Secondo Deadline,
Samuel L. Jackson interpreterà un combattente per la
libertà di nome Valentine, mentre il ruolo di
Dave Bautista sarà quello di Jake, un ex soldato che
recupera oggetti preziosi dal “vecchio mondo” come cacciatore di
tesori. La storia si svolge in un mondo post-apocalittico dieci
anni dopo che un’eruzione solare ha cancellato la tecnologia
mondiale.
Afterburn
sarà diretto da J.J. Perry e prodotto da Neal H.
Moritz e Toby Jaffe per Original Film e da Steve Richards per
Endurance Media. Infine,
Dave Bautista produrrà attraverso la Dogbone
Entertainment, mentre la Black Bear presenterà il film agli
acquirenti internazionali. Le riprese inizieranno in Europa ad
aprile.
“Afterburn è una storia
d’azione eccezionale, che combina il divertimento di Indiana Jones
con la costruzione del mondo del futuro prossimo di Children of
Men“, ha dichiarato Jaffe. “J.J. darà vita a questo film
in modo entusiasmante, utilizzando vere e proprie acrobazie
pratiche per creare pezzi autentici e viscerali. Dave è una delle
principali star d’azione al mondo oggi, oltre a essere un attore
con un’anima e una versatilità reali. Sono davvero entusiasta di
girare Afterburn con entrambi“.
“Dieci anni dopo che
un’eruzione solare ha spazzato via la tecnologia in tutto il mondo,
l’ex soldato Jake (Bautista) lavora come cacciatore di tesori
recuperando oggetti preziosi dal vecchio mondo per clienti
potenti“, si legge nella sinossi ufficiale. “La sua ultima
missione: fare squadra con la combattente per la libertà Drea per
recuperare la Monna Lisa prima che uno squilibrato signore della
guerra la raggiunga per primo“.
Parlando con Collider,
Paul Bettany ha detto che i registi di Avengers:
Infinity War, i Fratelli Russo, hanno
chiesto a lui e Elizabeth Olsen di improvvisare la
scena della morte di Visione. Secondo l’attore, ciò era dovuto al
fatto che la pre-visualizzazione di come si sarebbe svolta la scena
non funzionava. Sebbene Visione non abbia avuto molto da fare in
Avengers:
Infinity War, la sua morte sarebbe stata uno dei
momenti più tristi del film, dando vita a una serie di conseguenze
e di progetti MCU.
“Era divertente. Nessuno di noi
sapeva chi sarebbe morto fino al giorno prima o qualcosa del
genere. Ci hanno mostrato una sorta di pre-visualizzazione. I
fratelli Russo sono venuti da noi [Bettany ed Elizabeth Olsen] e
hanno detto: “Ehi, ascoltate, potete semplicemente improvvisare
questa scena?” E io: “Cosa? Improvvisare di essere un robot che
viene ucciso?” Non ho alcun quadro di riferimento! E Lizzie ha
semplicemente riso, abbiamo un rapporto davvero molto amichevole…
non so come avrebbe funzionato altrimenti, perché entrambi ci
fidiamo davvero l’uno dell’altro e, in qualche modo, siamo arrivati
a qualcosa che ha funzionato.”
La morte di Visione in Avengers:
Infinity War ha poi dato vita a una serie di
conseguenze, e anche ad altri prodotti MCU. Primo di tutti,
WandaVision che si è basato sulla morte del
personaggio di
Paul Bettany per mostrare cosa quel trauma aveva
causato alla Wanda Maximoff di Olsen. Ma ci sarà anche
Vision Quest, serie annunciata sulle avventure del
“Visione bianco” che conosciamo alla fine di WandaVision.
Con la sua vasta filmografia, è
difficile pensare a un tipo di film a cui Nicolas Cage non
abbia preso parte. Tuttavia, c’è ancora un franchise nella sua
lista dei desideri. La star vuole essere in un film di Star
Trek.
ScreenRant riferisce che Cage ha
espresso il suo desiderio di unirsi alla Flotta Stellare in
un’intervista sul tappeto rosso dei 51esimi Saturn Awards, che si
sono tenuti lo scorso fine settimana, e che hanno visto Cage
vincitore del premio come miglior attore non protagonista in un
film per il ruolo di Dracula in Renfield dello scorso anno.
Ecco cosa ha dichiarato l’attore:
“Ci sono state un paio di telefonate. Non lo so, dovrei vedere
una sceneggiatura. Dovrebbe essere qualcosa a cui potrei davvero
aggiungere il mio sapore, avere un po’ di pop e un po’ di
scintilla. Non lo farei “Voglio fare qualsiasi cosa, perché amo
tanto il franchise. Voglio essere sull’Enterprise. Idealmente,
dovrei essere sull’Enterprise in qualche modo. Non voglio fluttuare
nello spazio fuori! Voglio essere sul ponte, ma mi devono portare
una storia.”
L’affinità di Cage con il franchise
di lunga data non sorprende. In un’intervista dell’anno scorso,
l’attore ha detto che preferirebbe essere in Star Trek piuttosto
che in Star
Wars. Allora Cage disse: “Sono un Trekkie, amico, sono
sull’Enterprise. È lì che mi muovo. Sono cresciuto guardando
William Shatner, pensavo che Chris Pine fosse fantastico nei film.
Penso che i film siano eccezionali.”
Oltre a Renfield, quest’anno abbiamo visto
Nicolas Cage anche
in Dream Scenario, film che gli è valso una
candidatura ai Golden Globe come migliore attore in una
commedia.
L’attore Sam Rockwell ha recentemente spiegato come ha
ottenuto il ruolo di Justin Hammer nel MCU in Iron Man 2
dopo aver perso il ruolo di Tony Stark a favore di Robert
Downey Jr.
Anche se il personaggio non viene
visto sul grande schermo dal 2014, in un cameo per il corto All
Hail The King, Justin Hammer di Rockwell è ancora uno dei cattivi
preferiti dai fan, un uomo che desidera disperatamente la fama e il
rispetto di cui invece gode il suo concorrente Tony Stark. Sembra
quindi piuttosto appropriato che
Sam Rockwell sia stato in lizza per interpretare Tony
Stark.
Durante una recente intervista con
GQ, Sam Rockwell ha parlato brevemente
delle sue conversazioni con il regista di Iron Man Jon
Favreau riguardo al potenziale ruolo di Tony Stark prima
che il ruolo andasse a Robert Downey Jr. Ha poi
spiegato come ha ottenuto in seguito la parte di Justin Hammer per
Iron Man 2:
“La mia compagna era in [Iron
Man], Leslie Bibb, e così ho cenato con quei
ragazzi prima della premiere, ed erano nervosi, e poi, ovviamente,
è stato un grande successo. E poi il mio amico Justin Theroux stava
per scrivere la sceneggiatura [per Iron Man 2]… e
sono andato a casa sua e ho detto: “Cosa sta succedendo con Iron
Man 2?” Ha detto: “Sto andando da Favreau per aiutarlo a scrivere
la sceneggiatura”. E io dico: “Bene, lasciami partecipare”. Voglio
essere nel film. Scrivimi una parte da cattivo.” Hanno parlato con
Mickey Rourke e hanno deciso di dividere il cattivo in
due.”
È piuttosto interessante che Hammer
sia stata un’aggiunta successiva al film in cui Whiplash di
Mickey Rourke era stato pensato originariamente
come l’unico cattivo in cerca di vendetta e che voleva danneggiare
l’eredità Stark. Dopotutto, il coinvolgimento di Hammer come
benefattore di Whiplash a causa del suo desiderio di distruggere
Stark è un’aggiunta perfetta alla storia, nonostante il secondo
capitolo di Iron Man sia consederato il peggiore della
trilogia.
Gli eventi di The
Marvels(qui la recensione), il nuovo
film dell’MCU diretto da Nia DaCosta, dall’8 novembre al
cinema, ci hanno permesso di capire che questo film ha
effettivamente un ruolo piuttosto importante per il futuro del
franchise, in quanto introduce diversi elementi attesi da tempo e
che potrebbero essere sviluppati in modo particolarmente
interessante.
Naturalmente, il film è incentrato
sul trio composto da Carol Danvers, Monica
Rambeau e Kamala Khan, ma la scena
post-credit permette di avere un primo assaggio della traiettoria
che l’MCU sembra voler intraprendere per il futuro, andando sempre
più al nocciolo del concetto di Multiverso ormai ampiamente
introdotto da film come Spider-Man: No Way Home,
Doctor Strange nel Multiverso della
follia e Loki. Ma cosa succede
dunque nelle scene post-credit di The
Marvels?
Quante scene post-credits ha The Marvels?
Nell’MCU le scene post-credit
aiutano a definire il futuro dei personaggi coinvolti nel film
appena visto, ma anche ad introdurre ciò che ci si può aspettare di
vedere prossimamente. The
Marvels non fa eccezione e presenta dunque
due scene post-credits, di cui però solo una è
effettivamente significativa ai fini del futuro del franchise e
dell’intera Multiverse Saga, ovvero
quella che si presenta a metà dei titoli di coda. L’altra, quella
che arriva proprio alla fine dei titoli, è più che altro un breve
momento comico che, però, non influisce in alcun modo sul futuro
del franchise.
Cosa succede nella scena di mid-credit?
Come già detto, la scena a metà dei
titoli di coda è l’unica scena importante delle due scene
post-credits di The
Marvels. Ciò che accade in questa scena è direttamente
collegato al futuro del MCU, soprattutto con un evento multiversale
che si profila all’orizzonte. Giunti al finale del film,
apprendiamo che
Monica Rambeau si è sacrificata per chiudere un buco universale
che avrebbe rischiato di far collassare le due realtà coinvolte.
Così facendo, però, Monica non è morta bensì è rimasta bloccata
nell’altro universo, quello che non le appartiene.
Al suo risveglio, si ritrova in una
specie di laboratorio. Accanto a sé trova Maria
Rambeau, sua madre (interpretata nuovamente da
Lashan Lynch) distesa sul letto accanto a lei. A
quel punto appare Bestia degli X-Men, interpretato
dall’attore Kelsey Grammer, già visto in tale
ruolo in X-Men: Conflitto
finale. Egli rivela dunque a Monica che si trovava in un
universo separato ma parallelo al suo. In questo in cui è appena
finita, inoltre, non sembra esistere una sua variante, in quanto
sua madre non la riconosce come figlia. Bestia, inoltre, fa
riferimento al professor Charles Xavier, il quale
dunque esiste ed è vivo in quell’universo. Ma in quale universo ci
troviamo quindi?
In quale universo si svolge la
scena post-credits di The Marvels?
Una differenza notevole tra
l’universo alternativo alla fine di The
Marvels e la Terra-838 vista in Doctor Strange nel Multiverso della follia è che Maria
Rambeau non è Capitan Marvel ma la supereroina
Binary. Nei fumetti, Binary è un alter-ego di
Capitan Marvel che ha assunto tale ruolo dopo essere stata
sottoposta a un esperimento evolutivo da parte della Covata, che ha
scatenato i suoi poteri latenti. Nello stesso periodo, prima di
diventare Binary, Carol era stata associata agli X-Men. In questo
universo, Maria ha il ruolo di Binary, il che sembra escludere che
si tratti della stessa versione del Multiverso della Follia, dove era parte degli
Illuminati.
Nella realtà parallela in cui
Monica si è intrappolata, sembra che gli X-Men siano ben radicati e
che Binary possa esserne un membro. Non solo c’è una “X”
gigante su una parete (sembra l’apertura di una porta), ma Hank
dice espressamente che “Charles vuole un aggiornamento“,
introducendo dunque la presenza del Professor X. Considerando il
ritorno di Kelsey Grammer, è probabile che anche altri volti simili
siano presenti in questa realtà, rendendola forse una versione
alternativa di quella vista nei film della Fox. Una teoria più
inverosimile ma non da escludere è che si tratti dello stesso
universo visto in X-Men: The Animated Series, che presto
sarà rivitalizzato dai Marvel Studios con X-Men ’97.
La motivazione principale di questa
idea è che Bestia è completamente in CGI in The
Marvels, dimostrando dunque un aspetto molto più
animato simile a quello visto nella serie. Considerando che
X-Men
’97 è un progetto ufficiale dei Marvel Studios, c’è
l’opportunità di sovrapporre parte dell’animazione con il
live-action. Indipendentemente da quale sia la linea temporale
ramificata, Monica è bloccata lì, il che indica che questa non sarà
l’ultima volta che la vedremo. Questo universo potrebbe essere
tirato in ballo durante gli eventi di Deadpool
3 o Avengers:
The Kang Dynstay.
Come The Marvels anticipa l’arrivo degli X-Men
Da questa scena si stabilisce
dunque un imminente arrivo degli
X-Men nell’MCU, i quali probabilmente a questo punto avranno un
ruolo molto importante nel film conclusivo della
Multiverse Saga: Avengers: Secret
Wars. Nei fumetti, Secret
Wars è stato un enorme evento crossover che ha coinvolto
diversi personaggi chiamati dal Beyonder su un pianeta dove
avrebbero dovuto prendere parte a una battaglia di proporzioni
epiche. Naturalmente, la Secret Wars ha coinvolto personaggi come
gli Avenges, gli X-Men e i Fantastici Quattro.
Vale la pena notare che né gli
X-Men né i Fantastici Quattro fanno però parte dell’universo
principale del MCU, che è la Terra-616. Sappiamo
però che esistono in altri universi, come dimostra il fatto che il
Professor X e Reed Richards si trovavano nell’Universo 838 durante
gli eventi di Doctor Strange nel Multiverso della Follia.
Naturalmente, da quando la Disney ha acquisito la Fox, che detiene
la licenza dei diritti cinematografici degli
X-Men e dei Fantastici Quattro, era chiaro che questi
gruppi di supereroi sarebbero entrati a far parte del MCU.
Ma poiché il MCU ha già stabilito
che nessuno di questi gruppi è presente nella Terra-616, è molto
probabile che gli eventi che si sono verificati nella mid-credit
scene di The
Marvelsrenderanno più facile per le
persone capire cosa accadrà in futuro. Quindi, ora che sappiamo che
gli universi finiranno per scontrarsi nel futuro del MCU e che in
Doctor Strange nel Multiverso della Follia si è
accennato alla possibili di incursione tra più universi, c’è una
buona possibilità che questa convergenza permetterà all’universo
principale del MCU e a quello in cui è finita Monica di convergere
l’uno con l’altro, formando un unico grande universo che contiene
gli Avengers, gli
X-Men e i Fantastici Quattro. Ciò, probabilmente, avverrà
durante gli eventi di Secret
Wars.
Cosa succede nella scena post-credit?
Infine, come già detto, vi è una
scena post-credit alla fine di tutti i titoli di coda. Ma non si
tratta di una vera e propria scena. Il film si conclude infatti
semplicemente con il miagolio di un Flerken (forse Goose) mentre
sullo schermo lampeggia il logo dei Marvel Studios. Si tratta di
una scena in gran parte irrilevante, che serve solo a dare un tocco
di comicità. Questo significa che non c’è per forza bisogno di
aspettare la fine dei titoli di coda, se non per rendere omaggio a
quanti hanno lavorato alla realizzazione del film e che è sempre
bene celebrare.
Sebbene sia uno dei sei Vendicatori
Avengers) originali, Clint Barton
(alias Occhio di Falco) non è mai stato un
personaggio popolare all’interno del MCU. Con un universo pieno
zeppo di divinità, super soldati e procioni parlanti, è
comprensibile che un ragazzo con arco e frecce possa non risultare
attraente. Ma Occhio di Falco (Hawkeye)
è comunque riuscito a conquistare la sua fetta di fan, oltre ad un
ruolo comunque importante nell’universo condiviso sin dai suoi
esordi.
Indipendentemente dal fatto che sia
un eroe minore, è innegabile quanto anche Occhio di
Falco sia cresciuto come personaggio nel corso degli anni.
Alcuni di questi sviluppi hanno funzionato meglio di altri, ma alla
fine è riuscito ad elevarsi al di sopra della sua ingiusta
reputazione di “membro meno utile degli
Avengers“.
L’acconciatura di Occhio di Falco
In Avengers:
Endgame, i fan hanno avuto la possibilità di vedere in che
modo i vari eroi hanno gestito la vittoria di
Thanos. Dopo aver perso tutta la sua famiglia,
Clint sembra essere il Vendicatore più colpito dagli eventi, cosa
che lo spinge ad intraprendere un sentiero oscuro.
Quando riappare come Ronin, anche
Occhio di Falco sfoggia una nuova
acconciatura. La combinazione tra un mohawk e un muggine potrebbe
aver funzionato per alcuni, ma la verità è che Clint non sembra
propriamente a suo agio nei panni di un angosciato uomo di mezza
età che cerca di sfoggiare quel tipo di look.
Prominenza di Occhio di Falco
Come Vedova Nera fino a poco tempo fa, Occhio di
Falco è stato l’unico membro dei sei Vendicatori originali
a non avere un proprio stand-alone. In effetti, l’unica volta che
il pubblico lo ha visto prima di The Avengers è stato in un rapido cameo nel primo
Thor.
Nel film, Occhio di Falco viene messo da parte quando viene
nominato uno dei lacchè di Loki.
Sembrava che il
franchise non sapesse come usare questo tipo con arco e frecce in
mezzo a tutti quei personaggi con superpoteri. Nel tempo, il
MCU ha cercato di rendere Occhio di
Falco un personaggio più prominente e importante ogni volta che
appariva.
Black Widow e Occhio di Falco
Sebbene i film non abbiano
mai approfondito a dovere la loro storia passata, era abbastanza
evidente che Occhio di Falco e
Vedova Nera erano in qualche modo connessi. Sembrano muoversi
più nell’ombra rispetto agli altri eroi e sono molto più vicini
rispetto agli altri membri del gruppo.
Quando viene introdotto in The Avengers, sembra esserci un accenno di
romanticismo tra loro. In
Captain America: The Winter Soldier, Natasha indossa una
collana di frecce. Tuttavia, la loro relazione viene
successivamente chiarita, ed i due finiscono per risultare soltanto
“migliori amici”.
Le Armi di Occhio di Falco
Per fortuna, un taglio di
capelli unico non è l’unico cambiamento che Clint subisce quando
diventa Ronin. Il primo sguardo a Ronin è in
un’impressionante sequenza d’azione ambientata in Giappone.
Affronta da solo un esercito di Yakuza e non solo con arco e
frecce.
Clint sembra
essersi evoluto al punto da usare una spada per le sue
missioni, oggetto che continua ad usare in tutto il film. Non è
molto più pratico di arco e frecce, ma almeno è qualcosa di
nuovo.
Con i piedi per terra
Occhio di Falco ha avuto la
possibilità di essere uno dei membri più interessanti degli
Avengers. È un personaggio che sembra non avere alcun interesse ad
essere dove si trova e sarebbe stato davvero unico vedere un
supereroe che non avrebbe voluto essere coinvolto fino al collo in
determinati eventi.
Sfortunatamente, i film lo hanno
presentato come un tipo apparentemente tosto, come se appartenesse
davvero agli eroi più potenti della Terra. Mentre l’universo
condiviso cresceva, forse la Marvel si è resa conto del suo errore
ed è tornata sui suoi passi, cercando di rendere Occhio di Falco il
membro della squadra con i piedi ben piantati a terra.
La famiglia
Gran parte del cambiamento
di Occhio di Falco è arrivato in Avengers:
Age of Ultron. Dopo aver passato il film precedente ad
essere soggiocato, la storia di Clint si è arricchita grazie
all’introduzione della sua famiglia, che il personaggio aveva
nascosto alla squadra.
Anche se all’inizio sembrava un po’
forzato, la famiglia di Clint diventa una parte importante del suo
personaggio e della sua motivazione nei film a venire. Quando
vengono tutti spazzati via dallo schiocco di Thanos, sarà proprio
quella motivazione ciò che lo aiuterà a fare i conti con quella
sconfitta.
L’utilità
Occhio di Falco è un
personaggio che sembra non possa essere messo da parte tanto
facilmente. Il fatto che il suo primo ruolo significativo nel MCU
lo abbia mostrato al pubblico come uno scagnozzo a cui è stato
fatto il lavaggio del cervello, ha dimostrato che i realizzatori
avrebbero dovuto fare uno sforzo concreto per renderlo decisamente
più importante.
Ciò è diventata a tutti gli effetti
una decisione più che consapevole dopo la fine della Fase 1. Ogni
volta che Occhio di Falco è apparso in un film, infatti, era certo
che avrebbe avuto un ruolo significativo nella missione al centro
della storia, proprio per farlo risaltare tra i personaggi più
interessanti.
Consapevolezza di sé
Nella fase 1, il MCU
sembrava voler convincere il pubblico che Occhio di Falco fosse un
personaggio fantastico. Una volta che le cose non hanno funzionato,
lo studio ha deciso di iniziare ad accettare il fatto che fosse il
membro più debole della squadra.
Avengers:
Age of Ultron si è davvero concentrato su questo aspetto
del personaggio, rendendo Hawkeye molto più simpatico. Gli altri
scherzano su quanto sia poco importante per la squadra, e lui
stesso sembra riconoscere che il team non ha davvero bisogno di
lui. Scherza persino su quanto siano poco pratici un arco e una
freccia quando si combatte un esercito di robot.
Il ritiro
Dal
momento che forse non si sarebbe mai presentata l’occasione per un
film in solitaria, il MCU ha trovato un nuovo modo per tenere
Occhio di Falco fuori dai giochi finché il personaggio non fosse
stato di nuovo necessario. Dopo aver presentato la sua famiglia
inAvengers:
Age of Ultron,
Clint decide che è ora di ritirarsi dal mondo dei
supereroi.
Ovviamente, quel
pensionamento dura solo fino a quando il personaggio non diventa
necessario per Captain
America: Civil War. Quindi ritroviamo il personaggio anche
in Avengers:
Endgame. E sembra che possa tornare un’ultima
volta nella serie a lui dedicata che arriverà su Disney+ prima che di passare l’arco ad
una nuova generazione.
Ronin
Occhio di Falco è stato un
eroe difficile da prendere sul serio quando è stato presentato in
azione per la prima volta. Tuttavia, la storia del personaggio ha
preso una svolta sorprendentemente oscura quando in Avengers:
Endgame è diventato Ronin.
Se da un lato è
comprensibile che Clint sia rimasto turbato dopo aver perso tutta
la sua famiglia, dall’altro è stato piuttosto scioccante vedere
cosa è diventato. Si è trasformato in uno spietato vigilante che ha
ucciso chiunque riteneva indegno di essere lasciato in vita dopo lo
schiocco. È il lato più oscuro di un eroe che abbiamo mai visto nel
MCU.
Avengers:
Endgame chiude nel modo migliore la saga delle
gemme dell’infinito, un’epopea durata undici anni e ventidue
film e inaugurata nel 2008 da Iron
Man. Ora, tra bilanci sul futuro e nostalgia del
passato, è tempo di ripercorrere le fasi finali del film cercando
di capire cosa sia accaduto e cosa può significare per le prossime
fasi del MCU.
Ecco allora di seguito una spiegazione dell’epilogo di
Endgame:
Ritorno dalla polvere
Con
grande faticaHulk
schiocca le dita riportando in vita le vittime diInfinity
War
con il guanto completo di tutte le
gemme.
È un punto di svolta prima del terzo atto del film, con l’arrivo
diThanos
al quartier generale dei Vendicatori e un attacco che lascia gli
eroi sotto le macerie; soltanto
Captain America,
Iron Man
e
Thor
marciano contro il Titano Pazzo per la resa dei conti.
Ma il villain si dimostra troppo
forte, anche senza le
gemme, e quando sembra che la fine sia vicina arriva in
soccorso l’artiglieria pesante: un esercito composto da
Black Panther, Valchiria,
Spider-Man, Scarlet Witch, e tutti i guerrieri
resuscitati. Insieme, i Vendicatori riescono a contenere la furia
di Thanos e dell’Ordine Nero, ma
fortunatamente il Titano riesce a strappare il guanto dalle mani di
Tony Stark minacciando di nuovo tutte le vite
dell’universo.
“Io sono Iron Man”
Ora è
Tony Stark ad affrontare da solo Thanos, ma poiché il
nuovo guanto è stato progettato e creato dall’eroe, quest’ultimo
riesce ad acquisire rapidamente tutte le
gemme che sfuggono al villain mentre il Titano si ritrova con
un guanto inutilizzabile.
Stark schiocca le dita e polverizza
Thanos e tutti i suoi fedeli. Purtroppo, l’atto coraggioso gli
costa la vita, e sul suo cadavere piangono Peter
Parker, Pepper Potts e i suoi compagni. Una scena
struggente che forse non ha precedenti nella storia del
Marvel Cinematic Universe. “Io sono
Iron Man“, esclama prima di morire
Tony richiamando la celebre frase del suo film d’esordio
del 2008.
Restituire le gemme dell’infinito
Torniamo per un attimo al secondo
atto di Endgame, che vede
protagonisti i viaggi nel tempo e i Vendicatori che cercano di
recuperare le gemme dell’infinito prima di Thanos
in alcuni momenti chiave del MCU: Iron Man,
Captain America e Ant-Man sono a
New York nel 2012, e poi nel 1970 per le gemme del tempo e della
mente; Hulk riceve la gemma del Tempo dall’Antico
nel 2012; Occhio di Falco ottiene la gemma dell’anima
grazie al sacrificio di Vedova Nera su Vormir; Thor e
Rocket Raccoon prendono l’etere (e il Mjolnir) da
Jane Foster su Asgard nel 2013; infine
Nebula e War Machine
acquisiscono la gemma dello spazio su Morag nel 2014.
Bruce Banner inoltre impara
dall’Antico che le gemme potrebbero essere usate senza sconvolgere
la realtà stessa fintanto che ognuna di esse verrà restituita in
seguito al suo tempo rispettivo. E con Thanos
fuori dai giochi, l’impresa è a portata di mano.
Dopo i funerali di Tony Stark,
Bruce e Rocket ricostruiscono la macchina del tempo che
Thanos e
Nebula hanno distrutto,
Steve si offre volontario per portare indietro nel tempo le
gemme, così come il
Mjolnir.
Il futuro
Iron Man
incontra la sua fine nella battaglia finale contro Thanos,
Natasha Romanoff è morta sacrificandosi su Vormir e Visione non
torna in vita. Ma cosa accade agli altri Vendicatori? Il futuro di
molti personaggi rimane ancora un mistero.
Hulk continuerà probabilmente ad
aiutare l’umanità sfruttando l’intelligenza di Banner e la forza
del suo alter ego verde; Thor abdica e lascia il trono di Asgard a
Valchiria, scegliendo di seguire i
Guardiani della Galassia nelle loro avventure nello
spazio; e per quanto riguarda Captain America, Steve torna da
Peggy Carter per quel ballo promesso e mai avuto.
La scena finale di Avengers:
Endgame ci mostra infatti Steve e Peggy che ballano
lentamente su una melodia romantica, ma ciò non significa che il
mondo “moderno” non avrà più il suo Cap. Lo scudo è infatti passato
nelle mani di Sam Wilson, aka Falcon.
L’attore del MCUKumail Nanjiani ha recentemente
commentato tutte le recensioni negative ricevute da Eternals.
Distribuito nel 2021, il film diretto dal premio Oscar
Chloé Zhao vanta un cast impressionante di nomi
che interpretano una famiglia di eroi immortali creati da esseri
cosmici conosciuti come Celestiali nel MCU. Sebbene il film abbia
suscitato molte divisioni, Nanjiani ritiene che le recensioni
negative abbiano meno a che fare con il film stesso.
Durante un recente episodio del
podcast Inside of You di Micheal
Rosenbaum, Kumail Nanjiani ha parlato della sua
esperienza con Eternals e del ruolo di Kingo e ha
commentato le recensioni negative che hanno visto
Eternals rompere la serie complessiva di
“Certified Fresh” del MCU su Rotten Tomatoes.
Secondo Nanjiani, ci sono stati diversi fattori che hanno giocato
un ruolo oltre il film stesso. A partire dal minuti 31 potete
ascoltare la risposta dell’attore:
La trama e il cast di Eternals
Eternals,
il terzo film della Fase Quattro dell’Universo Cinematografico
Marvel diretto dalla regista vincitrice dell’Academy
Award Chloé Zhao, è arrivato il 3 novembre
2021 nelle sale italiane. Il film targato Marvel
StudiosEternals presenta
un nuovo team di supereroi dell’Universo Cinematografico
Marvel: l’epica storia, che abbraccia migliaia di anni, mostra
un gruppo di eroi immortali costretti a uscire dall’ombra per
unirsi contro il più antico nemico dell’umanità, i Devianti.
Il cast di Eternals
comprende Richard Madden, che interpreta l’onnipotente
Ikaris; Gemma
Chan, che interpreta Sersi, amante
dell’umanità; Kumail
Nanjiani, che interpreta Kingo, dotato dei poteri del
cosmo; Lauren Ridloff, che interpreta la
velocissima Makkari; Brian Tyree Henry, che
interpreta l’intelligente inventore Phastos;Salma
Hayek, che interpreta la leader saggia e spirituale
Ajak; Lia McHugh, che interpreta Sprite,
eternamente giovane e al tempo stesso piena di
saggezza; Don Lee, che interpreta il potente
Gilgamesh; Barry Keoghan, che interpreta il solitario
Druig; e Angelina
Jolie, che veste i panni dell’impetuosa guerriera
Thena.Kit
Harington interpreta Dane Whitman.
The
Marvels, inconsapevolmente, aveva un compito e cioè
quello di mostrare al mondo che l’MCU e Kevin Feige
hanno ripreso la giusta direzione nel franchise. Non sempre le
mosse fatte dal CEO si sono rivelate sagge, soprattutto dopo
Avengers: Endgame, ma
se The Marvels ha un pregio in questa
Fase 5 è proprio quello di evitare sbavature
troppo ironiche (come in Thor: Love & Thunder) o
divagazioni non necessarie.
Si propone dunque la giusta dose di
umorismo, azione e narrativa che non sempre è perfetta (anzi) ma
che non cade in espedienti grandiosi per far funzionare la
pellicola – la più breve del franchise, di solo un’ora e mezza
escludendo i titoli di coda. Nia DaCosta, regista del film,
prende dunque la storia di Carol Denvers e la mostra allo spettatore
sotto una nuova luce. Che sia diversa, migliore o peggiore.
The Marvels, la
trama
In The Marvels,
Carol Danvers alias Captain Marvel
ha recuperato la propria identità dai tirannici Kree e si è
vendicata della Suprema Intelligenza. Ma a causa di conseguenze
impreviste, deve ora farsi carico del peso di un universo
destabilizzato. Quando i suoi compiti la portano in un wormhole
anomalo collegato a un rivoluzionario Kree, i suoi poteri si
intrecciano con quelli della sua super fan di Jersey City Kamala Khan, alias Ms. Marvel, e con quelli
della nipote di Carol, il capitano Monica Rambeau, diventata ora un’astronauta
S.A.B.E.R.. Insieme, questo improbabile trio deve fare squadra e
imparare a lavorare in sinergia per salvare l’universo come “The
Marvels”.
Il 33° film della Marvel è
capitanato da un trio molto dinamico, coinvolgente e inusuale. Sì,
perché Brie Larson, Teyonah Parris e
Iman Vellani
non hanno mai lavorato insieme, anzi forse proprio questo aspetto
ha reso il loro rapporto sullo schermo inaspettato. I loro
personaggi sono molto diversi ma condividono lo stesso potere di
luce, ecco perché, quando lo utilizzano contemporaneamente avviene
uno switch, una prende il posto dell’altra. Se inizialmente questo
aspetto appare confusionario, The Marvels
serve proprio da gavetta alle tre per perfezionare questi scambi e
renderli un’arma da usare contro Dar-Benn. Per fare in modo che
questo legame si consolidi, Nia DaCosta ci mostra
il lato umano prima di quello eroistico: una specie di pigiama
party sulla navicella spaziale di Carol.
Puoi essere eccezionale anche
senza essere da sola
È la frase che pronuncia la
Valchiria di Tessa Thompson
(apparsa per un cameo) a Carol. Il tema della solitudine e della
sorellanza, come una confraternita al femminile tra Captain
Marvel, Monica Rambeau e
Ms. Marvel, sono temi chiave di The
Marvels. Mentre Carol Danvers cerca di combattere contro i
demoni del suo passato e fare i conti con le sue azioni, vive in
eterna solitudine con il suo gatto alieno. Anche in Avengers: Endgame aveva dato mostra di questo lato del
suo carattere ma con The Marvels si assiste a un
cambiamento. Carol si ritrova delle “sorelle” sulla navicella:
Monica, la sua nipote acquisita che i fan della
Marvel ricorderanno per WandaVision. Il personaggio ha
acquisito i poteri grazie alla magia di Scarlet Witch
ma è ancora acerba, inesperta.
Così come lo è Kamala, la giovane
fan di
Captain Marvel, il cui sogno di incontrare la sua eroina
diventa finalmente realtà. Il personaggio di Kamala, troppo debole
per reggere una serie tv stand alone, in questo film svolge un
percorso di crescita portando al film quella ventata di freschezza
alla Spider-Man di Tom Holland in
Civil War.
Se a livello di caratterizzazione
dei personaggi Nia DaCosta riesce a creare
sintonia, dal lato della trama di The
Marvels ci sono alcune cose che non funzionano. Pare,
infatti, evidente un taglia e cuci a livello di montaggio che
appare non proprio pulitissimo sul grande schermo. C’è una grossa
differenza con il precedente Guardiani della Galassia Vol.
3 di James Gunn.
Però DaCosta porta a livello emotivo il personaggio di Carol
Danvers a un altro livello, complice il forte empowerment
femminile.
Il futuro dell’MCU
La storia di The
Marvels ha dunque un andamento lineare, che nel finale
viene però scombussolato da due eventi chiave che anticipano
sviluppi futuri molto attesi del franchise. C’è infatti da gestire
un compito importante, che aprirà le porte a nuove storie e
personaggi. Fin ora il MCU ha lanciato strizzatine d’occhio allo
spettatore che in questo capitolo può finalmente iniziare a vedere
il concretizzarsi di un piccolo sogno.
The Marvels
introduce dunque una narrativa futura di ciò che verrà nel MCU e
che a suo modo è stato già anticipato in altri film. Tutto ciò
trova però ora con questo nuovo capitolo un primo compimento.
Arrivati a questo punto, la contaminazioni tra più universi era
inevitabile. In attesa di scoprire come si presenterà quel futuro,
però, Carol adesso ha una nuova famiglia, grazie alla quale ha
compreso che anche insieme si possono fare cose meravigliose.
Non tutti gli indizi seminati nel
corso del Marvel Cinematic Universe
hanno portato a qualcosa di concreto, e tra i tanti offerti dai
primi dieci anni di MCU ce ne sono alcuni
completamente ignorati dal proseguimento del franchise.
Scopriamoli gli easter egg che non
sono stati sfruttati :
Samuel Stern diventa The
Leader
In una scena de L’incredibile HulkSamuel Stern viene
esposto alle radiazioni e la sua testa inizia a cambiare forma,
tanto da spingere in molti a credere che si trattasse del primo
stadio della trasformazione in uno dei villain dei
fumetti, The Leader. Il personaggio però
è scomparso dal MCU, non è stato più menzionato, e
i fan l’hanno dimenticato in secondo.
Cosmo
I
tesori del Collezionista contenevano tantissime curiosità per i fan
dei fumetti, e uno dei più importanti è stato senza dubbio
Cosmo The Russian Space Dog,
che condivide una simpatica scena con Rocket inGuardiani della
Galassia.
Nei fumetti, Cosmo si rivela una risorsa preziosa per i Guardiani,
e può persino comunicare telepaticamente. Nel MCU
invece non ha avuto lo stesso destino.
Il bozzolo di Adam Warlock nel
laboratorio del Collezionista
Sempre in
Guardiani della Galassia è presente un altro easter
egg che i fan avranno subito riconosciuto, ovvero il bozzolo di
Adam
Warlock nella bottega del Collezionista.
E mentre viene fornito un
retroscena sulle gemme dell’infinito, Gamora e Star-Lord si
ritrovano di fronte a quello che è chiaramente la custodia di
Warlock dei fumetti. Il personaggio non è ricomparso (per ora) e ci
risulta che quello non era nemmeno il suo bozzolo.
Il costume della Torcia Umana alla
Stark Expo
Il primo Stark Expo
mostrato in Captain America: Il Primo Vendicatore era
ricchissimo di easter egg che facevano riferimento alla tradizione
dei fumetti Marvel, come il costume dell’originale Torcia
Umana (il primo personaggio della storia editoriale).
I diritti cinematografici di questa
versione appartengono ancora alla Marvel, ma con la recente fusione
tra Disney e Fox speriamo di rivedere i Fantastici Quattro in
scena.
Jocasta
In Age of
Ultron l’assistente di Tony Stark, Jarvis, evolve in
Visione, e prima della battaglia finale contro
l’androide l’eroe riesce a scegliere una nuova intelligenza
artificiale che possa condurlo.
Tra le etichette compare il nome
“Jocasta“, che i fan dei fumetti ricorderanno come
la sposa di Ultron. Purtroppo non si è andati oltre il semplice
riferimento.
Le spie di Odino
Quasi impossibile da
notare, un easter egg relativo a Odino è contenuto
in The Avengers nella scena in cui Thor
affronta per la prima volta Loki dopo averlo “rubato” a Cap e
Tony.
Lì una coppia di corvi può essere
vista appollaiata sulla scogliera sopra di loro, e sono infatti
Huginn e Muninn, gli animali
domestici di Odino che portano i suoi pensieri e ricordi. Purtroppo
il corso del MCU ci ha dimostrato che il sovrano di Asgard non ha
mai davvero spiato Thor.
Il poster di Fin Fang Foom
Uno dei primissimi easter
egg della storia del MCU arriva in Iron
Man e fa riferimento al leggendario drago Fin
Fang Foom, un classico cattivo dei fumetti, quando Tony
vola per le strade di Los Angeles e lo vediamo passare accanto ad
un poster cinematografico che raffigura il mostro.
Rick Jones e il file dello
SHIELD
La cosa più vicina ai fumetti
originali che il MCU abbi offerto di Hulk
è la sequenza di apertura del suo unico standalone, dove sullo
schermo lampeggiano immagini di figure classificate come Nick Fury,
il Generale Ross e il personaggio preferito dai fan, Rick
Jones. Nonostante l’omaggio e la conferma della sua
esistenza nell’universo condiviso, Jones non ha mai avuto
un’apparizione.
Obadiah Stane anticipa i
Chessmen
Ucciso nel primo film di Iron Man,
Obadiah Stane è uno dei nemici più pericolosi nei
fumetti. E se ricordate bene, in una scena particolare lo vediamo
lasciare incompleta una partita di scacchi. Si trattava di un
riferimento velato ai Chessmen, la squadra di
assassini che Stane radunò per rovinare l’eredità di Stark.
Nick Fury sa di Atlantide
La famosa mappa comparsa
alla fine di
Iron Man 2 aveva lasciato intendere che
Nick Fury e lo S.H.I.E.L.D. avevano localizzato alcune
figure note dell’universo Marvel, e una posizione specifica
evidenziava la sezione del Medio Atlantico. Qualsiasi fan dei
fumetti degno di nota sapeva che questo easter egg stava alludendo
all’arrivo di Namor, re del regno
oceanico di Atlantide, ma nonostante sia stato accennato quasi un
decennio fa, il personaggio non è mai apparso nel MCU.
Attivo tra cinema e televisione da
oltre due decenni, l’attore Carmine Recano si è
distinto grazie ad alcune fiction e film di grande popolarità, che
gli hanno permesso di affermarsi come un volto familiare tra il
grande pubblico. Negli ultimi anni ha poi conosciuto una rinnovata
popolarità, specialmente tra le generazioni più giovani, grazie
alla serie Mare fuori, dove ormai da quattro stagioni è
uno dei protagonisti.
Ecco 10 cose che forse non sai di Carmine
Recano.
Carmine Recano: i suoi film e le serie TV
1. Ha recitato in noti
film. Recano debutta al cinema nel 1999 con Un nuovo
giorno. Successivamente recita in Pesi leggeri
(2000), Terrarossa (2001), La vita degli altri
(2001) e Le fate ignoranti (2001), di Ferzan Ozpetek, grazie al qualche ottiene
maggiore popolarità. Successivamente recita in I cinghiali di
Portici (2003), Ballo a tre passi (2003), Certi
bambini (2003). Torna poi al cinema nel 2008 con Un giorno
perfetto, seguito poi da Mine vaganti (2010), Tatanka (2011),
Milionari (2014) e Napoli
velata (2017). Gli ultimi film per il cinema in cui ha
recitato sono invece Anche senza di te (2018) e
La
dea fortuna (2019).
2. È noto per alcune serie
TV. La carriera dell’attore inizia con la fiction Un
posto al sole (1998-2001), a cui fanno poi seguito alcuni
episodi di serie come Don Matteo 2 (2001),
Sospetti (2003-2005), Un medico in famiglia 4
(2004), Distretto di polizia 6 (2006), Capri
(2006-2010) e Provaci ancora prof! 3 (2008). Recita poi in
La nuova squadra (2009-2011), Facia d’angelo
(2012), Il clan dei camorristi (2013), Gli anni
spezzati – L’ingegnere (2014), Un’altra vita (2014),
La strada dritta (2014), Amore pensaci tu (2017)
e La porta rossa (2019-2023). Ottiene poi rinnovata
popolarità grazie a Mare fuori (2020-in corso), dove recita accanto agli
attori Carolina Crescentini, Lucrezia
Guidone, Massimiliano Caiazzo e Maria
Esposito.
Carmine Recano in Mare fuori
3. Ha fatto cambiare alcuni
aspetti del suo personaggio. In Mare fuori Recano interpreta il comandante Massimo
Esposito, un uomo burbero che, grazie all’esperienza e a un innato
senso di umanità instaura con i ragazzi detenuti dei rapporti
profondi, in alcuni casi decisamente paterni. Recano ha però
rivelato che nella prima stesura della sceneggiatura il suo
personaggio era molto meno caratterizzato in questo modo. D’accordo
con il regista, ha dunque spinto affinché venisse messo in risalto
questo aspetto del personaggio, essendo interessato come interprete
a lavorare sul suo profilo più umano.
Carmine Recano in Mare fuori.
4. Inizialmente aveva
rifiutato di partecipare alla serie. Nel corso di
un’intervista rilasciata a Vanity Fair, l’attore ha rivelato che
quando gli venne proposto di partecipare ad una serie incentrata
sulle carceri di Napoli rispose istintivamente di no. Recano ha poi
motivato la cosa con il fatto che il mercato è saturo di queste
storie e non gradisce che si continui a raccontare sempre questi
aspetti della città e della regione Campania in generale. Leggendo
la sceneggiatura, però, ha notato come gli sbagli dei ragazzi siano
frutto di errori degli adulti e ritenendo questo un aspetto
socialmente interessante da affrontare ha infine accettato di
partecipare al progetto.
Carmine Recano in Un medico in
famiglia
5. Ha avuto un piccolo
ruolo nella serie. Nella quarta stagione di Un medico
in famiglia, nell’episodio Scherzi del destino,
Cettina ospita una veglia funebre nell’agenzia del marito Augusto
Torello. Qui si presenta un nipote di quest’ultimo, interpretato
proprio da Recano, che si preoccupa di guidare i preparativi e la
messa a punto del funerale. I fan dell’attore lo hanno riscoperto
grazie all’arrivo della serie sulla piattaforma Netflix. Recano è
dunque uno dei diversi attori passati per la celebre serie e poi
divenuti noti.
Carmine Recano in Le fate ignoranti
6. Il film è stata la prima
di diverse collaborazioni con Ozpetek. Nel 2001 il regista
Ferzan Ozpetek sceglie Recano per il ruolo di
Israele nel suo film Le fate ignoranti, facendolo recitare
accanto a Stefano Accorsi e Margherita Buy. Visto l’ottimo risultato della
collaborazione, a distanza di quasi dieci anni i due tornano poi a
lavorare insieme nel film drammatico Un giorno perfetto, e
nel pluripremiato
Mine vaganti, seguiti poi da Napoli
velata e La dea
fortuna.
Carmine Recano in Le fate ignoranti.
Carmine Recano in Un posto al sole
7. Ha rappresentato il suo
debutto televisivo. Un altro ruolo in cui Recano è stato
riscoperto solo in seguito è quello da lui avuto nella fiction
Un posto al sole, che ha rappresentato il suo debutto
televisivo. In questa ha interpretato il ruolo di Ciro Gambardella,
il quale si rivela essere l’assassino di Mario e di Rita. È apparso
per la prima volta nell’episodio 892, in onda nel 2000 su Rai 3
Carmine Recano in Capri
8. Ha recitato nelle prime
tre stagioni della nota fiction. Dal 2006 al 2010 Recano è
stato occupato con la serie Capri, dove ha interpretato il
pescatore Carmelo, che nella prima stagione ha una relazione con
l’americana Nancy, che però torna negli Stati Uniti lasciandolo già
nella seconda stagione. In seguito Carmelo cerca di conquistare
Lucia, senza troppo successo. Si è trattato di un personaggio che
ha permesso all’attore di guadagnare una maggiore popolarità.
Carmine Recano è su Instagram
9.Ha un
profilo sul social network. L’attore è naturalmente
presente sul social network Instagram, con un profilo seguito
attualmente da 678 mila persone. Su tale piattaforma egli ha ad
oggi pubblicato appena un centinaio di post, tutti relativi alle
sue attività come attore o modello. Si possono infatti ritrovare
diverse immagini relative a momenti trascorsi sul set ma anche foto
promozionali dei suoi progetti. Seguendolo si può dunque rimanere
aggiornati sulle sue attività.
Carmine Recano: l’età, l’altezza
10. È molto
riservato. Carmine Recano è nato a Napoli, il 28 novembre 1980.L’attore è alto complessivamente 1,72
metri.
Sono settimane ormai che il web fa
rimbalzare i messaggi di Dave Bautista che non vede l’ora di unirsi di
nuovo con
James Gunn per il DCU. L’attore ha lavorato con il regista e
sceneggiatore nel franchise Marvel di Guardiani della
Galassia e adesso vorrebbe seguirlo anche nell’Universo DC
di Warner Bros, principalmente per tornare a lavorare con Gunn.
James Gunn, che non ha confermato o smentito eventuali
contatti con Dave Bautista per un ruolo nel DCU, ha però
commentato le sue dichiarazioni dicendo che, sebbene stia amando
ogni minuto della lavorazione di Superman:
Legacy, sente la mancanza dei suoi “compagni
Guardiani”. Questo scambio telematico porterà a un ingaggio di
Bautista nel DCU? Non ci resta che aspettare.
In una nuova intervista con Comic
Book, è stato chiesto a Dave Bautista cosa potrebbe accadere
prima di essere inserito nella WWE Hall of Fame o di
firmare per un ruolo nel DCU?
Dave Bautista ha risposto: “Non saprei risponderti
onestamente, perché penso… E lo dico solo perché abbiamo avuto
delle conversazioni, nel corso degli anni, che sarebbe la WWE Hall
of Fame. Avrei dovuto partecipare l’anno scorso, ma ero impegnato
in un film e non ho potuto viaggiare. Stavo girando un film in
Sudafrica e logisticamente non è stato possibile realizzarlo.
Quindi, sapete, non ho parlato con James dell’Universo
DC“.
Ha poi aggiunto: “Mi piacerebbe
lavorare di nuovo con James, che si tratti dell’Universo DC o meno.
Adoro
James Gunn. È un regista incredibile e abbiamo un cameratismo
che non ha prezzo. Quindi lavorare di nuovo con lui? Voglio dire
che lo farei anche gratis. Ma non abbiamo ancora parlato. Ora è in
cima alla DC. Sta facendo le sue cose. Io sto cercando di portare
avanti la mia lavorazione. Ma sono sempre aperto e gliel’ho
detto“.
Cosa ha scritto Dave Bautista sui social a Novembre?
Anche in questo caso, torniamo al
post di Dave Bautista sui social media di novembre,
che l’attore di Dune
doveva sapere avrebbe scatenato una marea di voci e speculazioni.
Gunn doveva anche sapere che ripubblicare la foto non avrebbe
fatto altro che aggiungere benzina al fuoco.
Quindi, che Dave Bautista si rifaccia vivo tre mesi
dopo e dichiari che lui e James Gunn non hanno discusso di alcuna
possibilità è una pillola difficile da mandar giù.
In precedenza Dave Bautista aveva dichiarato di aver parlato
con James Gunn della possibilità di interpretare
Bane nel DCU, ma secondo quanto riferito,
ciò avveniva prima che Gunn diventasse co-presidente dei DC
Studios.
Dave Bautista ha rilasciato queste
dichiarazioni a Insider nel gennaio 2023 e in seguito il suo
addetto stampa ha chiarito che le discussioni erano avvenute prima
che Dave Bautista diventasse co-CEO della
divisione DC della Warner Bros.
“Ho avuto delle conversazioni
con James riguardo a [interpretare Bane], ma credo che la direzione
in cui si sta orientando, ovvero il completo reboot dell’intero
universo, stia ripartendo da zero e iniziando in modo più giovane e
fresco e credo che sia necessario farlo. Penso che per rilanciare
l’Universo DC si debba partire da zero e che si debba iniziare con
attori più giovani. Bisogna iniziare a pianificare i prossimi 15
anni, e non credo che si possa fare con me. E lo capisco“.
Allora perché ora Dave Bautista sembra fare di tutto per dire
che lui e Gunn non hanno avuto alcuna conversazione sul
DCU? Forse è nervoso per il rischio di svelare
qualcosa e quindi ha scelto di dichiarare che non ha parlato con
Gunn del DCU?
Vista per la prima volta in Black
Widow, al fianco di Scarlett Johansson, e poi di nuovo in
Hawkeye come guest star, Yelena farà parte della
squadra di anti-eroi che dà il titolo al film. Nell’intervista con
Entertainment Tonight,
Florence Pugh ha confermato che subito dopo il
press tour di Denis Villeneuve si dedicherà alla
preparazione e alle riprese del film. Pugh nota anche che
l’effettivo avvicinarsi delle riprese sembra surreale, dal momento
che ci si aspettava che queste avvenissero molto più in prossimità
di Black
Widow.
In Thunderbolts,Harrison
Ford sostituirà
il defuntoWilliam Hurt nei panni di Thaddeus
“Thunderbolt” Ross. Il resto del cast è attualmente composto da Red
Guardian (David
Harbour), Ghost (Hannah
John-Kamen), Yelena Belova (Florence
Pugh), Bucky Barnes/The Winter Soldier
(Sebastian
Stan), John Walker/ US Agent (Wyatt
Russell) e Taskmaster (Olga
Kurylenko). Secondo quanto appreso la contessa
Valentina Allegra de Fontaine (Julia
Louis-Dreyfus) metterà insieme la squadra e potrebbe anche
essere parzialmente responsabile della creazione di
Sentry. Thunderbolts
è attualmente previsto nelle sale il 25 luglio
2025.
Emily Ratajkowski è in trattative per unirsi
al cast della prossima serie comedy di Netflix
di Lena DunhamToo Much. Si
unisce ai protagonisti della serie precedentemente annunciati
Megan Stalter e Will Sharpe.
Too Much segue
Jessica (Stalter), descritta come “una maniaca del lavoro di
New York sulla trentina che si sta riprendendo da una relazione
interrotta che pensava sarebbe durata per sempre e che si sta
lentamente isolando da tutti quelli che conosce. Quando ogni
isolato di New York racconta la storia del suo cattivo
comportamento, l’unica soluzione è accettare un lavoro a Londra,
dove progetta di vivere una vita di solitudine come una sorella
Brontë. Ma quando incontra Felix (Sharpe) – che somiglia più a
Spike che a Will di Notting Hill – scopre che il loro insolito
legame è impossibile da ignorare, anche se crea più problemi di
quanti ne risolve. Ora devono chiedersi: gli americani e gli
inglesi parlano davvero la stessa lingua?”
Secondo le fonti, Ratajkowski
interpreterà l’ex fidanzata di Felix, Polly, che viene descritta
come l’esatto opposto di Jessica. Emily Ratajkowski è meglio conosciuta per la
sua carriera di modella, essendo stata una delle modelle più
conosciute in tutto il mondo negli ultimi dieci anni. È anche
un’attrice, ed è apparsa in diversi film, quali L’Amore
Bugiardo – Gone Girl e We Are Your
Friends con Zac Efron, nonché al fianco di Amy Schumer in
Come ti divento bella. Ratajkowski è anche
un’autrice, avendo pubblicato nel 2021 My Body, una raccolta di
saggi tra titoli più venduti secondo il New York Times.
Lena Dunham
scriverà e dirigerà Too Much, con la musica
originale di Luis Felber, suo marito. Dunham e
Felber sono produttori esecutivi insieme a Tim Bevan, Eric
Fellner, Michael P. Cohen, Surian Fletcher-Jones e
Bruce Eric Kaplan, con Camilla
Bray come produttrice.
Dave Franco e
Alison Brie, sposati nella vita, reciteranno
insieme nel film horror Together. Il
lungometraggio è opera dello sceneggiatore/regista esordiente
Michael Shanks. Il film esplorerà
“l’orrore della co-dipendenza raccontato in un modo
unico”, con ulteriori dettagli che per ora sono tenuti
nascosti. Franco e Brie produrranno anche il film, insieme a
Picturestart, Tango, 1.21 e Princess Pictures. Finanziano Tango,
Picturestart e 30West.
L’ultima collaborazione della
coppia, Mi ricorda qualcuno del 2023, è stato il primo
film che hanno scritto insieme, con Brie come protagonista e Franco
come regista. La commedia romantica segue il personaggio di
Alison Brie, Ally, una produttrice televisiva che
mette in discussione tutte le sue scelte di vita quando torna nella
sua città natale e si riunisce con un ex fidanzato.
Alison Brie ha
anche recitato nel debutto alla regia di Dave
Franco nel 2020, The Rental, un film
horror che racconta due coppie che affittano una casa per le
vacanze per un fine settimana di festa. Avevano già recitato
insieme in The Little Hours e The Disaster Artist nel 2017.
“È un’attrice unica nel modo e
riesce a bilanciare un dramma intenso con momenti di
leggerezza”, ha detto Dave Franco a Variety
nel 2020 riguardo al lavoro con Alison Brie nel
suo debutto. “Ed è stato davvero confortante per me averla lì
durante tutto il processo. Come regista esordiente, c’erano momenti
iniziavo a dubitare di me stesso. È stato prezioso averla lì per
darmi forza quando ne avevo bisogno e per ricordarmi che stavamo
facendo un buon lavoro.”
The Terror, uno dei franchise di successo di AMC,
torna sulla rete a più di cinque anni di distanza dalla sua ultima
stagione.
La rete ha ordinato The Terror: Devil in
Silver come terzo capitolo della serie antologica, che
segue dunque la seconda stagione, The Terror:
Infamy, presentata per la prima volta nel 2019.
La serie in sei parti che debutterà
nel 2025 è basata su Il diavolo in argento, un
romanzo scritto da Victor LaValle, che sta
scrivendo la nuova stagione insieme a Chris
Cantwell, a sua volta showrunner della serie drama di AMC
Halt and Catch Fire, andata in onda del
2014-2017.
The Terror: Devil in
Silver racconta la storia di Pepper, un traslocatore
della classe operaia che, a causa di una combinazione di sfortuna e
cattivo carattere, si ritrova ingiustamente ricoverato all’ospedale
psichiatrico di New Hyde, un istituto pieno di persone che la
società preferirebbe dimenticare. Lì dovrà vedersela con pazienti
che lavorano contro di lui, medici che nascondono oscuri segreti e
forse anche con il diavolo stesso. Mentre Pepper si fa strada in un
paesaggio infernale dove niente è come sembra, scopre che l’unica
strada verso la libertà è affrontare l’entità che prospera nella
sofferenza all’interno delle mura di New Hyde. Ma farlo potrebbe
dimostrare che dentro di lui vivono i peggiori demoni di tutti. Il
libro è stato pubblicato nel 2013.
Karyn Kusama, che
ha diretto Jennifer’s Body e gli episodi di
Yellowjackets, dirigerà i primi due episodi e sarà
il produttore esecutivo insieme a Cantwell, LaValle, David
Zucker di Scott Free, Alexandra Milchan
di Emjag, Guymon Casady di Management 360 e
Scott Lambert di Anjulia Productions.
La prima stagione della serie,
basata sul romanzo di Dan Simmons e trasmessa nel
2018, era ambientata sui ponti gelidi di un veliero di epoca
vittoriana che seguiva una rotta maledetta. La seconda stagione,
intitolata The Terror: Infamy, è incentrata su una
forza malevola e mutaforma rinchiusa insieme ai prigionieri in un
campo di internamento giapponese.
La prima stagione, che è un racconto
romanzato della spedizione perduta del capitano Sir John Frankin
nell’Artico dal 1845 al 1848, è stata sviluppata da David
Kaiganich, mentre la seconda stagione è stata creata da
Alexander Woo e Max
Borenstein.
Il caso di violenza domestica che
coinvolge Jonathan Majors è
stato nuovamente prorogato. L’attore avrebbe dovuto ricevere la sua
condanna martedì scorso, un mese dopo essere stato riconosciuto
colpevole di aver aggredito e molestato la sua ex fidanzata Grace
Jabbari. Tuttavia, la sentenza è stata rinviata all’8 aprile a
causa delle istanze presentate dal suo team legale per annullare il
verdetto. Il giudice Michael Gaffey ha affermato
che la nuova data darà ai pubblici ministeri il tempo di rispondere
alla mozione, che è stata presentata lunedì.
Majors non ha partecipato di persona
all’udienza di martedì pomeriggio ed è invece apparso virtualmente
perché vive fuori dallo stato. Secondo le accuse rischia fino a un
anno di carcere.
Alla fine del 2023, una giuria di
Manhattan ha ritenuto l’attore, che all’epoca era sotto contratto
con i Marvel Studios, colpevole di due
reati minori di molestie e aggressioni, ma è stato assolto da altri
due capi di imputazione derivanti da un incidente avvenuto lo
scorso marzo.
Poco dopo il verdetto di
colpevolezza, Jonathan
Majorsè
stato licenziato dal Marvel Cinematic Universe della Disney, in
cui interpretava il malvagio
Kang il Conquistatore, personaggio chiave per la Fase 6
dell’universo condiviso. Prima del suo arresto, era già stato
abbandonato dalla sua agenzia manager, Entertainment 360, e dalla
sua società di pubblicità, la Lede Company. Rimane rappresentato
dall’agenzia di talenti WME.
Jonathan Majors ha
incontrato Jabbari nel 2021 sul set di Ant-Man and the Wasp: Quantumania della
Marvel, in cui lui recitava al fianco di Paul Rudd
e lei lavorava come coordinatrice del movimento. L’attore è stato
arrestato il 25 marzo 2023 dopo aver aggredito Jabbari sul sedile
posteriore di un veicolo privato. Durante il processo durato due
settimane, Jabbari ha testimoniato di aver preso il telefono del
suo allora fidanzato dopo aver visto un messaggio di testo da
un’altra donna. Ha detto ai giurati che Majors ha recuperato con la
forza il telefono, provocandole ferite alla testa e al dito.
Jonathan Majors hanno
negato di aver aggredito Jabbari. Non ha testimoniato durante il
processo, ma la sua squadra di difesa ha affermato che Jabbari era
l’aggressore nel veicolo, quella notte. Secondo il suo avvocato
difensore Priya Chaudhry, Majors “ha ancora
fiducia nel processo e non vede l’ora di riabilitare completamente
il suo nome”.
Dopo il verdetto, Majors ha parlato
per la prima volta durante un’intervista a Good Morning
America, in cui ha continuato a negare qualsiasi addebito
e ha detto che si rammarica solo di non aver rotto prima con
Jabbari.
“Non avrei dovuto essere in
macchina. Non avrei dovuto avere una relazione”, ha detto
Majors alla conduttrice della ABC News Linsey Davis a gennaio.
“Se non fossi stato in macchina, non sarebbe successo nulla di
tutto questo. Se avessi concluso quella relazione, non sarebbe
successo nulla di tutto questo. Se fossi stato abbastanza uomo o
abbastanza coraggioso da dire: “Voglio vedere qualcun altro” o
“Adesso è finita”, non sarei stato in quella macchina. Non saremmo
stati qui qui. Sono responsabile di queste cose.”
Gina Carano ha citato in giudizio Disney e
Lucasfilm per
averla licenziata da The
Mandalorian nel 2021, causa dell’allontanamento dal
progetto è stato un post sui social media in cui paragonava
l’essere repubblicana all’essere ebrea durante l’Olocausto.
La causa, depositata presso un
tribunale federale della California, sostiene il licenziamento
illegittimo e la discriminazione, nonché la richiesta che il
tribunale obblighi la Lucasfilm a rimborsarla e paghi almeno 75.000
dollari di danni.
Elon Musk sta
finanziando la causa, a seguito della sua promessa di pagare per le
azioni legali intraprese da persone che denunciano la
discriminazione derivante dai post su Twitter/X. Tuttavia, i post
in questione hanno avuto origine nelle storie Instagram di Carano.
“Come segno dell’impegno di X
Corp. a favore della libertà di parola, siamo orgogliosi di fornire
sostegno finanziario alla causa di Gina Carano, consentendole di
cercare la rivendicazione dei suoi diritti di libertà di parola su
X e della capacità di lavorare senza bullismo, molestie, o
discriminazione”, ha affermato in una nota Joe
Benarroch, responsabile delle operazioni commerciali di
X.
Carano ha interpretato Cara Dune, un
soldato ribelle diventato mercenario, per le prime due stagioni di
The Mandalorian, trasmesso in streaming su
Disney+.
Poi è stata criticata e allontanata quando ha condiviso un post da
un altro account Instagram nel febbraio 2021.
“Gli ebrei venivano picchiati
per le strade, non dai soldati nazisti ma dai loro vicini… perfino
dai bambini. Poiché la storia è stata modificata, la maggior parte
delle persone oggi non si rende conto che per arrivare al punto in
cui i soldati nazisti potevano facilmente radunare migliaia di
ebrei, il governo prima fece sì che i loro stessi vicini li
odiassero semplicemente perché erano ebrei. In che modo ciò è
diverso dall’odiare qualcuno per le sue opinioni
politiche?”
Lo stesso giorno del post, Lucasfilm
e UTA, all’epoca l’agenzia di Carano, la abbandonarono. L’UTA,
tuttavia, non è nominata come imputata nella causa. Il caso
sostiene che la colpa è della Disney se l’ex agenzia di Carano ha
abbandonato l’attrice. La causa di Carano, che include diversi
elaborati riferimenti a “Star
Wars”, dice Disney e Lucasfilm “ha reso chiaro che solo
un’ortodossia nel pensiero, nella parola o nell’azione era
accettabile nel loro impero, e che coloro che osavano metterla in
discussione o non riuscivano a conformarsi pienamente non sarebbero
stati tollerato”.
Il querelante fa riferimento ai
precedenti post sui social media degli attori di “Star Wars”
Pedro Pascal e Mark Hamill, in
cui il presidente Donald Trump e i suoi sostenitori venivano
paragonati ad Adolf Hitler e ai nazisti, come atti di
discriminazione da parte della Disney, che chiude un occhio sulle
dichiarazioni politiche dei co-protagonisti uomini senza che queste
abbiano ripercussioni finanziarie o professionali.
Tramite il proprio profilo Instagram, il
regista Francis Ford Coppola ha condivide il
logo del suo atteso nuovo film: Megalopolis.
L’immagine condivisa svela infatti il logo-titolo del film, che
come anticipato dovrebbe uscire nel corso di quest’anno. Si tratta
del primo lungometraggio che Coppola dirige dai tempi di
Twixt, del 2011. Megalopolisè
dunque un titolo verso cui c’è grande curiosità e attesa, e questa
prima immagine sembra annunciare maggiori novità nelle prossime
settimane o nei prossimi mesi, in attesa di poter vedere qualcosa
in più prima dell’uscita in sala del film. Di seguito, ecco il post
condiviso da Coppola.
L’idea di Megalopolis è
stata ispirata dalla seconda Congiura di Catilina. Tuttavia, il
film sarà caratterizzato da un’ambientazione futuristica e sarà
incentrato su un ambizioso architetto che cova l’idea innovativa di
ricostruire New York City come un’utopia all’indomani di un
disastro naturale che ha rovinato le infrastrutture della città. Il
pubblico può aspettarsi immagini straordinarie poiché si dice che
il film sia girato utilizzando una tecnologia rivoluzionaria che
impiega nuove tecniche simili a quelle utilizzate
per The Mandalorian.
Coppolla, che scrive e dirige il
film, ha riunito un emozionante cast costellato di star per quello
che potrebbe essere il suo canto del cigno. Oltre
a Adam
Driver, nel cast compaiono anche Forest
Whitaker, Nathalie
Emmanuel, Jon Voight, Laurence
Fishburne, Aubrey Plaza, Talia Shire, Shia
LaBeouf, Jason Schwartzman, Grace Vanderwaal, Kathryn
Hunter e James Remar. Ad oggi
non si hanno però notizie sulla data di uscita del film, che
potrebbe però arrivare in sala nel corso del 2024.
Arriva da Deadline la triste notizia che
un montatore che lavorava ai CBS Radford Studios è
caduto dalle travi questa mattina ed è purtroppo deceduto. Anche se
al momento dell’incidente non erano in corso delle riprese, il
montatore faceva parte della crew che era al lavoro sul set di
Wonder
Man dei Marvel Studios.
Un portavoce della Marvel ha
confermato l’evento e ha aggiunto: “I nostri pensieri e le
nostre più sentite condoglianze vanno alla sua famiglia e ai suoi
amici, e il nostro sostegno è dietro l’indagine sulle circostanze
di questo incidente”. Come da dichiarazione, sono in
corso delle indagini per accertare le cause
dell’incidente.
La serie inizierà la sua produzione
il mese prossimo dopo che lo studio ha dovuto ritardare le riprese
a causa del doppio attacco WGA e SAG AFTRA.
Cosa sappiamo sulla serie tv Wonder
Man?
Per quanto riguarda Wonder
Man, Andrew Guest è stato scelto per
ricoprire il ruolo di Head Writer con Daniel Destin
Cretton alla regia dei primi due episodi. Si spera che gli
scioperi abbiano semplicemente significato che i Marvel
Studios stiano apportando alcuni miglioramenti ai processi
di sviluppo dei progetto.
La star di Aquaman e il Regno
Perduto, Yahya Abdul-Mateen II, è stata
scelta per interpretare Wonder
Man, con Sir Ben Kingsley pronto a riprendere il suo ruolo
diIron
Man 3 nei panni di Trevor
Slattery. Ad aprile, Demetrius
Grosse è stato confermato come The Grim Reaper,
mentre si dice che appariranno parecchi A-Listers – tra cui
Ed Harris,
Bob Odenkirk e Courtney Cox.
Wonder
Man fece il suo debutto nei fumetti Marvel sulle
pagine di Avengers #9 nel 1964.Inizialmente un cattivo, fu
successivamente ricollegato e divenne un eroe (e un
Vendicatore) negli anni ’70. Il Tristo Mietitore è suo
fratello e le sue onde cerebrali furono usate da Ultron come base
per VISION; in seguito, si unì ai Vendicatori della West Coast e
divenne una star di Hollywood.
Ricorre quest’anno il decimo
anniversario di
Smetto quando voglio (qui
la recensione), il film del 2014 che ha segnato il debutto alla
regia di un lungometraggio di SydneySibilia, in seguito distintosi anche con
L’incredibile storia dell’Isola delle Rose e Mixed by
Erry. Con questo suo primo lungometraggio, scritto insieme
allo sceneggiatore Valerio Attanasio, Sibilia dà
vita ad una sorta di incrocio tra la serie
Breaking Bad e un classico della commedia all’italiana
come La banda degli onesti (1956). Nasce così un film che
unisce commedia a commento sociale, il tutto arricchito da un cast
composto da celebri interpreti italiani e una fotografia dal gusto
particolarmente acido.
Il film prende dunque spunto dal
film diretto da Camillo Mastrocinque e con
protagonista Totò, in cui tre uomini perbene ma
maldestri affrontano a malincuore le difficoltà economiche,
mettendosi a fabbricare banconote false. Al posto della banconote,
in Smetto quando voglio, ci sono però le smartdrug, anche note come “droghe intelligenti”, sostanze che
aumentano le capacità cognitive dell’essere umano. A fronte di ciò
e delle situazioni comiche che ne derivano, il film punta anche a
far riflettere sulla precarietà dei lavori accademici e sulla fuga
di cervelli.
Accolto con grande entusiasmo, il
film è poi stato nominato a ben 12 David di Donatello (senza però
riuscire a vincerne alcuno) ed è stato indicato come uno dei film
italiani che negli ultimi anni hanno ridato prestigio alle opere di
genere. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà
certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità
relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e ai
suoi sequel. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
La trama di Smetto quando voglio
Protagonista del film è
Pietro Zinni, un trentasettenne di professione
ricercatore. Quando arrivano dei tagli all’università, però, si
ritrova licenziato senza troppi complimenti. Per sopravvivere
decide allora di mettere insieme una banda criminale come non se ne
sono mai viste, reclutando i migliori tra i suoi ex colleghi, che
nonostante le competenze vivono ormai tutti ai margini della
società, facendo chi il benzinaio, chi il lavapiatti, chi il
giocatore di poker. Insieme inizieranno produrre droga per ottenere
ciò che gli è stato tolto, ma oltre ai soldi e al potere, non
tarderanno però ad arrivare anche i guai.
Il cast di Smetto quando
voglio e altre curiosità sul film
Ad interpretare Pietro Zinni vi è
l’attore
Edoardo Leo, mentre
Valeria Solarino è Giulia, la sua compagna. Membri
della squadra che Pietro mette insieme sono invece:
Valerio Apreanel
ruolo di Mattia e Lorenzo Lavia in quello di
Giorgio, due latinisti finiti a fare i benzinai;
Paolo Calabresinel ruolo dell’archeologo Arturo;
Libero De Rienzo in quello di Bartolomeo,
economista finito ad usare le proprie capacità per vincere a poker;
Pietro Sermontinel ruolo dell’antropologo
Andrea, finito ad essere il gestore di uno sfasciacarrozze;
Stefano Fresiè
invece il chimico Alberto, ora lavapiatti in un ristorante
cinese.
Recitano poi nel film gli attori
Neri Marcorè nel ruolo di Claudio,
Guglielmo Poggi in quello di Maurizio, e
Sergio Solli nel ruolo del Professor Seta. Una
piccola curiosità è poi da ritrovarsi nella scena in cui Alberto
viene interrogato dal commissario Galatro, invece, quest’ultimo
parla a un non inquadrato ispettore Coletti, il quale nella prima
versione del film aveva la voce di un uomo. Tuttavia, nelle
versioni successive alla realizzazione del film, la voce è stata
sostituita con quella dell’attrice Greta Scarano, che da Smetto quando voglio – Masterclass ha dunque assunto
il ruolo della suddetta ispettrice Coletti, riscritto dunque per
un’attrice invece che per un attore.
I sequel di Smetto quando
voglio
Dato il successo del film, sono poi
stati realizzati ben due sequel, Smetto quando voglio – Masterclass e
Smetto quando voglio – Ad Honorem,
usciti rispettivamente a febbraio e novembre del 2017. L’uscita
così ravvicinata si spiega con il fatto che i due film sono stati
girati l’uno dopo l’altro, senza pause nella produzione. Quando gli
era stato chiesto di un eventuale sequel, Sibilia aveva infatti
dichiarato “Se faremo il sequel non ne faremo uno, ma il
secondo e il terzo episodio insieme. Gireremo contemporaneamente il
secondo e il terzo film […] il punto è che se vogliamo fare gli
scemi, allora facciamo gli scemi bene. Funziona così“.
A questi due successivi film si sono
poi aggiunti gli attori Giampaolo Morelli,
Luigi Lo Cascio e Greta Scarano.
Smetto quando voglio – Masterclass, però, non è un
semplice sequel, bensì un midquel, ovvero un seguito di un
film, che però narra fatti avvenuti nel mezzo del film originale
che sono stati tralasciati. Le vicende di questo secondo capitolo
si svolgono infatti prima della scena finale del primo capitolo.
Successivamente a questi tre film, Sibilia non ha escluso un
Smetto quando voglio 4, anche se lo immagina più come uno
speciale o “capitolo reunion”, considerando infatti conclusa la
storia principale.
Il trailer di Smetto quando
voglio e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Smetto quando voglio grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Google Play, Apple TV, Now e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
martedì 6 martedì alle ore 21:20
sul canale Rai 3.
Considerato uno dei massimi
interpreti del cinema mondiale, il due volte premio Oscar Denzel Washington si nei primi anni Duemila
dedicato ad alcuni celebri film di genere thriller. Da Training
Day ad Out of Time, si è così
dimostrato particolarmente a suo agio in tale genere, sfoggiando
una presenza scenica unica. Tra i titoli più apprezzati di quegli
anni vi è Man on Fire – Il fuoco della
vendetta, diretto nel 2004 da Tony
Scott e scritto da Brian Helgeland. Al
centro di questo vi è un uomo che non conosce limiti intento a
ricercare una bambina misteriosamente rapita.
Questo è basato sull’omonimo romanzo
di A. J. Quinnell, da cui era già stato tratto un
film nel 1987, Un uomo sotto tiro, con Scott
Glenn nei panni del protagonista. Per questa nuova
trasposizione, però, Scott decise di apportare sostanziali
modifiche, aggiornando di fatto il contesto e i temi trattati.
Contrariamente al primo film ambientato, come il romanzo, in
Italia, Man on Fire – Il fuoco della vendetta si svolge
ora a Città del Messico, località tristemente nota per il suo alto
tasso di rapimenti e criminalità. Così facendo Scott ha dunque
potuto dar vita ad una versione inedita della storia, pur
mantenendo inalterate le sue tematiche di fondo.
Affermatosi come un buon successo,
con 130 milioni di dollari di incasso a fronte di un budget di 70,
Man on Fire – Il fuoco della vendetta è ancora oggi un
titolo particolarmente apprezzato dai fan del genere, attratti
tanto dalla sua tensione narrativa quanto dalle sequenze più
d’azione. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà
certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità
relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori ed alla
storia vera dietro tale racconto. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di Man on Fire – Il fuoco della vendetta
Protagonista del film è l’ex agente
della CIA JohnCreasy, uomo
burbero e tormentato tanto dall’alcol quanto dal suo doloroso
passato. Dopo un periodo di pausa in cui ha girato il mondo, in
cerca di distrazioni e di un nuovo sé, John torna in Messico per
incontrare un suo vecchio amico, Paul Rayburn.
Questi gestisce ora un’agenzia di guardie del corpo, i cui
principali clienti sono famiglie facoltose desiderose di ricevere
particolari protezioni. Paul propone allora a John di svolgere per
lui un caso delicato, ovvero quello di prendersi cura della piccola
Pita, figlia dei coniugi Ramos. Pur se
inizialmente riluttante all’idea di tale impegno, John finisce per
accettare.
Egli inizia così a seguire ovunque
la bambina, accompagnandola tanto a scuola quanto in altri giri.
Pur se inizialmente infastidito dalle sue numerose domande sul suo
lavoro, John inizia lentamente a sviluppare un certo affetto per la
piccola, divenendo infine per lei un amico. La loro tranquillità
viene però bruscamente spezzata nel momento in cui la piccola viene
rapita sotto gli occhi di John, il quale ferito non riesce ad
impedire tale evento. Carico di odio e di desiderio di vendetta,
per John è l’inizio di una lunga ricerca che lo porterà a far
uscire nuovamente il suo carattere da inarrestabile macchina
assassina. Egli è pronto a tutto pur di ritrovare e salvare la
bambina.
Man on Fire – Il fuoco della
vendetta: il cast del film
Ad interpretare il personaggio di
John Creasy vi è, come anticipato, l’attore Denzel
Washington. Questi ottenne la parte dopo aver
incontrato casualmente Scott in uno studio medico. Rimasto
affascinato dalla fisicità dell’attore, il regista decise di
affidargli la parte. Per prepararsi al personaggio, Washington
consultò diverse guardie del corpo, apprendendo da loro i segreti e
i pericoli del mestiere. Allo stesso tempo si esercitò nell’uso
delle armi e rimase sempre nel personaggio quando si trovava sul
set. Accanto a lui, nei panni della piccola Pita, vi è una
giovanissima Dakota Fanning.
Questa lasciò particolarmente impressionato Washington per via del
suo talento. Per il personaggio, inoltre, l’attrice prese lezioni
di piano, nuovo e spagnolo.
Il premio Oscar Christopher
Walken interpreta invece il personaggio di Paul Rayburn,
l’amico di Creasy. All’attore era in realtà originariamente stato
offerto il ruolo di Jordan Kalfus, l’avvocato dei Ramos, ma preferì
non assumere tali panni avendo interpretato già fin troppi cattivi
in quegli anni. Ad avere il ruolo di Kalfus fu dunque Mickey Rourke,
il quale durante il film non ebbe buoni rapporti con Washington,
rendendo ancor più vero il conflitto tra i loro personaggi. I
genitori di Pita, Lisa Martin e Samuel Ramos, sono invece
interpretati dagli attori Radha Mitchell e
Marc Anthony. Infine, è presente anche l’attore
italiano Giancarlo Giannini nei panni di Miguel
Manzano, direttore del Federal Ministerial Police.
La storia vera dietro Man on Fire – Il fuoco della
vendetta
Pur non essendo una storia vera,
quella di Man on Fire – Il fuoco della vendetta è però
ispirata ad una serie di episodi di rapimenti realmente accaduti.
In particolare, Quinnell, autore del romanzo, rimase
particolarmente colpito da due eventi. Il primo riguarda il
rapimento del figlio di un ricco uomo di Singapore, il quale si
rifiutò di pagare il riscatto portando inevitabilmente alla morte
del figlio. Il secondo, invece, è il celebre caso del rapimento di
John Paul Getty, avvenuto nel 1973 a Roma e raccontato poi
da Ridley
Scottin Tutti
i soldi delmondo. Essendo frequenti casi del
genere nell’Italia dell’epoca, lo scrittore decise pertanto di
ambientare lì il suo romanzo. Tale problematica realtà è oggi
maggiormente diffusa in Messico e a Città del Messico, dove dunque
Scott ha preferito ambientare la sua versione.
Il trailer di Man on Fire – Il
fuoco della vendetta e dove vedere il film in streaming e in
TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Man on Fire – Il fuoco
della vendetta è infatti disponibile nei cataloghi di
Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes,
Prime Video, Disney+ e
Netflix. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È
bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite
temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente
nel palinsesto televisivo di martedì 6 febbraio
alle ore 21:20 sul canale Rai
2.
La coscienza è un lusso quando si
tratta di sopravvivere e chi giudica può permettersi di farlo solo
a posteriori: a dichiararlo con rassegnazione è Wil, il
protagonista dell’omonimo film di Tim Mielants disponibile sulla piattaforma
Netflix dal 1
febbraio. Il film, adattamento cinematografico del pluripremiato
romanzo di Jeroen Olyslaegers (scrittore e autore di testi
teatrali che ha firmato la sceneggiatura con lo stesso regista e
con Carl Joos), è un drammatico racconto di (de)formazione
individuale e una collettiva discesa agli inferi.
Wil: scegliere da che parte stare
quando ogni punto di riferimento è perduto
Wil, interpretato dall’attore belga
Stef Aerts, si muove per tutta la durata del film sulla
labile linea di confine tra che cosa può ancora dirsi una vita
umanamente degna di essere vissuta e quella forma di esistenza che,
privata della speranza, dell’empatia, della sicurezza di poter
agire secondo valori stabiliti in autonomia, non rimane che un mero
sopravvivere agli eventi. E gli eventi, nel Belgio del 1942
occupato dai nazisti, investono gli uomini senza possibilità di
controllo, neanche quando indossano una divisa che dovrebbe
garantire il rispetto della demarcazione tra il Bene e il Male.
Wil e il compagno Lode, interpretato
da Matteo Simoni – l’attore belga di origini italiane già
visto nella serie TV The Rookie – sono reclute della
polizia di Anversa, assegnate alla divisione incaricata della
mediazione nei rapporti tra i tedeschi e la popolazione locale,
incaricata, cioè, di supportare l’invasore nelle azioni di
rallestramento e di persecuzione degli ebrei. L’illusione di poter
restare estranei ai fatti che li circondano non durerà il tempo di
una notte: alla fine del primo turno di pattuglia non ci saranno
più isole di sicurezza, né per i giovani militari, né tantomeno per
lo spettatore.
‘Scegliere da che parte
stare’ è il mantra che Wil si sente ripetere in continuazione
mentre ogni cosa attorno a lui vortica furiosamente e il suo unico
desiderio sembra essere arrestarsi, quale che sia la riva a cui è
approdato. La storia, ammonisce il protagonista, non è un insieme
di nomi e date mandati a memoria e gli uomini e le donne che hanno
provato a fare la differenza con la loro resistenza e che sono
scomparsi nei luoghi di tortura accuratamente rappresentati nel
film non sempre trovano spazio nei libri scolastici. Qualcuno si è
chiesto se poteva fare la differenza, qualcun altro ha chiuso gli
occhi come chi non riesce a far altro che abbandonarsi al sonno in
mezzo all’infuriare di una tormenta.
Una fotografia gotica segue la
storia nel suo inabissarsi verso l’orrore
Sotto una pioggia senza ritorno i
protagonisti di Wil sembrano entrare in una dimensione
parallela che sarebbe confortante poter definire distopica, quando
invece sappiamo che dal punto di vista storico è tutto vero. La
fotografia gotica di Robrecht Heyvaert costruisce
una cappa opprimente intorno alla narrazione e diventa sempre più
cupa nel suo seguire l’inabissarsi della vicenda fino ad un orrore
indicibile, mostrato con una dovizia di dettagli che non può essere
definita un’esagerazione stilistica. Le scelte di regia si muovono
infatti lungo un duplice filone: la visione ravvicinata delle
atrocità naziste che colpiscono il corpo con tecniche da tortura
medievale battono alla porta della mente del protagonista, si
chiamano all’assalto, ne sfondano la percezione finché, di lui, non
rimane che una parvenza dell’essere umano che aveva creduto di
essere.
In un orizzonte tanto compromesso,
solo l’amore riesce a mantenere la sua forza in un contesto saturo
di paura e a riscattare, anche solo a tratti, l’incedere curvo del
protagonista attraverso le strade di una città che non riconosce
più. La stretta relazione che si instaura tra Wil, Lode e la
sorella di quest’ultimo, Yvette, interpretata da Annelore
Crollet, ricorda a tratti la connessione profonda tra i giovani
di The Dreamers di Bernardo Bertolucci,
solo che qui non ci sono né il tempo né lo spazio per sognare e
nessuna relazione può dirsi davvero al sicuro dalle insidie della
follia nazista.
Sarà caricato on demand e in
streaming in anticipo, sabato 10 febbraio, il quinto e penultimo
episodio di
True Detective: Night Country, nuova stagione del cult
HBO su Sky e NOW in contemporanea assoluta con gli States. Sky
Atlantic manderà in onda come di consueto l’episodio lunedì sera,
12 febbraio, in prima serata. Inoltre, da domani, mercoledì 7
febbraio, sarà disponibile per tutti sul canale YouTube di Sky il
primo episodio della nuova stagione.
La quarta stagione di True
Detective è creata, scritta e diretta da Issa
López e vede nel cast il premio Oscar Jodie Foster, per la prima volta protagonista
sul piccolo schermo, e Kali Reis, a formare la
coppia di investigatrici al centro dell’indagine raccontata nei
nuovi episodi. Nel cast anche Fiona Shaw,
Christopher Eccleston, John
Hawkes, Finn Bennett, Isabella
Star LaBlanc. Guest star Anna Lambe,
Aka Niviâna e Joel D.
Montgrand.
Fra thriller, horror e
soprannaturale, True Detective: Night Country racconta una
storia avvincente e ricca di suspense che prende il via durante
l’ultimo giorno di sole dell’anno in Alaska. Atmosfere cupe e
misteriose per un nuovo e agghiacciante mistero da indagare, con
richiami al passato del franchise che faranno la gioia di tutti
quanti hanno amato la serie fin dalla prima stagione. E con al
centro due donne, due detective diversissime ma fatte della stessa
pasta, ruvide e inaccessibili, accomunate da un doloroso trascorso
e sole in un mondo di quasi soli uomini.
La trama di True Detective: Night
Country
Quando la lunga notte polare scende
su Ennis, Alaska, gli otto uomini che lavorano all’interno della
Tsalal Arctic Research Station svaniscono senza lasciare traccia.
Per risolvere il caso, le detective Liz Danvers (Foster) e
Evangeline Navarro (Reis) dovranno prima confrontarsi con il loro
lato oscuro, e scavare tra le inquietanti verità che giacciono
sepolte sotto i ghiacci perenni. Quando le detective ritroveranno i
corpi scomparsi, dovranno decifrare complessi messaggi e
rispolverare un vecchio caso, prima che il ghiaccio, sciogliendosi,
riporti in superficie gli orrori del passato. Come ama ripetere la
detective Danvers: qual è la domanda giusta da porsi?
Issa López è showrunner, creatrice,
regista ed executive producer. Jodie Foster, oltre ad essere protagonista, è
anche executive producer insieme a Mari Jo Winkler, Barry
Jenkins, Adele Romanski e Mark Ceryak di PASTEL, Chris
Mundy, Alan Page Arriaga, Steve Golin, Richard Brown,
Matthew McConaughey, Woody Harrelson, Cary Joji
Fukunaga e Nic Pizzolatto. Produttori Princess Daazhraii Johnson;
Cathy Tagnak Rexford; Sam Breckman.
Charles Melton sembra aver trovato il suo
prossimo progetto dopo il successo con May December. Deadline conferma che l’attore è
in trattative per recitare nel film sulla guerra senza titolo di
Ray Mendoza e Alex Garland
prodotto da A24. Il progetto è la seconda collaborazione per
Garland e Mendoza, che è stato supervisore militare per l’ultimo
film di Garland, Civil War. La coppia ha scritto e
co-dirigerà il film.
Andrew Macdonald e
Allon Reich di DNA e Peter Rice produrranno.
A24 si occuperà dell’uscita mondiale del film.
Come per ogni film di Garland fino a ora, i dettagli dietro alla
trama del film sono avvolti nel segreto.
A seguito del suo lavoro con
Todd Haynes, Melton ha avuto la possibilità di
scegliere tra le migliori sceneggiature in circolazione. Dalla
première del film al Festival di Cannes di quest’anno, Charles Melton ha raccolto un sacco di
elogi che includono una nomination al Golden Globe, nonché numerose
vittorie in circoli critici tra cui il New York Film Critics e un
Gotham Award come miglior attore non protagonista.
La Lucasfilm
ha recentemente annunciato un nuovo film della saga
di Star
Wars: The
Mandalorian & Grogu. Questo progetto
porterà finalmente al cinema i due protagonisti di The
Mandalorian, il più popolare e
apprezzato prodotto realizzato negli ultimi anni per il franchise
diStar
Wars. Al momento non si hanno molti dettagli su questo
film, né dove si collocherà rispetto all’annunciata
quarta stagione di The Mandalorian. Si prevede però
che la prima avventura sul grande schermo di Din Djarin e Grogu
sfocerà nell’ancora
misterioso film di Dave Filoni. Un altro
mistero riguardante il film è quale o quali saranno gli antagonisti
del film, ma a tal riguardo ci sono alcune ipotesi. Dopo aver visto
quali personaggi potrebbero comparire nel film, vediamo ora
quali potrebbero essere gli antagonisti che potrebbero essere
coinvolti nella storia.
Consiglio d’Ombra
Abbiamo incontrato per la prima
volta i membri del Consiglio d’Ombra nella
terza stagione di The Mandalorian e abbiamo appreso
che, con grande dispiacere del Moff Gideon, molti di loro sono
rimasti fedeli al Grand’Ammiraglio Thrawn. Ora che
è tornato e Gideon è morto, si allineeranno tutti a uno degli
Imperiali più preziosi dell’Imperatore Palpatine? Dipende da cosa
ha in mente Thrawn e se ha interesse a riportare l’Impero alla sua
antica gloria ora che si è alleato con le Grandi Madri di Dathomir.
Come minimo, ci aspettiamo che il Capitano Pellaeon sia al fianco
di Thrawn e, se così fosse, potrebbe essere un avversario adeguato
in questo film.
Joruus C’baoth
Joruus C’Baoth,
ad oggi apparso solo in alcuni libri dedicati alla saga,
come L’erede dell’Impero, era determinato a portare
Luke Skywalker, Leia e Mara Jade sotto il suo controllo. Egli si è
dimostrato essere alla pari con
Darth Vader e l’Imperatore Palpatine e
in The
Mandalorian & Grogu potrebbe voler mettere le mani su
Grogu, come fece una volta con Luke, per creare un esercito di
esseri incredibilmente potenti e sensibili alla Forza che
eseguiranno i suoi ordini. Sarebbe facile far sì che Gideon
lavorasse per lui prima di concentrarsi sulla creazione di cloni di
sé stesso.
Darth Maul
Come noto, Maul è morto in
Star
Wars: Rebels, ma Dave Filoni ha già ritrattato il finale
di quella serie. Tenendo conto di ciò, perché non trovare un modo
per far sì che questo amato Sith trovi un modo per tornare in
scena? Egli una pregresso con i Mandaloriani dopo aver impugnato la
Darksaber e aver governato Mandalore e, cosa fondamentale,
Lucasfilm non ha mai risolto il grande cliffhanger di Solo: A Star Wars Story, in cui lo si vede ricomparire
in scena. Il fatto è che The
Mandalorian & Grogu sarà più di un episodio più lungo del
normale della serie Disney+ e il ritorno di un cattivo
iconico del passato del franchise potrebbe essere una gradita
sorpresa per tutti i fan.
Snoke
The Mandalorian ha lasciato
intendere che gli esperimenti di clonazione del Moff Gideon
potrebbero avere a che fare con la creazione del Leader Supremo
Snoke. Che abbia usato la tecnologia dell’Imperatore Palpatine per
scopi egoistici o che l’abbia inavvertitamente creata per il suo ex
capo, c’è un modo per collegare tutto questo. Che si ami o si odi
la trilogia sequel, Snoke ha comunque bisogno di una sua origin
story e The
Mandalorian & Grogu potrebbe essere un buon punto di
partenza per esplorarla. Se
Jon Favreau si impegnerà a fondo nell’idea, forse potremo anche
scoprire come il futuro leader del Primo Ordine si sia ritrovato
con tutte quelle cicatrici!
Moff Gideon
Per molti versi, puntare i
riflettori su un cattivo familiare è la cosa più sensata
per The
Mandalorian & Grogu. Giancarlo Esposito è un talento eccezionale e,
per chiunque abbia visto The Mandalorian, il suo ritorno
sarebbe di grande impatto. Le teorie continuano a circolare sul
fatto che sia stato uno dei suoi cloni a morire nel finale della
terza stagione, quindi perché non riportarlo come il cattivo
definitivo con cui Din Djarin e Grogu dovranno confrontarsi? Alcune
domande senza risposta potrebbero finalmente essere affrontate e,
per tornare a Snoke, siamo sicuri che anche lui potrebbe essere
coinvolto in qualche modo nella storia.
Apple TV+ ha
svelato il trailer di “Palm Royale“, l’attesa
serie ambientata nell’alta società di Palm Beach nel 1969,
interpretata e prodotta esecutivamente da Kristen Wiig e dal premio Oscar® Laura Dern. Il rinomato cast comprende anche
Allison Janney, Ricky Martin, Josh Lucas, Leslie Bibb, Amber
Chardae Robinson, Mindy Cohn, Julia Duffy e Kaia
Gerber, con la partecipazione straordinaria del
leggendario Bruce Dern e dell’iconica e pluripremiata arol Burnett.
“Palm Royale” farà il suo debutto su Apple
TV+ il 20 marzo con i primi tre episodi, seguiti da nuovi
episodi ogni mercoledì fino all’8 maggio.
“Palm Royale” racconta la storia di
persone splendidamente impossibili e segue le vicende di Maxine
Simmons (interpretata da Kristen Wiig) nel tentativo di assicurarsi
un posto al tavolo più esclusivo d’America: l’alta società di Palm
Beach. Mentre Maxine cerca di attraversare quella linea
impermeabile tra “chi ha” e “chi non ha”, la serie pone le stesse
domande che ancora oggi ci lasciano perplessi: Quanto di te stesso
sei disposto a sacrificare per ottenere quello che ha qualcun
altro? Ambientata nel 1969, “Palm Royale” è una testimonianza di
tutti gli outsider che lottano per garantirsi la loro opportunità
di emergere e appartenere veramente a se stessi.
Liberamente basata sul romanzo “Mr.
and Mrs. American Pie” di Juliet McDaniel e prodotta dagli Apple
Studios, “Palm Royale” è scritta e diretta da Abe Sylvia, che è
anche produttrice esecutiva e showrunner, per conto della Aunt
Sylvia’s Moving Picture Company. Laura Dern e Jayme Lemons
producono per la Jaywalker Pictures, Kristen Wiig, Katie O’Connell
Marsh, Tate Taylor e John Norris per la Wyolah Films; la serie è
prodotta anche da Sharr White, Sheri Holman e dalla Boat Rocker.
“Palm Royale” è diretta da Taylor, Sylvia, Claire Scanlon e
Stephanie Laing.
Nasce C-MOVIE Film
Festival, manifestazione in programma a Rimini dal 20 al 23
marzo 2024 organizzata da Kitchenfilm con la direzione
artistica della regista e distributrice Emanuela Piovano,
realizzata con la collaborazione dell’Assemblea legislativa della
Regione Emilia-Romagna e del Comune di Rimini.
Tre giorni di anteprime
internazionali e incontri dedicati al cinema e al femminile, presso
la Cineteca di Rimini e lo splendido Cinema Fulgor, attraverso
un’esplorazione dei tre concetti chiave che danno il nome alla
manifestazione: Cinema, Corpi, Convivenze. Ospite d’onore sarà
Dacia Maraini, cui la manifestazione dedica una serie di
appuntamenti. Tra le scrittrici italiane più amate del Novecento, e
da sempre impegnata per i diritti delle donne, Dacia Maraini sarà
protagonista di un omaggio alla sua arte e alla sua carriera,
ripercorrendo anche la sua attività di regista con la proiezione di
alcuni filmati realizzati dall’autrice in Super8 e restaurati dal
CSC – Cineteca Nazionale. L’autrice di numerosi romanzi tra cui
Corpo Felice, La lunga vita diMarianna Ucrìa
fino al più recente Vita mia, saluterà il pubblico del
festival in un incontro alla presenza di Annamaria
Licciardello, responsabile della Diffusione Culturale della
Cineteca Nazionale, e di Macha Meril, protagonista del film
L’amore coniugale diretto da Dacia Maraini che sarà
proiettato per l’occasione.
Scopo della rassegna è
quello di invitare alla scoperta e alla riflessione di un cinema
marginale, inteso come cinema “di confine”, capace di farsi
interprete del dialogo tra generi, culture, storie. Partendo dai
concetti di cinema, corpi e convivenze, C MOVIE proporrà opere,
testimonianze e dibattiti che mirino a raccontare snodi cruciali
della contemporaneità.
“Questo festival è una
novità assoluta per Rimini e nel panorama nazionale. Un festival
che metteal centro le donne, protagoniste nel cinema come
attrici, come registe, produttrici e spettatrici.Attraverso
eventi di qualità si apre una riflessione sul ruolo femminile nella
società. Anche perquesto abbiamo accolto con entusiasmo la
proposta della Kitchenfilm e collaborato allarealizzazione
di un’iniziativa che va anche ad arricchire la candidatura di
Rimini a capitale italianadella cultura 2026, assieme alla
Romagna” sottolinea Emma Petitti, Presidente dell’Assemblea
legislativa della Regione Emilia-Romagna.
“Un appuntamento di grande prestigio –
spiega l’Amministrazione comunale di Rimini – che metteinsieme due vocazioni storiche della nostra comunità, quella
cinematografica e quella dei diritti. Inparticolare, oggi,
il femminile rappresenta un tema di grande scambio e confronto, a
cui questarassegna darà un contributo importante e
innovativo. Un festival che siamo contenti e onorati dipoter ospitare, grazie ad un lavoro di rete con Kitchenfilm e
l’Assemblea legislativa della RegioneEmilia-Romagna, che
ringraziamo per averci scelto come sede”.
Dopo l’inaugurazione di
mercoledì 20 marzo, tre saranno gli appuntamenti con le anteprime
internazionali per le tre serate del festival al cinema Fulgor di
Rimini, con film che in maniera molto diversa per temi e linguaggi
affrontano delle riflessioni centrali del dibattito sul femminile
oggi.
Zafira, l’ultima
regina, opera prima di Adila Bendimerad e Damien Ounouri,
che tra storia e leggenda racconta le gesta della principessa
Zaphira, moglie dell’ultimo re di Algeri Salim Toumi, che lottò per
difendere la sua comunità dal pirata Barbarossa; Solo per
me di Lucie Borleteau è una fiaba moderna che con il tono e
la leggerezza della commedia romantica tra lo strip-tease e la
scoperta dell’amore; terza anteprima internazionale è Senza
prove di Béatrice Pollet, legal drama che con grande
sensibilità affronta un argomento molto complesso come la negazione
digravidanza. Le tre pellicole, con le anteprime riminesi alla
presenza dei registi, inizieranno il loro percorso nelle sale
italiane distribuite da Kitchenfilm.
Il programma del festival
sarà anche arricchito da incontri e convegni, a partire dalle
proiezioni dei film alla presenza di registi e professioniste del
mondo dell’audiovisivo. Tra i vari appuntamenti si parlerà di
cinema del Mediterraneo a firma e soggetto femminile nel convegno
Mediterranea – ilnuovo mediterraneo delle donne,
Prime donne alla sbarra è il titolo del convegno in cui si
rifletterà sui corpi in scena, I festival delle donne: pari
opportunità o disparità opportune? sarà invece un momento di
riflessione sul cinema.
C-Movieè
realizzato grazie al contributo di Aide au Cinéma du Monde del CNC
e dell’Istituto FranceseCentro Nazionale per il cinema e
l’immagine animata del Ministero della Cultura e Comunicazione
eMinistero degli affari esteri ed europei Francesi – con il
contributo della Società di distribuzione indipendenteKitchenfilm Italia – con il patrocinio dell’ Assemblea
Legislativa Regione Emilia – Romagna – con il Patrociniodel
Comune di Rimini – Assessorato alle Politiche per
l’educazione, Università, Formazione e lavoro,Politiche di genere, Partecipazione – con il Patrocinio della
Cineteca Nazionale – Centro Sperimentale diCinematografia –
con il Patrocinio della Cineteca di Rimini – con il Patrocinio
della Fondazione Iotti – con ilpatrocinio dell’ANAC –
Associazione Nazionale Autori di Cinema- con il contributo di
UNIFRANCE.
Le case di produzione Camaleo
e Eagle Pictures sono liete di annunciare che sono da poco
iniziate le riprese del film Dedalus, thriller
diretto da Gianluca Manzetti, con Luka Zunic, MatildeGioli, Francesco Russo, Giulio
Beranek, Giulia Elettra Gorietti, Stella Pecollo,
e con Gian MarcoTognazzi e l’amichevole
partecipazione di Carolina Rey.
Il film è prodotto da Camaleo,
Weekend Films e da Eagle Pictures. L’opera è realizzata
in co-produzione con la spagnola Koboflopi e la polacca Agresywna
Banda, con il sostegno del MIC – Direzione Generale Cinema e
Audiovisivo e Regione Lazio – Lazio Cinema International. Le
riprese dureranno 5 settimane e si svolgeranno a Roma e dintorni,
tra cui la bellissima location di Castello Brancaccio e i
sotterranei del Parco della Caffarella.
Gianluca Manzetti, già
assistente alla regia di Sollima, Ozpetek e a capo della seconda
unità di Dampyr, in questa opera seconda racconta con i toni del
thriller un pericoloso social game in cui sei content creator in
uno spazio isolato dove si trovano a competere in stile Squid
Game in giochi sempre più pericolosi dove tutti diventeranno
sia carnefici che vittime.
Dedalus, la trama
Michele, Tiziana, Leo, Antonella,
Filippo e Belinda sono i sei content creator selezionati per
partecipare a DEDALUS, un nuovo social game che promette di
ridefinire il mondo del Web 3.0 e rendere ricco e famoso il
vincitore. Rinchiusi in un’arena isolata, i concorrenti partecipano
a giochi che via via si rivelano sempre più pericolosi. Quello che
sembrava un semplice gioco si trasforma lentamente in qualcosa di
completamente diverso, e i creator, da concorrenti, si ritrovano
ora ad essere sia carnefici che vittime di un’elaborata
vendetta.
Camaleo è una società di
produzione cinematografica che nasce a Roma nel 2007.
Da subito l’attività produttiva di Camaleo è caratterizzata
dall’obiettivo di creare contenuti di qualità fruibili dal grande
pubblico. I film di successo non tardano ad arrivare con le prime
grandi produzioni internazionali: “Il colore della libertà –
Goodbye Bafana”, sulla vita di Nelson Mandela. Nel 2009 la società
si focalizza sul cinema italiano, con la produzione di film di
intrattenimento e di qualità. “OUTING, fidanzati per sbaglio” con
Massimo Ghini, Nicolas Vaporidis e Giulia Michelini, esce nelle
sale nel 2012. Nel triennio 2016/2018 si girano tre importanti
commedie: “Ovunque tu sarai”, “Sconnessi”, “Compromessi sposi”. Del
2020 il thriller psicologico “Weekend”, con la regia di Riccardo
Grandi. Il 2021 segna l’uscita di due grandi pellicole: “Tutti per
Uma” un family movie e “Io e Angela” cui segue il drama thriller
dal respiro internazionale “Double Soul”, ambientato fra Europa e
Paesi Arabi con i premi Oscar Murray Abraham e Danny Glover; l’8
febbraio 24 uscirà al cinema l’action adrenalinico “Runner”, con
Matilde Gioli e Francesco Montanari mentre per la prima settimana
di aprile è prevista la release theatrical di “Leopardi & Co”,
commedia romantica con il premio Oscar Whoopi Goldberg. È in fase
di post produzione la commedia “30 anni (di meno)” con Massimo
Ghini e Nino Frassica.
Eagle Pictures S.p.A. – Eagle
Pictures S.p.A. è una casa di produzione e distribuzione
cinematografica attiva da più di 30 anni, presente in ogni segmento
della catena di sfruttamento del prodotto filmico: cinema, home
entertainment, digital, e televisione.
Ecco il trailer e il poster
di La
Profezia del Male, il nuovo horror Sony Pictures
scritto e diretto da Spenser Cohen (I
mercenari – The Expendables) e Anna Halberg
(Extinction,Moonfall). Nel cast sono
presenti Harriet Slater (Pennyworth),
Adain Bradley, Avantika (Mean Girls) e Jacob
Batalon (Avengers: Endgame, Spider-Man:
No Way Home). La Profezia del Male sarà solo
al cinema dal 9 maggio da prodotto da Sony Pictures e distribuito
da Eagle Pictures.
Mai usare le carte di qualcun altro:
questa la regola sacra nella lettura dei Tarocchi. Quando un gruppo
di amici la infrange scatena inconsapevolmente una terribile
minaccia imprigionata nelle carte maledette. Uno dopo l’altro, i
protagonisti dovranno affrontare il loro destino in una sfida
contro la morte per sfuggire al futuro predetto nella profezia dei
Tarocchi.