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Mulan: rinviata l’uscita del nuovo live action Disney

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Mulan: rinviata l’uscita del nuovo live action Disney

Disney ha annunciato ufficialmente che l’uscita di Mulan è stata rinviata a causa delle preoccupazioni generate dalla diffusione del coronavirus. La pandemia globale sta, piano piano, cancellando quasi un intero anno di cinema e, dopo il mercato italiano, anche quello hollywoodiano sta correndo ai ripari.

MGM è stato il primo studio ad annunciare che stavano cambiando la data di uscita dei suoi film a causa dell’infezione, infatti No Time To Die è stato posticipato di sette mesi. Nei giorni seguenti, la Sony ha spostato Peter Rabbit 2 anche diversi mesi fa e anche A Quiet Place 2 è stato posticipato.

Parlando con ScreenRant, un portavoce Disney ha dichiarato: “Crediamo veramente nell’esperienza cinematografica e stiamo cercando nuove date di uscita per il 2020 che saranno annunciate in un secondo momento.”

Liu Yifei (Il Regno ProibitoOnce Upon a Time) interpreta la protagonista del film Disney Mulan, che vede nel cast anche Donnie Yen (Rogue One: A Star Wars Story) nel ruolo del Comandante Tung, Jason Scott Lee (Crouching Tiger, Hidden Dragon: Sword of Destiny) nel ruolo di Böri Khan e Yoson An (Shark – Il Primo Squalo) nel ruolo di Cheng Honghui, con la partecipazione di Gong Li (Memorie di una GeishaLanterne Rosse) nel ruolo di Xianniang e di Jet Li (Shao Lin SiArma Letale 4) nel ruolo dell’Imperatore. La sceneggiatura è firmata da Rick Jaffa & Amanda Silver e da Elizabeth Martin & Lauren Hynek.

Quando l’Imperatore della Cina decreta che un uomo per ogni famiglia dovrà arruolarsi nell’Armata Imperiale per difendere il Paese dall’attacco di invasori provenienti dal Nord, Hua Mulan, la figlia maggiore di un rispettato guerriero, prende il posto del padre malato. Dopo essersi travestita da uomo ed essersi arruolata con il nome di Hua Jun, Mulan verrà messa alla prova in ogni momento del suo cammino e dovrà trovare la propria forza interiore e dimostrare tutto il suo autentico potenziale. Nel corso di questo epico viaggio si trasformerà in una stimata guerriera guadagnandosi il rispetto di una nazione riconoscente e l’orgoglio di un padre.

Fast and Furious 9: rimandata l’uscita per coronavirus

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Fast and Furious 9: rimandata l’uscita per coronavirus

L’uscita di Fast and Furious 9 è stata rinviata di un anno a causa del coronavirus. Universal Studios, la società dietro il franchising con Vin Diesel, ha preso la decisione a causa dell’impatto che il coronavirus in rapida diffusione in tutto il mondo sta avendo sull’economia globale e sul panorama della distribuzione. I cinema restano chiusi in Italia, Corea del Sud e Cina, dove il virus ha colpito più duramente. C’è anche la sensazione crescente che alcuni cinema chiuderanno anche negli Stati Uniti mentre l’epidemia continua a diffondersi. Fast and Furious 9 uscirà ora in tutto il mondo nell’aprile 2021.

Vin Diesel ha dato la notizia ufficiale tramite i suoi canali social: “Sentiamo tutto l’amore e le aspettative che ci sono per il prossimo capitolo della nostra saga. Ecco perché è particolarmente difficile farvi sapere che dobbiamo spostare la data di uscita del film. È diventato chiaro che non sarà possibile per tutti i nostri fan di tutto il mondo vedere il film questo maggio. Mentre sappiamo che c’è delusione nel dover aspettare ancora un po’, questa mossa è fatta perché la sicurezza di tutti è la nostra principale preoccupazione”.

Fast and Furious 9 non è il solo grande film ad aver subito uno slittamento nella data d’uscita, basti pensare a No time to die che è stato posticipato a novembre.

In Fast and Furious 9 reciteranno i veterani del franchise Vin DieselCharlize TheronJohn CenaMichelle RodriguezJordana BrewsterLudacrisTyrese Gibson e Helen Mirren. Nel cast anche Michael Rooker e Cardi B.

La regia sarà firmata da Justin Lin, già regista di numerosi capitoli del franchise, mentre la release del film è stata spostata all’aprile 2021 (inizialmente il film sarebbe dovuto arrivare al cinema nel 2020).

Ricordiamo che il decimo capitolo della saga è già in pre-produzione. Secondo quanto riferito, il capitolo numero 10 della saga concluderà definitivamente la serie principale Fast and Furious, a seguito degli eventi che vedremo nel nono capitolo. Questa informazione ci fa pensare che alla fine del franchise si sia pensato più a un dittico di chiusura che a due film separati.

Fonte: Variety

Anthony Mackie: 10 cose che non sai sull’attore

Anthony Mackie: 10 cose che non sai sull’attore

Divenuto celebre negli ultimi anni per il ruolo di Falcon nel Marvel Cinematic Universe, Anthony Mackie ha provato in più occasioni di essere un attore completo, recitando in progetti ben diversi da quelli in cui si è soliti vederlo. Tra i nomi di punta per il futuro dell’MCU, Mackie vive al momento un periodo d’oro, apprezzato dai fan e dalla critica. Ecco 10 cose che non sai di Anthony Mackie.

Parte delle cose che non sai sull’attore

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Anthony Mackie: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. Particolarmente prolifico come attore, Mackie debutta al cinema nel 2002 con il film 8 Mile, dove recita accanto al rapper Eminem. Negli anni sucessivi partecipa a film di rilievo come The Manchurian Candidate (2004), Million Dollar Baby (2004), Half Nelson (2006), The Hurt Locker (2009), Notorius B.I.G. (2009), Real Steel (2011), La leggenda del cacciatore di vampiri (2012) e Il quinto potere (2013). Ha poi provato la propria versatilità recitando in Codice 999 (2016), Detroit (2017), The Hate U Give (2018), Seberg (2019), The Banker (2020) e La donna alla finestra (2020).

9. È divenuto noto per il ruolo di un supereroe. Nel 2014 ottiene maggior popolarità grazie al ruolo di Falcon nei film Marvel Captain America: The Winter Soldier (2014), con Chris Evans, Avengers: Age Of Ultron (2015), Captain America: Civil War (2016), Avengers: Infinity War (2018) e Avengers: Endgame (2019), dove recita al fianco di attori come Robert Downey Jr., Chris Hemsworth, Scarlett Johansson, Don Cheadle e Paul Rudd.

8. Ha preso parte a prodotti televisivi. Dopo aver recitato nei film televisivi Sucker Free City (2004) e All the Way (2016), si fa notare come protagonista della puntata Striking Vipers, della quinta stagione della serie Black Mirror (2019). È poi il protagonista della seconda stagione di Altered Carbon (2020), mentre prossimamente debutterà sulla piattaforma Disney+ con la serie The Falcon and the Winter Soldier (2020), dove riprenderà il ruolo che lo ha reso celebre.

Anthony Mackie è su Instagram

7. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram, dove possiede un accont in realtà non particolarmente utilizzato. Qui infatti l’attore ha pubblicato soltanto una foto, datata 15 ottobre 2019, raffigurante delle scarpe eleganti. Il profilo è seguito “soltanto” da 96,7 mila followers, ma sembra che l’attore non sia particolarmente attratto dalla piattaforma da utilizzarla con maggior frequenza.

Anthony Mackie: chi è sua moglie

6. Ha sposato la sua storica fidanzata. Nel 2014 l’attore ha sposato Sheletta Chapital, sua compagna di lunga data. I due mantengono la loro vita sentimentale privata, evitando di condividere dettagli personali. Passa infatti quasi inosservata la nascita dei loro figli, tre in tutto, poi annunciati pubblicamente dall’attore. Tuttavia, senza attirare l’attenzione dei media, i due divorziano nel 2018.

Parte delle cose che non sai sull’attore

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Anthony Mackie è Falcon

5. È il ruolo che sognava da sempre. Tra i desideri di Mackie vi era quello di interpretare un supereroe al cinema. L’attore ha dichiarato di aver mandato numerose email agli studi Marvel richiedendo di essere selezionato per una qualsiasi parte. Colpito dalla sua tenacia, il produttore Kevin Feige decise di affidargli il ruolo di Falcon, con il quale sarebbe poi divenuto noto.

 4. Voleva essere un esempio. Oltre al proprio desiderio personale, l’attore ha dichiarato di aver voluto interpretare tale ruolo per dimostrare ai suoi figli e ai bambini di colore che possono esistere supereroi di colore nei quali potersi identificare.

3. Avrebbe preferito un diverso costume. Nonostante si sia sempre ripetuto grato per tale ruolo, l’attore ha dichiarato che se potesse cambiare qualcosa questo sarebbe il costume. Mackie è infatti un fan del look che il personaggio sfoggia nei fumetti, mentre per i film questo è stato reso più moderno e più simile ad un’armatura.

Anthony Mackie e Eminem

2. Ha recitato con il noto rapper. Tra i primi ruoli ricoperti dall’attore vi è quello di Papa Doc in 8 Mile. Questi è il capo del Free World, gruppo di aspiranti rapper contro i quali si pone Jimmy Smith, interpretato da Eminem. I due si sfideranno infine per una battaglia all’ultima rima, dove si stabilirà chi di loro è il miglior rapper. La scene tra i due fu inoltre totalmente improvvisata.

Anthony Mackie: età e altezza

1. Anthony Mackie è nato a New Orleans, in Louisiana, Stati Uniti, il 23 settembre 1978. L’attore è alto complessivamente 178 centimetri.

Fonte: IMDb

Disneyland in California chiude per coronavirus

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Disneyland in California chiude per coronavirus

Disney ha annunciato la temporanea chiusura del suo parco a tema in California – a partire dal 14 marzo fino alla fine del mese – a causa dell’epidemia di coronavirus. La mossa arriva mentre il nuovo virus continua a diffondersi rapidamente in tutti gli Stati Uniti, mentre in Europa è purtroppo già consolidata la sua presenza.

Ieri sera l’epidemia è stata ufficialmente considerata una pandemia, con casi in aumento in tutto il mondo, tanto che anche Tom Hanks e la moglie Rita Wilson sono attualmente in isolamento in un ospedale in Australia, perché positivi al tampone.

Gli hotel del Disneyland Resort rimarranno aperti fino al 16 marzo, pertanto gli ospiti possono effettuare i necessari preparativi per il viaggio di ritorno.

È solo la quarta volta nella storia che Disneyland ad Anaheim, in California, ha sospeso completamente le operazioni. Gli altri casi sono stati gli attacchi dell’11 settembre, la mattina dopo l’assassinio di JFK e il terremoto di Northridge.

Non è chiaro se il Walt Disney World di Orlando, in Florida, rimarrà aperto.

“Sebbene non siano stati segnalati casi di COVID-19 al Disneyland Resort, dopo aver attentamente esaminato le linee guida dell’ordine esecutivo del Governatore della California e nel migliore interesse dei nostri ospiti e dipendenti, stiamo procedendo alla chiusura di Disneyland Park e Disney California Adventure, a partire dalla mattina del 14 marzo fino alla fine del mese – ha dichiarato Disney in una nota – Gli hotel del Disneyland Resort rimarranno aperti fino a lunedì 16 marzo per offrire agli ospiti la possibilità di organizzare i preparativi per i viaggi necessari; Downtown Disney rimarrà aperto. Monitoreremo la situazione attuale e seguiremo i consigli e gli orientamenti dei funzionari federali e statali e delle agenzie sanitarie. La Disney continuerà a pagare i suoi dipendenti durante questo periodo.”

Fonte: Variety

Lucca Comics & Games aderisce alla campagna #IoRestoACasa

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Lucca Comics & Games aderisce alla campagna #IoRestoACasa

Il più importante evento community driven d’Europa anticipa alcuni progetti del 2020 e aderisce alla campagna di sensibilizzazione nazionale mirata a contenere e ridurre il contagio del COVID-19.

A partire dalla prossima settimana il canale Twitch di Lucca Comics & Games riprenderà la sua programmazione e lo farà con tre nuove puntate di RPG Night Live, e tre puntate di Live Drawing, una a settimana per ognuno dei due format, e per offrire intrattenimento a tutti i membri della community e a coloro che vorranno farne parte.
Torneranno quindi a sfidarsi attorno a un tavolo virtuale, ognuno a casa propria, i giocatori che nel 2019 hanno emozionato gli appassionati di gioco di ruolo; mentre per gli amanti del fumetto e delle illustrazioni saranno in streaming nuove sessioni di disegno e racconto. Tanti gli ospiti e gli amici che parteciperanno alle iniziative, comunicate periodicamente sui canali social di Lucca Comics & Games.

#INERDATHOME, quindi io nerdo a casa, quindi #iorestoacasa. Così Lucca Comics & Games abbraccia virtualmente la propria community e invita artisti, ospiti, editori, amici, e fan a raccontare cinque attività nerd con cui occupano il loro tempo durante questo periodo di quarantena; il tutto attraverso i canali social ufficiali del festival, non solo allo scopo di intrattenere ma anche per contribuire allo scambio di idee in modo fattivo e a beneficio di tutti. La più grande community italiana di esperti e appassionati di fumetti, videogiochi, serie TV (…) e attività da sempre considerate tipicamente nerd è invitata in modo ufficiale a condividere le tantissime dritte e suggerimenti frutto di passioni coltivate da anni.

Al via anche l’asta di beneficenza realizzata da Lucca Comics & Games in collaborazione con Associazione Area Performance Onlus e Catawiki. Dal 20 al 31 marzo sul sito areaperformance.com sarà possibile acquistare fino a 60 opere realizzate da alcuni degli artisti del fumetto e del fantasy più conosciuti al mondo. Il ricavato sarà devoluto a favore del Sistema Sanitario Toscano per la lotta al coronavirus. Nello specifico, i fondi raccolti serviranno a potenziare e regolamentare i punti di accesso (c.d. check point) alle strutture ospedaliere tramite l’acquisto e installazione di pannelli che proteggano gli operatori, alleggerendo così la struttura ospedaliera dall’acquisto di mascherine e schermi facciali protettivi, i quali verrebbero destinati solo al personale addetto all’assistenza dei pazienti ricoverati.

Infine, per trascorrere ancora meglio il tempo a casa, esordisce in rete il profilo Spotify di Lucca Comics & Games. Da oggi in poi il canale sarà arricchito di playlist tematiche sempre nuove, dal best of della programmazione del main stage del Baluardo San Donato, alla selezione del vostro artista preferito; dalle migliori colonne sonore dei videogiochi, alla musica perfetta per leggere un fumetto, per avere sempre nelle orecchie il suono di Lucca Comics & Games.

Soul: il trailer del nuovo film Pixar diretto da Pete Docter

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Soul: il trailer del nuovo film Pixar diretto da Pete Docter

Tutti hanno un’anima. Joe Gardner sta per scoprirlo.” Arriverà nelle sale italiane il 16 settembre 2020 il nuovo lungometraggio d’animazione Disney e Pixar Soul. Il film diretto da Pete Docter e prodotto da Dana Murray accompagnerà il pubblico in un viaggio inaspettato dalle strade di New York all’immensità di regni cosmici mai visti prima e nell’immaginario “You Seminar”, un luogo fantastico in cui tutti scoprono la propria personalità e unicità!

Nella versione originale del film, il cast di voci comprende Jamie Foxx, che presta la voce a Joe Gardner, insegnante di musica di scuola media la cui vera passione è suonare il jazz, e Tina Fey che interpreta 22, un’anima ancora in formazione che per uno strano scherzo del destino incontra Joe quando quest’ultimo si ritrova accidentalmente allo “You Seminar”. Insieme, i due cercheranno di trovare un modo per far tornare Joe sulla Terra, scoprendo davvero cosa significhi avere una personalità e un’anima.

Il musicista rinomato in tutto il mondo Jon Batiste scriverà alcune composizioni jazz originali per il film e i vincitori dell’Oscar® Trent Reznor e Atticus Ross (The Social Network) della band Nine Inch Nails scriveranno una colonna sonora originale che oscillerà tra il mondo reale e quello delle anime.

Il trailer di Soul, film Pixar

Alta fedeltà – musica pop e amore, il binomio perfetto per un cult

Alta fedeltà è un film del 2000 diretto da Stephen FrearsRischiose abitudini, The Queen, Philomenatratto dall’omonimo romanzo di Nick Hornby (High Fidelity 1995). Ottenne solo una candidatura ai Golden Globe, ma nel tempo è diventato un cult. La pellicola restituisce una vivida fotografia della generazione a cavallo del nuovo millennio e in particolare di quei giovani per cui la musica è un vero e proprio punto di riferimento esistenziale. Alta fedeltà è quel film in cui tutti gli “snob” della musica pop-rock si riconoscono. Quelli che hanno gusti ben definiti, spesso particolari e guardano gli altri dall’alto in basso, che hanno trascorso lunghe ore in negozi di dischi come quello gestito dal protagonista, che almeno una volta nella vita hanno fatto una compilation per qualcuno. Molti brani non originali tra cui Dry the rain della Beta Band, Lo Boob Oscillator degli Stereolab, Oh! Sweet Nuthin e Who loves the sun dei Velvet Underground e il commento sonoro di Howard Shore. Ma in Alta fedeltà la musica non è solo colonna sonora, è una compagna irrinunciabile, uno stile di vita.

I protagonisti, Rob Gordon (John Cusack), Barry (Jack Black) e Dick (Todd Louiso), passano le loro giornate all’interno del Championship Vinyl, negozio di dischi di Chicago gestito da Rob, che ha anche una travagliata vita sentimentale. Laura  (Iben Hjejle) lo ha lasciato. Intraprende così un viaggio esistenziale a ritroso. Ricontatta le donne che lo hanno abbandonato infliggendogli le delusioni più cocenti – come Charlie Nicolson (Catherine Zeta Johns) – per cercare di capire i motivi di questi abbandoni e magari grazie a questo, riconquistare Laura. Non mancano nuovi incontri, come quello con l’affascinante cantante Marie DeSalle (Lisa Bonet). Ecco il binomio vincente alla base del successo del libro e poi del film Alta fedeltà: amore e musica in una commedia leggera e divertente.

John Cusack e gli altri

John Cusack – Rischiose abitudini, Essere John Malkovich, Serendipity – dimostra tutto il suo talento nell’interpretare, non senza un efficace disincanto, il ragazzo della porta accanto, il classico Peter Pan che però si evolve, fino a fare autocritica e cercare di migliorarsi. Con lui un ottimo cast. Il Barry di Jack Black è il perfetto contraltare di Rob e la sua energia esplosiva dà davvero una marcia in più al film in termini di vivacità, opposta alla schiva timidezza di Dick. Presenti anche Tim Robbins e Bruce Springsteen, che interpreta sé stesso in un cameo. Stepthen Frears li dirige con mano sicura, ma lasciando a ciascuno spazi in cui dare libero sfogo al proprio talento.

La filosofia delle top 5 in Alta fedeltà

Ad ogni momento della vita di Rob è legato un brano, un gruppo e il protagonista ama elaborare in maniera del tutto estemporanea delle top 5 che raggruppano brani secondo i criteri più disparati. Se musica e vita sono la stessa cosa, anche quest’ultima è disseminata di top 5 che riuniscono le cose, le persone, i momenti più significativi. Così le top 5 diventano un fil rouge che percorre tutto il film, quasi una filosofia di vita. Ciascuno può riconoscersi nelle top 5 di Rob e dei suoi amici, o criticarle aspramente e, naturalmente, crearne di proprie e personalissime.

Alta fedeltà secondo John Cusack e Nick Hornby

Il film è un inno al potere evocativo della musica. Essa riesce infatti a riportare in un attimo la mente a un dato luogo e a un dato momento, a catalizzare le energie positive, o a far sprofondare definitivamente nello sconforto. John Cusack ,sceneggiatore assieme a D. V. De Vincentis, Steve Pink e Scott Rosenberg, a proposito ha affermato: “Se ho bisogno di entrare in un determinato stato mentale, so che ci sono canzoni che posso inserire, che sono il carburante che può portarmi dritto dove voglio arrivare. […] La natura autobiografica della musica è qualcosa che nel libro cattura molto e che noi, a nostra volta, abbiamo cercato di catturare”.

Ecco come proprio l’autore del libro, Nick Hornby si è espresso sulla trasposizione del suo romanzo: “Alta fedeltà è un libro che si svolge nella mente di un ragazzo, all’interno di un negozio di dischi. Non lo definirei cinematico”. “Non è stato scritto pensando di farne un film”. E tuttavia, Hornby si è detto in generale soddisfatto dei film tratti dai suoi libri: “Sono sempre soddisfatto, perché accetto che ci debba essere qualcosa di diverso per coinvolgere le persone. Penso che se non ti aspetti che il film sia una fotocopia del libro, allora va bene. Io sono stato fortunato: ho incontrato bravi attori e bravi registi”.

L’incipit di Alta fedeltà

Il monologo iniziale del film sul legame tra musica e sofferenza, pronunciato da uno sconsolato Rob, racchiude lo spirito dell’intera pellicola e ne rivela la chiave disincantata e ironica.

Alta fedeltà compie 20 anni e diventa una serie tv

Ha debuttato il 14 febbraio 2020 negli Usa la serie televisiva in 10 episodi High Fidelity, ispirata proprio al romanzo di Hornby e al film di Stephen Frears. Prodotta da Disney e distribuita dalla piattaforma HULU, la serie ha per protagonista Zoë Kravitz, che raccoglie il testimone della madre Lisa Bonet – Marie DeSalle nel film del 2000. Zoë, nata dall’unione con il cantante Lenny Kravitz, sembra una buona candidata a interpretare l’autentico spirito rock nel ruolo della giovane proprietaria del Championship Vinyl, affiancata dagli amici Cherise (Da’Vine Joy Randolph) e Simon (David Holmes). Protagonista è dunque una donna, che però mantiene il nome di Rob. Chissà se questo prodotto rivolto ai più giovani riuscirà a coinvolgerli come fece il film con i ragazzi della generazione X.

Gli anni amari, recensione del film di Andrea Adriatico

Gli anni amari, recensione del film di Andrea Adriatico

Gli anni amari è il nuovo lungometraggio del regista teatrale e cinematografico Andrea Adriatico. Si concentra su un’epoca abbastanza recente della storia italiana, che pure oggi appare lontana. Gli anni Settanta, il ’77 e i movimenti di contestazione giovanile, la liberazione sessuale, il femminismo, che raccoglievano il testimone del Sessantotto per portare ancora più in là le sue conquiste. È in questo contesto che si può leggere e apprezzare, la figura di Mario Mieli. La prima considerazione che viene da fare, dunque, è convenire con Umberto Pasti, col quale Mieli ebbe un’intensa relazione, che intervistato per il film dal regista ha dichiarato:“Era ora che qualcuno ci raccontasse questa storia”.

L’importanza socio-culturale della figura di Mario Mieli

Una storia che in parte coincide con quella del Fuori! – nome che riprende l’inglese “come out” – prima associazione a promuovere i diritti degli omosessuali in Italia, fondata nel 1971 da Angelo Pezzana. Mario Mieli, interpretato qui dal giovane Nicola Di Benedetto, vi si unisce l’anno successivo, partecipando alla prima manifestazione pubblica di omosessuali in Italia, a Sanremo, per contestare il Congresso internazionale sulle devianze sessuali del Centro Italiano di Sessuologia. Allora, infatti, l’omosessualità era considerata una depravazione, una malattia da curare. Mieli contribuisce alla crescita del movimento anche a livello internazionale, portando la sua esperienza londinese, grazie alla quale è venuto a contatto con movimenti omologhi. Nasce la rivista Fuori! che dà voce al movimento, della cui redazione Mieli fa parte. Poi Mario entrerà in polemica con la scelta di Pezzana di aderire al Partito Radicale, rivendicando  l’identità autonoma del movimento, fino alla rottura col suo fondatore.

L’attività di Mieli, però, non si ferma qui. È scrittore – Elementi di critica omosessuale e poi Il risveglio dei Faraoni. È animatore di un collettivo teatrale che con i suoi spettacoli promuove la liberazione omosessuale.

Gli anni amari e l’uomo Mieli

Il film non è solo la storia di uno dei padri del movimento per i diritti omosessuali. È la storia di un uomo, del suo complicato rapporto con la famiglia, la madre Liderica (Sandra Ceccarelli) e soprattutto il padre Walter (Antonio Catania), con cui a stento comunica. Mario è un eccentrico, un provocatore, un amante delle frasi ad effetto, un ammiratore di Oscar Wilde che ama travestirsi, spogliarsi e dissacrare. È spudorato. Così mette in crisi le granitiche certezze del mondo alto borghese in cui è nato, radicato nel tessuto sociale milanese con il setificio del padre, la cui eredità è stata raccolta dal figlio Giulio (Lorenzo Balducci). Una personalità intellettualmente lucida quanto inquieta e tormentata, come la sua storia d’amore con Umberto Pasti (Tobia De Angelis). Un uomo in bilico tra abissi di solitudine e gioia di vivere, anche a causa di disturbi mentali di cui nel film non si fa mistero. Tutto questo lo porta a togliersi la vita il 12 marzo del 1983 a soli 31 anni.

Nel raccontarci l’uomo, la sceneggiatura di Adriatico, Grazia Verasani e Stefano Casi si concentra molto sul personaggio Mieli, sulle sue eccentricità. Il regista si sofferma sugli abiti, i colori, sul suo essere elegantemente provocatore e sfrontato, trattando il tutto con estrema delicatezza. A passare a volte in secondo piano è ciò che il protagonista prova, che sente, emozioni e sensazioni che potrebbero arrivare allo spettatore, coinvolgerlo e portarlo realmente dentro la storia, mentre resta un po’ distante.

gli anni amariL’interprete principale, Nicola Di Benedetto, classe 1992, insegue e acciuffa la somiglianza nell’estetica e negli atteggiamenti, seppur con una fisicità diversa da quella esile di Mieli, ma manca un po’ di spessore, di profondità nel suo modo di affrontare un’interpretazione senza dubbio ardua, complice la sua giovane età. Dunque, non coinvolge fino in fondo. Solo in pochi momenti e nella parte finale del film traspare un’emozione autentica, vivida, quando le parole, le provocazioni lasciano finalmente il posto al reale tormento dell’anima di Mario, che sta arrivando alla tragica determinazione del suicidio.

Gli anni amari, un’occasione colta solo in parte

Una figura complessa quella di Mieli, con un’esistenza breve, ma che ha segnato un’epoca e contribuito ad importanti conquiste, di cui oggi vediamo i frutti. Possiamo dire che sia stato per l’Italia una sorta di Harvey Milk – l’attivista omosessuale americano che negli anni Settanta a San Francisco si batté in difesa dei diritti dei gay. Ebbene, anche Gli anni amari poteva essere di grande impatto, proprio come Milk, il film di Gus Van Sant in cui Sean Penn veste i panni dell’attivista americano, ma vi riesce solo in parte.

Nonostante ciò, Gli anni amari ha sicuramente il pregio di far conoscere la figura di Mario Mieli e una pagina poco nota della nostra storia, e anche quello di incuriosire, spingendo magari lo spettatore a documentarsi su Mieli e sulla stagione di cui è stato protagonista. Adriatico realizza un film per tutti, che non vuole fare scandalo, ma parlare di libertà e diritti, di una stagione di sogni e di lotte, non solo a favore del mondo LGBT, il cui spirito andrebbe forse riscoperto.

Hunters: 5 motivi per non perdere la serie con Al Pacino

Hunters: 5 motivi per non perdere la serie con Al Pacino

Lo scorso 21 febbraio ha debuttato su Amazon Prime Video la serie Hunters, prodotta da Jordan Peele (Scappa – Get Out, Noi) e interpretata da “gigante” Al Pacino (visto di recente nell’acclamato The Irishman di Martin Scorsese).

Ambientato nella New York del 1977, Hunters racconta di un eterogeneo gruppo di cacciatori di nazisti che ha scoperto come centinaia di ufficiali nazisti di alto rango si nascondano tra le persone comuni, cospirando per creare il quarto Reich negli Stati Uniti. L’eclettico team si avventura in una sanguinosa ricerca per assicurare i nazisti alla giustizia e ostacolare il loro nuovo piano genocida.

Ecco di seguito 5 buoni motivi per non perdere la serie:

I richiami ai film d’exploitation

Hunters prende ovviamente spunto dallo stile dei film d’exploitation e dai b-movie degli anni ’70 (epoca in cui è ambientato anche lo stesso show). L’estetica e i toni della serie sono coerenti e al tempo stesso intrigante. L’elemento kitsch e la presenza di una certa dose di violenza sono scelte stilistiche ponderate tanto quanto la complessità della trama. Se mettiamo per un attimo da parte le implicazioni storiche, concentrandoci esclusivamente sul linguaggio dello show come veicolo espressivo per richiamare eventi passati, la serie potrebbe essere considerata – soltanto per questo motivo – un grandissimo successo.

Il cast

Al Pacino, Logan Lerman, Josh Radnor e Carol Kane compongono il talentuoso cast di Hunters. Naturalmente, il gigante Al Pacino è il vero fiore all’occhiello della serie. Josh Radnor, nei panni di Lonny Flash, si cimenta con un ruolo mai affrontato prima. Carol Kane è capace di infondere allo show la giusta dose di umorismo e di emotività. È davvero un ensemble portentoso: se gli attori sono uno dei motivi che in genere vi spingono a guardare un film o una serie, allora i cacciatori di Hunters meritano necessariamente la vostra attenzione. 

I collegamenti storici

Sebbene Hunters sia essenzialmente una storia di finzione, alcuni eventi e alcuni personaggi presenti nello show hanno davvero avuto luogo o sono davvero esistiti durante la Seconda Guerra. Dalla visita all’ufficio di Simon Wiesenthal alla sua presentazione al direttore della NASA Wernher von Braun e alla sua indagine sulla vera operazione Paperclip, in più di un’occasione Hunters spinge lo spettatore a documentarsi su Google dopo aver assistito a determinate immagini: se una serie riesce a fare questo, allora può davvero definirsi riuscita.

Mindy e Murray

Di tutti i Cacciatori presenti nello show, incluso il Meyer Offerman di Al Pacino, la coppia di personaggi più interessante è quella costituita dalla coppia  Mindy e Murray Markowitz, marito e moglie sopravvissuti all’Olocausto. La loro storia e il loro prezioso contributo al gruppo di Cacciatori vengono delineati in maniera sempre chiara e definita. Due personaggi isterici, segnati dalle ferite di un passato doloroso, ma nonostante tutto amorevoli. Sicuramente, i personaggi più intimamente connessi con la realtà e con la Storia di tutta la serie. 

Capire di cosa si tratta…

Sta allo spettatore decidere, in totale autonomia, se uno spettacolo vale o meno la visione, e l’unico modo per farlo è… beh, guardandolo, ovviamente! Se Hunters non dovessi piacerti, almeno sarai in grado di partecipare attivamente e in virtù di una certa consapevolezza alle tante conversazioni esplose sul web proprio a proposito della serie.

Fonte: ScreenRant

Valeria Bruni Tedeschi: 10 cose che non sai sull’attrice

Valeria Bruni Tedeschi: 10 cose che non sai sull’attrice

Distintasi anche oltre i confini nazionali, Valeria Bruni Tedeschi è ad oggi una delle più affermate interpreti italiane, che negli anni ha compiuto anche il passo dietro la macchina da presa firmando alcune apprezzate pellicole. Celebre anche per i suoi lungometraggi francesi, la Tedeschi si divide con naturalezza tra le due cinematografie, ottenendo continuamente riconoscimenti per le sue interpretazioni. Ecco 10 cose che non sai su Valeria Bruni Tedeschi.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

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Valeria Bruni Tedeschi: i film in cui ha recitato

10. Ha recitato in film italiani e film francesi. L’attrice ottiene una prima notorietà grazie al film Storia di ragazzi e di ragazze (1989), per poi divenire ancor più popolare con i suoi ruoli in La seconda volta (1995) e La parola amore esiste (1998). Negli anni successivi recitare in pellicole di importanti registi come Il colore della menzogna (1998), La balia (1999), La felicità non costa niente (2003), È più facile per un cammello (2003), CinquePerDue – Frammenti di vita amorosa (2004), Tickets (2005), Il tempo che resta (2005), Munich (2005), dove recita accanto all’attore Eric Bana, L’abbuffata (2007), Baciami ancora (2010), di Gabriele Muccino, Padroni di casa (2012), Un castello in Italia (2013), Il capitale umano (2014), con l’attore Fabrizio Bentivoglio, Latin Lover (2015), di Cristina Comencini, La pazza gioia (2016), con l’attrice Micaela Ramazzotti, I villeggianti (2018) e Aspromonte – la terra degli ultimi (2019).

9. Ha scritto e diretto dei lungometraggi. Ad oggi la Tedeschi ha diretto un totale di quattro film, da lei anche sceneggiati. Questi sono È più facile per un cammello, Actrices (2007), Un castello in Italia e I villeggianti. Questi ultimi due presentati rispettivamente al Festival di Cannes e alla Mostra di Venezia, ottenendo ottimi riscontri da parte della critica, che lodato le doti e la sensibilità da regista della Tedeschi.

8. Ha vinto importanti premi. L’attrice vanta un totale di sei nomination ai premi David di Donatello come miglior attrice protagonista. Di queste, la Tedeschi ha riportato ben quattro vittorie, rispettivamente per i film La seconda volta, La parola amore esiste, Il capitale umano e La pazza gioia. Nel 1994 ha invece vinto il Premio César come miglior promessa femminile per il film Le persone normali non hanno niente di eccezionale.

Valeria Bruni Tedeschi e il suo discorso di David di Donatello

7. Ha incantato tutti con il suo discorso. Nel ricevere il David di Donatello per la migliore attrice protagonista per il film La pazza gioia, l’attrice si è lanciata in un lungo discorso divenuto subito iconico. Oltre ad aver ringraziato i suoi colleghi nel film, la Tedeschi ha inoltre ringraziato tra lacrime e risate amici, amiche, amori ed ex-amori, poeti come Leopardi e Ungaretti, i genitori e anche la sua psicanalista.

Valeria Bruni Tedeschi non è su Instagram

6. Non è presente sul social network. L’attrice ha dichiarato di non possedere un account su Instagram, non piacendole sprecare tempo dietro a social network di questo tipo. Sulla piattaforma è tuttavia possibile trovare alcune fan page a lei dedicate, con le sue foto più recenti o gli ultimi aggiornamenti sui suoi progetti.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

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Valeria Bruni Tedeschi ha una sorella famosa

5. Sua sorella è una nota cantante. Come il cognome Bruni può suggerire, l’attrice è la sorella della cantante e modella Carla Bruni, nota negli ultimi anni per aver sposato l’ex presidente francese Nicolas Sarkozy. Il film È più facile per un cammello…, girato dall’attrice e regista, è stato ispirato proprio dalla storia della sorella, che scopre di avere un padre biologico diverso da quello che credeva di avere.

Valeria Bruni Tedeschi e Louis Garrel

4. Ha avuto una relazione con il noto attore.

L’attrice ha avuto per diversi anni una storia d’amore con l’attore francese Louis GarrelQuesti ha anche recitato nei film Actrices e Un castello in Italia, diretti proprio dalla Tedeschi. Insieme i due hanno anche adottato una bambina di origine senegalese. In seguito, si sono separati senza richiamare le attenzioni della stampa.

Valeria Bruni Tedeschi ha due figli adottati

3. Ha adottato due bambini. Oltre alla bambina senegalese adottata insieme all’attore Louis Garrel, nel 2014 l’attrice adotta il suo secondo figlio, un bambino vietnamita. Particolarmente riservata, la Tedeschi evita che i due bambini possano essere esposti all’invasività dei media, conducendo pertanto una vita il più lontano possibile dai riflettori.

Valeria Bruni Tedeschi: qual è il suo ultimo film?

2. È tornata a recitare con un suo amico regista. Nel 2019 l’attrice torna al cinema con il film Aspromonte – la terra degli ultimi, diretto da Mimmo Calopresti. L’attrice aveva già lavorato in più occasioni con il regista, grazie al quale aveva ottenuto i suoi primi successi.

Valeria Bruni Tedeschi: età e altezza

1. Valeria Bruni Tedeschi è nata a Torino, in Italia, il 16 novembre 1964. L’attrice è alta complessivamente 171 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Vittoria Puccini: 10 cose che non sai sull’attrice

Vittoria Puccini: 10 cose che non sai sull’attrice

Divisa tra cinema e televisione, l’attrice Vittoria Puccini è tra le più apprezzate interpreti del panorama italiano. Protagonista di alcuni celebri film, come anche di note serie televisive, la Puccini ha infatti potuto affermare la propria persona presso il grande pubblico, ottenendo apprezzamenti per la sua scelta di progetti innovativi e al di fuori dai soliti schemi. Ecco 10 cose che non sai di Vittoria Puccini.

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Vittoria Puccini: i suoi film e le serie televisive

10. Ha recitato in celebri lungometraggi italiani. Il debutto cinematografico dell’attrice risale al 2000, quando recita nel film Tutto l’amore che c’è, di Sergio Rubini. Successivamente recita nei film Paz! (2002), Operazione Appia Antica (2003) e Ma quando arrivano le ragazze? (2005), che le fa ottenere maggior popolarità. Si consolida prendendo parte ai film Colpo d’occhio (2008), Baciami ancora (2010), di Gabriele Muccino, dove recita accanto agli attori Stefano Accorsi, Pierfrancesco Favino e Claudio Santamaria. Negli anni seguenti è tra i protagonisti di film come La vita facile (2011), Acciaio (2012), Magnifica presenza (2012), Tutta colpa di Freud (2014), con Marco Giallini e Anna Foglietta, Meraviglioso Boccaccio (2015), Tiramisù (2016), The Place (2017), Cosa fai a Capodanno (2018) e 18 regali (2020), dove recita accanto a Benedetta Porcaroli e Edoardo Leo.

9. È nota per i ruoli televisivi. La Puccini si fa scoprire come interprete recitando nel ruolo di protagonista nella miniserie Elisa di Rivombrosa (2003-2004). Con il successo conseguito prende poi parte alle serie Imperium: Nerone (2004), Elisa di Rivombrosa 2 (2005), Le ragazze di San Frediano (2006), Tutta la verità (2009), C’era una volta la città dei matti… (2010), Violetta (2011), Anna Karenina (2013), L’Oriana (2015), romanzo famigliare (2018), Mentre ero via (2019) e Il processo (2019).

8. Ha partecipato al doppiaggio di un film Disney. L’attrice ha partecipato al doppiaggio italiano del film Disney La bella e la bestia (2017), con Emma Watson. Qui ha dato voce alla maga Agata, colei che trasforma il principe protagonista in una bestia per punirlo della sua arroganza.

Vittoria Puccini e Alessandro Preziosi

7. Ha avuto una relazione con l’attore. Il set di Elisa di Rivombrosa non ha significato solo grade popolarità per l’attrice, ma è anche dove conosce l’attore Alessandro Preziosi, che nella miniserie ricopre il ruolo del Conte Fabrizio Ristori di Rivombrosa. I due intraprenderanno una relazione, dalla quale nel 2006 nascerà la prima figlia dell’attrice. Nel 2010 tuttavia annunciano la separazione, indicando come causa la mancata alchimia di coppia.

Vittoria Puccini e Fabrizio Lucci

6. Ha un nuovo compagno. Durante le riprese della miniserie Anna Karenina, l’attrice conosce il direttore della fotografia Fabrizio Lucci, con il quale avrà modo di convididere nuovamente il set per i film Tutta colpa di Freud e The Place. La coppia si è negli anni dimostrata particolarmente legata, e sul profilo Instagram di Lucci vengono spesso pubblicate foto di loro momenti insieme.

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Vittoria Puccini è su Instagram

5. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 109 mila persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie ritraenti momenti quotidiani della sua vita, ma anche di servizi realizzati per riviste di moda. Particolarmente presenti, infine, sono anche le immagini o i video promozionali dei suoi progetti da interprete.

Vittoria Puccini in Elisa di Rivombrosa

4. La serie era la sua ultima possibilità. L’attrice ha dichiarato che per seguire il mondo della recitazione ha rinunciato alla carriera universitaria. I suoi genitori acconsentirono a tale cambiamento, con la promessa che se entro due anni non fosse successo nulla avrebbe ripreso gli studi. Fortunatamente, le venne proposto il ruolo della protagonista nella miniserie, che le permise di ottenere il successo sperato.

3. Ha vinto un importante premio. Per il suo ruolo nella miniserie l’attrice ottiene una nomination ai Telegatti come personaggio femminile dell’anno, in categoria con Maria De Filippi e Simona Ventura. L’attrice infine vinse il premio, e afferma che da quel momento per la sua carriera si sono aperte porte inaspettate.

Vittoria Puccini in Il Processo

2. Le sembrava di essere tornata a casa. Nel girare la miniserie Il processo, l’attrice ha affermato di essersi sentita come a casa in mezzo a tutti quei discorsi sulla legge, avvocati e pubblici ministeri. I suoi genitori sono infatti avvocati, e la stessa Puccini prima di diventare attrice aveva intrapreso gli studi presso la facoltà di Giurisprudenza.

Vittoria Puccini: età e altezza

1. Vittoria Puccini è nata a Firenze, Italia, il 18 novembre 1979. L’attrice è alta complessivamente 171 centimetri.

Fonte: IMDb

Idina Menzel: 10 cose che non sai sull’attrice

Apprezzata interprete di musical teatrali, Idina Menzel si è negli anni distinta anche per le sue partecipazioni ad acclamati film e serie TV. In particolare, è divenuta nota per aver interpretato i brani del film d’animazione Frozen. Con la sua voce ha infatti incantato numerosi spettatori, rimasti affascinati dalla sua grazia. Ecco 10 cose che non sai di Idina Menzel.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

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Idina Menzel: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri film per il cinema. L’attrice inizia ad ottenere i suoi primi ruoli per il grande schermo in film come Kissing Jessica Stein (2001), Rent (2005) e Chiedi alla polvere (2006), dove recita accanto all’attore Colin Farrell. Successivamente si fa notare ulteriormente grazie al ruolo di Nancy Tremaine nel popolare Come d’incanto (2007), film con Amy Adams. Tornerà al cinema solo nel 2019 per recitare nell’acclamato Diamanti grezzi, dove interpreta la moglie dell’attore Adam Sandler.

9. È nota per i ruoli televisivi. Fonte di maggior popolarità per l’attrice sono le serie TV a cui ha partecipato. Dopo la partecipazione ad alcuni episodi di serie come Rescue Me (2004), Kevin Hill (2005) e Private Practice (2009), diventa celebre per il ruolo di Shelby Corcoran in Glee (2010-2013).

8. È un apprezzata doppiatrice. La Menzel è divenuta nota per essere la voce originale del personaggio di Elsa nei film d’animazione Frozen – Il regno di ghiaccio (2013) e Frozen II – Il segreto di Arendelle (2019). Ha poi dato voce al personaggio anche per i cortometraggi Frozen Fever (2015), Frozen – Le avventure di Olaf (2017) e per il film Ralph spacca Internet (2018).

Idina Menzel è su Instagram

7. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 1,1 milioni di persone. All’interno di questo l’attrice condivide in prevalenza immagini e video promozionali dei suoi progetti da interprete, come anche foto tratte dagli eventi di gala a cui ha preso parte. Vi sono però anche alcune foto scattate durante momenti di svago, in compagnia di amici e colleghi.

Idina Menzel: la sua vita privata

6. È sposata. Dopo un matrimonio di dieci anni con l’attore Taye Diggs, conosciuto sul set del film Rent, e con cui ha avuto un figlio nel 2009, l’attrice ha annunciato nel 2015 la frequentazione con l’attore Aaron Lohr, anch’egli conosciuto durante le riprese di Rent. Nel settembre del 2016 rivelano di essere ufficialmente fidanzati, sposandosi esattamente un anno dopo, nel settembre del 2017.

Parte delle cose che non sai sull’attriceù

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Idina Menzel in Frozen

5. Ha eseguito i celebri brani dei due film. Grazie alla sua partecipazione ai due film di Frozen, l’attrice ha potuto mettere ulteriormente in mostra le sue doti canore, eseguendo brani divenuti particolarmente celebri come, For the First Time in Forever, Some Things Never Change, Let It Go e Into the Unknown. Questi ultimi due sono stati inoltre nominati all’Oscar come miglior canzone, con Let It Go che ha poi vinto l’ambito premio.

4. I produttori si ricordavano di lei. Nel 2009 l’attrice si presenta ai casting per il doppiaggio del personaggio di Rapunzel in Rapunzel: L’intreccio della torre. Pur decidendo di non assegnarle la parte, i casting director e i produttori rimasero colpiti dalla performance della Menzel, tenendo in considerazione il suo nome per progetti futuri. Solo alcuni anni dopo l’avrebbero richiamata per Frozen.

Idina Menzel canta Into the Unknown

3. Si è esibita alla cerimonia dei premi Oscar. Nel 2020 l’attrice è stata tra le performer che ha dato vita ad un’esibizione canora durante la cerimonia dei premi Oscar. Qui ha infatti cantato il brano Into the Unknown, presente in Frozen II – Il segreto di Arendelle e candidato come miglior canzone originale. Il brano non ha tuttavia ottenuto la statuetta, andata ad Elton John per (I’m Gonna) Love me Again.

Idina Menzel in Glee

2. Si è ispirata ad una nota attrice per il suo ruolo. Nella serie Glee l’attrice compare nei ruolo di Shelby Corcoran, coach del gruppo Vocal Adrenaline. Per ricoprire il ruolo, l’attrice ha dichiarato di essersi ispirata al personaggio di Diana Christensen, interpretato dall’attrice Faye Dunaway nel film Network (1976). I due ruoli condividono infatti un carattere spregiudicato verso la materia di loro interesse.

Idina Menzel: età e altezza

1. Idina Menzel è nata a Syosset, nello stato di New York, Stati Uniti, il 30 maggio 1971. L’attrice è alta complessivamente 163 centimetri.

Fonte: IMDb

Monica Raymund: 10 cose che non sai sull’attrice

Monica Raymund: 10 cose che non sai sull’attrice

Attrice prevalentemente televisiva, Monica Raymund ha consolidato la propria fama recitato in alcune note serie televisive. Apprezzata tanto dal pubblico quanto dalla critica, l’attrice è attualmente alla ricerca di nuovi ruoli che possano consolidare il periodo di grande attività che sta vivendo. Ecco 10 cose che non sai di Monica Raymund.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

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Monica Raymund: i suoi film e le serie TV

10. È nota per i suoi ruoli televisivi. Dopo aver recitato in un episodio di Law & Order: Unità speciale (2008), l’attrice diventa nota per il ruolo di Ria Torres in Lie to Me (2009-2011), dove recita accanto a Tim Roth. Successivamente viene scelta per dar vita al personaggio di Dana Lodge in The Good Wife (2011-2012), mentre ottiene popolarità recitando nel ruolo di Gabriela Dawson in Chicago Fire (2012-2019), dove recita accanto a Jesse Spencer, Taylor Kinney e Lauren German. Riprende il ruolo anche per le serie Chicago Med (2016), e Chicago P.D. (2014-2018), dove affianca gli attori Jeson Beghe, Marina Squerciati e Sophia Bush.

9. Ha recitato anche per il cinema. Sono solo due ad ora i titoli cinematografici a cui l’attrice ha preso parte. Il suo esordio avviene nel 2012 con il film La frode, dove recita accanto all’attore Richard Gere, interpretando il personaggio di Reina. Il secondo titolo è invece Brahmin Bulls (2013), dramma familiare di produzione britannica.

8. È anche regista e produttrice. Nel corso degli anni la Raymund ha dimostrato di non essere interessata solo alla recitazione. Ha infatti compiuto il passo dietro la macchina da presa per dirigere l’episodio Hell’s Kitchen di Law & Order: Unità speciale (2018), e la puntata Payback della serie FBI (2020). Ha poi ricoperto il ruolo di produttrice esecutiva dei film indie The Submarine Kid (2015) e Locating Silver Lake (2018).

Monica Raymund è su Instagram

7. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 55 persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere curiosità quotidiane e foto scattate in momenti di svago o nei luoghi da lei visati. Non mancano poi anche immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.

Monica Raymund e Jesse Spencer

6. Non ha una relazione con il collega. Nella serie Chicago Fire, il personaggio ricoperto dall’attrice ha una relazione con quello interpretato da Jesse Spencer. Questa coppia è piaciuta così tanto al pubblico, che in molti hanno sperato che tra i due ci fosse qualcosa anche al di fuori del set. Tuttavia, i due attori sembrano essere impegnati in altre relazioni, e non hanno mai dato motivi di credere in una loro relazione.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

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Monica Raymund è fidanzata?

5. È stata sposata. Nel giugno del 2011 l’attrice annuncia il matrimonio con Neil Patrick Stewart, attore e regista teatrale. La loro relazione dura tuttavia poco, e nei primi mesi del 2013 annunciano la separazione, arrivando al divorzio nel 2014. La coppia ha fornito come motivazioni alcune differenze inconciliabili.

4. Ha fatto coming out. Nel dicembre del 2014 l’attrice annuncia pubblicamente tramite il proprio account Twitter di essere bisessuale, e che prima dell’annuncio lo è stata segretamente per oltre dieci anni. Sulla base di questa notizia, nel settembre del 2015 annuncia la sua relazione con Tari Segal.

Monica Raymund in Chicago Fire

3. Ha lasciato la serie. Nel 2018 l’attrice ha confermato che non avrebbe ripreso il suo ruolo nella settima stagione della serie Chicago Fire, motivando la scelta con la volontà di intraprendere nuovi percorsi. Comunicata per tempo la sua decisione, il finale della sesta stagione è stato costruito per permettere al personaggio di uscire di scena.

2. Ha ripreso il ruolo solo per un episodio. Nonostante l’addio alla serie, l’attrice ha acconsentito di ricomparire nel midseason finale dell’ottava stagione. Qui, infatti, il suo personaggio torna a Chicago per raccogliere fondi per l’associazione per cui lavora, e non mancherà di far visita ai suoi vecchi colleghi nella stazione dei vigili del fuoco.

Monica Raymund: età e altezza

1. Monica Raymund è nata a St. Petersburg, in Florida, Stati Uniti, il 26 luglio 1986. L’attrice è alta complessivamente 163 centimetri.

Fonte: IMDb

I Am Not Okay with This: i motivi per cui non dovreste perdere la serie

Sulla scia di Stranger Things, Everything Sucks!, Sex Education e The End of the F***ing World, Netflix propone una nuova serie chiaramente indirizzata ad un pubblico di giovanissimi. Dallo scorso 27 febbraio, infatti, è disponibile sulla piattaforma di streaming I Am Not Okay With This, tratta dalla graphic novel di Charles Forsman.

Se non l’avete ancora iniziata, di seguito vi forniamo una serie di motivi per cui non dovreste perderla, approfittando magari della reclusione forzata – causa Coronavirus – che sta interessando tutta l’Italia in questi giorni particolarmente tristi e difficili:

La graphic novel e il team dietro la serie

I Am Not Okay with This è basata sull’omonima graphic novel di Charles Forsman pubblicato in Italia da 001 Edizioni. Di recente, aveva debuttato sulla piattaforma di streaming un’altra serie tratta da una graphic novel, Locke & Key, con la quale I Am Not Okay with This condivide la scelta di incentrare le proprie storie su un gruppo di giovani “avventurosi” protagonisti.

La serie è inoltre creata da Jonathan Entwistle, già regista della più celebre The End of the F***ing World (anche questa basata su un fumetto), e prodotta dai produttori dell’amatissima Stranger Things

I due giovani protagonisti

I protagonisti di I Am Not Okay with This sono i giovani attori Sophia Lillis e Wyatt Oleff. Entrambi avevano già lavorato insieme: ricorderete infatti che hanno vestito i panni rispettivamente di Beverly Marsh e Stan Uris (nelle versioni adolescenti dei personaggi) in IT e IT – Capitolo Due, gli adattamenti cinematografici del popolare romanzo di Stephen King ad opera di Andy Muschietti.

In I Am Not Okay with This i due attori entrano molto più relazione rispetto ai due film di Muschietti, dimostrando una chimica straordinaria. Anche nella serie, proprio come nell’adattamento di IT, il personaggio interpretato da Oleff si chiama Stanley.

Sydney Novak come Carrie White

Sono numerosi gli omaggi che I Am Not Okay with This rende all’opera “Carrie – Lo sguardo di Satana” di Stephen King, radicato nell’immaginario collettivo grazie all’adattamento cinematografico di Brian De Palma con protagonista Sissy Spacek. La scena in cui Sydney corre per la strada totalmente ricoperta di sangue (immagine presente nei vari materiali promozionali e che ricorre spesso nei vari episodi), non può non riportare alla memoria il capolavoro di De Palma e il personaggio di Carrie White.

Parallelamente, esistono numerose affinità tra il personaggio di Sydney e quello di Carrie, due adolescenti alle prese con la scoperta di “misteriosi poteri” e con la conseguente presa di coscienza di ciò che in realtà sono. Inoltre, nell’episodio finale della serie, la scena ambientata durante il ballo della scuola è un altro palese omaggio alla storia di Carrie che noi tutti conosciamo e amiamo.

Come in un film di John Hughes

Se John Hughes – indimenticabile regista di cult adolescenziali come Sixteen Candles, Breakfast Club e Una pazza giornata di vacanza – fosse ancora vivo, probabilmente avrebbe diretto una serie come I Am Not Okay with This, o forse contribuito alla sua produzione in qualche modo.

Al di là dei personaggi, dei dialoghi e dei torni che compongono l’assetto narrativo dello show (molto affine alle peculiarità che hanno sempre distinto la commedia tipicamente americana di Hughes), l’episodio numero 5 (“Un altro giorno in paradiso”) è a tutti gli effetti un bellissimo e nostalgico omaggio a Breakfast Club, cult diretto dal compianto regista nel 1985, considerato ancora oggi la vetta più alta del cinema adolescenziale statunitense degli anni ’80.

Il numero di episodi e la durata

La prima stagione di I Am Not Okay with This (con finale aperto che lascia presagire un rinnovo per una seconda parte in tempi relativamente brevi) si compone “soltanto” di 7 episodi della durata – più o meno – di 30 minuti ciascuno. In genere, le serie targate Netflix tendono ad avere una durata di circa un’ora (se non di più): in un epoca in cui il beingwatch la fa da padrone, la fruibilità così immediata e veloce di I Am Not Okay with This è decisamente un punto a favore dello show.

Il creatore della serie Jonathan Entwistle ha spiegato di considerare ogni stagione come un vero e proprio lungometraggio, e che a mano a mano ogni nuovo ciclo di episodi andrà a comporre il suo “film in miniatura”. 

Se amate le serie tv tratte da graphic novel…

I Am Not Okay with This non è certamente l’unica serie disponibile su Netflix ad essere tratta da una graphic novel. Se siete degli appassionati di “romanzi a fumetti”, sulla piattaforma di streaming potete trovare anche Daybreak (basata sull’omonima serie a fumetti di Brian Ralph), Locke & Key (basata sull’omonima serie di comic book di Joe Hill), The End of the F***ing World (basata sul fumetto di Charles Forsman, lo stesso autore di I Am Not Okay with This) e Le Terrificanti Avventure di Sabrina (tratta dalla serie a fumetti della Archie Comics con lo stesso nome).

The Batman: Peter Sarsgaard sul suo misterioso personaggio

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The Batman: Peter Sarsgaard sul suo misterioso personaggio

Stando a quanto dichiarato di recente da Peter Sarsgaard, il personaggio che interpreterà in The Batman di Matt Reeves sarà un politico di Gotham senza scrupoli, una persona sgradevole che “adora” mentire.

Per molto tempo si è parlato della possibilità che l’attore avrebbe interpretato Harvey Dent nel film, ma un comunicato ufficiale della Warner Bros. ha poi confermato che Sarsgaard avrebbe vestito i panni di Gil Colson, il Procuratore Distrettuale di Gotham.

Adesso, in una recente apparizione allo show di Stephen Colbert, l’attore ha parlato del suo coinvolgimento nel film e del suo “nuovo personaggio creato appositamente per la storia”: “Sono un procuratore distrettuale… in pratica sono un politico che ha difficoltà a dire la verità.”

Colbert ha poi scherzato sul fatto che anche la moglie di Peter Sarsgaard, l’attrice Maggie Gyllnehaal, ha recitato in un film dedicato a Batman (era infatti Rachel Dawes ne Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan). Colbert ha chiesto ironicamente a Sarsgaard quale personaggio tra Gil e Rachel preferiranno i loro figli, e l’attore ha risposto asserendo che Colson è “una persona piuttosto disgustosa.”

Potete vedere il video dell’intervista di seguito:

LEGGI ANCHE – The Batman: nuovi indizi sulle fonti d’ispirazione

Il cast di The Batman è formato da molti volti noti: insieme a Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno anche Andy Serkis (Alfred), Colin Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon) e Paul Dano (Enigmista). Infine, John Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard, ma c’è ancora mistero sul suo ruolo.

HN Entertainment ha suggerito che le riprese del cinecomic si svolgeranno presso i Leavesden Studios di Londra (gli stessi della saga di Harry Potter ma anche di Batman v Superman: Dawn of JusticeJustice LeagueWonder Woman e del sequel Wonder Woman 1984) mentre l’uscita nelle sale è stata già fissata al 25 giugno 2021.

CORRELATE: 

The Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono le fonti, “Quando alcune persone iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti sospettati“.

Fonte: ScreenRant

The Beatles: Get Back, Disney acquista il documentario di Peter Jackson

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The Walt Disney Studios ha acquisito i diritti per la distribuzione a livello mondiale del documentario dedicato ai Beatles dell’acclamato regista Peter Jackson. Il documentario mostrerà il calore, lo spirito di squadra e l’umorismo durante la realizzazione dell’album della leggendaria band, “Let It Be”, e il loro ultimo concerto dal vivo: l’iconica esibizione sul tetto a Savile Row, Londra. The Beatles: Get Back sarà distribuito da The Walt Disney Studios negli Stati Uniti e in Canada il 4 settembre 2020, seguiranno maggiori dettagli sulla distribuzione a livello globale del film. L’annuncio è stato dato oggi da Robert A. Iger, Executive Chairman, The Walt Disney Company, al meeting annuale degli azionisti.

“Nessuna band ha avuto lo stesso impatto che hanno avuto i Beatles sul mondo, e The Beatles: Get Back è un posto in prima fila sui meccanismi interni di questi geniali creatori in un momento fondamentale della storia della musica, con scene straordinariamente restaurate che sembrano girate ieri” – ha commentato Iger. – “Io stesso sono un grande fan, quindi non potrei essere più felice che Disney possa condividere lo splendido documentario di Peter Jackson con il pubblico mondiale a settembre”.

The Beatles: Get Back, presentato da The Walt Disney Studios in associazione con Apple Corps Ltd. e WingNut Films Productions Ltd., è un’entusiasmante nuova collaborazione tra i Beatles, la band più influente di tutti i tempi, e il regista vincitore di tre Premi Oscar Peter Jackson (la trilogia de Il Signore degli Anelli). Realizzato grazie a oltre 55 ore di filmati inediti, girati da Michael Lindsay-Hogg nel 1969, e 140 ore di registrazioni audio, in gran parte mai ascoltate, delle sessioni di registrazione dell’album “Let It Be”, The Beatles: Get Back è diretto da Jackson e prodotto dallo stesso Jackson, Clare Olssen (They Shall Not Grow Old – Per sempre giovani) e Jonathan Clyde, mentre Ken Kamins e Jeff Jones di Apple Corps sono i produttori esecutivi.

I filmati sono stati straordinariamente restaurati dalla Park Road Post Production di Wellington, Nuova Zelanda, e sono stati montati da Jabez Olssen, che ha collaborato con Jackson per They Shall Not Grow Old – Per sempre giovani del 2018, l’innovativo film che mostra immagini d’archivio della Prima Guerra Mondiale restaurate e colorizzate. Le musiche del film saranno mixate da Giles Martin e Sam Okell presso Abbey Road Studios a Londra. Grazie a questo restauro incontaminato, The Beatles: Get Back darà vita a un’esperienza intensa, felice e immersiva per il pubblico.

Lavorare a questo progetto è stata una gioiosa scoperta” – afferma Peter Jackson. – “Ho avuto il privilegio di essere come una mosca sul muro mentre la più grande band di tutti i tempi lavorava, suonava e creava capolavori. Sono entusiasta che Disney si sia fatta avanti come nostro distributore. Non potrebbe esserci di meglio per far vedere il nostro film al maggior numero di persone possibile”.

Sono davvero felice che Peter si sia immerso nei nostri archivi per realizzare un film che mostri la verità sui Beatles quando registravano insieme” – afferma Paul McCartney. – “Viene trasmessa l’amicizia e l’amore tra di noi e mi ricorda dei bellissimi e folli momenti passati insieme”.

Sono davvero entusiasta per questo film” – afferma Ringo Starr. – “Peter è eccezionale ed è stato veramente fantastico guardare tutti quei filmati. C’erano ore e ore di immagini mentre ridevamo e suonavamo. C’era molta allegria e credo che Peter la trasmetterà. Penso che in questa versione ci sarà molta più pace e amore, rispecchiando come eravamo veramente”.
 
The Beatles: Get Back è stato realizzato anche con il supporto entusiasta di Yoko Ono Lennon e Olivia Harrison. Anche se il film originale Let It Be – Un giorno con i Beatles, diretto da Michael Lindsay-Hogg, e l’album che lo ha accompagnato sono stati girati e registrati nel gennaio del 1969, non sono stati rilasciati fino a maggio del 1970, tre settimane dopo l’ufficiale scioglimento dei Beatles. A quel tempo, la reazione al film da parte del pubblico e della critica è stata fortemente associata a quell’annuncio. Durante i 15 mesi tra le riprese e l’uscita di Let It Be – Un giorno con i Beatles, i Beatles hanno registrato e rilasciato il loro ultimo album in studio “Abbey Road”, uscito a settembre 1969.

Girato in 16mm e riadattato in 35mm, il film di 80 minuti Let It Be – Un giorno con i Beatles è stato realizzato a partire da 3 settimane di riprese, inclusa una versione editata del concerto sul tetto. L’album vincitore del GRAMMY “Let It Be” è stato in vetta alle classifiche negli Stati Uniti e nel Regno Unito.

Il nuovo documentario porta alla luce molto di più delle sessioni di registrazione private della band per “Let It Be” e la loro esibizione integrale di 42 minuti sul tetto degli uffici della Apple a Savile Row, Londra. Anche se non mancano materiali sui lunghi tour dei Beatles durante la loro carriera, The Beatles: Get Back presenta solo significativi filmati della band al lavoro in studio, mostrando John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Ringo Starr mentre creano da zero la loro canzone diventata ora un classico, ridendo, chiacchierando e scherzando con la telecamera.

Tenutosi il 30 gennaio 1969, il concerto a sorpresa dei Beatles sul tetto ha rappresentato la quinta esibizione dal vivo della band in oltre due anni e il loro ultimo concerto insieme dal vivo. I filmati catturano le interazioni tra i membri della band, le reazioni dei fan e dei lavoratori delle aziende vicine, e il comico tentativo di fermare il concerto da parte di due giovani poliziotti londinesi, chiamati per delle lamentele in merito al rumore. Una versione completamente restaurata del film originale Let It Be – Un giorno con i Beatles sarà resa disponibile successivamente.

Spider-Man 3: Jason Momoa è Kraven il Cacciatore in una fan art

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Spider-Man 3: Jason Momoa è Kraven il Cacciatore in una fan art

Una nuova fan art ad opera del celebre Bosslogic ci mostra come sarebbe Jason Momoa – l’amatissimo Aquaman del DCEU – nei panni del villain Kraven il Cacciatore, che potrebbe apparire come antagonista principale dell’Uomo Ragno nell’atteso Spider-Man 3.

Spider-Man: Far From Home si è concluso con la vera identità dell’Uomo Ragno che è stata rivelata al mondo intero: nella scena post-credit, Peter e MJ vedono sullo schermo gigante di un grattacielo J. Jonah Jameson del Daily Bugle che mostra un video registrato e manipolato da Quentin Beck, che incrimina Spider-Man per la morte di Mysterio, rivelando pubblicamente la vera identità del supereroe.

Naturalmente, i fan si chiedono adesso come questa grande rivelazione influenzerà gli eventi che saranno al centro di Spider-Man 3. Inoltre, è da tempo ormai che si vocifera che l’antagonista principale del nuovo capitolo sarà proprio Kraven il Cacciatore.

L’artista Bosslogic ha immaginato come sarebbe Jason Momoa se venisse scelto dai Marvel Studios per interpretare il ruolo. Guardate la fan art e diteci se non pensate anche voi che l’attore statunitense possa essere perfetto…

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Spider-Man 3 vedrà ancora una volta riuniti Tom Holland e il regista Jon Watts, che aveva già diretto Spider-Man: Homecoming del 2017 e Spider-Man: Far From Home dello scorso anno. Le riprese del film dovrebbero partire quest’estate.

Tom Holland si è unito al MCU nei panni di Peter Parker nel 2016: da allora, è diventato un supereroe chiave all’interno del franchise. Non solo è apparso in ben tre film dedicati ai Vendicatori della Marvel, ma anche in due standalone: Spider-Man: Homecoming e Spider-Man: Far From Home . La scorsa estate, un nuovo accordo siglato tra Marvel e Sony ha permesso al personaggio dell’Uomo Ragno di restare nel MCU per ancora un altro film a lui dedicato – l’annunciato Spider-Man 3 – e per un altro film in cui lo ritroveremo al fianco degli altri eroi del MCU.

The New Mutants 2: Antonio Banderas doveva essere il villain

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The New Mutants 2: Antonio Banderas doveva essere il villain

Josh Boone, regista dell’attesissimo The New Mutants, ha rivelato che Antonio Banderas avrebbe dovuto interpretare il villain principale nel sequel del cinecomic in arrivo nelle sale americane il prossimo 3 aprile. Il regista e il co-sceneggiatore del film Knate Lee avevano già pensato ad un possibile sequel della pellicola, ma la travagliatissima produzione del film – con l’acquisizione della Fox da parte della Disney nel mezzo – ha ovviamente stravolto tutti i piani.

In una recente intervista con EW, Boone ha spiegato che Antonio Banderas avrebbe dovuto interpretare Emmanuel da Costa, il padre del personaggio di Roberto da Costa/Sunspot, interpretato nel film da Henry Zaga, nonché spietato uomo d’affari che ha legami con il Club Infernale.

L’attore avrebbe dovuto fare il suo esordio nella scena post-credit del film, che poi non è stata mai girata: “Il fatto che non l’abbiamo più girata è stato intenzionale”, ha spiegato Boone. “Adesso la Marvel detiene i diritti sugli X-Men e farà le sue cose. Quindi, non c’era motivo di girare quella scena.

Ricordiamo, a proposito di Antonio Banderas, che di recente l’attore è stato ufficializzato come membro del cast di Uncharted, l’adattamento targato Sony dell’omonimo videogioco che avrà come protagonisti Tom Holland e Mark Wahlberg.

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The New Mutants è un thriller con sfumature horror, originale e ambientato in un ospedale isolato dove un gruppo di giovani mutanti è rinchiuso per cure psichiatriche. Quando iniziano ad avere luogo degli strani episodi, le loro nuove abilità mutanti e la loro amicizia saranno messe alla prova, mentre cercano di fuggire.

CORRELATE:

Diretto da Josh Boone e scritto da Boone e Knate Lee, il film vede nel cast la presenza di Maisie WilliamsAnya Taylor-Joy, Charlie Heaton, Alice Braga, Blu Hunt Henry Zaga.

ll film è prodotto da Simon KinbergKaren Rosenfelt Lauren Shuler Donner, mentre Stan Lee Michele Imperato Stabile sono i produttori esecutivi.

The Batman: nuovi indizi sulle fonti d’ispirazione

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The Batman: nuovi indizi sulle fonti d’ispirazione

Jeffrey Wright, l’attore che interpreta Jim Gordon nell’atteso The Batman, ha condiviso via Instagram una foto in cui si prepara a “studiare” la miniserie “Batman: Il Lungo Halloween“, anticipando forse che il cinecomic di Matt Reeves prenderà ispirazione proprio dal fumetto di Jeph Loeb e Tim Sale.

Ad oggi non sappiamo ancora da quali fumetti prenderà realmente ispirazione la storia pensata da Reeves: “Batman: Il Lungo Halloween” – da tempo associato alla possibile trama del film – potrebbe essere soltanto una delle tante fonti d’ispirazione, dal momento che in passato lo stesso regista sembrava avesse confermato che anche “Batman: Anno Uno“, la miniserie a fumetti che narra le origini dell’Uomo Pipistrello, scritta da Frank Miller e disegnata da David Mazzucchelli, servirà come base per la storia.

Nel post condiviso da Wright, è possibile vedere la cover del celebre fumetto, accompagnata dalla didascalia: “Un altro, per cultura”. Non è la prima volta che l’attore condivide sul suo profilo la cover di uno dei fumetti dedicati all’Uomo Pipistrello: in passato, infatti, aveva condiviso anche la cover di “Batman: The Golden Age“, accompagnata dalla didascalia: “Dietro le quinte, si legge per cultura. Alle origni…”.

Potete vedere entrambi i post di seguito:

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Il cast di The Batman è formato da molti volti noti: insieme a Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno anche Andy Serkis (Alfred), Colin Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon) e Paul Dano (Enigmista). Infine, John Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard, ma c’è ancora mistero sul suo ruolo.

HN Entertainment ha suggerito che le riprese del cinecomic si svolgeranno presso i Leavesden Studios di Londra (gli stessi della saga di Harry Potter ma anche di Batman v Superman: Dawn of JusticeJustice LeagueWonder Woman e del sequel Wonder Woman 1984) mentre l’uscita nelle sale è stata già fissata al 25 giugno 2021.

CORRELATE: 

The Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono le fonti, “Quando alcune persone iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti sospettati“.

Fonte: ScreenRant

Coronavirus: Tom Hanks e Rita Wilson trovati positivi al COVID-19

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Dopo il primo calciatore di Serie A, Daniele Rugani, e gli scrittori Luis Sepulveda e Carmen Yáñez, il coronavirus si palesa anche nelle star di Hollywood. Il primo colpito è Tom Hanks, che insieme alla moglie Rita Wilson, è attualmente in isolamento in un ospedale australiano.

La celebre coppia è risultata positiva al COVID-19 mentre era in Australia per l’inizio delle riprese del film biografico su Elvis. Al momento non si hanno maggior dettagli sulle loro condizioni, ma le autorità australiane hanno stabilito che i due si sono ammalati negli Stati Uniti e poi hanno viaggiato dall’altra parte del mondo.

A dare l’annuncio ufficiale è stato lo stesso Tom Hanks, che lo ha scritto su Instagram:

“Salve gente. Rita e io siamo giù in Australia. Ci sentiamo un po’ stanchi, come se avessi il raffreddore, e dolori al corpo. Rita ha i brividi che vanno e vengono. Un po’ di febbre. Per dirla chiaramente, cosa di cui il mondo ha bisogno ora, ci siamo sottoposti al test del coronavirus e siamo stati trovati positivi. 

Dunque, ora. Cosa fare? Gli ufficiali medici hanno un protocollo che va seguito. Noi Hank dobbiamo essere testati, osservati, e isolati per quanto tempo sarà opportuno secondo la salute pubblica. Non c’è molto da fare che agire giorno per giorno, giusto? 

Terremo il mondo aggiornato.

Prendetevi cura di voi stessi.

Gli Hank.”

A Quiet Place 3: John Krasinski ha già delle idee

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A Quiet Place 3: John Krasinski ha già delle idee

A Quiet Place 2 arriverà nelle sale americane il prossimo 20 marzo, mentre in Italia uscirà “soltanto” il 16 aprile. Eppure, nonostante il film non sia ancora arrivato al cinema, John Krasinski ha rivelato di avere già alcune idee per un ipotetico terzo capitolo. A rivelarlo è stato lo stesso regista e sceneggiatore in una recente intervista con Collider.

Krasinski ha spiegato di aver avuto delle idee per un terzo film già durante la lavorazione di A Quiet Place 2: “È interessante. Quando ho girato il primo film non avevo mai pensato ad un prosieguo. Invece, quando ho girato il secondo film, mi sono fatto una serie di domande su un possibile terzo capitolo”, ha dichiarato l’attore.

John Krasinski ha poi dichiarato di aver preso nota di tutte queste idee nate durante la lavorazione di A Quiet Place 2, nel caso un terzo episodio gli venisse ufficialmente commissionato. L’attore ha anche rivelato di considerare una trilogia come la naturale progressione della storia alla base dell’universo che ha creato: secondo Krasinski, un terzo film potrebbe essere la naturale conclusione del franchise.

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A Quiet Place 2 arriverà nelle sale americane il 20 marzo 2020. In Italia uscirà invece il 16 aprile. Le vicende del primo capitolo seguivano il viaggio di una famiglia costretta a vivere nel silenzio per non cadere vittima di misteriose creature che vengono attirate dai suoni. Consapevoli che ogni minimo sussurro, ogni minimo passo, significa la morte, Evelyn (Emily Blunt) e Lee (John Krasinski) sono determinate a trovare un modo per proteggere i loro figli mentre tentano disperatamente di contrattaccare.

John Krasinski ha spiegato che il sequel affronterà le stesse tematiche del suo predecessore: “Amo l’idea del primo film, in cui il mio personaggio e quello di Emily combattono contro il desiderio di sopravvivere e la voglia di vivere. Tutto quello che il mio personaggio voleva era sopravvivere. Il suo personaggio invece diceva: ‘Non è abbastanza. Dobbiamo vivere. Dobbiamo permettere a questi ragazzi di vivere come esseri umani’. Dopo la mia morte, ho amato vedere Emily combattere con tutto questo, con l’idea che la sopravvivenza sia forse l’unico modo per affrontare le cose. Forse quella voglia di vivere era davvero troppo pericolosa…”

Harvey Weinstein condannato a 23 anni di prigione

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Harvey Weinstein condannato a 23 anni di prigione

Harvey Weinstein è stato condannato a 23 anni di prigione nello stato di New York, essendo stato ritenuto colpevole delle accuse di aggressione sessuale e stupro di terzo grado. Sarà formalmente registrato come molestatore sessuale. Si tratta del momento culminante della rovinosa caduta dell’uomo che per decenni è stato tra le più influenti a Hollywood.

Prima che la sentenza fosse letta, Weinstein si era rivolto a un’aula di tribunale di Manhattan gremita di persone, dichiarando di essere attanagliato da un “profondo rimorso”. In un discorso sconclusionato, ha anche respinto il movimento #MeToo, sottintendendo che si è spinto troppo oltre, accostando alle sue accuse il suo impegno nella beneficenza.

“Sono totalmente confuso – ha detto – Penso che gli uomini siano confusi in merito a tutto questo… questo sentimento di migliaia di uomini e donne che stanno perdendo il giusto processo, sono preoccupato per questo paese (…) Questa non è la giusta atmosfera negli Stati Uniti d’America”, ha aggiunto Weinstein.

Weinstein ha affermato di avere “amicizie serie” con le due principali accusatrici nel caso, Miriam Haley e Jessica Mann. Entrambe le donne hanno rilasciato delle dichiarazioni prima che il giudice Burke emettesse la sentenza.

Haley, che afferma di essere stata aggredita sessualmente da Weinstein nel suo appartamento nel 2006, ha detto al giudice che è stata lasciata emotivamente danneggiata dall’incidente. “Mi ha spaventato profondamente, mentalmente ed emotivamente – ha aggiunto – Ciò non solo mi ha spogliato della mia dignità di essere umano e di donna, ma ha schiacciato la mia fiducia.”

Mann, che ha testimoniato che Weinstein l’ha violentata nel corso di una relazione violenta, ha affermato che anche il suo abuso ha avuto un impatto negativo sulla sua vita. “Non so come spiegare gli orrori di essere stati violentati da qualcuno che ha potere – ha aggiunto Mann – L’impatto sulla psiche è profondo. Lo stupro non è solo un momento… è per sempre. “

Fonte: Variety

La città incantata: quello che forse non sai sul film di Hayao Miyazaki

La città incantata è il capolavoro di Hayao Miyazaki. Per quanto ci possano essere tanti altri film, della filmografia del grande maestro giapponese che rientrano trai nostri preferiti, il film del 2001 è sicuramente il più complesso, riuscito, compiuto.

Da poche settimane, insieme a molta altra produzione dello studio Ghibli, La città incantata è disponibile su Netflix e si conferma uno dei film più visti degli ultimi giorni, complice anche la clausura necessaria a contrastare l’imperversare del coronavirus su territorio nazionale (mondiale!).

Proprio per questo, per apprezzare ancora di più il film e per carpirne qualche segreto nascosto, ecco quello che forse non sai su La città incantata:

La mancanza della sceneggiatura

Pur avendo una trama ricca di personaggi sviluppati, La città incantata non è stato realizzato con una sceneggiatura. In effetti, i film di Miyazaki non hanno mai avuto sceneggiature. “Non ho la trama finita e pronta quando iniziamo a lavorare a un film”, ha detto il regista a Midnight Eye. “Di solito non ho tempo. Quindi la storia si sviluppa quando inizio a disegnare gli storyboard. La produzione inizia molto presto, quando gli storyboard sono ancora in fase di sviluppo.” Miyazaki non sa dove lo porta il racconto, quando comincia a lavorare a un film, e lascia che sia la storia ad “accadere” organicamente. “Non sono io che realizzo il film. Il film si fa da solo e non ho altra scelta che seguire la storia”.

L’omaggio alla Pixar

Quando Chihiro arriva a casa di Zeniba, la lanterna che salta è un omaggio alla lampada simbolo del logo Pixar, con tanto di effetto sonoro.

Lo studio Ghibli e la Pixar rappresentano due poli di grandissima importanza per quello che riguarda il cinema d’animazione, due studi che apparentemente si dedicano in maniera opposta a quest’arte, ma che allo stesso modo contribuiscono alla sua grandezza e alla bellezza del mondo.

Lo studio della realtà

la città incantataPer animare al meglio la scena in cui Chihiro somministra la medicina a forza a Haku nella sua forma di drago, Hayao Miyazaki ha fatto studiare ai suoi animatori la bocca di un cane mentre gli veniva dato da mangiare e un veterinario gli teneva la mascella inferiore.

Tratto da una storia vera

La scena che mostra la purificazione dello spirito fluviale si basa su un episodio di vita reale dello stesso Hayao Miyazaki in cui il regista ha partecipato alla pulizia del fondale di un fiume, rimuovendo, tra le altre cose, anche una bicicletta.

Doppiaggio da maiali

Per riprodurre la voce della madre di Chihiro mentre parla a bocca piena, l’attrice Yasuko Sawaguchi in realtà ha doppiato il dialogo (nella versione originale in lingua giapponese) mentre mangiava un pezzo di Kentucky Fried Chicken. L’attrice Lauren Holly ha fatto la stessa cosa nella versione inglese, mangiando però una mela.

Tagliare la linea!

Nella scena in cui Chihiro schiaccia con il piede il piccolo verme nero che abitava dentro ad Haku, Kamaji dice a Chihiro di “Tagliare la linea!”. Tagliare la linea è una specie di  incantesimo porta fortuna giapponese eseguito facendo il gesto di un taglio attraverso gli indici collegati di un’altra persona.

Il rito scaramantico viene eseguito ogni volta che qualcuno viene considerato impuro e stando alle note di produzione, la doppiatrice di Chihiro, Rumi Hiiragi, all’epoca una bambina, non aveva familiarità con il rito, visto che si tratta di un gesto molto antico, caduto in disuso.

Record e Oscar

La città incantata è il primo anime ad essere nominato per un Oscar e a vincerlo. È anche il film più lungo di qualsiasi altro nominato o vincente nella categoria dedicata all’animazione (125 minuti). Ad oggi è l’unico film straniero, di produzione non anglofona, ad aver vinto per miglior film d’animazione ed è, infine, l’unico film d’animazione tradizionale a vincere l’Oscar di categoria, visto che gli altri vincitori, dal 2001 (anno in cui è stato istituito l’Oscar) a oggi, sono stato tutti film in CGI.

(L’immagine si riferisce al premio Oscar alla carriera assegnato a Hayao Miyazaki nel 2015).

Il gioco di parole nel titolo

Il titolo originale del film è Sen to Chihiro no kamikakushi che contiene un gioco di parole. L’inizio del titolo “sen to” (che significa “mille e”), se letto tutto attaccato, “sento”, in giapponese indica lo stabilimento balneare, location principale in cui è ambientato il film.

Una scena riciclata

La scena alla fine del film in cui Chihiro e i suoi genitori stanno camminando attraverso il tunnel per tornare in macchina è esattamente la stessa scena dell’inizio del film, solo invertita.

L’enigma dei nomi

I personaggi de La città incantata riflettono la loro essenza nei loro nomi. “Bô”, l’enorme figlio di Yubaba, significa ragazzino o figlio, “Kamaji” significa vecchia caldaia, “Yubaba” significa strega da bagno e “Zeniba” significa strega da soldi. Il nome dell’eroina “Chihiro” significa un migliaio di braccia o ricerche, mentre il suo nome da sguattera “Sen” significa solo mille.

La città incantata streaming

Il film è disponibile in streaming su Netflix, insieme a tutto il catalogo Ghibli. La storia narra l’avventura di Chihiro, una bambina che, dopo aver perso i genitori in un incidente alquanto inquietante (a tratti disgustoso), intraprende un’avventura che la porterà a lavorare in uno stabilimento balneare, a incontrare streghe, draghi, misteriosi spiriti, fino a ritrovare i suoi genitori.

Cannes 2020 a rischio cancellazione, le dichiarazioni del presidente Lescure

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Come tutti gli altri eventi collettivi e festivalieri che prevedono assembramenti, anche il Festival di Cannes 2020 corre il rischio di una cancellazione, a causa della minaccia del coronavirus, che sta incalzando anche in Francia, nonostante i numeri siano ancora contenuti.

In una intervista a Le Figaro, il presidente Pierre Lescure ha dichiarato che se l’emergenza legata al nuovo virus non migliorerà entro aprile, la manifestazione verrà annullata. Secondo le sue parole, il festival rimane “ragionevolmente ottimistico nella speranza che il picco epidemico venga raggiunto alla fine di marzo e che potremo tirare un respiro di sollievo ad aprile”.

Ha però anche spiegato che si è ben consci della minaccia e che non sarà certo un problema annullare la manifestazione per il bene collettivo. Inoltre, ha anche affrontato la questione legata al rifiuto dell’organizzazione del festival di un’offerta di copertura assicurativa da parte della Circle Group, notizia riportata da diversi giornali di settore, come Variety.

Questa offerta ci è stata fatta circa 10 giorni fa, ma era totalmente sproporzionata” ha detto Lescure. “Ci hanno offerto 2 milioni di euro quando il nostro budget è di 32. Praticamente, nocciolineLa compagnia si stava comportando come un cacciatore di taglie e così abbiamo declinato la proposta”.

Se, come in tutto il mondo si spera, marzo sarà il picco dell’infezione e ad aprile la situazione si sarà contenuta, il Festival di Cannes 2020 si svolgerà dal 12 al 23 maggio, con l’annuncio del programma previsto per il 16 aprile a Parigi.

Gli Eterni: paure e speranze sul film Marvel

Gli Eterni: paure e speranze sul film Marvel

La Fase 4 del MCU inizierà finalmente quest’anno con l’arrivo di Black Widow. Tuttavia, a novembre, avremo finalmente la possibilità di vedere uno dei film più attesi, ma anche più misteriosi, di questa nuova fase: Gli Eterni.

Il film sarà diretto da Chloé Zhao e vedrà la partecipazione – tra gli altri – di Angelina Jolie, Kumail Nanjiani e Richard Madden. La storia è quella di un gruppo di antichi esseri cosmici che vivono tra gli esseri umani da migliaia di anni. Sulla trama vige ancora il più assoluto mistero, ma i rumor – come da tradizione – non hanno fatto altro che susseguirsi nel corso di questi mesi.

Ecco alcune voci su Gli Eterni che speriamo siano vere e altre che speriamo siano false: 

Maelstrom sarà il villain (speriamo sia vero!)

Al momento non sappiamo ancora con precisione chi saranno i buoni e chi saranno i cattivi nella storia che verrà raccontata ne Gli Eterni. Tuttavia, sono in molto a sostenere che nel film vedremo anche Maelstrom, uo dei cattivi più noti dei fumetti. È un personaggio disumano che viveva tra i Devianti: insieme a questi, Maelstrom dovrebbe figurare come principale minaccia del film e, probabilmente, apparire anche in futuri film del MCU.

L’ingresso degli X-Men nel MCU (speriamo sia falso!)

L’introduzione degli Eterni sarà senza dubbio un evento rivoluzionario per il MCU. Si tratta pur sempre di esseri onnipotenti che si sono nascosti tra gli umani per anni e che sono finalmente destinati ad emergere e a rivelarsi al mondo. Data la storia pregressa dei personaggi, sono in molti a sostenere che il film potrebbe servire ad introdurre anche gli X-Men nell’Universo Cinematografico Marvel. Ma sarebbe davvero l’idea più azzeccata quella di introdurre gli iconici mutanti in un film con dei personaggi altrettanto carismatici e potenti? Siamo certi di no…

Gli Eterni sono una minaccia? (speriamo sia vero!)

Sapere che gli Eterni sono stati sulla Terra per tantissimi anni, fa sorgere una domanda spontanea: perché non sono intervenuti prima nel MCU?. Numerose sono state le occasioni perfette che avrebbero permesso a questi eroi di entrare in azione, come quando Loki attaccò la Terra o come quando Thanos spazzò via metà dell’universo. Tuttavia, si vocifera che tale decisione – ossia quella di non aver mai mostrato gli Eterni fino ad ora – avrà un ruolo fondamentale nel film. Alcuni rumor suggeriscono che, in seguito ai danni commessi da Thanos, gli Eterni sono ormai visti come una minaccia che i Celestiali decidono di eliminare. Potrebbe essere un modo sicuramente interessante di collegarli nel più ampio  racconto che è alla base del MCU. 

Un giovane Thanos (speriamo sia falso!)

Thanos è collegato agli Eterni nei fumetti e sono in molti a chiedersi se anche quelle connessioni verranno riproposte anche nel film. Ciò che sappiamo finora su Thanos non riguarda in alcun modo gli Eterni, ma dato il lungo arco narrativo che coprirà questo film, sono in molti a credere che un giovane Thanos possa apparire nel film. Thanos è uno dei cattivi più interessante del MCU e sicuramente vale la pena esplorare di più la sua storia pregressa, ma forse il film sugli Eterni non è propriamente l’occasione giusta. L’abbiamo appena visto perdere in Avengers: Endgame: che senso avrebbe esplorare le sue origini adesso? Meglio concentrarsi su nuovi personaggi…

Il ritorno di Ego (speriamo sia vero!)

Nei fumetti, i Celestiali sono esseri divini responsabili della creazione degli Eterni allo scopo di proteggere l’umanità dai Devianti. È stato confermato che i Celestiali appariranno nel film, il che significa che alcuni volti familiari del MCU potrebbero tornare. Fino ad ora, l’unico Celestiale che abbiamo incontrato nel MCU è stato Ego, interpretato da Kurt Russell in Guardiani della Galassia Vol. 2. Sarebbe molto divertente vederlo apparire nel film sugli Eterni, anche solo per un breve cameo.

La continuity del franchise (speriamo sia falso!)

Può rivelarsi divertente esplorare il passato dei personaggi del MCU e scoprire così nuovi segreti. Tuttavia, ci auguriamo che la storia raccontata ne Gli Eterni non venga influenzata troppo dal bisogno di “rimodellare” storie che già conosciamo. Se alcuni rumor dovessero essere confermati, molti aspetti del MCU dovrebbero essere riconnessi attraverso il film di Chloé Zhao. Molte storie già affrontate in passato potrebbero ritornare, come gli Asgardiani, le Gemme dell’Infinito e vari eventi legati alla Terra. Se si inizia nuovamente a pasticciare con ciò che sembra essere già stabilito, si potrebbero creare nuovi errori nella continuity del franchise.

Un cameo di Hercules (speriamo sia vero!)

Insieme ad alcuni degli Eterni come Ikaris e Sersi che verranno introdotti nel film, ci sono altri personaggi, non appartenenti agli Eterni, che si uniranno al MCU. È stato confermato che Kit Harington interpreterà Dane Whitman, che nel film diventerà l’eroe Black Knight. Tuttavia, alcuni sostengono che anche Hercules potrebbe apparire nel cinecomic. Grazie ai fumetti sappiamo che è stato uno dei membri chiave dei Vendicatori: questa potrebbe essere l’occasione perfetta per introdurre un personaggio che, forse, sarebbe difficile introdurre in altro modo.

La presenza di Namor (speriamo sia falso!)

Data la natura “millenaria” della storia che verrà raccontata ne Gli Eterni, ci sono tanti rumor su tanti personaggi che potrebbero apparire nel film. Sarebbe facile per il film e per l’Universo Cinematografico introdurre adesso il maggior numero di eroi possibile, ma forse alcuni è meglio lasciarli fuori per ora. Namor è un personaggio che da sempre è collegato al film. Un eroe affascinante che vorremmo assolutamente vedere nel MCU, ma forse l’ingresso di un personaggio così complesso come il Sub-Mariner in un film come Gli Eterni potrebbe rivelarsi soltanto una mossa azzardata.

I segreti del MCU (speriamo sia vero!)

Uno degli aspetti più interessanti de Gli Eterni è il fatto che, secondo quanto riferito, il film coprirà un arco narrativo di 7.000 anni. Sarà sicuramente divertente vedere gli Eterni collocati nella modernità, ma è chiaro che la storia andrà ad esplorare in profondità il passato. Molte voci suggeriscono che questo film possa essere molto importante per il futuro del MCU. Molti segreti collegati al passato del MCU potrebbero essere svelati e cambiare per sempre il franchise come lo conosciamo oggi.

Le basi per il futuro del MCU (speriamo sia falso!)

La cosa che rende Gli Eterni un progetto così affascinante è sicuramente la sua ambiziosità, soprattutto in termini narrativi e di continuity. Dai personaggi che sono praticamente sconosciuti all’enorme linea temporale, fino alle nuove emozionanti storyline, sembra che ci sia davvero molta carne al fuoco per un unico film. Alcune voci suggeriscono che questo film avrò lo scopo di dare il via a un nuovo capitolo nel MCU, tanto da essere stato più volte paragonato al primo Iron Man in termini di importanza per la saga. C’è sicuramente tanta pressione attorno al progetto: speriamo soltanto che il film funzioni in quanto tale, e non perché si sia posto obiettivi forse troppo grandi…

Fonte: ScreenRant

Taylor Kinney: 10 cose che non sai sull’attore

Taylor Kinney: 10 cose che non sai sull’attore

Distintosi per i suoi ruoli televisivi, l’attore Taylor Kinney è ad oggi l’affermato protagonista di una serie di successo come Chicago Fire, ma negli anni ha partecipato anche ad importanti pellicole cinematografiche. Collaborando con noti attori e registi, Kinney ha avuto modo di maturare il proprio talento, diventando una delle star più seguite della televisione. Ecco 10 cose che non sai di Taylor Kinney.

Parte delle cose che non sai sull’attore

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Taylor Kinney: i suoi film e le serie TV

10. È tra i protagonisti di una celebre serie TV. L’attore debutta in televisione nel 2006 partecipando alla serie Fashion House, dove ricopre il ruolo di Luke Gianni. Successivamente entra a far parte del cast di Trauma (2009-2010), per poi recitare in serie come The Vampire Diaries (2010-2011), CSI: NY (2011), Shameless (2012), Castle (2012), Dating Rules from My Future Self (2012), e I signori della fuga (2012). Dal 2012 ricopre invece il ruolo di Kelly Severide in Chicago Fire, dove recita accanto all’attore Jesse Spencer. È apparso nello stesso ruolo anche in Chicago Med e Chicago P.D., dove ha recitato con Jason Beghe, Marina Squerciati e Sophia Bush.

9. Ha preso parte a noti film. Poco dopo aver debuttato in televisione, l’attore sbarca anche sul grande schermo, recitando nei film White Air (2007), Furnace (2007), e Scorpio Men on Prozac (2010). Comincia a farsi notare di più nel momento in cui prende parte a film come Zero Dark Thirty (2012), con l’attrice Jessica Chastain, Tutte contro lui (2014), con Cameron Diaz, Rock the Kasbah (2015), con Bill Murray, Jukai – La foresta dei suicidi (2016), con Natalie Dormer, e Qui e ora (2018).

8. Ha ottenuto un importante riconoscimento. Grazie al suo ruolo in Chicago Fire l’ttore ha potuto consacrare la propria celebrità. Ulteriore elemento a riguardo è arrivando nel momento in cui ottiene una nomination ai People’s Choice Awards nel 2015, vincendo poi il medesimo premio l’anno seguente, nella categoria di miglior attore televisivo drammatico.

Taylor Kinney è su Instagram

7. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 856 mila persone. All’interno di questo l’attore è solito condividere fotografie scattate durante momenti di svago, ma anche sui set a cui prende parte. Particolarmente presenti sono anche le immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.

Taylor Kinney e Lady Gaga

6. Ha avuto una relazione con la nota cantante. Kinney diventa motivo di celebrità anche nel momento in cui viene rivelata la propria relazione con la cantante e attrice Lady Gaga, conosciuta nel 2011 durante le riprese del videoclip Yoü and I. I due hanno proseguito la propria relazione negli anni successivi, destando molto interesse da parte dei media, e arrivando a fidanzarsi ufficialmente nel 2015. Tuttavia, nel 2016 annunciano la separazione.

Parte delle cose che non sai sull’attore

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Taylor Kinney in Yoü and I

5. Ha recitato nel videoclip di Lady Gaga. L’attore ha avuto un ruolo particolarmente rilevante nel videoclip Yoü and I, dove in modo metaforico dà vita ad un amore tormentato, fatto di passione ma anche di violenza. A proposito delle scene con l’attore, Gaga ha infatti affermato che esse enfatizzano il fatto che i rapporti certe volte non vanno alla grande, ma che è sempre lecito provarci.

Taylor Kinney e la sua nuova fidanzata

4. Ha una nuova fiamma. A partire dal 2018 l’attore sembrerebbe impegnato in una relazione con Alanna DiGiovanni, di professione radiologa. Non si sa molto sui due, particolarmente impegnati a tenere privata la loro vita sentimentale, ma in diverse occasioni sono stati avvistati insieme, condividendo momenti lontano dal lavoro.

Taylor Kinney non è autore di libri

3. Non ha scritto romanzi. Numerosi fan si sono chiesti se Kinney fosse l’autore di romanzi erotici come Maddox. Tuttavia, si tratta solo di un omonimo, e l’attore non ha nulla a che fare con la scrittura, tantomeno con questi romanzi in particolare. Divenuto piuttosto noto il loro autore, tuttavia, ciò ha comprensibilmente destato l’interesse dei fan.

Taylor Kinney in Chicago Fire

2. È il co-protagonista della serie. In Chicago Fire, l’attore ricopre il ruolo di Kelly Severide, comparso in un totale di oltre 180 episodi. Nel corso delle varie stagioni il suo personaggio si distingue per il suo eroismo, ma anche per la sua sfortunata vita sentimentale. In breve è diventato tra i personaggi più apprezzati della serie da parte del pubblico.

Taylor Kinney: età e altezza

1. Taylor Kinney è nato a Lancaster, in Pennsylvania, Stati Uniti, il 15 luglio 1981. L’attore è alto complessivamente 180 centimetri.

Fonte: IMDb

Peter Pan: la figlia di Milla Jovovich sarà Wendy nel live action

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Arriva da Variety la notizia che la Disney ha ufficialmente trovato gli interpreti dell’annunciato live action di Peter Pan, il cui titolo ufficiale sarà Peter Pan and Wendy.

Come apprendiamo dalla fonte, l’esordiente Alexander Molony avrà il ruolo di Peter, mentre l’esordiente Ever Anderson sarà Wendy. La Anderson è la figlia di Milla Jovovich e del regista Paul W.S. Anderson, ed è apparsa brevemente in Resident Evil: The Final Chapter nei panni di una giovanissima Alice.

Peter Pan and Wendy sarà diretto da David Lowery, già regista del live action de Il Drago Invisibile. Secondo un rumor di circa un mese fa, la Disney avrebbe offerto a Joaquin Phoenix (premio Oscar per Joker) il ruolo di Hook nell’annunciato live action: al momento non sappiamo se l’attore reciterà davvero nel film.

Trovati i protagonisti del live action di Peter Pan

Peter Pan and Wendy potrebbe arrivare al cinema o – come già accaduto con Lilli e il Vagabondo – potrebbe essere invece destinato a Disney+, il servizio di streaming della multinazionale statunitense che in Italia arriverà a partire dal prossimo 24 marzo.

Il film d’animazione originale, prodotto da Walt Disney e basato sull’opera teatrale “Peter e Wendy” di J. M. Barrie, è il 14° Classico Disney e venne distribuito nei cinema americani il 5 febbraio 1953.

The New Mutants: nel film una storia d’amore LGBTQ

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The New Mutants: nel film una storia d’amore LGBTQ

Maisie Williams ha confermato che in The New Mutants vedremo una storia d’amore LGBTQ, ma l’attrice ha promesso che non sarà uno “sterile” espediente narrativo. Il film di Josh Boone arriverà finalmente nelle sale americane il prossimo 3 aprile, dopo una travagliatissima produzione dovuta essenzialmente all’acquisto della Fox da parte della Disney (come spiegato di recente dallo stesso regista).

In una recente intervista con EW, Boone ha confermato che Wolfsbane (il personaggio della Williams) e Mirage (il personaggio interpretato da Blu Hunt) vivranno una “bellissima storia d’amore”, che servirà da “spina dorsale per il personaggio”, oltre a servire come “focus” su alcune delle scelte che verranno prese dallo stesso. Parallelamente, la Williams ha spiegato che i superpoteri del suo personaggio le consentiranno di formare un legame tanto mentale quanto emotivo con Mirage, legame che le avvicinerà ancora di più nel corso del film:

Rahne e Danielle hanno una connessione telepatica nei fumetti. Volevamo estendere questa cosa anche al film e connetterla con la realtà. Se davvero potessero capirsi a quel livello, probabilmente finiresti per innamorarti con quella persona.”

L’attrice però ha anche specificato quanto segue: “Il film non racconterà di questi due personaggi che iniziano a prendere coscienza della loro sessualità. Non è incentrato su questo. Non sentono la necessità di etichettare il loro amore. Nessun altro lo fa e nessuno mette in discussione il loro legame.”

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The New Mutants è un thriller con sfumature horror, originale e ambientato in un ospedale isolato dove un gruppo di giovani mutanti è rinchiuso per cure psichiatriche. Quando iniziano ad avere luogo degli strani episodi, le loro nuove abilità mutanti e la loro amicizia saranno messe alla prova, mentre cercano di fuggire.

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Diretto da Josh Boone e scritto da Boone e Knate Lee, il film vede nel cast la presenza di Maisie WilliamsAnya Taylor-Joy, Charlie Heaton, Alice Braga, Blu Hunt Henry Zaga.

The New Mutants è prodotto da Simon KinbergKaren Rosenfelt Lauren Shuler Donner, mentre Stan Lee Michele Imperato Stabile sono i produttori esecutivi.

Kumail Nanjiani, Kingo ne Gli Eterni, diventa… Wolverine

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Kumail Nanjiani, Kingo ne Gli Eterni, diventa… Wolverine

Kumail Nanjiani, star dell’attesissimo Gli Eterni, ha rivelato che in precedenza ha rifiutato una serie di ruoli di supporto in alcuni cinecomic, nella speranza – un giorno – di poter interpretare un ruolo da protagonista. La confessione è stata fatta dall’attore in occasione di una recente intervista con Men’s Health, il celebre mensile americano dedicato alla salute e al benessere maschile, che proprio all’attore di origine pakistana ha dedicato un recente speciale vista la sua incredibile trasformazione fisica per il film Marvel in arrivo nelle sale a novembre.

Ne Gli Eterni, Kumail Nanjiani interpreta Kingo, un essere potente ed immortale che cerca di tenere nascosta la sua identità sulla Terra diventando un attore di Bollywood. Durante l’intervista, Nanjiani ha rivelato che, fino a qualche tempo fa, pensare di entrare a far parte di un film del MCU era per lui un “sogno impossibile”. Una volta che diversi attori comici – come Chris Pratt e Paul Rudd – sono entrati a far parte della grande famiglia Marvel, Kumail ha spiegato di aver ben pensato di mettere in atto una “vera strategia” a proposito dei ruoli nei film di supereroi: l’attore ha ammesso di aver rifiutato tanti ruoli di supporto in diversi cinecomic, aspettando l’occasione giusta di interpretarne uno che sarebbe effettivamente stato il protagonista (o uno dei protagonisti) di quel determinato progetto.

Sempre nel corso della medesima intervista, Nanjiani ha anche rivelato di aver sostenuto un provino per la serie Marvel Agents of SHIELD, molti anni prima che entrasse a far parte del cast di Silicon Valley (la serie HBO che gli ha regalato grande popolarità).

In occasione dello speciale che Men’s Health ha dedicato a Kumail Nanjiani, l’attore è stato anche protagonista di un bellissimo photoshoot: in una delle immagini del servizio fotografico – condiviso anche attraverso il suo account Instagram – giusto per restare in tema di supereroi, lo vediamo vestire i panni di Wolverine, l’iconico personaggio dei fumetti interpretato sul grande schermo per tantissimi anni da Hugh Jackman.

Potete vedere lo scatto di seguito:

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Gli Eterni, diretto da Chloe Zhao, vedrà nel cast Angelina Jolie (Thena), Richard Madden (Ikaris), Kit Harington (Black Knight), Kumail Nanjiani (Kingo), Lauren Ridloff (Makkari), Brian Tyree Henry (Phastos), Salma Hayek (Ajak), Lia McHugh (Sprite), Gemma Chan (Sersi) e Don Lee (Gilgamesh).

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Secondo gli ultimi aggiornamenti, il cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi immortali conosciuti dai lettori come Eterni e i mostruosi Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le fonti hanno inoltre rivelato a The Hollywood Reporter che un aspetto della storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama muoversi tra gli umani.

La sceneggiatura è stata scritta da Matthew Ryan Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 6 novembre 2020.

Dracula: la Blumhouse ufficializza il reboot in chiave moderna

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Dracula: la Blumhouse ufficializza il reboot in chiave moderna

Arriva da The Hollywood Reporter la notizia che, in seguito al grande successo ottenuto negli Stati Uniti da L’Uomo Invisibile, la Blumhouse Production di Jason Blum ha ufficialmente messo in cantiere un nuovo adattamento cinematografico dedicato al personaggio di Dracula.

Il nuovo film sarà diretto da Karyn Kusama, regista statunitense nota per aver diretto AEon Flux con Charlize Theron, Jennifer’s Body con Megan Fox e Destroyer con Nicole Kidman. Il nuovo film sarà una versione in chiave “moderna” dell’iconica storia del celebre Conte della letteratura: proprio come L’Uomo Invisibile, anche il nuovo Dracula punterà ad un budget moderato.

Matt ManfrediPhil Hay, che avevano già lavorato con la Kusama al sopracitato Destroyer, si occuperanno della sceneggiatura. La storia sarà ambientata ai giorni nostri. Di recente la Kusama si è occupata della regia di alcuni episodi della miniserie HBO The Outsider, basata sull’omonimo romanzo di Stephen King.

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L’Uomo Invisibile con Elisabeth Moss è stato un grande successo al box office americano. Proprio di recente, il regista Leigh Whannell aveva espresso il desiderio di realizzare un reboot in chiave moderna dell’iconico personaggio partorito dalla mente di Bram Stoker.

Ne L’Uomo Invisibile (che in Italia è stato rimandato a causa della chiusura dei cinema in seguito all’emergenza Coronavirus), Cecilia scappa nel cuore della notte e scompare, vivendo nascosta con l’aiuto della sorella (Harriet Dyer), un loro amico d’infanzia (Aldis Hodge) e la sua figlia adolescente (Storm Reid). Ma quando il violento ex di Cecilia muore lasciandole una ingente fetta della sua vasta fortuna, lei comincia a sospettare che la sua morte sia solo una messa in scena. Mentre una serie di misteriose coincidenze diventano letali minacciando le vite delle persone che ama, la sanità mentale di Cecilia comincia a vacillare mentre cerca disperatamente di provare di essere minacciata da qualcuno che nessuno può vedere.