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Christine – La macchina infernale: la spiegazione del finale del film

L’adattamento cinematografico del romanzo di Stephen King del 1983, Christine – La macchina infernale, ha visto il grande regista John Carpenter riuscire in qualche modo a rendere spaventosa l’idea di un’auto assassina, e il finale dimostra che questa storia è ancora attuale. Questo thriller del 1983 aveva infatti una premessa potenzialmente ridicola nella sua storia di un adolescente vittima di bullismo, Arnie, che si vendica violentemente dei suoi aguzzini tramite un’auto maledetta. Tuttavia, l’adattamento di Carpenter è riuscito a rendere questa storia spaventosa, triste ed emotivamente coinvolgente.

Sebbene Hollywood raramente riesca ad adattare correttamente le opere di Stephen King, a volte l’industria cinematografica riesce a catturare con successo l’equilibrio tra il kitsch e il vero horror che si trova nelle opere dell’autore. Lo scrittore ha infatti un talento speciale nel rendere credibili anche le premesse horror apparentemente più assurde grazie ai suoi personaggi accattivanti, e il finale di Christine – La macchina infernale ne è la prova. In questo approfondimento, andiamo proprio ad esplorare la conclusione del film e ciò che ci lascia una volta conclusa la visione.

Come muore Arnie nel finale di Christine – La macchina infernale

Nel finale del film, Arnie muore insieme alla sua amata auto. Viene sbalzato fuori dal parabrezza mentre Christine cerca di investire Leigh, la ragazza di cui è innamorato. In un momento citato anni dopo in Halloween Ends, Arnie cerca infatti di impedire alla sua ex fidanzata Leigh e al suo ex amico Dennis di distruggere Christine con ogni mezzo necessario. Nel farlo, Christine investe Leigh e scaraventa Arnie attraverso il parabrezza, uccidendolo quando viene trafitto dai frammenti di vetro. Questa morte si è rivelata così memorabile che il remake di Carrie del 2013 ha utilizzato la stessa immagine per uccidere il suo cattivo principale, l’odioso bullo Chris.

Malcolm Danare in Christine - La macchina infernale
Malcolm Danare in Christine – La macchina infernale

Nel romanzo di King, Arnie muore invece mentre cerca di resistere al possesso da parte dell’ex proprietario di Christine, un serial killer. Le sue ultime azioni lo vedono tornare al suo vecchio io mentre cerca di aiutare Leigh e Dennis a distruggere l’auto, ma questo è stato eliminato nell’adattamento cinematografico di Carpenter. Come Jack Torrance nella versione di Stanley Kubrick di Shining, anche l’antieroe di Carpenter non ottiene alcun momento di redenzione all’ultimo minuto. Al contrario, Arnie si schiera con Christine fino alla fine, usando anche le sue ultime forze per toccare il cofano dell’auto mentre muore. Questo dimostra che Arnie non era così innocente come sembrava.

L’auto è ancora viva nel finale

L’auto continua poi a cercare di uccidere Leigh e Dennis anche dopo la morte di Arnie, fermandosi solo quando i due riescono a metterla alle strette e a schiacciarla con un bulldozer. I due portando poi i resti di Christine alla discarica e li schiacciano in un cubo. Nonostante tutti questi sforzi, i due sono ancora turbati quando sentono le melodie rock and roll anni ’50 che segnalavano l’arrivo di Christine iniziare a suonare nella discarica. Sebbene la musica provenga solo da uno stereo portatile nelle vicinanze, la griglia dell’auto si muove quando Leigh e Dennis distolgono lo sguardo. Pertanto, gli spettatori possono essere certi che qualunque spirito possedesse Christine non ha ancora finito con loro.

Perché Arnie ha scelto Christine invece di Leigh e Dennis

Tornando ad Arnie, lui provava risentimento nei confronti di Dennis per il suo successo nel football al liceo, mentre ritiene che Leigh abbia mostrato interesse per lui solo dopo che Christine aveva cambiato la sua personalità. Era stato sedotto dal fascino dell’auto posseduta e, di conseguenza, aveva dimenticato chi fossero i suoi amici umani. Non sorprende allora che Arnie abbia scelto Christine invece di Leigh e Dennis nel finale. Tuttavia, il fatto che l’auto assassina non si sia preoccupata quando Arnie è morto implica che non gli è mai importato di lui. Mentre Arnie vedeva se stesso e l’auto come una coppia letale ed efficace, Christine lo considerava solo un mezzo per uccidere.

Alexandra Paul e Keith Gordon in Christine - La macchina infernale
Alexandra Paul e Keith Gordon in Christine – La macchina infernale

Come il finale cambia il climax del romanzo

Nel libro originale, Christine viene distrutta durante una lotta con un altro veicolo soprannaturale apparentemente senziente, Petunia, l’autocisterna. Nel film, l’auto viene invece schiacciata con una normale pala cingolata. Inoltre, i genitori di Arnie sono molto peggiori nel romanzo, comportandosi in modo quasi altrettanto violento dei suoi bulli. È facile capire perché questo sia stato eliminato dall’adattamento cinematografico, poiché la storia avrebbe potuto essere troppo deprimente e cupa se la vita familiare e scolastica di Arnie fossero state entrambe un inferno.

Sebbene Christine – La macchina infernale sia uno dei migliori film horror di Carpenter, ciò è dovuto in gran parte al fatto che l’adattamento attenua gli eccessi del romanzo originale. Il film di Carpenter aveva bisogno di alleggerire la storia della vita di Arnie per rendere la trama meno intensamente cupa e l’adattamento ci è riuscito eliminando questa sottotrama oscura. Nel frattempo, eliminando elementi più buffi come il camion paranormale Petunia, si è anche assicurato che Christine non risultasse mai troppo ridicola, consentendo a Carpenter di trovare un perfetto equilibrio tra camp e paura.

Cosa significa davvero il finale di Christine – La macchina infernale  

L’intera storia riguarda i modi in cui l’adolescenza cambia la personalità di una persona e il film si concentra sui pericoli di lasciarsi coinvolgere dalla ricerca di beni materiali di lusso come un’auto sportiva, piuttosto che dare valore alle amicizie e alle relazioni umane. L’incapacità di Arnie di apprezzare la sua amicizia con Dennis e il suo sospetto ingiustificato nei confronti di Leigh lo spingono a cercare conforto in Christine, allontanandolo ulteriormente dai suoi cari. Anche se la sua auto fosse soprannaturale, Arnie avrebbe comunque abbandonato i suoi buoni amici in favore di uno status symbol. Il finale brutale di Christine permette all’adattamento di King di mostrare come questa strada possa portare all’orrore e alla morte.

Mercoledì – Stagione 2: lo showrunner anticipa il prossimo obiettivo di Tyler

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Il co-showrunner di Mercoledì, Alfred Gough parla del nuovo obiettivo di Tyler dopo il finale sospeso della seconda stagione. La prima parte, composta dai 4 episodi, si è conclusa con un finale mozzafiato in cui l’adolescente protagonista si è recata a Willow Hill per scoprire l’identità di LOIS, scoprendo anche chi era l’assassino Avian e si è così trovata faccia a faccia con Hyde (il mostro che si cela dentro Tyler). Dopo che Mercoledì e Fester hanno affrontato Judi Spannegel, il sistema di sicurezza ha smesso di funzionare, liberando tutti i pazienti di Willow Hill, compreso Tyler.

Quest’ultimo si è poi ricongiunto con l’ex padrona e manipolatrice Marilyn Thornhill, interpretata da Christina Ricci, solo per eliminarla prima di affrontare Mercoledì e fuggire. Gough ha ora anticipato che l’obiettivo della seconda parte della seconda stagione di Mercoledì potrebbe essere qualcuno vicino all’adolescente. Intervistato da TV Insider, Gough ha infatti parlato di come si sta sviluppando l’arco narrativo di Tyler, con il vendicativo Hyde che fugge da Willow Hill.

Dopo aver apparentemente ucciso Thornhill e aver gettato Mercoledì attraverso una finestra, rendendola incosciente, Tyler è fuggito quando è arrivata la polizia. Gough spiega dunque: “È a piede libero e ha molti conti da regolare. Ne ha già sistemati due Thornhill e Mercoledì, e ora ne ha altri. Wednesday ha previsto la morte di Enid [Emma Myers] e ora Tyler è fuori… si capisce che la situazione non è delle migliori.

Cosa significa questo per la seconda parte della nuova stagione di Mercoledì

I commenti di Gough non sono conclusivi, ma sottolineano il fatto che Enid è probabilmente in grave pericolo. Tyler ha molti rancori e quello verso Enid è grande, considerando che la ragazza lo ha sconfitto alla fine della prima stagione di Mercoledì trasformandosi in lupo. Quindi sembra logico che ora che è fuggito darà la caccia a Enid. Ciò che preoccupa è che questo sarebbe anche in linea con la visione di Mercoledì della morte della sua amica e significa che la posta in gioco per la seconda parte della seconda stagione è più alta che mai.

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Weapons: Zach Cregger rivela un finale alternativo molto più cupo

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Il regista di Weapons, Zach Cregger, rivela che inizialmente aveva previsto un finale alternativo molto più cupo. Durante un’intervista con Inverse, Cregger ha infatti spiegato che il film originariamente si concludeva semplicemente mostrando il figlio di Archer (Josh Brolin), lasciando il dubbio sulla sua effettiva salute e non conteneva alcuna narrazione che offrisse maggiori dettagli. Anche se Cregger avrebbe preferito quella scelta, ha notato che il pubblico delle proiezioni di prova non l’ha apprezzata.

Il regista ha poi aggiunto: “Inizialmente, la voce fuori campo che si sente alla fine non c’era nemmeno. Non mi piaceva molto l’idea. Volevo semplicemente concludere con lo sguardo di Matthew. Ma alla gente non piaceva. Non c’era la voce fuori campo e abbiamo semplicemente concluso con il volto del ragazzo. Le luci si sono spente ed è apparso il titolo “Scritto e diretto da Zach Cregger”, e una donna in sala ha esclamato: “Ma che c***o?”.

Cosa succede nel finale di Weapons?

Dato che alla fine Gladys è stata uccisa, e in modo raccapricciante, come si addice a un’antagonista del genere, il finale di Weapons può sembrare positivo. Justine Gandy (interpretata da Julia Garner), che era diventata il bersaglio di molti genitori preoccupati a Maybrook, è sopravvissuta a numerosi eventi terrificanti nel film, mentre i bambini sono stati recuperati dai loro genitori e alcuni hanno finalmente ripreso a parlare, come rivelato dal narratore.

Purtroppo, non tutto è finito in modo ottimistico e Maybrook potrebbe essere segnata per sempre da ciò che è accaduto. Ad esempio, Alex è riuscito a sconfiggere Gladys, ma ha dovuto lasciare i suoi genitori, che sono rimasti in stato vegetativo, alle cure di qualcun altro. Anche Justine, e in particolare i suoi giovani studenti, porteranno probabilmente con sé un trauma significativo, che potrebbe plasmare il loro carattere in futuro.

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Buffy l’ammazzavampiri: prime foto di Sarah Michelle Gellar sul set del reboot!

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Nuove immagini dal set del reboot di Buffy l’ammazzavampiri rivelano il ritorno di Sarah Michelle Gellar nel suo ruolo più iconico. All’inizio di quest’anno è stato annunciato che Hulu avrebbe realizzato un episodio pilota per il reboot di Buffy, con la regia della vincitrice dell’Oscar Chloé Zhao (Nomadland). Nora e Lilla Zuckerman (Poker Face, Agents of S.H.I.E.L.D) sono state ingaggiate come sceneggiatrici. Anche se la Gellar riprenderà il suo ruolo di Buffy Summers in modo ricorrente, l’attenzione si concentrerà su una nuova cacciatrice. Ryan Kiera Armstrong, una giovane attrice che si è fatta notare con Star Wars: Skeleton Crew, interpreterà il personaggio principale.

Le immagini dal set pubblicate dal New York Post hanno ora rivelato il primo sguardo al ritorno della Gellar nei panni di Buffy Summers. L’attrice indossa un miniabito rosso con maniche lunghe, tacchi a spillo rosa, una profonda scollatura a V e un grande fiore di stoffa applicato in vita. Gellar sembra anche avere in mano una borsa Yves Saint Laurent Sac de Jour. Il look alla moda di Gellar ha scatenato un po’ di discussioni online. Non è chiaro se l’attrice vincitrice di un Emmy sia nel personaggio o se stia semplicemente arrivando sul set a Los Angeles.

Ma supponendo che stia interpretando il ruolo di Buffy, alcuni hanno sostenuto che il look altamente alla moda non è come ricordano Buffy Summers. Altri hanno sostenuto che sono passati trent’anni dal debutto della serie originale (e venti dalla sua conclusione) e che in questo periodo potrebbero essere cambiate molte cose. Il punto potrebbe essere proprio che Buffy Summers è diversa da come la ricordano gli spettatori. Ma senza conoscere alcun dettaglio concreto della trama, è difficile dirlo con certezza.

Cosa aspettarsi dal reboot di Buffy l’Ammazzavampiri

L’originale serie di Buffy l’ammazzavampiri, ideata da Joss Whedon, mescola horror, azione, dramma e commedia con sorprendenti sfumature metaforiche. Ambientata nella cittadina immaginaria di Sunnydale, la storia segue Buffy Summers, una liceale apparentemente normale che è però la “Prescelta”, l’unica ragazza della sua generazione destinata a combattere vampiri, demoni e forze oscure. Affiancata dai suoi amici – la “Scooby gang” – e dal suo mentore Rupert Giles, Buffy affronta battaglie sovrannaturali che spesso riflettono le paure e le sfide della crescita, dell’identità e della responsabilità personale. La serie è considerata un simbolo del girl power anni ’90.

Una recente sinossi del reboot di Buffy l’ammazzavampiri ha rivelato che “Nova, una sedicenne appassionata di libri, scopre di essere un’ammazzavampiri nella ricostruita Sunnydale, divisa tra la grintosa Old Sunnydale e l’esclusiva New Sunnydale. Durante il Vampire Weekend, un festival che celebra il passato oscuro della città, i vampiri Jack e Shirley emergono da un cantiere edile, uccidono un adolescente e pianificano un rituale per creare un esercito di vampiri al Cursed Circle”, conclude la sinossi.

Nora Zuckerman e Lila Zuckerman sono ora state incaricate di scrivere, dirigere e produrre la serie reboot di Buffy l’ammazzavampiri. La premio Oscar Chloé Zhao sarà la regista e la produttrice esecutiva sotto la sua casa di produzione Book of Shadows. Gellar è invece produttrice esecutiva insieme a Gail Berman. Fran Kuzui e Kaz Kuzui saranno produttori esecutivi tramite Suite B, mentre Dolly Parton sarà produttrice esecutiva tramite Sandollar. La produzione sarà affidata a 20th Television e Searchlight Television. Berman, i Kuzui e Parton sono stati tutti produttori esecutivi della serie originale.

Protagonista sarà dunque Ryan Kiera Armstrong, apparsa di recente nella serie Disney+Star Wars: Skeleton Crew”. Tra gli altri suoi crediti televisivi figurano “Anne with an E” su Netflix, “American Horror Story” e la prossima serie FX “The Lowdown”. Ad affiancare Armstrong e Sarah Michelle Gellar nuovamente nei panni di Buffy ci sono Faly Rakotohavana (“Unprisoned”, “Secret Society of Second Born Royals”) nel ruolo di Hugo, Ava Jean (“A Week Away”, “Law & Order: SVU”) nel ruolo di Larkin, Sarah Bock (“Severance”) nel ruolo di Gracie, Daniel di Tomasso (“Witches of East End”, “Major Crimes”) nel ruolo di Abe e Jack Cutmore-Scott (“Oppenheimer“, “Frasier”) nel ruolo del signor Burke.

Al momento non è noto chi del cast originale – che includeva Nicholas Brendon, Alyson Hannigan, Carpenter, Anthony Stewart Head, David Boreanaz, Seth Green e James Marsters – potrebbe tornare per la nuova serie.

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Colin Farrell riceverà il Golden Icon Award dello Zurigo Film Festival

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L’attore irlandese candidato all’Oscar Colin Farrell riceverà il Golden Icon Award dello Zurigo Film Festival nella sua prossima edizione, che si terrà dal 25 settembre al 5 ottobre. Il premio riconosce l’interpretazione dell’attore nel thriller psicologico di Edward Berger “Ballad Of A Small Player” e la sua carriera in generale.

Colin Farrell riceverà il premio il 27 settembre, prima della première di gala del prossimo film, alla quale parteciperà anche il regista svizzero e premio Oscar Berger. Il giorno seguente Farrell terrà una masterclass sulla sua carriera. L’attore irlandese è famoso a livello internazionale per film come Miami Vice, Minority Report, In Bruges, The Batman, The Lobster, Il sacrificio del cervo sacro e Gli Spiriti dell’Isola.

Si aggiunge a una lunga serie di illustri vincitori del Golden Icon Award, tra cui figurano anche Kate Winslet, Jessica Chastain, Hugh Jackman, Cate Blanchett e Hugh Grant.

Ballad of a Small Player è il terzo film consecutivo di Berger ad essere presentato a Zurigo, dopo Niente di nuovo sul fronte occidentale e Conclave. Berger ha anche ricevuto il prestigioso premio A Tribute to… Award all’edizione 2024 del festival.

Colin Farrell è uno degli attori caratteristi più appassionati e carismatici del cinema d’autore”, afferma il direttore del festival Christian Jungen. “È convincente tanto come cattivo quanto come protagonista romantico, o in ruoli complessi che si collocano a metà strada, come nell’irresistibile tragicommedia di Edward Berger “Ballad of a Small Player”, dove Colin ci cattura nei panni di un giocatore d’azzardo disonesto e ci fa tifare per il suo personaggio.

“Colin Farrell ha già lavorato con molti grandi registi, ma sotto la direzione di Edward Berger, raggiunge davvero nuove vette. Trasporta il film dall’inizio alla fine e ci porta su un ottovolante emotivo che ci fa ridere, piangere e meravigliare. Per questa straordinaria interpretazione, che potrebbe valergli un’altra nomination all’Oscar, e per il suo inestimabile contributo al cinema d’autore, onoriamo Colin Farrell con il Golden Icon Award.”

Farrell ha accolto con favore la notizia del riconoscimento e ha dichiarato di non vedere l’ora di visitare Zurigo per la prima volta.

“Vorrei ringraziare lo Zurigo Film Festival per aver invitato Ballad of a Small Player al festival e per avermi conferito il Golden Icon Award”, ha dichiarato.

Jurassic World – La Rinascita: dal 18 agosto in Digital Home Video

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IL LORO MONDO. A CASA TUA. Dopo un debutto da record al box-office e oltre 10 milioni di euro in incassi in Italia, Jurassic World – La Rinascita sarà disponibile in Anteprima Digitale dal 18 agosto sulle principali piattaforme, distribuito da Universal Pictures Home Entertainment e Amblin Entertainment.

Definito da Wired Italia come “il miglior film della saga dopo quelli originali di Spielberg” e lodato da MoviePlayer per come “riporta lo spettatore a divertirsi”, JURASSIC WORLD – LA RINASCITA regala agli spettatori diversi contenuti extra esclusivi (alcuni disponibili gratuitamente su Sky Primafila Premiere e su Amazon Prime Video).

Mahershala Ali è Duncan Kincaid in JURASSIC WORLD – LA RINASCITA, diretto da Gareth Edwards.
© Universal Studios. All Rights Reserved.

Con oltre 6,7 miliardi di dollari incassati nel mondo in oltre trent’anni di storia, il celebre franchise di Jurassic evolve in una nuova, audace direzione con LA RINASCITA: un’unità di estrazione clandestina viene inviata nella località più pericolosa della Terra – un laboratorio su un’isola remota dove sono stati lasciati dinosauri troppo letali per il Jurassic Park. La loro missione: recuperare il DNA di tre creature colossali per sviluppare un farmaco rivoluzionario per l’umanità. Ma in un ambiente costellato di pericoli, faranno una scoperta sconvolgente, rimasta nascosta per anni.

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JURASSIC WORLD – LA RINASCITA introduce un nuovo universo di personaggi, interpretati da un cast stellare guidato dalla superstar d’azione Scarlett Johansson (Black Widow, The Avengers), Jonathan Bailey (Wicked, Bridgerton) e dal due volte premio Oscar® Mahershala Ali (Moonlight, Green Book).

Nel cast anche Rupert Friend (Homeland, Obi-Wan Kenobi), Manuel Garcia-Rulfo (The Lincoln Lawyer, Assassinio sull’Orient Express), Luna Blaise (Manifest), David Iacono (The Summer I Turned Pretty), Audrina Miranda (Lopez vs. Lopez), Philippine Velge (Station Eleven), Belchir Sylvain (BMF) e Ed Skrein (Deadpool).

Diretto dal pioniere degli effetti visivi Gareth Edwards (Rogue One: A Star Wars Story, The Creator), il film è scritto da David Koepp, storico sceneggiatore di Jurassic Park, che torna al franchise che ha contribuito a costruire.

La trama di Jurassic World – La Rinascita

In Jurassic World – La Rinascita, il rappresentante di una casa farmaceutica, Martin Krebs (Rupert Friend), ingaggia un gruppo di mercenari, insieme al paleontologo Dr. Henry Loomis (Jonathan Bailey), per recuperare tre campioni di DNA di dinosauro da una terza isola precedentemente inesplorata, l’Île Saint-Hubert.

La squadra, guidata da Zora Bennett (Scarlett Johansson), incontra infine la famiglia Delgado e la salva da un Mosasaurus. Scoprono anche di avere a che fare con dinosauri geneticamente modificati, considerati troppo pericolosi per Jurassic Park, ma raccolgono i campioni necessari (anche quando tutto inizia ad andare storto) e progettano una fuga dall’isola.

Più facile a dirsi che a farsi quando vengono braccati da mutanti inferociti. Mentre la situazione peggiora, l’avido Krebs si ammanetta la valigetta contenente i campioni al polso nel tentativo di assicurarsi che non vadano persi e che la sua compagnia tragga profitto da ciò che è stato recuperato.

Nel tentativo di fuggire attraverso un tunnel, la giovane Isabella Delgado riesce a raggiungere un pannello di controllo che aprirà loro la strada verso una barca vicina. Il D-rex prende di mira Krebs, divorandolo in un solo boccone… ma lasciandogli il braccio e i campioni. Zora afferra la valigetta e Duncan Kincaid (Mahershala Ali) distrae il mostro abbastanza a lungo da permettere a tutti di scappare.

Fortunatamente, Kincaid si rivela sopravvissuto e il gruppo salpa verso la salvezza. Krebs aveva pianificato di trarre grandi profitti dai campioni, ma mentre Henry e Zora discutono su cosa farne, concludono che dovrebbero essere resi open source, in modo che tutti possano beneficiare degli enormi benefici medici che offrono. Meglio così che vengano usati per consolidare i profitti di una grande multinazionale farmaceutica.

Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba Il Castello dell’Infinito, il nuovo trailer italiano

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Un nuovo trailer di Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba Il Castello dell’Infinito, oggi disponibile anche in italiano, è stato svelato da Crunchyroll al San Diego Comic-Con (SDCC). Distribuito da Crunchyroll e Sony Pictures Entertainment il film arriverà nelle sale italiane, anche in  IMAX®, dall’11 settembre 2025. 

Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba Il Castello dell’Infinito ha esordito in sala in Giappone due settimane fa, battendo tre record al botteghino giapponese: il più alto incasso nel weekend di apertura, il più alto incasso nel primo giorno d’uscita e il più alto incasso nel singolo giorno. Il film, distribuito da Toho e Aniplex, ha generato 7,31 miliardi di yen (49,55 milioni di dollari) di incassi nei primi quattro giorni di uscita. Per ulteriori informazioni, leggere la notizia su Crunchyroll News.

Le prevendite per gli spettacoli apriranno dal 25 agosto.

  • Storia originale: Koyoharu Gotoge (JUMP COMICS / SHUEISHA)
  • Regista: Haruo Sotozaki
  • Sceneggiatura e Animation Production: ufotable

La trama di Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba Il Castello dell’Infinito

Tanjiro Kamado e’ un ragazzo unitosi a un’organizzazione dedita alla caccia dei demoni, chiamata Squadra dei cacciatori di demoni, dopo che la sorella minore Nezuko è diventata una di questi mostri.

Acquisendo sempre più forza e approfondendo i legami di amicizia con i suoi compagni, Tanjiro ha combattuto molti demoni con i suoi compagni Zenitsu Agatsuma e Inosuke Hashibira. Il suo viaggio lo ha portato a combattere al fianco di alcuni tra i più abili spadaccini della Squadra dei cacciatori di demoni, i Pilastri, tra cui il Pilastro delle Fiamme Kyojuro Rengoku a bordo del Treno Mugen, il Pilastro del Suono Tengen Uzui nel Quartiere dei Piaceri, il Pilastro della Nebbia Muichiro Tokito e quello dell’Amore Mitsuri Kanroji nel Villaggio dei Forgiatori di Katana.

Mentre i Pilastri e i membri della Squadra dei cacciatori di demoni sono impegnati nell’Allenamento dei Pilastri, un allenamento fisico di gruppo in preparazione all’imminente battaglia contro i demoni, Muzan Kibutsuji si presenta alla residenza Ubuyashiki. Con il capo della Squadra dei cacciatori di demoni in pericolo, Tanjiro e i Pilastri accorrono al quartier generale, dove però per mano di Muzan Kibutsuji precipitano in un luogo misterioso.

Lo spazio in cui Tanjiro e la Squadra dei cacciatori di demoni sono piombati è la fortezza dei demoni: il Castello dell’Infinito. Il campo di battaglia è pronto e lo scontro finale tra la Squadra dei cacciatori di demoni e i demoni si accende.

Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba Il Castello dell’Infinito uscirà nelle sale italiane l’11 settembre distribuito da Crunchyroll e Sony Pictures Entertainment.

The Gilded Age Stagione 3, spiegazione del finale: la più grande vittoria di Bertha ha un costo altissimo

Attenzione: SPOILER sul finale di The Gilded Age Stagione 3 – “Ho già preso una decisione”

Il finale di The Gilded Age Stagione 3 si è concluso con quello che Bertha Russell (Carrie Coon) pensava fosse il suo più grande trionfo, che si è trasformato nella crisi più grave che il suo matrimonio con George Russell (Morgan Spector) abbia mai affrontato. Mentre George si riprendeva da una ferita da arma da fuoco, Bertha ha organizzato un ballo a Newport con la partecipazione di sua figlia Gladys, Duchessa di Buckingham (Taissa Farmiga), e di Hector, Duca di Buckingham (Ben Lamb).

La magnifica serata di Bertha l’ha vista porre fine al divieto imposto dalla società newyorkese alle donne divorziate, invitando Aurora Fane (Kelli O’Hara) e Charlotte Dreyton (Hannah Shealy). Cedendo alle pressioni e per onorare sua figlia, la signora Astor (Donna Murphy), ha messo da parte il suo orgoglio e si è recata al ballo dei Russell. Questo consolidò lo status di Bertha come la nuova leader più influente dell’alta società newyorkese.

Nel frattempo, il dolore di Peggy Scott (Denee Benton) al suo ballo di Newport si trasformò in pura gioia quando il Dr. William Kirkland (Jordan Donica) prese la decisione cruciale di rinnegare sua madre, Elizabeth Kirkland (Phylicia Rashad), in favore della propria felicità. Alla luce della notizia di The Gilded Age Stagione 4 ufficialmente in arrivo, ecco i principali eventi del finale della terza stagione.

George Russell lascia Bertha nonostante lei abbia ragione su Gladys e il Duca

George non riesce a perdonare Bertha né se stesso

George Russell non si mostrò affatto provato al ballo di Bertha per sostenere la moglie nel suo momento di gloria, senza mai tradire la decisione che aveva già preso. La mattina dopo, George sgancia la bomba: dopo la sua esperienza di pre-morte, non riesce a perdonare né Bertha né se stesso per aver costretto Gladys a un matrimonio combinato. Nonostante George ammetta che Gladys e il Duca siano felici insieme, George cova risentimento nei confronti di Bertha per tutta la terza stagione.

Sebbene non abbiano pronunciato la parola “divorzio”, questa potrebbe essere la direzione verso cui George e Bertha si stanno dirigendo nella quarta stagione. È una svolta devastante per quello che è stato il matrimonio più incrollabile di The Gilded Age. Bertha sostiene di essere “spietata” nei confronti delle persone che ama, mentre George afferma di essere spietato solo negli affari. Eppure l’animosità di George nei confronti di Bertha è di per sé spietata.

Il dottor William Kirkland fa la proposta di matrimonio a Peggy Scott

Kirkland sfida la madre per amore

Peggy Scott diventerà la signora William Kirkland dopo aver accettato la proposta del medico. William non ha mai smesso di amare Peggy e ha avuto bisogno solo di tempo e di prospettive dopo che sua madre, Elizabeth, ha spietatamente rivelato il passato della signorina Scott per separarli. Per fortuna, il padre di William, Fredrick (Brian Stokes Mitchell), ha rimproverato la moglie autoritaria e le ha impedito di interferire con la felicità del figlio.

Il dottor William Kirkland ha ricevuto una somma incalcolabile di denaro come ringraziamento da George Russell per avergli salvato la vita. Peggy aveva bisogno di questa conferma dopo aver indossato quella che equivaleva a una lettera scarlatta come madre nubile che aveva perso il figlio. La signorina Scott merita la felicità, soprattutto ora che ha preso le distanze dal suo ex datore di lavoro, Thomas Fortune (Sullivan Jones). William è sempre stato fedele a Peggy e meritano di stare insieme.

Gladys, Duchessa di Buckingham, è incinta

Gladys e Hector sono davvero felici insieme

Il piano geniale di Bertha di far sposare Gladys con il Duca di Buckingham era insensibile nei confronti della sua unica figlia, ma la matriarca dei Russell è stata convalidata. Dopo un inizio difficile e un adattamento alla vita al Castello di Sidmouth, in Inghilterra, il matrimonio tra Gladys e Hector è felice, e ora lei è incinta. Questo lega ulteriormente i Russell ai Buckingham, poiché Gladys sarà la madre dell’erede di Hector.

Gladys aveva bisogno dell’aiuto di Bertha quando si trasferì per la prima volta in Inghilterra ed era dominata dalla sorella di Hector, Lady Sarah Vere (Hattie Morahan). Quando sua madre arrivò in suo soccorso, Gladys trovò la forza di tenere testa a Sarah e di affermarsi come Duchessa di Buckingham. Bertha reintegrò anche Adelheid (Erin Wilhelmi) come cameriera personale di Gladys. Ma quando la terza stagione di The Gilded Age finisce, Gladys non si è ancora resa conto che suo padre ha lasciato sua madre.

Agnes Van Rhijn nomina ufficialmente Ada Forte capofamiglia

Il testimone passa di sorella in sorella

Agnes Van Rhijn (Christine Baranski) ha trascorso la terza stagione di The Gilded Age affrontando la perdita di denaro e prestigio, mentre sua sorella, Ada Forte (Cynthia Nixon), diventava il capofamiglia della famiglia Van Rhijn. Nel finale della terza stagione, Agnes si è ufficialmente fatta da parte per amore della sorella, così che Ada ora è la matriarca della famiglia.

Agnes ha dato alla sorella la convalida che meritava perché Ada ha segretamente sostenuto Agnes nella sua scelta di diventare la nuova presidente della New York Heritage Society. Questo ha ripristinato il prestigio di Agnes nella società senza rivelare la perdita della sua fortuna, che Ada sta segretamente compensando finanziariamente. Agnes e Ada unite nel finale della terza stagione di The Gilded Age è un momento commovente e davvero meritato.

Oscar Van Rhijn ed Enid Winterton rinnovano la loro alleanza

Sono “Una coppia combattiva”

Nella prima stagione di The Gilded Age, Oscar Van Rhijn (Blake Ritson) si alleò con Enid Turner (Kelly Curran), la cameriera di Bertha Russell, quando tentò, invano, di sposare Gladys. Nel finale della terza stagione di The Gilded Age, Oscar e Turner, ora vedova e ricca signora Enid Winterton, rinnovano la loro alleanza con una nuova svolta: sposarsi e diventare “una coppia combattiva” nell’alta società newyorkese.

L’ex amante di Oscar, John Adams (Claybourne Elder), viene improvvisamente ucciso nell’episodio 6 della terza stagione di The Gilded Age, ma lascia a Oscar un cottage come suo rifugio privato.

In Enid, Oscar ottiene ciò che ha sempre desiderato: una moglie ricca e con un prestigio sociale che distoglierà lo sguardo dal fatto che lui sia gay. Per la signora Winterton, che fino a poco tempo prima era solo una domestica, Oscar conserva i legami persi con la morte dell’anziano marito Joshua (Dakin Matthews). Il ritorno di Oscar ed Enid come soci è uno sviluppo entusiasmante in vista di The Gilded Age Stagione 4.

Jack Trotter dà il benvenuto a Bridget nella sua nuova casa

A casa di Jack, Bridget non è una domestica

Jack Trotter (Ben Ahlers) ha guadagnato 300.000 dollari ed è diventato un uomo ricco e indipendente grazie alla sua invenzione della sveglia. Eppure, nonostante ora possieda una casa di proprietà con la servitù, Jack continua a far visita ai suoi amici a casa Van Rhijn. Quando Bridget (Taylor Richardson) è andata a trovare Jack a casa sua, lui l’ha accolta come ospite, dando il via a una possibile storia d’amore.

Nella prima stagione di The Gilded Age, Jack aveva una cotta per Bridget, ma lei non voleva una relazione, alludendo a un trauma del suo passato. Jack tentò di sposare la domestica dei Russell, Adelheid, ma lei lo rifiutò e si risentì dell’ambizione di Jack di affermarsi in società. Ora Bridget vede Jack con occhi nuovi e una nuova considerazione.

Larry Russell e Marian Brook si riconciliano, ma non si sposano (ancora)

Hanno bisogno di tempo per risolvere i loro problemi di fiducia

Larry Russell (Harry Richardson) e Marian Brook (Louisa Jacobson) sembravano una coppia ideale prima che un malinteso portasse Marian a rompere il fidanzamento. Larry, a sua volta, fu ferito dalla mancanza di fiducia di Marian e dalla sua volontà di andarsene immediatamente senza dare spiegazioni. Harry si offese anche perché Marian credette a Jack, il suo ex cameriere, invece di prenderlo in parola.

Al ballo di Bertha, tuttavia, Larry e Marian si riconciliarono timidamente, anche se non riprendono il fidanzamento. Maturi, Larry e Marian riconoscono di avere problemi che hanno bisogno di tempo per risolvere. Dopo il matrimonio di Gladys e la proposta di matrimonio di Peggy Scott, la terza stagione di The Gilded Age ha messo in secondo piano le potenziali nozze di Larry e Marian, ma forse Marian diventerà la signora Russell nella quarta stagione di The Gilded Age.

La quarta stagione di The Gilded Age ha un grande mistero da risolvere

Chi ha sparato a George Russell?

The Gilded Age Stagione 3 si conclude con la sconvolgente scena in cui George Russell abbandona Bertha, ma lascia un’altra questione irrisolta: chi ha cercato di far uccidere George? Un uomo ha fatto irruzione nell’ufficio di Russell e gli ha sparato alla fine dell’episodio 7, “Ex-Communicated”. Qualcuno ha dato l’ordine, ma nessuna risposta è stata rivelata nel finale di The Gilded Age Stagione 3.

Un magnate barone ladro come George Russell ha molti nemici, e il suo ex assistente, Richard Clay (Patrick Page), è in cima alla lista di coloro che odiano George. Senza dubbio, il signor Russell alla fine scoprirà chi ha cercato di farlo assassinare, e la risposta è uno dei tanti colpi di scena e momenti che il pubblico attende con ansia nella quarta stagione di The Gilded Age.

Hayden Christensen pronto a tornare come Anakin Skywalker dopo Ahsoka 2

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Mentre Hayden Christensen si prepara al suo ritorno nella seconda stagione di Ahsoka, sembra che l’attore stia valutando anche ulteriori ritorni nel franchise di Star Wars. Dopo aver interpretato Anakin Skywalker nella trilogia prequel dal 2002 al 2005, Christensen è infatti ad oggi riapparso sullo schermo nella prima stagione di Ahsoka e tornerà nella prossima stagione, probabilmente con un ruolo anche maggiore.

Essendo stato coinvolto nell’universo di Star Wars per oltre 20 anni, Christensen è diventato una star fondamentale del franchise. Il suo ritorno nella serie con Rosario Dawson è stato sorprendente, anche se è arrivato dopo le apparizioni in Star Wars: L’ascesa di Skywalker e in Obi-Wan Kenobi. Al momento, però, anche se apparirà nella seconda stagione di Ahsoka, la Disney non ha annunciato altre opportunità per l’attore.

Durante un panel al Fan Expo Boston, Christensen ha quindi espresso il suo entusiasmo per la prospettiva di riprendere ancora una volta il ruolo di Anakin Skywalker. La decisione non spetta a Christensen, ma l’attore si è detto felice di poter apparire di nuovo nei panni di Anakin. “Al cento per cento… Mi piacerebbe molto, sì. Se i poteri forti decidessero che è qualcosa che vogliono vedere, sarei lì in un batter d’occhio”, sono le parole dell’attore.

Dove potremmo rivedere Hayden Christensen nei panni di Anakin Skywalker/Darth Vader?

Sebbene l’influenza di Anakin su Ahsoka sia innegabile, lei non è l’unico personaggio profondamente legato al ribelle Jedi. Nei panni di Darth Vader, ha devastato la galassia, rovinando innumerevoli vite come spietato Signore dei Sith. Questo apre molte strade per altri potenziali show di Star Wars con Hayden Christensen. Se fosse interessato a guidare una produzione a pieno titolo, Christensen potrebbe recitare in uno show sui primi anni di Darth Vader.

Molti fumetti e libri di prosa potrebbero fornire materiale per una storia avvincente e consentirebbero al direttore creativo Dave Filoni di arricchire ulteriormente il suo personaggio. Il commento di Christensen indica però che al momento non è coinvolto in ulteriori produzioni, dato che dipende ancora dai “poteri forti”, ma c’è la possibilità che semplicemente non stia condividendo tutto ciò che sa. Ci sono molte altre produzioni di Star Wars attualmente in corso, e non tutte sono state completamente svelate al pubblico.

The Conjuring – Il rito finale sarà il film più lungo del franchise

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È ufficiale: la durata di The Conjuring – Il rito finale sarà il film più lungo del franchise. Secondo AMC Theatres, la durata del film è infatti di 2 ore e 15 minuti, rendendolo il film più lungo della serie. Ad oggi, solo The Conjuring  – Il caso Enfield è l’unico altro film della serie a superare le 2 ore. Tuttavia, poiché il nuovo film è stato annunciato come l’addio cinematografico di Ed e Lorraine Warren, una durata più lunga potrebbe essere essenziale per concludere la loro storia in modo soddisfacente per i fan.

Una durata superiore alle 2 ore potrebbe anche indicare che la trama di The Conjuring – Il rito finale affronta un altro caso molto complicato, simile a quello di Enfield. La famiglia Smurl, la cui vicenda è al centro del racconto, sembra aver vissuto terrificanti eventi soprannaturali nella loro casa in Pennsylvania prima che Ed e Lorraine venissero coinvolti negli anni ’80. Se il film incorpora diversi dei loro incontri, una durata lunga ha senso. Non resta dunque che attendere l’uscita del film per poter godere dei suoi 135 minuti di puro terrore.

La trama e il cast di The Conjuring – Il rito finale

La sinossi ad oggi diffusa di The Conjuring – Il rito finale recita: “Cinque anni dopo il processo ad Arne Johnson, i coniugi Warren hanno lasciato l’attività investigativa per dedicarsi al lavoro universitario. Tuttavia, quando il lavoro scarseggia, i due decidono di seguire un ultimo caso, quello di Janet e Jack Smurl, la cui casa sembra ospitare un’entità sovrannaturale”. 

Accanto a Vera Farmiga e Patrick Wilson, nel cast troviamo Mia Tomlinson e Ben Hardy nei ruoli di Judy Warren, figlia di Ed e Lorraine, e del suo fidanzato Tony Spera, oltre a Steve Coulter, che torna nei panni di Padre Gordon, e Rebecca Calder, Elliot Cowan, Kíla Lord Cassidy, Beau Gadsdon, John Brotherton e Shannon Kook. Chaves dirige una sceneggiatura di Ian Goldberg & Richard Naing e David Leslie Johnson-McGoldrick, su un soggetto di David Leslie Johnson-McGoldrick & James Wan basato sui personaggi creati da Chad Hayes & Carey W. Hayes.

The Conjuring – Il rito finale sarà distribuito da Warner Bros. Pictures nelle sale italiane il 4 settembre.

Weapons: Zach Cregger ha già un’idea per un altro film

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Weapons: Zach Cregger ha già un’idea per un altro film

Il regista Zach Cregger parla della possibilità di realizzare un altro film nel mondo di Weapons. Il suo nuovo horror svela il mistero che circonda diciassette bambini, tutti della stessa classe di scuola elementare, scomparsi una notte alle 2:17 del mattino. Riuscendo a nascondere quasi tutti i segreti principali, in particolare all’identità del personaggio noto come Gladys, il film ha continuato a suscitare entusiasmo. Ora che è in sala, sta ricevendo elogi, vantando un punteggio Tomatometer del 95% su Rotten Tomatoes, e probabilmente diventerà un successo commerciale.

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Durante un’intervista con Variety, Cregger ha quindi discusso della possibilità di tornare nell’universo costruito con questo film. “Certamente. In realtà… è divertente che tu me lo abbia chiesto. Non posso farci niente: ho un’altra idea per qualcosa in questo mondo che mi entusiasma molto. Non lo farò subito, e probabilmente non lo farò dopo il mio prossimo film, ma ne ho uno e mi piacerebbe vederlo sullo schermo un giorno”, ha affermato il regista.

Cosa significa questo per Weapons

Sulla base dei suoi commenti, non è chiaro che tipo di storia abbia ideato Cregger e se sia direttamente collegata a questa sua nuova uscita horror o se semplicemente esista nello stesso universo. Tuttavia, Weapons contiene diversi misteri irrisolti che un altro film potrebbe potenzialmente chiarire. Ciò che è successo ad Alex e ai suoi compagni di classe è stato brevemente accennato alla fine del film. Tuttavia, il pubblico potrebbe essere interessato a saperne di più su di loro e su come Justine Gandy sta affrontando la situazione anni dopo.

Ci sono poi anche molte domande che circondano Gladys e le sue misteriose imprese, prima di minacciare Alex e sconvolgere completamente Maybrook. Poiché Gladys utilizzava la stregoneria come mezzo per alleviare i suoi disturbi e controllare gli abitanti di Maybrook, vale la pena chiedersi da quanto tempo lo facesse e quale fosse la portata dei suoi poteri. Non viene mai rivelato dove Gladys abbia ottenuto i suoi poteri, né da dove provenisse il suo albero, ma questi sono aspetti che un altro film nel mondo di Weapons potrebbe esplorare.

Denzel Washington evasivo sul suo ruolo in Black Panther 3

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Denzel Washington evasivo sul suo ruolo in Black Panther 3

Come ormai noto, Ryan Coogler sta scrivendo una parte per il leggendario attore Denzel Washington in Black Panther 3. Ad affermarlo è stato lo stesso attore, poi pentitosi di quella rivelazione. Coogler ha poi infine confermato che l’attore aveva ufficialmente firmato per entrare nel cast. Ora, in un’intervista con Liam Crowley di ScreenRant sulla sua interpretazione in Highest 2 Lowest di Spike Lee, Washington ha dato una risposta schietta sulla sua partecipazione al film.

Quando Crowley gli ha chiesto se Washington e Coogler avessero continuato a discutere del suo ruolo, l’attore ha semplicemente risposto: “È una cosa tra me e Ryan”, dimostrando di non voler ripetere l’errore commesso qualche mese fa, con i Marvel Studios che probabilmente pensavano di annunciare la cosa in modo più sensazionalistico. Sebbene dunque Washington non abbia fornito aggiornamenti, è da ritenere probabile che le conversazioni sulla sua partecipazione a Black Panther 3 siano andate avanti.

Cosa significano i commenti di Denzel Washington per Black Panther 3

La scelta di Ryan Coogler di scritturare Denzel Washington in Black Panther 3 è molto importante per l’MCU, anche se l’attore non ha rivelato i dettagli. Coogler ha chiarito che ha sempre sperato di lavorare con l’attore, e il fatto che Washington, che tradizionalmente ha evitato i franchise di successo, abbia accettato è una testimonianza del fatto che ritiene Coogler un regista di talento con cui ha voglia di lavorare. Per quanto riguarda la citazione di Washington, “È una cosa tra me e Ryan” potrebbe significare qualsiasi cosa.

Sicuramente Washington è ben consapevole che la Marvel vuole che i dettagli sui film in uscita siano tenuti segreti, quindi la risposta più probabile è che lui stia semplicemente rispettando questa richiesta a modo suo. Sembra che Washington sia almeno rimasto a bordo del film, dato che avrebbe potuto facilmente rispondere in modo negativo se le discussioni fossero state interrotte. È più plausibile che Washington sappia qualcosa che sarebbe affascinante per chi segue il film, ed è proprio per questo che non vuole rivelarlo.

Spider-Man: Brand New Day potrebbe presentare personaggi insospettabili

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Dopo una recente indiscrezione secondo cui Spider-Man: Brand New Day presenterà diversi cattivi ancora da svelare, ora sappiamo che il film includerà anche apparizioni di altri eroi MCU. Purtroppo non abbiamo i nomi dei personaggi, ma il sito MTTSH riporta: “Non solo altri cattivi, ma anche altri eroi! Sono in Spider-Man: Brand New Day.”

È interessante notare che, sebbene si siano vociferati diversi cattivi, non abbiamo sentito molto di altri eroi a parte The Punisher (Jon Bernthal) e The Hulk (Mark Ruffalo), entrambi confermati. Questo potrebbe indicare che le voci che abbiamo sentito sul debutto di Jean Grey nel MCU nel film siano fondate, forse?

Sebbene le prime indiscrezioni secondo cui Sadie Sink avrebbe potuto interpretare la potente mutante sembrassero essere state smentite, Jeff Sneider di The Hot Mic ha dichiarato di “sentire ancora parlare di Jean Grey” dopo aver chiesto informazioni sul suo casting durante la settimana. Ci sono numerose altre possibilità, ovviamente, e non è irragionevole supporre che alcuni degli Avengers potrebbero presentarsi per gettare le basi per Doomsday e Secret Wars.

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Quello che sappiamo su Spider-Man: Brand New Day

Ad oggi, una sinossi generica di Spider-Man: Brand New Day è emersa all’inizio di quest’anno, anche se non è chiaro quanto sia accurata.

Dopo gli eventi di Doomsday, Peter Parker è determinato a condurre una vita normale e a concentrarsi sul college, allontanandosi dalle sue responsabilità di Spider-Man. Tuttavia, la pace è di breve durata quando emerge una nuova minaccia mortale, che mette in pericolo i suoi amici e costringe Peter a riconsiderare la sua promessa. Con la posta in gioco più alta che mai, Peter torna a malincuore alla sua identità di Spider-Man e si ritrova a dover collaborare con un improbabile alleato per proteggere coloro che ama.

L’improbabile alleato potrebbe dunque essere il The Punisher di Jon Bernthal recentemente annunciato come parte del film – in una situazione già vista in precedenti film Marvel dove gli eroi si vedono inizialmente come antagonisti l’uno dell’altro salvo poi allearsi contro la vera minaccia di turno.

Di certo c’è che il film condivide il titolo con un’epoca narrativa controversa, che ha visto la Marvel Comics dare all’arrampicamuri un nuovo inizio, ponendo però fine al suo matrimonio con Mary Jane Watson e rendendo di nuovo segreta la sua identità. In quel periodo ha dovuto affrontare molti nuovi sinistri nemici ed era circondato da un cast di supporto rinnovato, tra cui un resuscitato Harry Osborn.

Il film è stato recentemente posticipato di una settimana dal 24 luglio 2026 al 31 luglio 2026. Destin Daniel Cretton, regista di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, dirigerà il film da una sceneggiatura di Chris McKenna ed Erik Sommers. Tom Holland guida un cast che include anche Zendaya, Mark Ruffalo, Sadie Sink e Liza Colón-Zayas e Jon Bernthal. Michael Mando è stato confermato mentre per ora è solo un rumors il coinvolgimento di Charlie Cox.

Spider-Man: Brand New Day uscirà nelle sale il 31 luglio 2026.

Box Office: I Fantastici Quattro superano i 400 e Superman raggiunge i 600 milioni

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Il fatto di dover aspettare un anno prima che Supergirl e Spider-Man: Brand New Day arrivino al cinema potrebbe avere un lato positivo, visto che dai risultati del box office il pubblico non sembra troppo interessato ai film di supereroi.

Questo fine settimana, I Fantastici Quattro: Gli Inizi ha raggiunto i 434,2 milioni di dollari al botteghino mondiale, di cui 230,4 milioni negli Stati Uniti e 203,8 milioni all’estero.

Questo lo rende il film MCU con il maggior incasso del 2025, visto che ha superato facilmente Captain America: Brave New World (415,3 milioni di dollari) e Thunderbolts* (382,4 milioni di dollari). Supererà i 450 milioni di dollari la prossima settimana, ma 500 milioni di dollari non sono una scommessa sicura, dato che il film ha avuto un andamento molto più debole del previsto. Di conseguenza, le previsioni riviste lo collocano a un totale finale di 490-510 milioni di dollari.

La Disney ne sarà contenta? Beh, è il film dei Fantastici Quattro migliore fino ad oggi e ha ricevuto recensioni entusiastiche da fan e critica, quindi non è un risultato terribile. Tuttavia, con un budget dichiarato di 200 milioni di dollari (escluso il marketing), raggiungere a malapena il pareggio di bilancio potrebbe non essere sufficiente per garantire alla Prima Famiglia Marvel un proprio franchise dopo Avengers: Secret Wars.

Negli Stati Uniti, I Fantastici Quattro: Gli Inizi ha subito un calo del 60%, incassando 15,5 milioni di dollari e superando l’intero incasso di 224,5 milioni di dollari di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli.

Superman ha bisogno di 650 milioni di incasso per essere un successo? Ecco cosa dice James Gunn sul box office

E Superman? Bene, ha raggiunto i 578,8 milioni di dollari in tutto il mondo, diventando il film di supereroi più redditizio dell’anno. Il reboot dei DC Studios ha riscosso un successo maggiore rispetto all’ultimo lavoro dei Marvel Studios, incassando 331,2 milioni di dollari in Nord America e un discreto 247,6 milioni di dollari a livello internazionale, dove l’Uomo di Domani non è un’attrazione.

600 milioni di dollari in tutto il mondo sono garantiti, ma il film sta salendo alle stelle con la rapidità prevista e, sebbene possa chiudere la sua corsa con 620-640 milioni di dollari, non supererà i 670 milioni di dollari di L’Uomo d’Acciaio. A peggiorare le cose, il budget complessivo di produzione e marketing di Superman, stimato in 350 milioni di dollari, lo rende 50 milioni di dollari più costoso di I Fantastici Quattro: Gli Inizi.

Si tratta comunque di un buon inizio per il DCU, ma James Gunn e Peter Safran dovranno impegnarsi di più negli anni a venire se sperano di vedere il loro piano “Capitolo 1: Dei e mostri” raggiungere il suo pieno potenziale.

Vision: Todd Stashwick confermato come Paladino, Kerry Condon sostituita

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Lo showrunner di Vision, Terry Matalas, è stato ospite alla convention “Star Trek Las Vegas” di questo fine settimana e ha rilasciato un paio di interessanti aggiornamenti sulla serie MCU durante un Q&A con i fan.

Da tempo si vocifera che la star di Star Trek: Picard, Todd Stashwick (Capitano della Flotta Stellare Liam Shaw), interpreti un assassino incaricato di catturare l’ex Vendicatore, e Matalas ha finalmente confermato che interpreterà il Paladino di Vision.

Creato dallo scrittore Jim Shooter e dall’artista Carmine Infantino, il personaggio è apparso per la prima volta in Daredevil #150 e, sebbene non sia propriamente un supercriminale, le sue attività mercenarie lo mettono spesso in conflitto con personaggi come Spider-Man e The Punisher.

La notizia più importante che emerge dall’apparizione di Matalas è che la co-protagonista di Stashwick in Picard, Orla Brady, sostituirà Kerry Condon nel ruolo di F.R.I.D.A.Y. (in forma “umana”). La star di F1: Il Film ha prestato la voce all’intelligenza artificiale di Tony Stark in Avengers: Age of Ultron, Captain America: Civil War, Spider-Man: Homecoming, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame.

Non è chiaro perché non riprenda fisicamente il ruolo in Vision, ma per essere onesti, ha smentito le indiscrezioni a riguardo già lo scorso giugno. “Non è vero. L’ho visto e mi sono detta: ‘Chi dice queste cose?'”, ha detto in un’intervista sul red carpet, aggiungendo che “non c’è alcuna possibilità” che ciò accada, perché “al momento, non è nei miei piani”.

Che si tratti di impegni, soldi o mancanza di interesse, Condon non tornerà per Vision, e sebbene la notizia sia deludente, probabilmente non è la fine del mondo. Brady, che è anche irlandese, è un bravo attore e ha impressionato in Picard nel ruolo di Laris/Tallinn. Tra i suoi crediti figurano anche Into the Badlands e American Horror Story: 1984.

La serie Vision

Il progetto Vision, ancora senza titolo ufficiale, che potrebbe o meno essere intitolato Vision Quest, è stato descritto come “la terza parte di una trilogia iniziata con WandaVision e che continua con Agatha All Along“.

Oltre a Paul Bettany, James Spader di Avengers: Age of Ultron riprenderà il ruolo di Ultron (“non è chiaro se Ultron tornerà come robot o in forma umana”). Non c’è stato alcun accenno al potenziale coinvolgimento di Elizabeth Olsen, ma la serie sarà ambientata dopo gli eventi di WandaVision, “mentre il fantasma di Visione presumibilmente esplora il suo nuovo scopo nella vita”. T’Nia Miller è stata confermata per il ruolo di Jocasta. Orla Brady apparirà nei panni di F.R.I.D.A.Y. in forma umana, mentre Emily Hampshire sarà E.D.I.T.H. Todd Stashwick sarà Paladino.

Il finale di WandaVision ha rivelato che la Visione con cui avevamo trascorso del tempo nel corso della stagione era in realtà una delle creature di Wanda, ma la vera “Visione Bianca” è stata ricostruita dalla S.W.O.R.D. e programmata per rintracciare e uccidere Scarlet Witch. Questa versione del personaggio si è allontanata verso luoghi sconosciuti verso la fine dell’episodio, dopo essersi dichiarata la “vera Visione”.

Per quanto riguarda Wanda, l’ultima volta che abbiamo visto la potente strega era mentre devastava gli Illuminati e si faceva crollare una montagna addosso in Doctor Strange in the Multiverse of Madness.

Anche l’attore di Picard, Todd Stashwick, è nel cast, nei panni di “un assassino sulle tracce di un androide e della tecnologia in suo possesso”. Vision – o Vision Quest – debutterà su Disney+ nel 2026.

I Fantastici Quattro: Gli Inizi, come mai Johnny non dice “Fiamma!”?

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In I Fantastici Quattro: Gli Inizi, la Prima Famiglia Marvel sconfigge Galactus quando Sue Storm dà la vita per costringere il cattivo a usare un teletrasporto che lo lascerà bloccato dall’altra parte dell’universo.

Tuttavia, quando la squadra incontra per la prima volta il Divoratore di Mondi nei fumetti, l’Osservatore incarica la Torcia Umana di recarsi a casa di Galactus e rubare il Nullificatore Supremo. Il dispositivo non solo è in grado di uccidere Galactus, ma è abbastanza potente da cancellare intere realtà.

Mister Fantastic minaccia il cattivo con il Nullificatore Supremo, costringendolo a lasciare la Terra e a promettere di non tornare. L’arma viene quindi consegnata all’Osservatore per essere custodita (questo accadde nelle pagine di I Fantastici Quattro n. 51).

Né l’Ultimate Nullifier né Uatu compaiono in I Fantastici Quattro: Gli Inizi, e secondo lo sceneggiatore Eric Pearson, i Marvel Studios non avevano seriamente preso in considerazione l’utilizzo di questo potentissimo dispositivo nel film. “Non che io sappia“, ha detto. “Credo che sia venuto fuori in una conversazione, a un certo punto, ma non credo che sia mai stato scritto.”

La sua assenza ha portato a un atto finale molto più emotivamente potente, che ha visto anche La Cosa cedere e dire: “È ora di distruggere“. Tuttavia, molti fan hanno espresso delusione per il fatto che non ci sia stato un solo momento nel film in cui la Torcia Umana dica: “Fiamma!

L’hai capito. Dal piccolo giocattolo, l’hai capito. L’hai capito. Abbiamo spuntato la casella“, ha sostenuto Pearson. “Mi è sempre piaciuta la battuta e forse l’ho trasmessa anche a me. C’era l’idea che, quando erano particolarmente nei guai e non avevano un piano, Ben tirasse fuori una bottiglia di whisky e iniziasse a versare shot e dicesse: ‘È ora di distruggerli!'” Ha aggiunto: “Ho sempre pensato che fosse davvero divertente. La ricompensa era semplicemente troppo bella in questo caso. Dovevamo trovare il momento giusto per dirlo.”

Mentre si vocifera che il regista Matt Shakman sia in lizza per dirigere un sequel di I Fantastici Quattro: Gli Inizi, Pearson ha confermato di essere ancora all’oscuro del futuro del franchise.

“Onestamente non lo so. Sono una persona così letterale che dovrei capire le conseguenze di come appare tutto e chissà chi di Avengers: Doomsday e Secret Wars”, ha spiegato. “Non so dove siamo seduti tutti. A volte, quando tutto è sul tavolo, non sai cosa mangiare.”

“Sarebbe bello vederli insieme in un giallo? Certo. Sarebbe bello vederli in una scorribanda nel tempo? Certo, sarebbe bello. Ci sono tutte queste cose diverse, ma non si vuole stravolgere completamente il carro delle mele. Sento che qualsiasi cosa io abbia da dire non ha importanza finché non vedremo come tutti i nostri personaggi preferiti sopravviveranno alle prossime avventure con Victor von Doom”, ha concluso Pearson.

Leggi qui i nostri approfondimenti su I Fantastici Quattro: Gli Inizi:

Nella nostra recensione abbiamo scritto: I Fantastici Quattro: Gli Inizi conferma ciò che già si pensava in seguito alla diffusione dei materiali promozionali: è un progetto ben pensato, ben diretto, che sa dosare l’intimità e l’azione, che grazie ai suoi variegati protagonisti si rivolge ad un pubblico ampio, dai più giovani fino ai padri e alle madri.”.

Superman ha bisogno di 650 milioni di incasso per essere un successo? Ecco cosa dice James Gunn

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Ad oggi, Superman ha incassato quasi 600 milioni di dollari al botteghino mondiale. I dati internazionali aggiornati (che arriveranno lunedì) dovrebbero far volare il primo film dei DC Studios oltre i 600 milioni di dollari, ma il suo slancio sta rallentando.

Con un’uscita digitale prevista per il 26 agosto, Superman quasi certamente chiuderà la sua corsa al di sotto di L’uomo d’acciaio del 2013 (670 milioni di dollari), un risultato solido per un marchio che è stato quasi irreparabilmente danneggiato da flop come Black Adam, Flash e Joker: Folie à Deux.

I media hanno riportato che Superman aveva un budget di produzione di 225 milioni di dollari prima di una spesa di marketing di 125 milioni di dollari, avvalorando le indiscrezioni dell’anno scorso che suggerivano un costo totale di oltre 330 milioni di dollari. Se queste cifre sono corrette, Superman, nella migliore delle ipotesi, otterrà un magro profitto e, nella peggiore, raggiungerà a malapena il pareggio.

Quando al regista James Gunn è stato chiesto su Threads se Superman dovesse incassare 650 milioni di dollari per essere considerato un successo, ha risposto: “Assolutamente falso. Chiunque lo dica non capisce il mondo del cinema, e saremmo degli idioti a realizzare un film di debutto di un franchise che dovrebbe incassare così tanto per essere redditizio“.

500 milioni di dollari erano stati precedentemente proposti come una cifra che avrebbe reso felici i dirigenti della Warner Bros. Discovery, quindi c’è la possibilità che Superman abbia fruttato un piccolo profitto ai DC Studios. Tuttavia, anche dopo aver superato tutti i titoli MCU recenti, il reboot del DCU non è affatto un mega-successo.

Questo potrebbe non avere importanza a lungo termine. Dopo gli ultimi anni, un film DC ben recensito e ben accolto ha fatto molto per aiutare il marchio, e il fatto che non sia stato un flop è di per sé una grande vittoria. Ora tutti gli occhi saranno puntati su Supergirl e Clayface per vedere come se la caveranno, anche se non è chiaro quale sarà il prossimo grande successo a budget dei DC Studios.

Nella nostra recensione di Superman abbiamo scritto: James Gunn firma un film divertente e emozionante, con un cast perfettamente assortito e un protagonista destinato a lasciare il segno. Un’opera che non solo inaugura il DCU, ma che dimostra come ci sia ancora un immenso bisogno di eroi luminosi, puri e umani. Superman è tornato, e mai come questa volta ci serviva davvero.”

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Tutto quello che sappiamo su Superman

Superman è il primo film dei DC Studios scritto e diretto da James Gunn, con David Corenswet nei panni di Superman/Clark Kent e inaugurerà la fase intitolata “Dei e Mostri“. Il film racconterà un Clark Kent già adulto, alle prese con il delicato equilibrio tra la sua identità kryptoniana e quella umana, in un mondo in cui l’umanità fatica a fidarsi di figure straordinarie. Secondo quanto anticipato, non si tratterà di una storia di origini, ma piuttosto di un ritratto di Superman nel momento in cui cerca il suo posto nel mondo come giornalista al Daily Planet e come eroe capace di ispirare speranza.

Nel cast anche Rachel Brosnahan, Nicholas Hoult, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nathan Fillion, Isabela Merced, Skyler Gisondo, Sara Sampaio, María Gabriela de Faría, Wendell Pierce, Alan Tudyk, Pruitt Taylor Vince e Neva Howell. Questi attori porteranno sul grande schermo personaggi come Lois Lane, Guy Gardner, HawkgirlMetamorphoLex Luthor e Mister Terrific.

Con il suo stile inconfondibile, James Gunn trasporta il supereroe nel nuovo universo DC, con una miscela unica di racconto epico, azione, ironia e sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e da una profonda fiducia nella bontà del genere umano. Il tono del film sarà molto diverso rispetto alle precedenti versioni più cupe: Gunn ha dichiarato che Superman sarà colorato, pieno di emozione e con un protagonista cresciuto in un ambiente familiare sano e amorevole, elemento che influenzerà profondamente la sua personalità.

Il film non solo rilancia l’iconica figura dell’Uomo d’Acciaio, ma getta anche le basi narrative e tematiche per l’intero universo condiviso DC, fondendo umanità, epica e introspezione morale in un racconto di rinascita mitologica.

Il film è al cinema dal 9 luglio distribuito da Warner Bros. Pictures.

Elisa: il trailer del film di Leonardo Di Costanzo

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Elisa: il trailer del film di Leonardo Di Costanzo

Pubblicato oggi il trailer di Elisa, diretto da Leonardo Di Costanzo, in concorso ufficiale alla prossima Mostra del Cinema di Venezia e al cinema dal 5 Settembre con 01 Distribution sia in versione doppiata in italiano che in lingua originale (francese e italiano) con sottotitoli.

Nel cast Barbara Ronchi, Roschdy Zem, Diego Ribon e con la partecipazione di Valeria Golino Firmano la sceneggiatura insieme a Di Costanzo, Bruno Oliviero e Valia Santella.

Elisa è liberamente ispirato agli studi e le conversazioni dei criminologi Adolfo Ceretti e Lorenzo Natali nel saggio “Io volevo ucciderla

La trama di Elisa

Elisa, 35 anni,  è in carcere da dieci anni, condannata per avere, senza motivi apparenti, ucciso la sorella maggiore e averne bruciato il cadavere. Sostiene di ricordare poco o niente del delitto, come se avesse alzato un velo di silenzio tra sé e il passato. Ma quando decide di incontrare il criminologo Alaoui e partecipare alle sue ricerche, in un dialogo teso e inesorabile i ricordi iniziano a prendere forma, e nel dolore di accettare fino in fondo la sua colpa Elisa intravede, forse, il primo passo di una possibile redenzione.

Elisa è una produzione tempesta / carlo cresto-dina con Rai Cinema, in coproduzione con Amka Films Productions (Svizzera), in coproduzione con RSI Radiotelevisione svizzera, opera realizzata con il contributo del Fondo per lo Sviluppo degli investimenti nel Cinema e nell’Audiovisivo, con il supporto di Ufficio federale della cultura (UFC), con il sostegno di IDM Film Commission Südtirol, sviluppato con il sostegno di Emilia-Romagna Film Commission, con il supporto di Ticino Film Commission. Prodotto da Carlo Cresto-Dina e Manuela Melissano, co-prodotto da Michela Pini e Amel Soudani. Rai Cinema International Distribution curerà le vendite internazionali.

Sul set del film, tempesta, ha adottato EcoMuvi, il disciplinare internazionale di sviluppo sostenibile per la certificazione delle produzioni audiovisive.

Topher Grace si unisce al film A24 diretto da Chris Rock

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Topher Grace si unisce al film A24 diretto da Chris Rock

Topher Grace si unirà al cast del film di A24, ancora senza titolo, diretto e interpretato da Chris Rock. Il film vede la partecipazione anche di Rosalind Eleazar, Adam Driver, Daniel Kaluuya e Anna Kendrick. Rock ha anche scritto la sceneggiatura.

Attualmente in produzione a Los Angeles, il film segue Misty Green, un’attrice di talento con una carriera in declino finché qualcuno del suo passato non le offre la possibilità di tornare in auge. I dettagli sul personaggio di Grace sono ancora segreti.

Peter Rice, Rock e David Worthen Brooks sono i produttori, con Nelson George, Shaum Sengupta e Miles Alva come produttori esecutivi.

Topher Grace ha appena lasciato il ruolo di cattivo nel dramma Netflix The Waterfront, che ha rubato la scena a chiunque, con Maria Bello e Holt McCallany. Di recente si è anche unito al cast del film horror Buddy, con Cristin Milioti.

Un film fatto per Bene: il trailer del nuovo film di Franco Maresco

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Ecco il trailer di Un film fatto per Bene, il nuovo film di Franco Maresco che sarà presentato in Concorso alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia 2025.

Scrive Maresco in merito al film: “Da tempo mi sono accorto che ogni mio film non è stato altro che una trappola in cui mi andavo a infilare con impietoso autolesionismo. Stavolta però, per la prima volta, ho paura che non ne uscirò bene, diciamo tutto d’un pezzo. Avrei dovuto dare ascolto ai consigli della signorina Filomena, la vecchia maestra che mi faceva il doposcuola alle elementari, la quale mi ripeteva sempre la storiella della gatta e del lardo, ma ormai è tardi per pentirsi. Tra l’altro nel frattempo il lardo è pure finito.”

La trama di Un film fatto per Bene

Le riprese del film di Franco Maresco su Carmelo Bene vengono bruscamente interrotte dopo l’ennesimo incidente sul set. A staccare la spina è il produttore Andrea Occhipinti, esasperato dai ciak infiniti e dai ripetuti ritardi. Dal canto suo, il regista di Belluscone e La mafia non è più quella di una volta accusa la produzione di “filmicidio”, facendo poi perdere le sue tracce. A cercare di ricucire lo strappo è un amico di Maresco, Umberto Cantone, che chiama a testimoni tutti coloro che hanno partecipato all’impresa, in un’indagine che è l’occasione per ripercorrere la personalità e le idee dell’autore più corrosivo e apocalittico del cinema italiano. E se intanto, lontano da tutto e da tutti, Maresco stesse ultimando il suo film, diventato “il solo modo per dare forma alla rabbia e all’orrore che provo per questo mondo di merda”?

UN FILM FATTO PER BENE è un film di FRANCO MARESCO, con UMBERTO CANTONE, FRANCO MARESCO, FRANCESCO CONTICELLI, MARCO ALESSI, BERNARDO GRECO, FRANCESCO PUMA, SAVERIO D’AMICO, TOTI MANCUSO, GIUSEPPE LO PICCOLO, RICCARDO EGGSHELL, ERNESTO TOMASINI, AURORA FALCONE, MATTEO CAPOGNA, ANTONINO LO GELFO, ANTONINO LO VERSO, LUISA VIGLIETTI, LORENZO CARACAUSI, ELISEO VERSO, CICCIO MIRA con GINO CARISTA, MELINO IMPARATO e con ANTONIO REZZA. soggetto FRANCO MARESCO, CLAUDIA UZZO sceneggiatura FRANCO MARESCO, CLAUDIA UZZO con UMBERTO CANTONE , FRANCESCO GUTTUSO fotografia ALESSANDRO ABATE costumi LUISA VIGLIETTI scenografia CESARE INZERILLO, NICOLA SFERRUZZA montaggio PAOLA FREDDI, FRANCESCO GUTTUSO suono LUCA BERTOLIN, RICCARDO SPAGNOL, CARLO PURPURA musiche SALVATORE BONAFEDE riprese backstage MARTA TAGLIAVIA, CLAUDIA UZZO, GABRIELE RAMIREZ delegati Lumpen FRANCESCO GUTTUSO, UGO POLIZZI produttori delegati Lucky Red MANUELA CASA, STEFANO MASSENZI executive producer Dugong Films MICHELE SARAGONI executive producer Eolo Film Productions LUCA BRADAMANTE prodotto da ANDREA OCCHIPINTI, MARCO ALESSI con la collaborazione di BEATRICE BULGARI. una produzione LUCKY RED, DUGONG FILMS, con EOLO FILM PRODUCTIONS con il supporto di MiC – MINISTERO DELLA CULTURA DG CINEMA, SICILIA FILM COMMISSION, APULIA FILM COMMISSION

Sydney Sweeney avvistata sul set di Il Diavolo Veste Prada 2

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Sydney Sweeney avvistata sul set di Il Diavolo Veste Prada 2

Si vocifera che Sydney Sweeney si sia unita al cast de Il diavolo veste Prada 2 dopo essere stata avvistata sul set! L’attrice ventisettenne, coinvolta nella controversia sulla sua pubblicità per American Eagle, ha mantenuto un basso profilo mentre lasciava la sua roulotte sul set giovedì (7 agosto) a New York. È stato riferito che anche Emily Blunt era sul set quel pomeriggio per la scena.

Sydney Sweeney è stata vista con una felpa con cappuccio azzurra e pantaloni della tuta blu navy. Portava un ombrello per proteggersi il viso, ma le sue unghie erano le stesse di pochi giorni prima durante un’apparizione sul red carpet. (foto di Just Jared)

Le riprese di Il diavolo veste Prada 2 sono attualmente in corso e molti membri del cast stanno tornando, insieme a diverse nuove entusiasmanti star che si uniranno al cast.

Cosa sappiamo su Il diavolo veste prada 2?

Il film originale del 2006, un cult classico per la sua satira tagliente sul mondo spietato della moda, si concludeva con Andy che lasciava Runway per un lavoro in un giornale di New York. Ora, i fan potranno finalmente vedere cosa stanno facendo Miranda e Andy in un panorama mediatico profondamente cambiato. Nel sequel, Miranda, interpretata dalla Streep, si ritrova coinvolta in una competizione ad alto rischio per ottenere importanti introiti pubblicitari, trovandosi sorprendentemente a dover affrontare la sua ex assistente dalla lingua tagliente Emily Charlton (Emily Blunt), che ora è una potente dirigente nel settore della moda.

David Frankel, che ha diretto il primo film, è tornato alla regia di Il diavolo veste Prada 2, lavorando su una sceneggiatura di Aline Brosh McKenna, che ha scritto anche l’originale. Le produttrici Wendy Finerman e Karen Rosenfelt sono a bordo, con la 20th Century Studios che ha in programma di distribuire il film il 1° maggio 2026. Oltre a Meryl Streep, Anne Hathaway e Emily Blunt, nel cast si ritrovano anche Stanley Tucci, che riprende il ruolo del sempre solidale Nigel Kipling, insieme a Simone Ashley, Pauline Chalamet e Helen J. Shen. Tracie Thoms e Tibor Feldman tornano sul set, mentre diversi volti nuovi si uniscono al cast, tra cui Kenneth Branagh, che interpreterà il marito di Miranda, insieme a Lucy Liu, Justin Theroux, B.J. Novak, Pauline Chalamet, Rachel Bloom e Patrick Brammall.

Spider-Man: Brand New Day, il video ufficiale del primo giorno di set!

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Sony ha diffuso il video ufficiale del primo giorno sul set di Spider-Man: Brand New Day, con Tom Holland che commenta il suo ritorno nell’iconico costume, accennando al fatto che per la prima volta il film ha ammesso i fan e gli spettatori sul set. Ecco di seguito il filmato:

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Quello che sappiamo su Spider-Man: Brand New Day

Ad oggi, una sinossi generica di Spider-Man: Brand New Day è emersa all’inizio di quest’anno, anche se non è chiaro quanto sia accurata.

Dopo gli eventi di Doomsday, Peter Parker è determinato a condurre una vita normale e a concentrarsi sul college, allontanandosi dalle sue responsabilità di Spider-Man. Tuttavia, la pace è di breve durata quando emerge una nuova minaccia mortale, che mette in pericolo i suoi amici e costringe Peter a riconsiderare la sua promessa. Con la posta in gioco più alta che mai, Peter torna a malincuore alla sua identità di Spider-Man e si ritrova a dover collaborare con un improbabile alleato per proteggere coloro che ama.

L’improbabile alleato potrebbe dunque essere il The Punisher di Jon Bernthal recentemente annunciato come parte del film – in una situazione già vista in precedenti film Marvel dove gli eroi si vedono inizialmente come antagonisti l’uno dell’altro salvo poi allearsi contro la vera minaccia di turno.

Di certo c’è che il film condivide il titolo con un’epoca narrativa controversa, che ha visto la Marvel Comics dare all’arrampicamuri un nuovo inizio, ponendo però fine al suo matrimonio con Mary Jane Watson e rendendo di nuovo segreta la sua identità. In quel periodo ha dovuto affrontare molti nuovi sinistri nemici ed era circondato da un cast di supporto rinnovato, tra cui un resuscitato Harry Osborn.

Il film è stato recentemente posticipato di una settimana dal 24 luglio 2026 al 31 luglio 2026. Destin Daniel Cretton, regista di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, dirigerà il film da una sceneggiatura di Chris McKenna ed Erik Sommers. Tom Holland guida un cast che include anche Zendaya, Mark Ruffalo, Sadie Sink e Liza Colón-Zayas e Jon Bernthal. Michael Mando è stato confermato mentre per ora è solo un rumors il coinvolgimento di Charlie Cox.

Spider-Man: Brand New Day uscirà nelle sale il 31 luglio 2026.

Giornate degli Autori 2025: Dario Argento insignito del Premio alla Carriera intitolato ad Andrea Purgatori

SIAE – Società Italiana degli Autori e Editori, main partner della 22ª edizione delle Giornate degli Autori, torna a sostenere e a promuovere la creatività del cinema made in Italy.

Quest’anno conferisce a Dario Argento, Maestro italiano del cinema di suspence, il Premio alla Carriera intitolato dal 2023 ad Andrea Purgatori, consegnato lo scorso anno ad Alice Rohrwacher e negli anni precedenti ad autori come Luca Guadagnino, Mario Martone e Paolo Sorrentino, ai quali il premio è stato conferito nel corso delle precedenti edizioni delle Giornate degli Autori.

Dario Argento non ha bisogno di presentazioni: instancabile innovatore del cinema di genere, artigiano della tensione e plasmatore di incubi, ha firmato alcuni dei film horror più amati della storia della settima arte, da Il gatto a nove code(1971) a Suspiria (1977), da Inferno (1980) a Phenomena (1985), passando per Due occhi diabolici (1990) firmato con George A. Romero e la sua opera più conosciuta, Profondo rosso (1975). Sempre animato da una libertà creativa intima e rivoluzionaria, è stato pioniere di un nuovo modo di rappresentare la tensione, terrorizzando generazioni di spettatori e ispirando schiere di cineasti italiani e internazionali tra cui John Carpenter, Guillermo del Toro e Quentin Tarantino.

Il programma di Giornate degli Autori 2025

Salvatore Nastasi, Presidente della SIAE, ha annunciato il riconoscimento con la seguente motivazione: “SIAE è orgogliosa di rendere omaggio a un Maestro del nostro cinema, che ha fatto della creatività e della libertà espressiva la sua firma. Dario Argento ha rivoluzionato l’immaginario cinematografico con uno stile unico, che ha attraversato i confini del genere fondendo scrittura, regia e visione in un linguaggio iconico e dimostrando che l’ombra e il mistero possono essere raccontati con ritmo e profondità”.

Il premio verrà consegnato lunedì 1° settembre alle ore 17:00, presso la Sala Perla del Palazzo del Casinò, dal Presidente della SIAE Salvatore Nastasi.

Lo stesso giorno Dario Argento sarà in Sala Laguna (via Pietro Buratti 1), alle ore 15.00, per salutare gli appassionati e visitare la mostra Sandro Symeoni. Dipingere il Cinema curata da Luca Siano e organizzata dall’Archivio Sandro Simeoni, in collaborazione con Giornate degli Autori, Isola Edipo e Ferrara La Città del Cinema. Tra i tanti manifesti originali esposti firmati dall’illustratore ferrarese sarà presente anche quello del capolavoro di Dario Argento, Profondo Rosso, di cui proprio quest’anno ricorrono i 50 anni dalla prima uscita in sala.

Park Chan-wook espulso dalla Writers Guild of America: ecco perché!

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La Writers Guild of America ha annunciato venerdì di aver espulso due membri, Park Chan-wook e Don McKellar, per aver scritto la miniserie per la HBO “The Sympathizer” durante lo sciopero del 2023.

Park e McKellar hanno co-creato la serie di sette episodi, con Hoa Xuande e Robert Downey Jr., basata sull’omonimo romanzo del 2015 dello scrittore Viet Thanh Nguyen. La serie è andata in onda nel 2024. Secondo la Writers Guild, Park Chan-wook e Don McKellar non hanno presentato ricorso contro le loro espulsioni.

La WGA ha inoltre annunciato che Anthony Cipriano è stato sospeso fino al 1° maggio 2026 per aver scritto “The Last Breath“, precedentemente noto come “Untitled True Story Haunting—Thriller Project“. Cipriano ha ricevuto anche una censura pubblica e l’interdizione a vita dal ruolo di capitano dello sciopero.

Park Chan-wook, 61 anni, è uno sceneggiatore, regista e produttore sudcoreano noto per film come “Oldboy” (2003) e “The Handmaiden” (2016). Il suo prossimo lungometraggio, una produzione coreana intitolata “No Other Choice“, sarà presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia alla fine di agosto. McKellar è un attore e regista canadese che ha scritto, diretto e interpretato “Last Night” (1998). Ha una sceneggiatura per “No Other Choice“, che condivide con Park, Lee Kyoung-mi e Lee Ja-hye.

La WGA aveva precedentemente annunciato di aver sanzionato sette sceneggiatori per varie presunte violazioni durante lo sciopero del 2023. Quattro di questi scrittori sono stati identificati pubblicamente quando hanno scelto di presentare ricorso, ma gli altri tre sono rimasti anonimi fino a venerdì. In una nota ai soci, i dirigenti della WGA hanno affermato che il consiglio direttivo aveva “deciso che le sanzioni disciplinari dovessero essere rese pubbliche”.

La WGA non ha fornito dettagli sulle violazioni dello sciopero commesse da Park, McKellar e Cipriano. Nella nota, la gilda ha ringraziato i volontari che hanno prestato servizio nel Comitato per il rispetto delle regole dello sciopero. “Hanno indagato su decine di accuse di violazioni e hanno stabilito se ci fossero prove sufficienti per inviare i casi al Consiglio direttivo per ulteriori azioni”, ha dichiarato la dirigenza.

Il consiglio e i funzionari hanno inoltre ringraziato i membri delle varie commissioni processuali, che hanno ascoltato le testimonianze e hanno fornito raccomandazioni disciplinari al consiglio.

“Tutti questi membri hanno offerto volontariamente il loro tempo per il delicato ma necessario compito di responsabilizzare gli scrittori affinché adempiano ai propri obblighi nei confronti dei colleghi, ai sensi delle Norme sullo Sciopero, delle Norme di Lavoro e dello Statuto della WGAW”, ha affermato la WGA.

Emma Thompson racconta che Donald Trump le ha chiesto di uscire: “Avrei potuto cambiare il corso della storia americana!”

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Donald Trump ha chiesto a Emma Thompson di uscire, l’attrice premio Oscar lo ha rivelato al Festival di Locarno. “Ha squillato un telefono nella mia roulotte, ed era Donald Trump. Ho pensato fosse uno scherzo. ‘Ciao, sono Donald Trump'”, ha rivelato la Thompson. “Ho detto: ‘Come posso aiutarla?’. Pensavo avesse bisogno di indicazioni. Lui ha risposto: ‘Mi piacerebbe molto che alloggiassi in uno dei miei bellissimi posti, e magari potremmo cenare insieme'”, ha rivelato durante una masterclass a Locarno, ricordando di aver lavorato alla satira politica di Mike NicholsPrimary Colors“.

“Mi sono resa conto che proprio quel giorno il mio divorzio era finalmente arrivato. Scommetto che lui stava cercando dappertutto persone adatte da portare fuori, tutte queste brave divorziate – voglio dire, ha trovato il numero della mia roulotte! Questo sì che è stalking! Quindi sì, avrei potuto uscire con Donald Trump. Avrei potuto cambiare il corso della storia americana!”

Thompson, che ha iniziato come comica, non ha mai evitato l’umorismo politico. “Facevo battute su Margaret Thatcher e l’herpes, sai? È la cosa più semplice che si possa ottenere dal sesso non protetto. Dicevo che Thatcher e l’herpes erano entrambi molto difficili da curare. È una cosa che vale ancora oggi”, ha detto, riflettendo sui suoi inizi.

“In seguito, ho scritto una serie di sketch comici e uno di questi parlava di una donna vittoriana che andava a trovare sua madre. Suo marito sembra avere una ‘piccola creatura’ attaccata al suo corpo. Sta parlando del suo pene, ovviamente, e parla di ignoranza sessuale, ma è divertente. Il produttore di ‘Ragione e sentimento’ l’ha visto e ha pensato: ‘Questa donna può adattare Jane Austen!’ È così strano.”

Emma Thompson Leopard Club Award a Locarno 2025

All’inizio, non voleva affatto fare l’attrice, ha ammesso. “Sembrava un lavoro precario. Una volta venne nella nostra scuola una direttrice di ospedale e pensai che fosse un bel lavoro”, ha detto. “Soprattutto perché aveva delle belle scarpe.” Ma seguirono ruoli acclamati in “Casa Howard” e “Quel che resta del giorno“. Per quest’ultimo, si è ispirata a sua nonna e al “trauma intergenerazionale“.

“Entrò a servizio a 13 anni. Fu violentata dal suo datore di lavoro, rimase incinta, tenne il bambino e scoprì, come accadde a molte altre giovani domestiche, che si trattava di una maternità surrogata forzata.” La sua esperienza influenzò la sua interpretazione di Miss Kenton. “Mia nonna non è mai stata veramente felice e realizzata.”

In seguito, anche Hollywood se ne accorse, con “Primary Colors” che rispecchiava l’attuale turbolenza politica. “Se ricordate lo scandalo di Monica Lewinsky, povera Monica, che accadde mentre giravamo quel film. Ci sedemmo e pensammo: ‘Cosa faremo?’. Stiamo girando un film su qualcosa che sta accadendo nello stesso momento.” Aggiunse: “Sembra passato tanto tempo. Oh, se solo potessimo avere un bello scandalo sessuale e niente di tutto questo, per favore.”

Sebbene la saga di “Harry Potter” non sia stata esattamente una sfida artistica – “Non vorrei essere scortese, ma sono arrivata, ho fatto la parte con occhiali e capelli e me ne sono andata” – “Tata Matilda“, che ha anche scritto, è stata più soddisfacente.

“Non l’ho scritto per i bambini, l’ho scritto per tutti. Parla di dolore e ho perso mio padre quando ero molto piccola”, ha detto. “Penso che sia stata lei a cui mi sono rivolta per trovare conforto. È così importante per me e mi connette a tutte le generazioni”.

Celebrata anche per “Love Actually – L’amore davvero“, Thompson non si aspettava che diventasse un classico amato. “Ricordo che Hugh Grant venne da me chiedendomi: ‘È la cosa più psicotica che abbiamo mai fatto?’ Poi la gente ha iniziato ad avvicinarsi a me sui mezzi pubblici, piangendo”, ha ammesso.

“Credo di aver toccato un nervo scoperto perché noi donne, quando abbiamo un cuore spezzato, a volte dobbiamo nasconderlo. Ciò che ti commuove non è il suo pianto, ma il suo nasconderlo, scendere le scale ed essere allegra. È una fonte costante di stupore per me [il film è diventato così iconico]. È un po’ strano!”

Thompson, che ha ricevuto il Leopard Club Award al festival, ha recentemente recitato in “Dead of Winter” di Brian Kirk. “Ho quasi avuto un aneurisma: ero così sbalordita e così felice”, ha detto, ricordando una proiezione del film particolarmente affollata. “La maggior parte delle donne che conosco sono incredibilmente eroiche. E il fatto che [questo personaggio] fosse vecchio e in lutto, non l’avevo mai visto prima. Non aveva mai visto un personaggio come quello che ha interpretato in “Il piacere è tutto mio”: una donna che decide di provare finalmente un orgasmo in tarda età con l’aiuto di un prostituto. Ho amato la sua paura, ho amato il fatto che sapesse che le mancava qualcosa di importante. Ha fatto tutte le cose giuste [nella vita] e quando la incontriamo, è solo depressa e confusa”, ha osservato.

“Le conversazioni che ho avuto su questo film sono state incredibili, con donne più giovani che mi hanno detto di non averlo mai sperimentato, o uomini gay più grandi che dicevano che li aiutava con la loro immagine corporea. Ma per lei era molto importante provare questo orgasmo sul suo corpo”.

Ha anche parlato della scena in cui si trovava nuda davanti allo specchio “non ben illuminato”. “Era semplicemente… lì. Tutto”, ha detto. “Sono andata in molte gallerie d’arte e ho guardato le immagini di Adamo ed Eva. Erano tutti in una posizione molto rilassata, con un ginocchio piegato, senza pensarci. Ho cercato di canalizzarlo. Si trattava di qualcuno che aveva questa accettazione neutrale. E Dio sa quanto è difficile.”

One Piece Stagione 2: il first look. Rinnovata per la terza stagione

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One Piece Stagione 2 è pronta a salpare: l’adattamento live-action dell’amata serie manga e anime di Netflix è stato rinnovato anticipatamente per una terza stagione.

La notizia è arrivata durante l’annuale One Piece Day a Tokyo, dove è stato anche rivelato che Ian Stokes si unirà a Joe Tracz come co-showrunner della terza stagione. Stokes è stato in precedenza co-produttore esecutivo della prima stagione. La produzione della terza stagione inizierà entro la fine dell’anno a Città del Capo, in Sudafrica.

One Piece Stagione 2 non ha ancora una data di debutto, ma è prevista per il 2026 su Netflix. Ufficialmente intitolata “One Piece: Into the Grand Line”, la descrizione ufficiale della seconda stagione recita:

“L’epica avventura piratesca di Netflix, ‘One Piece’, torna per la seconda stagione, scatenando avversari ancora più feroci e le missioni più pericolose di sempre. Rufy e la ciurma di Cappello di Paglia salpano per la straordinaria Grand Line, un leggendario tratto di mare dove pericolo e meraviglia li attendono a ogni angolo. Nel loro viaggio attraverso questo regno imprevedibile alla ricerca del tesoro più grande del mondo, incontreranno isole bizzarre e una schiera di nuovi, formidabili nemici.”

Iñaki Godoy interpreta Rufy. Il cast include anche Mackenyu nel ruolo di Roronoa Zoro, Emily Rudd in quello di Nami, Jacob Romero in quello di Usopp e Taz Skylar in quello di Sanji.

Altri membri del cast di One Piece – Stagione 2 includono: Charithra Chandran nel ruolo di Miss Wednesday, Joe Manganiello nel ruolo di Mr. 0, Katey Sagal nel ruolo di Dr. Kureha, Lera Abova nel ruolo di Miss All Sunday, Mark Harelik nel ruolo di Dr. Hiriluk, Sophia Anne Caruso nel ruolo di Miss Goldenweek, Yonda Thomas nel ruolo di Igaram, Sendhil Ramamurthy nel ruolo di Nefertari Cobra, Brendan Sean Murray nel ruolo di Brogy, Callum Kerr nel ruolo di Smoker, Camrus Johnson nel ruolo di Mr. 5, Clive Russell nel ruolo di Crocus, Daniel Lasker nel ruolo di Mr. 9, David Dastmalchian nel ruolo di Mr. 3, Jazzara Jaslyn nel ruolo di Miss Valentine, Julia Rehwald nel ruolo di Tashigi, Rob Colletti nel ruolo di Wapol, Ty Keogh nel ruolo di Dalton, Werner Coetser nel ruolo di Dorry, Rigo Sanchez nel ruolo di Dragon, James Hiroyuki Liao nel ruolo di Ipponmatsu, Mark Penwill nel ruolo di Chess, Anton Jeftha nel ruolo di K.M.

I produttori esecutivi di “One Piece” includono gli sceneggiatori e co-showrunner Matt Owens e Joe Tracz, oltre a Oda, Marty Adelstein e Becky Clements di Tomorrow Studios, Tetsu Fujimura, Chris Symes e l’ex co-showrunner Steven Maeda. La serie è realizzata in collaborazione con lo studio di animazione di “One Piece” Shueisha e prodotta da Tomorrow Studios (partner di ITV Studios) e Netflix.

Jordan Peele ha davvero licenziato i suoi agenti dopo aver perso Weapons?

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Il prossimo film del regista di Barbarian Zach Cregger, Weapons, sta diventando uno dei film horror più chiacchierati del 2025, e sembra che il regista di Get Out, Jordan Peele, volesse davvero produrlo. Weapons, in uscita nel 2025, presenta una storia originale su una città in cui 17 bambini della stessa classe lasciano le loro case e scompaiono nel cuore della notte, lasciando i loro genitori e la loro insegnante (interpretata da Julia Garner) spaventati e confusi.

Una settimana prima della sua uscita, prevista per l’8 agosto, Weapons di Zach Cregger ha ricevuto un punteggio perfetto del 100% dai primi 12 critici su Rotten Tomatoes, annunciandolo come uno dei più grandi successi horror dell’anno. Sembrava una grande vittoria per la casa di produzione del film, la New Line Cinema.

Tuttavia, Weapons è stato quasi prodotto da Peele, che all’inizio del 2023 ha cercato di acquistarne i diritti insieme alla Universal in una guerra di offerte ad alto rischio. Da allora, si è ipotizzato che la perdita dell’opportunità di produrre l’acclamato film di Cregger da parte di Peele possa essere costata a due talent manager di Hollywood uno dei loro clienti più importanti.

Jordan Peele ha perso i diritti di Weapons a favore della New Line Cinema

Julia Garner in Weapons (2025)
Julia Garner in Weapons

Un’intensa guerra di offerte è culminata con l’acquisto di Weapons per 38 milioni di dollari

Secondo quanto riferito, la New Line Cinema della Warner Bros. ha acquistato i diritti per produrre Weapons, basato sulla sceneggiatura di Cregger, in una guerra di offerte per la cifra record di 38 milioni di dollari (via Deadline). Secondo quanto riferito, l’offerta è stata presentata dalla New Line Cinema e dalla Universal, con la società di Peele, la Monkeypaw Productions, che mirava a produrre il film per quest’ultima.

Sebbene l’offerta della Universal fosse inferiore di 7 milioni di dollari rispetto a quella della New Line, Peele era presumibilmente pronto a contribuire con il suo backend contrattuale per acquistare il film, dimostrando di volerlo realizzare a tutti i costi.

Secondo lo stesso articolo di Deadline, ci sono diverse versioni di ciò che è successo dopo. In una versione, Peele era arrabbiato per aver perso Weapons. Nell’altra, a Peele era stato detto che avrebbe ottenuto i diritti di Weapons se avesse eguagliato l’offerta della New Line, ma lui e la Universal non erano sicuri del successo del film con un budget così elevato e hanno rinunciato.

Jordan Peele ha rotto con due manager dopo aver perso i diritti su “The Weapons Rights”

Julia Garner e Josh Brolin in Weapons
Julia Garner e Josh Brolin in Weapons

Potrebbe essere stata questa guerra di offerte il motivo?

Alla fine, Peele ha rotto con i suoi manager della Artists First, Joel Zadak e Peter Principato, qualche tempo dopo l’asta. Nonostante le speculazioni, non è stato confermato il motivo per cui Peele abbia concluso questo rapporto professionale. Quello che si sa, tuttavia, è che sia Peele che Cregger erano rappresentati da Principato. Principato e Zadak avevano messo sotto contratto Peele quando era un comico improvvisato come Cregger.

Nell’aprile 2025, Cregger ha parlato con EW dei suoi sentimenti contrastanti dopo la guerra d’aste per Weapons:

È stato stressante. Dall’esterno, la gente potrebbe pensare che stessi lanciando banconote in aria, chiamando i miei nemici e dicendo loro ‘F— you’. La verità è che era una situazione molto stressante, le persone erano arrabbiate ed era stressante. Non sono riuscito a rilassarmi e ad apprezzare ciò che era successo fino a una settimana dopo, quando la polvere si è posata e l’adrenalina è scesa.

È possibile che, data la loro lunga collaborazione e il legame con Cregger, Peele fosse deluso dal fatto che i suoi manager non fossero riusciti ad assicurargli i diritti di Weapons, forse perché riteneva che avessero dato la priorità agli interessi dell’altro cliente in questa trattativa. Tuttavia, vale la pena notare che Peele non ha interrotto i rapporti con l’altra sua agenzia, la CAA, che rappresenta anche Cregger.

A meno che qualcuno dei diretti interessati non commenti la situazione, probabilmente non sapremo mai perché Peele ha lasciato Artists First. Allo stesso modo, i suoi sentimenti sulla guerra di offerte potrebbero non essere così accesi come alcuni credono. Ma dato l’inizio molto promettente del film, perdere l’opportunità di produrre Weapons potrebbe pesare un po’ di più nelle prossime settimane.

Fonte: Rotten TomatoesDeadline

Allen Greene: a lui la dedica del film Le Ali della Libertà

Allen Greene: a lui la dedica del film Le Ali della Libertà

Ci sono film che ti entrano nel cuore e ci restano, film che anche dopo decenni continuano a fare emozionare gli spettatori, occupando il loro meritato posto d’onore nella storia del cinema. Uno tra questi è il film Le Ali della Libertà che, oltre a fregiarsi del titolo di capolavoro, è legato alla storia di un’amicizia lunga una vita intera. Il film è infatti dedicato alla memoria di Allen Greene, un personaggio di cui quasi nessuno conosce la storia.

Ma prima di arrivare a parlare di Allen Greene, facciamo un piccolo passo indietro e cominciamo il nostro viaggio dal 1994, anno d’uscita del celebre film Le Ali della Libertà.

Tratto dal racconto del genio letterario di Stephen King, dal titolo Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank – pubblicato nella raccolta Stagioni Diverse -, Le Ali della Libertà (titolo originale The Shawshank Redemption) è un film drammatico diretto da Frank Darabont. Definito dalla rivista Empire come uno dei “cinquecento migliori film della storia”, Shawshank Redemption racconta la storia di un uomo innocente finito in carcere per sbaglio.

Cosa succede in Le Ali della Libertà: il dramma di Shawshank

La storia è ambientata nella Portland del 1947 e ha come protagonista Andy Dufresne (Tim Robbins), il vice-direttore di una banca. Accusato dell’omicidio di sua moglie e del suo amante – un famoso giocatore di golf -, Andy viene condannato a ben due ergastoli da scontare nel terribile carcere di Shawshank. Nonostante l’uomo gridi a gran voce la sua innocenza, la sentenza viene emessa e Andy viene condotto in galera.

Si sentono tante storie sul carcere di Shawshank ma nessuna sembra rispecchiare perfettamente la realtà. La struttura sembra essere sotto il controllo dello spietato direttore Norton (Bob Gunton) e delle sue terribili guardie che impongono leggi e severe punizioni. Andy è il nuovo arrivato e come tale deve piegarsi allo status quo per cercare di sopravvivere.

le ali della libertà allen green
dal film Le Ali della Libertà – da sinistra: Morgan Freeman e Tim Robbins

Per i primi tempi l’uomo cerca di tenersi in disparte per non creare problemi con gli altri detenuti ma purtroppo la sua presenza non passa inosservata. Per i primi due anni, quindi, Andy è costretto a subire i violenti atti di bullismo da alcuni dei detenuti più pericolosi di Shawshank. Punizioni corporali, violenze fisiche, sessuali e psicologiche porteranno Andy alla disperazione e poi alla silenziosa rassegnazione.

Durante i suoi giorni di prigionia, Andy cerca di aggrapparsi a ogni spiraglio di luce in quel luogo di tenebra. Grazie al suo buon carattere e a un pizzico di furbizia, il prigioniero Dufresne riesce a sopravvivere e, incredibilmente, a farsi dei nuovi amici. Primo fra tutti c’è Ellis Boyd Redding (Morgan Freeman), detto Red, che controlla il contrabbando di oggetti di ogni tipo all’interno del carcere.

Tra i due nasce una bella e sincera amicizia, rapporto che permetterà a entrambi di sopravvivere ai lunghi anni di reclusione e alla vita da uomini liberi.

Allen Greene in Shawshank Redemption

Il meraviglioso e toccante dramma di Stephen King, diretto da Frank Darabont, ha commosso intere generazioni. Negli anni i cinefili più accaniti si sono divertiti a scoprire tutti i segreti e i retroscena più curiosi de Le Ali della Libertà. Ma c’è un dettaglio del film che ancora oggi sembra essere per molti un mistero. Alla fine del film, poco prima dei titoli di coda, appare un messaggio, un dedica che per parecchio tempo ha sollevato molte domande.

“In memory of Allen Greene” [In memoria di Allen Greene]

 

le ali della libertà
dal film Le Ali della Libertà – Credits: Castle Rock Entertainment

Chi è costui? E come mai The Shawshank Redemption è stato dedicato proprio a lui? La domanda è legittima e la risposta è molto meno complessa di quello che ci si aspetti. Greene è stato per anni l’agente del regista Frank Darabont, nonché uno dei suoi più cari amici. A loro collaborazione, cominciata all’inizio degli anni ottanta, si è trasformata in una bellissima amicizia, interrotta bruscamente dalla morte di Greene.

Allen Greene è purtroppo deceduto nel 1989 quando aveva appena 36 anni, a causa di complicazioni dovute all’AIDS. Greene, malato da tempo, non ha mai smesso di lavorare e pare sia stato proprio lui a spingere affinché Le Ali della Libertà vedesse la luce. Nel 1987, Allen fu il primo a capire le potenzialità del racconto di Stephen King e a sottoporre il progetto alla Castle Rock Entertainment. Inoltre, fu lo stesso Greene a proporre l’amico Frank Darabont come regista e sceneggiatore del film.

Gli sforzi di Greene sono stati abbondantemente ripagati. Le Ali della Libertà è stato un successo nel 1994 – anno della sua uscita al cinema – e il film nel tempo è diventato un vero e proprio capolavoro del cinema. A causa della sua prematura scomparsa, Greene non si è potuto godere i frutti del suo duro lavoro. Per questo motivo Darabont ha deciso di rendere omaggio alla memoria del suo caro amico, dedicandogli il film per cui insieme hanno tanto lottato. Una dedica inaspettata, sobria ma molto toccante, associata a un finale catartico che celebra la libertà e l’importanza dell’amicizia.

Le Ali della Libertà in streaming: ecco dove vederlo

Il film diretto da Frank Darabont e dedicato ad Allen Greene, è disponibile in acquisto o noleggio a pagamento su Amazon Prime Video, Youtube, Google Play Film. Le Ali della Libertà in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Fonte: Wiki,

Mountainhead: trailer del film HBO dal creatore di Succession

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Mountainhead: trailer del film HBO dal creatore di Succession

Come annunciato dalle immagini del trailer ufficiale, esordirà fra pochissime settimane Mountainhead, il primo lungometraggio scritto e diretto da Jesse Armstrong, il creatore di Succession, con Steve Carell, Jason Schwartzman, Cory Michael Smith e Ramy Youssef, che in Italia debutterà in esclusiva su Sky Cinema e in streaming solo su NOW il 12 settembre.

 La trama di Mountainhead

Mountainhead, film targato HBO e candidato ai prossimi Emmy Awards nella categoria Miglior film per la televisione, racconta la vicenda un gruppo di miliardari presidenti della tecnologia che si riuniscono sullo sfondo di una crisi internazionale in costante evoluzione. Legati da un’amicizia nata anni prima all’interno della stessa fucina tecnologica, Randall (Steve Carell), Hugo (Jason Schwartzman), Venis (Cory Michael Smith) e Jeff (Ramy Youssef) sono amici di lunga data, rivali e…tra gli uomini più ricchi del pianeta.

Quando Hugo accoglie “i Brewsters” nella sua lussuosa tenuta per un fine settimana tra uomini altamente selezionati, il loro idillio esclusivo viene interrotto da notizie di violenti disordini in tutto il mondo – causati proprio dai nuovi strumenti di intelligenza artificiale generativa sviluppati da Venis.

Con le nazioni sull’orlo del collasso politico ed economico, questi titani iniziano a pianificare la gestione della crisi a proprio vantaggio – con in gioco una posta sempre più alta che metterà a rischio non solo le loro fortune e amicizie, ma anche il futuro stesso dell’umanità.

 

Indiana Jones e l’ultima crociata: la spiegazione del finale del film

Uscito nel 1989, Indiana Jones e l’ultima crociata rappresenta il terzo capitolo della leggendaria saga ideata da George Lucas e diretta da Steven Spielberg, dopo I predatori dell’arca perduta (1981) e Indiana Jones e il tempio maledetto (1984). In un momento in cui la coppia Lucas–Spielberg era ormai sinonimo di intrattenimento di altissimo livello, il film arrivò come un ritorno alle atmosfere più avventurose e “classiche” del primo episodio, abbandonando in parte i toni cupi e talvolta inquietanti del secondo. Spielberg stesso ha più volte dichiarato di considerare Il tempio maledetto il capitolo più distante dalle sue corde, e con L’ultima crociata ritrovò un equilibrio perfetto tra azione, humour e un tocco di introspezione.

La novità più evidente fu l’introduzione del personaggio di Henry Jones Sr., interpretato da Sean Connery, padre del celebre archeologo. Questa scelta aggiunse una dimensione familiare e ironica alla saga, esplorando il rapporto conflittuale e affettuoso tra i due protagonisti. Il film si distingue anche per un maggiore respiro narrativo, che alterna sequenze spettacolari – come l’inseguimento in motoscafo a Venezia o la fuga dal dirigibile – a momenti più intimi, in cui emerge il lato umano e vulnerabile di Indiana. Tematicamente, l’avventura si lega alla ricerca del Santo Graal, un oggetto mitico che introduce riflessioni sulla fede, l’immortalità e il senso della vita, andando oltre la semplice caccia al tesoro.

Il successo fu immediato: Indiana Jones e l’ultima crociata incassò oltre 470 milioni di dollari in tutto il mondo, consolidando il mito dell’archeologo con il cappello e la frusta. La critica accolse con entusiasmo la combinazione di azione, umorismo e cuore, lodando in particolare la chimica irresistibile tra Harrison Ford e Sean Connery. Nel resto di questo articolo analizzeremo più nel dettaglio il significato e la costruzione del finale del film, svelando come Spielberg abbia saputo concludere (almeno all’epoca) la saga con una nota di grande intensità emotiva.

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Indiana Jones e l'ultima crociata location

La trama di Indiana Jones e l’ultima crociata

Ambientato nel 1938, in un mondo ormai prossimo allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, il terzo film della saga vede Indiana Jones incaricato di recuperare, insieme al suo amico Marcus Brody, il Santo Graal. Questo, qualora finisse nelle mani dei nazisti, potrebbe rivelarsi una pericolosissima arma a loro vantaggio nella conquista del mondo. Tuttavia, Jones rifiuta la missione, non credendo nell’esistenza dell’oggetto. Cambia però idea nel momento in cui scopre che l’incarico era stato inizialmente offerto a suo padre, Henry Jones Sr., ora scomparso nel nulla.

Indiana si reca così a Venezia, per riprendere le ricerche lì dove quelle di suo padre si sono interrotte. Ad aiutarlo, vi è la dottoressa Elsa Schneider, la quale si rivelerà però essere alleata dei nazisti. L’archeologo comprende così che suo padre è stato catturato da loro, con lo scopo di richiamarlo all’azione e aiutarli nel ritrovamento del Graal. Pur di salvare il padre, Jones accetterà malvolentieri l’incarico, cercando però di escogitare un piano per uscire da quella situazione e impedire ai nazisti di impossessarsi dell’oggetto.

La spiegazione del finale del film

Nel terzo atto di Indiana Jones e l’ultima crociata, l’avventura raggiunge il suo apice quando Indiana, suo padre Henry, Marcus e Sallah giungono al tempio che custodisce il Santo Graal. Qui assistono al fallimentare tentativo dei nazisti di superare le micidiali trappole che proteggono la reliquia. Per costringere Indiana a collaborare, Donovan spara a Henry, sapendo che solo l’acqua del Graal potrà salvarlo. Con l’aiuto del diario paterno, Indy riesce a decifrare gli enigmi e a superare ogni ostacolo, fino a raggiungere la sala finale, dove un antico cavaliere vigila sui numerosi calici disposti davanti a lui.

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A quel punto, Donovan e Elsa li raggiungono. Fingendo di aiutarlo, Elsa offre a Donovan un calice sbagliato, portandolo a bere e condannandolo a una morte istantanea. Indiana, invece, riconosce il vero Graal – semplice e privo di ornamenti – e lo utilizza per guarire il padre, salvandogli la vita. Ma l’avidità di Elsa provoca il disastro: nel tentativo di portare via il calice, fa crollare il tempio. Trascinata nel vuoto, muore davanti agli occhi di Indiana, che a sua volta rischia di cadere nell’abisso. Solo l’intervento del padre, che lo invita a “lasciar andare” il Graal, lo salva. La reliquia scompare per sempre tra le macerie, mentre i protagonisti fuggono verso la libertà, cavalcando nel tramonto.

Perché Elsa prende il calice sbagliato?

Il perché la dottoressa Elsa Schneider abbia scelto intenzionalmente il calice sbagliato in Indiana Jones e l’ultima crociata è un argomento molto dibattuto all’interno della celebre saga d’avventura. L’indizio più importante del suo tradimento arriva poco dopo aver consegnato il calice a Donovan. Sebbene resti sullo sfondo, Elsa getta un’occhiata a Indy mentre Donovan solleva il calice in aria. In quell’istante, accenna un brevissimo e leggero movimento della testa, come a confermare a Indy che il suo piano è uccidere Donovan con il calice sbagliato. Da quel momento fino a quando Donovan beve, l’espressione di Elsa tradisce a fatica l’impazienza di vedere il sabotaggio compiere il suo effetto.

Appare comunque strano che Elsa desideri eliminare Donovan. Dopotutto, si era unita di sua volontà ai nazisti e aveva tradito i Jones. Il suo legame con Donovan e con i nazisti sembrava evidente, essendo rimasta al loro fianco dall’Italia all’Austria, dalla Germania fino a Hatay. Il comportamento di Elsa in Indiana Jones e l’ultima crociata la descrive dunque come una donna scaltra e manipolatrice, ma il tempo trascorso con Indy e suo padre sembra averla toccata in un modo in cui l’ideologia nazista non era riuscita. Come dice a Indy durante il raduno nazista a Berlino: «Io credo nel Graal, non nella svastica».

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Indy respinge giustamente questa affermazione, data la sua disponibilità a schierarsi con il nemico. Quello è l’ultimo scambio tra i due fino all’incontro con il Graal e alla morte di Donovan. Questo significa che Elsa ha avuto tempo per riflettere sulle proprie azioni. Aver visto la spietatezza di Donovan in più occasioni probabilmente ha contribuito a farle cambiare allineamento e, quando si presenta l’opportunità di liberarsene, Elsa la coglie. Il cenno che rivolge a Indy lo conferma, anche se, alla fine, il suo irrefrenabile desiderio di possedere il Graal — indipendentemente dal fatto di volerlo condividere o meno con i Jones — ha contribuito alla sua stessa fine.

Cosa ci lascia il finale di Indiana Jones e l’ultima crociata

Il finale assume dunque un significato profondo se letto alla luce dei temi centrali del film. Il vero cuore della storia non è la conquista del Graal, ma la riconciliazione tra padre e figlio. L’intero viaggio diventa un percorso di riavvicinamento, in cui Indiana impara a guardare oltre la sua ossessione per le reliquie, mentre Henry comprende l’importanza di essere presente nella vita del figlio. Il momento in cui Henry gli dice “lascia andare” non riguarda solo il calice, ma anche il peso delle incomprensioni e delle distanze accumulate negli anni.

Il Graal, oggetto mitico e simbolo di immortalità, si rivela un’illusione pericolosa quando diventa fine a sé stessa. Spielberg ne fa il fulcro di una parabola sulla scelta tra l’avidità e il valore della vita. Elsa e Donovan, accecati dal desiderio di possederlo, trovano la morte; Indiana e Henry, invece, lo abbandonano per salvare ciò che conta davvero: le persone. L’immagine conclusiva dei protagonisti che cavalcano verso il tramonto suggella questa lezione, dando al film una chiusura epica ma anche profondamente umana.