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Vision Quest: rivelati gli sceneggiatori della prossima serie MCU Disney+

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Arriva una nuova conferma che una serie Disney+ basata sul personaggio dei Marvel Studios Vision dal titolo Vision Quest è in lavorazione da un paio di mesi e, secondo un nuovo elenco, lo spettacolo ha trovato i suoi autori. Un nuovo post sul sito web della Writers Guild of America, ha rivelato che Megan McDonnell e Peter Cameron fanno parte della stanza degli sceneggiatori per la prossima serie, che è provvisoriamente intitolata Vision Quest.

Megan McDonnell non è estraneo al personaggio di Vision, avendo lavorato come sceneggiatore in WandaVision e avendo anche contribuito alla scrittura di The Marvels e Agatha: Coven of Chaos. Cameron è stato anche sceneggiatore per WandaVision ed è stato anche accreditato come sceneggiatore e produttore di Moon Knight e Werewolf By Night dei Marvel Studios .

I rapporti iniziali su Vision Quest non erano chiari se la serie avrebbe adattato l’attuale trama del fumetto dalla serie di fumetti Vision Quest , o semplicemente avrebbe continuato la storia in corso di Vision che si è sviluppata in tutto il MCU. L’ultima volta che i fan hanno visto Vision è stato negli episodi finali della serie Disney+ WandaVision, che ha visto la Visione smontata e rimontata in un nuovo corpo bianco, che è scomparso poco prima del finale della stagione.

Un rapporto di Deadline all’epoca notava che la serie si concentrerà su Vision “che cerca di riconquistare la sua memoria e umanità” e che nello show potrebbe apparire Wanda Maximoff di Elizabeth Olsen. È probabile che Paul Bettany riprenderà il ruolo di Vision.

Per i suoi sforzi nella serie tv WandaVision, Paul Bettany ha ottenuto una nomination ai Primetime Emmy Award come miglior attore protagonista in una serie limitata o antologica o in un film. WandaVision è ora disponibile in streaming su Disney+.

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Daredevil: Born Again, nuove foto dal set anticipano la storia delle origini di Kingpin

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Nuove foto del dietro le quinte dal set dell’imminente serie Disney+ dei Marvel Studios, Daredevil: Born Again, hanno trovato la loro strada online attraverso Twitter, e ci confermano alcuni rumors secondo cui l’atteso revival riguarderà la storia delle origini di Wilson Fisk/Kingpin.

Le foto dal set ci svelano il primo sguardo a una potenziale sequenza di flashback che coinvolge un giovane Wilson Fisk alle prese con alcuni bulli del quartiere. La tumultuosa infanzia del cattivo della Marvel è stata affrontata anche nella serie originale di Netflix, che ha evidenziato la relazione di Fisk con i suoi genitori.

La nuova serie Daredevil: Born Again

Daredevil: Born Again è descritto come un revival di 18 episodi della serie Netflix originale, andata in onda per tre stagioni.  Vedrà il ritorno delle star principali Charlie Cox e Vincent D’Onofrio mentre riprendono i rispettivi ruoli di Matt Murdock/Daredevil e Wilson Fisk/Kingpin. Entrambi i personaggi hanno fatto il loro debutto nel Marvel Cinematic Universe nel 2021, con Kingpin come guest star nella serie Disney+ Hawkeye e Matt Murdock che è apparso brevemente in Spider-Man: No Way Home. Cox ha anche recentemente recitato in due episodi di She-Hulk: Attorney at Law, dove ha avuto modo di mostrare un nuovo lato dell’eroe.

Jon Bernthal tornerà nei panni di Frank Castle/The Punisher. E’ molto probabile che non vedremo nulla della serie fino al Comic-Con del prossimo anno, anche se abbiamo la sensazione vedremo molte foto dal set di New York che ci permetterò di avere piccole anteprime della serie! Cox è chiaramente impegnato a interpretare un nuovo Daredevil per l’MCU e, se si devono credere alle voci recenti, potrebbe andare direttamente da Born Again a Spider-Man 4. Daredevil: Born Again debutterà su Disney+ nel 2024.

Renfield: l’ultimo trailer italiano del film con Nicholas Hoult e Nicolas Cage

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Il male non sarebbe eterno senza un piccolo aiuto. In Renfield, mostruosa avventura moderna del fedele servitore di Dracula, il candidato all’Emmy Nicholas Hoult (Mad Max: Fury Road, la saga di X-Men) interpreta Renfield, il tormentato aiutante del boss più narcisista della storia, Dracula (il premio Oscar® Nicolas Cage). Renfield è costretto a procurare le vittime del suo padrone ed a eseguire ogni suo ordine, per quanto spregevole. Ma ora, dopo secoli di servitù, Renfield è pronto a scoprire se c’è una vita al di fuori dell’ombra del Principe delle Tenebre. Se solo riuscisse a capire come porre fine alla sua codipendenza.

Renfield è diretto dal vincitore dell’Emmy Chris McKay (La guerra di domani, LEGO Batman – Il film) da una sceneggiatura di Ryan Ridley (la serie di Ghosted, la serie di Rick & Morty), basata su un’idea originale di Robert Kirkman, creatore di The Walking Dead e di Invincible.

Il film è interpretato dalla vincitrice del Golden Globe Awkwafina (The Farewell – Una bugia buona, Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli), dalla vincitrice dell’Emmy e candidata al premio Oscar® Shohreh Aghdashloo (Casa Saddam, La Casa di Sabbia e Nebbia), Ben Schwartz (Sonic, The Afterparty) e Adrian Martinez (I sogni segreti di Walter Mitty, Focus – Niente è come sembra).

Renfield è una produzione Skybound/Giant Wildcat, prodotto da Chris McKay, Samantha Nisenboim (co-produttrice, La guerra di domani), Bryan Furst (Daybreakers – L’ultimo vampiro), Sean Furst (Daybreakers – L’ultimo vampiro) Robert Kirkman e David Alpert (The Walking Dead). Il produttore esecutivo è Todd Lewis (manager dell’unità di produzione, Jason Bourne).

Nel romanzo classico di Bram Stoker, RM Renfield è stato presentato come uno dei detenuti del dottor Seward prima che la sua storia passata rivelasse che era in realtà l’avvocato di Dracula e il predecessore di Jonathan Harker. Fatto impazzire dal malvagio Conte, Renfield divenne il suo accolito volontario, credendo che un giorno gli sarebbe stato dato il dono della vita eterna.

Il personaggio è apparso nella maggior parte degli adattamenti del racconto ed è stato interpretato da artisti del calibro di Dwight Frye nel Dracula del 1931 e Tom Waits nella versione del 1992 di Francis Ford Coppola. In Dracula Morto e Contento di Mel Brooks, Renfield p interpretato da Peter MacNicol.

AIR – La Storia del Grande Salto, dal 6 aprile al cinema, anteprima il 31 marzo al Bif&st

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Al cinema da 6 aprile 2023 distribuito da Warner Bros. Pictures, AIR – La Storia del Grande Salto sarà presentato venerdì 31 marzo in anteprima nazionale al Bif&st.

Dal premiato regista Ben Affleck e con Matt Damon protagonista nel ruolo dell’anticonformista manager della Nike, Sonny Vaccaro, AIR – La Storia del Grande Salto racconta l’incredibile e rivoluzionaria partnership tra un giovane Michael Jordan e la nascente divisione dedicata al basket della Nike, capace di rivoluzionare il mondo dello sport, quanto la cultura contemporanea, con il lancio del marchio ‘Air Jordan’. L’emozionante storia racconta l’impresa di una squadra non convenzionale che, con in gioco il proprio futuro, compie una scommessa decisiva, la visione senza compromessi di una madre che conosce il valore dell’immenso talento di suo figlio e il ‘fenomeno’ del basket, diventato poi il più grande di tutti i tempi.

AIR – La Storia del Grande Salto – guarda il trailer

Tra le star di AIR – La Storia del Grande Salto lo stesso Affleck, nel ruolo del co-fondatore della Nike Phil Knight, Jason Bateman in quello di Rob Strasser, Chris Messina è David Falk, Matthew Maher è Peter Moore, Marlon Wayans è George Raveling, Jay Mohr è John Fisher, Julius Tennon è James Jordan, con Chris Tucker nel ruolo di Howard White e Viola Davis in quello di Deloris Jordan. Lo spettacolare cast include anche, Dan Bucatinsky e Gustaf Skarsgård.

Affleck ha diretto da una sceneggiatura di Alex Convery. AIR – La Storia del Grande Salto è prodotto da Peter Guber, Jason Michael Berman, Ben Affleck, Matt Damon, Madison Ainley, Jeff Robinov, David Ellison, Jesse Sisgold e Jon Weinbach, con Peter E. Strauss, Jordan Moldo, Kevin Halloran, Michael Joe, Drew Vinton, John Graham, Dana Goldberg e Don Granger come produttori esecutivi.

Il team dietro alla cinepresa di Affleck include anche il direttore della fotografia Robert Richardson, lo scenografo François Audouy, il montatore William Goldenberg, la costumista Charlese Antoinette Jones e il supervisore alle musiche Andrea Von Foerster.

Amazon Studios e Skydance Sports presentano, una produzione Artists Equity e Mandalay Pictures, AIR – La Storia del Grande Salto”.  Il film sarà nei cinema italiani dal 6 aprile distribuito da Warner Bros. Pictures.

Christian – Seconda Stagione, recensione dei primi due episodi

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Christian – Seconda Stagione, recensione dei primi due episodi

Torna su Sky e NOW Christian – Seconda Stagione, la serie Sky Original, un supernatural crime drama prodotto da Sky Studios e da Lucky Red in collaborazione con Newen Connect, scritto da Valerio Cilio e diretto da Stefano Lodovichi. Protagonista un superbo Edoardo Pesce nei panni del santo riluttante che dà il titolo alla serie.

Se per la prima stagione si era fatto mistero della fonte originale della storia, forse per evitare spoiler e anticipazioni che potessero rovinare il colpo di scena, ora si può dire senza timore che la serie è liberamente tratta da Stigmate, romanzo grafico di Lorenzo Mattotti.

Christian – seconda stagione: dove eravamo rimasti, cosa ci aspetta

Dopo una prima stagione sorprendente, siamo di nuovo a Città-Palazzo, regno magico e infimo, popolato da santi e dannati, un posto insolito e insidioso dove è cresciuto Christian, picchiatore del boss locale che, da un giorno all’altro, si ritrova con le stigmate e con la capacità di compiere miracoli, un dono che il nostro fatica ad accettare. Sulle tracce di questo “santo picchiatore” c’è Matteo, un diffidente postulatore del Vaticano dai metodi indubbiamente poco ortodossi che però scoprirà di potersi servire del dono di Christian per guarire suo figlio.

Ma se da una parte, il nostro eroe comincia a raccogliere il favore degli abitanti di Città-Palazzo grazie alla sua dote miracolosa, dall’altra il boss Lino vede minacciata la fedeltà al suo regno. Lo scontro con Christian lo porterà alla morte. Ed è qui che comincia la storia che verrà raccontata in Christian – seconda stagione, dal 24 marzo sul Sky e NOW.

Claudio Santamaria Christian - Seconda Stagione
©LUCIAIUORIO

Christian – seconda stagione, facce conosciute e facce nuove

A guidare il cast di questa serie atipica, che si muove trai generi, i piani dell’esistenza e lo stato di sonno e veglia c’è Edoardo Pesce, affiancato da Claudio Santamaria e Silvia D’Amico, tutti di ritorno dalla prima stagione, e con loro sono stati confermati Antonio Bannò, Francesco Colella, Gabriel Montesi, Giulio Beranek e Ivan Franek. Mentre, da debuttanti nel cast di Christian – Seconda Stagione, ci sono Laura Morante e Camilla Filippi.

La Nera contro il Biondo

Queste le pedine schierate dalla serie, per un nuovo ciclo di episodi che promette di esaltare tutto ciò che avevamo visto nella prima stagione. La morte del boss lascia un vuoto di potere che Christian potrebbe occupare, instaurando un suo regno, che sarebbe basato su regole nuove. Insomma, il nostro eroe ha la possibilità di diventare re e di scegliere le sue condizioni, realizzando così la profezia che il misterioso personaggio noto come Il Biondo, gli aveva predetto. È un angelo? È un diavolo? Non lo sappiamo, o comunque la serie ci mette nel dubbio perché gli para contro La Nera, una splendida Morante alle prese con un personaggio estremamente pragmatico, che dice di venire dal regno immortale ma che si comporta più come una divinità greca, volubile e interessata alla vittoria piuttosto che a ciò che è giusto o sbagliato. Lei diventerà la consigliera di Matteo, che viene tirato dentro a una partita a scacchi, o meglio, a tressette, e che lo vedrà schierarsi contro Christian, il salvatore di suo figlio.

Matteo e Christian diventano quindi le pedine umane nelle mani di questi giocatori ultraterreni, almeno da come viene importata la storia nei primi due episodi della serie insistono molto. Ma spuntarla sulla predeterminazione degli eventi c’è sempre il Libero Arbitrio, l’arma più potente che esiste nelle mani degli essere umani. Chi vincerà questa sfida?

Edoardo Pesce Christian - Seconda Stagione
©LUCIAIUORIO

Il contrasto come cifra contenutistica distintiva

Christian – seconda stagione continua a concentrarsi sul valore della scelta e di come siano queste che condizionano le nostre vite. Questo discorso molto alto si contamina con parentesi oniriche, momenti esilaranti e una componente importante di crime, così che il lavoro di attori e filmmaker è un continuo gioco di equilibrio tra l’infinitamente alto e l’infinitamente basso, tra gli scambi sanguinosi tra gli aspiranti al trono di Città-Palazzo, ai discorsi sull’esistenza dell’anima e del Libero Arbitrio, in un gioco di contrasti pasoliniano.

Basando il suo punto di forza sulle solide e ispirate interpretazioni degli attori, Christian – Seconda Stagione si conferma un prodotto ottimo, che trova proprio nel contrasto e nel dialogo tra gli opposti il suo cuore vivo. La battaglia tra Bene e Male è appena cominciata a Città-Palazzo, e l’aspetto interessante di questo scontro è che non si sa ancora con certezza quale sia la parte del Bene e quale quella del Male. Christian e in suoi amici dovranno imparare a riconoscerli e dovranno comprendere fino in fondo il potere della Scelta.

Ghostbusters: Firehouse inizia la produzione, prima foto ufficiale dal set!

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Sony Pictures ha confermato che la produzione del prossimo sequel di Ghostbusters: Firehouse del 2021 è ufficialmente iniziata. L’annuncio arriva con l’uscita della prima foto dietro le quinte, con lo sceneggiatore e regista Gil Kenan e il produttore esecutivo Jason Reitman. La foto dal set ha anche confermato l’attuale titolo provvisorio del sequel della commedia horror, Ghostbusters: Firehouse.

Ghostbusters: Firehouse dovrebbe ancora arrivare nelle sale entro la fine dell’anno, il 20 dicembre 2023, contrapponendolo direttamente all’adattamento cinematografico del musical The Color Purple . Inoltre, il sequel farà il suo debutto nello stesso mese di altri progetti di alto profilo come Wonka e Aquaman e il mondo perduto.

Ghostbusters: Firehouse
Fonte Twitter ufficiale © Ghostbusters

Ghostbusters: Firehouse è diretto da Gil Kenan da una sceneggiatura che ha scritto insieme a Jason Reitman. Il prossimo capitolo della storia della famiglia Spengler vedrà anche il ritorno del cast principale, tra cui Carrie Coon, Paul Rudd e Mckenna Grace, che in realtà è stato il primo membro del cast a confermare il suo ritorno.  In precedenza era stato confermato che il sequel di Ghostbusters: Afterlife tornerà ufficialmente a New York City, l’ambientazione originale del franchise. Dovrebbe anche svolgersi nel quartier generale della caserma dei pompieri che è stato protagonista dei primi due film di Ghostbusters e del riavvio di Paul Feig.

Il film del 2021 ha incassato in tutto il mondo oltre 200 milioni di dollari al botteghino. Ha interpretato Carrie Coon, Mckenna Grace, Finn Wolfhard e Paul Rudd. Ha anche visto il ritorno delle star del franchise Bill Murray, Dan Aykroyd, Ernie Hudson, Sigourney Weaver e Annie Potts.

Vera, la recensione del film di Tizza Covi e Rainer Frimmel

Vera, la recensione del film di Tizza Covi e Rainer Frimmel

Il peso del paragone continuo impedisce la libertà. Lo sa Vera Gemma, che per tutta la vita si è sentita giudicata, incompresa, oscurata. Al margine. Una donna forte ma al tempo stesso fragile, il cui riflesso del padre (Giuliano Gemma) non le ha mai permesso di spiccare realmente il volo. È sul desiderio di voler imporre la propria identità che i documentaristi Tizza Covi e Rainer Frimmel (Non è ancora domani, La pivellina) fondano Vera, con una narrazione che assume le fattezze di un documentario, ma che oscilla sempre fra realtà e fantasia.

Perché, come dirà la stessa Vera Gemma, è stato preso “in prestito” un episodio della sua vita per costruirci attorno un film che potesse apporre la propria attenzione sul riscatto. Sul dolore. E sulla cattiveria insita nella società. Presentato al Festival di Venezia, Vera è valso alla sua protagonista il premio come Miglior Attrice nella sezione Orizzonti, e arriva ora nelle sale cinematografiche dal 23 marzo distribuito da Wanted.

Vera, la trama

Vera si muove silenziosa in una Roma piena di vita. Frequenta posti esclusivi, boutique di lusso e persone dello spettacolo. Ma dentro di sé ha molte cicatrici e tanta sofferenza. Il suo autista, Walter, la accompagna ovunque, fino a quando un giorno non fanno un incidente con uno scooter. Rimane coinvolto un bambino, al quale Vera subito si lega, iniziandolo a frequentare nel tentativo di riparare al danno. Lo va a prendere a scuola, lo porta a casa, e spende del tempo anche il padre, Daniel, un uomo che non riesce a guadagnare molto per mandare avanti la famiglia. In parallelo, la donna continua a condurre la vita di sempre, fra provini falliti, rapporti nocivi e la figura dell’oramai defunto padre, Giuliano Gemma, che continua a seguirla come un’ombra.

Qual è il prezzo da pagare per poter essere sé stessi?

Ai suonatori un po’ sballati, ai balordi come me, a chi non sono mai piaciuta, a chi non ho incontrato, chissà mai perché”. Il film si apre con Dedicato di Loredana Berté, un brano che in qualche modo fornisce subito le linee guida della storia. Avvisa lo spettatore che questa è una storia difficile, malinconica, ma non per questo meno bella. Un racconto che pone la sua lente d’ingrandimento su una protagonista dai lineamenti del volto marcati, prova di una netta e dura ribellione nei confronti di chi la vorrebbe diversa. O peggio ancora la vorrebbe come il padre, il bell’attore del filone spaghetti western amato da tutti. Ma lei è un individuo autonomo e cerca di imporre la sua identità in una società che, invece, vorrebbe plasmarla in base ai propri gusti. Alle proprie esigenze. Al proprio modo, distorto, di vedere “i figli di”.

Perché la protagonista deve combattere quotidianamente con il giudizio che si formula sulla bocca di persone ignoranti e superficiali. Le quali, seppur non lo ammette, l’hanno portata sulla strada della chirurgia per potersi distaccare esteticamente, ancor di più, dall’immagine del padre. Come a voler loro fare uno sfregio. Una presa di posizione che però non è bastata per fermare gli occhi indiscreti, i complimenti indirizzati solo al padre o i provini falliti poiché non rispecchiante un certo canone di bellezza. Così la macchina da presa, che fin dalle prime battute aderisce completamente a Vera, ci porta nell’oscurità delle sue giornate, in cui incontriamo i rifiuti, i dolori ma anche le speranze di una donna che le prova tutte per non annegare.Vera recensione

Emanciparsi dall’etichetta

In una costante atmosfera da cinema neorealista, Vera ci conduce però non solo nei rapporti intimi che instaura, come quello con il bambino investito, ma anche nei suoi più profondi pensieri. Nel suo desiderio di volersi emancipare da quell’etichetta che, come le ricorda l’amica Asia Argento, necessita proprio di essere distrutta. Ma anche nel suo voler credere fortemente che, nonostante le esperienze avute, gli altri prima o poi vedranno lei prima ancora di vedere la gloria del padre. E che non la usino per un loro tornaconto personale, ma le stiano accanto solo perché spinti da un vero sentimento. È questa continua speranza nel genere umano che fa di Vera una donna tenace e delicata, ma soprattutto autentica. Un’autenticità sottolineata attraverso primi piani che fotografano il suo sguardo buono, pulito. Dentro al quale si manifesta una sincera voglia di credere nell’altro e nella sua buona fede.

Una speranza a cui troppo spesso si sostituisce la delusione. Perché in fondo, purtroppo, le persone si muovono solo per i propri interessi e mai per vero senso di altruismo. Seppur in alcuni frangenti pecchi di staticità e in pochi altri ci sia un’eccessiva finzione, Vera riesce dunque ad andare comunque a segno. Non vuole ingannare, né tantomeno essere una pellicola melodrammatica. Non ha guizzi narrativi o particolari intuizioni registiche e artistiche. Vuole solo esporre la condizione umana di una donna che cerca di combattere contro l’ipocrisia, l’empietà e i preconcetti. Che nonostante tutto rimane gentile, donandosi al prossimo senza porsi troppe domande. E ci riesce benissimo. Potremmo chiederci quanto ci sia di reale in quello che abbiamo visto. Potrebbe non piacerci lei. Ma il pensiero che dovremmo iniziare a essere meno giudicanti e più generosi d’animo nei confronti degli altri è imprescindibile dalla storia che vediamo sullo schermo.

Ghost of Tsushima, per Chad Stahelski sarà un “film sui samurai anti-samurai”

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Un adattamento cinematografico del videogioco di successo Ghost of Tsushima è in lavorazione da quasi un anno e, secondo il regista Chad Stahelski, chiamato a dirigere il progetto sarò un film anti-samurai.

In un’intervista con BroBible, Chad Stahelski, che ha anche diretto tutte e quattro i capitoli del franchise di successo di John Wick, ha fornito alcune informazioni sull’imminente adattamento del noto videogioco. Stahelski ha elogiato la storia del film in preparazione, definendolo “un film anti-samurai” e notando anche che programmi televisivi come The Last of Us hanno dimostrato che gli adattamenti dei videogiochi possono funzionare fintanto che ricevono amore e attenzione.

Rainbow Six, Ghost of Tsushima – ci sto lavorando. Entrambi sono progetti fantastici che spero davvero si realizzino“, ha affermato Stahelski. “Ma Ghost … ha una storia incredibile. È il film sui samurai anti-samurai. Ha grandi temi. Abbiamo molta spinta su questo e molto interesse perché il successo di Last of Us ci supporta, sì, la maledizione sugli adattamenti di videogioco a film è in qualche modo superata. Si può fare. Devi solo dargli amore e attenzione. E Ghost, probabilmente di tutti gli altri videogiochi [film] in fase di sviluppo, penso che sia quello che arriverà prima“.

Non è chiaro esattamente cosa intenda Stahelski per “film anti-samurai”, soprattutto considerando che Ghost of Tsushima è in gran parte incentrato sulla politica e la morale dei samurai in Giappone durante il 1200. Stahelski aveva precedentemente suggerito che spera di avere “un cast giapponese completo” e anche di realizzare il film in giapponese, anche se non si sa esattamente se queste speranze si realizzeranno o meno.

Christian – Seconda Stagione: intervista ai protagonisti

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Christian – Seconda Stagione: intervista ai protagonisti

Ecco la nostra intervista ai protagonisti di Christian – Seconda Stagione, la serie Sky Original, disponibile dal 24 marzo su Sky e Now. Con Stefano Lodovichi e Valerio Cilio, rispettivamente regista e sceneggiatore dello show, sono intervenuti Claudio Santamaria, Francesco Colella, Antonio Bannò e Gabriel Montesi che tornano per questa seconda stagione, e insieme a loro le new entry Laura Morante e Camilla Filippi.

Prodotta da Sky Studios e Lucky Red in collaborazione con Newen Connect, “la serie dei miracoli” torna con sei nuovi episodi di cui viene rilasciato oggi il teaser, per una nuova stagione interamente diretta da Stefano Lodovichi (anche produttore creativo, nonché fra gli sceneggiatori dei nuovi episodi) e che vede ovviamente riconfermati i protagonisti della prima, i vincitori del David di Donatello Edoardo Pesce (Dogman, Cuori puri, …altrimenti ci arrabbiamo!) e Claudio Santamaria (Freaks Out, Gli anni più belli, Lo chiamavano Jeeg Robot).

Con loro in Christian tornano Silvia D’Amico (Non essere cattivo, The place, Hotel Gagarin, A Casa tutti bene – La serie) nei panni di Rachele, ex tossica dal passato doloroso, miracolata da Christian e rinata a nuova vita, Antonio Bannò (Romulus, Suburra – La serie, Vita da Carlo) in quelli di Davide, erede dell’impero di Lino, il boss locale della prima stagione interpretato da Giordano De Plano, Francesco Colella(Padrenostro, Piuma, ZeroZeroZero, Vostro Onore) nel ruolo di Tomei, il losco veterinario di Città-palazzo, Gabriel Montesi (Favolacce, Romulus, Speravo de morì prima) è l’amico della compagnia di Christian, Penna, Giulio Beranek (L’Arminuta, Una questione privata, Il Cacciatore) e Ivan Franek (Il Re, Noi 4, La buca) ancora nei panni – rispettivamente – del carismatico Biondo e di Padre Klaus, esorcista che ha un conto in sospeso con Christian. Nei nuovi episodi anche Romana Maggiora Vergano (La promessa, Immaturi – La serie) che sarà di nuovo Michela, nella prima stagione morta e risorta per mano di Christian.

Due debutti assoluti nel cast della seconda stagione di Christian: quello di Laura Morante (Assolo, Ciliegine, Ricordati di me, A Casa Tutti Bene – La serie), che interpreterà la Nera, un misterioso personaggio pieno di sorprese, e quello di Camilla Filippi (La Stanza, In fondo al bosco, Viva l’Italia), che sarà Esther, una donna che non sembra vivere bene la presenza di Christian.

The Lighthouse: spiegazione del finale del film di Robert Eggers

The Lighthouse: spiegazione del finale del film di Robert Eggers

Uscito nel 2019, The Lighthouse di Robert Eggers ha stupito e sconcertato gli spettatori di tutto il mondo. Il film sperimentale interpretato da Willem Dafoe e Robert Pattinson indaga il deterioramento degli stati mentali di due guardiani del faro costretti a vivere per quattro settimane su un’isola deserta. Il film, diretto dal regista di The Witch, altro successo horror con Anya Taylor-Joy protagonista, ha seguito la strada dell’horror indie, ma si è fatto notare per la sua ambiziosa direzione creativa.

Oltre che per il suo stile unico, The Lighthouse si è distinto per la sua trama oscura e per la ricchezza dei temi trattati, elementi che si sono uniti per dare vita a un film avvincente, inaspettato e sconcertante. Con queste premesse, c’è molto da scoprire sulla trama di The Lighthouse e sul suo significato più profondo.

Di cosa parla The Lighthouse?

The-Lighthouse-castThe Lighthouse inizia con i personaggi di Willem Dafoe e Robert Pattinson, Thomas Wake e Ephraim Winslow, che si danno il cambio per quattro settimane su un’isola deserta per occuparsi della supervisione di un faro isolato. Ephraim deve sottostare agli ordini del veterano Thomas e occuparsi della maggior parte dei lavori manuali, mentre Thomas finisce per occuparsi solo del faro, senza mai permettere a Ephraim di salirci per nessun motivo. Quando il loro turno di quattro settimane sta per terminare, una tempesta devastante gli impedisce di ripartire. Ormai senza più provviste, i due finiscono per ubriacarsi di continuo: l’isolamento diventa la loro più grande rovina. Il tempo sembra perdere ogni tipo di significato e i due precipitano nella follia.

Il mattino successivo, Howard trova il diario di bordo di Wake, in cui quest’ultimo lo critica come dipendente ubriacone e incompetente e raccomanda che venga licenziato senza stipendio. Howard insiste di essere un gran lavoratore e chiede di poter entrare nel faro, ma Wake si rifiuta e lo sminuisce, così il giovane attacca il suo padrone: nel mentre, ha delle allucinazioni di una sirena, del vero Winslow e di un Wake simile a Proteo. Alla fine, Howard riesce a sottometterlo e lo porta nella buca alla base del faro per seppellirlo vivo. Wake descrive i pericoli di guardare la luce del faro prima di perdere conoscenza, ma Howard si impossessa delle chiavi per la torre. Una volta raggiunta la luce del faro, Howard ne rimane abbagliato: sentiamo urla inquietanti e squilibrate da parte del giovane, prima che precipiti giù dalle scale. Tempo dopo, vediamo un Howard a malapena vivo, che giace nudo sugli scogli con un occhio danneggiato, mentre uno stormo di gabbiani si ciba delle sue viscere.

I temi e il simbolismo di The Lighthouse

willem dafoeThe Lighthouse è molto più di un semplice film horror/thriller e lo dimostra il fatto che sia ricco di simbolismi e temi complessi. Partiamo analizzando come l’elemento tematico più evidente sia in realtà lo stile del film: Eggers ha deciso di girare in bianco e nero con un formato 1.19:1, che ha certamente aggiunto al film un’atmosfera claustrofobica e al contempo grintosa.

Vi è anche un forte sottotesto psicologico in The Lighthouse, con Eggers che ha ammesso di essere stato pesantemente influenzato dall’operato Carl Jung. Eggers ha giocato con il complesso edipico nella relazione tra i suoi protagonisti, in quanto Winslow è stato spinto a uccidere Thomas, che vedeva come una sorta di figura paterna. Il film incorpora anche un evidente simbolismo fallico, rappresentato dal faro stesso. Considerando che il film tratta di due uomini soli su un’isola deserta, i temi della sessualità e della mascolinità sono indubbiamenti fondamentali.

Tutto ciò si lega a doppio filo con l’influenza che la mitologia e il folklore esercitano sulla trama di The Lighthouse, in particolare i racconti dei marinai e  la mitologia classica, soprattutto la figura delle sirene. Oltre a questo, ci sono alcuni riferimenti importanti ad altri miti greci. Durante quella che sembra essere un’allucinazione di Winslow, egli vede Thomas adornato di tentacoli e creature marine: trasformazione estetica che fa riferimento a Proteo, il dio delle profezie che serviva Poseidone. Inoltre, quando Winslow riesce veramente a scorgere cosa si cela nel faro, precipita giù per le scale e muore: le sue interiora finiscono per essere mangiate dai gabbiani, un chiaro riferimento al mito di Prometeo, che rubò il fuoco degli dei e subì la conseguenza di vedere un’aquila mangiare il suo fegato ogni giorno.

Cosa vede Thomas nella luce?

La risposta a questa domanda è plurivoca e viene lasciata in sospeso da The Lighthouse. Poiché il film è fortemente basato sulla mitologia classica, la luce rappresenta sicuramente più un’idea astratta che un vero e proprio oggetto tangibile. Sebbene si possa ipotizzare che il faro racchiuda segretamente la presenza di una sirena, visti i continui accenni del film a queste creature, Eggers ha in reltà suggerito che la chiave di lettura va ricercata più che altro nella figura di Prometeo.

Se il personaggio di Thomas Winslow è basato su Prometeo, allora ha certamente sfidato un dio (analizzando Thomas Wake come Proteo), una volta avuto l’accesso al faro sacro. Per questo, è stato rapidamente e severamente punito precipitando verso la morte. Per tutta la durata del film, Winslow era alla ricerca di risposte su ciò che era realmente accaduto con l’ex partner di Wake e su ciò che Wake nascondeva nel faro. Ogni volta che si ritrovava a fissare la luce, almeno figurativamente, vedeva tutto: la verità, che gli era stata nascosta per tutto il tempo. Come ogni essere umano, Winslow non è riuscito a gestire questa conoscenza eterna ed è stato consegnato alla morte proprio perchè la verità rimanesse ignota.

Sebbene si tratti puramente di speculazioni, Eggers stesso è intervenuto sul finale di The Lighthouse, pur con una risposta sempre ambigua. In un’intervista a Vox, ha rivelato: “Ieri sera, durante una proiezione, qualcuno mi ha chiesto: “Perché non hai fatto vedere quello che Rob [Pattinson] vede alla fine del film?” E io ho risposto: “Perché se lo avessi visto, ti sarebbe toccato lo stesso destino””. Alla fine ha lasciato il finale all’interpretazione dello spettatore, come ogni buon mito precedente“.

Qual è il vero significato di The Lighthouse?

The-Lighthouse-significatoTrovare una vera risoluzione al finale di The Lighthouse è praticamente impossibile, anche se è proprio questo aspetto a fortificare l’unicità del film. Sebbene siano ravvisabili i temi principali della sua narrazione, tra cui l’isolamento, la follia e un’indagine sulla natura umana, il finale ambiguo del film delega allo spettatore la possibilità di trarre le proprie conclusioni. Forse Thomas Wake è veramente un dio, dato che riesce a fissare la luce ripetutamente e a sopravvivere, o forse è stato lentamente condotto alla pazzia da quella vista, portando anche i suoi compagni a uno stato mentale disturbato. Nel complesso, si tratta di un film che incorpora anche il genere fantastico, sollevando dunque più livelli di riflessione e aprendosi al dibattito post-visione.

Drag Race Italia arriverà su Paramount+

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Drag Race Italia arriverà su Paramount+

Paramount+ ha annunciato oggi che Drag Race Italia arriverà sul servizio di streaming in Italia e successivamente sarà disponibile, oltre che in Italia, anche negli Stati Uniti e in America Latina nel corso dell’anno. La notizia segue il recente annuncio di tre nuove edizioni di Drag Race in Brasile, Germania e Messico e di una Global Drag Race All Stars, che saranno disponibili su Paramount+ quest’anno nei rispettivi paesi.

“Drag Race è diventato un fenomeno globale e siamo stati onorati di essere presenti fin dall’inizio con il team incredibilmente talentuoso di RuPaul e World of Wonder”, ha dichiarato Chris McCarthy, Presidente/CEO, SHOWTIME/MTV Entertainment Studios & Paramount Media Networks. “Nell’espandere l’impronta globale di Paramount+, era importante riconquistare Drag Race nei mercati internazionali chiave costruendo anche una serie di competizioni interconnesse. Global Drag Race All Stars è come un Super Bowl mondiale per le Drag!”

“Con la terza stagione di Drag Race Italia siamo entusiasti di espandere la partnership con Paramount+ e Wow Presents Plus, e di continuare la nostra missione nel diffondere la gioia delle drag in tutto il mondo”, hanno dichiarato Fenton Bailey e Randy Barbato, CEO di World of Wonder.

RuPaul’s Drag Race, il reality più famoso della storia con 27 Emmy® Awards, è prodotto da MTV Entertainment Studios e dalla media company World of Wonder, pluripremiata agli Emmy Awards. La nuova stagione della versione italiana sarà prodotta da Ballandi.

The Big Door Prize, recensione della nuova serie Apple Tv+

The Big Door Prize, recensione della nuova serie Apple Tv+

The Big Door Prize, la nuova serie dramedy prodotta da Apple TV+ e tratta dal romanzo omonimo di M.O. Walsh racconta di una piccola cittadina di nome Deerfield che sta tentando di riprendersi dalla tragedia di un incidente automobilistico in cui un uno dei giovani più amati del luogo, Kolton, ha perso la vita. A un certo punto nell’emporio della cittadina compare MORPHO, una misteriosa macchina in grado di predirre il futuro delle persone scrivendo una sola parola in un biglietto azzurro. Da quel momento il comportamento degli abitanti sembra cambiare radicalmente, e questo influisce in maniera determinante anche su Dusty (Chris O’Dowd), sua moglie Cass (Gabrielle Dennis) e sulla loro figlia adolscente Trina (Djouliet Amara), che era impegnata con Kolton al momento della sua morte.

The Big Door Prize, un’occasione persa

Alla fine della visione completa di The Big Door Prize (guarda il trailer) si può piuttosto chiaramente parlare di occasione persa. Non tanto per la qualità complessiva dello show quanto per la notevole differenza di spessore che possiamo riscontrare tra le prime puntate e la seconda parte della stagione. La serie infatti nei primi episodi sfrutta l’idea fantastica per raccontare in realtà quanto i personaggi in scena si trovino a dover fare i conti con i propri rimpianti, con le piccole frustrazioni di tutti i giorni, con la malinconia soffusa di una vita che, pur agiata e in superficie tranquilla, non è comunque quella che molti di loro avevano sognato da giovani.

Sotto questo punto di vista in particolar modo le prime tre puntate si sviluppano attraverso un mix di commedia gentile e tono dolceamaro che fanno davvero sperare per il meglio. In particolar modo il protagonista interpretato da un efficace Chris O’Dowd, il parroco Reuben e il giovane Jacob (fratello gemello di Kolton) si rivelano personaggi in chiaroscuro di spesso drammatico preciso ed emozionante. Intorno a loro The Big Door Prize si dipana come una serie che indaga e riflette su quanto possa essere complessa anche la vita delle persone più comuni, le quali devono affrontare sfide di tutti i giorni caricando sulle proprie spalle le responsabilità nei confronti del prossimo e della comunità.

the big door prize castUna premessa non mantenuta

Superate però le prime, efficaci puntate The Big Door Prize si assesta su dei toni che spingono maggiormente verso la commedia di situazione non riuscendo più a raccontare il lato malinconico dei protagonisti delle varie puntate. L’effetto creato all’inizio si perde dunque dentro un tono medio che, pur contenendo alcuni momenti di divertimento scoppiettante, non ritrova la profondità dell’inizio. Non avendo letto il testo letterario di partenza – cosa che la serie ci ha comunque incuriosito a fare – non sappiamo se l’idea di dedicare potenzialmente ogni episodio a un personaggio diverso sia un’idea dei creatori.

A nostro avviso mantenere maggiormente al centro del racconto le dinamiche familiari che portano Dusty, Cass e Trina a confrontarsi avrebbe regalato una compattezza diversa al prodotto. In questo modo invece The Big Door Prize perde un vero e proprio centro narrativo tentando di seguire figure anche figure di contorno che tutto sommato avrebbero potuto (e dovuto) rimanere tali. Probabilmente una maggiore compattezza a livello di storytelling avrebbe aumentato la forza emotiva del racconto. Rimangono comunque le buone prove di attori consumati quali Chris O’Dowd (il quale sta sviluppando un modo di recitare dolceamaro di discreta efficacia) e soprattutto Gabrielle Dennis. Da tenere d’occhio anche il giovane Sammy Fourias, il quale interpreta Jacob regalandogli il giusto mix tra commedia e dramma introspettivo.

Non ci si annoia vedendo The Big Door Prize, tutt’altro. Si tratta di un altro feel-good show prodotto da Apple TV+ che non arriva di certo ai livelli di Ted Lasso (qui la recensione), ma che comunque sa allietare il pubblico nella mezz’ora di durata di ogni puntata. La discrepanza tra l’idea di partenza, il modo in cui viene sfrutta all’inizio e quello in cui viene “dimenticata” nel corso degli episodi successivi lascia il dubbio che avrebbe potuto essere qualcosa di memorabile, ma il risultato complessivo è tutt’altro che deludente.

John Wick 4, la recensione del ritorno di Keanu Reeves

John Wick 4, la recensione del ritorno di Keanu Reeves

Dopo l’exploit del 2014, come noto, l’ex killer di Keanu Reeves è diventato a furor di popolo il protagonista di una saga a lui dedicata. Che negli anni ci ha fatto viaggiare attraverso diversi mondi, attraversare diverse fasi e non pochi alti e bassi, fino ad arrivare al John Wick 4 che vedremo nei nostri cinema dal 23 marzo grazie a 01 Distribution. Si aspettava un gran finale, e in parte le attese non saranno deluse, comprese quelle dei fan che vorrebbero il viaggio non finisse mai (in attesa dello spin-off Ballerina a marzo 2024), ma in questo – per ora – ultimo capitolo si torna alle origini dell’anti-eroe in nero. Con qualche sorpresa.

John Wick, l’immortale, senza tregua

Lasciato per morto in un vicolo di New York, sapevamo che John Wick sarebbe tornato con l’aiuto del Re della Bowery di Laurence Fishburne, come lui assetato di vendetta e intenzionato a opporsi alla Gran Tavola. Per farlo, però, stavolta si dovrà lasciare la “città Dolente” dell’incipit dantesco, per la più classica delle quest. Che ci porterà in Giordania a conoscere il nuovo Reggente, a New York per scoprire il destino del Continental – e della coppia che lo gestiva, composta dall’immancabile Winston (Ian McShane) e il suo fidato Charon (l’appena scomparso Lance Reddick) – fino in Giappone e in Francia, dove vedremo svilupparsi le trame del crudele Marchese di Bill Skarsgård.

Lui il vero villain di questo quarto episodio della saga, soprattutto per il suo opporsi alla volontà di pace, di liberazione, di Wick, ormai provato dalla lunga lotta. Uno spietato e potentissimo deus ex machina, in grado di controllare la Gran Tavola e i suoi affiliati, compresi alcuni vecchi amici del solitario John, rassegnato a non potersi fidare di nessuno, o quasi.

John Wick 4: “l‘ultimo” combattimento

Come in una sorta di Game of Death, tutto è costruito per arrivare all’incredibile – e forse risolutivo – ultimo combattimento di Chen, ma nemmeno Bruce Lee avrebbe pensato di affrontare un percorso tanto articolato per raggiungere l’obiettivo. E non è un caso che, se in altre occasioni il nostro protagonista arrivava alla fine della sua Odissea mortalmente ferito e a rischio sopravvivenza, in questa lo si veda (semplicemente) stanco, come non mai, letteralmente esausto, dalle lungaggini alla quale hanno scelto di sottoporlo/ci Shay Hatten e Michael Finch.

john wick 4 keanu reevesLoro i due sceneggiatori chiamati a non far sentire la mancanza del creatore Derek Kolstad, la perdita del quale in parte fa sì che la storia vada dritta a un solo punto, per quanto tra molti innesti e digressioni, per essere in qualche maniera compensata da una estetica brutale, che alterna il minimalismo degli inizi con la ricerca di scenografie da videogioco a tratti vista nei sequel.

Di duello in duello, il viaggio continua

Una generale indeterminatezza è la miglior novità di questo John Wick 4, nel quale si ha sempre il dubbio sulle reali intenzioni o convenienze dei vari personaggi. A partire da quelli – molto importanti, forse anche per il futuro – del Caine di Donnie Yen e lo Shimazu di Hiroyuki Sanada (e sua figlia) che incontriamo al Continental di Osaka in una spettacolare sequenza. Una delle tante che infarciscono il film, che tra la mattanza nella discoteca berlinese e la sparatoria ‘contro mano’ dell’Étoile di Parigi, si concede momenti carichi di una autoironia palpabile, o dominante, come per la salita al Sacro Cuore con la quale dovrebbe mettersi la parola fine a una lunga corsa.

Che avrebbe potuto finire prima, vista la trovata da ‘Writers room‘ del duello, poco presentabile quanto a coerenza interna, ma definitiva quanto a funzionalità. In attesa di un possibile prossimo capitolo, prepariamoci a un ulteriore regolamento di conti con figure del suo passato o a una lotta definitiva per il trono di Re di New York, dove speriamo di veder tornare John, finalmente libero, per godersi la sua agognata e meritata pensione, magari con un nuovo cane.

Calo di diversità etnica nelle nomination ai Television Awards. I BAFTA si difendono: le donne bianche oltre i 40 anni rappresentano la diversità

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I BAFTA hanno celebrato il maggior numero di donne bianche anziane nominate come miglior attrice ai Television Awards, a fronte di un forte calo della diversità etnica nelle shortlist delle performance.

Tutte e sei le candidate nella categoria Attrice protagonista sono bianche, con alcuni che hanno osservato che Ambika Mod è stata trascurata per la sua interpretazione nella serie della BBC/AMC This Is Going To Hurt, serie che invece è stata nominata in altre sei categorie.

Alla domanda se i BAFTA avessero sperato in un risultato diverso, l’amministratore delegato Jane Millichip ha dichiarato: “C’è rappresentazione in quella categoria nel fatto che se si guarda all’età delle attrici e ai ruoli scritti per loro, otteniamo un dato straordinario. È qualcosa di cui abbiamo discusso a lungo nel mondo televisivo e cinematografico: i ruoli sono scritti per donne di età superiore ai 40 anni? Questo è un risultato davvero impressionante”.

Imelda Staunton (67 anni) è stata nominata per la sua interpretazione della Regina Elisabetta II in The Crown. Altri nominati includono Kate Winslet (47) per I Am Ruth, Billie Piper (40) per I Hate Suzie Too, Maxine Peake (48) per Anne, Sarah Lancashire (58) per Julia e Vicky McClure (39) per Without Sin.

Tutte e sei le attrici sono molto amate dai BAFTA. Staunton ha vinto un BAFTA nel 2005 ed è stata nominata altre tre volte; Winslet ha tre vittorie e cinque nomination precedenti; Lancashire ha due vittorie e altre tre nomination; McClure ha una vittoria e due nomination precedenti; Peake ha due nomination precedenti; Piper ha due nomination per le prestazioni precedenti.

Sara Putt, vicepresidente dei BAFTA e presidente del comitato televisivo, ha affermato che tutte le candidate donne “meritano” il loro posto nella rosa dei candidati. Mod non è invece riuscita ad arrivare alla nomination pur essendo stata riconosciuta come una delle migliori interpreti della stagione. È stata nominata come attore non protagonista ai Royal Television Society Awards, mentre la Broadcasting Press Guild l’ha nominata come migliore attrice.

Putt ha dichiarato: “I nostri premi sono un barometro di ciò che sta accadendo nel settore… Prenderemo i dati e le statistiche dai premi di quest’anno – nomination e vincitori – e questo farà parte delle nostre conversazioni su ciò che faremo l’anno prossimo. È una conversazione in corso.”

Il calo della diversità etnica segue la preoccupazione per i BAFTA Film Awards 2023, durante i quali 47 dei 49 vincitori sono stati bianchi. L’unica star nera sul palco era la co-conduttrice Alison Hammond.

Inganno, al via le riprese della nuova serie Netflix con Giacomo Gianniotti

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Sono partite questa settimana in Costiera amalfitana le riprese di INGANNO, la serie Netflix prodotta da Cattleya – parte di ITV Studios, diretta da Pappi Corsicato e con protagonisti Monica Guerritore e Giacomo Gianniotti, in arrivo solo su Netflix nel 2024.

Scritta da Teresa Ciabatti, Eleonora Cimpanelli, Flaminia Gressi, Michela Straniero, INGANNO è un thriller sentimentale che gioca tra la suspense, la rottura dei tabù e le verità scomode sull’amore. È la storia di un’appassionante relazione, in cui non mancano ombre e segreti, che mette in crisi le convenzioni sociali e gli equilibri familiari, sovvertendo il ruolo della maternità nella cultura mediterranea.

Gabriella (Monica Guerritore) è la proprietaria di un prestigioso hotel in Costiera Amalfitana, una donna elegante, fiera dei suoi sessant’anni e consapevole del suo ruolo. I suoi tre figli ormai sono grandi e la vita non sembra riservarle più molte sorprese, finché non incontra Elia (Giacomo Gianniotti): un ragazzo affascinante, vitale, libero, coetaneo del suo figlio maggiore, che esercita su di lei un fascino irresistibile, ma anche ambiguo e spaventoso. Nonostante la differenza di età, Gabriella si riscopre donna, amante…e per Elia sarà pronta a mettere in gioco tutto, anche il rapporto con i figli e la loro eredità.

INGANNO è basata sulla serie britannica Gold Digger, creata e scritta da Marnie Dickens e prodotta da Mainstreet Pictures, format distribuito da ITV Studios.

Per le attrici di La sirenetta e Peter Pan & Wendy i nuovi film rimedieranno agli stereotipi degli originali animati

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Sono in arrivo, al cinema e su Disney+, due nuovi remake in live action degli originali animati della Disney. Si tratta di La sirenetta e Peter Pan & Wendy. Il primo dei due, che uscirà al cinema il 24 maggio, ha fatto molto discutere per via della scelta di assegnare il ruolo della protagonista all’attrice di colore Halle Bailey, mentre il secondo, disponibile su Disney+ dal 28 aprile, ha a sua volta generato diverse polemiche per via della presenza di una Trilli di colore, interpretata da Yara Shahidi. Sembra però che i due film faranno molto di più che proporre tali personaggi con un’etnia differente rispetto alle rispettive versioni animate, andando ad abbattare gli stereotipi sessisti esistenti in quei Classici Disney.

Parlando della sua sirenetta, la Bailey ha detto di sentirsi “davvero entusiasta, perché abbiamo decisamente cambiato la prospettiva del suo desiderio di lasciare l’oceano per un ragazzo. Ora è molto più complessa di così. Riguarda se stessa, il suo scopo, la sua libertà, la sua vita e ciò che vuole. Come donne siamo fantastiche, siamo indipendenti, siamo moderne, siamo tutto e ancora di più. E sono contenta che La Disney stia aggiornando alcuni di questi temi”. La Shahidi, a sua volta, ha spiegato come l’imminente remake di Peter Pan corregga aspetti del film Disney originale.

“Penso che i remake debbano dimostrare perché vale la pena di essere rifatti in primo luogo, e avendo avuto la possibilità di guardare il film, credo che il regista David Lowery lo abbia aggiornato in un modo che  corregge anche il tipo di stereotipi che sfortunatamente vengono trasmessi attraverso quelle fiabe, come la rappresentazione indigena, che era errata nella versione animata”. Nel Classico Disney, infatti Peter Pan e i bimbi perduti entrano in contatto con una tribù indigena, raffigurata attraverso numerosi stereotipi. I due nuovi film in arrivo, dunque, offriranno una visione rinnovata di tali aspetti, ponendo maggior rispetto e attenzione ad essi.

Fonti: CBR, ScreenRant

Air: Matt Damon e Ben Affleck parlano della loro prima volta come attore-regista

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In vista dell’uscita dell’atteso Air, il 6 aprile, Ben Affleck e Matt Damon, hanno spiegato com’è stato per Affleck dirigere finalmente Damon in un progetto cinematografico. Come noto, i due sono amici sin da quando erano ragazzi e insieme hannno anche vinto l’Oscar per la miglior sceneggiatura originale nel 1998 per il film Will Hunting – Genio ribelle. Il loro nuovo progetto collaborativo, Air, è un film biografico sul venditore di scarpe Nike Sonny Vaccario (Damon), che mira ad ottenere un accordo promozionale con il debuttante Michael Jordan prima che diventi una leggenda. Affleck, oltre a dirigere il film, recita anche nei panni dell’uomo d’affari Phil Knight.

Durante una recente intervista, i due amici hanno commentato l’esperienza di aver finalmente trovato l’occasione in cui Affleck dirigere Damon per la prima volta. Scherzando tra loro, gli attori hanno discusso di come il loro lavoro su Air sia stato lo stesso di ogni altra volta in cui la coppia aveva collaborato precedentemente. “Abbiamo fatto diverse recite al liceo in cui lui diceva: “Amico, penso che dovresti farlo così”. – afferma Damon – “Mi ha diretto per qualcosa come quarant’anni. Onestamente, è stata una specie di progressione naturale. Abbiamo scritto un sacco di film, prodotto e recitato insieme per così tanti anni e decenni, quindi non è stato diverso lavorare in questo modo“.

Abbiamo ricevuto spesso questa domanda, continuo a pensare: “Avrebbe dovuto essere diverso?” Perché sembrava esattamente lo stesso di sempre. – spiega poi Affleck – E ciò che è stato davvero meraviglioso è che è stato così bello lavorare insieme, è stata una specie di sensazione del tipo “Dai, va tutto bene, amo gli attori, ti voglio bene, andrà tutto bene, tutti, prendetevi tutto il tempo che volete, fate quello che dovete fare e fatevi rispettare”, e in un certo senso diffondere quell’energia“. Alla luce di ciò, non resta che attendere dunque l’arrivo in sala di Air, per ritrovare i due amici insieme sul grande schermo.

Fonte: ScreenRant

Shazam! Furia degli Dei: Zachary Levi dà la colpa dell’insuccesso al marketing e ai fan tossici

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Come noto, Shazam! Furia degli Dei (qui la recensione) ha debuttato ben al di sotto delle aspettative al box office durante il fine settimana appena passato, affermandosi come il titolo con il peggior risultato di sempre per un film DCEU. L’attore protagonista, Zachary Levi, interrogato a riguardo, sembra avere le idee molto chiare su chi ha la colpa di tale flop: i fan tossici della DC e lo scarso marketing. Un commento su Twitter ha infatti chiesto all’attore se secondo lui i fan di Zack Snyder fossero contenti del deludente esordio al botteghino di Shazam 2, in quanto non vogliono supportare altri progetti della DC in seguito alla decisione di non portare avanti lo Snyderverse.

L’attore di Shazam! sembrava essere d’accordo con l’idea che il fandom tossico sia un fattore, ma ha anche indicato come grande colpevole il marketing del film. “Anche questo è vero. – ha scritto Levi – Triste, ma vero. Quanto ciò influenzi effettivamente il botteghino è difficile prevederlo. Ma penso che il problema più grande che stiamo riscontrando sia il marketing. Questo è un perfetto film per famiglie, eppure molte famiglie non ne sono a conoscenza. Il che è un grande peccato”. Levi non però è l’unico associato al sequel che ha detto la sua in seguito all’esordio poco brillante del film.

Il regista David F. Sandberg si è rivolto a Reddit per rispondere a un commento sulla performance del film dicendo: “Non è che sia una sorpresa. Ho visto dove stava andando a parare molto tempo fa“. Ad oggi il film ha incassato in patria appena 31,8 milioni di dollari, arrivando a 66,4 milioni a livello globale. Un risultato di molto al di sotto delle aspettative, considerando il budget di circa 125 milioni. Dopo l’insuccesso di Black Adam, dunque, continua la scia negativa della DC, la quale dovrà sicuramente rivedere la propria strategia distributiva.

Fonte: CBR

Il viaggio leggendario, la recensione del film con i DinsiemE

Il viaggio leggendario, la recensione del film con i DinsiemE

Prima c’era la tv. Rai Gulp, Disney Channel, Nickelodeon. Reti traboccanti di storie, programmi educativi, cartoons, telefilm per ragazzi. Era solo davanti a quegli schermi che i più piccoli riempivano il loro tempo. Adesso, invece, c’è anche YouTube, con personaggi e format tutti da scoprire. I canali di intrattenimento online per bambini sono nati in parallelo al progresso di internet, diventando un altro bacino attraverso cui inebriarsi di racconti fantasiosi e divertenti giochi.

L’approccio al pubblico junior, in tal caso, è per certi versi perfino più diretto e il cinema, che cerca di stare al passo con i tempi sviluppando nuove narrazioni, ha intercettato (quasi) subito questa modalità di fruizione, decidendo di trarne qualche vantaggio. E così, passando da un medium piccolo come lo schermo televisivo o il computer ad uno molto più grosso come quello del grande schermo, questi nuovi protagonisti – gli youtubers – sono riusciti ad ampliare il loro vasto e variegato mondo.

Il caso box office di gennaio dell’ultimo film dei Me contro Te nati dall’estro di Luì e Sofì, che ha visto un superamento di Avatar – La via dell’acqua a livello di incassi, ha fatto molto riflettere sulla direzione presa dal cinema italiano. Il quale sta sperimentando nuove strade per permettere all’industria di prendere una bella boccata d’aria e, in qualche modo, risollevarsi. E chissà se Il viaggio leggendario, primo film dei famosi youtubers DinsiemE, non ne ripeterà l’evento, rallegrando il nostro botteghino. La pellicola, diretta da Alessio Liguori, è tratta dall’omonimo libro dei due protagonisti, Erick Parisi e Dominick Alaimo, e sarà nelle sale cinematografiche dal 23 marzo.

Il viaggio leggendario, la trama

È una serata di pioggia. I DinsiemE (Erick Parisi e Dominick Alaimo) stanno dormendo sul divano, quando sentono bussare alla porta. È un postino (Herbert Ballerina) che consegna loro un misterioso pacco, dentro il quale la coppia trova un videogioco intitolato “Il viaggio leggendario”. Decidono così di provarlo, ma non appena lo avviano ne vengono risucchiati dentro. Approdati a Leggendaria, i DinsiemE saranno separati e dovranno affrontare una serie di livelli per poterne uscire fuori. Compito del duo sarà sconfiggere il Dottor Giniu, fratello del Dottor Timoti, il quale vuole impossessarsi dei tre amuleti dei Regni di Camelot, Atlantide e Diamante per poter essere l’unico regnante.

Un film dal target specifico

Il viaggio leggendario è un film che ben conosce il pubblico di riferimento. Per quanto possa apparire una pellicola per famiglie, è in realtà costruito con un linguaggio che solo lo spettatore infantile può decodificare. La recitazione dei protagonisti è caricaturale ma semplice, rimane invariata rispetto al suo format digitale, adatta per comunicare ai bambini e a loro soltanto. Tale approccio permette ai piccoli spettatori di interfacciarsi con una narrazione in cui già si riconoscono e amano, e che consente loro di vivere le stesse emozioni ma in maniera molto più amplificata e suggestiva. Alessio Liguori, con una regia basica e colorata, costruisce sullo schermo un mondo fantasioso e magico, in cui far rivivere al pubblico – come lui stesso dice – sia la scoppiettante storia dei Dinsieme che l’avventura dei parchi tematici. Sfruttando i paesaggi meravigliosi del Bel Paese, vengono rappresentati i Tre Regni di Leggendaria, Camelot, Atlantide e Diamante, in cui il frizzante duo si muove per superare i livelli del videogioco in cui è finito.

Buono persino il bilanciamento fra effetti meccanici e digitali, i quali restituiscono una composizione visiva tipica delle pellicole amate dal regista, da Star Wars a Ritorno al futuro. Anche la scrittura dei dialoghi rimane fedele ai contenuti presenti sul web, con quella giusta dose di ironia fanciullesca in grado di sviluppare molti momenti di divertissement. A cui si alternano, mai smorzando i toni ludici della pellicola, attimi di riflessione sull’essere se stessi, sullo scoprirsi insieme e tendersi la mano. Un argomento che calza a pennello considerato il target in erba a cui si rivolge. Il motto di Erick e Dominick “l’unione fa la forza” diventa così il cuore pulsante dell’intera opera. Partendo dalla scoperta di sé e delle proprie abilità, dall’affrontare paure e insicurezze, i protagonisti si ricongiungono verso la fine per affrontare insieme, con più consapevolezza e tenacia, i villain di Leggendaria.

Il viaggio leggendario, grazie alla sua freschezza e vivacità, riesce dunque a veicolare messaggi importanti in modo chiaro ed elementare, non sfociando mai nella noia e risultando sempre ben leggibile allo sguardo dei bambini. Un prodotto confezionato con sapienza per chi dall’altra parte lo fruisce, il cui ritmo serrato mantiene alta l’attenzione e il coinvolgimento. Non sorprenderebbe, quindi, se schizzasse in cima alla classifica delle pellicole più viste già al primo weekend di proiezioni.

Justice League Dark: il regista di M3GAN rivela la trama del suo film mai realizzato

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Il regista Gerard Johnstone, ha condiviso nuovi dettagli sulla trama del suo film Justice League Dark ed ha espress il proprio interesse a tornare sul tale progetto, attualmente scartato nel futuro, per il DC Universe di James Gunn. La DC, come noto, ha tentato molte volte di realizzare un progetto sulla Justice League Dark, prima con Guillermo del Toro e poi con J.J. Abrams, i quali avevano firmato ciascuno per portare sul grande schermo una propria versione di quel gruppo di supereroi, senza però riuscirci. Johnstone, che ha recentemente diretto il grande successo horror M3GAN, era a sua volta in procinto di scrivere la sceneggiatura prima che le deludenti performance al botteghino di Justice League e Suicide Squad portassero la DC a scartare il film.

Promuovendo ora l’uscita in home-video di M3GAN, Johnstone ha rivelato a ScreenRant ulteriori dettagli sulla sua sceneggiatura di Justice League Dark, spiegando perché il progetto è stato scartato e fornendo dettagli intriganti sulla trama che dipingono Zantana come il protagonista principale del film, così come le sue speranze di parlare con Gunn del film per eventualmente poterlo realizzare all’interno del nuovo DC Universe. “Quello è stato un periodo difficile per la DC. – ha affermato il regista – Mi è stato detto che non volevano spendere soldi per un altro film con un mucchio di personaggi di cui nessuno ha sentito parlare, e lo capisco.”

“Ero a metà del processo di scrittura della sceneggiatura, con Deadman, Swamp Thing, Constantine, Zatanna. Quest’ultimo sarebbe stato personaggio principale, perché sta scoprendo i suoi poteri magici per la prima volta e i personaggi dovevano andare tutti all’inferno per prendere il padre di Zatanna.“. Sono naturalmente in molti a sperare nell’effettiva realizzazione di un film sulla Justice League Dark, la quale potrebbe perfettamente trovare posto nel DC Universe di James Gunn, il quale non ha mai nascosto di apprezzare tale squadra di antieroi. Non resta dunque che attendere per scoprire se tale progetto riuscirà finalmente a prendere forma.

Fonte: ScreenRant

Daredevil: Born Again, l’ex sceneggiatore crede che sarà una quarta stagione della serie Netflix

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Daredevil: Born Again potrebbe essere semplicemente una quarta stagione della serie Netflix, almeno stando a ciò che ha dichiarato Erik Oleson, uno degli showrunner dell’adattamento televisivo di Daredevil di Netflix.

In un’intervista con ScreenRant, Oleson ha discusso di come il futuro del personaggio potrebbe non essere completamente separato da ciò che è accaduto prima. Disney+ espanderà il mondo dell’eroe, nella sua prossima serie televisiva, Daredevil: Born Again, con Charlie Cox che torna nei panni di Matt Murdock dopo le sue comparsate in Spider-Man: No Way Home e in She-Hulk: Attorney At Law. Ufficialmente, il progetto non è un sequel diretto dello show lanciato da Netflix nel 2015. Ma Oleson sente che c’è una sorta di connessione spirituale che collega le due storie:

“Faccio il tifo per loro. Non ho nessuna informazione privilegiata. Sapevo che sarebbe successo solo dai passaparola tra gli amici coinvolti con la famiglia Marvel. Ma davvero non so ancora cosa stiano pianificando. Abbiamo usato pezzi di Born Again nella nostra stagione. Lo chiamo ancora [Daredevil: Born Again] stagione 4, ma stanno cercando di insistere che non lo sia, quindi andrò d’accordo con qualunque titolo vogliano dargli.

Sono molto felice che Charlie e Vincent, e si spera che altri nostri amici della Marvel, avranno la possibilità di partecipare alla serie. Sono un loro grande fan; Sono un grande fan dello show. Non vedo l’ora di vedere di cosa si tratta. Spero sia fantastico, mettiamola così.”

Mentre è bello sentire Oleson affermare che le avventure di Daredevil continueranno in qualche modo senza deviare troppo da quanto già stabilito per il personaggio, c’è ancora parecchio scompiglio tra le opinioni dei fan a causa del fatto che, pare, Karen Page (Deborah Ann Woll) e Foggy (Elden Henson) non dovrebbero tornare per la serie Disney+. Se questa versione di Matt Murdock è davvero quella che è stato presentato al pubblico nel 2015, dovrebbe esserci una buona ragione per cui non dovrebbe più accompagnarsi con i suoi migliori amici. Tuttavia, i fan vedranno alcuni volti familiari nella serie.

È stato recentemente annunciato che Jon Bernthal, che ha interpretato il Punitore nella serie Netflix originale, riprenderà il ruolo nel progetto Disney+. Il vigilante ha incrociato la strada con Daredevil durante la seconda stagione dello show, dove i due si sono scontrati riguardo ai loro diversi punti di vista per portare giustizia. Punisher non sarà l’unico cattivo a tornare, poiché Vincent D’Onofrio tornerà nel ruolo di Kingpin. L’attore è apparso in precedenza nei panni di Fisk in Hawkeye del 2021.

Damon Lindelof fuori dal suo progetto di Star Wars per il cinema

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Damon Lindelof fuori dal suo progetto di Star Wars per il cinema

Deadline ha confermato la segnalazione di Above the Line secondo cui gli sceneggiatori Damon Lindelof e Justin Britt-Gibson hanno entrambi lasciato il loro film di Star Wars, che era ancora senza titolo. Il progetto, che sarà diretto da Sharmeen Obaid-Chinoy, sta però ancora andando avanti alla Lucasfilm.

Inoltre, nonostante l’uscita di Lindelof dal progetto, è stato riferito che il film sarà annunciato ufficialmente ad aprile durante la Star Wars Celebration di quest’anno. La trama del film rimane in gran parte misteriosa, ma le prime indicazioni suggeriscono che il progetto è incredibilmente importante per Lucasfilm per una grande ragione. Si dice che il film avrà luogo dopo Star Wars: L’ascesa di Skywalker e conterrà i personaggi della trilogia del sequel. Se fosse vero, questo segnerebbe la prima volta che i personaggi dei film più recenti torneranno nel franchise. Inoltre, sarebbe probabilmente il prossimo lungometraggio di Star Wars ad arrivare nei cinema.

La lista di progetti Stars Wars destinati al cinema ha dovuto affrontare significativi problemi negli ultimi tempi, problemi legati a uscite dai progetti “per ragioni creative”. Recentemente, è stato riferito che il misterioso progetto di Star Wars del presidente dei Marvel Studios Kevin Feige, scritto da Michael Waldron di Doctor Strange and the Multiverse of Madness, non stava più andando avanti. Inoltre, Patty Jenkins non avrebbe più diretto il film sul Rogue Squadron precedentemente annunciato, oltretutto il progetto è stato accantonato a tempo indeterminato. Le ragioni esatte delle loro cancellazioni premature rimangono poco chiare. Detto questo, sembra che lo studio sia determinato a far decollare il film di Obaid-Chinoy nonostante l’assenza di Lindelof e Britt-Gibson.

Sebbene la notizia arrivi inaspettata, non è del tutto sorprendente. Durante un’intervista con /Film, Damon Lindelof ha sottolineato la difficoltà di entrare nell’universo di Star Wars e ha accennato all’inutilità di realizzare il progetto:

“Dirò solo che per ragioni che non posso approfondire, il grado di difficoltà è estremamente, estremamente, estremamente alto. Se non può essere eccezionale, non dovrebbe esistere. Questo è tutto ciò che dirò, perché è il primo film che ho visto seduto in grembo a mio padre, a quattro anni, nel maggio del 1977. Penso che sia possibile che a volte quando tieni qualcosa in così grande rispetto e stima, cominci ad entrare in cucina e dici semplicemente: “Forse non dovrei cucinare. Forse dovrei solo mangiare”. “

Avengers: Secret Wars, il film potrebbe essere diviso in due parti

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Sembra proprio che i fan della Marvel potrebbero dover aspettare un po’ più del previsto per assistere alla conclusione di Avengers: Secret Wars. Secondo quanto riferito da alcune fonti, i Marvel Studios starebbero discutendo della possibilità di dividere l’imminente epico film sugli Avengers in due film, con la seconda metà ritardata dunque fino alla ancora non annunciata Fase 7. Secondo Inside the Magic, infatti, affidabili addetti ai lavori hanno riportato che i Marvel Studios stanno riconsiderando il modo migliore per distribuire Secret Wars e l’opzione più quotata sarebbe proprio quella di dividere l’epico finale della Multiverse Saga in due parti.

Se questa sarà davvero l’opzione portata avanti dalla Marvel, Secret Wars Part II e la fine dell’intera Multiverse Saga sarebbero dunque ritardati di “alcuni anni“. Al momento, naturalmente, i Marvel Studios e la Disney non hanno risposto a tali notizie, il che significa che i fan dovrebbero prendere queste affermazioni con le pinze. per adesso. Attualmente, Avengers: Secret Wars è programmato per arrivare come un unico film sul grande schermo il 1 maggio 2026. Si tratterà come noto della conclusione della già citata Multiverse Saga, anche se allo stato attuale si sa molto poco della sua trama e dei personaggi che saranno coinvolti.

È però certo che i fan aspettavano da tempo notizie riguardo un potenziale adattamento live-action dell’iconica serie di fumetti, che vede vari eroi e cattivi Marvel essere presi da un’entità cosmica nota come The Beyonder, e portati a scontrarsi su un pianeta chiamato Battleworld. Non sappiamo se sarà effettivamente questa la vicenda alla base di Secret Wars, ma è logico pensare che rappresenterà un’epica conclusione di questa Multiverse Saga e che offrirà dunque uno scontro di proporzioni epiche, similmente a quanto avvenuto in Avengers: Endgame. Resta ora da scoprire se tale scontro sarà diviso in due film o no.

Fonte: CBR

Taron Egerton fortemente intenzionato a portare avanti il franchise di Kingsman

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Taron Egerton sarà pure un attore candidato all’Oscar, ma non dimentica le sue radici come ragazzo cockney diventato super spia e vorrebbe davvero fare un altro tentativo con il franchise di Kingsman con il regista Matthew Vaughn. Egerton si è fatto un nome in Kingsman: The Secret Service nei panni di Eggsy, che viene reclutato da Harry Hart (Colin Firth) per diventare un membro di Kingsman, una società segreta formata durante la prima guerra mondiale per proteggere il Regno Unito e il mondo, dalle minacce globali. Ha ripreso il ruolo in Kingsman: The Golden Circle ed è destinato a tornare ancora una volta in (quello che potrebbe essere chiamato) Kingsman: The Blue Blood.

Parlando con Steve Weintraub di Collider durante il suo tour stampa per l’imminente Tetris, l’attore ha confermato di desiderare di tornare al personaggio di Eggsy per un altro round e di avere le sue idee per le direzioni in cui dovrebbe muoversi la trama. Egerton ha spiegato: “Ho un’idea per Kingsman. Ho la mia idea che vorrei presentare a Matthew, e penso che accadrà presto, ma ha le ruote in movimento su una sua grande idea. Quindi chissà, sai? Chissà dove atterrerà?”

Per quanto riguarda i piani di Vaughn che Egerton ha anticipato, dopo l’uscita di The King’s Man nel 2021, lo sceneggiatore-regista ha condiviso di avere grandi progetti per la dinamica tra Eggsy e Harry. Il duo ne ha passate tante, con Harry che muore, torna in vita e perde brevemente la memoria, e sembra che Vaughn abbia intenzione di mettere alla prova la loro relazione nel trequel.

In linea con queste dichiarazioni, durante l’intervista con Collider, Taron Egerton ha condiviso che gli piacerebbe vedere Colin Firth tornare al suo fianco un’ultima volta, aggiungendo che voleva rendere giustizia al ruolo che gli ha dato la sua grande svolta, dicendo:

“[Vaughn] ha tutte le intenzioni di farcela, e io ho tutte le intenzioni di interpretare Eggsy ancora una volta. È sempre stato quello che ho pensato di impegnarmi a fare. È il ruolo che mi ha dato un nome, quindi suppongo, in un certo senso, voglio solo che sia assolutamente giusto se lo facciamo di nuovo, e voglio che la storia renda giustizia alla parte che ha davvero cambiato la mia vita.

Voglio che sia un finale appropriato. E, ovviamente, spero davvero che Colin [Firth] torni almeno per una parte, e chi lo sa? Bisognerà vedere, ma abbiamo in programma di parlarne, in realtà, la prossima volta che ci vediamo, quindi chi lo sa?”.

Kingsman 3 svelerà un nuovo capitolo per l’agenzia di spionaggio britannica, dopo la sua distruzione in Kingsman: The Golden Circle che finisce per essere salvata da The Statesmen (l’equivalente americano di Kingsman), agenzia che ha fornito a Eggsy e Harry i mezzi per ricostruire da zero. Un prequel, The King’s Man, è stato distribuito nel 2021 e basandoci sulla scena post-credit, Vaughn ha in programma di espandersi anche in quell’angolo dell’universo.

Oltre a Taron Egerton e Colin Firth, l’universo di Kingsman ha accumulato una lista di cast piuttosto impressionante in Kingsman, Kingsman: The Golden Circle e The King’s Man, con nomi come Pedro Pascal, Daniel Brühl, Ralph Fiennes, Mark Strong, Halle Berry, Michael Caine, Julianne Moore, Jeff Bridges, Elton John, Gemma Arterton, Samuel L. Jackson, Rhys Ifans, Sofia Boutella, Tom Hollander, Stanley Tucci, Djimon Hounsou, Aaron Taylor-Johnson, Channing Tatum, Charles Dance e Matthew Goode sono apparsi nei vari film.

Avatar 3: il film introdurrà almeno due nuovi popoli Na’vi

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Avatar 3: il film introdurrà almeno due nuovi popoli Na’vi

Con l’uscita in sala di Avatar – La via dell’acqua, lo scorso dicembre, la saga cinematografica ideata da James Cameron e ambientata sul pianeta Pandora ha ripreso il via, con anche altri tre capitoli annunciati e in arrivo nei prossimi anni. Il primo di questi sarà Avatar 3, ancora senza titolo ufficiale, che come noto introdurrà importanti novità, a partire dal primo popolo Na’Vi caratterizzato come “cattivo”, ovvero il Popolo della Cenere. Sappiamo ancora pochissimo di questo e dei personaggi che lo comporranno, ma sembra ora che non si tratterà dell’unica nuova cultura che il film introdurrà nella saga.

Durante una conferenza stampa per promuovere l’uscita in digitale di Avatar – La via dell’acqua, il produttore Jon Landau ha affermato che Avatar 3 esplorerà nuove culture Na’vi, spiegando anche che insieme ai nuovi introdotti i Metkayina, ovvero il popolo dell’acqua, continueranno ad essere una parte importante della storia di Avatar. “Ogni film introduciamo nuovi biomi e nuove culture. E poiché stiamo introducendo nuove culture, abbiamo nuovi personaggi. Ma ciò non significa che perderemo quelli vecchi, che rimarranno con noi. Quindi le persone del mare avranno ruoli diversi, i Metkayina, dentro e fuori queste storie, ma fanno ormai parte del canone che abbiamo creato”.

A quel punto Landau ha affermato anche che “incontreremo almeno due nuovi clan nel prossimo film, dal punto di vista culturale, e andremo avanti così anche per i prossimi film”. Dunque, sembra proprio che oltre al Popolo della Cenere ci sarà almeno anche un altro popolo introdotto in Avatar 3, anche se al momento quest’ultimo rimane del tutto sconosciuto. Come sappiamo, il terzo film della saga è già stato girato, dunque potrebbe essere solo questione di tempo prima di scoprire qualche dettaglio in più a riguardo e soprattutto sapere se i popoli saranno effettivamente solo due o anche di più e se staranno dalla parte dei buoni o dei cattivi.

Fonte: ScreenRant

Shazam! Furia degli Dei: un importante cameo nel film è deepfake? Il regista fa chiarezza

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ATTENZIONE – L’articolo contiene spoiler su Shazam! Furia degli Dei

Si è alzato un polverone su internet quando la modella Taylor Cahill ha pubblicato le sue foto dal set del film in cui indossa il costume da amazzone di Gal Gadot commentando: “Il segreto è stato svelato! Sono così grata per la straordinaria opportunità di essere stata la controfigura di Wonder Woman, alias Fake Wonder Woman! Vorrei ringraziare Gal Gadot, Zachary Levi, l’intero cast, la troupe e CLICK Models che hanno permesso questa esperienza così incredibile. Ora smettete di leggere e andate a vedere Shazam! Furia degli Dei”.

Dal commento di Cahill e dalle foto, sembra che il cameo di Gal Gadot nel film non sia stato altro che opera del deepfake, cosa che coinciderebbe anche con i tempi delle riprese del film, dal momento che Shazam! Furia degli Dei è stato girato in concomitanza con Assassinio sul Nilo, di cui Gadot era protagonista. E infatti la reazione di internet non si è fatta attendere, con tantissimi fan che si sono rivoltati su Twitter additando il “finto cameo” come una presa in giro.

A sedare gli animi è intervenuto il regista del film, David F. Sandberg, che ha spiegato il ruolo di Taylor Cahill nella ripresa e che ha sedato gli animi, per adesso: “Abbiamo girato la scena con Taylor per capire quale copertura avremmo avuto bisogno di ottenere con Gal dato che non poteva arrivare ad Atlanta. È anche il corpo di Taylor con sopra la testa del mago. Non c’è assolutamente nessun deepfake in corso. Quando vedete Gal, è lei al 100%”.

Più che una controfigura, Taylor Cahill è stata quindi uno stand-in, un riferimento per la troupe in vista delle vere e proprie riprese con Gal Gadot, che a questo punto si sono svolte in un momento successivo.

Shazam! Furia degli Dei, il film

Shazam! Furia degli Dei continua la storia dell’adolescente Billy Batson che, dopo aver recitato la parola magica “SHAZAM!“, si trasforma nel suo alter ego da supereroe adulto, Shazam.

Il cast del sequel include Zachary Levi nei panni di Shazam, Asher Angel nei panni di Billy Batson, Jack Dylan Grazer nei panni di Freddy Freeman, Adam Brody nei panni del supereroe Freddy, Ross Butler nei panni del supereroe Eugene, Meagan Good nei panni del supereroe Darla, DJ Cotrona nei panni del supereroe Pedro, Grace Caroline Currey nel ruolo di Mary Bromfield/la supereroina Mary. Djimon Hounsou ritorna nei panni del Mago, mentre Rachel Zegler, Lucy Liu e Helen Mirren si sono unite al film come cattivi appena creati.  Shazam! Furia degli Dei è uscito il 17 marzo 2023. Il film è prodotto da Peter Safran.

Shazam! Furia degli Dei: la recensione del film DC con Zachary Levi

Succession 4×01, la recensione del primo episodio della serie HBO

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La serie vincitrice dell’Emmy, Succession, torna per la quarta stagione con l’aumento delle tensioni alla e si promettono scintille alla Waystar Royco. La battaglia per l’acquisizione del conglomerato mediatico si infittisce dopo il devastante colpo di scena del finale della terza stagione che ha messo Tom (Matthew Macfayden) e Greg (Nicholas Braun) in una posizione di vantaggio nei confronti dei figli di Logan Roy (Brian Cox), interpretati da Jeremy Strong, Kieran Culkin, Sarah Snook e Alan Ruck. Succession 4×01 si porta dietro il pesante bagaglio emotivo del finale della stagione precedente. Non è più una guerra tra Logan e Kendall, ma quest’ultimo ha trovato in Shiv e Roman nuovi alleati.

Succession 4×01 dà l’inizio a una guerra mediatica all’ultimo sangue. Già dalle poche righe di una segretissima trama possiamo comprendere il peso che avrà Succession 4 nelle prossime settimane: “La vendita del conglomerato mediatico Waystar Royco al visionario tecnologico Lukas Matsson si avvicina sempre di più. La prospettiva di questa vendita sismica provoca angoscia esistenziale e divisione familiare tra i Roy, che prevedono come saranno le loro vite una volta completato l’affare. Ne consegue una lotta per il potere, mentre la famiglia valuta un futuro in cui il suo peso culturale e politico è fortemente ridotto”.

Succession 4x01 Logan Roy
Logan Roy in una scena di Succession 4×01

Succession 4×01, la recensione

Dopo anni di continue lotte di potere tra i membri della famiglia Roy, è giunto il momento di decidere il destino della Waystar Royco. Questa ultima stagione di Succession, inizia dove ci eravamo lasciati. I figli di Logan sono costretti a unire le forze per cercare di superare il padre. Il dramma familiare che si è consumato sul finale della terza stagione ha portato a delle conseguenze. Non si può tornare indietro e a rimetterci sono soprattutto le relazioni: tra Logan e i figli e tra Shiv e Tom.

I fratelli Roy, interpretati da Kieran Culkin, Jeremy Strong e Sarah Snook, uniscono le rispettive forze aziendali per conquistare il conglomerato Waystar Royco. L’alleanza ribelle prevede inizialmente la creazione di un prodotto nuovo sul mercato, The Hundred, un competitor che potrebbe dare del filo da torcere. “Qualcosa di nuovo: un mix tra The Economist, The Indipendent”. Roman in questo Succession 4×01 sembra essere quello più con i piedi per terra. Per una volta il fratello minore dei Roy cerca di dimostrare il suo vero valore, mantenendo il suo spiccato black humor.

Parallelamente, in un appartamento a New York si sta festeggiando un blindatissimo compleanno di Logan Roy. L’unico figlio presente alla festa è Connor che non ha voltato le spalle al padre – almeno per il momento – ma che si serve di lui come principale fonte di denaro, una sorta di bancomat per portare avanti la sua campagna elettorale – al momento disastrosa. Ma è evidente che la sola presenza di Connor, così come di tutti gli invitati alla festa infastidisce lo stesso Logan che in Succession 4×01 ne esce sconfitto.

Il finale della terza stagione ci avevamo mostrato un Logan vincitore, come sempre un passo avanti a tutti, soprattutto ai suoi figli che stavano cercando di spodestarlo. La posizione di Logan in questo Succession 4×01 cambia radicalmente. Il personaggio di Brian Cox sembra quasi reclamare l’assenza dei figli chiedendo ai suoi tirapiedi di fare qualche battuta su di lui, di criticarlo, di arrabbiarsi, di simulare il “roast comedy” della stagione precedente. Invece, Logan ha davanti a sé persone che hanno paura di lui, che sono terrorizzate come afferma lo stesso cugino Greg. Gli unici in grado di poter fare qualche battuta su di lui, che lo tenevano vivo in questo senso sono i suoi figli che in questo episodio riescono a tenergli testa, dimostrando di poter combattere la balena bianca.

La prima mossa la fanno i fratelli Roy che unendo le loro finanze riescono a strappare un accordo con la PGM a discapito del padre. Naomi Pierce, uno dei membri del consiglio di amministrazione del PGM, membro della famiglia Pierce ed ex di Kendall, farà da tramite con Nan Pierce che possiede l’azienda. Tornando indietro nel tempo, prima degli avvenimenti di Succession 4×01, la famiglia Pierce stava per firmare un accordo con Logan sul finale della stagione precedente quando trapelarono le accuse di violenza sessuale sulla crociera. In quel frangente, l’accordo salta, portando Logan sull’orlo dell’esaurimento.

Succession 4x01
Tom e Greg in una scena di Sccession 4×01

Un triste, triste giorno quando l’amore muore

Parallelamente a queste dinamiche aziendali che prevedono lo spostamento di somme di denaro folli – impossibili da quantificare anche per Roman – i fratelli Roy devono vedersela anche con le rispettive vite private. In questo Succession 4×01 la vita di Shiv subisce le conseguenze degli avvenimenti della passata stagione, complice il fatto che il marito le ha voltato le spalle, tramato contro di lei per favorire il padre. Shiv ha l’istinto naturale della leadership ma sul finale della terza stagione commette un errore da principiante. Si fida di Tom rivelandogli la possibilità di un’importante cambiamento di rotta nell’azienda e lo stesso Tom, suo marito, sarà il primo tradirla andando a rivelare a Logan l’alleanza ribelle dei figli.

Questa mancata fiducia da parte di Shiv che si aggiunge ai precedenti problemi coniugali tra i due, evolveranno in Succession 4×01 con l’inizio di una separazione, apparentemente senza conseguenze. La concreta affermazione di un divorzio però aiuterà Shiv a stringere ancora di più una alleanza con i Pierce – che non vedono di buon occhio il matrimonio di Shiv con un membro della concorrenza – e chiudere l’accordo con Nan Pierce. Superato dai suoi stessi figli, ed escluso dal tavolo delle trattative, Logan fa un primo finto passo per avvicinarsi a Shiv, Kendall e Roman: li chiama per congratularsi per la chiusura del contratto.

Vedremo come evolverà questa quarta stagione di Succession, come inizio non c’è male. Il ritmo lento e scandito aiuta lo spettatore a immergersi all’interno delle complicate dinamiche aziendali. Succederà di tutto anche con il ritorno, confermato, del personaggio di Alexander Skarsgård, il norvegese Matsson con cui Logan è in affari. Parte di questa quarta e ultima stagione è stata girata in Norvegia occidentale, tra cui la Strada dell’Oceano Atlantico, la Gondola di Romsdalen e il Juvet Landscape Hotel.

Gomorra: trama, cast e curiosità sul film di Matteo Garrone

Gomorra: trama, cast e curiosità sul film di Matteo Garrone

Nella filmografia di Matteo Garrone, il film del 2008 Gomorra ha rappresentato un vero e proprio spartiacque. Da quel momento il suo nome è diventato uno dei più noti del panorama cinematografico italiano, permettendogli di dar poi vita ad opere di grande richiamo come Il racconto dei racconti, Dogman e Pinocchio. Il film tratto dall’omonimo romanzo di Roberto Saviano ebbe infatti un successo straordinario, arrivando ad incassare oltre 10 milioni di euro in Italia e oltre 46 in tutto il mondo. Numerosi sono anche stati i riconoscimenti ottenuti, tra Festival di Cannes, David di Donatello ed European Film Awards.

Curato con estremo e crudo realismo, che ha poi fatto fatto la fortuna del film, Gomorra è ora disponibile con una nuova edizione curata dallo stesso Garrone. Questi ha aggiunto nuove scene e cambianto il montaggio generale, rendendo l’opera più fluida e fruibile. “L’idea di rimettere le mani su “Gomorra” nasce in seguito a una proiezione che ho fatto con mio figlio, – racconta Garrone – che ha la stessa età del film: dodici anni. Rivedendolo con lui mi sono ritrovato spesso a dover spiegare dinamiche che non erano chiare nel racconto. Già questo non era un buon segno, e arrivati a una scena dell’episodio del sarto, Nicola mi ha chiesto: “Papà, ma cosa sta succedendo?”.”

Dalla necessità di rendere più chiari certi passaggi drammaturgici, senza rinunciare all’originalità della struttura originaria, il regista ha così dato vita ad una versione che a distanza di anni può ancora essere in grado di comunicare con fredda lucidità il dramma della camorra. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo e dove invece poterlo vedere in TV.

La trama e i personaggi di Gomorra

Il film segue le vite di diversi personaggi, ognuno con le proprie caratteristiche e la propia vita autonoma, ma tutti legati da un filo invisibile chiamato camorra. Il primo protagonista è Pasquale, abilissimo sarto d’alta moda che si trova di fronte alla scelta di tradire o meno il proprio datore di lavoro in favore di un’azienda cinese. Sulla sua scelta pesa però il ruolo della camorra, che non accetta intralci al proprio operato. Vi è poi Totò, che viva a Scampia e la cui adolescenza è infestata dalla faida tra gli scissionisti e il clan Di Lauro. A soli tredici anni, il ragazzo dovrà a sua volta prendere una decisione molto difficile e scegliere da che parte stare.

Terzo protagonista è Franco, imprenditore napoletano che ha trovato un modo tanto ingegnoso quanto dannoso per smaltire una serie di rifiuti tossici. Per allargare il suo commercio, l’uomo assume Roberto, incaricandolo di trovare le cave migliori e i migliori veleni per smaltire tali sostanze, anche a scapito della gente che abita nei dintorni. Infine vi sono Marco e Ciro, due adolescenti cresciuti con il mito dei gangster americani, i quali ambiscono ora a fare il grande salto da semplici delinquenti del clan dei casalesi al mettersi in proprio nel gestire una serie di traffici illeciti. Scopriranno però a loro spese che nessuno può lasciare né mettersi contro il clan.

Gomorra cast

Gomorra: il cast del film

Per il suo film il regista scelse di ricorre in gran parte ad attori poco noto al cinema o in televisione, attivi principalmente a livello teatrale in Campania. Questi, che conoscono bene la difficile realtà raccontata nel film, hanno così potuto donare alla storia un maggiore realismo. Nei panni di Totò vi è dunque Salvatore Abruzzese, mentre ad interpretare Marco e Ciro vi sono Marco Macor e Ciro Petrone. Quest’ultimo è poi comparso anche in altri film come Song’e Napule, Ammore e malavita e Pinocchio. Sono poi presenti nomi come Carmine Paternoster nei panni di Roberto, Gaetano Altamura in quelli di Gaetano e Alfonso Santaga per Dante Serini.

Ad interpretare alcuni dei personaggi principali vi sono però anche attori professioni. Primo tra questi è Toni Servillo nei panni dell’imprenditore Franco. L’attore si dichiarò da subito interessato al progetto, considerandolo un caso unico nel cinema italiano che mescola informazione a intrattenimento. Ad interpretare il sarto Pasquale vi è invece Salvatore Cantalupo, attore visto anche in Corpo celeste, Qualunquemente e Il giovane favoloso. La cantante e attrice Maria Nazionale interpreta Maria, madre di Totò costretta a confrontarsi con difficili situazioni. Nei panni del contabile noto come Don Ciro, presente nell’episodio di Totò, vi è infine l’attore Gianfelice Imparato, recentemente visto al cinema in Tito e gli alieni e Figli.

Il trailer di Gomorra e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Gomorra è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Tim Vision. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma in questione o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio sarà possibile disporre del film soltanto per un tempo determinato. In alternativa, il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 21 marzo alle ore 21:10 sul canale Rai Movie.

Fonte: IMDb

Captain America: New World Order, la prima foto di Anthony Mackie dal set

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Le riprese di Captain America: New World Order sono cominciate da poco e Anthony Mackie è stato fotografato sul set del film dove indosserà ufficialmente il suo costume da nuovo Captain America, raccogliendo l’eredità lasciatagli da Steve Rogers alla fine di Avengers: Endgame. Mackie si trova sul set del film ad Atlante, in Georgia, per le riprese principali.

 

GUARDA LE FOTO DAL SET DI CAPTAIN AMERICA 4

Captain America: New World Order

Julius Onah dirige  Captain America: New World Order, su una sceneggiatura di Malcolm Spellman e Dalan Musson. Il cast comprenderà Anthony Mackie nei panni di Sam Wilson/Captain America, Danny Ramirez nei panni di Joaquín Torres/Falcon, Tim Blake Nelson nei panni di Samuel Sterns/Leader, Carl Lumbly nei panni di Isaiah Bradley e Shira Haas nei panni di Ruth Bat-Seraph/Sabra. L’uscita al cinema è prevista per il 3 maggio 2024.

Jake Schreier dirigerà Thunderbolts e si baserà su una una sceneggiatura di Eric Pearson. Il cast dell’ensemble è composto da Florence Pugh come Yelena Belova, Sebastian Stan come Bucky Barnes/Winter Soldier, Wyatt Russell come John Walker/US Agent, Olga Kurylenko come Antonia Dreykov/Taskmaster, David Harbour come Alexei Shostakov/Red Guardian, Hannah John-Kamen come Ava Starr/Ghost, e Julia Louis-Dreyfus come Contessa Valentina Allegra de Fontaine. Thunderbolts uscirà nei cinema il 26 luglio 2024.

MCU: tutti i progetti in cui potrebbe tornare il Capitan America di Steve Rogers

Noise: tutto quello che c’è da sapere sul film Netflix

Noise: tutto quello che c’è da sapere sul film Netflix

Uno dei vantaggi apportati dalle piattaforme streaming è la possibilità di entrare in contatto con prodotti, siano essi film o serie, proveniente da paesi diversi dai soliti Stati Uniti, Inghilterra e Francia. Si ha invece ora modo di imbattersi anche in opere proveniente da paesi poco esplorati a livello cinematografico, che proprio grazie a piattaforme come Netflix hanno dunque l’occasione di mostrarsi al mondo intero. Uno dei più recenti esempi a riguardo è il thriller Noise, proveniente dal Belgio. Diretto da Steffen Geypens, è questo un titolo che unisce mistero, introspezione psicologica e tanti colpi di scena.

Il risultato è un godibile film di genere che sta facendo parlare molto di sé. Attualmente, infatti, aiutato anche dal buon passaparola, si trova al 2° posto nella Top 10 dei film più visti in Italia. Elemento su cui si fonda questo film è, come il titolo suggerisce, il sonoro. I rumori a cui si fa riferimento diventano infatti l’origine di una ricerca ossessiva da parte del protagonista, chiamato a risolvere grandi misteri sul proprio passato. Ma procediamo con ordine. Esploriamo qui di seguito sia la trama che il cast di attori protagonisti di Noise, per poi cercare di far luce sul suo significato complessivo.

La trama e il cast di Noise

Il film racconta la storia di Matthias, influencer e giovane genitore del neonato Julius, che, dopo essersi trasferito con la sua famiglia nella sua casa di infanzia,  scopre un oscuro segreto appartenente al passato del padre colpito da demenza. Inizia così un’indagine approfondita che lo porterà ad aprire un vero e proprio vaso di Pandora pieno di segreti e a scatenare più drammi familiari del previsto. Più prosegue nella sua ricerca ossessiva, più Matthias inizia dunque a sviluppare una forma di follia incontrollabile, che non può che preoccupare sua moglie Liv. La donna, pronta a tutto pur di non perderlo, dovrà però scontrarsi col fatto che potrebbe essere già troppo tardi per salvare l’uomo che ama.

Il bello di imbattersi in film proveniente da paesi cinematograficamente poco o per nulla a noi noti è dato anche dal fatto di scoprire nuovi attori, come quelli protagonisti di Noise. Ad interpretare Matthias, dunque, ritroviamo Ward Kerremans, noto in patria per serie come Grond, Billie vs Benjamin e Black Out. Accanto a lui, poi, vi è l’attrice Sallie Harmsen nel ruolo di Liv. La Harmsen è nota anche a livello internazionale per aver interpretato una replicante nel film Blade Runner 2049 e Carrie Price nella serie Diavoli. Vi è poi Johan Leysen nel ruolo di Pol, padre di Matthias. Questi è un prolifico attore belga, con all’attivo oltre 160 lavori tra cinema e televisione. Infine, George Kluger interpreta Julius, figlio di Matthias.

Noise-spiegazione

Noise: la spiegazione del film

Nel procedere ora con la spiegazione del film Noise, si renderà necessario riportare alcuni dettagli di trama che potrebbero rappresentare spoiler per chi non avesse ancora visto il film. Se dunque si desidera vederlo senza essere a conoscenza di tali dettagli, si suggerisce di interrompere qui la lettura e tornare ad essa in un secondo momento. Ma se invece si è già visto il film e si è in cerca di chiarimenti sul significato del suo racconto, ecco di seguito ciò che c’è da sapere.

Il mistero dietro la ricerca del protagonista porta ad avere a che fare con una fabbrica misteriosamente abbandonata vicino alla propria casa e che suo padre, Pol, gli mostra. Matthias scopre poi che il posto era un impianto chimico che era stato fondato ed era gestito dallo stesso Pol molti anni fa. Sebbene l’istituzione fosse stata accolta con favore dalla comunità dei quartieri circostanti in quanto creava opportunità di lavoro, le cose non sono rimaste a lungo così positive. Le acque reflue tossiche che venivano rilasciate dall’impianto chimico avevano infatti causato danni alle persone, tra cui irritazione agli occhi e difficoltà respiratorie.

Quando poi le camere della fabbrica un giorno si allagano e cinque lavoratori rimangono uccisi nell’incidente, Pol viene licenziato e la fabbrica viene chiusa. Nel portare Matt per la prima volta ai cancelli della fabbrica, Pol gli rivela che ci sono alcune cose che sono state accuratamente tenute nascoste ai media e che altri segreti erano rimasti taciuti. Da qui ha dunque inizio la ricerca ossessiva per la verità di Matthias, che porterà però a scoprire semplicemente che non ci sono affatto altri segreti. La follia che Matthias sviluppa nel corso di questa ricerca, però, si rivela essere il frutto di una psicosi postparto ereditata da sua madre.

Questa malattia spiega dunque la crescente instabilità mentale del protagonista, che ha iniziato a mostrarla già dopo la nascita del suo bambino. Mentre inizialmente sembrava che tutto ciò fosse dovuto alla sua indagine sulla fabbrica chimica, ora diventa chiaro che in realtà era il fatto di diventare genitore a causare questo cambiamento in lui. Impedendogli di suicidarsi come sua madre fece, Liv e Pol riescono infine a farlo rinsavire, ristringendo i rapporti con lui, così che Matthias possa a sua volta accettare il proprio ruolo di padre e assumersene le responsabilità. Tuttavia, viene lasciato il dubbio che la mente del protagonista non sia del tutto guarita, lasciando dunque spazio a possibili nuovi pericoli.

Il trailer di Noise e dove vederlo in streaming

Come anticipato, è possibile fruire di Noise grazie alla sua presenza nel catologo di Netflix. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma scegliendo tra le opzioni possibili. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video, avendo poi anche accesso a tutti gli altri prodotti presenti nel catalogo.

Fonti: IMDb, DMTalkies