Arriva il 23 settembre al cinema
Benvenuti in Casa Esposito, un film di
Gianluca Ansanelli con Giovanni
Esposito, Antonia Truppo e con Francesco Di
Leva, tratto liberamente dal romanzo Benvenuti in
Casa Esposito di Pino Imperatore.
Tonino Esposito è il figlio di un
celebre boss della Camorra del Rione Sanità. Goffo e maldestro, non
è in grado di far male ad una mosca e per questo, alla morte del
padre, tutto passa nelle mani di un altro affiliato. È un buono
Tonino, ce la mette tutta a riscuotere il pizzo, a fare la voce
grossa, a imitare il padre, ma non è il suo mestiere. Tonino
conduce così una vita da mediocre camorrista, senza riuscire a
farsi rispettare né da chi dovrebbe odiarlo per i suoi soprusi, né
da chi dovrebbe amarlo per i suoi successi. Quando scoprirà che sua
figlia si è fidanzata proprio con il figlio del magistrato che dà
la caccia al boss del Rione Sanità, Tonino avrà però l’occasione
per riscattare la sua figura davanti alla propria famiglia e a
tutta Napoli.
Una
produzione Bartlebyfilm,
Buonaluna e Vision
Distribution, in collaborazione
con Sky, in associazione
con Imprebanca, opera co-finanziata
dalla Regione Campania. Realizzato
da Run Film, produttori
esecutivi Alessandro e Andrea
Cannavale. Produttori Massimo Di Rocco, Luigi
Napoleone, Alessandro Siani.
L’account Instagram di
Avatar ha condiviso una serie di scatti, molto
piccoli a dire la verità, direttamente dal set neozelandese del
film. Il post sul social è dedicato proprio alla crew che in Nuova
Zelanda ha lavorato al film per tutte le riprese in live
action.
Avatar
2debutterà
il 16 dicembre 2022, seguito dal terzo
capitolo il 20 dicembre 2024. Per il quarto e
quinto capitolo, invece, si dovrà attendere ancora qualche
anno: 18 dicembre 2026 e 22
dicembre 2028.
Il cast della serie di film è
formato da Kate
Winslet, Edie
Falco, Michelle Yeoh, Vin
Diesel, insieme ad un gruppo di attori che
interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno
anche i protagonisti del primo film, ossia Sam
Worthington, Zoe
Saldana, Stephen
Lang, Sigourney
Weaver, Joel David
Moore, Dileep
Rao e Matt Gerald.
Il sito web di una catena di cinema,
in USA, ha diffuso la scheda di Venom
2 con una cast list che dà da pensare. Trai nomi che
compaiono nella lista, infatti, accanto a Tom Hardy, Michelle Williams
e Woody Harrelson, c’è anche J.K.
Simmons, che per i fan dell’universo Marvel è ben più di un nome di un
attore in una lista.
Il premio Oscar per
Whiplash è stato infatti per tutta la “gestione
Raimi” del marchio Spider-Man l’incarnazione di
J. Jonah Jameson, direttore del Daily Bugle, giornale presso il
quale trova lavoro Peter Parker in qualità di fotografo.
Nell’estate 2019, Simmons ha
rivestito i panni di J. Jonah Jameson nella scena post credits di
Spider-Man: Far From Home e in
No Way Home, terzo film della trilogia sull’Uomo Ragno
targata Marvel/SONY, tornerà ad interpretare il personaggio.
La presenza di Simmons nella cast
list di Venom 2, che si intitolerà Venom: La
Furia di Carnage, indica che probabilmente l’attore
interpreterà proprio J. Jonah Jameson e questo implica un
collegamento tra Venom e Spider-Man al cinema, legame che nei
fumetti è più che solido, e che già Raimi aveva portato, con
risultati modesti, sul grande schermo. Non sarebbe il primo legame
tra i due universi cinematografici, visto che già dal trailer di
Morbius, sembra che l’Avvoltoio di Michael Keaton, visto sempre in
Spider-Man:
Homecoming, apparirà nel film con Jared Leto.
Probabilmente, J. Jonah Jameson sarà
solo un cameo nel film con Tom Hardy, e il suo rientro in scena ufficiale
sarà quello in
Spider-Man: No Way Home. Ecco di seguito la cast list
di Venom
2:
Quello che sappiamo su Venom: La
furia di Carnage
Tom Hardy ritorna sul grande schermo nel
ruolo del “protettore letale” Venom, uno dei personaggi Marvel più
enigmatici e complessi. In Venom: La
furia di Carnage assisteremo allo scontro tra il
simbionte e Cletus Kasady, aka Carnage, uno degli antagonisti più
celebri dei fumetti su Spider-Man, interpretato da Woody
Harrelson.
Nel cast del sequel
anche Michelle
Williams(Fosse/Verdon) nei panni
di Anne Weying, Naomie
Harris(No Time to Die) nei panni
di Shriek e l’attore inglese Stephen Graham.
Il film uscirà in autunno al cinema.
In era di pandemia, la distribuzione
Disney si è reinventata, facendo molto affidamento sulla sua
piattaforma dedicata, Disney+. Gli ultimi blockbuster dello
studio sono infatti arrivati in sala e in piattaforma con la
formula di accesso VIP, una quota in aggiunta all’abbonamento per i
singoli titoli. Mulan, Crudelia e
Black Widow hanno ricevuto questo trattamento, con
piccole varianti, che si è rivelato vincente da un punto di vista
economico, ma Shang-Chi verrà invece distribuito
solo al cinema e sarà disponibile su Disney+ dopo 45 giorni dalla
distribuzione in sala.
Commentando questa scelta,
BobChapek, CEO Disney, ha
dichiarato: “Crediamo che Shang-Chi sarà un esperimento
interessante. La distribuzione del film era stata pianificata per
un ambiente cinematografico più sicuro” rispetto a quello che
ha accolto Black Widow, e quindi puntare solo sulla sala sarà un
termometro interessante della situazione attuale delle
strutture.
Tuttavia, Simu Liu non ha preso bene queste parole,
replicando a Chapek che Shang-Chi non è un
esperimento. Liu ha scritto sul suo account Twitter: “Noi non
siamo un esperimento. Siamo reietti, quelli che non vengono
considerati abbastanza. Siamo coloro che rompono il soffitto di
cristallo. Siamo la celebrazione di cultura e gioia che persevera
dopo anni di battaglie. Noi siamo la sorpresa. Sono fottutamente
fomentato di fare la storia, il 3 settembre”.
We are not an experiment.
We are the underdog; the underestimated. We are the
ceiling-breakers. We are the celebration of culture and joy that
will persevere after an embattled year.
La reazione di Liu sembra tuttavia
eccessiva, dal momento che il CEO Disney ha usato la parola
“esperimento” esclusivamente (e chiaramente) in relazione alla
strategia di distribuzione e non al film stesso, che invece, da un
punto di vista produttivo e di coinvolgimento di forze, sembra
completamente nella media degli altri prodotti Marvel Studios.
E infatti in questa direzione è poi
intervenuto Kevin Feige, che ha placato gli animi:
“Non è un uomo timido –
ha detto in merito a Liu – Credo che in quel tweet sia
visibile a tutti un fraintendimento. Non è stato intenzionale. La
prova è nel film stesso in cui affrontiamo le difficoltà come
sempre abbiamo fatto. Con una quantità di energia creativa che
mettiamo nei progetti e nel budget, non c’è stato risparmio nel
portare sullo schermo questa storia d’origine.”
Vi ricordiamo che nei panni del
protagonista ci sarà l’attore canadese Simu
Liu, visto di recente nella commedia di NetflixKim’s Convenience. Insieme a
lui, nel cast, figureranno anche Tony
LeungChiu-wai nei panni del
Mandarino, e Awkwafina,
che dovrebbe interpretare un “leale soldato” del Mandarino, e se è
vero che il villain qui sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci
sono ottime possibilità che si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto
i fumetti saprà che è la sorella dell’eroe del titolo e che il suo
superpotere è l’ipnosi.
Quello dei Pokémon
è uno dei franchise più celebri e redditizi di sempre, noto in
particolare per i tantissimi videogiochi che lo caratterizzano e
arricchiscono. Nel corso degli anni sono poi state numerose le
incursioni dei piccoli mostri tascabili tanto in televisione quanto
nel cinema. Tutte le opere audiovisive a loro dedicate, però, sono
sempre state caratterizzate per la tecnica dell’animazione. Nel
2019, invece, è arrivato il primo film in live-action dedicato a
questi personaggi e al loro mondo. Si tratta di
Pokémon: Detective Pikachu (qui la recensione), diretto da
Rob Letterman e co-prodotto dagli Stati Uniti con
il Giappone.
Oltre a basarsi sul franchise in
generale, il film è tratto dall’omonimo videogioco della Nintendo
uscito per la prima volta nel 2016. Questo si configurò come uno
spin-off della serie, dove il giocatore si trova a lavorare con un
Pikachu parlante per risolvere vari misteri. Poiché si trattava di
un videogioco particolarmente incentrato sulla narrativa, questo si
presentò da subito come il titolo ideale da adattare per il grande
schermo. Nel realizzarlo, si è poi deciso di avvalersi di una
tecnica mista, che ha consentito la realizzazione animata dei vari
pokémon presenti, potendoli così raffigurare nel modo più fedele a
come sono conosciuti dai fan.
Con un incasso globale di 433
milioni di dollari a fronte di un budget di 150, Pokémon:
Detective Pikachu ha così confermato il grande interesse verso
questo universo narrativo, qui trattato in modo originale,
divertente e particolarmente appassionante per spettatori di ogni
età. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà
certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità
relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e al suo
sequel. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Pokémon: Detective Pikachu, la trama del film
La storia inizia quando il geniale
detective privato Harry Goodman scompare
misteriosamente, costringendo il figlio di 21 anni
Tim a scoprire cosa sia successo. Il giovane, che
aveva da sempre desiderato diventare un allenatore di Pokémon si
trova dunque ora alle prese con qualcosa di molto più grande e
pericoloso del previsto. Ad aiutarlo nelle indagini, vi è però
proprio un Pokémon ed ex compagno di Harry, il Detective
Pikachu: un adorabile, esilarante e saggio
super-investigatore che sorprende tutti, persino sé stesso. Dato
che Tim è l’unico essere umano in grado di parlare con Pikachu, i
due decidono di unire le loro forze in un’avventura elettrizzante
per svelare l’intricato mistero.
I due si trovano così ad inseguire
gli indizi lungo le strade illuminate al neon di Ryme City, una
moderna e disordinata metropoli dove umani e Pokémon vivono fianco
a fianco in un iperrealistico mondo live-action. Pikachu, tuttavia,
non ha memoria di cosa sia accaduto al padre di Tim e dovrà dunque
indagare attivamente con lui per scoprire cosa si nasconde dietro
quella morte misteriosa. Nel corso delle loro indagini
incontreranno una serie di Pokémon, alcuni pacifici altri meno,
scoprendo una trama sconvolgente che potrebbe distruggere la loro
coesistenza pacifica con gli umani e minacciare l’universo stesso
dei Pokémon.
Pokémon: Detective Pikachu, il cast
del film
Ad interpretare il giovane umano Tim
Goodman vi è l’attore Justice Smith, già apparso
nei film Città di carta e Jurassic World – Il regno
distrutto. Egli è stato il primo nome confermato del cast ed è
anche l’attore che più di ogni altro nel film interagisce con i
Pokémon. Essendo questi realizzati in CGI, egli si trovava dunque
spesso a recitare da solo. Per questo ha raccontato che le sue
scene preferite sono quelle dove ha modo di confrontarsi con altri
esseri umani. Smith, inoltre, è cresciuto con il franchise dei
Pokémon ed ha affermato che il suo personaggio preferito è
Totodile. Nei panni di suo padre Harry compare brevemente l’attore
Ryan Reynolds,
celebre per il personaggio di Deadpool.
Pur comparendo solo per poco in
carne ed ossa, Reynolds è in realtà presente nel film sotto altre
sembianze. È infatti lui a dare la voce al celebre Pikachu, avendo
accettato la parte così da poter partecipare ad un film che anche i
suoi figli piccoli avrebbero potuto vedere. A dare voce italiana a
Pikachu è invece Francesco Venditti, voce
ufficiale di Reynolds. Nel film è poi presente Kathryn
Newton nel ruolo di Lucy Stevens, giovane reporter che
aiuterà Tim. Ken Watanabe, attore giapponese noto
per i film L’ultimo samurai e Godzilla,
interpreta invece il detective Hideo Yoshida. Bill Nighy è
Howard Clifford, titolare della multinazionale Clifford
Enterprises, mentre Suki Waterhouse è Mrs. Norman,
guardia del corpo di Howard.
Pokémon: Detective Pikachu, il
sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Nel gennaio 2019, quattro mesi prima
dell’uscita del film, la Legendary Pictures ha annunciato che un
sequel è in fase di sviluppo con Oren
Uziel (sceneggiatore di The Cloverfield
Paradox e Mortal Kombat) impegnato a dar vita ad una
nuova storia. Nonostante nel maggio dello stesso anno sia stato
annunciato un sequel anche del videogioco omonimo, il film dovrebbe
prendere un percorso autonomo rispetto a questo, di cui non si sa
ancora nulla. Dato il grande successo di questo primo
lungometraggio, è estremamente probabile il ritorno di molti dei
membri del cast, tra cui Reynolds come voce di Pikachu.
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Pokémon: Detective
Pikachu è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple iTunes e Tim
Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di
riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un
abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso
di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui
guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto
televisivo di lunedì 16 agosto alle ore
21:15 sul canale Premium Cinema.
Non c’è alcun dubbio sul fatto che
il McDonald’s sia oggi uno dei principali simboli della
globalizzazione e del consumismo contemporaneo. La più nota catena
di ristoranti fast food al mondo è oggi un simbolo riconosciuto in
ogni dove. Non molti sanno che dietro tale successo globale si
nasconde una storia particolarmente articolata, fatta di grandi
sogni e altrettanto grandi tradimenti. A raccontarla, in modo
particolarmente coinvolgente, è stato il film del 2016
The Founder (qui la recensione), diretto da
John Lee Hancock. La sceneggiatura, firmata da
Robert D. Siegel, è stata indicata come una delle
migliori del suo anno.
Obiettivo del film è dunque quello
di ripercorrere la biografia di Ray Kroc,
spregiudicato imprenditore statunitense che ha intravisto il
potenziale del McDonald’s e lo ha esportato in tutto il mondo. Per
raccontare la sua storia, Siegel si è non solo basato su
un’autobiografia ufficiale di Kroc, ma anche su una non
autorizzata, dove vengono portati alla luce anche gli aspetti meno
nobili dell’uomo in questione. The Founder riesce dunque a
dar vita ad un protagonista sempre più accattivante ma anche
sgradevole, continuamente al confine tra bene e male. Egli ha
descritto la storia come un incrocio tra Il petroliere e
The Social Network.
Accolto in maniera positiva dal
pubblico e dalla critica, il film ha così dato risalto ad una
storia non a tutti nota e che ritraae perfettamente lo spirito
capitalista di cui Kroc è stato uno dei maggiori esponenti. Prima
di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori e la vera storia dietro il
film. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
The Founder: la trama del film
Il film, come anticipato, racconta
di Ray Kroc, un venditore di frullatori i cui
affari non vanno a gonfie vele. Ray crede che la colpa
dell’insuccesso sia dovuto al metodo troppo antiquato di servire la
clientela che, stanca delle lunghe attese, spesso perde interesse
nel prodotto. Grazie al suo lavoro di venditore itinerante, Kroc ha
modo di osservare attentamente le dinamiche dei ristoranti, in cui
è costretto a mangiare, e quanto l’inefficienza degli impiegati sia
deleteria per gli affari. Quando la sua collega
June lo informa che il ristorante McDonald di San
Bernardino ha intenzione di fare alla loro ditta un grande e
costoso ordine, Kroc decide di recarsi personalmente sul luogo.
Giunto al ristorante, Ray rimane
sorpreso nel constatare che il locale riesce a soddisfare gli
ordini dei clienti in pochissimo tempo, offrendo cibo a prezzi
stracciati. Dopo aver gustato il suo panino, l’uomo riesce a
presentarsi al proprietario Mac McDonald, che gli
mostra la maniacale organizzazione delle cucine e gli presenta il
fratello Dick. Colpito dalle idee innovative dei
McDonald, Kroc deciderà di cambiare vita e cercare di inserirsi
nella nuova e dinamica realtà di ristorazione. Per farlo, si
troverà a dover ideare una serie di ambiziosi progetti, che lo
porteranno ad ottenere tanta ammirazione quanto odio.
The Founder: il cast del film
Per interpretare il protagonista Ray
Kroc era inizialmente stato contattato l’attore
TomHanks. Quando però egli
rifiutò la parte, questa venne proposta a Michael Keaton,
tornato in quegli anni alla ribalta grazie a Birdman e Il casoSpotlight. Per prepararsi al ruolo, Keaton ha poi
avuto accesso ad una grande quantità di filmati e interviste del
vero Ray Kroc, di cui molti inediti, potendo trarre da questi
materiali dei riferimenti per la voce, il modo di parlare e tutti
gli altri manierismi di Kroc. Keaton, inoltre, ha preso lezioni di
piano dopo aver scoperto che all’imprenditore piaceva suonare tale
strumento. L’attore ha inoltre affermato di aver tratto grande
ispirazione dai film Wall Street, The Wolf of Wall Street e
Jerry Maguire.
Accanto a lui, nel ruolo di sua
moglie Ethel Fleming, vi è invece la premio Oscar Laura Dern,
mentre Linda Cardellini è Joan Smith, seconda
moglie di Kroc. Patrick Wilson,
noto per i film di The Conjuring, recita invece nel ruolo
di Rollie Smith, uno degli uomini che aiuterà Kroc nella sua
scalata al potere. L’attore Nick Offerman, celebre
per la sitcom Parks and Recreation interpreta Richard
“Dick” McDonald, mentre l’attore John Carroll
Lynch, celebre per il film Zodiac è il fratello
Maurice “Mac” McDonald. Quest’ultimo si è preparato alla riprese
memorizzando l’intera sceneggiatura come fosse un testo da recitare
in teatro. Ciò gli ha permesso di essere sempre pronto per le sue
scene.
The Founder: le differenze tra il
film e la vera storia
Nell’introdurre alla vicenda del
McDonald’s, The Founder riporta fedelmente che i fratelli
Richard e Maurice McDonald avevano aperto un ristorante drive-in
barbecue e hamburger ad Arcadia, in California nel 1937. Questo ha
avuto successo per otto anni, ma alla fine hanno deciso che il
servizio era troppo lento e lo chiusero nell’autunno del 1948,
riaprendo poi con un menu snello e un sistema più efficiente. Si
sono infatti concentrati solo su hamburger, patatine fritte e
bevande analcoliche, eliminando tutto ciò che richiedeva un tempo
di preparazione troppo lungo. Come avviene nel film, nel 1954 i due
fratelli contattarono Kroc per le sue macchine per frullati e da
quel momento egli entrò in contatto con il mondo dei fast food.
Alla sua prima visita al locale dei
McDonald, Kroc rimase sbalordito dai prezzi bassi e dall’efficacia
delle operazioni messe in atto dai suoi proprietari. In
particolare, Kroc è rimasto stupito dalla rapidità con cui il
ristorante riusciva a soddisfare gli ordini dei un clienti. Come
nel film The Founder, anche nella realtà Kroc ha proposto
ai due di lavorare come loro agente in cambio di una piccolissima
fetta dei profitti. L’idea di rendere il McDonald’s un franchise
non fu però di Kroc, bensì degli stessi due fratelli, che nel 1954
possedevano già diverse sedi. Kroc prese però poi il controllo
totale della catena, fino ad estromettere i due fratelli.
Contrariamente a quanto mostrato nel film, però, i rapporti tra di
loro sono stati meno amari nella realtà.
The Founder: il trailer e dove
vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. The
Founder è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision e
Now. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di
riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un
abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso
di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui
guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto
televisivo di lunedì 16 agosto alle ore
21:25 sul canale Rai 1.
Tre Proiezioni speciali integrano e
completano il programma della 78. Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica (1 – 11 settembre 2021) della Biennale di Venezia,
diretta da Alberto Barbera.
Due sono documentari che hanno al
centro il tema dell’Architettura:
– Ricostruire insieme – Biennale
Architettura 2021 di Graziano Conversano (Italia, 52’), produzione
Rai Cultura, racconto degli argomenti, delle opere e dei
protagonisti della 17. Mostra Internazionale di Architettura 2021
della Biennale di Venezia, intitolata How will we live together?,
in corso ai Giardini e all’Arsenale fino al 21 novembre
– GES – 2 di Nastia Korkia (Russia,
77’), riflessione visiva sulla riqualificazione da parte del Renzo
Piano Building Workshop di un’ex centrale elettrica nel centro di
Mosca, dal 2014 della V-A-C Foundation
I due titoli entrano nel palinsesto
della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica nel segno di
quel dialogo stretto fra le diverse arti, che caratterizza sempre
più la Biennale quale laboratorio permanente di ricerca sulla
creatività contemporanea.
Il programma delle proiezioni
prevede:
giovedì 2 settembre, Teatro Piccolo
Arsenale
ore 16.30 Ricostruire insieme – Biennale Architettura 2021 di
Graziano Conversano (Italia, 52’)
a seguire,
GES – 2 di Nastia Korkia (Russia, 77’)
Il terzo titolo è Pietro il grande di Antonello Sarno, omaggio a
Pietro Coccia (1962-2018), uno dei più talentuosi fotoreporter del
cinema italiano, con una carriera durata oltre trent’anni. Pietro
il grande è l’omaggio al professionista e all’amico
ultratrentennale di tutti i grandi protagonisti del nostro cinema,
una carriera ricostruita in circa 400 scatti accompagnati da 8
grandi colonne sonore.
Programma delle proiezioni:
mercoledì 1 settembre, Sala
Giardino, ore 11 / giovedì 2 settembre, Sala Giardino, ore 17 /
venerdì 3 settembre, Teatro Piccolo Arsenale, ore 14.30
· Ricostruire insieme – Biennale
architettura 2021 di Graziano Conversano
E’ il racconto dei temi e dei protagonisti della 17a Biennale di
Architettura 2021, che il curatore Hashim Sarkis ha voluto
compendiare in una domanda cruciale: “How will we live together?”.
Saremo in grado di realizzare uno stile di vita pacifico e
inclusivo per tutti gli esseri viventi che popolano il pianeta e
nel rispetto degli individui che chiedono equità, solidarietà,
giustizia sociale, e naturalmente il rispetto dell’ecosistema?
La domanda echeggia in un mondo attraversato da una grande
crisi globale, tra diseguaglianze economiche, il cambiamento
climatico che fa sentire i suoi effetti catastrofici, in ogni parte
del globo e naturalmente una grande pandemia che è ancora in corso.
La crisi ci costringe a ripensare al modo in cui viviamo e
sfruttiamo le risorse, e questo fa dell’attuale stagione della
Biennale un luogo in cui provare a dare risposta ai maggiori
interrogativi del nostro tempo. Con il contributo di architette e
architetti provenienti da ogni luogo del
mondo, anche da aree un tempo non adeguatamente rappresentate, che
portano alla ribalta sensibilità e proposte nuove. E’ una
produzione Rai Cultura.
Graziano Conversano. Regista e
sceneggiatore, laureato presso la Sapienza di Roma in Arti e
scienze dello spettacolo. Negli ultimi anni ha diretto documentari
e programmi televisivi, specializzandosi nella produzione di
documentari a carattere storico/civile, focalizzando la sua
attività sul docudramma, utilizzando attori nella drammatizzazione
tra fiction ed immagini d’archivio. Ha esordito nel 2001 con
il cortometraggio Faiuno! Premiato con il Sacher d’argento di Nanni
Moretti. Tra i suoi ultimi lavori per Rai: Maxi Il grande processo
alla mafia; Alighieri Durante, detto Dante. Vita e avventure di un
uomo del Medioevo; Io sono Venezia; Ei fu. Vita, conquiste e
disfatte di Napoleone Bonaparte.
· GES-2 di Nastia Korkia
Nel 2014, la V–A–C Foundation ha acquisito 20.000 mq di un’ex
centrale elettrica, GES-2, incaricando il Renzo Piano Building
Workshop della sua trasformazione. Nei successive cinque anni, le
cineprese hanno seguito i lavori di riqualificazione insieme alle
iniziative culturali della Fondazione. Nel film, questi eventi sono
intrecciati in un singolare ordine non cronologico. “Ho passato
cinque anni – dichiara Nastia Korkia – in mezzo a una magica
trasformazione: una centrale elettrica già usata per fornire
energia al Cremlino, stava rigenerandosi per fornire energia
culturale alla cittadinanza. Il film intende materializzare
esperienze artistiche nei momenti più inaspettati. E’ assemblato
come un caleidoscopio, dove episodi apparentemente non legati fra
loro si fondono in un insieme di persone con le più diverse
ambizioni e aspirazioni, riunite in uno sforzo commune per
realizzare una nuova istituzione culturale nel cuore di Mosca. La
questione più importante per me
era illustrare questo grande evento attraverso piccoli accadimenti.
Perché la vita non è possibile senza un tocco di assurdita”.
Sentiamo ad esempio le parole di Francesco Bonami all’inizio del
film, seduto in una vetrina del più grande emporio di Mosca:
“Mentre mi stai filmando, sembra che io sia reale. Ma se fai due
passi indietro, si comincia a capire che sono in una vetrina. Così,
anch’io sono arte. Perché se collocate una cornice, una soglia fra
la realtà e ciò che sta dentro la cornice, state forse creando
un’opera d’arte. Non tutti possono avere successo in questo,
ma è importante iniziare creando un’invisibile cornice, o una
soglia, fra la realtà e qualcosa d’altro”.
Nastia Korkia, è una regista che
vive e lavora a Mosca. Laureata in Filologia all’Università Statale
di Mosca, ha studiato regia alla Scuola del Nuovo Cinema di Mosca
con Bakur Bakuradze, e l’arte del documentario con Werner Herzog a
Cuba. I suoi film sono stati presentati, fra gli altri festival, al
DOK Leipzig, al True/False, allo Sheffield DocFest.
· Pietro il grande di Antonello
Sarno
Pietro Coccia (1962-2018) è stato uno dei più talentuosi
fotoreporter del cinema italiano durante una carriera durata oltre
trent’anni. Pietro il grande è l’omaggio al
professionista e all’amico ultratrentennale di tutti i grandi
protagonisti del nostro cinema, una carriera ricostruita in circa
400 scatti accompagnati da 8 grandi colonne sonore. Per ricreare –
nello spazio di un breve film che abbraccia un artista e un uomo
grande – la magia che più di ogni altra è quella propria di una
fotografia che riesce a fermare l’incanto del cinema. Come Pietro
sapeva fare. “Quando Pietro è scomparso, all’improvviso, da solo, a
casa sua, appena rientrato da Cannes 2018 – spiega Antonello Sarno
– ho pensato immediatamente di rendergli un omaggio approfittando
del mio know-how di documentarista sul cinema. Essendo scomparso
all’improvviso, come fossimo all’inizio di un mistery purtroppo
reale, Pietro ha lasciato una quantità enorme di fotografie,
stampe, diapositive, scatti di
gitali, computer densi di immagini ma senza password. L’amicizia
con Pietro, che risale ai banchi di scuola, al Giulio Cesare di
Roma, imponeva di affrontare la sfida: guardare decine di migliaia
di foto per sceglierne le poche centinaia che sarebbero entrate nel
documentario. Per questo ringrazio suo fratello Benedetto e Tiziana
Rocca che con pazienza mi hanno accompagnato in questo lavoro”.
Produzione: Istituto Luce Cinecittà e Agnus Dei – Tiziana Rocca
Production. Montaggio: Stefano Farruggia. Una realizzazione SEa –
Videoeuropa 2000 srl
Antonello Sarno, giornalista
cinematografico da oltre 35 anni, è caporedattore cinema alle Reti
Mediaset dove, per 8 anni e 320 puntate ha curato l’unica
trasmissione sul cinema delle tv generaliste: Supercinema.
Come regista ha realizzato oltre 30 documentari, tra cui anche
alcuni lungometraggi usciti in sala, dei quali 12 già presentati
alla Mostra del cinema e dedicati alla storia del festival più
antico, bello e importante del mondo e vincendo i massimi premi
cinematografici italiani e internazionali. Pietro il
grande è il suo 13⁰ titolo “veneziano”.
Netflix rilascia le nuove immagini della
terza
stagione di Sex
Education, che sarà disponibile con otto nuovi episodi
in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo dal 17 settembre
2021.
È un nuovo anno: Otis fa
sesso occasionale, Eric e Adam hanno ufficializzato la loro
relazione e Jean sta per avere un bambino. Nel frattempo, la nuova
preside Hope (interpretata da Jemima Kirke) cerca di ripristinare gli
standard di eccellenza della Moordale, Aimee scopre il femminismo,
Jackson si prende una cotta, mentre un messaggio vocale perduto
incombe ancora.
Tra i nuovi membri del
cast anche: Jason Isaacs nel ruolo di Peter Groff, il fratello
maggiore, di maggior successo e decisamente poco modesto del padre
di Adam; l’artista Dua Saleh, al debutto attoriale nel ruolo di
Cal, un nuovo studente non binario della Moordale; e Indra Ové nel
ruolo di Anna, la madre adottiva di Elsie, la sorellina di
Maeve.
Sex
Education 3 è scritta e creata da Laurie Nunn e
prodotta da Eleven. Il team di sceneggiatori comprende Sophie
Goodhart, Selina Lim, Mawaan Rizwan, Temi Wilkey e Alice Seabright,
con il contributo di Jodie Mitchell. La terza stagione è diretta da
Ben Taylor e Runyararo Mapfumo. Laurie Nunn, Ben Taylor e Jamie
Campbell sono i produttori esecutivi.
Sylvester Stallone è stato protagonista di
almeno un film che ha raggiunto la vetta del box office per ogni
decade in cui ha lavorato come attore, in tutto sei, sessant’anni
di carriera. Questo primato è stato coronato da The
Suicide Squad – Missione suicida, in cui l’attore di
Rocky interpreta King Shark.
Stallone si è fatto un nome con
l’iconico film Rocky nel 1976, che è diventato il
film con il maggior incasso di quell’anno e ha vinto come miglior
film agli Oscar. Rocky alla fine è diventato un franchise che
abbraccia più decenni e, in aggiunta a ciò, Stallone ha recitato in
Rambo, film che ha fornito alla star
dell’azione un altro amato franchise che gli è valso il successo di
box per diversi decenni. Tuttavia, in tempi più recenti,
l’intramontabile star del cinema action hollywoodiano si è
costantemente reinventata, poiché ha lanciato il franchise di
The Expendables, con The Expendables
4 che potrebbe essere annunciato a breve, e ha trovato la
sua strada in progetti di supereroi come Guardiani della Galassia Vol. 2 e The
Suicide Squad.
Nel weekend di apertura, The
Suicide Squad ha guadagnato un totale
di $ 26,5 milioni che, sebbene siano inferiori alla proiezione
originale, sono stati comunque sufficienti a regalare al film la
posizione numero uno del botteghino USA e a Stallone questo record
originale e invidiabile.
Sul suo account Instagram, Sylvester Stallone ha condiviso un articolo di
Deadline, sottolineando che con The Suicide Squad in testa al
botteghino nel 2021, l’icona di Hollywood ha ora avuto un film al
numero uno del botteghino in sei decenni consecutivi. Deadline
scrive anche 20 dei film dell’attore hanno raggiunto il primo
posto, con The Expendables e The Suicide Squad che lo hanno aiutato
a guadagnare il primo posto negli ultimi due decenni. Nel suo post su
Instagram, Stallone ha ringraziato i fan, così come il suo
regista di The
Suicide Squad, James Gunn che lo
aveva fortemente voluto già in Guardiani della Galassia Vol. 2.
Johnny Depp parla della sua battaglia legale
in corso con l’ex moglie Amber Heard. I due si
sono sposati nel 2015 dopo aver iniziato una relazione sul set di
The Rum Diary – cronache di una passione nel
2009. Il matrimonio e la relazione hanno avuto un enorme impatto su
Hollywood e sui fan, che li volevano insieme molto prima che i due
ufficializzassero la relazione.
Sfortunatamente, il matrimonio non
si è rivelato essere la favola che molti avevano sperato che fosse,
con la Heard che ha chiesto il divorzio nel 2016 e ha accusato Depp
di violenza domestica. Depp, tuttavia, ha negato tali accuse,
insistendo sul fatto che Heard stava “tentando di ottenere una
risoluzione finanziaria prematura accusandolo abusi”. Ne è
seguita poi una battaglia legale, le cui ripercussioni continuano a
farsi sentire ancora oggi.
Prima che il divorzio tra Depp e
Heard fosse finalizzato nel 2017, la coppia ha raggiunto un accordo
extragiudiziale di 7 milioni di dollari, dove Heard ha ritirato la
sua richiesta di un ordine restrittivo per violenza domestica. Nei
mesi successivi la coppia ha rilasciato anche una dichiarazione
congiunta sulla loro separazione, oltre a firmare una clausola di
non denigrazione che impediva loro di parlare male l’uno
dell’altro.
Ma nel 2018, Heard ha scritto un
editoriale per il Washington Post, dicendo che Depp l’aveva abusata
fisicamente. La causa ha portato Depp a citare in giudizio la sua
ex moglie per $ 50 milioni, e le indagini in merito sono ancora in
corso. Nel frattempo, The Sun ha pubblicato un articolo definendo
Depp un “picchiatore di mogli” in riferimento al suo precedente
matrimonio. Depp ha quindi fatto causa a The Sun per diffamazione
nel luglio 2020, ma nel novembre dello stesso anno il tribunale
inglese si è espresso in favore del giornale.
In una recente conversazione con il
Sunday Times (tramite
Comicbook), Depp ha affermato che Hollywood lo sta boicottando
per i suoi problemi legali. L’attore ha fatto riferimento in
particolare al suo ultimo lungometraggio, il dramma storico
Minamata, che è stato presentato in anteprima nel
Regno Unito venerdì ma deve ancora uscire negli Stati Uniti. Depp
ha insinuato che il motivo per cui il suo film non è stato ancora
distribuito negli Stati Uniti è la sua causa per diffamazione
contro The Sun e il suo caso pendente contro Heard, che, a questo
punto, rappresentano i principali ostacoli alla sua carriera. Depp
ha dichiarato:
“Abbiamo guardato queste persone negli occhi e abbiamo promesso che
non avremmo sfruttato la situazione. Che il film fosse rispettoso
(in riferimento ai fatti reali che il film racconta, ndr) Credo che
abbiamo mantenuto la nostra parte del patto, ma anche quelli che
vengono dopo dovrebbero mantenere la loro.
Alcuni film toccano le persone.
E questo riguarda quelle di Minamata e le persone che sperimentano
cose simili. E per qualsiasi cosa… Per il boicottaggio di Hollywood
nei miei confronti? Un uomo, un attore in una situazione spiacevole
e disordinata, negli ultimi anni?
Mi sto muovendo verso dove devo
andare per fare tutto questo… Per portare le cose alla
luce”.
Simu Liu è pronto a
portare sul grande schermo Shang-Chi, il primo
supereroe asiatico del Marvel Cinematic Universe, o più
precisamente, il primo ad avere un film tutto suo, così come
Chadwick Boseman aveva fatto, con un’eco enorme,
per Black Panther.
Liu è certamente emozionato e il
film,
Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli, promette
sicuramente una storia coinvolgente e tanta azione, oltre a
costituire un importante pezzo del grande puzzle del MCU nella Fase
4.
Ora, sembra che tutti, nel mondo,
fossero fieri e emozionati per Simu tranne i suoi genitori. Così
almeno l’attore ha spiegato nella didascalia di una foto che
ha condiviso su
Instagram in cui mostra il poster cinese del film. Nella
didascalia, l’attore scrive: “I miei genitori erano decisamente
non impressionarsi per il mio lavoro in Shang-Chi, fino a che non
ho mostrato loro il poster con le scritte in cinese. ORA sono
orgogliosi.”
Al di là della gag divertente, la
didascalia implica anche quanto sia importante la rappresentazione
per ogni cultura ed etnia in ogni forma di arte ed espressione. In
bocca al lupo, quindi, a Shang-Chi e a questa
nuova avventura cinematografica della Marvel.
Vi ricordiamo che nei panni del
protagonista ci sarà l’attore canadese Simu
Liu, visto di recente nella commedia di NetflixKim’s Convenience. Insieme a
lui, nel cast, figureranno anche Tony
LeungChiu-wai nei panni del
Mandarino, e Awkwafina,
che dovrebbe interpretare un “leale soldato” del Mandarino, e se è
vero che il villain qui sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci
sono ottime possibilità che si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto
i fumetti saprà che è la sorella dell’eroe del titolo e che il suo
superpotere è l’ipnosi.
James Gunn ama
lavorare con i suoi amici e la sua famiglia, lo dimostra quanto
riesca sempre a coinvolgere il fratello Sean Gunn
nei suoi film. Ma ci sono due attori, due amici, che hanno
partecipato a tutti e cinque i film da lui diretti. Sono Nathan Fillion e Michael Rooker, e con The Suicide Squad in sala, il regista e
sceneggiatore coglie l’occasione per ringraziarli entrambi
attraverso uno
scatto su Instagram:
“Ho diretto 5 film e questi due
hanno partecipato a tutti, forse perché mi piace avere sulle spalle
un piccolo angelo e un piccolo diavolo. (Ok, sì, so che Nathan era
nel profondo background in Guardiani 2, ma comunque
c’era).”
Emma Stone ha sottoscritto l’accordo con la
Disney per il sequel di Crudelia.
L’attrice, che solo qualche giorno fa si diceva essere intenzionata
a far causa alla Casa di Topolino per l’uscita in streaming del
film,
come aveva fattoScarlett Johansson per il suo
Black Widow, ha invece messo a tacere tali voci
con la conferma che collaborerà di nuovo con lo studio, grazie ad
un accordo che la vedrà più presente nella produzione, da un punto
di vista creativo, e che le permetterà di trarre profitto anche da
una eventuale replica della formula di distribuzione (che come
sappiamo è stata distribuita tra sala e Disney+ con accesso VIP).
Crudelia
è interpretato da Emma Stone, Emma Thompson, Joel Fry, Paul Walter
Hauser, Emily Beecham, Kirby Howell-Baptiste e
Mark Strong. Il film è diretto da Craig
Gillespie, da una sceneggiatura di Dana Fox e Tony
McNamara e da un soggetto di Aline Brosh McKenna e Kelly Marcel &
Steve Zissis, basato sul romanzo “La carica dei 101” di Dodie
Smith. Crudelia è prodotto da Andrew Gunn, Marc Platt e
Kristin Burr, p.g.a., mentre Emma Stone, Michelle Wright,
Jared LeBoff e Glenn Close sono i
produttori esecutivi.
Il fumettista Jim Lee ha
realizzato un omaggio a The Suicide Squad, un disegno in cui ha
ritratto alcuni dei suoi personaggi preferiti che compaiono nel
film di James Gunn.
Nella didascalia al disegno, Lee ha
scritto che parte del divertimento di guardare il film è stato
quello di rintracciare tutti i disegni che lo hanno ispirato,
cogliendo tutti i riferimenti alle tavole a fumetti. “In quello
spirito – scrive Jim Lee– ho disegnato
questa immagine con alcuni dei miei personaggi preferiti del
film”. Nell’immagine di seguito vediamo Starro,
T.D.K., Polka Dot-Man e King Shark.
Part of the fun of watching the fans’
reaction to @SuicideSquadWB
has been seeing all the art inspired by the film! (out NOW in
theaters and on @HBOmax!) In
that spirit—I sketched up this image of some of my favorites from
this film’s cast…1/7 pic.twitter.com/nbSSIJVTVV
“Benvenuti all’inferno, ossia a
Belle Reve, la prigione con il più alto tasso di mortalità negli
Stati Uniti d’America. Qui sono confinati i peggiori
supercriminali, disposti a tutto pur di evadere, anche unirsi
all’oscura e super segreta missione della Task Force X. L’incarico
del giorno? Metti insieme una serie di truffatori (tra cui
Bloodsport, Peacemaker, Captain Boomerang, Ratcatcher 2, Savant,
King Shark, Blackguard, Javelin e la psicopatica preferita di
tutti, Harley Quinn). Armali pesantemente e abbandonali sulla
remota isola di Corto Maltese infusa dal nemico. Mettili alla prova
grazie ad una giungla brulicante di avversari militanti e forze di
guerriglia ad ogni angolo. La squadra è impegnata in una ‘search
and destroy’ guidata dal colonnello Rick Flag, mentre i tecnici del
governo di Amanda Waller seguono ogni loro movimento grazie a dei
sistemi impiantati nelle loro orecchie. Come sempre… una sola mossa
falsa e chiunque può morire (per mano degli avversari, di un
compagno di squadra o della stessa Waller).”
Sebbene sia l’ultimo arrivato in
“casa Spider-Man“, Tom
Holland è sicuramente molto amato dai fan
dell’Uomo Ragno cinematografico, perché oltre ad essere davvero un
ottimo Peter Parker /Spider-Man, è anche
abbastanza giovane da coinvolgere il nuovo pubblico e tenersi
comunque caro il vecchio.
Forse proprio per questo, lo
Youtuber stryder HD ha realizzato due video con
la tecnica del deep fake in cui il volto di Tom Holland viene
sovrapposto a Andrew Garfield e a Tobey
Maguire in alcune scene dei film di Sam
Raimi e di Marc Webb che li hanno visti
protagonisti negli anni passati. Eccoli di seguito!
Rivedremo Tom Holland nei panni di
Peter Parker / Spider-Man in Spider-Man:
No Way Home, che chiude la prima trilogia dei film che
la SONY ha realizzato insieme ai Marvel Studios.
Il film è diretto
da Jon Watts (già regista
di Homecoming e Far
From Home) e prodotto da Kevin
Feige per i Marvel Studios e da Amy
Pascal per la Pascal Production. Il film arriverà
nelle sale americane il 17 dicembre 2021.
L’account Instagram ReleaseTheAyerCut ha
condiviso una foto tratta dalla Ayer Cut di
Suicide Squad in cui Harley Quinn, con
le braccia intorno al collo di Deadshot, lo bacia, ricambiata. La
scena dovrebbe essere contenuta nella Ayer Cut, appunto, la
versione del film di David Ayer, il regista, che
la Warner non avrebbe fatto uscire, imponendosi in fase di
montaggio.
Dopo l’uscita della
Snyder Cut di Justice League, la rete si sta
mobilitando per promuovere anche la director’s cut di Suicide
Squad, del 2016, proprio nel momento in cui The
Suicide Squad, il suo sequel pensato e diretto da
James Gunn, è in sala. Ecco di seguito lo
scatto:
Suicide Squad: la Ayer Cut in arrivo su HBO Max? David Ayer
smentisce
Suicide
Squad è un film del 2016 diretto da David
Ayer con Will
Smith, Margot
Robbie, Jared
Leto, Joel
Kinnaman, Jai Courtney, Cara
Delevingne, Viola
Davis, Scott Eastwood, Raymond Olubawale, Jay Hernandez, Ike
Barinholtz, Ted Whittall, Robin Atkin
Downes e David
Harbour. Nel film i più temuti supercriminali del
mondo vengono reclutati in gran segreto da Amanda Waller per
costituire la Task Force X, una squadra di antieroi che in seguito
alla morte di Superman avrà il compito di
difendere l’umanità da ogni genere di minaccia.
Per alcuni è l’unico vero
Batman cinematografico, ed è stato ovviamente il
primo a dare viso e corpo all’eroe della DC Comics sul grande
schermo, ma adesso Michael Keaton tornerà, come sappiamo, a
interpretare il Crociato di Gotham in The
Flash, attualmente in fase di riprese.
Durante la promozione del suo nuovo
film, The
Protegè, Michael Keaton si
è trovato a rispondere proprio a delle domande sul suo ritorno nei
panni di Batman, e la risposta non poteva essere che perfetta! In
risposta alla domanda “Com’è stato tornare?”, Keaton ha
risposto “come andare in bicicletta!”.
Lui sì che sa come scaldare i fan che non vedono l’ora di rivederlo
nei panni del Pipistrello di Gotham!
"Like riding a bike!"
I asked Michael Keaton what it was like putting on the Batman
suit again while filming THE FLASH. Plus, some memories of working
with Tim Burton.
Confermata anche la presenza
di Michael
Keaton e Ben
Affleck, che torneranno entrambi a vestire i panni di
Batman. Kiersey Clemons tornerà nei
panni di Irish West dopo essere apparsa in Zack
Snyder’s Justice League (il personaggio era stato
tagliato dalla versione theatrical). Nel cast ci saranno anche
l’attrice spagnola Maribel Verdú (Il
labirinto del fauno), che interpreterà Nora Allen (la
madre di Barry) e l’attrice statunitense Sasha
Calle(Febbre d’amore) che interpreterà
Supergirl.
Non ci sarà
invece Billy Crudup, che aveva interpretato
Henry Allen (il padre di Barry) in Justice
League: l’attore verrà sostituito nella parte
da Ron Livingston. Il film dovrebbe essere
ispirato alla serie a fumetti “Flashpoint” del 2011, scritta da
Geoff Johns e disegnata da Andy Kubert.
Sky annuncia un nuovo film
Sky Original, The Hanging Sun, un
progetto internazionale prodotto da Sky con
Cattleya e Groenlandia. La regia
è di Francesco Carrozzini (Franca: Chaos
and Creation, 1937, Wierszalin), regista nominato agli Emmy e
fotografo di fama internazionale.
Scritto da Stefano Bises
(Gomorra, The New Pope), il film è tratto
dal romanzo “Sole di
mezzanotte” di Jo Nesbø. Le
riprese della coproduzione italo-britannica inizieranno a settembre
in Norvegia, tra Oslo e Alesund. La fotografia è di
Nicolaj Bruel (Dogman, Pinocchio).
Nel cast Alessandro Borghi (Sulla mia pelle,
Diavoli, Il Primo Re, Suburra), Jessica
Brown Findlay (Brave New
World, Harlots, Hamlet), Sam
Spruell (Small Axe: Mangrove, Outlaw King –
Il re fuorilegge, Biancaneve e il cacciatore).
The Hanging Sun è
un thriller noir ambientato tra le atmosfere rarefatte dell’estate
norvegese dove il sole non tramonta mai, la vita e la morte si
intrecciano, presente e passato si sovrappongono.
The Hanging Sun, la
trama
John (Alessandro Borghi) è in fuga.
Trova riparo nel fitto della foresta, vicina a un villaggio isolato
dell’estremo Nord, dove domina la religione, il sole non tramonta
mai e le persone sembrano appartenere a un’altra epoca. Tra lui e
il suo destino ci sono solo Lea (Jessica Brown Findlay), una donna
in difficoltà ma dalla grande forza, e suo figlio Caleb, un bambino
curioso e dal cuore puro. Mentre il sole di mezzanotte confonde
realtà e immaginazione, John dovrà affrontare il tragico passato
che lo tormenta.
Il regista Francesco
Carrozzini ha dichiarato: “Il mio primo film è un
sogno che si avvera. Il viaggio per arrivarci è stato lungo, ma
sono stato accompagnato da un meraviglioso gruppo di creativi che
amano il cinema quanto lo amo io”.
Antonella
d’Errico, Executive Vice President Programming Sky Italia
ha dichiarato “Siamo felici di annunciare The Hanging Sun, un
film Sky Original internazionale. È un progetto in cui
convivono tutti quegli elementi che definiscono la qualità e
l’originalità delle nostre produzioni: la matrice letteraria di Jo
Nesbø, uno tra gli autori contemporanei più apprezzati al mondo,
una storia di grande presa capace di parlare a un pubblico globale,
la sinergia con partner consolidati come Cattleya e Groenlandia, il
talento brillante e creativo di Francesco Carrozzini, di Stefano
Bises, e un cast eccellente, in cui siamo particolarmente felici di
ritrovare un interprete straordinario come Alessandro Borghi. Un
nuovo racconto targato Sky nel segno dell’originalità e
dell’eccellenza”.
Riccardo Tozzi,
Fondatore e Co-CEO di Cattleya, ha commentato: “The Hanging Sun
è un progetto in cui crediamo moltissimo. Uno Sky Original
internazionale, tratto dal romanzo noir di un autore del calibro di
Jo Nesbø, che segna l’esordio al cinema di un giovane regista
appassionato e dalla grande sensibilità estetica. È un film di
genere ma, come piace a noi, parla di qualcosa che riguarda tutti:
la paternità, e specificamente la paternità sbagliata. Grazie a
queste premesse e al dialogo sempre aperto e creativo con i team di
Groenlandia e Sky, crediamo di poter proporre al pubblico una
storia intrigante e di grande valore produttivo.”
Matteo Rovere, CEO
di Groenlandia ha dichiarato: “The Hanging Sun è un progetto
che ci ha entusiasmato da subito, e rappresenta tutto ciò che ci
piace fare con Groenlandia: una storia di genere con una componente
autoriale forte, sostenuta da una grande produzione internazionale
tratta dal bestseller di uno scrittore formidabile, e
caratterizzata da sentimenti forti e profondamente umani. Avremo un
cast unico, con un’equipe europea di grandissimi talenti, guidati
da un regista visionario, che speriamo possa parlare agli
spettatori di tutto il mondo. In più, la sinergia ormai consolidata
tra Sky, Cattleya e Groenlandia è ulteriore motivo di
soddisfazione, e ci dà la sicurezza di poter portare al pubblico un
film capace di intrattenere, emozionare e affrontare argomenti
molto vicini al sentire contemporaneo”.
The Hanging Sun
arriverà prossimamente al cinema e poi disponibile in prima
assoluta su Sky e NOW. Il distributore internazionale del film è
NBCUniversal Global Distribution per conto di Sky Studios.
Se ne era scherzato in conferenza
stampa e alla fine arriva la notizia ufficiale che la Disney vuole
il sequel di Free Guy – Eroe per Gioco. A dirlo è
Ryan Reynolds sul suo account Twitter, in cui
promuove l’uscita del film e annuncia che la Casa di Topolino ha
dichiarato di volere il sequel di una IP originale.
Chi ha visto il film sa che la
notizia genera ilarità, dal momento che proprio dentro la storia,
per mezzo del personaggio di Taika Waititi, si
dice che i sequel sono ciò che la gente vuole perché sono sicuri e
pigri e non mettono a rischio niente. Naturalmente gli eroi
protagonisti della storia lo smentiranno, ma la realtà è più
crudele, o forse semplicemente realistica, e così arriverà un
sequel di Free Guy, anche se non sappiamo come o quando!
Diretta da Shawn
Levy e interpretata da Ryan Reynolds, la
nuova entusiasmante commedia d’azione 20th Century Studios
Free Guy – Eroe per Gioco arriverà prossimamente nelle
sale italiane, distribuita da The Walt Disney Company Italia.
In
Free Guy – Eroe per Gioco, un impiegato di banca che
scopre di essere un personaggio all’interno di un videogioco open
world decide di diventare l’eroe della propria storia e di
riscrivere il suo personaggio. In un mondo senza limiti, il
protagonista è determinato a diventare colui che salverà il suo
mondo a modo proprio…prima che sia troppo tardi.
Interpretato da Ryan
Reynolds, Jodie Comer, Joe Keery, Lil Rel Howery, Utkarsh
Ambudkar e Taika Waititi, Free
Guy – Eroe per Gioco è diretto da Shawn Levy da un
soggetto di Matt Lieberman e una sceneggiatura di Lieberman e Zak
Penn.
Abbiamo tutti scolpiti nella memoria
certi abbracci, sia privati che
cinematografici. Le Giornate degli Autori dopo molti mesi di
privazioni, di distanza forzata e volti filtrati, vogliono
idealmente restituire il gesto più semplice del mondo al pubblico
del Lido, dentro e fuori il cinema.
La sera del 2
settembre (alle 21.00 in Sala Laguna, nuovo spazio
co-gestito dalle Giornate degli Autori e Isola Edipo) sarà
presentata un’anteprima di “FREE HUGS”, mostra
sugli abbracci raccontati attraverso i fumetti, un modo per
scoprire le tante forme dell’abbraccio e una panoramica sulla
varietà stilistica e sulla grande energia creativa del disegno
contemporaneo, italiano ed internazionale:
da Gipi a Manuele
Fior, da Davide Reviati alle
personalità emergenti del graphic novel (tra
cui Zuzu, Antonio
Pronostico e Alice Socal),
dall’umorismo corrosivo di Maicol e
Mirco alla riscrittura dell’immaginario
fantascientifico operata da LRNZ; dal ricordo
di maestri come Will Eisner e Jacovitti fino al raffinato intimismo
di Bianca Bagnarelli, matita del “New York
Times”.
Si è spenta a 83 anni Piera
degli Esposti, attrice di cinema, televisione e teatro.
Degli Esposti era malata ed è morta a seguito di complicazioni
cardiache.
Nel corso della sua lunga carriera,
cominciata ufficialmente nel 1969 con Medea di Pier Paolo Pasolini,
insieme a Maria Callas, ha collaborato con i grandi del nostro
cinema. Tre film con Lina Wertmüller (Scherzo del
destino in agguato dietro l’angolo come un brigante da
strada,Il decimo
clandestino e Metalmeccanico e parrucchiera
in un turbine di sesso e politica) ma anche Marco
Bellocchio, Paolo Sorrentino, Giuseppe Tornatore, Giovanni Veronesi
e Riccardo Milani, con cui ha lavorato anche in televisione.
La sua ultima apparizione
cinematografica è del 2017, quando ha partecipato a
Favola, con Filippo Timi, di
Sebastiano Mauri.
Arriva al cinema, e per
ora esclusivamente al cinema, Come un gatto in tangenziale
– Ritorno a Coccia di Morto, seguito della
fortunatissima commedia che ha infiammato le sale italiane
all’inizio a cavallo tra il 2017 e il 2018. Il film, in cantiere da
molto e pronto per la distribuzione, è “rimasto fermo ai box” per
molto tempo, in attesa di ricevere una distribuzione adeguata alle
ambizioni al box office del film di Riccardo Milani. La pandemia ha
infatti ritardato i piani di distribuzione, e adesso sembra
finalmente arrivato il momento giusto per far arrivare in sala il
film. Appuntamento quindi in anteprima nazionale a Ferragosto, e
poi dal 26 in tutti i cinema.
Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto, la
trama
In Come un gatto
in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto tre anni dopo,
mentre Alessio e Agnese si rincontrano in un pub di Londra, a Roma
Monica finisce in carcere per colpa delle gemelle che nascondevano
merce rubata nei fusti dell’olio di “Pizza e Samosa”, e chiama
Giovanni (Antonio
Albanese) in cerca di aiuto. Il nostro “pensatore”, ora legato
alla giovane e rampante Camilla (Sarah
Felberbaum), è impegnato in un progetto di recupero di uno
spazio in periferia. Per far uscire Monica di prigione, Giovanni
riesce a far commutare la detenzione con un lavoro nella parrocchia
di San Basilio guidata da Don Davide (Luca
Argentero), tanto bello quanto pio. È così che le vite di
Monica e Giovanni si intrecciano nuovamente ma questa volta, pur
con le solite differenze del caso e i mille guai in cui si
cacceranno, tra i due sembra nascere una vera storia d’amore.
Intenzionati a rivelare al mondo la loro relazione, organizzano un
pranzo a Coccia di Morto con tutta la famiglia, compresi Sergio
(Claudio Amendola), Luce (Sonia Bergamasco) e ovviamente i due
ragazzi. Ma è proprio qui che succede l’impensabile…
Il regista Riccardo
Milani si è lasciato ispirare dall’accoglienza e dalla semplicità
di una piccola parrocchia, per creare il giusto contesto che
raccontasse la necessità di avvicinarsi umanamente l’un l’altro,
con buona pace del distanziamento.
Un ritorno a casa
Come per il primo film,
anche Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di
Morto si costruisce tutto intorno alla splendida alchimia
tra
Paola Cortellesi e
Antonio Albanese, che si fanno centro di un gruppo colorato e
vivacissimo, arricchito da una serie di nuovi personaggi che non
mancano di regalare sorprese e sorrisi. Un film che si colloca
perfettamente dentro ad un filone cinematografico nostrano
rassicurante e pacioccone, come un’anziana zia di paese.
Chiaramente Milani lo sa, ed è precisamente quel tipo di prodotto
che vuole offrire agli italiani, anche perché gli riesce
perfettamente, con garbo e stile.
Con quella giusta
quantità di risate, dovuta ovviamente all’indubbia bravura di due
ottimi protagonisti, Come un gatto in tangenziale – Ritorno
a Coccia di Morto non impegna nessun tipo di riflessione o
di coinvolgimento emotivo. Resta però la sensazione di essere
affezionati a Monica e Giovanni, alle loro differenze e alle loro
affinità (poche), come a due vicini di casa chiassosi ma
simpatici.
Hawkeye,
la nuova serie dei Marvel Studios destinata a regalare
a Clint Barton il suo momento di gloria in qualità di protagonista
assoluto, debutterà il prossimo novembre su Disney+. Nonostante affronti una nuova
storia, in cui Occhio di Falco addestrerà la new entry Kate Bishop
a seguire le sue orme, ci sono ancora molte cose legate al passato
del personaggio che devono essere risolte (anche in base a ciò che
è stato impostato dalla
scena post-credits di Black Widow).
Screen Rant ha raccolto le 10 domande a cui la serie con
Jeremy Renner deve necessariamente fornire una
risposta:
Quando è diventata un’assassina Yelena?
La
scena post-credits di Black Widow ha impostato il
futuro di Yelena Belova nel MCU, poiché ha rivelato che l’ex spia è
ancora attiva dopo la morte di Natasha. Tuttavia, quella scena
lascia anche intendere che Yelena, nei cinque anni successivi agli
eventi del film, è diventata una pericolosa assassina, anche se il
motivo non è stato rivelato.
Ciò permette a Hawkeye di
essere il progetto ideale in cui colmare questo divario nella linea
temporale del personaggio. Non solo è lo scenario più plausibile,
ma senza dubbio i fan saranno infastiditi se la serie Disney+ scegliesse deliberatamente di
trascurare una spiegazione su tale questione, poiché Yelena era
finalmente riuscita a liberarsi dall’essere un’assassina proprio in
Black Widow.
Quali organizzazioni ha eliminato
Ronin durante i suoi anni da vigilante?
Dopo aver assunto
l’identità di Ronin, Clint Barton ha iniziato a prendere di mira le
organizzazioni criminali come forma di estremo vigilantismo dopo lo
Snap di Thanos. Prima che Vedova Nera lo rintracciasse, Ronin aveva
da poco spazzato via il cartello messicano e lo stesso aveva fatto
con la Yakuza.
Eppure, ciò era solo quello che era
accaduto nel 2023, il che significa che il film ha lasciato senza
una spiegazione i precedenti cinque anni di attività di Ronin.
Era implicito che fosse stato in
altri posti in giro per il mondo, lasciando alla serie Hawkeye il
compito di spiegare nel dettaglio quali sono state le altre vittime
di Ronin, dal momento che Clint si considerava irredimibile
all’epoca in cui voleva sacrificarsi su Vormir.
Perché Occhio di Falco non ha
raggiunto gli Avengers durante il Blip?
Le conseguenze immediate
dello Snap per Occhio di Falco sono state mostrate in Avengers:
Endgame, ma non è mai stato spiegato come è arrivato a
scoprire chi era Thanos e cosa ha fatto dopo aver realizzato che
metà del mondo era stato disintegrato.
Inoltre, il film non spiega perché
il primo impulso di Occhio di Falco non fosse quello di entrare in
contatto con gli Vendicatori, visto che erano i suoi unici alleati.
La serie Disney+ avrà bisogno di un flashback
relativo allo stato psicologico in cui si trovava Clint subito dopo
lo Snap, insieme alle sue ragioni per cui non si è incontrato con
gli altri Avengers.
Quando si è sposato Occhio di Falco?
La rivelazione
dell’esistenza di una famiglia per Occhio di Falco in Avengers:
Age of Ultron è stata molto significativa, in quanto ha
dimostrato che anche Clint aveva una vita normale al di là degli
Avengers e dello S.H.I.E.L.D. Tuttavia, i film non hanno mai
parlato di come ha incontrato Laura, dal momento che Occhio di
Falco era un assassino internazionale la cui identità doveva
rimanere segreta.
Oltre a ciò, la serie tv dovrebbe
fare riferimento alle circostanze riguarda il matrimonio di Clint,
poiché questo colmerà il grande vuoto circa il suo passato prima
dell’incontro con i Vendicatori. Inoltre, fornirebbe una cronologia
per le sue attività dopo l’incontro con Natasha e la sua prima
apparizione nel MCU.
Qual è stato il contributo di
Occhio di Falco nella missione di Budapest?
Queste sono informazioni
che nemmeno i fan dei fumetti conoscono su Occhio di Falco, poiché
è stato il MCU ad adattare la storia dell’attacco di Natasha a
Dreykov. Black Widow ha mostrato che questo è stato il suo più
grande rimpianto da quando ha usato la figlia di Dreykov, Antonia,
per far saltare in aria la sua residenza (sebbene il ruolo di
Occhio di Falco nel processo fosse ambiguo).
Sappiamo che l’ha accompagnata
durante questa missione e che alla fine sono riusciti a fuggire, ma
il suo ruolo nell’attaccare l’innocente Antonia suona come qualcosa
di molto lontano dal personaggio. Ora che il punto di vista di
Natasha nell’evento è noto, è ora che la serie Disney+ spieghi finalmente quale sia
stato il ruolo di Occhio di Falco in questa missione.
Come ha affrontato Occhio di Falco
le conseguenze del controllo mentale di Loki?
Il più grande fardello di
Occhio di Falco è stato il suo ruolo nell’aiutare Loki in
The Avengers, quando quest’ultimo ha usato il suo
controllo mentale su Clint per uccidere le persone. Questo senso di
colpa è stato il suo fattore trainante nella battaglia di New York,
sebbene non fosse ancora in grado di superare quella “nota rossa
sul registro”, anche dopo aver sconfitto Loki.
La sua successiva apparizione, in
Avengers:
Age of Ultron, è avvenuta tre anni dopo, il che significa
che il film non ha esplorato il suo trauma, con lo stesso Occhio di
Falco che vi ha fatto solo un piccolo riferimento. Poiché la serie
tv è destinata a mostrare la sua caratterizzazione in modo più
dettagliato, dovrebbe essere esplorata anche la sua psicologica in
seguito al controllo mentale di Loki.
Come ha fatto Occhio di Falco ad
accettare gli arresti domiciliari dopo essere evaso dal Raft?
Occhio di Falco era
scomparso nel conflitto contro Thanos a causa degli arresti
domiciliari. Tuttavia, il finale di Captain
America: Civil War e Black Widow hanno chiarito che era evaso, il che
significa che probabilmente ha incontrato Thaddeus Ross per
contrattare in merito all’accordo. È difficile capire perché Ross
non abbia semplicemente rispedito in prigione Occhio di Falco o non
lo abbia interrogato su dove fosse la fazione rimanente di Capitan
America.
La serie tv dovrebbe chiarire su
questo, soprattutto perché Ross era sulle tracce di Natasha in
Black Widow. Non sembrava avere alcuna intenzione di
toccare l’argomento, cosa che senza dubbio aveva fatto, invece, con
Occhio di Falco.
Perché Valentina vuole eliminare Occhio di Falco?
La prima apparizione di
Valentina in The Falcon and the Winter Soldier l’ha vista
avvicinarsi a John Walker con l’intenzione di usarlo come
supereroe. Tuttavia, questo è entrato in conflitto con il suo ruolo
in Black Widow, dove ha dato a Yelena il compito di
uccidere Occhio di Falco.
Non è chiaro quali siano le
intenzioni di Valentina, poiché in precedenza era stata definita
come un antieroe che sarebbe poi diventata un villain. Deve
esserci, in lei, una ragione più profonda per volere che Occhio di
Falco venga eliminato, dal momento che la Contessa non aveva alcun
collegamento con Natasha e Clint dovrebbe essere comunque in
pensione.
Cosa ci faceva Occhio di Falco
all’Avengers Facility nel primo Thor?
Associando principalmente
la sua caratterizzazione a quella di Natasha, questo è uno degli
errori che il MCU ha commesso con Occhio di Falco, poiché le sue
relazioni con altri Vendicatori non sono molto conosciute. In
Thor,
ad esempio, Occhio di Falco ha fatto la sua prima apparizione (un
cameo non accreditato), quando ha preso di mira l’eroe del titolo
durante i suoi tentativi di sollevare il Mjolnir.
Occhio di Falco non è stato mostrato
prima o dopo questa scena, rendendo poco chiaro quale fosse il suo
ruolo nel complesso, soprattutto perché era l’agente più abile
presente in scena. La serie tv deve confermare come Occhio di Falco
è venuto a conoscenza dell’iniziativa dei Vendicatori e quale era
il suo ruolo nel periodo in cui tutti i membri del team hanno
iniziato ad emergere.
Quando si è unito allo S.H.I.E.L.D. Occhio di Falco?
I fatti riguardanti lo S.H.I.E.L.D., di solito, sono domande
relative a Nick Fury, ma anche il passato di Occhio di Falco con
l’organizzazione è ancora un mistero. A differenza di Natasha, il
cui reclutamento è stato rivelato, non si sa come Occhio di Falco
sia arrivato nei ranghi di un agente.
C’è
un punto interrogativo più grande sulla questione di quanto non
fosse quello di Natasha, visto che Occhio di Falco stava già
lavorando per lo S.H.I.E.L.D. quando i due sono diventati amici.
Dal momento che la serie Hawkeye esplorerà
il passato del personaggio, ha senso che lo show risponda anche a
come Clint sia entrato in contatto con Nick Fury.
Ecco il trailer di Time Is Up, il nuovo film di di Elisa
Amoruso che torna alla fiction dopo Maledetta Primavera, lei che da anni ci ha
regalato interessantissimi documentari (Strane
Straniere, Bellissime). Il film uscirà in sala il 25, 26
e 27 ottobre.
Il film, scritto da Amoruso stessa
con Lorenzo Ura e Patrizia Fiorellini, è una produzione
Lotus Production una società di Leone Film
Group con Rai Cinema e sarà distribuito
da01 Distribution. Nel cast
Bella Thorne e Benjamin Mascolo.
La trama di Time Is Up
Vivien (Bella Thorne) e Roy
(Benjamin Mascolo) sono due adolescenti dalle personalità
apparentemente opposte. Vivien è una studentessa talentuosa con la
passione per la fisica e il desiderio di entrare in una prestigiosa
università americana. Vive la sua vita come una formula matematica
che la spinge a rimandare al futuro la propria felicità. Roy invece
è un ragazzo problematico, tormentato da un trauma vissuto da
bambino, che sembra rincorrerlo inesorabilmente e mandare
continuamente in fumo tutti i suoi sogni. Ma anche le
scienze esatte hanno le loro variabili e, come sempre accade,
la vita riesce a intrecciare i suoi eventi in modi
sorprendenti e inaspettati.
Nel cast insieme a Bella
Thorne (Il sole di mezzanotte – Midnight Sun, Sei ancora qui – I
Still See You, The babysitter, Famous in love) e Benjamin Mascolo,
al suo debutto come attore, Sebastiano Pigazzi (We are who we are)
Bonnie Baddoo (Ruthless, Doctors), Giampiero Judica (The App, Uno
di famiglia, Succede, All the Money in the World), Roberto Davide
(Dr. Who, Rome), Nikolay Moss (vincitore di un Emmy Award per il
suo ruolo da protagonista nella serie TV The Cobblestone Corridor)
e Giulio Brizzi (Curon).
Ecco il trailer ufficiale di
Mondocane, il film diretto da Alessandro
Celli, che sarà presentato in concorso alla
Settimana della Critica 36 in occasione della Mostra
Internazionale del Cinema di Venezia 2021, che si svolgerà al Lido
dall’1 all’11 settembre.
MONDOCANE è una
produzione Groenlandia e Minerva Pictures con Rai
Cinema, prodotto da Matteo Rovere,
coprodotto da Santo Versace –
Gianluca Curti.
Nel
cast Dennis
Protopapa,Giuliano
Soprano,Alessandro Borghi, Barbara
Ronchi,Ludovica
Nasti,Federica
Torchetti, Josafat Vagni,Francesco
Simon.
Il film uscirà nelle
sale il 3 settembre distribuito da 01
Distribution.
Nel terzo episodio di Loki, intitolato “Lamentis”, viene finalmente
chiarito che il Dio dell’Inganno è bisessuale. Nonostante si tratti
di un breve momento, è comunque qualcosa che ha significato molto
per tanti fan del MCU e per la comunità LGBTQ+.
Tuttavia, le critiche non sono
mancate, dal momento che molti hanno sottolineato che, in realtà,
la scelta non ha apportato chissà quale cambiamento in termini di
rappresentanza all’interno del MCU, soprattutto perché, in seguito,
il personaggio di Loki si sarebbe poi “innamorato” di una donna,
ossia Sylvie, una delle sue varianti.
Tra colo che non hanno apprezzato la
questione della bisessualità del Dio dell’Inganno c’è anche
Russell T. Davies, ex showrunner di Doctor
Who e creatore di serie a tematica gay come Queer
as Folk e It’s a Sin. Parlando
della posizione che occupano le storie LGBTQ+ nel mondo dello
streaming, Davies ha preso di mira la serie dei Marvel Studios,
dichiarando: “Penso che ultimamente stiano risuonando
degli enormi campanelli d’allarme, specialmente per quanto riguarda
i giganti dello streaming come Netflix e Disney+. Penso che sia un motivo di
grande preoccupazione. Loki fa un riferimento all’essere bisessuale
una volta, e tutti esclamano: ‘Oh mio dio, è una serie
pansessuale.'”
“È solo una parola”, ha
aggiunto Davies. “Allora per aver sentito dire la parola
principe, dovremmo tutti dire: ‘Grazie Disney, sei meravigliosa?’.
È un gesto debole e ridicolo sia nei confronti della politica sui
diritti umani che delle storie che dovrebbe essere
raccontate”. Davies ha anche dichiarato che quel momento
è stato un tentativo “patetico” di rappresentazione queer,
quindi è chiaro che la scena in questione non lo ha minimamente
convinto.
La Disney sta facendo piccoli grandi
passi in merito ad una maggiore presenza di personaggi e storie
LGBTQ+ nei suoi film; nel MCU, ad esempio, Eternals
dovrebbe presentare una coppia gay, mentre Thor: Love
and Thunder promette di esplorare la ricerca, da parte
di Valchiria, della sua regina. È abbastanza? La discussione è
ovviamente aperta!
Tuttavia, la bisessualità di Loki
significa molto per tantissimi fan del MCU e la speranza è non solo
che questa venga maggiormente approfondita in futuro, ma anche che
tematiche e argomenti legati alla sfera LGBTQ+ vengano affrontati
con maggiore frequenza all’interno non solo dell’universo
condiviso, ma anche di tutti i progetti targati Disney.
Scarlett Johansson ha intentato una causa
contro la Disney nel tentativo di recuperare i soldi che – secondo
lei – avrebbe perso in seguito all’uscita di Black Widow in contemporanea nelle sale e su
Disney+ con Accesso Vip. Dal canto suo,
lo studio sostiene di aver gestito i profitti in modo da non
arrecare alcun danno economico all’attrice. Tuttavia, le cose sono
diventate sempre più aspre tra le due parti nelle ultime
settimane.
Sappiamo che l’ex CEO della Disney
Bob Iger e il presidente dei Marvel StudiosKevin
Feige non sono contenti del modo in cui la questione è
stata gestita e ora, in una riunione con gli investitori (via
CBM), è stato Bob Chapek, attualmente CEO
della multinazionale, a giustificare la strategia distributiva.
“L’anno scorso, alla luce della natura prolungata e
imprevedibile della pandemia, avevamo bisogno di trovare modi
alternativi per portare i nostri film al pubblico mentre i cinema
erano chiusi”, ha spiegato.
“Una volta che hanno iniziato a
riaprire, c’era ancora una diffusa riluttanza a tornare in sala.
Pertanto, abbiamo adottato una strategia su tre fronti per la
distribuzione dei nostri film che prevedeva un’uscita al cinema,
una su Disney+ e una ibrida, ossia in sala e
sulla piattaforma di streaming. Lo abbiamo fatto con Crudelia,
Jungle Cruise e anche con Black Widow, il film con il maggiore
incasso al box office nazionale da quando è scoppiata la
pandemia.”
L’amministratore delegato ha poi
deciso di porre fine alle speculazioni che lui e Iger si sarebbero
scontrati nelle ultime settimane proprio in merito all’affaire
Black Widow. A tal proposito, ha aggiunto: “Bob
Iger ed io, insieme ai leader dei nostri team creativi e di
distribuzione, abbiamo deciso che questa fosse la strategia giusta
perché ci avrebbe consentito di raggiungere il più ampio pubblico
possibile.”
Chapek ha poi chiarito in merito
alle distribuzioni dei titoli della multinazionale: “Giusto per
essere chiari: le decisioni in merito alla distribuzione vengono
prese film per film, in base alle condizioni del mercato globale e
al comportamento dei consumatori”, ha aggiunto.
“Continueremo, in futuro, a utilizzare tutte le opzioni
disponibili. Impariamo dagli insight relativi ad ogni nuova uscita.
Ci regoliamo di conseguenza, cercando di fare sempre ciò che
crediamo sia meglio per il film e per il nostro pubblico.”
La battaglia legale in merito a
Black Widow non è ancora finita: in base a
come andranno le cose, potrebbe avere un impatto importante sul
modo in cui gli studi decideranno di gestire i loro talent quando
si tratterà di distribuzione nell’era dello streaming.
Dopo il successo riscosso grazie
all’acclamata serie Watchmen,Yahya Abdul-Mateen
II sarà il protagonista dell’horror Candyman,
ma prossimamente tornerà anche a vestire i panni di Black Manta
nell’attesissimo Aquaman and
the Lost Kingdom.
Nel primo film del 2018, Black Manta
aveva un ruolo relativamente minore all’interno della storia, anche
se la scena post-credits aveva comunque anticipato che lo stesso
sarebbe diventato molto più grande in futuro. Ora, in una recente
intervista con
The Hollywood Reporter, è stato proprio Abdul-Mateen II a
parlare di cosa dovranno aspettarsi i fan dal nuovo film, non solo
in relazione a Black Manta ma anche al suo alter ego, David
Kane.
“Penso che la sceneggiatura sia
migliore di quella del primo film. Dà agli attori molti bei momenti
di storytelling”, ha anticipato l’attore. “In Aquaman
abbiamo avuto soltanto un breve assaggio di Black Manta e di alcune
delle sue motivazioni. Nel sequel, esploreremo ancora di più il mio
personaggio.”
Tuttavia, il sequel di Aquaman non è l’unico grande ruolo all’orizzonte per
Abdul-Mateen II. L’attore, infatti, farà anche parte del cast
dell’attesissimo Matrix
4 in un ruolo non ancora svelato (secondo i più,
dovrebbe interpretare un giovane Morpheus). Nella stessa intervista
l’attore ha parlato della sua esperienza sul set, circondato dalle
star più iconiche del franchise.
“Ricordo Keanu e la sua prima
battuta. Ho alzato lo sguardo e ho detto, ‘Oh m***a, sono davvero
in Matrix'”, ha ricordato l’attore. “Per non parlare della
tecnologia impiegata da Lana e della realizzazione del film in
generale, per il quale sono state usate attrezzature che non avevo
mai visto prima. È davvero ambizioso. È stato davvero interessante
girarlo in un momento in cui il mondo deve fare i conti con una
realtà così distorta.”
Tutto quello che c’è da sapere su
Aquaman 2
Jason Momoa è atteso di nuovo nei panni
dell’eroe in Aquaman and
the Lost Kingdom, sequel del film che ha rilanciato in
positivo le sorti dell’universo cinematografico DC. Nel sequel,
diretto ancora una volta da James
Wan(Insidious, The Conjuring),
torneranno anche Patrick
Wilson nei panni di Ocean Master, Amber
Heard, che tornerà nei panni di Mera, Dolph
Lundgren che sarà ancora una volta Re Nereus, il
padre di Mera, e ancora Yahya
Abdul-Mateen II nei panni di Black Manta,
che abbiamo visto riapparire nella scena post-credit del primo
film.
David Leslie
Johnson-McGoldrick, collaboratore ricorrente di
Wan, scriverà la sceneggiatura del film, mentre il
regista e Peter Safran saranno co-produttori. Aquaman and the Lost
Kingdom uscirà nelle sale americane il 16 dicembre
2022.
All’epoca della sua uscita in sala,
Lanterna Verde si rivelò un disastro su
tutta la linea, stroncato della critica e quasi del tutto ignorato
dal pubblico, arrivando ad incassare solo 219,8 milioni di dollari
a fronte di un budget di 200 milioni. Sulla scia di tale clamoroso
insuccesso, nel corso degli anni il film è diventato uno degli
adattamenti tratti dai fumetti più famigerati della storia, al
punto che lo stesso Ryan
Reynolds ha più e più volte ironizzato sul suo
ruolo e sul progetto in generale.
Ora, in una recente intervista con
Screen Rant, è stato il regista Martin
Campbell a parlare del film, rivelando che non avrebbe mai
dovuto dirigere un film di supereroi. “No, non sono interessato
alla distribuzione di una mio taglio del film”, ha detto
Campbell. “Diciamo che l’ho già avuto. Il punto è questo:
proprio all’inizio del film, c’era un’intera sequenza in cui Hal è
un bambino di 11 anni. È così che suo padre muore nell’incidente
aereo… quella era una sequenza davvero buona. Ma il capo della
produzione, all’epoca, decise che voleva che la morte del padre si
interrompesse con Hal che si tuffava dall’aereo, e con tutti quei
flashback. Era una cosa che non mi piaceva molto.”
“Ma sai una cosa? Il film non ha
funzionato. Questo è il punto, e ne sono in parte responsabile. Non
avrei dovuto farlo”, ha ammesso Campbell. “Perché con
Bond, ad esempio, avevo guardato tutti i film della saga prima di
dirigerlo. Amo i film di James Bond. I film di supereroi non fanno
per me, e per questo motivo, non avrei dovuto farlo. Ma i registi
devono sempre portare il peso del fallimento. Come è che dicono? Il
successo ha molti padri, il fallimento ne ha uno. E in questo caso
sono io.”
In una sessione AMA su
Reddit, invece, Martin Campbell ha ribadito di
non essere più interessato a dirigere un film di supereroi. Quando
gli è stato chiesto se gli piacerebbe dirigere un cinecomic
Marvel, il regista di
GoldenEye e Casino Royale ha dichiarato:
“Marvel? Lascia perdere! Ho un fatto un casino una volta, mai
più.”
Il cast di Lanterna Verde
Ricordiamo che in Lanterna
Verde recitarono, oltre a Reynolds, anche Mark
Strong, Peter Sarsgaard, Temuera Morrison, Jon Tenney, Taika
Waititi, Tim Robbins, Angela Bassett e Blake
Lively. Quest’ultima, in particolare, aveva il ruolo
di Carol Ferris ed è proprio sul set del film che ha conosciuto
Reynolds: i due si sono sposati nel 2012 e oggi hanno tre figlie,
nate rispettivamente nel 2014, nel 2016 e nel 2018.
Nella giornata di ieri, Samuel L. Jackson aveva condiviso un post su Instagram
che sembrava aver anticipato il suo ritorno nel MCU nei panni, ovviamente, di Nick
Fury. Inizialmente, i fan credevano che quel post fosse un
riferimento alla serie Secret
Invasion, ma dal momento che quella produzione non è
ancora iniziata, subito hanno cominciato a circolare teorie secondo
cui, in realtà, quel post poteva riferirsi a The
Marvels.
Ora, la cosa sembra essere stata
confermata dallo stesso attore, che ha condiviso un nuovo post in
cui, tra gli hashtag che hanno accompagnato l’immagine (che non è
direttamente collegata né al MCU né al film), è presente anche
quello relativo al titolo dell’atteso sequel di Captain
Marvel.
Ricordiamo che Samuel L. Jackson non è stato annunciato
ufficialmente come membro del cast, ma dopo aver interpretato una
parte fondamentale nel primo film, un suo ritorno nella nuova
misteriosa avventura dedicata a Carol Danvers (Brie
Larson) ha perfettamente senso.
The
Marvels, il sequel del cinecomic Captain
Marvelcon protagonista il premio Oscar Brie
Larson che ha incassato 1 miliardo di dollari al
box office mondiale, sarà sceneggiato da Megan McDonnell,
sceneggiatrice dell’acclamata serie WandaVision.
Sfortunatamente, Anna
Boden e Ryan Fleck, registi del
primo film, non torneranno dietro la macchina da presa: il sequel,
infatti, sarà diretto da Nia DaCosta, regista
di Candyman. Nel
cast ci saranno anche Iman Vellani (Ms.
Marvel, che vedremo anche nell’omonima serie tv in arrivo
su Disney+)
e Teyonah Parris (Monica Rambeau, già
apparsa in WandaVision). L’attrice Zawe
Ashton, invece, interpreterà il villain principale, del
quale però non è ancora stata rivelata l’identità.
Nessun dettaglio sulla trama del
sequel è stato rivelato, ma l’ambientazione del film dovrebbe
spostarsi dagli anni ’90 ai giorni nostri.
Naturalmente, Brie
Larson tornerà nei panni di Carol Danvers. Il
sequel di Captain
Marvelarriverà l’11 novembre 2022.