Noto soprattutto per la
realizzazione di film d’azione ad alto budget, caratterizzati da un
ampio uso di effetti speciali, Michael
Bay ha prodotto e diretto film come Bad Boys
(1995), Armageddon (1998), Pearl Harbor (2001) e
i primi cinque film della saga di Transformers (dal 2007 al 2017), ma anche il recente
Ambulance
(2022). Uno dei suoi film più apprezzati (e che il regista
considera il suo preferito) è però il suo secondo lungometraggio,
The Rock, uscito in sala nel 1996.
Ambientato quasi unicamente in un
solo luogo, The Rock è spesso indicato come uno
dei migliori
thriller
d’azione degli anni Novanta. Nonostante le diverse controversie
riguardo le numerose riscritture della sceneggiatura (tra cui si
citano anche quelle non accreditate di Aaron
Sorkin e Quentin Tarantino), il film offre infatti una
solida storia con eroi, antagonisti e una situazione critica da
sventare prima del disastro, oltre ad alcuni forti spunti su
tematiche sociali.
Per gli appassionati del genere, si
tratta dunque di un titolo da non perdere, che offre grande
tensione, tanta adrenalina e le ottime interpretazioni degli attori
coinvolti. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle
principali curiosità relative a The Rock.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e al finale del
film. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il titolo nel
proprio catalogo.
La trama di The Rock
Protagonista del film è
Stanley Goodspeed, un chimico che lavora per i
servizi segreti che si vede chiamato d’urgenza dal direttore
FBIJames Womack: sull’isola di Alcatraz è in corso
una rivolta condotta dal generale Francis Xavier
Hummel, il quale protesta contro il governo che non
riconosce meriti ai veterani morti durante azioni segrete e nega
bonus economici alle loro famiglie. L’uomo ha inoltre rubato dei
missili contenenti gas nervino e ha annunciato che li lancerà
contro San Francisco se le sue richieste non verranno esaudite.
Lo scienziato sa come disinnescare
le bombe, ma necessita di qualcuno che conosca bene la prigione di
Alcatraz per farlo entrare. Qui entra in gioco il detenuto
Patrick Mason, ex agente dell’intelligence
britannica, in carcere da ben trent’anni, che riuscì a evadere una
volta da Alcatraz. Nonostante il suo odio per l’FBI, l’uomo accetta
di dare il suo aiuto. Ma quando Patrick e Stanley arrivano
sull’isola, si trovano da soli a combattere contro una squadra di
spietati rivoluzionari pronti a tutto.
Il cast del film e la sua location
Ad interpretare Stanley Goodspeed vi
è l’attore Nicolas Cage. L’attore ha accettato di
recitare in questo film come sfida a chi gli diceva che non avrebbe
mai potuto lavorare in un blockbuster d’azione perché era “troppo
eccentrico”. Accanto a lui, nel ruolo di John Patrick Mason, vi è
invece il premio Oscar Sean Connery. Secondo quanto riferito,
l’attore ha accettato la parte di Mason dopo aver saputo che
Nicolas Cage era stato scritturato per il ruolo di Goodspeed.
Nel ruolo del generale Francis
Xavier Hummel vi è invece l’attore Ed Harris. L’attore ha avuto problemi con tale
personaggio, poiché la simpatia che provava per lui era in
contrasto con la minaccia di Hummel di devastare un’intera città.
Accanto a loro, recitano poi John Spencer nel
ruolo di James Womack, David Morse in quello
del maggiore Tom Baxter, John C. McGinley in
quelli del capitano Hendrix e Michael
Biehn in quelli del Comandante Anderson.
La maggior parte del film è stata
girata nella vera prigione di Alcatraz, sull’isola
di Alcatraz. Essendo gestita dal National Park Service, non è stato
possibile chiudere tale luogo e gran parte delle riprese hanno
dovuto essere organizzate in base alla presenza di gruppi di
turisti che si aggiravano nei dintorni. I produttori avrebbero in
realtà preferito ricostruire la prigione in studio, ma Bay si
oppose alla cosa sostenendo che era impossibile replicare l’aspetto
e l’atmosfera di quel luogo.
Come finisce The Rock? Ci sarà mai un
sequel?
Nel finale del film, scaduto
l’ultimatum, il generale Hummel dà l’ordine di lanciare un missile,
ma poi, non volendo uccidere tanta gente, devia all’ultimo momento
la sua rotta facendolo schiantare in mare. Gli altri marine, però,
non approvano l’operato di Hummel e decidono di ribellarsi al loro
comandante. Ne nasce una sparatoria nella quale Hummel stesso viene
ucciso. Questi, prima di morire, dice a Goodspeed che l’ultimo
missile si trova nel faro.
Dopo averlo trovato, Goodspeed vi
toglie la testata rendendolo dunque innocuo. Il presidente degli
Stati Uniti, nel frattempo, aveva autorizzato un attacco aereo
contro Alcatraz, proprio mentre Goodspeed si trascina fuori e
accende i razzi verdi per segnalare la riuscita dell’operazione. Un
soldato lo avvista pochi secondi prima del bombardamento, ma i
piloti non vengono avvertiti in tempo e un missile viene sganciato.
L’ordigno colpisce il faro, scaraventando Goodspeed in mare, ma
Mason lo trae in salvo.
A questo punto, terminata con
successo la missione, Mason dovrebbe essere nuovamente incarcerato,
ma con la complicità di Goodspeed, riesce a dileguarsi prima
dell’arrivo dei soldati statunitensi. Diverso tempo dopo, Goodspeed
e sua moglie Carla si trovano in luna di miele a Fort Walton, e
Goodspeed trova la cavità nella panca della chiesa indicata da
Mason, scoprendo che contiene il microfilm sui segreti statunitensi
degli ultimi cinquant’anni, rubato da Mason prima di essere
incarcerato.
In seguito, Michael
Bay aveva condiviso un’idea per un sequel, che avrebbe
previsto che un Goodspeed ormai sposato e in possesso delle prove
del microfilm si ritrova inseguito dal governo e, non sapendo a chi
rivolgersi, si vede costretto a chiedere aiuto a Mason. Tuttavia,
tale sequel non è mai stato realizzato ed oggi è da intendersi come
del tutto abbandonato.
Il trailer di The
Rock e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di Seven grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei
cataloghi di Rakuten TV, Google
Play, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 27
maggio alle ore 21:00 sul canale
20 Mediaset.
Il network americano
ABC dopo la messa in onda del
nono episodio ha diffuso il promo e la trama
di Station 19 7×10, il decimo inedito episodio di
Station 19 7, l’annunciata settima e ultima
stagione di Station
19, spin-off della serie di
Shonda RhimesGrey’s
Anatomy.
In Station 19 7×10 che si intitolerà “One Last
Time” Mentre la Stazione 19 continua a lottare contro un incendio
selvaggio esistenziale, la squadra si confronta con la possibilità
di un futuro che cambierà per sempre.
Tutto quello che sappiamo su
Station 19 7
Station
19 è lo spin-off di Grey’s
Anatomy. La fine di Station 19 solleva
speculazioni sulla possibilità che George e Spampinato tornino in
Grey’s
Anatomy la prossima stagione, se il
medical drama verrà rinnovato per la stagione
21 come previsto. George era un series regular di
Grey’s
Anatomyprima di lasciarlo nel 2017
per contribuire alla conduzione dello spin-off Station
19. Dopo aver recitato in Grey’s
Anatomy,
Stefania Spampinato ha iniziato a recitare in Station
19 nella terza stagione prima di diventare series
regular nella stagione successiva.
Ambientata a Seattle, la
serie si concentra sulle vite degli uomini e delle donne della
stazione dei vigili del fuoco 19 di Seattle. Ha come protagonisti
Jaina Lee Ortiz, Jason George, Gray Damon, Barrett Doss,
Alberto Frezza, Jay Hayden , Okieriete Onaodowan, Danielle Savre,
Miguel Sandoval, Boris Kodjoe , Stefania Spampinato, Carlos
Miranda, Josh Randall, Merle Dandridge e Pat Healy. McKee,
Shonda Rhimes, Betsy Beers e Paris Barclay sono i
produttori esecutivi della serie. È prodotto da Shondaland e ABC
Signature, con McKee che funge da showrunner per le prime due
stagioni, successivamente sostituito da Krista Vernoff a partire
dalla terza stagione.
La vita che
volevi sarà disponibile dal 29 maggio solo su Netflix. La nuova serie prodotta da Banijay Studios
Italy, creata e diretta da Ivan Cotroneo, vede
Vittoria Schisano nel ruolo della protagonista
Gloria. Nel cast anche Giuseppe Zeno (Sergio), Pina Turco (Marina),
Alessio Lapice (Pietro) e Nicola Bello (Andrea), oltre
a Bianca Nappi, Francesco Pellegrino e Bellarch.
La serie, creata e
scritta da Ivan Cotroneo e da Monica Rametta, è diretta dallo
stesso Cotroneo. La produzione è a cura di Massimo Del Frate, Head
of Drama per Banijay Studios Italy.
I 6 episodi sono
ambientati tra Lecce, il Salento e Napoli.
La trama di La vita che
volevi
Gloria, la protagonista
de LA VITA CHE VOLEVI, è convinta di aver trovato la felicità a
Lecce, dove ha fondato una piccola agenzia turistica e trovato
l’amore con Ernesto ma, un giorno, la sua vita viene sconvolta
dall’arrivo di Marina, sua amica ai tempi dell’università a Napoli,
prima che Gloria iniziasse il suo percorso di transizione.
Marina porta con sé
Andrea e Arianna, i figli avuti da due diverse relazioni, ed è
incinta di un terzo, il cui padre è Pietro, un giovane dal
carattere passionale e forse anche pericoloso.
Gloria preferirebbe non
riallacciare i rapporti con Marina, lei le ricorda una parte della
sua vita che vorrebbe dimenticare. Marina nasconde però molti
segreti e presto in scena arriverà anche Sergio, il padre di
Arianna, un uomo tutto d’un pezzo fin da subito molto diffidente
nei confronti di Gloria. Per lei, è giunto il momento di fare i
conti con “la vita che voleva”, il suo passato e il suo futuro, per
scoprire che la felicità a volte arriva in forme inaspettate e che
l’amore è l’unica forza capace di rendere la vita degna di essere
vissuta.
LA SCRITTURA E LO
SVILUPPO di La vita che volevi
A cura di Monica
Rametta
“Gloria è la protagonista
della nostra storia e noi l’abbiamo amata, subito.
Volevamo raccontare una
donna AMAB (Assigned Male At Birth), una donna transgender lontana
dagli stereotipi, vera, fatta di carne e di sangue, un personaggio
pieno di sfumature e anche di contraddizioni. È da lei che siamo
partiti per ideare la serie. È stata Gloria a guidarci e noi a
seguirla. Ce la siamo immaginata mentre camminava perfettamente a
suo agio per le strade di Lecce dove nel presente viveva e
lavorava, ormai donna matura e realizzata, o nel passato quando
invece più giovane, si divideva tra gli studi all’università di
Napoli e le serate in discoteca, dove si esibiva in drag
guadagnando soldi per portare a termine la sua transizione, ed
essere finalmente anche fuori quella che fin da piccola sentiva e
sapeva di essere dentro.
Accanto e intorno a lei,
passando attraverso tante stesure, tanto lavoro e tanti confronti
con il team editoriale, abbiamo costruito il suo mondo, fatto di
amori, prima tra tutti Marina la sua amica dei tempi
dell’università, di affetti, di lavoro, di amicizia e di famiglia.
La famiglia di origine dalla quale Gloria proviene e un’altra
famiglia, quella che Gloria non immagina di avere, e nemmeno di
volere. Una famiglia che piomba all’improvviso come un uragano
nella sua vita stravolgendola. Il passato che torna e le presenta
il conto rappresentato da un figlio nato non dal caso ma
dall’amore. Questo è il tema che ci stava a cuore, che ci
interessava esplorare. La possibilità inaspettata per Gloria, che
ha faticato per arrivare ad essere quello che voleva, di mettersi
nuovamente in gioco. La paura e lo spaesamento di trovarsi di
fronte all’incredibile opportunità di poter essere madre, la
straordinaria occasione di vivere una vita ancora diversa da quella
voluta e mai nemmeno immaginata.
La vita che volevi è la
storia di una donna nata nel corpo di un uomo e decisa a
conquistare la sua piena felicità.”
NOTE DI REGIA – A
cura di Ivan Cotroneo
“Trasformare una storia
scritta, un copione la cui lavorazione ha richiesto più di due
anni, in immagini e scene è un’impresa di grande responsabilità.
Quando comincia la preparazione ti senti responsabile del lavoro
fatto fino a quel momento e del lavoro che verrà, del tempo che
chiederai a tutte le persone di cui avrai bisogno per portare a
compimento questa avventura. La creazione con la mia partner in
crime di sempre, Monica Rametta, aveva già messo tanti punti fermi,
e alcuni li aveva suggeriti, a cominciare dalla protagonista: il
corpo e la persona di Vittoria Schisano si sono con forza imposti
per talento e aderenza al personaggio.
Creare il mondo intorno a
lei è stato un lavoro di squadra, credo di avere parlato e parlato
e parlato fino allo sfinimento con tutti i collaboratori e creatori
che hanno permesso a questa serie di esistere. I produttori che
hanno contribuito creativamente, Massimo del Frate che mi ha
sentito per tre anni descrivere, colori, sapori, facce, canzoni,
toni precisi di questo mondo. Gabriella Giannattasio, che ha
lavorato con me al casting per scegliere i talenti che avrebbero
dato corpi, volti, occhi ai personaggi. Gian Filippo Corticelli,
che ha regalato alla storia, proprio come desideravo, il colore e
le luci capaci di raccontare e non solo di far vedere. La
creatività di Monica Sironi che ha trovato luoghi bellissimi di
Lecce e di tutto il Salento e li ha trasformati o ricostruiti
perché diventassero il posto del cuore di Gloria.
La ricerca e l’invenzione
di Rossano Marchi, che ha creato costumi che raccontassero
aspirazioni mancate e realizzazioni faticose dei personaggi. Il
mondo di Gloria ha preso forma, come si dice, un po’ alla volta e
tutto insieme, e lo vedevo prendere vita così, come me lo ero
immaginato, caldo, ma capace di infliggere grandi dolori,
spettacolare nei paesaggi, e chiuso nell’insistenza di un primo
piano toccante. Raccontare tanto, e a tutti, quello che immaginavo,
quello che da anni aveva preso forma dentro di me in termini visivi
era l’unica possibilità che avessi per condividere un’idea di
rappresentazione.
È verissimo che il
racconto per immagini, i film, le serie, sono creazioni di gruppo,
ma forse mai come questa volta ho potuto sentire l’amore e il
desiderio di tutti di contribuire alla creazione, di percorrere
l’extra mile in più perché questa serie fosse, comunque, nel bene o
nel male, speciale e unica. Così, dietro ogni battuta di ogni
personaggio che sentirete, io sento l’amore di Gaetano Carito, il
grandissimo fonico che ci ha accompagnato.
E conclusa l’avventura
del set durata 14 settimane, questa collaborazione è continuata al
montaggio, con Ilaria Fraioli e Martina Ghezzi che hanno dato il
ritmo del cuore di cui la serie necessitava, e con le musiche di
Gabriele Roberto che dopo avere subìto ore di miei monologhi
sull’importanza narrativa, sul tipo di suono, sull’orchestrazione,
ha composto dei temi straordinari, epici oppure intimissimi, che
potessero accostarsi alle canzoni che avevo scelto già dalla
sceneggiatura, i classici più belli della canzone italiana, Tenco,
Modugno, Bindi, Vanoni, de André. E ancora con il mix del suono di
Giancarlo Rutigliano e di tutta la squadra, perché tutto, anche gli
ambienti parlassero del sogno di Gloria e della sua vita.
Dietro questa serie c’è
un regista, io, con il suo sguardo e la sua visione del mondo, e
del cinema. Ma è uno sguardo che sarebbe rimasto confinato nelle
parole (diciamolo: a volte negli sproloqui) e non sarebbe diventato
immagine e racconto per immagini senza la collaborazione di tutti
questi artisti, che non si sono limitati ad ascoltare, per fortuna,
ma hanno creato, rilanciato, proposto, sfidato. E senza tutti i
miei attori, che hanno regalato il loro talento ai personaggi che
io e Monica avevamo scritto. Sono loro adesso, questo magnifico
cast, a parlare per noi con le loro battute, i loro silenzi, i loro
movimenti. La gratitudine è un sentimento veramente sottovalutato,
e vergognosamente. Nel cinema e nelle serie, magari la
responsabilità è di uno, ma l’amore e la creazione sono di tutti, e
questo va ricordato, sempre, a sé stessi e nelle dichiarazioni che
si fanno. Se queste note vi sembrano un elenco di nomi, pazienza.
Non lo è. È un elenco di autori. È grazie a loro che La vita che
volevi è anche la serie che volevamo, tutti.”
In Grey’s Anatomy
20×10 che si intitolerà “Burn It Down” nonostante Amelia
si renda conto della situazione, Teddy incoraggia lei e Meredith ad
accelerare la ricerca sull’Alzheimer per paura che Catherine lo
scopra. Mika si trova in mezzo a Link e Jo; nel frattempo, Lucas
riceve una brutta notizia.
Tutto quello che sappiamo su
Grey’s Anatomy 20
La ventesima stagione di Grey’s
Anatomy uscirà il 14 marzo 2024 su ABC. In Italia
Grey’s Anatomy 20 debutterà su Disney+.
Il drama è reduce da una 19a
stagione di trasformazione, con il ritiro di Ellen Pompeo, l’uscita di Kelly
McCreary e l’ingresso di cinque nuovi personaggi
principali, interpretati da Harry Shum Jr., Adelaide Kane,
Alexis Floyd, Niko Terho e Midori
Francis. La transizione ha avuto successo, con il ritorno
di tutti e cinque i nuovi membri del cast in Grey’s Anatomy
20.
Bridgerton,
la serie romantica di Netflix, ha catturato l’attenzione e i cuori
degli spettatori perché mostra i vari fratelli della famiglia
Bridgerton
che si innamorano. Essendo basata sui romanzi di Julia
Quinn, la serie ha molto materiale su cui lavorare. La
produzione si è mossa lentamente, con due anni di sviluppo tra
l’uscita delle
stagioni 2 e 3,
ma questo intervallo ha dato il tempo allo streamer di allontanarsi
dai Bridgerton
e di esplorare un altro importante personaggio, la regina
Charlotte (Golda Rosheuvel/India Amarteifio),
nella serie spin-off, Queen Charlotte: A Bridgerton Story.
Oltre a riportare il pubblico alla
giovinezza di Charlotte, quando conobbe e sposò suo marito, la
serie include una storia dei giorni nostri, riportando volti noti
di Bridgerton e creando una linea temporale
interconnessa per le due serie.
Sebbene il franchise di
Bridgerton sia solo
vagamente basato sulla storia, mantiene una chiara linea
temporale, anche se gli eventi vengono spostati. La serie è
ambientata principalmente nell’epoca della Reggenza, che va dal
1795 al 1837. Anche se la linea temporale della serie è abbastanza
lineare, poiché ogni nuova stagione si basa sui tempi della
stagione sociale, Queen Charlotte: A Bridgerton Story e i finali
delle stagioni 1 e
2 la complicano leggermente, intrecciando tutte le storie.
Quando si svolgono gli eventi del
passato della Regina Carlotta?
Non deve sorprendere che,
cronologicamente, la storia inizi con la Regina Carlotta. La storia
principale dello spin-off funge da prequel, risalendo a una
versione fittizia dell’Inghilterra nel 1761, quando Charlotte
arriva per sposare Re Giorgio III (Corey Mylchreest). Questo fa sì
che sia l’unica parte del franchise Bridgerton a non essere
ambientata nell’epoca della Reggenza, almeno finora. Tuttavia, la
serie è l’inizio della relazione tra il re e la regina, come la
vedremo nella serie principale.
Nonostante gli ostacoli che devono
affrontare, a partire dal loro incontro pochi istanti prima del
matrimonio, i due si innamorano, offrendo ai fan un bellissimo,
anche se complesso, rapporto per cui tifare. Mentre Charlotte si
adatta al suo nuovo ruolo, la società sta cambiando, con il Grande
Esperimento che crea nuove opportunità per Lord e Lady di diversa
razza, tra cui Lady Agatha Danbury (Arsema Thomas), che dovrebbe
essere familiare ai fan per le sue apparizioni in Bridgerton
(interpretata da Adjoa Andoh). Nel corso dei sei episodi, Charlotte
si prende cura di George, scoprendo la sua follia, aiutandolo a
calmarsi e dando alla luce il primo di molti figli.
Quando si svolge la stagione 1 di
Bridgerton?
Dopo Queen
Charlotte, c’è un salto sostanziale alla Stagione
1 di Bridgerton, ambientata più di 50 anni dopo, che
introduce l’ambientazione dell’epoca della Reggenza ed esplora la
storia d’amore tra la quarta figlia dei
Bridgerton, Daphne (Phoebe
Dynevor), e Simon (Regé-Jean
Page), il Duca di Hastings.
A partire dall’apertura della
stagione mondana, la storia si svolge nella primavera e nell’estate
del 1813, quando Daphne viene presentata per la prima volta alla
società e si fa notare dalla Regina. Lei e Simon tentano di
ingannare la tonalità per farle credere di aver stretto un vero
legame, ma si innamorano dopo il loro frettoloso matrimonio. È
anche la prima apparizione di Lady Whistledown, l’anonima
scrittrice di pettegolezzi, che ora i fan sanno essere Penelope
Featherington (Nicola Coughlan).
Sebbene la maggior parte della
storia si svolga nell’arco di pochi mesi, la conclusione arriva un
po’ più tardi, con la nascita del primo figlio di Daphne e Simon,
Augie. Questa breve scena, che funge da epilogo, si svolge almeno
nove mesi dopo, ma comunque prima della seconda stagione, poiché
Augie viene citato nella puntata successiva.
Quando si svolge la seconda
stagione di Bridgerton?
Bridgerton ritorna l’anno
successivo, solo pochi mesi dopo l’epilogo della stagione 1. Ancora
una volta, la storia riguarda la stagione sociale, che si svolge
esattamente un anno dopo la presentazione di Daphne. Nella seconda
stagione, il primogenito dei Bridgerton, Anthony (Jonathan
Bailey), punta a sposarsi.
Ma le cose non vanno come previsto
quando si innamora di Kate (Simone Ashley), la sorella della sua
fidanzata, Edwina (Charithra Chandran). Tuttavia, il matrimonio di
Kate e Anthony è meno affrettato, quindi la stagione non mostra il
loro matrimonio come quello di Simon e Daphne, ma si concentra
invece sul tempo necessario ai due personaggi per ammettere i loro
sentimenti reciproci e fidanzarsi.
Quando si svolge la storia del
“presente” della Regina Carlotta?
Sia in ordine di uscita che
cronologicamente, la trama concomitante della Regina Carlotta
interrompe la pausa tra le Stagioni 2 e 3. Mentre la famiglia reale
perde il suo erede, la Regina Carlotta spinge i suoi figli ad avere
dei figli propri, terminando con la nascita della futura Regina
Vittoria (che nella Regina Carlotta avviene qualche anno prima
della storia). Tuttavia, il coinvolgimento di Violet
Bridgerton (Ruth Gemmell) nella storia rende
chiara la sua relazione con i Bridgerton.
Nel corso della serie, Violet viene
mostrata mentre sviluppa un rinnovato interesse per l’amore dopo
essere rimasta vedova diversi anni prima, un percorso personale che
Lady Danbury incoraggia. Tuttavia, queste due alleate entrano in
conflitto personale quando Violet scopre che nel 1761 Lady Danbury
ebbe una relazione con Lord Ledger (Keir Charles),
l’amato padre di Violet.
Anche se la storia potrebbe
collocarsi in un periodo successivo alla loro amicizia, ci sono
alcuni riferimenti specifici a Bridgerton che fissano la data.
Charlotte le chiede un consiglio su come far accoppiare i principi,
facendo riferimento al fatto che Violet ha sposato con successo due
bambini in due anni, ovvero Daphne e Anthony. Se fosse stato più
tardi, Violet avrebbe avuto un curriculum ancora più
impressionante.
L’ambientazione può essere
identificata ancora più chiaramente dall’accenno di Violet alla sua
casa quando dice a Lady Danbury che Anthony è in luna di miele, il
che sarebbe avvenuto dopo gli eventi della seconda stagione, dato
che il matrimonio non compare nella storia principale, ma prima
dell’epilogo della seconda stagione, in cui i fratelli Bridgerton
(tra cui Kate e Anthony sposati) giocano una partita di pallone non
proprio amichevole.
Quando si svolge la terza stagione
di Bridgerton?
Tornando ancora una volta un anno
dopo l’inizio della stagione precedente, la terza stagione di
Bridgerton è ambientata nel 1815, il che
rappresenta una sorpresa per i fan dei romanzi, dal momento che la
storia segue la storia d’amore tra Colin (Luke
Newton) e Penelope, avvenuta dopo un salto temporale di 11
anni nei libri. Tuttavia, la serie di Netflix
chiarisce la data facendo riferimento al fatto che la terza
stagione di Penelope è in uscita nella società, e dato che è stata
presentata per la prima volta nella stagione 1, il calcolo è
facile. Inoltre, la stagione mostra Anthony e Kate che si
stabiliscono nella casa dei Bridgerton dopo la loro luna di miele,
collocandosi direttamente dopo il viaggio della famiglia nella loro
tenuta nell’epilogo della stagione 2.
Il franchise è abbastanza coerente
con le tempistiche – ad eccezione di un piccolo commento all’inizio
della Stagione 3 nel primo opuscolo di Lady Whistledown, che
afferma che l’autrice è stata lontana “per troppo tempo” quando
meno di un anno prima stava raccontando la corsa per un erede reale
nella Regina Carlotta, rendendo l’intervallo tra
le pubblicazioni il più breve. Tuttavia, potrebbero esserci ancora
alcuni mesi di distanza tra lo spin-off e la Stagione 3, e non viene indicato un arco di
tempo specifico, quindi non è tecnicamente contraddittorio.
Scream
VII sta andando avanti senza le protagoniste del film
precedente, Melissa Barrera e Jenna Ortega, e anche se i dettagli della
trama sono ancora segreti, le indiscrezioni affermano che la storia
ruoterà intorno a Sidney (Neve Campbell),
Gale (Courteney Cox) e alcuni nuovi
personaggi che difenderanno la famiglia di Sid da una specie di
culto di Ghostface.
Ci sono state notizie contrastanti
sul numero esatto di maniaci mascherati che prenderanno di mira i
nostri eroi di ritorno, ma grazie all’insider Daniel
Richtman, potremmo avere qualche informazione in più sui
“protagonisti più giovani” attualmente in fase di
casting.
A quanto pare, ci sarà un
“grande salto temporale” dopo gli eventi dell’ultimo film,
presumibilmente per permettere ai figli di Sidney di raggiungere
l’età appropriata per un film slasher. Richtman ha anche saputo che
questo film sarà almeno in parte ambientato in una nuova città
(cioè non Woodsboro) e che è stato sviluppato come il primo
capitolo di una nuova trilogia.
Si dice che Patrick Dempsey sia in trattative per tornare
nel ruolo del marito di Sidney, il detective Mark
Kincaid, ma la notizia non è ancora stata confermata.
Dopo la partenza di Melissa Barrera e Jenna Ortega, resta anche da vedere se i
restanti membri del “Core Four”, Jasmin Savoy Brown e Mason
Gooding, riprenderanno i loro ruoli.
“Sidney Prescott sta
tornando!” Ha scritto la Campbell su Instagram quando è stato
ufficializzato il suo ritorno. “È sempre stato uno spasso e un
onore poter interpretare Sidney nei film di Scream. Il mio
apprezzamento per questi film e per ciò che hanno significato per
me non è mai venuto meno. Sono molto felice e orgogliosa di dire
che mi è stato chiesto, nel modo più rispettoso possibile, di
riportare Sidney sullo schermo e non potrei essere più
entusiasta“.
La decisione della Campbell di
tornare ha suscitato alcune polemiche a causa del licenziamento di
Barrera per i post sui social media che Spyglass ha giudicato
“antisemiti”. Molti fan ritengono che la Campbell avrebbe dovuto
mostrare solidarietà alla sua ex co-star e declinare l’offerta
dello studio.
Mancano solo otto giorni alla
première di 2 episodi di
Star Wars: The Acolyte e Lucasfilm ha condiviso
un’altra clip dell’ultima serie live-action Disney+Star
Wars.
Lo sneak peek della scorsa
settimana ha visto il Maestro Jedi Sol (Lee
Jung-jae) impegnato in un feroce combattimento con la misteriosa
guerriera che crede essere la sua ex apprendista, Mae
(Amandla Stenberg), e qui vediamo l’utilizzatrice
della Forza del lato oscuro cimentarsi contro un’avversaria
altrettanto formidabile, la Maestra Indara
(Carrie-Anne
Moss).
Indara elude facilmente i primi
colpi di Mae, ma ben presto diventa chiaro che è stata ben
addestrata e la nemica dello Jedi riesce a mettere a segno
un colpo decente verso la fine del combattimento.
Durante una recente intervista con
Empire, la star di Matrix ha
parlato dell’opportunità di entrare nell’universo di Star Wars e di
riaccendere la sua passione per le sequenze d’azione.
“Me l’ha proposto Leslye
[Headland]. Avevo visto il suo show Russian Doll, conoscevo la sua
abilità artistica, ero rimasta sbalordita dalla sua visione e dalla
sua capacità di esecuzione. Mi sono detto: ‘Ci sto tutto. Quando
inizio? Ero assolutamente entusiasta di avere l’opportunità di
aggiungere Star Wars al mio curriculum. Il mio curriculum
personale, non intendo nemmeno quello cartaceo.
Nella mia anima e nel mio
spirito, interpretare questo Maestro Jedi e allenarmi per il
combattimento è stata un’esperienza straordinaria. Ho davvero
risvegliato una parte di me che aveva dimenticato quanto amo
l’azione. La adoro. Personalmente adoro essere messo alla prova. È
una sfida fisica, ma anche mentale. Ti aiuta a entrare nel mondo
del Maestro Jedi, con l’allenamento della mente“.
Guardate la nuova clip qui sotto,
insieme a un filmato in cui il poliedrico Stenberg suona un
arrangiamento per violino solo dell’iconica colonna sonora di
Star Wars di John Williams.
“It’s a once in a lifetime experience, and
it’s something I’ll hold forever.”#TheAcolyte
star, Amandla Stenberg plays a solo violin arrangement of John
Williams’ iconic Star Wars score. See the two-episode premiere of
The Acolyte, arriving June 4 on @DisneyPlus.
pic.twitter.com/nlgcRfBXi7
Star Wars: The Acolyte è scritto e prodotto
esecutivamente da Leslye Headland (Russian Doll), che sarà anche
showrunner. Insieme alla Stenberg ci sono Lee
Jung-jae (Squid
Game),
Dafne Keen (His Dark Materials), Rebecca
Henderson (Inventing Anna), Dean-Charles
Chapman (1917), Carrie-Anne Moss (The Matrix), Manny
Jacinto (The Good Place), Jodie Turner-Smith (After Yang),
Charlie Barnett (Russian Doll) e l’ex stao della
trilogia sequel di Star Wars, Joonas Suotama, che
interpreta un nuovo personaggio sotto forma di maestro Jedi
Wookiee.
Tutto quello che sappiamo su Star Wars:The Acolyte
Star Wars:The Acolyte è l’annunciata
serie tv parte del franchise di Star Wars creata
da Leslye Headland. La serie tv è ambientato alla
fine dell’era dell’Alta Repubblica prima degli eventi dei
principali film di Star
Wars.
Star Wars:The Acolyte è ambientato
alla fine dell’era dell’Alta Repubblica in un mondo di “segreti
oscuri e poteri emergenti del lato oscuro”, circa 100 anni prima di
Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma (1999). Un’ex
Padawan si riunisce con il suo Maestro Jedi per indagare su una
serie di crimini, ma le forze che affrontano sono più sinistre di
quanto avessero mai previsto.
Nel cast della serie tv protagonisti sono
Amandla Stenberg come ex padawan, Lee
Jung-jae come Maestro Jedi, Manny Giacinto,
Dafne Keen come una giovane Jedi,
Jodie Turner-Smith, Rebecca Henderson
nei panni di Vernestra Rwoh, un cavaliere Jedi prodigio.
Charlie Barnett come un giovane Jedi,
Dean-Charles Chapman,
Carrie-Anne Moss come una Jedi,
Margherita Levieva, Joonas Suotamo nei panni di
Kelnacca, un maestro Jedi Wookiee.
Di conseguenza, è difficile
scrollarsi di dosso la sensazione che, al di fuori di
Spider-Man,Tom Holland stia faticando a lasciare il
segno. Al contrario, la sua fidanzata e collega Zendaya, anche lei attrice del MCU, ha ricevuto il plauso della
critica per il suo lavoro in Dune: Parte
Due e Challengers.
A questi infelici risultati si
aggiunge ora anche il suo spettacolo teatrale Romeo e
Giulietta. Mentre il Telegraph ha detto che Holland
“rapisce” e “ipnotizza” nel ruolo di Romeo, il Daily Express lo
descrive come “privo di carisma“. L’Independent afferma
che la sua interpretazione “cade a fagiolo“, mentre
Variety spiega che “si emoziona piuttosto che suscitare
emozioni“. L’Hollywood Reporter ha dichiarato: “Sebbene
Holland riesca a mostrare la sua dolcezza da cucciolo e il suo
fisico da [Spider-Man], potrebbe offrire un Romeo migliore di
questo“.
Dopo che The Crowded Room ha fatto fiasco e che i
blockbuster non appartenenti al MCU di Holland hanno avuto un
riscontro decisamente scarso, si è pensato che il ritorno sul
palcoscenico avrebbe raddrizzato la situazione e dimostrato che c’è
qualcosa di più di Spider-Man in lui. Evidentemente così non è
stato.
“Forse è arrivato il momento di
andare avanti“, aveva detto Holland sul suo futuro come Peter
Parker nel 2021. “Forse la cosa migliore per Spider-Man è che
facciano un film su Miles Morales. Devo tenere conto anche di Peter
Parker, perché è una parte importante della mia vita“. “Se
interpreto Spider-Man dopo i 30 anni, ho fatto qualcosa di
sbagliato“, aveva poi aggiunto l’attore ora 27enne.
Ad ora, per l’attore si prevede un
suo ritorno per Spider-Man 4 e per i prossimi film degli
Avengers. Anche Robert Downey Jr. ha faticato a scrollarsi di
dosso l’ombra di Iron Man e probabilmente ci è riuscito solo
vincendo il premio Oscar per Oppenheimer. Chissà che una volta
conclusi i prossimi impegni per l’MCU non possa avere anche per
Tom Holland l’inizio di una nuova e più
fortunata fase della sua carriera.
Nel lontano 2016, abbiamo saputo
che un film live-action su Capitan Planet era in
fase di sviluppo presso la Paramount Pictures e la
Appian Way di Leonardo DiCaprio, con Jono Matt e l’attuale
golden boy di Hollywood Glen Powell arruolati per
scrivere la sceneggiatura. La star di Top
Gun: Maverick e Hit
Man sarebbe in lizza per interpretare il ruolo del
protagonista.
A quanto pare, questa rivisitazione
della serie animata sarà ambientata “anni dopo le avventure
dello show, con il Capitano ormai un uomo finito che ha bisogno dei
ragazzi più di quanto loro abbiano bisogno di lui“.
Da allora gli aggiornamenti sono
stati praticamente inesistenti, ma Glen
Powell ha recentemente confermato che il progetto è
ancora in lavorazione e che desidera molto interpretare l’eroe
ambientalista.
“Captain Planet è sicuramente
qualcosa che mi appassiona moltissimo“, ha dichiarato a Yahoo!
“Leonardo DiCaprio e io abbiamo messo insieme questo progetto
per diversi anni. Con i recenti cambiamenti alla Warner Bros.
stiamo solo cercando di capire come si sistemeranno i
pezzi“.
“È un supereroe ambientale,
quindi non fa necessariamente parte della DC – esiste al di fuori
di quel mondo. Allo stesso tempo, credo che il mondo non abbia mai
avuto così bisogno di un supereroe ambientalista! Quindi penso che
si adatti a tutto ciò che James
Gunn e Peter Safran stanno facendo alla DC e io e Leo siamo
molto ottimisti sulla possibilità di realizzare qualcosa. Mi
piacerebbe interpretare Capitan Planet – sarebbe una cosa da
pazzi“.
Non siamo sicuri che James
Gunn e Safran possano essere convinti a rendere Capitan
Planet parte del loro piano decennale per il DCU, ma questo non significa che il film non
possa andare avanti come entità completamente separata alla Warner
Bros. e Powell è ancora ottimista sul fatto che il film alla fine
decollerà.
“Dio, lo spero proprio“,
ha detto a Collider quando gli è stato chiesto se vedremo mai il
film su Capitan Planet. “Credetemi, ci stiamo lavorando
duramente da molto tempo. Sono ottimista sul suo futuro, ma non si
può mai sapere la tempistica“.
Se Glen Powell
dovesse interpretare Capitan Planet, potrebbe essere
l’unico film di supereroi in cui l’attore, molto richiesto,
deciderà di essere coinvolto. Nel corso di una recente intervista
con THR, Glen Powell ha
dichiarato di non essere interessato a “esche da Oscar” o a
“cose da Marvel”, rivelando di aver
rifiutato il ruolo di protagonista maschile nel nuovo film della
Universal, Jurassic World.
“Jurassic è uno dei miei film
preferiti. È una delle cose che ho voluto fare per tutta la vita.
Non farò quel film perché ho letto la sceneggiatura e mi sono
subito detto: la mia presenza in questo film non lo aiuta. E la
sceneggiatura è fantastica. Il film ucciderà. Non si tratta di
questo. Si tratta di scegliere dove rendere felice il pubblico e
dove rendere felice se stessi“.
Alcuni di voi potrebbero essere un
po’ giovani per ricordare Capitan Planet e i
Planeteers, ma il cartone animato è stato molto popolare
quando è andato in onda dal 1990 al 1992, e mantiene ancora un
certo seguito. La serie era incentrata su cinque adolescenti di
tutto il mondo in grado di controllare gli elementi e, una volta
combinati i loro poteri, erano in grado di evocare Capitan Planet,
un supereroe che lottava contro l’inquinamento nel tentativo di
ripulire l’ambiente.
Il 31 ottobre 2024
arriva al cinema Fino alla
fine, il nuovo film di Gabriele
Muccino, che firma la sceneggiatura con Paolo
Costella, prodotto da Lotus
Production, una società Leone Film
Group con Rai Cinema, in
associazione con Adler e con Ela
Film, e distribuito da 01
Distribution.
Gabriele Muccino torna sul grande
schermo con un film sorprendente che si svolge a
Palermo nell’arco di 24 ore,
durante le quali, la protagonista Sophie (l’attrice Elena
Kampouris) scoprirà che la vita non è altro che il
risultato delle scelte che facciamo. Una storia d’amore che
diventa un thriller adrenalinico che racconta come tutto
può cambiare in un attimo.
Oltre a Elena Kampouris, in
Fino
alla fine Muccino dirige un cast
italiano e internazionale composto da: Saul Nanni,
Lorenzo Richelmy, Enrico Inserra, Francesco Garilli, Ruby
Kammer, Yan Tual, Mitch Salm, Grace Ambrose, Syama Rayner, Samuel
Kay.
“Fino alla fine”, dal 31 ottobre
#soloalcinema con 01 Distribution.
La trame di Fino alla fine
Fino alla
fine racconta la storia di Sophie, una giovane
americana di vent’anni in vacanza a Palermo con la sorella. Quando
sta per tornare in California, nelle ultime 24 ore del suo
soggiorno in Sicilia, incontra Giulio e il suo gruppo di amici.
Saranno proprio queste 24 ore a cambiare per sempre il corso della
sua vita. Sophie scoprirà che la vita è fatta di scelte e quelle
che farà la porteranno a camminare sull’orlo del baratro,
trasformando una semplice storia d’amore in una di sopravvivenza,
riscatto e pura adrenalina. Questo gruppo di ventenni, ancora
inesperti nel maneggiare la vita, scopriranno quanto sia facile
commettere errori.
Disponibile da oggi il nuovo trailer
della serie Sky Original Dostoevskij, già
presentata in anteprima mondiale alla 74ª edizione del
Festival Internazionale del Cinema diBerlino, ideata, scritta e diretta dai
Fratelli D’Innocenzo. Come annunciato col trailer
appena rilasciato, l’intera serie, atto I
e atto II, sarà distribuita al cinema da Vision Distribution nella
settimana dall’11 al 17 luglio.
Talenti rivelazione del cinema
italiano degli ultimi anni, Fabio e Damiano realizzano la loro
prima serie dopo i film La terra dell’abbastanza, presentato nella sezione
Panorama del Festival di Berlino nel 2018, Favolacce,
Orso d’Argento per la Sceneggiatura al Festival di Berlino, e
America Latina in concorso nel 2021 a
Venezia 78.
La serie è un noir con protagonista
Filippo Timi (Vincere, I delitti del
BarLume, Favola, Le otto montagne) nei panni di un brillante e
tormentato detective dal passato doloroso. Con lui nel cast
Gabriel Montesi (Favolacce,
Siccità, Romulus, Christian), Carlotta Gamba
(America Latina, Dante) e Federico Vanni
(Chiara Lubich – L’Amore vince su tutto, Io sono
l’abisso).
Dostoevskij è una
serie Sky Original in 6 episodi, una produzione Sky Studios
prodotta con Paco Cinematografica.
La trama di
Dostoevskij
In un lasso di terra scarno e
inospitale, il poliziotto Enzo Vitello, uomo dal buio passato, è
ossessionato da “Dostoevskij”, killer seriale che uccide con una
peculiarità: accanto al corpo l’omicida lascia sempre una lettera
con la propria desolante e chiarissima visione del mondo, della
vita e dell’oscurità che Vitello sente risuonare al suo
interno.
Graham Moore ha
scritto romanzi e film, vincendo nel 2015 l’Oscar per la Miglior
sceneggiatura non originale per The Imitation Game. La storia di The
Outfit, però, l’ha sentito così personale da decidere di
farne il suo debutto alla regia. Secondo Moore, questo racconto è
stato ispirato dalla storia vera della sua famiglia, in particolare
da suo nonno, un medico con un proprio studio, di cui uno dei
pazienti era nientemeno che il famigerato mafioso Jerry
Catena della famiglia criminale Genovese.
In un’intervista a TheWrap, Graham Moore ha
rivelato che la storia di The Outfit è nata dalla
sua fascinazione per il rapporto tra suo nonno e Catena. Moore ha
raccontato che sua nonna non vedeva di buon occhio questo rapporto,
ma il gentile nonno di Moore continuò comunque a curare il
gangster. “Fin da piccolo mi ha sempre affascinato immaginare
quali dovessero essere le conversazioni tra un uomo gentile come
mio nonno e un feroce assassino. Di cosa parlavano quando le porte
erano chiuse?”, si è chiesto Moore.
Per gli appassionati di gangster movie, questo è dunque un film da non
perdere, anche per via delle sue particolarità che lo distinguono
dai classici titoli di questo genere. Grazie ora alla sua presenza
su Netflix, sarà più facile riscoprirlo. In
questo articolo, però, approfondiamo in particolare il modo in cui
The Outfit si conclude. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e alla spiegazione del finale.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama e il cast di The Outfit
Protagonista del film è
Leonard, un maestro sarto inglese finito a Chicago
che gestisce con la sua assistente Mable
Shaun una sartoria, dove confeziona splendidi abiti per le
uniche persone che possono permetterseli: la famiglia Boyle,
composta da feroci gangster. Una sera, i due killer Richie
Boyle e Francis bussano alla sua
porta in cerca di un favore e Leonard viene coinvolto in un gioco
mortale di inganni e omicidi. Da quel momento, la sua vita cambierà
di nuovo, per sempre.
Ad interpretare Leonard vi è
l’attore Mark Rylance, divenuto celebre al cinema
grazie al film Il
ponte delle spie, grazie al quale ha vinto il premio Oscar
come Miglior attore non protagonista. L’attrice Zoey
Deutch interpreta invece Mable Shaun, mentre
Johnny Flynn è Francis e Dylan O’Brienè Richie Boyle. Completano
il cast gli attori Nikki Amuka-Bird nel ruolo
di Violet LaFontaine e Simon Russell Beale in
quello di Roy Boyle.
La spiegazione del finale del film
Partiamo dal titolo del film: si
tratta di un ovvio riferimento alle creazioni di Leonard. Il
vestito del titolo si riferisce ad un abito disegnato per sé stesso
da indossare nella sua nuova vita; e alle lettere scritte da
Leonard, che finge di essere per conto di “The Outfit”, un
sindacato criminale fondato da Al Capone negli anni Venti. La
formulazione della corrispondenza da parte di Leonard indica
l’intenzione di ingannare e far deragliare i suoi clienti fin
dall’inizio.
Leonard vuole distruggere la banda
di Boyle, poiché si è trasferito a Chicago per cercare di
ricominciare da capo, lontano dal crimine organizzato che ha
portato alla morte della moglie e della figlia. Il passato
travagliato di Loneard e il fatto di essere involontariamente
coinvolto nelle operazioni della banda di Boyle forniscono
certamente notevoli incentivi per ingannarli. Tuttavia, in diversi
momenti del film, Leonard sembra improvvisare il suo piano man mano
che gli eventi si susseguono.
Nonostante la sua opposizione al
crimine organizzato, le sue lettere rispondono più direttamente
alla consapevolezza che Mable è la spia, utilizzando la relazione
con Richie per informare l’FBI
sulle operazioni della banda. Il finale di The
Outfit vede allora Mable aiutare Leonard a smantellare la
banda. Alla fine di The Outfit, Leonard spiega la realtà del suo
passato in un appello al vendicativo Francis, rivelando i tatuaggi
che sono stati nascosti sotto le sue maniche per tutto il film.
Leonard spiega che l’incendio che ha
ucciso la sua famiglia non è stato un incidente, ma un atto
dell’organizzazione criminale di cui in precedenza era stato uno
spietato esecutore. Leonard è rimasto deluso da un particolare
ordine che gli è stato impartito e ha deciso di abbandonare la vita
criminale per dedicarsi a un nuovo mestiere. I suoi tatuaggi sono
un segno permanente del suo passato. Detto questo, il finale di
The Outfit rivela una conclusione molto più
tragica per la storia di Leonard.
Il gangster movie si conclude con Leonard al punto di
partenza: complice della violenza, con l’utensile del suo mestiere
diventato l’arma del suo crimine. Mentre Francis sta morendo dopo
essere stato pugnalato dalle forbici del sarto, Leonard si
inginocchia su di lui, pronto a pugnalarlo brutalmente una seconda
volta. In questo momento, Leonard sembra ineluttabilmente violento
e il suo ex sé è di nuovo realmente presente.
Nonostante la dedizione di Leonard
al suo nuovo mestiere, The Outfit suggerisce
dunque che il suo passato è ineluttabile. Rendendosi conto che il
suo progetto è stato rovinato da un po’ di sangue di Richie finito
sulla manica della giacca, Leonard ricorre alla sostituzione della
manica macchiata e ricomincia da capo. Ma le modifiche di Leonard
sembrano sempre inutili e il suo abito viene ripetutamente rovinato
da atti di violenza.
Alla fine Leonard brucia il negozio
per costringersi a ricominciare da capo. Come aveva iniziato una
nuova vita dopo il primo incendio, Leonard alla fine di The
Outfit appicca un secondo incendio per iniziare un’altra
nuova vita. In un certo senso, tutto si chiude a cerchio per lui.
La narrazione indica dunque l’accettazione di Leonard di andare
avanti, la sua riconciliazione con un senso di giustizia imperfetto
e una dedizione duratura al suo mestiere.
Il trailer di The
Outfit e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di The
Outfit grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV,
Apple TV, Prime Video e Netflix.
Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento,
basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento
generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad
un’ottima qualità video.
A meno di tre settimane dall’arrivo
nelle sale cinematografiche, Anime Factory,
etichetta di proprietà di Plaion Pictures ha
diffuso dueclip ufficiali in
italiano del pluripremiato film anime The Tunnel to Summer, the Exit of Goodbyes. Il
nuovo film, scritto e diretto daTomohisa Taguchi
(Akudama Drive, Digimon Adventure: Last Evolution
Kizuna, Bleach: Thousand-Year Blood War), arriverà al
cinema in Italia in un evento speciale di tre giorni, il
10, 11 e 12 giugno 2024.
Le due clip, in cui è possibile
assistere non solo al primo incontro tra i due protagonisti Anzu e
Kaoru ma anche al primo ingresso di quest’ultimo nell’emozionante e
misterioso tunnel di Urashima, sono disponibili sul canale YouTube
di Anime Factory:
Il primo incontro:
Il tunnel di Urashima:
Dalle clip risalta anche l’alto
valore artistico di questo racconto mystery sci-fi dai toni
romantici, tra i cui punti di forza vi è sicuramente la commistione
tra l’autenticità della vita dei protagonisti e l’attenzione ai
dettagli – in particolare per i capelli e la profondità degli
occhi. Il merito del sorprendente risultato finale va in buona
parte all’animatrice Satomi Yabuki (Tokyo
Ghoul; Pompo, la cinefila), responsabile del design
dei personaggi e supervisore capo delle animazioni.
Restituire, anche visivamente, le
tante sfumature della storia è stata una delle missioni principali
del regista Tomohisa Taguchi, che del romanzo originale aveva
apprezzato proprio la capacità di unire una rinfrescante leggerezza
a temi molto profondi. “The Tunnel to Summer, the Exit of
Goodbyes nasce come light novel. Sono letture molto
accessibili, ma questo romanzo ha un aspetto molto letterario, più
costruito e profondo”, ha dichiarato il regista. Taguchi ha riposto
particolare cura soprattutto nel ritrarre in modo genuino i due
protagonisti, facendo sì che fosse semplice per il pubblico
immedesimarsi in loro. Come spiega: “Visto che le scene di vita
quotidiana sono realistiche, occorre una messa in scena precisa da
rispettare: questa è stata una sfida per me e con gli animatori
abbiamo lavorato per ricreare il senso di realtà.”
Realizzato dallo studio di
animazione giapponese CLAP (Pompo, la
cinefila), The Tunnel to Summer, the Exit of
Goodbyes ha conquistato il favore di pubblico e
critica aggiudicandosi alcuni tra i premi più prestigiosi dedicati
al mondo dell’animazione, come il Paul Grimault Award al
Festival di Annecy 2023 e il riconoscimento come
miglior film agli Anime Trending Awards 2024.
The Tunnel to Summer,
the Exit of Goodbyes è pronto a conquistare il
pubblico italiano grazie ad Anime Factory, che
porterà questo emozionante e coinvolgente lungometraggio al cinema
con un evento imperdibile dal 10 al 12 giugno.
Netflix
non sbaglia un colpo. Proprio come fa la nostra Mediaset, che sta
puntando su un palinsesto ricco di
soap opera turche, anche la piattaforma dalla N rossa sta
investendo sulle
serie ottomane. Una scelta che non deve sorprendere,
considerata la loro grande commercabilità e il loro finire, quasi
sempre, nella Top 10 dei titoli più visti. E così di recente il
colosso streaming ha arricchito il catalogo con In buone
mani2, il secondo capitolo della
dramedy In buone mani, già fra i più guardati, il
cui debutto è avvenuto nel 2022. Il primo film si concentrava su
Melisa e il suo desiderio di affidare il figlio, Can, a qualcuno
che se ne sarebbe potuto prendere cura per sempre, vista la
patologia che l’avrebbe portata alla morte.
Ed era proprio la malattia uno dei
pilastri tematici su cui ruotava la storia, nonché escamotage
narrativo che aveva innescato la love story fra Melisa e Firat,
quest’ultimo scopertosi essere padre del bambino. Proprio come il
primo film, In buone mani 2 segue il
classico pattern delle commedie romantiche dal retrogusto
drammatico con l’irrinunciabile happy ending. Questo
perché è un prodotto che mira, esattamente come gli sceneggiati
televisivi, alla trasversalità. Ciò significa anche che, pur
facendosi carico di diverse tematiche rilevanti, non le esplora mai
a pieno, rimanendo su toni più leggeri per poter essere
maggiormente accesibile.
Il target di riferimento
rimane infatti invariato: un pubblico che
cerca intrattenimento e non impegno, desideroso di lasciarsi
coinvolgere in un racconto che farà versare qualche lacrima, per
poi giungere a un epilogo rassicurante in cui tutto torna al
proprio posto. Nel suo intento riesce e, a differenza di altri
titoli, pur dipanandosi su una narrazione telefonata, non risulta
pesante o stucchevole. In cabina di regia troviamo
nuovamente Ketche, mentre le
musiche, fondamentali in opere come queste per
sostenere il pathos delle scene, sono di Tarkan Gözübüyük e
Ozan Tügen.
La trama di In buone mani
2
Dopo la morte di
Melisa, Can e
Firat si trovano a costruire il loro nuovo
rapporto padre-figlio. Ora non basta più conoscersi: adesso devono
vivere insieme ogni giorno sotto lo stesso tetto. Da qui derivano
nuove responsabilità, a cui entrambi devono abituarsi: per Firat è
fondamentale prendersi cura del bambino per non fargli mancare
nulla, mentre il piccolo Can deve adattarsi alle nuove regole della
casa. Purtroppo, però, le cose non vanno per il meglio. Da quando
Melisa non c’è più, Firat ha cercato conforto nell’alcol e ogni
sera torna a casa ubriaco.
Per Can è molto più difficile
abituarsi a questa nuova quotidianità, soprattutto perché vede
davanti a sé un padre malridotto e abbandonato a sé stesso. Le
difficoltà per il neo genitore sono molteplici, e nonostante
l’amore per suo figlio, non riesce a darsi un limite, sentendosi un
fallimento su tutti i fronti. A sconvolgere la loro routine sarà
Sezen, anche lei con un passato difficile, che
riuscirà a portare un po’ di luce dove prima regnava
l’oscurità.
Un dramedy senza impegno
In buone mani 2 con
non troppa sorpresa funziona, nonostante la formula originale non
sia stata alterata. L’intreccio narrativo resta sostanzialmente
identico al precedente, con l’unico cambiamento rappresentato dal
nuovo interesse amoroso, ossia Sezen. Anche i colpi di scena, i
punti di svolta e il climax finale sono simili, suggerendo che
l’obiettivo non era creare una trama più complessa per intrigare
gli spettatori, ma piuttosto soddisfare alcune loro curiosità.
Il primo capitolo si era infatti concluso
furbamente, lasciando il pubblico con diverse domande in
sospeso che esigevano una risposta. Le più importanti: come
affronta Can la perdita della madre? E come si adatta Firat a
questo nuovo ruolo?
Nel presentarci la nuova vita dei
personaggi a cui ci siamo affezionati, Ketche introduce
altri vari temi. Si passa dalla mancata comunicazione tra
padri e figli, alle sfide della genitorialità, fino ad affrontare
il problema dell’alcolismo e il tema del lutto. Ognuno di questi
aspetti trova il proprio spazio nella sequenza degli eventi,
sebbene a emergere maggiormente siano gli ultimi due, che poi sono
quelli più connessi l’uno all’altro. Nonostante la sceneggiatura
sia basilare e gli snodi narrativi il più delle volte prevedibili
(con la presenza inevitabile dei cliché), la pellicola è in
grado di suscitare comunque il giusto interesse e, pur
mantenendo un tono romantico, riesce a non scadere mai nel
lezioso.
Del resto, come abbiamo detto, da
questo tipo di prodotti non ci si aspetta – e nemmeno si desidera –
un’opera d’autore con una scrittura sofisticata e una lettura
stratificata. Si cerca una leggerezza sufficiente per distrarsi e
una storia che coinvolga quel tanto che basta per non annoiarsi,
senza richiedere una concentrazione massima. Alcuni film hanno
questo scopo, e In buone mani 2 il suo compito lo
svolge tutto sommato bene.
Kaan Urgancıoğlu, un attore
poliedrico
Sul fronte degli attori, invece, c’è
un netto squilibrio. Il pubblico di Mediaset (e più in generale gli
appassionati dei
drammi turchi) riconoscerà i volti di Kaan
Urgancıoğlu e Melisa Asli Pamuk. Entrambi
sono attualmente in scena nella soap opera Endless Love,
in onda su Canale 5, nei rispettivi panni di Emir e Asu. In questo
contesto, sia Urgancıoğlu che Pamuk interpretano ruoli più
complessi, con personaggi subdoli e perfidi, offrendo una bella
prova attoriale, ma nel passaggio a un genere differente l’attrice
turca sembra soffrire in termini di recitazione.
A differenza del
collega, che si mostra versatile e a proprio agio
anche in un ruolo meno impegnativo, Pamuk pare
avere difficoltà a immedesimarsi in Sezen. Mentre
Urgancıoğlu è totalmente a servizio del suo personaggio, risultando
convincente, la performance di Pamuk è più scarica, risultando
monoespressiva e poco trascinante, tanto da mettere in risalto
anche l’assenza di feeling che c’è fra i due. Fortunatamente,
Urgancıoğlu riesce a compensare questa mancanza di alchimia con la
sua partner sullo schermo grazie all’interazione con Mert
Ege Ak (Can). Insieme al giovane attore, riescono infatti
a regalare i momenti più emozionanti della storia, colmando il
vuoto emotivo lasciato dalla scarsa sintonia tra i
protagonisti.
Gli avvocati dell’ex presidente
Donald Trump hanno inviato una lettera di diffida
ai produttori di The
Apprentice, mentre il film continua a cercare
finanziamenti negli Stati Uniti.
Secondo The Hollywood Reporter, i
produttori del film sostengono il progetto in arrivo nonostante la
lettera e affermano che il film non ha fatto nulla di sbagliato per
giustificare un intervento legale. “Il film è un ritratto
giusto ed equilibrato dell’ex presidente. Vogliamo che tutti lo
vedano e poi decidano“, ha dichiarato un rappresentante dei
produttori del film in una dichiarazione a The Hollywood
Reporter.
Il team legale di Trump ha già
minacciato azioni legali in passato.
La lettera è solo uno dei tanti
passi che il team di avvocati di Trump ha compiuto per cercare di
impedire l’uscita del film. In precedenza, la campagna
presidenziale di Trump aveva minacciato azioni legali per il film
in uscita, cosa che non sembra preoccupare Abbasi.
“Tutti parlano di lui che fa causa
a un sacco di gente – non parlano però della sua percentuale di
successo, sapete?”, ha detto Abbasi durante la conferenza stampa di
Cannes per il film.
“Ambientato in un mondo di
corruzione e inganni, The
Apprentice esaminerà gli sforzi di Trump per costruire
la sua attività immobiliare a New York negli anni ’70 e ’80,
scavando anche nel suo rapporto con il famigerato avvocato Roy
Cohn”, si legge nella sinossi. “È una storia di mentori e
protettori che traccia le origini di una grande dinastia americana.
Piena di personaggi più grandi della vita, rivela il costo morale e
umano di una cultura definita da vincitori e perdenti”.
Secondo quanto apprendiamo da
Bloody Disgusting, la Blumhouse starebbe sviluppando un nuovo
film di My Bloody Valentine. Al momento non sono
disponibili ulteriori dettagli e non è chiaro se si tratterà di un
sequel del vecchio film o di un remake.
Di cosa parlava il film originale
My Bloody Valentine?
Diretto da George
Mihalka, il film originale My Bloody
Valentine è uscito nel 1981. Era interpretato da
Paul Kelman, Lori Hallier, Neil Affleck, Cynthia Dale, Don
Francks e Keith Knight. Anche se all’epoca non fu un
grande successo al botteghino, My Bloody Valentine sviluppò un
seguito di culto nel corso degli anni.
“Il giorno di San Valentino,
qualcuno perde sempre il proprio cuore”, recita la descrizione del
film del 1981. “Vent’anni fa, questa piccola città perse molto di
più. Quando i supervisori abbandonarono i loro incarichi per
partecipare al ballo annuale della città, una tragedia causò la
morte di cinque minatori. L’unico sopravvissuto, Harry Warden, fu
ricoverato in un istituto, ma tornò per un massacro vendicativo nel
primo anniversario del disastro. Diciannove anni dopo, la città si
sta preparando per un’altra festa di San Valentino. Gli innamorati
T.J. e Sarah, insieme al loro amico Axel, sono tra i partecipanti
alla festa. Ma quando arriva una scatola di caramelle contenente un
inquietante avvertimento e un cuore intriso di sangue, gli abitanti
della città si rendono conto che il romanticismo è bello che morto.
E anche loro…”
Patrick Lussier ha realizzato un
remake, My Bloody Valentine 3D, nel 2009. Interpretato da Jensen
Ackles, Chris Carnel, Jaime King e Kerr Smith, il film, distribuito
da Lionsgate, è stato un grande successo, con un incasso di 100,7
milioni di dollari al botteghino mondiale a fronte di un budget
stimato di 14 milioni di dollari.
Disney+ ha confermato che
Noel Gallagher sarà tra i protagonisti della
docuserie CAMDEN che debutterà mercoledì 29 maggio in
esclusiva su Disney+.
Gallagher si unisce al cast già annunciato, che comprende alcuni
dei più grandi artisti della musica mondiale, tra cui Dua Lipa, che
è anche produttrice esecutiva della docuserie, Chris Martin dei
Coldplay, Little Simz, Yungblud, Questlove, Pete Doherty e Carl
Barat dei Libertines, Mark Ronson, Nile Rodgers, Boy George, Suggs
dei Madness, Black Eyed Peas, Jazzie B dei Soul II Soul, Chuck D,
Eliza Rose, Lauren Laverne e Sister Bliss dei Faithless.
Ambientata nel cuore pulsante della musica londinese,
CAMDEN svela le storie inedite di come le vite e le
carriere di alcuni degli artisti più iconici del mondo siano state
influenzate da questo angolo di Londra. Attraverso filmati
d’archivio e interviste verrà esplorata la ricca storia di Camden.
Il pubblico potrà ascoltare musicisti di fama mondiale rivivere le
loro esperienze a Camden: dai primi concerti al tutto esaurito, tra
gli alti e bassi delle serate e di una gioventù trascorsa alla
scoperta della musica.
La serie originale è prodotta da
Lightbox, la società di produzione fondata dal produttore premio
Oscar Simon Chinn e dal produttore premio Emmy Jonathan Chinn, in
associazione con Day One Pictures, la società di produzione
co-fondata da Nick Shymansky, manager originale di Amy Winehouse, e
da Radical22. Asif Kapadia è il Series Director. I registi degli
episodi sono Toby Trackman, Yemi Bamiro e Sarah Lambert. Il
produttore della serie è Gaby Aung. I produttori esecutivi sono
Simon Chinn, Jonathan Chinn e Suzanne Lavery per Lightbox, Nick
Shymansky, Jasper Waller-Bridge e Ben Friedman per Day One Pictures
e Dua Lipa e Dukagjin Lipa per Radical22.
Se vi aspettavate che Furiosa: A Mad
Max Saga avrebbe superato con facilità The
Garfield Movie al botteghino americano in questo lungo
weekend del Memorial Day, ripensateci. Secondo Deadline, i due film
sono in una situazione di stallo: 31 milioni di dollari in quattro
giorni e 25 milioni di dollari in tre giorni.
Alla fine sarà uno dei due a
vincere ma è ancora troppo presto per dirlo. La critica ha
affondato gli artigli in The Garfield Movie, come
dimostra il 37% di Rotten Tomatoes. Al contrario, Furiosa è
“Certified Fresh” con l’89%.
Purtroppo, a prescindere da chi
vincerà, sembra che i cinema perderanno ancora una volta. Si tratta
dell’apertura più bassa per un weekend del Memorial Day in 29 anni
(quando Casper aprì con appena 22 milioni di
dollari nel 1995).
Dove è andata male? Gli addetti ai
lavori ritengono che la Warner Bros. Discovery
abbia aspettato troppo a lungo per iniziare a pubblicizzare
Furiosa,
con l’ultima parte della campagna di marketing che ha preso il via
solo a fine maggio. Altri addetti ai lavori ritengono che Anya Taylor-Joy non sia semplicemente
l’attrazione che era Charlize Theron quando Mad
Max: Fury Road è uscito nel 2015, anche se questo
sembra un po’ ingiusto quando il veterano del MCUChris Hemsworth è co-protagonista.
Per quanto riguarda le difficoltà
di The Garfield Movie, possiamo probabilmente dare
la colpa alle recensioni negative (è improbabile che i genitori con
bambini eccitati se ne preoccupino, ma i fan dell’animazione ne
prenderanno senza dubbio nota).
È interessante notare che questo e
Furiosa hanno
ricevuto lo stesso CinemaScore dagli spettatori, il che suggerisce
che nessuno dei due li ha entusiasmati.
Se c’è una cosa che abbiamo imparato
nell’era dei social media è che alcune persone hanno un’ottima
memoria (il che significa che un commento un tempo innocente può
tornare a perseguitare anche i migliori di noi). Ieri è stato
confermato che Max’s Lanterns ha
affidato a Chris Mundy, Tom King e Damon Lindelof
la stesura dell’episodio pilota e della “bibbia” della tanto attesa
serie televisiva. Ora, i pensieri di James Gunn su quest’ultima sono stati
rivelati in un commento riapparso su Facebook.
Il 18 marzo 2012, il co-CEO dei DC
Studios e regista di Superman ha dichiarato: “Lindelof è vicino
a Satana nel mio libro a causa della fine di Lost. È l’Uri Gellar
dei narratori, un artista della truffa senza alcuna integrità. E un
bugiardo“.
Qualcosa deve essere cambiato da
allora, visto che James Gunn si è messo a scrivere su
Instagram e
sui thread per proclamare “Un caloroso benvenuto a Chris e
[Damon Lindelof] mentre si uniscono alla famiglia dei DC
Studios“.
Onestamente non daremmo troppa
importanza a questo giudizio negativo del regista. Perché? Come
molti fan, sembra che sia semplicemente deluso e arrabbiato per un
finale che ha diviso enormemente le opinioni quando è andato in
onda per la prima volta nel 2010.
È difficile ignorare il fatto che
James Gunn abbia descritto lo scrittore
più prolifico di Lanterns
come un “artista della truffa” e un “bugiardo”
senza “integrità“. Tuttavia, il regista di
Guardiani della Galassia ha
sempre fatto sentire la sua voce sui social media. In questo
periodo, inoltre, James Gunn non aveva ancora raggiunto il
grande pubblico e ha condiviso spesso pensieri onesti e brutali sui
suoi futuri colleghi.
È probabile che Damon
Lindelof non stia perdendo il sonno per l’opinione di
James Gunn sul finale di Lost (una pelle
spessa è d’obbligo per qualsiasi creativo coinvolto nella divisiva
stagione finale) e questa è acqua passata. Tuttavia, il fatto che
James Gunn abbia cambiato idea sul
lavoro del regista nel corso degli ultimi 12 anni è senza dubbio
ciò che lo ha spinto a portare Lindelof a bordo per Lanterns.
“È la storia di una coppia di Lanterne Verdi, John Stewart e
Hal Jordan“, ha detto Gunn di Lanterns dopo il suo primo
annuncio. “Abbiamo alcune altre Lanterne inserite, ma si tratta
di uno show televisivo su base terrestre, quasi come True
Detective, con una coppia di Lanterne Verdi che sono poliziotti
spaziali che sorvegliano il Distretto Terra e che scoprono un
mistero terrificante che si collega alla nostra storia più grande
del DCU“.
Potete vedere uno screenshot del commento di Gunn su Facebook
nel post X qui sotto.
James
Gunn always took a shot at other filmmakers and artists
La star di
Breaking Bad e The
BoysGiancarlo Esposito ha recentemente rivelato di
essere entrato a far parte del Marvel Cinematic Universe
in un ruolo misterioso. Poche ore fa, è emersa una voce secondo cui
sarà il protagonista di una serie TV di Disney+ e l’attore stesso ha confermato
che è proprio così.
“Il MCU ha bussato alla mia porta e si
tratta di un ruolo che non potete prevedere“, ha detto
Esposito ai fan durante una recente apparizione alla convention.
“Verrà stuzzicato e ci sarà poi una serie“.
Questo sembra sfatare le teorie sul
fatto che doppierà Norman Osborn in Your Friendly
Neighborhood Spider-Man, dal momento che non c’è alcuna
possibilità che questo cattivo venga preso in considerazione prima
che la serie animata venga lanciata sullo streamer quest’anno o il
prossimo.
È interessante notare che il fan
che ha condiviso questi aggiornamenti aggiunge che quando qualcuno
ha detto a Giancarlo Esposito che sarebbe stato un
“eccellente” Dottor Destino ne I Fantastici
Quattro, lui ha risposto di “parlare
dell’esistenza e di farsi credere“. Cosa potrebbe
significare?
A questo punto dobbiamo ricordarvi
le precedenti notizie sull’introduzione di Destino
nella scena post-credits de I
Fantastici Quattro prima di essere protagonista di una
serie Disney+. Quest’ultima avrebbe
presumibilmente posto le basi per la comparsa del sovrano di
Latveria nel sequel.
Ora, con Giancarlo Esposito che parla di apparire prima
e poi a seguire in una serie televisiva, è difficile scrollarsi di
dosso la sensazione che i Marvel Studios abbiano trovato il loro
Destino. Si ritiene che i Marvel Studios abbiano almeno preso
in considerazione la possibilità di farne il nuovo grande cattivo
della Saga del Multiverso.
Fantastici
Quattro: quello che c’è da sapere sul film
Come al solito con
la Marvel, i dettagli
della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti, i Fantastici
Quattro sono astronauti che vengono trasformati in
supereroi dopo essere stati esposti ai raggi cosmici nello spazio.
Reed acquisisce la capacità di allungare il suo corpo fino a
raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la fidanzata di Reed (e
futura moglie), può manipolare la luce per diventare invisibile e
lanciare potenti campi di forza. Johnny, il fratello di Sue, può
trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà la capacità di volare.
E Ben, il migliore amico di Reed, viene completamente trasformato
in una Cosa, con dei giganteschi massi arancioni al posto del
corpo, che gli conferiscono una super forza.
Al momento circolano voci su una
possibile ambientazione nel passato del film, indicativamente negli
anni Sessanta, stando all’aspetto delle prime immagini ufficiali ad
oggi rilasciate. Ci sono però anche rumor sul fatto che il film
potrebbe essere ambientato in una realtà diversa da quella di Terra
616. Ad oggi sappiamo poi che l’attrice Julia
Garner è stata scelta per interpretare
Shalla-Bal nella sua versione Silver Surfer, presenza che
sembrerebbe confermare anche quella di Galactus
come villain principale. Franklyn e
Valeria Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero
comparire nel film, mentre Dottor Destino potrebbe
avere un semplice cameo nel finale. Il film è atteso al cinema
il 25 luglio 2025.
Bryan Cranston è un vero grande e, sebbene la
star di Argylle
non sia estranea al genere, non ha ancora recitato in un film o in
una serie televisiva sui fumetti. Per un certo periodo l’attore è
stato tra i preferiti dai fan per il ruolo di Lex Luthor,
ma è sempre sembrata una risposta impulsiva al fantastico lavoro
che ha fatto come antagonista calvo in Breaking
Bad. Naturalmente, siamo anche consapevoli che molti di
voi vorrebbero vederlo interpretare Stan “The Man”
Lee in un futuro biopic.
Oggi, lo scoop di @MyTimeToShineH
ci informa che Bryan Cranston ha incontrato i Marvel Studios per un ruolo misterioso nel
MCU. Kevin Feige
ha incontri generali con molti attori, quindi non c’è nulla che
indichi che questo porterà a qualcosa.
È una prospettiva innegabilmente
eccitante, però, soprattutto con film come I Fantastici
Quattro, Avengers
5 e il reboot degli X-Men
all’orizzonte.
“Voglio interpretare un
antagonista che sia un po’ più intelligente del protagonista, mai
sminuito per dare all’eroe una vittoria facile“, ha detto in
precedenza Bryan Cranston condividendo il suo interesse
per l’adattamento di un fumetto. “È frustrante e noioso da
guardare“. “In realtà il personaggio era quello, lo
ammetto. Mister Sinister era il personaggio a cui stavo
pensando“.
Dopo aver condiviso il suo
interesse nell’interpretare il villain di X-Men ’97, Bryan Cranston ha spiegato perché ha poco o
nessun interesse nell’interpretare un personaggio che abbiamo già
visto sullo schermo. “Credo sia un punto di vista egoistico.
Non voglio fare un personaggio che è già stato fatto diverse volte
in passato. Non voglio essere paragonato come ‘Beh, il suo
Commissario Gordon era yada yada yada...'”. “Non voglio
farlo. Voglio fare qualcosa che non è stato fatto“, ha
concluso.
Anche se vi sconsigliamo di
entusiasmarvi troppo per questa voce, i Marvel Studios avrebbero
scelto Bryan Cranston come Mister Sinister
per il suo prossimo reboot degli X-Men, soprattutto se si tratta di un
personaggio appassionato (l’icona di Malcolm in the Middle
si è spinta fino a suggerire che Sinister ha ispirato
Walter White).
È stato in X-Men:
Apocalypse del 2016 che la 20th Century Fox ha
annunciato per la prima volta il debutto sul grande schermo di
Mister Sinister. Abbiamo atteso la sua apparizione in
Logan,
Deadpool
2, Dark
Phoenix e persino in The
New Mutants, solo che tutte queste anticipazioni sono
rimaste lettera morta. All’epoca, si diceva che Jon Hamm fosse il favorito per il ruolo.
Abbiamo sentito notizie
contrastanti sui piani dei Marvel Studios per Thor
5, un quinto film da solista su Thor (non
proprio sorprendente dopo l’accoglienza riservata ad Love
and Thunder), ma quest’ultima indiscrezione sostiene che
Thor 5 è davvero ufficialmente in fase di sviluppo
e che dovrebbe essere girato già l’anno prossimo.
Secondo Daniel Richtman,
Thor 5 è “in programma per l’autunno 2025”.
Aggiunge di non essere “sicuro che questo significhi che sarà
un progetto successivo a Secret Wars, ma scommetto di sì“. Si
dice che la Marvel stia cercando uno
sceneggiatore e un regista per il progetto.
Il regista di Thor:
Love and Thunder Taika Waititi si è tirato fuori dalla
corsa per dirigere il film alla fine dello scorso anno. Una voce
precedente sosteneva che Gareth Edwards
(Rogue One: A Star Wars Story,
The
Creator) fosse in lizza per sostituirlo.
“Ho visto anch’io quelle
voci”, ha detto Edwards in un’intervista poco dopo che
l’indiscrezione aveva fatto il giro. “L’ho vista e l’ho inviata
scherzosamente alla mia ragazza. Le ho mandato il link e le ho
detto: ‘Non volevo che lo scoprissi in questo modo’. Non ne ho mai
sentito parlare. È assolutamente… Internet è un posto incredibile.
Adoro quei film. Amo la Marvel, molti dei miei amici
lavorano nei film Marvel. Amo tutti gli altri film e
franchise, vado a vederli. Ho la maggior parte di loro nel mio
scaffale di DVD/Blu-ray. Ma voglio davvero continuare a perseguire
la fantascienza originale. È stata una risposta molto politicamente
corretta? Non dico mai. Nelle giuste circostanze,
assolutamente“.
Di recente
abbiamo appreso che Gareth Edwards è destinato
a dirigere il prossimo film di Jurassic
World per la Universal, quindi anche se ha avuto una
conversazione su Thor, è altamente improbabile che
ne sia uscito qualcosa.
Chiunque finisca per dirigere il
film, possiamo probabilmente aspettarci un tono leggermente più
cupo e serio rispetto a Thor:
Love and Thunder, che è stato ampiamente criticato per
aver portato gli elementi scanzonati di Ragnarök
a livelli eccessivamente sciocchi.
Se Chris Hemsworth tornerà a impugnare il
Mjölnir, potrebbe essere per l’ultima volta. Ecco cosa ha detto
l’anno scorso la star di Furiosa: A Mad Max
Saga a proposito di un possibile ritorno.
“Sento che probabilmente
dovremmo chiudere il libro se lo facessi di nuovo, capite cosa
intendo?”, ha detto l’attore a proposito della possibilità di
riprendere il ruolo. “Sento che probabilmente lo giustifica.
Sento che probabilmente sarebbe il finale, ma questo non si basa su
nulla che mi sia stato detto o su alcun tipo di piano. C’è la
nascita di un eroe, il viaggio di un eroe, poi la morte di un eroe,
e non so… se sono in quella fase? Chi lo sa?“.
Atlas
(la nostra
recensione) è ora in streaming su Netflix e l’embargo sulle recensioni è stato
revocato ieri sera tardi, poco prima che il film arrivasse in
streaming. Anche se non è sempre così, di solito questo non è un
grande indicatore di qualità, e di certo le recensioni sono state
piuttosto negative finora.
Il
film d’azione fantascientifico Atlas
diretto da Brad Peyton ha come protagonista
Jennifer Lopez (Hustlers, Cell) nel ruolo di Atlas
Shepard, “una donna che combatte per l’umanità in un futuro in cui
un’IA soldato ha stabilito che l’unico modo per porre fine alla
guerra è porre fine all’umanità”. Per superare questa IA ribelle,
Atlas
deve lavorare con l’unica cosa che teme di più: un’altra IA”.
La trama incentrata sull’IA è
appropriata, perché Atlas sembra essere stato generato da ChatGPT.
Non abbiamo recensito il film nella sua interezza, ma si tratta
fondamentalmente di un’accozzaglia di tropi e idee ben collaudati
che sono stati eseguiti molto meglio in altri film, ulteriormente
delusi da una sceneggiatura banale, da dialoghi atroci e da una
performance principale poco convincente.
Alcuni sono intervenuti in difesa
di Atlas,
ma i verdetti positivi scarseggiano su Rotten Tomatoes, dove il
film si trova attualmente a un misero 10% con 31 recensioni
contate.
La sinossi ufficiale recita: “Atlas
Shepherd (Jennifer Lopez), una brillante ma misantropa analista di
dati con una profonda sfiducia nell’intelligenza artificiale, si
unisce a una missione per catturare un robot rinnegato con cui
condivide un misterioso passato. Ma quando i piani vanno a rotoli,
la sua unica speranza di salvare il futuro dell’umanità dall’A.I. è
fidarsi di lui”.
Atlas è interpretato anche da Simu Liu, Sterling K.
Brown, Gregory James Cohan, Abraham Popoola, Lana Parrilla e Mark
Strong.
Per quanto possa essere difficile
da credere, sono passati più di quattro anni da quando i
Marvel Studios hanno annunciato per
la prima volta i piani per un reboot di Blade
con Mahershala Ali durante il San Diego
Comic-Con, e da allora il progetto è stato afflitto da problemi di
produzione.
Dopo essere passato attraverso una
serie di registi e scrittori, il progetto sembrava finalmente
essere tornato in carreggiata dopo che un recente aggiornamento di
Production Weekly aveva affermato che le riprese sarebbero iniziate
in autunno, ma sembra che il film abbia incontrato un altro
ostacolo sulla strada.
Secondo Daniel Richtman, si sta
cercando un nuovo sceneggiatore per dare alla sceneggiatura
un’altra importante revisione – anche se nota che la Marvel ha finalmente messo a punto
la storia generale, e conferma la notizia precedente secondo cui le
telecamere dovrebbero girare entro la fine dell’anno in Messico o
in Brasile.
A quanto pare, è stato anche
lanciato un casting per un cattivo principale maschile, ma il nome
del personaggio non è stato rivelato. Anche se sembra che tutto sia
stato risolto, un recente articolo ha affermato che Mahershala Ali ha minacciato di lasciare
il film a un certo punto a causa di frustrazioni con la
sceneggiatura.
Secondo alcune prime bozze, il
nuovo personaggio di Mahershala Ali, il Daywalker,
sarebbe stato “relegato a terzo o quarto protagonista” del
suo stesso film e, sebbene ciò sia stato contestato da uno
sceneggiatore che ha lavorato a una bozza prima degli scioperi, è
chiaro che la produzione è stata tutt’altro che tranquilla.
Vale la pena notare che l’ultimo aggiornamento di Ali durante
un’intervista con EW è stato positivo. “Ci stiamo lavorando.
Questo è il meglio che posso dirvi. Sono davvero incoraggiato dalla
direzione del progetto. Penso che torneremo a lavorarci
relativamente presto“.
“Sono sinceramente incoraggiato per quanto riguarda il punto
in cui si trovano le cose e chi è a bordo e chi sta guidando la
strada per quanto riguarda la scrittura della sceneggiatura, la
regia e tutto il resto“, ha aggiunto. “Quindi questo è il
massimo che posso dirvi”.
Anche il regista Yann Demange (che ha sostituito Bassam Tariq)
ha parlato positivamente del reboot e ha già confermato che il film
sarà effettivamente vietato ai minori.
“Sono entusiasta di mostrare una sorta di spietatezza, una
ruvidezza che gli permette di camminare sulla terra in un modo
particolare. Lo amo per questo”, ha detto il regista. “Ha
una dignità e un’integrità, ma c’è una ferocia che di solito tiene
sotto la superficie. Voglio liberarla e portarla sullo
schermo“.
Blade,
il film
Blade
uscirà nelle sale il 7 novembre 2025. Del nuovo Bladee
si sa ancora molto poco se non che esplorerà la natura del
personaggio, un vampiro in grado di camminare alla luce del sole
che usa i suoi poteri per dare la caccia ai suoi simili malvagi. Il
personaggio era già stato raccontato al cinema con i film
Blade, Blade II e Blade: Trinity, dove ad
interpretare il personaggio vi era l’attore Wesley Snipes.
La scelta di Mahershala Ali per assumere ora tale ruolo
sembra aver messo d’accordo
tutti, con l’attore indicato perfettamente idoneo sia a livello
estetico che di carisma.
Il Bladedi
Ali, come noto, ha già avuto un suo piccolo ingresso nell’MCU. Sua è infatti
la voce che si può ascoltare nella scena post titoli di coda del
film Eternals, quella in cui
compare anche l’attore Kit Harington e
la celebre Lama d’Ebano, che a sua volta sembra comparirà in
Blade. Come noto, il film sta però affrontando
numerosi problemi produttivi, con Ali che sembra essere stato
scontento delle prime versioni della sceneggiatura. Ci sarebbe
dunque stata una forte fase di riscrittura, che ha però
naturalmente portato il progetto a subire ritardi sia sull’inizio
delle riprese che sull’uscita in sala.
Dopo alcune recenti indiscrezioni,
il co-responsabile dei DC Studios James
Gunn ha annunciato ufficialmente il team creativo
della tanto attesa serie di Lanterne Verdi Max, che si intitolerà
Lanterns.
Il creatore di Lost e
Watchmen, vincitore di un Emmy Award, Damon
Lindelof, lavorerà alla sceneggiatura dell’episodio pilota
insieme al già citato (ma non confermato) showrunner di
Ozark Chris Mundy e all’acclamato scrittore di
fumetti Tom King.
“Sì, è vero. La serie DCU Lanterns sta mettendo insieme un team di
scrittori di prim’ordine, sulla base di una meravigliosa
sceneggiatura pilota e della bibbia di Chris Mundy, Tom King e
Damon Lindelof”, ha scritto Gunn in didascalia al suo post, che
include anche un (possibile) primo sguardo ad alcuni concept art
dello show. “Un caloroso benvenuto a Chris e @damonlindelof che si
uniscono alla famiglia DC Studios”.
Una precedente serie televisiva di
Lanterna Verde era in lavorazione prima che Gunn e
Peter Safran assumessero il ruolo di co-CEOS dei DC Studios. Quella
versione era stata creata da Greg Berlanti e
avrebbe avuto come protagonista Finn Wittrock nel
ruolo di Guy Gardner.
“La realtà è che le persone
hanno dei difetti. Abbiamo tutti delle stranezze. Abbiamo tutti
delle vulnerabilità“, ha detto Fillion di Gardner in una
recente intervista. “Potresti avere la famiglia più
meravigliosa, ma essere come ‘Oh, mio Dio, mio padre mi fa
impazzire. Ha questa cosa…’. Ognuno di noi ha qualcosa, e io adoro
immedesimarmi in quei difetti e in quelle imperfezioni“.
“È ciò che rende le persone
reali e che permette al pubblico di relazionarsi, perché tutti
sappiamo cosa sia. Tutti abbiamo i nostri. Ne siamo testimoni in
altre persone. Guy Gardner ha il 90% di difetti e non se ne
cura“, ha continuato. “È uno dei suoi difetti. Penso che
ci sia una vera libertà nell’interpretarlo. Quindi, per uno a cui
piace interpretare difetti e persone imperfette, Guy Gardner è una
miniera d’oro“.
“Questa è la storia di una
coppia di Lanterne Verdi, John Stewart e Hal Jordan“, ha detto
Gunn del progetto quando è stato annunciato. “Abbiamo alcune
altre Lanterne inserite, ma si tratta di una serie televisiva a
sfondo terrestre, quasi come True Detective, con una coppia di
Lanterne Verdi che sono poliziotti spaziali che sorvegliano il
Distretto Terra e che scoprono un mistero terrificante che si
collega alla nostra storia più grande del DCU“.
Il regista svedese di origine
egiziana Tarik Saleh si è recentemente distinto
grazie ai film Omicidio al Cairo (2017) e The
Contractor (2022), quest’ultimo interpretato da Chris Pine. Nello stesso 2022 ha poi
realizzato il film per cui è oggi principalmente noto e apprezzato,
ovvero La cospirazione del Cairo, un thriller
politico in lingua araba in cui si susseguono una serie di vicende
legate all’instabilità politica e religiosa presente nel Paese. Il
film stato presentato in anteprima mondiale il 20 maggio 2022 al
75° Festival
di Cannes, dove è stato selezionato per concorrere alla Palma
d’Oro.
Saleh è poi stato premiato per la
migliore sceneggiatura e il film ha ricevuto il premio François
Chalais a Cannes. In seguito, è stato selezionato come candidato
svedese per il miglior film internazionale alla 95ª edizione degli
Academy Awards, ma non è stato nominato. Si tratta in ogni caso di
un solido thriller con alcuni riferimenti alla realtà dell’Egitto e
al ruolo della fede islamica, che grazie ora al suo passaggio
televisivo è possibile riscoprire. Grazie ai solidi incassi
ottenuti in sala, si tratta inoltre del film straniero non in
lingua inglese di maggior successo da Parasite (2019).
Per gli appassionati del genere si
tratta infatti di un film da non perdere, che accanto al commento
sociale offre un intricato mistero da risolvere prima che possa
essere troppo tardi. In questo articolo, approfondiamo dunque
alcune delle principali curiosità relative a La
cospirazione del Cairo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori, alle
location dove è stato girato e alla
spiegazione del finale. Infine, si elencheranno
anche le principali piattaforme streaming
contenenti il film nel proprio catalogo.
Il film è incentrato sulla morte del
Grande Imam durante il discorso di benvenuto di fronte un gruppo di
studenti della rinomata università del Cairo, quella di Al- Azhar,
nota come il centro del potere dell’Islam sunnita. La scomparsa
dell’Imam dà inizio a una lotta senza esclusione di colpi per
influenzare coloro che dovranno prendere il suo posto. Lo sa bene
Adam, un ragazzo di provincia da poco arrivato in
città, che finirà nel bel mezzo di questi scontri e di questi
giochi di potere, dopo che un suo compagno di studi viene rinvenuto
morto nel cortile dell’università.
Il cast di La cospirazione
del Cairo e location del film: ecco dove è stato
girato
Protagonista del film, nel ruolo di
Adam, è l’attore Tawfeek Barhom, attore visto
anche in Maria Maddalena (2018) e Omen –
L’origine del presagio (2024). Accanto a lui, nel ruolo
del colonnello Ibrahim si ritrova invece Fares
Fares, noto per essere apparso in Zero Dark Thirty (2013) e Rogue One: A Star Wars Story (2016). Completano il
cast Mohammad Bakri nel ruolo del generale Al
Sakran, Makram Khoury in quello di Shaykh Negm e
Mehdi Dehbi nel ruolo di Zizu. Per le location,
invece, in quanto bandito dall’Egitto, Saleh ha dovuto girare il
film in Turchia, a Istanbul,
usando la Moschea di Solimano come location per
l’Università al-Azhar.
La spiegazione del finale del
film
Nel finale di La
cospirazione del Cairo, lo sceicco Negm si costituisce
all’NSA e dichiara di aver ucciso Zizu, l’informatore del
colonnello Ibrahim dell’NSA. L’NSA è costretta ad arrestarlo
nonostante sappia che non è colpevole. Successivamente, il
superiore di Ibrahim, Sobhi, gli ordina di uccidere Adam, rivelando
che l’NSA ha ucciso anche Zizu. Ibrahim è scioccato dalla
rivelazione e cerca di aiutare Adam a fuggire, ma viene catturato.
Sobhi cerca a quel punto di fare pressione su Adam affinché
confessi di aver ucciso Zizu. Anche Ibrahim viene arrestato, ma
riesce a convincere il generale Sakran a organizzare un incontro
tra Adam e Negm.
Quest’ultimo sa del ruolo dell’NSA
nell’omicidio di Zizu e intende rivelarlo ai media durante il
processo; Ibrahim pensa dunque che Adam possa convincere Negm a
ripensarci. Adam, effettivamente, riesce a far desistere Negm e
viene pertanto lasciato andare. Può a quel punto tornare al suo
villaggio natale indossando il turbante tipico di al-Azhar.
Ringrazia l’imam del villaggio, ma non è in grado di dire ciò che
ha imparato all’università. Nella scena finale del film si unisce
al padre sulla barca da pesca.
Particolarmente importante, per la
comprensione del finale di La cospirazione del
Cairo, è il dialogo conclusivo tra lo sceicco cieco e Adam
nella stanza degli interrogatori. Adam cita qui un versetto del
Corano con Abu Bakr che diceva che coloro che avevano rispettato il
Profeta dovevano riconoscere il fatto che Maometto era morto. Lo
sceicco cieco ritira allora la sua dichiarazione di colpevolezza
dopo aver sentito queste parole e riconosce la profonda conoscenza
dell’Islam da parte di Adam.
Nel dialogo, dunque, Adam fa
un’analogia tra la morte di Aziz e la morte di Maometto, e
un’analogia parallela tra la permanenza di Dio e la continuazione
di Al-Azhar. Se lo sceicco cieco continuasse a concentrarsi sulla
morte di Aziz, rischierebbe di mettere a repentaglio il rapporto
tra lo Stato e Al-Azhar, che è più importante di qualsiasi altra
cosa. Questo è il punto che Adam stava cercando di trasmettere e
nel riuscirci ottiene la propria liberazione.
Il trailer di La
cospirazione del Cairo e dove vedere il film in streaming
e in TV
Sfortunatamente il film non è
presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive
in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di
sabato 25 maggio alle ore 21:20
sul canale Rai 4. Di conseguenza, per un limitato
periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai Play,
dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua
messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente
gratuita, per trovare il film e far partire la visione.
Il film è liberamente basato
sulla serie di fumetti e graphic novel Keenspot di
Bobby Crosby e Remy “Eisu”
Mokhtar. Al di là dell’idea di una pop star che sposa
spontaneamente un insegnante che non ha mai conosciuto, i
personaggi e le situazioni sono però molto diversi e sono stati
riadattati affinché potessero essere più adeguatamente interpretati
dalla Lopez e dal suo co-protagonista Owen Wilson. Lopez, in particolare, ha
anche prodotto il film è si attivamente dedicata alla scelta dei
costumi del suo personaggio (il suo abito da sposa pesava circa 95
chili e ha procurato all’attrice una lesione
all’anca).
Al di là di queste piccole
curiosità, è questo un film che piacerà agli appassionati del
genere, che possono qui ritrovare non solo originali alternative ai
classici canoni delle rom-com ma anche tanti piacevoli e
orecchiabili brani cantati dalla Lopez e da celebre
Maluma. In questo articolo, approfondiamo dunque
alcune delle principali curiosità relative a Marry Me –
Sposami. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alle
canzoni della colonna sonora. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama e il cast di Marry
Me – Sposami
Kat Valdez è una
famosa cantante che sta per convolare a nozze con il fidanzato
rockstar Bastian, con una cerimonia pubblica. Poco
prima di questa, però, Kat scopre di essere stata tradita e per
ripicca decide comunque di sposarsi, scegliendo, però, un uomo a
caso tra il pubblico. La scelta ricade su Charlie
Gilbert, un divorziato e timido insegnante di matematica,
che si trova lì solo perché ha accompagnato sua figlia
Lou. I due si ritrovano così da perfetti
sconosciuti ad essere improvvisamente marito e moglie, chiamati a
cercare di far funzionare ciò che è nato come un atto
istintivo.
Ad interpretare la cantante Kat vi è
Jennifer Lopez, che di recente è stata
protagonista anche di Un matrimonio esplosivo (2023) e The Mother (2023). Accanto a lei, nel ruolo del
neo-marito Charlie si ritrova invece il celebre attore
Owen Wilson, noto per film come 2 single a nozze e Zoolander. Il cantante
colombiano Maluma interpreta invece Bastian,
l’iniziale compagno di Kat, mentre Chloe Coleman è
Lou, figlia di Charlie. Recitano poi nel film Sarah
Silverman nel ruolo di Parker Debbs, amica di Charlie, e
John Bradley in quelli di Colin.
Le canzoni presenti nel film
Marry Me –
Sposami è pieno di musica che diventa parte della
narrazione. La maggior parte della colonna sonora del film è
infatti costituita da canzoni eseguite da Lopez e Maluma per il
film, compresa la title track. Nonostante avesse già recitato in
film in cui aveva a che fare con il canto, Marry Me –
Sposami è il primo film in cui Jennifer Lopez canta canzoni dal vivo usando
la sua stessa voce. Innanzitutto, il brano portante del film non
può che essere “Marry Me”, cantata da Kat
e Bastian. Viene suonata per tutto l’inizio del film per dimostrare
la sua popolarità.
Il brano che viene eseguito durante
i preparativi per il matrimonio è invece “Pa Ti (For
You)”, sempre di Jennifer Lopez & Maluma. Segue poi
“Church”, cantata durante il concerto di
nozze di Kat e Bastian e che vede Kat esibirsi subito prima di
lasciare il palco per cambiarsi con l’abito da sposa. Il testo
della canzone paragona l’amore alla sensazione di essere in
paradiso. “1 en 1 Millón” di Maluma, è il
brano che Bastian la canta durante il concerto di nozze di lui e
Kat, dopo che lei ha lasciato il palco per prepararsi alle
promesse.
“Love of My
Life” è invece il brano che Kat canta durante il
montaggio della prima conversazione tra lei e Charlie senza
telecamere, assistenti e social media. È la prima volta che sono
veramente soli e si conoscono. Vi è poi “Perfect
Combination” di Hael, canzone che si
può ascoltare mentre Kat e Charlie sono al loro primo
“appuntamento” in una pista da bowling. “Just Got
Paid” di Ella Eyre & Meghan
Trainor ft. French Montana è invece la
canzone che suona quando Kat visita il club di matematica della
scuola media di Charlie.
“Swing” di
PMGRNT è la canzone che si sente durante il ballo
scolastico, poco prima che Kat salga sul palco per cantare la sua
nuova canzone.,“After Love (Part 1)”,
eseguita dalla Lopez. “If I Ever Were to Leave
You” di Robert Goulet è invece la
canzone che Charlie mette dopo il ballo in quanto è una delle sue
preferite. La canzone diventa anche il primo brano che Charlie e
Kat ballano insieme. “Marry Me – Ballad”
è invece la versione ballata di “Marry Me” è cantata in
duetto da Kat e Bastian.
Altri brani presenti nel film sono
“Segundo”, canzone che parla di seconde
possibilità cantata da Maluma, lasciando intendere che lui e Kat ne
avranno una, mentre “On My Way” di
Jennifer Lopez è la canzone che Kat non
riusciva a finire, fino a quando Charlie non l’ha lasciata e lei ha
trovato l’ispirazione per farlo. La canzone viene completata e
viene riprodotta su un montaggio che mostra come sia lei che
Charlie stiano cercando di andare avanti. Infine,
“Nobody’s Watching”, sempre di Jennifer
Lopez, è la canzone finale di Marry Me –
Sposami e suona sui titoli di coda.
Il trailer di Marry Me –
Sposami e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di Marry Me –
Sposami grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV,
Apple TV, Google
Play, Infinity+ e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 25
maggio alle ore 21:20 su Canale
5.
La giuria presieduta dall’attrice e
regista Greta
Gerwig ha annunciato i vincitori
del Festival diCannes2024. Dopo dieci emozionanti giorni di proiezioni,
conferenze, star e
red carpet, si è conclusa anche questa edizione del festival,
la numero 77 per la kermesse francese. Di seguito, ecco tutti i
premiati:
Ecco i vincitori del Festival di
Cannes 2024
Concorso
Palma d’oro:ANORA – Sean BAKER
Grand Prix Speciale della Giuria:ALL WE
IMAGINE AS LIGHT – Payal KAPADIA
Premio della Giuria: EMILIA
PEREZ – Jacques AUDIARD
Prix de la mise en scène:GRAND TOUR –
Miguel GOMES
Sta per concludersi la 77a edizione
del Festival
di Cannes e ieri sera al Palais des Festivals si è
tenuta la premiere di La Plus Précieuse des
marchandises il nuovo film di Michel
Hazanavicius, tratto dal romanzo di Jean-Claude
Grumberg Una merce molto pregiata (2019). Oltre al cast hanno
sfilato attrice del calibro di
Helen Mirren, Andie MacDowell, Joey King e molte
altre.
C’era una volta, in un grande
bosco, un povero taglialegna e la moglie di un povero taglialegna.
Il freddo, la fame e la miseria, e la guerra intorno a loro,
rendevano la loro vita molto difficile. Un giorno, il povero
taglialegna raccolse un bambino. Un bambino gettato da uno dei
tanti treni che passavano continuamente per il loro bosco. Protetta
a qualunque costo, questa bambina, questa piccola merce, cambierà
la vita di questa donna, di suo marito e di tutti coloro che
incroceranno il suo cammino, compreso l’uomo che l’ha gettata dal
treno.
Il genere bellico è stato
prevalente nella storia del cinema, risalendo all’epoca del muto e
rimanendo un genere popolare e rilevante fino ad oggi. Il fatto che
queste storie continuino a essere raccontate e a risuonare tra gli
spettatori e i critici è indice della natura purtroppo universale
della guerra, visto che la guerra stessa non sembra mai scomparire.
I film di guerra possono trattare di conflitti
contemporanei, di guerre passate che per alcuni sono ancora nella
memoria vivente e di guerre combattute centinaia – o addirittura
migliaia – di anni fa.
Qualsiasi tentativo di stilare una
classifica dei più grandi film di guerra di tutti i
tempi deve naturalmente coprire più paesi e mettere in
evidenza film su numerosi conflitti. Esistono molti punti di vista
su molte guerre diverse, ed è lecito supporre che, finché le guerre
saranno combattute, i film che fanno luce sugli orrori della guerra
– riconoscendo talvolta i sacrifici compiuti dagli individui –
rimarranno rilevanti. Ecco alcuni dei migliori film di
guerra di tutti i tempi, classificati di seguito dal più
grande al più grande.
Gettysburg (1993)
I film di guerra non sono molto più
grandi per portata e durata di Gettysburg, che può vantare di
essere uno dei film americani più lunghi mai realizzati. Il film si
guadagna la sua durata grazie all’estrema attenzione ai dettagli
nella rappresentazione della Battaglia di Gettysburg durante la
Guerra Civile Americana, che si svolse nell’arco di tre giorni e
finì per essere un evento decisivo per la fine del conflitto.
Concentrandosi maggiormente sulla
rappresentazione degli eventi nel modo più ampio possibile,
Gettysburg è meno incentrato sul racconto di una storia incentrata
sui personaggi e più su un’esperienza/ricreazione. Da questo punto
di vista, il film è estremamente riuscito e impressionante. E sì,
la durata di oltre quattro ore può essere impegnativa, ma dato che
è più o meno la durata di tre film relativamente brevi in uno – e
copre uno spazio di tre giorni – è abbastanza facile guardarlo in
tre parti per chiunque sia altrimenti intimidito dalla
lunghezza.
Gettysburg in streaming è
disponibile sulle seguenti piattaforme:
I sette senza gloria (Play Dirty)
1969
È sorprendente il numero di
film in cui
Michael Caine è apparso nel corso di una carriera che
dura da circa sessant’anni. Sia come protagonista che come attore
non protagonista, è sempre molto bello da vedere, ma la sua
prolifica filmografia significa che ci sono molti titoli che sono
sfuggiti al radar di molti. Uno di questi è Play Dirty del 1969, un
film di guerra eccezionalmente sottovalutato.
L’ambientazione è il Nord Africa e
la guerra trattata è la Seconda Guerra Mondiale, con la narrazione
incentrata sui commando britannici che si travestono e vanno dietro
le linee nemiche per una pericolosa missione che prevede la
distruzione di un deposito di petrolio. Play Dirty riesce a
essere coinvolgente e a volte persino divertente, ma allo stesso
tempo cupo ed efficacemente contro la guerra, raggiungendo
un tono unico che si rivela difficile da scrollarsi di dosso una
volta terminato il film; è certamente un tono che vi rimarrà
impresso.
I sette senza gloria è disponibile
sulle seguenti piattaforme:
La nave matta di Mister Roberts
(1955)
John Ford è stato forse il regista
americano di riferimento per quanto riguarda il genere western, ma
non tutti i suoi film erano western; anzi, molti dei suoi grandi
film appartenevano a generi diversi. Prendiamo ad esempio Mister
Roberts, un film sulla Seconda Guerra Mondiale incentrato su un
gruppo di persone che lavorano in Marina, che racconta una storia a
volte divertente e a volte seria su quanto possa essere
sorprendentemente noioso questo stile di vita.
Come dramma, Mister Roberts riesce
a trovare cose da fare – e momenti di leggerezza – in circostanze
altrimenti difficili, cosa che molti altri drammi di guerra hanno
fatto sulla scia di questo film. Si sente influenzato da qualcosa
come M*A*S*H o probabilmente anche da Jarhead, e ha un cast di
stelle assolutamente dinamico che include Henry Fonda, James
Cagney, Jack Lemmon e William Powell.
La nave matta di Mister Roberts
(1955) in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:
Riccardo III (1995)
Film di Shakespeare unico nel suo
genere e allo stesso tempo sorprendente film di guerra, Riccardo
III è estremamente sottovalutato e ha resistito molto bene nei
quasi 30 anni trascorsi dalla sua uscita. Ian McKellen è il
protagonista del film e probabilmente non è mai stato così bravo,
facendo valere ogni secondo del suo tempo sullo schermo e
interpretando un uomo pericoloso che non si fermerà davanti a nulla
– e forse ucciderà tutti – per raggiungere il suo obiettivo di
ottenere il trono britannico.
Riccardo III è una tragedia
classica in tutto e per tutto, ma si presenta in modo nuovo grazie
alla presentazione (McKellen, ad esempio, si dà al Fleabag facendo
molti monologhi davanti alla macchina da presa) e
all’ambientazione, che porta le cose nell’Inghilterra degli anni
’30, piuttosto che in quella originale del 1400. Il film utilizza
questo aspetto per commentare vari aspetti della Seconda Guerra
Mondiale, in particolare la sua preparazione, e riesce a condannare
il fascismo e la guerra in generale, oltre a essere una
reinterpretazione divertente ed estremamente ben recitata di un
classico di Shakespeare.
Riccardo III (1995) in streaming è
disponibile sulle seguenti piattaforme:
Underground (1995)
Da dove cominciare per descrivere
Underground? È un film che dura quasi tre ore e abbraccia circa
mezzo secolo, coprendo a sua volta tre diverse guerre.
L’ambientazione è l’ex Jugoslavia e la trama ruota principalmente
intorno a due amici e a una donna che si mette in mezzo a loro,
seguendo come il trio attraversa prima la Seconda Guerra Mondiale,
poi la Guerra Fredda e infine la Guerra Civile Jugoslava degli anni
Novanta.
Underground mostra le prove e le
tribolazioni di vivere non solo una guerra, ma diverse, e lo fa in
un modo che può sembrare surreale a volte, essere divertente e
sciocco in altri momenti, per poi diventare improvvisamente tragico
e sconvolgente in un attimo. Si tratta di uno dei migliori film
degli anni ’90, con una fotografia spettacolare, un’ottima
interpretazione e una fantastica imprevedibilità, oltre ad essere
uno sguardo illuminante su un ex paese e su come è stato sconvolto
per sempre dal tumultuoso XX secolo.
Underground (1995) in streaming è
disponibile sulle seguenti piattaforme:
Nuda per un pugno di eroi (Red
Angel, 1966)
Sebbene Nuda per un pugno di eroi
affronti a tratti il tema del romanticismo, è difficile definirlo
un film romantico a tutti gli effetti, almeno nel senso
tradizionale del termine, a causa della sua crudezza. Il film segue
un’infermiera giapponese che lavora in Cina durante la guerra
sino-giapponese, trovando legami con altri individui problematici –
a volte fisicamente e/o sentimentalmente – mentre intorno a lei si
verificano quotidianamente terribili carneficine, spargimenti di
sangue e atti di brutalità.
È piuttosto scioccante quanto Nuda
per un pugno di eroi sia violento per un film della sua epoca e,
dato che oggi è piuttosto sconvolgente da vedere, si può solo
immaginare come avrebbe reagito il pubblico nel 1966. È un film
duro e brutale, pieno di immagini inquietanti e sequenze di
tragedia, ma i film contro la guerra a volte ne hanno bisogno, per
trasmettere il messaggio. E nessuno può accusare Red Angel di non
aver trasmesso efficacemente il suo messaggio contro la guerra.
Nuda per un pugno di eroi in
streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:
Paisà (1946)
Film del neorealismo italiano,
Paisà è affascinante da un punto di vista storico
e come film sulla Seconda Guerra Mondiale. È stato
infatti realizzato a un solo anno dalla fine del conflitto in
questione e racconta gli eventi che si sono svolti tra il 1943 e il
1944, tutti riguardanti l’invasione alleata dell’Italia nell’ambito
del teatro bellico europeo.
Paisà è anche
strutturato in modo interessante, comprendendo una mezza dozzina di
storie brevi che si sommano in un film di poco più di due ore. Come
molti film con questa struttura, alcuni segmenti lasciano un
impatto maggiore di altri, ma Paisà fa luce su quello che
allora era un evento relativamente recente e sembra autentico in un
modo che non molti film di guerra sono in grado di
raggiungere.
Paisà in streaming è disponibile
sulle seguenti piattaforme:
L’arpa birmana (The Burmese Harp,
1956)
Film purtroppo in parte perduto,
ciò che resta de L’arpa birmana è ancora straordinariamente
avvincente (e aiuta il fatto che la versione intatta dura 116
minuti, mentre il montaggio originale ne durava poco più di 140).
Il film si svolge in gran parte nel periodo immediatamente
successivo alla Seconda Guerra Mondiale e segue un soldato
giapponese che si separa dalla sua squadra e decide di travestirsi
da monaco per evitare di essere scoperto e/o imprigionato.
Gran parte del film si concentra su
questo soldato solitario, ma altre scene sono dedicate agli altri
membri della sua squadra e alla loro disperata ricerca di lui. The
Burmese Harp si svolge con un ritmo lento ma costante e, mentre chi
cerca numerose scene di combattimento potrebbe non trovare questo
stile di film di guerra di suo gradimento, chi desidera un dramma
più tranquillo e sobrio – incentrato sui personaggi – che si svolge
sullo sfondo della guerra, potrebbe trovare molto da
apprezzare.
20 Days in Mariupol (2023)
Vincitore dell’Oscar per il miglior
documentario agli Academy
Awards 2024,
20 Days in Mariupol fa luce su un conflitto molto recente che,
al momento dell’uscita del film, era ancora in corso. Il film è
incentrato sull’esperienza di un giornalista che ha coperto i primi
giorni dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel 2022,
un evento che ha dato il via a un’intera guerra ancora in corso
all’inizio del 2024.
20 Days in Mariupol non scende a compromessi su ciò che è
disposto a mostrare, ma l’approccio implacabile serve a
sottolineare l’insensatezza del conflitto in corso e gli orrori
moderni che un’invasione del genere ha causato alla popolazione di
Mariupol. Sapere che il film è incentrato solo su una parte
dell’Ucraina rende il contenuto del film ancora più preoccupante,
perché non si può mostrare molto, e in effetti la morte e la
distruzione causate da questa nuova guerra si sono diffuse ben
oltre una sola città.
20 Days in Mariupol in streaming è
disponibile sulle seguenti piattaforme:
Hamburger Hill: collina 937 (1987)
Sebbene Hamburger
Hill non sia stato il film sulla guerra del Vietnam più
conosciuto tra quelli usciti nel 1987, si tratta di un grande film
– e sottovalutato – che ha comunque ricevuto un alto livello di
apprezzamento da parte della critica. Il suo approccio alla
rappresentazione della guerra in questione è schietto e brutale, e
segue numerosi soldati che combattono in una battaglia
particolarmente straziante, tutti al servizio della rivendicazione
di un piccolo pezzo di terra dal nemico.
Mostrando i combattimenti in modo
viscerale e sanguinoso, Hamburger Hill emerge in ultima analisi
come un film fortemente contro la guerra, perché anche se
tecnicamente c’è una buona dose di “azione”, non è certo divertente
o catartico da guardare. È un film che mira a essere il più
grintoso e realistico possibile tra i film di guerra non
documentaristici e, a tal fine, funziona eccezionalmente bene.
Hamburger Hill: collina 937 in streaming è disponibile sulle
seguenti piattaforme:
Devils on the Doorstep (2000)
Devils on the
Doorstep si distingue dalla massa dei film di guerra per
il suo approccio unico al racconto della storia dei prigionieri di
guerra e perché è allo stesso tempo cupamente divertente ed
estremamente pesante. C’è un elemento farsesco nella storia dei
cittadini cinesi a cui viene chiesto di trattenere – per ragioni
sconosciute – due soldati giapponesi fatti prigionieri, ma le cose
prendono una piega molto più cupa nell’atto finale.
In Devils on the
Doorstep i cambi di tonalità non sono mai stridenti ed è
miracoloso che il tutto riesca a combinarsi dal punto di vista
della scrittura, pur lasciando l’impatto che ha. È uno dei film di
guerra più sottovalutati usciti finora in questo secolo e, anche se
può essere difficile da trovare, vale la pena di cercarlo per chi
cerca qualcosa di diverso.
Valzer con Bashir (2008)
Se Valzer con
Bashir può essere definito un grande documentario di
guerra, sembra anche qualcosa di più, grazie alla sua presentazione
e all’uso surreale dell’animazione. Il regista Ari Folman fa di se
stesso il soggetto, e il film è ambientato nel tentativo di
ricordare il suo coinvolgimento in un evento particolarmente truce
avvenuto nell’ambito della guerra del Libano del 1982, quando
Folman era un giovane soldato.
Valzer con Bashir
analizza un conflitto che dura ancora oggi, e si presenta come un
film contro la guerra in tutto e per tutto, anche se, in modo
preoccupante, guarda a certi eventi dalla prospettiva di qualcuno
che era dalla parte di chi li ha perpetrati. Alcuni potrebbero
essere contrari al film per questo motivo, ma altri potrebbero
sostenere che Folman parla di ciò che sa e di ciò di cui può
parlare. Il film termina inoltre in modo particolarmente
devastante, sottolineando il costo di questa particolare guerra e
chiarendo chi furono le vere vittime in una sequenza finale
straziante e difficile da scuotere, che incorpora filmati
d’archivio reali e non animati con un effetto sconcertante.
Valzer con Bashir in streaming è disponibile sulle seguenti
piattaforme:
Quo Vadis, Aida? (2020)
Tra i migliori film del 2020,
Quo Vadis, Aida? è la ricostruzione drammatizzata
di un evento particolarmente preoccupante avvenuto nel contesto
della guerra di Bosnia, che si è svolta dal 1992 al 1995. Il film è
incentrato su una crisi che coinvolge migliaia di persone che
cercano rifugio in un campo delle Nazioni Unite dopo che la loro
città è stata conquistata, con la protagonista che è una
traduttrice delle Nazioni Unite coinvolta in tutto questo, sia per
la sua professione che per i suoi familiari in pericolo.
È un film dalla costruzione lenta,
con una tensione costante e una sensazione di sprofondamento che
diventa sempre più disperata man mano che Quo Vadis, Aida? si avvia
a una conclusione potente. È uno dei film di guerra più cupi e
strazianti della memoria recente, che si rivela ancora più efficace
per il modo in cui mette in luce le vite dei non combattenti e come
tutti possano essere messi in pericolo a causa di un conflitto, non
solo i soldati.
Quo Vadis, Aida? in streaming è disponibile sulle seguenti
piattaforme:
The Human Condition’ (1959-1961)
Masaki Kobayashi è stato un regista
giapponese noto per aver realizzato film cupi, audaci e incentrati
sui personaggi. La trilogia di The Human Condition è stata la sua
impresa più ambiziosa ed epica come regista. Con tre parti
distribuite tra il 1959 e il 1961, La condizione umana, nel suo
complesso, emerge come un’unica storia che si svolge nell’arco di
quasi 10 ore, classificandosi così tra i film di guerra più lunghi
di tutti i tempi.
La storia di The Human Condition è
incentrata su un singolo uomo di nome Kaji, che passa dall’essere
un obiettore di coscienza a una persona costretta a essere
ulteriormente coinvolta nella Seconda Guerra Mondiale, con le sue
esperienze che cambiano la sua personalità e la sua visione della
vita sotto gli occhi del pubblico. Il film fa un ottimo lavoro nel
presentare la portata della Seconda Guerra Mondiale in alcune
sequenze, ma è più efficace nel mostrare il tributo personale della
guerra su un giovane uomo, esplorando di conseguenza la condizione
umana del titolo in modo molto dettagliato.
The Zone of Interest (2023)
Sebbene non sia stato il primo film
a esplorare la banalità del male nel contesto della guerra, pochi
film l’hanno fatto in modo così efficace come
La zona d’interesse (e, probabilmente, nessun altro
documentario su questo tema è stato così potente). È un film sul
comandante di Auschwitz e la sua famiglia che vivono la loro vita
accanto al più grande campo di concentramento della Germania
nazista, cercando di ignorare gli orrori di ciò che stava accadendo
nelle vicinanze.
The Zone of Interest vuole mettere gli spettatori nei panni di
alcune persone molto insensibili, mostrando tuttavia con
un’intensità che fa venire il voltastomaco come gli esseri umani
siano in grado di ignorare cose che si pensa possano infastidirli o
turbarli. Il film esplora il male in modo non tradizionale e, a
detta di alcuni, poco cinematografico, ma l’approccio lascia
sicuramente il segno e si traduce in un film difficile da
dimenticare, per quanto alcuni spettatori possano desiderare di
dimenticarlo una volta terminato.
The Zone of Interest in streaming è disponibile sulle seguenti
piattaforme:
The Best Years of Our Lives (1946)
Forse più un film drammatico che un
tradizionale film di guerra, I migliori anni della nostra
vita è comunque avvincente e innovativo per il suo tempo.
Uscito l’anno successivo alla conclusione della Seconda Guerra
Mondiale, nelle sue quasi tre ore di durata racconta le vite di
numerosi veterani statunitensi che tornano alla vita in patria dopo
aver combattuto oltreoceano e le difficoltà che comporta questo
periodo di riadattamento.
La sua premessa significa che è un
film sulla guerra che non presenta scene di combattimento, ma si
concentra sul processo di recupero da un evento traumatico e
sull’esplorazione degli effetti fisici e psicologici della guerra
per coloro che vi sopravvivono. Probabilmente era terapeutico per
il pubblico degli anni ’40 e il film è ancora oggi un documento
storico avvincente e un dramma postbellico incentrato sui
personaggi.
La grande illusione (1937)
Film francese ambientato durante la
Prima Guerra Mondiale, La grande illusione è un film che si è
mantenuto incredibilmente bene per essere uscito ben 80 anni fa.
Segue un gruppo di soldati francesi che vengono rinchiusi in un
campo di prigionia e poi in una struttura di massima sicurezza,
dalla quale elaborano un piano per liberarsi.
Le complicazioni che ne derivano
sono dovute alle differenze di classe tra gli uomini, che sono
ancora attuali, nonostante tutti combattano tecnicamente per la
stessa parte. Uscito poco prima dello scoppio di un’altra guerra
mondiale, il film utilizza la sua premessa per esplorare aspetti
della vita che non riguardano solo la guerra su scala globale,
risultando un film sorprendentemente profondo e riflessivo che ha
molto da dire anche sul funzionamento della società tra guerre su
larga scala.
La grande illusione in streaming è disponibile sulle seguenti
piattaforme:
Oppenheimer è ambientato in gran parte durante la Seconda
Guerra Mondiale e copre i periodi precedenti e successivi al
conflitto, ma in definitiva è una sorta di biopic, incentrato sul
personaggio principale. Quell’uomo è J. Robert Oppenheimer e il film racconta, a grandi linee,
come ha sviluppato la prima bomba atomica al mondo e come si è
confrontato con la grandezza della sua creazione dopo che è stata
usata per concludere la Seconda Guerra Mondiale.
Le bombe a cui ha dedicato gran
parte della sua vita sono state utilizzate per uccidere
innumerevoli vite nelle città di Hiroshima e Nagasaki, per
costringere le forze americane alla resa del Giappone. Il film è
certamente cupo, con il suo personaggio centrale – e quindi il
pubblico – costretto a riflettere su come la creazione della bomba
atomica abbia continuato ad avere un impatto sulle vite anche molto
tempo dopo la conclusione della Seconda Guerra Mondiale, con la
minaccia incombente di un’altra guerra (ora nucleare) che potrebbe
distruggere il mondo.
Oppenheimer in streaming è disponibile sulle seguenti
piattaforme:
Roma Città Aperta (1945)
Roberto Rossellini
è uno dei registi italiani più famosi di tutti i tempi, tenuto in
particolare considerazione dal leggendario Martin Scorsese. Il suo film del 1945, Roma
città aperta, è probabilmente la sua opera più importante, essendo
ambientato nel 1944 e descrivendo l’occupazione nazista di Roma, in
particolare per quanto riguarda gli scontri tra le forze naziste e
i combattenti della resistenza.
A causa della sua uscita nel 1945,
il film è stato girato quasi subito dopo che le forze naziste
avevano lasciato Roma, e Roma città aperta riesce a risultare
intensamente realistico grazie a questo periodo e alla possibilità
di girare in parti della città che avevano ancora l’aspetto che
avevano durante la guerra. È un film avvincente e storicamente
significativo ed è anche notevole per aver dato al futuro regista
Federico Fellini uno dei suoi primi crediti, in quanto ha
co-scritto la sceneggiatura del film.
Roma Città Aperta in streaming è
disponibile sulle seguenti piattaforme:
Il labirinto del fauno (2006)
Pochi registi hanno tentato di
fondere i generi fantasy e bellico nello stesso film, ma il
leggendario Guillermo del Toro non è un regista
qualunque.
Il labirinto del fauno è il suo miglior film in una carriera
piena di grandi film, e riesce a essere una favola fantasiosa e
oscura e un film di guerra estenuante e intenso allo stesso
tempo.
Sebbene si svolga nel 1944, non è
un film sulla Seconda Guerra Mondiale, ma si concentra sulle
conseguenze della Guerra Civile Spagnola, con la protagonista (una
ragazzina che sfugge agli orrori della vita ritirandosi in un mondo
fantastico) che ha un patrigno che combatte la guerriglia contro la
dittatura franchista del paese. È ugualmente efficace come film di
guerra, pur essendo principalmente un esempio di
film dark fantasy, e l’approccio unico alla commistione di
generi lo rende uno dei più grandi film del XXI secolo fino ad
oggi.
Il labirinto del fauno è disponibile sulle seguenti
piattaforme:
Gli anni spezzati (1981)
Diretto dall’innovativo regista
australiano Peter Weir, Gli anni spezzati (Gallipoli, 1981) è un
film sulla Prima Guerra Mondiale triste e deprimente, che racconta
di giovani idealisti che si arruolano in un conflitto che non
capiscono. Il film è incentrato su due corridori che diventano
amici e si arruolano insieme nel corpo dell’esercito australiano e
neozelandese, aspettandosi che il combattimento oltreoceano sia
un’avventura.
Invece, finisce per essere
tutt’altro: i due vengono inviati nella penisola di Gallipoli, dove
si trovano in netto svantaggio contro le forze turche che difendono
la zona. Il film mostra efficacemente come i giovani siano stati
ingannati e poi sfruttati dai vecchi, mostrando con dolorosi e
strazianti dettagli come la guerra distrugga efficacemente le
giovani vite.
Gli anni spezzati in streaming è disponibile sulle seguenti
piattaforme:
Ali (Wings, 1927)
Ali (Wings) ha un grande
significato storico, in quanto è stato il primo film a vincere il
premio come miglior film agli Academy Awards… più o meno,
perché il primo Academy Awards si distingue per aver assegnato due
trofei equivalenti al miglior film (l’altro vincitore è stato
Sunrise: A Song of Two Humans), cosa che non è mai più
accaduta.
Questo film di guerra è incentrato
sull’allora abbastanza recente Prima Guerra Mondiale (allora
chiamata Grande Guerra), con la storia di due piloti che sono
entrambi innamorati della stessa donna. Il film combina
efficacemente il romanticismo/melodramma con emozionanti sequenze
d’azione, con i vari combattimenti tra cani che resistono ancora
oggi e si rivelano impressionanti da guardare.
Ali in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:
Dunkirk (2017)
Conosciuto soprattutto per la sua
trilogia del
Cavaliere Oscuro e per i suoi film d’azione/thriller
sconvolgenti, Dunkirk
ha rappresentato una sorta di cambio di passo per il regista
Christopher Nolan. Questo film del 2017
mantiene in qualche modo l’atmosfera di un grande film thriller, ma
è innegabilmente un film di guerra, anche se con una struttura e
uno stile unici.
Racconta la storia di come le forze
alleate furono evacuate con successo dal porto di Dunkerque
all’inizio della Seconda Guerra Mondiale, e lo fa da molteplici
prospettive che permettono agli spettatori di percepire l’enormità
dell’evento storico. Inoltre, le diverse prospettive si svolgono a
velocità differenti, coprendo periodi di tempo leggermente diversi,
il che conferisce al film un’impronta decisamente “nolaniana”, dato
il suo amore per la curvatura del tempo e dello spazio nei suoi
film.
Dunkirk in streaming è disponibile sulle seguenti
piattaforme:
Glory – Uomini di gloria (1989)
Tra tutti i film che trattano la
guerra civile americana, Glory – Uomini di gloria è probabilmente
il più famoso e forse il migliore. Il film è incentrato su una
compagnia di volontari tutti neri che combatte per il Nord,
aggiungendo un ulteriore livello di emozione alla storia di questo
conflitto, visto che la schiavitù dei neri in America è stata una
questione fondamentale per il motivo per cui la guerra è stata
combattuta in primo luogo.
Il film può essere criticato in una
certa misura per il fatto di avere un protagonista bianco al centro
dell’intera storia; un approccio del genere sarebbe meno probabile
se Glory – o qualcosa di simile – fosse stato realizzato oggi.
Tuttavia, il film rimane avvincente e di facile coinvolgimento e
rappresenta un’ottima vetrina per gli attori di colore, in
particolare per Denzel Washington, che ha vinto il suo primo Oscar
per il suo ruolo nel film.
Glory – Uomini di gloria in streaming è disponibile sulle
seguenti piattaforme:
The Hurt Locker (2008)
The Hurt Locker è stato presentato in anteprima nel
2008, ma è uscito nelle sale solo nel 2009 e ha vinto il
premio come miglior film agli Oscar di quell’anno. È
ambientato durante la guerra in Iraq ed è incentrato su un gruppo
di persone che fanno parte di un’unità di artificieri, seguendo il
loro ruolo intensamente pericoloso che li vede disinnescare
esplosivi.
Il film riesce ad essere un film
estremamente avvincente, che dà la sensazione di essere genuino,
autentico e imprevedibile, come se una bomba potesse
(letteralmente) esplodere da un momento all’altro. Presenta anche
l’idea preoccupante che il combattimento sia una scarica di
adrenalina per certi tipi di personalità, e che la guerra attragga
queste persone, anche se in fin dei conti è un’esperienza
oggettivamente terrificante e mortale, e uno dei migliori film di
Kathryn Bigelow.
The Hurt Locker in streaming è disponibile sulle seguenti
piattaforme:
Napoleon (1927)
Di film su Napoleone Bonaparte ce
ne sono a bizzeffe (di recente si è visto soprattutto il film 2023
di
Ridley Scott, con
Joaquin Phoenix nel ruolo del protagonista), anche se
nessuno può vantare una portata epica come il Napoleone del 1927.
Questo film dura ben cinque ore e mezza e, nonostante la sua
lunghezza, copre solo una piccola parte della movimentata vita di
Napoleone, dato che in origine era previsto come una voce di una
serie di sei film.
Il regista Abel Gance non fu mai in
grado di realizzare questo progetto completo, ma il suo film del
1927 rimane comunque un’opera monumentale e, in definitiva, il film
su Napoleone Bonaparte di cui gli altri esistono solo l’ombra. Per
coloro che non amano i film di guerra lunghi, densi e senza
dialoghi, questo classico dell’epoca del muto è assolutamente da
vedere.
Napoleon in streaming è disponibile sulle seguenti
piattaforme:
Patton, generale d’acciaio (1970)
George C. Scott da solo rende
Patton degno di essere visto. La sua interpretazione del
protagonista, il generale George S. Patton, è una delle più grandi
degli anni Settanta, con Scott che comanda lo schermo e mastica
tutta la scena, con un approccio necessario per una persona che, a
detta di molti, era più grande della vita.
Il resto del film è ancora solido,
naturalmente, con le sue quasi tre ore di durata utilizzate per
mostrare le varie campagne e battaglie in cui il personaggio
principale è stato coinvolto durante la Seconda Guerra Mondiale. È
un film un po’ estenuante, ma completo e ben fatto, e per chi ama
un’epopea bellica vecchio stile, Patton è facile da
consigliare.
Patton, generale d’acciaio in streaming è disponibile sulle
seguenti piattaforme:
Corea in fiamme (The Steel Helmet, 1951)
La Guerra di Corea è talvolta
conosciuta come la Guerra dimenticata, anche perché non sono stati
girati molti film su di essa come su altre guerre (la lunga serie
televisiva M*A*S*H è probabilmente l’opera
mediatica più conosciuta su di essa). Fu combattuta all’inizio
degli anni Cinquanta e, per quanto riguarda i libri di storia,
tende a essere messa in ombra dalla precedente Seconda guerra
mondiale e dalla successiva guerra del Vietnam.
Questo rende Il casco d’acciaio un
film di guerra essenziale, in quanto è ambientato durante la guerra
di Corea e offre una visione preziosa di un conflitto di cui molti
non sono troppo informati. Il film mostra una battaglia disperata
(e ricca di vittime) combattuta all’interno e intorno a un tempio
buddista durante la guerra, ed è sorprendentemente schietto e
straziante per un film della sua epoca, per non parlare del fatto
che è stato realizzato mentre la guerra di Corea era ancora in
corso.
Corea in fiamme in streaming è disponibile sulle seguenti
piattaforme:
L’ascesa (The Ascent, 1977)
The Ascent è
certamente uno dei film di guerra più sottovalutati di tutti i
tempi e uno dei migliori. È un film crudo, cupo e gelido, che
riesce a far sentire allo spettatore il freddo dell’ambientazione,
raccontando allo stesso tempo la cupa storia di due soldati
sovietici che si addentrano nel territorio occupato dai tedeschi
durante la Seconda Guerra Mondiale per cercare di trovare
rifornimenti.
Non è certo un film di guerra
epico, ma sceglie di concentrarsi su una storia molto personale e
su piccola scala, ma per questo diventa ancora più efficace. Coloro
che amano i film di guerra ricchi d’azione potrebbero sentirsi
inquieti durante la visione, ma abbandonarsi a un film unico come
questo si rivelerà gratificante, in quanto si tratta di un film di
guerra fortemente emotivo e visivamente abbagliante come nessun
altro.
L’ascesa (The Ascent, 1977) in streaming è disponibile sulle
seguenti piattaforme:
La tomba delle lucciole (Grave of the Fireflies, 1988)
Facilmente classificabile come uno
dei più grandi film anime di tutti i tempi, “La tomba delle
lucciole” è noto per la sua tristezza e la sua brutale efficacia
come film contro la guerra. Il film è incentrato su due bambini che
rimangono orfani verso la fine della Seconda Guerra Mondiale e si
ritrovano soli a doversi arrangiare da soli in un Giappone che sta
per arrendersi.
Guardare una storia del genere tra
adulti sarebbe già abbastanza straziante, ma vedere il costo della
guerra sulle vite di due bambini la rende ancora più triste e
inquietante. Grave of the Fireflies è quanto di più lontano ci
possa essere da un film che faccia stare bene, eppure è proprio
quello che un film del genere dovrebbe fare se vuole essere il più
efficace possibile nel mettere in luce la desolazione e la miseria
causate dalla guerra.
La tomba delle lucciole in streaming è disponibile sulle
seguenti piattaforme:
Bastardi senza gloria (2008)
Nel 2009, Quentin Tarantino si è distaccato dalla sua
solita commedia cupa di genere – che di solito rende omaggio a
vecchi film polizieschi e d’azione – per realizzare un film di
guerra. Il risultato è stato
Bastardi senza gloria, che segue vari personaggi nella Francia
occupata dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, tutti in
grado di opporre resistenza all’esercito tedesco in modi
diversi.
Come ci si aspetta da Tarantino, il film è audace, sanguinoso e
allegramente imprevedibile, e si distingue da molti altri film di
guerra per il fatto di ignorare l’accuratezza storica in alcuni
punti e di fare invece le proprie cose. È improbabile che convinca
i non credenti a iniziare a pregare nella chiesa di Tarantino, ma chi ama il suo stile troverà
inevitabilmente
Bastardi senza gloria d’impatto, teso e, a volte, cupamente
divertente.
Bastardi senza gloria in streaming è disponibile sulle seguenti
piattaforme:
Va’ e vedi (Come and See, 1985)
Uno dei più noti film in lingua
russa di tutti i tempi, Vieni a vedere è noto per essere uno dei
più brutali film contro la guerra di tutti i tempi. Segue un
giovane ragazzo di nome Florya che si unisce a un gruppo di
combattenti della resistenza per combattere le forze tedesche
durante la Seconda Guerra Mondiale, solo per ritrovarsi immerso in
un conflitto violento e che distrugge l’anima.
Gran parte di Come and See sembra
un incubo messo su pellicola e, sebbene non sia tecnicamente il
film di guerra più grafico di tutti i tempi, potrebbe essere il più
psicologicamente devastante. È un film duro e senza compromessi,
che mostra con precisione la brutalità di quella che rimane la
guerra più letale della storia.
Va’ e vedi (Come and See, 1985) in
streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:
U-Boot 96
Chi soffre di claustrofobia
dovrebbe stare alla larga da Das Boot, in quanto
si tratta di uno dei film di guerra più confinati e intensi di
tutti i tempi. Gran parte del film si svolge su un sottomarino
tedesco durante la Seconda Guerra Mondiale e, dato che per la
maggior parte del tempo il sottomarino è sott’acqua, i personaggi e
gli spettatori hanno pochissime opportunità di trovare il sollievo
offerto dall’aria aperta e dal livello del mare.
Chi se la sente dovrebbe comunque
guardare Das Boot, che è senza dubbio uno dei
migliori film di guerra del suo decennio. Pochi film sono in grado
di offrire un’esperienza così viscerale e, se da un lato mostra la
natura tesa e mortale del combattimento in un sottomarino,
dall’altro è altrettanto efficace nel trasmettere il tedio, la noia
e l’incertezza che derivano dal combattere in guerra e dal prendere
ordini da superiori invisibili.
Das Boot in streaming è disponibile sulle
seguenti piattaforme:
La sottile Linea Rossa (1998)
La sottile linea
rossa non è forse il più famoso film sulla Seconda Guerra
Mondiale uscito nel 1998, ma è probabilmente il migliore.
La sottile linea rossa è un film di guerra
filosofico e introspettivo, che segue un folto gruppo di soldati
americani mentre partecipano alla brutale battaglia di Guadalcanal,
con pochissimi che riescono ad arrivare ai titoli di coda di questo
film di quasi tre ore.
È un film che oscilla spesso tra la
bellezza e l’inferno, contrastando l’aspetto dell’area naturale in
cui si combatte con la ferocia e lo spargimento di sangue dei
combattimenti stessi. È anche degno di nota perché segna il tanto
atteso ritorno di Terrence Malick alla regia, dato
che prima del 1998 il suo ultimo film era stato I giorni
del cielo del 1978.
La sottile linea rossa in streaming è disponibile sulle
seguenti piattaforme:
Lettere da Iwo Jima (2006)
Nel 2006, Clint Eastwood ha realizzato un’ambiziosa
duologia: due film che servivano a mostrare la battaglia di Iwo
Jima nella Seconda Guerra Mondiale da due prospettive diverse.
Flags of Our Fathers mostrava il lato americano delle cose,
compreso ciò che accadde dopo la vittoria della battaglia, mentre
Letters from Iwo Jima si concentrava sull’esercito giapponese.
Tra i due,
Lettere da Iwo Jima è il film complessivamente migliore, in
quanto presenta una storia ancora più straziante e al contempo
offre una comprensione e un grado di empatia nei confronti delle
forze giapponesi che la maggior parte dei film americani sulla
Seconda Guerra Mondiale non offre. Si tratta di un film intenso e
difficile da guardare, che racconta la lenta presa di coscienza di
una battaglia che il proprio esercito sta perdendo, ma emerge come
un film di guerra potente per la sua natura viscerale e senza
compromessi.
Lettere da Iwo Jima in streaming è disponibile sulle seguenti
piattaforme:
Platoon (1986)
Platoon vinse
l’Oscar per il miglior film nel 1986, e meritatamente, perché fu
davvero uno dei migliori film del 1986, nonché uno dei
migliori film di guerra sul Vietnam. Il suo
protagonista (interpretato da Charlie Sheen, un
po’ a sorpresa) è un giovane soldato che diventa lentamente
disilluso dalla guerra mentre combatte in Vietnam, vedendo tutti i
suoi compagni – e amici – morire lentamente in combattimento uno
dopo l’altro.
Come ci si aspetta da un film di
Oliver Stone, il film è molto diretto e non vuole
essere sottile, ma questo tipo di rappresentazione schietta e
aggressiva della guerra si rivela alla fine efficace. Platoon è
inquietante ed efficace nel mostrare i terrori della guerra,
utilizzando le sue scene di combattimento veramente difficili da
guardare per far capire quanto la guerra possa essere fisicamente
distruttiva per i corpi umani (prevalentemente giovani).
Platoon in streaming è disponibile sulle seguenti
piattaforme:
Il ponte sul fiume Kwai (1957)
Classico epico della
Seconda Guerra Mondiale, ennesimo film di guerra
vincitore dell’Oscar per il miglior film, Il ponte sul fiume Kwai
rimane emozionante e potente a più di 60 anni dalla sua uscita. Il
film segue i prigionieri di guerra mentre costruiscono un ponte per
i loro rapitori giapponesi, mentre gli ufficiali dei servizi
segreti lavorano a un piano per distruggere il ponte, cosa che
alcuni dei costruttori, sorprendentemente, non vogliono vedere
accadere.
È una rappresentazione piuttosto
cruda dell’inutilità, della futilità e della distruzione non
necessaria della guerra, ma è molto efficace e ha un climax che
rimane impresso per molto tempo dopo la visione del film. È uno di
quei vecchi film più che all’altezza della sua reputazione, e la
sua lunga durata di 161 minuti finisce per volare sorprendentemente
veloce.
Il ponte sul fiume Kwai in streaming è disponibile sulle
seguenti piattaforme:
Orizzonti di gloria (Paths of Glory, 1957)
Primo grande film diretto da
Stanley Kubrick (aveva solo 29 anni quando uscì),
Orizzonti di gloria ha anche la particolarità di essere uno
dei migliori film sulla Prima Guerra Mondiale di tutti i
tempi. Segue un processo in cui tre uomini vengono
processati come capri espiatori per il fallimento di un’intera
unità durante un’offensiva di trincea nel 1916.
È straordinariamente sicuro nella
sua presentazione, considerando l’età di Kubrick, e si apre con una
straziante sequenza di battaglia che pone le basi per il teso – e
alla fine tragico – processo che segue. È una dura condanna della
guerra e delle alte sfere che mandano giovani uomini a morire
mentre possono comodamente nascondersi fuori dal campo di
battaglia, senza mettersi direttamente in pericolo.
Orizzonti di gloria in streaming è disponibile sulle seguenti
piattaforme:
Il grande dittatore (1940)
Charlie Chaplin è
stato un attore/cineasta che ha resistito più a lungo di altri alla
realizzazione di film non silenziosi, dato che i suoi due film più
famosi degli anni Trenta – Luci della città e Tempi
moderni – erano essenzialmente privi di dialoghi (e
ricordiamo che i primi talkie uscirono nel 1927). Il grande
dittatore è quindi significativo all’interno della sua
filmografia in quanto primo vero film non muto, oltre che per
essere un film più cupo e drammatico rispetto a quelli realizzati
in precedenza.
Sebbene sia certamente una commedia
drammatica e a tratti molto divertente, la storia è nel complesso
più seria, in quanto il film mira a satireggiare Adolf Hitler, che
aveva accumulato potere durante gli anni Venti e i primi anni
Trenta, prendendo il controllo della Germania nel 1933 e
preparandosi a iniziare quella che sarebbe diventata la Seconda
Guerra Mondiale a metà e alla fine degli anni Trenta. Ne Il
grande dittatore, Chaplin non interpreta tecnicamente
Hitler, ma il dittatore Adenoid Hynkel è una chiara controfigura.
Chaplin ridicolizza il famigerato dittatore in carne e ossa, ma
mette anche in guardia dalla sua pericolosa retorica e dal suo
desiderio di potere in modo più serio: Il grande dittatore diventa
un film ancora più cupo se visto dopo la Seconda Guerra Mondiale,
con la consapevolezza di ciò che Hitler stesso riuscì a realizzare
nel corso degli anni Quaranta prima della sconfitta della Germania
nel 1945.
Il grande dittatore in streaming è disponibile sulle seguenti
piattaforme:
Full Metal Jacket (1987)
Realizzato esattamente 30 anni dopo
Orizzonti di gloria, Full Metal Jacket fu il
penultimo film di Stanley Kubrick e l’ennesimo
film di guerra di successo del grande regista. In questo caso,
Kubrick affronta la guerra del Vietnam invece della Prima Guerra
Mondiale, dividendo il film in due metà: una che mostra i soldati
al campo di addestramento e l’altra che li mostra in Vietnam, alle
prese con il combattimento. È considerato il miglior film
di guerra sul Vietnam!
È notevole come entrambe le metà
siano ugualmente tese e da incubo per ragioni diverse, con i
terrori della guerra mostrati in modo così viscerale che Full Metal Jacket sembra a volte un vero e
proprio film dell’orrore. Alcuni hanno ritenuto che le due metà
siano scollegate, ma entrambe sono fondamentali per raccontare la
storia di come la guerra disumanizzi e traumatizzi, e il film è
particolarmente efficace nel mostrare che queste cose possono
iniziare a casa – durante l’addestramento – e non necessariamente
solo mentre si è oltreoceano.
Full Metal Jacket in streaming è disponibile sulle seguenti
piattaforme:
Salvate il soldato Ryan (1998)
Salvate il soldato Ryan è uno dei più celebri
film di Steven Spielberg, e considerando quanto siano
venerati molti dei suoi film, questo è davvero tutto dire. Questo
film sulla Seconda Guerra Mondiale inizia in modo
memorabile con una rappresentazione disorientante e da incubo dello
sbarco in Normandia, e poi si trasforma narrativamente in un film
su una squadra di soldati inviati a salvare il soldato Ryan da
dietro le linee nemiche.
È un film che cammina su una linea
difficile, in quanto intende eroicizzare i soldati e la loro
missione e allo stesso tempo ritrarre la guerra come un inferno, in
particolare quando si tratta della sequenza di apertura della
battaglia. Il mix tra la celebrazione degli individui e la condanna
delle istituzioni per cui combattono non è perfettamente
equilibrato, ma riesce comunque a fare entrambe le cose, arrivando
forse troppo vicino a contraddirsi solo occasionalmente. Tuttavia,
i film di guerra non sono molto più viscerali ed emozionanti di
questo, rendendo inevitabilmente Salvate il soldato Ryan un
classico.
Salvate il soldato Ryan in streaming è disponibile sulle
seguenti piattaforme:
Il cacciatore (1978)
Forse il primo film sulla
guerra del Vietnam ad aver ottenuto un alto livello di
successo di critica, Il cacciatore è un film
storico contro la guerra. Utilizza sapientemente le sue tre ore di
durata per raccontare una storia devastante in tre atti. Circa
un’ora segue un gruppo di americani della classe operaia prima che
vengano mandati a combattere in Vietnam. Il terzo centrale del film
li segue in Vietnam e l’ultima ora circa mostra le loro vite dopo
la guerra e i modi in cui sono stati irrimediabilmente danneggiati
da essa.
Il film si guadagna quindi la sua
lunghezza epica e vanta le incredibili interpretazioni di
Robert De Niro, Christopher Walken,
Meryl Streep e John Cazale, tra gli altri. È un film
impegnativo che non ha perso nulla della sua forza negli oltre 40
anni trascorsi dalla sua uscita e si colloca giustamente come uno
dei film definitivi sulla guerra del Vietnam.
Il cacciatore in streaming è disponibile sulle seguenti
piattaforme:
A proposito di film
definitivi sulla guerra del Vietnam: Apocalypse Now. Uscito un anno dopo Il
cacciatore, ha adottato un approccio molto diverso alla
rappresentazione della guerra del Vietnam sullo schermo: il regista
Francis Ford Coppola l’ha mostrata come un incubo
surreale e allucinatorio che è altrettanto efficacemente contro la
guerra come Il cacciatore di cervi, ma in un modo completamente
diverso.
Il film segue un uomo a cui viene
assegnato il compito di assassinare un ufficiale delle Forze
Speciali che si nasconde nella giungla, e il pericoloso viaggio si
svolge all’apice del conflitto in Vietnam. La produzione è stata
notoriamente travagliata, anche se il film finale ha finito per
essere qualcosa di simile a un capolavoro, indipendentemente da
quale dei diversi tagli si scelga di guardare.
Apocalypse Now in streaming è disponibile sulle seguenti
piattaforme:
All’ovest niente di nuovo (All Quiet on the Western Front,
1930)
Sebbene l’aggiornamento/adattamento
moderno di
All Quiet on the Western Front del 2022 fosse valido,
l’adattamento cinematografico originale del 1930 rimane il più
grande. Vinse l’Oscar per il miglior film e probabilmente influenzò
la maggior parte dei film di guerra che seguirono la sua scia, in
particolare quelli che miravano a mostrare gli orrori del
combattimento assumendo una posizione nettamente contraria alla
guerra.
È ambientato durante la
Prima Guerra Mondiale e segue un gruppo di giovani
uomini che si arruolano per la guerra, pensando che sarà eccitante
e gratificante, ma scoprono che in realtà si tratta di un incubo da
svegli e con pochissime probabilità di sopravvivere. Per l’epoca,
si trattava di un film brutale, e gran parte di esso è ancora oggi
straziante ed efficace, assicurando che All’ovest niente di nuovo
(All Quiet on the Western Front, 1930) è uno dei grandi del genere
bellico.
Apocalypse Now in streaming è disponibile sulle seguenti
piattaforme:
Schindler’s List (1993)
Facilmente classificabile come uno
dei più grandi vincitori dell’Oscar per il miglior film di tutti i
tempi, Schindler’s List è una potente epopea
ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale e forse il punto più
alto dell’intera filmografia di Steven Spielberg. Racconta la vera storia di
Oskar Schindler, un uomo d’affari che fu intensamente turbato dalla
Soluzione Finale nazista e finì per usare la sua fortuna personale
per salvare oltre 1000 vite di ebrei durante l’Olocausto.
Steven Spielberg è sempre stato abile nel
realizzare film emozionanti e strappalacrime, e Schindler’s
List è forse il suo film più duro, grazie alla straziante
storia vera e al pizzico di speranza offerto dalle azioni di un
uomo durante un evento storico indicibilmente terribile. È una
visione difficile ma essenziale, e si impone a buon diritto non
solo come il miglior film ambientato durante la Seconda Guerra
Mondiale, ma forse ha il diritto di essere considerato il più
grande film di guerra di tutti i tempi.
Schindler’s List in streaming è disponibile sulle seguenti
piattaforme: