La fase 4 ha già caratterizzato una
serie di personaggi e luoghi di secondo livello, in particolare
Ursa Major in Black
Widow e Madripoor in The Falcon & the Winter Soldier, mentre
Doctor Strange nel Multiverso della Follia
presenta Patrick Stewart che interpreta una
variante del Professor X. È sicuramente solo una questione di tempo
prima che i mutanti diventino effettivamente parte della linea
temporale principale del MCU.
Sorprendentemente, ci sono stati
sottili accenni agli X-Men dall’inizio del
MCU. Distribuito nel 2011,
Captain America – Il primo
vendicatore contiene una conversazione
alla quale non si è prestata molta attenzione poco dopo la morte di
Abraham Erskine (Stanley Tucci). Si presume che
Capitan America sia l’unico super-soldato e un colonnello Phillips
(Tommy Lee Jones) arrabbiato si rivolge a lui. “Sei un
esperimento”, urla. “Vai dritto ad Alamogordo.”
Questo è un riferimento diretto
alla tradizione degli X-Men; nei fumetti, il padre del Professor X,
Brian, lavorava in quella che inizialmente si credeva essere una
centrale nucleare ad Alamogordo, nel New Mexico, ma alla fine suo
figlio scoprì che si trattava di un laboratorio di operazioni
sotto-traccia del governo che sperimentava sui super soldati, in
particolare con i mutanti. Questo combacia perfettamente con il
commento del colonnello Phillips a Rogers, il quale, essendo
considerato un esperimento, dovrebbe finire direttamente lì.
Per fortuna il nostro Steve ha
fatto una scelta diversa, diventando il Primo Vendicatore, ma è
chiaro che, all’occorrenza, i Marvel Studios hanno già un seme
piantato in profondità, su cui basare il loro prossimo futuro.
Laura Dern e Sam Neill sono stati i volti del film di
successo di Steven Spielberg del 1993
Jurassic Park rispettivamente nei panni della
paleobotanica Ellie Sattler e del paleontologo Alan Grant (insieme
allo Ian Malcolm di Jeff Goldblum).
I due personaggi si innamorano
durante il film nonostante la differenza di età di 20 anni che
esisteva tra Dern e Niell durante la realizzazione del film. Dern
aveva 23 anni quando sono iniziate le riprese e 26 quando il film è
uscito nel 1993. Niell, d’altra parte, aveva 43 anni durante le
riprese. Nessuno dei due attori era troppo preoccupato per la loro
differenza di età e la storia d’amore dei loro personaggi.
“Ho 20 anni più di Laura!”Sam Neill ha recentemente detto al Sunday
Times. “Che all’epoca era una differenza di età del tutto
appropriata per un uomo e una donna protagonisti. [Che il divario
di età fosse inappropriato] non mi è mai venuto in mente fino a
quando non ho aperto una rivista e c’era un articolo intitolato
“Old Geezers and Gals”. Persone come Harrison Ford e Sean Connery
recitavano con persone molto più giovani. Ed eccomi lì, sulla
lista. Ho pensato: ‘Andiamo. Non può essere vero.'”
“Beh, è stato del tutto
appropriato innamorarsi di Sam Neill”, ha aggiunto Dern
riguardo al divario di età. “Ed è stato solo ora, quando siamo
tornati in un momento di consapevolezza culturale sul patriarcato,
che ho pensato, ‘Wow! Non abbiamo la stessa età?’”
Durante la realizzazione di Jurassic
World – Il dominio,
Laura Dern era meno concentrata sulla sua età e
più concentrata nel garantire che il suo personaggio, Ellie
Sattler, portasse avanti la rappresentazione femminile sul grande
schermo. Dern cita Ellie nella stessa categoria di Ripley di
Sigourney Weaver del franchise
Alien come personaggi cinematografici che hanno
cambiato il punto di vista di Hollywood sulle eroine d’azione
femminili.
“È davvero commovente”, ha
detto Dern. “Molte donne nel campo della tecnologia e della
scienza indicano una somiglianza tra l’eroismo di Ellie e le donne
nel loro campo”.
Sia Dern che Neill riprenderanno i
loro personaggi nel prossimo episodio della Universal Jurassic
World – Il dominio, in uscita nelle sale italiane il 2
giugno.
Jurassic World – Il dominio, il film
In Jurassic
World – Il dominio vedrà sia Chris
Pratt che Bryce
Dallas Howard tornare nei loro ruoli. Insieme a
loro, ritroveremo anche Justice Smith, Daniella
Pineda, Jake Johnson e Omar
Sy. Laura
Dern e Sam
Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che
avevano in Jurassic
Park, rispettivamente la Dr. Ellie Sattler e il Dr. Alan
Grant. I personaggi sono stati visti per l’ultima volta
nel Jurassic Park 3 del 2001. Un altro eroe
originale, Ian Malcolm, interpretato da Jeff
Goldblum, ha firmato per tornare in Jurassic
World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta
in Jurassic World:
Il Regno Distrutto.
Il Dominio si svolge quattro anni dopo la distruzione di Isla
Nublar. I dinosauri ora vivono e cacciano insieme agli umani in
tutto il mondo. Questo equilibrio fragile rimodellerà il futuro e
determinerà, una volta per tutte, se gli esseri umani rimarranno i
predatori dominanti su un pianeta che ora condividono con le
creature più temibili della storia.
Ewan McGregor rivela che tutti i dialoghi in
Star
Wars: L’attacco dei Cloni sono stati registrati
successivamente alle riprese. In un’intervista con SlashFilm,
McGregor ha affermato che le nuove fotocamere digitali utilizzate
per filmare L’attacco dei cloni avevano creato uno
strano ronzio che i realizzatori in seguito hanno scoperto avere la
stessa frequenza delle voci umane. Tutti gli attori hanno dovuto
registrare dialoghi aggiuntivi sul film poiché nessuno dei dialoghi
era utilizzabile, il che significa che l’intero film è stato
registrato in ADR (ADR – Automated Dialogue
Recording è un sistema di doppiaggio).
“Erano una tecnologia
all’avanguardia, ma rispetto a noi… avevano enormi cordoni
ombelicali che uscivano dal retro delle telecamere e non si
potevano cambiare gli obiettivi. Oppure potevano cambiare gli
obiettivi ma ci sarebbe voluta mezz’ora. Quindi tutto è stato
girato con un obiettivo zoom. Gli ombelicali arrivavano a questa
grande tenda nell’angolo del palco che letteralmente ronzava. Era
così rumoroso. E durante la post-produzione, si sono resi conto
alla fine che il rumore che facevano era esattamente la frequenza
della voce umana. Quindi abbiamo dovuto ADR ogni singola riga
dell’episodio 2. Nessuno dei dialoghi originali è riuscito a venire
bene, perché le telecamere erano troppo nuove. Nessuno dei bug che
avevano era stato ancora risolto. Quindi, rispetto a quello che
stiamo facendo ora, è come il giorno e la notte”.
In Obi-Wan
Kenobi protagonisti saranno Ewan McGregor che riprenderà il ruolo di
Obi-Wan Kenobi e Hayden Christensen che
interpreterà
Darth Vader, a più di dieci anni da La Vendetta dei
Sith. Nel cast anche Moses Ingram,
Joel Edgerton, Bonnie Piesse, Kumail Nanjiani, Indira Varma,
Rupert Friend, O’Shea Jackson Jr., Sung Kang, Simone
Kessell e Benny Safdie.
Ariana DeBose, che è stata recentemente scelta per
interpretare Calypso Ezili nel film spin-off di Spider-Man
Kraven the
Hunter, ha accennato a come il film in uscita
sarà diverso dai precedenti titoli Marvel.
Con Aaron Taylor-Johnson come protagonista,
Kraven the
Hunter si svolgerà nello stesso universo di
Venom del 2018, del sequel del 2021 Venom:
la furia di Carnage e di Morbius del
2022. Per ora, il ruolo di DeBose è avvolto nel mistero, con alcuni
che affermano che sarà l’antagonista, mentre altri affermano che è
l’interesse amoroso. Le riprese del film sono attualmente in corso
a Londra.
Non si sa molto sui dettagli della
trama di Kraven the Hunter, ma il personaggio del
titolo è stato uno dei cattivi preferiti dai fan di Spider-Man
nella tradizione Marvel dal 1964. Famoso come un
feroce cacciatore di animali di grossa taglia, spesso la sua
missione è quella di uccidere Spider-Man, credendo che questa
impresa consoliderà il suo status di migliore al mondo. Per quanto
riguarda Calypso, è apparsa per la prima volta in Marvel Comics nel 1980. È una sacerdotessa
voodoo che spesso si trova anche in disaccordo con Spider-Man.
In un’intervista con Deadline,
Ariana DeBose ha parlato di come sta andando la
produzione del film. Ha poi detto che prova un senso di orgoglio
per il franchise, affermando che il film sembra andare in una
direzione inaspettata.
Deadline: come
stanno andando le riprese di Kraven the Hunter?
Ariana DeBose:
È fantastico. Sta andando bene. Voglio dire, per quanto credo di
poterlo dire, penso che stia andando a gonfie vele.
Deadline: È
eccitante che la Marvel sembri davvero spingere per
il cambiamento.
Ariana DeBose:
Sì. Sono orgogliosa di loro. Penso che tutti questi pezzi di
franchising riguardino la sua crescita. Ed è emozionante far parte
di qualcosa che sembra fare un passo in una direzione diversa. Mi
sento come se stessero permettendo a questo film di vivere in
qualunque mondo abbia bisogno di vivere, il che è piuttosto
interessante. Non mi piacciono le esperienze lavorative dove mi
sento come se mi venisse chiesto di mettermi in una scatola, perché
il mio lavoro è scoprire la scatola e definire la scatola. Questo è
il mio lavoro, secondo me. Voglio dire, è il 2022.
Kraven the Hunter, il
film
Dopo il
successo di Venom: Let There Be
Carnage e Spider-Man: No Way
Home , Sony continua ad espandere il suo universo
Marvel e Kraven the
Hunter si unisce a una lista che include
anche Madame Web con Dakota Johnson e il
progetto Spider-Woman di Olivia Wilde. Art Marcum, Matt Holloway e
Richard Wenk hanno scritto la sceneggiatura di Kraven the
Hunter e il fatto che il film attiri talenti di
alto livello è sicuramente un buon segno. Kraven the Hunter
uscirà al cinema il 06 ottobre 2023 distribuito da Sony
Pictures Italia e Warner Bros.
Nel cast
del film sono stati confermati Aaron Taylor-Johnson,
Ariana DeBose, Russell Crowe, Alessandro Nivola, Christopher
Abbott e Fred Hechinger. J.C.
Chandor dirigerà il film, con la produzione di Avi
Arad e Matt Tolmach. Art Marcum, Matt
Holloway e Richard Wenk hanno scritto la sceneggiatura.
Mentre si avvicina sempre di più
l’uscita in sala di Jurassic
World – Il dominio, la campagna marketing del film ci
fornisce nuovi contenuti e supporti di lettura per capire cosa
andremo a vedere.
In particolare, l’account Twitter di
Universal
Pictures UK ha condiviso un post in cui viene spiegato
il legame tra Owen, il personaggio di Chris Pratt,
e Blue, il velociraptor che dal primo film del franchise sembra
avere una connessione speciale con lui. Ecco il video.
In Jurassic
World – Il dominio vedrà sia Chris
Pratt che Bryce
Dallas Howard tornare nei loro ruoli. Insieme a
loro, ritroveremo anche Justice Smith, Daniella
Pineda, Jake Johnson e Omar
Sy. Laura
Dern e Sam
Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che
avevano in Jurassic
Park, rispettivamente la Dr. Ellie Sattler e il Dr. Alan
Grant. I personaggi sono stati visti per l’ultima volta
nel Jurassic Park 3 del 2001. Un altro eroe
originale, Ian Malcolm, interpretato da Jeff
Goldblum, ha firmato per tornare in Jurassic
World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta
in Jurassic World:
Il Regno Distrutto.
Il Dominio si svolge quattro anni dopo la distruzione di Isla
Nublar. I dinosauri ora vivono e cacciano insieme agli umani in
tutto il mondo. Questo equilibrio fragile rimodellerà il futuro e
determinerà, una volta per tutte, se gli esseri umani rimarranno i
predatori dominanti su un pianeta che ora condividono con le
creature più temibili della storia.
Total Film ha incontrato
Jerry Bruckheimer, produttore di Top
Gun: Maverick, che ha rivelato che c’è stato solo un
attore oltre a Tom Cruise che non ha vomitato
durante le riprese delle scene di volo per il film.
Il produttore ha spiegato che ogni
scena con un attore all’interno di un jet da combattimento è reale
e che la tensione presente sui volti del cast mentre eseguono le
acrobazie nel film non è recitazione. Ciò ha portato quasi tutti
gli attori a vomitare all’interno del proprio aereo.
“Quando vedi le espressioni sui
loro volti, non stanno recitando. Quando vedi l’aereo salire
dritto, stanno andando dritto verso l’alto. Quando vedi l’aereo
sottosopra, sono sottosopra. Puoi solo immaginare lo sforzo fisico
che ogni attore ha dovuto affrontare.
“Molti di loro hanno vomitato
sugli aerei. Tranne Monica [Barbaro], è l’unica in grado di gestire
le forze G meglio degli altri attori. Naturalmente, anche
Tom”.
Nel film, Monica
Barbaro interpreta Phoenix, unica donna nella squadra dei
top gun che saranno poi mandati in missione. Il suo personaggio è
davvero un’aggiunta intelligente al cast, e aggiorna quello che una
volta era considerato un corpo scelto solo appannaggio
maschile.
Top Gun: Maverick, il
film
Il Tenente Pete “Maverick” Mitchell
(Tom
Cruise), tra i migliori aviatori della Marina, dopo
più di trent’anni di servizio è ancora nell’unico posto in cui
vorrebbe essere. Evita la promozione che non gli permetterebbe più
di volare, e si spinge ancora una volta oltre i limiti, collaudando
coraggiosamente nuovi aerei. Chiamato ad addestrare una squadra
speciale di allievi dell’accademia Top Gun per una missione
segreta, Maverick incontrerà il Tenente Bradley Bradshaw
(Miles
Teller), nome di battaglia “Rooster”, figlio del suo
vecchio compagno di volo Nick Bradshaw “Goose”. Alle prese con un
futuro incerto e con i fantasmi del suo passato, Maverick dovrà
affrontare le sue paure più profonde per portare a termine una
missione difficilissima, che richiederà grande sacrificio da parte
di tutti coloro che sceglieranno di parteciparvi.
Lettera a
Franco (Mientres dure la guerra) è un
dramma
storico che parla della generi di uno degli eventi che
più hanno segnato il destino della Spagna: la guerra civile
(1936-1939) e l’instaurazione del governo franchista. Il regista
Alejandro Amenábar (Apri
gli occhi, Regression) sceglie di ripercorrere la storia del suo
paese attraverso il punto di vista di un intellettuale. Non si
trattai di un uomo politico o di un malcapitato della strada: al
centro del film c’è lo scrittore Miguel de
Unamuno, figura emblematica del suo tempo.
Di cosa parla Lettera a
Franco?
Nel 1936, un gruppo di militari
ribelli mette in piedi un colpo di Stato contro il governo della
Repubblica spagnola. Tra i militari nazionalisti c’è in prima liena
il generale Francisco Franco (Santi
Prego).
Le azioni politiche non lasciano
indifferenti gli intellettuali. Tra questi, lo scrittore e rettore
dell’università di Salamanca Miguel de Unamuno (Karra
Elejalde), si schiera inizialmente dalla parte dei
nazionalisti. Con il passare dei giorni però, diventa sempre più
difficile sposare la causa del colpo di Stato. Vedendo le
ingiustizie, le violenze e sentendo la pressione di un ruolo
ideologico non indifferente, Unamuno tenta di creare un
dialogo con Franco e i nazionalisti, impresa che non si
rivela affatto semplice.
Tre grandi personaggi al centro del
film
Lettera a Franco è
un
film storico ma, più che raccontare i fatti del colpo di Stato,
si concentra sulle personalità che hanno fatto la storia. Il
regista sceglie di indagare in profondità all’interno del
protagonista Miguel de Unamuno, mettendolo in
contrapposizione con altri due personaggi non indifferenti: il
generale Millan Astray (Eduard
Fernández) e Francisco Franco (Santi
Prego). Il primo è stato il fondatore della Legione
spagnola, nonché il ministro della propaganda nella prima Spagna
franchista. Il secondo è, nella storia, colui che ha dato il via
alla guerra civile, diventando poi il Capo di stato spagnolo.
Nel film, queste tre figure si
alternano continuamente sulla scena. Unamuno è un
uomo anziano e influente. L’interpretazione di Karra
Elejalde rende bene l’idea di un personaggio colto, a
tratti sensibile a tratti saccente, in grado di intimorire e di
rassicurare. Il peso dell’età, come quello delle responsabilità, si
accalcano sulle spalle di Elejalde, che si
mostra scena dopo scena sempre più affaticato a livello fisico e
psicologico. In Lettere a Franco, il capo di stato
viene decisamente depotenziato: il personaggio di
Prego è principalmente una marionetta mossa dal
chiassoso e arrogante Millan
Astray (Eduard
Fernández), il vero antagonista del film.
Poca realtà storia e molta
individualità
Quello che viene mostrato
in Lettera a Franco è lo scontro ideologico tra le
varie correnti politiche presenti in Spagna allo scoppio della
guerra civile: ci sono i comunisti convinti, i socialisti
assopiti, i nazionalisti dei vertici e i giovani simpatizzanti. E
poi c’è Unamuno, l’uomo confuso che incarna un po’ tutti i
fronti ma che fatica a schierarsi realmente con qualcuno. In un
certo senso, il protagonista rappresenta l’intero paese e la
condizione di disordine e di pressione vissuta in quel periodo
storico.
Tutti i personaggi principali
incarnano una delle ideologie descritte qui sopra e vengono nel
film costantemente comparati e contrapposti. Ogni uomo è mostrato
nella sfera pubblica e privata, con la famiglia, in chiesa, in
piazza. Questi individui hanno tratti comuni, percorrono le stesse
strade e abitano negli stessi luoghi, ma non riescono a non
scontrarsi.
Un elogio alla forza della
parola
Se volessimo paragonare il
lungometraggio ad un film storico, sicuramente sarebbe Churchill, altra opera intimista anche se tratta dal
vero storico. Se invece consideriamo le visioni oniriche, il tema
del ricordo e i deliri dell’anziano protagonista, allora
Lettera a Franco ha delle nette tinte bergmaniane che ricordano
Il posto delle
Fragole.
Lettera a
Franco invita alla cultura, a portare avanti le
proprie idee attraverso la parola e l’intelletto. Il film ha un
chiaro messaggio al suo interno e lascia la verità storica come
sfondo per dare spazio al dramma vissuto dai personaggi. La scelta
del regista ha una giustificazione, ma, trascurando notevolmente
l’azione, Amenábar
rende il film un po’ troppo piatto e decisamente poco
avvincente.
Ecco il nuovo trailer di
Thor: Love and
Thunder, in cui vediamo finalmente
Christian Bale nei panni di Gorr il Macellatore di
Dei, il nuovo villain contro cui dovrà scontrarsi il nostro dio del
tuono.
Thor: Love and
Thunder è il quarto capitolo sulle avventure del
Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare
il Mjolnir stavolta sarà Jane
Foster, interpretata di nuovo daNatalie
Portman, come confermato sabato durante il panel
dei Marvel
Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece
al 6 Luglio 2022.
Il film segue Thor (Chris
Hemsworth) in un viaggio diverso da quelli affrontati
fino ad ora, alla ricerca della pace interiore. Ma il suo riposo è
interrotto da un killer galattico conosciuto come Gorr the God
Butcher (Christian Bale), che cerca l’estinzione degli dei. Per
combattere la minaccia, Thor si affida all’aiuto di Valchiria
(Tessa Thompson), Korg (Taika Waititi) e dell’ex fidanzata Jane
Foster (Natalie Portman) che, con stupore di Thor, brandisce
inspiegabilmente il suo martello magico, Mjolnir, come Mighty Thor.
Insieme, intraprendono una sconvolgente avventura cosmica per
scoprire il mistero della vendetta di Gorr il macellatore di dei e
fermarlo prima che sia troppo tardi.
Taika Waititi tornerà alla regia di Thor: Love and
Thunder, un film dei Marvel Studios
dopo
Thor: Ragnarok, così come Chris
Hemsworth e Tessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e
Valchiria dopo l’ultima apparizione in
Avengers: Endgame. Nel cast anche
Christian Bale nei panni del villain Gorr il
Macellatore di Dei, e
Russell Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del
progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi
come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
In questi giorni si sta tenendo la
75ª edizione del celeberrimo Festival di Cannes. Dal 17 al 28
maggio registi di fama globale,
star del cinema, volti nuovi e
personalità affermate si riuniscono per presentare i film
principali del panorama cinematografico attuale. Tra tutte le
categorie, il premio principale resta quello per il miglior film in
competizione: la Palma d’oro. Nel corso degli anni, tanti dei
titoli che sono riusciti a guadagnarsi il merito si sono dimostrati
capolavori di fama globale.
I vincitori del premio sono spesso
film che vengono unanimemente celebrati dai critici, dai cinefili e
dal grande pubblico, riuscendo a diventare velocemente dei cult.
Letterboxd è una piattaforma che unisce tutti questi
individui e ha decretato i 10 vincitori della Palma
d’oro a Cannes che non possono
essere dimenticati.
Vite Vendute (1953) – 4.2/5
Partendo da premesse molto
semplici, Vite Vendute è riuscito a fare la storia del
cinema. In un villaggio sudamericano, quattro uomini vengono
assunti per trasportare un pericoloso carico di nitroglicerina
senza l’attrezzatura necessaria a renderebbe il viaggio sicuro.
Vite Vendute è uno di quei film che
tiene gli spettatori con il fiato sospeso per tutto il tempo della
proiezione. Il film francese di Henri-Georges Clouzotha
ottenuto molto successo e si è decisamente meritato la
Palma d’oro a Cannes, ma non
senza difficoltà. Secondo IMDb,
nella versione per gli Stati Uniti il lungometraggio è stato
drasticamente tagliato a causa di quelle scene iconiche che però
danno un ritratto negativo dell’America.
Taxi Driver (1976) – 4.2/5
Chi non conosce Taxi Driver?
Uno dei film della New Hollywood più popolari e apprezzati, il
lungometraggio di Martin
Scorsese con protagonista Robert De
Niro è riuscito a vincere la Palma
d’oro a Cannes. Seguendo il vagabondaggio
notturno di un tassista insonne e perverso, Taxi Driver
racconta angosciosamente la genesi di un serial killer.
Tra antieroi, personaggi moralmente
ambigui, decadenza urbana e critica alla Guerra in Vietnam, la
cinepresa di Scorsese si muove incantando ogni spettatore,
dal più esperto al più ingenuo. Per le scene memorabili e le
numerose citazioni, anche dopo cinquant’anni Taxi
Driver rimane un classico cult senza tempo e un riflesso
brutale della società.
Il Pianista (2002) – 4.3/5
Tra i film sull’olocausto e
sulla Seconda Guerra Mondiale, Il Pianista di Roman
Polanski rimane uno dei più celebri. Il dramma storico
è tratto dalla storia vera del pianista polacco Wladyslaw
Szpilman, un ebreo costretto a vedere il mondo cadere a pezzi
e i suoi cari scomparire e non tornare mai più.
In due ore e mezza il regista
percorre le tappe della guerra a Varsavia secondo il punto
di vista del protagonista, divinamente interpretato da Adrien
Brody. Il Pianista è quel tipo di film
malinconico che fa soffrire lo spettatore senza essere
eccessivamente drammatico. Oltre alla Palma d’oro,
Il Pianista ha vinto anche tre premi
Oscar nel 2003.
La parola data (1962) –
4.3/5
Tra i film che hanno
ottenuto la Palma d’oro a Cannes
c’è anche un titolo brasiliano. La parola data di
Anselmo Duarte segue Zé, un uomo povero
che, di fronte all’imminente morte del suo asino, fa una promessa
di pellegrinaggio affinché l’animale si riprenda. L’asino viene
miracolato e Zé si trova costretto ad affrontare un
viaggio ancora più insolito delle sue premesse.
Il film è denso di simbolismo e
affronta temi come lo scontro di religioni e i limiti della fede,
ritraendo con cura i problemi di un paese multiculturale come il
Brasile. Con questa vittoria, La parola data è un’ottima
entrata per il
cinema internazionale.
Pulp Fiction (1994) – 4.3/5
Quando Pulp
Fiction ha ottenuto la Palma d’oro alla 47ª
edizione del Festival di Cannes, tutti erano sorpresi. La
maggior parte dell’audience e dei cinefili si aspettava che il
premio sarebbe andato a Tre colori – Film rosso del
regista Krzysztof Kieslowski. C’è anche un aneddoto
interessante sulla premiazione: pare che una donna dal pubblico
abbia lanciato grida disprezzanti sul lungometraggio, ottenendo da
parte di Quentin Tarantino un dito medio come
risposta.
Il successo ottenuto
daPulp
Fictiondimostra che il premio era più che meritato:
il film con John Travolta e Uma Thurman non solo ha reso
Tarantino un regista conosciuto al mondo intero,
ma ha realmente dato il via ad un nuovo modo di fare cinema. Con
un’intricata narrazione non lineare di eventi caotici, Pulp Fiction è un emblema della
cultura pop e ha ancora un’enorme influenza per i registi
emergenti.
Quando volano le cicogne
(1957)
Passeggiando insieme lungo
il fiume, Veronica e Boris si innamorano, ma sono
presto costretti a separarsi perché Boris viene
arruolato a combattere durante la Seconda guerra mondiale.
Quando volano le cicogne è un film che ritrae la
disperazione di due amanti che non riescono a consumare il loro
amore.
Anche grazie allo stile soggettivo
utilizzato da Sergey Urusevsky, questo film è
considerato uno dei capolavori della storia del cinema. Le
soggettive e le altre tecniche adottate dal regista risalgono alla
sua esperienza di cameraman militare durante la guerra. Quando
volano le cicogne ha ottenuto la Palma
d’oro a Cannes ed è ancora considerato
uno dei migliori
film di guerraromantici di
tutti i tempi.
L’eternità e un giorno (1998)
– 4.3/5
Diretto dall’acclamato
regista greco Theo
Angelopoulos, L’eternità e un giorno è la
delicata storia di Alexander, un uomo malato che ha solo
pochi giorni da vivere e che decide di spenderli aiutando un
immigrato clandestino. I due intraprendono un viaggio surreale dove
passato e presente si scontrano e, come nel film di BergmanIl posto delle fragole, i
ricordi perduti tornano a salutare Alexander alla fine
della sua vita.
I film di
Angelopoulos hanno spesso
un’atmosfera da sogno e lasciano molto spazio all’interpretazione
degli spettatori. L’eternità e un giorno parla di
amicizia e di amore ed è una celebrazione della vita come della
morte.
Paris, Texas (1984) –
4.3/5
Nel 1984, al
Festival
di CannesParis, Texas ha ottenuto
la Palma d’oro. Diretto
dall’iconico regista Wim Wenders, il film è un capolavoro capace di
mescolare molti generi diversi in un unico film. Il lungometraggio
segue un uomo problematico di nome
Travis (Harry Dean Stanton) che,
dopo essersi smarrito nel deserto, decide di riprendere in
mano la sua vita e di ricostruire il rapporto coi suoi cari.
Paris, Texas gioca molto
con il pubblico, portando gli spettatori ad empatizzare con il
protagonista e con i suoi sforzi per rimettere insieme la sua
vita.
Grazie al cast
spettacolare, Marlon
Brando e Martin Sheen per citarne un paio, alla
fotografia di
VittorioStoraro e alle
musiche evocative,
Apolyspe Now rimane ancora oggi uno dei più intensi film
di guerra e porta in sé un chiaro messaggio contro la guerra che
vale anche per il nostro tempo.
Parasite (2019) – 4.6/5
In cima a tutti i film
premiati a Cannes, Letterboxd pone
Parasite. Il film è stato presentato in anteprima al
72º Festival di Cannes: la vittoria della
Palma D’Oro ha segnato solo il primo passo
dell’immenso successo di Parasite.
Il lungometraggio del regista
sud-coreanoBong
Joon-hoha ottenuto tutti i più importanti premi
della sua stagione: miglior film agli Oscar,
Palma d’oro e Golden Globe.
Parasiteè stato anche un enorme successo al
botteghino, incassando oltre 260 milioni di dollari con un budget
di 15,5 milioni di dollari.
Siamo ormai a metà della
Fase 4 del MCU, che ha
introdotto ai fan tanti nuovi personaggi. Tra questi, alcuni hanno
il potenziale adatto per diventare membri essenziali del MCU, unendosi ad
eroi già rodati quali Capitan America e
Iron Man: le loro storyline sono solo all’inizio
ma già davvero promettenti.
Agatha Harkness
La deliziosa e al tempo
stesso malvagia Agatha Harkness di Kathryn
Hahn è stata uno dei punti di forza della serie tv
WandaVision.
L’attrice ci ha regalato un’interpretazione perfidamente
divertente, pur riuscendo a far percepire il personaggio di
Agatha come una minaccia molto pericolosa. Le
interazioni con il personaggio di Wanda sono state altrettanto
fantastiche e i fan non vedevano l’ora di vederla di più dopo la
fine della serie: fortunatamente, Agatha tornerà
con uno spin-off di cui sarà la protagonista.
Al di là di House
of Harkness, ha il potenziale per convertirsi in un personaggio
davvero importante per l’universo, come il Bruce
Banner di Mark Ruffalo. Potrebbe far parte di qualsiasi
progetto futuro che coinvolga Wanda o
Doctor Strange e potrebbe persino
comparire nel prossimo film dei Fantastici
Quattro, poiché alcuni fan sanno che è la tata di
Franklin Richard.
Gli Eterni
Il progetto più
sperimentale della Fase 4,
Eternals, ha ricevuto una risposta contrastante da
parte di critica e pubblico. Tuttavia, il tempo sarà sicuramente
clemente con il film, soprattutto considerando le nuove ed
entusiasmanti possibilità che ha aperto per il MCU.
I progetti futuri sugli
Eternals dovrebbero conferire ancora più
spessore alla squadra, anche se è difficile ad oggi ipotizzare in
quale altre storyline gli Eterni potrebbero inserirsi. Nonostante
ciò, la componente cosmica del MCU si sta
espandendo rapidamente e con i Guardiani che
sembra si ritireranno dopo il loro terzo film, il MCU avrà bisogno di
un altro gruppo della stessa portata. Chi meglio degli
Eternals potrebbe occupare questo posto?
Dane Whitman
A proposito di Eternals, la squadra titolare non è stata
l’unica a farsi notare nel MCU. Il Dane
Whitman di Kit Harington ha avuto poco spazio nel film,
ma il futuro sembra promettere ottime cose per il suo personaggio.
Dane è conosciuto soprattutto come il Cavaliere
Nero, padrone della Lama d’ebano e, nei fumetti Marvel, ha stretti legami con i
Vendicatori.
La voce fuori campo durante la scena
post-credits di Dane in Eternals appartiene al
Blade di Mahershalla Ali, il che suggerisce l’idea di
un potenziale team-up tra i due. In effetti, Blade e il Cavaliere
Nero sembrano le scelte migliori per guidare l’angolo
soprannaturale della Marvel, soprattutto ora che
Doctor
Strange nel Multiverso della Follia ha introdotto ufficialmente
l’horror nel MCU.
She-Hulk
E’ recentemente uscito il
primo trailer della serie Disney+She-Hulk,
che ha suscitato reazioni contrastanti da parte di critica e
pubblico. La maggior parte delle critiche è stata rivolta alla CGI
scadente, ma manca ancora un po’ di tempo alla prima dello show e
quindi c’è ancora la possibilità che i fan si ricredano.
Il trailer lascia intendere che
Hulk potrebbe addestrare She-Hulk a seguire le sue orme come
Vendicatore: Bruce ha fatto l’eroe per un po’ e
nessuno lo biasimerebbe se volesse finalmente andare in pensione e
godersi un po’ di tempo libero guadagnato con fatica; in questo
senso, She-Hulk è la scelta più logica per
prendere il suo posto nella squadra. Se il MCU dovesse mai
proporci una versione vera e propria della A-Force, She-Hulk sarebbe
anche la leader ideale per una squadra tutta al femminile.
America Chavez
America
Chavez ha fatto il suo debutto in
Doctor Strange nel Multiverso della follia, che la introduce al
pubblico come una giovane ragazza alla scoperta dei suoi poteri,
lasciando intendere che sta iniziando soltanto a scoprire il suo
vero, ed enorme, potenziale. Alla fine del film,
America impara a controllare le sue capacità e
sceglie di rimanere a Kamar Taj, allenandosi per diventare una
maga.
Non è chiaro dove
America potrà apparire in seguito, ma la scelta
più ovvia è quella della squadra degli Young
Avengers. Nei fumetti è un membro importante della squadra
e un’amica intima di Kate Bishop, quindi tutto tornerebbe alla
perfezione. America potrebbe poi ricomparire nel terzo capitolo di
Doctor Strange: entrambi i progetti probabilmente rientrerebbero
nella Fase 5 del MCU, quindi potrebbe
effettivamente passare del tempo prima che i fan rivedano
America.
Kate Bishop
Parlando dei Giovani Vendicatori, il MCU ci ha anche
introdotto in questa Fase 4 il leader de-facto
della squadra, ovvero Kate Bishop, interpretata dalla candidata
all’Oscar Hailee Steinfeld, nuova protetta di
Clint e il secondo Occhio di
Falco del MCU.
La presenza di Kate
nell’MCU dà
quindi origine alla squadra dei Giovani
Vendicatori; tuttavia, i fan non sanno ancora quando il
progetto si concretizzerà. Kate sarà comunque al centro
dell’attenzione, visto il successo che il personaggio ha riscosso
tra i fan. Nel frattempo, probabilmente, resterà assente dal
MCU,
soprattutto considerando che non ci sarà una seconda stagione di
Hawkeye.
Ms. Marvel
Ms. Marvel
arriverà a giugno su Disney+ e
presenterà al pubblico il personaggio di Kamala
Khan. Il MCU ha apportato
diverse modifiche ai poteri del personaggio; tuttavia, Ms. Marvel è uno
degli show più importanti del MCU del 2022 e avrà
importanti ripercussioni sui progetti futuri.
Kamala apparirà
anche insieme a Monica Rambeau e Carol
Danvers in The
Marvels del 2023, che costituirà il primo team-up tutto
al femminile del MCU. Non è chiaro se
diventeranno una squadra ufficiale o se faranno squadra una tantum,
ma la presenza di Kamala sul grande schermo lascia
presagire grandi cose per il personaggio, rendendo in questo senso
la serie tv Ms. Marvel
ancora più importante.
Monica Rambeau
A proposito di Marvel, ancheMonica Rambeauavrà un ruolo importante nel film. Abbiamo
conosciuto Monica prima inCaptain
Marvele poi nella serie
tvWandaVision.
Sappiamo che ha acquisito i suoi poteri grazie all’esagono di Wanda
e potrebbe diventare uno dei personaggi più potenti
dell’interoMCU.
Oltre al suo ruolo in The
Marvels, Monica potrebbe anche entrare a far
parte dei Vendicatori. Se “le tre Marvel” finiranno per diventare una
vera e propria squadra, il loro viaggio cosmico giustificherebbe
sicuramente un terzo film. Il futuro di Monica si prospetta dunque
roseo e i fan non vedono l’ora di vedere cosa la attende.
Shang-Chi
I fan sembrano concordare
sul fatto che il personaggio di Shang-Chi sia stata una grande aggiunta al
MCU.
Inesperto ma con tanto cuore, Shang-Chi è un
esperto di arti marziali legato all’organizzazione dei Dieci
Anelli.
Dopo gli eventi del film,
Shang-Chi impugna i Dieci Anelli, una misteriosa
arma di enorme potenza che gli tornerà utile in futuro. Sembra un
candidato ideale per il nuovo roster dei Vendicatori: non solo è
esperto nel combattimento corpo a corpo, ma può anche avvalersi del
potere degli anelli. Un sequel di Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli è una
possibilità che il MCU può esplorare
concretamente, quindi il personaggio non andrà di certo da nessuna
parte.
Yelena Belova
La morte di Natasha Romanoff ha lasciato un grande vuoto
nei Vendicatori: era l’unico membro femminile della squadra e una
parte cruciale della Saga dell’Infinito. Molti fan
si sono chiesti se il posto di Vedova Nera sarebbe rimasto
scoperto, ma l’arrivo di Yelena Belova nel film
Black Widow ha chiarito la situazione.
Grazie alla convincente
interpretazione di Florence Pugh, Yelena è
diventata una delle preferite dei fan quasi all’istante. La sua
apparizione in Hawkeye
l’ha resa probabilmente il miglior nuovo personaggio della
Fase 4 e i Marvel Studios hanno certamente intenzione di
sfruttare la sua popolarità: dato che ai Vendicatori manca una
Vedova, Yelena rappresenta la migliore e unica scelta per
sostituirla. Altrimenti, potrebbe unirsi ai Thunderbolts o persino ai
Vendicatori Oscuri, qualora il MCU li
introducesse.
Disney+ ha annunciato che
Fire Island, il film diretto da Andrew
Ahn (Spa Night, Driveways) da una sceneggiatura
di Joel Kim Booster (Sunnyside), debutterà il 17 giugno in
Italia sulla piattaforma streaming.
Ambientata nella località di
villeggiatura gay di Long Island, New York, Fire
Island è una commedia romantica, moderna e sincera
che mette in scena una lettura multiculturale e diversificata della
queerness e del romanticismo. Ispirata agli intramontabili intrighi
del classico di Jane Austen Orgoglio e pregiudizio, la
storia è incentrata su due migliori amici (Joel Kim Booster e Bowen
Yang) che partono per vivere una leggendaria avventura estiva con
l’aiuto di un rosé a buon mercato e del loro gruppo di amici
eclettici.
Fire Island, diretto da
Andrew Ahn, è interpretato da Joel Kim Booster (The Other
Two, Big Mouth), dal nominato agli Emmy® Award Bowen
Yang (Saturday Night Live), Margaret Cho, Conrad Ricamora,
James Scully, Matt Rogers, Tomas Matos, Torian Miller, Nick Adams,
Zane Phillips, Michael Graceffa, Peter Smith e Bradley Gibson. Da
una sceneggiatura di Joel Kim Booster, il film è prodotto da Tony
Hernandez, John Hodges e Brooke Posch di JAX Media ed è stato
girato a Pines, NY.
Un efficace sistema
di parental control assicura che Disney+ rimanga un’esperienza di
visione adatta a tutti i membri della famiglia. Oltre al “Profilo
Bambini” già presente sulla piattaforma, gli abbonati possono
impostare dei limiti di accesso ai contenuti per un pubblico più
adulto e creare profili con accesso tramite PIN, per garantire
massima tranquillità ai genitori
Dal regista candidato all’Oscar
Baz Luhrmann arriva Elvis
della Warner Bros. Pictures, con Austin Butler e il Premio Oscar
Tom Hanks. Il film esplora la vita e la musica
di Elvis Presley (Austin Butler ), viste attraverso il prisma della
sua complicata relazione con l’enigmatico manager, il colonnello
Tom Parker (Tom
Hanks). La storia approfondisce le complesse dinamiche
tra Presley e Parker nell’arco temporale di oltre 20 anni,
dall’ascesa alla fama di Presley che raggiunse un livello di
celebrità senza precedenti, sullo sfondo un panorama culturale in
evoluzione e la perdita dell’innocenza in America. Al centro di
questo viaggio, una delle persone più significative e influenti
nella vita di Elvis, Priscilla Presley (Olivia DeJonge).
Recitano al fianco di Tom Hanks e Austin
Butler, la pluripremiata attrice di teatro Helen
Thomson (“Top of the Lake: China Girl”, “Rake”) nei panni
della madre di Elvis, Gladys; Richard Roxburgh
(“Moulin Rouge!”, “Breath”, “La battaglia di Hacksaw Ridge”) in
quelli del padre di Elvis, Vernon, mentre Olivia
DeJonge (“The Visit”, “Stray Dolls”) interpreta Priscilla.
Luke Bracey (“La battaglia di Hacksaw Ridge”,
“Point Break”) interpreta Jerry Schilling; Natasha
Bassett (“Ave, Cesare!”) interpreta Dixie Locke;
David Wenham (“Il Signore degli Anelli” la
trilogia, “Lion – la strada verso casa”, “300”) è Hank Snow;
Kelvin Harrison Jr. (“Il processo ai Chicago 7”,
“L’assistente della star”) è BB King; Xavier
Samuel (“Two Mothers”, “Amore e inganni”, “The Twilight
Saga: Eclipse”) interpreta Scotty Moore, e Kodi
Smit-McPhee (“Il potere del cane”) interpreta Jimmie
Rodgers Snow.
Completano il cast Dacre
Montgomery (“Stranger Things”, “La galleria dei
cuori infranti”) nei panni del regista televisivo Steve
Binder, al fianco degli attori australiani Leon
Ford (“Gallipoli”, “The Pacific”) nei panni di Tom Diskin,
Kate Mulvany (“Il grande Gatsby”, “Hunters”) in quelli di
Marion Keisker; Gareth Davies (“Peter Rabbit,”
“Hunters”) come Bones Howe, Charles Grounds (“Crazy & Rich”,
“Camp”) come Billy Smith, Josh McConville (“Fantasy Island”) è Sam
Phillips, e Adam Dunn (“Home and away”) nei panni di Bill
Black.
Per ritrarre le altre icone della
musica del film, Luhrmann ha scelto la cantautrice Yola come Sister
Rosetta Tharpe; il modello Alton Mason come Little Richard; il
texano di Austin Gary Clark Jr., come Arthur Crudup, e l’artista
Shonka Dukureh come Willie Mae “Big Mama” Thornton.
Il candidato all’Oscar Luhrmann (“Il
Grande Gatsby”, “Moulin Rouge!”) ha diretto il film da una
sceneggiatura da lui scritta assieme a Sam Bromell, Craig Pearce e
Jeremy Doner, basata su una storia dello stesso Baz Luhrmann e
Jeremy Doner. I produttori del film sono Luhrmann, la vincitrice
dell’Oscar Catherine Martin (“Il Grande Gatsby”, “Moulin Rouge!”),
Gail Berman, Patrick McCormick e Schuyler Weiss, mentre i
produttori esecutivi sono Courtenay Valenti e Kevin McCormick.
Il team creativo che ha lavorato
dietro le quinte include la direttrice della fotografia Mandy
Walker (“Mulan”, “Australia”), la scenografa e costumista premio
Oscar Catherine Martin (“Il Grande Gatsby”, “Moulin Rouge!”), la
scenografa Karen Murphy (“A Star Is Born”), i montatori Matt Villa
(“Il grande Gatsby”, “Australia”) e Jonathan Redmond (“Il grande
Gatsby”), il supervisore degli effetti visivi nominato all’Oscar
Thomas Wood (“Mad Max: Fury Road”), il supervisore musicale Anton
Monsted (“Australia”, “Moulin Rouge!”) e il compositore Elliott
Wheeler (“The Get Down”).
Le riprese principali di Elvis
si sono svolte nel Queensland, in Australia, con il sostegno del
governo del Queensland, di Screen Queensland e del programma
Producer Offset del governo australiano. Warner Bros. Pictures
presenta, una produzione Bazmark Production, Jackal Group, un film
di Baz Luhrmann: Elvis,
che sarà distribuito in tutto il mondo dalla Warner Bros. Pictures.
Il film uscirà nelle sale italiane il 22 giugno 2022.
È stato distribuito in rete il primo
trailer di Mission:
Impossible – Dead Reckoning Parte Uno, il settimo
capitolo del franchise che insieme all’ottavo film atteso per
giugno 2024 costituirà il dittico di chiusura delle avventura
dell’agente segreto Ethan Hunt.
Nei prossimi due capitoli della saga
di Mission Impossible, Tom
Cruise e Rebecca
Ferguson torneranno nei panni di Ethan Hunt e
Ilsa Faust. I due film vedranno coinvolti anche Shea
Whigham(Kong: Skull Island),Hayley
Atwell(Captain America: Il primo
vendicatore),Pom
Klementieff(Guardiani della
Galassia) e Esai Morales(Ozark).Christopher McQuarrie scriverà e
dirigerà i film, che faranno il loro debutto nelle sale americane
rispettivamente il 13 luglio 2023 e il 27 giugno 2024.
Vin Diesel
condivide la riunione sul set di Fast
and Furious 10 tra lui e Jordana
Brewster. Evidenziando la loro stretta relazione, i due
attori sembrano felici di tornare insieme mentre si abbracciano con
un sorriso luminoso sui loro volti. Nella didascalia, Diesel chiama
Brewster sua sorella sia dentro che fuori dallo schermo e scrive
che le è grato, così come i fan.
Vi ricordiamo che Fast
and Furious 10 non sarà più diretto da Justin
Lin come annunciato in precedenza. Confermati nel
cast al momento ci sono Nathalie Emmanuel nei panni di
Ramsey, Vin
Diesel come Dominic Toretto, Michelle Rodriguez che riprende i panni di
Letty Ortiz, Tyrese Gibson, Ludacris, e
Sung Kang che riprende il suo ruolo di Han. Tra le new
entry, Jason Momoa nel ruolo del villain e Brie Larson.
Doctor Strange nel Multiverso della Follia è
diventato il film con il maggior incasso al botteghino del 2022,
superando The
Batman di Matt Reeves. Il sequel
diretto da Sam Raimi ha visto il ritorno delle
star del film originale
Benedict Cumberbatch, Chiwetel
Ejiofor, Benedict Wong e Rachel
McAdams. Sono stati raggiunti da Elizabeth
Olsen e dalla nuova arrivata nel Marvel Cinematic UniverseXochitl Gomez nei panni di America Chavez. La
nuova interpretazione di Reeves del Crociato Incappucciato ha visto
Robert Pattinson recitare nel ruolo dell’eroe
iconico.
Come riportato da Variety,
Doctor Strange nel
Multiverso della Follia ha trascorso la sua terza
settimana in cima alle classifiche al botteghino nazionale e
internazionale, guadagnando $ 342 milioni in Nord America e $ 461
milioni nei mercati internazionali. In totale, Doctor
Strange nel Multiverso della Follia ha ora superato gli
800 milioni di dollari di incasso totale al botteghino dal giorno
della sua uscita, cosa che lo ha reso il film con il maggior
incasso del 2022 finora. Doctor Strange 2 ha
superato il precedente detentore del primo posto, The
Batman, di circa 35 milioni di dollari nel suo incasso
complessivo al botteghino, anche se il film di Raimi deve ancora
superare il film di Reeves e Pattinson al box office nazionale,
poiché The Batman è ancora avanti.
La sceneggiatura del film porterà la
firma di Jade
Bartlett e Michael Waldron.
Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno
anche Benedict
Wong (Wong), Rachel
McAdams(Christine
Palmer), Chiwetel
Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl
Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez).
Nel cast è stato confermato anche Patrick Stewart nel ruolo di Charles Xavier.
Doctor Strange nel Multiverso della Follia è
al cinema dal 4 maggio 2022. Le riprese sono
partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York,
Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo
anche Bruce Campbell, attore feticcio
di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste
alcuna conferma in merito.
George Miller, il
regista premio Oscar per Mad Max: Fury
Road del 2015, afferma che sarebbe molto doloroso
per lui se i suoi film venissero distribuiti direttamente su una
piattaforma di streaming.
C’è poco da discutere sul fatto che
i film di Mad Max – e in particolare Fury
Road – siano notevolmente migliori visti su grande
schermo. La spettacolare narrazione visiva di Fury Road potrebbe
essere considerata sopra le righe, talvolta, ma è anche esattamente
ciò che ha reso il film così coinvolgente e divertente da guardare.
In un’epoca in cui i servizi di streaming in abbonamento sono
diventati la norma, un film spettacolo come Fury Road è stato
ancora in grado di convincere le persone che la gita al cinema
valeva la pena. Purtroppo, come se il modello di uscita
cinematografica non stesse già soffrendo, la pandemia di Covid-19
ha reso difficile, a volte addirittura impossibile, vedere i film
nelle sale.
Miller insiste sulla necessità che
il pubblico viva i suoi film prima di tutto nei cinema. Con il suo
ultimo film, il selvaggio fantasy drammatico Three Thousand Years of Longing,
recentemente presentato fuori concorso al Festival
di Cannes 75, Miller ha parlato dell’importanza dell’uscita
nelle sale. Come molte delle maggiori uscite di questa estate,
Three Thousand Years of Longing uscirà esclusivamente nei cinema.
Come ha detto a Variety, una distribuzione in streaming sarebbe
stata “molto dolorosa” per lui:
“Sarebbe molto doloroso sapere
che il tuo film verrà visto per la prima volta in streaming. C’è un
impegno che non possono cambiare. La MGM lo distribuirà alla fine
di agosto in 2.000 sale. Non c’è stato alcun accordo che la MGM
abbia fatto per lo streaming del film. In questo momento, sarà
un’uscita in sala. Vederlo in quel cinema [il Palais], con quel
suono, quel gruppo di persone e conoscere ogni piccolo lavoro che
ci mettiamo dentro, sarà possibile anche per il pubblico”.
Basato sul racconto del 1994 “The
Djinn in the Nightingale’s Eye” dello scrittore inglese A.
S. Byatt, Three Thousand Years of Longing
vede Tilda Swinton nei panni di Alithea, una
brillante studiosa che incontra un Djinn (Idris
Elba) imprigionato in un’urna. Nel corso di una lunga
conversazione in una stanza d’albergo a Istanbul, il Djinn stringe
un accordo con Alithea per esaudire i suoi tre desideri se lei lo
aiuta a ottenere la sua libertà. I desideri di Alithea si traducono
in salti nel tempo di vent’anni, mentre trai due si sviluppano
sentimenti inaspettati.
Netflix USA ha diffuso il trailer di
The Umbrella Academy 3, l’attesa terza
stagione della serie The
Umbrella Academy. Superiorità. Fratellanza. Rivalità.
La stagione 3 di The Umbrella Academy debutterà il 22
giugno solo su Netflix. Di ritorno all’Accademia, gli Umbrellas si
scontrano con una nuova squadra di fratelli Hargreeves mentre una
forza misteriosa inizia a devastare la città.
Marvel Studios dopo la featurette
“I’m a Super Hero” ha diffuso il trailer “Destiny” di
Ms.
Marvel, l’ultima serie Disney Plus
dei Marvel Studios che debutterà l’8
giugno 2022 su Disney+.
La nuova arrivata Iman
Vellani ha ottenuto il ruolo della protagonista di
Ms.
Marvel dopo un’ampia ricerca da parte dei Marvel Studios. È affiancata dal
volto fresco Saagar Shaikh nei panni del fratello
maggiore Aamir, Mohan Kapur (la serie Disney Plus
Hotstar “Crime Next Door”) e Zenobia Shroff (“The
Big Sick”) nei panni dei suoi genitori Muneeba e Yusuf,
Matt Lintz (“The Walking Dead”) nei panni del suo
migliore amico Bruno e Aramis Knight (“Into the
Badlands”) nei panni del vigilante noto come Red Dagger.
Con il sottofondo di “Blinding
Lights” di The Weeknd, il trailer inizia con Kamala nell’ufficio
del consulente di orientamento del liceo, mentre sullo schermo
compaiono scarabocchi di fumetti, cuori e corna da diavolo. Kamala
è etichettata come la tipica nerd dei supereroi che sogna ad occhi
aperti, ma a un certo punto ottiene strani poteri cosmici, come la
capacità di lanciare esplosioni di energia e creare trampolini
luminosi per camminare nell’aria. Più avanti nel trailer, ottiene
un costume rosso e blu fedele ai fumetti e lancia alcuni pugni
cosmici con un pugno gigante e luminoso.
Bisha K. Ali
(Quattro matrimoni e un funerale di Hulu) è
produttore esecutivo e sceneggiatore capo, e la prima stagione di
sei episodi è stata diretta da Sharmeen
Obaid-Chinoy (il regista premio Oscar dei cortometraggi
documentari “Saving Face” e “A Girl in the River: The Price of
Forgiveness”), Meera Menon (“For All Mankind”), e
Adil El Arbi e Bilall Fallah
(“Bad Boys for Live”).
La Marvel ha inizialmente annunciato
Ms.
Marvel sarebbe stato presentato in anteprima alla fine
del 2021, ma dopo che la pandemia ha inondato il calendario con
altri nove film e serie nel Marvel Cinematic Universe, lo
studio ha spostato la serie nell’estate del 2022. Ciò pone anche la
serie più vicina a The
Marvels, il film sequel di Captain Marvel, che vedrà Vellani al
fianco di Carol Danvers di Brie Larson e Monica
Rambeau di Teyonah Parris (da “WandaVision“).
L’attore ha parlato del suo ruolo
eccitante e ha condiviso la storia tipicamente Marvel su come è stato scelto per
la parte. Secondo l’attore, lui stesso non ha saputo che stava
effettivamente facendo un provino per interpretare Adam
Warlock fino alla fine del processo di casting:
“Ho fatto il provino per la
prima volta nel giugno dello scorso anno [2021], ed è stata la
prima volta che ho fatto il provino, e poi ho ottenuto il ruolo a
settembre, credo. E poi ho iniziato a girare a dicembre… non sapevo
per quale personaggio inizialmente stessi facendo l’audizione.
Sapevo in una fase avanzata [del casting] quale parte stavo
leggendo. Sebbene non conoscessi Adam Warlock in anticipo,
conoscevo molto bene I Guardiani della Galassia e era una
specie del mio “pianeta” preferito nell’universo Marvel, se si può dire”.
In un’intervista con Variety, Letitia Wright parla di come la troupe di
Black
Panther: Wakanda Forever abbia reso omaggio a Chadwick Boseman durante la produzione.
Descrive come la crew si è assunta la responsabilità dell’odissea
iniziata da Boseman e il loro impressionante superamento di
qualsiasi ostacolo si fosse presentato. Wright dice:
“Lo abbiamo onorato impegnandoci
in questa storia che lui ha iniziato, l’eredità che ha lasciato con
questo franchise. E ci siamo semplicemente impegnati ogni giorno a
lavorare sodo, indipendentemente dalle circostanze che abbiamo
dovuto affrontare. E abbiamo affrontato molte circostanze! Un sacco
di situazioni difficili, ma ci siamo uniti come una squadra e
abbiamo riversato tutto in questo film, quindi sono entusiasta che
voi lo vediate”.
Il film – Black
Panther: Wakanda Forever
Black
Panther: Wakanda Forever arriverà nelle sale l’11
novembre 2022. Il presidente dei Marvel Studios,
Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio
interpretato al compianto Chadwick
Boseman nel primo film, non verrà interpretato da
un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI. Il sequel si
concentrerà sulle parti inesplorate di Wakanda e sugli altri
personaggi precedentemente introdotti nei fumetti Marvel.
Letitia Wright (Shuri), Angela
Bassett (Ramonda), Lupita
Nyong’o (Nakia), Danai
Gurira (Okoye), Winston
Duke (M’Baku) e Martin
Freeman (Everett Ross) torneranno nei panni dei
rispettivi personaggi interpretati già nel primo film.
L’attore Tenoch Huerta è in trattative
con i Marvel Studios per
interpretare il villain principale del sequel.
Triangle of
Sadness, il nuovo attesissimo film
di Ruben Östlund, ha ricevuto un’accoglienza
trionfale alla première ufficiale di ieri al Théâtre Lumière di
Cannes, con una interminabile standing ovation finale rivolta al
regista e a tutto lo straordinario cast, Woody Harrelson in testa.
Maestro della provocazione, Östlund ha ancora una volta
sorpreso pubblico e critica con un film destinato a far discutere e
che già viene considerato da molti come uno dei titoli favoriti per
il palmarès.
Già vincitore della Palma d’Oro nel 2017 con The Square,
in cui metteva alla berlina il mondo dell’arte contemporanea, il
regista svedese firma una satira travolgente dove ruoli sociali e
barriere di classe vanno in frantumi. Protagonisti del film sono
una coppia di modelli, Carl e Yaya, invitati a partecipare a una
crociera di lusso insieme a un bizzarro gruppo di nuovi ricchi.
Tutto all’inizio sembra piacevole e “instagrammabile”, ma un evento
catastrofico trasformerà il viaggio in un’avventura da incubo, in
cui ogni gerarchia finirà per essere capovolta. Nel cast spiccano i
nomi di Woody Harrelson, nei panni inusuali del comandante della
nave con un debole per gli alcolici e Karl Marx, della modella e
attrice sudafricana Charlbi Dean e dell’attore britannico Harris
Dickinson. Triangle of Sadness sarà distribuito in Italia da
Teodora Film.
L’accoglienza ricevuta a
Cannes
What
a ride! (…) Can’t remember laughing this much during a #Cannes
screening. LA REGLE DU JEU meets LORD OF THE FLIES, and the result
is a rollicking, savage, beautifully demented satire.
Leonardo Goi, THE FILM STAGE
TRIANGLE OF SADNESS is hilarious. A masterclass
in awkward comedy. Damon Wise, DEADLINE
Hilarious. Insightful. And super sexy Harris
Dickinson. Bravo! Gregory Ellwood, THE PLAYLIST
Östlund (is) slowly building tension and mixing
influences from everything from TITANIC to PARASITE and Jordan
Peele’s US for chaotic and delightfully gross results. TRIANGLE OF
SADNESS marks a fantastic English-language debut, a movie that
offers biting social commentary, and one hell of a performance from
Woody Harrelson.
Rafael Motamayor, SLASH FILM
A
roaringly funny feast of a movie which boasts a highly engaging
international cast, powerhouse performances, elegant visual
choreography and some of the director’s most biting comic riffs to
date (…) TRIANGLE OF SADNESS is one of the high-energy peaks of
Cannes so far. Stephen Dalton, THE FILM VERDICT
Swept away by Ruben Östlund’s sprawling,
hilarious TRIANGLE OF SADNESS: a luxury yacht-com that’s like
Gramsci making Carry on Cruising, or Luis Bunuel’s Poseidon
Adventure. Class war, vomit gags & Woody Harrelson as the tale’s
soused Captain Haddock. Xan Brooks, THE GUARDIAN (UK)
TRIANGLE OF SADNESS delivered Cannes a dose of
shock and awe. Zack Sharf, VARIETY
The
thing about Östlund is that he makes you laugh, but he also makes
you think. There’s a meticulous precision to the way he constructs,
blocks and executes scenes (…) No matter what sphere he tackles,
we’re bound to see the world differently. Peter Debruge,
VARIETY
TRIANGLE OF SADNESS is bitter, clever and
absolutely on the money. Stephanie Bunbury, DEADLINE
Ruben Östlund’s bold and brilliant film has
slipped a whoopee cushion under this year’s dreary competition
strand. The best Cannes film so far. Robbie Collin, THE
TELEGRAPH
★★★★★
Blisteringly funny, narratively intrepid and
plain old spitting mad.
Neil Smith, TOTAL FILM ★★★★
Triangle of Sadness is an utter joy of a
film. Caspar Salmon, THE DAILY BEAST
Men è
il nuovo horror febbrile e mutevole del visionario regista
Alex Garland, già alla sua terza regia dopo cult
come Ex-Machina e Annihilation. Attori
protagonisti due fuoriclasse: nei panni di Harper la candidata
all’Oscar Jessie Buckley e un camaleontico
Rory Kinnear nei diversi ‘uomini’ che incarnano
tutti i demoni di Harper. MEN in concorso alla 54° edizione della
Quinzaine des Réalisateurs di Cannes 2022 sarà proiettato domenica
22 maggio, ore 20.45, presso Le Théâtre Croisette. (Replica venerdì
27 maggio ore 18.45, presso Le Théâtre Croisette). Il film arriverà
nelle sale italiane questa estate distribuito da Vertice360.
La trama di Men
A seguito di una tragedia
personale, Harper (Jessie Buckley) si ritira da sola nella
rigogliosa campagna inglese, sperando di trovare un luogo dove
curare il dolore che la accompagna. Ma dai boschi circostanti
sembra materializzarsi qualcosa o qualcuno che inizia a
perseguitarla. Quello che inizialmente è un’inquietudine sottesa si
trasforma ben presto in un vero e proprio incubo, abitato dai suoi
ricordi e dalle sue paure più oscure che prendono forma nel nuovo
inquietante horror del visionario regista Alex Garland.
Alex Garland ha
iniziato come romanziere, scrivendo The Beach e
Tesseract. È passato alla sceneggiatura con 28
giorni dopo, diretto da Danny Boyle, e ha
debuttato alla regia con Ex Machina, per il quale è stato candidato all’Oscar e
a due premi BAFTA. Nel 2018 Garland ha realizzato il suo secondo
film come sceneggiatore e regista, Annihilation, tratto dal romanzo di Jeff VanderMeer.
Attualmente è in produzione per A24 la sua sceneggiatura originale Civil
War, un film d’azione ambientato in un’America del futuro
prossimo con protagonista Kirsten Dunst.
I Marvel Studios hanno presentato solo
di recente il primo trailer
di Thor:
Love and Thunder e ora è stato riferito che il nostro
prossimo sguardo al sequel potrebbe arrivare molto prima di quanto
ci si aspettasse.
Secondo lo scooper Daniel Richtman
– che tende a essere puntuale con le date di uscita del trailer –
il prossimo trailer di Thor: Love and Thunder
sarà con noi tra pochi giorni lunedì 23 maggio.
Se ciò accadrà vorrà dire che sarà
la prima volta che usciranno due trailer con un periodo di tempo
insolitamente breve tra i contributi, anche se è abbastanza normale
dato che lo studio ha rilasciato il primo trailer molto tardi
rispetto a quelle che sono le consuetudini, quindi la Disney ha
ancora un sacco di marketing/promozione da fare prima che il film
arrivi nei cinema all’inizio di luglio.
Thor: Love and
Thunder è il quarto capitolo sulle avventure del
Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare
il Mjolnir stavolta sarà Jane
Foster, interpretata di nuovo daNatalie
Portman, come confermato sabato durante il panel
dei Marvel
Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece
al 6 Luglio 2022.
Il film segue Thor
(Chris
Hemsworth) in un viaggio diverso da quelli affrontati
fino ad ora, alla ricerca della pace interiore. Ma il suo riposo è
interrotto da un killer galattico conosciuto come Gorr the God
Butcher (Christian Bale), che cerca l’estinzione degli dei. Per
combattere la minaccia, Thor si affida all’aiuto di Valchiria
(Tessa Thompson), Korg (Taika Waititi) e dell’ex fidanzata Jane
Foster (Natalie Portman) che, con stupore di Thor, brandisce
inspiegabilmente il suo martello magico, Mjolnir, come Mighty Thor.
Insieme, intraprendono una sconvolgente avventura cosmica per
scoprire il mistero della vendetta di Gorr il macellatore di dei e
fermarlo prima che sia troppo tardi.
Taika Waititi tornerà alla regia di Thor: Love and
Thunder, un film dei Marvel Studios
dopo
Thor: Ragnarok, così come Chris
Hemsworth e Tessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e
Valchiria dopo l’ultima apparizione in
Avengers: Endgame. Nel cast anche
Christian Bale nei panni del villain Gorr il
Macellatore di Dei, e
Russell Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del
progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi
come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
La recensione di Top Gun:
Maverick non può non cominciare che con una presa di
coscienza inaspettata: Joseph Kosinski e la sua
squadra hanno fatto un ottimo lavoro, realizzando il sequel
perfetto a 36 anni dall’originale cult con
Tom Cruise.
Il film di Tony
Scott, che ha fatto storia diventando un tassello
fondamentale non solo della mitologia americana ma anche di un
certo modo di raccontare gli Stati Uniti reaganiani trova nel suo
seguito il compimento perfetto di quella che è la parabola umana ed
eroistica di Pete “Maverick” Mitchell. Tom Cruise
torna a interpretare il top gun che, a tanti anni dalla sua prima
avventura, si ritrova esattamente dove lo avevamo lasciato, più o
meno.
La trama di Top Gun: Maverick
Diventato capitano di vascello (un
avanzamento di carriera irrisorio per un pilota così dotato),
Maverick fa il collaudatore di aerei segreti ultra tecnologici, e
non riesce a sbloccare il “livello ammiraglio” a causa del suo
carattere indomito e della sua esigenza di libertà che, lontana
dalle gerarchie e dagli obblighi, lo porta a fare l’unica cosa che
ama davvero: volare. Tuttavia una inaspettata chiamata dall’alto lo
costringe a tornare nel corpo del Top Gun, per
stare dall’altro lato della barricata; questa volta Maverick dovrà
insegnare ai suoi giovani eredi, il meglio del meglio, a portare a
termine una missione che sembra impossibile, contro un nemico
innominato, che deve essere assolutamente fermato. Pete non si
sente molto un insegnante né un mentore, tuttavia trai giovani top
gun che gli vengono affidati c’è anche Bradley “Rooster” Bradshaw,
figlio di Goose e che Maverick cerca di tutelare e “crescere” anche
intervenendo nella sua carriera. A quel punto il nostro eroe non
può più rifiutare la chiamata, ma qualcosa in lui deve cambiare per
permettere ai giovani di imparare a volare da soli (letteralmente).
Maverick deve imparare a lasciar andare il passato.
Un blockbuster
moderno e maturo
Top Gun: Maverick
è un blockbuster
moderno, maturo, intelligente. È a tutti gli effetti un’operazione
nostalgia, che rievoca tutto l’immaginario del film originale, dal
taglio fotografico, all’iconica colonna sonora, passando per
quell’epica dell’uomo che supera i propri limiti tanto cara al
cinema degli anni ’80 e costitutiva della carriera di Tom Cruise
stesso. Un lavoro di ri-racconto intelligente e attento, che
ripropone i tropi del vecchio, trasformandoli in spunti per
aggiornare all’oggi la conversazione. Il risultato è molto vicino a
quello che, sempre con grande sorpresa, è stato archiviato da
Ghostbusters: Legacy.
L’ironia come strumento
narrativo
Lo strumento principale con cui
questo risultato viene raggiunto è l’uso sapiente dell’ironia: non
sarebbe più adeguato ai tempi un mondo dove piloti d’elite si
prendono troppo sul serio, e così la battuta, il momento
divertente, l’ironia appunto interviene in ogni momento in cui il
pathos potrebbe prendere il sopravvento, in maniera puntuale,
precisa, estremamente equilibrata e ben calibrata. Un esempio
calzante è la scena, breve ma emozionante, in cui compare
Tom “Iceman” Kazinsky: la nemesi di Maverick, che
però è riuscito a inserirsi nel sistema tanto da diventare
ammiraglio e a proteggere, da lontano e per tutti quegli anni, il
suo amico testa calda, è malato, chiede però un incontro e qui
parla con Pete, chiedendogli di abbracciare la missione per cui è
stato scelto, dal momento che è l’unico a poterlo fare. E proprio
quando l’atmosfera diventa troppo carica di emozione, una battuta
arriva a spezzare la tensione a e far riprendere fiato allo
spettatore e ai personaggi.
Lasciar andare il
passato
Sempre in questa scena si cela un
altro punto fondamentale del film,
ovvero il confronto con il passato, e la capacità di lasciarlo
andare. La sfida più grande dell’eroe in Top Gun:
Maverick è proprio quella di lasciar andare il passato, i
traumi, gli errori, i rimpianti, e di vivere nel presente, mentre
il futuro, nella forma di Goose e degli altri piloti, si srotola
davanti ai suoi occhi.
Il tempo che è passato tra il film
originale e Top Gun: Maverick lo si può
quantificare anche in processo tecnico. Il film diretto da Kosinski
è capace di momenti tecnici di livello altissimo, e le battaglie
aeree, cuore adrenalinico della storia, sono un momento di
intrattenimento puro, che giustificano a voce alta l’esigenza della
sala di continuare ad esistere come luogo deputato a quel tipo di
spettacolo, a quel tipo di godimento puro per lo spettatore.
Una storia d’amore “vecchia”
Totalmente accessoria e “vecchia” è
la storyline romantica con il personaggio interpretato da
Jennifer Connelly. Dalla scelta delle battute da
far loro recitare al modo in cui vengono inquadrati i due amanti,
tutta la trama d’amore è soltanto un pretesto per dire al
protagonista che c’è dell’altro fuori dall’abitacolo del suo aereo.
Serve al suo scopo, ma lo fa con pigrizia, senza giovare del lavoro
di riadattamento al linguaggio moderno di cui invece è oggetto con
successo tutto il film.
Top Gun: Maverick, ovvero “il
culto della personalità”
Se Top Gun:
Maverick ha un difetto è che alimenta, ancora una volta,
il mito del superuomo
Tom Cruise. La storia serve al suo personaggio, le
acrobazie servono a Cruise che ha la possibilità, ancora una volta,
di dispiegare le ali del suo ego e mostrarlo alla pletora dei suoi
fan adoranti. Non sembra esserci il passaggio di testimone come
accaduto con Sylvester Stallone per
Creed, ma un continuo bisogno della figura eroica che
a dispetto della sua fallacia umana, non vacilla mai a bordo di un
aereo ed è sempre, anche di fronte al nuovo che avanza, la chiave
di volta per risolvere la situazione. Alla fine della storia,
Rooster, Hangman, Phoenix e gli altri non sono ancora il futuro, ma
sono i secondi di Maverick. Un culto della persona che mette in
secondo piano il valore della storia.
Doctor Strange nel Multiverso della Follia è finalmente
arrivato nelle sale, dando il via alla nuova saga del MCU e spalancando le
porte del Multiverso. Come promesso, la prima avventura di
Sam Raimi nel MCU ha introdotto
nuove varianti dell’ex Stregone Supremo, ognuna delle quali ha
avuto un impatto ben specifico sulla trama del film.
Nelle due ore di durata di
Doctor Strange
2 alcune varianti di Strange hanno chiaramente avuto
più tempo sullo schermo e dunque maggiore impatto sulla storia:
analizziamole insieme.
Clea
Clea ha fatto il
suo debutto nella prima scena post-credits del film e, anche se è
apparsa sullo schermo solo per qualche minuto, il suo arrivo
anticipa un grande evento targato Marvel Comics:
Secret Wars.
Nei fumetti Marvel,
Clea è la Strega Suprema della Dimensione
Oscura nonché interesse amoroso di Strange, ed è stato
confermato che questi due elementi saranno conservati anche nei
futuri film del MCU. Dovremo
aspettare qualche anno prima di vedere finalmente le avventure di
Clea e Strange nel multiverso, ma
i fan dei fumetti possono sicuramente iniziare a entusiasmarsi!
Difensore Strange
Nonostante sia apparso solo
all’inizio del
Multiverso del follia (con uno dei migliori costumi che hanno
preso ispirazione dai fumetti), Difensore Strange
ha dimostrato fin dall’inizio che non tutte le versioni di
Strange possono essere eroiche, dal momento che
tenta di sacrificare la vita di America Chavez senza nemmeno consultarsi con
la ragazza e prendere in considerazione il suo parere, prima di
andare incontro a una morte orribile.
Anche se si tratta di un arco
piuttosto breve, la morte del Difensore Strange ha
dato il via all’intero sviluppo caratteriale di Strange nel corso
del film, dove lo vediamo passare dallo stregone egoista che è
sempre stato ad eroe altruista. Senza il suo ironico sacrificio,
America non avrebbe incontrato lo Strange della
Terra-616 e Stephen non avrebbe avuto il suo
sogno, quindi la sua prematura scomparsa è stata davvero
significativa per la storia del
Multiverso della Follia.
Sinister Strange
Unico sopravvissuto all’incursione
che ha annientato il suo stesso universo, Sinister
Strange si è trovato da solo nel suo Sanctum Sanctorum in
stato di decadenza, circondato dalle ossa di coloro che correvano
da Strange per chiedere aiuto, prima di ricevere la visita dello
Strange di Terra-616. Questa variante era stata completamente
corrotta dal Darkhold e dal suo potere, e si è cimentato in un
incredibile duello musicale contro lo Strange della Terra-616,
finendo impalato su una staccionata poco dopo.
Questa variante di Strange lo ha
aiutato a diventare una persona migliore, facendogli capire il vero
orrore che può derivare dalla corruzione, dall’egoismo e dal
potere. Inoltre, la sua morte ha portato Strange di Terra-616 e
Christine Palmer di Terra-883 a utilizzare il
Darkhold di questo universo per raggiungere col dream-walking
Terra-616 e combattere Wanda.
Lo “Strange Supremo” di
Terra-883
Nel corso del suo viaggio
nel
Multiverso della Follia, Strange visita
Terra-883, una versione tecnicamente avanzata della Terra con una
propria squadra di Fantastici Quattro (compresi i
figli di Reed Richard), di X-Men,
Inumani e Vendicatori. Al di
sopra di tutte queste squadre di eroi stanno gli
Illuminati, un gruppo d’élite composto dai
migliori eroi del mondo che vegliano sulla loro Terra: tra di loro,
vi è anche una variante di Doctor Strange.
Tuttavia, abbiamo presto scoperto
che questa variante di Doctor Strange è stata
giustiziata da Black Bolt per essere stato
corrotto dalla Darkhold. Questo colpo di scena è stato
incredibilmente importante per la storia, poiché Strange ha
finalmente potuto battersi contro il Barone Mordo
dato che gli Illuminati lo consideravano una delle più
grandi minacce del loro universo, ed è fuggito freneticamente da
Wanda con America e Christine, con la
nuova consapevolezza che le sue capacità erano incredibilmente
potenti e che ogni altra variante di Strange era malvagia.
Zombie Strange
Lo Strange
zombie, o più precisamente il Doctor
Strange della Terra 616 che sfrutta il cadavere di
Defender Strange risvegliato dal dream-walking, è
stata una delle varianti di Strange più potenti in
Doctor Strange 2, al punto da riuscire a usare le Anime dei
Dannati per combattere Wanda.
Sebbene non sia rimasto a lungo in
circolazione (e non fosse lo Strange zombie di
What If…?), è riuscito a entrare nel Trono
della Strega Scarlatta nonostante gli stregoni non potessero
accedervi, ed è stato in grado di intimorire davvero
Wanda per la prima volta nel corso del film –
portando a un duello raccapricciante e ispirando America
Chavez a combattere finalmente Wanda.
Doctor Strange (Terra-616)
Protagonista del
Multiverso della Follia, Stephen Strange di
Terra 616 salva la vita di America Chavez e, a differenza delle sue
controparti multiversali, rischia la vita per proteggerla dalla
terrificante Strega Scarlatta. Nel corso del film,
vediamo Strange diventare meno egocentrico e più altruista,
lavorando su se stesso per riuscire a diventare un vero eroe.
Anche dopo aver incontrato diverse
varianti di se stesso, tutte malvagie e corrotte,
Strange non rinuncia mai ad
America, sfidando persino il suo più stretto
alleato Wong quando gli viene ordinato di
sottrarle i poteri. Al contrario, Strange motiva
America, aiutandola a sfruttare i suoi poteri per
sconfiggere Wanda nel modo più giusto. Inoltre, alla fine del
Multiverso della Follia, abbiamo visto Strange diventare
potenzialmente il Vendicatore più forte, dato che l’utilizzo del
dream-walking lo ha ispirato ad approfondire ulteriormente i suoi
incantesimi per usarli a suo vantaggio, e a sfidare ogni altra
variante di Strange che abbiamo incrociato nel corso del film.
Sembra essere un momento d’oro per
il multiverso e le realtà alternative al cinema e in televisione.
Oltre a quanto la Marvel sta raccontando con i suoi
film e serie, diversi sono i progetti che sempre più si rifanno
all’idea di molteplici versioni differenti di una realtà. A questi
si aggiunge ora anche l’italiano La donna per
me, nuovo film da regista di Marco Martani, meglio
noto come sceneggiatore di commedie brillanti
come Ex, Maschi contro
Femmine, Femmine contro Maschi, La mafia uccide solo
d’estate, Se Dio vuole. Prodotto da
Lucky Red con Rai Cinema e in
collaborazione con Sky Cinema, il film sarà
trasmesso il 23 maggio su Sky e NOW.
Protagonista del film è Andrea
(Andrea Arcangeli), un ragazzo di trent’anni alla
vigilia del matrimonio con Laura (Alessandra
Mastronardi), conosciuta all’università e con cui da
allora ha costruito la sua vita. Alcuni dubbi dell’ultimo momento,
però, trasformano l’esistenza di Andrea che, ogni giorno, si trova
a risvegliarsi in una vita diversa, in un sé stesso diverso e in
universi paralleli in cui Laura non è mai stata la sua compagna.
Avendo modo di sperimentare le tante declinazioni che la sua vita
avrebbe potuto prendere, Andrea comincerà però a capire cosa
desidera davvero, trovandosi a dover tentare quanto prima di
tornare alla sua realtà.
Come sarebbe andata se…
La commedia romantica scritta e
diretta da Martani ha l’esplicito obiettivo di affrontare, con
leggerezza e umorismo, il tema della paura davanti a un impegno di
vita importante come può esserlo il matrimonio. La storia, infatti,
parte dalla domanda “cosa faresti se ti potessi togliere
qualsiasi dubbio prima di prendere la decisione più importante
della tua vita?”. Da qui ha inizio l’avventura del
protagonista di La donna per me, ritrovatosi incastrato in
quello che risulta essere un incrocio tra un loop temporale e una
diversa serie di universi paralleli. Un’opera che fa subito pensare
a titoli come Palm Spring e Questione di tempo
(citati non a caso dal regista come primarie fonti di
ispirazione).
L’idea in sé non è dunque nuova, ma
è qui calata in una realtà italiana fatta di precariato, avvocati
poco onesti e musicisti di dubbio gusto. Un’occasione dunque per
riflettere anche sugli elementi tipici della nostra società, che a
loro modo si riflettono nella vita di un giovane qualunque come può
esserlo il protagonista di questo film. Tutto ciò è a sua volta
contenuto in una classica struttura da film ad equivoci, che
portano sempre più scompiglio nella vita di Andrea, permettendogli
di imparare importanti lezioni di vita e di regalare allo
spettatore qualche risata (nel più dei casi per merito dei
personaggi interpretati da Eduardo
Scarpetta e Stefano
Fresi).
D’altrone, come diceva Danny Boodman
T.D. Lemon Novecento, protagonista del film La leggenda del
pianista sull’oceano, come si fa a scegliere una sola vita,
una sola donna da amare? Il protagonista di La donna per
me ha dunque l’occasione di sperimentare ciò che tutti
vorremmo provare nei momenti più critici, ovvero l’esperienza
dell’alternativa, abbattendo così ogni possibile dubbio e
incertezza su come sarebbero potute andare le cose se svoltesi in
modo differente. Da questo punto di vista l’obiettivo del film è
sicuramente centrato e chiaro risulta il messaggio che si intendeva
trasmettere. Meno convincente, però, è il modo in cui si arriva a
tale risultato.
Un film limitato dalla scrittura
La donna per me è una
commedia romantica con delle ambizioni evidentemente maggiori
rispetto a tanti altri titoli italiani simili. Già solo il dover
reinventare continuamente situazioni e personaggi a partire da
elementi introdotti nelle prime scene richiede una certa cura nella
scrittura. Sfortunatamente, il punto debole del film risulta essere
proprio la sceneggiatura. Le situazioni che vengono presentate sul
grande schermo hanno infatti di base un grande problema: non sono
giustificate. Il loop temporale che si viene a costruire non è
introdotto in nessun modo chiaro e ciò porta ad una certa
difficoltà nel definire i suoi limiti e le sue regole.
Ciò che dà il via alla struttura del
racconto rimane dunque insoluto. Andrea ha vissuto solo un sogno?
Era tutto vero? Non è dato saperlo e comprensibilmente a molti
potrebbe anche non importare nemmeno. Al di là di tale aspetto,
però, La donna per me si caratterizza nella sua generalità
per una scrittura poco ispirata, che pur giocando con il fantasy e
offrendo in modo chiaro il suo tema, non sembra voler (o poter)
ambire a costruire qualcosa di più coinvolgente e memorabile. Nulla
possono i pur bravi interpreti principali e il film non trova
dunque l’occasione concreta di rendersi memorabile, offrendo nulla
più che la possibilità di una visione spensierata.
Nel 1952 il noir Le jene di
Chicago diretto da Richard Fleischer si
affermava come un gioiello di tensione ricco di suspence
claustrofobica. Il soggetto del film, scritto da Martin
Goldsmith e Jack Leonard venne anche
candidato al premio Oscar. Decenni dopo il regista Peter
Hyams, autore di film come 2010 – L’anno del
contatto e Un alibi perfetto,
vedrà quello stesso film in televisione, sviluppando il desiderio
di realizzarne un remake. Nel 1990 uscì così al cinema il film
Rischio totale, titolo italiano di
Narrow Margin, all’interno del quale si prende la vicenda
originale e la si attualizza al contemporaneo.
Per Hyams, che di questo film firma
anche la sceneggiatura e la fotografia, l’aspetto interessante era
quello di costruire un intero film ambientato all’interno di un
treno in corsa. Egli però, voleva accentuare l’impossibilità dei
personaggi a saltare giù dal mezzo, ricercando pertanto un
ambientazione talmente proibitiva da non consentire via di fuga.
Dopo un’accurata ricerca, egli scelse come location le Montagne
Rocciose del Canada, tanto belle quanto isolate. Il treno poi
utilizzato per le scene interne ed esterne consisteva in una
locomotiva diesel BC Rail SD40-2 dipinta con la livrea Via Rail
Canada per rappresentare il treno passeggeri Toronto-Vancouver.
Nonostante tali elementi, il film
mancò di affermarsi come un buon successo. Con recensioni
contrastanti e incassi minimi, Rischio totale finì con il
passare particolarmente in sordina. A distanza di anni è però un
film da riscoprire, capace di regalare forti emozioni e scene di
grande impatto. Prima di intraprendere una visione del film, però,
sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Rischio totale: la trama
del film
Protagonista del film è
Carol Hunnicut, la quale involontariamente assiste
all’omicidio dell’uomo con cui stava trascorrendo la serata ad
opera di un potente boss della mafia, Leo Watts,
senza però che quest’ultimo si accorga della sua presenza. Durante
le indagini la polizia, grazie ad un’impronta, scopre la presenza
della donna sul luogo dell’omicidio e cerca di mettersi in contatto
con quest’ultima per farla testimoniare. Carol viene dunque
rintracciata in una baita sulle montagne del Canada, dove nel
frattempo si era nascosta. Il vice procuratore distrettuale
Robert Caulfield parte così in elicottero alla
volta del Canada per recuperare la donna e convincerla a
testimoniare.
Sembra filare tutto liscio, quando
una volta arrivati alla baita, partono colpi di mitra da un
elicottero che nel frattempo li aveva seguiti. Una talpa nel
dipartimento aveva infatti rivelato anche a Leo Watts il
nascondiglio di Carol. Durante la sparatoria rimangono uccisi un
poliziotto e il pilota dell’elicottero. Scampati alla sparatoria,
per Caulfield e Carol inizia un lungo inseguimento attraverso le
montagne del Canada. L’azione si sposta quindi sul treno per
Vancouver, dove i fuggitivi saranno braccati dagli scagnozzi del
criminale, deciso in ogni modo a non far arrivare la donna sul
banco dei testimoni.
Rischio totale: il cast
del film
Ad interpretare il personaggio di
Carol Hunnicut vi è l’attrice Anne Archer,
candidata agli Oscar come non protagonista per la sua
interpretazione in Attrazione fatale e nota anche per i
film Giochi di potere e Sotto il segno del
pericolo. Accanto a lei, nel ruolo del criminale Leo Watts vi
è invece Harris Yulin, uno dei principali
caratteristi di Hollywood, comparso in celebri film come
Scarface, Ghostbuster II e Training Day.
L’attore J. T. Walsh, apparso anche lui in
numerose pellicole come Good Morning, Vietnam e Codice
d’onore, compare invece nei panni dell’avvocato Michael
Tarlow.
Nel ruolo del procuratore Robert
Caulfield, protagonista maschile del film, si ritrova invece il
premio Oscar Gene Hackman.
Egli cercava da tempo un progetto da realizzare insieme a Hyams,
senza però riuscire a trovarne uno sufficientemente convincente.
Quando il regista gli propose Rischio totale, l’attore
rimase però affascinato dall’intreccio narrativo e dalla
complessità dei personaggi, accettando di recitarvi. In ultimo, nel
film, vi sono anche M. Emmet Walsh nel ruolo del
sergente Dominick Benti e Susan Hogan nei panni di
Kathryn Weller.
Rischio totale: il trailer
e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Rischio
totale è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple iTunes, Rai Play e
Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma
di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere
un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso
di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui
guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto
televisivo di sabato 21 maggio alle ore
21:00 sul canale Iris.
Gli ultimi anni di cinema ci hanno
dimostrato quanto i personaggi dei fumetti e le loro storie possano
essere fonte di grande fascino anche sul grande schermo. Al di là
dei supereroi della Marvel o della DC, sono numerosi i
casi di adattamenti di questo tipo, risalenti anche a ben prima che
i cosiddetti cinecomic diventassero una solida realtà. Un
brillante esempio, criticato alla sua uscita ma divenuto con il
tempo un cult, è il film Dredd – La legge sono
io (qui la recensione). Uscito al
cinema nel 1995 per la regia di Danny Cannon,
questo si è affermato come un avvincente thriller di
fantascienza.
Ambientato in un futuro distopico,
il film ha per protagonista il Giudice Dredd, personaggio dei
fumetti ideato nel 1977 da John Wagner e
Carlos Ezquerra. Questo nacque come satira della
società contemporanea e come denuncia al continuo aumento di potere
dei corpi di Polizia nello stato moderno democratico. Attraverso la
distopia e la fantascienza, dunque, si raccontavano risvolti
preoccupanti della società, elementi poi riprodotti fedelmente
anche nel film. Importante fu però anche l’aspetto estetico, per
cui venne chiamato il noto stilista Gianni Versace
a contribuire al look dell’abito del protagonista.
Come anticipato, Dredd – La
legge sono io si rivelò però un insuccesso al box office, e
venne da alcuni definito come il peggior film nella carriera di
SylvesterStallone, qui
protagonista. Negli anni ha però raggiunto lo status di cult,
dimostrando ancor più attuale oggi su determinati argomenti
rispetto al periodo della sua uscita. Prima di intraprendere una
visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune
delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Dredd – La legge sono io: la trama del film
Ambientato nel 2080, in un’epoca
dove il clima e l’ambiente sono profondamente stati danneggiati a
causa di diverse guerre nucleari, il mondo è ora un luogo lugubre e
deserto, rinominato “Terra Maledetta”. La maggior parte dei pochi
abitanti sopravvissuti si ammassa in alcune gigantesche megalopoli,
dove vengono instaurate delle società violente e corrotte. Una di
queste è Megacity, sorta dove un tempo sorgeva l’antica città di
New York. La legge degli uomini, ormai non più efficace nel
debellare il crimine, viene quindi sostituita da una nuova e
violenta organizzazione di controllo e d’ordine.
Questa è rappresentata dai
“Giudici”, i quali oltre a catturare coloro che si sono macchiati
di crimini, possono giudicarli, condannarli ed eseguire le condanne
stesse. Tra i più validi Giudici vi è Joseph
Dredd, il quale però si vede incastrato in un omicidio che
non ha commesso. Rischiando di essere a sua volta giudicato e
condannato alla pena capitale, l’uomo dovrà intraprendere una
caccia al vero colpevole, dimostrando la propria innocenza prima
che sia troppo tardi. Mentre il Giudice Fargo
tenta di aiutare Dredd, quest’ultimo arriva a scoprire la presenza
di membri della Corte Suprema nel complotto contro di lui. Qualcosa
di più grande e minaccioso si agita però nell’ombra.
Dredd – La legge sono io: il cast del film
Per interpretare il ruolo del
Giudice Dredd, erano stati considerati gli attori Arnold Schwarzenegger e
Sylvester Stallone. Ad
avere la meglio fu però quest’ultimo, che pur non avendo mai
sentito parlare del personaggi prima, si disse particolarmente
interessato al ruolo ed alle sue implicazioni politiche. L’attore
non era però del tutto soddisfatto della sceneggiatura e diede vita
ad accesi scontri con il regista affinché parti di questa venissero
riscritte. I due avevano infatti una visione diversa del progetto.
Stallone desiderava dar vita ad una commedia d’azione, mentre
Cannon aspirava ad un’atmosfera più cupa e violenta. Alla fine,
anche il finale venne modificato per compiacere l’attore.
Tra gli antagonisti del film si
ritrova invece l’attore Armand Assante, nei panni
dello spietato Giudice Rico, mentre Jurgen
Prochnow è Griffin, capo della Corte Suprema. L’attore
Rob Schneider interpreta l’informatico Herman
Fergy Ferguson. Il ruolo era inizialmente stato offerto al premio
Oscar Joe Pesci, ma
questi rifiutò, portando così alla scelta di Schneider. L’attrice
Diane Lane è presente nei panni del Giudice
Hershey, eseguendo da sé molti dei propri stunt, mentre
Joanna Miles è il Giudice Evelyn McGruder. Di
particolare importanza è la presenza dell’attore svedese
Max vonSydow, nei panni del
Giudice Fargo. Nel film è poi presente anche l’attore
EwenBremner, noto per essere
stato Spud in Trainspotting, qui nei panni di Junior
Angel.
Dredd – La legge sono io:
il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Dredd – La legge sono
io è infatti disponibile nel catalogo di
Infinity e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà
noleggiare il singolo film, avendo così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso
di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui
guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto
televisivo di sabato 21 maggio alle ore
00:50 sul canale Rete 4.
The Gray Man, Enola Holmes 2, The Adam
Project e molti altri ancora: il reel degli originali
Netflix del 2022 ha mostrato scene da ben 28 film, ma
possiamo essere sicuri che saranno anche di più i Film
Netflix del 2022. Da quando la piattaforma ha iniziato a
concentrarsi anche sulla produzione di film propri film originale,
l’elenco di quelli realizzati nel corso degli anni si è fatto
sempre più esteso, comprendendo titoli spesso molti diversi tra
loro ma proprio per questo capaci di soddisfare un pubblico il più
ampio e variegato possibile.
Con il sistema di distribuzione e
produzione modificato su larga scala dai due anni di pandemia, la
piattaforma della grande N rossa si è poi ricavata uno spazio di
tutto rispetto nel panorama dei prodotti originali, che finiscono
direttamente in streaming in contemporanea mondiale e che ormai non
possono più definirsi solamente film per la tv. La qualità tecnica
e artistica raggiunta da molti dei film di Netflix è ormai al pari di quella
dei grandi studios statunitensi e sempre più nuovi o affermati
registi si rivolgono all’azienda per realizzare i propri film.
La scelta è sempre vastissima e si
corre sempre il rischio di passare le ore a sfogliare il catalogo
dei Film di Netflix del 2022 prima di scegliere il
titolo da vedere, ma è anche comprensibile che, tra grandi autori
che cercano in Netflix una casa per le loro idee, volti noti e
amati, cinema di genere e prodotti più leggeri ma che in tempi
difficili sono un’ottimo rifugio, la scelta è difficile. Per
cercare di far ordine in tutto ciò, ecco di seguito tutti i film
originali di Netflix usciti fino ad ora nel 2022.
Film Netflix 2022: tutti i film usciti sulla piattaforma
Non aprite quella
porta, di David Blue Garcia.
Melody e la giovane sorella Lila raggiungono con gli amici Dante e
Ruth il paese sperduto di Harlow, nel Texas, per dar vita a una
nuova e visionaria iniziativa imprenditoriale. Ma il loro sogno si
trasforma in un incubo quando senza volerlo disturbano Faccia di
cuoio, il serial killer squilibrato che con la sua eredità di
sangue continua a tormentare gli abitanti della zona. Tra questi
c’è Sally Hardesty, l’unica sopravvissuta al tristemente famoso
massacro del 1973 che è determinata a ottenere vendetta.
Downfall: il caso
Boeing, di Rory Kennedy. Nell’inquietante
documentario Downfall: il caso Boeing, la regista
candidata agli Oscar Rory Kennedy mette in luce la negligenza e
l’avidità che hanno portato ai due disastri aerei dei Boeing MAX
737 avvenuti a distanza di soli cinque mesi. Con il contributo di
esperti di aviazione, giornalisti, ex dipendenti Boeing, il
Congresso americano e i parenti delle vittime, il film rivela una
cultura di tagli di bilancio sconsiderati e insabbiamenti
all’interno di un’azienda un tempo venerata. Denuncia potente
dell’influenza corrotta di Wall Street, Downfall affronta
questioni più ampie come i rischi legati ai meccanismi delle grandi
aziende americane e i costi umani esorbitanti che ne derivano.
Madea: Il ritorno,
di Tyler Perri. Tyler Perry riporta in scena il
suo amato personaggio con questo nuovo film del franchise di
Madea. L’autore, regista e produttore Perry è protagonista
di questo film che racconta la festa di laurea del pronipote di
Madea, minacciata da segreti nascosti e drammi familiari. Il
lungometraggio vede riunite tutte le star della serie, tra cui
Tamela Mann, David Mann,
Cassi Davis Patton e con la partecipazione
straordinaria dell’iconico attore irlandese Brendan
O’Carroll nei panni di Agnes Brown, che affiancherà Madea
con la sua eccezionale verve comica.
Testimone
misterioso, di Régis Blondeau. Un
poliziotto corrotto fa di tutto per insabbiare un incidente, ma la
sua vita prende una brutta piega quando inizia a ricevere minacce
da un misterioso testimone. Un thriller francese mozzafiato, che
conferma la capacità della Francia di lavorare su questo
genere.
Against The
Ice, Peter Flinth. Nel 1909 la
spedizione artica guidata dal capitano danese Ejnar Mikkelsen
(Nikolaj Coster-Waldau)
tenta di confutare la rivendicazione degli Stati Uniti sulla
Groenlandia nordorientale, basata sulla presupposizione che la
Groenlandia fosse divisa in due territori separati. Il loro viaggio
si trasforma però in una prova di resistenza quando scoprono di
essere intrappolati in quei luoghi inospitali. Against the Ice è la
vera storia di un’amicizia che racconta il potere straordinario
delle relazioni umane.
The Weekend
Away, di Kim Farrant. Un
weekend in Croazia finisce male quando una donna è accusata di aver
ucciso la sua migliore amica. Nel tentativo di scoprire la verità,
porterà alla luce un segreto doloroso. Tra thriller e location
esotiche, questo film offre grande intrattenimento e un caso ricco
di colpi di scena da risolvere.
Il filo
invisibile, di Marco Simon Puccioni.
Il film racconta la storia dolceamara di Leone, un adolescente con
due padri che deve affrontare i pregiudizi di cui è vittima la sua
famiglia e fare i conti con la separazione dei genitori.
Interpretato da Francesco Scianna e Filippo Timi,
il film è una delicata commedia che dona dignità ad un tema
particolarmente attuale.
The Adam
Project, di Shawn Levy (2022). Nel 2050 un pilota di
un caccia capace di viaggiare nel tempo finisce erroneamente nel
2022, dove incontra il se stesso ancora bambino. Qui l’uomo avrà
ugualmente la possibilità di cambiare il passato per scongiurare un
futuro apocalittico. Interpretato da Ryan Reynolds e
Mark Ruffalo,
The Adam Project unisce la fantascienza alla comicità,
senza dimenticare i tanti sentimenti che legano il racconto.
Agente speciale
Ruby di Katt Shea. Il poliziotto Dan
(Grant Gustin) sogna di entrare
nell’unità cinofila, ma nessuno vuole dargli una possibilità. La
cagnolina randagia Ruby sogna di avere una casa, ma ha quasi perso
le speranze. Uniti dal destino, Dan e Ruby stringono un legame
indissolubile che li aiuterà a superare la sfida più grande. Basato
su una storia vera.
La parola addio non
esiste, di Bruno Ascenzo. Le
scintille volano quando il maniaco del lavoro Salvador viene
inviato dalla Spagna nel delizioso Perù per costruire un nuovo
hotel per la sua catena di famiglia e incontra Ariana, un’artista
focosa che gli insegnerà a godersi la bellezza di ogni momento a
Cusco. Primo film di produzione peruviana, La parola addio non
esiste è una brillante commedia romantica ricca di
emozioni.
Windfall, di Charlie
McDowell. Un uomo si introduce nella casa di vacanza vuota
di un miliardario che lavora nel settore tecnologico, ma le cose
vanno male quando l’arrogante magnate e sua moglie arrivano per una
fuga dell’ultimo minuto. Protagonisti di questo thriiller dai
molteplici toni sono Jason Segel,
Lily Collins e
Jesse Plemons.
Granchio nero,
di Adam Berg. Thriller d’azione svedese
ambientato in un mondo postapocalittico dilaniato dalla guerra. Nel
corso di un inverno lungo e rigido sei soldati intraprendono una
missione segreta attraverso un arcipelago ghiacciato per
trasportare un misterioso pacco che potrebbe metter fine alla
guerra. Quando si addentrano in territorio nemico, non hanno idea
dei pericoli che li aspettano o di chi possano fidarsi. Il film,
che ha suscitato particolare interesse tra quelli usciti ad oggi su
Netflix, è interpretato da Noomi
Rapace.
Grandine, di
Marcos Carnevale. Il celebre meteorologo della TV
Miguel Flores non riesce a prevedere un’orribile grandinata. Per
questo diventa il nemico pubblico numero uno ed è costretto a
scappare dalla capitale Buenos Aires rifugiandosi a Córdoba, la sua
città d’origine. Ne deriva un viaggio di riscoperta tanto assurdo
quanto umano. Film di produzione argentina, Grandine ha
ricevuto numerose lodi per il suo racconto e le interpretazioni dei
protagonisti.
Apollo 10½: A Space Age
Childhood, di Richard Linklater (2022). Un uomo
racconta la sua vita di bambino di 10 anni a Houston nel 1969, in
una narrazione che intreccia elementi nostalgici al racconto
fantastico e mirabolante di un viaggio sulla luna. Con il suo nuovo
film realizzato con la tecnica d’animazione del rotoscope,
Linlkater torna ai suoi temi più cari, dalla memoria al tempo, il
tutto nella cornice di un’età magica come l’infanzia. Apollo
10½ non è un film canonico, quanto più un lungo ricordo di
un’epoca e delle sue particolarità.
365 giorni –
Adesso, di BarbaraBiałowąs. Laura e
Massimo tornano più forti che mai in questo sequel di 365
giorni, ma la loro vita si complica a causa della famiglia di
lui e di un uomo misterioso, che vuole conquistare a tutti i costi
il cuore di Laura. Protagonisti, ancora una volta, sono Michele Morrone
e Ana-Maria
Sieklucka.
Bubble, di
TetsurōAraki. In una Tokyo
isolata dal resto del mondo, a causa di bolle e anomalie
gravitazionali, il destino fa incontrare un ragazzo con un talento
particolare e una ragazza misteriosa. Un nuovo anime originale per
Netflix, che va così ad ampliare una delle già più ricche sezioni
del suo catalogo. Per gli amanti del genere, è questo un film
imperdibile.
Ti giro intorno,
di Sofia Alvarez. Nell’estate prima del college
Auden incontra il misterioso Eli, insonne come lei. Mentre la
cittadina costiera di Colby dorme, i due intraprendono una missione
notturna per far scoprire ad Auden la divertente e spensierata vita
da adolescente che non avrebbe mai pensato di desiderare. Un film
per adolescenti (ma non solo) ricco di emozioni e sogni, proprio
come i due giovani protagonisti.
Spiderhead, di
Joseph Kosinski. Due detenuti che vivono in una
società del prossimo futuro sono alle prese con il loro passato
mentre sono intrappolati in una struttura che consente ai
prigionieri di ridurre il tempo di pena facendo volontariato per
esperimenti sull’uso di farmaci che alterano le emozioni, che sono
gestiti dal sorvegliante della prigione Steve Abnesti. Il detenuto
Jeff viene a prendersi cura di un’altra prigioniera, Rachel, e
cerca di superare gli esperimenti della prigione per salvarla. Il
film è interpretato da Chris Hemsworth
e Miles Teller.
Su Netflix dal 17 giugno.
The Grey Man, di
Anthony e Joe Russo. Quando il
mercenario più abile della CIA noto come Court Gentry alias Sierra
Six scopre accidentalmente i segreti dell’agenzia oscura, diventa
il bersaglio e viene braccato in tutto il mondo dall’ex collega
psicopatico Lloyd Hansen e da assassini internazionali. Con un
budget di 200 milioni, è questo il film più costoso mai prodotto da
Netflix, con un cast all star composto da Ryan Gosling,
Chris Evans,
Ana de Armas e
Regé-Jean Page.
Su Netflix dal 22 giugno.
In Grey’s Anatomy
18×20 che si intitolerà “Out for Blood” A causa di
una carenza di sangue, il Grey Sloan Memorial sta allestendo un
centro di donazioni volontarie. Nel frattempo, Nick chiede aiuto a
Meredith con il suo paziente e Winston è attaccato dalla sua
relazione con suo fratello, nella prima ora del finale di stagione
di “Grey’s Anatomy”, giovedì 26 maggio su ABC. Guarda gli episodi
on demand e su Hulu il giorno successivo alla loro prima. In Italia
l’episodio debutterà su Star di Disney+.
La diciottesima
stagione di Grey’s
Anatomy ha debuttato il 30 settembre 2021. In
Grey’s Anatomy 18 ritorneranno i personaggi
Meredith Grey (stagioni 1-in corso), interpretata da Ellen
Pompeo, Alexander “Alex” Michael Karev (stagioni 1-in
corso), interpretato da Justin
Chambers, Miranda Bailey (stagioni 1-in corso),
interpretata da Chandra
Wilson, Richard Webber (stagioni 1-in corso),
interpretato da James
Pickens, Jr., Owen Hunt (stagioni 5-in corso),
interpretato da Kevin
McKidd, Teddy Altman (stagioni 6-8, 15-in corso,
ricorrente 14), interpretata da Kim
Raver, Jackson Avery (stagione 7-in corso,
ricorrente 6), interpretato da Jesse
Williams, Josephine “Jo” Alice Wilson (stagione 10-in
corso, ricorrente 9), interpretata da Camilla
Luddington, Margaret “Maggie” Pierce (stagione 11-in
corso, guest 10), interpretata da Kelly
McCreary, Greg
Germann come Tom Koracick, Benjamin Warren
(stagioni 12-14, ricorrente 6-in corso, guest 7), interpretato
da Jason George, Andrew DeLuca
(stagione 12-in corso, guest 11), interpretato da Giacomo
Gianniotti e Caterina
Scorsone nei panni di Amelia Shepherd.
Grey’s Anatomy 18 è stato creato ed è prodotto da
Shonda Rhimes (“Scandal”, “How to Get Away with Murder”, “Station
19”). Betsy Beers (“Scandal”, “How to Get Away with Murder”,
“Station 19”), Mark Gordon (“Saving Private Ryan”), Krista Vernoff
(“Shameless”), Debbie Allen, Zoanne Clack, Fred
Einesman, Andy Reaser e Meg Marinis sono i produttori esecutivi.
“Grey’s Anatomy” è prodotto da ABC Signature, che fa parte dei
Disney Television Studios, insieme a 20th Television e Touchstone
Television.