo del CIM 4.0 – ma soprattutto dimostra come le nuove competenze e tecnologie, che caratterizzano le attività del nostro centro focalizzato sulla industria 4.0, possano contribuire a ideare oggetti bellissimi e di design, destinati anche ad altri settori rilevanti come ad esempio quelli rappresentati dal cinema e dal turismo”.

LE MASTERCLASS

Sono sei le masterclass confermate del 38° Torino Film Festival, una serie di incontri con i grandi protagonisti e autori del cinema contemporaneo internazionale, una chiacchierata in libertà che non si limita ad una lezione di cinema ma che va oltre, mettendo in luce particolarità meno conosciute dei protagonisti.

  • Imprevedibile Stefania con Stefania Sandrelli e Andrea Occhipinti, a cura di Massimo Sordella
  • Spedizione torinese con Aleksandr Sokurov e i suoi allievi, a cura di Alena Shumakova
  • La natura nel cinema con Giorgio Diritti e Paolo Pejrone, a cura di Gian Luca Favetto
  • Formare le nuove generazioni di filmmaker e attivisti con Mohsen Makhmalbaf, a cura di Fedra Fateh e Vahid Rastgou
  • Cinema e uguaglianza sociale per un mondo più giusto e sostenibile con Waad Al Kateab e Taghi Amirani, a cura di Fedra Fateh
  • Women in film: le voci in evoluzione delle donne nel cinema, ospiti in via di definizione, a cura di Fedra Fateh

In linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, la Fondazione Compagnia di San Paolo guarda all’attrattività dei territori con il sostegno a progetti e modelli in cui la proposta dell’offerta culturale incontra profondamente l’identità del territorio.

Il cinema rientra a pieno titolo tra i driver per accrescere, accreditare, posizionare e promuovere l’offerta di Torino in una prospettiva di attrattività e sviluppo ed in quest’ottica la Fondazione riconosce nel Torino Film Festival un player fondamentale del comparto culturale cittadino con un progetto culturale forte, identitario, capillare e, da quest’anno anche diffuso.

Xkè? Il laboratorio della curiosità, centro per la didattica situato in via Gaudenzio Ferrari, a pochi passi dalla Mole Antonelliana, ospiterà infatti per la prima volta un calendario di eventi volto a rafforzare l’attenzione del Torino Film Festival per i temi fondamentali dell’istruzione e della formazione, mentre nelle aule della Rotonda del Talucchi dell’Accademia Albertina, oggetto di un recente restauro della Fondazione, si svolgerà la serata inaugurale del festival. Il festival dimostra inoltre di rivolgere un occhio di riguardo ai temi della didattica con il progetto Una sala cinematografica per la scuola – realizzato insieme alla Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo che utilizza il cinema – e il documentario in particolare – come strumento di partecipazione, crescita, inclusione e innovazione.

La Fondazione CRT sperimenta per la prima volta un percorso di collaborazione con il Torino Film Festival e con il Museo Nazionale del Cinema focalizzato sulla raccolta fondi, secondo due direttrici: da un lato, grazie alle professionalità del TFF, l’attivazione di un modulo ad hoc sui festival cinematografici nell’ambito del corso Talenti per il Fundraising della Fondazione CRT, per ampliare le competenze di 50 giovani aspiranti professionisti della raccolta fondi; dall’altro, al termine di questo percorso di formazione, l’inserimento di due Talenti del Fundraising nella struttura del TFF e del Museo Nazionale del Cinema a partire da gennaio 2021, con borse di tirocinio sostenute da Fondazione CRT.

La Rai conferma anche per il 2020 il suo ruolo di main media partner del Torino Film Festival.

L’iniziativa fa parte di Torino Città del Cinema 2020, un progetto di Città di Torino, Museo Nazionale del Cinema e Film Commission Torino Piemonte, con il sostegno di Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, in collaborazione con Regione Piemonte, Fondazione per la Cultura Torino www.torinocittadelcinema2020.it

Quello che tu non vedi: trailer e poster italiani

0
Quello che tu non vedi: trailer e poster italiani

Ecco il trailer e il poster italiani di Quello che tu non vedi, il film che arriverà nelle nostre sale a partire dal prossimo 3 dicembre. Il film è diretto da Thor Freudenthal e scritto da Nick Naveda. Nel cast Charlie Plummer, Taylor Russell, Andy Garcia, AnnaSophia Robb, Beth Grant. Basato sull’omonimo romanzo di Julia Walton edito in Italia da Sperling&Kupfer (in uscita il 24 Novembre 2020)

In Quello che tu non vedi Adam (Charlie Plummer, Premio Marcello Mastroianni come miglior attore emergente a Venezia 74° per Lean on Pete) è un adolescente brillante ma introverso, con il sogno nel cassetto di diventare chef. Adam soffre di allucinazioni visive e vive circondato da amici immaginari che si presentano nei momenti meno opportuni. Espulso a metà del suo ultimo anno di liceo a causa di un incidente durante la lezione di chimica, si trasferisce in una scuola privata per finire l’anno. Adam ha poche speranze di riuscire ad adattarsi e vorrebbe solo mantenere il segreto sulle sue continue visioni fino a quando non prenderà il diploma e potrà iscriversi all’università di cucina. Ma quando incontra Maya (Taylor Russell, Escape Room), schietta e tremendamente intelligente, scatta un’intesa istantanea alla quale non potrà resistere. Man mano che la loro storia d’amore diventa più importante, lei lo spinge ad aprire il suo cuore e a non chiudersi nella sua condizione. Grazie all’amore e al sostegno sia della sua ragazza che della famiglia, Adam lotta per la prima volta per uscire dal tunnel e per fronteggiare le sfide che lo attendono.

Il poster di Quello che tu non vedi

MCU: i modi in cui potrebbe tornare l’originale Hulk

MCU: i modi in cui potrebbe tornare l’originale Hulk

L’introduzione di Smart Hulk è stata una mossa alquanto intelligente in relazione all’arco narrativo di Bruce Banner nel MCU, ma sappiamo ormai da tempo che il tradizionale Gigante Verde tornerà ben presto nell’universo condiviso. Sebbene sia una delle figure più emblematiche nel mondo dei film di supereroi, la presenza di Hulk sul grande schermo ha sempre percorso una strada accidentata. Da quando la Marvel ha venduto i diritti cinematografici di molte delle sue proprietà a diversi studi negli anni ’90, Hulk ha avuto una serie di problemi con le storie autonome in live action, a dispetto invece della maggior parte dei suoi compagni Vendicatori.

Il MCU ha sempre accolto Hulk come personaggi di supporto nei film dedicati agli Avengers e persino in Thor: Ragnarok, nonostante non sia mai stato in grado di raggiungere un accordo con la Universal per realizzare un nuovo standalone dopo il film del 2008 con Edward Norton. Tuttavia, il potenziale inesplorato del Gigante di Giada sembra adesso essere nuovamente limitato proprio dall’introduzione di Smart Hulk.

Alcune precisazioni

Insieme a Iron Man, L’incredibile Hulk ha contribuito a lanciare il MCU nel 2008, ma ad oggi quel film ha rappresentato il primo ed unico standalone dedicato a Bruce Banner. A differenza di Iron Man, il film ha riassunto la storia delle origini di Hulk nella sequenza di apertura – attingendo pesantemente dagli eventi del film di Ang Lee del 2003 – e ha rappresentato essenzialmente il personaggio come uno scherzo della natura alle prese con la sua tragica dualità tra uomo e bestia.

Quando Edward Norton ha abbandonato il franchise dopo una serie di differenze creative con lo studio, il ruolo è stato affidato a Mark Ruffalo ed i piani attorno al personaggio si sono spostati verso un approccio più orientato all’azione e alla commedia. Questa si è rivelata una formula di successo, dal momento che Hulk ha avuto la possibilità di interagire con il resto dei Vendicatori e Bruce Banner ha iniziato ad avere un maggiore controllo sul suo alter ego. Alla fine di Avengers: Age of Ultron, il suo arco narrativo ha puntato verso una sorta di riconciliazione con la sua “metà”, mentre Thor: Ragnarok ha anticipato un drastico cambiamento in merito alla loro relazione. Hulk era ancora il feroce assemblaggio di muscoli che i fan hanno sempre amato, ma tutto è cambiato in Avengers: Infinity War.

Quando Thanos (Josh Brolin) ha sconfitto Hulk senza il minimo sforzo nei primi minuti di Infinity War, le aspettative del pubblico di vedere un atto di legittima vendetta erano alle stelle. Dopotutto, il materiale promozionale del film aveva già anticipato che Hulk si sarebbe impadronito dell’Hulkbuster e si sarebbe riunito con i Vendicatori a Wakanda. Tuttavia, il personaggio è stato assente per il resto del film. Avengers: Endgame ha poi sorpreso tutti con Smart Hulk, la fusione tra lo scienziato e il mostro, e per lo più è stato utilizzato per genere la risata, ponendo così fine ad un conflitto di lunga durata completamente fuori dalla storia principale. Ma Hulk ha ancora molte potenziali storie da vivere e il MCU potrebbe riportare in vita la sua forma originale attraverso molti modi creativi.

She-Hulk

Con la notizia che Tatiana Maslany interpreterà She-Hulk nell’annunciata serie Marvel destinata a Disney+, una connessione significativa con suo cugino Bruce Banner è inevitabile. Nei fumetti, Jennifer Walters è un’avvocato che viene uccisa mentre difende il suo cliente da un boss del crimine. Fortunatamente per lei, suo cugino è in città e le esegue una trasfusione di sangue d’emergenza, iniettando i raggi gamma che contribuirono alla sua trasformazione nel corpo della ragazza.

A causa della loro somiglianza genetica, Jennifer acquisì la capacità di trasformarsi e presto adottò il soprannome di She-Hulk per combattere il crimine non solo in aula, ma che fisicamente, sul campo di battaglia. La serie She-Hulk trarrà sicuramente ispirazione dalle origini del personaggio nei fumetti, e questa potrebbe anche diventare l’occasione perfetta per riportare l’Hulk originale nel MCU. Il processo della trasfusione di sangue potrebbe avere effetti collaterali su Smart Hulk, risvegliando la bestia dormiente che lo scienziato pensava di essere finalmente riuscito a domare.

Thunderbolt Ross

Il generale Ross (William Hurt) è l’unico personaggio de L’incredibile Hulk ad essere tornato nel MCU. Ha fatto pressioni sugli Avengers per firmare gli Accordi di Sokovia in Captain America: Civil War e ha contribuito alla rottura della squadra. Ora, è pronto ad apparire in Black Widow, almeno come personaggio di supporto, in versione giovane, nelle sequenze di flashback. La sua maggiore influenza negli eventi più recenti del MCU punta ad una presenza ancora più grande lungo la strada ed i fan attendono con impazienza, da tempo ormai, l’eventuale trasformazione di Ross in Red Hulk. Nonostante sia diventato un po’ più indulgente con gli Eroi più potenti del mondo, la sua sete di potere sembra ribollire da decenni e la sua fissazione per l’incommensurabile potere del suo ex genero, Bruce Banner, non è una qualcosa che può scrollarsi di dosso facilmente.

Anche se il MCU dedicerà di introdurre Red Hulk prima o poi, il ritorno dell’Hulk originale è una possibilità che vale la pena considerare. Ross può finalmente soddisfare il suo desiderio di diventare molto più forte di Smart Hulk, che si troverebbe costretto a trovare un modo per tornare al suo stato di gigante di Giada ed affrontare la sua vecchia nemesi. Senza i membri originali degli Avengers (che Ross ha spinto ad allontanarsi attraverso le sue richieste in Civil War), gli unici personaggi abbastanza forti da sottomettere il suo Red Hulk sarebbero Thor (Chris Hemsworth) e Hulk. Tutto ciò sarebbe in linea con i fumetti, dove entrambi questi Vendicatori sono gli unici in grado di fermare Red Hulk.

Le varie incarnazioni di Hulk

A vari livelli, il MCU ha già trasposto le trame più importanti di Hulk. L’incredibile Hulk ha mostrato la sua persecuzione da parte dei militari; i film degli Avengers hanno rappresentato la lotta per controllare il suo potere come membro dei Vendicatori; Thor: Ragnarok ha mostrato il suo breve periodo come un gladiatore su un pianeta extraterrestre. Tuttavia, manca ancora una parte importante del materiale di partenza: lo scontro tra le numerose incarnazioni di Hulk. Nei fumetti, Bruce Banner non ha a che fare solo con il classico Gigante Verde (originariamente chiamato Savage Hulk), ma anche con personaggi del calibro di Grey Hulk, Joe Fixit e Devil Hulk. Ognuna di queste personificazioni ha la propria personalità, il proprio insieme di abilità e la propria faida personale con Banner. Finora, il MCU ha presentato solo l’originale Hulk e la sua controparte intelligente, basata sul Professor Hulk dei fumetti.

La trama attorno a cui potrebbe ruotare la prossima apparizione di Bruce Banner (e forse l’ultima) potrebbe basarsi proprio su un disturbo della doppia personalità. Mentre cerca di riparare il suo braccio carbonizzato dai tentativi di maneggiare il Guanto dell’Infinito, Smart Hulk potrebbe finire per danneggiare la sua psiche. Questa sarebbe l’occasione perfetta per riportare in vita l’Hulk originale e vedere finalmente Bruce Banner trovarsi letteralmente faccia a faccia con il suo più grande tormento. Come da tradizione per il personaggio, ciò potrebbe accadere nel corso di più film per evitare nuovamente tutti quei problemi tra Marvel e Universal legati ai diritti di sfruttamento.

Il Multiverso

WandaVision ha trovato un modo creativo per riportare in vita Visione, anche se la sua morte per mano di Thanos in Avengers: Infinity War sembrava essere nientemeno che definitiva. La Fase 4 ci permetterà di approfondire ancora di più il Multiverso all’interno del MCU, offrendo la possibilità di portare tantissimi nuovi personaggi Marvel sul grande schermo, indipendentemente dalle linee temporale o dalle origine. I viaggi nel tempo saranno quindi un fattore chiave in questa nuova fase, a partire dall’introduzione nell’universo condiviso di Kang il Conquistatore in Ant-Man 3. Proprio per questo, l’originale Hulk potrebbe essere una delle armi più pericolose strappate per caso da una sequenza temporale alternativa. Mettere l’Hulk di Edward Norton e l’Hulk del primo film sugli Avengers l’uno contro l’altro, e Smart Hulk come loro arbitro, non sembra un’ipotesi così inverosimile dopo il debutto di WandaVision e Doctor Strange in the Multiverse of Madness.

È importante ricordare che è stato Smart Hulk a parlare con l’Antico (Tilda Swinton) durante il viaggio nel tempo di Avengers: Endgame, ed è stato lui a ricevere sia la Gemma del Tempo che l’avvertimento secondo cui armeggiare con timeline alternative potrebbe portare a risultati catastrofici (o almeno a risultati molto diversi e inaspettati). Questo è molto importante per il personaggio perché, proprio come Tony Stark (Robert Downey Jr.) e sua figlia Morgan, Bruce Banner aveva finalmente raggiunto il suo obiettivo: venire a patti con Hulk dopo che Thanos ha spazzato via metà della vita nell’universo. Viaggiare nel tempo per recuperare le Gemme dell’Infinito e offrirsi volontario per sacrificare il suo braccio e riportare indietro tutti gli eroi caduti è sempre stato un grosso rischio per lui. Il ritorno dell’originale Hulk potrebbe essere il più grande culmine del suo arco narrativo nel MCU, richiedendogli di porre fine alla sua vita per porre fine al “mostro”. 

L’Hulk originale è indispensabile per la Fase 5

hulkIl nuovo team di Avengers 5 è ancora un mistero, ma sarà sicuramente composto da eroi per lo più inesperti che hanno bisogno di un mentore a sua volta esperto. Ancora una volta, Thor e Hulk sono i personaggi più appropriati per ricoprire questo ruolo, poiché sono entrambi vivi e attivi: essendo però Hulk l’unico grande supereroe a rimanere attivo durante i cinque anni del “Blip”, potrebbe essere più preparato.

Mentre il MCU cerca di superare l’impatto di Thanos, potrebbe diversificare le sue forze antagoniste con una mente nascosta (cioè Kang) che trasforma davvero l’Hulk originale nel cattivo principale di un film degli Avengers, ottenendo finalmente ciò che Loki (Tom Hiddleston) ha sempre voluto.

Fonte: Screen Rant

The Rossellinis: il 26, 27, 28 ottobre al cinema

The Rossellinis: il 26, 27, 28 ottobre al cinema

Dopo il grande successo ottenuto alla 35. Settimana Internazionale della Critica di Venezia dove è stato presentato come evento speciale, arriva al cinema solo il 26, 27, 28 ottobre THE ROSSELLINIS di Alessandro Rossellini, prodotto da B&B Film, coprodotto da VFS Films con Rai Cinema in associazione con Istituto Luce Cinecittà.

Roberto Rossellini è stato un genio del cinema e un padre spiccatamente anticonformista. I suoi amori hanno riempito le prime pagine dei giornali di tutto il mondo, scandalizzando la rigida morale degli anni Cinquanta e dando alla luce una famiglia numerosa, orgogliosamente multietnica e decisamente allargata. Alessandro, primo nipote del grande regista, ha avuto una carriera traballante da fotografo e un lungo passato di tossicodipendenza. Come primo nipote di un genio, non si sente all’altezza del cognome. Decide così di girare a 55 anni il suo primo film, affrontando con ironia la saga dei Rossellini e obbligando i parenti sparsi in tutto il mondo a un’impossibile terapia familiare davanti alla macchina da presa.

IN THE ROSSELLINIS si trovano così le testimonianze di Renzo, Robin, Isabella, Ingrid, Gil e Raffaella Rossellini che Alessandro guida on the road in un racconto intimo e ironico capace di appassionare lo spettatore.

Alle interviste si alternano le immagini di repertorio, tra cui quelle dell’Archivio Privato della Famiglia Rossellini e dell’Istituto Luce Cinecittà, e le scene di alcuni capolavori di Roberto Rossellini, come ROMA CITTÀ APERTA, LA PRESA DEL POTERE DA PARTE DI LUIGI XIV, EUROPA ’51, VIAGGIO IN ITALIA oltre a quelle di MY DAD IS 100 YEARS OLD di Guy Maddin e Isabella Rossellini e KILL GIL, Vol. 1 di Gil Rossellini.

Spiega Alessandro Rossellini: “Con il titolo del film ho voluto prendere in giro un cognome che per me è stato da sempre molto ingombrante, passato alla storia del cinema per le idee rivoluzionarie di nonno Roberto, regista venerato ancora oggi come un profeta dai cinefili di tutto il mondo. Nonno fu però un personaggio ben noto anche per la sua vita privata, parecchio avventurosa. Il suo genio e il suo carisma hanno affascinato i cronisti del tempo, creando un grande circo mediatico attorno alla sua figura. Il nostro album di famiglia si è così composto con bellissime fotografie patinate e cinegiornali dai toni scandalistici. Tutto questo ha avuto per me e gli altri discendenti un peso enorme, influenzando le nostre vite, anche dopo la scomparsa di nonno. Ogni famiglia mitizza il proprio passato, denso di storie e gioie, nascondendo a volte sotto il tappeto i conflitti più dolorosi. In questo senso, forse noi Rossellini siamo l’iperbole di una famiglia: affascinante, appassionata ed anche bugiarda. L’arte di narrarsi al meglio è forse l’unico pezzetto di genio creativo che abbiamo ereditato da nonno Roberto. Questo film documentario è il mio personale tentativo di restituire un’immagine sincera della mia grande, amata e complicata famiglia”.

Cosa sarà: trailer e poster del nuovo film di Francesco Bruni

0
Cosa sarà: trailer e poster del nuovo film di Francesco Bruni

Ecco il trailer e il poster di Cosa sarà, il nuovo film di Francesco Bruni che chiuderà la 15° Festa del Cinema di Roma. Nel cast del film Kim Rossi Stuart, Lorenza Indovina, Barbara Ronchi, Giuseppe Pambieri, Raffaella Lebbroni, Fotinì Peluso, Tancredi Galli, Nicola Nocella.

SINOSSI

La vita di Bruno Salvati è in una fase di stallo.I suoi film non hanno mai avuto successo e il suo produttore fatica a mettere in piedi il prossimo progetto. Sua moglie Anna, dalla quale si è recentemente separato, sembra già avere qualcun altro accanto.E per i figli Adele e Tito, Bruno non riesce a essere il padre presente e affidabile che vorrebbe.

Un giorno Bruno scopre di avere una forma di leucemia. Si affida immediatamente a un’ematologa competente e tenace, che lo accompagna in quello che sarà un vero e proprio percorso a ostacoli verso la guarigione. Ilprimo obiettivo è trovare un donatore di cellule staminali compatibile: dopo alcuni tentativi falliti, Bruno comincia ad avere seriamente paura,Cosa sarà di lui?

Suo padre Umberto, rivelandogli un segreto del suo passato, accende in tutti una nuova speranza.

Bruno e la sua famiglia intraprendono un inatteso percorso di rinascita, che cambierà i loro rapporti e insegnerà a Bruno ad alzare gli occhi da sé stesso e a guardare gli altri.

Il poster di Cosa sarà

Ryan Gosling sarà uno stuntman per David Leitch

0
Ryan Gosling sarà uno stuntman per David Leitch

Arriva da Deadline la notizia che Ryan Gosling sarà il protagonista del nuovo progetto di David Leitch nei panni di uno stuntman. Il film in questione è stata ufficialmente acquistato dalla Universal dopo una lotta apparentemente agguerrita con altri studi che hanno cercato di accaparrarsi il progetto (tra cui Netflix, la Paramount e la MGM).

David Leitch è noto per aver diretto Atomica Bionda, Deadpool 2 e il più recente Fast & Furious: Hobbs & Shaw. La sceneggiatura del nuovo progetto del regista statunitense – che non ha ancora un titolo ufficiale – porterà la firma di Drew Pearce, autore degli script di film quali Iron Man 3, Mission Impossible: Rogue Nation e il già citato Hobbs & Shaw.

Ryan Gosling sarà coinvolto nel progetto anche in qualità di produttore insieme a Guymon Casady della Entertainment 360. Al momento non sono stati svelati dettagli sulla trama del film. Nonostante i numerosi progetti sia di Gosling che di Leitch, pare che il film entrerà quanto prima in produzione.

Di recente abbiamo appreso che Ryan Gosling interpreterà Wolfman nell’omonimo film dedicato al celebre mostro della Universal che sarà diretto da Leigh Whannell (regista de L’uomo invisibile). Tra i prossimi progetti dell’attore figura anche “il film Netflix più costoso mai realizzato fino ad oggi“, in cui sarà diretto da Anthony e Joe Russo e reciterà al fianco di Chris Evans.

The Suicide Squad: nuove dinamiche tra i membri della Task Force X

0

Intervistato da ComingSoon.net in occasione della promozione del film Honest Thief, Jai Courtney ha parlato dell’attesissimo The Suicide Squad di James Gunn, in cui l’attore tornerà nei panni di Captain Boomerang, personaggio già interpretato in Suicide Squad di David Ayer del 2016.

Nonostante questa volta ci fosse Gunn al timone del progetto e non più Ayer, Courtney ha spiegato che il suo approccio al ruolo non è minimamente cambiato, così come quello dell’intera produzione. “Probabilmente perché c’erano davvero tante cose che erano già state stabilite, e penso che James lo sapesse”, ha spiegato l’attore. “Sta facendo il suo film, ma penso che nessuno abbia sentito il bisogno di abbandonare ciò che era già stato stabilito. In sostanza, Boomerang è lo stesso ragazzo.”

Jai Courtney ha poi specificato: “Sarà diverso lo scenario e ovviamente ci saranno tantissimi personaggi in più. Sarà un film che avrà un suo tono specifico, ma posso assicurarvi che le persone si divertiranno lo stesso, esattamente come ci siamo divertiti noi a realizzarlo”. L’attore ha poi aggiunto che non pensa che Captain Boomerang riuscirà mai a comportarsi bene nei confronti degli altri, etichettando il suo personaggio come una sorta di “ostacolo” per la squadra.

Il cast ufficiale di The Suicide Squad comprende i veterani Margot Robbie (Harley Quinn), Viola Davis (Amanda Waller), Joel Kinnaman (Rick Flag) e Jai Courtney (Captain Boomerang), insieme alle new entry Idris ElbaMichael RookerNathan FillionTaika WaititiJohn CenaPeter Capaldi, Sean Gunn, David Dastmalchian Storm Reid. Nel film reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin Cosio, Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz, Alice Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.

No Time to Die sistemerà i “problemi” della saga con i ruoli femminili

0

Nel franchise di James Bond i personaggi femminili sono stati spesso oggetto di numerose critiche, dal momento che sono stati quasi sempre utilizzati in qualità di tipiche damigelle in pericolo o di femme fatale che puntualmente venivano sedotte da 007. A quanto pare, però, nell’attesissimo No Time to Die pare che il ritratto delle donne sarà gestito in maniera totalmente diversa, e soprattutto in un modo più rappresentativo rispetto ai tempi moderni.

La star di Captain Marvel, Lashana Lynch, dovrebbe interpretare un ruolo di rilievo nella 25esima avventura dell’agente più amato del grande schermo. Parlando con TechRadar, l’attrice ha spiegato di aver lavorato per sviluppare il personaggio di Nomi in una donna che potesse essere il più forte possibile. A quanto pare, Lynch è stata molto aiutata dalla sceneggiatura, dal momento che gli autori pare avessero gli stessi obiettivi in merito al suo personaggio.

“Il modo in cui le donne vedono loro stesse e il modo in cui vengono rappresentate è completamente autentico. Sono consapevoli di poter bastare a se stesse”, ha spiegato l’attrice. “È un qualcosa che si potrà vedere in questo nuovo film, e non soltanto in relazione ai personaggi femminili che esistono già nel franchise, ma anche in quelli nuovi di zecca come il mio.”

Lynch ha poi aggiunto: “Oggi c’è un maggiore senso di empowerment, che è una cosa davvero importante da percepire quando vai a lavorare. Ancora più importante, è mostrare tutto ciò alle giovani generazioni.”

In No Time to Die, Bond si gode una vita tranquilla in Giamaica dopo essersi ritirato dal servizio attivo. Il suo quieto vivere viene però bruscamente interrotto quando Felix Leiter, un vecchio amico ed agente della CIA, ricompare chiedendogli aiuto. La missione per liberare uno scienziato dai suoi sequestratori si rivela essere più insidiosa del previsto, portando Bond sulle tracce di un misterioso villain armato di una nuova e pericolosa tecnologia.

Il film vedrà protagonisti un cast d’eccezione composto da Daniel CraigLéa SeydouxRalph FiennesRami MalekNaomie HarrisBen WhishawJeffrey WrightAna De Armas, Rory Kinnear, Dali Benssalah, Billy Magnussen, David Dencik e Lashana Lynch.

Guida romantica a posti perduti, recensione del film di Giorgia Farina

0

Si intitola Guida romantica a posti perduti il nuovo film di Giorgia Farina, che torna alla regia a cinque anni da Ho ucciso Napoleone e a otto da Amiche da morire. Continuando a raccontare delle sfaccettature dell’animo femminile, la regista si concentra questa volta più sul disagio, intimo e sofferente, che sui toni comici, leggeri ma grotteschi delle precedenti storie, scegliendo Jasmine Trinca come protagonista e mettendole accanto un Clive Owen un po’ stropicciato ma comunque affascinante.

Benno è un giornalista tv trasferitosi in Italia, convive con una forma grave di alcolismo, che nasconde con mille bugie e accorgimenti alla moglie infermiera (Irène Jacob). Nel suo stesso condominio, al piano di sotto, vive Allegra, travel blogger che, paradossalmente, ha paura di uscire di casa ed ha una fervida immaginazione. Vive una storia un po’ sbilenca con il giovanissimo Michele (Andrea Carpenzano) a cui mente sulla sua paura. Benno e Allegra si incontrano per caso, e partono insieme per un viaggio, su una vecchia Volkswagen  azzurra, in cui sperano di ritrovare se stessi dietro alle loro bugie, facendo tappa in luoghi abbandonati ma in qualche modo significativi, romantici, come dice il titolo del film.

Guida romantica a posti perduti in GdA 2020

Presentato alle Giornate degli Autori nell’ambito di Venezia 77, Guida romantica a posti perduti è un road movie in pieno stile, con una coppia di protagonisti buffamente assortita e un andamento incerto, proprio come quello di Benno e Allegra. La storia vorrebbe adottare uno sguardo profondo e introspettivo sul disagio dei due protagonisti, eppure risulta sempre superficiale, ma davvero emozionante, tutto troppo poco approfondito per risultare in qualche modo credibile.

Owen e Trinca sono ottimi attori, ma questa volta non sembrano sostenuti a dovere da una sceneggiatura che non lascia i due personaggi esprimersi come potrebbero. Il ritmo è ondivago, la sceneggiatura procede per episodi slegati ma soprattutto ogni tentativo di introspezione si scontra con dialoghi superficiali e sciatti, che non rendono giustizia né agli attori né alle intenzioni nobili della regista.

Uno sguardo superficiale per quanto bene intenzionato

Le due solitudini si incontrano in un finale musicale che dovrebbe essere liberatorio, in cui i due dovrebbero finalmente entrare in contatto con se stessi e con chi hanno di fronte, ma sembra tutto inutile, la regia non affonda il coltello nel cuore della storia, e Benno e Allegra rimangono due figurine a bordo di una Volkswagen azzurra, che non hanno niente in comune e che non riescono a guarirsi.

Sembra interessante però sottolineare quanto siano meglio riusciti, magari anche involontariamente, i due comprimari, Carpenzano e Jacob, il primo che conferma il suo carisma e la sua faccia da schiaffi venata di una dolcezza infinita, la seconda che anche nelle sue poche pose sfodera l’eleganza da fuoriclasse che la regista non riesce a cavare dai suoi protagonisti.

Justice League Snyder Cut: a Ottobre le riprese aggiuntive

0
Justice League Snyder Cut: a Ottobre le riprese aggiuntive

Quando venne annunciato per la prima volta che la Snyder Cut di Justice League sarebbe diventata realtà, venne anche specificato che non sarebbero state girate nuove scene per la versione del cinecomic che arriverà il prossimo anno su HBO Max. A quanto pare, però, sembra che adesso i piani di Zack Snyder siano cambiati.

Stando infatti a quanto riportato da THR, il regista tornerà sul set per alcune riprese aggiuntive del suo taglio del film, riprese che coinvolgeranno Ben Affleck (Batman), Henry Cavill (Superman), Gal Gadot (Wonder Woman) e probabilmente anche Ray Fisher (Cyborg), nonostante quest’ultimo si sia pubblicamente scagliato contro la Warner Bros. e il regista Joss Whedon per aver alimentato un ambiente di lavoro tossico durante le riprese aggiuntive della versione cinematografica del film.

Per quanto riguarda il personaggio di Cyborg, sempre grazie alla fonte apprendiamo che Fisher sarebbe in trattative per un’apparizione in The Flash di Andy Muschietti. Pare che le trattative siano adesso in una fase di stallo per questioni puramente economiche, legate al ruolo che Cyborg avrebbe dovuto avere nella storia e allo screen time che sarebbe stato dedicato al personaggio: inizialmente Cyborg doveva avere un ruolo di rilievo nel film, ma in seguito la sua apparizione sarebbe stata ridotta soltanto a tre scene.

Il budget per le riprese aggiuntive della Snyder Cut di Justice League

Le riprese aggiuntive dovrebbero avere luogo ad Ottobre e durare soltanto per una settimana. Nonostante la breve durata, il budget sarà comunque elevato: pare infatti che saranno necessari 70 milioni di dollari per girare il nuovo materiale. Al momento non sappiamo se anche Jason Momoa (Aquaman) e/o Ezra Miller (Flash) torneranno per le riprese aggiuntive della Snyder Cut di Justice League. Naturalmente vi terremo aggiornati.

Vi ricordiamo che la Snyder Cut di Justice League uscirà nel 2021 sulla piattaforma streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori notizie.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film vedremo protagonista Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Notorious Pictures annuncia 7 nuove acquisizioni

0
Notorious Pictures annuncia 7 nuove acquisizioni

Notorious Pictures, società quotata sul mercato AIM Italia, organizzato e gestito da Borsa Italiana, attiva nella produzione, acquisizione e commercializzazione dei diritti di opere filmiche (full rights) attraverso tutti i canali di distribuzione (cinema, home video, tv, digital) e nella gestione di sale cinematografiche attraverso la controllata Notorious Cinemas, annuncia le acquisizioni di 7 nuove opere cinematografiche presentate ai recenti virtual markets di Cannes e Toronto.

Guglielmo Marchetti, Presidente e Amministratore Delegato della Società, ha così commentato: “In questo particolare periodo Notorious continua ad arricchire il suo forziere di contenuti audiovisivi con 7 nuovi film di elevato valore artistico e commerciale. Tutti i film saranno valorizzati al meglio nello sfruttamento nei diversi media, sfruttando tutte le nuove opportunità che il mercato digitale ci mette a disposizione. In particolare mi piace segnalare l’acquisizione di due grandi film molto attesi: il ritorno sul grande schermo dopo il premio Oscar® per Joker di Joaquin Phoenix con il suo nuovo film C’mon C’mon e The Gerogetown Project con Russell Crowe e Sam Worthington”.

Notorious Pictures si consolida nella distribuzione Theatrical con i seguenti nuovi film:

UNDERCOVER: Commedia musicale di Steve Pink con Zachary Levi (Shazam!) e con la star di Riverdale e A un metro da te Cole Sprouse. L’ex cantante rock Jack, diventato padre di famiglia, perde il lavoro. Con il mutuo da pagare e il prestito da prendere per il college della figlia, nasconde alla moglie di essersi licenziato e, per guadagnare, lavora come cantante per una cover band di ventenni che si esibisce nei matrimoni. Scoperto dalla moglie, il matrimonio va in crisi, ma Jack fa di tutto per recuperarlo e intanto aiuta il chitarrista della cover band, Ben, a tirare fuori il suo talento come cantautore, invece di nascondersi dietro alla chitarra.

THE GEORGETOWN PROJECT: Horror su un esorcismo scritto e diretto da M.A. Fortin e Joshua John Miller ed  interpretato da Russell Crowe e Sam Worthington. Un attore dalla vita travagliata , inizia a crollare psicologicamente mentre interpreta un film su un esorcismo. Sua figlia comincia così a chiedersi se ci sia qualche aspetto più sinistro dietro a questo crollo di cui non è a conoscenza.

C’MON C’MON il nuovo film dell’ultimo premio Oscar Joaquin Phoenix prodotto e distribuito dalla A24. Regia di Mike Mills (Le donne della mia vita) racconta la storia di Johnny, artista celebre alla radio per i suoi documentari interviste,  che parte intraprende un viaggio attraverso l’America con il suo giovane nipote.

LANSKY: Thriller sulla vera storia di Meyer Lansky, mafioso bielorusso naturalizzato statunitense, esponente principale del cosiddetto “Sindacato ebraico”. Ritiratosi a Miami sotto la protezione dell’FBI decide di raccontare la sua storia al giornalista David Stone. Pian piano però si trasformerà in un gioco al massacro organizzato da Lansky per continuare a truffare tutto e tutti. Regia di Eytan Rockaway con Harvey Keitel, Sam Worthington e Minka Kelly.

SONGBIRD: Thriller romantico girato a Los Angeles durante il Lockdown.  Protagonisti le star dei social KJ Apa (Riverdale) e Sofia Carson (Descendants) insieme ad un’importante cast che comprende Demi Moore, Alexandra Daddario, Peter Stormare, Craig Robinson e Bradley Whitford. Produce Michael Bay.

MAFIA INC: Thriller Mafioso di produzione canadese con uno straordinario Sergio Castellitto nel ruolo del padrino Frank Paternò. Il film è tratto dall’omonimo libro d’inchiesta e diretto da Podz e narra la storia di un certo Vincent “Vince” Gamache, figlio di un sarto quebecchese che lavora per conto del boss mafioso Paternò. La sorella di Vince, Sofie, è fidanzata ad uno dei figli di Paternò. La relazione tra le due famiglie diventa particolarmente tesa quando Vince sarà cacciato dal clan siciliano per aver commesso un grave errore.

GOD YOU ARE SUCH A PRIK: Teen Drama tratto dall’omonimo libro, un caso letterario in Germania. La vita di Steffi non potrebbe essere più perfetta: è giovane, è innamorata e ha in programma  un viaggio con destinazione Parigi. Tutto cambia non appena riceve inaspettatamente una diagnosi devastante: non ha molto tempo da vivere.  Steve, un bad boy che ha appena conosciuto, si offre di accompagnarla a Parigi. Senza ulteriori indugi e con un’auto rubata, i due partono per un’incredibile avventura. Basato su una storia vera.

Patrick Stewart sogna un crossover tra Star Trek e Star Wars

0
Patrick Stewart sogna un crossover tra Star Trek e Star Wars

Patrick Stewart ha ammesso di aver fantasticato su un possibile crossover tra gli universi di due delle più celebri e longeve saghe della storia del cinema: Star Wars e Star Trek. L’attore britannico è noto per tutta una serie di ruoli a dir poco iconici, tra cui quello di Jean-Luc Picard nell’universo di Star Trek, appunto, ma anche per quello di Charles Xavier nella saga di X-Men.

Stewart ha interpretato il ruolo di Picard per la prima volta nel 1989, nella serie tv Star Trek: The Next Generation, personaggio che ha poi portato anche al cinema in ben quattro film del franchise cinematografico. Più di recente, è tornato nei panni del capitano dell’Enterprise nella nuova serie Star Trek: Picard, la cui seconda stagione dovrebbe arrivare nel 2021.

In una recente intervista con Men’s Journal in merito alla collaborazione con la piattaforma Uber Eats (per la quale ha realizzato uno spot in cui appare al fianco di Mark Hamill, interprete di Luke Skywalker nella saga di Star Wars), Patrick Stewart ha ammesso di aver fantasticato sulla possibilità di un crossover tra i due universi cinematografici, quello di Star Wars e quello di Star Trek.

Patrick Stewart entusiasta all’idea di un crossover tra Star Trek e Star Wars

Definendo entrambi gli universi “iconici”, Stewart ha anche ammesso di aver provato a lanciare a chi di dover alcune delle sue idee, ma senza successo. Ammetto che, almeno noi di Star Trek, abbiamo fantasticato su un universo combinato con Star Wars”, ha ammesso l’attore. “Sono state lanciate molte idee per mettere insieme questi due universi iconici e far entrare in contatto tutti questi fantastici personaggi. Personalmente, ne sarei entusiasta.”

Ovviamente, il desiderio di Stewart è una semplice fantasia, dal momento che i due franchise sono di proprietà di due studi concorrenti. Inoltre, si tratta di una possibilità ancora più improbabile considerati i diversi focus di ogni saga. Nonostante vengano spesso paragonati, Star Wars e Star Trek sono praticamente agli antipodi: mentre Star Trek si rifà alla fantascienza nel senso più canonico del termine, Star Wars è annoverabile più come un’avventura fantasy ambientata nello spazio. Tuttavia, nel corso degli anni ciò non ha mai impedito ai fan di entrambi i franchise – e a quanto pare neanche a Stewart – di confrontare le due realtà, sperando che ad un certo punto ci sarebbe potuto essere davvero un crossover.

Ben Affleck riflette sul futuro del cinema post-Covid

0
Ben Affleck riflette sul futuro del cinema post-Covid

Ben Affleck ha parlato dell’attuale situazione delle sale cinematografiche messe in ginocchio dalla pandemia di Covid-19, spiegando che dal suo punto di vista l’emergenza sanitaria ha ucciso ogni possibilità di ripresa per i film indipendenti, e che il futuro delle sale sarà esclusivamente nelle mani dei grandi blockbuster.

Nel corso della sua carriera, Affleck ha sempre abbracciato un’idea di cinema a tutto tondo, prendendo parte tanto a blockbuster campioni d’incassi quanto a pellicole realizzate con budget meno dispendiosi. Intervistato di recente da EW, l’attore e regista ha condiviso i suoi pensieri in merito al futuro di Hollywood e allo scenario che si presenterà a livello mondiale dopo che la pandemia sarà ufficialmente cessata.

Secondo Affleck, il futuro delle sale cinematografiche sarà esclusivamente dei blockbuster, e che tutti gli altri film saranno destinati alle piattaforme di streaming. “Penso che dopo il Covid-19, film come The Town o Argo, tutti quelli che ho realizzato da regista, finiranno in streaming”, ha dichiarato l’attore. “Probabilmente ci saranno dai 20 ai 25 film all’anno che verranno distribuiti nelle sale e saranno tutti grandi film, che si tratti della Disney, del cinecomic Marvel o di Star Wars… film che possono comunque garantire incassi che, nella peggiore delle ipotesi, si aggirano sul mezzo miliardo di dollari.”

Poi aggiunge: “Penso che sarà molto, molto difficile per i film drammatici o per i film a medio budget tipo The Town trovare uno spazio in sala. Vedremo o film giganteschi che verranno distribuiti su larga scala o film piccoli che magari troveranno posto in alcuni cinema per questioni di prestigio e poi verranno proposti direttamente sulle piattaforme di streaming. Ognuno può trarre le sue conclusioni in merito, ma nel bene o nel male penso che sarà questa la direzione dell’industria. Io mi baso su ciò che sto vedendo attualmente… e anche sull’esperienza che ho avuto quando ho fatto i miei film da regista.”

I prossimi progetti di Ben Affleck

Ricordiamo che tra i prossimi progetti di Ben Affleck figurano Deep Water, thriller erotico di Adrian Lyne in cui l’attore reciterà al fianco di Ana de Armas, e The Last Duel, il nuovo dramma storico di Ridley Scott in cui vedremo Affleck recitare insieme a Matt Damon e Adam Driver. Inoltre, come confermato di recente, l’attore tornerà a vestire i panni di Batman in The Flash di Andy Muschietti.

Dylan McDermott: 10 cose che non sai sull’attore

Dylan McDermott: 10 cose che non sai sull’attore

Amatissimo dal pubblico sin dalle sue prime apparizioni sul grande e piccolo schermo, negli ultimi anni Dylan McDermott è tornato alla ribalta partecipando ad alcuni entusiasmanti progetti televisivi.

Ma adesso scopriamo insieme tutto quello che c’è da sapere su Dylan McDermott, sulla sua movimentata vita privata e sulla sua lunghissima carriera divisa tra cinema e tv.

Dylan McDermott vita privata: un inizio difficile

10. Nato il 2 ottobre del 1961 a Waterbury, in Connecticut, Stati Uniti, Dylan McDermott è figlio di Diane Marino, di origini italo-britanniche, e Richard McDermott di origini irlandesi. Dylan nasce quando i suoi genitori hanno rispettivamente 15 e 17 anni, ancora troppo giovani per affrontare tutte le difficoltà della vita di coppia.

Dopo soli sei anni, infatti, nel 1967, Diane e Richard divorziano e Dylan, insieme alla sorella minore Robin, va a vivere con sua madre. La separazione dei genitori causa a entrambi i figli molto dolore ma purtroppo il destino continua ad accanirsi sulla famiglia. Il 9 febbraio di quello stesso anno, purtroppo, Diane Marino viene uccisa da John Sponza, l’allora compagno della donna. Nonostante Sponza abbia sempre sostenuto che la donna si fosse sparata accidentalmente mentre stava pulendo la pistola, la polizia non ha mai creduto alla sua versione. John Sponza, infatti, all’epoca era legato alla criminalità organizzata e pochi anni più tardi, nel 1972, venne trovato ucciso da un colpo di pistola nel bagagliaio di un’auto a Waltham, in Massachusetts.

Quando la madre muore, Dylan ha solo 5 anni e, insieme alla sorella Robin, viene affidato alla nonna materna, Avis Rogers Marino. A Waterbury, McDermott continua a studiare e si diploma alla Holy Cross High School. Nel frattempo, Dylan riallaccia i rapporti con suo padre Richard, ormai al suo terzo matrimonio, che vive e lavora nel quartiere newyorkese di Greenwich Village. La terza moglie di suo padre, appena ventitreene, è la drammaturga femminista Eve Ensler, autrice dei famosi Monologhi della Vagina. Sarà proprio quest’ultima, riconoscendo il talento di Dylan, a incoraggiarlo a intraprendere la carriera d’attore.

Dopo l’ennesimo divorzio del padre, Dylan decide di cambiare il suo nome di battesimo da Mark a Dylan, in onore al figlio mai nato di Eve e suo padre.

Dylan McDermott film

9. Grazie all’incoraggiamento della matrigna Eve Ensler, Dylan comincia a studiare recitazione e a partire dal 1987 inizia a ottenere i primi ingaggi per il grande schermo. Tra la fine degli anni ottanta e l’inizio degli anni novanta, Dylan McDermott partecipa a film come Hamburger Hill: collina 937 (1987), Blue Iguana (1988), Twister (1989), Fiori d’acciaio (1989), Hardware – Metallo letale (1990), Diario di un assassino (1991), Nel centro del mirino (1993), Miracolo nella 34ª strada (1994), Mister Destiny (1995) e A casa per le vacanze (1995) – diretto da Jodie Foster.

Tra questi film, i più importanti – o comunque quelli che il pubblico ricorda con più attaccamento – sono Miracolo nella 34ª strada, grande classico natalizio per famiglie, e ovviamente Fiori d’Acciaio. Quest’ultimo, diretto da Herbert Ross nel 1989, è un film molto importante per Dylan McDermott, sia per la sua carriera che per la sua vita privata.

Il film – tratto dall’omonimo dramma teatrale di  Robert Harling, anche sceneggiatore del film – racconta della vita di un gruppo di donne, nella cittadina immagina di Chinquapin, in Louisiana, che passa il tempo a spettegolare nel salone di belleza di Truvy Jones (Dolly Parton). Oltre alla proprietaria del salone, di questo gruppo fanno parte la vedova Louise “Ouiser” Boudreaux (Shirley MacLaine) e la sua amica Clairee Belcher (Olympia Dukakis), la devota aiutante di Truvy, Annelle (Daryl Hannah), la signora Mary Lynn Eatenton (Sally Field) e sua figlia Shelby (Julia Roberts). Queste donne sono tutte molto diverse tra loro ma accomunate da problemi quotidiani.

La grave malattia di Shelby e i tragici eventi che ne seguiranno, metteranno a dura prova le donne del gruppo che dovranno farsi forza l’una con l’altra per andare avanti senza spezzarsi, proprio come dei Fiori d’Acciaio.

Dylan McDermott e Julia Roberts in Fiori d’Acciaio

8. Nel film, diventato un classico del cinema degli anni ottanta, Dylan McDermott interpreta Jackson Latcherie, marito di Shelby, interpretata a sua volta da un giovanissima Julia Roberts. I due attori, che nel film interpretano la perfetta coppia del sud nonostante i continui drammi familiari, divennero all’epoca una coppia anche nella vita reale.

Grazie al loro incontro sul set di Fiori d’Acciaio, Dylan e Julia cominciano infatti a frequentarsi, facendo impazzire i paparazzi e i giornali scandalistici dell’epoca. Nonostante siano una coppia molto affiatata sia sul lavoro che nella vita privata, la loro storia non dura che pochi mesi.

I due si conoscono, infatti, nel 1988, durante le riprese del film e da subito tra loro nasce qualcosa. Il loro rapporto, definito come molto intenso e passionale, si esaurisce purtroppo quasi subito. Pare sia stata Julia Roberts, definita troppo volubile dai giornali dell’epoca, a dire basta e a lasciare Dylan dopo pochi mesi di fidanzamento.

Nonostante pare fosse un’ abitudine quella della Roberts di cambiare spesso partner, nessuno dei suoi fan prese molto bene la rottura con McDermott. Il motivo di un così repentino cambio di rotta, viene rivelato qualche tempo più tardi. Julia Roberts annuncia pochi mesi dopo il suo fidanzamento ufficiale con l’attore Kiefer Sutherland che abbandona successivamente nel bel mezzo dei preparativi del matrimonio, per fuggire con un nuovo amore, Jason Patrick. [fonte: La Repubblica]

Dylan McDermott filmografia

7. Tra gli anni novanta e duemila, Dylan McDermott partecipa a tantissimi progetti cinematografici tra i quali ricordiamo Solo se il destino (1997), Appuntamento a tre (1999), Texas Rangers (2001), Party Monster (2003) Wonderland – Massacro a Hollywood (2003), La maga delle spezie (2005), The Messengers (2007), Have Dreams, Will Travel (2007), Mercy (2009), Noi siamo infinito (2012), Candidato a sorpresa (2012), Attacco al potere – Olympus Has Fallen (2013), Freezer (2013), Comportamenti molto… cattivi (2014), Automata (2014), Mercy (2014), Survivor (2015) e Amore inaspettato (2017).

Nella maggior parte di questo film, Dylan interpreta un ruolo secondario tranne che in un caso. Nel film del 2013, Freezer, l’attore finalmente si mette alla prova con un ruolo da protagonista.

Diretto da Mikael Salomon, Freezer è un thriller che racconta la storia di Robert Saunders (Dylan McDermott), che si sveglia legato e rinchiuso in una cella frigorifera.

Robert non ricorda nulla di come si arrivato lì ma solo di essere andato a cena con la sua ragazza e di essersi risvegliato nella cella. Poco dopo scopre però di essere stato rapito da due mafiosi russi convinti che sia stato proprio lui a sottrarre loro ben 8 milioni di dollari. Saunders non ha idea di cosa stiano parlando i due mafiosi ed è convinto si tratti di uno scambio di persona. L’uomo dovrà quindi trovare il modo per uscire dalla sua prigione di ghiaccio prima di morire congelato o di essere torturato dai mafiosi russi.

Dylan McDermott serie tv

6. Parallelamente alla sua carriera cinematografica, Dylan McDermott si dedica anche alla televisione. I suoi primi esperimenti televisivi risalgono alla fine degli anni novanta quando per la prima volta compare sul piccolo schermo nel film The Neon Empire (1989), diretto da Larry Peerce. Qualche anno più tardi, nel 1991, è la volta di un secondo film, sempre per la tv, dal titolo Terre Desolate (Into The Badlands), diretto da Sam Pillsbury.

Dopo aver testato le sue capacità in un paio di film per il piccolo schermo, Dylan comincia ad accettare i suoi primi ruoli in alcune serie tv di successo come I Racconti della Cripta (1992), Ally McBeal (1998) e Will & Grace (2003). Nel 1997, arriva per lui il primo ruolo importante nella serie The Practice – Professione Avvocati.

5. La serie, creata da David E. Kelley per la ABC, racconta delle vicende di un gruppo di talentuosi avvocati penalisti della città di Boston. The Practice è andata in onda dal 1997 al 2004 per un totale di 8 stagioni e 168 episodi. Dylan McDermott nella serie interpreta l’avvocato Bobby Donnell, uno dei personaggi principali, e compare in ben 147 episodi. Considerato regular fino alla settima stagione, nell’ottava e ultima, invece, passa al ruolo di semplice guest star. In The Practice, McDermott recita al fianco di attori come James Spader, Jessica Capshaw, Ron Livingston, Camryn Manheim e molti altri ancora.

Dylan McDermott in AHR – American Horror Story

4. Dopo aver militato in alcune serie tv americane come Big Shots (2007-2008), Dark Blue (2009-2010), Hostages (2013-2014), Stalker (2014-2015) e LA to Vegas (2018), Dylan si dedica a un progetto assai ambizioso.

Nel 2011, Ryan Murphy e Brad Falchuck, autori della fortunata serie Glee, creano per il network della FX, una serie tv horror dal titolo American Horror Story. La serie è stata ideata in modo tale che ognuna delle sua stagione sia autoconclusiva e abbia trama, personaggi e ambientazioni differenti. Il cast della serie raramente cambia ma gli attori interpretano ruoli diversi a seconda delle stagioni.

Dylan McDermott, un po’ come alcuni dei suoi colleghi, ha partecipato a quattro stagioni differenti di American Horror Story che nello specifico sono Murder House (stagione 1), Asylum (stagione 2), Apocalypse (stagione 8) e 1984 (stagione 9). Tuttavia, i ruoli più complessi e duraturi per l’attore sono stati quelli delle prime due stagioni.

American Horror Story – Murder House

In Murder House, Dylan interpreta il dottor Benjamin Harmon, un psichiatra di Boston che vive con la moglie Vivien e sua figlia Violet. A seguito dell’aborto spontaneo di sua moglie, i coniugi entrano in crisi e Ben si lascia andare ad una relazione extraconiugale con una sua studentessa, Hayden McClaine. Quando però la ragazza resta incinta di suo figlio, per paura di essere scoperto, Ben decide di trasferirsi a Los Angeles con la sua famiglia per cambiare vita.

Ma i problemi purtroppo lo seguono da Boston fino alla west coast. Qui la famiglia compra una casa che più tardi si scopre essere infestata e in cui succedono cose molto strane e pericolose. A complicare ulteriormente la vita di Ben c’è la sua ex amante Hayden che, decisa a interrompere la gravidanza, ha bisogno del supporto emotivo ed economico di Ben.

American Horror Story – Asylum

Se Muder House è ambientata nella California dei giorni nostri, la seconda stagione di American Horror Story, Asylum, si svolge invece contemporaneamente due epoche molte lontane tra loro.

Una coppia di giovani amanti è in vista al manicomio di Briarcliff, luogo ormai chiuso e in rovina da molto tempo. La coppia, amante della macabro, non vede l’ora di visitare le tetre stanze abbandonate della struttura che ha la fama di essere un posto infestato dai fantasmi dei suoi pazienti. Il manicomio, infatti, fu chiuso a causa dell’altissimo numero di decessi tra i suoi pazienti, tutte morti avvenute in modalità assai ambigue. Durante la loro visita di piacere, gli amanti faranno purtroppo la conoscenza del malvagio killer incappucciato…

Un flashback ci riporta al 1964, anno in cui il manicomio di Briarcliff è in piena attività. La struttura è gestita da Sorella Jude e da Monsignor Timothy, che hanno creato un clima di assoluto terrore tra i pazienti.

A Briarcliff ci sono tantissime persone rinchiuse, come il giovane Kit Walker, accusato di essere il serial killer “Bloody Face”; Grace Bentrand, una psicopatica che ha trucidato la sua famiglia; e Lana Winters, una giornalista rinchiusa con la sola colpa di essersi dichiarata lesbica. Tuttavia, a far più paura dei pazienti, sono proprio le persone che gestiscono la struttura. Tra questi ci sono il dottor Arden che si diverte a fare trani esperimenti sui paziente e che pare nasconda un passato da nazista; e Sorella Mary Eunice, apparentemente innocua ma in preda a possessioni demoniache.

In Asylum, Dylan McDermott interpreta Johnny Morgan, figlio di Oliver Thredson, medico ultimo arrivato a Briarcliff, e di Lana Winters. Dopo aver passato la sua infanzia a scuoiare e torturare piccoli animali, rimbalzando così tra le tante famiglie adottive, da adolescente diventa un piccolo criminale e viene arrestato.

Dylan McDermott in The Politician

3. La collaborazione tra Dylan e Ryan Murphy e soci continua anche nel 2019 quando l’attore viene scelto per entrare a far parte del cast della nuova serie The Politician, creata in esclusiva per Netflix.

Creata da Ryan Murphy, Brad Falchuck e Ian Brennan – trio inseparabile sin dai tempi d’oro di GleeThe Politician racconta la storia di Payton Hobart (Ben Platt), uno studente del liceo di Santa Barbara deciso a diventare presidente del corpo studentesco. Le aspirazioni di Payton, tuttavia, non si limitano solo al controllo del liceo; il ragazzo sogna infatti di poter diventare un giorno il nuovo Presidente degli Stati Uniti.

Deciso a realizzare i suoi sogni un passo alla volta, Payton comincia la sua campagna elettorale nella scuola di Saint Sebastian, ma c’è chi è pronto a tutto pur di far naufragare i suoi piani mettendogli i bastoni tra le ruote. Il ragazzo dovrà quindi lottare per arrivare al traguardo e capire che nel mondo della politica non sempre si può giocare pulito.

Nella serie – arrivata a 2 stagioni e 15 episodiDylan McDermott interpreta Theo Sloane, padre di Astrid Sloane, fidanzata di River Barkley, sfidante di Payton alle elezioni. Pur non avendo un ruolo principale nella serie, il personaggio di Theo è fondamentale poiché riesce sempre a influenzare il comportamento della figlia. Lui è un uomo affascinante, arrogante, ricco e sicuro di sé, un uomo che fa di tutto per ottenere ciò che vuole. Astrid, al contrario, è meno combattiva, atteggiamento che manda il padre su tutte le furie. In uno degli episodi chiave della stagione Theo dice alla figlia:

“Sei una che molla, una perdente e la più grande delusione della mia vita” [fonte: Fandom]

Dylan McDermott in Hollywood

2. Squadra che vince non si cambia. Ne sa qualcosa Ryan Murphy che nel 2020, ancora un volta, arruola Dylan McDermott per una nuova miniserie, sempre targata Netfix, dal titolo Hollywood.

Creata dall’imbattibile coppia Murphy-Brennan, la miniserie in sette puntate, è ambientata nella Hollywood del secondo dopoguerra e segue le vicende di attori, autori e registi emergenti che lottano contro i pregiudizi delle major. Mescolando storie e leggende della Hollywood degli anni d’oro, Ryan Murphy riscrive la storia del cinema dando al pubblico un finale alternativo.

La serie, con l’aiuto dei suoi personaggi così bizzarri e coloriti, affronta con leggerezza alcuni dei temi più scottanti dei nostri giorni e della Hollywood di quegli anni. Si parla di prostituzione, di razzismo, di corruzione e ingiustizia sociale e di come, a volte, scegliere la strada più difficile sia l’unica cosa saggia da fare.

Nella miniserie Hollywood, Dylan McDermott interpreta l’eccentrico Ernest “Ernie” West, proprietario di una stazione di servizio, attività di copertura per la sua rete di prostituzione. Ispirato a Scotty Bowers – un ex marine diventato il magnaccia più famoso di Hollywood dagli anni quaranta agli ottanta -, il personaggio di Ernie assume giovani ragazzi di bell’aspetto per lavorare alla pompa di benzina e vendere il proprio corpo al migliore offerente.

Dylan McDermott oggi

1. Grazie ai suoi ultimi ruoli nelle serie AHS, The Politician e Hollywood, Dylan McDermott oggi è di nuovo sulla cresta dell’onda. L’attore è infatti impegnato con due progetti molto importanti, un film e un cortometraggio, che dovrebbero arrivare nelle sale a partire dal 2021.

Il cortometraggio, dal titolo Proof of Loss, racconta la storia di una famiglia devastata dalla perdita della propria causa, bruciata in un enorme incendio. Si parla dell’elaborazione del lutto e della difficile ricostruzione dell’equilibro emotivo di un intero nucleo familiare. Il secondo progetto di Dylan, invece, riguarda il film dal titolo King Richard, un biopic che racconta della vita d Richard Williams, padre e allenatore delle superstar del tennis Venus e Serena Williams.

Purtroppo, a causa della pandemia di Coronavirus ancora in corso, non sappiamo ancora quando questi due progetti saranno rilasciati. Tuttavia, se volete essere sempre informati sulla vita privata e professionale di Dylan McDermott, vi consigliamo di seguire il suo account Instagram, costantemente in aggiornamento.

 

Fonte: Wiki, IMDB, Fandom, La Repubblica

Black Widow slitta a Maggio 2021, tutte le nuove uscite Disney

0
Black Widow slitta a Maggio 2021, tutte le nuove uscite Disney

Come riportato da Deadline, i Walt Disney Studios hanno annunciato le nuove date di uscita dei loro prossimi progetti, alcuni dei quali sarebbero dovuti arrivare nelle sale già quest’anno, ma che alla fine sono stati posticipati a causa della pandemia di Covid-19. Partiamo subito da Black Widow, l’attesissimo cinecomic Marvel con Scarlett Johansson, che non arriverà più nelle sale il prossimo 6 Novembre ma bensì il 7 Maggio del 2021.

Il film inaugurerà ufficialmente la Fase 4 del MCU e di conseguenza sono stati posticipati anche i successivi due cinecomic che sarebbero dovuti arrivare subito dopo Black Widow: stiamo parlando de Gli Eterni, che dal 12 Febbraio 2021 slitta adesso al 5 Novembre 2021, e di Shang-Chi and the Legends of the Ten Rings, che dal 7 Maggio 2021 arriverà adesso al cinema il 9 Luglio 2021.

Per quanto riguarda gli altri titoli, l’uscita di Soul, il nuovo film d’animazione Disney e Pixar, sembra essere confermata per il prossimo 20 Novembre (il film non arriverà su Disney+ come ipotizzato nelle ultime settimane, ma uscirà al cinema), mentre Assassinio sul Nilo di Kenneth Branagh è stato leggermente posticipato: dal 23 Ottobre di quest’anno, il film uscirà adesso il 18 Dicembre. Per quest’anno resta confermato anche Free Guy – Eroe per gioco con Ryan Reynolds, che uscirà l’11 Dicembre.

Ancora, The King’s Man – Le Origini, il prequel della saga di Kingsman con Ralph Fiennes, arriverà il 12 Febbraio 2021, mentre l’attesissimo West Side Story di Steven Spielberg è stato posticipato di un anno: inizialmente previsto per il prossimo 18 Dicembre, il nuovo adattamento del celebre musical arriverà adesso nelle sale il 10 Dicembre 2021.

La regia di Black Widow è stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme a Scarlett Johansson ci saranno anche David HarbourFlorence Pugh e Rachel Weisz.

In Black Widow, quando sorgerà una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni prima che diventasse un membro degli Avengers.

Rambo: le curiosità sulla saga con Sylvester Stallone

Rambo: le curiosità sulla saga con Sylvester Stallone

Nato come film per denunciare una volta di più gli orrori della guerra in Vietnam, Rambo è in breve diventato un grande classico, nonché uno dei più apprezzati film del suo anno, il 1982. È inoltre il film che, insieme a Rocky, ha contribuito a lanciare la carriera dell’attore Sylvester Stallone. Oggi inserito tra i più grandi personaggi della storia del cinema, il combattivo veterano si è visto diventare protagonista di un’intera saga, oggi composta da ben 5 film realizzati tra il 1982 e il 2019.

La sua storia ha però origine nel romanzo del 1973 Primo sangue, dello scrittore David Morrell. Quando ne vennero acquisiti i diritti, per i produttori fu subito chiaro che a ricoprire il ruolo del protagonista sarebbe dovuto essere Stallone. A lui fu inoltre permesso di collaborare alla sceneggiatura, e durante la scrittura di questa si operarono una serie di cambiamenti volti a rendere il film meno violento rispetto al testo letterario. Riscontrando poi un grandissimo successo di critica e pubblico, lo studios di produzione decise di dar vita ad una trilogia, composta da Rambo 2 – La vendetta (1985) e Rambo III (1988).

A distanza di vent’anni da quest’ultimo capitolo, il personaggio è infine stato riportato sul grande schermo per un quarto capitolo, intitolato John Rambo (2008). Ma la saga non si concludeva lì, e nel 2019 è infatti stato rilasciato Rambo: Last Blood, che apparentemente potrebbe essere il capitolo conclusivo della saga. Nel corso degli anni il personaggio è certamente evoluto e cambiato, ma il senso generale della sua storia è rimasto presente in ognuno dei suoi film. Le cicatrici che il veterano si porta dietro dal Vietnam non guariscono, rimangono vive sul suo corpo e nella sua mente, diventando un monito per tutti.

Rambo: la trama dei film

Rambo (1982)

Il primo film introduce il protagonista: il veterano della guerra del Vietnam John Rambo. A sette anni dal suo congedo, questi giunge in una piccola cittadina per fare visita ad un vecchio commilitone. Qui scopre con profonda tristezza che il suo amico è morto di cancro a causa dell’esposizione a un erbicida durante la guerra. Ritrovatosi sempre più solo, Rambo inizia allora un innocuo vagabondaggio nella piccola città. La sua presenza non è però ben vista dal violento e arrogante sceriffo Will Teasle, che finisce per arrestarlo. Portato alla stazione di polizia, Rambo subisce le angherie e i soprusi degli ufficiali. Tale violenza risveglia però in lui il ricordo delle torture subite come prigioniero di guerra.

Assalito da tali memorie, Rambo inizia a ribellarsi alla brutalità dei poliziotti, dimostrando una forza immane e una grande capacità di rispondere agli attacchi. In breve, riesce a fuggire dalla stazione, dirigendosi poi nel bosco. Lo sceriffo non è però intenzionato a lasciarlo a piede libero, e scatena così tutto il corpo di polizia a disposizione contro di lui. Nel frattempo, Teasle scopre la vera identità dell’uomo e di cosa egli sia capace. Se quanto viene detto di Rambo è vero, nessuno ha alcuna possibilità contro di lui in un territorio a lui famigliare come quello del bosco. Ma lo sceriffo non sembra disposto ad arrendersi. La sua arroganza sarà però la sua rovina, poiché nessuno è veramente attrezzato per dare la caccia al letale Rambo.

Rambo 2 – La vendetta (1985)

Nel primo dei sequel, John Rambo si ritrova condannato e costretto ai lavori forzati per via di quanto compiuto nel precedente film. La sua sorte cambia però nel momento in cui il colonnello Trautman gli offre l’opportunità di tornare in Vietnam per una nuova missione. Rambo, che nella sua testa non ha mai realmente abbandonato la giungla vietnamita, decide di accettare l’incarico. Istruito sulla sua missione, che prevede il recupero di alcuni prigionieri statunitensi, egli si reca dunque sul luogo. Una volta lì, Rambo viene messo in contatto con Co Bao, una ragazza vietnamita che lavora però per il governo americano.

Grazie a lei, Rambo riesce ad infiltrarsi in uno dei campi di concentramento, dove trova numerosi prigioni in situazioni disperate. Davanti a quegli orrori, il soldato decide di disubbidire agli ordini, e si impegna per salvare uno dei prigionieri. Tentando di riportarlo alla base americana, Rambo e Co Bao vengono però traditi da uno dei loro alleati, che li vende al nemico in cambio della libertà. I tre riescono però a sfuggire alla trappola, nascondendosi nella giungla. Ben presto, Rambo capirà di essere stato abbandonato da Trautman e dall’esercito. Per sopravvivere dovrà ora fare affidamento a tutte le sue capacità, poiché nella giungla è estremamente facile cadere nella trappola dei soldati vietnamiti.

Rambo III (1988)

Con il terzo film della serie, scopriamo che ora Rambo vive in Thailandia, dove si è recato per cercare una nuova pace interiore aiutato dai monaci buddhisti, ai quali in cambio offre aiuto nel restauro del loro monastero. Qui però il veterano non è dedito solo ad attività pacifiche. Egli partecipa infatti regolarmente a degli incontri di lotta, donando poi i soldi vinti ai suoi nuovi amici monaci. La sua tranquillità viene però nuovamente spezzata da una nuova visita di Trautman. Questi chiede infatti al soldato di prendere parte ad una missione in Afghanistan per fornire ai locali delle armi per combattere contro gli occupanti russi. Rambo però, memore delle esperienze precedenti, decide di rifiutare l’incarico.

Si troverà tuttavia a cambiare idea nel momento in cui verrà a sapere che Trautman è stato catturato dai russi. Si reca così in Pakistan, dove alleatosi con un gruppo di ribelli del luogo tenta un primo assalto per salvare il colonnello. L’attacco non va però nel migliore dei modi. Pur riuscendo a liberare Trautman, Rambo si ritrova con questi nel bel mezzo del nulla, lasciati a piedi dall’elicottero con il quale avevano tentato la fuga. Esposti agli attacchi del nemico, i due uomini dovranno ora cercare di sopravvivere in un territorio a loro pressoché sconosciuto. La loro unica salvezza sarà di nuovo le grandi doti da stratega di Rambo.

John Rambo (2008)

Sono passati ormai molti anni dalle sue ultime avventure. Rambo continua la sua pacifica vita lavorando su un battello al confine tra la Thailandia e la Birmania. Su questo riceve un giorno la visita di alcuni missionari, i quali gli chiedono di accompagnarli nel territorio birmano dove si sta svolgendo un conflitto, con l’intento di portare aiuti umanitari ai soldati. Inizialmente riluttante, Rambo infine accetta, consapevole che il territorio sia cosparso di pericolose mine antiuomo. A missione compiuta, scopre però che quello stesso gruppo di missionari è stato ora catturato e rinchiuso in un campo di prigionia. Insieme ad un gruppo di mercenari, il veterano parte allora in loro salvataggio.

La missione va a buon fine, e Rambo riesce a salvare il gruppo di ostaggi, che durante la loro prigionia avevano subito atroci torture. Durante la fuga, però, l’esercito birmano scopre l’accaduto ed organizza una tempestiva caccia all’uomo. Rambo è così costretto a rifugiarsi nella giungla, dove darà nuovamente prova delle sue capacità di sopravvivenza e combattimento. A finire nei guai sono però ora i mercenari che lo avevano aiutato nell’impresa. Il suo nuovo obiettivo sarà dunque ora quello di organizzare un ultimo colpo, annientando l’esercito birmano e salvando i suoi alleati.

Rambo: Last Blood (2019)

Decisosi a tornare negli Stati Uniti alla fine del precedente film, Rambo è ora in pace con sé stesso, e vive una nuova tranquillità nel suo ranch, dove vive insieme alla nipote di una sua cara amica. Quest’ultima è in procinto di partire per il college, e l’ormai anziano veterano già manifesta una certa malinconia per la cosa. Molto protettivo nei confronti della giovane, non riesce a vivere senza il terrore che qualcosa di brutto possa capitarle. Gli orrori visti nel corso della sua vita non possono infatti essere dimenticati. Una sera quanto da lui temuto si avvera. La ragazza non torna a casa, e Rambo inizia così subito a cercarla. Rivoltosi ad un’amica di lei, scopre che la nipote è stata venduta ad un cartello di trafficanti umani in Messico.

Imbracciata l’artiglieria pesante, si reca immediatamente nel paese, oltrepassando il pericoloso confine. Arriverà infine a rintracciare la giovane, ma il gruppo di messicani che la tiene in ostaggio si rivela essere più temibile del previsto. Ridotto in fin di vita, Rambo dovrà trovare un altro modo per penetrare nel lodo edificio e compiere la sua missione. Aiutato da una giornalista del luogo, che ha un conto in sospeso con il suddetto cartello, Rambo dimostrerà ancora una volta che nonostante l’età è ancora il più temibile dei guerrieri.

Rambo: i guadagni dei film al box office e dove vedere i film in streaming

Quella di Rambo è una delle serie cinematografiche di maggior successo della storia. Dato il grande successo dei film, questa si è posizionata infatti al 31° nella classifica delle saghe più redditizie di tutti i tempi. Il suo incasso complessivo è infatti quello di oltre 1.4 miliardi di dollari, a fronte di un budget totale di circa 220 milioni. Singolarmente, il primo film ha incassato circa 125 milioni nel mondo. Il primo dei sequel è ad oggi il film con il maggiore incasso, attestatosi intorno ai 300 milioni. Seguono i 189 milioni del terzo e i 113 milioni del quarto capitolo. Il quinto capitolo è invece stato il meno remunerativo, con un incasso globale di “soli” 91 milioni.

Per gli amanti della saga, o per chi volesse vederla per la prima volta, è possibile fruirne grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. I film di Rambo sono infatti presenti nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Microsoft Store, Apple iTunes, Now TV, Tim Vision, e Netflix. Per vederli, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale, avendo così modo di guardarli in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che con un abbonamento generale non si hanno tempi di scadenza entro cui guardare i film.

Fonte: IMDb

Il processo ai Chicago 7: trailer del film con Joseph Gordon-Levitt

0

Netflix ha diffuso il trailer ufficiale di Il processo ai Chicago 7, il film scritto e diretto da: Aaron Sorkin, vincitore del Premio Oscar e dell’Emmy Award. Protagonisti di Il processo ai Chicago 7 un cast stellare composto da Sacha Baron Cohen, Joseph Gordon-Levitt, Frank Langella, Eddie Redmayne, Mark Rylance, Jeremy Strong, Yahya Abdul-Mateen II, Michael Keaton, John Carroll Lynch e Alex Sharp. Il processo ai Chicago 7 sarà disponibile in streaming su Netflix dal 16 ottobre.

Quella che doveva essere una manifestazione pacifica alla convention del partito democratico statunitense del 1968 si è trasformata in una serie di scontri violenti con la polizia e la Guardia nazionale. Gli organizzatori delle proteste, tra cui Abbie Hoffman, Jerry Rubin, Tom Hayden e Bobby Seale, sono stati accusati di cospirazione e incitamento alla sommossa in uno dei processi più noti della storia americana. Prodotto da: Marc Platt, Stuart Besser, Matt Jackson e Tyler Thompson

Humans, la serie tv: stagioni, episodi, trama, cast e dove vederla

Humans è la serie di fantascienza creata dal team britannico Sam Vincent e Jonathan Brackley, per Channel 4 basata sul dramma di fantascienza svedese Real Humans. la serie esplora i temi dell’intelligenza artificiale e della robotica, concentrandosi sull’impatto sociale, culturale e psicologico dell’invenzione dei robot antropomorfichiamati “sintetizzatori”. La serie è prodotta congiuntamente da AMC negli Stati Uniti e da Channel 4 e Kudos nel Regno Unito. In Italia è stata acquistata e trasmessa da Tim Vision.

Humans: dove vederla in streaming

La serie Humans  in streaming in Italia è disponibile su Tin Vision

Humans: la trama e il cast

In un futuro parallela contemporanea, il dispositivo tecnologico più in voga del momento è il cosiddetto synth, un avanzato androide dalle sembianze molto simili a quelle umane, ideato allo scopo di diventare un badante domestico per famiglie o un operaio per compiti più umili. Persone come George Millican, un anziano rimasto vedovo, lo usano non solo per essere aiutati nella vita quotidiana, ma anche come un dispositivo da compagnia, verso il quale può svilupparsi un legame affettivo. Nel Regno Unito una famiglia dei sobborghi, la famiglia Hawkins, ne compra uno ricondizionato, scoprendo presto che tale modello possiede capacità molto più avanzate di quelle pubblicizzate, comportandosi e pensando in modo simile ad un essere umano, con una propria volontà.

Il synth degli Hawkins non è l’unico esemplare con tale caratteristica, ma è membro di un ristretto gruppo di dispositivi che alcuni, come Leo, figlio del professore che ha ideato il codice in grado di far sviluppare una libera volontà ai robot, cercano di proteggere, mentre altri, in particolare l’ingegnere Edwin Hobb, cercano di neutralizzare profetizzando un’imminente singolarità tecnologica.

In Humans protagonisti sono Manpreet Bachu nei panni di Harun Khan (serie 1), un’amica di Mattie, che la aiuta ad hackerare i sintetizzatori. Emily Berrington nei panni di Niska, un sintetizzatore consapevole costruito da David Elster per essere la sorella di Leo. Ruth Bradley nel ruolo di Karen Voss (serie 1–3), un ispettore investigativo e partner del sergente investigativo Pete Drummond. Lucy Carless nel ruolo di Mattie Hawkins, la figlia adolescente di Laura e Joe. Gemma Chan come Anita / Mia, un synth servile appartenente alla famiglia Hawkins. Pixie Davies nei panni di Sophie Hawkins, la figlia minore di Laura e Joe. Jack Derges nel ruolo di Simon (serie 1), l’attraente assistente sintetizzatore e fisioterapista di Jill Drummond.

Sope Dirisu nel ruolo di Fred (serie 1), un sintetizzatore consapevole costruito da David Elster per essere un fratello di Leo. Rebecca Front nei panni di Vera (serie 1), un sintetizzatore medico del NHS che dovrebbe sostituire Odi come badante di George Millican. Tom Goodman-Hill nel ruolo di Joe Hawkins, il marito di Laura. Jill Halfpenny nel ruolo di Jill Drummond (serie 1), la moglie disabile di Pete. Ivanno Jeremiah come Max, sintetizzatore e confidente cosciente di Leo Elster, costruito da David Elster per essere un fratello di Leo. Neil Maskell nei panni di Pete Drummond (serie 1–2), un infelice sergente detective della Special Technologies Task Force che è sempre stato sospettoso dei sintetizzatori.

Colin Morgan nei panni di Leo Elster, figlio di David Elster, un fuggitivo in parte sintetizzatore ritenuto dal resto del mondo morto in un incidente d’auto; Katherine Parkinson  nei panni di Laura Hawkins, un avvocato e madre di tre figli che si sente a disagio con i sintetizzatori. Theo Stevenson  nei panni di Toby Hawkins, il figlio adolescente di Laura e Joe, che è attratto ed è diventato protettivo nei confronti di Anita. Will Tudor  nel ruolo di Odi (serie 1–2), il malfunzionante assistente di sintetizzatori di George Millican. Danny Webb nel ruolo di Edwin Hobb (serie 1–2), un ricercatore di intelligenza artificiale. William Hurt  nei panni di George Millican (serie 1), un ricercatore di intelligenza artificiale in pensione e vedovo che soffre di perdita di memoria e disabilità fisiche secondarie a un ictus.

Marshall Allman nei panni di Milo Khoury (serie 2), Sonya Cassidy nei panni di Hester (serie 2), Carrie-Anne Moss nei panni di Athena Morrow (serie 2) Billy Jenkins nel ruolo di Seraph Sam. Holly Earl come Agnes (serie 3), Ukweli Roach come Anatole (serie 3), Mark Bonnar nel ruolo di Neil Sommer (serie 3), Dino Fetscher nel ruolo di Stanley (serie 3) e Phil Dunster nel ruolo di Tristan (serie 3).

Humans 3 stagione

Humans 3

Terza stagione per la serie di fantascienza che ci porta nel mondo dei synth, androidi umanoidi creati da David Elster. Un anno dopo “Day Zero”, in cui migliaia di umani e androidi sono morti dopo la distribuzione del codice di coscienza, i synth senzienti sono stati segregati in una comunità guidata da Max, Mia e Flash, mentre Laura, separata da Joe, si impegna per i loro diritti. Nel frattempo entrano in scena nuovi synth dagli occhi arancioni.

  • Stagione 3 episodio 1 – Un anno dopo l’alba della coscienza del synth, Leo è ancora in coma, lasciando Max, Mia e Flash a mediare una difficile pace con lo spaventoso mondo umano. La lotta di Laura per i diritti di synth riceve una spinta inaspettata.
  • Stagione 3 episodio 2 – Un raid della polizia nel Railyard lascia Max alle prese con la caduta della sua decisione di vita o di morte. La situazione peggiora quando Agnes inizia una campagna antiumana. Laura scopre un’operazione che potrebbe minacciare la sopravvivenza del sintetizzatore.
  • Stagione 3 episodio 3 – Laura lotta per scoprire la verità sull’operazione Basswood; Mattie e Leo confrontano i loro sentimenti l’uno per l’altro.
  • Stagione 3 episodio 4 – Laura conduce una visita tesa della Commissione Dryden al Railyard, ma la rabbia di Agnes potrebbe minacciare il successo. Mia affronta il suo passato quando incontra Ed. Una serata fuori si trasforma in tragedia.
  • Stagione 3 episodio 5 – Le verità vengono rivelate e piani pericolosi vengono messi in atto al Railyard.
  • Stagione 3 episodio 6 – Laura e Leo scoprono verità scioccanti e dolorose; Niska continua il suo viaggio misterioso.
  • Stagione 3 episodio 7 – Laura vacilla dalla sua decisione straziante; Il viaggio di Niska prende una svolta inaspettata.
  • Stagione 3 episodio 8 – Umani e sintetizzatori vanno testa a testa; Laura, Niska e Mattie devono affrontare decisioni importanti.

Humans 2 stagione

Humans 2 stagione

Seconda stagione per la serie di fantascienza che ci porta nel mondo degli androidi. I “synth”, i robot umanoidi creati da David Elster, si trovano in una nuova e spaventosa condizione ed in perenne fuga da un mondo che non capiscono. Avranno il coraggio di scegliere di essere umani in tutto e per tutto? In questa stagione troviamo anche Carrie-Ann Moss (”Matrix”) nel ruolo della dottoressa Athena.

  • Stagione 2 episodio 1 – Niska vive come una fuggitiva a Berlino, mentre gli altri Synth sono a terra nel Regno Unito.
  • Stagione 2 episodio 2 – Karen e Pete scoprono che un Synth speciale viene venduto al mercato nero; Mia rischia di svelare il suo segreto per aiutare Ed.
  • Stagione 2 episodio 3 – Athena arriva nel Regno Unito; Iniziano le valutazioni della coscienza di Niska.
  • Stagione 2 episodio 4 – La relazione di Mia ed Ed è minacciata; Le cose sembrano cupe per Niska quando Laura chiama un testimone a sorpresa.
  • Stagione 2 episodio 5 – Mia è costretta a intraprendere un’azione drastica; Hester e Leo individuano il silo; Pete individua il prezioso Seraph rubato.
  • Stagione 2 episodio 6 – Athena sfida Milo sulla sua etica, ed è scioccata quando rivela il suo piano; Max avvia una nuova comunità di sintetizzatori.
  • Stagione 2 episodio 7 – Mattie chiede a Max di aiutare a salvare Leo dall’influenza di Hester; Toby riceve un messaggio inquietante.
  • Stagione 2 episodio 8 – Hester cerca vendetta su Leo; Karen prende la situazione nelle sue mani; Joe fa una confessione scioccante a Laura.

Humans 1 stagione

Humans 1 stagione

Avvincente serie britannica di fantascienza. Jo Hawkins decide di acquistare un ”synth”, cioè un androide con l’aspetto di una donna, senza consultare prima la moglie o la sua famiglia. Anita, così si chiama il robot, suscita una serie di inaspettate reazioni da parte dei figli mentre attraverso dei flashback si capisce il suo passato. Il ”synth” potrebbe sapere molto più di quello che sembra…

 

  • Stagione 1 episodio 1 – Laura Hawkins inizia a sospettare che ci sia qualcosa di insolito nella loro famiglia “Synth” Anita.
  • Stagione 1 episodio 2 – Niska organizza una brutale fuga dal bordello; Il segreto di Leo viene rivelato; George è inorridito all’idea di ricevere un nuovo Synth.
  • Stagione 1 episodio 3 – Anita salva la vita a Toby; George cerca di liberarsi; Pete è arrabbiato per l’omicidio del bordello.
  • Stagione 1 episodio 4 – Laura insiste che la famiglia porti Anita per il test; Leo si avvicina di un passo alla ricerca di Mia; Niska si vendica. Guarda su Prime Video incluso con Prime
  • Stagione 1 episodio 5 – Killer Synth è la notizia dell’ultima ora e il panico pubblico sta crescendo; Il segreto di Joe minaccia di distruggere la famiglia.
  • Stagione 1 episodio 6 – Con Joe in esilio ei bambini stanchi delle bugie dei genitori, Laura decide che è ora di dire la verità.
  • Stagione 1 episodio 7 – Karen si reca a casa di George per trovare Niska; Pete è determinato a scoprire chi è Karen.
  • Stagione 1 episodio 8 – Con i Synth in cattività, il devastato Hawkins si rende conto di quanto Mia significhi per loro.

Imprevisti Digitali: il trailer del film di Benoît Delépine e Gustave Kervern

0

Officine UBU è lieta di rilasciare il trailer di IMPREVISTI DIGITALI (Effacer L’historique / Delete History) che, dopo il trionfo alla 70esima edizione della Berlinale, dove si è aggiudicato l’Orso d’Argento, arriva dal 15 ottobre al cinema. Il film è diretto dalla consolidata coppia di registi Benoît Delépine e Gustave Kervern che raccontano, con il loro stile libero e dissacrante, le disavventure di tre vicini di casa le cui vite vengono stravolte a causa della loro inettitudine nel rapportarsi con le nuove tecnologie.

IMPREVISTI DIGITALI è una commedia sociale dolce-amara, parzialmente ispirata al Movimento dei Gilet Gialli, che mette a fuoco in modo ironico e pungente alcune delle assurdità che caratterizzano la deriva digitale della società moderna, ormai globalizzata e intangibile.

Tre vicini di casa in un sobborgo francese si ritrovano coinvolti in una serie di imprevisti causati dalla loro inettitudine nel rapportarsi alle nuove tecnologie. Marie ha paura di perdere il rispetto di suo figlio a causa di un sex tape finito online, Bertrand s’invaghisce della voce di una centralinista e cerca di proteggere la figlia dal cyber bullismo e Christine, che ha perso il marito a causa della sua dipendenza dalle serie tv, è disposta a tutto per far aumentare la sua valutazione come autista privato. I tre si lanceranno così in una battaglia contro i giganti di internet. Una battaglia ben al di fuori della loro portata… forse.

IMPREVISTI DIGITALI arriverà al cinema distribuito da Officine UBU da giovedì 15 ottobre.

Marvel Fase 4: in che modo i film cambieranno il MCU

Marvel Fase 4: in che modo i film cambieranno il MCU

Parte dei titoli che compongono la Fase 4 del MCU cambieranno drasticamente l’universo cinematografico così come abbiamo imparato a conoscerlo fino ad oggi. Dopo la fine della Saga dell’Infinito, i Marvel Studios hanno ben pensato di prendersi una breve pausa; purtroppo, a causa della pandemia di Covid-19, questa pausa è durata ben più del previsto, dal momento che Black Widow non ha ancora debuttato al cinema (e quasi sicuramente verrà posticipato al 2021).

Nella Fase 4 del MCU troveremo un mix di sequel e storie originali. Ciò offrirà al pubblico e ai fan la possibilità di rivedere sul grande schermo personaggi a cui sono già affezionati e altri di cui farà la conoscenza per la prima volta (almeno da un punto di vista cinematografico). Al momento non sappiamo ancora quale sarà il nuovo assetto dei Vendicatori dopo i tragici eventi di Avengers: Endgame, né sappiamo come sarà il prossimo film interamente dedicato all’amatissima squadra. Questo, unito all’introduzione di tanti nuovi personaggi, porterà ad uno stravolgimento del franchise dal punto di vista narrativo.

Quando i Marvel Studios potranno ufficialmente dare il via alla Fase 4, data l’attuale crisi sanitaria globale, è ancora un mistero. C’è ancora la possibilità che la Fase 4 possa subire dei cambiamenti significativi, ma in base ai titoli che sono stati confermati ad oggi, Screen Rant ha provato a spiegare in che modo i prossimi film del MCU cambieranno l’assetto dell’universo condiviso:

Black Widow

Vedova NeraI Marvel Studios daranno ufficialmente il via alla Fase 4 con Black Widow, il film standalone dedicato a Vedova Nera, il personaggio interpretato da Scarlett Johansson. Diretto da Cate Shortland, il film ignorerà la morte di Natasha Romanoff avvenuta in Avengers: Endgame, dal momento che sarà ambientato tra gli eventi narrati in Captain America: Civil War e quelli in Avengers: Infinity War.

Il film ci permetterà di scoprire cosa è successo a Nat prima che entrasse a far parte dello SHIELD e prima che diventasse un Avenger, spiegando anche le ragioni di alcune scelte che ha fatto più avanti nel corso della sua vita. Probabilmente, i Marvel Studios utilizzeranno il film anche per giustificare la decisione di uccidere Natasha in Endgame, sicuramente uno dei momenti più tragici e controversi del blockbuster.

In relazione al futuro del MCU, il personaggio di Yelena Belova interpretato da Florence Pugh è pronta ad assumere l’identità di nuova Vedova Nera. Ciò significa che, anche se non sappiamo dove si trovava durante lo schiocco di Thanos, il personaggio assumerà un ruolo ancora più importante nei film a venire.

Eternals

gli eterniEternals di Chloe Zhao introdurrà ufficialmente una nuova squadra di supereroi all’interno del franchise che, apparentemente, esiste da migliaia di anni. Creati dai Celestiali, gli Eterni sono esseri potenti e immortali, cosa che giustificherà perché la narrazione del film si estenderà per secoli, nonostante la storia principale sarà ambientata ai giorni nostri.

I dettagli sulla trama del film non sono ancora stati svelati, né la campagna marketing del film – a causa della pandemia di Coronavirus – è ufficialmente partita. Tuttavia, è già stato anticipato che l’arrivo degli Eterni potrebbe cambiare in modo significativo la struttura del potere all’interno del MCU. La loro connessione con i Celestiali, d’altra parte, potrebbe rivelarsi un altro elemento fondamentale all’interno del film. I Marvel Studios potrebbero aver deciso di raccontare qualcosa di molto più complesso in relazione al loro legame, piuttosto che limitarsi a raccontare che i Celestiali sono i creatori degli Eterni.

Infine, data la sua narrativa tentacolare, può anche darsi che Eternals racconterà le origini di Thanos, un aspetto relativo al personaggio a cui non è stata prestata molta attenzione in Avengers: Infinity War. Tuttavia, Avengers: Endgame ha confermato che il Titano Pazzo, come nei fumetti, è il figlio di A’lars, un Eterno, collegandolo così in maniera efficace ai nuovi eroi in arrivo nel MCU.

Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings

Shang-Chi and the Legend of the Ten RingsShang-Chi and the Legend of the Ten Rings non solo introdurrà il primo eroe asiatico dell’intero franchise, ma rivisiterà anche l’esistenza del celebre Mandarino. Iron Man 3 di Shane Black ha usato il personaggio dell’antagonista come una sorta di stratagemma, ma come hanno appreso i fan grazie al corto della serie One Shot “All Hail the King”, il leader del terrorismo internazionale esiste davvero e la sua reale identità è pronta a debuttare nel film diretto da Destin Daniel Cretton.

Considerando la loro esistenza già nella Fase 1, i Dieci Anelli del titolo potrebbero essere coinvolti in molti eventi legati all’universo, operando nell’ombra finché non troveranno il momento giusto per emergere dalle loro attività sotterranee. Da lì, potrebbero rappresentare un formidabile gruppo malvagio all’interno del futuro del franchise.

A parte le implicazioni narrative di Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings nel MCU, il film giocherà anche un ruolo importante nei confronti della spinta alla diversità operata con intelligenza dai Marvel Studios negli ultimi anni. Dopo il successo di Black Panther di Ryan Coogler, l’introduzione di Shang Chi e tutti gli altri personaggi a lui collegati stabiliranno in maniera solida dei personaggi (e degli attori) asiatici all’interno del grande universo cinematografico. 

Spider-Man 3

Spider-Man: Homecoming sequel

Sebbene non sia stato rivelato molto sul terzo film ancora senza titolo dedicato a Spider-Man, nel precedessore Spider-Man: Far From Home abbiamo visto che la vera identità di Peter Parker (Tom Holland) è stata rivelata al mondo intero. Voci sempre più insistenti affermano che Kraven il Cacciatore sarà il principale antagonista del film. Supponendo che sia così, Spider-Man 3 potrebbe rappresentare il prossimo passo dei Marvel Studios e della Sony Pictures Entertainment nella creazione di un film interamente dedicato ai Sinistri Sei. Altri cattivi che potrebbero unirsi a Kraven nel gruppo sono già stati introdotti.

Spider-Man 3 potrebbe anche confermare la connessione tra il MCU e lo Spider-Verse ancora in sviluppo di Sony. Il primo trailer di Morbius con Jared Leto – in arrivo al cinema il prossimo anno – ha rivelato un legame tra i due franchise grazie ad un’apparizione di Adrian Toomes/Avvoltoio (Michael Keaton), ma non è ancora chiaro il modo in cui le due saghe si collegheranno. Il terzo film sull’Uomo Ragno potrebbe chiarire la questione una volta per tutte.

Thor: Love & Thunder

Thor: Love and ThunderIl regista Taika Waititi e Chris Hemsworth torneranno a lavorare insieme dopo il grande successo di Thor: Ragnarok. I dettagli sulla trama di Thor: Love & Thunder non sono ancora stati svelati in profondità, ma sappiamo per certo che Jane Foster (Natalie Portman) non soltanto tornerà nel MCU, ma assumerà anche il ruolo di “Mighty Thor”. Questo segnerà la sua prima apparizione nel franchise dai tempi Thor: The Dark World (per il suo cameo in Avengers: Endgame sono stati utilizzati del filmati inediti del film di Alan Taylor uscito nel 2013). Il prossimo arco narrativo di Jane dovrebbe trarre ispirazione proprio dalla serie a fumetti “Mighty Thor” di Jason Aaron, pubblicata tra il 2015 e il 2018. 

Con un nuovissimo Dio del Tuono nel MCU tramite il personaggio di Jane e con Valkyria (Tessa Thompson) che diventerà il nuovo Re ufficiale di Asgard (come confermato alla fine di Avengers: Endgame), il film di Waititi spiegherà anche quale sarà il ruolo dell’originale Thor di Hemsworth nel futuro dell’universo condiviso. L’attore australiano ha recentemente rivelato che Thor: Love & Thunder non sarà la sua ultima avventura nei panni dell’eroe: ciò significa che continuerà a svolgere un ruolo fondamentale nel MCU… bisognerà solo capire in che modo.

Doctor Strange in the Multiverse of Madness

Doctor Strange in the Multiverse of MadnessCome protettore della dimensione primaria del MCU, il lavoro di Doctor Strange (Benedict Cumberbatch) sarà ancora più significativo nella nuova avventura Doctor Strange in the Multiverse of Madness. Affidato a Sam Raimi dopo l’abbandono di Scott Derrickson (regista del primo film), il sequel esplorerà ulteriormente il Multiverso, come suggerisce anche il titolo. Ciò offrirà ai Marvel Studios una maggiore apertura narrativa che potrebbe in qualche modo permettere collegamenti con la famigerata introduzione gli X-Men e dei Fantastici Quattro nell’universo condiviso, ma anche con l’arrivo di altri personaggi come il Blade di Mahershala Ali

Doctor Strange in the Multiverse of Madness sarà anche il primo film a connettersi ad una delle serie Marvel in arrivo su Disney+, con il sequel che sarà narrativamente collegato a WandaVision e a Loki. Non si sa ancora se lo Stregone Supremo apparirà effettivamente nei suddetti programmi tv, ma anche se non farà un’apparizione fisica, sappiamo che gli eventi di quel film avranno un impatto su entrambe le serie. Ciò anticipa che le serie e il MCU saranno intimamente connessi d’ora in avanti.

Genesis 2.0, recensione del documentario di Christian Frei

Genesis 2.0, recensione del documentario di Christian Frei

Cosa hanno in comune i cercatori di “oro bianco” nelle sperdute isole della Nuova Siberia, a largo dell’Oceano Artico, il direttore del Museo del Mammut, un genetista di Harvard, il pioniere sud coreano della clonazione e un centro di sequenziamento del DNA cinese? La risposta sembra semplice quanto bislacca: l’interesse per il mammut lanoso, un animale preistorico vissuto 30.000 anni fa. Lo spiega in maniera dettagliata Christian Frei nel suo nuovo documentario Genesis 2.0, presentato nella sezione World Cinema Documentary del Sundance Festival, che arriva in sala dal 24 settembre.

Frei, documentarista svizzero candidato all’Oscar per il suo The War Photographer (2001), sceglie questo animale preistorico che un gruppo di studiosi sta cercando di riportare in vita attraverso le moderne tecniche di manipolazione del DNA e la clonazione con un’operazione simile a quella intrapresa dai protagonisti di Jurassick Park, per illuminare l’universo dell’ingegneria genetica moderna e il livello al quale si è spinta. Quali sono le sue possibili implicazioni in un futuro in cui il mondo potrebbe essere del tutto nuovo rispetto a come oggi lo si conosce, in cui l’uomo potrebbe avere il potere di manipolare e generare artificialmente vita umana? Siamo pronti a una sorta di nuova genesi, appunto una Genesis 2.0?

I più fortunati e gli ultimi nello scenario tra fascino e inquietudine di Genesis 2.0

In uno scenario che inizialmente appare straniante e fantascientifico, ma che poco a poco, con sorpresa dello spettatore, assume i contorni del reale, il regista, affiancato dal giovane ma capace Maxim Arbugaev, che si occupa della parte più ardua delle riprese, quella in Nuova Siberia, porta alla scoperta di un mondo affascinante e inquietante al tempo stesso. Un mondo molto polarizzato, dove la divisione tra chi fa il lavoro più duro, rischiando anche, paradossalmente, la vita per avere un’opportunità di guadagno e di sopravvivenza, e chi invece opera in contesti protetti traendo i maggiori profitti, è netta. Un aspetto questo, che Frei aveva già indagato nei suoi precedenti lavori e su cui continua a puntare l’obiettivo.

I primi sono i cacciatori di zanne di mammut nella tundra siberiana che, come un tempo i cercatori d’oro, battono le impervie isole della Nuova Siberia palmo a palmo nella speranza di trovare zanne di mammut grosse e integre, che possano valere abbastanza sul mercato dell’avorio da ripagare della fatica e del rischio della vita stessa, della lontananza dai familiari per lunghi mesi. Tra loro c’è anche Peter Grigoriev, cacciatore di zanne non solo per denaro, ma anche per collaborare con suo fratello Semyon Grigoriev, direttore del Mammoth Museum dell’Università Federale Nord Orientale di Jakutsk, in Jakuzia. Semyon vuole riportare in vita il mammut lanoso, estinto migliaia di anni fa. Quando il fratello Peter gli annuncia che lì, nella tundra siberiana, ne hanno trovato uno sorprendentemente integro, pensa che il momento è finalmente arrivato. Se riuscirà a convincere il patron della Sooam Biotech pioniere nel campo della clonazione, Woo Suk Hwang, che in Corea del Sud clona animali da compagnia, e se coinvolgerà la BGI – Beijing Genomic Institute – principale azienda cinese e ad oggi mondiale che si occupa di sequenziare il genoma e trasformarlo in big data, allora il suo sogno di veder nascere un nuovo mammut lanoso potrà forse diventare realtà, aprendo la strada ad una vera e propria rivoluzione genetica.

Tante questioni in una visione equilibrata

È evidente come un documentario di questo tipo ponga infinite questioni, accenda i riflettori su tantissime realtà. Fa riflettere sui limiti della ricerca, se ce ne debbano essere e se sia giusto spingersi fino a sfidare la natura, riscrivendo le sue stesse leggi. Questa dicotomia è efficacemente rappresentata dal canto epico di origini antichissime presente nel film, che mette in guardia l’uomo dal disturbare gli spiriti della natura. Il canto si pone come un argine ideale all’opera dei cacciatori, che cercano di placare gli spiriti facendo delle offerte dopo aver estratto i resti dei mammut dal terreno. I cacciatori stessi insistono infatti sulla valenza quasi mitica di questo animale, i cui resti sono sacri e pertanto, secondo la tradizione, non andrebbero toccati. Essi si muovono dunque contravvenendo ai dettami dei padri. Perciò cercano poi di placare gli spiriti affinché non si vendichino contro di loro, portando malasorte.

Il lavoro di Frei e Arbugaev, però, mette anche sotto gli occhi del pubblico gli effetti del riscaldamento globale. Oggi che i ghiacci si stanno sciogliendo, un numero sempre maggiore di zanne affiora e viene rinvenuto dai cacciatori. Se per loro è un bene, perché torneranno a casa con un buon bottino, per l’ambiente ciò segna un punto di non ritorno. Ecco, di nuovo, la dicotomia uomo – natura. Quali sono, poi, i rischi della manipolazione della vita? Cosa accade quando un potere così grande è in mano a persone che inevitabilmente cercano di trarne profitto? Cosa accade se l’uomo si fa prendere dall’onnipotenza e dimentica i suoi limiti? E ancora: gli studenti che a Boston in una convention sulle biotecnologie sognano di salvare il mondo con l’ingegneria genetica tengono nella dovuta considerazione i risvolti del loro lavoro?

Frei e Abrugaev non danno giudizi, si pongono come testimoni equidistanti, pur non nascondendo le emozioni suscitate in loro dagli incontri che questo progetto li ha portati a fare: dal misto di curiosità e inquietudine raccontato da Frei alla sensazione di essere accolto come un membro del gruppo provata da Arbugaev, che ha condiviso molto tempo con i cacciatori di zanne in Nuova Siberia. I registi pongono dubbi, lanciano molteplici spunti di riflessione e soprattutto illustrano una realtà ancora oggi misconosciuta.

Il racconto attraverso le voci degli attori della vicenda in  Genesis 2.0

I due autori riescono a far raccontare questo mondo così particolare direttamente dai suoi protagonisti, riprendendoli in azione, chi in laboratorio,  chi all’università e chi tra i ghiacci artici. Si apprende quale sia il loro quotidiano e cosa li spinga a far parte di questo progetto. Le voci off dei documentaristi fanno solo da raccordo ai vari momenti del racconto, portato avanti con un’efficace alternanza tra la location siberiana e quella dei laboratori americani, cinesi e coreani.

Peter Grigoriev, cacciatore di zanne e fratello di Semyon Grigoriev, racconta cosa spinge lui e i suoi colleghi a mettere in gioco tutto pur di trovare le zanne: “Una volta che ne trovi una non smetti più. Come fai a rinunciare? I soldi servono sempre. È la natura umana non accontentarsi mai. Se le cose vanno bene, l’uomo non riesce a fermarsi”. Raccontano che una grossa zanna integra di prima qualità può valere dai 45.000 ai 90.000 dollari, per essere poi venduta sul mercato cinese, dopo essere stata cesellata ed essere divenuta un’opera d’arte, a circa un milione di dollari.

È attraverso il giovane cercatore Spira Sleptsov, per la prima volta alla ricerca di zanne, che si comprende come spesso dietro a un lavoro così rischioso e difficile vi siano condizioni disperate: Spira è in Nuova Siberia perché ha un grosso debito in banca e una zanna di prima qualità è la soluzione su cui ha scelto di puntare. Se ne trovasse una da 90 kg, dice, smetterebbe.

Semyon Grigoriev illustra entusiasta il filmato del 2013 che documenta il ritrovamento di un giovane mammut ghiacciato in una grotta artica e il tentativo di estrarne il DNA. Trovare un mammut integro dopo migliaia di anni, dice, “è come il primo volo nello spazio o la grande muraglia cinese”.

Alla Genetically Engineered Machine Competition di Boston è evidente l’entusiasmo dei giovani che si affacciano stupiti e galvanizzati al mondo e alle enormi potenzialità dell’ingegneria genetica. Si inseriscono nuovi codici genetici in organismi viventi, in quello che a un occhio profano sembra a tutti gli effetti un gioco con il codice della vita. Si modifica e si progetta la vita stessa.

George Church, genetista alla Harvard Medical School di Boston, che collabora al progetto della resurrezione genetica del mammut lanoso, è convinto che “la biologia di sintesi cambierà tutto” e aprirà le porte di un nuovo mondo. “Sarà la prossima grande rivoluzione” perché, afferma, “la nostra specie è pronta a prendersi dei rischi”. Di fronte a queste parole si resta al contempo affascinati e spaventati.

 Alla Sooam Biotech, azienda sud coreana che clona animali da compagnia, si fa la conoscenza del fondatore , Woo Suk Hwang, pioniere della clonazione. Fu il primo uomo a clonare con successo un cane nel 2005, un levriero afgano di nome Snuppy. Ancora oggi la Sooam Biothech è l’unica azienda al mondo che lo può fare: “per 100.000 dollari la Sooam clona il vostro cane, e avrete un secondo clone in omaggio!”, recita uno slogan. È impressionante vedere come le persone siano disposte a rivolgersi all’azienda pur di riavere l’animale d’affezione che hanno appena perso, tale e quale, pur di non affrontare l’elaborazione di un lutto. Hwang è interessato a recuperare una specie estinta come il mammut lanoso.

Infine c’è la BGI uno dei più grandi centri di sequenziamento del DNA del mondo, in Cina. Una giovane addetta ha il compito di illustrare le finalità dell’azienda. Quando le si chiede se facciano il loro lavoro esclusivamente per preservare il DNA, lei risponde con un’innocenza disarmante: “Per tutto!”  e resta basita di fronte al quesito riguardo alla questione etica derivante dalla manipolazione del genoma, questione che per l’azienda sembra non porsi affatto. Ciò lascia intravedere gli enormi margini di profitto che si profilano dietro a un business di questo tipo, oltre al potere che giace nelle mani di chi possiede un patrimonio come “quasi 2 milioni di campioni sulla popolazione per la diagnosi prenatale non invasiva”.

Più si procede nel racconto, più ci si rende conto che si ha a che fare con persone che, intervenendo con l’ingegneria genetica sul processo della creazione della vita, mirano a “rendere Dio perfetto!” Inevitabilmente ci si chiede se sia prudente lasciare un potere così grande in mano a un ristretto gruppo di persone, che possono disporne a loro piacimento, sebbene dichiarino di farlo per i fini più nobili di ricerca e prevenzione delle malattie.

Lo stile di Frei e Abrugaev

Frei è asciutto nel documentare il mondo della comunità scientifica che si muove attorno al tema della clonazione, ma non per questo non coinvolge. Mostra in modo eloquente le masse di studenti invasati, come l’alacre lavorio dei laboratori di ricerca e la noncuranza sorprendente per i risvolti etici. Tutto ciò è efficacemente alternato, in un continuo ping pong che mostra le due facce di una stessa medaglia, con il lavoro di Arbugaev in Siberia, dove colpisce e domina il grigiore delle isole in parte ghiacciate e disabitate. I colori desaturati accentuano questo aspetto. Della fotografia in Nuova Siberia si occupa lo stesso Maxim Arbugaev. La desolazione, la disperazione dei cacciatori che rischiano la vita è costantemente presente. Nell’ultima parte del racconto l’alternanza tra questi due mondi, apparentemente così distanti, opposti, ma legati da un filo ormai palese, si fa più serrata e questo accresce un senso di angoscia nello spettatore. Il montaggio è curato da Thomas Bachmann.

Le musiche di Max Richter e Edward Artemyev accompagnano con atmosfere rarefatte e plumbee questo viaggio.

Genesis 2.0 è illuminante

Genesis 2.0 è senz’altro un lavoro che merita la visione, poiché fa luce su un mondo che altrimenti resterebbe pressoché sconosciuto. Un mondo che sembra lontano anni luce dalla realtà quotidiana, ma che invece promette ricadute nient’affatto secondarie su di essa. Perciò vale la pena superare le proprie remore e iniziare a riflettere su tematiche come quella della clonazione e più in generale dell’ingegneria genetica, le cui implicazioni riguardano il futuro dell’umanità.

Il giorno sbagliato: la recensione del film con Russell Crowe

Il giorno sbagliato: la recensione del film con Russell Crowe

Il titolo inglese del film Il giorno sbagliato è Unhinged, termine con il quale si indicano quelle persone mentalmente instabili. Da subito, infatti, si introduce lo spettatore ad una sequenza iniziale dove si affronta il tema del crescente nervosismo sociale, il quale è alla base degli atti di violenza di ogni tipo. Diretta da Derrick Borte e scritto da Carl Ellsworth, la pellicola tenta dunque di riflettere su una realtà preoccupantemente sempre più radicatà, in particolare negli Stati Uniti, affidandosi ai toni e alle caratteristiche del genere thriller. Nonostante le premesse iniziali particolarmente interessanti, il film finisce però per attrarre più per il cosa racconta che non per il come.

Protagonista del film è Rachel Hunter (Caren Pistorius), madre di Kyle e da poco divorziata dal marito. Per lei il giorno che si appresta ad iniziare è un giorno come un altro, ma quando per accompagnare il figlio a scuola si trova bloccata nel traffico, con la conseguenza di ritrovarsi anche licenziata dal suo unico lavoro, capirà che quello è proprio un giorno sbagliato. I guai per lei non sono però ancora realmente iniziati. In preda alla frustrazione, infatti, commetterà l’errore di suonare con prepotenza il clacson al suv che davanti a lei non parte allo scattare del verde del semaforo. L’uomo alla guida del veicolo, Tom Cooper (interpretato da un mastodontico Russell Crowe), inizierà infatti ad inseguirla per tutta la città, con il chiaro intento di fare del male a lei e alle persone a lei care.

Un duel(lo) urbano

Era il 1971 quando il regista Steven Spielberg dimostrava con Duel quanto potesse essere avvincente il duello tra due automobilisti. Una lotta per la sopravvivenza tra grande e piccolo, tra spietato squalo e indifeso pesciolino, che è ora alla base anche di Il giorno sbagliato. Per il film di Borte l’opera di Spielberg sembra infatti essere una chiara fonte d’ispirazione, la cui vicenda viene però ora ricollocata nella snervante città di New Orleans. Il nuovo contesto permette così di trattare una problematica sempre più diffusa (negli Stati Uniti in particolare, ma non da meno anche nel resto del mondo), ovvero quella della violenza al volante. La premessa di base è infatti particolarmente intrigante. In una società sempre più afflitta da nevrosi, non puoi sapere chi ti circonda in mezzo alla strada. Né tantomeno come potrebbe reagire ad un tuo errore.

È così che quando avviene l’incidente che scatena la furia dell’automobilista interpretato da Crowe, ha inizio un thriller inquietante proprio perché non troppo lontano da episodi realmente accaduti. Il pregio di Il giorno sbagliato è infatti quello di costruire una vicenda che dà sfogo a paure che ogni spettatore può aver vissuto mentre si trovava al volante. Tutto ciò è inoltre avvalorato dalla semplicità con cui il conflitto ha inizio, e da cui prendono poi piede inaspettate conseguenze al limite dello splatter. È allora qui che entra in gioco la lezione di Spielberg. Gli inseguimenti e i depistaggi tra le due automobili protagoniste sono avvincenti, lasciano lo spettatore con il fiato sospeso. Il mastodontico suv guidato da Crowe, dal canto suo, sembra un vero e proprio squalo della strada, imprevedibile e inarrestabile.

La lotta tra i due personaggi risulta ancor più convincente per via delle loro simili vicende personali. Rachel è una donna nel bel mezzo di un divorzio, Cooper un uomo che dalla separazione coniugale ne è uscito in ginocchio e mentalmente provato. Egli rivede così in Rachel la donna che lo ha distrutto. Nel marito di lei sé stesso. La sua caccia diventa allora personale e sempre più aggressiva. Da questo punto di vista, il personaggio di Crowe è paragonabile al Bill Foster di Michael Douglas in Un giorno di ordinaria follia, altra probabile fonte di ispirazione per il film. Tematiche e personaggi con un gran potenziale narrativo, dunque, che finiscono però con lo sprecarsi mano mano che la narrazione prosegue.

Il giorno sbagliato recensione

Il giorno sbagliato: la recensione

Come anticipato, la prima parte del film risulta essere la più convincente proprio per via delle premesse che vengono offerte allo spettatore. Quelle degli inseguimenti tra i due protagonisti, come detto, risultano essere tra le sequenze più emotivamente forti del film. La stessa regia di Borte sembra particolarmente ispirata, dando vita ad un ambiente claustrofobico e a un ritmo teso. Si rimane dunque contrariati nel momento in cui ciò viene lentamente a trasformarsi per diventare altro. È certamente interessante la scelta di far diventare obiettivo di Tom Cooper anche le persone care a Rachel. Questa si rivela però infine controproducente nel momento in cui ci si allontana dal focus originale. Quando la storia si amplia, assumendo risvolti eccessivi, si perde il controllo del mezzo, finendo fuori strada.

Il giorno sbagliato rientra a quel punto nei binari di un più classico thriller, non portando a compimento quanto inizialmente promesso. La sensazione diventa allora quella di star assistendo ad un film che, come detto in apertura, risulta più affascinante per cosa racconta che non per il come. Fortunatamente, la presenza dei due interpreti principali aiuta a mantenere vivo l’interesse. Crowe è quanto mai minaccioso, e sfoggia una presenza scenica raramente vista nelle sue interpretazioni più recenti. La giovane Pistorius, invece, permette di nutrire una certa empatia per il suo personaggio, seguendone le disavventure fino all’ultimo. Giungendo al finale, pur se non pienamente soddisfatti, il film riesce comunque a lanciare il suo messaggio di allarme. E sarebbe bello immaginare che dopo la visione de Il giorno sbagliato ci si penserà due volte prima di suonare il clacson a sproposito.

 

 

Godzilla vs Kong: Junkie XL parla del suo coinvolgimento nel film

0

A giugno avevamo appreso la notizia che sarebbe stato il celebre compositore olandese Junkie XL ad occuparsi della colonna sonora di Godzilla vs. Kong, l’attesissimo film della coppia Legendary/Warner in cui vedremo scontrarsi i due iconici mostri cinematografici.

Junkie XL è noto per aver curato le musiche di film quai Il cavaliere oscuro – Il ritorno, L’uomo d’acciaio, Mad Max: Fury Road, Deadpool, Batman v Superman: Dawn of Justice e, più di recente, Alita: Angelo della Battaglia e Terminator: Destino oscuro. Si tratta di uno dei compositori più richiesti quanto si tratta di pellicole action e, più in generale, di grandi blockbuster. 

Adesso, in una recente intervista con Forbes (la stessa in cui ha anticipato alcuni dettagli sulle musiche composte per la Snyder Cut di Justice League), Junkie XL ha espresso tutta la sua passione per il franchise di Godzilla, definendosi un vero “patito” dell’iconico mostro. Inoltre, il compositore ha parlato del suo primo incontro con il regista Adam Wingard circa due anni fa.

“Sono un vero patito di Godzilla. Ho tutte le versioni giapponesi dei film. Ad un certo punto, solo per puro divertimento, ho anche scritto qualcosa per Godzilla. Circa due anni fa, ho incontrato Adam perché ha mostrato interesse per il mio lavoro. Gli ho detto: ‘Sai che sono il più grande fan di Godzilla del pianeta e, anni fa, ho scritto anche delle cose?. E lui mi ha risposto: ‘Mi prendi in giro?’. Così abbiamo iniziato a parlare, ho modificato quello che avevo fatto, gliel’ho fatto sentire e se n’è totalmente innamorato.”

Tutto quello che sappiamo su Godzilla vs. Kong

Inizialmente previsto per il prossimo 20 Novembre, la data di uscita di Godzilla vs. Kong è stata posticipata al 21 Maggio 2021 a causa della pandemia di Covid-19. Il film ha ricevuto un PG-13, ossia un divieto ai minori di 13 anni. La motivazione consiste nella presenza nel film di “intense scene di violenza e distruzione e di linguaggio volgare”. Nessun divieto ai minori di 17 anni, quindi, lasciando presagire che il film sarà molto meno crudo di quanto i fan probabilmente si aspettano.

Godzilla vs. Kong sarà diretto da Adam Wingard e vedrà nel cast Alexander SkarsgårdMillie Bobby BrownRebecca Hall, Brian Tyree Henry, Shun Oguri, Eiza González, Jessica Henwick, Julian Dennison, Kyle Chandler Demián Bichir. Il film farà parte di un nuovo universo condiviso, denominato MonsterVerse, a cui appartengono anche Godzilla (2014), Kong: Skull Island (2017) e Godzilla II: King of the Monsters (2019).

Monster Hunter: la sinossi estesa anticipa nuovi dettagli sulla trama

0

Monster Hunter è uno dei tantissimi blockbuster di Hollywood che sono stati posticipati a causa della pandemia di Covid-19. Inizialmente previsto per il 4 settembre 2020, l’adattamento cinematografico del celebre videogioco arriverà adesso nelle sale il 23 aprile del prossimo anno.

Adesso la Sony Pictures ha diffuso online (via Comic Book) una nuova sinossi ufficiale del film che anticipa non soltanto che il film sarà molto diverso dal videogioco, ma anche che lo stesso lavoro di Paul W.S. Anderson sarà molto diverso rispetto a ciò che il regista e sceneggiatore britannico ha fatto con il franchise di Resident Evil.

Nella nuova sinossi estesa si legge: “Dietro il nostro mondo, ce n’è un altro: un mondo fatto di mostri pericolosi e potenti che governano il loro dominio con ferocia mortale. Quando un’inaspettata tempesta di sabbia trasporta il tenente Artemis (Milla Jovovich) e la sua unità (TI Harris, Meagan Good, Diego Boneta) in un nuovo mondo, i soldati restano scioccati nello scoprire che questo ambiente ostile e sconosciuto ospita mostri enormi e terrificanti, immuni alle loro armi da fuoco.”

E ancora: “Nella loro disperata battaglia per la sopravvivenza, l’unità incontra il misterioso Hunter (Tony Jaa), le cui abilità uniche gli permettono di stare un passo avanti rispetto alle potenti creature. Mentre Artemis e Hunter iniziano a fidarsi l’una dell’altro, il tenente scopre che l’unità fa parte di un squadra guidata dall’Ammiraglio (Ron Perlman). Di fronte ad un pericolo così grande che potrebbe minacciare di distruggere il loro mondo, i coraggiosi guerrieri uniscono le forze per la resa dei conti finale.”

Tutto quello che sappiamo su Monster Hunter

Monster Hunter è l’adattamento dell’omonimo videogioco sviluppato da Capcom. Il film, scritto e diretto da Paul W.S. Anderson (regista della saga di Resident Evil), annovera nel cast Milla Jovovich, Tony Jaa, T.I., Ron Perlman, Meagan Good e Diego Boneta. L’uscita nelle sale americane è fissata per il 23 aprile 2021.

Dietro il nostro mondo, ce n’è un altro: un mondo di mostri pericolosi e potenti che governano il loro dominio con ferocia mortale. Quando il tenente Artemis (Milla Jovovich) e i suoi fedeli soldati vengono trasportati dal nostro mondo al loro, il tenente imperturbabile subisce uno shock. Nella sua disperata battaglia per la sopravvivenza contro enormi nemici con poteri incredibili e attacchi inarrestabili, Artemis si unirà a un uomo misterioso che ha trovato il modo di reagire.

Star Trek: i nuovi film legati alla saga sono ancora in sviluppo

0
Star Trek: i nuovi film legati alla saga sono ancora in sviluppo

Sappiamo ormai da diverso tempo che la Paramount Pictures è impegnata nel cercare di capire quale sarà il futuro cinematografico della saga Star Trek, con la proprietà che attualmente sta riscuotendo un ritrovato successo grazie alle serie tv Star Trek: Discovery (disponibile su Netflix) e Stark Trek: Picard (disponibile su Prime Video).

Star Trek 4, il quarto capitolo della saga rilanciata da J.J. Abrams con il film del 2009, sembrava essere stato ufficialmente accantonato dopo l’abbandono di Chris Pine e Chris Hemsworth a causa di alcune divergenze con lo studio legate ai rispettivi compensi. Parallelamente, un altro film del franchise sarebbe in sviluppo per conto di Noah Hawley – creatore della serie tv Fargo -, che di recente ha confermato che il suo progetto non è stato cancellato ma soltanto messo in stand-by.

In tutto questo, non può certamente essere dimenticato il tanto chiacchierato film della saga a cui Quentin Tarantino sembra aver lavorato per lungo tempo: allo stato attuale, pare che il regista di C’era una volta a… Hollywood abbia ufficialmente messo da parte il suo desiderio di realizzare una personale interpretazione dell’equipaggio dell’Enterprise, concentrandosi su altro.

Il futuro della saga di Star Trek al cinema

Di recente, proprio a causa dell’evidente confusione che sembra circondare il futuro del franchise, nelle ultime ore alcune voci emerse online hanno sostenuto che la Paramount avesse definitivamente cancellato ogni tipo di progetto legato al futuro cinematografico della saga per concentrarsi esclusivamente sulla televisione, sperando che magari, proprio grazie al successo di quelle serie, si sarebbe potuto pensare in futuro di riportare nuovamente il franchise al cinema.

Adesso è stata la stessa Paramount a confermare a Screen Rant che “i film di Stark Trek sono tutti ancora in fase di sviluppo”. Ovviamente lo studio non ha aggiunto ulteriori dettagli, quindi al momento non sappiamo di quali progetti si tratti nello specifico. È probabile, comunque, che ad essere stato definitivamente accantonato sia il film di Tarantino, mentre Star Trek 4 e il film di Hawley restano ancora in cantiere. Non ci resta che attendere ulteriori dettagli.

Shazam!: il regista svela un curioso dettaglio su Mr. Sivana

0
Shazam!: il regista svela un curioso dettaglio su Mr. Sivana

David F. Sandberg, regista di Shazam!, ha rivelato che inizialmente erano stati scelti due diversi attori per interpretare Mr. Sivana. Dal momento che il Dr. Thaddeus Sivana è uno dei più grandi nemici di Billy Batson nei fumetti, aveva senso che anche il primo film da solista includesse il celebre antagonista, che nel cinecomic uscito in sala lo scorso anno è stato interpretato da Mark Strong.

Nel film, il personaggio di Sivana è perseguitato dai ricordi del padre violento, che viene mostrato all’inizio del film attraverso un flashback. Il personaggio di Mr. Sivana torna più avanti nel corso della storia, quando Thaddeus scatena i Sette Peccati Capitali su di lui e sui membri della sua compagnia. In entrambe le scene, Mr. Sivana è interpretato dall’attore John Glover.

Tuttavia, quel ruolo era stato pensato in maniera diversa all’inizio. Via Twitter, un fan ha notato che, dal momento che Glover ha interpretato Mr. Sivana sia negli anni ’70 che ai giorni nostri, il personaggio non sembrava in realtà così vecchio. A questo punto è intervenuto proprio David F. Sandberg, il quale ha svelato: “Inizialmente avevamo scelto due attori diversi per entrambe le versioni di Mr. Sivana, ma il pubblico presente agli screen test non ha capito che si trattava dello stesso personaggio”.

Sandberg ha poi spiegato che questo può essere un problema anche se lo stesso attore modifca il proprio aspetto in maniera drastica, quindi è importante “assicurarsi che i personaggi di un film abbiano caratteristiche ben distinte.”

Tutto quello che sappiamo su Shazam!

Shazam! è uscito nelle sale ad aprile 2019. Nel cast Zachary Levi, Asher Angel, Mark Strong, Jack Dylan Grazer, Grace Fulton, Faithe Herman, Ian Chen, Jovan Armand, Cooper Andrews, Marta Milans Djimon Hounsou.

Abbiamo tutti un supereroe dentro di noi, ci vuole solo un po’ di magia per tirarlo fuori. Nel caso di Billy Batson, basterà gridare una sola parola – SHAZAM! – affinché questo ragazzo adottato di 14 anni si trasformi nel Supereroe per gentile concessione di un antico mago. Ancora bambino all’interno di un corpo divino, Shazam si diverte nella versione adulta di se stesso facendo ciò che qualsiasi adolescente farebbe con i superpoteri: divertirsi! Volare? Vedere a raggi X? Saltare i compiti a scuola? Shazam vuole testare i limiti delle sue capacità con la gioiosa imprudenza di un bambino, ma dovrà padroneggiare rapidamente questi poteri per combattere le forze mortali del male controllate dal Dr. Thaddeus Sivana.

Peacemaker: HBO MAX ordina la serie spin-off di Suicide Squad con John Cena

0

Oh cazzo, è Peacemaker! HBO Max esplorerà le origini del personaggio di Peacemaker, il maestro delle armi dell’attesissimo film di prossima uscita The Suicide Squad, nella nuova serie di Max Original action-adventure-comedy Peacemaker. HBO Max ha ordinato otto episodi per la prima stagione dello show. John Cena riprenderà il suo ruolo dal film The Suicide Squad per recitare nella serie, e l’acclamato sceneggiatore/regista del film James Gunn scriverà tutti gli otto episodi di Peacemaker e dirigerà più episodi, incluso il primo. Il produttore di Gunn e The Suicide Squad, Peter Safran, servirà come produttori esecutivi della serie, con Cena come co-produttore esecutivo. Basato sui personaggi di DC, Peacemaker sarà prodotto da Gunn’s Troll Court Entertainment e The Safran Company in associazione con Warner Bros. Television. Peacemaker dovrebbe iniziare la produzione all’inizio del 2021, prima che Gunn inizi a lavorare sul prossimo film dei Guardiani della Galassia.

Mentre i dettagli su Peacemaker vengono tenuti nascosti, la serie esplorerà le origini del personaggio che Cena interpreterà nel film in uscita, un uomo che crede nella pace ad ogni costo, non importa quante persone debba uccidere per ottenerla. La serie estenderà il mondo che Gunn sta creando per il film The Suicide Squad, che dovrebbe essere distribuito nelle sale da Warner Bros. Pictures il 6 agosto 2021.

James Gunn ha dichiarato: “Peacemaker è un’opportunità per approfondire le attuali questioni mondiali. attraverso l’obiettivo di questo supereroe/supercattivo/e il più grande coglione del mondo. Sono entusiasta di espandere The Suicide Squad e portare questo personaggio dall’universo cinematografico DC a tutta l’ampiezza di una serie. E, naturalmente, poter lavorare di nuovo con John, Peter e i miei amici alla Warner Bros. è la ciliegina sulla torta”.

John Cena ha dichiarato: “Ho detto prima che è stato un enorme onore e un’incredibile opportunità far parte di The Suicide Squad e lavorare con James su quello che sarà un film fantastico. Sono incredibilmente entusiasta di avere la possibilità di collaborare di nuovo con lui per Peacemaker. Non vediamo l’ora che i fan lo vedano”.

James Gunn ha la capacità unica di creare un universo espansivo e allo stesso tempo dare vita all’anima e all’arguzia di ogni personaggio. Non vediamo l’ora di immergerci nel mondo di Peacemaker”, ha affermato Casey Bloys, Chief Content Officer di HBO e HBO Max.

John Cena è un attore, produttore, imprenditore, autore, filantropo e superstar della WWE. Lo vedremo prossimamente in F9, il nono capitolo della serie di film d’azione Fast & Furious, che uscirà nell’aprile 2021. Lo seguirà con The Suicide Squad della Warner Bros. Pictures/DC nell’agosto 2021. Cena è anche l’autore numero 1 del New York Times best-seller dei libri illustrati Elbow Grease, ispirato dalle lezioni che ha imparato sul duro lavoro, sulla perseveranza e sul lavoro di squadra crescendo con quattro fratelli. Elbow Grease: Fast Friends, il terzo libro della serie, uscirà a settembre 2020. È stato il volto della WWE per più di un decennio, costruendo un marchio riconosciuto a livello mondiale. Fuori dallo schermo e fuori dal ring, Cena dedica gran parte del suo tempo e delle sue energie lavorando per numerose cause di beneficenza, inclusa la Fondazione Make-a-Wish; la Fondazione FitOps, che aiuta i veterani dell’esercito statunitense a riabituarsi alla vita civile dopo il servizio; e Susan G. Komen, per la ricerca e la consapevolezza sul cancro al seno. Ha anche recitato nel cortometraggio “We Are America” ​​per la campagna Love Has No Labels dell’Ad Council, per promuovere il messaggio di accettazione e inclusione nella società.

Il prolifico regista dietro ad alcuni dei lungometraggi più importanti della cultura pop, James Gunn porta la sua sensibilità distintiva al prossimo film DC The Suicide Squad, che uscirà nelle sale la prossima estate. Dopo Peacemaker, andrà alla produzione del terzo capitolo del franchise dei Guardiani della Galassia, che sta scrivendo e dirigendo ancora una volta. In precedenza ha scritto e diretto Guardiani della Galassia e Guardiani della Galassia Vol. 2, che hanno guadagnato complessivamente oltre 1,6 miliardi di dollari al botteghino globale. I suoi crediti cinematografici aggiuntivi includono Scooby-Doo, Scooby-Doo 2: Monsters Unleashed, Dawn of the Dead, Slither e Super.

Pubblicità
Pubblicità
Pubblicità