Apple Original
Films ha svelato oggi il trailer di Fancy
Dance, il film diretto da Erica Tremblay
con protagonista la candidata all’Oscar
Lily Gladstone in arrivo il 28 giugno su Apple
TV+.
https://youtu.be/3QZqzk1Zp6A
Guarda Fancy Dance in
streaming
La trama di Fancy
Dance
Da quando la sorella è scomparsa,
Jax (Lily
Gladstone) si prende cura della nipote Roki
(Isabel Deroy-Olson), arrangiandosi nella riserva
Seneca-Cayuga in Oklahoma. Ogni minuto libero è dedicato alla
ricerca della sorella scomparsa, mentre aiuta Roki a prepararsi per
un imminente powwow. Rischiando di perdere la custodia della
ragazza in favore del padre di Jax, le due si mettono in viaggio e
setacciano il territorio per rintracciare la madre di Roki in tempo
per il powwow. Quella che inizia come una ricerca si trasforma
gradualmente in un’indagine molto più profonda sulle complessità e
le contraddizioni delle donne indigene che si muovono in un mondo
colonizzato e alla mercé di un sistema giudiziario fallimentare.
Gladstone recita insieme a Isabel Deroy-Olson, Ryan Begay, Crystle
Lightning, Audrey Wasilewski e Shea Whighami.
Fancy Dance, una
produzione Confluential Films e Significant Productions/AUM Group,
è prodotto da Deidre Backs, Erica Tremblay, Heather Rae, Nina Yang
Bongiovi e Tommy Oliver. Bird Runningwater, Lily Gladstone, Forest
Whitaker e Charlotte Koh sono produttori esecutivi.
Il regista di Dune:
Parte TreDenis Villeneuve sembra
confermare che Anya
Taylor-Joy tornerà per il sequel. Dopo il
successo del suo primo adattamento di Frank
Herbert nel 2021, Villeneuve è tornato nel mondo di
Arrakis all’inizio di quest’anno con Dune: Parte
Due, che è stato un successo sia di critica che
commerciale. Il sequel introduce una manciata di nuovi personaggi e
membri del cast, incluso un cameo a sorpresa di Taylor-Joy nei
panni di Alia Atreides, la sorella di Paul, che vediamo solo in una
breve visione.
Con Dune: Parte Tre
ora confermato in fase di sviluppo, Villeneuve ha anticipato in una
recente intervista con Variety che Anya
Taylor-Joy tornerà nei panni di Alia nel prossimo sequel.
Anche se il regista non rivela molto sul terzo film, è chiaro che
non considera l’Alia di Taylor-Joy come un cameo isolato.
“Anya era Alia non appena l’ho
incontrata. In effetti, ho capito dopo, è sempre stata Alia. Anya
si sente fuori da questo mondo, come se appartenesse a qualche
altra dimensione, un passo nel sogno. Girare con Anya in
Africa è stato a dir poco magico. La sua generosità, il suo candore
e la sua passione mi hanno davvero commosso. Non vedo l’ora di
tornare ad Arrakis con lei.”
Dune: Parte Tre adatterà Dune
Messiah di Frank Herbert
In precedenza, parlando con la
rivista Time, Villeneuve ha confermato che Dune 3 sarà basato sul secondo
romanzo della serie di Frank Herbert, “Dune
Messiah“. Il regista ha diviso il primo romanzo in due
metà per adattare i suoi due film su Dune. Ma il
terzo film di Dune coprirà Dune Messiah nella sua
interezza.
Nel film vedremo Timothée Chalamet nei panni di Paul Atreides,
Zendaya nei panni di Chani, Rebecca Ferguson nei panni di Lady Jessica,
Josh Brolin nei panni di Gurney Halleck,
Javier Bardem nei panni di Stilgar, Austin Butler nei panni di Feyd-Rautha,
Florence Pugh nei panni della Principessa
Irulan, Dave Bautista nei panni della Bestia. Rabban,
Léa
Seydoux nel ruolo di Lady Margot, Stellan Skarsgård nel ruolo del Barone e
Christopher Walken nel ruolo dell’Imperatore
Shaddam IV. Il film è attualmente disponibile a noleggio in
digitale e sarà disponibile per l’acquisto in 4K UHD, Blu-ray e DVD
il 14 maggio 2024.
Isabelle Huppert presiederà la giuria del
Concorso della prossima Mostra del Cinema di Venezia. La venerata
attrice francese ha un rapporto di lunga data con il Lido, avendo
vinto due volte la Coppa Volpi per la migliore attrice, la
prima con “Storia di donne” nel 1988, e successivamente con “La
Cérémonie” nel 1995, entrambi diretti da Claude
Chabrol.
Isabelle Huppert – che ha realizzato un totale
di otto film con Chabrol – ha anche uno stretto legame con il
Festival
di Cannes dove nel 1978 vinse la statuetta come migliore
attrice per “Violette” di
Chabrol. Nel 2001, Huppert ha vinto il suo secondo
premio come miglior attrice a Cannes per la sua interpretazione nei
panni di una professoressa di musica sado-masochista in “La
pianista” di Michael Haneke. Nel 2005, la
Huppert è stata premiata da Venezia con un Leone d’Oro Speciale per
il suo ruolo da protagonista in “Gabrielle”, il dramma in costume
di Patrice Chéreau su un matrimonio imploso.
Nel 2017 ha ottenuto la sua prima
nomination all’Oscar per il suo ruolo di vittima di stupro che
rintraccia il suo aggressore in “Elle” di
Paul Verhoven, per il quale ha vinto anche un
Golden Globe e un Independent Spirit Award. Nel 2022, Huppert è
stata celebrata dal Festival del cinema di Berlino con un Orso
d’oro onorario.
“Isabelle Huppert è un’attrice
immensa. Esigente, curiosa e di grande generosità”, ha
dichiarato in un comunicato il direttore artistico di Venezia
Alberto Barbera. “Musa di numerosi grandi cineasti, non si è
mai sottratta all’invito di registi giovani o meno famosi che hanno
visto in lei l’interprete ideale delle loro storie”, ha
osservato Barbera.
“La sua enorme disponibilità a
mettersi costantemente in gioco, segno di una intelligenza non
comune, insieme alla sua capacità di guardare il cinema oltre i
confini geografici e mentali, fanno di lei un ideale Presidente di
Giuria in un festival aperto al mondo intero come come la Mostra
del Cinema di Venezia”, ha poi aggiunto Barbera. “Le siamo
molto grati che abbia accettato l’incarico, consapevoli dei tanti
impegni cinematografici e teatrali che dovrà affrontare nei
prossimi mesi”, ha concluso.
Huppert ha sottolineato la sua
“lunga e bella storia” con il festival. “Diventare uno
spettatore privilegiato è un onore”, ha detto. “Più che
mai il cinema è una promessa. La promessa di evadere, di
sconvolgere, di sorprendere, di guardare bene il mondo, uniti nella
diversità dei nostri gusti e delle nostre idee.”
Quella di Marta, la silenziosa ma
curiosa protagonista di Il mio posto è qui, è la
storia di tante donne in cerca del proprio posto nel mondo, ma
anche delle occasioni per raggiungere il proprio massimo
potenziale. Un potenziale a cui, purtroppo, determinati contesti –
o, meglio ancora, chi li abita – impediscono di arrivare. Nel film
diretto da Cristiano Bortone e Daniela
Porto – e tratto dall’omonimo romanzo di quest’ultima
– la protagonista si fa dunque incarnazione di una condizione
sociale che, dagli anni Quaranta in cui il racconto è ambientato ad
oggi, sembra dimostrare meno evoluzioni di quel che si potrebbe
credere.
Il mio posto è qui
si inserisce dunque in quel filone di film che riportano lo sguardo
femminile al centro delle attenzioni, ribadendo l’urgenza di
determinati discorsi e tematiche. Un’urgenza resa appunto tale
dalla dimostrazione che, pur raccontando del passato questi film
parlano in realtà anche del nostro presente. Quasi in modo
speculare a C’è ancora
domani – ma in modo meno artefatto – il film di Bortone e
Porto offre dunque agli spettatori un percorso verso la propria
liberazione, che passa inevitabilmente attraverso offese fisiche e
morali, ma anche la non scontata scoperta di un mondo intero oltre
i propri confini conosciuti.
La trama di Il mio posto è
qui
Il racconto, come anticipato, si
svolge all’indomani della fine della Seconda Guerra mondiale, in un
piccolo paese calabrese. Qui vivono Marta (Ludovica
Martino), ragazza madre promessa in sposa ad un uomo
che non ama, e Lorenzo (Marco Leonardi),
omosessuale locale conosciuto come “l’organizzatore dei matrimoni”.
Nel momento in cui proprio a quest’ultimo Marta si rivolge per i
preparativi del suo grande giorno, l’iniziale diffidenza lascerà
posto ad una profonda amicizia che porterà la ragazza a prendere
consapevolezza delle proprie capacità e a sfidare i pregiudizi
della comunità che li circonda, lottando per trovare il proprio
posto nel mondo come donna.
Con Il mio posto è
qui siamo lontani dalla ferita ma vivace Roma di C’è
ancora domani. Ci troviamo più a sud, nell’entroterra
calabrese, in un paesino dove il tempo sembra scorrere più lento e
la comunicazione con il mondo esterno è scoraggiata quando non
apertamente ostacolata. Un contesto che i due registi raccontano
rifuggendo da quell’artificiosità con qui tali ambienti vengono
troppo spesso ricostruiti. Prevale qui invece un’attenzione sui
costumi e le scenografie che non necessariamente ricerca il bello
quanto piuttosto il vero (e che proprio per questo risulta più
affascinante).
È qui che ha inizio il viaggio di
Marta, tra pareti di roccia e abiti logori, tra la rigogliosità
delle campagne e le occhiatacce dei suoi compaesani. Questo perché
Marta – come se già non le bastasse avere i capelli rossi – è una
ragazza madre. Un dettaglio visto come una colpa, che la rende
oggetto di pregiudizi e bersaglio delle malelingue. La sua è dunque
l’esistenza di un’emarginata, accettata ma guardata con sospetto
per via di quel “essersi concessa” senza permesso, senza pensare
all’onore in una società che vede le donne ancora solo come mogli e
madri, come dimostrano le altre figure femminili che la
circondano.
Dato che solo tra “ultimi” ci si può
capire e sostenere, è dunque dall’incontro con Lorenzo che le cose
per lei cambiano. Si manifestano a questo punto nel film sprazzi di
colore che alludono ad una nuova speranza, alla possibilità di un
futuro diverso da quello che le era stato cucito addosso. Il rosa
del foulard che indossa, il rosso della motocicletta di Lorenzo,
perfino il bianco di quell’abito da sposa a cui si sente costretta
assume un valore inedito, che non immaginava possibile. È così che
piano piano Marta entra in contatto con un mondo nuovo, grazie al
quale riscopre anche sé stessa.
Lorenzo apre dunque una breccia tra
Marta e il contesto in cui è cresciuta. Una crepa che la ragazza
andrà poi ad ingrandire sempre di più non solo attraverso la
rivalutazione del proprio corpo e delle sue possibilità, ma anche
con il dono della lettura e della scrittura, come anche della
consapevolezza dell’esistenza di una società pronta ad evolvere, a
partire dal tanto agognato voto alle donne. Sviluppando una
coscienza politica – che non si limita al votare un partito anziché
un altro -, la protagonista di Il mio posto è qui
riesce dunque a portare a compimento la propria emancipazione,
allontanandosi da quanti vorrebbero tenerla ancorata nel
passato.
Oltre la condizione femminile di
allora come di oggi, il film lancia dunque un messaggio molto
importante: quello dell’importanza dell’interessarsi e partecipare
alla vita politica, che altro non è che l’occuparsi della realtà
del proprio Paese. Un Paese da riscoprire come proprio e da
difendere, cosa che entrambi i protagonisti faranno seppur in modi
apparentemente opposti. Per quanto riguarda Marta, ciò avviene
appunto anche grazie all’apprendimento di capacità, la lettura e la
scrittura, che notoriamente permettono di sviluppare il pensiero e
un senso critico nei confronti del mondo circostante.
Il cuore grande di Il mio
posto è qui
Con Il mio posto è
qui Bortone e Porto realizzano dunque un film capace di
portare avanti più discorsi, che trovano nella necessità di un
risveglio delle coscienze il loro fine ultimo. Si offre agli
spettatori una storia di formazione delicata, avvincente e
commovente, portata avanti anche dai due splendidi interpreti
protagonisti, estremamente generosi nei confronti dei loro
personaggi, resi così veri e umani. Con le loro paure, i loro
rimpianti ma anche i loro sogni, Marta e Lorenzo sono personaggi
difficilmente dimenticabili di un film dal cuore grande, che ci
invita generosamente ad entrare in contatto con questo racconto e a
far nostri valori che lo animano.
Così come il primo
decennio degli anni 2000 ha avuto la sua trilogia dedicata al
longevo franchise de Il Pianeta delle Scimmie,
quella che potremmo chiamare “la trilogia di Cesare”,
anche questi tumultuosi anni ’20 hanno visto, con l’arrivo di
Il Regno del Pianeta delle Scimmie, l’inizio di
una nuova era di avventure e narrazioni che, come scopo ultimo,
hanno quello di ricongiungere questa storia contemporanea, con
quella che abbiamo visto per la prima volta sul grande schermo nel
1968, con il film culto di Franklin J. Schaffner
basato a sua volta sul romanzo di Pierre
Boulle.
Dopotutto, tra la nascita
di Cesare, nel film del 2011, e quello che affronterà sulla Terra
l’astronauta George Taylor nell’anno 3978
intercorrono ben 1967 anni di storie che possono essere raccontate,
stando a quanto dichiara Wes Ball
(Maze
Runner) regista di questa nuova avventura, che prende
il suo avvio dall’8 maggio al cinema con 20th Century
Studios.
Il Regno del Pianeta delle
Scimmie, la trama
Nel suo ultimo sforzo in
vita, Cesare è riuscito a condurre il suo gruppo di scimmie in
un’oasi, dove poter prosperare in pace. Intanto, gli uomini
continuano a morire, decimati dal virus mortale che loro stessi
hanno sintetizzato. 300 anni dopo la morte di Cesare, le scimmie
hanno prosperato e dall’oasi si sono diramate in territori selvaggi
moltissime società di primati diverse tra di loro. Gli anni hanno
trasformato molte cose, e mentre ci sono colonie che vivono in
equilibrio e armonia con la natura, come quella dello scimpanzé
Noa, ci sono altri gruppi più aggressivi che, distorcendo gli
insegnamenti di Cesare, riducono in schiavitù gli altri clan. Il
gruppo armato guidato da Proximus Caesar, farà
prigioniero il clan di Noa, e il giovane scimpanzé
si alleerà con Raka, un orango ex membro del
gruppo di Proximus, e Mae (Freya
Allan), una ragazza umana, per cercare di salvare la
sua famiglia.
Una scimmia troppo
umana
Wes Ball raccoglie un
testimone pesante. The War – Il pianeta delle scimmie del 2017
era un film in qualche modo conclusivo, poneva le basi sia per la
progressione evoluzionistica dei primati, sia per il processo
inverso che avrebbe poi afflitto gli uomini. Sarebbe stato un
perfetto ponte per arrivare poi alla storia originale e a quello
che hanno raccontato Schaffner e Boulle per primi. Con Il
Regno del Pianeta delle Scimmie si cerca di riempire un
vuoto che poteva benissimo rimanere tale, e tuttavia non si procede
in maniera gratuita e si coglie l’occasione per capovolgere ancora
una volta il punto di vista e umanizzare le scimmie, seguendo una
traiettoria scontata eppure inevitabile.
Finalmente la
scimmia è diventata davvero simile all’uomo e ora la
guerra è tra simili, l’uomo è fuori dal quadro, quasi completamente
se non nelle vesti di Mae, ma i termini dello scontro ora sono
“scimmia contro scimmia”, come era stato vagamente anticipato dal
personaggio di Koba nella trilogia precedente e
come ora viene reso evidente e fondativo per la trama con
Proximus Caesar.
L’evoluzione è il seme della
distruzione
L’evoluzione quindi porta
sempre con sé il germe della distruzione, non a caso il clan che
invece vive pace e armonia è quello che conserva delle usanze più
vicine alla natura e ai cicli della vita naturale, quello di
Noa. E così, se una volta lo scontro tra le parti
era per il diritto all’esistenza e alla vita, adesso diventa
questione di volontà di potere. E non c’è niente di più umano che
potesse essere tirato in ballo per riportare i primati sullo
schermo e farli effettivamente combattere tra loro.
Il risultato è certamente
grande intrattenimento, ma anche la consapevolezza che più si
evolvono e si umanizzano le scimmie, più queste sono uguali
all’uomo che hanno condannato all’estinzione. Più la scimmia stessa
si affeziona a valori meccanici e di potere, lontani dal vitalizio
naturale che trova sempre un suo equilibrio pacifico, più essa
diventa predatore spietato e cieco, destinato sempre
all’autodistruzione.
Il Regno del Pianeta delle Scimmie
è spettacolo e grande intrattenimento
In questa riflessione
sulla natura del potere e della vicinanza (o lontananza)
dell’uomo/scimmia dal ciclo vitale della natura, Il Regno
del Pianeta delle Scimmie è uno spettacolo di grande
intrattenimento oltre che di eccellente valore produttivo, merito
dei compartimenti tecnici della Weta che rappresentano sempre
l’eccellenza nella creazioni di mondi e realtà che non esistono. E
in questo concerto di effetti speciali, il regista Wes Ball tiene
la barra dritta e accompagna in porto una nave carica di
aspettative per quello che il futuro riserva al franchise.
Riuscirà
Noa a essere un protagonista carismatico come lo
era stato Cesare nel decennio precedente? L’ultima parola sarà del
box office, a partire dall’8 maggio.
Su Collider, Josh Brolin ha spiegato nel dettaglio
come ha convinto Villeneuve a dare al suo personaggio l’unica
F-word del film. Questo momento arriva quando
Gurney “vede la nave madre entrare e schiantarsi”. Brolin
ha sentito come naturale imprecare in reazione a questo momento, ma
Villeneuve era scettico. Il regista voleva che dicesse
“Tabarnak“, che per i canadesi, a quanto ha
spiegato lo stesso regista a Brolin, era una “cosa enorme”. Brolin
però ha pensato che sarebbe stato sciocco dirlo, ma ha assecondato
Villeneuve provandoci. Alla fine però è stato il regista a cedere
dicendo che la parolaccia sembrava più naturale.
“C’è una scena in cui c’è la
mietitrice sullo sfondo e Gurney cammina molto dolcemente e
lentamente, e poi guarda oltre, e vede la nave madre entrare e
schiantarsi dopo tutta quella faccenda, e Gurney dice, tipo,
“Cazzo,” o qualcosa del genere, giusto? E Denis continuava a dire:
“Di’, ‘Tabarnak'”. Io ero tipo, “Perché?”. Lui diceva: “Di’,
‘Tabarnak'”. E io ero tipo, “Ma nessuno saprà di cosa sto
parlando”. Questo non sarà respingente per gli
spettatori?’
E lui ha detto: “No, è
fantastico”. In Canada, è una cosa enorme.’ Io rispondo: ‘Sì, ma
non siamo in Canada. Nessuno capirà di cosa si tratta.’ E l’ho
provato – c’è del girato in cui lo dico! – e suonava davvero male.
Poi alla fine Debis è venuto da me e mi ha detto: “Dì solo:
‘cazzo'”. Ed è quello che è finito nel film.”
Denis Villeneuve dirige Dune –
Parte Due
“Questo film successivo
esplorerà il mitico viaggio di Paul Atreides mentre si unisce a
Chani e ai Fremen mentre è su un sentiero di guerra di vendetta
contro i cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia“, si
legge nella sinossi ufficiale. “Di fronte alla scelta tra
l’amore della sua vita e il destino dell’universo conosciuto, tenta
di prevenire un futuro terribile che solo lui può
prevedere.”
Dune – Parte
Due è diretto da Villeneuve da una sceneggiatura che
ha scritto insieme a Jon Spaihts. Il film è basato sull’innovativo
romanzo di fantascienza Dune del 1965 di Frank Herbert. Dune –
Parte Due è uscito nei
cinema il 28 Febbraio 2024!
Il secondo capitolo continuerà la
storia di Dune,
che, nonostante la sua controversa uscita, è stato un solido
successo al botteghino nel 2021, incassando oltre 402 milioni di
dollari su un budget di produzione stimato di 165 milioni di
dollari. Tuttavia, WB ha sicuramente maggiori speranze per il
sequel, che potrà trarre vantaggio da un’uscita globale su larga
scala in formati standard e premium, incluso IMAX.
Greta Lee (Past
Lives) e Kingsley Ben-Adir
(Bob Marley: One Love) sono in trattative per
recitare nel prossimo film horror fantascientifico
11817 del regista e produttore Louis
Leterrier (Now You See Me).
Entrambi gli attori sono in un
momento molto prospero delle loro carriere. Greta
Lee viene da una serie di successi tra cui il candidato
all’Oscar Past Lives, il dramma di Apple TV The
Morning Show e Spider-Man: Across the
Spider-Verse di Sony, mentre gli ultimi due film con
Ben-Adir sono stati dei veri e propri casi da box office:
Bob Marley: One Love e Barbie.
Nel film 11817,
forze inspiegabili intrappolano una famiglia di quattro persone
nella loro casa per un tempo indefinito. Mentre i lussi moderni e
gli elementi essenziali per la vita cominciano a esaurirsi, la
famiglia deve imparare a essere piena di risorse per sopravvivere e
superare in astuzia chi – o cosa – la tiene intrappolata.
Al momento sono in corso ulteriori
casting per il progetto, basato su una sceneggiatura di
Matthew Robinson. Come rivelato la scorsa
settimana, Rocket Science finanzia interamente, gestisce le vendite
estere e presenterà il film a Cannes questo mese, mentre CAA Media
Finance rappresenterà i diritti per il Nord America.
I produttori del film sono
Leterrier, Thomas Benski e Omar
Sy attraverso la loro nuova società Carrousel
Studios (questo è il primo progetto nel listino della
società). Tra i produttori figurano anche Lars Sylvest per Thank
You Studios, Kori Adelson per Chernin Entertainment, Oly Obst di 3
Arts Entertainment, Thorsten Schumacher per Rocket Science e Joe
Neurauter. Cecile Gaget è una produttrice esecutiva per Carrousel
Studios.
Greta Lee è
attualmente in produzione come protagonista femminile nel prossimo
Tron: Ares insieme a Gillian Anderson,
Evan Peters,
Jodie Turner-Smith, Cameron Monaghan,
Jared Leto e Jeff Bridges. Ben-Adir è
noto anche per One Night In Miami, Secret Invasion e The OA. Per
quanto riguarda i lungometraggi, Letterier ha recentemente diretto
il blockbuster della Universal Fast X.
L’unico progetto di successo dei
Marvel Studios degli ultimi mesi.
senza dubbio X-Men
’97. La serie animata, arrivata al suo
penultimo episodio, ha riscosso grande successo e adesso sembra
che i Marvel Studios vogliano
cavalcarne l’onda il più possibile.
Secondo Daniel Richtman, lo studio vorrebbe realizzare
quanti più episodi possibili del revival di X-Men: La serie
animata, producendoli uno dopo l’altro per evitare una lunga
attesa tra le diverse stagioni.
Il lungo lasso di tempo intercorso
tra la prima e la seconda stagione di Invincible di Prime Video ha infatti minato il successo del
secondo ciclo, e gli Studios vorrebbero evitare proprio questo iato
per non perdere pubblico. Secondo quanto riferito, la stagione
2 è piuttosto avanzata, quindi probabilmente la vedremo su Disney+ l’anno prossimo.
Come prevedibile, il
primo sguardo al costume di David
Corenswet del reboot di Superman
diretto da James Gunn sta diventando virale sui motori di
ricerca e sui social media. Tuttavia, mentre la maggior parte dei
fan dei fumetti si concentra sulla natura e sulla potenziale
origine del costume (se si tratta di qualcosa di
kryptoniano o di un originale di Ma
Kent), vale la pena notare che sullo sfondo sembra esserci
un gigantesco pianeta/astronave/alieno che attacca
Metropolis.
Dato che James Gunn ha affermato che il principale (e
potenzialmente unico) cattivo di Superman è il Lex Luthor di
Nicholas Hoult, è un po’ strano vedere un oggetto
gigante che attacca la città. Di seguito, esamineremo alcune
possibili identità dell’oggetto fluttuante, ma avvertiamo anche che
potrebbe trattarsi di una creazione originale per il film.
Sun-Eater
Apparso per la prima volta in
All-Star Superman, il Divoratore di Sole risiede nella Fortezza
della Solitudine ed è una specie di animale domestico per l’Uomo d’Acciaio, anche se potente, poiché
la creatura mangia letteralmente i soli. Quando il cattivo Solaris
(di cui parleremo più avanti) attacca la Terra, il Mangia-sole
viene in aiuto di Kal-el, ma alla fine muore.
Sappiamo che la Fortezza della Solitudine
apparirà nel reboot di James Gunn, quindi quali sono le probabilità
che il Mangia-sole faccia un cameo?
Solaris
Poiché si dice che Superman si stia
ispirando (in parte) a All-Star Superman, un’altra entità gigante
che appare nel fumetto è Solaris. Si tratta di un computer solare
artificiale che collabora con Lex Luthor per depotenziare l’Uomo d’Acciaio
facendo diventare il sole rosso. Mentre Superman
riesce a sconfiggere il potente computer, questo usa l’ultimo dei
suoi poteri per far diventare il sole blu, una condizione che di
solito dà ai kryptoniani più potere. Tuttavia, nel caso di All-Star
Superman, l’Uomo d’Acciaio stava già morendo a causa dell’eccessiva
saturazione delle sue cellule da parte dell’energia solare e il
sole diventato blu ha semplicemente accelerato la sua fine.
Warworld
Non c’è stato alcun accenno alla
presenza di Mongul in Superman (anche
se sua figlia è apparsa in Suicide Squad di James
Gunn), ma la sfera che attacca Metropolis sembra
decisamente molto simile alla nave del cattivo, Warworld. Più un
pianeta mobile che una nave spaziale, Warworld serve come risorsa
insostituibile nella ricerca del dominio galattico di Mongul. Se il
DCU vuole distinguersi dalle passate
iterazioni cinematografiche dell’Uomo d’Acciaio, non ci sono molte
opzioni migliori che introdurre Mongul e Warworld.
Brainiac Ship
Questo è probabilmente in cima alla
lista dei desideri di molti fan della DC Comics. Sebbene
nell’immagine manchino i tentacoli distinguibili che di solito
adornano le navi di Brainiac, varie versioni dell’astronave del
computer kryptoniano sono note per avere tentacoli retrattili… Come
già detto, non ci sono molti cattivi migliori di Mongul che l’Uomo
d’Acciaio possa affrontare sul grande schermo, tuttavia Brainiac è
uno di questi.
Secondo il quasi sempre affidabile
scooper @MyTimeToShineH, Deadpool &
Wolverine avrà dei riferimenti molto diretti al
personaggio di Frank Castle, alias The
Punisher. Presumibilmente Frank si ribella al dominio di
Cassandra Nova nel Vuoto, ma non fa più ritorno
dal confronto con la temibile sorella cattiva di Xavier.
Alex Perez di The
Cosmic Circus suggerisce con fervore che si possa trattare di
The Punisher di Thomas Jane, cosa
che potrebbe spiegare la presenza del Russo (leggi
qui) nell’equipaggio di Cassandra. Ha anche anticipato
le apparizioni di Daredevil di Ben Affleck e Quicksilver di
Aaron Taylor-Johnson.
È sempre bene considerare con
scetticismo certe voci, anche se molti degli scooper che si
auto-definiscono tali si stanno rivelando sempre molto precisi.
Tutto quello che sappiamo su
Deadpool & Wolverine
Deadpool &
Wolverine riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di
Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia
dell’atteso progetto. Hugh Jackman
uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere
il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli
ufficiali della storia di Deadpool &
Wolverine, con protagonista Ryan Reynolds,
non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama
riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la
serie di film di Deadpool – l’unica parte del
franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da
parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano
svolti in un universo diverso.
Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al
contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman,
viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi
presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e
Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche
altri X-Men possano fare la loro
comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della
Marvel comparsi sul
grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben
Affleck.
Una voce recente afferma che anche
Liev Schreiber
sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo,
Morena Baccarin
(Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie
Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e
Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni
dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in
franchising Emma Corrin (The
Crown) e Matthew
Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora segreti. Un
recente report afferma inoltre che la TVA di Loki, incluso l’agente
Mobius (Owen Wilson) e
Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool &
Wolverineuscirà nei cinema il 26 luglio
2024.
L’attore britannico Ian
Gelder, che interpretava Kevan, il fratello di Tywin
Lannister in Game
of Thrones della HBO, è morto all’età di 74 anni per
complicazioni dovute a un cancro al dotto biliare, secondo quanto
riportato da Variety.
“È con enorme tristezza e con il
cuore spezzato in un milione di pezzi che lascio questo post per
annunciare la scomparsa del mio caro marito e compagno di vita Ian
Gelder“, ha scritto su Instagram il suo compagno Ben Daniels.
“Era un attore meraviglioso e meraviglioso, e tutti quelli che
hanno lavorato con lui sono stati toccati dal suo cuore e dalla sua
luce“.
Ian Gelder ha avuto
una lunga carriera sul palcoscenico, apparendo in produzioni nel
West End di Londra e al Globe Theatre di Shakespeare, e ha anche
interpretato Mr. Dekker in Torchwood oltre a ruoli in
Doctor Who e
His Dark Materials. Ma per i fan della televisione è noto
soprattutto come Kevan Lannister – fratello minore
di Tywin e zio di Cersei, Jaime e Tyrion – nell’epopea fantasy
della HBO Game
of Thrones, dove ha debuttato nell’ottavo episodio
della prima stagione.
Gelder ha interpretato Kevan
Lannister in 12 episodi delle prime sei stagioni del Trono di
Spade, fungendo spesso da contrappeso equilibrato agli istinti più
assetati di potere dei Lannister. Kevan ha fatto parte del Piccolo
Consiglio per suo nipote Re Tommen nella quinta stagione e gli è
stata offerta la posizione di Maestro della Guerra da Cersei dopo
la morte di suo fratello Tywin, ma Kevan si è scontrato con Cersei
e ha rifiutato la posizione, lasciando Approdo del Re per protesta.
Kevan servì poi come Primo Cavaliere nella sesta stagione, ma fu
ucciso insieme al figlio Lancel, a Margaery Tyrell, all’Alto
Passero e a molti altri nel Grande Setto di Baelor quando Cersei lo
distrusse con un incendio nel finale della sesta stagione.
Il network NBC ha
diffuso ha diffuso il promo e la trama di Chicago Fire
12×11, l’undicesimo inedito episodio della dodicesima
stagione di Chicago
Fire
In Chicago Fire 12×11 che si intitolerà “Inside
Man” Severide va a fare un giro inaspettato sul camion 81. I mondi
di Ritter si scontrano quando il suo fidanzato poliziotto segreto
aiuta 51 a rintracciare Severide e il camion scomparso.
La dodicesima stagione di
Chicago Fire
La sinossi della dodicesima
stagione di Chicago
Fire: “In seguito a un incendio/minaccia
estremista, la vita di Mouch è in bilico. La relazione di Sylvie
con Dylan si è conclusa e una nuova porta si è aperta quando Casey
le ha proposto di sposarlo, nel frattempo lei stava cercando di
adottare una bambina. Stella prende la decisione di lasciare
Chicago nella speranza di riportare indietro Kelly”.
Oltre a
Kinney, la dodicesima stagione del procedurale della NBC è
interpretata anche da David Eigenberg nel ruolo
del tenente Christopher Herrmann, Joe Minoso nel
ruolo del pompiere Joe Cruz, Miranda Rae Mayo nel
ruolo del tenente Stella Kidd, Daniel Kyri nel
ruolo di Darren Ritter, Hanako Greensmith nel
ruolo della paramedica Violet Mikami, Eamonn
Walker nel ruolo del vice capo distretto Wallace Boden e
Christian Stolte nel ruolo di Randall
McHolland.
Kara Killmer, che
nella serie interpretava la paramedica Sylvie Brett,
lascerà Chicago Fire nel
corso della 12ª stagione. D’altra parte, il Blake
Gallo di Alberto Rosende ha fatto un’ultima
apparizione durante la première della Stagione 12.
Con così tanti progetti MCU di alto profilo in arrivo, non
c’è da meravigliarsi che ci siano in circolazione così tanti rumors
sui piani dei Marvel Studios. Infatti, secondo @CanWeGetToast, il prossimo programma televisivo
Marvel Zombies presenterà
“Infinity Hulk”, una variante ancora più potente
del Golia Verde immaginato sulla stessa linea di Infinity Ultron e
Infinity Killmonger di What
If…?
Hulk è quasi inarrestabile così
com’è, quindi dargli le Gemme dell’Infinito dovrebbe dare una
svolta al personaggio con cui i fan possono divertirsi. Ovviamente
abbiamo già visto una verisone di Hulk con le Gemme dell’Infinito.
In Avengers: Endgame, Smart Hulk usa
il guanto per annullare l’effetto dello schiocco di Thanos e
facendolo rimane permanentemente ferito al braccio che indossava il
guanto. Sarebbe interessante vedere quali sono le conseguenze di un
tale gesto per il personaggio che potrebbe apparire un
Marvel Zombie.
Cosa sappiamo su Marvel
Zombies?
“Sarà pazzesco”, ha detto di recente
Bryan Andrews, regista e produttore di
What
If…?, a proposito di Marvel Zombies. “Sì, [è]
completamente TV-MA. Nasce da ciò che è stato fatto in Episodio
[105]. L’idea era che c’è una certa ispirazione dal fumetto, il
fatto che siano zombie, ma non stiamo facendo il fumetto, in nessun
modo“.
“Abbiamo una nostra
interpretazione, e molte di quelle cose sono state messe a punto
dai nostri talentuosi scrittori di [What If…?] all’inizio, quindi,
abbiamo solo preso questo e… esplorato un po’ di più quella
mitologia in quell’episodio. Quindi, sì, è pazzesco“.
La serie animata reimmagina
l’Universo Marvel mentre una nuova generazione
di eroi combatte contro una piaga zombie sempre più diffusa. Nei
fumetti, Marvel Zombies è nata come
una serie limitata di cinque numeri pubblicata per la prima volta
nel 2005.
Il network americano ABC ha diffuso il promo e la trama di
The Good Doctor 7×09, il sesto inedito episodio
della settima e ultima stagione di The
Good Doctor
In The Good Doctor 7×09 che si intitolerà
“Unconditional” La dottoressa Claire Browne torna dal suo lavoro in
Guatemala per una visita medica personale. Altrove, il dottor
Glassman lotta per gestire Hannah, che non risponde ai suoi
tentativi di aiuto. Park cerca la location perfetta per il
matrimonio all’ultimo minuto.
The Good Doctor, la serie tv
The
Good Doctor, prodotto da ABC Signature e Sony Pictures
Television Series, è interpretato da Freddie Highmore nel ruolo del dottor Shaun
Murphy, Richard Schiff nel ruolo del dottor Aaron
Glassman, Fiona Gubelmann nel ruolo della
dottoressa Morgan Reznick, Will Yun Lee nel ruolo
del dottor Alex Park, Christina Chang nel ruolo
della dottoressa Audrey Lim, Paige Spara nel ruolo di Lea Dilallo,
Bria Samoné Henderson nel ruolo della dottoressa
Jordan Allen e Noah Galvin nel ruolo del dottor
Asher Wolke. David Shore e Liz Friedman sono
produttori esecutivi e co-showrunner. Daniel Dae Kim, Erin Gunn,
Thomas L. Moran, David Hoselton, Peter Blake, Jessica Grasl,
Garrett Lerner, Mike Listo, Freddie Highmore, Shawn Williamson,
David Kim e Sebastian Lee sono anche produttori esecutivi.
“Non potremmo essere più
entusiasti che Chuku rientri nella famiglia di The Good Doctor e
che il pubblico scopra cosa ha fatto il dottor Kalu da quando ha
lasciato il St. Bon“, ha dichiarato Friedman quando Modu è
tornato nella scorsa stagione.
Dopo la sua permanenza in The
Good Doctor, Modu ha partecipato alle ultime due
stagioni di The 100 della CW, l’ultima delle quali
come series regular, ed è apparso in Captain Marvel. Recentemente è stato visto
nella serie Amazon The Peripheral di Jonathan
Nolan e Lisa Joy e ha recitato nel film The
Origin.
In Grey’s Anatomy 20×07 che si
intitolerà “She Used To Be Mine” Un caso inaspettatamente
complesso riporta alla mente di Simone ricordi dolorosi. Jules e
Blue fanno una scommessa ad alto rischio su chi riuscirà a finire
per primo il registro delle procedure. Richard sospetta che Winston
lo stia evitando.
Tutto quello che sappiamo su
Grey’s Anatomy 20
La ventesima stagione di Grey’s
Anatomy uscirà il 14 marzo 2024 su ABC. In Italia
Grey’s Anatomy 20 debutterà su Disney+.
Il drama è reduce da una 19a
stagione di trasformazione, con il ritiro di Ellen Pompeo, l’uscita di Kelly
McCreary e l’ingresso di cinque nuovi personaggi
principali, interpretati da Harry Shum Jr., Adelaide Kane,
Alexis Floyd, Niko Terho e Midori
Francis. La transizione ha avuto successo, con il ritorno
di tutti e cinque i nuovi membri del cast in Grey’s Anatomy
20.
Travis Kelce si è
unito al cast della nuova serie horror di Ryan
Murphy “Grotesquerie”.
Il tight end dei Kansas City Chiefs è stato scelto
insieme a Niecy Nash-Betts, Courtney B.
Vance e Lesley Manville nella serie FX,
che sarà presentata in anteprima questo autunno. Sebbene i dettagli
del personaggio non siano stati rivelati, questo segna il primo
ruolo da attore importante di Kelce.
Il giocatore ha confermato la
notizia in una storia di Instagram in cui compare in un video
insieme a Nash-Betts. “Ragazzi, indovinate con chi sto
lavorando in ‘Grotesquerie’?” chiede Nash-Betts nel video
prima di passare a Kelce. “Entro in un nuovo territorio con
Niecy”, aggiunge Kelce.
La star della NFL aveva già recitato
in numerosi sketch durante il suo periodo di hosting al
“Saturday Night Live” nel marzo 2023. È apparso anche in
un episodio della serie Showtime “Moonbase 8”, con
Fred Armisen, Tim Heidecker e John C.
Reilly.
Oltre a dedicarsi alla recitazione,
Kelce ha fatto il suo debutto come produttore cinematografico nel
film indipendente del 2024 “My Dear Friend Zoe”,
presentato in anteprima al SXSW.
Il rapporto di Murphy con FX risale
a “Nip/Tuck” del 2003. Continua a produrre la
serie antologica “American
Horror Story”, “American Crime Story”
e “Feud” per FX, nonché l’imminente
“American Sports Story”. A dicembre è stato
annunciato che Murphy avrebbe collaborato con Kim
Kardashian in un legal drama per Hulu.
Per quanto riguarda Travis
Kelce, ovviamente gli ultimi mesi lo hanno visto
protagonista dei gossip intorno alla sua relazione con
Taylor Swift.
Mancano solo due episodi di
X-Men
’97 e i Marvel Studios hanno rilasciato una clip dal
penultimo capitolo della prima stagione, “La tolleranza è
estinzione – Parte 2“. L’anteprima mostra i nostri eroi
mutanti che indossano nuovi costumi per l’imminente battaglia con
Bastion e le sue forze.
Gli abiti sono un misto tra i look
classici della squadra (il costume originale di Jean Grey, Marvel Girl, per esempio) e i
costumi indossati nelle pagine di The Uncanny X-Men. Nella clip si
vede anche Jubilee bruciare il biglietto da visita di Roberto
DaCosta, quindi Sunspot deve aver deciso di non unirsi alla
battaglia.
L’ex showrunner Beau DeMayo ha
accennato al cambio di costume quando ha condiviso il pilot non
utilizzato di Pryde of the X-Men. A DeMayo è stato anche chiesto se
ha mai sentito parlare dell’aggiunta di Kitty Pryde/Shadowcat al
roster di X-Men
’97.
“Non l’ho fatto, ma il
mio sospetto è che Jubilee e Kitty siano leggermente in
competizione in termini di età e di posizione all’interno della
squadra. C’è un modo per farlo, ma è probabile che si debba
arrivare a una versione più vecchia di Kitty“. Lo
show è già stato rinnovato per una seconda stagione e si dice che
la Marvel ne stia pianificando molte
altre, quindi è molto probabile che prima o poi vedremo Kitty – e
molti altri personaggi – fare il loro debutto.
Guardate la nuova clip qui sotto e
fateci sapere come pensate che andranno gli ultimi due episodi
nella sezione commenti.
La nuovissima serie X-Men
’97, composta da 10 episodi, è arrivata in streaming a
partire dal 20 marzo. La serie rivisita l’epoca iconica degli anni
‘90, con il gruppo di mutanti che usa i propri poteri straordinari
per proteggere un mondo che li odia e li teme, vengono messi alla
prova come mai prima d’ora, costretti ad affrontare un nuovo futuro
pericoloso e inaspettato. Il cast delle voci nella versione
originale include Ray Chase (Ciclope),
Jennifer Hale (Jean Grey), Alison
Sealy-Smith (Tempesta), Cal Dodd
(Wolverine), JP Karliak nel ruolo di Morph,
Lenore Zann nel ruolo di Rogue, George
Buza nel ruolo di Bestia, AJ LoCascio
(Gambit), Holly Chou (Jubilee), Isaac
Robinson-Smith (Alfiere), Matthew
Waterson (Magneto) e Adrian Hough
(Nightcrawler).
DC Studios e
James
Gunn hanno condiviso un primo sguardo a David Corenswet
nei panni dell’Uomo di domani che vedremo in Superman del
2025. Anche se la fotosembra aver ricevuto una risposta ampiamente
positiva, il modo in cui è stata presentata ha diviso le
opinioni.
Piuttosto che uno scatto in azione o
una posa iconica, Gunn ha tentato di far capire il fatto che questo
Superman è più vicino a un uomo qualunque, che si
mette gli stivali – o se li toglie – un piede alla volta, proprio
come il resto di noi. Questa posa inconsueta per un eroe come
Superman ha ovviamente generato in rete diversi pareri
contrastanti, ma anche una miriade di meme.
Quello che sembra stia accadendo
fuori dalla finestra di Superman
è in egual misura grande argomento di discussione. Un’esplosione
colorata scuote lo skyline di Metropolis, ma che l’eroe sembra
ignorare.
Il DCEU è stato spesso
oggetto di scherno, portando alla creazione di ogni tipo
di meme per deriderlo. Sfortunatamente, le cose non sembrano essere
realmente cambiate quando si tratta del DCU poiché sia i fan che i creativi hanno
iniziato a cambiare lo sfondo – e persino a sostituire Superman
– per prendere in giro la foto.
Questa probabilmente non è la
risposta che DC Studios o Gunn si aspettavano, e anche se è
improbabile che abbia importanza quando verrà finalmente
distribuito il primo trailer di Superman,
non è esattamente il miglior inizio per una campagna di
marketing. Ecco di seguito alcuni dei meme migliori visti
on line:
Superman, tutto
quello che sappiamo sul film di James Gunn
Superman,
scritto e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che
esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo
metaumano del DCU). Il casting ha
portato alla scelta degli attori David Corenswet
e Rachel
Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel
casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi,
Anthony Carrigan,
Nicholas Hoult e Nathan Fillion. Sean Gunn, María
Gabriela de Faría, Terence Rosemore, Wendell Pierce, Sara Sampaio,
Anthony Carrigan, Pruitt Taylor Vince completano il
cast.
Il film è stato anche descritto come
una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
“Superman è il vero fondamento
della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman
è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei
personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei
film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn
durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo
l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico
potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e
giochi”. Il film uscirà nelle sale l’11 luglio
2025.
Ieri, il CEO della Disney,
Bob Iger, ha delineato i piani per ridurre la
produzione cinematografica e televisiva dei Marvel Studios nei prossimi anni. Ciò fa parte
di un approccio basato sulla “qualità rispetto alla
quantità“, che è stato implementato dopo che diversi recenti
progetti MCU hanno sottoperformato (leggi
qui).
Parlando con Empire, i capi dello
studio Kevin Feige e Louis
D’Esposito hanno riconosciuto che il Marvel Cinematic Universe sta
attraversando un “periodo difficile“, ma
entrambi credono che il prossimo Deadpool &
Wolverine segnerà un punto di svolta per il franchise.
Ed è quello che sperano anche gli spettatori.
“Se fossimo rimasti sempre in
alto sarebbe stata la cosa peggiore che ci potesse capitare –
ha detto D’Esposito – Abbiamo preso una piccola botta, ma
stiamo tornando forti. Forse quando fai troppo, ti diluisci un po’.
Non lo faremo più. Abbiamo imparato la lezione. Forse due o tre
film all’anno e uno o due spettacoli, invece di fare quattro film e
quattro spettacoli”.
Per quanto riguarda Feige, ora vede
l’MCU come il “perdente”
cosa che ne ribalta la narrazione, come se fosse il Rocky dei
franchise! “È bello poter sostenere un progetto
cinematografico quest’anno. Mi sento molto più a mio agio nel ruolo
del perdente. Preferisco riuscire a sorprendere e superare le
aspettative. Quindi sembra che l’ultimo anno, che non è stato
l’ideale, ci abbia preparato bene per questo non ruolo”.
“Alcune delle battute su cui
Ryan, i suoi sceneggiatori e Shawn hanno lavorato hanno assunto più
significato”, ha aggiunto, riferendosi a Wade Wilson che si
dichiara “Marvel Jesus” nel trailer di
Deadpool &
Wolverine.
Anche il regista Shawn
Levy è intervenuto in merito ai problemi dei Marvel Studios: “Dovresti
vivere sotto una roccia per non sapere che gli ultimi film Marvel non sono riusciti ad
accendere il mondo come hanno fatto tanti altri”, dice.
“Arriviamo in un momento interessante. E noi siamo decisamente
qualcosa di diverso. Se sarà di proporzioni messianiche, il tempo
lo dirà”. Conclude, citando proprio la battuta di
Reynolds nel trailer di Deadpool &
Wolverine.
I Marvel Studios hanno pubblicato un nuovo spot
televisivo per Deadpool &
Wolverine, che rimonta le scene che abbiamo già visto
nel trailer e che ci permette di capire quanto è profondo il legame
di questo film con il MCU che è stato.
Tuttavia, lo spot racconta sempre la
stessa storia: Deadpool tenta di convincere una
variante di Wolverine a salvare il mondo. Ma non
solo: sono affiorate numerose immagini promozionali
raffiguranti il costume completo di Wolvie e sono state condivise
online soprattutto foto relative alla maschera del co-protagonista.
È difficile esserne certi, in quanto potrebbero semplicemente
trattarsi di artwork molto più dettagliati di quelli visti in
precedenza. Tuttavia la maschera che vediamo di seguito sembra
davvero il pezzo di costume che tutti stavamo aspettando.
Inoltre, una nuova immagine dal film
ci mostra i due protagonisti all’interno della
TVA!
Deadpool &
Wolverine riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di
Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia
dell’atteso progetto. Hugh Jackman
uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere
il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli
ufficiali della storia di Deadpool &
Wolverine, con protagonista Ryan Reynolds,
non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama
riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la
serie di film di Deadpool – l’unica parte del
franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da
parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano
svolti in un universo diverso.
Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al
contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman,
viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi
presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e
Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche
altri X-Men possano fare la loro
comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della
Marvel comparsi sul
grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben
Affleck.
Una voce recente afferma che anche
Liev Schreiber
sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo,
Morena Baccarin
(Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie
Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e
Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni
dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in
franchising Emma Corrin (The
Crown) e Matthew
Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora segreti. Un
recente report afferma inoltre che la TVA di Loki, incluso l’agente
Mobius (Owen Wilson) e
Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool &
Wolverineuscirà nei cinema il 26 luglio
2024.
Trai vari scooper che nel tempo si
sono costruiti una certa credibilità, on-line, @MyTimeToShineH fa parte certamente di un ristretto
gruppo che sempre più spesso ha dato anticipazioni poi rivelatesi
fondate, e anche in questo nuovo rumor relativo al possibile
casting di Apocalisse per gli
X-Men in
live action potrebbe avere ragione.
Secondo il suo profilo X, infatti,
sembra che Dwayne “The Rock” Johnson, già travagliato
Black
Adam per il DCEU, sia sul radar dei Marvel Studios per interpretare En
Sabah Nur, alias Apocalisse. Presumiamo
che questo casting possa essere previsto per l’atteso riavvio degli
X-Men, anche se è possibile che possa interpretare una variante del
personaggio in uno dei prossimi film dei Vendicatori visto che
dovrebbero apparire molti degli X-Men
originali.
Fisicamente,
Johnson sembra sicuramente un attore in grado di
dare al personaggio la sua stazza e di interpretare un’Apocalisse
convincente anche senza l’utilizzo della motion capture, come fatto
con eccellenti risultati per Thanos. È anche una grande star che ha
un disperato bisogno di un personaggio vincente, dopo la delusione
di Black
Adam. Sembra che
il suo ritorno in WWE sia parte di un piano marketing che mira
a mantenere Johnson “rilevante” agli occhi del grande pubblico, a
seguito di una serie di progetti andati male (non solo Black Adam,
ma anche la cancellazione di Young Rock e le difficoltà della
XFL).
Apocalisse è stato creato dalla
sceneggiatrice Louise Simonson e dall’artista
Jackson Guice, ed è apparso per la prima volta in
X-Factor #5 nel 1986. L’antico mutante crede nel
concetto di “sopravvivenza del più adatto” e nel suo desiderio di
realizzare l’evoluzione del genere mutante con qualsiasi mezzo
necessario, spesso attraverso metodi distruttivi e genocidi.
Si vede come una figura divina e
cerca di imporre la sua visione di supremazia mutante sul mondo e
ha riunito diversi seguaci mutanti, e anche quattro mutanti scelti,
conosciuti come i “Quattro Cavalieri”, per servire i suoi scopi.
Oscar Isaac aveva già interpretato il cattivo
in X-Men –
Apocalisse del 2016 ed è stato poi Moon
Knight per i Marvel Studios.
Universal ha diffuso un nuovo
divertentissimo trailer di Cattivissimo
Me 4. Dopo sette anni dall’ultimo Cattivissimo
Me, Gru, il supercattivo preferito dal mondo intero,
diventato agente della Lega Anti-Cattivi, torna al fianco dei
Minions per un’entusiasmante, caotica e audace nuova era, con
Cattivissimo
Me 4 firmato da Illumination.
A due anni dal fenomeno estivo del
blockbuster Minions
– Come Gru Diventa Cattivissimo di Illumination, che ha incassato
quasi 1 miliardo di dollari in tutto il mondo, il più grande
franchise nella storia dei film d’animazione inizia un nuovo
capitolo in cui Gru (il candidato all’Oscar Steve Carell, doppiato da Max Giusti) e Lucy
(candidata agli Oscar Kristen Wiig, doppiata da Carolina Benvenga) e
le loro figlie – Margo (Miranda Cosgrove), Edith (Dana Gaier) e
Agnes (Madison Polan) – accolgono un nuovo membro nella famiglia,
Gru Jr., deciso a far disperare suo padre.
Gru affronta un nuovo nemico,
Maxime Le Mal (l’icona della commedia Will Ferrell, doppiato da
Stefano Accorsi) e la fidanzata, la femme fatale Valentina
(candidata all’Emmy Sofia Vergara), per cui la famiglia sarà
costretta alla fuga.
Cattivissimo
Me 4 presenta nuovi personaggi interpretati da Joey
King (Bullet Train), il vincitore di un Emmy Stephen
Colbert (The Late Show with Stephen Colbert) e Chloe
Fineman (Saturday Night Live). Pierre Coffin torna come voce
iconica dei Minions e Steve Coogan, nominato agli Oscar, torna come
Silas Ramsbottom.
Con un ritmo serrato e l’umorismo
sovversivo caratteristico di Illumination, Cattivissimo
Me 4 è diretto da uno dei creatori dei Minions, il
candidato all’Oscar Chris Renaud (Cattivissimo
Me 2, Pets – Vita da animali), e prodotto dal visionario
fondatore e CEO di Illumination, Chris Meledandri e da Brett
Hoffman (produttore esecutivo di Super Mario Bros. Il Film e
Minions – Come Gru Diventa Cattivissimo). Il film è co-diretto da
Patrick Delage (direttore dell’animazione di Sing 2 e Pets –
Vita da animali 2). La sceneggiatura è del vincitore dell’Emmy
e creatore di White Lotus, Mike White, e dello scrittore dei
precedenti
Cattivissimo Me, Ken Daurio.
Those
About To Die , dal regista Roland
Emmerich (Moonfall, Independence Day, Godzilla), debutterà in esclusiva su Prime Video il 19 luglio in Paesi europei
selezionati, nonché in Australia, Nuova Zelanda, Canada, India e
Africa subsahariana. Tutti i 10 episodi saranno disponibili per i
clienti Prime il giorno successivo al lancio negli Stati Uniti.
Ispirata all’omonimo saggio di Daniel P. Mannix, la serie condurrà
gli spettatori nel mondo spettacolare, complesso e corrotto delle
gare di bighe e dei combattimenti dei gladiatori nell’antica Roma.
Those
About To Die è l’ultima novità per i
clienti Amazon Prime, che in Italia beneficiano di spedizioni
veloci, offerte esclusive e intrattenimento, incluso Prime Video,
con un solo abbonamento al costo di €49,90/anno o €4,99/mese.
La trama di Those
About To Die
Panem et Circenses, Roma, 79 a.C.:
il centro dell’Impero Romano è la città più ricca del mondo, e un
grande flusso di schiavi giunge dal crescente impero come
manodopera. La popolazione romana, annoiata, irrequieta e sempre
più violenta, è tenuta sotto controllo da due elementi: cibo
gratuito e intrattenimento spettacolare con gare di bighe e lotte
di gladiatori. Those
About To Die esplora il mondo di questi
giochi, caratterizzato da sete di sangue, avidità di denaro, lotte
di potere e corruzione. Le gare al Circo Massimo sono controllate
da quattro corporazioni di proprietà dei Patrizi: le fazioni blu,
rossa, bianca e verde, e, a Roma, avere una quota di queste quattro
fazioni è considerata la cosa più preziosa. Il gusto della plebe
per l’intrattenimento si fa sempre più cinico e assetato di sangue,
e diventa necessario un nuovo stadio progettato appositamente per i
combattimenti dei gladiatori: il Colosseo. Le dimensioni dello
stadio, come anche l’imponenza dei combattimenti tra gladiatori e
animali, è enorme, così come lo è la criminalità legata al fiorente
giro di scommesse. Sottoterra, sotto le gradinate, migliaia di
persone lavorano e vivono e, tra loro, ce ne sono migliaia che
morirebbero per i giochi.
Nel cast della serie il vincitore
del Premio Oscar® Sir Anthony Hopkins (Il silenzio degli
innocenti, Re Lear), nel ruolo dell’Imperatore Vespasiano,
Iwan Rheon (Il trono di
spade)come Tenax, Tom Hughes (The English,
Victoria) nei panni di Tito Flaviano, Sara Martins(Non
dirlo a nessuno, Delitti in Paradiso) nel ruolo di Cala e
Jóhannes Haukur Jóhannesson (Il trono di spade) interpreta
Viggo, ma anche Jojo Macari (Sex Education) nel ruolo di
Domiziano, Gabriella Pession (Crossing Lines) come
Antonia, Dimitri Leonidas(Rosewater, Renegades: Commando
d’assalto) interpreta Scorpus, Emilio Sakraya (60 minuti,
Rheingold, 4 Blocks) è Xeno, Moe Hashim (Ted
Lasso) interpreta Kwame, Rupert Penry Jones (Whitechapel-
Crimini dal passato) è Marcus, tra gli altri.
Those About To
Die di AGC Television è stata commissionata da High End
Productions, la recente Joint Venture nata da Herbert G. Kloiber e
Constantin Film, con il servizio streaming statunitense Peacock, ed
è prodotta da Centropolis, Hollywood Gang e Street Entertainment.
La serie è creata dallo scrittore nominato agli Oscar Robert Rodat
(Il patriota, Salvate il soldato Ryan), e diretta da
Roland Emmerich con Marco Kreuzpaintner (Beat, Progetto
Lazarus). Gli executive producer sono Roland Emmerich, Harald
Kloser, Gianni Nunnari, Stuart Ford, Lourdes Diaz, Miguel A. Palos
Jr., Marco Kreuzpaintner, Robert Rodat, Herbert G. Kloiber, Martin
Moszkowicz, Oliver Berben, Jonas Bauer, Charles Holland e Namit
Malhotra.
La guerra è all’orizzonte per la
HBO. Manca poco più di un mese alla première di House
of the Dragon 2, l’attesissima
seconda stagione di House of
the Dragon e, per dare risalto alla sanguinosa
battaglia tra i Verdi e i Neri, nel fine settimana i membri del
cast si sono recati a Città del Messico per la prima edizione del
CCXP MX. Tra i presenti al panel c’era anche
Re Aegon Targaryen in persona, Tom
Glynn-Carney, che ha avuto molto da dire su come il giovane
sovrano si evolverà rispetto alla prima stagione. In particolare,
ha spiegato come gli spettatori avranno una visione più complessa
di Aegon, che metterà in luce il suo lato vulnerabile.
L’Aegon della prima stagione è stato paragonato al tirannico
Joffrey Baratheon di Jack Gleeson, cosa che
all’epoca Glynn-Carney non condivideva pienamente. In precedenza
aveva detto che, piuttosto che governare con crudeltà abissale,
avidità e psicopatia, le peggiori azioni del re sono spesso
governate da insicurezze, rabbia, egoismo e una totale mancanza di
comprensione delle sue responsabilità senza la guida di altri. Non
lo ha aiutato il fatto che suo padre Viserys (Paddy
Considine) abbia scelto di mantenere Rhaenyra
(Emma D’Arcy) come suo successore, nonostante il
fatto che il primogenito sia l’erede legittimo. Tutto concorre a
rendere Aegon un sovrano più complesso, che si sente estraneo alla
sua famiglia. Nella seconda stagione, tuttavia, i suoi strati
verranno scrostati un po’ per mostrare quanto sia instabile ed
esporre i pensieri che lo tormentano.
“Penso che vediamo un lato
diverso…“. ha detto Glynn-Carney durante il
panel su Aegon. “Vediamo qualcuno che sta cercando di prendere
questa nuova responsabilità e di sfruttare questo potere in un modo
che gli sia utile. Ora governa Westeros da solo. Vediamo anche
quanto Aegon sia frammentato come persona – le sue debolezze, la
sua vulnerabilità, la sua disperazione…”. Inoltre, ha sottolineato
come il disprezzo per la sua famiglia e la sua mentalità
frammentata servano solo a renderlo più una minaccia per Rhaenyra e
i Neri. “Penso che quando non si ha nulla da perdere, come Aegon ha
sperimentato per molto tempo, questo rende qualcuno piuttosto
pericoloso“.
House of the Dragon
2 mostrerà gli sforzi di Aegon per governare
Sebbene Aegon fosse in gran parte
riluttante a salire al trono nella Stagione 1, il
finale ha mostrato che cominciava a godersi la poltrona di potere
assoluto e il rispetto di Westeros, una sensazione
che continua a crescere.
“All’inizio della
Stagione 2, vediamo Aegon abituarsi a indossare la corona. Si sta
godendo la comodità del Trono di Spade”, ha aggiunto Glynn-Carney.
Ha poi rivelato che i nuovi episodi esploreranno il giovane re alle
prese con ciò che significa essere un sovrano. Una parte di questo
comporta la preparazione alla guerra con i Neri, ma le sue
responsabilità principali sono nei confronti della gente del suo
regno e di come lo percepiscono“. Ha detto:
“Sta iniziando il suo viaggio per assicurarsi che le
persone del Piccolo Consiglio, la piccola gente di Approdo del Re e
non solo, lo rispettino e capiscano che è il re e che deve essere
amato e temuto allo stesso tempo“.
La seconda stagione di House
of the Dragon debutta su HBO e Max e SKY il 16
giugno. Tutti gli episodi della stagione 1 sono disponibili in
streaming su NOW. Consultate la nostra guida per sapere tutto sulla
serie prima del suo ritorno.
In otto nuovi episodi, la seconda
stagione di House
of the Dragon vede nel cast i già protagonisti della
prima
Matt Smith,
Olivia Cooke,
Emma D’Arcy, Eve Best, Steve Toussaint, Fabien Frankel, Ewan
Mitchell, Tom Glynn-Carney, Sonoya Mizuno e
Rhys Ifans. Nei nuovi episodi tornano anche Harry Collett,
Bethany Antonia, Phoebe Campbell, Phia Saban, Jefferson Hall e
Matthew Needham.
New-entry nel cast della nuova
stagione: Abubakar Salim (sarà Alyn di Hull), Gayle Rankin (Alys
Rivers), Freddie Fox (Ser Gwayne Hightower), Simon Russell Beale
nei panni di Ser Simon Strong, Clinton Liberty nel ruolo di Addam
of Hull, Jamie Kenna che interpreterà Ser Alfred Broome, Kieran Bew
nei panni di Hugh, Tom Bennett in quelli di Ulf, Tom Taylor sarà
Lord Cregan Stark e Vincent Regan interpreterà invece Ser Rickard
Thorne.
Non è esattamente un segreto che
nell’ultimo anno la Disney sia diventata sempre
più preoccupata per le prestazioni delle sue principali
IP nelle sale cinematografiche. Era chiaro che era
necessario un cambiamento e oggi il CEO Bob Iger
ha annunciato una serie di modifiche destinate a rimodellare la
produzione dello studio. Ha iniziato affrontando la questione
Marvel e la
stanchezza da supereroi, per poi passare a rivelare come lo
studio affronterà la sua serie di film d’animazione.
Bob Ige ha
rivelato che i prossimi anni saranno all’insegna dell’equilibrio
tra storie originali e sequel. Il dirigente ha
parlato della potenza dei sequel Disney – titoli
come
Frozen II, Toy Story 4 e
Alla ricerca di Dory hanno tutti superato il miliardo
di dollari di incasso mondiale – e ha suggerito che lo studio vuole
riportare Disney e Pixar in cima alla classifica.
Ha dichiarato:
“Bilanceremo i sequel con gli
originali. In particolare nel settore dell’animazione, abbiamo
attraversato un periodo in cui i nostri film originali e
l’animazione, sia Disney che Pixar, dominavano. Ora stiamo tornando
a puntare sui sequel“.
La Disney sta già puntando sui
sequel, però
Non che non ci sia una serie di
sequel Disney in arrivo. Proprio quest’anno, i fan
si riverseranno nelle sale per vedere Inside Out 2,
Moana 2
e Mufasa:
Il Re Leone. Tuttavia, il fatto che la Disney voglia
almeno prestare attenzione alla produzione di contenuti originali è
certamente una buona notizia, che i dipendenti della Pixar
sostengono da alcuni anni. Sebbene sia piuttosto facile rendersi
conto che puntare su sequel e remake sia un modo per avere un
ritorno garantito al botteghino, la Disney (e gli
altri studios) non possono ignorare il fatto che il pubblico vuole
anche vedere qualcosa di nuovo e che lo sorprenda, il che significa
in ultima analisi che bisogna correre dei rischi per creare nuove
IP di successo.
L’idea di “puntare sui
sequel”, tuttavia, può essere un po’ preoccupante per i fan,
poiché suggerisce che alcuni titoli popolari continueranno a
vivere. Ogni volta che viene annunciato un nuovo sequel di
Toy Story, ad esempio, i fan iniziano a chiedersi
dove altro possa portare Woody (Tom
Hanks) e Buzz (Tim
Allen) dopo tanti anni. Allo stesso tempo, non
possiamo ignorare che un sequel ben fatto può migliorare
notevolmente un concetto originale, quindi se la
Disney riuscirà a trovare un equilibrio tra
contenuti originali e ripetuti, i fan avranno molto da guadagnare
in termini di intrattenimento.
I sequel di commedie sono imprese
incredibilmente rischiose, ma molto comuni. Che si tratti di
Weekend da Bernie,
Una notte da leoni,
Come ammazzare il capo… e vivere felici o persino
della commedia di Marlon Wayans/Adam
SandlerBulletproof, se il primo film
ha fatto soldi, è probabile che ne venga tratto un sequel. Dato che
2 Single a Nozze (Wedding Crashers), interpretato
da
Vince Vaughn e
Owen Wilson, è stato uno dei film più grandi del 2005,
si potrebbe immaginare che un sequel di quel film sarebbe stato
inevitabile.
Stranamente, questo non è ancora
avvenuto, ma naturalmente Hollywood ha fatto un valoroso sforzo. La
commedia vietata ai minori rimane, a quasi due decenni dalla sua
uscita, senza un sequel. Tuttavia, ci sono stati diversi tentativi
di far decollare un altro film di 2 Single a Nozze (Wedding
Crashers), tra cui uno dei primi anni 2020 che è stato
sorprendentemente vicino a diventare realtà.
Il sequel di 2 Single a
Nozze (Wedding Crashers) non era una priorità
Inizialmente, la più grande
estensione del marchio 2 Single a Nozze (Wedding
Crashers) derivava esclusivamente da un reality show
della NBC del 2007 intitolato The Real Wedding
Crashers. Si scoprì che guardare persone vere che si
imbucavano ai matrimoni non era così attraente per il pubblico come
guardare attori comici che inscenavano incidenti matrimoniali. Il
programma è durato solo pochi episodi ed è stato rapidamente
cancellato. Nel frattempo, il team creativo principale di 2
Single a Nozze (Wedding Crashers) si è dedicato ad altri
progetti. Il regista David Dobkin è stato
investito in Fred Claus e The
Change-Up, mentre
Vince Vaughn e
Owen Wilson hanno avuto a disposizione una serie di
altri film comici.
Non ha aiutato il fatto che
2 Single a Nozze (Wedding Crashers) sia arrivato
in un momento in cui i sequel di commedie non erano esattamente
fuori moda, ma erano leggermente meno comuni. Mentre esistevano
titoli come Evan Almighty, i tipici successi comici della fine
degli anni 2000 si limitavano a generare altri titoli originali con
lo stesso team creativo e gli stessi protagonisti. 40 anni
vergine ha dato vita a Molto incinta
invece che a un sequel del primo, mentre
Will Ferrell,
John C. Reilly e il regista Adam
McKay si sono riuniti per Fratellastri a 40
anni dopo Ricky Bobby – La storia di un
uomoche sapeva contare fino a uno invece
di fare solo Ricky Bobby – La storia di un uomoche sapeva contare fino a uno 2. Ci sono poi le
opere di Adam Sandler, che (prima del 2013) non
prevedevano sequel ma piuttosto premesse originali, come in
50 volte il primo bacio. Mentre il film del 2009″Una notte da
leoni avrebbe riportato in auge i sequel di commedie, per un breve
momento negli anni 2000 non era scontato che una commedia
redditizia generasse un franchise.
Il team di 2 Single a
Nozze (Wedding Crashers) voleva Daniel Craig per un
sequel
Per molti anni, quindi, 2
Single a Nozze (Wedding Crashers) non è stato una
priorità. Tuttavia, nel 2014, Dobkin ha rivelato su Quora che il
team creativo dietro questo film aveva un’idea molto specifica per
2 Single a Nozze 2, che coinvolgeva Daniel Craig. Questo seguito avrebbe visto
Craig interpretare un imbucato di matrimoni ancora più abile
con cui i personaggi di
Vince Vaughn e
Owen Wilson avrebbero dovuto confrontarsi. Questa
visione della produzione, però, non è mai andata avanti ed è
probabile che non sia mai andata oltre il germe di un’idea.
Anche se i piani per 2
Single a Nozze 2 si sono arenati come semplici concetti,
Vaughn e Wilson hanno in un certo senso consegnato un seguito
spirituale al progetto sotto forma della commedia del 2013 Gli
stagisti. Arrivato quasi un decennio dopo 2 Single a Nozze
2, funzionante come un lungometraggio pubblicitario per
Google e classificato come PG-13 (in contrasto con la sigla R di
Crashers), Lo stagista ha offerto poco di ciò che il pubblico ha
apprezzato di 2 Single a Nozze, al di là dei
protagonisti. L’insuccesso al botteghino di questo titolo indicava
anche il motivo per cui Hollywood probabilmente esitava a
commissionare un altro capitolo di 2 Single a
Nozze.
Vince Vaughn e
Owen Wilson non erano mai stati protagonisti di
un’altra commedia grande come quella di 2 Single a
Nozze , e
Vince Vaughnin particolare era in una fase di stallo
al botteghino, composta da The Dilemma, The Watch e
Delivery Man, all’inizio degli anni 2010. Il calo di
incassi di
Vince Vaughn ha quasi certamente fatto riflettere i
dirigenti della Warner Bros. Pictures e della New Line Cinema
sull’opportunità di proseguire l’avventura nell’universo di
2 Single a Nozze.
2 Single a Nozze
2 era presumibilmente in lavorazione presso la HBO
Max
Nel novembre 2016, la protagonista
di 2 Single a NozzeIsla Fisher
ha rivelato che, a distanza di oltre dieci anni dal film
originale, un nuovo capitolo di 2 Single a Nozze
era all’orizzonte. Si trattava di uno sviluppo improvviso che
suggeriva che i fan del film originale avrebbero finalmente avuto
il seguito che avevano sempre desiderato. Nel giugno del 2020,
però, Dobkin ha rivelato che la sceneggiatura di 2 Single a
Nozze 2 non era ancora stata ultimata e che, nel corso
degli anni, lui e i protagonisti del primo film erano stati
costantemente sollecitati a realizzare un seguito. La resistenza a
ripetere semplicemente il primo 2 Single a Nozze
ha fatto sì che questo sequel non venisse mai realizzato, anche se
Dobkin ha preso in considerazione l’idea di realizzare 2
Single a Nozze 2 sui protagonisti del film originale che
tornano single alla soglia dei 40 anni.
Sebbene ci siano state diverse
iterazioni del franchise di Batman, la grintosa
trilogia reboot di Christopher Nolan è senza dubbio la più
influente e completa. Dopo il fallimento di Batman &
Robin, che lasciava presagire un futuro cupo per il
Crociato di Gotham City, Batman Begins è stato in grado di raccontare
un’interessante storia di origini che ha consolidato Christian Bale nel ruolo di Bruce Wayne.
Christopher Nolan è stato in grado di elevare
la narrazione sia ne Il cavaliere oscuro che ne
Il Cavaliere Oscuro – Ritorno, ma non tutti i
personaggi della trilogia del Cavaliere oscuro
hanno avuto l’arco narrativo che meritavano.
Nei film di Christopher Nolan non sono mancate le
grandi interpretazioni: Heath Ledger ha vinto il premio Oscar come
miglior attore non protagonista per il suo ruolo di Joker, e
l’interpretazione di Aaron Eckhart nel ruolo di Harvey
Dent è stata altrettanto meritevole di elogi. Nonostante la
rappresentazione inventiva di molti amati personaggi di
Batman, la trilogia de Il cavaliere oscuro ha sprecato alcuni grandi
attori in parti insignificanti con poco tempo sullo schermo. Ecco
dieci personaggi con cui la trilogia del Cavaliere
Oscuro non ha fatto abbastanza!
Talia Al’Ghul
Uno dei colpi di scena più
scioccanti di
Il Cavaliere Oscuro – Ritorno è che il
personaggio di Marion Cotillard era in realtà
Talia, la figlia del leader della Lega delle Ombre
Ra’s Al Ghul (Liam
Neeson). Sebbene la rivelazione abbia contribuito a
creare un legame più forte con Batman Begins, alla Cotillard non è stato
concesso abbastanza tempo per esplorare a sufficienza le
motivazioni di Talia. I suoi riferimenti a una
storia d’amore con Bane (Tom
Hardy) sono una distrazione, considerando quanto fosse
già ricco di azione il terzo atto di
Il Cavaliere Oscuro – Ritorno.
Pur avendo molte qualità di
scrittore, Christopher Nolan ha spesso faticato a
sviluppare personaggi femminili forti. Sprecare un’attrice del
calibro di Marion Cotillard è stato particolarmente
deludente, soprattutto perché aveva fatto un lavoro superiore con
il suo ruolo da cattiva in Inception. Talia ha una ricca storia alle
spalle nei fumetti di Batman e avrebbe potuto
facilmente essere uno dei migliori cattivi del franchise.
John Daggett
Ben Mendeslohn è uno dei migliori attori in
circolazione oggi, con ruoli come quello di Danny Rayburn nella
serie drammatica familiare di Netflix Bloodline che dimostrano che è in
grado di elevare anche il materiale debole. Sebbene sia stato
entusiasmante vedere che si sarebbe unito al ricco cast di
Il Cavaliere Oscuro – Ritorno, il personaggio di John
Dagget è poco più di una pedina nel piano di Bane per conquistare
la Wayne Enterprises. Si suggerisce che Daggett sia un rivale di
Bruce, ma il film non si prende mai il tempo di dettagliare le
interazioni tra
Mensolohn e Bales sullo schermo.
Il Cavaliere Oscuro – Ritorno è il capitolo più lungo
e complicato della trilogia, e la trama che coinvolge Daggett è
semplicemente poco interessante. Le sue motivazioni sono puramente
superficiali e Daggett dimostra solo ignoranza quando vende la sua
anima alla Lega delle Ombre. In definitiva, è più un fastidio che
un vero e proprio cattivo.
Sal Maroni
Pur attingendo ovviamente al genere
dei supereroi, Il cavaliere oscuro è un’epica saga
criminale che trae ispirazione dai film di Michael
Mann. Era logico che Il cavaliere oscuro
si addentrasse nel ventre criminale di Gotham City, ma il
personaggio di Sal Maroni è messo in ombra dal
Joker. I piani di Maroni, che prevedono una serie
di rapine in banca a Gotham City, vengono messi fuori strada quando
Joker prende il controllo delle bande criminali locali e le usa nel
tentativo di far rivelare a Batman la sua identità.
Il ruolo relativamente secondario
di Maroni ne Il cavaliere oscuro è deludente,
poiché Eric Roberts è un attore di talento che
meritava un materiale migliore. Chiunque abbia visto la sua
ammaliante interpretazione nel classico di Bob Fosse Star
80 sa che è in grado di interpretare un personaggio
manipolatore e losco; purtroppo, Roberts è stato messo in secondo
piano ne Il cavaliere oscuro.
Peter Foley
Tutti e tre i capitoli della
trilogia di Nolan hanno analizzato la complicata dinamica che
Batman ha con il dipartimento di polizia di Gotham City; nonostante
il forte rapporto di lavoro con il commissario Jim Gordon (Gary
Oldman), Batman non si fida di molti poliziotti a
causa della corruzione dilagante tra le loro fila.
Il Cavaliere Oscuro – Ritorno ha introdotto il
personaggio di Peter Foley (Matthew Modine), un
poliziotto che inizialmente rinuncia al suo incarico dopo che Bane
ha preso il controllo di Gotham City. Purtroppo, Foley non svolge
un ruolo significativo nella storia fino alla battaglia finale di
Il Cavaliere Oscuro – Ritorno.
Sebbene ci fosse l’opportunità di
sviluppare un arco caratteriale unico,
Il Cavaliere Oscuro – Ritorno non si prende il tempo
per mostrare l’arco di redenzione di Foley. La sua morte sembra in
gran parte insignificante, mentre dovrebbe essere devastante;
considerando che Modine è un attore acclamato che ha lavorato con
Stanley Kubrick in Full Metal Jacket, avrebbe
certamente meritato un ruolo più corposo e sostanziale.
Carmine Falcone
L’ultimo grande Tom
Wilkinson è stato un attore acclamato, noto per aver
interpretato personaggi dinamici; prima della sua
tragica morte, Wilkinson ha ottenuto nomination agli Oscar per
i suoi ruoli in In the Bedroom e Michael Clayton.
Sebbene l’idea di un attore del calibro di Wilkinson nel ruolo di
un iconico cattivo di Batman fosse entusiasmante, Batman Begins non ha dedicato abbastanza
tempo a Carmine Falcone. Falcone è ritratto come un delinquente
generico che ignora le manipolazioni della Lega delle Ombre; alla
fine viene sfruttato dal dottor Jonathan Crane (Cillian
Murphy) prima di assumere le sembianze dello
“Spaventapasseri”.
Batman Begins ignora l’interessante storia a
fumetti di Falcone, uno dei rari antagonisti di Batman che non ha
capacità soprannaturali. Fortunatamente, John Turturro ha avuto
l’opportunità di interpretare una versione più sviluppata di
Falcone quando il personaggio è apparso come antagonista principale
in The
Batman di Matt Reeves.
Jen
Il Cavaliere Oscuro – Ritorno ha preso una deviazione
sorprendente quando ha mostrato un’amicizia femminile positiva tra
Selina Kyle (Anne Hathaway) e la giovane donna Jen (Juno Temple).
Sebbene la loro amicizia abbia fornito alcuni spunti per capire
perché Selina fosse così motivata a derubare la classe benestante
di Gotham City, Jen viene in gran parte dimenticata verso la fine
di
Il Cavaliere Oscuro – Ritorno. Selina perde le tracce
di Jen quando diventa complice del piano di Bane per catturare
Bruce e sottoporlo a tortura.
È un difetto evidente, perché
Il Cavaliere Oscuro – Ritorno non sfrutta le capacità
comiche di Temple. Sebbene i film di Nolan siano tipicamente poco
umoristici, la Temple avrebbe potuto aggiungere un po’ di comicità
sfacciata a una storia che rischiava di prendersi un po’ troppo sul
serio; considerando quanto la Temple sia stata esilarante nella
quinta stagione di Fargo, è un peccato che il suo talento sia stato
sprecato per un personaggio così poco significativo.
William Earle
Rutger Hauer è
responsabile di uno dei più grandi monologhi della storia del
cinema nel classico thriller noir di fantascienza Blade Runner, un momento che è stato
ampiamente improvvisato. Purtroppo, il personaggio di Hauer,
William Earle, è poco più che uno strumento di esposizione in
Batman Begins. Earle fa parte del consiglio di
amministrazione della Wayne Enterprises e suggerisce una mancanza
di fiducia sia in Bruce che in Lucius Fox (Morgan
Freeman). Il suo coinvolgimento nella società cessa
dopo che questa viene quotata in borsa e Wayne sceglie di acquisire
le azioni di controllo.
La trilogia del Cavaliere
Oscuro ha sprecato l’opportunità di riportare Hauer per i
sequel, perché sarebbe stato interessante vedere la sua reazione
agli eventi de Il Cavaliere Oscuro e de
Il Cavaliere Oscuro – Ritorno. Sebbene la trilogia
abbia certamente i suoi momenti di spettacolo, la sottotrama che
descrive lo spionaggio aziendale all’interno della Wayne
Enterprises è senza dubbio la più deludente.
Little Boy
Se Joffrey Baratheon può
essere il cattivo più odiato di tutta Westeros, il
futuro attore di Game of Thrones Jack Gleeson ha
un breve ruolo in Batman Begins. Appare come un
ragazzino che è uno degli unici amici di Batman;
quando le tossine rilasciate dagli Spaventapasseri si scatenano su
Gotham City, il personaggio di Gleeson viene preso sotto la
protezione di Rachel Dawes (Katie
Holmes). Tuttavia, il nome e il destino del ragazzo
non vengono mai rivelati, il che è strano considerando la sua
conoscenza delle capacità di Batman.
Mostrare le qualità ispiratrici di
Batman era importante, ma la sottotrama che coinvolge il
personaggio di Gleeson è un po’ troppo saccente per Batman
Begins. Il film è stato acclamato perché presentava una
versione grintosa e realistica della mitologia che evitava i
momenti eccessivamente commoventi; il fatto che Batman diventasse
amico di un bambino sembrava uscito direttamente dall’era di
Adam West del franchise.
Gambol
Raramente Nolan non riesce a
mettere insieme cast impressionanti e spesso riesce a inserire
attori di talento in ruoli minori. Michael Jai
White è un’affermata star dell’azione con molti film di
culto nel suo curriculum, ma il gangster Gambol è uno dei cattivi
meno imponenti della trilogia del Cavaliere
Oscuro. Gambol pensa di essere tra gli uomini più temuti
di Gotham City, ma è facilmente messo in imbarazzo e sconfitto dal
Joker. Infatti, è durante la sequenza della morte di Gambol che
Ledger pronuncia per la prima volta la sua famosa battuta “perché
sei così serio?”.
Data la terrificante
interpretazione di Ledger, è stato difficile per
Il cavaliere oscuro sviluppare gli antagonisti di supporto. Gambol
è presente nel film solo per sottolineare perché
Joker è uno dei più grandi cattivi della storia
del cinema; la sua caratterizzazione individuale lascia molto a
desiderare, considerando il talento di White.
Mike Engel
Mentre Anthony Michael
Hall ha guadagnato una notevole popolarità grazie al suo
ruolo di protagonista in molti dei classici film del “Brat
Pack“, ne Il cavaliere oscuro ha solo un
breve ruolo nel ruolo del reporter televisivo Mike Engel.
Engel, in definitiva, ha un impatto minimo sulla storia de
Il cavaliere oscuro, in quanto si limita a
rivelare al pubblico informazioni sui piani del
Joker. Si tratta di uno strano espediente
espositivo, considerando che i film non hanno mai approfondito
il giornalismo di Gotham City.
Sebbene Engel stesso non sia
necessariamente un personaggio mal scritto, il casting di un attore
della fama di Hall ha distratto molto il pubblico de Il
cavaliere oscuro. Il pubblico che conosceva i suoi ruoli
in
The Breakfast Club o Sixteen Candles potrebbe essere
stato distratto dal film; sarebbe stato molto più efficace se un
interprete sconosciuto fosse stato scelto per la parte minore.
Danny Huston è il
nuovo nome di alto profilo che si unisce al cast del prossimo
remake di Una pallottola spuntata in lavorazione
alla Paramount Pictures. Danny Huston si
unisce a un ensemble che comprende anche Liam Neeson, Paul Walter Hauser, Kevin
Durand e Pamela Anderson. I dettagli sulla trama del
film, così come sul ruolo di Huston sono ancora nascosti. Ma Neeson
interpreterà il detective Frank Drebin, come
precedentemente annunciato, con Hauser nel ruolo del suo partner
Ed. Non è ancora chiaro chi interpreterà Anderson, anche se è
chiaro che Durand assumerà uno dei ruoli da cattivo del film.
Akiva Schaffer
dirige e produce la commedia, la cui uscita nelle sale è prevista
per il 18 luglio 2025. Dan Gregor e Doug
Mand hanno scritto la bozza della sceneggiatura insieme a
Schaffer, con il quale hanno collaborato al film vincitore
dell’Emmy Chip ‘n Dale: Rescue Ranger.
Seth MacFarlane e Erica Huggins
produrranno tramite Fuzzy Door, con Daniel M. Stillman che fungerà
anche da EP.
Il regista di “Green
Book” Peter Farrelly porterà il pubblico
dietro le quinte dell’incredibile e tumultuosa produzione di
“Rocky”,
il dramma sulla boxe che ha catapultato Sylvester Stallone nell’olimpo delle
celebrità. Come riportato da Variety, titolo di questo
progetto è I Play Rocky e seguirà Stallone
molto prima dei suoi giorni da interprete famoso. Nel film sarà
infatti un attore in difficoltà, il cui volto parzialmente
paralizzato e un difetto di pronuncia non lo rendono molto
richiesto da Hollywood. Scommettendo sul suo talento, Stallone
scrive però una sceneggiatura che un grande studio cinematografico
vuole acquistare.
Tuttavia, Stallone si rifiuta di
venderla se non ottiene il ruolo di protagonista. Respingendo
un’offerta economica che gli avrebbe cambiato la vita, lavora per
una miseria pur di ottenere il film con sé stesso come
protagonista. Il risultato è il più grande successo al botteghino
del 1976, nonché un successo agli Oscar che si aggiudica il premio
per il Miglior film. Farrelly produrrà il film con Toby
Emmerich, l’ex capo della Warner Bros. e Christian
Baha. Peter Gamble ha scritto la
sceneggiatura e il casting è attualmente in corso.
“Sono un fan di Peter Farrelly
sia come regista che come persona da quando ho avuto modo di
lavorare con lui alle musiche di “Scemo & più scemo”“, ha
dichiarato Emmerich. “Ma è stato ‘Green Book’ a farmi pensare a
Pete per questa ispirata sceneggiatura. Christian Baha e io ci
sentiamo fortunati ad avere Pete al timone per questo film. E come
lo sconosciuto Stallone protagonista di ‘Rocky’, Pete condurrà una
ricerca in tutto il mondo per scoprire un altro attore che ha solo
bisogno di un’occasione – in ‘I Play Rocky’ – per mostrare al mondo
quello che può fare”.
“Quando ho letto per la prima
volta la sceneggiatura energica e toccante di Peter Gamble, ho
capito che aveva catturato qualcosa di molto speciale”, ha
dichiarato Baha. “La storia di ‘I Play Rocky’ è unica come lo
stesso Sylvester Stallone, un uomo qualunque con un dono innegabile
che ha bisogno di condividerlo con il mondo e si rifiuta di
accettare un ‘no’ come risposta. Siamo così fortunati ad aver
collaborato con Toby Emmerich e Peter Farrelly, due talenti
leggendari che non solo condividono ma esaltano la nostra visione
del film”.
Dopo aver ottenuto il
ruolo del cattivo nel prossimo progetto di Ryan
Coogler, Jack O’Connell non ha ancora finito di
compilare il suo carnet di ballo dal momento che si unirà al cast
di 28 anni
dopo. A bordo ci sono anche Jodie Comer, Aaron
Taylor-Johnson e Ralph Fiennes.Danny Boyle dirigerà il primo film da una
sceneggiatura di Alex Garland. Sony distribuirà il
film nelle sale di tutto il mondo. Abbiamo visto di recente
Jack O’Connellin Back to Black, biopic su Amy
Winehouse.
Il primo film vedeva Cillian Murphy nei panni di un uomo che
si risveglia dal coma dopo un incidente in bicicletta e scopre che
l’Inghilterra è stata invasa dagli “Infetti”. Il virus trasforma le
sue vittime in assassini furiosi, ma a differenza dei soliti
“zombie”, queste creature possono muoversi con una velocità
spaventosa.
L’uomo si mette quindi in viaggio
per scoprire cosa sta succedendo, incontrando lungo la strada i
compagni sopravvissuti interpretati da Naomie
Harris e Brendan Gleeson, oltre a un maggiore
dell’esercito squilibrato interpretato da Christopher
Eccleston.
Cosa sappiamo su 28 anni
dopo?
I dettagli sulla trama di 28 anni
dopo sono ancora sconosciuti, ma il periodo suggerisce
che si svolgerà 28 anni
dopo il primo film, dunque all’incirca nel 2030, il
che significa che il racconto potrebbe anche essere più orientato
verso la fantascienza che non verso il semplice l’horror vero e
proprio. Danny Boyle, il cui ultimo film è stato
la commedia romantica del 2019 Yesterday, dirigerà il
primo film della prevista trilogia di 28 anni
dopo. Alex Garland, che ha diretto
film come Ex
Machina, Annihilation e, più di recente, Civil War è incaricato di scrivere i film.