Disney ha annunciato ufficialmente
che l’uscita di Mulan è stata
rinviata a causa delle preoccupazioni generate dalla diffusione del
coronavirus. La pandemia globale sta, piano piano, cancellando
quasi un intero anno di cinema e, dopo il mercato italiano, anche
quello hollywoodiano sta correndo ai ripari.
MGM è stato il primo studio ad
annunciare che stavano cambiando la data di uscita dei suoi film a
causa dell’infezione, infatti No Time To
Die è stato posticipato di sette
mesi. Nei giorni seguenti, la Sony ha spostato
Peter Rabbit 2 anche diversi mesi fa e
anche A Quiet Place 2 è stato
posticipato.
Parlando con ScreenRant,
un portavoce Disney ha dichiarato: “Crediamo veramente
nell’esperienza cinematografica e stiamo cercando nuove date di
uscita per il 2020 che saranno annunciate in un secondo
momento.”
Liu
Yifei (Il Regno Proibito, Once Upon
a Time) interpreta la protagonista del film
DisneyMulan,
che vede nel cast anche Donnie
Yen (Rogue One: A Star
Wars Story) nel ruolo del Comandante
Tung, Jason Scott Lee (Crouching
Tiger, Hidden Dragon: Sword of Destiny) nel ruolo di Böri Khan
e Yoson An (Shark – Il Primo
Squalo) nel ruolo di Cheng Honghui, con la partecipazione
di Gong Li (Memorie di una
Geisha, Lanterne Rosse) nel ruolo di Xianniang e
di Jet Li (Shao Lin
Si, Arma Letale 4) nel ruolo dell’Imperatore. La
sceneggiatura è firmata da Rick Jaffa & Amanda Silver e da
Elizabeth Martin & Lauren Hynek.
Quando l’Imperatore della Cina
decreta che un uomo per ogni famiglia dovrà arruolarsi nell’Armata
Imperiale per difendere il Paese dall’attacco di invasori
provenienti dal Nord, Hua Mulan, la figlia maggiore di un
rispettato guerriero, prende il posto del padre malato. Dopo
essersi travestita da uomo ed essersi arruolata con il nome di Hua
Jun, Mulan verrà messa alla prova in ogni momento del suo cammino e
dovrà trovare la propria forza interiore e dimostrare tutto il suo
autentico potenziale. Nel corso di questo epico viaggio si
trasformerà in una stimata guerriera guadagnandosi il rispetto di
una nazione riconoscente e l’orgoglio di un padre.
L’uscita di Fast and Furious
9 è stata rinviata di un anno a causa del
coronavirus. Universal Studios, la società dietro il
franchising con Vin Diesel, ha preso la decisione a causa
dell’impatto che il coronavirus in rapida diffusione in tutto il
mondo sta avendo sull’economia globale e sul panorama della
distribuzione. I cinema restano chiusi in Italia, Corea del Sud e
Cina, dove il virus ha colpito più duramente. C’è anche la
sensazione crescente che alcuni cinema chiuderanno anche negli
Stati Uniti mentre l’epidemia continua a diffondersi. Fast and Furious
9 uscirà ora in tutto il mondo nell’aprile
2021.
Vin Diesel ha dato la notizia
ufficiale tramite i suoi canali social: “Sentiamo tutto l’amore
e le aspettative che ci sono per il prossimo capitolo della nostra
saga. Ecco perché è particolarmente difficile farvi sapere che
dobbiamo spostare la data di uscita del film. È diventato chiaro
che non sarà possibile per tutti i nostri fan di tutto il mondo
vedere il film questo maggio. Mentre sappiamo che c’è delusione nel
dover aspettare ancora un po’, questa mossa è fatta perché la
sicurezza di tutti è la nostra principale preoccupazione”.
Fast and Furious
9 non è il solo grande film ad aver subito uno
slittamento nella data d’uscita, basti pensare a No
time to die che è stato posticipato a novembre.
La regia sarà firmata
da Justin Lin, già regista di numerosi
capitoli del franchise, mentre la release del film è stata spostata
all’aprile 2021(inizialmente il film sarebbe
dovuto arrivare al cinema nel 2020).
Ricordiamo che il decimo capitolo
della saga è già in pre-produzione. Secondo quanto riferito, il
capitolo numero 10 della saga concluderà definitivamente la serie
principale Fast and Furious, a seguito
degli eventi che vedremo nel nono capitolo. Questa informazione ci
fa pensare che alla fine del franchise si sia pensato più a un
dittico di chiusura che a due film separati.
Divenuto celebre negli ultimi anni
per il ruolo di Falcon nel Marvel Cinematic
Universe, Anthony Mackie ha provato
in più occasioni di essere un attore completo, recitando in
progetti ben diversi da quelli in cui si è soliti vederlo. Tra i
nomi di punta per il futuro dell’MCU, Mackie vive al momento un
periodo d’oro, apprezzato dai fan e dalla critica. Ecco 10
cose che non sai di Anthony Mackie.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Anthony Mackie: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in celebri
lungometraggi. Particolarmente prolifico come attore,
Mackie debutta al cinema nel 2002 con il film 8 Mile, dove
recita accanto al rapper Eminem. Negli anni
sucessivi partecipa a film di rilievo come The Manchurian
Candidate (2004), Million Dollar Baby (2004),
Half Nelson (2006), The Hurt Locker (2009),
Notorius B.I.G. (2009), Real Steel (2011),
La leggenda del
cacciatore di vampiri (2012) e Il quinto potere
(2013). Ha poi provato la propria versatilità recitando in
Codice 999
(2016),Detroit (2017), The Hate U Give
(2018), Seberg (2019), The Banker (2020) e La
donna alla finestra (2020).
8. Ha preso parte a prodotti
televisivi. Dopo aver recitato nei film televisivi
Sucker Free City (2004) e All the Way (2016), si
fa notare come protagonista della puntata Striking Vipers,
della quinta stagione della serie Black Mirror (2019). È
poi il protagonista della seconda stagione di Altered
Carbon (2020), mentre prossimamente debutterà sulla
piattaforma Disney+
con la serie
The Falcon and the Winter Soldier (2020), dove riprenderà
il ruolo che lo ha reso celebre.
Anthony Mackie è su Instagram
7. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram, dove possiede un accont in realtà non particolarmente
utilizzato. Qui infatti l’attore ha pubblicato soltanto una foto,
datata 15 ottobre 2019, raffigurante delle scarpe eleganti. Il
profilo è seguito “soltanto” da 96,7 mila followers, ma sembra che
l’attore non sia particolarmente attratto dalla piattaforma da
utilizzarla con maggior frequenza.
Anthony Mackie: chi è sua
moglie
6. Ha sposato la sua storica
fidanzata. Nel 2014 l’attore ha sposato Sheletta
Chapital, sua compagna di lunga data. I due mantengono la
loro vita sentimentale privata, evitando di condividere dettagli
personali. Passa infatti quasi inosservata la nascita dei loro
figli, tre in tutto, poi annunciati pubblicamente dall’attore.
Tuttavia, senza attirare l’attenzione dei media, i due divorziano
nel 2018.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Anthony Mackie è Falcon
5. È il ruolo che sognava da
sempre. Tra i desideri di Mackie vi era quello di
interpretare un supereroe al cinema. L’attore ha dichiarato di aver
mandato numerose email agli studi Marvel richiedendo di essere
selezionato per una qualsiasi parte. Colpito dalla sua tenacia, il
produttore Kevin
Feige decise di affidargli il ruolo di Falcon, con il
quale sarebbe poi divenuto noto.
4. Voleva essere un
esempio. Oltre al proprio desiderio personale, l’attore ha
dichiarato di aver voluto interpretare tale ruolo per dimostrare ai
suoi figli e ai bambini di colore che possono esistere supereroi di
colore nei quali potersi identificare.
3. Avrebbe preferito un
diverso costume. Nonostante si sia sempre ripetuto grato
per tale ruolo, l’attore ha dichiarato che se potesse cambiare
qualcosa questo sarebbe il costume. Mackie è infatti un fan del
look che il personaggio sfoggia nei fumetti, mentre per i film
questo è stato reso più moderno e più simile ad un’armatura.
Anthony Mackie e Eminem
2. Ha recitato con il noto
rapper. Tra i primi ruoli ricoperti dall’attore vi è
quello di Papa Doc in 8 Mile. Questi è il capo del Free
World, gruppo di aspiranti rapper contro i quali si pone Jimmy
Smith, interpretato da Eminem. I due si sfideranno
infine per una battaglia all’ultima rima, dove si stabilirà chi di
loro è il miglior rapper. La scene tra i due fu inoltre totalmente
improvvisata.
Anthony Mackie: età e altezza
1. Anthony Mackie è nato a
New Orleans, in Louisiana, Stati Uniti, il 23 settembre
1978. L’attore è alto complessivamente 178 centimetri.
Disney ha
annunciato la temporanea chiusura del suo parco a tema in
California – a partire dal 14 marzo fino alla fine del mese – a
causa dell’epidemia di coronavirus. La mossa arriva mentre il nuovo
virus continua a diffondersi rapidamente in tutti gli Stati Uniti,
mentre in Europa è purtroppo già consolidata la sua presenza.
Ieri sera l’epidemia è stata
ufficialmente considerata una pandemia, con casi in aumento in
tutto il mondo, tanto che anche Tom Hanks e la
moglie Rita Wilson sono attualmente in isolamento in un ospedale in
Australia, perché positivi al
tampone.
Gli hotel del Disneyland
Resort rimarranno aperti fino al 16 marzo, pertanto gli
ospiti possono effettuare i necessari preparativi per il viaggio di
ritorno.
È solo la quarta volta nella storia
che Disneyland ad Anaheim, in California, ha sospeso completamente
le operazioni. Gli altri casi sono stati gli attacchi dell’11
settembre, la mattina dopo l’assassinio di JFK e il terremoto di
Northridge.
Non è chiaro se il Walt
Disney World di Orlando, in Florida, rimarrà aperto.
“Sebbene non siano stati
segnalati casi di COVID-19 al Disneyland Resort, dopo aver
attentamente esaminato le linee guida dell’ordine esecutivo del
Governatore della California e nel migliore interesse dei nostri
ospiti e dipendenti, stiamo procedendo alla chiusura di Disneyland
Park e Disney California Adventure, a partire dalla mattina del 14
marzo fino alla fine del mese – ha dichiarato Disney in una
nota – Gli hotel del Disneyland Resort rimarranno aperti fino a
lunedì 16 marzo per offrire agli ospiti la possibilità di
organizzare i preparativi per i viaggi necessari; Downtown Disney
rimarrà aperto. Monitoreremo la situazione attuale e seguiremo i
consigli e gli orientamenti dei funzionari federali e statali e
delle agenzie sanitarie. La Disney continuerà a pagare i suoi
dipendenti durante questo periodo.”
Il più importante
evento community driven d’Europa anticipa alcuni
progetti del 2020 e aderisce alla campagna di sensibilizzazione
nazionale mirata a contenere e ridurre il contagio del
COVID-19.
A partire dalla prossima settimana
il canale Twitch di Lucca Comics &
Gamesriprenderà la sua programmazione e lo farà
con tre nuove puntate di RPG Night Live, e
tre puntate di Live Drawing, una a settimana
per ognuno dei due format, e per offrire intrattenimento a tutti i
membri della community e a coloro che vorranno farne parte.
Torneranno quindi a sfidarsi attorno a un tavolo virtuale, ognuno a
casa propria, i giocatori che nel 2019 hanno emozionato gli
appassionati di gioco di ruolo; mentre per gli amanti del fumetto e
delle illustrazioni saranno in streaming nuove sessioni
di disegno e racconto. Tanti gli ospiti e gli amici
che parteciperanno alle iniziative, comunicate
periodicamente sui canali social di Lucca Comics & Games.
#INERDATHOME,
quindi io nerdo a casa, quindi #iorestoacasa. Così Lucca Comics &
Games abbraccia virtualmente la propria community e invita artisti,
ospiti, editori, amici, e fan a raccontare cinque attività nerd con
cui occupano il loro tempo durante questo periodo di quarantena; il
tutto attraverso i canali social ufficiali del festival, non solo
allo scopo di intrattenere ma anche per contribuire allo scambio di
idee in modo fattivo e a beneficio di tutti. La più grande
community italiana di esperti e appassionati di fumetti,
videogiochi, serie TV (…) e attività da sempre considerate
tipicamente nerd è invitata in modo ufficiale a condividere le
tantissime dritte e suggerimenti frutto di passioni coltivate da
anni.
Al via anche l’asta di
beneficenza realizzata da Lucca Comics & Games in
collaborazione con Associazione Area Performance Onlus e
Catawiki. Dal 20 al 31 marzo sul sito areaperformance.comsarà
possibile acquistare fino a 60 opere realizzate da
alcuni degli artisti del fumetto e del fantasy più conosciuti al
mondo. Il ricavato sarà devoluto a favore del
Sistema Sanitario Toscano per la lotta al
coronavirus. Nello specifico, i fondi raccolti serviranno a
potenziare e regolamentare i punti di accesso (c.d. check point)
alle strutture ospedaliere tramite l’acquisto e installazione di
pannelli che proteggano gli operatori, alleggerendo così la
struttura ospedaliera dall’acquisto di mascherine e schermi
facciali protettivi, i quali verrebbero destinati solo al personale
addetto all’assistenza dei pazienti ricoverati.
Infine, per trascorrere ancora
meglio il tempo a casa, esordisce in rete il profilo
Spotify di Lucca Comics & Games. Da oggi in poi il canale
sarà arricchito di playlist tematiche sempre nuove,
dal best of della programmazione
del main stage del Baluardo San Donato, alla
selezione del vostro artista preferito; dalle migliori colonne
sonore dei videogiochi, alla musica perfetta per leggere un
fumetto, per avere sempre nelle orecchie il suono di Lucca Comics &
Games.
“Tutti hanno
un’anima. Joe Gardner sta per scoprirlo.” Arriverà
nelle sale italiane il 16 settembre 2020 il nuovo lungometraggio
d’animazione Disney e Pixar Soul. Il film diretto
da Pete Docter e prodotto da Dana
Murray accompagnerà il pubblico in un viaggio inaspettato
dalle strade di New York all’immensità di regni cosmici mai visti
prima e nell’immaginario “You Seminar”, un luogo fantastico in cui
tutti scoprono la propria personalità e unicità!
Nella versione originale del film,
il cast di voci comprende Jamie
Foxx, che presta la voce a Joe
Gardner, insegnante di musica di scuola media la cui vera
passione è suonare il jazz, e Tina Fey che
interpreta 22, un’anima ancora in formazione che per uno strano
scherzo del destino incontra Joe quando quest’ultimo si ritrova
accidentalmente allo “You Seminar”. Insieme, i due cercheranno di
trovare un modo per far tornare Joe sulla Terra, scoprendo davvero
cosa significhi avere una personalità e un’anima.
Il musicista rinomato in tutto il
mondo Jon Batiste scriverà alcune composizioni jazz originali per
il film e i vincitori dell’Oscar® Trent Reznor e Atticus
Ross (The Social
Network) della band Nine Inch Nails scriveranno
una colonna sonora originale che oscillerà tra il mondo reale e
quello delle anime.
Alta
fedeltàè un film del 2000 diretto da
Stephen Frears –
Rischiose abitudini, The Queen, Philomena –
tratto dall’omonimo romanzo di Nick Hornby
(High Fidelity 1995). Ottenne solo una candidatura ai
Golden Globe, ma nel tempo è diventato un cult. La pellicola
restituisce una vivida fotografia della generazione a cavallo del
nuovo millennio e in particolare di quei giovani per cui la musica
è un vero e proprio punto di riferimento esistenziale.
Alta fedeltàè quel film in cui
tutti gli “snob” della musica pop-rock si riconoscono.
Quelli che hanno gusti ben definiti, spesso particolari e guardano
gli altri dall’alto in basso, che hanno trascorso lunghe ore in
negozi di dischi come quello gestito dal protagonista, che almeno
una volta nella vita hanno fatto una compilation per qualcuno.
Molti brani non originali tra cui Dry the rain della Beta
Band, Lo Boob Oscillator degli Stereolab, Oh!Sweet Nuthin e Who loves the sun dei Velvet
Underground e il commento sonoro di Howard Shore.
Ma in Alta fedeltà la musica non è solo colonna sonora, è
una compagna irrinunciabile, uno stile di vita.
I protagonisti, Rob Gordon
(John Cusack), Barry (Jack Black)
e Dick (Todd Louiso), passano le loro giornate
all’interno del Championship Vinyl, negozio di dischi di Chicago
gestito da Rob, che ha anche una travagliata vita sentimentale.
Laura (Iben Hjejle) lo ha lasciato.
Intraprende così un viaggio esistenziale a ritroso. Ricontatta le
donne che lo hanno abbandonato infliggendogli le delusioni più
cocenti – come Charlie Nicolson (Catherine Zeta
Johns) – per cercare di capire i motivi di questi
abbandoni e magari grazie a questo, riconquistare Laura. Non
mancano nuovi incontri, come quello con l’affascinante cantante
Marie DeSalle (Lisa Bonet). Ecco il
binomio vincente alla base del successo del libro e poi del film
Alta fedeltà: amore e musica in una commedia leggera e
divertente.
John Cusack e gli
altri
John Cusack – Rischiose
abitudini, Essere John Malkovich, Serendipity – dimostra
tutto il suo talento nell’interpretare, non senza un efficace
disincanto, il ragazzo della porta accanto, il classico Peter Pan
che però si evolve, fino a fare autocritica e cercare di
migliorarsi. Con lui un ottimo cast. Il Barry di Jack Black è il
perfetto contraltare di Rob e la sua energia esplosiva dà davvero
una marcia in più al film in termini di vivacità, opposta alla
schiva timidezza di Dick. Presenti anche Tim
Robbins e Bruce Springsteen, che
interpreta sé stesso in un cameo. Stepthen Frears li dirige con
mano sicura, ma lasciando a ciascuno spazi in cui dare libero sfogo
al proprio talento.
La filosofia delle top 5 in
Alta fedeltà
Ad ogni momento della vita di Rob è
legato un brano, un gruppo e il protagonista ama elaborare in
maniera del tutto estemporanea delle top 5 che raggruppano brani
secondo i criteri più disparati. Se musica e vita sono la stessa
cosa, anche quest’ultima è disseminata di top 5 che riuniscono le
cose, le persone, i momenti più significativi. Così le top 5
diventano un fil rouge che percorre tutto il film, quasi una
filosofia di vita. Ciascuno può riconoscersi nelle top 5 di Rob e
dei suoi amici, o criticarle aspramente e, naturalmente, crearne di
proprie e personalissime.
Alta
fedeltàsecondo John Cusack e Nick
Hornby
Il film è un inno al potere
evocativo della musica. Essa riesce infatti a riportare in un
attimo la mente a un dato luogo e a un dato momento, a catalizzare
le energie positive, o a far sprofondare definitivamente nello
sconforto. John Cusack ,sceneggiatore assieme a D.
V. De Vincentis, Steve Pink e Scott Rosenberg, a proposito ha
affermato: “Se ho bisogno di entrare in un determinato
stato mentale, so che ci sono canzoni che posso inserire, che sono
il carburante che può portarmi dritto dove voglio
arrivare. […] La natura autobiografica della
musica è qualcosa che nel libro cattura molto e che noi, a nostra
volta, abbiamo cercato di catturare”.
Ecco come proprio l’autore del
libro, Nick Hornby si è espresso sulla
trasposizione del suo romanzo: “Alta fedeltà è un libro
che si svolge nella mente di un ragazzo, all’interno di un negozio
di dischi. Non lo definirei cinematico”. “Non è
stato scritto pensando di farne un film”. E tuttavia, Hornby
si è detto in generale soddisfatto dei film tratti dai suoi libri:
“Sono sempre soddisfatto, perché accetto che ci debba essere
qualcosa di diverso per coinvolgere le persone. Penso che
se non ti aspetti che il film sia una fotocopia del libro, allora
va bene. Io sono stato fortunato: ho incontrato bravi attori e
bravi registi”.
L’incipit di Alta
fedeltà
Il monologo iniziale del film sul
legame tra musica e sofferenza, pronunciato da uno sconsolato Rob,
racchiude lo spirito dell’intera pellicola e ne rivela la chiave
disincantata e ironica.
Alta
fedeltàcompie 20 anni e diventa una serie
tv
Ha debuttato il 14 febbraio
2020 negli Usala serie televisiva in 10
episodi High Fidelity, ispirata proprio al
romanzo di Hornby e al film di Stephen Frears.
Prodotta da Disney e distribuita dalla piattaforma HULU, la
serie ha per protagonista Zoë Kravitz, che
raccoglie il testimone della madre Lisa Bonet – Marie
DeSalle nel film del 2000. Zoë, nata dall’unione con il cantante
Lenny Kravitz, sembra una buona candidata a interpretare
l’autentico spirito rock nel ruolo della giovane proprietaria del
Championship Vinyl, affiancata dagli amici Cherise (Da’Vine
Joy Randolph) e Simon (DavidHolmes). Protagonista è dunque una donna, che però
mantiene il nome di Rob. Chissà se questo prodotto rivolto ai più
giovani riuscirà a coinvolgerli come fece il film con i ragazzi
della generazione X.
Gli anni
amari è il nuovo lungometraggio del regista teatrale
e cinematografico Andrea Adriatico. Si concentra
su un’epoca abbastanza recente della storia italiana, che pure oggi
appare lontana. Gli anni Settanta, il ’77 e i movimenti di
contestazione giovanile, la liberazione sessuale, il femminismo,
che raccoglievano il testimone del Sessantotto per portare ancora
più in là le sue conquiste. È in questo contesto che si può
leggere e apprezzare, la figura di Mario
Mieli. La prima considerazione che viene da fare,
dunque, è convenire con Umberto Pasti, col quale Mieli ebbe
un’intensa relazione, che intervistato per il film dal regista ha
dichiarato:“Era ora che qualcuno ci raccontasse questa
storia”.
L’importanza
socio-culturale della figura di Mario Mieli
Una storia che in parte coincide con
quella del Fuori! – nome che riprende l’inglese “come out”
– prima associazione a promuovere i diritti degli omosessuali in
Italia, fondata nel 1971 da Angelo Pezzana. Mario Mieli,
interpretato qui dal giovane Nicola Di Benedetto,
vi si unisce l’anno successivo, partecipando alla prima
manifestazione pubblica di omosessuali in Italia, a Sanremo, per
contestare il Congresso internazionale sulle devianze sessuali del
Centro Italiano di Sessuologia. Allora, infatti, l’omosessualità
era considerata una depravazione, una malattia da curare. Mieli
contribuisce alla crescita del movimento anche a livello
internazionale, portando la sua esperienza londinese, grazie alla
quale è venuto a contatto con movimenti omologhi. Nasce la rivista
Fuori! che dà voce al movimento, della cui redazione Mieli
fa parte. Poi Mario entrerà in polemica con la scelta di Pezzana di
aderire al Partito Radicale, rivendicando l’identità autonoma
del movimento, fino alla rottura col suo fondatore.
L’attività di Mieli, però, non si
ferma qui. È scrittore – Elementi di critica omosessuale e
poi Il risveglio dei Faraoni. È animatore di un collettivo
teatrale che con i suoi spettacoli promuove la liberazione
omosessuale.
Gli anni
amarie l’uomo Mieli
Il film non è solo la storia di uno
dei padri del movimento per i diritti omosessuali. È la storia di
un uomo, del suo complicato rapporto con la famiglia, la madre
Liderica (Sandra Ceccarelli) e soprattutto il
padre Walter (Antonio Catania), con cui a stento
comunica. Mario è un eccentrico, un provocatore, un amante delle
frasi ad effetto, un ammiratore di Oscar Wilde che ama travestirsi,
spogliarsi e dissacrare. È spudorato. Così mette in crisi le
granitiche certezze del mondo alto borghese in cui è nato, radicato
nel tessuto sociale milanese con il setificio del padre, la cui
eredità è stata raccolta dal figlio Giulio (Lorenzo
Balducci). Una personalità intellettualmente lucida quanto
inquieta e tormentata, come la sua storia d’amore con Umberto Pasti
(Tobia De Angelis). Un uomo in bilico tra abissi
di solitudine e gioia di vivere, anche a causa di disturbi mentali
di cui nel film non si fa mistero. Tutto questo lo porta a
togliersi la vita il 12 marzo del 1983 a soli 31 anni.
Nel raccontarci l’uomo, la
sceneggiatura di Adriatico, Grazia Verasani e
Stefano Casi si concentra molto sul personaggio
Mieli, sulle sue eccentricità. Il regista si sofferma sugli abiti,
i colori, sul suo essere elegantemente provocatore e sfrontato,
trattando il tutto con estrema delicatezza. A passare a volte in
secondo piano è ciò che il protagonista prova, che sente, emozioni
e sensazioni che potrebbero arrivare allo spettatore, coinvolgerlo
e portarlo realmente dentro la storia, mentre resta un po’
distante.
L’interprete principale,
Nicola Di Benedetto, classe 1992, insegue e
acciuffa la somiglianza nell’estetica e negli atteggiamenti, seppur
con una fisicità diversa da quella esile di Mieli, ma manca un po’
di spessore, di profondità nel suo modo di affrontare
un’interpretazione senza dubbio ardua, complice la sua giovane età.
Dunque, non coinvolge fino in fondo. Solo in pochi momenti e nella
parte finale del film traspare un’emozione autentica, vivida,
quando le parole, le provocazioni lasciano finalmente il posto al
reale tormento dell’anima di Mario, che sta arrivando alla tragica
determinazione del suicidio.
Gli anni
amari, un’occasione colta solo in
parte
Una figura complessa quella di
Mieli, con un’esistenza breve, ma che ha segnato un’epoca e
contribuito ad importanti conquiste, di cui oggi vediamo i frutti.
Possiamo dire che sia stato per l’Italia una sorta di Harvey Milk –
l’attivista omosessuale americano che negli anni Settanta a San
Francisco si batté in difesa dei diritti dei gay. Ebbene, anche
Gli anni amari poteva essere di grande
impatto, proprio come Milk, il film di
Gus Van Sant in cui Sean Penn
veste i panni dell’attivista americano, ma vi riesce solo in
parte.
Nonostante ciò, Gli anni
amariha sicuramente il pregio di far
conoscere la figura di Mario Mieli e una pagina poco nota della
nostra storia, e anche quello di incuriosire, spingendo
magari lo spettatore a documentarsi su Mieli e sulla stagione di
cui è stato protagonista. Adriatico realizza un film per tutti, che
non vuole fare scandalo, ma parlare di libertà e diritti, di una
stagione di sogni e di lotte, non solo a favore del mondo LGBT, il
cui spirito andrebbe forse riscoperto.
Ambientatonella New York del
1977, Huntersracconta
di un eterogeneo gruppo di cacciatori di nazisti che ha scoperto
come centinaia di ufficiali nazisti di alto rango si nascondano tra
le persone comuni, cospirando per creare il quarto Reich negli
Stati Uniti. L’eclettico team si avventura in una sanguinosa
ricerca per assicurare i nazisti alla giustizia e ostacolare il
loro nuovo piano genocida.
Ecco di seguito 5 buoni motivi per non perdere la serie:
I richiami ai film d’exploitation
Hunters prende ovviamente spunto dallo stile dei film
d’exploitation e dai b-movie degli anni ’70 (epoca in cui
è ambientato anche lo stesso show). L’estetica e i toni della serie
sono coerenti e al tempo stesso intrigante. L’elemento kitsch e la
presenza di una certa dose di violenza sono scelte stilistiche
ponderate tanto quanto la complessità della trama. Se mettiamo per
un attimo da parte le implicazioni storiche, concentrandoci
esclusivamente sul linguaggio dello show come veicolo espressivo
per richiamare eventi passati, la serie potrebbe essere considerata
– soltanto per questo motivo – un grandissimo successo.
Il cast
Al
Pacino, Logan Lerman, Josh
Radnor e Carol Kane compongono il talentuoso cast di
Hunters. Naturalmente, il gigante
Al Pacino è il vero fiore all’occhiello della serie.
Josh
Radnor, nei panni di Lonny Flash, si cimenta con un
ruolo mai affrontato prima. Carol Kane è capace di infondere allo
show la giusta dose di umorismo e di emotività. È davvero un
ensemble portentoso: se gli attori sono uno dei motivi che in
genere vi spingono a guardare un film o una serie, allora i
cacciatori di
Hunters meritano necessariamente la vostra
attenzione.
I collegamenti storici
Sebbene
Hunters sia essenzialmente una storia di finzione,
alcuni eventi e alcuni personaggi presenti nello show hanno davvero
avuto luogo o sono davvero esistiti durante la Seconda Guerra.
Dalla visita all’ufficio di Simon Wiesenthal alla sua presentazione
al direttore della NASA Wernher von Braun e alla sua indagine sulla
vera operazione Paperclip, in più di un’occasione
Hunters spinge lo spettatore a documentarsi su
Google dopo aver assistito a determinate immagini: se una serie
riesce a fare questo, allora può davvero definirsi riuscita.
Mindy e Murray
Di tutti i Cacciatori presenti
nello show, incluso il Meyer Offerman di
Al Pacino, la coppia di personaggi più interessante è quella
costituita dalla coppia Mindy e Murray
Markowitz, marito e moglie sopravvissuti all’Olocausto. La loro
storia e il loro prezioso contributo al gruppo di Cacciatori
vengono delineati in maniera sempre chiara e definita. Due
personaggi isterici, segnati dalle ferite di un passato doloroso,
ma nonostante tutto amorevoli. Sicuramente, i personaggi più
intimamente connessi con la realtà e con la Storia di tutta la
serie.
Capire di cosa si tratta…
Sta allo spettatore decidere, in
totale autonomia, se uno spettacolo vale o meno la visione, e
l’unico modo per farlo è… beh, guardandolo, ovviamente! Se
Hunters non dovessi piacerti, almeno sarai in grado
di partecipare attivamente e in virtù di una certa consapevolezza
alle tante conversazioni esplose sul web proprio a proposito della
serie.
Distintasi anche oltre i confini
nazionali, Valeria Bruni Tedeschi è ad oggi una
delle più affermate interpreti italiane, che negli anni ha compiuto
anche il passo dietro la macchina da presa firmando alcune
apprezzate pellicole. Celebre anche per i suoi lungometraggi
francesi, la Tedeschi si divide con naturalezza tra le due
cinematografie, ottenendo continuamente riconoscimenti per le sue
interpretazioni. Ecco 10 cose che non sai su Valeria Bruni
Tedeschi.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Valeria Bruni Tedeschi: i film in
cui ha recitato
10. Ha recitato in film
italiani e film francesi. L’attrice ottiene una prima
notorietà grazie al film Storia di ragazzi e di ragazze
(1989), per poi divenire ancor più popolare con i suoi ruoli in
La seconda volta (1995) e La parola amore esiste
(1998). Negli anni successivi recitare in pellicole di importanti
registi come Il colore della menzogna (1998), La
balia (1999), La felicità non costa niente (2003),
È più facile per un cammello (2003), CinquePerDue –
Frammenti di vita amorosa (2004), Tickets (2005),
Il tempo che resta (2005), Munich (2005), dove
recita accanto all’attore Eric
Bana,L’abbuffata (2007),
Baciami ancora (2010), di Gabriele
Muccino, Padroni di
casa (2012), Un castello in
Italia (2013), Il capitale
umano (2014), con l’attore Fabrizio
Bentivoglio,Latin Lover
(2015), di Cristina
Comencini,La pazza
gioia (2016), con l’attrice Micaela
Ramazzotti, I villeggianti (2018) e Aspromonte – la terra
degli ultimi (2019).
9. Ha scritto e diretto dei
lungometraggi. Ad oggi la Tedeschi ha diretto un totale di
quattro film, da lei anche sceneggiati. Questi sono È più
facile per un cammello,Actrices (2007), Un
castello in Italia e I villeggianti. Questi ultimi
due presentati rispettivamente al Festival di Cannes e alla Mostra di
Venezia, ottenendo ottimi riscontri da parte della critica, che
lodato le doti e la sensibilità da regista della Tedeschi.
8. Ha vinto importanti
premi. L’attrice vanta un totale di sei nomination ai
premi David di Donatello come miglior attrice protagonista. Di
queste, la Tedeschi ha riportato ben quattro vittorie,
rispettivamente per i film La seconda volta, La parola amore
esiste, Il capitale umano e La pazza gioia. Nel 1994
ha invece vinto il Premio César come miglior promessa femminile per
il film Le persone normali non hanno niente di
eccezionale.
Valeria Bruni Tedeschi e il suo
discorso di David di Donatello
7. Ha incantato tutti con il
suo discorso. Nel ricevere il David di Donatello per la
migliore attrice protagonista per il film La pazza gioia,
l’attrice si è lanciata in un lungo discorso divenuto subito
iconico. Oltre ad aver ringraziato i suoi colleghi nel film, la
Tedeschi ha inoltre ringraziato tra lacrime e risate amici, amiche,
amori ed ex-amori, poeti come Leopardi e Ungaretti, i genitori e
anche la sua psicanalista.
Valeria Bruni Tedeschi non è su
Instagram
6. Non è presente sul social
network. L’attrice ha dichiarato di non possedere un
account su Instagram, non piacendole sprecare tempo dietro a social
network di questo tipo. Sulla piattaforma è tuttavia possibile
trovare alcune fan page a lei dedicate, con le sue foto più recenti
o gli ultimi aggiornamenti sui suoi progetti.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Valeria Bruni Tedeschi ha una
sorella famosa
5. Sua sorella è una nota
cantante. Come il cognome Bruni può suggerire, l’attrice è
la sorella della cantante e modella Carla Bruni,
nota negli ultimi anni per aver sposato l’ex presidente francese
Nicolas Sarkozy. Il film È più facile per un cammello…,
girato dall’attrice e regista, è stato ispirato proprio dalla
storia della sorella, che scopre di avere un padre biologico
diverso da quello che credeva di avere.
Valeria Bruni Tedeschi e Louis
Garrel
4. Ha avuto una relazione
con il noto attore.
L’attrice ha avuto per diversi anni
una storia d’amore con l’attore francese Louis
Garrel. Questi ha anche recitato nei film
Actrices e Un castello in Italia, diretti proprio
dalla Tedeschi. Insieme i due hanno anche adottato una bambina di
origine senegalese. In seguito, si sono separati senza richiamare
le attenzioni della stampa.
Valeria Bruni Tedeschi ha due figli
adottati
3. Ha adottato due
bambini. Oltre alla bambina senegalese adottata insieme
all’attore Louis Garrel, nel 2014 l’attrice adotta
il suo secondo figlio, un bambino vietnamita. Particolarmente
riservata, la Tedeschi evita che i due bambini possano essere
esposti all’invasività dei media, conducendo pertanto una vita il
più lontano possibile dai riflettori.
Valeria Bruni Tedeschi: qual è il
suo ultimo film?
2. È tornata a recitare con
un suo amico regista. Nel 2019 l’attrice torna al cinema
con il film Aspromonte – la terra degli ultimi, diretto da
Mimmo Calopresti. L’attrice aveva già lavorato in
più occasioni con il regista, grazie al quale aveva ottenuto i suoi
primi successi.
Valeria Bruni Tedeschi: età e
altezza
1. Valeria Bruni Tedeschi è
nata a Torino, in Italia, il 16 novembre 1964. L’attrice è
alta complessivamente 171 centimetri.
Divisa tra cinema e televisione,
l’attrice Vittoria Puccini è tra le più
apprezzate interpreti del panorama italiano. Protagonista di alcuni
celebri film, come anche di note serie televisive, la Puccini ha
infatti potuto affermare la propria persona presso il grande
pubblico, ottenendo apprezzamenti per la sua scelta di progetti
innovativi e al di fuori dai soliti schemi. Ecco 10 cose
che non sai di Vittoria Puccini.
Vittoria Puccini: i suoi film e le
serie televisive
10. Ha recitato in celebri
lungometraggi italiani. Il debutto cinematografico
dell’attrice risale al 2000, quando recita nel film Tutto
l’amore che c’è, di Sergio
Rubini. Successivamente recita nei film Paz!
(2002), Operazione Appia Antica (2003) e Ma quando
arrivano le ragazze? (2005), che le fa ottenere maggior
popolarità. Si consolida prendendo parte ai film Colpo
d’occhio (2008), Baciami ancora (2010), di Gabriele
Muccino, dove recita accanto agli attori
Stefano Accorsi,
Pierfrancesco
Favino e Claudio
Santamaria. Negli anni seguenti è tra i protagonisti
di film come La vita facile (2011), Acciaio
(2012), Magnifica
presenza (2012), Tutta colpa di
Freud (2014), con Marco
Giallini e Anna
Foglietta, Meraviglioso Boccaccio (2015),
Tiramisù (2016), The Place
(2017), Cosa fai a Capodanno (2018) e 18
regali (2020), dove recita accanto a Benedetta
Porcaroli e Edoardo
Leo.
9. È nota per i ruoli
televisivi. La Puccini si fa scoprire come interprete
recitando nel ruolo di protagonista nella miniserie Elisa di
Rivombrosa (2003-2004). Con il successo conseguito prende poi
parte alle serie Imperium: Nerone (2004), Elisa di
Rivombrosa 2 (2005), Le ragazze di San Frediano
(2006), Tutta la verità (2009), C’era una volta la
città dei matti… (2010), Violetta (2011), Anna
Karenina (2013), L’Oriana (2015), romanzo
famigliare (2018), Mentre ero via (2019) e Il
processo (2019).
8. Ha partecipato al
doppiaggio di un film Disney. L’attrice ha partecipato al
doppiaggio italiano del film Disney La bella e la
bestia (2017), con Emma
Watson. Qui ha dato voce alla maga Agata, colei che
trasforma il principe protagonista in una bestia per punirlo della
sua arroganza.
Vittoria Puccini e Alessandro
Preziosi
7. Ha avuto una relazione
con l’attore. Il set di Elisa di Rivombrosa non
ha significato solo grade popolarità per l’attrice, ma è anche dove
conosce l’attore Alessandro Preziosi, che nella
miniserie ricopre il ruolo del Conte Fabrizio Ristori di
Rivombrosa. I due intraprenderanno una relazione, dalla quale nel
2006 nascerà la prima figlia dell’attrice. Nel 2010 tuttavia
annunciano la separazione, indicando come causa la mancata alchimia
di coppia.
Vittoria Puccini e Fabrizio
Lucci
6. Ha un nuovo
compagno. Durante le riprese della miniserie Anna
Karenina, l’attrice conosce il direttore della fotografia
Fabrizio Lucci, con il quale avrà modo di
convididere nuovamente il set per i film Tutta colpa di
Freud e The Place. La coppia si è negli anni
dimostrata particolarmente legata, e sul profilo Instagram di Lucci
vengono spesso pubblicate foto di loro momenti insieme.
Vittoria Puccini è su
Instagram
5. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 109 mila persone. All’interno
di questo l’attrice è solita condividere fotografie ritraenti
momenti quotidiani della sua vita, ma anche di servizi realizzati
per riviste di moda. Particolarmente presenti, infine, sono anche
le immagini o i video promozionali dei suoi progetti da
interprete.
Vittoria Puccini in Elisa di
Rivombrosa
4. La serie era la sua
ultima possibilità. L’attrice ha dichiarato che per
seguire il mondo della recitazione ha rinunciato alla carriera
universitaria. I suoi genitori acconsentirono a tale cambiamento,
con la promessa che se entro due anni non fosse successo nulla
avrebbe ripreso gli studi. Fortunatamente, le venne proposto il
ruolo della protagonista nella miniserie, che le permise di
ottenere il successo sperato.
3. Ha vinto un importante
premio. Per il suo ruolo nella miniserie l’attrice ottiene
una nomination ai Telegatti come personaggio femminile dell’anno,
in categoria con Maria De Filippi e Simona
Ventura. L’attrice infine vinse il premio, e afferma che
da quel momento per la sua carriera si sono aperte porte
inaspettate.
Vittoria Puccini in Il
Processo
2. Le sembrava di essere
tornata a casa. Nel girare la miniserie Il
processo, l’attrice ha affermato di essersi sentita come a
casa in mezzo a tutti quei discorsi sulla legge, avvocati e
pubblici ministeri. I suoi genitori sono infatti avvocati, e la
stessa Puccini prima di diventare attrice aveva intrapreso gli
studi presso la facoltà di Giurisprudenza.
Vittoria Puccini: età e
altezza
1. Vittoria Puccini è nata
a Firenze, Italia, il 18 novembre 1979. L’attrice è alta
complessivamente 171 centimetri.
Apprezzata interprete di musical
teatrali, Idina Menzel si è negli anni distinta
anche per le sue partecipazioni ad acclamati film e serie TV. In
particolare, è divenuta nota per aver interpretato i brani del film
d’animazione Frozen. Con la sua voce ha infatti
incantato numerosi spettatori, rimasti affascinati dalla sua
grazia. Ecco 10 cose che non sai di Idina
Menzel.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Idina Menzel: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in celebri
film per il cinema. L’attrice inizia ad ottenere i suoi
primi ruoli per il grande schermo in film come Kissing Jessica
Stein (2001), Rent (2005) e Chiedi alla
polvere (2006), dove recita accanto all’attore
Colin
Farrell. Successivamente si fa notare ulteriormente
grazie al ruolo di Nancy Tremaine nel popolare Comed’incanto (2007), film con Amy
Adams. Tornerà al cinema solo nel 2019 per recitare
nell’acclamato Diamanti grezzi,
dove interpreta la moglie dell’attore Adam
Sandler.
9. È nota per i ruoli
televisivi. Fonte di maggior popolarità per l’attrice sono
le serie TV a cui ha partecipato. Dopo la partecipazione ad alcuni
episodi di serie come Rescue Me (2004), Kevin
Hill (2005) e Private Practice (2009), diventa
celebre per il ruolo di Shelby Corcoran in Glee
(2010-2013).
7. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 1,1 milioni di persone.
All’interno di questo l’attrice condivide in prevalenza immagini e
video promozionali dei suoi progetti da interprete, come anche foto
tratte dagli eventi di gala a cui ha preso parte. Vi sono però
anche alcune foto scattate durante momenti di svago, in compagnia
di amici e colleghi.
Idina Menzel: la sua vita
privata
6. È sposata. Dopo
un matrimonio di dieci anni con l’attore Taye
Diggs, conosciuto sul set del film Rent, e con
cui ha avuto un figlio nel 2009, l’attrice ha annunciato nel 2015
la frequentazione con l’attore Aaron Lohr,
anch’egli conosciuto durante le riprese di Rent. Nel
settembre del 2016 rivelano di essere ufficialmente fidanzati,
sposandosi esattamente un anno dopo, nel settembre del 2017.
Parte delle cose che non sai
sull’attriceù
Idina Menzel in Frozen
5. Ha eseguito i celebri
brani dei due film. Grazie alla sua partecipazione ai due
film di Frozen, l’attrice ha potuto mettere ulteriormente
in mostra le sue doti canore, eseguendo brani divenuti
particolarmente celebri come, For the First Time in Forever,
Some Things Never Change,Let It Go e Into the
Unknown. Questi ultimi due sono stati inoltre nominati
all’Oscar come miglior canzone, con Let It Go che ha poi
vinto l’ambito premio.
4. I produttori si
ricordavano di lei. Nel 2009 l’attrice si presenta ai
casting per il doppiaggio del personaggio di Rapunzel in
Rapunzel: L’intreccio della torre. Pur decidendo di non
assegnarle la parte, i casting director e i produttori rimasero
colpiti dalla performance della Menzel, tenendo in considerazione
il suo nome per progetti futuri. Solo alcuni anni dopo l’avrebbero
richiamata per Frozen.
Idina Menzel canta Into the
Unknown
3. Si è esibita alla
cerimonia dei premi Oscar. Nel 2020 l’attrice è stata tra
le performer che ha dato vita ad un’esibizione canora durante la
cerimonia dei premi Oscar. Qui ha infatti cantato il brano Into
the Unknown, presente in Frozen II – Il
segreto di Arendelle e candidato come miglior canzone
originale. Il brano non ha tuttavia ottenuto la statuetta, andata
ad Elton John per (I’m Gonna) Love me
Again.
Idina Menzel in Glee
2. Si è ispirata ad una nota
attrice per il suo ruolo. Nella serie Glee
l’attrice compare nei ruolo di Shelby Corcoran, coach del gruppo
Vocal Adrenaline. Per ricoprire il ruolo, l’attrice ha dichiarato
di essersi ispirata al personaggio di Diana Christensen,
interpretato dall’attrice Faye Dunaway nel film
Network (1976). I due ruoli condividono infatti un
carattere spregiudicato verso la materia di loro interesse.
Idina Menzel: età e altezza
1. Idina Menzel è nata a
Syosset, nello stato di New York, Stati Uniti, il 30
maggio 1971. L’attrice è alta complessivamente 163 centimetri.
Attrice prevalentemente televisiva,
Monica Raymund ha consolidato la propria fama
recitato in alcune note serie televisive. Apprezzata tanto dal
pubblico quanto dalla critica, l’attrice è attualmente alla ricerca
di nuovi ruoli che possano consolidare il periodo di grande
attività che sta vivendo. Ecco 10 cose che non sai di
Monica Raymund.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Monica Raymund: i suoi film e le
serie TV
10. È nota per i suoi ruoli
televisivi. Dopo aver recitato in un episodio di Law &
Order: Unità speciale (2008), l’attrice diventa nota per il
ruolo di Ria Torres in Lie to Me (2009-2011), dove recita
accanto a Tim Roth. Successivamente viene scelta
per dar vita al personaggio di Dana Lodge in The Good Wife
(2011-2012), mentre ottiene popolarità recitando nel ruolo di
Gabriela Dawson in Chicago Fire (2012-2019), dove recita
accanto a Jesse Spencer,
TaylorKinney e Lauren
German. Riprende il ruolo anche per le serie
Chicago Med (2016), e Chicago P.D. (2014-2018), dove affianca gli
attori Jeson Beghe, Marina
Squerciati e Sophia
Bush.
9. Ha recitato anche per il
cinema. Sono solo due ad ora i titoli cinematografici a
cui l’attrice ha preso parte. Il suo esordio avviene nel 2012 con
il film Lafrode, dove recita accanto all’attore Richard
Gere, interpretando il personaggio di Reina. Il secondo
titolo è invece Brahmin Bulls (2013), dramma familiare di
produzione britannica.
8. È anche regista e
produttrice. Nel corso degli anni la Raymund ha dimostrato
di non essere interessata solo alla recitazione. Ha infatti
compiuto il passo dietro la macchina da presa per dirigere
l’episodio Hell’s Kitchen di Law & Order: Unità
speciale (2018), e la puntata Payback della
serie FBI (2020). Ha poi ricoperto il ruolo di produttrice
esecutiva dei film indie The Submarine Kid (2015) e
Locating Silver Lake (2018).
Monica Raymund è su Instagram
7. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 55 persone. All’interno di
questo l’attrice è solita condividere curiosità quotidiane e foto
scattate in momenti di svago o nei luoghi da lei visati. Non
mancano poi anche immagini promozionali dei suoi progetti da
interprete.
Monica Raymund e Jesse Spencer
6. Non ha una relazione con
il collega. Nella serie Chicago Fire, il
personaggio ricoperto dall’attrice ha una relazione con quello
interpretato da Jesse Spencer. Questa coppia è
piaciuta così tanto al pubblico, che in molti hanno sperato che tra
i due ci fosse qualcosa anche al di fuori del set. Tuttavia, i due
attori sembrano essere impegnati in altre relazioni, e non hanno
mai dato motivi di credere in una loro relazione.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Monica Raymund è fidanzata?
5. È stata sposata.
Nel giugno del 2011 l’attrice annuncia il matrimonio con Neil
Patrick Stewart, attore e regista teatrale. La loro relazione dura
tuttavia poco, e nei primi mesi del 2013 annunciano la separazione,
arrivando al divorzio nel 2014. La coppia ha fornito come
motivazioni alcune differenze inconciliabili.
4. Ha fatto coming
out. Nel dicembre del 2014 l’attrice annuncia
pubblicamente tramite il proprio account Twitter di essere
bisessuale, e che prima dell’annuncio lo è stata segretamente per
oltre dieci anni. Sulla base di questa notizia, nel settembre del
2015 annuncia la sua relazione con Tari Segal.
Monica Raymund in Chicago Fire
3. Ha
lasciato la serie. Nel 2018 l’attrice ha confermato che
non avrebbe ripreso il suo ruolo nella settima stagione della serie
Chicago Fire, motivando la scelta con la volontà di
intraprendere nuovi percorsi. Comunicata per tempo la sua
decisione, il finale della sesta stagione è stato costruito per
permettere al personaggio di uscire di scena.
2. Ha ripreso il ruolo solo
per un episodio. Nonostante l’addio alla serie, l’attrice
ha acconsentito di ricomparire nel midseason finale dell’ottava
stagione. Qui, infatti, il suo personaggio torna a Chicago per
raccogliere fondi per l’associazione per cui lavora, e non mancherà
di far visita ai suoi vecchi colleghi nella stazione dei vigili del
fuoco.
Monica Raymund: età e altezza
1.Monica
Raymund è nata a St. Petersburg, in Florida, Stati Uniti,
il 26 luglio 1986. L’attrice è alta complessivamente 163
centimetri.
Sulla scia di Stranger Things,
Everything Sucks!, Sex Education e The End of the F***ing
World,Netflix propone una nuova serie chiaramente
indirizzata ad un pubblico di giovanissimi. Dallo scorso 27
febbraio, infatti, è disponibile sulla piattaforma di streaming
I Am Not Okay With This, tratta dalla
graphic novel di Charles Forsman.
Se non l’avete ancora iniziata, di
seguito vi forniamo una serie di motivi per cui non dovreste
perderla, approfittando magari della reclusione forzata –
causa Coronavirus – che sta interessando tutta l’Italia in
questi giorni particolarmente tristi e difficili:
La graphic novel e il team dietro la serie
I Am Not Okay with This è basata sull’omonima graphic
novel di Charles Forsman pubblicato in Italia da 001 Edizioni.
Di recente, aveva debuttato sulla piattaforma di streaming un’altra
serie tratta da una graphic novel,
Locke & Key, con la quale I Am Not Okay with This condivide la scelta di
incentrare le proprie storie su un gruppo di giovani “avventurosi”
protagonisti.
La serie è inoltre creata da
Jonathan Entwistle, già regista della più celebre The End of the F***ing World (anche questa basata su
un fumetto), e prodotta dai produttori dell’amatissima
Stranger Things.
I due giovani protagonisti
I protagonisti di I Am Not Okay with This sono i giovani attori Sophia Lillis e Wyatt Oleff.
Entrambi avevano già lavorato insieme: ricorderete infatti che
hanno vestito i panni rispettivamente di Beverly Marsh e Stan Uris
(nelle versioni adolescenti dei personaggi) in IT e
IT – Capitolo Due, gli adattamenti cinematografici del
popolare romanzo di
Stephen King ad opera di
Andy Muschietti.
In I Am Not Okay with This i due attori entrano molto più
relazione rispetto ai due film di Muschietti, dimostrando una
chimica straordinaria. Anche nella serie, proprio come
nell’adattamento di IT, il personaggio interpretato da
Oleff si chiama Stanley.
Sydney Novak come Carrie White
Sono numerosi gli omaggi che
I Am Not Okay with This rende all’opera “Carrie –
Lo sguardo di Satana” di
Stephen King, radicato nell’immaginario collettivo grazie
all’adattamento
cinematografico di Brian De Palma con protagonista Sissy
Spacek. La scena in cui Sydney corre per la strada totalmente
ricoperta di sangue (immagine presente nei vari materiali
promozionali e che ricorre spesso nei vari episodi), non può non
riportare alla memoria il capolavoro di De Palma e il personaggio
di Carrie White.
Parallelamente, esistono numerose
affinità tra il personaggio di Sydney e quello di Carrie, due
adolescenti alle prese con la scoperta di “misteriosi poteri” e con
la conseguente presa di coscienza di ciò che in realtà sono.
Inoltre, nell’episodio finale della serie, la scena ambientata
durante il ballo della scuola è un altro palese omaggio alla storia
di Carrie che noi tutti conosciamo e amiamo.
Come in un film di John Hughes
Se John Hughes – indimenticabile
regista di cult adolescenziali come Sixteen Candles, Breakfast
Club e Una pazza giornata di vacanza – fosse ancora
vivo, probabilmente avrebbe diretto una serie come I Am Not Okay with This, o forse contribuito
alla sua produzione in qualche modo.
Al di là dei personaggi, dei
dialoghi e dei torni che compongono l’assetto narrativo dello show
(molto affine alle peculiarità che hanno sempre distinto la
commedia tipicamente americana di Hughes), l’episodio numero 5
(“Un altro giorno in paradiso”) è a tutti gli effetti un
bellissimo e nostalgico omaggio a Breakfast Club, cult
diretto dal compianto regista nel 1985, considerato ancora oggi la
vetta più alta del
cinema adolescenziale statunitense degli anni ’80.
Il numero di episodi e la durata
La prima stagione di I Am Not
Okay with This (con finale aperto che lascia presagire un
rinnovo per una seconda parte in tempi relativamente brevi) si
compone “soltanto” di 7 episodi della durata – più o meno – di 30
minuti ciascuno. In genere, le serie targate Netflix tendono ad
avere una durata di circa un’ora (se non di più): in un epoca in
cui il beingwatch la fa da padrone, la fruibilità così
immediata e veloce di I Am Not Okay with This è
decisamente un punto a favore dello show.
Il creatore della serie Jonathan
Entwistle ha spiegato di considerare ogni stagione come un vero e
proprio lungometraggio, e che a mano a mano ogni nuovo ciclo di
episodi andrà a comporre il suo “film in
miniatura”.
Se amate le serie tv tratte da graphic novel…
I Am Not Okay with This
non è certamente l’unica serie disponibile su Netflix ad essere
tratta da una graphic novel. Se siete degli appassionati di
“romanzi a fumetti”, sulla piattaforma di streaming potete trovare
anche Daybreak (basata sull’omonima serie a fumetti di
Brian Ralph),
Locke & Key (basata sull’omonima serie di comic book
di Joe Hill), The End of the F***ing World (basata sul fumetto
di Charles Forsman, lo stesso autore di
I Am Not Okay with This) e Le Terrificanti Avventure di Sabrina (tratta dalla
serie a fumetti della Archie Comics con lo stesso nome).
Stando a quanto dichiarato di
recente da Peter Sarsgaard, il personaggio che
interpreterà in The Batman di
Matt Reeves sarà un politico di Gotham senza
scrupoli, una persona sgradevole che “adora” mentire.
Per molto tempo si è parlato della
possibilità che l’attore avrebbe interpretato Harvey
Dent nel film, ma
un comunicato ufficiale della Warner Bros. ha poi confermato
che Sarsgaard avrebbe vestito i panni di Gil Colson, il Procuratore
Distrettuale di Gotham.
Adesso, in una recente apparizione
allo show di Stephen Colbert, l’attore ha parlato del suo
coinvolgimento nel film e del suo “nuovo personaggio creato
appositamente per la storia”:“Sono un procuratore
distrettuale… in pratica sono un politico che ha difficoltà a dire
la verità.”
Colbert ha poi scherzato sul fatto
che anche la moglie di
Peter Sarsgaard, l’attrice
Maggie Gyllnehaal, ha recitato in un film dedicato a
Batman (era infatti Rachel Dawes ne Il Cavaliere Oscuro di
Christopher Nolan). Colbert ha chiesto ironicamente a Sarsgaard
quale personaggio tra Gil e Rachel preferiranno i loro figli, e
l’attore ha risposto asserendo che Colson è “una persona piuttosto
disgustosa.”
Potete vedere il video dell’intervista di seguito:
HN Entertainment ha suggerito che le
riprese del cinecomic si svolgeranno presso i Leavesden Studios di
Londra (gli stessi della saga di Harry Potter ma anche
di Batman
v Superman: Dawn of Justice, Justice
League, Wonder
Woman e del sequel Wonder
Woman 1984) mentre l’uscita nelle sale è stata già fissata
al 25 giugno 2021.
“The
Batman esplorerà un caso di detective“,
scrivono le fonti, “Quando alcune persone iniziano a morire in
modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di
Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una
cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham
City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà
disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei
film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti
sospettati“.
The Walt Disney
Studios ha acquisito i diritti per la distribuzione a
livello mondiale del documentario dedicato ai Beatles
dell’acclamato regista Peter
Jackson. Il documentario mostrerà il calore, lo
spirito di squadra e l’umorismo durante la realizzazione dell’album
della leggendaria band, “Let It Be”, e il loro
ultimo concerto dal vivo: l’iconica esibizione sul tetto a Savile
Row, Londra. The Beatles: Get Back sarà
distribuito da The Walt Disney Studios negli Stati
Uniti e in Canada il 4 settembre 2020, seguiranno maggiori dettagli
sulla distribuzione a livello globale del film. L’annuncio è stato
dato oggi da Robert A. Iger, Executive Chairman,
The Walt Disney Company, al meeting annuale degli
azionisti.
“Nessuna band ha avuto lo
stesso impatto che hanno avuto i Beatles sul mondo, e The Beatles:
Get Back è un posto in prima fila sui meccanismi interni di questi
geniali creatori in un momento fondamentale della storia della
musica, con scene straordinariamente restaurate che sembrano girate
ieri” – ha commentato Iger. – “Io stesso
sono un grande fan, quindi non potrei essere più felice che Disney
possa condividere lo splendido documentario di Peter Jackson con il
pubblico mondiale a settembre”.
The Beatles: Get
Back, presentato da The Walt Disney Studios in
associazione con Apple Corps Ltd. e WingNut Films
Productions Ltd., è un’entusiasmante nuova collaborazione
tra i Beatles, la band più influente di tutti i tempi, e il regista
vincitore di tre Premi Oscar Peter
Jackson (la trilogia de Il Signore degli Anelli). Realizzato grazie a oltre 55
ore di filmati inediti, girati da Michael Lindsay-Hogg nel 1969, e
140 ore di registrazioni audio, in gran parte mai ascoltate, delle
sessioni di registrazione dell’album “Let It Be”, The
Beatles: Get Back è diretto da Jackson e
prodotto dallo stesso Jackson,Clare
Olssen (They
Shall Not Grow Old – Per sempre giovani) e
Jonathan Clyde, mentre Ken Kamins e Jeff Jones di
Apple Corps sono i produttori esecutivi.
I filmati sono stati
straordinariamente restaurati dalla Park Road Post
Production di Wellington, Nuova Zelanda, e sono stati
montati da Jabez Olssen, che ha collaborato con
Jackson per
They Shall Not Grow Old – Per sempre giovani del
2018, l’innovativo film che mostra immagini d’archivio della Prima
Guerra Mondiale restaurate e colorizzate. Le musiche del film
saranno mixate da Giles Martin e Sam Okell presso Abbey Road
Studios a Londra. Grazie a questo restauro incontaminato,
The Beatles: Get Back darà vita a
un’esperienza intensa, felice e immersiva per il pubblico.
“Lavorare a questo progetto è
stata una gioiosa scoperta” – afferma Peter Jackson. – “Ho
avuto il privilegio di essere come una mosca sul muro mentre la più
grande band di tutti i tempi lavorava, suonava e creava
capolavori. Sono entusiasta che Disney si sia fatta avanti
come nostro distributore. Non potrebbe esserci di meglio per far
vedere il nostro film al maggior numero di persone
possibile”.
“Sono davvero felice chePeter si sia immerso nei nostri archivi per realizzare un film
che mostri la verità sui Beatles quando registravano insieme”
– afferma Paul McCartney. – “Viene trasmessa l’amicizia e
l’amore tra di noi e mi ricorda dei bellissimi e folli momenti
passati insieme”.
“Sono davvero entusiasta per
questo film” – afferma Ringo Starr. – “Peter è eccezionale
ed è stato veramente fantastico guardare tutti quei filmati.
C’erano ore e ore di immagini mentre ridevamo e suonavamo. C’era
molta allegria e credo che Peter la trasmetterà. Penso che in
questa versione ci sarà molta più pace e amore, rispecchiando come
eravamo veramente”. The Beatles: Get Back è stato realizzato
anche con il supporto entusiasta di Yoko Ono Lennon e Olivia
Harrison. Anche se il film originale Let It Be – Un
giorno con i Beatles, diretto da Michael
Lindsay-Hogg, e l’album che lo ha accompagnato sono stati girati e
registrati nel gennaio del 1969, non sono stati rilasciati fino a
maggio del 1970, tre settimane dopo l’ufficiale scioglimento dei
Beatles. A quel tempo, la reazione al film da parte del pubblico e
della critica è stata fortemente associata a quell’annuncio.
Durante i 15 mesi tra le riprese e l’uscita di Let It Be – Un
giorno con i Beatles, i Beatles hanno registrato e rilasciato
il loro ultimo album in studio “Abbey Road”, uscito a settembre
1969.
Girato in 16mm e riadattato in
35mm, il film di 80 minuti Let It Be – Un giorno con i
Beatles è stato realizzato a partire da 3 settimane di
riprese, inclusa una versione editata del concerto sul tetto.
L’album vincitore del GRAMMY “Let It Be” è stato in vetta alle
classifiche negli Stati Uniti e nel Regno Unito.
Il nuovo documentario porta alla
luce molto di più delle sessioni di registrazione private della
band per “Let It Be” e la loro esibizione integrale di 42 minuti
sul tetto degli uffici della Apple a Savile Row, Londra. Anche se
non mancano materiali sui lunghi tour dei Beatles durante la loro
carriera, The Beatles: Get Back presenta solo
significativi filmati della band al lavoro in studio, mostrando
John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e
Ringo Starr mentre creano da zero la loro canzone
diventata ora un classico, ridendo, chiacchierando e scherzando con
la telecamera.
Tenutosi il 30 gennaio 1969, il
concerto a sorpresa dei Beatles sul tetto ha rappresentato la
quinta esibizione dal vivo della band in oltre due anni e il loro
ultimo concerto insieme dal vivo. I filmati catturano le
interazioni tra i membri della band, le reazioni dei fan e dei
lavoratori delle aziende vicine, e il comico tentativo di fermare
il concerto da parte di due giovani poliziotti londinesi, chiamati
per delle lamentele in merito al rumore. Una versione completamente
restaurata del film originale Let It Be – Un giorno con i
Beatles sarà resa disponibile successivamente.
Una nuova fan art ad opera del
celebre Bosslogic
ci mostra come sarebbe Jason Momoa – l’amatissimo Aquaman del
DCEU – nei panni del villain Kraven il Cacciatore, che potrebbe apparire
come antagonista principale dell’Uomo Ragno nell’atteso
Spider-Man 3.
Spider-Man:
Far From Home si è concluso con la vera identità
dell’Uomo Ragno che è stata rivelata al mondo intero: nella scena
post-credit, Peter e MJ vedono sullo schermo gigante di un
grattacielo J. Jonah Jameson del Daily Bugle che mostra un video
registrato e manipolato da Quentin Beck, che incrimina Spider-Man
per la morte di Mysterio, rivelando pubblicamente la vera identità
del supereroe.
Naturalmente, i fan si chiedono
adesso come questa grande rivelazione influenzerà gli eventi che
saranno al centro di Spider-Man 3.
Inoltre, è da tempo ormai che si vocifera che l’antagonista
principale del nuovo capitolo sarà proprio Kraven il Cacciatore.
L’artista Bosslogic
ha immaginato come sarebbe Jason Momoa se venisse scelto dai Marvel Studios per interpretare il
ruolo. Guardate la fan art e diteci se non pensate anche voi che
l’attore statunitense possa essere perfetto…
Spider-Man
3 vedrà ancora una volta riuniti Tom
Holland e il regista Jon
Watts, che aveva già
direttoSpider-Man:
Homecoming del 2017 e Spider-Man:
Far From Home dello scorso anno. Le riprese del
film dovrebbero partire quest’estate.
Tom
Holland si è unito al MCU nei panni di Peter Parker
nel 2016: da allora, è diventato un supereroe chiave all’interno
del franchise. Non solo è apparso in ben tre film dedicati ai
Vendicatori della Marvel, ma anche in due standalone:
Spider-Man: Homecominge Spider-Man:
Far From Home. La scorsa estate,
un nuovo
accordo siglato tra Marvel e Sony ha permesso al
personaggio dell’Uomo Ragno di restare nel MCU per ancora un altro
film a lui dedicato – l’annunciato Spider-Man
3– e per un altro film in cui lo ritroveremo al
fianco degli altri eroi del MCU.
Josh Boone, regista dell’attesissimo The
New Mutants, ha rivelato che
Antonio Banderas avrebbe dovuto interpretare il
villain principale nel sequel del cinecomic in arrivo nelle sale
americane il prossimo 3 aprile. Il regista e il co-sceneggiatore
del film Knate Lee avevano già pensato ad un possibile sequel della
pellicola, ma la travagliatissima produzione del film – con
l’acquisizione della Fox da parte della Disney nel mezzo – ha
ovviamente stravolto tutti i piani.
In una recente intervista con
EW, Boone ha spiegato
che
Antonio Banderas avrebbe dovuto interpretare Emmanuel
da Costa, il padre del personaggio di Roberto da Costa/Sunspot,
interpretato nel film da Henry Zaga, nonché
spietato uomo d’affari che ha legami con il Club Infernale.
L’attore avrebbe dovuto fare il suo
esordio nella scena post-credit del film, che poi non è stata mai
girata: “Il fatto che non l’abbiamo più girata è stato
intenzionale”, ha spiegato Boone. “Adesso la Marvel detiene i diritti sugli
X-Men e farà le sue cose. Quindi, non c’era motivo di girare quella
scena.
Ricordiamo, a proposito di
Antonio Banderas, che di recente l’attore è stato
ufficializzato come membro del cast di
Uncharted, l’adattamento targato Sony
dell’omonimo videogioco che avrà come protagonisti Tom
Holland e Mark
Wahlberg.
The
New Mutants è un thriller con sfumature
horror, originale e ambientato in un ospedale isolato dove un
gruppo di giovani mutanti è rinchiuso per cure psichiatriche.
Quando iniziano ad avere luogo degli strani episodi, le loro nuove
abilità mutanti e la loro amicizia saranno messe alla prova, mentre
cercano di fuggire.
Diretto da Josh
Boone e scritto da Boone e Knate
Lee, il film vede nel cast la presenza
di Maisie
Williams, Anya
Taylor-Joy, Charlie Heaton, Alice Braga, Blu
Hunt e Henry Zaga.
ll film è prodotto da Simon
Kinberg, Karen
Rosenfelt e Lauren Shuler
Donner, mentre Stan
Lee e Michele Imperato
Stabile sono i produttori esecutivi.
Jeffrey Wright,
l’attore che interpreta Jim Gordon nell’atteso The
Batman, ha condiviso via Instagram
una foto in cui si prepara a “studiare” la miniserie
“Batman: Il Lungo Halloween“, anticipando forse
che il cinecomic di Matt Reeves prenderà
ispirazione proprio dal fumetto di Jeph Loeb e Tim Sale.
Ad oggi non sappiamo ancora da quali
fumetti prenderà realmente ispirazione la storia pensata da Reeves:
“Batman: Il Lungo Halloween” – da tempo associato
alla possibile trama del film – potrebbe essere soltanto una delle
tante fonti d’ispirazione, dal momento che in passato
lo stesso regista sembrava avesse confermato che anche
“Batman: Anno Uno“, la miniserie a fumetti
che narra le origini dell’Uomo Pipistrello, scritta da Frank
Miller e disegnata da David Mazzucchelli, servirà come
base per la storia.
Nel post condiviso da Wright, è
possibile vedere la cover del celebre fumetto, accompagnata dalla
didascalia: “Un altro, per cultura”. Non è la prima volta
che l’attore condivide sul suo profilo la cover di uno dei fumetti
dedicati all’Uomo Pipistrello: in passato, infatti, aveva condiviso
anche la cover di “Batman: The Golden Age“,
accompagnata dalla didascalia: “Dietro le quinte, si legge per
cultura. Alle origni…”.
HN Entertainment ha suggerito che le
riprese del cinecomic si svolgeranno presso i Leavesden Studios di
Londra (gli stessi della saga di Harry Potter ma anche
di Batman
v Superman: Dawn of Justice, Justice
League, Wonder
Woman e del sequel Wonder
Woman 1984) mentre l’uscita nelle sale è stata già fissata
al 25 giugno 2021.
“The
Batman esplorerà un caso di detective“,
scrivono le fonti, “Quando alcune persone iniziano a morire in
modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di
Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una
cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham
City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà
disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei
film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti
sospettati“.
Dopo il primo calciatore di Serie A,
Daniele Rugani, e gli scrittori Luis
Sepulveda e Carmen Yáñez, il
coronavirus si palesa anche nelle star di Hollywood. Il primo
colpito è Tom
Hanks, che insieme alla moglie Rita
Wilson, è attualmente in isolamento in un ospedale
australiano.
La celebre coppia è risultata
positiva al COVID-19 mentre era in Australia per
l’inizio delle riprese del film biografico su
Elvis. Al momento non si hanno maggior dettagli sulle loro
condizioni, ma le autorità australiane hanno stabilito che i due si
sono ammalati negli Stati Uniti e poi hanno viaggiato dall’altra
parte del mondo.
“Salve gente. Rita e io siamo
giù in Australia. Ci sentiamo un po’ stanchi, come se avessi il
raffreddore, e dolori al corpo. Rita ha i brividi che vanno e
vengono. Un po’ di febbre. Per dirla chiaramente, cosa di cui il
mondo ha bisogno ora, ci siamo sottoposti al test del coronavirus e
siamo stati trovati positivi.
Dunque, ora. Cosa fare? Gli
ufficiali medici hanno un protocollo che va seguito. Noi Hank
dobbiamo essere testati, osservati, e isolati per quanto tempo sarà
opportuno secondo la salute pubblica. Non c’è molto da fare che
agire giorno per giorno, giusto?
A
Quiet Place 2 arriverà nelle sale americane il
prossimo 20 marzo, mentre in Italia uscirà “soltanto” il 16 aprile.
Eppure, nonostante il film non sia ancora arrivato al cinema,
John Krasinski ha rivelato di avere già
alcune idee per un ipotetico terzo capitolo. A rivelarlo è stato lo
stesso regista e sceneggiatore in una recente intervista con
Collider.
Krasinski ha spiegato di aver avuto
delle idee per un terzo film già durante la lavorazione di A
Quiet Place 2:“È interessante.
Quando ho girato il primo film non avevo mai pensato ad un
prosieguo. Invece, quando ho girato il secondo film, mi sono fatto
una serie di domande su un possibile terzo capitolo”, ha
dichiarato l’attore.
John Krasinski ha poi dichiarato di aver preso
nota di tutte queste idee nate durante la lavorazione di A
Quiet Place 2, nel caso un terzo
episodio gli venisse ufficialmente commissionato. L’attore ha anche
rivelato di considerare una trilogia come la naturale progressione
della storia alla base dell’universo che ha creato: secondo
Krasinski, un terzo film potrebbe essere la naturale conclusione
del franchise.
A
Quiet Place 2 arriverà nelle sale americane
il 20 marzo 2020. In Italia uscirà invece il 16 aprile. Le vicende
del primo capitolo seguivano il viaggio di una famiglia costretta a
vivere nel silenzio per non cadere vittima di misteriose creature
che vengono attirate dai suoni. Consapevoli che ogni minimo
sussurro, ogni minimo passo, significa la morte, Evelyn (Emily
Blunt) e Lee (John
Krasinski) sono determinate a trovare un modo per
proteggere i loro figli mentre tentano disperatamente di
contrattaccare.
John Krasinski ha spiegato che il sequel
affronterà le stesse tematiche del suo predecessore: “Amo
l’idea del primo film, in cui il mio personaggio e quello di Emily
combattono contro il desiderio di sopravvivere e la voglia di
vivere. Tutto quello che il mio personaggio voleva era
sopravvivere. Il suo personaggio invece diceva: ‘Non è abbastanza.
Dobbiamo vivere. Dobbiamo permettere a questi ragazzi di vivere
come esseri umani’. Dopo la mia morte, ho amato vedere Emily
combattere con tutto questo, con l’idea che la sopravvivenza sia
forse l’unico modo per affrontare le cose. Forse quella voglia di
vivere era davvero troppo pericolosa…”
Harvey Weinstein è
stato condannato a 23 anni di prigione nello stato di New York,
essendo stato ritenuto colpevole
delle accuse di aggressione sessuale e stupro di terzo
grado. Sarà formalmente registrato come molestatore sessuale.
Si tratta del momento culminante della rovinosa caduta dell’uomo
che per decenni è stato tra le più influenti a Hollywood.
Prima che la sentenza fosse letta,
Weinstein si era rivolto a un’aula di tribunale di Manhattan
gremita di persone, dichiarando di essere attanagliato da un
“profondo rimorso”. In un discorso sconclusionato, ha anche
respinto il movimento #MeToo, sottintendendo che si è spinto troppo
oltre, accostando alle sue accuse il suo impegno nella
beneficenza.
“Sono totalmente confuso –
ha detto – Penso che gli uomini siano confusi in merito a tutto
questo… questo sentimento di migliaia di uomini e donne che stanno
perdendo il giusto processo, sono preoccupato per questo paese (…)
Questa non è la giusta atmosfera negli Stati Uniti d’America”,
ha aggiunto Weinstein.
Weinstein ha affermato di avere
“amicizie serie” con le due principali accusatrici nel caso, Miriam
Haley e Jessica Mann. Entrambe le donne hanno rilasciato delle
dichiarazioni prima che il giudice Burke emettesse la sentenza.
Haley, che afferma di essere stata
aggredita sessualmente da Weinstein nel suo appartamento nel 2006,
ha detto al giudice che è stata lasciata emotivamente danneggiata
dall’incidente. “Mi ha spaventato profondamente,
mentalmente ed emotivamente – ha aggiunto – Ciò non solo
mi ha spogliato della mia dignità di essere umano e di donna, ma ha
schiacciato la mia fiducia.”
Mann, che ha testimoniato che
Weinstein l’ha violentata nel corso di una relazione violenta, ha
affermato che anche il suo abuso ha avuto un impatto negativo sulla
sua vita. “Non so come spiegare gli orrori di essere stati
violentati da qualcuno che ha potere – ha aggiunto Mann –
L’impatto sulla psiche è profondo. Lo stupro non è solo un momento…
è per sempre. “
La città
incantata è il capolavoro di Hayao
Miyazaki. Per quanto ci possano essere tanti altri film,
della filmografia del grande maestro giapponese che rientrano trai
nostri preferiti, il film del 2001 è sicuramente il più complesso,
riuscito, compiuto.
Da poche settimane, insieme a molta
altra produzione dello studio Ghibli, La città
incantata è disponibile su Netflix e si conferma uno dei film più visti degli
ultimi giorni, complice anche la clausura necessaria a contrastare
l’imperversare del coronavirus su territorio nazionale
(mondiale!).
Proprio per questo, per apprezzare
ancora di più il film e per carpirne qualche segreto nascosto, ecco
quello che forse non sai su La città
incantata:
La mancanza della
sceneggiatura
Pur avendo una trama ricca di
personaggi sviluppati, La città incantata
non è stato realizzato con una sceneggiatura. In effetti, i film di
Miyazaki non hanno mai avuto sceneggiature. “Non ho la trama
finita e pronta quando iniziamo a lavorare a un film”, ha
detto il regista a Midnight Eye. “Di solito non ho
tempo. Quindi la storia si sviluppa quando inizio a disegnare gli
storyboard. La produzione inizia molto presto, quando gli
storyboard sono ancora in fase di sviluppo.” Miyazaki non sa
dove lo porta il racconto, quando comincia a lavorare a un film, e
lascia che sia la storia ad “accadere” organicamente. “Non sono
io che realizzo il film. Il film si fa da solo e non ho altra
scelta che seguire la storia”.
L’omaggio alla Pixar
Quando Chihiro arriva a
casa di Zeniba, la lanterna che salta è un omaggio alla lampada
simbolo del logo Pixar, con tanto di effetto sonoro.
Lo studio Ghibli e la Pixar
rappresentano due poli di grandissima importanza per quello che
riguarda il cinema d’animazione, due studi che apparentemente si
dedicano in maniera opposta a quest’arte, ma che allo stesso modo
contribuiscono alla sua grandezza e alla bellezza del mondo.
Lo studio della realtà
Per animare al meglio la
scena in cui Chihiro somministra la medicina a forza a Haku nella
sua forma di drago, Hayao Miyazaki ha fatto studiare ai suoi
animatori la bocca di un cane mentre gli veniva dato da mangiare e
un veterinario gli teneva la mascella inferiore.
Tratto da una storia vera
La scena che mostra la
purificazione dello spirito fluviale si basa su un episodio di vita
reale dello stesso Hayao Miyazaki in cui il regista ha partecipato
alla pulizia del fondale di un fiume, rimuovendo, tra le altre
cose, anche una bicicletta.
Doppiaggio da maiali
Per riprodurre la voce
della madre di Chihiro mentre parla a bocca piena, l’attrice Yasuko
Sawaguchi in realtà ha doppiato il dialogo (nella versione
originale in lingua giapponese) mentre mangiava un pezzo di
Kentucky Fried Chicken. L’attrice Lauren Holly ha fatto la stessa
cosa nella versione inglese, mangiando però una mela.
Tagliare la linea!
Nella scena in cui Chihiro
schiaccia con il piede il piccolo verme nero che abitava dentro ad
Haku, Kamaji dice a Chihiro di “Tagliare la linea!”. Tagliare
la linea è una specie di incantesimo porta fortuna
giapponese eseguito facendo il gesto di un taglio attraverso gli
indici collegati di un’altra persona.
Il rito scaramantico viene eseguito
ogni volta che qualcuno viene considerato impuro e stando alle note
di produzione, la doppiatrice di Chihiro, Rumi Hiiragi, all’epoca
una bambina, non aveva familiarità con il rito, visto che si tratta
di un gesto molto antico, caduto in disuso.
Record e Oscar
La città incantata è il primo anime
ad essere nominato per un Oscar e a vincerlo. È anche il film più
lungo di qualsiasi altro nominato o vincente nella categoria
dedicata all’animazione (125 minuti). Ad oggi è l’unico film
straniero, di produzione non anglofona, ad aver vinto per miglior
film d’animazione ed è, infine, l’unico film d’animazione
tradizionale a vincere l’Oscar di categoria, visto che gli altri
vincitori, dal 2001 (anno in cui è stato istituito l’Oscar) a oggi,
sono stato tutti film in CGI.
(L’immagine si riferisce al premio
Oscar alla carriera assegnato a Hayao Miyazaki nel
2015).
Il gioco di parole nel titolo
Il titolo originale del
film è Sen to Chihiro no kamikakushi che
contiene un gioco di parole. L’inizio del titolo “sen to” (che
significa “mille e”), se letto tutto attaccato, “sento”, in
giapponese indica lo stabilimento balneare, location principale in
cui è ambientato il film.
Una scena riciclata
La scena alla fine del
film in cui Chihiro e i suoi genitori stanno camminando attraverso
il tunnel per tornare in macchina è esattamente la stessa scena
dell’inizio del film, solo invertita.
L’enigma dei nomi
I personaggi de
La città incantata riflettono la loro
essenza nei loro nomi. “Bô”, l’enorme figlio di Yubaba, significa
ragazzino o figlio, “Kamaji” significa vecchia caldaia,
“Yubaba” significa strega da bagno e “Zeniba” significa strega da
soldi. Il nome dell’eroina “Chihiro” significa un migliaio di
braccia o ricerche, mentre il suo nome da sguattera “Sen”
significa solo mille.
La città incantata streaming
Il film è disponibile in streaming
su Netflix, insieme a tutto il catalogo Ghibli. La storia narra
l’avventura di Chihiro, una bambina che, dopo aver perso i genitori
in un incidente alquanto inquietante (a tratti disgustoso),
intraprende un’avventura che la porterà a lavorare in uno
stabilimento balneare, a incontrare streghe, draghi, misteriosi
spiriti, fino a ritrovare i suoi genitori.
Come tutti gli altri eventi
collettivi e festivalieri che prevedono assembramenti, anche il
Festival di Cannes 2020 corre il
rischio di una cancellazione, a causa della minaccia del
coronavirus, che sta incalzando anche in Francia, nonostante i
numeri siano ancora contenuti.
In una intervista a Le
Figaro, il presidente Pierre Lescure ha
dichiarato che se l’emergenza legata al nuovo virus non migliorerà
entro aprile, la manifestazione verrà annullata. Secondo le
sue parole, il festival rimane “ragionevolmente ottimistico
nella speranza che il picco epidemico venga raggiunto alla fine di
marzo e che potremo tirare un respiro di sollievo ad
aprile”.
Ha però anche spiegato che si è ben
consci della minaccia e che non sarà certo un problema annullare la
manifestazione per il bene collettivo. Inoltre, ha anche affrontato
la questione legata al rifiuto dell’organizzazione del festival di
un’offerta di copertura assicurativa da parte della Circle Group,
notizia riportata da diversi giornali di settore, come Variety.
“Questa offerta ci è stata fatta
circa 10 giorni fa, ma era totalmente sproporzionata” ha detto
Lescure. “Ci hanno offerto 2 milioni di euro quando il
nostro budget è di 32. Praticamente,
noccioline. La compagnia si stava comportando come un
cacciatore di taglie e così abbiamo declinato la
proposta”.
Se, come in tutto il mondo si spera,
marzo sarà il picco dell’infezione e ad aprile la situazione si
sarà contenuta, il Festival di Cannes 2020 si
svolgerà dal 12 al 23 maggio, con l’annuncio del programma previsto
per il 16 aprile a Parigi.
La Fase 4 del MCU inizierà finalmente quest’anno
con l’arrivo di Black Widow. Tuttavia, a novembre, avremo
finalmente la possibilità di vedere uno dei film più attesi, ma
anche più misteriosi, di questa nuova fase: Gli Eterni.
Il film sarà diretto
da Chloé Zhao e vedrà la partecipazione – tra gli
altri – di
Angelina Jolie,
Kumail Nanjiani e Richard Madden. La storia è quella di un
gruppo di antichi esseri cosmici che vivono tra gli esseri umani da
migliaia di anni. Sulla trama vige ancora il più assoluto mistero,
ma i rumor – come da tradizione – non hanno fatto altro che
susseguirsi nel corso di questi mesi.
Ecco alcune voci su
Gli Eterni che speriamo siano vere e
altre che speriamo siano false:
Maelstrom sarà il villain (speriamo sia vero!)
Al momento non sappiamo ancora con
precisione chi saranno i buoni e chi saranno i cattivi nella storia
che verrà raccontata ne Gli Eterni. Tuttavia, sono in molto a sostenere che
nel film vedremo anche Maelstrom, uo dei cattivi più noti dei
fumetti. È un personaggio disumano che viveva tra i Devianti:
insieme a questi, Maelstrom dovrebbe figurare come principale
minaccia del film e, probabilmente, apparire anche in futuri film
del MCU.
L’ingresso degli X-Men nel MCU (speriamo sia falso!)
L’introduzione degli Eterni sarà
senza dubbio un evento rivoluzionario per il MCU. Si tratta pur
sempre di esseri onnipotenti che si sono nascosti tra gli umani per
anni e che sono finalmente destinati ad emergere e a rivelarsi al
mondo. Data la storia pregressa dei personaggi, sono in molti a
sostenere che il film potrebbe servire ad introdurre anche gli
X-Men nell’Universo Cinematografico Marvel. Ma sarebbe davvero
l’idea più azzeccata quella di introdurre gli iconici mutanti in un
film con dei personaggi altrettanto carismatici e potenti? Siamo
certi di no…
Gli Eterni sono una minaccia? (speriamo sia vero!)
Sapere che
gli
Eterni sono stati sulla Terra per tantissimi anni, fa sorgere
una domanda spontanea: perché non sono intervenuti prima nel MCU?.
Numerose sono state le occasioni perfette che avrebbero permesso a
questi eroi di entrare in azione, come quando
Loki attaccò la Terra o come quando
Thanos spazzò via metà dell’universo. Tuttavia, si vocifera che
tale decisione – ossia quella di non aver mai mostrato gli Eterni
fino ad ora – avrà un ruolo fondamentale nel film. Alcuni rumor
suggeriscono che, in seguito ai danni commessi da Thanos, gli
Eterni sono ormai visti come una minaccia che i
Celestiali decidono di eliminare. Potrebbe essere un modo
sicuramente interessante di collegarli nel più ampio racconto
che è alla base del MCU.
Un giovane Thanos (speriamo sia falso!)
Thanos è collegato agli Eterni nei fumetti e sono in molti a
chiedersi se anche quelle connessioni verranno riproposte anche nel
film. Ciò che sappiamo finora su Thanos non riguarda in alcun modo
gli Eterni, ma dato il lungo arco narrativo che coprirà questo
film, sono in molti a credere che un giovane Thanos possa apparire
nel film. Thanos è uno dei cattivi più interessante del MCU e
sicuramente vale la pena esplorare di più la sua storia pregressa,
ma forse il film sugli Eterni non è propriamente l’occasione
giusta. L’abbiamo appena visto perdere in Avengers: Endgame: che senso avrebbe esplorare le sue
origini adesso? Meglio concentrarsi su nuovi personaggi…
Il ritorno di Ego (speriamo sia vero!)
Nei fumetti, i
Celestiali sono esseri divini responsabili della creazione
degli Eterni allo scopo di proteggere l’umanità dai Devianti. È
stato confermato che i Celestiali appariranno nel film, il che
significa che alcuni volti familiari del MCU potrebbero tornare.
Fino ad ora, l’unico Celestiale che abbiamo incontrato nel MCU è
stato Ego, interpretato da
Kurt Russell in
Guardiani della Galassia Vol. 2. Sarebbe molto divertente
vederlo apparire nel film sugli Eterni, anche solo per un breve
cameo.
La continuity del franchise (speriamo sia falso!)
Può rivelarsi divertente esplorare
il passato dei personaggi del MCU e scoprire così nuovi segreti.
Tuttavia, ci auguriamo che la storia raccontata ne Gli Eterni non venga influenzata troppo dal bisogno di
“rimodellare” storie che già conosciamo. Se alcuni rumor dovessero
essere confermati, molti aspetti del MCU dovrebbero essere
riconnessi attraverso il film di Chloé Zhao.
Molte storie già affrontate in passato potrebbero ritornare, come
gli Asgardiani, le Gemme dell’Infinito e vari eventi legati alla
Terra. Se si inizia nuovamente a pasticciare con ciò che sembra
essere già stabilito, si potrebbero creare nuovi errori nella
continuity del franchise.
Un cameo di Hercules (speriamo sia vero!)
Insieme ad alcuni degli Eterni come
Ikaris e
Sersi che verranno introdotti nel film, ci sono altri
personaggi, non appartenenti agli Eterni, che si uniranno al MCU. È
stato confermato che
Kit Harington interpreterà
Dane Whitman, che nel film diventerà l’eroe
Black Knight. Tuttavia, alcuni sostengono che anche Hercules
potrebbe apparire nel cinecomic. Grazie ai fumetti sappiamo che è
stato uno dei membri chiave dei Vendicatori: questa potrebbe essere
l’occasione perfetta per introdurre un personaggio che, forse,
sarebbe difficile introdurre in altro modo.
La presenza di Namor (speriamo sia falso!)
Data la natura “millenaria” della
storia che verrà raccontata ne
Gli Eterni, ci sono tanti rumor su tanti personaggi che
potrebbero apparire nel film. Sarebbe facile per il film e per
l’Universo Cinematografico introdurre adesso il maggior numero di
eroi possibile, ma forse alcuni è meglio lasciarli fuori per ora.
Namor è un personaggio che da sempre è collegato al film. Un
eroe affascinante che vorremmo assolutamente vedere nel MCU, ma
forse l’ingresso di un personaggio così complesso come il
Sub-Mariner in un film come Gli Eterni potrebbe rivelarsi soltanto una mossa
azzardata.
I segreti del MCU (speriamo sia vero!)
Uno degli aspetti più
interessanti de Gli Eterni è il fatto che, secondo quanto riferito,
il film coprirà un arco narrativo di 7.000 anni. Sarà
sicuramente divertente vedere gli Eterni collocati nella modernità,
ma è chiaro che la storia andrà ad esplorare in profondità il
passato. Molte voci suggeriscono che questo film possa essere molto
importante per il futuro del MCU. Molti segreti collegati al
passato del MCU potrebbero essere svelati e cambiare per sempre il
franchise come lo conosciamo oggi.
Le basi per il futuro del MCU (speriamo sia falso!)
La cosa che rende Gli Eterni un progetto così affascinante è sicuramente
la sua ambiziosità, soprattutto in termini narrativi e di
continuity. Dai personaggi che sono praticamente
sconosciuti all’enorme linea temporale, fino alle nuove emozionanti
storyline, sembra che ci sia davvero molta carne al fuoco
per un unico film. Alcune voci suggeriscono che questo film avrò lo
scopo di dare il via a un nuovo capitolo nel MCU, tanto da essere
stato più volte paragonato al primo Iron Man in termini di importanza per la saga. C’è
sicuramente tanta pressione attorno al progetto: speriamo soltanto
che il film funzioni in quanto tale, e non perché si sia posto
obiettivi forse troppo grandi…
Distintosi per i suoi ruoli
televisivi, l’attore Taylor Kinney è ad oggi
l’affermato protagonista di una serie di successo come Chicago
Fire, ma negli anni ha partecipato anche ad importanti
pellicole cinematografiche. Collaborando con noti attori e registi,
Kinney ha avuto modo di maturare il proprio talento, diventando una
delle star più seguite della televisione. Ecco 10 cose che
non sai di Taylor Kinney.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Taylor Kinney: i suoi film e le
serie TV
10. È tra i protagonisti di
una celebre serie TV. L’attore debutta in televisione nel
2006 partecipando alla serie Fashion House, dove ricopre
il ruolo di Luke Gianni. Successivamente entra a far parte del cast
di Trauma (2009-2010), per poi recitare in serie come
The Vampire Diaries (2010-2011), CSI: NY (2011),
Shameless (2012), Castle (2012), Dating
Rules from My Future Self (2012), e I signori della
fuga (2012). Dal 2012 ricopre invece il ruolo di Kelly
Severide in Chicago
Fire, dove recita accanto all’attore Jesse
Spencer. È apparso nello stesso ruolo anche in
Chicago Med e Chicago P.D., dove ha recitato con
Jason Beghe, Marina
Squerciati e Sophia
Bush.
9. Ha preso parte a noti
film. Poco dopo aver debuttato in televisione, l’attore
sbarca anche sul grande schermo, recitando nei film White
Air (2007), Furnace (2007), e Scorpio Men on
Prozac (2010). Comincia a farsi notare di più nel momento in
cui prende parte a film come Zero Dark
Thirty (2012), con l’attrice JessicaChastain, Tutte contro
lui (2014), con Cameron
Diaz, Rock the Kasbah
(2015), con Bill Murray, Jukai – La foresta dei
suicidi (2016), con Natalie
Dormer, e Qui e ora (2018).
8. Ha ottenuto un importante
riconoscimento. Grazie al suo ruolo in Chicago
Fire l’ttore ha potuto consacrare la propria celebrità.
Ulteriore elemento a riguardo è arrivando nel momento in cui
ottiene una nomination ai People’s Choice Awards nel 2015, vincendo
poi il medesimo premio l’anno seguente, nella categoria di miglior
attore televisivo drammatico.
Taylor Kinney è su Instagram
7. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 856 mila persone. All’interno
di questo l’attore è solito condividere fotografie scattate durante
momenti di svago, ma anche sui set a cui prende parte.
Particolarmente presenti sono anche le immagini promozionali dei
suoi progetti da interprete.
Taylor Kinney e Lady Gaga
6. Ha avuto una relazione
con la nota cantante. Kinney diventa motivo di celebrità
anche nel momento in cui viene rivelata la propria relazione con la
cantante e attrice Lady Gaga, conosciuta nel 2011
durante le riprese del videoclip Yoü and I. I due hanno
proseguito la propria relazione negli anni successivi, destando
molto interesse da parte dei media, e arrivando a fidanzarsi
ufficialmente nel 2015. Tuttavia, nel 2016 annunciano la
separazione.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Taylor Kinney in Yoü and
I
5. Ha recitato nel videoclip
di Lady Gaga. L’attore ha avuto un ruolo particolarmente
rilevante nel videoclip Yoü and I, dove in modo metaforico
dà vita ad un amore tormentato, fatto di passione ma anche di
violenza. A proposito delle scene con l’attore, Gaga ha infatti
affermato che esse enfatizzano il fatto che i rapporti certe volte
non vanno alla grande, ma che è sempre lecito provarci.
Taylor Kinney e la sua nuova
fidanzata
4. Ha una nuova
fiamma. A partire dal 2018 l’attore sembrerebbe impegnato
in una relazione con Alanna DiGiovanni, di professione radiologa.
Non si sa molto sui due, particolarmente impegnati a tenere privata
la loro vita sentimentale, ma in diverse occasioni sono stati
avvistati insieme, condividendo momenti lontano dal lavoro.
Taylor Kinney non è autore di
libri
3. Non ha scritto
romanzi. Numerosi fan si sono chiesti se Kinney fosse
l’autore di romanzi erotici come Maddox. Tuttavia, si
tratta solo di un omonimo, e l’attore non ha nulla a che fare con
la scrittura, tantomeno con questi romanzi in particolare. Divenuto
piuttosto noto il loro autore, tuttavia, ciò ha comprensibilmente
destato l’interesse dei fan.
Taylor Kinney in Chicago Fire
2. È il co-protagonista
della serie. In Chicago Fire, l’attore ricopre il
ruolo di Kelly Severide, comparso in un totale di oltre 180
episodi. Nel corso delle varie stagioni il suo personaggio si
distingue per il suo eroismo, ma anche per la sua sfortunata vita
sentimentale. In breve è diventato tra i personaggi più apprezzati
della serie da parte del pubblico.
Taylor Kinney: età e altezza
1. Taylor Kinney è nato a
Lancaster, in Pennsylvania, Stati Uniti, il 15 luglio
1981. L’attore è alto complessivamente 180 centimetri.
Arriva da
Variety la notizia che la Disney ha ufficialmente trovato gli
interpreti dell’annunciato live action di Peter
Pan, il cui titolo ufficiale
sarà Peter Pan and Wendy.
Come apprendiamo dalla fonte,
l’esordiente Alexander Molony avrà il ruolo
di Peter, mentre l’esordiente Ever Anderson
sarà Wendy. La Anderson è la figlia di Milla
Jovovich e del regista Paul W.S.
Anderson, ed è apparsa brevemente in Resident Evil: The Final Chapter nei panni di una
giovanissima Alice.
Peter Pan and
Wendy sarà diretto da David Lowery,
già regista del live action de
Il Drago Invisibile. Secondo un rumor di circa un mese fa,
la Disney avrebbe offerto a
Joaquin Phoenix (premio Oscar per Joker)
il ruolo di Hook nell’annunciato live action: al momento non
sappiamo se l’attore reciterà davvero nel film.
Trovati i protagonisti del live action di Peter
Pan
Peter Pan and
Wendy potrebbe arrivare al cinema o – come già
accaduto con Lilli e il
Vagabondo – potrebbe essere invece destinato a
Disney+, il servizio di streaming della
multinazionale statunitense che in Italia arriverà a partire dal
prossimo 24 marzo.
Il film d’animazione originale,
prodotto da Walt Disney e basato sull’opera teatrale “Peter e
Wendy” di J. M. Barrie, è il 14°
Classico Disney e venne distribuito nei cinema americani il 5
febbraio 1953.
Maisie Williams ha confermato che in The
New Mutants vedremo una storia d’amore LGBTQ, ma
l’attrice ha promesso che non sarà uno “sterile” espediente
narrativo. Il film di Josh Boone arriverà finalmente nelle sale
americane il prossimo 3 aprile, dopo una travagliatissima
produzione dovuta essenzialmente all’acquisto della Fox da parte
della Disney (come
spiegato di recente dallo stesso regista).
In una recente intervista con
EW, Boone ha
confermato che Wolfsbane (il personaggio della
Williams) e Mirage (il personaggio interpretato da
Blu Hunt) vivranno una “bellissima storia
d’amore”, che servirà da “spina dorsale per il
personaggio”, oltre a servire come “focus” su alcune
delle scelte che verranno prese dallo stesso. Parallelamente, la
Williams ha spiegato che i superpoteri del suo personaggio le
consentiranno di formare un legame tanto mentale quanto emotivo con
Mirage, legame che le avvicinerà ancora di più nel corso del
film:
“Rahne e
Danielle hanno una connessione telepatica nei fumetti. Volevamo
estendere questa cosa anche al film e connetterla con la realtà. Se
davvero potessero capirsi a quel livello, probabilmente finiresti
per innamorarti con quella persona.”
L’attrice però ha anche specificato
quanto segue: “Il film non racconterà di questi due personaggi
che iniziano a prendere coscienza della loro sessualità. Non è
incentrato su questo. Non sentono la necessità di etichettare il
loro amore. Nessun altro lo fa e nessuno mette in discussione il
loro legame.”
The
New Mutants è un thriller con sfumature
horror, originale e ambientato in un ospedale isolato dove un
gruppo di giovani mutanti è rinchiuso per cure psichiatriche.
Quando iniziano ad avere luogo degli strani episodi, le loro nuove
abilità mutanti e la loro amicizia saranno messe alla prova, mentre
cercano di fuggire.
Diretto da Josh
Boone e scritto da Boone e Knate
Lee, il film vede nel cast la presenza
di Maisie
Williams, Anya
Taylor-Joy, Charlie Heaton, Alice Braga, Blu
Hunt e Henry Zaga.
The
New Mutants è prodotto da Simon
Kinberg, Karen
Rosenfelt e Lauren Shuler
Donner, mentre Stan
Lee e Michele Imperato Stabile
sono i produttori esecutivi.
Kumail Nanjiani, star dell’attesissimo
Gli
Eterni, ha rivelato che in precedenza ha
rifiutato una serie di ruoli di supporto in alcuni cinecomic, nella
speranza – un giorno – di poter interpretare un ruolo da
protagonista. La confessione è stata fatta dall’attore in occasione
di una recente intervista con Men’s Health, il
celebre mensile americano dedicato alla salute e al benessere
maschile, che proprio all’attore di origine pakistana ha dedicato
un recente speciale vista la sua
incredibile trasformazione fisica per il film Marvel in arrivo nelle sale a
novembre.
Ne Gli
Eterni,Kumail
Nanjianiinterpreta Kingo, un essere potente ed immortale che
cerca di tenere nascosta la sua identità sulla Terra diventando
un attore di Bollywood. Durante l’intervista,
Nanjianiha rivelato che, fino a qualche
tempo fa, pensare di entrare a far parte di un film del MCU era per
lui un “sogno impossibile”. Una volta che diversi attori
comici – come Chris Pratt e Paul Rudd – sono entrati a far parte della
grande famiglia Marvel, Kumail ha spiegato di aver ben pensato di
mettere in atto una “vera strategia” a proposito dei ruoli
nei film di supereroi: l’attore ha ammesso di aver rifiutato tanti
ruoli di supporto in diversi cinecomic, aspettando l’occasione
giusta di interpretarne uno che sarebbe effettivamente stato il
protagonista (o uno dei protagonisti) di quel determinato
progetto.
Sempre nel corso della medesima
intervista, Nanjiani ha anche rivelato di aver sostenuto un provino
per la serie Marvel Agents
of SHIELD, molti anni prima che entrasse a far
parte del cast di Silicon Valley (la serie HBO che gli ha
regalato grande popolarità).
In occasione dello speciale
che Men’s Health ha
dedicato a Kumail Nanjiani, l’attore è stato anche
protagonista di un bellissimo photoshoot: in una delle immagini del
servizio fotografico – condiviso anche attraverso il suo account
Instagram – giusto
per restare in tema di supereroi, lo vediamo vestire i panni di
Wolverine, l’iconico personaggio dei fumetti
interpretato sul grande schermo per tantissimi anni da Hugh Jackman.
Secondo gli ultimi aggiornamenti, il
cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi
immortali conosciuti dai lettori come Eterni e i mostruosi
Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le
fonti hanno inoltre rivelato a The Hollywood Reporter che un
aspetto della storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un
uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama
muoversi tra gli umani.
La sceneggiatura è stata scritta
da Matthew e Ryan
Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 6
novembre 2020.
Arriva da
The Hollywood Reporter la notizia che, in seguito al grande
successo ottenuto negli Stati Uniti da L’Uomo
Invisibile, la Blumhouse Production di
Jason Blum ha ufficialmente messo in cantiere un
nuovo adattamento cinematografico dedicato al personaggio di
Dracula.
Il nuovo film sarà diretto da
Karyn Kusama, regista statunitense nota per aver
diretto AEon Flux con
Charlize Theron, Jennifer’s Body con
Megan Fox e Destroyer con
Nicole Kidman. Il nuovo film sarà una versione in chiave
“moderna” dell’iconica storia del celebre Conte della letteratura:
proprio come L’Uomo Invisibile, anche il nuovo
Dracula punterà ad un budget moderato.
Matt Manfredi
e Phil Hay, che avevano già lavorato con la
Kusama al sopracitato Destroyer, si occuperanno della
sceneggiatura. La storia sarà ambientata ai giorni nostri. Di
recente la Kusama si è occupata della regia di alcuni episodi della
miniserie HBO
The Outsider, basata sull’omonimo romanzo di
Stephen King.
L’Uomo
Invisibile con Elisabeth
Moss è stato un grande successo al box office
americano. Proprio di recente, il regista
Leigh Whannellaveva espresso il desiderio di
realizzare un reboot in chiave moderna dell’iconico personaggio
partorito dalla mente di Bram Stoker.
Ne L’Uomo
Invisibile (che in Italia è stato rimandato a
causa della chiusura dei cinema in seguito all’emergenza Coronavirus),
Cecilia scappa nel cuore della notte e scompare, vivendo nascosta
con l’aiuto della sorella (Harriet Dyer), un loro amico d’infanzia
(Aldis Hodge) e la sua figlia adolescente (Storm Reid). Ma quando
il violento ex di Cecilia muore lasciandole una ingente fetta della
sua vasta fortuna, lei comincia a sospettare che la sua morte sia
solo una messa in scena. Mentre una serie di misteriose coincidenze
diventano letali minacciando le vite delle persone che ama, la
sanità mentale di Cecilia comincia a vacillare mentre cerca
disperatamente di provare di essere minacciata da qualcuno che
nessuno può vedere.