I registi Anthony e Joe Russo hanno
condiviso attraverso il loro profilo Twitter ufficiale dei
bellissimi video che immortalano l’ultimo giorno di Chris Evans e Robert Downey Jr. sul set di
Avengers:
Endgame, il cinecomic Marvel campione d’incassi che ha
decretato la fine delle avventure di Iron Man e Captain America sul
grande schermo.
Oltre ai due video che ritraggono
gli ultimi giorni sul set di Robert Downey Jr. e Chris Evans, i
fratelli Russo hanno anche condiviso un video legato ad un ricordo
estremamente personale: la prima proiezione pubblica di
Avengers: Endgame a cui hanno
assistito insieme ad una platea di fan ed appassionati a dir poco
entusiasta.
Ricordiamo che Endgame è il
film di maggiore incasso dell’anno, nonché il più grande successo
dei Marvel Studios, che con l’avventura diretta
da Anthony e Joe
Russo hanno chiuso un arco narrativo lungo 22
film e 11 anni, portando a termine un esperimento produttivo senza
pari.
Endgame ha
ottenuto un grande successo di critica e pubblico, stabilendo
numerosi record al botteghino, diventando il maggior incasso nella
storia del cinema, e venendo candidato a svariati premi
cinematografici, tra i quali l’Oscar ai migliori effetti
speciali.
Le avventure di Rey nella saga di
Star
Wars si sono ufficialmente concluse con l’uscita
de L’Ascesa di Skywalker. L’attrice che
interpreta il personaggio, Daisy Ridley, ha raggiunto la fama
internazionale proprio grazie al ruolo della protagonista nella
trilogia sequel della celebre saga fantascientifica.
Daisy Ridley è
infatti in trattative per recitare in The Ice Beneath
Her, crime/thriller basato sul bestseller
dell’autrice svedese Camilla Grebe, uscito nel
2015. Per quanto riguarda la storia, il film seguirà un
investigatore e un profiler mentre indagano su un caso che
coinvolge una donna che è stata trovata decapitata nella casa di un
noto uomo d’affari.
Il film sarà diretto e prodotto dal
trio Radio Silence (Finché morte non ci separi) e
sceneggiato da Caitlin Parrish (Supergirl). La STX
ha acquistato i diritti per la distribuzione del film.
Ricordiamo che tra i prossimi
progetti di Daisy Ridley figura anche Chaos Walking, adattamento del primo
libro della trilogia scritta da Patrick Ness,
rivolta a un pubblico Young Adult, in cui l’attrice reciterà
al fianco di Tom Holland. Il film dovrebbe arrivare nelle
sale il prossimo anno.
In occasione dell’anniversario di
Avengers:
Endgame(è trascorso ufficialmente
un anno dall’uscita del film nelle sale), l’artista
Apexform ha realizzato un fan poster dedicato al cinecomic
campione d’incassi di Anthony e Joe Russo che, al
posto degli attori del MCU, immagina tutti quei volti che
sono stati ad un passo dall’ottenere un ruolo nell’universo
condiviso.
Ricordiamo che Endgame è il film
di maggiore incasso dell’anno, nonché il più grande successo dei
Marvel Studios, che con l’avventura diretta da
Anthony e Joe
Russo hanno chiuso un arco narrativo lungo 22
film e 11 anni, portando a termine un esperimento produttivo senza
pari.
Endgame ha
ottenuto un grande successo di critica e pubblico, stabilendo
numerosi record al botteghino, diventando il maggior incasso nella
storia del cinema, e venendo candidato a svariati premi
cinematografici, tra i quali l’Oscar ai migliori effetti
speciali.
Le riprese di The Suicide
Squad si erano concluse prima che venisse
dichiarato lo stato di pandemia in relazione al Covid-19. Da
allora, James Gunn – costretto alla reclusione come il
resto del mondo – ha dichiarato di continuare a lavorare al film,
occupandosi della post-produzione da remoto.
Al momento la data di uscita del
film è ancora fissata per il prossimo 6 agosto 2021, e questo
proprio grazie al fatto che le riprese si erano concluse prima
della pandemia. In attesa di capire quando ci sarà la possibilità
di dare uno sguardo ai primi materiali ufficiali del film, è stato
lo stesso James Gunn a parlare via
Twitter del suo approccio a The Suicide
Squad, rivelando di aver letto tutti i
fumetti della DC dedicati all’organizzazione segreta e che avevano
come protagonisti i personaggi che appariranno nel suo film. Il
regista e sceneggiatore ha spiegato:
“Ho letto tutti i fumetti che
potevo e che riguardavano i personaggi di cui stavo scrivendo. Ad
esempio, ho letto ogni singolo fumetto contenente tutte le
iterazioni di #TheSuicideSquad e probabilmente l’85% di tutto ciò
in cui è mai stata presente #HarleyQuinn fino al momento delle
riprese.”
Il cast ufficiale comprende i
veterani Margot
Robbie (Harley Quinn), Viola
Davis (Amanda Waller), Joel
Kinnaman (Rick Flag) e Jai
Courtney (Captain Boomerang) insieme alle new
entry Idris
Elba, Michael Rooker,
Peter Capaldi, Nathan
Fillion, Sean Gunn, David Dastmalchian, Storm
Reid, Taika
Waititi eJohn Cena. Nel
film reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin
Cosio, Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz,
Alice Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.
Secondo le ultime
indiscrezioni, Nathan
Fillion dovrebbe interpretare Arm-Fall-Off-Boy,
che i lettori dei fumetti ricorderanno come il criminale con la
capacità di staccare i propri arti e usarli come armi, potere
guadagnato grazie ad un elemento metallico antigravità.
Altri nomi circolati nelle ultime
settimane sono Ratcatcher e Peacemaker, ma i report segnalano
che Sean Gunn potrebbe vestire i panni
di Weasel e Flula Borg quelli di
Javelin; Pete Davidson potrebbe
interpretare Blackguard, mentre Michael
Rooker Savant.
Lo scorso marzo abbiamo appreso la
notizia che la Blumhouse Production di Jason
Blum ha ufficialmente messo in cantiere un nuovo
adattamento cinematografico dedicato al personaggio
di Dracula.
Adesso, apprendiamo che un volto noto dell’Universo Cinematografico
Marvel vorrebbe interpretare il
celebre Conte nel film: stiamo parlando di Sebastian Stan, interprete di Bucky
Barnes.
A confermare la cosa è stato lo
stesso attore in una recente intervista con
THR. Il nuovo film sarà diretto da Karyn
Kusama, regista statunitense nota per aver
diretto AEon Flux con Charlize
Theron, Jennifer’s Body con Megan
Fox e Destroyer con Nicole
Kidman. La Kusama e Stan hanno già lavorato insieme, proprio in
Destroyer: l’attore ha rivelato di essersi già sentito con
la regista e di averle chiesto del progetto. Di seguito le sue
dichiarazioni complete:
“Le ho già scritto una mail in
merito al film. Le ho detto: ‘Lo sai che vengo dalla Romania,
giusto?’. E lei mi ha risposto: ‘Sì, lo so. Ma è ancora presto. E
poi c’è la pandemia… se tutto va bene, ci rivedremo tra quattro
anni’.”
Il nuovo film sarà una versione in
chiave “moderna” dell’iconica storia del celebre Conte della
letteratura: come già accaduto per L’Uomo
Invisibile, anche il
nuovo Dracula punterà ad un budget
moderato. Matt Manfredi e Phil Hay, che avevano già
lavorato con la Kusama al
sopracitato Destroyer, si occuperanno della
sceneggiatura. La storia sarà ambientata ai giorni nostri. Di
recente la Kusama si è occupata della regia di alcuni episodi della
miniserie HBO The
Outsider, basata sull’omonimo romanzo
di Stephen
King.
A voi piacerebbe vedere Sebastian Stan nei panni di Dracula?
Ricordiamo che prossimamente vedremo l’attore tornare nei panni di
Bucky Barnes in The Falcon and the Winter Soldier, la
nuova serie Marvel che dovrebbe debuttare ad
agosto su Disney+.
Il cast de I
Goonies si è riunito a 35 anni dall’uscita del film
cult di Richard Donner nelle sale. Il tutto è
avvenuto in occasione di “Reunited Apart”, la nuova webserie di
Josh Gad (la voce di Olaf nella versione originale
di Frozen) lanciata attraverso il suo canale YouTube.
La reunion ha avuto luogo per uno scopo benefico: sostenere il
“Center For Disaster Philanthropy”, un’associazione che si occupa
di aiutare le famiglie o tutti coloro che sono stati colpiti
economicamente dalla pandemia di Covid-19.
Alla reunion hanno partecipato i
membri del cast (Sean
Astin, Josh Brolin, Martha Plimpton, Kerri
Green, Jeff Cohen, Corey Feldman, Jonathan Ke Quan, Joe
Pantaliano e Robert Davi), il regista
Richard Donner, lo sceneggiatore Chris
Columbus, e perfino Steven Spielberg (autore del soggetto del
film) e Cyndi Lauper (interprete del brano
portante della colonna sonora, “The Goonies ‘R’ Good
Enough).
Durante la reunion, i membri del
cast si sono anche divertiti ad interpretare nuovamente le loro
scene preferite dal film. Potete vedere il video completo della
reunion di seguito:
A dicembre dello scorso
anno, I Goonies è tornato nelle
sale italiane in occasione del suo 35° anniversario. Il
film racconta di una banda di piccoli eroi lanciata in
un’avventurosa ricerca ricca di imprevisti che superano la più
fervida immaginazione.
Seguendo una misteriosa mappa del
tesoro fino a giungere in uno spettacolare regno sotterraneo pieno
di passaggi tortuosi, trappole esplosive e vecchie navi pirata
colme di dobloni d’oro, i ragazzi cercano di sfuggire a una
famiglia di goffi e cattivi soggetti e a un mostro gentile con una
faccia tale da far intenerire solo sua madre.
Un’avventura per tutta la famiglia,
dall’inizio alla fine delle innumerevoli
peripezie, I Goonies sono un
tesoro cinematografico ricco di azione mozzafiato, suspense e
spettacolari effetti speciali.
Becoming è uno
sguardo intimo nella vita dell’ex First Lady Michelle
Obama durante un momento di profondo cambiamento, non solo
a livello personale, ma anche per il paese per il quale lei e suo
marito hanno reso un servizio di grande impatto per otto anni,
all’interno della Casa Bianca. Il film offre uno sguardo raro e
ravvicinato sulla sua vita, portando gli spettatori dietro le
quinte mentre Michelle Obama fa un tour in 34
città che mette in luce il potere della comunità di colmare le
nostre differenze e lo spirito di connessione che ne deriva quando
condividiamo le nostre storie apertamente e onestamente.
Diretto da: Nadia Hallgren, il film
è prodotto da Katy Chevigny, Marilyn Ness e Lauren Cioffi
Co – produttore è Maureen A. Ryan, mentre i produttori esecutivi
sono Priya Swaminathan, Tonia Davis.
Becoming: la mia storia: trailer ufficiale
Una nota di Michelle
Obama:
Sono entusiasta di informarvi che
il 6 maggio Netflix
renderà disponibile Becoming, un film documentario
diretto da Nadia Hallgren che racconta la mia vita
e le esperienze che ho vissuto durante il tour dopo l’uscita del
mio libro. Quei mesi che ho trascorso viaggiando – incontrando
persone nelle città di tutto il mondo – mi hanno fatto capire che
ciò che abbiamo in comune è profondo e reale. In grandi e piccoli
gruppi, di giovani e anziani, unici e uniti, ci siamo incontrati e
abbiamo condiviso storie, riempiendo quegli spazi con le nostre
gioie, preoccupazioni e sogni. Abbiamo elaborato il passato e
immaginato un futuro migliore. Parlando dell’idea del “diventare”
(Becoming), molti hanno osato raccontare ad alta voce le
proprie speranze.
Mi porto dentro quei ricordi
preziosi e quel senso di connessione ora più che mai, mentre
lottiamo insieme per resistere a questa pandemia, mentre ci
prendiamo cura dei nostri cari, ci volgiamo alle nostre comunità e
proviamo a tenere il passo con il lavoro e la scuola mentre
affrontiamo enormi perdite, confusione e incertezza. In questi
giorni è difficile sentirsi radicati o pieni di speranza, ma spero
che come me troverete gioia e un po’ di tregua in ciò che Nadia ha
fatto. Perché è un talento raro, una persona la cui intelligenza e
compassione per gli altri si manifesta in ogni fotogramma che gira.
Ancora più importante, è una persona che capisce il significato e
il potere della comunità, e il suo lavoro è magicamente in grado di
descriverlo.
Come molti di voi sanno, sono una
persona che ama abbracciare. In tutta la mia vita, l’ho considerato
il gesto più naturale e uniformante che un essere umano possa fare
verso un altro – il modo più semplice per dire: “Sono qui per te”.
E questa è una delle parti più difficili della nostra nuova realtà:
le cose che una volta sembravano semplici – andare a trovare un
amico, sedersi con qualcuno che sta soffrendo, abbracciare uno
sconosciuto – ora non sono affatto semplici.
Ma io sono qui per voi. E so che
voi ci siete gli uni per gli altri. Anche se non possiamo più
raccogliere o nutrire in sicurezza l’energia dei gruppi, anche se
molti di noi vivono con il dolore, la solitudine e la paura,
dobbiamo rimanere aperti e in grado di metterci nei panni degli
altri. L’empatia è la nostra linfa vitale. È ciò che ci porterà
dall’altra parte. Usiamola per reindirizzare la nostra attenzione
verso ciò che conta di più, riconsiderare le nostre priorità e
trovare modi per rendere il mondo migliore. Anche in tempi
difficili, forse soprattutto in tempi difficili, le nostre storie
aiutano a cementare i nostri valori e a rafforzare le nostre
connessioni. La loro condivisione ci mostra la strada da
percorrere. Vi voglio bene e mi mancate tutti.
Prima dell’esplosione della pandemia
di Covid-19, erano in corso in Australia le riprese di del nuovo
film dei Marvel StudiosShang-Chi
and the Legend of the Ten Rings. Le
riprese sono state momentaneamente interrotte nel rispetto delle
norme relative al distanziamento sociale, ma nelle ultime ore è
spuntato online un video che risale proprio a quei pochi giorni di
riprese che hanno avuto luogo.
Nel video, diffuso online su
Twitter (via
ComicBookMovie), è possibile vedere Simu Liu (che interpreterà il
protagonista) e la vincitrice del Golden Globe Awkwafina
(il cui ruolo non è ancora stato svelato). Dal video emerge che i
personaggi di Liu e di Awkawafina dovrebbero essere alleati, almeno
per buona parte della storia.
Secondo le prime indiscrezioni sulla
trama (ovviamente non confermate), nel film
Shang-Chi prende parte ad una serie di combattimenti sotterranei
che lo porteranno ad essere riconosciuto come il “maestro delle
arti marziali”; per tale motivo, il Mandarino lo costringerà a
prendere parte ad un torneo per cercare di entrare in possesso dei
Dieci Anelli a cui il titolo fa riferimento. Potete vedere
il video dal set cliccando sullo screenshot di seguito:
L’uscita nelle sale di Shang-Chi
and The Legend Of The Ten Rings è fissata
al 12 febbraio 2021. Il personaggio ha
esordito sui fumetti Marvel nel 1973 in quella che è
considerata l’età del bronzo della produzione editoriale. L’eroe è
un noto esperto di arti marziali e numerosi stili di combattimento
oltre che futuro membro dei Vendicatori. All’inizio della sua
storia era considerato il figlio di Fu Manchu, e non è chiaro se
questa connessione verrà riadattata nei film o se è qualcosa che lo
studio eviterà del tutto.
Destin Daniel
Cretton, acclamato regista di Short Term
12 e The Glass Castle (di ecente è
uscito il suo ultimo lavoro Il
Diritto di Opporsi, con Michael B. Jordan, Jamie Foxx
e Brie
Larson) è stato scelto per dirigere il film che vanta
la sceneggiatura di Dave
Callaham (The Expendables, Godzilla, Doom e Wonder
Woman 1984).
Vi ricordiamo che nei panni del
protagonista ci sarà l’attore canadese Simu
Liu, visto di recente nella commedia di NetflixKim’s Convenience. Insieme a
lui, nel cast, figureranno anche Tony
LeungChiu-wai nei panni del
Mandarino, e Awkwafina,
che dovrebbe interpretare un “leale soldato” del Mandarino, e se è
vero che il villain qui sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci
sono ottime possibilità che si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto
i fumetti saprà che è la sorella dell’eroe del titolo e che il suo
superpotere è l’ipnosi.
Ogni film del regista
Christopher Nolan è un vero e proprio evento
cinematografico. Circondati dal mistero, dalle teorie sulla trama e
dall’attesa incondizionata dei fan, le opere dell’autore britannico
ne hanno dimostrato le abilità narrative, permettendogli di
affermarsi come uno dei nomi di punta del nuovo panorama
cinematografico mondiale. Il suo quinto film, The
Prestige, non ha fatto eccezione, ed è anzi
considerato da molti il suo film più bello. Ecco 10 cose
che non sai di The Prestige.
Parte delle cose che non sai sul
film
The Prestige: la trama del
film
10. È ambientato nel mondo
degli illusionisti. La storia del film ha luogo nella
Londra d’epoca vittoriana, dove due illusionisti, Robert Angier e
Alfred Borden, un tempo grandi amici, sono divisi da una profonda
rivalità. I due si sfidano continuamente in spettacoli sempre più
al limite del possibile, finché la loro rivalità non diventa una
vera e propria ossessione. Nel desiderio di provare la propria
superiorità, arriveranno a mettere in gioco la proprio vita.
The Prestige: il cast del
film
9. Hugh Jackman fu la prima
scelta per il ruolo. Per dar volto a Robert Angier, Nolan
pensò da subito all’attore australiano Hugh
Jackman, persuaso dal suo fascino innato, simile a
quello del personaggio. Non appena lesse la sceneggiatura, Jackman
accettò subito la parte, affascinato dalla sua complessità, e per
prepararsi al meglio passò un lungo periodo a studiare la storia
dell’illusionismo dai primi anni del XX secolo.
8. È il secondo film di
Nolan con Christian Bale. Durante il set del film
Batman Begins, l’attore Christian
Bale sentì parlare del progetto e se ne interessò,
chiedendo di poter leggere la sceneggiatura. Rimastone affascinato,
convinse Nolan ad assegnargli il ruolo di Alfred Borden. Per poter
dar vita ai trucchi richiesti, l’attore si allenò a lungo con
alcuni consulenti, tra cui il noto mago Ricky
Jay.
7. Vanta nel cast una nota
star della musica. All’interno del film vi è anche il
personaggio dello scienziato Nikola Tesla. Per questa parte, la
produzione desiderava avere un attore al di fuori degli schemi, che
potesse affascinare il pubblico con il suo carisma. Grazie
all’insistenza di Nolan, il ruolo venne affidato a David
Bowie, noto prevalentemente per il suo contributo al mondo
della musica. Questi decise di accettare la parte, persuaso dal
regista, suo grande fan.
The Prestige è tratto da un
romanzo
6. Il film è tratto da un
celebre romanzo. Nei primi anni del 2000 a Nolan fu dato
da leggere il romanzo The Prestige, di ChristopherPriest, con la richiesta di farlo diventare un
film. All’epoca ancora poco conosciuto, il regista decise di
accettare la sfida, ritrovando nel romanzo molti temi a lui cari.
Lavorò alla sceneggiatura con suo fratello Jonathan nel corso degli
anni, per arrivare poi a realizzarlo solo nel 2006, quando si sentì
sicuro delle competenze tecniche acquisite.
Parte delle cose che non sai sul
film
The Prestige è in Streaming
5. È possibile vederlo in
streaming. Il film è oggi presente su alcune delle
principali piattaforme di streaming presenti in Italia. Chi
desidera vederlo o rivederlo, potrà infatti farlo noleggiandolo o
acquistandolo su Apple iTunes, Google Play Movies, Microsoft Store,
Chili o Rakuten TV. Pagando il prezzo richiesto, sarà così
possibile accedere in modo semplice e sicuro al film, vedendolo in
ottima qualità.
3. Condivide una strana
coincidenza con altri due film. Nel 2006 quello di Nolan
non fu l’unico film ambientato nel mondo dell’illusionismo ad
uscire al cinema. Arrivarono in sala anche The
Illusionist, con Edward
Norton e Scoop, il quale aveva tra i
protagonisti lo stesso Hugh Jackman. I tre film si
fecero un imprevista concorrenza, ma fu quello di Nolan a prevalere
in quanto a consensi critici e guadagno al botteghino.
The Prestige: la recensioni del
film
2. Ha ricevuto grandi lodi
dalla critica. Al momento del suo rilascio, il film venne
accolto in modo particolarmente positivo dalla critica, che elogiò
nuovamente il talento di Nolan. Sull’aggregatore di recensioni
Rotten Tomatoes, il film vanta un punteggio del 75% di gradimento
su un totale di circa 200 recensioni. In generale, The
Prestige è stato lodato per l’utilizzo innovativo delle
tematiche, i risvolti narrativi imprevisti e le grandi
interpretazioni del cast di protagonisti.
The Prestige: le frasi più belle
del film
1. È ricco di frasi
divenute iconiche. All’interno del film non sono solo i
trucchi di magia presenti a dettare stupore, ma anche alcune delle
frasi recitate dai personaggi protagonisti. Molte di queste sono
con il tempo diventate particolarmente note.
– La scienza non funziona mai
come ci si aspetta: è questo il suo lato più affascinante.
(Nikola Tesla)
– L’uomo va al di là di ciò che
può afferrare (Robert Angier)
– Ora state cercando il segreto
ma non lo troverete, perché in realtà non state guardando davvero.
Voi non volete saperlo. Voi volete essere ingannati.
(Cutter)
– Non dirlo mai a nessuno. Ti
pregheranno di svelare il segreto, ma appena glielo dirai, non
conterai più niente. Sono stato chiaro? Niente. Il segreto non fa
colpo su nessuno. Il trucco che c’è dietro invece è ciò che
conta. (Alfred Borden)
Attore particolarmente versatile,
Elijah Wood viene tuttavia ricordato per un
unico grande ruolo, che gli ha regalato la fama eterna all’interno
dell’industria: si tratta del giovane Frodo della trilogia di
Il Signore degli
Anelli. Grazie a tale personaggio ha potuto imporre il suo
come uno dei volti di punta, ottenendo il plauso generale di
critica e pubblico. Negli anni, però, Wood ha saputo più volte
reinventarsi, distinguendosi per la sua partecipazione ad altri
grandi successi, in particolare all’interno del circuito di film
indipendenti. Ecco 10 cose che non sai su Elijah
Wood.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Elijah Wood: i suoi film e le serie
TV
10. Ha recitato in celebri
lungometraggi. L’attore debutta al cinema con un piccolo
ruolo nel film Ritorno al futuro – Parte II (1989), per
poi acquisire popolarità grazie a titoli come Il grande
volo (1991), Genitori cercasi (1994) e Deep
Impact (1998). La fama mondiale arriva però grazie a Il Signore degli
Anelli – La Compagnia dell’Anello (2001) e ai
sequel Il Signore degli Anelli – Le due torri (2002) e
Il Signore degli Anelli – Il ritorno del re (2003). In
questi film ha modo di recitare accanto agli attori
Ian McKellen,
Viggo
Mortensen e Orlando
Bloom. In seguito, ha partecipato ad altri noti film
come Eternal Sunshine of
the Spotless Mind (2004), con JimCarrey, Sin City (2005), Ogni
cosa è illuminata (2005), di Liev
Schreiber, Maniac (2012), Il ricatto
(2014), The Last Witch Hunter (2015), con Vin
Diesel, e I Don’t Feel at Home in This World
Anymore (2017).
9. Ha presto parte a celebri
produzioni televisive. Di recente Wood si è dedicato in
particolare a recitare per il piccolo schermo, ed è stato in
particolare protagonista della fortunata sitcom Wilfred,
dove ha ricoperto il ruolo di Ryan Newman dal 2011 al 2014. In
seguito ha invece recitato in Dirk Gently – Agenzia di
investigazione olistica (2016-2017), nel ruolo di Todd
Brotzman. Nel 2019 è invece apparso come guest star in alcuni
episodi della sesta stagione della serie Drunk
History.
8. È apprezzato come
doppiatore. Nel corso della sua carriera Wood si è
distinto anche per la sua attività di doppiaggio. In particolare, è
ricordato per essere stato la voce del pinguino protagonista di
Happy Feet (2006) ed Happy Feet 2
(2011). Ha poi doppiato il perogsonaggio principale del film
d’animazione 9 (2009),
mentre in seguito è stato tra i doppiatori di Si alza il
vento (2013), e delle serie animate TRON:
Uprising (2012-2013), Over the Garden
Wall (2014) e Star
Wars: Resistance (2018-2020).
Elijah Wood: chi è sua moglie
7. È molto riservato sulla
sua vita sentimentale. Nel tempo Wood si è dimostrato
particolarmente attento a non condividere particolari dettagli
circa la sua vita privata. Tuttavia, dal 2017 è risaputa la sua
relazione con la produttrice Matte-Marie Kongsved,
conosciuta grazie al film I Don’t Feel at Home in This World
Anymore. Di recente sono circolate alcune voci secondo cui la
coppia si sarebbe sposata in gran segreto e che sono in attesa del
primo figlio. I due non hanno però ancora confermato né smentito
tali dichiarazioni.
Elijah Wood in Ritorno al
futuro
6. Ha avuto una piccola
parte nel celebre film. Il primo ruolo cinematografico
dell’attore risale al 1989, con il film Ritorno al futuro –
Parte II. Qui Wood interpreta il ragazzino con la maglietta
rossa che guarda il protagonista, Michael J.
Fox, giocare ad un videogioco nel futuro. All’epoca di
questa sua prima partecipazione ad un film l’attore aveva appena
otto anni.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Elijah Wood in Il Signore degli
Anelli
5. Sono stati utilizzati dei
trucchi per farlo risultare più basso. Interpretando un
Hobbit, era necessario che Wood apparisse particolarmente più basso
rispetto agli altri attori presenti sul set. Per riuscire in ciò,
sono stati utilizzati diversi trucchi, dal far posizionare l’attore
in modo strategico per la corretta illusione ottica al dotare gli
altri interpreti di rialzi fisici affinché apparissero più
alti.
4. È stato aiutato
nell’interazione con un personaggio. Nel corso della
trilogia l’attore condivide molte scene con il personaggio di
Gollum. Poiché questi sarebbe stato realizzato tramite CGI, il
regista Peter Jackson chiese all’attore
Andy
Serkisdi recitare fisicamente la parte sul set,
così da aiutare Wood nell’interazione con il personaggio.
3. Ha sfoggiato una sua
abilità. Nel terzo film della trilogia, il personaggio di
Frodo si scontra con il terribile Shelob. Per la scena dove viene
ridotto in stato comatoso, intrappolato nella ragnatela del mostro,
l’attore mette in pratica una sua nota abilità. Wood è infatti
capace di rimanere fisso per lungo tempo con lo sguardo senza mai
sbattere le ciglia. Ciò è tornato particolarmente utile per tale
specifico momento.
Elijah Wood in Sin City
2. Il suo volto è stato
modificato per il film. All’interno del film Sin
City l’attore ricopre il ruolo di Kevin, un serial killer
cannibale privo dell’uso della parola. Per rendere il personaggio
ancor più disturbante per il pubblico, all’attore furono cambiati
alcuni connotati in post-produzione. In particolare il suo mento
venne pesantemente modificato per risultare meno comune.
Elijah Wood: età e altezza
1. Elijah Wood è nato a
Cedar Rapids, Iowa, Stati Uniti, il 28 gennaio del 1981.
L’attore è alto complessivamente 168 centimetri.
Vera e propria leggenda,
Christopher Lee è stato un attore da record. Nella
sua lunghissima carriera ha infatti recitato in oltre 280 film,
prendendo parte ad alcune delle saghe di maggior successo della
storia. Pur non ricevendo mai veri e propri riconoscimenti da parte
dell’industria hollywoodiana, Lee è tutt’oggi uno dei nomi più
citati, grazie anche ai suoi iconici personaggi che vanno dal
vampiro Dracula allo stregone Saruman. Ecco 10 cose che non
sai di Christopher Lee.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Christopher Lee: la sua
filmografia
10. Ha recitato in numerosi
lungometraggi. L’attore debutta sul grande schermo nel
1948 con il film Il mistero degli specchi, ma diventa
celebre grazie al personaggio di Dracula in Dracula il
vampiro (1958), che avrebbe poi interpretato in altri undici
film. Tra i suoi ruoli più degni di nota vi sono quelli per i film
The Wicker Man (1973), Agente 007 – L’uomo dalla
pistola d’oro (1974), e Jinnah (1998). Nel 2001
ottiene nuova fama grazie al ruolo di Saruman in Il Signore
degli Anelli – La Compagnia dell’Anello, per poi riprendere il
ruolo anche in Il Signore degli Anelli – Le due torri
(2002) e Il Signore degli Anelli – Il ritorno del re
(2003). Con questi film ha modo di recitare accanto
a Ian
McKellene Viggo
Mortensen. Negli stessi anni ricopre anche il ruolo
del Conte Dooku in Star Wars II –
L’attacco dei cloni (2002) e Star
Wars III – La vendetta dei Sith (2005), con
Ewan
McGregor. Successivamente prende parte anche a film
come La fabbrica di cioccolato (2005), con Johnny
Depp, Hugo Cabret
(2011), Lo Hobbit – Un
viaggio inaspettato (2012) e Lo Hobbit – La
battaglia delle cinque armate (2014).
9. È stato anche
doppiatore. Nel corso della sua lunga carriera Lee ha
svolto anche attività di doppiaggio, ricoprendo più volte tale
ruolo. In particolare lo si ricorda per la sua collaborazione con
il regista Tim Burton, per il quale ha dato voce
al personaggio del Pastore Galswells in La sposa cadavere
(2005) e al Ciciarampa in Alice in
Wonderland (2010), con Mia
Wasikowska. Ha poi dato nuovamente voce al personaggio
del Conte Dooku nel film Star Wars: The Clone Wars (2008).
Numerosi i doppiaggio anche di videogiochi, in particolare per
quelli legati al mondo di Il Signore degli anelli, dove ha
dato voce al personaggio di Saruman.
Christopher Lee è Dracula
8. Nel primo film aveva solo
un piccolo ruolo. Con Dracula il vampiro, del
1958, Lee si impone come nuova icona del cinema horror. Pur
interpretando il vampiro del titolo, però, l’attore compare nel
film soltanto per circa sette minuti, ed ha un totale di sedici
battute. Tuttavia, la sua interpretazione risultò talmente
apprezzata da spingere i produttori a realizzare una lunga serie di
film, dove Lee ottenne maggior spazio nel ruolo di Dracula.
7. Aveva un rapporto
conflittuale con il personaggio. Nonostante il ruolo gli
abbia regalato fama mondiale, Lee non ha mai nascosto di non
apprezzarlo particolarmente. In diverse occasioni l’attore si è
rifiutato di parlare di Dracula, come anche di autografare oggetti
ad esso legato. Secondo le voci più insistenti, l’interprete non
avrebbe mai particolarmente apprezzato i film realizzati, visti più
come una fonte di guadagno, e l’idea di essere ricordato per questi
gli è indigesta.
6. Aveva problemi con le
lenti a contatto. Per dar vita al personaggio di Dracula,
l’attore indossava delle speciali lenti che modificavano l’aspetto
delle pupille. Tuttavia, queste risultarono un notevole impedimento
all’attore, il quale non riusciva quasi a vedere nulla. In diverse
occasioni necessitò infatti di una guida sul set, affinché gli
indicasse la posizione degli altri attori e della macchina da
presa.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Christopher Lee in Il Signore degli
Anelli
5. È l’unico membro del cast
ad aver conosciuto l’autore dei romanzi. Per motivi
anagrafici, l’attore è l’unico membro del cast della trilogia ad
aver personalmente incontrato J. R. R. Tolkien,
autore del romanzo da cui sono tratti i film. Anche per via di
questo suo incontro, egli fu il primo ad entrare a far parte del
cast, poiché il regista Peter Jackson desiderava
avvere nel film qualcuno che avesse avuto contatti con
l’autore.
4. È un profondo conoscitore
dell’opera. Lee si è da sempre dichiarato un grandissimo
appassionato de Il Signore degli
Anelli, a tal punto da aver letto l’intero romanzo una
volta all’anno sin dalla sua data di pubblicazione. Proprio per via
della sua conoscenza dell’opera, Lee veniva più volte interpellato
per quanto riguardava la ricostruzione di costumi, trucco e
ambienti.
Christopher Lee in Star Wars
3. Considera il suo ruolo
nella saga simile a quello di Saruman. In diverse
occasioni l’attore ha affermato di essersi sorpreso nel trovarsi ad
interpretare negli stessi anni due ruoli molto simili. A sua detta,
infatti, il Conte Dooku di Star
Wars presenta diverse somiglianze con Saruman. Entrambi
appartenevano alla fazione dei cosiddetti “buoni”, ma la loro
natura viene poi corrotta portandoli a diventare spietati
antagonisti.
2. Convinse il regista a
modificare una scena del personaggio. Nel terzo film,
La vendetta dei Sith, l’attore compare soltanto in alcune
scene. Tra queste vi è quella in cui il suo personaggio viene
ucciso da Anakin Skywalker. Originariamente, il Conte Dooku
implorava al Jedi di risparmiargli la vita. Tuttavia Lee convinse
il regista George Lucas a rimuovere tale aspetto,
poiché riteneva che il suo personaggio non si sarebbe mai abbassato
ad implorare il suo nemico.
Christopher Lee: età, altezza e
morte
1. Christopher Lee è
natoa Londra, Inghilterra, il 27 maggio
del 1922, ed è deceduto il 7 giugno del 2015, all’età di 93 anni.
L’attore era alto complessivamente 193 centimetri.
La trilogia cinematografica de
Il Signore degli Anelli ha ormai 20 anni,
ma è rimasta nel cuore dei fan, così come i suoi interpreti.
Aragorn, Gandalf, i piccoli hobbit, Gimli e Legolas, ogni
personaggio ha un posto speciale nell’immaginario degli
spettatori.
Ma che fine hanno fatto gli
interpreti di questi personaggi? Com’è stata la loro carriera nel
mondo del cinema e dello spettacolo dopo la travolgente avventura
nel mondo della Terra di Mezzo? Ecco i
protagonisti de Il Signore degli Anelli
oggi:
Sean Bean – Boromir
Sia prima che dopo la
trilogia di Peter Jackson, Sean Bean ha lavorato con costanza in cinema e
in tv. L’attore ha però ritrovato una notorietà pari a quella
conquistata con il ruolo di Boromir solo nel 2011, quando ha detto
sì al ruolo di Ned Stark in Game of
Thrones.
Questo nuovo ruolo fantasy ha in
qualche modo riabilitato la sua fama presso il popolo dei nerd,
confermando però il fatto che nella sua carriera, Sean tenda a
scegliere ruoli che raramente lo portano alla fine del film o della
serie, e che lo vedono morire prima…
Viggo Mortensen – Aragorn
Prima de Il
Signore degli Anelli era un giovane interprete che si
accontentava di piccoli ruoli in film indipendenti, partecipando
anche a progetti di una certa fortuna, come Carlito’s
Way o lo Psycho di
Gus Van Sant.
Dopo il ruolo di Aragorn, Viggo Mortensen ha inanellato una serie di
collaborazioni di grane prestigio, come quelle con Cronenberg, ed
ha dato vita a tanti personaggi carismatici e misteriosi, basti
pensare al cowboy di Appaloosa, al medico
tedesco di Good, al padre di
The Road, è stato Freud, ma è stato anche
Tony Lip, nell’ultimo suo grande successo, Green
Book, film premio Oscar, che gli è valso la sua
seconda nomination dopo quella per Captain
Fantastic.
John Rhys-Davis – Gimli
Prima di approdare a
Tolkien, Rhys-Davis era già famoso per aver partecipato a
I predatori dell’Arca Perduta, tuttavia
nessun altro personaggio successivo gli ha più dato la notorietà di
Gimli figlio di Gloin.
Dopo il successo de Il
Ritorno del Re, l’attore ha principalmente lavorato
per la tv, con poche incursioni nel cinema, senza mai ritrovare le
luci della ribalta. Rimane però un attore amatissimo dai fan de
Il Signore degli Anelli.
Christopher Lee – Saruman
Di tutto il cast de
Il Signore degli Anelli, il membro più
illustre era senza dubbio Sir Christopher Lee.
L’attore, che in vita conobbe Tolkien, che amava il romanzo e pare
lo leggesse una volta all’anno, sperava di poter interpretare
Gandalf, quando arrivò la chiamata di Jackson. Ma si sa, amante
degli horror classici, il regista desiderava la classe del suo
Dracula per dare vita alla sua versione dello stregone corrotto dal
male.
Christopher Lee ha
continuato a lavorare fino all’ultimo giorno della sua vita, ha
regalato al mondo delle grandissime icone del cinema e della
cultura pop e Saruman è stato solo l’ultimo grande personaggio di
una lunghissima serie, che ha tornato ad incarnare ne
Lo Hobbit. Si è spento, all’età di 93
anni, il 7 giugno del 2015.
Ian McKellen – Gandalf
Già Magneto nell’anno
precedente all’uscita de Il Signore degli Anelli – La
Compagnia dell’Anello, McKellen era già conosciuto
agli amanti del cinema impegnato e a quelli del teatro, dove ha
lavorato (e ancora lavora) tantissimo. Pagando il prezzo del suo
coming – out precoce, quando non era ancora troppo accettato che un
attore di successo fosse omosessuale, Ian McKellen ha avuto un inizio di carriera
relativamente difficile.
Dopo il successo con Gandalf e
Magneto è però entrato in un cono di notorietà vastissimo,
aggiungendo alla sua cricca di fedelissimi e coltissimi
appassionati, anche una fascia giovane e pop di fan, che lui ha
accolto a braccia aperte. Ha ripreso il ruolo di Gandalg nella
trilogia de Lo Hobbit e, in previsione
della serie in lavorazione presso Amazon Prime Video, l’attore si è detto
ancora disponibile per il ruolo. Ancora molto attivo, quest’anno lo
abbiamo visto al cinema in Cats e in
L’Inganno Perfetto.
Cate Blanchett – Galadriel
Aveva già stregato il
mondo con la sua potente Elizabeth nel
1998, guadagnando una nomination agli Oscar. Quindi, quando arriva
sul set, per il ruolo della meravigliosa e terribile regina
Galadriel, Cate era già un’attrice di prima fascia. Il ruolo le
calza a pennello, e lo porta con grande fierezza e bellezza sullo
schermo.
Dismessi manto candido e parrucca,
però, Cate Blanchett si butta a capofitto nel
lavoro, e conquista l’amore di tutti, registi e spettatori, oltre
alla stima dei colleghi. Vince due premi Oscar, per The
Aviator di Martin Scorsese e per
Blue Jasmine di Woody
Allen. Partecipa a moltissimi film importanti, e lavora
con Ridley Scott, Todd Haynes, Steven Spielberg, Joe Wright, Kenneth
Branagh, Terrence Malick e ad ogni performance si conferma
la straordinaria interprete che è, tornando ad essere Galadriel
nella trilogia de Lo Hobbit.
Liv Tyler – Arwen
Per tutti è stata “la
figlia di Steven Tyler”, prima che Peter Jackson
la scegliesse per interpretare la principessa elfica innamorata del
mortale Aragorn. Prima de La Compagnia
dell’Anello, Liv era stata la protagonista femminile
di Armageddon di Michael
Bay, ma il personaggio che più di tutti l’ha consegnata
alla fama mondiale e all’imperituro affetto dei fan è proprio
quello di Arwen Undomiel.
Tra le sue interpretazioni più
famose, negli anni recenti, ricordiamo la serie
Leftovers e il film di James
Gray, Ad Astra. Liv Tyler coniuga l’attività di attrice con
quella di stilista di intimo.
Hugo Weaving – Elrond
Se non è Elrond, signore di
uomini ed elfi, è l’Agente Smith. La carriera di Hugo Weaving è costellata di ruoli iconici,
che spiccano in un tappeto di tantissimi film e apparizioni. Trai
recenti successi ricordiamo La battaglia di Hacksaw
Ridge e la serie Patrick
Melrose, senza dimenticare che c’è lui dietro alla
maschera bianca del giustiziere di V per
Vendetta, prodotto dai Watchowski che lo hanno voluto
anche in Cloud Atlas (oltre che nel
citato Matrix). Come i Watchowski, anche
Peter Jackson lo ha voluto spesso con sé, fino a
Macchine Mortali, che il regista
neozelandese ha prodotto.
Come i suoi colleghi elfi, anche
Weaving ha ripreso il suo ruolo nel pantheon tolkieniano per la
trilogia de Lo Hobbit.
Orlando Bloom – Legolas
Pochi attori possono
vantare un esordio di maggior successo di Orlando Bloom. Appena uscito dall’accademia di
recitazione, il giovanissimo Orlando indossò la parrucca bionda di
Legolas per salire a bordo del carrozzone di Jackson. Il ruolo gli
ha dato la notorietà necessaria per sfondare nel mondo del cinema,
con un altro personaggio molto noto e amato, in un franchise
altrettanto noto e amato, Pirati dei
Caraibi, in cui è Will Turner.
Tornato a fare acrobazie nei panni
di Legolas per la trilogia de Lo Hobbit,
Bloom ha partecipato a numerosi film, non appartenenti a saghe o
blockbusters, che ne hanno fatto apprezzare anche le doti di
interprete, tra cui Le Crociate – Kingdom of
Heaven ed Elizabethtown.
Purtroppo nessuno è perfetto, e nella sua carriera ha anche
accettato ruoli in progetti non troppo felici, come il
Troy di Wolfgang
Petersen.
Andy Serkis – Gollum/Smeagol
Il ruolo di Andy Serkis nella trilogia de Il
Signore degli Anelli è stato tra quelli con il
maggiore seguito per la storia del cinema. A suo modo, Serkis è un
vero e proprio filmmaker che ha contribuito in maniera fondamentale
a sviluppare la tecnica della motion capture, o performance
capture, che oggi è all’ordine del giorno ed è utilizzata in ogni
tipo di produzione che lo ritenga necessario.
Gollum è quindi stato un prototipo,
un pioniere e parallelamente la carriera di Serkis si è costruita
su questa particolare skill. Ha recitato infatti in King Kong, nei
panni del re dei Primati, è stato il capitano Haddock per il
Tin Tin di Spielberg, è stato Cesare per
la saga reboot/prequel de Il Pianeta delle
Scimmie, è stato Snoke nella nuova trilogia di
Star
Wars, ha esordito alla regia e si è confermato un
appassionato di motion capture dirigendo Mowgli, un adattamento de
Il Libro della Giungla uscito su Netflix. Ha partecipato anche al Marvel Cinematic Universe nei panni
di Ulysses Klaue e ora dirigerà Venom: let there be
Carnage.
Ian Holm – Bilbo Baggins
Come Christopher
Lee, anche Ian Holm approda al ruolo
affidatogli da Jackson con una carriera ricchissima alle spalle.
Alien, Momenti di
Gloria, Brazil,
Robin e Marian, Il pasto
nudo, Il quinto elemento,
eXistenZ, La vera storia di Jack lo
Squartatore, sono solo alcuni dei titoli di prestigio
in cui è apparso, brillando sempre come un vero e proprio gioiello
della Corona degli artisti britannici dal talento cristallino e del
sicuro affetto verso il pubblico.
Il suo Bilbo è stato molto amato
dai fan del romanzo, e rivederlo, seppur brevemente, Lo
Hobbit – La battaglia delle Cinque Armate, è stato
davvero una carezza al cuore.
Dominic Monaghan – Merry/Meriadoc
Brandibuck
Ha sicuramente catturato la
simpatia degli spettatori ma non troppo quella di registi e
produttori. Dominic Monaghan viene ricordato ancora oggi
prevalentemente per il suo ruolo nella trilogia di Jackson e per
quello di Charlie in Lost, di
J.J. Abrams.
Con Abrams deve essere rimasto un
buoni rapporti, visto che lo ha voluto con sé per un ruolo molto
piccolo, poco più di una comparsa, in Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker.
Billy Boyd – Pipino/Peregrino
Tuc
Come Dominic
Monaghan, anche Billy Boyd non ha avuto
molto successo dopo il ruolo di Pipino ne Il Signore
degli Anelli. Ha partecipato a diversi film e serie
tv, ma sembra che la nuova possibilità di successo sia arrivata
soltanto di recente, grazie al casting in
Outlander.
Per qualcuno indovinare
soltanto due ruoli in una carriera potrebbe non essere abbastanza,
ma se questi due ruoli ti garantiscono la notorietà eterna, allora
potrebbero anche essere sufficienti. Parliamo di Sean
Astin che, prima di diventare il caro Sam, era stato il
piccolo, pestifero e asmatico Mikey Walsh, a caccia del tesoro di
Willy l’Orbo ne I Goonies.
Due ruoli che hanno segnato in
qualche modo la storia del cinema popolare e che rappresentano un
vero faro per moltissimi appassionati e nerd. In omaggio al suo
Mikey Walsh, Astin ha anche partecipato alla seconda stagione di
Stranger Things, serie che
omaggia a piene mani i “suoi”
Goonies.
Elijah Wood – Frodo Baggins
Il caso di Elijah
Wood è molto strano: protagonista principale di una delle
saghe fantasy di maggiore successo al mondo, scompare quasi del
tutto dopo il trionfo del terzo film. Wood ha partecipato a
moltissimi film, di varia natura e interesse, tra i più belli ci
sono sicuramente Ogni cosa è illuminata e
Se mi lasci ti Cancello, ma vanta in
carriera anche molti doppiaggi e tantissimi cortometraggi.
Certo, il bimbetto che gioca in una
sala giochi di Ritorno al Futuro Parte II
non ha fatto molta strada dopo la fine della trilogia, tuttavia la
sua incredibile longevità e l’apparente mancanza di segni del tempo
sul suo volto, ci fanno pensare che forse, quel maledetto Anello,
alla fine ha deciso di tenerselo…
Il Signore degli
Anelli di J.R.R. Tolkien è sempre stato
definito un romanzo inadattabile al grande schermo, fino a che non
è arrivato Peter Jackson, con la sua visione, il suo
estro, la Weta Digital; mettendo insieme innovazione tecnica e
talento, Jackson ha scritto la storia. Tuttavia nessun adattamento
è uguale al romanzo di partenza, soprattutto quando il romanzo è
noto per una ricchezza descrittiva che il cinema può facilmente
contrarre in poche inquadrature. Per cui anche Il Signore
degli Anelli, per quanto sia un adattamento fedele,
presenta delle differenze tra libro e film. Ecco le
differenze tra libro e film de La Compagnia
dell’Anello, primo libro e film della trilogia letteraria
più celebre del Novecento.
Tempi contratti
La prima differenza sostanziale che
incontriamo durante la visione de La Compagnia
dell’Anello riguarda la contrazione temporale. Nel
romanzo, che come il film si apre con la Festa a Lungo
Attesa, la fuga di Bilbo dalla Contea è seguita da numerosi
anni in cui Frodo tiene nascosto l’oggetto oscuro a Casa Baggins.
Infatti, cosa che nel film passa inosservata, la festa di
compleanno di Bilbo è in realtà una doppia festa: il vecchio Hobbit
compie 111 anni, un’età considerevole per uno della sua specie,
mentre Frodo, il nipote, ne compie 33, età in cui gli hobbit
diventano maggiorenni e nel caso del giovane Baggins, entra anche
in possesso della sua eredità, Anello compreso.
Ebbene, quello che nel film è l’arco
di pochi mesi, nel libro sono 17 anni. Frodo infatti intraprenderà
la sua avventura al compimento dei suoi 50 anni, in compagnia di
Sam, e poi seguito da Merry e Pipino.
Tom Bombadil e Tumulilande
Tom Bombadil nella serie Il Signore degli Anelli – Gli anelli del
potere
Il viaggio che conduce gli hobbit
dalla Contea alla locanda del Puledro Impennato, nel libro, dura
circa quattro capitoli. Questo perché nel romanzo i quattro
scavezzacollo subiscono una deviazione. Frodo, Sam, Merry e Pipino
vengono “rapiti” dal Vecchio Salice e finiscono prigionieri sotto i
Tumulilande. Da qui vengono salvati da Tom Bombadil, una creatura
dei boschi vecchia quanto Arda.
La tappa presso Bombadil è un
momento molto bello e approfondito del romanzo. I quattro si
rifocillano a casa di Tom e Baccadoro, la sua compagna dai capelli
dorati decorati con fiori, e qui raccontano della loro missione e
della sua importanza. Sarà Tom a metterli al sicuro sulla strada
verso Brea.
Arwen
Il personaggio di Arwen,
nel romanzo, appare in maniera marginale ed assume importanza
soltanto alla fine, quando compare, nel giorno dell’incoronazione
di Re Aragorn, per salire al trono al suo fianco, in qualità di sua
sposa. Nei film, il personaggio interpretato da Liv Tyler è molto
più presente e le vengono affidati compiti e ruoli che la
coinvolgono nell’azione.
Nel film è Arwen a portare Frodo
ferito a Gran Burrone, laddove nei romanzi c’è Glorfindel, un Alto
Elfo che nei film è stato tagliato. Inoltre, ne La Compagnia
dell’Anello, ad Arwen viene affidato il compito di accennare alla
storia di Isildur e ai turbamenti di Aragorn nell’assumere il suo
ruolo di re della Terra di Mezzo. Il suo ruolo è, per soddisfare
anche una componente romantica cinematografica che nel romanzo è
funzionale al personaggio di Aragorn, ampliato e reso molto più
importante, oltre che impreziosito dalla perfezione di Liv
Tyler.
Il piano di Saruman
Saruman è un personaggio
largamente incompreso, la cui fine, nella trilogia cinematografica,
è stata pesantemente modificata per esigenze che comunque restano
comprensibili in termini di economia del racconto.
Mentre nel film passa il messaggio
che Saruman sia diventato uno schiavo di Sauron e che voglia
diventare un alfiere del Signore di Mordor, stando ai suoi ordini,
nel romanzo è chiaro che l’ex Stregone Bianco è alla ricerca
dell’Anello per scopi molto più egoistici: il Saruman del romanzo
vuole a tutti i costi impossessarsi dell’Unico soltanto per usare
il suo potere per sé e governare lui stesso la Terra di Mezzo!
Narsil
Nel film vediamo
chiaramente che i frammenti di Narsil, la prodigiosa spada di
Isildur che taglio il dito dell’Anello a Sauron, sono custoditi a
Gran Burrone. Qui Boromir, ammirandoli, si ferisce, sorprendendosi
che dopo tutto quel tempo quei frammenti di spada siano ancora
taglienti. Sempre in quella sede, vediamo sia Aragorn che Arwen
ammirarli.
Sappiamo però che, nel film, l’erede
di Isildur ha abbandonato il cammino che lo porterebbe a diventare
Re, è una consapevolezza che arriva più tardi nel racconto e
infatti, nei film, sarà Elrond a portargli la spada riforgiata in
Anduin, la fiamma dell’ovest.
Nel libro, Aragorn parte da Gran
Burron con la spada riforgiata nel fodero. Quella spada gli servirà
per farsi identificare a Rohan, quando incontra Eomer e i suoi
cavalieri, e in quell’occasione lui sarà già riconosciuto come
erede al trono di Isildur. Un percorso che nei libri è netto,
simboleggiato dalla spada, nei film viene reso più tortuoso e
certamente più avvincente ai fini dello spettacolo.
Moria
La sequenza delle miniere
di Moria è sicuramente molto suggestiva e una delle più belle del
primo film. Come sappiamo, sia nel libro che nel romanzo, la
Compagnia tenta di attraversare il varco del Caradhras, ma invano,
visto che la tempesta di neve e l’intervento ostile di Saruman
fanno deviare i Nove Viandanti verso le miniere.
Nel film, vediamo Gandalf che
insiste per scavalcare la montagna, intimorito dalla presenza dei
Balrog nelle viscere della miniera, tuttavia, accantonato quel
tentativo, è Gimli, il nano della Compagnia, ad insistere per
attraversare Moria, ignaro della caduta di Balin e dell’invasione
degli Orchi.
Nel romanzo è Aragorn ad insistere
per passare sopra alla montagna, mentre è Galndalf a decidere per
il passo di Moria, dove lui stesso troverà la fine.
L’origine degli Uruk-Hai e
Lurtz
Sia nel romanzo che nel
film gli Uruk-Hai sono una presenza massiccia e minacciosa,
tuttavia trovano il loro spazio più ampio ne Le Due Torri, con la
battaglia del Fosso di Helm. Naturalmente le cose sono differenti
nel film. Nel film La Compagnia dell’Anello, Gandalf stesso
racconta che Saruman sta incrociando goblin e esseri umani,
generando creature oscene ai quali affiderà il compito di catturare
i Mezzuomini. Assistiamo allo scontro con gli Uruk-Hai guidati da
Lurtz, vediamo il leader dei mostri uccidere Boromir e li vediamo
rapire Merry e Pipino.
Nel romanzo, invece, dobbiamo
aspettare il racconto di Barbalbero a Merry e Pipino per sapere
qual è l’origine degli Uruk-Hai, e inoltre non vediamo mai lo
scontro diretto tra i membri della compagnia e i mostri. Ci viene
solo mostrato Boromir morto e gli hobbit scomparsi, due fuggiti
verso Moria, e gli altri due prigionieri.
La fine
Le Due
Torri ha perso sia il capitolo iniziale che quello
finale, nel senso che il capitolo con cui si apre, Il funerale di
Boromir, è stato spostato alla fine de La Compagnia
dell’Anello, mentre i capitoli con cui si chiude, La
Tana di Shelob, è stato invece messo all’inizio de Il Ritorno del
Re. Questo perché il secondo filmd ella trilogia è tutto dedicato
all’enorme e spettacolarissima battaglia del Fosse di Helm.
La Compagnia dell’Anello si chiude
dunque con un capitolo che nel libro si trova nel blocco narrativo
successivo, ma che cinematograficamente parlando, funziona alla
perfezione: la Compagnia si è sciolta, Gandalf perso a Moria, Merry
e Pipino prigionieri, Boromir morto, Frodo e Sam lasciati andare da
Aragorn verso Est e i tre guerrieri, un Elfo, un Uomo e un Nano,
alla volta della grande caccia nelle terre di Rohan.
Il capitolo finale della saga degli
Skywalker, Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, arriverà su
Disney+
con due mesi di anticipo rispetto a quanto previsto in onore del 4
maggio (May the Fourth), riconosciuto dai fan di tutto il mondo
come lo Star
Wars Day. Per la prima volta in assoluto, i fan
potranno vedere in streaming la saga completa degli Skywalker,
tutta in un unico posto. Iniziata nel 1977 con il rivoluzionario
film di George Lucas Star Wars: Una Nuova Speranza, la saga in
nove episodi è disponibile all’interno della vasta collezione
Disney+ di film e serie dedicati a
Star Wars, inclusi The Mandalorian, Star Wars: The
Clone Wars e Rogue One: A Star Wars Story.
Lucasfilm e il
regista J.J. Abrams hanno unito le forze ancora una
volta per realizzare Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker, l’avvincente capitolo finale della saga degli
Skywalker, portando l’eroica battaglia per ristabilire la pace e la
libertà nella galassia a una clamorosa ed epica conclusione. Il
cast del film comprende Carrie Fisher, Mark Hamill,
Adam Driver,
Daisy Ridley,
John Boyega,Oscar
Isaac, Anthony Daniels, Naomi Ackie,
Domhnall Gleeson, Richard E. Grant,
Lupita Nyong’o,
Keri Russell, Joonas Suotamo, Kelly Marie Tran, con
Ian McDiarmid e Billy Dee
Williams.
Star Wars: L’Ascesa di Skywalker è diretto da
J.J. Abrams e prodotto da Kathleen
Kennedy,
Abrams e Michelle Rejwan, mentre Callum Greene, Tommy
Gormley e Jason McGatlin sono i produttori esecutivi. La
sceneggiatura è scritta da Chris Terrio & J.J. Abrams da un
soggetto di Derek Connolly & Colin Trevorrow e J.J. Abrams & Chris
Terrio, basato sui personaggi creati da George Lucas. Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker si unisce ai contenuti della
line-up di Disney+ in occasione del 4 maggio, tra
cui la premiere della docuserie di 8 episodi Disney Gallery: The Mandalorian e il
finale della pluripremiata serie animata Star Wars: The Clone
Wars. La line-up del 4 maggio che celebrerà lo Star
Wars Day sarà anticipata dall’episodio finale della prima
stagione di The Mandalorian, disponibile sulla
piattaforma streaming da venerdì 1° maggio in Italia, Regno Unito,
Francia, Germania, Spagna, Austria e Svizzera.
In aggiunta all’offerta di nuovi
contenuti, Disney+
renderà omaggio all’arte di Star Wars con gallery
dedicate. Per una settimana, a partire dal 4 maggio, le
locandine di ogni film e serie verranno sostituite con i
concept art originali. Da Star Wars: Una Nuova Speranza a
The Mandalorian, le immagini comprenderanno i lavori
di celebri artisti come il leggendario Ralph McQuarrie e
l’artista, autore e scenografo vincitore dell’Academy
Award Doug Chiang. Il logo animato di Star Wars nella
schermata iniziale di Disney+, visibile sul web e sulle TV
connesse, verrà aggiornato con una nuova animazione che rende
omaggio all’iconico salto nell’iperspazio.
True Colours
Virtual Cinema è l’iniziativa che True Colours propone ai suoi
partner internazionali in risposta all’emergenza COVID-19 che sta
mettendo in difficoltà festival, rassegne e sale cinematografiche,
in tutti i paesi del mondo. Fondata
circa cinque anni fa da Lucky Red e Indigo Film e affermatasi come
azienda leader della distribuzione internazionale del cinema
italiano, True Colours ha creato una screening room
online, una vera e propria sala virtuale che sarà a
disposizione di qualsiasi operatore del settore che voglia proporre
al suo pubblico i titoli presenti nel catalogo della
società.
In questo modo
tutti gli appassionati di cinema italiano nel mondo potranno
continuare a fruire del meglio della cinematografia del nostro
paese nonostante la chiusura delle sale.Il servizio permette di creare veri e propri eventi di
cinema online ed è dedicato esclusivamente a festival, Istituti di
Cultura, scuole, università, associazioni culturali, e qualunque
organizzazione o esercente che desideri mostrare al proprio
pubblico, limitatamente al proprio territorio, i titoli che True
Colours propone.
“Siamo stati tutti colpiti
dall’improvvisa e globale diffusione della
pandemia – ha affermato
Gaetano Maiorino, Managing Director della
True Colours – ma questa situazione drammatica ci ha costretto anche a
pensare a una nuova modalità di circolazione per i nostri film.
True Colours Virtual Cinema non è un canale VOD – prosegue Maiorino
– ma un servizio a disposizione dei nostri partner locali, per noi
importantissimi sui vari territori, per continuare a portare nel
mondo le storie che ci sono state affidate dai produttori con cui
collaboriamo. Con questa iniziativa il pubblico appassionato di
cinema italiano, avrà modo di continuare a ridere con le nostre
commedie, emozionarsi con i nostri film d’autore, intrattenersi in
piena sicurezza grazie ad una modalità di proiezione alternativa,
in attesa di poter tornare tutti insieme in sala, che per noi è
comunque il naturale canale di fruizione del prodotto
cinematografico”.
Il servizio è
stato messo a punto con la partnership tecnica di MYmovies, da anni
impegnato al fianco di festival e distributori indipendenti
italiani, nel proporre alternative complementari alla fruizione
classica del cinema, in una sinergia che rappresenta per il portale
di informazione e distribuzione cinematografica la prima
collaborazione strutturata in maniera specifica per un pubblico
internazionale.
“Dalle esperienze di queste
settimane –dichiara Gianluca Guzzo,
fondatore e amministratore delegato di MYmovies – abbiamo preso tutti consapevolezza di quanto sia
determinante la rapidità di intervento, e tanto vale in tutti gli
ambiti, compresa la cultura, che ci riguarda. Sono personalmente
rimasto affascinato dai tempi di reazione con cui True Colours
abbia deciso di intervenire per non frenare né limitare la
promozione del nostro cinema e della nostra cultura all’estero.
Sono altresì felice che abbia scelto MYmovies come partner, che
dopo 20 anni di promozione e cura della cultura cinematografica in
Italia, avrà da adesso l’occasione di potersi esprimere anche
all’estero.”
True Colours
Virtual Cinema sarà attivo dal 1 Maggio. Per verificare la
disponibilità dei titoli desiderati nei vari territori, gli
operatori che vorranno usufruire del servizio potranno contattare
il Festival Manager di True Colours, Fabio Tucci attraverso il sito
della società, all’indirizzo www.truecolours.it/virtual-cinema/
La magia non finisce mai su
Rakuten TV con film di ogni genere per
accontentare i gusti di tutti e soddisfare anche i palati più
esigenti. A Maggio arriva sulla piattaforma in 4K HDR, il film che
ha trionfato alla notte degli Oscar 2020 con ben 4 delle più
prestigiose
statuette: Parasite, primo film
in lingua straniera a vincere il premio più importante, quello per
il Miglior Film dell’anno.
In arrivo, sempre in 4K HDR,
anche altri film vincitori degli Oscar 2020 come 1917,
diretto dal Premio Oscar Sam Mendes, aggiudicatosi 3 Academy Awards per
la fotografia, il sonoro e gli effetti speciali. JoJo
Rabbit, black comedy sull’olocausto scritto e
diretto da
Taika Waititi, che si aggiudica l’Oscar per la Miglior
Sceneggiatura non originale. Liberamente tratto dal romanzo del
2004 “Come semi d’autunno”(Caging
Skies) di Christine Leunens, il film è
una favola nera sul nazismo con protagonisti Roman Griffin
Davis, Thomasin McKenzie,
Taika Waititi,
Sam Rockwell e Scarlett Johansson.
Gradite sorprese per i bambini di ogni
età. Dolittle –
in 4K HDR – pellicola basata su John Dolittle, il personaggio reso
famoso dalla serie di libri per bambini scritti da Hugh Lofting
negli anni venti. Sonic – Il
film, dedicato al porcospino più veloce del
mondo, popolarissima icona dei videogiochi anni
’90. Me contro Te Il Film – La vendetta del Signor
S, debutto sul grande schermo di Luì e Sofì, gli YouTubers
‘Me Contro Te’, la coppia di fidanzatini siciliani diventati, clic
dopo clic, un fenomeno di YouTube. Maggio vede approdare su Rakuten
TV anche l’esplosivo Birds
of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley
Quinn in 4K HDR, basato sul gruppo Birds of
Prey dell’Universo DC e ottavo film del DC
Extended Universe. Per gli amanti del grande Clint Eastwood, ecco il suo ultimo
film, Richard
Jewell, in 4K HDR. E
ancora, Criminali come noi,
vincitore del Premio Goya come Miglior Film ibero-americano, una
commedia proletaria nell’Argentina della crisi economica e sociale
dell’inizio del 2000.
Sul fronte del cinema italiano,
da non perdere Figli, tratto dal
monologo recitato da Valerio Mastandrea e scritto da Mattia Torre,
recentemente scomparso, “I figli ti invecchiano”,
Paola Cortellesi e Valerio Mastandrea sono Nicola e Sara, una
coppia alle prese con l’arrivo del secondo
figlio. Infine da segnalare una promozione unica:
dall’8 al 28 maggio il meglio del cinema targato Disney e FOX ad un
prezzo speciale. Tra i titoli: le amatissime
saghe di Alien e X Men, classici
come Titanic, Avatar, Moulin Rouge!, The beach, e gli
ultimi successi come Le Mans ’66 – La grande
sfida e Terminator – Destino oscuro, e
ancora Bohemian Rhapsody, The Greatest Showman, La
Favorita e molti altri.
I film sono in
grado di stimolare accese discussioni forse più di qualsiasi altra
forma d’arte o d’intrattenimento. Molto spesso il consenso attorno
ad un film arriva ad essere universale, ma in quanto esseri umani
dotati di un pensiero e, soprattutto, di un gusto personale, può
capitare che il giudizio su un determinato prodotto possa
letteralmente spaccare in due non solo la critica,
ma anche il pubblico o la stessa critica e lo stesso
pubblico.
Due critici
cinematografici possono avere due opinioni discordanti
sullo stesso film (purtroppo accade, inutile negarlo!), così come
due spettatori possono percepire e giudicare un
film in maniera totalmente opposta (succede anche questo!). Ancora,
capita che film stroncati o accolti negativamente dalla critica,
diventino poi molto amati dal grande pubblico. Di seguito ne
abbiamo raccolti 10 esempi, basandosi sui
punteggia di Rotten Tomatoes, il celebre portale
che si occupa di aggregare recensioni sul mondo del cinema e delle
serie:
Con Air (Pubblico 75%, Critica 55%)
Gli anni ’90 segnarono l’apice della
carriera di
Nicolas Cage. Con Air del 1997, diretto da Simon West,
è stato uno dei più grandi successo del decennio, nonostante abbia
ottenuto recensioni contrastanti da parte della critica. Eppure, il
pubblico sembra aver amato il film. Cage è un attore che non sempre
è in grado di mettere d’accordo tutti; eppure Con Air è
ancora oggi riconosciuto come uno dei suoi film più conosciuti e
apprezzati dal pubblico.
Space Jam (Pubblico 63%, Critica 43%)
Space Jam, film a tecnica mista come già lo era il ben
più riuscito ed acclamato Chi ha incastrato Roger Rabbit?, ha visto i Looney
Tunes scendere in campo per formare una squadra di backset insieme
alla leggenda dell’NBA
Michael Jordan. Naturalmente, è facile immaginare come la
critica possa aver accolto un film con una premessa narrativa del
genere. Tuttavia, il pubblico ha amato la pellicola, che negli anni
è divenuta un vero e proprio cult. Ad oggi, è certamente
uno dei titoli più iconici quando si pensa alla commedia fantastica
targata anni ’90, così amato da aver dato vita ad un sequel
attualmente in fase di pre-produzione.
Blade (Pubblico 78%, Critica 55%)
Il pubblico e la critica sono sempre
stati agli antipodi su Blade con
Wesley Snipes. Gli spettatori sembrano aver amato la versione
del cacciatore di vampiri del 1998, mentre la critica no. A
prescindere da tutto, il film ebbe un enorme successo e generò
addirittura due sequel (uno dei quali era persino migliore
dell’originale!). Il film di Stephen Norrington ha dimostrato come
anche negli anni ’90 il pubblico era desideroso di adattamenti
basati sui personaggi dei fumetti (prima dell’esplosione del
MCU e del DCEU), pronto a mettere
da parte anche i difetti più evidenti pur di godere di un buon
prodotto d’intrattenimento ispirato ai loro eroi (o antieroi)
preferiti.
Cruel Intentions (Pubblico 81%, Critica 54%)
Cruel Intentions,
adattamento in chiave “teen” del celebre romanzo di Choderlos de
Laclos, è stato amato dal pubblico e stroncato dalla critica. Il
film si è rivelato un successo grazie soprattutto al suo cast (che
includeva anche il futuro premio Oscar
Reese Witherspoon), diventando negli anni un piccolo cult,
soprattutto tra quel pubblico cresciuto sul finire degli anni ’90
con titoli quali Scream e So cosa hai fatto. La
critica, forse troppo legata alla trasposizione del 1988 di Stephen
Frears (sicuramente la più celebre!), non ha particolarmente
apprezzato questo riadattamento in chiave moderna.
Ragazze interrotte (Pubblico 84%, Critica 54%)
All’epoca
della sua uscita in sala nel 1999, Ragazze interrotte
ricevette giudizi contrastanti da parte della critica. Molti hanno
definito il film confuso e manchevole del tono originale del libro
da cui era tratto. Il pubblico invece ha apprezzato il film e la
sua storia di amicizia e follia. Tuttavia, un elemento su cui tutti
sono sempre stati d’accordo è rappresentato dalle eccellenti
performance del cast.
Angelina Jolie vinse anche un Oscar come migliore attrice non
protagonista e quello di Lisa è sicuramente uno dei ruoli più
acclamati della sua filmografia.
Die Hard – Duri a morire (Pubblico 83%, Critica 52%)
Il terzo episodio della serie di
film Die Hard con
Bruce Willis è stato senza dubbio quello ad aver maggiormente
diviso all’epoca della sua uscita. Un film con acrobazie ed
esplosioni più elaborate non poteva non incontrare il favore del
pubblico, ma ai critici naturalmente certi aspetti interessano poco
o nulla. Tuttavia, i successivi capitoli del franchise – Die
Hard – Vivere o morire e Die Hard – Un buon giorno per morire – hanno
ufficialmente decretato la fine del franchise e delle sue idee,
deludendo anche degli appassionati.
Armageddon (Pubblico 73%, Critica 38%)
Molto prima che Michael Bay venisse
puntualmente distrutto dalla critica ad ogni nuova uscita di un
nuovo episodio della saga di
Transformers, i precedenti lavori del regista americano
erano già stati ampiamente stroncati dai giornalisti. Armageddon è un esempio lampante in tal senso, accolto
negativamente dalla critica all’epoca della sua uscita,
principalmente a causa della sua eccessiva durata, del montaggio
frenetico e di una sceneggiatura esageratamente sdolcinata.
Tuttavia, il pubblico ha apprezzato la storia ed i suoi personaggi,
decretando il successo del film al botteghino.
Ace Ventura: Missione Africa
(Pubblico 72%, Critica 32%)
Ace Ventura: Missione
Africa non sarebbe mai potuto diventare un successo di
critica, e questo a causa della sua comicità esagerata, da molti
ritenuta mediocre e spesso volgare. Una commedia stravagante di
questo tipo, con un Jim Carrey più fuori di testa che mai, avrebbe
però potuto divertire il pubblico: il film, infatti, venne
realizzato proprio sulla scia del successo del precedente Ace
Ventura – L’acchiappanimali.
Hook: Capitan Uncino (Pubblico 76%, Critica 28%)
Con il coinvolgimento di alcuni
degli attori più talentuosi che gli anni ’90, e con
Steven Spielberg dietro la macchina da presa, com’è possibile
che Hook: Capitan Uncino abbia pubblico e critica? I
critici non hanno particolarmente apprezzato questa versione
modernizzata delle avventure di Peter Pan, criticando in
particolare la sceneggiatura. Il pubblico, invece, ha amato la
storia e, ovviamente, le performance di
Robin Williams e Dustin Hoffman. Curiosamente, lo stesso
Spielberg ha più volte espresso la sua insoddisfazione per il film,
considerandolo un fallimento.
Patch Adams (Pubblico 73%, Critica 22%)
Ancora un
titolo con
Robin Williams. Questa volta si tratta della commedia
drammatica Patch Adams, altro titolo della carriera del
compianto attore che ha diviso critica e pubblico. I critici hanno
fatto a pezzi il film per la sua vena estremamente sentimentale e
per avre sprecato le eccellenti abilità comica di Williams. Al
contrario, il pubblico ha amato il film, apprezzandone, oltre alla
performance del protagonista, anche la commistione tra commedia e
dramma.
La sfida delle
mogli, tratto da una storia vera e diretto dal regista di
“Full Monty” Peter Cattaneo, sarà disponibile in streaming
dal 25 aprile, e per quattro settimane, sulle principali
piattaforme digitali: SKY PRIMAFILA PREMIERE, TIMVISION, CHILI,
HUAWEI VIDEO, RAKUTEN TV e INFINITY. Dopo Un figlio
di nome Erasmus, Eagle Pictures contribuisce alla campagna
#iorestoacasa con una nuova commedia in prima visione.
Presentato nel corso dell’ultima
edizione della Festa del Cinema di Roma, La sfida delle
mogli nasce da una sceneggiatura scritta da due donne, Rosanne
Flynn e Rachel Tunnard, ispirata al grande fenomeno, nato nel 2011,
dei Military Wives Choirs, i cori formati dalle mogli dei
militari al fronte.
Un cast di eccellenza per un film
irresistibile, che vanta la presenza di
Kristin Scott Thomas (Il Paziente inglese, Ti
amerò per sempre, Quattro matrimoni e un funerale) e
dell’attrice e sceneggiatrice Sharon Horgan.
La sfida delle mogli: la trama
La vita della moglie di un militare
al fronte può essere ingrata, ma non per Kate
(Kristin Scott
Thomas), che affronta lo stress e la
monotonia della sua condizione con grazia e perseveranza. Kate
infatti trova la sua libertà espressiva nel canto, al punto da
riuscire a convincere un gruppo di mogli nella sua stessa
condizione, a formare un coro: il Military Wives Choir che
avrà un grande e inaspettato successo.
Ispirato ad una storia vera, la
pellicola e il suo incredibile cast ci ricorda che è sempre
possibile superare le proprie paure e affrontare le avversità della
sorte creando un fronte di solidarietà comune.
Il canale americano
FX ha diffuso promo e trama di What We Do
In The Shadows 2×04, il quarto episodio della seconda
stagione di What
We Do In The Shadows.
In What We Do in the
Shadows 2×04 che si intitolerà “The Curse” Mentre i
vampiri temono di essere stati maledetti elettronicamente,
Guillermo cerca di contrastare una minaccia mortale per i suoi
padroni. “The Curse” è stato scritto da Sarah Naftalis e diretto da
Liza Johnson.
What We Do In The Shadows 2×04
What We Do In The Shadows
2 è l’annunciata seconda stagione della serie comica
creata da Jemaine Clement per il canale FX e basata sull’omonimo
film del 2014 scritto da Clement e Taika Waititi. What We Do in the
Shadows è ambientato a Staten Island e segue quattro vampiri che
sono stati coinquilini per centinaia di anni.
Nella seconda stagione di What
We Do In The
Shadowsritorneranno i
protagonisti Kayvan Novak nel ruolo di Nandor the
Relentless, un vampiro che ha 757 anni e che una volta era un
soldato dell’Impero ottomano. Matt Berry nei panni
di Laszlo Cravensworth, un vampiro nobile inglese trasformato da
Nadja e ora sposato con lei. Natasia Demetriou nel
ruolo di Nadja, una vampira romana, sposata con Laszlo.
Harvey Guillén nel ruolo di Guillermo, familiare
“paziente” di Nandor. Mark Proksch nel ruolo di
Colin Robinson, un vampiro energetico che vive con il trio.
Nei ruoli ricorrenti troviamo
Doug Jones nel ruolo del barone Afanas, un antico
vampiro del Vecchio Paese che crede che i vampiri dovrebbero
governare il mondo. Beanie Feldstein nei panni di
Jenna, una LARPer e vergine che Guillermo ha attirato per i
banchetti dei vampiri. Jake McDorman nel ruolo di
Jeff Suckler, una reincarnazionedell’ex amante umano di Nadja,
Gregor, un cavaliere che è stato ucciso dalla decapitazione in
ciascuna delle sue vite.
Negli ultimi anni, i supereroi
femminili hanno ricevuto una maggiore attenzione da parte di
produttori e sceneggiatori, grazie a personaggi come Wonder
Woman e Captain
Marvel che hanno finalmente ottenuto dei film a loro
dedicati. A novembre, dovrebbe arrivare in sala anche Black
Widow, con al centro la prima supereroina vista
nel MCU, ossia la Vedova Nera di
Scarlett Johansson.
Questi film sono stati molto
apprezzati, sia dalla critica che dal pubblico, tanto da spingere
le major a produrre dei sequel: Wonder
Woman 1984, che dovrebbe arrivare nelle sale ad
agosto, e Captain Marvel 2, annunciato di
recente. In attesa di maggiori dettagli sul ritorno di Brie
Larson nei panni di Carol Danvers, ecco 5 motivi
per cui abbiamo bisogno di un sequel di Captain
Marvel:
Il successo del primo film
Commercialmente parlando,
Captain
Marvel è stato un successo. Il film con il premio
Oscar Brie Larson ha
ottenuto non solo il plauso della critica, ma è stato accolto
positivamente anche dal pubblico. Ad oggi, grazie al miliardo di
dollari raggiunto al box office globale, il film risulta tra i
primi 30 titoli con gli incassi più alti nella storia del
cinema.
Captain Marvel è uno degli Avengers più potenti
Se il MCU continuerà ad espandersi in
maniera coerente e coesa, è quasi certo che in uno dei prossimi
film vedremo una minaccia ancora più temibile e potente di Thanos.
La posta in gioco che verrà settata grazie ai futuri titoli del
MCU sarà necessaria per mantenere
alto l’interesse e il coinvolgimento del pubblico. Proprio per
questo motivo, un personaggio come Captain Marvel è assolutamente necessario.
D’altronde, un grande cattivo implica necessariamente il
coinvolgimento di un grande eroe (o di una grande eroina!) dagli
incredibili poteri necessari a contrastarlo…
Carol Danvers è parte della nuova Fase del MCU
Essendo stata introdotta nel
MCU abbastanza di recente (il film
risale soltanto allo scorso anno), è logico che il personaggio di
Carol Danvers sarà parte integrante della nuova fase, la 4,
dell’universo condiviso. Ciò significa che un sequel dedicato alle
sue avventure è praticamente inevitabile.
Le capacità attoriali di Brie Larson
Brie Larson è
considerata un’ottima attrice. Ha vinto un Oscar, un Golden Globe e
un BAFTA nel 2015 per il suo ruolo nel drammatico
Room, ad oggi la sua interpretazione più acclamata dalla
critica. Di recente, la Marvel ha iniziato ad ingaggiare
per i suoi film alcuni dei migliori attori in circolazione: da
questo punto di vista, portare avanti le avventure di Carol Danvers
sul grande schermo permetterebbe alla Larson di dimostrare ancora
una volta la propria versatilità.
Un film con al centro una supereroina
Al grido di “Girl Power”, cosa
potrebbe esserci di meglio (e di ugualmente importante) che un
altro film dedicato ad una supereroina? Wasp è stata il primo
supereroe femminile della Marvel a comparire nel titolo
ufficiale di un film (Ant-Man
and the Wasp); Captain Marvel è stata il primo supereroe
femminile della Marvel ad ottenere uno standalone.
Un sequel di Captain
Marvel non solo farebbe di Carol Danvers il prima
supereroina del MCU ad ottenere un seguito dedicato
alle sue avventure, ma contribuirebbe indubbiamente alla promozione
dell’importanza di vedere sempre più supereroi femminili al
cinema.
Red Hulk (in
italiano, Hulk Rosso) è un personaggio Marvel piuttosto nuovo rispetto
all’originale Hulk (che ha debuttato nel 1962),
con il generale Thunderbolt Ross che si è
trasformato nello stesso, per la prima volta, nel 2008. Nonostante
il Gigante Verde sia uno degli eroi principali del MCU, ad oggi non abbiamo mai visto
la controparte rossa sul grande schermo, nonostante diversi rumor
sostengano che Red Hulk potrebbe debuttare nella Fase 4.
Al momento non sappiamo quanto sarà
grande il ruolo del generale Thunderbolt Ross in Black Widow, né sappiamo con certezza se lo
stesso tornerà in She-Hulk: quel che è certo, è che alcuni fan
vorrebbe tanto il debutto di Red Hulk sul grande
schermo, come testimoniato di recente da un fan poster dedicato
proprio ad un possibile film che lo veda protagonista.
Realizzato dall’artista Zerologhy, il fan
poster immagina Mark Ruffalo al fianco di William Hurt e Liv Tyler, che riprendono i ruoli
rispettivamente del generale Ross e di sua figlia Betty (anche la
Tyler è apparsa ne L’incredibile Hulk del 2008). Stando ai
nomi riportati sul poster, il film dovrebbe includere anche
personaggi del calibro di Thor, Maria Hill, Ant-Man, Nick Fury e
Abominio.
Red Hulk: un fan poster
immagina il film dedicato al personaggio
Di recente Mark
Ruffalo è tornato a parlare della possibilità
di uno
standalone dedicato ad Hulk. L’idea dell’attore non sarebbe
quella di esplorare il futuro del personaggio, quindi raccontare
magari una nuova avventura, ma bensì focalizzarsi su cosa è
successo allo stesso durante i film
degli Avengers, quindi raccontare cosa ha fatto
Bruce Banner quando non lo abbiamo visto sullo schermo:
“C’è quest’idea che credo possa
essere davvero interessante. Non l’abbiamo mai veramente seguito
durante la sua vita. È sempre stato messo un po’ al margine. È come
il Rosencrantz e Guildenstern degli Avengers. Sarebbe interessante
andare a riempire tutti gli spazi vuoti e scoprire cosa gli è
successo tra tutti quei film.”
Prima di vestire i panni di
Deadpool nell’omonimo cinecomic, Ryan Reynolds ha interpretato un altro celebre
personaggio dei fumetti sul grande schermo, ossia Lanterna Verde. All’epoca della sua uscita in
sala (2011), il film venne accolto in maniera negativa tanto dalla
critica quanto dal pubblico, e a quanto pare lo stesso Reynolds non
avrebbe una grande opinione della pellicola a cui ha preso
parte.
Il film è diretto da Martin
Campbell (Casino Royale) e annovera nel cast, oltre a
Reynolds, anche Mark Strong, Peter Sarsgaard, Taika
Waititi, Tim Robbins, Angela Bassett e quella che
all’epoca sarebbe diventata poi la futura moglie del protagonista,
ossia Blake Lively. A causa dello scorso successo
del film, che oltre alle pesanti critiche negative si rivelò anche
un flop al botteghino,
Ryan Reynolds ha spesso dichiarato di non voler più tornare a
lavorare sul personaggio.
Di recente è balzato all’attenzione
di
ScreenRant un fatto assai curioso, ma forse non così
sorprendente se pensiamo a ciò che Reynolds ha sempre sostenuto
riguardo al film. Su
Twitter, infatti, un utente che probabilmente non ha mai visto
il film, gli ha chiesto se valesse la pena noleggiarlo su Apple TV.
La risposta dell’attore è stato un succo: “Scappa.”
Per quanto riguarda il futuro
cinematografico di Lanterna Verde, sono anni che si parla di un
possibile reboot dedicato al Corpo delle Lanterne
Verdi che sarebbe stato affidato a Geoff
Johns. Al momento, però, i dettagli sul progetto sono
decisamente scarsi.
Partita dalla Francia, l’attrice
Mélanie Laurent ha in breve tempo conquistato
prima l’Europa e poi gli Stati Uniti, arrivando a recitare per
importanti film, che le hanno permesso di mettere alla prova il
proprio talento e maturare come interprete. Oggi, la Laurent è una
delle più apprezzate attrici della sua generazione, capace di
passare con naturalezza attraverso progetti ben diversi per genere
e budget. Ecco 10 cose che non sai di Mélanie
Laurent.
9. È anche regista e
sceneggiatrice. Nel corso degli anni la Laurent si è
dimostrata non solo interessata alla recitazione, ma anche alla
scrittura e alla regia di film. Ha infatti esordito dietro la
macchina da presa con Les adoptés (2011), da lei anche
sceneggiato, per poi dirigere anche Respire (2014),
Plonger (2017), con Gilles
Lellouche, Galveston (2018), e The
Nightingale (2020), con DakotaFanning e Elle
Fanning.
Mélanie Laurent: chi è suo
marito
8. Si è sposata in gran
segreto. Dopo alcune relazioni, tra cui quella con
musicista Damien Rice, dal 2013 l’attrice è
sposata con un tecnico cinematografico. Particolarmente riservata,
la Laurent ha preferito non rivelare l’identità del marito, nel
tentativo di preservare la loro vita privata. Tra i pochi annunci
da lei fatti a riguardo, vi è stato quello relativo alla nascita
del primo figlio, avvenuta nello stesso 2013.
Mélanie Laurent non è su
Instagram
7. Non ha un profilo
personale. L’attrice ha rivelato di non possedere alcun
account sul social network Instagram, non apprezzando il ruolo di
questo nella società. L’attrice è notoriamente molto riservata, e
tende a tenere ben distinte la sua vita lavorativa da quella
privata. Esiste tuttavia una fan page, seguita da 118 mila persone,
dove è possibile trovare gli ultimi aggiornamenti riguardanti
l’attrice.
Mélanie Laurent in Now You See
Me
6. Ha recitato nel noto
film. Nel 2013 l’attrice torna al cinema interpretando
Alma Dray, agente dell’Interpol nel film Now You See Me – I
maghi del crimine. All’interno del lungometraggio
l’attrice sarà uno degli elementi chiave nella caccia ai quattro
illusionisti protagonisti. Benché apprezzata nella parte, l’attrice
non ha in seguito ripreso il ruolo per il sequel del film.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Mélanie Laurent in Bastardi senza
gloria
5. Per prepararsi al ruolo
ha lavorato come proiezionista. Nel film Bastardi
senza gloria, l’attrice ricopre il ruolo di Shosanna. Per
metterla alla prova, il regista Quentin Tarantino
le chiese di lavorare per alcune settimane come proiezionista in un
piccolo film. Principalmente l’attrice era solita adoperare trailer
o cartoni animati, ma come test finale Tarantino le chiese di
proiettare sul grande schermo il film Le iene, da lui
diretto.
4. Tarantino non era sicuro
di affidare a lei il ruolo. Prima di decidere se fosse o
meno giusta per la parte, Tarantino fece sostenere all’attrice
diversi provini. Durante uno di questi disse alla Laurent che non
era certo di volerle affidare la parte, preferendo invece puntare
su qualcuno senza esperienze da poter scoprire e portare alla fama.
L’attrice riuscì a convincere Tarantino di non essere poi tanto
famosa, e a quel punto egli la scelse per il film.
3. Ha apportato una modifica
al finale. Inizialmente, l’intenzione di Tarantino era di
realizzare il film che Shosanna gira per i nazisti in lingua
francese. Fu tuttavia la Laurent a fargli cambiare idea, affermando
che realizzandolo invece in inglese sarebbe risultato più
d’impatto. Tale suggerimento venne infine accolto, permettendo
all’attrice di modificare il finale.
Mélanie Laurent in 6
Underground
2. Ha ricoperto un ruolo
inedito. Nel 2019 l’attrice si è fatta notare per il ruolo
di Due, nome in codice del personaggio da lei ricoperto in 6
Underground. La Laurent ha raccontato di aver accettato il
ruolo in particolare perché si trattava di un inedito nella sua
filmografia. L’attrice ha infatti spiegato di non apprezzare molto
il genere action, ma che desiderava misurarsi con qualcosa di
completamente distante da lei e dai suoi soliti progetti.
Mélanie Laurent: età e altezza
1. Mélanie Laurent è nata a
Parigi, in Francia, il 21 febbraio 1983. L’attrice è alta
complessivamente 157 centimetri.
La
Paramount Pictures ha annunciato le nuove date di uscita di
Mission Impossible 7 e
8, i due nuovi capitoli della saga con
protagonista Tom Cruise che saranno diretti entrambi
da Christopher McQuarrie, già regista di Rogue
Nation e Fallout. La produzione di entrambi i titoli –
che saranno girati consequenzialmente – è attualmente bloccata a
causa della pandemia di Covid-19.
Proprio per l’incertezza
dell’attuale situazione mondiale, e vista l’impossibilità di
prevedere quando sarà possibile tornare sui set cinematografici, la
Paramount si è vista costretta a posticipare l’uscita di entrambi i
film nelle sale: Mission Impossible 7 era
inizialmente previsto per il 21 luglio 2021, ma arriverà adesso al
cinema il 19 novembre 2021; Mission Impossible
8, invece, dal 5 agosto 2022 arriverà adesso nelle
sale il 4 novembre 2022.
Ricordiamo che per
Mission Impossible 7 erano previste delle
riprese anche in Italia, rispettivamente a Venezia e a Roma, che
sarebbero dovute partire lo scorso marzo. Al momento non sappiamo
se la produzione tornerà in Italia non appena sarà possibile,
o se le riprese previste nel nostro paese verranno definitivamente
cancellate.
I due film verranno girati in
contemporanea ma non è ancora chiaro quali altri membri del cast
torneranno sul set per le riprese. Christopher
McQuarrie scriverà e dirigerà i film, che faranno il
loro debutto nelle sale americane rispettivamente il 23 luglio 2021
e il 5 agosto 2022.
Nessun aggiornamento sul destino di
August Walker e Alan Hunley, i personaggi interpretati
da Henry
Cavill e Alec
Baldwin, che secondo le ultime
indiscrezioni rientrerebbero nei piani di McQuarrie per i
sequel. Ma come farli tornare, visto che nel precedente film sono
morti?
Lo scorso 25 aprile, sulla NBC, è
andata in onda la prima puntata della nuova edizione del Saturday
Night Live che, al fine di garantire il distanziamento
sociale per cercare di arginare il contagio da
Coronavirus, non verrà più registrato in studio e
sarà realizzato con i contributi registrati da varie personalità
del mondo dello spettacolo direttamente dalle loro abitazioni.
Il protagonista del tradizione
cold open d’apertura dello show è stato Brad Pitt. L’attore premio Oscar per
C’era una volta a Hollywood è stato protagonista di uno
sketch in cui ha vestito i panni di Anthony Fauci,
celebre immunologo statunitense, divenuto uno dei volti più
importanti nella lotta al Covid-19, tanto da essere stato chiamato
dal presidente Donald Trump a far parte della task force
dedicata ad affrontare l’emergenza.
Nello sketch, chiaramente ironico,
il Fauci interpretato da Pitt cerca di fare chiarezza sulle recenti
(ed errate) dichiarazioni di Trump in merito alla pandemia, che
hanno suscitato un grande clamore a livello mediatico. Nella
realtà, infatti, Fauci è considerato una vera e propria icona nella
lotta contro la disinformazione sulla pandemia, avendo spesso
contraddetto o rettificato numerose affermazioni pronunciate dal
Presidente durante la gestione dell’emergenza sanitaria.
Alla fine del video,
Brad Pitt si toglie la parrucca e ringrazia
pubblicamente Anthony Fauci per il suo lavoro e
per la calma e la chiarezza che contraddistinguono ogni suo
intervento. L’attore ha poi anche ringraziato tutti coloro che sono
attualmente impegnati in ambito sanitario per garantire la nostra
sicurezza.
Non sappiamo ancora se Henry Cavill tornerà a vestire i panni di
Superman sul grande schermo. L’attore ha più volte
dichiarato di non aver ancora chiuso con il personaggio, ma ad oggi
i piani della Warner Bros. e della DC Films in merito al futuro
cinematografico dell’Uomo d’Acciaio sono ancora avvolti nel
mistero.
Nel frattempo, l’attore è tornato a
parlare del personaggio in una recente intervista con il magazine
Healthy For Men (via
ComicBookMovie), in cui ha rivelato che prima di conoscere
Ben Affleck, sua co-star in Batman v Superman: Dawn of Justice, era
intimidito all’idea di lavorare con il collega:
“Pensavo di aver raggiunto
un’ottima forma fisica per quel tipo di film”, ha spiegato
Cavill. “Poi incontrai Ben Affleck. La prima cosa che mi colpì
di lui fu la sua simpatia, ma devo ammettere che all’inizio era un
po’ intimidito dalla sua stazza. Non sono il tipo di ragazzo che
entra in competizione con qualcuno per questo genere di cose, ma
Ben è davvero enorme. Credevo di non poter reggere il confronto.
Era molto più grosso di quanto mi aspettassi: aveva una fisicità ed
una presenza davvero impressionanti. Così ho deciso che dovevo
allenarmi ancora di più. Quando una persona del genere ti ronza
intorno, l’unica cosa che ti viene da pensare è che devi correre in
palestra e darti da fare.”
Ricordiamo che al
momento Henry
Cavill è la star della serie The
Witcher disponibile su Netflix, in cui interpreta l’eroe Geralt di Rivia. Di
recente è emerso che l’attore potrebbe interpretare un “mutante
famoso” in Captain
Marvel 2, ma per ora non esiste ancora una
conferma ufficiale.
Netflix non è nuovo nell’acquistare grandi
film d’azione, opere che sul grande schermo avrebbero sfogato tutta
la loro ricchezza di dettagli e che trovano invece ora nuovo canale
preferenziale grazie al servizio di streaming. Dopo aver
distribuito 6 Underground,
dell’esplosivo regista Michael Bay, è ora il turno
di TylerRake, diretto
dall’esordiente Sam Hargrave, prodotto dai
fratelli Anthony
e Joe Russo e tratto dalla graphic novel
Ciudad, scritta proprio da questi ultimi.
Ambientato a Dhaka, in Bangladesh,
il film ha per protagonista l’attore Chris
Hemsworth nei panni del mercenario che dà il titolo al
film. Silenzioso e solitario, questi viene contattato dall’agente
Nik Khan (Golshifteh
Farahani) per una missione apparentemente ordinaria:
recuperare il figlio di un signore della droga, rapito da un suo
spietato rivale. Il compito si rivelerà tuttavia essere più
complesso del previsto, e nel corso degli eventi Rake dovrà capire
di chi fidarsi mentre combatte anche con il proprio tormentato
passato.
Tyler Rake: l’azione come
danza
Se c’è un elemento davvero
sorprendente del film, questo è certamente la spettacolarità delle
sue scene d’azione. Ciò appare comprensibile nel momento in cui si
nota il fatto che Hargrave, prima di debuttare alla regia, è stato
a lungo stunt coordinator per la Marvel, ed in particolare per il
film Avengers:
Endgame. A lui si devono le spettacolari coreografie
presenti in quello che è il più grande incasso nella storia del
cinema, e naturalmente ripropone anche in questo suo primo da
regista tali competenze.
In particolare, si assiste ad un
incredibilmente dinamico piano-sequenza di circa 12 minuti, che
posto ad inizio film stabilisce subito la qualità della messa in
scena. Una sequenza, questa, ambientata nel cuore della polverosa
città, con la macchina da presa che segue i protagonisti in un
pericoloso inseguimento automobilistico, nel labirinto di edifici
dove avviene lo scontro fisico e infine di nuovo in strada per la
fuga finale. Il coinvolgimento dello spettatore è qui a livelli
altissimi, stregato dalle coreografie ideate per la sequenza, che
appare quasi come una danza dei protagonisti, come anche dalla
fotografia attraverso cui tutto ciò trova massima espressione.
A portare tutto ciò sulle sue
possenti spalle vi è Chris Hemsworth, che prova
nuovamente di essere un attore di talento. Lasciati momentaneamente
i panni del divino Thor, l’attore dà qui vita ad una performance
sulla quale è possibile modellare l’intero film e le sue
spettacolari coreografie. Allo stesso tempo, Hemsworth ha la
possibilità di sfoggiare delle convincenti sfumature drammatiche,
che nel loro minimalismo rompono l’idea di un personaggio
indistruttibile lasciandone trasparire un’umanità nel quale
ritrovare errori e rimpianti.
Tyler Rake: la recensione
Se il film mette in mostra le
qualità di Hargrave come regista, capace di orchestrare
spettacolari sequenze d’azione, fruibili senza problemi di
comprensione, meno completo appare invece essere dal punto di vista
della scrittura. Sceneggiata dal solo Joe Russo,
la pellicola non sembra seguire una particolare struttura
narrativa, ritrovandosi così accelerato nella prima parte e
particolarmente rallentato nella seconda. Salvo le due principali
sequenze d’azione, poste all’incirca all’inizio e alla fine del
film, Tyler Rake soffre di una mancanza di contenuti e
risvolti che avrebbero potuto rendere la vicenda ancor più
accattivante.
Allo stesso tempo, alla conta dei
fatti non sembrano esserci solide motivazioni in ciò che i
personaggi protagonisti compiono, specialmente per quanto riguarda
i villain di turno, mai realmente caratterizzati. Molti sono gli
elementi lasciati in sospeso, e con questi si sarebbe potuto
idealmente costruire dei sequel. Apparentemente però, non sembra
essere questa l’intenzione.
Non supportato da una struttura
narrativa solida, Tyler Rake dimostra così più di una
fatica nel gestire il proprio ritmo. La sua fortuna è dunque
l’avere alla regia un tecnico come Hargrave, a cui vanno i
principali meriti del film, fondato su una messa in scena dal
grande potenziale. La sua è una voce che potrebbe diventare
particolarmente significativa nel genere, e seppur non
completamente riuscito questo film ne è una prova iniziale.
Olivia Wilde, dopo (e ora in parallelo) a una
carriera d’attrice, ha esordito l’anno scorso come regista con
Booksmart – la rivincita delle sfigate.
Ora Wilde è ora pronta a dirigere un thriller psicologico
ambientato in California negli anni ’50.
Vedremo Florence
Pugh anche in Black
Widow, accanto a Scarlett Johansson, mentre Chris
Pine sarà in Wonder
Woman 1984 con Gal Gadot. Shia LaBeouf è una
specie di jolly nel cast: dopo un inizio folgorante di carriera,
con Transformers e Indiana
Jones e il regno dei teschi di cristallo, il
talentuoso attore sta ora rimettendosi in carreggiata, dopo un
periodo controverso.
La Marvel sta “aggiustando” la sua
schedule delle uscite al cinema e sembra che a differenza di molti
altri titoli che hanno subito spostamenti anche di diversi mesi,
Thor: Love and Thunder,
dopo il primo posticipo al 18 febbraio 2022, adesso si è assestato
al 11 febbraio 2022, una settimana prima dell’uscita prevista in
coincidenza con il grande spostamento dei titoli a seguito
dell’emergenza sanitaria mondiale.
Thor: Love and
Thunder è il titolo ufficiale del quarto
capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir
stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo
daNatalie
Portman, come confermato sabato durante il
panel dei Marvel Studios al Comic-Con.
Taika Waitititornerà alla regia di un film dei
Marvel Studios
dopo Thor:
Ragnarok, così come Chris
Hemsworth e Tessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor
e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers:
Endgame. L’ispirazione del progetto arriva dal
fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi come
“la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
L’uscita nelle sale è fissata invece
al 11 febbraio 2022.
I Marvel Studios hanno annunciato che
Doctor Strange in the Multiverse of
Madnessha subito un ulteriore spostamento e
arriverà adesso nel 2022. Precedentemente era stato annunciato che
il film con Benedict Cumberbatch sarenne uscito il
5 novembre 2021, ma adesso sappiamo che non è più così.
Oggi, la Sony ha annunciato la sua
nuova schedule, con Spider-Man 3 che è
stato
spostato proprio al 5 novembre e così Marvel, in risposta, ha comunicato
che il seguito di Doctor Strange cambierà data
d’uscita, per evitare conflitti al box office. Adesso il film
uscirà in 25 marzo 2022.
Annunciato ufficialmente questa
estate al Comic-Con di San Diego, Doctor
Strange 2 vedrà Benedict
Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange.
Diretto da Scott Derrickson, il sequel vedrà
anche Wanda Maximoff alias Scarlet Witch (Elizabeth
Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista
dopo WandaVision.
Secondo Collider, la
produzione ha fatto già un passo in avanti assumendo lo
sceneggiatore Jade Bartlett. Il suo ruolo non
è stato ancora chiarito, visto che lo script dovrebbe essere
firmato da Derrickson in persona e quindi Bartlett dovrebbe
intervenire solo a limare il testo o magari a scrivere a quattro
mani con il regista.
Il primo film su Doctor
Strange è uscito nel 2016 e ha raccontato la
nascita dell’eroe, dall’incidente di Stepehn Strange fino al
confronto con Dormammu. Nel film c’erano
anche Benedict Wong, Tilda
Swinton e Chiwetel
Ejiofor. Rachel
McAdams non tornerà nei panni di Christine
Palmer. Abbiamo rivisto Strange in Infinity
Ware inEndgame.