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The Rock: dal cast al finale, tutto quello che c’è da sapere sul film

Noto soprattutto per la realizzazione di film d’azione ad alto budget, caratterizzati da un ampio uso di effetti speciali,  ha prodotto e diretto film come Bad Boys (1995), Armageddon (1998), Pearl Harbor (2001) e i primi cinque film della saga di Transformers (dal 2007 al 2017), ma anche il recente Ambulance (2022). Uno dei suoi film più apprezzati (e che il regista considera il suo preferito) è però il suo secondo lungometraggio, The Rock, uscito in sala nel 1996.

Ambientato quasi unicamente in un solo luogo, The Rock è spesso indicato come uno dei migliori thriller d’azione degli anni Novanta. Nonostante le diverse controversie riguardo le numerose riscritture della sceneggiatura (tra cui si citano anche quelle non accreditate di Aaron Sorkin e Quentin Tarantino), il film offre infatti una solida storia con eroi, antagonisti e una situazione critica da sventare prima del disastro, oltre ad alcuni forti spunti su tematiche sociali.

Per gli appassionati del genere, si tratta dunque di un titolo da non perdere, che offre grande tensione, tanta adrenalina e le ottime interpretazioni degli attori coinvolti. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a The Rock. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al finale del film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.

The Rock cast

La trama di The Rock

Protagonista del film è Stanley Goodspeed, un chimico che lavora per i servizi segreti che si vede chiamato d’urgenza dal direttore FBI James Womack: sull’isola di Alcatraz è in corso una rivolta condotta dal generale Francis Xavier Hummel, il quale protesta contro il governo che non riconosce meriti ai veterani morti durante azioni segrete e nega bonus economici alle loro famiglie. L’uomo ha inoltre rubato dei missili contenenti gas nervino e ha annunciato che li lancerà contro San Francisco se le sue richieste non verranno esaudite.

Lo scienziato sa come disinnescare le bombe, ma necessita di qualcuno che conosca bene la prigione di Alcatraz per farlo entrare. Qui entra in gioco il detenuto Patrick Mason, ex agente dell’intelligence britannica, in carcere da ben trent’anni, che riuscì a evadere una volta da Alcatraz. Nonostante il suo odio per l’FBI, l’uomo accetta di dare il suo aiuto. Ma quando Patrick e Stanley arrivano sull’isola, si trovano da soli a combattere contro una squadra di spietati rivoluzionari pronti a tutto.

Il cast del film e la sua location

Ad interpretare Stanley Goodspeed vi è l’attore Nicolas Cage. L’attore ha accettato di recitare in questo film come sfida a chi gli diceva che non avrebbe mai potuto lavorare in un blockbuster d’azione perché era “troppo eccentrico”. Accanto a lui, nel ruolo di John Patrick Mason, vi è invece il premio Oscar Sean Connery. Secondo quanto riferito, l’attore ha accettato la parte di Mason dopo aver saputo che Nicolas Cage era stato scritturato per il ruolo di Goodspeed.

Nel ruolo del generale Francis Xavier Hummel vi è invece l’attore Ed Harris. L’attore ha avuto problemi con tale personaggio, poiché la simpatia che provava per lui era in contrasto con la minaccia di Hummel di devastare un’intera città. Accanto a loro, recitano poi John Spencer nel ruolo di James Womack, David Morse in quello del maggiore Tom Baxter, John C. McGinley in quelli del capitano Hendrix e Michael Biehn in quelli del Comandante Anderson.

La maggior parte del film è stata girata nella vera prigione di Alcatraz, sull’isola di Alcatraz. Essendo gestita dal National Park Service, non è stato possibile chiudere tale luogo e gran parte delle riprese hanno dovuto essere organizzate in base alla presenza di gruppi di turisti che si aggiravano nei dintorni. I produttori avrebbero in realtà preferito ricostruire la prigione in studio, ma Bay si oppose alla cosa sostenendo che era impossibile replicare l’aspetto e l’atmosfera di quel luogo.

The Rock location

Come finisce The Rock? Ci sarà mai un sequel?

Nel finale del film, scaduto l’ultimatum, il generale Hummel dà l’ordine di lanciare un missile, ma poi, non volendo uccidere tanta gente, devia all’ultimo momento la sua rotta facendolo schiantare in mare. Gli altri marine, però, non approvano l’operato di Hummel e decidono di ribellarsi al loro comandante. Ne nasce una sparatoria nella quale Hummel stesso viene ucciso. Questi, prima di morire, dice a Goodspeed che l’ultimo missile si trova nel faro.

Dopo averlo trovato, Goodspeed vi toglie la testata rendendolo dunque innocuo. Il presidente degli Stati Uniti, nel frattempo, aveva autorizzato un attacco aereo contro Alcatraz, proprio mentre Goodspeed si trascina fuori e accende i razzi verdi per segnalare la riuscita dell’operazione. Un soldato lo avvista pochi secondi prima del bombardamento, ma i piloti non vengono avvertiti in tempo e un missile viene sganciato. L’ordigno colpisce il faro, scaraventando Goodspeed in mare, ma Mason lo trae in salvo.

A questo punto, terminata con successo la missione, Mason dovrebbe essere nuovamente incarcerato, ma con la complicità di Goodspeed, riesce a dileguarsi prima dell’arrivo dei soldati statunitensi. Diverso tempo dopo, Goodspeed e sua moglie Carla si trovano in luna di miele a Fort Walton, e Goodspeed trova la cavità nella panca della chiesa indicata da Mason, scoprendo che contiene il microfilm sui segreti statunitensi degli ultimi cinquant’anni, rubato da Mason prima di essere incarcerato.

In seguito, Michael Bay aveva condiviso un’idea per un sequel, che avrebbe previsto che un Goodspeed ormai sposato e in possesso delle prove del microfilm si ritrova inseguito dal governo e, non sapendo a chi rivolgersi, si vede costretto a chiedere aiuto a Mason. Tuttavia, tale sequel non è mai stato realizzato ed oggi è da intendersi come del tutto abbandonato.

Il trailer di The Rock e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Seven grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 27 maggio alle ore 21:00 sul canale 20 Mediaset.

Station 19 7×10: promo e trama dal decimo episodio

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Station 19 7×10: promo e trama dal decimo episodio

Il network americano ABC dopo la messa in onda del nono episodio ha diffuso il promo e la trama di Station 19 7×10, il decimo inedito episodio di Station 19 7, l’annunciata settima e ultima stagione di Station 19, spin-off della serie di Shonda Rhimes Grey’s Anatomy.

In Station 19 7×10 che si intitolerà “One Last Time” Mentre la Stazione 19 continua a lottare contro un incendio selvaggio esistenziale, la squadra si confronta con la possibilità di un futuro che cambierà per sempre.

Tutto quello che sappiamo su Station 19 7

Station 19 è lo spin-off di Grey’s Anatomy.  La fine di Station 19 solleva speculazioni sulla possibilità che George e Spampinato tornino in Grey’s Anatomy  la prossima stagione, se il medical drama verrà rinnovato per la stagione 21 come previsto. George era un series regular di Grey’s Anatomy prima di lasciarlo nel 2017 per contribuire alla conduzione dello spin-off Station 19. Dopo aver recitato in Grey’s Anatomy, Stefania Spampinato ha iniziato a recitare in Station 19 nella terza stagione prima di diventare series regular nella stagione successiva.

Ambientata a Seattle, la serie si concentra sulle vite degli uomini e delle donne della stazione dei vigili del fuoco 19 di Seattle. Ha come protagonisti Jaina Lee Ortiz, Jason George, Gray Damon, Barrett Doss, Alberto Frezza, Jay Hayden , Okieriete Onaodowan, Danielle Savre, Miguel Sandoval, Boris Kodjoe , Stefania Spampinato, Carlos Miranda, Josh Randall, Merle Dandridge e Pat Healy. McKee, Shonda Rhimes, Betsy Beers e Paris Barclay sono i produttori esecutivi della serie. È prodotto da Shondaland e ABC Signature, con McKee che funge da showrunner per le prime due stagioni, successivamente sostituito da Krista Vernoff a partire dalla terza stagione.

La vita che volevi: la nuova serie Netflix italiana in arrivo dal 29 Maggio

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La vita che volevi sarà disponibile dal 29 maggio solo su Netflix. La nuova serie prodotta da Banijay Studios Italy, creata e diretta da Ivan Cotroneo, vede Vittoria Schisano nel ruolo della protagonista Gloria. Nel cast anche Giuseppe Zeno (Sergio), Pina Turco (Marina), Alessio Lapice (Pietro) e Nicola Bello (Andrea), oltre a Bianca Nappi, Francesco Pellegrino e Bellarch.

La serie, creata e scritta da Ivan Cotroneo e da Monica Rametta, è diretta dallo stesso Cotroneo. La produzione è a cura di Massimo Del Frate, Head of Drama per Banijay Studios Italy.

I 6 episodi sono ambientati tra Lecce, il Salento e Napoli.

La trama di La vita che volevi

Gloria, la protagonista de LA VITA CHE VOLEVI, è convinta di aver trovato la felicità a Lecce, dove ha fondato una piccola agenzia turistica e trovato l’amore con Ernesto ma, un giorno, la sua vita viene sconvolta dall’arrivo di Marina, sua amica ai tempi dell’università a Napoli, prima che Gloria iniziasse il suo percorso di transizione.

Marina porta con sé Andrea e Arianna, i figli avuti da due diverse relazioni, ed è incinta di un terzo, il cui padre è Pietro, un giovane dal carattere passionale e forse anche pericoloso.

Gloria preferirebbe non riallacciare i rapporti con Marina, lei le ricorda una parte della sua vita che vorrebbe dimenticare. Marina nasconde però molti segreti e presto in scena arriverà anche Sergio, il padre di Arianna, un uomo tutto d’un pezzo fin da subito molto diffidente nei confronti di Gloria. Per lei, è giunto il momento di fare i conti con “la vita che voleva”, il suo passato e il suo futuro, per scoprire che la felicità a volte arriva in forme inaspettate e che l’amore è l’unica forza capace di rendere la vita degna di essere vissuta.

LA SCRITTURA E LO SVILUPPO di La vita che volevi

A cura di Monica Rametta

“Gloria è la protagonista della nostra storia e noi l’abbiamo amata, subito.

Volevamo raccontare una donna AMAB (Assigned Male At Birth), una donna transgender lontana dagli stereotipi, vera, fatta di carne e di sangue, un personaggio pieno di sfumature e anche di contraddizioni. È da lei che siamo partiti per ideare la serie. È stata Gloria a guidarci e noi a seguirla. Ce la siamo immaginata mentre camminava perfettamente a suo agio per le strade di Lecce dove nel presente viveva e lavorava, ormai donna matura e realizzata, o nel passato quando invece più giovane, si divideva tra gli studi all’università di Napoli e le serate in discoteca, dove si esibiva in drag guadagnando soldi per portare a termine la sua transizione, ed essere finalmente anche fuori quella che fin da piccola sentiva e sapeva di essere dentro.

Accanto e intorno a lei, passando attraverso tante stesure, tanto lavoro e tanti confronti con il team editoriale, abbiamo costruito il suo mondo, fatto di amori, prima tra tutti Marina la sua amica dei tempi dell’università, di affetti, di lavoro, di amicizia e di famiglia. La famiglia di origine dalla quale Gloria proviene e un’altra famiglia, quella che Gloria non immagina di avere, e nemmeno di volere. Una famiglia che piomba all’improvviso come un uragano nella sua vita stravolgendola. Il passato che torna e le presenta il conto rappresentato da un figlio nato non dal caso ma dall’amore. Questo è il tema che ci stava a cuore, che ci interessava esplorare. La possibilità inaspettata per Gloria, che ha faticato per arrivare ad essere quello che voleva, di mettersi nuovamente in gioco. La paura e lo spaesamento di trovarsi di fronte all’incredibile opportunità di poter essere madre, la straordinaria occasione di vivere una vita ancora diversa da quella voluta e mai nemmeno immaginata.

La vita che volevi è la storia di una donna nata nel corpo di un uomo e decisa a conquistare la sua piena felicità.”

NOTE DI REGIA  – A cura di Ivan Cotroneo

“Trasformare una storia scritta, un copione la cui lavorazione ha richiesto più di due anni, in immagini e scene è un’impresa di grande responsabilità. Quando comincia la preparazione ti senti responsabile del lavoro fatto fino a quel momento e del lavoro che verrà, del tempo che chiederai a tutte le persone di cui avrai bisogno per portare a compimento questa avventura. La creazione con la mia partner in crime di sempre, Monica Rametta, aveva già messo tanti punti fermi, e alcuni li aveva suggeriti, a cominciare dalla protagonista: il corpo e la persona di Vittoria Schisano si sono con forza imposti per talento e aderenza al personaggio.

Creare il mondo intorno a lei è stato un lavoro di squadra, credo di avere parlato e parlato e parlato fino allo sfinimento con tutti i collaboratori e creatori che hanno permesso a questa serie di esistere. I produttori che hanno contribuito creativamente, Massimo del Frate che mi ha sentito per tre anni descrivere, colori, sapori, facce, canzoni, toni precisi di questo mondo. Gabriella Giannattasio, che ha lavorato con me al casting per scegliere i talenti che avrebbero dato corpi, volti, occhi ai personaggi. Gian Filippo Corticelli, che ha regalato alla storia, proprio come desideravo, il colore e le luci capaci di raccontare e non solo di far vedere. La creatività di Monica Sironi che ha trovato luoghi bellissimi di Lecce e di tutto il Salento e li ha trasformati o ricostruiti perché diventassero il posto del cuore di Gloria.

La ricerca e l’invenzione di Rossano Marchi, che ha creato costumi che raccontassero aspirazioni mancate e realizzazioni faticose dei personaggi. Il mondo di Gloria ha preso forma, come si dice, un po’ alla volta e tutto insieme, e lo vedevo prendere vita così, come me lo ero immaginato, caldo, ma capace di infliggere grandi dolori, spettacolare nei paesaggi, e chiuso nell’insistenza di un primo piano toccante. Raccontare tanto, e a tutti, quello che immaginavo, quello che da anni aveva preso forma dentro di me in termini visivi era l’unica possibilità che avessi per condividere un’idea di rappresentazione.

È verissimo che il racconto per immagini, i film, le serie, sono creazioni di gruppo, ma forse mai come questa volta ho potuto sentire l’amore e il desiderio di tutti di contribuire alla creazione, di percorrere l’extra mile in più perché questa serie fosse, comunque, nel bene o nel male, speciale e unica. Così, dietro ogni battuta di ogni personaggio che sentirete, io sento l’amore di Gaetano Carito, il grandissimo fonico che ci ha accompagnato.

E conclusa l’avventura del set durata 14 settimane, questa collaborazione è continuata al montaggio, con Ilaria Fraioli e Martina Ghezzi che hanno dato il ritmo del cuore di cui la serie necessitava, e con le musiche di Gabriele Roberto che dopo avere subìto ore di miei monologhi sull’importanza narrativa, sul tipo di suono, sull’orchestrazione, ha composto dei temi straordinari, epici oppure intimissimi, che potessero accostarsi alle canzoni che avevo scelto già dalla sceneggiatura, i classici più belli della canzone italiana, Tenco, Modugno, Bindi, Vanoni, de André. E ancora con il mix del suono di Giancarlo Rutigliano e di tutta la squadra, perché tutto, anche gli ambienti parlassero del sogno di Gloria e della sua vita.

Dietro questa serie c’è un regista, io, con il suo sguardo e la sua visione del mondo, e del cinema. Ma è uno sguardo che sarebbe rimasto confinato nelle parole (diciamolo: a volte negli sproloqui) e non sarebbe diventato immagine e racconto per immagini senza la collaborazione di tutti questi artisti, che non si sono limitati ad ascoltare, per fortuna, ma hanno creato, rilanciato, proposto, sfidato. E senza tutti i miei attori, che hanno regalato il loro talento ai personaggi che io e Monica avevamo scritto. Sono loro adesso, questo magnifico cast, a parlare per noi con le loro battute, i loro silenzi, i loro movimenti. La gratitudine è un sentimento veramente sottovalutato, e vergognosamente. Nel cinema e nelle serie, magari la responsabilità è di uno, ma l’amore e la creazione sono di tutti, e questo va ricordato, sempre, a sé stessi e nelle dichiarazioni che si fanno. Se queste note vi sembrano un elenco di nomi, pazienza. Non lo è. È un elenco di autori. È grazie a loro che La vita che volevi è anche la serie che volevamo, tutti.”

Grey’s Anatomy 20×10: promo e trama dal decimo episodio

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Grey’s Anatomy 20×10: promo e trama dal decimo episodio

Il network americano ABC dopo la messa in onda del nono episodio ha diffuso il promo e la trama di Grey’s Anatomy 20×09, il decimo inedito episodio di Grey’s Anatomy 20, l’attesa ventesima stagione di Grey’s Anatomy.

In Grey’s Anatomy 20×10 che si intitolerà “Burn It Down” nonostante Amelia si renda conto della situazione, Teddy incoraggia lei e Meredith ad accelerare la ricerca sull’Alzheimer per paura che Catherine lo scopra. Mika si trova in mezzo a Link e Jo; nel frattempo, Lucas riceve una brutta notizia.

Tutto quello che sappiamo su Grey’s Anatomy 20

La ventesima stagione di Grey’s Anatomy uscirà il 14 marzo 2024 su ABC. In Italia Grey’s Anatomy 20 debutterà su Disney+.

Il drama è reduce da una 19a stagione di trasformazione, con il ritiro di Ellen Pompeo, l’uscita di Kelly McCreary e l’ingresso di cinque nuovi personaggi principali, interpretati da Harry Shum Jr., Adelaide Kane, Alexis Floyd, Niko Terho e Midori Francis. La transizione ha avuto successo, con il ritorno di tutti e cinque i nuovi membri del cast in Grey’s Anatomy 20.

Creata da Shonda Rhimes, Grey’s Anatomy proviene dalla Shondaland di Shonda Rhimes e dalla ABC Signature, parte dei Disney Television Studios. Il cast di Grey’s Anatomy comprende Ellen Pompeo, Chandra Wilson, James Pickens Jr., Kevin McKidd, Kim Raver, Camilla Luddington, Caterina Scorsone, Kelly McCreary, Harry Shum Jr., Adelaide Kane, Midori Francis e Niko Terho.

Bridgerton: la spiegazione della timeline, da Queen Charlotte alla terza stagione

Bridgerton, la serie romantica di Netflix, ha catturato l’attenzione e i cuori degli spettatori perché mostra i vari fratelli della famiglia Bridgerton che si innamorano. Essendo basata sui romanzi di Julia Quinn, la serie ha molto materiale su cui lavorare. La produzione si è mossa lentamente, con due anni di sviluppo tra l’uscita delle stagioni 2 e 3, ma questo intervallo ha dato il tempo allo streamer di allontanarsi dai Bridgerton e di esplorare un altro importante personaggio, la regina Charlotte (Golda Rosheuvel/India Amarteifio), nella serie spin-off, Queen Charlotte: A Bridgerton Story.

Oltre a riportare il pubblico alla giovinezza di Charlotte, quando conobbe e sposò suo marito, la serie include una storia dei giorni nostri, riportando volti noti di Bridgerton e creando una linea temporale interconnessa per le due serie.

Sebbene il franchise di Bridgerton sia solo vagamente basato sulla storia, mantiene una chiara linea temporale, anche se gli eventi vengono spostati. La serie è ambientata principalmente nell’epoca della Reggenza, che va dal 1795 al 1837. Anche se la linea temporale della serie è abbastanza lineare, poiché ogni nuova stagione si basa sui tempi della stagione sociale, Queen Charlotte: A Bridgerton Story e i finali delle stagioni 1 e 2 la complicano leggermente, intrecciando tutte le storie.

Quando si svolgono gli eventi del passato della Regina Carlotta?

La regina Carlotta - una storia di Bridgerton
Queen Charlotte: A Bridgerton Story. India Amarteifio as Young Queen Charlotte in episode 101 of Queen Charlotte: A Bridgerton Story. Cr. Liam Daniel/Netflix © 2023

Non deve sorprendere che, cronologicamente, la storia inizi con la Regina Carlotta. La storia principale dello spin-off funge da prequel, risalendo a una versione fittizia dell’Inghilterra nel 1761, quando Charlotte arriva per sposare Re Giorgio III (Corey Mylchreest). Questo fa sì che sia l’unica parte del franchise Bridgerton a non essere ambientata nell’epoca della Reggenza, almeno finora. Tuttavia, la serie è l’inizio della relazione tra il re e la regina, come la vedremo nella serie principale.

Nonostante gli ostacoli che devono affrontare, a partire dal loro incontro pochi istanti prima del matrimonio, i due si innamorano, offrendo ai fan un bellissimo, anche se complesso, rapporto per cui tifare. Mentre Charlotte si adatta al suo nuovo ruolo, la società sta cambiando, con il Grande Esperimento che crea nuove opportunità per Lord e Lady di diversa razza, tra cui Lady Agatha Danbury (Arsema Thomas), che dovrebbe essere familiare ai fan per le sue apparizioni in Bridgerton (interpretata da Adjoa Andoh). Nel corso dei sei episodi, Charlotte si prende cura di George, scoprendo la sua follia, aiutandolo a calmarsi e dando alla luce il primo di molti figli.

Quando si svolge la stagione 1 di Bridgerton?

Regé-Jean Page Bridgerton

Dopo Queen Charlotte, c’è un salto sostanziale alla Stagione 1 di Bridgerton, ambientata più di 50 anni dopo, che introduce l’ambientazione dell’epoca della Reggenza ed esplora la storia d’amore tra la quarta figlia dei Bridgerton, Daphne (Phoebe Dynevor), e Simon (Regé-Jean Page), il Duca di Hastings.

A partire dall’apertura della stagione mondana, la storia si svolge nella primavera e nell’estate del 1813, quando Daphne viene presentata per la prima volta alla società e si fa notare dalla Regina. Lei e Simon tentano di ingannare la tonalità per farle credere di aver stretto un vero legame, ma si innamorano dopo il loro frettoloso matrimonio. È anche la prima apparizione di Lady Whistledown, l’anonima scrittrice di pettegolezzi, che ora i fan sanno essere Penelope Featherington (Nicola Coughlan).

Sebbene la maggior parte della storia si svolga nell’arco di pochi mesi, la conclusione arriva un po’ più tardi, con la nascita del primo figlio di Daphne e Simon, Augie. Questa breve scena, che funge da epilogo, si svolge almeno nove mesi dopo, ma comunque prima della seconda stagione, poiché Augie viene citato nella puntata successiva.

Quando si svolge la seconda stagione di Bridgerton?

Bridgerton stagione 2

Bridgerton ritorna l’anno successivo, solo pochi mesi dopo l’epilogo della stagione 1. Ancora una volta, la storia riguarda la stagione sociale, che si svolge esattamente un anno dopo la presentazione di Daphne. Nella seconda stagione, il primogenito dei Bridgerton, Anthony (Jonathan Bailey), punta a sposarsi.

Ma le cose non vanno come previsto quando si innamora di Kate (Simone Ashley), la sorella della sua fidanzata, Edwina (Charithra Chandran). Tuttavia, il matrimonio di Kate e Anthony è meno affrettato, quindi la stagione non mostra il loro matrimonio come quello di Simon e Daphne, ma si concentra invece sul tempo necessario ai due personaggi per ammettere i loro sentimenti reciproci e fidanzarsi.

Quando si svolge la storia del “presente” della Regina Carlotta?

La regina Carlotta - una storia di Bridgerton recensione
Queen Charlotte: A Bridgerton Story. (L to R) India Amarteifio as Young Queen Charlotte, Corey Mylchreest as Young King George in episode 101 of Queen Charlotte: A Bridgerton Story. Cr. Liam Daniel/Netflix © 2023

Sia in ordine di uscita che cronologicamente, la trama concomitante della Regina Carlotta interrompe la pausa tra le Stagioni 2 e 3. Mentre la famiglia reale perde il suo erede, la Regina Carlotta spinge i suoi figli ad avere dei figli propri, terminando con la nascita della futura Regina Vittoria (che nella Regina Carlotta avviene qualche anno prima della storia). Tuttavia, il coinvolgimento di Violet Bridgerton (Ruth Gemmell) nella storia rende chiara la sua relazione con i Bridgerton.

Nel corso della serie, Violet viene mostrata mentre sviluppa un rinnovato interesse per l’amore dopo essere rimasta vedova diversi anni prima, un percorso personale che Lady Danbury incoraggia. Tuttavia, queste due alleate entrano in conflitto personale quando Violet scopre che nel 1761 Lady Danbury ebbe una relazione con Lord Ledger (Keir Charles), l’amato padre di Violet.

Anche se la storia potrebbe collocarsi in un periodo successivo alla loro amicizia, ci sono alcuni riferimenti specifici a Bridgerton che fissano la data. Charlotte le chiede un consiglio su come far accoppiare i principi, facendo riferimento al fatto che Violet ha sposato con successo due bambini in due anni, ovvero Daphne e Anthony. Se fosse stato più tardi, Violet avrebbe avuto un curriculum ancora più impressionante.

L’ambientazione può essere identificata ancora più chiaramente dall’accenno di Violet alla sua casa quando dice a Lady Danbury che Anthony è in luna di miele, il che sarebbe avvenuto dopo gli eventi della seconda stagione, dato che il matrimonio non compare nella storia principale, ma prima dell’epilogo della seconda stagione, in cui i fratelli Bridgerton (tra cui Kate e Anthony sposati) giocano una partita di pallone non proprio amichevole.

Quando si svolge la terza stagione di Bridgerton?

Tornando ancora una volta un anno dopo l’inizio della stagione precedente, la terza stagione di Bridgerton è ambientata nel 1815, il che rappresenta una sorpresa per i fan dei romanzi, dal momento che la storia segue la storia d’amore tra Colin (Luke Newton) e Penelope, avvenuta dopo un salto temporale di 11 anni nei libri. Tuttavia, la serie di Netflix chiarisce la data facendo riferimento al fatto che la terza stagione di Penelope è in uscita nella società, e dato che è stata presentata per la prima volta nella stagione 1, il calcolo è facile. Inoltre, la stagione mostra Anthony e Kate che si stabiliscono nella casa dei Bridgerton dopo la loro luna di miele, collocandosi direttamente dopo il viaggio della famiglia nella loro tenuta nell’epilogo della stagione 2.

Il franchise è abbastanza coerente con le tempistiche – ad eccezione di un piccolo commento all’inizio della Stagione 3 nel primo opuscolo di Lady Whistledown, che afferma che l’autrice è stata lontana “per troppo tempo” quando meno di un anno prima stava raccontando la corsa per un erede reale nella Regina Carlotta, rendendo l’intervallo tra le pubblicazioni il più breve. Tuttavia, potrebbero esserci ancora alcuni mesi di distanza tra lo spin-off e la Stagione 3, e non viene indicato un arco di tempo specifico, quindi non è tecnicamente contraddittorio.

Scream VII: si dice che sarà caratterizzato da un significativo salto temporale

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Scream VII sta andando avanti senza le protagoniste del film precedente, Melissa Barrera e Jenna Ortega, e anche se i dettagli della trama sono ancora segreti, le indiscrezioni affermano che la storia ruoterà intorno a Sidney (Neve Campbell), Gale (Courteney Cox) e alcuni nuovi personaggi che difenderanno la famiglia di Sid da una specie di culto di Ghostface.

Ci sono state notizie contrastanti sul numero esatto di maniaci mascherati che prenderanno di mira i nostri eroi di ritorno, ma grazie all’insider Daniel Richtman, potremmo avere qualche informazione in più sui “protagonisti più giovani” attualmente in fase di casting.

A quanto pare, ci sarà un “grande salto temporale” dopo gli eventi dell’ultimo film, presumibilmente per permettere ai figli di Sidney di raggiungere l’età appropriata per un film slasher. Richtman ha anche saputo che questo film sarà almeno in parte ambientato in una nuova città (cioè non Woodsboro) e che è stato sviluppato come il primo capitolo di una nuova trilogia.

Si dice che Patrick Dempsey sia in trattative per tornare nel ruolo del marito di Sidney, il detective Mark Kincaid, ma la notizia non è ancora stata confermata.

Scream VII Neve Campbell

Dopo la partenza di Melissa Barrera e Jenna Ortega, resta anche da vedere se i restanti membri del “Core Four”, Jasmin Savoy Brown e Mason Gooding, riprenderanno i loro ruoli.

Sidney Prescott sta tornando!” Ha scritto la Campbell su Instagram quando è stato ufficializzato il suo ritorno. “È sempre stato uno spasso e un onore poter interpretare Sidney nei film di Scream. Il mio apprezzamento per questi film e per ciò che hanno significato per me non è mai venuto meno. Sono molto felice e orgogliosa di dire che mi è stato chiesto, nel modo più rispettoso possibile, di riportare Sidney sullo schermo e non potrei essere più entusiasta“.

La decisione della Campbell di tornare ha suscitato alcune polemiche a causa del licenziamento di Barrera per i post sui social media che Spyglass ha giudicato “antisemiti”. Molti fan ritengono che la Campbell avrebbe dovuto mostrare solidarietà alla sua ex co-star e declinare l’offerta dello studio.

The Acolyte, la nuova clip mostra un’intensa battaglia tra il Maestro Indara e “Mae”

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Mancano solo otto giorni alla première di 2 episodi di Star Wars: The Acolyte e Lucasfilm ha condiviso un’altra clip dell’ultima serie live-action Disney+ Star Wars.

Lo sneak peek della scorsa settimana ha visto il Maestro Jedi Sol (Lee Jung-jae) impegnato in un feroce combattimento con la misteriosa guerriera che crede essere la sua ex apprendista, Mae (Amandla Stenberg), e qui vediamo l’utilizzatrice della Forza del lato oscuro cimentarsi contro un’avversaria altrettanto formidabile, la Maestra Indara (Carrie-Anne Moss).

Indara elude facilmente i primi colpi di Mae, ma ben presto diventa chiaro che è stata ben addestrata e la nemica dello Jedi riesce a mettere a segno un colpo decente verso la fine del combattimento.

Durante una recente intervista con Empire, la star di Matrix ha parlato dell’opportunità di entrare nell’universo di Star Wars e di riaccendere la sua passione per le sequenze d’azione.

Me l’ha proposto Leslye [Headland]. Avevo visto il suo show Russian Doll, conoscevo la sua abilità artistica, ero rimasta sbalordita dalla sua visione e dalla sua capacità di esecuzione. Mi sono detto: ‘Ci sto tutto. Quando inizio? Ero assolutamente entusiasta di avere l’opportunità di aggiungere Star Wars al mio curriculum. Il mio curriculum personale, non intendo nemmeno quello cartaceo.

Nella mia anima e nel mio spirito, interpretare questo Maestro Jedi e allenarmi per il combattimento è stata un’esperienza straordinaria. Ho davvero risvegliato una parte di me che aveva dimenticato quanto amo l’azione. La adoro. Personalmente adoro essere messo alla prova. È una sfida fisica, ma anche mentale. Ti aiuta a entrare nel mondo del Maestro Jedi, con l’allenamento della mente“.

Guardate la nuova clip qui sotto, insieme a un filmato in cui il poliedrico Stenberg suona un arrangiamento per violino solo dell’iconica colonna sonora di Star Wars di John Williams.

Chi è il cast di Star Wars: The Acolyte?

Star Wars: The Acolyte è scritto e prodotto esecutivamente da Leslye Headland (Russian Doll), che sarà anche showrunner. Insieme alla Stenberg ci sono Lee Jung-jae (Squid Game), Dafne Keen (His Dark Materials), Rebecca Henderson (Inventing Anna), Dean-Charles Chapman (1917), Carrie-Anne Moss (The Matrix), Manny Jacinto (The Good Place), Jodie Turner-Smith (After Yang), Charlie Barnett (Russian Doll) e l’ex stao della trilogia sequel di Star Wars, Joonas Suotama, che interpreta un nuovo personaggio sotto forma di maestro Jedi Wookiee.

Tutto quello che sappiamo su Star Wars: The Acolyte

Star Wars: The Acolyte è l’annunciata serie tv parte del franchise di Star Wars creata da Leslye Headland. La serie tv è ambientato alla fine dell’era dell’Alta Repubblica prima degli eventi dei principali film di Star Wars.

Star Wars: The Acolyte è ambientato alla fine dell’era dell’Alta Repubblica in un mondo di “segreti oscuri e poteri emergenti del lato oscuro”, circa 100 anni prima di Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma (1999). Un’ex Padawan si riunisce con il suo Maestro Jedi per indagare su una serie di crimini, ma le forze che affrontano sono più sinistre di quanto avessero mai previsto.

Nel cast della serie tv protagonisti sono Amandla Stenberg come ex padawan, Lee Jung-jae come Maestro Jedi, Manny Giacinto, Dafne Keen come una giovane Jedi, Jodie Turner-Smith, Rebecca Henderson nei panni di Vernestra Rwoh, un cavaliere Jedi prodigio.  Charlie Barnett come un giovane Jedi, Dean-Charles Chapman, Carrie-Anne Moss come una Jedi, Margherita Levieva, Joonas Suotamo nei panni di Kelnacca, un maestro Jedi Wookiee.

Tom Holland non sfonda a Teatro con Romeo e Giulietta

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Tom Holland non sfonda a Teatro con Romeo e Giulietta

Dopo aver offerto performance di grande livello in film come The Impossible e Heart of the Sea, Tom Holland ha raggiunto il successo quando ha ottenuto il ruolo di Peter Parker in Captain America: Civil War.

Da quel momento in poi ha recitato in tale ruolo in Spider-Man: Homecoming, Avengers: Infinity War, Avengers: Endgame, Spider-Man: Far From Home e Spider-Man: No Way Home, diventando un veterano del MCU in soli cinque anni. Tuttavia, al di fuori del suo lavoro nei Marvel Studios, Tom Holland ha avuto qualche difficoltà nel trovare dei progetti convincenti.

Se dal punto di vista dell’animazione ha ottenuto buoni risultati con Onward – Oltre la magiaSpie sotto copertura, i film Cherry, Chaos Walking, Uncharted e la sua prima serie televisiva, The Crowded Room, hanno tutti ottenuto recensioni tra il misto e il negativo.

Di conseguenza, è difficile scrollarsi di dosso la sensazione che, al di fuori di Spider-Man, Tom Holland stia faticando a lasciare il segno. Al contrario, la sua fidanzata e collega Zendaya, anche lei attrice del MCU, ha ricevuto il plauso della critica per il suo lavoro in Dune: Parte Due e Challengers.

A questi infelici risultati si aggiunge ora anche il suo spettacolo teatrale Romeo e Giulietta. Mentre il Telegraph ha detto che Holland “rapisce” e “ipnotizza” nel ruolo di Romeo, il Daily Express lo descrive come “privo di carisma“. L’Independent afferma che la sua interpretazione “cade a fagiolo“, mentre Variety spiega che “si emoziona piuttosto che suscitare emozioni“. L’Hollywood Reporter ha dichiarato: “Sebbene Holland riesca a mostrare la sua dolcezza da cucciolo e il suo fisico da [Spider-Man], potrebbe offrire un Romeo migliore di questo“.

Spider-Man: Homecoming Tom Holland
Foto di Chuck Zlotnick – © 2017 CTMG, Inc. © Marvel Studios

Dopo che The Crowded Room ha fatto fiasco e che i blockbuster non appartenenti al MCU di Holland hanno avuto un riscontro decisamente scarso, si è pensato che il ritorno sul palcoscenico avrebbe raddrizzato la situazione e dimostrato che c’è qualcosa di più di Spider-Man in lui. Evidentemente così non è stato.

Forse è arrivato il momento di andare avanti“, aveva detto Holland sul suo futuro come Peter Parker nel 2021. “Forse la cosa migliore per Spider-Man è che facciano un film su Miles Morales. Devo tenere conto anche di Peter Parker, perché è una parte importante della mia vita“. “Se interpreto Spider-Man dopo i 30 anni, ho fatto qualcosa di sbagliato“, aveva poi aggiunto l’attore ora 27enne.

Ad ora, per l’attore si prevede un suo ritorno per Spider-Man 4 e per i prossimi film degli Avengers. Anche Robert Downey Jr. ha faticato a scrollarsi di dosso l’ombra di Iron Man e probabilmente ci è riuscito solo vincendo il premio Oscar per Oppenheimer. Chissà che una volta conclusi i prossimi impegni per l’MCU non possa avere anche per Tom Holland l’inizio di una nuova e più fortunata fase della sua carriera.

Capitan Planet: Glen Powell si dice “ottimista” sul fatto che il film prenda il volo

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Nel lontano 2016, abbiamo saputo che un film live-action su Capitan Planet era in fase di sviluppo presso la Paramount Pictures e la Appian Way di Leonardo DiCaprio, con Jono Matt e l’attuale golden boy di Hollywood Glen Powell arruolati per scrivere la sceneggiatura. La star di Top Gun: Maverick e Hit Man sarebbe in lizza per interpretare il ruolo del protagonista.

A quanto pare, questa rivisitazione della serie animata sarà ambientata “anni dopo le avventure dello show, con il Capitano ormai un uomo finito che ha bisogno dei ragazzi più di quanto loro abbiano bisogno di lui“.

Da allora gli aggiornamenti sono stati praticamente inesistenti, ma Glen Powell  ha recentemente confermato che il progetto è ancora in lavorazione e che desidera molto interpretare l’eroe ambientalista.

Captain Planet è sicuramente qualcosa che mi appassiona moltissimo“, ha dichiarato a Yahoo! “Leonardo DiCaprio e io abbiamo messo insieme questo progetto per diversi anni. Con i recenti cambiamenti alla Warner Bros. stiamo solo cercando di capire come si sistemeranno i pezzi“.

È un supereroe ambientale, quindi non fa necessariamente parte della DC – esiste al di fuori di quel mondo. Allo stesso tempo, credo che il mondo non abbia mai avuto così bisogno di un supereroe ambientalista! Quindi penso che si adatti a tutto ciò che James Gunn e Peter Safran stanno facendo alla DC e io e Leo siamo molto ottimisti sulla possibilità di realizzare qualcosa. Mi piacerebbe interpretare Capitan Planet – sarebbe una cosa da pazzi“.

Non siamo sicuri che James Gunn e Safran possano essere convinti a rendere Capitan Planet parte del loro piano decennale per il DCU, ma questo non significa che il film non possa andare avanti come entità completamente separata alla Warner Bros. e Powell è ancora ottimista sul fatto che il film alla fine decollerà.

Dio, lo spero proprio“, ha detto a Collider quando gli è stato chiesto se vedremo mai il film su Capitan Planet. “Credetemi, ci stiamo lavorando duramente da molto tempo. Sono ottimista sul suo futuro, ma non si può mai sapere la tempistica“.

Se Glen Powell dovesse interpretare Capitan Planet, potrebbe essere l’unico film di supereroi in cui l’attore, molto richiesto, deciderà di essere coinvolto. Nel corso di una recente intervista con THR, Glen Powell ha dichiarato di non essere interessato a “esche da Oscar” o a “cose da Marvel”, rivelando di aver rifiutato il ruolo di protagonista maschile nel nuovo film della Universal, Jurassic World.

Jurassic è uno dei miei film preferiti. È una delle cose che ho voluto fare per tutta la vita. Non farò quel film perché ho letto la sceneggiatura e mi sono subito detto: la mia presenza in questo film non lo aiuta. E la sceneggiatura è fantastica. Il film ucciderà. Non si tratta di questo. Si tratta di scegliere dove rendere felice il pubblico e dove rendere felice se stessi“.

Alcuni di voi potrebbero essere un po’ giovani per ricordare Capitan Planet e i Planeteers, ma il cartone animato è stato molto popolare quando è andato in onda dal 1990 al 1992, e mantiene ancora un certo seguito. La serie era incentrata su cinque adolescenti di tutto il mondo in grado di controllare gli elementi e, una volta combinati i loro poteri, erano in grado di evocare Capitan Planet, un supereroe che lottava contro l’inquinamento nel tentativo di ripulire l’ambiente.

Fino alla fine, il nuovo film di Gabriele Muccino ha una data di uscita

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Il 31 ottobre 2024 arriva al cinema Fino alla fine, il nuovo film di Gabriele Muccino, che firma la sceneggiatura con Paolo Costella, prodotto da Lotus Production, una società Leone Film Group con Rai Cinema, in associazione con Adler e con Ela Film, e distribuito da 01 Distribution. 

Gabriele Muccino torna sul grande schermo con un film sorprendente che si svolge a Palermo nell’arco di 24 ore, durante le quali, la protagonista Sophie (l’attrice Elena Kampouris) scoprirà che la vita non è altro che il risultato delle scelte che facciamo. Una storia d’amore che diventa un thriller adrenalinico che racconta come tutto può cambiare in un attimo.

Fino alla fine film Gabriele Muccino

Oltre a Elena Kampouris, in Fino alla fine Muccino dirige un cast italiano e internazionale composto da: Saul Nanni, Lorenzo Richelmy, Enrico Inserra, Francesco Garilli, Ruby Kammer, Yan Tual, Mitch Salm, Grace Ambrose, Syama Rayner, Samuel Kay. 

“Fino alla fine”, dal 31 ottobre #soloalcinema con 01 Distribution.

La trame di Fino alla fine

Fino alla fine racconta la storia di Sophie, una giovane americana di vent’anni in vacanza a Palermo con la sorella. Quando sta per tornare in California, nelle ultime 24 ore del suo soggiorno in Sicilia, incontra Giulio e il suo gruppo di amici. Saranno proprio queste 24 ore a cambiare per sempre il corso della sua vita. Sophie scoprirà che la vita è fatta di scelte e quelle che farà la porteranno a camminare sull’orlo del baratro, trasformando una semplice storia d’amore in una di sopravvivenza, riscatto e pura adrenalina. Questo gruppo di ventenni, ancora inesperti nel maneggiare la vita, scopriranno quanto sia facile commettere errori.

Dostoevskij: nuovo trailer della serie SKY

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Dostoevskij: nuovo trailer della serie SKY

Disponibile da oggi il nuovo trailer della serie Sky Original Dostoevskij, già presentata in anteprima mondiale alla 74ª edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino, ideata, scritta e diretta dai Fratelli D’Innocenzo. Come annunciato col trailer appena rilasciato, l’intera serie, atto I e atto II, sarà distribuita al cinema da Vision Distribution nella settimana dall’11 al 17 luglio.

Talenti rivelazione del cinema italiano degli ultimi anni, Fabio e Damiano realizzano la loro prima serie dopo i film La terra dell’abbastanza, presentato nella sezione Panorama del Festival di Berlino nel 2018, Favolacce, Orso d’Argento per la Sceneggiatura al Festival di Berlino, e America Latina in concorso nel 2021 a Venezia 78.

La serie è un noir con protagonista Filippo Timi (Vincere, I delitti del BarLume, Favola, Le otto montagne) nei panni di un brillante e tormentato detective dal passato doloroso. Con lui nel cast Gabriel Montesi (Favolacce, Siccità, Romulus, Christian), Carlotta Gamba (America Latina, Dante) e Federico Vanni (Chiara Lubich – L’Amore vince su tutto, Io sono l’abisso).

Dostoevskij è una serie Sky Original in 6 episodi, una produzione Sky Studios prodotta con Paco Cinematografica.

La trama di Dostoevskij

In un lasso di terra scarno e inospitale, il poliziotto Enzo Vitello, uomo dal buio passato, è ossessionato da “Dostoevskij”, killer seriale che uccide con una peculiarità: accanto al corpo l’omicida lascia sempre una lettera con la propria desolante e chiarissima visione del mondo, della vita e dell’oscurità che Vitello sente risuonare al suo interno.

The Outfit: la spiegazione del finale del film

The Outfit: la spiegazione del finale del film

Graham Moore ha scritto romanzi e film, vincendo nel 2015 l’Oscar per la Miglior sceneggiatura non originale per The Imitation Game. La storia di The Outfit, però, l’ha sentito così personale da decidere di farne il suo debutto alla regia. Secondo Moore, questo racconto è stato ispirato dalla storia vera della sua famiglia, in particolare da suo nonno, un medico con un proprio studio, di cui uno dei pazienti era nientemeno che il famigerato mafioso Jerry Catena della famiglia criminale Genovese.

In un’intervista a TheWrap, Graham Moore ha rivelato che la storia di The Outfit è nata dalla sua fascinazione per il rapporto tra suo nonno e Catena. Moore ha raccontato che sua nonna non vedeva di buon occhio questo rapporto, ma il gentile nonno di Moore continuò comunque a curare il gangster. “Fin da piccolo mi ha sempre affascinato immaginare quali dovessero essere le conversazioni tra un uomo gentile come mio nonno e un feroce assassino. Di cosa parlavano quando le porte erano chiuse?”, si è chiesto Moore.

Per gli appassionati di gangster movie, questo è dunque un film da non perdere, anche per via delle sue particolarità che lo distinguono dai classici titoli di questo genere. Grazie ora alla sua presenza su Netflix, sarà più facile riscoprirlo. In questo articolo, però, approfondiamo in particolare il modo in cui The Outfit si conclude. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

The Outfit trama film

La trama e il cast di The Outfit

Protagonista del film è Leonard, un maestro sarto inglese finito a Chicago che gestisce con la sua assistente Mable Shaun una sartoria, dove confeziona splendidi abiti per le uniche persone che possono permetterseli: la famiglia Boyle, composta da feroci gangster. Una sera, i due killer Richie BoyleFrancis bussano alla sua porta in cerca di un favore e Leonard viene coinvolto in un gioco mortale di inganni e omicidi. Da quel momento, la sua vita cambierà di nuovo, per sempre.

Ad interpretare Leonard vi è l’attore Mark Rylance, divenuto celebre al cinema grazie al film Il ponte delle spie, grazie al quale ha vinto il premio Oscar come Miglior attore non protagonista. L’attrice Zoey Deutch interpreta invece Mable Shaun, mentre Johnny Flynn è Francis e Dylan O’Brien è Richie Boyle. Completano il cast gli attori Nikki Amuka-Bird nel ruolo di Violet LaFontaine e Simon Russell Beale in quello di Roy Boyle.

La spiegazione del finale del film

Partiamo dal titolo del film: si tratta di un ovvio riferimento alle creazioni di Leonard. Il vestito del titolo si riferisce ad un abito disegnato per sé stesso da indossare nella sua nuova vita; e alle lettere scritte da Leonard, che finge di essere per conto di “The Outfit”, un sindacato criminale fondato da Al Capone negli anni Venti. La formulazione della corrispondenza da parte di Leonard indica l’intenzione di ingannare e far deragliare i suoi clienti fin dall’inizio.

Leonard vuole distruggere la banda di Boyle, poiché si è trasferito a Chicago per cercare di ricominciare da capo, lontano dal crimine organizzato che ha portato alla morte della moglie e della figlia. Il passato travagliato di Loneard e il fatto di essere involontariamente coinvolto nelle operazioni della banda di Boyle forniscono certamente notevoli incentivi per ingannarli. Tuttavia, in diversi momenti del film, Leonard sembra improvvisare il suo piano man mano che gli eventi si susseguono.

Nonostante la sua opposizione al crimine organizzato, le sue lettere rispondono più direttamente alla consapevolezza che Mable è la spia, utilizzando la relazione con Richie per informare l’FBI sulle operazioni della banda. Il finale di The Outfit vede allora Mable aiutare Leonard a smantellare la banda. Alla fine di The Outfit, Leonard spiega la realtà del suo passato in un appello al vendicativo Francis, rivelando i tatuaggi che sono stati nascosti sotto le sue maniche per tutto il film.

The Outfit cast

Leonard spiega che l’incendio che ha ucciso la sua famiglia non è stato un incidente, ma un atto dell’organizzazione criminale di cui in precedenza era stato uno spietato esecutore. Leonard è rimasto deluso da un particolare ordine che gli è stato impartito e ha deciso di abbandonare la vita criminale per dedicarsi a un nuovo mestiere. I suoi tatuaggi sono un segno permanente del suo passato. Detto questo, il finale di The Outfit rivela una conclusione molto più tragica per la storia di Leonard.

Il gangster movie si conclude con Leonard al punto di partenza: complice della violenza, con l’utensile del suo mestiere diventato l’arma del suo crimine. Mentre Francis sta morendo dopo essere stato pugnalato dalle forbici del sarto, Leonard si inginocchia su di lui, pronto a pugnalarlo brutalmente una seconda volta. In questo momento, Leonard sembra ineluttabilmente violento e il suo ex sé è di nuovo realmente presente.

Nonostante la dedizione di Leonard al suo nuovo mestiere, The Outfit suggerisce dunque che il suo passato è ineluttabile. Rendendosi conto che il suo progetto è stato rovinato da un po’ di sangue di Richie finito sulla manica della giacca, Leonard ricorre alla sostituzione della manica macchiata e ricomincia da capo. Ma le modifiche di Leonard sembrano sempre inutili e il suo abito viene ripetutamente rovinato da atti di violenza.

Alla fine Leonard brucia il negozio per costringersi a ricominciare da capo. Come aveva iniziato una nuova vita dopo il primo incendio, Leonard alla fine di The Outfit appicca un secondo incendio per iniziare un’altra nuova vita. In un certo senso, tutto si chiude a cerchio per lui. La narrazione indica dunque l’accettazione di Leonard di andare avanti, la sua riconciliazione con un senso di giustizia imperfetto e una dedizione duratura al suo mestiere.

Il trailer di The Outfit e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di The Outfit grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV, Prime Video e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video.

The Tunnel to Summer, the Exit of Goodbyes: due clip del film in arrivo in sala

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A meno di tre settimane dall’arrivo nelle sale cinematografiche, Anime Factory, etichetta di proprietà di Plaion Pictures ha diffuso due clip ufficiali in italiano del pluripremiato film anime The Tunnel to Summer, the Exit of Goodbyes. Il nuovo film, scritto e diretto daTomohisa Taguchi (Akudama Drive, Digimon Adventure: Last Evolution Kizuna, Bleach: Thousand-Year Blood War), arriverà al cinema in Italia in un evento speciale di tre giorni, il 10, 11 e 12 giugno 2024.

Le due clip, in cui è possibile assistere non solo al primo incontro tra i due protagonisti Anzu e Kaoru ma anche al primo ingresso di quest’ultimo nell’emozionante e misterioso tunnel di Urashima, sono disponibili sul canale YouTube di Anime Factory:

  • Il primo incontro:

  • Il tunnel di Urashima:

Dalle clip risalta anche l’alto valore artistico di questo racconto mystery sci-fi dai toni romantici, tra i cui punti di forza vi è sicuramente la commistione tra l’autenticità della vita dei protagonisti e l’attenzione ai dettagli – in particolare per i capelli e la profondità degli occhi. Il merito del sorprendente risultato finale va in buona parte all’animatrice Satomi Yabuki (Tokyo Ghoul; Pompo, la cinefila), responsabile del design dei personaggi e supervisore capo delle animazioni.

Restituire, anche visivamente, le tante sfumature della storia è stata una delle missioni principali del regista Tomohisa Taguchi, che del romanzo originale aveva apprezzato proprio la capacità di unire una rinfrescante leggerezza a temi molto profondi.  “The Tunnel to Summer, the Exit of Goodbyes nasce come light novel. Sono letture molto accessibili, ma questo romanzo ha un aspetto molto letterario, più costruito e profondo”, ha dichiarato il regista. Taguchi ha riposto particolare cura soprattutto nel ritrarre in modo genuino i due protagonisti, facendo sì che fosse semplice per il pubblico immedesimarsi in loro. Come spiega: “Visto che le scene di vita quotidiana sono realistiche, occorre una messa in scena precisa da rispettare: questa è stata una sfida per me e con gli animatori abbiamo lavorato per ricreare il senso di realtà.”

Realizzato dallo studio di animazione giapponese CLAP (Pompo, la cinefila), The Tunnel to Summer, the Exit of Goodbyes ha conquistato il favore di pubblico e critica aggiudicandosi alcuni tra i premi più prestigiosi dedicati al mondo dell’animazione, come il Paul Grimault Award al Festival di Annecy 2023 e il riconoscimento come miglior film agli Anime Trending Awards 2024.

The Tunnel to Summer, the Exit of Goodbyes è pronto a conquistare il pubblico italiano grazie ad Anime Factory, che porterà questo emozionante e coinvolgente lungometraggio al cinema con un evento imperdibile dal 10 al 12 giugno.

In buone mani 2: recensione del film turco su Netflix

In buone mani 2: recensione del film turco su Netflix

Netflix non sbaglia un colpo. Proprio come fa la nostra Mediaset, che sta puntando su un palinsesto ricco di soap opera turche, anche la piattaforma dalla N rossa sta investendo sulle serie ottomane. Una scelta che non deve sorprendere, considerata la loro grande commercabilità e il loro finire, quasi sempre, nella Top 10 dei titoli più visti. E così di recente il colosso streaming ha arricchito il catalogo con In buone mani 2, il secondo capitolo della dramedy In buone mani, già fra i più guardati, il cui debutto è avvenuto nel 2022. Il primo film si concentrava su Melisa e il suo desiderio di affidare il figlio, Can, a qualcuno che se ne sarebbe potuto prendere cura per sempre, vista la patologia che l’avrebbe portata alla morte.

Ed era proprio la malattia uno dei pilastri tematici su cui ruotava la storia, nonché escamotage narrativo che aveva innescato la love story fra Melisa e Firat, quest’ultimo scopertosi essere padre del bambino. Proprio come il primo film, In buone mani 2 segue il classico pattern delle commedie romantiche dal retrogusto drammatico con l’irrinunciabile happy ending. Questo perché è un prodotto che mira, esattamente come gli sceneggiati televisivi, alla trasversalità. Ciò significa anche che, pur facendosi carico di diverse tematiche rilevanti, non le esplora mai a pieno, rimanendo su toni più leggeri per poter essere maggiormente accesibile.

Il target di riferimento rimane infatti invariato: un pubblico che cerca intrattenimento e non impegno, desideroso di lasciarsi coinvolgere in un racconto che farà versare qualche lacrima, per poi giungere a un epilogo rassicurante in cui tutto torna al proprio posto. Nel suo intento riesce e, a differenza di altri titoli, pur dipanandosi su una narrazione telefonata, non risulta pesante o stucchevole. In cabina di regia troviamo nuovamente Ketche, mentre le musiche, fondamentali in opere come queste per sostenere il pathos delle scene, sono di Tarkan Gözübüyük e Ozan Tügen.

In buone mani 2 Netflix

La trama di In buone mani 2

Dopo la morte di Melisa, Can e Firat si trovano a costruire il loro nuovo rapporto padre-figlio. Ora non basta più conoscersi: adesso devono vivere insieme ogni giorno sotto lo stesso tetto. Da qui derivano nuove responsabilità, a cui entrambi devono abituarsi: per Firat è fondamentale prendersi cura del bambino per non fargli mancare nulla, mentre il piccolo Can deve adattarsi alle nuove regole della casa. Purtroppo, però, le cose non vanno per il meglio. Da quando Melisa non c’è più, Firat ha cercato conforto nell’alcol e ogni sera torna a casa ubriaco.

Per Can è molto più difficile abituarsi a questa nuova quotidianità, soprattutto perché vede davanti a sé un padre malridotto e abbandonato a sé stesso. Le difficoltà per il neo genitore sono molteplici, e nonostante l’amore per suo figlio, non riesce a darsi un limite, sentendosi un fallimento su tutti i fronti. A sconvolgere la loro routine sarà Sezen, anche lei con un passato difficile, che riuscirà a portare un po’ di luce dove prima regnava l’oscurità.

 

Un dramedy senza impegno

In buone mani 2 con non troppa sorpresa funziona, nonostante la formula originale non sia stata alterata. L’intreccio narrativo resta sostanzialmente identico al precedente, con l’unico cambiamento rappresentato dal nuovo interesse amoroso, ossia Sezen. Anche i colpi di scena, i punti di svolta e il climax finale sono simili, suggerendo che l’obiettivo non era creare una trama più complessa per intrigare gli spettatori, ma piuttosto soddisfare alcune loro curiosità. Il primo capitolo si era infatti concluso furbamente, lasciando il pubblico con diverse domande in sospeso che esigevano una risposta. Le più importanti: come affronta Can la perdita della madre? E come si adatta Firat a questo nuovo ruolo?

Nel presentarci la nuova vita dei personaggi a cui ci siamo affezionati, Ketche introduce altri vari temi. Si passa dalla mancata comunicazione tra padri e figli, alle sfide della genitorialità, fino ad affrontare il problema dell’alcolismo e il tema del lutto. Ognuno di questi aspetti trova il proprio spazio nella sequenza degli eventi, sebbene a emergere maggiormente siano gli ultimi due, che poi sono quelli più connessi l’uno all’altro. Nonostante la sceneggiatura sia basilare e gli snodi narrativi il più delle volte prevedibili (con la presenza inevitabile dei cliché), la pellicola è in grado di suscitare comunque il giusto interesse e, pur mantenendo un tono romantico, riesce a non scadere mai nel lezioso.

Del resto, come abbiamo detto, da questo tipo di prodotti non ci si aspetta – e nemmeno si desidera – un’opera d’autore con una scrittura sofisticata e una lettura stratificata. Si cerca una leggerezza sufficiente per distrarsi e una storia che coinvolga quel tanto che basta per non annoiarsi, senza richiedere una concentrazione massima. Alcuni film hanno questo scopo, e In buone mani 2 il suo compito lo svolge tutto sommato bene.

In buone mani 2 Kaan Urgancıoğlu Melisa Asli Pamuk

Kaan Urgancıoğlu, un attore poliedrico

Sul fronte degli attori, invece, c’è un netto squilibrio. Il pubblico di Mediaset (e più in generale gli appassionati dei drammi turchi) riconoscerà i volti di Kaan Urgancıoğlu e Melisa Asli Pamuk. Entrambi sono attualmente in scena nella soap opera Endless Love, in onda su Canale 5, nei rispettivi panni di Emir e Asu. In questo contesto, sia Urgancıoğlu che Pamuk interpretano ruoli più complessi, con personaggi subdoli e perfidi, offrendo una bella prova attoriale, ma nel passaggio a un genere differente l’attrice turca sembra soffrire in termini di recitazione.

A differenza del collega, che si mostra versatile e a proprio agio anche in un ruolo meno impegnativo, Pamuk pare avere difficoltà a immedesimarsi in Sezen. Mentre Urgancıoğlu è totalmente a servizio del suo personaggio, risultando convincente, la performance di Pamuk è più scarica, risultando monoespressiva e poco trascinante, tanto da mettere in risalto anche l’assenza di feeling che c’è fra i due. Fortunatamente, Urgancıoğlu riesce a compensare questa mancanza di alchimia con la sua partner sullo schermo grazie all’interazione con Mert Ege Ak (Can). Insieme al giovane attore, riescono infatti a regalare i momenti più emozionanti della storia, colmando il vuoto emotivo lasciato dalla scarsa sintonia tra i protagonisti.

The Apprentice: gli avvocati di Donald Trump inviano una diffida ai produttori

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Gli avvocati dell’ex presidente Donald Trump hanno inviato una lettera di diffida ai produttori di The Apprentice, mentre il film continua a cercare finanziamenti negli Stati Uniti.

Il film The Apprentice, che è stato recentemente presentato in anteprima mondiale al Festival di Cannes 2024, è interpretato da Sebastian Stan nel ruolo di un giovane Donald Trump, Jeremy Strong di Succession nel ruolo di Roy Cohn, il mentore di Trump, Maria Bakalova nel ruolo di Ivanka Trump e Martin Donovan nel ruolo di Fred Trump Sr. Il biopic è diretto da Ali Abbasi da una sceneggiatura scritta da Gabriel Sherman.

Secondo The Hollywood Reporter, i produttori del film sostengono il progetto in arrivo nonostante la lettera e affermano che il film non ha fatto nulla di sbagliato per giustificare un intervento legale. “Il film è un ritratto giusto ed equilibrato dell’ex presidente. Vogliamo che tutti lo vedano e poi decidano“, ha dichiarato un rappresentante dei produttori del film in una dichiarazione a The Hollywood Reporter.

Il team legale di Trump ha già minacciato azioni legali in passato.

La lettera è solo uno dei tanti passi che il team di avvocati di Trump ha compiuto per cercare di impedire l’uscita del film. In precedenza, la campagna presidenziale di Trump aveva minacciato azioni legali per il film in uscita, cosa che non sembra preoccupare Abbasi.

“Tutti parlano di lui che fa causa a un sacco di gente – non parlano però della sua percentuale di successo, sapete?”, ha detto Abbasi durante la conferenza stampa di Cannes per il film.

“Ambientato in un mondo di corruzione e inganni, The Apprentice esaminerà gli sforzi di Trump per costruire la sua attività immobiliare a New York negli anni ’70 e ’80, scavando anche nel suo rapporto con il famigerato avvocato Roy Cohn”, si legge nella sinossi. “È una storia di mentori e protettori che traccia le origini di una grande dinastia americana. Piena di personaggi più grandi della vita, rivela il costo morale e umano di una cultura definita da vincitori e perdenti”.

My Bloody Valentine, nuovo film in sviluppo presso Blumhouse?

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My Bloody Valentine, nuovo film in sviluppo presso Blumhouse?

Secondo quanto apprendiamo da Bloody Disgusting, la Blumhouse starebbe sviluppando un nuovo film di My Bloody Valentine. Al momento non sono disponibili ulteriori dettagli e non è chiaro se si tratterà di un sequel del vecchio film o di un remake.

Di cosa parlava il film originale My Bloody Valentine?

Diretto da George Mihalka, il film originale My Bloody Valentine è uscito nel 1981. Era interpretato da Paul Kelman, Lori Hallier, Neil Affleck, Cynthia Dale, Don Francks e Keith Knight. Anche se all’epoca non fu un grande successo al botteghino, My Bloody Valentine sviluppò un seguito di culto nel corso degli anni.

“Il giorno di San Valentino, qualcuno perde sempre il proprio cuore”, recita la descrizione del film del 1981. “Vent’anni fa, questa piccola città perse molto di più. Quando i supervisori abbandonarono i loro incarichi per partecipare al ballo annuale della città, una tragedia causò la morte di cinque minatori. L’unico sopravvissuto, Harry Warden, fu ricoverato in un istituto, ma tornò per un massacro vendicativo nel primo anniversario del disastro. Diciannove anni dopo, la città si sta preparando per un’altra festa di San Valentino. Gli innamorati T.J. e Sarah, insieme al loro amico Axel, sono tra i partecipanti alla festa. Ma quando arriva una scatola di caramelle contenente un inquietante avvertimento e un cuore intriso di sangue, gli abitanti della città si rendono conto che il romanticismo è bello che morto. E anche loro…”

Patrick Lussier ha realizzato un remake, My Bloody Valentine 3D, nel 2009. Interpretato da Jensen Ackles, Chris Carnel, Jaime King e Kerr Smith, il film, distribuito da Lionsgate, è stato un grande successo, con un incasso di 100,7 milioni di dollari al botteghino mondiale a fronte di un budget stimato di 14 milioni di dollari.

Noel Gallagher sarà tra i protagonisti della docuserie CAMDEN

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Noel Gallagher sarà tra i protagonisti della docuserie CAMDEN

Disney+ ha confermato che Noel Gallagher sarà tra i protagonisti della docuserie CAMDEN che debutterà mercoledì 29 maggio in esclusiva su Disney+.

Gallagher si unisce al cast già annunciato, che comprende alcuni dei più grandi artisti della musica mondiale, tra cui Dua Lipa, che è anche produttrice esecutiva della docuserie, Chris Martin dei Coldplay, Little Simz, Yungblud, Questlove, Pete Doherty e Carl Barat dei Libertines, Mark Ronson, Nile Rodgers, Boy George, Suggs dei Madness, Black Eyed Peas, Jazzie B dei Soul II Soul, Chuck D, Eliza Rose, Lauren Laverne e Sister Bliss dei Faithless.

Ambientata nel cuore pulsante della musica londinese, CAMDEN svela le storie inedite di come le vite e le carriere di alcuni degli artisti più iconici del mondo siano state influenzate da questo angolo di Londra. Attraverso filmati d’archivio e interviste verrà esplorata la ricca storia di Camden. Il pubblico potrà ascoltare musicisti di fama mondiale rivivere le loro esperienze a Camden: dai primi concerti al tutto esaurito, tra gli alti e bassi delle serate e di una gioventù trascorsa alla scoperta della musica.

La serie originale è prodotta da Lightbox, la società di produzione fondata dal produttore premio Oscar Simon Chinn e dal produttore premio Emmy Jonathan Chinn, in associazione con Day One Pictures, la società di produzione co-fondata da Nick Shymansky, manager originale di Amy Winehouse, e da Radical22. Asif Kapadia è il Series Director. I registi degli episodi sono Toby Trackman, Yemi Bamiro e Sarah Lambert. Il produttore della serie è Gaby Aung. I produttori esecutivi sono Simon Chinn, Jonathan Chinn e Suzanne Lavery per Lightbox, Nick Shymansky, Jasper Waller-Bridge e Ben Friedman per Day One Pictures e Dua Lipa e Dukagjin Lipa per Radical22.

Box Office USA: peggior weekend del Memorial Day degli ultimi 30 anni

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Se vi aspettavate che Furiosa: A Mad Max Saga avrebbe superato con facilità The Garfield Movie al botteghino americano in questo lungo weekend del Memorial Day, ripensateci. Secondo Deadline, i due film sono in una situazione di stallo: 31 milioni di dollari in quattro giorni e 25 milioni di dollari in tre giorni.

Alla fine sarà uno dei due a vincere ma è ancora troppo presto per dirlo. La critica ha affondato gli artigli in The Garfield Movie, come dimostra il 37% di Rotten Tomatoes. Al contrario, Furiosa è “Certified Fresh” con l’89%.

Purtroppo, a prescindere da chi vincerà, sembra che i cinema perderanno ancora una volta. Si tratta dell’apertura più bassa per un weekend del Memorial Day in 29 anni (quando Casper aprì con appena 22 milioni di dollari nel 1995).

Dove è andata male? Gli addetti ai lavori ritengono che la Warner Bros. Discovery abbia aspettato troppo a lungo per iniziare a pubblicizzare Furiosa, con l’ultima parte della campagna di marketing che ha preso il via solo a fine maggio. Altri addetti ai lavori ritengono che Anya Taylor-Joy non sia semplicemente l’attrazione che era Charlize Theron quando Mad Max: Fury Road è uscito nel 2015, anche se questo sembra un po’ ingiusto quando il veterano del MCU Chris Hemsworth è co-protagonista.

Per quanto riguarda le difficoltà di The Garfield Movie, possiamo probabilmente dare la colpa alle recensioni negative (è improbabile che i genitori con bambini eccitati se ne preoccupino, ma i fan dell’animazione ne prenderanno senza dubbio nota).

È interessante notare che questo e Furiosa hanno ricevuto lo stesso CinemaScore dagli spettatori, il che suggerisce che nessuno dei due li ha entusiasmati.

James Gunn descrisse lo scrittore Damon Lindelof come “un artista della truffa senza integrità”

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Se c’è una cosa che abbiamo imparato nell’era dei social media è che alcune persone hanno un’ottima memoria (il che significa che un commento un tempo innocente può tornare a perseguitare anche i migliori di noi). Ieri è stato confermato che Max’s Lanterns ha affidato a Chris Mundy, Tom King e Damon Lindelof la stesura dell’episodio pilota e della “bibbia” della tanto attesa serie televisiva. Ora, i pensieri di James Gunn  su quest’ultima sono stati rivelati in un commento riapparso su Facebook.

Il 18 marzo 2012, il co-CEO dei DC Studios e regista di Superman ha dichiarato: “Lindelof è vicino a Satana nel mio libro a causa della fine di Lost. È l’Uri Gellar dei narratori, un artista della truffa senza alcuna integrità. E un bugiardo“.

Qualcosa deve essere cambiato da allora, visto che James Gunn  si è messo a scrivere su Instagram e sui thread per proclamareUn caloroso benvenuto a Chris e [Damon Lindelof] mentre si uniscono alla famiglia dei DC Studios“.

Onestamente non daremmo troppa importanza a questo giudizio negativo del regista. Perché? Come molti fan, sembra che sia semplicemente deluso e arrabbiato per un finale che ha diviso enormemente le opinioni quando è andato in onda per la prima volta nel 2010.

È difficile ignorare il fatto che James Gunn  abbia descritto lo scrittore più prolifico di Lanterns come un “artista della truffa” e un “bugiardo” senza “integrità“. Tuttavia, il regista di Guardiani della Galassia ha sempre fatto sentire la sua voce sui social media. In questo periodo, inoltre, James Gunn non aveva ancora raggiunto il grande pubblico e ha condiviso spesso pensieri onesti e brutali sui suoi futuri colleghi.

È probabile che Damon Lindelof non stia perdendo il sonno per l’opinione di James Gunn  sul finale di Lost (una pelle spessa è d’obbligo per qualsiasi creativo coinvolto nella divisiva stagione finale) e questa è acqua passata. Tuttavia, il fatto che James Gunn  abbia cambiato idea sul lavoro del regista nel corso degli ultimi 12 anni è senza dubbio ciò che lo ha spinto a portare Lindelof a bordo per Lanterns.

È la storia di una coppia di Lanterne Verdi, John Stewart e Hal Jordan“, ha detto Gunn di Lanterns dopo il suo primo annuncio. “Abbiamo alcune altre Lanterne inserite, ma si tratta di uno show televisivo su base terrestre, quasi come True Detective, con una coppia di Lanterne Verdi che sono poliziotti spaziali che sorvegliano il Distretto Terra e che scoprono un mistero terrificante che si collega alla nostra storia più grande del DCU“.

Potete vedere uno screenshot del commento di Gunn su Facebook nel post X qui sotto.

Giancarlo Esposito lancia il più grande indizio sul ruolo nel MCU

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La star di Breaking Bad e The Boys Giancarlo Esposito ha recentemente rivelato di essere entrato a far parte del Marvel Cinematic Universe in un ruolo misterioso. Poche ore fa, è emersa una voce secondo cui sarà il protagonista di una serie TV di Disney+ e l’attore stesso ha confermato che è proprio così.

Il MCU ha bussato alla mia porta e si tratta di un ruolo che non potete prevedere“, ha detto Esposito ai fan durante una recente apparizione alla convention. “Verrà stuzzicato e ci sarà poi una serie“.

Questo sembra sfatare le teorie sul fatto che doppierà Norman Osborn in Your Friendly Neighborhood Spider-Man, dal momento che non c’è alcuna possibilità che questo cattivo venga preso in considerazione prima che la serie animata venga lanciata sullo streamer quest’anno o il prossimo.

È interessante notare che il fan che ha condiviso questi aggiornamenti aggiunge che quando qualcuno ha detto a Giancarlo Esposito che sarebbe stato un “eccellenteDottor Destino ne I Fantastici Quattro, lui ha risposto di “parlare dell’esistenza e di farsi credere“. Cosa potrebbe significare?

A questo punto dobbiamo ricordarvi le precedenti notizie sull’introduzione di Destino nella scena post-credits de I Fantastici Quattro prima di essere protagonista di una serie Disney+. Quest’ultima avrebbe presumibilmente posto le basi per la comparsa del sovrano di Latveria nel sequel.

Ora, con Giancarlo Esposito che parla di apparire prima e poi a seguire in una serie televisiva, è difficile scrollarsi di dosso la sensazione che i Marvel Studios abbiano trovato il loro Destino. Si ritiene che i Marvel Studios abbiano almeno preso in considerazione la possibilità di farne il nuovo grande cattivo della Saga del Multiverso.

Fantastici Quattro: quello che c’è da sapere sul film

Come al solito con la Marvel, i dettagli della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti, i Fantastici Quattro sono astronauti che vengono trasformati in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi cosmici nello spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il suo corpo fino a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la fidanzata di Reed (e futura moglie), può manipolare la luce per diventare invisibile e lanciare potenti campi di forza. Johnny, il fratello di Sue, può trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà la capacità di volare. E Ben, il migliore amico di Reed, viene completamente trasformato in una Cosa, con dei giganteschi massi arancioni al posto del corpo, che gli conferiscono una super forza.

Matt Shakman (“WandaVision”, “Monarch: Legacy of Monsters”) dirigerà Fantastici Quattro, da una sceneggiatura di Josh FriedmanJeff Kaplan e Ian Springer. Pedro Pascal (Reed Richards) è noto al mondo per le sue interpretazioni in The MandalorianThe Last of Us e prima ancora in Game of ThronesVanessa Kirby (Sue Storm) ha fatto parte del franchise di Mission: Impossible e di Fast and Furious, mentre Joseph Quinn (Johnny Storm) è diventato il beniamino dei più giovani per la sua interpretazione di Eddie in Stranger Things 4Ebon Moss-Bachrach (Ben Grimm) sta vivendo un momento d’oro grazie al suo ruolo del cugino Ritchie in The Bear. Fanno parte del cast anche Julia Garner, Paul Walter Hauser, John Malkovich, Natasha Lyonne e Ralph Ineson nel ruolo di Galactus.

Al momento circolano voci su una possibile ambientazione nel passato del film, indicativamente negli anni Sessanta, stando all’aspetto delle prime immagini ufficiali ad oggi rilasciate. Ci sono però anche rumor sul fatto che il film potrebbe essere ambientato in una realtà diversa da quella di Terra 616. Ad oggi sappiamo poi che l’attrice Julia Garner è stata scelta per interpretare Shalla-Bal nella sua versione Silver Surfer, presenza che sembrerebbe confermare anche quella di Galactus come villain principale. Franklyn e Valeria Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero comparire nel film, mentre Dottor Destino potrebbe avere un semplice cameo nel finale. Il film è atteso al cinema il 25 luglio 2025.

Bryan Cranston potrebbe aver incontrato i Marvel Studios per un ruolo nel MCU

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Bryan Cranston è un vero grande e, sebbene la star di Argylle non sia estranea al genere, non ha ancora recitato in un film o in una serie televisiva sui fumetti. Per un certo periodo l’attore è stato tra i preferiti dai fan per il ruolo di Lex Luthor, ma è sempre sembrata una risposta impulsiva al fantastico lavoro che ha fatto come antagonista calvo in Breaking Bad. Naturalmente, siamo anche consapevoli che molti di voi vorrebbero vederlo interpretare Stan “The Man” Lee in un futuro biopic.

Oggi, lo scoop di @MyTimeToShineH ci informa che Bryan Cranston ha incontrato i Marvel Studios per un ruolo misterioso nel MCU. Kevin Feige ha incontri generali con molti attori, quindi non c’è nulla che indichi che questo porterà a qualcosa.

È una prospettiva innegabilmente eccitante, però, soprattutto con film come I Fantastici Quattro, Avengers 5 e il reboot degli X-Men all’orizzonte.

Voglio interpretare un antagonista che sia un po’ più intelligente del protagonista, mai sminuito per dare all’eroe una vittoria facile“, ha detto in precedenza Bryan Cranston condividendo il suo interesse per l’adattamento di un fumetto. “È frustrante e noioso da guardare“. “In realtà il personaggio era quello, lo ammetto. Mister Sinister era il personaggio a cui stavo pensando“.

Dopo aver condiviso il suo interesse nell’interpretare il villain di X-Men ’97, Bryan Cranston ha spiegato perché ha poco o nessun interesse nell’interpretare un personaggio che abbiamo già visto sullo schermo. “Credo sia un punto di vista egoistico. Non voglio fare un personaggio che è già stato fatto diverse volte in passato. Non voglio essere paragonato come ‘Beh, il suo Commissario Gordon era yada yada yada...'”. “Non voglio farlo. Voglio fare qualcosa che non è stato fatto“, ha concluso.

Anche se vi sconsigliamo di entusiasmarvi troppo per questa voce, i Marvel Studios avrebbero scelto Bryan Cranston come Mister Sinister per il suo prossimo reboot degli X-Men, soprattutto se si tratta di un personaggio appassionato (l’icona di Malcolm in the Middle si è spinta fino a suggerire che Sinister ha ispirato Walter White).

È stato in X-Men: Apocalypse del 2016 che la 20th Century Fox ha annunciato per la prima volta il debutto sul grande schermo di Mister Sinister. Abbiamo atteso la sua apparizione in Logan, Deadpool 2, Dark Phoenix e persino in The New Mutants, solo che tutte queste anticipazioni sono rimaste lettera morta. All’epoca, si diceva che Jon Hamm fosse il favorito per il ruolo.

THOR 5 entra in programma per il prossimo anno, alla ricerca di sceneggiatore e regista

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Abbiamo sentito notizie contrastanti sui piani dei Marvel Studios per Thor 5, un quinto film da solista su Thor (non proprio sorprendente dopo l’accoglienza riservata ad Love and Thunder), ma quest’ultima indiscrezione sostiene che Thor 5 è davvero ufficialmente in fase di sviluppo e che dovrebbe essere girato già l’anno prossimo.

Secondo Daniel Richtman, Thor 5 è “in programma per l’autunno 2025”. Aggiunge di non essere “sicuro che questo significhi che sarà un progetto successivo a Secret Wars, ma scommetto di sì“. Si dice che la Marvel stia cercando uno sceneggiatore e un regista per il progetto.

Il regista di Thor: Love and Thunder Taika Waititi si è tirato fuori dalla corsa per dirigere il film alla fine dello scorso anno. Una voce precedente sosteneva che Gareth Edwards (Rogue One: A Star Wars Story, The Creator) fosse in lizza per sostituirlo.

Ho visto anch’io quelle voci”, ha detto Edwards in un’intervista poco dopo che l’indiscrezione aveva fatto il giro. “L’ho vista e l’ho inviata scherzosamente alla mia ragazza. Le ho mandato il link e le ho detto: ‘Non volevo che lo scoprissi in questo modo’. Non ne ho mai sentito parlare. È assolutamente… Internet è un posto incredibile. Adoro quei film. Amo la Marvel, molti dei miei amici lavorano nei film Marvel. Amo tutti gli altri film e franchise, vado a vederli. Ho la maggior parte di loro nel mio scaffale di DVD/Blu-ray. Ma voglio davvero continuare a perseguire la fantascienza originale. È stata una risposta molto politicamente corretta? Non dico mai. Nelle giuste circostanze, assolutamente“.

Di recente abbiamo appreso che Gareth Edwards è destinato a dirigere il prossimo film di Jurassic World per la Universal, quindi anche se ha avuto una conversazione su Thor, è altamente improbabile che ne sia uscito qualcosa.

Chiunque finisca per dirigere il film, possiamo probabilmente aspettarci un tono leggermente più cupo e serio rispetto a Thor: Love and Thunder, che è stato ampiamente criticato per aver portato gli elementi scanzonati di Ragnarök a livelli eccessivamente sciocchi.

Se Chris Hemsworth tornerà a impugnare il Mjölnir, potrebbe essere per l’ultima volta. Ecco cosa ha detto l’anno scorso la star di Furiosa: A Mad Max Saga a proposito di un possibile ritorno.

Sento che probabilmente dovremmo chiudere il libro se lo facessi di nuovo, capite cosa intendo?”, ha detto l’attore a proposito della possibilità di riprendere il ruolo. “Sento che probabilmente lo giustifica. Sento che probabilmente sarebbe il finale, ma questo non si basa su nulla che mi sia stato detto o su alcun tipo di piano. C’è la nascita di un eroe, il viaggio di un eroe, poi la morte di un eroe, e non so… se sono in quella fase? Chi lo sa?“.

ATLAS con Jennifer Lopez su Netflix raggiunge il 10% di gradimento su Rotten Tomatoes

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Atlas (la nostra recensione) è ora in streaming su Netflix e l’embargo sulle recensioni è stato revocato ieri sera tardi, poco prima che il film arrivasse in streaming. Anche se non è sempre così, di solito questo non è un grande indicatore di qualità, e di certo le recensioni sono state piuttosto negative finora.

Il film d’azione fantascientifico Atlas diretto da Brad Peyton ha come protagonista Jennifer Lopez (Hustlers, Cell) nel ruolo di Atlas Shepard, “una donna che combatte per l’umanità in un futuro in cui un’IA soldato ha stabilito che l’unico modo per porre fine alla guerra è porre fine all’umanità”. Per superare questa IA ribelle, Atlas deve lavorare con l’unica cosa che teme di più: un’altra IA”.

La trama incentrata sull’IA è appropriata, perché Atlas sembra essere stato generato da ChatGPT. Non abbiamo recensito il film nella sua interezza, ma si tratta fondamentalmente di un’accozzaglia di tropi e idee ben collaudati che sono stati eseguiti molto meglio in altri film, ulteriormente delusi da una sceneggiatura banale, da dialoghi atroci e da una performance principale poco convincente.

Alcuni sono intervenuti in difesa di Atlas, ma i verdetti positivi scarseggiano su Rotten Tomatoes, dove il film si trova attualmente a un misero 10% con 31 recensioni contate.

La sinossi ufficiale recita: “Atlas Shepherd (Jennifer Lopez), una brillante ma misantropa analista di dati con una profonda sfiducia nell’intelligenza artificiale, si unisce a una missione per catturare un robot rinnegato con cui condivide un misterioso passato. Ma quando i piani vanno a rotoli, la sua unica speranza di salvare il futuro dell’umanità dall’A.I. è fidarsi di lui”.

Atlas è interpretato anche da Simu Liu, Sterling K. Brown, Gregory James Cohan, Abraham Popoola, Lana Parrilla e Mark Strong.

Blade: il reboot sta subendo un’altra riscrittura con casting in corso!

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Per quanto possa essere difficile da credere, sono passati più di quattro anni da quando i Marvel Studios hanno annunciato per la prima volta i piani per un reboot di Blade  con Mahershala Ali durante il San Diego Comic-Con, e da allora il progetto è stato afflitto da problemi di produzione.

Dopo essere passato attraverso una serie di registi e scrittori, il progetto sembrava finalmente essere tornato in carreggiata dopo che un recente aggiornamento di Production Weekly aveva affermato che le riprese sarebbero iniziate in autunno, ma sembra che il film abbia incontrato un altro ostacolo sulla strada.

Cosa sappiamo sullo stato delle cose di Blade ?

Secondo Daniel Richtman, si sta cercando un nuovo sceneggiatore per dare alla sceneggiatura un’altra importante revisione – anche se nota che la Marvel ha finalmente messo a punto la storia generale, e conferma la notizia precedente secondo cui le telecamere dovrebbero girare entro la fine dell’anno in Messico o in Brasile.

A quanto pare, è stato anche lanciato un casting per un cattivo principale maschile, ma il nome del personaggio non è stato rivelato. Anche se sembra che tutto sia stato risolto, un recente articolo ha affermato che Mahershala Ali ha minacciato di lasciare il film a un certo punto a causa di frustrazioni con la sceneggiatura.

Secondo alcune prime bozze, il nuovo personaggio di Mahershala Ali, il Daywalker, sarebbe stato “relegato a terzo o quarto protagonista” del suo stesso film e, sebbene ciò sia stato contestato da uno sceneggiatore che ha lavorato a una bozza prima degli scioperi, è chiaro che la produzione è stata tutt’altro che tranquilla.

Cosa veva detto Mahershala Ali su Blade ?

Lanterns: James Gunn annuncia ufficialmente il team creativo della serie Max

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Dopo alcune recenti indiscrezioni, il co-responsabile dei DC Studios James Gunn ha annunciato ufficialmente il team creativo della tanto attesa serie di Lanterne Verdi Max, che si intitolerà Lanterns.

Il creatore di Lost e Watchmen, vincitore di un Emmy Award, Damon Lindelof, lavorerà alla sceneggiatura dell’episodio pilota insieme al già citato (ma non confermato) showrunner di Ozark Chris Mundy e all’acclamato scrittore di fumetti Tom King.

“Sì, è vero. La serie DCU Lanterns sta mettendo insieme un team di scrittori di prim’ordine, sulla base di una meravigliosa sceneggiatura pilota e della bibbia di Chris Mundy, Tom King e Damon Lindelof”, ha scritto Gunn in didascalia al suo post, che include anche un (possibile) primo sguardo ad alcuni concept art dello show. “Un caloroso benvenuto a Chris e @damonlindelof che si uniscono alla famiglia DC Studios”.

 

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Un post condiviso da James Gunn (@jamesgunn)

Una precedente serie televisiva di Lanterna Verde era in lavorazione prima che Gunn e Peter Safran assumessero il ruolo di co-CEOS dei DC Studios. Quella versione era stata creata da Greg Berlanti e avrebbe avuto come protagonista Finn Wittrock nel ruolo di Guy Gardner.

I dettagli sullo show Lanterns sono pochi, ma sappiamo che sarà incentrato sia su Hal Jordan che su John Stewart. Gardner farà comunque parte del DCU, in quanto il personaggio è destinato a debuttare nel reboot di Superman di James Gunn, con l’attore di Guardiani della Galassia Vol. 3 e Suicide Squad Nathan Fillion a ricoprire il ruolo.

La realtà è che le persone hanno dei difetti. Abbiamo tutti delle stranezze. Abbiamo tutti delle vulnerabilità“, ha detto Fillion di Gardner in una recente intervista. “Potresti avere la famiglia più meravigliosa, ma essere come ‘Oh, mio Dio, mio padre mi fa impazzire. Ha questa cosa…’. Ognuno di noi ha qualcosa, e io adoro immedesimarmi in quei difetti e in quelle imperfezioni“.

È ciò che rende le persone reali e che permette al pubblico di relazionarsi, perché tutti sappiamo cosa sia. Tutti abbiamo i nostri. Ne siamo testimoni in altre persone. Guy Gardner ha il 90% di difetti e non se ne cura“, ha continuato. “È uno dei suoi difetti. Penso che ci sia una vera libertà nell’interpretarlo. Quindi, per uno a cui piace interpretare difetti e persone imperfette, Guy Gardner è una miniera d’oro“.

Questa è la storia di una coppia di Lanterne Verdi, John Stewart e Hal Jordan“, ha detto Gunn del progetto quando è stato annunciato. “Abbiamo alcune altre Lanterne inserite, ma si tratta di una serie televisiva a sfondo terrestre, quasi come True Detective, con una coppia di Lanterne Verdi che sono poliziotti spaziali che sorvegliano il Distretto Terra e che scoprono un mistero terrificante che si collega alla nostra storia più grande del DCU“.

La cospirazione del Cairo: la spiegazione del finale del film

La cospirazione del Cairo: la spiegazione del finale del film

Il regista svedese di origine egiziana Tarik Saleh si è recentemente distinto grazie ai film Omicidio al Cairo (2017) e The Contractor (2022), quest’ultimo interpretato da Chris Pine. Nello stesso 2022 ha poi realizzato il film per cui è oggi principalmente noto e apprezzato, ovvero La cospirazione del Cairo, un thriller politico in lingua araba in cui si susseguono una serie di vicende legate all’instabilità politica e religiosa presente nel Paese. Il film stato presentato in anteprima mondiale il 20 maggio 2022 al 75° Festival di Cannes, dove è stato selezionato per concorrere alla Palma d’Oro.

Saleh è poi stato premiato per la migliore sceneggiatura e il film ha ricevuto il premio François Chalais a Cannes. In seguito, è stato selezionato come candidato svedese per il miglior film internazionale alla 95ª edizione degli Academy Awards, ma non è stato nominato. Si tratta in ogni caso di un solido thriller con alcuni riferimenti alla realtà dell’Egitto e al ruolo della fede islamica, che grazie ora al suo passaggio televisivo è possibile riscoprire. Grazie ai solidi incassi ottenuti in sala, si tratta inoltre del film straniero non in lingua inglese di maggior successo da Parasite (2019).

Per gli appassionati del genere si tratta infatti di un film da non perdere, che accanto al commento sociale offre un intricato mistero da risolvere prima che possa essere troppo tardi. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a La cospirazione del Cairo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori, alle location dove è stato girato e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La cospirazione del Cairo cast
Tawfeek Barhom in La cospirazione del Cairo. © Atmo

La trama di La cospirazione del Cairo

Il film è incentrato sulla morte del Grande Imam durante il discorso di benvenuto di fronte un gruppo di studenti della rinomata università del Cairo, quella di Al- Azhar, nota come il centro del potere dell’Islam sunnita. La scomparsa dell’Imam dà inizio a una lotta senza esclusione di colpi per influenzare coloro che dovranno prendere il suo posto. Lo sa bene Adam, un ragazzo di provincia da poco arrivato in città, che finirà nel bel mezzo di questi scontri e di questi giochi di potere, dopo che un suo compagno di studi viene rinvenuto morto nel cortile dell’università.

Il cast di La cospirazione del Cairo e location del film: ecco dove è stato girato

Protagonista del film, nel ruolo di Adam, è l’attore Tawfeek Barhom, attore visto anche in Maria Maddalena (2018) e Omen – L’origine del presagio (2024). Accanto a lui, nel ruolo del colonnello Ibrahim si ritrova invece Fares Fares, noto per essere apparso in Zero Dark Thirty (2013) e Rogue One: A Star Wars Story (2016). Completano il cast Mohammad Bakri nel ruolo del generale Al Sakran, Makram Khoury in quello di Shaykh Negm e Mehdi Dehbi nel ruolo di Zizu. Per le location, invece, in quanto bandito dall’Egitto, Saleh ha dovuto girare il film in Turchia, a Istanbul, usando la Moschea di Solimano come location per l’Università al-Azhar.

La spiegazione del finale del film

Nel finale di La cospirazione del Cairo, lo sceicco Negm si costituisce all’NSA e dichiara di aver ucciso Zizu, l’informatore del colonnello Ibrahim dell’NSA. L’NSA è costretta ad arrestarlo nonostante sappia che non è colpevole. Successivamente, il superiore di Ibrahim, Sobhi, gli ordina di uccidere Adam, rivelando che l’NSA ha ucciso anche Zizu. Ibrahim è scioccato dalla rivelazione e cerca di aiutare Adam a fuggire, ma viene catturato. Sobhi cerca a quel punto di fare pressione su Adam affinché confessi di aver ucciso Zizu. Anche Ibrahim viene arrestato, ma riesce a convincere il generale Sakran a organizzare un incontro tra Adam e Negm.

Quest’ultimo sa del ruolo dell’NSA nell’omicidio di Zizu e intende rivelarlo ai media durante il processo; Ibrahim pensa dunque che Adam possa convincere Negm a ripensarci. Adam, effettivamente, riesce a far desistere Negm e viene pertanto lasciato andare. Può a quel punto tornare al suo villaggio natale indossando il turbante tipico di al-Azhar. Ringrazia l’imam del villaggio, ma non è in grado di dire ciò che ha imparato all’università. Nella scena finale del film si unisce al padre sulla barca da pesca.

La cospirazione del Cairo location
Fares Fares e Tawfeek Barhom in La cospirazione del Cairo. Foto di Pierre Aim – © Atmo

Particolarmente importante, per la comprensione del finale di La cospirazione del Cairo, è il dialogo conclusivo tra lo sceicco cieco e Adam nella stanza degli interrogatori. Adam cita qui un versetto del Corano con Abu Bakr che diceva che coloro che avevano rispettato il Profeta dovevano riconoscere il fatto che Maometto era morto. Lo sceicco cieco ritira allora la sua dichiarazione di colpevolezza dopo aver sentito queste parole e riconosce la profonda conoscenza dell’Islam da parte di Adam.

Nel dialogo, dunque, Adam fa un’analogia tra la morte di Aziz e la morte di Maometto, e un’analogia parallela tra la permanenza di Dio e la continuazione di Al-Azhar. Se lo sceicco cieco continuasse a concentrarsi sulla morte di Aziz, rischierebbe di mettere a repentaglio il rapporto tra lo Stato e Al-Azhar, che è più importante di qualsiasi altra cosa. Questo è il punto che Adam stava cercando di trasmettere e nel riuscirci ottiene la propria liberazione.

Il trailer di La cospirazione del Cairo e dove vedere il film in streaming e in TV

Sfortunatamente il film non è presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di sabato 25 maggio alle ore 21:20 sul canale Rai 4. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.

Marry Me – Sposami: dal cast alle canzoni, tutto quello che c’è da sapere sul film

Nota come una delle celebrità più poliedriche del panorama statunitense, Jennifer Lopez è stata anche protagonista di film di vario genere e di buon successo. Tra questi si annoverano titoli come Le ragazza di Wall Street, Ricomincio da me, Il ragazzo della porta accanto e Shall We Dance?. Dopo di questi, nel 2022, è arrivato Marry Me – Sposami (qui la recensione), commedia romantica ricca di musica diretta da Kat Coiro (regista poi fattasi notare anche con la serie Marvel She-Hulk: Attorney at Law). In questo film la Lopez ha dunque modo di cimentarsi non solo come attrice ma anche come cantante.

 Il film è liberamente basato sulla serie di fumetti e graphic novel Keenspot di Bobby Crosby e Remy “Eisu” Mokhtar. Al di là dell’idea di una pop star che sposa spontaneamente un insegnante che non ha mai conosciuto, i personaggi e le situazioni sono però molto diversi e sono stati riadattati affinché potessero essere più adeguatamente interpretati dalla Lopez e dal suo co-protagonista Owen Wilson. Lopez, in particolare, ha anche prodotto il film è si attivamente dedicata alla scelta dei costumi del suo personaggio (il suo abito da sposa pesava circa 95 chili e ha procurato all’attrice una lesione all’anca).

Al di là di queste piccole curiosità, è questo un film che piacerà agli appassionati del genere, che possono qui ritrovare non solo originali alternative ai classici canoni delle rom-com ma anche tanti piacevoli e orecchiabili brani cantati dalla Lopez e da celebre Maluma. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Marry Me – Sposami. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alle canzoni della colonna sonora. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Marry Me - Sposami trama film

La trama e il cast di Marry Me – Sposami

Kat Valdez è una famosa cantante che sta per convolare a nozze con il fidanzato rockstar Bastian, con una cerimonia pubblica. Poco prima di questa, però, Kat scopre di essere stata tradita e per ripicca decide comunque di sposarsi, scegliendo, però, un uomo a caso tra il pubblico. La scelta ricade su Charlie Gilbert, un divorziato e timido insegnante di matematica, che si trova lì solo perché ha accompagnato sua figlia Lou. I due si ritrovano così da perfetti sconosciuti ad essere improvvisamente marito e moglie, chiamati a cercare di far funzionare ciò che è nato come un atto istintivo.

Ad interpretare la cantante Kat vi è Jennifer Lopez, che di recente è stata protagonista anche di Un matrimonio esplosivo (2023) e The Mother (2023). Accanto a lei, nel ruolo del neo-marito Charlie si ritrova invece il celebre attore Owen Wilson, noto per film come 2 single a nozze e Zoolander. Il cantante colombiano Maluma interpreta invece Bastian, l’iniziale compagno di Kat, mentre Chloe Coleman è Lou, figlia di Charlie. Recitano poi nel film Sarah Silverman nel ruolo di Parker Debbs, amica di Charlie, e John Bradley in quelli di Colin.

Le canzoni presenti nel film

Marry Me – Sposami è pieno di musica che diventa parte della narrazione. La maggior parte della colonna sonora del film è infatti costituita da canzoni eseguite da Lopez e Maluma per il film, compresa la title track. Nonostante avesse già recitato in film in cui aveva a che fare con il canto, Marry Me – Sposami è il primo film in cui Jennifer Lopez canta canzoni dal vivo usando la sua stessa voce. Innanzitutto, il brano portante del film non può che essere “Marry Me”, cantata da Kat e Bastian. Viene suonata per tutto l’inizio del film per dimostrare la sua popolarità.

Il brano che viene eseguito durante i preparativi per il matrimonio è invece “Pa Ti (For You)”, sempre di Jennifer Lopez & Maluma. Segue poi “Church”, cantata durante il concerto di nozze di Kat e Bastian e che vede Kat esibirsi subito prima di lasciare il palco per cambiarsi con l’abito da sposa. Il testo della canzone paragona l’amore alla sensazione di essere in paradiso. “1 en 1 Millón” di Maluma, è il brano che Bastian la canta durante il concerto di nozze di lui e Kat, dopo che lei ha lasciato il palco per prepararsi alle promesse.

Marry Me - Sposami canzoni

Love of My Life” è invece il brano che Kat canta durante il montaggio della prima conversazione tra lei e Charlie senza telecamere, assistenti e social media. È la prima volta che sono veramente soli e si conoscono. Vi è poi “Perfect Combination” di Hael, canzone che si può ascoltare mentre Kat e Charlie sono al loro primo “appuntamento” in una pista da bowling. “Just Got Paid” di Ella Eyre & Meghan Trainor ft. French Montana è invece la canzone che suona quando Kat visita il club di matematica della scuola media di Charlie.

Swing” di PMGRNT è la canzone che si sente durante il ballo scolastico, poco prima che Kat salga sul palco per cantare la sua nuova canzone.,“After Love (Part 1)”, eseguita dalla Lopez. “If I Ever Were to Leave You” di Robert Goulet è invece la canzone che Charlie mette dopo il ballo in quanto è una delle sue preferite. La canzone diventa anche il primo brano che Charlie e Kat ballano insieme. “Marry Me – Ballad” è invece la versione ballata di “Marry Me” è cantata in duetto da Kat e Bastian.

Altri brani presenti nel film sono “Segundo”, canzone che parla di seconde possibilità cantata da Maluma, lasciando intendere che lui e Kat ne avranno una, mentre “On My Way” di Jennifer Lopez è la canzone che Kat non riusciva a finire, fino a quando Charlie non l’ha lasciata e lei ha trovato l’ispirazione per farlo. La canzone viene completata e viene riprodotta su un montaggio che mostra come sia lei che Charlie stiano cercando di andare avanti. Infine, “Nobody’s Watching”, sempre di Jennifer Lopez, è la canzone finale di Marry Me – Sposami e suona sui titoli di coda.

Il trailer di Marry Me – Sposami e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Marry Me – Sposami grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TVGoogle PlayInfinity+ e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 25 maggio alle ore 21:20 su Canale 5.

Festival di Cannes 2024: tutti i vincitori, ad Anora la Palma d’Oro

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La giuria presieduta dall’attrice e regista Greta Gerwig ha annunciato i vincitori del Festival di Cannes 2024. Dopo dieci emozionanti giorni di proiezioni, conferenze, star e red carpet, si è conclusa anche questa edizione del festival, la numero 77 per la kermesse francese. Di seguito, ecco tutti i premiati:

Ecco i vincitori del Festival di Cannes 2024

Concorso

  • Palma d’oro: ANORA – Sean BAKER
  • Grand Prix Speciale della Giuria: ALL WE IMAGINE AS LIGHT – Payal KAPADIA
  • Premio della Giuria: EMILIA PEREZ Jacques AUDIARD
  • Prix de la mise en scène: GRAND TOUR – Miguel GOMES
  • Prix du scénario: THE SUBSTANCE Coralie FARGEAT
  • Premio speciale per la sceneggiatura: THE SEED OF THE SACRED FIGMohammad RASOULOF
  • Prix d’interprétation féminine: Adriana Paz, Zoe Saldana, Karla Sofia Gascon e Selena Gomez per EMILIA PEREZ Jacques AUDIARD
  • Prix d’interprétation masculine: Jesse Plemons per KINDS OF KINDNESS – Yórgos LÁNTHIMOS

Quinzaine des Cinéastes

  • Premio Europa Cinema Label: Volveréis – Jonás Trueba
  • Premio SACD: Ma vie ma Gueule – Sophie Fillières

Settimana internazionale della critica

  • Grand Prix della Settimana internazionale della critica: Simon de la montaña, regia di Federico Luis
  • Premio French Touch della giuria: Blue Sun Palace, regia di Constance Tsang
  • Premio Louis Roederer Foundation per la miglior scoperta: Ricardo Teodoro per Baby
  • Premio SACD: Julie Keeps Quiet, regia di Leonardo Van Dijl
  • Aide Fondation Gan à la Diffusion: Julie Keeps Quiet, regia di Leonardo Van Dijl
  • Premio Leica Cine per la miglior scoperta (cortometraggio): Montsouris, regia di Guil Sela
  • Premio Canal+ per il miglior cortometraggio: Noksan, regia di Cem Demirer
  • Palm Dog Award: Kodi for Dog on Trial

 

Altri Premi

  • Camera d’Or: ARMAND – Halfdan Ullmann TONDEL
  • Palma d’oro per il miglior corto:  THE MAN WHO COULD NOT REMAIN SILENT – Nebojsa SLIJEPCEVIC
  • Golden Eye Documentary Prize: ERNEST COLE: LOST AND FOUND – Raoul PECK
  • Queer Palm: TREI KILOMETRI PANA LA CAPATUL LUMII (THREE KILOMETERS TO THE END OF THE WORLD) Emanuel PÂRVU
  • Prix du Cinéma positif: LA PLUS PRÉCIEUSE DES MARCHANDISESMichel HAZANAVICIUS

LEGGI ANCHE: Festival di Cannes 2024: tutti i vincitori di Un Certain Regard

Festival di Cannes 2024: le foto dal red carpet con Helen Mirren e molto altro!

Sta per concludersi la 77a edizione del Festival di Cannes e ieri sera al Palais des Festivals si è tenuta la premiere di La Plus Précieuse des marchandises il nuovo film di Michel Hazanavicius, tratto dal romanzo di Jean-Claude Grumberg Una merce molto pregiata (2019). Oltre al cast hanno sfilato attrice del calibro di Helen Mirren, Andie MacDowell, Joey King e molte altre.

C’era una volta, in un grande bosco, un povero taglialegna e la moglie di un povero taglialegna. Il freddo, la fame e la miseria, e la guerra intorno a loro, rendevano la loro vita molto difficile. Un giorno, il povero taglialegna raccolse un bambino. Un bambino gettato da uno dei tanti treni che passavano continuamente per il loro bosco. Protetta a qualunque costo, questa bambina, questa piccola merce, cambierà la vita di questa donna, di suo marito e di tutti coloro che incroceranno il suo cammino, compreso l’uomo che l’ha gettata dal treno.

Film di Guerra: i 45 migliori film di guerra di tutti i tempi

Film di Guerra: i 45 migliori film di guerra di tutti i tempi

Il genere bellico è stato prevalente nella storia del cinema, risalendo all’epoca del muto e rimanendo un genere popolare e rilevante fino ad oggi. Il fatto che queste storie continuino a essere raccontate e a risuonare tra gli spettatori e i critici è indice della natura purtroppo universale della guerra, visto che la guerra stessa non sembra mai scomparire. I film di guerra possono trattare di conflitti contemporanei, di guerre passate che per alcuni sono ancora nella memoria vivente e di guerre combattute centinaia – o addirittura migliaia – di anni fa.

Qualsiasi tentativo di stilare una classifica dei più grandi film di guerra di tutti i tempi deve naturalmente coprire più paesi e mettere in evidenza film su numerosi conflitti. Esistono molti punti di vista su molte guerre diverse, ed è lecito supporre che, finché le guerre saranno combattute, i film che fanno luce sugli orrori della guerra – riconoscendo talvolta i sacrifici compiuti dagli individui – rimarranno rilevanti. Ecco alcuni dei migliori film di guerra di tutti i tempi, classificati di seguito dal più grande al più grande.

Gettysburg (1993)

Gettysburg 1993

I film di guerra non sono molto più grandi per portata e durata di Gettysburg, che può vantare di essere uno dei film americani più lunghi mai realizzati. Il film si guadagna la sua durata grazie all’estrema attenzione ai dettagli nella rappresentazione della Battaglia di Gettysburg durante la Guerra Civile Americana, che si svolse nell’arco di tre giorni e finì per essere un evento decisivo per la fine del conflitto.

Concentrandosi maggiormente sulla rappresentazione degli eventi nel modo più ampio possibile, Gettysburg è meno incentrato sul racconto di una storia incentrata sui personaggi e più su un’esperienza/ricreazione. Da questo punto di vista, il film è estremamente riuscito e impressionante. E sì, la durata di oltre quattro ore può essere impegnativa, ma dato che è più o meno la durata di tre film relativamente brevi in uno – e copre uno spazio di tre giorni – è abbastanza facile guardarlo in tre parti per chiunque sia altrimenti intimidito dalla lunghezza.

Gettysburg in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

I sette senza gloria (Play Dirty) 1969

I sette senza gloria (Play Dirty) 1969

È sorprendente il numero di film in cui Michael Caine è apparso nel corso di una carriera che dura da circa sessant’anni. Sia come protagonista che come attore non protagonista, è sempre molto bello da vedere, ma la sua prolifica filmografia significa che ci sono molti titoli che sono sfuggiti al radar di molti. Uno di questi è Play Dirty del 1969, un film di guerra eccezionalmente sottovalutato.

L’ambientazione è il Nord Africa e la guerra trattata è la Seconda Guerra Mondiale, con la narrazione incentrata sui commando britannici che si travestono e vanno dietro le linee nemiche per una pericolosa missione che prevede la distruzione di un deposito di petrolio. Play Dirty riesce a essere coinvolgente e a volte persino divertente, ma allo stesso tempo cupo ed efficacemente contro la guerra, raggiungendo un tono unico che si rivela difficile da scrollarsi di dosso una volta terminato il film; è certamente un tono che vi rimarrà impresso.

I sette senza gloria è disponibile sulle seguenti piattaforme:

La nave matta di Mister Roberts (1955)

John Ford è stato forse il regista americano di riferimento per quanto riguarda il genere western, ma non tutti i suoi film erano western; anzi, molti dei suoi grandi film appartenevano a generi diversi. Prendiamo ad esempio Mister Roberts, un film sulla Seconda Guerra Mondiale incentrato su un gruppo di persone che lavorano in Marina, che racconta una storia a volte divertente e a volte seria su quanto possa essere sorprendentemente noioso questo stile di vita.

Come dramma, Mister Roberts riesce a trovare cose da fare – e momenti di leggerezza – in circostanze altrimenti difficili, cosa che molti altri drammi di guerra hanno fatto sulla scia di questo film. Si sente influenzato da qualcosa come M*A*S*H o probabilmente anche da Jarhead, e ha un cast di stelle assolutamente dinamico che include Henry Fonda, James Cagney, Jack Lemmon e William Powell.

La nave matta di Mister Roberts (1955) in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Riccardo III (1995)

Riccardo III (1995)

Film di Shakespeare unico nel suo genere e allo stesso tempo sorprendente film di guerra, Riccardo III è estremamente sottovalutato e ha resistito molto bene nei quasi 30 anni trascorsi dalla sua uscita. Ian McKellen è il protagonista del film e probabilmente non è mai stato così bravo, facendo valere ogni secondo del suo tempo sullo schermo e interpretando un uomo pericoloso che non si fermerà davanti a nulla – e forse ucciderà tutti – per raggiungere il suo obiettivo di ottenere il trono britannico.

Riccardo III è una tragedia classica in tutto e per tutto, ma si presenta in modo nuovo grazie alla presentazione (McKellen, ad esempio, si dà al Fleabag facendo molti monologhi davanti alla macchina da presa) e all’ambientazione, che porta le cose nell’Inghilterra degli anni ’30, piuttosto che in quella originale del 1400. Il film utilizza questo aspetto per commentare vari aspetti della Seconda Guerra Mondiale, in particolare la sua preparazione, e riesce a condannare il fascismo e la guerra in generale, oltre a essere una reinterpretazione divertente ed estremamente ben recitata di un classico di Shakespeare.

Riccardo III (1995) in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Underground (1995)

Underground (1995)

Da dove cominciare per descrivere Underground? È un film che dura quasi tre ore e abbraccia circa mezzo secolo, coprendo a sua volta tre diverse guerre. L’ambientazione è l’ex Jugoslavia e la trama ruota principalmente intorno a due amici e a una donna che si mette in mezzo a loro, seguendo come il trio attraversa prima la Seconda Guerra Mondiale, poi la Guerra Fredda e infine la Guerra Civile Jugoslava degli anni Novanta.

Underground mostra le prove e le tribolazioni di vivere non solo una guerra, ma diverse, e lo fa in un modo che può sembrare surreale a volte, essere divertente e sciocco in altri momenti, per poi diventare improvvisamente tragico e sconvolgente in un attimo. Si tratta di uno dei migliori film degli anni ’90, con una fotografia spettacolare, un’ottima interpretazione e una fantastica imprevedibilità, oltre ad essere uno sguardo illuminante su un ex paese e su come è stato sconvolto per sempre dal tumultuoso XX secolo.

Underground (1995) in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Nuda per un pugno di eroi (Red Angel, 1966)

Nuda per un pugno di eroi (Red Angel, 1966)

Sebbene Nuda per un pugno di eroi affronti a tratti il tema del romanticismo, è difficile definirlo un film romantico a tutti gli effetti, almeno nel senso tradizionale del termine, a causa della sua crudezza. Il film segue un’infermiera giapponese che lavora in Cina durante la guerra sino-giapponese, trovando legami con altri individui problematici – a volte fisicamente e/o sentimentalmente – mentre intorno a lei si verificano quotidianamente terribili carneficine, spargimenti di sangue e atti di brutalità.

È piuttosto scioccante quanto Nuda per un pugno di eroi sia violento per un film della sua epoca e, dato che oggi è piuttosto sconvolgente da vedere, si può solo immaginare come avrebbe reagito il pubblico nel 1966. È un film duro e brutale, pieno di immagini inquietanti e sequenze di tragedia, ma i film contro la guerra a volte ne hanno bisogno, per trasmettere il messaggio. E nessuno può accusare Red Angel di non aver trasmesso efficacemente il suo messaggio contro la guerra.

Nuda per un pugno di eroi in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Paisà (1946)

Paisà 1946

Film del neorealismo italiano, Paisà è affascinante da un punto di vista storico e come film sulla Seconda Guerra Mondiale. È stato infatti realizzato a un solo anno dalla fine del conflitto in questione e racconta gli eventi che si sono svolti tra il 1943 e il 1944, tutti riguardanti l’invasione alleata dell’Italia nell’ambito del teatro bellico europeo.

Paisà è anche strutturato in modo interessante, comprendendo una mezza dozzina di storie brevi che si sommano in un film di poco più di due ore. Come molti film con questa struttura, alcuni segmenti lasciano un impatto maggiore di altri, ma Paisà fa luce su quello che allora era un evento relativamente recente e sembra autentico in un modo che non molti film di guerra sono in grado di raggiungere.

Paisà in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

L’arpa birmana (The Burmese Harp, 1956)

L'arpa birmana (The Burmese Harp, 1956)

Film purtroppo in parte perduto, ciò che resta de L’arpa birmana è ancora straordinariamente avvincente (e aiuta il fatto che la versione intatta dura 116 minuti, mentre il montaggio originale ne durava poco più di 140). Il film si svolge in gran parte nel periodo immediatamente successivo alla Seconda Guerra Mondiale e segue un soldato giapponese che si separa dalla sua squadra e decide di travestirsi da monaco per evitare di essere scoperto e/o imprigionato.

Gran parte del film si concentra su questo soldato solitario, ma altre scene sono dedicate agli altri membri della sua squadra e alla loro disperata ricerca di lui. The Burmese Harp si svolge con un ritmo lento ma costante e, mentre chi cerca numerose scene di combattimento potrebbe non trovare questo stile di film di guerra di suo gradimento, chi desidera un dramma più tranquillo e sobrio – incentrato sui personaggi – che si svolge sullo sfondo della guerra, potrebbe trovare molto da apprezzare.

20 Days in Mariupol (2023)

20 Days in Mariupol (2023)

Vincitore dell’Oscar per il miglior documentario agli Academy Awards 2024, 20 Days in Mariupol fa luce su un conflitto molto recente che, al momento dell’uscita del film, era ancora in corso. Il film è incentrato sull’esperienza di un giornalista che ha coperto i primi giorni dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel 2022, un evento che ha dato il via a un’intera guerra ancora in corso all’inizio del 2024.

20 Days in Mariupol non scende a compromessi su ciò che è disposto a mostrare, ma l’approccio implacabile serve a sottolineare l’insensatezza del conflitto in corso e gli orrori moderni che un’invasione del genere ha causato alla popolazione di Mariupol. Sapere che il film è incentrato solo su una parte dell’Ucraina rende il contenuto del film ancora più preoccupante, perché non si può mostrare molto, e in effetti la morte e la distruzione causate da questa nuova guerra si sono diffuse ben oltre una sola città.

20 Days in Mariupol in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Hamburger Hill: collina 937 (1987)

Hamburger Hill: collina 937 (1987)

Sebbene Hamburger Hill non sia stato il film sulla guerra del Vietnam più conosciuto tra quelli usciti nel 1987, si tratta di un grande film – e sottovalutato – che ha comunque ricevuto un alto livello di apprezzamento da parte della critica. Il suo approccio alla rappresentazione della guerra in questione è schietto e brutale, e segue numerosi soldati che combattono in una battaglia particolarmente straziante, tutti al servizio della rivendicazione di un piccolo pezzo di terra dal nemico.

Mostrando i combattimenti in modo viscerale e sanguinoso, Hamburger Hill emerge in ultima analisi come un film fortemente contro la guerra, perché anche se tecnicamente c’è una buona dose di “azione”, non è certo divertente o catartico da guardare. È un film che mira a essere il più grintoso e realistico possibile tra i film di guerra non documentaristici e, a tal fine, funziona eccezionalmente bene.

Hamburger Hill: collina 937 in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

 

Devils on the Doorstep (2000)

Devils on the Doorstep (2000)

Devils on the Doorstep si distingue dalla massa dei film di guerra per il suo approccio unico al racconto della storia dei prigionieri di guerra e perché è allo stesso tempo cupamente divertente ed estremamente pesante. C’è un elemento farsesco nella storia dei cittadini cinesi a cui viene chiesto di trattenere – per ragioni sconosciute – due soldati giapponesi fatti prigionieri, ma le cose prendono una piega molto più cupa nell’atto finale.

In Devils on the Doorstep i cambi di tonalità non sono mai stridenti ed è miracoloso che il tutto riesca a combinarsi dal punto di vista della scrittura, pur lasciando l’impatto che ha. È uno dei film di guerra più sottovalutati usciti finora in questo secolo e, anche se può essere difficile da trovare, vale la pena di cercarlo per chi cerca qualcosa di diverso.

Valzer con Bashir (2008)

Valzer con Bashir (2008)

Se Valzer con Bashir può essere definito un grande documentario di guerra, sembra anche qualcosa di più, grazie alla sua presentazione e all’uso surreale dell’animazione. Il regista Ari Folman fa di se stesso il soggetto, e il film è ambientato nel tentativo di ricordare il suo coinvolgimento in un evento particolarmente truce avvenuto nell’ambito della guerra del Libano del 1982, quando Folman era un giovane soldato.

Valzer con Bashir analizza un conflitto che dura ancora oggi, e si presenta come un film contro la guerra in tutto e per tutto, anche se, in modo preoccupante, guarda a certi eventi dalla prospettiva di qualcuno che era dalla parte di chi li ha perpetrati. Alcuni potrebbero essere contrari al film per questo motivo, ma altri potrebbero sostenere che Folman parla di ciò che sa e di ciò di cui può parlare. Il film termina inoltre in modo particolarmente devastante, sottolineando il costo di questa particolare guerra e chiarendo chi furono le vere vittime in una sequenza finale straziante e difficile da scuotere, che incorpora filmati d’archivio reali e non animati con un effetto sconcertante.

Valzer con Bashir in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

 

Quo Vadis, Aida? (2020)

Quo Vadis, Aida (2020)

Tra i migliori film del 2020, Quo Vadis, Aida? è la ricostruzione drammatizzata di un evento particolarmente preoccupante avvenuto nel contesto della guerra di Bosnia, che si è svolta dal 1992 al 1995. Il film è incentrato su una crisi che coinvolge migliaia di persone che cercano rifugio in un campo delle Nazioni Unite dopo che la loro città è stata conquistata, con la protagonista che è una traduttrice delle Nazioni Unite coinvolta in tutto questo, sia per la sua professione che per i suoi familiari in pericolo.

È un film dalla costruzione lenta, con una tensione costante e una sensazione di sprofondamento che diventa sempre più disperata man mano che Quo Vadis, Aida? si avvia a una conclusione potente. È uno dei film di guerra più cupi e strazianti della memoria recente, che si rivela ancora più efficace per il modo in cui mette in luce le vite dei non combattenti e come tutti possano essere messi in pericolo a causa di un conflitto, non solo i soldati.

Quo Vadis, Aida? in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

 

The Human Condition’ (1959-1961)

The Human Condition' (1959-1961)

Masaki Kobayashi è stato un regista giapponese noto per aver realizzato film cupi, audaci e incentrati sui personaggi. La trilogia di The Human Condition è stata la sua impresa più ambiziosa ed epica come regista. Con tre parti distribuite tra il 1959 e il 1961, La condizione umana, nel suo complesso, emerge come un’unica storia che si svolge nell’arco di quasi 10 ore, classificandosi così tra i film di guerra più lunghi di tutti i tempi.

La storia di The Human Condition è incentrata su un singolo uomo di nome Kaji, che passa dall’essere un obiettore di coscienza a una persona costretta a essere ulteriormente coinvolta nella Seconda Guerra Mondiale, con le sue esperienze che cambiano la sua personalità e la sua visione della vita sotto gli occhi del pubblico. Il film fa un ottimo lavoro nel presentare la portata della Seconda Guerra Mondiale in alcune sequenze, ma è più efficace nel mostrare il tributo personale della guerra su un giovane uomo, esplorando di conseguenza la condizione umana del titolo in modo molto dettagliato.

The Zone of Interest (2023)

La Zona d'interesse (The Zone of Interest)

Sebbene non sia stato il primo film a esplorare la banalità del male nel contesto della guerra, pochi film l’hanno fatto in modo così efficace come La zona d’interesse (e, probabilmente, nessun altro documentario su questo tema è stato così potente). È un film sul comandante di Auschwitz e la sua famiglia che vivono la loro vita accanto al più grande campo di concentramento della Germania nazista, cercando di ignorare gli orrori di ciò che stava accadendo nelle vicinanze.

The Zone of Interest vuole mettere gli spettatori nei panni di alcune persone molto insensibili, mostrando tuttavia con un’intensità che fa venire il voltastomaco come gli esseri umani siano in grado di ignorare cose che si pensa possano infastidirli o turbarli. Il film esplora il male in modo non tradizionale e, a detta di alcuni, poco cinematografico, ma l’approccio lascia sicuramente il segno e si traduce in un film difficile da dimenticare, per quanto alcuni spettatori possano desiderare di dimenticarlo una volta terminato.

The Zone of Interest in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

 

The Best Years of Our Lives (1946)

The Best Years of Our Lives' (1946)

Forse più un film drammatico che un tradizionale film di guerra, I migliori anni della nostra vita è comunque avvincente e innovativo per il suo tempo. Uscito l’anno successivo alla conclusione della Seconda Guerra Mondiale, nelle sue quasi tre ore di durata racconta le vite di numerosi veterani statunitensi che tornano alla vita in patria dopo aver combattuto oltreoceano e le difficoltà che comporta questo periodo di riadattamento.

La sua premessa significa che è un film sulla guerra che non presenta scene di combattimento, ma si concentra sul processo di recupero da un evento traumatico e sull’esplorazione degli effetti fisici e psicologici della guerra per coloro che vi sopravvivono. Probabilmente era terapeutico per il pubblico degli anni ’40 e il film è ancora oggi un documento storico avvincente e un dramma postbellico incentrato sui personaggi.

La grande illusione (1937)

La grande illusione (1937)

Film francese ambientato durante la Prima Guerra Mondiale, La grande illusione è un film che si è mantenuto incredibilmente bene per essere uscito ben 80 anni fa. Segue un gruppo di soldati francesi che vengono rinchiusi in un campo di prigionia e poi in una struttura di massima sicurezza, dalla quale elaborano un piano per liberarsi.

Le complicazioni che ne derivano sono dovute alle differenze di classe tra gli uomini, che sono ancora attuali, nonostante tutti combattano tecnicamente per la stessa parte. Uscito poco prima dello scoppio di un’altra guerra mondiale, il film utilizza la sua premessa per esplorare aspetti della vita che non riguardano solo la guerra su scala globale, risultando un film sorprendentemente profondo e riflessivo che ha molto da dire anche sul funzionamento della società tra guerre su larga scala.

La grande illusione in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Oppenheimer (2023)

Oppenheimer Film 2023
Foto di Melinda Sue Gordon/Universal Pic/Melinda Sue Gordon – © Universal Pictures. All Rights Reserved.

Oppenheimer è ambientato in gran parte durante la Seconda Guerra Mondiale e copre i periodi precedenti e successivi al conflitto, ma in definitiva è una sorta di biopic, incentrato sul personaggio principale. Quell’uomo è J. Robert Oppenheimer e il film racconta, a grandi linee, come ha sviluppato la prima bomba atomica al mondo e come si è confrontato con la grandezza della sua creazione dopo che è stata usata per concludere la Seconda Guerra Mondiale.

Le bombe a cui ha dedicato gran parte della sua vita sono state utilizzate per uccidere innumerevoli vite nelle città di Hiroshima e Nagasaki, per costringere le forze americane alla resa del Giappone. Il film è certamente cupo, con il suo personaggio centrale – e quindi il pubblico – costretto a riflettere su come la creazione della bomba atomica abbia continuato ad avere un impatto sulle vite anche molto tempo dopo la conclusione della Seconda Guerra Mondiale, con la minaccia incombente di un’altra guerra (ora nucleare) che potrebbe distruggere il mondo.

Oppenheimer in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Roma Città Aperta (1945)

Roma Citta Aperta (1945)

Roberto Rossellini è uno dei registi italiani più famosi di tutti i tempi, tenuto in particolare considerazione dal leggendario Martin Scorsese. Il suo film del 1945, Roma città aperta, è probabilmente la sua opera più importante, essendo ambientato nel 1944 e descrivendo l’occupazione nazista di Roma, in particolare per quanto riguarda gli scontri tra le forze naziste e i combattenti della resistenza.

A causa della sua uscita nel 1945, il film è stato girato quasi subito dopo che le forze naziste avevano lasciato Roma, e Roma città aperta riesce a risultare intensamente realistico grazie a questo periodo e alla possibilità di girare in parti della città che avevano ancora l’aspetto che avevano durante la guerra. È un film avvincente e storicamente significativo ed è anche notevole per aver dato al futuro regista Federico Fellini uno dei suoi primi crediti, in quanto ha co-scritto la sceneggiatura del film.

Roma Città Aperta in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

 

Il labirinto del fauno (2006)

Il labirinto del fauno (2006)

Pochi registi hanno tentato di fondere i generi fantasy e bellico nello stesso film, ma il leggendario Guillermo del Toro non è un regista qualunque. Il labirinto del fauno è il suo miglior film in una carriera piena di grandi film, e riesce a essere una favola fantasiosa e oscura e un film di guerra estenuante e intenso allo stesso tempo.

Sebbene si svolga nel 1944, non è un film sulla Seconda Guerra Mondiale, ma si concentra sulle conseguenze della Guerra Civile Spagnola, con la protagonista (una ragazzina che sfugge agli orrori della vita ritirandosi in un mondo fantastico) che ha un patrigno che combatte la guerriglia contro la dittatura franchista del paese. È ugualmente efficace come film di guerra, pur essendo principalmente un esempio di film dark fantasy, e l’approccio unico alla commistione di generi lo rende uno dei più grandi film del XXI secolo fino ad oggi.

Il labirinto del fauno è disponibile sulle seguenti piattaforme:

 

Gli anni spezzati (1981)

Gli anni spezzati (1981)

Diretto dall’innovativo regista australiano Peter Weir, Gli anni spezzati (Gallipoli, 1981) è un film sulla Prima Guerra Mondiale triste e deprimente, che racconta di giovani idealisti che si arruolano in un conflitto che non capiscono. Il film è incentrato su due corridori che diventano amici e si arruolano insieme nel corpo dell’esercito australiano e neozelandese, aspettandosi che il combattimento oltreoceano sia un’avventura.

Invece, finisce per essere tutt’altro: i due vengono inviati nella penisola di Gallipoli, dove si trovano in netto svantaggio contro le forze turche che difendono la zona. Il film mostra efficacemente come i giovani siano stati ingannati e poi sfruttati dai vecchi, mostrando con dolorosi e strazianti dettagli come la guerra distrugga efficacemente le giovani vite.

Gli anni spezzati in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Ali (Wings, 1927)

Ali (Wings, 1927)

Ali (Wings) ha un grande significato storico, in quanto è stato il primo film a vincere il premio come miglior film agli Academy Awards… più o meno, perché il primo Academy Awards si distingue per aver assegnato due trofei equivalenti al miglior film (l’altro vincitore è stato Sunrise: A Song of Two Humans), cosa che non è mai più accaduta.

Questo film di guerra è incentrato sull’allora abbastanza recente Prima Guerra Mondiale (allora chiamata Grande Guerra), con la storia di due piloti che sono entrambi innamorati della stessa donna. Il film combina efficacemente il romanticismo/melodramma con emozionanti sequenze d’azione, con i vari combattimenti tra cani che resistono ancora oggi e si rivelano impressionanti da guardare.

Ali in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Dunkirk (2017)

Dunkirk (2017)

Conosciuto soprattutto per la sua trilogia del Cavaliere Oscuro e per i suoi film d’azione/thriller sconvolgenti, Dunkirk ha rappresentato una sorta di cambio di passo per il regista Christopher Nolan. Questo film del 2017 mantiene in qualche modo l’atmosfera di un grande film thriller, ma è innegabilmente un film di guerra, anche se con una struttura e uno stile unici.

Racconta la storia di come le forze alleate furono evacuate con successo dal porto di Dunkerque all’inizio della Seconda Guerra Mondiale, e lo fa da molteplici prospettive che permettono agli spettatori di percepire l’enormità dell’evento storico. Inoltre, le diverse prospettive si svolgono a velocità differenti, coprendo periodi di tempo leggermente diversi, il che conferisce al film un’impronta decisamente “nolaniana”, dato il suo amore per la curvatura del tempo e dello spazio nei suoi film.

Dunkirk in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

 

Glory – Uomini di gloria (1989)

Glory - Uomini di gloria (1989)

Tra tutti i film che trattano la guerra civile americana, Glory – Uomini di gloria è probabilmente il più famoso e forse il migliore. Il film è incentrato su una compagnia di volontari tutti neri che combatte per il Nord, aggiungendo un ulteriore livello di emozione alla storia di questo conflitto, visto che la schiavitù dei neri in America è stata una questione fondamentale per il motivo per cui la guerra è stata combattuta in primo luogo.

Il film può essere criticato in una certa misura per il fatto di avere un protagonista bianco al centro dell’intera storia; un approccio del genere sarebbe meno probabile se Glory – o qualcosa di simile – fosse stato realizzato oggi. Tuttavia, il film rimane avvincente e di facile coinvolgimento e rappresenta un’ottima vetrina per gli attori di colore, in particolare per Denzel Washington, che ha vinto il suo primo Oscar per il suo ruolo nel film.

Glory – Uomini di gloria in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

 


The Hurt Locker (2008)

The Hurt Locker (2008)

The Hurt Locker è stato presentato in anteprima nel 2008, ma è uscito nelle sale solo nel 2009 e ha vinto il premio come miglior film agli Oscar di quell’anno. È ambientato durante la guerra in Iraq ed è incentrato su un gruppo di persone che fanno parte di un’unità di artificieri, seguendo il loro ruolo intensamente pericoloso che li vede disinnescare esplosivi.

Il film riesce ad essere un film estremamente avvincente, che dà la sensazione di essere genuino, autentico e imprevedibile, come se una bomba potesse (letteralmente) esplodere da un momento all’altro. Presenta anche l’idea preoccupante che il combattimento sia una scarica di adrenalina per certi tipi di personalità, e che la guerra attragga queste persone, anche se in fin dei conti è un’esperienza oggettivamente terrificante e mortale, e uno dei migliori film di Kathryn Bigelow.

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Napoleon (1927)

Napoleon' (1927)

Di film su Napoleone Bonaparte ce ne sono a bizzeffe (di recente si è visto soprattutto il film 2023 di Ridley Scott, con Joaquin Phoenix nel ruolo del protagonista), anche se nessuno può vantare una portata epica come il Napoleone del 1927. Questo film dura ben cinque ore e mezza e, nonostante la sua lunghezza, copre solo una piccola parte della movimentata vita di Napoleone, dato che in origine era previsto come una voce di una serie di sei film.

Il regista Abel Gance non fu mai in grado di realizzare questo progetto completo, ma il suo film del 1927 rimane comunque un’opera monumentale e, in definitiva, il film su Napoleone Bonaparte di cui gli altri esistono solo l’ombra. Per coloro che non amano i film di guerra lunghi, densi e senza dialoghi, questo classico dell’epoca del muto è assolutamente da vedere.

Napoleon in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

 

Patton, generale d’acciaio (1970)

Patton, generale d'acciaio (1970)

George C. Scott da solo rende Patton degno di essere visto. La sua interpretazione del protagonista, il generale George S. Patton, è una delle più grandi degli anni Settanta, con Scott che comanda lo schermo e mastica tutta la scena, con un approccio necessario per una persona che, a detta di molti, era più grande della vita.

Il resto del film è ancora solido, naturalmente, con le sue quasi tre ore di durata utilizzate per mostrare le varie campagne e battaglie in cui il personaggio principale è stato coinvolto durante la Seconda Guerra Mondiale. È un film un po’ estenuante, ma completo e ben fatto, e per chi ama un’epopea bellica vecchio stile, Patton è facile da consigliare.

Patton, generale d’acciaio in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

 

Corea in fiamme (The Steel Helmet, 1951)

Corea in fiamme (The Steel Helmet) (1951)

La Guerra di Corea è talvolta conosciuta come la Guerra dimenticata, anche perché non sono stati girati molti film su di essa come su altre guerre (la lunga serie televisiva M*A*S*H è probabilmente l’opera mediatica più conosciuta su di essa). Fu combattuta all’inizio degli anni Cinquanta e, per quanto riguarda i libri di storia, tende a essere messa in ombra dalla precedente Seconda guerra mondiale e dalla successiva guerra del Vietnam.

Questo rende Il casco d’acciaio un film di guerra essenziale, in quanto è ambientato durante la guerra di Corea e offre una visione preziosa di un conflitto di cui molti non sono troppo informati. Il film mostra una battaglia disperata (e ricca di vittime) combattuta all’interno e intorno a un tempio buddista durante la guerra, ed è sorprendentemente schietto e straziante per un film della sua epoca, per non parlare del fatto che è stato realizzato mentre la guerra di Corea era ancora in corso.

Corea in fiamme in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

 

L’ascesa (The Ascent, 1977)

L'ascesa (The Ascent, 1977)

The Ascent è certamente uno dei film di guerra più sottovalutati di tutti i tempi e uno dei migliori. È un film crudo, cupo e gelido, che riesce a far sentire allo spettatore il freddo dell’ambientazione, raccontando allo stesso tempo la cupa storia di due soldati sovietici che si addentrano nel territorio occupato dai tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale per cercare di trovare rifornimenti.

Non è certo un film di guerra epico, ma sceglie di concentrarsi su una storia molto personale e su piccola scala, ma per questo diventa ancora più efficace. Coloro che amano i film di guerra ricchi d’azione potrebbero sentirsi inquieti durante la visione, ma abbandonarsi a un film unico come questo si rivelerà gratificante, in quanto si tratta di un film di guerra fortemente emotivo e visivamente abbagliante come nessun altro.

L’ascesa (The Ascent, 1977) in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

 

La tomba delle lucciole (Grave of the Fireflies, 1988)

La tomba delle lucciole (Grave of the Fireflies, 1988)

Facilmente classificabile come uno dei più grandi film anime di tutti i tempi, “La tomba delle lucciole” è noto per la sua tristezza e la sua brutale efficacia come film contro la guerra. Il film è incentrato su due bambini che rimangono orfani verso la fine della Seconda Guerra Mondiale e si ritrovano soli a doversi arrangiare da soli in un Giappone che sta per arrendersi.

Guardare una storia del genere tra adulti sarebbe già abbastanza straziante, ma vedere il costo della guerra sulle vite di due bambini la rende ancora più triste e inquietante. Grave of the Fireflies è quanto di più lontano ci possa essere da un film che faccia stare bene, eppure è proprio quello che un film del genere dovrebbe fare se vuole essere il più efficace possibile nel mettere in luce la desolazione e la miseria causate dalla guerra.

La tomba delle lucciole in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

 

Bastardi senza gloria (2008)

Bastardi senza gloria 2009

Nel 2009, Quentin Tarantino si è distaccato dalla sua solita commedia cupa di genere – che di solito rende omaggio a vecchi film polizieschi e d’azione – per realizzare un film di guerra. Il risultato è stato Bastardi senza gloria, che segue vari personaggi nella Francia occupata dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, tutti in grado di opporre resistenza all’esercito tedesco in modi diversi.

Come ci si aspetta da Tarantino, il film è audace, sanguinoso e allegramente imprevedibile, e si distingue da molti altri film di guerra per il fatto di ignorare l’accuratezza storica in alcuni punti e di fare invece le proprie cose. È improbabile che convinca i non credenti a iniziare a pregare nella chiesa di Tarantino, ma chi ama il suo stile troverà inevitabilmente Bastardi senza gloria d’impatto, teso e, a volte, cupamente divertente.

Bastardi senza gloria in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

 

Va’ e vedi (Come and See, 1985)

Va' e vedi (Come and See, 1985)

Uno dei più noti film in lingua russa di tutti i tempi, Vieni a vedere è noto per essere uno dei più brutali film contro la guerra di tutti i tempi. Segue un giovane ragazzo di nome Florya che si unisce a un gruppo di combattenti della resistenza per combattere le forze tedesche durante la Seconda Guerra Mondiale, solo per ritrovarsi immerso in un conflitto violento e che distrugge l’anima.

Gran parte di Come and See sembra un incubo messo su pellicola e, sebbene non sia tecnicamente il film di guerra più grafico di tutti i tempi, potrebbe essere il più psicologicamente devastante. È un film duro e senza compromessi, che mostra con precisione la brutalità di quella che rimane la guerra più letale della storia.

Va’ e vedi (Come and See, 1985) in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

 

U-Boot 96

U-Boot 96 (1981)

Chi soffre di claustrofobia dovrebbe stare alla larga da Das Boot, in quanto si tratta di uno dei film di guerra più confinati e intensi di tutti i tempi. Gran parte del film si svolge su un sottomarino tedesco durante la Seconda Guerra Mondiale e, dato che per la maggior parte del tempo il sottomarino è sott’acqua, i personaggi e gli spettatori hanno pochissime opportunità di trovare il sollievo offerto dall’aria aperta e dal livello del mare.

Chi se la sente dovrebbe comunque guardare Das Boot, che è senza dubbio uno dei migliori film di guerra del suo decennio. Pochi film sono in grado di offrire un’esperienza così viscerale e, se da un lato mostra la natura tesa e mortale del combattimento in un sottomarino, dall’altro è altrettanto efficace nel trasmettere il tedio, la noia e l’incertezza che derivano dal combattere in guerra e dal prendere ordini da superiori invisibili.

Das Boot in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

 

La sottile Linea Rossa (1998)

La sottile Linea Rossa (1998)

La sottile linea rossa non è forse il più famoso film sulla Seconda Guerra Mondiale uscito nel 1998, ma è probabilmente il migliore. La sottile linea rossa è un film di guerra filosofico e introspettivo, che segue un folto gruppo di soldati americani mentre partecipano alla brutale battaglia di Guadalcanal, con pochissimi che riescono ad arrivare ai titoli di coda di questo film di quasi tre ore.

È un film che oscilla spesso tra la bellezza e l’inferno, contrastando l’aspetto dell’area naturale in cui si combatte con la ferocia e lo spargimento di sangue dei combattimenti stessi. È anche degno di nota perché segna il tanto atteso ritorno di Terrence Malick alla regia, dato che prima del 1998 il suo ultimo film era stato I giorni del cielo del 1978.

La sottile linea rossa in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

 

Lettere da Iwo Jima (2006)

Lettere da Iwo Jima (2006)

Nel 2006, Clint Eastwood ha realizzato un’ambiziosa duologia: due film che servivano a mostrare la battaglia di Iwo Jima nella Seconda Guerra Mondiale da due prospettive diverse. Flags of Our Fathers mostrava il lato americano delle cose, compreso ciò che accadde dopo la vittoria della battaglia, mentre Letters from Iwo Jima si concentrava sull’esercito giapponese.

Tra i due, Lettere da Iwo Jima è il film complessivamente migliore, in quanto presenta una storia ancora più straziante e al contempo offre una comprensione e un grado di empatia nei confronti delle forze giapponesi che la maggior parte dei film americani sulla Seconda Guerra Mondiale non offre. Si tratta di un film intenso e difficile da guardare, che racconta la lenta presa di coscienza di una battaglia che il proprio esercito sta perdendo, ma emerge come un film di guerra potente per la sua natura viscerale e senza compromessi.

Lettere da Iwo Jima in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

 

 

Platoon (1986)

Platoon (1986)

Platoon vinse l’Oscar per il miglior film nel 1986, e meritatamente, perché fu davvero uno dei migliori film del 1986, nonché uno dei migliori film di guerra sul Vietnam. Il suo protagonista (interpretato da Charlie Sheen, un po’ a sorpresa) è un giovane soldato che diventa lentamente disilluso dalla guerra mentre combatte in Vietnam, vedendo tutti i suoi compagni – e amici – morire lentamente in combattimento uno dopo l’altro.

Come ci si aspetta da un film di Oliver Stone, il film è molto diretto e non vuole essere sottile, ma questo tipo di rappresentazione schietta e aggressiva della guerra si rivela alla fine efficace. Platoon è inquietante ed efficace nel mostrare i terrori della guerra, utilizzando le sue scene di combattimento veramente difficili da guardare per far capire quanto la guerra possa essere fisicamente distruttiva per i corpi umani (prevalentemente giovani).

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Il ponte sul fiume Kwai (1957)

Il ponte sul fiume Kwai (1957)

Classico epico della Seconda Guerra Mondiale, ennesimo film di guerra vincitore dell’Oscar per il miglior film, Il ponte sul fiume Kwai rimane emozionante e potente a più di 60 anni dalla sua uscita. Il film segue i prigionieri di guerra mentre costruiscono un ponte per i loro rapitori giapponesi, mentre gli ufficiali dei servizi segreti lavorano a un piano per distruggere il ponte, cosa che alcuni dei costruttori, sorprendentemente, non vogliono vedere accadere.

È una rappresentazione piuttosto cruda dell’inutilità, della futilità e della distruzione non necessaria della guerra, ma è molto efficace e ha un climax che rimane impresso per molto tempo dopo la visione del film. È uno di quei vecchi film più che all’altezza della sua reputazione, e la sua lunga durata di 161 minuti finisce per volare sorprendentemente veloce.

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Orizzonti di gloria (Paths of Glory, 1957)

Orizzonti di gloria (Paths of Glory, 1957)

Primo grande film diretto da Stanley Kubrick (aveva solo 29 anni quando uscì), Orizzonti di gloria ha anche la particolarità di essere uno dei migliori film sulla Prima Guerra Mondiale di tutti i tempi. Segue un processo in cui tre uomini vengono processati come capri espiatori per il fallimento di un’intera unità durante un’offensiva di trincea nel 1916.

È straordinariamente sicuro nella sua presentazione, considerando l’età di Kubrick, e si apre con una straziante sequenza di battaglia che pone le basi per il teso – e alla fine tragico – processo che segue. È una dura condanna della guerra e delle alte sfere che mandano giovani uomini a morire mentre possono comodamente nascondersi fuori dal campo di battaglia, senza mettersi direttamente in pericolo.

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Il grande dittatore (1940)

Il grande dittatore (1940)

Charlie Chaplin è stato un attore/cineasta che ha resistito più a lungo di altri alla realizzazione di film non silenziosi, dato che i suoi due film più famosi degli anni Trenta – Luci della città e Tempi moderni – erano essenzialmente privi di dialoghi (e ricordiamo che i primi talkie uscirono nel 1927). Il grande dittatore è quindi significativo all’interno della sua filmografia in quanto primo vero film non muto, oltre che per essere un film più cupo e drammatico rispetto a quelli realizzati in precedenza.

Sebbene sia certamente una commedia drammatica e a tratti molto divertente, la storia è nel complesso più seria, in quanto il film mira a satireggiare Adolf Hitler, che aveva accumulato potere durante gli anni Venti e i primi anni Trenta, prendendo il controllo della Germania nel 1933 e preparandosi a iniziare quella che sarebbe diventata la Seconda Guerra Mondiale a metà e alla fine degli anni Trenta. Ne Il grande dittatore, Chaplin non interpreta tecnicamente Hitler, ma il dittatore Adenoid Hynkel è una chiara controfigura. Chaplin ridicolizza il famigerato dittatore in carne e ossa, ma mette anche in guardia dalla sua pericolosa retorica e dal suo desiderio di potere in modo più serio: Il grande dittatore diventa un film ancora più cupo se visto dopo la Seconda Guerra Mondiale, con la consapevolezza di ciò che Hitler stesso riuscì a realizzare nel corso degli anni Quaranta prima della sconfitta della Germania nel 1945.

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Full Metal Jacket (1987)

Full Metal Jacket 1987

Realizzato esattamente 30 anni dopo Orizzonti di gloria, Full Metal Jacket fu il penultimo film di Stanley Kubrick e l’ennesimo film di guerra di successo del grande regista. In questo caso, Kubrick affronta la guerra del Vietnam invece della Prima Guerra Mondiale, dividendo il film in due metà: una che mostra i soldati al campo di addestramento e l’altra che li mostra in Vietnam, alle prese con il combattimento. È considerato il miglior film di guerra sul Vietnam!

È notevole come entrambe le metà siano ugualmente tese e da incubo per ragioni diverse, con i terrori della guerra mostrati in modo così viscerale che Full Metal Jacket sembra a volte un vero e proprio film dell’orrore. Alcuni hanno ritenuto che le due metà siano scollegate, ma entrambe sono fondamentali per raccontare la storia di come la guerra disumanizzi e traumatizzi, e il film è particolarmente efficace nel mostrare che queste cose possono iniziare a casa – durante l’addestramento – e non necessariamente solo mentre si è oltreoceano.

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Salvate il soldato Ryan (1998)

Salvate il soldato Ryan (1998)

Salvate il soldato Ryan è uno dei più celebri film di Steven Spielberg, e considerando quanto siano venerati molti dei suoi film, questo è davvero tutto dire. Questo film sulla Seconda Guerra Mondiale inizia in modo memorabile con una rappresentazione disorientante e da incubo dello sbarco in Normandia, e poi si trasforma narrativamente in un film su una squadra di soldati inviati a salvare il soldato Ryan da dietro le linee nemiche.

È un film che cammina su una linea difficile, in quanto intende eroicizzare i soldati e la loro missione e allo stesso tempo ritrarre la guerra come un inferno, in particolare quando si tratta della sequenza di apertura della battaglia. Il mix tra la celebrazione degli individui e la condanna delle istituzioni per cui combattono non è perfettamente equilibrato, ma riesce comunque a fare entrambe le cose, arrivando forse troppo vicino a contraddirsi solo occasionalmente. Tuttavia, i film di guerra non sono molto più viscerali ed emozionanti di questo, rendendo inevitabilmente Salvate il soldato Ryan un classico.

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Il cacciatore (1978)

Il cacciatore 1978

Forse il primo film sulla guerra del Vietnam ad aver ottenuto un alto livello di successo di critica, Il cacciatore è un film storico contro la guerra. Utilizza sapientemente le sue tre ore di durata per raccontare una storia devastante in tre atti. Circa un’ora segue un gruppo di americani della classe operaia prima che vengano mandati a combattere in Vietnam. Il terzo centrale del film li segue in Vietnam e l’ultima ora circa mostra le loro vite dopo la guerra e i modi in cui sono stati irrimediabilmente danneggiati da essa.

Il film si guadagna quindi la sua lunghezza epica e vanta le incredibili interpretazioni di Robert De Niro, Christopher Walken, Meryl Streep e John Cazale, tra gli altri. È un film impegnativo che non ha perso nulla della sua forza negli oltre 40 anni trascorsi dalla sua uscita e si colloca giustamente come uno dei film definitivi sulla guerra del Vietnam.

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Apocalypse Now (1979)

Apocalypse Now trama film
Martin Sheen in Apocalypse Now. © 1979 – United Artists

A proposito di film definitivi sulla guerra del Vietnam: Apocalypse Now. Uscito un anno dopo Il cacciatore, ha adottato un approccio molto diverso alla rappresentazione della guerra del Vietnam sullo schermo: il regista Francis Ford Coppola l’ha mostrata come un incubo surreale e allucinatorio che è altrettanto efficacemente contro la guerra come Il cacciatore di cervi, ma in un modo completamente diverso.

Il film segue un uomo a cui viene assegnato il compito di assassinare un ufficiale delle Forze Speciali che si nasconde nella giungla, e il pericoloso viaggio si svolge all’apice del conflitto in Vietnam. La produzione è stata notoriamente travagliata, anche se il film finale ha finito per essere qualcosa di simile a un capolavoro, indipendentemente da quale dei diversi tagli si scelga di guardare.

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All’ovest niente di nuovo (All Quiet on the Western Front, 1930)

All'ovest niente di nuovo (All Quiet on the Western Front)

Sebbene l’aggiornamento/adattamento moderno di All Quiet on the Western Front del 2022 fosse valido, l’adattamento cinematografico originale del 1930 rimane il più grande. Vinse l’Oscar per il miglior film e probabilmente influenzò la maggior parte dei film di guerra che seguirono la sua scia, in particolare quelli che miravano a mostrare gli orrori del combattimento assumendo una posizione nettamente contraria alla guerra.

È ambientato durante la Prima Guerra Mondiale e segue un gruppo di giovani uomini che si arruolano per la guerra, pensando che sarà eccitante e gratificante, ma scoprono che in realtà si tratta di un incubo da svegli e con pochissime probabilità di sopravvivere. Per l’epoca, si trattava di un film brutale, e gran parte di esso è ancora oggi straziante ed efficace, assicurando che All’ovest niente di nuovo (All Quiet on the Western Front, 1930) è uno dei grandi del genere bellico.

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Schindler’s List (1993)

Schindler's List (1993)

Facilmente classificabile come uno dei più grandi vincitori dell’Oscar per il miglior film di tutti i tempi, Schindler’s List è una potente epopea ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale e forse il punto più alto dell’intera filmografia di Steven Spielberg. Racconta la vera storia di Oskar Schindler, un uomo d’affari che fu intensamente turbato dalla Soluzione Finale nazista e finì per usare la sua fortuna personale per salvare oltre 1000 vite di ebrei durante l’Olocausto.

Steven Spielberg è sempre stato abile nel realizzare film emozionanti e strappalacrime, e Schindler’s List è forse il suo film più duro, grazie alla straziante storia vera e al pizzico di speranza offerto dalle azioni di un uomo durante un evento storico indicibilmente terribile. È una visione difficile ma essenziale, e si impone a buon diritto non solo come il miglior film ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale, ma forse ha il diritto di essere considerato il più grande film di guerra di tutti i tempi.

Schindler’s List in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

 

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