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La Sirenetta: ecco il design dei personaggi di Ursula, Tritone, il Principe Eric e…

Halle Berry in La Sirenetta

Disney ha condiviso un breve teaser per l’imminente remake live-action de La Sirenetta durante l’Expo D23 dello scorso anno, dandoci un assaggio di Ariel (Halle Bailey) e del suo amico Flounder che nuotano nel loro regno sottomarino mentre lei canta alcune battute di “Parte del tuo mondo“. Ora, grazie ad alcune confezioni Funko POP trapelate, diamo una prima occhiata al design dei personaggi per diversi personaggi secondari che vedremo nel film. I POP presentano Ariel in forma umana, il principe Eric, il re Tritone e la malvagia Ursula. Per la maggior parte, sembra che questi personaggi assomiglieranno alle loro controparti animate nel film.

Tutto quello che sappiamo su La Sirenetta

Non sappiamo ancora molto di questa interpretazione della storia, ma in base a ciò che abbiamo visto finora, il regista Rob Marshall non si prenderà troppe libertà dal classico animato su cui si basa la storia originale. Bailey recita al fianco di Jonah-Hauer King nei panni del principe Eric, Melissa McCarthy nei panni di Ursula, Javier Bardem nei panni di Re Tritone, Jacob Tremblay nei panni di Flounder, Daveed Diggs nei panni di Sebastian e Awkwafina nei panni di Scuttle.

La Sirenetta conterrà la musica del classico animato e quattro nuove canzoni. Lin-Manuel Miranda, che in precedenza ha lavorato con Marshall in Il ritorno di Mary Poppins, comporrà anche la musica originale per Mermaid insieme ad Alan Menken. La Sirenetta è l’amata storia di Ariel, una giovane sirena bella e vivace con una sete di avventura. La più giovane delle figlie di re Tritone e la più ribelle, Ariel desidera saperne di più sul mondo al di là del mare e, mentre visita la superficie, si innamora dell’affascinante principe Eric. Mentre alle sirene è vietato interagire con gli umani, Ariel deve seguire il suo cuore. Fa un patto con la malvagia strega del mare, Ursula, che le dà la possibilità di sperimentare la vita sulla terraferma, ma alla fine mette a repentaglio la sua vita e la corona di suo padre. Il film arriverà nelle sale il 26 maggio 2023.

 
 

Black Panther: Wakanda Forever, rivelate le scene eliminate che saranno nel Blu-ray

Black Panther: Wakanda Forever

Arrivano maggiori dettagli sull’uscita in Blu-ray di Black Panther: Wakanda Forever, dato che Disney ha rivelato gran parte delle informazioni legate alla prima edizione in arrivo negli STORE.  Come la maggior parte dei titoli di intrattenimento domestico in vendita, non ci sono versione estese del film, ma sono le scene eliminate di cui siamo sicuri che molti di voi saranno più entusiasti. Per cominciare, sembra che vedremo più ricadute da parte di Okoye che viene privata della sua posizione di leader della Dora Milaje insieme a una scena finale estesa che aggiunge il guerriero di Danai Gurira alla battaglia.

Okoye è anche al centro della scena poi cancellata che coinvolge suo zio, e stiamo iniziando ad avere l’impressione che molte delle scene del personaggio siano finite fuori dal film nella sala di montaggio! Aveva un arco narrativo abbastanza ampio nel film, ma sembra che i piani originali richiedessero che l’arco narrativo di Okoye fosse una sottotrama in piena regola. Tuttavia, con la durata già lunga di 161 minuti, qualcosa doveva essere tagliato e sembra che la sottotrama di Okoye sia stata ritenuta superflua. Degna di nota è anche l’intenzione di includere una sequenza con Everett Ross di Martin Freeman. Dai un’occhiata all’elenco completo delle caratteristiche speciali di Black Panther: Wakanda Forever di seguito.

  • Gag Reel  – Dai un’occhiata ad alcuni dei momenti spensierati sul set di Black Panther: Wakanda Forever.
  • Commento audio –  Ascolta Ryan Coogler, Joe Robert Cole e Autumn Durald Arkapaw che discutono del film.

Featurettes

  • Envisioning Two Worlds –  Scopri la realizzazione di Black Panther: Wakanda Forever attraverso l’obiettivo e la guida del co-sceneggiatore/regista Ryan Coogler, della scenografa Hannah Beachler e della costumista Ruth Carter.
  • Passing the Mantle –  Segui l’evoluzione della Pantera Nera attraverso i film. Nel tracciare i viaggi di Shuri, Ramonda e Riri attraverso il film, questa featurette esplora cosa significhi in ultima analisi l’eredità in Wakanda e come risuonerà con gli spettatori del MCU per gli anni a venire.

Scene tagliate di Black Panther: Wakanda Forever

  • Outside The Scope –  Okoye ha uno scontro scioccante con Ayo e la Dora Milaje. Aneka prende una decisione impegnativa.
  • The Upstairs Toilet –  Ross si infiltra nella NSA sotto mentite spoglie nel tentativo di scoprire informazioni.
  • Figlia del confine –  Dopo una conversazione con suo zio, Okoye si trova di fronte a una scelta scoraggiante.
  • Sempre e ovunque –  Ad Haiti, Shuri e Okoye condividono un momento agrodolce.

Black Panther: Wakanda Forever arriva in DVD, Blu-ray e 4K Ultra HD il 7 febbraio.

 
 

The Last of Us: la serie HBO cambierà il modo in cui si diffonde l’infezione

The Last of Us

Nell’universo di The Last of Us, le persone vengono infettate dal fungo cordyceps inalando spore trasportate dall’aria. Tuttavia, questo non sarà la diffusione del virus nella serie HBO Max, poiché l’infezione si diffonderà in un altro modo: i viticci. In botanica i viticci o cirri, nelle piante rampicanti angiosperme, sono organi di attacco o sostegno; si tratta di grappoli o di infiorescenze modificate che permettono alla pianta di aggrapparsi nelle altre piante o a sostegni vari.

 I co-creatori della serie The Last of Us, Craig Mazin e Neil Druckmann hanno spiegato il cambiamento in un’intervista a ColliderDruckmann ha parlato di come hanno deciso all’inizio di non voler usare maschere antigas nella serie. Ciò ha poi portato a conversazioni su come reinventare il fungo per adattarsi meglio a questo nuovo mezzo. “Alla fine, quelle conversazioni [sul non usare maschere antigas] ci hanno portato a questi viticci“, ha detto Druckmann. “E poi, solo pensando a come avviene un contagio, che avviene da un infetto all’altro, e come fa il fungo, potrebbe diventare una rete interconnessa. È diventato molto spaventoso pensare che stiano tutti lavorando contro di noi in questo modo unificato, che era un concetto che mi è piaciuto molto, che è stato sviluppato nello show.

Druckmann non ha spiegato tutto sui viticci e su come funzionano esattamente, ma è stato fatto per collegare gli effetti del contagio, chiunque può essere contagiato, perché no c’è una maschera antigas a proteggere i protagonisti. Sebbene non sia chiaro se ci siano state esitazioni nel coprire i volti dell’attore con maschere antigas, Mazin ha anche affermato che i cambiamenti nello spettacolo sono stati apportati per mantenere l’attenzione su Joel ed Ellie in un modo o nell’altro.

“Dirò che c’è un personaggio del gioco che ha un punto di vista molto interessante sul fungo e la sua osservazione del Cordyceps che si collega ad alcuni dei temi più ampi su ciò di cui tratta lo spettacolo e, stranamente, che si collega a la nozione della bellezza e del potenziale pericolo dell’amore“, ha detto Mazin. “E quindi, parte di ciò che Neil e io volevamo fare era assicurarci che tutto nella nostra storia fosse ispirato dal lavoro che ha fatto sul gioco, alla fine tutto quello che si ripercuota nella serie è la relazione tra Joel ed Ellie, ed è quello che conta di più per noi”.

Dunque, la serie tv su The Last of Us sta cambiando alcuni elementi dello spettacolo e si sta espandendo su altri. Dopo aver menzionato che il COVID-19 ha reso il pubblico più esperto e saggio su come una pandemia potrebbe diffondersi, Mazin ha affermato che la serie risale a molto prima che il gioco inizi a accresce alcuni dei retroscena del mondo e dà più contesto all’epidemia.

 
 

Jonathan Majors si sente fortunato a interpretare Kang e le sue varianti nel MCU

Jonathan Majors Kang Kang il Conquistatore

Quando Jonathan Majors apparirà come Kang il Conquistatore nell’imminente Ant-Man and the Wasp: Quantumania, avrà la possibilità di mostrare il suo lavoro interpretando versioni leggermente diverse dello stesso personaggio. Parlando con Nerdbunker in una recente intervista durante la presentazione alla stampa del film, Majors ha parlato di quanto sia divertente interpretare diverse versioni dello stesso personaggio Kang. Majors – che è apparso anche nello show Disney+ Loki come variante di Kang noto come He Who Remains – ha detto che è divertente scoprire quanto possano essere simili tutti i Kang pur essendo diversi.

Dal punto di vista della recitazione, è molto divertente perché—non interpreto solo Kang nel mondo, sai. Ho altri progetti e altri film in corso, il che è bello perché ho l’opportunità di fare il lavoro, sai, in più mondi diversi“, ha detto Majors. “È roba super divertente, vai, ok, mi chiedo come possiamo, perché sai, nel mio mondo, tra i due, dove sono diversi, dove sono uguali, e anche questo è davvero eccitante. Sento che potrei essere l’attore più fortunato.”

Insieme a Kang, il prossimo sequel introdurrà anche la nuova arrivata nel MCU Kathryn Newton (The Society,  Freaky) mentre ora assume il ruolo di Cassie Lang, un personaggio precedentemente interpretato da Abby Ryder Fortson nei primi  film di Ant-Man  ed Emma Fuhrmann in  Avengers: Endgame.

Guarda la foto di Ant-Man and the Wasp: Quantumania

Ant-Man and the Wasp: Quantumania sarà diretto ancora una volta da Peyton Reed, che già aveva diretto i primi due film. Nel cast tornano Paul RuddEvangeline LillyMichael Douglas Michelle Pfeiffer. In più Kathryn Newton sarà Cassie Lang e Jonathan Majors sarà Kang il Conquistatore. 

Nel film, che dà ufficialmente il via alla Fase 5 del Marvel Cinematic Universe, i Super Eroi Scott Lang (Paul Rudd) e Hope Van Dyne (Evangeline Lilly) tornano per continuare le loro avventure come Ant-Man and The Wasp. Insieme ai genitori di Hope, Hank Pym (Michael Douglas) e Janet Van Dyne (Michelle Pfeiffer), la famiglia si ritrova a esplorare il Regno Quantico, a interagire con nuove strane creature e a intraprendere un’avventura che li spingerà oltre i limiti di ciò che pensavano fosse possibile. Jonathan Majors si unisce al cast nel ruolo di Kang. Peyton Reed torna alla regia, mentre Kevin Feige e Stephen Broussard sono i produttori.

 
 

Brendan Fraser sul ritorno al franchising La Mummia: “Non sono contrario”

Brendan Fraser
Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Sono passati anni dall’ultima volta che abbiamo visto l’iconico personaggio Rick O’Connell de La Mummia interpretato dall’attore Brendan Fraser, ma sembra che l’attore che ha sempre riscosso un grande successo dai fan del franchise non è totalmente chiuso alla possibilità di riportare in vita sul grande schermo quel personaggio! In una recente intervista con Deadline, quando gli è stato chiesto se è disposto a tornare al franchise horror d’azione di successo, la star di The Whale ha ammesso che è qualcosa a cui non è assolutamente contrario, soprattutto quando si tratta di una grande opportunità per la sua carriera professionale.

“Non sono contrario, non conosco un attore che non voglia un lavoro”, ha detto Brendan Fraser. “Non credo di essere stato così famoso e non pagato allo stesso tempo nella mia vita professionale, quindi iscrivimi!”. Oltre ad essere noto per il suo ruolo nel franchise di La Mummia, Fraser ha ricevuto sempre consensi per i suoi altri ruoli memorabili in film come Encino ManGeorge Re della Jungla  Looney Tunes: Back in ActionBedazzledViaggio al centro della terra e Inkheart – La leggenda di cuore d’inchiostro. Attualmente sta ricevendo il plauso della critica per la sua drammatica interpretazione da protagonista nel film diretto da Darren Aronofsky The Whale, che abbiamo visto e apprezzato all’ultima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia. Per questo motivo, i critici prevedono che potrebbe potenzialmente ottenere la sua prima nomination all’Oscar come miglior attore.

Il franchise de La Mummia è iniziato con il film del 1999 diretto da Stephen Sommers. Ed era interpretato da Brendan Fraser. nei panni di Rick O’Connell, Rachel Weisz nei panni di Evelyn Carnahan, John Hannah nei panni di Jonathan Carnahan, Arnold Vosloo nei panni di Imhotep e Patricia Velásquez nei panni di Anck-su-namun. Dopo il successo commerciale del primo film con un incasso mondiale di oltre 400 milioni di dollari al botteghino, è stato seguito da altri due sequel, un prequel e il riavvio di Tom Cruise ampiamente stroncato nel 2017. Chissà che la Universal Pictures, visto la seconda vita dell’attore, non decida di risuscitare il franchise di successo! 

 
 

Ant-Man and the Wasp: Quantumania, il nuovo trailer mostra molti Paul Rudd

Ecco il nuovo trailer di Ant-Man and the Wasp: Quantumania diffuso nella notte in occasione del College Football Playoff National Championship. Il film arriverà nelle sale a febbraio 2023 e inaugurerà la Fase 5 del MCU. Nuovo trailer in lingua originale di seguito:

Guarda la foto di Ant-Man and the Wasp: Quantumania

Ant-Man and the Wasp: Quantumania sarà diretto ancora una volta da Peyton Reed, che già aveva diretto i primi due film. Nel cast tornano Paul RuddEvangeline LillyMichael Douglas Michelle Pfeiffer. In più Kathryn Newton sarà Cassie Lang e Jonathan Majors sarà Kang il Conquistatore. 

Nel film, che dà ufficialmente il via alla Fase 5 del Marvel Cinematic Universe, i Super Eroi Scott Lang (Paul Rudd) e Hope Van Dyne (Evangeline Lilly) tornano per continuare le loro avventure come Ant-Man and The Wasp. Insieme ai genitori di Hope, Hank Pym (Michael Douglas) e Janet Van Dyne (Michelle Pfeiffer), la famiglia si ritrova a esplorare il Regno Quantico, a interagire con nuove strane creature e a intraprendere un’avventura che li spingerà oltre i limiti di ciò che pensavano fosse possibile. Jonathan Majors si unisce al cast nel ruolo di Kang. Peyton Reed torna alla regia, mentre Kevin Feige e Stephen Broussard sono i produttori.

 
 

Avatar sequel: James Cameron conferma che la storia continuerà!

James Cameron di Gage Skidmore
James Cameron parla al San Diego Comic Con International 2016, per "Aliens: 30th Anniversary", al San Diego Convention Center di San Diego, California. FOTO di © Gage Skidmore - creativecommons Attribuzione-ShareAlike 2.0 generico (CC BY-SA 2.0)

Prima dell’uscita di Avatar: La via dell’acqua nelle sale il mese scorso, il regista James Cameron ha chiarito nelle interviste che, se il sequel avesse fallit nel raggiungere il pareggio di bilancio, sarebbe stata la fine di piano di fare ben tre nuovi film. Il terzo film è già stato girato, quindi arriverò qualunque cosa accada, ma i piani ambiziosi di Cameron  si estendono fino al quarto, quinto e sesto film (e forse anche di più).

Dalla sua uscita, il blockbuster in 3D ha ampiamente superato le aspettative al botteghino ed è già diventato uno dei dieci film di maggior incasso di tutti i tempi. Cameron , che una volta aveva sostenuto la necessitò di avere un enorme riscontro con un bottino di $ 2 miliardi perché Avatar: La via dell’acqua fosse considerato redditizio, ha ora condiviso un aggiornamento, ed è una buona notizia per i fan di Na’vi. Poiché il seguito di Avatar si avvicina a $ 1,8 miliardi in tutto il mondo, dunque sembra che genererà un profitto, il che significa che al regista verrà data la possibilità di andare avanti con i suoi ambiziosi piani di più sequel.

“Sembra che proprio con lo slancio che il film ha ora, supererà facilmente la nostra pausa anche nei prossimi giorni, quindi sembra che non riesca a tirarmi fuori da questo, dovrò fare questi altri sequel”, ha confermato Cameron durante una recente intervista. “So cosa farò nei prossimi sei o sette anni”. “Il punto è che andrà tutto bene. Sono sicuro che presto discuteremo con i migliori della Disney sul piano di produzione per Avatar 3, che è già in fase di elaborazione’. Abbiamo già girato l’intero film, quindi siamo in una post-produzione estesa per realizzare tutta quella magica CG”.

“E poi Avatar 4 e 5 sono entrambi scritti”, ha aggiunto. “Abbiamo anche alcune sequenze del 4 in scatola. A questo punto abbiamo iniziato un franchise. Abbiamo iniziato una saga che ora può svolgersi su più film”. Siamo sicuri che la Disney sarà desiderosa di continuare a realizzare film Avatar , soprattutto perché hanno una Pandora nel Disney World di Orlando! L’interesse per questo e il merchandising che ne deriva è probabilmente aumentato in modo significativo negli ultimi mesi e, indipendentemente dai giudizi su Avatar: La via dell’acqua, quei dati al botteghino suggeriscono che questo franchise di fantascienza è qui e continuerà ad andare avanti.

 
 

ADG Awards 2023: tutti i nominati di quest’anno

Babylon film 2023

Come la gilda dei Direttori della Fotografia, anche quella degli scenografi ha annunciato le nomination per i ADG Awards 2023, i premi assegnati quest’anno dalla Art Directors Guild. Di seguito trovate i nominati divisi per categorie cinematografiche e televisive:

NOMINEES FOR FEATURE FILM:

PERIOD FEATURE FILM

All Quiet on the Western Front” (Production Designer: Christian M. Goldbeck)
“Babylon” (Production Designer: Florencia Martin)
“Elvis” (Production Designers: Catherine Martin, Karen Murphy
The Fabelmans” (Production Designer: Rick Carter)
White Noise” (Production Designer: Jess Gonchor)

FANTASY FEATURE FILM

Avatar: The Way of Water” (Production Designers: Dylan Cole, Ben Procter)
“The Batman” (Production Designer: James Chinlund)
“Black Panther: Wakanda Forever” (Production Designer: Hannah Beachler)
“Everything Everywhere All at Once” (Production Designer: Jason Kisvarday)
“Nope” (Production Designer: Ruth De Jong)

CONTEMPORARY FEATURE FILM

“Bardo, False Chronicle of a Handful of Truths” (Production Designer: Eugenio Caballero)
“Bullet Train” (Production Designer: David Scheunemann)
“Glass Onion: A Knives Out Mystery” (Production Designer: Rick Heinrichs)
“Tár” (Production Designer: Marco Bittner Rosser)
Top Gun: Maverick” (Production Designer: Jeremy Hindle)

ANIMATED FEATURE FILM

“Guillermo del Toro’s Pinocchio” (Production Designers: Guy Davis, Curt Enderle)
“Lightyear” (Production Designer: Tim Evatt)
“Marcel the Shell with Shoes On” (Production Designer: Liz Toonkel)
“Puss In Boots: The Last Wish” (Production Designer: Nate Wragg)
“Turning Red” (Production Designer: Rona Liu )

NOMINEES FOR TELEVISION:

ONE-HOUR PERIOD SINGLE-CAMERA SERIES

The Crown: Ipatiev House” (Production Designer: Martin Childs)
The Gilded Age: Never the New” (Production Designer: Bob Shaw)
“The Marvelous Mrs. Maisel: Maisel vs. Lennon: The Cut Contest, How Do You Get to
Carnegie Hall?” (Production Designer: Bill Groom)
“Pachinko: Chapter One” (Production Designer: Mara LePere-Schloop)
Peaky Blinders: Black Day” (Production Designer: Nicole Northridge)

ONE-HOUR FANTASY SINGLE-CAMERA SERIES

“Andor: Rix Road” (Production Designer: Luke Hull)
House of the Dragon: The Heirs of the Dragon” (Production Designer: Jim Clay)
The Lord of the Rings: The Rings of Power: Adar” (Production Designer: Ramsey Avery)
“Stranger Things: “Chapter Seven: The Massacre at Hawkins Lab” (Production Designer: Chris Trujillo)
“Wednesday: Woe is the Loneliest Number” (Production Designer: Mark Scruton)

ONE-HOUR CONTEMPORARY SINGLE-CAMERA SERIES

“Better Call Saul: Wine and Roses,Nippy” (Production Designer: Denise Pizzini)
“Euphoria: You Who Cannot See, Think of Those Who Can, The Theater and Its Double,
All My Life, My Heart Has Yearned for a Thing I Cannot Name” (Production Designer: Jason Baldwin Stewart)
“Ozark: The Beginning of the End, Let the Great World Spin, City on the Make” (Production Designer: David Bomba)
“Severance: Good News About Hell” Production Designer: Jeremy Hindle
“The White Lotus: Ciao” (Production Designer: Cristina Onori)

TELEVISION MOVIE OR LIMITED SERIES

“Guillermo del Toro’s Cabinet of Curiosities” (Production Designer: Tamara Deverell)
“Moon Knight” (Production Designer: Stefania Cella)
“Obi-Wan Kenobi” (Production Designers: Todd Cherniawsky, Doug Chiang)
“Pinocchio” (Production Designers: Doug Chiang, Stefan Dechant)
“Station 11” (Production Designer: Ruth Ammon)

HALF HOUR SINGLE-CAMERA SERIES

“Emily In Paris: What’s It All About…, How to Lose a Designer in 10 Days” (Production Designer: Anne Seibel)
“Hacks: Trust the Process” (Production Designer: Alec Contestabile)
“Only Murders in the Building: Framed” (Production Designer: Patrick Howe)
“Our Flag Means Death: Pilot” (Production Designer: Ra Vincent)
“What We Do in the Shadows: The Grand Opening, The Night Market, Pine Barrens” (Production Designer: Shayne Fox)

MULTI-CAMERA SERIES

“Bob Abishola: Inner Boss Bitch, Two Rusty Tractors, Estee Lauder and Goat Meat” (Production Designer: Francoise Cherry-Cohen)
“The Conners: Sex, Lies, and House Hunting, The Best Laid Plans, A Contrabassoon and A
Sinking Feeling” (Production Designer: Jerry Dunn)
“How I Met Your Father: Pilot” (Production Designer: Glenda Rovello)
“The Neighborhood: Welcome to the Remodel” (Production Designer: Wendell Johnson)
“United States of Al: Kiss/Maach, Divorce/Talaq, Sock/Jeraab” (Production Designer: Daren Janes)

VARIETY, REALITY OR COMPETITION SERIES

“A Black Lady Sketch Show: Anybody Have Something I Can Flog Myself With? Bounce Them Coochies, Y’All! Peaches and Eggplants for Errbody!” (Production Designers: Cindy Chao, Michelle Yu)
“Lizzo’s Watch Out for the Big Grrrls: HBCYOU Band” (Production Designer: James McGowan)
“RuPaul’s Drag Race: Catwalk, 60’s Girl Groups, Daytona Wind” (Production Designer: Gianna Costa)
“Saturday Night Live: Jack Harlow Hosts Season 48 Episode 4, Jack Harlow Musical Guest” (Production Designers: Keith Raywood, Eugene Lee, Akira Yoshimura, N. Joseph De Tullio)
“Waffles + Mochi’s Restaurant: Honey” (Production Designer: Darcy E. Prevost)

VARIETY SPECIAL

“64th Annual Grammy Awards” (Supervising Art Director: Kristen Merlino)
“94th Annual Oscars” (Production Designer: David Korins)
“Hasan Minhaj: The King’s Jester” (Production Designer: Scott Pask)
“Miley’s New Year’s Eve Party” (Production Designer: Keith Raywood)
“Trevor Noah: I Wish You Would” (Production Designer: Star Theodos Kahn)

COMMERCIALS

“American Horror Stories: Dollhouse” Promo (Production Designer: Marc Benacerraf)
Bud Light Seltzer: “Land Of Loud Flavors” (Production Designer: François Audouy)
“Just Eat & Katy Perry: Did Somebody Say” (Production Designer: François Audouy)
“The Lord of the Rings: The Rings of Power – Title Announcement” (Production Designer: Brian Branstetter)
Paramount+: “Wildlife Promo” (Production Designer: Maia Javan)

SHORT FORMAT: MUSIC VIDEO OR WEBSERIES

Adele “I Drink Wine” (Production Designer: Liam Moore)
Coldplay x Selena Gomez “Let Somebody Go” (Production Designer: François Audouy)
Kendrick Lamar “Rich Spirit” (Production Designer: Scott Falconer)
Taylor Swift “Anti-Hero” (Production Designer: Ethan Tobman)
Taylor Swift “Bejeweled” (Production Designer: Ethan Tobman)

 
 

ASC Awards 2023: tutte le nomination per i migliori direttori della fotografia della stagione

Top Gun: Maverick ASC CDG Awards

A poche ore dalla cerimonia del Golden Globes 2023, le gilde delle arti cinematografiche hollywoodiane cominciano ad annunciare le loro nomination per la season awards. Ad aprire le danze è la ASC, l’American Society of Cinematographers che ha annunciato le nomination per le migliori fotografie di cinema e tv dell’ultimo anno.

Ecco di seguito tutte le nomination degli ASC Awards 2023

Feature Film

Roger Deakins, ASC, BSC – “Empire of Light” (Searchlight Pictures)
Greig Fraser, ASC, ACS – “The Batman” (Warner Bros.)
Darius Khondji, ASC, AFC – “Bardo, False Chronicle of a Handful of Truths” (Netflix)
Claudio Miranda, ASC – “Top Gun: Maverick” (Paramount Pictures)
Mandy Walker, ASC, ACS – “Elvis” (Warner Bros.)

Spotlight

Sturla Brandth Grøvlen, DFF – “War Sailor” (DCM Film)
Kate McCullough, ISC – “The Quiet Girl” (Super)
Andrew Wheeler – “God’s Country” (IFC Films)

Documentary

Ben Bernhard and Riju Das – “All That Breathes” (HBO/HBO Max)
Adam Bricker – Chef’s Table: Pizza ¬– Franco Pepe” (Netflix)
Wolfgang Held, ASC – “This Stolen Country of Mine”

Motion Picture, Limited Series, or Pilot Made for Television

Todd Banhazl, ASC – “Winning Time: The Rise of the Lakers Dynasty – The Swan” (HBO/HBO Max)
Jeremy Benning, CSC – “Guillermo del Toro’s Cabinet of Curiosities – The Outside” (Netflix)
Anastas Michos, ASC, GSC – “Guillermo del Toro’s Cabinet of Curiosities – The Autopsy” (Netflix)
C. Kim Miles, ASC, CSC, MySC – “Lost Ollie – Bali Hai” (Netflix)
Sean Porter – “The Old Man – I” (FX)

Episode of a One-Hour Television Series – Non-Commercial

John Conroy, ASC, ISC -“Westworld” – Années Folles” (HBO/HBO MAX)
Catherine Goldschmidt – “House of the Dragon – The Lord of the Tides” (HBO/HBO MAX)
Alejandro Martinez – “House of the Dragon – The Green Council” (HBO/HBO MAX)
M. David Mullen, ASC – “The Marvelous Mrs. Maisel – How Do You Get to Carnegie Hall?” (Prime Video)
Alex Nepomniaschy, ASC – “The Marvelous Mrs. Maisel – Everything is Bellmore” (Prime Video)
Nikolaus Summerer – 1899 – The Calling” (Netflix)

Episode of a One-Hour Television Series – Commercial

Marshall Adams, ASC – “Better Call Saul – Saul Gone” (AMC)
Jesse M. Feldman – “Interview With the Vampire ¬– Is My Very Nature That of the Devil” (AMC)
Christian “Tico” Herrera, CCR – “Snowfall – Departures” (FX)
Jules O’Loughlin, ASC, ACS – “The Old Man – IV” (FX)
Jaime Reynoso, AMC – “Snowpiercer – Bound by One Track” (TNT)

Episode of a Half-Hour Television Series

Adam Bricker – “Hacks – The Click” (HBO/HBO MAX)
Carl Herse – “Barry – Starting Now” (HB0/HBO MAX)
Stephen Murphy BSC, ISC – “Atlanta – New Jazz” (FX)
Ula Pontikos, BSC – “Russian Doll– Matryoshka” (Netflix)
Christian Sprenger, ASC – “Atlanta – Andrew Wyeth. Alfred’s World.” (FX)

 
 

Quei bravi ragazzi: la vera storia dietro il film di Martin Scorsese

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Celebre per i suoi film sulla figura e l’attività dei gangster, il regista Martin Scorsese ha sempre raccontato attraverso di essi sentimenti e tematiche universali come il desiderio di appartenenza, la violenza, il tradimento e il senso di colpa. Il suo capolavoro a riguardo è senza dubbio Quei bravi ragazzi (qui la recensione), distribuito nel 1990 e che insieme a Mean Streets e Casinò forma una vera e propria trilogia sulla mafia, divenuta poi quadrilogia con la recente realizzazione di The Irishman. Considerato uno dei migliori film sui gangster ma anche uno dei migliori film della storia del cinema, ha cambiato il modo di approcciarsi a questa tipologia di storie.

Questo perché non solo il film è la summa di tutti gli interessi stilistici e tematici di Scorsese, ma anche perché propone una rappresentazione della vita criminale estremamente dettagliata e realistica. La storia è tratta dal romanzo Il delitto paga bene, di Nicholas Pileggi e basato sulla vita del gangster pentito Henry Hill. Nel leggere tale libro, dunque, lo stesso Scorsese si accorse di quanto il racconto proponesse situazioni, personaggi ed ulteriori elementi raramente visti al cinema fino a quel momento. Trovandolo la descrizione più accurata e onesta mai letta dei gangster newyorkesi, decise dunque di farne un film.

Proponendo una struttura narrativa non tradizionale, che si muove avanti e indietro nel tempo, Scorsese è dunque riuscito a dar vita ad un film unico, che procede per episodi e mostra dettagliatamente la vita e il lavoro dei gangster, le modalità con cui si approcciano ai problemi, il tedio e il pericolo delle loro esistenze e l’irrefrenabile sete di potere. Il risultato è ancora oggi ineguagliato. Candidato poi a sei premi Oscar, Quei bravi ragazzi rimane ancora oggi il film che meglio di molti altri di Scorsese descrive la sua idea di cinema, proponendo un’esperienza cinematografica con pochi eguali.

Quei bravi ragazzi: la trama e il cast del film

Ma di cosa parla dunque Quei bravi ragazzi? Protagonista è Henry Hill, mezzosangue italo-irlandese, che all’età di tredici anni ha già le idee ben chiare: vuole diventare un gangster, affascinato dalla vita di quei loschi signori che vede ogni giorno sotto casa, a Brooklyn. Il sogno presto diventa realtà, tra pallottole, rapine e amicizie fraterne. Con la protezione del boss mafioso Paul Cicero e all’oscuro dai genitori, si specializza in furto e contrabbando, insieme ai compagni Jimmy Conway e Tommy De Vito. I tre, divenuti ormai inseparabili, hanno il mondo criminale ai loro piedi. Qualcosa però si incrina nelle convinzioni di Henry, che sarà costretto a fare scelte che cambieranno per sempre il resto della sua vita.

Ad interpretare Henry Hill Scorsese ha voluto l’attore Ray Liotta, il quale fece di tutto pur di ottenere la parte. Una volta ottenutala, gli fu però impedito di incontrare il vero Hill, in quanto Scorsese temeva che quest’ultimo avrebbe potuto influenzare l’interpretazione dell’attore. Liotta poté però ascoltare alcune registrazioni di Hill, studiandone il modo di parlare Robert De Niro, frequente collaboratore di Scorsese, ricopre invece il ruolo del gangster Jimmy Conway. Anche De Niro fece approfondite ricerche, parlando con Hill per comprendere al meglio il carattere e il modo di pensare del vero gangster rappresentato dal suo personaggio.

Joe Pesci interpreta invece Tommy De Vito, ruolo grazie al quale ha poi vinto il premio Oscar come miglior attore non protagonista. Stando a quanto dichiarato in seguito da Hill, l’interpretazione che l’attore ha dato del gangster Tommy DeSimone (il gangster a cui è ispirato il suo personaggio) è accurata al 99%. Nel film recita poi anche Lorraine Bracco nei panni di Karen Hill, moglie di Henry. Di sua spontanea volontà non ha incontrato la vera Karen e ha basato la propria interpretazione sulla sua immaginazione e sull’istinto, guadagnando poi una nomination all’Oscar come miglior attrice non protagonista. Completa il cast principale l’attore Paul Sorvino nei panni del boss Paul Cicero.

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Quei bravi ragazzi: la vera storia dietro al film

Ma chi era davvero Henry Hill? Cresciuto in un poverissimo quartiere di Brooklyn, Henry sviluppò sin da giovanissimo una forte ammirazione per i mafiosi locali, tra i quali spiccava Paul Vario, capo della famiglia criminale dei Lucchese. Crescendo, Hill si guadagnò il rispetto di un membro di quella famiglia mafiosa, Jimmy Burke, che lo prese sotto la sua protezione. I due non potevano diventare veri e propri affiliati della mafia per via delle loro origini irlandesi, ma erano ad ogni modo membri esterni di forte fiducia. Insieme anche a Tommy DeSimone, i tre iniziarono a dedicarsi ad attività come rivendita di merci rubate, contrabbando di sigarette e all’usura.

Nel 1967 pianificarono una rapina all’Air France, mentre nel 1978 realizzarono il celebre colpo alla Lufthansa, così come furono implicati in molti omicidi legati alla mafia, prevalentemente consistenti nell’eliminazione di complici scomodi o inaffidabili. Nel mentre, nel 1965 Hill conobbe la futura moglie Karen Freid, dalla quale ha poi avuto due figli. I guai per Henry iniziarono quando propose a Vario di estendere le loro attività anche al business del traffico di droga. Il boss però era fermamente contrario a tale attività e non diede il suo consenso a riguardo. Hill continuò dunque segretamente a spacciare droghe di vario tipo, divenendo poi sempre più paranoico.

Nel 1980 venne infine arrestato con l’accusa di traffico di stupefacenti. L’FBI lo convinse che l’unico modo di salvarsi era quello di dire ciò che sapeva su Vario, Burke e gli altri membri dei Lucchesi. Dopo lunghe riflessioni a riguardo, Hill decise infine di diventare un collaboratore di giustizia e poco dopo, sulla base di quanto da lui rivelato, Burke e altri componenti della famiglia vennero arrestati. Nel mentre, Hill entrò nel programma di protezione testimone ma venne espulso da questo nei primi anni Novanta per via di ulteriori crimini da lui commessi legati al mondo della droga. Grazie alla fama ottenuta, Hill si godé però gli ultimi anni come una vera e propria celebrità, spegnendosi infine il 12 giugno del 2012 all’età di 69 anni.

Quei bravi ragazzi: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Quei bravi ragazzi grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Now. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 9 gennaio alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb, Allthatsinteresting

 
 

Ip Man 4: trama, cast e curiosità sul film con Donnie Yen

Ip Man 4 film

Personalità realmente esistita, Yip Man è stato una vera e propria leggenda delle arti marziali cinesi, con una vita costellata di avventure, fallimenti e incontri di grande rilievo. La sua figura ha ancora oggi un grande peso nella cultura popolare, tanto che anche il cinema non ha potuto esimersi dal dedicarvi una quadrilogia di film. Il primo di questi, Ip Man, è uscito in sala nel 2008 per la regia di Wilson Yip. Dopo i sequel del 2010 e del 2015, nel 2019 è stato realizzato Ip Man 4, quarto capitolo della saga nuovamente diretto di Yip che porta avanti e conclude la storia del leggendario maestro.

Dopo aver raccontato di alcuni degli scontri più famosi tra Ip e vari rivali, questo quarto capitolo si concentra ora sul rapporto tra il maestro e il suo allievo più famoso, Bruce Lee. La realizzazione di un quarto capitolo non era però inizialmente certa. Già con il terzo si dovettero attendere anni prima che questo venisse effettivamente realizzato. Il successo della saga ha infatti dato vita a numerosissimi lungometraggi dedicati a Ip, rischiando di farlo diventare una figura inflazionata al cinema. Fan da tutto il mondo richiesero però a gran voce almeno un nuovo film, che portasse a conclusione il racconto.

Dopo quattro anni dal precedente, dunque, Ip Man 4 è divenuto realtà. Questo è stato accolto a sua volta con pareri critici estremamente entusiasti, affermandosi come la degna conclusione della saga. È inoltre arrivato a diventare uno dei film cinesi dal maggior incasso di sempre, guadagnando oltre 239 milioni di dollari a livello mondiale. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Ip Man 4: la trama del film

Nel quarto capitolo della saga, la storia ha luogo nel 1964 a San Francisco, con Bruce Lee che divulga la sua filosofia del kung fu e partecipa ai principali tornei. Lee, ex allievo di Ip Man, invita il suo vecchio maestro ad andare a trovarlo e partecipare a una gara. Un invito che Ip inizialmente rifiuta, per poi capire che comunque farebbe meglio ad andare in America. A Hong Kong, infatti, il figlio è ingestibile e Ip prende in considerazione gli Stati Uniti per educare l’adolescente in un ambiente nuovo. Nella città di San Francisco, però, c’è chi non approva il fatto che Bruce Lee insegni il kung fu agli stranieri. A pensarla così è il mago del tai chi Wan Zonghua.

Quando Ip si dimostra invece entusiasta per l’iniziativa di Lee, non si fa certo degli amici. Vede infatti subito naufragare le sue speranze di ottenere la lettera di raccomandazione per far accedere suo figlio ad una buona scuola. Le cose inizieranno a peggiorare quando Ip e Lee vedranno ripetutamente interrotti i loro combattimenti. Il maestro cinese non sa ancora che si ritroverà in mezzo a battaglie di portata ben maggiore di quelle vissute fino a quel momento. Queste coinvolgeranno militari scalmanati e un furioso funzionario dell’immigrazione. Per affermare la propria presenza lì e avere un po’ di pace, Ip sarà dunque nuovamente chiamato a sfoggiare la sua arte.

Ip Man 4 cast

Ip Man 4: il cast del film

Ad interpretare nuovamente il ruolo di Ip Man, vi è l’attore Donnie Yen. Dopo le iniziali resistenze avute a girare un terzo film, egli si è invece detto pronto a recitare nuovamente e per l’ultima volta nei panni del maestro. I suoi fan, infatti, lo considerano l’unico in grado di interpretare Ip. Yen è inoltre particolarmente abile nelle arti marziali e nel Wing Chun, appreso proprio da Ip Chun, il figlio maggiore di Ip Man. Yen ha infatti eseguito personalmente tutte le scene di combattimento, allenandosi ulteriormente per poter risultare più in forma che mai. Egli ha inoltre ricercato descrizioni dello stile di lotta del maestro, come anche degli atteggiamenti più quotidiani. Il giovane attore Jim Liu interpreta invece Ip Ching, il secondo figlio di Ip.

Dopo le brevi introduzioni viste in Ip Man 2 e Ip Man 3, il personaggio di Bruce Lee viene infine qui inserito come uno dei principali del film. Questo è interpretato da Danny Chan, che aveva già ricoperto tale ruolo sia per il cameo nel precedente film di questa saga, sia nella serie The Legend of Bruce Lee. Nel film sono poi presenti Wu Yue nei panni del maestro di tai chi Wan Zonghua e Vanness Wu in quelli di Hartman Wu, allievo di Bruce Lee. Scott Adkins, attore inglese e artista marziale, interpreta invece Barton Geddes, esperto di karate che si scontrerà con Ip. Vi sono infine diversi cameo di attori comparsi nei precedenti film della saga. Tra questi si annovera Lynn Hung, la moglie di Ip, e Sammo Hung nei panni del maestro Hung Chun-nam.

Ip Man 4: il trailer e dove vedere il film in streaming e in Tv

Presentato in diversi festival in tutto il mondo, tra cui il Far East Film Festival di Udine, Ip Man 4 era inizialmente previsto per un’uscita in sala in Italia. A lungo il film è però rimasto inedito, anche a causa della pandemia di Covid-19. Dopo una lunga attesa, gli appassionati della saga potranno ora ritrovarlo presente nel palinsesto televisivo di lunedì 9 gennaio alle ore 21:20 sul canale Rai 4. Il film è inoltre disponibile anche in streaming sulle piattaforme Rakuten Tv, Chili CinemaAmazon Prime VideoApple iTunes e Google Play.

Fonte: IMDb

 
 

La lotta per il calcio – Il caso Super League, il nuovo documentario in quattro parti

La lotta per il calcio - Il caso Super League

La lotta per il calcio – Il caso Super League è la nuova docuserie in quattro parti che documenta come il passato, il presente e il futuro del calcio europeo si scontrino nel momento in cui vengono scoperti i piani per la creazione di una lega separata, scatenando una battaglia tra i leader più potenti del movimento calcistico intervenuti in difesa o a favore dello stravolgimento delle tradizioni di questo sport. Attraverso interviste senza precedenti ai presidenti dei campionati, ai proprietari dei club e agli ideatori della Super League europea, la docuserie racconta agli appassionati di calcio la storia ancora inedita di come e perché è stata concepita questa idea di lega separata e dei piani che sono stati elaborati per renderla possibile.

La lotta per il calcio – Il caso Super League è diretta dal regista vincitore di un Emmy Jeff Zimbalist (“The Two Escobars”, “The Line”, “La generazione del surf – Momentum Generation”), che è anche produttore esecutivo per conto della All Rise Films News & Documentary, insieme al vincitore di un Emmy Connor Schell attraverso la Words + Pictures (“The Last Dance”, “30 for 30” e il vincitore di un Oscar “O.J. Made in America”).

La docuserie si aggiunge alla gamma in espansione di programmi non-fiction con protagonisti i grandi nomi dello sport presenti su Apple TV+, tra cui un documentario recentemente annunciato sulla vita e la carriera rivoluzionaria del sette volte campione del mondo di Formula Uno Sir Lewis Hamilton; il film documentario recentemente annunciato “Underrated”, con la leggenda dell’NBA Stephen Curry; la serie di documentari in quattro parti nominata agli Emmy “They Call Me Magic“, che racconta la vita e la carriera del due volte NBA Hall of Famer e icona culturale Earvin “Magic” Johnson; “The Dynasty”, una nuova serie di documentari sui New England Patriots, realizzata dalla Imagine Documentaries di Brian Grazer e Ron Howard, in associazione con NFL Films; “The Long Game: Bigger Than Basketball” sul fenomeno della pallacanestro Makur Maker; la docuserie “Make or Break”, che porta gli spettatori dietro le quinte alla scoperta dei migliori surfisti del mondo in lotta per il titolo di campione della World Surf League Championship Tour; “Greatness Code”, una serie breve non sceneggiata diretta da Gotham Chopra e coprodotta da Uninterrupted e Religion of Sports, che ha appena debuttato con la seconda stagione.

Apple TV+ offre serie drammatiche e commedie avvincenti e di qualità, lungometraggi, documentari innovativi e intrattenimento per bambini e famiglie, ed è disponibile per la visione su tutti i tuoi schermi preferiti. Dopo il suo lancio il 1° novembre 2019, Apple TV+ è diventato il primo servizio di streaming completamente originale a essere lanciato in tutto il mondo, ha presentato in anteprima più successi originali e ha ricevuto riconoscimenti più velocemente di qualsiasi altro servizio di streaming. Ad oggi, i film, i documentari e le serie originali Apple sono stati premiati con 299 vittorie e 1.279 nomination ai premi, tra cui la commedia pluripremiata agli Emmy “Ted Lasso” e il vincitore dell’Oscar come Miglior film di quest’anno “CODA”.

 
 

Tre di troppi è il film italiano più visto nel weekend dell’Epifania

TRE DI TROPPO
Credito Loris Zambelli per Photomovie

Tre di troppi è il film italiano più visto nel weekend dell’Epifania. La commedia diretta e interpretata da Fabio De Luigi, con Virginia Raffaele, conquista il pubblico delle feste e, in soli otto giorni di programmazione, realizza un incasso complessivo di 3.100.000 euro (445.234 spettatori – sesto risultato più alto per un film italiano da marzo 2020) e si colloca già nella top ten dei film più visti della stagione cinematografica italiana.  Il film, uscito domenica 1 gennaio, ha registrato nel suo primo giorno nelle sale 738.000 euro conseguendo il secondo miglior risultato al box office per un film italiano da marzo 2020.

Tre di troppi è una produzione Warner Bros. Entertainment Italia, Colorado Film Production e Alfred Film ed è prodotto da Maurizio Totti, Alessandro Usai e Iginio Straffi per Colorado Film e da Roberto Amoroso e Maria Theresia Braun per Alfred Film. E’ distribuito nelle sale da Warner Bros. Pictures. Alessandro Araimo, General Manager Italy & Iberia di Warner Bros. Discovery, commenta: “Siamo lieti di aver iniziato il 2023 con un successo al box office e siamo orgogliosi di averlo fatto grazie a una produzione italiana, nata da una stretta collaborazione con il regista e interprete Fabio De Luigi, i partner di Colorado Film e Alfred Film, la protagonista Virginia Raffaele e tra tutte le persone che hanno lavorato al progetto. In un anno che si presenta straordinario, grazie alla celebrazione dei 100 anni degli Studios e a una stagione ricca di tantissimi film di ogni genere, è davvero un privilegio aver aperto il 2023 con una pellicola come ’Tre di troppo’, capace di divertire, di far riflettere e di commuovere, auspicando che questo risultato contribuisca ad accrescere tra il pubblico il piacere di vivere le emozioni che solo la sala è in grado di donare”.

“Dopo tre Biglietti d’oro conquistati negli ultimi quattro anni, il 2023 non poteva cominciare in maniera migliore per il gruppo Colorado/Rainbow grazie al risultato di ‘Tre di Troppo’, frutto della proficua collaborazione con Warner Bros. e del felice incontro con Alfred Film – commentano Alessandro Usai e Iginio Straffi per Colorado Film -. ‘Tre di troppo’ conferma la forza della partnership tra Colorado e Fabio De Luigi, che insieme hanno ormai consolidato un numero importante di successi e introdotto la ‘commedia family’ nel mercato italiano. Siamo infine particolarmente felici della prova di coppia di Fabio e Virginia Raffaele che confermano di essere due grandi interpreti”.

“‘Tre di troppi’ è un esordio importante per la nostra casa di produzione che si pone sul mercato come una nuova realtà indipendente di film e serie TV – commentano i produttori di Alfred Film Roberto Amoroso e Maria Theresia Braun -. Siamo felicissimi del risultato ottenuto fino a oggi. Abbiamo sempre pensato che la qualità della scrittura sia la premessa migliore per creare un successo, ed è questo il vero valore aggiunto di Alfred Film. Insieme a Michele Abatantuono, Lara Prando e Fabio De Luigi abbiamo impostato un processo creativo rigoroso, il cui risultato è una commedia contemporanea, pensata per il grande pubblico, che diverte e intrattiene con intelligenza”.

 
 

MCU: 8 personaggi di cui aspettiamo impazienti il debutto

Gwen Stacy e Peter Parker

Il MCU continua ad espandersi rapidamente, ma ci sono ancora diversi personaggi di cui desideriamo fortemente il debutto – e non stiamo parlando degli X-Men e dei Fantastici Quattro! La Fase 4 ha introdotto molti nuovi personaggi, tra cui Ironheart, Eros, She-Hulk, Hercules, Clea e Werewolf by Night ma, se guardiamo a ciò che deve venire con la Saga del Multiverso, molti grandi eroi e cattivi potrebbero fare la loro comparsa. Abbiamo dunque fatto un’immersione nei fumetti per proporvi un elenco di personaggi che non riusciamo a credere stiano ancora aspettando di salire alla ribalta nel MCU sul grande e piccolo schermo.

1Gwen Stacy

Spider-Man: Homecoming

Come nuova versione di Mary Jane Watson, non abbiamo nulla di negativo da dire sulla MJ di Zendaya. Tuttavia, non si ricorda più di Peter Parker, il che significa che la porta è aperta per vedere finalmente il primo vero amore dell’arrampica muri nel MCU: Gwen Stacy.

Sarebbe un personaggio ideale per aiutare Spidey a superare gli eventi traumatici di Spider-Man: No Way Home e qualcuno con cui potrebbe ovviamente incrociarsi al college. Onestamente non saremmo contrari a fare qualcosa di drasticamente diverso con Gwen, potenzialmente combinandola con Felicia Hardy per creare un nuovo personaggio simile a “MJ”. Un’altra opzione sarebbe quella di seguire la strada di Spider-Gwen, evitando la sua tragica morte e permettendo a Gwen di essere un’eroina a tutti gli effetti sullo schermo.

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X-Men: il Professor X conferma il mutante “più forte” anche di Wolverine

X-Men Insuperabili Marvel

Per tutto il tempo in cui è stato membro degli X-Men, Wolverine è stato spesso visto come il membro più forte, o più “tosto”, della squadra guidata dal Professor X. Le sue esplosioni selvagge e spericolate, l’atteggiamento senza paura è sufficiente per mantenere viva quella reputazione fino ad oggi. Tuttavia, per quanto riguarda il giudizio del Professor X, c’è almeno un X-Man che è ancora più duro di Wolverine: Rogue.

Rogue è una mutante che ha sempre avuto problemi anche nelle attività quotidiane a causa della sua capacità di rubare energia vitale al tatto. Con un solo tocco, Rogue è in grado di risucchiare la forza vitale di qualcuno, insieme ai suoi ricordi, tratti della personalità e, temporaneamente in caso di Mutanti, i suoi poteri. Spesso questa abilità le dà un vantaggio in combattimento, in particolare ricordiamo il suo scontro più famoso nei fumetti, contro Captain Marvel, le cui conseguenze definiranno entrambi i personaggi, ma nella vita quotidiana, questa sua dote è più una condanna che un dono.

Questo è il motivo per cui il Professor X nomina Rogue “più dura” di Wolverine. Non necessariamente più forte (anche se questo argomento può essere sostenuto), ma per quanto riguarda Xavier, la tenacia e la forza di Rogue derivano da tutto ciò che è costretta a sopportare quotidianamente. In Astonishing X-Men # 1 (2017) di Charlie Soule e Jim Cheung, il Professor X elogia quanto sia forte Wolverine in una narrazione, definendolo “metallo e pietra. Il mondo si infrange contro di lui”. Tuttavia, pochi istanti dopo nella stessa frase, il Professor X definisce Rogue “ancora più forte di Logan”. Ancora una volta, non in termini di forza fisica, ma in questo contesto, in termini di forza emotiva e mentale. “Se lui è pietra, lei è acqua”, dice Xavier. “Cambia costantemente con tutti quelli che tocca. È un modo confuso di vivere.”

Nei film degli X-Men, Rogue è stata introdotta da subito, già nel 2000, interpretata da Anna Paquin, ma la sua versione era quella di una giovane donna spaventata dalle sue capacità, niente a che vedere con la fiera guerriera e donna consapevole che diventa poi nei fumetti. Questo approccio ha determinato uno sfruttamento non completo e pieno del personaggio che però potrebbe avere il suo riscatto adesso che la Disney ha il compito di far ripartire il franchise.

 
 

Glass Onion: Rian Johnson spiega i retroscena del cameo di Hugh Grant

Glass Onion

Dopo che lo stesso Hugh Grant ha commentato la sua partecipazione al film, in un’intervista con il podcast di Empire’s Spoiler Special (tramite Collider), il regista di Glass Onion, Rian Johnson, ha spiegato il retroscena del cameo dell’attore inglese, tra le guest star più sorprendenti del film campione di views su Netflix.

Johnson ha detto che la scelta dell’interprete per impersonare il partner di Benoit Blanc (Daniel Craig) nel film non ha richiesto molto tempo, con il nome di Hugh Grant che gli è subito venuto in mente come interprete perfetto e che avrebbe portato più gioia al regista nel ruolo di Phillip. Ha ipotizzato che Phillip potesse avere una relazione professionale con Blanc, simile a Sherlock Holmes e John Watson, ma ha aggiunto che gli piace l’idea che abbiano le loro carriere separate.

“Sono una coppia. Il suo nome è Phillip. Fondamentalmente ho solo pensato con chi mi avrebbe dato più gioia vedere Benoit Blanc, e ho pensato a Hugh Grant. Era una tale gioia stare con lui, è venuto sul set per un giorno, ha fatto quella scena disconnessa e si è fidato per il modo in cui noi l’avremmo messa nel film. Mi piace anche nella scena stia cucinando in casa, cercando di fare il pane a lievitazione naturale. Non so se lo vedo come il Watson dello Sherlock/Blanc, ma è bello che abbiano carriere separate, inoltre quell’appartamento è così carino, non riesco a immaginare che Blanc possa permetterselo, quindi penso che abbia un vero lavoro.”

Insieme a Daniel Craig in Glass Onion ci sono Dave Bautista (Guardiani della Galassia), Edward Norton (Fight Club), Janelle Monáe (Hidden Figures), Kathryn Hahn (WandaVision), Leslie Odom Jr. (Hamilton), Kate Hudson (Quasi Famosa), Madelyn Cline (Outer Banks), Jessica Henwick (Love and Monsters) e Ethan Hawke (Sinister).

 
 

Greta Scarano: 10 cose che non sai sull’attrice

Greta Scarano Ilary-Blasi

Nel corso degli anni l’attrice Greta Scarano ha guadagnato sempre più popolarità, arrivando a prendere parte tanto al cinema quanto in televisione a progetti di gran rilievo. Oggi è una delle interpreti più richieste in Italia, distintasi per interpretazioni di grande intensità e per la capacità di passare con naturalezza da un genere ad un altro.

Ecco 10 cose che non sai su Greta Scarano.

Greta Scarano: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in celebri film. Nel 2011 la Scarano debutta sul grande schermo con il film Qualche nuvola, per poi recitare in Senza nessuna pietà (2014), con Pierfrancesco Favino, Suburra (2015), con Alessandro Borghi, La verità sta in cielo (2016), Diva! (2017), Smetto quando voglio – Masterclass e Smetto quando voglio – Ad honorem (2017), con Edoardo Leo. Nel 2019 recita in The App, mentre nel 2021 è in Supereroi, di Paolo Genovese. Nel 2022 recita in La cena perfetta, mentre nel 2023 fa parte del cast della commedia corale I migliori giorni.

2. È nota per celebri serie TV. Il debutto in televisione per la Scarano avviene nel 2007 grazie alla soap opera Un posto al sole. In seguito recita in serie come Don Matteo (2008), Romanzo criminale – La serie (2008-2010), dove interpreta Angelina, Distretto di polizia (2009), I liceali (2011), R.I.S. Roma – Delitti imperfetti (2011-2012) e Squadraa antimafia – Palermo oggi (2012-2015), che le conferisce ulteriore popolarità. In seguito ha recitato in L’ultimo papa re (2013), In Treatment (2014), con Sergio Castellitto, La linea verticale (2018), Non mentire (2019), Il nome della rosa (2019), con John Turturro, Speravo de morì prima (2021), Chiamami ancora amore (2021) e Circeo (2022).

3. Ha scritto e diretto un cortometraggio. Nel 2022 l’attrice si è cimentata anche in ruoli per lei inediti come quello di sceneggiatrice e regista. Ha infatti scritto e diretto il cortometraggio Feliz Navidad. Il fatto che la Scarano abbia voluto mettersi alla prova in tali ruoli lascia ipotizzare che in futuro potrebbe tornare a ricoprirli, magari debuttando come regista di un lungometraggio.

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Greta Scarano in Un posto al sole

4. La nota soap opera è stato il suo primo lavoro importante. Dopo essersi formata come attrice, aver recitato in teatro in Italia e negli Stati Uniti e aver girato alcuni videoclip e cortometraggi, la Scarano partecipa alla soap opera Un posto al sole, dove per un paio d’anni interpreta il ruolo di Sabrina Guarini. Si tratta questo del suo primo lavoro televisivo, che le ha permesso di ottenere grande popolarità. Dopo Un posto al sole sono infatti arrivate numerose altre proposte sia per la televisione che per il cinema.

Greta Scarano in I liceali

5. Ha fatto parte della terza stagione. Dopo le prime due stagioni della popolare serie I liceali, incentrata sulle vite di un gruppo di studenti liceali, con la terza si è deciso di cambiare buona parte del cast. Tra i nuovi attori scelti per questa vi è proprio la Scarano, che interpreta Susanna Gargione. Per l’attrice recitare nella serie ha rappresentato un ulteriore importante tappa nella sua carriera, in quanto le ha permesso di ottenere una maggiore popolarità, specialmente tra un pubblico di più giovani.

Greta Scarano in Il nome della rosa

6. È stata tra le protagoniste della serie. Nella miniserie del 2019 Il nome della rosa, co-produzione Italia Germania nonché nuovo adattamento dell’omonimo romanzo di Umberto Eco, la Scarano interpreta ben due personaggi: Margherita Boninsegna, compagna fra Dolcino accusata di eresia e condannata al rogo; e quello di Anna, la figlia segreta di fra Dolcino e Margherita Boninsegna. L’attrice ha raccontato di essersi preparata ad interpretare Margherita studiando la sua storia, mentre per Anna, personaggio di fantasia, si è basata su proprie idee e riflessioni.

Greta Scarano interpreta Ilary Blasy

7. Ha interpretato la celebre conduttrice televisiva. Uno dei ruoli più importanti ricoperti dalla Scarano è senza dubbio quello di Ilary Blasi, la celebre showgirl e conduttrice televisiva. Ciò è avvenuto per la serie Speravo de morì prima, ispirata alla carriera di Francesco Totti, interpretato da Pietro Castellitto. L’attrice ha raccontato di aver interpretato la Blasi cercando non di imitarla ma di dar vita ad una sua personale versione della conduttrice, che fosse però anche rispettosa di come la Blasi è nella realtà.

Greta-Scarano-Sydney-Sibilia

Greta Scarano e il fidanzato Sydney Sibilia

8. È fidanzata con il noto regista. L’attrice è solita tenere separati lavoro e vita privata, evitando di convidere particolari notizie riguardo quest’ultima. È però risaputo che dal 2019 ha una relazione con il regista Sydney Sibilia, conosciuto recitando per lui nei film Smetto quando voglio – Masterclass e Smetto quando voglio – Ad honorem. In precedenza, invece, la Scarano era stata legata sentimentalmente al collega attore Michele Alhaique, conosciuto sul set del film Qualche nuvola.

Greta Scarano è su Instagram

9. È presente sul social network. L’attrice è presente sul social network Instagram, con un proprio profilo verificato seguito da 161 mila persone e dove attualmente si possono ritrovare oltre 600 post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi lavori da attrice, ma non mancano anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e altre situazioni ancora. Seguendola, si può dunque rimanere aggiornati su tutte le sue novità.

Greta Scarano: età e altezza dell’attrice

10. Greta Scarano è nata a Roma, il 27 agosto del 1986. L’attrice è alta complessivamente 1,66 metri.

Fonte: IMDb, Instagram

 
 

The Flash: il regista conferma una location del film fedele al fumetto

The Flash

Mentre il pubblico continua ad aspettare un trailer di The Flash con Ezra Miller, il regista del film, Andy Muschietti, ha scelto Instagram per condividere una nuova foto del set del progetto tanto tormentato e fino a poco tempo fa incerto. L’immagine condivisa dal regista lo mostra mentre tiene in mano una versione annerita dell’emblema del Velocista Scarlatto, una saetta, con la didascalia che conferma che l’ambientazione è quella di Central City, la città natale del suo eroe titolare, a mezzanotte.

Il film The Flash

The Flash arriverà finalmente nelle sale il 23 giugno 2023. Il film vede Ezra Miller riprendere il ruolo di Barry Allen da Justice League e sarà affiancato da Sasha Callie nei panni di Supergirl e Michael Keaton nel suo grande ritorno nei panni di Batman, 31 anni dopo la sua ultima apparizione in Batman Il Ritorno.

Tutto quello che c’è da sapere su The Flash con Ezra Miller

Ricordiamo che The Flash arriverà al cinema il 23 giugno 2023. Il film sarà diretto da Andy Muschietti, regista di IT e IT – Capitolo Due. Ezra Miller tornerà a vestire i panni del Velocista Scarlatto dopo essere apparso in un cameo in Batman v Superman: Dawn of Justice e in Justice League.

Confermata anche la presenza di Michael Keaton e Ben Affleck, che torneranno entrambi a vestire i panni di Batman. Kiersey Clemons tornerà nei panni di Irish West dopo essere apparsa in Zack Snyder’s Justice League (il personaggio era stato tagliato dalla versione theatrical). Nel cast ci saranno anche l’attrice spagnola Maribel Verdú (Il labirinto del fauno), che interpreterà Nora Allen (la madre di Barry) e l’attrice statunitense Sasha Calle (Febbre d’amore) che interpreterà Supergirl.

 
 

Dune – Parte 2: Tim Blake Nelson si unisce al cast

Tim Blake Nelson

Sebbene Dune – Parte 2 abbia ufficialmente concluso le riprese principali il mese scorso, stiamo ancora scoprendo nuove aggiunte al cast. THR  riporta la notizia che Tim Blake Nelson (HBO Watchmen, Cabinet of Curiosities) apparirà nel sequel fantascientifico di Denis Villeneuve in un ruolo non rivelato. Non sono stati forniti dettagli sul personaggio di Nelson, ma dal momento che solo un personaggio principale del romanzo di Frank Herbert deve ancora essere scelto, diremmo che c’è una buona possibilità che interpreti il ​​​​conte Hasimir Fenring, il marito mentat di Lady Margot Fenring, che sarà interpretato di Léa Seydoux.

Nelson ha debuttato nei panni del dottor Samuel Sterns in The Incredible Hulk e recentemente abbiamo appreso che è pronto a riprendere il ruolo per l’imminente Captain America: New World Order, con The Leader impostato come uno dei principali antagonisti del sequel.

Le altre nuove aggiunte al cast di Dune – Parte 2 includono Austin Butler nei panni di Feyd Rautha, Florence Pugh nei panni della Principessa Irulan, il leggendario Christopher Walken nei panni dell’Imperatore e Léa Seydoux nei panni di Lady Margot Fenring. Timothée ChalametRebecca Ferguson, ZendayaJavier Bardem, Stellan Skarsgård, Josh Brolin e Dave Bautista riprenderanno i ruoli del primo film. La sinossi recita: “La seconda parte si concentrerà su Paul che riunisce un imponente esercito di Fremen per combattere lo spietato Harkonnen, mentre diventa essenzialmente una figura mitica del messia per gli abitanti di Arrakis“. Dune – Parte 2  è stata recentemente posticipata dal 20 ottobre 2023 al 17 novembre 2023.

 
 

Avatar: La via dell’acqua è diventato il settimo film di maggior incasso di tutti i tempi

Avatar: La via dell'Acqua

Non è stato possibile fermare l’originale  Avatar quando è uscito nei cinema tanti anni fa e, nonostante molto scetticismo nel lancio alla sua uscita, il sequel di James Cameron, Avatar: La via dell’acqua, si sta dimostrando un colosso inarrestabile al botteghino di tutto il mondo. Le ultime cifre sono arrivate e l’epopea fantascientifica ha ora superato la soglia dei 500 milioni di dollari a livello nazionale negli USA dopo aver incassato ben 45 milioni di dollari nel suo quarto fine settimana. Solo altri due film sono riusciti a realizzare questa impressionante impresa nell’era della pandemia: Spider-Man: No Way Home e Top-Gun: Maverick.

Questo dà anche al sequel il secondo più grande quarto fine settimana BO lordo di tutti i tempi dopo il primo Avatar, che ha incassato $ 50,3 milioni nel 2010. All’estero, Avatar: La via dell’acqua ha accumulato altri 132,6 milioni durante il fine settimana per un totale internazionale di $ 1,19 miliardi e un volume globale di $ 1,7 miliardi. Questo lo rende il settimo film di maggior incasso di tutti i tempi, che gli permette di superare Jurassic World ($ 1,67 miliardi). James Cameron ha recentemente confermato che Avatar 2 realizzerà un profitto, il che significa che quei sequel arriverà. Attualmente, i piani per il futuro del franchise Avatar  includono il suo sequel, un terzo film – che ha terminato le riprese, secondo Cameron – e due potenziali nuovi sequel. 

Avatar: la via dell’acqua, il film

Avatar: la via dell’acqua si svolge dentro e intorno all’oceano. Sully (Sam Worthington) e Neytiri (Zoe Saldana) hanno dei figli. “Ovunque andiamo”, dice Sully, “so una cosa, questa famiglia è la nostra fortezza”. Il sequel sembra ancora più sbalorditivo nella sua grafica blu intenso rispetto al film del 2009. Creature tutte nuove: vediamo i Na’vi su pesci volanti, uccelli, creature che comunicano con una balena, eppure in qualche modo divisi nonostante la loro affinità con la natura: le persone aliene sono divise, combattono l’una contro l’altra in una lotta tra pistole e frecce. È davvero un mondo completamente nuovo che alza la posta in gioco del precedente film 3 volte vincitore di Oscar.

Avatar: la via dell’acqua debutterà il 14 dicembre 2022, seguito dal terzo capitolo il 20 dicembre 2024. Per il quarto e quinto capitolo, invece, si dovrà attendere ancora qualche anno: 18 dicembre 2026 e 22 dicembre 2028.

Il cast della serie di film è formato da Kate Winslet, Edie Falco, Michelle Yeoh, Vin Diesel, insieme ad un gruppo di attori che interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno anche i protagonisti del primo film, ossia Sam Worthington, Zoe Saldana, Stephen Lang, Sigourney Weaver, Joel David Moore, Dileep Rao e Matt Gerald.

 
 

The Last of Us: il nuovo spot rivela le regole di Joel per sopravvivere a un’apocalisse

The Last of Us

È stato rilasciato un nuovissimo spot televisivo di The Last of Us per il tanto atteso adattamento live-action della HBO del videogioco horror di successo di Naughty Dog, che ci offre una nuova anteprima della relazione tra Joel ed Ellie. La serie farà il suo debutto la prossima settimana, domenica 15 gennaio. Il video presenta Joel di Pedro Pascal mentre dà a Ellie di Bella Ramsey le tre regole che deve seguire per sopravvivere al loro lungo viaggio attraverso l’America post-apocalittica.

The Last of Us, che sarà in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW dal 16 gennaio 2023 in contemporanea assoluta con la messa in onda negli Stati Uniti. Basata sull’omonimo videogioco acclamato dalla critica sviluppato da Naughty Dog in esclusiva per le piattaforme PlayStation, The Last Of Us sarà disponibile in tutti i territori in cui Sky è presente, compresi Regno Unito e Irlanda, Italia, Germania, Austria e Svizzera. Dai un’occhiata al nuovo spot televisivo di The Last of Us qui sotto:

 

 

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La serie The Last of Us

La serie The Last of Us affronterà gli eventi del primo gioco con la possibilità di contenuti aggiuntivi basati sul sequel. La serie è guidata dagli attori di Game of Thrones Pedro Pascal nei panni di Joel e Bella Ramsey nei panni di Ellie.

“La serie live-action si svolge 20 anni dopo che la civiltà moderna è stata distrutta”, si legge nella sinossi. “Joel ed Ellie, una coppia legata dalla durezza del mondo in cui vivono, sono costretti a sopportare circostanze brutali e spietati assassini in un viaggio attraverso un’America post-pandemica”.

Insieme a Pascal e Ramsey ci sono Gabriel Luna (Terminator: Dark Fate) nei panni di Tommy Miller, Nico Parker (Dumbo) nei panni della figlia di Joel, Sarah, Anna Torv (Mindhunter) nei panni di Tess e Merle Dandridge (The Flight Attendant) che riprende il suo ruolo dal videogiochi come Marlene, leader di un gruppo di resistenza noto come le lucciole. Nel cast presenti anche Jeffrey Pierce (Bosch) nei panni di Perry, Murray Bartlett (The White Lotus) nei panni di Frank, Con O’Neill (Chernobyl) nei panni di Bill e Storm Reid (Euphoria) nei panni di Riley.

La serie è scritta da Craig Mazin (Chernobyl) e Neil Druckmann (il videogioco The Last Of Us) che ne sono anche i produttori esecutivi. The Last Of Us è una co-produzione Sony Pictures Television con Carolyn Strauss, Evan Wells, Asad Qizilbash, Carter Swan, e Rose Lam come produttori esecutivi. La serie è prodotta da PlayStation Productions, Word Games, The Mighty Mint, e Naughty Dog.  

 
 

Ant-Man and the Wasp: Quantumania, rivelata la durata del film

Ant-Man and the Wasp: Quantumania

La durata del prossimo film del Marvel Cinematic Universe Ant-Man and the Wasp: Quantumania è stata rivelato. Secondo Fandango, il runtime di Ant-Man and the Wasp: Quantumania arriva a 125 minuti, o due ore e cinque minuti. Rispetto ad altri recenti film Marvel, è quasi identico a Doctor Strange nel Multiverso della Follia, che durava due ore e sei minuti. È un po’ più lungo della durata di un’ora e cinquantanove minuti di Thor: Love and Thunder, ma significativamente più breve di Black Panther: Wakanda Forever, che è arrivato a due ore e quarantuno minuti.

“Nel film, che dà ufficialmente il via alla fase 5 del Marvel Cinematic Universe, i partner dei supereroi Scott Lang (Paul Rudd) e Hope Van Dyne (Evangeline Lilly) tornano per continuare le loro avventure nei panni di Ant-Man and the Wasp“, afferma la sinossi. “Insieme ai genitori di Hope, Hank Pym (Michael Douglas) e Janet Van Dyne (Michelle Pfeiffer), la famiglia si ritrova ad esplorare il Regno Quantico, interagendo con strane nuove creature e intraprendendo un’avventura che li spingerà oltre i limiti di ciò che pensato fosse possibile”.

Il terzo capitolo della serie Ant-Man porterà modifiche permanenti all’universo cinematografico Marvel. Oltre a Kang il Conquistatore, è stato anche confermato che MODOK, il cattivo della Marvel preferito dai fan, farà il suo debutto live-action nel film.

 
 

Lord Voldemort: tutto quello che non sai sul cattivo di Harry Potter

Lord Voldemort

Per quanto sia noto, grazie al grande successo della saga di Harry Potter, Lord Voldemort rimane uno dei villain più misteriosi per i più, soprattutto perché i misteri legati al suo passato, al suo nome e alla sua vita sono stati raccontati principalmente nei romanzi.

I quella sede, JK Rowling ci ha offerto uno sguardo interessante sul suo passato e sulla sua infanzia, dipingendo l’immagine di un personaggio profondamente turbato e afflitto da grande conflitto interiore. Molto di questo tende a cadere nel dimenticatoio quando ci si approccia solo ai film della saga, quindi qui si prova a raccontare quali sono i segreti e i dettagli della vita di Voldemort che non tutti conoscono.

1Tutto quello che non sai su Lord Voldemort

Aveva un lavoro come commesso

Ancora una volta, questo è uno di quei dettagli che si conosce solo se si sono letti i libri. È naturale, dopotutto. Quando stai cercando di condensare un romanzo di 600 pagine in un film (nonostante alcuni di questi film sono incredibilmente lunghi), sei costretto tagliare alcuni dettagli che invece offrono ai lettori dei libri una visione interessante.

Borgin e Burkes è il raccapricciante negozio di Magia Oscura che ospita l’armadietto svanito nel Principe Mezzosangue. Non appena si è laureato, Riddle ha iniziato a lavorare lì e ha dimostrato di essere incredibilmente abile nel convincere streghe e maghi a comprare le merci in vendita al negozio. Fu attraverso i suoi contatti al negozio che incontrò la ricca e anziana proprietaria della tazza di Tassorosso e del medaglione di Serpeverde, che avrebbe scelto di trasformare in Horcrux.

La sua infanzia tragica

È curioso come, in così tanti casi, la colpa per la sventura dei figli vada ad attribuirsi ai genitori. Per ogni scienziato che diventa un super-criminale, c’è un papà che non si è preso il tempo di giocare a palla con lui, ogni tanto. Per ogni spietato megalomane, c’è un terribile trauma infantile in agguato nel passato.

Nonostante tutta la passione di Voldemort per i purosangue, lui è nato da una madre strega e da un padre Babbano. Sua madre, Merope Gaunt, aveva stregato suo padre, Riddle Sr, con una pozione d’amore. Il ragazzo è stato concepito sotto i suoi effetti e sua madre è morta di crepacuore quando ha smesso di somministrare la pozione a Riddle Sr che l’ha lasciata, fuggendo. Si teorizza, quindi, che l’incapacità di Voldemort di provare amore sia una conseguenza letterale di quanto accaduto trai suoi genitori.

Potrebbe aver scelto il “prescelto” sbagliato

Nei libri vediamo che Harry scopre e accetta il suo destino di Prescelto, lo vive fino in fondo e riesce a sconfiggere Voldemort. Tuttavia, Harry è il Prescelto perché Voldemort stesso lo ha designato come tale, quando ha deciso di andare ad uccidere James e Lily, la notte di Halloween del 1981. Lord Voldemort ha scelto e creato il proprio acerrimo nemico attaccando i Potter.

La profezia al centro di Harry Potter e l’Ordine della Fenice apparentemente afferma che Harry e Voldemort sono in rotta di collisione e uno deve sconfiggere l’altro alla fine. Di nuovo, però, il libro pone la questione in maniera più chiara: “Colui che ha il potere di sconfiggere il Signore Oscuro si avvicina … Nato da coloro che lo hanno sfidato tre volte, nato quando il settimo mese muore … e il Signore Oscuro lo segnerà come suo pari …” Come spiega Silente, la descrizione nella profezia si adegua a due maghi, Harry Potter e Neville Paciock, ma visto che Lord Voldemort stesso ha scelto, non si sa perché, di attaccare i Potter, allora ha scelto Harry come suo rivale, e forse Neville rimarrà sempre all’oscuro di tutto ciò.

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1975: Occhi bianchi sul pianeta terra, tutto quello che c’è da sapere sul film

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Nel panorama della New Hollywood, che a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta si caratterizzò per un significativo rinnovamento tematico e stilistico, sono numerosi i film che hanno avuto modo di portare al cinema storie segnate da profondi elementi distopici. Argomenti che un tempo non avrebbero trovato spazio nelle produzioni di Hollywood divenivano ora il mezzo attraverso cui riflettere sui cambiamenti della società e le sue possibili derive. Si raccontava dunque del futuro per parlare dell’oggi e pochi film ci sono riusciti in modo tanto memorabile quanto 1975: Occhi bianchi sul pianeta terra, diretto nel 1971 da Boris Sagal.

Similmente ad un altro noto film distopico di quegli anni quale 2022: I sopravvissuti, questo titolo di fantascienza offre molteplici chiavi di lettura, a partire naturalmente dalla pericolosità della guerra e del probabile sterminio (o mutazione) della specie umana. Come notato da diversi critici nel corso del tempo, però, 1975: Occhi bianchi sul pianeta terra sembra far riferimento anche all’innata paura del nemico presente poco oltre il mondo conosciuto. Il protagonista, che si presenta come l’ultimo baluardo della civiltà, si trova infatti a scontrarsi con antagonisti che sembrano incarnare le principali paure della società dell’epoca. In ultimo, si ritrova nel film anche un forte accenno a quella controcultura hippie che tanto spopolava in quegli anni.

1975: Occhi bianchi sul pianeta terra è dunque non solo un film che offre intrattenimento ed emozioni forti agli appassionati del genere, ma anche un’opera profondamente figlia del suo tempo che utilizza il genere per raccontare di quanto avveniva negli Stati Uniti di quegli anni, caratterizzati dalla guerra in Vietnam, dai movimenti per i diritti del popolo afroamericano, dagli orrori commessi dalla famiglia Manson e da numerosi altri sconvolgimenti che stavano rapidamente sgretolando l’immagine di una nazione compatta e immacolata. Anche a distanza di decenni, inoltre, il film di Sagal riesce ad essere attuale, avendo anticipato una serie di tendenze e comportamenti umani oggi sempre più diffusi.

1975: Occhi bianchi sul pianeta terra: la trama e il cast del film

Ma di cosa parla dunque 1975: Occhi bianchi sul pianeta terra? Il film, come facilmente immaginabile, si svolge nell’anno 1975, quando una guerra batteriologica ha portato al diffondersi di un pericoloso virus che ha trasformato la specie umana in mostruosi mutanti che, in quanto fotofobici, escono allo scoperto solo di notte. Il loro scopo è quello di distruggere qualunque retaggio dell’era tecnologica, responsabile di quanto avvenuto. In una Los Angeles abbandonata e malridotta, si muove anche Robert Neville, ex medico militare nonché apparentemente l’unico umano sopravvissuto a questo olocausto batteriologico. Egli, nel tentativo di sopravvivere a questo ambiente, ricerca un antidoto per  tentare di salvare ciò che resta dell’umanità.

Ad interpretare Robert Neville vi è l’attore Charlton Heston, già celebre per i film Ben-Hur e Il pianeta delle scimmie. Il premio Oscar accettò subito il ruolo, essendo rimasto particolarmente colpito dalla storia narrata. Accanto a lui si ritrovano anche Anthony Zerbe nel ruolo di Matthias, il leader dei mutanti, e l’attrice Rosalind Cash nei panni della superstite Lisa. La Cash, qui al suo primo ruolo di rilievo, venne ingaggiata per il film per via della crescente popolarità del movimento Black Power. Quello tra lei e il protagonista, inoltre, è considerato il primo bacio interraziale mai apparso sul grande schermo. Un momento che generò non poca agitazione nella Cash, intimorita dallo status di celebrità di Heston.

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1975: Occhi bianchi sul pianeta terra: dal libro al remake Io sono leggenda

La storia di 1975: Occhi bianchi sul pianeta terra è tratta dal romanzo di Richard Matheson dal titolo Io sono leggenda, pubblicato nel 1954. Celebre scrittore di titoli come Al di là dei sogni, Duel e Real Steel, da cui poi sono stati tratti anche gli omonimo libri, Matheson aveva già visto questo suo celebre romanzo venire adattato per il cinema con il film L’ultimo uomo della Terra, del 1964. La nuova trasposizione con Heston protagonista, però, differisce in molteplici modi da quanto lui scritto. Il cambiamento più importante è probabilmente quello relativo alla quasi totale estinzione dell’umanità. Se nel film questa avviene per via di una guerra batteriologica tra Cina e Stati Uniti, nel romanzo è invece la conseguenza di un virus diffuso da pipistrelli e mosche.

Da questa modifica si evince ulteriormente quanto agli autori del film interessasse proporre una storia che in modo più esplicito parlasse di questioni presenti nell’attualità di quel tempo, tra cui la guerra. Dal romanzo di Matheson è poi stato tratto anche un’ulteriore adattamento, quello del 2007 dal titolo Io sono leggenda. La differenza tra 1975: Occhi bianchi sul pianeta terra e la nuova trasposizione, però, sta nel fatto che nel film con protagonista Will Smith viene ad essere ridimensionata se non del tutto eliminata la componente politica. Si tratta dunque di un titolo che, pur restando più fedele al romanzo di Matheson, si dimostra meno incisivo a livello contenutistico, offrendo più che altro un intrattenimento coerente con i suoi tempi.

1975: Occhi bianchi sul pianeta terra: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di 1975: Occhi bianchi sul pianeta terra grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Chili Cinema, Apple iTunes, Rai Play e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 7 gennaio alle ore 22:55 sul canale Rai Movie.

Fonte: IMDb

 
 

Wild Wild West: trama, cast e curiosità sul film con Will Smith

Wild Wild West film

Nel corso della sua storia il western è stato rielaborato in modi sempre nuovi e diversi. Uno degli esperimenti più originali e memorabili è il film del 1999 Wild Wild West (qui la recensione), che contiene tanto elementi di questo genere quanto altri relativi alla fantascienza, all’azione e alla commedia. Un miscuglio particolarmente esplosivo che ha dato vita ad un film apprezzato nella sua stranezza, che nel corso degli anni ha guadagnato maggiori consensi proprio per la sua natura di “scult“. Questo è diretto dal regista Barry Sonnenfeld, noto per i due film su La famiglia Addams e la trilogia di Men In Black, esperto nel fondere generi diversi tra loro per dar vita ad opere insolite e destinate ad un ampio pubblico.

Quella di Wild Wild West non è però una storia originale, bensì è ispirata alla serie televisiva Selvaggio west, andata in onda dal 1965 al 1969. Già in essa si ritrovavano elementi fantascientifici, resi ancor più evidenti e presenti nel film del 1999. Il progetto di dar vita ad un adattamento cinematografico di questa risale ai primi anni Novanta, e vi era legato l’attore Mel Gibson come protagonista e Shane Black per la sceneggiatura. A causa di loro altri impegni, il film passò a quel punto nelle mani di Sonnenfeld, che stravolse quanto fino a quel momento previsto. A causa del suo budget particolarmente elevato, stimato intorno ai 170 milioni di dollari, il film faticò ad affermarsi come un buon successo, arrivando ad un incasso di 222 milioni.

Al momento della sua uscita, inoltre, Wild Wild West vantò un’accoglienza critica particolarmente negativa. Il film ottenne infatti ben 9 nomination ai Razzie Awards, vincendo 5 premi, tra cui peggior film. Pur consapevoli dei limiti del film, ad oggi questo rimane una visione divertente e a suo modo affascinante, perfetta per serate in cui si è in cerca di svago. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alle sue location. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Wild Wild West: la trama del film

Ambientato al termine della guerra di secessione, il film ha per protagonisti due agenti speciali del vecchio West, i quali ricevono dal Presidente degli Stati Uniti Ulysses S. Grant l’incarico di catturare il pericolosissimo e sanguinario dottor Arliss Loveless. Questi è un rancoroso reduce della guerra, reazionario e sudista convinto, privo di gambe e ridotto su una carrozzella a vapore, che sta costruendo una macchina gigante, chiamata Tarantola, per distruggere la nazione che tanta sofferenza gli ha arrecato. A tentare di sventare i suoi piani ci penseranno l’agente speciale James West e l’agente speciale Artemius Gordon, due caratteri a dir poco diversi e inconciliabili che si ritrovano forzatamente a lavorare insieme per evitare la catastrofe imminente architettata da Loveless.

Wild Wild West cast

Wild Wild West: il cast del film

Ad interpretare il personaggio di James West vi è l’attore Will Smith, in quegli anni all’apice della popolarità. Per potergli affidare il ruolo, questo è stato riscritto come afroamericano, apportando di conseguenza una serie di altre modifiche all’intera storia. Inizialmente entusiasta del film, l’attore nel corso degli anni ha completamente cambiato la sua opinione a riguardo, considerandolo ora il peggiore della sua carriera. Per recitare in questo, Smith ha inoltre rifiutato il ruolo di Neo in Matrix, e ancora oggi considera questa la decisione più sbagliata mai presa. Accanto a lui, nei panni dell’agente Artemius Gordon, vi è il premio Oscar Kevin Kline. Per il film, il suo personaggio ha subito modifiche affinché manifestasse una certa rivalità con West, elemento invece assente nella serie originale.

L’attrice messicana Salma Hayek è invece presente nel ruolo di Rita Escobar, seducente e misteriosa cantante che si unirà alla missione dei due protagonisti. Come Smith, anche l’attrice è nota avere un’opinione negativa del film, affermando di essersi sentita mal sfruttata per questo. Il celebre Kenneth Branagh è invece lo spietato dottor Loveless. Come West, anche tale personaggio subì diversi cambiamenti, passando dall’essere un nano ad un reduce di guerra privato delle gambe. L’attore ebbe non pochi problemi a dar vita a tale menomazione, costretto a stare diverso tempo in pose poco agevoli. Branagh decise inoltre di studiare in modo approfondito la Guerra Civile degli Stati Uniti, al fine di entrare in quella mentalità.

Wild Wild West: le location, la colonna sonora, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Per ricostruire l’ambientazione da vecchio west, si decise si avvalersi tanto di set ricostruiti quanto di luoghi più naturali. In particolare, le sequenze ambientate all’interno dei treni si sono svolte negli studios della Warner Bros. Le riprese esterne, invece, si sono svolte nello stato Idaho e nella città di Santa Fe, in Nuovo Messico. Alcune scene si sono svolte anche nel set di Cooke Movie Town, finito poi quasi interamente distrutto a causa di un incendio scaturito in seguito a dei fuochi d’artificio mal gestiti. A fare ancor più da contrasto con questi luoghi vi è la colonna sonora del film. Questa, in particolare si avvale di due brani poi divenuti buoni successi. Si tratta di Bailamos, di genere pop latino, cantato da Enrique Iglesias, e Wild Wild West, brano rap eseguito dallo stesso Smith.

È possibile fruire di Wild Wild West grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten Tv, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 7 gennaio alle ore 23:10 sul canale TwentySeven.

Fonte: IMDb

 
 

Il Commissario Gamache: Misteri a Three Pines, la recensione dei primi due episodi della serie su Sky

Il Commissario Gamache Misteri a Three Pine recensione serie

Sky Investigation continua a tingersi di giallo, e questa volta lo fa con un nuovo prodotto nato dalla penna di Louise Penny, Il Commissario Gamache: Misteri a Three Pines. La serie, prodotta da Sony, porta sul piccolo schermo Alfred Molina nei panni dell’ispettore-capo Gamache che investiga nel Canada francese su una serie di omicidi a Three Pines.

Molina interpreta un sagace detective dal placido temperamento, un attento osservatore che strizza un po’ l’occhio al Poirot di Agatha Christie e all’Holmes di Arthur Conan Doyle. La serie sarà disponibile dall’8 gennaio in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW.

Il Commissario Gamache: Misteri a Three Pines, la trama

Il commissario Armand Gamache (Alfred Molina) vede cose che gli altri non vedono: la luce tra le crepe, il mitico nel mondano e il male in ciò che sembra semplicemente ordinario. Una qualità che sicuramente gli torna utile per quanto riguarda la sua professione, ma che comporta anche uno spiacevole «effetto collaterale»: il dubitare, sempre e comunque, degli altri.

Perché tutti hanno un segreto. Durante un’indagine su una serie di omicidi a Three Pines, una cittadina all’apparenza idilliaca, Gamache scoprirà alcuni segreti sepolti da tempo e dovrà affrontare alcuni fantasmi fin troppo personali.

Un whodonuit dal ritmo lento

La trama generale si dipana attraverso due strutture narrative di diverso spessore: la prima potrebbe definirsi la macro-linea del racconto, il thriller, in cui a dominare è il mistero che si avvolge attorno alla comunità indigena e la cui risoluzione sarà data nell’epilogo della serie. La seconda, la micro-linea, quindi il giallo, riguarda i casi di omicidi auto-conclusivi, la cui progressione dura il tempo di due episodi. L’impianto di Il Commissario Gamache: Misteri a Three Pines tenta così di modellarsi intrecciando questi due filoni e sin dalle prime battute sembra improntarsi su una scrittura semplice, netta e solo a tratti efficace.

Se da una parte il mistero sulle donne indigene scomparse – che in particolar modo si incentra sulla diciottene Blue Two-Rivers – prende subito un ritmo incalzante, coinvolgendo lo spettatore empaticamente, sul versante dell’omicidio degli episodi “Tempesta di neve” si perde nell’impresa di ergersi a whodonuit accattivante, non riuscendo a tenere una presa avvincente sulla storia.

A rendere questi primi due episodi deboli è con molta probabilità il fatto che questi fungono da introduzione alla serie e, di conseguenza, ai suoi personaggi, i quali devono ancora ben disporsi e farsi conoscere nella loro completezza. O forse anche il protagonista principale, l’ispettore-capo Armand Gamache, la cui indole altruista, troppo compassionevole, generosa e calma non permettere alle dinamiche di essere più serrate, ciò che ci si aspetterebbe da un prodotto poliziesco.

Questione di razze

A conclusione delle due parti di “Tempesta di neve”, quel che resta impressa è la tematica legata alle razze inferiori che, come accade tutt’oggi, sono le più penalizzate. Il vero valore che ha lo script di Il Commissario Gamache: Misteri a Three Pines va ricercato nel suo tracciare le difficoltà dei popoli minori, spesso discriminati e posti nell’ombra, lì dove nessuno può vederli e, di conseguenza, considerare i loro bisogni. È infatti il caso delle donne indigene a colpire maggiormente Gamache, il cui interesse vira più alla loro difficile situazione in Canada piuttosto che alla donna uccisa a Threes Pine.

Il voler ripristinare un equilibrio fra razze, garantendo loro giustizia, sembra porsi come suo obiettivo principale, tanto da diventare un ossessione che si trasforma in incubi la notte. Come ogni detective, anche lui ha il suo punto fisso mentre attorno regna il caos, e quel punto fisso diventa la sua bussola per cercare di ritrovare una giovane donna la cui scomparsa non tocca nessuno, Polizia compresa. Gamache prende questo caso a cuore, seppur non dovrebbe essere suo, e lo fa determinato a ribaltare un sistema corrotto, con lo scopo principale di dare loro una voce. Una vera voce in mezzo a milioni di silenzi.

In conclusione, i primi episodi di Il Commissario Gamache: Misteri a Three Pine gettano le basi per una trama che è ancora un bocciolo e la cui fioritura, molto lenta, si presume avrà la sua luce solo negli episodi a seguire. L’obiettivo di Sam Donovan sembra quello di operare a blocchi, tutti legati da un unico fil rouge, dando così l’impressione di guardare una serie di film inseriti però in un prodotto seriale. La speranza è che negli episodi a seguire il genere poliziesco prorompa senza tremare, proprio come la sua controparte thriller.

 
 

Il Commissario Gamache – Misteri a Three Pines dall’8 gennaio su SKY e NOW

Il Commissario Gamache - Misteri a Three Pines

Una città all’apparenza idilliaca, una serie di omicidi a turbarne la quiete, un detective in grado di vedere cose che gli altri non vedono: dai gialli della scrittrice Louise Penny, arriva a partire dall’8 gennaio in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW il nuovissimo poliziesco Il Commissario Gamache – Misteri a Three Pines, con Alfred Molina (Una donna promettente, Show Me A Hero, Spider-Man: No Way Home, Boogie Nights). Ambientata in Canada, nel Quebec, la serie è un’avvincente crime story che andrà su Sky Investigation tutte le domeniche con due nuovi episodi che saranno ovviamente disponibili anche on demand.

Protagonista è Armand Gamache (Molina), commissario dalle qualità distintive, alle prese con una serie di omicidi nella cittadina di Three Pines. Nel cast anche Rossif Suththerland, Elle-Máijá Tailfeathers, Tantoo Cardinal, Clare Couter, Sarah Booth, Anna Tierney, Roberta Battaglia, Julian Bailey, Ali Hand e Marie-Josèe Belanger.

Il Commissario Gamache – Misteri a Three Pines è prodotta da Sony. Tra gli executive producer Andy Harries (tra i produttori esecutivi di The Crown e Outlander) e Alfred Molina.

La trama di Il Commissario Gamache – Misteri a Three Pines

Il commissario Armand Gamache vede cose che gli altri non vedono: la luce tra le crepe, il mitico nel mondano e il male in ciò che sembra semplicemente ordinario. Una qualità che sicuramente gli torna utile per quanto riguarda la sua professione, ma che comporta anche uno spiacevole «effetto collaterale»: il dubitare, sempre e comunque, degli altri. Perché tutti hanno un segreto. Durante un’indagine su una serie di omicidi a Three Pines, una cittadina all’apparenza idilliaca, Gamache scoprirà alcuni segreti sepolti da tempo e dovrà affrontare alcuni fantasmi fin troppo personali.

 
 

Close: la recensione del film di Lukas Dhont

Close-recensione

Con il suo primo lungometraggio, Girl, il regista belga Lukas Dhont era meravigliosamente uscito dai canoni del racconto di formazione per raccontare la dura e tenera vicenda di un ragazzo impegnato nella propria transizione di genere, affermandosi come un regista dotato di rara sensibilità. Con il suo secondo lungometraggio, Close, egli torna a raccontare il mondo dei ragazzi con un coming of age che a sua volta dà prova della grazia e dell’originalità del suo sguardo. Presentato nel Concorso del Festival di Cannes, dove ha vinto il Grand Prix Speciale della Giuria, e poi ad Alice nella Città, sezione parallela e autonoma della Festa del Cinema, il film si afferma dunque come gioiello di dolcezza ma anche per la brutale onesta con cui ritrae il delicato periodo dell’adolescenza.

Protagonisti di questo racconto sono i tredicenni Léo (Eden Dambrine) e Rémi (Gustav De Waele) da sempre migliori amici o “quasi fratelli” come si definiscono loro, che trascorrono insieme tutto il loro tempo libero, vivendo avventure, raccontandosi di tutto e condividendo ogni emozione. Quando l’estate finisce e le scuole superiori iniziano, i due diventano anche compagni di classe. Qui, il loro legame speciale non manca di attirare l’attenzione di alcuni altri studenti e dalla loro curiosità sorge una domanda semplice e ingenua, che però darà vita ad un vero e proprio terremoto nel rapporto tra i due amici. Da quel momento in poi, i due scopriranno quanto possa essere doloroso crescere e cambiare come persone.

In conflitto con sé stessi

Un elemento particolarmente affascinante di Girl era dato dal fatto che il conflitto vissuto dal protagonista relativamente alla propria volontà di cambiare sesso non era generato dallo scontro con quanti intorno a lui, bensì con sé stesso. La transizione di genere e il bisogno di una nuova autodeterminazione dovevano dunque necessariamente passare attraverso l’accettazione da parte dello stesso protagonista e non dalla società in cui è inserito, che al contrario veniva rappresentata come particolarmente aperta nei confronti di tale cambiamento. Similmente, in Close, il conflitto che si viene a generare tra i due adolescenti protagonisti è scaturito primariamente da loro stessi, dal desiderio tutto loro di conformarsi a regole di cui in realtà non avrebbero bisogno.

È vero, viene posta una fatidica domanda sulla natura del loro rapporto e non mancano i momenti in cui gli altri loro coetanei esternano commenti inopportuni a riguardo, ma da qui in poi quanto avviene diventa l’espressione del modo in cui i due protagonisti iniziano a riflettere in modo personale sul proprio legame e sulla loro identità. Il desiderio di essere accettato sembra per Léo divenire l’unica cosa che conta e a quell’età è assolutamente comprensibile che sia così. Dhont, senza alcun giudizio netto, porta dunque in scena un momento notoriamente delicato nella vita di ogni essere umano, dove al desiderio di crescere va di pari passo anche una forte paura per ciò che potrebbe restare indietro e ciò che invece si potrebbe trovare di nuovo lungo il percorso.

Come raccontato dal regista, tutti hanno in un modo o nell’altro vissuto tali dinamiche. Dinamiche con cui è difficile fare i conti e di cui è di conseguenza difficile parlare. Nell’assumere tale compito, Dhont dimostra ancora una volta un feroce interesse nei confronti nello scontro tra l’individuo e il suo mondo interiore, che si manifesta proprio nel momento in cui si è più vulnerabili e malleabili. Già con questa sua opera seconda si possono dunque tracciare delle prime coordinate del suo cinema. Un cinema composto di corpi vivi che fremono eppure si autocensurano, di personalità forti che devono fare i conti con emozioni che non appaiono mai del tutto chiare. Un cinema, in ultimo, che propone veri e propri viaggi attraverso momenti della vita dopo i quali nulla sarà mai più come prima.

Close-Lukas-Dhont

Un film all’altezza dei suoi personaggi

Close segue dunque con maggior attenzione i canoni e le classiche tappe di questa tipologia di racconti, proponendo un percorso durante il quale i due protagonisti cambiano il proprio modo di rapportarsi con sé stessi e il mondo circostante. All’interno di questa cornice Dhont inserisce tutti quelli che già in Girl apparivano essere i suoi principali interessi come regista. Come suggerisce il titolo del film, egli rimane particolarmente vicino ai suoi personaggi, facendoli esprimere più con i gesti e gli sguardi che non con le parole. Non per niente egli ha affermato di scrivere i suoi film più con l’animo del coreogrago che non con quello dello sceneggiatore.

Tra primi e primissimi piani, dettagli e particolari, Dhont trova dunque il modo di far emergere dalle immagini tutte quelle piccole grandi emozioni che un racconto come questo porta naturalmente con sé. Ci sono calore e tenerezza in Close, che la splendida fotografia di Frank van den Eeden (qui alla sua seconda collaborazione con Dhont) sottolinea ripetutamente attraverso l’esaltazione di determinati colori, luci e di quei primi piani struggenti. Con questo stesso calore, però, sono raccontati anche i momenti più intensi e drammatici, che colpiscono proprio per via della loro semplicità e che tutti potremmo aver vissuto crescendo.

Come avvenuto per Girl, inoltre, anche in questo caso il regista trova gli interpreti ideali e si conferma un abile direttore d’attori, capace di tirar fuori da loro la più pura sincerità e tutte le emozioni presenti nell’animo dei loro personaggi. Gli sguardi spaventati o sconcertati di Dambrine, in particolare, sono realmente capaci di scavare di rimanere impressi nella mente e nel cuore dello spettatore. Oltre a tutto ciò, Dhont dà in generale ulteriore prova di possedere un grande controllo come regista, dosando al punto giusto il dramma, la spensieratezza e le emozioni, facendo sì che ogni parte del film risulti coesa e coerente con quella prima e quella seguente.

Così facendo riesce a cogliere la vitalità dei suoi due protagonisti ma anche il loro progressivo senso di smarrimento. Close, in fin dei conti, risulta un’opera così forte emotivamente proprio per il suo porsi interamente alla loro altezza e in ascolto delle loro emozioni, cogliendone e amplificandone le gioie e le paure. Scene apparentemente semplici come quella all’interno dell’autobus, prima che Léo riceva una fatidica notizia, o ancora quelle che il giovane condivide con Sophie (Émille Dequenne), la madre di Remy, sono un perfetto esempio dell’abilità di Dhont di comprendere e raccontare il mondo interiore dei più giovani.

 
 

Martin Scorsese: le “nuvole si sono alzate” sui “giorni bui” del cinema dopo aver visto “Tár”

Tar

Martin Scorsese ha fatto un’apparizione virtuale a sorpresa ai New York Film Critics Circle Awards del 2023, dove ha conferito al regista di Tár Todd Field il premio per il miglior lungometraggio. Scorsese, che ha diretto la protagonista di Tár Cate Blanchett in “The Aviator”, ha elogiato il dramma di Field come “un vero e proprio atto di alto livello” e ha affermato che il film ha sollevato le nuvole sui “giorni bui” che il cinema sta affrontando attualmente.

Da così tanto tempo ormai, così tanti di noi vedono film che praticamente ci fanno sapere dove stanno andando“, ha detto Scorsese. “Voglio dire, ci prendono per mano e, anche se a volte è inquietante, in qualche modo ci confortano lungo la strada che alla fine andrà tutto bene. Ora, questo è insidioso, poiché ci si può cullare in questo e alla fine abituarsi, portando quelli di noi che hanno sperimentato il cinema in passato – molto di più – a disperare del futuro della forma d’arte, in particolare per le giovani generazioni. Ma questo è nei giorni bui. Martin Scorsese ha continuato: “Le nuvole si sono alzate quando ho visto il film di Todd, ‘Tár’Quello che hai fatto, Todd – è che il tessuto stesso del film che hai creato non lo permette. Tutti gli aspetti del cinema e del film che hai usato lo attestano. Lo spostamento delle location, per esempio, lo spostamento delle location da solo fanno ciò che il cinema sa fare meglio, ovvero ridurre lo spazio e il tempo a ciò che sono, il che è niente”.

Martin Scorsese
Foto di Aurora Leone © Cinefilos.it

Tár presentato in concorso all’ultima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia vede la Cate Blanchett nei panni di una maestra di fama mondiale la cui vita personale e carriera professionale vengono sconvolte dal suo comportamento tossico. La Blanchett ha vinto la Colpa Volpi per la migliore attrice al Festiva ed è ampiamente attesa per una nomination all’Oscar, così come per il miglior film e Field per la migliore regia. “Quello che hai fatto, Todd, è un vero atto di alto livello“, ha aggiunto Martin Scorsese. “Tutto questo è trasmesso attraverso una magistrale messa in scena, come angoli e bordi controllati, precisi, pericolosi, precipitosi geometricamente in qualche modo cesellati in un meraviglioso formato 2:3:5 di composizioni di fotogrammi. I limiti della cornice stessa e la provocazione di tempi misurati riflettono l’architettura brutale della sua anima, l’anima di Tár.”

Field e Blanchett hanno recentemente unito le forze per la prima storia di copertina di Variety del 2023 . Blanchett ha detto durante l’intervista: “Penso che ‘Tár’ parli di un momento nella vita di una donna in cui si sta muovendo inesorabilmente, come tutti noi, verso la morte, e cerchiamo di correre più veloce di quella cosa – cerchiamo di correre più veloce dei lati sgradevoli di noi stessi. Cerchiamo di nasconderci”.

Martin Scorsese trova spesso un modo per sostenere pubblicamente i film che ama di più in un dato anno. “Tár” si unisce al film horror di Ti West “Pearl” come uno dei due titoli del 2022 per i quali il regista premio Oscar ha rilasciato una dichiarazione di elogio. A settembre, ha detto che “Pearl” era “così profondamente inquietante” che dopo ha avuto problemi a dormire. Pearl‘ crea 102 minuti selvaggi, ipnotizzanti, profondamente – e intendo profondamente – inquietanti”, ha scritto Scorsese in una dichiarazione. “West e la sua musa e partner creativa Mia Goth sanno davvero come giocare con il loro pubblico… prima di affondare il coltello nel nostro petto e iniziare a girare“.

 
 

Il Gladiatore 2: Paul Mescal in trattative per Ridley Scott

il gladiatore 2

Ridley Scott si sta avvicinando al sogno di realizzare Il Gladiatore 2, sequel tanto chiacchierato di uno dei suoi film di maggior successo con Russell Crowe. Stando a quanto riporta Variety, infatti, il regista avrebbe scelto il suo protagonista: Paul Mescal, rivelazione di Normal People, sarebbe in trattative per interpretare il protagonista del film. Scott produrrà anche, insieme al presidente di Scott Free Michael Pruss, Doug Wick e Lucy Fisher tramite Red Wagon Entertainment. David Scarpa ha scritto la sceneggiatura.

Dal film originale tornano anche Janty Yates (Costumista) e Arthur Max (Scenografo). Il primo film è stato una coproduzione tra Universal e DreamWorks e mentre DreamWorks non sarà più coinvolta, Universal ha il diritto di collaborare nuovamente al progetto.

Il nuovo film segue l’acclamato blockbuster del 2002 Il Gladiatore, che ha incassato oltre 460 milioni di dollari al botteghino mondiale ed è stato candidato a dodici premi Oscar, vincendone cinque, incluso quello per il miglior film. Il ruolo di Massimo Decimo Meridio, il generale romano diventato gladiatore, è stato un punto di svolta per la carriera di Russell Crowe nel 2000.

Sembra che Ridley Scott abbia incontrato l’attore in una fase molto precoce del processo di casting e, sebbene stia ancora svolgendo i colloqui, Paul Mescal è tra coloro che maggiormente hanno incontrato il favore del regista. Per Mescal potrebbe essere un vero e proprio salto per la sua carriera, dal momento che uscirebbe dalla cerchia di produzioni indie per affacciarsi nel mondo del cinema industriale.

De Il Gladiatore 2 sappiamo molto poco, ma il protagonista sarà Lucio, il giovane figlio di Lucilla (Connie Nielsen), che ora è un uomo adulto dato che la storia si svolge anni dopo il primo film. Nella storia del primo film, Lucio e sua madre vennero salvati dalle ire di Commodo (Joaquin Phoenix) dall’intervento di Massimo. Imperatore e gladiatore hanno poi trovato la morte nell’arena, alla fine del film.

Ridley Scott è al momento al lavoro sul set di Napoleon proprio con Phoenix, mentre Paul Mescal è approdato il 6 gennaio su MUBI con Aftersun.