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Caity Lotz: 10 cose che non sai sull’attrice

Caity Lotz: 10 cose che non sai sull’attrice

Celebre per il suo ruolo televisivo in alcune note serie TV targate DC Comics, l’attrice Caity Lotz ha in breve tempo guadagnato le attenzioni del grande pubblico, costruendo una carriera divisa tra cinema e televisione. Affermatasi in diversi generi, grazie a cui ha potuto mettere alla prova la propria versatilità, l’attrice è oggi ricordata prevalentemente per il ruolo di White Canary, entrato rapidamente nell’immaginario televisivo. Ecco 10 cose che non sai di Caity Lotz.

Parte delle cose che non sai di Caity Lotz

Caity Lotz: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in alcuni noti lungometraggi. L’attrice debutta al cinema nel 2006 con il film Ragazze nel pallone – Tutto o niente, per poi recitare in The Pact (2012), The Machine (2013), Battle of the Year – La vittoria è in ballo (2013), The Pact 2 (2014), Missed Call (2015), 400 Days (2015), Small Town Crime (2017) e Year One (2018).

2. È celebre per i ruoli televisivi. La Lotz è ben più nota per le sue partecipazioni televisive, che la vedono inizialmente recitare con un ruolo ricorrente nella quarta stagione della serie Mad Men (2011), accanto all’attore Jon Hamm. Successivamente ha avuto un ruolo di rilievo nella serie Death Valley (2011), per poi ottenere il ruolo di Sara Lance, alias White Canary nella serie Arrow (2013-2020), condividendo la scena con l’attore Stephen Amell. Ruolo che riprenderà anche in Supergirl (2017-2019), Batwoman (2019), The Flash (2016-2019) e in modo più continuativo in Legends of Tomorrow (2016-2020).

3. Ha diretto un episodio della serie in cui recita. Particolarmente legata alla serie Legends of Tomorrow, che le ha permesso di ottenere una notevole celebrità, l’attrice ha compiuto il passo dietro la macchina da presa per firmare la regia dell’episodio Mortal Khanbat, la cui messa in onda negli Stati Uniti è prevista per il 25 febbraio 2020. Per l’attrice si tratta della prima esperienza come regista.

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Caity Lotz è su Instagram

4. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 2 milioni di persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie scattate in momenti di svago, come anche curiosità quotidiane. Non mancano inoltre diversi dietro le quinte dai set da lei frequentati, e immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.

Caity Lotz è single?

5. È molto riservata circa la sua vita sentimentale. Negli anni la Lotz si è dimostrata particolarmente restìa a condividere dettagli della propria vita sentimentale, preferendo tenere questa completamente nascosta ai media, ai fan e in generale ai riflettori che il lavoro da attrice porta inevitabilmente con sé. Per tanto, attualmente non è possibile sapere se la Lotz sia single o sia impegnata in una relazione.

Parte delle cose che non sai di Caity Lotz

Caity Lotz e Lady Gaga

6. Ha ballato per la nota cantante. Inizialmente la Lotz aveva intrapreso la carriera da ballerina, arrivando ad esibirsi per celebri cantanti nei loro spettacoli dal vivo o nei videoclip delle loro canzoni. Tra questi vi è la cantante Lady Gaga, e in particolare nei video ufficiali dei brani Paparazzi e LoveGame è possibile ritrovare la Lotz tra le ballerine presenti.

Caity Lotz: i suoi addominali

7. È nota per il suo fisico. Parallelamente alla carriera d’attrice, la Lotz ha continua a seguire la propria passione per le arti marziali, come anche del parkour. Tali discipline le hanno permesso di affermarsi anche come stuntman, tanto da non aver bisogno di alcuna controfigura durante le scene più complicate da girare. È dunque comprensibile che la Lotz sfoggi un fisico particolarmente scolpito, con degli addominali particolarmente evidenti.

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Caity Lotz in Arrow

8. È tornata a recitare nella serie. Dopo aver fatto parte delle prime stagioni di Arrow, l’attrice era stata poi trasferita in Legends of Tomorrow. Tuttavia nella settima stagione della serie dedicata al celebre arcere, la Lotz compie un annunciato ritorno nell’episodio Lost Canary. Stando a quanto dichiarato dall’attrice, la puntata è ispirata alle Birds of Prey, noto gruppo di supereroine DC.

9. Ha sostituito un’altra attrice. Inizialmente il ruolo di Sara Lance in Arrow era stato affidato all’attrice Jacqueline MacInnes Wood, che ha dato vita al personaggio per l’intera prima stagione. Alla fine di questa la Lance muore, salvo poi ritornare in vita nella seconda stagione con l’alias di White Canary e con il volto della Lotz, che sostituì dunque la precedente attrice.

Caity Lotz: età e altezza

10. Caity Lotz è nata a San Diego, California, Stati Uniti, il 30 dicembre 1986. L’attrice è alta complessivamente 168 centimetri.

Fonte: IMDb

Ricky Gervais: 10 cose che non sai sull’attore

Ricky Gervais: 10 cose che non sai sull’attore

Tra i più spietati e dirompenti comici attualmente in attività, Ricky Gervais è divenuto celebre per non avere peli sulla lingua, trovando sempre il modo più brillante per dire la sua su fatti di attualità e sull’ipocrisia vigente nel mondo dello spettacolo. Apprezzato anche per i suoi ruoli cinematografici e televisivi, Gervais ha in più occasioni dato prova di saper portare in scena una grande umanità, dimostrando di essere ben più di un cinico comico. Ecco 10 cose che non sai di Ricky Gervais.

Parte delle cose che non sai di Ricky Gervais

Ricky Gervais: i suoi film

1. Ha recitato in celebri film comici. Dopo essere divenuto comico come stand-up comedian, Gervais debutta al cinema con il film For Your Consideration (2006), per poi diventare volto ancor più noto grazie al film Una notte al museo (2006), con Ben Stiller. Successivamente recita in Stardust (2007), Ghost Town (2008), Una notte al museo 2 – La fuga (2009), Il primo dei bugiardi (2009), L’ordine naturale dei sogni (2010), Muppets 2 – Ricercati (2014), Notte al museo – Il segreto del faraone (2014), Special Correspondents (2016) e David Brent: Life on the Road (2016).

2. È noto per i suoi ruoli televisivi. Nel 1999 l’attore conquista il pubblico interpretando diversi personaggi in The Jim Taveré Show, per poi diventare celebre grazie al ruolo di David Brent nella serie britannica The Office (2001-2003). Negli anni successivi prende parte alle serie Extras (2005-2007), Life’s Too Short (2011-2013), Learn Guitar with David Brent (2013), e Derek (2012-2014). Dal 2019 è protagonista della serie Netflix After Life, dove ha messo in luce anche le proprie doti drammatiche.

3. È anche produttore, sceneggiatore e regista. Negli anni Gervais si è distinto come personalità poliedrica, ricoprendo anche il ruolo di sceneggiatore e regista dei film Il primo dei bugiardi, L’ordine naturale dei sogni e Special Correspondents, ma anche delle serie The Office, Extras, Life’s Too Short, Derek e After Life. L’attore ha poi prodotto anche tali titoli, insieme ad i suoi numerosi spettacoli da comico.

Ricky Gervais: i suoi show

4. Ha raggiunto il successo grazie ai suoi show comici. Dalla fine degli anni ’90 Gervais inizia a rendersi protagonista di diversi show da stand-up comedian, dando vita con questi a veri e propri tour in giro per il mondo e guadagnando ottimi riscontri di critica e pubblico. Tra i più noti si ricordano Animals (2003), Politics (2004), Fame (2007), Science (2009), Humanity (2017) e SuperNature (2020). Questi ultimi due sono disponibili anche sulla piattaforma di streaming Netflix.

Ricky Gervais: chi è la sua compagna

5. Ha una lunga relazione sentimentale. Gervais ha conosciuto la sua attuale compagna nel 1982, durante gli studi universitari a Londra. Questa è Jane Fallon, scrittrice e produttrice. I due sono sempre stati riservati circa la loro vita privata, e rare occasioni l’attore ha parlato della loro relazione. A riguardo ha affermato che non hanno intenzione di sposarsi poiché la ritengono una cerimonia superflua, come anche hanno espresso la volontà di non avere figli.

Parte delle cose che non sai di Ricky Gervais

Ricky Gervais in Humanity

6. È diventato uno dei suoi show più di successo. Con Humanity, Gervais torna alla stand-up comedian dopo anni di assenza. In questo show, distribuito su Netflix, l’attore dà sfogo alle sue opinioni, scagliando il proprio noto sarcasmo contro l’essere famosi, la mortalità e una società che prende tutto sul personale. Humanity è in breve diventato uno dei suoi più grandi successi, dando vita ad un fortunato tour in diversi paesi del mondo.

Ricky Gervais in The Office

7. È l’ideatore della serie. Nel 2001 Gervais ottiene grande notorietà grazie alla serie The Office, da lui ideata, scritta, diretta, prodotta e interpretata. Girata come un mockumentary, la serie si incentra sul personaggio di David Brent, direttore di una piccola filiale di un impresa cartaria. Gran parte del successo deriva dai frequenti tentativi di Brent di guadagnare l’approvazione dei suoi dipendenti, il più delle volte con risultati catastrofici.

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8. Ha ottenuto importanti riconoscimenti. Con tale serie Gervais ebbe accesso ad un vasto pubblico, ottenendo una grande popolarità. Per il suo dirompente ruolo arrivò a vincere un Golden Globe per il miglior attore in una serie televisiva musical o comedy. The Office è stata inoltre la prima ed unica serie britannica a vincere il premio come miglior serie televisiva comedy o musical.

Ricky Gervais e i Golden Globe

9. È noto per le sue conduzioni imprevedibili. Data la sua popolarità, Gervais è stato chiamato a condurre ben cinque edizioni dei premi Golden Globe, rispettivamente nel 2010, 2011, 2012, 2016 e 2020. Durante questi eventi ha guadagnato ulteriore notorietà per i suoi monologhi comici ma allo stesso tempo particolarmente critici nei confronti dei presenti in sala o dei più recenti fatti di attualità, rubando letteralmente l’attenzione di tutti.

Ricky Gervais: il suo patrimonio

10. È uno dei comici più ricchi del mondo dello spettacolo. Grazie ai suoi numerosi lavori come attore, produttore, regista e sceneggiatore, Gervais ha guadagnato negli anni numerosi riconoscimenti, che gli hanno permesso di raggiungere un patrimonio stimato di 130 milioni di dollari. Questo ha fatto di lui uno dei comici più redditizi e più ricchi del mondo dello spettacolo.

Fonte: IMDb

Bad Boys For Life: recensione del film con Will Smith

Bad Boys For Life: recensione del film con Will Smith

La tendenza di Hollywood di riproporre a distanza di anni sequel di fortunati film si ripresenta attraverso Bad Boys For Life, terzo capitolo della trilogia iniziata nel 1995 e proseguita nel 2003 dal regista Michael Bay, il quale ora cede la cabina di regia agli esordienti Adil El Arbi e Bilall Fallah. Come per gli altri casi di questo tipo, l’elemento su cui costruire la narrazione diventa il tempo trascorso, con tutti i cambiamenti che questo ha inesorabilmente portato con sé. Così, anche i due celebri ragazzacci protagonisti, interpretati nuovamente da Will Smith e Martin Lawrence, si trovano a fare i conti con un mondo le cui regole sono cambiate, e dove gli anni alle proprie spalle sono più di quelli che si hanno ancora davanti sé.

Al centro della trama di questo terzo episodio vi è la volontà dell’agente Marcus Burnett (Martin Lawrence) di appendere il distintivo al chiodo e andare in pensione, decisione presa in seguito al suo essere diventato nonno. Il suo collega, Michael Lowery (Will Smith) non è però entusiasta di questa sua scelta, desiderando ancora vivere grandi avventure in compagnia della sua spalla. L’occasione si presenta nel momento in cui alcuni spietati assassini tentano di uccidere Lowery, il quale non resterà con le mani in mano e si metterà in cerca di chi lo vuole morto, convincendo Burnett a seguirlo nell’impresa.

Bad Boys For Life: il tempo passa per tutti

Non è pensabile realizzare un sequel a distanza di diciassette anni senza prendere in considerazione il tempo passato tra un capitolo e l’altro. Di questo parere sono anche gli sceneggiatori Joe Carnahan e Peter Craig, che pongono già nella sequenza introduttiva la necessità dei protagonisti di prendere coscienza del non essere più gli agguerriti giustizieri di un tempo, trovandosi invece a confrontarsi con ruoli più “umili” come quelli dati dalla nascita di figli e nipoti.

Un cambiamento che non può non portare in campo tanta nostalgia, che diventa allo stesso tempo l’elemento di disaccordo tra i due protagonisti. Se Burnett assume un ruolo più pacato, Lowery al contrario cerca di rimanere dinamico ed esplosivo sino all’ultimo. Una contrapposizione permessa anche dalla differente fisicità portata in scena dai due attori protagonisti, dove Lawrence è appesantito dagli anni, Smith sembra non essere mai stato più in forma di così.

I due sceneggiatori costruiscono così un film che tiene conto delle differenze tra i due, ponendole in rilievo per poter dar vita a continue situazioni comiche, e sfruttandole anche per far evolvere la narrazione. Ne deriva un’opera che mantiene le sue caratteristiche da irriverente poliziesco, facendo però prevalere un aspetto umano che, comprensibilmente, nei precedenti capitoli era meno sottolineato, e che ora apporta invece nuovo valido materiale alla storia dei due bad boys.

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Nonostante tali premesse, Bad Boys For Life non manca di regalare adrenaliniche sequenze d’azione, riprendendo le caratteristiche dei precedenti due film e rielaborandole tenendo conto delle novità linguistiche generatesi negli anni. Nel suo mantenere quell’atmosfera da cop movie anni novanta, con la strana coppia di protagonisti, il temibile villain di turno, la violenza dilagante ma non gratuita e il linguaggio spinto, la pellicola sfoggia infatti un altro dei suoi pregi nel non scadere nelle esagerazioni che oggi sempre più spesso è facile ritrovare nel genere. Per riuscire in ciò sembra essere stato determinante non avere più Bay alla regia.

I due nuovi registi provenienti dal Belgio liberano infatti il film dagli eccessi di cui il cinema di Bay è costellato, ricercando un equilibrio tra la narrazione e l’intrattenimento visivo, senza che quest’ultimo finisca con l’oscurare il primo. Ciò significa meno azione, ma quella che c’è garantisce quel tasso di spettacolarità e di adrenalina che si ricerca in un film come questo, dimostrando allo stesso tempo quel controllo che spesso sembra invece sfuggire a Bay.

Ottenendo ciò, i registi riescono a raggiungere l’obiettivo di esaltare la coppia protagonista, vero e proprio carburante per il ritmo di un film che non manca ad ogni modo di porre sul piatto una forse esagerata presenza di eventi, che finiscono talvolta per essere sacrificati rispetto all’approfondimento che avrebbero invece meritato. Se si tralasciano alcune leggerezze di sceneggiatura, tuttavia, sarà possibile fruire di un prodotto pensato per intrattenere al meglio il suo pubblico, e che ci racconta qualcosa di più sui suoi due brillanti protagonisti.

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Hilary Swank: 10 cose che non sai sull’attrice

Hilary Swank: 10 cose che non sai sull’attrice

Celebre e apprezzata attrice, Hilary Swank ha negli anni recitato in celebri film hollywoodiani, affermandosi per la devozione riposta nel dar vita ai personaggi a lei affidati. Grazie al suo talento l’attrice ha inoltre potuto ottenere alcuni dei premi più prestigiosi dell’industria, continuando ancora oggi a distinguersi per la sua versatilità e la ricerca di progetti sempre diversi tra loro. Ecco 10 cose che non sai di Hilary Swank.

Hilary Swank: i suoi film

1. Ha recitato in celebri lungometraggi. La Swank debutta con un ruolo da co-protagonista nel film Buffy – L’Ammazza Vampiri (1992), per poi ottenere una prima celebrità grazie al film Karate Kid 4 (1994). Successivamente recita nei film A volte ritornano ancora (1996), Lolita – I peccati di Hollywood (1997) e Boys Don’t Cry (1999), che ne consacra la carriera. Qui la Swank recita accanto all’attrice Chlöe Sevigny. Negli anni seguenti prende parte ai film The Gift (2000), Insomnia (2002), The Core (2003), Ore 11:14 – Destino fatale (2003), e Million Dollar Baby (2004), di Clint Eastwood, dove dà vita ad una delle interpretazioni migliori della sua carriera. In seguito recita nei film Black Dahlia (2006), PS. I Love You (2007), Amelia (2009), Capodanno a New York (2011), The Homesman (2014), La truffa dei Logan (2017), I Am Mother (2019) e The Hunt (2020).

2. Ha preso parte a produzioni televisive. All’inizio della sua carriera la Swank recita in alcune puntate di serie TV come Evening Shade (1991-1992), Genitori in blue jeans (1991-1992), Camp Wilder (1992) e Beverly Hills 90210 (1997-1998). Reciterà poi anche nei film televisivi Victim of Rage (1994), Terror in the Family (1996), Prove mortali (1997), Delitto senza movente (1997) e MAry e Martha (2013). Nel 2018 è tra i protagonisti della serie Trust – Il rapimento Getty, mentre prossimamente è attesa nella serie Away.

3. Si è affermata come produttrice. Nel corso degli anni l’attrice ha svolto anche il ruolo di produttrice, in particolare per alcuni lungometraggi da lei anche interpretati. Tra questi si annoverano i film Ore 11:14 – Destino fatale, Beautiful Ohio (2006), Amelia, The Resident (2011), Something Borrowed – L’amore non ha regole (2011), Qualcosa di buono (2014) e What They Had (2018).

4. Ha partecipato al doppiaggio di una nota serie. Tra il 2019 e il 2020 la Swank presta la voce al personaggio di Joey Pogo, famosa pop star presente in alcuni episodi dell’ultima stagione della celebre serie animata BoJack Horseman, distribuita su Netflix.

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Hilary Swank: chi è il marito

5. Conobbe il primo marito sul set di un film. Nel 1997 la Swank sposa l’attore e regista Chad Lowe, conosciuto sul set del film Lolita – I peccati di Hollywood, dove entrambi recitavano. Un divertente aneddoto riguardante la coppia è quello che vede l’attrice dimenticarsi di ringraziare Lowe durante il suo discorso per l’Oscar vinto nel 2000. L’attrice avrà tuttavia modo di rimediare alla dimenticanza nel 2005, quando ritirerà il suo secondo Oscar. Tuttavia, nel 2006, la coppia annuncia la separazione e in seguito il divorzio.

6. Si è sposata una seconda volta. Dopo alcune relazioni di diversi anni, l’attrice ha annunciato nel giugno del 2018 le nozze con Philip Schneider, produttore conosciuto tramite amici comuni. I due hanno celebrato l’evento in un ranch in California, circondati da sequoie e alberi secolari.

Hilary Swank e gli Oscar

7. Ha vinto l’ambito premio. L’attrice vanta due nomination ai premi Oscar come miglior attrice protagonista, ed in entrambe le occasioni ha poi riportato la vittoria, facendo di lei una delle poche interpreti ad aver vinto per ogni volta in cui è stata nominata. L’Oscar vinto per Million Dollar Baby di Clint Eastwood ha poi fatto di lei la prima interprete a vincere tale premio per il ruolo di un pugile donna.

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Hilary Swank in Karate Kid 4

8. È il ruolo che l’ha resa celebre. Dopo il successo della trilogia di Karate Kid, la produzione decise di realizzare un quarto capitolo. Tuttavia l’attore Ralph Macchio annunciò che non avrebbe ripreso il ruolo di Daniel LaRusso. Per sostituirlo, fu indetto un casting per una protagonista femminile. La Swank vinse la parte battendo oltre 500 candidate, e grazie a quel ruolo avrebbe poi ottenuto grande popolarità.

Hilary Swank e il suo fisico

9. È da sempre una sportiva. Sin da giovane la Swank si è dichiarata un amante dello sport, partecipando anche come nuotatrice alle Olimpiadi giovanili e ai campionati dello Stato di Washington. Questa sua passione la caratterizza ancora oggi, e grazie anche ai ruoli da lei ricoperti, da Karate Kid 4 a Million Dollar Baby, ha avuto in più occasioni di sfoggiare un fisico particolarmente allenato.

Hilary Swank: età e altezza

10. Hilary Swank è nata a Lincoln, nel Nebraska, Stati Uniti, il 30 luglio 1974.

Fonte: IMDb

Onward – Oltre la magia: Dan Scanlon e i doppiatori italiani presentano il film

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Si è svolta a Roma la presentazione alla stampa di Onward – Oltre la magia, il nuovo film Disney Pixar diretto da Dan Scanlon che arriverà nelle sale italiane a partire dal 16 aprile. Presente all’incontro stampa c’era non solo il regista, noto agli appassionati Pixar per aver diretto Monsters University, ma anche parte del cast di doppiatori italiani: Sabrina Ferilli, Raul Cremona, Favj, Fabio Volo e David Parenzo.

Sabrina Ferilli, che non è nuova al doppiaggio e al lavoro con Pixar, ha esordito: “Io adoro il doppiaggio, e non capita a tutti, a me piace proprio. È un’arte a sè stante. Poi c’è da dire che ti può aiutare, quando devi doppiare te stessa in scene dal vero che non sono venute bene. E mi piacciono i film animati. Doppiare Laurel è stata un’esperienza ottima.”

Favij, che pure ha già lavorato come doppiatore per la Pixar in Ralph Spacca Internet, è invece figlio unico quindi forse un po’ distante dalla storia del film, che racconta l’avventura di due fratelli orfani di padre, sulle tracce del genitore. “Già dal trailer ho visto una forte somiglianza del protagonista con me. Non mi era mai successo prima d’immedesimarmi così in un film, era da tempo che non piangevo al cinema. Pensavo a come avrei agito io al suo posto, da figlio unico. Per me mio padre è stato anche un po’ mio fratello.”

Fabio Volo, invece, dà la voce al papà dei due elfi, anche questo un ruolo marginale, a dispetto della centralità della figura del padre. “Ho fatto altre esperienze di doppiaggio, trovo che sia un ponte tra la radio e la recitazione. Ho seguito bene la storia, poi ho due figli maschi. Il tema mi ha ricordato una canzone di Janis Joplin, dove un verso fa: I would trade all my tomorrow for a single yesterday (Scambierei tutti i miei domani per un solo ieri, Me and Bobby McGee, ndr). Il film risponde a un desiderio profondo di recuperare le cose che prima eravamo troppo piccoli per capire, di parlare con tuo padre come faresti ora, da uomo a uomo.”

David Parenzo, anche lui voce in un breve cameo, è felice del suo impegno, seppur minimo: “Sono contento di averlo fatto per i miei tre figli, che tra poco saranno quattro. È un onore, perché il film ha tantissimi livelli di lettura. Non lo dico per fare una marchetta: siamo davanti a un’esperienza familiare che può essere condivisa da grandi e piccoli.”

Raul Cremona, anche lui ospite della conferenza, pronuncia una sola parola, ovviamente magica: “Io volevo fare il mago sin da quando avevo 16 anni, ma la magia che vale la pena di scoprire è quella nelle persone. Non devi smettere di provare a essere chi ti senti di essere.”

Onward - Oltre la magia conferenza

Ospite d’onore però è stato Scanlon in persona, che ha portato sullo schermo una storia che ha un fortissimo spunto personale. Il regista ha infatti un fratello e i due sono rimasti orfani di padre quando erano troppo piccoli per ricordarlo. “Io e mio fratello ci siamo sempre chiesti come sarebbe stato trascorrere una giornata con nostro padre e questo è stato l’inizio, la genesi di Onward- oltre la magia”.

A chi dice che il film parla di legami familiari, Scanlon risponde che se da una parte quella è la lettura più immediata e giusta, c’è anche un’altra componente molto importante nella storia: “Credo sia un film che parla di sostegno, di persone che nella nostra vita hanno fatto di tutto per aiutarci a diventare quello che siamo, un fratello, un amico, un insegnante. C’è sempre qualcuno nella vita che ci ha aiutato a diventare quello che siamo oggi e questo è un modo per ringraziare queste persone.”

Onward – Oltre la magia è il primo film Pixar che presenta un personaggio apertamente omosessuale, un ruolo minuscolo, ma un segno di apertura e normalizzazione verso la rappresentazione della diversità in maniera realistica: “Per questo film abbiamo voluto che i mondi rappresentati fossero estremamente realistici e mettessero in scena tutte le diversità. Ora non so cosa accadrà in futuro, però per questo film siamo orgogliosi di aver presentati la realtà.”

Dan Scanlon chiude spiegando cos’è per lui la vera magia: “Nel film, la magia è il potenziale nascosto dentro di noi. Il nostro protagonista è un ragazzo timido che non realizza il suo potenziale perché ha paura. Lo scopo del film è ricordarci che se tutto ci sembra facile con la tecnologia, può essere interessante scegliere la strada più contorta a volte e mettersi alla prova.”

Onward – Oltre la magia arriverà in sala il 16 aprile, distribuito da Disney.

Onward - Oltre la magia gadget

Horror: 10 film che sono arrivati agli Oscar

Horror: 10 film che sono arrivati agli Oscar

Una delle discussioni più interessanti ed affascinanti sorte ancor prima dell’assegnazione degli Oscar di quest’anno, era relativa al “genere” di appartenenza di Parasite: può l’acclamato film di Bong Joon-ho essere considerato un horror? Nell’ottima di critca acuta alla società e alla lotta di classe – argomenti che sempre più di recente sono stati affrontati dal genere horror (prendiamo ad esempio Scappa – Get Out e Noi, entrambi di Jordan Peele) -, Parasite potrebbe tranquillamente essere annoverato come horror capace di rompere gli schemi narrativi del genere.

Di recente, sempre più titoli dalle venature horror (e non propriamente tali, dal momento che il genere è sempre stato considerato di serie B) sono riusciti a catturare l’attenzione tanto della critica quanto del pubblico, fino ad arrivare ad essere riconosciuti dai più illustri sindacati o dalle più rinomate organizzazioni, ricevendo validissimi riconoscimenti.

Ecco 10 horror (o presunti tali) che, prima di Parasite, hanno ricevuto premi molto importanti:

Dracula di Bram Stoker (1992)

Le interazioni di Dracula sul grande schermo non si contano. Quella di Francis Ford Coppola è sicuramente una delle più conosciute e amate, ma anche quella ad aver ricevuto il maggior numero di riconoscimenti. Il film con Gary Oldman ha ricevuto tre Oscar, per il miglior trucco, per i migliori costumi e per il miglior montaggio sonoro (ma era stato candidato anche per la miglior scenografia). Ha anche vinto ben cinque Saturn Award: per il miglior film horror, la miglior regia (Coppola), il miglior attore protagonista (Goldman), la migliore sceneggiatura e i migliori costumi.

Lo Squalo (1975)

Lo Squalo di Steven Spielberg è universalmente riconosciuto come uno dei più grandi blockbuster di tutti i tempi. È un thriller avventuroso, sì, ma è in grado anche di mescolare sapientemente numerosi elementi proveniente dal genere horror. All’inquietante, tensiva ed immortale colonna sonora di John Williams sono stati conferiti l’Oscar, il Golden Globe, il BAFTA e persino un Grammy. Altri due Academy Awards sono stati vinti dal film nelle categorie miglior montaggio e miglior sonoro.

Il Presagio (1976)

Vero e proprio classico del genere horror, ha dato vita a tre sequel ed un remake. Al pari de Lo Squalo, Il Presagio di Richard Donner non era propriamente uno dei titoli che avrebbe potuto incontrare i gusti dell’Academy, almeno all’epoca della sua uscita. Ciononostante, il film ottenne l’Oscar per la miglior colonna sonora, nominata ai Grammy e premiata anche con l’International Film Music Critics Awards. Indubbiamente, una colonna sonora sensazionale, capace di suggerire a pieno il vero terrore intriso nella storia.

Un Lupo Mannaro Americano a Londra (1981)

Il film horror diretto da John Landis nel 1982 viene ancora oggi ricordato come uno dei titoli sui lupi mannari a contenere al suo interno la migliore scena di trasformazione di un personaggio (da uomo a bestia) della storia del cinema. Quella scena è talmente incredibile e potente da aver permesso al film di conquistare l’Oscar al miglior trucco, oltre a due Saturn Award: miglior film horror e – ancora – miglior trucco.

A Quiet Place (2018)

A Quiet Place di John Krasinski è sicuramente uno degli horror moderni più riusciti. Nella season award del 2018, il film riuscì a conquistare un numero sconfinato di candidature, nonostante non sia riuscito a vincere nessun riconoscimento importante. Agli Oscar e ai Golden Globe è stato candidato rispettivamente per il miglior montaggio sonoro e per la miglior colonna sonora originale. L’American Film Institute l’ha inserito tra i dieci miglior film dell’anno, mentre Emily Blunt ha trionfato agli Screen Actors Guild come migliore attrice non protagonista. Il sequel arriverà nelle sale americane il prossimo 20 marzo.

Rosemary’s Baby (1968)

Un classico del genere, nonché uno dei capolavori di Roman Polanski. Un film senza tempo, capace ancora oggi di affascinare, sedurre e spaventare allo stesso tempo. Ruth Gordon (interprete di Minnie Castevet) portò a casa l’Oscar e il Golden Globe come migliore attrice non protagonista, mentre Polanski ricevette il Directo’s Guild Award. Anche due David di Donatello nel palmarès della pellicola: miglior regista straniero (Polanski) e migliore attrice straniera (Mia Farrow).

Alien (1979) e Aliens (1986)

Due dei più grandi titoli appartenenti al genere horror/fantascientifico, che nonostante siano stati diretti da due registi diversi (Ridley Scott e James Cameron) e presentino dei toni altrettanto discordanti, hanno entrambi avuto un successo incredibile. Il primo Alien ha ottenuto l’Oscar per i migliori effetti visivi ed una candidatura per la migliore scenografia (premiata, invece, con il BAFTA). Il secondo, invece, ottenne ben sette candidature agli Oscar, portando a casa due statuette: miglior montaggio sonoro e migliori effetti speciali. Entrambi i capitoli della saga hanno vinto il Saturn Award come miglior film. Per il suo ruolo in Aliens, Sigourney Weaver ricevette una nomination all’Oscar e al Golden Globe come migliore attrice.

Scappa – Get Out (2017)

Scappa – Get Out di Jordan Peele è stato uno dei “casi cinematografici” del 2017. L’incredibile successo riscosso dal film, culminò con la vittoria – assolutamente inaspettata – dell’Oscar alla migliore sceneggiatura originale. Il film ottenne altre tre candidature: miglior film, miglior regia e miglior attore protagonista (Daniel Kaluuya). La sceneggiatura di Jordan Peele conquistò anche il Writer’s Guild Award, mentre l’American Film Institute lo inserì tra i dieci migliori film dell’anno.

Il Silenzio degli Innocenti (1991)

Uno dei più grandi film della storia del cinema, nonché uno dei titoli il cui genere di appartenenza è stato ampiamente dibattuto. Un thriller? Un dramma? Un poliziesco? O addirittura un horror? Semplicemente, il capolavoro del compianto Jonathan Demme è tutte queste cose messe insieme, e anche di più. Ad oggi, è il terzo film, dopo Accadde una notte e Qualcuno volò sul nido del cuculo, ad aver vinto i cinque premi Oscar più ambiti: miglior film, miglior regia (Demme), miglior attore (Anthony Hopkins), miglior attrice (Jodie Foster) e sceneggiatura (Ted Tally).

L’Esorcista (1975)

Universalmente riconosciuto come il più grande film horror di tutti i tempi, L’Esorcista di William Friedkin ricevette ben 10 candidature agli Oscar, incluso quella per il miglior film (vero e proprio clamore per l’epoca e per il genere di film). Due le statuette vinte: migliore sceneggiatura non originale e miglior sonoro. Tra gli altri riconoscimenti importanti che il classico si è aggiudicato, ricordiamo quattro Golden Globe (miglior film, miglior regia (Friedkin), migliore attrice non protagonista (Linda Blair), miglior sceneggiatura) e quattro Saturn Award (miglior film horror, migliore sceneggiatura, miglior trucco e migliori effetti speciali).

Fonte: ScreenRant

Nico, 1988: il film e la musica di Christa Päffgen

Nico, 1988: il film e la musica di Christa Päffgen

La musa dei Velvet Underground raccontata nella sua dimensione più intima, la vita di Christa Päffgen dopo Nico, quando l’artista esprime a pieno sé stessa, allontanandosi dai cliché che la volevano bella e fatale per percorrere con rabbia e passione sentieri musicali oscuri e malinconici, per riannodare le fila della propria esistenza. È questa l’essenza di Nico, 1988, diretto e sceneggiato da Susanna Nicchiarelli, trionfatore a Venezia 2017 nella sezione Orizzonti. Prodotto da Vivo Film e Rai Cinema, Nico 1988 ha raccolto ampi consensi anche ai David di Donatello 2018 – Migliore Sceneggiatura, Miglior Trucco (Marco Altieri), Miglior Acconciatore (Daniela Altieri) e Miglior Suono (Adriano Di Lorenzo, Alberto Padoan, Marc Bastien, Eric Grattepain, Franco Piscopo). La colonna sonora del film si deve a Gatto Ciliegia contro il grande freddo e conta su diversi brani di Nico interpretati dall’attrice protagonista, la danese Trine Dyrholm (Festen, Love is all you need, Orso d’Argento a Berlino per La comune di Thomas Vinterberg).

Nico, 1988 secondo Susanna Nicchiarelli

Intervistata, la regista ha dichiarato che con Nico 1988 il suo intento non era fare un film biografico, ma “fare un film su una cosa che nessuno sa, che sta dietro a qualcosa che tutti sanno. Ed è proprio questa la forza del film: mostrare una Nico inedita, ormai lontana dal clamore dei riflettori del primo periodo, ma più autentica, facendola conoscere a quanti ancora la identificano solo con la limitata e limitante esperienza assieme ai Velvet Underground. “Mi sembrava che la vita di Nico diventasse più interessante dopo i quarant’anni, quando era meno famosa e meno bella”.

Mentre sulla scelta di Trine Dhyrolm per il ruolo della protagonista Nicchiarelli ha affermato: “Ho scelto lei perché aveva l’energia giusta, era brava, e soprattutto non somigliava a Nico. Quando ho iniziato a cercare un’attrice, sapevo di doverne trovare una che non somigliasse a Nico. Era l’unico modo per distaccarmi dall’originale e creare la mia Nico”.

Trine Dyrholm è Nico

Trine Dyrholm si cala ottimamente nel ruolo della protagonista, pur non somigliandole esteticamente. L’attrice riesce a rendere con un’interpretazione toccante ed emotivamente sentita il tormentato personaggio di Nico. Una donna forte, nonostante l’infanzia turbolenta, la vita sregolata, la dipendenza, l’allontanamento dal figlio Ari, col quale in ultimo recupera un rapporto. Nico non si arrende e affronta i propri demoni, cercando una tranquillità che trova forse solo nell’ultimo periodo della sua vita. Ne emerge il ritratto vivido di chi ha voluto con tenacia tracciare la propria strada, scontrandosi con la fatica di affermarsi per ciò che realmente era.

Trine Dyrholm cantante per Nico, 1988

L’attrice danese mette al servizio del personaggio le proprie doti canore. La stessa Dyrholm è infatti anche una cantante ed ha interpretato tutti i brani di Christa Päffgen presenti nel film, riarrangiati per l’occasione. Il personaggio di Nico è stato creato proprio a partire dalla vocalità così particolare, parte integrante della sua identità, che Dyrholm ha saputo efficacemente ricreare. Una serie di pezzi accuratamente selezionati dal repertorio della cantante – tra cui Nibelungen, My heart is empty, My only child, These days – dai toni oscuri ma grintosi, e alcune emblematiche esibizioni live scandiscono i momenti salienti del film e accompagnano lo spettatore a scoprire cosa si agita nell’animo della protagonista. Significativa la performance durante il concerto oltre la cortina di ferro, un’esplosione di energia davanti a pochi ma entusiasti fan.

 

Nico, 1988, le frasi più significative 

Ecco come risponde il personaggio di Nico in un’intervista a chi le chiede perché porti sempre con sé un registratore, rendendo il profondo legame tra musica e memorie d’infanzia: “Cerco un suono che ho sentito quando ero bambina. Non quello in particolare, ma la sua qualità. Era il vento che lo portava, era il suono di Berlino bombardata, della guerra che finiva, della città che bruciava. Non era un vero suono. Era tante cose allo stesso tempo. Era il suono della sconfitta”.

Sugli alti e bassi di una carriera e di una vita: “Sono stata in cima, sono caduta in basso. Entrambi i luoghi sono vuoti”. Infine, una frase che sintetizza il difficile rapporto con la bellezza e con la propria immagine, oltre a racchiudere tutta la grinta di Nico: “Sono brutta? Bene, perché non ero felice quando ero bella”. Chi volesse approfondire, può consultare la recensione del film:

Nico, 1988: recensione del film di Susanna Nicchiarelli

The Batman: una nuova arma nel dettaglio della Batsuit

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Le foto dal set di The Batman hanno evidenziato una Batsuit abbastanza simile a una tuta da combattimento, un costume che sembra ricavato da sesti meccanici, il che si sposa alla perfezione con l’approccio realistico e crudo che Matt Reeves sembra voglia portare avanti nella sua versione per il cinema dell’Uomo Pipistrello.

In particolare, su Instagram sono state pubblicate nuove immagini che mostrano il dettaglio di un “bracciale” del costume del Crociato di Gotham e sembra che il nostro eroe sarà munito di nuove armi. Il manicotto del costume presenta infatti una specie di “faretra” e dentro sono chiaramente visibili dei dardi che sicuramente saranno utili sia nel combattimento corpo a corpo che in quello a distanza.

Ecco le immagini da vicino:

The Batman: cosa pensa Ben Affleck di Robert Pattinson

Il cast di The Batman è formato da molti volti noti: insieme a Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno anche Andy Serkis (Alfred), Colin Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon) e Paul Dano (Enigmista). Infine, John Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard, ma c’è ancora mistero sul suo ruolo.

HN Entertainment ha suggerito che le riprese del cinecomic si svolgeranno presso i Leavesden Studios di Londra (gli stessi della saga di Harry Potter ma anche di Batman v Superman: Dawn of Justice, Justice League, Wonder Woman e del sequel Wonder Woman 1984) mentre l’uscita nelle sale è stata già fissata al 25 giugno 2021.

The Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono le fonti, “Quando alcune persone iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti sospettati“.

Star Wars: High Republic non avrà collegamenti con film e serie

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Star Wars: High Republic non avrà collegamenti con film e serie

È stato annunciato da tanto tempo e finalmente è arrivato. Il nuovo fumetto di Star Wars: High Republic è stato presentato dalla Lucasfilm come una nuova iniziativa editoriale che prevede l’approfondimento di un periodo storico dell’universo creato da George Lucas che non è stato ancora raccontato: si tratta dei periodo molto precedente ai fatti di La Minaccia Fantasma.

L’idea è che questi fumetti e romanzi si concentreranno sulla Repubblica e sull’Ordine Jedi quando entrambe le istituzioni erano al culmine, e la speranza è che da questi testi potremmo apprendere cose in più anche di più sull’ascesa dei Sith.

Con il tempo sapremo cosa ci racconterà questa nuova serie, ma al momento la Lucasfilm ha diffuso un comunicato che chiarisce il fatto che “questo periodo nella sequenza temporale di Star Wars non si sovrapporrà a nessuno dei film o serie attualmente previsti per la produzione, dando a creatori e partner spazio per raccontare storie di Star Wars in una sequenza temporale mai esplorata prima.”

In altre parole, è improbabile che, almeno per adesso, serie su Disney+ o film, dal futuro quantomai incerto, possano affrontare storie ambientate nello stesso periodo.

Candyman: teaser e poster del film prodotto da Jordan Peele

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Candyman: teaser e poster del film prodotto da Jordan Peele

Attraverso l’account Twitter ufficiale del film, è stato diffuso un teaser che anticipa l’arrivo – previsto per la giornata di domani – del primo trailer ufficiale di Candyman, “sequel spirituale” del piccolo cult horror del 1992 (noto in Italia col titolo Candyman – Terrore dietro lo specchio), che sarà sceneggiato e prodotto da Jordan Peele, acclamato regista di Scappa – Get Out e Noi

Potete vedere il teaser trailer di seguito:

Di seguito, invece, il poster ufficiale:

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Il cast di Candyman annovera Yahha Abdul Mateen II (Aquaman), Teyonah Parris (Se la strada potesse parlare), Nathan Stewart-Jarrett (Misfits) e Colman Domingo (Euphoria).

Yahha Abdul Mateen II ha vestito i panni di Black Manta in Aquaman, il cinecomic campione di incassi targato DC e Warner Bros, ma si è fatto notare anche nella serie The Get Down, prodotto originale Netflix, e lo abbiamo visto anche nel thriller Noi diretto dallo stesse Peele.

Per quanto riguarda Candyman, la regia è stata affidata a Nia Da Costa, mentre lo studio ha annunciato che il film sarà un “sequel spirituale” dell’originale e che si tornerà nel quartiere in cui è iniziata la leggenda.

L’uscita nelle sale americane è prevista il 12 Giugno 2020.

Coronavirus: altre uscite rimandate a data da destinarsi

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Coronavirus: altre uscite rimandate a data da destinarsi

L’emergenza coronavirus non accenna a diminuire e, dopo i primi giorni di allarmismo, per fortuna sia i mezzi di comunicazione che il buon senso stanno contenendo l’isteria di massa che si è sfiorata durante il fine settimana.

Tuttavia, l’epidemia è molto lontana dall’essere debellata, per cui continuano le misure cautelari e la chiusura degli esercizi pubblici. In particolare, i cinema del nord Italia restano chiusi e anche le uscite in sala dei film vengono rimandate a data da destinarsi.

Di seguito, ecco l’elenco completo dei film previsti per le prossime settimane che hanno sospeso la distribuzione e che non si sa ancora quando arriveranno in sala.

Si vive una volta sola
Volevo nascondermi
Ritorno al crimine (rinvio non ancora ufficiale)
Cambio Tutto
Artic – Un’avventura glaciale
Lupin III – The First
Dopo il matrimonio
Onward (16 aprile)
Il Talento del Calabrone
The Grudge
Un Amico Straordinario
Charlie’s Angels
Salvo amato, Livia mia

Deadpool 2: Brad Pitt è Cable nei concept inediti

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Deadpool 2: Brad Pitt è Cable nei concept inediti

Un terzo film dedicato a Deadpool vedrà la luce prima o poi sotto l’egida della Disney, come confermato anche da Ryan Reynolds alla fine dello scorso anno. In attesa di un annuncio ufficiale, il concept artist Andrew Domachowski ha condiviso attraverso la sua pagina ArtStation, alcuni bellissimi concept inediti di Deadpool 2.

I concept ci mostrano i looki alternativi dei personaggi di Juggernaut, Domino, Cable e Omega Red. Alcuni ci mostrano anche gli attori Brad Pitt e Janelle Monáe, che erano stati inizialmente pensati dalla Fox per i ruoli rispettivamente di Cable e Domino (poi affidati a Josh Brolin e Zazie Beetz). L’ironia della sorte ha poi voluto che lo stesso Pitt apparisse brevemente nel film, nei panni di un mutante invisibile.

Potete vedere i concept di seguito:

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Deadpool è un personaggio molto amato, non solo dai lettori dei fumetti, e i primi due film sotto l’egida della Fox sono stati un vero successo al box office: non sorprende, dunque, che la Marvel abbia deciso di far proseguire le avventure di Wade Wilson sul grande schermo. La vera domanda adesso è un’altra: il film sarà vietato ai minori? Deadpool 3 rappresenterà ufficialmente il primo film R-rated dei Marvel Studios?

Vi ricordiamo che a confermare l’ingresso di Deadpool nel MCU era stato Alan Horn, presidente di Walt Disney Studios, durante il CinemaCon di Las Vegas, rassicurando il pubblico accorso al panel che presto arriverà un altro titolo della serie di film con Ryan Reynolds.

Fonte: ComicBookMovie

No Time to Die: dietro le quinte di Bond 25

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No Time to Die: dietro le quinte di Bond 25

A circa un mese dall’arrivo nelle sale di No Time to Die, la Universal Pictures ha diffuso online una nuova bellissima featurette che ci porta dietro le quinte dell’attesissimo Bond 25, che segnerà l’ultima apparizione di Daniel Craig nei panni dell’iconico agente segreto.

Nonostante i dettagli sulla trama del film non siano ancora stati resi noti, la nuova featurette anticipa che il nuovo misterioso villain della pellicola, ossia Safin (interpretato dal premio Oscar Rami Malek), sarà il nemico più pericoloso che Bond ha mai dovuto affrontare. Sembra anche che il personaggio non avrà alcun tipo di collegamento con il precedente Spectre, e che opererà attraverso una propria organizzazione separata per cercare di abbattere Bond e i suoi alleati.

Potete ammirare la featurette nella parte alta dell’articolo.

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Il film, atteso nelle sale l’8 aprile 2020, vede nel cast Daniel Craig (James Bond), Ralph Fiennes (M), Naomie Harris (Eve Moneypenny), Ben Whishaw (Q), Rory Kinnear (Bill Tanner) e Jeffrey Wright (Felix Leiter). Le new entry del cast sono invece Rami MalekBilly Magnussen, Lashana Lynch e Ana de Armas.

Vi ricordiamo che la produzione ha assunto Phoebe Waller-Bridge per “ravvivare” lo script di Bond 25 sotto speciale richiesta di Craig, grande fan di Fleabag e Killing Eve, le due serie prodotte e scritte dall’attrice. Era dal 1963 (l’ultima fu Johanna Hardwood con Dr. No e From Russia With Love) che la casa di produzione non assumeva una donna per dare voce ai personaggi del franchise, una scelta oggi più che mai “rilevante”.

In No Time To Die, Bond si gode una vita tranquilla in Giamaica dopo essersi ritirato dal servizio attivo. Il suo quieto vivere viene però bruscamente interrotto quando Felix Leiter, un vecchio amico ed agente della CIA, ricompare chiedendogli aiuto. La missione per liberare uno scienziato dai suoi sequestratori si rivela essere più insidiosa del previsto, portando Bond sulle tracce di un misterioso villain armato di una nuova e pericolosa tecnologia.

 

Shang-Chi: nel film apparirà anche un mutante dai fumetti?

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Shang-Chi: nel film apparirà anche un mutante dai fumetti?

Continuano a piovere rumor sui personaggi che potrebbero apparire nel nuovo film Marvel Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings, le cui riprese partiranno a breve in Australia. Secondo quanto riportato da MCU Cosmic, infatti, un mutante dei fumetti potrebbe apparire nel cinecomic.

Si tratta di Taki Matsuya, meglio conosciuto come Wiz Kid, un genio del computer purtroppo confinato su una sedia a rotelle. Il suo potere consiste nella capacità di creare macchinari con la sola forza della mente, qualcosa che potrebbe tornare utile al Mandarino o agli agenti del MI6. Qualora il personaggio dovesse davvero apparire nel film, non sappiamo se nei suoi confronti verrà usato il riferimento di “mutante”, dal momento che i piani della Disney per introdurre gli X-Men nel MCU sembrano non aver ancora trovato una propria forma compiuta.

In passato è stato riportato che i Marvel Studios avrebbero intenzione di spianare la strada all’arrivo dei mutanti nel MCU con l’attesissimo film dedicato a Gli Eterni: se davvero sarà così, la presenza di Wiz Kid in Shang-Chi potrebbe avere una sua ragion d’essere.

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L’uscita nelle sale di Shang-Chi and The Legend Of The Ten Rings è fissata al 12 febbraio 2021.Il personaggio ha esordito sui fumetti Marvel nel 1973 in quella che è considerata l’età del bronzo della produzione editoriale. L’eroe è un noto esperto di arti marziali e numerosi stili di combattimento oltre che futuro membro dei Vendicatori. All’inizio della sua storia era considerato il figlio di Fu Manchu, e non è chiaro se questa connessione verrà riadattata nei film o se è qualcosa che lo studio eviterà del tutto.

Destin Daniel Cretton, acclamato regista di Short Term 12 e The Glass Castle (prossimamente uscirà il suo ultimo lavoro Just Mercy, con Michael B. Jordan, Jamie Foxx e Brie Larson) è stato scelto per dirigere il film che vanta la sceneggiatura di Dave Callaham (The Expendables, Godzilla, Doom e Wonder Woman 1984).

Vi ricordiamo che nei panni del protagonista ci sarà l’attore canadese Simu Liu, visto di recente nella commedia di Netflix Kim’s Convenience. Insieme a lui, nel cast, figureranno anche Tony Leung Chiu-wai nei panni del Mandarino, e Awkwafina, che dovrebbe interpretare un “leale soldato” del Mandarino, e se è vero che il villain qui sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci sono ottime possibilità che si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto i fumetti saprà che è la sorella dell’eroe del titolo e che il suo superpotere è l’ipnosi.

Liam Neeson dopo Il Cavaliere Oscuro: “I supereroi non sono il mio genere”

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Liam Neeson è sicuramente uno degli attori più amati della sua generazione. Al di là dell’indiscutibile talento, la fama dell’attore è innegabilmente legata ad una serie di ruoli che hanno contribuito a definire il suo status di icona di Hollywood. Tra questi, c’è sicuramente quello di Henri Ducard/Ra’s al Ghul, leader della Setta delle Ombre e mentore di Bruce Wayne, nella saga de Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan.

In una recente intervista con ET in occasione della promozione del film Ordinary Love, in cui recita al fianco di Lesley Manville (Il Filo Nascosto), è stato chiesto a Neeson se ci sarà, in futuro, la possibilità di rivederlo all’interno di un film di supereroi. Sorprendentemente, la risposta dell’attore è stata negativa, con lo stesso che ha in realtà ammesso di non essere un grande appassionato del genere:

“Ad essere onesti, no. Non credo. Non sono un grande fan del genere cinecomic”, ha dichiarato Neeson.  “Voglio dire, è Hollywood… con tutte le campanelle e i fischietti e tutti i risultati in campo tecnologico che sono stati raggiunti… una cosa che ammiro… ma onestamente, non ho alcuna voglia di andare in palestra per tre mesi, pomparmi e infilarmi in una tuta di velcro con un mantello.”

L’attore ha poi aggiunto: “Ammiro gli attori che lo fanno. Alcuni li conosco personalmente e so che interpretano i loro personaggi in un modo fantastico. È solo che non è il mio genere. Davvero, non lo è. Il primo Star Wars che mi ha visto coinvolto è stato girato 22 anni fa. Lì mi sono divertito, perché era comunque qualcosa di nuovo. Mi ricordo che recitavo davanti a delle palline da tennis, che poi sarebbero diventate delle piccole creature pelose o roba del genere. È stato interessante, da un punto di vista recitativo, provare a farla sembrare una cosa reale. Ma è stata la mia prima e ultima volta. È abbastanza estenuante.”

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Doctor Strange 2: la bizzara teoria su un “nuovo” Mysterio

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Doctor Strange 2: la bizzara teoria su un “nuovo” Mysterio

In attesa di scoprire se Sam Raimi dirigerà ufficialmente Doctor Strange 2 (ricordiamo che il regista è in trattative con i Marvel Studios per sostituire Scott Derrickson), arriva un nuovo interessantissimo rumor sulla trama del film, in particolare su un attore che potrebbe apparire in un breve cameo all’interno del nuovo cinecomic incentrato sul personaggio di Stephen Strange.

Secondo una teoria riportata da CBR che sta prendendo sempre più piede nel web, sono in molti ad essere convinti che, qualora Raimi venisse confermato alla regia di Doctor Strange 2, il regista coinvolgerà nel film Bruce Campbell, suo attore feticcio per eccellenza. Per quale motivo? È presto detto: Campbell, protagonista dell’iconica saga de La Casa ad opera di Raimi, avrebbe dovuto interpretare il personaggio di Mysterio in Spider-Man 4, ultimo capitolo della saga dedicata all’Uomo Ragno che venne però cancellato dalla Sony.

Ma cosa c’entra Mysterio con il sequel di Doctor Strange? Nonostante il personaggio nel MCU sia interpretato da Jake Gyllenhaal, molti fan sono convinti che proprio grazie all’esplorazione dei numerosi Multiversi presenti all’interno dell’Universo Marvel, nel cinecomic con Benedict Cumberbatch verrà introdotta una versione alternativa di Quentin Beck che sarà interpretata proprio da Campbell.

Una teoria che potrebbe apparire assurda, ma che in realtà potrebbe rappresentare per Raimi l’occasione perfetta per permettere finalmente al suo attore feticcio di interpretare il celebre villain ed esaudire così un recondito desiderio. Voi cosa ne pensate?

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Annunciato ufficialmente questa estate al Comic-Con di San Diego, Doctor Strange 2 vedrà Benedict Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange. Diretto da Scott Derrickson, il sequel vedrà anche Wanda Maximoff alias Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista dopo WandaVision. Le riprese dovrebbero cominciare nella prima metà del 2020.

Secondo Collider, la produzione ha fatto già un passo in avanti assumendo lo sceneggiatore Jade Bartlett. Il suo ruolo non è stato ancora chiarito, visto che lo script dovrebbe essere firmato da Derrickson in persona e quindi Bartlett dovrebbe intervenire solo a limare il testo o magari a scrivere a quattro mani con il regista.

Il primo film su Doctor Strange è uscito nel 2016 e ha raccontato la nascita dell’eroe, dall’incidente di Stepehn Strange fino al confronto con Dormammu. Nel film c’erano anche Benedict Wong, Tilda Swinton Chiwetel EjioforRachel McAdams non tornerà nei panni di Christine Palmer. Abbiamo rivisto Strange in Infinity War e in Endgame.

Doctor Strange in the Multiverse of Madness arriverà al cinema il 7 maggio 2021.

Creed 3 si farà, trovato lo sceneggiatore

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Creed 3 si farà, trovato lo sceneggiatore

La MGM sembra intenzionata a realizzare Creed 3, terzo capitolo della saga di Creed, la serie di spin-off della saga di Rocky Balboa, i cui eventi si svolgono nove anni dopo i fatti narrati nel franchise con protagonista Sylvester Stallone.

Come apprendiamo infatti da The Hollywood Reporter, Zach Baylin è stato ingaggiato per occuparsi di scrivere la sceneggiatura di Creed 3. Recentemente, Baylin ha curato lo script di King Richard, un biopic incentrato sulla vita del padre delle campionesse di tennis Serena e Venus Williams, che avrà come protagonista Will Smith e che debutterà prossimamente su Netflix.

Al momento non ci sono ulteriori dettagli su Creed 3 terzo capitolo della saga di Creed. Non sappiamo se Steven Caple Jr., già regista di Creed 2, tornerà dietro la macchina da presa o se la MGM affiderà il film ad un nuovo regista. Di recente, uno dei produttori del franchise, Irwin Winkler, aveva rivelato che alla star della saga, Michael B. Jordan, era stata offerta la possibilità di dirigere il terzo film.

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Creed 2 è la continuazione della saga di Rocky, e il sequel del grande successo di pubblico e di critica del 2015 Creed – Nato per combattere, che ha incassato oltre 170 milioni di dollari ai botteghini di tutto il mondo. Ryan Coogler (Black Panther), che ha diretto il primo film, torna a far parte del franchise in veste di produttore esecutivo. La regia di questo nuovo film è di Steven Caple Jr., che ha diretto l’acclamato dramma del 2016 The Land.

Spider-Man: Sony aveva già dei piani al di fuori del MCU

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Spider-Man: Sony aveva già dei piani al di fuori del MCU

Prima che la Sony e la Disney riuscissero a trovare un nuovo accordo per far sì che il personaggio di Spider-Man potesse continuare ad “esistere” all’interno dell’Universo Cinematografico Marvel, sembra che il simpatico arrampicamuri fosse destinato ad unirsi nuovamente allo Spider-Verse al quale appartengono pellicole come Venom e l’attesissimo Morbius.

In una recente intervista con MTV News, Tom Holland ha rivelato che la Sony aveva già dei piani per introdurre il personaggio di Spidey in un universo non controllato dalla Marvel (da contratto, Holland sarà obbligato a girare un altro film in solitaria e almeno un altro film in cui apparirà al fianco degli altri eroi del MCU).

“Il futuro di Spider-Man alla Sony è ancora molto luminoso e abbiamo avuto un’idea veramente, veramente incredibile su come portare Spider-Man al di fuori del MCU. Tom Rothman e Amy Pascal erano davvero fiduciosi sul fatto che avrebbero reso giustizia e realizzato un film del calibro che un personaggio come Spider-Man richiede”, ha spiegato Holland.

“A parte questo, però, sono davvero contento di essere tornato nel MCU e di lavorare nuovamente con tutta la squadra, perché credo che il MCU è il posto al quale appartiene Spidey ora”, ha continuato l’attore. “Sono veramente grato a Bob Iger e Tom Rothman per avermi permesso di essere ancora parte di questo processo che aveva come obiettivo quello di riportare Spidey a casa. È stata un’esperienza incredibile e… potrò vantarmi per sempre di aver salvato Spider-Man!”

Nel corso della medesima intervista, Holland ha anche confermato che le riprese di Spider-Man 3 partiranno ufficialmente il prossimo luglio. È probabile, dunque, che nei prossimi mesi conosceremo maggiori dettagli sul cast e sulla trama del film, a partire dalla tanto chiacchierata identità del villain della storia.

LEGGI ANCHE – Spider-Man 3: Tom Holland conosce tutti gli spoiler

Tom Holland si è unito al MCU nei panni di Peter Parker nel 2016: da allora, è diventato un supereroe chiave all’interno del franchise. Non solo è apparso in ben tre film dedicati ai Vendicatori della Marvel, ma anche in due standalone: Spider-Man: Homecoming Spider-Man: Far From Home. La scorsa estate, un nuovo accordo siglato tra Marvel e Sony ha permesso al personaggio dell’Uomo Ragno di restare nel MCU per ancora un altro film a lui dedicato – l’annunciato Spider-Man 3 – e per un altro film in cui lo ritroveremo al fianco degli altri eroi del MCU.

Fonte: ComicBookMovie

Bob Iger lascia la posizione di CEO Disney

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Bob Chapek, veterano della Disney che lavora da 27 anni per l’azienda e dirige la divisione parchi dell’azienda, è stato nominato CEO di Disney, come successore di Bob Iger. Il passo indietro di Iger è stato accolto con grande stupore, tuttavia sarà lui a continuare a guidare gli sforzi creativi dell’azienda fino al 31 dicembre 2021, quando scadrà il suo contratto, mentre Chapek è CEO effettivo da oggi.

“Con il successo del lancio delle attività dirette al consumatore Disney e l’integrazione della Twenty-First Century Fox ben avviata, credo che questo sia il momento ottimale per passare a un nuovo CEO – ha affermato Iger – Ho la massima fiducia in Bob e non vedo l’ora di lavorare a stretto contatto con lui nei prossimi 22 mesi mentre assume questo nuovo ruolo e approfondisce le sfaccettate attività globali della Disney, mentre io continuo a concentrarmi sugli sforzi creativi della Società.”

“Sono incredibilmente onorato di assumere il ruolo di CEO di quella che credo veramente sia la più grande azienda del mondo e di guidare i nostri membri e dipendenti di eccezionale talento e dedizione – ha detto Chapek – Bob Iger ha trasformato Disney nella società di intrattenimento e media più ammirata e di successo del mondo, e sono stato fortunato a godermi un posto in prima fila come membro del suo team di leadership. Condivido il suo impegno per l’eccellenza creativa, l’innovazione tecnologica e l’espansione internazionale e continuerò ad abbracciare questi stessi pilastri strategici. Tutto ciò che abbiamo raggiunto finora serve da solida base per ulteriori narrazioni creative, innovazioni audaci e assunzione di rischi ponderati.”

Chapek è a capo della divisione dei parchi a tema Disney dal 2015. Nel 2018 è stato nominato presidente di Parks, Experiences and Products. In precedenza, Chapek ha ricoperto diverse posizioni dirigenziali, gestendo prodotti di consumo, distribuzione di film e intrattenimento home video in varie occasioni.

Durante i suoi 15 anni da CEO Disney, Bob Iger ha notevolmente ampliato le dimensioni dell’azienda, in particolare con l’acquisizione, lo scorso anno, di 21st Century Fox. Il lancio del servizio di streaming Disney+ ha cementato l’eredità di Iger come leader audace e innovativo.

Fonte: Variety

Jurassic World 3: annunciato il titolo e l’inizio delle riprese

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Jurassic World 3: annunciato il titolo e l’inizio delle riprese

È Colin Trevorrow, regista di Jurassic World: Il regno distrutto, ad annunciare l’inizio delle riprese e il titolo ufficiale di Jurassic World 3, attraverso il suo account Instagram.

Trevorrow ha pubblicato poche ore fa una foto di un ciak che ci riferisce che il film si intitolerà Jurassic World: Dominion. Eccola di seguito:

Jurassic World: Dominion vedrà sia Chris Pratt che Bryce Dallas Howard tornare nei loro ruoli. Insieme a loro, ritroveremo anche Justice Smith, Daniella Pineda, Jake Johnson Omar SyLaura Dern Sam Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che avevano in Jurassic Park, rispettivamente la Dr. Ellie Sattler e il Dr. Alan Grant. I personaggi sono stati visti per l’ultima volta nel Jurassic Park 3 del 2001. Un altro eroe originale, Ian Malcolm, interpretato da Jeff Goldblum, ha firmato per tornare in Jurassic World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta in Jurassic World: Il Regno Distrutto.

Alla regia torna Colin Trevorrow, che ha pubblicato il cortometraggio Battle at Big Rock, i cui eventi sono ambientati un anno dopo Jurassic World – Il regno distrutto mostrando i dinosauri che vivono nel nostro mondo e lottano per la sopravvivenza. Vi ricordiamo che  Jurassic World 3 uscirà nelle sale l’11 giugno 2021.

Spider-Man di James Cameron: 10 curiosità sul film mai realizzato

I film di supereroi, oggi, sono la benzina forte dell’ordierno panorama cinematografico hollywoodiano… letteralmente. Eppure, c’è stato un momento nella storia in cui anche per i più acclamati e famosi registi, realizzare un cinecomic non era un’impresa facile.

Forse non tutti ricordano che James Cameron voleva realizzare un film dedicato a Spider-Man: all’epoca, il regista di Titanic e Avatar scrisse anche una sceneggiatura, prendendosi alcune libertà creative in merito al personaggio e alle sue nemesi, ma che purtroppo non riuscì mai a diventare un film a tutti gli effetti. Ecco 10 segreti che non sapete sullo Spider-Man di James Cameron mai realizzato:

Doveva essere un monster movie

Quando la Marvel vendette per la prima volta i diritti cinematografici dell’Uomo Ragno nel 1985, fu alla Cannon Films, lo studio responsabile di pellicole non particolarmente fortunate quali Superman IV e I Dominatori dell’Universo, entrambi del 1987. Il film pensato all’epoca dallo studio si sarebbe concentrato sulla trasformazione di Peter Parker in un mutante a metà tra un ragno e un mostro che avrebbe dovuto combattere contro il personaggio di Lizard nelle fogne di New York City.

Leonardo DiCaprio doveva essere Peter Parker

Dopo che i diritti di sfruttamento furono acquistati dalla Carolco Pictures su richiesta di James Cameron, il regista sviluppò la sua “sceneggiatura” e iniziarono i piani per il film. Anche se nessun attore è mai stato ufficialmente coinvolto nel progetto, si vocifera che all’epoca star come Edward Furlong e Leonardo DiCaprio vennero considerati per il ruolo di Peter Parker/Spider-Man.

Electro doveva essere il villain principale

Nonostante le prime bozze della sceneggiatura presentavano villain come Lizard o Doctor Octopus (che stando ai rumor doveva essere interpretato da Arnold Schwarzenegger), ad un certo punto la sceneggiatura di Cameron presentava Electro come il principale antagonista della storia, sebbene si trattasse di una versione molto diversa del personaggio. Chiamato Carlton Strand e non Maxwell “Max” Dillon, il cattivo immaginato da James Cameron (per il cui ruolo era stato pensato l’attore Lance Henriksen) usava le sue abilità (trasformate in qualcosa di molto più legato all’ambito “informatico”) per diventare un boss criminale miliardario.

Uomo Sabbia doveva apparire nel film

La sceneggiatura di James Cameron presentava una serie di interessanti battaglie interessanti tra  il personaggio di Uomo Sabbia e quello di Spider-Man. Anche le origini del personaggio venivano esplorate, incluso il modo in cui lo stesso era riuscito ad acquistare le sue abilità. L’attore Michael Biehn, che aveva già lavorato con Cameron, era stato pensato per la parte. Il film doveva concludersi con un’epica battaglia tra Carlton Strand, William Baker e Spider-Man in cima al World Trade Center.  

L’origine dello Spara Ragnatele organico

A differenza dei fumetti, nello Spider-Man del 2002 di Sam Raimi, le ragnatele spuntano dai polsi di Peter Parker in maniera organica. In realtà, quest’idea proveniva dalla sceneggiatura di Cameron, dal momento che il regista riteneva che fosse impossibile per un adolescente dell’età di Peter realizzare il dispositivo meccanico presente nei fumetti e mostrato anche nei film di Marc Webb e in quelli con protagonista Tom Holland. Nella sceneggiatura di Cameron venivano inoltre spiegate le origini dello Spara Ragnatele organico, legate ad un preciso momento della vita di Peter, in cui una notte di risvegliò coperto da una tessitura appiccicosa, credendo di essere un mostro.

Spider-Man era una star della tv

Abbiamo visto diverse versioni delle origine di Spider-Man sul grande schermo. Quella di Cameron era più o meno simile alla versione cinematografica di Raimi, tranne per il fatto che il laboratorio che stavano visitando Peter e i suoi compagni di scuola aveva al suo interno delle mosche geneticamente potenziante, mangiate dal ragno che successivamente morso Peter. Sperando di raccimolare qualche soldo, Peter realizzò il suo costume di Spider-Man e iniziò ad apparire ad alcune feste: tutto ciò gli valse l’ospitata in un popolare show televisivo, qualcosa che rispecchia le origini di Spider-Man così come sono state raccontate nei fumetti. Questo è anche il motivo per cui Carlton Strand contatta per la prima volta Spider-Man: spera di portare il giovane eroe sotto la sua ala criminale dopo averlo visto in televisione.

Peter Parker era un ragazzino alquanto inquietante

La versione di Peter Parker pensata da Cameron era molto fedele al personaggio descritto nelle prime storie di Stan Lee e Steve Ditko. Tuttavia, nella sceneggiatura Peter veniva descritto come “un adolescente sessualmente represso”, tanto che nello script erano presenti alcuni momenti abbastanza inquietanti. In una scena, ad esempio, Peter spiava MJ dalla finestra mentre la ragazza era intenta a spogliarsi.

J. Jonah Jameson doveva essere uno dei personaggi principali

Nonostante il Daily Bugle non sia mai stato menzionato nella sceneggiatura, il personaggio di J. Jonah Jameson appare come il proprietario di una stazione tv che inizia a speculare sulle apparizioni di Spider-Man, e proprio come la sua controparte fumettistica, assume un ruolo fondamentale nel plagiare le menti della città contro la “minaccia” dell’Uomo Ragno. Nel film pensato da Cameron, Jameson doveva avere un ruolo fondamentale, con il compianto R. Lee Ermey che era stato pensato per la parte.

Uno Spider-Man vietato ai minori

Mentre nei fumetti Peter Parker affronta problemi legati alla pubertà e alla perdita dei suoi genitori, nel film di Cameron il personaggio affrontava anche una battaglia interiore tra il bene e il male, mentre cerca un modo per mantenere un tetto sopra la testa. Il film pensato da Cameron presentava un linguaggio tipico dei film vietati ai minori, con Peter Parker che lanciava imprecazioni contro Strand quando il villain iniziò a minacciare MJ. Inoltre, Spider-Man e MJ avevano un incontro sessuale in cima ad un ponte che includeva bondage e rituali di accoppiamento tipici dei ragni.

La dipartita di Cameron legata a questioni di diritti

Spider-Man non è mai stato estraneo a problemi di diritti, come abbiamo visto di recente con la rottura e la rinegoziazione degli accordi tra Sony e Disney circa l’utilizzo di Spidey nel MCU. Dopo che Cannon Films andò in crisi, i diritti cinematografici di Spider-Man furono al centro di numerosi accordi tra le compagnie più disparate. Ecco perché lo Spider-Man di Cameron rimase bloccato e non riuscì mai a vedere la luce, con il regista che vista la situazione complicata decise di abbandonare il progetto e dedicare alla realizzazione di Titanic

Fonte: ScreenRant

Christian Bale era un “pessimo attore” per il cast di American Psycho

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Vent’anni prima di girare Le Mans ’66 – La grande sfida, Christian Bale e il collega Josh Lucas avevano già lavorato insieme in American Psycho. Come raccontato da MovieMaker, quando Bale rilasciò alle loro pagine un’intervista in occasione del ventennale del film diretto da Mary Harron e ispirato all’omonimo romanzo di Bret Easton Ellis, l’attore rivelò che Lucas, sul set del film di James Mangold, gli rivelò qualcosa a proposito della sua performance del consulente finanziario Patrick Bateman che Bale aveva totalmente ignorato fino a quel momento.

Bale aveva combattuto a lungo per ottenere il ruolo dello psicopatico Patrick: ad un certo punto della lavorazione, la Harron si rifiutò di lavorare con Leonardo DiCaprio, al quale era stata offerta la parte prima di Bale. Probabilmente DiCaprio si tirò fuori dal progetto, permettendo così a Bale di ottenere il ruolo. Come raccontato dall’attore alla fonte, Lucas non fu subito colpito dalla sua performance nei panni di Patrick Bateman.

“Di recente io e Josh Lucas abbiamo girato un film insieme e mi ha aperto gli occhi su una cosa di cui non ero a conoscenza”, ha dichiarato Bale ridendo. “Mi ha rivelato che lui e tutti gli altri attore coinvolti nel film pensavo che io fosse il peggior attore che avessero mai visto.”

“Mi ha detto che sul set continuavano a guardarmi e a parlare di me, dicendo: ‘Perché Mary ha voluto così tanto questo ragazzo? È terribile! E Josh ha continuato a pensarlo fino a quando non ha visto il film e ha cambiato poi idea. Io non sapevo assolutamente nulla di tutte quelle critiche”, ha spiegato l’attore premio Oscar.

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Naturalmente, le superficiali critiche riservate a Christian Bale all’epoca della realizzazione di American Psycho lasciano oggi il tempo che trovano, soprattutto se messe in relazione alla sua straordinaria carriera: stiamo infatti parlando di uno degli attori più apprezzati ed acclamati della sua generazione, capace di calarsi in tutti i ruoli che interpreta da vero professionista, senza paura – troppo spesso – di andare incontro a trasformazioni fisiche anche drastiche.

Venom 2: ecco il nuovo look di Cletus Kasady

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Venom 2: ecco il nuovo look di Cletus Kasady

Dopo le immagini ufficiali dal set arrivate online grazie agli account Instagram di Tom Hardy e del fotografo Greg Williams, è Just Jared a mostrarci nuovi scatti dal set allestito a San Francisco (in California) di Venom 2, l’atteso sequel che sarà diretto da Andy Serkis e che dovrebbe arrivare nelle sale il prossimo anno.

Le immagini ci permettono di dare uno sguardo al nuovo look di Cletus Kasady, il personaggio interpretato da Woody Harrelson e apparso per la prima volta nella scena post-credit del primo film. In alcune foto è possibile vedere l’attore in compagnia del regista Andy Serkis, mentre altre ci mostrano uno stunt (presumibilmente del personaggio di Eddie Brock interpretato da Tom Hardy) alle prese con la realizzazione di una sequenza d’azione

Per tutti gli scatti, vi rimandiamo al sito di Just Jared:

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Come già annunciato dal finale del precedente capitolo, in Venom 2 assisteremo allo scontro tra il simbionte e Cletus Kasady, aka Carnage, uno degli antagonisti più celebri dei fumetti su Spider-Man. Nel cast del sequel anche Michelle Williams (Fosse/Verdon) nei panni di Anne Weying, Woody Harrelson (Zombieland: Double Tap) nei panni di Cletus Kasady/Carnage, Naomie Harris (No Time to Die) nei panni di Shriek e l’attore inglese Stephen Graham.

Nel frattempo è stato ufficializzato anche il nome di Robert Richardson in qualità di direttore della fotografia. “Ciò che era rimasto inesplorato nel primo film esploderà nel secondo, soprattutto grazie al personaggio centrale” ha dichiarato Richardson, “Ma ora abbiamo Woody Harrelson, che ovviamente farà la sua grande entrata, vedremo cos’altro accadrà con la collaborazione tra Sony e Marvel.”

Vi ricordiamo che Tom Hardy tornerà a interpretare Eddie Brock anche nel sequel di Venom, progetto già in sviluppo dopo l’inaspettato successo al box office dello scorso autunno, e a confermarlo è stata la produttrice Amy Pascal.

Chris Evans per il remake de La Piccola Bottega degli Orrori

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Chris Evans per il remake de La Piccola Bottega degli Orrori

Arriva da The Hollywood Reporter la notizia che Chris Evans, reduce dai successi di Avengers: Endgame e Cena con delitto – Knives Out, è in trattative per unirsi al cast del nuovo adattamento de La Piccola Bottega degli Orrorifilm del 1960 di Roger Corman che ispirò il celebre musical di Alan Menken e Howard Ashman e la versione cinematografica del 1986 di Frank Oz.

Stando alla fonte, Chris Evans avrà il ruolo del villain di La Piccola Bottega degli Orrori, il dottor Orin Scrivello, un sadico e violento dentista, interpretato nella pellicola del 1986 da Steve Martin. Nel nuovo adattamento dovrebbero recitare anche Taron Egerton, Scarlett Johansson e Billy Porter: Egerton sarebbe in trattative per interpretare il ruolo del protagonista Seymour, che nel film di Oz aveva le fattezze dell’iconico Rick Moranis; la Johansson sarebbe invece la favorita della Warner Bros. per il ruolo di Audrey, l’interesse amoroso di Seymour, interpretato nel film del 1986 da Ellen Greene; Porter, invece, l’unico dei tre ad aver già firmato con la major, presterà la sua voce alla pianta carnivora protagonista della storia, Audrey II.

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In attesa di scoprire se Egerton e la Johansson entreranno ufficialmente a far parte del progetto, ricordiamo che un reboot de La Piccola Bottegha degli Orrori è stato annunciato nel 2016: all’epoca Greg Berlanti avrebbe dovuto dirigere il nuovo film per conto della Warner Bros. basandosi su una sceneggiatura di Matthew Robinson.

La prima versione de LLa Piccola Bottega degli Orrori era una dark comedy a budget ridotto diretta da Richard Corman nel 1960 che raccontava le vicende di una pianta carnivora gigantesca coltivata da un timido fiorista. Il film divenne poi un musical a Broadway nel 1982 e, nel 1986, Frank Oz diresse un remake con Rick Moranis nei panni di Seymour ed Ellen Greene nelle vesti di Audrey.

Indiana Jones 5 come i film Marvel: la speranza di Harrison Ford

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Indiana Jones 5 come i film Marvel: la speranza di Harrison Ford

Secondo alcune recenti dichiarazioni di Harrison Ford, Indiana Jones 5 dovrà eguagliare la qualità dei film dell’Universo Cinematografico Marvel per avere successo al box office. Intervistato da HeyUGuys in occasione della promozione de Il Richiamo della Foresta, Ford ha naturalmente parlato anche della nuova avventura dedicata al celebre archeologo nato dalla mente di George Lucas.

Il film, che doveva inizialmente uscire nel 2019, è stato posticipato numerose volte, mentre la sceneggiatura è stata sottoposta a diverse fasi di riscrittura. Stando a quanto dichiarato da Ford, tutto è avvenuto affinché Steven Spielberg e soci potessero realizzare il miglior film possibile, nel tentativo di regalare anche numerose sorprese ai fan:

“Non voglio dare al pubblico quello che vogliono vedere. Voglio dare loro qualcosa che non si aspettano. Sono abituati ad una certa delusione quando rivisiti una saga o un franchise. In questo senso, i film Marvel sono uno spettacolare esempio di un modo di lavorare in senso contrario. Hanno sbancato! Ecco perché non faremo un altro Indiana Jones a meno che non saremo in grado di fare lo stesso. Vogliamo davvero che sia il migliore. Dobbiamo ancora risolvere alcuni problemi di pianificazione e alcune cose legate alla sceneggiatura, ma siamo determinati a sistemare tutto prima di iniziare a girare.”

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Indiana Jones 5 vedrà tornare Steven Spielberg e il leggendario protagonista, Harrison Ford. I veterani del franchise, Kathleen Kennedy e Frank Marshall, si occuperanno della produzione. A firmare la sceneggiatura sarà Jonathan Kasdan, figlio di Lawrence Kasdan (autore dello script de I predatori dell’arca perduta).

Si tratterà del primo film della serie a cui George Lucas non lavorerà, e sembra che questa cosa turbi un po’ Marshall che, consapevole del nuovo regime produttivo, ha comunque in altre sedi esternato il suo dispiacere per non poter godere anche questa volta della presenza e della consulenza di Lucas al film.

Alan Horn, Presidente dei Walt Disney Studios, aveva dichiarato: “Indiana Jones è uno dei più grandi eroi della storia del cinema. È raro avere una tale perfetta combinazione di regista, produttori, attore e personaggi e noi non potevamo essere più eccitati di avere quest’altra avventura con Harrison e Steven.”

Fonte: ScreenRant

Justice League: ecco l’originale costume di Aquaman

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Justice League: ecco l’originale costume di Aquaman

Mentre i fan continuano a sperare nella release della #SnyderCut di Justice League, nelle ultime ore sono emersi via Twitter dei concept art inediti del film che ci mostrano una versione alternativa – ad opera del costumista Michael Wilkinson del costume di Aquaman, il re di Atlantide interpretato da Jason Momoa.

Come si evince dalle immagini che potete vedere di segutio, il design optato da Wilkinson era molto più simile al look che il personaggio ha poi sfoggiato nel film in solitaria diretto da James Wan:

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A proposito di Aquaman, vi ricordiamo che il sequel, Aquaman 2, uscirà al cinema il 16 dicembre 2022. Lo studio ha annunciato ufficialmente il sequel del film con Jason Momoa, confermando che David Leslie Johnson-McGoldrick scriverà la sceneggiatura.

L’incasso del film lo ha fatto classificare al 20° posto della classifica mondiale di tutti i tempi. Johns-McGoldrick ha collaborato con Will Beall alla sceneggiatura. Johnson-McGoldrick ha iniziato a lavorare sulla sceneggiatura tre anni fa dopo aver letto i fumetti di Aquaman mentre era sul set di The Conjuring 2 di James Wan.

Fonte: Heroic Hollywood

The Batman: una foto leak anticipa l’Enigmista?

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The Batman: una foto leak anticipa l’Enigmista?

Lo scorso mese, il regista Matt Reeves aveva annunciato ufficialmente l’inizio della produzione di The Batman postando sul proprio account Twitter la foto di un ciak appoggiato su una poltrona di cuoio. Data l’ovvia segretezza che circonda il progetto, quella semplice foto condivisa da Reeves non aveva rivelato nulla a proposito del film (a parte quello che potrebbe essere il possibile logo del cinecomic).

Adesso, un gruppo di appassionati del DCEU ha postato su Reddit l’immagine leak di un individuo brutalmente assassinato, seduto su quella che sembra essere la stessa sedia intravista nell’immagine postata da Matt Reeves per annunciare l’inizio delle riprese del film. Secondo le indiscrezioni, la persona nella foto sarebbe una delle vittime dell’Enigmista (che nel film sarà interpretato da Paul Dano), mentre la poltrona dovrebbe trovarsi all’interno della Villa Wayne.

Potete vedere l’immagine leak di seguito:

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Il cast di The Batman è formato da molti volti noti: insieme a Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno anche Andy Serkis (Alfred), Colin Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon) e Paul Dano (Enigmista). Infine, John Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard, ma c’è ancora mistero sul suo ruolo.

HN Entertainment ha suggerito che le riprese del cinecomic si svolgeranno presso i Leavesden Studios di Londra (gli stessi della saga di Harry Potter ma anche di Batman v Superman: Dawn of Justice, Justice League, Wonder Woman e del sequel Wonder Woman 1984) mentre l’uscita nelle sale è stata già fissata al 25 giugno 2021.

The Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono le fonti, “Quando alcune persone iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti sospettati“.

Fonte: ScreenRant

Coronavirus: stop alle riprese di Mission Impossible 7 a Venezia

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Coronavirus: stop alle riprese di Mission Impossible 7 a Venezia

L’emergenza Coronavirus continua ad avere effetti collaterali anche sull’industria cinematografica. Dopo la notizia del rinvio – a data da destinarsi – di numerosi film in uscita tra le giornate di domani e giovedì (tra cui Si vive una volta sola di Carlo Verdone e Volevo nascondermi di Giorgio Diritti), apprendiamo adesso che le riprese del settimo capitolo della saga di Mission Impossible a Venezia sono state ufficialmente bloccate.

A confermare la notizia è stata la Paramount Pictures, che in un comunicato ufficiale diramato nelle ultime ore ha dichiarato: “Per eccesso di abbondanza nei confronti della sicurezza e del benessere del nostro cast e della nostra troupe, e visto l’impegno del governo locale veneziano nell’impedire assembramenti in pubblico come risposta alla minaccia del Coronavirus, abbiamo cambiato il piano di produzione che prevedeva tre settimane di riprese a Venezia, la prima parte della lunga produzione di Mission Impossible 7. Durante questa pausa, vogliamo essere consapevoli delle preoccupazioni della nostra troupe e permetteremo a tutti di tornare a casa fino a quando non potremmo nuovamente iniziare a girare. Continueremo a monitorare la situazione e lavoreremo insieme alle autorità sanitarie e governative mentre si evolverà.”

Stando a quanto riportato da Deadline, Tom Cruise non era ancora arrivato in Italia per le riprese. Mission Impossible 7 uscirà nelle sale americane il 23 luglio 2021.

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I prossimi due capitoli della saga di Mission Impossible vedranno coinvolti anche Shea Whigham (Kong: Skull Island), Hayley Atwell (Captain America: Il primo vendicatore), Pom Klementieff (Guardiani della Galassia) e Nicholas Hoult (X-Men, Mad Max: Fury Road). Tom Cruise e Rebecca Ferguson torneranno nei panni di Ethan Hunt e Ilsa Faust.

I due film verranno girati in contemporanea ma non è ancora chiaro quali altri membri del cast torneranno sul set per le riprese. Christopher McQuarrie scriverà e dirigerà i film, che faranno il loro debutto nelle sale americane rispettivamente il 23 luglio 2021 e il 5 agosto 2022.

Nessun aggiornamento sul destino di August Walker e Alan Hunley, i personaggi interpretati da Henry Cavill e Alec Baldwin, che secondo le ultime indiscrezioni rientrerebbero nei piani di McQuarrie per i sequel. Ma come farli tornare, visto che nel precedente film sono morti?

Black Widow: la trading card di Yelena rivela nuovi dettagli sul costume

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Le nuove trading card di Black Widow ci danno la possibilità di dare uno sguardo ravvicinato al costume di Yelena Belova, il personaggio che nel film con Scarlett Johansson sarà interpretato da Florence Pugh.

La prima apparizione di Yelena nei fumetti risale al 1999, in Inhumans #5, ed ha un background simile a quello di Natasha. Allenata come spia nella Stanza Rossa, ha lavorato per la Federazione Russa e poi per lo SHIELD.

Comicbook ha condiviso l’immagine della trading card di Yelena in cui la donna indossa un’uniforme bianca, che nel trailer del film abbiamo visto addosso a Natasha, e un gilet verde identico a quello che Natasha indossa in Avengers: Infinity War. Ecco di seguito la card:

Black Widow: 10 teorie dei fan, tra azzardi e probabilità

La regia di Black Widow è stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme alla Johansson ci saranno anche David HarbourFlorence Pugh, e Rachel Weisz.

Dopo lo straordinario successo di Avengers: Endgame, diventato il maggiore incasso mondiale di sempre, Scarlett Johansson riprende il suo ruolo di Natasha Romanoff/Black Widow.

Spider-Man 3: Tom Holland conosce tutti gli spoiler

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Spider-Man 3: Tom Holland conosce tutti gli spoiler

Tom Holland rivela di conoscere tutti gli spoiler su Spider-Man: Homecoming 3 a seguito di un incontro di lancio del progetto con Sony e Marvel. Da quando è entrato a far parte del Marvel Cinematic Universe nel 2016 con la sua prima apparizione in Captain America: Civil War, l’attore è diventato una delle figure preferite dai fan del franchise, conquistando il pubblico con il suo genuino entusiasmo.

È chiaro che Holland è entusiasta di interpretare Peter Parker, come dimostra il fatto che si è impegnato in prima persona affinché la Sony e la Marvel trovassero un nuovo accordo per mantenere Spider-Man nel MCU a seguito di una rottura tra le parti lo scorso agosto. Mentre i fan apprezzano sicuramente lo spirito di Holland, l’attore ha anche dimostrato di avere la tendenza a non tenere bene i segreti.

Parlando con HeyUGuys alla premiere del suo nuovo film, Tom Holland ha rivelato di essere consapevole di ciò che i filmmaker hanno in mente e ha fatto una battuta sulla sua propensione a condividere spoiler: “Ora so tutto. Ho avuto il mio grande incontro con Marvel e Sony circa due settimane fa e conosco tutti i segreti (di Spider-Man: Homecoming 3). Ma ho anche fatto circa mille interviste, quindi so come non rovinare più un film!”

Tom Holland si è unito al MCU nei panni di Peter Parker nel 2016: da allora, è diventato un supereroe chiave all’interno del franchise. Non solo è apparso in ben tre film dedicati ai Vendicatori della Marvel, ma anche in due standalone: Spider-Man: Homecoming e Spider-Man: Far From Home. La scorsa estate, un nuovo accordo siglato tra Marvel e Sony ha permesso al personaggio dell’Uomo Ragno di restare nel MCU per ancora un altro film a lui dedicato – l’annunciato Spider-Man 3 – e per un altro film in cui lo ritroveremo al fianco degli altri eroi del MCU.

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