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Oscar Isaac sarà Solid Snake nel film su Metal Gear Solid

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Oscar Isaac sarà Solid Snake nel film su Metal Gear Solid

Il tanto atteso adattamento di Metal Gear Solid di Sony sembra aver acquisito un notevole slancio a seguito della notizia che rivela Deadline che Oscar Isaac è stato chiamato a interpretare Solid Snake nel film di Jordan Vogt-Roberts. Il film è attualmente in fase di sviluppo presso Sony Pictures con Vogt-Roberts alla regia.

Il film è basato sul videogioco Metal Gear Solid creato da Hideo Kojima e pubblicato da Konami. La sceneggiatura è stata scritta da Derek Connolly. Avi Arad sta producendo. Peter Kang è il supervisore esecutivo dello studio.

Il gioco è stato lanciato per la prima volta su PlayStation nel 1987 e segue Snake, un soldato che si infiltra in un impianto di armi nucleari per neutralizzare la minaccia terroristica di Foxhound, un’unità delle forze speciali. Il gioco ha ricevuto un’accoglienza calorosa su molti fronti, ma la sua narrazione che ha un mood cinematografico ha sempre fatto pensare che un adattamento cinematografico sarebbe stato inevitabile.

L’attore aveva espresso diversi mesi fa il suo interesse nel ruolo, ma la sua dichiarazione non era stata presa troppo sul serio dai fan, che sanno quanto poco possano contare le “speranze” dichiarate degli attori a fronte delle decisioni degli studios.

Dato il programma estremamente fitto di Isaac, una data di inizio della produzione è ancora sconosciuta, ma il suo coinvolgimento rende questa proprietà una priorità assoluta per lo studio, in futuro. Per quanto riguarda Isaac, Metal Gear Solid potrebbe essere l’altro importante franchise della sua carriera, dopo la partecipazione alla terza trilogia di Star Wars.

Nel prossimo futuro di Oscar Isaac ci sono Scene da un matrimonio, con Jessica Chastain, per la HBO e il ruolo ambitissimo di Moon Knight, prossima serie Marvel di Disney+. Nel prossimo futuro, invece, lo vedremo in Dune di Denis Villeneuve e in The Card Counter di Paul Schrader. Inoltre reciterà e produrrà l’adattamento del fumetto Ex Machina di Brian K. Vaughn intitolato The Great Machine e reciterà in Francis And The Godfather di Barry Levinson, al fianco di Jake Gyllenhaal.

10 giorni con Babbo Natale, recensione del film con Diego Abatantuono

Alessandro Genovesi, alle prese con il sequel dell’acclamato 10 giorni senza mamma, che gli aveva permesso di vincere il “Biglietto d’oro” come film più visto in sala nell’annata 2018/2019, ripropone, stavolta sul piccolo schermo, le vicende della famiglia Rovelli, disponibili dal 4 dicembre su Amazon Prime video.

Stavolta abbiamo una new entry che fa la differenza: Diego Abatantuomo, il quale veste con maestria e dolcezza i panni di un inedito Babbo Natale; a fargli quasi da spalla un Fabio De Luigi un po’ meno divertente di 10 giorni senza mamma, ma che comunque non perde la sua verve. 

In 10 giorni con Babbo Natale troviamo una famiglia cresciuta (invecchiata) e problematica: Carlo (Fabio De Luigi) è il mammo (come lo definisce Bianca) disoccupato, Giulia (Valentina Lodovini) è la perfetta donna in carriera mai a casa, Camilla (Angelica Elli) è alle prese con un’adolescenza ambientalista e Tito (Matteo Castellucci) sta attraversando una fase di disincanto sfociata in filo-fascismo, mentre Bianca (Bianca Usai) rimane la piccola di casa, che fa qualche osservazione di troppo. 

A fare da molla due esigenze contrapposte, ma non inconciliabili: da un lato la necessità di Giulia di raggiungere Stoccolma nelle feste di Natale per un colloquio di lavoro e dall’altra quella di Carlo di non perdere la sua famiglia; di qui la decisione di Carlo di rimettere in moto il vecchio van dove era sbocciato il loro amore e trascorrere il Natale tutti insieme. Nonostante l’entusiasmo della truppa non sia esattamente alle stelle, l’incontro di un uomo vestito da Babbo Natale cambierà radicalmente la direzione del loro viaggio.

Il Film è il classico racconto di Natale che però si blocca a metà fra realtà e fantasia, forse non soffermandosi abbastanza nell’indagine dell’una né dell’altra. Si propone di esplorare una famiglia problematica, come lo sono tutte (chi più, chi meno) alla ricerca di una serenità da tempo perduta.

10 giorni con Babbo Natale10 giorni con Babbo Natale è un Road Movie

È un road movie dove il lato “road” della storia non sempre convince: a volte si impantana, rallenta, ma non per questo non riesce nella resa dei conflitti, accentuandoli ed inasprendoli in un climax ascendente di dissapori, di parole non dette e gesti esagerati, alleggeriti dalla comicità esilarante e sempre convincente di un Diego Abatantuomo straordinariamente in parte.

Il film tocca i temi più disparati, dal razzismo al conflitto genitori – figli, dalla disoccupazione all’elemento magico, soffermandosi su di alcuni più di altri, peccando talvolta di poca sostanza, poco pragmatismo.

Alessandro Genovesi firma la regia di una commedia di Natale che non supera, né tantomeno eguaglia i livelli di comicità e compiutezza del capitolo precedente; tuttavia riesce a dotare di una dimensione più spirituale e ragionata un film leggero, che lascia col sorriso lo sguardo a volte disilluso di chi, crescendo, ha scordato la magia del Natale. 

Fuori era primavera in anteprima su RaiPlay

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Fuori era primavera in anteprima su RaiPlay

Fuori era primavera, il film collettivo di Gabriele Salvatores, sarà disponibile su RaiPlay dal 10 dicembre in anteprima assoluta e andrà in onda in prima visione su Rai3 sabato 2 gennaio 2021.

Prodotto da Indiana Production con Rai Cinema, Fuori era primavera è un intimo racconto degli italiani in lockdown: dalle meravigliose piazze italiane vuote, agli eroi in prima linea nelle corsie degli ospedali, ai balconi in festa, alle riprese domestiche. Una testimonianza collettiva filtrata attraverso la regia e la visione di un grande artista che,con un vero e proprio film documentario, restituisce alla nostra futura memoria una fotografia autentica e completa dell’Italia di oggi.

Seguiamo l’ordine cronologico ed emotivo degli eventi – afferma Gabriele Salvatores – a partire da quando l’Italia guardava alla Cina e al virus come un problema lontano, passando per la graduale consapevolezza dell’emergenza, per arrivare all’inizio della fase due. Al di là degli aspetti tecnici, quello che vorrei emergesse è la sincerità di questi racconti, che siano veri, fatti col cuore. C’è poi un altro tema che ho particolarmente a cuore che emergerà dal racconto: la rinascita della natura“.

Fuori era primavera, la recensione

Star Trek: Discovery 3 stagione, tutto quello che c’è da sapere

Star Trek: Discovery 3 stagione, tutto quello che c’è da sapere

Star Trek: Discovery 3 è l’attesissima terza stagione della serie tv Star Trek Discovery creata da Bryan Fuller e Alex Kurtzman per il network americano della CBS.

Star Trek: Discovery 3, quando esce e dove vederla in streaming

La stagione di Star Trek: Discovery 3 di 13 episodi è stata presentata in anteprima sul servizio di streaming CBS All Access il 15 ottobre 2020 e si è conclusa il 7 gennaio 2021. In Italia Star Trek: Discovery 3 in streaming ha debuttato su Netflix. Star Trek: Discovery 3 in streaming è disponibile su Paramount+ 

La trama di Star Trek: Discovery 3

Dopo aver viaggiato nel futuro per proteggere i dati intelligenti della Sfera da Controllo, un’intelligenza artificiale canaglia destinata a distruggere tutta la vita senziente, Michael Burnham arriva nell’anno 3188 e scopre di aver avuto successo: la vita esiste in questo futuro. Burnham si schianta contro la nave di Cleveland “Book” Booker, un corriere che trasporta merci rubate. Spiega che in un evento chiamato “The Burn”, la maggior parte del dilitio della galassia (l’elemento utilizzato dalle astronavi per viaggiare a velocità di curvatura) è esploso, distruggendo molte astronavi inclusa la maggior parte della Flotta Stellare.

Ora la galassia è disconnessa e non è più governata dalla Federazione Unita dei Pianeti. Burnham aiuta Book a proteggere il suo carico, un verme di trance in via di estinzione che sta portando in un santuario, da altri corrieri. In cambio, Book la porta in una stazione spaziale della Federazione apparentemente abbandonata dove trovano Aditya Sahil, un “collegamento con la Federazione” in attesa nella speranza che un ufficiale della Flotta Stellare arrivi un giorno alla stazione. Burnham gli dà un incarico di recitazione per la Flotta Stellare. Sahil non è in grado di localizzare la USS Discovery , che stava viaggiando nel futuro con Burnham.

Il cast di Star Trek: Discovery 3

Nel cast di Star Trek: Discovery 3  Sonequa Martin-Green interpreta Michael Burnham, primo ufficiale della Discovery , insieme al ritorno di Doug Jones , Anthony Rapp , Mary Wiseman e Shazad Latif. A loro si uniscono David Ajala e Rachael Ancheril. La stagione è stata ordinata a febbraio 2019, con Paradise promosso a co-showrunner insieme al co-creatore della serie Kurtzman. Hanno concluso la seconda stagione con la Discovery che viaggiava nel futuro, oltre la continuità esistente di Star Trek , che ha permesso loro di esplorare un nuovo periodo di tempo per il franchise, inclusi nuovi design e tecnologie dello scenografo Phillip Barker. La stagione introduce i primi personaggi di Star Trek esplicitamente non binari e transgender, rispettivamente interpretati dagli ospiti ricorrenti Blu del Barrio e Ian Alexander .

Star Trek: Discovery 3: trailer

Spider-Man 3: un nuovo indizio sulla possibile presenza di Holland-Maguire-Garfield?

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Da quando è arrivata la notizia – ad oggi non ancora confermata ufficialmente – che Jamie Foxx tornerà a vestire i panni di Electro in Spider-Man 3 (l’attore aveva anche condiviso un posto sul proprio Instagram, salvo poi eliminarlo alla velocità della luce), siamo stati bombardati da report secondo cui il trequel introdurrà finalmente la versione live action dello Spider-Verse. 

Si vocifera che anche Tobey Maguire e Andrew Garfield riprendano i rispettivi ruoli di Peter Parker nel nuovo film, e la cosa sembra ora essere stata anticipata preso da un video apparso su YouTube e condiviso da Sony Channel Latinoamérica. Si tratta di un canale ufficiale con 182.000 abbonati che promuove di tutto, da Hell’s Kitchen a The Good Doctor, passando per America’s Got Talent. 

È possibile che non ci sia nulla di ufficiale in merito a ciò che viene presentato nel video, ma The Direct ha comunque tradotto il testo contenuto al suo interno, il quale recita: “Chi è il tuo Spider-Man preferito? Non devi scegliere! Nel Multiverso della Marvel, tutto può succedere. E in Spider-Man 3, è molto probabile che li vedrai tutti. Sì, esatto! I tre Peter Parker che salvano il mondo insieme.”

In precedenza era stato rivelato che una grossa “bomba” in merito alla trama di Spider-Man 3 sarebbe stata confermata entro la fine dell’anno, anche se ad oggi ancora non sappiamo di cosa potrebbe trattarsi. Indipendentemente da ciò, il video in questione contribuisce sicuramente a dare un po’ di credibilità in più alle voci secondo cui la collaborazione tra Sony Pictures e Marvel Studios potrebbe espandersi ben oltre le nostre aspettative…

https://www.youtube.com/watch?time_continue=10&v=1O3VgwxcScI&feature=emb_title

Cosa sappiamo di Spider-Man 3?

Di Spider-Man 3 – che arriverà al cinema il 17 Dicembre 2021 – si sa ancora molto poco, sebbene la teoria più accredita è quella secondo cui il simpatico arrampicamuri sarà costretto alla fuga dopo essere stato incastrato per l’omicidio di Mysterio (e con il personaggio di Kraven il Cacciatore che sarebbe sulle sue tracce). Naturalmente, soltanto il tempo sarà in grado di fornirci maggiori dettagli sulla trama, ma a quanto pare il terzo film dovrebbe catapultare il nostro Spidey in un’avventura molto diversa dalle precedenti…

Tom Holland si è unito al MCU nei panni di Peter Parker nel 2016: da allora, è diventato un supereroe chiave all’interno del franchise. Non solo è apparso in ben tre film dedicati ai Vendicatori della Marvel, ma anche in due standalone: Spider-Man: Homecoming e Spider-Man: Far From Home. La scorsa estate, un nuovo accordo siglato tra Marvel e Sony ha permesso al personaggio dell’Uomo Ragno di restare nel MCU per ancora un altro film a lui dedicato – l’annunciato Spider-Man 3 – e per un altro film in cui lo ritroveremo al fianco degli altri eroi del MCU.

MCU: i migliori supereroi in base al loro arco narrativo

MCU: i migliori supereroi in base al loro arco narrativo

Il MCU è pieno di zeppo di supereroi ma anche di personaggi secondari parecchio intriganti, che si tratti di spalle, cattivi o interessi amorosi. Tuttavia, alcuni personaggi ricevono semplicemente più attenzione di altri, o perché sono parte integrante di una squadra o perché sono i protagonisti di saghe a loro dedicate.

L’universo dei supereroi esiste dal 2008 e durante la sua esistenza è riuscito a cambiare le vite dei suoi eroi in più di un’occasione. A volte in meglio, a volte in peggio. Tuttavia, è impossibile negare che alcuni supereroi hanno avuto un grandissimo arco narrativo, mentre altri non sono stati così fortunati, come sottolineato da una nuova “lista” di Screen Rant:

Gamora

Inizialmente, Gamora si è isolata dagli altri e non si è fidata di nessuno. Per non parlare della complicata relazione con suo “padre” Thanos. Tuttavia, quando si è unita al team dei Guardiani della Galassia, le cose sono cambiate in meglio e ha trovato sia amicizia che amore.

Tutto è stato vanificato quando Thanos ha sacrificato Gamora su Vormir: quando è tornata,  infatti, era una versione più vecchia di se stessa, che non aveva sperimentato ancora nessuna delle esperienze sopracitate ed era tornata ad essere cruda e violenta come un tempo.

Bucky Barnes

Anche se oggi è un eroe, Bucky Barnes non ha mai avuto molto spazio nei film e sembra quasi che il MCU non sappia cosa fare con lui. Potrebbe benissimo essere uno dei più forti Vendicatori, in quanto dotato delle abilità e dell’addestramento necessari.

Tuttavia, il suo passato con l’Hydra e gli abusi subiti lo hanno configurato come personaggio alquanto instabile. La sua situazione è migliorata notevolmente negli ultimi anni, ma ha ancora molta strada da fare prima di poter attuare il suo vero potenziale.

Occhio di Falco

A differenza della maggior parte degli Avengers originali, Occhio di Falco non ha mai avuto il suo film in solitaria e anche il suo ruolo in altri film del MCU è stato notevolmente diminuito di volta in volta.

Di conseguenza, alcuni dei colpi di scena legati al suo personaggio sembravano alquanto casuali, come la sua famiglia segreta o il tempo in cui si è trasformato in uno spietato assassino. Occhio di Falco è un bravo ragazzo, ma meriterebbe un percorso più approfondito di quello che ha ottenuto fino ad oggi nel MCU.

Spider-Man

Ad oggi, sembra che Spider-Man sia sulla buona strada per diventare il nuovo Iron Man. Tuttavia, questo sembra un potenziale sprecato, poiché Peter Parker ha tutto ciò di cui ha bisogno per imparare a stare in piedi da solo. Peter ha iniziato il suo viaggio da supereroe da bambino e alla fine è diventato più fiducioso, convinto di poter aiutare le persone.

Ma vive ancora nell’ombra di Tony Star: deve ancora affrontare gli errori del passato del multimiliardario, ora che il suo mentore se n’è andato (come combattere Quentin Beck che vuole vendicarsi di Tony). Detto in parole povere, Spider-Man ha bisogno di ancora più tempo per diventare un eroe davvero indipendente.

Vedova Nera

vedova neraIn attesa dell’arrivo nelle sale del suo film in solitaria, sappiamo che lo stato attuale di Vedova Nera è tutt’altro che ottimista: è morta su Vormir dove lei e Occhio di Falco sono andati a prendere la Gemma dell’Anima e fermare Thanos. Natasha ha sacrificato la sua vita poiché credeva che Clint avesse un motivo in più per cui vivere: la sua famiglia.

Anche se è stato un gesto nobile, Natasha era un personaggio che si meritava comunque di meglio, considerando tutto il dolore e la sofferenza che ha dovuto affrontare in passato. Tale consapevolezza ha reso la sua morte ancora più divisiva. 

Hulk

Il problema più grande di Bruce Banner era che odiava se stesso, quello che diventava, il suo “lato oscuro”. Era come se ci fossero due persone invece di una – Hulk e Bruce Banner – ed era impossibile per quest’ultimo conciliare le due parti della sua personalità.

Fortunatamente, Bruce alla fine si è reso conto che Hulk non era qualcosa che doveva scacciare, e in Avengers: Endgame ha combinato il meglio delle due personalità: l’intelligenza di Banner e la forza di Hulk.

Thor

Thor avrebbe potuto classificarsi più in alto in questa lista, se solo non si fosse indebolito in Avengers: Endgame (2019). Ogni Vendicatore ha affrontato la sconfitta in un modo diverso, ma la reazione di Thor è stata tutt’altro che salutare. Gli ci è voluto un po’ per tornare alla sua vecchia personalità, e anche allora, era chiaro che non sarebbe mai più stato lo stesso.

Forse è meglio così, ma considerando l’età di Thor e tutta la sua esperienza, avrebbe comunque potuto gestire la situazione in modo migliore, proprio come i suoi compagni Avengers. Almeno, sembra che abbia fatto pace con se stesso nel finale del film…

Nebula

Nebula è uno dei pochi antagonisti del MCU che ha avuto la possibilità di ricominciare da capo e costruirsi una nuova vita. Era arrabbiata, violenta e piena di odio quando è apparsa per la prima volta in Guardiani della Galassia (2014).

diava sua sorella e il padre adottivo Thanos, che l’ha torturata più volte. Nebula ha fatto pace con sua sorella, si è unita ai Vendicatori nella loro lotta e ha persino trovato nuovi amici. Alla fine, ha anche avuto la possibilità di opporsi a Thanos e ottenere la sua dolce vendetta.

Captain America

Alcune persone odiavano Steve Rogers dopo che questi ha preso la decisione di tornare indietro nel tempo in Avengers: Endgame (2019) e vivere il resto della sua vita con Peggy Carter. È difficile negare, tuttavia, che Captain America ne abbia passate tante e meriti un po’ di pace e tranquillità.

Era un uomo fuori dal tempo che ha combattuto molte battaglie, ha contribuito a rendere il mondo un posto migliore e questo era tutto ciò che voleva, originariamente. Ma è stranamente simbolico che sia stato il suo amico (e nemico) Tony Stark ad ispirare Steve, che alla fine ha seguito i suoi consigli e ha deciso di pensare a se stesso per una volta.

Iron Man

Alla fine, il miglior arco narrativo di un personaggio appartiene nientemeno che a Tony Stark, ossia Iron Man. Stark ha iniziato come un ricco playboy sbadato che di tanto in tanto vendeva armi e annegava i suoi dispiaceri nell’alcol. Gli ci è voluto un po’ di tempo, ma alla fine ha cambiato le cose e ha dimostrato di essere molto più di un semplice uomo con un vestito elegante, salvando il mondo più volte.

Si è sistemato, ha messo su famiglia ed è uscito di scena con il botto quando ha salvato il mondo – anzi, l’universo – da Thanos ancora una volta. È persino riuscito a riconciliarsi in qualche modo con suo padre, così come con Captain America.

MCU: le amicizie che potrebbero terminare con l’avvio della Fase 4

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Il MCU ha sempre raccontato di amicizie piuttosto iconiche. Tuttavia, ci sono buone probabilità che non tutti questi accoppiamenti sopravvivano alla Fase 4 che partirà ufficialmente il prossimo anno con l’arrivo di Black Widow. CBR ha realizzato un esclusivo video in cui vengono analizzate alcune delle amicizie più significative dell’Universo Cinematografico Marvel che potrebbero non durare in futuro, o perché alcuni personaggi usciranno di scena o perché alcuni si riveleranno essere dei cattivi.

L’analisi parte dal rapporto tra Peter Parker/Spider-Man e Ned Leeds, una delle migliori amicizie presenti nel MCU. I due, da sempre migliori amici, hanno spesso lavorato insieme dando ottimi risultati, con Ned che funge da mago della tecnologia per conto di Peter. Tuttavia, i due potrebbero ritrovarsi presto ad intraprendere percorsi diversi. Per molti versi, il Ned del MCU è un sostituto di Harry Osborn, mentre per altri assomiglia all’amico di Miles Morales, Ganke Lee. È qui che le cose si fanno interessanti: nei fumetti, Ned Leeds assume il ruolo di Hobgoblin, uno dei cattivi più pericolosi di Spider-Man. In quanto tale, il Ned del MCU potrebbe finire per diventare un cattivo in futuro.

Di seguito il video che analizza quali amicizie potrebbero finire nella Fase 4 del MCU, tra cui quella tra Rocket e Groot, Carol Danvers/Captain Marvel e Nick Fury, e tante, tante altre…

Il futuro del MCU dopo gli eventi di Avengers: Endgame

Dopo gli eventi di Avengers: Endgame, non è ancora del tutto chiaro quale forma prenderà la prossima fase dell’Universo Cinematografico Marvel. Sebbene ci siano buone possibilità che i personaggi che la Disney ha acquisito dalla Fox arriveranno molto presto sul grande schermo, non ci sono ancora informazioni concrete su quando o come potrebbe accadere. Allo stato attuale, ci sono molte potenziali direzioni che il MCU potrebbe prendere in futuro, anche se resta da vedere esattamente quale sarà quella definitiva.

Justice League: perché il Joker di Leto è così importante per la Snyder Cut?

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Nonostante la Snyder Cut di Justice League contenga già numerose sorprese per tutti i fan di Zack Snyder, il ritorno del Joker di Jared Leto è sicuramente uno degli aspetti più intriganti della nuova versione del cinecomic DC. Definire il Joker di Leto divisivo, vorrebbe dire usare un mero eufemismo. In molti credevano che l’attore avrebbe offerto una performance che avrebbe in qualche modo “omaggiato” il lavoro di Heath Ledger, ma alla fine la versione del Joker di Leto si è rivelata molto diversa da quella dell’attore scomparso prematuramente.

Come molti hanno sottolineato negli anni trascorsi dall’uscita di Suicide Squad, il Joker di Leto è stato in qualche modo la versione “Hot Topic” del personaggio, con tanto di vestiti attillati, capelli lisci, gioielli ingombranti e tatuaggi. Probabilmente, il premio Oscar non avrà avuto alcuna voce in capitolo riguardo al look del supercriminale; ciò che invece è stata quasi esclusivamente una sua responsabilità è l’interpretazione del personaggio, anche se non è da escludere che i numerosi problemi che hanno caratterizzato la produzione del cinecomic possano aver in qualche modo inficiato la sua performance.

Tuttavia, sono passati quattro anni da quando il Joker di Jared Leto è apparso sullo schermo, e quelli che hanno apprezzato la sua interpretazione sono ansiosi di vedere l’attore tornare nei panni del personaggio. Allo stesso tempo, i suoi detrattori sono curiosi di scoprire se Snyder sarà in grado di fornire un’iterazione migliore dell’iconico villain.

Perché tutti parlano del Joker di Leto nella Snyder Cut di Justice League?

Di tutti gli aspetti confermati del taglio di Justice League ad opera di Zack Snyder, quello che ha maggiormente attirato l’attenzione sui social media negli ultimi tempi (come confermato anche da un recente studio) è stato proprio il ritorno del Joker di Leto. Sebbene possa sembrare strano, ci sono alcune ragioni piuttosto logiche dietro questa curiosità così spasmodica. In primis, si tratta di un’aggiunta completamente nuova al film, non avendo avuto il Joker alcun ruolo nella versione cinematografica di Joss Whedon. Un altro fattore  da considerare è che, al di là di quanto sia stata divisiva la performance di Leto, il Joker, in qualità di personaggio, è e sarà sempre motivo di grande interesse e dibattito. Di conseguenza, l’aggiunta del Clown Principe del Crimine a qualsiasi film DC lo rende automaticamente un progetto di altissimo profilo.

Inoltre, è risaputo che i fan non hanno mai avuto modo di verificare la totalità di ciò che Leto e il regista David Ayer avevano in mente per la loro versione del Joker, poiché gran parte delle scene di Leto sono state tagliate dal montaggio finale a causa delle pressanti ingerenze della Warner Bros. Resta da vedere se una Ayer Cut di Suicide Squad vedrà mai la luce. Tuttavia, c’è la possibilità che la versione del Joker di Leto ad opera di Snyder possa incorporare alcune delle cose rimosse in passato dal cinecomic del 2016, se non altro per migliorare la caratterizzazione del personaggio a livello complessivo.

Infine, c’è parecchio interesse tra i fan della DC riguardo alla presenza del Joker in Justice League a causa del fatto che la versione di Jared Leto non sembra adattarsi logicamente ai piani di Zack Snyder per il suo taglio. È una sorta di jolly rispetto alla storia che tutti conosciamo, e questo è sicuramente un fattore eccitante, anche per chi non ha mai particolarmente apprezzato il ritratto dell’attore in Suicide Squad.

Vi ricordiamo che la Snyder Cut di Justice League uscirà nel 2021 sulla piattaforma streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori notizie.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film vedremo protagonista Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Il Padrino: per la Paramount un quarto capitolo è una possibilità

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La Paramount ha affermato che un quarto film della saga de Il Padrino è una possibilità. Negli ultimi mesi si è tornato a parlare della celebre trilogia in seguito alla notizia della distribuzione della Director’s Cut de Il Padrino – Parte III, che uscirà alla fine del mese di dicembre con il titolo “Mario Puzo’s The Godfather, Coda: The Death of Michael Corleone”. Secondo Diane Keaton, a cui non era piaciuta la conclusione originale della trilogia, il nuovo taglio ha migliorato notevolmente il film.

Nel 1990, all’epoca della sua uscita in sala, Il Padrino – Parte III è stato accolto in maniera negativa rispetto ai primi due capitoli, da sempre considerati due dei migliori film della storia del cienma. Francis Ford Coppola ha iniziato a lavorare sulla Director’s Cut all’inizio di quest’anno, un lavoro più o meno simile a quanto già fatto in passarto con Apocalypse Now Redux. Secondo quanto riportato, la nuova versione del film sarà corredata da un nuovo inizio, un nuovo finale e anche da una serie di riprese alternative di alcune scene, oltre a nuovi spunti musicali.

Adesso, in una dichiarazione ufficialmente rilasciata al New York Times, la Paramount Pictures ha affermato che un quarto capitolo de Il Padrino è una possibilità. Lo studio ha specificato che la decisione di dare o meno il via libera ad un nuovo film dipenderà dall’arrivo nelle loro mani della “storia giusta”. In passato, Coppola si era sempre dichiarato contrario ad un nuovo eventuale capitolo. Tuttavia, la decisione finale spetta comunque alla Paramount, in possesso dei diritti sulla saga.

“Sebbene non ci siano piani imminenti per un altro film nella saga de Il Padrino, dato il potere duraturo della sua eredità, rimane una possibilità qualora venisse fuori la storia giusta”, questa la dichiarazione ufficiale della Paramount.

I progetti in cantiere legati alla saga de Il Padrino

Attualmente, ci sono diversi progetti in lavorazione incentrati sul making of de Il Padrino. Tra questi, figura anche Francis and The Godfather con Oscar Isaac e Jake Gyllenhaal, che racconterà proprio della realizzazione del film e del conflittuale rapporto tra Coppola e il produttore Robert Evans. Il film, che sarà diretto da Barry Levinson, si concentrerà infatti sulle battaglie leggendarie e selvagge che hanno portato alla realizzazione del classico del 1972.

Mark Ruffalo condivide una nota dello smartphone con gli spoiler del MCU

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Mark Ruffalo ha condiviso una nota contenente alcuni spoiler relativi ad Avengers: Infinity War, incluso il colpo di scena finale. Conosciuto per aver involontariamente rivelato dettagli top secret sulle trame dei film dei Marvel Studios, una volta Ruffalo arrivò persino a trasmettere in live streaming i primi minuti di Thor: Ragnarok.

Nonostante Kevin Feige e il suo team amino pianificare con largo anticipo le varie fase del loro universo condiviso, nel corso degli anni hanno anche fatto un ottimo lavoro nel cercare di mantenere segreti alcuni punti delle trame dei loro film, per non rovinare la sorpresa ai fan e agli spettatori. Se si considera l’interesse – spesso morboso – che esiste nei confronti del MCU e l’era social in cui viviamo (dove il rischio spoiler è quasi sempre elevatissimo!), si tratta di un’impresa davvero incredibile. Tuttavia, i Marvel Studios hanno spesso dovuto tenere d’occhio alcuni dei membri del cast dei loro film, che spesso si sono lasciato sfuggire dettagli considerati assolutamente top secret.

Ora che la Saga dell’Infinito è giunta al termine, Mark Ruffalo può tirare un sospiro di sollievo e parlare liberamente dei grandi momenti del MCU, inclusi quelli più recenti, che hanno rappresentato un enorme cambiamento all’interno della narrativa del franchise. Attraverso il suo account Twitter, l’attore ha condiviso uno screenshot di una nota salvata sul suo telefono che elenca alcuni grossi spoiler che – probabilmente – aveva appuntato come promemoria: tra questi, figura anche il finale di Avengers: Infinity War, in cui Thanos ha fatto fuori metà della popolazione mondiale.

Mark Ruffalo e il “problema” degli spoiler nel MCU

Le altre due voci segnate da Ruffalo nella nota fanno riferimento a Thor: Ragnarok e ad Avengers: Endgame. La frase “Being a friend from work” si riferisce alla scena in cui Thor ritrova Hulk nella Battaglia dei Campioni ospitata dal Gran Maestro Sakaar. La cosa interessante è che, tecnicamente, non si tratta di uno spoiler, dal momento che quella scena faceva parte del marketing del film ed era presente in numerosi trailer e spot tv.

Gli emoji dei taco, invece, fanno riferimento la scena in cui Smart Hulk ha distribuito i taco ad Ant-Man dopo che il suo cibo è stato spazzato dal vento dopo l’arrivo del Benatar al quartier generale degli Avengers. Non si tratta di uno spoiler così grande; tuttavia, è un dettaglio che è stato comunque tenuto nascosto, dal momento che tutto ciò che riguardava Smart Hulk era considerato “spoiler”.

Deathstroke: Zack Snyder e Joe Manganiello hanno dei piani per il personaggio?

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Joe Manganiello non è mai riuscito a lasciare un segno indelebile nei panni di Slade Wilson/Deathstroke, apparendo nei panni del personaggio soltanto in una breve scena post-credits della versione cinematografica di Justice League. Tuttavia, si spera che la Snyder Cut, in cui l’ex star di True Blood tornerà nei panni del letale mercenario, possa finalmente rendere giustizia al ruolo.

Prima di essere scelto come interprete di Deathstroke, Manganiello è stato uno dei principali contendenti al ruolo di Superman ne L’uomo d’acciaio (sempre diretto da Zack Snyder), ma è stato costretto a ritirarsi dalla “corsa” a causa dei suoi impegni con la serie True Blood. Durante una nuova intervista con Light Cast (via CBM), l’attore ha parlato proprio della mancata possibilità di indossare l’iconico costume rosso e blu.

“Non mi piace soffermarmi troppo su cose che non sono accadute”, ha dichiarato Joe Manganiello quando gli viene chiesto se cova ancora del risentimento per aver perso il ruolo. “Cosa puoi farci? Sono stato legato per 6 anni ad uno show televisivo… quello era il mio lavoro.”

Tuttavia, qualcosa di buono è comunque venuto fuori da quell’incontro con Snyder, perché alla fine Manganiello è stato scelto come interprete di Deathstroke nel DCEU. Il personaggio avrebbe dovuto figurare come villain principale del Batman di Ben Affleck, progetto poi naufragato e passato nelle mani di Matt Reeves (che lo ha reso l’attesissimo The Batman che arriverà al cinema nel 2022).

Ciononostante, Joe Manganiello ha anticipato che potrebbe esserci qualcos’altro in lavorazione per il personaggio, oltre alla sua imminente apparizione nella Snyder Cut di Justice League. L’attore si è rifiutato di scendere nei particolari, limitandosi a dire che che lui e Zack Snyder hanno in serbo delle cose davvero interessanti e molto divertenti.

Vi ricordiamo che la Snyder Cut di Justice League uscirà nel 2021 sulla piattaforma streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori notizie.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film vedremo protagonista Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Logan: Fox aveva dei piani per un sequel con X-23

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Logan: Fox aveva dei piani per un sequel con X-23

Dafne Keen, la giovane star di Logan – The Wolverine, ha rivelato che, prima dell’acquisizione da parte della Disney, la Fox aveva dei piani per un potenziale spin-off incentrato su X-23. Keen è attualmente la protagonista della serie HBO His Dark Materials – Queste oscure materie, adattamento della trilogia letteraria di successo di Philip Pullman, in cui è presente anche il padre dell’attrice, Will Keen, meglio conosciuto per aver interpretato Michael Adeane in The Crown. Dafne Keen ha interpretato Laura/X-23 nell’ultimo film in cui Hugh Jackman ha interpretato l’iconico Wolverine. La giovane attrice ha quasi rubato la scena alla star australiana, prestando la giusta dose di rabbia ed emozione al ruolo del clone mutante di Logan.

Proprio in base alla forza di quella performance, erano in molti a pensare che Dafne Keen sarebbe ancora apparsa sul grande schermo. Tuttavia, quei piani sono stati ufficialmente sospesi dopo l’acquisizione della Fox da parte della Disney, che messo la parola fine all’universo cinematografico degli X-Men conosciuto fino a quel momento. La stessa Keen ha dichiarato di essere pronta a riprendere il ruolo di X-23 quando i mutanti verranno finalmente introdotti nell’Universo Cinematografico Marvel. Nonostante la Marvel non abbia ancora rivelato i suoi piani in merito ai personaggi, è quasi certo che quando il franchise verrà riavviato ci saranno nuovi attori ad interpretare i celebri mutanti.

Ora, Dafne Keen ha rivelato che c’erano davvero dei piani per un sequel di Logan – The Wolverine incentrato su X-23; o almeno, questo è quello che le era stato riferito durante la produzione del film. Parlando con Elle in occasione della promozione della seconda stagione di His Dark Materials, Keen ha spiegato che, dopo essere stata informata sulla possibilità di un eventuale sequel, non è stata più contattata da nessuno. La giovane attrice ha però dichiarato che, dal suo punto di vista, la storia di X-23 non si è ancora conclusa, e che ci sarebbe molto altro da raccontare, sottolineando che sarebbe disposta a tornare nei panni del personaggio per il MCU.

“Mi era stato detto da alcune persone alla Fox che forse ci sarebbe stato un altro film. Ma questo è stato molto tempo fa, quando stavamo girando. Non mi hanno mai più contattata”, ha spiegato l’attrice. “Mi sento come se la storia di X-23 fosse solo all’inizio. C’è ancora tanto da dire: è come una staffetta. Io sono entrato in gioco quando aveva già scritto e fatto la pre-produzione, quando avevano già deciso di fare il film. Quindi, non appena diranno: ‘Andiamo!’, io ci sarò.”

Tutto quello che sappiamo su Logan – The Wolverine

Logan – The Wolverine è uscito nelle sale a marzo del 2017. Il film è diretto da James Mangold (già regista di Wolverine: L’Immortale), mentre nel cast figurano Hugh Jackman, Dafne Keen, Boyd HolbrookRichard E. GrantStephen Merchant, Eriq La Salle, Elise Neal e Patrick Stewart.

Logan – The Wolverine è stato universalmente acclamato come il migliore adattamento dedicato al singolo personaggio e in generale il miglior film sugli X-Men mai visto al cinema. Il film ha debuttato al Festival di Berlino ed è stato nominato agli Oscar per la migliore sceneggiatura adattata, primo cinecomic a raggiungere tale livello di riconoscimento dall’industria.

Mank, recensione del film di David Fincher

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Mank, recensione del film di David Fincher

A sei anni dal suo ultimo film, L’Amore Bugiardo – Gone Girl, David Fincher si siede di nuovo sulla sedia di regia e regala al mondo Mank, la sua undicesima fatica disponibile direttamente su Netflix a partire dal 4 dicembre 2020. Ed è paradosso che un lavoro del genere, di tale scopo e grandezza, arrivi direttamente sulla piattaforma, confinato sugli schermi di casa o, peggio, dei pc degli abbonati. Certo, Fincher ha un rapporto privilegiato con il colosso dello streaming, alla luce della sua produzione seriale, eppure come Martin Scorsese, che ha trovato spazio solo su Netflix per il suo The Irishman, così il regista di Seven ha trovato il suo spazio per raccontare la sua storia.

Mank è il nomignolo di Herman J. Mankiewicz, brillante sceneggiatore e personaggio scomodo, alcolista e avversario del golden boy di Hollywood, quell’Orson Welles a cui, a soli 24 anni, la RKO offrì carta bianca per realizzare il suo debutto al cinema, Quarto Potere. Il film ripercorre il processo creativo di Mankiewicz per realizzare la sceneggiatura che conquistò il premio Oscar nel 1942. Il lavoro di Fincher, che si avvale di una sceneggiatura firmata dal padre Jack Fincher molti anni fa e che lui ha certamente rimaneggiato pur non comparendo nel credits, non si può assimilare né al biopic su Mank, né al racconto del making of del più grande film della storia del cinema.

Ficher racconta il presente attraverso la contemporaneità di Mank

Mank film 2020Ammantando la storia che vuole raccontare di nostalgia, David Fincher utilizza lo spazio del film per mettere in scena il suo Paese, le difficoltà che esso affronta sia da un punto di vista politico sia da quello dell’informazione, attraverso un lavoro che percorre tanti punti di vista, tanti personaggi, tante situazioni, scegliendo la forma del flashback per giustificare e raccontare qual è il mondo, la Hollywood nella quale Mank stesso vive a dalla quale attinge il materiale che riverserà nella storia di Charles Foster Kane. Le writers room, la crisi economiche, le elezioni in California, la nube che si addensa sull’Europa, William Randolph Hearst (magnate della comunicazione su cui varrà modellato il Kane immaginario), la dolce Marion Davies, l’alcol, la devozione di e per Sara, ma soprattutto l’impossibilità di tacere qualsiasi pensiero, anche il più scomodo, che passa per la testa del protagonista.

L’humus in cui prospera Mankiewicz è ricchissimo e David Fincher lo racconta con un occhio clinico, mai schierato, sebbene venga il sospetto, a vedere confronti aspri tra il protagonista e il bimbo prodigio, che l’ago del regista penda dalla parte del primo. Tuttavia non viene mai messa in scena solo la sua voce, ma un insieme di punti di vista, di personaggi, che danno spessore alla storia, rendendola viscosa da attraversare.

La mente di Mank è la nuova Rosabella

Gli omaggi a Quarto Potere si sprecano, nelle inquadrature, nelle scelte estetiche, nella disposizione degli oggetti in scena, tuttavia il vero punto di contatto tra Mank e il film del 1941 sembra essere il forte parallelismo costruito tra la mente di Mank stesso e la misteriosa Rosabella. La funzione dello slittino di Kane, quell’oggetto misterioso che dà il via alla narrazione e che in qualche modo contiene la soluzione dell’enigma sulla vera natura e identità del protagonista del film di Welles, è la stessa che per Fincher ha la mente del protagonista, intorno alla quale si costruisce una storia polifonica, rivolta all’attualità, al mondo in cui vive il regista di Denver. In questo parallelo si esplica al meglio l’amore per il cinema thriller che ha Fincher e che in più di un’occasione ha declinato nelle maniere più differenti nei suoi racconti per il grande schermo.

La dicotomia tra racconto contemporaneo e ricostruzione storica si rivela anche nello stile che Fincher adotta per raccontare. La fotografia in bianco e nero, le lenti scelte per inquadrare i suoi attori, le angolazioni, i costumi, persino la ricostruzione musicale certosina dei soliti ottimi Trent Reznor e Atticus Ross ci raccontano un film girato 80 anni fa. Di contrasto le interpretazioni, le battute affilate, i concetti che il film mette in scena sono modernissimi e ne svelano l’effettiva contemporaneità. In particolare le interpretazioni di Gary Oldman, Amanda Seyfried, Lily Collins, Tuppence Middleton, Tom Burke e di tutto il cast del film regalano uno spessore e una polifonia di punti di vista degni del miglior racconto corale.

Il lavoro svolto sull’immagine, che sfarfalla e gracchia, è un messaggio d’amore profondo ad un immaginario che non esiste più, tanto potente e attuale proprio perché sarà fruito su schermi piccoli, casalinghi. Mank è dunque un film che potrebbe rappresentare un vero e proprio spartiacque per il futuro della sala, di fronte ad una situazione contemporanea in cui l’istituzione stessa del cinema è messa in pericolo.

MankIl grande cinema su Netflix

Da un punto di vista distributivo, Mank è la prosecuzione di un lavoro organico e continuo che Netflix ha cominciato ormai più di un paio di anni fa con Roma di Alfonso Cuaron, e che ha portato avanti con grande successo con titoli del calibro del citato The Irishman, ma anche Storia di un matrimonio e il recente Il processo ai Chicago 7. La casa del grande cinema resta la sala, sicuramente, ma la piattaforma si offre sempre più come un porto franco per quei cineasti che non si piegano alle logiche degli studios, quelle figure ormai eroiche non vogliono assoggettarsi alla logica che “l’unica vera star è Leo il leone” (come dice in Mank un rampante Louis B. Mayer riferendosi al logo della MGM), quegli artisti del nostro tempo che vogliono ancora il loro spazio per raccontare la contemporaneità, attraverso la propria lente.

Il decennio del 2010 era stato inaugurato da David Fincher con uno dei migliori film del cinema contemporaneo, The Social Network, che ancora oggi dice moltissimo del mondo in cui viviamo. In apertura del nuovo decennio, Fincher prova di nuovo a regalarci un titolo che potrebbe accompagnarci per i prossimi dieci anni, un’altra opera attuale, ricca, intelligente e personale.

Tra le nuvole: trama, cast e frasi del film con George Clooney

Tra le nuvole: trama, cast e frasi del film con George Clooney

Considerato uno dei migliori film del suo decennio, Tra le nuvole è, insieme a Juno, il più noto tra i lungometraggi del regista Jason Reitman. Questo venne portato in sala a partire dal 2009, dopo essere stato presentato in anteprima al Toronto International Film Festival e al Festival Internazionale del Film di Roma. Affermatosi da subito come un grande successo, questo è incentrato sul personaggio di Ryan Bingham, cinico manager costantemente in viaggio, il quale non sembra avere neanche un briciolo di una vita “stabile”. Tra commedia e grandi sentimenti, si snoda così la sua storia, particolarmente coinvolgente.

Quanto narrato nel film è tratto dall’omonimo romanzo del 2001 scritto da Walter Kirn. Questi raccontò di aver ideato la storia in seguito all’incontro con alcuni “tagliatori di teste”, la professione svolta dal protagonista. Diventato un caso editoriale, il libro finì nelle mani di Reitman solo qualche anno dopo. Rimastone affascinato, questi decise di acquisire i diritti dell’opera con l’intenzione di dar vita ad una trasposizione per il cinema. Avvalendosi di un grande cast di interpreti, questa è infine diventata film, il quale ha poi ottenuto alcuni dei maggiori riconoscimenti dell’industria americana.

Costato appena 25 milioni di dollari, Tra le nuvole è infatti arrivato ad incassarne ben 166 in tutto il mondo. Tale successo ha permesso al film di acquisire una particolare attenzione, divenendo poi uno dei maggiori contendenti alla stagione dei premi. Ai premi Oscar, il film ha infatti ricevuto ben 6 nomination, tra cui miglior film, miglior regia e miglior attore protagonista. Proseguendo qui nella lettura, sarà possibile scoprire alcune tra le principali curiosità legate al film, molte delle quali legate al cast, come anche le frasi più celebri e le piattaforme dove poter vedere il film in streaming.

Tra le nuvole: la trama del film

Protagonista del film è Ryan Bingham, il cui lavoro è quello di occuparsi del licenziamento di dipendenti, operando sull’intero territorio statunitense. Per questo motivo, egli si trova a viaggiare di continuo, attraversando ogni aeroporto esistente nel paese. La sua vita è così tutt’altro che stabile, essendo privo di affetti e di una fissa dimora. L’unico legame affettivo è quello che ha con le due sorelle, che vede però naturalmente soltanto poche volte all’anno. Ogni tanto, egli si concede fugaci avventure di una notte, come quella avuta con la bella Alex, incontrata nell’albergo di Dallas in cui si trovava a soggiornare. Con quest’ultima nasce però un’alchimia nuova, che spinge Ryan a voler rincontrare la donna.

A spezzare la sua routine ci pensa però il suo superiore, Craig Gregory, il quale richiamandolo nella sede principale gli comunica delle sconvolgenti novità. La nuova neoassunta Natalie, laureata e brillante nelle intuizioni, ha infatti avuto l’idea di far risparmiare alla compagnia milioni di dollari semplicemente comunicando dei licenziamenti attraverso videochiamata. Per Ryan ciò significa però addio voli, addio viaggio e addio vita lontano da ogni altra cosa che egli considera un problema. Egli decide allora di opporsi, invitando Natalie a seguirlo durante i suoi viaggi. Attraverso questi, le loro due generazioni si troveranno a scontrarsi, andando incontro alla necessità del rapporto umano, specialmente nei difficili casi di licenziamento.

Tra le nuvole cast

UP IN THE AIR

Tra le nuvole: il cast del film

Per dar vita ad un personaggio controverso come quello di Ryan, che di professione licenzia le persone, il regista dichiarò di aver avuto la necessità di affidare tale ruolo ad un attore ricco di fascino e carisma, che potesse rendere simpatico anche il personaggio più sgradevole. Per Reitman, dunque, la prima scelta fu il premio Oscar George Clooney, che si disse lieto di accettare. Per prepararsi alla parte, l’attore si documentò a lungo sul tipo di lavoro svolto dal suo protagonista, ricercando una routine per potersi calare in quella mentalità. L’attore richiese inoltre di far entrare gli abiti per lui previsti per il film nella valigia che egli porta sempre dietro con sé nel film. Questo dettaglio gli permise di trovarsi a dover gestire un numero limitato di indumenti, calandosi così ulteriormente nella scomodità vissuta dal personaggio.

Anche il ruolo della brillante Natalie è stato scritto pensando ad un’attrice in particolare. Si tratta di Anna Kendrick, che il regista disse di aver particolarmente apprezzato nel film Rocket Science. Grazie a Tra le nuvole, l’attrice ebbe modo di confermare la propria popolarità, ottenendo anche una nomination agli Oscar come miglior attrice non protagonista. Nelle stessa categoria venne candidata anche Vera Farmiga, qui presente nei panni dell’affascinante Alex. L’attore Jason Bateman, oggi noto per la serie Ozark, è invece l’interprete di Craig Gregory, il superiore di Ryan. Il premio Oscar J. K. Simmons è invece presente nel ruolo di Bob, uno dei dipendenti licenziati dal protagonista. Sam Elliott è invece il pilota di aerei Maynard Finch.

Tra le nuvole: le frasi, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Per gli appassionati del film è possibile fruire di Tra le nuvole grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il film è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Infinity, Apple iTunes, Netflix e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno giovedì 3 dicembre alle ore 21:15 sul canale Nove.

Nel film sono inoltre presenti diverse frasi oggi entrate a far parte dell’immaginario comune. Si tratta di battute e affermazioni che descrivono alla perfezione non solo il contesto in cui si svolge la storia ma anche i protagonisti che le pronunciano. Di seguito si riportano le più belle e più importanti del film.

  • Stasera molti, rientrando a casa, saranno salutati da cani saltellanti e figli che strillano; il loro coniuge chiederà “com’è andata la giornata” e stasera si addormenteranno. Le stelle usciranno discrete dai loro nascondigli diurni. E una di quelle luci, appena più luminosa delle altre… sarà l’ala del mio aereo che passa. (Ryan Bingham)
  • Se tu ripensi ai ricordi più belli, ai momenti più importanti della tua vita, eri forse da solo? La vita è più bella in compagnia. (Ryan Bingham)
  • Le cose che tutti odiano del viaggiare: l’aria riciclata, la luce artificiale, i distributori automatici di succhi di frutta, il sushi scadente sono calde reminiscenze che io sono a casa. (Ryan Bingham)
  • Più lentamente si vive più velocemente si muore: non siamo cicogne zoppe, siamo squali! (Ryan Bingham)

Fonte: IMDb

Matrix 4, Dune e tutti i film Warner Bros del 2021 usciranno su HBO Max

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La Warner Bros ha deciso che tutti i suoi film in uscita nel 2021 arriveranno direttamente su HBO Max e in contemporanea in sala, così come accade a Wonder Woman 1984. Lo studio di Burbank, con sede in California, sta spostando la sua intera lista di uscite del 2021 su HBO Max in base al mese di uscita previsto. Dopo il periodo di accesso di un mese sulla piattaforma HBO Max a livello nazionale, ogni film lascerà la piattaforma e continuerà la sua vita nelle sale negli Stati Uniti e nei territori internazionali, con tutte le finestre di distribuzione abituali che si applicano al titolo.

I film interessati sono: The Little ThingsJudas and the Black MessiahTom & JerryGodzilla vs. KongMortal Kombat, Those Who Wish Me Dead, The Conjuring: The Devil Made Me Do It, In The Heights, Space Jam: A New Legacy, The Suicide Squad, Reminiscence, Malignant, Dune, The Many Saints of Newark, King Richard, Cry Macho e Matrix 4.

Il comunicato ufficiale recita: “Il modello ibrido è stato creato come risposta strategica all’impatto della pandemia globale in corso”. I cinema non sono propensi ad essere completamente soddisfatti di questo e sarà interessante vedere quanto faranno pagare un biglietto per i film Warner Bros. Il rischio preso con Tenet ha evidentemente spaventato lo studio.

Cosa succederà con la distribuzione italiana non lo sappiamo ancora, tuttavia la scelta Warner, seppure si comprende da un punto di vista commerciale, resta un brutto precedente per il futuro della sala post-pandemia.

Fonte: Deadline

Fata madrina cercasi, recensione del nuovo film Disney+

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Fata madrina cercasi, recensione del nuovo film Disney+

Esattamente puntuale per la stagione natalizia, arriva Fata madrina cercasi (Godmothered) il nuovo film originale Disney+ diretto da Sharon Maguire che offre uno sguardo nuovo, moderno, femminista sul concetto di “happily ever after”, ovvero il “per sempre felici e contenti”.

Il film, dalla trama semplice e le intenzioni pure, è la storia di Eleanor (la Jillian Bell già protagonista di Brittany non si ferma più), una giovane e inesperta fata madrina in formazione che, dopo aver sentito che la professione da lei scelta rischia l’estinzione, decide di mostrare al mondo che le persone hanno ancora bisogno di queste figure tradizionalmente buone e propizie. L’intero mondo delle Fate Madrine è infatti a rischio conversione in Fatine dei denti, ma lei non ci sta. Dopo aver trovato una lettera smarrita di una bambina di 10 anni in difficoltà, Eleanor la rintraccia e scopre che la bambina in questione, Mackenzie, è ora una mamma single di 40 anni (Isla Fisher) che lavora in un notiziario di Boston. Aveva trovato una lettera molto vecchia, la cui destinataria, nel frattempo, aveva già avuto la sua vita o almeno aveva già cominciato a vivere pienamente, anche se con qualche difficoltà. L’intento di Eleanor, una volta fattasi accettare da Mackenzie, è quello di regalare alla donna tutto ciò che serve per ottenere il suo “felice e contenta”, tuttavia l’aspirante fata madrina non ha fatto i conti con la vita vera, e con quello che succede quando le cose non vanno esattamente secondo i piani.

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Scritto da Kari Granlund e Melissa Stack, Fata madrina cercasi è un feel-good movie, perfetto per l’atmosfera serena e un po’ pigra delle vacanze di Natale, che però riesce a raccontare la fiaba classica della principessa che trova la felicità in una chiave moderna e realistica, senza bisogno di un principe azzurro e di una carrozza nuziale che si allontana verso il tramonto, in chiusura.

Fata madrina cercasi offre un’alternativa al classico “per sempre felici e contenti”

Con un cast e una crew quasi completamente al femminile, Fata madrina cercasi cerca di rintracciare nell’autonomia di una donna moderna il suo scopo, la sua felicità. È così che mentre gli sforzi di Eleanor sono rivolti a cercare un consono principe azzurro per Mackenzie, la donna è presa soprattutto dalle figlie, dalla sorella e dal lavoro, senza dare troppo peso a una eventuale relazione romantica.

Così Eleanor capisce che il suo scopo non è quello di lavorare secondo la tradizione che il suo mestiere richiede, ma semplicemente quello di sbloccare una situazione di felicità in latenza. Tutte le donne protagoniste del film vivono un momento di stasi, e l’arrivo goffo, travolgente e divertente di Eleanor porterà scompiglio e un nuovo ordine, costringendo le protagoniste a guardare la vita da un’altra prospettiva, mettendo loro a portata di mano la vera felicità, pur essendone lei stessa inconsapevole.

Il film Disney+ offre quindi delle versioni alternative del “e vissero per sempre felici e contenti”, delle versioni che vanno a stimolare l’autonomia, l’auto-affermazione delle giovani donne, perché è inevitabile che il film si rivolga principalmente ad un pubblico femminile molto giovane. Sembra quasi che Walt Disney stia portando avanti un tentativo di retcon, andando a modificare il classico finale da fiaba con principe e principessa finalmente insieme, sposi e felici, o meglio, che stia proponendo un modello alternativo, come già detto, che però viene presentato come più soddisfacente, più accattivante e rock.

MCU: tutti i personaggi che potrebbero rivelarsi dei mutanti

MCU: tutti i personaggi che potrebbero rivelarsi dei mutanti

Anche i superpoteri subiranno una sorta di restyling a partire dalla Fase 4 del MCU. Inoltre, l’esistenza dei mutanti – che prima o poi verranno ufficialmente introdotti nell’universo condiviso – solleva più di un’importante questione: cosa significa davvero avere un’abilità sovrumana? Cosa succede quando un mutante non vuole i suoi poteri? E se gli eroi già affermati del MCU non avessero ottenuto i loro pot ri per pura coincidenza? Se fosse stati dormienti nei loro geni dalla nascita? Screen Rant ha raccolto i personaggi del MCU che potrebbero essere mutanti da sempre:

Scarlet Witch

La rivelazione della natura mutante di Scarlet Witch non è solo probabile, ma è un dato di fatto. I suoi poteri magici derivano dalle sperimentazioni dell’HYDRA con la Gemma della Mente all’interno dello scettro di Loki. La sola ragione per cui Wanda e suo fratello Pietro erano gli unici sopravvissuti agli esperimenti di Wolfgang von Strucker era che avevano un’anomalia genetica che li ha aiutate ad acquisire i loro poteri. Dalla scena post-credits di Captain America: The Winter Soldier, i fan attendono il momento in cui il MCU riconosca finalmente i gemelli come mutanti.

A causa della sua capacità di alterare la realtà, Wanda Maximoff potrebbe essere l’escamotage per l’introduzione di mutanti in WandaVision o Doctor Strange in the Multiverse of Madness. I suoi figli gemelli, Wiccan e Speed, che verranno introdotti nella serie destinata a Disney+, potrebbero essere i primi due mutanti ufficiali del MCU. Più tardi, si potrebbe finalmente rivelare che Wanda è la figlia di Magneto. Ad oggi, tutto sembra indicare che Scarlet Witch potrebbe diventare il mutante più importante del Multiverso.

Quicksilver

Avengers: Age of UltronProprio come sua sorella gemella, Quicksilver è stato il più vicino ad essere un mutante rispetto a tutti gli altri personaggi apparsi nel MCU. Nel caso di Pietro, la scoperta del gene mutante e dei poteri sempre più onnipotenti di Wanda potrebbe dargli una meritata seconda possibilità per dimostrare il suo valore, dopo la sua morte in Avengers: Age of Ultron.

Come mutante a tutti gli effetti, Pietro Maximoff potrebbe affrontare difficoltà interessanti, come trovarsi diviso tra mutanti buoni e cattivi, o trovarsi al centro di uno scontro tra mutanti e inumani, o magari al centro di uno scontro tra i Vendicatori, gli X-Men e la Confraternita di Magneto. Diverse cose sorprendenti possono accadere con Quicksilver, visto anche il coinvolgimento di Evan Peters in WandaVision

Captain Marvel

La stessa Carol Danvers potrebbe rivelarsi una mutante geneticamente modificata per assorbire il potere del Tesseract, il che spiegherebbe perché una semplice esplosione l’ha resa uno dei personaggi più potenti del MCU. Come mutante, Carol Danvers potrebbe diventare il modello definitivo del gene X, fungendo da icona per i mutanti in tutto l’universo. Questo potrebbe anche essere il motivo per cui Kamala Khan adotta il soprannome di Ms. Marvel. Inoltre, nuovi personaggi come Wiccan e Speed ​​potrebbero trovare un modello in un mutante come Captain Marvel. Opposta a Kamala, l’iconico pilastro degli X-Men, Rogue, potrebbe essere introdotta nel MCU come principale antagonista di Captain Marvel, prima dell’assorbimento dei poteri di Carol Danvers da parte dei mutanti.

Captain Marvel potrebbe non essere stata associata ai mutanti così spesso, ma Carol Danvers ha frequentato molti personaggi legati agli X-Men. Attraverso Captain Marvel, il lato cosmico del MCU potrebbe legarsi al lato cosmico degli X-Men, con Captain Marvel 2 che potrebbe introdurre i Predoni Stellari, un gruppo di pirati spaziali guidati dal padre scomparso da tempo di Scott Summers, alias Ciclope. Che si tratti di affrontare la sua interazione con un personaggio degli X-Men o di rivelare che Carol è in realtà una mutante, Captain Marvel 2 potrebbe aprire la strada ad iconiche trame cosmiche come la saghe “Brood” e “Dark Phoenix”.

Ms. Marvel

ms. marvelKamala Khan è uno dei personaggi centrali della Marvel quando si tratta di affrontare il tema delle lotte sociali in relazione alle abilità sovrumane. I suoi geni sono disumani nei fumetti, ma dopo il flop della serie Inhumans, il MCU potrebbe scegliere di riconfigurare i poteri di Kamala e renderla una mutante.

Se si scopre che Captain Marvel possiede geni mutanti, Kamala potrebbe considerarla un modello per la sua specie, il che la porterebbe ad adottare il soprannome di Ms. Marvel. Con Kamala Khan come mutante, il MCU dovrebbe trovare un modo per includerla negli X-Men o spiegare perché sceglie di non unirsi a loro.

Hulk

La rivelazione di Hulk come mutante potrebbe essere una delle più grandi sorprese che la Fase 4 del MCU possa offrire. Ovviamente, questo non significa che la Disney dovrebbe riconfigurare Hulk per essere il principale potere mutante di Bruce Banner, ma i geni di Banner potrebbero spiegare perché non è morto nel suo fatidico incidente Gamma. In base a quanto visto ne L’incredibile Hulk, il manuale della miostatina di Betty Ross e una ricreazione fallace del Siero del supersoldato sono stati i due elementi che hanno causato l’esplosione Gamma che ha poi donato a Bruce Banner la maledizione di Hulk, ma anche i suoi dormienti geni mutanti avrebbero potuto essere coinvolti.

In Avengers: Endgame, Smart Hulk ha osservato che “è stato creato” per resistere alla radiazione Gamma di tutte e sei le Gemme dell’Infinito messe insieme. Quello che forse non sa è che è nato in grado di assorbire l’energia Gamma, proprio come i gemelli Maximoff sono nati pronti per sviluppare ulteriormente i loro geni. Tutti possono essere stati “scelti” dalla selezione naturale per essere inclini all’evoluzione sovrumana. Questa nuova informazione potrebbe dare una nuova svolta all’arco narrativo di Bruce Banner, che risulta stagnante dopo la fusione tra l’uomo e il mostro tra gli eventi di Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame.

America Chavez

Nei fumetti, America Chavez è strettamente connessa al Multiverso, essendo nata e cresciuta in una realtà senza tempo e senza spazio chiamata Utopian Parallel. I suoi poteri di distorsione della realtà provengono dal Demiurgo, un’entità magica che ha distrutto la sua realtà domestica.

Il MCU potrebbe combinare le origini multiversali di America Chavez con l’introduzione dei mutanti. Il suo presunto coinvolgimento in Doctor Strange in the Multiverse of Madness potrebbe spiegare perché i geni mutanti latenti in migliaia di individui si risvegliano improvvisamente. Pertanto, America Chavez potrebbe essere l’ospite di uno dei geni mutanti più potenti dell’intero Multiverso.

Occhio di Falco

La maggior parte dei Vendicatori torreggia su Clint Barton perché è uno degli unici eroi del MCU senza un superpotere appariscente. In un universo in cui il numero di mostri alimentati dalla rabbia, divinità asgardiane e Super Soldati aumenta di minuto in minuto, un ragazzo con arco e frecce non sembra così impressionante.

Tuttavia, questo particolare tiratore non sbaglia mai un singolo colpo. Nella vita reale, questo livello di precisione è impossibile, il che suggerisce che Occhio di Falco non è un essere umano ordinario. Sebbene il MCU corra il rischio di diminuire il suo merito, un corpo mutante spiegherebbe perché è impossibile per Clint Barton sbagliare un colpo.

Janet Van Dyne

Ant-Man and The WaspIl viaggio di Janet van Dyne nel Regno Quantico, a cui molti non sarebbero potuti sopravvivere, le ha dato la capacità di guarigione quantistica invece di ucciderla. Avrebbe molto senso collegare l’improbabile sopravvivenza di Wasp con i suoi geni mutanti latenti.

Dopotutto, il Regno Quantico e il Multiverso sono strettamente legati, e sia Scarlet Witch che America Chavez potrebbero essere i mutanti che aprono il Multiverso. Una Janet van Dyne mutante non sarebbe senza precedenti, dato che i fumetti della Marvel Ultimate hanno reso Wasp un mutante i cui geni hanno aiutato Hank Pym a sviluppare la sua tecnologia che altera le dimensioni.

Ghost

ant-man and the waspIl conflitto principale di Ava Starr, a.k.a. Ghost, è quello di non poter controllare i suoi poteri – proprio come Rogue degli X-Men -, che derivano da un incidente quantistico. Ant-Man and the Wasp le ha garantito la sopravvivenza, quando Janet Van Dyne le ha donato un po’ della sua energia quantistica.

Come con Wasp, tutte le abilità di Ghost potrebbero essere spiegate combinando la sua storia di origine con la rivelazione dei suoi geni mutanti, il che può dare ad Ava Starr un futuro pieno di speranza nel MCU.

Natalie Portman teme il “confronto fisico” con Chris Hemsworth in Thor 4

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In Thor: Love and Thunder, Natalie Portman farà il suo tanto atteso ritorno nell’Universo Cinematografico Marvel nei panni di Jane Foster. Tuttavia, vedremo un lato completamente diverso del personaggio, dal momento che è destinata a trasformarsi nel nuovissimo – almeno per il pubblico della sala – Mighty Thor.

È stato al Comic-Con di San Diego dello scorso anno che la Portman è salita sul palco del padiglione H con in mano il Mjolnir, confermando ufficialmente il suo coinvolgimento nell’atteso nuovo film di Taika Waititi. Da allora, ha iniziato ad allenarsi per assicurarsi di essere nella migliore forma possibile per interpretare la versione femminile del Dio del Tuono.

Di recente, l’attrice è apparsa durante lo show di Jimmy Kimmel (via CBM), parlando del tempo che sta trascorrendo in Australia in vista dell’inizio della produzione e del lavoro che sta svolgendo per prepararsi al meglio a tornare nell’universo condivsio. Parlando dei muscoli impressionanti di Chris Hemsworth (che proprio negli ultimi giorni aveva condiviso sui social una nuova foto del suo incredibile fisico), la Portman ha ammesso di sentirsi un tantino sotto pressione all’idea di tornare a recitare al suo fianco.

“Sembra ultraterreno”, ha ironizzato l’attrice. “E poi mi sento veramente ignorante su questi argomenti… su come funzionino i muscoli, su come diventino così. Ad esempio, dove va il sangue quando usi i muscoli? Perché sembrano così pallidi. O forse è più un problema di abbronzatura da muratore (ride). Ha un aspetto grandioso e proprio per questo c’è molta pressione. Sembrerò sua nonna al confronto.”

Thor: Love and Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo da Natalie Portman, come confermato sabato durante il panel dei Marvel Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece al 11 febbraio 2022.

Taika Waititi tornerà alla regia di un film dei Marvel Studios dopo Thor: Ragnarokcosì come Chris Hemsworth e Tessa Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers: Endgame. L’ispirazione del progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.

Justice League Snyder Cut: il ritorno di Leto è l’argomento più discusso sui social

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A quanto pare, l’attesa dei fan per il ritorno del Joker di Jared Leto nella Snyder Cut di Justice League, ha raggiunto picchi enormi sui social media. Il Joker di Leto è stato una figura divisiva fin dalla sua introduzione in Suicide Squad del 2016. Da allora, non è apparso in nessun altro film del DCEU: Leto non è apparso né in Birds of Prey con Margot Robbie né apparirà in The Suicide Squad di James Gunn.

Tuttavia, Zack Snyder sembra interessato a riportare indietro il personaggio. Lo scorso ottobre, infatti, è stato annunciato che Leto avrebbe ripreso i panni del Clown Principe del Crimine nella versione di Justice League ad opera di Snyder. Il film sarà una miniserie in quattro parti che verrà distribuita su HBOMax nel 2021. La miniserie conterrà altre due ore e mezza di materiale inedito, girato prima del coinvolgimento di Joss Whedon nella produzione. Nonostante i fan stessero aspettando la Snyder Cut da tantissimo tempo, nulla ha stuzzicato il loro interesse più del ritorno di Leto nei panni del Joker.

Secondo Netbase Quid, una società di analisi dei social media, le storie sul ritorno del Joker di Jared Leto sono state di gran lunga superiori a qualsiasi altro argomento relativo alla Snyder Cut di Justice League. Il numero di storie ha superato qualsiasi notizia, inclusa la disputa in corso tra Ray Fisher e la Warner Bros. L’interesse è aumentato a metà ottobre, con il 31% dei post sui social media relativi a Justice League focalizzati proprio sul potenziale coinvolgimento di Leto. L’interesse non è diminuito: anche se sono trascorse diverse settimane, la Snyder Cut e Joker continuano ad essere temi caldi. 

Il ritorno di Leto come Joker è, comprensibilmente, molto atteso. Anche se il suo ruolo in Suicide Squad è stato molto controverso, l’opportunità di vederlo in coppia con Batman nella Snyder Cut di Justice League è davvero eccitante. Uno dei motivi per cui Joker è stato accolto così male in Suicide Squad è stato il breve minutaggio a disposizione. Il marketing del film aveva esaltato il suo ruolo, così come tutte le voci che avevano dato Leto come significativo all’interno della storia. Tuttavia, le aspettative non sono state all’altezza del clamore sollevato.

Vi ricordiamo che la Snyder Cut di Justice League uscirà nel 2021 sulla piattaforma streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori notizie.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film vedremo protagonista Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Morto Hugh Keays-Byrne, l’Immortan Joe di Mad Max: Fury Road

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Morto Hugh Keays-Byrne, l’Immortan Joe di Mad Max: Fury Road

L’attore britannico naturalizzato australiano Hugh Keays-Byrne, che ha interpretato il cattivo Toecutter nel primo Mad Max del 1979 e che era tornato nella saga come interprete di Immortan Joe in Mad Max: Fury Road, è morto all’età di 73 anni.

Nato il 18 maggio 1947 a Srinigar, nel Kashmir, due anni prima della formazione dell’India, da genitori britannici, Keays-Byrne è cresciuto in Inghilterra. Ha iniziato a recitare negli anni ’60, apparendo in diverse produzioni per la Royal Shakespeare Company. Il suo debutto cinematografico è stato nel 1974 in Stone, dove ha interpretato Toad, un membro di una banda di motociclisti fuorilegge.

L’anno successivo ha recitato ne Il Drago di Hong Kong, una parodia di James Bond con l’ex interprete di 007, George Lazenby. È apparso in molti altri titoli ozploitation degli anni ’70, culminati con il ruolo di Toecutter, il cattivo squilibrato del primo Mad Max di George Miller. Keays-Byrne è tornato nel franchise grazie a Mad Max: Fury Road, interpretando ancora una volta il cattivo, Immortan Joe.

Il regista Ted Geoghegan ha rivelato via Twitter che Keays-Byrne è morto martedì, all’età di 73 anni. Geoghegan ha reso omaggio alle interpretazioni dell’attore nel franchise di Mad Max, sottolineando il suo grande impegno umanitario. La notizia è stata confermata anche su Facebook da Brian Trenchard-Smith, il regista britannico che aveva scelto Keays-Byrne per Il Drago di Hong Kong. Trenchard-Smith ha reso omaggio al senso dell’umorismo di Keays-Byrne e ha anche menzionato la sua coscienza sociale.

Sebbene abbia avuto una carriera ampia e variegata, non c’è dubbio che Hugh Keays-Byrne sarà ricordato sempre per il suo doppio ruolo nel franchise di Mad Max. Il fatto che sia tornato a recitare in Mad Max: Fury Road a 35 anni di distanza dalla sua prima apparizione nel franchise è stata una testimonianza della sua incredibile longevità in qualità di attore. Interpretando ruoli molto diversi, Keays-Byrne è riuscita a rendere sia Toecutter che Immortan Joe due villain tanto terrificanti quanto iconici. Non c’è dubbio che le sue interpretazioni abbiano giocato un ruolo chiave nella duratura popolarità di entrambi i film.

Spider-Man 3: Jamie Foxx criptico in merito al suo coinvolgimento

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Jamie Foxx ha ironizzato in merito alla sua presenza in Spider-Man 3, dichiarando che sarebbe felice di tornare a vestire i panni di Electro e lasciando intendere che nessun accordo è stato ancora firmato. Molto prima che Tom Holland interpretasse il simpatico arrampicamuri nel MCU, Andrew Garfield ha interpretato Peter Parker per il franchise The Amazing Spider-Man targato Sony. Nel sequel del 2014, The Amazing Spider-Man – Il potere di Electro, Jamie Foxx ha interpretato Max Dillon, un mite dipendente della Oscorp che, in seguito ad un incidente devastante, diventa il cattivo Electro. La Sony aveva grandi progetti per il franchise, che alla fine sono andati in pezzi a seguito proprio del flop di The Amazing Spider-Man 2

Tuttavia, recenti voci sembrano indicare che la saga di The Amazing Spider-Man non sia totalmente finita nel dimenticatoio. All’inizio di ottobre, infatti, è arrivata la notizia che Jamie Foxx apparirà nell’attesissimo Spider-Man 3 del MCU, dove tornerà a vestire i panni proprio di Electro. Il ritorno di Foxx, ovviamente, apre ad una serie di possibilità infinite in merito al Multiverso del MCU e al modo in cui si collegherà ai precedenti film dedicati a Spider-Man. Ad oggi, la Marvel non ha ancora confermato la presenza di Foxx nel film, il che getta più di un dubbio sul fatto che il casting possa davvero concretizzarsi.

In una recente intervista con CinemaBlend in occasione della promozione di Soul, Jamie Foxx ha parlato della possibilità di tornare ad interpretare Electro in Spider-Man 3. All’attore è stato chiesto se l’Electro che vedremo nel MCU sarà un prosieguo del personaggio già apparso sul grande schermo o una nuova iterazione dello stesso; com’era prevedibile, l’attore non ha potuto rivelare nulla. Tuttavia, la cosa più sorprendente, è che la risposta di Foxx ha lasciato intendere che l’attore non abbia ancora neanche firmato con la Marvel per apparire nel film. Il premio Oscar si è limitato a dire che sarebbe aperto alla possibilità e che sarebbe felice di tornare nei panni del villain. “Hai assolutamente ragione, non posso dire nulla. Ma se faccio parte del film, allora ne sarò davvero felice”, si è limitato a dire Foxx.

Foxx ha eluso la domanda, ma ciò non significa che non farà parte del cast del film, visto che ad ottobre aveva confermato il suo ritorno attraverso un post condiviso su Instagram (poi subito eliminato). A questo punto, gli scenari ipotizzabili sono molteplici: non avendo confermato ancora nulla, è probabile che neanche i Marvel Studios siano convinti della presenza di Electro nel film; oppure, semplicemente, Jamie Foxx non è ancora autorizzato a parlare del suo coinvolgimento, come accade di frequente quando si tratta di grandi blockbuster o di film di supereroi (l’ultimo caso esemplare, in tal senso, è Mads Mikkelsen, che aveva negato il suo coinvolgimento in Animali Fantastici 3, per poi essere confermato nel cast soltanto pochi giorni dopo).

Cosa sappiamo di Spider-Man 3?

Di Spider-Man 3 – che arriverà al cinema il 17 Dicembre 2021 – si sa ancora molto poco, sebbene la teoria più accredita è quella secondo cui il simpatico arrampicamuri sarà costretto alla fuga dopo essere stato incastrato per l’omicidio di Mysterio (e con il personaggio di Kraven il Cacciatore che sarebbe sulle sue tracce). Naturalmente, soltanto il tempo sarà in grado di fornirci maggiori dettagli sulla trama, ma a quanto pare il terzo film dovrebbe catapultare il nostro Spidey in un’avventura molto diversa dalle precedenti…

Tom Holland si è unito al MCU nei panni di Peter Parker nel 2016: da allora, è diventato un supereroe chiave all’interno del franchise. Non solo è apparso in ben tre film dedicati ai Vendicatori della Marvel, ma anche in due standalone: Spider-Man: Homecoming e Spider-Man: Far From Home. La scorsa estate, un nuovo accordo siglato tra Marvel e Sony ha permesso al personaggio dell’Uomo Ragno di restare nel MCU per ancora un altro film a lui dedicato – l’annunciato Spider-Man 3 – e per un altro film in cui lo ritroveremo al fianco degli altri eroi del MCU.

Il Signore degli Anelli: il cast della saga cerca di salvare la casa originale di Tolkien

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La Compagnia dell’Anello si è riunita per una nuova missione: salvare e preservare l’ex casa di J.R.R Tolkien, dove l’autore britannico ha scritto Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli. L’acclamato ed influente scrittore, spesso indicato come il padre del genere fantasy, è famoso soprattutto per le storie ambientate nella Terra di Mezzo. Dati gli immensi contributi di Tolkien alla letteratura, è giusto che la sua storia venga preservata.

Tolkien viene ricordato soprattutto per le sue vaste opere di narrativa fantastica, nonostante nella sua carriera si sia dedicato anche ad altro. Era uno studioso di letteratura e mitologia europea medievale (che ha fortemente influenzato le sue opere originali), un professore dell’Università di Oxford per decenni, un soldato nella Prima Guerra Mondiale (un’altra influenza significativa) e un padre di quattro figli. Durante i suoi anni a Oxford, Tolkien ha vissuto in una casa signorile al numero 20 di Northmoor Road, casa che ora è stata messa in vendita.

Sembra, però, che l’ex cast degli adattamenti cinematografici basati sull’opera di Tolkien abbia qualcosa da dire al riguardo. Secondo quanto riportato da People, Ian McKellen (Gandalf), John Rhys-Davies (Gimli) e Martin Freeman (Bilbo Baggins) si sono uniti ad una campagna per acquistare e preservare la casa in cui Tolkien scrisse le sue opere più famose. “Project Northmoor” – questo il nome della campagna – spera di raccogliere 6 milioni di dollari per acquistare la casa, ripararla e ringiovanirla (insieme al giardino), e dare vita ad un vero e proprio centro letterario di Tolkien, completo di tour, lezioni e programmazione sia in presenza che virtuale.

Il Signore degli Anelli e l’eredità di Tolkien

Sebbene Il Signore degli Anelli sia divenuto molto popolare a partire dagli anni ’60, ha subito una sorta di rinascita soprattutto negli ultimi due decenni, in gran parte graziea i film di successo diretti da Peter Jackson. La prima trilogia ha ridefinito la narrativa e la struttura del genere fantasy, portando il pubblico a scoprire l’immensa influenza di Tolkien attraverso un nuovo mezzo (quello cinematografico, appunto). Le opere dello scrittore britannico sono state pubblicate anche dopo la sua morte: il figlio Christopher, infatti, ha curato diversi scritti inediti come The Silmarillion, Unfinished Tales, The Children of Húrin e Beren e Lúthien, l’ultimo dei quali pubblicato nel 2017. Purtroppo, Christopher Tolkien è deceduto a gennaio di quest’anno.

L’impatto continuo che Tolkien ha avuto sul mondo della letteratura, sia in vita che nei 50 anni successivi alla sua morte, giustifica certamente una certa conservazione dei suoi contributi. Secondo il sito web di “Project Northmoor”, “non esiste un centro dedicato a Tolkien in nessuna parte del mondo”. La campagna per salvare la vecchia casa dell’autore creerebbe finalmente un luogo simile ed è incoraggiante vedere gli attori delle trasposizioni cinematografiche de Il Signore degli Anelli e de Lo Hobbit unirsi alla causa.

Animali Fantastici 3: Mads Mikkelsen anticipa un Grindelwald diverso

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In una nuova intervista, Mads Mikkelsen ha parlato per la prima volta di Gellert Grindelwald, il personaggio che interpreterà in Animali Fantastici 3, andando a sostituire il collega Johnny Depp. Nel 2016 la Warner Bros. ha riportato sul grande schermo il magico mondo di J.K. Rowling grazie ad Animali Fantastici e Dove Trovarli, prequel della saga principale di Harry Potter, basato su un libro di testo di Hogwarts.

Sebbene inizialmente la serie sembrasse concentrarsi sulle avventure del magizoologo Newt Scamander (Eddie Redmayne), ben presto è stato confermato che Animali Fantastici avrebbe coperto il periodo in cui il mago oscuro Grindelwald terrorizzava il mondo magico. Johnny Depp è apparso alla fine del primo Animali Fantastici nei panni di Gellert Grindelwald, prima di avere un ruolo più importante nel sequel I Crimini di Grindelwald del 2018. Era pronto ad interpretare il personaggio per l’intero franchise, ma a seguito della perdita di una causa per diffamazione contro il quotidiano britannico The Sun che lo ha definito un “picchiatore di mogli”, la Warner Bros. ha chiesto all’attore di abbandonare la saga.

In seguito all’uscita di scena di Depp, la major ha poi ufficializzato Mads Mikkelsen come nuovo interprete di Grindelwald, e adesso, per la prima volta, l’attore svedese ha finalmente parlato del ruolo. Intervistato da EW, Mikkelsen ha anticipato alcuni dettagli in merito alla sua interpretazione del mago oscuro, spiegando di voler sia onorare l’eredità di Depp sia proporre agli spettatori qualcosa di nuovo. Tuttavia, l’attore non ha potuto approfondire più di tanto l’argomento, forse perché lui e il regista David Yates sono ancora impegnati con la “nuova” costruzione del personaggio.

“Beh, già il fatto che sarà io ad interpretarlo è una novità”, ha ironizzato Mikkelsen. “Scherzi a parte, questa è la parte più difficile. Ci stiamo ancora lavorando. Dovrà esserci un ponte tra quello che ha fatto Johnny e quello che farò io. Dovrò cercare di fare mio il personaggio, ma allo stesso tempo dobbiamo anche trovare dei collegamenti (con la versione precedente di Grindelwald), in modo da non allontanarci completamente da ciò che è già stato conquistato in maniera assolutamente magistrale.”

La data di uscita di Animali Fantastici 3

Sappiamo che Animali Fantastici 3 è attualmente in produzione presso gli Studi Leavesden, siti a Nord-Ovest di Londra. Gran parte del cast de I Crimini di Grindelwald tornerà, inclusi Eddie RedmayneKatherine Waterston, Dan Fogler, Alison Sudol, Ezra Miller Jude Law nei panni del giovane Albus Silente. Animali Fantastici 3 uscirà il 15 luglio 2022.

Margot Robbie sostituisce Emma Stone nel nuovo film di Damien Chazelle

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Come riportato da Deadline, la candidata all’Oscar Margot Robbie è in trattative iniziali per sostituire il premio Oscar Emma Stone nel nuovo film di Damien Chazelle, il cui titolo ufficiale sarà Babylon. Stone, che era già stata diretta da Chazelle in La La Land, ha dovuto abbandonare il progetto a causa di impegni pregressi.

Il cast del film annovera già il premio Oscar Brad Pitt: se le trattative con la Robbie dovessero andare a buon fine, si tratterà della seconda volta che i due celebri e amatissimi attori lavoreranno fianco a fianco dopo C’era una volta a Hollywood di Quentin Tarantino. Babylon avrebbe segnato la seconda collaborazione tra Damien Chazelle e Emma Stone dopo l’incredibile successo di La La Land.

Babylon è stato descritto come un dramma audace e originale, dal budget significativo, che sarà ambientato nel periodo in cui l’industria di Hollywood è passata dal muto al sonoro. La Lionsgate avrebbe dovuto accaparrarsi i diritti del film, ma è stata poi surclassata dall’offerta ben più vantaggiosa avanzata dalla Paramount.

Il film, che sarà scritto e diretto da Chazelle, dovrebbe arrivare nelle sale a Natale 2021 (con un’uscita limitata) e successivamente a gennaio 2022 (con un’uscita worldwide), giusto in tempo per l’awards season. Tra i produttori figurano Olivia Hamilton, Matt Plouffe e Marc Platt.

La carriera di Damien Chazelle

Damien Chazelle è diventato in un istante una figura interessante e di spicco nel panorama hollywoodiano, a partire dal suo esordio, il folgorante Whiplash, che nel 2014 ha portato a casa ben tre premi Oscar, tra cui migliore attore non protagonista, J.K. Simmons.

Whiplash ebbe un tale successo che molti critici si chiesero se Chazelle potesse mai essere in grado di replicare quel successo e quella bellezza. Eventuali dubbi su questo fronte si sono rapidamente estinti quando Chazelle ha presentato al Festival di Venezia 2016 La La Land. L’affascinante tributo ai classici musical di Hollywood vede Emma Stone Ryan Gosling nei panni di una coppia di giovani ambiziosi in cerca della loro carriera artistica nella Hollywood dei sogni e delle illusioni. Il film è stato campione di incassi, e non solo.

La La Land ha raddoppiato il conteggio dei tre Oscar di Whiplash, portando a casa sei premi tra cui un Oscar come miglior regista per Chazelle e un trofeo per la migliore attrice a Stone. Eppure, nonostante il successo di Whiplash e La La Land, Chazelle non è riuscito a ripetere la sua formula di grande successo con First Man – Il primo uomo del 2018. Anche se il film ha visto il ritorno di Gosling con il regista, non è riuscito a eguagliare le alture vertiginose dei precedenti lavori di Chazelle. Il film è anche il primo caso in carriera, per Chazelle, di una regia su sceneggiatura non sua.

Lo chiamavano Jeeg Robot: trama, cast e premi del film

Lo chiamavano Jeeg Robot: trama, cast e premi del film

Indicato come uno dei film che ha contribuito alla forte attenzione del cinema italiano nei confronti dei generi cinematografici, Lo chiamavano Jeeg Robot segna il debutto ad un lungometraggio di Gabriele Mainetti e Nicola Guaglianone. Rispettivamente regista e sceneggiatore, i due avevano già collaborato con successo a cortometraggi quali Il produttore, Basette e Tiger Boy. Per il loro esordio sul grande schermo, scelgono di dar vita al primo grande supereroe italiano, il quale è però naturalmente calato all’interno del forte contesto della periferia di Roma. Con il film di Mainetti si è così aperta per il cinema italiano una nuova ricca stagione.

Il titolo del film è un ovvio riferimento al celebre manga Jeeg Robot d’acciaio, dove il supereroe in questione si trova a dover salvare il mondo da nemici ogni volta diversi. Allo stesso modo, il protagonista del film italiano, Enzo Ceccotti, deve fare i conti con la criminalità di Roma, e in particolare con un nemico che si rivelerà più imprevedibile del previsto. Proprio per le grandi novità che il film presentava, questo faticò inizialmente a trovare produttori disposti ad investirvi. In seguito, tuttavia, il film riuscì a prendere forma, arrivando ad ottenere un’anteprima alla Festa del Cinema di Roma.

Arrivato infine in sala, il film riesce ad affermarsi come uno dei migliori incassi della stagione, arrivando ad un guadagno complessivo di quasi 6 milioni di euro a fronte di un budget di quasi 2. Per Lo chiamavano Jeeg Robot la strada verso il successo era però appena iniziata. Il film divenne infatti un vero e proprio caso cinematografico, arrivando a vincere alcuni tra i maggiori premi assegnati dall’industria italiana. Grazie anche ad una distribuzione estera, il film ha potuto dimostrare in tutto il mondo il pregio che ancora oggi il cinema italiano può vantare.

Lo chiamavano Jeeg Robot: la trama del film

Il film racconta di Enzo Ceccotti, un uomo solitario che vive di espedienti nella periferia di Roma, si nutre di budini alla vaniglia e guarda solo dvd pornografici. Un giorno, inseguito dalla polizia per il furto di un orologio, si tuffa nel Tevere e lì viene a contatto con una sostanza radioattiva, che una volta tornato a casa gli causa un terribile malessere. Superata la notte e apparentemente guarito, si organizza per un nuovo colpo, commissionatogli dallo spietato criminale noto come Lo Zingaro. A casa di uno dei suoi complici, Enzo incontra Alessia, una ragazza con problemi mentali, che si comporta come una bambina, fa fatica a distinguere tra finzione e realtà e ha una vera e propria ossessione per il cartone animato Jeeg Robot d’acciaio.

Durante un incontro con alcuni corrieri di droga, Enzo rimane però coinvolto in una sparatoria, si prende una pallottola e fa un volo di diversi metri. Inspiegabilmente rimane illeso e realizza così di avere dei “superpoteri”, acquisiti grazie alla sostanza radioattiva: oltre all’invulnerabilità, possiede anche una forza sovrumana. Lo Zingaro con i suoi scagnozzi si reca a casa di Alessia per avere informazioni sul carico di droga, arrivando ad essere violento con la giovane. Sentite le urla della ragazza, Enzo accorre e interviene picchiando i criminali e salvando Alessia. I due, costretti ora ad una latitanza, si ritrovano a stringere un profondo legame. La loro tranquillità viene però messa a dura prova proprio da Lo Zingaro, il quale è in cerca di vendetta.

Lo chiamavano Jeeg Robot cast

Lo chiamavano Jeeg Robot: il cast di attori del film

Tra gli elementi di maggior forza del film vi è il suo cast di attori. Tutti premiati per le loro interpretazioni, questi hanno dato vita a personaggi memorabili, entrati da subito nell’immaginario collettivo del cinema italiano. Grande protagonista è l’attore Claudio Santamaria. Questi, tuttavia, aveva inizialmente dovuto rifiutare il ruolo a causa di altri impegni. Poiché il regista desiderava fortemente averlo nel film, però, le riprese vennero posticipate in attesa che l’attore fosse libero. Ciò avvenne però con la sua promessa di acquisire circa 20 chili, arrivando ad un totale di 100, e assumendo l’imponenza richiesta per il personaggio.

Accanto a lui nel film è poi presente Luca Marinelli, oggi tra i principali interpreti del cinema italiano, che ha qui vestito i panni del criminale Lo Zingaro. Affermatosi per il suo carattere sopra le righe, il personaggio è oggi ricordato come uno dei villain più apprezzati del recente cinema nazionale. Per dargli vita, Marinelli ha raccontato di essersi ispirato ai personaggi di Hannibal Lecter e Buffalo Bill, entrambi presenti in Il silenzio degli innocenti. Per il ruolo di Alessia, invece, viene scelte l’attrice Ilenia Pastorelli. All’epoca questa era ancora un’esordiente, e per tale ragione il regista non era del tutto convinto di voler affidare a lei il ruolo. A convincerlo fu però Guaglianone, lo sceneggiatore, il quale dichiarò di aver scritto il personaggio con lei in mente. Dopo averla incontrata, anche Mainetti si convinse del fatto che era l’attrice giusta per il ruolo. Nel film è poi presente anche l’attrice Antonia Truppo nel ruolo della boss criminale Nunzia Lo Cosimo.

Lo chiamavano Jeeg Robot: i premi, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Lo chiamavano Jeeg Robot si è affermato come uno dei film più acclamati e premiati del suo anno. Questo è infatti stato candidato a numerosi premi di particolare prestigio in Italia, come i David di Donatello e i Nastri d’argento. Ai primi il titolo ricevette ben 17 nomination, ottenendo poi 8 premi, tra cui quelli per i quattro interpreti principali e quello per il miglior regista esordiente. Ai Nastri d’argento il film guadagnò invece 10 nomination, mentre 12 furono quelle ai Ciak d’Oro. Il film venne inoltre selezionato nella rosa dei film tra cui scegliere per il candidato italiano all’Oscar per il miglior film straniero, non ottenendo però tale possibilità. Svariati sono poi stati i premi “minori” vinti sempre sul suolo italiano.

Per gli appassionati del film è possibile fruire di Lo chiamavano Jeeg Robot grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il film è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Netflix, Now TV, Rai Play e Tim Vision. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno mercoledì 2 dicembre alle ore 21:10 sul canale Rai Movie.

Fonte: IMDb

MCU: le 10 cose più tristi relative alla storia di Vedova Nera

MCU: le 10 cose più tristi relative alla storia di Vedova Nera

Vedova Nera è uno dei supereroi del MCU più popolari. Fa parte dell’universo condiviso dal 2010 e ha contribuito a salvare il mondo molte volte. In qualità di ex spia, Natasha Romanoff ha molte abilità utili per il suo lavoro da supereroe. Anche se non possiede alcun vero superpotere come la maggior parte dei suoi compagni Vendicatori, questo non le ha mai impedito di abbattere i cattivi.

Sfortunatamente, la vita di Vedova Nera non è stata sempre facile, con molti episodi che hanno spesso intristito i suoi fan. Dalle relazioni personali al suo passato, Vedova Nera avrebbe spesso meritato di più di quanto in realtà ha avuto:

La relazione con Bruce Banner

La storia d’amore tra Natasha e il suo compagno di squadra Bruce Banner non ha sempre trovato il consenso dei fan. Ad alcuni è piaciuta, ma altri hanno obiettato che sia venuta fuori dal nulla e non è mai apparsa credibile.

In ogni caso, la relazione è andata in pezzi rapidamente, anche se sembrava che Natasha e Bruce non abbiano mai smesso di preoccuparsi l’uno dell’altro. Forse alla fine avrebbe potuto far funzionare la loro relazione, ma la morte di Natasha ha impedito che ciò accadesse.

La morte

Molte persone sospettavano che Tony Stark sarebbe morto in Avengers: Endgame (2019). Ma nessuno poteva immaginare che anche Natasha sarebbe morta. Inoltre, diversamente da Tony, non è stata circondata dai suoi cari, ma ha avuto soltanto Clint al suo fianco.

Natasha ha sacrificato la sua vita quando lei e Clint sono andati a Vormir per ottenere la Gemma dell’Anima. Nat era consapevole che Clint aveva molto di più per cui vivere, ed è stata disposta a rinunciare alla sua vita per la loro battaglia. 

Cosa è accaduto a Budapest?

L’imminente film in solitaria dedicato a Natasha, l’attesissimo Black Widow, potrebbe rappresentare un punto di svolta in relazione al passato del personaggio, ma per ora, la questione su cosa sia successo davvero a Budapest rimane uno dei più grandi misteri del MCU.

Tale mistero continua a torturare i fan che stanno creando molteplici teorie sulla missione di Natasha e Clint nella città ungherese. Sicuramente resterebbero delusi, per non dire sconvolti, se Black Widow non dovesse finalmente fornire loro le risposte che attendono ormai da anni.

È un’orfana

A volte, scene che svelano di più sui personaggi non finiscono nel montaggio finale dei film. È successo anche con Natasha in Captain America: Civil War (2016). Natasha va a sostenere il suo caro amico, Steve Rogers, quando prende parte al funerale di Peggy Carter.

In seguito, Natasha rivela che quando è tornata in Russia per trovare i suoi genitori, ha trovato invece due lapidi. Ciò significa che è un’orfana, proprio come la maggior parte dei suoi compagni Vendicatori: Steve Rogers, Tony Stark e Thor, per citarne solo alcuni…

Non può avere figli

Se Natasha non voleva avere figli, allora questa sarebbe stata una situazione diversa. Ma in base della sua conversazione con Bruce in Avengers: Age of Ultron (2015), è chiaro che non è contenta di ciò che le hanno fatto nella Stanza Rossa, e cioè che l’hanno resa sterile.

Se c’è una cosa certa, è che Natasha sarebbe una mamma fantastica, ma sfortunatamente questa possibilità l’è stata barbaramente negata.

Un duro allenamento

Parlando della Stanza Rossa e del passato di Natasha, è chiaro che la sua vita precedente era tutt’altro che felice. Quando ha frequentato il corso di formazione per Vedove Nere, ha vissuto in condizioni difficili ed è stata trattata in un modo che le ha lasciato numerose cicatrici (soprattutto mentali, ma forse anche fisiche).

La serie Agent Carter ha poi rivelato ulteriori dettagli sulle vite delle ragazze che hanno partecipato alla formazione. E a giudicare dal fatto che di notte le ammanettano ai loro letti, l’allenamento non è stato per nulla un gioco da ragazzi.

Steve potrebbe averla friendzonata

Chi mai vorrebbe essere friendzonato da Capitan America? Sfortunatamente, è proprio quello che è successo a Natasha. Ha baciato Steve in Captain America: The Winter Soldier (2014), e se ciò non fosse abbastanza ovvio, in seguito ha lasciato intendere che avrebbero potuto diventare più che amici.

Non è chiaro quanto Natasha considerasse seriamente una possibile relazione con Steve e, alla fine, sembra aver superato la cosa. Tuttavia, è stato un vero peccato, dato che lei e Steve hanno molto in comune e avrebbero potuto essere una coppia davvero tosta.

Ha dovuto combattere i suoi amici

Combattere contro i propri amici non è mai facile. Soprattutto quando sono l’unica famiglia che hai, proprio come Natasha. Ma anche Vedova Nera fu costretta a scegliere da che parte stare durante la Civil War.

Prima si schierò con Iron Man, il che significava che doveva combattere al fianco del suo caro amico Clint. Poi ha cambiato “team” e ha aiutato Steve e Bucky a scappare. E c’è stata anche una lotta con Clint in The Avengers (2012), quando ha dovuto ferirlo per rompere il controllo mentale di Loki su di lui.

È apparsa come un oggetto sessuale?

Ciò è stato particolarmente evidente in Iron Man 2, in cui Natasha è apparsa per la prima volta. Ha assunto un’identità fasulla e si è presentata come la graziosa assistente di Pepper Potts.

E anche se ha abbattuto un gruppo di nemici e sconfitto Happy sul ring, ha indossato abiti eccessivamente rivelatori ed è persino apparsa brevemente in mutande, quando Tony ha cercato ulteriori informazioni su di lei (per non parlare del fatto che Tony ha flirtato apertamente con Natasha nonostante la sua relazione con Pepper!). Questo non è stato certamente il miglior trattamento per un’eroina così eccellente.

Troppi anni prima del suo standalone

black widowL’uscita dello standalone dedicato a Natasha è stata posticipata a causa dell’emergenza Covid-19: il film, in origine, sarebbe già dovuto arrivare nelle sale da un pezzo.

Fatta eccezione per Occhio di Falco (che apparirà prossimamente in una serie tutta sua), Natasha è stata l’unica a non avere il suo film in solitiaria, non importa quanto sia popolare o quanto i fan l’abbiano richiesto a gran voce. In effetti, ha ottenuto il suo standalone a ben 11 anni di distanza dalla sua prima apparizione nel MCU.

MINI Republic 4 Comics: un concorso in occasione del Free Comic Book Day Italia

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Dopo l’importante appuntamento di Lucca Changes 2020, che ha visto MINI tra i grandi protagonisti del community event internazionale con una celebrazione unica pensata per gli 80 anni di Flash – in collaborazione con Panini Comics -, MINI torna ad addentrarsi nel mondo del fumetto con un’iniziativa pensata per tutti gli appassionati di comics (e non solo).

In occasione della quinta edizione del Free Comic Book Day Italia, la giornata interamente dedicata all’invito alla lettura del fumetto prevista per giovedì 3 dicembre (che quest’anno si estenderà eccezionalmente lungo tutto il mese di dicembre), MINI presenta MINI Republic 4 Comics, un concorso a premi che mette in palio 5 buoni del valore di 200€ da spendere in fumetti sul sito ufficiale del gruppo Panini.

Nelle oltre 230 fumetterie che aderiscono al Free Comic Book Day Italia, i lettori potranno ritirare gratuitamente – insieme agli albi inediti pensati esclusivamente per l’evento e alle importanti preview di volumi in uscita nei prossimi mesi – una litografia della Nuova MINI Full Electric con i disegni del Velocista Scarlatto realizzata dal disegnatore italiano Carmine Di Giandomenico a Lucca Changes. Un pezzo da collezione contenente anche un QR Code che rimanderà al sito ufficiale di MINI Republic dove, dal 9 al 24 dicembre si potrà sfidare la fortuna per conquistare uno dei preziosissimi “buoni fumetto” in palio (tutti i dettagli del concorso sono su republic.mini.it).

MINI si conferma così sempre pronta a condividere con la sua community (e non solo) passioni, interessi ed esperienze speciali, e con MINI REPUBLIC 4 COMICS partecipa a un appuntamento importante come il Free Comic Book Day che quest’anno, oltre a continuare a promuovere la lettura, ha l’intento di supportare le fumetterie in un periodo che si è dimostrato difficile, avvicinando nuovi lettori e riportando chi se ne era allontanato.

Terminator: Destino Oscuro, Mackenzie Davis torna a parlare del flop del film

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Terminator: Destino Oscuro è stato diretto da Tim Miller, regista di Deadpool, e ha visto il coinvolgimento di James Cameron – regista dei primi due iconici episodi del franchise – in qualità di produttore. Ciononostante, il film non è riuscito a catturare l’attenzione degli spettatori: le recensioni sono state per lo più positive, ma al box office il film ha incassato “appena” 261 milioni in tutto il mondo, facendo così ripiombare la saga in una sorta di limbo.

Durante una recente intervista con il podcast Happy Sad Confused (via CBM), la co-protagonista del film, Mackenzie Davis, è tornata a parlare sul fallimento di Terminator: Destino Oscuro. “Mi è piaciuto tantissimo lavorare aquel film. È stata un’esperienza dura, ma le persone coinvolte erano incredibili. Tim è stato un regista meraviglioso, sempre concentrato nel provare a fare il miglior lavoro possibile”, ha spiegato l’attrice. “Ma parlando in termini di box office era comunque un Terminator 6 e nessuno aveva visto gli ultimi tre. Questo non significa che abbiamo fatto un brutto film, ma che forse l’appetito della gente per questa saga si è esaurito.”

Poi ha aggiunto: “Non voglio neanche entrare nel merito del fatto che sia andato male perché aveva tre donne come protagoniste, perché sono fattori che non posso controllare. Sono una donna, mi è piaciuta davvero tanto la mia parte. Sono orgogliosa di quello che abbiamo fatto e non potrei mai dire: ‘È andato male perché il pubblico è sessista’. Sembrerebbe una scappatoia per non ammettere che forse sei film sono troppi. Adesso lo sappiamo.”

Sempre nel corso della medesima intervista, Mackenzie Davis ha anche parlato dei piani per il sequel mai realizzato di Destino Oscuro: “Avrebbe avuto a che fare con la timeline. Avrebbe esplorato una linea temporale diversa. Nessuna resurrezione… sarebbe venuta dal futuro”. L’attrice non ha rivelato null’altro, dal momento che – sebbene il sequel non sai più nei piani della Paramount e della Skydance – quell’idea potrebbe comunque essere utilizzata prima o poi.

Ad oggi, il futuro del franchise di Terminator rimane un mistero, soprattutto dopo le deludenti performance di Destino Oscuro. Forse la saga si evolverà e magari ne verrà tratta una serie tv. Per quanto riguarda il grande schermo, l’insuccesso dell’ultimo capitolo è indice di quanto i concetti ormai familiari alla basa del franchise siano diventati davvero troppo stantii e privi di fascino per il pubblico.

La trama di Terminator: Destino Oscuro

La protagonista della storia di Terminator: Destino Oscuro è Sarah Connor. La donna, invecchiata e indurita dalla vita, è una cacciatrice di Terminator, vive così e, quando si trova ad avere a che fare con Dani Ramos, apparentemente una persona normale, e Grace, un essere umano potenziato che è stato mandato dal futuro per proteggere la ragazza, capisce che in giro c’è anche un nuovo Terminator, che, come accadde a lei tanto tempo fa, è stato mandato per compiere la sua missione e uccidere il suo obbiettivo. Il loro cammino però è difficile e impervio, e per riuscire a sopravvivere al nuovo e straordinariamente forte modello di macchina, un Rev 9, non possono che chiedere aiuto al T-800 più famoso della storia del cinema, quel Terminator che ha inseguito Sarah per tutta la sua giovinezza.

Mi chiamo Francesco Totti in Home Video dal 3 dicembre

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Mi chiamo Francesco Totti in Home Video dal 3 dicembre

Dopo essere stato presentato all’ultima Festa del Cinema di Roma, Mi chiamo Francesco Totti arriva in home video in formato DVD insieme a Universal Pictures Home Entertainment Italia a partire dal prossimo 3 dicembre.

Diretto da Alex Infascelli, il documentario si pone l’obiettivo di raccontare con umiltà l’uomo dietro la leggenda e oltre “il capitano”, ripercorrendo la sua vita con le parole dello stesso protagonista. Il regista porta quindi Totti sulla stessa dimensione dello spettatore, senza però ridurre le sue gesta sportive. Per riuscire in questo, viene scelta la modalità del racconto in prima persona, coinvolgendo così totalmente Francesco, che diventa la sola voce narrante della storia. Una narrazione che è diretta rappresentazione di ciò che Totti per primo evidenzia come importante nella sua storia, la storia che lo ha portato sino a qui: una storia di calcio, certo, ma soprattutto di famiglia e senso di appartenenza.

È la notte che precede il suo addio al calcio e Francesco Totti ripercorre tutta la sua vita, come se la vedesse proiettata su uno schermo insieme agli spettatori. Le immagini e le emozioni scorrono tra momenti chiave della sua carriera, scene di vita personale e ricordi inediti. Un racconto intimo, in prima persona, dello sportivo e dell’uomo.

Mi chiamo Francesco Totti, la recensione del documentario

Arrivato al suo sesto lungometraggio, il regista Alex Infascelli ha già ottenuto due David di Donatello, un Nastro d’Argento e un Ciak d’Oro, oltre ad aver diretto più di 50 video musicali e due miniserie per Sky, per il quale ha ottenuto il premio come miglior regista italiano al Roma Fiction Fest.

Soggetto e sceneggiatura di Alex Infascelli e Vincenzo Scuccimarra, il film è tratto dal libro Un Capitano scritto da Francesco Totti con Paolo Condò (edito da Rizzoli). Prodotto da Lorenzo Mieli, Mario Gianani e Virginia Valsecchi, una produzione The Apartment e Wildside, entrambe del gruppo Fremantle, con Capri Entertainment, Fremantle, con Vision Distribution e Rai Cinema, in collaborazione con Sky e Amazon Prime Video.

Scream: il cast non conosce l’identità del “nuovo” Ghostface

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Scream: il cast non conosce l’identità del “nuovo” Ghostface

Il cast del nuovo attesissimo capitolo di Scream – intitolato semplicemente Scream – ha ricevuto delle sceneggiature “fake” in modo che nessuno potesse conoscere il vero finale del film. Uscito nel 1996, il primo Scream ha rivitalizzato il genere slasher e dato vita ad una nuova saga di successo, elogiata soprattutto per il suo approccio meta-horror, qualcosa che i futuri prodotti del genere avrebbero spesso cercato di riproporre.

Dopo anni di rumor, il nuovo Scream è stato ufficialmente confermato, e proprio di recente abbiamo appreso che le riprese si sono finalmente concluse. Essendo Wes Craven – registi di tutti i precedenti episodi – scomparso nel 2015, il nuovo film sarà diretto da Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett, registi dell’horror Finché morti non ci separi. Nel nuovo Scream ritroveremo Neve Campbell nei panni di Sidney Prescott, insieme a David Arquette (Dewey Riley) e Courtney Cox (Gale Weathers). Tra le new entry, invece, figurano Melissa Barrera, Jack Quaid, Kyle Gallner e Dylan Minnette.

Naturalmente, il più grande mistero legato al film sarà ancora una volta l’identità di Ghostface, e pare che questa volta nessuno – neanche i membri del cast – sappia chi si nasconda dietro il costume dell’ormai iconico serial killer cinematografico. Parlando con Cinemablend, infatti, il produttore William Sherak ha rivelato che al cast sono state consegnate differenti versioni della sceneggiatura proprio per evitare che nessuno conosca la vera identità di Ghostface e, di conseguenza, impedire spoiler sul film.

“Esistono più versioni della sceneggiatura e la maggior parte del cast non sa se ha letto la versione definitiva oppure no”, ha spiegato Sherak. “Abbiamo giocato con loro e il bello di un film di Scream è che tutti sono colpevoli fino a prova contraria. Quindi, l’obiettivo è continuare così il più a lungo possibile e divertirci ancora.”

Scream: dalla finzione alla realtà!

Dalla finzione alla realtà, quindi. Tale espediente dovrebbe essere ben noto ai fan della saga di Scream. Nel terzo capitolo uscito nel 200, infatti, esistevano diverse versioni della sceneggiatura di Stab 3, “il film nel film” basato sugli eventi di Woodsboro e del Windsor College. In Scream 3, i personaggi della storia erano incapaci di prevedere quale sarebbe stata la prossima vittima di Ghostface proprio perché, nonostante l’assassino stesse iniziando ad ucciderli in base all’ordine in cui morivano in Stab 3, esistevano differenti versioni del copione.

Ricordiamo che Scream arriverà nelle sale americane il 14 gennaio 2022. In Italia il film verrà distribuito nello stesso anno da Eagle Pictures. Kevin Williamson, storico produttore e sceneggiatore della saga, è stato nuovamente coinvolto nel nuovo film.

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