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Shazam 2: ecco un primo sguardo al nuovo costume di Zachary Levi

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Shazam 2: ecco un primo sguardo al nuovo costume di Zachary Levi

David F. Sandberg, regista di Shazam! nonché dell’atteso sequel Shazam! Fury of the Gods, ha condiviso via Twitter un esclusivo video promozionale che ci permette di dare un primo sguardo, anche se parecchio velato, al nuovo costume di Zachary Levi nel film.

Tuttavia, grazie a Just Jared, sono arrivate online delle immagini dal set del sequel allestito a Union City, in Georgia, che ci permettono di vedere il nuovo costume nel dettaglio. Come si può notare dalle immagini dal set, il nuovo costume è abbastanza diverso da quello indossato dal supereroe nel primo film. Il cambiamento più notevole è, chiaramente, la mancanza del mantello, ma è possibile notare delle differenze anche nel logo sul petto e nel design generale del costume, dal momento che entrambi sono stati aggiornati.

Potete ammirare le foto in questione cliccando qui, mentre a seguire potete vedere il video condiviso da Sandberg grazie al suo account YouTube ufficiale:

Cosa sappiamo di Shazam! Fury of the Gods

Shazam! Fury of the Gods sarà diretto ancora una volta da David F. Sandberg e vedrà il ritorno di  Zachary Levi nei panni dell’eroe del titolo. Il film uscirà al cinema il 2 giugno 2023. Nel cast è confermato il ritorno di Asher Angel, mentre i villain saranno interpretati dalle new entry Helen Mirren, Rachel Zegler e Lucy Liu. Mark Strong non tornerà nei panni del Dottor Sivana, mentre Djimon Hounsou sarà ancora una volta il Mago. Il primo film è uscito nelle sale ad aprile 2019.

Mission Impossible 7: la produzione si ferma ancora una volta a causa del Covid

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A causa della pandemia di Covid-19, la produzione di Mission Impossible 7, come moltissime altre a Hollywood, era già stata posticipata più e più volta, tanto che alla fine la Universal ha dovuto necessariamente posticiparne l’uscita da luglio 2021 a novembre 2021. Di conseguenza, anche l’arrivo nelle sale di Mission Impossible 8 è stata rimandato, passando da agosto 2022 a novembre 022.

Ora, purtroppo, la produzione di Mission Impossible 7 è stata nuovamente bloccata e sempre a causa del Coronavirus. Come riportato da Deadline, infatti, le riprese sono state nuovamente interrotte perché un membro del team di produzione è risultato positivo al Covid-19. Secondo quanto riferito, le riprese si fermeranno per 14 giorni, nel rispetto di tutte le necessarie pratiche di sicurezza.

La Paramount ha rilasciato la seguente dichiarazione ufficiale in merito allo stop momentaneo: “Abbiamo temporaneamente interrotto la produzione di Mission: Impossible 7 al 14 giugno, a causa di un risultato positivo al test di Coronavirus durante i controlli di routine. Stiamo seguendo tutti i protocolli di sicurezza e continueremo a monitorare la situazione.”

Tom Cruise ha sempre sottolineato l’importanza della sicurezza e del distanziamento sul set, nonché le conseguenze che deriverebbero dal mancato rispetto dei protocolli. È divenuta anche parecchio celebre una sua sfuriata sul set contro alcuni membri della troupe per il mancato rispetto delle regole. È un vero peccato, dunque, che alla fine la produzione si sia trovata ad affrontare una situazione del genere e a fermarsi ancora una volta.

Le date di uscita di Mission Impossible 7 e 8

Nei prossimi due capitoli della saga di Mission ImpossibleTom Cruise e Rebecca Ferguson torneranno nei panni di Ethan Hunt e Ilsa Faust. I due film vedranno coinvolti anche Shea Whigham (Kong: Skull Island), Hayley Atwell (Captain America: Il primo vendicatore), Pom Klementieff (Guardiani della Galassia) e Esai Morales (Ozark). Christopher McQuarrie scriverà e dirigerà i film, che faranno il loro debutto nelle sale americane rispettivamente il 19 novembre 2021 e il 4 novembre 2022.

Doctor Strange 2 è stato riscritto da zero dopo il coinvolgimento di Sam Raimi

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Scott Derrickson ha diretto il primo Doctor Strange, che nel 2016 è diventato un successo di pubblico e critica. Il regista avrebbe dovuto dirigere anche il sequel, ma alla fine ha abbandonato il progetto a causa di alcune divergenze creative con la Marvel. Tuttavia, sarà comunque coinvolto nella nuova avventura di Stephen Strange in qualità di produttore esecutivo.

Ad aprile 2020 è stato confermato che sarebbe stato Sam Raimi, regista della trilogia di Spider-Man con Tobey Maguire, a sostituire Derrickson alla regia e da allora il progetto non ha più subito battute d’arresto, fatta eccezione per la pandemia di Covid-19 che lo scorso gennaio ha costretto la produzione ad uno stop a causa dell’aumento dei contagi in Inghilterra (dove erano in corso le riprese).

La produzione del sequel si è ufficialmente conclusa lo scorso aprile e ora il film è atteso nelle sale per marzo 2022. In questi mesi, molti si sono chiesti se la sceneggiatura del film fosse stata cambiata dopo l’ingaggio di Raimi e adesso veniamo a conoscenza del fatto che è stato effettivamente così. Durante una recente intervista in occasione della promozione della serie Loki, infatti, lo sceneggiatore Michael Waldron a rivelato a Vanity Fair che, dopo essere stato ingaggiato per il sequel di Doctor Strange insieme a Raimi, il film è stato riscritto da zero.

Ciò implica che vedremo davvero poco, se non nulla, della versione originale di Derrickson, il che tuttavia non sorprende. Dal momento che il regista ha lasciato il sequel per divergenze creative, era chiaro che la Marvel fosse interessata a portare il franchise in una direzione completamente diversa. Nel corso dell’intervista, Waldron ha riconosciuto “le fondamenta” del primo film: con ogni probabilità, quindi, lui e Raimi l’hanno comunque usato come punto di partenza per la loro storia.

Doctor Strange in the Multiverse of Madness vedrà Benedict Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange. Diretto da Sam Raimi, il sequel vedrà anche Wanda Maximoff/Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista dopo WandaVision.

La sceneggiatura del film porterà la firma di Jade Bartlett e Michael Waldron. Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno anche Benedict Wong (Wong), Rachel McAdams (Christine Palmer), Chiwetel Ejiofor (Karl Mordo), Tilda Swinton (Antico) e Xochitl Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez).

Doctor Strange in the Multiverse of Madness arriverà al cinema il 25 marzo 2022. Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo anche Bruce Campbell, attore feticcio di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste alcuna conferma in merito.

Escape Room 2: Giochi Mortali, il trailer

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Escape Room 2: Giochi Mortali, il trailer

A dirigere Escape Room 2: Giochi Mortali è Adam Robitel, già regista del primo capitolo, tra i protagonisti tornano Taylor Russell e Logan Miller. Il film sarà nelle sale il 15 luglio ed è prodotto da Sony Pictures e distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia. Nel cast anche Indya Moore, Holland Roden, Thomas Cocquerel e Carlito Olivero.

Escape Room 2: Giochi Mortali, la trama

Escape Room 2: Giochi Mortali è il sequel del thriller psicologico che nel 2019 ha terrorizzato il pubblico di tutto il mondo. In questo secondo capitolo sei persone si trovano involontariamente bloccate in un’altra serie di escape room, per sopravvivere dovranno svelare lentamente ciò che hanno in comune… e scopriranno che in passato tutti loro hanno già preso parte al gioco.

Frammenti dal passato – Reminiscence: il trailer del film con Hugh Jackman

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Nick Bannister (Jackman), è un investigatore privato della mente, che riesce a scavare nel mondo oscuro e affascinante del passato dei suoi clienti, aiutandoli ad accedere ai ricordi perduti. Vivendo ai margini della costa sommersa di Miami, la sua vita cambia per sempre quando incontra una nuova cliente, Mae (Ferguson), che lo contatta per una semplice questione: lo smarrimento di un oggetto. Ma presto tutto si trasforma in una pericolosa ossessione. Mentre Bannister lotta per indagare sulla scomparsa di Mae, scopre una cospirazione violenta, e alla fine dovrà rispondere alla domanda: fino a che punto ci si può spingere per tenere strette le persone che amiamo?

Al fianco del candidato all’Oscar, Jackman (“Les Misérables”, “The Greatest Showman”), di Ferguson (l’imminente “Dune”, i film “Mission: Impossible”) e di Newton (“Solo: A Star Wars Story”), recitano nel film Cliff Curtis (“Shark – Il primo squalo”, “Fast & Furious: Hobbs & Shaw”), la nominata all’Oscar, Marina de Tavira (“Roma”), Daniel Wu (“Into the Badlands” in TV “Warcraft: L’inizio”), Mojean Aria (le serie TV “See” e “Dead Lucky”), Brett Cullen (“Joker”), Natalie Martinez (le serie “The Stand” e “The Fugitive”), Angela Sarafyan (la serie TV “Westworld – Dove tutto è concesso”) e Nico Parker (“Dumbo”).

Lisa Joy (“Westworld – Dove tutto è concesso”) con Frammenti Dal Passato – Reminiscence debutta alla regia di un lungometraggio, e dirige una sua sceneggiatura originale. Il film è prodotto dalla stessa Joy, Jonathan Nolan, Michael De Luca e Aaron Ryder. I produttori esecutivi sono Athena Wickham, Elishia Holmes e Scott Lumpkin.

Il team creativo include molti dei suoi collaboratori di “Westworld – Dove tutto è concesso”, tra cui il direttore della fotografia Paul Cameron, lo scenografo Howard Cummings, il montatore Mark Yoshikawa e il compositore Ramin Djawadi, insieme alla costumista Jennifer Starzyk (“Bill & Ted Face the Music”).

Warner Bros. Pictures presenta una produzione Kilter Films / Michael De Luca / Filmnation, un film di Lisa Joy, Frammenti Dal Passato – Reminiscence. Il film sarà distribuito in tutto il mondo da Warner Bros. Pictures ed uscirà al cinema in Italia dal 26 agosto.

Guido Crepax. I mille volti di Valentina, al Centro Saint-Bénin di Aosta dall’11 giugno

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Guido Crepax. I mille volti di Valentina è l’esauriente mostra personale dedicata ad uno dei più celebri e popolari maestri del fumetto d’autore che viene inaugurata al Centro Saint-Bénin di Aosta venerdì 11 giugno  alle ore 17.00 e si potrà visitare fino a domenica 17 ottobre. L’esposizione, curata da Alberto Fiz in collaborazione con Archivio Crepax, è organizzata dalla struttura Attività espositive e promozione dell’identità culturale dell’Assessorato dei Beni culturali, Turismo, Sport e Commercio della Regione autonoma Valle d’Aosta. 

Sono oltre 100 le opere in mostra (catalogo Gli Ori) nell’ambito di un allestimento spettacolare specificatamente studiato per il Centro Saint-Bénin dove lo spettatore può attraversare ambienti tematici in dialogo tra loro dov’è prevista la realizzazione di manichini, sagome tridimensionali e tappezzerie d’autore.

Insieme alle tavole originali più emblematiche, la rassegna, divisa in sette sezioni, offre l’occasione di analizzare la poliedrica indagine artistica di Guido Crepax presentando inediti documenti d’archivio, copertine di dischi, oggetti di design, abiti, paraventi, studi per la pubblicità, grandi giochi tridimensionali e molto altro.

Come appare evidente dal titolo, un ruolo di primo piano è affidato alla sua icona più celebre, Valentina, un personaggio della contemporaneità, in grado d’influenzare la storia della moda e del costume. Valentina appare attraverso una serie di opere che ne descrivono l’assoluta unicità nella storia del fumetto in quanto la sua immagine nasce dalla contaminazione tra mito (l’attrice Louise Brooks) e realtà (la moglie Luisa). La fusione di queste due anime ha consentito di sviluppare, nel tempo, una figura che riflette i differenti aspetti dell’universo femminile sopravvivendo, come le grandi star del cinema e della letteratura, al suo autore. La mostra propone un percorso coinvolgente e ricco di sorprese dove l’indagine di Crepax emerge nella sue differenti sfaccettature partendo da L’Uomo Invisibile, la prima storia disegnata da Crepax a soli dodici anni. Ma gli esordi dell’artista sono caratterizzati da una specifica attenzione nei confronti della Musica (il padre Gilberto Crepax era primo violoncellista alla Fenice di Venezia) e sin dal 1953 realizza oltre 300 copertine di dischi in parte presenti in mostra. Ma la musica è una costante del fumetto dove si fa riferimento al rock (non possono mancare i Beatles), così come al jazz con Charlie Parker e Dizzy Gillespie. Anche i Giochi hanno una trattazione specifica in mostra: Crepax aveva la passione per la ricostruzione storica di eventi che si trasformano in straordinari percorsi tridimensionali dove compaiono, ad esempio, le battaglie piemontesi della Campagna d’Italia. Non mancano nemmeno i giochi della boxe o quelli che hanno come riferimento i viaggi di Marco Polo.

Guido Crepax. I mille volti di Valentina

Di fondamentale importanza, poi, sono il Cinema e il Teatro a cui viene dedicata una specifica trattazione che comprende anche Fotografia e Televisione. Le sue storie, infatti, sono vere e proprie sequenze cinematografiche a fumetti con montaggi, inquadrature e primi piani. I riferimenti sono continui, da Eisenstein a Pabst, da Antonioni a Truffaut. Una sezione è, poi, dedicata a Arte e Letteratura, altre due tematiche fondamentali nell’opera a tuttotondo di Crepax. Nell’ambito dell’esposizione si documentano le vicende che hanno coinvolto grandi maestri quali Kandinsky o Moore (a entrambi è dedicata una storia, Il falso Kandinsky e La Sindrome di Moore), così come Manet (in mostra la citazione trasgressiva dell’Olympia) e Magritte. Il dialogo prevede anche la rivisitazione dei grandi classici della letteratura coinvolgendo, tra gli altri, Poe, Stevenson (di particolare significato sono le tavole tratte da Dottor Jekyill e Mister Hyde), Diderot e il Marchese De Sade. Un’altra sezione particolarmente innovativa è quella che riguarda Moda, Design e Pubblicità dove sono esposti abiti e oggetti ispirati dalla poetica di Crepax quali lampade,  vetri, paraventi e piastrelle. Da Versace a Krizia, da Castiglioni a Eileen Gray, è continua la dialettica con i differenti aspetti della creatività contemporanea. Insieme a Valentina, la rassegna analizza anche le altre figure femminili (Valentina e le altre), da Bianca a Anita, che animano l’universo di Crepax caratterizzato, spesso, da una forte componente onirica.

La mostra si conclude con un coup de théâtre: sull’altare della chiesa sconsacrata è prevista la ricostruzione dello studio di Crepax, Viaggiatore immobile, con il suo tavolo da lavoro e l’immancabile cassa del violoncello del padre che compare in molte immagini dei fumetti. Le pareti sono state ricoperte dalla tappezzeria creata per le storie a fumetti su cui appaiono ben sedici tavole originali in una sintesi visiva di grande efficacia.  Nel medesimo ambiente viene, infine, collocato un video che consente di ripercorrere il percorso creativo del grande autore.

La mostra è accompagnata da un prezioso volume in italiano e francese edito da Gli Ori con tutte le immagini della mostra e un apparato critico che prevede gli interventi di Antonio Crepax, Alberto Fiz e Daria Jorioz. La pubblicazione è arricchita da un’intervista di Alberto Fiz al regista Mario Martone che ha collaborato con Crepax nell’ambito del teatro, da un ricordo di Luisa Crepax, la moglie dell’artista recentemente scomparsa, oltre a un’intervista immaginaria a Valentina. Ampia è anche l’antologia critica con le testimonianze, tra gli altri, di Roland Barthes, Umberto Eco, Alain Robbe-Grillet, Giorgio Manganelli, Oreste Del Buono, Gillo Dorfles, Achille Bonito Oliva.

Summertime 2: intervista a Ludovico Tersigni e Amparo Piñero Guirao

Ludovico Tersigni e Amparo Piñero Guirao sono trai protagonisti di Summertime 2, che è disponibile su Netflix dal 3 giugno. Ecco cosa hanno raccontato i due attori della serie diretta da Francesco Lagi e da Marta Savina.

Tornano i protagonisti della prima stagione, Summer (Coco Rebecca Edogamhe), Ale (Ludovico Tersigni), Dario (Andrea Lattanzi), Sofia (Amanda Campana), Edo (Giovanni Maini), Blue (Alicia Ann Edogamhe), Giulia (Romina Colbasso) a cui si aggiungono Lola (Amparo Pinero Guirao), Rita (Lucrezia Guidone) e Jonas (Giovanni Anzaldo). Nei ruoli degli adulti  il pubblico ritroverà Isabella (Thony) e Antony (Alberto Boubakar Malanchino), rispettivamente la mamma e il papà di Summer e Blue, Laura (Maria Sole Mansutti) e Maurizio (Mario Sgueglia) ovvero la mamma e il papà di Ale, mentre Miguel (Jorge Bosch) sarà il nuovo allenatore del ragazzo, e Loris (Giuseppe Giacobazzi), il papà di Edo, avrà al suo fianco la fidanzata Wanda (Marina Massironi).

Spider-Man: No Way Home, 10 modi in cui potrebbe cambiare drasticamente il MCU

Spider-Man: No Way Home è forse uno dei titoli più attesi del futuro del MCU. Non solo il film introdurrà ufficialmente il concetto di Multiverso, ma riporterà indietro anche tutta una serie di personaggi che abbiamo visto nelle precedenti trasposizioni dei fumetti Marvel al cinema. In attesa dell’arrivo del film nelle sale, Screen Rant ha ipotizzato 10 modi in cui il film potrebbe drasticamente cambiare il MCU:

La versione live action dello Spider-Verse

Spider-Man: Un nuovo universoUno dei rumor più insistenti a proposito di Spider-Man: No Way Home è quello relativo al tanto atteso ritorno di Tobey Maguire e Andrew Garfield nei panni delle rispettive iterazioni dell’Uomo Ragno. Se fosse davvero così, il film di Jon Watts rappresenterebbe a tutti gli effetti una versione live action dello Spider-Verse introdotto in Spider-Man: Un nuovo universo

Sarebbe indubbiamente difficile da realizzare, senza contare che potrebbe distogliere l’attenzione dall’attuale arco narrativo del Peter Parker di Tom Holland nel MCU, ma se Kevin Feige trovasse il modo giusto per farlo funzionare, allora potrebbe davvero rivelarsi qualcosa di fantastico.

L’identità segreta di Spidey è divenuta pubblica

Il terzo film di Spider-Man legato al MCU racconterà una storia dell’Uomo Ragno che non è mai stata raccontata prima sul grande schermo. Dopo la sorprendente rivelazione nella scena post-credits di Spider-Man: Far From Home, sappiamo che ormai l’identità segreta di Peter Parker non è più tale.

Il Daily Bugle lo ha ufficialmente smascherato come Spider-Man, incastrandolo anche per l’omicidio di Mysterio e per gli attacchi a Londra. Basandosi soltanto su questa premessa, è chiaro quanto No Way Home sarà un film dedicato all’Uomo Ragno come forse non ce ne sono mai stati in passato.

L’introduzione di She-Hulk

She-Hulk è uno dei tanti amati personaggi Marvel che saranno protagonista di uno show standalone in arrivo prossimamente su Disney+, insieme a Moon Knight, Ms. Marvel e Ironheart. Jen Walters è un avvocato che diventa She-Hulk quando viene ferita durante una sparatoria, ricevendo una trasfusione di sangue da suo cugino Bruce Banner.

A differenza di Bruce, Jen si diverte a trasformarsi in She-Hulk e trascorre la maggior parte del suo tempo usando l’identità del supereroe. Rappresenta anche i supereroi in difficoltà legali. Dal momento che la Marvel non perde mai l’occasione per un crossover, No Way Home potrebbe introdurre ufficialmente Jen mentre rappresenta Peter Parker in tribunale, prima che la serie Disney+ ci racconti le sue origini.

Peter e MJ potrebbe essere la nuova coppia del MCU

Da Iron Man del 2008, la coppia per antonomasia del MCU è sempre stata quella formata da Tony Stark e Pepper Potts. Il loro complicato arco romantico è culminato quando Pepper ha detto ad un Tony in punto di morte: “Puoi riposare ora”. Dopo quell’esplosivo climax emotivo, ecco chi potrebbe rappresentare la prossima coppia del MCU

All’apparenza, WandaVision aveva reso Wanda e Visione i candidati ideali, ma purtroppo i due personaggi non sembrano avere un grande futuro insieme. Tom Holland e Zendaya condividono una chimica formidabile e i loro personaggi si sono finalmente avvicinati in Far From Home. Peter Parker e MJ – già coppia iconica dei fumetti – potrebbero facilmente diventare il nuovo punto focale romantico del MCU

Assemblare i Sinistri Sei

Nonostante The Amazing Spider-Man 2 avesse anticipato l’arrivo dei Sinistri Sei in un film che è stato effettivamente in sviluppo alla Sony per alcuni anni, questi personaggi devono ancora apparire sul grande schermo.

In No Way Home, dopo che l’identità di Peter Parker è stata rivelata al mondo intero, la squadra di supercriminali anti-Uomo Ragno potrebbe finalmente riunirsi. Sappiamo che nel film torneranno il Doc Ock di Alfred Molina e l’Electro di Jamie Foxx. Inoltre, Spider-Man: Homecoming ha ufficialmente introdotto Avvoltoio, Mysterio, in quanto illusionista, potrebbe essere ancora vivo. Insomma, il MCU sembra essere pronto per i Sinistri Sei…

I personaggi Netflix nei film del MCU

DaredevilDa quando la Marvel ha cancellato tutte le serie Netflix in un colpo solo e ha iniziato a realizzare show con collegamenti diretti al MCU per Disney+, gli amati personaggi del colosso dello streaming sono purtroppo caduti nel dimenticatoio.

Tuttavia, i diritti di quei personaggi sono tornati nelle mani della Marvel. Il conflitto di New York organizzato per No Way Home sarebbe il modo perfetto per presentare tutti i vigilanti attivi ad Hell’s Kitchen e proveniente dall’universo di The Defenders. Il Daredevil di Charlie Cox potrebbe difendere Spidey in tribunale, mentre il Punisher di Jon Bernthal potrebbe proteggerlo quando il criminale di New York verrà inevitabilmente a cercarlo…

Un riferimento diretto a zio Ben

Finora, il Peter Parker di Tom Holland non ha ancora fatto riferimento in maniera diretta allo zio Ben. Ci sono stati vari indizi nei film precedenti in merito all’esistenza di Ben Parker nel MCU, ma con No Way Home c’è bisogno di andare in fondo alla questione.

Ben è stato una vera e propria figura paterna per Peter. Nel MCU, è stato Tony Stark a ricoprire quel ruolo, ma dopo la morte del personaggio, No Way Home dovrebbe finalmente riconoscere che lo zio Ben è esistito. Il nuovo film necessita di più di un semplice easter egg: i saggi consigli di zio Ben dovranno, in qualche modo, influenzare il complicato presente di Peter.

Stephen Strange sarà come Tony Stark per Peter

doctor strange 2Parte dell’accordo di Sony con la Marvel per la produzione dei film di Spider-Man riguarda il fatto che un altro eroe famoso dovrà necessariamente ricoprire il ruolo di mentore nei confronti di Peter Parker.

In Homecoming, questo ruolo è stato ricoperto da Tony Stark. In Far From Home lo è stato Nick Fury, anche se poi abbiamo scoperto che si trattava solo di uno Skrull travestito per tutto il tempo. In No Way Home, sarà Doctor Strange a ricoprire quel ruolo. Data la caratterizzazione di Strange nel MCU molto vicina a quella di Stark, non sarebbe affatto sorprendente se Strange prendesse il posto di Stark come figura paterna di Peter.

L’introduzione dei Fantastici Quattro

avengers infinity warSembra improbabile che i Fantastici Quattro facciano la loro introduzione nel MCU in Spider-Man: No Way Home, ma non è impossibile. Il film si svolgerà a New York, dove vivono i Fantastici Quattro, e la storia sembra esplorerà il Multiverso per incorporare franchise precedenti, il che consentirebbe ad una squadra di Fantastici Quattro degli anni ’60 di entrare senza soluzione di continuità nel MCU.

Inoltre, No Way Home è diretto da Jon Watts, che è stato incaricato anche di dirigere il reboot dei Fantastici Quattro. E nei fumetti, Spidey ha collaborato con la prima famiglia della Marvel un sacco di volte…

Rendere canonici i film Marvel non ambientati nel MCU

Nella versione originale del discorso di Nick Fury tratto dalla scena post-credits di Iron Man, lo stesso ha riconosciuto i film già esistenti di Spider-Man e degli X-Men come canone del MCU. Tuttavia, ciò è stato cambiato perché non era ancora chiaro, all’epoca, dove sarebbero finiti i diritti di ciascun franchise.

Ora, sembra che Feige & co. stanno lentamente incorporando i franchise pre-MCU nel canone del loro universo cinematografico condiviso. Se il Doc Ock di Alfred Molina e l’Electro di Jamie Foxx renderanno parte del canone la trilogia di Spider-Man di Sam Raimi e i film di The Amazing Spider-Man, allora per il MCU non si saranno davvero più confini… 

Festival di Cannes 74: annunciato il programma completo

Festival di Cannes 74: annunciato il programma completo

È stato annunciato questa mattina il programma completo di un’edizione del Festival di Cannes, la numero 74, molto speciale. Non si tratta solo della prima edizione dopo l’anno di stop a causa della pandemia, ma è anche la prima volta che il festival si sposta a luglio, dal 6 al 17.

Sapevamo già che il film d’apertura sarebbe stato Annette, di Leos Carax con Marion Cotillard e Adam Driver, ora però abbiamo avuto anche la conferma che Tre Piani, il film di Nanni Moretti atteso dal 23 settembre al cinema, rappresenterà l’Italia nel concorso ufficiale.

Ecco il programma completo di Cannes 74

Film d’APERTURA

  • Annette di Leos Carax

Film in CONCORSO a Cannes 74

 

  • Ahed’s Knee OR Ha’berech di Nadav Lapid
  • Benedetta di Paul Verhoeven
  • Bergman Island di Mia Hansen-Løve
  • Casablanca Beats di Nabil Ayouch
  • Compartment No. 6 OR Hytti Nro 6 Juho Kuosmanen
  • Drive My Car di Ryûsuke Hamaguchi
  • Everything Went Fine OR Tout s’est bien passé di Francois Ozon
  • A Hero di Asghar Farhadi
  • La fracture di Catherine Corsini
  • Lingui di Mahamat-Saleh Haroun
  • Memoria di Apichatpong Weerasethakul
  • Nitram di Justin Kurzel
  • Paris, 13th District OR Les Olympiades di Jacques Audiard
  • Par un Demi Clair Matin di Bruno Dumont
  • Petrov’s Flu di Kirill Serebrennikov
  • Red Rocket  di Sean Baker
  • The Restless OR Les Intranquilles di Joachim Lafosse
  • The French Dispatch di Wes Anderson
  • Three Floors OR Tre Piani di Nanni Moretti
  • Titane di Julia Ducournau
  • The Worst Person in the World OR Julie (en 12 Chapitres) di Joachim Trier

I film della selezione UN CERTAIN REGARD

 

  • After Yang di Kogonada
  • Blue Bayou di Justin Chon
  • Bonne Mère di Hafsia Herzi
  • Commitment Hasan di Hasan Semih
  • Freda di Gessica Généus
  • House Arrest OR Delo di Alexey German Jr.
  • The Innocents di Eskil Vogt
  • Lamb di Valdimar Jóhansson
  • Moneyboys di B.C Yi
  • Noche de Fuego di Tatiana Huezo
  • Un Monde di Laura Wandel

I film fuori concorso a Cannes 74

  • Aline, the Voice of Love di Valerie Lemercier
  • Babi Yar. Context di Sergei Loznitsa
  • Bac Nord di Cédric Jimenez
  • Emergency Declaration di Han Jae-Rim
  • In His Lifetime OR De son vivant di Emmanuelle Bercot
  • Stillwater di Tom McCarthy
  • The Velvet Underground di Todd Haynes

MIDNIGHT SCREENINGS

Bloody Oranges di Jean-Christophe Meurisse

SPECIAL SCREENINGS

  • Black Notebooks di Shlomi Elkabetz
  • H6 di Yé Yé
  • Jane by Charlotte di Charlotte Gainsbourg
  • JFK: Through the Looking Glass di Oliver Stone
  • Mariner of the mountains OR O Marinheiro das Montanhas di Karim Aïnouz

CANNES PREMIERE

  • Cow di Andrea Arnold
  • Deception OR Tromperie di Arnaud Desplechin
  • Hold Me Tight di Mathieu Almaric
  • In Front of Your Face di Hong Sang-soo
  • Love Songs for Tough Guys di Samuel Benchetrit
  • Mothering Sunday di Eva Husson

Tre Piani di Nanni Moretti in Concorso a Cannes 74, il teaser trailer

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Nanni Moretti torna al Festival di Cannes per l’ottava volta da regista con TRE PIANI. Il film – interpretato da Margherita Buy, Riccardo Scamarcio, Alba Rohrwacher, Adriano Giannini, Elena Lietti, Alessandro Sperduti, Denise Tantucci, Nanni Moretti, Anna Bonaiuto, Paolo Graziosi, Stefano Dionisi, Tommaso Ragno – sarà in concorso alla 74a edizione del Festival e uscirà al cinema il  23 settembre.

Prodotto da Sacher Film e Fandango con Rai Cinema, e Le Pacte, scritto da Nanni Moretti, Federica Pontremoli e Valia Santella, Tre piani è tratto dall’omonimo romanzo di Eshkol Nevo ed è distribuito in Italia da 01 Distribution.

Paul Bettany sulla possibilità di rivedere Visione Bianco nel MCU

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Anche se in WandaVision non abbiamo visto nessun cameo di Mefisto e Doctor Strange, abbiamo comunque assistito al debutto nel MCU di Visione Bianco, assemblato grazie ai resti del Visione originale e messo nuovamente in contatto con i suoi ricordi grazie alla versione di Westview.

Ad oggi non sappiamo quando rivedremo Visione Bianco nel MCU, e a quanto pare neanche Paul Bettany è a conoscenza dei piani di questa versione alternativa dell’androide sintezoide. “Non posso rispondere, onestamente”, ha detto a The Playlist l’attore durante una recente intervista. “Ho molti amici della mia età per i quali Visione Bianco è stato un grosso problema negli anni ’70. Kevin Feige e io ne parlavamo da anni. Ma non riesco a ricordare quando ho capito che avrebbe fatto il suo debutto. Forse ho iniziato a sospettare qualcosa di tempi di Avengers: Infinity War, quando abbiamo iniziato a parlare della morte del personaggio.”

“Ma ad essere onesti, non lo so se potrebbe tornare. Davvero”, ha aggiunto Bettany. “Non ho un contratto, quindi non lo so. Tutto quello che so è che si tratta di una serie limitata, ma sono anche consapevole che introdurre Visione Bianco e non sfruttarlo ulteriormente potrebbe diventare parecchio complicato.”

Al momento, pensare a come Visione Bianco potrebbe tornare nel MCU è un’impressa parecchio ardua. Secondo le teorie più accreditate, potremmo rivedere questa versione del personaggio o in Doctor Strange in the Multiverse of Madness (in cui rivedremo anche Scarlet Witch) o magari in una serie come Armor Wars. Purtroppo, non ci resta altro da fare che attendere e sperare che prima o poi i Marvel Studios aggiornino i fan in merito al destino del personaggio.

WandaVision: ecco quali erano i piani originali per Agatha Harkness

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Jac Schaeffer, l’head writer di WandaVision, ha rilasciato una lunga intervista a Rolling Stone in cui ha rivelato parecchi dettagli inediti in merito alla serie Disney+, che a quanto pare, almeno in origine, doveva essere molto diversa da ciò che abbiamo poi visto sulla piattaforma di streaming.

Dopo aver parlato del cameo di Doctor Strange nel finale che non abbiamo mai visto, Schaeffer ha spifferato anche quali erano, inizialmente, i piani per il personaggio di Agatha Arkness interpretato da Kathryn Hahn. “In origine, Agatha doveva essere un vero e proprio mentore, l’esperto di magia che insegna al suo protetto”, ha spiegato Schaeffer. “Una delle cose che non è mai cambiata è che nel finale Wanda avrebbe dovuto dire addio a Visione. Nella mia idea original, quell’addio doveva essere con un ultimo incantesimo vincolante. Era legato ad un incantesimo che Agatha le aveva insegnato all’inizio della serie. Ciò che doveva fare era integrare il suo trauma e rilegare Visione a sé stessa con quell’incantesimo. Alla fine Agatha è diventata una forza antagonista, perché ne avevamo bisogno nella serie.”

“Con gli altri sceneggiatori ci sono state più discussioni in merito alla Magia del Caos, la fonte dei poteri di Wanda”, ha rivelato poi Schaeffer. “Quando abbiamo assunto Matt Shakman, c’è stato un lungo periodo in cui stavamo cercando di progettare una dimensione del caos, che alla fine non ci serviva e non era necessaria.”

WandaVision si è conclusa con Agatha intrappolata a Westview come “Agnes”, anche se un ritorno del personaggio è più che probabile: forse potrebbe essere proprio Wanda a liberarla nuovamente (magari per farsi aiutare a ritrovare Tommy e Billy in Doctor Strange in the Multiverse of Madness?).

David Harbour spiega come Guardiano Rosso ha influenzato il look di Jim Hopper

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David Harbour è stato ospite dello show di Jimmy Kimmel, dove ha avuto modo di parlare non solo di Black Widow ma anche dell’attesissima quarta stagione di Stranger Things. Nel corso dell’intervista, Harbour ha rivelato che il look del capo della polizia Jim Hopper che vedremo nei nuovi episodi è stato influenzato in parte dal desiderio di renderlo assai diverso da quello di Guardiano Rosso, il personaggio che interpreterà nel cinecomic Marvel.

“Avevo iniziato a farmi crescere i capelli, ma poi sono stato scritturato in Black Widow, dove interpreto un prigioniero russo. Avevo i capelli lunghi, la barba, ero grosso… così ho pensato: ‘Non posso essere lo stesso ragazzo con gli stessi capelli lunghi e la stessa barba nella stessa prigione’. Così ho iniziato a scattarmi foto del set di Black Widow senza dare nell’occhio e le ho inviate ai fratelli Duffer, assicurandomi che tutto sarebbe stato diverso nella serie, dai colori del set al look, fino ad arrivare agli abiti”, ha rivelato Harbour.

“Ho continuato a inviare loro queste foto. Alla fine avevamo programmato che Jim dovesse essere molto simile a Red Guardian nel look, ma io ho detto: ‘Ragazzi, non possiamo farlo. Sto girando questo film Marvel. Non posso avere barba e capelli anche nella serie’. Quindi abbiamo pensato ad un look completamente diverso per lui e gli abbiamo fatto rasare la testa.”

Sempre nel corso dell’ospitata da Kimmel, David Harbour ha spiegato di aver chiesto ai Marvel Studios di far parlare Guardiano Rosso in russo, ma a quanto pare lo studio non ha accettato la sua proposta: “È russo. Si trova in Russia. Parlerebbe russo. Per l’interno film dovrei parlare in russo con i sottotitoli. Lo so che non è il massimo per un film Marvel. La mia proposta non è stata accolta bene dai produttori quando ne ho parlato”, ha dichiarato l’attore.

La regia di Black Widow è stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme a Scarlett Johansson ci saranno anche David HarbourFlorence Pugh e Rachel Weisz. Il film arriverà nelle sale il 7 luglio e su Disney+ con Accesso Vip il 9 luglio.

In Black Widow, quando sorgerà una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni prima che diventasse un membro degli Avengers.

C’era una volta a Hollywood: Tarantino conferma che il romanzo esplorerà le origini di Cliff Booth

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A novembre dello scorso anno, Quentin Tarantino aveva annunciato l’uscita di un romanzo basato su C’era una volta a Hollywood, il suo nono film distribuito nelle sale nel 2019 e vincitore di due premi Oscar (migliore scenografia e miglior attore non protagonista a Brad Pitt).

Il romanzo, che uscirà negli Stati Uniti il prossimo 29 giugno, espanderà la storia di Cliff e Rick e includerà anche diverse scene e personaggi che non abbiamo visto al cinema. Tarantino desiderava scrivere un libro da anni, perché ossessionato dai romanzi cinematografici che hanno accompagnato la sua giovinezza. Il regista ha siglato un accordo con la HarperCollins che, oltre al romanzo basato su C’era una volta a Hollywood, prevede anche la pubblicazione di un saggio intitolato “Cinema Speculation” e dedicato all’amore che Tarantino nutre per gli anni ’70.

Ora, in una recente intervista con Pure Cinema Podcast (via Entertainment Weekly), il celebre regista ha svelato nuovi dettagli sull’attesissimo romanzo, anticipando che si concentrerà anche sulle origini del personaggio di Cliff Booth interpretato nel film da Pitt. “Nel film, Cliff è un vero enigma… ti ritrovi a pensare: ‘Qual è il problema di questo ragazzo?’. Uno degli aspetti più belli del libro è che ci sono questi capitoli a sé stanti dedicati interamente al suo passato.”

“Il romanzo torna indietro nel tempo per raccontarti di Cliff in quel momento. Poi vai avanti con il normale svolgimento della storia ed ecco che arriva un altro capitolo che torna indietro e ti parla del passato di Cliff”, ha aggiunto Tarantino. “Sono tutti capitoli isolati che riguarda esclusivamente il passato di Cliff. È come se ogni capitolo rappresentasse uno strano romanzo pulp a sé, con Cliff come protagonista.”

Nella medesima intervista, Tarantino ha parlato anche della genesi del romanzo, dicendo di aver iniziato a lavorare al progetto più o meno da cinque anni, definendo il libro la versione “ingombrante” del film.

Tutto quello che sappiamo su C’era una volta a Hollywood

La storia di C’era una volta a Hollywood si svolge a Los Angeles nel 1969, al culmine di quella che viene chiamata “hippy” Hollywood. I due protagonisti sono Rick Dalton (Leonardo DiCaprio), ex star di una serie televisiva western, e lo stunt di lunga data Cliff Booth (Brad Pitt). Entrambi stanno lottando per farcela in una Hollywood che non riconoscono più. Ma Rick ha un vicino di casa molto famoso… Sharon Tate (Margot Robbie).

Nel cast del film Leonardo DiCaprioBrad Pitt e Margot Robbie al fianco di Damian Lewis, Dakota Fanning, Nicholas Hammond, Emile Hirsch, Clifton Collins Jr., Keith Jefferson, Timothy Olyphant, Tim Roth, Kurt Russell e Michael Madsen. Rumer Willis, Dreama Walker, Costa Ronin, Margaret Qualley, Madisen Beaty e Victoria Pedretti. Il film segnerà anche l’ultima apparizione cinematografica di Luke Perry, morto lo scorso 4 marzo.

Ho lavorato alla sceneggiatura per cinque anni, e vissuto nella contea di Los Angeles per gran parte della mia vita, anche nel 1969, e all’epoca avevo sette anni“, ha dichiarato Quentin Tarantino. “Sono davvero felice di poter raccontare la storia di una città e di una Hollywood che non esistono più, e non potrei essere più entusiasta dei miei due attori protagonisti.

Star Wars: un giudice sentenzia che Episodio VIII e IX sono film “mediocri”

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La trilogia sequel di Star Wars è passata alla storia per essere stata incredibilmente divisiva. In particolare, sono stati Gli ultimi Jedi e L’ascesa di Skywalker ad essere presi maggiormente di mira dai fan ma anche dalla critica, con risultati contrastanti non solo al botteghino ma anche sul celebre aggregatore Rotten Tomatoes.

Ciò ha portato la Disney a cambiare ancora una volta rotta in merito ai piani del futuro della saga sul grande schermo e a concentrarsi sull’espansione dell’universo fantascientifico per quanto riguarda le serie tv. Di recente, Kenneth K. Lee, giudice del nono circuito della Corte d’Appello degli Stati Uniti d’America, si è pronunciato su un caso che riguardava una battaglia legale tra l’azienda statunitense di alimenti confezionati ConAgra Foods Inc. e Wesson Oil, la nota marca di olio vegetale prodotto a Memphis, nel Tennessee.

Ma cosa c’entra la saga di Star Wars con la Corte d’Appello americana? È presto detto: inaspettatamente, nella sua sentenza il giudice ha fatto riferimento proprio a Gli ultimi Jedi e L’ascesa di Skywalker, prendendo di mira gli ultimi due episodi della trilogia sequel.

“In poche parole, Richardson – il nuovo proprietario di Wesson Oil – può riprendere a utilizzare l’etichetta ‘100% naturale’ in qualsiasi momento, privando così la classe di qualsiasi valore teoricamente offerto dall’ingiunzione. Sostanzialmente, ConAngra ha accettato di non fare qualcosa su cui non ha alcun potere. È come quando George Lucas ha promesso che non ci sarebbero più stati sequel di Star Wars mediocri, da quattro soldi, dopo aver venduto il franchise alla Disney. Una tale promessa sarebbe illusoria”, ha scritto Lee nella sentenza.

Ancora, una nota a piè di pagina fornisce un’ulteriore spiegazione alle parole del giudice: “Come si evince dalle produzioni Disney Gli ultimi Jedi e L’ascesa di Skywalker”. È chiaro che il giudice in questione non fosse un fan di nessuno dei due episodi, ma viene da chiedersi se la Lucasfilm risponderà mai a quanto emesso dall’autorità. Le pagine della sentenza stanno facendo il giro del web. Potete consultarle cliccando qui.

WandaVision: i dettagli sul cameo di Doctor Strange che non abbiamo visto

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Prima dell’arrivo ufficiale di WandaVision su Disney+, in molti avevano parlato della possibilità – mai confermata, però – che Benedict Cumberbatch sarebbe apparso nel finale della serie nei panni di Doctor Strange. Come ben sappiamo, alla fine ciò non è accaduto, con alcuni fan che sono rimasti abbastanza delusi, soprattutto perché anche le teorie su Mefisto e Quicksilver alla fine non hanno avuto alcun riscontro.

Più di recente, era stato Kevin Feige in persona a confermare che, inizialmente, c’erano effettivamente dei piani per un cameo dello Stregone Supremo nella serie con protagonista Wanda Maximoff e che la sua apparizione avrebbe dovuto collegare ancora di più la serie a Doctor Strange in the Multiverse of Madness. Ora, in una recente intervista con Rolling Stone, è stato l’head writer Jac Schaeffer a rivelare i dettagli su quel finale alternativo di WandaVision che non abbiamo mai visto.

“Quando sono stato coinvolto nella serie, il piano era che alla fine ci sarebbe stato un passaggio di consegne e che la partecipazione di Doctor Strange sarebbe stata essenzialmente un breve cameo”, ha confermato Schaeffer. “Quando stavamo ancora delineando la serie, c’era due versione diverse di Wanda e Stephen che scomparivano insieme nel tramonto. E non mi sembrava giusto.” 

“Volevamo soddisfare la rappresentanza e l’autonomia di Wanda all’interno di questa particolare storia. Ci sentivamo come se quella cosa fosse un extra”, ha continuato Schaeffer. “Un altro problema sarebbe stato: se Doctor Strange si fosse presentato solo alla fine, dov’era stato per tutto questo tempo? Ho amato scrivere così tante variazioni sul personaggio, variazioni in riferimento sempre al finale. È stato un piacere scrivere di quel personaggio. C’erano versioni in cui Wanda stava volando oltre i confini della città e all’improvviso incontrava Stephen, cose del genere.”

Jac Schaeffer ha poi aggiunto che il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, era ben consapevole di quanto i fan fossero desiderosi di vedere apparire Strange, ma ha poi convenuto che avrebbe in qualche modo “offuscato” la storia di Wanda. “Alcune persone potrebbe esclamare: ‘Sarebbe stato così bello vedere Doctor Strange… ‘, ma avrebbe oscurato Wanda, ed è ciò che non volevamo fare. Non volevamo che il finale servisse soltanto ad anticipare il prossimo film, con l’entrata in scena del tipico maschio bianco che esclama: ‘Lascia che ti mostri come funziona il potere’.”

Cosa legherà Wanda e Stephen Strange nel sequel di Doctor Strange?

Il fatto che Scarlet Witch e lo Stregone Supremo fossero destinati a volare via da Westview insieme indica che molto probabilmente saranno alleati nel sequel di Doctor Strange. Tuttavia, molto potrebbe essere cambiato in merito alla storia dall’inizio della produzione di film ad oggi (specialmente dopo che abbiamo visto Wanda studiare le pagine del Darkhold nella scena post-credits dell’episodio finale).

Shang-Chi: Simu Liu conferma che non vedremo Fin Fang Foom

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Shang-Chi: Simu Liu conferma che non vedremo Fin Fang Foom

Con Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, i Marvel Studios stanno chiaramente cercando di allontanarsi dagli stereotipi che circondavano il personaggio durante le sue prime avventure a fumetti. Ad esempio, nel film il padre dell’eroe del titolo non sarà più Fu Manchu, ma bensì Wenwu, cioè il Mandarino.

Per molto tempo si è parlato del fatto che nel film sarebbe apparso Fin Fang Foom, l’alieno mutaforme che assomiglia a un drago cinese antropomorfo. Adesso, però, è stata Simu Liu, il protagonista di Shang-Chi, a smentire categoricamente la cosa in una recente intervista con NBC News. Sebbene il sito non abbia condiviso alcuna citazione diretta, scrive quanto segue: “Liu ha detto che alcuni discutibili elementi del materiale di partenza, come il drago mutaforme chiamato in modo sconcertante Fin Fang Foom non saranno presenti nel film.”

Ciononostante, sia i set LEGO che i Funko Pop dedicati a Shang-Chi hanno confermato che nel film vedremo un drago d’acqua noto come “The Great Protector”. Inevitabilmente, ci saranno alcuni fan che resteranno delusi dall’assenza di Foom nel film, ma è una decisione che ha senso: è palese che attraverso il film i Marvel Studios stiano cercando di intraprendere un percorso più autentico, che alla fine sarà estremamente vantaggioso per lo stesso supereroe.

L’uscita nelle sale di Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli è fissata al 3 settembre 2021. Destin Daniel Cretton, acclamato regista di Short Term 12The Glass Castle e Il Diritto di Opporsi con Michael B. JordanJamie Foxx e Brie Larson, è stato scelto per dirigere il film, che vanta la sceneggiatura di Dave Callaham (The Expendables, Godzilla, Wonder Woman 1984).

Vi ricordiamo che nei panni del protagonista ci sarà l’attore canadese Simu Liu, visto di recente nella commedia di Netflix Kim’s Convenience. Insieme a lui, nel cast, figureranno anche Tony Leung Chiu-wai nei panni del Mandarino, e Awkwafina, che dovrebbe interpretare un “leale soldato” del Mandarino, e se è vero che il villain qui sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci sono ottime possibilità che si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto i fumetti saprà che è la sorella dell’eroe del titolo e che il suo superpotere è l’ipnosi.

Cannes 74: a Jodie Foster la Palma d’Oro onoraria

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Ospite d’onore della Cerimonia di Apertura che si svolgerà sul palco del Palais des festivals martedì 6 luglio, la regista, attrice e produttrice americana Jodie Foster darà il via a Cannes 74 che si concluderà sabato 17 luglio con la lista dei premi assegnati dal Presidente della Giuria, Spike Lee.

Dopo Jeanne Moreau, Bernardo Bertolucci, Jane Fonda, Jean-Paul Belmondo, Manoel de Oliveira, Jean-Pierre Léaud, Agnès Varda e Alain Delon, Jodie Foster riceverà la Palma d’oro onoraria del Festival in riconoscimento di un brillante percorso artistico, e una personalità unica con un impegno forte su alcuni dei grandi temi del nostro tempo.

“Cannes è un festival a cui devo molto, mi ha completamente cambiato la vita – afferma Jodie Foster diverse settimane prima dell’evento – Nonostante avessi già diretto prima, la mia prima volta sulla Croisette è stato un momento decisivo per me. Presentare uno dei miei film qui è sempre stato un mio sogno. In effetti, ho avuto diverse opportunità di realizzare il mio sogno. Cannes è un festival cinematografico di registi d’autore che onorano gli artisti. E lo apprezzo molto”.

Il Festival di Cannes 2021 si svolgerà il prossimo luglio, in date insolite a causa della pandemia che ha costretto l’organizzazione ad annullare l’edizione 2020 e a posticipare quella 2021, prevista originariamente per maggio.

Nicole Kidman celebra i 20 anni di Moulin Rouge!

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Nicole Kidman celebra i 20 anni di Moulin Rouge!

In occasione dei 20 anni dall’uscita di Moulin Rouge!, Nicole Kidman, che a quel film deve la sua prima nomination agli Oscar e il successo planetario che l’ha resa finalmente una star in tutto il mondo (e non più solo “la moglie di Tom Cruise”), ha celebrato l’uscita del film del regista australiano Baz Luhrman con dei post nostalgici su Instagram, commentando ammirata e grata anche le fan art del film che i fan le hanno inviato.

Moulin Rouge! è un film del 2001 diretto da Baz Luhrmann. Il soggetto è ispirato all’opera La traviata di Giuseppe Verdi. La pellicola è considerata un musical atipico perché i brani cantati non sono opere originali, ma rivisitazioni di alcuni dei brani storici della musica pop interpretati dal cast; in particolare i due attori protagonisti Nicole Kidman e Ewan McGregor stupirono il pubblico con le loro doti canore non essendo dei cantanti professionisti.

Nella storia sono presenti personaggi sia di fantasia sia realmente esistiti: fra questi vi è il pittore Henri de Toulouse-Lautrec (interpretato da John Leguizamo), uno dei massimi esponenti dello spirito bohémien, racchiudibile nelle quattro parole chiave del lungometraggio Libertà – Bellezza – Verità – Amore, ed il musicista Erik Satie (Matthew Whittet), che stando alle cronache dell’epoca era ancor più eccentrico e stralunato di come mostrato nel film. Moulin Rouge! è noto per mescolare la spettacolarità scenica ad un certo surrealismo, in linea con lo spirito della Parigi dell’epoca; dal punto di vista visivo, predominano i colori caldi, il rosso su tutti, alternati a toni cupi e freddi nelle scene drammatiche di maggior tensione.

La sua uscita è stata considerata la “rinascita” del musical, un genere cinematografico che per molti anni era stato disertato dal cinema live action e tenuto in vita solo dai classici Disney d’animazione e il film è stato vincitore di due premi Oscar nel 2002, per la migliore scenografia e i migliori costumi, vincendo due statuette sulle otto nomination avute. È stato presentato in concorso al 54º Festival di Cannes.

Thor: Love and Thunder, riprese concluse!

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Thor: Love and Thunder, riprese concluse!

Taika Waititi ha annunciato su Instagram la fine delle riprese di Thor: Love and Thunder, e lo ha fatto, naturalmente, nella sua maniera buffa e irriverente. Di seguito trovate la foto che annuncia la fine della lavorazione con questa didascalia:

“Ed è la fine sul set di Thor: love and Thunder. A volte due persone si uniscono per ispirare il mondo e cambiare il paesaggio cinematografico per sempre. E poi ci siamo io e Chris Hemsworth che siamo troppo fichi per curarci di qualsiasi cosa eccetto fare film che portino alle persone pura gioia. Ok, io non sono proprio cool, lo so. 

Questo film è la cosa più folle che io abbia mai fatto e sono onorato di essermi fatto il culo e di aver avuto le crisi di nervi così che possiate vederlo al cinema a maggio 2022.”

Thor: Love and Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo da Natalie Portman, come confermato sabato durante il panel dei Marvel Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece al 6 maggio 2022.

Taika Waititi tornerà alla regia di un film dei Marvel Studios dopo Thor: Ragnarokcosì come Chris Hemsworth e Tessa Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers: Endgame. Nel cast anche Christian Bale nei panni del villain Gorr il Macellatore di Dei, e Russell Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.

xXx: trama, cast e sequel del film con Vin Diesel

xXx: trama, cast e sequel del film con Vin Diesel

L’attore Vin Diesel è universalmente noto per la saga di Fast & Furious, che lo ha reso una celebrità nonché uno dei grandi interpreti del cinema d’azione. Nel corso della sua carriera, però, questi si è distinto anche per altri film e ruoli, alcuni dei quali altrettanto famosi e apprezzati. Dopo Dominic Toretto, il suo personaggio più noto è certamente quello di Xander Cage, esperto di sport estremi e protagonista del film xXx, primo di una trilogia seguita da xXx 2: The Next Level e xXx – Il ritorno di Xander Cage. Il film, uscito in sala nel 2002, è diretto da Rob Cohen, già noto per il primo Fast & Furious.

Proprio in seguito al successo di questo film, Diesel e Cohen sono stati chiamati a dar vita ad un prodotto simile ma con proprie unicità. In xXx, infatti, ad avere tutte le attenzioni sono gli sport estremi, sempre più in voga negli ultimi anni e unica cosa in grado di dare brividi veri al protagonista. Si costruisce così una spericolata avventura tra missioni da portare a termine per ottenere la libertà che si ricerca. Un brillante incrocio tra Point Break e Fast & Furious, dunque, che rende questo film un titolo da non perdere assolutamente per gli appassionati del genere.

Già al momento della sua uscita si affermò infatti come un grandissimo successo, guadagnando oltre 277 milioni a fronte di un budget di 88. Inevitabile dunque che venissero realizzati dei sequel, che hanno permesso a Xander Cage di diventare un’altra icona di questo genere. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e ai suoi sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

xXx: la trama del film

Al centro della vicenda del film vi è l’Anarchia 99, una potente e segreta organizzazione criminale con sede in Russia, la quale sta seminando il panico nei Paesi dell’Europa dell’Est. Nonostante diversi tentativi, nessun agente segreto dell’NSA è mai riuscito ad infiltrarsi all’interno di questa cerchia. Proprio a causa dei numerosi fallimenti a riguardo, l’agente Augustus Gibbons decide di coinvolgere nell’operazione una persona che non appartenga alle forze dell’ordine, ma che provenga invece dallo stesso mondo della criminalità, con la possibilità dunque di passare inosservata.

Il prescelto è Xander Cage, un giovane esperto di sport estremi, il quale ha portato a termine incredibili imprese nonostante i tanti pericoli. Individuato e arrestato con l’inganno dagli uomini di Gibbons, Xander si trova così a dover accettare la proposta dell’agente se vuole riavere la propria libertà. Per lui ha così inizio una rischiosa operazione di infiltrazione. Ha quindi modo di conoscere il crudele capo dell’Anarchia 99, Yorgi, e la sua compagna Yelena, della quale si innamora perdutamente. Per lui, fermare il criminale diventerà a quel punto una questione personale, desideroso di salvare la donna che ama.

xXx cast

xXx: il cast del film

Come anticipato, ad interpretare il ruolo dello spericolato Xander Cage vi è l’attore Vin Diesel. Per lui si è trattato di un ruolo particolarmente importante, poiché è stato il suo primo da protagonista assoluto. Egli, che aveva da poco terminato le riprese di Fast & Furious, vantava già una possente struttura fisica, che gli permise di eseguire la maggior parte dei propri stunt senza dover ricorrere a controfigure. L’attore dovette però esercitarsi a lungo per poter eseguire alcuni degli sport estremi visti nel film. In particolare, egli ha praticato motocross per tre mesi, divenendo un esperto di questa e delle acrobazie possibili.

Accanto a lui, nel film, si ritrovano diversi noti attori, a partire da Samuel L. Jackson nei panni dell’agente Augustus Gibbons, colui che recluta Xander per l’operazione. Nei panni del criminale Yorgi vi è Marton Csokas, noto per aver interpretato Celeborn nella trilogia de Il Signore degli Anelli. Per la parte, però, è stato originariamente considerato anche l’attore Ewan McGregor. Ad interpretare Yelena, la donna amata da Xander, vi è l’attrice italiana Asia Argento, qui in uno dei suoi primi ruoli internazionali. Si annoverano poi Danny Trejo, celebre per i film di Machete, nei panni di El Jefe, torturatore per il cartello di droga colombiano e la rapper Eve nei panni di J.J., amica di Xander.

xXx: i sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Dato il grandissimo successo del film, nel 2005 ne è stato realizzato un primo sequel, intitolato xXx 2: The Next Level, dove però il protagonista è ora il rapper Ice Cube, il quale sostituisce dunque Diesel con un nuovo ruolo. Diesel si era però detto estremamente interesso a riportare sul grande schermo il personaggio. Il suo intento era quello di riportare la serie alle caratteristiche originali del primo film, presentando tanta azione e grandi sequenze di sport estremi. Nel 2017 è così arrivato al cinema xXx – Il ritorno di Xander Cage, dove l’attore torna a vestire i panni dell’amato personaggio. Attualmente, un quarto capitolo sembrerebbe essere in fase di sviluppo.

Prima di vedere tali sequel, è possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. xXx è infatti disponibile nei cataloghi di Chili, Google Play, Apple iTunes, Netflix e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 1 giugno alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Fonte: IMDb

The Conjuring: Per Ordine Del Diavolo, il trailer finale

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The Conjuring: Per Ordine Del Diavolo, il trailer finale

The Conjuring: Per Ordine Del Diavolo” narra un’agghiacciante storia di terrore, omicidio e male oscuro, che ha sconvolto persino gli investigatori del paranormale Ed e Lorraine Warren. Uno dei casi più sensazionali da loro affrontati, inizia con la lotta per l’anima di un ragazzo, che ha portato i due demonologi a cose mai viste prima, segnando la prima volta nella storia degli Stati Uniti in cui un sospetto omicida avrebbe reclamato la sua possessione demoniaca come difesa.

Vera Farmiga e Patrick Wilson tornano a recitare nei panni di Lorraine e Ed Warren, sotto la direzione di Michael Chaves (“La Llorona – le lacrime del male”). Fanno parte del cast del film Ruairi O’Connor (“The Spanish Princess” di Starz), Sarah Catherine Hook (“Monsterland” di Hulu) e Julian Hilliard (le serie “Penny Dreadful: city of Angels” e “Hill House”) .

“The Conjuring: Per Ordine Del Diavolo” è prodotto da James Wan e Peter Safran, che hanno già collaborato a tutti i film dell’universo di “The Conjuring”. Chaves ha diretto il film da una sceneggiatura di David Leslie Johnson-McGoldrick (“The Conjuring 2– Il caso Enfield”, “Aquaman”), una storia di James Wan e David Leslie Johnson-McGoldrick, basata sui personaggi creati da Chad Hayes e Carey W. Hayes. I produttori esecutivi sono Richard Brener, Dave Neustadter, Victoria Palmeri, Michael Clear, Judson Scott e Michelle Morrissey.

La squadra creativa che ha lavorato dietro le quinte ha riunito i collaboratori dell’universo di “The Conjuring” tra cui il direttore della fotografia Michael Burgess, la scenografa Jennifer Spence, la costumista Leah Butler e il compositore Joseph Bishara, insieme al montatore del regista di “La Llorona – le lacrime del male”, Peter Gvozdas e Christian Wagner (“Furious 7”).

“The Conjuring: Per Ordine Del Diavolo” è il settimo film dell’universo di “The Conjuring”, il più grande franchise horror della storia, che ha incassato più di 1,8 miliardi di dollari in tutto il mondo. Ne fanno parte i primi due capitoli di “The Conjuring”, nonché “Annabelle” e “Annabelle 2: Creation”, “The Nun – la vocazione del male” e “Annabelle 3”.

Leggi la recensione di The Conjuring: Per ordine del Diavolo

The Conjuring – Per Ordine del Diavolo: recensione del film horror

In un epoca di franchise e universi cinematografici condivisi, quello di The Conjuring è senza ombra di dubbio uno dei più completi e riusciti, nonché uno dei pochissimi, se non l’unico, ad appartenere al puro genere horror. Iniziato nel 2013 con The Conjuring – L’evocazione, i film ed esso appartenenti danno vita alla drammatizzazione di alcuni dei più noti casi dei coniugi Ed e Lorrain Warren, demonologi e ricercatori del paranormale. Dopo che negli ultimi anni si era dato maggiore spazio agli spin-off Annabelle e The Nun, questi tornano ora ad essere protagonisti di The Conjuring – Per Ordine del Diavolo, con buona probabilità uno dei capitoli più spaventosi e avvincenti dell’intero franchise, in arrivo nelle sale il 2 giugno.

Diretto da Michael Chaves (già regista di La Llorona – Le lacrime del male) e prodotto da James Wan (noto anche per le saghe di Saw ed Insidious), il film si concentra su un evento svoltosi nel 1981 e che ha generato un precedente particolarmente angosciante nella storia legale statunitense. Si tratta del processo ad Arne Johnson, il quale colpevole d’omicidio si difese affermando di essere stato posseduto dal diavolo. Ad indagare sulla veridicità di quanto da lui affermato vengono dunque chiamati Ed (Patrick Wilson) e Lorrain (Vera Farmiga) Warren. I due demonologi si troveranno così di nuovo faccia a faccia con il male. Stavolta, però, la presenza del demonio sarà più letale che mai.

The Conjuring - Per Ordine del DiavoloLa ricerca dell’orrore nella realtà

L’idea di vivere in un mondo ordinato e razionalmente spiegabile è quanto mai rassicurante, ma vi sono eventi che non è possibile spiegare con i criteri con cui si è soliti fare uso nella vita quotidiana. La grandezza del franchise di The Conjuring sta proprio nel fondare le sue storie su eventi realmente avvenuti che, per quanto controversi o screditabili, animano comunque una serie di emozioni o sentimenti conturbanti. Con questo nuovo film, in particolare, si raggiunge un livello particolarmente alto, riportando in auge un caso già di per sé particolarmente inquietante.

Il processo ad Arne Johnson (qui interpretato da Ruairi O’Connor) ha infatti sconvolto gli Stati Uniti e il mondo intero per il suo costringere a considerare realisticamente l’idea della possessione demoniaca. Benché questa fosse già stata al 1981 oggetto di varie opere, tra cui il celebre L’esorcista, ben diverso era considerarlo come una possibilità concreta nella realtà. The Conjuring – Per Ordine del Diavolo raccoglie dunque tali elementi per dar vita alla drammatizzazione di quella vicenda, che assume qui connotati ovviamente ancor più estremi e brutali, coerenti con i precedenti capitoli della serie.

Dei sette film appartenenti ad essa, questo nuovo lungometraggio riesce dunque ad affermarsi come uno dei più spaventosi, non solo per le tante e orripilanti scene contenute, quanto anche per una generale atmosfera particolarmente cupa, che lascia ben percepire la gravità della situazione. Ancora una volta, i coniugi Warren non sono qui per provare l’impossibilità di un’esistenza demoniaca, data invece per certa, bensì per ricercare un modo per poterla arginare. Al coraggioso spettatore che termina la visione, dunque, è lasciato un brivido di fondo che continua a manifestarsi ben oltre la fine del film.

The Conjuring - Per Ordine del Diavolo Patrick Wilson

The Conjuring – Per Ordine del Diavolo: la recensione

Tra i tanti horror che escono ogni anno, questo nuovo capitolo della serie riesce dunque ad affermarsi come uno dei più interessanti e spaventosi. Nonostante venga a mancare la regia di Wan, che aveva diretto i primi due, Chaves si dimostra un ottimo sostituto, capace di trovare continuamente il modo per esaltare al massimo la sceneggiatura di David Leslie Johnson-McGoldrick. Il regista dimostra infatti un gusto per la composizione e la messa in scena che accentua il terrore delle situazioni, molte delle quali sono al limite della sopportazione. Elemento, questo, che può suonare negativo ma che sarà molto apprezzato dai fan del genere.

Non mancano ovviamente numerosissimi jump-scare, elemento ricorrente nell’intera saga, molti dei quali non risultano però particolarmente memorabili. Sono proprio questi a frenare la narrazione, risultando più come dei diversivi per risvolti altrimenti difficilmente risolvibili. Si nota tuttavia, rispetto ai precedenti film, il desiderio di accompagnarli ad una tensione costante, che permette dunque di anticipare l’arrivo di tali spaventi improvvisi, prolungandone poi l’effetto. Portato avanti anche solide interpretazioni dei due protagonisti, ormai sempre più convincenti in questi panni, The Conjuring – Per Ordine del Diavolo risulta non solo uno dei più spaventosi ma anche dei più belli della serie.

 

Army of the Dead: recensione del film di Zack Snyder

Army of the Dead: recensione del film di Zack Snyder

Army of the dead si presenta come continuazione di un’idea di espansione dell’universo zombie di Zack Snyder, dopo esservici buttato a capofitto con L’alba dei Morti Viventi nel 2004. E’ in lavorazione anche una serie animata, un film spin-off sulle origini del personaggio di Ludwig Dieter (lo scassinatore del team di rapinatori/mercenari) e probabilmente verrà anche annunciato un sequel.

Army of the Dead si muove all’interno di una Las Vegas reinventata

La trama di Army of the dead muove le fila da un fortuito incidente, a causa del quale uno zombie fugge da un convoglio blindato e finisce per infettare l’intera Las Vegas. La capitale del Nevada è ormai diventata una città di zombie, fatta circondare dal governo da un muro di container metallici. Nessuno può quindi entrare, né uscire; inoltre, il governo ha deciso di bombardare la città entro due giorni, per eliminare così ogni presenza di zombie ancora vaganti tra i ruderi. Siamo però pur sempre a Las Vegas, e nei sotterranei dei casinò è nascosta una fortuna: entrano quindi in gioco un gruppo di mercenari, a cui spetta il compito di (ri)entrare a Las Vegas, fare breccia nel caveau e fuggire col malloppo. A capo della squadra troviamo Scott Ward (Dave Bautista), che porta ancora addosso le ferite della guerra persa contro gli zombie.

E’ usuale per Snyder presentare titoli di testa accattivanti, che riassumono il tono generale del film e le tematiche che mira ad approfondire. Egli punta infatti all’estetica assolutamente centrata, con corpi scultorei e marmorei da riprendere da ogni angolazione: questo consente a Snyder di lavorare sulle criticità che questi riportano, sui “flaws” che possono ridimensionare queste figure di spicco. Bautista viene presentato come l’elemento chiave che dovrebbe far funzionare il film, eppure viene relegato a spettatore quasi passivo che introduce, assieme al personaggio di Lily/Coyote (Nora Arnezeder), i membri della squadra dentro una Las Vegas reinventata. Gli zombie sono confinati in questo perimetro e non hanno mai varcato i confini: sono guidati dagli Alfa, i più evoluti e intelligenti, capaci anche di procreare e generare una nuova stirpe.

Army of the Dead film 2021

Snyder fa suo il materiale condotto già brillantemente da George A. Romero, inserendo un tocco moderno in pieno stile 28 Giorni Dopo o Train To Busan (2016) dalla Corea. I risultati non tardano ad arrivare, con make up ed effetti curati per quanto riguarda la minaccia interna e ambientazione nel complesso, ma si notano chiaramente i limiti di budget (circa 80 milioni concessi da Netflix): ripresa perlopiù statica che ritrae solo un soggetto alla volta, con giochi inutili di messa a fuoco e sfondo mai definito, fotografia calda ma molto accesa, quasi come ci fosse un seppia ad inondare il girato.

I personaggi secondari, che dovrebbero supportare il lavoro svolto da Dave Bautista come lead character, vengono sacrificati barbaramente in favore del gorefest che tanto fa gola agli amanti degli zombie movie. Nel complesso, notiamo qualche intuizione riuscita nel tentativo di generare il twist della squadra col destino segnato già dal principio (una vera Suicide Squad per intenderci, andando a prelevare dall’universo dei supereroi DC al cinema), però nulla di encomiabile che faccia gridare al film compatto, quadrato, pronto a riservarci sorprese e reinterpretazioni di spicco.

Un popcorn movie citazionistico

Snyder è qui in vesti di factotum, si è sbizzarrito nel mescolare differenti generi cinematografici, tra cui spiccano l’action, il war movie, il western e, soprattutto, l’heist movie, il tutto chiaramente calato in un contesto apocalittico. E’ praticamente impossibile proporre qualcosa di incisivo ed originale nel contesto degli zombie-movie, uno dei sottogeneri più abbracciato in diverse epoche dal cinema: è difficile per chi si cimenta col suddetto genere risultarne innovatori e ciò che ci viene restituito non è altro che un pastiche, una mescolanza senza soluzione di continuità di topoi caratteristici del genere cuciti forzatamente addosso al nuovo millennio. Army of the Dead si riempie di citazioni (da Il Pianeta della Scimmie ai carpenteriani 1997: Fuga da New York e Fantasmi su Marte), qualche omaggio (vedi la bandana rossa indossata dal personaggio di Chambers che ricorda quella indossata da Vasquez in Aliens – Scontro finale) e un’ultra-cinetica successione di sequenze adrenaliniche che puntano a uno show balistico e splatter di grande effetto.

Army of the Dead film 2021

La confezione d’impatto tenta di tamponare le lacune di una scrittura debole, soprattutto tramite l’inserimento di tracce musicali, benchè queste sortiscano l’effetto opposto: infatti la soundtrack – che ripropone celebri brani come Zombie dei Cranberries, Did You Really Want to Hurt Me dei Culture Club o Bad Moon Rising di Theo Gilmore– cerca di parlare da sé senza tuttavia sviluppare una sceneggiatura adeguata, con brani cantati che prendono il posto della psiche di personaggi monodimensionali. I pezzi in questione vorrebbero indicare lo stato sofferente di protagonisti che si scontrano con una minaccia decisamente più forte di loro, eppure non si trova nessuna giustificazione convincente dal punto di vista dell’arco di trasformazione dei personaggi all’inserimento di determinati brani.

L’estesa durata del film non è giustificata da reali esigenze drammaturgiche: non vi sono sviluppi, stratificazioni o risvolti tanto rilevanti da estendere il plot cosi a lungo. Army of the dead si configura quindi meramente come popcorn movie, incentrato sull’intrattenimento a buon mercato, piuttosto che sulla sostanza. Una pellicola dalle tinte fumettose e ludiche, per chi sposa il cinema di Snyder.

Fast & Furious 9: un nuovo avvincente video

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Fast & Furious 9: un nuovo avvincente video

In attesa di Fast & Furious 9, il nono capitolo, un nuovo e avvincente video con tutti gli elementi più caratteristici della saga Fast & Furious di Universal Pictures!

Il Dom Toretto di Vin Diesel sta conducendo una vita tranquilla fuori dal giro, con Letty e suo figlio, il piccolo Brian, ma sanno che il pericolo è sempre in agguato al di là del loro pacifico orizzonte. Questa volta, una nuova minaccia costringerà Dom a confrontarsi con i peccati del suo passato, se vuole salvare coloro che più ama. La sua squadra si riunisce nuovamente per fermare un complotto a risonanza mondiale guidato dal più abile assassino e pilota ad alte prestazioni che abbiano mai incontrato: il fratello rinnegato di Dom, Jakob (John Cena, l’imminente The Suicide Squad).

Fast & Furious 9 vede il ritorno alla regia di Justin Lin, che ha diretto il terzo, il quarto, il quinto e il sesto capitolo della saga, quando cioè è diventata un successo globale. L’azione sfreccia in tutto il mondo, da Londra a Tokyo, dall’America centrale a Edimburgo, e da un bunker segreto in Azerbaigian alle strade brulicanti di Tblisi. Lungo la strada, i vecchi amici risorgeranno, i vecchi nemici torneranno, la storia verrà riscritta, e il vero significato della famiglia verrà messo alla prova come mai prima d’ora.

Tornano a recitare nel film Michelle Rodriguez, Tyrese Gibson, Chris “Ludacris” Bridges, Jordana Brewster, Nathalie Emmanuel e Sung Kang, al fianco delle attrici premiate con l’Oscar Helen Mirren e Charlize Theron. Fanno parte del cast di Fast & Furious 9 anche la superstar premio Grammy, Cardi B, nei panni del nuovo personaggio del franchise Leysa, una donna legata al passato di Dom, e il re del Reggaeton, Ozuna, in un ruolo cameo.

Fast & Furious 9 è prodotto da Neal H. Moritz, Vin Diesel, Jeff Kirschenbaum, Joe Roth, Justin Lin, Clayton Townsend e Samantha Vincent.

MCU: 10 errori di continuity che tormentano i fan ancora oggi

MCU: 10 errori di continuity che tormentano i fan ancora oggi

Lo sappiamo: neanche un universo come quello cinematografico della Marvel è esente da errori di continuity. Il più delle volte lo studio è riuscito a sistemare alcune falle presenti nella sua narrativa, altro volte invece no. Screen Rant ha raccolto 10 errori quasi impercettibili nella continuity del MCU che, tuttavia, continuano ancora oggi a far impazzire i fan:

Lo scudo di Captain America in Endgame

Avengers: Endgame racconta una storia davvero incredibile, partendo dal viaggio nel tempo fino ad arrivare alla grande battaglia finale con Thanos. Il modo abbastanza repentino con cui si susseguono gli eventi ha permesso di chiudere un occhio su alcuni piccoli errori di continuity, senza che il film venisse penalizzato per queste “dimenticanze”.

Uno di questi errori riguardava lo scudo di Captain America. Nel film, Thanos rompe lo scudo di Cap per dimostrare il suo potere. Più tardi, l’eroe tornò con il suo scudo intatto. Una delle teorie emerse è che Cap l’abbia preso da una linea temporale alternativa… chiaramente, spetta al pubblico crederci oppure no.

Spider-Man: Homecoming, 8 anni dopo

Il più grande errore di continuity all’interno del MCU è arrivato con Spider-Man: Homecoming. Sebbene si tratti di un grave errore che i fan hanno poi colto e di cui hanno parlato molte volte online, in realtà si tratta di un “semplice” riferimento temporale che la maggior parte di loro non ha neanche notato alla prima visione. 

Nel film si dice che la storia è ambientata “8 anni dopo” la battaglia di New York. Si tratta chiaramente di un errore. Anche il co-regista di Avengers: Infinity War, Joe Russo, ha palesato l’errore in numerose interviste.

Arnim Zola cattura Bucky

MCUIn Captain America: The Winter Soldier è stato rivelato cosa è successo a Bucky Barnes dopo gli eventi di Captain America: Il primo Vendicatore. Le forze armate sovietiche salvarono Bucky e lo consegnarono ad Arnim Zola. Lo scienziato pazzo lo trasformò quindi nell’assassino dell’HYDRA noto come Soldato d’Inverno.

Questo non è possibile, però. Captain America ha preso in custodia Arnim Zola lo stesso giorno in cui Bucky è caduto dal treno, cosa che Zola ammette anche in The Winter Soldier.

Gamora, l’ultima sopravvissuta degli Zehoberei

In Guardiani della Galassia, i futuri membri della squadra vengono arrestati dai Nova Corps e portati in una prigione spaziale. Mentre si registrano nella prigione, ognuno di loro si presta per le foto segnaletiche di rito. In quel momento, sullo schermo, veniva mostrata anche una loro breve biografia, e a quel punto Gamora viene identificata come “l’ultima sopravvissuta del popolo Zehnberei”.

Questo è un problema perché in Avengers: Infinity War, Thanos ha invaso Zehnberei e ha ucciso solo metà delle persone sul pianeta, portando con sé Gamora. Ha quindi ucciso solo metà dei cittadini, il che significa che se tutti gli altri fossero davvero morti, quel pianeta sarebbe stato davvero molto sfortunato.

Lo scudo di Captain America in Iron Man 2

In Iron Man 2 c’è un momento che i fan hanno sempre adorato, e cioè quando Iron Man testa la sua armatura nel suo laboratorio. Sul banco da lavoro, proprio dietro di lui, è possibile notare lo scudo di Capitan America.

Questo è stato un momento parecchio esaltante, poiché ha anticipato ai fan che Cap era presente in quest’universo e che sarebbe arrivato molto presto. Tuttavia, c’è un enorme problema di continuity in questa scena, poiché all’epoca Captain America era ancora congelato nel ghiaccio, assieme al suo scudo. Non era possibile, dunque, che Iron Man potesse avere lo scudo nella scena.

L’età di Howard Stark

Il MCU ha fatto un buon lavoro nel mostrare come Howard Stark sia invecchiato nei film. Hanno usato due attori diversi, con Dominic Cooper nei panni del giovane Howard e John Slattery in quelli del vecchio Howard. Tuttavia, quanti anni ha davvero Howard Stark? Perché la sua cronologia non ha senso…

Tony è nato nel 1971. Dominic Cooper ha interpretato Howard Stark negli anni ’40, durante la Seconda Guerra Mondiale. Questo lascerebbe supporre che, quando è nato Tony, Howard era più o meno a metà dei suoi 50 anni, mentre quando si è presentato nella scena flashbakc di Ant-Man, si trovava tra i 60 e i 70. Anche se ciò potrebbe essere vero, sembra comunque non avere un senso.

Ant-Man in Endgame

ant-man and the wasp Avengers: EndgameCi sono stati molti viaggi nel tempo in Avengers: Endgame, quindi è facile capire perché ci fossero molti errori di continuity in quel film. Tuttavia, c’è stato un momento nella grande lotta contro Thanos che era assolutamente impossibile e che è stato chiaramente un errore nato durante il montaggio.

Ant-Man era all’interno del furgone durante il combattimento, cercando di collegarlo per aiutare ad avvicinare il dispositivo per il viaggio nel tempo. Nello stesso momento in cui stava cablando il furgone con Wasp, Ant-Man è apparso in forma gigante durante il combattimento, apparendo proprio dietro Black Panther.

Doctor Strange, il più ricercato

doctor strange 2C’è stato un momento in Captain America: The Winter Soldier in cui l’Hydra stava cercando di portare avanti il suo Project Insight, che era un modo per eliminare i supereroi che avrebbero potuto causare loro problemi. Ciò includeva una lista di “minacce” secondo l’organizzazione.

Tra i nomi presenti in questa lista c’erano Steve Rogers, Bruce Banner e… Stephen Strange. Il problema è che Strange era ancora un chirurgo all’epoca e non era ancora diventato Doctor Strange, quindi il suo nome in quella lista non avrebbe potuto esserci. 

Il costume di Captain America in The Avengers

Captain America è tornato indietro nel tempo per aiutare a recuperare le Gemme dell’Infinito: le cose non sono state affatto facili quando si sono ritrovati all’indomani della Battaglia di New York. Mentre stavano cercando di riportare le Gemme, inclusa la Gemma dell’Antico e quella che aveva Loki, Captain America finì per combattere contro sé stesso.

Questo è successo dopo la fine della battaglia di New York, con Cap che combattuto il suo io del passato, il cui costume era immacolato. Questo non ha senso, poiché il suo costume è stato distrutto in quella battaglia, strappato dal combattimento contro gli alieni.

L’abilità di Loki di controllare le persone

Loki si è presentato come il cattivo principale in The Avengers. Alla fine ha preso la Gemma dell’Infinito e l’ha incorporata al suo scettro. L’ha poi usato come dispositivo per controllare le persone, come ha fatto con Occhio di Falco nella prima battaglia. Tuttavia, questo non ha davvero alcun senso, a causa della scena di un film precedente.

Nella scena post-credit in Thor, infatti, Erik Selvig era con Nick Fury e guardava la Gemma dell’Infinito. La scena mostra che Loki stava già controllando Erik, anche senza la Gemma, quindi non c’è alcun motivo per ciò che abbiamo poi visto in The Avengers

Stephen King rivela il film horror che non è riuscito a finire

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Stephen King rivela il film horror che non è riuscito a finire

Riuscite a immaginare che possa esistere un film in grado di spaventare Stephen King, il maestro del brivido che da anni continua a turbare le nostre notti grazie alle sue opere? Ebbene sì, sappiate che esiste!

A rivelarlo è stato King in persona, durante un episodio della serie antologica “History of Horror” di Eli Roth (via Dread Central). Il film in questione è nientemeno che The Blair Witch Project, il cult del 1999 realizzato attraverso la tecnica del found footage. All’epoca il film ottenne un grandissimo successo di pubblico e critica (anche grazie all’originale campagna di marketing che ne anticipò l’uscita). ha avuto anche un’enorme impatto tanto a livello culturale quanto cinematografico, con decine e decine di pellicole horror che da allora iniziarono ad impiegare la tecnica del “finto documentario” per raccontare le loro storie.

King ha rivelato di aver visto il film per la prima volta nel 1999, in ospedale, dopo essere stato investito da un minivan mentre camminava sul ciglio della strada. “La prima volta che ho visto The Blair Witch Project ero in ospedale ed ero stato sedato”, ha spiegato il celebre scrittore. “Mio figlio aveva portato una VHS e mi disse: ‘Devi guardare questo film’. A metà, però, ricordo di avergli detto: ‘Spegni la tv, è troppo spaventoso’.”

Considerato uno dei migliori film horror degli anni ’90, The Blair Witch Project ha generato diversi sequel e una serie di altre opere derivate, oltre a contribuire a spianare la strada ad altri film girati in modo simile. Il fatto che il film sia persino riuscito a spaventare King è una testimonianza dell’influenza della campagna di marketing, nonché del successo dello stile “documentaristico”.

John Krasinski ribadisce la sua disponibilità per il reboot dei Fantastici Quattro

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Emily Blunt ha chiarito più e più volte di non essere interessata ad interpretare Sue Storm nel reboot dei Fantastici Quattro ad opera di Marvel Studios. Di tutt’altro parere, invece, sembra essere suo marito, John Krasinski, che al contrario vorrebbe avere l’opportunità di riportare in vita Mister Fantastic sul grande schermo.

Parlando con Uproxx in occasione dell’uscita di A Quiet Place 2, l’attore e regista ha ironizzato sulla questione e sul fatto di non aver mai nascosto di voler entrare a far parte del MCU: “In realtà, dopo averlo detto, mi sentivo stupido. Volevo mandare un’email a Kevin Feige e scrivere qualcosa tipo: ‘Scusa, amico. Non stavo cercando di farti alcuna pressione. Sei tu l’uomo’.”

Il possibile coinvolgimento di John Krasinski nel reboot dei Fantastici Quattro è qualcosa sul quale i fan stanno speculando da un sacco di tempo. Di fatto, non è la prima volta che l’attore si ritrova a parlarne. “A volte mi ritrovo a cercare di calcolare quanto volte ho parlato di certe cose”, ha spiegato. “Ho sempre cercato di essere onesto… e la verità è che sì, mi piacerebbe interpretare Mr. Fantastic. Ma non ho mai pensato a come le persone avrebbero reagito a queste affermazioni. Non pensavo che per questa cosa avrei occupato i titoli dei giornali.”

Ricordiamo che sia Blunt che Krasinski avevano già avuto in passato l’opportunità di unirsi al MCU: Blunt, infatti, era la prima scelta dei Marvel Studios per il ruolo di Vedova Nera prima di Scarlett Johansson, mentre Krasinski aveva sostenuto uno screen test per il ruolo di Captain America).

Cosa sappiamo del reboot Marvel sui Fantastici Quattro

Il film dei Fantastici Quattro ambientato nel MCU è stato ufficialmente annunciato durante lo scorso Investor Day 2020 di Disney. Al momento i dettagli sul film sono scarsi: sappiamo soltanto che la pellicola sarà diretta da Jon Watts, regista di Spider-Man: HomecomingSpider-Man: Far From Home e di Spider-Man 3, attualmente in fase di produzione. Al momento non è stato ancora designato chi si occuperà ufficialmente di scrivere il reboot.

Justice League Snyder Cut: David Thewlis conferma di aver girato le sue scene

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Di recente, la star di Wonder Woman, David Thewlis, aveva condiviso attraverso il suo Instagram ufficiale un’immagine della Snyder Cut di Justice League, manifestando tutto il suo stupore in merito all’apparizione del personaggio di Ares nel film.

Ora veniamo a conoscenza del fatto che l’attore britannico si stava soltanto prendendo gioco dei suoi follower: sempre via Instagram, infatti, Thewlis ha confermato di essere sempre stato a conoscenza del suo coinvolgimento nel film, dal momento che lui stesso ha preso parte alle riprese e che nessuno ha utilizzato la sua faccia senza il suo consenso.

Attraverso uno scatto che lo ritrae proprio nel backstage del taglio di Zack Snyder, l’attore ha spiegato di essere stato molto brevemente sul set per girare una manciata di scena, prima che il suo corpo venisse sostituito con quello dello stuntman Nick McKinless.

“Per la cronaca. Niente più scherzi da ora in avanti. Tutto ciò che verrà condiviso attraverso quest’account sarà vero e, soprattutto, verificabile”, ha scritto Thewlis nella didascalia che ha accompagnato l’immagine. “Come potete vedere, il mio braccio sinistro non è minuscolo. So che non lo è. Indosso una tuta per il motion capture, stavo per girare alcune scene per Justice League. Quella è una finta pelata. Anche la barba è finta. Hanno incollato la mia testa sul corpo di un gentiluomo con un abbonamento alla palestra. Ho capito da subito che sarebbe andata così, per questo indosso la tuta. Ho indossato un elmo con le corna e ho colpito più volte un sacco di sabbia con un’ascia. Poi ho mangiato un uovo scozzese per pranzo. Mi dispiace gente. Non scherzerò mai più su niente. Confonde solo le persone. Vorrei ringraziare i miei legali per avermi aiutato a scrivere questo post.”

Zack Snyder’s Justice League è uscito in streaming il 18 marzo 2021 su HBO Max in America e, in contemporanea, su Sky e TV in Italia. Il film ha una durata 242 minuti (quattro ore circa) ed è diviso in sei capitoli e un epilogo.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film recitano Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast figurano anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Adam: recensione del film di Maryam Touzani

Adam: recensione del film di Maryam Touzani

Arriva in sala dal 3 giugno Adam, primo film di Maryam Touzani, già autrice del documentario che ispirò Much Loved, del regista Nabil Ayouch, suo compagno. Il percorso internazionale del film inizia a Cannes 2019, dove partecipa nella sezione Un Certain Regard. Il film viene poi proposto per rappresentare il Marocco agli Oscar 2020. E’ con questo biglietto da visita che si presenta alla riapertura delle sale italiane.

Il cinema di Maryam Touzani e Nabil Ayouch

Giornalista cinematografica marocchina, Touzani è autrice nel 2014 del documentario Sous ma Vieille Peau, incentrato sul tema della prostituzione in Marocco. Da qui nasce nel 2015 Much Loved, pellicola diretta da Nabil Ayouch, osteggiata in patria quanto apprezzata all’estero, che affronta senza pietismi, ma con realismo e vitalità il tema. La collaborazione con il suo compagno prosegue due anni dopo con Razzia, di cui Touzani è anche co-sceneggiatrice e protagonista. Il film ha partecipato per il Marocco alla corsa agli Oscar 2018 e fotografa abilmente il paese con le sue contraddizioni, con una particolare attenzione al femminile, anche grazie all’occhio, o per meglio dire alla penna, di Maryam Touzani.

La condizione femminile in un paese che va verso la modernità, ma porta con sé ancora ampi retaggi di un costume arcaico, che marginalizza le donne e rende loro difficile compiere scelte libere, è dunque da sempre al centro del discorso portato avanti dalla coppia. È così che si arriva ad Adam.

Adam, la trama

Abla, Lubna Azabal, vive a  Casablanca con sua figlia Warda, Doual Belkhauda, di otto anni. Lì ha un negozietto, ricavato all’interno della sua abitazione, dove vende prodotti da forno dolci e salati. Una sera una donna incinta, Samia, Nisrin Erradi, che cerca lavoro  e non ha una casa, bussa alla sua porta e, respinta, resta a dormire sul marciapiede di fronte alla casa. Così, pur dubbiosa, Abla decide di farla entrare e darle una mano almeno fino al parto. Quest’incontro cambierà le vite di entrambe, aiutando Abla a superare una perdita e Samia ad accettare la rischiosa sfida di essere madre senza un marito, in un paese che stigmatizza fortemente le madri nubili e i loro figli.

Per Touzani un esordio impegnato e solidale con Adam, figlio della speranza

Adam film 2021

Oggi Touzani si mette in prima persona dietro la macchina da presa. Tratta e approfondisce la difficile questione della maternità per le donne nubili, laddove il nascituro non sia riconosciuto dal padre. Si concentra poi sul legame che si instaura tra due donne sole, che si trovano ad affrontare le loro paure.

La visione di Maryam Touzani è empatica ed emozionante. Si concentra su un mondo piccolo, limitato nello spazio – quello della casa di Abla e poco più – ma emotivamente molto ricco ed intenso. Le due protagoniste sono davvero molto brave, coinvolgenti, intense e padrone dei personaggi, con un’ottima Nisrine Erradi, che riesce a far muovere il suo personaggio con disinvoltura tra leggerezza e dramma, coraggio e sconforto. Mentre Lubna AzabalI tempi che cambiano di Andrés Téchiné, nonché protagonista di La donna che canta di Denis Villeneuve – è padrona del personaggio di Abla, riuscendo ad essere coinvolgente anche nel registro minimale proprio di questa figura di donna che vive nel ricordo del passato, anziché abbracciare il presente. Abla gestisce la casa e la famiglia in modo rigoroso, essenziale, quasi monastico. È rigida con sé stessa e anche con gli altri, non si lascia andare. Finchè non arriva Samia, che in qualche modo le ricorda sè stessa, anche se le loro storie sono diverse. Samia è giovane, allegra e perseverante, ma deve affrontare una scelta difficile: cosa fare del bambino che porta in grembo? Non vuole farlo crescere senza un padre, figlio illegittimo, perchè sarebbe destinato ad essere “emarginato per tutta la vita”. Lo sguardo della regista è da una parte franco e diretto. Prende chiaramente posizione rispetto alla questione femminile, evidenziando come il Marocco ancora, per molti aspetti, non sia un paese per donne. “La morte non appartiene alle donne”, afferma Abla, mentre Samia le fa eco: “Poche cose ci appartengono”.

Allo stesso tempo però, non manca, anzi pare essere il fulcro del film, la speranza in un futuro diverso, migliore. Se c’è chi nega il proprio aiuto a Samia in nome di pregiudizi radicati, o ci sono donne che spettegolano e malignano, i protagonisti rappresentano la parte migliore della società. Innanzitutto le donne che non si arrendono, che sono capaci di gesti di solidarietà, di empatia, che fanno e rivendicano le loro scelte, e anche gli uomini come Slimani, Aziz Hattab, che non si lasciano condizionare dalla mentalità prevalente. In questo nucleo sociale, in cui non a caso ci sono due bambini, si alimenta la speranza di un paese diverso e più autenticamente moderno. Adam, non può che essere un auspicio per un nuovo inizio. Basti pensare alle molteplici valenze che il nome di Adamo porta con sé, rimandando sì al tema del peccato originale, ma anche all’idea di origine del mondo, essendo Adamo il primo uomo sulla terra. La speranza è dunque che il Marocco rinasca migliore, grazie alle nuove generazioni.

Stilisticamente, Touzani fa tesoro della lezione del marito, tenendosi lontana da facili pietismi. Predilige realismo e semplicità. In quest’ottica scrive il film e lo dirige. Un film “piccolo” nel raggio d’azione fisico, che si concentra su un solo tema, ma che non soffre di questa dimensione limitata, capace invece di consentire alla regista di controllare meglio gli elementi, portando a termine un lavoro onesto, ottimamente confezionato e coinvolgente. Una menzione meritano anche le musiche di Said Radi, che contribuiscono a creare la giusta atmosfera e portare lo spettatore nel mondo di Touzani, accompagnando alcuni dei mometi più intensi del film. Il risultato è dunque più che convincente. Ciò che la regista ha ancora bisogno di affinare è uno sguardo ancor più originale. L’influenza di Ayouch infatti si sente, ma  Touzani troverà sicuramente col tempo una strada più personale. Adam è in sala dal 3 giugno, prodotto da Nabil Ayouch e distribuito da Movies Inspired.

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