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Quasi orfano: dal cast alle location, tutte le curiosità sul film

Nel 2018 l’attore e regista francese Dany Boon, celebre per i film Giù al Nord e Supercondriaco – Ridere fa bene alla salute, ha realizzato il film Ti ripresento i tuoi (titolo italiano di La ch’tite famille, ovvero La piccola famiglia). Si tratta di una commedia che affronta il tema delle proprie origini e lo scontro con determinate differenze culturali. Di questo grande successo nel 2022 è poi stato realizzato un remake italiano, dotato di una sua profonda aderenza al panorama sociale del nostro paese: Quasi orfano (qui la recensione), diretto da Umberto Carteni (Divorzio a Las Vegas, La seconda chance).

Sulla scia del famosissimo Benvenuti al Sud, il film ripercorre dunque gli stereotipi tra Nord e Sud, ponendo però al centro del proprio racconto la famiglia di sangue come anche quello snaturarsi che porta ad allontanarsi dalle proprie origini e perdere la propria identità. Tra equivoci, situazioni estremamente comiche e sentimenti che pervadono l’intero racconto Quasi orfano si è affermato come uno dei titoli più apprezzati di questo genere del suo anno. Ad arricchirlo, vi è un cast di grandi interpreti, ma anche di suggestive location che portano lo spettatore dal Nord al Sud.

Per chi è in cerca di una valida commedia capace di offrire spunti di riflessioni sempre validi sull’identità italiana, è dunque questo un film da non perdere, che si può ora riscoprire grazie al suo passaggio televisivo. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Quasi orfano. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alle location dove si sono svolte le riprese. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Quasi orfano cast
© 01 Distribution

La trama e il cast di Quasi orfano

Protagonisti del film sono Valentino e Costanza, marito e moglie che vivono a Milano e hanno fondato un famosissimo brand nel mondo del design. Valentino, di origine pugliese, ha progressivamente tagliato i ponti con la sua famiglia, al punto di dichiararsi orfano e cambiare cognome. La sua famiglia, colorita e numerosa, tenterà però di riallacciare i contatti con lui, presentandosi all’improvviso a Milano. Quando poi un improvviso incidente fa dimenticare a Valentino ogni cosa accadutagli dopo i 20 anni, per lui sarà davvero l’occasione riscoprire le proprie origini e il mondo che lo circonda.

Ad interpretare Valentino in Quasi orfano vi è l’attore Riccardo Scamarcio, mentre sua moglie Costanza è interpretata dall’attrice Vittoria Puccini. Completano il cast gli attori Antonio Gerardi nel ruolo di Nicola e Grazia Schiavone in quello di Lulu. Ad interpretare i genitori di Valentino, invece, si ritrovano Adriano Pappalardo e Nuncia Schiano. Presente nel film anche la conduttrice radiofonica Ema Stokholma, con il ruolo di Madame Gignac. Bebo Storti, invece, interpreta il manager milanese Sergio, mentre l’attore Paolo Sassanelli interpreta Pino.

Quasi orfano location
© 01 Distribution

Le location del film: ecco dove è stato girato

Girato tra Milano e Monopoli, in Puglia, Quasi orfano contrappone dunque la metropoli all’ambiente più naturale della campagna. Per quanto riguarda il primo di questi due ambienti, si ritrovano il quartier generale dell’azienda “Chromavis” specializzata nella produzione di cosmetici, situata a Offanengo (CR), dove sono stati ricostruiti gli uffici dello studio di architettura “Vale Rocco”. Sono poi presenti il MUDEC – Museo delle Culture, nel quartiere di Porta Genova, dove sono state effettuate le riprese di un evento molto importante per il protagonista. Altra location è quella del cosiddetto “bosco verticale”.

L’edificio, oggetto di scherno nel film, è rappresentativo di una nuova architettura della biodiversità, costruito in piazza Gae Aulenti, nell’area Porta Nuova. Qui sono state realizzate le riprese del modernissimo appartamento di Valentino e Costanza. Sono poi presenti anche i celebri Navigli di Milano, dove Costanza passeggia con Valentino nella speranza che ricordi il loro primo bacio. Grande protagonista di Quasi orfano, però, è la Masseria della famiglia di Valentino. Questa si trova nelle campagne di Cisternino (BR). Presente è poi la citata città di Monopoli, della quale vengono mostrati diversi ambienti.

Il trailer di Quasi orfano e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Quasi orfano grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 25 aprile alle ore 21:30 sul canale Rai 1.

https://www.youtube.com/watch?v=-fzrPwsLnGs

Mission: Impossible – Protocollo fantasma: trama, cast e sequel del film

Da quando nel 1996 il personaggio di Ethan Hunt è arrivato al cinema, si è subito imposto come uno degli agenti speciali più iconici e amati del cinema. A distanza di oltre vent’anni, il personaggio è ancora protagonista di una saga di grande successo di critica e pubblico. Nel 2011 è arrivato in sala il quarto film della serie, intitolato Mission: Impossible – Protocollo fantasma (qui la recensione), diretto da Brad Bird, noto autore di film Pixar come Gli incredibili e Ratatouille. Protagonista nei panni di Hunt è sempre l’attore Tom Cruise, accanto al quale si ritrovano vecchie conoscenze e nuovi ingressi nel cast.

Dato il grande incasso del precedente capitolo, diretto nel 2006 da J. J. Abrams, i produttori della Paramount hanno più volte confermato l’intenzione di far proseguire la serie. Il nuovo film si concentra così su un nuovo caso di terrorismo, contro cui Hunt dovrà scontrarsi. Anche in questo caso il film si è avvalso di location internazionali, spostandosi da Dubai a Budapest, da Vancouver e fino a Mosca, e di nuovo l’interesse nei confronti del film si è manifestato in modo forte e chiaro. Non solo il film è stato elogiato dalla critica, che lo ha indicato come uno dei migliori in assoluto della saga, merito anche di spettacolari scene d’azione, ma si è anche affermato come una grande successo di box office.

Con un incasso di circa 694 milioni di dollari questo divenne il titolo più redditizio della saga, rimanendo tale fino all’arrivo nel 2018 del sequel Mission: Impossible – Fallout. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e ai suoi sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Mission Impossible - Protocollo fantasma cast
Tom Cruise e Paula Patton in Mission: Impossible – Protocollo fantasma. © 2011 – Paramount Pictures

La trama di Mission: Impossible – Protocollo fantasma

In questo nuovo film della saga la spia dell’agenzia americana IMF Ethan Hunt è alla ricerca di informazioni riguardo ad un misterioso e spietato terrorista chiamato Cobalt. Per saperne di più su questi e sulle sue pericolose intenzioni, arriva a farsi rinchiudere in un carcere russo, dove attrae le simpatie di Bogdan, un detenuto che possiede ciò che Hunt sta cercando. Riuscito poi ad evadere grazie all’aiuto degli agenti Benji Dunn e Jane Carter, Hunt si pone da subito alla ricerca del criminale, prima che questi possa dar luogo ad atti di terrorismo in grado di sconvolgere gli equilibri internazionali. Per riuscire in ciò, si troverà a doversi introdurre nel Cremlino, dove verrà però colto alla sprovvista.

Dato il suo errore, viene attivato il cosiddetto Protocollo fantasma. Ciò significa che per lui e i suoi collaboratori non vi è più alcun tipo di supporto dall’agenzia di spionaggio a cui fanno capo. Sono ora lasciati soli, in balia del destino. Divenuti dunque degli spettri, ufficialmente mai esistiti, Hunt e i suoi, tra cui l’agente William Brandt, si troveranno a dover sventare quanto prima i piani dei terroristi russi, ottenendo quanto prima la possibilità di rientrare sotto l’ala protettiva del governo degli Stati Uniti. Mai come ora, sarà questione di vita o di morte.

Il cast del film

Ancora una volta l’attore Tom Cruise torna a vestire i panni dell’agente Hunt, e come sempre ha preteso e ottenuto di poter eseguire personalmente molte delle sequenze più pericolose e acrobatiche. In particolare, egli ha realmente scalato l’esterno della torre Burj Khalifa, uno degli edifici più alti del mondo, raggiungendo un altezza di circa 500 metri da terra. Accanto a lui torna, in un cameo, anche l’attore Ving Rhames, riconfermandosi come l’unico attore oltre a Cruise ad aver preso parte a tutti i film della saga. Un altro ritorno dal precedente film è quello di Simon Pegg, nuovamente nei panni di Benji Dunn. Un ruolo che gli ha richiesto una preparazione fisica particolarmente intensa, necessaria per poter eseguire personalmente quanto previsto per il personaggio.

Nei panni dell’agente William Brandt fa il suo ingresso nella saga l’attore Jeremy Renner. Da sempre fan di Mission: Impossible e di Cruise, questi ha descritto l’aver recitato nel film come un sogno divenuto realtà, avendo accettato la parte senza neanche voler prima leggere la sceneggiatura. Originariamente, il suo personaggio era stato concepito come eventuale sostituto di Hunt, qualora Cruise non avesse voluto riprendere il ruolo. L’attrice Paula Patton è invece presente nei panni dell’agente Jane Carter. Michael Nyqvist, noto per aver recitato in Uomini che odiano le donne, è invece il criminale Kurt Hendricks, meglio noto come Cobalt. Sono poi presenti gli attori Tom Wilkinson nei panni del segretario dell’IMF, e Léa Seydoux in quelli di Sabine Moreau, pericolosa assassina contro cui si scontrerà Ethan.

Mission Impossible - Protocollo fantasma sequel
Simon Pegg, Jeremy Renner e Paula Patton in Mission: Impossible – Protocollo fantasma. Foto di David James – © 2011 Paramount Pictures. All Rights Reserved.

Mission: Impossible – Protocollo fantasma: i sequel del film

Dato il grandissimo successo del film, si decise da subito di riprendere appieno i lavori relativi alla saga, promettendo diversi nuovi film. Nel 2015 è così arrivato al cinema il quinto capitolo, Mission: Impossible – Rogue Nation, seguito poi dall’apprezzatissimo Mission: ImpossibleFallout nel 2018. Con un incasso di circa 791 milioni, questo è attualmente il titolo di maggior successo della saga. Recitano in questo attori del calibro di Alec Baldwin e Vanessa Kirby. Mission: Impossible – Dead Reckoning – Parte Uno settimo capitolo della saga è uscito al cinema il 12 luglio 2023, mentre Mission: Impossible – Dead Reckoning – Parte Due, che si dice sarà anche l’ultimo, arriverà in sala nel 2025.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

In attesa di vedere gli sviluppi della saga, per gli appassionati è possibile fruire di Mission: Impossible – Protocollo fantasma grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Infinity+, Apple TV, Now, Paramount e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 25 aprile alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Fonte: IMDb

Zack Snyder svela la prima immagine della serie animata Twilight of the Gods

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Mentre è da poco arrivato su Netflix il film Rebel Moon – Parte 2: La Sfregiatrice (qui la recensione), secondo capitolo della sua saga di fantascienza, il regista Zack Snyder ha ora condiviso un primo sguardo ufficiale al suo prossimo progetto: la serie animata sulla mitologia norrena intitolata Twilight of the Gods. Annunciata per la prima volta nel 2019, la serie ha impiegato un bel po’ di tempo per arrivare sullo schermo, ma finalmente debutterà su Netflix il prossimo autunno, come confermato da Snyder.

Il progetto è stato descritto come “influenzato dagli Anime“, ma a giudicare da questa immagine, diremmo che lo stile di animazione è più simile a quello dello studio Cartoon Saloon, nominato agli Oscar, che ha sviluppato i lungometraggi irlandesi The Secret of Kells, Song of the Sea, The Breadwinner e Wolfwalkers. I dettagli della trama sono ancora perlopiù nascosti, ma Snyder ha dato un’idea di cosa aspettarci durante un’intervista rilasciata a Collider alla fine dello scorso anno.

Ci sono un re e la sua regina in un piccolo villaggio vichingo e vogliono sposarsi. Durante il matrimonio accade un evento che spinge Sigrid, la futura sposa, figlia di giganti, a intraprendere una folle missione di vendetta. Arruola un cast di personaggi – una veggente, un nano – e si uniscono per formare un gruppo che ha l’unica missione di trovare un dio e combatterlo. È una missione, una storia di vendetta“. In quell’occasione Snyder ha anche aggiunto che la serie conterrà “molto sesso […] perché è divertente“.

Il nuovo progetto di Zack Snyder: Twilight of the Gods

Twilight of the Gods è stato creato da Zack Snyder , Jay Olivia ed Eric Carrasco, con Snyder che sarà lo showrunner. Ambientato nel mondo della mitologia norrena, l’anime sarà caratterizzato dalle voci di Sylvia Hoeks come Sigrid, Stuart Martin come Leif, Pilou Asbaek come Thor, John Noble come Odino, Paterson Joseph come Loki, Rahul Kohli come Egill, Jamie Clayton come The Seid. -Kona, Kristopher Hivju come Andvari, Peter Stormare come Ulfr, Jamie Chung come Hel, Lauren Cohan come Inge, Corey Stoll come Hrafnkel.

I produttori esecutivi sono Zack Snyder, Deborah Snyder e Wesley Coller, con la produzione di Carrasco. Zack Snyder e Jay Olivia dirigeranno l’anime. Stone Quarry Animation ha sviluppato la serie in collaborazione con Xilam Animation, una società di produzione parigina che ha prodotto Oggy e gli scarafaggi. Twilight of the Gods è classificato come TV-MA, con avvisi per linguaggio, nudità, sesso e fumo.

Sam Raimi risponde ai rumor su Avengers: Secret War e Spider-Man 4

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Poco dopo l’uscita di Doctor Strange nel Multiverso della Follia, sono iniziate a circolare voci secondo cui il regista Sam Raimi sarebbe in trattative con i Marvel Studios per dirigere un altro progetto del MCU, e da allora il cineasta è stato collegato a tre film diversi – uno dei quali potrebbe anche non essere mai realizzato.

Raimi, infatti, sarebbe stato uno dei “registi affermati a cui Kevin Feige stava guardando per Avengers: Secret Wars, e più di recente, voci separate hanno affermato che era in trattative per dirigere Spider-Man 4 – il seguito di Spider-Man: No Way Home della Sony Pictures con Tom Holland. Il terzo progetto sarebbe invece, ironicamente, un altro Spider-Man 4, ma in questo caso il sequel diretto della sua trilogia originale con Tobey Maguire.

Non ho alcun progetto tra le mani al momento“, ha però detto Raimi a The Wrap quando sul red carpet della prima di Boy Kills World gli è stato chiesto di un suo possibile ritorno al MCU. “Ma mi piacerebbe molto!“. Quando invece gli è stato chiesto di rivisitare la sua trilogia di Spider-Man per un altro capitolo con Maguire, Raimi ha spiegato il suo processo di pensiero per la (ipotetica) storia.

Sam Raimi parla di Spider-Man 4

Dovrei sapere qual è la prossima cosa che il personaggio deve imparare. Dovrei parlare con Tobey e con gli sceneggiatori e capire quale sarà la sua crescita personale in questo episodio. Penso che se dovessimo fare un quarto film di Spider-Man, probabilmente dovremmo capire il viaggio che il personaggio di Tobey Maguire dovrebbe fare e quali ostacoli dovrebbe superare per raggiungere quella crescita personale“, ha affermato. “E spero che il cattivo venga scelto in base alla rappresentazione di quell’ostacolo“.

Per ora, dunque, i rumor riguardo il suo coinvolgimento sarebbero ancora, appunto, unicamente dei rumor. Se ci sono state trattative tra Sam Raimi e i Marvel Studios non è cosa nota e non è comunque da escludere che la collaborazione possa concretizzarsi nel prossimo futuro. Di certo, i fan del regista sarebbero entusiasti di rivederlo al lavoro su un progetto di questo tipo e sembra che anche lo stesso Raimi sarebbe sicuramente interessato se si presentasse l’opportunità.

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Furiosa: il film avrà un rating R per “estrema violenza e immagini macabre”

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Furiosa: A Mad Max Saga di George Miller arriverà nelle sale tra un mese esatto, dopo l’anteprima al Festival di Cannes, e la Warner Bros. ha di recente condiviso un altro spot televisivo con alcune nuove immagini della guerriera delle terre desolate interpretata da Anya Taylor-Joy. Arriva però anche la notizia che l’MPA ha assegnato a questo prequel di Mad Max: Fury Road una classificazione R, vietato dunque ai minori, per “sequenze di estrema violenza e immagini macabre“.

Questa classificazione non sarà una sorpresa (solo il terzo film della saga, Mad Max oltre la sfera del tuono, ha ottenuto un PG-13), ma la descrizione indica che Furiosa potrebbe includere un po’ più di violenza ed elementi gore rispetto al suo predecessore del 2015. Anche Mad Max: Fury Road era stato classificato come R, ma a parte una brevissima inquadratura (Immortan Joe a cui viene strappata la faccia), non presentava molto in termini di brutali spargimenti di sangue o carneficine umane, riservate soprattutto ai veicoli.

Di seguito ecco il nuovo spot di Furiosa: A Mad Max Saga:

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Furiosa: A Mad Max Saga, quello che sappiamo sul film

In Furiosa: A Mad Max Saga, Anya Taylor-Joy assume il ruolo che è stato di Charlize Theron in Mad Max: Fury Road. La sinossi ufficiale recita: mentre il mondo va in rovina, la giovane Furiosa viene strappata dal Luogo Verde delle Molte Madri, e cade nelle mani di una grande Orda di Motociclisti guidata dal Signore della Guerra Dementus. Attraversando le Terre Desolate, si imbattono nella Cittadella presieduta da Immortan Joe. Mentre i due tiranni si battono per il predominio, Furiosa deve sopravvivere a molte prove e mettere insieme i mezzi per trovare la strada di casa.

Taylor-Joy ha rivelato che il film è molto diverso da Fury Road. Mentre quest’ultimo era un “road movie” che si svolge in pochi giorni, questo nuovo film è invece descritto come un racconto più “epico, che si svolge su un più lungo periodo di tempo, e in un certo senso impari a conoscere Furiosa meglio in questo modo“. Atteso da molti anni e a lungo bloccato da una disputa legale tra Miller e la Warner Bros. il film è ora in fase di post-produzione. Furiosa è scritto, diretto e prodotto da George Miller insieme al suo partner di produzione di lunga data Doug Mitchell. Oltre a Taylor-Joy, nel film ci sarà anche Chris Hemsworth nel ruolo del villain. Furiosa debutterà nelle sale il 24 maggio 2024.

Ben Stiller ricorda il flop di Zoolander 2: “Pensavo che tutti lo volessero”

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Ben Stiller ha già detto in passato che il flop di Zoolander 2 al botteghino non è stata “una grande esperienza“, ma ora ha ammesso in un episodio del podcast “Fail Better” di David Duchovny di essere stato colto totalmente alla sprovvista dai risultati disastrosi che ha ottenuto il suo sequel del 2016. Dopo tutto, l’originale Zoolander è diventato uno dei suoi film più amati e citati negli anni successivi all’uscita nelle sale del 2001.

Pensavo che tutti lo volessero“, ha detto Stiller a proposito del sequel di Zoolander 2. “E poi mi sono detto: ‘Wow, devo aver fatto un gran casino’. Non ci sono andati tutti. E ha avuto queste recensioni orribili“. “Mi ha davvero spaventato perché mi sono detto: “Non sapevo che fosse così brutto?”“, ha aggiunto Stiller. “Quello che mi ha spaventato di più è che sto perdendo quello che penso sia divertente, il mettere in discussione se stessi… in ‘Zoolander 2’, è stato sicuramente un colpo di fulmine per me. E mi ha sicuramente influenzato per molto tempo“.

Ben Stiller oltre Zoolander 2

Ben Stiller è ora in grado di guardare al flop di Zoolander 2 con la mentalità del bicchiere mezzo pieno, in quanto questo ha riportato le priorità della sua carriera lontano da potenziali opportunità di guadagno, per andare a testa alta verso gratificanti opportunità di regia come Escape at Dannemora e Scissione. “La cosa meravigliosa che ne è derivata per me è stata quella di avere uno spazio in cui, se fosse stato un successo e mi avessero detto ‘Fai subito “Zoolander 3″ o mi avessero offerto qualche altro film, probabilmente mi sarei buttato e l’avrei fatto“, ha detto Stiller.

Ma ho avuto questo spazio per sedermi con me stesso e per occuparmi di questo e di altri progetti a cui stavo lavorando – non tutti commedie – e ho avuto il tempo di lavorarci e svilupparli“. “Anche se qualcuno mi avesse detto: “Beh, perché non vai a fare un’altra commedia?”, probabilmente avrei potuto trovare qualcosa da fare. Ma non volevo farlo“, ha aggiunto Stiller. “Si tratta di trovare sé stessi in termini di ciò che creativamente si vuole essere e fare… e io ho sempre amato la regia.

“Ho sempre amato fare film. Ho sempre amato, nella mia mente, l’idea di dirigere film fin da quando ero bambino, e non necessariamente commedie. E così, nel corso dei successivi nove o dieci mesi, sono riuscito a sviluppare queste serie limitate“. L’acclamata serie di Ben Stiller per Apple TV+ Severance, di cui dirige diversi episodi e di cui è produttore esecutivo, ha recentemente completato la produzione della sua attesissima seconda stagione, mentre sappiamo che prossimamente l’attore tornerà al cinema da protagonista con Nutcrackers.

Deadpool & Wolverine: la scena post-credits si preannuncia “sbalorditiva”

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Le indiscrezioni su Deadpool & Wolverine si sono moltiplicate dopo la pubblicazione del nuovo trailer all’inizio di questa settimana e, sebbene sia ovviamente difficile capire quali siano fondate, c’è ora un’anticipazione priva di spoiler da parte di qualcuno che sembra avere un’esperienza diretta della produzione del film. Lo scooper MTTSH ha infatti pubblicato un post riguardante la scena post-credits del film del MCU, descrivendola come “strabiliante” e aggiungendo di essere sorpreso che i Marvel Studios siano riusciti a non far trapelare alcun dettaglio a riguardo.

OMG è troppo bello. Non voglio rovinare tutto, ma la scena post-credits di Deadpool & Wolverine è così strabiliante che non posso credere che siano riusciti a farla senza che nessuno lo sapesse“, è quanto si riporta nel tweet. A rendere più interessante il commento, però, vi è il fatto che il co-creatore di Deadpool, Rob Liefeld ha appoggiato questa valutazione della sequenza post-credits del film, il che non fa che aumentare la curiosità riguardo a ciò che questa potrà offrire agli spettatori. Data l’importanza di Deadpool & Wolverine, è lecito immaginare che possa offrire anticipazioni su film come Fantastici Quattro o uno dei prossimi Avengers.

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Tutto quello che sappiamo su Deadpool & Wolverine

Deadpool & Wolverine riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia dell’atteso progetto. Hugh Jackman uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli ufficiali della storia di Deadpool & Wolverine, con protagonista Ryan Reynolds, non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la serie di film di Deadpool – l’unica parte del franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano svolti in un universo diverso.

Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman, viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche altri X-Men possano fare la loro comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della Marvel comparsi sul grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben Affleck.

Una voce recente afferma che anche Liev Schreiber sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo, Morena Baccarin (Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in franchising Emma Corrin (The Crown) e Matthew Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora segreti. Un recente report afferma inoltre che la TVA di Loki, incluso l’agente Mobius (Owen Wilson) e Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool & Wolverine uscirà nei cinema il 26 luglio 2024.

The Movie Critic avrebbe riproposto i personaggi dei precedenti film di Tarantino

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La scorsa settimana, i fan del cinema sono rimasti sbalorditi quando è stato riferito che Quentin Tarantino ha deciso di non procedere con la realizzazione di The Movie Critic, il film che doveva essere il suo ultimo come regista. Ora, stanno emergendo ulteriori informazioni su questo progetto abbandonato, in particolare su come il film avrebbe potuto fare riferimento ai precedenti film di Tarantino e altro ancora.

Secondo The Hollywood Reporter, c’erano infatti diverse idee per The Movie Critic che si sarebbero dovute collegare ai precedenti lavori di Tarantino. Secondo il rapporto, una delle idee era che il film – che doveva essere ambientato a Hollywood negli anni ’70 – avrebbe visto i film precedenti del regista esistere nella stessa epoca di The Movie Critic. In questo modo, avrebbe potuto riportare in scena le star di quei film come versioni fittizie di loro stessi o per situazioni di “film nel film“.

C’era anche l’idea che The Movie Critic avrebbe potuto includere qualcosa di ancora più metacinematografico, come un cinema in cui i personaggi avrebbero interagito con un futuro regista, forse addirittura un Tarantino adolescente. Insomma, sembra proprio che The Movie Critic avesse l’aspetto di un film-compendio dell’intero cinema di Tarantino. Ora che questo progetto non vedrà però il buio della sala, sarebbe interessante capire se ulteriori dettagli della sua trama verranno prima o poi svelati in altro modo, magari con un romanzo.

The Movie Critic: tutto quello che sappiamo sul film di Quentin Tarantino

Del film sappiamo che era ambientato nella California del 1977 e si ispirava a un cinico critico cinematografico leggendo il quale Tarantino è cresciuto. “Scriveva di film mainstream ed era un critico di seconda scelta. Penso che fosse un ottimo critico. Era cinico come l’inferno. Le sue recensioni erano un incrocio tra il primo Howard Stern e quello che Travis Bickle [il personaggio di Robert DeNiro in Taxi Driver] avrebbe potuto essere se fosse stato un critico cinematografico”.

… Scriveva come se avesse 55 anni, ma era solo tra i 30 e i 33 anni. Morì alla fine dei trent’anni. Per un po’ non è stato chiaro, ma ora ho fatto altre ricerche e credo che si sia trattato di complicazioni dovute all’alcolismo“, aveva dichiarato Tarantino in un’intervista a Deadline. Nel tempo, erano emersi ulteriori dettagli come che il film avrebbe riproposto “estratti di film degli anni ’70″ e anche “rifacimenti dei film di quell’epoca”, come rivelato dal regista e sceneggiatore Paul Schrader.

Nessun attore era ancora ufficialmente legato al progetto, anche se alcune fonti riportavano che Brad Pitt avrebbe avuto un ruolo del film, senza escludere che potesse interpretare proprio il protagonista. Per lui e Quentin Tarantino sarebbe dunque stata la terza collaborazione dopo Bastardi senza gloria e C’era una volta a… Hollywood. Nel febbraio del 2024 era invece stato riportato che anche Tom Cruise sarebbe potuto comparire nel film per un piccolo ruolo o un semplice cameo. Ad ora, però, tutte queste ipotesi sembrano destinate a non concretizzarsi più, data la notizia dell’abbandono del progetto.

28 anni dopo: Aaron Taylor-Johnson, Jodie Comer e Ralph Fiennes si uniscono al cast

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Come riportato da Variety, il prossimo film di Danny Boyle, 28 anni dopo, si arricchisce della presenza di Jodie Comer, Aaron Taylor-Johnson e Ralph Fiennes nel cast. I dettagli sulla trama della nuova sceneggiatura, scritta da Alex Garland, non sono ancora stati resi noti, ma sappiamo che il film farà parte di una prossima trilogia, per la quale Nia DaCosta è in trattative per dirigere il secondo film.

Boyle e Garland sono anche produttori del progetto, così come il produttore originale Andrew Macdonald e Peter Rice. Anche Bernie Bellew è produttore.  Cillian Murphy, protagonista dell’originale 28 giorni dopo del 2002 tornerà anche come produttore esecutivo, ma al momento non è previsto – ma non escluso – un suo ruolo nel film.

Che Jodie Comer fosse in trattative per il film era trapelato già qualche settimana fa e sappiamo dunque ora che farà ufficialmente parte del film. Con Taylor-Johnson e Fiennes a loro volta coinvolti nel progetto, 28 anni dopo inizia a configurarsi come un progetto di alto profilo. Non resta dunque che attendere maggiori dettagli a riguardo.

Il primo film 28 giorni dopo

Il primo film vedeva Cillian Murphy nei panni di un uomo che si risveglia dal coma dopo un incidente in bicicletta e scopre che l’Inghilterra è stata invasa dagli “Infetti”. Il virus trasforma le sue vittime in assassini furiosi, ma a differenza dei soliti “zombie”, queste creature possono muoversi con una velocità spaventosa.

L’uomo si mette quindi in viaggio per scoprire cosa sta succedendo, incontrando lungo la strada i compagni sopravvissuti interpretati da Naomie Harris e Brendan Gleeson, oltre a un maggiore dell’esercito squilibrato interpretato da Christopher Eccleston.

Cosa sappiamo su 28 anni dopo? 

I dettagli sulla trama di 28 anni dopo sono ancora sconosciuti, ma il periodo suggerisce che si svolgerà 28 anni dopo il primo film, dunque all’incirca nel 2030, il che significa che il racconto potrebbe anche essere più orientato verso la fantascienza che non verso il semplice l’horror vero e proprio. Danny Boyle, il cui ultimo film è stato la commedia romantica del 2019 Yesterday, dirigerà il primo film della prevista trilogia di 28 anni dopo. Alex Garland, che ha diretto film come Ex Machina, Annihilation e, più di recente, Civil War è incaricato di scrivere i film.

Finché morte non ci separi: dal cast al sequel, tutto quello che c’è da sapere

La coppia di registi Matty Bettinelli-OlpinTyler Gillet si sono affermati negli ultimi anni come due delle più interessanti voci del cinema thriller e horror. Dopo aver debuttato con un episodio del film collettivo V/H/S (2012), hanno poi realizzato un film dell’orrore in stile found footage dal titolo La stirpe del male (2014). Nel 2022 e nel 2023 si sono invece distinti per aver riportato con successo sul grande schermo la saga di Scream con Scream V e Scream VI. L’8 maggio uscirà invece al cinema il loro nuovo film, il vampiresco Abigail. Il titolo che li resi celebri presso il grande pubblico, però, è stata la commedia horror del 2019 Finché morte non ci separi.

Con il titolo originale di Ready or Not, questo titolo è oggi un vero e proprio cult, nonché uno dei film di questo genere più apprezzati degli ultimi tempi. Rielaborando la figura della final girl, questo offre non solo una protagonista carismatica, ma anche una serie di vicende tanto scioccanti quanto entusiasmanti, imprevedibili e perverse, con la follia più pura pronta a scatenarsi da un momento all’altro. Si compone così un film che fa dell’eccesso la sua cifra stilistica, tanto per divertire quanto per spaventare, offrendo anche qualche lucida riflessione sulle difficoltà del relazionarsi all’interno di un nucleo famigliare.

Per gli appassionati del genere si tratta dunque di un film da non perdere, che grazie ora al suo passaggio televisivo può finalmente essere scoperto anche da un più ampio pubblico. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Finché morte non ci separi. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Finché morte non ci separi cast
Mark O’Brien e Samara Weaving in Finché morte non ci separi. © 2019 Twentieth Century Fox Film Corporation All Rights Reserved

La trama e il cast di Finché morte non ci separi

Grace è la giovane sposa che si unisce in matrimonio con Alex, erede della famiglia Le Domas, ricca dinastia fondatrice dell’impero dei giochi da tavola. Durante la sua prima notte di nozze, all’interno della grande villa in cui si è svolta la cerimonia, Grace viene invitata a partecipare a una tradizione familiare: il nuovo arrivato deve infatti prendere parte a un gioco, in questo caso nascondino. Apparentemente innocente, il gioco in realtà si rivelerà una terrificante caccia all’uomo in cui Grace dovrà cercare di sopravvivere ad una famiglia armata e implacabile, convinta che il rito debba essere officiato, altrimenti una maledizione si abbatterà su di loro.

Ad interpretare Grace vi è l’attrice Samara Weaving, già nota per il thriller La babysitter e che ha con questo film consolidato la propria popolarità. Inizialmente, però, era stata presa in considerazione per il ruolo di Grace l’attrice Margot Robbie. Le due attrici, curiosamente, si somigliano molto e hanno poi lavorato insieme nel film Babylon. Per questo ruolo, per Weaving stato per lei necessario imparare a guidare, o almeno a far sembrare che stia guidando. Altra curiosità a lei legata è che i brividi di Grace nella scena del servizio fotografico non erano simulati. Weaving ha detto che faceva realmente freddo durante le riprese, ma che quei brividi hanno aiutato a farla sembrare più nervosa.

Accanto a lei, nel ruolo del suo sposo Alex Le Domas, vi è l’attore Mark O’Brien, mentre il più noto Adam Brody interpreta il fratello di lui, Daniel. Melanie Scrofano è Emilie le Domas, la sorella di Daniel e Alex, mentre Kristian Bruun interpreta Fitch Bradley, il suo sprovveduto marito. Henry Czerny ricopre il ruolo di Tony Le Domas, proprietario del Le Domas Gaming Dominion e patriarca della famiglia Le Domas, mentre l’attrice Andie MacDowell è Becky Le Domas, la madre di Daniel, Emilie e Alex. Elyse Levesque è Charity Le Domas, la moglie snob di Daniel, mentre Nicky Guadagni interpreta Helene Le Domas, l’inquietante zia. John Ralston, infine, è Stevens, il fedele maggiordomo della famiglia Le Domas.

Finché morte non ci separi sequel
Samara Weaving in Finché morte non ci separi. © 2019 – Fox Searchlight

La storia vera a cui il film si ispira

No, il racconto proposto dal film non è basato su una storia vera, ma è invece vera l’ispirazione per l’impero dei giochi da tavolo della famiglia Le Domas. Questo è basato sui realmente esistiti produttori di giochi della Milton Bradley Company e Parker Brothers. La prima, fondata nel 1860, è celebre per i giochi Forza 4, L’allegro chirurgo, Brivido e Hotel. Mentre la seconda, fondata nel 1883, aveva tra i suoi prodotti più noti Monopoli, Cluedo, Trivial Pursuit e Ouija. Entrambe sono state acquisite dalla Hasbro rispettivamente nel 1984 e nel 1991 e fuse in un’unica filiale nel 1998. Il marchio ha continuato a essere utilizzato da Hasbro fino al 2009.

Il film è tratto da un libro o da un manga?

Esistono alcune opere in narrativa che riportano a loro volta il titolo Finché morte non ci separi, ma il film non è tratto da nessuna di esse. Si tratta invece di un’opera originale degli sceneggiatori Guy Busick and R. Christopher Murphy. La confusione a riguardo è però derivata appunto dall’esistenza di un libro con questo stesso titolo, scritto da Liza Marklund e pubblicato da Marsilio, settimo capitolo delle indagini della reporter Annika Bengtzon. Vi è poi anche un manga, intitolato allo stesso modo, scritto e disegnato da Tarō Nogizaka e pubblicato dal 2019 al 2024, incentrato sul tentativo di un assistente sociale di determinare la colpevolezza di un’assassina riguardo un particolare caso.

Finché morte non ci separi 2: il sequel del film

Finché morte non ci separi è stato un modesto successo horror, che costato appena 6 milioni di dollari, ne ha incassati 57 in tutto il mondo. Con il passare degli anni è poi diventato un vero e proprio cult tra gli appassionati del genere, che hanno iniziato a chiedere a gran voce la realizzazione di un sequel. Nel marzo 2024 è stato infine reso noto che la Searchlight Pictures sta effettivamente procedendo nello sviluppo di un nuovo film, con la regia affidata a Adam Robitel, già distintosi con Escape RoomSamara Weaving dovrebbe tornare come protagonista, permettendo dunque di raccontare nuove avventure del suo personaggio.

Il trailer di Finché morte non ci separi e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Finché morte non ci separi grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV e Disney+. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 24 aprile alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Scusate se esisto!: la storia vera dietro al film con Paola Cortellesi

Il regista Riccardo Milani è autore di alcuni dei film italiani di maggior successo degli ultimi anni, da Come un gatto in tangenziale a Corro da te e fino ai recenti lungometraggi Grazie ragazzi e Un mondo a parte. Prima di questi titoli, nel 2014, ha però realizzato la commedia Scusate se esisto! (qui la recensione), che gli ha permesso di stabilirsi come regista di commedie molto apprezzate per il loro affrontare spesso tematiche di attualità nel contesto italiano. Con questo film del 2014, ad esempio, si parla di disuguaglianze sul lavoro e su come le donne riscontrino numerose difficoltà nella loro ricerca di un trattamento eguale a quello dei colleghi uomini.

Il film è nato in casa leggendo i giornali, commentando le notizie. L’idea del soggetto prende spunto dal bisogno, sempre più diffuso, di non dire tutta la verità, di nascondere certi aspetti della propria vita, fingendo per alcuni motivi o per esigenze professionali di essere qualcun altro”, ha raccontato Milani. “Scusate se esisto! rappresenta il tentativo di dar vita ad un’istantanea dell’Italia, con tutti i suoi difetti e problemi, ma con la voglia di credere nel nostro Paese, con la convinzione che a portarlo avanti attraverso sacrificio, impegno e talento siano le persone e le forze sane”.

Tra commedia e commento sociale, è dunque questo un film ricco di elementi affascinanti, tra cui il suo essere ispirato ad alcuni eventi reali, ribadendo così la sua forte aderenza con il contesto italiano in merito al tema trattato. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Scusate se esisto!. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla storia vera dietro il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Scusate se esisto! trama
Raoul Bova e Paola Cortellesi in Scusate se esisto! Foto di Claudio Iannone © 01 Distribution

La trama e il cast di Scusate se esisto!

Con una brillante carriera professionale a Londra alle spalle, Serena, architetto di origine abruzzese, decide di ritornare a lavorare in Italia, a Roma. Per una donna ottenere un posto di lavoro all’altezza della sua qualifica si rivela tuttavia difficile e, per ottenere un progetto di riqualificazione del quartiere di Corviale, decide di farsi passare per l’assistente di un architetto di sesso maschile. Le torna allora utile l’incontro con Francesco, uomo gay divorziato, con il quale stringe una profonda amicizia e a cui chiederà di essere il fantoccio per il suo progetto. Pronti a tutto pur di darsi una mano, i due saranno costretti a condividere segreti e inganni.

Ad interpretare Serena Bruno, architetto protagonista del film, è l’attrice Paola Cortellesi, qui al suo terzo di sette (ad oggi) film realizzati insieme al marito Milani. Tra i più recenti si annoverano Come un gatto in tangenziale, Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto e Ma cosa ci dice il cervelloScusate se esisto! è anche il primo film a cui Cortellesi ha partecipato come sceneggiatrice. Accanto a lei, nel ruolo di Francesco, vi è invece Raoul Bova, mentre completano il cast gli attori Corrado Fortuna nel ruolo di Pietro, Lunetta Savino in quello di Michela, Marco Bocci in quello di Nicola e Cesare Bocci come Volponi. Ennio Fantastichini interpreta il dottor Ripamonti, mentre Stefania Rocca è Maria.

Scusate se esisto! cast
Cesare Bocci, Raoul Bova e Paola Cortellesi in Scusate se esisto! Foto di Claudio Iannone © 01 Distribution

La storia vera dietro il film

Scusate se esisto!, come anticipato, è ispirato al progetto dell’architetto Guendalina Salimei per la riqualificazione del quartiere Corviale – anche detto “il Serpentone”, per via della sua lunghezza – un complesso residenziale di Roma situato nella periferia sud-ovest della capitale (XI municipio). Per le sue grandi dimensioni (l’edificio principale è lungo quasi un chilometro) e per le difficili condizioni di vita dei suoi abitanti, è oggi diventato nell’immaginario collettivo il quartiere-simbolo del degrado delle periferie della capitale. Proprio per tale motivo, nel 2008 l’Ater e la Regione Lazio hanno presentato un “piano di rinascita” articolato in due interventi.

L’architetto Guendalina Salimei si occupa di uno di questi, chiamato “Km Verde”, che prevede la completa ristrutturazione del quarto piano dell’edificio principale, con l’abbattimento di ciò che esiste e la ricostruzione di 103 nuovi alloggi al posto dei servizi preesistenti. I lavori, iniziati a gennaio del 2019, sono tuttora in corso. Sebbene Scusate se esisto! racconti di tale operazione di riqualificazione, la storia di Salimei è diversa rispetto a quanto proposto nel film. Nella realtà non ha infatti mai dovuto fingere di essere l’assistente di un architetto uomo. Si tratta di un espediente invece usato dal film per parlare delle disuguaglianze tra sessi esistenti nel mondo del lavoro.

Il trailer di Scusate se esisto! e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Scusate se esisto! grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV, Prime Video, Now, Netflix e Rai Play. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 24 aprile alle ore 21:30 sul canale Rai 1.

I ponti di Madison County: dal libro al cast, tutto quello che c’è da sapere

Il regista e attore Clint Eastwood ha negli anni abituato il suo pubblico a ruoli da duro con film come Gunny, Una 44 Magnum per l’ispettore Callaghan e Gran Torino. Nella sua lunga filmografia c’è però stato anche spazio per i sentimenti e le fragilità dell’animo umano. Elementi di cui non si credeva che il premio Oscar fosse particolarmente dotato. È per questo che quando nel 1995 ha portato al cinema il film I ponti di Madison County, in molti si sono stupiti nel trovarsi di fronte a qualcosa di completamente nuovo. Da lui diretto e interpretato, questo è ritenuto ancora oggi uno dei suoi migliori lungometraggi.

Si tratta dell’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo, scritto da Robert James Waller e pubblicato per la prima volta nel 1992. Divenuto da subito un vero e proprio best seller, questo è arrivato a vendere oltre 50 milioni di copie in tutto il mondo. Tale opera aveva da subito interessato il regista Steven Spielberg, che si propose come regista. Con il prolungarsi dei tempi di lavorazione, questi preferì però rinunciare al progetto, e il compito di darvi vita passò ad Eastwood, che nel frattempo era stato scelto per interpretare anche il protagonista. Questi, che si era dichiarato particolarmente attratto dalla storia, completò le riprese in soli 42, mantenendo fede alla sua rapidità lavorativa.

I ponti di Madison County, per la sua capacità di parlare ad un pubblico molto variegato, è divenuto in breve uno dei più grandi successi economici della carriera del premio Oscar. A fronte di un budget di soli 22 milioni di dollari, questo arrivò infatti ad incassarne ben 182 in tutto il mondo. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori, alle differenze tra il libro e il film, e alle frasi più belle. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di I ponti di Madison County

Ambientato nello stato dell’Iowa, nel 1965, il film narra la storia di Robert Kincaid, un fotografo che ha girato il mondo per il National Geographic, e Francesca Johnson, una casalinga di origini italiane con una vita fin troppo tranquilla, un marito che non ama più e due figli piccoli da crescere. L’uomo, che si trova lì su commissione per fotografare i famosi ponti coperti non si aspetta minimamente che incontrando la donna la vita di entrambi verrà stravolta per sempre. I due, infatti, sono arrivati a quel punto della vita in cui non ci si aspetta più niente. Eppure, quattro giorni dopo essersi incontrati, non vogliono perdere l’amore che hanno appena trovato. Per poter costruire il loro ponte verso il futuro, però, dovranno prima attraversare quello del passato.

I ponti di Madison County cast
Clint Eastwood in I ponti di Madison County. © 1995 Warner Bros. Ent. All Rights Reserved

 

Il cast del film

Come anticipato, ad interpretare il fotografo Robert Kincaid vi è l’attore Clint Eastwood, che ha per l’occasione dato vita ad un personaggio particolarmente ricco di sentimenti e dolcezza. Consapevole di come questo rappresentasse una novità nella sua filmografia, l’attore non voleva esagerare nel mettersi in mostra. Ciò risulta particolarmente evidente quando, nel momento in cui il suo personaggio si trova a piangere in seguito ad una discussione con la protagonista femminile, Eastwood ha scelto di non essere ripreso in volto ma di dare le spalle alla camera. Egli era infatti convinto che ciò avrebbe reso più realistica la scena, sacrificando dunque volentieri un suo intenso primo piano.

Per interpretare la casalinga Francesca Johnson, i produttori avevano intenzione di affidare il ruolo ad un’attrice giovane. Eastwood, però, impose che la parte venisse affidata a Meryl Streep, attrice consigliatagli in particolare da sua madre. Entusiasta del personaggio, la premio Oscar si preparò a questo lasciandosi ispirare da celebri attrici italiane come Sophia Loren e Anna Magnani. In particolare, la Streep cercò di emularle nella scelta degli abiti di Francesca. Per il ruolo, inoltre, arrivò a guadagnare diversi chili di peso, così da risultare più credibile nei panni di una casalinga dalle limitate attività. Gli attori Annie Corley e Victor Slezak, infine, interpretano Caroline e Michael Johnson, le versioni adulte dei figli di Francesca.

Le differenze tra il libro e il film

Nell’adattare il romanzo di Waller, Eastwood e lo sceneggiatore Richard LaGravanese hanno fatto in modo da rimanere il più fedeli possibile a questo. Tutto ciò che accade nel film è infatti riscontrabile anche nelle pagine del romanzo, con gli eventi a volte soltanto più dilatati o ridotti rispetto agli originali. Ciò che viene modificato è però il punto di vista e la struttura del romanzo. Questo, infatti, si svolge attraverso il racconto dello stesso Robert. La sceneggiatura di LaGravanese, invece, stravolge ciò portando ad essere Francesca la vera narratrice, e suo è il punto di vista attraverso cui si svolge l’intera vicenda. Eastwood gradì particolarmente questo cambiamento, che gli permetteva di esplorare ulteriormente l’interiorità e l’emotività del personaggio.

Allo stesso modo, la struttura del film differisce rispetto a quella del romanzo. Guardando il lungometraggio, infatti, ci si imbatte in una storia che porta lo spettatore a compiere diversi salti temporali tra passato e presente. Si passa infatti dalla lettura che i due figli di Francesca fanno dei diari della madre, alla rappresentazione di quanto da lei narrato in essi, ovvero della sua storia d’amore extraconiugale con il fotografo Robert. Tale struttura ha permesso al regista di spezzare i due racconti, andando così a mostrare quali effetti ha il passato sul presente. Un espediente che esalta ulteriormente le emozioni descritte, facilitando così l’immedesimazione degli spettatori con i personaggi.

I ponti di Madison County frasi film
Meryl Streep in I ponti di Madison County. © 1995 Warner Bros. Ent. All Rights Reserved

Le frasi più belle di I ponti di Madison County

Qui di seguito si riportano invece alcune delle frasi più belle e significative pronunciate dai personaggi del film. Attraverso queste si potrà certamente comprendere meglio il tono del film, i suoi temi e le variegate personalità dei protagonisti. Ecco dunque le frasi più belle del film:

  • Facevo dei pensieri su di lui che non riuscivo a controllare e lui li seguiva tutti. Qualunque cosa provassi, qualunque cosa volessi, lui mi seguiva. E in quel momento tutte le cose che avevo saputo di me stessa fino ad allora, sparirono. Mi comportavo come un’altra donna, eppure non ero mai stata così me stessa prima di allora. (Francesca Johnson)
  • I vecchi sogni erano bei sogni. Non si sono avverati, comunque li ho avuti. (Robert Kincaid)
  • Non voglio aver bisogno di te perché non posso averti… (Robert Kincaid)
  • In quattro giorni mi regalò una vita intera, un universo, ricompose i frammenti del mio essere in un tutto… Non ho mai smesso di pensare a lui… anche se non lo ricordavo cosciamente, lo sentivo vicino a me, c’era sempre. (Francesca Johnson)
  • Non sono sicuro di averti dentro di me, né di essere dentro di te, e neppure di possederti. E in ogni caso, non è al possesso che aspiro. Credo invece che siamo entrambi dentro un altro essere che abbiamo creato, e che si chiama “Noi”. (Robert Kincaid)
  • Questo tipo di certezze si hanno una sola volta nella vita. (Robert Kincaid)
  • Quello che io e Robert avevamo avuto non sarebbe potuto continuare se fossimo rimasti insieme e quello che io e Richard avevamo sarebbe svanito se ci fossimo separati. (Francesca Johnson)
  •  Noi siamo le nostre scelte. (Francesca Johnson)

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di I ponti di Madison County grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV, Prime Video e Now. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 24 aprile alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

Cannes 2024: Xavier Dolan presidente di giuria di Un certain Regard

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L’attore, regista, sceneggiatore e produttore canadese Xavier Dolan sarà il presidente della giuria Un certain Regard del 77esimo Festival di Cannes. Insieme a lui ci saranno la sceneggiatrice e regista franco-senegalese Maïmouna Doucouré, la regista, sceneggiatrice e produttrice marocchina Asmae El Moudir, l’attrice tedesco-lussemburghese Vicky Krieps e il critico cinematografico, regista e scrittore americano Todd McCarthy. Saranno loro a assegnare i premi per la sezione Un certain Regard, che presenta film d’arte e di scoperta di giovani autori.

Quest’anno sono stati selezionati 18 film, di cui 8 opere prime. Il primo premio di Un certain Regard 2023 è andato al primo lungometraggio della regista Molly Manning Walker, How to Have Sex. Quando irrompe la luce di Rúnar Rúnarsson aprirà la sezione Un certain Regard mercoledì 15 maggio 2024.

Amy Adams protagonista di At the Sea

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Amy Adams protagonista di At the Sea

Amy Adams è stata scelta per recitare in At the Sea, un nuovo dramma di Kornel Mundruczó e Kata Wéber, regista e sceneggiatrice di film acclamati come Pieces of a Woman e White God.

La produzione del film, che si avvierà a Boston a giugno, segue la vita di Laura (Adams) dopo una lunga riabilitazione, mentre torna dalla sua famiglia nella loro casa per le vacanze al mare dove deve riadattarsi alla vita complicata che si è lasciata alle spalle. Ora è costretta ad affrontare il prossimo capitolo della sua vita senza la carriera che le ha dato fama, fortuna e, soprattutto, identità.

Il film sarà prodotto da Alexander Rodnyansky (Loveless, Leviathan) di AR Content, Stuart Manashil (Irma Vep, Pieces of a Woman), Aaron Ryder e Andrew Swett (Dumb Money, Arrival) per Ryder Picture Company, Alex Lebovici degli Hammerstone Studios (Barbarian, Boy Kills World) e Jon Oakes (The Guilty, Drive), Viktória Petrányi (Midsommar, Pieces of a Woman) e Mundruczó. I produttori esecutivi sono Paul J. Diaz, Maria Breese di 3:33 Creative, Lee Broda di LB Entertainment, Jeff Rice di Jeff Rice Films e Michael Kupisk. Zsofi Oblat e Rachel Rubin (Dumb Money, Bruiser) coprodurranno.

Sei volte candidato all’Oscar, Amy Adams ha recentemente terminato la produzione di Klara and the Sun della 3000 Pictures, il prossimo film del premio Oscar Taika Waititi, che adatta la storia distopica di fantascienza di Kazuo Ishiguro. Successivamente, la vedremo protagonista di Nightbitch di Searchlight Pictures della regista Marielle Heller, una commedia dark che ha anche prodotto attraverso la sua società di produzione Bond Group Entertainment, che uscirà nei cinema il 6 dicembre.

Deadpool & Wolverine: come verranno gestiti i fatti di Logan?

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Nel Logan del 2017, il fattore di guarigione di Wolverine si è molto indebolito e alla fine l’eroe cade in battaglia mentre combatte un suo clone molto più potente, X-24. Laura, alias X-23, pianta un proiettile di adamantio nella testa del malvagio Wolverine, ma a quel punto è troppo tardi per suo “padre”.

Quando è arrivata la notizia che Hugh Jackman sarebbe tornato nei panni di Wolverine in Deadpool 3, i fan hanno espresso preoccupazione rispetto al fatto che gli eventi di Logan sarebbero stati annullati o modificati retroattivamente.

Il potenziale contraccolpo di un gesto del genere ha spinto Ryan Reynolds e Shawn Levy ad assicurare ai fan che Logan non sarebbe stato in alcun modo modificato o corretto. E, nel nuovo trailer, apparentemente abbiamo avuto la conferma che il Logan di Deadpool & Wolverine è davvero una variante completamente diversa. È possibile che sia stato estratto dalla sequenza temporale del franchise originale prima che avvenissero gli eventi di Logan, ovviamente, ma non la pensiamo così.

Scooper @CanWeGetToast oggi afferma che Deadpool & Wolverine faranno riferimento agli eventi di Logan quando al mutante artigliato visto nei trailer viene raccontato come la sua controparte sia tragicamente morta mentre cercava di salvare X-23.

Potrebbe essere che venga a conoscenza del destino del suo sé futuro, ovviamente, ma scommettiamo che i personaggi del titolo siano finiti nella sequenza temporale in cui Laura è cresciuta fino a diventare il nuovo Wolverine (Dafne Keen ora ha 19 anni) e sia poi lei a raccontagli cosa ha fatto il “padre” per salvarla.

Dune: Parte Tre, Paul Atreides come il “Michael Corleone della fantascienza”

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Dune: Parte Due sta per superare la soglia dei 700 milioni di dollari al botteghino mondiale, e il regista Denis Villeneuve ha confermato che sta attualmente lavorando alla sceneggiatura della Parte Tre, che adatterà almeno parzialmente il secondo libro della saga di Frank Herbert, Dune: Messia. Parlando con il New York Times, Villeneuve ha anticipato l’arco narrativo di Paul Atreides nel previsto terzo film, facendo paragoni con Michael Corleone (Al Pacino) de Il Padrino.

“L’ha tradita in molti modi. Ma la cosa importante per Chani è che non si tratta di amore. Riguarda il fatto che diventa la figura che manterrà i Fremen nella loro prigione mentale. Un leader che non è lì per liberare i Fremen, ma controllarli. Questa è la tragedia di tutte le tragedie, come il Michael Corleone della fantascienza, diventa ciò che voleva evitare e cercherà di trovare un modo per salvare la sua anima.”

Il regista ha precedentemente affermato che intende prendersi una lunga pausa prima di tornare ad Arrakis e che probabilmente lavorerà su altri progetti nel frattempo. Quello che però sappiamo è che un adattamento preciso di Messia sarà complesso da realizzare, data la mole di stranezze che è presente nel romanzo di Herbert.

Dune: Parte Tre, i momenti bizzarri di Messiah che il pubblico non è pronto a vedere

Il caso Josette: recensione della commedia di Fred Cavayé

Il caso Josette: recensione della commedia di Fred Cavayé

«Così comincia la nostra storia: un omicidio, poi un arresto e, poco dopo, un processo. Processo che nel 1644 ha quasi diviso la Francia in due». È con queste parole che il narratore dà inizio al buffo e irriverente racconto che vede protagonisti lo sfortunato avvocato Maitre Pompignac e il suo imbranato nipote Jean alle prese con un caso a dir poco incredibile. Il loro cliente? Una povera e (forse) innocente capra accusata di un tragico omicidio.

Il celebre regista francese Fred Cavayé (tanto noto quanto chiacchierato in patria per film come Radin! e Le Jeu) fa ritorno nelle sale italiane con Il caso Josette (titolo originale Les chevres!), una nuova commedia fresca, folle e divertente, che sostiene essere ispirata a fatti realmente accaduti… “o quasi”. Coprodotto da Jerico Films e Pathé Films, con la partecipazione di Netflix, Il caso Josette sarà disponibile al cinema dal 24 aprile.

Il caso Josette Trama

L’avvocato Maître Pompignac (interpretato dall’iconico Dany Boon, noto per film come Giù al nord, Supercondriaco, Ti ripresento i tuoi) non ha mai ottenuto una vittoria in tribunale e tutti i suoi clienti sono stati condannati a morte. Giunto ormai alla resa, dopo una carriera costellata di fallimenti, un giorno incontra una giovane e bella pastora (l’attrice Claire Chust), che, disperata, gli chiede di difendere Josette, un’undicenne ingiustamente accusata di aver ucciso un nobile maresciallo francese, Grégoire Hubert de Colombe.

Il caso Josette – In foto la capra Josette.

Presumendo che Josette fosse una ragazzina, Pompignac accetta il caso, vedendo in esso la grande opportunità di vincere contro l’accusa e di assicurare un futuro migliore alla sua famiglia. Con il sostegno del nipote Jean (Alexandre Desrousseaux), aspirante avvocato, Pompignac affronta con sicurezza e entusiasmo il caso, finché non si rende conto che Josette, in realtà, non è che una semplice capra.

Ma ormai è troppo tardi per tirarsi indietro: Pompignac si ritrova così invischiato in questo bizzarro e ridicolo caso contro il suo acerrimo nemico, il rinomato e odioso Maître Valvert (interpretato da Jérôme Commandeur), famoso in tutta Parigi per non aver mai perso neppure una causa.

Chi è più spietato di una capra?

Con una particolare attenzione all’ambientazione e ai costumi dell’epoca – e con l’aggiunta di nauseanti dettagli che frequentemente rimandano alla scarsa igiene del tempo –, Cavayé trasporta il pubblico in una bizzarra e caotica Francia del XVII secolo. Qui, sotto il regno di un dispettoso e petulante Luigi XIV e la guida dal potente cardinale Mazzarino, si sviluppa la curiosa avventura di Pompignac. Un’avventura che, tra esagerazioni, assurdità e altrettanta banalità, esplora la stupidità e l’inettitudine dell’epoca, spesso sorprendentemente simili a quelle contemporanee.

Il caso Josette – In foto (da sinistra a destra) gli attori Jérôme Commandeur e Dany Boom.

Al di là delle accese diatribe tra parigini e “savoiardi”, nobili e popolani, Pompignac e Valvert, Il caso Josette mette in scena, con un tocco teatrale e caricaturale, alcuni aspetti critici della società moderna, come la lentezza e l’ipocrisia della giustizia, il controverso potere dell’effetto mediatico e la malsana influenza dell’opinione pubblica. Il Popolo di Cavayé non è interessato tanto alla verità quanto piuttosto è rappresentato come uno spettatore avido di disastri altrui, mosso dal semplice desiderio di identificare un colpevole e una vittima. Questo ritratto non solleva interrogativi solo sulla Francia secentesca, ma riflette anche in maniera attuale sul comportamento delle persone, per esempio, sui social media, dove la ricerca della verità spesso cede il passo al bisogno di trovare un capro espiatorio o una figura da idolatrare.

Ridere della stupidità umana, passata e presente

La “commedia dell’assurdo” di Cavayé ha suscitato reazioni contrastanti nel pubblico e nella critica francese: da un lato, c’è chi l’ha trovata sfrontata, ironica, creativa e iperbolica, una satira efficace sulla società passata e presente; dall’altro, chi l’ha giudicata grottesca, prevedibile, ricca di cliché e momenti demenziali.

In realtà, Il caso Josette è tutto questo assieme e, che la si ami o si odii, resta un prodotto cinematografico che diverte e intrattiene egregiamente. Infine, pur non distinguendosi per la sua raffinatezza o originalità, il film gioca abilmente tra realtà e finzione, invitando sottilmente il pubblico a riflettere sulle assurdità, le contraddizioni e le idiosincrasie della vita moderna, non solo francese.

Deadpool & Wolverine: intercettata un’altra variante nel trailer ufficiale

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Il nuovo trailer di Deadpool & Wolverine è pieno di cenni al più ampio universo Marvel e uno di questi che fino a questo momento non era stato ancora evidenziato riguarda un personaggio che nei fumetti compare nella schiera dei cattivi di Punisher e che nel film di Shawn Levy comparirà in una particolare variante.

Nella scena in cui Cassandra Nova esce dal cranio di Giant-Man, si può vedere un grosso scagnozzo che indossa una maglietta a righe. Si era già dato per scontato che molti degli scagnozzi del cattivo sarebbero stati Variant senza volto circondate da una manciata di personaggi con un’identità precisa, ma la teoria prevalente è che si tratti del Russo.

Interpretato dall’attore stuntman Billy Clements, il personaggio somigli molto alla controparte dei fumetti, anche se siamo un po’ delusi che i Marvel Studios non abbiano trovato un modo per arruolare Kevin Nash per riprendere il ruolo del film Punisher del 2004.

Per quelli di voi che non hanno familiarità con il personaggio, Il Russo è apparso per la prima volta in The Punisher #1 nel 2000 ed è stato creato dallo scrittore Garth Ennis e dall’artista Steve Dillon. Sicario che lavora per varie organizzazioni criminali, inclusa la mafia russa, è raffigurato come una forza imponente e apparentemente inarrestabile, che spesso fa affidamento sulla sua forza bruta e sulla sua resistenza per intimidire e sopraffare i suoi avversari.

Hot Toys cancella l’action figure del Giovane Barry di The Flash

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Hot Toys cancella l’action figure del Giovane Barry di The Flash

Come tutti gli appassionati collezionisti di Hot Toys sanno, passa sempre diverso tempo tra l’annuncio di un prodotto e la sua messa a disposizione nei negozi. È diventato un luogo comune per l’azienda con sede a Hong Kong rivelare prodotti che non vengono mai realizzati, ma è insolito che vengano invece cancellati quelli che sono già in fase di sviluppo.

In un aggiornamento pubblicato sul sito web di Hot Toys, è stato rivelato oggi che il personaggio del giovane Barry Allen basato su The Flash non sarà più distribuito. Alcuni di voi probabilmente presumeranno che ciò sia legato alla serie di controversie che circondano Ezra Miller, ma quasi certamente è dovuto alla mancanza di interesse da parte dei fan e al numero basso di ordini.

The Flash non ha ricevuto una risposta positiva quando è uscito la scorsa estate e il giovane Barry di Miller ha per lo più irritato le persone a causa della performance demenziale e esagerata dell’attore.

Nonostante questa cancellazione scioccante, la normale figura di Flash, Supergirl, Batman di Michael Keaton e Batman di Ben Affleck sono ancora in arrivo (il primo presenta anche le sembianze di Ezra, respingendo l’idea che i loro problemi personali siano in qualche modo responsabili della cancellazione).

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Zack Snyder, regista di L’Uomo d’Acciaio, afferma che Superman sarebbe stato “falso” se non avesse ucciso Zod

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L’Uomo d’Acciaio era il film ricco d’azione che molti fan desideravano, ma l’atto finale si è rivelato estremamente controverso. Sopraffatta dal generale Zod, Metropolis è ridotta a una montagna di macerie, con l’eroe incapace di salvare migliaia di innocenti. Tuttavia, quando arriva il momento di salvare una famiglia che sta per essere annientata dalla vista a raggi X di Zod, Superman decide che l’unico modo per riuscirci era spezzare il collo del cattivo, uccidendolo sul colpo.

Zack Snyder ha ribadito la sua convinzione che non solo Superman non avesse altra scelta, ma che abbia anche fatto la cosa giusta imponendo una giustizia letale al suo compagno alieno. “Non si sarebbe fermato, non aveva intenzione di negoziare una tregue, quindi o Zod o noi”, spiega il regista. “E questo era più o meno il gioco. Non c’era una via di mezzo. Zod diceva che avrebbe combattuto fino a quando lui non lo avesse ucciso o viceversa, questo è il gioco, non c’è mai stato niente di simile e mi chiedevano perché avrei dovuto mettere Superman in quella posizione?”.

“Io penso, ‘Beh, se Superman non riesce a gestire quella posizione allora è falso, quindi non deve piacerti, deve affrontare gli scenari che gli si presentano, e scegliere quando qualcosa è al di fuori della sua moralità.'”

Per quello che vale, l’attore di Zod Michael Shannon è d’accordo con la versione di Snyder. L’anno scorso, la star di The Flash disse: “No, non pensavo ci fosse un altro modo per finire, davvero. Voglio dire, Zod dice che o io o te. Non ti lascerò sopravvivere. Ti ucciderò, a meno che tu non uccida me. E questo mi sembrava abbastanza tragico, sai?”

Deadpool & Wolverine: cosa è accaduto a Logan che ha “deluso tutto il suo universo”?

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Nell’ultimo trailer di Deadpool & Wolverine, Wade Wilson incontra una variante di Logan che “ha deluso il suo intero mondo“, secondo quello che dice il personaggio di Matthew Macfadyen. Questa non è la versione dell’eroe di Logan, anche se supponiamo che sia possibile quando il film è ambientato nel 2029. Tuttavia, per quanto convincente possa essere una teoria, non avrebbe molto senso quando il massacro involontario del Professor X di gli X-Men hanno avuto luogo nel 2028.

Sarebbe necessario una importante retcon per fare in modo che un’altra tragedia colpisse il mutante artigliato prima degli eventi di Logan, lasciandoci credere alle ripetute affermazioni di Ryan Reynolds e Shawn Levy secondo cui lo stanno lasciando stare sono vere.

Fino a quando non avremo un ulteriore contesto, è difficile rispondere in modo definitivo a questa domanda; per esempio, mentre il Mercenario Chiacchierone crede che questo Wolverine sia un membro degli X-Men, cosa accadrebbe se non si fosse mai unito alla squadra nella sua realtà? Ancora una volta, non crediamo che sia così poiché il fatto che sia accaduto qualcosa di traumatico sembra essere la base del motivo per cui questa variante è così com’è. Non si considera un eroe e sembra essere odiato dal grande pubblico, a giudicare dall’accoglienza che riceve in quel bar. Potrebbe essere solo perché è un mutante, ovviamente.

C’è anche una sequenza nel trailer che, se si deve credere alle voci recenti, lo vede costretto a rivivere la morte dei suoi compagni X-Men. Come sono morti? Bene, il fatto che Cassandra Nova sia responsabile sarebbe un buon modo per legare insieme le cose; o ha orchestrato un attacco simile a quello di Genosha in X-Men ’97 (come era il caso nei fumetti) o forse dobbiamo cercare indizi nel Old Man Logan.

In ogni caso, gli X-Men sono morti e, sebbene ciò possa limitare il numero di cameo che vediamo, non solo dà a Wolvie la possibilità di trovare la redenzione salvando gli amici di Deadpool, ma consente a Hugh Jackman di portare il personaggio in nuovi posti e nuove emozioni.

Senza motivo per tornare nel suo mondo, questo potrebbe anche essere esattamente il Wolverine di cui i Marvel Studios hanno bisogno per Terra-616 prima di Avengers: Secret Wars.

Tutto quello che sappiamo su Deadpool & Wolverine

Deadpool & Wolverine riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia dell’atteso progetto. Hugh Jackman uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli ufficiali della storia di Deadpool & Wolverine, con protagonista Ryan Reynolds, non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la serie di film di Deadpool – l’unica parte del franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano svolti in un universo diverso.

Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman, viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche altri X-Men possano fare la loro comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della Marvel comparsi sul grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben Affleck.

Una voce recente afferma che anche Liev Schreiber sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo, Morena Baccarin (Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in franchising Emma Corrin (The Crown) e Matthew Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora segreti. Un recente report afferma inoltre che la TVA di Loki, incluso l’agente Mobius (Owen Wilson) e Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool & Wolverine uscirà nei cinema il 26 luglio 2024.

Moon Knight: un buffo gag reel in attesa dell’edizione in Home Video

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Nonostante i suoi difetti, Moon Knight è servito come una solida introduzione per il personaggio di Marc Spector, e una scena dell’ultimo minuto a metà dei titoli di coda con Jake Lockley è servita ad aumentare l’eccitazione per il futuro del personaggio. Ora, mentre la serie si appresta ad arrivare su SteelBook, abbiamo una clip gag reel che mostra Oscar Isaac che si dà un pugno in faccia insieme ai soliti errori sul set.

https://twitter.com/PhaseZeroCB/status/1782800426015789199?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1782800426015789199%7Ctwgr%5E3803ea4ae28fafe307edd4cd7de4af1f9baee4da%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fcomicbookmovie.com%2Ftv%2Fmarvel%2Fmoon-knight%2Fmoon-knight-gag-reel-sees-oscar-isaac-instantly-regret-punching-himself-in-the-face-a210604

Dopo il grande cliffhanger dello show, i Marvel Studios devono ancora rivelare come sarà il futuro di questo personaggio sullo schermo. Tuttavia, la speranza tra i fan è che Moon Knight ritorni per una seconda stagione o sul grande schermo. L’anno scorso, Isaac ha affermato che entrambe le opzioni erano state discusse.

“Ci sono state alcune conversazioni specifiche. Sono state piacevoli. La fuoriuscita di dettagli è che non ci sono dettagli. Non sappiamo [se ci sarà una seconda stagione], ma ne stiamo parlando,” ha rivelato l’attore. “A dire il vero, è tutta una questione di storia. ‘C’è una storia che vale la pena raccontare? È interessante? Mi sentirò in imbarazzo quando uscirà?'” “Quindi la questione è semplicemente: ‘C’è qualcosa in cui vale la pena riversare tutto ciò che hai?’ E con Moon Knight, è stato proprio questo a creare una struttura tale che ogni mattina, quando suonava la sveglia, non vedevo l’ora di arrivare sul set perché volevo provare qualcosa di diverso.”

“Che [il ritorno di Moon Knight] sia un lavoro di gruppo o che magari arrivi una grande idea per la seconda stagione o che si tratti di un film indipendente o qualunque cosa possa essere,” ha continuato Isaac. “Penso che l’approccio sia proprio in questo modo. È innanzitutto la storia.”

Quando Moon Knight è stato distribuito, il protagonista dello show ha ripetutamente detto ai giornalisti che era stato messo sotto contratto solo per questa stagione di sei episodi. Chiaramente, Oscar Isaac è ansioso di riprendere il ruolo e, anche se potrebbe facilmente interpretare un ruolo secondario in un film futuro, il buon senso dice che il miglior passo successivo sarebbe un secondo lotto di episodi.

Locarno Film Festival 2024: a Jane Campion il Pardo d’Onore Manor

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Il Pardo d’Onore Manor del Locarno Film Festival, dedicato alle eccellenze del cinema, andrà quest’anno a Jane Campion, regista e sceneggiatrice neozelandese di fama internazionale. La premiazione avverrà la sera del 16 agosto.

La carriera di Jane Campion, costellata di successi, vanta una serie di primati: è stata la prima donna a vincere la Palma d’Oro a Cannes, con The Piano (1993); la prima donna a essere nominata due volte per l’Oscar come miglior regista, quindi a vincerlo con Il potere del cane (2021); la prima cineasta neozelandese a partecipare alla Mostra di Venezia e ad aggiudicarsi il Leone d’Argento per la miglior regia. Successi e riconoscimenti non le hanno però impedito di conservare inalterata la sua peculiarità e di continuare a rifiutare di essere incasellata sul piano artistico. Con ogni nuova opera si conferma così un’innovatrice instancabile, si tratti di adattare un testo di Henry James (Ritratto di signora, 1996), di dirigere Meg Ryan in un thriller ispirato a un bestseller (In the Cut, 2003) o di reimmaginare e rivitalizzare il genere western (Il potere del cane, 2021). Con nove lungometraggi, una mezza dozzina di corti e due stagioni della miniserie televisiva Top of The Lake – Il mistero del lago (2013-17), Jane Campion è una delle artefici chiave dell’immaginario cinematografico contemporaneo.

Nel corso della sua 77esima edizione (7-17 agosto), il Locarno Film Festival le renderà omaggio con il Pardo d’Onore Manor e la proiezione di due fra le sue opere più rappresentative, An Angel at My Table (1990) e The Piano (1993), quest’ultima in Piazza Grande la sera del conferimento del premio.

Giona A. Nazzaro, direttore artistico del Festival: «Sin da Sweetie (1989), il suo esordio, la voce di Jane Campion si è affermata immediatamente come nuova e inconfondibile. A distanza di oltre trent’anni, i valori e le qualità del suo cinema sono rimasti inalterati. Jane Campion ha saputo complessificare il suo lavoro artistico, intrecciare un dialogo libero con il pubblico e l’industria cinematografica senza cedere mai rispetto alle sue ambizioni e alla sua visione artistica. La sua opera, popolata di personaggi tormentati e affascinanti, caratterizzata da una stupefacente capacità di lavorare sugli elementi perturbanti dell’esperienza umana, si presenta come una delle vette indiscutibili dell’arte cinematografica contemporanea. La libertà artistica e i rischi assunti pur di esplorare con modalità sempre nuove e di raccontare la complessità dell’esperienza umana fanno di Jane Campion un punto di riferimento senza precedenti per chiunque pensi al cinema come strumento di espressione ed emancipazione. Offrire il Pardo d’Onore a Jane Campion significa – oggi – accogliere il cinema in tutte le sue infinite possibilità e guardare al futuro senza timore».

Il programma dell’omaggio
  • Jane Campion sarà premiata la sera di venerdì 16 agosto in Piazza Grande. Durante Locarno77 saranno proiettati due film fondamentali della sua carriera:
  • An Angel at My Table ― Australia, Nuova Zelanda, Regno Unito, Stati Uniti ― 1990
  • The Piano ― Australia, Nuova Zelanda, Francia ― 1993
  • Sabato 17 agosto il pubblicò avrà la possibilità di incontrare la regista durante la conversazione in programma al Forum @ Spazio Cinema.

In passato, il Pardo d’Onore Manor è stato assegnato a registi quali Manoel de Oliveira, Bernardo Bertolucci, Ken Loach, Jean-Luc Godard, Werner Herzog, Agnès Varda, Michael Cimino, Marco Bellocchio, John Waters, Kelly Reichardt e Harmony Korine (2023). Dal 2017 il Pardo d’Onore è sostenuto da Manor, event partner del Locarno Film Festival.

La 77esima edizione del Locarno Film Festival si terrà dal 7 al 17 agosto 2024.

Superman: ecco perché Nathan Fillion è perfetto per Lanterna Verde/Guy Gardner

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Collider ha recentemente incontrato l’attore Nathan Fillion per discutere della seconda stagione della serie animata Monsters at Work e, naturalmente, la conversazione si è spostata sull’imminente ruolo di Fillion nei panni della Lanterna Verde/Guy Gardner nel prossimo riavvio di Superman di James Gunn.

Sembra che Fillion abbia appreso abbastanza presto che avrebbe interpretato la Lanterna Verde più arrogante della Terra quando Gunn ha rivelato la notizia durante la premiere di The Suicide Squad.

“In realtà eravamo alla festa per la premiere dopo Suicide Squad e lui era in mezzo a una folla enorme di persone. Ci siamo visti tra la folla e mi sono congratulato con lui, ‘Oh mio Dio, è stato fantastico. È fantastico.’ , “Ehi, Peter [Safran] ti ha detto cosa abbiamo per te dopo?” Ho detto: “No, non me l’ha detto”. Si è guardato intorno come se qualcuno stesse ascoltando, ma si è avvicinato e ha detto: ‘Diventerai Guy Gardner.'”

Il 30 luglio 2021, The Suicide Squad è stato presentato in anteprima nelle sale nel Regno Unito. Gunn e Safran sono stati assunti per guidare i nuovi DC Studios nel novembre 2022, mentre Fillion non è stato formalmente scelto come Guy Gardner fino al 12 luglio 2023. Per quanto riguarda il personaggio, Nathan Fillion pensa di essere perfetto per Gardner per via del modo in cui il personaggio si comporta tipicamente nelle pagine della DC Comics.

Guy Gardner ha la reputazione di essere una Lanterna Verde un po’ burbera. A causa del suo atteggiamento, causa spesso problemi ai suoi compagni Lanterne, John Stewart, Hal Jordan e Kyle Rayner. Sebbene sia i suoi amici che i suoi nemici abbiano descritto Gardner come sfacciato, presuntuoso e impetuoso, in lui c’è di più di quanto sembri. Ha un forte senso di moralità e forza di volontà che è secondo solo a quello di Hal. A quanto pare, la natura imperfetta di Gardner è ciò che ha attratto Fillion verso il ruolo.

“La realtà è che le persone hanno dei difetti. Tutti abbiamo delle stranezze. Tutti abbiamo delle vulnerabilità. Potresti avere una famiglia meravigliosa, ma dire: ‘Oh mio Dio, mio padre mi fa impazzire, si comporta in un certo modo.’ Tutti hanno qualcosa, e mi piace appoggiarmi a questi difetti. È ciò che rende le persone reali e ciò che consente al pubblico di relazionarsi, perché tutti sappiamo di cosa si tratta. Penso che ci sia una vera libertà nell’interpretarlo, quindi, per un ragazzo a cui piace interpretare i difetti e le persone imperfette, Guy Gardner è una miniera d’oro.”

Superman, tutto quello che sappiamo sul film di James Gunn

Superman, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nicholas HoultNathan Fillion. Sean Gunn, María Gabriela de Faría, Terence Rosemore, Wendell Pierce, Sara Sampaio, Anthony Carrigan, Pruitt Taylor Vince completano il cast.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

“Superman è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e giochi”. Il film uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.

Confidenza: recensione del film di Daniele Luchetti

Confidenza: recensione del film di Daniele Luchetti

Posso dirti un segreto? Quante volte è capitato, quando eravamo piccoli, di fare una confidenza all’orecchio di una persona a noi cara qualcosa che fino a quel momento si era tenuta nascosta? Chiusa in una delle tante stanze della nostra mente, magari anche con doppia mandata. Si condivideva il “misfatto” con qualcun altro, e lo si faceva per sentirsi più grandi. Era tutto dettato dall’innocenza, non contaminata dalla preoccupazione che quel segreto avrebbe potuto ritorcersi contro, perché non si aveva ancora subito l’influenza del mondo esterno. Eppure un segreto, quando si è adulti, a seconda di come lo si vede, oltre alla sua effettiva gravità, può condizionare un’esistenza intera.

Specie se si diventa vittime di una società che tutto permette tranne che metterci a proprio agio con noi stessi e con la nostra natura un po’ difettosa, tanto da poter essere sinceri con quello che si è. E allora non resta che trasformarsi, tentando in tutti i modi di cancellare il vero io, facendo diventare esso stesso quel segreto da non far trapelare mai. Semplicemente perché nel frattempo ci siamo costruiti un’immagine diversa, e desideriamo che rimanga intatta. E Confidenza, il nuovo film di Daniele Luchetti, inizia proprio da qui. Scritto insieme a Francesco Piccolo, il lungometraggio del regista è il terzo adattamento di un romanzo di Domenico Starnone dopo La scuola e Lacci. Arriva nelle sale dal 24 aprile distribuito da Vision Distribution. Nel cast Elio Germano, Federica Rosellini, Vittoria Puccini e Pilar Fogliati.

Confidenza, la trama

Pietro Vella è un insegnate di letteratura al liceo e ha un grande successo. Gli alunni lo stimano tutti, e il suo approccio in aula è differente rispetto a quello che hanno gli altri professori. Lui applica la “pedagogia dell’affetto” un’espressione che sarà anche fulcro tematico di un saggio che, nel prossimo futuro, lo porterà ad avere un discreto successo. Intanto, in una delle classi che frequenta, Pietro è molto rapito da Teresa, una ragazza talentuosa con la quale, finite lei le scuole, inizierà una relazione alquanto particolare. Finché una sera, dopo aver scoperto il tradimento di lui con un’altra donna, la giovane non gli proporrà uno scambio: dirsi un segreto che non hanno mai svelato a nessun altro, affinché questo li leghi per sempre. Dopo un primo tentennamento, Pietro accetta. Ma una volta pronunciato, il volto di Teresa si irrigidisce: affacciata al balcone gli dirà che ciò che gli ha confidato potrebbe distruggerlo. All’indomani, Pietro scoprirà che Teresa l’ha lasciato, ma la paura che lei possa svelare quanto confessato lo tormenterà per tutta la vita e lei diventerà il suo peggior incubo.

Confidenza film 2024

Un film di immagini

Il punto focale del nuovo film di Luchetti è senza ombra di dubbio Pietro Vella. Un personaggio ambiguo, la cui natura duplice si comprenderà più avanti nella scrittura, quando arriverà l’incidente scatenante (abbastanza avanti nel racconto) che farà sprofondare il protagonista nel vortice dell’angoscia. Se in termini di scrittura abbiamo la conferma del “doppio” solo in seguito, a livello d’immagine si hanno le prime avvisaglie sin dalle prime inquadrature. Uno dei migliori lavori di Confidenza riguarda infatti proprio l’uso della luce, che rappresenta in maniera simbolica l’ambivalenza di Pietro. In più di una scena l’insegnante incarnato da Elio Germano è ripreso con il viso in penombra o illuminato parzialmente. Una soluzione espressiva che restituisce a pieno un uomo spaccato a metà: da una parte sicuro, concreto, dall’altra parte debole, terrorizzato dalle sue stesse verità.

Che ha le sue zone nere, nelle quali naviga in agonia, e che nessuno vede se non Teresa, unica consapevole di chi sia davvero, e quelle di luce – in realtà apparente – dove mostrarsi tranquillo e risoluto, stimato e lodato da tutti proprio come desidera. Luchetti, forte della sceneggiatura realizzata con Francesco Piccolo e un certosino lavoro sul sottotesto, edifica l’affresco di una persona, prima che di un uomo, mosso dalla paura di rivelare la sua identità morale, dentro la quale si fondono le sue mille sfumature diverse, che però vengono soffocate per poter apparire brillante agli occhi di una società che, lo sappiamo oramai bene, richiede a ogni singolo individuo di aderire a un modello universale in cui si è sempre performanti, pieni di successo, senza difetti. Perché solo così si può essere accettati. Solo così si può stare al mondo. E allora anche il segreto più piccolo, più innocuo, se può intaccare quel paradigma, può essere un elemento di disturbo.

Una riflessione sulla paura di essere se stessi

Pietro Vella, perciò, non può permettersi di essere se stesso. Non può permettersi di essere una persona semplicemente normale. Non può e, alla fine, neanche lo vuole. Mettersi a nudo, far cadere la maschera, far scivolare i vestiti dell’impeccabilità è oramai impossibile. Ne è succube. Eppure quel segreto confessato potrebbe fare proprio questo. Ecco dunque che il regista, come un Caronte mortale, traghetta lo spettatore nell’abisso che è l’animo umano, in questo caso quello del protagonista, mostrandogli tutte le sue sfaccettature, fatte di angoscia, tormento, cieca paura del giudizio, fino a lasciarlo sulla riva opposta con non pochi cupi pensieri. Luchetti, in questo, fa un lavoro visivamente esemplare: nel raccontare una realtà in fondo comune a molti, crea degli squarci immaginari nella narrazione del reale, quasi delle visioni di Pietro stesso, in cui emergono i suoi turbamenti più profondi e i desideri più peccaminosi. E in cui la sua vera condizione d’animo si palesa, irrompe fulminea e violenta, generando una tensione emotiva di grande impatto, soprattutto perché irrobustita e sottolineata dalle musiche e i brani di Thom Yorke, che ben si amalgamano al tono drammatico della scena.

È chiaro, dunque, che Confidenza sia un cinema di riflessione e strette allo stomaco. Un film che porta a chiedersi perché viviamo nelle aspettative altrui e sociali, ma anche in quelle che ci costruiamo da soli, condannandoci a una sorta di dannazione eterna. Ci lasciamo tutti, chi più e chi meno, paralizzare e intimorire dalla percezione che il prossimo ha di noi, che è sì mutevole e subordinata alle informazioni che riceve, ma non per questo determinante a tal punto da essere il nostro ago della bilancia nella vita. Eppure se ci nascondiamo dietro alla paura, se indossiamo sempre e solo la maschera della perfezione neutralizzando il resto, non possiamo definirci persone né reali né vere. Ma solo burattini condizionati e manovrati da una vita che non ci appartiene.

Deadpool & Wolverine: Rob Liefeld replica all’Easter Egg del trailer ufficiale!

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Dopo l’esilarante Easter Egg dedicato a Rob Liefeld segnalato ieri direttamente dal trailer ufficiale di Deadpool & Wolverine, il papà del Mercenario Chiacchierone non si è fatto attendere, propinando ai suoi follower e a internet (a cui è dedicata la sua foto), una immagine dei suoi… piedi!

A metà del trailer, quando cominciamo a sentire le note di Like a Preyer, vediamo i due protagonisti che avanzano in slow motion in uno scenario distrutto. Alle loro spalle, case e negozi in rovina, e la nostra attenzione è attirata da un cartello di uno dei locali alle loro spalle che recita: Liefeld’s Just Feet.

Si tratta di un esilarante riferimento al creatore di Deadpool, Rob Liefeld, che notoriamente nei suoi fumetti disegnava dei piedi dall’aspetto molto strano. Spesso avendo proporzioni molto strane, i “Piedi di Liefeld” sono un punto fermo della sua arte, un inside joke per gli addetti ai lavori, quindi lo scherzo dovrebbe essere considerato davvero divertente.

Oltre a Liefeld’s Just Feet, sarà molto interessante vedere quali altri riferimenti potrebbero essere fatti ai fumetti e all’impressionante storia di Deadpool. A giudicare dai primi due film, probabilmente ce ne saranno altri che gli spettatori più attenti potranno notare quando il film uscirà in sala a luglio. Tuttavia, il riferimento visto in questo nuovo trailer di Deadpool & Wolverine è sicuramente uno dei più grandi omaggi mai realizzati al creatore di Deadpool.

Tutto quello che sappiamo su Deadpool & Wolverine

Deadpool & Wolverine riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia dell’atteso progetto. Hugh Jackman uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli ufficiali della storia di Deadpool & Wolverine, con protagonista Ryan Reynolds, non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la serie di film di Deadpool – l’unica parte del franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano svolti in un universo diverso.

Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman, viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche altri X-Men possano fare la loro comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della Marvel comparsi sul grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben Affleck.

Una voce recente afferma che anche Liev Schreiber sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo, Morena Baccarin (Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in franchising Emma Corrin (The Crown) e Matthew Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora segreti. Un recente report afferma inoltre che la TVA di Loki, incluso l’agente Mobius (Owen Wilson) e Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool & Wolverine uscirà nei cinema il 26 luglio 2024.

Al Pacino e Dan Stevens insieme per The Ritual

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Al Pacino e Dan Stevens insieme per The Ritual

Al Pacino e Dan Stevens collaboreranno per il film horror sull’esorcismo The Ritual del regista David Midell. XYZ Films ha acquisito i diritti mondiali del film, con l’intenzione di distribuirlo nelle sale nel 2025 e organizzare la distribuzione internazionale al prossimo mercato di Cannes. The Ritual è stato scritto da Midell ed Enrico Natale e prodotto da Andrew Stevens, Mitchell Welch e Natale. Ashley Greene e Abigail Cowen completano il cast.

Basato su una storia vera, The Ritual segue due preti – uno che mette in dubbio la sua fede (Stevens) e l’altro che fa i conti con un passato travagliato (Pacino) – che devono mettere da parte le loro differenze per salvare una giovane donna posseduta attraverso una serie difficile e pericolosa di esorcismi. Il film è un ritratto autentico di Emma Schmidt, una donna americana la cui possessione demoniaca è culminata in strazianti esorcismi. Il suo caso rimane l’esorcismo più accuratamente documentato nella storia americana.

Il Destino di un Cavaliere, l’algoritmo di Netflix ha bocciato la proposta di sequel

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Il regista di Il Destino di un Cavaliere, Brian Helgeland, spiega perché il sequel del film non è andato avanti in casa Netflix. Distribuita nel 2001, la commedia d’azione ambientata in un finto Medioevo racconta la storia di William Thatcher interpretato da Heath Ledger, uno scudiero contadino che si atteggia a cavaliere e si sforza di raggiungere la gloria nelle gare di giostre. Il film ha avuto un modesto successo al botteghino, ma ha poi sviluppato un seguito appassionato, in parte grazie alla performance carismatica di Ledger.

In una recente intervista per Inverse, Helgeland rivela che esistevano diverse idee per Il Destino di un Cavaliere 2. Lo sceneggiatore e regista spiega che un’idea è arrivata addirittura a suscitare l’interesse di Sony, ma una collaborazione pianificata con Netflix sul progetto è andata in pezzi a causa dei dati algoritmici di quest’ultima società.

Quando abbiamo finito Il Destino di un Cavaliere, stavamo già pensando di realizzare il seguito, un film sui pirati. La trama ruotava attorno al conte Adhemar che rapiva Jocelyn e la portava a Costantinopoli. Ma tutti vengono messi in schiavitù quando vengono poi rapiti dai pirati. C’è un prigioniero sulla barca che ha una mappa del tesoro tatuata sulla schiena, ma continua a essere fustigato per indisciplina. I ragazzi si offrono volontari per farsi frustare a turno al posto di questo prigioniero, così la mappa non viene cancellata. Sony non voleva farlo.

Mi è stata proposta un’altra idea che riguardava la figlia di William. Paul Bettany mi chiamò dopo aver cenato con Alan Tudyk, e i ragazzi avevano l’idea che William fosse morto durante una guerra. Tuttavia, William ha una figlia adolescente che vuole fare una giostra, ma non le è permesso perché è una donna. Rintraccia la banda e loro accettano di insegnarle a giostrare, ma deve nascondere la sua vera identità. Così le tagliano i capelli corti e lei parla con una voce profonda, eccetera.

L’ho proposto a Sony perché ne possiede i diritti e sembrava che fossero interessati a realizzarlo con Netflix, distribuendolo come film Netflix. A quanto mi risulta, Netflix ha testato l’idea di un sequel attraverso i propri algoritmi, i quali hanno indicato che questa idea non avrebbe avuto successo. Il Destino di un Cavaliere sembra diventare sempre più popolare ogni anno che passa; è la cosa più strana.

Helgeland non lo specifica, ma i suoi commenti suggeriscono che la spinta per un sequel non si è verificata fino a dopo la morte di Heath Ledger nel 2008. Entrambe le idee per la storia, dopo tutto, non includono William. Anche se sarebbe sicuramente interessante riprendere la storia con il resto del cast del film, che include Paul Bettany, Alan Tudyk, Rufus Sewell, Mark Addy e Shannyn Sossamon, ad un sequel mancherebbe uno degli ingredienti chiave che rendono l’originale tanto amato: Ledger, appunto.

Sulle ali della musica: la vera storia dietro al film

Sulle ali della musica: la vera storia dietro al film

Proprio di recente con il film Tár, interpretato da Cate Blanchett e presentato all’edizione 2022 della Mostra del Cinema di Venezia, la figura della direttrice d’orchestra è tornata in auge. Un ruolo complesso, faticoso, tanto da conquistare quanto poi da mantenere. Se oggi alle donne è possibile ricoprire tale ruolo, lo si deve i particolare ad Antonia Brico, che agli inizi del Novecento inseguì il sogno di ricoprire tale posizione fino a concretizzarlo nonostante gli innumerevoli ostacoli incontrati lungo il percorso. Proprio a lei e alla sua storia è stato dedicato un film, dal titolo Sulle ali della musica, scritto e diretto da Maria Peters nel 2018.

Si tratta di una co-produzione tra il Belgio e i Paesi Bassi, quest’ultimo patria della Brico. Il film, mai distribuito in Italia, ripercorre dunque i primi anni di vita della direttrice d’orchestra, le sue vicende personali e le battaglie che ha dovuto affrontare per poter realizzare i propri sogni. In Sulle ali della musica si fondono dunque musica e vita, proponendo un appassionante racconto che permette di svelare di più su una figura femminile fondamentale non solo per il suo contesto ma per l’intera storia delle conquiste di genere.

Sulle ali della musica è dunque un titolo che, grazie al suo passaggio televisivo, merita di essere scoperto da un pubblico più vasto, permettendo così alla storia della Brico di mostrarsi in tutta la sua continua attualità. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla storia vera su cui si basa il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.

Sulle ali della musica trama film
Christanne de Bruijn in Sulle ali della musica. Foto di Ray van der Bas – © 2018 VARSBAYD & Shooting Star Filmcompany

La trama e il cast di Sulle ali della musica

Protagonista del film è Antonia Brico, che è solo una bambina quando arrivata in America dai Paesi Bassi con i suoi genitori, all’inizio del ‘900. Mentre impara ad adattarsi al nuovo contesto, Antonia sogna di diventare direttrice d’orchestra. Nessuno, tuttavia, sembra prenderla sul serio riguardo questa sua ambizione. In un mondo conservatore e maschilista, è infatti difficile per una donna far valere il proprio talento artistico. Di conseguenza, Antonia si trova a dover sfidare tutto e tutti per essere ammessa alla Berlin Philharmonic Orchestra ed inseguire così il suo sogno. Tuttavia, con il profilarsi all’orizzonte dell’amore della sua vita, sarà chiamata a dure scelte.

Ad interpretare la protagonista, Antonia Brico, vi è l’attrice Christanne de Bruijn. Si tratta di un’interprete attiva prevalentemente nel proprio paese d’orige e dunque sconosciuta a livello internazionale. Sulle ali della musica è il film per cui è principalmente nota. Recitano poi accanto a lei Benjamin Wainwright nei panni di Frank Thomsen e Annet Malherbe Raymon Thiry rispettivamente nei panni della madre e del padre di Antonia. Gli attori Scott Turner Schofield e Seumas F. Sargent ricoprono invece i ruoli di Robin Jones e Mark Goldsmith. L’attore tedesco Richard Sammel, visto in Bastardi senza gloria, ricopre invece il ruolo di Karl Much.

Sulle ali della musica cast
Christanne de Bruijn e Benjamin Wainwright in Sulle ali della musica. Foto di Ray van der Bas – © 2018 VARSBAYD & Shooting Star Filmcompany

La vera storia dietro il film

Quella di Antonia Brico è una storia forse non nota ai più, ma estremamente significativa quando si parla dell’inseguire i propri sogni ad ogni costo, trovando il modo di superare ogni ostacolo pur di poterli vedere realizzati. La vicenda di Antonia ha dunque inizio a Rotterdam, nei Paesi Bassi, dove nasce nel 1902 col nome di Antonia Louisa Brico da madre olandese non sposata. In seguito ricevette il nome di Wilhelmina Wolthuis dai suoi genitori adottivi e insieme a loro migrò negli Stati Uniti d’America nel 1908, stabilendosi in California. Da subito la bambina si rivela essere un prodigio della musica, portando avanti con successo le proprie lezioni di pianoforte.

Quando, nel 1919 lasciò la Technical High School di Oakland, era già una pianista esperta e aveva già fatto esperienze di direzione d’orchestra. All’Università della California di Berkeley Brico lavoro come assistente del direttore del San Francisco Opera. Dopo la laurea, ottenuta nel 1923, studiò pianoforte con molti insegnanti, soprattutto con Zygmunt Stojowski. Nel 1927 si iscrisse alla Universität der Künste di Berlino e, nel 1929, ottenne il master class in direzione d’orchestra, divenendo così il primo statunitense ad ottenere tale riconoscimento. Successivamente, decise di dedicarsi alla direzione d’orchestra e nel 1930 si trasferì a Berlino per studiare direzione con i famosi direttori d’orchestra Karl Muck e Fritz Zweig.

Iniziò in questi anni a subire la discriminazione e l’ostilità di alcuni colleghi e critici, che non accettavano il fatto che una donna potesse ricoprire tale ruolo. La cosa però non le impedì di proseguire il suo percorso e nel mese di luglio 1938 divenne la prima donna a dirigere la New York Philharmonic. Nel 1942 si è poi stabilita a Denver, dove nel 1948 venne nominata direttrice della Denver Community Symphony. Continuò naturalmente ad apparire come direttrice ospite in orchestre di tutto il mondo, tra cui anche la Japan Women’s Symphony. Dopo aver ottenuto ogni successo possibile e aver aperto la strada alle donne per il ruolo di direttrici d’orchestra, Antonia Brico morì nel 1989 a 87 anni, dopo una lunga malattia.

Il trailer di Sulle ali della musica e dove vedere il film in streaming e in TV

Sfortunatamente il film non è presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente presente nel palinsesto televisivo di martedì 23 aprile alle ore 21:30 sul canale Rai 1. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.

Fonte: IMDb

Tre piani: dal cast al libro, tutto quello che c’è da sapere sul film

Nel 2021 Nanni Moretti dà vita ad un unicum nella sua carriera, ovvero il primo film non basato su un proprio soggetto originale ma su un’opera preesistente, ovvero il romanzo Tre piani dello scrittore israeliano Eshkol Nevo. Prende così forma il film Tre piani (qui la recensione), che attraverso tre episodi affronta il tema della solitudine e dello scontrarsi duramente contro quelle certezze apparentemente incrollabili su cui si fondano intere esistenze. Moretti porta dunque in scena numerosi personaggi, ognuno alle prese con proprie vicende, ma tutti accumunati da una certa tragicità.

Tre piani vanta pertanto un cast corale che comprende attori che collaborano frequentemente con Moretti e altri invece qui alla loro prima esperienza con il regista. Come suo solito, Moretti ha poi portato il film nel concorso del Festival di Cannes, presentandolo dunque a livello internazionale. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Tre piani. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alle differenze con il libro. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Tre piani finale
Adriano Giannini e Alba Rohrwacher in Tre piani. © 01 Distribution

La trama e il cast di Tre piani

Al primo piano di una palazzina vivono Lucio (Riccardo Scamarcio), Sara (Elena Lietti) e la loro bambina di sette anni, Francesca. Nell’appartamento accanto ci sono Giovanna (Anna Bonaiuto) e Renato (Paolo Graziosi), che spesso fanno da babysitter alla bambina. Una sera, Renato, a cui è stata affidata Francesca, scompare con la bambina per molte ore. Quando finalmente i due vengono ritrovati, Lucio teme che a sua figlia sia accaduto qualcosa di terribile. La sua paura si trasforma in una vera e propria ossessione. Al secondo piano vive invece Monica (Alba Rohrwacher), alle prese con la prima esperienza di maternità. Suo marito Giorgio (Adriano Giannini) è un ingegnere e trascorre lunghi periodi all’estero per lavoro.

Monica combatte una silenziosa battaglia contro la solitudine e la paura di diventare un giorno come sua madre, ricoverata in clinica per disturbi mentali. Giorgio si troverà così dinanzi a scelte molto complicate. Dora (Margherita Buy) invece, è una giudice, come suo marito Vittorio (Nanni Moretti). Abitano all’ultimo piano insieme al figlio di vent’anni, Andrea (Alessandro Sperduti). Una notte il ragazzo, ubriaco, investe e uccide una donna. Sconvolto, chiede ai genitori di fargli evitare il carcere. Vittorio pensa che suo figlio debba essere giudicato e condannato per quello che ha fatto. La tensione tra padre e figlio esplode, fino a creare una frattura definitiva tra i due.

La spiegazione del finale del film

Il primo episodio si conclude con Lucio che, in cerca della verità, finisce con l’essere a sua volta accusato di stupro nei confronti di Charlotte (Denise Tantucci), nipote di Giovanna e Renato. Solo anni dopo sua figlia, cresciuta, gli rivelerà che i suoi timori riguardo Renato erano infondati. Nel secondo, Monica fa perdere le sue tracce, scomparendo dalla vita dei suoi familiari. Giorgio è quindi costretto ad affrontare tutti i compiti genitoriali e casalinghi che prima erano ad appannaggio esclusivo della moglie. Nel terzo, invece, Dora sceglie Vittorio, allontanandosi dal figlio e ritrovandolo solo dopo anni. Con questi racconti, Moretti racconta dunque di un’umanità infelice e logorata dalle proprie cieche convinzioni.

Tre piani differenze libro
Nanni Moretti, Margherita Buy e Alessandro Sperduti in Tre piani. © 01 Distribution

Le differenze tra il film e il libro

Come anticipato, Tre piani è l’adattamento dell’omonimo romanzo dello scrittore israeliano Eshkol Nevo. Nell’adattare il racconto del libro, sono state naturalmente effettuate una serie di modifiche a diversi aspetti strutturali, a partire dal cambio di ambientazione. Moretti sceglie infatti di trasportare la vicenda all’interno di un palazzo romano, dunque un constesto a lui più noto, rinunciando così ad uno dei tratti distintivi del libro. Nel romanzo, infatti, il tutto si svolge a Tel Aviv, con le vicende dei protagonisti che sono strettamente legate ad un periodo di grande tumulto nella città e nel paese. Nel film di Moretti questo legame tra protagonisti e periodo storico non viene invece rappresentato.

Altra differenza è la suddivisione dei singoli episodi. Il romanzo di Nevo è infatti diviso in tre parti ben distinte, con cesure fra un episodio e l’altro e nessuna correlazione fra di essi. Lo scrittore struttura inoltre il racconto con un continuo alternarsi tra flashback e racconti del presente, con ogni episodio che si arricchisce di riflessioni dei personaggi, giustificazioni del proprio operato e tentativi di scuse. Nell’isolare tra loro i tre episodi, Nevo li ha anche caratterizzati con uno stile e un lessico diversi in base alla personalità dei protagonisti. In Tre piani, invece, tra i tre episodi c’è una certa continuità e Moretti sceglie di affrontare i salti temporali optando per due ellissi narrative di cinque anni.

I premi vinti da Tre piani

Il film Tre piani è stato presentato in concorso al Festival di Cannes, dove ha ricevuto una standing ovation di undici minuti. Successivamente, è stato nominato come Miglior film ai Seville European Film Festival e ha poi ricevuto cinque nomination ai Golden Ciak Awards (Miglior film, Miglior regia, Miglior colonna sonora e Miglior attrice protagonista a Margherita Buy e Alba Rohrwacher). Buy è poi stata invece nominata come Miglior attrice non protagonista al BIFEST, il Bar International Film Festival. Al The Golden Linden International Film Festival è stato nominato come Miglior film, mentre ai David di Donatello è stato candidato per la miglior sceneggiatura non originale.

Il trailer di Tre piani e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Tre piani grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV, Prime Video e Rai Play. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 23 aprile alle ore 21:20 sul canale Rai 3.

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