La Disney ha
dichiarato ufficialmente che la data di uscita del quinto
capitolo di Indiana Jones sarà posticipata al
30 giugno 2023. Il ritardo rispetto a quanto precedentemente
annunciato è di 5 mesi. La motivazione della nuova data è dovuta ai
cambiamenti ”legati alla produzione”. Le riprese di
Indiana Jones
5 sono iniziate nei primi mesi del 2021 e il film è
ancora in fase di lavorazione. É probabile però che
l’infortunio accaduto sul set alla star del film Harrison
Ford abbia contribuito al prolungarsi delle
tempistiche di realizzazione.
Il primo annuncio dell’arrivo di
Indiana Jones 5 è stato fatto nel 2016, ma da
allora il film ha incontrato una serie di problemi, passando
attraverso più autori e un cambiamento di regista. Finalmente però,
con la rivelazione del cast e l’avvio della produzione all’inizio
di quest’anno sembrava che il progetto si stesse concretizzando.
L’uscita del film era stata annunciata per Luglio 2022.
Sfortunatamente, durante le riprese non sono mancate le difficoltà:
Harrison Ford, interprete di Indiana
Jones, si è
ferito ad una spalla mentre era sul set. Nonostante il
regista James
Mangold abbia dichiarato di poter proseguire le
riprese senza intoppi, forse l’infortunio della star ha rallentato
la lavorazione.
In ogni caso, le ultime foto
rilasciate mostrano che Ford è tornato sul set di
Indiana Jones 5. Salvo imprevisti, le riprese
dovrebbero concludersi a breve. Considerando l’uscita nelle sale
posticipata, Mangold ha a disposizione più tempo
per lavorare sulle immagini: la realizzazione di un film di
Indiana Jones è un’impresa enorme. Implica
complessi lavori di post-produzione e
effetti di de-aging. Considerando il poco entusiasmo suscitato
dal quarto film della serie,
Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo, sembra
che la Disney e la Lucasfilm
stiano puntando molto su Indiana Jones 5. Se la
data rimarrà quella annunciata, il 2023 sarà un grande anno per la
Lucasfilm con l’ultimo Indiana Jones e il
film di
Star WarsRogue Squadron a distanza
di sei mesi l’uno dall’altro.
Il cast di Indiana Jones 5
Insieme a Harrison Ford, che interpreta per l’ultima
volta l’investigatore protagonista, sul set di Indiana
Jones 5 c’è anche Phoebe
Waller-Bridge nel ruolo di protagonista
femminile. Altre new entry sono Mads
Mikkelsene l’attore
tedescoThomas
Kretschmann. Il regista è James
Mangold, che prende il posto di Steven Spielberg, autore di tutti e quattro i
precedenti Indiana Jones.
E’ disponibile su Netflix dall’8
ottobre 2021 Mio fratello, mia sorella, il nuovo
film di Roberto Capucci (al secondo lungometraggio
dopo Ovunque tu sarai) che è entrato subito nella
top 10 dei titoli più visti in Italia sulla piattaforma.
Mio fratello, mia sorella: figure fantasma permeano una
sceneggiatura debole
Due fratelli, Nik
(Alessandro
Preziosi) e Tesla (Claudia
Pandolfi) si rincontrano dopo la morte del padre per
spartirsi l’eredità. I voleri del padre defunto lasceranno i due
fratelli attoniti, giacché questi non ha lasciato né soldi al
figlio né la casa alla figlia, come era stato precedentemente
pattuito; al contrario, la casa diviene un bene condiviso di cui
entrambi figurano proprietari. Il desiderio del padre è infatti che
i due fratelli vivano per un anno assieme nella casa in cui sono
cresciuti e proprio la nuova convivenza fungerà da spartiacque tra
la vita precedente e futura dei protagonisti, con Nick che dovrà
capire come relazionarsi col nipote Sebastiano
affetto da schizofrenia (Francesco Cavallo),
mentre Tesla imparerà a lasciarsi andare.
Mio fratello, mia sorella riprende
il sodalizio tra Mediaset e Netflix partito dal teen drama Sulla stessa onda, che descrive un’emozionante
traiettoria di formazione di due giovani ragazzi siculi, che
approderanno a una nuova consapevolezza identitaria. Sulla stessa
onda ha saputo adeguarsi perfettamente allo standard dei prodotti
per giovani adulti che circolano su Netflix, configurandosi in
breve tempo come uno dei film in tendenza sulla piattaforma.
Capucci, col supporto della Lotus
Production – Leone Film Group, segue la scia delle
produzioni Mediaset-Netflix, confezionando un dramma familiare che
mira ad abbracciare la nuova dimensione di distribuzione mediale,
pur permanendo intrinsecamente legata agli stilemi e alle leggi
narrative dei prodotti televisivi Mediaset.
Preziosi e Pandolfi prendono le
redini di una storia che, purtroppo, pecca di sovraesposizione
tematica pathos fuori rotta, che non riescono a intercettare in
maniera incisiva l’occhio dello spettatore. Le traversie della
famiglia protagonista vengono inutilmente spettacolarizzate e
quello che puntava ad essere un racconto delicato della sinergica
fratellanza che viene progressivamente abbracciata, risulta una
mistura narrativa di difficile comprensione, in cui la malattia
prende irrimediabilmente i riflettori. Il dosaggio degli elementi
narrativi in Mio fratello, mia sorella, non è
calibrato in maniera ottimale e i due grandi attori protagonisti
faticano a portare sulle spalle il peso di un arco narrativo male
articolato;
I meccanismi di azione-reazione
appaiono sregolati, sanciti da toni patetici che vanno
incanalandosi anche fisicamente, tramite un’interazione aggressiva
e urlata tra i personaggi che suggella un indagine di anatomia dei
rapporti mancata, una reiterazione di topi narrativi estremamente
ridondanti che, purtroppo, rievocano in maniera tangibile la
memoria dei prodotti seriali Mediaset di cui entrambi gli attori
sono stati protagonisti.
Mio fratello, mia sorella: un prodotto ancora legato alle
logiche televisive
Il fantasma della figura paterna
funziona come deus ex-machina che fatichiamo a percepire
chiaramente tra le mura di un’abitazione marchiata dalla malattia
del non detto. Ci sono dialoghi, azione fisiche e mentali che
percepiamo come ingombranti, che attanagliano la psiche dei
protagonisti, eppure la sceneggiatura non andrà mai a sviscerarli.
Certamente bisogna premiare il coraggio di Mediaset che sta
provando a farsi strada nella distribuzione digitale, auspicando
tuttavia che si arriverà ad abbandonare le formule del palinsesto
mediatico, in favore di narrazioni più appetibili per il pubblico
giovanile e più fresche dal punto di vista della scrittura.
A Francesco Cavallo va sicuramente
il merito di aver rielaborato il racconto del male, restituendolo
allo spettatore con un metodo attoriale degno di nota per un
esordiente. Come già avevano confermato i protagonisti di
Sulla stessa onda, il punto di forza di
Mio fratello, mia sorella va profilandosi proprio
seguendo il percorso di Sebastiano, forse unico personaggio per il
quale è possibile provare una forte empatia. La caratterizzazione
dei due fratelli appare invece ormai stantia, forzata, nell’ottica
di un quadro di distribuzione che vive di produzioni mediocri e
incentrate su narrazioni di famiglie disastrate, da cui sicuramente
bisognerebbe cercare di allontanarsi.
Per quanto ben gestita,
l’interpretazione di Francesco Cavallo risulta comunque
estremizzata se inserita all’interno di una logica narrativa
sentimentalista, che ricerca nell’apprensione tematica l’unico
canale di affezione da parte dello spettatore. Risulta quindi
piuttosto arduo gettarsi a capofitto nella mischia di avvenimenti
interni alla pellicola, scanditi da un ritmo narrativo mal gestito,
che trova nella polarizzazione del focus narrativo da parte del
personaggio di Sebastiano una mera via di fuga da rapporti –
personali e narrativi – inafferrabili.
L’occasione mancata di Mio
fratello, mia sorella dispiace perché, ancora una volta,
emerge l’attaccamento assiderato dei prodotti Mediaset alla
commiserazione e sfacciataggine emotiva: ne risulta una pellicola
dimenticabile, che perde di veridicità e affetto sincero nei
confronti della materia narrativa.
Il regista e produttore M.
Night Shyamalan sarà il presidente della giuria
internazionale alla 72a Berlinale. “Sono lieto e onorato
che M. Night Shyamalan abbia accettato il nostro invito a ricoprire
il ruolo di presidente della giuria”, ha dichiarato il
direttore artistico del Festival di Berlino, Carlo Chatrian.
“Nel corso della sua carriera ha
plasmato un universo in cui paure e desideri stanno fianco a
fianco, dove i giovani non sono solo i protagonisti ma anche la
forza trainante per superare le paure. All’interno dell’industria
cinematografica statunitense Shyamalan è una figura unica, un
regista che è rimasto fedele alla sua visione. Questa fedeltà al
proprio ideale è anche ciò che cerchiamo nella nostra
selezione”.
Shyamalan ha aggiunto: “Mi sono
sempre sentito un regista indipendente all’interno del sistema di
Hollywood. Sono esattamente quelle cose in noi che sono diverse e
non ortodosse che definiscono la nostra voce. Ho cercato di
mantenere queste cose in me stesso e rallegrare gli altri per
proteggere quegli aspetti nella loro arte e in se stessi. Essere
invitato a far parte della Berlinale è profondamente significativo
per me. Rappresenta il più alto imprimatur per un regista. Essere
in grado di supportare e celebrare il miglior talento al mondo
nella narrazione è un dono che ho accettato con gioia”.
Dopo una versione ibrida nel corso
della pandemia svoltasi quest’anno, il Festival di Berlino tornerà
ad essere un evento di persona dal 10 al 20 febbraio 2022. Eventi
paralleli, l’European Film Market (10-17 febbraio), la Berlinale
Co- Production Market (12-16 febbraio), Berlinale Talents (12-17
febbraio) e World Cinema Fund si concentreranno sulle offerte in
loco e avranno anche una componente online. Inoltre, il Berlinale
Series Market (14-16 febbraio) ospiterà una selezione di proiezioni
di mercato e una conferenza sulle serie di fascia alta.
L’ultimo film di Shyamalan, Old, con Gael García Bernal, Vicky
Krieps e Rufus Sewell, è uscito nelle
sale internazionali durante l’estate. Attualmente il regista sta
lavorando al suo
prossimo film, Knock at the Cabin, che uscirà
nel febbraio 2023.
Amazon Prime Video svela il trailer
del primo film Amazon Original italiano Anni da
cane. La commedia young-adult diretta da
Fabio Mollo viene presentata oggi ad Alice
nella Città, sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema
di Roma dedicata alle giovani generazioni
Anni da
cane sarà disponibile su Prime Video in Italia dal 22
ottobre e in oltre 240 Paesi e territori nel mondo dal 26
novembre. Il trailer svela anche i primi 30” del nuovo brano
inedito Io e Te, scritto e interpretato da Achille Lauro
per il film, e disponibile su tutte le piattaforme digitali e in
radio da venerdì 22 ottobre.
Anni da
cane racconta la storia di Stella, un’adolescente
impacciata, cinica, piena di immaginazione e tormentata. Dopo un
incidente in auto che le cambia la vita e in cui è coinvolto anche
un cane, si convince che i suoi anni vadano contati come quelli dei
cani: uno ne vale sette, e ora che sta per compiere sedici anni, in
realtà, è una centenaria. Per questa ragione, Stella crede che le
rimanga poco tempo da vivere e decide di stilare una lista di tutte
le cose che vuole fare prima di morire. Con l’aiuto dei suoi
migliori amici, Nina e Giulio, la ragazza comincia così a vivere la
sua vita al massimo, bruciando le tappe per paura di non avere
tempo per fare tutte le esperienze. Ma l’incontro casuale con
Matteo, un coetaneo timido e introverso, metterà tutto in
discussione, stravolgendo totalmente la sua prospettiva.
Anni da cane si unirà alle migliaia di serie e film già
presenti nel catalogo di Prime Video, tra cui le produzioni
italiane Amazon Original Dinner Club, LOL: Chi ride è
fuori, FERRO e Celebrity Hunted – Caccia all’uomo
S1 e S2 ; le serie pluripremiate Fleabag e
The Marvelous Mrs. Maisel e i grandi successi
comeJack Ryan, The
Boys, Borat – Seguito di film cinema, Il principe cerca figlio,
Senza Rimorso, Good Omens e Carnival Row, oltre a
contenuti in licenza disponibili in più di 240 paesi e territori
nel mondo, e le dirette in esclusiva in Italia delle 16 migliori
partite del mercoledì sera della UEFA Champions League, oltre che
della Supercoppa UEFA, per tre stagioni dal 2021/22. Altre serie
Amazon Original di produzione italiana già annunciate sono Vita
da Carlo, All or Nothing: Juventus, The Ferragnez – La
serie, Bang Bang Baby, TheBad Guy, Everybody
Loves Diamonds e Prisma.
Jango Fett è
evidentemente l’uomo con i geni più desiderabili della galassia,
essendo stato esemplare da cui sono stati creati milioni di
Clone Troopers della Repubblica. Queste truppe
divennero una caratteristica essenziale dell’universo di
Star
Wars, agendo come soldati primari per la Repubblica, e
successivamente tradendo i Jedi durante l’infame
epurazione dell’Ordine 66.
Star Wars: The Clone Wars ha dato ai fan uno
sguardo più profondo sui cloni come personaggi durante le sue sette
stagioni e le serie successive, come Rebels e The Bad
Batch, hanno proseguito su questa scia. Come
risultato, i cloni sono diventati molto più che soldati. I fan si
sono affezionati ai cloni, e alcuni sono diventati i loro preferiti
nel corso degli anni.
99
Nonostante sia apparso in
un solo arco narrativo di Clone Wars,
99 è entrato rapidamente nel cuore dei fan. Il
clone difettoso è ritratto come un paria tra i suoi fratelli e gli
viene negata l’opportunità di servire come soldato, venendo invece
relegato a compiti di pulizia sulle piattaforme di addestramento di
Kamino. Tuttavia, questo clone risoluto rimane
positivo, facendo tutto ciò che può per aiutare la causa dei suoi
fratelli.
99 si avvicina alla Squadra
Domino durante il loro periodo di addestramento su Kamino.
Quando Echo e Fives tornano a
casa prima di un’invasione separatista, 99 insiste per fare tutto
il possibile per aiutarli a difendere la loro casa. È in questa
battaglia che 99 muore eroicamente mentre cerca di rifornire i loro
armamenti nel bel mezzo della battaglia. La sua eredità vive,
tuttavia, nel numero di designazione del Bad
Batch, che, come lui, sono considerati cloni
“difettosi”.
Hevy
Il rinnegato residente
della Domino Squad, Hevy fece la sua prima
apparizione nell’episodio della prima stagione di The Clone
Wars intitolato “Rookies“, che diede il
via a uno dei più grandi archi narrativi della storia di Clone
Wars. La sua morte segnò una delle prime morti tragiche che la
serie avrebbe poi esplorato, poiché si sacrificò per far esplodere
i droidi che stavano invadendo la base della sua squadra.
Nonostante le sue limitate
apparizioni, Hevy è ricordato come un’ispirazione: un clone che fu
tanto altruista da dare la vita per tutti i suoi fratelli. Hevy non
ha mai superato la designazione di Rookie, ma è stato il suo
sacrificio che ha permesso ai suoi compagni di sopravvivere per
diventare poi truppe ARC, che è sempre stato il suo sogno.
Omega
Omega è
una nuova aggiunta al canone di Star Wars, e molto sorprendente.
Unico clone femmina conosciuto finora, è diventata parte integrante
del Bad Batch, aiutandoli in una galassia post-Clone Wars. Mentre
si allena sotto l’occhio vigile di Hunter, le sue
abilità continuano a crescere.
Clone unico nel suo genere, Omega
bilancia bene la sua squadra, conferendo un’energia giovanile al
Bad Batch ormai stanco della guerra. Riesce a ravvivare i loro
spiriti dopo il tradimento dell’ex amico
Crosshair, evitandogli alcuni guai lungo la
strada. Con una seconda stagione della serie in arrivo, il ruolo di
Omega nell’universo di Star Wars è appena iniziato.
Comandante Cody
Il comandante
Cody servì nel 212° battaglione sotto la supervisione del
generale Jedi Obi-Wan
Kenobi. I due hanno servito piuttosto bene insieme,
partecipando a diverse missioni importanti, tra cui la sconfitta
del Generale Grievous, fino a quando Cody ha
sparato sul Jedi dopo l’emissione dell’Ordine 66, quasi
uccidendolo.
Cody ha sempre irradiato competenza
e dignità, dimostrandosi il soldato e comandante perfetto. Era
sempre pronto a prendere il comando in operazioni pericolose e ha
sempre combattuto al fianco delle sue truppe. Il suo destino è
rimasto inesplorato dopo l’ascesa dell’Impero, e molti fan hanno
nutrito la speranza che Cody riemerga nella serie Kenobi Disney+ il
prossimo anno.
Echo
CT-1409 divenne noto come
Echo ai suoi compagni di truppa per la sua
tendenza a ripetere gli ordini di un comandante pochi istanti dopo
che erano stati dati. Durante il suo periodo di servizio nella
501esima, Echo è passato da recluta all’ambito grado di soldato
ARC, finché non è sembrato che sia morto durante un’esplosione
durante il raid della Cittadella.
Echo spiccava tra gli altri cloni
del franchise grazie alla sua personalità unica e l’armatura
facilmente identificabile. I fan confidavano in un suo ritorno,
fino a quando la settima stagione di Clone Wars ha
finalmente confermato la sua sopravvivenza. Ora, gli spettatori si
godono la sua permanenza come membro del Bad
Batch.
Wrecker
Il grande e amabile
Wrecker è parte integrante del Bad
Batch ed agisce come muscolo nella maggior parte delle
loro missioni. Prova una fascinazione quasi infantile per le
esplosioni e la distruzione di qualsiasi tipo, e tende a godersi
l’azione in un modo che molti altri soldati non sperimentano.
Nonostante le sue dimensioni
intimidatorie, Wrecker ha davvero un cuore tenero, come dimostra il
suo dolce rapporto con Omega, che tratta come una
sorella minore. È dolce, premuroso e uno dei membri più coraggiosi
della squadra Bad Batch, che combatterà per la sua famiglia fino
alla fine.
Fives
Sempre membro della Squadra
Domino, CT-27-5555, meglio conosciuto come Fives,
è uno dei cloni su cui The Clone Wars si concentra
maggiormente. I fan hanno potuto assistere alla sua ascesa da
novellino a uno dei membri della 501a Legione nel corso di diversi
anni.
Fives ha la particolarità di essere
stato l’unico uomo a scoprire la verità sui chip inibitori inseriti
nella testa di ogni clone, che li avrebbero portati a tradire i
Jedi – il suo unico errore è stato quello di fidarsi del
Cancelliere riportandogli questa informazione. Fives fu
tragicamente ucciso prima che potesse rendere pubblica la sua
conoscenza, e i fan si chiederanno sempre cosa sarebbe successo se
fosse stato in grado di avvertire i Jedi.
Hunter
Il leader di Clone
Force 99, Hunter ha sensi potenziati e un attitudine al
fashion alla Rambo. Ha guidato la sua squadra in molti momenti
difficili, compreso il tradimento di uno di loro. È un comandante e
un soldato pienamente capace, che si è guadagnato molte
vittorie.
Ciò che distingue Hunter, tuttavia,
non è la sua abilità in battaglia, ma la qualità del suo carattere.
Accoglie la giovane Omega dopo il tradimento dei cloni, diventando
essenzialmente il suo padre surrogato, e mette continuamente in
gioco la sua vita per proteggere i suoi compagni di squadra. Il suo
altruismo e la preoccupazione estroversa per gli amici lo rendono
il clone perfetto da seguire in una galassia che è andata fuori
strada.
Captain Rex
Il capitano
Rex è forse il clone più riconoscibile dell’universo di
Star Wars. Dai caratteristici segni blu sulla sua armatura e le
pistole a doppia impugnatura, Rex è diventato in molti sensi il
volto della serie Clone Wars. Anche dopo la
conclusione di quella serie, il Capitano Rex ha continuato a
migliorare col tempo.
Rex è amato dai fan del franchise
non solo per la sua importanza, ma per la sua fermezza. È un uomo
che rimarrà sempre fedele alla sua morale, anche se ciò significa
estrarre un chip inibitore dalla sua testa per farlo. Rex è un
grande soldato e un uomo buono, che combatterà fino all’ultimo per
ciò in cui crede.
Boba Fett
Boba
Fett è diverso da qualsiasi altro clone in quanto è
stato appositamente commissionato da suo padre
Jango per essere, a tutti gli effetti, un “ragazzo
vero”. Anche se la sua genetica era ancora esattamente la stessa di
suo padre, Boba invecchiava ad un ritmo normale, a differenza degli
altri cloni. Diventando alla fine uno dei più temuti cacciatori di
taglie della galassia, Boba Fett è anche uno dei personaggi più
iconici del franchise.
Boba Fett è abile, spietato e
temibile come uno dei più grandi cacciatori di taglie nella storia
del franchise. Anche più di quarant’anni dopo il suo debutto
iniziale, è rimasto talmente popolare tra i fan da giustificare la
sua serie
spinoff. Fett è chiaramente il clone superiore tra i
molti altri milioni, che riesce a tenere testa al nome del
padre.
La Paramount
Pictures ha deciso di anticipare l’uscita della loro
annunciata nuova commedia The
Lost City che vede protagonisti Sandra Bullock e
Channing Tatum.La
pellicola ora uscirà tre settimane prima del previsto, lo Studios
ha annunciato che la data di uscita si sposta dal 15 aprile al 25
marzo 2022.
In precedenza, il film doveva
uscire nella settimana che lo vedeva competere con
Animali fantastici: I segreti di Silente, il
terzo capitolo del franchise Warner
Bros. di Animali fantastici, basato sul
libro dell’autrice di Harry
PotterJK Rowling. Il
fine settimana del 25, invece, è al momento libero da competitors
di un cerco calibro.
Il film della Paramount
(precedentemente intitolato The
Lost City of D) segue una scrittrice di
romanzi rosa solitaria (Sandra
Bullock) in un tour per il suo ultimo
libro con il suo modello di copertina (Channing
Tatum), che viene travolta da un
tentativo di rapimento che li porta in un avventura dai contorni
spietati nella giungla. Si dice che il film sia sulle corde del
classico di Robert ZemeckisRomancing the
Stone con Michael Douglas e Kathleen
Turner.
The Lost City, il
film
Aaron e Adam Nee hanno
scritto la sceneggiatura di The
Lost City che si basa su una bozza
precedentemente scritta da Dana Fox e Oren Uziel, che hanno diretto
il film. Nel cast oltre ai due protagonisti ci sono anche
Patti Harrison, Oscar Nunez, Da’Vine Joy Randolph
e Daniel Radcliffe.
Sandra Bullock) ha prodotto la pellicola
tramite la sua società Fortis Films insieme a Liza Chasin di 3dot
Productions e Seth Gordon di Exhibit A. The
Lost Citysarà seguito nel programma di
rilascio della Paramount da titoli tra cuiSonic the
Hedgehog 2 (8 aprile), Top
Gun: Maverick (27
maggio), Transformers: Rise of the
Beasts (24
giugno), Secret
Headquarters (12 agosto)
e Mission: Impossibile
7 (30 settembre).
È dal 2005 che una buona parte del
pubblico di Grey’s
Anatomy è innamorato di Patrick Dempsey.
Famoso per il proprio fascino romantico, l’attore ha avuto una
carriera intensa e invidiabile nel mondo dello spettacolo,
cominciata quando, da ragazzino, faceva giocoleria. Ecco
dieci curiosità su Patrick Dempsey.
Patrick Dempsey: la giovinezza, i
film e le serie TV
1. Ha iniziato a recitare
negli anni Ottanta. Il debutto al cinema, per Patrick
Dempsey, è arrivato negli anni Ottanta, con il
film Catholic Boys (1985), seguito
da Meatballs – Porcelloni in vacanza (1986) e
con il più impegnato film per la televisione Disneyland:
Una decisione difficiel (1986). In seguito, la sua
carriera cinematografica subisce un’impennata, con Il pomo di
Adamo (1987), Playboy in prova
(1987), La luna spezzata (1988), Some
Girls (1988), Seduttore a domicilio (1989)
e Innamorati pazzi (1989). Negli anni Novanta,
Patrick Dempsey lavora un po’ meno, ma compare sia a teatro, che in
televisione, che al cinema, con Operazione
Cadillac (1990), Run
(1991), L’imper del crimine (1991), La
musica nel cuore (1993), Delitto e
castigo (1998), Piscine – Incontri a Beverly
Hills (1997), Denial (1998), Life
in the Fast Lane (1998) e Me and
Will (1999).
2. Ha conosciuto nuova
popolarità a partire dal Duemila. Per l’attore il nuovo
millennio si apre recitato in Scream 3, seguito poi da
Il club degli imperatori (2002) e Tutta colpa
dell’amore (2002). In seguito prende parte a film di successo
come Come d’incanto (2007), con
AmyAdams, Un amore di testimone (2008),
Appuntamento con l’amore (2010), Le regole della truffa
(2011) e Transformers 3 (2011), con Shia LaBeouf.
Nel 2016 torna al cinema in Bridget Jones’s Baby
(2016), con RenéeZellweger.
3. È noto per diverse serie
TV. Parallelamente al cinema Dempsey inizia a recitare
anche per la televisione, comparendo in una serie TV dal titolo
Fast Times (1986), ispirata al film con Sean
Penn Fuori di testa (1982). È stata poi
sempre la televisione a rilanciare l’attore tra la fine degli anni
Novanta e l’inizio del nuovo millennio, permettendogli di comparire
come personaggio ricorrente in Will e Grace, in Ancora
una volta (1999), performance grazie alla quale ha ricevuto
una nomination all’Emmy nel 2001, e in The Practice –
Professione avvocati (1997). nel 2005 è arrivato finalmente il
momento di Grey’s Anatomy, dove ha recitato fino al
2015 e che gli ha dato una popolarità senza precedenti e due
nomination ai Golden Globes. In eguito ha recitato in La verità
sul caso Harry Quebert e in Diavoli con Alessandro
Borghi.
4. È anche doppiatore e
produttore. Oltre a svolgere l’attività di attore, Dempsey
si è negli anni cimentato anche in altri ruoli legati al mondo del
cinema. In particolare egli ha prodotto diverse opere da lui anche
interpretate, come il film Le regole della truffa e la
miniserie La verità sul caso Harry Quebert. Nel 2019
ha poi prodotto il film Attraverso i miei occhi. Dempsey è
poi stato anche doppiatore per il film d’animazione Koda
fratello orso 2, dando voce in lingua inglese al protagonista
Kenai, cresciuto rispetto al precedente film.
Patrick Dempsey: chi è sua moglie
e i figli
5. Patrick Dempsey e i due
matrimoni. Patrick Dempsey si è sposato per la prima volta
nel 1987, con l’attrice Rocky Parker, con la quale
ha lavorato ne Il pomo di Adamo. Lui aveva 21 anni, e
lei ne aveva 48. I due diressero insieme il
film Ava’s Magical Adventure nel 1994, ma putroppo
divorziarono nello stesso anno. Tuttavia, nel 1999, c’è stato un
secondo matrimonio per Patrick Dempsey: la moglie è Jillian
Dempsey, la truccatrice e fondatrice di Delux Beauty. La
coppia ha tre figli: la prima figlia, Tallulah
Fyfe, è nata nel 2002, mentre i gemelli Darby
Galen e Sullivan Patrick sono nati nel
2007.
6. Darby Galen e Sullivan
Patrick Dempsey, i gemelli dell’attore. Nel 2007, Patrick
Dempsey ha posato con i gemelli, presentandoli al pubblico
attraverso la rivista People. I due sono nati il 1
febbraio in un ospedale di Los Angeles, aiutati, a quanto pare, dal
padre: “Ho visto molto di quello che stava succedendo (in sala
parto), e di quelle cose si vede molto anche nello show” ha
raccontato e, a quanto pare, il Dottor Stranamore ha aiutato a
tagliare entrambi i cordoni ombelicali.
Patrick Dempsey è su
Instagram
7. Patrick Dempsey e
Instagram. Sul social, Patrck Dempsey ha 3.2 milioni di
follower. Tra le fotografie più ricorrenti, ci sono tantissimi
eventi di beneficienza, tra i quali eventi sportivi e offerte di
cene a due con lui. Ci sono poi tantissimi set, tantissime auto,
tantissimi selfie. Seguendo il profilo si può dunque rimanere
sempre aggiornati sulle attività dell’attore.
Patrick Dempsey e Ellen Pompeo in
Grey’s Anatomy
8. Perché Derek ha dovuto
morire? In molti non si sono ancora ripresi dalla
scomparsa del Dottor Stranamore nell’undicesima stagione della
serie, e la spiegazione di Shonda Rhimes ha a che fare solamente
con la trama e con la storia d’amore tra Meredith e Derek: il suo
obiettivo era mostrare ai fan che la loro storia sarebbe stata
realmente per sempre e, secondo lei, l’unico modo di fare ciò, era
quello di bloccare la loro storia nel tempo.
9. Ellen Pompeo e Patrick
Dempsey: i ruoli sul set. È stata in occasione dell’uscita
di Patrick Dempsey dal cast di Grey’s Anatomy che
Ellen Pompeo si è aperta riguardo al ruolo di lui nella sua
carriera. Per lei, l’uscita del collega dal cast ha significato una
svolta, in termini di contratto. Infatti, a quanto pare, la
produzione l’ha sempre usato per far leva su di lei, dicendo
“Non abbiamo bisogno di te, abbiamo Patrick“. A proposito,
ha raccontato: “Non so se abbiano fatto lo stesso con lui, non
abbiamo mai discusso dei nostri contratti.” Tra i due,
comunque, sembra non ci sia stata rivalità: la relazione tra di
loro è stata definita “magica“.
Patrick Dmepsey: età e altezza dell’attore
10. Patrick Dempsey è nato
il 13 gennaio 1966 a Lewiston, nel Maine, Stati Uniti.
L’attore è alto complessivamente 179 centimetri.
Orlando Bloom era
destinato a diventare una star sin dalla sua prima apparizione sul
grande schermo. È stato Legolas, è stato Will Turner. È uno degli
attori inglesi più amati nel mondo, e tra i protagonisti di sette
tra i film con più incassi di sempre.
Ecco dieci curiosità su
Orlando Bloom:
Orlando Bloom: i suoi film e le
serie TV
1. Ha recitato in diversi
celebri film. Bloom esordisce al
cinema nel 1997 con Wilde, ma il grande successo
arriva nel 2001 con Il Signore degli Anelli – La
Compagnia dell’Anello. Riprende poi il ruolo di Legolas
anche nei sequel Le due torri(2003)
e Il ritorno del re (2003). Divenuto
popolarissimo, recita anche in La maledizione della prima
luna (2003), The Calcium
Kid (2004), Troy (2004),
con Brad
Pitt, Le crociate – Kingdom of
Heaven (2005), Elizabethtown (2005),
Pirati dei Caraibi –La maledizione del forziere
fantasma (2006) e Pirati dei Caraibi –Ai
confini del mondo (2007). Negli ultimi anni ha
invece recitato in I tre moschettieri (2011),
Lo Hobbit – La desolazione di
Smauge La battaglia delle
cinque armate, Romeo and
Juliet (2014), Un tranquillo weekend di
mistero (2015), Codice
Unlocked (2017), Romans (2017)
e Needle in a Timestack (2021).
2. Ha recitato anche in
alcune serie TV. Parallelamente al cinema, Bloom ha in
alcune occasioni recitato per la televisione, comparendo in alcuni
episodi di serie come Casualty (1994-1996),
L’ispettore Barnaby (2000) e Easy (2016). Nel
2019, recita da protagonista, accanto a CaraDelevingne, nella serie Amazon Prime Carnival Row, ricoprendo il ruolo dell’ispettore
Rycroft Philostrate. Bloom ha poi confermato che riprenderà tale
personaggio anche nell’attesa seconda stagione.
Orlando Bloom è Legolas
3. Si era presentato per un
altro personaggio. Venuto a conoscenza del casting per
Il Signore degli Anelli, Bloom decise di proporsi per il
ruolo di Faramir, un personaggio secondario. Al momento
dell’incontro con il regista Peter Jackson, però,
egli fece un’ottima impressione su questi, finendo con l’ottenere
il ruolo ben più importante dell’elfo arciere Legolas. Per lui si
trattò di un inizio di carriera particolarmente fortunato, avendo
anche ottenuto la parte a soli due giorni di distanza dal diploma
presso la British American Drama Academy. Per assumere tali panni,
Bloom si addestrò per circa due mesi nell’uso dell’arco, divenendo
particolarmente esperto e preciso in tale attività.
4. È stato molto contento di
poter riprendere il personaggio. Conclusasi la trilogia di
Il Signore degli Anelli, Bloom credeva che non avrebbe mai
più indossato i panni di Legolas. Per sua gioia, però, con la
realizzazione della trilogia prequel Lo Hobbit, ha invece
avuto questa occasione. Jackson, infatti, decise di far comparire
il personaggio nel secondo e terzo film, pur se non previsto dal
libro di Tolkien su cui si basava l’adattamento. Per Bloom è stata
l’occasione di approfondire nuovi aspetti del personaggio, qui
raccontato prima degli eventi de Il Signore degli
Anelli.
Orland Bloom in Troy
5. Ha odiato il suo
personaggio. Un altro dei più celebri film interpretati da
Bloom è l’epico Troy, basato sul poema omerico
Iliade. In questo l’attore si è trovato a vestire i panni
del principe Paride, il quale portò via con sé la bella Elena
scatenando la lunga e sanguinolenta guerra di Troia. In più
occasioni Bloom ha raccontato di aver profondamente odiato il suo
personaggio, ritenendolo un codardo ed un idiota. Per l’attore è
stato dunque molto difficile interpretarlo senza che fosse evidente
il giudizio che aveva a riguardo.
Orlando Bloom in Pirati dei Caraibi
6. Aveva immaginato un
approccio diverso al personaggio. Trovatosi ad
interpretare Will Turner in Pirati dei Caraibi, Bloom
pensò di rendere il suo personaggio più estroverso e vivace,
rendendolo così più simile al Jack Sparrow di Johnny Depp.
Notando questo intento, il regista Gore Verbinski
richiamò però l’attore, facendogli notare che Will Turner ha un
carattere completamente diverso, molto più serio e cupo. Bloom
abbandonò dunque la sua idea iniziale e costruì il personaggio a
partire da queste indicazioni, divenendo così il perfetto
contraltare del bizzarro protagonista.
Orlando Bloom e Katy Perry
7. Ha una relazione con la
celebre cantante. Bloom e la Perry sono stati visti
insieme all’after party dei Golden Globes, nel gennaio 2016, e da
lì la relazione tra i due è decollata. Venivano visti insieme a
concerti, vacanze, al Coachella. La relazione, però, venne resa
ufficiale da Katy solamente nel maggio di quell’anno, con una
fotografia sui social. Nel 2017, tuttavia, i due hanno annunciato
la loro separazione. Per la gioia dei fan, però, questa non è
durata a lungo. Nel 2018 hanno infatti ripreso la loro relazione,
per poi fidanzarsi ufficialmente il 14 febbraio 2019. Il 5 marzo
2020, la cantante annuncia invece di essere in attesa di una
bambina, nata poi il 26 agosto 2020 con il nome di Daisy
Dove Bloom.
8. Ha avuto un precedente
matrimonio. Prima di fidanzarsi con la Perry, Bloom aveva
già avuto altre note relazioni sentimentali. Dal 2003 al 2006 è
infatti stato legato all’attrice Kate Bosworth,
nota per essere stata Lois Lane in Superman Returns. Nel
2010 Bloom ha poi sposato la top model Miranda
Kerr, famosa per essere stata uno degli Angeli di
Victoria’s Secret. I due hanno anche avuto un figlio,
Flynn Christopher Blanchard Copeland Bloom, nato
il 6 gennaio 2011. Orlando Bloom e Miranda Kerr hanno però poi
divorziato nel 2013.
Orlando Bloom è su Instagram
9. Ha un profilo sul social
network. L’attore è presente sul social network Instagram
con un profilo seguito da 5,4 milioni di persone. All’interno di
questo Bloom è solito condividere post (ad oggi oltre 800) relativi
al suo lavoro, ai suoi progetti futuri e a curiosità varie dei set
da lui vissuti. Non mancano però anche immagini relative alle cause
umanitarie e ambientali da lui sostenute e quelle relative a
momenti di svago, in compagnia di amici o della sua famiglia.
Seguendo l’attore sul social, dunque, si potrà rimanere sempre
aggiornati sulle sue attività.
Orlando Bloom: età e altezza dell’attore
10. Orlando Bloom è nato a Canterbury, in Inghilterra,
il 13 gennaio 1977. L’attore è alto complessivamente 1.80
metri.
Un nuovo libro che racconta
l’universo di Star
Wars ha finalmente dato ai lettori un’idea di come
potesse apparire Darth Plagueis. La storia di
Darth Plagueis il Saggio ha giocato un ruolo
chiave nell’opera di seduzione di Anakin Skywalker da parte di Palpatine, che lo
ha convertito al Lato Oscuro. “È una leggenda Sith – dice
Palpatine al giovane Jedi – Darth Plagueis era un Signore
Oscuro dei Sith, così potente e così saggio che poteva usare la
Forza per influenzare i midi-chlorian per creare la vita… Aveva una
tale conoscenza del Lato Oscuro che poteva persino allontanare
dalla morte colui ai quali teneva.” Naturalmente, Palpatine
stava dicendo ad Anakin solo metà della verità; in realtà,
Darth Plagueis era stato il suo stesso Maestro
Sith e Darth Sidious lo aveva ucciso in conformità con la
Regola dei Due Sith.
Darth Plagueis rimane una delle
figure più misteriose di Star Wars. Anche il vecchio Universo
Espanso ha in gran parte evitato di sviluppare il personaggio di
Darth Plagueis – fino a quando Del Ray ha annunciato un romanzo
dedicato al Maestro Sith di
Palpatine, scritto dal maestro della continuità James
Luceno. Sebbene l’UE sia stato dichiarato non canonica
dopo che la Disney ha acquisito la Lucasfilm nel 2012, molti
credevano che il racconto su Darth Plagueis di Luceno dovesse
comunque essere considerato canonico, a causa delle voci sul
coinvolgimento personale di George Lucas nel progetto.
L’eccitazione è aumentata quando Luceno ha fatto riferimento a
personaggi ed eventi di Darth Plagueis nel libro canonico
Tarkin. Tuttavia, il romanzo canonico di
E.K. Johnston, Queen’s Peril,
contraddiceva direttamente la storia di Luceno, il che significa
che la backstory di Darth Plagueis Legends è stata esplicitamente
resa non canonico.
Ora, però, Lucasfilm ha dato ai fan
il loro primo assaggio canonico di Darth Plagueis. Il libro appena
pubblicato Secrets of the Sith finge di essere
stato scritto dallo stesso Palpatine e presenta un breve resoconto
della sua relazione con Darth Plagueis, inclusa una prima immagine
di lui. È frustrante confermare semplicemente che il Maestro di
Palpatine era un essere alto e magro che si nascondeva nell’ombra,
mentre i suoi occhi che bruciavano di un fuoco sinistro.
“Dopo secoli nell’ombra, i Sith
erano pronti a emergere ancora una volta. Come apprendista oscuro,
percepivo che la Repubblica Galattica era allo sbando. I suoi
delegati non avevano alcun interesse per il bene comune. Sarebbero
stati facili bersagli per la mia influenza. Servendo come senatore,
ho manipolato la loro avidità a mio favore. Con ogni nuovo atto
legislativo, ho scalato i loro ranghi. Il controllo totale
dell’organo di governo della galassia si avvicinava sempre più. Ma
l’ascensione al Senato non sarebbe stata sufficiente. Il mio
maestro, Darth Plagueis, era servito al suo scopo. L’ho colpito,
rivendicando il suo posto come l’unico vero maestro dei
Sith.”
Apparentemente Darth Plagueis era
affascinato dalla leggenda della
Diade della Forza, vedendo tale fenomeno come una fonte di
potere più grande della vita stessa. Ha tentato di creare una
Diade della Forza con il suo apprendista, ma non ha avuto
successo; per quanto grande e saggio possa essere stato Darth
Plagueis, non si rendeva conto che la Diade della Forza sembra
richiedere elementi sia del lato chiaro che del lato oscuro della
Forza, il che significa che i tentativi dei Sith di crearne una
erano sempre destinati al fallimento. Sarebbero passati decenni
prima che Palpatine incontrasse finalmente un tale fenomeno.
Una straordinaria sorpresa per
tutti gli amanti del cinema: domani mercoledì 20
ottobre (ore 20) il Premio Oscar Oliver
Stonearriva al Teatro Palladium nell’ambito della
Festa delCinema di Romaper
presentare il filmJFK Revisited: Through the
Looking Glass (Stati Uniti, 2021,
118’), versione cinematografica in lingua
originale sottotitolata in italiano della nuova serie
JFK: Destiny Betrayed (Stati Uniti, Regno
Unito, 2021, 4 episodi, 240’).
Trent’anni dopo il suo film JFK
– Un caso ancora aperto, Oliver Stone esamina i documenti
recentemente desecretati sull’assassinio del Presidente americano
John Fitzgerald Kennedy a Dallas nel 1963, il mistero più
controverso del ’900. Con le voci narranti di Whoopi Goldberg e
Donald Sutherland, e con un gruppo di scienziati forensi, medici,
esperti di balistica, storici e testimoni, le prove presentate da
Stone dimostrano che nel caso Kennedy la teoria del complotto è
ormai una realtà.
Anche se il mondo ha adesso un nuovo
Batman “ufficiale”, che è quello interpretato da
Robert Pattinson e che vedremo in The
Batman di Matt Reeves, sappiamo
che in The
Flash di Andy Muschietti vedremo ben
due Batman (almeno) e che questi avranno il volto di Michael Keaton e Ben
Affleck.
La produttrice di The
Flash, Barbara Muschietti, ha
dichiarato a
Comicbook.com che entrambi gli attori si sono divertiti molto a
tornare nel ruolo, ma ha anche detto che per entrambi è stato
emozionante:
“Batman è un personaggio molto
oscuro. Penso che una volta che [gli attori] interpretano il ruolo,
tendono a lasciarselo alle spalle. Penso che tornare sia stata una
sorpresa per entrambi. Ci è voluto un po’ per scaldarsi all’idea di
riprendere, di interpretare di nuovo questo personaggio,
specialmente per Keaton che non era Batman da 30 anni… [è stato]
incredibile vedere che entrambi, sia Ben Affleck che Michael
Keaton, si sono emozionati molto una volta con noi sul set, quando
hanno dovuto indossare il cappuccio e il mantello. Penso che
entrambi abbiano sentito la gioia che deriva dall’interpretare quel
personaggio e si siano divertiti. È stata una grande
esperienza”.
Confermata anche la presenza
di Michael
Keaton e Ben
Affleck, che torneranno entrambi a vestire i panni di
Batman. Kiersey Clemons tornerà nei
panni di Irish West dopo essere apparsa in Zack
Snyder’s Justice League (il personaggio era stato
tagliato dalla versione theatrical). Nel cast ci saranno anche
l’attrice spagnola Maribel Verdú (Il
labirinto del fauno), che interpreterà Nora Allen (la
madre di Barry) e l’attrice statunitense Sasha
Calle(Febbre d’amore) che interpreterà
Supergirl.
Mentre i fan della
DC sono in estasi dopo aver visto il
primo trailer di The Batman
durante il DC FanDome oggi l’attrice Gal Gadot che nell’universo interpreta
Diana Price, AKA Wonder Woman è tornata a parlare della
brutta esperienza dei reshoot di Justice League per mano di Joss
Whedon. L’attrice in occasione di un’intervista rilasciata
a Elle ha ripercosso la brutta esperienza vissuta allora quanto è
stata diretta in modo non del tutto convenzionale dal regista di
Avengers Joss Whedon. “Sono rimasto scioccato dal modo in
cui mi ha parlato“, ha ammesso la Gal Gadot. “Provi delle
vertigini perché non riesci a credere che ti sia stato appena detto
qualcosa del genere. E se lo dice a me, ovviamente lo può dire a
molte altre persone“.
Lo scandalo è partito quando
il co-protagonista diJustice
League, Ray Fisher, ha rivelato
la cosa con tante accuse rivolte alcomportamento
tenuto da Joss Whedon sul set, e un certo numero di star delle
serie tv dirette da Joss Whedon, comeAngel e Buffy
l’ammazzavampiri, hanno affermato la stessa cosa
avvalorando le accuse riguardo al fatto che il regista
mantiene un comportamento definito “tossico” sui suoi
set.
La sua reazione nello scoprire che il regista nega ancora le
accuse
Ovviamente Whedon ha negato
qualsiasi accusa, ma la reazione di Gal Gadot è sorprendente:“Ho
appena fatto quello che sentivo di dover fare. Ed era per dire alla
gente che comportamenti del genere non vanno bene. ”“Stavo scuotendo i vertici della WB non appena è
accaduto”, ha continuato. “E devo dire che i capi della Warner Bros
se ne sono occupati… Tornando al senso di rettitudine che ho… ho
fatto solo quello che sentivo di dover fare”.
L’attrice poi si è chiesta:
“Mi direbbe quello che mi ha detto se fossi stato un
uomo?Non lo so. Non lo sapremo
mai. Ma il mio senso di giustizia è molto forte. Sono
rimasto scioccato dal modo in cui mi ha parlato. Ma qualunque
cosa è stata orma è passato. Ne è passata acqua sotto il ponti da
allora”.
Durante l’apparizione virtuale al DC
FanDome, Ezra Miller ha anticipato “l’arco
molto grande e potente” di Barry Allen nel prossimo The
Flash, di cui è protagonista. Miller ha parlato di
come il film sarà sia una storia di origine che una “storia che
entra nella sua stessa storia” per il suo personaggio, con il
risultato che si avrà alla fine un “grande arco narrativo per
Barry”.
“Penso che questa sia una storia
che fa accadere molti cambiamenti per Barry Allen in più di un modo
– ha dichiarato Miller – Il film parte dalla persona che
abbiamo incontrato nei film della Justice League, lo prende da quel punto in cui
era un giovane che ha ottenuto dei poteri ma non sa come
manifestarli, che si è unito a una legione di supereroi ma non
conosce bene il suo posto nel contesto, e da lì lo porta ad essere
davvero, nella mia mente, Barry Allen. Essere The
Flash. Penso che in un certo senso, sia una storia di origine,
e una storia che entra nella sua stessa storia. Un grande arco per
Barry.”
Confermata anche la presenza
di Michael
Keaton e Ben
Affleck, che torneranno entrambi a vestire i panni di
Batman. Kiersey Clemons tornerà nei
panni di Irish West dopo essere apparsa in Zack
Snyder’s Justice League (il personaggio era stato
tagliato dalla versione theatrical). Nel cast ci saranno anche
l’attrice spagnola Maribel Verdú (Il
labirinto del fauno), che interpreterà Nora Allen (la
madre di Barry) e l’attrice statunitense Sasha
Calle(Febbre d’amore) che interpreterà
Supergirl.
Non ci sarà
invece Billy Crudup, che aveva interpretato
Henry Allen (il padre di Barry) in Justice
League: l’attore verrà sostituito nella parte
da Ron Livingston. Il film dovrebbe essere
ispirato alla serie a fumetti “Flashpoint” del 2011, scritta da
Geoff Johns e disegnata da Andy Kubert.
Le prime reazioni a seguito della
world premiere di Eternals
parlano chiaro: il film diretto da Chloe Zhao è un
capolavoro del genere cinecomic, epico e poetico, un take personale
su un mondo che i fan conoscono bene eppure che si rivela sempre
nuovo, ancora e ancora.
Ecco di seguito alcune reazioni sui
social che paragonano anche il film alla Justice League della Marvel!
Eternals,
il terzo film della Fase Quattro dell’Universo Cinematografico
Marvel diretto dalla regista vincitrice dell’Academy
Award Chloé Zhao, arriverà il 3 novembre
nelle sale italiane. Il film targato Marvel StudiosEternals presenta
un nuovo team di supereroi dell’Universo Cinematografico
Marvel: l’epica storia, che abbraccia migliaia di anni, mostra
un gruppo di eroi immortali costretti a uscire dall’ombra per
unirsi contro il più antico nemico dell’umanità, The Deviants.
Il cast del film
comprende Richard
Madden, che interpreta l’onnipotente
Ikaris; Gemma
Chan, che interpreta Sersi, amante
dell’umanità; Kumail
Nanjiani, che interpreta Kingo, dotato dei poteri del
cosmo; Lauren Ridloff, che interpreta la
velocissima Makkari; Brian Tyree Henry, che
interpreta l’intelligente inventore Phastos;Salma
Hayek, che interpreta la leader saggia e spirituale
Ajak; Lia McHugh, che interpreta Sprite,
eternamente giovane e al tempo stesso piena di
saggezza; Don Lee, che interpreta il
potente Gilgamesh; Barry Keoghan, che interpreta il solitario
Druig; e Angelina
Jolie, che veste i panni dell’impetuosa guerriera
Thena.Kit
Harington interpreta Dane Whitman.
Arriva da
Deadline la notizia che Mel Gibson è stato scelto per recitare in
The
Continental, la serie prequel dei film con Keanu ReevesJohn Wick. The
Continental sarà presentato come una serie TV di
tre serate come eventi speciali, prodotta per Starz da
Lionsgate Television.
The
Continental esplorerà l’origine dietro l’hotel
per assassini, che è diventato sempre più il fulcro dell’universo
di John Wick. Questa serie sarà raccontata attraverso gli occhi e
le azioni di un giovane Winston Scott, che viene trascinato nel
paesaggio infernale di una New York del 1975 per affrontare un
passato che pensava di essersi lasciato alle spalle. Winston
traccia un percorso mortale attraverso il misterioso mondo
sotterraneo di New York nel tentativo straziante di impadronirsi
dell’iconico hotel, che funge da punto d’incontro per i criminali
più pericolosi del mondo.
Non si sa ancora chi interpreterà
Winston Scott (il proprietario dell’hotel è interpretato nei film
da Ian McShane). Mel Gibson interpreterà un personaggio di nome
Cormac. Questa è una rara apparizione dell’attore in una serie tv
anche se l’attore ha fatto il suo primo debutto proprio in una
serie televisiva australiana The Sullivans del 1976 che è
durata fino al 1983. Durante quella serie ha fatto il suo debutto
sul grande schermo australiano in
Mad Max di George Miller e Gallipoli
di Peter Weir e The Year of Living
Dangerously, che è stata la strada che l’ha portato poi
a diventare una star a Hollywood con i film Lethal
Weapon e per poi vincere il premio Oscar con
Braveheart, che ha anche diretto.
La trilogia di John
Wick ha incassato quasi 600 milioni di dollari in tutto il
mondo. I film sono stati sceneggiati da Derek Kolstad e
diretti da Chad Stahelski, e John Wick
4 è attualmente in lavorazione in Germania, Francia e
Giappone con Reeves che riprende il suo personaggio di
assassino. I produttori esecutivi Greg Coolidge (Wayne,
Ride Along ) e Kirk Ward ( Wayne ) stanno
scrivendo la serie di eventi e ricopriranno il ruolo di
showrunner. Basil Iwanyk e Erica Lee, Stahelski, Kolstad, David
Leitch, Shawn Simmons, Paul Wernick e Rhett Reese della Thunder
Road Pictures saranno anche produttori esecutivi.
È
arrivata ieri la notizia che la quasi totalità dei film che
compongono la Fase 4Marvel Studios sono stati rimandati di diverse
settimane. In occasione della premiere di Eternals, è stato chiesto a Kevin
Feige in persona il perché di una tale decisione da parte
di Disney.
Il produttore ha spiegato che, dal
momento che i suoi film raccontano una storia unica, vanno spostati
in blocco, specificando che ora tra un film Marvel e l’altro passeranno 5 mesi
e non più tre, come era stato inizialmente previsto. Ecco la sua
risposta:
In realtà, la motivazione più
probabile, a seguito dei risultati al box office di
Shang-Chi e Black Widow, è che si siano voluti
allargare i tempi tra un Marvel Movie e l’altro per
facilitare gli incassi e dare una vita più lunga ai film.
Ecco l’elenco completo dei
posticipi Marvel e Disney
Sono bastati pochi anni e ruoli
all’attrice Victoria Pedretti per affermarsi come
uno dei volti più interessanti della televisione statunitense.
Grazie ai ruoli che ancora oggi ricopre in alcune celebri serie
televisive (Netflix) ha infatti
potuto ottenere una grande popolarità, sfoggiando un carisma a cui
non si può restare indifferenti. Indicata come una delle nuove
regine del genere horror, la
Pedretti sembra avere davanti a sé una carriera particolarmente
promettente, con molte cose di lei ancora da scoprire.
Ecco 10 cose che non sai di Victoria
Pedretti.
Victoria Pedretti: i suoi film e le serie TV
1. È nota per alcune serie
TV. Il primo grande successo per l’attrice arriva grazie
alla serie The Haunting (2018-in
corso), comparendo sia nella prima che nella seconda stagione. Nel
2019 ottiene invece il ruolo di Love Quinn nella serie NetflixYou,
che le permette di ottenere ulteriore popolarità. Nel 2020 ha poi
recitato nell’episodio The Cellar della serie Storie
incredibili, mentre nel 2021 riprende il suo ruolo nella terza
stagione di You.
2. Ha recitato in alcuni
noti film. Il debutto cinematografico per l’attrice è
arrivato nel 2019 grazie al film candidato agli Oscar C’era una volta… a
Hollywood. In questo ha avuto modo di condividere alcune
scene con gli attori Leonardo DiCaprio e Brad Pitt.
Successivamente ha ricoperto il ruolo di Katherine nel film del
2020 Shirley, dove si è trovata a recitare con Elisabeth Moss
e Odessa Young.
Nel 2021 ha poi avuto un piccolo ruolo in Star-Crossed: The
Film, mentre attualmente è impegnata nelle riprese di
Lucky, film drammatico di cui sarà protagonista.
Victoria Pedretti in You
3. Si era presentata per un
ruolo diverso. Oggi nota per il ruolo di Love Quinn nella
seconda e terza stagione di You, l’attrice si era in
realtà presentata per una parte già per la prima stagione. La
Pedretti aveva infatti sostenuto un provino per il personaggio di
Guinevere Beck, protagonista dei primi episodi della serie. Pur non
ottenendo il ruolo, i produttori rimasero particolarmente colpiti
da lei. Dopo aver visto dei suoi precedenti lavori e aver notato la
chimica sul set con il collega Penn Badgley, decisero di affidarle la parte
da protagonista femminile nella stagione successiva.
4. La serie l’ha spinta a
riflettere sull’uso dei social network. L’attrice ha
raccontato di non aver mai avuto un particolare interesse per i
social network, i quali spesso e volentieri diventano strumenti di
spionaggio e di invasività nel privato altrui. Recitando nella
serie You, inoltre, ha raccontato di aver consolidato
questo pensiero, notando di quanto sia facile incappare in persone
con scopi poco nobili che tramite i social possono sapere tutto di
noi.
Victoria Pedretti in Hill House
5. Ha interpretato
personaggi diversi per ogni stagione. Ad oggi composta da
due stagioni, la serie The Haunting si è caratterizzata
per la sua natura antologica, presentando dunque personaggi e
vicende nuove ad ogni stagione. Similmente ad American Horror
Story, però, gli attori sono chiamati ad interpretare più
personaggi e così è stato anche per la Pedretti. Nella prima
stagione l’attrice ha infatti interpretato Nell Crain, uno dei
membri più giovani della famiglia e affetta da paralisi del sonno.
Nella seconda stagione è invece la protagonista Danielle “Dani”
Clayton, un ex insegnante americana trasferitasi a Londra per
educare i bambini della famiglia Wingrave.
6. Ha ammesso di essere
spaventata dagli horror. Pur recitando nella celebre serie
horror presente su Netflix, dove fantasmi ed eventi paranormali si
manifestano in ogni episodi, la Pedretti ha raccontato di non
essere una grande amante di questo genere. Al contrario, ha
dichiarato una certa difficoltà nel guardare film o serie
esplicitamente horror. Non è dunque chiaro se l’attrice abbia o
meno avuto modo di riversi all’interno di The Haunting,
serie per la quale si è inoltre guadagnata l’appellativo di moderna
Scream Queens, dato alle icone femminili del genere
horror.
Victoria Pedretti in C’era una volta…a
Hollywood
7. Ha interpretato una
celebre assassina. Come anticipato, il primo film per il
cinema in cui la Pedretti ha avuto modo di recitare è stato
C’èra una volta… a
Hollywood, di Quentin Tarantino. In questo
l’attrice ha ricoperto il ruolo di Leslie Van Houten, la celebre
assassina membro della “famiglia Manson”. Come noto, questa fu tra
i partecipanti all’eccidio di Cielo Drive, svoltosi nell’agosto del
1969. Per prepararsi al ruolo, la Pedretti ha raccontato di aver
svolto lunghe ricerche sulla donna, affidandosi però poi
principalmente al ritratto fattone da Tarantino.
Victoria Pedretti ha origini italiane
8. Suo padre è di origini
italiane. Pur essendo nata negli Stati Uniti, l’attrice
vanta un profondo legame con l’Italia. Suo padre è infatti per tre
quarti di origini italiane, come il cognome Pedretti lascia
immaginare. L’attrice ha in più occasioni espresso tutto il suo
amore per il Bel Paese, dove si reca di tanto in tanto durante le
pause tra un set e un altro.
Victoria Pedretti è su Instagram
9. Ha un profilo sul noto
social network. L’attrice, oggi nota per le serie The
Haunting e You, è da poco sbarcata sul social network
Instagram. In pochi giorni ha ottenuto ben 1,5 milioni di
followers, tra cui attrici del calibro di Zendaya e Chloe Grace Moretz. Ad oggi, però, la Pedretti
ha pubblicato un solo post, ovvero il trailer della nuova stagione
della serie You. È però lecito aspettarsi che nel tempo
l’attrice condividerà molto altro, tenendo aggiornati i suoi fan
sulle sue attività e sui suoi progetti.
Victoria Pedretti: età e altezza dell’attrice
10. Victoria Pedretti è
nata aFiladelfia, in Pennsylvania, Stati
Uniti, il 23 marzo del 1995. L’attrice è alta complessivamente 1.65
metri.
In attesa di vedere tutti i
protagonisti di Eternals alla
Festa del Cinema di Roma per presentare il film nell’anteprima
italiana, oggi Marvel Studios ha diffuso un nuovo
intenso spot tv in occasione della word premiere tenutasi nella
notte a Los Angeles.
Il terzo film della Fase Quattro
dell’Universo
Cinematografico Marvel – diretto da Chloé Zhao, regista premio
Oscar per Nomadland – porta sul grande schermo un’epica storia
che abbraccia migliaia di anni e vede protagonisti un nuovo team di
Super Eroi immortali, costretti a uscire dall’ombra per unirsi
contro il più antico nemico dell’umanità, I Devianti. Eternals
arriverà nelle sale italiane mercoledì 3 novembre, distribuito da
The Walt Disney Company Italia.
Eternals,
il terzo film della Fase Quattro dell’Universo Cinematografico
Marvel diretto dalla regista vincitrice dell’Academy
Award Chloé Zhao, arriverà il 3 novembre
nelle sale italiane. Il film targato Marvel Studios Eternals presenta
un nuovo team di supereroi dell’Universo Cinematografico
Marvel: l’epica storia, che abbraccia migliaia di anni, mostra
un gruppo di eroi immortali costretti a uscire dall’ombra per
unirsi contro il più antico nemico dell’umanità, The Deviants.
Il cast del film
comprende Richard
Madden, che interpreta l’onnipotente
Ikaris; Gemma
Chan, che interpreta Sersi, amante
dell’umanità; Kumail
Nanjiani, che interpreta Kingo, dotato dei poteri del
cosmo; Lauren Ridloff, che interpreta la
velocissima Makkari; Brian Tyree Henry, che
interpreta l’intelligente inventore Phastos;Salma
Hayek, che interpreta la leader saggia e spirituale
Ajak; Lia McHugh, che interpreta Sprite,
eternamente giovane e al tempo stesso piena di
saggezza; Don Lee, che interpreta il
potente Gilgamesh; Barry Keoghan, che interpreta il solitario
Druig; e Angelina
Jolie, che veste i panni dell’impetuosa guerriera
Thena.Kit
Harington interpreta Dane Whitman.
Coproduzione
italo-francese, Promises
di Amanda Sthers fa parte della selezione ufficiale della
Festa del Cinema di Roma. È la storia di un amore mai
veramente vissuto, che continua però a vivere nei due protagonisti,
nonostante le loro esistenze prendano strade diverse. Ne parlano la
regista e il protagonista Pierfrancesco Favino.
Promises è un inno alla libertà di immaginare,
che rende il tempo circolare, in contrapposizione alla linearità
del tempo reale. La regista Amanda Sthers spiega così
come ha lavorato sul tempo nel film e che concezione ne ha:
“Tutti guardano al tempo in modo diverso. Un minuto non è sempre
uguale. A volte può essere davvero molto lungo. Tutti guardano a
come siamo almeno esternamente, ma interiormente siamo sempre gli
stessi. Riesci a capirlo quando diventi più grande. […] Le persone
spesso si aspettano che tu ti comporti in un determinato modo. […]
Sei un po’ prigioniera del tuo aspetto esteriore. La nostalgia, le
proiezioni, sono un modo per fuggire da questa prigione
rappresentata dalla tua persona. […] Ho sfruttato l’immaginazione
del personaggio di Alexander per avere due mondi: uno in cui si
immagina con un’altra donna, in un altro paese, e l’altro mondo,
che rappresenta la realtà. Penso che tutti viviamo in due realtà
diverse, con ricordi che […] ci fanno immaginare come sarebbe
potuta essere la nostra vita. Raramente viviamo nel
presente”.
A proposito di tempo,
alla domanda circa in che tempo si trovi la sua carriera,
Favino risponde così: “E’ un tempo molto bello. Ho sempre
guardato avanti nelle cose che faccio. Penso che l’errore più
grande che potrei fare è cristallizzarmi nell’idea di aver fatto
delle cose che sono andate bene e per questo non osare,
tentare di avere sempre le garanzie. Non credo che sarebbe giusto.
Nel mio lavoro vedo i margini che ancora ho di crescita: sono
legati molto all’abbandono, al consentire alle cose di avvenire in
una maniera più naturale. […] Punto alla stessa essenzialità che ha
il pittore quando riesce con tre segni a farti capire una cosa.
Quell’essenzialità non virtuosistica, ma di pienezza del gesto, è
quello che mi piacerebbe riuscire a guadagnare, ma non so se sarò
mai in grado”.
Amanda Sthers e Pierfrancesco Favino presentano Promises
Un tema che è emerge
inPromisesè quello dell’accettazione, della presa di
coscienza delle proprie fragilità. Tema tra l’altro molto
attuale oggi, considerato il momento che stiamo vivendo.
Pierfrancesco Favino sottolinea come il mestiere dell’attore
richieda di essere in costante contatto con le proprie emozioni le
proprie fragilità, e come il cinema e le arti possano essere una
guida nell’accostarsi alla sfera delle emozioni: “Non ho mai
pensato che essere in contatto con le proprie emozioni fosse un
sintomo di debolezza. Non ho mai vissuto la maschilità come
qualcosa che non si piega alle passioni e alle emozioni e la
ritengo una fortuna. Credo che in questo momento […] siamo molto in
contatto con la nostra fragilità, con la nostra paura. Questo
ultimo anno e mezzo ci ha costretto ad avere a che fare con noi
stessi. Abbiamo così, fortunatamente, scoperto quanto siamo
fragili, quanto abbiamo bisogno degli altri, e al contempo, quanto
ci siamo forse un po’ induriti […]. In questo momento c’è
una scelta da fare, secondo me, accettare questa fragilità con
tutte le conseguenze o contrapporsi ad essa. Io scelgo la prima
strada. Non mi stupisce che intorno a noi stiano accadendo grandi
movimenti. Movimenti emotivi, non unicamente politici o sociali.
Tutto il mondo sta vivendo un momento di grande connessione, ma
venendo da un lungo periodo in cui l’educazione emotiva sembra essere stata
cancellata, non sappiamo da che parte prenderla. Credo che il
cinema e le arti, che per tanto e troppo tempo sono state messe da
parte come se fossero tempo libero, siano esattamente la guida, […]
i luoghi dell’attenzione a questo mondo.”
Il suo personaggio,
Alexander, è un mercante di libri, e alcuni testi sono una
sorta di raccordo tra le diverse parti del lavoro. A chi gli
chiede quali libri abbiano segnato la sua infanzia e i suoi
vent’anni, Favino risponde: “E’ bizzarro dirlo, ma
penso che nell’infanzia ci siano dei libri che ti colpiscono per
varie vicende. Io più che nella lettura, ero molto colpito da
un’edizione della Divina Commedia illustrata da Gustave Dorè, che
avevamo in casa. Non è che la leggessi, però quelle illustrazioni
[…] parlavano ad un mondo immaginario […], avevano una grande
attrattiva per me. Poi, avevo anche per casa “Frigidare”, “Il
Male”, “Linus”. Sono stato un avido lettore di fumetti e non lo
rinnego affatto, anzi lo sono ancora. […] Verso i vent’anni ero più
vicino al mondo della poesia. […] Ero un baudelairiano, però,
giusto perchè rimorchiavo parecchio”. Mentre a chi domanda dei
suoi gusti attuali da spettatore cinematografico risponde
citando Another Round, che definisce “bellissimo e
commovente”, e L’ultimo film di Paolo Sorrentino che,
dice, “mi ha emozionato moltissimo”.
L’incontro diventa poi
un’occasione per approfondire il mestiere dell’attore. Favino
spiega come lo intende, quando gli si chiede se, dirigendo a
Firenze una scuola per attori, stia sviluppando una sua teoria
della recitazione. Questa diventa anche l’occasione per
ribadire la necessità della libertà creativa ed espressiva degli
attori e degli artisti in generale: “Non penso che esista un
metodo, un modo di fare l’attore. Non penso che esista, perchè
ognuno di noi è una persona e alcune cose funzionano di più
rispetto a che persona sei. Vi sono attori estremamente sensibili
alle immagini, per cui hanno bisogno di essere sollecitati con
delle immagini, con delle associazioni libere per aderire a dei
ruoli. […] In questo caso, per esempio, ci sono degli elementi del
personaggio che sicuramente si sono messi dentro di me perchè c’è
qualcosa di mio, lì. Sono andato a Londra a 11 anni. Ho sempre
vissuto la passione per quel mondo. Per un periodo avevo il
desiderio di chiamarmi “Johnny”. Poi non più. Allora, mi sono
domandato se questo potesse nutrire il personaggio di Alexander.
[…] Quello che povo a far insegnare […] nella mia scuola non è
imporre loro una maniera di lavorare, ma dare loro gli strumenti
per capire chi sono, in modo che possano usare, con la tecnica che
viene loro data, la loro specificità. Poi, che sappiano lavorare
insieme”. E aggiunge: “ Se c’è una cosa che non auguro loro
è il successo presto. Un attore prima di diventarlo ha bisogno di
tempo. Il suo viso non si forma prima dei 35 anni per gli uomini, e
25 per le donne. Così la sua identità artistica. C’è bisogno di
lasciare che questo avvenga. I grandi attori, che invecchiano bene,
sono quelli in cui non vedi più nessun tipo di sforzo. […] Ci vuole
tempo per arrivarci, non si può avere fretta. Ci vogliono
soprattutto ruoli e registi. Sfido a trovare una grande
interpretazione che non faccia parte di un grande film.”
Sulla necessità, poi,
di annullare ogni distanza tra sé e il personaggio, di non
giudicarlo, Favino aggiunge: “Non posso fare a meno di
abbracciare il personaggio. […] Alexander sarà sempre dentro di me
[…] dal punto di vista affettivo. Farei di tutto per salvare
Alexander. Farei di tutto per salvare il Libanese. L’attore è lo
strenuo difensore del personaggio che interpreta. Se crea una
distanza e ti fa vedere di non essere così, allora perchè vedere il
film? Devo lasciar libero lo spettatore di farsi il suo film, non
imporgli il mio. Per far questo c’è bisogno che l’attore maturi
anche un po’ di stanchezza, che non abbia sempre la pallottola in
canna e dia allo spettatore il ruolo che deve avere. […] Non mi
interessa andare sullo schermo a far vedere chi sono io. […] A me
la spontaneità non interessa, mi interessa la creazione artistica,
che può confondersi con la verità, ma la verità fine a sé stessa mi
interessa fino a un certo punto. Mi interessa la libertà espressiva
e creativa del cinema, quando si fa arte, quando diventa simbolo,
diventa altro”. Per quel che riguarda l’interpretazione di
personaggi storicamente esistiti ed anche controversi, comeBuscetta o Craxi, l’attore ribadisce che ciò che gli
interessa è il loro lato umano: “L’umanità, che tu voglia o no,
alberga anche in Craxi, quello è interessante. […] Alberga anche in
Buscetta. Dovremmo essere preoccupati di ritrovare in Buscetta
nostro padre o noi stessi, come padri, ma sollevati dal
fatto che, come
padri, non abbiamo scelto quella strada. Io però, alle sue lacrime
ci ho sempre creduto. Il rapporto tra lo spettatore e la storia è
sacro”. Dunque, in quel rapporto l’attore non deve
intromettersi con il suo ego o il suo giudizio. “Si tratta
comunque di una rappresentazione, e io sono molto affascinato dalla
rappresentazione artistica proprio perchè non è reale, perchè ha la
libertà di essere tutto ciò che vuole. […] Non si può pensare che
l’opera dell’artista stia ai laccioli della logica storica o
politica. L’artista […] deve avere la sacrosanta libertà, e gli va
riconosciuta, di immaginarsi che la realtà non vada come va, e di
emozionarsi. […] Sennò – conclude – che ci stiamo a
fare?”
Promises arriva nelle sale il 18 novembre,
distribuito da Vision.
Yahya Abdul-Mateen
II, nuovo Morpheus in Matrix
Resurrections, in
un’intervista con EW ha raccontato come ha deciso di
interpretare il personaggio. Morpheus, è iconicamente
legato all’attore Laurence
Fishburne presente nel cast dei primi tre film
Matrix, Matrix Reloaded, Matrix Revolutions.
Abdul-Mateen dichiara che non ha intenzione di
duplicare il lavoro di Laurence Fishburne e che
non pretende di rimpiazzare l’attore. Aggiunge: “Penso che la
sceneggiatura fornisca una nuova narrazione e alcune nuove
opportunità che fanno spazio all’interno dell’universo di
Matrix per un nuovo Morpheus.”
La star parla di un viaggio
interiore non svincolato dall’andamento della storia e dalle regole
di Matrix, un percorso di ”scoperta di sé” e di
crescita che coinvolge anche lo spettatore. La star annuncia:
“Quello che gli spettatori capiranno
è che ci sono molte regole in Matrix.L’età, l’aspetto, le cose che
identifichiamo come reali, possono essere manipolate all’interno di
quel mondo.La Matrice è dove
tutto è possibile.” Per Yahya Abdul-Mateen
II, la storia di Matrix
Resurrections parla di crescita e di costruzione
del proprio percorso, problematiche che anche il suo Morpheus si
trova a vivere.
Non è la prima volte che l’attore
si trova a reinterpretare un personaggio amato dal pubblico,
impresa che fino ad ora ha compiuto con successo: già nel 2009 con
Watchmen ha preso il posto di Billy Crudup nel ruolo di Dr.
Manhattan, guadagnandosi un Emmy, mentre nel remake di
Candyman
ha portato avanti l’eredità di Tony Todd.
Matrix
Resurrections: il cast del nuovo film
Il quarto capitolo della serie di
film Matrix porta in scena nuovi interpreti. Oltre
a Yahya Abdul-Mateen II, che ha confermato
recentemente su Instagram la sua presenza nel cast, i nuovi
arrivati sono Jessica Henwick, Jonathan
Groff, Neil Patrick Harris,
Priyanka Chopra Jonas, Christina Ricci, Telma
Hopkins, Eréndira Ibarra, Toby
Onwumere, Max Riemelt, e Brian J.
Smith.
In Matrix
Resurrections non mancano gli attori iconici di
Matrix: tornano sulla scena Keanu Reeves, Carrie-Anne Moss e Jada
Pinkett Smith, riprendendo i loro ruoli iconici come
Neo, Trinity e Niobe. Ci sono
anche Lambert
Wilson e Daniel Bernhardt nei
rispettivi ruoli malvagi di The Merovingian e Agent
Johnson.
Nel 1997 gli agenti J e K sono
diventati due icone del cinema di fantascienza grazie al
film campione d’incassi Men inBlack, dove vengono interpretati dai celebri
Will Smith e
Tommy Lee
Jones. Il successo di questo primo titolo portò
naturalmente alla realizzazione di un suo sequel nel 2002,
intitolato semplicemente Men in Black II. Come il
precedente, anche questo è tratto dal fumetto di Lowell
Cunningham, e vanta nuovamente la regia di Barry
Sonnenfeld e la presenza dei due celebri interpreti, qui
nuovamente chiamati a proteggere il pianeta terra da una malvagia
minaccia aliena.
Ancora un volta, al momento della
sua uscita in sala, il film si affermò come un vero e proprio
campione di incassi. A fronte di un budget di circa 140 milioni,
questo riuscì ad incassarne circa 441 in tutto il mondo. Ciò ha
portato Men in Black II ad essere il secondo film di
genere commedia fantascientifica dal maggiore incasso di sempre,
secondo solo al suo capitolo precedente. Dopo di questo, ci vollero
ben 10 anni prima di rivedere i due agenti in nero sul grande
schermo. Men in Black
3 è infatti arrivato al cinema nel 2012, dopo anni di
speculazioni a riguardo. Nel 2019 è invece stato realizzato Man
in Black: International, nuovo capitolo ma con personaggi
totalmente differenti.
Men in Black II è ricordato
prevalentemente per il suo grande fascino, capace di unire in modo
ancor più brillante la commedia e l’elemento fantascientifico.
Ancora oggi non manca di attrarre un pubblico di grandi e piccini,
tanto per le sue iconiche scene quanto per la presenza degli alieni
più strani possibili. Sono poi numerose le curiosità legate al
titoli, in particolare quelle relative al cast di attori che in
esso recitano. Proseguendo nella lettura, poi, sarà possibile anche
scoprire dove è possibile vedere in streaming il film.
Men in Black II: la trama del
film
Con gli eventi del primo film, gli
agenti J e K sono ora celebri all’interno dell’organizzazione per
essere stati in grado di salvare il mondo da un’invasione aliena. I
due dovranno però ora vedersela con una nuova forma di vita
extraterrestre, giunta sulla terra per portare a termine un’antica
missione. Si tratta di Serleena, una Kylotiana in cerca della Luce
di Zarthan, nascosta anni prima dai Men in Black per evitare che il
suo potere, in grado di distruggere la galassia, finisse nelle mani
sbagliate. L’alieno, il quale assume le sembianze di un’attraente
donna, inizia così la ricerca, lasciando però sul suo percorso una
serie di morti e indizi. Sarà proprio a partire da questi che
l’agente J tenterà di capire con chi ha a che fare stavolta.
Per poter essere sicuro di riuscire
nuovamente nell’impresa di salvare il mondo, questi avrà però
bisogno di avere accanto a sé il collega K. Questi, sentendosi
troppo vecchio per quel lavoro, aveva infatti deciso di farsi
cancellare la memoria, iniziando a svolgere l’attività di postino.
Dopo insistenti tentativi, J riesce a convincere il collega ad
unirsi a lui, aiutandolo a ricordare quanto aveva dimenticato. La
sua presenza si rivelerà fondamentale, poiché fu proprio K a
nascondere anni prima la Luce di Zarthan sulla terra. Le loro
ricerche li condurranno infine dalla giovane Laura, la quale sembra
essere colei che può indirizzarli verso l’oggetto tanto ambito.
Men in Black II: il cast del
film
Ad interpretare i due agenti
protagonisti del film non potevano mancare gli attori Smith e Lee
Jones. I produttori e il regista hanno infatti più volte dichiarato
che senza di loro il sequel non avrebbe mai potuto prendere vita. I
due, entusiasti dall’esperienza precedente si dichiararono però ben
disposti a riprendere i rispettivi ruoli, e il progetto prese così
vita. Smith ebbe però delle iniziali difficoltà a rientrare nei
panni dell’agente J. L’attore aveva infatti da poco finito di
girare Alì, dove interpreta il celebre pugile, e per la
parte aveva acquisito diversa massa muscolare. Per non risultare
eccessivamente imponente, si trovò dunque a dover smaltire molta di
questa così da assomigliare di più a come era nel primo film.
Ad interpretare il ruolo di Laura
Vasquez è invece l’attrice Rosario
Dawson, la quale si trovava qui a recitare per il suo
primo grande film hollywoodiano. Particolarmente celebre è invece
la presenza di Lara Flynn Boyle, che interpreta
l’alieno Seerlena. L’attrice, divenuta celebre grazie alla serie
Twin Peaks, aveva ottenuto il ruolo solo dopo che
l’attrice originariamente scelta si trovò a dovervi rinunciare.
All’interno della pellicola si ritrovano poi Rip
Torn, nel ruolo dell’agente Z, e Johnny
Knoxville, in quelli degli alieni Scrad e Charlie. È
infine celebre il cameo del celebre cantante pop Michael
Jackson, che compare brevemente nei panni di un alieno
dalle sembianze umane.
Men in Black II: il trailer e dove
vedere il film in streaming e in TV
Per gli appassionati del film, o per
chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne
grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali
piattaforme streaming oggi disponibili. Men in Black II è
infatti presente su Chili Cinema, Infinity e
Tim Vision. Per poter usufruire del film, sarà
necessario sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il
singolo film. In questo modo sarà poi possibile vedere il titolo in
tutta comodità e al meglio della qualità video, senza limiti di
tempo. Il film è inoltre in programma in televisione per
lunedì 18 ottobre alle
ore 23:25 sul canale
TV8.
Chi non ama Emma Stone? È una delle
star con più talento, più umorismo, più fascino di Hollywood. Dalla
voce particolare e dagli occhi immensi, è impegnatissima,
intelligente e ha una presenza naturale. Ha solo 28 anni, ma ha già
recitato in parecchi film, è una delle star più pagate di questa
generazione, e ha già vinto un Oscar. Ma non solo.
Cosa non sapete su Emma
Stone? Ecco dieci curiosità sull’attrice.
Emma Stone: i suoi film e le serie
TV
1. Emma Stone ha recitato
in celebri film. La prima parte al cinema arriva
con Suxbad – Tre metri sopra il pelo, il quale le permise di
ottenere grande visibilità. Seguirono poi La conigliera di
casa (2008), La rivolta delle ex (2009), Benvenuti a
zombieland (2009), Easy girl (2010) e
Amici di letto (2011). Il 2011 è un anno importante per lei:
escono Crazy, Stupid, Love e The Help. In seguito,
interpreta Gwen Stacy in The Amazing Spider-Man nel 2012, e
ancora nel sequel del 2014. Recita poi in Gangster Squad
(2013), I Croods (2013), Magic in the Moonlight
(2014) e Birdman o (L’imprevedibile virtù
dell’ignoranza) (2014). Nel 2015 compare in Sotto il
cielo delle Hawaii, nel 2016 recita in La La Land..
Successivamente recita in La battaglia dei sessi
(2017), La favorita (2018),
Zombieland – Doppio
colpo (2019) e Crudelia (2021).
2. Ha recitato anche in
alcune serie televisive. Nel corso della sua carriera
l’attrice ha avuto modo anche di recitare in alcune popolari serie
TV come Medium (2005), Malcolm (2006), Zack &
Cody al Grand Hotel (2006) e iCarly (2012). Nel 2018
è la protagonista femminile di Maniac, miniserie
disponibile su Netflix dove recita accanto a Jonah Hill.
Prossimamente farà poi parte di una nuova serie, intitolata The
Curse.
Emma Stone è Crudelia DeMon
3. Ha trovato alcune
difficoltà con il personaggio. Per dar vita alla celebre
Crudelia, tra i personaggi più noti e amati dell’universo Disney,
nonostante il suo essere un’antagonista, l’attrice si è preparata
ricercando la giusta caratterizzazione. Tra costumi, trucco, modo
di camminare e di parlare, l’attrice ha dato vita alla sua
personale visione di quell’eccentrica donna. Per la Stone,
tuttavia, un elemento mancante di non poco conto sono state le
celebri sigarette che il personaggio è noto fumare. La Disney,
infatti, ha bandito il fumo dai suoi film a partire dal 2007 e non
ha concesso alcuna eccezione.
4. È confermata anche per il
sequel. Dato il grande successo del film
Crudelia, la Disney ha confermato la realizzazione di un
sequel, che permetterà di approfondire ulteriormente le vicende di
Crudelia DeMon. In seguito anche la Stone ha confermato il suo
coinvolgimento nel film, nel quale riprenderà dunque i panni del
personaggio. L’attrice ha infatti affermato di essere rimasta
troppo affascinata da questo per non rivestirne ancora una volta i
panni e raccontare nuovi aspetti di lei.
Emma Stone e Ryan Gosling
5. Ryan Gosling e Emma Stone sono
stati fidanzati al cinema per ben tre volte (ma nella vita sono
solo ottimi amici). La prima apparizione insieme l’hanno fatta
nel 2011, in Crazy, Stupid, Love: nel quale la chimica tra
di loro era già alle stelle. In seguito, nel 2013, Ryan Gosling e
Emma Stone sono stati insieme nella Los Angeles degli anni Quaranta
di Gangster Squad. Il più grande successo della coppia è
ovviamente La La Land. I due non sono mai stati insieme
nella vita reale (deludendo moltissimi, moltissimi fan), ma sul
grande schermo sono diventati una delle coppie migliori di
sempre.
Emma Stone è hot
6. Emma Stone è una bionda
naturale. Una delle caratteristiche di Emma Stone che
risaltano di più sono i suo bellissimi capelli rossi. Hanno un
aspetto molto naturale, ma non lo sono: Emma Stone è infatti
bionda. Inizialmente, il suo primo manager aveva l’intenzione di
caratterizzarla come il tipo da cheerleader, ma non era il tipo di
personaggio che interessava all’attrice, la quale ottenne il primo
ruolo al cinema (Suxbad) poco dopo essersi tinta i capelli
di marrone scuro.
Emma Stone e Andrew Garfield in
Spider-Man
7. Ha avuto una relazione con il
noto attore. La vita privata di Emma è rimasta piuttosto
nascosta, anche con l’arrivo delle fama. Ma sappiamo che è stata
davvero la fidanzata di Spider-Man. Emma Stone e Andrew Garfield
si sono infatti conosciuti nel 2011 sul set di The Amazing
Spider-Man e, dopo poco, cominciarono ad essere avvistati
insieme anche fuori. I dettagli non furono mai divulgati, ma i due
vennero visti più volte mano nella mano, per circa quattro anni.
Nel 2015, poi, la coppia si prese una pausa, e si diffusero voci di
continui litigi tra i due. Ad aprile dello stesso anno confermarono
la fine della loro storia, per poi rimettersi insieme per qualche
mese. Ma, infine, i due si lasciarono di nuovo,
definitivamente.
Emma Stone, il marito e la figlia
8. Si è sposata e ha avuto
una figlia. Molto riservata circa la propria vita privata,
la Stone non è però riuscita a nascondere il suo aver intrapreso,
nel 2017, una frequentazione con Dave McCary,
regista e sceneggiatore del Saturday Night Live. I due si
sono poi fidanzati ufficialmente nel 2019, sposandosi l’anno
seguente. Il 13 marzo 2021, infine, l’attrice ha dato alla luce la
loro prima figlia, Louise Jean McCary.
Emma Stone: Instagram
9. Emma Stone non ha
Instagram. Sono tantissime le celebrità che non fanno alcun uso
dei social media: Jennifer Lawrence, Brad Pitt, Scarlett Johansson, George Clooney, Mila
Kunis, e tantissimi altri. In questo elenco si colloca anche la
Stone, la quale parlando con il Los Angeles Times, infatti,
ha espresso il proprio pensiero a riguardo: “è quel bisogno di
essere visti, e di essere approvati, in un certo senso, da qualcuno
che non conosci. E così le persone fanno domande sulla fama, o di
come ci si senta, e sembra che tutti sappiano com’è essere famosi.
Sembra che tutti coltivino le loro vite su Instagram o sui diversi
social media”.
Emma Stone: età e altezza dell’attrice
10.Emma
Stone è nata il 6 Novembre 1988 a Scottsdale, in Arizona, Stati
Uniti. L’attrice è alta complessivamente 1.68
metri.
Disney+ ha svelato che Hawkeye debutterà
con un doppio episodio il 24 novembre in esclusiva sulla
piattaforma streaming. Gli episodi successivi dell’attesissima
serie Marvel Studios in sei parti saranno
disponibili a cadenza settimanale, ogni mercoledì. Una nuova clip
di 60 secondi offre ai fan un’anteprima di Clint Barton e
Kate Bishop in azione.
Hawkeye è
la nuova serie originale Marvel Studios ambientata nella New
York City del post blip, dove l’ex Vendicatore Clint
Barton/Hawkeye (Jeremy
Renner) ha una missione apparentemente semplice:
tornare dalla sua famiglia in tempo per Natale. Ma quando si
presenta una minaccia dal suo passato, Hawkeye si allea suo
malgrado con Kate Bishop (Hailee
Steinfeld), un’abile arciera di ventidue anni nonché
sua grande fan, per smascherare una cospirazione criminale. Il cast
della serie include anche Vera Farmiga, Fra Fee, Tony
Dalton, Zahn McClarnon, Brian d’Arcy James e l’esordiente
Alaqua Cox nel ruolo di Maya Lopez. Diretta da
Rhys Thomas e dal duo di registi Bert e Bertie,
Hawkeyedebutterà in esclusiva su Disney+ il 24 novembre 2021.
Insieme al diluvio di ritardi
Marvel, la Disney ha spostato
indietro di quasi un anno Indiana Jones 5,
attualmente in fase di ripresa. Il film ancora senza titolo uscirà
il 30 giugno 2023 anziché il 29 luglio 2022.
Il principale cambio di date di
uscita arriva dopo che Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli ha
consolidato la sua posizione di successo al botteghino dell’Era
della pandemia e prima dell’uscita di Eternals,
che arriva da noi il 3 novembre e negli USA il 5. La revisione
della programmazione è correlata alla produzione e non ai ritorni
al botteghino, secondo fonti Disney.
Dal momento che la Marvel è diventata un universo
interconnesso e meticolosamente pianificato – che abbraccia dozzine
di film e diverse nuove serie televisive – qualsiasi ritardo nella
produzione provoca un effetto domino sul resto del franchise.
Ecco l’elenco completo dei
posticipi Marvel e Disney
Kate Upton è tra le
più famose e chiacchierate modelle di bikini del mondo. È diventata
famosa nel 2011 grazie ai servizi per Sports Illustrated,
e nello stesso ano ha cominciato la propria carriera d’attrice. Nel
2017, l’abbiamo vista in un cameo in The Disaster
Artist nei panni di se stessa, e l’abbiamo vista interpretare
Meg in Un urgano all’improvviso.
Cosa non sapete su Kate
Upton? Ecco dieci curiosità su di lei:
Kate Upton: carriera
1. È celebre come
modella. La Upton ha sempre saputo di voler fare la
modella. Kate ha firmato il proprio contratto con l’agenzia IMG
models nel 2010, e la sua carriera è decollata immediatamente. Kate
Upton è famosa per i servizi fotografici in bikini per Sports
Illustrated, ma è anche comparsa sulle copertine di Vogue,
Cosmopolitan, ELLE, GQ, Harper Bazaar, Esquire e tanti
altri, in diverse parti del mondo.
2. Ha recitato in diversi
film. Come anticipato, la Upton non è solo una modella, ma
anche un’attrice. È infatti comparsa per la prima volta al
cinema con Tower Heist – Colpo ad alto livello nel
2011, con Eddie
Murphy e Ben Stiller.
Successivamente ha recitato ne I tre Marmittoni nel 2011.
Dopo un paio di cortometraggi è poi comparsa in Tutte contro
lui(2014), con Cameron Diaz,
Wild Man (2017), Un uragano
all’improvviso (2017) e The Disaster
Artist(2017). Nel 2018, ha fatto la doppiatrice per
un episodio della serie Robot Chicken.
Kate Upton è hot
3. Kate Upton: hot, ma non
abbastanza per Victoria’s Secret. Quando Kate ha fatto il
provino per Victoria’s Secret, è stata scartata perché aveva una
faccia che “chiunque abbia i soldi può comprare“. Il
responsabile del casting, a riguardo, aveva detto che non l’avrebbe
mai usata per uno show, perché “troppo ovvia. È una ragazza da
terza pagina, o la moglie di un calciatore, con i capelli troppo
biondi“. Sicuramente, Kate ha avuto modo di rifarsi.
Kate Upton: in topless per
Sports Illustrated
4. Kate Upton: topless per
Sports Illustrated, e quella volta che ha rischiato la
vita. Nella copertina del 2013, Kate Upton è topless nella
neve in Antartide, e indossa solamente una giacca, e non sembra
essere in grande difficoltà. In realtà, ha rivelato, quel servizio
le è quasi costato la vita: tornata dal set, ha notato di avere
problemi di udito e di vista, perché “[il mio corpo] stava
lavorando così intensamente per scaldarsi” che stava per
cedere.
Kate Upton e Justin Verlander
5. È sposata e ha un
figlio. Nel 2011 si fidanzata con il lanciatore della
Major League Baseball Justin Verlander. Nel
novembre 2017 la coppia è poi convolata a nozze nei pressi di
Montalcino, in Toscana. Nel novembre dell’anno seguente è invece
nata la loro prima figlia
Kate Upton è su Instagram
6. Kate ama gli
animali. Chi segue Kate Upton su Instagram, avrà notato
che la modella è sempre in prima linea quando si tratta di
coccolare qualche cucciolo. A quanto pare, sia lei che il martio
Justin Verlander amano gli animali, anche se lui ha messo un limite
ai cani: non più di tre. Ma l’amore di Kate va oltre l’adottare
cuccioli: nel gennaio dell’anno scorso, sia lei che il marito hanno
preso parte al Penguin Awareness Day a Detroit.
7. Kate Upton, Instagram e
l’annuncio della gravidanza. Su Instagram, Kate ha 6.2
milioni di follower, e proprio sul social ha annunciato la propria
prima gravidanza. Ha postato una fotografia nella quale indossia un
completo rosso, e ha semplicemente taggato il marito e aggiunto
l’hashtag #PregnantinMiami. Anche il marito, Justin Verlander, ha
postato l’annuncio della gravidanza di Kate Upton su Instagram.
Inutile dirlo, i fan sono impazziti.
Kate Upton: altre curiosità su di lei
8. Gli altri talenti di Kate
Upton. Ha cominciato a lavorare alla propria carriera di
modella sin da quando aveva quindici anni, ma prima d’allora Kate
era anche una cavallerizza con qualche vittoria alle spalle.
9. Kate Upton e
Whirpool. Il bisnonno di Kate Upton è uno dei fondatori
della Whirpool Corporation. I due fratelli Frederick Stanley Upton
e Luois Upton fondarolo la compagnia nel 1911 insieme allo zio
Emory. Oggi, la compagnia vale miliardi.
Kate Upton: età e altezza dell’attrice
10. Kate Upton è nata il 10 giugno 1992 a St. Joseph,
nel Michigan, Stati Uniti. L’attrice e modella è alta
complessivamente 1.78 metri.
Dear Evan Hansen,
presentato alla Festa del Cinema di Roma 2021 nella selezione
ufficiale dell’evento di Antonio Monda, riporta al cinema la musica
e l’adolescenza, come non si vedevano da tempo.
Ah, l’adolescenza. Quel
periodo di transizione che nacque, da un punto di vista
cinematografico, col regista John Hughes durante
la metà degli anni ’80, e che nella storia della pedagogia e del
pensiero comune venne definita appena qualche ventennio prima.
Dear Evan Hansen, ovvero
l’adolescenza
Se ancora sospiriamo
sulle note di Don’t you forget about me dei Simple
Minds, e pensiamo a quanti sguardi fuori dai finestrini
abbiamo lanciato lontano chissà dove, seduti nei posti dietro in
macchina con mamma e papà, è perché sì, ci siamo passati tutti, ma
proprio tutti tutti. Quel tempo in cui, come recitano tante frasi
di esperti, si vuole essere come gli altri, ma ci si sente alieni
o, al più, brutti anatroccoli.
E lo sa bene
Stephen Chbosky, abile narratore della giovinezza
e di tutti i deliziosi drammi che trascina con sé. Apprezzato
scrittore del romanzo Ragazzo da parete, da
cui ha tratto e diretto il film Noi siamo infinito nel 2012, e regista
di Wonder del 2017, a sua volta tratto da un
libro, nel 2020 dirige Dear Evan Hansen il suo nuovo film che
parla proprio di tali drammi. Uscito nelle sale statunitensi meno
di un mese fa e presentato a Roma alla 16esima edizione della Festa
del Cinema, da noi approderà il 2 dicembre, ma in effetti la sua
storia arriva da lontano.
Nel 2015, infatti,
Dear Evan Hansen faceva il suo debutto come
musical a Washington, scritto da Steven Levenson,
che ha curato anche la sceneggiatura della versione
cinematografica, e con Ben Platt come attore
principale, lo stesso che oggi vediamo protagonista del film di
Chbosky.
La pellicola in questione
è quindi musicale e i testi son stati composti da Benj
Pasek e Justin Paul, vincitori nel 2017 del premio Oscar
per la miglior canzone del film La La
Land. E in effetti i pezzi che vengono
interpretati dal cast hanno un’ottima sonorità e sono pienamente
efficaci all’interno della narrazione: i ritmi e le melodie
accompagnano lo stato d’animo dei personaggi e sono tutti
ovviamente deliziosi.
Dear Evan Hansen, la
trama
La storia raccontata è
dunque quella dell’Evan Hansen del titolo (Ben
Platt, appunto), sfigato per antonomasia, sociopatico, che
riprende il liceo dopo l’estate con un braccio ingessato, e che la
sua mamma single, premurosa e lavoratrice a tempo pieno (Julianne
Moore) gli propone di far firmare ai compagni, così avrebbe un
pretesto per fare amicizia. Peccato che Evan sia davvero un ragazzo
insicuro, ed eviti quasi ogni contatto col mondo scolastico,
guardando tutti con lo sguardo basso, il capo sempre chino e le
spalle incurvate. Non è uno scherzo e quella voragine di solitudine
è resa in maniera molto chiara sin da subito.
Così, su suggerimento del
suo terapeuta, scrive una lettera d’incoraggiamento a se stesso,
che invia in stampa da un PC della biblioteca della scuola e che –
naturalmente – finisce nelle mani di Connor (Colton Ryan),
altrettanto problematico, che gliela sottrae spintonandolo e
tenendola per sé.
Da lì a pochi giorni
inizierà il susseguirsi di una serie di eventi sempre più
inaspettati per Evan, che coinvolgeranno i genitori di Connor
(Amy
Adams e Danny Pino), la sorella
(Kaitlyn Dever), per la quale ha una disperata e
insperata cotta da sempre e, chiaramente, l’intero universo del
liceo che frequenta, sul quale è poggiata tutta la sua identità, al
punto che ne arriva a dipendere il senso della sua vita.
Dear Evan
Hansen non è un teen movie americano. La fragilità che
viene mostrata è espressa nel modo più vuoto e desolante che possa
esserci, e le musiche e le parole delle canzoni non leniscono quel
che viene detto, anzi. Non è certo la prima volta che si ha a che
fare con la solitudine della gioventù sul grande schermo, e
senz’altro non è in questo il punto di differenza del film. La vita
di Evan è profondamente realistica e amara: non c’è poesia né
romanticismo. Ed è forse questo l’aspetto che fa di questo musical
un’opera sì discreta, ma che regala una sensazione di tenera
familiarità.
Ghostbusters:
Legacy, diretto da Jason Reitman e
prodotto da Ivan Reitman, il nuovo capitolo della saga originale
Ghostbusters.
Arrivati in una piccola città,
una madre single e i suoi due figli iniziano a scoprire la loro
connessione con gli Acchiappafantasmi originali e la segreta
eredità lasciata dal nonno. Ghostbusters:
Legacy è scritto da Jason Reitman & Gil
Kenan.
A più di trent’anni dall’uscita
nelle sale dell’iconico Ghostbusters, il cast
originale, composto da Bill
Murray, Dan Aykroyd, Ernie Hudson, Sigourney
Weavere Annie
Potts di nuovo insieme per ridar vita a una delle
saghe cinematografiche più amate della storia. Diretto da Jason
Reitman, il film sarà nelle sale dall’estate 2020 prodotto da Sony
Pictures e distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia. Tra i
protagonisti anche Mckenna Grace, Finn Wolfhard,
Carrie Coon ePaul
Rudd.
Ghostbusters:
Legacy, diretto da Jason
Reitman e prodotto da Ivan
Reitman, è il nuovo capitolo della saga
originale Ghostbusters. Arrivati in una piccola città,
una madre single e i suoi due figli iniziano a scoprire la loro
connessione con gli Acchiappafantasmi originali e la segreta
eredità lasciata dal nonno. Ghostbusters:
Legacy è scritto da Jason Reitman & Gil Kenan.
Spider-Man è stato
a lungo uno degli eroi di punta della Marvel:
ha subito molti cambiamenti nel corso degli anni, ma una cosa che
non è mai cambiata è il suo senso di responsabilità, che lo ha
sempre spronato a proteggere i più deboli da una serie di villain
pericolosi. Spider-Man è il tipo di eroe che si
getta in battaglia con qualsiasi nemico, non importa quanto potente
sia, combattendo fino alla resa di uno dei due.
Nel corso degli anni abbiamo però
assistito a una serie di episodi in cui Spider-Man ha fatto il
passo più lungo della gamba: ci sono infatti molti personaggi che
non è mai riuscito a battere, per una serie di ragioni differenti:
vediamo quali.
Spider-Man ha battuto un araldo di
Galactus, ma mai il Grande Uomo in persona
Galactus è
uno dei più potenti villain cosmici dell’Universo
Marvel. Spider-Man non ha avuto molto spesso a che
fare con esseri cosmici, ma qualche eccezione c’è stata. Ad un
certo punto, Spider-Man ha ottenuto i poteri di Capitan
Universo, che gli hanno garantito incredibili poteri
cosmici, i quali gli hanno consentito di battere
Firelord, un araldo di Galactus.
Spider-Man non si è interfacciato
direttamente con Galactus, ma è stato presente quando ha attaccato.
Benchè Spider-Man possieda notevoli capacità, queste si rivelano
praticamente inefficaci al cospetto della potenza di Galactus.
L’Arcano è troppo potente per
Spider-Man
Spider-Man ha fatto parte
sia di Secret Wars che di Secret Wars
II. Nel primo, ha combattuto dalla parte degli eroi contro
l’Arcano, ma nessun eroe o villain, tranne il
Dottor Destino, è riuscito ad affrontare l’Arcano
da solo. In Secret Wars II, l’Arcano, dopo aver assunto sembianze
umane, procedette a battere ogni eroe a cui andava incontro.
Spider-Man era uno di loro, ma non riuscì a fare più di tanto.
L’Arcano è un essere estremamente
potente e non c’era praticamente nessuno che potesse tenergli
testa. Questo non ha impedito a Spider-Man di provarci, ovviamente,
anche se ogni sforzo si è rivelato pressoché inutile.
Thanos non si è nemmeno degnato di
uccidere l’Uomo Ragno
Thanos
è un altro essere da cui
Spider-Man di solito sta alla larga, ma proprio come il resto
dell’Universo Marvel,
Spider-Man ci ha avuto a che fare durante Il guanto dell’infinito. Nonostante abbia
provato a combattere contro Terraxia, una donna
creata da
Thanos per amarlo perché la Morte lo ha rifiutato, lei lo ha
comunque battuto, colpendolo con un masso.
Il fatto che Thanos non abbia
voluto uccidere Spider-Man in persona la dice lunga. Spider-Man non
ha mai avuto la possibilità di avere una propria rivincita contro
Thanos e probabilmente non gli andrebbe neanche molto bene se
ne avesse la possibilità.
Spider-Man seppellì Fenomeno nel
cemento, ma senza riuscire a sconfiggerlo
Spider-Man e
Fenomeno hanno combattuto diverse volte e
Spider-Man è risultato vincitore, ma questo non significa che abbia
effettivamente battuto Fenomeno. La prima volta che ha combattuto
contro Fenomeno, è stato in grado di porre fine allo scontro
imprigionandolo nel cemento. La seconda volta ha avuto
l’aiuto di X-Force e, anche in quel caso, non si è
trattata di una vera e propria vittoria.
Spider-Man è più astuto del
Fenomeno e questo lo ha aiutato nei combattimenti, ma non è mai
stato in grado di batterlo realmente. Pochi eroi sono
effettivamente abbastanza potenti da poterlo batter e Spider-Man ci
è riuscito comunque meglio della maggior parte degli eroi in
battaglia contro l’inarrestabile.
Spider-Man ha combattuto Hulk e
non è mai andata bene
Hulk è uno
degli esseri più pericolosi sulla faccia della Terra. È noto per la
sua ira e rabbia distruttiva e, benché ci siano state svariate
versioni di Hulk nel corso degli anni, Spider-Man non è mai stato
in grado di batterlo, anche se questo non gli ha impedito di
provarci.
Spider-Man si è già interfacciato
con la furia di Hulk e ha cercato di contribuire a combatterlo.
L’agilità di Spider-Man e le sue capacità lo hanno aiutato ad
uscire dagli scontri, ma non sono comunque abbastanza per
poter competere con Hulk.
Red Hulk ha battuto tutti, incluso
Spider-Man
Dopo la sua prima
apparizione, Red Hulk aveva già lasciato una scia
di morti dietro di se, mentre gli eroi del MCU
cercavano ancora di capire chi fosse. Spider-Man e lui hanno fatto
squadra ad un certo punto, finendo però subito per lottare: anche
se hanno smesso di combattere prima che qualcuno vincesse, Red Hulk
ha sicuramente fatto molto meglio di Spider-Man.
Red Hulk e Spider-Man non vanno
molto d’accordo. Spider-Man ha dato il massimo contro Red Hulk, ma
quest’ultimo si è rivelato talmente potente da battere
chiunque.
Il Professor X è stato in grado di
battere Spider-Man
Durante il primo
Secret Wars, il resto degli eroi non si fidava
esattamente degli X-Men. Ad un certo punto,
Spider-Man li ha attaccati mentre stavano per unirsi a Magneto ed è
riuscito a battere l’intera squadra da solo. Si è rivelato un fatto
impressionante, ma il combattimento è finito quando il Professor X
è stato coinvolto. Usando i suoi poteri mentali, infatti, il
Professor X è riuscito a battere Spider-Man e a cancellargli la
memoria dell’accaduto.
I poteri telepatici del Professor X
gli permettono di vincere praticamente qualsiasi combattimento
contro chiunque senza protezione telepatica. La sua forza non
risiede nelle capacità fisiche, bensì nella mente. Le abilità di
Spider-Man non possono praticamente nulla contro il Professor
X.
Sabretooth è sempre stato davanti
a Spider-Man
Spider-Man e
Wolverine hanno avuto un rapporto altalenante.
Spider-Man ha vinto il loro primo scontro e i due si sono scontrati
diverse volte da allora, vincendo entrambi. L’Uomo Ragno non ha
avuto la stessa fortuna contro l’arcinemesi di
Wolverine, Sabretooth. I due non
si sono incrociati molto spesso, ma quando è successo, Sabretooth
ha avuto la meglio sull’Uomo Ragno. Il fattore di guarigione, la
forza e la ferocia pura di Sabretooth gli hanno permesso di battere
molti nel corso degli anni, incluso Spider-Man.
Magik era troppo per
Spider-Man
Spider-Man si è trovato a
combattere contro gli X-Men in diverse occasioni,
ma raramente ha combattuto contro alcuni dei membri più giovani del
gruppo, specialmente quelli dei Nuovi Mutanti. Cosi non è stato però in
Avengers Vs X-Men, quando si è scontrato con la
Forza della Fenice alimentata da Colosso e
Magik.
Riuscì a farli combattere i due
potenti Rasputin l’uno contro l’altro. Questo gli impedì di essere
ucciso da loro e diminuì la loro minaccia, dato che entrambi
persero il potere della Fenice dopo questo. Spider-Man ha quindi
vinto, ma senza effettivamente sconfiggere Magik.
Spider-Man non solo non ha battuto
Mefisto, ma ha anche fatto esattamente quello che Mefisto
voleva
Soltanto un altro
giorno è una famigerata storia di Spider-Man e ci sono
molte ragioni per non amarla. Uno di questi è il fatto che
Spider-Man, uno degli eroi dal cuore più puro dell’Universo
Marvel, in realtà è rimasto
irretito da uno degli accordi di Mefisto e
Spider-Man ha dato a Mefisto esattamente ciò che voleva.
Spider-Man non ha cercato di
combatterlo, si è solo inchinato a lui. Voleva così tanto che sua
zia guarisse che ha scambiato qualcosa di buono e puro con Mefisto.
Non solo non ha battuto Mefisto, e non è mai stato in grado di
farlo, ma ha praticamente eseguito alla lettera gli ordini di
Mefisto.
L’uscita di Miss
Marvel sembrava prevista per quest’anno, ma in
realtà ci sarà da attendere fino al 2022. La data ufficiale non è
ancora stata annunciata e con il rilascio in streaming di Hawkeye e
The
Book of Boba Fett non sembra possibile fare spazio anche
per Miss
Marvel. I fan si augurano di poter vedere il film già
all’inizio del nuovo anno, ma la star Mohan Kapur
(che interpreta il padre di Kamala, Yusuf) ha affermato
che la serie non arriverà fino a giugno/luglio. In ogni caso, nulla
è ancora certo fino all’annuncio da parte della Marvel.
In un recente dialogo coi fan sui
social, Kapur ha annunciato che la serie The
Marvelssi farà attendere fino all’inizio
dell’estate. La notizia è nella risposta ad un tweet: la star parla
di giugno o luglio 2022. I tempi in effetti potrebbero essere
corretti: The
Marvels uscirà nelle sale a luglio e l’arrivo di
Miss
Marvel nello stesso periodo o poco dopo potrebbe
condurre agilmente al sequel di Captain Marvel. Tuttavia, le tempistiche
risulterebbero troppo brevi per dare tempo ai fan occasionali di
aggiornarsi con la serie prima dell’arrivo del film al cinema.
Per ora la Marvel non ha ancora dichiarato la
programmazione del 2022 su Disney+,
ma viste le circostanze sembra che i fan dovranno attendere qualche
mese prima dell’arrivo di Miss Marvel. Sicuramente, fino
al 2022.
Miss
Marvel è l’annuncia serie tv in arrivo prodotta dai
Marvel Studios creata da Bisha K.
Ali per il servizio di streaming Disney+, basata sul fumetto
Marvel del personaggio Kamala
Khan/Ms. Marvel. Nel cast della serie
troviamo Iman Vellani
che interpreta Kamala Khan/Ms. Marvel. Protagonisti
anche Saagar Shaikh,Aramis
Knight, Matt Lintz Zenobia Shroff e Mohan
Kapur. La serie farà parte della Fase Quattro del MCU e servirà come una sorta di
prequel per il film The
Marvels (2022), in cui Vellani
riprenderà il suo ruolo di Khan insieme ad altri
membri del cast.