Non succede, ma se
succede… è la nuova commedia di Jonathan
Levine, già avvezzo al genere leggero, per quanto dedicato
ad un buon contenuto (Warm Bodies del 2013 e 50 e
50 del 2011). E questa volta racconta una storia di un
amore che, nonostante i livelli sociali differenti e invalicabili,
non conosce ostacoli.
Charlotte Field (Charlize
Theron) è nientemeno che il Segretario di Stato degli
Stati Uniti d’America che, grazie al presidente uscente, con buone
probabilità, potrà persino auspicare ad essere la prima
presidentessa donna a guidare la nazione. Da un’altra parte
dello stesso stato, Fred Flarsky (Seth
Rogen) sta difendendo con le unghie e i denti la
propria integrità morale di giornalista – spiantato – difensore
della verità ad ogni costo, anche della sua stessa vita. Ciò
che farà intersecare le vite di due elementi così apparentemente
agli antipodi, sarà – come sempre – il caso galeotto, ma che già
molti anni addietro li aveva visti occhi negli occhi.
Come per ogni racconto romantico
che si rispetti, quel che fa star bene è pensare che proprio ciò
che sia inconciliabile, in realtà, trovi il modo per combinarsi. E,
a dire il vero, il racconto di Jonathan Levine,
scritto e ideato da Dan Sterling, chiaramente ci
riesce bene, oltre il livello narrativo puro e semplice.
Il personaggio di Fred / Seth
Rogen si fa latore del messaggio secondo cui è la verità a
rendere liberi, non solo in senso personale, ma anche rispetto a
chi questa libertà la vive attraverso gli altri che si spogliano
delle proprie sovrastrutture e delle proprie preoccupazioni. È
delizioso quando il coprotagonista dice alla donna più potente del
mondo che non avrebbe alcun problema ad essere la sua
Marilyn Monroe, se lei volesse essere il suo
JFK.
Perché ciò che rende una commedia
tale, è il saper raccontare in modo scanzonato desideri profondi
che accomunano le persone altre il loro status. Dunque, il dilemma
del personaggio della Theron, di fronte a quest’uomo così sopra le
righe e così libero è: quanto si è disposti a rischiare e a
liberarsi a propria volta, cercando di rincorrere una versione più
pura, giovane e sognatrice di quello che si è diventati?
Evidentemente tanto, soprattutto
negli ultimi tempi, nei quali qualche insospettabile sedicenne ci
ricorda che le cose che veramente fanno la differenza sono
semplici. Ma senza le quali può esserci il rischio di vivere una
vita uguale a qualunque altra.
Intervistato da The Wrap prima
dell’uscita di Jay and
Silent Bob Reboot, Kevin Smith è
tornato a parlare di Clerks
3 e dello sviluppo della sceneggiatura modificata
in seguito all’attacco di cuore avuto dal regista un anno fa,
ispirando così il nuovo percorso del protagonista Randal. A quanto
pare il film inizierà con il cinico cassiere di fast food
interpretato da Jeff Anderson che, come Smith, ha appena subito un
infarto e sta attraversando una crisi di mezza età.
“Randal ha un attacco di cuore,
ed essendosi avvicinato così tanto alla morte, capisce che la sua
vita non ha significato nulla, nessuno lo ricorderà e non ha
famiglia o cose del genere”, ha dichiarato Smith. “E durante la
ripresa, mentre si trova sotto effetto di fentanil, giunge alla
classica conclusione di un uomo di mezza età che ha lavorato in un
videonoleggio per tutta la sua vita e ha visto i film di altre
persone: voglio fare il mio film. Ed è qui che Dante e Randal
creano Clerks, e questa è la storia di Clerks 3“.
La sceneggiatura quindi sarà
influenzata dagli eventi che hanno sconvolto l’ultimo anno della
vita del regista, e vedrà Dante e Randal alla scoperta di come
trasformare le persone e le storie delle loro esperienze in
personaggi.
“Riporterò i miei ragazzi
proprio dove mi hanno condotto in questi anni. Lo sto scrivendo, ed
è un po’ come se si scrivesse da solo perché l’ho vissuto
venticinque anni fa“, ha detto Smith. “È semplicemente
rassicurante e fantastico. Lo stanno capendo nello stesso modo in
cui l’ho capito io, ma ho il vantaggio di essere in grado di
scegliere tutte le mie storie e i momenti preferiti“.
Una scena chiave della battaglia
finale di Avengers:
Endgame ci ha mostrato per la prima volta tutte
le supereroine del MCU riunite sullo schermo, da Captain Marvel a Wasp, insieme a Okoye,
Scarlet Witch e Valchiria, un momento davvero emozionante che per
alcuni avrebbe suggerito l’arrivo al cinema di un film dedicato
all’A-Force (il team al femminile dei fumetti). Già durante la
promozione di Captain
Marvel, primo titolo dell’universo Marvel ad
avere una supereroina come protagonista, Brie
Larson si era detta disposta al 100% a
partecipare ad un progetto collettivo con le altre eroine, così
come Tessa Thompson ed Evangeline
Lilly si sono sempre mostrate entusiaste all’idea.
Sull’argomento è tornata proprio
l’interprete di Carol Danvers confermando che sia lei, sia il
gruppo di colleghe, hanno discusso con Kevin Feige sulla possibilità di realizzare un
cinecomic collettivo del genere:
“Sicuramente è qualcosa a cui
abbiamo pensato, ma non so se posso definirle discussioni vere e
proprie…Posso dire che molte donne del cast dei Marvel Studios si
sono avvicinate a Kevin spiegando che siamo insieme e che vorremmo
farlo, ma davvero non ho idea di come andranno le cose in
futuro.”
“Non sono responsabile dei
progetti Marvel, ma è qualcosa che ci appassiona e che
amiamo“, ha continuato la Larson, “e sento che se un
numero sufficiente di persone nel mondo ne parlasse o lo
desiderasse quanto noi, forse succederà“.
Sappiamo che lo spazio per le donne
non è mai mancato nel corso di questi ultimi dieci anni nel MCU, ed
è facile ipotizzare un futuro in cui ne abbiano ancora di più come
dichiarato dallo stesso Feige in
un’ntervista. “Più della meta dei personaggi che troveremo
nelle prossime fasi del MCU saranno donne. E di certo sarebbe
fantastico vederle riunite nello stesso film un giorno, e non
soltanto uomini come è stato per la maggior parte dei film finora
prodotti. Ci stiamo lavorando...”
Questo significa che vedremo
finalmente la A-Force nel MCU? Che ne
pensate?
Come riportato in esclusiva da
Variety, Yahya Abdul-Mateen II è ufficialmente
entrato nel cast di Matrix
4 e affiancherà da protagonista Keanu
Reeves e Carrie-Anne Moss nel nuovo
capitolo del franchise diretto da Lana Wachowski. Le fonti spiegano
che l’incontro tra la regista e l’attore visto di recente in
Aquaman è avvenuto in segreto nell’ultima
settimana.
Oltre ad interpretare il villain
Black Manta nel cinecomic di James Wan per la DC, Abdul-Mateen è
apparso quest’anno in Noi di Jordan Peele (era il
padre della versione bambina di Lupita Nyong’o), nella nuova
stagione di Black Mirror e sarà presto sul piccolo
schermo nel nuovo adattamento di Watchmen della
HBO vestendo i panni di Cal Abar.
Presto tornerà invece sul set di
The Trial of the Chicago 7, biopic sul
co-fondatore del movimento delle pantere nere Bobby Seale affidato
a Aaron Sorkin e di Candele, prodotto sempre da
Peele, che uscirà nel 2020.
Vi ricordiamo che il sequel di
Matrix attualmente in sviluppo sarà scritto e diretto ancora una
volta da LanaWachowski, e
secondo quanto riportato da Justin Kroll di Variety, quello di
Reeves non sarà il solo Neo sullo schermo, ma la versione più
“anziana”, dal momento che la produzione sarebbe in cerca di un
attore più giovane da affiancargli sempre nei panni del
protagonista. Altre indiscrezioni suggeriscono invece che
Morpheus, il personaggio interpretato nella
trilogia originale da Lawrence Fishburne, farà il
suo ritorno.
“Non potremmo essere più
entusiasti di rientrare in The Matrix con Lana“, ha dichiarato
Toby Emmerich, presidente della Warner Bros, “Lana è una vera
visionaria, una regista creativa e originale e siamo entusiasti che
stia scrivendo, che dirigerà e produrrà questo nuovo capitolo
dell’universo di Matrix“.
La sceneggiatura del film è stata
firmata a sei mani con Aleksandar Hemon e David Mitchell, mentre
diverse fonti sostengono che le riprese dovrebbero iniziare nei
primi mesi del 2020. “Molte delle idee che Lilly ed io abbiamo
esplorato vent’anni fa a proposito della nostra realtà sono ancora
più rilevanti ora. Sono molto felice di avere questi personaggi
nella mia vita e sono grata per questa possibilità di lavorare
ancora con i miei brillanti amici“, ha detto la Wachowski.
In arrivo al cinema a partire dal
17 ottobre, il film The Informer – Tre secondi per
sopravvivere è il nuovo lungometraggio internazionale
del regista italiano Andrea Di Stefano,
già autore nel 2014 del film Escobar, con
protagonista il premio Oscar Benicio Del Toro. Il
lungometraggio, basato sul romanzo Tre secondi, di Roslund
& Hellström, segue la vicenda di Pete Koslow, interpretato
dall’attore Joel Kinnaman, ex soldato
specializzato in operazioni speciali, che si trova nella rischiosa
posizione di infiltrato per l’FBI con il compito di smantellare il
traffico di droga della mafia polacca a New York.
Presentato in anteprima a Roma, il
viene raccontato in conferenza stampa proprio dal regista, che
racconta i retroscena del progetto e i suoi progetti per il
futuro.
“Dopo il successo di Escobar,
– esordisce Andrea Di Stefano – mi sono
stati proposti numerosi progetti legati alle tematiche della
criminalità. Tuttavia non volevo ripetermi senza un valido motivo,
cosa che invece ho trovato leggendo la prima sceneggiatura di
questo film. Sono rimasto affascinato dal debole confine tra bene e
male, e girare per le strade di New York mi avrebbe consentito di
accenturare il tono noir della pellicola.”
Di Stefano si apre poi a parlare
delle influenze rimutuate all’interno del film, ammettendo di non
essere un vero fan del genere. “Ho sempre preferito altri tipi
di storie. La mia prima sceneggiatura era una commedia amara. Sono
cresciuto guardando i film di Monicelli, Risi, e ho lavorato in più
di un’occasione con Bellocchio. Forse è per questo che non è tanto
il thriller in sé ad interessarmi, ma il poter ricercare una
componente umana all’interno di esso.”
“Non volevo affatto realizzare
l’ennessimo thriller con buoni e cattivi, – continua poi il
regista – né tantomeno volevo cadere nei cliché del genere. È
per questo che abbiamo condotto tantissime ricerche prima delle
riprese. Abbiamo visitato i luoghi, abbiamo parlato con le persone.
Ho incontrato numerosi agenti dell’FBI e della polizia di New York.
I racconti più interessanti sono però arrivati nelle conversazioni
con i criminali e i detenuti. Sono loro che mi hanno permesso di
arricchire di dettagli questo film, permettendomi di essere più
sincero e autentico nelle scelte per la messa in
scena.”
Chiamato a parlare del cast di star
a disposizione, Di Stefano esordisce tessendo le lodi del suo
protagonista. “Kinnaman è stato straordinario. Un attore
gentilissimo, generoso. Per il ruolo avevo bisogno di qualcuno che
potesse dar vita tanto alla parte più cruda quanto a quella più
sentimentale del personaggio. Non tutti gli attori sono in grado di
far ciò, ma lui ci è riuscito. Straordinari sono stati anche
Common e Rosamund Pike. Per il
ruolo del detective Grens avevo bisogno qualcuno che avesse il
temperamento del poliziotto, ma che fosse anche in grado di dar
voce alla strada, e Common si è rivelato perfetto per la parte.
Rosamund era invece legata al progetto ben prima del mio arrivo. È
stata sempre molto devota al personaggio, anche nei momenti più
complessi del suo arco narrativo.”
Il regista anticipa poi alcuni dei
suoi progetti per il futuro, rivelando il suo grande sogno. “Mi
piacerebbe realizzare un film in Italia. Sono convinto che le
nostre maestranze siano le migliori al mondo. Negli Stati Uniti ci
sono i professionisti, questo è indubbio, ma credo che qui sia
possibile oltre al professionismo ottenere anche quel pizzico di
sentimento che ti permette davvero di toccare le corde dello
spettatore. Il mio desiderio è poter realizzare un film con queste
premesse. Per il momento tuttavia sono al lavoro sulla prima serie
italiana targata Amazon Prime. Sarà sempre ambientata nel mondo
della criminalità, ma avrà un tono grottesco che spero di riuscire
ad esaltare al meglio. Dal mio punto di vista, puoi essere bravo
nella tecnica quanto vuoi, ma se non riesci a cogliere l’emotività
del momento hai fallito. Questa è una delle lezioni più preziose
che abbia mai appreso.”
Con l’imminente inizio della Fase 4
e gli annunci sulla Fase 5 non si fa che parlare di tutti quei
personaggi che potrebbero finalmente arrivare nel Marvel Cinematic Universe.
E tra di loro ci fossero alcuni supereroi e villain visti nelle
serie di Netflix? Quali vorremmo come nuovi protagonisti del
MCU insieme ai Vendicatori?
Ecco qualche valido candidato:
1Claire Temple
Chiudiamo questa lista con uno dei nostri
personaggi preferiti delle serie Marvel di Netflix, ovvero
Claire Temple (interpretata da Rosario
Dawson) apparsa in Daredevil, Jessica Jones, Iron Fist,
Luke Cage e The Defenders. L’infermiera si è rivelata sempre utile
nell’assistenza dei vigilanti, e sarebbe fantastico rivederla in
azione anche nel MCU.
Inserite nel lungo profilo dedicato
dal New York Times a Paul
Rudd, le dichiarazioni di Kevin Feige sul futuro dell’attore nel
MCU lasciano intendere che ci sia
ancora molto da raccontare su Scott Lang aka
Ant-Man nelle prossime fasi dell’universo
cinematografico. Vi ricordiamo che dopo l’assenza “giustificata” in
Infinity War, il personaggio è tornato protagonista in Avengers:
Endgame.
“I pezzi degli scacchi sono
stati disposti in modo preciso dopo Endgame“, ha dichiarato il
presidente dei Marvel Studios, “Gli eroi che sono fuori dal
tabellone sono anche fuori dal quadro, mentre quelli che sono
ancora dentro…beh, non si sai mai.“
Questo significa che Ant-Man è
ancora in gioco e che nonostante il mancato annuncio ufficiale del
terzo capitolo standalone ci siano ottime possibilità di rivederlo
in azione? Il commento di Feige lascia aperta una finestra sulla
Fase 5, in cui gli sceneggiatori potrebbero esplorare il rapporto
tra Scott e Cassie, la figlia ormai adolescente ritrovata cinque
anni dopo la Decimazione…
Leggi anche – Ant-Man 3 si farà?
Ecco la risposta di Michael Douglas
L’ultimo film del
franchise, Ant-Man and The Wasp, ha
visto Scott Lang (Paul Rudd) alle prese con
le conseguenze delle proprie scelte come Supereroe e come padre,
dopo Captain America: Civil
War. Mentre lotta per ritrovare un equilibrio tra la
sua vita famigliare e le responsabilità di Ant-Man, viene chiamato
da Hope van Dyne e il Dr. Hank Pym per intraprendere una nuova
missione: salvare Janet van Dyne persa nel Regno Quantico.
Scott deve quindi indossare di nuovo
i panni di Ant-Man e imparare a combattere al fianco di Wasp, pur
cercando di rispettare gli arresti domiciliari. Il tutto mentre si
impegna a dare una mano all’amico Luis (Michael
Peña), tenendosi pronto a combattere un nuovo nemico,
Ghost (Hannah John-Kamen), e il suo alleato Bill
Foster (Laurence Fishburne).
Negli ultimi mesi si è parlato
spesso del possibile arrivo di Nova nel MCU,
suggerito anche dalle parole del presidente dei Marvel StudiosKevin Feige a proposito dei piani sul
personaggio, e da quanto riportato dal sito MCU Cosmic in via non
ufficiale, sembrerebbe tutto pronto per accogliere il razzo umano
nella Fase 5 insieme a Blade, Fantastici Quattro e
X-Men.
A quanto pare un adattamento
interamente dedicato a Richard Rider è in sviluppo da
diversi anni, ma le fonti non specificano se si tratterà di un film
o di un’altra serie televisiva destinata a Disney +. Per ora
sappiamo che l’unico titolo confermato per la prossima Fase
dell’universo cinematografico è Black Panther 2,
che uscirà nelle sale il 6 maggio 2022.
Vi ricordiamo che un dettaglio presente in
una scena di Spider-Man: Far From Home aveva
in qualche modo anticipato il discorso su Nova e sulla sua
“esistenza” nel MCU, perché sull’aereo che porta Peter Parker e i
compagni a Venezia uno dei documentari selezionabili riportava il
nome del personaggio con una locandina che presentava la foto del
fisico Erik Selvig (interpretato da Stellan Skarsgård).
Che si trattasse di un semplice
easter egg o di un’anticipazione dell’arrivo del film resta un
mistero, tuttavia è evidente che i Marvel Studios amano seminare
nel corso dei loro cinecomic piccoli indizi su storie e personaggi
dei fumetti, alcuni dei quali nemmeno sfruttati in futuro. Tempo fa
era stato lo stesso Feige a rivelare che Richard Rider figurava tra
i supereroi con il “potenziale più immediato” per via della sua
connessione con l’universo dei Guardiani della
Galassia e per gli spunti interessanti provenienti dai
fumetti originali.
In occasione dei 35 anni dalla sua
uscita in sala, I Goonies torna sul grande
schermo, anche in Italia, rimasterizzato in 4K. Il film culto per
tutta la generazione che oggi ha tra 40 e i 50 anni, torna in sala
per sole due date, il 9 e 10 dicembre, distribuito da Warner Bros
Pictures.
Il film, nato da un’idea di
Steven Spielberg, scritto da
Chris Columbus e diretto dal Richard
Donnerpost-Superman, è il film
d’avventura archetipico di più di una generazione.
Come nelle migliori avventure, i
protagonisti, sette ragazzini, sono sulle tracce di un tesoro dei
pirati, mentre un gruppo di super cattivi, la Banda Fratelli, li
insegue nei sotterranei di una cittadina della provincia americana,
Astoria. I protagonisti impiegheranno tutto il loro ingegno e la
loro incoscienza per sfuggire alle grinfie dei cattivi e trovare il
prezioso tesoro di Willie L’Orbo, in un’avventura che potrebbe
essere l’ultima della loro vita.
Nel cast del film, alla loro prima
apparizione cinematografica, Josh
Brolin, poi diventato un attore ben noto, Sean Astin, che i più conoscono per il suo
ruolo di Sam Gamgee nella trilogia de Il Signore degli
Anelli. Tra i protagonisti del film anche Corey
Feldman, Joe Pantoliano e l’indimenticabile Anne
Ramsey, nel ruolo di Mamma Fratelli.
Sono ufficialmente iniziate le
riprese di Halloween
Kills, primo dei due nuovi film
annunciati dalla Universal dopo il successo del capitolo (250 i
milioni di dollari incassati) uscito nel 2018 interpretato da
Jamie Lee Curtis e diretto da David Gordon
Green. A rivelarlo è proprio l’attrice pubblicando uno
scatto sul set che la ritrae con l’ormai “classico” look di Laurie
Strode pronta a combattere.
Anche Judy
Greer e Andi Matichak
torneranno nei panni dei rispettivi personaggi come il regista,
confermato dietro la macchina da presa per entrambi i titoli. La
release è invece fissata al 16 ottobre 2020, mentre per
Halloween Ends ci toccherà attendere il 15 ottobre
2021.
Vi ricordiamo che
Halloween, sequel diretto de La notte
delle streghe del 1978, si concludeva con la cattura di
Michael Myers da parte delle tre donne Strode (Laurie, la figlia
Karen e la nipote Allyson) e l’esplosione del seminterrato
dove l’assassino era stato rinchiuso con una trappola.
Jamie Lee
Curtis ha interpretato ancora l’iconico ruolo
di Laurie Strode, giungendo allo scontro
finale con Michael Myers, l’uomo mascherato
che le ha dato la caccia da quando era sfuggita per un soffio alla
carneficina della notte di Halloween avvenuta quattro decenni
prima.
Il Maestro
dell’horror John Carpenter è stato
produttore esecutivo e consulente creativo di questo capitolo, e ha
unito le forze con il produttore leader della cinematografia horror
contemporanea, Jason
Blum (Get Out, Split, The Purge, Paranormal
Activity). Ispirato da un classico di Carpenter, i
registi David Gordon
Green e Danny
McBride hanno creato una storia che apre una nuova
strada rispetto agli eventi del film-pietra miliare del 1978, e
Green ne firma anche la regia.
Il canale
americano Starz ha diffuso il trailer
ufficiale di Outlander 5, l’atteso quinto
stagione di Outlander.
I Frasers combatteranno tempo,
spazio e storia per proteggere la loro famiglia. La nuova stagione
debutterà in aonteprima il 16 febbraio.
Outlander 5
Outlander 5 è la quinta stagione della serie tv
Outlander
creata da Ronald D. Moore per il canale
americano Starz.
Nella quinta stagione di
Outlander ritorneranno
Claire Elizabeth Randall/Fraser, nata Beauchamp (stagione 1-in
corso), interpretata da Caitriona
Balfe, James “Jamie” Alexander Malcolm MacKenzie
Fraser (stagione 1-in corso), interpretato da Sam
Heughan, Edward “Ned” Gowan (stagioni 1, 3-in corso),
interpretato da Bill Paterson, Frank
Randall/Jonathan “Black Jack” Randall (stagioni 1-3), interpretato
da Tobias Menzies, Janet “Jenny” Fraser
Murray (stagione 1-in corso), interpretata da Laura
Donnelly, Ian Murray (stagione 1-in corso),
interpretato da Steven Cree, Roger
Wakefield (stagione 2-in corso), interpretato
da Richard Rankin, Brianna “Bree”
Randall Fraser MacKenzie (stagione 2-in corso), interpretata
da Sophie Skelton, Lord John William
Grey (stagione 3-in corso), interpretato da David
Berry, Marsali MacKimmie Fraser (stagione 3-in
corso), interpretata da Lauren Lyle,Claudel
“Fergus” Fraser (stagione 3-in corso), interpretato
da César Domboy e Capitano Raines
(stagione 3-in corso), interpretato da Richard
Dillane.
Il nuovo percorso dell’universo
cinematografico DC iniziato con Joker continuerà nel 2020 grazie
all’arrivo nelle sale di Birds of Prey (e la fantasmagorica
rinascita di Harley Quinn), spin-off di Suicide Squad che vede protagonista la squadra
di antieroine capitanate da Harley Quinn (Margot
Robbie). Tra queste figura Dinah Lance aka
Black Canary, interpretata sullo schermo da
Jurnee Smollett-Bell, che in una recente
intervista ha parlato del personaggio e di ciò che possiamo
aspettarci da questo adattamento.
Black Canary è già apparsa
ovviamente sulle pagine dei fumetti e in TV, ma quella dell’attrice
sarà la prima versione per il cinema, mostrata brevemente nel
trailer del film.
“Sarà la Dinah Lance che
conosciamo e amiamo dai fumetti, ovvero una feroce combattente di
strada. Quando la incontriamo all’inizio della storia è una
cantante nel club di Maschera Nera, un po’ esclusa e disconnessa
dal mondo. Non vuole avere nulla a che fare con la lotta al crimine
o essere una brava ragazza, il che va contro la sua natura perché
sappiamo che Dinah ha un gran cuore. Quindi dovrà accettare il suo
dono e il suo potere, una dinamica per me molto affascinante da
esplorare, come la forza di questa donna che non vuole
avere“.
Un piccolo dettaglio del trailer ci ha
suggerito che nel film vedremo Black Canary in
azione con tutti i suoi poteri, tra cui il celebre “canto” che fa
tremare il bicchiere di Martini sul tavolo (causato da una sorta di
grido sonico). Sin dagli anni ’60, Dinah ha avuto diverse versioni
di “canary cry” usato contro i suoi nemici, e
questa abilità è già stata mostrata in Smallville e in alcuni
episodi di Arrow.
Vi ricordiamo che Birds of
Prey, diretto da Cathy Yan
arriverà nelle sale il 7 febbraio 2020.
Nel cast anche Mary Elizabeth Winstead, Jurnee
Smollett-Bell (rispettivamente Cacciatrice e Black
Canary), Rosie Perez (Renee
Montoya), Ella Jay Basco (Cassandra
Cain) e Ewan McGregor (Maschera
Nera).
La prima sinossi del film riporta:
Dopo essersi separata da Joker,
Harley Quinn e altre tre eroine – Black Canary, Cacciatrice e Renee
Montoya – si uniscono per salvare la vita della giovane Cassandra
Cain da un malvagio signore del crimine.
Come riportato in esclusiva da
Variety, Daveed Diggs si trova in trattative per
interpretare Sebastian nel nuovo live action de La
Sirenetta. L’attore è noto al grande pubblico per il
doppio ruolo di Thomas Jefferson e del Marchese de Lafayette nel
musical pluripremiato Hamilton, ma di recente
l’abbiamo visto anche nell’acclamato Blindspotting (da lui
sceneggiato) e nella commedia nera Velvet Buzzsaw
al fianco di Jake Gyllenhaal.
Per quanto riguarda
La
Sirenetta, progetto attualmente in sviluppo, sappiamo
che vedrà protagonista la giovane Halle
Bailey, Javier Bardem (in trattative
per interpretare Re Tritone), Melissa McCarthy
(nei panni di Ursula, la perfida strega del mare che ruba la voce
ad Ariel), Jacob Tremblay (Flounder) e
Awkwafina (Scuttle).
Questa versione del classico sarà
diretta dal regista di Il Ritorno di Mary Poppins
e Into The Woods, Rob Marshall, e
includerà sia i brani dell’originale d’animazione del 1989, sia
canzoni inedite a cui lavoreranno Alan Menken e Lin-Manuel
Miranda.
Harry Styles,
contattato dalla Disney per il ruolo del principe Eric, ha
rifiutato la parte ma non sono stati specificati i motivi.
Michela Andreozzi,
alla sua seconda regia dopo Nove lune e mezza,
continua a raccontare il femminile con l’ironia e il divertimento
della commedia uniti alla riflessione su temi spesso non facili da
trattare, come la maternità surrogata nel precedente lavoro e ora,
con Brave
ragazze, la condizione di subalternità della donna
nella società, fino alla violenza sulle donne, purtroppo di grande
attualità.
Tutto finisce, prima o poi, ma la
sfiga finisce solo se le dai una mano. Animate da questo motto,
quattro amiche disperate decidono di non aspettare più che qualcuno
offra loro un’opportunità e danno una svolta alle loro vite,
organizzando una rapina in banca travestite da uomini. Siamo a
Gaeta, anni ’80. Anna (Ambra
Angiolini) è una donna sola con due figli, può contare
solo sull’aiuto di sua madre (Stefania Sandrelli)
e si ritrova senza lavoro. Maria (Serena
Rossi) è devota alla Madonna, succube della famiglia,
che vuole da lei un bambino che non arriva, e di Peppe
(Massimiliano Vado), marito rozzo e violento.
Chicca (Ilenia
Pastorelli) è uno spirito ribelle alla ricerca di sé,
mentre Caterina (Silvia D’Amico), sua sorella, è
seria e responsabile e vorrebbe solo potersi permettere
l’università, ma anche lei viene licenziata. La rapina con
travestimento balza agli occhi di tutte come la soluzione ai loro
problemi. È la prima di una serie, su cui è chiamato ad indagare
l’ispettore Morandi (Luca
Argentero).
Il soggetto del film, opera della
stessa Andreozzi con Alberto Manni e
Fiorenza Tessari, è ispirato ad una storia vera,
quella di quattro rapinatrici improvvisate, le Amazzoni, così
furono chiamate, che nella provincia francese degli anni ’80,
private del sussidio di disoccupazione con cui vivevano, misero a
segno una mezza dozzina di fortunate rapine prima di cadere vittime
di un banale errore. Le Amazzoni riscossero il favore dell’opinione
pubblica proprio perché erano quattro donne disperate che, come si
vede nel film, non usarono i proventi delle rapine per arricchirsi,
ma per pagare spese quotidiane come l’affitto, gli studi, per
sostituire una lavatrice rotta.
La regista – e sceneggiatrice
con Manni – rielabora la vicenda filtrandola attraverso il
suo peculiare punto di vista, ambientandola in Italia, così da
poterla innestare sui propri ricordi di giovinezza a Gaeta – ben
riuscita la ricostruzione d’epoca – e dando spessore al personaggio
di Maria con uno sviluppo del tutto estraneo alla vicenda
originaria, che le consente di trattare di violenza sulle donne ben
coniugando leggerezza e profondità.
In questo quartetto affiatato, che
fa perno sulle diversità e sull’unione, è proprio la storia di
Maria la più coinvolgente e toccante, grazie alla sentita
interpretazione di Serena Rossi, che dimostra
ancora una volta talento e capacità di cambiare registri con
disinvoltura. Anche il percorso di Chicca, sfrontata ma a tratti
ingenua, che prende corpo grazie a Ilenia
Pastorelli, e la sua ricerca d’identità sono interessanti.
Mentre più convenzionali appaiono le altre due storie.
Il film vive però della bravura e
dell’affiatamento delle quattro attrici, che riescono a dare ognuna
il suo accento al film. Pure la componente maschile del cast offre
caratterizzazioni valide, dal temibile e violento Peppe di
Massimiliano Vado allo spassosissimo parroco Don
Backy di Max Tortora, fino alla rassicurante
positività dell’ispettore Morandi di Luca Argentero.
La caratteristica peculiare del
lavoro ne rappresenta però in parte il limite: la regista scrive di
donne, per le donne e non può non parteggiare smaccatamente per
loro. Da un lato ciò è inevitabile per un film che vuole essere un
inno al potere dirompente della sorellanza, alla capacità di
reagire, al coraggio di prendere in mano le redini della propria
vita, alla voglia di non farsi schiacciare in una subalternità che
purtroppo pesa oggi non meno di allora, sembra dirci la
regista.
Dall’altro, per suffragare il
proprio punto di vista, la regista forza un po’ la mano: le quattro
sono indiscutibilmente brave ragazze, anche la meno ortodossa
nasconde un animo dolce e gentile, a tutte capitano una serie di
sventure che sembrano portarle quasi inevitabilmente alla decisione
estrema della rapina, a vestire i panni di moderne Robin Hood che
rubano ai ricchi – le banche – per dare a sé stesse, povere. Per
quanto sbagliato, alla fine è difficile non stare dalla parte di
queste Brave Ragazze. Gli uomini, invece, salvo
due eccezioni, vessano, sminuiscono, approfittano, quando non hanno
comportamenti abominevoli.
Se questo schematismo non pesa
troppo, e si finisce appunto per parteggiare per questa banda
scombinata, è merito, oltre che del cast, del ritmo vivace del
film, della comicità di situazione, dei travestimenti e anche
dell’evoluzione di cui va dato atto alla regista, che le consente
di passare dalla commedia pura all’action/poliziesco e di esplorare
anche risvolti drammatici e amari della storia, riuscendo a gestire
questo mix sperimentale in modo abbastanza fluido.
Joker è finalmente
arrivato nelle nostre sale e la caccia agli easter egg, ai cameo e
ai riferimenti presenti nel film è aperta. Scopriamo di seguito
tutti quelli scovati nel racconto sulle origini del clown principe
del crimine interpretato da Joaquin
Phoenix:
1Il riferimento al creatore di
Batman
All’inizio del film, Arthur incontra la sua
assistente sociale Debra Kane. Questo personaggio appare nel
romanzo Batman The Ultimate Evil, anche se
potrebbe trattarsi di un omaggio al co-creatore di Batman
Bob Kane.
Arriva in sala il 10 ottobre
Gemini Man, il nuovo film diretto da Ang Lee, con protagonista Will Smith, al fianco di Clive Owen e Mary Elizabeth Winstead. La peculiarità del
film pensato e diretto dal regista taiwanese Premio Oscar è che il
protagonista ha a che fare con una versione ringiovanita di sé
stesso, interamente costruita in computer grafica.
La storia racconta la fine della
carriera di un sicario al soldo del governo statunitense, Henry
Brogan (Will
Smith), che decide di appendere il fucile al chiodo
accorgendosi di non avere più i fenomenali riflessi di un tempo.
Tutto parrebbe procedere serenamente, anche se con reticenza da
parte del suo superiore – visto che Brogan è il miglior tiratore
che il governo abbia mai avuto nella sua scuderia –, se non fosse
che il protagonista viene contattato da un vecchio amico e collega
che gli svela che il suo ultimo assassinio, compiuto con la
consueta precisione certosina, non era stato destinato esattamente
ad un terrorista.
Nel giro di poco Brogan si rende
conto di essere braccato da un cecchino dalla mira incredibilmente
simile alla sua, fino ad accorgersi che quel cecchino è un suo
clone più giovane di trent’anni. Ang Lee torna alla regia sperimentando effetti
visivi più che all’avanguardia. Oltre alla performance di Will
Smith che interpreta sé stesso più giovane in motion
capture, Gemini Man è stato girato (e
proiettato) in High Frame Rate 3D, che conferisce
al risultato finale un notevole realismo. Infatti il progetto
risale al 1997 da un soggetto di Darren Lemke, che però non aveva
mai visto la luce proprio per la necessità di evoluzioni
tecnologiche di un certo livello.
Il regista premio Oscar per
Vita di Pi (e I Segreti di Brokeback
Mountain), visionario e appassionato di sperimentazioni
visuali, viene scelto nel 2017 per dare corpo all’idea, e in
effetti raggiunge egregiamente il risultato. Certo, il punto di
forza di Gemini Man può concludersi con l’aspetto
tecnologico, perché il lavoro risente di una accentuata debolezza
narrativa che non aiuta l’attenzione dello spettatore, rinvigorita
solo dalle roboanti esplosioni. Ma, se ad apprezzare dev’essere più
che altro lo sguardo, quello senz’altro non resterà deluso.
Carlo Verdone è il
Guest Director della 37.ma edizione del
Torino Film Festival (22 – 30 novembre 2019). Il regista,
sceneggiatore e attore sarà a Torino nei giorni del festival e
presenterà al pubblico “Cinque grandi
emozioni”, lasezione da lui
curata composta daifilm:
Ordetdi Carl
Theodor Dreyer, Buon compleanno Mr.
Grape di Lasse Hallström,
Divorzio all’italianadi
Pietro Germi, Oltre il
giardinodi Hal Ashby,
Viale del tramontodi Billy
Wilder.
“Accolgo con vero piacere l’invito
di Emanuela Martini ad essere Guest Director per qualche giorno al
Festival di Torino” dichiara Carlo Verdone, “e ho
scelto di presentare cinque film estremamente diversi fra loro, che
resteranno per sempre nella mia memoria di spettatore. Cinque film
che mi hanno rapito ed emozionato non solo per le perfette regie,
ma soprattutto per le notevoli interpretazioni dei loro
protagonisti. Ho visto ognuno di questi film più di tre volte,
scoprendo sempre dettagli che mi erano sfuggiti. Potrebbe sembrare
strano che tra queste scelte ci sia solo una commedia brillante, ma
in prima battuta cerco sempre di scegliere film di contenuti
‘forti’, che mi propongano suggestioni intime, amare, poetiche o
malinconiche. Un film che mi lasci o una carezza o un pugno allo
stomaco o una riflessione. In un film cerco insomma la poesia.
Vidi Ordet di Carl Theodor
Dreyer in un cineclub negli anni ‘70. Ero con tre amici cinefili e
ricordo che ne discutemmo tanto dopo la proiezione. La grandezza di
questo film è nell’estremo rigore delle immagini in bianco e nero.
Un bianco e nero assai contrastato che rispecchia l’austerità della
vicenda e la superba direzione di tutti gli attori. Di impronta
prettamente teatrale, lo considero un capolavoro assoluto perché
pone quesiti oscuri sulla lettura della figura di Cristo e sulle
diverse posizioni della religione protestante. Un film che non
potrà mai essere dimenticato per le domande che continueremo a
porci dopo la visione. Buon Compleanno Mr. Grape è una mia
piccola ‘creatura’. Quando dirigevo la programmazione del cinema
Roma, una sala di 200 posti a Trastevere, cercavo di dare una
fisionomia di qualità al cinema. Frugando nella cantina della
Cecchi Gori Group trovai questo film il cui titolo originario era
What’s Eating Gilbert Grape. Lo vidi, me ne innamorai per
l’immensa poesia, mi inventai questo titolo. Film di grande
atmosfera, ci mostrava un Leonardo DiCaprio giovanissimo alle prime
armi. Mi sembrò un attore strepitoso, insieme all’ottimo Johnny Depp. Il film ebbe un gran successo e fui
orgoglioso di averlo tolto dal dimenticatoio trovandogli un titolo
originale per l’Italia. Divorzio all’Italiana resterà il
mio film preferito di Pietro Germi. Ho sempre avuto un gran
rispetto per questo regista, spesso torturato ingiustamente da una
critica altezzosa e troppo politicizzata. Tutto è perfetto in
questa pellicola: dal più bel bianco e nero della storia del cinema
italiano, alla sceneggiatura (vincitrice dell’Oscar nel 1963), agli
interpreti. Mastroianni è in una forma magnifica e ancora oggi,
personalmente, lo considero il più grande e completo attore
italiano. Oltre il Giardino di Hal Ashby. Poesia pura e
interpretazione piena di vera anima da parte di Peter Sellers. Uno
dei miei attori preferiti. Viale del Tramonto di Billy
Wilder. Tra le migliori opere di Wilder, racconta l’altra faccia di
Hollywood. La perdita del successo, gli anni che rendono la tua
maschera non più interessante ma patetica, la solitudine
dell’artista dimenticato. Fino ad arrivare alla follia finale. Un
mondo spietato raccontato con immensa classe. Gloria Swanson è
magnifica e l’interpretazione di Erich von Stroheim
indimenticabile. Quando vidi questo film restai turbato e
incantato. C’è un’atmosfera di morte e solitudine che solo un genio
come Billy Wilder poteva allestire. Ecco, queste sono le mie Cinque
Emozioni. Immagini che non scompariranno mai dai miei ricordi di
spettatore, ignaro che un giorno avrei anche io detto
‘azione!’. Anche se non ho raggiunto e non raggiungerò queste
vette, sono felice di aver imparato tanto da questi cinque
capolavori che tanta autorevolezza hanno dato al cinema”.
“Carlo Verdone è uno dei pochi
autori italiani che hanno accompagnato il passar del tempo della
mia generazione: caratteri, aspirazioni, desideri che cambiano, e
spesso ti ritrovi che non ti riconosci.” – afferma Emanuela
Martini, direttore del Torino Film Festival – “Per questo
sono molto affezionata ai suoi film, perché raccontano anche me e i
miei amici, da ieri a oggi, per lo più prendendosi (e prendendoci)
in giro, in commedia (che è una gran bella cosa). Con gran parte
della mia generazione condivide anche la passione cinefila
onnivora, il piacere che davanti a un film nasce da stimoli
diversi, visivi, sentimentali, razionali o istintivi. La sua
selezione per il Torino Film Festival dimostra questa apertura a
360 gradi, questa disponibilità all’emozione che emana dallo
schermo. Immagino che avrebbe potuto sceglierne altri cento diversi
e che le rinunce siano state faticose; ma apprezzo molto le cinque
‘perle’ che ci propone.”
Anime Factory, etichetta di Koch
Media che raccoglie il meglio dell’offerta Anime, ha rilasciato il
teaser trailer dell’attesissimo film Lupin
III – The First. Il ladro casanova più amato di sempre
sta per tornare nelle sale cinematografiche italiane nell’inverno
2020!
Sinossi: Il ladro
gentiluomo più famoso del mondo, Lupin III, torna a colpire in una
nuova grande avventura alla scoperta dei segreti del Diario di
Bresson, legato all’eredità del suo famoso nonno Lupin I.
A proposito di Anime
Factory: Anime Factory è l’etichetta di proprietà di Koch
Media che racchiude il meglio dell’offerta Anime, cinematografica e
home video, della società.
Nato nel maggio 2015 con il nome di
Anime al Cinema, il brand ha consolidato nel tempo la sua identità
fino ad affermarsi come uno dei punti di riferimento per i fan del
genere. A distanza di tre anni, complice un’offerta sempre più
ampia e una presenza sul mercato di riferimento sempre più forte,
Anime al Cinema cambia casa per diventare vera e propria Factory,
fucina di prodotti di altissima qualità.
Anime Factory diventa, così, l’anima orientale di Koch Media, la
sua identità legata all’animazione giapponese. I grandi classici
del passato che tornano rimasterizzati, che per la prima volta
arrivano sul grande schermo o in edizioni limitate e da
collezionisti, titoli inediti che non hanno mai raggiunto il grande
pubblico italiano pur rappresentando vere e proprie icone in ambito
Anime e Manga. Tutto questo, unito alla grande qualità delle
lavorazioni, è la mission di Anime Factory.
Sotto l’etichetta Anime Factory,
Koch Media si appresta a portare sul mercato cinematografico e home
video titoli del calibro di Dragon Ball Super: Broly – Il film, UFO
Robot Goldrake, Jeeg Robot d’Acciaio, Mazinga Z e Il Grande
Mazinga, Lupin III, Lamù la ragazza dello spazio, Gigi La trottola,
Ken il Guerriero, C’era una volta… Pollon.
Sedicicorto International
Film Festival Forlì 2019 conserva anche quest’anno la su
anima persiana, anzi, la incrementa. Iranfest torna e diventa
competitivo a tutti gli effetti. Una finestra sul nuovo cinema
iraniano, alla scoperta di un cinema indipendente che non passa,
non ancora almeno, per I grandi festival internazionali.
Iranfest è anche l’occasione per
scoprire e riflettere. Scoprire che ogni anno vengono prodotti in
Iran oltre 2000 cortometraggi, un movimento ricchissimo
artisticamente parlando, ma poverissimo di mezzi. Mancanze dovute
anche all’embargo voluto dal Presidente degli Stati Uniti Donald
Trump nei confronti del governo iraniano, ma che sta
inevitabilmente anche il popolo iraniano e le attività cultrurali.
Maggiori I costi di noleggio delle attrezzature, difficilissimo
poter iscrivere I propri lavori ai festival fuori dall’Iran, perché
in caso di tassa d’iscrizione, non è possibile trasferire denaro
attraverso transazioni on line, anche di modesta entità.
Una realtà che è stata descritta
durante questa I primi giorni di questa edizione di Sedicicorto da
Arash Abbasi, filmmaker e drammaturgo iraniano presente nel
concorso Cortinloco con il suo film Bologna, girato tutto nel
capoluogo emiliano. Abbasi è anche uno dei tre giurati di Iranfest,
e insieme ai suoi colleghi dovrà decretare I vincitori tra i
quindici film in gara, selezionati dalle responsabili di sezione
Jessica Milardo e Alessandra Orlo.
Iranfest si svolgerà dal 9 al 12 ottobre, naturalmente all’interno
della programmazione di Sedicicorto 2019. Per scoprire I quindici
film in concorso, basta andare sul sito.
Sedicicorto International
Film Festival Forlì 2019 si terrà dal 4 al 13 ottobre2019
a Forlì ed è realizzato con il contributo di Mibact – Direzione
Generale Cinema, MIUR, Provincia di Forlì-Cesena, Comune di Forlì,
Regione Emilia Romagna, Intesa San Paolo, Fondazione Cassa dei Risparmi di Forli e della
Romagna e in collaborazione di Mini e Cantine Drei Donà.
Chiwetel Ejiofor è
uno di quegli attori talentuosi che, pur avendo lavorato a lungo a
Hollywood, vengono scoperti soltanto dopo anni grazie al ruolo che
ne consacra il talento. Dopo aver dimostrato più volte le sue doti
attoriali, Ejiofor ha finalmente ottenuto i riconoscimenti
meritati, prendendo parte a numerosi film di successo e sfoggiando
continuamente un’intensità raramente eguagliabile.
Ecco 10 cose che non sai di
Chiwetel Ejiofor.
Chiwetel Ejiofor film
1. Ha debuttato in un film
d’autore. Il primo ruolo cinematografico dell’attore
risale al 1997, quando prende parte al film Amistad
diretto da Steven Spielberg. Successivamente
partecipa a film di successo come Love Actually (2003),
Melinda e Melinda (2004), Fuor Brothers (2005),
Serenity (2005), Inside Man (2006), I figli
degli uomini (2006), American Gangster (2007),
2012 (2009), 12 anni
schiavo (2013), con cui ottiene la fama mondiale. Da qui
la sua carriera prende una svolta, e l’attore diventa protagonista
di film come The Martian
(2015), Il segreto dei suoi
occhi (2015), Doctor
Strange (2016), Maria
Maddalena (2018), Il ragazzo che catturò il vento
(2019) e Maleficent – Signora del male (2019).
2. È stato anche
doppiatore. In alcune occasioni Ejiofor si è cimentato
come doppiatore, ricoprendo il ruolo per il film d’animazione
Sherlock Gnomes (2018) e per il film live-action Il re leone
(2019), dove presta la voce al perfido Scar.
3. Ha debuttato come
regista. Nel 2019 l’attore esordisce alla regia con il
film Il ragazzo che catturò il vento, di cui è anche
sceneggiatore e interprete. Il film è stato presentato al Sundance
Film Festival e verrà in seguito distribuito sulla piattaforma di
streaming Netflix.
Chiwetel Ejiofor vita privata
4. È molto
riservato. L’attore si è negli anni rivelato essere
piuttosto restìo a condividere dettagli circa la sua vita privata e
sentimentale. È tuttavia noto che Ejiofor aveva una relazione con
la modella canadese Sari Mercer. La coppia si è tuttavia separata
nel 2015, senza rilasciare dichiarazioni a riguardo.
Chiwetel Ejiofor Doctor
Strange
5. Ha fatto parte del film
Marvel. L’attore è stato
tra i protagonisti del film Doctor Strange, che vedeva nel
ruolo del celebre stregone Benedict
Cumberbatch. Ejiofor ricopriva invece il ruolo di
Barone Mordo, amico e mentore del protagonista. L’attore si è
dichiarato entusiasta della sua incursione nel genere cinecomic,
affermando di aver scoperto una nuova realtà nella quale poter dar
vita a personaggi continuamente sorprendenti.
Chiwetel Ejiofor Maleficent –
Signora del male
6. Ha un ruolo nel film con
Angelina
Jolie. L’attore apparirà tra i protagonisti del film
Maleficent – Signora del male, sequel del live-action
distribuito dalla Disney nel 2014. Ejiofor ricoprirà il ruolo di
Conall, uno dei leader nella guerra tra uomini e fate.
Chiwetel Ejiofor Il re leone
7. È stato affascinato dal
suo personaggio. L’attore ha prestato la voce al temibile
Scar nella versione live-action de Il re leone. Ejiofor si
è dichiarato affascinato dalla psicologia del personaggio,
ritenendolo interessante poiché nonostante il suo comportamento
distruttivo è possibile empatizzare con lui. Secondo l’attore Scar
è semplicemente un estremizzazione della sete di potere insita in
ognuno di noi, un perfetto riflesso della nostra società.
Chiwetel Ejiofor 12 anni
schiavo
8. Ha difeso la violenza
presente nel film. Nel film diretto da Steve
McQueen l’attore interpreta Solomon Northup, violinista di
colore ridotto in schiavitù con l’inganno. All’interno del film
sono presenti numerose scene particolarmente crude, oggetto di
numerose critiche. L’attore tuttavia si è posto in difesa di
queste, dichiarando che sarebbe ingiusto parlare della schiavitù
senza mostrare realmente cosa essa comportava per chi la
subiva.
9. Ha ottenuto le lodi della
critica. Grazie al suo ruolo nel film, l’attore ha visto
crescere enormemente la sua fama. Numerosi sono stati anche i
riconoscimenti ricevuti, tra cui le prestigiose nomination come
miglior attore ai Critics’ Choiche Movie Awards, ai Bafta Awards,
ai Golden Globe, agli Screen Actors Guild Awards e infine al premio
Oscar.
Chiwetel Ejiofor età e altezza
10. Chiwetel Ejiofor è nato
a Londra, il 10 luglio 1977. L’altezza complessiva
dell’attore è di 178 centimetri.
Attiva tanto nel campo
cinematografico quando in quello televisivo, l’attrice
Sarah Paulson ha ottenuto grande successo per la
sua partecipazione a celebri serie TV e film, ottenendo importanti
riconoscimenti di critica e pubblico. Oggi è tra le più apprezzate
interpreti del momento, sempre pronta a stupire con nuovi
affascinanti ruoli.
Ecco 10 cose che non sai su
Sarah Paulson.
Sarah Paulson film
1. Ha recitato in
lungometraggi di successo. L’attrice debutta al cinema nel
1999 con il film Un amore speciale. Prende poi parte a
What Women Want (2000), con cui ottiene una prima
notorietà, ed appare successivamente in importanti titoli come
Serenity (2005), The Spirit (2008), Capodanno
a New York (2011), Mud (2012), 12 anni schiavo
(2013), Carol (2015),
The Post
(2017), Ocean’s 8
(2018), Bird Box (2018), Glass (2019)
e Il cardellino (2019).
2.È
celebre per i suoi ruoli televisivi. La Paulson è
particolarmente nota per aver preso parte ad alcune delle più
celebri serie degli ultimi anni. Dopo aver partecipato ad alcuni
episodi di American Gothic (1995-1996) e Deadwood
(2005), dal 2011 l’attrice è infatti una delle punte di diamante
della serie American Horror Story, apparendo in ognuna
delle otto stagioni fino ad ora realizzate. L’attrice è poi
protagonista anche della prima stagione di American Crime
Story (2016), dedicata al caso O.J. Simpson.
3. Ha prodotto alcuni dei
suoi progetti da interprete. Negli anni l’attrice si è
dedicata anche alla produzione, in particolare ricoprendo il ruolo
per la serie American Crime Story e la serie
Ratched, prevista per il 2020.
Sarah Paulson Instagram
4. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un proprio profilo, seguito da 2,5 milioni di
persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere
fotografie scattate in momenti di svago. Non mancano tuttavia anche
scatti realizzati per riviste di moda o per pubblicizzare i suoi
progetti da interprete.
Sarah Paulson fidanzata
5. Si è dichiarata
bisessuale. In un’intervista rilasciata nel 2013,
l’attrice ha chiarito di considerarsi bisessuale, e di aver avuto
relazioni sia con uomini che con donne. Dal 2015 la Paulson è
fidanzata con l’attrice Holland Taylor, con la
quale vive a Los Angeles.
Sarah Paulson Desperate
Housewives
6. Ha avuto una parte nella
serie. L’attrice è apparsa in due episodi della celebre
serie. Il primo risale al 2007, mentre il secondo al 2011. In
entrambi l’attrice ha interpretato il personaggio di Lydia, sorella
di Lynette, interpretata da Felicity Huffman. Nel
corso dei due episodi, distanti anni l’uno dall’altro, viene
esplorato il rapporto tra le due sorelle, fatto di comprensione ma
anche di rivalità reciproca.
Sarah Paulson American Horror
Story
7. Ha ricevuto numerose
nomination. Per i suoi numerosi ruoli nella serie,
l’attrice ha ricevuto diverse nomination ai prestigiosi Emmy Award.
La prima risale al 2013, quando viene nominata come attrice non
protagonista per la stagione Asylum. Segue nel 2014, come
attrice protagonista, per la stagione Coven. Nel 2015
viene nuovamente nominata come attrice non protagonista per
Freak Show, e replica nel 2016 con Hotel. Nel
2018 viene infine nominata come attrice protagonista per la
stagione Cult.
8. Non farà parte della nona
stagione. Dopo essere stata una delle attrici di punta
della serie, la Paulson ha confermato che non farà parte della
nuova stagione, intitolata 1984 e prevista per il 2020.
L’attrice non ha chiarito i motivi della sua assenza, limitandosi a
suggerire che potrebbe al massimo comparire come comparsa.
Sarah Paulson American Crime
Story
9. Grazie alla serie ha
vinto il suo primo Emmy. Nel 2016 l’attrice prende parte
alla serie American Crime Story: Il caso O.J. Simpson. Qui
l’attrice interpreta il ruolo di Marcia Clark, e recita insieme
agli attori Cuba Gooding Jr. e John
Travolta. Per la sua parte, l’attrice ha vinto il suo
primo Emmy Award come miglior attrice in una miniserie per la
televisione.
Sarah Paulson età e altezza
10. Sarah Paulson è nata a
Tampa, in Florida, Stati Uniti, il 17 dicembre 1974.
L’altezza complessiva dell’attrice è di 168 centimetri.
L’attore svedese Alexander
Skarsgård ha costruito negli anni una solida carriera,
arrivando a partecipare in film e serie TV di successo che in più
di un’occasione gli hanno fruttato il favore del pubblico e premi
della critica. Ad oggi l’attore è particolarmente richiesto, avendo
inoltre dimostrato di sapersi adattare ad ogni tipo di ruolo.
Ecco 10 cose che non sai di
Alexanders Skarsgård.
Alexander Skarsgård film
1. Ha recitato in
lungometraggi di successo. Dopo aver partecipato ad alcuni
film e serie televisive svedesi, nel 2001 l’attore compie il grande
salto e arriva ad ottenere un ruolo nel film Zoolander. La
fama arriva però soltanto nel 2011, quando recita in un ruolo di
rilievo nel film Melancholia, di Lars Von
Trier. Da qui inizia la sua scalata al successo, prendendo
parte a Battleship
(2012), Quel che sapeva Maisie (2012), The Giver – Il mondo
di Jonas (2014), Zoolander 2
(2016), The Legend of
Tarzan (2016), dove recita accanto agli attori Margot
Robbie e Christoph
Waltz, Mute (2018), La conseguenza
(2019) e Non succede, ma se succede… (2019), con gli
attori Charlize Theron e Seth
Rogen.
2. È famoso per alcuni ruoli
televisivi. Oltre al cinema, l’attore partecipa anche a
serie TV quali Revelations (2005), Generation
Kill (2008), True Blood (2008-2014), dove diventa
celebre nel ruolo di Eric Northman, e Big Little Lies
(2017-2019), dove recita accanto alle attrici Laura
Dern, Reese
Witherspoon, Nicole
Kidman, Shailene
Woodley e Meryl
Streep.
Alexander Skarsgård Instagram
3. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram con un proprio profilo, seguito da 104 mila persone.
All’interno di questo l’attore è solito condividere fotografie
scattate sui set a cui prende parte, ma anche foto o video
raffiguranti momenti di svago.
Alexander Skarsgård famiglia
4. È figlio di un celebre
attore. Alexander è il figlio maggiore del noto
attore Stellan Skarsgård. Ha quattro
fratelli ed una sorella, di cui due di questi sono anch’essi
attori, rispettivamente Gustaf
Skarsgård e Bill Skarsgård.
Alexander Skarsgård fidanzata
5. Ha avuto alcune storie
importanti. L’attore è stato fidanzato dal 2009 al 2011
con l’attrice Kate Bosworth, e in seguito alla
loro separazione è stato legato sentimentalmente, dal 2015 al 2017
con la modella Alexa Chung.
Alexander Skarsgård True Blood
6. È stato tra i
protagonisti della serie. In True Blood l’attore
interpreta il millenario vampiro Eric Northman, tra i protagonista
dalla prima alla settima stagione.
7. Era entusiasta del suo
ruolo. L’attore ha dichiarato di non essersi mai sentito
stanco del ruolo, neanche dopo diverse stagioni. Per l’attore
l’ottima qualità della scrittura permetteva sempre nuovi eventi in
cui era possibile dare nuove sfumature al personaggio.
Alexander Skarsgård Tarzan
8. Ha dovuto allenarsi per
il ruolo. Per ricoprire il ruolo del celebre Tarzan,
l’attore si è dovuto allenare duramente, con una rigida dieta e
numerosi esercizi che lo hanno portato ad ottenere un fisico
scolpito ideale per il personaggio.
Alexander Skarsgård 2019
9. Ha molti progetti in
arrivo. Ogni anno che passa è un anno sempre più ricco per
l’attore. Nel 2019 comparirà infatti nel film Non succede, ma
se succede…, mentre ha già recitato nel film di prossima
uscita Godzilla vs. Kong, e tra i prossimi importanti
progetti vi è quello della serie L’ombra dello scorpione,
tratta dall’omonimo romanzo Stephen King, dove l’attore
interpreterà l’iconico personaggio Randall Flagg.
Alexander Skarsgård età e
altezza
10. Alexander
skarsgård è nato a Stoccolma, in Svezia,
il 25 agosto 1976. L’altezza complessiva dell’attore è di 194
centimetri.
Negli anni l’attrice Miriam
Leone ha dimostrato di non essere solo particolarmente
bella, ma anche molto talentuosa, prendendo parte a film e serie TV
di successo. Qui ha potuto mettersi in gioco, sfoggiando doti
recitative che le hanno permesso di ottenere le attenzioni di
critica e pubblico. Ad oggi, è certamente tra le attrici più
promettenti dell’attuale panorama cinematografico italiano.
Ecco 10 cose che non sai di
Miriam Leone.
Miriam Leone film
1. Ha recitato in film di
successo. La carriera cinematografica dell’attrice ha
inizio nel 2010 con il film Genitori & figli – Agitare
bene prima dell’uso. Successivamente compare nei
film I soliti idioti – Il film (2011), dove recita al
fianco di Francesco
Mandelli, Fratelli
unici (2014), La scuola più bella del
mondo (2014), Un paese quasi
perfetto (2016), In guerra per
amore(2016), Fai bei
sogni(2016), Metti la nonna in
freezer(2018), Il testimone
invisibile (2018) e L’amore a
domicilio (2019).
2. Ha recitato anche in
televisione. L’attrice è nota anche per aver preso parte a
serie TV di successo come Distretto di polizia
(2011-2012), Un passo dal cielo (2012), La dama
velata (2014-2015), 1992 (2015), dove recita accanto
all’attore Stefano
Accorsi nel ruolo di Veronica Castello, ruolo che
riprende anche nei seguiti 1993 (2017) e 1994
(2019). Partecipa inoltre al film TV In arte Nino, dove
recita accanto agli attori Elio
Germano e Stefano
Fresi.
Miriam Leone Instagram
3. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un proprio profilo verificato, seguito da 937 mila
persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere
fotografie scattate in momenti di svago o per riviste di moda. Non
mancano anche foto promozionali dei suoi progetti cinematografici e
televisivi.
Miriam Leone vita privata
4. Si hanno poche
notizie. Nonostante l’attrice sia molto attiva sui social
network, si guarda bene dal condividere notizie in merito alla
propria vita privata e riguardo la sfera sentimentale. Non si è
infatti a conoscenza di eventuali relazioni dell’attrice.
Miriam Leone Miss Italia
5. Ha vinto il
titolo. Nel 2008 l’attrice partecipa al programma Miss
Italia. Durante il concorso viene inizialmente eliminata, per poi
essere ripescata in seguito e arrivare fino alla vittoria grazie
alla sua bellezza.
Miriam Leone La dama velata
6. Ha recitato nella serie
Rai. In La dama velata Miriam Leone interpreta la
contessa Clara Grandi, e, stando a quanto da lei dichiarato, la
possibilità di girare con costumi d’epoca ha favorito
l’immedesimazione necessaria per entrare nel personaggio.
Miriam Leone 1993 e 1994
7. Sarà nuovamente
protagonista della serie. L’attrice tornerà nella terza ed
ultima stagione della serie che narra in chiave romanzata le
vicende che hanno portato alla cosiddetta tangentopoli. L’attrice
riprende per la terza volta il ruolo di Veronica Castello,
soubrette in cerca di fama, che nei nuovi episodi cercherà di
ottenere pur con il suo cuore fragile e puro.
Miria Leone sarà Eva Kant
Diabolik
8. Reciterà nel film dei
Manetti Bros. L’attrice è stata scelta per ricoprire il
ruolo di Eva Kant nel film Diabolik, dove reciterà al
fianco di Luca Marinelli, che ricoprirà il ruolo
del celebre personaggio. Per l’occasione l’attrice si è tinta di
biondo i capelli, sfoggiando la nuova acconciatura in una foto
pubblicata sul proprio profilo Instagram.
Miriam Leone misure e capelli
9. È nota anche per i suoi
capelli. L’attrice può vantare una splendida chioma rossa,
che si sposa con i suoi occhi verdi. Nonostante in più occasioni,
sia per il cinema che per la TV, si sia vista a tingersi o
indossare una parrucca di altro colore, l’attrice adora sfoggiare
il suo colore naturale, che è certamente tra le sue caratteristiche
principali.
Miriam Leone età e altezza
10. Miriam Leone è nata a
Catania, in Sicilia, il 14 aprile 1985. L’altezza
complessiva dell’attrice è di 176 centimetri.
È stata diffusa oggi, tramite i
social, la prima foto dal set di Diabolik, il film
diretto dai Manetti Bros che porterà al cinema l’omonimo
protagonista delle storie a fumetti di Angela
Giussani.
Eccola di seguito:
Diretto dai Manetti
Bros, sarà composto da Luca Marinelli, Miriam Leone e Valerio
Mastandrea, che rispettivamente saranno il protagonista,
Eva Kant e Ginko.
Lo sceneggiatore del film
Michelangelo La Neve, ha dichiarato: “Il
nostro approccio è stato quello di studiare il personaggio del
fumetto, capirlo e non tradirlo fino in fondo. Cercare di
raccontare questo, prima di tutto, e per questo siamo riusciti ad
arrivare a raccontare Diabolik. È un’icona e non bisogna avere
l’arroganza di tradirlo, ma è necessario usare i meccanismi del
cinema per portarlo sul grande schermo. Nella seconda parte del
film, ci siamo basati principalmente sul numero tre, dove si
racconta l’incontro tra Eva e Diabolik.”
“Amo fare film ma credo che,
semmai annoiassi i miei spettatori, rinuncerei a farli.”
Esordisce così James Mangold, regista di
Logan e Quando l’amore brucia
l’anima, intervenuto a Roma dove ha presentato il suo
ultimo film,
Le Mans ’66 – La grande sfida, che racconta della
rivalità tra le scuderie Ford e Ferrari nella fatidica gara e
soprattutto dell’amicizia e della caparbietà dei due uomini che
cambiarono la sorte della Ford: il costruttore Carroll Shelby
(Matt
Damon) e il pilota Ken Miles (Christian Bale).
Il film racconta un mondo delle
gare e dello sport molto distante da quello che siamo abituati a
conoscere oggi, visto che le corporazioni cominciavano a prendere
il sopravvento sull’aspetto emotivo delle gare proprio in quel
periodo: “Lo sport ora è una questione di azienda, negli anni
Sessanta c’erano ancora dei valori. Ora non è più così – ha
spiegato Mangold – E sia per lo sport che per l’arte vale la
stessa cosa. Se fossi un pittore mi servirebbero degli sponsor, è
una continua lotta tra cuore e industria e si sceglie di farne
parte consapevoli di questo.”
Dopo aver diretto grandissimi
attori nel corso della sua carriera, James Mangold
si è trovato alle prese con due vere e proprie star, Bale e
Damon, che, a dispetto del loro status hollywoodiano, gli
hanno reso la vita abbastanza facile: “Entrambi amano il loro
lavoro, e per loro non si tratta di essere delle star ma è essere
attori, per cui per loro non fa differenza essere una star di
Hollywood quando sei su un set ad interpretare un personaggio. Non
ho molta pazienza e non mi dedico mai a soli due attori di un
intero cast, che siano più grandi o più piccoli, per me sono tutti
come dei figli, tutti allo stesso modo, anche i non protagonisti.
Li conosco da tanto tempo entrambi e, per me, è stato come fare un
film con degli amici.”
Le Mans ’66 – La grande sfida racconta un episodio
storico documentato in tv, sui giornali, in radio e con tante foto,
la sua ricostruzione, quindi, è stata un’operazione molto
complessa, data la varietà di fonti: “Lo sforzo di ricostruire
la vicenda storica è stato monumentale, perché ci sono state tante
tante informazioni, documentari, lettere, cose private e pubbliche,
registrazioni. Forse una delle cose più interessanti è stato a
quella di ricreare i dialoghi privati. Christian ha trovato una
registrazione di un’intervista, in cui Ken Miles spiega la sua
filosofia della corsa, ed abbiamo usato quelle dichiarazioni per
scrivere il dialogo tra Ken e il figlio, nella scena al tramonto,
sulla pista. Lì lui spiega il rapporto tra auto e pilota e mi
sembrava molto bello usare quel pezzo di dichiarazione pubblica per
ricreare quel momento con il figlio.”
Uno degli aspetti più interessanti
del film è certamente quello fotografico, laddove il Dop ha scelto
di illuminare l’azione quasi sempre alla luce del tramonto: “Io
e Phedon (Papamichael, direttore della fotografia, ndr) siamo
carissimi amici, come Shelby e Miles nel film, abbiamo fatto cinque
film insieme. Credo che per entrambi non conti qual è il film che
stiamo facendo, l’obbiettivo è sempre quello di trovare la bellezza
del personaggio. È quello che cerchiamo di fare sempre, è l’effetto
speciale che non si può acquistare da un fornitore. Solo il cinema
può fotografare i pensieri degli uomini, non le parole, i
pensieri.”
Come ogni film sportivo che si
rispetti, anche
Le Mans ’66 – La grande sfida ha un aspetto tecnico
molto interessante: “Il lavoro finale è un mix di montaggio,
stunt, fotografia, per ottenere il risultato che ho avuto. Ho un
grande team con cui lavoro da quasi vent’anni. CI prepariamo molto
e facciamo dei test. Una delle mie più grandi sfide è stata come
rendere allettante una cosa che io trovo noiosa, infatti mi annoio
a guardare le corse automobilistiche. Quindi ho analizzato quello
che mi annoia e ho cercato di raccontare quello che non mostrano le
cronache sportive. Non so mai che succede dentro alle macchine, e
questo ho provato a raccontare, i segreti dietro a tutto quello che
vediamo in genere. In questo modo ho cercato di coinvolgere e di
esplorare le emozioni delle persone che sono coinvolte
nell’azione.”
Insieme a James
Mangold, ha partecipato all’incontro stampa anche
Remo Girone, che nel film interpreta Enzo Ferrari,
una delle personalità italiane più amate e rispettate nel mondo:
“Mangold è un grande direttore di attori, mi ha insegnato delle
cose – ha spiegato Girone – Ha un occhio molto attento e
si accorge subito se l’attore dà l’impressione di recitare e se
lavora a favore della macchina da presa o se è calato nel
personaggio. Interpretare Ferrari è stato bello, è un personaggio
talmente noto, nella storia italiana e nel mondo, che, sul set
c’erano tanti piloti che guidavano le automobili vere, lì, e
nessuno di loro mi conosceva come attore, ma quando hanno saputo
che interpretavo Ferrari, hanno voluto fare una foto con
me.”
Le Mans ’66 – La grande sfida, il cui titolo
internazionale è Ford vs Ferrari, arriverà al
cinema il prossimo 14 novembre, distribuito da 20th Century
Fox.
É stato presentato questa
mattina a Milano il programma ufficiale
delLucca Comics & Games 2019,
53° edizione che anche quest’anno anno proporrà il meglio del
fumetto, del cinema d’animazione, dell’illustrazione e del gioco e
si svolgerà dal 30 ottobre al 3 novembre
2019.
La manifestazione porterà nella
cittadina toscana tantissimi ospiti dal mondo del fumetto e del
fantasy, tra cui Hirohiko Araki, Chris Claremont, Jim
Starlin, Don Rosa, Zerocalcare, Gipi, Sio, Leo Ortolani, Emil
Ferris, Barbara Baldi e molti altri. Nell’Area
Movie, a cura di QMI – Stardust, i fan potranno incontrare
le giovani protagoniste di The
Witcher, Anya Chalotra e Freya Allan,
Rebecca Sugar, Alessandro Rak, Lorenzo Mattotti e
assistere a numerose anteprime dal mondo del cinema e delle serie
tv, tra cui Zombieland: Doppio Colpo e
Terminator: Destino Oscuro.
Queste invece alcune delle mostre
allestite per l’edizione 2019: Le origini del Manga –
Da Hokusai al manga moderno; Barbara Baldi –
Lo spessore del silenzio; Emil Ferris –
Mostri: non lo siamo tutti?; Suehiro Maruo –
La luna è un buco nel cielo; Luca Carboni –
Bologna è un’immagine.
Per tutte le informazioni vi
rimandiamo al sito ufficiale dove è
possibile consultare il programma completo.
Spider-Man rimarrà
nell’Universo Cinematografico Marvel grazie al nuovo accordo
siglato da Sony e Marvel Studios dopo che pochi mesi
fa era stata confermata la rottura del contratto di co-produzione,
dunque il personaggio sarà protagonista di un terzo capitolo
standalone (uscita prevista il 16 luglio 2021) e comparirà in un
altro cinecomic del franchise.
Ma quali sono i personaggi che
potrebbero fare squadra con l’arrampicamuri? Ecco qualche valido
candidato:
1La Torcia Umana
Spider-Man e i Fantastici Quattro sono stati
alleati ricorrenti nei fumetti, e Peter in particolare ha sempre
avuto una particolare affinità con la Torcia
Umana. Entrambi sono supereroi di New York, giovani e
spassosi quando catturano i cattivi. L’unica differenza è che
Johnny Storm vuole diventare un supereroe per la fama, mentre Peter
Parker ha una ragione più seria: fare la cosa giusta. Ma quanto
sarebbe bello rivederli insieme al cinema?
L’indizio sul ritorno di uno dei
personaggi di Una Nuova Speranza in
Star
Wars: L’Adcesa di Skywalker era stato scoperto sulla
copertina (in lingua spagnola) del romanzo Star Wars:
Resistance Reborn, che mostrava proprio Denis
Lawson aka Wedge Antilles, uno dei pochi
piloti dell’Alleanza Ribelle ad apparire in tutti e tre i film
della trilogia originale. al fianco di Finn, Poe Dameron,
Leia Organa e Rey.
L’immagine diffusa su Twitter lo
conferma, come l’indiscrezione riportata da Rebel Force Radio in
cui si parla dell’apparizione di Lawson nel film in uscita a
dicembre. “Abbiamo appena ricevuto un solido si da parte di un
rappresentante dell’attore: Denis Lawson sarà in Star Wars:
L’Ascesa di Skywalker riprendendo il suo ruolo di Wedge
Antilles“, dichiara il sito.
Vi ricordiamo che nel nuovo romanzo
si parla dello stato della Resistenza, ora in rovina, e che sulla
scia degli eventi della battaglia sul pianeta Crait dovrà
raccogliere i pezzi della sconfitta e dei suoi eroi feriti.
Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia
del franchise diretto da J.J. Abrams,
arriverà nelle sale a dicembre 2019.
Nel cast Daisy
Ridley, Oscar
Isaac, John
Boyega, Kelly Marie
Tran, Naomi
Ackie, Joonas Suotamo,Adam
Driver, Anthony Daniels, Billy
Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall
Gleeson, Billie Lourd e il veterano del
franchise Mark Hamill. Tra le new entry
c’è Richard E. Grant.
Il ruolo di Leia Organa sarà
interpretato di nuovo da Carrie Fisher, usando del
girato mai visto prima da Star Wars: Il Risveglio della
Forza. “Tutti noi amiamo disperatamente Carrie
Fisher – ha dichiarato Abrams – Abbiamo cercato
una perfetta conclusione alla saga degli Skywalker nonostante la
sua assenza. Non sceglieremo mai un altra attrice per il ruolo, né
mai potremmo usare la computer grafica. Con il supporto e la
benedizione della figlia, Billie, abbiamo trovato il modo di
onorare l’eredità di Carrie e il ruolo di Leia in Episodio IX,
usando del girato mai visto che abbiamo girato insieme per Episodio
VII.”
Robert Downey Jr. alla prima
del film Disney e Marvel "Avengers: Infinity War" tenutasi all'El
Capitan Theatre di Hollywood, USA, il 23 aprile 2018.- Foto di
PopularImages Via Depositphoto.com
“Non mi aspettavo che il
MCU diventasse quello che è
diventato…ho sempre avuto altri interessi e se Scorsese dice che
non è cinema, forse dovrei dargli un’occhiata?” ha scherzato
l’attore. “È la sua opinione. Voglio dire, quei film escono al
cinema, ma apprezzo la sua opinione perché penso che abbiamo
bisogno di tutte le diverse prospettive in modo da poter arrivare
al centro della questione e andare avanti.“
“Non credo affatto che Martin
sia geloso del successo commerciale dei Marvel Studios“, ha
poi continuato Downey, “Anzi, c’è davvero tanto da dire su come
questi siano diventati film di genere e sono felice di aver fatto
parte della discussione. Non bisogna denigrare nessuna forma d’arte
cinematografica“.
“I cinecomic non sono cinema, e
la cosa più vicina a questo tipo di produzioni sono i parchi a tema
[…] è un cinema dove gli esseri umani non cercano di trasmettere
esperienze emotive veicolandole ad altri esseri umani“, aveva
dichiarato Scorsese.
Manca meno di un mese dall’uscita
nelle sale di Zombieland –
Doppio Colpo, e per ingannare l’attesa la Sony
Pictures Entertainment ha diffuso un nuovo trailer vietato ai
minori del film con scene mai viste prima del sequel diretto ancora
una volta da Ruben Fleischer e un
“sorprendente” cameo.
Nel cast torneranno i veterani
Jesse Eisenberg, Woody Harrelson, Emma
Stone e Abigail
Breslin riprendendo i rispettivi ruoli del film
originale, mentre le new entry sono Zoey Deutch e
Dan Aykroyd.
La sceneggiatura è stata firmata da
Dave Callaham (Godzilla, Wonder Woman 1984) con Paul
Wernick e Rhett Reese (Deadpool, Deadpool 2), mentre
le riprese si sono svolte nei mesi scorsi a Los Angeles. Per quanto
riguarda la trama – ancora avvolta nel mistero – sappiamo che
dovrebbe riprendere le sorti dei quattro protagonisti (Columbus,
Tallhassee, Witchita e Little Rock) immersi in un mondo dove
l’apocalisse zombie si è evoluta.