Il regista Kevin Greutert è senza
dubbio un esperto di horror, avendo diretto ben quattro capitoli
del franchise di Saw, tra cui il recente Saw X, oltre ad essere stato il montatore dei primi
cinque film della saga. Insomma, Greutert è una garanzia per questo
genere di racconti e ai suoi fan ha fatto piacere quando in alcune
occasioni si è anche cimentato nella regia di opere slegate da
questo franchise. Il suo titolo più noto a tal proposito è
Oscure presenze (il cui titolo originale è però
Jessabelle) da lui diretto nel 2014.
È importante sottolineare il titolo
inglese del film in quanto quello italiano ha spesso portato il
film ad essere confuso con il quasi contemporaneo Dark Skies – Oscure presenze, uscito appena un anno
prima. Benché entrambi i film abbiano a che fare con strane
manifestazioni soprannaturali e i legami famigliari,
l’Oscure presenze di Greutert presente maggiori
somiglianze con film come La abuela – Legami di sangue o La maledizione del cuculo, basati su alcuni misteri
del passato che tornano ad infestare i protagonisti.
È ciò che avviene anche in questo horror
psicologico, che sembra continuamente giocare con l’instabilità
emotiva della sua protagonista.
Al momento della sua uscita, il film
di Greutert non ha goduto di particolare entusiasmo da parte della
critica e dei fan. Negli anni è però stato riscoperto e rivalutato,
anche grazie all’accresciuta popolarità della sua attrice
protagonista. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle
principali curiosità relative a Oscure presenze.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e alla spiegazione del
finale. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Protagonista del film è
Jessie, che – dopo un tragico incidente d’auto nel
quale è rimasto ucciso il suo fidanzato – è costretta sulla sedia a
rotelle. Nel sinistro stradale la donna incinta ha perso anche il
suo bambino e ora, bisognosa di assistenza e scioccata
dall’accaduto, torna a vivere insieme al padre
Leon nella sua casa d’infanzia in Louisiana. In
attesa di recuperare l’uso delle gambe, Jessie girovaga per la casa
in cerca di un modo per occupare le sue giornate. Frugando fra
vecchie cose, si imbatte in una videocassetta su cui è registrata
una lettura dei tarocchi che la madre, morta tempo, le ha fatto in
passato.
Riguardando quella registrazione,
Jessie si ricorda di come la madre le avesse preannunciato che non
lascerà mai la Louisiana ma anche che una donna la vuole fuori di
casa. Quando suo padre scopre che la figlia ha guardato il filmato,
distrugge il nastro. Ma Jessie trova altre videocassette, tutte
lasciatele dalla madre e tutte contenenti strani dettagli di una
profezia. Da quel momento in poi, la giovane si ritrova ad essere
perseguitata da un’oscura presenza, il fantasma di una donna che ha
atteso il suo ritorno ed è intenzionata a non lasciarla più
scappare.
Il cast del film
Ad interpretare Jessie Laurent vi è
l’attrice Sarah Snook, oggi nota per aver
interpretato Shiv Roy nelle quattro stagioni della pluripremiata
serie Succession.
Acanto a lei, nel ruolo di suo padre Leon vi è invece l’attore
David Andrews, mentre Joelle
Carter, attrice celebre per la serie Justified, è
Kate, la madre di Jessie. Mark Webber interpreta
Preston Sanders, vecchio amico di Jessie, mentre Ana de la
Reguera è Rosaura. Completano il cast Chris
Ellis nel ruolo dello sceriffo Pruitt e Vaughn
Wilson in quello del vescovo Moses. Amber Stevens
West, infine, interpreta l’oscura presenza che si
manifesta a Jessie.
Nel finale di Oscure
presenze, Jessie seguendo alcuni indizi, scopre la tomba
di una bambina chiamata Jessabelle e che riporta
come data il giorno del suo compleanno. Decide di far eseguire un
test del DNA, dal quale emerge che la bambina era figlia di Kate,
ma non di Leon. Per cercare di risolvere il mistero, Jessie guarda
allora l’ultima videocassetta rimasta, dove si vede Kate compiere
un incantesimo voodoo su una neonata bianca, per poi suicidarsi con
un colpo di pistola. È a quel punto che lo spirito di Kate si
manifesta e rivela a Jessie la sua verità.
Le videocassette filmate erano per
Jessabelle, la figlia da lei avuta dalla relazione interraziale con
il vescovo Moses. Jessabelle è stata uccisa la notte della sua
nascita, insieme al padre, da Leon. Jessie capisco dunque di essere
lei la presenza indesiderata, essendo la neonata bianca adottata da
Leon quella stessa notte per coprire gli omicidi. Giurando
vendetta, Kate e Moses progettano dunque di trasferire lo spirito
di Jessabelle nel corpo Jessie, permettendo dunque alla loro figlia
di tornare in vita. Pertanto, Jessie viene spinta dagli spiriti di
Kate e Moses nelle acque della palude.
Qui lo spirito di Jessabelle nuota
verso di lei e prende il braccialetto della madre, riemergendo
nello stesso corpo fisico di Jessie. Preston si lancia per salvarla
e una volta tornati in superficie lei lo bacia e gli chiede di
portarla a casa. Quando lo sceriffo Pruitt chiede però a Jessie se
sta bene, lei risponde: “Mi chiamo Jessabelle“. Ciò fa
capire che il trasferimento è stato completato, che l’anima di
Jessabelle ha preso possesso del corpo di Jessie e che quest’ultima
potrebbe dunque considerarsi bloccata per sempre nel corpo morto
della bambina.
Il trailer di Oscure
presenze e dove vederlo in streaming e in TV
È possibile fruire di Oscure
presenze grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV,
Infinity+ e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 27
aprile alle ore 21:15 sul canale
Italia 2.
Il finale di Challengers
(qui
la recensione) è molto emozionante: Art
(Mike
Faist) e Patrick (Josh
O’Connor) si affrontano in un’intensa partita di
tennis, mentre Tashi (Zendaya)
li osserva da bordo campo. Tutto dipende dalla partita tra i due ex
amici, che determinerà contemporaneamente diversi elementi delle
loro vite. Diretto da Luca Guadagnino, il finale è un
vero e proprio “all-in” dopo che si scopre che Tashi ha chiesto a
Patrick di perdere l’incontro contro il marito Art di proposito.
Patrick inizialmente esita a farlo, ma accetta dopo che lui e Tashi
fanno di nuovo l’amore dopo anni di distanza.
Precedentemente nel film, però,
Patrick aveva chiesto a Tashi di lasciare Art per diventare il suo
allenatore di tennis, consolidando la frattura che si era creata da
anni. Tashi rifiuta, ma in seguito dice ad Art che lo lascerà se
non vincerà la partita contro Patrick. Verso la fine della partita,
Patrick segnala poi ad Art del suo incontro sessuale con Tashi,
alimentando il fuoco tra i due. Dopo un’intensa partita, Art mette
a segno il colpo vincente e nel farlo cade tra le braccia di
Patrick, dando così vita ad un abbraccio fraterno tra di loro.
Perché Art e Patrick si abbracciano
dopo la partita finale?
Art e Patrick sono profondamente
coinvolti nella partita finale di tennis, ognuno per le proprie
ragioni. Patrick vuole avere Tashi dalla sua parte, visto che le ha
chiesto di essere la sua allenatrice di tennis e lei gli ha chiesto
di perdere di proposito, mentre Art vuole riacquistare fiducia in
sé stesso, vincendo la partita per compiacere Tashi mentre si avvia
agli US Open prima di un ritiro ufficiale. Art e Patrick, poi, non
si sono visti per anni dopo aver smesso di parlarsi in seguito
all’infortunio di Tashi.
Ma il fatto che Patrick riveli un
segreto ad Art, come se fossero di nuovo vecchi amici, e che
sappiano così di essere entrambi attratti da Tashi, fa emergere i
loro vecchi sentimenti di cameratismo. La partita dei Challenger,
che segue l’andamento della loro vita, ha probabilmente ricordato
loro quando giocavano a tennis insieme prima di incontrare Tashi,
ma l’onestà di Patrick riguardo alla sua relazione con lei ha
permesso ad Art di fare un passo indietro e di rendersi conto di
ciò che aveva perso quando si trattava della sua relazione con
Patrick. Probabilmente Art ha capito che poteva battere Patrick e
allo stesso tempo riconciliarsi con lui.
Con la conferma di ciò che è
accaduto tra Patrick e Tashi, la passione di Art per la vittoria in
una partita di tennis, anziché il suo precedente esaurimento per
questo sport, si riaccende. È come se lui e Patrick tornino ad
essere degli adolescenti che si contendono le attenzioni di Tashi e
allo stesso tempo sono in competizione tra loro. E, dopo tanti anni
di distanza e turbolenze tra loro, è probabile che Art e Patrick
vogliano superare il rancore che li separava. La combinazione tra
il tennis, la presenza di Tashi e l’intensità della posta in gioco
ha spinto tutto questo in primo piano, lavando via la rabbia.
Perché Patrick rivela ad Art del
suo incontro con Tashi?
Art non è una vittima nella
relazione tra lui, Tashi e Patrick. Dopo tutto, Art ha messo in
dubbio la profondità della relazione tra Patrick e Tashi
all’università, e lo ha fatto per motivi egoistici. Ma dopo essersi
sentito tirato in ballo, Patrick ha deciso di dire ad Art – nello
stesso modo in cui glielo aveva rivelato al college – che lui e
Tashi sono andati a letto insieme. Patrick, però, non lo fa perché
si sente in colpa per quello che è successo, o perché si sta
sinceramente preoccupando per Art (altrimenti gli avrebbe detto
anche della sua storia con Tashi ad Atlanta).
Piuttosto, Patrick crede che
l’informazione possa far arrabbiare Art e spingerlo oltre il
limite. È possibile che Patrick stesse cercando di vincere la
partita, dopotutto, per convincere Tashi che dovrebbe allenare lui
invece del marito. In ogni caso, per Art sapere che Tashi lo ha
tradito con il suo ex amico cambia le cose. Poiché Tashi ha detto
ad Art che lo avrebbe lasciato se non avesse vinto, è possibile che
sia Art ad abbandonare la loro relazione ora che conosce la verità.
È anche possibile invece che Art rimanga comunque con lei,
soprattutto perché alla fine vince l’incontro.
Perché Tashi vuole a tutti i costi
che Art vinca il match dei Challenger?
Tashi ha trascorso l’intera
relazione con Art a fargli da allenatrice di tennis, a promuovere
la sua carriera e la sua fiducia, a dargli ciò che pensa gli serva
per rimanere al top e rilevante. Ma Tashi non vuole che Art vinca
solo per riacquistare fiducia in sé stesso in vista degli US Open,
vuole che Art vinca perché sarebbe un imbarazzo per lei se non lo
facesse. Tashi era un prodigio del tennis e, in un certo senso,
vive la carriera tennistica di Art come un vicario. Tashi era
profondamente devota al tennis, più di ogni altra cosa nella sua
vita. Se Art non è il migliore nel tennis, anche lo status e la
classifica di Tashi ne risentono.
Lei lo spingeva affinché entrambi
facciano bella figura. Per Tashi, il fatto che Art non sia
all’altezza nel tennis la fa sentire meno affettuosa nei suoi
confronti. Il tennis era la sua passione e Tashi tratta lo sport
come il suo vero partner, mentre l’importanza di Art nella sua vita
dipende in gran parte dalla sua carriera tennistica. È per questo
che Tashi chiede a Patrick di perdere di proposito: vuole che Art
abbia la possibilità di vincere gli US Open e magari di continuare
la sua carriera tennistica invece di ritirarsi. Ecco quanto è
importante questo sport per lei. Se Art non vuole più il tennis,
allora Tashi non vuole più lui.
Come il finale di Challengers
prepara il futuro di Tashi, Art e Patrick
Con Art e Patrick apparentemente
sulla via della riconciliazione dopo essersi abbracciati alla fine
del loro incontro, il finale di Challengers
apre la strada a un cambiamento nelle dinamiche e nel futuro del
trio. Anche se Art e Patrick potrebbero eliminare Tashi dalle loro
vite dopo l’incontro, cosa che verrebbe fatta soprattutto da Art a
causa dell’infedeltà di lei, è improbabile che lo facciano. Hanno
più bisogno di lei che l’uno dell’altro, almeno per quanto riguarda
il tennis.
Piuttosto, è possibile che Art e
Patrick tornino a essere amici e che Art possa finalmente ritirarsi
dal tennis sapendo che Tashi potrà allenare Patrick al suo posto.
Il trio potrebbe finalmente lasciarsi alle spalle il passato e
andare avanti senza fare giochi fisici e mentali l’uno con l’altro.
Tashi potrebbe anche lasciare Art per lavorare con Patrick, ma
potrebbe essere un taglio netto per lei e Art, considerando che è
stata onesta con lui sul suo calo di interesse. Art potrebbe dunque
ritirarsi in pace senza doversi più preoccupare del tennis. Al
contrario, è possibile che la partita abbia invece riacceso la sua
vena agonistica.
Sebbene ci siano una miriade di
strade che i personaggi potrebbero intraprendere dopo la fine del
film, Challengers
ovviamente non ha una scena post-credits che anticipi ciò che
verrà. Per un film come questo, non avere una scena post-credits ha
senso. Inoltre, lascia al pubblico la possibilità di riflettere su
cosa potrebbe accadere al trio e se il loro complicato e tossico
intreccio potrebbe finire, rafforzarsi o semplicemente trasformarsi
in qualcosa di completamente diverso.
Il film di Guadagnino medita sulle
amicizie e sulle relazioni romantiche quando si mescolano al mondo
dello sport. In Challengers
, i personaggi prendono il tennis molto sul serio, ma alla fine è
chiaro che la competizione e le partite giocate fuori dal campo
hanno alterato irrimediabilmente le dinamiche di Tashi, Art e
Patrick, soprattutto in peggio. Challengers
chiede anche al pubblico di interrogarsi sulla forza delle
relazioni in un ambiente così intenso, dato che sono così
facilmente influenzabili e modificabili nel corso del film.
Challengers
affronta i temi della competizione, delle opportunità e dello
status, ma alla fine suggerisce che l’intensa passione per il
tennis li supera tutti e vale la pena di rischiare le
relazioni.
Shōgun è una nuova miniserie di fiction
storica creata da Hulu e FX. La serie è basata su un romanzo del
1975 di James Clavell. Ha per protagonisti un
gruppo di marinai europei che sbarcano in Giappone proprio quando
quest’ultimo comincia a entrare in una sorta di guerra civile. Il
sovrano recente è morto, ma suo figlio è troppo giovane per
prendere il suo posto, lasciando cinque signori a contendersi il
trono. Il film ha riscosso un enorme successo, con nove milioni di
spettatori nella prima settimana, ed è stato accolto con favore
dalla critica.
Se siete fan di questa serie, per
fortuna, ci sono molti altri show che vale la pena vedere, di
solito perché attingono agli stessi tropi e generi. Poiché Shōgun
è una miniserie, è già ufficialmente conclusa. Poiché questo
significa che purtroppo non c’è
nessuna stagione 2 di Shōgun,
avrete bisogno di qualcosa da guardare in streaming, giusto? Per
fortuna, le opzioni non mancano.
Age of Samurai: Battle for Japan
(2022)
Age of Samurai: Battle for Japan è
una serie di documentari che rappresenta una buona scelta se si è
alla ricerca di un contesto sul mondo dello Shōgun.
Pur trattandosi di un documentario, molte scene in cui gli esperti
parlano con la telecamera sono intervallate da drammatizzazioni
degli eventi reali. La serie è stata distribuita da
Netflix e in generale è stata accolta
piuttosto bene.
Age of Samurai: Battle for Japan in streaming è
disponibile sulle seguenti piattaforme:
È un’ottima scelta se siete
appassionati di storia o se volete semplicemente vedere un
resoconto più realistico del Giappone feudale. Sebbene Shōgun
si svolga nel mondo reale durante un’epoca reale, si tratta di una
storia molto romanzata. Detto questo, gli eventi dello show non
sono troppo lontani da quello che sarebbe stato il Giappone
feudale, e questa imperdibile serie di documentari su
Netflix lo dimostra.
Game of Thrones (2011 – 2019)
Il classico Game
of Thrones (Il trono di spade) è una storia fantasy in
tutto e per tutto. È basato su una serie di romanzi non ancora
conclusa di George R. R. Martin ed è probabilmente una delle serie
televisive di maggior successo di tutti i tempi. Sebbene questo
show e Shōgun siano mondi diversi e non appartengano nemmeno allo
stesso genere, la trama è in realtà molto simile. Il
trono di spade parla essenzialmente di un gruppo di
famiglie ricche che si contendono il trono dopo la morte del re, e
questo è esattamente ciò di cui parla Shōgun.
Sebbene le recensioni sull’ultima
stagione di Il
trono di spade siano state per lo più negative, con
alcuni che ritengono che avrebbe potuto essere peggiore e altri che
l’hanno detestata, è opinione diffusa che le stagioni precedenti a
quella finale siano a dir poco incredibili e degne di ogni elogio
che hanno ricevuto. Per quanto riguarda il finale, mantenete una
mente aperta e cercate di non farvi influenzare dalle opinioni di
internet. Se non vi piace, bene, ma chi lo sa? Potreste non
odiarlo.
Game of Thrones in streaming è disponibile sulle
seguenti piattaforme:
Vikings (2013 – 2020)
Vikings è una
serie che ha come protagonisti, beh, i vichinghi, se il titolo è
indicativo. È stato un grande successo e ha persino generato una
serie spin-off, chiamata Vikings: Valhalla, tuttora in corso. Ciò che
l’ha resa così popolare è stata la scelta di un genere e di uno
stile alla moda, nonché l’equilibrio tra dramma e azione in egual
misura, il che significa che ce n’è per tutti i gusti.
Come Shōgun,
si tratta di una storia di fantasia che si svolge in un ambiente
reale, anche se in questo caso sono presenti personaggi storici
realmente esistiti. Anche Vikings presenta molti
degli stessi temi, in particolare la lotta tra molti signori della
guerra vichinghi. C’è anche il tema dei marinai europei che
approdano su coste straniere: i vichinghi, infatti, alla fine si
dirigono verso il Nord America, diventando i primi europei a farlo.
Vikings è una serie fantastica da guardare se
Shōgun
vi fa venire voglia di altri racconti drammatizzati di eventi
storici.
Vikings in streaming è
disponibile sulle seguenti piattaforme:
‘Six Flying Dragons’ (2015 –
2016)
Six Flying Dragons
è una serie che conta ben 50 episodi nella sua prima e unica
stagione. Sebbene sia stata accolta meglio nel suo paese d’origine,
la Corea del Sud, che in Occidente, ciò può essere dovuto in parte
al fatto che è un po’ difficile da reperire in Occidente. È
disponibile su Amazon, ma potrebbe essere necessario utilizzare una
VPN a seconda del luogo in cui ci si trova.
A parte questo, la serie è basata
sulla realtà, così come lo è Shōgun,
e presenta una ricostruzione fittizia di eventi reali. Questa è
incentrata sulla fondazione del Regno di Joseon, che era un regno
che comprendeva la maggior parte della penisola coreana per diversi
secoli nel Medioevo. Il cast di personaggi è enorme, ma ognuno è
unico e molti di loro sono personaggi storici realmente esistiti.
La serie TV Medioevo ha una grande azione e grandi emozioni
politiche, quindi se riuscite a procurarvela, dovreste
assolutamente darle un’occhiata.
Six Flying Dragons in
streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:
‘Kingdom’ (2019 – 2021)
Kingdom è una
serie televisiva sudcoreana che attualmente si trova in uno stato
di limbo dopo aver prodotto due stagioni eccellenti e un film
spin-off. Sebbene Netflix non abbia ancora cancellato ufficialmente
la serie, non è stata rinnovata per una terza stagione. Ma questo
non cambia il fatto che sia straordinaria sotto ogni punto di
vista. Kingdom si svolge più o meno nello stesso periodo di
Shōgun,
dalla fine del XVI secolo all’inizio del XVII.
La differenza è che Kingdom è un
po’ meno radicato nella realtà. Lo show ha come protagonisti gli
zombie, che vengono accidentalmente scatenati dalla famiglia Haewon
Cho dopo aver tentato di resuscitare il re coreano utilizzando una
pianta mistica. L’azione è stellare, così come il cast di
personaggi, ed è persino piuttosto inquietante, in quanto funziona
come una sorta di serie horror. E non preoccupatevi: ci sono anche
famiglie reali in lotta tra loro. È un film da non perdere se vi è
piaciuto molto Shōgun.
Kingdom in streaming è
disponibile sulle seguenti piattaforme:
‘Barbarians’ (2020 – )
Barbarians è una
serie tedesca molto sottovalutata su Netflix che
racconta le guerre tra i Romani e le tribù germaniche, che si
svolgono prima del Medioevo. Si tratta di un angolo di storia poco
esplorato, che offre un’angolazione unica e fresca al genere della
fiction storica. Trattandosi di una guerra, ovviamente, è pieno di
violenza e non risparmia sangue e sangue. Inoltre, adotta un
approccio interessante in quanto non ritrae nessuna delle due parti
come salvatori o benefattori, ma le ritrae entrambe esattamente per
quello che erano: eserciti violenti in cerca di sangue.
Ma non è solo l’azione a renderlo
grande. Sono le storie d’amore e di tradimento, simili a quelle di
cui parla Shōgun,
a renderla davvero eccezionale. Questa serie è ancora in corso e
sono previste altre stagioni, quindi non c’è momento migliore di
questo per provarla, soprattutto se siete appassionati di
storia.
Barbarians in streaming è
disponibile sulle seguenti piattaforme:
‘Black Sails’ (2014 – 2017)
Forse uno degli aspetti preferiti
di Shōgun sono i marinai europei che sbarcano in
Giappone, con la missione segreta di saccheggiare il territorio e
convertire la popolazione dal cattolicesimo al protestantesimo. Per
questo obiettivo potrebbero quasi essere considerati dei pirati. Se
questo è il vostro obiettivo, allora una serie interessante da
guardare è Black Sails, una serie sui pirati. In
particolare, si tratta di un prequel del classico romanzo sui
pirati di Robert Louis Stevenson, L’isola
del tesoro, con molti degli stessi personaggi.
Negli ultimi anni non ha ricevuto
molta attenzione, ed è un peccato perché Black Sails se la merita. Ha la stessa
atmosfera grintosa di molte altre serie di narrativa storica e si
avvale di un cast eccezionale e di un’azione ben pianificata. La
sua avventura marittima funge da perfetto prequel di una storia
famosa, e il pubblico non avrebbe potuto chiedere un modo migliore
per vederla.
Black Sails in streaming è
disponibile sulle seguenti piattaforme:
‘Gyeongseong Creature’ (2023 –
)
Gyeongseong Creature è una nuova serie
sudcoreana su Netflix ed
è piuttosto “fuori” in termini di aspetti fantastici. È quindi
simile a Shōgun? Solo un po’. Entrambe sono serie
storiche dell’Asia orientale, ma le somiglianze finiscono lì. A
quanto pare, però, questo piace a molte persone, perché entrambe le
serie hanno avuto un successo strepitoso.
Gyeongseong Creature si svolge
durante l’invasione giapponese della Corea durante la Seconda
Guerra Mondiale. Durante l’invasione, viene rivelata una misteriosa
creatura che porta scompiglio in tutto il paese. È un concetto un
po’ azzardato, ma in realtà funziona molto bene. Finora c’è stata
solo una stagione di questa serie, ma ne sono previste altre; con
la fine di Shōgun, potrebbe essere il momento ideale per prenderla
e darle un’occhiata.
Gyeongseong Creature in streaming
è disponibile sulle seguenti piattaforme:
‘The Terror’ (2018 – )
Ora, The Terror è uno show davvero unico, ma
dovrete superare la prima stagione se volete che sia simile a
Shōgun.
The Terror è uno show che ruota attorno a diverse tragedie
storiche e aggiunge elementi di orrore soprannaturale. Ogni
stagione si concentra su un evento diverso. La prima stagione è
incentrata sull’equipaggio di una nave che si ritrova abbandonato
durante la ricerca del Passaggio a Nord-Ovest. La seconda stagione,
invece, porta il pubblico sulla costa occidentale degli Stati Uniti
durante la Seconda Guerra Mondiale, dove i cittadini giapponesi
iniziano a incontrare il bakemono.
The Terror esplora
elementi del folklore giapponese che persistono ancora oggi,
fornendo un contesto aggiuntivo al Giappone antico. Sebbene le
somiglianze tra le due serie siano minime, è comunque piacevole se
si è interessati alla cultura o alla storia giapponese. Perché non
si possono ottenere tutte queste informazioni dagli anime.
The Terror in streaming è
disponibile sulle seguenti piattaforme:
‘The Last Kingdom’ (2015 –
2022)
The Last Kingdom è incredibilmente simile a
Shōgun per molti aspetti. La serie ruota attorno
al re Alfred il Grande, realmente esistito, che combatte contro i
marinai stranieri che invadono il suo territorio, mentre combatte
contro i governanti inglesi feudali, tutti in lizza per i
rispettivi troni. Vi suona familiare? Sebbene questa serie abbia
avuto un inizio un po’ stentato, è esplosa quando Netflix
l’ha acquistata durante la terza stagione.
Ha un’azione medievale grintosa,
giochi di spada, intrighi politici, grandi relazioni tra i
personaggi e, nel complesso, è una grande aggiunta alla televisione
che è arrivata esattamente al momento giusto. Spettacoli come
questo erano di tendenza all’epoca della sua uscita e lo sono
tuttora, grazie al successo stilistico di Game of Thrones. Questa
serie è basata su un romanzo, presenta una violenza sanguinosa e
grafica e rischiose manovre politiche da parte dei signori in lotta
tra loro. Se cercate una serie che, in sostanza, sia super simile a
Shōgun, è questa.
The Last Kingdom in streaming è
disponibile sulle seguenti piattaforme:
Uno dei migliori show del 2024 è
giunto alla sua
epica conclusione: Shōgun,
acclamato dalla critica, ha raggiunto l’atteso
finale di stagione (e potenzialmente di serie). L’epopea,
ampiamente apprezzata, non solo ha ridato vita al franchise da
tempo inattivo, iniziato con il romanzo originale di James Clavell
e proseguito con l’adattamento del 1980, ma è anche diventata una
rinomata interpretazione della bellezza e della brutalità del
Giappone feudale. Lo splendido design della produzione, la
complessità dei personaggi e le incredibili interpretazioni hanno
facilmente cementato Shōgun come
uno dei primi candidati ai prossimi Emmy Awards.
Con recensioni entusiastiche e una
fanbase consistente, Shōgun
sembra il tipo di serie nuova ed emozionante che sembra fatta su
misura per una seconda stagione. Sarà così per l’ultima acclamata
serie di FX? La risposta potrebbe sorprendervi, soprattutto dopo lo
scioccante finale.
Nonostante l’amore diffuso che lo
show ha ricevuto negli ultimi mesi, la risposta al rinnovo o meno
di Shōgun
per una seconda stagione sembra un secco no. Questo è supportato
dai recenti commenti dei creatori dello show, Rachel Kondo e Justin
Marks, che hanno entrambi ribadito che lo show è sempre stato
pensato come una serie limitata a una sola stagione. Kondo e Marks
sembrano più che soddisfatti del punto in cui la serie è stata
lasciata, e lo ribadiscono ulteriormente nella dichiarazione che
segue:
“Abbiamo portato la storia alla
fine del libro e abbiamo messo un punto alla fine della frase.
Amiamo il modo in cui finisce il libro; è stata una delle ragioni
per cui entrambi sapevamo di volerlo fare, e abbiamo concluso
esattamente in quel punto. In passato mi è capitato di assistere a
episodi come questo, in cui si costruisce un’intera fabbrica che
produce solo 10 auto e chiude i battenti. È una rottura. Uno dei
nostri produttori ha scritto un manuale di istruzioni di quasi 900
pagine su come realizzare questo show, lungo quasi quanto il libro
Shogun.
C’era dentro tutta questa conoscenza infrastrutturale. Spero solo
che qualcun altro, magari un amico, abbia bisogno di un manuale di
produzione sul Giappone feudale, così potrò dire: “Ecco, usa questo
libro. Ti farà risparmiare 11 mesi‘”.
È chiaro che Rachel Kondo e
Justin Marks tengono in grande considerazione il romanzo
originale di James Clavell e hanno voluto raccontare la storia nel
modo più accurato possibile, aggiornandola per il pubblico moderno.
Hanno certamente ragione sul fatto che il libro originale ha un
finale potente e chiaro, quindi ha senso che Kondo
e Marks non vogliano stravolgerlo troppo. Terminare una serie nel
suo momento migliore e abbandonarla finché si è in vantaggio ha
certamente i suoi vantaggi. Dopotutto, Shōgun
è stato ripetutamente paragonato a Game of
Thrones, uno show che ha infamemente cercato di adattare
materiale al di là dei libri, con una conclusione disastrosa.
Cosa è successo nella stagione 1
di “Shōgun”?
La storia di
Shōgun inizia in un Giappone fratturato di epoca
feudale, dopo la morte del Taikō dell’isola (Yukijirô
Hotaru). La morte del sovrano ha lasciato un vuoto di
potere sull’isola. Non essendo ancora stato scelto un nuovo
Taikō, il Giappone è governato da un consiglio
ristretto, il cui leader più accanito è Ishido Kazunari
(Takehiro Hira), un signore feroce e spietato che
da tempo disprezza i leader di alto lignaggio. Uno di questi è uno
dei maggiori rivali di Ishido Kazunari, Lord Yoshii Toranaga
(Hiroyuki Sanada). Lord Toranaga è sempre stato il
favorito del defunto Taiko e questo lo mette già in contrasto con i
suoi pari nel consiglio.
Un’opportunità unica per Lord
Yoshii Toranaga di giocare per il dominio del Giappone si presenta
sotto forma di un vascello olandese abbandonato, noto come Erasmus,
che arriva sulla costa giapponese. La nave è dotata di cannoni,
armi da fuoco e altre armi che non sono ancora state introdotte nel
paese privato e la notizia dell’atterraggio di fortuna
dell’imbarcazione sull’isola offre a Toranaga alcuni intriganti
spunti di riflessione. Toranaga vuole usare queste armi per
promuovere la sua pretesa di leadership giapponese e arruola (o
meglio costringe) il pilota della nave, John Blackthorne (Cosmo
Jarvis), ad addestrare i suoi soldati all’uso di queste armi.
John Blackthorne è
riluttante ad aiutare i suoi rapitori, ma lo fa per necessità,
nella speranza di poter tornare a casa in Inghilterra un giorno.
Non solo forma un legame unico con Lord Toranaga, ma anche con la
sua traduttrice, Toda Mariko (Anna Sawai). Tra i complicati
sentimenti che John Blackthorne e Toda Mariko
provano l’uno per l’altra, ognuno di loro giocherà un ruolo
cruciale nell’imminente guerra per l’anima del Giappone.
Kraven – Il
Cacciatore non arriverà nelle sale quest’estate.
La Sony Pictures ha spostato il film R-rated SSU alla prima data
invernale del 13 dicembre 2024 (dal 30 agosto 2024). Il film prende
il posto precedentemente occupato da The Karate Kid della Sony, che è stato
spostato al 30 maggio 2025.
Kraven – Il
Cacciatore è stato rimandato già diverse volte,
dopo che inizialmente doveva uscire nell’ottobre del 2023.
Recentemente, il film è stato ritardato a causa degli scioperi di
Hollywood, in quanto lo studio non voleva che il film uscisse senza
che gli attori potessero fare promozione.
La pessima performance al
botteghino di Madame
Web deve aver fatto preoccupare lo studio, e se
Kraven – Il
Cacciatoredovesse fallire,
potrebbe essere l’ultimo chiodo nella bara della SSU.
Sebbene entrambi i film di
Venom e Morbius dovessero far parte dello stesso
universo e includere alcuni legami con il MCU (l’apparizione di
Michael Keaton come Avvoltoio in una scena
post-credits, ad esempio), Madame Web,
Kraven – Il
Cacciatore e Venom: The Last
Dance sono stati definiti internamente e
commercializzati come progetti “autonomi”.
“Potrebbe esserci qualche
esitazione a sottolineare l’interconnessione di questi film“,
ha dichiarato in una recente intervista Jeff Gomez, produttore
esecutivo transmediale presso Starlight Runner che ha lavorato con
la Sony su Spider-Man:
Homecoming. “Ne hanno già parlato in passato e non
ha funzionato“.
Questo non significa che i film non
saranno interconnessi in alcun modo, ma potrebbe semplicemente
indicare che la Sony preferisce minimizzare i legami con gli
universi cinematografici precedentemente stabiliti.
Kraven – Il Cacciatore: tutto quello che sappiamo sul
film!
Kraven – Il
Cacciatore sarà interpretato da Aaron Taylor-Johnson (Avengers: Age of Ultron)
mentre assume il mantello del cattivo di
Spider-Man, che è un immigrato russo di nome
Sergei Kravinoff. Nel film, che viene annunciato come il
prossimo capitolo dello Spider-Man Universe (SSU) di Sony,
va in missione per dimostrare di essere il più grande cacciatore
del mondo. Ad affiancare Taylor-Johnson nel film Marvel di Sony con classificazione
R c’è Fred Hechinger (Fear Street Trilogy, The White Lotus) nei panni di Chameleon,
il fratellastro di Kraven; la candidata all’Oscar
Ariana DeBose (West Side Story) nel
ruolo di Calypso, la compagna dell’occasione e amante di
Kraven; Russell Crowe e Levi Miller in ruoli
sconosciuti. Anche Christopher Abbott e Alessandro
Nivola sono stati scelti come cattivi principali.
Kraven – Il
Cacciatore
è diretto dal candidato all’Oscar J. C. Chandor
(A
Most Violent Year)
da una sceneggiatura co-scritta da Richard Wenk (The
Equalizer),
Matt Holloway e Art Marcum. Avi Arad e Matt Tolmach stanno
producendo il progetto.
Kraven – Il
Cacciatore racconta la violenta storia della
nascita e del destino di uno dei villain più iconici della Marvel. Ambientato prima della sua
famigerata vendetta contro Spider-Man, Aaron Taylor-Johnson
interpreta il protagonista di questo film vietato ai minori di 14
anni.
Anche se Deadpool
entrerà ufficialmente a far parte del Marvel Cinematic Universe
nel prossimo film Deadpool &
Wolverine dei Marvel Studios, il regista Shawn
Levy ha dichiarato che il film si regge su se stesso e che
non è necessario che gli spettatori abbiano visto gli altri film
del MCU o i precedenti episodi di
Deadpool.
Questo è un po’ sorprendente, dato
che l’ultimo
trailer contiene riferimenti ad Ant-Man,
all’Autorità per le variazioni temporali, a Loki
e a molti altri personaggi del MCU che sarebbero stati off-limits
quando la Fox era una rivale della Disney invece
che uno studio sussidiario.Secondo le recenti dichiarazioni di
Shawn Levy, egli è molto coinvolto nella
costruzione dei trailer, in modo che il marketing del film non
sveli troppe sorprese.
Parlando con l’AP News, Levy ha
promesso che gli spettatori non avranno bisogno di un enorme lavoro
di preparazione per capire il film. “Ero un bravo
studente a scuola. Farò i compiti anche da adulto. Ma non voglio
assolutamente fare i compiti quando vado al cinema“,
ha dichiarato. “Ho realizzato questo film con un sano
rispetto e gratitudine nei confronti dei fan sfegatati che
conoscono a menadito la mitologia e la storia di questi personaggi
e di questo mondo“, ha aggiunto. “Ma non
volevo dare per scontato questo. Questo film è costruito per
l’intrattenimento, senza alcun obbligo di arrivare preparati con
una ricerca precedente“.
Deadpool &
Wolverine riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di
Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia
dell’atteso progetto. Hugh Jackman
uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere
il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli
ufficiali della storia di Deadpool &
Wolverine, con protagonista Ryan Reynolds,
non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama
riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la
serie di film di Deadpool – l’unica parte del
franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da
parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano
svolti in un universo diverso.
Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al
contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman,
viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi
presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e
Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche
altri X-Men possano fare la loro
comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della
Marvel comparsi sul
grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben
Affleck.
Una voce recente afferma che anche
Liev Schreiber
sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo,
Morena Baccarin
(Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie
Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e
Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni
dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in
franchising Emma Corrin (The
Crown) e Matthew
Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora segreti. Un
recente report afferma inoltre che la TVA di Loki, incluso l’agente
Mobius (Owen Wilson) e
Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool &
Wolverineuscirà nei cinema il 26 luglio
2024.
La critica non ha apprezzato i film
di Rebel Moon di Zack Snyder (o i suoi film in
generale, se è per questo), ma questo non ha impedito loro di
attirare molti spettatori su Netflix. Rebel Moon – Parte 2: La Sfregiatrice ha
debuttato sullo streamer la scorsa settimana e il film non è stato
accolto meglio del suo predecessore. Anzi, le recensioni sono state
decisamente peggiori. Il sequel fantascientifico si trova
attualmente a un misero 15% su Rotten Tomatoes, con un punteggio di
pubblico migliore – ma comunque marcio – del 52%.
Nonostante queste reazioni
negative, Zack Snyder ha una base di fan fedeli e
devoti che chiaramente si preoccupano molto poco delle opinioni
della critica, e Rebel Moon – Parte 2: La Sfregiatrice è
riuscito a scalare le classifiche diventando il film numero 1 di
Netflix in tutto il mondo. Inoltre, il primo film,
Rebel Moon:
figlia del fuoco è rientrato nella top 10 ed è ora il
quinto film più popolare sullo streaming.
Ecco come si presenta la top 10 in
vista del weekend.
È ancora molto presto, quindi sarà
interessante vedere quanto a lungo The Scargiver
riuscirà a mantenere questa posizione. Tuttavia,
Netflix deve essere soddisfatta del risultato,
quindi non stupitevi se verrà annunciato un terzo film. Dopotutto,
Snyder ha già rivelato di avere in programma un potenziale di sei
film.
“Quattro o sei film, dipende…
Credo che la questione sia se ogni volta che facciamo uno di questi
film ne facciamo due”, ha detto Snyder al Radio Times in una
recente intervista. “Ne stavamo parlando l’altro giorno e mi
chiedevo se il pubblico sarebbe rimasto deluso se avesse avuto un
solo film da Luna Ribelle? Direbbero: ‘Oh, è uno solo adesso?
Fantastico‘”.
Il viaggio di Shōgun
è stato breve, ma anche bello, e ora è finito. L’episodio 10,
“A Dream of a Dream“, chiude la miniserie FX in
modo piuttosto sorprendente, saltando completamente una grande
battaglia e passando direttamente all’obiettivo finale di Lord
Yoshii Toranaga (Hiroyuki Sanada): diventare
Shōgun.
Anche se la maggior parte degli spettatori si aspettava una grande
battaglia finale, Shōgun conclude
tutto in modo così pulito che difficilmente si rimarrà
delusi. Il finale inizia dove si era interrotto
l’episodio precedente, “Crimson Sky“, e
stravolge le aspettative su molti altri fronti, non solo quello
militare.
La morte di Mariko mette tutti
contro Ishido nel finale di Shōgun
Alla fine dell’episodio 9,
Mariko (Anna Sawai) muore per
respingere l’attacco di un gruppo di shinobi fatti entrare da
Yabushige (Tadanobu Asano) su ordine di Ishido
(Takehiro Hira). La sua morte sconvolge
tutti: Yabushige giura che gli shinobi non avevano
intenzione di ucciderla, ma solo di catturarla, e le consorti di
Toranaga, anch’esse tenute in ostaggio a Osaka, si ribellano a
Ishido e vengono finalmente autorizzate a partire. Anche se Ishido
vuole colpire Toranaga il prima possibile, il Consiglio dei
Reggenti chiede che Mariko sia adeguatamente sepolta e onorata,
così come Ochiba no Kata (Fumi Nikaido).
Come Toranaga spiegherà in seguito
a Yabushige, la strategia del Cielo Cremisi riguardava Mariko fin
dall’inizio e si è rivelata perfetta. Fingendo la sua resa e
inviando Mariko a Osaka, Toranaga si aspettava di destabilizzare
l’alleanza di Ishido con gli altri Reggenti e con Ochiba. Con due
signori cristiani nel Consiglio,
Mariko è sicura di avere una certa influenza su di loro,
essendo lei stessa cattolica. Con Ochiba, invece, la
questione è più profonda. La presenza di Mariko e
la sfida che rappresenta con la sua poesia fanno sì che Ochiba
rivaluti la sua posizione, soprattutto dopo che la
cospirazione di Ishido per rapire Mariko si conclude con la sua
morte. Anche se i due si sono allontanati nel corso degli anni,
Ochiba nutre ancora un certo rispetto per Mariko; per questo motivo
completa il poema iniziato nell’episodio
9 e, in una lettera segreta a Toranaga, promette che, al
momento opportuno, non farà scendere sul campo di battaglia
l’esercito dell’Erede. In questo modo, Crimson Sky ha successo
senza che ci sia mai stata una battaglia.
Toranaga non si aspettava
necessariamente che Mariko morisse a Osaka, ma
probabilmente questo è sempre stato il piano della traduttrice,
visto il modo in cui ha espresso le sue intenzioni per tutta la
stagione. Lei e Toranaga stringono persino un accordo con
la Chiesa per proteggere Blackthorne (Cosmo Jarvis) e
farlo tornare ad Ajiro con il resto dell’entourage di Toranaga,
come spiega Padre Martin (Tommy Bastow) nel bosco.
La Chiesa stessa, pur avendo i propri interessi, non poteva
interferire o schierarsi, ma in quanto protestante, Blackthorne
rappresentava una minaccia per i cattolici. Si scopre che,
dopotutto, gli Anjin possono ancora avere un ruolo da svolgere in
Giappone.
Blackthorne sceglie la sua strada
nel finale di Shōgun
Blackthorne ha il suo arco
narrativo nel finale di Shōgun.
L’episodio inizia con quello che all’inizio sembra un flashforward
del suo vecchio e fragile io che muore su un letto in Inghilterra e
si aggrappa alla croce di Mariko, mentre i suoi nipoti guardano la
sua katana e gli chiedono se è vero che ha combattuto “i
selvaggi”. Questo accade nel corso dell’episodio, ma non è
un flashforward. Si tratta invece di una visione del futuro che
Blackthorne immagina per se stesso, e le sue azioni nel
corso dell’episodio la fanno gradualmente svanire quando si rende
conto che non è il futuro che vuole.
Una volta tornato ad Ajiro,
Blackthorne vede che la sua nave, l’Erasmus, è stata bruciata e
lasciata affondare nel porto e che Toranaga sta saccheggiando il
villaggio alla ricerca dei sabotatori cristiani che l’hanno
distrutta. Tuttavia, Blackthorne capisce che questo fa parte
dell’accordo di Mariko con la Chiesa per la sua sopravvivenza e
implora Toranaga di fermare il saccheggio, disposto a barattare la
propria vita con quella del villaggio. In questo momento,
si stacca completamente dalla visione che ha della sua vita
futura e, proprio mentre sta per commettere seppuku per
protestare contro la punizione del villaggio, viene fermato da
Toranaga. Più tardi, durante una conversazione con Yabushige,
Toranaga rivela di essere stato lui a far bruciare la nave di
Blackthorne, non solo per impedire al pilota di
partire, ma anche come test, per vedere cosa avrebbe fatto in
seguito. Ormai certo di ciò che Blackthorne vuole dalla vita,
Toranaga ordina a Blackthorne di ricostruire l’Erasmus e di
costruire una nuova flotta di navi.
L’altra questione in sospeso che
Blackthorne deve risolvere è la sua ex consorte, Usami Fuji
(Moeka Hoshi). Sebbene sia stata nominata sua
consorte da Toranaga dopo aver perso il marito e il figlio neonato
all’inizio della serie, ora il suo servizio è terminato.
Blackthorne cerca di convincerla a restare, ma lei è irremovibile e
vuole partire per prendere i voti in un convento, al che lui
risponde calorosamente che sarà la “migliore suora”. Come regalo
d’addio, Blackthorne la trascina in acqua per spargere le ceneri
del marito e del figlio. Secondo lui, in questo modo saranno
“uniti per sempre” al mare. A sua volta, Fuji lo aiuta a
separarsi dalla croce di Mariko nello stesso modo, affermando che
le sue braccia saranno l’ultima cosa a stringerla, completando il
suo abbraccio con una nuova vita. In seguito, Blackthorne
guida gli sforzi per riportare la sua nave a riva e iniziare a
costruire una flotta, facendosi aiutare anche dal marito
di Mariko, Buntaro (Shinnosuke Abe). Mentre tutti riprendono fiato
dopo aver trascinato a riva l’Erasmus, Blackthorne sorride quando
incrocia lo sguardo di Toranaga da lontano. Anche se c’è una
battaglia da affrontare, la guerra è già vinta.
Toranaga vince la guerra senza
nemmeno combattere una battaglia nel finale di “Shōgun”.
Uno dei più grandi rimpianti di
Yabushige è quello di non aver mai capito quale sia il vero piano
di Lord Toranaga. Questo lo porta a tradire il suo
signore e ad agire come doppiogiochista per Ishido e, ora, Toranaga
non può permettere a Yabushige di continuare a vivere. In una scena
toccante, i due vecchi amici hanno una conversazione prima che
Yabushige commetta seppuku, in cui Toranaga rivela che non
“controlla il vento”, come chiede Yabushige, ma lo studia
soltanto.
Per soddisfare il costante
desiderio di Yabushige di sapere quale sia il gioco finale,
Toranaga spiega che la sua strategia del Cielo Cremisi consisteva
nell’inviare Mariko a Osaka per guidare il Consiglio dei Reggenti a
rivoltarsi contro Ishido. Toranaga sa che, qualunque cosa sia
successa con Mariko a Osaka, affrontare Ishido sul campo di
battaglia di Sekigahara è inevitabile. Forse non si aspettava che
Mariko morisse a Osaka, ma lei porta a termine con successo la sua
missione e questo gli dà la certezza di vincere, soprattutto perché
Ochiba si è impegnato a non mandare in battaglia l’esercito
dell’Erede. Con Ishido in piedi da solo, il Consiglio si rivolterà
contro di lui come minaccia alla pace.
In questo modo, il sogno di
Toranaga di porre fine alle guerre che per anni hanno diviso il
Giappone sarà finalmente realizzato. Invece di Osaka, egli manterrà
la pace dalla sua sede di Edo. Quando Yabushige si rende conto che
questo significa che Toranaga governerà come Shōgun
– un ruolo che consiste essenzialmente nel tenere insieme il regno
con la forza – Toranaga rifiuta di dare ulteriori spiegazioni,
poiché decide che è giunto il momento di morire per Yabushige. Dopo
tutto, Toranaga è già shōgun quasi ufficialmente grazie ai
sacrifici di tutti, compresi quelli di Yabushige.
Da quando ha lasciato il MCU con il successo di
Avengers: Endgame, Joe
Russo è stato impegnato in diversi progetti degni di nota,
uno dei quali è il franchise di Tyler
Rake, in originale noto come
Extraction. Il film d’azione e thriller basato
sulla graphic novel di Ande Parks, Ciudad, ha
finora due episodi, ma Joe che ha
confermato qualche mese fa che Tyler Rake 3 è
attualmente in fase di sviluppo.
Le prime due puntate del film di
Netflix, diretto da Sam Hargrave e scritto
da Russo, hanno come protagonisti
Chris Hemsworth, Golshifteh Farahani e Adam Bessa.
Chris Hemsworth interpreta il protagonista, Tyler
Rake, un ex operatore SASR australiano diventato mercenario delle
operazioni nere. Extraction è stato distribuito su Netflix
nell’aprile 2020, mentre il suo sequel è stato presentato nel
settembre 2021.
In precedenza è stato rivelato che
tre episodi del franchise sono in lavorazione presso Netflix e
Russo ha confermato che lo sviluppo è in corso con il regista già a
bordo e
Chris Hemsworth destinato a riprendere il suo ruolo,
dicendo:
“Sì, lo stiamo
sviluppando al momento, per capire gli impegni di Chris. Sam
Hargrave è tornato a dirigere. È un franchise interessante perché
si tratta di un personaggio molto ferito emotivamente, quindi c’è
una buona narrazione, credo, per quanto riguarda la sua storia
passata e, sapete, il suo rapporto con la violenza è costruito
intorno al disprezzo di sé e al senso di colpa. Quindi, credo che
questo aggiunga molta consistenza e ci permetta di raccontare altre
storie su di lui”.
Joe Russo si
concentra sulla narrazione originale dopo la lunga parentesi
Marvel
Anche se in precedenza non era
chiaro se Joe sarebbe tornato come sceneggiatore per l’imminente
Tyler Rake 3, ha assicurato ai fan che tornerà,
mentre il programma di produzione sarà organizzato una volta che
tutti i calendari saranno stati definiti. Nel frattempo, lui e suo
fratello Anthony, chiamati insieme i fratelli Russo, hanno
interessanti progetti per il dopo-Marvel. Intendono costruire il loro
Star
Wars dando priorità a “narrazione originale e
nuove idee“.
Come dice Russo:
“L’intenzione è quella di costruire il nostro Star Wars. Per noi è
importante concentrarci sulla narrazione originale e sulle nuove
idee. Semmai, c’è stato troppo. Voglio dire, credo che si possa
dire che siamo in una situazione di ripetitività della narrazione e
di potenziale abuso del franchise. Quindi, a un certo punto, credo
che il pubblico desideri nuove idee e nuove storie. Ed è su questo
che ci stiamo concentrando dopo Marvel“.
Diretto da Sam
Hargrave e scritto da Joe Russo, il
primo Tyler Rake ha debuttato su
Netflix nell’aprile 2020. Basato sulla graphic
novel Ciudad di Andre Parks, il film ha
introdotto Hemsworth nel ruolo di Tyler Rake, mentre hanno recitato
anche Rudhraksh Jaiswal, Randeep
Hooda e David Harbour. Grazie al successo
di quel film, nel 2023 è arrivato il suo sequel e ora un terzo film
è stato ufficialmente annunciato. Al momento non sono disponibili
ulteriori dettagli sulla trama, anche per via dei vari scioperi
verificatisi ad Hollywood e che hanno rallentato lo sviluppo del
progetto. Ora che questi si sono risolti, è possibile che maggiori
informazioni sul film non tarderanno ad arrivare.
È innegabile come ormai l’economia
mondiale del cinema si regga principalmente sui film sui
supereroi, blockbuster dai grandi budget con stelle del
cinema intente a dar vita alle più amate manifestazioni di super
uomini e donne di sempre. Questi film, esistenti già dagli anni
Settanta, hanno trovato nell’ultimo ventennio la loro
consacrazione, elevandosi molto spesso a vere e proprie opere
d’arte.
Con la formazione del Marvel Cinematic Universe si è poi
giunti ad una vera e propria ridefinizione di questo genere di
opere, non da tutti amate, ma innegabilmente influenti nella
cultura popolare. Ogni anno diversi film di supereroi arrivano al
cinema, registrando incassi record e opinioni senza vie di mezzo.
Se si è amanti di questa tipologia di film, ecco tutti i
film sui Supereroi usciti di recenti e da recuperare.
I film sui supereroi usciti nel
2024
Madame
Web è il primo film sui supereroi uscito nel 2024. È
il quarto film dell’Universo Spider-Man (SSU) della Sony. Diretto
da S. J. Clarkson da una sceneggiatura scritta insieme a Claire
Parker e al team di autori Matt Sazama e Burk Sharpless, è
interpretato da Dakota Johnson nel ruolo principale, insieme a
Sydney Sweeney,
Isabela Merced, Celeste O’Connor, Tahar Rahim, Mike Epps, Emma
Roberts e Adam Scott. Il film racconta le origini di
Cassie Webb (Johnson), che affronta il suo passato mentre cerca di
salvare tre giovani donne (Sweeney, Merced e O’Connor) da Ezekiel
Sims (Rahim), che vuole ucciderle prima che diventino Donne Ragno
nel futuro e lo uccidano.
Guardiani della Galassia Vol.
3 uscito sempre nel 2023. è il sequel di Guardiani
della Galassia (2014) e Guardiani della Galassia Vol.
2 (2017), e il 32° film del Marvel Cinematic Universe (MCU). Scritto e diretto da
James
Gunn, è caratterizzato da un cast corale che comprende
Chris Pratt, Zoe Saldaña, Dave Bautista, Karen Gillan, Pom
Klementieff, Vin Diesel, Bradley Cooper, Will Poulter, Sean Gunn,
Chukwudi Iwuji, Linda Cardellini, Nathan Fillion e Sylvester
Stallone. Nel film, i Guardiani devono salvare la vita di
Rocket (Cooper) dall’Alto Evoluzionario (Iwuji). Peter Quill,
ancora sofferente per la perdita di Gamora, raduna la sua squadra
per difendere l’universo e proteggere uno dei suoi. Se la missione
fallisce, potrebbe significare la fine dei Guardiani.
Sempre nel 2023 è uscito il film
The
Marvels, il sequel del film Captain
Marvel (2019), la continuazione della miniserie
televisiva Ms. Marvel (2022) e il 33° film del
Marvel Cinematic Universe (MCU). Il film è stato diretto da
Nia DaCosta, che ha co-scritto la sceneggiatura
con Megan McDonnell ed Elissa Karasik. Il film è interpretato da
Brie Larson nel ruolo di Carol Danvers /
Captain Marvel, Teyonah
Parris nel ruolo di Monica Rambeau e Iman Vellani nel ruolo di Kamala Khan / Ms.
Marvel, insieme a Zawe
Ashton, Gary Lewis, Park Seo-joon, Zenobia Shroff, Mohan Kapur,
Saagar Shaikh e
Samuel L. Jackson. Nel film, Danvers, Rambeau e Kamala
si alleano come “le Meraviglie” dopo aver iniziato a scambiarsi di
posto ogni volta che usano i loro poteri.
The
Marvels è stato presentato in anteprima a Las Vegas il
7 novembre 2023 ed è uscito negli Stati Uniti il 10 novembre come
parte della Fase Cinque del MCU. Il film ha ricevuto recensioni
contrastanti da parte della critica, con elogi per le
interpretazioni ma critiche per la sceneggiatura e le incongruenze
tonali. Il film ha avuto un andamento negativo al botteghino,
incassando 206 milioni di dollari in tutto il mondo a fronte di un
budget di produzione lordo di 274,8 milioni di dollari, diventando
così il film che ha incassato di meno nel MCU e uno dei pochi film del
MCU a non aver raggiunto il
pareggio nelle sale.
Nello stesso anno esce anche
l’atteso e chiacchierato Aquaman e il regno
perduto, il sequel di Aquaman (2018) e il 15° e ultimo film del
DC
Extended Universe (DCEU). Il film è stato diretto da
James Wan da una sceneggiatura di David Leslie
Johnson-McGoldrick e ha come protagonista Jason Momoa nel ruolo di Arthur Curry /
Aquaman, insieme a
Patrick Wilson,
Amber Heard, Yahya Abdul-Mateen II, Randall Park, Dolph
Lundgren, Temuera Morrison, Martin Short e
Nicole Kidman. Nel film, Arthur deve collaborare con
il fratellastro Orm (Wilson)
per impedire a Black Manta (Abdul-Mateen II) di uccidere la sua
famiglia e di usare il maledetto Tridente Nero per surriscaldare il
mondo, mentre è alla ricerca del perduto settimo regno dei
mari.
Il film è una buddy comedy tra
Aquaman e Orm ed è ispirato alla Silver Age dei fumetti con
un’atmosfera di fantascienza retrò simile alle opere dell’animatore
Ray Harryhausen e ai film horror degli anni ’60, in particolare Il
pianeta dei vampiri (1965). Wan ha annunciato il titolo del sequel
nel giugno 2021, prima dell’inizio delle riprese alla fine del
mese. Le riprese si sono concluse nel gennaio 2022 e si sono svolte
nel Regno Unito, alle Hawaii, a Los Angeles e nel New Jersey, con
riprese aggiuntive in Nuova Zelanda.
Aquaman e il
Regno Perduto è stato presentato in anteprima a un
evento per i fan al Grove di Los Angeles il 19 dicembre 2023 ed è
uscito negli Stati Uniti il 22 dicembre. Il film ha ricevuto
recensioni generalmente negative da parte della critica e ha
incassato 434 milioni di dollari in tutto il mondo a fronte di un
budget di produzione di 205-215 milioni di dollari.
Nel 2023 è uscito anche
Ant-Man and the Wasp: Quantumania, sequel di
Ant-Man
(2015) e Ant-Man
and the Wasp (2018), nonché il 31° film del
Marvel Cinematic Universe
(MCU). È stato diretto da
Peyton Reed, scritto da Jeff Loveness e
interpretato da Paul Rudd nel ruolo di Scott Lang e Evangeline Lilly in quello di Hope van Dyne,
insieme a
Jonathan Majors, Kathryn Newton, David Dastmalchian, Katy
O’Brian, William Jackson Harper, Bill Murray, Michelle Pfeiffer,
Corey Stoll e Michael Douglas. Nel film, Lang, Van Dyne e
la loro famiglia vengono accidentalmente trasportati nel Regno
Quantico e affrontano Kang il Conquistatore (Majors).
Nello stesso anno debutta al cinema
anche Blue
Beetle, è il 14° film del DC
Extended Universe (DCEU). Il film è stato diretto da
Ángel Manuel Soto e scritto da Gareth
Dunnet-Alcocer, ed è interpretato da Xolo Maridueña nel ruolo di
Reyes insieme a Adriana Barraza, Damián Alcázar, Raoul Max
Trujillo, Susan Sarandon e George Lopez. Il film è incentrato su
Reyes, un neolaureato che viene dotato di un’armatura che gli
conferisce superpoteri dopo essere stato accidentalmente scelto da
un’antica reliquia aliena nota come Scarabeo.
Altro titolo della DC è Shazam! Furia
degli dei, il sequel di Shazam!
(2019) e il 12° capitolo del DC
Extended Universe (DCEU). Diretto da David F. Sandberg e
scritto da Henry Gayden e Chris Morgan, è interpretato da
Zachary Levi, Asher Angel, Jack Dylan Grazer, Rachel
Zegler, Adam Brody, Ross Butler, D. J. Cotrona, Grace Caroline
Currey, Meagan Good, Lucy Liu, Djimon Hounsou e Helen
Mirren. Nel film, Billy Batson / Shazam e i suoi fratelli
adottivi combattono le Figlie di Atlante. Billy Batson e i suoi
fratelli adottivi Freddy, Mary, Pedro, Eugene e Darla, anch’essi
dotati di superpoteri, devono affrontare le tre figlie di Atlante:
Hespera, Kalypso e Anthea.
I film sui Supereroi
usciti nel 2022
Il 2022 si è da subito presentato
come un anno molto importante per i film di supereroi. Tra attesi
sequel e nuovi debutti, sono molti i film già usciti e quelli che
usciranno nei prossimi mesi, tutti caratterizzati da grandi budget,
celebri attori ed effetti speciali straordinari. Dalle tinte noir
di The
Batman a quelle horror di Doctor Strange nel Multiverso dellaFollia, dalla comicità di Thor: Love and Thunder ai toni
cupi di Black Adam. Ecco tutti i film da recuperare per
quest’anno.
The Batman. Il
nuovo film dedicato al cavaliere oscuro, stavolta interpretato da
Robert
Pattinson, presenta una versione più giovane del
supereroe, nei suoi primi anni di attività. In una Gotham sempre
più cupa e corrotta, Batman si trova qui a dover indagare sugli
omicidi di un misterioso killer che si fa chiamare Enigmista,
cercando allo stesso tempo di far luce sul proprio passato. Diretto
da Matt Reeves, il film ha nel suo cast anche gli
attori Zoe Kravitz,
Colin Farrell,
Paul Dano e
Andy
Serkis.
Morbius. Il
biochimico Michael Morbius sta cercando di curarsi da una rara
malattia del sangue. Tuttavia, durante i suoi esperimenti, si
infetta inavvertitamente con una forma di vampirismo. La Sony porta
al cinema un altro celebre personaggio dei fumetti Marvel, ovvero il vampiro Morbius,
qui interpretato da Jared Leto. Nel
film, figurano anche gli attori Matt Smith e
Jared
Harris.
Doctor Strange nel
Multiverso della Follia. Uscito in sala il 4 maggio
del 2022, Doctor Strange
nel Multiverso della Follia è un altro attesissimo titolo
della Fase 4. Questo, che si svolge dopo i complicati eventi di
No WayHome, vede il dr. Strange alle prese con
il crollo del multiverso, con tutti i pericoli che questo comporta.
Diretto da Sam Raimi, il film vanta a sua volta un
cast ricco di celebri volti del MCU. Oltre a
Cumberbatch nei panni del protagonista, si ritroveranno infatti
anche Elizabeth
Olsen, Chiwetel
Ejiofor, Benedict Wong, Rachel McAdams
e Xochitl Gomez nei panni di America Chavez.
Thor: Love and
Thunder. Mostratosi finalmente grazie al recente trailer, Thor: Love &
Thunder è il quarto capitolo della serie di film dedicati
al celebre dio del tuono. Interpretato come sempre da Chris
Hemsworth, questo nuovo lungometraggio, diretto ancora
una volta da Taika Waititi,
vedrà il divino Thor andare alla ricerca dello scopo della propria
esistenza. Allo stesso tempo, egli si troverà a doversi confrontare
con un nuovo nemico, ovvero Gorr il macellatore di dei,
interpretato da Christian Bale,
e con l’amata Jane Foster, nuovamente interpretata da Natalie
Portman, e che assumerà qui l’identità di Mighty Thor.
Atteso per il 6 luglio in Italia, è questo un
altro film particolarmente atteso della Fase 4.
Black Panther: Wakanda
Forever. Un altro titolo particolarmente importante
per la Fase 4 sarà Black
Panther: Wakanda Forever. Dalla trama ancora sconosciuta,
il film deve gestire la dolorosa scomparsa dell’attore Chadwick
Boseman, interprete del protagonista, per il quale si
è scelto di non ricorrere ad un sostituto. Non è quindi chiaro come
e se il personaggio di T’Challa comparirà. Molto più probabile,
stando a quanto trapelato dalla Marvel, è che a
prendere il suo posto sia Shuri, la sorella del protagonista
interpretata da Letitia Wright. Atteso
per l’autunno del 2022, Black Panther: Wakanda
Forever è dunque ancora un progetto molto segreto, di cui non
si hanno ancora immagini che svelino qualcosa di più di quanto già
noto.
Black Adam. Dopo
5000 anni di prigionia, Black Adam viene liberato dalla sua tomba
terrena e si prepara a scatenare la sua particolare forma di
giustizia nel mondo moderno. L’atteso nuovo supereroe della DC,
interpretato dal possente Dwayne Johnson. Il
primo trailer del film ci ha svelato un supereroe a suo modo unico,
dotato di poteri immensi e di un senso della giustizia che non
risparmia nessuno. Atteso in sala per l’autunno del 2022, è uno dei
maggiori film di supereroi in arrivo al cinema.
Shazam! Fury
of the Gods. Atteso sequel di Shazam!,
interpretato nuovamente da Zachary Levi,
il film è ancora molto misterioso circa la sua trama, ma è noto che
vi sarà l’introduzione di molti nuovi supereroi, sia buoni che
malvagi. Tra gli attori chiamati ad interpretarli figurano Helen Mirren,
Lucy Liu e
Rachel Zegler.
Shazam! Fury of the Gods uscirà al cinema nel dicembre del
2022.
I film sui Supereroi usciti nel
2021
Il 2021 ha non solo visto tornare
le sale a riaprirsi con maggior forza al loro pubblico, ma è stato
anche l’anno in cui i supereroi sono tornati al cinema più forti e
variegati che mai. Nel corso dello scorso anno infatti, si sono
susseguiti sul grande schermo personaggi noti e altri che compivano
finalmente il loro debutto. In generale, è stato un grande anno per
i supereroi ed ecco di seguito i film da recuperare.
Black Widow. Tra le principali
protagoniste femminili del Marvel Cinematic
Universe, la Black Widow interpretata da Scarlett
Johansson ha infine avuto il proprio lungometraggio
stand-alone, intitolato appunto Black Widow. Ambientato
dopo gli eventi di Captain America: Civil War,
il film vede Natasha Romanoff costretta alla fuga e ad affrontare
il suo passato. Accanto alla Johansson nel film si
ritrovano Florence Pughnei
panni di Yelena Belova e David Harbourin
quelli di Alexei Shostakov, alias Guardiano Rosso. Dopo essere
stato rinviato più volte a causa della pandemia di COVID-19,
Black Widow è stato distribuito il 7 luglio
2021 nelle sale cinematografiche italiane e il 9
luglio su Disney+.
Shang-Chi e la Leggenda
dei Dieci Anelli. Il secondo film della Fase 4,
Shang-Chi e la Leggenda dei
Dieci Anelli ha introdotto nel Marvel
Cinematic Universe il primo supereroe asiatico, lo Shang-Chi
del titolo, chiamato a scontrarsi con l’antica organizzazione
terroristica dei Dieci Anelli. Ad interpretare il protagonista vi è
l’attore Simu Liu, mentre si ritrovano nel cast
anche Awkwafina, Michelle Yeoh e
il celebre attore hongkongese Tony Leung nei panni
del Mandarino. Accolto positivamente dalla critica, il film ha già
dalla sua un sequel confermato, che permetterà di esplorare
ulteriormente la tradizione asiatica introdotta da questo primo
lungometraggio.
Venom – La furia di
Carnage. Dopo aver trovato un corpo ospite nel
giornalista investigativo Eddie Brock, il simbionte alieno deve
affrontare un nuovo nemico, Carnage, alter ego dell’assassino
seriale Cletus Kasady. Diretto da Andy Serkis, il
film, sequel di Venom, ha nuovamente per protagonista
Tom Hardy, qui
chiamato a confrontarsi con la sua maggiore nemesi, a cui dà volto
e corpo l’attore Woody
Harrelson.
Eternals. Con Eternals, diretto dalla
regista premio Oscar Chloe Zhao, il Marvel
Cinematic Universe si è arricchito di nuovi importanti
personaggi. Gli
Eterni sono infatti esseri semidivini, creati dai Celestiali
affinché proteggano la terra e la vita umana dalla minaccia di
creature note come Devianti. Interpretato da attori come Gemma Chan,
Richard Madden,
Angelina Jolie,
Salma Hayek,
Barry Keoghan e
Kit Harington,
il film ha dunque introdotto concetti particolarmente ampi e
complessi, che abbracciano anche l’origine della vita sul pianeta
Terra. Accolto in modo contrastante da critica e pubblico, non è
ancora certo se il film avrà o meno un sequel, ma i suoi
protagonisti compariranno senza dubbio ancora nel futuro del
MCU.
Spider-Man: No Way
Home. Spider-Man: No Way Home
è stato a lungo un film estremamente atteso, tanto per ciò che
significa a livello narrativo per il MCU, quanto per le
numerose teorie generatesi attorno a determinati dettagli del film.
Descritto come l’Avengers:
Endgame della Fase 4, per via della quantità di dettagli,
eventi e personaggi in esso presenti, No Way Home è stato
non solo un grande omaggio alla storia di Spider-Man al cinema, ma
anche un momento importantissimo per i film Marvel, che conduce
dritti dritti al cuore di questa Fase 4. Come noto, nel cast oltre
a Tom Holland,
Zendaya e Marisa Tomei,
si ritrovano anche BenedictCumberbatch, Alfred Molina,
Jamie Foxx,
Willem Dafoe e…
Tobey Maguire e
Andrew
Garfield.
Zack Snyder’s
JusticeLeague. Alimentato dalla fede
nell’umanità e ispirato dal gesto altruista di Superman, Batman e
la nuova alleata Wonder Woman, reclutano Aquaman, Cyborg e Flash
per aiutarli a salvare il pianeta da un nemico comune che è tornato
all’attacco. Dopo il non del tutto apprezzato film Justice League, diretto a metà da
Joss Wheadon dopo il forzato abbandono di
Zack Snyder, quest’ultimo ha avuto modo di
rimettere mano al progetto, rimontando il tutto secondo la sua idea
iniziale e dando vita ad una nuova versione di 4 ore del film che
ha stavolta suscitato molteplici entusiasmi.
The Suicide
Squad. Un gruppo di supercattivi fedeli a tutto tranne
che alla legge dello Stato sono costretti a servire il governo
lanciandosi in una missione suicida, che li vedrà diventare
inaspettati eroi nella salvezza del pianeta. Sequel/Reboot del
Suicide Squad del 2016, il film ha tra i
suoi protagonisti Margot Robbie,
Idris Elba,
Joel Kinnaman e
John Cena e con
la regia di James Gunn si è
affermato come un brillante film di supereroi, tanto scorretto
quanto divertente.
I film sui supereroi usciti nel
2020
Il 2020 è stato un anno
caratterizzato dall’assenza di film Marvel al cinema. Data questa
mancanza, unita al periodo di pandemia globale, non sono molti i
film di supereroi usciti in sala e si annoverano solo tre esempi di
questo genere. Questi, tuttavia, sono titoli particolarmente
diversi tra loro per intenzioni e modalità di racconto. Eccoli
elencati qui di seguito.
The New Mutants,
di Josh Boone. A lungo rimandato e rimaneggiato, il film The New
Mutants ha infine visto la luce in seguito
all’acquisto della Fox da parte della Disney. Con Anya Taylor-Joy,
Maisie
Williams, Alice
Braga,Henry Zaga, Charlie
Heaton, il film appartiene al mondo degli X-Men della
Marvel e si avvale
di sfumature horror particolarmente interessanti. Passato in
sordina per via dei suoi tanti problemi e rinvii, il film è
comunque un buon titolo per gli appassionati dei cinecomic in cerca
di qualcosa di diverso rispetto ai tanti titoli ad oggi realizzati
di questo filone.
Birds of Prey.
Dopo essersi separata dal Joker, Harley Quinn si unisce al gruppo
Birds of Prey insieme alle altre tre eroine Black Canary, Hunter e
Renée Montoya, per salvare una ragazza dal malvagio re del crimine
Black Mask. Nuova avventura cinematografica per la Harley Quinn
interpretata da Margot Robbie, questo film al
femminile si avvale di attrici come Mary Elizabeth
Winstead, Jurnee Smollet e
Margaret Qualley. Il villain, invece, è
interpretato da EwanMcGregor.
Wonder Woman
1984. Ambientate negli anni Ottanta, le nuove
avventure di Wonder Woman la vedono ora affrontare nuovi pericolosi
nemici come Cheetah, formabidabile combattente dall’agilità di un
felino. Gal Gadot
riprende i panni dell’Amazzone Wonder Woman per questo sequel di
successo, con accanto a lei attori del calibro di Chris Pine, Pedro Pascal e
Kristen
Wiig.
I film sui supereroi presenti su
Netflix
Anche su Netflix sono sbarcati i supereroi! Che si tratti di
film preesistenti o di produzioni originali, anche la celebre
piattaforma streaming vanta oggi nel suo catalogo diverse opere
appartenenti a questo genere. In particolare, su Netflix si possono
ritrovare i due maggiori esempi di film sui supereroi
italiani. Ecco dunque questi e altri titoli da non
perdere.
Come sono diventato un
supereroe. In un mondo in cui convivono umani e supereroi,
un poliziotto solitario lavora con un brillante investigatore per
smantellare un piano sinistro volto a estrarre superpoteri.
Produzione francese, questo film distribuito da Netflix offre un
nuovo racconto di supereroi lontano dai canoni della Marvel e della DC. Tra commedia ed
effetti speciali notevoli, il film è una perla da scoprire su
Netflix se si è amanti del genere.
We Can Be Heroes.
Quando i supereroi della Terra vengono catturati dagli alieni, i
loro figli dovranno imparare il gioco di squadra per salvare i
genitori e il loro pianeta. Interpretato, tra gli altri, da
Priyanka
Chopra, Pedro Pascal e Boyd
Holdbrook, questo film diretto da Robert
Rodriguez sequel di Le avventure di Sharkboy e
Lavagirl del 2005 pone i bambini al centro della narrazione,
configurandosi come un ottimo titolo per grandi e adulti
appassionati di supereroi.
Il ragazzo
invisibile. Michele è un tredicenne introverso e
timido, impopolare a scuola e preso in giro dai propri compagni di
scuola. La monotonia quotidiana, però, viene sconvolta
all’improvviso da un avvenimento straordinario: un giorno scopre di
essere diventato invisibile. Il regista premio Oscar
Gabriele Salvatores realizza un film tutto
italiano sulla figura del supereroe. Tra effetti speciali, contesto
italiano e le classiche tappe del supereroe, Salvatores da vita ad
un vero e proprio esperimento nella cinematografia nostrana,
seguito poi da Il ragazzo invisibile – Seconda
generazione.
Daredevil. Un
avvocato non vedente ha un’identità segreta, e di notte combatte il
crimine grazie ai suoi sensi estremamente sviluppati. Film dedicato
al celebre Daredevil, prima della nascita del Marvel Cinematic Universe, il film
particolarmente criticato all’epoca è oggi per molti un oggetto di
culto. Ad interpretare il supereroe del titolo vi è l’attore
Ben Affleck,
mentre accanto a lui si ritrovano anche Jennifer Garner
e Colin Farrell.
Hancock. John
Hancock è un supereroe alcolizzato e impopolare che provoca ingenti
danni ogni volta che interviene contro il crimine. Ray Embrey
decide di aiutarlo per rilanciare la sua immagine. Altro brillante
esempio di supereroe non Marvel né DC, Hancock ha
per protagonista Will Smith,
alle prese con un vero e proprio antieroe in cerca di sé stesso.
Pur se particolarmente amato, il film purtroppo non ha mai avuto un
sequel.
Ghost Rider.
Johnny Blaze è un motociclista che fa un patto con il diavolo,
rinunciando alla propria anima, per diventare un giustiziere. Va in
giro scorazzando sulle due ruote ed incutendo timore con un teschio
fiammeggiante. Il suo scopo è uccidere il crudele Blackheart, egli
stesso figlio del demonio. Un anno prima dell’avvio del Marvel Cinemati Universe, Nicolas Cage ha
interpretato il celebre supereroe infernale in un film ricco di
grandi effetti speciali e personaggi iconici.
Lo chiamavano Jeeg
Robot. Un ladruncolo di periferia, dopo essere entrato
in contatto con una sostanza radioattiva, acquisisce dei
superpoteri e decide di utilizzarli per combattere il crimine.
Altro esempio di film italiano sui supereroi, Lo chiamavano
Jeeg Robot è divenuto un vero e proprio caso cinematografico,
lanciando la carriera del regista Gabriele
Mainetti e consacrando gli attori Claudio
Santamaria, Luca Marinelli e
Ilenia
Pastorelli.
È passato un po’ di tempo
dall’ultima volta che abbiamo avuto aggiornamenti significativi sui
piani DC Studios per il DCU, anche se la mancanza di notizie può essere
in gran parte attribuita agli scioperi di Hollywood dello scorso
anno.
Negli ultimi mesi hanno iniziato a
prendere forma un paio di progetti, tra cui Supergirl: Woman of
Tomorrow, ma sembra che siamo ancora lontani dal
vedere lo slate di “Gods of Monsters” sullo
schermo… per non parlare di sapere per cosa, eventualmente, si sta
preparando il terreno.
Ebbene, secondo una nuova
indiscrezione condivisa dallo scooper @MyTimeToShineH, i DC
Studios stanno sviluppando un film sulla Justice League International (come
nota a margine, si dice che Nathan Fillion riprenderà il suo ruolo di
Guy Gardner nella serie HBO MAX Lanterns).
Per molti versi c’era da
aspettarselo. James Gunn ha dichiarato in più occasioni di
essere un fan della Justice League International,
cosa che sembra essere evidente dai supereroi che ha scelto per
SUPERMAN.
Ci sono già state speculazioni sul
fatto che l’Uomo d’Acciaio incontrerà questa squadra nel
suo prossimo film, con Hawkgirl, Mister Terrific, Guy
Gardner Lanterna Verde e Metamorpho che
fanno tutti parte del gruppo (che siamo sicuri vorrebbero reclutare
Superman
tra le loro fila).
Cosa sappiamo sulla
Justice League International?
La Justice League
International è stata creata alla fine degli anni ’80
dagli scrittori Keith Giffen e J.M. DeMatteis e dall’artista Kevin
Maguire. Rappresentando un allontanamento dalla formazione
tradizionale della Justice League, questa iterazione si concentrava
maggiormente sull’umorismo, sulle dinamiche dei personaggi e sulla
cooperazione internazionale.
Il roster della squadra comprendeva
un mix di personaggi DC affermati e meno noti, come Batman,
Martian Manhunter, Guy Gardner (poi sostituito da Hal
Jordan come Lanterna Verde), Booster Gold, Blue
Beetle, Black Canary e altri ancora.
Guidata dall’affabile e talvolta
imbranato Maxwell Lord – che nel DCU sarà interpretato da Sean
Gunn – la squadra operava dall’ambasciata della
Justice League a New York City, occupandosi di
minacce globali e missioni diplomatiche.
È facile mettere insieme i pezzi
per capire come Justice League International
potrebbe inserirsi nel reboot dei DC Studios.
Sebbene molti fan siano senza dubbio desiderosi di vedere il
ritorno della Justice
League “classica” sui nostri schermi, dobbiamo credere
che James Gunn stia aspettando il momento giusto,
soprattutto dopo gli sforzi del 2017 e del 2021.
Per il momento, ovviamente, si
tratta solo di una voce e siamo certi che il regista si affretterà
a smentire questa storia, qualora fosse falsa. Se non lo farà,
potremmo finalmente avere un’idea più precisa di ciò che il nuovo
DCU sta costruendo…
C’è stato un tempo in cui i
Marvel Studios non potevano
sbagliare, ma le cose sono cambiate quando Eternals
è diventato il primo film del MCU a ottenere un
punteggio “Rotten” su Rotten Tomatoes.
Il marchio non è più a prova di
critica e film e serie tv come Secret
Invasion e Ant-Man and The Wasp: Quantumania ne sono la
prova. Gli odiatori del genere supereroistico non hanno perso tempo
ad abbracciare la narrativa della “stanchezza da supereroi”, ma i
registi di Avengers:
Endgame,
Joe e Anthony Russo non sembrano essere d’accordo con
questa affermazione.
“Penso che sia un riflesso
dello stato attuale di tutto“, ha detto Joe a proposito
delle recenti difficoltà dei Marvel Studios. “È
difficile in questo momento, è un momento interessante. Penso che
siamo in un periodo di transizione e la gente non sa ancora bene
come riceverà le storie in futuro, o che tipo di storie
vorrà“.
“C’è un grande divario
generazionale sul modo di consumare i media. C’è una generazione
che è abituata alla visione su appuntamento e ad andare a teatro in
una certa data per vedere qualcosa, ma sta invecchiando“,
ha continuato, condividendo la sua opinione sullo stato attuale di
Hollywood. Nel frattempo, la nuova generazione dice: “Lo
voglio subito, voglio elaborarlo subito“, per poi
passare alla cosa successiva, che elabora facendo altre due cose
allo stesso tempo“.
“Sai, è un momento molto
diverso rispetto al passato. E credo che tutti, compresa la
Marvel, stiano vivendo la stessa
cosa, questa transizione. E credo che questo sia probabilmente
l’aspetto più importante“.
Sulla “stanchezza da
supereroi”
Anthony è poi intervenuto per
condividere la sua convinzione che da tempo ci si lamenta della
“stanchezza da supereroi“, solo che il genere ha
dimostrato che i suoi detrattori si sbagliavano reinventandosi.
L’era post-COVID è stata definita
dall’espansione del MCU sullo streaming, e anche se
sarebbe sbagliato definirlo un esperimento fallito, i
Marvel Studios hanno
faticato. Ora, però, è in atto una revisione creativa nello studio
che ha rimandato tutto, da Daredevil:
Born Again ad
Avengers 5 sono tornati al tavolo da disegno.
“Penso che sia la
stanchezza in generale“, ha sottolineato il cineasta,
togliendo il disturbo agli adattamenti dei fumetti. “La
questione della stanchezza da supereroi esisteva da molto prima del
lavoro che stavamo facendo. Quindi, è una sorta di lamentela
eterna, come quella che abbiamo sempre citato agli inizi del nostro
lavoro sui supereroi“.
“La gente si lamentava dei
western allo stesso modo, ma sono durati per decenni e decenni e
decenni. Venivano continuamente reinventati e portati a nuovi
livelli man mano che andavano avanti“.
Con un rilancio del DCU all’orizzonte, sembra che stiamo entrando in
una nuova era per i film di supereroi. Una volta che i Marvel Studios avranno superato la
Saga del Multiverso, gli X-Men saranno in gioco e questo, da solo,
dovrebbe cambiare le carte in tavola.
Hanno scelto Instagram i Fratelli Russo per
celebrare il quinto anniversario dell’uscita al cinema di Avengers:
Endgame. Lo hanno fatto con una serie di video dal
backstage del film in cui loro due, Anthony e Joe,
e alcuni dei protagonisti del franchise,
Robert Downey Jr.,
Chris Evans e
Scarlett Johansson, dicono addio a quel set che li ha
visti assurgere a vere e proprie leggende dell’intrattenimento
contemporaneo.
L’ultimo video mostra anche qual è stata l’ultima scena che è
stata girata dell’intero film!
Diretto da
Anthony e Joe Russo e ambientato dopo le vicende narrate
in Avengers:
Infinity War, il film mostrerà al pubblico come
la catastrofica catena di eventi scatenata da Thanos, che ha
dimezzato la popolazione dell’universo e colpito il team degli
Avengers, spingerà i supereroi rimasti a intraprendere un’ultima
azione nello spettacolare capitolo conclusivo di 22 film Marvel Studios.
Prodotto da
Kevin Feige, Avengers:
Endgame vede Louis D’Esposito, Victoria
Alonso, Michael Grillo, Trinh Tran,
Jon Favreau e Stan Lee nel ruolo di produttori
esecutivi, mentre la sceneggiatura è firmata da Christopher Markus
e Stephen McFeely.
Uno dei personaggi più iconici del
mondo dei fumetti italiani è senza dubbio
Diabolik, ideato da Angela e
LucianaGiussiani nel 1962. Nei
decenni è diventato un vero e proprio simbolo culturale, con ad
oggi oltre 900 numeri pubblicati. Diabolik ha portato alla nascita
del genere del fumetto nero italiano, del quale è stato il
precursore generando numerosi epigoni. Con il crescere del suo
successo è naturalmente approdato anche al cinema, dove di recente
ha trovato nuova vita grazie alla trilogia ideata dai
Manetti Bros., il cui primo film, intitolato
semplicemente Diabolik
(qui
la recensione), è arrivato sul grande schermo nel 2021.
Si è trattata della seconda
trasposizione cinematografica del personaggio ideato dalle sorelle
Giussani dopo il film omonimo del 1968 diretto da Mario
Bava. L’idea di riportare Diabolik sul
grande schermo, a oltre mezzo secolo di distanza dall’unico
precedente, incontra il favore di Mario Gomboli,
direttore della Astorina, rimasto positivamente colpito da
precedenti lavori dei Manetti quali L’ispettore Coliandro
e Ammore e
malavita, e che in merito alla genesi del progetto
commentò: “quello che mi
fece capire che finalmente avevo a che fare con le persone giuste
fu la loro passione, la conoscenza del personaggio e delle sue
peculiarità”.
Questo nuovo film viene infatti
pensato per i grandi appassionati del personaggio e dei suoi
fumetti, con numerosi espedienti che richiamano le sue avventure
cartacee. È però perfettamente fruibile anche di chi non sa nulla a
riguardo e si ritroverà così ad assistere alle avventure del più
affascinante dei ladri italiani. In questo articolo, approfondiamo
dunque alcune delle principali curiosità relative a Diabolik.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla
spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La storia dietro il nome e iI fumetto da cui è tratto il
film
Il nome del personaggio deriva da un
fatto di cronaca nera avvenuto a Torino nel 1958, dove misterioso
assassino lasciò sul luogo del delitto una lettera dove si firmava
Diabolich. Tre anni dopo nasceva
Diabolik, per cui il quale le autrici decisero di
ispirarsi a quel nome. Inizialmente il personaggio avrebbe dovuto
chiamarsi Diabolicus, ma si preferì scriverlo con la lettera «K»,
perché Angela la riteneva più adatta a un personaggio come quello
che aveva in mente. Per quanto riguarda il fumetto a cui il film
del 2021 si ispira, questo è L’arresto di
Diabolik, pubblicato nel marzo del 1963, dove compare
inoltre per la prima volta Eva Kant e anche il rifugio del
protagonista.
Clerville, anni ’60.
Diabolik, un ladro privo di scrupoli la cui vera
identità è sconosciuta, ha inferto un altro colpo alla polizia,
sfuggendo con la sua nera Jaguar E-type. Nel frattempo c’è grande
attesa in città per l’arrivo di Lady Kant,
un’affascinante ereditiera che porterà con sé un famoso diamante
rosa. Il gioiello dal valore inestimabile non sfugge all’attenzione
di Diabolik che, nel tentativo di rubarlo, rimane incantato dal
fascino irresistibile della donna. In Lady Kant, l’incorruttibile e
determinato Ispettore Ginko trova dunque il modo
di intrappolare il criminale e questa volta per Diabolik non sarà
facile liberarsi del suo avversario.
Ad interpretare Diabolik vi è
l’attore
Luca
Marinelli, mentre l’attrice
Miriam Leoneinterpreta
Eva Kant. L’Ispettore Ginko è interpretato da
Valerio Mastandrea, mentre completano il cast gli
attori Alessandro Roja nel ruolo del viceministro
Giorgio Caron, Serena Rossi in quello di
Elisabetta Gay, fidanzata di Diabolik, e Vanessa
Scalera in quello di Flora, segretaria di Caron. Vi è poi
un cameo di Claudia
Gerininei
panni della signora Morel. Il giudice nella sequenza del processo,
invece, è interpretato da Mario Gomboli, autore e
redattore capo del fumetto “Diabolik”.
Le location del film: ecco dove è stato girato
Le riprese di Diabolik
si sono svolte in diverse località italiane, tra l’Emilia
Romagna e la Lombardia, ma anche
Friuli-Venezia Giulia e Valle
d’Aosta. In quest’ultima, più precisamente
a Courmayeur si sono infatti svolte le
prime giornate di riprese relative alla località montana di
Bellair, dove compare Eva Kant. Nel film sono presenti luoghi
simbolo della località valdostana come il resort Coeur des
Neiges e il Grand Hotel Royal e
Golf. La fittizia cittadina di Clerville è invece poi
stata ricreata con riprese tra Milano e
Bologna e in quest’ultima sono anche state
girate le scene dell’inseguimento in auto.
Sempre a Bologna è stata utilizzata
la suite presidenziale Giambologna del Grand Hotel
Majestic, trasformato per l’occasione nel Grand Hotel
Excelsior dove alloggia Lady Kant. Trieste, invece, viene invece
principalmente adoperata per l’ambientazione della città marittima
di Ghenf. In particolare, la Stazione Marittima
viene usata per gli esterni della Banca Centrale di Ghenf. I
protagonisti attraversano anche la strada
Napoleonica, da cui si può ammirare il panorama sul golfo,
e Portopiccolo, borgo di mare incastonato nella
baia di Sistiana (frazione del comune sparso di
Duino-Aurisina).
I sequel del film: Diabolik
– Ginko all’attacco! e Diabolik – Chi
sei?
Prima ancora dell’uscita di Diabolik,
è stato annunciato che il film sarebbe stato il primo di una
trilogia dedicata al personaggio. Tuttavia, a partire dal secondo
film ad interpretare l’iconico ladro non è più
Luca Marinelli bensì Giacomo
Gianniotti, celebre per essere stato il Dr. Andrew DeLuca
nella serie televisiva Grey’s Anatomy. Il primo di questi
sequel, Diabolik –
Ginko all’attacco! è uscito nel 2022, mentre nel 2023
è arrivato il terzo e conclusivo capitolo, Diabolik
– Chi sei?, che ha portato a conclusione le vicende
dei tre personaggi principali. Questi due sequel, tuttavia, hanno
ottenuto minor successo al box office rispetto al film del
2021.
Il trailer di
Diabolik e dove vedere il film in streaming e in
TV
È possibile fruire di Diabolik
grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei
cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV,
Infinity e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 26
aprile alle ore 21:20 sul canale
Rai 2.
Sono numerosi, fortunatamente, i
film che hanno il coraggio di affrontare la terza età, spesso
dimostrando come questo periodo della vita possa essere ancora
ricco di sorprese e nuove occasioni. Film come Ella e John,
Le nostre anime di notte,
Marigold Hotel o l’italiano Free – Liberi, sono solo alcuni esempi tra i tanti in
cui si affronta l’anzianità sotto sfumature diverse, con temi che
vanno dalla memoria e il tempo alla malattia, senza dimenticarsi
però di raccontare anche delle relazioni e delle nuove avventure
che si possono vivere. Un altro titolo appartenente a questa
categoria è Queen Bees – Emozioni senza età.
Diretto nel 2021 da Michael Lembeck – noto per i film
Che fine ha fatto Santa Claus? (2002) e Santa Claus è
nei guai (2006) – questo offre agli spettatori una storia
tanto commovente quanto divertente su quella fase di vita troppo
spesso considerata in termini negativi. Originariamente il titolo
del film era Welcome to Pine Grove!, ma è poi stato cambiato
in Queen Bees – Emozioni senza età, che a parte
per il sottotitolo italiano fa riferimento alle api regine e al
loro essere il cuore dell’alveare e di quanto avviene in esso. Così
sono anche le protagoniste di questo film, donne ricche di risorse
e sorprese.
Si tratta dunque di una spensierata
commedia che offre molteplici spunti di riflessione e buoni
sentimenti, che grazie ora al suo passaggio televisivo può essere
scoperta o riscoperta. In questo articolo, approfondiamo dunque
alcune delle principali curiosità relative a Queen Bees –
Emozioni senza età. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alla
storia vera a cui ci si ispira. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama e il cast di Queen Bees – Emozioni senza
età
Protagonista del film è
Helen Wilson, un’anziana vedova che ha conquistato
una sua indipendenza e vive serenamente la sua routine quotidiana.
Quando però la casa in cui abita deve essere ristrutturata, la
donna è costretta a trasferirsi per il periodo necessario in una
comunità per anziani, la Pine Grove Senior Community. Inizialmente
non è facile per lei abituarsi a dividere lo spazio con altre
persone, e le dinamiche interne del centro la spiazzano. Le sembra
di essere tornata ai tempi del liceo, deve partecipare ad attività
di gruppo e corsi di vario genere.
Si trova infatti a relazionarsi con
vedove ancora energiche e vitali, spietati tornei di bridge e un
gruppetto di prepotenti “cattive ragazze”. Saranno però proprio
queste ultime a riuscire nel farla uscire dal suo guscio e
rimettersi in gioco. Piano piano, Helen riscopre così grazie alle
sue nuove amiche la gioia della condivisione e, contro ogni sua
aspettativa, ha di nuovo anche l’occasione d’innamorarsi, dopo
tanti anni, grazie all’arrivo di Dan, un nuovo
ospite della struttura. Ben presto, Helen si troverà dunque a dover
scegliere dove desidera trascorrere il resto della sua vita.
Ad interpretare Helen Wilson vi è
l’attrice Ellen Burstyn, attrice premio Oscar
celebre per i film L’esorcista (1973) e Alice non abita più qui
(1975). Accanto a lei, nel ruolo di sua figlia Laura vi è l’attrice
ElizabethMitchell, mentre il
nipote Peter Crane è interpretato da Matthew
Barnes. Recitano poi nel film Loretta
Devine nel ruolo di Sally Hanson, Jane
Curtin in quello di Janet Poindexter,
Ann-Margret in quello di Margot Clark e
l’attore Christopher Lloyd – l’iconico Doc di
Ritorno al futuro – nel ruolo di Arthur Lane. Ad
interpretare Dan Simpson, l’uomo di cui Helen si innamora, vi è
invece James Caan, qui alla sua ultima apparizione
cinematografica prima della scomparsa.
La storia vera dietro il film
Pur non essendo un vero e proprio
adattamento di una reale vicenda, Queen Bees – Emozioni
senza età è in ogni caso basato su una storia realmente
avvenuta alla nonna del produttore del film Harrison Powell, la
quale ha trovato una seconda possibilità d’amore dopo essersi
trasferita in una comunità di pensionati da vedova. Stando a quanto
raccontato da Powell, nel nuovo ambiente la nonna si è trovata
innanzitutto a confrontarsi con una serie di dinamiche come gruppi
di amici, simpatie e antipatie, scherzi e giochi. Inizialmente,
sempre secondo le parole del produttore, la donna non voleva
saperne di tutto ciò.
“Ma la riluttanza iniziale pian
piano ha lasciato spazio alla voglia di rimettersi in gioco. È così
tornata a fare amicizia, a ridere, a nuotare e persino a
innamorarsi. Ha anche conosciuto un uomo meraviglioso e ha finito
con lo sposarlo. La sua è stata una lezione di vita che meritava di
essere raccontata. In fondo, è un invito a non chiudere mai le
porte e a rimanere ottimisti, qualunque sia l’età che ognuno
abbia”. È così che, guardando alla seconda vita avuta da sua
nonna, Powell ha avuto l’ispirazione per il film, incentrato sulle
seconde possibilità della vita e sul non smettere mai di
sorprendersi.
Il trailer di Queen Bees –
Emozioni senza età e dove vederlo in streaming e in
TV
Sfortunatamente Queen Bees –
Emozioni senza età non è presente su nessuna delle
piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente
nel palinsesto televisivo di venerdì 26 aprile
alle ore 21:20 sul canale Rai 3.
Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente
anche sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo
si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda.
Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per
trovare il film e far partire la visione.
Autore di celebri film come
Distretto 13 – Le brigate della morte,Halloween e La cosa, John
Carpenter ha negli anni portato al cinema storie che
prendono vita a partire da incubi molto più reali di quello che
sembra. Molte delle sue opere sono infatti riletture metaforiche di
drammatiche o pericolose situazioni sociali, affrontate qui
attraverso l’occhio critico della cinepresa. L’esempio ancora oggi
più brillante rimane quello di 1997: Fuga da New
York, lungometraggio del 1981 dove, all’interno di
una cornice da thriller distopico, si raccoglie una profonda
riflessione sulle derive della società e dell’umanità.
La pellicola, scritta dallo stesso
Carpenter insieme a Nick Castle, utilizza infatti
un genere apparentemente tendente alla fantascienza per raccontare
invece un contesto a suo modo già presente e diffuso a livello
globale. Acclamato sin dalla sua uscita, 1997: Fuga da New
York è ancora oggi, a distanza di anni, uno dei film più
importanti e lucidi sull’argomento.
In questo articolo, approfondiamo
dunque alcune delle principali curiosità relative a 1997:
Fuga da New York. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama,
al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti
il film nel proprio catalogo.
La trama e il cast di 1997:
Fuga da New York
Il film si svolge nel 1997, anno in
cui l’isola di Manhattan è ora una prigione di massima sicurezza.
All’interno di questa si trovano rinchiusi e abbandonati i numerosi
criminali che hanno in quegli anni preso il sopravvento negli Stati
Uniti. L’attenzione torna però a focalizzarsi su questo inferno in
terra nel momento in cui l’aereo presidenziale viene dirottato e
fatto precipitare all’interno della prigione. Il presidente diventa
un ostaggio e la situazione è quanto mai disperata. Per cercare di
risolverla, il commissario di polizia Bob Hauk
ingaggia l’ex eroe di guerra e ora criminale Jena
Plissken per recuperare il presidente. La ricompensa sarà
l’evitare di finire egli stesso confinato a New York.
Ad interpretare Jena Plissken,
personaggio oggi iconico, vi è l’attore Kurt Russell. Egli
indica 1997: Fuga da New York come il suo film
preferito tra quelli interpretati. Rimase infatti così affascinato
dal personaggio di Jena da contribuire attivamente alla sua
costruzione, suggerendo anche elementi come la celebre benda
sull’occhio. Il presidente degli Stati Uniti ha invece il volto di
Donald Pleasence, attore ricorrente nella
filmografia di Carpenter. Il commissario Hauk è interpretato dal
celebre Lee Van Cleef, qui in uno dei suoi ultimi
ruoli. Nel film sono poi presenti gli attori Isaac
Hayes nei panni del criminale Il Duca e Harry Dean
Stanton in quelli di Harold “Mente” Helman.
La spiegazione del film e del suo
finale
Il racconto del film si muove a
partire da una ben precisa struttura spaziale. Questa si divide nel
mondo esterno e in quello interno al carcere che è ora New York.
Questo contrasto è tipico delle narrazioni distopiche, dove una
delle caratteristiche è appunto la funzionalizzazione dello spazio
e della società. Anche in questo caso l’idea di segregazione e
confinamento deriva dall’immaginario distopico precedente.
L’intento di Carpenter era proprio quello di dar vita a due
distinte atmosfere all’interno del film. Se il mondo esterno ha
ancora una parvenza di civilizzazione, identificabile nel massiccio
uso di tecnologia, al contrario il carcere di New York è un luogo
senza legge, dove i presenti sono regrediti allo stato brado,
indossano pellicce e commettono atti di cannibalismo.
Tale rielaborazione dello spazio è
un elemento generatosi in seguito alla presa di coscienza americana
della fine della frontiera. Emiliano Ilardi nel suo saggio La
frontiera contro la metropoli. Spazi, media e politica
nell’immaginario americano illustra come nell’immaginario
statunitense il raggiungimento della frontiera, oltre cui non è
possibile andare, è il motivo per cui si iniziano a considerare
nuove dimensioni spaziali. In questo senso la catastrofe presente
nel film assume la funzione di generatrice di nuovo spazio,
derivato dalla distruzione di preesistenti realtà. Una simile
rappresentazione della società diventa dunque un chiaro atto
critico nei confronti di questa e delle sue degenerazioni.
La soluzione drastica a cui si
arriva nel film, quella di far diventare un’intera città (ma non
una città qualunque, bensì New York, di per sé metafora, città
globale, entrata nell’immaginario collettivo come luogo di speranza
e possibilità, come capitale della multiculturalità e del sogno
americano) una prigione di massima sicurezza, è indice di una
società e di un governo incapace, nonostante la disponibilità di
mezzi, di contrastare gravi problemi sociali, come appunto quello
della criminalità. Il nichilismo e il cinismo sembrano aver
soggiogato l’umanità, facendole perdere proprio il valore del
rispetto per l’esistenza umana.
Tutto ciò ci appare chiaro al
termine del film. Qui si svela l’ipocrisia di coloro che dovrebbero
essere i garanti della giustizia, e che invece dimostrano di essere
allo stesso livello dei cosiddetti “criminali”. La figura stessa
del presidente degli Stati Uniti è a tal proposito decisamente
emblematica e metaforica. Egli è la persona-oggetto da salvare, in
quanto in lui si presuppone siano incarnati i valori di giustizia e
rispetto della legge, salvo rivelare alla fine una natura ben poco
connaturata con tali valori, che sembrano anzi non appartenergli
affatto. Il finale svela così il labile confine tra questi due
mondi che, anche se esteticamente diversi, sembrano essere popolati
entrambi da soggetti esseri ipocriti e privi di scrupoli.
Gli Stati Uniti di quel periodo si
caratterizzavano inoltre per un sentimento di forte cinismo, anche
a causa dello scandalo Watergate. Carpenter si fa dunque interprete
della diffusa sfiducia che si avvertiva nei confronti delle
autorità, al punto di servirsene per comporre l’atmosfera dominante
del suo film. Tramite questo, il regista sembra dunque voler
mostrare come sia in corso un sempre più pericoloso disinteresse
nei confronti della vita umana. La stessa collocazione temporale
del film, l’anno 1997, è frutto di una volontà ben precisa. Il
regista non sceglie un’ambientazione proiettata in un lontano
futuro, ma la fissa di soli 16 anni avanti all’anno di
realizzazione del film, sottolineando ulteriormente come la piega
presa dalla specie umana possa portare a realtà distopiche nel giro
di breve tempo.
Il sequel del film: Fuga da Los Angeles
Quindici anni dopo 1997:
Fuga da New York, Carpenter ha infatti poi dato vita al
sequel Fuga da Los Angeles, uscito nel 1996.
Questo è ambientato in una futuristica Los Angeles trasformatasi
dopo un devastante terremoto in un isola trasformata in colonia
penale, dove vengono esiliati i peggiori criminali. Il film vede
dunque Jena Plissken alle prese con una nuova missione di
salvataggio in un ambiente estremamente pericoloso. Fuga da
Los Angeles porta però avanti anche i temi introdotti dal
primo film, giungendo a conclusioni particolarmente amare, con cui
di fatto Carpenter pone fine al racconto di questo mondo e dei suoi
personaggi.
Il trailer di 1997: Fuga da
New York e dove vederlo in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su una delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. 1997: Fuga da New York è
infatti disponibile nel catalogo di Mubi. Per vederlo, basterà sottoscrivere un
abbonamento alla piattaforma, potendo così accedere al film ma
anche all’intero catalogo. Il film è inoltre presente nel
palinsesto televisivo di venerdì 26 aprile alle
ore 21:00 sul canale 20
Mediaset.
Lo sceneggiatore Aaron
Sorkin ha confermato, durante una registrazione in diretta
del podcast The Town, di essere attualmente
al lavoro su una sorta di sequel di The Social Network, l’acclamato dramma di
David Fincher del 2010 sulla creazione di Facebook
che gli è valso l’Oscar per la migliore sceneggiatura adattata.
Sorkin ha affermato che scriverà degli ultimi anni della società di
Mark Zuckenberg, in quanto “do la colpa a
Facebook per quanto accaduto il 6 gennaio“.
Aaron Sorkin non ha voluto
rispondere sul perché ritiene Facebook il responsabile dell’assalto
dei sostenitori di Trump al Campidoglio degli Stati Uniti, ma ha
stuzzicato affermando: “Per saperlo dovrete comprare
un biglietto per il cinema“. “Sì, sto cercando di scrivere
un film su questo argomento“, ha poi spiegato. “Facebook
ha, tra l’altro, messo a punto il suo algoritmo per promuovere il
materiale più divisivo possibile. Perché è questo che aumenta il
coinvolgimento. Questo è ciò che vi porterà a quello che nei
corridoi di Facebook chiamano ‘lo scroll infinito'”.
“Si suppone che in Facebook ci
sia una tensione costante tra crescita e integrità. Non è così. C’è
solo crescita“. Aaron Sorkin ha poi aggiunto che: “Se Mark
Zuckerberg si svegliasse domani mattina e si rendesse conto che non
c’è nulla che si possa comprare per 120 miliardi di dollari che non
si possa comprare per 119 miliardi di dollari, ‘Allora che ne dici
se faccio un po’ meno soldi? Aumenterò l’integrità e diminuirò la
crescita”. Sì, è possibile farlo cambiando onestamente un uno con
uno zero e uno zero con un uno“.
Aaron Sorkin e il sequel di The Social Network
Qualsiasi cosa Sorkin stia
preparando sembra più un successore spirituale di The
Social Network che non un sequel diretto. Il film del
2010, interpretato da Jesse Eisenberg nel ruolo del fondatore di
Facebook Mark Zuckerberg, è stato un successo di critica (ha
ottenuto otto nomination agli Oscar, tra cui quella per il miglior
film) e di botteghino, con 224 milioni di dollari al box office
mondiale. Quentin Tarantino lo ha addirittura definito
il miglior film degli anni 2010.
Sorkin ha ventilato per la prima
volta l’idea di scrivere un sequel di The
Social Network nel 2021, quando ha detto che “quello
che è successo con Facebook negli ultimi anni è una storia che vale
la pena di raccontare, e c’è un modo per raccontarla come seguito
di ‘The Social Network’, e questo è quanto so“. Ma una volta
aveva anche detto, durante il podcast “Happy Sad Confused”, che
l’unico modo per far avanzare un sequel del film è che
David Fincher accetti di dirigerlo. Tuttavia, il
regista si era detto non particolarmente interessato alla cosa.
In una recente intervista con GamesRadar+,
però, i registi di Avengers:
EndgameAnthony e JoeRusso hanno espresso un certo sconcerto per il
potenziale ritorno dell’Iron Man di Downey nel MCU, dopo aver ucciso il
personaggio in modo così eroico nel loro film da record. “Non
so come farebbero“, ha detto Anthony. “Non so quale
sarebbe la strada da percorrere“. Joe ha aggiunto:
“Vogliodire, abbiamo chiuso quel capitolo, quindi
spetterebbe a loro capire come riaprirlo“.
Per quel che vale, il presidente dei
Marvel StudiosKevin Feige non sembra troppo interessato a
riportare sul grande schermo l’Iron Man di Downey. “Abbiamo
intenzione di conservare quel momento e di non toccarlo di
nuovo“,
aveva detto Feige a proposito della morte di Iron Man.
“Abbiamo lavorato tutti duramente per molti anni per arrivare a
quel momento, e non vorremmo mai annullarlo magicamente in alcun
modo“. Si direbbe dunque che non c’è da aspettarsi di rivedere
Downey Jr. come Tony Stark sul grande schermo.
Le riprese del misterioso nuovo film
di Ryan Coogler sui vampiri ambientato negli anni
’30 sono in corso e le prime foto dal set sono state diffuse
online. La maggior parte degli scatti mostra alcuni degli edifici
ricostruiti per le riprese, ma viene anche mostrata la star
Michael B. Jordan con un look che a molti ha
ricordato quello del celebre vampiro della Marvel, Blade (su
cui, ricordiamo, è attualmente in fase di sviluppo un film con
protagonista Mahershala Ali).
Quando si è sentito parlare per la
prima volta di questo nuovo progetto della coppia Coogler-Jordan,
si diceva che fosse così top secret che “dirigenti e compratori
erano costretti a recarsi in pellegrinaggio negli uffici di Beverly
Hills della WME, l’agenzia che rappresenta Coogler e Jordan, per
poter dare un’occhiata alla sceneggiatura”. Tuttavia, nel
frattempo sono trapelati alcuni dettagli.
Cosa sappiamo sul misterioso film
di Ryan Coogler con Michael B. Jordan?
Inizialmente, il film era stato
descritto come un “lungometraggio di genere“, con un
“elemento d’epoca nella storia“, ma in seguito si è
appreso che in realtà sarebbe stato ambientato nel Sud dell’epoca
Jim Crow e avrebbe potuto coinvolgere sia i vampiri che le
tradizioni soprannaturali del Sud (questo non è ancora stato
confermato). Jordan potrebbe in realtà interpretare due ruoli, dato
che una voce sosteneva che fosse stato scritturato per il ruolo di
due fratelli gemelli.
Anche Hailee Steinfeld, Wunmi
Mosaku, Delroy Lindo e Jack O’Connell sono a bordo del film in ruoli
secondari. I dettagli sui loro personaggi sono altrettanto
riservati, ma secondo un recente rapporto commerciale, “Mosaku
potrebbe interpretare l’interesse romantico di Jordan, mentre
O’Connell potrebbe essere un antagonista razzista“. Ad oggi,
sappiamo che il film uscirà in sala il 7 marzo
2025. Di seguito, ecco le prime foto emerse online:
Il direttore della fotografia di
Ryan Coogler, Autumn Durald
Arkapaw, ha invece condiviso una foto sulla sua pagina Instagram in occasione delle
riprese. Da questa, si evince che il film ha già un titolo, ma
viene ancora tenuto nascosto, in questo caso da alcune emoji nere a
forma di cuore. La segretezza che circonda il titolo ha portato a
speculare sul fatto che il film possa essere basato su un’IP
esistente e molto nota.
Dopo il trionfo di The
Sandman, l’adattamento dell’acclamata
opera di Neil Gaiman con protagonista il
misterioso Morfeo di Tom Sturridge, Netflix ha deciso di osare nuovamente portando alla
ribalta un’altra amata storia dell’autore britannico. Infatti, la
miniserie in otto episodi Dead Boy
Detectives, disponibile su Netflix dal 25 aprile, trasporta sullo
schermo la cupa e struggente storia dei due
simpatici e gentili fantasmi adolescenti creati da Gaiman agli
inizi degli anni ’90, Edwin e Charles, il
“cervello” e i “muscoli” dell’agenzia soprannaturale
“Detective Defunti”. Inoltre, a dare vita a questo
spin-off fresco e travolgente, accanto ai
fumettisti Neil Gaiman e Matt Wagner, c’è lo showrunner Steve
Yockey, noto per aver prodotto il noto e iconico
Supernatural e per aver regalato al pubblico
l’adrenalinico The Flight
Attendant.
Dead Boy Detectives, la trama
Il noioso Edwin Payne (interpretato
da George Rexstrew) e l’impulsivo Charles Rowland
(Jayden Revri) sono due fantasmi adolescenti molto
amici che, mentre cercano da millenni di sfuggire alla
Morte, fondano l’agenzia Detective Defunti con l’obiettivo
di aiutare a risolvere i casi irrisolti che legano le tormentate
anime dei fantasmi di Londra ancora bloccati sulla terra. Tuttavia,
il loro equilibrio viene sconvolto quando incontrano la misteriosa
e coraggiosa Crystal Palace (l’attrice Kassius
Nelson), una giovane sensitiva che ha perso tutti i suoi
ricordi a causa di un feroce e caparbio demone (David
Iacono). Mossi dal desiderio di ritrovare sé stessi e di
compiere “buone azioni” nella speranza di redimersi, i tre si
dirigono verso la placida cittadina di Port Townsend, nello stato
di Washington, per risolvere un enigmatico caso legato alla
scomparsa di una povera bambina.
Qui faranno la conoscenza di nuovi
amici, come la simpatica e allegra Niko (interpretata da
Yuyu Kitamura) e la cinica macellaia tatuata Jenny
(Briana Cuoco), ma anche di altrettanti nemici che
li “costringeranno” a rimanere lontani dalla confortevole
Londra.
Una struttura alla Scooby Doo
La serie struttura ogni
episodio intorno a un mistero da risolvere, che va dal
salvataggio di Crystal dall’ex fidanzato demone che cerca di
possederla, al liberare la dolce e generosa Niko da due folletti
tanto adorabili quanto crudeli. Questa intricata e
articolata trama, ricca di intrecci e importanti
flashback, si nutre dunque delle continue sfide paranormali
e personali che i protagonisti devono affrontare. Infatti,
i nemici che si trovano sulla loro strada diventano sempre più
pericolosi, angoscianti e… invadenti.
Per esempio, a impedire ai tre
giovani di tornare a Londra c’è il capriccioso e affascinante
Re Gatto, interpretato dal magnetico Lukas
Gage (noto per le sue interpretazioni in Euphoria, Love, Victor,
The White Lotus e You), che,
attratto da Charles, li intrappola a Port Townsend con una scusa
ridicola. Ma il Re Gatto è solo l’inizio delle loro preoccupazioni:
il trio si imbatte preso nella strega “mangiabambini”
Esther (interpretata da Jenn Lyon), che
tormenta i tre giovani con il desiderio di renderli preda per il
suo grosso e sanguinario “serpente della gioventù”.
E, come se non bastasse, Edwin e
Charles devono costantemente cercare di sfuggire alla Morte
(la sorella di Sogno in The
Sandman, interpretata anche qui dall’attrice
Kirby Howell-Baptiste) e di evitare un destino
infernale che non pensano di meritare. Questa missione diventa
sempre più ardua, soprattutto quando le loro “vite” si intrecciano
con la determinazione (o ossessione?) dell’infermiera
notturna (interpretata da Ruth Connell, nota
per il suo ruolo di Rowena in Supernatural), una “manager
dell’aldilà” incaricata di raccogliere le anime dei bambini per
conto di Morte.
Edwin e Charles: una seconda possibilità
nell’aldilà
Uno dei principali punti di forza
della serie risiede senza dubbio nell’ottima
caratterizzazione dei personaggi. In soli otto episodi,
sia i protagonisti che i personaggi secondari sono raccontati a
sufficienza per convincere il pubblico e coinvolgerlo
emotivamente. Tutti i personaggi, dunque, per quanto a
volte piccoli e marginali per la narrazione, riescono a
emergere con pregi e difetti, traumi e speranze.
In questa intricata trama, ogni personaggio si mostra come
il prodotto dei dolori che ha affrontato. Persino
gli antagonisti più crudeli, quindi, finiscono per avere un “valido
motivo” per seminare sofferenza, odio e inferno sulla Terra.
Questa particolare cura nella
caratterizzazione dei personaggi aggiunge alla trama soft
horror una dimensione emotiva e umana che va ben oltre la
semplice comprensione del soprannaturale. Ciò che veramente
colpisce lo spettatore non sono gli effetti speciali, gli jumpscare
o i viaggi danteschi attraverso orrorifici e suggestivi gironi
infernali. Quello che fa davvero brillare la serie sono le singole
narrazioni, le storie personali e intime dei
personaggi che affrontano temi universali
come il bullismo, la violenza domestica, la solitudine, il
tradimento, il dolore della perdita… e anche l’amore. Le vicende di
Edwin e Charles, in particolare, sono così toccanti e
commoventi da relegare in secondo piano qualsiasi
mostruosità o presenza demoniaca. Pur appartenenti a epoche
diverse, infatti, Edwin e Charles si ritrovano legati da un triste
destino, un filo rosso di sofferenza e ingiustizia che unisce i
loro traumi e il loro profondo sentimento di sentirsi soli a questo
mondo.
Edwin e Charles
non si limitano banalmente a cercare redenzione o eternità. Il loro
è un viaggio alla ricerca dell’accettazione e del
perdono, verso coloro che li hanno feriti e soprattutto
verso sé stessi. Un lungo e tortuoso viaggio mosso dal desiderio di
seconde opportunità che si estende fino all’aldilà.
Uno spin-off coi fiocchi
Deliziosamente oscuro,
adorabilmente goffo e profondamente commovente, Dead
Boy Detectives si palesa quindi come un degno spin-off
di The Sandman. Infatti, nonostante adotti
un’atmosfera più adolescenziale e meno tenebrosa,
e pur presentando alcune sottotrame che potrebbero risultare
forzate (come quelle legate al demone David e al ragazzo-corvo,
talmente noiosi da far risultare difficile prenderli sul serio), il
teen drama horror proposto da Netflix riesce senza alcun dubbio a
intrattenere, a incuriosire e a catturare il cuore degli spettatori
con un tocco tenero e avvincente, che a tratti
ricorda quello dell’amato dark fantasy di Joe Hill, Locke & Key.
Vincenzo
Mollica, giornalista, scrittore, autore e conduttore
televisivo e radiofonico, riceverà il David Speciale nel corso
della 69ª edizione dei
Premi David di Donatello. Il riconoscimento sarà assegnato
venerdì 3 maggio nell’ambito della cerimonia di premiazione in
diretta, in prima serata su Rai 1 dagli studi di Cinecittà, con la
conduzione di Carlo Conti e Alessia Marcuzzi. L’evento sarà
trasmesso per la prima volta in 4K, sul canale Rai4K, numero 210 di
Tivùsat. Sul red carpet ci sarà Fabrizio Biggio.
“Da oltre quarant’anni,
Vincenzo Mollica racconta con passione e sobrietà, entusiasmo e
competenza, il mondo dello spettacolo in Italia – dichiara Piera
Detassis, Presidente e Direttrice Artistica dell’Accademia del
Cinema Italiano – Il suo stile unico, l’empatia e la sua arte
dell’intervista sono da decenni un esempio per chi ha intrapreso la
carriera di giornalista. Per me una vera ispirazione, per tutti un
maestro che sa unire gusto pop, film d’autore, grandi attori e
registi. E che, soprattutto, ama comunicare, perché Vincenzo
Mollica non ha parlato solo agli addetti ai lavori ma al pubblico,
enorme, che lo ha conosciuto e apprezzato attraverso televisione e
radio. Cinema, musica, tv, fumetto, letteratura, universo digitale:
Vincenzo è al fianco di tutti noi, ogni giorno, per raccontarci con
la sua coinvolgente curiosità l’affascinante universo della cultura
in tutti suoi linguaggi”.
Vincenzo Mollica entra a
far parte della redazione del TG1 nel 1980, divenendo uno dei primi
giornalisti televisivi specializzati in spettacolo e raccontando,
da inviato, grandi eventi come le cerimonie degli Academy Awards,
il Festival
di Cannes, la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di
Venezia e Festival di Sanremo. Ha curato, per oltre venti anni, la
rubrica di approfondimento sullo spettacolo del TG1,
“DoReCiakGulp”, ha realizzato le trasmissioni televisive “Prisma”,
“Taratatà” e “Per fare Mezzanotte” mentre su Rai Radio 2 ha ideato
e condotto il programma “Parole parole, storie di canzoni”. Nel
corso degli anni, Mollica ha scritto e curato novantatré volumi sul
mondo del cinema, della musica e del fumetto ed è stato
collaboratore del Radiocorriere TV, Linus, il Venerdì di
Repubblica, Il Messaggero e l’Unità. Nel 1986, appare sul fumetto
“Viaggio a Tulum”, ideato da Federico Fellini e disegnato da Milo
Manara mentre, nel 1995, fa la sua prima apparizione in un fumetto
Disney, all’interno della storia “Paperino oscar del centenario”:
da un disegno di Andrea Pazienza, che lo ritrae dotato di becco, il
giornalista si trasforma, grazie alla penna di Giorgio Cavazzano,
in Paperica. Disegnatore egli stesso, Mollica ha diretto, dal 1991
al 1995, la rivista Il Grifo e nel dicembre del 2006 ha esposto le
sue opere al Complesso del Vittoriano a Roma. Nel 2019, in
occasione della Mostra di Venezia, ha ricevuto il Premio Pietro
Bianchi, prestigioso riconoscimento che il Sindacato Nazionale dei
Giornalisti Cinematografici conferisce in omaggio a una personalità
eccellente del mondo del cinema. E torna al cinema, questa volta da
protagonista, con un docufilm da lui ideato e co-prodotto da Atomic
e Rai Cinema sugli ultimi anni di vita di Federico Fellini.
Challengers (qui
la recensione) è al cinema dal 24 aprile ed ha tra i suoi
protagonisti l’attrice Zendaya, che ha ora raccontato brevemente di
essere stata “nervosa” prima dell’uscita del nuovo film di
Luca Guadagnino. L’attrice, vincitrice di un Emmy,
ha condiviso su Instagram un carosello di foto e video dietro le
quinte del film con le sue co-star, Mike Faist e
Josh O’Connor.
“È la prima volta che sono la
protagonista di un film in questo modo, quindi ero nervosa, ma
l’entusiasmo e l’incoraggiamento di tutti hanno significato il
mondo per me“, ha commentato il post su Instagram. “Sono
così onorata di averlo potuto fare accanto a queste persone
incredibilmente talentuose, brillanti (ed esilaranti) e a nome di
tutti noi, speriamo che il film vi piaccia e ancora… cercate di non
giudicare troppo i personaggi lol ma anche #teamtashi“.
Il post carosello – riportato qui
di seguito – comprende video di Zendaya che si allena con una palla gonfiabile
e si allena su un campo da tennis, di O’Connor che lanciava una
bottiglia d’acqua di plastica e cercava di farla atterrare in
posizione verticale, e di Faist truccato e pettinato. Il video
finale vede O’Connor e Faist che si baciano su una racchetta da
tennis con la parrucca di Zendaya del film, facendo apparentemente
riferimento alla scena del trailer che è diventata virale in cui i
loro personaggi la baciano entrambi.
Forse nota soprattutto per il ruolo
di Rue Bennett in Euphoria,
negli ultimi anni Zendaya ha ottenuto importanti progetti
cinematografici, tra cui Spider-Man
Homecoming e i suoi seguiti ma anche Dune e Dune: Parte
Due. L’attrice ha rivelato a The Hollywood Reporter che,
prima di iniziare la produzione di Challengers, ha chiesto alla
co-star di Dune,
Timothée Chalamet, un consiglio su come lavorare con
Guadagnino.
“Luca è brillante, e volevo
lavorare con lui da molto tempo, e questa mi è sembrata una cosa
assolutamente perfetta. Quando ci siamo incontrati per la prima
volta per la sceneggiatura, aveva una comprensione così acuta e
profonda dei personaggi fin dall’inizio e un’idea più chiara del
tipo di film che voleva creare. E la sceneggiatura era brillante,
[lo scrittore] Justin Kuritzkes ha un grande talento e sono molto
felice per lui. Quindi tutto ha avuto senso“.
Il film, di cui Zendaya è anche produttrice, segue il suo
personaggio, Tashi, una tennista trasformata in allenatrice, che
trasforma suo marito Art (Faist) da giocatore mediocre in un
campione del Grande Slam di fama mondiale. Quando Art subisce una
serie di sconfitte, Tashi lo iscrive ad un torneo challenger – uno
dei tornei di livello inferiore rispetto a quelli per
professionisti. Qui, però, Art si troverà a sfidare Patrick
(O’Connor), suo ex migliore amico ed ex fidanzato di Tashi.
Uno dei film più attesi dell’estate
è senza dubbio Deadpool &
Wolverine, il nuovo kolossal dei Marvel Studios. Il film non solo continuerà le
avventure dei due personaggi principali, ma presenterà anche
elementi del Marvel Cinematic Universe,
come l’Autorità per le Variazioni Temporali, e camei di personaggi
dei precedenti film della Fox sugli X-Men. Tanto materiale
preesistente sarà dunque incluso nel film, cosa che ha portato in
molti a chiedersi se non fosse necessario fare un ripasso in vista
della visione.
Nelle recenti dichiarazioni
rilasciate all’Associated Press, però, il
regista di Deadpool &
Wolverine, Shawn Levy, ha assicurato
che, nonostante queste connessioni con il franchise, il film sarà
accessibile al pubblico senza bisogno di fare ulteriori
“compiti a casa“. “Ero un bravo studente a scuola.
Faccio i compiti a casa anche da adulto. Ma non voglio
assolutamente fare i compiti quando vado al cinema“, ha
spiegato Levy.
“Ho fatto questo film con un
sano rispetto e gratitudine nei confronti dei fan sfegatati che
conoscono a menadito la mitologia e la storia di questi personaggi
e di questo mondo. Ma non volevo dare per scontato questo. Questo
film è costruito per l’intrattenimento, senza alcun obbligo di
arrivare preparati con una ricerca precedente“.
Deadpool &
Wolverine riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy,
regista di Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la
regia dell’atteso progetto. Hugh Jackman
uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere
il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli
ufficiali della storia di Deadpool &
Wolverine, con protagonista Ryan Reynolds,
non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama
riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la
serie di film di Deadpool – l’unica parte del
franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da
parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano
svolti in un universo diverso.
Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al
contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman,
viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi
presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e
Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche
altri X-Men possano fare la loro
comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della
Marvel comparsi sul
grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben
Affleck.
Una voce recente afferma che anche
Liev Schreiber
sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo,
Morena Baccarin
(Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie
Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e
Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni
dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in
franchising Emma Corrin (The
Crown) e Matthew
Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora segreti. Un
recente report afferma inoltre che la TVA di Loki, incluso l’agente
Mobius (Owen Wilson) e
Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool &
Wolverineuscirà nei cinema il 26 luglio
2024.
Uscito nel 2020, L’uomo
invisibile (qui
la recensione) di Leigh Whannell è stato uno
dei film horror più acclamati dalla critica di quell’anno e ha
lasciato i fan con la speranza di poter vedere un seguito. Ma
nonostante la sua conclusione aperta, non ci sono stati per ora
aggiornamenti reali su un possibile sequel, almeno fino ad ora.
Durante un’apparizione al podcast Happy Sad Confused, la star Elisabeth Moss ha rivelato che: “La
Blumhouse e la mia casa di produzione [Love &
Squalor Pictures]… siamo più vicini che mai al realizzarlo.
E mi sento molto ottimista al riguardo“. L’attrice ha
inoltre ribadito che: “Siamo davvero intenzionati a continuare
la storia“, riaccendendo dunque le speranze dei fan a
riguardo.
Di cosa parla L’uomo invisibile?
Ne L’uomo
invisibile, Moss interpretava una donna, Cecilia, che
veniva presa di mira dal suo ex fidanzato, il quale inscenava la
propria morte e usava una tuta che lo faceva apparire invisibile
per molestarla apparentemente dall’oltretomba. Il film si conclude
con Cecilia che prende il controllo della tuta per uccidere il suo
molestatore, rimanendo poi in possesso della tecnologia. Il film è
interpretato anche da Aldis Hodge nel ruolo
dell’amico che aiuta Cecilia a riprendersi la sua vita. Il film non
è stato solo un successo di critica, ma anche di botteghino, con un
incasso globale di 144 dollari a fronte di un budget di 7 milioni
di dollari.
Già nel 2022, la Moss aveva
dichiarato di non considerare del tutto conclusa la sua esperienza
con L’uomo
invisibile, dichiarando a ComicBook.com che avrebbero
voluto un sequel altrettanto buono, se non migliore, del primo.
“Non posso dire molto, ma sicuramente non è… non è affatto in
secondo piano, ma penso che, con qualsiasi sequel, si voglia
ovviamente essere sicuri di rendere giustizia all’originale“,
ha detto Moss. “E quindi nessuno di noi coinvolti ha intenzione
di creare un’altra cosa, lanciarla e vedere cosa succede. Vogliamo
davvero che sia altrettanto buono, se non migliore, del
primo“.
Negli ultimi anni, abbiamo visto i
Marvel Studios iniziare lentamente a
introdurre i mutanti nel MCU. Tuttavia, mentre la presenza
di Ms. Marvel e Namor tra loro ha fatto
presagire ciò che potrebbe essere all’orizzonte, gli stessi mutanti
sono apparsi in film come Doctor Strange nel Multiverso della Follia, The
Marvels e l’atteso Deadpool &
Wolverine di quest’estate. Si comincia inoltre ad
ipotizzare che uno dei prossimi film sugli Avengers metterà gli
Eroi più potenti della Terra contro una squadra multiversale di
X-Men. Questo avrebbe tutto il senso del mondo nel bel mezzo di
un’incursione, ma che dire del tanto atteso reboot?
Secondo lo scooper Jeff Sneider, i Marvel Studios sono vicini
all’assunzione di uno sceneggiatore per il film live action sui
mutanti, con un annuncio ufficiale che potrebbe essere fatto nelle
“prossime settimane“. Il successo di X-Men
’97 ha riportato questi personaggi al centro delle
attenzioni e l’entusiasmo che circonda Deadpool &
Wolverine dimostra anche che i fan sono pronti a vedere di
nuovo i mutanti in azione, e probabilmente questi eroi sono
esattamente ciò di cui il MCU ha bisogno in questo
momento.
“Gli X-Men sono un concetto di
personaggi solido, ricco e grandioso“, ha dichiarato Feige in
un’intervista dell’anno scorso. “C’è il ritorno della serie
animata [quest’anno], di cui siamo molto entusiasti“. Parlando
dell’introduzione in carne ed ossa di questi personaggi nel
MCU, Feige ha aggiunto che: “La
questione è come farlo e quando farlo, ed è qualcosa su cui stiamo
lavorando da anni“. Sebbene non ci sia ancora stato un
annuncio ufficiale, sembra dunque che i lavori sul film dedicato ai
mutanti stia proseguendo con successo.
Keke Palmer era già
un’artista discografica di successo prima di ottenere il ruolo di
co-protagonista in Nope di
Jordan Peele, ma la sua contagiosa e straordinaria
interpretazione di Emerald nel film horror fantascientifico del
2022 l’ha fatta conoscere in grande stile. Poco dopo l’uscita del
film, la Palmer ha iniziato una campagna sui social media per
interpretare Rogue nel film
live-action degli X-Men previsto dai Marvel Studios, condividendo alcune
impressionanti foto in cosplay nei panni della celebre mutante
L’interesse della Palmer per il
ruolo di Rogue ha iniziato ad attirare l’attenzione quando ha
risposto al video di un fan che spiegava perché riteneva che
sarebbe stata la scelta perfetta per interpretare Rogue (al
contrario degli eroi a cui è solitamente accostata, come ad esempio
Tempesta) nel prossimo reboot del MCU. Anche su Twitter ha in più
occasioni condiviso il proprio entusiasmo verso il suo possibile
coinvolgimento.
“È una cosa riservata,
tesoro“, ha risposto Palmer quando, durante un’intervista con
ComicBook.com, le è stato chiesto se qualcuno della Marvel si fosse messo in contatto
con lei. “No, sto scherzando. Non lo so. So solo che i fan… il
modo in cui i fan mi hanno accostato al ruolo, tesoro, online, devo
fare un concerto ogni settimana. Quindi se aggiungiamo la Marvel, ehi, facciamolo. Sono
pronta per Rogue“.
Non capita spesso, ma le campagne
degli attori che esprimono il desiderio di interpretare determinati
personaggi a volte danno i loro frutti e li mettono nel mirino di
uno studio. Sarà questo il caso della Palmer? Non sappiamo se sia
in lizza per interpretare Rogue, ma lo scooper Daniel
Richtman riferisce che la Marvel è interessata all’attrice
per un “ruolo importante” nel Marvel Cinematic Universe. Aggiunge
che “non è sicuro che l’abbiano già incontrata, ma se non
l’hanno ancora fatto, lo faranno“. Non resta dunque che
attendere di scoprire qualcosa in più.
È passato più di un anno da quando
si è diffusa la notizia che la Disney stava effettivamente
procedendo con Pretty Princess 3. Anne Hathaway, già protagonista dei primi due
film, usciti tra il 2001 e il 2004, non può rivelare alcun
dettaglio a riguardo, ma in una recente intervista al magazine V
ha assicurato ai fan che lo sviluppo del tanto atteso sequel
continua e che l’intenzione rimane quella di realizzarlo
davvero.
“Siamo a buon punto“, ha
detto la Hathaway. “È tutto quello che posso dire. Non c’è
ancora nulla da annunciare. Ma siamo in una buona posizione“.
Sembra che sia il sequel che l’attrice è più interessata a vedere
realizzato, poiché non vede un modo fattibile per riportare in vita
un altro dei grandi classici, Il diavolo veste Prada. “Probabilmente no“,
ha risposto la Hathaway quando le è stato chiesto se verrà mai
realizzato un sequel di quel film dove è protagonista accanto a
Meryl Streep e Emily Blunt.
“Ci amiamo tutti e se qualcuno
riuscisse a trovare un modo per farlo, credo che saremmo tutti
pazzi a non farlo. Ma c’è un’enorme differenza nel mondo attuale
con la tecnologia, e uno degli aspetti di quella particolare storia
è che si trattava di produrre un oggetto fisico. Ora, con il
digitale, sarebbe molto diverso. Forse io, Stanley, Emily, Meryl,
Dave Frankel, Patricia Field… dovremmo fare qualcosa insieme.
Sarebbe divertente“.
Di cosa parla Pretty Princess?
Diretto dal compianto Garry
Marshall e basato sul romanzo di Meg
Cabot, il film originale del 2001 seguiva una goffa
adolescente americana che apprendeva di essere l’erede al trono del
regno europeo di Genovia. Julie Andrews
interpretava la regina della nazione fittizia. Il film per famiglie
divenne un successo al botteghino con 165 milioni di dollari di
vendite globali. Il film successivo, Principe azzurro
cercasi, anch’esso diretto da Marshall e che ha fatto
conoscere al mondo
Chris Pine, ha avuto lo stesso successo nelle sale con 134
milioni di dollari in tutto il mondo.
I nuovi progetti da attrice di Anne Hathaway
Nell’ultimo periodo Anne Hathaway ha avuto un gran da fare come
attrice, avendo ben 4 film all’attivo tra il 2023 e il 2024. È
infatti stata protagonista del thriller Eileen,
dove interpreta una psicologa che intraprende una controversa
relazione con la giovane il cui nome dà il titolo al film. Ha poi
recitato in She
Came to Me, dramma incentrato su un compositore in
preda ad un blocco creativo che cerca di ritrovare l’ispirazione
grazie alla moglie, interpretata da Hathaway.
Nel 2024 la si vede invece
inThe
Idea of You, dove interpreta Solène, una quarantenne
divorziata che lavora in una galleria d’arte, che intraprende una
relazione con un cantante ventiquattrenne, e in Mothers’ Instinct,
dove interpreta invece Celine, una donna che dopo la morte
accidentale del figlio Max, diventa morbosamente possessiva nei
confronti di Theo, il figlio dell’amica e vicina Alice,
interpretata da Jessica Chastain.
La lavorazione di Superman
continua e, come abbiamo riportato all’inizio di questa settimana,
la produzione dovrebbe concludersi a luglio. La notizia è
emersa da una recente intervista di Be More Super a Justin
Howell, controfigura di David Corenswet, interprete di Clark
Kent/Superman. Altri estratti dell’intervista sono ora stati
diffusi online, con Howell che ha definito Corenswet “un
ragazzo con i piedi per terra e dolcissimo“. Ha poi aggiunto
che l’attore “incarna così bene il personaggio“.
Howell, già controfigura di Chris Hemsworth in Thor: Love and Thunder e
interprete di Master Chief in Halo, ha poi dichiarato che
la tuta di Superman “è quella che permette maggiori movimenti
tra tutte quelle che ho indossato“. Il co-CEO dei DC Studios e
regista James Gunn ha per ora condiviso solo il logo
(che trae ispirazione dalla serie di fumetti Kingdom Come) che
ritroveremo sul costume di Superman e sembra che ci vorrà parecchio
prima di poter avere uno sguardo completo di esso.
Howell ha poi anche detto che fare
la controfigura di Superman è la “vetta” della sua
carriera, definendo il tutto “un’esperienza molto, molto
bella“. Per quanto riguarda il lavoro su Superman,
Howell ha invece definito il film “l’inizio di una nuova
era“, aggiungendo che: “Le cose che James [Gunn] sta
facendo sono molto interessanti“. Affermazioni che si
aggiungono alle tante incoraggianti dichiarazioni rilasciate sino
ad oggi sia su questo film che sull’intero progetto del nuovo
DC
Universe. Progetto di cui i fan non vedono l’ora di
saperne di più.
Superman, tutto
quello che sappiamo sul film di James Gunn
Superman,
scritto e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che
esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo
metaumano del DCU). Il casting ha
portato alla scelta degli attori David Corenswet
e Rachel
Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel
casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi,
Anthony Carrigan,
Nicholas Hoult e Nathan Fillion. Sean Gunn, María
Gabriela de Faría, Terence Rosemore, Wendell Pierce, Sara Sampaio,
Anthony Carrigan, Pruitt Taylor Vince completano il
cast.
Il film è stato anche descritto come
una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
“Superman è il vero fondamento
della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman
è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei
personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei
film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn
durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo
l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico
potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e
giochi”. Il film uscirà nelle sale l’11 luglio
2025.
Florence Pugh ha recentemente pubblicato un
post su Instagram per raccontare il dietro le quinte di
Thunderbolts*
e, sebbene il nuovo post condiviso su Instagram da Olga Kurylenko, star della Black
Widow, non sia altrettanto rivelatore, fa comunque
presagire il suo ritorno nel ruolo di Antonia
Dreykov, alias Taskmaster. Figlia del leader della Red
Room, il generale Dreykov, la sua mente e il suo corpo sono stati
controllati da un chip che l’ha dotata di riflessi fotografici
straordinari che le hanno permesso di imitare le tecniche di
combattimento di altri individui.
Ora che si è liberata dalla sua
influenza, resta da vedere cosa Antonia apporterà alla squadra dei
Thunderbolts. Il primo concept art
di Thunderbolts*
la mostrava vestita, ma il fatto che sulla sedia della Kurylenko ci
sia scritto “Antonia” è probabilmente indicativo. L’attrice aveva
solo una manciata di battute in Black
Widow, quindi il tempo ci dirà se il personaggio sarà un
po’ più approfondito in questo film, permettendoci così di scoprire
chi è la donna dietro la maschera di Taskmaster.
“Era solo un approccio diverso e
un nuovo tipo di storia da raccontare in mezzo a questo, che so che
hanno fatto così tante cose, ma non è un sequel“, ha detto
l’anno scorso il regista Jake Schreier. “Sì, questi personaggi
sono già apparsi in passato, ma è una nuova storia che viene
raccontata“. “E una storia, credo, con una prospettiva
molto diversa da quella che forse la gente non si aspetta, e credo
che questo sia stato eccitante e abbia rappresentato una vera sfida
che valeva la pena affrontare“, ha concluso. Per dare
un’occhiata alla foto condivisa da Kurylenko su Instagram, ecco qui
sotto il suo post:
Durante il panel dei Marvel Studios al
D23 2022, il presidente dei Marvel
StudiosKevin
Feige ha svelato il cast del prossimo film
Thunderbolts,
che sarà una squadra composta principalmente da supercriminali e
antieroi. Comprende la Contessa Valentina Allegra de
Fontaine (Julia Louis-Dreyfus), Red
Guardian (David
Harbour), Ghost (Hannah Jon-Kamen), US Agent
(Wyatt
Russell), Taskmaster (Olga
Kurylenko), Yelena Belova/Black Widow (Florence
Pugh) e Il Soldato d’Inverno (Sebastian
Stan). Secondo quanto appreso la contessa Valentina
Allegra de Fontaine metterà insieme la squadra e potrebbe anche
essere parzialmente responsabile della creazione di
Sentry.
Thunderbolts*
è attualmente previsto nelle sale il 2 maggio
2025. Harrison Ford – ammesso che sia presente –
sostituirà
il defuntoWilliam Hurt nei panni di Thaddeus
“Thunderbolt” Ross. Il film sarà diretto da Jake
Schreier, la cui storia come regista non è estremamente
ampia, avendo lavorato solo a Robot & Frank del 2012,
Paper Towns del 2015 e alla versione filmata del 2021 di
Chance the Rapper’s Magnificent Coloring World Tour.
Non è un segreto che Tom Hiddleston abbia fatto un’audizione per il
ruolo di protagonista in Thor prima di essere scritturato
per il ruolo di Loki, ma sembra che i Marvel Studios abbiano voluto tenere aperte
fino all’ultimo le possibilità su chi avrebbe interpretato questi
ruoli. Durante una recente apparizione al podcast Seaman
Says, la star di Loki ha
rivelato che nel primo contratto che ha firmato nel 2009 è stata
inserita una clausola particolare.
“Era davvero curioso“, ha
esordito Hiddleston. “È una cosa molto comune nel mondo del
lavoro, ma ho firmato… in pratica, hanno pre-negoziato il mio
contratto prima di andare [all’audizione] e l’ho firmato“.
“Ma ho notato che quella mattina c’era scritto: ‘I Marvel Studios hanno il diritto di
ingaggiare Tom Hiddleston nel ruolo di…’ e c’era uno spazio vuoto.
E qualcuno aveva scritto ‘Thor/Loki’“.
Chris Hemsworth è poi stato scelto come Dio
del Tuono del MCU e ora è impossibile immaginare
qualcun altro in uno dei due ruoli. Hiddleston ha poi condiviso la
sua convinzione che questo contratto fosse unico per lui,
suggerendo che i Marvel Studios stavano tenendo la
porta aperta a lui come Thor se le cose non avessero funzionato con
l’allora sconosciuto attore australiano. “Mi sono detto: ‘Oh,
mi chiedo se qualcun altro lo dica’“, ha ricordato. “Non
credo che l’abbiano fatto, a dire il vero“.
“E dopo poco tempo, hanno
chiamato Chris Hemsworth e me lo stesso giorno e hanno detto:
‘Guarda, costruiremo questi due personaggi insieme, li introdurremo
allo stesso tempo e tu farai questo viaggio enorme’. Perché anche
io e Chris pensavamo di fare un provino per un solo film“.
“E ricordo di essere stato chiamato per la prima volta
nell’ufficio di Kevin Feige, che mi ha detto: ‘Senti,
congratulazioni… Loki è un grande ruolo e Thor sarà un grande film,
ma voglio parlarti di Avengers’“.
Feige ha quindi esposto il suo
intero piano della Fase 1, che è culminata con gli Eroi più potenti
della Terra che si riuniscono in The Avengers per
combattere proprio Loki. “Sono letteralmente uscito fluttuando
da quella riunione“, ammette Hiddeston. “La vita stava per
cambiare radicalmente, e così è stato“. Come noto, l’attore ha
poi ripreso il suo ruolo anche nei due sequel di Thor, ma
anche in Avengers:
Infinity War, Avengers:
Endgame e infine nelle due stagioni della serie Loki.