Il tanto atteso adattamento di
Metal Gear Solid di Sony sembra aver acquisito
un notevole slancio a seguito della notizia che rivela
Deadline che Oscar Isaac è stato chiamato a interpretare
Solid Snake nel film di Jordan Vogt-Roberts. Il
film è attualmente in fase di sviluppo presso Sony Pictures con
Vogt-Roberts alla regia.
Il film è basato sul videogioco
Metal Gear Solid creato da Hideo
Kojima e pubblicato da Konami. La
sceneggiatura è stata scritta da Derek Connolly.
Avi Arad sta producendo. Peter
Kang è il supervisore esecutivo dello studio.
Il gioco è stato lanciato per la
prima volta su PlayStation nel 1987 e segue Snake, un soldato che
si infiltra in un impianto di armi nucleari per neutralizzare la
minaccia terroristica di Foxhound, un’unità delle forze speciali.
Il gioco ha ricevuto un’accoglienza calorosa su molti fronti, ma la
sua narrazione che ha un mood cinematografico ha sempre fatto
pensare che un adattamento cinematografico sarebbe stato
inevitabile.
L’attore aveva espresso diversi
mesi fa il suo interesse nel ruolo, ma la sua dichiarazione non era
stata presa troppo sul serio dai fan, che sanno quanto poco possano
contare le “speranze” dichiarate degli attori a fronte delle
decisioni degli studios.
Dato il programma estremamente
fitto di Isaac, una data di inizio della produzione è ancora
sconosciuta, ma il suo coinvolgimento rende questa proprietà una
priorità assoluta per lo studio, in futuro. Per quanto riguarda
Isaac, Metal Gear Solid potrebbe essere l’altro
importante franchise della sua carriera, dopo la partecipazione
alla terza trilogia di Star
Wars.
Nel prossimo futuro di Oscar Isaac ci sono Scene da un
matrimonio, con Jessica Chastain, per la
HBO e il ruolo ambitissimo di Moon
Knight, prossima serie Marvel di Disney+. Nel prossimo futuro, invece,
lo vedremo in Dune di Denis Villeneuve e in
The Card Counter di Paul
Schrader. Inoltre reciterà e produrrà l’adattamento del
fumetto Ex
Machina di Brian K. Vaughn intitolato
The Great Machine e reciterà in Francis And The Godfather di Barry
Levinson, al fianco di Jake
Gyllenhaal.
Alessandro
Genovesi, alle prese con il sequel dell’acclamato
10
giorni senza mamma, che gli aveva permesso di vincere
il “Biglietto d’oro” come film più visto in sala nell’annata
2018/2019, ripropone, stavolta sul piccolo schermo, le vicende
della famiglia Rovelli, disponibili dal 4 dicembre su Amazon Prime video.
Stavolta abbiamo una new
entry che fa la differenza: Diego Abatantuomo, il quale
veste con maestria e dolcezza i panni di un inedito Babbo Natale; a
fargli quasi da spalla un Fabio De Luigi un po’ meno
divertente di 10
giorni senza mamma, ma che comunque non perde la sua
verve.
In 10 giorni con Babbo
Natale troviamo una famiglia cresciuta (invecchiata) e
problematica: Carlo (Fabio De Luigi) è il mammo (come lo
definisce Bianca) disoccupato, Giulia (Valentina Lodovini) è
la perfetta donna in carriera mai a casa, Camilla (Angelica
Elli) è alle prese con un’adolescenza ambientalista e Tito
(Matteo Castellucci) sta attraversando una fase di
disincanto sfociata in filo-fascismo, mentre Bianca (Bianca
Usai) rimane la piccola di casa, che fa qualche osservazione di
troppo.
A fare da molla due
esigenze contrapposte, ma non inconciliabili: da un lato la
necessità di Giulia di raggiungere Stoccolma nelle feste di Natale
per un colloquio di lavoro e dall’altra quella di Carlo di non
perdere la sua famiglia; di qui la decisione di Carlo di rimettere
in moto il vecchio van dove era sbocciato il loro amore e
trascorrere il Natale tutti
insieme. Nonostante l’entusiasmo della truppa non
sia esattamente alle stelle, l’incontro di un uomo vestito da Babbo
Natale cambierà radicalmente la direzione del loro
viaggio.
Il Film è il classico racconto di Natale che però si blocca
a metà fra realtà e fantasia, forse non soffermandosi abbastanza
nell’indagine dell’una né dell’altra. Si propone di esplorare una
famiglia problematica, come lo sono tutte (chi più, chi meno) alla
ricerca di una serenità da tempo perduta.
10 giorni con Babbo
Natale è un Road Movie
È un road movie dove il lato “road” della storia non
sempre convince: a volte si impantana, rallenta, ma non per questo
non riesce nella resa dei conflitti, accentuandoli ed inasprendoli
in un climax ascendente di dissapori, di parole non dette e gesti
esagerati, alleggeriti dalla comicità esilarante e sempre
convincente di un Diego Abatantuomo straordinariamente in
parte.
Il film tocca i temi più disparati, dal razzismo al conflitto
genitori – figli, dalla disoccupazione all’elemento magico,
soffermandosi su di alcuni più di altri, peccando talvolta di poca
sostanza, poco pragmatismo.
Alessandro
Genovesi firma la regia di una commedia di
Natale che non supera, né tantomeno eguaglia i livelli
di comicità e compiutezza del capitolo precedente; tuttavia riesce
a dotare di una dimensione più spirituale e ragionata un film
leggero, che lascia col sorriso lo sguardo a volte disilluso di
chi, crescendo, ha scordato la magia del Natale.
Fuori era primavera, il film collettivo di
Gabriele Salvatores, sarà disponibile su RaiPlay
dal 10 dicembre in anteprima assoluta e andrà in onda in prima
visione su Rai3 sabato 2 gennaio 2021.
Prodotto da Indiana Production con
Rai Cinema, Fuori era primavera è un
intimo racconto degli italiani in lockdown: dalle meravigliose
piazze italiane vuote, agli eroi in prima linea nelle corsie degli
ospedali, ai balconi in festa, alle riprese domestiche. Una
testimonianza collettiva filtrata attraverso la regia e la visione
di un grande artista che,con un vero e proprio film documentario,
restituisce alla nostra futura memoria una fotografia autentica e
completa dell’Italia di oggi.
“Seguiamo l’ordine cronologico
ed emotivo degli eventi – afferma Gabriele
Salvatores – a partire da quando l’Italia
guardava alla Cina e al virus come un problema lontano, passando
per la graduale consapevolezza dell’emergenza, per arrivare
all’inizio della fase due. Al di là degli aspetti tecnici, quello
che vorrei emergesse è la sincerità di questi racconti, che siano
veri, fatti col cuore. C’è poi un altro tema che ho particolarmente
a cuore che emergerà dal racconto: la rinascita della
natura“.
Star Trek: Discovery 3 è l’attesissima terza
stagione della serie tv Star
Trek Discovery creata da Bryan Fuller
e Alex Kurtzman per il network americano della
CBS.
Star Trek: Discovery
3, quando esce e dove vederla in streaming
La stagione di Star
Trek: Discovery 3 di 13 episodi è stata presentata in
anteprima sul servizio di streamingCBS All
Accessil 15 ottobre 2020 e si è conclusa il 7 gennaio
2021. In Italia Star Trek: Discovery 3 in streaming ha
debuttato su Netflix. Star Trek: Discovery 3 in streaming
è disponibile su Paramount+
La trama di Star Trek: Discovery 3
Dopo aver viaggiato nel futuro per
proteggere i dati intelligenti della Sfera da Controllo,
un’intelligenza artificiale canaglia destinata a distruggere tutta
la vita senziente, Michael Burnham arriva nell’anno 3188 e scopre
di aver avuto successo: la vita esiste in questo futuro. Burnham si
schianta contro la nave di Cleveland “Book” Booker, un corriere che
trasporta merci rubate. Spiega che in un evento chiamato “The
Burn”, la maggior parte del dilitio della galassia (l’elemento
utilizzato dalle astronavi per viaggiare a velocità di curvatura) è
esploso, distruggendo molte astronavi inclusa la maggior parte
della Flotta Stellare.
Ora la galassia è disconnessa e non
è più governata dalla Federazione Unita dei Pianeti. Burnham aiuta
Book a proteggere il suo carico, un verme di trance in via di
estinzione che sta portando in un santuario, da altri corrieri. In
cambio, Book la porta in una stazione spaziale della Federazione
apparentemente abbandonata dove trovano Aditya Sahil, un
“collegamento con la Federazione” in attesa nella speranza che un
ufficiale della Flotta Stellare arrivi un giorno alla stazione.
Burnham gli dà un incarico di recitazione per la Flotta Stellare.
Sahil non è in grado di localizzare la USS Discovery , che stava
viaggiando nel futuro con Burnham.
Il cast di Star Trek: Discovery 3
Nel cast di Star Trek:
Discovery 3 Sonequa Martin-Greeninterpreta Michael
Burnham, primo ufficiale della Discovery ,
insieme al ritorno di Doug Jones , Anthony Rapp , Mary
Wiseman e Shazad Latif. A loro si uniscono David
Ajala e Rachael Ancheril. La stagione è stata
ordinata a febbraio 2019, con Paradise promosso a co-showrunner insieme al
co-creatore della serie Kurtzman. Hanno concluso
la seconda stagione con la Discovery che
viaggiava nel futuro, oltre la continuità esistente di Star
Trek , che ha permesso loro di esplorare un nuovo periodo
di tempo per il franchise, inclusi nuovi design e tecnologie dello
scenografo Phillip Barker. La stagione introduce i primi
personaggi di Star Trek esplicitamente non
binari e transgender, rispettivamente interpretati dagli
ospiti ricorrenti Blu del
Barrio e Ian
Alexander .
Da quando è arrivata la notizia – ad
oggi non ancora confermata ufficialmente – che Jamie Foxx tornerà a vestire i panni di
Electro in Spider-Man 3 (l’attore aveva anche
condiviso un posto sul proprio Instagram, salvo poi eliminarlo alla
velocità della luce), siamo stati bombardati da report secondo cui
il trequel introdurrà finalmente la versione live action dello
Spider-Verse.
Si vocifera che anche Tobey Maguire e
Andrew Garfield riprendano i rispettivi ruoli di
Peter Parker nel nuovo film, e la cosa sembra ora essere stata
anticipata preso da un video apparso su YouTube e condiviso da
Sony
Channel Latinoamérica. Si tratta di un canale ufficiale con
182.000 abbonati che promuove di tutto, da Hell’s Kitchen
a The Good Doctor, passando per America’s Got
Talent.
È possibile che non ci sia nulla di
ufficiale in merito a ciò che viene presentato nel video, ma
The Direct ha comunque tradotto il testo contenuto al suo
interno, il quale recita: “Chi è il tuo Spider-Man preferito?
Non devi scegliere! Nel Multiverso della Marvel, tutto può succedere. E in
Spider-Man 3, è molto probabile che li vedrai tutti. Sì, esatto! I
tre Peter Parker che salvano il mondo insieme.”
In precedenza era stato rivelato che
una grossa “bomba” in merito alla trama di Spider-Man
3 sarebbe stata confermata entro la fine dell’anno, anche
se ad oggi ancora non sappiamo di cosa potrebbe trattarsi.
Indipendentemente da ciò, il video in questione contribuisce
sicuramente a dare un po’ di credibilità in più alle voci secondo
cui la collaborazione tra Sony Pictures e Marvel Studios potrebbe espandersi ben oltre
le nostre aspettative…
Di Spider-Man
3 – che arriverà al cinema il 17 Dicembre 2021 – si
sa ancora molto poco, sebbene la teoria più accredita è quella
secondo cui il simpatico arrampicamuri sarà costretto alla fuga
dopo essere stato incastrato per l’omicidio di Mysterio (e con il
personaggio di Kraven il Cacciatore che sarebbe sulle sue tracce).
Naturalmente, soltanto il tempo sarà in grado di fornirci maggiori
dettagli sulla trama, ma a quanto pare il terzo film dovrebbe
catapultare il nostro Spidey in un’avventura molto diversa dalle
precedenti…
Tom
Holland si è unito al MCU nei panni di Peter Parker nel
2016: da allora, è diventato un supereroe chiave all’interno del
franchise. Non solo è apparso in ben tre film dedicati ai
Vendicatori della Marvel, ma anche in due
standalone: Spider-Man:
Homecoming e Spider-Man: Far
From Home. La scorsa estate, un nuovo accordo siglato
tra Marvel e Sony ha permesso al
personaggio dell’Uomo Ragno di restare nel MCU per
ancora un altro film a lui dedicato –
l’annunciato Spider-Man 3 – e per un altro
film in cui lo ritroveremo al fianco degli altri eroi
del MCU.
Il
MCU è pieno di zeppo di supereroi ma anche di personaggi
secondari parecchio intriganti, che si tratti di spalle, cattivi o
interessi amorosi. Tuttavia, alcuni personaggi ricevono
semplicemente più attenzione di altri, o perché sono parte
integrante di una squadra o perché sono i protagonisti di saghe a
loro dedicate.
L’universo dei supereroi esiste dal
2008 e durante la sua esistenza è riuscito a cambiare le vite dei
suoi eroi in più di un’occasione. A volte in meglio, a volte in
peggio. Tuttavia, è impossibile negare che alcuni supereroi hanno
avuto un grandissimo arco narrativo, mentre altri non sono stati
così fortunati, come sottolineato da una nuova “lista” di
Screen Rant:
Gamora
Inizialmente, Gamora si è
isolata dagli altri e non si è fidata di nessuno. Per non parlare
della complicata relazione con suo “padre” Thanos. Tuttavia, quando
si è unita al team dei Guardiani della Galassia, le cose
sono cambiate in meglio e ha trovato sia amicizia che amore.
Tutto è stato vanificato quando
Thanos ha sacrificato Gamora su Vormir: quando è tornata,
infatti, era una versione più vecchia di se stessa, che non aveva
sperimentato ancora nessuna delle esperienze sopracitate ed era
tornata ad essere cruda e violenta come un tempo.
Bucky Barnes
Anche se oggi è un eroe,
Bucky Barnes non ha mai avuto molto spazio nei film e sembra quasi
che il
MCU non sappia cosa fare con lui. Potrebbe benissimo essere uno
dei più forti Vendicatori, in quanto dotato delle abilità e
dell’addestramento necessari.
Tuttavia, il suo passato con l’Hydra
e gli abusi subiti lo hanno configurato come personaggio alquanto
instabile. La sua situazione è migliorata notevolmente negli ultimi
anni, ma ha ancora molta strada da fare prima di poter attuare il
suo vero potenziale.
Occhio di Falco
A differenza della maggior
parte degli Avengers originali, Occhio di Falco non ha mai avuto il
suo film in solitaria e anche il suo ruolo in altri film del
MCU è stato notevolmente diminuito di volta in volta.
Di conseguenza, alcuni dei colpi di
scena legati al suo personaggio sembravano alquanto casuali, come
la sua famiglia segreta o il tempo in cui si è trasformato in uno
spietato assassino. Occhio di Falco è un bravo ragazzo, ma
meriterebbe un percorso più approfondito di quello che ha ottenuto
fino ad oggi nel
MCU.
Spider-Man
Ad oggi, sembra che
Spider-Man sia sulla buona strada per diventare il nuovo Iron Man.
Tuttavia, questo sembra un potenziale sprecato, poiché Peter Parker
ha tutto ciò di cui ha bisogno per imparare a stare in piedi da
solo. Peter ha iniziato il suo viaggio da supereroe da bambino e
alla fine è diventato più fiducioso, convinto di poter aiutare le
persone.
Ma vive ancora nell’ombra di Tony
Star: deve ancora affrontare gli errori del passato del
multimiliardario, ora che il suo mentore se n’è andato (come
combattere Quentin Beck che vuole vendicarsi di Tony). Detto in
parole povere, Spider-Man ha bisogno di ancora più tempo per
diventare un eroe davvero indipendente.
Vedova Nera
In attesa
dell’arrivo nelle sale del suo film in solitaria, sappiamo che lo
stato attuale di Vedova Nera è tutt’altro che ottimista: è morta su
Vormir dove lei e Occhio di Falco sono andati a prendere la Gemma
dell’Anima e fermare Thanos. Natasha ha sacrificato la sua vita
poiché credeva che Clint avesse un motivo in più per cui vivere: la
sua famiglia.
Anche se è stato un
gesto nobile, Natasha era un personaggio che si meritava comunque
di meglio, considerando tutto il dolore e la sofferenza che ha
dovuto affrontare in passato. Tale consapevolezza ha reso la sua
morte ancora più divisiva.
Hulk
Il problema più grande di
Bruce Banner era che odiava se stesso, quello che diventava, il suo
“lato oscuro”. Era come se ci fossero due persone invece di una –
Hulk e Bruce Banner – ed era impossibile per quest’ultimo
conciliare le due parti della sua personalità.
Fortunatamente, Bruce alla fine si è
reso conto che Hulk non era qualcosa che doveva scacciare, e in
Avengers:
Endgame ha combinato il meglio delle due personalità:
l’intelligenza di Banner e la forza di Hulk.
Thor
Thor avrebbe potuto
classificarsi più in alto in questa lista, se solo non si fosse
indebolito in Avengers:
Endgame (2019). Ogni Vendicatore ha affrontato la
sconfitta in un modo diverso, ma la reazione di Thor è stata
tutt’altro che salutare. Gli ci è voluto un po’ per tornare alla
sua vecchia personalità, e anche allora, era chiaro che non sarebbe
mai più stato lo stesso.
Forse è meglio così, ma considerando
l’età di Thor e tutta la sua esperienza, avrebbe comunque potuto
gestire la situazione in modo migliore, proprio come i suoi
compagni Avengers. Almeno, sembra che abbia fatto pace con se
stesso nel finale del film…
Nebula
Nebula è uno dei pochi
antagonisti del MCU che ha avuto la possibilità di
ricominciare da capo e costruirsi una nuova vita. Era arrabbiata,
violenta e piena di odio quando è apparsa per la prima volta in
Guardiani
della Galassia (2014).
diava sua sorella e il padre
adottivo Thanos, che l’ha torturata più volte. Nebula ha fatto pace
con sua sorella, si è unita ai Vendicatori nella loro lotta e ha
persino trovato nuovi amici. Alla fine, ha anche avuto la
possibilità di opporsi a Thanos e ottenere la sua dolce
vendetta.
Captain America
Alcune persone odiavano
Steve Rogers dopo che questi ha preso la decisione di tornare
indietro nel tempo in Avengers:
Endgame (2019) e vivere il resto della sua vita con
Peggy Carter. È difficile negare, tuttavia, che Captain America ne
abbia passate tante e meriti un po’ di pace e tranquillità.
Era un uomo fuori dal tempo che ha
combattuto molte battaglie, ha contribuito a rendere il mondo un
posto migliore e questo era tutto ciò che voleva, originariamente.
Ma è stranamente simbolico che sia stato il suo amico (e nemico)
Tony Stark ad ispirare Steve, che alla fine ha seguito i suoi
consigli e ha deciso di pensare a se stesso per una volta.
Iron Man
Alla fine, il miglior arco
narrativo di un personaggio appartiene nientemeno che a Tony Stark,
ossia Iron Man. Stark ha iniziato come un ricco playboy sbadato che
di tanto in tanto vendeva armi e annegava i suoi dispiaceri
nell’alcol. Gli ci è voluto un po’ di tempo, ma alla fine ha
cambiato le cose e ha dimostrato di essere molto più di un semplice
uomo con un vestito elegante, salvando il mondo più volte.
Si è sistemato, ha messo su famiglia
ed è uscito di scena con il botto quando ha salvato il mondo –
anzi, l’universo – da Thanos ancora una volta. È persino riuscito a
riconciliarsi in qualche modo con suo padre, così come con Captain
America.
Il MCU ha sempre raccontato di amicizie piuttosto
iconiche. Tuttavia, ci sono buone probabilità che non tutti questi
accoppiamenti sopravvivano alla
Fase 4 che partirà ufficialmente il prossimo anno con l’arrivo
di Black
Widow.CBR ha
realizzato un esclusivo video in cui vengono analizzate alcune
delle amicizie più significative dell’Universo
Cinematografico Marvel che potrebbero non durare in futuro, o
perché alcuni personaggi usciranno di scena o perché alcuni si
riveleranno essere dei cattivi.
L’analisi parte dal rapporto tra
Peter Parker/Spider-Man e Ned Leeds, una delle migliori amicizie
presenti nel
MCU. I due, da sempre migliori amici, hanno spesso lavorato
insieme dando ottimi risultati, con Ned che funge da mago della
tecnologia per conto di Peter. Tuttavia, i due potrebbero
ritrovarsi presto ad intraprendere percorsi diversi. Per molti
versi, il Ned del
MCU è un sostituto di Harry Osborn, mentre per altri assomiglia
all’amico di Miles Morales, Ganke Lee. È qui che le cose si fanno
interessanti: nei fumetti, Ned Leeds assume il ruolo di Hobgoblin,
uno dei cattivi più pericolosi di Spider-Man. In quanto tale, il
Ned del
MCU potrebbe finire per diventare un cattivo in futuro.
Di seguito il video che analizza
quali amicizie potrebbero finire nella
Fase 4 del
MCU, tra cui quella tra Rocket e Groot, Carol Danvers/Captain Marvel e Nick Fury, e tante, tante
altre…
Il futuro del MCU dopo gli eventi di Avengers: Endgame
Dopo gli eventi di Avengers:
Endgame, non è ancora del tutto chiaro quale forma
prenderà la prossima fase dell’Universo
Cinematografico Marvel. Sebbene ci siano buone possibilità che
i personaggi che la Disney ha acquisito dalla Fox arriveranno molto
presto sul grande schermo, non ci sono ancora informazioni concrete
su quando o come potrebbe accadere. Allo stato attuale, ci sono
molte potenziali direzioni che il
MCU potrebbe prendere in futuro, anche se resta da vedere
esattamente quale sarà quella definitiva.
Nonostante la Snyder
Cut di Justice
League contenga già numerose sorprese per tutti i fan
di Zack Snyder, il ritorno del Joker di Jared Leto è sicuramente uno degli aspetti più
intriganti della nuova versione del cinecomic DC. Definire il Joker
di Leto divisivo, vorrebbe dire usare un mero eufemismo. In molti
credevano che l’attore avrebbe offerto una performance che avrebbe
in qualche modo “omaggiato” il lavoro di Heath Ledger, ma alla fine la versione del
Joker di Leto si è rivelata molto diversa da quella dell’attore
scomparso prematuramente.
Come molti hanno sottolineato negli
anni trascorsi dall’uscita di Suicide
Squad, il Joker di Leto è stato in qualche modo la
versione “Hot Topic” del personaggio, con tanto di vestiti
attillati, capelli lisci, gioielli ingombranti e tatuaggi.
Probabilmente, il premio Oscar non avrà avuto alcuna voce in
capitolo riguardo al look del supercriminale; ciò che invece è
stata quasi esclusivamente una sua responsabilità è
l’interpretazione del personaggio, anche se non è da escludere che
i numerosi problemi che hanno caratterizzato la produzione del
cinecomic possano aver in qualche modo inficiato la sua
performance.
Tuttavia, sono passati quattro anni
da quando il Joker di Jared Leto è apparso sullo schermo, e
quelli che hanno apprezzato la sua interpretazione sono ansiosi di
vedere l’attore tornare nei panni del personaggio. Allo stesso
tempo, i suoi detrattori sono curiosi di scoprire se Snyder sarà in
grado di fornire un’iterazione migliore dell’iconico villain.
Perché tutti parlano del Joker di
Leto nella Snyder Cut di Justice League?
Di tutti gli
aspetti confermati del taglio di Justice
League ad opera di Zack Snyder, quello che ha maggiormente
attirato l’attenzione sui social media negli ultimi tempi (come
confermato anche da un recente studio) è stato proprio il
ritorno del Joker di Leto. Sebbene possa sembrare strano, ci sono
alcune ragioni piuttosto logiche dietro questa curiosità così
spasmodica. In primis, si tratta di un’aggiunta completamente nuova
al film, non avendo avuto il Joker alcun ruolo nella versione
cinematografica di Joss Whedon. Un altro fattore da
considerare è che, al di là di quanto sia stata divisiva la
performance di Leto, il Joker, in qualità di personaggio, è e sarà
sempre motivo di grande interesse e dibattito. Di conseguenza,
l’aggiunta del Clown Principe del Crimine a qualsiasi film DC lo
rende automaticamente un progetto di altissimo profilo.
Inoltre, è risaputo
che i fan non hanno mai avuto modo di verificare la totalità di ciò
che Leto e il regista David Ayer avevano in mente per la loro
versione del Joker, poiché gran parte delle scene di Leto sono
state tagliate dal montaggio finale a causa delle pressanti
ingerenze della Warner Bros. Resta da vedere se una Ayer Cut di Suicide
Squad vedrà mai la luce. Tuttavia, c’è la possibilità
che la versione del Joker di Leto ad opera di Snyder possa
incorporare alcune delle cose rimosse in passato dal cinecomic del
2016, se non altro per migliorare la caratterizzazione del
personaggio a livello complessivo.
Infine, c’è
parecchio interesse tra i fan della DC riguardo alla presenza del
Joker in Justice
League a causa del fatto che la versione di Jared Leto non sembra adattarsi logicamente ai
piani di Zack Snyder per il suo taglio. È una sorta di
jolly rispetto alla storia che tutti conosciamo, e questo è
sicuramente un fattore eccitante, anche per chi non ha mai
particolarmente apprezzato il ritratto dell’attore in Suicide
Squad.
Vi ricordiamo che
la Snyder
Cut di Justice
League uscirà nel 2021 sulla piattaforma
streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA
dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la
versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO
MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in
Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere
una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere
programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima
è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori
notizie.
La Paramount ha affermato che un
quarto film della saga de Il Padrino è una possibilità. Negli ultimi
mesi si è tornato a parlare della celebre trilogia in seguito alla
notizia della distribuzione della Director’s Cut de Il Padrino – Parte III, che uscirà
alla fine del mese di dicembre con il titolo “Mario Puzo’s The
Godfather, Coda: The Death of Michael Corleone”. Secondo
Diane Keaton, a cui non era piaciuta la conclusione
originale della trilogia, il nuovo taglio ha migliorato
notevolmente il film.
Nel 1990, all’epoca della sua uscita
in sala, Il Padrino – Parte III è stato accolto in
maniera negativa rispetto ai primi due capitoli, da sempre
considerati due dei migliori film della storia del cienma. Francis Ford Coppola ha iniziato a lavorare
sulla Director’s Cut all’inizio di quest’anno, un lavoro più o meno
simile a quanto già fatto in passarto con Apocalypse Now
Redux. Secondo quanto riportato, la nuova versione del film
sarà corredata da un nuovo inizio, un nuovo finale e anche da una
serie di riprese alternative di alcune scene, oltre a nuovi spunti
musicali.
Adesso, in una
dichiarazione ufficialmente rilasciata al
New York Times, la Paramount Pictures ha affermato che un
quarto capitolo de Il Padrino è una possibilità. Lo studio ha
specificato che la decisione di dare o meno il via libera ad un
nuovo film dipenderà dall’arrivo nelle loro mani della “storia
giusta”. In passato, Coppola si era sempre dichiarato
contrario ad un nuovo eventuale capitolo. Tuttavia, la decisione
finale spetta comunque alla Paramount, in possesso dei diritti
sulla saga.
“Sebbene non ci siano piani
imminenti per un altro film nella saga de Il Padrino, dato il
potere duraturo della sua eredità, rimane una possibilità qualora
venisse fuori la storia giusta”, questa la dichiarazione
ufficiale della Paramount.
I progetti in cantiere legati alla saga de Il Padrino
Attualmente, ci sono diversi
progetti in lavorazione incentrati sul making of de
Il Padrino. Tra questi, figura anche Francis and The Godfather con Oscar Isaac e Jake Gyllenhaal, che racconterà proprio della
realizzazione del film e del conflittuale rapporto tra Coppola e il
produttore Robert Evans. Il film, che sarà diretto da Barry
Levinson, si concentrerà infatti sulle battaglie
leggendarie e selvagge che hanno portato alla realizzazione del
classico del 1972.
Mark Ruffalo ha condiviso una nota contenente
alcuni spoiler relativi ad Avengers:
Infinity War, incluso il colpo di scena finale.
Conosciuto per aver involontariamente rivelato dettagli top secret
sulle trame dei film dei Marvel Studios, una volta Ruffalo arrivò
persino a trasmettere in live streaming i primi minuti di Thor:
Ragnarok.
Nonostante Kevin Feige e il suo team
amino pianificare con largo anticipo le varie fase del loro
universo condiviso, nel corso degli anni hanno anche fatto un
ottimo lavoro nel cercare di mantenere segreti alcuni punti delle
trame dei loro film, per non rovinare la sorpresa ai fan e agli
spettatori. Se si considera l’interesse – spesso morboso – che
esiste nei confronti del MCU e l’era social in cui viviamo
(dove il rischio spoiler è quasi sempre elevatissimo!), si tratta
di un’impresa davvero incredibile. Tuttavia, i Marvel Studios hanno spesso dovuto
tenere d’occhio alcuni dei membri del cast dei loro film, che
spesso si sono lasciato sfuggire dettagli considerati assolutamente
top secret.
Ora che la Saga dell’Infinito è
giunta al termine, Mark Ruffalo può tirare un sospiro di sollievo
e parlare liberamente dei grandi momenti del MCU, inclusi quelli più recenti,
che hanno rappresentato un enorme cambiamento all’interno della
narrativa del franchise. Attraverso il suo account
Twitter, l’attore ha condiviso uno screenshot di una nota
salvata sul suo telefono che elenca alcuni grossi spoiler che –
probabilmente – aveva appuntato come promemoria: tra questi, figura
anche il finale di Avengers:
Infinity War, in cui Thanos ha fatto fuori
metà della popolazione mondiale.
Mark Ruffalo e il “problema” degli spoiler nel MCU
Le altre due voci segnate da Ruffalo
nella nota fanno riferimento a Thor:
Ragnarok e ad Avengers:
Endgame. La frase “Being a friend from work”
si riferisce alla scena in cui Thor ritrova Hulk nella Battaglia
dei Campioni ospitata dal Gran Maestro Sakaar. La cosa interessante
è che, tecnicamente, non si tratta di uno spoiler, dal momento che
quella scena faceva parte del marketing del film ed era
presente in numerosi trailer e spot tv.
Gli emoji dei taco, invece, fanno
riferimento la scena in cui Smart Hulk ha distribuito i taco ad
Ant-Man dopo che il suo cibo è stato spazzato dal vento dopo
l’arrivo del Benatar al quartier generale degli Avengers. Non si
tratta di uno spoiler così grande; tuttavia, è un dettaglio che è
stato comunque tenuto nascosto, dal momento che tutto ciò che
riguardava Smart Hulk era considerato “spoiler”.
Joe Manganiello non è mai riuscito a lasciare
un segno indelebile nei panni di Slade Wilson/Deathstroke,
apparendo nei panni del personaggio soltanto in una breve scena
post-credits della versione cinematografica di Justice
League. Tuttavia, si spera che la
Snyder Cut, in cui l’ex star di True Blood
tornerà nei panni del letale mercenario, possa finalmente rendere
giustizia al ruolo.
Prima di essere scelto come
interprete di Deathstroke, Manganiello è stato uno dei principali
contendenti al ruolo di Superman ne
L’uomo d’acciaio (sempre diretto da
Zack Snyder), ma è stato costretto a ritirarsi dalla
“corsa” a causa dei suoi impegni con la serie True Blood.
Durante una nuova intervista con Light
Cast (via
CBM), l’attore ha parlato proprio della mancata possibilità di
indossare l’iconico costume rosso e blu.
“Non mi piace soffermarmi troppo
su cose che non sono accadute”, ha dichiarato Joe Manganiello quando gli viene chiesto se
cova ancora del risentimento per aver perso il ruolo. “Cosa
puoi farci? Sono stato legato per 6 anni ad uno show televisivo…
quello era il mio lavoro.”
Tuttavia, qualcosa
di buono è comunque venuto fuori da quell’incontro con Snyder,
perché alla fine Manganiello è stato scelto come interprete di
Deathstroke nel DCEU. Il personaggio avrebbe dovuto figurare come
villain principale del Batman di Ben Affleck, progetto poi naufragato e passato
nelle mani di Matt Reeves (che lo ha reso l’attesissimo
The
Batman che arriverà al cinema nel 2022).
Ciononostante,
Joe Manganiello ha anticipato che potrebbe
esserci qualcos’altro in lavorazione per il personaggio, oltre alla
sua imminente apparizione nella
Snyder Cut di Justice
League. L’attore si è rifiutato di scendere nei
particolari, limitandosi a dire che che lui e
Zack Snyder hanno in serbo delle cose davvero
interessanti e molto divertenti.
Vi ricordiamo che
la Snyder
Cut di Justice
League uscirà nel 2021 sulla piattaforma
streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA
dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la
versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO
MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in
Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere
una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere
programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima
è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori
notizie.
Dafne Keen, la giovane star di Logan
– The Wolverine, ha rivelato che, prima
dell’acquisizione da parte della Disney, la Fox aveva dei piani per
un potenziale spin-off incentrato su X-23. Keen è attualmente la
protagonista della serie HBO
His Dark Materials – Queste oscure materie, adattamento
della trilogia letteraria di successo di Philip Pullman, in cui è
presente anche il padre dell’attrice, Will Keen, meglio conosciuto
per aver interpretato Michael Adeane in The
Crown.
Dafne Keen ha interpretato Laura/X-23 nell’ultimo film in cui
Hugh Jackman ha interpretato l’iconico Wolverine. La
giovane attrice ha quasi rubato la scena alla star australiana,
prestando la giusta dose di rabbia ed emozione al ruolo del clone
mutante di Logan.
Proprio in base alla forza di
quella performance, erano in molti a pensare che Dafne Keen sarebbe ancora apparsa sul grande
schermo. Tuttavia, quei piani sono stati ufficialmente sospesi dopo
l’acquisizione della Fox da parte della Disney, che messo la parola
fine all’universo cinematografico degli X-Men conosciuto fino a
quel momento. La stessa Keen ha dichiarato di essere pronta a
riprendere il ruolo di X-23 quando i mutanti verranno finalmente
introdotti nell’Universo Cinematografico Marvel. Nonostante la Marvel non abbia ancora rivelato i
suoi piani in merito ai personaggi, è quasi certo che quando il
franchise verrà riavviato ci saranno nuovi attori ad interpretare i
celebri mutanti.
Ora, Dafne Keen ha rivelato che c’erano davvero dei
piani per un sequel di Logan
– The Wolverine incentrato su X-23; o almeno, questo è
quello che le era stato riferito durante la produzione del film.
Parlando con
Elle in occasione della promozione della seconda stagione di
His
Dark Materials, Keen ha spiegato che, dopo essere stata
informata sulla possibilità di un eventuale sequel, non è stata più
contattata da nessuno. La giovane attrice ha però dichiarato che,
dal suo punto di vista, la storia di X-23 non si è ancora conclusa,
e che ci sarebbe molto altro da raccontare, sottolineando che
sarebbe disposta a tornare nei panni del personaggio per il
MCU.
“Mi era stato detto da alcune
persone alla Fox che forse ci sarebbe stato un altro film. Ma
questo è stato molto tempo fa, quando stavamo girando. Non mi hanno
mai più contattata”, ha spiegato l’attrice. “Mi sento come
se la storia di X-23 fosse solo all’inizio. C’è ancora tanto da
dire: è come una staffetta. Io sono entrato in gioco quando aveva
già scritto e fatto la pre-produzione, quando avevano già deciso di
fare il film. Quindi, non appena diranno: ‘Andiamo!’, io ci
sarò.”
Tutto quello che sappiamo su Logan – The Wolverine
Logan
– The Wolverine è stato universalmente acclamato come
il migliore adattamento dedicato al singolo personaggio e in
generale il miglior film sugliX-Men mai
visto al cinema. Il film ha debuttato al Festival di Berlino ed è
stato nominato agli Oscar per la migliore sceneggiatura adattata,
primo cinecomic a raggiungere tale livello di riconoscimento
dall’industria.
A sei anni dal suo ultimo film,
L’Amore Bugiardo – Gone Girl, David
Fincher si siede di nuovo sulla sedia di regia e regala al
mondo
Mank, la sua undicesima fatica disponibile
direttamente su Netflix a partire dal 4 dicembre 2020. Ed è paradosso
che un lavoro del genere, di tale scopo e grandezza, arrivi
direttamente sulla piattaforma, confinato sugli schermi di casa o,
peggio, dei pc degli abbonati. Certo, Fincher ha un rapporto
privilegiato con il colosso dello streaming, alla luce della sua
produzione seriale, eppure come Martin Scorsese,
che ha trovato spazio solo su Netflix per il suo The Irishman, così il regista di
Seven ha trovato il suo spazio per raccontare la
sua storia.
Mank è il
nomignolo di Herman J. Mankiewicz, brillante
sceneggiatore e personaggio scomodo, alcolista e avversario del
golden boy di Hollywood, quell’Orson Welles a cui,
a soli 24 anni, la RKO offrì carta bianca per realizzare il suo
debutto al cinema, Quarto Potere. Il film
ripercorre il processo creativo di Mankiewicz per realizzare la
sceneggiatura che conquistò il premio Oscar nel 1942. Il lavoro di
Fincher, che si avvale di una sceneggiatura firmata dal padre
Jack Fincher molti anni fa e che lui ha certamente
rimaneggiato pur non comparendo nel credits, non si può assimilare
né al biopic su Mank, né al racconto del making of del più grande
film della storia del cinema.
Ficher racconta il presente
attraverso la contemporaneità di Mank
Ammantando la storia che
vuole raccontare di nostalgia, David Fincher
utilizza lo spazio del film per mettere in scena il suo Paese, le
difficoltà che esso affronta sia da un punto di vista politico sia
da quello dell’informazione, attraverso un lavoro che percorre
tanti punti di vista, tanti personaggi, tante situazioni,
scegliendo la forma del flashback per giustificare e raccontare
qual è il mondo, la Hollywood nella quale Mank stesso vive a dalla
quale attinge il materiale che riverserà nella storia di
Charles Foster Kane. Le writers room, la crisi
economiche, le elezioni in California, la nube che si addensa
sull’Europa, William Randolph Hearst (magnate
della comunicazione su cui varrà modellato il Kane immaginario), la
dolce Marion Davies, l’alcol, la devozione di e
per Sara, ma soprattutto l’impossibilità di tacere qualsiasi
pensiero, anche il più scomodo, che passa per la testa del
protagonista.
L’humus in cui prospera
Mankiewicz è ricchissimo e David
Fincher lo racconta con un occhio clinico, mai schierato,
sebbene venga il sospetto, a vedere confronti aspri tra il
protagonista e il bimbo prodigio, che l’ago del regista penda dalla
parte del primo. Tuttavia non viene mai messa in scena solo la sua
voce, ma un insieme di punti di vista, di personaggi, che danno
spessore alla storia, rendendola viscosa da attraversare.
Gli omaggi a Quarto
Potere si sprecano, nelle inquadrature, nelle scelte
estetiche, nella disposizione degli oggetti in scena, tuttavia il
vero punto di contatto tra Mank
e il film del 1941 sembra essere il forte parallelismo costruito
tra la mente di Mank stesso e la misteriosa
Rosabella. La funzione dello slittino di Kane, quell’oggetto
misterioso che dà il via alla narrazione e che in qualche modo
contiene la soluzione dell’enigma sulla vera natura e identità del
protagonista del film di Welles, è la stessa che per Fincher ha la
mente del protagonista, intorno alla quale si costruisce una storia
polifonica, rivolta all’attualità, al mondo in cui vive il regista
di Denver. In questo parallelo si esplica al meglio l’amore per il
cinema thriller che ha Fincher e che in più di un’occasione ha
declinato nelle maniere più differenti nei suoi racconti per il
grande schermo.
La dicotomia tra racconto
contemporaneo e ricostruzione storica si rivela anche nello stile
che Fincher adotta per raccontare. La fotografia in bianco e nero,
le lenti scelte per inquadrare i suoi attori, le angolazioni, i
costumi, persino la ricostruzione musicale certosina dei soliti
ottimi Trent Reznor e Atticus Ross ci raccontano
un film girato 80 anni fa. Di contrasto le interpretazioni, le
battute affilate, i concetti che il film mette in scena sono
modernissimi e ne svelano l’effettiva contemporaneità. In
particolare le interpretazioni di Gary Oldman,
Amanda Seyfried, Lily Collins, Tuppence
Middleton,Tom Burke e di tutto il
cast del film regalano uno spessore e una polifonia di punti di
vista degni del miglior racconto corale.
Il lavoro svolto sull’immagine, che
sfarfalla e gracchia, è un messaggio d’amore profondo ad un
immaginario che non esiste più, tanto potente e attuale proprio
perché sarà fruito su schermi piccoli, casalinghi. Mank
è dunque un film che potrebbe rappresentare un vero e proprio
spartiacque per il futuro della sala, di fronte ad una situazione
contemporanea in cui l’istituzione stessa del cinema è messa in
pericolo.
Il grande cinema su
Netflix
Da un punto di vista distributivo,
Mank
è la prosecuzione di un lavoro organico e continuo che Netflix ha
cominciato ormai più di un paio di anni fa con Roma di Alfonso Cuaron, e che
ha portato avanti con grande successo con titoli del calibro del
citato The
Irishman, ma anche Storia di un matrimonio e il recente Il processo ai Chicago 7. La casa del grande
cinema resta la sala, sicuramente, ma la piattaforma si offre
sempre più come un porto franco per quei cineasti che non si
piegano alle logiche degli studios, quelle figure ormai eroiche non
vogliono assoggettarsi alla logica che “l’unica vera star è Leo il
leone” (come dice in Mank un rampante
Louis B. Mayer riferendosi al logo della MGM),
quegli artisti del nostro tempo che vogliono ancora il loro spazio
per raccontare la contemporaneità, attraverso la propria lente.
Il decennio del 2010 era stato
inaugurato da David Fincher con uno dei migliori
film del cinema contemporaneo, The Social Network,
che ancora oggi dice moltissimo del mondo in cui viviamo. In
apertura del nuovo decennio, Fincher prova di nuovo a regalarci un
titolo che potrebbe accompagnarci per i prossimi dieci anni,
un’altra opera attuale, ricca, intelligente e personale.
Considerato uno dei migliori film
del suo decennio, Tra le
nuvole è, insieme a Juno, il più
noto tra i lungometraggi del regista Jason
Reitman. Questo venne portato in sala a partire dal 2009,
dopo essere stato presentato in anteprima al Toronto International
Film Festival e al Festival Internazionale del Film di Roma.
Affermatosi da subito come un grande successo, questo è incentrato
sul personaggio di Ryan Bingham, cinico manager costantemente in
viaggio, il quale non sembra avere neanche un briciolo di una vita
“stabile”. Tra commedia e grandi sentimenti, si snoda così la sua
storia, particolarmente coinvolgente.
Quanto narrato nel film è tratto
dall’omonimo romanzo del 2001 scritto da Walter
Kirn. Questi raccontò di aver ideato la storia in seguito
all’incontro con alcuni “tagliatori di teste”, la professione
svolta dal protagonista. Diventato un caso editoriale, il libro
finì nelle mani di Reitman solo qualche anno dopo. Rimastone
affascinato, questi decise di acquisire i diritti dell’opera con
l’intenzione di dar vita ad una trasposizione per il cinema.
Avvalendosi di un grande cast di interpreti, questa è infine
diventata film, il quale ha poi ottenuto alcuni dei maggiori
riconoscimenti dell’industria americana.
Costato appena 25 milioni di
dollari, Tra le nuvole è infatti arrivato ad incassarne
ben 166 in tutto il mondo. Tale successo ha permesso al film di
acquisire una particolare attenzione, divenendo poi uno dei
maggiori contendenti alla stagione dei premi. Ai premi Oscar, il
film ha infatti ricevuto ben 6 nomination, tra cui miglior film,
miglior regia e miglior attore protagonista. Proseguendo qui nella
lettura, sarà possibile scoprire alcune tra le principali curiosità
legate al film, molte delle quali legate al cast, come anche le
frasi più celebri e le piattaforme dove poter vedere il film in
streaming.
Tra le nuvole: la trama del
film
Protagonista del film è Ryan
Bingham, il cui lavoro è quello di occuparsi del licenziamento di
dipendenti, operando sull’intero territorio statunitense. Per
questo motivo, egli si trova a viaggiare di continuo, attraversando
ogni aeroporto esistente nel paese. La sua vita è così tutt’altro
che stabile, essendo privo di affetti e di una fissa dimora.
L’unico legame affettivo è quello che ha con le due sorelle, che
vede però naturalmente soltanto poche volte all’anno. Ogni tanto,
egli si concede fugaci avventure di una notte, come quella avuta
con la bella Alex, incontrata nell’albergo di Dallas in cui si
trovava a soggiornare. Con quest’ultima nasce però un’alchimia
nuova, che spinge Ryan a voler rincontrare la donna.
A spezzare la sua routine ci pensa
però il suo superiore, Craig Gregory, il quale richiamandolo nella
sede principale gli comunica delle sconvolgenti novità. La nuova
neoassunta Natalie, laureata e brillante nelle intuizioni, ha
infatti avuto l’idea di far risparmiare alla compagnia milioni di
dollari semplicemente comunicando dei licenziamenti attraverso
videochiamata. Per Ryan ciò significa però addio voli, addio
viaggio e addio vita lontano da ogni altra cosa che egli considera
un problema. Egli decide allora di opporsi, invitando Natalie a
seguirlo durante i suoi viaggi. Attraverso questi, le loro due
generazioni si troveranno a scontrarsi, andando incontro alla
necessità del rapporto umano, specialmente nei difficili casi di
licenziamento.
UP IN THE AIR
Tra le nuvole: il cast del
film
Per dar vita ad un personaggio
controverso come quello di Ryan, che di professione licenzia le
persone, il regista dichiarò di aver avuto la necessità di affidare
tale ruolo ad un attore ricco di fascino e carisma, che potesse
rendere simpatico anche il personaggio più sgradevole. Per Reitman,
dunque, la prima scelta fu il premio Oscar George
Clooney, che si disse lieto di accettare. Per
prepararsi alla parte, l’attore si documentò a lungo sul tipo di
lavoro svolto dal suo protagonista, ricercando una routine per
potersi calare in quella mentalità. L’attore richiese inoltre di
far entrare gli abiti per lui previsti per il film nella valigia
che egli porta sempre dietro con sé nel film. Questo dettaglio gli
permise di trovarsi a dover gestire un numero limitato di
indumenti, calandosi così ulteriormente nella scomodità vissuta dal
personaggio.
Anche il ruolo della brillante
Natalie è stato scritto pensando ad un’attrice in particolare. Si
tratta di Anna
Kendrick, che il regista disse di aver particolarmente
apprezzato nel film Rocket Science. Grazie a Tra le
nuvole, l’attrice ebbe modo di confermare la propria
popolarità, ottenendo anche una nomination agli Oscar come miglior
attrice non protagonista. Nelle stessa categoria venne candidata
anche Vera
Farmiga, qui presente nei panni dell’affascinante
Alex. L’attore Jason
Bateman, oggi noto per la serie Ozark, è
invece l’interprete di Craig Gregory, il superiore di Ryan. Il
premio Oscar J. K.
Simmons è invece presente nel ruolo di Bob, uno dei
dipendenti licenziati dal protagonista. Sam
Elliott è invece il pilota di aerei Maynard Finch.
Tra le nuvole: le frasi, il trailer
e dove vedere il film in streaming e in TV
Per gli appassionati del film è
possibile fruire di Tra le nuvole grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Il film è infatti disponibile nel
catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play,
Infinity, Apple iTunes, Netflix e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà
sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto
un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film
sarà inoltre trasmesso in televisione il
giorno giovedì 3 dicembre alle ore
21:15 sul canale Nove.
Nel film sono inoltre presenti
diverse frasi oggi entrate a far parte dell’immaginario comune. Si
tratta di battute e affermazioni che descrivono alla perfezione non
solo il contesto in cui si svolge la storia ma anche i protagonisti
che le pronunciano. Di seguito si riportano le più belle e più
importanti del film.
Stasera molti, rientrando a casa, saranno salutati da cani
saltellanti e figli che strillano; il loro coniuge chiederà “com’è
andata la giornata” e stasera si addormenteranno. Le stelle
usciranno discrete dai loro nascondigli diurni. E una di quelle
luci, appena più luminosa delle altre… sarà l’ala del mio aereo che
passa. (Ryan Bingham)
Se tu ripensi ai ricordi più belli, ai momenti più
importanti della tua vita, eri forse da solo? La vita è più bella
in compagnia. (Ryan Bingham)
Le cose che tutti odiano del viaggiare: l’aria riciclata,
la luce artificiale, i distributori automatici di succhi di frutta,
il sushi scadente sono calde reminiscenze che io sono a casa.
(Ryan Bingham)
Più lentamente si vive più velocemente si muore: non siamo
cicogne zoppe, siamo squali! (Ryan Bingham)
La Warner Bros ha
deciso che tutti i suoi film in uscita nel 2021 arriveranno
direttamente su HBO Max e in contemporanea in sala, così
come accade a Wonder Woman 1984. Lo studio di
Burbank, con sede in California, sta spostando la sua intera lista
di uscite del 2021 su HBO Max in base al mese di uscita previsto.
Dopo il periodo di accesso di un mese sulla piattaforma HBO Max a
livello nazionale, ogni film lascerà la piattaforma e continuerà la
sua vita nelle sale negli Stati Uniti e nei territori
internazionali, con tutte le finestre di distribuzione abituali che
si applicano al titolo.
I film interessati sono: The
Little Things, Judas and the Black
Messiah, Tom & Jerry, Godzilla vs. Kong, Mortal Kombat,
Those Who Wish Me Dead, The Conjuring: The Devil Made Me Do It, In
The Heights, Space Jam: A New Legacy, The Suicide Squad, Reminiscence, Malignant,
Dune,
The Many Saints of Newark, King Richard, Cry Macho e
Matrix 4.
Il comunicato ufficiale recita: “Il
modello ibrido è stato creato come risposta strategica all’impatto
della pandemia globale in corso”. I cinema non sono propensi ad
essere completamente soddisfatti di questo e sarà interessante
vedere quanto faranno pagare un biglietto per i film Warner Bros.
Il rischio preso con Tenet
ha evidentemente spaventato lo studio.
Cosa succederà con la distribuzione
italiana non lo sappiamo ancora, tuttavia la scelta Warner, seppure
si comprende da un punto di vista commerciale, resta un brutto
precedente per il futuro della sala post-pandemia.
Esattamente puntuale per la stagione
natalizia, arriva Fata madrina cercasi
(Godmothered) il nuovo film originale Disney+ diretto da Sharon
Maguire che offre uno sguardo nuovo, moderno, femminista
sul concetto di “happily ever after”, ovvero il “per sempre felici
e contenti”.
Il film, dalla trama semplice e le
intenzioni pure, è la storia di Eleanor (la Jillian
Bell già protagonista di Brittany non si ferma più), una
giovane e inesperta fata madrina in formazione che, dopo aver
sentito che la professione da lei scelta rischia l’estinzione,
decide di mostrare al mondo che le persone hanno ancora bisogno di
queste figure tradizionalmente buone e propizie. L’intero mondo
delle Fate Madrine è infatti a rischio conversione in Fatine dei
denti, ma lei non ci sta. Dopo aver trovato una lettera smarrita di
una bambina di 10 anni in difficoltà, Eleanor la rintraccia e
scopre che la bambina in questione, Mackenzie, è ora una mamma
single di 40 anni (Isla Fisher) che lavora in un
notiziario di Boston. Aveva trovato una lettera molto vecchia, la
cui destinataria, nel frattempo, aveva già avuto la sua vita o
almeno aveva già cominciato a vivere pienamente, anche se con
qualche difficoltà. L’intento di Eleanor, una volta fattasi
accettare da Mackenzie, è quello di regalare alla donna tutto ciò
che serve per ottenere il suo “felice e contenta”, tuttavia
l’aspirante fata madrina non ha fatto i conti con la vita vera, e
con quello che succede quando le cose non vanno esattamente secondo
i piani.
Scritto da Kari
Granlund e Melissa Stack, Fata
madrina cercasi è un feel-good movie, perfetto per
l’atmosfera serena e un po’ pigra delle vacanze di Natale, che però
riesce a raccontare la fiaba classica della principessa che trova
la felicità in una chiave moderna e realistica, senza bisogno di un
principe azzurro e di una carrozza nuziale che si allontana verso
il tramonto, in chiusura.
Fata madrina cercasi offre un’alternativa al classico
“per sempre felici e contenti”
Con un cast e una crew
quasi completamente al femminile, Fata madrina
cercasi cerca di rintracciare nell’autonomia di una donna
moderna il suo scopo, la sua felicità. È così che mentre gli sforzi
di Eleanor sono rivolti a cercare un consono principe azzurro per
Mackenzie, la donna è presa soprattutto dalle figlie, dalla sorella
e dal lavoro, senza dare troppo peso a una eventuale relazione
romantica.
Così Eleanor capisce che il suo
scopo non è quello di lavorare secondo la tradizione che il suo
mestiere richiede, ma semplicemente quello di sbloccare una
situazione di felicità in latenza. Tutte le donne protagoniste del
film vivono un momento di stasi, e l’arrivo goffo, travolgente e
divertente di Eleanor porterà scompiglio e un nuovo ordine,
costringendo le protagoniste a guardare la vita da un’altra
prospettiva, mettendo loro a portata di mano la vera felicità, pur
essendone lei stessa inconsapevole.
Il film Disney+ offre quindi delle versioni
alternative del “e vissero per sempre felici e contenti”,
delle versioni che vanno a stimolare l’autonomia,
l’auto-affermazione delle giovani donne, perché è inevitabile che
il film si rivolga principalmente ad un pubblico femminile molto
giovane. Sembra quasi che Walt Disney stia portando avanti un
tentativo di retcon, andando a modificare il classico finale da
fiaba con principe e principessa finalmente insieme, sposi e
felici, o meglio, che stia proponendo un modello alternativo, come
già detto, che però viene presentato come più soddisfacente, più
accattivante e rock.
Anche i superpoteri subiranno una
sorta di restyling a partire dalla Fase 4 del MCU. Inoltre, l’esistenza dei mutanti – che
prima o poi verranno ufficialmente introdotti nell’universo
condiviso – solleva più di un’importante questione: cosa significa
davvero avere un’abilità sovrumana? Cosa succede quando un mutante
non vuole i suoi poteri? E se gli eroi già affermati del
MCU non avessero ottenuto i loro pot ri per pura coincidenza?
Se fosse stati dormienti nei loro geni dalla nascita? Screen
Rant ha raccolto i personaggi del
MCU che potrebbero essere mutanti da sempre:
Scarlet Witch
La rivelazione della natura
mutante di Scarlet Witch non è solo probabile, ma è un dato di
fatto. I suoi poteri magici derivano dalle sperimentazioni
dell’HYDRA con la Gemma della Mente all’interno dello scettro di
Loki. La sola ragione per cui Wanda e suo fratello Pietro erano gli
unici sopravvissuti agli esperimenti di Wolfgang von Strucker era
che avevano un’anomalia genetica che li ha aiutate ad acquisire i
loro poteri. Dalla scena post-credits di
Captain America: The Winter Soldier, i fan attendono il
momento in cui il MCU riconosca finalmente i gemelli
come mutanti.
A causa della sua capacità di
alterare la realtà, Wanda Maximoff potrebbe essere l’escamotage per
l’introduzione di mutanti in WandaVision o
Doctor Strange in the Multiverse of Madness. I suoi figli
gemelli, Wiccan e Speed, che verranno introdotti nella serie
destinata a Disney+, potrebbero essere i primi due
mutanti ufficiali del MCU. Più tardi, si potrebbe
finalmente rivelare che Wanda è la figlia di Magneto. Ad oggi,
tutto sembra indicare che Scarlet Witch potrebbe diventare il
mutante più importante del Multiverso.
Quicksilver
Proprio come sua sorella
gemella, Quicksilver è stato il più vicino ad essere un mutante
rispetto a tutti gli altri personaggi apparsi nel MCU. Nel caso di Pietro, la
scoperta del gene mutante e dei poteri sempre più onnipotenti di
Wanda potrebbe dargli una meritata seconda possibilità per
dimostrare il suo valore, dopo la sua morte in Avengers:
Age of Ultron.
Come mutante a tutti gli effetti,
Pietro Maximoff potrebbe affrontare difficoltà interessanti, come
trovarsi diviso tra mutanti buoni e cattivi, o trovarsi al centro
di uno scontro tra mutanti e inumani, o magari al centro di uno
scontro tra i Vendicatori, gli X-Men e la Confraternita di Magneto.
Diverse cose sorprendenti possono accadere con Quicksilver, visto
anche il coinvolgimento di Evan Peters in WandaVision.
Captain Marvel
La stessa Carol Danvers
potrebbe rivelarsi una mutante geneticamente modificata per
assorbire il potere del Tesseract, il che spiegherebbe perché una
semplice esplosione l’ha resa uno dei personaggi più potenti del
MCU. Come mutante, Carol Danvers
potrebbe diventare il modello definitivo del gene X, fungendo da
icona per i mutanti in tutto l’universo. Questo potrebbe anche
essere il motivo per cui Kamala Khan adotta il soprannome di Ms.
Marvel. Inoltre, nuovi personaggi
come Wiccan e Speed potrebbero trovare un modello in un mutante
come Captain Marvel. Opposta a Kamala, l’iconico
pilastro degli X-Men, Rogue, potrebbe essere introdotta nel
MCU come principale antagonista di
Captain Marvel, prima dell’assorbimento dei
poteri di Carol Danvers da parte dei mutanti.
Captain Marvel potrebbe non essere stata
associata ai mutanti così spesso, ma Carol Danvers ha frequentato
molti personaggi legati agli X-Men. Attraverso Captain Marvel, il lato cosmico del
MCU potrebbe legarsi al lato
cosmico degli X-Men, con Captain
Marvel 2 che potrebbe introdurre i Predoni Stellari, un
gruppo di pirati spaziali guidati dal padre scomparso da tempo di
Scott Summers, alias Ciclope. Che si tratti di affrontare la sua
interazione con un personaggio degli X-Men o di rivelare che Carol
è in realtà una mutante, Captain
Marvel 2 potrebbe aprire la strada ad iconiche trame
cosmiche come la saghe “Brood” e “Dark Phoenix”.
Ms. Marvel
Kamala Khan è uno dei
personaggi centrali della Marvel quando si tratta di
affrontare il tema delle lotte sociali in relazione alle abilità
sovrumane. I suoi geni sono disumani nei fumetti, ma dopo il flop
della serie Inhumans, il MCU potrebbe scegliere di
riconfigurare i poteri di Kamala e renderla una mutante.
Se si scopre che Captain Marvel possiede geni mutanti,
Kamala potrebbe considerarla un modello per la sua specie, il che
la porterebbe ad adottare il soprannome di Ms. Marvel. Con Kamala Khan come
mutante, il MCU dovrebbe trovare un modo per
includerla negli X-Men o spiegare perché sceglie di non unirsi a
loro.
Hulk
La rivelazione di Hulk come
mutante potrebbe essere una delle più grandi sorprese che la Fase 4
del MCU possa offrire. Ovviamente,
questo non significa che la Disney dovrebbe riconfigurare Hulk per
essere il principale potere mutante di Bruce Banner, ma i geni di
Banner potrebbero spiegare perché non è morto nel suo fatidico
incidente Gamma. In base a quanto visto ne L’incredibile
Hulk, il manuale della miostatina di Betty Ross e una
ricreazione fallace del Siero del supersoldato sono stati i due
elementi che hanno causato l’esplosione Gamma che ha poi donato a
Bruce Banner la maledizione di Hulk, ma anche i suoi dormienti geni
mutanti avrebbero potuto essere coinvolti.
In Avengers:
Endgame, Smart Hulk ha osservato che “è stato creato” per
resistere alla radiazione Gamma di tutte e sei le Gemme
dell’Infinito messe insieme. Quello che forse non sa è che è nato
in grado di assorbire l’energia Gamma, proprio come i gemelli
Maximoff sono nati pronti per sviluppare ulteriormente i loro geni.
Tutti possono essere stati “scelti” dalla selezione naturale per
essere inclini all’evoluzione sovrumana. Questa nuova informazione
potrebbe dare una nuova svolta all’arco narrativo di Bruce Banner,
che risulta stagnante dopo la fusione tra l’uomo e il mostro tra
gli eventi di Avengers:
Infinity War e Avengers:
Endgame.
America Chavez
Nei fumetti, America Chavez
è strettamente connessa al Multiverso, essendo nata e cresciuta in
una realtà senza tempo e senza spazio chiamata Utopian Parallel. I
suoi poteri di distorsione della realtà provengono dal Demiurgo,
un’entità magica che ha distrutto la sua realtà domestica.
Il MCU potrebbe combinare le origini
multiversali di America Chavez con l’introduzione dei mutanti. Il
suo presunto coinvolgimento in
Doctor Strange in the Multiverse of Madness potrebbe
spiegare perché i geni mutanti latenti in migliaia di individui si
risvegliano improvvisamente. Pertanto, America Chavez potrebbe
essere l’ospite di uno dei geni mutanti più potenti dell’intero
Multiverso.
Occhio di Falco
La maggior parte dei
Vendicatori torreggia su Clint Barton perché è uno degli unici eroi
del MCU senza un superpotere
appariscente. In un universo in cui il numero di mostri alimentati
dalla rabbia, divinità asgardiane e Super Soldati aumenta di minuto
in minuto, un ragazzo con arco e frecce non sembra così
impressionante.
Tuttavia, questo particolare
tiratore non sbaglia mai un singolo colpo. Nella vita reale, questo
livello di precisione è impossibile, il che suggerisce che Occhio
di Falco non è un essere umano ordinario. Sebbene il MCU corra il rischio di diminuire
il suo merito, un corpo mutante spiegherebbe perché è impossibile
per Clint Barton sbagliare un colpo.
Janet Van Dyne
Il viaggio di Janet van
Dyne nel Regno Quantico, a cui molti non sarebbero potuti
sopravvivere, le ha dato la capacità di guarigione quantistica
invece di ucciderla. Avrebbe molto senso collegare l’improbabile
sopravvivenza di Wasp con i suoi geni mutanti latenti.
Dopotutto, il Regno Quantico e il
Multiverso sono strettamente legati, e sia Scarlet Witch che
America Chavez potrebbero essere i mutanti che aprono il
Multiverso. Una Janet van Dyne mutante non sarebbe senza
precedenti, dato che i fumetti della Marvel Ultimate hanno reso Wasp un
mutante i cui geni hanno aiutato Hank Pym a sviluppare la sua
tecnologia che altera le dimensioni.
Ghost
Il
conflitto principale di Ava Starr, a.k.a. Ghost, è quello di non
poter controllare i suoi poteri – proprio come Rogue degli X-Men -,
che derivano da un incidente quantistico. Ant-Man
and the Wasp le ha garantito la sopravvivenza, quando
Janet Van Dyne le ha donato un po’ della sua energia
quantistica.
Come con Wasp, tutte
le abilità di Ghost potrebbero essere spiegate combinando la sua
storia di origine con la rivelazione dei suoi geni mutanti, il che
può dare ad Ava Starr un futuro pieno di speranza nel MCU.
In Thor: Love and
Thunder,
Natalie Portman farà il suo tanto atteso
ritorno nell’Universo Cinematografico Marvel nei panni di Jane Foster.
Tuttavia, vedremo un lato completamente diverso del personaggio,
dal momento che è destinata a trasformarsi nel nuovissimo – almeno
per il pubblico della sala – Mighty Thor.
È stato al Comic-Con di San Diego
dello scorso anno che la Portman è salita sul palco del padiglione
H con in mano il Mjolnir, confermando ufficialmente il suo
coinvolgimento nell’atteso nuovo film di
Taika Waititi. Da allora, ha iniziato ad allenarsi per
assicurarsi di essere nella migliore forma possibile per
interpretare la versione femminile del Dio del Tuono.
“Sembra ultraterreno”, ha
ironizzato l’attrice. “E poi mi sento veramente ignorante su
questi argomenti… su come funzionino i muscoli, su come diventino
così. Ad esempio, dove va il sangue quando usi i muscoli? Perché
sembrano così pallidi. O forse è più un problema di abbronzatura da
muratore (ride). Ha un aspetto grandioso e proprio per
questo c’è molta pressione. Sembrerò sua nonna al
confronto.”
Thor: Love and
Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo
sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir
stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo
daNatalie
Portman, come confermato sabato durante il
panel dei Marvel Studios al Comic-Con. L’uscita nelle
sale è fissata invece al 11 febbraio 2022.
Taika Waitititornerà alla regia di un film dei
Marvel Studios
dopo Thor:
Ragnarok, così come Chris
HemswortheTessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor
e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers:
Endgame. L’ispirazione del progetto arriva dal
fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi come “la perfetta
combinazione di emozioni, amore, tuono e storie appassionanti con
la prima Thor femmina dell’universo“.
A quanto pare, l’attesa dei fan per
il ritorno del Joker di Jared Leto nella Snyder
Cut di Justice
League, ha raggiunto picchi enormi sui social media.
Il Joker di Leto è stato una figura divisiva fin dalla sua
introduzione in Suicide
Squad del 2016. Da allora, non è apparso in nessun altro
film del DCEU: Leto non è apparso né in Birds of
Prey con Margot Robbie né apparirà in The Suicide
Squad di James
Gunn.
Tuttavia, Zack Snyder sembra interessato a riportare
indietro il personaggio. Lo scorso ottobre, infatti, è stato
annunciato che Leto avrebbe ripreso i panni del Clown Principe del
Crimine nella versione di Justice
League ad opera di Snyder. Il film sarà una
miniserie in quattro parti che verrà distribuita su HBOMax nel
2021. La miniserie conterrà altre due ore e mezza di materiale
inedito, girato prima del coinvolgimento di Joss Whedon nella produzione. Nonostante i fan
stessero aspettando la
Snyder Cut da tantissimo tempo, nulla ha
stuzzicato il loro interesse più del ritorno di Leto nei panni del
Joker.
Secondo Netbase
Quid, una società di analisi dei social media, le storie sul
ritorno del Joker di Jared Leto sono state di gran lunga superiori
a qualsiasi altro argomento relativo alla Snyder
Cut di Justice
League. Il numero di storie ha superato qualsiasi
notizia, inclusa la disputa in corso tra Ray Fisher e la Warner
Bros. L’interesse è aumentato a metà ottobre, con il 31% dei post
sui social media relativi a Justice
Leaguefocalizzati proprio sul potenziale
coinvolgimento di Leto. L’interesse non è diminuito: anche se sono
trascorse diverse settimane, la
Snyder Cut e Joker continuano ad essere temi
caldi.
Il ritorno di Leto come Joker è,
comprensibilmente, molto atteso. Anche se il suo ruolo in Suicide
Squad è stato molto controverso, l’opportunità di vederlo
in coppia con Batman nella Snyder
Cut di Justice
League è davvero eccitante. Uno dei motivi per cui Joker è
stato accolto così male in Suicide
Squad è stato il breve minutaggio a disposizione. Il
marketing del film aveva esaltato il suo ruolo, così come tutte le
voci che avevano dato Leto come significativo all’interno della
storia. Tuttavia, le aspettative non sono state all’altezza del
clamore sollevato.
Vi ricordiamo che
la Snyder
Cut di Justice
League uscirà nel 2021 sulla piattaforma
streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA
dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la
versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO
MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in
Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere
una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere
programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima
è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori
notizie.
L’attore britannico naturalizzato
australiano Hugh Keays-Byrne, che ha interpretato
il cattivo Toecutter nel primo Mad Max del 1979 e che era
tornato nella saga come interprete di Immortan Joe in Mad
Max: Fury Road, è morto all’età di 73
anni.
Nato il 18 maggio 1947 a Srinigar,
nel Kashmir, due anni prima della formazione dell’India, da
genitori britannici, Keays-Byrne è cresciuto in Inghilterra. Ha
iniziato a recitare negli anni ’60, apparendo in diverse produzioni
per la Royal Shakespeare Company. Il suo debutto cinematografico è
stato nel 1974 in Stone, dove ha interpretato Toad, un
membro di una banda di motociclisti fuorilegge.
L’anno successivo ha recitato ne
Il Drago di Hong Kong, una parodia di James
Bond con l’ex interprete di 007, George Lazenby. È apparso in
molti altri titoli ozploitation degli anni ’70, culminati
con il ruolo di Toecutter, il cattivo squilibrato del primo Mad
Max di George Miller. Keays-Byrne è tornato nel franchise
grazie a Mad
Max: Fury Road, interpretando ancora una
volta il cattivo, Immortan Joe.
Il regista Ted
Geoghegan ha rivelato via Twitter
che Keays-Byrne è morto martedì, all’età di 73 anni. Geoghegan ha reso omaggio alle interpretazioni dell’attore nel
franchise di Mad Max, sottolineando il suo grande impegno
umanitario. La notizia è stata confermata anche su
Facebook da Brian Trenchard-Smith, il regista
britannico che aveva scelto Keays-Byrne per Il Drago di Hong
Kong. Trenchard-Smith ha reso omaggio al senso dell’umorismo
di Keays-Byrne e ha anche menzionato la sua coscienza sociale.
Sebbene abbia avuto una carriera
ampia e variegata, non c’è dubbio che Hugh
Keays-Byrne sarà ricordato sempre per il suo doppio ruolo
nel franchise di Mad Max. Il fatto che sia tornato
a recitare in Mad
Max: Fury Road a 35 anni di distanza dalla sua
prima apparizione nel franchise è stata una testimonianza della sua
incredibile longevità in qualità di attore. Interpretando ruoli
molto diversi, Keays-Byrne è riuscita a rendere sia Toecutter che
Immortan Joe due villain tanto terrificanti quanto iconici. Non c’è
dubbio che le sue interpretazioni abbiano giocato un ruolo chiave
nella duratura popolarità di entrambi i film.
Jamie Foxx ha ironizzato in merito alla sua
presenza in Spider-Man 3, dichiarando che sarebbe
felice di tornare a vestire i panni di Electro e lasciando
intendere che nessun accordo è stato ancora firmato. Molto prima
che Tom Holland interpretasse il simpatico
arrampicamuri nel MCU,
Andrew Garfield ha interpretato Peter Parker per il
franchise The Amazing Spider-Man targato
Sony. Nel sequel del 2014,
The Amazing Spider-Man – Il potere di Electro,
Jamie Foxx ha interpretato Max Dillon, un mite dipendente della
Oscorp che, in seguito ad un incidente devastante, diventa il
cattivo Electro. La Sony aveva grandi progetti per il franchise,
che alla fine sono andati in pezzi a seguito proprio del flop di
The Amazing Spider-Man 2.
Tuttavia, recenti voci sembrano
indicare che la saga di The Amazing Spider-Man non sia
totalmente finita nel dimenticatoio. All’inizio di ottobre,
infatti, è arrivata la notizia che Jamie Foxx apparirà nell’attesissimo
Spider-Man 3 del MCU, dove tornerà a vestire i panni
proprio di Electro. Il ritorno di Foxx, ovviamente, apre ad una
serie di possibilità infinite in merito al Multiverso del MCU e al modo in cui si collegherà
ai precedenti film dedicati a Spider-Man. Ad oggi, la Marvel non ha ancora confermato la
presenza di Foxx nel film, il che getta più di un dubbio sul fatto
che il casting possa davvero concretizzarsi.
In una recente intervista con
CinemaBlend in occasione della promozione di Soul,Jamie Foxx ha parlato della possibilità di
tornare ad interpretare Electro in Spider-Man 3.
All’attore è stato chiesto se l’Electro che vedremo nel MCU sarà un prosieguo del
personaggio già apparso sul grande schermo o una nuova iterazione
dello stesso; com’era prevedibile, l’attore non ha potuto rivelare
nulla. Tuttavia, la cosa più sorprendente, è che la risposta di
Foxx ha lasciato intendere che l’attore non abbia ancora neanche
firmato con la Marvel per apparire nel film. Il
premio Oscar si è limitato a dire che sarebbe aperto alla
possibilità e che sarebbe felice di tornare nei panni del villain.
“Hai assolutamente ragione, non posso dire nulla. Ma se faccio
parte del film, allora ne sarò davvero felice”, si è limitato
a dire Foxx.
Foxx ha eluso la domanda, ma ciò non
significa che non farà parte del cast del film, visto che ad
ottobre aveva confermato il suo ritorno
attraverso un post condiviso su Instagram (poi subito
eliminato). A questo punto, gli scenari ipotizzabili sono
molteplici: non avendo confermato ancora nulla, è probabile che
neanche i Marvel Studios siano convinti della presenza
di Electro nel film; oppure, semplicemente, Jamie Foxx non è ancora autorizzato a parlare
del suo coinvolgimento, come accade di frequente quando si tratta
di grandi blockbuster o di film di supereroi (l’ultimo caso
esemplare, in tal senso, è
Mads Mikkelsen, che aveva negato il suo coinvolgimento in
Animali Fantastici 3, per poi essere confermato nel cast
soltanto pochi giorni dopo).
Cosa sappiamo di Spider-Man 3?
Di Spider-Man
3 – che arriverà al cinema il 17 Dicembre 2021 – si
sa ancora molto poco, sebbene la teoria più accredita è quella
secondo cui il simpatico arrampicamuri sarà costretto alla fuga
dopo essere stato incastrato per l’omicidio di Mysterio (e con il
personaggio di Kraven il Cacciatore che sarebbe sulle sue tracce).
Naturalmente, soltanto il tempo sarà in grado di fornirci maggiori
dettagli sulla trama, ma a quanto pare il terzo film dovrebbe
catapultare il nostro Spidey in un’avventura molto diversa dalle
precedenti…
Tom
Holland si è unito al MCU nei panni di Peter Parker nel
2016: da allora, è diventato un supereroe chiave all’interno del
franchise. Non solo è apparso in ben tre film dedicati ai
Vendicatori della Marvel, ma anche in due
standalone: Spider-Man:
Homecoming e Spider-Man: Far
From Home. La scorsa estate, un nuovo accordo siglato
tra Marvel e Sony ha permesso al
personaggio dell’Uomo Ragno di restare nel MCU per
ancora un altro film a lui dedicato –
l’annunciato Spider-Man 3 – e per un
altro film in cui lo ritroveremo al fianco degli altri eroi
del MCU.
La Compagnia dell’Anello si è
riunita per una nuova missione: salvare e preservare l’ex casa di
J.R.R Tolkien, dove l’autore britannico ha scritto
Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli. L’acclamato ed
influente scrittore, spesso indicato come il padre del genere
fantasy, è famoso soprattutto per le storie ambientate
nella Terra di Mezzo. Dati gli immensi contributi di Tolkien alla
letteratura, è giusto che la sua storia venga preservata.
Tolkien viene ricordato soprattutto
per le sue vaste opere di narrativa fantastica, nonostante nella
sua carriera si sia dedicato anche ad altro. Era uno studioso di
letteratura e mitologia europea medievale (che ha fortemente
influenzato le sue opere originali), un professore dell’Università
di Oxford per decenni, un soldato nella Prima Guerra Mondiale
(un’altra influenza significativa) e un padre di quattro figli.
Durante i suoi anni a Oxford, Tolkien ha vissuto in una casa
signorile al numero 20 di Northmoor Road, casa che ora è stata
messa in vendita.
Sembra, però, che l’ex cast degli
adattamenti cinematografici basati sull’opera di Tolkien abbia
qualcosa da dire al riguardo. Secondo quanto riportato da
People, Ian McKellen (Gandalf), John
Rhys-Davies (Gimli) e Martin Freeman (Bilbo Baggins) si sono uniti
ad una campagna per acquistare e preservare la casa in cui Tolkien
scrisse le sue opere più famose. “Project
Northmoor” – questo il nome della campagna – spera di
raccogliere 6 milioni di dollari per acquistare la casa, ripararla
e ringiovanirla (insieme al giardino), e dare vita ad un vero e
proprio centro letterario di Tolkien, completo di tour, lezioni e
programmazione sia in presenza che virtuale.
Il Signore degli Anelli e l’eredità di Tolkien
Sebbene Il Signore degli Anelli sia divenuto molto
popolare a partire dagli anni ’60, ha subito una sorta di rinascita
soprattutto negli ultimi due decenni, in gran parte graziea i film
di successo diretti da Peter Jackson. La prima trilogia ha ridefinito
la narrativa e la struttura del genere fantasy, portando
il pubblico a scoprire l’immensa influenza di Tolkien attraverso un
nuovo mezzo (quello cinematografico, appunto). Le opere dello
scrittore britannico sono state pubblicate anche dopo la sua morte:
il figlio Christopher, infatti, ha curato diversi scritti inediti
come The Silmarillion, Unfinished Tales, The Children of
Húrin e Beren e Lúthien, l’ultimo dei quali
pubblicato nel 2017. Purtroppo, Christopher Tolkien è deceduto a
gennaio di quest’anno.
L’impatto continuo che Tolkien ha
avuto sul mondo della letteratura, sia in vita che nei 50 anni
successivi alla sua morte, giustifica certamente una certa
conservazione dei suoi contributi. Secondo il sito web di “Project
Northmoor”, “non esiste un centro dedicato a Tolkien in
nessuna parte del mondo”. La campagna per salvare la vecchia
casa dell’autore creerebbe finalmente un luogo simile ed è
incoraggiante vedere gli attori delle trasposizioni
cinematografiche de
Il Signore degli Anelli e de Lo Hobbit unirsi
alla causa.
In una nuova intervista, Mads Mikkelsen ha parlato per la prima volta
di Gellert Grindelwald, il personaggio che
interpreterà in Animali Fantastici 3, andando a sostituire il
collega Johnny Depp. Nel 2016 la Warner Bros. ha
riportato sul grande schermo il magico mondo di J.K. Rowling grazie ad Animali
Fantastici e Dove Trovarli, prequel della saga
principale di Harry
Potter, basato su un libro di testo di Hogwarts.
Sebbene inizialmente la serie
sembrasse concentrarsi sulle avventure del magizoologo Newt
Scamander (Eddie
Redmayne), ben presto è stato confermato
che Animali Fantastici avrebbe coperto il
periodo in cui il mago oscuro Grindelwald terrorizzava il mondo
magico. Johnny
Depp è apparso alla fine del primo Animali
Fantastici nei panni di Gellert Grindelwald, prima di avere un ruolo
più importante nel sequel I
Crimini di Grindelwald del 2018. Era pronto ad
interpretare il personaggio per l’intero franchise, ma a seguito
della perdita di una causa per diffamazione contro il quotidiano
britannico The Sun che lo ha definito un “picchiatore di
mogli”, la Warner Bros. ha chiesto all’attore di abbandonare
la saga.
In seguito all’uscita di scena di
Depp, la major ha poi ufficializzato Mads Mikkelsen come nuovo interprete di
Grindelwald, e adesso, per la prima volta, l’attore svedese ha
finalmente parlato del ruolo. Intervistato da
EW, Mikkelsen ha anticipato alcuni dettagli in merito alla sua
interpretazione del mago oscuro, spiegando di voler sia onorare
l’eredità di Depp sia proporre agli spettatori qualcosa di nuovo.
Tuttavia, l’attore non ha potuto approfondire più di tanto
l’argomento, forse perché lui e il regista David
Yates sono ancora impegnati con la “nuova” costruzione del
personaggio.
“Beh, già il fatto che sarà io
ad interpretarlo è una novità”, ha ironizzato Mikkelsen.
“Scherzi a parte, questa è la parte più difficile. Ci stiamo
ancora lavorando. Dovrà esserci un ponte tra quello che ha fatto
Johnny e quello che farò io. Dovrò cercare di fare mio il
personaggio, ma allo stesso tempo dobbiamo anche trovare dei
collegamenti (con la versione precedente di Grindelwald), in modo
da non allontanarci completamente da ciò che è già stato
conquistato in maniera assolutamente magistrale.”
Come riportato da
Deadline, la candidata all’Oscar Margot Robbie è in trattative iniziali per
sostituire il premio Oscar Emma Stone nel nuovo film di Damien
Chazelle, il cui titolo ufficiale sarà Babylon.
Stone, che era già stata diretta da Chazelle in
La La Land, ha dovuto abbandonare il progetto a causa di
impegni pregressi.
Il cast del film annovera già il
premio Oscar Brad Pitt: se le trattative con la Robbie
dovessero andare a buon fine, si tratterà della seconda volta che i
due celebri e amatissimi attori lavoreranno fianco a fianco dopo
C’era una volta a Hollywood di
Quentin Tarantino. Babylon avrebbe segnato la seconda
collaborazione tra Damien Chazelle e Emma Stone dopo l’incredibile
successo di
La La Land.
Babylon è stato
descritto come un dramma audace e originale, dal budget
significativo, che sarà ambientato nel periodo in cui l’industria
di Hollywood è passata dal muto al sonoro. La Lionsgate avrebbe
dovuto accaparrarsi i diritti del film, ma è stata poi surclassata
dall’offerta ben più vantaggiosa avanzata dalla Paramount.
Il film, che sarà scritto e diretto
da Chazelle, dovrebbe arrivare nelle sale a Natale 2021 (con
un’uscita limitata) e successivamente a gennaio 2022 (con un’uscita
worldwide), giusto in tempo per l’awards season. Tra i produttori
figurano Olivia Hamilton, Matt Plouffe e Marc Platt.
La carriera di Damien Chazelle
Damien Chazelle è
diventato in un istante una figura interessante e di spicco nel
panorama hollywoodiano, a partire dal suo esordio, il folgorante
Whiplash, che nel 2014 ha
portato a casa ben tre premi Oscar, tra cui migliore attore non
protagonista, J.K. Simmons.
Whiplash ebbe un tale
successo che molti critici si chiesero se Chazelle potesse mai
essere in grado di replicare quel successo e quella bellezza.
Eventuali dubbi su questo fronte si sono rapidamente estinti quando
Chazelle ha presentato al Festival di Venezia 2016 La La
Land. L’affascinante tributo ai classici musical di
Hollywood vede Emma
Stonee Ryan
Gosling nei panni di una coppia di giovani
ambiziosi in cerca della loro carriera artistica nella Hollywood
dei sogni e delle illusioni. Il film è stato campione di incassi, e
non solo.
La La Land ha
raddoppiato il conteggio dei tre Oscar
di Whiplash, portando a casa sei premi tra cui
un Oscar come miglior regista per Chazelle e un trofeo per la
migliore attrice a Stone. Eppure, nonostante il successo
di Whiplash e La La Land, Chazelle
non è riuscito a ripetere la sua formula di grande successo
con First
Man – Il primo uomo del 2018. Anche se il film ha
visto il ritorno di Gosling con il regista, non è riuscito a
eguagliare le alture vertiginose dei precedenti lavori di Chazelle.
Il film è anche il primo caso in carriera, per Chazelle, di una
regia su sceneggiatura non sua.
Indicato come uno dei film che ha
contribuito alla forte attenzione del cinema italiano nei confronti
dei generi cinematografici, Lo chiamavano
Jeeg Robot segna il debutto ad un lungometraggio
di Gabriele Mainetti e Nicola
Guaglianone. Rispettivamente regista e sceneggiatore, i
due avevano già collaborato con successo a cortometraggi quali
Il produttore, Basette e Tiger Boy. Per il loro
esordio sul grande schermo, scelgono di dar vita al primo grande
supereroe italiano, il quale è però naturalmente calato all’interno
del forte contesto della periferia di Roma. Con il film di Mainetti
si è così aperta per il cinema italiano una nuova ricca
stagione.
Il titolo del film è un ovvio
riferimento al celebre manga Jeeg Robot d’acciaio, dove il
supereroe in questione si trova a dover salvare il mondo da nemici
ogni volta diversi. Allo stesso modo, il protagonista del film
italiano, Enzo Ceccotti, deve fare i conti con la criminalità di
Roma, e in particolare con un nemico che si rivelerà più
imprevedibile del previsto. Proprio per le grandi novità che il
film presentava, questo faticò inizialmente a trovare produttori
disposti ad investirvi. In seguito, tuttavia, il film riuscì a
prendere forma, arrivando ad ottenere un’anteprima alla Festa del
Cinema di Roma.
Arrivato infine in sala, il film
riesce ad affermarsi come uno dei migliori incassi della stagione,
arrivando ad un guadagno complessivo di quasi 6 milioni di euro a
fronte di un budget di quasi 2. Per Lo chiamavano Jeeg
Robot la strada verso il successo era però appena iniziata. Il
film divenne infatti un vero e proprio caso cinematografico,
arrivando a vincere alcuni tra i maggiori premi assegnati
dall’industria italiana. Grazie anche ad una distribuzione estera,
il film ha potuto dimostrare in tutto il mondo il pregio che ancora
oggi il cinema italiano può vantare.
Lo chiamavano Jeeg Robot: la trama
del film
Il film racconta di Enzo Ceccotti,
un uomo solitario che vive di espedienti nella periferia di Roma,
si nutre di budini alla vaniglia e guarda solo dvd pornografici. Un
giorno, inseguito dalla polizia per il furto di un orologio, si
tuffa nel Tevere e lì viene a contatto con una sostanza
radioattiva, che una volta tornato a casa gli causa un terribile
malessere. Superata la notte e apparentemente guarito, si organizza
per un nuovo colpo, commissionatogli dallo spietato criminale noto
come Lo Zingaro. A casa di uno dei suoi complici, Enzo incontra
Alessia, una ragazza con problemi mentali, che si comporta come una
bambina, fa fatica a distinguere tra finzione e realtà e ha una
vera e propria ossessione per il cartone animato Jeeg Robot
d’acciaio.
Durante un incontro con alcuni
corrieri di droga, Enzo rimane però coinvolto in una sparatoria, si
prende una pallottola e fa un volo di diversi metri.
Inspiegabilmente rimane illeso e realizza così di avere dei
“superpoteri”, acquisiti grazie alla sostanza radioattiva: oltre
all’invulnerabilità, possiede anche una forza sovrumana. Lo Zingaro
con i suoi scagnozzi si reca a casa di Alessia per avere
informazioni sul carico di droga, arrivando ad essere violento con
la giovane. Sentite le urla della ragazza, Enzo accorre e
interviene picchiando i criminali e salvando Alessia. I due,
costretti ora ad una latitanza, si ritrovano a stringere un
profondo legame. La loro tranquillità viene però messa a dura prova
proprio da Lo Zingaro, il quale è in cerca di vendetta.
Lo chiamavano Jeeg Robot: il cast
di attori del film
Tra gli elementi di maggior forza
del film vi è il suo cast di attori. Tutti premiati per le loro
interpretazioni, questi hanno dato vita a personaggi memorabili,
entrati da subito nell’immaginario collettivo del cinema italiano.
Grande protagonista è l’attore Claudio
Santamaria. Questi, tuttavia, aveva inizialmente
dovuto rifiutare il ruolo a causa di altri impegni. Poiché il
regista desiderava fortemente averlo nel film, però, le riprese
vennero posticipate in attesa che l’attore fosse libero. Ciò
avvenne però con la sua promessa di acquisire circa 20 chili,
arrivando ad un totale di 100, e assumendo l’imponenza richiesta
per il personaggio.
Accanto a lui nel film è poi
presente Luca
Marinelli, oggi tra i principali interpreti del cinema
italiano, che ha qui vestito i panni del criminale Lo Zingaro.
Affermatosi per il suo carattere sopra le righe, il personaggio è
oggi ricordato come uno dei villain più apprezzati del recente
cinema nazionale. Per dargli vita, Marinelli ha raccontato di
essersi ispirato ai personaggi di Hannibal Lecter e Buffalo Bill,
entrambi presenti in Il silenzio degli innocenti. Per il
ruolo di Alessia, invece, viene scelte l’attrice Ilenia
Pastorelli. All’epoca questa era ancora un’esordiente,
e per tale ragione il regista non era del tutto convinto di voler
affidare a lei il ruolo. A convincerlo fu però Guaglianone, lo
sceneggiatore, il quale dichiarò di aver scritto il personaggio con
lei in mente. Dopo averla incontrata, anche Mainetti si convinse
del fatto che era l’attrice giusta per il ruolo. Nel film è poi
presente anche l’attrice Antonia Truppo nel ruolo
della boss criminale Nunzia Lo Cosimo.
Lo chiamavano Jeeg Robot: i premi,
il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Lo chiamavano Jeeg Robot si
è affermato come uno dei film più acclamati e premiati del suo
anno. Questo è infatti stato candidato a numerosi premi di
particolare prestigio in Italia, come i David di Donatello e i
Nastri d’argento. Ai primi il titolo ricevette ben 17 nomination,
ottenendo poi 8 premi, tra cui quelli per i quattro interpreti
principali e quello per il miglior regista esordiente. Ai Nastri
d’argento il film guadagnò invece 10 nomination, mentre 12 furono
quelle ai Ciak d’Oro. Il film venne inoltre selezionato nella rosa
dei film tra cui scegliere per il candidato italiano all’Oscar per
il miglior film straniero, non ottenendo però tale possibilità.
Svariati sono poi stati i premi “minori” vinti sempre sul suolo
italiano.
Per gli appassionati del film è
possibile fruire di Lo chiamavano Jeeg Robot grazie alla
sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Il film è infatti disponibile nel
catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple
iTunes, Netflix, Now TV, Rai Play e Tim Vision. Per
vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare
il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità
e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di
noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui
vedere il titolo. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il
giorno mercoledì 2 dicembre alle ore
21:10 sul canale Rai Movie.
Vedova Nera è uno dei supereroi del MCU più popolari. Fa parte dell’universo
condiviso dal 2010 e ha contribuito a salvare il mondo molte volte.
In qualità di ex spia, Natasha Romanoff ha molte abilità utili per
il suo lavoro da supereroe. Anche se non possiede alcun vero
superpotere come la maggior parte dei suoi compagni Vendicatori,
questo non le ha mai impedito di abbattere i cattivi.
Sfortunatamente, la vita di Vedova
Nera non è stata sempre facile, con molti episodi che hanno spesso
intristito i suoi fan. Dalle relazioni personali al suo passato,
Vedova Nera avrebbe spesso meritato di più di
quanto in realtà ha avuto:
La relazione con Bruce Banner
La storia d’amore tra
Natasha e il suo compagno di squadra Bruce Banner non ha sempre
trovato il consenso dei fan. Ad alcuni è piaciuta, ma altri hanno
obiettato che sia venuta fuori dal nulla e non è mai apparsa
credibile.
In ogni caso, la relazione è andata
in pezzi rapidamente, anche se sembrava che Natasha e Bruce non
abbiano mai smesso di preoccuparsi l’uno dell’altro. Forse alla
fine avrebbe potuto far funzionare la loro relazione, ma la morte
di Natasha ha impedito che ciò accadesse.
La morte
Molte
persone sospettavano che Tony Stark sarebbe morto in Avengers:
Endgame (2019). Ma nessuno poteva immaginare che anche
Natasha sarebbe morta. Inoltre, diversamente da Tony, non è stata
circondata dai suoi cari, ma ha avuto soltanto Clint al suo
fianco.
Natasha ha
sacrificato la sua vita quando lei e Clint sono andati a Vormir per
ottenere la Gemma dell’Anima. Nat era consapevole che Clint aveva
molto di più per cui vivere, ed è stata disposta a rinunciare alla
sua vita per la loro battaglia.
Cosa è accaduto a Budapest?
L’imminente film in
solitaria dedicato a Natasha, l’attesissimo Black
Widow, potrebbe rappresentare un punto di svolta in
relazione al passato del personaggio, ma per ora, la questione su
cosa sia successo davvero a Budapest rimane uno dei più grandi
misteri del MCU.
Tale mistero continua a torturare i
fan che stanno creando molteplici teorie sulla missione di Natasha
e Clint nella città ungherese. Sicuramente resterebbero delusi, per
non dire sconvolti, se Black
Widow non dovesse finalmente fornire loro le risposte che
attendono ormai da anni.
È un’orfana
A volte, scene che svelano
di più sui personaggi non finiscono nel montaggio finale dei film.
È successo anche con Natasha in Captain
America: Civil War (2016). Natasha va a sostenere il suo
caro amico, Steve Rogers, quando prende parte al funerale di Peggy
Carter.
In seguito, Natasha rivela che
quando è tornata in Russia per trovare i suoi genitori, ha trovato
invece due lapidi. Ciò significa che è un’orfana, proprio come la
maggior parte dei suoi compagni Vendicatori: Steve Rogers, Tony
Stark e Thor, per citarne solo alcuni…
Non può avere figli
Se Natasha non voleva avere
figli, allora questa sarebbe stata una situazione diversa. Ma in
base della sua conversazione con Bruce in Avengers: Age of Ultron (2015),
è chiaro che non è contenta di ciò che le hanno fatto nella Stanza
Rossa, e cioè che l’hanno resa sterile.
Se c’è una cosa certa, è che Natasha
sarebbe una mamma fantastica, ma sfortunatamente questa possibilità
l’è stata barbaramente negata.
Un duro allenamento
Parlando della Stanza Rossa
e del passato di Natasha, è chiaro che la sua vita precedente era
tutt’altro che felice. Quando ha frequentato il corso di formazione
per Vedove Nere, ha vissuto in condizioni difficili ed è stata
trattata in un modo che le ha lasciato numerose cicatrici
(soprattutto mentali, ma forse anche fisiche).
La serie Agent Carter ha
poi rivelato ulteriori dettagli sulle vite delle ragazze che hanno
partecipato alla formazione. E a giudicare dal fatto che di notte
le ammanettano ai loro letti, l’allenamento non è stato per nulla
un gioco da ragazzi.
Steve potrebbe averla friendzonata
Chi mai vorrebbe essere
friendzonato da Capitan America? Sfortunatamente, è
proprio quello che è successo a Natasha. Ha baciato Steve in
Captain America: The Winter Soldier (2014), e se ciò
non fosse abbastanza ovvio, in seguito ha lasciato intendere che
avrebbero potuto diventare più che amici.
Non è chiaro quanto Natasha
considerasse seriamente una possibile relazione con Steve e, alla
fine, sembra aver superato la cosa. Tuttavia, è stato un vero
peccato, dato che lei e Steve hanno molto in comune e avrebbero
potuto essere una coppia davvero tosta.
Ha dovuto combattere i suoi amici
Combattere contro i propri
amici non è mai facile. Soprattutto quando sono l’unica famiglia
che hai, proprio come Natasha. Ma anche Vedova Nera fu costretta a
scegliere da che parte stare durante la Civil War.
Prima si schierò con Iron Man, il
che significava che doveva combattere al fianco del suo caro amico
Clint. Poi ha cambiato “team” e ha aiutato Steve e Bucky a
scappare. E c’è stata anche una lotta con Clint in The Avengers (2012), quando ha dovuto ferirlo per
rompere il controllo mentale di Loki su di lui.
È apparsa come un oggetto sessuale?
Ciò è stato particolarmente
evidente in Iron
Man 2, in cui Natasha è apparsa per la prima volta. Ha
assunto un’identità fasulla e si è presentata come la graziosa
assistente di Pepper Potts.
E anche se ha abbattuto un gruppo di
nemici e sconfitto Happy sul ring, ha indossato abiti
eccessivamente rivelatori ed è persino apparsa brevemente in
mutande, quando Tony ha cercato ulteriori informazioni su di lei
(per non parlare del fatto che Tony ha flirtato apertamente con
Natasha nonostante la sua relazione con Pepper!). Questo non è
stato certamente il miglior trattamento per un’eroina così
eccellente.
Troppi anni prima del suo standalone
L’uscita dello standalone
dedicato a Natasha è stata posticipata a causa dell’emergenza
Covid-19: il film, in origine, sarebbe già dovuto arrivare nelle
sale da un pezzo.
Fatta eccezione per Occhio di Falco
(che apparirà prossimamente in una serie tutta sua), Natasha è
stata l’unica a non avere il suo film in solitiaria, non importa
quanto sia popolare o quanto i fan l’abbiano richiesto a gran voce.
In effetti, ha ottenuto il suo standalone a ben 11 anni di distanza
dalla sua prima apparizione nel MCU.
Dopo l’importante appuntamento di
LuccaChanges2020, che ha visto MINI tra i
grandi protagonisti del community event internazionale con
una celebrazione unica pensata per gli 80 anni di
Flash – in collaborazione con
PaniniComics -,
MINI torna ad addentrarsi nel mondo del fumetto
con un’iniziativa pensata per tutti gli appassionati di comics (e
non solo).
In occasione della quinta edizione
del Free Comic Book Day Italia, la giornata
interamente dedicata all’invito alla lettura del fumetto prevista
per giovedì 3 dicembre (che quest’anno si
estenderà eccezionalmente lungo tutto il mese di dicembre), MINI
presenta MINI Republic 4 Comics, un concorso a
premi che mette in palio 5 buoni del valore di
200€ da spendere in fumetti sul sito ufficiale del gruppo
Panini.
Nelle oltre 230 fumetterie che
aderiscono al Free Comic Book Day Italia, i lettori potranno
ritirare gratuitamente – insieme agli albi inediti pensati
esclusivamente per l’evento e alle importanti preview di volumi in
uscita nei prossimi mesi – una litografia della Nuova MINI
Full Electric con i disegni del Velocista Scarlatto
realizzata dal disegnatore italiano CarmineDiGiandomenico a Lucca Changes.
Un pezzo da collezione contenente anche un QR Code
che rimanderà al sito ufficiale di MINI Republic dove, dal
9 al 24 dicembre si potrà sfidare la fortuna per
conquistare uno dei preziosissimi “buoni fumetto” in palio (tutti i
dettagli del concorso sono su republic.mini.it).
MINI si conferma
così sempre pronta a condividere con la sua community (e non solo)
passioni, interessi ed esperienze speciali, e con
MINIREPUBLIC4
COMICS partecipa a un appuntamento importante come il
FreeComic Book Day che
quest’anno, oltre a continuare a promuovere la lettura, ha
l’intento di supportare le fumetterie in un periodo che si è
dimostrato difficile, avvicinando nuovi lettori e riportando chi se
ne era allontanato.
Terminator: Destino Oscuro è stato diretto da
Tim Miller, regista di Deadpool, e
ha visto il coinvolgimento di James Cameron – regista dei primi due iconici
episodi del franchise – in qualità di produttore. Ciononostante, il
film non è riuscito a catturare l’attenzione degli spettatori: le
recensioni sono state per lo più positive, ma al box office il film
ha incassato “appena” 261 milioni in tutto il mondo, facendo così
ripiombare la saga in una sorta di limbo.
Durante una recente intervista con
il podcast
Happy Sad Confused (via
CBM), la co-protagonista del film, Mackenzie Davis, è tornata a parlare sul
fallimento di
Terminator: Destino Oscuro. “Mi è piaciuto
tantissimo lavorare aquel film. È stata un’esperienza dura, ma le
persone coinvolte erano incredibili. Tim è stato un regista
meraviglioso, sempre concentrato nel provare a fare il miglior
lavoro possibile”, ha spiegato l’attrice. “Ma parlando in
termini di box office era comunque un Terminator 6 e nessuno aveva
visto gli ultimi tre. Questo non significa che abbiamo fatto un
brutto film, ma che forse l’appetito della gente per questa saga si
è esaurito.”
Poi ha aggiunto: “Non voglio
neanche entrare nel merito del fatto che sia andato male perché
aveva tre donne come protagoniste, perché sono fattori che non
posso controllare. Sono una donna, mi è piaciuta davvero tanto la
mia parte. Sono orgogliosa di quello che abbiamo fatto e non potrei
mai dire: ‘È andato male perché il pubblico è sessista’.
Sembrerebbe una scappatoia per non ammettere che forse sei film
sono troppi. Adesso lo sappiamo.”
Sempre nel corso della medesima
intervista, Mackenzie Davis ha anche parlato dei piani per
il sequel mai realizzato di Destino
Oscuro:“Avrebbe avuto a che fare con la timeline.
Avrebbe esplorato una linea temporale diversa. Nessuna
resurrezione… sarebbe venuta dal futuro”. L’attrice non ha
rivelato null’altro, dal momento che – sebbene il sequel non sai
più nei piani della Paramount e della Skydance – quell’idea
potrebbe comunque essere utilizzata prima o poi.
Ad oggi, il futuro del franchise di
Terminator rimane un mistero, soprattutto dopo
le deludenti performance di Destino
Oscuro. Forse la saga si evolverà e magari ne verrà tratta
una serie tv. Per quanto riguarda il grande schermo, l’insuccesso
dell’ultimo capitolo è indice di quanto i concetti ormai familiari
alla basa del franchise siano diventati davvero troppo stantii e
privi di fascino per il pubblico.
La trama di Terminator: Destino Oscuro
La protagonista della storia
di Terminator:
Destino Oscuro è Sarah Connor. La donna,
invecchiata e indurita dalla vita, è una cacciatrice di Terminator,
vive così e, quando si trova ad avere a che fare con Dani Ramos,
apparentemente una persona normale, e Grace, un essere umano
potenziato che è stato mandato dal futuro per proteggere la
ragazza, capisce che in giro c’è anche un nuovo Terminator, che,
come accadde a lei tanto tempo fa, è stato mandato per compiere la
sua missione e uccidere il suo obbiettivo. Il loro cammino però è
difficile e impervio, e per riuscire a sopravvivere al nuovo e
straordinariamente forte modello di macchina, un Rev 9, non possono
che chiedere aiuto al T-800 più famoso della storia del cinema,
quel Terminator che ha inseguito Sarah per tutta la sua
giovinezza.
Dopo essere stato presentato
all’ultima Festa del Cinema di Roma, Mi chiamo Francesco Totti arriva in home video
in formato DVD insieme a Universal Pictures Home Entertainment
Italia a partire dal prossimo 3 dicembre.
Diretto da Alex
Infascelli, il documentario si pone l’obiettivo di
raccontare con umiltà l’uomo dietro la leggenda e oltre “il
capitano”, ripercorrendo la sua vita con le parole dello stesso
protagonista. Il regista porta quindi Totti sulla stessa dimensione
dello spettatore, senza però ridurre le sue gesta sportive. Per
riuscire in questo, viene scelta la modalità del racconto in prima
persona, coinvolgendo così totalmente Francesco, che diventa la
sola voce narrante della storia. Una narrazione che è diretta
rappresentazione di ciò che Totti per primo evidenzia come
importante nella sua storia, la storia che lo ha portato sino a
qui: una storia di calcio, certo, ma soprattutto di famiglia e
senso di appartenenza.
È la notte che precede il suo addio
al calcio e Francesco Totti ripercorre tutta la
sua vita, come se la vedesse proiettata su uno schermo insieme agli
spettatori. Le immagini e le emozioni scorrono tra momenti chiave
della sua carriera, scene di vita personale e ricordi inediti. Un
racconto intimo, in prima persona, dello sportivo e dell’uomo.
Arrivato al suo sesto
lungometraggio, il regista Alex Infascelli ha già
ottenuto due David di Donatello, un Nastro d’Argento e un Ciak
d’Oro, oltre ad aver diretto più di 50 video musicali e due
miniserie per Sky, per il quale ha ottenuto il premio come miglior
regista italiano al Roma Fiction Fest.
Soggetto e sceneggiatura di
Alex Infascelli e Vincenzo
Scuccimarra, il film è tratto dal libro Un
Capitano scritto da Francesco Totti con
Paolo Condò (edito da Rizzoli). Prodotto da
Lorenzo Mieli, Mario Gianani e Virginia
Valsecchi, una produzione The Apartment e
Wildside, entrambe del gruppo Fremantle, con Capri
Entertainment, Fremantle, con Vision Distribution e Rai Cinema, in
collaborazione con Sky e Amazon Prime Video.
Il cast del nuovo attesissimo
capitolo di Scream
– intitolato semplicemente Scream – ha ricevuto delle
sceneggiature “fake” in modo che nessuno potesse conoscere il vero
finale del film. Uscito nel 1996, il primo Scream ha rivitalizzato il genere slasher e
dato vita ad una nuova saga di successo, elogiata soprattutto per
il suo approccio meta-horror, qualcosa che i futuri prodotti del
genere avrebbero spesso cercato di riproporre.
Dopo anni di rumor, il nuovo
Scream è stato ufficialmente confermato, e
proprio di recente abbiamo appreso che le riprese si sono
finalmente concluse. Essendo Wes Craven – registi di tutti i precedenti
episodi – scomparso nel 2015, il nuovo film sarà diretto da
Matt Bettinelli-Olpin e Tyler
Gillett, registi dell’horror Finché morti non ci
separi. Nel nuovo Scream ritroveremo Neve Campbell nei
panni di Sidney Prescott, insieme a David Arquette
(Dewey Riley) e Courtney Cox (Gale Weathers). Tra
le new entry, invece, figurano Melissa Barrera, Jack Quaid, Kyle
Gallner e Dylan Minnette.
Naturalmente, il più grande mistero
legato al film sarà ancora una volta l’identità di Ghostface, e
pare che questa volta nessuno – neanche i membri del cast – sappia
chi si nasconda dietro il costume dell’ormai iconico serial killer
cinematografico. Parlando con
Cinemablend, infatti, il produttore William
Sherak ha rivelato che al cast sono state consegnate
differenti versioni della sceneggiatura proprio per evitare che
nessuno conosca la vera identità di Ghostface e, di conseguenza,
impedire spoiler sul film.
“Esistono più versioni della
sceneggiatura e la maggior parte del cast non sa se ha letto la
versione definitiva oppure no”, ha spiegato Sherak.
“Abbiamo giocato con loro e il bello di un film di Scream è che
tutti sono colpevoli fino a prova contraria. Quindi, l’obiettivo è
continuare così il più a lungo possibile e divertirci
ancora.”
Scream: dalla finzione alla realtà!
Dalla finzione alla realtà, quindi.
Tale espediente dovrebbe essere ben noto ai fan della saga di
Scream. Nel terzo capitolo uscito nel 200,
infatti, esistevano diverse versioni della sceneggiatura di
Stab 3, “il film nel film” basato sugli eventi di
Woodsboro e del Windsor College. In Scream 3, i personaggi
della storia erano incapaci di prevedere quale sarebbe stata la
prossima vittima di Ghostface proprio perché, nonostante
l’assassino stesse iniziando ad ucciderli in base all’ordine in cui
morivano in Stab 3, esistevano differenti versioni del
copione.
Ricordiamo che Scream arriverà nelle sale americane il 14
gennaio 2022. In Italia il film verrà distribuito nello stesso anno
da Eagle Pictures. Kevin Williamson, storico
produttore e sceneggiatore della saga, è stato nuovamente coinvolto
nel nuovo film.