Non è il modo ideale per dare una
prima occhiata al mostro rosso, ma i peluche non erano esattamente
dettagliati. Ora, grazie ad alcune nuove immagini promozionali,
possiamo finalmente dare un’occhiata al design del personaggio.
L’immagine non è delle più chiare,
ma ci dà comunque un’idea abbastanza precisa di cosa aspettarci
dalla versione di
Brave New World del trasformato Presidente
Generale Thaddeus “Thunderbolt” Ross (Harrison
Ford). E no, non sembra che si farà ricrescere i baffi
quando si trasformerà!
Un paio di settimane fa sono state
diffuse le prime foto ufficiali del film, che mostrano Anthony
Mackie nei panni del redivivo Sam
Wilson, dotato dell’iconico scudo di vibranio di Steve
Rogers, e la nostra nuova Sentinella della Libertà che
incontra Ross, il quale incaricherà Wilson di riformare i
Vendicatori.
Nel filmato proiettato al CinemaCon
all’inizio di questo mese, Ross accoglie Wilson alla Casa Bianca
per lodarlo per il suo passato eroismo, ma il caos si scatena
quando la musica attiva alcuni assassini agenti dormienti, tra cui
Isaiah Bradley di Carl Lumbly, che tentano di
eliminare il Presidente.
Quello che sappiamo sul film
Captain America: Brave New World
Captain America: Brave New World riprenderà da dove si
è conclusa la serie Disney+The Falcon and the Winter
Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson (Anthony Mackie)
dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il
regista Julius Onah (Luce, The Cloverfield
Paradox) ha descritto il film come un “thriller
paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno del Leader
(Tim Blake Nelson), che ha iniziato la sua
trasformazione radioattiva alla fine de L’incredibile Hulk
del 2008.
Secondo quanto riferito, la star di
Alita: Angelo della BattagliaRosa
Salazar interpreta la cattiva
Diamondback. Nonostante dunque avrà degli elementi
al di fuori della natura umana, il film riporterà il Marvel Cinematic
Universe su una dimensione più terrestre e realista, come già
fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Ad ora,
il film è indicato come uno dei titoli più importanti della
Fase 5.
Immagina di svegliarti un giorno e
scoprire che tutto ciò che conosci e ami è destinato a scomparire
per sempre. La tua casa, la tua famiglia, i tuoi amici e persino la
tua stessa vita. Cosa faresti se ti restassero solo 200
giorni su questa Terra?
È su questo interrogativo che si
basa la tragica storia di Addio alla Terra (titolo
originale 종말의 바보), il nuovo emozionante k-drama
distopico di Netflix con protagonisti gli attori Ahn
Eun-jin (Hospital Playlist, My Dearest, The
Good Bad Mother) e Yoo Ah-in (Burning,
Hellbound, Alive). Diretta da Kim Jin-min
(Extracurricular, My Name) e scritta da Jeong
Seong-joo (Secret Affair, Heard It Through the
Grapevine), la serie è ispirata al romanzo The
Fool At the End of the World (Shūmatsu no
Fūru) di Kōtarō Isaka, autore giapponese già
noto al pubblico italiano per l’opera I sette killer dello
Shinkansen da cui è stato tratto l’adrenalinico thriller di
David Leitch, Bullet Train.
La serie, composta da 12
episodi di circa un’ora ciascuno, è disponibile su
Netflix da venerdì 26 aprile 2024.
“Oggi, domani e ogni giorno, aspettiamo la fine.
Insieme.”
È la primavera del 2025 quando la
pacifica città di Woongcheon, in Corea del Sud, si ritrova
improvvisamente sconvolta da caos e illegalità. La spaventosa
notizia di un asteroide in rotta di collisione con la
Terra, che minaccia di devastare gran parte dell’Asia,
inclusa la penisola coreana, getta la città nel panico ed entra in
vigore la legge marziale. Le scorte di cibo e medicine
diminuiscono, scoppiano guerre civili, i detenuti fuggono dalle
prigioni, i bambini vengono rapiti sempre più frequentemente dai
trafficanti di esseri umani e alcune sette religiose prendono il
sopravvento.
In questo sfondo
apocalittico, a soli 200 giorni dalla fine, quattro amici
d’infanzia – la coraggiosa insegnante Se-kyung (Ahn
Eun-jin), il giovane prete Sung-jae (Jeon
Seong-woo), la ex comandante In-a (Kim
Yoon-hye) e il brillante scienziato Ha Yun-sang
(Yoo Ah-in) – lottano per proteggere il proprio
quartiere e gli ultimi bambini rimasti dall’oscurità dei
criminali.
Mentre il conto alla rovescia verso
la fine del mondo prosegue implacabile, i cittadini di Woongcheon
si sforzano di affrontare l’inevitabile con coraggio e
determinazione, confrontandosi con i loro rimpianti e con
il futuro che è stato loro negato.
Addio alla Terra – In foto l’attrice Ahn Eun-jin nei panni di Jin
Se-kyung.
“Un posto senza speranza è l’inferno”
Addio alla Terra catapulta
il pubblico nella ormai disastrata e sofferente cittadina di
Woongcheon con una precisa premessa: “Questa storia
mostra gli ultimi giorni della gente della nostra
città”. Ed è esattamente ciò che accade: episodio
dopo episodio, infatti, la narrazione intreccia le vite dei
personaggi, principali e secondari, per raccontare tutta la
rabbia, l’odio, il dolore e la profonda depressione dei
loro ultimi giorni sulla Terra. Tra adorabili fugaci momenti di
felicità e dolorosi avvenimenti, il regista Kim Jin-min tenta
quindi di catturare su schermo come reagirebbe l’umanità
innanzi alla fine, e lo fa attraverso gli sguardi di
differenti generazioni: dalla fievole speranza dei bambini
destinati a non vedere mai la luce del mondo e quelli che non
avranno mai la possibilità di diventare grandi, fino alla forte
disperazione degli adulti e la solitudine degli anziani.
I tre moschettieri + 1
Tra tutti i personaggi, quello di
Se-kyung emerge senza dubbio come il più
complesso e interessante della serie. Se-kyung si
distingue fin dal primo episodio come una vera e propria
“eroina alle prime armi”. È, infatti, la prima a
combattere con coraggio e a rischiare la propria vita per
rivendicare i bambini perduti (per cui i sensi di colpa non la
lasciano riposare) e proteggere gli ultimi rimasti. In un mondo in
cui la catastrofe imminente ha spazzato via ogni certezza, Se-kyung
trova nel suo impegno per i bambini una ragione per andare
avanti, una fiamma di speranza che la spinge ad affrontare
il pericolo con dedizione.
Addio alla Terra – In foto l’attrice Kim Yoon-hye nel ruolo di Kang
In-a.
Ma nonostante le nobili intenzioni e
la grande forza morale che guidano il personaggio di Se-kyung, la
sua figura non riesce del tutto a risultare convincente. Nel corso
degli eventi, infatti, sembra che il suo personaggio si annulli
progressivamente, con la sua unica funzione narrativa che appare
sempre più limitata alla sola necessità di assicurare che
il sacrificio dei bambini perduti non sia vano. Così,
l’evoluzione e la profondità emotiva di Se-kyung vengono
sacrificate a vantaggio di un ritratto più “eroico”, ma meno
plausibile.
Il vortice di vendetta, confusione e
irrazionalità che segue Se-kyung travolge ingiustamente anche il
personaggio di Yoo Ah-in. Yun-sang decide di
tornare a casa per condividere gli ultimi istanti sulla Terra con
Se-kyung, ma il suo ritorno sembra non avere un impatto
significativo sul corso degli eventi e sul destino dei
protagonisti. Fin dai primi istanti del suo ritorno, il suo
personaggio sembra relegato all’ombra di Se-kyung.
Yun-sang appare al pubblico come un protagonista
passivo, il cui ruolo pare definirsi principalmente dalla
sua dipendenza emotiva.
Addio alla Terra – In foto l’attore Jeon Seong-woo nel ruolo di Woo
Sung-jae.
Diversa è invece la situazione per i
personaggi di Jeon Seong-woo e Kim Yoon-hye: pur avendo ruoli
minori, il giovane prete Sung-jae e l’ex comandante
In-a (che acquisisce un valore aggiunto anche per il suo
riferimento alla comunità LGBTQ+, un aspetto tutt’altro che comune
nella serialità sudcoreana) mostrano un’evoluzione
significativa nel corso della storia, riuscendo a creare
un forte legame emotivo con il pubblico. Infatti, mentre il
rispettoso e gentile Sung-jae, deluso dalle istituzioni
ecclesiastiche, decide di rinunciare ai suoi voti per vivere gli
ultimi giorni come un fedele laico; In-a, dopo una vita dedicata a
proteggere gli altri, trova il coraggio di congedarsi, liberandosi
del peso delle sue responsabilità e mettendosi in viaggio per
riscoprire se stessa.
Non è tutta colpa di Yoo Ah-in!
Sarà davvero una sfida impossibile
per l’opera di Kim Jin-min guadagnarsi un posto nell’ambita Top10
di Netflix. Al di là del significativo sabotaggio ricevuto
in patria a causa della partecipazione dell’attore Yoo
Ah-in, indagato lo scorso anno per uso di droghe (e si sa
quanto può essere severa e impietosa l’opinione pubblica
sudcoreana), Addio alla Terrafatica a imporsi
come un adattamento degno dell’opera di Isaka.
Nonostante il superamento del ritmo
troppo lento e ripetitivo dei primi episodi, infatti, il pubblico
non riesce mai a sentirsi completamente coinvolto dalla narrazione.
Sebbene l’intento registico di Kim Jin-min e Jeong Seong-joo sia
lodevole nel creare un mondo distopico il più autentico e
realistico possibile, rinunciando del tutto al fantasy
(che invece caratterizza i celebri k-thriller apocalittici quali
Sweet Home
e Hellbound), Addio alla Terra finisce per
accontentarsi di una trama piatta e
depotenzializzata che, oltre a compromettere la capacità
dell’opera di mantenere viva l’attenzione e l’interesse nel corso
della visione, non riesce a trasmettere appieno
l’emozione e l’impatto che ci si aspetterebbe dallo
scenario apocalittico dell’opera di Isaka.
Thor:
Love and Thunder ha ricevuto un’accoglienza
contrastante da parte dei fan. Il sequel del MCU ha esteso
ulteriormente il tono stravagante e comico di Thor:
Ragnarok. Tuttavia, in una recente intervista,
l’attore Chris Hemsworth ha espresso un certo rammarico
per questa direzione del film e ha parlato di dove ritiene che il
progetto sia andato storto.
Chris Hemsworth
dice di “non aver fatto centro” con Thor: Love and
Thunder
In un’intervista con Karen Valby di
Vanity Fair, Chris Hemsworth ha parlato di ciò che non
ha funzionato nella sua quarta uscita da solista nei panni del
Dio del Tuono. Ha espresso il suo rammarico per aver
puntato maggiormente sulla commedia nel sequel. Ha spiegato:
“Mi sono fatto prendere dall’improvvisazione e
dalla stravaganza e sono diventato la parodia di me stesso. Non
sono riuscito ad atterrare”.
All’inizio dell’intervista,
Chris Hemsworth ha descritto i motivi
della sua frustrazione nel ruolo di Thor. Ha dichiarato che gli
altri Vendicatori avevano archi caratteriali migliori, mentre lui
come Thor si sentiva solo “una guardia di
sicurezza per la squadra“. Poi, Thor:
Ragnarok ha modificato il personaggio. Ha permesso a
Chris Hemsworth di utilizzare le sue doti
comiche naturali per la parte.
Ma dopo l’arco di tre film in
Thor:
Ragnarok, Infinity
War e Endgame,
il personaggio è diventato quasi completamente comico in Love
and Thunder. La combinazione con gli archi narrativi
più seri di
Jane Foster e
Gorr il Macellaio ha prodotto risultati
contrastanti per i fan delle precedenti apparizioni di Thor nel
MCU.
L’accoglienza critica e commerciale
di Thor:
Love and Thunder non è stata così eccezionale come
quella dei precedenti tre film di Chris Hemsworth nel MCU. Dopo l’uscita del
film, Hemsworth ha parlato con Josh Horowitz per
l’Happy Sad Confused Podcast e ha detto che secondo lui Thor ha
bisogno di un drastico cambio di tonalità per il futuro.
A24 collaborerà
nuovamente con Danny e Michael Philippou di
Talk to
Me per un nuovo film horror con Sally
Hawkins intitolato Bring
Her Back.
Dopo il successo della loro unione
per il film horror del 2023 Talk to Me, A24 e i coniugi Philippous hanno
deciso di riunirsi per altri progetti, soprattutto se si considera
che Talk to Me è stato il titolo horror di A24 che
ha ottenuto il miglior risultato sul mercato nazionale.
Bring Her Back riunirà A24 e i
Philippou
Sally Hawkins non
è estranea al cinema di genere, avendo recitato in La forma dell’acqua di Guillermo Del
Toro e
Godzilla: King of the Monsters di Michael Dougherty. È nota
soprattutto per i ruoli drammatici in film come
Spencer, Submarine, Un’educazione,
Happy-Go-Lucky.
La trama di Bring
Her Back è attualmente sconosciuta, ma il film si
aggiunge ai progetti che i Philippous stanno già sviluppando, con
un
sequel di Talk to Me e un progetto di
documentario ispirato al loro viaggio nel mondo del
deathmatch wrestling underground
internazionale.
Talk to Me è stato
uno dei film horror più apprezzati del 2023, con un’interpretazione
di spicco della protagonista Sophie Wilde. Il film
ha consacrato il duo di registi australiani Philippous come una
nuova ed entusiasmante voce del genere. Samantha Jennings e
Kristina Ceyton della Causeway Films produrranno
Bring
Her Back. L’inizio della produzione è previsto per
l’estate del 2024.
Per quanto il cinema possa essere
un’arte in grado di produrre opere complesse e intricate, talvolta
ciò che il pubblico cerca è una semplice e rassicurante storia a
lieto fine. Film come The idea of you sono
perfetti per i momenti in cui serve una commedia romantica per
evadere, anche solo per un po’, dalla realtà. Tratto dall’omonimo
romanzo dell’attrice e scrittrice Robinne
Lee (Sette
anime), The idea of you presenta un cast di
figure già ben affermate nel panorama cinematografico
internazionale.
Anne Hathaway (Oscar come miglior attrice non
protagonista per
Les Misérables) interpreta qui la protagonista Solène, mentre
l’attore Nicholas Galitzine (Bottoms)
è nel ruolo di Hayes.
The idea of you: l’amore ai tempi
del Coachella
Solène è una madre divorziata,
proprietaria di una piccola galleria d’arte contemporanea; all’alba
dei suoi quarant’anni vive per la figlia Iz, facendo una vita
tranquilla senza eccessi. Per un caso del destino si ritrova ad
accompagnare la figlia al Coachella, e qui incontra Hayes, pop star
poco più che ventenne. Tra i due si crea immediatamente un legame,
scatta un improbabile colpo di fulmine. Per quanto Solène tema i
suoi sentimenti per Hayes, e soprattutto i giudizi che
deriverebbero da una loro relazione, i due sembrano perennemente
attratti. Ma vivere sotto il continuo giudizio altrui non è facile:
semplicemente alcune volte l’amore non è abbastanza, serve anche il
giusto tempismo.
Un amore senza
età
Fin dalla trama diviene chiaro al
pubblico che The idea of you non è certamente una
pellicola di alto spessore come tematiche trattate. Ciò però non
significa che non raggiunga il suo principale scopo di intrattenere
il pubblico. La commedia in sé si mantiene molto leggera, senza
però cadere nella banalità.
Le rom-com tendono a raccontare
prevalentemente storie d’amore tra teenager o giovani: ciò può
essere ricollegabile ad un preconcetto sociale per cui la passione
e l’innamoramento sono ricollegabili più alla gioventù.
L’originalità in The idea of you sta proprio nel
focus sull’età dei due personaggi: Solène ha appena compiuto
quarant’anni, ha una figlia adolescente e un matrimonio alle
spalle, mentre Hayes è nel pieno dei suoi vent’anni, con tanto
successo davanti a sé. Per quanto tra i due ci possa essere un
amore potente, la differenza d’età finisce per essere un
problema.
Solène si mostra fin da subito in
tutta la sua maturità: non riesce a fidarsi di Hayes e cerca di
chiarire dalla prima uscita il loro rapporto. Il peso delle
responsabilità verso sua figlia e gli altri sembra fermarla, finché
non trova la forza di abbandonarsi totalmente a questa folle
passione.
Il temibile
giudizio dei social
Ogni essere umano in una comunità
tende a conformarsi alle leggi sociali qui stabilite, temendo il
giudizio altrui e una forma di esclusione dal gruppo. Questo
fattore viene enormemente amplificato dai social: questi diventano
una sorta di patibolo per tutti i martiri giudicati e condannati
aspramente dalle figure già ben note come haters.
In The idea of you
questo finisce per essere un elemento di rottura: il giudizio
altrui. La paura di essere giudicata negativamente da amiche,
familiari e dalla stessa figlia ferma Solène dal rendere pubblica
la sua relazione con Hayes. Nel momento però in cui la notizia
diviene pubblica gli attacchi sui social e sui magazine diventano
continui e asfissianti, per Solène come anche per Iz.
La realtà presentata sembra sempre
falsa, superficiale: per coloro che vivono sotto i riflettori è
difficile essere visti per loro stessi, o anche solo poter essere
loro stessi. Lo stesso Hayes sottolinea come lui non riesca a
fidarsi facilmente delle persone.
E così viene da sé
bollare le celebrità per ciò che sembrano al feroce pubblico dei
social: Solène non era più una donna con un passato difficile ed un
nuovo amore davanti a sé, ma solo una signora troppo matura, troppo
avanti con l’età per poter stare con Hayes. Le critiche e gli
insulti cechi diventano continui, solo perché Solène non
corrisponde all’ideale della ragazza adatta ad una giovane pop
star.
The idea of you si
presenta come una classica commedia romantica, con un punto di
vista originale. Pur rispettando queste aspettative, la pellicola
non ha niente di più: con alcune mancanze dal punto di vista
tecnico, quali l’utilizzo quasi casuale in poche scene dello split
screen, The idea of you non è certamente un
capolavoro di cinematografia. Ciononostante incanta un pubblico
alla ricerca di una bella storia d’amore, così coinvolgente nella
sua semplicità.
Netflix
ha diffuso il primo teaser di Senna, la
miniserie in 6 episodi sul campione di Formula 1 e leggenda
dello sport, Ayrton Senna, in arrivo solo sulla
piattaforma nel 2024. Attraverso la storica telecronaca di
Galvão Bueno e il grido di vittoria di Senna a
Interlagos nel 1991, le primissime immagini di Senna ricreano il
momento epico in cui il pilota vinse per la prima volta il Gran
Premio di casa, dopo essere rimasto bloccato in sesta marcia.
Il teaser, disponibile da
oggi, racconta i pensieri e le esperienze che hanno portato Ayrton,
interpretato da Gabriel Leone, a quel punto della
sua carriera e rivela anche alcuni personaggi iconici che hanno
fatto parte della sua vita quell’anno, tra cui Xuxa (Pâmela
Tomé), Alain Prost (Matt Mella), il team
principal della McLaren, Ron Dennis (Patrick
Kennedy), e Galvão Bueno (Gabriel
Louchard).
Senna, cosa racconta la miniserie Netflix
Nel corso dei sei episodi,
Senna mostrerà, per la prima volta, il viaggio di trionfi,
delusioni, gioie e dolori di Ayrton, svelando la sua personalità e
le sue relazioni personali. La serie racconterà la storia del tre
volte campione del mondo di Formula 1 dall’inizio della carriera
automobilistica, dal trasferimento in Inghilterra per competere
nella Formula Ford, fino al tragico incidente di Imola, in Italia,
durante il Gran Premio di San Marino.
Con Vicente Amorim come
showrunner e co-regista, insieme a Julia Rezende, Senna è prodotto
da Gullane e creato in collaborazione con Senna Brands e la
famiglia del pilota. L’emozionante storia di uno dei più grandi
eroi dello sport di tutti i tempi vede protagonisti anche Alice
Wegmann (Lilian Vasconcelos, la prima moglie di Ayrton), Camila
Márdila (Vivianne Senna, sua sorella), Christian Malheiros
(Maurinho, il suo amico), Gabriel Louchard (Galvão Bueno), Hugo
Bonemer (Nelson Piquet), Julia Foti (Adriane Galisteu), Marco Ricca
(“Maurão” Senna, suo padre) e Susana Ribeiro (Zaza Senna, sua
madre), oltre a un cast internazionale: Matt Mella (Alain Prost) ,
Kaya Scodelario (una giornalista immaginaria, Laura), Arnaud Viard
(Jean-Marie Balestre), Patrick Kennedy (Ron Dennis), Joe Hurst
(Keith Sutton), Johannes Heinrichs (Niki Lauda), Keisuke Hoashi
(Osamu Goto), Leon Ockenden (James Hunt), Richard Clothier (Peter
Warr), Steven Mackintosh (Frank Williams) e Tom Mannion (Sid
Watkins), tra gli altri.
SENNA
Produttori: Fabiano Gullane e Caio Gullane
Capo Sceneggiatore: Gustavo Bragança
Scritto da: Álvaro Campos, Gustavo Bragança, Rafael
Spínola, Thais Falcão e Álvaro Mamute
Tra i film più celebri della
filmografia di Sergio Leone, e
dell’intera storia del cinema, vi è C’era una volta in
America (qui la recensione), gangster movie dai toni epici che ha consacrato Leone
come uno dei massimi autori del cinema mondiale. Malgrado lo scarso
successo di pubblico alla sua uscita, con il passare degli anni il
film è stato definito unanimemente come uno dei più belli di
sempre, posizionandosi quasi sempre nelle classifiche dei film
preferiti di pubblico e di critica.
Ecco 10 cose che forse non
sai su C’era una volta in America.
La trama di C’era una volta
in America
La vicende del film si svolgono
nell’arco di quarant’anni, e seguono le drammatiche vicissitudini
del criminale David “Noodles” Aaronson e dei suoi
amici, dal loro progressivo passaggio dal ghetto ebraico
all’ambiente della malavita organizzata nella New York del
proibizionismo e del post-proibizionismo.
C’era una volta in America è tratto da un
libro
1. C’è un’ispirazione
letteraria dietro il film.C’era una volta in
America è tratto dal romanzo The Hoods,
pubblicato dallo scrittore Harry Grey nel 1952. Il
romanzo è basato sulle esperienze dello stesso Grey, criminale nei
primi decenni del Novecento e la sua fu una delle poche
autobiografie di un gangster mai pubblicate. Leone, da tempo
desideroso di realizzare un gangster
movie, rimase molto colpito dal libro e scelse di trarne
ispirazione per il suo film, arrivando a definire quella come la
trama che andava cercando ormai da un decennio.
C’era una volta in
America: il cast del film
2. Ha un cast di grandi
attori e giovani debuttanti. Avendo a disposizione un
budget piuttosto elevato, Leone si avvalse di un cast misto,
composto da grandi stelle internazionali e da attori debuttanti.
Protagonista del film è Robert De
Niro, nel ruolo di David Aaronson, a cui si affianca
l’attore James Woods nel ruolo di Maximilian
Bercovicz. Tra gli attori che conobbero la celebrità con il film si
annoverano invece Tuesday Weld, Elizabeth
McGovern e Jennifer
Connelly. Al film partecipò anche
l’attore Joe Pesci in
un piccolo ruolo.
3. Pesci si era proprosto
per un ruolo più importante. L’attore Joe
Pesci, molto amico di De Niro, si era proposto per il
ruolo di Maximilian Bercovicz, ma Leone non lo ritenne adatto per
la parte. Gli propose così di scegliere un qualsiasi altro
personaggio e Pesci scelse così la parte di Frankie,
originariamente più ampia nella sceneggiatura e drasticamente
ridimensionata nella versione finale del film.
4. Jennifer Connelly divenne
celebre grazie al film.
Jennifer Connelly, all’epoca giovanissima, fu notata
da un addetto al casting di un altro film, il quale sapeva che il
regista italiano stava cercando una ragazza da far danzare davanti
alle cineprese. Dopo aver visto la Connelly ballare decise dunque
di proporla a Leone, che la scritturò immediatamente, avviandola
alla carriera cinematografica. Connelly è oggi una delle più
apprezzate attrici della sua generazione ed è anche una vincitrice
di premio Oscar.
5. De Niro cercò di
incontrare un vero boss della malavita. Come suo
solito, Robert
De Nirocercò di prepararsi e approfondire quanto
più possibile il suo personaggio. Per farlo, tra le altre cose,
chiese ripetutamente di poter incontrare il boss della malavita
Meyer Lansky, ma non ottenne mai una risposta
positiva e non ebbe dunque modo di conoscerlo. La sua intenzione
era quella di poter avere da lui qualche dettagli sulla sua vita,
sui suoi modi di fare, traendo così ispirazione per il carattere
del suo personaggio.
C’era una volta in
America: le location del film, dagli USA all’Italia
6. Il film è stato girato in
diverse parti del mondo. Per le riprese del film, Leone
scelse il quartiere Brooklyn di New
York, spostandosi poi anche in New Jersey
per poi andare in Florida, con alcune riprese
effettuate sulla St. Pete Beach del Don
Cesar Hotel. Le scene nell’immaginario cimitero di
Riverdale sono invece state girate nel Woodlawn
Cemetery nel Bronx. Si annoverano poi
diverse location europee: in Francia a
Parigi si è svolta la scena in cui Noodles assiste
alla partenza di Deborah in treno, mentra in
Italia sono state girate molte scene
(soprattutto quelle ambientate negli anni venti e trenta) nei set
di Cinecittà, a Roma, ma anche al
Lido di Venezia per la scena della cena al
ristorante di Noodles e Deborah all’hotel
Excelsior.
C’era una volta in
America: la colonna sonora del film
7. La colonna sonora fu
affidata ad Ennio Morricone. Leone non ebbe mai dubbi su
chi ingaggiare per realizzare la colonna sonora del film, affidando
tale ruolo ad EnnioMorricone,
suo collaboratore di lunga data. La musica del film fu
commissionata con così largo anticipo che veniva ascoltata, seppur
non nella versione orchestrata, sul set durante le riprese. Oggi,
questa è considerata tra i massimi capolavori di Morricone. Il film
contiene però anche brani composti da altri, come
Yesterday di Paul McCartney o un
brano dalla celeberrima sinfonia dell’opera La gazza ladra
di Gioachino Rossini.
C’era una volta in
America non è stato candidato agli Oscar
8. Non ha ricevuto nessuna
nomination al celebre premio. Nonostante sia ricordato
come uno dei maggiori capolavori della storia del cinema,
C’era una volta in America non ricevette nessuna
candidatura ai premi Oscar. Il film aveva ricevuto diverse
nomination ai premi BAFTA e le candidature per la Miglior regia e
la Miglior colonna sonora ai Golden Globe, lasciando immaginare che
in tali categorie il film potesse essere nominato anche agli Oscar,
ma così non fù. Questa “mancanza” nulla toglie però al valore
insindacabile del film.
9. Esistono tre versioni del
film. Versione cinematografica da 139 minuti, Versione
internazionale dal 229 minuti e Versione extended
director’s cut da 251 minuti: sono queste le copie esistenti
del film. La prima lo vede privato di moltissime scene e
caratterizzato da un montaggio che segue l’ordine cronologico degli
eventi. La seconda, distribuita in tutto il mondo tranne che negli
Stati Uniti, è universalmente riconosciuta come la vera
versione, ovvero maggiormente aderente al progetto originario di
Leone. Infine, nel 2012, è stata presentata la extended
director’scut, che include scene precedentemente
tagliate.
C’era una volta in
America: la spiegazione della Teoria del Sogno
10. Leone ha detto la sua
sulla celebre Teoria del Sogno. Il film inizia e finisce
con la stessa scena del 1933, con Noodles che si nasconde in una
fumeria d’oppio. Per questo motivo, alcuni interpretano la storia
come un sogno o una fantasia indotta dalla droga, con Noodles che
ricorda il suo passato e immagina il suo futuro. Gli oppositori di
questa teoria citano però il fatto che la sequenza del 1968 include
vari anacronismi: la musica dei Beatles, la televisione, e
riferimenti alla guerra del Vietnam, gli hippy nella stazione che
discutono su Jimi Hendrix, che ovviamente non esistevano nel 1933 e
quindi Noodles non sarebbe stato in grado di sognarli.
I sostenitori affermano che varie
scene avvalorano la teoria del sogno: per esempio il telefono che
squilla ossessivamente nella mente di Noodles è il sintomo di una
allucinazione ossessiva provocata dall’oppio ed egli viene
immediatamente soccorso da un inserviente della fumeria che gli
passa nuovamente la pipa facendolo immergere nuovamente nella
storia. Alla fine del film, il sorriso di Noodles viene
interpretato come il sollievo, nell’accorgersi di aver solo
sognato, anche se Noodles sorride poco, dopo aver iniziato a fumare
oppio. Lo stesso Leone affermò che secondo la sua visione del
racconto Noodles, grazie all’oppio, ha effettivamente una visione
del suo futuro.
C’era una volta in
America: le frasi più belle del film
Il film è divenuto celebre anche per
le sue numerose frasi entrate nella storia del cinema, che sanno
racchiudere il senso e l’atmosfera del film e dei suoi personaggi.
Ecco alcune delle frasi più belle.
– Nessuno t’amerà mai come ti ho
amato io. C’erano momenti disperati che non ne potevo più e allora
pensavo a te e mi dicevo: “Deborah esiste, è là fuori, esiste!”. E
con quello superavo tutto. Capisci ora cosa sei per me?
(Noodles)
– Il tempo non può
scalfire. (Noodles)
– A me piace da matti la puzza
della strada, mi si aprono i polmoni quando la sento. E mi tira
anche di più. (Noodles)
– Ho rubato la tua vita e l’ho
vissuta al tuo posto. T’ho preso tutto. Ho preso i tuoi soldi, la
tua donna, ti ho lasciato solo 35 anni di rimorso. Per la mia
morte. Rimorso sprecato. (Max)
– Noodles, ci rimangono solo dei
bei ricordi e se adesso uscirai da quella porta nemmeno quelli ti
rimarranno. (Deborah)
– Noodles, cos’hai fatto in
tutti questi anni? – Sono andato a letto presto. (Fat Moe e
Noodles)
Il trailer di C’era una
volta in America e dove vederlo in streaming e in TV
È possibile fruire di C’era
una volta in America grazie alla sua presenza su alcune
delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV,
Google Play, Apple TV, Now, Netflixe Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 30
aprile alle ore 21:20 sul canale
Rai 4.
L’attore Vin Diesel è universalmente noto per la saga
di Fast & Furious, che lo
ha reso una celebrità nonché uno dei grandi interpreti del cinema
d’azione. Nel corso della sua carriera, però, questi si è distinto
anche per altri film e ruoli, alcuni dei quali altrettanto famosi e
apprezzati. Dopo Dominic Toretto, il suo personaggio più noto è
certamente quello di Xander Cage, esperto di sport estremi e
protagonista del primo film della trilogia di xXx.
Iniziata nel 2002 e proseguita nel 2005 con xXx 2: The Next
Level, questa ha infine ottenuto un terzo capitolo soltanto
nel 2017. Intitolato
xXx – Il ritorno di Xander Cage, questo è ora diretto
da D.J. Caruso.
Benché questo sia il terzo film, il
personaggio di Cage non era apparso nel secondo film, in quanto
dato per morto al termine del primo. Sin dal 2006, tuttavia, Diesel
si era detto estremamente interesso a riportare sul grande schermo
il personaggio. Ci sono voluti però anni affinché ciò diventasse
realtà. L’intento di Diesel era quello di riportare il film alle
caratteristiche originali della serie, presentando tanta azione e
grandi sequenze di sport estremi. Con un budget di circa 85 milioni
di dollari, xXx
– Il ritorno di Xander Cage ha dimostrato il grande
interesse dai fan per il personaggio e le sue vicende.
Il film ha infatti ottenuto un
guadagno mondiale di 346 milioni di dollari, lasciando del tutto
aperte le porte per ulteriori sviluppi. Data la buona ricezione del
film, questi non mancheranno ad arrivare. Prima di intraprendere
una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire
alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo
qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori
dettagli relativi alla trama, al cast di
attori e al suo sequel. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di xXx – Il ritorno di Xander Cage
L’agente Augustus
Gibbons si trova in Brasile per reclutare il celebre
calciatore Neymar Jr. tra le file dei suoi agenti
xXx. Nel corso delle trattative, un satellite si schianta
improvvisamente al suolo uccidendo entrambi. A provocare il
catastrofico incidente è stata un’arma potentissima, chiamata ‘Vaso
di Pandora’, in grado di controllare i satelliti che gravitano
attorno all’orbita terrestre. Dal momento che il dispositivo è
nelle mani dell’ex xXx Xiang e del suo braccio
destro Serena Unger, l’agente della CIA
Jane Marke è costretta a chiedere l’aiuto del suo
miglior agente: Xander Cage. Venuto a conoscenza
della morte di Gibbons, Cage esce dal suo isolamento forzato nella
Repubblica Domenicana e forma una squadra per catturare Xiang.
Come anticipato, il ritorno del
personaggio di Xander Cage ha necessariamente comportato la
presenza dell’attore Vin Diesel.
Lieto di poter riprendere il ruolo, questi si è sottoposto ad un
ferreo periodo di allenamento, al fine di poter acquisire la
muscolatura necessaria ad interpretare anche alcune delle sequenze
più complesse. Per Diesel, inoltre, è stato fondamentale mostrare
aspetti nuovi del personaggio, che dimostrassero i cambiamenti
d’animo verificatisi in lui in tutti quegli anni. Accanto a lui,
nei panni dell’agente Augustus Eugene Gibbons vi è l’attore
Samuel L.
Jackson, il quale riprende il suo ruolo dal primo
film.
Noto per essere Nick Fury
nell’MCU, Jackson ha caratterizzato
Augustus in modo da far assomigliare i due personaggi. Il rapper e
attore Ice Cube riprende invece il ruolo di Darius
Stone, protagonista del secondo film. L’attrice Toni Collette è
presente nei panni dell’agente CIA Jane Marke, mentre
DonnieYen, attore celebre per la
saga di Ip Man, è il villain Xiang. Questi ha in realtà
sostituito l’attore Jet Li, il quale
originariamente scelto per la parte ha abbandonato il film per
motivi ignoti. L’attrice di Bollywood Deepika
Padukone ha avuto qui il suo primo ruolo in un film
statunitense interpretando Serena Unger, braccio destro di
Xiang.
Ad interpretare la squadra formata
da Cage per la sua missione vi sono gli attori Rory
McCann nei panni del pilota Tennyson, e Kris
Wu in quelli di Harvard “Nicks” Zhou. Ruby Rose è
Adele Wolff, cecchino ispirato alla nota soldatessa Kinessa
Johnson, mentre Nina Dobrev è
l’informatica Rebecca Clearidge. Scontenta per via della mancanza
di scene d’azione per il suo personaggio, questa ha chiesto e
ottenuto di poter partecipare ad almeno una sparatoria,
preparandosi dunque ad essa con un apposito addestramento.
Dato il grandissimo successo del
film, Diesel ha espresso l’intenzione di dar vita ad un quarto
capitolo della serie, nuovamente con protagonista il personaggio di
Xander Cage. La stessa Paramount Pictures, casa produttrice del
film ha dichiarato di aver avviato la fase di sviluppo per un nuovo
film. Il progetto prende ulteriormente vita nel momento in cui, nel
2018, Diesel ha acquistato i diritti sul franchise con la propria
casa di produzione, la One Race Film. È dunque solo questione di
tempo prima che Xander Cage torni a calcare lo schermo
cinematografico, dando vita a nuove spericolate avventure.
Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV
In attesa di tale sequel, è
possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete.xXx
– Il ritorno di Xander Cage è infatti disponibile nei
cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple
TV e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
martedì 30 aprile alle ore 21:20
sul canale Italia 1.
Emmanuel Carrère è generalmente
noto come scrittore, autore di celebri romanzi quali
L’avversario e Limonov. Tuttavia, non tutti sanno
che il suo primo lavoro è stato come critico cinematografico. La
passione per il cinema si è poi ripresentata nel tempo, portandolo
a realizzare come regista tre lungometraggi. Il suo ultimo,
risalente al 2021, è Tra due mondi, presentato in
anteprima alla Quinzaine des Réalisateurs del
74º Festival di Cannes e incentrato
su un noto romanzo-inchiesta della scrittrice e giornalista
Florence Aubenas. In esso si racconta la vita
degli “invisibili”, di coloro che svolgono lavori umilissimi e
vivono alla giornata.
Dopo molti anni di trattative tra
varie case di produzione e Florence Aubenas,
quest’ultima ha finalmente accettato, nel 2015, che fosse
Emmanuel Carrère – scrittore e regista – a
adattare il suo libro al cinema. Carrère, la cui maggior parte
delle opere è incentrate sulla riflessione su sé stessi e sul nesso
fra illusioni e realtà, è infatti risultato essere il regista
giusto per trasporre l’indagine svolta da Aubenas sul grande
schermo. Ha così preso forma un film incentrato su un tema delicato
e particolarmente importante, che permette di mostrare realtà che
troppo spesso vengono ignorate, composte da persone la cui voce
passa continuamente inascoltata.
È però anche un film sull’amicizia e
i sinceri legami di solidarietà che possono nascere in situazioni
di difficoltà, dove l’unione può realmente fare la differenza. Tra
buoni sentimenti e commento sociale, è dunque questo un film da non
perdere. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle
principali curiosità relative a Tra due mondi.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e al libro e
lastoria vera che racconta. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama e il cast di Tra due mondi
Protagonista del film è
Marianne Winckler, una nota scrittrice che decide
di iniziare a lavorare a un romanzo, che tratti il lavoro precario
nella società francese. Per documentarsi sull’argomento, la donna
decide di vivere lei stessa questa realtà e inizia a lavorare come
“infiltrata” per alcuni mesi, come addetta alle pulizie sui
traghetti che solcano la Manica. Quello che scopre va oltre il
problema della precarietà, infatti le donne sono costrette a
lavorare per pochi spicci in condizioni misere e ritmi massacranti,
che restano invisibili agli occhi della società. Nonostante il
lavoro sia umiliante, tra le sue compagne c’è una grande
solidarietà, che le unisce in questa situazione delicata.
Per preservare l’aspetto
documentaristico della storia di Aubenas, Carrère stabilì sin da
subito che, fatta eccezione per la celebre attrice Juliette Binoche nel ruolo di Marianne
Winckler, tutti gli altri interpreti del film sarebbero stati
attori non professionisti. Egli costruisce dunque secondo questo
principio il suo cast, a partire da Hélène Lambert
nel ruolo di Christèle Thomassin, donna che sviluppa un forte
legame di amicizia con Marianne. Tra gli altri ruoli di spicco si
annoverano Lèa Carne nei panni di Marilou,
Émily Madeleine in quello di Justine Leroy,
Patricia Prieur in quello di Michèle e
Évelyne Porée in quello di Nadège
Porteur.
Il libro e la storia vera che racconta
Il film, come anticipato, è tratto
dal libro Le Quai de
Ouistreham, racconto autobiografico della giornalista
Florence Aubenas pubblicato nel 2010. Questo è il
culmine di un lavoro di indagine in cui, per sei mesi, la
giornalista è stata pienamente impegnata nel vivere la vita dei più
poveri, di coloro che passano da un lavoro umile all’altro, da un
lavoro insicuro a uno part-time che non permette di guadagnarsi da
vivere. Aubenas ha iniziato questo libro con una domanda: come
definire e chiarire l’impatto della crisi economica sulla vita
quotidiana delle persone più svantaggiate, che non sono state
viziate dalla vita e che spesso non hanno conosciuto altro che
lavoro temporaneo e disoccupazione?
L’autrice vuole capire i meccanismi
dell’esclusione sociale e il vero significato della parola “crisi”
per questa fetta di popolazione, e vuole darne testimonianza reale.
Per diversi mesi si è dunque messa in gioco e ha indossato i panni
di una donna di quarant’anni, senza formazione, senza esperienza
professionale, che svolge lavori precari e che è semplicemente
“invisibile” agli occhi dei più fortunati. Per far ciò sceglie
Caen, una città di medie dimensioni senza particolari difficoltà,
dove non ha legami, per cercare un lavoro, confrontarsi con i
limiti e le incongruenze del sistema socio-economico e scoprire un
sistema di agenzie di collocamento sopraffatte dalla portata delle
richieste.
Uno dei numerosi lavori svolti dalla
giornalista consisteva nel pulire i traghetti tra Caen-Ouistreham e
Portsmouth quando attraccavano, da cui il titolo del libro. Nel
corso della sua storia, l’autrice incontra persone ossessionate
dalla sopravvivenza quotidiana, senza sapere cosa riserverà il
domani. Ha ad esempio conosciuto le difficoltà e le umiliazioni di
una donna divenuta sua amica che passa da lavori duri e poco
interessanti che le permettevano a malapena di sopravvivere al
doversi sacrificare per ottenere anche il più piccolo lavoro
part-time ed essere costretta a non rispondere alle provocazioni.
Questo ha permesso alla giornalista di tracciare bellissimi
ritratti di donne, sopraffatte o trascese dalla loro
condizione.
Il trailer di Tra due
mondi e dove vedere il fim in streaming e in TV
È possibile fruire di Tra
due mondi grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Google Play,
Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 30
aprile alle ore 21:20 sul canale
Rai 2.
L’attore Chris Hemsworth ha rivelato che uno dei suoi
figli porta il nome di un amato personaggio interpretato in passato
da Brad Pitt. Chris Hemsworth ha recentemente confermato che
suo figlio, Tristan, prende il nome da un personaggio di Brad Pitt del 1994, Vento di
passioni.
Il figlio di Chris
Hemsworth si chiama come Tristan Ludlow
Tutti e tre i figli di Chris Hemsworth hanno nomi con ispirazioni
significative. Tra i due gemelli, Tristan prende il nome dal
personaggio del tormentato ranchero di Brad Pitt in Vento di
passioni, Tristan Ludlow.
In un’intervista con Karen
Valby di Vanity Fair, Chris Hemsworth ha parlato del prossimo film
Furiosa,
della sua delusione per Thor: Love and Thunder e
della storia del nome di Tristan.
Ha rivelato che lui e sua moglie,
Elsa Pataky, hanno scelto il nome mentre
rivedevano Vento di passioni quando la Pataky era incinta dei gemelli. Parlando del
personaggio di Brad Pitt, ha detto:
“Non c’è mai stato un uomo più
bello sullo schermo“. Inoltre, ha detto a Pataky: “Non è
il personaggio più bello del mondo? Penso che uno dei nostri figli
debba chiamarsi Tristan“.
D’altra parte, il secondo gemello,
Sasha, sarebbe stato chiamato come uno stuntman
amico della famiglia Hemsworth. Come riporta Metro, Chris Hemsworth ha anche rivelato che la sua
prima figlia, India Rose, è stata chiamata come il paese
sud-asiatico in una passata intervista con l’agenzia di stampa
IANS. Durante la promozione di Men in Black:
International nel 2019, ha dichiarato all’agenzia:
“Mia moglie ha trascorso molto tempo in India e da lì è nato il
nome“.
I prossimi film con Chris
Hemsworth
Chris Hemsworth dovrebbe tornare in un
potenziale quinto capitolo di Thor, oltre ai due prossimi
film sugli Avengers. Inoltre, nel 2024, sarà
protagonista di altri due film. Il primo sarà Furiosa: A Mad Max
Saga, dove interpreterà l’antagonista, il Dr.
Dementus. A seguire, il film d’animazione Transformers
One. In questo film, Transformers
One darà voce a una versione più giovane di Optimus
Prime, Orion Pax.
Furiosa: A Mad Max Saga, quello
che sappiamo sul film
In Furiosa: A Mad
Max Saga,Anya Taylor-Joy
assume il ruolo che è stato di Charlize Theron
in Mad Max: Fury Road. La
sinossi ufficiale recita: mentre
il mondo va in rovina, la giovane Furiosa viene strappata dal Luogo
Verde delle Molte Madri, e cade nelle mani di una grande Orda di
Motociclisti guidata dal Signore della Guerra Dementus.
Attraversando le Terre Desolate, si imbattono nella Cittadella
presieduta da Immortan Joe. Mentre i due tiranni si battono per il
predominio, Furiosa deve sopravvivere a molte prove e mettere
insieme i mezzi per trovare la strada di casa.
Taylor-Joy ha rivelato che il film
è molto diverso da Fury
Road. Mentre quest’ultimo era un “road movie” che si
svolge in pochi giorni, questo nuovo film è invece descritto come
un racconto più “epico, che si svolgesu un
piùlungo periodo di tempo, e in un certo senso impari a
conoscere Furiosa meglio in questo modo“. Atteso da molti anni
e a lungo bloccato da una disputa legale tra Miller e la Warner
Bros. il film è ora in fase di post-produzione. Furiosa è
scritto, diretto e prodotto da George
Miller insieme al suo partner di produzione di lunga
data Doug Mitchell. Oltre a Taylor-Joy, nel film
ci sarà anche Chris Hemsworth nel
ruolo del villain. Furiosa
debutterà nelle sale il 24 maggio 2024.
Tilda Swinton si unirà a Colin Farrell in The Ballad of a
Small Player di Edward Berger per
Netflix. La storia segue un giocatore d’azzardo ad
alto rischio che, dopo essere stato tormentato dal suo passato e
dai suoi debiti, decide di restare nascosto a Macao e incontra uno
spirito affine che potrebbe contenere la chiave della sua salvezza.
La produzione dovrebbe iniziare entro la fine dell’anno. Il film
segna il primo progetto nato dalla partnership creativa di Berger e
dall’accordo globale per un film first look con Netflix, tramite la
sua società Nine Hours.
Rowan Joffe
adatterà la sceneggiatura, basata sul romanzo di Lawrence
Osborne. Mike Goodridge produrrà
attraverso la sua Good Chaos insieme a Berger per Nine Hours e
Matthew James Wilkin. Swinton ha recentemente
lavorato alla produzione di The Room Next Door di
Pedro Almodovar e prevede il lancio di The
End di Joshua Oppenheimer entro la fine dell’anno.
Colin Farrell continua a lavorare tanto sia
sul grande che sul piccolo schermo. E’ appena uscita su Apple TV+ la sua serie
Sugar e entro la fine dell’anno, uscirà
l’attesissima serie Max, The Penguin, in cui
riprende il suo ruolo acclamato dalla critica nei panni del
gangster più famigerato di Gotham City già visto in The
Batman.
Dal 24 al 26 maggio 2024,
a Roma, negli spazi della Pelanda al Mattatoio e della Città
dell’Altra Economia, torna ARF! Festival, la festa di chi ama, scrive,
disegna, legge e respira fumetti, che celebra il traguardo della
sua decima edizione.
Ideato e organizzato da
Daniele “Gud” Bonomo, Paolo “Ottokin” Campana, Stefano
“S3Keno” Piccoli, Mauro Uzzeo e Fabrizio
Verrocchi, ARF! offre tre giorni di
“Storie, Segni & Disegni”: un’immersione totale nel
Fumetto nel cuore del Testaccio, quartiere-simbolo del fermento
creativo della Capitale.
In questa decima edizione
di ARF! sarà possibile visitare ben 9 mostre super
esclusive, che vedranno la presenza di tutti gli artisti. La prima
Più di 100 proiettili della superstar
argentina Eduardo Risso, organizzata
da ARF! e l’Instituto
Cervantes di Roma con inaugurazione il 17 maggio
presso la Sala Dalì di Piazza Navona. Dal 24 al 26 maggio, nei
luoghi del Festival (Mattatoio + CAE), troveremo
Xtraordinarie! dedicata all’Arte di
Silvio Camboni; O partigiano, portami
via che celebra l’intera carriera artistica di
Baru; l’immaginifica I dreamed a
dream di Dave McKean; Slice of
Summer della giovane mangaka vietnamita Lâm
Hoàng Trúc; la potenza lisergica di
Hurricane e del suo Euforico
Hangover (nella Self Area); il talento della
fumettista e illustratrice Iris Biasio (Premio
Bartoli di ARF! 2023 “Miglior promessa del Fumetto italiano”) e
Avatar (dalla celebre serie USA creata da
Michael Dante DiMartino e Bryan Konietzko) un percorso espositivo
allestito nell’Area Kids. In mostra anche i due street artist
SOLO & Diamond, autori dell’opera
murale (che rappresenta anche la versione variant del
manifesto di ARF! 2024) realizzata a Testaccio, lo storico rione
che ospita il festival, per celebrare i 10 anni di ARF!.
Come ogni anno non
mancheranno gli attesissimi incontri della Sala
Talk, la Job ARF!, format di successo
che, attraverso colloqui di lavoro tra autrici, autori esordienti e
case editrici, crea vere opportunità professionali,
l’ARFist Alley per incontrare decine di
stelle del comicdom nazionale e internazionale
(Rafael Albuquerque, Ivàn
Brandon, Otto Schmidt, Sara
Pichelli, il Collettivo Moleste e
Rita Petruccioli solo per citarne alcune).
Inoltre le due aree a ingresso gratuito: la Self
ARF!, un “festival nel Festival” interamente dedicato al
mondo delle autoproduzioni e della microeditoria indipendente e
l’ARF! Kids, l’area pensata per i giovanissimi,
che si conferma come uno degli appuntamenti più attesi con i suoi
laboratori creativi non-stop di qualità, gli incontri con i libri,
le letture e il disegno sotto la guida dei migliori talenti
dell’editoria italiana per l’infanzia.
Completano il programma
le attesissime Lectio Magistralis tenute dai
Maestri Vittorio Giardino e Baru,
indiscutibili veterani del Fumetto italiano e
franco-belga.
Nato nel 2015, in dieci
anni il festival è diventato un punto di riferimento nel panorama
delle manifestazioni italiane, posizionandosi efficacemente nel
calendario nazionale degli eventi di settore con carattere e
identità. ARF! è anche co-fondatore di RIFF • Rete Italiana
Festival Fumetto, l’Associazione nazionale di categoria
dell’intero comparto, di cui Stefano Piccoli (direttore di ARF!) è
presidente.
La decima edizione di
ARF! Festival è promossa da Assessorato alla
Cultura di Roma Capitale e
Azienda Speciale Palaexpo e le partnership di
ATAC, PressUp e
Koh-I-Noor.
VARIANT
POSTER di ARF! X realizzato dagli street artist SOLO &
DIAMOND
Ella Purnell in Fallout. Foto:
JoJo Whilden/Prime Video.
La serie di Prime Video, Fallout,
è – come noto – l’adattamento dell’omonimo franchise videoludico e
naturalmente non poteva non presentare al proprio interno numerosi
riferimenti proprio ai vari titoli che lo compongono. Nonostante
sia perfettamente fruibile anche da chi non ha mai giocato ad uno
dei vari capitoli di Fallout, la serie offre a quanti invece sono
avvezzi ai vari videogiochi diversi easter eggs,
provenienti tanto dal Fallout del 1997 quanto
anche da capitoli successivi come Fallout: New
Vegas, Fallout 3 e Fallout
4. Alcuni di questi easter eggs sono solo esempi di come
la serie sia rimasta fedele al gioco, mentre altri ancora hanno un
certo peso ai fini della trama e del futuro della serie. Scopriamo
allora i 10 easter eggs più interessanti!
1La serie anticipa la città di New
Vegas
Interpretato da Rafi Silver,
Robert Edwin House – spesso chiamato semplicemente Mr. House – fa
un cameo nell’episodio finale della stagione 1. Fondatore della
RobCo, Mr. House è legato a una delle società chiave del franchise
con cui la Vault-Tec collabora segretamente. Alla fine, il
personaggio diventa il sovrano di New Vegas. È chiaro che New Vegas
sarà collegata alla seconda stagione di Fallout,
dato che Hank si dirige verso la città nel finale della stagione.
Detto questo, ha senso che lo show parli di Mr. House, anche se il
suo ruolo rimane poco chiaro visti i molteplici finali potenziali
di Fallout: New Vegas.
Christian Bale è stato avvistato per la prima
volta sul set del film. L’attore premio Oscar ha ricevuto
alcuni suggerimenti dalla regista Maggie
Gyllenhaal mentre si preparavano a girare le scene di
The
Bride lunedì (29 aprile) a New York City.
Christian è stato visto
completamente coperto con uno sporco trench di pelle nera e con una
sciarpa nera avvolta intorno al viso mentre indossava minuscoli
occhiali da sole e un cappello nero mentre trasportava due
valigie.
The
Bride è ambientato nella Chicago degli anni ’30 e
offre una rilettura all’iconica tradizione di Frankenstein. Il
film è il secondo impegno da regista di Gyllenhaal. Il suo primo è
stato La Figlia Oscura, che Netflix ha distribuito nel 2021. Il film ha ottenuto
tre nomination ai 94esimi Academy
Awards: migliore attrice (Olivia
Colman), migliore attrice non protagonista
(Buckley) e migliore sceneggiatura adattata.
The
Bride di Gyllenhaal non è l’unico film di Frankenstein
in arrivo. Guillermo del Toro sta attualmente
girando il suo Frankenstein, con Jacob Elordi nei
panni dell’iconico mostro. Il film di Del Toro è supportato da
Netflix e vede protagonisti Oscar Isaac, Mia Goth, Lars
Mikkelsen, David Bradley Christian Convery, Charles Dance
e Christoph Waltz.
La Warner Bros. pubblicherà
The Bride di Maggie
Gyllenhaal nelle sale e Imax il 2 ottobre
2025.
Foto per gentile concessione
-Ufficio Stampa Marianna Giorgi
Alejandro Amenábar
torna sul set con Il
Prigioniero un film che racconta le avventure
del giovane Miguel de Cervantes, interpretato da Julio Peña
(La Casa di Carta: Berlino)
imprigionato nella città pirata di Algeri sotto il controllo del
tiranno Hasán, interpretato da
Alessandro Borghi (Le
Otto Montagne).
Santa Pola, 30 aprile
2024. Nelle scorse settimane sono iniziate a Santa Pola le
riprese de Il
Prigioniero di Alejandro Amenábar. A maggio
il set si sposterà al Castello di Santa Barbara ad Alicante, e
negli studi Ciudad de la Luz, per proseguire in diverse località
della provincia di Valencia e per concludersi a metà giugno nel
Real Alcazar di Siviglia.
Il Prigioniero – la
trama
Anno 1575. Il giovane Miguel de
Cervantes, ferito in uno scontro navale, durante il suo ritorno in
Spagna, viene catturato in mare aperto dai corsari algerini.
Consapevole che una morte crudele lo attende ad Algeri se il suo
riscatto non sarà pagato al più presto, Miguel trova rifugio nella
sua passione per il racconto di storie. I suoi affascinanti
racconti ridanno speranza anche ai suoi compagni di prigionia e
attirano l’attenzione di Hasán, il misterioso e temuto governatore
di Algeri, con il quale inizia a sviluppare una strana affinità.
Mentre i conflitti crescono tra i suoi disperati compagni, Miguel,
guidato dal suo incrollabile ottimismo, inizia a pianificare un
audace piano di fuga.
Il regista e autore
Alejandro Amenábar dichiara, “In
questo film, come nei precedenti, giocherò con i contrasti:
dall’oscura realtà in cui viveva Miguel de Cervantes al potere
delle sue storie, i suoi epici tentativi di fuga, le dure
condizioni di prigionia, la crudeltà dei suoi carcerieri, il
paradiso e la lussureggiante esuberanza dell’hamam, o l’allegria
delle strade di Algeri. Miguel de Cervantes ha vissuto tutto
questo, ed è esattamente ciò che ha plasmato l’umanismo e la
complessità della sua opera.
Si sa che uno dei suoi
racconti nel Don Chisciotte, intitolato Il prigioniero, contiene
numerosi riferimenti autobiografici. Miguel de Cervantes ha
lasciato una grande storia non raccontata: la sua. È tempo di
conoscerla.”
Il
Prigioniero è una coproduzione Spagna – Italia
realizzata da Mod Producciones, Himenóptero (produttori di
The Others, Mare Dentro e Agorà), Misent Produzioni e Propaganda Italia, con la
partecipazione di Netflix, RTVE, RAI Cinema e il supporto di
ICAA-Ministero della Cultura, Generalitat Valenciana, Lazio Cinema
International ed Eurimages.
La produzione esecutiva è affidata
a Fernando Bovaira, produttore di tutti i film di Alejandro
Amenábar e di serie di successo come I Farad,La Fortuna, Crematorio e El día de mañana. Il team tecnico è composto da capi
reparto che hanno già un sodalizio con il regista come: Álex
Catalán, direttore della fotografia, lo scenografo Juan Pedro de
Gaspare il tecnico del suono Gabriel Gutiérrez, a cui si aggiungono
la costumista italiana Nicoletta Taranta (nominata ai David di Donatello per L’isola delle Rose, 5 è il
numero perfetto e Agadah e vincitrice per Romanzo Criminale), e
al trucco e acconciature Ana López Puigcerver e Belen López
Puigcerver (nominate agli Oscar® per La Società della
Neve). La colonna sonora sarà composta dallo stesso Alejandro
Amenábar.
Dopo l’uscita di Cenerentola’s Revenge nei cinema USA,
arriverà anche un film su una delle due sorellastre dell’amato
personaggio reso immortale da Disney, rigorosamente in chiave
horror. Secondo quanto riferito, Memento
International ha aderito al progetto, intitolato
The Ugly Stepsister, che seguirà la feroce ricerca
di Elvira per trovare un modo di eclissare la sua bella
sorellastra. Il film, descritto come una combinazione di commedia e
horror, sarà guidato dall’attrice esordiente norvegese Lea
Myren.
Oltre a Myren nel ruolo di Elvira,
il debutto alla regia della regista norvegese Emilie
Blichfeldt vedrà nel cast anche Thea Sofie Loch
Naess (The Last Kingdom) e Ane DahlTorp (The Wave). Oltre ai nomi coinvolti nel
progetto, le altre informazioni su The Ugly
Stepsister sono ancora relativamente scarse. Tuttavia,
l’outlet ha condiviso che il film seguirà “Elvira mentre
combatte per competere con la sua bellissima sorellastra in un
regno dove la bellezza è un affare brutale. Farà di tutto per
catturare l’attenzione del principe”, pronto a dare al
pubblico una versione contorta dell’amata storia attraverso il
punto di vista inedito della sorellastra di
Cenerentola. Memento International avvierà le vendite
di The Ugly stepsister a Cannes questo maggio.
Una delle sorprese arrivate con il
primo trailer di Mufasa:
Il Re Leone è stata la rivelazione che Blue
Ivy Carter farà il suo debutto come doppiatrice nel film.
Nella storia interpreterà nientemeno che… la figlia di Beyoncé.
Darà la voce all’erede di Simba (Donald Glover) e
Nala (Beyoncé Knowles-Carter), e durante
un’intervista con Empire il regista del film Barry
Jenkins (Moonlight) ha rivelato perché la
decisione di scegliere Blue Ivy Carter per il ruolo di Kiara è
stata una “no-brainer”, ovvero una decisione semplice e quasi
scontata.
Jenkins ha commentato che il talento
vocale di Blue Ivy ha attirato la sua attenzione
per la prima volta quando ha ascoltato la versione audiolibro del
libro per bambini Hair Love. Jenkins ha definito
il lavoro della ragazza “assolutamente straordinario“, e
questo alla fine gli ha fatto pensare che avere madre e figlia che
interpretavano una madre e una figlia sullo schermo avrebbe aiutato
a trasmettere questo tipo di connessione che a volte è difficile da
trasmettere sullo schermo. Il premio Oscar non sembra pentirsi
della sua decisione:
“Guardare [Beyoncé] convivere
con sua figlia, e quanto sia adorabile, gentile e incoraggiante è
stato davvero speciale. Penso che abbia influenzato anche le
performance che hanno offerto. Penso che questa sarà davvero una
bellissima capsula del tempo per loro due, in questo momento in cui
potranno condividere questa parte della loro relazione come questi
personaggi.”
Mufasa:
Il Re Leone, il nuovo film in arrivo il 19 dicembre
nelle sale italiane, che esplora l’ascesa dell’amato re delle Terre
del Branco. È stato annunciato anche il cast stellare che darà voce
ai nuovi personaggi e a quelli più amati nella versione originale
del film. Inoltre, il pluripremiato compositore Lin-Manuel
Miranda firma le canzoni del film, prodotte da Mark
Mancina e Miranda, con musiche aggiuntive e performance di Lebo
M.
Miranda ha
affermato: “Elton John. Tim Rice. Hans Zimmer. Lebo M. Mark
Mancina. Beyoncé, Labrinth, Ilya Salmanzadeh. Beau Black, Ford
Riley, l’incredibile team musicale di The Lion Guard e
tanti altri collaboratori musicali nel corso degli anni. Il Re
Leone ha un’eredità musicale incredibile, con brani di alcuni
dei più grandi compositori in circolazione, e sono onorato e
orgoglioso di farne parte. È stata una gioia lavorare al fianco di
Barry Jenkins per dare vita alla storia di Mufasa e non vediamo
l’ora che il pubblico possa vedere questo film al cinema”.
Mufasa:
Il Re Leone racconta, attraverso Rafiki, la leggenda
di Mufasa alla giovane cucciola di leone Kiara, figlia di Simba e
Nala, con Timon e Pumbaa che offrono il loro caratteristico
spettacolo. Raccontata attraverso flashback, la storia presenta
Mufasa, un cucciolo orfano, perso e solo fino a quando incontra un
leone comprensivo di nome Taka, erede di una stirpe reale.
L’incontro casuale dà il via al viaggio di uno straordinario gruppo
di sventurati alla ricerca del proprio destino: i loro legami
saranno messi alla prova mentre lavorano insieme per sfuggire a un
nemico minaccioso e letale.
Nella versione originale del film
prestano le proprie voci:
– Aaron Pierre nel ruolo di Mufasa
– Kelvin Harrison Jr. nel ruolo di Taka, un principe leone dal
futuro radioso che accoglie Mufasa nella sua famiglia come un
fratello
– Tiffany Boone nel ruolo di Sarabi
– Kagiso Lediga nel ruolo del giovane Rafiki
– Preston Nyman nel ruolo di Zazu
– Mads Mikkelsen nel ruolo di Kiros, un leone straordinario con
grandi progetti per il suo branco
– Thandiwe Newton nel ruolo della madre di Taka, Eshe
– Lennie James nel ruolo del padre di Taka, Obasi
– Anika Noni Rose nel ruolo della madre di Mufasa, Afia
– Keith David nel ruolo del padre di Mufasa, Masego
– John Kani nel ruolo di Rafiki
– Seth
Rogen nel ruolo di Pumbaa
– Billy Eichner nel ruolo di Timon
– Donald Glover nel ruolo di Simba
– Blue Ivy Carter nel ruolo di Kiara, figlia di Re Simba e della
Regina Nala
– Beyoncé Knowles-Carter nel ruolo di Nala
Il cast di voci originali comprende
anche Braelyn Rankins, Theo Somolu, Folake Olowofoyeku,
Joanna Jones, Thuso Mbedu, Sheila Atim, Abdul Salis e Dominique
Jennings. Unendo tecniche cinematografiche live-action con
immagini fotorealistiche generate al computer, Mufasa:
Il Re Leone è diretto da Barry Jenkins e prodotto
da Adele Romanski & Mark Ceryak, mentre Peter Tobyansen è il
produttore esecutivo.
In esclusiva per Vanity Fair, ecco la prima foto
di
Adam Driver in Megalopolis
di Francis Ford Coppola. Il film, che il regista
sognava di realizzare da oltre un decennio, parteciperà in Concorso
al prossimo
Festival di Cannes 2024.
L’idea di Megalopolis è
stata ispirata dalla seconda Congiura di Catilina. Tuttavia, il
film sarà caratterizzato da un’ambientazione futuristica e sarà
incentrato su un ambizioso architetto che cova l’idea innovativa di
ricostruire New York City come un’utopia all’indomani di un
disastro naturale che ha rovinato le infrastrutture della città. Il
pubblico può aspettarsi immagini straordinarie poiché si dice che
il film sia girato utilizzando una tecnologia rivoluzionaria che
impiega nuove tecniche simili a quelle utilizzate
per The Mandalorian.
Coppolla, che scrive e dirige il
film, ha riunito un emozionante cast costellato di star per quello
che potrebbe essere il suo canto del cigno. Oltre
a Adam
Driver, nel cast compaiono anche Forest
Whitaker, Nathalie
Emmanuel, Jon Voight, Laurence
Fishburne, Aubrey Plaza, Talia Shire, Shia
LaBeouf, Jason Schwartzman, Grace Vanderwaal, Kathryn
Hunter e James Remar. Ad oggi
non si hanno però notizie sulla data di uscita del film, che
potrebbe però arrivare in sala nel corso del 2024.
Il team di Let It
Be, il film originale del 1970 sui
Beatles del regista Michael Lindsay-Hogg
meticolosamente restaurato dal team di Peter
Jackson alla Park Road Post Production, ha partecipato a
una proiezione speciale a New York che si è tenuta ieri al Lincoln
Square Cinema di AMC. Michael Lindsay-Hogg e Jonathan Clyde di
Apple Corps Ltd. erano presenti al Q&A moderato dal giornalista
e autore musicale Alan Light insieme agli ospiti dell’evento, tra
cui Sean Lennon ed Elvis Costello.
Let it Be debutterà l’8
maggio in esclusiva su
Disney+. È la prima volta che il film torna disponibile dopo
oltre 50 anni.
Uscito nel maggio del 1970, nel
pieno dello scompiglio per lo scioglimento dei
Beatles, Let It Be occupa ora il posto che gli
spetta nella storia della band. Visto in passato attraverso
una lente più oscura, il film viene ora riportato alla luce
grazie al restauro e nel contesto delle rivelazioni fatte
in The Beatles: Get Back di Peter Jackson.
Uscita su Disney+ nel 2021, la docuserie
vincitrice di diversi Emmy Award® mostra il calore e l’affiatamento
dell’iconico quartetto, catturando un momento cruciale della storia
della musica.
Let It Be contiene filmati
non inclusi in The Beatles: Get Back, portando gli
spettatori negli studi e sul tetto della Apple Corps a Londra nel
gennaio 1969. Qui, i Beatles, insieme a Billy Preston, scrivono e
registrano l’album Let It Be, vincitore del GRAMMY Award®, e la
canzone omonima, premiata con l’Oscar®. È anche il momento
dell’ultima esibizione dal vivo del gruppo. Con l’uscita di
The Beatles: Get Back, i fan hanno
manifestato un forte desiderio di vedere il film
originale Let It Be. Con il pieno sostegno di
Lindsay-Hogg, la Apple Corps ha incaricato la Park Road Post
Production di Peter Jackson di eseguire un meticoloso restauro del
film dal negativo originale in 16 mm. Questo processo ha incluso la
rimasterizzazione del suono utilizzando la stessa tecnologia di
de-mix MAL applicata alla docuserie The Beatles: Get Back di Peter
Jackson.
Let It Be, diretto da
Michael Lindsay-Hogg, ha come protagonisti John Lennon, Paul
McCartney, George Harrison e Ringo Starr, con un’apparizione
speciale di Billy Preston. Il film è stato prodotto da Neil
Aspinall con i Beatles in qualità di produttori esecutivi. Il
direttore della fotografia è Anthony B Richmond. Let It Be
debutterà in esclusiva su
Disney+ l’8 maggio 2024.
In concomitanza con il centenario
della nascita dell’iconico Marcello Mastroianni
nel 1924, il lungometraggio esplora momenti iconici della sua vita
e della sua filmografia attraverso la figura di Chiara
Mastroianni. Secondo la sinossi ufficiale: il film è
la storia di una donna di nome Chiara. È un’attrice, figlia di
Marcello Mastroianni e Catherine Deneuve, che un’estate in cui la
sua vita è in subbuglio, dice a se stessa che preferirebbe vivere
la vita di suo padre.Si veste come lui, parla come lui,
respira come lui, con tale forza che chi le sta intorno inizia a
crederci e comincia a chiamarla “Marcello”.
Chiara Mastroianni
offre una performance spavalda mentre adotta la personalità e
l’aspetto di suo padre con stupore di coloro che la circondano, tra
cui madre Deneuve, Fabrice Luchini, Melvil Poupaud,
Benjamin Biolay, Nicole Garica e Hugh
Skinner, che interpretano anche versioni in parte reali e
in parte romanzate di se stessi.
«È come se mi perseguitasse,
anzi, sono diventata il fantasma di mio padre», dichiara a un
certo punto Mastroianni. Questo viaggio porta Mastroianni a Roma,
città natale di suo padre, dove rivisita vecchi luoghi di ritrovo e
scenari chiave della sua filmografia, saltando anche nella Fontana
di Trevi per replicare l’iconica scena de La Dolce
Vita.
Il film è stato girato a Parigi,
Roma e nella località balneare di Formia, la scorsa estate. Honoré
e Mastroianni avevano già collaborato in On A Magical
Night (Chambre 212), presentato in
anteprima a Un certain Regard e vincitore del
premio come migliore attrice per Mastroianni.
Nonostante la controparte a fumetti
ha riscritto il panorama delle storie Marvel, il film ha
principalmente introdotto nel universo condiviso Black Panther e
Spider-Man. E proprio il giovane uomo ragno di Tom
Holland è il protagonista di alcune rare foto dal dietro le
quinte del film che sono riemerse in rete e stanno creando
polemica.
Il design del costume è in gran
parte lo stesso che abbiamo visto in
Captain America: Civil War, anche se con alcune
differenze fondamentali. Per cominciare, questo è un abito reale
che Tom Holland ha indossato sul set; nel
montaggio finale, è stata presa la decisione di mettere l’eroe in
un costume VFX e, da allora, l’attore ha indossato principalmente
un completo da mo-cap.
Ci sono altre differenze
significative; per cominciare, le linee delle regnatele sul costume
di Spidey sono molto più scure e molto più pronunciate (portandole
più in linea con ciò che siamo abituati a vedere sulla pagina).
Anche il logo sul petto è completamente diverso, quindi cosa è
successo?
Spider-Man è stato aggiunto a
Captain America: Civil War in una fase
relativamente avanzata della produzione a causa di un accordo con
Sony Pictures, il che significa che questa tuta
era probabilmente lontana dal progetto finale fino a quando i
Marvel Studios non avrebbero potuto ultimare il
lavoro sul personaggio con gli effetti visivi.
Tornando al motivo per cui
condividiamo ancora una volta queste foto, i fan sono divisi sul
fatto se la tuta sia migliore del risultato in computer grafica che
da allora ha ampiamente dominato le apparizioni di Spider-Man. Cosa
ne pensate?
Alden Ehrenreich (Fair
Play) è la nuova aggiunta al cast di
Weapons, il thriller horror prodotto da New Line
dello sceneggiatore-regista Zach Cregger.
Mentre i dettagli sulla trama del
film e sul ruolo di Alden Ehrenreich sono per ora nascosti,
l’attore si unisce a un cast che comprende anche Julia
Garner e Josh Brolin.
I dettagli della trama non sono stati al
momento resi noti, ma Weapons è descritto come un’epopea
horror a più livelli interconnessa e ricorda dal punto di vista dei
toni Magnolia del regista Paul Thomas Anderson. I
dettagli del personaggio per Pascal non sono stati rivelati. Le
riprese dovrebbero iniziare in autunno.
Weapons è
stato oggetto di un’intensa guerra di offerte a gennaio, quando gli
studi e gli streamer di Hollywood hanno combattuto per avere la
possibilità di lavorare con Cregger, il cui
Barbarian, prodotto per soli 4,5 milioni di dollari, è
diventato un successo non solo di pubblico e di critica ma anche
all’interno della stessa industria. La New Line ha vinto l’asta che
si è venuta a creare concludendo un accordo che includeva, tra
le altre clausole, un via libera garantito e un’uscita nelle sale
garantita.
Alden Ehrenreich è reduce dall’acclamato
dramma romantico di Chloe Domont
Fair Play, che Netflix ha acquistato dopo il suo debutto al
Sundance, e da Oppenheimer
di Christopher Nolan, vincitore del
miglior film agli Oscar. Sempre nel 2023, l’attore ha recitato in
Cocainorso
di Elizabeth Banks per la Universal, al fianco di
Keri Russell e del compianto Ray
Liotta.
Dopo che
J.A.R.V.I.S. è diventato Visione
in
Avengers: Age of Ultron del 2015, Iron Man ha trovato
una nuova A.I. assistente in F.R.I.D.A.Y. Lei
rimane al suo fianco fino a quando Tony Stark non compì l’estremo
sacrificio quattro anni dopo in Avengers:
Endgame.
Parlando con Empire, l’attrice nominata
all’Oscar Kerry Condon, che ha prestato la voce a
F.R.I.D.A.Y., ha riflettuto sul ruolo che l’ha
vista partecipare a film come Captain America: Civil War,
Spider-Man: Homecoming e Avengers: Infinity War.
“(F.R.I.D.A.Y.)
Vive ancora nei parchi a tema e quant’altro, ma la cosa abbastanza
divertente è che ho incontrato
Robert Downey Jr. solo per la prima volta qualche
mese fa,” ha detto dopo che le era stato chiesto se ci fossero
possibilità per lei di riprendere il ruolo. “E’ stato folle
perché sono stata la sua assistente a tutti gli effetti e non ci
eravamo mai incontrati prima!”
“È stato davvero surreale e più
divertente di ogni altra cosa perché pensavo: ‘Sono io, ero quella
voce tutto il tempo! È stata un’esperienza pazzesca e fortunata per
me perché non avrei mai pensato che ci sarebbero stati così tanti
film”, Condon continuò. “Pensavo solo che sarebbe stato
‘Age Of Ultron’.”
Dopo aver parlato di quanto le sia
piaciuto entrare nella cabina di registrazione per il suo ruolo
nell’MCU, Kerry Condon
ha rivelato com’era essere una delle ultime voci che Iron Man sente
quando F.R.I.D.A.Y. dichiara: “Funzioni
vitali critiche”.“È divertente perché non capisco la
sceneggiatura; non me l’hanno fatta leggere perché è top secret,
giuro su Dio, è tanto frustrante che vuoi solo bere”, ha detto
ridendo. “E io ho pensato, ‘Ma non è davvero morto, vero? Non è
completamente morto?’ e non hanno risposto, perché non vogliono
rispondere nel caso in cui andassi a dirlo a tutti, e tutti mi
hanno guardato con tristezza e hanno detto: ‘Dì solo che è la cosa
più triste che tu abbia mai detto.’ “
Si dice che Iron Man ritorni in
Avengers:
Secret Wars, con
Robert Downey Jr. che riprenderà il ruolo. Tuttavia,
il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige ha fortemente lasciato
intendere che Tony Stark rimarrà morto, il che potrebbe significare
che l’attore interpreterà una variante. Il destino futuro di
F.R.I.D.A.Y. è certamente legato alla
eventuale apparizione di Tony!
Sembra che Oceania
2, la cui uscita nelle sale è prevista per il
27 novembre 2024, stia ora procedendo con la
registrazione delle voci dei talent.
Dwayne Johnson ha recentemente condiviso alcuni
post su Instagram e X/Twitter delle sue sessioni di registrazione
per doppiare Maui, scrivendo: “È così divertente diventare di
nuovo MAUI – un personaggio che ha cambiato la mia vita in molti
modi – incluso il fatto che il personaggio di MAUI è ispirato dal
mio defunto nonno, l’Alto Capo Peter Maivia.”
“Il significato culturale
polinesiano del ruolo e della nostra storia ha toccato famiglie in
tutto il mondo ed è diventato facilmente uno degli onori più
autentici da portare in vita e condividere. Sono entusiasta che voi
e le vostre famiglie in tutto il mondo vi uniate a noi in questo
viaggio.”
Oceania
2, l’epico musical animato dei Walt Disney Animation
Studios, porta il pubblico in un nuovo viaggio con Vaiana, Maui e
un nuovo equipaggio di improbabili marinai. Dopo aver ricevuto
un’inaspettata chiamata dai suoi antenati, Vaiana deve viaggiare
verso i mari lontani dell’Oceania e in acque pericolose e lontane
per un’avventura diversa da qualsiasi altra che abbia mai
affrontato. Diretto da Dave Derrick Jr. con le
musiche dei vincitori del Grammy Abigail Barlow ed
Emily Bear, del candidato al Grammy
Opetaia Foa’i e del tre volte vincitore del Grammy
Mark Mancina (Lin-Manuel Miranda
non tornerà nel ruolo), Oceania
2 uscirà nelle sale il 27 novembre 2024.
Gli attori Auli’i
Cravalho e Dwayne
Johnson riprenderanno i loro ruoli da doppiatori
rispettivamente per Vaiana e Maui. Sappiamo però che inizialmente
la Disney aveva previsto di continuare la storia di
Oceania come
serie in streaming su Disney+. Tuttavia, quando il progetto ha
iniziato a prendere forma e la popolarità dell’originale è
aumentata, la Disney ha deciso di trasformare la serie in un
lungometraggio per le sale cinematografiche. È dunque stato
annunciato che Oceania
2 arriverà nelle sale il 27 novembre,
rispettando la tradizione di distribuire ogni anno un film
d’animazione nel giorno del Ringraziamento.
Anche se stiamo ancora aspettando un
annuncio ufficiale, sappiamo che sono in atto i piani per uno
Spider-Man 4, con Tom Holland e Zendaya che riprenderanno i rispettivi ruoli
di Peter Parker e MJ.
Dopo essere apparso nei tre film
precedenti e aver interpretato un ruolo fondamentale in
Spider-Man:
No Way Home, si potrebbe supporre che anche l’amico di
Peter Parker, Ned Leeds, avrà un ruolo nella
storia, ma l’attore che lo interpreta Jacob
Batalon dice che non ha ancora ricevuto la chiamata.
“Voglio dire, io lo spero,” ha detto l’attore a
The Direct quando gli è stato chiesto se è pronto
a tornare per Spider-Man 4. “Penso che
chiunque abbia lavorato per la Marvel sappia che ti piace
aspettare una chiamata. Forse succede, forse no. Ma è qualcosa che
sicuramente puoi solo sperare e aspettare.”
A Batalon è stato poi chiesto se
avesse parlato con Holland di come la storia potrebbe continuare, e
la sua risposta sembra indicare che sta cercando di non rivelare
troppo. “Ancora una volta, ci sono alcune cose che potrebbero
accadere, ma onestamente non ne sono sicuro.”
In passato ci sono state alcune
speculazioni sul fatto che Ned potesse eventualmente diventare
Hobgoblin come succede alla sua controparte dei fumetti, voce che
si è riaccesa quando è arrivato on line un concept art che lo
vedeva nel ruolo. Tuttavia, l’artista Phil
Saunders ha spiegato in un’intervista del 2023, che il suo
era solo un omaggio alla storia a fumetti del personaggio.
Il prossimo film di Spider-Man
potrebbe ovviamente funzionare senza Ned, ma sarebbe un peccato se
non tornasse dopo che l’incantesimo del Dottor Strange gli ha fatto
dimenticare che Peter/Spider-Man sia mai esistito, alla fine di
No Way Home.
Jeff Bridges tornerà in griglia. L’attore
74enne ha dichiarato al podcast Film Comment (tramite The Playlist)
che apparirà in Tron:
Ares, il terzo film della lunga serie di fantascienza
che Bridges ha inaugurato nel 1982 con
Tron e ripreso con Tron: Legacy
nel 2010. Il nuovo film vede Jared Leto nel ruolo del personaggio
principale Ares, con Joachim Rønning
(Maleficent
– Signora del male) alla regia su una
sceneggiatura di Jesse Wigutow e Jack
Thorne.
“Partirò questo sabato per
recitare una parte nel terzo capitolo della storia di Tron”,
ha detto Bridges. “Jared Leto è il protagonista di questo
terzo. Sono davvero ansioso di lavorare con lui. Ho ammirato il suo
lavoro.” Contattato da Variety, un rappresentante di Bridges
ha detto che l’attore ha registrato il podcast “qualche tempo fa” e
aveva già concluso il suo lavoro su Tron:
Ares. Bridges ha aggiunto di aver sentito che “ci
saranno ancora meno elementi legati all’intelligenza artificiale”
nel film e che la produzione sta utilizzando più “set pratici” per
il nuovo progetto. “Ci sono dei set bellissimi che ho
visto” ha detto.
L’attore non ha fornito ulteriori
dettagli sul suo personaggio e non c’è alcuna garanzia che sarà
Kevin Flynn. Alla fine di Tron: Legacy, Flynn
riassorbe Clu e li cancella entrambi dal mondo virtuale,
permettendo al figlio di Flynn, Sam (Garrett
Hedlund), e Quorra (Olivia
Wilde), un essere umano digitale senziente, di fuggire
nel mondo reale.
Cosa sappiamo su Tron: Ares?
Interpretato da Jared Leto, Tron:
Ares segue un programma altamente sofisticato, Ares,
che viene inviato dal mondo digitale a quello reale per una
missione pericolosa, segnando il primo incontro dell’umanità con
esseri A.I.. Alla regia di Tron:
Ares c’è Joachim Rønning, che ha
diretto sia Pirati dei Caraibi – La vendetta di
Salazar che Maleficent
– Signora del male per la Disney dopo il suo
successo con Kon-Tiki del 2012.
Jared Leto,
Evan Peters, Jodie Turner-Smith e Greta
Lee completano il cast del film scritto da Jesse
Wigutow e Jack Thorne, la cui produzione
dovrebbe iniziare ad agosto (dipendentemente dallo sciopero degli
attori SAG-AFTRA). Emma Ludbrook, Jeffrey Springer
e Leto produrranno, con Russell
Allen come produttore esecutivo.
Jesse Wigutow e Jack
Thorne hanno scritto la sceneggiatura di Tron:
Ares, mentre Sean Bailey, Jeffrey Silver, Justin
Springer, Leto, Emma Ludbrook e Steven Lisberger hanno prodotto
insieme al produttore esecutivo Russell Allen. L’uscita del film è
prevista per il 2025.
Il franchise di
Tron è stato lanciato con l’omonimo film del 1982 con
Jeff Bridges nei panni del creatore di
videogiochi Kevin Flynn, che è stato lodato per i suoi
effetti visivi e ha sviluppato un classico di culto dopo una
difficile uscita nelle sale. A questo ha fatto seguito il sequel
Tron: Legacy del 2010, che ha introdotto nel cast
Garrett Hedlund e
Olivia Wilde e che ha ottenuto poco più di 400 milioni
di dollari al suo debutto durante le festività natalizie.
Stando a quanto dichiarato da
Variety, Netflix sarebbe al lavoro su una serie live-action
dedicata a Scooby-Doo. Si dice che il progetto sia
vicino a un accordo con lo streamer. I dettagli esatti della trama
sono tenuti nascosti, a parte il fatto che sarà basato sul cartone
animato di Hanna-Barbera. La Warner Bros.
Television produrrà la serie, come seguito di un accordo che ha già
visto il lancio della serie Dead Boys Detectives su Netflix.
Josh Appelbaum e
Scott Rosenberg saranno gli sceneggiatori e
saranno anche i produttori esecutivi insieme ad André
Nemec e Jeff Pinkner sotto la loro banner
Midnight Radio. Greg Berlanti, Sarah
Schechter e Leigh London Redman saranno i
produttori esecutivi tramite Berlanti Productions (la società ha
attualmente un accordo globale con WBTV). Jonathan
Gabay della Berlanti Productions e Adrienne
Erickson saranno i co-produttori esecutivi.
Se il progetto andasse avanti, non
sarebbe il primo adattamento in live action di Scooby-Doo. Il più
famoso è “Scooby-Doo”
uscito nel 2002 e interpretato da Freddie Prinze Jr., Sarah
Michelle Gellar, Matthew Lillard e Linda
Cardellini, con Neil Fanning che doppiava
Scooby. Il film è stato un successo al botteghino, generando oltre
250 milioni di dollari in tutto il mondo. Un sequel con lo stesso
cast, “Scooby-Doo: Monsters Unleashed”, è uscito
nel 2004 e ha incassato oltre 180 milioni di dollari. C’era anche
il film televisivo live-action “Scooby-Doo! The Mystery
Begins” e il suo seguito usciti nel 2009 e nel 2010.
Nel corso degli anni ci sono stati
anche numerosi progetti animati di Scooby-Doo, a
cominciare dalla serie di cartoni animati originale della fine
degli anni ’60. Nel corso degli anni si sono susseguite varie
incarnazioni, con molteplici serie animate e film.
Il primo maggio arriva in sala
The Fall Guy, film del regista statunitense
David Leitch, che torna al cinema due anni dopo
Bullet Train,
action movie con protagonista Brad
Pitt. Scritto da Drew Pearce e
ispirato alla serie televisiva anni ’80 Professione Pericolo –
nella quale lo stuntman Colt Seavers (Lee Majors)
interpretava un cascatore di Hollywood e cacciatore di taglie –
l’opera di Leitch affida invece il ruolo a
Ryan Gosling,
fresco dell’esperienza di Barbie che lo
ha ulteriormente consacrato agli occhi del grande pubblico.
A fianco dell’attore canadese
figurano anche la vincitrice del Golden Globe Emily Blunt,
Hannah Waddingham, Aaron
Taylor-Johnson, Stephanie Hsu,
Teresa Palmer, Winston Duke e lo
stesso Lee Majors. Per un film che, fotografato da
Jonathan Sela e musicato da Dominc
Lewis, è stato girato presso i Disney Studios
Australia.
The Fall Guy: la trama
Colt Seavers, un temerario stuntman
interpretato da Ryan Gosling, si ritrova nuovamente
catapultato nel mondo del cinema dopo un periodo di pausa dovuto a
un brutto incidente su un set. Il suo ritorno avviene quando la
celebre star Tom Ryder (Aaron Taylor-Johnson)
svanisce nel nulla durante le riprese di un film diretto dalla ex
di Colt Jody Moreno (Emily Blunt).
Colt, spinto dal desiderio di
riconquistare Jody – infuriata con lui per essere sparito da tempo
– e dalla sfida di sostituire il divo scomparso, si getta a
capofitto nelle indagini, tra le più spericolate acrobazie. Ma la
sua duplice missione, ritrovare Ryder e ottenere il perdono
dell’amata, si complica quando lo stuntman si accorge che qualcuno
sta facendo di tutto per mettergli i bastoni tra le ruote.
Tra stunt mozzafiato e tristi
canzoni d’amore, Colt – ragazzo loquace e casinista spiritualmente
agli antipodi dal “pilota” di Drive (un altro Ryan
Gosling) – prova in tutti i modi a risolvere il mistero,
ma si troverà presto invischiato in un losco complotto che metterà
a repentaglio la sua carriera e la sua vita.
The Fall Guy: una
lettera d’amore fin troppo scritta
Li avevamo lasciati là, sul palco
del Dolby Theatre di Los Angeles; a bisticciare
affettuosamente su chi dei due, in rappresentanza dei rispettivi
film, avesse trascinato l’altro nel successo conseguito dal
Barbenheimer. Li ritroviamo oggi – a lanciarsi
nuove frecciatine “da copione” – sul set dell’ultima fatica di
David LeitchThe Fall Guy,
rom-com action che ben si inserisce all’interno del percorso
stilistico del suo autore e che, innanzitutto, rappresenta una
lettera d’amore al mondo degli stuntman.
Il film, sesto lungometraggio del
regista statunitense (ex cascatore) con protagonisti Ryan
Gosling ed Emily Blunt, si propone
infatti di raccontare quegli invisibili che abbiamo sempre davanti
agli occhi, ma la cui missione, per l’appunto, è quella di celarsi
dietro ai meccanismi della finzione cinematografica.
Per farlo Leitch si affida
nuovamente a quei codici narrativi con cui tanto ha sperimentato a
partire da John Wick (pur non
comparendo accreditato); riproducendo però, in particolare, la
vivacità un po’ cazzara e coloratissima del precedente
Bullet Train (2022) – del quale tra l’altro, con
esiti non eccelsi, sceglie di ricalcare l’artificiosità di
scrittura.
The Fall Guy: perdere il
controllo
Se un paio d’anni fa vi raccontavamo
infatti di un’opera volutamente priva di particolari sotto testi e
per lo più concentrata sul proprio ruolo di puro intrattenimento
spettatoriale, The Fall Guy è una pellicola che,
almeno nelle intenzioni, vorrebbe quantomeno suggerire una
riflessione più strutturata (anche se dai toni leggeri)
relativamente alle dinamiche di preparazione e realizzazione del
prodotto film. Ragione per cui l’attenzione spasmodica rivolta a
soggetto e sceneggiatura – anche dal punto di vista grafico (titoli
di testa e coda) e ancora più che in Bullet Train
– appare in questo senso una sorta di vezzo fuori contesto,
responsabile della creazione di un lungometraggio che, sebbene
potrebbe e dovrebbe spingere su una sregolatezza specificatamente
“corporea”, appare invece rigidamente iper-controllato,
imprigionato da ragionamenti meta piuttosto convenzionali e da
ghirigori di trama francamente non richiesti – oltre che
inutilmente elaborati.
A risollevare le sorti del film e
trasformarlo in un’opera perfettamente godibile, al di là di un
minutaggio comunque fin troppo esteso, cooperano fortunatamente la
chimica tra i due principali interpreti del racconto e alcune
preziose intuizioni del regista. Tra le quali Metalstorm, film nel
film completamente nonsense e palese parodia di Dune, e la
sequenza di pestaggio con protagonista Emily
Blunt, durante la quale l’attrice, atomica bionda della
situazione, malmena malamente il personaggio di
Gosling in pieno stile “wickiano”.
Frangenti di lucidità che preparano
ad un finale altrettanto liberatorio, con cui il cineasta dà
finalmente sfogo alle tensioni inespresse per tutto il film;
rivolgendo un convinto dito medio al sistema e distruggendo il set
per mano dell’entità che ne costituisce la linfa vitale: lo
stuntman. Anche se, lo sottolineiamo, era lecito
aspettarsi qualche cosa di più.
Ella Purnell (Lucy) in
“Fallout”. Courtesy of Prime Video
La stagione 1 di Fallout
ha lasciato in sospeso molte domande, dando dunque alla già
confermata stagione 2 molte risposte da dover fornire. La storia
principale della stagione 1 era incentrata su tre personaggi:
Lucy MacLean, Maximus e il
Ghoul. Al termine della stagione, le storie di
tutti e tre i personaggi si sono intrecciate e hanno fornito
risposte a diverse questioni che la misteriosa storia dello show
aveva presentato. Lucy, interpretata da Ella Purnell, ha finalmente trovato
suo padre dopo che era stato rapito da una donna di nome
Moldaver.
Tuttavia, Moldaver si rivela come
una persona che vuole semplicemente il meglio per gli abitanti
delle Terre Desolate, mentre Hank lavora per favorire i piani
sinistri della Vault-Tec. Il Ghoul, conoscendo i
piani di Vault-Tec da prima dell’apocalisse nucleare, cerca invece
Hank per trovare la sua famiglia. Nel frattempo, Maximus e la
Confraternita d’Acciaio attaccano il complesso di
Moldaver per prendere il controllo del suo esperimento sulla
fusione fredda che fornirà energia quasi illimitata alle Terre
Desolata. Il finale di Fallout intreccia perfettamente tutte queste trame
nel finale, come avviene nella linea temporale dei videogiochi di
Fallout.
Lucy scopre la verità sui piani del
padre con la Vault-Tec e Hank sfugge alle grinfie di lei e del
Ghoul. Quest’ultimo si mette sulle sue tracce con Lucy al seguito,
mentre Moldaver muore a causa dell’attacco della Confraternita
d’Acciaio. Maximus viene dunque promosso cavaliere della
Confraternita e la stagione 1 di Fallout
si conclude. Sebbene il finale abbia dunque fornito molte risposte,
la sua natura misteriosa fa sì che la stagione 2 avrà ancora molte
domande da risolvere riguardo le Terre Desolate di questo mondo
post-nucleare e sui suoi abitanti.
1Quali altre fazioni potrebbero essere
introdotte nella stagione 2 di Fallout?
La Fratellanza d’Acciaio e i Vertibirds in “Fallout”. Courtesy
of Prime Video
Infine, l’ultima grande domanda a cui la
seconda stagione di Fallout
può rispondere è quali altre fazioni saranno introdotte nella
serie. Dalla Confraternita d’Acciaio
all’Enclave e fino alla Nuova Repubblica
Californiana, le fazioni della stagione 1 sono state parte
integrante di diversi giochi di Fallout. Detto questo, l’ampia
storia di Fallout
significa che diverse fazioni importanti non sono ancora apparse, e
la stagione 2 offre l’opportunità di rispondere a quali potrebbero
apparire in futuro.
Il
coinvolgimento di New Vegas nella storia della serie televisiva di
Fallout
potrebbe significare la comparsa di fazioni tratte dall’omonimo
gioco. Una di queste fazioni è la Legione di
Cesare, uno dei gruppi in lotta per il controllo di New
Vegas. Un’altra potenziale fazione che potrebbe apparire è quella
dei Sotterranei, una massiccia organizzazione
criminale che opera da una città chiamata The Hub nella Repubblica
della Nuova California. Resta da vedere se queste fazioni
appariranno o meno.
L’attore Jason Statham è unanimemente considerato una
delle grandi icone del cinema d’azione. Negli anni si è infatti
affermato grazie a titoli come Crank, Parker, Safe, Blitz, Death Race e il recente
Hobbs & Shaw. A dare
origine alla sua fama è però stato in particolare il film del 2002
The Transporter, dove
dà vita ad esperto nel trasporto di pacchi supersegreti, dai
contenuti talvolta compromettenti. Dato il buon successo dei primi
due film, nel 2008 è arrivato al cinema il terzo capitolo,
Transporter 3, diretto stavolta dal regista
francese Olivier Megaton, con alla sceneggiatura
Robert Mark Kamen e il celebre Luc
Besson, autore di film come Lucy o Anna.
Come nei primi due, anche
all’interno di questo terzo capitolo si ritrovano tutte le
caratteristiche per cui Statham e la saga sono poi diventati
celebri. Dagli spericolati inseguimenti ai combattimenti
coreograficamente spettacolari, da un’inaspettata comicità alla
presenza non scontata di certi sentimenti. Con un budget di circa
30 milioni di dollari, Transporter 3 è arrivato a
guadagnarne più del doppio in sala, arrivando ad un risultato
complessivo di circa 77 milioni. Pur ufficialmente conclusasi qui
la trilogia, tale successo ha spinto i produttori a far tornare il
personaggio protagonista anche in altre opere più o meno ispirate a
tali film.
Per tutti gli appassionati di tale
genere, Transporter 3 è ancora oggi una pellicola
imprescindibile, ricca di suspence e colpi di scena. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e ai suoi sequel.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Reduce dagli esplosivi avvenimenti
dei precedenti film, Frank Martin è ora tornato in
Francia per continuare la sua attività di consegna di merce
illegale. Ancora una volta però si trova a dover fare i conti con i
pericoli di questo mestiere. L’uomo viene infatti costretto da un
criminale chiamato semplicemente Johnson a fare
una consegna molto particolare. A rendere più complicata la cosa vi
è il fatto che al polso di Frank viene applicato uno bracciale
molto particolare. Se egli si allontanerà di oltre 24 metri
dall’auto contenente i pacchi, infatti, questo esploderà
uccidendolo sul colpo.
Durante il viaggio, Frank scopre
però che oggetto del pacco è ancora una volta una persona rapita.
Questa è Valentina, figlia di un ministro ucraino
e sequestrata al fine di convincere il politico a firmare un
accordo per un traffico di navi cariche di rifiuti tossici.
Impossibilitato ad intervenire, Frank si trova a dover andare fino
in fondo alla sua consegna. Nel momento in cui però gli uomini di
Johnson tenteranno di ucciderlo senza successo, egli decide di dare
la caccia alla banda di criminali, nel tentativo di salvare la
ragazza e impedire che il traffico illegale avvenga. Ora più che
mai però, Frank si troverà a rischiare seriamente la propria
vita.
Il cast del film
Come giù anticipato, ad interpretare
il protagonista vi è nuovamente l’attore Jason Statham.
Noto per la grande preparazione fisica che dedica ad ogni ruolo,
questi decise di allenarsi a lungo prima delle riprese al fine di
poter eseguire la maggior parte delle scene più complesse, senza
dover ricorrere a controfigure. Allo stesso modo, è lui in persona
ad eseguire le spericolate acrobazie al volante presenti nel film.
Per recitare nel film, però, egli si trovò a dover anche imparare
attività a lui nuove. Soddisfatto dal risultato anche di questo
terzo capitolo, l’attore affermò di non voler rischiare di rovinare
tutto con un ulteriore film, e che pertanto non avrebbe ripreso il
ruolo. L’unico attore dei precedenti film, oltre a Statham, a
riprendere il proprio ruolo è François Berléand,
che ricopre ancora una volta i panni del detective Tarconi.
Ad interpretare Valentina, la
ragazza rapita, è l’attrice Natalya
Rudakova, statunitense di origini russe. Questa
ottenne la parte in modo del tutto imprevisto, in un modo che
sembra poter accadere soltanto nella fantasia. Lavorando in un
salone di bellezza, questa si imbatté per caso nel regista
Luc Besson. Colpito dalla sua presenza, questi
decise di offrirle la possibilità di un provino per il film,
nonostante la Rudakova non avesse alcuna esperienza recitativa.
Dopo aver preso qualche lezione a riguardo, si presentò ai provini
ottenendo la parte. L’attore Robert Knepper, noto
per aver interpretato Theodore Bagwell in Prison Break, è
invece il criminale Johnson. Un ruolo per il quale l’attore ha
tratto ispirazione per il look dallo scrittore Ernest
Hemingway.
La trilogia di film con protagonista
Statham si è così conclusa con questo Transporter
3. Ma la saga è poi continuata con altri titoli
pronti a rielaborare l’universo narrativo qui forgiato. In
particolare, nel 2015, è stato realizzato un reboot del primo film,
intitolato The Trasporter Legacy, e con protagonista nei panni di
Frank Martin l’attore Ed Skrein. Ancora una volta il film si è
affermato con un buon successo, con un incasso di 72 milioni di
dollari a fronte di un budget di 22. Prima di questo reboot era
però stata realizzata Transporter: The Series. Ideata
sempre da Besson, e composta da due stagioni per un totale di 24
episodi. Ad interpretare il protagonista è qui l’attore
Chris Vance, noto per le serie All Saints
e Prison Break.
Il trailer
di Transporter 3 dove vederlo in streaming e
in TV
Prima di vedere tali opere, è
possibile fruire di Transporter 3 grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Rakuten TV, Infinity, Google Play, Apple TV e
Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
lunedì 29 aprile alle ore 21:20
sul canale Italia 1.