I premi Oscar®
George Clooney e Julia Roberts tornano sul grande
schermo nei panni di due ex che si ritrovano in una missione comune
per impedire alla figlia innamorata di commettere il loro stesso
errore, in Ticket to Paradise. Prodotto da Working Title,
Smokehouse Pictures e Red Om Films, il film è una commedia
romantica che racconta come le seconde possibilità possano
sorprenderci.
Diretto da Ol
Parker (Mamma Mia! Ci Risiamo,
sceneggiatore dei film Marigold Hotel) dalla sua
sceneggiatura con Daniel Pipski, Ticket to
Paradise è prodotto da Tim Bevan
(L’ora più buia, The Danish Girl) e Eric
Fellner (La teoria del tutto, Les
Misérables) per Working Title, da Sarah
Harvey (Marigold Hotel, co-produttrice di
In Bruges – La coscienza dell’assassino), da
Deborah Balderstone (Palm Beach,
Gone), da George Clooney e del premio Oscar®
Grant Heslov (Argo, The Midnight
Sky) per Smokehouse Pictures e da Julia
Roberts e Lisa Roberts Gillan eMarisa Yeres Gill (entrambe co-produttrici della
serie Homecoming) per Red Om Films.
Ticket to Paradise
è girato nel Queensland, Australia, grazie agli incentivi del
governo federale australiano e alla Production Attraction Strategy
di Screen Queensland.
Tutte le migliori storie d’amore
nascono da una grande passione. Quella di Paolo
Rossi è sempre stata il pallone, che ha inseguito ogni
pomeriggio “scappando” di casa, quando era ancora gracile e
mingherlino e consumava un paio di scarpe la settimana. Il sogno
del piccolo Paolo, prima ancora di diventare Paolo
Rossi è al centro del documentario Paolo Rossi –
L’uomo. Il campione. La leggenda (2019), per la regia di
Gianluca Fellini e Michela
Scolari, che arriverà nelle sale cinematografiche il 5
luglio in una versione inedita.
Il sogno del piccolo Paolo Rossi
Nei cortili, nei terreni sporchi e
persino in mezzo alle strade delle città, i bambini di tutto il
mondo si allenano e sognano di diventare i prossimi
Rossi, Pelé,
Maradona o Falcao nello sport più
popolare del mondo. E’ a un gruppi di questi che Paolo si rivolge:
i “ragazzi delle fogne” di Bucarest, abbandonati dalle famiglie e
assistiti dalla Fondazione Parada che, attraverso
l’insegnamento del calcio e delle arti performative regala loro
quotidianamente speranze e sogni. Ogni sogno rappresenta per questi
ragazzi un motivo per resistere, vivere, appassionarsi e ricordarci
che un sogno non significa nulla se non condiviso con amore e
rispetto e che un vero campione è, prima di tutto, tale nel suo
cuore.
In punta di piedi e avvolto nella
penombra di un religioso silenzio, Paolo Rossi ci
racconta di come abbia voluto fare il professionista fin da
bambino, contagiato da un nonno e un papà “sportivissimi” e
influenzato dalla tecnica e dall'”opportunismo” di Kurt
Hamrin. Si parte dal ricordo delle prime squadre: la
Santa Lucia, formata da undici ragazzini del
paesino, poi l’Ambrosiana Prato e la
Cattolica Virtus, fino ai primi, importantissimi,
agganci: la Juventus e l’amatissima
Vicenza.
E’ stata la Mano di…Paolo!
I momenti cruciali della vita e
della carriera di Paolo Rossi vengono impreziositi
dalle parole e dal ricordo “di chi c’era”: Giuseppe
Farina ed Enzo Bearzot, che lo hanno
sempre trattato come un figlio, sancendo un rapporto prima di tutto
umano, e solo poi sportivo; il dirigente sportivo Franco
Carraro, il giornalista Gianni Minà, la
voce dell’idolo d’infanzia: Pelè. Con la reverenza
necessaria e misurando ogni parola per ripercorrere al meglio il
percorso di vita di un campione, il documentario su Paolo
Rossi ci riporta alle partite più emozionanti, le prime
vetrine che gli hanno consentito di mostrare il suo valore a
livello mondiale, prima fra tutti il mondiale del ’78 in Argentina.
Il resto è storia: Paolo è diventato “Pablito” per
la stampa, uno dei primi giocatori che ha avuto lo sponsor e ha
vissuto il passaggio dall’epoca romantica all’epoca del business
nel mondo del calcio.
Ma un campione non è tale senza le
sconfitte che, nella vita di Paolo, non sono
mancate: gli infortuni al menisco, lo scandalo del Calcioscommesse
e la squalifica. Da questi episodi infausti si è rialzato grazie al
supporto dell’ambiente pulito, onesto e rigoroso in cui ha sempre
giocato, estensione della personalità di uno dei più grandi
allenatori italiani, Enzo Bearzot, che ha sempre
riposto fiducia in Paolo, scegliendo di portarlo
in squadra anche dopo i due anni di stop a causa della squalifica,
quando nessuno avrebbe più puntato su di lui. Coi Mondiali
di Spagna del 1982 e il gol che lo ha restituito a tutti,
Paolo Rossi ha capito che bisogna sempre pensare
alla partita successiva nella vita e che una singola vittoria può
essere anche il trionfo di un Paese intero, che cerca di
risollevarsi dalle turbolenze degli Anni di Piombo.
Filmati d’epoca dei campionati e
testimonianze di prima mano degli stessi grandi giocatori si
intrecciano dunque magnificamente in una storia toccante ed
emozionante degli alti e bassi di Rossi, nel
contesto di sconvolgenti eventi mondiali. Mentre il calcio si è
trasformato in un business da miliardi di dollari, questo film
ricorda con forza che i sogni possono diventare realtà se si segue
la regola numero uno: non arrendersi mai!
Il canale americano
FX dopo
il trailer ha diffuso le anticipazioni di What We Do In
The Shadows 4×02, il secondo episodio della quarta
stagione della serie tv What We
Do In The Shadows.
In What We Do in the Shadows 4×02 che si intitolerà “The Lamp”
La ricerca dell’amore di Nandor ha finalmente successo e Nadja
realizza la sua ambizione per tutta la vita di aprire una discoteca
di vampiri. Scritto da Wally Baram e Aasia LaShay Bullock; regia di
Yana Gorskaja. In Italia What We Do In The Shadows 4
in streaming uscirà su Star, canale di Disney+.
What We Do In The Shadows
4 è l’annunciata quarta stagione della
serie comica What We
Do In The Shadows creata da Jemaine Clement per il
canale FX e basata sull’omonimo film del 2014 scritto da Clement e
Taika Waititi. What We Do in the Shadows è ambientato a Staten
Island e segue quattro vampiri che sono stati coinquilini per
centinaia di anni.
In What We Do in the
Shadows 4ritorneranno i
protagonisti Kayvan Novak nel ruolo di Nandor the
Relentless, un vampiro che ha 757 anni e che una volta era un
soldato dell’Impero ottomano. Matt Berry nei panni
di Laszlo Cravensworth, un vampiro nobile inglese trasformato da
Nadja e ora sposato con lei. Natasia Demetriou nel
ruolo di Nadja, una vampira romana, sposata con Laszlo.
Harvey Guillén nel ruolo di Guillermo, familiare
“paziente” di Nandor. Mark Proksch nel ruolo di
Colin Robinson, un vampiro energetico che vive con il trio.
Nei ruoli ricorrenti troviamo
Doug Jones nel ruolo del barone Afanas, un antico
vampiro del Vecchio Paese che crede che i vampiri dovrebbero
governare il mondo. Beanie Feldstein nei panni di
Jenna, una LARPer e vergine che Guillermo ha attirato per i
banchetti dei vampiri. Jake McDorman nel ruolo di
Jeff Suckler, una reincarnazionedell’ex amante umano di Nadja,
Gregor, un cavaliere che è stato ucciso dalla decapitazione in
ciascuna delle sue vite.
Negli ultimi anni il regista
Patrick Hughes si è dilettato nell’esplorazione
delle relazioni tra personaggi sotto forma del “buddy movie”
(Come
ti ammazzo il Bodyguard 1e 2) in cui, solitamente, protagonisti
maschili mantengono atteggiamenti o ideali diametralmenti opposti
che tuttavia riescono a completarsi a vicenda. Anche The
Man from Toronto, recente aggiunta al catalogo Netflix, punta
tutto su un cast di rilievo, ma ricalcando una struttura del genere
maneggiato da Hughes ormai classicheggiante, che
non riesce a coinvolgere pienamente.
Patrick Hughes punta ancora sul buddy movie
Teddy (Kevin
Hart) è un allenatore di fitness bonario e di scarso
successo che arriva per errore in un Airbnb dove sta per prendere
piede un crimine. Al momento sbagliato, nel posto sbagliato, viene
quindi scambiato per l’Uomo di Toronto (Woody
Harrelson), un delinquente dedito alla salvaguardia
degli interessi politici. Dopo una serie di intrecci, inseguimenti
ed inserti comici, Teddy si allea inevitabilmente
con il vero Uomo di Toronto per evitare di morire
e ripulire il soqquadro che ha lasciato dietro di sé.
Il tono di The Man from
Toronto è puramente rievocativo, e vive di tutti i luoghi
comuni dei buddy movie d’azione, ma i suoi punti di forza sono
essenzialmente tre: umorismo, azione e chimica tra i protagonisti.
Nei primi due comparti, il film è nella media, moderatamente
efficace e giustamente sgangherato. Le sequenze d’azione divertono,
ma soffrono di mancanza di originalità, e non sono risparmiate da
errori come la famigerata presenza di controfigure, la mancanza di
continuità, i finti effetti speciali e i tagli di montaggio
distraenti. Tuttavia, la vera luce del film è l’interazione tra i
personaggi principali, basata sugli scherzi e i convenevoli che
nascono tra due individui completamente agli antipodi ma costretti
a collaborare; Teddy è un ragazzo vigliacco, mite
e bonario che non sta zitto nemmeno sott’acqua, L’uomo di
Toronto è invece taciturno, duro e brutale.
Non l’uomo, ma gli uomini
di Toronto
Nei film d’azione, Kevin
Hart di solito interpreta outsiders inclini alla stupidità
(ricordiamo i film di Jumanji e
la sua apparizione in
Fast & Furious Presents: Hobbs & Shaw). Il problema è
che la sceneggiatura di The Man from Toronto
tratta il suo quoziente intellettivo come un infelice espediente,
invece di renderlo una qualità accattivante, da sfavorito, come
avrebbe potuto fare una buona commedia. Come è possibile che i
cattivi che si aggirano all’interno del capanno della Virginia
pensino che Tedd sia il temutissimo Uomo
di Toronto, che estrarrà informazioni da un vittima
sanguinante che implora per la sopravvivenza?
Il vero Uomo di
Toronto, un killer canadese a sangue freddo conosciuto con
questo nome in codice, è il più famigerato dei sicari e una
sequenza iniziale ci mostra il modo in cui riesce a trasformare il
suo trauma infantile – aver visto il nonno mangiato vivo da un orso
– in una minaccia per chi sta per torturare. Ma il fatto che il
personaggio del titolo sia tutt’altro che un mistero intrigante
dimostra i limiti del film in fatto di spettacolo; si tratta
piuttosto di fornire un contrasto concreto con la performance di
Hart, per questo i due personaggi dimostrano di
riuscire a funzionare soltanto come coppia, come duo comico
destinato a rattoppare i buchi di una sceneggiatura raffazzonata e
derivativa.
Sia Harrelson che
Hart hanno il pilota automatico, e le battute che
derivano dalla loro dinamica oppositiva – la natura fredda e
sanguigna di Harrelson che si scontra con il
terrore stridulo di Hart – riescono a salvare il
ritmo generale, inacidito dai frangenti in cui cercano di aiutarsi
emotivamente mentre il film mette in scena il loro machismo
sbilanciato: come Teddy soffre nel seguire davvero
i suoi sogni, o come Ray/L’uomo di Toronto sia in
realtà un ragazzo timido, qualità messa in evidenza da
Kaley Cuoco in un ruolo che purtroppo non le rende
giustizia.
In questo tipo di film, l’obiettivo
è giocare, cercare di eludere lo spettatore, senza promettere molte
aspettative o ambizioni. Il lato più edificante, quasi tenero, in
cui ci viene mostrato che il leone non è così feroce come viene
dipinto e che anche i sicari hanno dei sentimenti, si discosta da
questo principio, risultando dunque un’aggiunta forzata.
The Man from Toronto va considerato un raro caso
di commedia d’azione mainstream che non è affatto incentrata su ciò
che accade, ma sul rapporto tra i due uomini coinvolti negli
eventi. Le virtù per ritenerne il risultato finale
“cinematograficamente consistente” lasciano un po’ a desiderare, ma
l’ironica improbabilità della coppia protagonista fa sì che questa
proposta possa trovare posto nel nostro intrattenimento estivo.
Sky e
Warner Bros. Discovery annunciano un nuovo accordo
che rafforza la loro partnership pluriennale e porta da domani 30
giugno l’app Discovery+ suSky Q,
in aggiunta ai canali free e pay – Discovery Channel, Eurosport 1,
Eurosport 2 – e ai contenuti on demand del gruppo Warner Bros.
Discovery già presenti sulla piattaforma Sky. In questo modo, Sky Q
si conferma il punto di riferimento per chi vuole avere, in un
unico posto, tutti i migliori contenuti Sky e quelli delle
principali app in streaming – oltre a un’esperienza di visione
unica e coinvolgente – e Warner Bros. Discovery allarga
ulteriormente la diffusione di discovery+ a una delle più evolute
piattaforme presenti in Italia.
Con questo accordo gli
abbonati Sky con Sky Q – via satellite o via internet –
potranno accedere a discovery+ direttamente dalla sezione App o con
il controllo vocale e trovare una selezione di contenuti discovery+
direttamente nella Home di Q. Inoltre, grazie a Sky Extra, gli
abbonati Sky Q potranno aderire al piano “Intrattenimento
con pubblicità” di discovery+ per i primi 12 mesi senza costi
aggiuntivi sul proprio abbonamento Sky.
Tanti gli show originali presenti e
in arrivo su discovery+: dal nuovissimo Tailor Made – Chi ha la
stoffa? con Tommaso Zorzi (disponibile dal 28 giugno)
all’attesa nuova stagione di Bake Off Italia (in arrivo il
26 agosto), passando per la nuova edizione di Matrimonio a
Prima Vista(dal 15 luglio), i programmi di genere crime, i
documentari fino agli show del wrestling, che tornano a essere
disponibili per gli abbonati Sky. Tutti contenuti che si affiancano
al già ricco intrattenimento di Sky con le nuove
stagioni dei titoli Sky OriginalBruno
Barbieri – 4 Hotel (dal 30 giugno su Sky Uno e on demand) e
Paola Marella – Un sogno in affitto (dal 3 luglio su Sky
Uno e on demand).
Andrea Duilio,
Amministratore Delegato di Sky Italia, commenta: “Siamo molto
soddisfatti di questo nuovo accordo con Warner Bros. Discovery, che
consolida la nostra collaborazione in Italia e conferma ancora una
volta come Sky sia il partner di eccellenza per i principali
produttori di contenuti. La nostra strategia di aggregazione delle
principali app in streaming su Sky Q fa così un ulteriore passo
avanti. Tutto questo arricchisce ulteriormente la scelta di
contenuti di qualità per i nostri abbonati che, oltre alle
produzioni Sky Original sempre molto apprezzate, possono ora
trovare su Sky Q anche i tanti show firmati discovery+, con
un’esperienza di visione davvero straordinaria”.
Alessandro Araimo,
General Manager Southern Europe Warner Bros. Discovery, commenta:
“Sky è un partner storico per il nostro gruppo e siamo lieti di
estendere la collaborazione in un mercato chiave come quello
italiano. I contenuti del gruppo Warner Bros. Discovery sono un
asset fondamentale per proporsi al mercato con un’offerta davvero
variegata, grazie alla loro originalità e alla costante capacità di
rinnovarsi. L’approdo di discovery+ su Sky Q rafforza la nostra
strategia di essere presenti su tutte le principali piattaforme,
offrendo agli abbonati la miglior esperienza possibile.”
L’offerta che consente di avere
l’intrattenimento di discovery+ senza costi aggiuntivi per i primi
12 mesi è disponibile anche per gli abbonati Sky Q che sono già in
possesso di un account discovery+. Si potrà attivare l’offerta
aprendo l’app discovery+ su Sky Q, selezionando la voce “Attiva
l’offerta di Sky” e seguendo le istruzioni. Per fruire del servizio
discovery+ sarà poi necessario inserire le credenziali dell’account
discovery+ creato o associato in fase di attivazione
dell’offerta.
Parlando con Screen Rant durante il press
toru per Thor: Love and Thunder,
Christian Bale parla di come è stato coinvolto
nel film MCU. L’attore rivela che era
interessato al ruolo principalmente per le persone con cui avrebbe
lavorato, e il tono di Taika Waititi era davvero
quello di cui voleva avere esperienza.
Tuttavia, c’è stato un momento in
cui ha quasi rinunciato a causa di un potenziale conflitto di
programmazione, ma i suoi figli si sono assicurati che assumesse il
ruolo del MCU. Leggi tutta la storia di Bale
qui sotto:
Il mio motivo era Taika. Avevo
amato Thor: Ragnarok, così come la mia famiglia.
Tutti avevamo amato anche Jojo Rabbit, e poi avevo lavorato con
Natalie e volevo lavorare con Tessa e con Chris. Si trattava di
questo, davvero. Avevo appena detto “Fantastico!” Mi è piaciuta la
sceneggiatura, mi è piaciuta la descrizione di Taika del cattivo.
“Andiamo a fare questo film.”
Si sono verificati alcuni
potenziali conflitti di programmazione. Ho detto alla mia famiglia:
“Non credo che funzionerà” e loro hanno risposto: “No, fallo
funzionare. Lo devi fare, papà”. Mi hanno dato gli ordini di marcia
e io ho obbedito diligentemente.
Thor: Love and
Thunder è il quarto capitolo sulle avventure del
Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare
il Mjolnir stavolta sarà Jane
Foster, interpretata di nuovo daNatalie
Portman, come confermato sabato durante il panel
dei Marvel
Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece
al 6 Luglio 2022.
Il film segue Thor (Chris
Hemsworth) in un viaggio diverso da quelli affrontati
fino ad ora, alla ricerca della pace interiore. Ma il suo riposo è
interrotto da un killer galattico conosciuto come Gorr il
Macellatore di Dei (Christian
Bale), che cerca l’estinzione degli dei. Per
combattere la minaccia, Thor si affida all’aiuto di Valchiria
(Tessa
Thompson), Korg (Taika Waititi) e
dell’ex fidanzata Jane Foster (Natalie
Portman) che, con stupore di Thor, brandisce
inspiegabilmente il suo martello magico, Mjolnir, come Mighty Thor.
Insieme, intraprendono una sconvolgente avventura cosmica per
scoprire il mistero della vendetta di Gorr il macellatore di dei e
fermarlo prima che sia troppo tardi.
Taika Waititi tornerà alla regia di Thor: Love and
Thunder, un film dei Marvel Studios
dopo
Thor: Ragnarok, così come Chris
Hemsworth e Tessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e
Valchiria dopo l’ultima apparizione in
Avengers: Endgame. Nel cast anche
Christian Bale nei panni del villain Gorr il
Macellatore di Dei, e
Russell Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del
progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi
come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
Di recente, bethany ha
condiviso nuove foto dal set di Barbie
sui social media. Le immagini mostrano il primo sguardo al
personaggio di
Will Ferrell, mentre va a pattinare in spiaggia.
Ferrell è vestito con un abito nero, sfoggia una cravatta rosa e
una camicia caratteristica del canone Barbie.
La seconda immagine mostra il lato
più aggressivo del personaggio di Ferrell, portando molti a
ipotizzare che interpreti il cattivo nel film. Inoltre
l’abbigliamento decisamente più serio rispetto a quanto visto con
Barbie e Ken, sembra alimentare tale teoria.
Diretto da Greta
Gerwig, che ha
co-firmato la sceneggiatura con Noah Baumbach,
il film è attualmente in fase di produzione, per una collaborazione
tra la Mattel Film e Warner Bros.
I piani per adattare la storia di
Barbie
per il grande schermo hanno subìto alcune battute d’arresto negli
ultimi anni, ma quando Robbie, Gerwig e Baumbach si sono imbarcati
nel progetto rispettivamente nel 2018 e nel 2019, le cose sono
andate a gonfie vele.
In un’intervista con Screen Rant,
Natalie Portman esprime sinceri lodi e
gratitudine per l’approccio lungimirante della Marvel nell’abbracciare stili unici
di raccontare queste storie di supereroi.
Portman ha dichiarato che quando è
entrata a far parte del franchise in Thor, nessuno
sapeva quale impatto avrebbe avuto l’MCU sul pubblico. Da allora, la
Marvel è cresciuta immensamente, in
parte grazie al risalto che Kevin Feige e lo
studio danno ai loro artisti, e nota che la loro volontà di
rischiare si è più volte dimostrata vincente.
“È davvero folle pensarci,
perché quando abbiamo iniziato, è stato uno dei primi film MCU. Iron Man, credo, era appena
uscito e noi siamo arrivati poco dopo. Sembrava grande, ma non
sapevamo bene quali fossero le possibilità, e penso che sia davvero
una testimonianza di ciò che Kevin Feige e il suo intero team hanno
fatto con l’Universo Marvel.
Penso che la Marvel tratti davvero i
collaboratori creativi con così tanto rispetto e incoraggia e
promuove tutto questo – sì, promuove – creatività che consente
davvero alle persone di fare del loro [meglio].
Taika ha portato tutta la sua
immaginazione e il suo sé in questi film, che ne traggono grandi
benefici. Penso che capiscano davvero quanto ci portano le persone
creative.”
Thor: Love and
Thunder è il quarto capitolo sulle avventure del
Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare
il Mjolnir stavolta sarà Jane
Foster, interpretata di nuovo daNatalie
Portman, come confermato sabato durante il panel
dei Marvel
Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece
al 6 Luglio 2022.
Il film segue Thor (Chris
Hemsworth) in un viaggio diverso da quelli affrontati
fino ad ora, alla ricerca della pace interiore. Ma il suo riposo è
interrotto da un killer galattico conosciuto come Gorr il
Macellatore di Dei (Christian
Bale), che cerca l’estinzione degli dei. Per
combattere la minaccia, Thor si affida all’aiuto di Valchiria
(Tessa
Thompson), Korg (Taika Waititi) e
dell’ex fidanzata Jane Foster (Natalie
Portman) che, con stupore di Thor, brandisce
inspiegabilmente il suo martello magico, Mjolnir, come Mighty Thor.
Insieme, intraprendono una sconvolgente avventura cosmica per
scoprire il mistero della vendetta di Gorr il macellatore di dei e
fermarlo prima che sia troppo tardi.
Taika Waititi tornerà alla regia di Thor: Love and
Thunder, un film dei Marvel Studios
dopo
Thor: Ragnarok, così come Chris
Hemsworth e Tessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e
Valchiria dopo l’ultima apparizione in
Avengers: Endgame. Nel cast anche
Christian Bale nei panni del villain Gorr il
Macellatore di Dei, e
Russell Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del
progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi
come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
Doctor Strange nel Multiverso della Follia è
stato un viaggio divertente, ma forse non il folle viaggio
attraverso molteplici realtà che molti fan speravano. Non è un
segreto che il sequel di Sam Raimi abbia subito
numerose riprese aggiuntive, cosa che ha portato a cambiamenti
radicali che probabilmente significano che c’è un montaggio molto
diverso del film da qualche parte nei Marvel Studios.
Non stiamo parlando di una
situazione “#ReleaseTheRaimiCut” perché la pratica di riprese
aggiuntive è qualcosa che lo studio usa spesso per rimodellare i
blockbuster che non funzionano del tutto.
Nel caso del sequel di
Doctor Strange, sappiamo che l’inizio
del film e il roster de Gli Illuminati sono cambiati, ma nel
Commento del regista su Disney+, lo scrittore Michael
Waldron ha rivelato un finale alternativo. Non sembra che
sia stato effettivamente girato, anche se forse poteva essere
migliore rispetto a quello che abbiamo ottenuto.
“Strange rimane intrappolato in
quell’universo [incursione]”, spiega, “e poi [Sinister
Strange] si gira e il terzo occhio si apre”. Waldron ha
aggiunto che per sottolineare questo momento, avremmo sentito la
risata di Vincent Price, simile alla narrazione di
“Thriller” di Michael Jackson.
Immaginiamo che questo finale
cliffhanger sia stato scartato perché avrebbe potuto essere
considerato un po’ troppo simile a quanto visto in Loki, con il
personaggio bloccato in un’altra realtà, ma è certamente intrigante
pensare a cosa avrebbe potuto portare un malvagio Strange nel
MCU. Tuttavia, quasi certamente non
avremmo visto Clea a meno che non avesse salvato l’eroe da quella
Terra alternativa.
La sceneggiatura del film porterà la
firma di Jade
Bartlett e Michael Waldron.
Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno
anche Benedict
Wong (Wong), Rachel
McAdams(Christine
Palmer), Chiwetel
Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl
Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez).
Nel cast è stato confermato anche Patrick Stewart nel ruolo di Charles Xavier.
Doctor Strange nel Multiverso della Follia è
al cinema dal 4 maggio 2022. Le riprese sono
partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York,
Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo
anche Bruce Campbell, attore feticcio
di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste
alcuna conferma in merito.
Chris
Hemsworth ha confermato che il giovane Thor che corre
all’inizio di Thor: Love and Thunder
(scena vista anche nel trailer) è effettivamente suo figlio.
L’attore protagonista del film Marvel ha anche dichiarato che nel
film sono presenti anche i figli di Taika Waititi,
il regista, e di Christian Bale e Natalie
Portman, che fanno parte del film.
"…Taika had his children in there. Christian
Bale had his. Natalie had…her kids as well. That's my daughter…as
well. She plays the character of Love…"
Thor: Love and
Thunder è il quarto capitolo sulle avventure del
Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare
il Mjolnir stavolta sarà Jane
Foster, interpretata di nuovo daNatalie
Portman, come confermato sabato durante il panel
dei Marvel
Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece
al 6 Luglio 2022.
Il film segue Thor (Chris
Hemsworth) in un viaggio diverso da quelli affrontati
fino ad ora, alla ricerca della pace interiore. Ma il suo riposo è
interrotto da un killer galattico conosciuto come Gorr il
Macellatore di Dei (Christian
Bale), che cerca l’estinzione degli dei. Per
combattere la minaccia, Thor si affida all’aiuto di Valchiria
(Tessa
Thompson), Korg (Taika Waititi) e
dell’ex fidanzata Jane Foster (Natalie
Portman) che, con stupore di Thor, brandisce
inspiegabilmente il suo martello magico, Mjolnir, come Mighty Thor.
Insieme, intraprendono una sconvolgente avventura cosmica per
scoprire il mistero della vendetta di Gorr il macellatore di dei e
fermarlo prima che sia troppo tardi.
Taika Waititi tornerà alla regia di Thor: Love and
Thunder, un film dei Marvel Studios
dopo
Thor: Ragnarok, così come Chris
Hemsworth e Tessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e
Valchiria dopo l’ultima apparizione in
Avengers: Endgame. Nel cast anche
Christian Bale nei panni del villain Gorr il
Macellatore di Dei, e
Russell Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del
progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi
come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
In una nuova intervista con Vanity Fair, Dakota Johnson ha parlato della realizzazione
della trilogia di film Cinquanta sfumature di
grigio, che ha descritto come “psicotica”. L’interprete di
Anastasia Steele rivela come la produzione si sia complicata a
causa del coinvolgimento dell’autrice dei romanzi, E.
L. James, con cui Johnson si scontrava spesso quando
lei chiedeva che i suoi libri fossero adattati in maniera
filologica, spesso contro la volontà di sceneggiatore, regista e
attori.
“Avevo firmato per fare una
versione molto diversa del film che abbiamo finito per fare. [EL
James] aveva molto controllo creativo, tutto il giorno, tutti i
giorni, e lei pretendeva continuamente che certe cose accadessero.
C’erano parti dei libri che non avrebbero funzionato in un film,
come il monologo interiore, che a volte era incredibilmente
scadente. Non avrebbe funzionato a dirlo ad alta voce. Era sempre
una battaglia. Sempre. Quando ho fatto il provino per quel film, ho
letto un monologo di Persona e ho pensato: “Oh, sarà davvero
speciale”.
C’erano molti punti di
disaccordo. Non sono mai stata in grado di parlarne sinceramente,
perché volevo promuovere il film nel modo giusto, e sono orgogliosa
di ciò che abbiamo realizzato alla fine e tutto è andato come
dovrebbe, ma è stato complicato. Facevamo le riprese del film che
[James] voleva fare, e poi facevamo le riprese del film che
volevamo fare noi. La sera prima, riscrivevo le scene con i vecchi
dialoghi in modo da poter aggiungere una riga qua e là. Era come il
caos tutto il tempo.”
La trilogia si è rivelata poi un
discreto successo di botteghino, che ha contribuito in maniera
decisiva a lanciare la carriera d’attrice di
Dakota Johnson.
Steve Carell ha recentemente condiviso la sua
eccitazione per la sua reunion con John Krasinski, con il quale ha lavorato nella
serie The Office, nel loro prossimo film Imaginary
Friends. I due avevano già recitato nella
popolarissima sitcom della NBC, essa stessa un remake del famoso
show televisivo britannico omonimo.
Originariamente creata da
Ricky Gervais e Stephen Merchant,
la versione americana vedeva Carell nei panni di Michael Scott, un
regional manager all’interno della cartiera Dunder Mifflin.
Krasinski, nel frattempo, ha interpretato il sarcastico venditore
Jim Halpert. Durante le sue nove stagioni, The
Office ha ricevuto 42 nomination ai Primetime Emmy,
vincendo cinque volte, con Carell che ha anche ricevuto un
Golden Globe per il suo lavoro nello show.
Sebbene Krasinski sia famoso per il
suo ruolo in The Office, da allora si è fatto un
nome dietro la macchina da presa. L’attore ha diretto il film
commedia drammatico The Hollars con Anna
Kendrick e Richard Jenkins, così come
A Quiet Place e A Quiet Place Part II. Krasinski si riunirà
con Carell nel suo ultimo lavoro da regista, Imaginary
Friends, una commedia fantasy su un uomo che può vedere e
parlare con gli amici immaginari di altre persone. Il film sarà
interpretato anche da Ryan Reynolds,
Phoebe Waller-Bridge, Fiona Shaw
e Louis Gossett Jr.
In una recente intervista con
ET, Steve Carell esprime la sua eccitazione
per la sua imminente riunione con il co-protagonista di The
Office. L’attore ha ammesso di non aver ancora iniziato le
riprese di Imaginary
Friends, ma è pieno di aspettative per l’opportunità
di lavorare di nuovo con John Krasinski.
“Beh, non ho ancora iniziato a
lavorare al film con lui, ma non vedo l’ora. Prevedo solo gioia e
divertimento. Voglio dire, è il migliore ed è un grande
regista”.
“Lo metterò alla prova, sai? Lo
farò lavorare per questo. Potrei essere uno di quegli attori
perspicaci che non sono sempre d’accordo, e che fanno un po’ di
capricci. Ha assunto qualcuno che è un amico, ma ha
sbagliato!”
L’attrice ha risposto alle voci su
un possibile film MCU da solista per il suo
personaggio, così come a quelle che suggeriscono la sua presenza
nella prossima serie Disney+Agatha: House of
Harkness. Come sempre capita in questi casi, Elizabeth
Olsen non si è sbottonata troppo, e ha affermato di essere
all’oscuro di eventuali piani:
“Mi piacerebbe far parte di
entrambi. Nessuno mi dice niente e non nascondo nemmeno un segreto
perché non sono brava a farlo. Non so nulla del mio
futuro”.
L’ultima volta che abbiamo visto
Scarlet Witch è stato in Doctor Strange nel Multiverso della Follia,
film in cui diventa il villain che il protagonista deve cercare di
tenere a bada per evitare il collasso del multiverso.
La sceneggiatura del film porterà la
firma di Jade
Bartlett e Michael Waldron.
Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno
anche Benedict
Wong (Wong), Rachel
McAdams(Christine
Palmer), Chiwetel
Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl
Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez).
Nel cast è stato confermato anche Patrick Stewart nel ruolo di Charles Xavier.
Doctor Strange nel Multiverso della Follia è
al cinema dal 4 maggio 2022. Le riprese sono
partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York,
Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo
anche Bruce Campbell, attore feticcio
di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste
alcuna conferma in merito.
Non c’è ancora stato, da undici anni
a oggi, un film dedicato a Thor che non comprendesse un piccolo
posto anche per Loki e forse Thor: Love and Thunder
continuerà questa tradizione. Ne hanno parlato Chris
Hemsworth e
Taika Waititi con
CinemaBlend spiegando come mai Tom
Hiddlestonnon tornerà nel ruolo di
Loki.
Hemsworth lo spiega piuttosto
semplicemente, dicendo scherzosamente che Hiddleston ha detto che
“odia” le persone coinvolte, specifica Hemsworth, e si è
assolutamente rifiutato di essere coinvolto. Questa battuta è stata
portata avanti da Waititi e Hemsworth più avanti nell’intervista,
con i due che hanno affermato che Hiddleston era “morto” per loro.
Tuttavia, Hemsworth dice anche che Loki è decisamente morto e non
apparirà nel nuovo film.
Hemsworth: Non voleva essere
coinvolto. Lui, ha detto ‘Vi odio tutti, e, e in particolare me’, e
io pensavo, è un peccato. E questo è tutto. Voglio dire, quante
volte possiamo ucciderlo? … Adoriamo Tom. Adoriamo Tom. Sì. Ma è
morto. Non lui, ma il personaggio di Loki.
Waititi: No, no, è morto solo
per noi.
Hemsworth: Ovviamente per noi è
morto, per quanto riguarda l’amicizia.
Thor: Love and
Thunder è il quarto capitolo sulle avventure del
Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare
il Mjolnir stavolta sarà Jane
Foster, interpretata di nuovo daNatalie
Portman, come confermato sabato durante il panel
dei Marvel
Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece
al 6 Luglio 2022.
Il film segue Thor (Chris
Hemsworth) in un viaggio diverso da quelli affrontati
fino ad ora, alla ricerca della pace interiore. Ma il suo riposo è
interrotto da un killer galattico conosciuto come Gorr il
Macellatore di Dei (Christian
Bale), che cerca l’estinzione degli dei. Per
combattere la minaccia, Thor si affida all’aiuto di Valchiria
(Tessa
Thompson), Korg (Taika Waititi) e
dell’ex fidanzata Jane Foster (Natalie
Portman) che, con stupore di Thor, brandisce
inspiegabilmente il suo martello magico, Mjolnir, come Mighty Thor.
Insieme, intraprendono una sconvolgente avventura cosmica per
scoprire il mistero della vendetta di Gorr il macellatore di dei e
fermarlo prima che sia troppo tardi.
Taika Waititi tornerà alla regia di Thor: Love and
Thunder, un film dei Marvel Studios
dopo
Thor: Ragnarok, così come Chris
Hemsworth e Tessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e
Valchiria dopo l’ultima apparizione in
Avengers: Endgame. Nel cast anche
Christian Bale nei panni del villain Gorr il
Macellatore di Dei, e
Russell Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del
progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi
come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
Ecco il trailer di
TREDICI VITE, il nuovo film di
Ron Howard per Prime Video, disponibile in tutto il mondo a
partire dal 5 agosto prossimo.
TREDICI
VITE racconta l’incredibile storia vera dell’enorme
impegno globale per salvare una squadra di calcio thailandese
rimasta intrappolata nella grotta di Tham Luang durante un
improvviso temporale.
Di fronte a difficoltà
insormontabili, una squadra di sommozzatori tra i più abili ed
esperti al mondo – gli unici in grado di percorrere un labirinto di
angusti tunnel allagati – si unisce alle unità di soccorso
thailandesi e a più di 10.000 volontari per tentare uno straziante
salvataggio dei dodici ragazzi e del loro allenatore. Con una posta
in gioco incredibilmente alta e sotto lo sguardo del mondo intero,
il gruppo intraprende la sua immersione più impegnativa, mostrando
la grandiosità dello spirito umano.
Diretto da: Ron Howard Scritto da: William Nicholson Una storia di: Don Macpherson e William
Nicholson Prodotto da: P.J. van Sandwijk, Gabrielle Tana,
Karen Lunder, William M. Connor,
Brian Grazer, Ron Howard Executive Producer: Jon Kuyper, Carolyn Marks
Blackwood, Marie Savare,
Michael Lesslie, Aaron L. Gilbert, Jason Cloth Con:
Viggo Mortensen,
Colin Farrell, Joel Edgerton, Tom Bateman, Paul Gleeson,
Pattrakorn Tungsupakul, Tui Thiraphat Sajakul, James Teeradon
Supapunpinyo, Sahajak Boonthanakit, Weir Sukollawat Kanaros
Il prossimo film di Ghostbusters
arriverà nelle sale il 20 dicembre 2023. Si tratta del seguito di
Ghostbusters: Legacy del regista
Jason Reitman, che ha fatto rivivere il franchise
di punta per Sony, che ha annunciato la data di uscita. All’inizio
di questo mese, durante il “Ghostbusters Day”, Reitman e il
co-sceneggiatore Gil Kenan hanno confermato ciò
che i titoli di coda di Ghostbusters: Legacy lasciavano intendere,
ovvero che il sequel tornerà
alla New York City del film originale e all’ambientazione della
caserma dei pompieri.
In un’intervista con l’Hollywood Reporter prima di
Ghostbusters Day, Reitman e Kenan hanno anticipato i dettagli del
sequel. “Alla fine di Ghostbusters: Legacy, la Ecto-1 sta
camminando verso Manhattan, tornando a casa. E prima che venisse
annunciato il titolo ufficiale di Legacy, il titolo di lavorazione
era Rust City. Il che non avrebbe avuto senso per nessuno finché
non avesse visto il film. Il nome in codice per il prossimo film è
“Firehouse”, ha detto Reitman. Reitman ha realizzato Ghostbusters: Legacy con suo padre, il
compianto Ivan Reitman, che ha diretto i film
originali di Ghostbusters.
L’anziano Reitman è morto all’inizio di quest’anno.
Ghostbusters:
Legacy, diretto da Jason
Reitman e prodotto da Ivan
Reitman, è il nuovo capitolo della saga
originale Ghostbusters. Arrivati in una piccola
città, una madre single e i suoi due figli iniziano a scoprire la
loro connessione con gli Acchiappafantasmi originali e la segreta
eredità lasciata dal nonno. Ghostbusters:
Legacy è scritto da Jason Reitman & Gil Kenan.
A più di trent’anni dall’uscita
nelle sale dell’iconico Ghostbusters, il cast
originale, composto da Bill
Murray, Dan Aykroyd, Ernie Hudson, Sigourney
Weavere Annie Potts di
nuovo insieme per ridar vita a una delle saghe cinematografiche più
amate della storia. Diretto da Jason Reitman, il film è uscito
nelle sale italiane il 18 novembre, prodotto da Sony Pictures e
distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia. Tra i
protagonisti anche Mckenna Grace, Finn Wolfhard, Carrie
Coon ePaul
Rudd.
Universal ha distribuito il primo
trailer ufficiale di Non Sarai Sola. Per secoli,
le montagne macedoni hanno nascosto paurosi segreti soprannaturali,
inclusa l’esistenza della “Vecchia Zitella Maria” (Anamaria
Marinca), una strega incattivita la cui terribile storia
terrorizza i bambini da 200 anni. Maria desidera ardentemente una
figlia che le tenga compagnia. Tenta di rapire una contadina appena
nata, Nevena (Sara Klimoska), costringendo la
madre disperata della bambina a fare un patto terrificante: se alla
madre è permesso di crescere la sua bambina, permetterà a Maria di
prendere Nevena quando compirà 16 anni. Maria marchia la ragazza
per suggellare l’accordo, rendendola muta.
Al 16° compleanno di Nevena, Maria
ritorna e trasforma la ragazza in una strega. Ma la maternità
non è fatta per Maria, e alla fine abbandona Nevena dopo averle
insegnato come assumere la forma di qualsiasi creatura che uccide.
Abbandonata, la solitudine e la curiosità di Nevena per il mondo
circostante la portano in un villaggio vicino. Quando uccide
accidentalmente una contadina, Bosilka (Noomi
Rapace), prende il posto della donna nel villaggio. La
vita è brutale e imprevedibile ma stranamente appagante per Nevena,
finché non viene aggredita e uccide l’aggressore. Dopo aver
abbandonato il suo corpo, seduce e uccide un bel giovane di nome
Boris (Carloto Cotta), godendosi le libertà che le
offre la vita nel corpo di lui.
Quando una bambina di 10 anni viene
gravemente ferita, Nevena coglie l’occasione per ricominciare
da capo. Come Biliana, vive l’infanzia felice che le è stata
negata. Quando raggiunge la giovane età, Biliana (Alice
Englert) sposa Yovan (Félix Maritaud), un bel giovane del suo
villaggio, e subito rimane incinta.
Ma l’improvviso ritorno di Maria
porterà Nevena a fare una sua scelta molto difficile. Il
film d’esordio del regista vincitore del Premio Sundance Goran
Stolevski, Non Sarai Sola è una storia inquietante, poetica e
soprannaturale che si trasforma in una storia umana, intrisa di
rituali e tradizioni macedoni. Non Sarai Sola è scritto e diretto
da Goran Stolevski (Would You Look at Her). Il film è prodotto da
Kristina Ceyton (The Babadook, The Nightingale) e Samantha Jennings
(Buoyancy, Good Madam). Nel cast troviamo Klimoska (Would You Look
at Her, Willow), Anamaria Marinca (4 Months, 3 Weeks, and 2 Days,
“Sex Traffic”), Noomi Rapace (The Girl with the Dragon Tattoo,
Prometheus), Alice Englert (Beautiful Creatures,
“Top of the Lake”), Carloto Cotta (Tabu, Diamantino), Félix
Maritaud (BPM (Beats Per Minute), Sauvage / Wild) e Arta Dobroshi
(Lorna’s Silence, “Gangs of London”).
Il direttore della fotografia è
Matthew Chuang (The Mandela Effect, Blue Bayou).
La scenografa è Bethany Ryan (“High Life”,
Buoyancy). Il film è montato da Luca Cappelli
(Ruin, Acute Misfortune). La truccatrice è Dusica
Vuksanovic (“Black Sun”, “The Outpost”).
In una conversazione con Alec Baldwin trasmessa in live streaming su
Instagram, Woody Allen ha detto che intende
dirigere “uno o due altri” film, ma ha anche detto che
“il brivido è passato” a causa del declino dell’esperienza
cinematografica.
Senza rivelare i dettagli sul
progetto, Allen ha detto che dirigerà un film che girerà a Parigi
tra la fine dell’estate o l’inizio dell’autunno. Il suo ultimo film
è stato Rifkin’s Festival, che ha incassato solo 2,3
milioni di dollari, uscendo negli Stati Uniti in una distribuzione
limitata all’inizio di quest’anno ma con scarso impatto.
MPI Media Group ha gestito quel
film, intervenendo per Amazon Studios, che ha ritirato il suo
accordo di distribuzione da 80 milioni di dollari con Allen nel
2019. Il regista ha visto le sue opzioni di carriera restringersi
negli ultimi anni a causa del riemergere della sua questione legale
per le accuse di abusi sessuali. Anche l’editore di libri Hachette
ha annullato la pubblicazione delle sue memorie nel 2020.
Anche prima del Covid, il
cambiamento del mercato della distribuzione stava pesando molto sul
lavoro di Woody Allen. “Quando ho iniziato,
giravi un film che andava in un cinema e nei cinema di tutto il
paese, e le persone venivano a centinaia per guardarlo in grandi
gruppi su un grande schermo”, ha detto. “Ora, fai un film
e ti ritrovi un paio di settimane in un cinema, forse sei
settimane, quattro settimane, qualunque cosa. E poi passa
direttamente allo streaming o direttamente al pay-per-view, e le
persone adorano sedersi a casa con i loro grandi schermi e
guardarli sui loro televisori”. Di conseguenza, ha continuato:
“Non è più così divertente per me”.
In cinque decenni, dagli anni ’60 al
2010, Allen ha girato una media di circa un film all’anno,
scrivendo e dirigendo più di 50 lungometraggi.
In merito alla sua nuova routine
quotidiana, Woody Allen ha detto: “Non devo sentire freddo
d’inverno o caldo d’estate o sveglio alle 5 del mattino, per
prendere decisioni tutto il giorno. Sono a casa e non posso fare
altro che fare esercizio fisico, esercitarmi con il clarinetto e
scrivere. Ero a casa a scrivere. Ho scritto molte opere teatrali…
Ho pensato tra me e me: ‘E se non facessi più un film? Questo è un
bel modo di vivere.’ E ho pensato: ‘Beh, forse ne farò uno o due in
più.'”
Soltanto il tempo ci dirà quale sarà
il futuro di Woody Allen al cinema.
I Wonder Pictures è lieta di
pubblicare il poster e il trailer italiano di Everything
Everywhere All at Once, in attesa del film campione di
incassi USA che arriverà nelle sale italiane il 6 ottobre.
EEAAO è stata la più
grande sorpresa della stagione al box office americano 2022. Dopo
l’anteprima mondiale in occasione del South by Southwest Festival
(SXSW), accompagnata da recensioni entusiastiche, Everything
Everywhere All at Once è arrivato nelle sale americane il
25 marzo e ha incassato oltre 65 milioni di dollari negli Stati
Uniti e più di 90 in tutto il mondo: l’incasso più alto
nella storia di A24.
A24 è lo studio internazionale (ma
il nome viene da un viaggio dei fondatori sulla autostrada italiana
A24) che sta cambiando il volto del cinema mondiale con le sue
scelte artistiche fuori dagli schemi. In questi anni A24 ha dato
fiducia a giovani talenti che si sono già affermati come autori di
riferimento, come gli stessi registi di Everything Everywhere
All At Once – il geniale duo noto come The Daniels,
ovvero Daniel Kwan e Daniel Scheinert – già autori di Swiss
Army Man, folle commedia con Daniel Radcliffe e Paul
Dano.
I Wonder Pictures è entusiasta di
iniziare la sua collaborazione con A24 portando in Italia proprio
Everything Everywhere All at Once, opera che racconta
una storia universale passando per tutte le dimensioni possibili
del tempo, dello spazio e dell’essere. Un film altamente
spettacolare e al contempo profondo, che fonde commedia, dramma
familiare, arti marziali, romanticismo, dita fatte di wurstel e
un bagel che racchiude i segreti dell’universo.
Interpretato da Michelle Yeoh, protagonista straordinaria e
camaleontica, Everything Everywhere All at Once vede
nel cast Ke Huy Quan, icona del cinema degli anni Ottanta
nel ruolo del giovane inventore Data de I Goonies,
nonché compagno di avventure di Harrison Ford in Indiana Jones e
il tempio maledetto, James Hong (il perfido Lo Pan di
Grosso Guaio a Chinatown), Stephanie Hsu
(Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings) e Jamie Lee
Curtis, nei panni della spietata impiegata dell’ufficio imposte
Deirdre Beaubeirdre. Proprio l’attrice protagonista della saga di
Halloween e è stata la più grande sostenitrice del film,
conducendo una massiccia campagna social che ha contribuito in
maniera determinante al passaparola e trasformandolo in un
instant cult.
Everything Everywhere All at
Once, il film definitivo
Dai fratelli Russo (produttori
esecutivi), A24 e Ley Line Entertainment, il film definitivo sul
multiverso con le icone del cinema Michelle Yeoh (La
Tigre e il Dragone, Shang-Chi) e Jamie Lee Curtis
(Halloween, Una poltrona per due) dirette dal duo di
registi visionari The Daniels. Il caso dell’anno al
botteghino USA.
Evelyn Wang (Michelle Yeoh) gestisce
una piccola lavanderia a gettoni, ha una figlia adolescente che non
capisce più, un padre rintronato e un matrimonio alla frutta.
Un controllo fiscale di routine
diventa inaspettatamente la porta attraverso cui Evelyn viene
trascinata in una avvincente e coloratissima avventura nel
multiverso più innovativo e divertente mai visto al cinema.
Chiamata a salvare il destino degli universi, dovrà attingere a
tutto il suo coraggio per sconfiggere un nemico all’apparenza
inarrestabile e riportare l’armonia nella sua famiglia.
Con la sorprendente Stephanie Hsu
(Shang-Chi), il film segna il ritorno alle scene dopo 40
anni del mitico Ke Huy Quan, interprete degli amatissimi Data (I
Goonies) e Short Round (Indiana Jones e il tempio
maledetto).
Scritto, diretto e prodotto dai The
Daniels. Il film è prodotto anche da Jonathan Wang, dalla AGBO dei
fratelli Russo e da A24. I produttori esecutivi sono Ley Line
Entertainment, IAC e Josh Rudnick.
Disney ha dato il via libera a
Hocus Pocus
2 nel 2021, con Anne Fletcher al
timone. Per la gioia del pubblico, tutte e tre le originali sorelle
Sanderson stanno tornando a seminare il caos. Doug
Jones (Billy Butcherson) è l’unico altro attore del primo
film che tornerà, poiché il resto del cast è nuovo di zecca. La
sinossi sembra attenersi alla formula magica di tre liceali che
devono salvare Salem dalle sorelle Sanderson la notte di
Halloween.
Hocus Pocus
2 arriverà al cinema il 30 settembre 2022. Nel cast
tornano Bette Middler (Winifred), Kathy
Najimy (Mary) e Sarah Jessica Parker
(Sarah).
Hocus Pocus 2,
l’attesissimo film originale Disney+ che riunisce Bette Midler,
Sarah Jessica Parker e Kathy Najimy. Il sequel live action del
popolare classico di Halloween, che vede il ritorno delle
deliziosamente malvagie sorelle Sanderson per un uragano di
comicità, debutterà su Disney+ il 30 settembre.
Sono passati 29 anni da quando
qualcuno ha acceso la Candela della Fiamma Nera e ha resuscitato le
sorelle del XVII secolo, che sono in cerca di vendetta. Ora tocca a
tre studentesse liceali impedire alle fameliche streghe di
scatenare un nuovo caos a Salem prima dell’alba della vigilia di
Ognissanti. Hocus Pocus 2 è interpretato anche da Sam
Richardson (La Guerra di domani), Doug Jones (La forma
dell’acqua – The Shape of Water), Hannah Waddingham (Ted
Lasso), Whitney Peak (Gossip Girl), Belissa Escobedo
(American Horror Stories), Lilia Buckingham
(Dirt), Froyan Gutierrez (Teen Wolf) e Tony Hale
(Veep – Vicepresidente incompetente). Il film è diretto da
Anne Fletcher (Voglio una vita a forma di me, Ricatto
d’amore) e prodotto da Lynn Harris (Una famiglia vincente
– King Richard, Paradise Beach – Dentro l’incubo), con Ralph
Winter (Hocus Pocus, il franchise di X-Men),
David Kirschner (Hocus Pocus, La bambola
assassina) e Adam Shankman (Disenchanted,
Hairspray – Grasso è bello) come produttori esecutivi.
La mia ombra è
tua è tratto dall’omonimo romanzo
di Edoardo Nesi. Emiliano
(Giuseppe
Maggio) è un venticinquenne toscano laureato in
lettere antiche con il massimo dei voti. Nonostante la sua
intelligenza, il ragazzo ha dei seri problemi relazionali: ha
sempre vissuto ”in un bozzolo”, è impacciato e non riesce a tenersi
vicino nemmeno la sua ragazza Allegra (Anna
Manuelli). Nella rocambolesca ricerca di lavoro, viene
offerto a Emiliano un impiego insolito: una casa
editrice gli chiede di fare da assistente ad un celebre scrittore
(Marco Giallini) per convincerlo a concludere il
suo secondo romanzo. Vittorio Vezzosi è infatti
diventato famoso grazie ad un libro scritto trent’anni prima. Da
allora, ”il Vezzosi” vive nella sua villa come un eremita
burbero e drogato. Contro ogni aspettativa, lo scrittore si trova
stranamente in sintonia con Emiliano. Tra i due nasce un
rapporto comico ed improbabile, ma che si rivela a poco a poco
proficuo per entrambi: in fin dei conti, i due non sono così
dissimili…
Marco Giallini è il bullo, Giuseppe
Maggio è il secchione
La mia ombra è
tua potrebbe benissimo essere un film adolescenziale:
le dinamiche sono le stesse. Abbiamo Emiliano, un
protagonista intelligente e occhialuto – e che per di più porta
l’apparecchio – che si trova costretto ad affrontare
Vittorio, un personaggio audace, scontroso e
prevaricatore. Le dinamiche tra Marco Giallini e Giuseppe
Maggio sono quelle tipiche di un bullo e un secchione. A
questo aspetto va aggiunto il divario di età tra i due: il
sessantenne Vittorio è figlio di una cultura incentrata
sull’uomo alpha, sull’ideologia forte, sulla nostalgia e, in un
certo senso, sull’anarchia. Al contrario, Emiliano è più
riflessivo e indeciso, guarda le sfumature così tanto che fatica a
definirsi.
Questi due caratteri così
apparentemente lontani, si scoprono simili scena dopo scena: sono
entrambi degli uomini letterari, dei poeti. Proprio per questo
motivo, vivono entrambi arroccati e scollegati dal mondo, seppur in
modi molto diversi. Tra similitudini e differenze, il rapporto che
s’instaura tra Emiliano e Vittorio si rivela un
sistema efficiente, in grado di far uscire entrambi dal proprio
bozzolo.
Una trama a salti e una regia
confusionaria
Di base, La mia ombra è
tua è un film che funziona. Fa sorridere e lascia un
messaggio profondo allo spettatore, facendo riferimenti letterari e
culturali non da poco. Qualche monologo d’effetto detto dai
personaggi principali lascia interessanti spunti di riflessione, ma
per altri aspetti il film non risulta perfettamente definito. Ci
sono alcuni momenti morti e altrettante scene non ben amalgamate
tra loro.
Inoltre, la comicità del film
raggiunge attimi di assurda stravaganza. Alcune battute sono
davvero banali e di basso livello, tipiche di quell’umorismo
italiano visto e rivisto.
Marco Gialliniinterpreta ancora una volta come
in Perfetti sconosciuti o in The
Place il suo personaggio scorbutico e arrogante:
nulla di nuovo, ma non si può dire che non riesca bene. Al di sotto
della corazza, Vittorio si rivela un uomo sensibile e
fragile, riflettendo un atteggiamento tipico degli italiani della
sua generazione.
Dalla campagna toscana alla fiera
del vintage milanese
La mia ombra è
tua è un film dalle tinte pastello. Si svolge
principalmente tra le campagne toscane e del centro Italia: i due
protagonisti si muovono tra gli ulivi e i campi di girasoli con una
moto o con una jeep vintage rosso fiammante. I contrasti a livello
visivo sono interessanti ma, anche per l’estetica delle immagini,
c’è una cura singhiozzante. C’è un po’ troppo materiale: ai campi
aperti e bucolici si alternano immagini claustrofobiche e affollate
di una Milano caotica e chic.
La mia ombra è tua: una commedia colorita
Il film è sicuramente colorito, non
solo per i paesaggi. Anche i personaggi sono tra loro tutti diversi
e originali. Oltre ai protagonisti, anche le due figure femminili
de La mia ombra è tua spiccano e si
distinguono: la bellezza giovanile di Anna
Manuelli è messa vicino a quella matura di
Isabella
Ferrari, per esaltarne le somiglianze e le
differenze.In conclusione, La mia ombra è tua è una commedia profonda che,
per quanto imperfetta, si stacca dalla mediocrità della maggior
parte dei film comici italiani. Tra gli spunti riflessivi e gli
aspetti più coloriti, il lungometraggio si rivela una novità
interessante del 2022.
Piacenza è una città di provincia,
ma anche di confine. Al senso di appartenza e comunità che evoca,
può dunque associarsi l’idea di un equilibrio precario, di una
condizione indefinita tra l’abitare un territorio conosciuto e il
volersi spingere verso l’ignoto. Il documentario Uccisa due
volte – Il caso Pomarelli, in onda su Crime+Investigation
dal 28/6, ripercorre la tragica storia di Elisa
Pomarelli proprio partendo dal senso della città di
provincia, dove anche la più fidata delle amicizie può tramutarsi
in orrore inaudito. Si tratta di una produzione Indigo
Stories per A+E Networks Italia.
Prodotto da Alessandro Lostia per Indigo
Stories, con produttore esecutivo Ariens
Damsi, il documentario è scritto da Matteo
Festa e diretto da Alessandro
Galluzzi.
Un lesbicidio reso invisibile
La lucidità di Emanuela
Gatti, giornalista de IlPiacenza.it
cerca di fare chiarezza su un terribile lesbicidio rimaneggiato
dalla stampa e dai media. Massimo Sebastiani ed
Elisa Pomarelli, grandi amici che condividono la
passione per la natura e la campagna, scompaiono il 24 agosto del
2019 tra le colline piacentine, dopo essere stati avvistati
l’ultima volta insieme in una trattoria. I telefoni dei due
risultano irraggiungibili e, verso le 23:00, la famiglia inizia a
chiedere aiuto ai carabinieri. Si teme il peggio, perfino che
l’amico Massimo l’abbia sequestrata, pensiero
inconcepibile fino a pochi minuti prima dai genitori di
Elisa, che conoscevano bene lo stretto rapporto
tra Massimo e la figlia. Dopo tredici giorni,
la Polizia riesce a rintracciare l’uomo, che confessa di avere
strangolato Elisa, vittima di un amore non
ricambiato. La giovane aveva infatti dichiarato a
Massimo il proprio orientamento sessuale, mai
accettato pienamente dall’amico, che presentava agli amici
Elisa come la propria ragazza ed era perfino
convinto che sarebbero andati a vivere insieme.
Quello di Elisa è
dunque allo stesso un femminicidio e un lesbicidio, per cui
Massimo Sebastiani è stato condannato a 20 anni di
carcere. L’accusa aveva chiesto in realtà una condanna più dura, di
24 anni ma, trattandosi di rito abbreviato, all’imputato è stato
concesso uno “sconto” di un terzo sulla pena. Secondo i genitori di
Elisa, giustizia è stata fatta solo a metà.
L’assassino ha infatti chiesto e ottenuto il rito abbreviato e
quindi lo sconto di pena che, nei casi riconosciuti come
femminicidi, non viene concesso. Anche l’aggravante della
lesbofobia non è stata rilevata, in assenza, ad oggi, di una legge
specifica. L’omicidio di Elisa non può quindi
essere riconosciuto né come femminicidio né come lesbicidio, un
crimine d’odio di matrice lesbofobica, quando è in realtà entrambe
le cose.
Il caso Pomarelli: la verità di Elisa
Elisa non è stata
uccisa solo in un modo. Nei giorni successivi al suo femminicidio,
i media italiani avevano ipotizzato una possibile relazione tra lei
e il suo assassino, parlando di “gigante buono”, “gioco
pericoloso”, “amore non corrisposto”. Poi, quando è stato reso
pubblico il suo orientamento sessuale, si è improvvisamente detto
che la vita privata della vittima doveva essere protetta, che non
si doveva presumere o etichettare Elisa che aveva
solo 28 anni e che forse avrebbe potuto anche cambiare idea, cosa
che aveva sempre sperato Massimo Sebastiani. La
voce dei giornalisti de IlPiacenza.it vuole
evidenziare come crimini del genere siano l’espressione più
intollerabile di una violenza sistemica che colpisce ogni giorno
donne e lesbiche, alle quali non viene garantita un’adeguata
protezione.
Assente dalla maggior parte delle
narrazioni e degli articoli sul caso Pomarelli è
Elisa. Si parla di Massimo, di
come in preda a un “raptus passionale” abbia compiuto un gesto
orribile, che per nulla combacia con la sua natura “buonissima”. Ma
da tre anni Elisa era amica di
Massimo, non un amante. Una persona che, di fronte
a un uomo socialmente impacciato e rifiutato da molti, era pronta a
ricercare gli aspetti più positivi della sua personalità. Eppure,
questo atteggiamento amichevole è stato ricambiato con
l’ossessione. Secondo la sorella, “Elisa divenne
la ragione di vita di Massimo e, quando lei decise
di porre fine all’amicizia, lui ha risposto con violenza
omicida”.
Le immagini sorridenti dei due hanno
accompagnato dozzine di articoli sul caso
Pomarelli, che hanno tentato di legittimare un
amore inconsistente, la fantasia deviata di chi vede l’orientamento
sessuale come un qualcosa di transitorio, “una malattia da cui
guarire”, una condizione che scegliamo di imporci ma da cui gli
altri possono dissuaderci. Pochissimi articoli hanno ritratto la
vicenda di Elisa con il lessico adeguato. La
parola “femminicidio” sembrava non accordarsi a dovere con la
sensibilità di Sebastiani, e alle opinioni di
amici e parenti è stato affidato il compito di convalidare questo
delitto d’amore, un errore all’interno di un rapporto
buono, in cui Elisa è sempre stata tutelata.
Il caso Pomarelli
vuole contrastare la risonanza mediatica di questo omicidio,
facendo luce sulle lacune del nostro sistema giudiziario, sulla
necessità di proteggere la sfera Lgbtq+ in una società che
invisibilizza l’omosessualità e non riconosce l’omotransfobia come
violenza.
Mentre Christian Bale tra poco debutterà al cinema
nei panni di Gorr the God Butcher nel prossimo sequel
Thor:
Love and Thunder, l’attore ha recentemente rivelato
che tornerebbe volentieri ad interpretare Batman ma ad una sola
condizione, scopriamo quale!
In una recente intervista
a Variety,
a Christian Bale è stato chiesto se sarebbe
disposto ad indossare ancora una volta il cappuccio e il mantello e
di tornare a vestire i panni di Batman. L’attore si è dimostrato
molto disponibile nel parlarne e ha anche rivelato di non ver mai
ricevuto richieste per tornare a riprendere il ruolo, aggiungendo
che se il regista Christopher Nolan gli chiedesse di tornare,
lui lo farebbe.
“No. Nessuno me
l’ha mai chiesto. Nessuno l’ha sollevato”, ha detto
Christian Bale. “A volte le persone mi
dicono: ‘Oh, ho sentito che sei stato avvicinato e hai offerto
rispetto a questo.’ E io di solito dico “Questa è una novità per
me. Nessuno l’ha mai chiesto”” – L’attore ha aggiunto:
“Ho un patto con
Chris Nolan. Ci siamo detti: ‘Ehi, guarda. Facciamo tre
film, se siamo abbastanza fortunati da riuscire a farli. Dopo
questi, fermiamoci. Non indugiamo troppo a lungo.’ Nella mia
mente, scatterebbe qualcosa solo se
Chris Nolan si dicesse mai: “Sai una cosa, ho un’altra storia
da raccontare”. Se ai capiterà e vorrò raccontare quella storia con
me, io sarò con lui”.
Il turno di Bale nei panni di
Batman è arrivato in quella che è considerata la migliore trilogia
di film live-action di Batman fino ad oggi, con l’attore nel ruolo
di Bruce Wayne/Batman in Batman
Begins, Il
cavaliere oscuro eIl
cavaliere oscuro– il ritorno. Mentre la fine del terzo film
sembra aver chiuso il libro sul Batman di Bale, non è del tutto
impossibile che Bale possa tornare ancora una volta nel personaggio
se
Christopher Nolan desiderasse di farne un
altro.
Manca ormai poco all’inizio di
Luglio 2022, ed ecco tutti i film e le serie tv in arrivo questo
mese su Disney+. A
luglio si aggiungeranno alla library Disney+ tantissime
serie: arrivano infatti l’attesissima prima parte della quarta
stagione di Mayans
M.C. a partire dal 27 luglio, la dodicesima stagione
di Bob’s Burgers (13 luglio), mentre il 6 luglio
arrivano le cinque stagioni complete della popolare serie
Ghost Whisperer con Jennifer Love Hewitt e Good
Trouble che torna con la terza
stagione completa.
A luglio torna anche lo
Shark Fest con numerosi titoli targati
National Geographic, tra i quali
Chris Hemsworth: a caccia di squali.
Su Disney+ ci
sarà una nuova sezione per gli amanti del genere poliziesco
intitolata True Crime: tra i titoli, gli abbonati
troveranno Captive Audience: A Real American Horror
Story a partire dal 6 luglio, Wild Crime,
L’animale più feroce di tutti, City of Angels | City of
Death disponibili dal 20 luglio e The
Sinfluencer of Soho che arriverà il 22 luglio sulla
piattaforma streaming.ZOMBIES 3 debutterà su Disney+ a
luglio! In attesa di questa nuova entusiasmante avventura, sulla
piattaforma potete guardare, o riguardare, i primi due capitoli
dell’amato franchise.
Quando una bella e tenace
principessa rifiuta di sposare il crudele sociopatico a cui è stata
promessa in sposa, viene rapita e rinchiusa in una remota torre del
castello del padre. Con il corteggiatore respinto e intenzionato a
vendicarsi usurpando il trono, la principessa è chiamata a
proteggere la sua famiglia e salvare il regno.
Bob’s Burgers – Il Film, dal 13
Luglio
Bob’s Burgers – Il Film è
un’avventura d’animazione comedy basata sull’omonima serie
pluripremiata agli Emmy. Dopo che una conduttura dell’acqua rotta
crea una voragine di fronte a Bob’s Burgers bloccandone l’ingresso,
Bob e Linda faticano per tenere a galla l’attività. Nel mentre i
ragazzi cercano di risolvere un mistero che potrebbe salvare il
ristorante.
Not Okay, dal 27 Luglio 2022
Not Okay segue Danni Sanders (Zoey
Deutch), un’aspirante scrittrice senza obiettivi, senza amici,
senza prospettive sentimentali e, cosa peggiore, senza follower,
che finge un viaggio a Parigi a misura di Instagram nella speranza
di aumentare la sua popolarità sui social media. Quando un
terrificante incidente colpisce la Città delle Luci, Danni cade
involontariamente in una bugia più grande di quanto avesse mai
immaginato. Torna da eroina, stringe un’improbabile amicizia con
Rowan (Mia Isaac), sopravvissuta a una sparatoria in una scuola e
impegnata a cambiare la società, e conquista l’uomo dei suoi sogni,
Colin (Dylan
O’Brien). Come influencer e attivista, Danni ha finalmente la
vita e il pubblico che ha sempre desiderato. Ma è solo questione di
tempo prima che questo quadro idilliaco si incrini e Danni scopra a
sue spese che Internet ama le stroncature.
Le serie tv in arrivo a Luglio
2022 su Disney+
Promised Land dal 6 luglio 2022
Una serie drama epica e generazionale su due famiglie latine in
lotta per la ricchezza e il potere nella Sonoma Valley in
California.
The Responder dal 6 luglio
2022
Chris (Martin Freeman) guida un
veicolo di pronto intervento nella sua difficile città natale,
Liverpool. Notte dopo notte affronta il crimine, la violenza e la
dipendenza per le strade, mentre lotta contro i demoni personali
che minacciano di destabilizzare il suo lavoro, il suo matrimonio e
la sua salute mentale. Quando Chris è costretto ad accogliere la
nuova recluta Rachel (Adelayo Adedayo), entrambi scoprono ben
presto che la sopravvivenza in questo mondo pressante, implacabile
e oscuro dipende dal fatto che si aiutino o si distruggano a
vicenda. L’azione si svolge nell’arco di una settimana con turni di
notte sempre più tesi. Dal profondo dell’impotenza e della
disperazione, con la sua stessa famiglia che gli sta sfuggendo di
mano, Chris si aggrappa all’idea di salvare la vita di una giovane
tossicodipendente intrappolata in un dilemma mortale. Se ci
riuscirà, forse potrà salvare se stesso e riscoprire cosa significa
essere un agente di polizia.
ZOMBIES 3, dal 15 Luglio 2022
ZOMBIES 3 vede protagonisti Milo
Manheim nei panni dello zombie Zed e Meg Donnelly in quelli della
cheerleader Addison, che iniziano l’ultimo anno alla Seabrook High,
nella città che
èdiventataunrifugiosicuropermostrieumani.Zedèinattesadiunaborsadistudiosportiva
che lo renderà il primo zombie a frequentare il college, mentre
Addison si sta preparando per il primo national cheer-off di
Seabrook. All’improvviso, però, degli extraterrestri arriveranno a
Seabrook, provocando tutt’altro che una competizione amichevole. Il
film è interpretato anche da Chandler Kinney nel ruolo di Willa,
Ariel Martin in quello di Wynter, Pearce Joza nei panni di Wyatt,
Carla Jeffery in quelli di Bree; Trevor Tordjman interpreta Bucky,
Kylee Russell è Eliza, Terry Hu veste i panni di A-spen, Matt
Cornett è A-lan, Kyra Tantao è A-li, James Godfrey interpreta Bonzo
e Kingston Foster è Zoey.
Santa Evita, dal 26 Luglio
Santa Evita è la storia di un corpo
senza tomba e della leggenda che ne è scaturita. Nel 1955, un colpo
di stato militare in Argentina rovesciò l’allora presidente Juan
Domingo Perón e nascose il corpo di Evita per 16 anni per evitare
che diventasse un simbolo contro il regime. Prima della sua morte,
Eva era diventata una potente figura politica come moglie del
generale Perón, e il suo cadavere senza sepoltura ha ossessionato
l’arena politica del Paese per oltre due decenni.
In nome del cielo, dal 27
Luglio
Targata FX, In nome del cielo, è una serie ispirata al
bestseller true crime di Jon Krakauer e segue gli eventi che hanno
portato all’omicidio del 1984 di Brenda Wright Lafferty (Daisy
Edgar-Jones) e della sua bambina in un sobborgo di Salt Lake
Valley, Utah. Mentre il detective Jeb Pyre (Andrew
Garfield) indaga sugli eventi che hanno coinvolto la
famiglia Lafferty, scopre verità sepolte sulle origini della
religione mormone e sulle violente conseguenze di una fede
inflessibile. Quello che scopre Pyre, un devoto mormone, lo porta a
mettere in discussione la sua stessa fede.
High School Musical: The Musical:
La serie: La terza stagione dal 27 luglio
I Wildcats si dirigono a Camp
Shallow Lake, un campo estivo in California, dove vivranno insieme
ai loro compagni un’estate indimenticabile all’insegna del
romanticismo, delle notti senza coprifuoco e della vita all’aria
aperta. Con una produzione di Frozen all’orizzonte e una
“docuserie” piena di drammi sul dietro le quinte, i Wildcats
riusciranno a dimostrare chi è il “migliore sulla neve” senza
lasciare nessuno al freddo?
Light & Magic dal 27 Luglio
2022
Grazie a un accesso esclusivo, il
regista candidato all’Oscar Lawrence Kasdan accompagna gli
spettatori in un’avventura dietro le quinte della
Industrial Light & Magic, la divisione di
Lucasfilm che si occupa di effetti speciali, animazione e
produzione virtuale. Il pubblico potrà scoprire cosa ha ispirato
alcuni dei più leggendari registi della storia di Hollywood ed
esplorare le loro storie dai primi film fino al lavoro per dare
vita alla visione di George Lucas. Realizzata da Imagine
Documentaries e Lucasfilm, e dai produttori esecutivi
Brian Grazer e Ron Howard, la docuserie composta da sei episodi
debutterà il 27 luglio in esclusiva su Disney+.
Apple
TV+ ha annunciato una nuova serie, ancora senza
titolo, di otto episodi della durata di un’ora ciascuno ispirata
all’ultimo romanzo incompiuto dell’autrice Premio Pulitzer Edith
Wharton, The
Buccaneers, con Kristine Froseth
(“The Assistant”, “Sharp Stick”), Alisha Boe
(“When You Finish Saving the World”, “Tredici”), Josie
Totah (“Bayside School”), Aubri Ibrag
(“Dive Club – Un tuffo nel mistero”), Imogen
Waterhouse (“The Outpost“,
“Animali
notturni“) e Mia Threapleton (“Shadows”, “I Am
Ruth”) nei panni delle protagoniste. Scritta e ideata da
Katherine Jakeways (“Tracey Ullman’s Show”, “Where
This Service Will Terminate”) e diretta dalla vincitrice del BAFTA
Susanna White (“Bleak House”, “Jane Eyre”,
“Generation Kill”), la serie è attualmente in produzione in
Scozia.
La trama
Ragazze con soldi, uomini con
potere. Nuovo denaro, vecchi segreti. Un gruppo di giovani ragazze
americane amanti del divertimento fa esplodere la Londra strizzata
nel corsetto degli anni ’70 dell’Ottocento, dando il via a uno
scontro culturale anglo-americano con la conservatrice Inghilterra
attraversata da un’aria nuova che guarda con disprezzo a secoli di
tradizione. Inviate dall’America per assicurarsi mariti e titoli,
queste giovani donne puntano molto più in alto, e dire “lo voglio”
è solo l’inizio…
Protagoniste di The
Buccaneers sono Nan St. George (Kristine Froseth),
Conchita Closson (Alisha Boe), Mabel Elmsworth (Josie Totah), Lizzy
Elmsworth (Aubri Ibrag), Jinny St. George (Imogen Waterhouse) e
Honoria Marable (Mia Threapleton). La candidata al BAFTA Beth
Willis (“Doctor Who”, “Ashes to Ashes”, “Help”), il
vincitore dell’Emmy George Faber (“National Treasure”, “Generation
Kill”, “Collateral”), Katherine Jakeways sono i produttori
esecutivi, come Susanna White che dirigerà la maggior parte degli
episodi. La serie, ancora senza titolo, è prodotta per Apple TV+ da
The Forge Entertainment.
Dopo la serie dedicata
al Jack
Reacher nato dalla penna di prime video, Amazon Prime alza il tiro
proponendo agli abbonati della piattaforma streaming The Terminal List, un prodotto che vede
protagonista un personaggio che può attrarre lo stesso tipo di
pubblico. Il James Reece protagonista della serie è infatti un Navy
Seals il quale, dopo aver visto il proprio plotone di soldati
sterminato in un’imboscata in Siria, torna in patria per scoprire
che il massacro non è forse opera di un nemico lontano quanto forse
la macchinazione di forze che cospirano nello stesso territorio
statunitense. la ricerca della verità e la sete di vendetta
porteranno Reece a mettere in gioco molto più della sua stessa
incolumità…
The Terminal List, cast e
crew di livello cinematografico
Ispirato dal romanzo
omonimo scritto dall’ex-soldato Jack Carr, The Terminal
List propone un cast tecnico e artistico degno di una
produzione cinematografica: protagonista assoluto dello show è la
star Chris Pratt, che torna a collaborare con
Amazon dopo il successo di The Tomorrow War.
Accanto a lui tra gli altri Constance Wu e
Taylor Kitsch, mentre alla regia del pilot
troviamo niente meno che Antoine Fuqua, il quale
ha già diretto Pratt nel rifacimento de I magnifici
sette.
Nonostante un pedigree
di tale livello la serie non riesce a garantire il livello di
tensione e spettacolo che tali premesse avevano lasciato sperare. E
questo perché fin dall’inizio appare evidente come il tentativo di
coniugare il realismo della presentazione degli eventi e la
necessità di intrattenimento non riescano a trovare una comunione
efficace.
Lo sforzo verso il realismo non è
premiato
Il primo episodio di
The Terminal List, in particolar modo nella prima
sequenza di battaglia, possiede un’attenzione ai particolari, una
rappresentazione delle tattiche di combattimento e della battaglia
stessa che si presentano come diverse rispetto al solito
spettacolo. La ricerca di soluzioni di messa in scena e
montaggio che avvicinano il prodotto a un’idea di realismo compie
stranamente l’effetto opposto, ovvero quello di appiattire la
tensione drammatica degli eventi.
Anche il resto della
trama che si sviluppa a partire dalla missione fallita di Reece e
dei suoi uomini non fornisce spunti veramente originali, il che non
sarebbe poi necessariamente un requisito fondamentale se l’episodio
fosse riuscito a creare la necessaria tensione narrativa e adesione
emotiva nei confronti dei personaggi presentati. Il che purtroppo
non accade, facendo della prima – e seconda – puntata di
The Terminal List un accumulo di momenti duri ma
mai veramente drammatici.
Chris Pratt non è l’eroe di cui
abbiamo bisogno
Leggermente meglio sotto
questo punto di vista ottengono le puntate successive, le quali non
riescono comunque ad innalzare il livello del prodotto al punto da
renderlo stimolante da vedere. E questo molto probabilmente succede
anche per gli evidenti errori di casting: Chris Pratt in versione totalmente seria
non ha lo stesso effetto di quando lavora anche sul lato ironico
dei suoi personaggi. Mancando tale bidimensionalità a James Reece,
si palesano anche i limiti dell’attore che lo interpreta, capace di
dotare il personaggio di presenza scenica ma non di reale
profondità emozionale o psicologica.
La sorpresa però
maggiormente negativa dello show è una Constance
Wu totalmente fuori dal ruolo della reporter che
spalleggia Reece. Il che appare davvero peculiare, in quanto
l’attrice affermatasi in ruoli leggeri aveva in precedenza
dimostrato spessore drammatico e presenza scenica in Hustlers. C’è da specificare una parte scritta
in maniera scontata di certo non l’aiuta ad esprimersi al meglio,
tutt’altro.
Un passo indietro per Prime
Video
Rispetto alla serie
“gemella” Reacher
(che pure è ben lontana dall’essere un capolavoro…) The
Terminal List rappresenta per Amazon a livello artistico
un passo indietro, poiché tenta evidentemente di alzare il tiro
mancando però il bersaglio. La ricerca forse fin troppo ostentata
di un realismo di fondo in situazioni e tempi di racconto alla fine
ha nuociuto alla necessità di intrattenimento, rendendo il prodotto
un ibrido di difficile comprensione. A James Reece sono stati fino
a oggi dedicati altri due libri da parte di Jack Carr, vedremo se
Amazon continuerà nei loro adattamenti in nuove stagioni di
The Terminal List. I margini di miglioramento sono
ampi…
Sony ha
recentemente annunciato di avere una
serie Horizon in lavorazione per Netflix,
ma non sono stati rivelati maggiori dettagli. Ebbene, oggi un nuovo
documento apparso online per lo spettacolo non solo rivela il suo
titolo, ma anche la sua troupe.
Come trovato da Jeff
Grubb di Giant Bomb, una pagina della serie riporta
Horizon 2074, il presunto titolo della serie, la
pagina è apparsa sul sito web della Directors Guild of Canada. Il
documento riporta un intero gruppo di membri della troupe che
hanno lavorato a spettacoli come The
Boys, Gotham
Knights, What
We Do in the Shadows, Locke &
Key, The Umbrella Academy e
altro ancora. Non c’è molto altro sullo spettacolo nel
documento, ma chiama Horizon 2074 ed è una serie
TV.
Questo è in linea con quanto
affermato da Grubb all’inizio di giugno. Ha anche detto
che si chiamava Horizon 2074 e
probabilmente sarebbe stato girato a Toronto a causa degli
incentivi fiscali. Grubb ha anche affermato che avrebbe avuto
due linee temporali: una vicina o parallela ai giochi e una molto
prima nel tempo.
I giochi si svolgono tra il 3020 e
il 3041, il che significa che i 2074 bit sarebbero un bel salto di
tempo. Secondo la cronologia del wiki, c’è un divario tra
il 2074 e l’anno del gioco il che lasciamo molto spazio per
raccontare storie nel mezzo. Da quello che leggiamo sembra anche
essere un periodo di gravi difficoltà, poiché è subito dopo che Ted
Faro ha ucciso il personale di GAIA Prime (una dettaglio che chi
gioca può vedere in Zero Dawn in un
registro imperdibile). Che dire, ovviamente non è nulla di
ufficiale ma se le notizie sono vere la serie tv Horizon
2074 inizia a prendere forma!
Il canale americano FX dopo
il trailer ha diffuso le anticipazioni di What We Do In
The Shadows 4×01, l’atteso primo episodio della
quarta stagione della serie tv What
We Do in the Shadows.
In What We Do in the
Shadows 4×01 che si intitolerà “Reunited” I vampiri
tornano dai loro viaggi nel mondo per trovare la loro dimora
sull’orlo del collasso e una nuova creatura bizzarra nella casa.
Scritto da Stefani Robinson e Paul Simms; regia di Yana Gorskaja.
In Italia What We Do In The Shadows 4 in
streaming uscirà su Star, canale di Disney+.
What We Do In The
Shadows 4 è l’annunciata
quarta stagione della serie comica What We
Do In The Shadows creata da Jemaine Clement per
il canale FX e basata sull’omonimo film del 2014 scritto da Clement
e Taika Waititi. What We Do in the Shadows è ambientato a Staten
Island e segue quattro vampiri che sono stati coinquilini per
centinaia di anni.
In What We Do in the
Shadows 4ritorneranno i
protagonisti Kayvan Novak nel ruolo di Nandor the
Relentless, un vampiro che ha 757 anni e che una volta era un
soldato dell’Impero ottomano. Matt Berry nei panni
di Laszlo Cravensworth, un vampiro nobile inglese trasformato da
Nadja e ora sposato con lei. Natasia Demetriou nel
ruolo di Nadja, una vampira romana, sposata con Laszlo.
Harvey Guillén nel ruolo di Guillermo, familiare
“paziente” di Nandor. Mark Proksch nel ruolo di
Colin Robinson, un vampiro energetico che vive con il trio.
Nei ruoli ricorrenti troviamo
Doug Jones nel ruolo del barone Afanas, un antico
vampiro del Vecchio Paese che crede che i vampiri dovrebbero
governare il mondo. Beanie Feldstein nei panni di
Jenna, una LARPer e vergine che Guillermo ha attirato per i
banchetti dei vampiri. Jake McDorman nel ruolo di
Jeff Suckler, una reincarnazionedell’ex amante umano di Nadja,
Gregor, un cavaliere che è stato ucciso dalla decapitazione in
ciascuna delle sue vite.
Sony Pictures ha rilasciato un trailer
ufficiale di The Invitation, il film horror
soprannaturale in uscita negli USA con protagonista Nathalie Emmanuel, l’attrice di
Game of
Thrones. Il debutto nelle sale è previsto in America
per il 26 agosto. In Italia il film non ha una data di uscita.
Il trailer di
Invitation, che puoi controllare di seguito, racconta di
una donna di nome Evie che cerca di entrare in contatto con la
parte materna della famiglia. Tuttavia, si scopre che c’è di più
nella loro generosità di quanto sembri, poiché Evie si ritrova
improvvisamente costretta a un matrimonio da incubo con un gruppo
di vampiri.
The
Invitation è diretto da Jessica M.
Thompson da una sceneggiatura scritta da Blair
Butler. Insieme a Emmanuel ci sono
Thomas Doherty (Gossip Girl),
Stephanie Corneliussen, Alana Boden, Courtney Taylor, Hugh
Skinner e Sean Pertwee. I produttori esecutivi di The
Invitation sono Thompson e Michael P. Flannigan, con Emile
Gladstone come produttori.
The Invitation, la trama
Dopo la morte di sua madre e non
avendo altri parenti conosciuti, Evi fa un test del DNA… e scopre
un cugino scomparso da tempo che non sapeva di avere. Invitata
dalla sua ritrovata famiglia a un sontuoso matrimonio nella
campagna inglese, all’inizio viene sedotta dal sexy aristocratico
ospite, ma viene presto catapultata in un incubo di sopravvivenza
mentre scopre segreti contorti nella storia della sua famiglia e le
intenzioni inquietanti dietro la loro generosità peccaminosa .”
Kevin Feige ha
annunciato ufficialmente che i Marvel Studios torneranno al
Comic-Con di San Diego il mese prossimo dopo una
pausa di tre anni, e l’evento avrà sicuramente una posizione
importante nel programma della Hall H, ma anche Warner
Bros. Discovery/DC ha aggiornato i suoi scoraggiati
fan.
Lo studio, fresco della recente
fusione, sarà presente, anche se sembra che DC Films avrà una
presenza più sommessa del solito e presenterà un programma diverso
rispetto alle precedenti edizioni.
Sono previsti panel per
House of the Dragon,
The
Sandman e Harley Quinn, ma si dice
che il
CEO David Zaslav abbia apportato alcuni
“grandi cambiamenti” all’approccio dello studio quest’anno. Tanto
per cominciare, la Warner, inclusa la DC, non sarà presente in sala
congressi. Anche gli spettacoli di The CW, come
The
Flash, Superman & Lois e il prossimo prequel di
Supernatural, saranno assenti poiché la rete dovrà
affrontare una possibile vendita.
Ovviamente, tutti gli occhi saranno
puntati sull’approccio di WBD alla promozione del film The
Flash dopo la
recente bufera che ha coinvolto la star del film,
Ezra Miller, ma non sembra che riceveremo alcun
aggiornamento in merito in questa sede. Apparentemente, “i film
che usciranno nel 2023, come The Flash e Blue
Beetle, non avranno panel, indipendentemente dalla presenza,
poiché sono considerati troppo lontani perché qualsiasi incontro o
annuncio abbia un impatto significativo”.
Non è chiaro se progetti del calibro
di Black
Adam e Shazam! La
Furia degli Dei, che usciranno entro la fine
dell’anno, saranno portati ai panel, poiché i piani sono
“ancora in fase di definizione” per quanto riguarda il
contenuto cinematografico dello studio.
Il report aggiunge: “La presenza
della Warner Bros. Discovery al Comic-Con ha lo scopo di
rassicurare i fan sul fatto che la società lavora ancora per loro,
anche se la fusione riorganizza i ranghi esecutivi e allinea le
divisioni dell’azienda, tra cui HBO Max, Warner Bros. Pictures e DC
— in una nuova direzione.”
Il San Diego Comic-Con
2022 si svolgerà da giovedì 21 luglio a domenica 24
luglio.