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The Accountant: trama, cast e curiosità sul film con Ben Affleck

The Accountant: trama, cast e curiosità sul film con Ben Affleck

Il regista Gavin O’Connor si è affermato negli ultimi anni grazie a titoli come Pride and Glory, Warrior, Jane Got a Gun e Tornare a vincere, il quale ha per protagonista l’attore Ben Affleck. Proprio con Affleck O’Connor aveva già girato quello che ad oggi è uno dei suoi titoli più apprezzati, ovvero il thriller d’azione The Accountant (qui la recensione). Uscito nel 2016 e basato sulla sceneggiatura di Bill Dubuque, questo unisce grande intrattenimento a complesse vicende del mondo finanziario. Costato 44 milioni di dollari, tale lungometraggio è poi stato in grado di incassarne 155, superando ogni aspettativa.

Tra le caratteristiche principali di The Accountant, oltre all’azione e alla complessità della trama, vi è anche un registro composto da elementi diversi, che passa dalla forte drammaticità alla più leggera e divertente ironia. Seguendo i canoni del suo genere, il film si arricchisce poi della presenza di un protagonista atipico, intorno al quale si costruisce molto del fascino dell’opera. Nonostante tutti questi elementi, il film ci ha messo molto per trovare infine la vita sul grande schermo, con la sceneggiatura che circolava ad Hollywood sin dal 2011 senza però ottenere finanziamenti.

La Warner Bros., che ha poi scommesso sul titolo, si è ritrovata con un vero e proprio successo, che ha dimostrato come l’ibridazione tra il genere ed elementi di originalità non manca di attirare la curiosità di molti. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

The Accountant: la trama del film

Protagonista del film è Christian Wolff, un genio matematico affetto dalla sindrome di Asperger che ha più affinità con i numeri che con le persone. Egli lavora sotto copertura in un piccolo studio come contabile freelance per alcune delle più pericolose organizzazioni criminali del pianeta. Nonostante abbia la Divisione anti-crimine del Dipartimento del Tesoro alle costole, Christian accetta l’incarico di un nuovo cliente: una società di robotica dove una delle contabili ha scoperto una discrepanza nei conti di milioni di dollari. Ma non appena Christian inizia a svelare il mistero e ad avvicinarsi alla verità, il numero delle vittime inizia a crescere.

The Accountant cast

The Accountant: il cast del film

Come anticipato, ad interpretare Christian Wolff vi è Ben Affleck, il quale ha affermato che considera questo uno dei ruoli preferiti tra quelli da lui interpretati, ma anche il più complesso di tutti. L’attore ha infatti studiato a lungo la sindrome di Asperger, cercando di risultare il più realistico possibile nella rappresentazione di questa, trovando la giusta caratterizzazione per il personaggio. La sua interpretazione del personaggio è poi stata particolarmente apprezzata. Accanto a lui, nel ruolo di Dana Cummings, la giovane contabile con cui collabora Christian, vi è Anna Kendrick. L’attrice ha raccontato di essersi ispirata a sua madre, vera contabile, per il personaggio.

Il premio Oscar J. K. Simmons recita nel ruolo di Ray King, direttore del Dipartimento del Tesoro, mentre John Lithgow è Lamar Blackburn, CEO della Living Robotics, l’azienda che assume Christian. Alison Wright, attrice nota per la serie The Americans, interpreta Justine, anche nota come La Voce. Nel film compaiono poi anche Cynthia Addai-Robinson nei panni di Marybeth Medina e Jeffrey Tambor in quelli di Francis Silverberg. L’attore Jon Bernthal, noto per le serie The Walking Dead e The Punisher, interpreta infine il sicario Braxton. Per il film, sia Bernthal che Affleck hanno dovuto fare pratica con l’arte marziale nota come silat, originaria del Sud-Est asiatico.

The Accountant: il sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

In seguito al successo del film, la Warner Bros. ha annunciato l’intenzione di dar vita ad un sequel. Da subito O’Connor è stato confermato alla regia e Dubuque alla sceneggiatura, mentre Affleck riprenderà i panni di Christian Wolff. A lungo però non si sono più avute notizie in merito, nonostante Affleck continuasse a dichiarare il suo sostegno nei confronti del progetto. Soltanto nel settembre del 2021 O’Connor ha annunciato nuovi sviluppi, affermando che gli accordi per il sequel si sono conclusi in modo soddisfacente e che la pre-produzione di questo può ora avere inizio. Idealmente, il film potrebbe essere girato nel 2022 con un’uscita in sala ipotizzabile per la fine di quell’anno.

In attesa del sequel, è possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. The Accountant è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple iTunes, Netflix e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 5 ottobre alle ore 21:00 sul canale 20 Mediaset.

Fonte: IMDb

Matrix: trama, cast e i sequel del film con Keanu Reeves

Matrix: trama, cast e i sequel del film con Keanu Reeves

Nel 1999 Matrix chiudeva un secolo di cinema mostrando le incredibili potenzialità che il mezzo avrebbe potuto e dovuto raggiungere a partire dal nuovo millennio. Si è trattato a suo modo di un film rivoluzionario, con un impatto fortissimo sulla cultura di massa mondiale. Diretto da Lana e Lilly Wachowski, il film ha introdotto novità tanto da un punto di vista narrativo quanto tecnico, avendo così un impatto significativo nella concezione stessa di blockbuster. Dopo Matrix, il volto del genere fantascientifico è cambiato per sempre, segnando tappe fondamentali nel progresso del lavoro sugli effetti speciali.

Le Wachowski concepirono il complesso mondo di Matrix facendo riferimento ad un gran numero di opere, tra cui romanzi, fumetti e videogiochi. Principali fonti di ispirazione furono il manga Ghost in the Shell e diversi concetti filosofici, tra cui il mito della caverna di Platone. Con Matrix, le due sorelle registe hanno sviluppato così un contesto estremamente distopico, costringendo a dubitare di tutto ciò che si vede. Ciò è merito anche di efficaci effetti speciali, tra cui quello oggi conosciuto come bullet time, reso celebre proprio da questo film. Giocando con il possibile e l’impossibile delle immagini, Matrix diventa una realtà dalla quale è letteralmente impossibile sfuggire anche per lo spettatore.

Con un budget di 63 milioni di dollari, Matrix è arrivato a guadagnarne complessivamente oltre 463 in tutto il mondo. Con 4 Oscar vinti, tra cui quello per gli effetti speciali, si è dunque da subito affermato come un’opera simbolo del passaggio da un secolo ad un altro. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e ai suoi sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Matrix: la trama del film

Protagonista della vicenda è Thomas Anderson, di giorno programmatore della Metacortex e di notte incallito hacker noto con lo pseudonimo di Neo. Vivendo sempre sul film del rasoio per via dei suoi illeciti, questi si crede spacciato nel momento in cui riceve la visita in ufficio del misterioso agente Smith. La sua vita cambia però per sempre nel momento in cui viene aiutato a fuggire da quella situazione da un’altra hacker, di nome Trinity. Questa lo conduce dal suo capo, Morpheus, il quale avrà delle rivelazioni particolarmente sconvolgenti per Neo. Questi apprende infatti di come la realtà da lui vissuta non si altro che una simulazione estremamente realistica per coprire un mondo distopico dove le macchine hanno soggiogato l’uomo. L’intento dei Ribelli, è ora quello di rovesciare per sempre quell’ordine e Neo è l’eletto chiamato a guidare la rivoluzione.

Matrix cast

Matrix: il cast del film

Sono stati diversi gli attori considerati per il ruolo di Neo, tra cui spiccano Tom Cruise, Johnny Depp e Will Smith. Ad ottenere la parte fu però Keanu Reeves. Per prepararsi al ruolo l’attore dovette sottoporsi ad un rigido allenamento fisico ed una ferrea dieta. Allo stesso tempo, le due registe gli hanno assegnato la lettura di diversi testi filosofici, come ad esempio Simulacra And Simulation. Accanto a lui, nei panni di Trinity, vi è invece l’attrice Carrie-Anne Moss. Per lei non fu semplice prendere parte al film, poiché durante alcune riprese si slogò la caviglia, ma per paura di essere sostituita decise di non dirlo a nessuno e far finta di nulla. Nonostante ciò, è riuscita, previo allenamento, a dar vita da sé a molte delle scene più complesse.

Celebre per il ruolo di Morpheus è l’attore Laurence Fishburne. Questi è l’unico membro del cast a non aver trovato difficoltà nel comprendere la storia raccontata, e ha costruito il proprio personaggio prevedendo per lui tanto aspetti negativi quanto positivi. Hugo Weaving è invece lo spietato agente Smith, un personaggio da lui particolarmente amato. L’attore ha infatti apprezzato il lavoro che ha potuto svolgere su questi, ricercando un tono di voce neutro, che lo facesse sembrare una via di mezzo tra un uomo e un robot. Altri attori di rilievo nel film sono Joe Pantoliano, nei panni del controverso Cypher, membro della Resistenza, e Julian Arahanga, in quelli di Apoc. L’attrice Gloria Foster compare invece nel ruolo de l’Oracolo.

Matrix: i sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Dato il grandissimo successo del film, le Wachowski hanno deciso di esplorare ulteriormente il mondo di Matrix attraverso due sequel. Usciti a pochi mesi di distanza, Matrix Reloaded e Matrix Revolutions videro il ritorno di tutti gli attori principali, e si affermarono a loro volta come campioni di incassi, pur ricevendo un apprezzamento critico inferiore. A lungo, inoltre, si era parlato della possibilità di riportare Matrix sul grande schermo. Dopo anni di speculazioni, nel 2019 è stato confermato un quarto film, intitolato Matrix Resurrection, uscito al cinema nel gennaio di quest’anno per la regia di Lana Wachowski e nuovamente interpretato da Reeves e dalla Moss. Si aggiungono poi al cast gli attori Neil Patrick Harris, Yahya Abdul-Mateen II, Jonathan Groff e Pryanka Chopra.

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Matrix è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 5 ottobre alle ore 21:15 sul canale Italia 2.

Fonte: IMDb

Infinite: spiegazione della timeline e differenze tra libro e film

Il regista Antoine Fuqua si è affermato negli anni come uno dei registi più talentuosi per quanto riguarda i film d’azione a tinte crime. Tra i suoi titoli più celebri si annoverano Training Day, Brooklyn’s Finest, la trilogia di The Equalizer e Attacco al Potere – Olympus Has Fallen. Nel tempo ha comunque sperimentato anche altri generi, dallo storico King Arthur al film di pugilato con Southpaw, dal western I magnifici 7 fino al dramma Emancipation. Nel 2021 si è invece confrontato per la prima volta con la fantascienza, realizzando Infinite (qui la recensione).

Tratto dal romanzo intitolato The Reincarnationist Papers di D. Eric Maikranz, il film mantiene sì una forte attenzione nei confronti dell’azione e delle sparatorie tanto care a Fuqua, ma presenta tutto ciò in una cornice fantascientifica. Non si tratta di un film ambientato in particolari futuri o in contesti distopici, ma affronta invece il tema della reincarnazione e di come questa può diventare lo strumento per fare del bene o del male, a seconda degli obiettivi che si hanno. Si costruisce così un’intricata rete di vicende che ora, grazie all’arrivo su Netflix del film, sta entusiasmando numerosi spettatori.

Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Si forniranno poi alcuni chiarimenti sulla timeline del film e le differenze che ci sono tra questo e il libro da cui è tratto. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama e il cast di Infinite

Il film racconta la storia di Evan McCauley, un uomo perseguitato da alcune allucinazioni, che scopre essere visioni di un lontano passato. L’uomo, infatti, ha ricordi che non ha mai vissuto e conosce posti che non ha mai visitato. Mentre cerca di capire perché questi flashback lo perseguitano, scopre anche l’esistenza di una sette segreta, denominata Infiniti, composta da persone che riescono a controllare gli eventi che segnano o hanno segnato la storia dell’umanità. Proprio ad Evans questi si rivolgono affinché egli salvi l’umanità da Bathurst, un ex membro della setta che vuole distruggere il mondo.

 Ad interpretare Evan McCauley, protagonista del film, vi è l’attore Mark Wahlberg. Il ruolo, inizialmente, era stato pensato per Chris Evans, il quale dovette però rinunciarvi per via di altri impegni. Wahlberg è così tornato a recitare per Fuqua dopo il loro primo film insieme, Shooter. In Infinite recitano poi anche Chiwetel Ejiofor nei panni del Bathurst del 2020, personaggio interpretato da Rupert Friend nella versione del 1985. Dylan O’Brien è Heinrich Treadway, mentre Sophie Cookson interpreta Nora Brightman. Completano il cast Jason Mantzoukas nel ruolo dell’Artigiano e Toby Jones in quello di Bryan Porter.

Infinite Chiwetel Ejiofor

Infinite: la timeline del film

Gli spettatori potrebbero trovare Infinite un po’ confusionario, poiché i vari personaggi vanno avanti nel tempo solo a livello di anima, abitando di volta in volta nuovi corpi e dunque richiedendo attori diversi per interpretarli nelle loro varie reincarnazioni. Sebbene ci siano scorci occasionali delle vite passate di Treadway, Bathurst e Nora, la storia principale di Infinite è dunque ambientata in tre diversi momenti nel tempo. Il prologo che coinvolge Treadway, Abel e la precedente incarnazione di Nora, Leona che combatte Bathurst a Città del Messico è ambientato nel 1985.

La storia principale di Infinite si svolge invece nel 2020, il che significa che da quando Treadway e Leona sono morti la stessa notte nel 1985, sia Evan McCauley che Nora Brightman hanno 35 anni. Il tutto diventa confuso poiché non è stato chiaramente stabilito che anche Bathurst sia morto nel 1985, ma il Bathurst del 2020 interpretato da Chiwetel Ejiofor sembra più vecchio di 35 anni, ma ha la stessa età o potrebbe essere addirittura più giovane di Evan McCauley. Infine, le scene finali di Infinite sono un flashforward ambientato almeno 15 anni dopo.

Questo lo si deduce in quanto i reincarnati Treadway, Nora e Abel sono adolescenti, quindi tale segmento deve essere ambientato intorno al 2035. Tesi sostenuta anche dal fatto che quando si rincontra Artisan, questo è leggermente invecchiato. Sono dunque questi i tre momenti temporali in cui si svolge il film, il quale però proprio per il fatto che i personaggi vengono portati avanti attraverso interpreti diversi, può risultare confusionario tanto nello stabilire chi interpreti chi quanto nel determinare la collocazione temporale di quanto si sta vedendo rispetto a ciò che si è visto e si vedrà in seguito.

Infinite timeline

 

Infinite: le differenze tra il film e il libro

Come anticipato, Infinite è basato sul romanzo di fantascienza intitolato The Reincarnationist Papers di D. Eric Maikranz. Il film, tuttavia, presenta delle notevoli differenze rispetto al libro. In The Reincarnationist Papers, ad esempio, il protagonista Evan Michaels non sa di essersi reincarnato ed è tormentato dai ricordi delle sue due vite passate. Ciò si è trasformato nel fatto che Evan McCauley è stato istituzionalizzato come schizofrenico nel retroscena di Infinite. Nel libro, inoltre, Evan incontra una donna reincarnata di nome Poppy, che è stata trasformata in Nora Brightman nel film, sebbene Poppy ricordi solo sette vite mentre Nora ne dichiara dozzine.

Come in Infinite, Poppy invita Evan in una società segreta di altre 28 persone reincarnate chiamate Cognomina. Infinite ha però aumentato la portata del concetto, ampliando il numero degli Infiniti a centinaia e trasformando la Cognomina in una guerra di fazioni tra i Credenti, che vogliono usare le loro abilità per migliorare l’umanità, e i Nichilisti, che vogliono invece porre fine al mondo. Mentre il romanzo esplora completamente le gioie e i pericoli derivanti dal rivivere continuamente le proprie vite passate, Infinite ha toccato solo di sfuggita questi temi concentrandosi sull’azione e una trama molto più standard di un eroe che cerca di salvare il mondo da un supercriminale.

Il trailer di Infinite e dove vederlo in streaming

È possibile fruire di Infinite grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Chili Cinema, Google Play, Prime Video e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video.

Fonte: IMDb

Ottobre in sala: brividi con L’esorcista – Il credente

Ottobre in sala: brividi con L’esorcista – Il credente

Ottobre è il primo mese in cui si respira, finalmente, l’aria autunnale ed è ritenuto anche come lo “Spooky Month” e non c’è modo migliore di festeggiare al cinema con uno dei sequel dell’horror più spaventoso di sempre. Dopo l’evento di settimana scorsa dove è stato possibile vedere, di nuovo, sul grande schermo L’Esorcista di William Friedkin in questo Ottobre in sala tra le nuove uscite si può trovare nella numerosa scelta anche la pellicola da brividi L’Esorcista – Il credente.

Vediamo insieme le novità di Ottobre in sala di questa prima settimana del mese

Kafka a Teheran

Presentato nella sezione Un Certain Regard del Festival del Cinema di Cannes del 2023 Kafka a Teheran è stato l’unico film iraniano presente durante l’edizione di quest’anno. Apprezzato dalla critica questo dramma è suddiviso in nove episodi di vita quotidiana a Teheran dove ognuno è definito dal nome del protagonista. Si va da chi cerca un lavoro ma non conosce abbastanza il Corano o chi ha perso il cane ma anche il racconto di una bambina al suo primo giorno di scuola e un regista che si deve veder approvato preventivamente il copione. Nel film i due registi Ali Asgari e Alireza Khatami esplorano le dinamiche del potere nella società iraniana contemporanea. Un’inchiesta cinematografica che vuole far luce sulla minaccia dei regimi totalitari e sull’imperatività di difendere la propria individualità e la libertà come aspetti di valore inestimabile per l’esistenza umana.

La fortuna è in un altro biscotto

Manuel Zicarelli La Fortuna è in un altro Biscotto

La fortuna è in un altro biscotto è l’opera prima del regista Marco Placanica che ha girato l’intero film nella sua Liguria ed è il primo dei due unici titoli italiani di questo Ottobre in sala. Il protagonista è Leo che prova a mantenere in vita l’attività ereditata dal padre, malgrado la persecuzione di uno strozzino: Tonino Paffone, il proprietario di un ristorante asiatico e intermediario per conto della malavita cinese. Il giovane orfano sarà disposto a tutto pur di non perdere l’azienda di famiglia persino rubare i soldi a Manfredo Collini, un facoltosissimo imprenditore e collezionista d’arte della zona. Il cast di questa commedia nera è composto da un gruppo d’attori provenienti dal ricco vivaio di talenti genovesi come Manuel Zicarelli, Enzo Paci, Fabrizio Contri e per finire anche l’attrice Daniela Camera.

La moglie di Tchaikovsky

La moglie di Tchaicovsky, Alyona Mikhailova e Odin Lund Biron.

La moglie di Tchaikovsky si concentra sulla storia del matrimonio che legò il noto compositore Tchaikovsky ad una sua allieva di nome Antonina Ivanovna Miljukova. Questo film del regista Kirill Serebrennikov si concentra, come già svela il titolo, sulla figura della moglie e di come la giovane donna è poi letteralmente impazzita per il reiterato rifiuto da parte dell’uomo amato. Questo film vuole svelare la vita privata del musicista russo di fama mondiale che per decenni è stata oggetto di dicerie o tabù e in qualche modo mostrare chi era veramente Pëtr Il’ič Čajkovskij attraverso gli di Antonina.

L’Esorcista – Il Credente

L'esorcista - Il credente

L’Esorcista – Il credente di David Gordon Green racconta la storia di Victor Fielding, un fotografo che dopo la morte della moglie in dolce attesa avvenuta 12 anni prima nel corso di un terremoto ad Haiti lui cresce da solo la loro figlia Angela. Tutto cambia quando la sua bambina e l’amica Katherine spariscono nel bosco per poi tornare tre giorni dopo senza ricordare cosa sia successo. Il giovane padre sarà così costretto a confrontarsi con il male nella sua forma più oscura e cercare l’unica persona vivente che abbia mai assistito a qualcosa di simile, la signora Chris MacNeil che cinquant’anni prima ha visto da vicino gli effetti della possessione in sua figlia Regan. L’attore protagonista che interpreta il papà di una delle bambine possedute è Leslie Odom Jr invece Jennifer Nettles e Norbert Leo Butz sono i genitori di Katherine, nel cast fanno parte anche, Ann Dowd, Raphael Sbarge, Okwui Okpokwasili, Danny McCarthy, E.J. Bonilla e ovviamente  Ellen Burstyn.

L’imprevedibile viaggio di Harold Fry

L'imprevedibile viaggio di Harold Fry

L’imprevedibile viaggio di Harold Fry di Hattie Macdonald è un ritratto sincero dell’amore universale sullo sfondo della straordinaria bellezza della campagna inglese e tratto dall’omonimo romanzo di Rachel Joyce, autrice della sceneggiatura. Harold è un uomo qualunque che ha sempre vissuto senza prendere iniziative e restando in disparte. Un giorno scopre che una vecchia amica è molto malata e decide di andarla a trovare attraversando a piedi l’Inghilterra. Certo che il suo eroico gesto la terrà in vita, Harold Fry intraprende un incredibile viaggio che farà scalpore conquistando tutta la nazione. I coniugi Fry sono interpretati da James Broadbent e Penelope Wilton

Nata per te

nata per te recensioneNata per te è la trasposizione cinematografica della vera storia di Luca e Alba Trapanese. Una pellicola che vuole abbattere tutte le barriere della burocrazia e della politica raccontando la storia di un giovane uomo single e omosessuale che ha adottato una bambina con la sindrome di Down che nessuno voleva in ospedale dove è nata. Questo film di Fabio Mollo vede per protagonista l’attore italiano Pierluigi Gigante, nel cast anche Barbora Bobulova e Teresa Saponangelo.

Sick of Myself

Sick of myself

Sick of Myself  è diretto da Kristoffer Borgli e racconta la storia di Signe e Thomas interpretati da Kristine Kujath Thorp ed Eirik Sæther, che vivono una relazione solida, ma sono molto competitivi l’uno nei confronti dell’altra. Il loro legame diventa davvero tossico, quando l’uomo raggiunge il successo come artista contemporaneo, grazie alle sculture create da mobili rubati. La cosa fa sentire Signe messa in ombra e scatena in lei una malsana competizione. La donna mette quindi in scena un piano malvagio per reclamare l’attenzione dell’ambiente dell’élite culturale di Oslo. Quest’ultimo film che consiglio per  Ottobre in sala è stato presentato in anteprima nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes 2022. 

Masters of the Air: prime foto dell’attesa serie di Steven Spielberg, Tom Hanks e Gary Goetzman

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Apple TV+ ha svelato le prime immagini dell’attesa dramedy sulla Seconda Guerra Mondiale Masters of the Air, la nuova serie limitata di nove episodi in arrivo il 26 gennaio 2024. Riunendo il pluripremiato team composto da Steven Spielberg, Tom Hanks e Gary Goetzman, che ha prodotto anche “Band of Brothers” e “The Pacific”, Masters of the Air è il racconto ricco di azione della vera storia di un gruppo di bombardieri americani durante la Seconda Guerra Mondiale. La serie farà il suo debutto su Apple TV+ con i primi due episodi, seguiti da un nuovo episodio ogni venerdì fino al 15 marzo.

La serie è prodotta esecutivamente da Spielberg, Hanks e Goetzman e vanta un cast stellare guidato dal candidato all’Oscar Austin Butler, Callum Turner, Anthony Boyle, Nate Mann, Rafferty Law, il candidato all’Oscar Barry Keoghan, Josiah Cross, Branden Cook e Ncuti Gatwa.

«”Masters of the Air” è un omaggio ai coraggiosi uomini della 8th Air Force che, grazie al loro coraggio e alla loro fratellanza, hanno contribuito a sconfiggere la Germania nazista nella Seconda Guerra Mondiale», ha dichiarato il produttore esecutivo Gary Goetzman. «Tom e Steven hanno sempre desiderato tradurre cinematograficamente quello che il nostro autore Don Miller ha definito “un evento singolare nella storia della guerra”. Siamo entusiasti che Apple TV+ ci abbia dato l’opportunità di unire gli sforzi di così tante persone di talento, sullo schermo e dietro la macchina da presa, per raccontare questa importante storia».

Basato sull’omonimo libro di Donald L. Miller e sceneggiato da John Orloff, “Masters of the Air” segue gli uomini del 100° Gruppo Bombardieri (il “Bloody Hundredth”) alle prese con pericolosi raid di bombardamento sulla Germania nazista in condizioni proibitive, dovute al gelo, alla mancanza di ossigeno e al terrore di un combattimento condotto a 25.000 piedi di altezza. La rappresentazione del prezzo psicologico ed emotivo pagato da questi giovani uomini che hanno contribuito a distruggere l’orrore del Terzo Reich di Hitler è al centro della storia di “Masters of the Air”. Alcuni furono abbattuti e catturati; altri furono feriti o uccisi. Altri ancora ebbero la fortuna di tornare a casa. Indipendentemente dal destino individuale, tutti hanno ricevuto un tributo.

Spaziando dai campi e villaggi bucolici del sud-est dell’Inghilterra, alle dure privazioni di un campo di prigionia tedesco e ritraendo un periodo unico e cruciale della storia mondiale, “Masters of the Air” è un vero e autentico successo cinematografico sia in termini di scala, che di portata.

Prodotto dagli Apple Studios, “Masters of the Air” è prodotto esecutivamente da Spielberg attraverso Amblin Television, e da Hanks e Goetzman per conto di Playtone. Darryl Frank e Justin Falvey della Amblin Television sono co-produttori esecutivi insieme a Steven Shareshian della Playtone. Oltre a scrivere, Orloff è co-produttore esecutivo. Anche Graham Yost è produttore esecutivo della serie.

Ahsoka: tutte le domande lasciate in sospeso dal finale

Ahsoka: tutte le domande lasciate in sospeso dal finale

Con l’episodio finale di Ahsoka, dal titolo “The Jedi, the Witch, and the Warlord“, la storia della missione di Ahsoka (Rosario Dawson) e del ritorno di Thrawn (Lars Mikkelsen) si è conclusa, per ora. Il finale aveva il compito impossibile di concludere le numerose storie della stagione. Anche se non è ancora stata confermata una seconda stagione, la serie potrebbe continuare, e anche se non lo facesse, ci sono ancora diversi altri show ambientati nella stessa epoca che potrebbero far luce su ciò che è in serbo per la galassia. Con il finale che ha lasciato molti cliffhanger, è giusto infatti pretendere delle risposte, soprattutto a queste importantissime domande.

Qual è il piano di Thrawn?

Ahsoka Thrawn

La serie non ha nascosto che Thrawn è una minaccia per l’intera galassia. L’unica opzione possibile per riunire l’Impero disperso e potenzialmente distruggere la Nuova Repubblica, Thrawn è un nome che tutti temono, almeno tutti quelli che lo credono vivo. Ma Ahsoka termina con il ritorno di Thrawn alla civiltà e con il ritorno delle Nightsister a Dathomir. Con questi potenti alleati, non resterà a lungo con le mani in mano. La mente analitica dei Chiss ha sempre un piano. Eppure Ahsoka non ha rivelato nulla di questo piano, oltre a quello di lasciare il pianeta Peridea, cosa che Thrawn ha fatto, eliminando persino il suo nemico più importante, Ahsoka, dall’inseguimento. Anche se Ezra (Eman Esfandi) può fornire un avvertimento sul ritorno di Thrawn, potrebbe non essere sufficiente se il suo piano è in corso. Ma come Thrawn intenda usare i Resti Imperiali o addirittura cosa voglia è ancora un mistero.

Come faranno Sabine e Ahsoka a tornare a casa?

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Nella loro missione di salvataggio, Ahsoka e Sabine (Natasha Liu Bordizzo) riescono a riportare Ezra a casa, ma non lo raggiungono. Rimaste a fermare Morgan Elsbeth (Diana Lee Inosanto) e le truppe zombie, le due sono bloccate su Peridea. Con il talento di Ahsoka e la sua rara conoscenza dei Jedi e con Sabine che ha finalmente fatto un passo avanti nella Forza, la coppia sarebbe una grande risorsa per qualsiasi cosa accada, soprattutto con Thrawn a piede libero. Eppure sono in trappola. A differenza di Ezra, hanno una nave, ma è danneggiata e non sanno come tornare a casa. Certo, tornare a casa è una sfida per questi eroi, ma se vogliono apparire di nuovo, sarà la prima cosa che dovranno fare.

Qual è il prossimo passo di Shin Hati?

Ahsoka e Sabine non sono gli unici personaggi rimasti su Peridea. Shin Hati (Ivanna Sakhno) si è separata dal suo maestro, Baylan Skoll (Ray Stevenson), prima del finale di stagione. Tuttavia, mentre andava per la sua strada, il suo percorso non era chiaro. Ha inseguito Sabine, Ezra e Ahsoka, ma ha perso e Ahsoka le ha persino offerto aiuto quando la lealtà al Lato Oscuro di Shin è sembrata vacillare. Tuttavia Shin non accettò l’offerta, tornando indietro. Tuttavia, non restituisce a Thrawn o a Baylan. Il finale la mostra invece mentre si arrende a un gruppo di banditi dopo la partenza di Thrawn. Qualunque sia la prossima mossa di Shin, il suo conflitto interiore è irrisolto, il che significa che c’è ancora la possibilità che si rivolga alla Luce.

Cosa sta facendo Baylan?

Il cattivo originale di Ahsoka ha un suo piano. Partito per rispondere a un’inquietante chiamata nel penultimo episodio, Baylan Skoll non è molto presente nel finale. Tuttavia, lo si può vedere in piedi su una statua del Padre, confermando finalmente il legame dello show con gli Dei di Mortis. Si tratta di uno degli aspetti più misteriosi di Star Wars, quindi è difficile prevedere cosa Baylan abbia in mente. Tuttavia, il fatto che Baylan non sia allineato né con i Jedi né con i Sith è legato all’equilibrio della Forza che è centrale in queste entità. Qualsiasi continuazione della storia richiederà un Baylan diverso, il che è possibile ma spiacevole. Baylan è chiaramente predisposto per un viaggio più lungo che faccia luce sugli Dei di Mortis, una proposta entusiasmante.

La Nuova Repubblica riconoscerà ora Thrawn come una minaccia?

Ahsoka Nuova Repubblica

Una delle parti più deprimenti della serie è la completa inettitudine del nuovo governo della galassia. Sebbene Ahsoka e Hera (Mary Elizabeth Winstead) forniscano prove dei lealisti imperiali e cerchino di indagare su Thrawn nel modo corretto, vengono respinte, ignorate e trattate come criminali. La Nuova Repubblica non vuole credere che Thrawn sia vivo perché è un pericolo che non è in grado di affrontare, ma la negazione non cambia i fatti e la Nuova Repubblica sta per avere un brusco risveglio. La domanda che rimane è: ascolteranno o continueranno a rifiutare la realtà perché scomoda? Il ritorno di Ezra dà loro un preavviso, ed è risaputo che Ezra e Thrawn sono scomparsi insieme, quindi forse questa sarà una prova sufficiente. Ma il Senatore Xiono (Nelson Lee) probabilmente renderà le cose difficili, a prescindere da ciò che il Cancelliere Mothma (Genevieve O’Reilly) è disposto a credere.

Come si inserisce Ezra in una Galassia post-Ribellione?

Ahsoka

Il ritorno di Ezra è stata la storia conclusiva del finale, ma ci sono dei problemi che ne derivano. Ezra è nato in un mondo sotto il controllo dell’Impero e ha combattuto contro di esso, diventando un eroe della Ribellione. Ora è finita e Ezra è uno dei pochi Jedi rimasti. Tuttavia, il suo percorso non è chiaro. Si unirà a Luke Skywalker (Mark Hamill) nel tentativo di ricostruire l’Ordine Jedi? O servirà con Hera nell’esercito mentre Thrawn minaccia la galassia? Potrebbe anche intraprendere un percorso simile a quello di Ahsoka, mettendosi in proprio, magari con un apprendista.

Everybody Loves Diamonds: clip dalla serie con Kim Rossi Stuart

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Everybody Loves Diamonds: clip dalla serie con Kim Rossi Stuart

Prime Video svela una clip inedita della serie heist Everybody Loves Diamonds, interpretata da Kim Rossi Stuart, Anna Foglietta, Gian Marco Tognazzi, Carlotta Antonelli e Leonardo Lidi.

In queste esclusive immagini Leonardo Notarbartolo, interpretato da Kim Rossi Stuart, fatica a riconoscere il valore dei diamanti. Nell’impresa sarà aiutato da un maestro d’eccezione, l’esperto diamantaio Levi (Elia Schilton), che con severità e un tocco di cattiveria farà il possibile per introdurlo nel mondo del World Diamond Center.

La nuova serie Original italiana dal 13 ottobre in esclusiva su Prime Video  con Kim Rossi Stuart, Anna Foglietta, Gian Marco Tognazzi, Carlotta Antonelli e Leonardo Lidi.

La serie Everybody Loves Diamonds in otto episodi segue uno squinternato gruppo di ladri capeggiati da Leonardo Notarbartolo (Kim Rossi Stuart), che, con un piano geniale, riesce ad aggirare il sistema di sicurezza all’avanguardia dell’Antwerp Diamond Centre e a rubare pietre preziose per milioni di dollari. Everybody Loves Diamonds è diretta da Gianluca Maria Tavarelli, prodotta da Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa per Wildside, una società del gruppo Fremantle, e scritta da Michele Astori, Stefano Bises, Giulio Carrieri e Bernardo Pellegrini. Nel cast internazionale anche Johan Heldenbergh, Synnøve Macody Lund, Remo Girone, Jean Janssens, Issam Dakka, Peter Van Den Begin, Elia Schilton, Slavko Sobin e Athaya Mokonzi.

Sophia Di Martino: 10 cose che non sai sull’attrice

Sophia Di Martino: 10 cose che non sai sull’attrice

L’attrice Sophia Di Martino è ormai attiva tra cinema e televisione da diversi anni, ma è grazie alla serie dei Marvel Studios Loki che ha raggiunto una più solida popolarità. Con la sua interpretazione in quella serie ha infatti conquistato da subito i cuori dei fan, trovando poi l’occasione di partecipare anche ad altri interessanti progetti e divenire una delle attrici più desiderate del momento ad Hollywood. In attesa di rivederla sul piccolo o grande schermo, c’è molto da scoprire su di lei.

Ecco 10 cose che forse non sai su Sophia Di Martino.

Sophia Di Martino: i suoi film e le serie TV

1. È celebre per alcune serie. L’attrice è conosciuta principalmente per le tante serie televisive a cui ha preso parte, tra cui si annoverano The Royal Today (2008), Casualty (2009-2011), Mount Pleasant (2013), 4 O’Clock Club (2014) e Flowers (2016-2018). Ha poi partecipato ad alcuni episodi delle serie Into the Badlands (2018), Testimoni silenziosi (2020) e Peacock (2022). Il grande successo arriva nel 2021, quando interpreta Sylvie in Loki, la serie Marvel con protagonista Tom Hiddleston e con anche Owen Wilson e Jonathan Majors.

2. Ha recitato in noti film. Oltre che per la televisione, l’attrice ha avuto modo di recitare anche per alcuni film per il grande schermo. Tra questi si annoverano Black Pond (2011), Una notte con la regina (2015), Draw on Sweet Night (2015) e The Darkest Universe (2016). Nel 2019 ha recitato in Yesterday, mentre nel 2021 in Sweetheart. Nello stesso anno ha interpretato il personaggio Judith nel film Il visionario mondo di Louis Wain, con Benedict Cumberbatch e Claire Foy.

Sophia Di Martino è Sylvie nella serie Marvel Loki

3. Ha lavorato a lungo sulla costruzione del proprio personaggio. In Loki Di Martino interpreta Sylvie, una variante femminile di Loki che attacca la Sacra Linea Temporale. Il personaggio è ispirato ai personaggi dei fumetti Sylvie Lushton / Incantatrice e a Lady Loki, ma ha una storia e delle caratteristiche uniche rispetto a quei personaggi e al Loki di Hiddleston. Di Martino è poi stata aiutata da Hiddleston nel preparare il personaggio, incorporando alcune caratteristiche tipiche di Loki in Sylvie.

Sophia Di Martino Sylvie Loki

4. Si è addestrata nel combattimento. Un aspetto importante del ruolo è la sua abilità nel combattimento. Per lo stile di questo, Di Martino ha affermato di essersi ispirata alle scene di lotta di Atomica bionda, definendo poi Sylvie come una “combattente di strada” e contrapponendo il suo stile a quello “aggraziato” di Loki. L’attrice si è dunque sottoposta a diverse settimane di allenamento al fine di poter eseguire personalmente la maggior parte dei combattimenti previsti per Sylvie.

5. Ha potuto fare affidamento su uno speciale costume. Poco prima dell’inizio delle riprese della serie, l’attrice è mamma per la seconda volta. Per permetterle di interpretare il ruolo di Sylvie e adempiere allo stesso ai propri doveri di genitore, le è stato facilitato l’allattamento del bambino tra una ripresa e l’altra grazie all’aggiunta di cerniere nascoste sulla zona del petto del suo costume.

Sophia Di Martino in Flowers

6. Ha amato da subito il proprio personaggio. Nella serie Flowers, incentrata su una famiglia composta da personalità diverse e contrastanti, Di Martino ha interpretato Amy, la figlia musicista. Si tratta di un personaggio con cui l’attrice ha stretto subito una forte connessione, descrivendola come “complessa, piena di frustrazioni, passioni e un’energia selvaggia di cui a volte non sa cosa farsene“. Amy è stata da lei interpretata per un totale di 12 episodi.

Sophia Di Martino Flowers

Sophia Di Martino, il marito Will Sharpe e i figli

7. Ha due figli. L’attrice è notoriamente molto riservata e non è dunque solita condividere dettagli riguardanti la propria vita privata. Sappiamo però che dal 2009 la Di Martino ha una relazione con l’attore e scrittore Will Sharpe, noto per la sua interpretazione nella seconda stagione della serie televisiva The White Lotus ma anche per aver diretto i film Black Pont Il visionario mondo di Louis Wain, ma anche la serie Flowers, tutti titoli nei quali ha recitato anche la Di Martino. La coppia ha poi avuto due figli, nati nel 2019 e nel 2021.

Sophia Di Martino ha origini italiane

8. I suoi nonni sono italiani. Come dichiarato dall’attrice, lei è per metà italiana. Pur essendo nata e cresciuta in Inghilterra, può infatti vantare un legame con il Bel Paese grazie ai nonni paterni, i quali sono di origine abruzzese, provenienti dalle cittadine di San Martino sulla Marrucina e Guardiagrele.

Sophia Di Martino è su Instagram

9. È presente sul social network. L’attrice è presente sul social network Instagram, con un proprio profilo verificato seguito da 655 mila persone e dove attualmente si possono ritrovare circa 100 post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi lavori da attrice, inerenti il dietro le quinte di tali progetti o promozionali nei loro confronti. Ma non mancano anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e altre situazioni ancora. Seguendola, si può dunque rimanere aggiornati su tutte le sue novità.

Sophia Di Martino: età e altezza

10. Sophia Di Martino è nata il 15 novembre 1983 a Nottingham, Regno Unito. L’attrice è alta complessivamente 1,70 metri.

Fonti: IMDb, Instagram

The Shrouds: il nuovo film di David Cronenberg potrebbe essere “il suo più personale”

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Il nuovo lungometraggio di David Cronenberg, The Shrouds, potrebbe affermarsi come un’opera particolarmente importante nella filmografia del regista. Secondo Variety, la star del film, Diane Kruger riferisce infatti che il nuovo progetto del regista di La mosca, Videodrome e del recente Crimes of the Future, in cui recita accanto a Vincent Cassel, sia un progetto profondamente personale per il regista, dato l’argomento. “Abbiamo appena finito di girarlo“, ha detto l’attrice, “penso che potrebbe essere il suo film più personale, perché parla di lui e della scomparsa di sua moglie”, ha poi aggiunto.

Ero molto emozionata nel realizzarlo, perché sapevo che era così vicino a lui e lui era un po’ distaccato per questo. Lo sentivo così vulnerabile“, ha spiegato Kruger al Festival del cinema di Zurigo. Su The Shrouds, ad oggi sappiamo, secondo un precedente rapporto di Deadline, che Cassel interpreta Karsh, un uomo d’affari che possiede un cimitero e la cui moglie è morta. Lottando con questa perdita, Karsh costruisce un dispositivo che consente alle persone di osservare la decomposizione dei propri familiari deceduti in tempo reale. Ancora una volta, dunque, Cronenberg sembra tornare ad operare il body horror per riflettere però stavolta sulla caducità umana e il dolore di chi resta.

L’attività rivoluzionaria di Karsh è sul punto di entrare nel mercato internazionale quando diverse tombe nel suo cimitero vengono vandalizzate e quasi distrutte, inclusa quella di sua moglie”, continua il riassunto della sinossi. “Mentre lotta per scoprire il motivo dietro quell’attacco, chi ha causato questo caos e perché, Karsh viene spinto a rivalutare i propri affari, il matrimonio e la fedeltà alla memoria della sua defunta moglie”. Kruger sembra ricoprirà ben tre ruoli nel film, il cui cast comprende anche Guy Pearce, Sandrine Holt, Elizabeth Saunders e Jennifer Dale. Al momento non è ancora fissata una data di uscita per The Shrouds.

Doctor Strange 2: Scott Derrickson ha abbandonato il sequel per non realizzare “una mostruosità”

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Nel gennaio del 2020, il regista del primo Doctor Strange Scott Derrickson si è rivolto ai social media per annunciare che non avrebbe più diretto il sequel pianificato dei Marvel Studios, Doctor Strange nel Multiverso della Follia. Sul momento non era stata fornita alcuna motivazione per quella separazione al di laà delle solite “differenze creative“, ma poiché il regista è rimasto nel gruppo come produttore esecutivo, si presume che la separazione sia stata abbastanza amichevole.

Ora, Derrickson ha finalmente spiegato le ragioni per cui si è allontanato dal progetto e, sebbene sia ancora fermamente convinto che non vi fossero o siano coinvolti sentimenti negativi, ammette che, se fosse rimasto, probabilmente avrebbe finito per realizzare “una mostruosità”.Tutto quello che posso dire è che ciò che abbiamo detto pubblicamente è esattamente la verità“, dice Derrickson a The Playlist. “Abbiamo avuto reali differenze creative. Sai, il film che volevo fare e il modo in cui volevo farlo, era semplicemente sempre più ovvio che ci stavamo scontrando“.

Ed è così che si realizza un film davvero brutto, credo. Quando il produttore o lo studio e il regista realizzano film diversi, ti ritrovi con una mostruosità e, sai, è per questo che ho dovuto allontanarmi“. All’epoca, si ipotizzava che la visione di Derrickson per un sequel di Doctor Strange fosse più incentrata sull’horror, cosa da lui ora confermata con la rivelazione che il progetto sarebbe stato un “estremo allontanamento dal primo film” e sarebbe stato “un vero film horror“.

Il sequel è poi passato nelle mani di Sam Raimi, il quale ha poi inserito alcuni elementi horror nel film, ma sembra che le idee di Derrickson fossero ancora più estreme e troppo spaventose per i canoni della Marvel. Nonostante ciò, Derrickson afferma di essere ancora in buoni rapporti con lo studio: “Sì, sono andato alla première. Sono ancora amico di Kevin [Feige] e tutto ciò che riguarda me e la Marvel è davvero fantastico. Mi hanno invitato alla première e sono andato. E sono amico di Sam [Raimi]. Amo Sam, quindi non c’è cattivo sangue su questo“.

Avengers: The Kang Dynasty e Secret Wars, rivelati possibili dettagli della trama dei due film

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Ci sono ancora molte incertezze riguardo Avengers: The Kang Dynasty e Avengers: Secret Wars, i due capitoli conclusivi della Multiverse Saga del Marvel Cinematic Universe. Per The Kang Dynasty era stato scelto come sceneggiatore Jeff Loveness, già scrittore di Ant-Man and The Wasp: Quantumania, mentre Michael Waldron, autore di Loki e Doctor Strange nel Multiverso della Follia aveva ricevuto l’incarico di scrivere Secret Wars. Tuttavia, nelle ultime settimane sono circolate voci – ad ora non ufficialmente confermate – secondo cui i due sceneggiatori avrebbero abbandonato i rispettivi progetti.

Ciò avrebbe dunque riportato i Marvel Studios al tavolo di lavoro, per ripartire da capo nello sviluppo dei due progetti. Una nuova fuga di notizie suggerisce però che, nonostante il cambio degli sceneggiatori, le trame di entrambi i futuri film sarebbero ad ora rimaste sostanzialmente le stesse di prima. Lo scooper MyTimeToShineHello riporta infatti che l’attuale piano è che The Kang Dynasty presenti la “squadra degli Avengers di Terra-616 combattere il Consiglio dei Kang, perdendo“, una premessa che sembra dunque in qualche modo simile a Avengers: Infinity War, dove il gruppo di Avengers subisce una dura sconfitta da parte di Thanos.

Per Secret Wars invece, si riporta che la trama dovrebbe ruotare intorno alla “TVA che invia una squadra di Vendicatori Multiversali che hanno segretamente reclutato guidati dallo Spider-Man di Tobey Maguire, il Wolverine di Hugh Jackman e il Deadpool di Ryan Reynolds per salvare i Vendicatori di Terra-616 e sconfiggere i Kang una volta per tutte”. Si tratta di dettagli che già da tempo i fan immaginavano per i due film e che sembrano dunque ora trovare ulteriori certezze. In attesa di ulteriori conferme, o di eventuali smentite, ricordiamo che Avengers: The Kang Dynasty è stato recentemente posticipato al 1 maggio 2026, mentre il secondo film uscirà in sala il 7 maggio 2027.

Horror Unmasked – A History of Terror from Nosferatu to Nope, di Brad Weismann

Il cinema horror raccontato attraverso i secoli, le cinematografie, i cambiamenti sociali ma anche le declinazioni capaci di arrivare alla contaminazioni ad altri generi. Horror Unmasked scritto da Brad Weisman ed edito negli Stati Uniti da Epic Ink rappresenta un viaggio ultra-aggiornato dentro il cinema dell’orrore, partendo dalle origini stesse della “Settima Arte” fino ad arrivare ad analizzare il lavoro di Jordan Peele, last but not least il suo recente successo Nope già annunciato nel titoli del testo.

L’approccio narrativo di Weismann non potrebbe essere più lontano da quello enciclopedico abusato da questo tipo di pubblicazioni: fin da subito l’autore riesce a coinvolgere il lettore in un dialogo molto spesso semiserio sull’horror e la sua evoluzione nel corso degli anni e delle tendenze. Un approccio che facilita enormemente la lettura anche perché, quasi per contrappasso, Horror Unmasked si rivela pagina dopo pagina un libro che prende estremamente sul serio il processo di scambio quasi osmotico che questo tipo di cinema ha avuto con il periodo storico e sociale in cui è stato realizzato. Partendo dal concetto sacrosanto che si tratta di un tipo di cinema che tende a mettere in discussione, se non addirittura a destabilizzare lo status quo, il cinema dell’orrore ha spesso rappresentato una cartina di tornasole delle contraddizioni sociali, civili e politiche dell’epoca e del paese di appartenenza. Weismann ha ad esempio messo in evidenza come ad esempio nel XX, in Paesi guidati da un regime dittatoriale come l’Italia fascista o la Spagna di Franco, questo fosse un genere più o meno ufficialmente bandito.

Procedendo in ordine cronologico nella prima parte del suo libro Weismann ricostruisce con minuzia e pienezza di dettagli informazioni la storia dei classici che hanno dettato le regole estetiche e contenutistiche dell’horror per molti decenni a venire. Ecco quindi che tornare a leggere di come sono nati capolavori dell’Espressionismo quali Il gabinetto del dottor Caligari (1921) o Nosferatu (1922) diventa un’immersione avvincente dentro le correnti storiche e sociali che hanno scosso l’Europa tra le due guerre. Capire poi come l’horror sia passato da produzioni apprezzate e importanti come queste a diventare un genere di “serie B” nei decenni immediatamente successivi porta il lettore a comprendere in profondità quanto il sistema industriale hollywoodiano abbia basato la propria efficacia sullo sfruttamento industriale fin praticamente dagli albori del cinema stesso inteso come arte popolare. Weismann continua però costantemente, con ragione e non senza ironia, a cercare il grande cinema in mezzo alla valanga di produzioni commerciali. L’analisi attenta dell’autore si rivolge ad esempio al grande lavoro di costruzione del personaggio e del “mito” che attori iconici come Bela Lugosi, Boris Karloff o Peter Lorre hanno portato avanti nel tempo. In particolar modo viene analizzato il lavoro di Lon Chaney Sr. (Il gobbo di Notre Dame del 1923 e Il fantasma dell’opera del 1925 i suoi capolavori), considerato da Weismann il primo interprete ad adoperare il celeberrimo “metodo” per la costruzione fisica ed emotiva dei propri personaggi.

Tra i più di venti capitoli che il libro propone quelli maggiormente interessanti riguardano la differenza tra i prodotti della Hammer di origine britannica degli anni ‘60 e i “cugini” americani realizzati da Roger Corman. Il minimo comun denominatore rimane Edgar Allan Poe e la sua smisurata bibliografia, ma sta nell’analisi delle strategie estetiche e produttive che separano i due progetti cinematografici il vero piacere di una lettura cinefila. Così come l’ultimo capitolo dedicato a quello che Wiesmann definisce il “post-horror” contemporaneo rappresenta una riflessione tutt’altro che scontata su quanto il genere oggi più che mai si trovi a voler riflettere sulle zone d’ombra di una società non soltanto americana, e qui il discorso sui film di Jordan Peele, sulle produzioni della Blumhouse ma anche su una serie di culto come The Walking Dead diventano stimolo indubbio di riflessione.

Per momenti di lettura maggiormente frivoli consigliamo invece il godibilissimo capitolo dedicato alla contaminazione con la commedia, in cui ti titoli maggiormente analizzati sono – e non poteva a nostro avviso essere altrimenti – Frankenstein Junior di Mel Brooks, Un lupo mannaro americano a Londra di John Landis e Ghostbusters di Ivan Reitman. Ultima nota “partigiana” nel raccontare Horror Unmasked la vogliamo spendere mettendo in luce il notevole capitolo dedicato ai maestri del giallo italiani: l’autore spende enormi parole di elogio per il cinema di Dario Argento, sottolineando come nei suoi capolavori degli anni ‘70 abbia saputo sempre mettere la sua idea estetica innovativa e visionaria comunque la servizio della storia, facendo propria la lezione di Alfred Hitchcock a trasportandola dentro un nuovo modo di intendere il thriller.

“I migliori film dell’orrore vogliono scoperchiare le nostre teste e farci scrutare gli impulsi soppressi che possediamo. Vogliono farci contemplare un universo in cui morte, decadenza e corruzione hanno un ruolo. Il genere, nonostante le limitazioni e i cliché, ci permette di affermare quello che pensiamo della vita ma raramente articoliamo: l’innocenza è perduta, la vendetta sicura, la morte vicina. Avremo comunque sempre bisogno di uscire dall’oscurità, e tentare di sconfiggere il mostro…”

B.Weismann, Horror Unmasked

Ritorno al Futuro torna al cinema!

Ritorno al Futuro torna al cinema!

Un appuntamento unico e speciale, in cui rispolverare il walkman e accendere il flusso canalizzatore della DeLorean. Quando? Sabato 21 ottobre, il giorno che segna il ritorno sugli schermi dei The Space Cinema di tutta Italia di uno dei più amati cult movie mondiali: Ritorno al Futuro.

Nel “Ritorno al Futuro Day” – celebrato per la prima volta nel 2015 – rivedremo nuovamente le interpretazioni di Christopher Lloyd (Emmett L. “Doc” Brown) e Michael J. Fox (Marty McFly), due leggende del cinema dirette per l’occasione da Robert Zemeckis, in un classico senza tempo fin dal 1985, che ha incassato quasi 400 milioni di dollari a livello internazionale.

Oltre ai golden ticket celebrativi, solo nei The Space Cinema gli spettatori riceveranno in regalo il poster originale di “Ritorno al Futuro”. È possibile acquistare i biglietti per il “Ritorno al Futuro Day” sul sito ufficiale di The Space Cinema: https://www.thespacecinema.it/extra/ritorno-al-futuro-day. Oppure utilizzando l’App ufficiale The Space Cinema.

Ritorno al futuro, il cult di fantascienza

Ritorno al futuro è il cult di fantascienza americano del 1985 diretto da Robert Zemeckis e scritto da Zemeckis e Bob Gale . Nel cast ci sono Michael J. Fox , Christopher Lloyd , Lea Thompson , Crispin Glover e Thomas F. Wilson . Ambientato nel 1985, segue le vicende di Marty McFly (Fox), un adolescente rimandato accidentalmente nel 1955 a bordo di un’automobile DeLorean che viaggia nel tempo costruita dal suo eccentrico amico scienziato Emmett “Doc” Brown.(Lloyd), dove inavvertitamente impedisce ai suoi futuri genitori di innamorarsi – minacciando la sua stessa esistenza – ed è costretto a riconciliarli e in qualche modo tornare al futuro.

Gale e Zemeckis concepirono l’idea per Ritorno al futuro nel 1980. Erano alla disperata ricerca di un film di successo dopo numerosi fallimenti di collaborazione, ma il progetto fu rifiutato più di quaranta volte da vari studi cinematografici perché non era considerato abbastanza volgare da competere con il film di successo. commedie dell’epoca. Un accordo di sviluppo è stato ottenuto con la Universal Pictures dopo il successo di Zemeckis nella regia di All’inseguimento della pietra (1984). Fox è stata la prima scelta per interpretare Marty ma non era disponibile; Eric Stoltz è stato invece scelto. Poco dopo le riprese principaliiniziò nel novembre 1984, Zemeckis determinò che Stoltz non era adatto alla parte e fece le concessioni necessarie per assumere la Fox, inclusa la ri-filmazione di scene già girate con Stoltz e l’aggiunta di 4 milioni di dollari al budget  Ritorno al futuro è stato girato in California e dintorni e sui set degli Universal Studios e si è concluso nell’aprile successivo.

Ahsoka 2: una seconda stagione è in “discussione” presso la LucasFilm

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Ahsoka 2, una seconda stagione di Ahsoka potrebbe accadere molto presto, poiché un nuovo aggiornamento ha rivelato che si sta parlando di un’altra stagione dello show Disney+. Nel recente articolo di Deadline sul finale di stagione di Ahsoka, il noto sito americano ha riferito che una seconda stagione della popolare serie di Star Wars è “in discussione”, anche se al momento non è stato confermato nulla.

Tuttavia, nella conversazione abbiamo sentito che la seconda stagione di Ahsoka è più una realtà, anche se nulla è ancora bloccato“, osserva l’articolo. “Stasera non c’erano cartelli che suggerissero che Ahsoka sarebbe tornata nell’immediato futuro. Naturalmente, la fine dello sciopero della WGA e lo sciopero degli attori in corso hanno rimandato la produzione per un po’ di tempo”.

Chi è il cast di Ahsoka?

Ahsoka è interpretata da Rosario Dawson, Natasha Liu Bordizzo, Mary Elizabeth Winstead, Ray Stevenson, Ivanna Sakhno, Diana Lee Inosanto, David Tennant, Lars Mikkelsen ed Eman Esfandi. Gli episodi sono diretti da Dave Filoni, Steph Green, Peter Ramsey, Jennifer Getzinger, Geeta Vasant Patel and Rick Famuyiwa. Dave Filoni è il capo sceneggiatore e produttore esecutivo insieme a Jon Favreau, Kathleen Kennedy, Colin Wilson e Carrie Beck. Karen Gilchrist è la co-produttrice esecutiva. Ambientata dopo la caduta dell’Impero, Star Wars: Ahsoka segue l’ex cavaliere Jedi Ahsoka Tano mentre indaga su una minaccia nascente in una galassia ormai vulnerabile. Inoltre, secondo quanto riferito, anche Temuera Morrison si è unita alla serie per interpretare la versione live-action del Capitano Rex. Si prevede che anche Hayden Christensen ritorni nei panni di Anakin Skywalker, il maestro Jedi di Ahsoka Tano nella serie The Clone Wars.

Ahsoka è scritto e prodotto da Dave Filoni, meglio conosciuto per il suo lavoro sugli spettacoli animati di Star Wars preferiti dai fan, The Clone Wars e Rebels. Ambientata nella stessa sequenza temporale di The Mandalorian, la serie ruota attorno alla ricerca Jedi attraverso la galassia mentre indaga su una minaccia emergente in seguito alla caduta dell’Impero.

L’esorcista – Il credente, recensione del film di David Gordon Green

Se c’è una qualità che la Blumhouse ha messo in evidenza e rafforzato nel corso di questi anni e dei successi che ha ottenuto, è quella di conoscere i propri punti di forza così come i propri limiti. Jason Blum e l’ormai fidato regista David Gordon Green sapevano fin dall’inizio di non potersi veramente confrontare con un horror della statura de L’esorcista: troppo grande la sua portata, troppo elevato il suo status rispetto agli altri titoli che sono stati riportati alla ribalta dalla casa di produzione. Capito questo, il loro nuovo L’esorcista – Il credente in realtà gira intorno al capolavoro diretto cinquant’anni orsono da William Friedkin, lo chiama in causa per ovvie ragioni di fama e marketing ma non vi si poggia poi più di tanto, evitando paragoni e accostamenti che a conti fatti sarebbero stati fuorvianti se non addirittura deleteri.

L’esorcista – Il credente si ispira a… Halloween

Il film a cui invece questo nuovo horror si avvicina esplicitamente è l’Halloween diretto sempre da David Gordon Green nel 2018, perché come Blum sa benissimo, formula che vince non si cambia. Ecco allora che l’ambientazione principale  de L’esorcista – Il credente è una piccola cittadina della Georgia che rimanda in tutto e per tutto a quella del reboot-sequel delle gesta assassine di Michael Myers. L’orrore che si scatena tra le strade mansuete dell’America di provincia evidentemente riesce ancora oggi a far presa sul pubblico e possiede il vantaggio produttivo di contenere i costi di un lungometraggio dentro il budget adeguato per una produzione targata Blumhouse.

Una volta stabilito quale sarà il teatro macabro della vicenda, la sceneggiatura del film comincia a costruire la storia di possessione delle due bambine con efficacia e attenzione ai dettami narrativi di questo tipo di film. Dal canto suo David Gordon Green riesce ad ammantare la messa in scena di un senso di disperazione e predestinazione che, soprattutto nella prima parte del film, funzionano in maniera davvero efficace.

L’esorcista – Il credente si dipana così come un film autunnale, intriso di una malinconia che lo rende capace di camminare sulle proprie gambe con discreta autorevolezza. Certo, le coordinate sono necessariamente quelle di un film dell’orrore contemporaneo, con scene ad effetto che devono necessariamente spaventare il pubblico come di fa oggi, ma tutto sommato tali mezzi vengono dosati con discreta cura, senza scadere eccessivamente nella banalità.

L’esorcista - Il credente film
(from lower left, clockwise) Angela Fielding (Lidya Jewett, back to camera), Katherine (Olivia O’Neill), Pastor Don Revans (Raphael Sbarge), Doctor Beehibe (Okwui Okpokwasili), Ann (Ann Dowd), Tony (Norbert Leo Butz), Miranda (Jennifer Nettles) and Stuart (Danny McCarthy) in The Exorcist: Believer, directed by David Gordon Green.

Il ritorno di Chris MacNeil

Anche l’arrivo in scena della leggendaria Chris MacNeil ancora una volta interpretata da Ellen Burstyn non distoglie troppo l’attenzione dal dramma principale. Anche perché, seppur fa molto piacere rivedere il personaggio e fa ancora incredibilmente paura tornare con la memoria alla possessione di sua figlia Regan, si tratta di una connessione tutto sommato piuttosto labile, che non aggiunge né comunque toglie – molto al risultato di questo nuovo capitolo.

Il problema vero de L’esorcista – Il credente sta nel fatto che, e bisogna comunque tributargli coraggio anche nell’errore del risultato, nella seconda parte tenta un approccio “animista” al confronto tra Bene e Male che conduce a un finale fin troppo pantagruelico. Gli ultimi venti minuti del film, pur dotati di un loro fascino teorico, risultano francamente confusi e diluiti in una serie di colpi ad effetto che fanno scivolare il tutto dentro i canoni dell’horror commerciale. A mancare poi è anche la profondità drammatica del personaggio di Victor Fielding, padre della giovane Angela caduta vittima dei demoni che ne hanno preso il corpo. L’arco narrativo dell’uomo rimane sempre troppo in secondo piano, e Leslie Odom Jr. riesce a malapena a dargli profondità emotiva.

Poteva andare molto ma molto peggio: questa è la sensazione che si ha alla fine della visione de L’esorcista – Il credente. David Gordon Green ha infatti realizzato un horror che funziona piuttosto bene nello sfruttare il lato drammatico della vicenda, che sa spaventare adoperando gli spazi oscuri degli interni – sotto questo punto di vista a nostro avviso James Wan e il suo The Conjuring hanno dettato le regole dell’horror contemporaneo in maniera ancora insuperata – che richiama in causa il capolavoro originale senza abusarne, che sa condurre lo spettatore dentro il labirinto terrificante che ha efficacemente costruito. Viene addirittura quasi da chiedersi se c’era davvero bisogno di richiamare in causa L’esorcista del 1973, ma tant’è. Il link porterà probabilmente il pubblico al cinema, e questo di certo non guasta…

The Batman: ecco il video dell’audizione di Barry Keoghan per il ruolo dell’Enigmista

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Come noto, il film The Batman di Matt Reeves ha introdotto nuove versioni di diversi iconici cattivi della DC Comics, tra cui il Pinguino, l’Enigmista e, proprio alla fine del film, il Joker. Quest’ultima interpretazione per il grande schermo della nemesi del Cavaliere Oscuro è stata interpretata dal recente candidato all’Oscar Barry Keoghan, che ha offerto una performance adeguatamente inquietante come probabilmente anche l’incarnazione dall’aspetto più grottesco mai vista finora del Clown Principe del Crimine.

L’attore, visto di recente anche in Eternals Gli spiriti dell’isola, ha conquistato il ruolo inviando un video in cui recita una scena in costume, ma è venuto alla luce solo ora che quel video aveva in realtà l’obiettivo di fargli ottenere il ruolo dell’Enigmista! “Volevo renderlo in stile Kubrick: simmetrico, la X sulla schiena, gli ambienti simmetrici e così via. Stavo semplicemente dando la mia idea del personaggio”, ha raccontato Keoghan a GQ. La parte dell’Enigmista, tuttavia, è stata poi affidata a Paul Dano, il quale ha dato vita ad una versione del personaggio piuttosto diversa.

Tuttavia, quattro mesi dopo, Keoghan ha ricevuto una telefonata dal suo agente che gli diceva “Per The Batman vogliono che tu interpreti il Joker, ma non puoi dirlo a nessuno“. Reeves ha però già chiarito che l’apparizione di Joker non ha necessariamente anticipato la presenza del personaggio per il sequel attualmente in lavorazione, The Batman: Parte 2, ma Keoghan spera che prima o poi potrà riprendere il ruolo. “Non appena arriverà quella chiamata, sarò lì amico, sarò lì”. Di seguito, ecco il post con il video dell’audizione di Keoghan per il ruolo dell’Enigmista:

The Batman – Parte 2: tutto quello che sappiamo sul film

Quando è stata annunciata la nuova lista DCU, James Gunn ha confermato che i film di Reeves rimarranno separati dalla DCU, quindi questo film, insieme al sequel Joker: Folie à Deux di Todd Phillips, sarà considerato un racconto di “Elseworlds”. Finora si sa poco della trama di The Batman – Parte 2, anche se è certo che Robert Pattinson tornerà nei panni del Cavaliere Oscuro protagonista. Il primo film ha preso introdotto il Joker e lasciato vivo l’Enigmista imprigionato ad Arkham, quindi uno o entrambi questi iconici antagonisti potrebbero tornare nel nuovo film.

Si avrà poi un spin-off Il Pinguino, personaggio interpretato da Colin Farrell e presente in The Batman. Se anche The Batman – Parte 2 dovesse avere successo, è probabile che si decida di espandere ulteriormente tale universo narrativo, includendo nuovi personaggi e nuovi villain, magari con opere a loro interamente dedicate. Al momento, oltre al ritorno di Il Pinguino e dell’Enigmista di Paul Dano, per The Batman – Parte 2 si vocifera che i villain possano essere il Joker brevemente interpretato da Barry Keoghan nel primo film e Clayface.

One Piece 2: lo Showrunner conferma che vorrebbe Jamie Lee Curtis!

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Dopo che Jamie Lee Curtis ha espresso le sue speranze di interpretare la dottoressa Kureha in One Piece 2, la seconda stagione della serie live-action One Piece di Netflix, il co-showrunner dell’adattamento ha commentato la possibilità.

In un’intervista con Deadline, al co-showrunner di One Piece Matt Owens è stato chiesto di aggiungere Jamie Lee Curtis al cast per interpretare il ruolo della dottoressa Kureha, una figura materna e mentore del dottor Tony Chopper dei Pirati di Cappello di Paglia. L’attrice aveva già parlato di come le piacerebbe interpretare il ruolo, dato che è già una grande fan di One Piece.

Il team di Netflix One Piece sta cercando di portare Jamie Lee Curtis nello show?

Owens ha spiegato che lo staff sta “cercando di manifestarlo alla produzione” e che una volta concluso lo sciopero SAG-AFTRA in corso, inizieranno ad avere “conversazioni reali” con Jamie Lee Curtis, sottolineando che lo staff della serie sta “scrivendo per lei” in questo momento. Abbiamo l’opportunità di scegliere alcuni ruoli, alcune regole che sono molto importanti, ed è venuto fuori che Jamie Lee Curtis è un fan di One Piece“, ha dichiarato Owens. “Non appena l’ha detto, abbiamo pensato, okay, dobbiamo provare a coinvolgerla nello show. Cosa possiamo fare? E il Dottor Kureha, per fortuna, è un personaggio che apparirà nella nostra storia, ed è perfetto per Jamie Lee Curtis. Quindi abbiamo provato a iniziare a manifestare questo nostro sogno. Dopo aver vinto l’Oscar, la sala degli scrittori le ha inviato una figura del Dottor Kureha con una bella nota che diceva:

“Congratulazioni per la tua statua, eccone un’altra da mettere accanto ad essa”. Spero di parlarti presto.‘ “Quando l’ha ripubblicato, ha suscitato molto interesse da parte dei fan e l’ho commentato. Stiamo cercando di manifestarlo. Sì, al momento il SAG è ancora in sciopero, quindi non ci sono state vere e proprie conversazioni. Ma appena potrà esserci, sono pronto. La porterò fuori a cena, ne parleremo. Faremo tutto perché a questo punto stiamo scrivendo per lei – vogliamo davvero, davvero che venga a suonare con noi nella seconda stagione”.

One Piece 2, quando uscirà?

Considerato il rinnova confermato poco dopo l’uscita, la seconda stagione di One Piece potrebbe debuttare nel 2025! Al momento però non c’è una dichiarazione ufficiale in merito all’uscita di One Piece 2!

Dal lancio dello show il 31 agosto, One Piece è stato il numero 1 nella Top 10 interna di Netflix. Tratta dalla serie manga più venduta della storia del Giappone e scritta da Eiichiro Oda, One Piece è un’impareggiabile avventura leggendaria ambientata in alto mare. Monkey D. Luffy è un giovane avventuriero da sempre alla ricerca di una vita libera. Luffy abbandona il suo villaggio per intraprendere un viaggio pericoloso alla ricerca del leggendario tesoro ONE PIECE e diventare il re dei Pirati! Tuttavia, per trovare l’inestimabile premio Luffy dovrà assoldare la ciurma dei suoi sogni, trovare una nave, scandagliare in lungo e in largo il vasto mare azzurro, seminare i Marine e farla in barba a temibili rivali.

Iñaki Godoy (Monkey D. Luffy), Mackenyu (Roronoa Zoro), Emily Rudd (Nami), Jacob Romero (Usopp) e Taz Skylar (Sanji) interpretano l’avventura piratesca live action ONE PIECE, ideata in collaborazione con Shueisha e prodotta da Tomorrow Studios con Netflix. Matt Owens e Steven Maeda ricoprono il ruolo di sceneggiatori, produttori esecutivi e showrunner. Anche Eiichiro Oda, Marty Adelstein e Becky Clements si occupano della produzione esecutiva. Il cast confermato in precedenza include Vincent Regan, Ilia Isorelýs Paulino, Morgan Davies, Aidan Scott, Langley Kirkwood, Jeff Ward, Celeste Loots, Alexander Maniatis, McKinley Belcher III, Craig Fairbrass, Steven Ward e Chioma Umeala.

La serie è stata creata da Matt Owens e Steven Maeda, vede nel cast anche Mackenyu nei panni di Roronoa Zoro, Emily Rudd nei panni di Nami, Jacob Romero Gibson nei panni di Usopp e Taz Skylar nei panni di Sanji. La serie manga è stata pubblicata per la prima volta nel 1997 e ha venduto più di 460 milioni di copie in tutto il mondo. È stato anche adattato in una serie anime, videogiochi e una serie di lungometraggi in Giappone.

Fargo 5: nuova clip, Joe Keery nel ruolo del figlio di Jon Hamm

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Fargo 5: nuova clip, Joe Keery nel ruolo del figlio di Jon Hamm

Una nuova clip della quinta stagione di Fargo si concentra sulla star di Stranger Things Joe Keery, che interpreta il figlio del simpatico cowboy di Jon Hamm. “Ambientato nel Minnesota e nel Nord Dakota, nel 2019, dopo che una serie inaspettata di eventi che mettono Dorothy ‘Dot’ Lyon (Juno Temple) nei guai con le autorità, questa apparentemente tipica casalinga del Midwest viene improvvisamente ripiombata in una vita che pensava di aver abbandonato”, si legge nella sinossi ufficiale. “Lo sceriffo del North Dakota Roy Tillman (Hamm) è alla ricerca di Dot da molto tempo.”

Quando debutterà la quinta stagione di Fargo?

La quinta stagione di Fargo, composta da dieci episodi, debutterà negli USA il 21 novembre su FX. Gli episodi saranno disponibili anche su Hulu. In Italia la serie sarà programmata su, STAR, canale per adulti di Disney+. La sinossi della quinta stagione di Fargo recita in parte: “Dopo una serie inaspettata di eventi che mettono Dorothy ‘Dot’ Lyon (Temple) nei guai con le autorità, questa apparentemente tipica casalinga del Midwest viene improvvisamente ripiombata in una vita che pensava di aver abbandonato”. Il cast della quinta stagione di Fargo anche Jon Hamm, Jennifer Jason Leigh, Joe Keery, Richa Moorjani, Lamorne Morris, Dave Foley, David Rysdahl, Sam Spruell, Jessica Pohly e Nick Gomez.

Fargo è prodotto da Hawley, che funge da showrunner, scrittore e regista, e dalla sua società di produzione 26 Keys, dal produttore esecutivo Warren Littlefield e dalla sua società di produzione The Littlefield Company.  I produttori esecutivi sono Steve Stark, Kim Todd, Joel ed Ethan Coen. La serie è prodotta da MGM Television e FX Productions, con MGM Television che funge da studio principale. È distribuito a livello internazionale da Amazon e MGM Studios Distribution.

Deadpool 3: una fan art immagina Taylor Swift nei panni di Dazzler

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Negli ultimi giorni si sono intensificati i rumor secondo cui la celebre cantante Taylor Swift potrebbe avere un cameo nell’atteso film del MCU Deadpool 3. Il tutto ha avuto inizio in seguito all’avvistamento di Swift in compagnia di Ryan Reynolds durante l’ultimo match di NFL al MetLife Stadium nel New Jersey. Assieme a loro erano presenti anche Hugh Jackman, che nel film riprenderà il ruolo di Wolverine, e il regista Shawn Levy. Da subito sono dunque partite le teorie su quale personaggio Swift potrebbe interpretare nel film qualora fosse confermata la sua presenza.

Il nome più gettonato è quello di Dazzler, apparsa per la prima volta in Uncanny X-Men n. 130 nel 1980, con la capacità di convertire le vibrazioni sonore in raggi di luce ed energia. Sviluppata come creazione multimediale e promozionale incrociata tra Casablanca Records e Marvel Comics, è stata creata da un comitato di staff Marvel, principalmente lo scrittore/montatore Tom DeFalco e l’illustratore John Romita Jr. Dazzler è inoltre stata descritta come una delle eroine femminili più importanti e potenti della Marvel ed è spesso etichettata come un’icona LGBT.

La teoria sulla sua partecipazione non è poi così insensata, considerando che la cantante non è estranea alla recitazione, essendo apparsa in film come Amsterdam e Cats, e d’altronde già nel 2015 per X-Men: Dark Phoenix si ipotizzava che potesse comparire nel film proprio nei panni di Dazzler. Nell’attesa di scoprire se tale cameo diventerà realtà o rimarrà solo una fantasia dei fan, grazie a @bosslogic, possiamo avere un’idea di come potrebbe apparire Swift se vestisse davvero i panni dell’iconico personaggio Marvel Comics nel prossimo trequel. Qui di seguito, ecco il post dove si può dunque vedere tale fan art:

Deadpool 3: quello che sappiamo sul film

Sebbene i dettagli ufficiali della storia di Deadpool 3, con protagonista Ryan Reynolds, non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la serie di film di Deadpool – l’unica parte del franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano svolti in un universo diverso. Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman, viaggiare nell’universo principale dell’MCU.

Nel film saranno poi presenti anche personaggi presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche altri X-Men possano fare la loro comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della Marvel comparsi sul grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben Affleck. L’attrice Jennifer Garner sarà presente nel film con il ruolo di Elektra, che riprende dunque a quasi vent’anni di distanza dal film a lei dedicato.

In attesa di ulteriori conferme, sappiamo che Shawn Levy dirigerà Deadpool 3, mentre Rhett Reese e Paul Wernick, che hanno già firmato i primi due film sul Mercenario Chiacchierone, scriveranno la sceneggiatura basandosi sui fumetti creati da Rob Liefeld, confermandosi nella squadra creativa del progetto. Il presidente dei Marvel StudiosKevin Feige, aveva precedentemente assicurato ai fan che rimarrà un film con rating R, proprio come i primi due film, il che lo renderebbe il primo film dello studio con tale classificazione matura.

Alita 2: Robert Rodriguez fornisce un promettente aggiornamento

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Alita 2: Robert Rodriguez fornisce un promettente aggiornamento

Da molti atteso, il sequel di Alita: Angelo della Battaglia è negli ultimi mesi tornato ad essere al centro delle discussioni, con i produttori del primo film, Jon LandauJames Cameron, che hanno confermato la volontà di realizzare un seguito e di aver già intrapreso il suo sviluppo. A fornire un nuovo aggiornamento sul progetto ci pensa ora Robert Rodriguez, regista del lungometraggio del 2019, il quale ha affermato che ora potrebbe essere più facile girare un Alita 2, dal momento che i 20th Century Studios hanno ripreso la produzione dopo l’acquisizione da parte della Disney.

Jim e io parliamo sempre di quanto ci piacerebbe fare un altro Alita“, ha dichiarato Rodriguez in un’intervista a The Wrap. “Quello studio [20th Century] è stato acquistato da un altro studio [Disney]. Stanno iniziando a fare film solo adesso. Ma per un po’ 20th Century non ha realizzato nessuno dei loro film in programma.” Il commento del regista conferma dunque un precedente rapporto secondo cui James Cameron ha effettivamente in programma uno o più sequel per il film live-action.

L’aggiornamento di Rodriguez è dunque una gradita notizia per i fan, che da tempo chiedono a gran voce film successivi al primo Alita: Angelo della Battaglia. Uscito nel 2019, Alita: Angelo della Battaglia aveva infatti ottenuto un buon successo di pubblico, ma non abbastanza da far subito confermare un suo sequel. Il successo di Avatar – La via dell’acqua sembra però aver ora favorito il riprendere dei lavori su tale sequel. Come sempre, non resta ora che attendere nuovi aggiornamenti, che forniscano maggiori dettagli sui progressi nello sviluppo del film.

Alita 2, leggi anche:

Serie Marvel: la migliore e la peggiore secondo Rotten Tomatoes

Serie Marvel: la migliore e la peggiore secondo Rotten Tomatoes

Mentre cresce l’attesa per vedere sul piccolo schermo la prossima serie Marvel, oggi vi segnaliamo che ci sono stati importanti cambiamenti su Rotten Tomatoes. Infatti Agents of SHIELD ha ufficialmente superato Luke Cage come serie più apprezzata sul noto sito americano Rotten Tomatoes. Agents of SHIELD  attualmente ha una valutazione di gradimento pari al 95% da parte di critici accreditati sulla piattaforma mentre Luke Cage è al secondo posto al 93%.

Ma vediamo la top ten delle serie tv in ordine crescente.

The Punisher

The PunisherThe Punisher è al decimo posto con un gradimento positivo pari al 62 % dei giudizi. La serie trasmessa da Netflix ha debuttato quest’anno. Jon Bernthal è apparso per la prima volta come The Punisher nella seconda stagione della serie tv Daredevil, ciclo che ha consacrato lo show Marvel/Netflix come una delle migliori serie tv dell’anno.

The Punisher farà parte del Marvel Universe targato Netflix e Marvel Television.

The Gifted

The Gifted 1x07The Gifted è stata l’atteso secondo progetto seriale sugli X-Men targati FOX e Marvel Television dopo Legion. Lo show ha fatto il suo debutto questo autunno per concludersi nella prima parte del 2018. La seconda stagione di The Gifted è stata confermate e il primo teaser promo è stato diffuso alla fine della prima stagione. La prima stagione ha ricevuto un gradimento positivo pari al 70% dei giudizi.

The Defenders

The DefendersThe Defenders è stata l’attesa serie che ha riunito tutti gli eroi Marvel su Netflix. Il progetto molto atteso però non ha conquistato proprio tutti. Infatti la serie ha ricevuto un gradimento positivo pari al 74 % dei giudizi.

La serie tv co-prodotta dalla piattaforma insieme alla Marvel ha messo insieme i quattro eroi che ci sono stati presentati nel corso degli ultimi anni: Daredevil, Jessica Jones, Luke Cage e Iron Fist.

Runaways

RunawaysLa serie tv Runaways ha debuttato su Hulu anche quest’anno e come le altre è prodotta sempre da Marvel Television con Hulu. E’ uno dei quattro nuovi show con nuovi personaggi che hanno fatto il suo debutto quest’anno. Runaways ha raccolto un gradimento positivo pari al 82% dei giudizi.

Daredevil

DaredevilDaredevil è il primo show targato Marvel e Netflix ed è una delle serie tv più apprezzate dai fan, oltre che dalla critica. Infatti lo show che vede Charlie Cox nei panni del protagonista la cui terza stagione è stata confermata ha raccolto un gradimento positivo pari al 86% dei giudizi.

Agent Carter

Agent CarterAgent Carter a sorprese è in quinta posizione. Lo show prodotto in collaborazione con la ABC Television nonostante sia stato chiuso dopo appena due stagione è risultato il quinto più apprezzato dalla critica con un gradimento positivo pari all’88% dei giudizi. La serie ha come protagonista Hayley Atwell nei panni di Peggy Carter, personaggi apparso per la prima volta in Captain America Il primo Vendicatore.

Legion

Legion Al quarto posto troviamo Legion, la serie Marvel Television prodotta con FOX con un un gradimento positivo pari al 90 % dei giudizi.

Jessica Jones

Jessica JonesLa serie su Jessica Jones si è posizionata al terzo posto con un gradimento positivo pari al 92 % dei giudizi  Krysten Ritter (Jessica Jones) è affiancata da un fantastico cast di attori, che comprende David Tennant (Kilgrave), Mike Colter (Luke Cage), Rachael Taylor (Trish Walker), Carrie-Anne Moss, Eka Darville, Erin Moriarty, e Wil Traval, insieme a molti altri. Vi ricordiamo che la seconda stagione è in fase di lavorazione e presto debutterà su Netflix, mentre le prime foto sono state già rese note.

Luke Cage

Serie MarvelAl secondo posto a sorpresa si piazza Luke Cage con un gradimento positivo pari al 93 % dei giudizi.

Agents of SHIELD

Serie Marvel

La serie più apprezzata su è Agents of SHIELD, che ha totalizzato un gradimento positivo pari al 95 % dei giudizi dei critici su Rotten Tomatoes. La quinta stagione della serie ha debuttato da poco sulla ABC.

15 cose da sapere su Rhaegar Targaryen e Lyanna Stark

15 cose da sapere su Rhaegar Targaryen e Lyanna Stark

Con la sesta e settima stagione di Il trono di spade (Game of Thrones) molte cose su Rhaegar Targaryen e Lyanna Stark sono state svelate ma ce ne sono molte altre che, per chi non legge i libri (o non ha posto la giusta attenzione alla serie), rimangono ancora poco chiare. In attesa del gran finale della settima stagione di Game of Thrones (e in attesa dell’ottava stagione) ve ne sveliamo ben quindici.

Lyanna una volta ha salvato Howland Reed da un gruppo di scudieri

Howland ReedLyanna Stark era la sola figlia di Lord Rickard Stark, Lord protettore del Nord e Capo famiglia degli Stark, una delle più grandi Case dei Sette Regni. Uuna persona importante negli eventi che seguiranno il suo incontro con il principe Rhaegar Targaryen, fu Howland Reed. Infatti durante un torneo a Harrenhal, Lyanna salvò Howland Reed da un gruppo di scudieri. Tre scudieri che erano molto più grandi di Reed cominciarono a maledirlo come “mangiatore di rane” e cominciarono a pestarlo finché Lyanna non si avvicinò in sua difesa. Dopo il salvataggio di Reed, Lyanna lo portò in una tenda per incontrare i suoi fratelli.

Nella tenda, Reed incontrò Eddard, Brandon e Benjen Stark, che diventeranno incredibilmente importanti per Reed. Due anni più tardi, Reed avrebbe salvato la vita di Eddard (Sean Bean) alla Torre della Gioia, rendendolo parte integrante della Ribellione di Robert e degli eventi che hanno portato alla caduta del Targaryen dalla dominazione Westeros.

Rhaegar Targaryen compie un gesto romantico ad un torneo mettendo in imbarazzo la sua promessa

Rhaegar TargaryenAl famosissimo Torneo di Harrenhal nel 281 AC, anno della falsa primavera, Rhaegar  fu campione del torneo, battendo in finale Barristan Selmy. Come è l’usanza di Westeros, il campione del torneo nomina di sua volontà una donna fortunata che sarà proclamata “Regina dell’Amore e della Bellezza”. Mentre tutti gli occhi andavano verso la moglie di Raeghar, Elia Martell, il principe proclamò invece Lyanna Stark, gesto che provocò un imbarazzo tale che non fu mai percepito in tutte le famiglia reale di Westeros nei secoli. Rhaegar mise una corona di rose d’inverno sopra la testa di Lyanna, causando indignazione. Quando Ned Stark ripensava a questo evento, lo chiamò il giorno in cui “tutti i sorrisi morirono” perché quelli che seguirono saranno i due anni di conflitti conosciuti come “la RIbellione di Robert”. Non ci sono molte informazioni relativa alla relazione tra Rhaegar e Lyanna prima di questo fatto.

Lyanna Stark era colei che si celava dietro Il Cavaliere “dell’Albero che Ride”

The-Knight-of-the-Laughing-Tree-paintingIl cavaliere dell’albero che ride era un cavaliere misterioso che ha partecipato al Tourney di Harrenhal per sconfiggere i tre cavalieri i cui scudieri avevano percosso Howland Reed. Sullo scudo del cavaliere si trova un albero del cuore sorridente, da cui deriva il suo nome. Nessuno conoscevano la vera identità di questa persona, ma molti credono che dietro all’armatura ci fosse Lyanna Stark. Il cavaliere è stato descritto come “basso di statura” e indossava un’armatura non corrispondenti alla sua taglia.

Il cavaliere conquistò persino le attenzioni del Re Folle, tanto da spingerlo a volerne la testa. Si dice che fu Rhaegar a scoprire in Lyanna Stark la vera identità del cavaliere, e forse è stata questa scoperta che ha portato i due a innamorarsi, anche se questo non è confermato. Al momento non si hanno conferme in merito ma sappiamo con certezza che il cavaliere era uno Stark del Nord dato che portava un Albero Diga incastonato sullo scudo.

Rhaegar Targaryen era incredibilmente popolare in tutti i Sette Regni

Rhaegar TargaryenIl principe Rhaegar Targaryen era il figlio maggiore di Re Aerys II Targaryen (il Re folle), conosciuto come il Principe di Dragonstone. Rhaegar era il fratello maggiore di Daenerys e Viserys, che divenne noto come Re Mendicante (stesso titolo venne attribuito alla sorella). Tywin Lannister offrì la mano di Cersei, sua unica figlia, al figlio maggiore del re Aerys, ma fu rifiutata. Questo rifiuto offese i Lannister che in seguito divennero nemici dei Targaryen.

Nonostante questo disonore arrecato ai Lannister, l’opinione generale di Rhaegar era che fosse un uomo intelligente che amava leggere ed era una persona compassionevole, a dispetto del padre, il RE FOLLE. Ha ripreso la spada più volte nella vita, ma “Rhaegar non amava mai uccidere”, e secondo Barristan Selmy, “amava cantare”. Rhaegar è stato considerato un uomo molto carismatico e bello, dettaglio che l’ha portato poi alla sua caduta, come vedremo in seguito.

Lyanna Stark era conosciuta come La Lupa

House-Stark-BannerPer quanto riguarda le donne della famiglia Stark, sembra che ci siano due tipologie distinte. Al momento abbiamo Arya e Sansa (Maisie Williams e Sophie Turner), due donne che non potrebbero essere più dissimili. Sansa è una signora che ha attraversato l’inferno ma è venuta fuori con la sua dignità e governa il Nord, mentre Jon è assente. Arya è andata a allenarsi con gli uomini senza faccia ed è diventata un assassino letale. È brutale e astuta, e apparentemente è lei che somiglia più alla sua zia Lyanna.

Lyanna è stata descritta come un Lupo perché era coraggiosa, testarda e una donna feroce che difendeva il proprio onore se era necessario. Molto di quello che sappiamo di Lyanna Stark è raccontato solo da altri personaggi che la ricordano affettuosamente. Ditocorto racconta la storia di come è stata rapita e portata a sud da Rhaegar, ma la storia non ha molto senso quando si scopre poi che tipo era Lyanna. Non era il tipo di donna che subisce in questo modo, dettaglio che ha messo in dubbio da subito il racconto di Ditocorto, considerando anche che il personaggio non è noto per essere un uomo onesto e di alta tempra morale.  Probabilmente gli eventi che hanno portato alla ribellione di Robert sono altri.

L’amore di Robert Baratheon per Lyanna ha avvelenato il suo matrimonio con Cersei

Shrine-of-Lyanna-Stark-in-Winterfells-CryptDopo gli eventi della ribellione Robert Baratheon, è diventato il re sul Il trono di spade (Game of Thrones) e sposa Cersei Lannister (Lena Headey). Questo era in parte dovuto all’alleanza con i Lannister durante la ribellione e l’assassinio da parte di Jamie del Re Folle. Durante la prima stagione in una conversazione con sua moglie, Robert Baratheon rivela che non l’ha mai amata, anche se Cersei, almeno una volta, ha provato sentimenti per lui. Rimase così scioccato dalla scomparsa di Lyanna, che non è mai riuscito a riempire il vuoto lasciato dopo la sua morte. Robert ha vissuto la sua vita continuando a rivivere il momento in cui Rhaegar è morto per “ciò che ha fatto alla sua amata”, anche se non ha mai veramente capito cosa è successo tra i due.

Purtroppo, Robert non riusciva nemmeno a ricordare come fosse il volto di Lyanna. La mancanza di amore tra lui e Cersei ha infine condotto la Regina al rapporto incestuoso con suo fratello, alla nascita dei suoi tre bastardi e alla morte di Robert attraverso le sue macchinazioni.

Rhaegar Targaryen e Lyanna Stark erano entrambi sposati e/o promessi sposi

Wedding-RingsCome abbiamo appena detto, Rhaegar era sposato al momento del Torneo di Harrenhal quando proclamò Lyanna la Regina d’Amore e di Bellezza invece di sua moglie Elia, della casa Martell. Elia era la sorella di Doran Martell, Principe di Dorne e Oberyn Martell, la vipera rossa. Il legame tra il Re e Dorne assunse in seguito un ruolo fondamentale negli eventi che portarono alla guerra dei Cinque Re e ad altri conflitti che avvennero successivamente.

Lyanna non era ancora sposata, ma era fidanzata e promessa a Robert Baratheon, che sarebbe diventato il re dei sette regni dopo l’assassinio di Aerys II, il Re Folle per mano di Jamie Lannister.  Elia era fedele a suo marito, e lei gli ha dato due figli, Rhaenys e Aegon, entrambi uccisi a seguito della ribellione per mano della Montagna, Ser Gregor Clegane. Clegane ha poi ucciso e violentato Elia. Quanto a Robert e Lyanna, è chiaro che Robert amava con tutto il cuore la Stark, ma sembra sempre più probabile che il suo amore non fosse ricambiato.

La morte di Rhaegar per mano di Robert l’ha portato ad aumentare la sua popolarità come nuovo RE

La morte di Rhaegar-TargaryenQuando Robert iniziò la sua ribellione contro il Re FOLLE, questi lo mise subito contro il figlio Rhaegar come nessun altro. La sua rabbia per il rapimento della sua amata lo ha portato a incontrare Rhaegar sul campo di battaglia del Tridente. In seguito quel tratto di fiume venne chiamato il Guado dei Rubini perché i rubini sull’armatura di Rhaegar caddero e si dispersero nelle acque sotto la furia di Robert, che lo sconfisse con un colpo dal suo potente martello, uccidendolo all’istante.

La battaglia del Tridente ha portato Tywin a spostare il suo esercito ad Approdo del Re prima delle forze ribelli. Il capofamiglia dei Lannister finse di arrivare in città a sostegno del Re Folle, ma quando conobbe del destino di Rhaegar, comprese che la sorte dei Targaryen era segnata.  La morte di Rhaegar spinse Tywin a tradire il re e dare sostegno ai ribelli perché sapeva che presto sarebbero diventato i padalini di Westeros. È possibile che, se Rhaegar non fosse morto subito, Tywin avrebbe potuto supportare il Re e respingere l’esercito ribelle, ma questa è una verità che non sapremo mai. Successivamente qualcuno raccontò che l’uccisione di Rhaegar era il gesto di cui Robert aveva bisogno per diventare Re.

Lyanna non è mai stata rapita

Lyanna non è mai stata rapitaÈ stato per lungo tempo creduto che Rhaegar abbia rapito Lyanna poco dopo che i due si incontrarono, con l’aiuto di due dei suoi più affidabili cavalieri, Arthur Dayne e Sers Oswell Whent. Dopo il rapimento, il suo fratello maggiore, Brandon Stark, andò ad Approdo del Re per chiedere un confronto con Rhaegar. Brandon e i suoi alleati furono imprigionati dal re Folle per tradimento.

Successivamente il re chiese a Lord Stark di raggiungere la capitale, dove però Lord Rickard Stark fu bruciato vivo mentre Brandon morì soffocato cercando di salvare suo padre. Successivamente il Re Folle chiese la testa di Robert Baratheon (fidanzato di Lyanna) e Eddard Stark, ma Lord Arryn, primo cavaliere del re, rifiutò e Robert iniziò così la sua ribellione. Tutto questo è iniziato a causa del rapimento di Lyanna, ma nel quarto episodio della settima stagione è stato rivelato che non è mai stata rapita ma andò di sua spontanea volontà con il suo amante.

Rhaegar credeva che il suo erede avrebbe compiuto un’importante profezia

 Rhaegar TargaryenC’è una profezia molto importante nei libri e nelle serie televisive che ha ispirato molte delle speculazioni che circondano il Trono di Spade. La profezia è conosciuta come “Il principe (o la principessa) che fu promesso” e viene narrata dai seguaci del Signore della Luce da oltre cinquemila anni. La profezia afferma che un principe (o principessa) è stato promesso: “Quando la stella rossa sanguinerà e l’oscurità si raccoglierà, (lui / lei) nascerà di nuovo in mezzo al sale e al fumo”.

Dopo aver letto la profezia in un rotolo, Rhaegar cambiò il suo destino e decise di diventare un cavaliere, dicendo: “Mi si chiede una spada e un’armatura. Sembra che dovrò essere un guerriero”. Più tardi, Rhaegar credeva fortemente che il figlio Aemon fosse il principe promesso. Nel cielo fu avvistata una cometa sulla Capitale quando nacque suo figlio (la stella rossa della profezia). Ci sono altri aspetti alla profezia che invocavano un ritorno dei draghi, dettaglio che realizza Daenerys e che “il drago deve avere tre teste”, che spiega il ritorno di tre draghi.

Rhaegar sarebbe ancora vivo se non avesse mandato i suoi uomini a proteggere Lyanna

Morte di Rhaegar TargaryenDi tutte le persone coinvolte nelle guerre che seguirono dopo il presunto sequestro di Lyanna, il più grande combattente di tutti era Arthur Dayne, conosciuto come la Spada del Alba e probabilmente avrebbe aiutato e difeso Rhaegar alla battaglia di Tridente, se non fosse stato mandato a proteggendo Lyanna alla Torre della Gioia dove Ned era andato per recuperare la sorella. Dayne era noto come un grande combattente e le possibilità che Robert potesse uccidere questo temuto avversario in battaglia sarebbero state poche. Successivamente, come si è scoperto nel flashback, colui che attaccò la Torre della Gioia fu priprio Ned Stark, e sua sorella non era in pericolo in alcun modo.

Poiché Dayne fu sconfitto (senza onore, come risulta), è possibile che neppure lui avrebbe potuto tenere testa alla rabbia di Robert e mantenere in vita Rhaegar ma la decisione di Rhaegar di mandare i suoi migliori spadaccini a proteggere Lyanna ha certamente fatto precipitare le sue possibilità di sopravvivenza.

R + L = J

RLJPer anni, i fan hanno parlato dell’equazione sopra menzionata, che si traduce in Rhaegar e Lyanna come veri genitori di Jon Snow. Quando fu introdotto per la prima volta, John era il figlio bastardo di Eddard (Ned) Stark ma questo era in contraddizione con i valori morali del personaggio. Allora, da dove proveniva Jon? Questo segreto infine è stato svelato nell’ultimo episodio della sesta stagione di Game of Thrones quando Bran vede gli eventi passati che dimostrano che Jon è figlio di Lyanna Stark e  (supponiamo) Rhaegar Targaryen.

Mentre Lyanna stava morendo, confessa a Ned dicendo: “Il suo nome è […] Se Robert lo scopre, lo ucciderà. Sai che lo farà. Devi proteggerlo. Promettimi, Ned. Promettimi.” Ned promise alla sorella di proteggere suo figlio mentre stava morendo per il parto, per questo ha portato il ragazzo come suo. Se il mondo avesse saputo che Jon era di sangue Targaryen, Robert avrebbe probabilmente ordinato la sua esecuzione come ha fatto con tutti gli eredi della linea di sangue dei Targaryen dopo essere diventato Re.

Jon non è un bastardo

Jon non è un bastardoQuesta è probabilmente la più grande rivelazione circa il rapporto tra Rhaegar e Lyanna fino ad oggi. Nel quarto episodio della settima stagione della serie, Gilly legge da un libro mentre Sam sta ascoltando a malapena. Chiede a Sam, “Che significa l’annullamento?” Dopo aver appreso la spiegazione da Sam, continua a leggere che l’Alto Septon Maynard ha segnato un annullamento che ha eseguito per un “Principe Ragger“, e che contemporaneamente si unì in matrimonio con un’altra donna con una cerimonia segreta a Dorne.

Che cosa significa tutto questo? Jon Snow è il figlio di Lyanna e Rhaegar, ma è soprattuto il figlio LEGITTIMO dei due. Non è affatto un bastardo, e poiché suo padre era il successore del Trono di SPADE, finché rimarrà vivo Jon (Targaryen) Snow è il vero e legittimo governatore dei Sette Regni e ha persino una pretesa superiore a quella di sua zia Daenerys. Questa rivelazione cambia assolutamente tutto.

La morte di Lyanna potrebbe essere stata profetizzata

Lyanna Stark mortePoiché Jon “Targaryen”, come possiamo chiamarlo oggi, è nato da una madre che è morta nel parto, si crede che la sua morte e la sua nascita fossero parte della stessa profezia. La profezia racconta di un principe o una principessa che nascerà da fuoco e ghiaccio, dunque si ritiene che il parto debba necessariamente comportare la morte della madre. Questa teoria ha anche legato i destini di Daenerys e persino alla nascita di Tyrion, in quanto entrambe le loro madri sono morte di parto. Mentre per gli altri si tratta di speculazioni, la profezia su Lyanna si basa su varie dichiarazioni fatte in tutta la serie e nei libri.

Se la morte di Lyanna fosse parte della profezia che ha portato alla nascita di Jon, contribuirebbe significativamente ad arrivare alla conclusione che Jon sia il principe promesso.

La vera discendenza di Jon è conosciuta solo da quattro persone

Corvo a tre occhiAl momento ci sono solo quattro persone che conoscono la verità sulle vere origini di Jon, e l’unico che conosciamo è il suo cugino Brandon Stark. Le uniche persone che in passato sapevano erano la Guardia del Re, Ned Stark, Howland Reed e due serve che erano presenti alla nascita. Reed è ancora vivo da qualche parte, nel suo regno paludoso nell’Incollatura, mentre non si sa molto sul destino delle due donne, ma tutti gli altri sono morti. Bran ha appreso a verità insieme a noi telespettatori, attraverso un viaggio nel passato nel suo ruolo come il nuovo Corvo a tre occhi.

Bran è stato in grado di viaggiare nel passato in modo tale da poter testimoniare e rivelare la verità alla base della della lotta alla Torre della Gioia e la successiva nascita di Jon. Questa rivelazione si è verificata alla conclusione della sesta stagione della serie televisiva e senza sapere cosa è successo agli altri ancora vivi, Bran rimane l’unica persona che conosce la verità

Serie televisive adolescenziali: ecco le migliori dieci!

Serie televisive adolescenziali: ecco le migliori dieci!

Il fenomeno delle serie televisive si sta facendo sempre più dilagante negli ultimi anni e non solo tra gli adulti, ma anche tra i teenager. Sono molte, infatti, le serie televisive adolescenziali che cercano di mostrare le problematiche e gli ostacoli con cui gli adolescenti di adesso si trovano a combattere, alla ricerca di se stessi e di un mondo che possa accoglierli.

Ecco, allora, le dieci serie televisive adolescenziali da vedere!

Stranger Things

Serie televise adolescenziali

Stranger Things è una di quelle serie che negli ultimi anni è stata protagonista di un successo portentoso, con un pubblico abbastanza variegato e composto soprattutto da teenager, e che a breve tornerà con la sua terza stagione.

Ideata da Matt e Ross Duffer, la serie è ambientata nella cittadina fittizia di Hawkins degli anni ’80, e si basa sugli eventi che si scatenano da quando il dodicenne Will Byers, facente parte di uno stretto gruppo di amici, sparisce in maniera poco chiara e, allo stesso tempo, appare una ragazzina, dal nome Undici, che sembra non ricordare niente del proprio passato e che possiede degli strani poteri.

Quello che emerge dai varie indagini, è che esiste un mondo chiamato Sottosopra, che contiene delle creature particolari e saranno tutte queste vicende a far avvicinare sempre più i ragazzini protagonisti, consci che solo la loro temerarietà riuscita ad affrontare quel mondo oscuro e a rendere giustizia.

Sex Education

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Sex Education è una delle serie rivelazione di Netflix che dall’11 gennaio 2019 è stata protagonista di un indubbio successo. Ideata da Laurie Nunn e diretta da Ben Taylor e Kate Herron, la serie ha per protagonisti Gillian Anderson (X-Files) e Asa Butterfield (Hugo Cabret), veri e propri rappresentanti e porta voce di quella che viene definita Generazione Z.

Sex Education racconta la storia di Otis (Asa Butterfield), un liceale vergine che vive con la madre Jean (Gillian Anderson), una terapeuta sessuale. Al liceo, il giovane Otis non è per nulla popolare e la sua vita scolastica dà modo allo spettatore di andare alla scoperta di quelli che saranno gli altri personaggi della serie, come il bullo Adam, il popolare Jackson e la ragazzaccia Maeve. Sarà grazie all’iniziativa di quest’ultima che lei e Otis daranno vita ad un’attività clandestina per aiutare i compagni di scuola a superare dubbi e ostacoli circa la propria esperienza sessuale.

Tredici

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Tredici è una serie originale Netflix che due anni fa ha goduto di un successo inimmaginabile, diventando una delle serie di riferimento per gli adolescenti. Prodotta da Selena Gomez e Tom McCarthy, la serie con Katherine Langford e Dylan Minnette è tratta dai bestseller di Jay Asher e racconta la storia di Clay Jensen (Dylan Minnette), un ragazzo che trova sulle porta di casa, mentre torna da scuola, una misteriosa scatola con scritto il suo nome sopra.

All’interno, il giovane scopre delle cassette registrate da Hannah Baker, una sua compagna di classe per la quale aveva una cotta e che si è suicidata nelle due settimana precedenti. In queste registrazioni, Hannah spiega quali siano le tredici ragioni che l’hanno spinta a compiere il tragico gesto.

The End of F***ing World

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Netflix si è rivelata essere un’autentica fucina in quando a produzioni originali dedicate maggiormente agli adolescenti, confermando il trend grazie alla serie The End of F***ing World.

Creata da Jonathan Entwistle e con Alex Lawther e Jessica Barden nelle vesti dei protagonisti, la serie si basa sul fumetto The End of Fucking World di Charles Forsman. In questa serie, i protagonisti sono due ragazzi diciassettenni, James, che è quasi sicuro di essere uno psicopatico, e Alyssa, una ragazza insoddisfatta della sua vita e molto lunatica. I due decidono insieme di scappare, andando ad intraprendere un viaggio che gli consenta di sfuggire dagli schemi delle loro vite.

Le terrificanti avventure di Sabrina

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Giunge sempre da Netflix una delle serie dedicate al mondo dell’adolescenza e questa volta si parla di Le terrificanti avventure di Sabrina, che è già arrivata alla sua seconda stagione. Tra riti satanici latini e incantesimi che decretano lo show come quasi un horror, la serie è un prodotto totalmente nuovo che trae origine dalla saga a fumetti omonima, realizzata nel 2014 da Roberto Aguirre-Sacasa (anche creatore della serie).

Sabrina è per metà umana e per metà strega e il suo obiettivo è quello di far conciliare questi due lati di sé, cercando di vivere una vita familiare, personale e sociale in maniera serena, trovandosi a combattere le tradizioni e un destino che sembra già scritto.

Baby

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Baby è una serie originale Netflix di produzione italiana che, dal 30 novembre e per i suoi sei episodi, si ispira liberamente ad una storia vera, seguendo le vicende di un gruppo di adolescenti del quartiere Pariodi di Roma che sfidano la società, andando a ricerca della propria identità e anche dell’indipendenza. Sullo sfondo, vi sono pressioni familiari, amori proibiti e segreti condivisi.

Baby  è una serie realizzata dai GRAMS, un collettivo di autori, sceneggiatori e storytellers fondato all’inizio del 2017 a Roma e composto da cinque giovani autori tutti ventenni che hanno provato a raccontare la storia di giovani ragazzi che sono alla ricerca di un amore disperato all’interno di un universo in cui l’amore vero non esiste.

Riverdale

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La serie Riverdale, che proviene anch’essa dal mondo di Roberto Aguirre-Sacasa, capo creativo degli Archie Comics, eadattata per The CW, racconta la vita di Archie Andrews nella piccola città che dà il nome alla serie, esplorando l’oscurità nascosta dietro quella che sembra un’immagine apparentemente perfetta. I personaggi sono diversi e la trama è suddivisa proprio per cercare di coinvolgerli tutti, mostrando le relazioni che esistono tra loro.

In tutte le tre stagioni della serie vi è un mistero da risolvere, mentre il corso degli eventi lo racconta un narratore onnisciente che coincide con il personaggio di Jughead Jones. Tra i protagonisti, vi sono gli attori KJ Apa, Lili Reinhart e Cole Sprouse.

Teen Wolf

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Dal 2011 al 2017 è andata in onda su MTV la serie Teen Wolf, durata ben sei stagioni e in grado di conquistare gli adolescenti di tutto il mondo. La trama è molto semplice: Scott McCall è un tranquillo studente di un liceo della città di Beacon Hills e la sua vita cambia come viene morso da un lupo mannaro.

A sua volta, Scott lo diventa e si trova nella problematica condizione di trovare equilibrio tra quella che è la sua vita di normale adolescente e quella di pericoloso lupo mannaro. Allo stesso tempo, il ragazzo farà la conoscenza delle tante persone che vivono in questo suo nuovo mondo, dividendosi tra amici e nemici. Ideata da Jeff Davis, la serie ha visto tra i protagonisti gli attori Tyler Posey, Crystal Reed, Dylan O’Brien e Colton Haynes.

Braccialetti Rossi

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Se c’è una serie italiana che è riuscita a fare breccia nel cuore di migliaia di adolescenti, quella serie è certamente Braccialetti Rossi. Adattamento della serie spagnola Polseres Vermelles, Braccialetti Rossi è stata protagonista di un successo unico, trattando tematiche non molto usuali nell’ambiente teen, e regalando armonia, sensibilità e facendo comprendere quali siano i valori importanti che contano: la vita e l’amicizia.

I personaggi di questa serie hanno generato un affetto immediato nel pubblico nel corso delle tre stagioni che l’hanno vista protagonista dei palinsesti Rai dal 2014, raccontando la storia di giovani ragazzi che si trovano ricoverati in ospedale per diversi motivi e stringono amicizie profonde, dando vita al gruppo dei Braccialetti Rossi.

Veronica Mars

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Veronica Mars è di quelle serie d’annata dedicata al mondo teen che si appresta a tornare con l’attesa quarta stagione.La serie, che arriverà su HULU il prossimo venerdì 26 Giugno, ruota attorno a Veronica Mars (Kristen Bell), studentessa del liceo di Neptune, una cittadina fittizia che si trova sulla costa della California, caratterizzata dall’atmosfera particolarmente classista.Figlia del rispettato sceriffo Keith Mars, quando la sua migliore amica Lilly Kare, sorella del suo fidanzato Duncan, viene uccisa, la vita di Veronica cambia drasticamente. Suo padre viene messo a capo delle indagini, che verranno interrotte quando un uomo, Abel Koontz, si costituisce dichiarandosi colpevole.

Keith Mars viene obbligato a dimettersi dalla sua carica, soprattutto per aver accusato di omicidio il padre della vittima, un milionario e presidente della Kane Software, mentre Veronica si trova costretta a scegliere tra il padre ed i suoi amici, finendo per essere emarginata dai suoi compagni di scuola. Nonostante la madre di Veronica decida di andarsene, poichè non riesce a reggere la tensione dettata dagli eventi, la ragazza e il padre aprono un’agenzia investigativa.

Batman: 12 attori che hanno “quasi” interpretato il crociato di Gotham

Come annunciato nelle scorse settimane, Robert Pattinson è il nuovo volto del crociato di Gotham e vestirà i panni del personaggio nel riavvio delle avventure di Batman affidato a Matt Reeves e ora in produzione. Ma quali sono stati, prima di lui e nel corso degli ultimi vent’anni, tutti gli attori associati a questo ambito e pericoloso ruolo?

Ecco i12 attori che hanno “quasi” interpretato Batman sul grande schermo!

Heath Ledger

Heath LedgerNon tutti sanno che prima di entrare nei panni di Joker Heath Ledger sostenne il provino per il personaggio di Batman al posto di Christian Bale, poi scelto all’alba delle riprese di Batman Begins. Quel rifiuto gli ha permesso di esercitare ancora più talento e genio in una delle performance più memorabili della storia del cinema e di conquistare un oscar postumo.

Daniel Day Lewis

Daniel Day-Lewis

Il suo nome compare nella galleria di attori più importanti di Hollywood insieme a Marlon Brando e Robert De Niro, ma stupisce che negli anni Novanta Daniel Day-Lewis venne considerato per il ruolo di Bruce Wayne sostituendo Michael Keaton nel 1995 in Batman Forever. A quanto pare Lewis rifiutò permettendo l’ingresso di Val Kilmer.

Tom Hanks

Tom HanksTom Hanks
Tom Hanks al Festival di Cannes – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Tutti considerano Tom Hanks una persona dolce, pacate e spensierata, ma che ci crediate o no, il due volte vincitore del premio oscar è stato uno dei nomi associati al personaggio di Batman per l’adattamento di Tim Burton (ruolo poi andato a Michael Keaton).

Henry Cavill

Henry Cavill film

Henry Cavill è stato Superman nell’universo cinematografico DC, ma non tutti sanno che l’attore britannico ha sostenuto anche il provino per interpretare il cavaliere oscuro in Batman Begins di Christopher Nolan.

Pochi anni dopo Cavill fu scelto dalla Warner come nuovo volto di Clark Kent in Man of Steel, Batman v Superman: Dawn of Justice e Justice League.

Pierce Brosnan

Pierce Brosnan film

Nel 198 Pierce Brosnan fu ad un passo dall’accettare la proposta dello studio diventando il nuovo Batman cinematografico (e il primo irlandese della storia). L’attore rifiurò pensando che si trattasse di un’occasione fin troppo banale e soltanto dopo confessò i suoi rimpianti.

Harrison Ford

Harrison Ford
Harrison Ford al Festival di Cannes – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

È stato Indiana Jones, Han Solo e Rick Deckard, ma Harrison Ford poteva dimostrare di essere davvero l’eroe più amato dal pubblico interpretando il Cavaliere Oscuro prima della firma di Michael Keaton nel 1989. Non sarebbe stata una scelta fantastica?

Armie Hammer

Justice League Mortal passerà alla storia come uno dei cinecomic con il più alto potenziale mai realizzati: ricordate quando nel 2009 era tutto pronto in casa Warner Bros. per l’avvio della produzione del film, con George Miller alla regia e il cast di attori selezionato per interpretare Batman, Superman, Flash e Wonder Woman? Tra questi figurava anche Armie Hammer, che avrebbe dovuto entrane nei panni di Bruce Wayne.

Proprio Hammer ha di recente svelato in un’intervista che il suo Cavaliere Oscuro sarebbe stato ancora più dark delle altre versioni viste sul grande schermo.

Bill Murray

Bill Murray film

Riuscite a immaginare un attore come Bill Murray nei panni di Batman? Difficile vista la carriera intrapresa dal comico, eppure dieci anni prima dell’arrivo di Tim Burton, il regista di Ghostbusters Ivan Reitman venne scelto per dare al personaggio una nuova vita sul grande schermo con il suo amico di lunga data Murray. Ovviamente il progetto non è stato mai realizzato.

Josh Brolin

Josh Brolin
Foto di Luigi de Pompeis © Cinefilos.it

Nel 2013, dopo l’annuncio ufficiale di Batman v Superman: Dawn of Justice e del casting di Ben Affleck, fu proprio Josh Brolin a rivelare che Zack Snyder aveva discusso del ruolo con lui.

Ne abbiamo parlato, ma non ci sono state delle trattative. Era solo un’idea di Zack e sono felice per Ben“, aveva raccontato l’attore in un’intervista.

Keanu Reeves

Keanu Reeves

Keanu Reeves è l’eroe action per eccellenza e l’ha dimostrato nel franchise di John Wick e nei tre capitoli di Matrix. E a quanto pare, prima del casting di Ben Affleck l’attore aveva espresso pubblicamente l’interesse di vestire i panni di Wayne in Batman v Superman: Dawn of Justice.

Johnny Depp

Johnny Depp
Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Fu Tim Burton, amico e collaboratore di lunga data, a proporre Johnny Depp al regista di Batman Forever, Joel Schumacher, ma la notizia si rivelò soltanto un rumor non ufficiale. Chissà che versione del personaggio avrebbe offerto l’eclettica star americana…

Jake Gyllenhaal

Jake Gyllenhaal
Foto di Luigi de Pompeis © Cinefilos.it

Più di un anno fa, dopo aver appreso che Ben Affleck non sarebbe tornato nei panni di Bruce Wayne nel nuovo adattamento di Matt Reeves, il sito Revenge of the fans, aveva ipotizzato il nome di Jake Gyllenhaal come possibile sostituto. Nei mesi successivi a questa speculazione, era stato Gyllenhaal stesso a smentire qualsiasi voce su un suo presunto coinvolgimento: “È una domanda molto difficile, ma la risposta è no“, ha risposto velocemente l’attore a CNA Lifestyle.

Fonte: Cinemablend

Sick of Myself: recensione del film di Kristoff Borgli

Sick of Myself: recensione del film di Kristoff Borgli

Nessuno ci aveva preparato alla vittimizzazione come mezzo per costruire una nuova identità di successo. Tuttavia, basta un rapido sguardo a Instagram o TikTok per convincerci della certezza di questo assioma. Questo è il tema di fondo di Sick of Myself, film horror tanto esilarante all’esterno quanto putrido al suo interno, che arriva oggi nelle sale italiane dopo il passaggio nella sezione Un Certain Regard al Festival di Cannes 2022.

Sick of Myself, la trama: horror vacui

L’opera prima di Kristoffer Borgli ci presenta Signe (Kristine Kujath Thorp, in un ruolo accessibile a pochissime attrici), una giovane donna che ha bisogno di essere al centro dell’attenzione. Questa peculiarità convive malamente con la ritrovata fama del suo ragazzo nel settore dell’arte contemporanea, un mondo che Borgli dipinge in modo spietato e divertente come la bolla speculativa e vacua che, ci lascia intendere, appare nella maggior parte dei casi. Signe desidera l’attenzione che lui riceve e, in maniera piuttosto distorta o “malata”, riprendendo il termine del titolo, si convince che il modo migliore per ottenerla sia sfigurarsi il viso – in un inquietante parallelismo con un incidente vissuto al bar dove lavora.

Sebbene la premessa ci faccia sprofondare nell’orrore corporeo e Sick of Myself sia in gran parte incentrato sulla repulsione di guardare un volto in decomposizione, Borgli è attento a controbilanciare questo azzardo con una regia e un montaggio estremamente eleganti, musica classica e una Oslo squisitamente fotografata che collega il film a una delle grandi sorprese norvegesi recenti, La persona peggiore del mondo – titolo che, tra l’altro – si adatta perfettamente a Signe.

La nuova persona peggiore del mondo

La fama, nell’era dei social media, di Internet e degli influencer disperati, dura sempre meno. L’arte, che un tempo poteva durare decenni, oggi è solo un altro effimero prodotto di consumo. Vediamo ogni giorno fino a che punto le persone possono sacrificare la propria intimità in cambio di fama e, per così dire, di potere: è una prigione di autostima in cui viviamo tutti rinchiusi. E Sick of myself riesce a racchiudere un sentimento unico del XXI secolo, tra filtri di Instagram e il fare di tutto per raggiungere il successo.

È curioso che Julie si considerasse la persona peggiore del mondo nell’omonimo film, perché dalla Norvegia arriva anche qualcuno disposto a lottare per il titolo. Solo senza essere consapevole del proprio labirinto emotivo. Signe è una donna che vive con il suo fidanzato, un artista che usa solo materiale rubato per le sue opere, e vuole solo che qualcuno si accorga di lei. In qualsiasi modo. E se non ci riesce inventando malattie o disturbi, dovrà crearli artificialmente.

Sick of Myself è una commedia nera come la notte che coglie anche l’occasione per riflettere sul mondo di oggi grazie a una protagonista che deve essere l’eterno centro dell’attenzione, anche a costo di fingere allergie, malattie o raccontare storie incredibili che non sono mai accadute: è affascinante come una persona con una bussola morale così compromessa possa essere così prepotentemente vicina a noi. Ma il film di Kristoffer Borgli è anche incorniciato da un accurato stile visivo che delinea perfettamente un universo a sé stante tra il kitsch, l’ostentazione della falsa upper class e la discesa negli inferi della moda del XXI secolo, in cui dobbiamo essere disposti a vedere le miserie che ci circondano.

Sick of Mysel (2023)

Signe: puro solipsismo

Signe non vi piacerà. Non è pensata per essere una protagonista carismatica ed empatica con cui tenersi per mano per 95 minuti. Per di più, racchiude in sé tutti i mali (e, in parte, gli aneliti) del mondo contemporaneo con un atteggiamento assolutamente indecoroso e privo di qualsiasi moralità. È puro narcisismo travestito da miseria. Tanto che, quando arriva il momento di provare compassione per lei, diventa impossibile.

I segmenti di finzione che Signe immagina nella sua testa, nel più puro stile “Scrubs” ma con una componente aggiuntiva di derealizzazione, sono il modo in cui il film cerca di farci capire che nessuna delle sue azioni deriva dalla cattiveria, ma dal bisogno di essere compresa anche dal suo stesso ragazzo. Una coppia tanto infelice quanto impossibile in cui nulla può finire bene. Fin dall’inizio, gli eroi di questa storia sono i cattivi stessi, che scoprono troppo tardi che le azioni hanno delle conseguenze e che forse la fama non valeva poi così tanto.

Signe è un personaggio problematico e una protagonista insopportabile, ma già solo questo la rende ancora più interessante; l’interpretazione di Kristine Kujath Thorp (“Ninjababy“) è impeccabile e restituisce allo stesso tempo la finzione e la veridicità di Signe, estremamente confuse ma molto umane; tutti noi abbiamo avuto momenti in cui abbiamo sperimentato un impulso corrotto a essere riconosciuti anche se non lo meritiamo pienamente, soprattutto se abbiamo subito continue delusioni.

Forse, la consapevolezza più cruda a cui arriviamo guardando Sick of Myself è che, in fondo, la distanza tra la storia di Signe e la maggior parte di noi non è molta. L’estremismo con cui la protagonista compie le sue azioni non è forse dovuto al bisogno di riconoscimento, ma alla costante approvazione e frustrazione che il continuo rifiuto porta con se. L’autodistruzione riuscita lascia la sua eroina scioccata al suo destino nel tumulto di un fermo immagine campeggiante, mentre si trova con i suoi sprezzanti colleghi a una seduta di “terapia alternativa“. Mostruosamente euforica e ancora una volta beatamente autocelebrativa, come se avesse appena coniato il felice concetto della sindrome da Sick of Myself. O forse l’avevamo già creata e Signe è una semplice infetta?

The Outsider: le differenze tra la serie e il romanzo di Stephen King

La serie HBO The Outsider è uno dei titoli del momento, grazie all’ottima ricezione critica e al grande riscontro di pubblico. Con protagonisti gli attori Ben Mendelsohn e Jason Bateman, la storia ruota intorno ad un misterioso omicidio, che sembra coinvolgere eventi paranormali.  Basata sull’omonimo romanzo di Stephen King, la serie ripropone piuttosto fedelmente molti degli elementi di successo del libro, ma nell’adattare quasi 600 pagine in soli dieci episodi qualcosa viene naturalmente ad essere tagliato per il bene della narrazione. Ecco dunque le principali differenze tra la serie e il romanzo The Outsider.

The Outsider: le differenze tra la serie e il romanzo

La serie è ambientata in un contesto differente

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Mentre nel libro le vicende si svolgono nella fittizia cittadina di Flint City, collocata nello stato dell’Oklahoma, nella serie il tutto è invece stato spostato in Georgia.

Secondo molti tale scelta è stata dettata dalla volontà di dare alla serie quella tipica ambientazione del Sud che ha decretato il successo anche di un’altra celebre serie crime: True Detective.

Sono stati apportati cambiamenti alla vita personale del protagonista

The Outsider

Il detective Ralph Anderson, nella serie interpretato da Ben Mendelsohn, è il protagonista della vicenda. Stando a quanto viene raccontato nella serie, suo figlio è deceduto anni prima per via di un cancro. Nel romanzo di Stephen King, invece, il ragazzo si troverebbe ad un campo estivo. Questo permetteva di costruire una maggior paura nel personaggio protagonista, che teme per l’incolumità del figlio. Una tensione mentale che invece nella serie viene a decadere.

The Outsider: i personaggi della serie

Nella serie viene ampliata una determinata storyline

All’interno del romanzo di Stephen King, il detective Anderson intrattiene delle brevi conversazioni con un terapista, ma questo non risulta essere un dettaglio fondamentale.

Nella serie, invece, è un escamotage particolarmente presente, attraverso il quale lo spettatore può venire a conoscenza di una serie di eventi legati al passato del personaggio altrimenti difficili da mostrare.

È stata cambiata l’etnia di un personaggio

L’investigatrice privata Holly Gibney viene descritta nel libro come una donna dalla carnagione particolarmente pallida e un’acconciatura di capelli grigi che lo forma una caratteristica frangetta sulla fronte.

Nella serie il personaggio ha tuttavia subito dei drastici cambiamenti, venendo interpretato dall’attrice Cynthia Erivo, recentemente nominata ai premi Oscar.

Il personaggio di Holly ha delle peculiarità in più.

Rispetto al romanzo, nella serie viene accentuata una forma di autismo posseduta dal personaggio di Holly. Questi sembra infatti a conoscenza di uno sterminato numero di dettagli, così come dimostra di avere la capacità di indicare dettagli ad altri difficilmente accessibili.

Nella sua scena introduttiva viene infatti mostrata mentre elenca a memoria i modelli di auto che le passano davanti. Nel romanzo, invece, la sua unica ossessione è la vastissima collezione di DVD posseduta.

The Outsider: l’elemento soprannaturale

Un’altra grande differenza tra il romanzo e la serie è l’elemento soprannaturale che aleggia sulla storia. Nelle pagine di Stephen King, questo viene allo scoperto soltanto verso la fine della storia.

Al contrario, nella serie, sin da subito viene posto all’attenzione dello spettatore tale elemento. L’obiettivo era infatti quello di far capire che non si trattava di un’altra qualunque storia crime, ma che in gioco ci sono forze molto più oscure di quello che si pensi.

L’introduzione della creatura.

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Alla base dell’elemento soprannaturale della serie vi è El Cuco, una creatura dai misteriosi poteri che diventerà l’elemento centrale del caso per omicidio. Mentre nel libro la mitologia del personaggio viene raccontata per primo al detective Anderson, nella serie è Holly a farne la conoscenza da una detenuta della prigione.

Attraverso una più intricata rete di crimini, il personaggio inizia infatti a diventare una presenza costante nei discorsi dei detenuti.

The Outsider: il personaggio di Andy

Il personaggio è stato scritto appositamente per la serie.

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Ulteriore elemento di differenza tra il romanzo e la serie è il personaggio di Andy. Questi è totalmente assente dal libro, mentre nelle puntate mandate in onda in televisione diventa ulteriore elemento di supporto per il caso principale, nonché elemento utile ad una storyline sentimentale con l’investigatrice Holly.

The Outsider: il cambio dei nomi

Alcuni nomi sono stati modificati per la serie.

The Outsider

Benché i nomi dei personaggi principali, come il detective Ralph Anderson e l’accusato Terry siano rimasti uguali nella trasposizione dal libro alla serie, altri sono invece stati modificati. Tra questi si annoverano la moglie di Terry, nel romanzo chiamata Marcy e divenuta Glory nella serie; o ancora l’avvocato Howie Gold, che è stato trasformato in Howie Saloman.

Ci sono differenze riguardo la morte del personaggio.

Il principale accusato dell’omicidio intorno a cui ruota la vicenda è Terry, interpretato dall’attore Jason Bateman. Sia nella serie che nel romanzo, il personaggio viene ferito mortalmente con un colpo di pistola al collo.

Qui arriva tuttavia la differenza: nel libro, il detective Anderson, lì presente con Terry, lo incalza affinché confessi un’ultima volta la propria innocenza o la propria colpevolezza. Nella serie, invece, Anderson non dice nulla, è lo stesso Terry a precisare la sua estraneità ai fatti.

Fonte: Men’s Health

Manuel Zicarelli: intervista al protagonista di La Fortuna è in un altro Biscotto

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“Là dove c’è una bella storia da raccontare, per me vale sempre la pena di raccontarla” esordisce Manuel Zicarelli, il protagonista di La Fortuna è in un altro Biscotto, esordio al cinema di Marco Placanica, che porta sul grande schermo, dal 5 ottobre grazie a Ahora! Film, una dark comedy insolita e dai toni sfuggenti.

“Il personaggio di Leo, che interpreto, è il medium del racconto, la storia principale parte da lui, ma è anche il punto di incontro delle storie secondarie. Per me era importante interpretare un personaggio così complesso, che indossasse una maschera per quasi tutto il film, una maschera che utilizza per sopravvivere – spiega Zicarelli – Leo è rinchiuso dentro al negozio che gli ha lasciato il padre, che diventa per lui quasi una prigione, tuttavia lui vuole a tutti i costi che l’esercizio sopravviva e quindi indossa questa maschera che lo aiuta a essere la persona giusta che può gestire il negozio. Per me è stato questo il punto di partenza con il personaggio di Leo e con l’intera storia di La Fortuna è in un altro Biscotto“.

“Leo si porta addosso il fardello di un’eredità che gli è stata tramandata dal padre. Questa eredità lo schiaccia e diventa il simbolo di tutto quelli che vorrebbero diventare dei padri, ma sono schiacciati a loro volta dai loro stessi padri e restano figli. Si tratta di una dinamica che tocca tutti e il fulcro del personaggio di Leo è proprio questo: diventare lui un padre, nel senso più ampio del termine.” 

Sulla definizione del film come dark-comedy, Manuel Zicarelli ha un punto di vista molto chiaro: La Fortuna è in un altro Biscotto è definita una dark comedy, ma noi che abbiamo fatto il film siamo consapevoli che la vita non è bianca o nera, la vita è piena di momenti drammaticamente ironici o viceversa, e questo è quello che abbiamoc ercato di raccontare. In particolare, quando Marco Placanica, il regista, ha approcciato la sceneggiatura, aveva già in mano un testo che era per molti versi tragicomico, ma lui ha dato un tono molto drak a tutta la storia.”

Ma dove si sente più a casa sua Manuel Zicarelli, che, dopo l’esordio a teatro da giovanissimo, ha spaziato tra cinema e tv? “Mi trovo altrettanto bene sulle tavole del palcoscenico come davanti alla macchina da presa. Per me cambia solo il mezzo, perché quello che conta è raccontare delle storie attraverso i caratteri e i personaggi e i pensieri di altre persone. Negli ultimi anni però mi sto concentrando di più sul cinema.”

Il diario di Bridget Jones: tutto quello che c’è da sapere sul film

Uscito nel 2001 al cinema, il film Il diario di Bridget Jones si è imposto come una delle commedie romantiche più apprezzate e iconiche del nuovo millennio. Il suo merito sta non solo nell’essere un brillante adattamento dell’omonimo libro di Helen Fielding, ma anche nell’aver proposto una protagonista fuori dai canoni e proprio per questo capace di risultare più vera presso il grande pubblico, che ha potuto facilmente immedesimarsi in lei e nelle sue avventure e disavventure lavorative e romantiche. Diretto da Sharon Maguire, il film è dunque stato un grandissimo successo sia al box office che tra la critica.

Si tratta dunque di un grande classico di questo genere, caratterizzato non solo da divertenti situazioni tipiche di questa tipologia di film ma anche da interpretazioni di alto livello. Per tutti i fan di questo genere, Il diario di Bridget Jones è dunque un titolo da non perdere. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi al libro, alla trama, al cast di attori e ai sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Il diario di Bridget Jones: il libro di Helen Fielding

Il diario di Bridget Jones nasce ufficialmente il 28 febbraio del 1995 come rubrica curata dalla giornalista Helen Fielding sul quotidiano britannico The Independent. In essa, si descrive ogni settimana il punto di vista di una donna di trent’anni, single, in cerca di amore e stabilità. Il successo straordinario di tale rubrica ha poi spinto la Fielding a rielaborare quanto scritto in un romanzo omonimo, pubblicato nel 1996. Anche questo si è poi affermato come un grandissimo successo letterario, con oltre 10 milioni di copie vendute nei primi sette anni. La calorosa accoglienza del romanzo ne ha decretato la strada verso il grande schermo.

Ciò che ha reso Il diario di Bridget Jones un fenomeno culturale mondiale è in particolare il suo proporre un personaggio che dialoga in modo realistico con i problemi e le aspirazioni delle donne del tardo XX Secolo. Sono infatti rappresentate molte delle ansie che colpirono i trentenni, sia donna che uomini, negli anni Novanta. Il fatto che Bridget Jones sia un personaggio tanto poco conforme agli standard, tra i suoi vizi e le sue manie, la rende adatta anche ad un pubblico maschile. Il libro, inoltre, è anche considerato come uno dei principali fondatori del cosiddetto Chick Lit, ovvero quel genere letterario rappresentato da scrittrici che si rivolgono prevalentemente ad un pubblico di donne giovani, single e in carriera.

Infine, non si può sottolineare il fatto che la Fielding, in fase di scrittura, abbia avuto come modello da cui trarre ispirazione il classico della letteratura Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen, a cui Il diario di Bridget Jones è ispirato. L’adattamento cinematografico ha presentato alcune sfide tecniche. Il pensiero di Bridget, onnipresente nel libro che è infatti strutturato come un diario, è difficilmente comunicabile in un film. La Fielding e lo sceneggiatore Andrew Davies si sono dunque occupati in particolare di tradurre le preoccupazioni di Bridget Jones in uno stile cinematografico, che potesse dunque rendere visibile ciò che nel libro è espresso attraverso i pensieri.

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Il diario di Bridget Jones: la trama e il cast del film

Protagonista del film è dunque Bridget Jones, una trentenne insoddisfatta della propria vita e della propria forma fisica, con una profonda cotta per il suo capo Daniel Cleaver. Quando è chiamata a partecipare all’annuale cena di Capodanno a casa di sua madre, Bridget incontra qui l’ammaliante e introverso avvocato Mark Darcy, dal quale rimane profondamente colpita. Decisa a migliorarsi, la donna inizia dunque a tenere un proprio diario dove annotare quanto le accade e gli impegni fatti per dare una sistemata alla sua vita. Allo stesso tempo, Bridget si ritrova inaspettatamente al centro delle attenzioni sia di Daniel che di Mark, i quali erano un tempo grandi amici. Fare una scelta tra i due pretendenti sarà per lei però molto difficile.

Per interpretare Bridget Jones furono prese in considerazione attrici come Kate Winslet e Helena Bonham Carter, ma ad ottenere il ruolo fu l’americana Renee Zellwegger. La cosa suscitò parecchie lamentele, in quanto veniva tradita la natura profondamente inglese del personaggio. La Zellwegger però studiò a lungo per dar vita ad un convincente accento inglese, lavorò presso una casa editrice e mise su circa 12 chili, dando dunque vita ad una perfetta versione di Bridget Jones. Il suo impegno e la sua interpretazione furono poi lodati ampiamente la Zellwegger ottenne anche una nomination come miglior attrice ai premi Oscar.

Accanto a lei, nel ruolo di Daniel Cleaver vi è invece l’attore Hugh Grant, lieto per una volta di poter abbandonaree il ruolo dell’eroe romantico e rivelare un lato più cinico e deprecabile. Colin Firth, invece, è l’affascinante avvocato Mark Darcy. Tale personaggio era stato scritto dalla Fielding proprio ispirandosi al signor Darcy di Orgoglio e pregiudizio, interpretato dallo stesso Firth nell’omonima serie televisiva del 1995. Nel film recitano poi gli attori Jim Broadbent e Gemma Jones nei panni del padre e della madre di Bridget, mentre Shirley Henderson, James Callis e Sally Phillips sono Jude, Tom e Shazzer, amici di Bridget.

Il diario di Bridget Jones: i sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Dato il grande successo del film, nel 2004 è stato realizzato un sequel dal titolo Che pasticcio, Bridget Jones!, interpretato ovviamente sempre dalla Zellwegger, da Firth e da Grant. Si portano così avanti le vicende dell’amata protagonista, divisa tra il lavoro e una sfera sentimentale quantomai complicata. Pur incassando sensibilmente meno, anche questo dimostrò il grande interesse del pubblico nel personaggio e nel modo in cui questo affronta il suo genere di riferimento. Dopo 12 anni di attesa, nel 2016 è infine stato distribuito Bridget Jones’s Baby, dove la protagonista si ritrova alle prese con una maternità senza sapere esattamente di chi sia il figlio.

In attesa di vedere tali sequel, è possibile fruire di Il diario di Bridget Jones grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple iTunes, Now, Paramount+ e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 4 ottobre alle ore 21:10 sul canale La 5.

Fonte: IMDb

Julia Ormond fa causa a Harvey Weinstein e Disney per aggressione sessuale

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Julia Ormond, l’attrice inglese meglio conosciuta per i suoi ruoli in film degli anni ’90 come Vento di passioni, Il primo cavalier” e Il senso di Smilla per la neve, ha fatto causa a Harvey Weinstein per aggressione sessuale. Ormond ha inoltre citato in giudizio CAA, The Walt Disney Company e Miramax. Sebbene Weinstein sia stato nominato imputato in numerose cause legali per violenza sessuale da quando gli articoli pubblicati nel 2017 sul New York Times e sul New Yorker hanno scoperto i suoi presunti modelli di cattiva condotta nei confronti di dozzine di donne nel settore dell’intrattenimento, è raro che i partner commerciali che hanno tratto profitto dal lavoro di Weinstein siano stati imputato per aver presumibilmente consentito il suo comportamento.

In una causa intentata mercoledì mattina alla Corte Suprema di New York, come appreso da da Variety, Ormond ha sostenuto che Weinstein l’ha aggredita sessualmente nel 1995 dopo una cena di lavoro, quando l’ha convinta a fargli un massaggio, le è salito sopra, si è masturbato e l’ha costretta a fargli del sesso orale. Dopo la presunta aggressione, Ormond ha informato i suoi agenti Bryan Lourd e Kevin Huvane di cosa era successo con Weinstein, secondo la causa, in cui si afferma che gli agenti della CAA l’hanno avvertita nel parlare apertamente e non l’hanno protetta. (Lourd e Huvane, che oggi sono co-presidenti della CAA, non sono nominati come imputati, ma sono spesso menzionati nella causa di Ormond come suoi rappresentanti all’epoca.)

Julia Ormond ha citato in giudizio la CAA per negligenza e violazione del dovere fiduciario. Miramax, la società che Weinstein ha co-fondato con suo fratello Bob, e The Walt Disney Company, che possedeva Miramax negli anni ’90, sono state citate in giudizio per negligenza nella supervisione e nella conservazione. (Numerosi ex dirigenti della Miramax e della Disney sono citati nella causa, tra cui Michael Eisner, che all’epoca era amministratore delegato della Disney, e Jeffrey Katzenberg, che era presidente della Disney, sebbene non siano imputati. I dirigenti della Disney menzionati nella causa non lavoro più in azienda.)

Gli uomini della CAA che rappresentavano Ormond sapevano di Weinstein. Lo stesso hanno fatto i datori di lavoro di Weinstein alla Miramax e alla Disney”, si legge nella causa. “Sfacciatamente, nessuna di queste importanti aziende ha avvertito Ormond che Weinstein aveva una storia di aggressioni alle donne perché era troppo importante, troppo potente e faceva loro troppi soldi.” Weinstein, CAA, Disney e Miramax non hanno risposto immediatamente alla richiesta di commento di Variety .

The Beekper: trailer del film diretto da David Ayer con Jason Statham

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01 Distribution e Leone Film Group hanno diffuso il trailer The Beekper, il nuovo film diretto da David Ayer (Suicide Squad e Fury) con Jason Statham protagonista! Nel film The Beekper la spietata vendetta di un uomo si trasforma in una minaccia nazionale quando emerge il suo passato come membro di una potente organizzazione segreta chiamata i “Beekepers”. Protagonisti nel film oltre a Jason Statham, anche Emmy Raver-Lampman, Josh Hutcherson, Bobby Naderi, Minnie Driver, con Phylicia Rashad e Jeremy Irons.

Amazon MGM Studios presenta una presentazione Miramax Una produzione Miramax / Cedar Park / Punch Palace Productions Diretto da: David Ayer, Scritto da: Kurt Wimmer. Prodotto da Bill Block, Jason Statham, David Ayer, Chris Long, p.g.a., Kurt Wimmer. Produttori esecutivi: Andrew Golov, Thom Zadra, Mark Birmingham Colonna sonora composta da: David Sardy e Jared Michael Fry

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