Le uscite di Mulan
e Black
Widow erano state spostate a data da destinarsi,
e ora la Disney ha annunciato la nuova schedule. I due film
usciranno, rispettivamente, il 24 luglio e il 6 novembre 2020,
mentre un altro film della casa di Topolino, previsto per la prima
parte di quest’anno, Jungle
Cruise, è stato spostato addirittura al 2021, il
30 luglio.
La conferenza dei vertici Disney di
questo pomeriggio ha svelato il destino dei film che sarebbero
dovuti uscire nei prossimi mesi e che sono stati ritirati dal
mercato a causa dell’emergenza da coronavirus.
Tra questi titoli, Artemis
Fowl, per esempio, uscirà direttamente su
Disney+, una mossa che non piace
certamente agli esercenti, ma che sembra condizionata dall’esigenza
dello studio di far uscire comunque dei prodotti.
Purtroppo la remunerativa stagione
estiva sarà pesantemente “tagliata” a causa della situazione
attuale e molte uscite saranno rimandate o dirottate sui canali
digitali.
Tra gli altri cambiamenti
nell’impero cinematografico Disney, il film con Ryan
Reynolds Free Guy della Fox è stati spostato dal
3 luglio all’11 dicembre di quest’anno. Anche West
Side Story di Steven Spielberg e The
Last Duel di Ridley Scott sono stati
spostati, rispettivamente il 18 dicembre e il 25 dicembre.
The French Dispatch di Wes
Anderson uscirà il 16 ottobre invece del 14 luglio, in
prossimità della stagione dei premi. Anche la produzione di
Indiana Jones
5 si sposta, con l’uscita ora prevista per il 29
luglio 2022.
David Copperfield, Antlers, Woman in the Window e
The New Mutants non hanno ancora altre
date ufficiali.
Marion Cotillard nel ritirare
l’Oscar come miglior
attrice protagonista per La vie en rose
nel 2007 ha ringraziato con parole commosse il regista
Olivier Dahan: “Maestro Olivier, hai davvero
sconvolto la mia vita!”. Dal canto suo, anche Dahan deve molto
all’attrice che gli ha permesso di emergere nettamente dopo I
fiumi di porpora 2 – Gli angeli dell’apocalisse ed ha aperto
la strada alle sue future esplorazioni dell’universo femminile,
come quella in Grace di Monaco. L’Academy ha premiato anche il
trucco di Didier Lavergne e Jan
Arcibald, che ha trasformato il volto dell’interprete
affinché si avvicinasse il più possibile alla Piaf.
La vie en
rose, i premi vinti
Non è stata solo l’Academy a
premiare
Cotillard, che ha ottenuto il Golden Globe e il BAFTA
per la sua potente performance di attrice. BAFTA anche per il
trucco, i costumi di Marit Allen e la colonna
sonora di Christopher Gunning. In patria il film
ha fatto incetta di César con il premio per
Marion Cotillard come miglior attrice protagonista,
per la fotografia di Tetsuo Nagata , la
scenografia di Olivier Raoux e i costumi.
Olivier Dahan e la sua Piaf
lontana dal mito
Dahan non vuole fare della Piaf un
mito. La sua Piaf è una donna minuta nel fisico, fragile dal punto
di vista emotivo, proprio come il suo nome d’arte suggerisce –
Piaf: passerotto. Una donna che ha sperimentato il dolore, le
difficoltà di un’infanzia e una giovinezza difficili, la vita di
strada. La sua età adulta è segnata da grandi amori – nel film
soprattutto di quello per il pugile Marcel Cerdan (Jean
-Pierre Martins), morto tragicamente – e grandi delusioni,
oltre che dalla malattia e dalla conseguente dipendenza da farmaci.
Tuttavia, Piaf è anche una donna piena di energia, di passione che
mette al servizio della sua dote più grande: il canto, magnetico e
intenso grazie a una voce potente e ad una capacità di interpretare
che proprio dalla sua travagliata esistenza trae forza.
Dahan coglie e palesa questo
contrasto, conducendo lo spettatore tra gli alti e bassi della vita
della cantante, cui attinge liberamente. Mai schiavo dell’ordine
cronologico, ma neppure vittima di un errare caotico, sceglie
accuratamente i momenti e le figure più significativi,
posizionandoli ad hoc con abile uso del flashback. Tra le figure
centrali, Gerard Depardieu nel ruolo di Louis
Leplée, primo impresario della giovane Edith, che sceglierà per lei
il nome di “Piaf”.
L’interpretazione di
Marion Cotillard ne La vie en
rose
Una prova difficile ed
emotivamente intensa per l’attrice francese, che però ha saputo
condurla con sicurezza, svolgendo un grande lavoro sul corpo: non
solo sul volto, che ha richiesto lunghe sedute di trucco, senza
però intaccare la capacità espressiva dell’attrice, ma sulla
postura, via via sempre più curva a causa dell’artrite deformante
di cui Piaf soffriva, sulle movenze, che ha reso estremamente
credibile il personaggio. Lavoro che non ha risparmiato la voce,
con la scelta di un timbro piuttosto sporco, retaggio dei
bassi da cui la cantante proveniva.
L’adesione di
Cotillard al personaggio l’ha condotta, come ha
dichiarato, alla difficoltà ad abbandonarlo: “E’ stata la prima
volta in cui ho avuto problemi nel liberarmi dal personaggio”. “
Avevo trascorso sei mesi con lei e sono entrata davvero in un’altra
dimensione”. “Quando fai un film passi tanto tempo con questa
persona (il personaggio ndr). In un certo senso te ne
innamori. Poi, arriva l’ultimo ciack e non condividerai più la tua
vita con lui. A volte può essere brutale”.
Piaf e Jil Aigrot cantano
Piaf
L’interpretazione dell’attrice non
è per nulla sminuita dal fatto che non sia lei a cantare. A darle
voce al microfono con straordinaria adesione è l’interprete
francese Jil Aigrot, in tutti i brani di cui non è
stato possibile utilizzare una versione cantata dalla stessa Piaf.
La voce originale della Piaf si può apprezzare in brani come La
vie en rose, L’hymne a l’amour, Non, je ne
regrette rien, Milord tra gli altri. Così
Cotillard parla di questo aspetto del lavoro in
un’intervista: “E’ stata la parte più dura della preparazione”.
“Ho voluto prendere lezioni di canto, anche se nel film non avrei
cantato. Volevo imparare la sua tecnica, come posizionare la
lingua, come posizionarmi sul palco, la respirazione e così via.
Perché doveva essere realistico. Se non credi che io stia cantando,
allora puoi gettare il film nella spazzatura”. Un
rischio che La vie en rose non corre.
Non, je ne regrette rien e
l’invito ad amare
Non, je ne regrette rien è
indubbiamente il brano più toccante, vero e proprio testamento di
Edith Piaf, che guardando indietro alla propria vita, segnata dal
dolore ma anche dal successo e da una popolarità senza precedenti,
rivendica le proprie scelte con forza, sempre confidando
nell’amore. E’ proprio questo il messaggio che la protagonista
lascia in una delle sue ultime interviste: “Che consiglio
darebbe a una donna?” “Ama” “A una ragazza?” “Ama” “A una bambina?”
“Ama”.
Sull’onda di questo invito,
Olivier Dahan affida a Marion Cotillard la costruzione di un finale
commovente per La vie en rose, un film
che svela la Piaf donna accanto all’idolo della canzone,
coinvolgendo lo spettatore con la sua umanità.
Emma è bella, intelligente
e ricca. Emma non sbaglia mai, è
sempre gentile e spiritosa e trova divertente “combinare”
matrimoni, visto che, tra le altre doti, si attribuisce anche un
acume fuori dal comune e grande intuito.
Emma è una delle protagonista austeniane
più singolari ma anche leggere, oseremmo dire frivole, se non fosse
che dietro di lei si nasconde pure sempre una delle autrici più
dotate e importanti della storia della letteratura.
Emma è disponibile on demand
Emma sarebbe dovuto arrivare al
cinema, purtroppo l’emergenza sanitaria mondiale ha spinto il film
direttamente in streaming, su Chili dal 20 marzo, e disponibile per
la visione a tutti i quarantenati che cercano, ogni giorno,
diversivi e intrattenimento per andare avanti, senza impazzire, un
giorno alla volta.
Come da originale, il film racconta
la storia di Emma Woodhouse, una giovane donna di buona
famiglia, molto bella, intelligente, ma un pò viziata, che vede
l’amore romantico come un’idea molto lontana da lei. La giovane
donna non mostra alcun interesse per i sentimenti dell’altro sesso,
troppo impegnata, invece, a combinare matrimoni per gli altri.
Questa sua convinzione di possedere un talento per accoppiare le
persone la porterà a commettere alcuni errori che, alla fine della
sua parabola nella storia, la porteranno a rivedere molte delle sue
posizioni.
A dirigere questo ennesimo
adattamento austeniano c’è Autumn de Wilde,
talentuosa fotografa ritrattista che nella messa ins cena e nella
scelta delle inquadrature riversa tutto il suo talento e il suo
gusto per l’immagine. Coadiuvata da una scenografia e dei costumi
che non rispecchiano perfettamente l’epoca me che conferiscono un
tocco di modernità e audacia ai personaggi, la regista confeziona
un’opera prima davvero elegante, che paga il suo tributo a chi,
prima di lei, si è cimentato negli adattamenti dai romanzi di
Jane Austen, primo tra tutti Joe
Wright.
Nel cast, ad interpretare i giovani
alle prese con corteggiamenti goffi, delusioni e primi palpiti, ci
sono un gruppo di attori dal sicuro fascino, tra cui spicca,
ovviamente, Anya Taylor-Joy, vista in Split e Glass e che con i suoi lineamenti
aggraziati e insoliti ci regala un ritratto moderno e frizzante di
Emma. Accanto a lei il sempre istrionico
Bill Nighy, nei panni di suo padre, il Signor
Woodhouse, Mia Goth, che abbiamo visto in Suspiria, insieme a Josh
O’Connor, lo splendido Carlo di The Crown, Callum
Turner, il fratelli di Newt Scamander in Animali
Fantastici: i Crimini di Grindelwald
e Gemma Whelan, una irriconoscibile Yara
Greyjoy di Game of
Thornes.
Emma è un adattamento fedele e
intelligente
Emma di
Autumn de Wilde è un adattamento fedele,
intelligente e scritto con grande acume dalla sceneggiatrice, anche
lei al suo primo lungometraggio, Eleanor Catton.
Nella sua semplicità, Emma (e con lei la
Austen) ha ancora qualcosa da insegnare a chi sa guardare a questo
tipo di storie con occhio acuto, a chi si prende troppo sul serio,
a chi non riesce a guardare oltre il suo naso, a chi, convinto
delle proprie posizioni, perde delle opportunità che avrebbero
potuto arricchirlo.
La
Disney ha sempre fatto un ottimo lavoro quando si è
trattato di definire narrativamente i personaggi principali dei
suoi film d’animazione, ma ciò non significa che tali personaggi
siano sempre stati i più memorabili. Molto spesso, infatti, sono
state le loro spalle a rubare la scena.
Ecco 5 volte in cui le spalle di un
classico
Disney hanno superato – in termini di
caratterizzazione – l’eroe principale e 5 volte in cui, purtroppo,
non sono state all’altezza di brillare al pari del
protagonista:
Grillo Parlante – Pinocchio
Pinocchio è uno dei primi titoli realizzati dalla
Disney, nonché uno dei Classici più amati. Il burattino di legno è
sicuramente un personaggio eccezionale, ma è innegabile come venga
oscurato in numerosi passaggi narrativi dal saggio Grillo Parlante,
personificazione della voce della coscienza di Pinocchio, che cerca
di orientare l’ingenuo burattino verso le scelte giuste. La lealtà
del personaggio e l’iconica canzone che contraddistingue la sua
figura nonché la sua filosofia (“Give
A Little Whistle”) hanno contribuito ad accrescere la sua
popolarità tra i fan della Casa di Topolino e all’interno della
stessa multinazionale, che ha spesso usato la sua voce e il suo
personaggio in numerosissimi altri media.
Flounder – La sirenetta
Da un classico all’altro: La sirenetta è l’ennesimo esempio di quanto la Disney
ami inserire al fianco dei personaggi principali delle spalle
indimenticabili, anche quando la storia riguarda una Principessa.
Sfortunatamente per Flounder, però, il tenero pesciolino
combinaguai finisce per essere offuscato da un fatto molto
semplice: ci sono tantissimi altri grandi personaggi secondari nel
film. Inoltre, nel film Ariel può contare non su una, ma su ben tre
spalle: oltre a Flounder, infatti, ci sono anche Sebastian e
Scuttle, le cui personalità sono di gran lunga più incisive.
Flounder occuperà sempre un posticino speciale nel cuore di tutti
noi, ma come riescono a brillare nella storia Sebastian e Scuttle è
un’altra storia…
B.E.N. – Il pianeta del tesoro
Il pianeta del tesoro è sicuramente uno dei titoli
meno popolari del vastissimo catalog Disney, il che è un
grandissimo peccato. Il film contiene al suo interno diversi grandi
aiutanti che intervengono a sostegno del protagonista: tra questi,
a rubare la scena è indubbiamente il robot B.E.N., rendendosi da
solo il centro di alcuni grandi momenti. Porta un sacco di umorismo
e di cuore alla storia, e la amicizia con Jim è davvero in grado di
alzare la qualità del livello narrativo.
Pascal – Rapunzel: L’intreccio della torre
Pascal è un
personaggio molto divertente all’interno di
Rapunzel – L’intreccio della torre, specialmente
all’inizio del film, quando si prende gioco di Flynn Rider.
Tuttavia, a mano a mano che la storia si evolve, Pascal viene
coinvolto sempre meno, con altri personaggi che scavalcano ed
oscurano la sua presenza. È infatti Maximus, il cavallo capo della
Guardia Reale, a risultare – alla fine – la spalla migliore del
film, nonostante neanche lui sia in grado mettere in ombra il
carisma, la gioia di vivere e la comicità di Rapunzel.
Terk – Tarzan
Tarzan è un
altro fantastico Classico Disney che presenta alcuni dei più grandi
personaggi di tutto l’intero canone, anche se il vero protagonista
è il giovane gorilla Terk. È il migliore amico di Tarzan:
l’ignoranza del giovane uomo è ciò che gli impedisce di parlare;
paradossalmente, la parola non è certamente ciò che manca a Terk.
Dispettosa, arrogante e maleducata, ma dotata di un grande cuore,
il personaggio apporta una quantità sconfinata di energia al film;
ciò che in fondo manca a Tarzan, semplicemente a causa della natura
del suo personaggio. Proprio per questo, non sorprende che Terk sia
diventato un personaggio così amato, divenuto col tempo – forse –
anche più popolare dello stesso protagonista.
HeiHei – Oceania
Un’altra spalla che non ha avuto
chissà quale impatto, tanto a livello narrativo quanto a livello
culturale, è sicuramente Hei Hei, il gallo presente in Oceania.
Nonostante contribuisca al lato più comico della storia grazie al
suo essere eccessivamente svampito, in realtà il personaggio
aggiunge molto poco all’avventura della protagonista. Non fa che
combinarne una dopo l’altra: sicuramente è protagonista di alcuni
momenti molto divertenti, ma è innegabile quanto non abbia
l’impatto che hanno avuto altre spalle decisamente più
leggendarie.
Ray – La principessa e il ranocchio
Nessuna spalla ha avuto un impatto
emotivo paragonabile a quello della lucciola Ray ne
La principessa e il ranocchio. Nonostante sia un
personaggio piccolissimo da un punto di vista di dimensioni, Ray è
pieno di vita ed ha un cuore enorme. Fin da subito è utilissimo a
Tiana e Naveen, e non avrebbe nessuna ragione per essere così
disponibile. Il fatto che abbia perso l’amore della sua vita
aggiunge ancora più carica emotiva al suo personaggio. Il suo
essere così estroso, il suo romanticismo e la sua dolcezza finisco
davvero per rubare la scena…
Cri-Kee – Mulan
Mulan è un Classico che vanta al suo interno una delle
più grandi spalle di sempre: il draghetto Mushu, così amato dai fan
anche grazie al bellissimo lavoro di doppiaggio svolto da Eddie
Murphy nella versione originale. Purtroppo, lo stesso non si può
dire di Cri-Kee, il grillo consegnato a Mulan dalla nonna come
portafortuna, che diventa un fedele compagno di avventura per Mulan
e, soprattutto, anche per Mushu. Tuttavia, Cri-Kee ha sempre
faticato ad imporsi nell’immaginario collettivo, non apportando
davvero alcun momento significato o memorabile alla storia.
Il Genio – Aladdin
A scanso di equivoci, Aladdin è un
personaggio straordinario ed è senza alcun dubbio il Principe più
carismatico della Disney. Tuttavia, non si può negare che alla fine
venga oscurato dal Genio, diventato uno dei migliori personaggi
della Disney, se non uno dei più iconici (forse). Gran parte di ciò
è da attribuire principalmente all’incredibile performance che
Robin Williams, che ha regalato al personaggio tutta la sua
creatività, passione e – soprattutto – le due doti
d’improvvisazione. L’energia, i numerosi colorati e sfarzeschi, il
suo ego sconfinato… tutte questi elementi sono talmente grandi e
travolgenti che a volte risulta davvero difficile non vedere
Aladdin senza pensare al film come ad un unico e
grande one-man-show del Genio.
Giac e Gas – Cenerentola
Cenerentola
è considerato un classico Disney immortale, ma al tempo stesso è un
film che manca di spalle che possano davvero ritenersi tali. Se è
vero che Giac e Gas fanno sicuramente la loro figura, soprattutto
nell’aiutare Cenerentola a raggiungere il ballo, è altrettanto vero
che il loro reale scopo si esaurisce quasi subito. È la Fata
Madrina, probabilmente, la migliore spalla del film, ma anche in
questo caso le sue azioni sono abbastanza limitate. Probabilmente,
a ben rifletterci, Cenerentola è semplicemente una storia
che non necessita di grandissimi personaggi secondari…
Il celebre artista BossLogic
ha voluto celebrare attraverso Avengers:
Endgame tutti gli sforzi dei medici e del
personale sanitario che, a livello mondiale, si stanno impegnando e
sacrificando in prima linea per cercare di arginare il più
possibile i contagi da Coronavirus e per assistere la popolazione
colpita dalla terribile malattia.
BossLogic
ha chiamato in causa proprio i Vendicatori, reimmaginando la
celebre ed epica scena del cinecomic di Anthony e
Joe Russo in cui, attraverso i portali
di Doctor Strange, tutti i vendicatori
si schierano accanto a Steve Rogers, sul
campo di battaglia, per fronteggiare l’esercito di Thanos.
Ecco la nuova fan art al grido “Avengers,
uniti!”:
Ricordiamo che Endgame è il
film di maggiore incasso dell’anno, nonché il più grande successo
dei Marvel Studios, che con l’avventura diretta
da Anthony e Joe Russo hanno
chiuso un arco narrativo lungo 22 film e 11 anni, portando a
termine un esperimento produttivo senza pari.
Endgame ha ottenuto
un grande successo di critica e pubblico, stabilendo numerosi
record al botteghino, diventando il maggior incasso nella storia
del cinema, e venendo candidato a svariati premi
cinematografici, tra i quali l’Oscar ai migliori effetti
speciali.
In queste settimane di reclusione
forzata a causa della pandemia di Coronavirus, il regista
David F. Sandberg non sta soltanto completando i
lavori sulla sceneggiatura di Shazam
2 (come
rivelato dallo stesso), ma si è anche dedicato alla
realizzazione di un nuovo corto horror insieme alla moglie
Lotta Losten.
Il corto, intitolato
Shadowed, è stato definito da
David F. Sandberg via
Twitter una sorta di “fratello” di Lights Out (corto dello stesso
regista che aveva riscosso un incredibile successo sul web e che
aveva ispirato anche
il film omonimo). Il regista ha anche promesso che a breve
pubblicherà un backstage per spiegare come il corto è stato
realizzato durante la quarantena.
Shadowed,
della durata di circa tre minuti, ha come protagonista una donna
(interpretata dalla Losten, la moglie di Sandberg) che continua a
vedere alcune strane e misteriose “ombre” nella sua casa. Queste
ombre non sembrano appartenere ad una creatura reale e ben presto
le cose diventeranno sempre più spaventose…
Potete gustarvi il corto di seguito:
Shadowed, il nuovo corto horror del regista di
Shazam!, realizzato durante la quarantena
A proposito di Shazam
2, il regista David F. Sanberg
ha aggiornato di recente sui lavori attorno al sequel e parlato di
un ipotetico slittamento dell’inizio della produzione. Sandberg ha
rivelato che lui e il suo team creativo sono ancora alle prese con
la pre-produzione, impegnati a terminare la sceneggiatura:
“Vedremo come si metteranno le cose… dovremmo iniziare a girare
quest’anno”, ha dichiarato il regista.
Il primo Shazam!
è uscito nelle sale ad aprile 2019. Nel cast Zachary
Levi, Asher Angel, Mark
Strong, Jack Dylan Grazer, Grace Fulton, Faithe Herman, Ian
Chen, Jovan Armand, Cooper Andrews, Marta
Milans e Djimon
Hounsou.
La Paramount Pictures ha annunciato
la nuova data di uscita di A
Quiet Place 2, inizialmente previsto per
lo scorso 20 marzo e posticipato a causa della pandemia di
Covid-19. L’attesissimo sequel arriverà adesso nelle sale americane
il prossimo 4 settembre.
Insieme alla nuova uscita di
A
Quiet Place 2, la Paramount ha anche annunciato
di aver posticipato da giugno a dicembre 2020 l’uscita al cinema di
Top Gun: Maverick, l’attesissimo sequel
del cult con protagonista Tom
Cruise.
La stampa americana aveva già avuto
modo di vedere A Quiet Place
2, proprio in vista della release originale
fissata per marzo.
Le reazioni emerse online all’inizio del mese scorso hanno
parlato di un sequel ancora più entusiasmante del predecessore:
sono stati elogiati i toni e le atmosfere del film, il ritmo, le
interpretazioni del cast e il lavoro di John Krasinski tanto in qualità di
sceneggiatore quanto in quello di regista.
Le vicende del primo capitolo
seguivano il viaggio di una famiglia costretta a vivere nel
silenzio per non cadere vittima di misteriose creature che vengono
attirate dai suoni. Consapevoli che ogni minimo sussurro, ogni
minimo passo, significa la morte, Evelyn (Emily
Blunt) e Lee (John
Krasinski) sono determinate a trovare un modo per
proteggere i loro figli mentre tentano disperatamente di
contrattaccare.
John Krasinski ha spiegato che il sequel
affronterà le stesse tematiche del suo predecessore: “Amo
l’idea del primo film, in cui il mio personaggio e quello di Emily
combattono contro il desiderio di sopravvivere e la voglia di
vivere. Tutto quello che il mio personaggio voleva era
sopravvivere. Il suo personaggio invece diceva: ‘Non è abbastanza.
Dobbiamo vivere. Dobbiamo permettere a questi ragazzi di vivere
come esseri umani’. Dopo la mia morte, ho amato vedere Emily
combattere con tutto questo, con l’idea che la sopravvivenza sia
forse l’unico modo per affrontare le cose. Forse quella voglia di
vivere era davvero troppo pericolosa…”
Star Wars: L’Ascesa di Skywalker contiene una
scena flashback con i giovani Luke e Leia intenti ad allenarsi con
le spade laser. Inizialmente, Leia era destinata a diventare un
Jedi come suo fratello e suo padre: le cose cambiarono quando una
sorta di premonizione le suggerì che suo figlio Ben sarebbe morto
se avesse portato a termine il suo addestramento.
La storia
dell’addestramento Jedi di Leia è iniziata nel romanzo antologico
“From A Certain Point of View”, che rivelava che Yoda
volesse in realtà addestrare Leia, non Luke. Yoda preferiva Leia,
in parte, perché credeva che la Principessa di Alderaan avesse
l’autocontrollo necessario per diventare un grande Jedi, mentre non
era così sicuro di Luke. Purtroppo, Luke fu l’ultimo Jedi
addestrato dal Gran Maestro prima della sua morte ne
Il Ritorno dello Jedi.
Il film di J.J. Abrams ha poi
rivelato che Luke aveva fatto sua l’eredità di Yoda e trasmesso
così alla sorella tutto ciò che aveva davvero
imparato. Adesso, il romanzo di Rae Carson basato su
L’Ascesa di Skywalker aggiunge
un ulteriore dettaglio alla backstory dell’addestramento del
Generale, rivelando che Leia ha ricevuto un addestramento
aggiuntivo dai Fantasmi di Forza sia di Yoda che di Obi-Wan Kenobi.
Un estratto dal romanzo, infatti,
recita: “Leia non era un maestro Jedi, ma aveva imparato dai
migliori. E non solo da Luke; negli anni aveva sentito di tanto in
tanto la voce di Obi-Wan Kenobi attraverso la Forza e, ancora più
raramente, quella di Yoda. Alcuni giorni sembrava che avesse
imparato dalla Forza stessa.”
Lucasfilm e il
regista J.J.
Abrams uniscono ancora una volta le forze per
condurre gli spettatori in un epico viaggio verso una galassia
lontana lontana con Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente
conclusione dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno
nuove leggende e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.
Il cast del film
comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam
Driver, Daisy
Ridley, John
Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi Ackie, Domhnall
Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri Russell, Joonas
Suotamo, Kelly Marie Tran, con Ian
McDiarmid e Billy Dee
Williams.
Diretto da
J.J. Abrams e prodotto da Kathleen Kennedy, Abrams e Michelle
Rejwan, Star Wars: L’Ascesa di Skywalker è scritto da J.J.
Abrams e Chris Terrio, mentre Callum Greene, Tommy Gormley e Jason
McGatlin sono i produttori esecutivi.
In Grey’s Anatomy
16×21 che si intitolerà “Put on a Happy Face” Link
cerca di convincere Amelia a prendersela comoda durante l’ultima
fase della sua gravidanza. Hayes pone a Meredith una domanda
sorprendente, e Owen fa una scoperta scioccante, in un episodio
completamente nuovo di Grey’s Anatomy, che andrà in onda
giovedì 9 APRILE sulla ABC.
Le guest star di Grey’s
Anatomy 16×21 sono Debbie Allen nel ruolo di Catherine
Fox, Stephanie Spampinato nel ruolo di Carina DeLuca, Richard Flood
come Cormac Hayes, Jaicy Elliot come Taryn Helm, Caroline Basu come
Daya, Raoul Bhaneja come Samar e Chris Meyer come CJ Madison. “Put
on a Happy Face” è stato scritto da Mark Driscoll e Tameson Duffy e
diretto da Deborah Pratt.
Nella sedicesima stagione
di Grey’s
Anatomy ritorneranno i personaggi Meredith Grey
(stagioni 1-in corso), interpretata da Ellen Pompeo, Alexander “Alex” Michael Karev
(stagioni 1-in corso), interpretato da
Justin Chambers, Miranda Bailey (stagioni 1-in corso),
interpretata da Chandra Wilson, Richard Webber (stagioni 1-in
corso), interpretato da
James Pickens, Jr., Owen Hunt (stagioni 5-in corso),
interpretato da Kevin McKidd, Teddy Altman (stagioni 6-8,
15-in corso, ricorrente 14), interpretata da Kim Raver, Jackson Avery (stagione 7-in
corso, ricorrente 6), interpretato da Jesse Williams, Josephine “Jo” Alice Wilson
(stagione 10-in corso, ricorrente 9), interpretata da Camilla Luddington, Margaret “Maggie” Pierce
(stagione 11-in corso, guest 10), interpretata da Kelly McCreary, Greg Germann come Tom Koracick, Benjamin
Warren (stagioni 12-14, ricorrente 6-in corso, guest 7),
interpretato da Jason George, Andrew DeLuca
(stagione 12-in corso, guest 11), interpretato da Giacomo Gianniotti e
Caterina Scorsone nei panni di Amelia Shepherd.
Top
Gun: Maverick è l’ultimo film in ordine di tempo
a subire gli effetti della pandemia di Covid-19: anche l’uscita
dell’attesissimo sequel del cult con
Tom Cruise è stata posticipata a dicembre. Come
apprendiamo grazie a
ScreenRant, infatti, la Paramount Pictures ha fatto slittare la
data di uscita del film nelle sale americane dal 24 giugno al
prossimo 23 dicembre, giusto in tempo per Natale.
Lo stesso
Tom Cruise ha commentato la notizia della nuova
release del film attraverso il suo account Twitter,
indirizzando il seguente messaggio a tutti i suoi fan: “Lo so
che molti di voi hanno aspettato 34 anni. Sfortunatamente, dovrete
aspettare ancora un po’. Topo Gun: Maverick arriverà nelle sale a
Dicembre. Restate al sicuro, tutti.”
Dopo più di trent’anni di servizio
come aviatore della Marina, Pete “Maverick” Mitchell (Tom Cruise) è
nel posto che gli appartiene, spingendo l’acceleratore nelle vesti
di un coraggioso pilota collaudatore, mentre ha schivato
l’avanzamento di grado che lo avrebbe radicato nel corpo. Quando si
ritrova ad addestrare un distaccamento dei diplomati di Top Gun per
una missione specializzata che nessun pilota vivente ha mai visto,
Maverick incontra il tenente Bradley Bradshaw (Miles Teller),
segnale di chiamata: “Rooster”, il figlio del defunto amico di
Maverick e ufficiale di intercettazione radar Ten. Nick Bradshaw,
alias “Goose”. Di fronte a un futuro incerto e confrontandosi con i
fantasmi del suo passato, Maverick viene coinvolto in uno scontro
con le sue paure più profonde, che culmina in una missione che
richiede il massimo sacrificio a coloro che saranno scelti per
volarci incontro.
Zachary Levi, star di Shazam! che
ritroveremo nell’annunciato sequel, spera in un epico combattimento
con il Black
Adam di Dwayne
Johnson. Antico guerriero dagli antichi poteri, Black
Adam ha una lunga storia con Shazam all’interno delle pagine dei
fumetti DC. I due personaggi condividono quasi gli stessi poteri,
con Black Adam che funge da simbolo di corruzione e Shazam che
rappresenta invece la speranza e la giustizia. Prima di volgersi al
male e di essere bandito attraverso il cosmo, Black Adam ricevette
persino i poteri che alla fine andarono al giovane Billy
Baston.
Più volte in passato
Zachary Levi aveva dichiarato di non essere molto
fiducioso circa uno scontro immediato tra Shazam e
Black Adam sul grande schermo. Tuttavia, l’attore
è sicuramente entusiasta al pensiero di un’ipotetica resa dei conti
cinematografica, come rivelato dallo stesso durante una diretta su
Instagram. Levi
ha sottolineato ancor auna volta che non apparirà in Black
Adam e che adesso è totalmente concentrato sullo sviluppo di
Shazam 2,
le cui riprese dovrebbero partire quest’anno (salvo slittamenti
dell’ultima ora causa pandemia di Coronavirus).
Ciononostante, l’attore ha
continuato ad esprimere tutto il suo entusiasmo per la possibilità
che, un giorno, i due personaggi possano essere i protagonisti di
un grande scontro: “Forse potremo trarre qualche vantaggio da
tutte quelle battaglie epiche e da tutte quelle storyline su
Captain Marvel/Black Adam tratte dai
fumetti”, ha detto l’attore.
Il riferimento di Levi è al fatto
che la versione originale di Black Adam esordì in una storia di
Capitan Marvel, l’originale alter ego di
Billy Batson apparso nei fumetti della Fawcett Comics, prima che il
personaggio venisse acquistato dalla DC Comics: quest’ultima poi
decise di cambiarne il nome in Shazam per via dell’omonimia con il
personaggio della Marvel Comics.
Nonostante le perplessità di Levi,
non è da escludere che uno scontro tra Shazam e Black Adam possa
avvenire dopo l’uscita dello standalone con “The Rock” e del sequel
del cinecomic di David F. Sandberg, magari in un
eventuale Shazam 3 che potrebbe vedere la
luce sulla scia di un eventuale successo al box office del nuovo
film.
Shazam!è
uscito nelle sale ad aprile 2019. Nel cast Zachary
Levi, Asher Angel, Mark
Strong, Jack Dylan Grazer, Grace Fulton, Faithe Herman, Ian
Chen, Jovan Armand, Cooper Andrews, Marta
Milans e Djimon
Hounsou.
Abbiamo tutti un supereroe dentro
di noi, ci vuole solo un po’ di magia per tirarlo fuori. Nel caso
di Billy Batson, basterà gridare una sola parola – SHAZAM! – affinché questo ragazzo adottato di 14 anni
si trasformi nel Supereroe per gentile concessione di un antico
mago. Ancora bambino all’interno di un corpo divino, Shazam si
diverte nella versione adulta di se stesso facendo ciò che
qualsiasi adolescente farebbe con i superpoteri: divertirsi!
Volare? Vedere a raggi X? Saltare i compiti a scuola? Shazam vuole
testare i limiti delle sue capacità con la gioiosa imprudenza di un
bambino, ma dovrà padroneggiare rapidamente questi poteri per
combattere le forze mortali del male controllate dal Dr. Thaddeus
Sivana.
In attesa dei primi materiali
ufficiali di Venom 2, è
arrivato online un bellissimo fan poster del sequel che omaggia i
fumetti attraverso i personaggi di Carnage e di Eddie Brock. Il
sequel è stato ufficializzato in seguito al grande successo al
botteghino del primo Venom, che è riuscito a conquistare
855 milioni di dollari a livello mondiale. Il personaggio condivide
lo stesso universo narrativo del Morbius di Jared Leto e dello
Spider-Man di Tom Holland.
Nonostante l’attuale pandemia di
Covid-19 che ha costretto tante distribuzioni a posticipare le
uscite dei film e a bloccare le riprese dei titoli in produzione,
al momento la data di uscita di Venom 2 sembra
confermata per il prossimo 2 ottobre. In attesa di poter dare uno
sguardo ai primi materiali ufficiali, ecco che via Instagram è
arrivato un nuovo fan poster ispirato al sequel grazie all’utente
Yadvender Singh Rana.
Come fatto notare dall’utente, il
fan poster – che ritrae i personaggio di Carnage e di Eddie Brock
nelle fattezze di Tom
Hardy – è un omaggio alla
cover del fumetto “Venom: Carnage Unleashed” realizzata da
Andrew Wildman.
Come già annunciato dal
finale del precedente capitolo, in Venom
2assisteremo allo scontro tra il simbionte
e Cletus Kasady, aka Carnage, uno
degli antagonisti più celebri dei fumetti su Spider-Man. Nel cast
del sequel anche Michelle
Williams (Fosse/Verdon) nei panni di Anne
Weying, Woody
Harrelson (Zombieland: Doppio colpo) nei panni di
Cletus Kasady/Carnage, Naomie Harris (No
Time to Die) nei panni di Shriek e l’attore
inglese Stephen Graham.
Nel frattempo è stato
ufficializzato anche il nome di Robert
Richardson in qualità di direttore della fotografia.
“Ciò che era rimasto inesplorato nel primo film esploderà nel
secondo, soprattutto grazie al personaggio centrale” ha
dichiarato Richardson, “Ma ora abbiamo Woody Harrelson, che
ovviamente farà la sua grande entrata, vedremo cos’altro accadrà
con la collaborazione tra Sony e Marvel.”
Vi ricordiamo
che Tom
Hardy tornerà a interpretare Eddie Brock anche
nel sequel di Venom, progetto già in sviluppo dopo
l’inaspettato successo al box office dello scorso autunno, e a
confermarlo è stata la produttrice Amy Pascal.
La Fase 4 del MCU ritarderà ufficialmente a
partire, dal momento che Black Widow è
stato posticipato a data da destinarsi (il film era inizialmente
previsto per il 1° maggio nelle sale americane). Nonostante le
numerose voci di una possibile release del film direttamente in
digitale e in streaming su Disney+, sono in molti ad essere ancora
fermamente convinti che il primo film interamente dedicato a Vedova
Nera arriverà comunque nelle sale.
Per adesso, il marketing e la
promozione del film continuano, con Scarlett Johansson che ha rilasciato una
recente intervista a Total
Film in cui ha parlato del tono del film: sappiamo ormai
da diverso tempo che Black Widow affronterà
le “dinamiche familiari” che intercorrono tra Natasha e i suoi ex
collaboratori della Stanza Rossa, e l’attrice candidata all’Oscar
per Storia di un matrimonio e JoJo Rabbit ha anticipato che il tono del film
sarà molto diverso rispetto a tutti gli altri titoli del MCU che abbiamo visto fino ad ora.
Queste le sue dichiarazioni:
“Penso che parte
del genio di Kevin Feige sia che pensa sempre a ciò che i fan si
aspettano da questi film e poi dà loro qualcosa che non avrebbero
mai potuto sognare”,ha detto la
Johansson.“L’idea di Natasha Romanoff
al centro di un dramma familiare è la cosa meno attesa di tutte. Ho
dovuto abituarmi all’idea di ciò che sarebbe successo, perché c’è
un cambiamento nel tono di questo film davvero
importante.”
La regia
di Black
Widow è stata affidata a Cate
Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of
Eleanor Rigby). Insieme alla Johansson ci saranno
anche David
Harbour, Florence
Pugh, e Rachel
Weisz.
Una lista dei Funko Pop che verranno
prodotti in occasione dell’uscita nelle sale de Gli
Eternipotrebbe aver anticipato che
nel film vedremo anche il personaggio di Kro, il leader dei
Devianti. Al momento non sappiamo quando la Fase 4 del MCU partirà ufficialmente, dal
momento che l’uscita di Black Widow è stata posticipata a
data da definirsi. Ciononostante, l’uscita de Gli Eterni sembra confermata
per il prossimo novembre.
Grazie ad una lista dei possibili
Funko Pop che verranno realizzati per la promozione del film –
diffusa online da Pop O’Clock (via
Full Circle) – sembra che nel film farà la sua apparizione
anche il personaggio di Kro, il leader dei
Devianti, gli esseri sovrumani e quasi immortali che si oppongono
agli Eterni del titolo, entrambi creati dai Celestiali.
Nella lista di possibili Funko che
arriveranno entro la fine del 2020 – proprio in concomitanza con
l’arrivo del film in sala – figura anche il nome di
Kro, che nei fumetti è uno degli antagonisti
principali degli Eterni; ciò potrebbe indicare che il personaggio
avrà lo stesso ruolo anche nel cinecomic con protagonisti – tra gli
altri – Gemma Chan, Angelina
Jolie e Richard
Madden.
Kro è stato creato
da Jack Kirby nel 1976. Nonostante la sua eredità Deviante,
possiede una serie di tratti sovrumani caratteristici di un Eterno:
mantiene un controllo mentale praticamente indistruttibile sui
processi e sulla struttura del suo corpo, anche quando è
addormentato o incosciente. Di conseguenza, la sua aspettativa di
vita – che dura già da 20.000 anni – è molto alta. È anche immune
alle malattie e all’invecchiamento.
Secondo gli ultimi aggiornamenti, il
cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi
immortali conosciuti dai lettori come Eterni e i mostruosi
Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le
fonti hanno inoltre rivelato a The Hollywood Reporter che un
aspetto della storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un
uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama
muoversi tra gli umani.
La sceneggiatura è stata scritta
da Matthew e Ryan
Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 6
novembre 2020.
Nonostante siano passati 18 anni
dall’uscita del primo film, la
trilogia di Spider-Man di Sam
Raimi continua a rappresentare per gli appassionati di
cinema e fumetti un esempio da seguire.
Certo non si tratta di film privi di
difetti, ma ci sono alcune cose che Sam Raimi, con
l’aiuto di Tobey Maguire, Kirsten Dunst e James Franco, ha fatto meglio di chiunque
altro. Ecco alcuni
esempi:
Spider-Man 3
Lo humor
Sebbene molte persone considerino
Spider-Man 3 un disastro, ci sono molti che credono che sia un film
divertente una volta che lo si guarda con il giusto atteggiamento.
Con un occhio più rilassato e permissivo, il terzo film di Raimi è
molto divertente.
Ad esempio, quell’imbarazzante scena
di ballo di Peter potrebbe effettivamente essere abbastanza
divertente se ci pensiamo ora, soprattutto alla luce di un
linguaggio da cinecomic consolidato nella parte più leggera del
Marvel Cinematic Universe! Alcune
scene e situazioni in cui si trovano i personaggi sembrano essere
state tratte per una commedia, quindi è logico vederle in quel
modo.
L’amicizia
Quando si tratta di persone
importanti nella vita di Peter Parker, Harry Osborn è uno dei primi
nomi che viene in mente, dopo gli zii e gli amori storici. Sebbene
Harry possa sembrare a prima vista un tipico ragazzino ricco e
viziato, in realtà in lui c’è molto di più, e questo lo scopriamo
nel corso della trilogia.
Ma il film che dà davvero alla sua
storia la conclusione di cui ha bisogno è il terzo, in cui
l’amicizia tra Peter e Harry si fa critica. Harry si sacrifica per
lasciare vivere Peter dopo aver combattuto contro di lui.
Il lato oscuro di Peter
Uno degli errori più comuni che si
possa commettere, nel ritrarre un eroe dei fumetti, è quello di
proporre un personaggio senza lati oscuri, un uomo o una donna
intoccabile, integro e puro. Ecco perché vedere il lato oscuro di
Peter è così importante per capire che tipo di persona avrebbe
potuto essere se avesse ceduto a cattive tendenze.
Vediamo la sua relazione con MJ
sotto pressione anche nel secondo film, ma la sua vita assume una
svolta molto negativa nel terzo film dopo che si è lasciato
controllare dal simbionte. Sembra più sicuro di sé, ma la fiducia
non va di pari passo con la buona natura, quindi Peter diventa
praticamente un “coglione”.
Spider-Man 2
La storia d’amore
Parlando della relazione di Peter
con MJ, il secondo film è stato senza dubbio quello che ha
raccontato meglio la loro storia d’amore. Questo è il film in cui
finalmente si rendono conto di ciò che provano veramente l’uno
verso l’altra – o meglio, finalmente danno via libera ai propri
sentimenti reciproci.
Nonostante sia fidanzata con un
altro uomo che può garantirle una vita sicura, MJ sceglie di stare
con Peter che si rivela anche essere Spider-Man. Ciò non significa
solo che probabilmente avranno problemi economici, ma anche che
dovranno preoccuparsi costantemente l’uno dell’altro più di quanto
farebbero le persone normali.
L’azione
Un altro motivo per cui Spider-Man 2
è il più amato della trilogia è che l’azione in questo film è senza
dubbio superiore alle altre due pellicole. Sicuramente, i
combattimenti nel primo film sono grandiosi e il terzo ha cercato
di renderli ancora più articolati e coinvolgenti, ma l’azione nel
secondo film è quella che davvero resta impressa nella memoria.
Si prenda come esempio la scena del
treno e la battaglia tra Pietro e Octopus che la precede. Un altro
buon esempio sarebbe la scena in cui i medici tentano di rimuovere
i tentacoli meccanici dalla schiena di Otto, i quali però si
difendono e attaccano gli stessi medici.
Il villain
C’è un consenso generale sul fatto
che Doctor Octopus sia il miglior cattivo della trilogia, anche se
la rappresentazione di Green Goblin di Willem Dafoe è ormai divenuta leggendaria.
Sia Green Goblin che Doctor Octopus
hanno un legame personale con Peter, ma Otto Octavius è anche la
persona a cui Peter guarda e ammira in molti modi, un legame molto
più profondo rispetto a quello che il ragazzo ha con Norman Osborn,
che invece è di rispetto e riguardo. Oltre a tutto ciò, Doctor
Octopus ha anche un arco narrativo di redenzione tutto personale,
motivo per cui alla fine è un cattivo pienamente sviluppato e per
il quale, nel finale, si simpatizza.
Spider-Man
Zio Ben
Dato che per la maggior parte della
sua vita non ha avuto i suoi genitori naturali (essendo rimasto
orfano molto piccolo), Peter considera zio Ben e zia May, a tutti
gli effetti, suoi genitori. Sono la cosa più vicina a una famiglia
che abbia mai conosciuto, quindi è ovvio che lo zio Ben ha un ruolo
così importante nella vita di Peter. E sebbene sia stato raccontato
in ogni film, in qualche forma, l’originale rimane quello che lo ha
ritratto al meglio.
Nel film di Raimi e proprio zio Ben
che insegna a Peter il valore della responsabilità in relazione
alle proprie capacità, e questo, per il personaggio di Spider-Man,
è fondativo.
Green Goblin
Quando si tratta di grandi
personaggi della trilogia di Spider-Man di Sam Raimi, la maggior
parte di essi si concentra nei primi due film. Norman Osborn, in
seguito noto come Green Goblin, è uno dei personaggi più
memorabili, principalmente grazie a ciò che i costumisti sono
riusciti a fare e grazie alla recitazione di Willem Dafoe.
Il motivo principale per cui il
Green Goblin è considerato un classico villain di Spider-Man è a
causa della sua iconicità. Inoltre, Norman è anche il padre del
migliore amico di Peter, il che rende più intrigante lo sviluppo
del personaggio di Harry e delle sue relazioni con l’eroe.
Storia d’origine
Cosa sarebbe un supereroe senza una
storia di origine ben sviluppata? Più si vuole che l’eroe
protagonista sia interessante, più sarà complesso mettere in scena
la sua storia d’origine. Ecco perché Spider-Man fa un ottimo lavoro
nel raccontare la storia delle origini dell’eroe.
Vediamo Peter prima e a dopo la sua
trasformazione in supereroe. Vediamo cambiare il suo rapporto con
le persone intorno a lui. Diventa una persona più matura e
responsabile che non sogna più di impressionare MJ con una bella
macchina e decide invece di concentrarsi sulle cose importanti,
tipo salvare il mondo. Questo è un vero eroe.
Disponibile su Disney+, Chi ha incastrato
Roger Rabbit? è uno di quei titoli culto che, con il
passare degli anni, non sono invecchiati di un giorno. E se questo
è vero per molti film contemporanei al capolavoro di Robert
Zemeckis, vale ancora oggi per un film in cui lo sforzo
tecnico per rendere su pellicola la coesistenza di cartoni animati
e elementi reali in carne ed ossa è ancora credibile.
Gli effetti speciali del film, e
anche molti elementi al suo interno, come la conturbante Jessica
Rabbit, hanno fatto la storia del cinema e della cultura popolare,
ma di seguito, ecco alcuni segreti, storie e curiosità sul
Chi ha incastrato Roger Rabbit?, disponibile su
Disney+.
Bob Hoskins non è stata la prima
scelta
I fan di Chi
ha incastrato Roger Rabbit? possono essere tutti
d’accordo sul fatto che Bob Hoskins è stato l’attore perfetto per
interpretare il ruolo dell’investigatore privato Eddie Valiant, in
quanto il suo aspetto burbero nasconde un’indole molto divertente,
e questo mix si è rivelato perfetto per il personaggio. È difficile
immaginare come sarebbe stato il film con un altro Eddie
Valiant.
Bob Hoskins non è stata però la
prima scelta a interpretare il ruolo del protagonista in carne e
ossa. I creatori di Chi ha incastrato Roger
Rabbit? stavano cercando di ingaggiare Harrison Ford,
che però alla fine degli anni ’80 era decisamente troppo costoso
per una produzione che già avrebbe investito tantissimo in effetti
speciali. Oltre a Ford, la produzione tentò di contattare Bill
Murray, che però non fu raggiungibile.
È basato sul libro Chi ha censurato
Roger Rabbit?
Quando hanno visto per la
prima volta Chi ha incastrato Roger
Rabbit?, non tutti gli spettatori sapevano che non si
tratta di una storia originale, ma si basa su un libro.
Si tratta del romanzo del 1981 Who
Censored Roger Rabbit? scritto da Gary Wolf. Spoiler Alert: Roger
in realtà muore nel libro. Probabilmente non si tratta della trama
più adatta ai bambini. Quindi i creatori hanno dovuto modificare un
po’ la storia in diversi punti.
Bob Hoskins è diventato un po’
matto
Ogni grande artista deve
soffrire per il suo lavoro ad un certo punto. Mentre i fan possono
vedere a tutti gli effetti, grazie all’incredibile lavoro di post
produzione, tutti i personaggi dei cartoni animati nel prodotto
finito, per otto mesi Bob Hoskins ha dovuto semplicemente
immaginare che questi fossero lì.
L’attore ha dichiarato che dopo aver
fatto finta di parlare e vedere personaggi dei cartoni animati per
otto mesi, ha sentito alterata la sua salute mentale quando, dopo
molto tempo, ha visto i personaggi nel prodotto finito. Ha
raccontato che per un certo periodo era come se avesse avuto un
certo numero di amici immaginari.
Christopher Lloyd non è stata la
prima scelta
Il giudice Doom è uno dei
personaggi più minacciosi della storia di Cartoonia, con i suoi
folli occhi rossi e la sua voce terribilmente acuta. Christopher
Lloyd ha fatto un ottimo lavoro nell’interpretare il giudice Doom,
dal momento che è risultato inquietante ma non eccessivamente
spaventoso da impedire ai bambini di guardare e godersi il
film.
Anche se Christoper Lloyd è stato un
ottimo interprete, non è stata la prima scelta dei creatori. Prima
di scegliere la star di Ritorno al
futuro, hanno considerato Tim Curry, che però era
troppo spaventoso (e di lì a poco, con il film tv su IT lo sarebbe
diventato ancora di più per i bimbi di tutto il mondo) e John
Cleese che non lo era abbastanza spaventoso. Gli spettatori sono
tutti d’accordo sul fatto che i creatori abbiano fatto la scelta
giusta con Christopher Lloyd.
Non c’erano immagini di
computer
Chi ha incastrato Roger
Rabbit? ha segnato il record del film più costoso
della storia del cinema fino a quel momento. Nel 1988, è costato 70
milioni di dollari, ovvero circa 150 milioni di dollari nel mondo
di oggi. Una grande quantità di lavoro è stata dedicata
all’integrazione tra parti animate e parti in live action, in
quanto non sono stati utilizzati molti mezzi e trucchi per ottenere
l’effetto finale.
Ci sono volute quasi 800 persone per
portare Chi ha incastrato Roger Rabbit?
sul grande schermo in quanto non c’è una sola immagine
computerizzata in tutto il film, il che significa che ogni volta
c’era un movimento fatto da uno dei personaggi dei cartoni animati,
anche se si trattava di un piccolo gesto come cambiamento di luce a
causa di un urto di una lampada, c’è stato un disegnatore che lo ha
disegnato a mano. I creatori pensavano che le immagini generate al
computer avrebbero danneggiato l’effetto Anni ’40 che volevano
invece conservare per il look del film.
La prima collaborazione tra Disney
e Warner Bros
Chi ha incastrato Roger
Rabbit? rappresenta un passo enorme in avanti nella
tecnologia da film e nella produzione dei cartoni animati, ma non
solo. Il film è anche il risultato della prima titanica
collaborazione tra Warner Bros e Walt Disney. Il film include
infatti personaggi animati di entrambi gli universi cartooneschi,
ma anche altre proprietà intellettuali appartenenti ad altri studi,
come Paramount Pictures, MGM, Universal Studios.
Oltre 30 anni dopo, Chi
ha incastrato Roger Rabbit? è ancora l’unico film ad
avere il personaggi simbolo della Disney, Topolino, e Bugs Bunny,
icona di Warner Bros. non solo nello stesso film, ma anche nella
stessa inquadratura. Questo non è stato un compito facile in quanto
ha richiesto molto lavoro da parte di Steven Spielberg, poiché è stato lui a
contattare personalmente gli studi per convincere tutti ad
accettare di concedere i propri personaggi per il film.
Charles Fleischer è davvero entrato
nel personaggio
Bob Hoskins può aver
sofferto di allucinazioni a causa delle riprese di Chi
ha incastrato Roger Rabbit?, ma non è detto che fosse
il più folle sul set del film. Charles Fleischer, che ha doppiato
il protagonista animato, ha preso molto sul serio il suo ruolo di
Roger Rabbit. Talmente sul serio che, sebbene non viene mai stato
visto in macchina, ha insistito per avere un costume da Roger
Rabbit.
Charles Fleischer era così devoto al
film che sembra abbia indossato il suo costume di Roger Rabbit ogni
giorno per riuscire ad entrare nel personaggio e doppiare al meglio
le sue battute. Credeva che non solo lo aiutasse ad entrare nel
personaggio, ma aiutava anche la sua costar Bob Hoskins a
immaginare che un coniglio bianco in tuta rossa fosse reale.
La Salamoia uccide i
personaggi dei cartoni animati
Per decenni, i fan dei
cartoni animati hanno visto i loro personaggi preferiti sfuggire
alla morte innumerevoli volte. Quante volte il Coyote è caduto da
una scogliera o si è fatto esplodere per tentare di acchiappare il
suo Road Runner? I cartoni animati sono noti per essere in grado di
sopravvivere a qualsiasi cosa e questo include un frigorifero
caduto in testa 23 volte.
Tuttavia, in Chi ha
incastrato Roger Rabbit? sembra che i cartoni non
siano così invincibili come si pensa. Il minaccioso intruglio
soprannominato Salamoia (Dip in originale) può
distruggere qualsiasi personaggio a cartoni animati, e questo è un
dato di fatto. Si tratta di una miscela di trementina, acetone e
benzene che in realtà sono diluenti per vernici. Questo significa
che la Salamoia può davvero “uccidere” i personaggi dei
cartoni, cancellandoli dalla pagina.
Roger Rabbit è un miscuglio di
diversi personaggi
Roger Rabbit è un
personaggio piuttosto unico non solo per la sua personalità
originale, ma anche per il suo comportamento completamente fuori
dagli schemi. Questo famoso coniglio ha il suo stile che è in
realtà una combinazione di molti altri stili di personaggi dei
cartoni animati.
L’animatore di Roger,
Richard Williams, è stato ispirato dai grandi nomi
dei personaggi dei cartoni animati degli anni ’40, tra cui Tex
Avery, Disney e Warner Bros. La faccia di Roger è come quella di un
Looney Toones mentre i suoi capelli arancioni imitano Droopy Dog e
le sue guance sono in stile Bugs Bunny. Mentre il suo vestito
rappresenta più classici della Disney come i suoi guanti gialli
simili a Topolino e le sue tute oversize ispirate a Pippo.
Ha vinto diversi premi Oscar
Chi ha incastrato Roger
Rabbit è un film prezioso in quanto la trama è divertente ed
accattivante, e mesi di duro lavoro di quasi 800 persone hanno
permesso la realizzazione di uno dei film più amati degli anni ’80,
ancora oggi. Questo duro lavoro non è passato inosservato.
Nel 1989, Chi ha
incastrato Roger Rabbit? ha portato a casa 4 premi
Oscar per il miglior montaggio cinematografico, i migliori effetti
speciali, montaggio sonoro. Insieme a questi premi, l’animatore di
Roger Rabbit, Richard Williams, ha vinto lo Special Achievement
Award. I fan possono essere tutti d’accordo sul fatto che questi
prestigiosi premi cinematografici siano stati meritati dalla
talentuosa e laboriosa troupe del film!
Stephen King è universalmente riconosciuto
come il “maestro del brivido”, autore di romanzi che, oltre ad aver
riscosso un incredibile successo, si sono trasformati negli anni in
veri e proprio cult letterari. Molto spesso, i suoi romanzi sono
stati oggetto di trasposizioni cinematografiche che – seppur non
sempre fedelissime al materiale di partenza – sono state comunque
molto apprezzate da critica e pubblico, basti pensare a
Carrie – Lo sguardo di Satana,
Shining,
Stand by Me – Ricordo di un’estate,
Misery non deve morire,
Le ali della libertà,
Il miglio verde e il più recente IT.
Altre volte, purtroppo, alcuni
adattamenti delle sue opere si sono rivelati estremamente
deludenti, lasciando un’impronta tutt’altro che duratura nella
storia della settima arte. Ecco di seguito i 10 peggiori
adattamenti cinematografici – secondo IMDb – tratti dall’opera del prolifico
scrittore del Maine:
A Good Marriage
A Good Marriage è
una delle opere relativamente più recenti di
King. Appare nella sua raccolta di romanzi del 2010, “Notte
buia, niente stelle”, e racconta – come si può facilmente
intuire dal titolo – la storia di un matrimonio apparentemente
perfetto. Naturalmente, com’è nello stile dello scrittore
americano, ben presto arriva una grande svolta narrativa: la
protagonista Darcy scopre, infatti, che suo marito è ossessionato
dal sadomasochismo e che potrebbe essere un serial killer. Una base
ovviamente molto interessante per un film, con lo stesso King che
ha accettato di scriverne la sceneggiatura. Sfortunatamente, il
film si è rivelato una cocente delusione, soprattutto se paragonato
al racconto originale.
Mercy
Un altro
film relativamente recente, anche se il materiale di partenza si
rifà alla prima parte della carriera di
King. Mercy è l’adattamento del racconto “La
nonna” del 1984, incluso nella raccolta “Scheletri”,
nonostante si distacchi parecchio dalla storia originale. Il
tessuto narrativo di base viene comunque mantenuto: due ragazzi
scoprono che in realtà la loro nonna materna, presso la quale si
sono trasferiti insieme alla madre single, è in realtà una strega.
Il film è passato decisamente inosservato, tanto da essere
rilasciato soltanto in home video. Nel cast figura anche Chandler
Riggs, il celebre Carl di The Walking
Dead.
I racconti di Quicksilver
Un
adattamento – destinato al piccolo schermo – che unisce il lavoro
di due autori all’interno di un unico film. È infatti basato su
Libertà agli oppressi di Clive
Barker e Denti chiacchierini di Stephen
King. Si tratta di un film a episodi legati tramite una una
storia principale che serve come presentazione ai due segmenti
basati sulle opere citate poc’anzi e che vede Christopher Lloyd (il
celebre Doc della saga di Ritorno al futuro) nel ruolo di
un uomo che lavora ad uno spettacolo itinerante e che racconta
storie dell’orrore alla gente che incontra. Assolutamente
dimenticabile…
La creatura del cimitero
Adattamento
del 1990 che si basa sull’omonimo racconto di
Stephen King del 1970. Il film segue le disavventure di una
strana creatura invisibile omicida. Nonostante all’epoca della sua
uscita abbiamo performato abbastanza decentemente al botteghino, il
film è stato stroncato dalla critica. Voi ricordavate questo
adattamento? Probabilmente un film che sono i fan duri e puri di
King ricordano…
Il tagliaerbe
Mentre gran parte degli adattamenti
delle opere di
King ricevono la benedizione del maestro – e talvolta prevedono
anche il suo diretto coinvolgimento -, nel caso de Il
tagliaerbe le cose sono andate diversamente. Il film, infatti,
trae vaga ispirazione da un racconto omonimo di King, e lo
scrittore intentò una causa per essere rimosso dai crediti, visto
che il tema trattato era completamente differente. Un adattamento
non autorizzato, quindi, ed una mossa alquanto saggia da parte di
King, dal momento che il film – nonostante il successo al
botteghino – venne pesantemente stroncato dalla critica.
The Mangler – La macchina infernale
Per
qualsiasi scrittore, l’adattamento cinematografico di una propria
creatura letteraria deve rappresentare sicuramente un sogno. Per
Stephen King, invece, è solo un giorno di lavoro come un altro.
The Mangler – La macchina infernale è basato sull’omonimo
racconto contenuta nella prima raccolta dello scrittore “A
volte ritornano”, la stessa che contiene anche La
creatura del cimitero. I critici considerarono il film
altamente ridicolo, nonché un pessimo adattamento del racconto
originale. Per qualche misteriosa ragione, il film ha comunque
generato due sequel, naturalmente anche peggiori del
capostipite.
Cell
È
impressionante come un film, nonostante la presenza di attori del
calibro di Samuel L. Jackson e
John Cusack, possa rivelarsi una totale delusione.
Questo è il caso di Cell, basato sull’omonimo romanzo del
2006. Già le premesse non sono delle più entusiasmanti: un
misterioso segnale, diramato attraverso la rete dei telefoni
cellulari, penetra nelle menti di quasi tutti gli esseri umani
trasformandoli in bestie assassine. A ciò vanno unite
la terribile regia di Todd Williams e la
mediocre sceneggiatura scritta dallo stesso
King, per un risultato finale davvero
disastroso…
Trucks – Trasporto infernale
Ricordate Brivido? L’unico
film che
Stephen King abbia mai diretto, nonché il film che gli ha fatto
giurare che non si sarebbe mai più cimentato nella regia? Ecco: nel
1997 è stato realizzato un film tv che ha adattato per il piccolo
schermo quella medesima storia, ossia il racconto breve
Camion contenuto nella raccolta “A volte
ritornano”. I risultati sono stati, ovviamente, i medesimi
raggiunti dal film scritto diretto da King nel 1986: critica e
pubblico che stroncano senza mezzi termini la follia della storia e
la resa dell’adattamento.
Grano rosso sangue
Nonostante sia noto come il
peggior adattamento di
Stephen King di tutti i tempi, Grano rosso sangue ha
dato vita ad un franchise composto da ben dieci film. Naturalmente,
soltanto il primo film, uscito nel 1984, è basato sul racconto
omonimo di Stephen King, contenuto nella raccolta “A volte
ritornano”. La storia del film è quella di un’entità non
fisica che costringe i bambini a uccidere tutti gli adulti nella
loro città per ottenere un buon raccolto di mais. Sebbene la
critica e lo stesso King abbiano aspramente criticato il film, nel
corso degli anni si è creata una folta schiera di appassionati
attorno alla saga…
Il dono del diavolo
Il dono del diavolo occupa
il posto d’onore di questa Top 10. Nell’adattamento non si fa alcun
riferimento al racconto originale di King “La scimmia”,
con il quale il film ha molti punti di contatto. Si tratta, in
effetti, di un trasposizione non autorizzata, che si ispira
soltanto all’opera di
King senza riprodurne fedelmente la storia. Il racconto
originale di King risale al 1980, ma venne pubblicato soltanto nel
1985 nella raccolta “Scheletri”: erroneamente, infatti,
molti hanno creduto per lungo tempo che fosse stato lo scrittore
del Maine a “rubare” l’idea dal film, e non il contrario.
Molto spesso, i fan si rivelano
essere degli osservatori particolarmente acuti, a volte molto più
di quanto lo siano i registi e tutto il team che lavora sul set di
un film. Nelle ultime ore, una fan particolarmente attenta di
Piccole
Donne ha scovato un errore nascosto nel
bellissimo adattamento di Greta Gerwig uscito nelle nostre sale lo
scorso gennaio.
Com’era già accaduto con il “famoso”
bicchiere di Starbucks in un episodio di Game of
Thrones, anche in Piccole
Donne sono state scovate una bottiglietta e una borraccia
di plastica in una scena con protagonista
Timothée Chalamet: si tratta di due oggetti
dimenticati sul set per pura coincidenza e che, sfortunatamente,
sono finiti all’interno dell’inquadratura; naturalmente, le due
bottigliette sono assolutamente fuori contesto e non hanno nulla a
che vedere con il periodo storico che fa da sfondo alle vicende
narrate.
La scena incriminata ha fatto
ovviamente il giro del web, e su Twitter diversi utenti si sono
divertiti a parlare della svista di qualche set manager e,
ovviamente, a mettere a paragone l’errore con quello accaduto sul
set de Il Trono di
Spade.
Potete vedere il frame con
l’evidente errore di seguito:
Nel cast di Piccole
Donne figurano Saoirse
Ronan, Emma
Watson, Florence Pugh, Eliza Scanlen, Laura
Dern, Timothée
Chalamet, Tracy Letts, Bob Odenkirk, James Norton, Louis
Garrel, Chris Cooper e Meryl
Streep.
La sceneggiatrice e regista
Greta Gerwig (Lady Bird) ha realizzato il
film di Piccole
Donnebasandosi sia sul romanzo di
Louisa May Alcott che sui suoi scritti,
ripercorrendo avanti e indietro nel tempo la vita dell’alter ego
dell’autrice, Jo March. Secondo la Gerwig, la tanto amata storia
dellesorelle March – quattro giovani donne ognuna determinata a
inseguire i proprisogni – è al tempo stesso intramontabile e
attuale.
Jo, Meg, Amy e Beth March, nel film
sono interpretate da Saoirse Ronan, Emma Watson, Florence Pugh, ed
Eliza Scanlen, con Timothee Chalamet nei panni del loro vicino
Laurie, Laura Dern in quelli di Marmee, e Meryl Streep nel ruolo
della Zia March.
Nella giornata di ieri vi abbiamo
riportato le dichiarazioni rilasciate a
ComingSoon.net dall’attrice Connie Nielsen a
proposito di
un possibile spin-off di Wonder Woman
dedicato alle Amazzoni. Nel corso della medesima
intervista, però, l’interprete della regina Ippolita nel film di
Patty Jenkins ha anche parlato di una grande
scena tagliata da Justice
League, il travagliato cinecomic di Zack Snyder, che avrebbe dovuto avere come
protagoniste proprio le guerriere di Themyscira.
Anche se alcune
scene di Ippolita su Themyscira sono finite nella versione del film
arrivata in sala, uno degli stunt preferiti della Nielsen è stato
invece tagliato. Come molti dei fan che sono rimasti delusi dalla
resa finale di Justice
League, anche la Nielsen ha ammesso un
certo dispiacere quando ha scoperto che quella scena non era stata
inclusa nel montaggio finale. Queste le sue
dichiarazioni:
“È una scena
davvero fantastica. Correvo su un muro e ruotavo in aria, e mentre
scendevo verso il basso, lanciavo uno dei mostri. Mi sono allenata
per settimane per fare quella scena, e alla fine non l’hanno
inserita. L’hanno girata, l’hanno inserita, poi l’hanno eliminato…
È un mio grande rimpianto, perché adoro gli stunt, adoro fare la
parte della dura in un film del genere, e mi dispiace che il
pubblico non sia riuscito a vedere quella parte in cui emergevano
le fantastiche tecniche di combattimento delle
Amazzoni.”
Nelle ultime settimane sono emersi
ulteriori dettagli circa la lavorazione “travagliata”
di Justice
League, con Zack
Snyder che ha spiegato che i cambiamenti
apportati in itinere sono stati causati da varie interferenze con
lo studio:
“Partivamo con l’idea che una
minoranza di persone non aveva amato Batman v Superman, e questo ha avuto un
effetto anche sul film successivo. La mia versione originale del
film, che avevo scritto insieme a Chris Terrio, non è mai stata
girata. L’idea reale, difficile, e spaventosa, non è mai stata
realizzata per le paure dello studio, e io e miei collaboratori
eravamo insicuri proprio a causa della reazione scatenata da Batman
v Superman […]
Sarebbe stata una lunga storia
da raccontare…saremmo finiti in un futuro a distanza dove
Darkseid conquistava la Terra e dove Superman cedeva all’equazione
dell’anti vita. Alcuni membri della Justice League sopravvivevano in quel mondo
combattendo, Batman rompeva il suo patto con Cyborg e Flash tornava
indietro nel tempo per dire qualcosa a Bruce…“
Il canale americano
FX ha diffuso l’inedito promo “Cursed” di
What We Do In The Shadows 2, l’attesa seconda
stagione di What We
Do In The Shadows.
What We Do In The Shadows 2
What We Do In The Shadows
2 è l’annunciata seconda stagione della serie
What We
Do In The Shadows creata da Jemaine Clement per il
canale FX e basata sull’omonimo film del 2014 scritto da Clement e
Taika Waititi. What We Do in the Shadows è ambientato a Staten
Island e segue quattro vampiri che sono stati coinquilini per
centinaia di anni.
Nella seconda stagione di
What We
Do In The Shadows ritorneranno i protagonisti
Kayvan Novak nel ruolo di Nandor the Relentless,
un vampiro che ha 757 anni e che una volta era un soldato
dell’Impero ottomano. Matt Berry nei panni di
Laszlo Cravensworth, un vampiro nobile inglese trasformato da Nadja
e ora sposato con lei. Natasia Demetriou nel ruolo
di Nadja, una vampira romana, sposata con Laszlo. Harvey
Guillén nel ruolo di Guillermo, familiare “paziente” di
Nandor. Mark Proksch nel ruolo di Colin Robinson,
un vampiro energetico che vive con il trio.
Nei ruoli ricorrenti troviamo
Doug Jones nel ruolo del barone Afanas, un antico
vampiro del Vecchio Paese che crede che i vampiri dovrebbero
governare il mondo. Beanie Feldstein nei panni di
Jenna, una LARPer e vergine che Guillermo ha attirato per i
banchetti dei vampiri. Jake McDorman nel ruolo di
Jeff Suckler, una reincarnazionedell’ex amante umano di Nadja,
Gregor, un cavaliere che è stato ucciso dalla decapitazione in
ciascuna delle sue vite.
Durante una sessione di “AMA (Ask Me
Anything)” su
Twitter, il regista e sceneggiatore James
Gunn ha rivelato qual è il personaggio dell’Universo
Cinematografico Marvel con il quale amerebbe
trascorrere la quarantena.
James Gunn, meglio
conosciuto per la saga di Guardiani della Galassia, ha
tenuto su
Twitter una sessione di “Ask Me Anything” in cui si è reso
disponibile per rispondere alle domande dei fan. Tra le tante
domande che gli sono state poste, un fan gli ha chiesto con quale
personaggio del MCU amerebbe di più trascorrere
questo periodo di quarantena a causa del Covid-19.
In molti probabilmente si sarebbero
aspettati che Gunn rispondesse menzionando uno dei Guardiani, e
invece no: il regista ha stupito tutti, dichiarando senza scendere
in alcun dettaglio che amerebbe trascorrere questa reclusione con
Jarvis, l’intelligenza artificiale al servizio di
Iron Man.
Nel MCUPaul Bettany interpreta l’intelligenza
artificiale Jarvis, costruita da Tony Stark
(Robert
Downey Jr.) per fargli da assistente e per aiutarlo a
gestire il laboratorio. Data la sua natura di macchina,
ironicamente si rivela il solo personaggio che Stark non
infastidisce col suo modo di fare. Appare nei tre capitoli
della saga di Iron Man e in The Avengers.
In Avengers: Age of Ultron, unendo i
tracciati di Jarvis con un corpo androide creato da Ultron e infuso
del potere della Gemma della Mente, i Vendicatori danno origine a
Visione. In Avengers:
EndgameJarvis, interpretato
da James D’Arcy, appare nella scena
ambientata nel 1970 mentre parla con Howard
Stark sul tizio che li ha appena incontrati (non sapendo però
che il tizio in questione è il figlio di Howard, Tony).
J.K. Rowling, creatrice del Mondo Magico e
della saga letteraria di Harry Potter, è intervenuta in prima persona a
sostegno dell’emergenza Coronavirus. La scrittrice britannica,
infatti, ha lanciato in collaborazione con i suoi partner creativi
una nuova speciale sezione del celebre sito WizardingWorld.com,
chiamata “Harry Potter at Home“.
La sezione, nata per supportare
bambini, genitori e insegnati costretti alla reclusione forzata
proprio a causa della pandemia di Covid-19, è corredata da tutta
una serie di informazioni ed attività supplementari destinate alla
scoperta dei libri della scrittrice, tra quiz, cruciverba e
attività artistiche.
A supporto di “Harry Potter at Home”
hanno partecipato anche le case editrici Bloombsbury e Scholastic,
ma anche l’azienda multinazionale Audible: tutte e tre le realtà
hanno accettato di rendere disponibile, in maniera gratuita e per
tutto il mese di aprile, il primo iconico romanzo della saga
letteraria, “Harry
Pottere e la Pietra Filosofale“.
Su
Twitter, J.K. Rowling ha scritto: “Genitori,
insegnanti e babysitter impegnati a far divertire i bambini e a
coinvolgerli durante la quarantena, potrebbero aver bisogno di un
po’ di magia. Sono quindi felicissima di lanciare
Harrypotterathome.com“
Ricordiamo che tutta la saga di
Harry Potter è attualmente visibile in chiaro
su Italia 1, ogni lunedì e martedì in prima serata. I prossimi 6 e
7 aprile ci sarà la messa in onda del capitolo finale del franchise
cinematografico, le due parti di Harry Potter e i Doni della Morte.
Tenet,
l’attesissimo nuovo film di Christopher Nolan, è ancora atteso nelle sale
americane per il prossimo luglio. Al momento è impossibile
prevedere se la Warner Bros. deciderà o meno di posticiparne
l’uscita: tutto dipenderà dal tipo di quadro che si prospetterà a
livello mondiale tra i mesi di maggio e giugno (come
vi avevamo già spiegato in quest’articolo).
In attesa di scoprire quale sarà il
futuro di Tenetal
cinema, parliamo di uno dei più grandi misteri che da sempre
aleggia attorno all’uscita di una nuova opera di Nolan, ossia la
trama del film. In effetti, sono ancora pochissime le informazioni
a proposito della storia che verrà raccontata in Tenet:
secondo alcuni potrebbe essere collegato ad
Inception, andando così ad espandere l’universo
raccontato nel film con
Leonardo DiCaprio del 2010.
Sembra, però, che neanche i membri
del cast siano a conoscenza dell’effettiva trama del film, come
dichiarato in una recente intervista da
Michael Caine, attore feticcio di Nolan che sarà
presente anche in Tenet (dopo aver lavorato con il regista
britannico in
Interstellar,
The Prestige, la trilogia de Il cavaliere oscuro e il già citato
Inception).
Intervistato da
The Hindu, Caine ha parlato del suo sodalizio artistico con
Nolan, confessando che neanche lui sa effettivamente di cosa parla
il nuovo film, e di non sapere neanche
cosa voglia dire il titolo. Queste le sue dichiarazioni:
“Nolan è così riservato che non
mi ha fatto leggere la sceneggiatura. Ho lavorato sul set per un
giorno intero e mi ha dato soltanto le pagine con le mie scene. Ho
fatto la mia parte e girato soltanto con John David Washington. Non
ho più saputo nulla del film da allora.”
Tenet, il
nuovo film di Christopher
Nolan, vede protagonista John David
Washington insieme a Robert
Pattinson e Elizabeth
Debicki.
Con Tenet, i
fan stanno pensando che la fine di Inception è
stata reale, non si sia trattato di un sogno, e che ora vedremo la
storia di quei bambini, espandendo così l’universo di Inception,
consentendo anche l’esplorazione di nuovi temi e nuove storie. Come
ipotizzato da The Hollywood Reporter, Tenetpotrebbe
rivelare che la tecnologia dei sogni sviluppata per i militari
in Inception è
andata ancora oltre, o è stata sviluppata in qualcosa di ancora più
pericoloso, questa volta permettendo alle missioni di spionaggio di
non funzionare nel regno dei sogni ma di attraversare tempo.
Forse gli eventi di Inception hanno
avuto conseguenze terribili e impreviste, portando la prossima
generazione a dover affrontare proprio quei cambiamenti.
È possibile, anzi probabile,
che Tenet sia
completamente scollegato da Inception. Una
delle cose che rende così affascinante il film del 2012 è il finale
ambiguo, dato che i fan possono decidere da soli se il ritorno a
casa di Dom nella sua famiglia è reale o è un sogno. Se Tenet fosse
davvero un sequel di Inception, potrebbe risolvere questa
ambiguità. Ma per ora si tratta solo di congetture.
Il film, il primo lungometraggio di
Nolan dal 2017, anno di Dunkirk, viene
descritto come un’epica storia action che si svolge nel mondo dello
spionaggio internazionale. Il regista ha scritto la sceneggiatura
da un’idea originale e le riprese in sette paesi sono ora in
corso.
Lo studio ha già fissato la data di
uscita per il 17 luglio 2020. Nolan ed Emma Thomas producono, con
Thomas Hayslip produttore esecutivo. Il team di Tenet include
il direttore della fotografia di Dunkirk Hoyte van Hoytema (girato in un
mix di Imax e 70mm) e la montatrice Jennifer Lame, lo
scenografo Nathan Crowley, il costumista Jeffrey
Kurland e il supervisore del VFX Andrew Jackson.
Lo Studio Ghibli è
ormai noto nel mondo per i propri film d’animazione, opere di
qualità realizzate con una cura oggi difficilmente riscontrabile
altrove. Veri e propri dipinti in movimenti, i lungometraggi dello
studio giapponese sono oggi celebrati in ogni dove, e tra i più
apprezzati vi è Il castello
errante di Howl, diretto da Hayao
Miyazaki. Distribuito al cinema nel 2004, questo si è
da subito imposto come uno dei migliori titoli d’animazione degli
ultimi decenni, ottenendo importanti riconoscimenti e
apprezzamenti. Ecco 10 cose che non sai su Il castello
errante di Howl.
Parte delle cose che non sai sul
film
Il castello errante di Howl: la
trama del film
10. È ambientato in un mondo
magico. Protagonista del film è la giovane Sophie, la
quale si trova ad essere salvata dal misterioso mago Howl nel
momento in cui subisce un’aggressione. Questi la introduce
involontariamente in un mondo ricco di magia, dove la strega delle
Lande Desolate la trasformerà in un’anziana signora poiché gelosa
del rapporto della ragazza con Howl. Incomincerà così un lungo
viaggio per cercare di spezzare l’incantesimo, e tornare alla
normalità.
Il castello errante di Howl è su
Netflix
9. È disponibile sulla
celebre piattaforma. Lo Studio Ghibli ha
ad inizio 2020 annunciato una partnership con il colosso dello
streaming Netflix. Tutti i
film dello studio sarebbero infatti stati distribuiti sulla
piattaforma digitale nell’arco di due mesi, permettendo così al
pubblico di tutto il mondo di poterne fruire. Il
castello errante di Howl è stato uno degli ultimi
arrivati, divenuto disponibile il 1 aprile.
Il castello errante di Howl è
tratto da un romanzo
8. Il film è un adattamento
cinematografico. In pochi sanno che il film non nasce da
un’idea originale, bensì dall’omonimo romanzo di Diana
Wynne Jones. Pubblicato nel 1986 in Inghilterra, il libro
è il primo di una trilogia fantasy. Divenuto particolarmente
celebre e amato in diversi paesi del mondo, questo ha raggiunto
l’attenzione di Miyazaki, il quale ne comprò i diritti per trarne
un film d’animazione.
7. Nel romanzo non c’è
nessuna guerra incombente. Una delle maggiori differenze
operate in fase di trasposizione è quella inerente al tema bellico.
Nel film infatti il regista inserisce tale elemento poiché
all’epoca particolarmente scosso dalla guerra in Iraq. All’interno
del romanzo, invece, non si accenna ad alcun conflitto
incombente.
6. Alcuni personaggi hanno
subito delle trasformazioni. Per poter inserire nel film
il maggior numero di elementi presenti nel romanzo, alcuni
personaggi sono stati uniti in un’unica figura. Ad esempio, la
celebre maga Suliman, negromante di corte e antica maestra di Howl,
è l’unione di due personaggi del libro: il mago di corte Suliman e
la signora Pentstemmon, maestra di Howl.
Parte delle cose che non sai sul
film
Il castello errante di Howl: i
personaggi del film
5. Il protagonista maschile
ha avuto un celebre doppiatore. Nel corso del film Howl si
rivela essere un potente mago, residente nel celebre castello che
si sposta senza meta per le lande desolate. Nella versione inglese
del film, il personaggio è stato doppiato dall’attore Christian
Bale. Dopo aver visto e amato La città incantata, questi fece di tutto pur di poter
partecipare ad uno dei film del noto studio giapponese.
4. Sophie è stata doppiata
in modo differente a seconda del paese. All’interno del
film il personaggio della protagonista Sophie passa da una giovane
età all’essere anziana, il tutto per via di un incantesimo. Per via
di questa trasformazione, il suo doppiaggio è stato adattato in
modi differenti. In Giappone e in Italia ha infatti la voce di
un’unica attrice per entrambe le età, per la versione inglese
invece si è scelto di assegnare la parte ad un’attrice giovane e
una anziana.
3. Uno dei personaggi è
ispirato ad un simbolo della Seconda Guerra Mondiale. Tra
i personaggi più curiosi e iconici del film vi è quello di Testa di
Rapa. Egli, il cui vero nome è Justin, è in realtà un principe
trasformato in spaventapasseri da un maleficio. Per la sua
realizzazione Miyazaki, grande appassionato di conflitti bellici,
si ispirò al personaggio di Spauracchio, simbolo del 22° Gruppo
autonomo caccia terreste.
Il castello errante di Howl a
Venezia
2. Fu presentato alla Mostra
del Cinema. Nel 2004 il film viene portato nel concorso
ufficiale della
Mostra del Cinema di Venezia, entrando così in
competizione per il Leone d’Oro. Il film non vinse il premio, ma
venne accolto in maniera estremamente positiva da parte della
critica e pubblico, permettendo così all’opera di intraprendere un
ricco percorso all’interno della stagione dei premi.
Il castello errante di Howl: le
frasi più belle del film
1. È ricco di frasi divenute
celebri. I film di Miyazaki sono noti non solo per la
bellezza delle loro inquadrature, ma anche per le frasi ricche di
poesia e umanità che arricchiscono i personaggi. Ecco dunque alcune
tra le frasi più belle del film:
– Ma quanti sono i nomi che usi,
eh Howl? – Solo quelli che mi servono per vivere libero.
(Sophie e Howl)
– Quando sei anziano, tutto
quello che ti va di fare è guardare il paesaggio. È così strano.
Non mi ero mai sentita così in pace prima d’ora. (Sophie)
– Vedi quel nuovo colore sul
quadrante? È un nuovo portale. Un regalo per te. Vieni a
vedere. (Howl)
– A quanto pare il tuo vero
amore è innamorato di qualcun altro! (Strega delle Lande)
Quello di Dominic
Cooper è un volto in cui è facile essersi imbattuti almeno
una volta. Negli anni l’attore ha infatti partecipato a celebri
film, dove ha avuto modo di recita al fianco di noti divi
hollywoodiani. Di recente si è inoltre affermato anche sul piccolo
schermo, dove ha consolidato la propria notorietà partecipando a
popolari serie TV. Ecco 10 cose che non sai di Dominic
Cooper.
9. Ha preso parte a
produzioni televisive. Dopo essere comparso sul piccolo
schermo nella serie I mondi infiniti di H. H. Wells
(2001), l’attore torna sporadicamente in televisione per recitare
in serie come Down to Earth (2004) e Ragione e
sentimento (2008). Nel 2014 è Ian Fleming in Fleming:
Essere James
Bond (2014), e nuovamente Howard Stark in Agent
Carter (2015-2016). A partire dal 2016 è il protagonista della
serie Preacher, conclusasi nel 2019.
8. Ha partecipato al
doppiaggio di un film. Nel 2010 l’attore esordisce nel
mondo del doppiaggio prestando la propria voce alla tartaruga Sammy
nel film d’animazione belga Le avventure di Sammy. Ad oggi
Cooper non ha più ricoperto il ruolo di doppiatore, ma tornerà a
farlo in occasione dell’attesa serie animata MarvelWhat If… ?,
prevista per il 2021, dove tornerà a ricoprire il ruolo di Howard
Stark.
Dominic Cooper e Ruth Negga
7. Ha recitato con una sua
fidanzata. Dal 2010 l’attore rivela pubblicamente la
propria relazione con l’attrice Ruth
Negga, conosciuta durante le prove dello spettacolo
teatrale Phèdre. I due sono poi andati a vivere insieme a
Londra, loro città natale. Hanno poi recitato più volte insieme,
come nel film Warcraft e la serie Preacher. Nel
2018 i due annunciano di essersi separati, ma il fatto era in
realtà avvenuto due anni prima.
6. Hanno recitato nel ruolo
di due fidanzati. Nella serie Preacher i due
attori hanno ricoperto il ruolo di Jesse Custer e Tulip, fidanzati
all’interno della serie. Nel prepararsi per l’audizione, la Negga
aveva chiesto all’attore di darle una mano nella preparazione.
Leggendo la sceneggiatura, Cooper, si interessò così tanto al ruolo
da richiedere un’audizione per la parte, riuscendo infine ad
ottenere il ruolo.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Dominic Cooper e Amanda
Seyfried
5. Ha avuto una relazione
con la nota attrice. A partire dal 2008, l’attore
intraprende una relazione con la collega Amanda
Seyfried, conosciuta sul set del film Mamma
mia, dove interpretavano una coppia di fidanzati prossimi alle
nozze. Nella realtà, tuttavia, i due si sono separati nel 2010.
4. Non hanno avuto problemi
a recitare di nuovo insieme. A ben dieci anni di distanza,
i due attori sono stati richiamati sul set per il sequel Mamma
mia! Ci risiamo, dove hanno ripreso i rispettivi ruoli. I due
hanno tuttavia affermato di non aver avuto problemi nel recitare di
nuovo insieme, essendo rimasti comunque in buoni rapporti.
Dominic Cooper in Preacher
3. Interpretare il
personaggio è stata una sfida. L’attore ha affermato che
dare vita a Jesse nel corso della prima stagione di
Preacher è stato particolarmente impegnativo. Per via
della personalità e dello stato d’animo del personaggio,
particolarmente mutevoli, Cooper aveva infatti la sensazione di
star interpretando ogni settimana un personaggio diverso.
2. Conosceva l’arco
narrativo del personaggio. Spesso gli attori delle serie
non sanno cosa accadrà al proprio personaggio. Non è questo il caso
di Cooper, che invece ha partecipato alle sessioni di scrittura
della serie, sapendo per tanto cosa sarebbe accaduto al personaggio
nel corso delle varie stagioni.
Dominic Cooper: età e altezza
1. Dominic Cooper è nato a
Londra, Inghilterra, il 2 giugno 1978. L’attore è alto
complessivamente 177 centimetri.
Le riprese di Shazam
2, l’annunciato sequel sarebbero dovuto partire
quest’estate: a causa della pandemia di Covid-19, però, la Warner
Bros. potrebbe decidere di posticipare l’inizio della produzione
del film, atteso nelle sale – salvo cambiamenti in corsa – per
aprile 2022.
In una recente intervista con
ComicBook, il regista David F. Sanberg ha
aggiornato proprio sui lavori attorno al sequel e parlato di un
ipotetico slittamento dell’inizio della produzione. Sandberg ha
rivelato che lui e il suo team creativo sono ancora alle prese con
la pre-produzione, impegnati a terminare la sceneggiatura:
“Vedremo come si metteranno le cose… dovremmo iniziare a girare
quest’anno”, ha dichiarato il regista.
“Chi può saperlo per quanto
andrà avanti questa situazione? Tante produzioni e tanti film sono
stati rimandati, quindi vedremo quale sorte toccherà a
Shazam”, ha aggiunto Sandberg. “Per ora, continuo a
lavorare alla sceneggiatura. Ci stiamo ancora lavorando… una volta
che sarà terminata, vedremo tra un paio di mesi come sarà la
situazione.”
Sempre parlando con
ComicBook a proposito della sceneggiatura del sequel, il
regista ha fatto riferimento a Black
Adam, rivelando che il cinecomic con Dwayne
Johnson non sta influenzando la stesura dello
script del suo film:
“Non ho parlato con il team
dietro Black Adam. Immagino che la Warner e la DC siano
perfettamente al corrente di tutto quello che accade all’interno
dei film. Magari hanno un piano più grande… ad oggi, non so cosa
abbiano in mente. Però, sono molto curioso di vedere quel
film…”
Shazam!è
uscito nelle sale ad aprile 2019. Nel cast
Zachary Levi, Asher Angel,
Mark Strong, Jack Dylan Grazer, Grace Fulton, Faithe Herman,
Ian Chen, Jovan Armand, Cooper Andrews, Marta
Milans e Djimon
Hounsou.
Abbiamo tutti un supereroe dentro
di noi, ci vuole solo un po’ di magia per tirarlo fuori. Nel caso
di Billy Batson, basterà gridare una sola parola – SHAZAM! – affinché questo ragazzo adottato di 14 anni
si trasformi nel Supereroe per gentile concessione di un antico
mago. Ancora bambino all’interno di un corpo divino, Shazam si
diverte nella versione adulta di se stesso facendo ciò che
qualsiasi adolescente farebbe con i superpoteri: divertirsi!
Volare? Vedere a raggi X? Saltare i compiti a scuola? Shazam vuole
testare i limiti delle sue capacità con la gioiosa imprudenza di un
bambino, ma dovrà padroneggiare rapidamente questi poteri per
combattere le forze mortali del male controllate dal Dr. Thaddeus
Sivana.
C’è una domanda che tutti i fan dei
personaggi dei fumetti DC si chiedono: quale sarà il rating del
film? Sarà vietato ai minori? Ricordiamo che il film di David Ayer aveva ricevuto da parte dell’MPAA
un PG-13, ossia un divieto ai minori di 13 anni non accompagnati,
cosa che – inutile negarlo! – ha impedito al film di essere tanto
violento ed estremo quanto lo erano da sempre i suoi
personaggi.
Adesso, durante un Q&A su
Twitter, James Gunn ha stuzzicato la curiosità dei fan
rivelando di conoscere il rating che avrà il suo film, ma di non
poterlo ancora rivelare. Considerati i personaggi che compongono la
Squadra Suicida, un divieto ai minori di 17 anni (il famoso
“restricted” imposto anche a Joker
di
Todd Phillips) potrebbe far sperare in un film molto diverso
rispetto a quello arrivato al cinema nel 2016, permettendo anche a
Gunn di poter giocare maggiormente con i dialoghi e con le scene
d’azione.
Il cast ufficiale comprende i
veterani Margot
Robbie (Harley Quinn), Viola
Davis (Amanda Waller), Joel
Kinnaman (Rick Flag) e Jai
Courtney (Captain Boomerang) insieme alle new
entry Idris
Elba, Michael Rooker,
Peter Capaldi, Nathan
Fillion, Sean Gunn, David Dastmalchian, Storm
Reid, Taika
Waititi eJohn Cena. Nel
film reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin
Cosio, Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz,
Alice Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.
Secondo le ultime
indiscrezioni, Nathan
Fillion dovrebbe interpretare Arm-Fall-Off-Boy, che i
lettori dei fumetti ricorderanno come il criminale con la capacità
di staccare i propri arti e usarli come armi, potere guadagnato
grazie ad un elemento metallico antigravità. Altri nomi circolati
nelle ultime settimane sono Ratcatcher e Peacemaker, ma i report segnalano
che Sean Gunn potrebbe vestire i panni
di Weasel e Flula Borg quelli di
Javelin; Pete Davidson potrebbe
interpretare Blackguard, mentre Michael
Rooker Savant.
Mettete su i vostri auricolari ed
ascoltate una delle scene più epiche di Avengers: Endgame in 8D!
La tecnologia, che dà un’esperienza
tutta nuova dell’audio, è stata applicata alla scena in cui,
attraverso i portali di Doctor Strange, tutti i vendicatori
si schierano accanto a Steve Rogers, sul campo di
battaglia, per fronteggiare l’esercito di Thanos.
Ricordiamo che Avengers:
Endgame è il film di maggiore incasso
dell’anno, nonché il più grande successo dei Marvel Studios, che con l’avventura diretta
da Anthony e Joe Russo hanno chiuso un
arco narrativo lungo 22 film e 11 anni, portando a termine un
esperimento produttivo senza pari.
Forse è un genere che non metterà
d’accordo tutti, ma è innegabile quanto i film horror forniscano – almeno a chi è in
grado di apprezzarli – una sensazione di catarsi. Si tratta di un
genere che concede allo spettatore la possibilità di esplorare e di
confrontarsi con le sue paure e le sue ansie più profonde,
nonostante troppo spesso goda di una “cattiva reputazione”.
Di seguito abbiamo pensato di
raccogliere 10 film claustrofobici (perché magari basati sul tema
dell’isolamento o perché ambientati all’interno di una singola
location) che sono tranquillamente reperibili su Netflix e che, forse, potrebbero aiutarvi a
trascorrere meglio queste giornate di reclusione forzata.
Dopotutto, quale momento migliore per lasciarsi andare ad un buon
film horror e magari riflettere con più attenzione e con i dovuti
pesi e misure su quanto stiamo vivendo?
Il gioco di Gerald
Diretto da
Mike Flanagan (regista del più recente Doctor
Sleep),Il gioco di Gerald è forse uno dei suoi lavori più
sottovalutati. Basato sull’omonimo romanzo del maestro del brivido
Stephen King, il film segue la sfortunata Jessie Burlingame
che, a causa di un gioco erotico finito male, si ritrova
ammanettata ad un letto senza alcuna possibilità di fuga. Sorretto
da momenti visivamente suggestivi e da una sceneggiatura a dir poco
perfetta, Il gioco di Gerald è una delle rappresentazioni
più intime dell’orrore e delle sue conseguenze, soprattutto a
livello psicologico. Intrecciando momenti tensivi ad altri
particolarmente inquietanti, è un film che vi resterà “addosso”
anche dopo la fine della sua visione.
Sono la bella creatura che vive in questa casa
Forse uno degli horror presenti su
Netflix che ha destato maggiori discussioni tra gli
utenti: al di là di ogni personalissimo (e legittimo) giudizio,
Sono la bella creatura che vive in questa casa è uno dei
film a tema più interessanti disponibili al momento sulla
piattaforma. Scritto e diretto dal nuovo talento dell’horror Osgood
Perkins (figlio del più celebre Anthony), il film sfrutta la
collaudata formula della casa stregata per costruire un racconto
atipico e disturbante. Prendendosi i suoi tempi, costruendo la
tensione in maniera lenta e graduale, e senza mai scadere nei
cliché più abusati, Sono la bella creatura che vive in questa
casa è sostanzialmente un crescendo di inquietudine. Un film
destinato sicuramente a dividere, ma senza alcun dubbio adatto a
chi è in cerca di una grande storia di fantasmi che richiama alcuni
grandi classici del passato.
Il buco
Si tratta
di un’aggiunta abbastanza recente al catalogo Netflix, tanto
bizzarra quanto inquietante. Il buco è un horror spagnolo
ambientato in un mondo distopico in cui i cittadini – divisi per
classe – sono intrappolati in un grattacielo claustrofobico: il
cibo viene consegnato ai residenti da una piattaforma discendente
che dai piani superiori arriva fino a quelli inferiori;
naturalmente, a mano a mano che si procede dall’alto verso il
basso, la piattaforma contiene soltanto avanzi. I piani vengono
rimescolati in base al comportamento e alla conformità dei
cittadini, facendo così de Il buco una riflessione amara e
non poco contorta sulla società, sulla lotta di classe e sulla
politica, con richiami all’orrore orwelliano descritto nei romanzi
del celebre scrittore.
Nell’erba alta
Quando Becky, incinta, e il suo
amorevole fratello Cal compiono un viaggio in auto attraverso la
campagna per raggiungere la casa della zia, vengono improvvisamente
distratti dal suono di un giovane ragazzo in difficoltà nascosto
tra l’erba di un campo vicino, che richiama la loro attenzione.
Spinti ad indagare, i fratelli si addentrano nel campo e vengono
ben presto trascinati in un inevitabile incubo tra veglia e sogno e
perseguitati da una misteriosa entità soprannaturale. Nonostante
sia ambientato in un grande spazio aperto, Nell’erba
alta riesce comunque a restituire allo spettatore quella
schiacciante sensazione di claustrofobia. Basato sull’omonimo
racconto scritto da
Stephen King e da suo figlio Joe Hill, si tratta di un
adattamento abbastanza fedele della storia originale
Outfall
Un uomo rapisce la proprietaria di
un negozio di fiori e la rinchiude in una piccola stanza
insonorizzata all’interno del suo appartamento nel tentativo di
estorcerle un segreto sul suo passato. Interpretato da Kelly Reilly
e Luke
Evans (nelle inediti vesti di un apparente psicopatico),
Outfall – conosciuto anche col titolo 10×10 – è
un discreto thriller claustrofobico ambientato quasi interamente
all’interno di una stanza di reclusione, con soltanto due
personaggi. Un gioco delle parti che sembra chiaro fin dall’inizio
ma che, a mano a mano, svelerà sembra più verità e colpi di scena
inaspettati.
Panic Room
Ovviamente, non potevamo fare
riferimento ad almeno un grande classico del genere. Panic
Room, diretto da
David Fincher nel 2002, è uno dei thriller claustrofobici più
riusciti della storia del cinema contemporaneo. Una donna (Jodie
Foster) e sua figlia (una giovanissima
Kristen Stewart) si ritrovano a giocare al gatto e al topo con
tre rapinatori (uno dei quali interpretato da
Jared Leto) nella loro casa di New York City, nascondendosi in
una camera blindata. Cos’altro aggiungere? Un grande classico da
scoprire e riscoprire ancora…
Creep
Scritto, prodotto e interpretato dal
prolifico attore, sceneggiatore e regista Mark Duplass,
Creep è stata una piacevole sorpresa per molti fan
dell’horror quando uscì nel 2014. Grazie alla sua trama contorta e
al suo umorismo cupo, il film è riuscito a respirando nuova linfa
vitale al sottogenere del found-footage, senza dimenticare
l’affascinante performance dello stesso Duplass che ha contribuito
a rendere il film un vero e proprio cult tra la cerchi di
appassionati. Il film segue le vicende di un videografo al verde
che accetta un lavoro in una cittadina sperduta tra le montagne per
scoprire soltanto in seguito che il suo cliente ha in mente un
piano decisamente inquietante. Sempre su Netflix è presente anche
il sequel, Creep 2, uscito nle 2017. Un terzo capitolo è
attualmente in fase di produzione.
Il rituale
Quattro amici legati da una lunga ma
difficoltosa amicizia, fanno un viaggio nella selvaggia natura
svedese, dalla quale potrebbero non fare più ritorno. Al pari di
Nell’erba alta, anche Il rituale, pur
non svolgendosi all’interno di spazi molti ampi, è in grado di
instillare nello spettatore inquietudine ed angoscia per tutta la
sua durata. Il capanno abbandonato in cui si svolge la prima parte
dell’azione, mescolato alle ambientazioni naturali e selvagge
(piene di pericoli la cui origine è criptica e devastante) dove si
sviluppa il resto della storia e all’incertezza del destino dei
protagonisti, contribuiscono a genere un autentico senso di
claustrofobia.
Hush – Il terrore del silenzio
Se siete
alla ricerca di un home invasion davvero fatto bene,
allora Hush – Il terrore del silenzio del 2016, del già
citato
Mike Flanagan, è il thriller che fa al caso vostro. Il film
segue la storia di una scrittrice sorda che ha scelto di vivere in
solitudine tra i boschi ma che una notte è costretta a lottare per
sopravvivere quando un misterioso killer mascherato irrompe nella
sua abitazione. Incredibilmente teso e pieno zeppo di
jumpscare davvero ben congeniati, Hush – Il terrore
del silenzio si distingue come thriller/horror davvero
intelligente: la disabilità uditiva della protagonista Maddie,
infatti, è il punto cruciale da cui derivano tutte le paure
affrontate nel film. Un home invasion raccontato
attraverso una nuova prospettiva, forse non originalissimo ma
sicuramente degno di nota.
Madre!
Chiudiamo con uno dei film più
controversi degli ultimi anni, Madre! di Darren Aronofsky con
Jennifer Lawrence. Destinato a far parlare di sé ancora negli
anni a venire (come, del resto, fanno i veri grandi film!), il film
racconta della vita privata di un poeta e di quella di sua moglie
che va lentamente in pezzi quando una serie di ospiti sconosciuti –
a turno – cominciano a fare loro visita e ad invadere la loro casa
tranquilla e isolata. Un’opera controversa, disturbante e
profondamente inquietante, ricca di riferimenti biblici e
filosofici. Un viaggio allucinante e allucinato dal quale farsi
travolgere dall’inizio alla fine.
Lo scorso 24 marzo, al debutto di
Disney+, moltissimi abbonati
al servizio di streaming della Casa di Topolino avevano notato
l’assenza di uno dei classici d’animazione più amati della
produzione disneyana, La Spada nella
Roccia.
Da oggi, per fortuna, quella lacuna
del catalogo Disney+ è stata colmata e infatti
potete godere del film in tutta la sua magica bellezza (qui).
Rispolverate la magia del classico
con la bellissima introduzione del film:
La spada nella roccia
(The Sword in the Stone) è un film del 1963 diretto
da Wolfgang Reitherman. È un film d’animazione
prodotto dalla Walt Disney Productions e uscito negli Stati Uniti
il giorno di Natale del 1963, distribuito dalla Buena Vista
Distribution. 18° Classico Disney, fu l’ultimo ad uscire prima
della morte di Walt Disney ed è stato anche l’ultimo ad essere
prodotto tutto sotto la supervisione di quest’ultimo.