Secondo quanto riportato in
precedenza, le riprese di Superman:
Legacy, diretto da James Gunn dovrebbero iniziare nel marzo del
prossimo anno, ma ora Production
List ha riportato una data più precisa, ovvero il 4
marzo, anche se Collider riporta invece che le riprese
dovrebbero avere inizio a metà mese. In ogni caso, il periodo
rimane quello e prorio in vista del primo ciak, è stata ora diffusa
una nuova sinossi: “Superman, un reporter alle
prime armi a Metropolis, intraprende un viaggio per riconciliare la
sua eredità kryptoniana con la sua educazione umana come Clark
Kent“.
Non si tratta di una sinossi
particolarmente approfondita o rivelatrice, ma non c’è da stupirsi
che i dettagli principali della trama siano stati tenuti nascosti
per il momento. Quando le riprese avranno inizio e si entrerà nel
vivo del progetto, ci si potrà dunque aspettare di ricevere
maggiori dettagli, anche se è noto che Gunn mantiene sempre un
certo grado di riservatezza intorno ai suoi progetti. In ogni caso,
appare confermato che nonostante gli scioperi dei mesi scorsi,
l’inizio delle riprese non è stato posticipato.
Superman: Legacy, tutto quello che sappiamo sul
film
Superman:
Legacy, scritto e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi. Il casting, come già detto,
ha portato alla scelta degli attori David Corenswet
e Rachel
Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane.
María Gabriela De Faría sarà il villain “The
Engineer”. Superman sarà supportato da Lanterna Verde
(Nathan
Fillion), Hawkgirl (Isabela Merced),
Mister Terrific (Edi Gathegi) e Metamorpho
(Anthony Carrigan). Nicholas Hoult
sarà invece Lex Luthor.
Il film è stato anche descritto come
una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori e ciò ha
permesso al film di non subire particolari ritardi. Ad oggi,
infatti, è confermato che Superman:
Legacyrispetterà la data di uscita
prevista, arrivando in sala l’11 luglio 2025.
In vista della cerimonia degli Oscar
2024, che si svolgerà il 10 marzo 2024, sono ora
state annunciate la short list di 10 categorie. Come si potrà
notare, Barbie ha avuto il maggior
numero di menzioni, cinque, tra cui il suono, tre canzoni originali
e la colonna sonora originale. Il film è però assente nella short
list della categoria trucco e nelle acconciature, dove ci si
aspettava invece di ritrovarlo.
Tra gli altri film che hanno avuto
un buon riscontro figurano Killers of the Flower Moon, con
quattro menzioni complessive tra cui quella per la canzone
originale e Sociedad de la nieve, che
potrebbe invece affermarsi come frontrunner per la categoria
Miglior film internazionale. Proprio in quest’ultima spicca però
anche la presenza di Io capitano, il film
di Matteo Garrone che, se dovesse rientrare nella
cinquina definitiva andrà a rappresentare l’Italia agli Oscar.
Altri film particolarmente presenti
sono Napoleon,
Oppenheimer,
Povere
creature!, Maestro e
The Zone of Interest. Come riportato anche da Variety, le nomination agli
Oscar 2024 saranno ora annunciate il 23 gennaio e
a quel punto scopriremo chi di questi finalisti è riuscito ad
ottenere l’effettiva nomination agli Oscar. La cerimonia, il 10
marzo, verrà poi come sempre trasmessa in diretta su Sky.
Documentario
“American Symphony”
“Apolonia, Apolonia”
“Beyond Utopia”
“Bobi Wine: The People’s President”
“Desperate Souls, Dark City and the Legend of Midnight
Cowboy”
Con l’arrivo del Natale, i film e le
serie ambientate in questo speciale momento dell’anno tornano ad
essere scoperte da spettatori in cerca di quel calore e di quei
sentimenti puri proprio di queste festività. Ecco allora che i
cataloghi di piattaforme come Netflix,
Prime Video e Disney+ si
arricchiscono di film e serie che presentano la Vigilia
di Natale o il Natale stesso come ambientazione. Anche la
programmazione televisiva non è però da meno, proponendo diversi
titoli, più o meno noti, appartenenti a tale filone. Ecco allora
arrivare su Rai 2 il film Un Natale
spettacolare, diretto da John Putch.
Il film è prodotto dalla
Hallmark, che per chi non lo sapesse, è una
produzione televisiva specializzata in particolare in pellicole di
genere sentimentale, dove si raccontano dunque storie di personaggi
che il più delle volte si trovano a compiere percorsi articolati e
imprevedibili prima di cascare definitivamente l’uno nelle braccia
dell’altro. Molti altri titoli della Hallmark, la maggior parte dei
quali dedicati proprio al periodo natalizio, si possono ritrovare su Prime
Video, ma grazie al passaggio in chiaro di UnNatale spettacolare (il cui titolo originale è
A Holiday Spectacular) è possibile
goderne senza particolari requisiti.
Per gli appassionati di questa
tipologia di film, dunque, UnNatale
spettacolare è un appuntamento imperdibile, sia per la sua
dolce storia d’amore sia per il fascino che la capitale inglese
vanta durante il periodo natalizio. Prima di intraprendere una
visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune
delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e alla storia vera. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di Un Natale spettacolare
Il film ha inizio ai giorni nostri.
L’anziana Maggie Bingham sta cercando di infondere
coraggio a sua nipote Lucy, preoccupata perché
deve affrontare il provino finale per ottenere una parte importante
nel balletto de Lo Schiaccianoci. Decide così di
condividere con lei i suoi ricordi di gioventù. Ci spostiamo allora
nel 1958, dove la giovane Maggie è una ricca ragazza dell’alta
società di Philadelphia, promessa sposa all’altrettanto ricco
Maxwell. Il futuro pianificato dai suoi genitori
le sta però stretto e Maggie sogna ben altro che un semplice
matrimonio.
Da quando l’anno prima ha assistito
a uno show delle Radio City Rockettes, uno degli spettacoli più
popolari a Broadway in quel periodo, ha deciso che farà di tutto
per entrare a far parte di quel corpo di ballo e partecipare allo
show di Natale. Senza sperarci troppo, Maggie si sottopone dunque a
un’audizione e, con sua grande sorpresa, ottiene una parte. Così,
con l’aiuto della sua migliore amica Kitty, riesce
a ingannare i suoi genitori e parte per la grande avventura
newyorkese. Proprio durante il suo soggiorno nella nuova città,
incontrerà l’amore vero in John, uno squattrinato
fotografo. Gli imprevisti, però, non tarderanno ad arrivare.
Il cast di Un Natale
spettacolare
Ad interpretare Maggie da giovane vi
è l’attrice Ginna Claire Mason, mentre la Maggie
anziana è interpretata da Ann-Margaret.
Questa è stata una grande star del cinema e della canzone degli
anni ’60 e ’70, candidata due volte all’Oscar nel 1972 per
Conoscenza carnale, il film di Mike
Nichols e nel 1976 per Tommy, il musical di
Ken Russell, basato sull’omonimo degli Who. Nel
film sono poi presente Derek Klena nel
ruolo di John, Sara Gallo in quello di
Sofia e Tiffany Denise Hobbs come Alice.
Altri interpreti sono poi Ruth Gottschall nei
panni di Rose, Torsten Johnson in quelli di
Maxwell e Carolyn McCormick come Elisabeth
Bingham. La nipote Lucy è invece intepretata da Elle
Graper.
Un Natale spettacolare, la
vera storia dietro il film: chi sono le Rockettes?
Il film propone una storia originale
non direttamente basata su una vicenda vera, ma un elemento è però
effettivamente ispirato alla realtà, ovvero la presenza delle
Rockettes. Queste, che esistono realmente e che
sono tra le protagoniste di questo film, sono una compagnia
americana di danza di precisione, fondata nel 1925 a St. Louis. Si
esibiscono ininterrottamente dal 1932 al Radio City Music Hall di
New York City. Fino al 2015 avevano anche una compagnia itinerante
e in generale sono conosciute soprattutto per aver recitato nel
Radio City Christmas Spectacular, uno spettacolo annuale di Natale,
e per essersi esibite ogni anno dal 1957 alla Macy’s Thanksgiving
Day Parade a New York.
Dal 1932, sono state più di 3.000 le
ballerine che si sono esibite come Rockettes del New York Christmas
Spectacular. A differenza da quello che si vede nel film, però, nel
1958, anno in cui è ambientato, le Rockettes non includevano
ballerine di colore. La prima danzatrice afro-americana,
Jennifer Jones, è entrata a far parte del copro di
ballo solo alla fine degli anni ’80. Il film, dunque, le omaggia
citandole apertamente, costruendo però intorno alla loro presenza
una vicenda di fantasia incentrata sulla passione per la danza e
l’importanza di credere nei propri sogni affinché essi si
realizzino.
Il trailer di Un Natale
spettacolare e dove vedere il film in streaming e in TV
Sfortunatamente il film non è
presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive
in Italia. È però presente presente nel palinsesto televisivo di
giovedì 21 dicembre alle ore
21:20 sul canale Rai 2. Di
conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche
sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si
potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda.
Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per
trovare il film e far partire la visione.
È giunta l’ora del natale e questo
appuntamento degli ultimi film di Dicembre
racchiude i titoli giusti da guardare in sala durante le festività.
Oggi infatti arriva, tra le tante novità, anche il film
d’animazione
Wish, il 62º classico Disney che celebra il
100º anniversario dei Walt Disney
Animation Studios e parla proprio dei sogni che si possono
esaudire grazie al potere di una stella. Ma tra
Wonka e l’angelo Aristide di
Santacielo, usciti sette giorni fa, si aggiunge anche il
supereroe
Aquaman al cinema in Italia già da ieri. Ma se siete alla
ricerca di una storia vera e che vi emozioni One
Life è forse il film più adatto per voi.
Vediamo insieme i film di
Dicembre in sala di questa terza settimana del mese
Aquaman e il regno perduto
Il primo titolo di
quest’ultimi filmdi Dicembre è
il secondo cinecomic dedicata interamente ad
Aquaman ancora una volta interpretato da
Jason Momoa. Dopo gli eventi della prima pellicola,
Aquaman è diventato padre e sovrano del regno di
Atlantide. Tuttavia, il malvagio Black Manta, è
riuscito a trovare il Tridente Nero, un antica e potente reliquia
atlantidea, e intende usarne l’oscuro potere per vendicare la morte
di suo padre. Il metà Atlantideo e metà
umano dovrà chiedere aiuto a suo fratello
Orm per impedire al nemico di usare la magia nera del
tridente per distruggere lui e tutto ciò che ama. Nel cast di
Aquaman e il regno perduto, oltre a Momoa, ci sono anche
Patrick Wilson,
Yahya Abdul-Mateen II,
Randall Park, Amber
Heard e
Nicole Kidman.
Foglie al Vento
Foglie al Vento è stato presentato in concorso al
Festival di Cannes, dove ha vinto il Premio della
Giuria. Questa nuova opera di
Aki Kaurismäki racconta la storia di due persone sole che si
incontrano per caso una notte a Helsinki. Questa forse per loro è
l’ultima occasione per trovare il primo, unico e definitivo amore
della vita. Il percorso è però intralciato dall’alcolismo di lui,
dai numeri di telefono persi, dal non conoscere nomi o indirizzi
reciproci e dalla tendenza generale della vita a porre ostacoli a
chi cerca la propria felicità.
One Life
One
Life è l’adattamento cinematografico della biografia If
It’s Not Impossible… The Life of Sir Nicholas
Winton scritta da Barbara
Winton. Questo romanzo e poi film narra le vicende di
Nicholas Winton, uno dei fautori
dell’operazione Kindertransport che salvò circa
diecimila bambini ebrei, prima dell’inizio della seconda guerra
mondiale, provenienti dalla Germania nazista e dai territori
occupati. La pellicola attraverso flashback mostra
il signor Winton prima di quell’impresa, avvenuta nel 1938, quando
era un giovane agente di borsa interpretato da
Johnny Flynn e poi nel il presente, dove ha il volto di
Anthony Hopkins. Nel cast anche altri famosi attori come
Helena Bonham Carter,
Jonathan Pryce e
Romola Garai.
Renaissance: a film by Beyoncé
Renaissance:
a film by Beyoncé accompagna gli spettatori in un esperienza
attraverso il RENAISSANCE WORLD TOUR, il tour da record che ha
toccato, con ben 56 spettacoli, 39 città di
12 paesi diversi in giro per il mondo. Dalla sua
nascita allo show, che ha scelto come prima tappa la città di
Stoccolma, in Svezia, fino al gran finale a
Kansas City, nel Missouri. Un racconto sugli
intenti, il lavoro, il coinvolgimento totale di
Beyoncé in ogni aspetto della produzione, ma anche
sulla sua mente creativa e sul proposito di creare la sua eredità
artistica e di padroneggiare il suo mestiere da popstar.
Tutti a parte mio marito
Tutti a parte mio marito è una commedia francese della regista
francese di Caroline
Vignal che torna a lavorare per la seconda volta cone
Laure Calamy. L’attrice infatti è la protagonista Iris, una
donna che sta vivendo un momento difficile con il
marito con cui non fa più l’amore da ben 4 anni. Un giorno per caso
ascolta il consiglio di una signora e si scrive ad un app
d’incontri per coppie sposate. Iris quindi si farà
travolgere dalla passione e da uomini affascinanti pronti a
soddisfarla in tutti i sensi.
Wish
Il lungometraggio
d’animazione di Natale firmato Disney di
quest’anno è
Wish, ed è ambientato nell’isola di Rosas, il “regno dei
desideri”. La protagonista di questa storia è
Asha, una diciassettenne sveglia e determinata a
ribellarsi al Re Magnifico per rendere,
finalmente, libera la sua terra da un’oscurità che nessun altro
riesce a sentire. Se nell’originale la giovane donna è doppiata dal
Premio Oscar
Ariana DeBose nel doppiaggio italiano invece troviamo la
cantante Gaia. Ci sono anche altre voci note nella nostra
versione, l’attore
Michele Riondino è il Re cattivo di questa storia e invece la
capretta Valentino è un inedito
Amadeus.
Sappiamo che fino ad un certo punto
dello sviluppo doveva essere presente un cameo del Batman di
Michael Keaton,
poi sostituito dal Batman di Ben Affleck.
Tale presenza è poi stata ufficialmente cancellata, ma è comunque
rimasto il dubbio su cosa la scena post-credits avrebbe potuto
presentare. È ora confermato che il film contiene una sola scena
dopo i titoli di coda e di seguito se ne riporta la
descrizione.
Aquaman e il Regno
Perduto: la descrizione della scena post-credits
Nell’unica scena post-credits di
Aquaman
e il Regno Perduto, che di fatto è considerabile come
l’ultima cosa che vedremo del DCEU, assistiamo all’Orm di Patrick Wilson mentre si gode la sua vita in
superficie, dopo che Aquaman gli ha concesso di fuggire e darsi
alla macchia per non dover tornare alla sua prigione. In tale
scena, Orm si trova in una sorta di pub con vista mare e si concede
finalmente il suo primo assaggio di cheesburger. Nel corso del
film, infatti, vi è un momento in cui Aquaman prende in giro il
fratellastro in quanto non ha idea di quanto possa essere buono il
cibo degli umani.
Ecco allora che Orm pone rimedio a
quella sua mancanza, gustandosi il suo panino. Tuttavia, quando sul
tavolo vede passare una blatta, la afferra prontamente e la
inserisce nel panino, lasciando intendere di trovare gustosa
quell’aggiunta. Anche in questo caso, la gag fa riferimento a
quanto avvenuto in precedenza nel film, con Aquaman che dopo aver
canzonato il fratello gli suggerisce di mangiare una blatta,
facendogli credere si tratti di un’altra gustosa pietanza umana. Si
conclude dunque così il film e il DCEU, con una scena che non
anticipa nessun risvolto futuro in quanto, come sappiamo, non ce ne
sarà alcuno.
Non essendo riuscito a sconfiggere
Aquaman la prima volta, Black Manta, ancora spinto dal bisogno di
vendicare la morte di suo padre, non si fermerà davanti a nulla pur
di sconfiggere Aquaman una volta per tutte. Questa volta Black
Manta è più formidabile che mai, poiché brandisce il potere del
mitico Tridente Nero, che scatena una forza antica e malvagia. Per
sconfiggerlo, Aquaman si rivolgerà al fratello Orm, l’ex re di
Atlantide e imprigionato alla fine del primo film, per stringere
un’improbabile alleanza. Insieme, dovranno mettere da parte le loro
differenze per proteggere il loro regno e salvare la famiglia di
Aquaman e il mondo dalla distruzione irreversibile.
Jason Momoa torna di
nuovo nei panni dell’eroe protagonista in Aquaman e il
Regno Perduto, sequel del film che ha rilanciato in
positivo le sorti dell’universo cinematografico DC. In questo
seguito, diretto ancora una volta da James
Wan(Insidious, The Conjuring), cisono
anche Patrick Wilson nei panni di Orm, Amber Heard, nei panni di Mera, Dolph Lundgren che è ancora una volta Re
Nereus, il padre di Mera, e ancora
Yahya Abdul-Mateen II nei panni di Black
Manta, che abbiamo visto riapparire nella scena post-credit del
primo film.David Leslie
Johnson-McGoldrick, collaboratore ricorrente di
Wan, ha scritto la sceneggiatura del film, mentre il
regista e Peter Safran sono co-produttori.
Per celebrare il debutto su
Disney+ di Raffa, la
prima docuserie originale dedicata a Raffaella Carrà, che arriverà
il 27 dicembre sulla piattaforma streaming, a Milano presso
CityLife Shopping District sarà possibile vivere un’esperienza
unica. Dal 22 dicembre al 7 gennaio (tranne le giornate del 25/12 e
01/01) si potrà infatti entrare in quella che all’apparenza
sembrerà una semplice cabina telefonica, ma che in realtà sarà una
vera e propria discoteca in miniatura. Ispirata a “Pronto
Raffaella” questa speciale installazione sarà animata da musica,
luci e colori e farà immergere tutti i fan nelle mitiche atmosfere
del mondo di Raffaella Carrà.
Prodotta da Fremantle,
Raffa è diretta da Daniele Luchetti e scritta da Cristiana
Farina con Barbara Boncompagni, Carlo Altinier, Salvatore Coppolino
e Salvo Guercio e ripercorre la straordinaria vita di una delle
icone della cultura pop in tutto il mondo.
Chi è Raffaella Carrà? Chi si
nasconde dietro l’immagine della star italiana più famosa e amata
all’estero, dietro i 60 milioni di dischi venduti, i successi
televisivi, i film e le tournée internazionali?
Simbolo di libertà, regina della TV
e icona LGBTQ+: Raffaella Carrà è un mito che supera ogni barriera,
un’artista amata incondizionatamente dal pubblico internazionale
per oltre 50 anni. Eppure Raffaella è un mistero di cui nessuno
possiede la chiave. Gelosissima del suo privato, era una donna che
lottava per affermarsi in un mondo di uomini, che ha amato e
sofferto come tutte e nella quale convivevano due anime, quella
della diva Carrà e quella più vulnerabile di Raffaella Pelloni. La
docuserie ripercorre la sua vita pubblica e privata, a partire
dall’infanzia in Romagna segnata dall’abbandono del padre, il flirt
“da copertina” con Frank Sinatra, i grandi amori, il rimpianto per
una maternità mancata, crisi e rinascite. Tutto raccontato
attraverso le sue immagini più iconiche e quelle del suo archivio
privato in esclusiva insieme a testimonianze inedite di chi l’ha
conosciuta davvero.
Raffa – docuserie in 3 episodi da 1
ora – è prodotta da Gabriele Immirzi e Alessandro De Rita per
Fremantle Italia. Regia di Daniele Luchetti. Scritta da Cristiana
Farina con Barbara Boncompagni, Carlo Altinier, Salvatore Coppolino
e Salvo Guercio.
Disney+ è disponibile a
partire da 5,99 € al mese e offre contenuti in streaming per tutti.
Film e serie TV esclusivi che spaziano tra un’ampia gamma di
generi: azione-avventura, Sci-Fi, documentari, commedie e drama
acclamati dalla critica. Il tutto insieme a titoli pluripremiati di
Disney, Pixar, Marvel, Star
Wars e National Geographic. Tra le serie che hanno debuttato
recentemente e sono disponibili in streaming in esclusiva su
Disney+ ci sono The
Kardashians, Ahsoka, Only Murders in the
Building e The
Bear.
Maestro (qui la recensione) è approdato
il 20 dicembre su Netflix, circa un mese dopo l’uscita del film in
alcune sale statunitensi a novembre e dopo la presentazione in
anteprima alla Mostra
del Cinema di Venezia 2023. Diretto da Bradley Cooper – che è anche interprete,
co-sceneggiatore e produttore del film – il film ripercorre la
carriera di Bernstein come direttore d’orchestra a
partire dal 1943 fino agli anni ’80. In realtà, il vero fulcro
tematico è il rapporto di affetto eterno tra il direttore d’orchestra e
Felicia Montealegre, interpretata da Carey Mulligan nel film. In questo articolo,
analizziamo le differenze tra la storia vera di Leonard Bernstein e
Felicia Montealegre, raccontata in
Maestro.
La carriera di Leonard Bernstein è
decollata dopo aver sostituito il direttore d’orchestra alla
Carnegie Hall?
La risposta è sì: la vera storia
dietro a Maestro
conferma che quando il direttore d’orchestra previsto alla Carnegie
Hall si ammalò prima di un’esibizione nel 1943, fu chiesto al
direttore d’orchestra assistente, LeonardBernstein, di sostituirlo all’ultimo minuto. A 25
anni, salì sul palco la sera stessa senza aver mai fatto alcuna
prova con l’orchestra. La sua performance fu ipnotica e la sua
carriera iniziò a decollare. Come nella vita privata, anche
professionalmente Bernstein si trovò di fronte a un bivio.
Era appassionato sia di direzione
d’orchestra che di composizione: la prima gli veniva naturale,
mentre la seconda gli risultava terribilmente difficile. Tuttavia,
considerava la composizione come l’attività creativa più vitale.
Come compositore, il suo contributo più significativo è stato il
successo di Broadway del 1957 West Side
Story, successivamente adattato in due film, il più
recente dei quali è l’adattamento
del 2021 diretto da Steven Spielberg, che è
stato anche produttore del film su Leonard
Bernstein, appunto Maestro
di Bradley Cooper.
Leonard Bernstein ha incontrato
Felicia Montealegre a una festa?
Leonard e
Felicia si sono incontrati la prima volta proprio
a una festa nel 1946, come viene mostrato in Maestro.
Le lettere che si sono scambiati in quegli anni indicano che
l’inizio della loro storia non è stato proprio rose e fiori.
Quell’estate, dopo essersi sentita ferita dal fatto che
Bernstein non l’aveva salutata quando era partito
per un viaggio a Londra, Felicia scrisse:
“Vedi, caro, anche se so che sei terribilmente occupato e
‘confuso’, spero ancora a malincuore che ti ricorderai della mia
esistenza senza che io te lo ricordi per sempre“.
Felicia era a conoscenza della
bisessualità di Leonard Bernstein prima di sposarlo?
All’epoca del loro matrimonio, nel
1951, Bernstein aveva già avuto una serie di
relazioni e di rapporti sessuali con uomini, che risalivano a
quando era studente ad Harvard. Fu allora che ebbe una relazione
con il suo mentore, il direttore d’orchestra Dimitri
Mitropoulos. Ebbe anche una relazione con il compositore
Aaron Copland. Nel 1948, solo tre anni prima di
sposare Felicia, ebbe una storia d’amore con un
giovane soldato israeliano di nome Azariah
Rapoport.
“Non riesco a credere di aver
trovato tutte le cose che desideravo riunite in una sola“,
scrisse del periodo trascorso con Rapoport. “È un’esperienza
incredibile, snervante, straziante e meravigliosa. Ha cambiato
tutto“. Anche negli anni successivi al matrimonio del 1951 con
l’attrice Felicia Montealegre,
Bernstein ebbe molteplici relazioni sia con uomini
che con donne. Continuò ad avere relazioni con uomini fino alla sua
morte, avvenuta nel 1990.
L’omosessualità di Leonard
Bernstein ha avuto ripercussioni sulla moglie Felicia?
Secondo Jamie,
figlia di Leonard, nel 2018, nel libro di memorie
Famous Father Girl: A Memoir of Growing Up Bernstein, la
madre scrisse al padre poco dopo il loro matrimonio, dicendogli:
“Sei omosessuale e potresti non cambiare mai – non ammetti la
possibilità di una doppia vita, ma se la tua tranquillità, la tua
salute, il tuo intero sistema nervoso dipendono da un certo modello
sessuale cosa puoi fare? … Sono disposta ad accettarti così come
sei senza fare la martire e sacrificarmi sull’altare di L.B.“.
Tuttavia, nel suo libro di memorie, Jamie scrive che sua madre si è
proprio sacrificata. “È così che mi sento“, ha detto alla
CBS Sunday Morning. “Sento che le è costato tutto rimanere con
lui. È stata davvero dura per lei e credo che in un certo senso
abbia contribuito alla sua morte prematura“.
La lettera di
Felicia a Leonard affermava anche
che gli avrebbe permesso di fare ciò che voleva “senza sensi di
colpa e confessioni“, un sentimento che emerge anche nel film
Maestro.
Scriveva: “Il nostro matrimonio non si basa sulla passione, ma
sulla tenerezza e sul rispetto reciproco“. Il loro accordo
dava a Leonard la libertà di fare ciò che voleva, ma finì per avere
un impatto significativo sul loro matrimonio, soprattutto su
Felicia, che morì di cancro ai polmoni nel 1978, all’età di 56
anni. Lei e Leonard erano sposati da 26 anni.
Leonard Bernstein ha lasciato la
moglie Felicia per vivere con un uomo?
Due anni prima della morte di
Felicia, Bernstein decise di non
nascondere più la sua omosessualità e lasciò la moglie per un
periodo di tempo per vivere con un giovane studioso di musica di
nome Tom Cothran, che aveva conosciuto e di cui si
era innamorato nel 1971. A Felicia non andava particolarmente a
genio Cothran, in parte perché Bernstein aveva affermato che
Cothran era il suo migliore amico e non lei. Secondo la biografia,
disse al marito che “sarebbe morto da vecchio amareggiato e
solo“.
Fumatrice accanita per gran parte
della sua vita, a Felicia fu diagnosticato un
cancro ai polmoni non molto tempo dopo la loro separazione e
Bernstein tornò a vivere con lei dopo aver saputo
della sua malattia. Si prese cura di lei fino alla sua morte,
avvenuta il 16 giugno 1978. In preda ai sensi di colpa, non riprese
mai la relazione con Cothran, ma i due rimasero
amici fino a quando Cothran morì di AIDS nel 1987. Nella sua
biografia, Humphrey Burton ha scritto che il
“senso di colpa” di Bernstein non lo abbandonò mai e che
non si riprese mai dalla perdita di Felicia.
Sebbene molte delle conversazioni
private di Maestro
siano romanzate, comprese quelle tra Bernstein
(Cooper) e sua moglie e le conversazioni con i
vari uomini della sua vita, le linee generali di queste relazioni
sono state comunque rispettate, così come alcuni dettagli minori.
Fortunatamente, gli sceneggiatori di MaestroBradley Cooper e Josh
Singer hanno avuto a disposizione una serie di lettere
personali di Bernstein che sono state pubblicate nell’antologia di
600 pagine del 2013 intitolata The Leonard Bernstein
Letters, che comprende la corrispondenza con i suoi mentori, i
suoi collaboratori, le celebrità e altre persone che gli erano
vicine, tra cui la moglie Felicia. La sua vita
pubblica come direttore d’orchestra e celebrità ha comportato una
grande quantità di filmati dei suoi concerti, delle prove e delle
interviste televisive. Nel film viene ricreata una memorabile
intervista a Bernstein e alla moglie.
Ciò che viene efficacemente
trasmesso in questo film su Leonard Bernstein è
come la sua ispirazione a fare musica fosse direttamente legata
alla libertà di essere se stesso nella sua vita personale. Questo
aspetto è riassunto nel film quando Felicia
(Carey
Mulligan) gli dice: “Se non c’è nulla che canta in
te, allora non puoi fare musica“. Maestro
è un film scritto per rivolgersi a un pubblico più ampio e non
specificamente agli aficionados di
Bernstein. Riesce ad andare oltre i tabloid per
offrire una visione della sua vita personale e di ciò che guidava
la sua creatività anche se, forse, non riesce a cogliere la portata
dei suoi successi musicali – ma questa non sembra essere la vera
intenzione di Bradley Cooper.
A dispetto del titolo del film, è
proprio Felicia a ergersi come il personaggio
principale del film, nel suo ritratto di una donna che si confina
volontariamente nell’orbita accattivante ma debilitante di un
marito che non è in grado di amarla come lei ama lui e che le
spezza costantemente il cuore. Questo non significa affatto che i
due non si amassero, come hanno sottolineato parenti e amici: la
storia di Maestroè
proprio questa, quella di un amore eterno e impavido, fondato sul
rispetto reciproco e sull’affetto inestimabile tra Leonard
Bernstein e Felicia Montealegre.
I Marvel Studios hanno presentato
Kang il
Conquistatore come l’antagonista principale della
Saga del Multiverso, ma tirando
le somme del nuovo villain nelle sue precedenti apparizioni nel
MCU ci rendiamo conto che il personaggio fa acqua
da tutte le parti. Dopo la conclusione della Saga dell’Infinito e la
sconfitta di Thanos in
Avengers: Endgame, il MCU ha introdotto Kang il
Conquistatore come prossimo grande cattivo. Jonathan Majors ha
interpretato diverse varianti di Kang il Conquistatore in Loki su Disney+ e Ant-Man and the Wasp: Quantumania, ed era destinato ad
avere un ruolo ancora più importante nel futuro del franchise prima
della recente condanna per molestie, cosa che lo ha
ora portato a perdere il ruolo. Rivedere le
precedenti apparizioni del cattivo nel franchise live-action dei
Marvel Studios, in continua espansione, fa ora emergere 10 punti
deboli evidenti del personaggio.
Kang è uno sconfitto
I Marvel Studios sono ormai a metà
della Saga del Multiverso del MCU e Jonathan Majors è apparso come tre varianti
principali di
Kang il Conquistatore. Ognuna di queste varianti ha
rappresentato un’enorme minaccia ma alla fine hanno tutte fallito
la loro missione. Colui che Rimane di Loki voleva che Loki
e Sylvie lo sostituissero, ma è stato ucciso da Sylvie e dato per
morto. In Ant-Man and the Wasp: Quantumania è stato sconfitto
dai protagonisti e l’ultima apparizione come Victor Timely lo ha
visto “spaghettificato” più volte prima di tornare al suo vecchio
aspetto.
Il Consiglio dei Kang ha un aspetto
poco serio
Oltre a introdurre ufficialmente
Kang il Conquistatore, Ant-Man and the Wasp:
Quantumania ha anche fatto debuttare il Consiglio dei Kang del MCU, un
gruppo che comprende potenzialmente infinite varianti di Kang con
intenzioni nefaste. La scena post-credits di
Quantumania mostrava migliaia di varianti di Kang che
si teletrasportavano nell’arena del Consiglio, tutti interpretati
da
Jonathan Majors. In particolare Immortus, Rama-Tut e il
Centurione Scarlatto, sono rappresentati quasi come una parodia, il
che non fa pensare a Kang come a una minaccia particolarmente
imponente nel futuro del MCU.
I momenti migliori di Kang sono
avvenuti sul piccolo schermo
La serie Loki dei Marvel Studios su Disney+ è quella che finora ha
fatto di più con Kang il Conquistatore avendo introdotto due
varianti principali del supercriminale nel corso delle due
stagioni. Mentre le interpretazioni di
Jonathan Majors di Colui che Rimane e Victor Timely sono state
celebrate dai fan del MCU, gli spettatori più
occasionali del franchise – quelli che magari guardano solo le
uscite nelle sale – si saranno persi queste forti
interpretazioni.
Molte varianti di Kang non saranno
sviluppate nel MCU
Mancano pochi anni alla conclusione
della Saga del Multiverso del MCU con Avengers:
Secret Wars e già sappiamo non ci sarà abbastanza tempo
per esplorare nel dettaglio ogni variante di
Kang il Conquistatore. Dopo gli ultimi eventi che hanno
coinvolto l’attore, Jonathan Mejors, ci sarà da chiedersi se
esisterà ancora il personaggio di Kang. Resta dunque la sensazione
che il meglio di questo personaggio difficilmente troverà spazio
all’interno di questa nuova saga.
Kang è stato introdotto nel MCU
troppo presto
Kang il Conquistatore è stato rivelato fin da subito come il
nuovo antagonista della Saga del Multiverso, ma non sulla scia di
Thanos in Avengers: Endgame. Mentre quest’ultimo è stato
presentato per diversi anni nella Saga dell’Infinito, con brevi
apparizioni in The Avengers, Guardiani della Galassia e Avengers: Age of Ultron prima di rivelare i suoi piani
in Avengers: Infinity War, Kang è stato introdotto
immediatamente nella Saga del Multiverso. Questo ha diminuito il
mistero che circondava il villain, togliendo un po’ di magia al
personaggio.
Il vero piano di Kang non è ancora
chiaro
Jonathan Majors ha
fatto diverse apparizioni nei panni di diverse varianti di Kang il
Conquistatore, ma la maggior parte di esse non è stata in grado di
spiegare effettivamente quali siano i suoi piani per il multiverso.
A ogni nuova apparizione, vengono sollevate solo altre domande a
cui i Marvel Studios non hanno ancora risposto. Il
Kang il Conquistatore di Quantumania voleva fuggire dal
Regno Quantico, ma i suoi obiettivi successivi non erano chiari,
mentre l’apparente dominio del Consiglio dei Kang sul multiverso e
l’esilio di Kang il Conquistatore non hanno fatto altro che
aumentare la confusione.
Thanos è difficile da
eguagliare
La scelta di Kang dopo il popolare
successo di
Thanos è apparsa frettolosa. La forza di
Thanos era un villain difficile da replicare e la terrificante
minaccia che rappresentava costantemente sarebbe stata a sua volta
difficile da eguagliare. Probabilmente Jonathan Majors non si è
rivelato all’altezza di Josh Brolin nel ruolo di Thanos, poiché Kang
il Conquistatore non si è dimostrato, stando a quanto potuto
vedere, una minaccia all’altezza di Thanos.
Kang il Conquistatore è già
morto
Indipendentemente dal numero di
varianti aggiuntive di Kang il Conquistatore introdotte nel MCU, si
prevedeva che la variante del Conquistatore stesso sarebbe stata la
minaccia principale per i Vendicatori del MCU nella Fase 6. Con il terzo film di Ant-Man
abbiamo però avuto modo di scoprire che probabilmente non sarà
così. Ci siano teorie che mettono in dubbio il ritorno del
Conquistatore nel futuro del MCU e non ci sono notizie di un suo
ritorno a breve, il che significa che i Marvel Studios hanno
eliminato questa potente minaccia solo poco dopo averla
introdotta.
I Marvel Studios potrebbero
“allontanarsi” da Kang
Recenti speculazioni hanno suggerito
che i Marvel Studios potrebbero abbandonare del tutto Kang il
Conquistatore, soprattutto dopo le recenti polemiche legate
all’arresto di Jonathan Majors. L’intero team creativo di Avengers:
The Kang Dynasty ha abbandonato il progetto e questo
suggerisce una possibile rielaborazione totale del film, mettendo
potenzialmente al centro un nuovo cattivo dei fumetti Marvel, con
alcuni che sospettano possano essere il Dottor Destino o Galactus
ad assumere questo ruolo.
Kang il Conquistatore è troppo
legato a Jonathan Majors
Evidentemente, la cosa più difficile
da contemplare quando si rivedono le apparizioni di Kang il
Conquistatore è il fatto che la carriera di Jonathan
Majors è stata avvolta da controversie, accuse di
aggressione e una lunga indagine e processo. Majors è stato
arrestato nel marzo 2023 con l’accusa di aggressione,
strangolamento e molestie a seguito di una lite domestica. Il
verdetto del processo di Majors arrivato in questi giorni conferma
le accuse e l’attore potrebbe anche rischiare un anno di carcere.
Tali notizie influiscono inevitabilmente sul vedere Majors nel
ruolo di Kang. I Marvel Studios in seguito alla notizia hanno
dunque comunicato il licenziamento dell’attore dal franchise.
Adesso si pensa al recast,
oppure al totale abbandono del personaggio.
Con l’anno che sta
quasi per finire e il Natale alle porte è tempo dei film delle
feste in un anno in cui il cinema ha ripreso ad essere
un’esperienza cool, le sale sono tornate a riempirsi e il fenomeno
C’è ancora domani di Paola
Cortellesi con i quasi 31 milioni di incasso ha già
superato i circa 28 milioni di Oppenheimer
e rischia di diventare il primo incasso dell’anno davanti a
Barbie
e ai suoi oltre 32 milioni di box- office. Ci aspettano delle
festività ricche di film per tutti i gusti e target: in attesa di
capire a gennaio quali saranno i film più visti al cinema nelle
prossime settimane, ecco i risultati di una peculiare analisi
relativa ai titoli in programmazione nei giorni di festa e ai loro
protagonisti per capire in che direzione si sta orientando ad oggi
l’attenzione della rete (dato che il possibile successo di un film
dipende anche da quanto il film stesso, il regista o il cast creino
un interesse mediatico che potrebbe spingere all’acquisto del
biglietto).
Per il mondo del
web questo potrebbe essere il Natale di Alessandro Siani: secondo
Taboola, piattaforma leader mondiale nell’offerta
di raccomandazioni per l’open web, attiva nel consigliare e
indirizzare gli utenti alla scoperta di contenuti di loro
interesse, l’attore e regista napoletano è il talent più
letto negli ultimi 90 giorni relativamente ai film che
saranno protagonisti delle feste.
Taboola ha
analizzato i dati sulle visualizzazioni delle pagine di tutti gli
editori italiani con cui collabora per evidenziare che alla data
del 19 dicembre nella sezione Arte e Intrattenimento il
protagonista davanti e dietro la macchina da presa di
Succede solo nelle migliori famiglie (in
uscita il 1 gennaio) è stato letto 177.000 volte, quasi l’80% di
volte in più di Pio & Amedeo (protagonisti di
Come può uno scoglio, al cinema dal 28
dicembre, che sono stati letti 99.000 volte) e del risultato di
Adagio di Stefano
Sollima (che ha un risultato aggregato tra nome film,
regista e cast di 90.000 visualizzazioni) e 2.8 volte in più di
Ficarra e Picone (che totalizzano 64.000
visualizzazioni tra loro e il nome del loro film
Santocielo uscito in sala da qualche
giorno) e del duo Fabio De Luigi e Stefano
Accorsi (che sono stati letti un totale di 65.000 volte e
sono in uscita il 1 gennaio con 50 km
all’ora), mentre Diego Abatantuono
nel cast di Improvvisamente a Natale mi
sposo ha registrato 45.000 visualizzazioni.
Sul versante
internazionale grande aspettativa per Ferrari
di Michael Mann (già nelle sale da settimana
scorsa) che grazie a un cast stellare totalizza 114.000
visualizzazioni, ma grande attesa anche per il nuovo capitolo
Aquaman e il Regno
Perduto il cui titolo è stato letto 63.000 volte
(90.000 contando anche il nome di Jason Momoa), seguito da
Wish della Disney letto 59.000 volte, e
Wonka (visualizzato
29.000 volte ma numero che sale a 71.000 se considerato anche
Timothée Chalamet).
Un campionato a
parte invece è quello di Paola Cortellesi
visualizzata ben 1.1 milioni di volte e la cui sua sorprendente
opera prima C’è ancora domani è stata
letta 118.000 volte, ma il suo film è ormai in testa alle
classifiche da 8 settimane e questo giustifica il dominio della
readership sui siti web. Ora non ci resta che aspettare il responso
del pubblico.
La
classifica dei talent e film italiani delle feste più letti negli
ultimi 90 giorni nella categoria Arte e Intrattenimento –
classifica delle visualizzazioni di pagine
Paola Cortellesi + C’è ancora domani – 1.218.000
Alessandro Siani – 177.000
Pio & Amedeo – 99.000
Adagio di Stefano Sollima (regista, cast e titolo) –
90.000
Fabio De Luigi + Stefano Accorsi – 65.000
Ficarra e Picone + Santocielo – 64.000
Diego Abatantuono – 45.000
La
classifica dei talent e film internazionali delle feste più letti
negli ultimi 90 giorni nella categoria Art and Entertainment –
classifica delle visualizzazioni di pagine
Ferrari di Michael
Mann (regista, cast e titolo) – 114.000
“Chi salva una vita,
salva il mondo intero“, vi è scritto all’interno del
Talmud, uno dei Testi Sacri dell’ebraismo, ed è
questo un aforisma che per alcuni è divenuto una vera e propria
missione. Sappiamo di Oskar Schindler,
l’imprenditore tedesco che salvò più di mille ebrei dallo
sterminio, a cui Steven
Spielberg ha dedicato il film premiato agli Oscar
Schindler’s List. O
ancora di Desmond Doss, obiettore di coscienza
dell’esercito statunitense che salvò oltre 300 soldati, sulle cui
gesta è basato il film di Mel GibsonLa battaglia di Hacksaw
Ridge. Un’altra personalità distintasi per simili atti di
umanità è Nicholas Winton, protagonista ora del
film One Life (qui la
recensione), in uscita il 21
dicembre distribuito da Eagle Pictures e
con protagonista il due volte premio Oscar Anthony
Hopkins.
Proprio a quella frase presente nel
Talmud si riferise il titolo, One Life , avendo Winton basato la propria
intera esistenza sulla convinzione che salvare anche solo una vita
in più voleva dire salvare l’intera umanità. Nel film, basato sul
libro di Barbara Winton, If It’s Not
Impossible… The Life of Sir Nicholas Winton, si racconta
dunque la sua incredibile storia vera, sempre caratterizzata da
un’umiltà sconfinata. Diretto da James Hawes, il
film oltre a Hopkins vanta nel cast anche attori del calibro di
Helena Bonham Carter nel ruolo della
madre di Winton e Johnny Flynn in quelli del
protagonista da giovane, ma anche Jonathan Pryce,
Lena Olin, Alex Sharp e
Ramola Garai.
La trama del film One Life
In One Life si racconta dunque la
vita di Nicholas Winton, un agente di borsa
britannico figlio di genitori ebrei tedeschi, che negli anni
Trenta, alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, salvò centinaia
di bambini dallo sterminio nazista. Winton sviluppa infatti un
piano di salvataggio, noto come Operazione
Kindertransport (ovvero “trasporto di bambini“).
Grazie a questa operazione, Winton riuscì a far scappare dal paese
un totale di 669 bambini prima che i confini venissero chiusi
definitivamente. Nel film, si ripercorre dunque tale vicenda e
l’impatto avuto nella vita di Winton, il cui impegno umanitario
divenne noto pubblicamente solo negli anni Ottanta, quando ebbe
l’occasione di incontrare nuovamente gran parte dei bambini a cui
salvò la vita.
La storia vera di Nicholas Winton dietro il film One
Life
Nicholas George
Wertheim, questo il suo nome di nascita, è nato a Londra,
in Inghilterra, il 19 maggio 1909. Era il maggiore
di tre figli i cui genitori, Rudolf e
BarbaraWertheim, erano ebrei
tedeschi che in seguito si convertirono al cristianesimo e
cambiarono il loro cognome in Winton. Nicholas crebbe con mezzi
considerevoli: suo padre era infatti un banchiere di successo che
ospitava la famiglia in un palazzo di 20 stanze a West Hampstead,
Londra. Dopo aver frequentato la Stowe School di Buckingham, Winton
seguì le orme del padre e fece un apprendistato nel settore
bancario internazionale. In seguito ha lavorato in banche di
Londra, Berlino e Parigi. Nel 1931 torna però in Inghilterra e
inizia la sua carriera di agente di cambio.
La sua tranquilla esistenza venne
però scossa nel dicembre del 1938, quando Winton saltò la prevista
vacanza sulla neve in Svizzera per andare a trovare un amico che
lavorava con i rifugiati nella zona occidentale della
Cecoslovacchia, nota come Sudeti, che era caduta sotto il controllo
tedesco. Durante questa visita, Winton fu infatti testimone in
prima persona della terribile situazione dei campi profughi del
Paese, che erano pieni di famiglie ebree e di altri prigionieri
politici. Sconvolto da ciò che vide e sapendo che era in corso uno
sforzo per organizzare un’evacuazione di massa di bambini ebrei
dall’Austria e dalla Germania verso l’Inghilterra, Winton decide di
muoversi rapidamente per replicare un salvataggio simile anche in
Cecoslovacchia.
L’organizzazione dell’operazione Kindertransport
Lavorando inizialmente senza
l’autorizzazione del gruppo, utilizzò il nome di Comitato
britannico per i rifugiati e iniziò a raccogliere le domande dei
genitori cechi in un hotel di Praga. Ben presto migliaia di persone
si misero in fila davanti al suo ufficio. Winton tornò quindi in
Inghilterra per organizzare l’operazione, cercando genitori
adottivi, ottenendo i permessi di ingresso e raccogliendo i fondi
per coprire i costi di transito dei bambini. Qualsiasi costo non
coperto da queste donazioni, Winton lo pagò di tasca sua. Il
14 marzo 1939, poche ore prima che Adolf
Hitler e i nazisti tedeschi prendessero la Cecoslovacchia,
il primo treno che trasportava i bambini salvati da Winton lasciò
il Paese.
Nei cinque mesi successivi, Winton e
la piccola squadra che aveva messo insieme organizzarono altri
sette treni di evacuazione che ebbero successo. In tutto,
669 bambini riuscirono a mettersi in salvo.
Tuttavia, un nono treno, che doveva partire il 1° settembre
1939 con altri 250 bambini, non partì mai. Quello stesso
giorno, Hitler invase infatti la Polonia e chiuse tutte le
frontiere sotto il controllo tedesco, scatenando la Seconda Guerra
Mondiale e ponendo fine all’opera di salvataggio di Winton. Dopo la
fine della guerra, i bambini cercarono notizie sui propri genitori
e parenti, con cui avevano perduto ogni contatto. Nella stragrande
maggioranza dei casi, però, le loro famiglie di origine erano state
sterminate nella Shoah.
La tardiva scoperta delle sue
gesta
Per mezzo secolo, Winton ha taciuto
il lavoro svolto e le vite salvate durante i primi giorni di
guerra. Nemmeno la moglie di lunga data, Grete
Gjelstrup, che aveva sposato nel 1948 e da cui aveva avuto
tre figli, ne sapeva nulla. Solo nel 1988, quando
Gjelstrup si imbatté in un vecchio album pieno di lettere, foto e
documenti di viaggio, gli sforzi del marito tornarono alla luce.
Nonostante l’iniziale riluttanza di Winton a parlare della sua
operazione di salvataggio, Gjelstrup, con il suo consenso, consegnò
l’album a uno storico dell’Olocausto. Ben presto altri vennero a
conoscenza della storia di Winton. Fu scritto un articolo di
giornale su di lui, seguito da uno speciale della BBC. Winton venne
a quel punto elogiato in tutto il mondo e arrivarono lettere di
apprezzamento da parte di importanti capi di Stato.
Considerato “l’Oskar Schindler
britannico”, Winton ricevette una risoluzione del Congresso
americano e la cittadinanza onoraria di Praga, la più alta
onorificenza della Repubblica Ceca. Gli sono poi state intitolate
strade e sono state erette statue in suo onore. Nel 2003 la
Regina Elisabetta II in persona lo ha nominato
cavaliere e nel 2010 ha ricevuto la medaglia di Eroe
dell’Olocausto. La celebrità ottenuta ha però permesso a Winton di
ottenere ciò che gli stava veramente a cuore: la possibilità di
incontrare molti di coloro che aveva salvato. Furono così
organizzate diverse riunioni, in particolare il 1°
settembre 2009, quando un treno speciale che ricordava i
salvataggi partì da Praga per Londra con a bordo alcuni degli
sfollati originali.
Come avvenuto sette decenni prima,
l’ormai centenario Winton ha salutato i viaggiatori al loro arrivo
a Londra. Nel corso di molte interviste, a Winton è stato chiesto
il perché avesse deciso di fare quello che ha fatto. “C’è una
differenza tra la bontà passiva e la bontà attiva, che è, a mio
avviso, la donazione del proprio tempo e delle proprie energie per
alleviare il dolore e la sofferenza. Si tratta di uscire, trovare e
aiutare coloro che soffrono e sono in pericolo, e non solo di
condurre una vita esemplare, in modo puramente passivo, senza fare
nulla di male“, era solito dichiarare. Winton si è poi spento
il 1° luglio 2015, all’età di 106, ma le sue
azioni rimangono indelebili nella storia dell’umanità.
La data di uscita di Red
One, l’annunciato film natalizio con protagonisti
Dwayne Johnson
e Chris Evans, ha
finalmente ottenuto una data di uscita, fissata al 15
novembre 2024. Questo progetto è stato descritto come un
film di Natale d’azione e d’avventura che porterà gli spettatori a
viaggiare per il mondo intero, ma la trama effettiva è ancora
sconosciuta. Oltre ai due protagonisti poc’anzi citati, il film
vanta un cast composto anche da Kiernan Shipka,
Lucy Liu,
Mary Elizabeth Ellis, J.K. Simmons,
Nick Kroll e Kristofer Hivju.
Durante le riprese di Red
One, che si sono svolte dall’ottobre 2022 al febbraio 2023,
sono apparse online diverse foto del set in cui si parlava del
Babbo Natale di J.K. Simmons e dell’inclusione del Krampus. Ci sono
dunque molti misteri intorno a questo progetto, che già solo per
gli attori presenti è già divenuto uno dei titoli più attesi del
2024. Come riportato dal The Hollywood Reporter, il film
uscirà esclusivamente nelle sale cinematografiche per poi essere
trasmesso in streaming su Prime Video in un secondo momento.
Con l’uscita nelle sale fissata al
15 novembre, il film Red One sembra puntare dunque a
capitalizzare un periodo storicamente redditizio che precede, negli
Stati Uniti, il Ringraziamento. Tuttavia, Red One dovrà
affrontare la concorrenza di un altro film natalizio, The Best
Christmas Pageant Ever, e del film sulla mafia con Robert De Niro,
Alto Knights, entrambi in uscita il 15 novembre. Red One,
stando a quanto riportato, avrebbe anche l’obiettivo di lanciare un
franchise che reimmagini la mitologia delle feste, anche se ciò
dipenderà dall’andamento del film nelle sale e su Prime Video
durante le festività del 2024.
Nel 2021 il film Dune
di Denis Villeneuve con Timothée Chalamet ha ricevuto una serie
apposita di Funko Pop e la cosa si ripete ora con
Dune: Parte
Due, a pochi mesi di distanza dall’uscita in sala
dell’atteso sequel. Funko ha infatti presentato una nuova
collezione ispirata al nuovo capitolo e ai suoi protagonisti. Sono
infatti presenti Paul Atreides,
Chiani, Gurney Halleck,
Feyd Rautha e altri ancora. I preordini sono
disponibili su Entertainment Earth e su
Amazon. Nel dettaglio, ecco i Funko Pop
disponibili:
Funko Pops Paul Atreides
Funko Pops – Gurney Halleck
Funko Pops – Chani
Funko Pops – Stilgar
Funko Pops – Feyd Rautha
Funko Pops – Principessa Irulan
Cosa aspettarsi da Dune: Parte Due?
“Questo film successivo
esplorerà il mitico viaggio di Paul Atreides mentre si unisce a
Chani e ai Fremen mentre è su un sentiero di guerra di vendetta
contro i cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia“, si
legge nella sinossi ufficiale. “Di fronte alla scelta tra
l’amore della sua vita e il destino dell’universo conosciuto, tenta
di prevenire un futuro terribile che solo lui può
prevedere.”
Nel film vedremo Timothée Chalamet nei panni di Paul Atreides,
Zendaya nei panni di Chani, Rebecca Ferguson nei panni di Lady Jessica,
Josh Brolin nei panni di Gurney Halleck, Javier Bardem nei panni di Stilgar, Austin Butler nei panni di Feyd-Rautha,
Florence Pugh nei panni della Principessa
Irulan, Dave Bautista nei panni della Bestia. Rabban,
Léa
Seydoux nel ruolo di Lady Margot, Stellan
Skarsgård nel ruolo del Barone e Christopher
Walken nel ruolo dell’Imperatore Shaddam IV.
Dune: Parte
Due è diretto da Villeneuve da una sceneggiatura che
ha scritto insieme a Jon Spaihts. Il film è basato sull’innovativo
romanzo di fantascienza Dune
del 1965 di Frank Herbert. Dune: Parte
Dueuscirà nei
cinema il 28 Febbraio 2024!
Il secondo capitolo continuerà la
storia di Dune: Parte
Uno, che, nonostante la sua controversa uscita, è
stato un solido successo al botteghino nel 2021, incassando oltre
402 milioni di dollari su un budget di produzione stimato di 165
milioni di dollari. Tuttavia, WB ha sicuramente maggiori speranze
per il sequel, che potrà trarre vantaggio da un’uscita globale su
larga scala in formati standard e premium, incluso IMAX.
Stando a quanto dichiarato dal
regista ZackSnyder, sembra
proprio che la Director’s Cut di Rebel
Moon – Parte 1: Figlia del Fuoco (qui la nostra recensione) sarà
molto diversa da quella che arriverà su Netflix questo venerdì. La cosa non
sorprende poi tanto, considerando che una delle maggiori lamentele mosse
da chi ha visto in anteprima il film è che il montaggio
di Figlia del Fuoco presenti un
terzo atto disarticolato e al limite dell’incomprensibile, con
tagli evidenti per consentire la classificazione PG-13. Ecco allora
che Snyder afferma che la versione estesa con rating R sarà “un
film quasi completamente diverso“.
“Non si tratta di un ‘extended
cut’ di questo film“, ha dichiarato il regista all’Associated Press in una nuova intervista. “È
quasi un film diverso. È quasi un universo diverso quello in cui
vive la versione vietata ai minori rispetto al film PG-13. Il
motivo è che è una cosa molto filosofica girare un director’s cut
di un film prima di finire la versione base“, ha proseguito
Snyder. “Tutti i miei director’s cut esistono come risposta
alle cose che mi è stato chiesto di togliere dalla versione
teatrale, giusto? Con Rebel Moon, questa richiesta non è mai stata
fatta. Sapevamo che sarebbe stato un film vietato ai
minori. Nel mio cuore, ho sempre voluto che fosse classificato
così”.
“Ma quando ti rendi conto delle
dimensioni e dei costi di un film, dici: ‘Beh, non è responsabile
al 100% avere questa richiesta’“. In molti si sono giustamente
chiesti perché Snyder non abbia semplicemente rilasciato la sua
versione preferita del film, ma Netflix voleva chiaramente che questa prima versione
censurata raggiungesse il maggior numero di persone
possibile.”Sono un buon partner, in questo senso“, ha
aggiunto Snyder. “È stata un’idea di Netflix, che mi ha detto
‘E se ti dicessimo di fare quello che vuoi qui? Fate la versione
PG-13 e poi datevi alla pazza gioia con l’altra versione. Non ci
interessa’”.
La trama di Rebel Moon – Parte 1: Figlia del
Fuoco
La sinossi del film recita: dopo essersi schiantata su una luna ai
confini dell’universo, Kora (Sofia
Boutella), una misteriosa straniera dal passato
enigmatico, inizia una nuova vita in un insediamento pacifico di
agricoltori. Presto però diventerà la loro unica speranza di
salvezza quando il tirannico Reggente Balisarius (Fra
Fee) e il suo crudele emissario l’Ammiraglio Noble
(Ed Skrein) scoprono che i contadini senza volerlo
hanno venduto il loro raccolto ai Bloodaxe (Cleopatra
Coleman e Ray Fisher), leader di un
agguerrito gruppo di ribelli.
Assieme A Gunnar, un coltivatore dal cuore tenero e ignaro di cosa
sia una guerra, Kora riceve l’incarico di scovare i combattenti
pronti a rischiare la propria vita per la gente di Vedt.
Così i due raggiungono diversi mondi in cerca dei Bloodaxe e
riuniscono una piccola banda di guerrieri accomunati da tanta
voglia di redimersi: il pilota e killer mercenario Kai (Charlie
Hunnam), il leggendario Generale Titus (Djimon
Hounsou), l’esperta spadaccina Nemesis (Doona
Bae), il prigioniero dalle nobili origini Tarak
(Staz Nair) e Milius (E. Duffy),
una combattente della resistenza. Intanto a Veldt l’androide
protettore Jimmy (con la voce nell’originale di Anthony
Hopkins) si risveglia di nascosto con un nuovo
obiettivo. I rivoluzionari di questa nuova formazione devono però
imparare a fidarsi gli uni degli altri e unire le forze prime che
le truppe nemiche arrivino ad annientarli.
È ormai chiaro che
Deadpool 3 è uno
dei film più attesi del 2024, su cui però sappiamo ancora molto
poco. Mentre continuano ad emergere rumor su chi sarà presente o
meno nel terzo capitolo dedicato all’iconico supereroe Marvel, con addirittura Taylor Swift che
potrebbe avere un ruolo nel film, manca ancora una vera e
propria sinossi che dia maggiori informazioni su ciò che ci si deve
aspettare. Quasi a voler porre rimedio a questa “mancanza”, lo
scooper @CanWeGetToast ha ora condiviso quella che
sarebbe una presunta sinossi per l’atteso progetto del MCU, la
quale getta una nuova luce sul ruolo che Deadpool potrebbe avere in
questo film.
“Dopo aver affrontato alcune
battute d’arresto professionali e aver attraversato una crisi di
mezza età“, si legge, “Wade Wilson decide di mandare
ufficialmente in pensione Deadpool e diventare un venditore di auto
usate. Ma quando i suoi amici, la sua famiglia e il mondo
intero si rivelano essere in pericolo, Deadpool dovrà far uscire
dalla pensione le sue katane e reclutare un Wolverine riluttante e
diffidente per combattere non solo per la loro sopravvivenza, ma in
definitiva per la loro eredità“. Ad oggi, questa sinossi è
però da prendere con le dovute precauzioni, non essendoci conferme
ufficiali.
Chi c’è in Deadpool 3?
Deadpool 3
riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di
Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia
dell’atteso progetto. Hugh Jackman
uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere
il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli
ufficiali della storia di Deadpool 3, con
protagonista Ryan Reynolds,
non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama
riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la
serie di film di Deadpool – l’unica parte del
franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione
della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di
Reynolds si siano svolti in un universo diverso.
Ciò preserva i film degli X-Men
della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e
Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman,
viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi
presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e
Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche
altri X-Men possano fare la loro
comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della
Marvel comparsi sul
grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben
Affleck.
Una voce recente afferma che anche
Liev Schreiber
sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo,
Morena Baccarin
(Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie
Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e
Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni
dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in
franchising Emma Corrin (The
Crown) e Matthew
Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora
segreti. Un recente report afferma inoltre che la TVA di Loki,
incluso l’agente Mobius (Owen Wilson) e
Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool 3
uscirà nei cinema il 26 luglio 2024.
Come riportato da Deadline, il vincitore dell’Emmy
Ben Stiller,
che non ricopre un ruolo da protagonista al cinema dal 2017, anno
di Brad’s Status, ha ora trovato un nuovo progetto di cui
essere il principale interprete. Si tratta di
Nutcrackers, un nuovo film diretto da
David Gordon Green (Halloween,
L’esorcista – Il credente) attualmente in produzione in
Ohio. Scritto da Leland Douglas (Il richiamo della
foresta) e sviluppato dalla Rough House,
Nutcrackers segue l’ossessionato dal lavoro Mike
(Ben
Stiller), che deve recarsi a malincuore nell’Ohio rurale per
occuparsi dei suoi quattro sconclusionati nipoti dopo che i loro
genitori sono morti in un incidente d’auto.
Quello che inizia come un viaggio di
tre giorni per trovare un affido si trasforma però in settimane di
caos nella vita della fattoria e nella consapevolezza che non è
necessario che lui trovi loro una casa, ma che loro ne hanno
trovata una per lui. Per
Ben Stiller si prevede dunque un ritorno alla commedia
dolceamara, dove a farla da padroni sono i sentimenti. Il suo è
inoltre un ritorno più che gradito alla recitazione, avendo speso
questi ultimi anni a dedicarsi – con successo – alla regia. Nel
2018 ha infatti diretto l’acclamata miniserie Escape at
Dannemora, mentre del 2022 è Scissione, un acclamato
thriller premiato agli Emmy.
L’attore non ha mai del tutto smesso
di apparire sul grande schermo, avendo avuto piccoli ruoli o cameo
in film come Hubie Halloween, Locked Down e
Bros. Questo suo nuovo
ruolo da protagonista sembra però essere particolarmente adatto
alle sue corde e non resta dunque ora che attendere maggiori
informazioni sul progetto, come anche delle prime foto o un
trailer. Idealmente, Nutcrackers potrebbe uscire nel corso
del 2024, così da eventualmente permettere poi a Green di tornare
al lavoro sulla nuova trilogia di L’esorcista, il cui
secondo capitolo L’esorcista
– L’ingannatore è previsto per il 2025.
Le vacanze natalizie per molti
vogliono dire anche pomeriggi o serate al cinema e se siete alla
ricerca di un film divertente e sfizioso Tutti a parte mio
marito fa per voi. Questa commedia francese di Caroline
Vignal però non è il tipico film per tutta la famiglia, anzi è
decisamente indirizzato ad un pubblico femminile e
giovane che conosce molto bene le relazioni attraverso Tinder. La
protagonista Iris, interpretata dall’attrice
Laure Calamy, dopo anni di matrimonio dove non si sente più
desiderata da suo marito, l’attore Vincent
Elbaz, si cerca un amante, anzi più di uno, ma soprattutto
scoprirà i suoi desideri nascosti, il piacere per il sesso e anche
per se stessa.
La trama di Tutti a parte mio marito
Iris è una
donna borghese con un bella casa in centro città
che sta per compiere i fatidici 50 anni con una vita, almeno agli
occhi di tutti quelli che la conoscono, apparentemente impeccabile.
Infatti è sposata con Stephane, padre sempre
presente e un bel l’uomo, da ben 16 anni, ed è madre di due figlie,
una di 10 anni e l’altra adolescente quindicenne bravissima a
scuola. Per concludere è anche soddisfatta nel personale e
soprattutto nel lavoro, visto che è una dentista
che possiede uno studio dentistico tutto suo, dove c’è sempre un
flusso incessante di clienti che l’adorano. Un giorno, mentre è a
scuola della figlia maggiore, una signora ascolta le sue confidenze
personali ad un’amica che gli suggerisce di iscriversi a una chat
di incontri per persone sposate.
La dottoressa, all’inizio forse più
per curiosità, scarica l’applicazione “Deelove” e inizia a
giocarci. Prima opta solo per guardare le foto di tutti gli
uomini affascinanti disponibili poi prende
coraggio e invita uno dei tanti. Il primo primo incontro,
extra coniugale, si svolge in un bar e non va per
niente bene, ma dal secondo invece Iris ingrana e inizia a
divertirsi a letto con perfetti sconosciuti. Gli uomini che decide
d’incontrare sono sempre maschi e “latin lover” affascinanti,
ricchi, con un bell’appartamento ma anche propensi a performace
sotto le lenzuale certe volte bizzarre ma mai niente che la
dentista non voglia provare. Nel film spicca anche ben due volte,
attraverso la figlia che va al liceo il concetto del
consenso e con Iris che si rifiuta di praticare sadomaso
con un tipo che si crede Mr Grey di Cinquanta
sfumature di grigio.
La protagonista quindi si fa
travolgere dall’adrenalina, tanto da far cambiare
le visite dentistiche e le otturazioni, alla sua giovane e
personale assistente Nuria, per incastrare più incontri eccitanti
con amanti anche più giovani di lei. Alla fine però la donna, dopo
aver finalmente ritrovato se stessa, tornerà sui suoi passi anche
perché il marito inizierà a percepire che qualcosa è cambiato in
lei, e forse, Cupido riuscirà a riaccendere la
fiamma dell’amore e del sesso tra Iris e
Stephane.
Laure Calamy è l’anima di
Tutti a parte mio marito
Laure Calamy è conosciuta dal grande pubblico per il suo ruolo
di Noémie la segretaria nella serie francese
Chiami il mio agente! negli ultimi anni si sta facendo sempre
più spazio nel cinema. Con il ruolo di Iris in Tutti a
parte mio marito consolida il suo sodalizio artistico con
Caroline Vignal, nato con la precedente commedia
della regista intitolata Io, lui, lei e l’asino,
con cui Calemy si è aggiudicata nel 2021 il suo primo
César come migliore attrice.
Laure Calemy porta
sul grande schermo un interpretazione spontanea e fresca, e che si
cala perfettamente nella parte a lei affidata. All’inizio il suo
personaggio è molto sobrio e alto borhese, inedito nella carriera
dell’attrice francese, poi si trasforma prende in mano la sua
femminilità e inizia anche a vestirsi più sexy e con colori
sgargianti anche per mandare messaggi subliminali al marito che ha
sposato.
Piovono uomini come nella
canzone
Forse la scena che più racchiude lo
spirito di questo film è decisamente quella in cui Iris, dopo un
orgasmo, forse il migliore della sua esistenza almeno fino a quel
momento, si mette letteralmente a ballare e cantare. In perfetto
stile musical la protagonista elogia gli uomini e
interpreta, in lingua francese, il pezzo
musicale It’s Raining Men,
sottotitolo del titolo di questa pellicola. Tutti a parte
mio marito è una commedia che funziona grazie ad una
protagonista totalmente a suo agio in qualsiasi scena, anche in
quelle più intime, in grado di capire e finalmente ritrovare quello
che pensava d’aver perso per sempre.
Francis Ford
Coppola è noto in tutto il mondo per aver realizzato
alcuni dei più importanti capolavori cinematografici di tutti i
tempi, dalla trilogia de Il
padrinoad Apocalypse Now, passando
per La conversazione e Dracula di Bram
Stoker. Assente ora da più decennio dalla regia di un
lungometraggio, Coppola si prepara a fare il suo atteso ritorno con
Megalopolis,
dramma fantascientifico con protagonistaAdam
Driver, che il regista sognava di realizzare sin dagli
anni Ottanta. Nonostante una serie di contrattempi e difficoltà
economiche, le riprese si sono ora finalmente concluse a marzo e il
film è dunque in fase di post-produzione.
Parlando ora con Steve Weintraub di Collider,
proprio Adam Driver ha rivelato ciò che secondo lui rende il film
di un altro livello alle normali produzioni cinematografiche.
“Il fatto che l’abbia finanziato lui stesso ha reso il processo
di riprese una delle esperienze migliori, se non la migliore, che
abbia mai avuto“, spiega Driver, che aggiunge: “Non
c’erano conversazioni in eccesso, non c’erano persone che rubavano
a Pietro per pagare Paolo“. Secondo l’attore, però, la libertà
finanziaria è stato solo uno degli aspetti positivi.
Avendo finanziato di tasca propria
il film, Coppola ha di conseguenza avuto un completo controllo
artistico, potendo dunque compiere in libertà ogni scelta.
“Sembrava che avesse il controllo del film che voleva fare e
basta“, ha detto Driver, aggiungendo,“mi è sembrato di
capire: ‘Oh, questo è il modo in cui i film dovrebbero essere’. E
lui è la persona più generosa e filosofica che conosca. Ho adorato
quel processo e realizzarlo con lui. Mi piace parlare con
lui“. Driver ha poi fornito un’anticipazione su ciò che ci si
può aspettare da Megalopolis. “Il film è
selvaggio“, dice, “è così fantasioso, grande ed epico, ed
è audace. Si prende un rischio e non potrei essere più
entusiasta“.
Di cosa parla Megalopolis?
L’idea di Megalopolis è
stata ispirata dalla seconda Congiura di Catilina. Tuttavia, il
film sarà caratterizzato da un’ambientazione futuristica e sarà
incentrato su un ambizioso architetto che cova l’idea innovativa di
ricostruire New York City come un’utopia all’indomani di un
disastro naturale che ha rovinato le infrastrutture della città. Il
pubblico può aspettarsi immagini straordinarie poiché si dice che
il film sia girato utilizzando una tecnologia rivoluzionaria che
impiega nuove tecniche simili a quelle utilizzate per
The Mandalorian.
Coppolla, che scrive e dirige il
film, ha riunito un emozionante cast costellato di star per quello
che potrebbe essere il suo canto del cigno. Oltre
a Adam
Driver, nel cast compaiono anche
Forest Whitaker,
Nathalie Emmanuel, Jon Voight,
Laurence Fishburne, Aubrey Plaza, Talia Shire,
Shia LaBeouf, Jason Schwartzman, Grace Vanderwaal, Kathryn
Hunter e James Remar. Ad oggi non si
hanno però notizie sulla data di uscita del film, che potrebbe però
arrivare in sala nel corso del 2024.
Todd Garner, produttore di Mortal Kombat
2, ha annunciato il ritorno dello
Scorpion di Hiroyuki Sanada nel
sequel dell’adattamento videoludico del 2021. Diretto da
Simon McQuoid, il prossimo film fantasy sulle arti
marziali adatta la fase successiva di un torneo mortale tra
Earthrealm e Outworld, con nuovi combattenti che si uniscono alla
battaglia e tra questi vi è il leggendario Scorpion. In Mortal
Kombat, Hanzo Hasashi/Scorpion è un assassino morto da tempo
nel Giappone del XVII secolo, condannato all’infernale Netherrealm
dopo il brutale omicidio della sua famiglia da parte di un clan
rivale.
Ora, Garner ha offerto un piccolo
assaggio del ritorno di Scorpion in Mortal Kombat 2 con una
particolare foto di scena. Questa è infatti incentrata non sul
personaggio bensì sul suo iconico kunai, con sullo sfondo quello
che sembra essere uno schermo blu destinato probabilmente a
mostrare un ambiente ultraterreno nel montaggio finale del film.
Basta questo particolare ad annunciare il ritorno del personaggio,
un ritorno la cui conferma i fan attendevano con grande
trepidazione, essendo Scorpion uno dei personaggi più amati del
franchise. Qui è possibile vedere la foto in
questione.
Scorpion ha avuto un ruolo
importante nel Mortal Kombat del 2021. Il film si apre
infatti con Scorpion in vita mentre difende il clan Hasashi da
Bi-Han e dai suoi assassini, cadendo però in
battaglia mentre gli aggressori massacrano la maggior parte della
sua famiglia. Bi-Han sopravvive e diventa Sub-Zero, ma il destino
lo porta a scontrarsi con Cole Young un
lontano discendente di Scorpion. Nella battaglia finale di Mortal
Kombat, Cole libera lo spirito vendicativo di Scorpion su Sub-Zero,
permettendo al ninja non morto di uccidere il suo rivale e di
riposare finalmente in pace.
Tuttavia, due nuove aggiunte al cast
di Mortal Kombat 2
potrebbero dare allo spirito vendicativo un motivo per tornare nel
sequel. Oltre alla conferma che Bi-Han stesso sarà resuscitato come
Noob Saibot, Damon Herriman si è
unito al film nel ruolo di Quan Chi, un importante
cattivo di Mortal Kombat che ha contribuito
all’eliminazione del clan di Scorpion e alla sua dannazione come
spirito non-morto. Con il debutto di Quan Chi, il ritorno di
Scorpion potrebbe dunque avvenire come servitore dello stregone,
senza sapere il ruolo che ha avuto nell’omicidio della sua
famiglia.
Tutto quello che c’è
da sapere su Mortal Kombat 2
Mortal Kombat
2 è diretto da Simon
McQuoid da una sceneggiatura scritta
dallo sceneggiatore di Moon KnightJeremy Slater. Il sequel vedrà il ritorno di
Lewis Tan come Cole Young, Jessica
McNamee come Sonya Blade, Josh Lawson
come Kano, Tadanobu Asano come Lord Raiden,
Mehcad Brooks come Jax, Ludi Lin
come Liu Kang, Chin Han come Shang Tsung,
Joe Taslim come Bi-Han e Sub-Zero,
Hiroyuki Sanada nei panni di Hanzo Hasashi e
Scorpion e Max Huang nei panni di Kung Lao.
Il sequel d’azione introdurrà anche
una serie di nuovi personaggi oltre Johnny Cage, ovvero
Adeline Rudolph (Resident Evil) nei panni
di Kitana, Tati Gabrielle (You) nei panni
di Jade, Martyn Ford (F9) nei panni
dell’imperatore Shao Kahn, Damon Herriman di
Mindhunter nei panni del demone di Netherrealm Quan Chi,
Desmond Chiam (The Falcon and the Winter
Soldier) nei panni del Re Edeniano Jerrod e Ana Thu
Nguyen (Get Free) nei panni della Regina Sindel.
Ulteriori dettagli sulla trama sono ancora tenuti nascosti. Il film
è prodotto da James Wan, Michael Clear, Todd Garner e E.
Bennet Walsh.
Variety ha confermato che
Warner Bros. Discovery e Paramount
Global stanno portando avanti una serie di colloqui con il
fine di stabilire una possibile fusione tra le due società di
media. L’amministratore delegato di Warner Bros. Discovery,
David Zaslav, si è infatti incontrato con
l’amministratore delegato di Paramount Global, Bob
Bakish, in una riunione a pranzo martedì a New York,
discutendo propriio di questa possibilità. Zaslav ha anche parlato
con Shari Redstone, la cui National Amusements
Inc. possiede una quota di controllo della Paramount Global, in
vista di una potenziale combinazione delle società.
I rappresentanti di Paramount Global
e WBD non hanno per il momento voluto commentare la notizia e
dunque per il momento non sono noti i termini di questa possibile
fusione delle società. Lo stato delle trattative viene infatti
descritto come molto preliminare. Di base, sappiamo che alla fine
del terzo trimestre, Paramount Global ha registrato un debito a
lungo termine di 15,6 miliardi di dollari, notevolmente inferiore a
quello di WBD, il cui carico di debito sarebbe di 43,5 miliardi di
dollari. Ma in termini di valore di mercato, Warner Bros. Discovery
è il pesce più grosso, con una capitalizzazione di mercato di 28,4
miliardi di dollari alla chiusura delle contrattazioni del 20
dicembre, rispetto ai 10,3 miliardi di dollari di Paramount
Global.
Alla luce di quanto emerso,
sembrerebbe dunque che Warner Bros. Discovery e Paramount
starebbero cercando di unire i loro asset, che comprendono TV,
film, sport e streaming, per ottenere una maggiore raggio d’azione
ed efficienza operativa. In particolare, le due società avrebbero
interesse a combinare i loro servizi di streaming premium
Max e Paramount+
per competere meglio con i rivali Netflix,
Disney+
e Hulu. Per quanto riguarda i film, Warner Bros.
Discovery acquisirebbe proprietà di alto livello da Paramount
Pictures, tra cui franchise cinematografiche come Terminator, Transformers, Mission: Impossible, Scream e molti altri ancora. La
scuderia Warner Bros. Pictures comprende invece film del
DC
Extended Universe, Harry
Potter e Il Signore degli Anelli.
Una fusione WBD-Paramount Global
dovrebbe inoltre anche unire le loro attività televisive. La linea
via cavo di Warner Bros. Discovery comprende CNN,
HBO, TNT, TBS,
Discovery Channel, Cartoon
Network, Food Network,
HGTV, TLC e altri. Le reti di
Paramount comprendono invece CBS, Comedy
Central, MTV,
Nickelodeon e BET. Paramount
starebbe inoltre valutando di vendere potenzialmente BET Media (che
comprende BET e VH1), e alcune operazioni legate allo streaming.
Tra i potenziali compratori ci sono Byron Allen e
un gruppo di investitori guidati da Scott Mills,
CEO di BET. Non resta ora che attendere maggiori informazioni, per
scoprire se e come procederanno queste trattative.
James Hawes con il
suo One life chiude le proiezioni della
sezione
Alice nella città, alla Festa del Cinema di Roma.
Noto regista di film per la tv e serie televisive – come Black Mirror e Slow
Horses – Hawes propone stavolta, fuori concorso, un
film
destinato al grande schermo, che affronta una vicenda poco nota ma
reale, riguardante il salvataggio di numerosi bambini ebrei, poco
prima della scoppio del secondo conflitto mondiale. Il soggetto del
lavoro è infatti tratto dalla biografia di Nicholas Winton – If
it’s not impossible… The life of Sir Nicholas Winton. A Sir
Anthony Hopkins il compito di interpretare il
protagonista, alle prese con i ricordi del passato.
La storia di Nicholas Winton
Nicky,
Anthony Hopkins, è un uomo anziano, vive con la moglie
Grete, Lena Olin, in una casa inglese immersa nel
verde. Sta per diventare nonno, ma qualcosa lo tormenta. Specie
quando è solo, si ritrova a fare i conti con un passato doloroso.
La mente torna allora al 1938. La Germania nazista ha annesso e
occupato militarmente la regione cecoslovacca dei Sudeti. Migliaia
di profughi, tra cui moltissimi bambini, in maggioranza ebrei,
hanno trovato rifugio a Praga. C’è una vera e propria emergenza
umanitaria. I campi sono totalmente inadeguati e molte persone
rischiano di non sopravvivere al gelido inverno di Praga. In
Inghilterra, Nicky – Nicholas Winton, Johnny Flynn
– è un agente di borsa, ma di fronte a una simile tragedia non può
stare a guardare. Parte per Praga e cerca in ogni modo di far
uscire quanti più bambini ebrei possibile dal paese, affinché siano
accolti in Inghilterra da famiglie inglesi. Incontra molti ostacoli
e l’impresa sembra a volte impossibile. Al suo fianco ha però sua
madre Babette, Helena Bonham Carter, e alcuni volontari
inglesi a Praga: Doreen, Romola Garai e Trevor,
Alex Sharp.
One life e il conflitto
interiore del protagonista
Chi salva una vita, salva il mondo.
È questo che si dice dei “giusti dell’umanità”, ovvero coloro che
hanno messo a rischio sé stessi per aiutare gli ebrei durante il
periodo nazista, salvandoli dallo sterminio. Anche una sola vita
conta. È questo che il film sottolinea, ma è ciò che il suo
protagonista sembra non vedere. Nicky appare invece ossessionato
dal non aver fatto abbastanza. Quasi se ne vergogna. Il senso di
colpa che, paradossalmente, si porta dietro, è quello che gli
impedisce anche di fare pace col suo passato. Il regista si
interessa a questo conflitto interiore, che
Anthony Hopkins è abile nel rendere con aderenza
e misura, senza eccessi, ma attraverso tante piccole sfumature, che
assieme compongono un quadro intenso, dalla valenza profonda.
Fragilità e forza coesistono in questo personaggio, così come non
si rinuncia a qualche piccolo tocco di sobrio humour inglese.
Rifugiati, oggi come ieri, al di
là del credo
Altro focus del film è quello che
lega il passato all’oggi, sul tema dei rifugiati. Chi scappa da
guerre e persecuzioni, appare chiaro in One
life, merita di essere aiutato, ad ogni latitudine,
oggi come ieri. Ciò vale anche trasversalmente rispetto al credo
religioso. Alla luce dell’attualità, dei numerosi conflitti e della
mole di persone che arrivano in Occidente in cerca di un futuro
migliore, colpisce un’affermazione del protagonista, a cui si
domanda perché si adoperi così tanto per questi bambini ebrei.
Nicky risponde con una professione di agnosticismo, riaffermando il
valore intrinseco della vita umana. Il parallelo col tempo
presente, si estende anche ai paesi che sono chiamati ad
accogliere. L’Inghilterra nel film ha un atteggiamento inizialmente
ostile all’ipotesi dell’accoglienza, il che non può non far pensare
all’atteggiamento di molti paesi occidentali verso i migranti di
oggi. In questo senso, One life offre
spunti di riflessione.
Una buona ricostruzione
storica
La ricostruzione storica del film
appare accurata, anche le ambientazioni lo sono. A partire dalla
fotografia di Zac Nicholson, fino alla scenografia e ai costumi. Si
rendono bene sia il periodo immediatamente antecedente alla guerra,
che la condizione delle famiglie rifugiate nei campi di Praga.
Narrativamente, il materiale è ben organizzato e il racconto coeso.
La maggior parte del film si svolge in flashback, ma le parti della
vicenda che riguardano la vita di Nicky da anziano, hanno una loro
precisa funzione e regalano alcuni dei momenti più emozionanti del
film.
Il cast di One life
Ad accompagnare un ineccepibile
Anthony Hopkins e Johnny Flynn –
nel ruolo di Nicky da giovane – vi è un buon cast, che conta su
Lena Olin, Romola Garai,
Alex Sharp ed Helena Bonham Carter, perfetta nel ruolo della
madre di Nicky. Hawes tratta un tema – il
salvataggio di molti ebrei da parte di un solo uomo – affrontato in
altri lavori anche di grande successo, su tutti, Schindler’s List. Portare di nuovo il
pubblico ad interessarsi a una vicenda di questo tipo, dunque, non
è semplice. Il regista ci riesce, accendendo i riflettori su una
storia poco nota, che resta un esempio alto dei valori più profondi
dell’essere umano ed ha ancora tanto da dire.
Maestro è un’imponente e
impavida storia d’amore che ripercorre la relazione durata una vita
tra Leonard Bernstein e Felicia
Montealegre Cohn Bernstein. Maestro non è solo
una dichiarazione d’amore alla vita e all’arte, ma essenzialmente
una rappresentazione emotivamente epica di famiglia e amore. Dopo
A Star is Born, Bradley Cooper torna dietro la macchina da
presa per questo inno alla vita di Bernstein, all’amore per il suo
lavoro e per la sua famiglia. Ancora una volta una storia d’amore
struggente e commovente che attraverso questo biopic di Netflix ci porta in un mondo fatto di musica.
Il film sarà distribuito in alcuni cinema selezionati e sulla
piattaforma dal 20 dicembre.
Maestro, la trama
Dopo il successo di A
Star is Born del 2018, candidato a otto premi
Oscar, Bradley Cooper torna alla macchina da presa e
questa volta lo fa con un biopic su una delle personalità più
irriverenti del mondo della musica e dello spettacolo:
Leonard Bernstein interpretato da Cooper stesso.
Ad affiancarlo Carey Mulligan (Una
donna promettente), nei panni dell’acclamata attrice,
artista e attivista Felicia Montealegre Cohn Bernstein. All’interno
del film però non ci si concentra sui suoi maggiori successi o
sulla loro realizzazione – si accenna solo brevemente a West Side Story – il fulcro sono i legami che hanno
caratterizzato la vita di Bernstein e che hanno contribuito a
renderlo uno dei direttori d’orchestra più acclamati. Non a caso
West Side Story perché questo film ha tra i
produttori Steven Spielberg che nel 2021 ha conquistato
con un rifacimento del film.
Ci troviamo nei primi anni della
sua carriera, in un flashback – in parte in bianco e nero
soprattutto nella prima parte – che il personaggio di Bradley Cooper ha evocato per ricordare
il periodo più florido della sua vita. In particolare, al rapporto
con la moglie che proprio nella seconda parte del film diventa come
una protagonista della pellicola, mettendo in secondo piano la
figura del Cooper. Felicia Montealegre, una donna
che ha fatto del suo nome un modo di comportarsi. Mai una parola
fuori posto e sempre pronta a conquistare il marito con una risata.
Il loro amore è stato sincero e ricambiato ma non è stato sempre
felice.
La musica che cura e agita
Nella relazione da
Leonard e Felicia però c’è sempre
stato un terzo incomodo, anche più di uno. Le precedenti relazioni
di Leonard, che nella pellicola non nasconde la sua omosessualità,
e la musica. Tutte relazioni unite tra di loro, come un collante e
che agitano e curano allo stesso tempo il cuore di
Bernstein. Le interpretazioni di Cooper e di
Mulligan non fanno altro che rendere la pellicola ancora più
gradevole. Con l’utilizzo del trucco, Leonard Bernstein prende
davvero vita nell’attore e regista che con questa interpretazione
potrebbe essersi guadagnato una nomination per gli Oscar. Il
personaggio così caotico ma fortemente ironico e teatrale rende
bene sul grande schermo e la sua storia arriva al cuore dello
spettatore.
Nelle sue due ore complessive di
durata, la vita di Bernstein prende diverse pieghe. Un uomo così
caratterialmente ingombrante da occupare tutta la stanza che
inevitabilmente mette in ombra la moglie – anche lei facente parte
del mondo dello spettacolo. Ma capace di fare un passo indietro,
mettere da parte la sua crisi interiore per restare al capezzale
della moglie nel momento del bisogno. Infatti, anche il titolo,
Maestro, è un vero e proprio atto di amore alla
coppia. Ma senza tralasciare la fluidità di Lenny
che lo rende a oggi un personaggio moderno. Sembra ambiguo e
estroverso sia nelle relazioni che nella musica, in grado di
conquistarti con uno sguardo o attraverso la direzione di uno dei
suoi pezzi.
L’estate dentro di te
“Se non hai l’estate dentro di
te, allora non puoi fare musica”. Sempre fonte di grande
ispirazione per il marito, Felicia Montealegre lo
ha accompagnato supportato ma anche protetto da tutto e da tutti.
Una spalla e una compagna di vita su cui poter fare affidamento e
su cui è concentrata la parte finale del film. La malattia che la
consuma e che consuma anche Lenny che ancora una volta soffoca le
grida all’interno di un cuscino. In seguito alla morte della
moglie, il flashback è quasi finito e il racconto della storia
della versione anziana del personaggio si perde e diventa fluido,
come se senza di lei tutti i giorni fossero uguali.
Cooper si dimostra all’altezza
della sua seconda regia implementandola di tecniche
cinematografiche, il film però ha avuto una realizzazione corale ed
è servito un importante sforzo di produzione da parte di tutta la
troupe per realizzarlo. Il lavoro è servito a portare in scena un
delle personalità più stravaganti che ha attraversato i decenni con
la sua musica e che noi continueremo a cantare a ritmo di New
York New York.
La fiaba di Hansel e
Gretel è stata raccontata centinaia di volte in una
varietà di formati diversi, dalla fiaba orale al testo stampato
fino al film (tra cui, in qualità di esempio recente, spicca
Hansel & Gretel –
Cacciatori distreghe). Da
sempre considerata una delle fiabe più cupe dei fratelli Grimm, per
via della presenza di una strega mangia bambini ma anche per il
modo in cui i due protagonisti vengono abbandonati dai loro
genitori, la storia di Hansel e Gretel ha trovato un’occasione di
riscatto nella versione cinematografica del 2020 Gretel e
Hansel, che come il titolo lascia immaginare pone
l’attenzione sulla ragazza anziché su entrambi i fratelli.
Il regista Oz Perkins, infatti,
ha dichiarato che pur rimanendo fedele alla fiaba su cui si basa,
il film è da considerarsi come un vero e proprio coming of
age per la giovane Gretel, la quale è qui di qualche anno più
grande del fraatello. Perkins, infatti, voleva raccontare “la
sensazione che Gretel deve portarsi dietro Hansel ovunque vada e di
come questo possa ostacolare la sua evoluzione, raccontando dunque
di come i nostri affetti e le cose che amiamo possano a volte
ostacolare la nostra crescita“. L’intero racconto viene dunque
affrontato da questo specifico punto di vista, offrendo così una
versione inedita e particolarmente affascinante della vicenda.
Perkins, regista di film horror come
February: L’innocenza del male e Sono la bella
creatura che vive in questa casa, condisce il film di elementi
orrorifici, non risparmiandosi in scene sanguinolente e spaventose,
rendendo questo racconto di formazione un prodotto perfetto per gli
amanti del genere. Prima di intraprendere una visione del film,
però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alla
spiegazione del finale. Infine, si elencheranno
anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
La trama e il cast di Gretel e Hansel
Ambientato nella Germania medievale
devastata dalla miseria e dalla carestia, il film ha per
protagonisti la giovane Gretel e il fratellino
Hansel, i quali vengono cacciati di casa dalla
madre che non può più provvedere a loro a causa della povertà
dilagante. La ragazza decide dunque di addentrarsi nell’oscuro
bosco insieme al fratello alla disperata ricerca di cibo, riparo e
lavoro, non sapendo che la foresta è piena di insidie e pericoli
mortali. Qui incontreranno infatti un anziana donna, che sembra
disposta a fornire loro tutto ciò di cui hanno bisogno. Gretel
inizia però a nutrire alcuni sospetti sulla donna e una serie
strane visioni sembrano metterla in guardia da qualcosa di
terribilmente spaventoso sul suo conto.
Ad interpretare Gretel vi è
l’attrice Sophia Lillis,
divenuta nota grazie al ruolo di Beverly Marsh nei film It e It – Capitolo 2, ma vista
anche in Dungeons & Dragons – L’onore
dei ladri e Asteroid City. Accanto
a lei, nel ruolo del fratellino Hansel vi è invece l’attore
Samuel Leakey, visto anche nelle serie
MatherFatherSon e Treason. Charles
Babalola interpreta il cacciatore, mentre Fiona
O’Shaughnessy e Jonathan Delaney Tynan
ricoprono i ruoli della madre e del padre dei due protagonisti. Vi
è poi l’attrice Alice Krige nel ruolo dell’anziana
strega che accoglie Gretel e Hansel. L’attrice è nota per aver
interpretato la Regina Borg nell’universo fantascientifico di
Star Trek.
Gretel e Hansel: la
spiegazione del finale e le differenze rispetto alla fiaba dei
fratelli Grimm
Il finale del film può risultare
ambiguo, in quanto presenta un cambiamento tematico rispetto alla
storia tradizionale che evidenzia come la nostra cultura si sia
evoluta nel corso dei secoli, offrendo nuove esplorazioni di
argomenti come lo sviluppo infantile, i ruoli di genere e il lutto.
Tale finale è reso possibile da varie alterazioni della trama
durante l’inizio e la parte centrale del film. Sebbene vi sia un
certo grado di variazione tra le numerose versioni tradizionali di
questa storia, Gretel e
Hansel si discosta dalla trama tradizionale più di quanto
fatto dalla maggior parte degli altri adattamenti. Nelle versioni
tradizionali della storia, infatti, Hansel e Gretel vivono con
entrambi i genitori e, come nel film, la famiglia è molto
povera.
Sempre nelle versioni tradizionali,
la madre e il padre sono in disaccordo su cosa fare dei bambini,
dal momento che non possono permettersi di sfamarli. Il padre
vorrebbe comunque tenerli con sé, ma madre gli chiede di portarli
nel bosco e di ucciderli. Lui li porta allora dove richiesto, ma
lasciandolì lì senza ucciderli. Il viaggio dei due bambini consiste
a questo punto nel ritrovare la strada di casa, ma lungo il cammino
si imbattono nella casa della strega. Solo dopo essere riusciti ad
ucciderla gettandola nel forno riescono a tornare a casa, ricreando
un ambiente famigliare confortevole insieme al padre (la madre nel
frattempo è invece morta, segno secondo alcuni che lei e la strega
sarebbe state la stessa persona).
Si tratta dunque di un percorso
circolare, che viene però totalmente infranto dal film Gretel
eHansel. Nel film, infatti, non vi è alcun padre e
quando dunque la madre caccia di casa i due fratelli, entrambi
sanno che si stanno avviando verso l’età adulta, che la cosa gli
piaccia o meno. Quando poi lasciano la casa della strega alla fine
del film, il ritorno alla loro casa d’infanzia non è un’opzione
possibile: devono dunque proseguire il loro percorso verso l’età
adulta. Ecco allora che Gretel e Hansel prendono strade diverse,
anziché percorrere insieme lo stesso cammino, come nelle versioni
tradizionali della storia.
In questo modo, il finale del film
vuole esplorare la necessità di uno sviluppo individuale dei
bambini, rifuggendo eventualmente dai ruoli di genere prestabiliti.
I due protagonisti hanno infatti esigenze diverse, in parte basate
sulla loro esperienza. Gretel, ad esempio, decide di diventare una
strega, rinunciando al ruolo materno fino a quel momento avuto nei
confronti del fratello. Ciò è dovuto anche a quanto Gretel vive nel
corso della vicenda, con la strega che la aiuta a sviluppare quelle
capacità magiche che la ragazza dimostra di possedere e a formarsi
come persona. Se lei alla fine deve ucciderla è solo per salvare
suo fratello. Successivamente a quel momento, però, entrambi sono
consapevoli di dover continuare a seguire percorsi diversi per
poter davvero crescere.
Il trailer di Gretel e
Hansel e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Gretel e Hansel grazie alla sua presenza
su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Google Play, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
mercoledì 20 dicembre alle ore
21:20 sul canale Rai 4.
Aldo,
Giovanni e Giacomo sono
generalmente riconosciuti come tra i più popolari e apprezzati
comici attivi nel panorama cinematografico, teatrale e televisivo
italiano. La loro comicità, perfettamente calibrata sulle
differenze che li caratterizzano, è sempre fonte di gag e
situazioni particolarmente divertente e molte di esse fanno oggi
parte dell’immaginario culturale del nostro paese. Affermatisi al
cinema grazie a commedie come
Tre uomini e una gamba, Così è la vita o Chiedimi se sono felice, negli ultimi anni sono
tornati alla ribalta grazie a film di successo come Odio l’estate
e
Il grande giorno. Prima di questi, hanno però vissuto un
periodo meno felice, intervallato però da La banda dei Babbi Natale.
Il film, diretto da Paolo Genovese,
autore di Perfetti sconosciuti
che proprio con questo film ha debuttato in solitaria alla regia, è
infatti arrivato dopo l’insuccesso di Il cosmo sul
comò e quello ancor più grave diFuga da Reuma Park. In
questa commedia natalizia, capace di incassare ben 21 milioni di
euro al box office, i tre comici sono protagonisti di un racconto
più strutturato e ragionato, che offre momenti di grande
divertimento senza però dimenticare mai l’importanza delle
emozioni. Ancora oggi è indicato come uno dei loro film più
riusciti, che pur non raggiungendo le vette dei loro primi
lungometraggi possiede tutti gli ingredienti che rendono tanto
amato il trio.
Il film fu un tale successo da
generare anche un remake tedesco, intitolato
Weihnachts-Männer, diretto nel 2015 la televisione da
Franziska Meyer Price. Insomma, si tratta di un
titolo perfetto da riscoprire in questo periodo dell’anno, per
concedersi risate e quella calda sensazione di buonumore tipica di
queste festività. Prima di intraprendere una visione del film,
però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming
contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di La banda dei Babbi Natale
Protagonisti del film sono
Aldo, Giovanni e
Giacomo, tre amici inseparabili che hanno formato
una squadra di bocce, i The Charlatans. Aldo, sebbene sia un ottimo
cuoco, è un fannullone mantenuto dalla sua fidanzata
Monica e spende il poco denaro che ha alle corse
dei cavalli. Quando per pagare un debito di gioco arriva a vendere
un prezioso oggetto appartenente alla nonna della compagna, questa
lo caccia via. È costretto allora a trasferirsi da Giacomo,
chirurgo ormai vedovo da tempo, che non riesce però a dimenticare
sua moglie Aurora. Giovanni, infine, è un veterinario sposato con
Marta, ma in procinto di convolare a nozze con la
sua amante.
Mentre cercano di risolvere i
rispettivi problemi, i tre apparentemente innoqui amici sorprendono
tutti quando nella notte di Natale vengono inaspettatamente
arrestati in un appartamento nel quale sembra stia avvenendo una
rapina. In questura ad aspettarli c’è il commissario Irene
Bestetti, che li accusa di far parte della famigerata
Banda dei Babbi Natale, che nell’ultima settimana
ha già svuotato otto case. Loro naturalmente dicono di essere
innocenti e provano a spiegare come si sono ritrovati lì proprio in
quel momento. Ha così inizio una buffa, surreale ma coinvolgente
storia attraverso cui scoprire di più su di loro e le rispettive
vite.
Il cast di attori di La banda dei Babbi Natale
Ad interpretare i tre protagonisti,
naturalmente, vi è il trio composto da Aldo
Baglio, Giovanni Storti e Giacomo
Poretti. Nel ruolo del commissario Irene Besteti vi è
invece l’attrice Angela Finocchiaro, mentre
Silvana Fallisi, moglie nella realtà di Baglio, è
Monica. Recitano poi nel film Lucia Ocone nel
ruolo di Marta, moglie di Giovanni, mentre Antonia
Liskova è Veronica, l’amante svizzera di lui.
Giorgio Colangeli interpreta il padre di Veronica,
mentre Maria Maionchi è la madre di Marta, nonché
suocera di Giovanni. Completano il cast Giovanni
Esposito nel ruolo di Benemerita e Sara
D’Amario in quello della dottoressa Elisa Fizzoni.
La colonna sonora di La banda dei Babbi Natale
Aldo, Giovanni e Giacomo, cercando
una colonna sonora che valorizzasse i momenti più significativi del
film, hanno potuto contare sull’aiuto di un’artista del calibro di
Mina, da anni dichiarati loro ammiratrice. La
cantante ha dunque inciso un EP intitolato Piccola
strenna, i cui quattro brani sono appunto le canzoni
che accompagnano la commedia. Mele
Kalikimaka, solare canzone hawaiana scoperta da
Giacomo, il cui titolo significa proprio “Buon Natale” in
lingua hawaiana, apre l’album, composto da 4 brani di stampo
natalizio, e il film. Della colonna sonora fanno parte anche i
brani “Pencil Full of Lead” di Paolo
Nutini e “La mia realtà” di Giulio
Casale, con quest’ultimo pezzo accompagna i titoli di
coda.
Il trailer di La banda dei
Babbi Natale e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di La banda dei Babbi
Natale grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV,
Infinity+ e Paramount+. Per vederlo, una volta scelta
la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
mercoledì 20 dicembre alle ore
21:20 sul canale Italia 1.
Jason Momoa torna nei panni del supereroe
Arthur Curry, meglio conosciuto come Aquaman, nel secondo
capitolo della celebre saga marina di DC. Diretto ancora
una volta da James Wan, Aquaman e il Regno Perduto continua
l’avventurosa storia del Re di Atlantide che si ritrova ora ad
affrontare una delle più grandi sfide: proteggere il suo Regno e il
resto del pianeta dal crudele David Kane alias Black Manta
(Yahya Abdul-Mateen II), costringendo il potente
Atlantideo a stringere una riluttante alleanza con un improbabile
alleato.
Sequel del film del 2018, riprende
la storia da dove era stata interrotta, ma dove eravamo rimasti?
Dove avevamo lasciato Arthur? Ecco 10 cose da sapere prima di
andare a vedere Aquaman e il Regno Perduto, in sala dal 20 dicembre
2023.
Atlantide e i suoi sette regni
Aquaman – In foto Atlantide
La storia di Atlantide – spiegata in
alcuni flashback contenuti in Justice League (2017) e Aquaman
(2018) – ha origine millenni prima degli eventi raccontati nel
primo capitolo. Prima di essere sommersa
completamente, Atlantide è un regno meraviglioso con una
importante tecnologia all’avanguardia che, però, non è riuscita a
contenere l’immenso potere del Tridente di Atlan
che ha causato accidentalmente la distruzione del regno. Atlantide
crolla, dunque, nelle profondità dell’oceano e il popolo degli
Atlantidei riesce a sopravvivere grazie alla capacità di respirare
sott’acqua donata loro dal potere di Atlan.
Mentre il popolo si adatta al loro
nuovo ambiente, il regno finisce rapidamente per dividersi
in sette fazioni governate da sette sovrani differenti:
Atlantide, Xebel, Brine, Fisherman, Disertori, Trench e il Regno
Perduto. I regni dei primi quattro sovrani riescono a prosperare
nel corso dei secoli; i Disertori muoiono nel Sahara; i Trench si
trasformano in creature mostruose e, infine, il Regno Perduto si
isola, prendendo le distanze dalle altre società sottomarine.
Aquaman è il figlio della regina Atlanna e del
guardiano del faro Tom Curry
Aquaman – In foto Nicole Kidman nei panni della regina
Atlanna
Aquaman è il frutto dell’amore tra
la maestosa regina Atlanna (Nicole
Kidman) e l’umano guardiano del faro Tom Curry
(Temuera Morrison). Proprio per questo motivo,
Arthur Curry è un essere sovrumano, il figlio
“mezzo umano” della regina di Atlantide. Arthur non conosce
l’esistenza di Atlantide e, al contempo, Atlanna nasconde a tutto
il regno la sua seconda vita in superficie.
Tuttavia, quando il Regno di
Atlantide scopre il suo segreto, costringono la regina a tornare
alla città sommersa senza il suo bambino. È così che Arthur
cresce solo con suo padre, ignorando la sua reale duplice
natura. Questo finché non scopre di avere la capacità di
sopravvivere sott’acqua e di comunicare con la vita marina.
Nel primo capitolo della saga
vediamo il giovane Arthur allenarsi con Nuidis Vulko
(Willem
Dafoe), consigliere capo del re di Atlantide. Vulko
diventa ben presto il mentore di Arthur,
rivelandogli la sua vera origine. E mentre si allena ad accettare
la sua nuova natura ed eredità, Vulko lo addestra a
combattere e a maneggiare il potente tridente di
Atlanna.
Ma quando confessa ad Arthur la
possibile morte della madre nell’oscura Trench, il giovane
addolorato abbandona l’addestramento. I due si rincontrano solo
anni dopo, quando Aquaman, oramai adulto, combatte a fianco di
Vulko per abbattere il dominio di Re Orm.
L’unione con la Justice League contro
Steppenwolf
Aquaman – In foto Jason Momoa nei panni di Arthur
Prima ancora di conoscere la storia
alle spalle del possente Arthur Curry, il pubblico ha conosciuto
Aquaman come uno degli eroi metaumani della Justice
League. Infatti, dopo essersi allenato da giovane con
Vulko, Arthur utilizza i suoi superpoteri marini a scopi puramente
e futilmente personali, frequentando piccoli e rozzi bar di
periferia e vincendo stupide risse di strada, alticcio e senza il
minimo sforzo.
Conduce, quindi, una vita banale e
vuota finché Bruce Wayne in persona decide di
reclutarlo nel suo team con l’aiuto delle informazioni di
Amanda Waller e Lex Luthor. Dopo aver accettato controvoglia la sua
proposta, Arthur si ritrova a collaborare con Batman,
Wonder Woman, Cyborg, Flash e infine Superman, valorosi
supereroi che gli mostrano cosa significa mettersi a servizio del
mondo con i loro speciali poteri.
La vendetta dell’arcinemico Black Manta
Aquaman – In foto Yahya Abdul Mateen II che interpreta Black
Manta.
Nonostante il buon esempio avuto
dalla Justice League, Aquaman inizialmente lotta ancora
contro la sua moralità. Infatti, nel primo capitolo della
saga, durante il sabotaggio di una rapina sottomarina,
Arthur ferisce gravemente Jesse Kane (Michael
Beach), uno dei pirati coinvolti nell’assalto. Il figlio David
(Yahya Abdul-Mateen II) implora Aquaman di salvare
suo padre, ma sceglie di lasciarli morire mentre il sottomarino
affonda. Jesse muore, mentre David (di lì a breve Black Manta)
sopravvive con un unico obiettivo: vendicarsi.
Aquaman combatte contro suo fratello Orm per il trono
di Atlantide
Quando Mera
(interpretata da
Amber Heard), principessa di Atlantide, convince
Arthur (Jason
Momoa) a visitare Atlantide, Aquaman è catturato dal
minaccioso Re Orm, suo fratello, che gli ordina di allontanarsi per
sempre dal suo regno sottomarino. Aquaman però decide di sfidare il
fratello in un mortale duello, chiamato dagli Atlantidei
“l’Anello di Fuoco”. Nonostante Arthur
venga sconfitto e portato in salvo da Mera, decide di
ritentare la conquista del regno rintracciando il perduto e
agognato Tridente di Atlan, arma che gli conferirà il
potere assoluto su tutta Atlantide.
Aquaman e Mera si innamorano
Aquaman – In foto Jason Momoa e Amber Heard
Mentre Aquaman e Mera sono
impegnati nella lunga ricerca per il mondo per recuperare
il tridente di Atlan, i due iniziano, a poco a poco, a provare dei
sentimenti l’uno per l’altra. Il loro lungo viaggio li porta ad
attraversare il duro deserto del Sahara per scoprire le coordinate
del tridente. Poi si recano in Italia, precisamente in Sicilia,
dove affrontano le guardie atlantidee di re Orm che, dopo averli
rintracciati con l’inganno, cercano di ostacolarli e riportarli al
regno. Dopo un’adrenalinica battaglia, Aquaman e Mera riescono a
fuggire e a incamminarsi verso la Fossa, il misterioso
luogo che separa il Mare Nascosto dal resto
dell’oceano.
Il primo combattimento contro Black Manta
Aquaman – In foto Black Manta
In Sicilia, Arthur e Mera non si
ritrovano a dover affrontare solo le truppe reali: anche David Kane
è sulle loro tracce. Dopo aver progettato un costume da
supercriminale con la tecnologia atlantidea, infatti,
David – ora col nome di Black Manta – attacca
improvvisamente i due fuggitivi con pericolose lame e mortali raggi
laser che riesce a sparare dagli occhi della sua maschera.
Nonostante le sue forti ed elaborate armi, Black Manta è sconfitto
da Aquaman con abbastanza facilità, alimentando ancor di più il suo
odio verso l’eroe.
Aquaman rivendica il tridente di Atlan e doma i
Karathen
Aquaman – In foto Jason Momoa.
Quando Aquaman e Mera riescono ad
arrivare al Mare Nascosto, scoprono che la regina Atlanna è ancora
viva e che vive in quel misterioso luogo da quando è stata esiliata
da Atlantide. Dopo essersi ricongiunto con la madre, Arthur spiega
tutto l’accaduto e si avventura poi nella tana dei Karathen dove
risiede l’arma reale. Aquaman riesce ancora una volta a
mostrare il suo valoroso potere domando la bestia e brandendo il
grandioso Tridente di Atlan. Connesso ora alla vita marina
di tutto il mondo, Aquaman indossa l’armatura reale di Atlan e si
dirige verso il Regno
di Atlantide, pronto ad affrontare il fratello.
Aquaman sconfigge il Re Orm e diventa il nuovo Re di
Atlantide
Aquaman – In foto Jason Momoa
Con i suoi poteri resi straordinari
dal Tridente di Atlan e grazie all’aiuto dell’intero mondo
sottomarino, Aquaman guida i Karathen nella battaglia
finale contro l’esercito di Re Orm. Dopo aver spostato il
campo di battaglia sulla superficie dell’oceano, Aquaman inizia la
sua dura e smisurata lotta contro la corazzata atlantidea. Facendo
frutto delle lezioni apprese in gioventù da Vulko, Aquaman riesce a
combattere abilmente e a distruggere il tridente del fratello.
Debole e sconfitto, Orm viene quindi arrestato dai
discendenti dei disertori mentre ed esiliato nel deserto del
Sahara, mentre Aquaman finalmente riesce a rivendicare con
onore il trono della madre.
Sky rilascia oggi il
teaser ufficiale della nuova miniserie HBO in sei episodi The
Regime. Scritta da Will Tracy e diretta da
Stephen Frears e Jessica Hobbs,
la serie Sky Exclusive vede protagonista la vincitrice del premio
Oscar® Kate Winslet e arriverà prossimamente in
esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW.
The Regime racconta un
anno tra le mura del palazzo di un moderno regime europeo mentre
inizia a sgretolarsi. Insieme a Kate Winslet nel cast
Matthias Schoenaerts (Le regole del caos),
Guillaume Gallienne (Yves Saint Laurent),
Andrea Riseborough (Birdman), Martha
Plimpton (I Goonies) e Hugh Grant (Wonka, Notting Hill).
Will Tracy è sceneggiatore
e showrunner, nonché produttore esecutivo insieme a Frank Rich,
Tracey Seaward, Kate Winslet, Stephen Frears e Jessica Hobbs.
Gli sceneggiatori sono Seth Reiss, Sarah DeLappe, Gary Shteyngart e
Jen Spyra.
Per decenni, la Fortezza della
Solitudine è stata un pilastro dei fumetti di Superman e Superman:
Legacy di James Gunn può finalmente
riportarla nell’universo DC. Introdotto per la prima volta in un
fumetto del 1958, il ritiro artico è il luogo in cui Superman ha
scoperto per la prima volta la sua identità kryptoniana.
Ma nel corso del tempo, la
cittadella cristallina ha anche offerto a Superman alcuni momenti
di auto-introspezione tanto necessari. Accessibile solo da
Superman, la fortezza è una testimonianza della sua eredità aliena
e un deposito di tecnologia kryptoniana avanzata. Tra le sue mura
ghiacciate, Superman consulta le registrazioni olografiche dei suoi
genitori naturali, Jor-El e Lara, in cerca di guida.
Il rifugio di Superman ha giocato a
lungo un ruolo fondamentale nel viaggio del kryptoniano nella sua
assunzione di un ruolo da supereroe sulla Terra ed è apparso nelle
storie di quasi tutte le iterazioni live-action di Superman portate
finora sul grande e piccolo schermo. I film di Superman diretti da
Christopher Reeves hanno ricreato fedelmente la
fortezza dei fumetti, mentre Superman Returns ha
persino visto Lex Luthor che ne scopriva l’ubicazione, rubandone
dei cristalli per creare il proprio continente. Man of
Steel di
Zack Snyder ha reinterpretato la Fortezza della
Solitudine come una nave da ricognizione kryptoniana precipitata
sulla Terra diversi secoli prima. Ora, con il co-CEO dei DC Studios
James
Gunn che pianifica di rinnovare l’Universo DC con
Superman:
Legacy, la Fortezza potrebbe subire un altro
restyling.
Il regista di Superman:
Legacy, James Gunn, ha utilizzato
Instagram per rivelare uno schizzo approssimativo dello
storyboard del film. Mentre il post conteneva solo uno scarabocchio
di una persona (probabilmente Superman) circondato da frecce
rivolte verso l’esterno, gli utenti della rete più attenti si sono
affrettati a modificare la luminosità dell’immagine e a guardare le
pagine della sceneggiatura che si trovano sotto lo schizzo. Il
testo rivelato in questo processo indicava una scena ambientata
nella Fortezza della Solitudine. Sebbene Gunn non abbia commentato
questi post sui social media, sembra confermato ora che la fortezza
farà davvero la sua comparsa nel film in uscita.
Questa rivelazione, per fortuna, non
rovina molto ciò che Gunn sta pianificando con il suo nuovo film di
Superman, poiché ci si può aspettare la presenza della Fortezza
della Solitudine in qualsiasi trattamento live-action di Superman.
Detto questo, mentre la Fortezza della Solitudine viene utilizzata
principalmente come piattaforma per Superman per incontrare il
padre morto, Gunn forse può finalmente trasformarla in molto di
più, rimanendo fedele ai fumetti e alla rappresentazione multiuso
della fortezza che in essi viene fatta.
Superman: Legacy, tutto quello che sappiamo sul
film
Superman:
Legacy, scritto e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi. Il casting, come già detto,
ha portato alla scelta degli attori David Corenswet
e Rachel
Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane.
María Gabriela De Faría sarà il villain “The
Engineer”. Superman sarà supportato da Lanterna Verde
(Nathan
Fillion), Hawkgirl (Isabela Merced),
Mister Terrific (Edi Gathegi) e Metamorpho
(Anthony Carrigan). Nicholas Hoult
sarà invece Lex Luthor.
Il film è stato anche descritto come
una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori e ciò ha
permesso al film di non subire particolari ritardi. Ad oggi,
infatti, è confermato che Superman:
Legacyrispetterà la data di uscita
prevista, arrivando in sala l’11 luglio 2025.
Jonathan Majors e i Marvel Studios non
lavoreranno più insieme. Una notizia che, trovata la conferma, si è
diffusa nel giro di pochissimo tempo, ed è conseguenza di un
verdetto atteso a lungo, secondo cui l’attore è stato dichiarato
colpevole di aver commesso due reati di molestie e aggressioni.
Chiusi i rapporti con Majors, che dava volto e corpo a Kang
il Conquistatore – il grande villain dell’MCU
fino al 2027 – non si conosce ancora bene la linea che la casa di
produzione prenderà in merito. Ci sarà un recast, ignoreranno il
villain del multiverso oppure lo sostituiranno? Domande lecite, a
cui cerchiamo di dare risposta. Intanto, in una notizia recente
riportata da THR, Avengers:
The Kang Dynasty continuerà ad essere lavorato, ma
potrebbero esserci degli importanti cambiamenti creativi. E chissà,
le modifiche apportate magari andranno a salvare l’MCU da una posizione
al momento un po’ scomoda. Una cosa è certa: ci sono alcune
ottime soluzioni che potrebbero far continuare ad andare avanti il
Marvel Cinematic Universe senza Kang.
La TVA potrebbe tenere sotto
controllo ogni variante di Kang
Nel finale della
seconda stagione di Loki,
vediamo la TVA mettersi alla ricerca delle varianti di Kang e di
altre potenziali figure che minacciano il multiverso. Un’operazione
possibile grazie solo a Loki, il quale ha distrutto il Telaio
Temporale di Colui che Rimane, per poi usare il proprio potere per
mantenere in vita la Sacra Linea Temporale, riformando questa in un
albero multiversale e mantenendo così tutte le linee temporali
ramificate. Ciò si traduce in una sola cosa: la TVA può
effettivamente essere un guardiano della pace per il multiverso,
anziché limitarsi solamente a tenere sotto controllo la Sacra Linea
Temporale secondo la volontà di Colui che Rimane.
Potremmo dire che,
“senza volerlo”, Loki potrebbe aver creato un finale narrativo
dignitoso per Kang. Supponendo che la TVA sia in grado di gestire
qualsiasi variante di Kang in futuro, potrebbe essere rivelato che
il Consiglio dei Kang – conosciuto in Ant-Man and the Wasp: Quantumania – è stato interrotto
dall’azione di Loki, presente per l’appunto nel finale. Pur magari
non essendo la soluzione migliore, sarebbe di sicuro un escamotage
narrativo chiaro e completo che non avrebbe nessuna ripercussione
nel futuro del
MCU.
Dottor Destino
potrebbe mettere fine al Consiglio dei Kang
Che si voglia
ammetterlo oppure no, tutti (o quasi) aspettano l’arrivo nel
MCU di un villain in particolare: Victor Von
Doom, meglio conosciuto come Dottor
Destino. Che in fondo è uno dei protagonisti della
miniserie a fumetti crossover Secret Wars (e potrebbe esserlo anche
dell’omonimo film). Sugli schermi, in realtà, si è già visto, e per
chi nell’attesa volesse gustarsi la rivalità fra lui e Mister
Fantastic, il consiglio è di recuperare I Fantastici 4 (2005) e I Fantastici 4 e Silver Surfer (2007).
Ad ogni modo,
tornando a Kang, l’MCU potrebbe farlo sostituire da un villain
ancor più grande del
Marvel Universe, che è per l’appunto Dottor Destino, e sarebbe
interessante mostrare il suo terrificante potere facendogli
distruggere il Consiglio dei Kang. Un modo, questo, per chiudere la
porta al precedente cattivo del Multiverso, e aprirne
contemporaneamente una a qualcuno di decisamente peggiore nel MCU.
In fondo, Dottor Destino è molto più dell’acerrimo nemico di Mister
Fantastic: è uno dei più importanti cattivi Marvel e dunque
rappresenta un’oscura minaccia per il mondo intero e per tutti i
suoi eroi.
La scena post-credits di Ant-Man
and the Wasp: Quantumania
La scena
post-credits di Ant-Man and the Wasp: Quantumania, che doveva segnare
poi la durata nel tempo del personaggio di Kang il Conquistatore, e
dunque di Jonathan Major, vedeva il villain e le sue versioni
riunite in un concilio dove figurano le varianti di tutti gli
universi. Essendo poi arrivato il problema dell’attore, l’MCU
potrebbe decidere di ignorare direttamente il Consiglio dei Kang,
pittosto che trovare un modo per continuare con esso e proseguirne
la storia.
Il MCU può concentrarsi solo sulle
Incursioni
Se l’intenzione era
puntare tutto su Kang il Conquistatore come previsto con Avengers:
The Kang Dynasty, i Marvel Studios potrebbero concentrarsi
di più sulla minaccia delle Incursioni multiversali nel
MCU, introdotte per la prima volta in Doctor Strange nel Multiverso della Follia. Nonostante
il villain sia stato definito come il principale catalizzatore
delle Incursioni, altri personaggi ed eventi nel multiverso possono
crearle, come in fondo ci dimostra lo stesso Doctor Strange alla
fine del film. Potrebbe essere che un numero crescente di
Incursioni sia la minaccia che gli Avengers devono fermare in
Avengers:
The Kang Dynasty, per poi fallire e provocare Avengers: Secret Wars e la fine della loro realtà
attraverso un’Incursione.
Questo sarebbe
simile alla storia …il tempo finisce, che ha fatto da
preludio alle Guerre segrete dei fumetti. Nonostante gli Illuminati
presenti nel cartaceo (un gruppo formato da alcuni dei supereroi
più famosi e potenti sulla Terra) si siano compromessi nella
convinzione di dover distruggere preventivamente altre realtà per
salvare la propria, un’Incursione è avvenuta lo stesso con, per
l’appunto, le Guerre segrete. Qualcosa che rispecchi questo
concetto potrebbe essere molto avvincente e non necessiterebbe per
forza di Kang il Conquistatore.
Galactus potrebbe sostituire
Kang
In linea con il
concetto di mondi distrutti, Galactus – il cui
vero nome è Galan – potrebbe diventare un convincente e funzionale
sostituto di Kang il Conquistatore. Il personaggio è conosciuto
come il Divoratore di Mondi o anche il Distruttore, oltre a essere
considerato un altro dei più grandi e importanti cattivi della
Marvel. Ciò che rende un pericolo il villain è il fatto che, per
nutrirsi, deve mangiare sempre mondi ricchi di vita.
Potrebbe anche
essere che questa “qualità” venga potenziata, facendo in modo che
Galactus consumi proprio intere realtà, che andrebbero dunque a
intaccare il multiverso. Stando alle voci secondo le quali il
Divoratore di Mondi dovrebbe essere introdotto in Fantastici
Quattro, i Marvel Studios potrebbero pensare di affidargli
un ruolo più esteso e incisivo, facendolo diventare il grande
villain dell’intero
MCU.
Nessun main villain per Avengers:
Secret Wars
Infine, se
consideriamo l’idea che Avengers:
Secret Wars sarà con molta probabilità un’enorme resa dei
conti tra diverse realtà e varianti come quelle viste nella
controparte fumettistica, potrebbe non essere addirittura
necessario avere un villain principale come Kang il Conquistatore
(e, a questo punto, nemmeno un altro). Potrebbe, in sostanza,
essere solo una battaglia che si incentra sulla sopravvivenza, in
cui sono al centro diverse versioni di eroi che combattono per far
sì che i loro rispettivi mondi continuino a esistere nel multiverso
o in quello che verrà a sostituirlo in seguito. Insomma,
nell’eventualità che non ci sia un recast, ci sono alcune buone
possibilità per l’MCU
di abbandonare il personaggio di Kang.
I film del franchise di Indiana Jones
hanno caratteristiche così iconiche che sono state replicate e
parodiate da innumerevoli film fin da quando I predatori dell’arca
perduta uscì nelle sale. Le scene d’azione, gli
inseguimenti, le fughe e il carismatico e audace avventuriero
protagonista sono tutti ingredienti della ricetta che ha reso una
delle serie cinematografiche più durature e amate di sempre. Forse,
però, l’elemento più caratteristico di questa formula, che spesso
determina il successo o il fallimento della storia, è l’artefatto
al centro di ogni avventura. Questo rende l’oggetto al centro della
prossima avventura di Indiana Jones una
parte cruciale dell’equazione del successo della storia. Quindi,
nel film di James MangoldIndiana
Jones e il Quadrante del Destino (leggi qui la recensione), cos’è
esattamente il quadrante del destino?
Perché gli artefatti di Indiana
Jones sono importanti?
Uno dei motivi per cui l’artefatto è
così importante per i film di Indiana Jones è che
l’oggetto a cui Indy e i cattivi danno la caccia,
nel migliore dei film, è direttamente collegato ai temi della
storia. Ne I predatori dell’arca perduta, l’Arca
dell’Alleanza come artefatto centrale giocava un ruolo
fondamentale, non solo come oggetto desiderabile, ma anche in
relazione al desiderio di potere che i cattivi della storia
volevano usare l’Arca per ottenerlo.
Ne L’ultima
crociata, il Santo Graal faceva da contrappunto
all’egoistico desiderio di immortalità di Walter Donovan
(Julian Glover) e all’uso contrastante dei poteri
del Graal da parte di Indy (Harrison Ford)
per salvare suo padre. In Indiana
Jones e il Quadrante del Destino, l’artefatto
mette in crisi il nostro protagonista.
Qual è il vero Quadrante del
destino?
Il successo (e il fallimento) dei
precedenti artefatti del franchise rende il prossimo estremamente
importante per il successo della storia finale del franchise di
Indiana
Jonese il
Quadrante del Destino. Secondo le premesse del
film, è il cosiddetto “Meccanismo di Antikythera” e sembra
essere un dispositivo in grado di riportare indietro il tempo. Come
funzioni esattamente è un mistero, ma è un oggetto tematico
interessante e potenzialmente potente, in quanto un
Indy invecchiato potrebbe essere tentato di
riportare in vita il proprio passato. Il dispositivo è anche
ricercato da un gruppo di ex scienziati nazisti, che sperano di
riportare in vita il Terzo Reich e di
creare scompiglio nel mondo con il potere di questo antico
artefatto, sullo sfondo dello sbarco sulla Luna del 1969.
Tutto sommato, sembra una premessa
intrigante che si sposa bene con i temi della storia: Indiana
Jonese il Quadrante del Destino
vede Indy partire per un’ultima avventura mentre lotta con la sua
età e il suo posto nel tempo. D’altra parte, l’idea di un antico
manufatto in grado di riportare indietro il tempo sembra un po’
inverosimile. Certo, nel Regno del Teschio di Cristallo
c’erano degli alieni, ma almeno l’aspetto del teschio di cristallo
era ispirato a una storia e a un mito semi-plausibili.
L’Arca dell’Alleanza non vi farà sciogliere la
faccia, ma ha potenti precedenti e un ruolo vitale nella tradizione
biblica. Il Santo Graal è una figura centrale del
mito e della leggenda arturiana, insieme a molte altre – e ha anche
il vantaggio di avere una leggenda reale sul fatto che bere dal
Graal garantisca l’immortalità.
Indiana Jones e il Quadrante
del Destino: il Meccanismo di Antikythera
Sebbene l’Antikythera non
sia (per quanto ne sappiamo) in grado di riportare indietro il
tempo, si tratta di un manufatto storico che, a differenza del
Graal e dell’Arca, è stato effettivamente riscoperto. Attualmente
si trova nel Museo Archeologico Nazionale di
Atene, il che tende a togliere un po’ di mistero all’avventura.
L’oggetto, che appare in Indiana
Jones e il Quadrante del Destino, in sé è stato
scoperto nel 1901 in un naufragio al largo delle coste dell’isola
greca di Antikythera, ma solo molti anni dopo si è
scoperto qualcosa di estremamente curioso sulle sue proprietà. La
scansione di diversi segmenti dell’oggetto ha rivelato che si
trattava in realtà di un sistema complesso e interconnesso di
ingranaggi progettato per la previsione e l’osservazione, che lo ha
reso il più antico computer analogico conosciuto.
Non è chiaro che cosa questo
computer “calcolasse” nello specifico, ma il suo oggetto generale è
noto: si trattava di un sistema di ingranaggi progettato intorno al
II secolo a.C. che aveva una meccanica separata
che regolava i moti di quelli che all’epoca erano tutti i corpi
celesti conosciuti: il sole, la luna, Mercurio, Venere, Marte,
Giove e Saturno. Il suo scopo era quello di tracciare e prevedere
le posizioni relative di tutti questi oggetti nel cielo
contemporaneamente, consentendo all’operatore di vedere a colpo
d’occhio quale sarebbe stata la posizione di ciascuno di essi in un
determinato momento del futuro.
Le ricerche sulla dinamica del
Meccanismo diAntikythera sono
ancora in corso, per cui non si può dire cosa ci sarà di nuovo
nell’elenco delle scoperte su questo intricato manufatto storico.
Anche se, a dire il vero, il viaggio nel tempo è piuttosto in basso
nella lista delle possibilità. Ciò che rende Indiana
Jonese il Quadrante del Destino
parte di una lunga e raffinata tradizione dei precedenti
film del franchise è dunque il prendere un
manufatto storico reale con proprietà intriganti o miti e leggende
ad esso associati, e poi giocare con i dettagli e qualche licenza
creativa per produrre un intrigante oggetto del desiderio sia per
gli eroi che per i cattivi della storia.
Dal 20 Dicembre è disponibile su
NetflixMaestro (qui la recensione), biopic su
Leonard Bernstein di e
con Bradley Cooper, presentato in anteprima alla
Mostra
del Cinema di Venezia 2023. Un progetto che segna il ritorno
alla regia dell’attore dopo il successo di A Star is Born e che ha subito ricevuto reazioni
positive sia dagli spettatori che dalla critica fin dall’uscita del
trailer del film. Al centro della pellicola, vi è la storia d’amore
tra il celebre direttore d’orchestra e la moglie Felicia
Montealegre, interpretata da Carey Mulligan: un matrimonio contraddistinto
da un profondo affetto che li ha aiutati a rimanere insieme
nonostante le sfide e le difficoltà che hanno dovuto affrontare,
tra cui l’omosessualità di Bernstein e la malattia di Felicia. In
occasione dell’uscita del film, in questo articolo ripercorriamo
dunque gli eventi principali della storia di Leonard
Bernstein e Felicia Montealegre.
La trama di Maestro
racconta 30 anni di storia di Leonard Bernstein
Il film di Bradley Cooper, che ripercorre 30 anni di vita
di Leonard Bernstein, racconta principalmente la
storia d’amore tra Bernstein e sua moglie, Felicia
Montealegre Cohn Bernstein. Si tratta dunque di un sentito
omaggio non solo al talento artistico di Bernstein
come direttore d’orchestra, ma anche al legame emotivo che
condivideva con la sua famiglia. Anche se 30 anni possono essere un
arco di tempo lungo da coprire per un film di 129 minuti, la
pellicola di Cooper riesce brillantemente a sviscerare il profondo
legame tra Felicia e Bernstein e l’evoluzione del direttore
d’orchestra americano come musicista durante quel periodo.
La conoscenza e il matrimonio
Mentre Felicia
Montealegre era un’attrice di successo, con ruoli che
spaziavano dal teatro di Broadway a rinomate serie televisive,
Leonard Bernstein era una delle figure più
brillanti del mondo della musica, soprattutto dopo il suo debutto
alla Filarmonica di New York. Il primo incontro tra i due, come
mostra Maestro,
avvenne ad una festa: fu il pianista cileno Claudio
Arrau, ex insegnante di pianoforte di Felicia
Montealegre, a presentarle Leonard
Bernstein a una festa da lui organizzata nel 1947. Pochi
mesi dopo questo incontro, i due si fidanzarono, ma Montealegre
lasciò Bernstein in meno di un anno. Negli anni successivi, lei si
legò sentimentalmente all’attore Richard Hart,
dopo aver recitato con lui in diverse opere teatrali. Purtroppo
Hart morì il 2 gennaio 1951. Sebbene Montealegre fosse ben
consapevole delle precedenti relazioni di Bernstein, dopo la morte
di Hart diede alla sua relazione una seconda possibilità. Il 12
agosto 1951 fu dunque annunciato il loro secondo fidanzamento e
meno di un mese dopo si sposarono al Tempio Mishkan Tefilah di
Boston.
Leonard Bernstein ha avuto
relazioni con uomini e donne mentre era sposato
Sebbene Leonard
Bernstein apparisse come un padre e un marito devoto agli
occhi del pubblico, ebbe molteplici relazioni con uomini e donne
mentre era sposato. Felicia Montealegre era a
conoscenza delle relazioni extraconiugali del marito e ha
riconosciuto il suo orientamento sessuale in una lettera privata.
“Sei omosessuale e potresti non cambiare mai – non ammetti la
possibilità di una doppia vita, ma se la tua tranquillità, la tua
salute, il tuo intero sistema nervoso dipendono da un certo modello
sessuale, cosa puoi fare?“. Nella stessa lettera, aggiungeva
anche che il loro matrimonio non era “basato sulla passione, ma
sulla tenerezza e sul rispetto reciproco“.
Nell’estate del 1971,
Leonard Bernstein incontrò Tom
Cothran (interpretato da Gideon Glick nel
film Maestro),
all’epoca direttore musicale di una radio classica di San
Francisco. Dopo aver legato per il comune interesse per la musica,
Cothran e Bernstein ebbero una
relazione e trascorsero spesso le vacanze assieme. Cinque anni dopo
il loro primo incontro, Bernstein lasciò poi la
moglie Felicia per andare a vivere con Cothran
nella California settentrionale. Secondo quanto riportato, la
decisione di Bernstein fece infuriare
Felicia, che gli disse che “sarebbe morto da
vecchio amareggiato e solo“.
La morte di Felicia
Montealegre
Poco dopo la partenza di
Bernstein per la California del Nord, tuttavia, a
Felicia Montealegre fu diagnosticato un cancro ai
polmoni. Dopo aver saputo della diagnosi,
Bernstein tornò da lei e se ne prese cura fino
alla sua morte, avvenuta il 16 giugno 1978. Aveva 56 anni quando
morì e fu sepolta al Green-Wood Cemetery di Brooklyn, New York.
Dopo la sua morte, Leonard Bernstein rimase amico
di Tom Cothran fino a quando il direttore musicale
morì di AIDS nel 1987.
La morte di Leonard Bernstein
Dopo la morte della moglie,
Leonard Bernstein continuò la sua carriera di
musicista e nel 1980 ricevette il Kennedy Center Honor for
Lifetime Contributions to American Culture through the Performing
Arts, a Washington. Altri grandi traguardi raggiunti nella sua
carriera sono stati la nomina a membro onorario della New York
Philharmonic nel 1984 e l’avvio dell’Accademia orchestrale
dello Schleswig-Holstein Musik Festival a Salzau, in
Germania. Come riportato in Maestro,
nell’ottobre 1990 Leonard Bernstein annunciò
ufficialmente il suo ritiro dalla direzione d’orchestra. Pochi
giorni dopo il suo pensionamento, il 14 ottobre 1990, si è spento
all’età di 72 anni, nel suo appartamento di New York. Secondo
quanto riportato, la causa del decesso fu un attacco cardiaco
causato da un tipo di cancro chiamato mesotelioma. Oggi riposa
accanto alla moglie al Green-Wood Cemetery di
Brooklyn.
Dopo la
prima clipEagle Pictures ha diffuso la
seconda clip di One Life,
l’atteso film che racconta storia vera di Sir Nicholas
“Nicky” Winton interpretato da Anthony Hopkins. Diretto da James
Hawes nel cast anche Helena Bonham Carter e Johnny Flynn. Scritto
da Lucinda Coxon, Nick Drake.
La trama di One
Life
One Life racconta
la storia vera di Sir Nicholas “Nicky” Winton, un giovane broker
londinese interpretato con maestria da Anthony Hopkins, che nei
mesi precedenti lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale salvò 669
bambini profughi da morte certa. Nicky si reca Praga nel dicembre
del 1938, e trova migliaia di famiglie fuggite dalla Germania e
dall’ Austria, in condizioni disperate, con poco o nessun riparo e
cibo, e sotto la costante minaccia dell’invasione nazista. Si rende
subito conto che la sua è una corsa contro il tempo, ma capisce
immediatamente cosa deve fare: salvare quanti più bambini possibile
prima che le frontiere si chiudano definitivamente.
Cinquant’anni dopo nel 1988, Nicky
vive ancora nel ricordo della triste sorte di quei bambini che non
ha potuto portare in salvo in Inghilterra, incolpandosi sempre di
non essere stato in grado di aver fatto di più. Ma il destino gli
riserva un incontro inaspettato. Un programma televisivo della BBC,
“That’s Life!”, racconta la sua incredibile vicenda, con una
sorpresa che lo lascerà senza parole. Dopo ben cinque decenni un
evento inaspettato lo porterà finalmente a confrontarsi con il suo
senso di colpa e a riappacificarsi con il passato e con sé
stesso.