Home Blog Pagina 5

Saturnia Film Festival: al via l’ottava edizione

0
Saturnia Film Festival: al via l’ottava edizione

Si apre mercoledì 30 luglio l’ottava edizione del Saturnia Film Festival, l’appuntamento cinematografico itinerante, promosso dall’associazione culturale ARADIA PRODUCTIONS con la presidenza di Antonella Santarelli e la direzione artistica del regista Alessandro Grande, che ogni estate porta il grande cinema nel cuore della Maremma toscana. Fino al 3 agosto, alcuni tra i borghi tra i più suggestivi della regione (Manciano, Saturnia, Rocchette di Fazio, Montemerano, e le Terme di Saturnia) si trasformeranno in luoghi di visione e incontro, con le proiezioni dei film in concorso, masterclass e incontri con ospiti di rilievo. Il Saturnia Film Festival si conferma anche quest’anno come una delle realtà più originali nel panorama festivaliero italiano, capace di coniugare scoperta del territorio e attenzione alle voci emergenti del cinema.

Ad aprire il festival, mercoledì 30 luglio a Manciano, sarà  la nuova sezione “Sguardi di donne”, realizzata in collaborazione con le associazioni Olympia de Gouges e Mujeres nel Cinema, con le proiezioni dei cortometraggi selezionati. La serata prenderà il via alle ore 19.00 in Piazza della Rampa, con una degustazione di prodotti del territorio, accompagnata da un concerto realizzato in collaborazione con lo Street Music Festival.

Giovedì 31 luglio il festival si sposterà a Saturnia, dove l’incontro con Lillo Petrolo, artista poliedrico amatissimo dal pubblico (ore 21.00, Piazza Vittorio Veneto) darà il via alla serata, che proseguirà poi con le proiezioni dei primi titoli in concorso. Ospite della serata il regista Christian Filippi con Il mio compleanno, opera prima già acclamata per il suo sguardo autentico su una generazione fragile e in cerca di voce.

Venerdì 1° agosto sarà la volta di Rocchette di Fazio, con una serata che, oltre alle proiezioni dei corti in concorso, vedrà protagonista il regista Stefano Lorenzi con il suo Afrodite, una storia d’amore intensa e coraggiosa con due straordinarie protagoniste come Ambra Angiolini e Giulia Michelini, che incontrerà il pubblico del festival nella serata di sabato 2.

Francesco Gheghi e tutti gli altri ospiti del Saturnia Film Festival 2025

Il festival proseguirà sabato 2 agosto a Montemerano, con una serata ricca di ospiti tra cui Maurizio Lombardi, con il suo cortometraggio MarcelloFrancesco Costabile con Familia (entrambi con Francesco Gheghi protagonista), e Giulia Michelini.

Sabato 2 agosto prende il via la seconda edizione del Saturnia Pitch, piattaforma professionale che mette in contatto giovani registi e sceneggiatori con le principali realtà produttive italiane. Durante due giornate alle Terme di Saturnia, gli autori selezionati parteciperanno a sessioni di pitch, incontri individuali con produttori ed editor, e masterclass su sceneggiatura, produzione e distribuzione cinematografica. Saranno presenti dispàrte, Indaco Film, Indigo Film, Gaumont, Mompracem, Wildside, Vivo Film, Tramp Limited, oltre a Medusa Film che interverrà  con una Masterclass sulla distribuzione per gli autori selezionati.

La giornata conclusiva, domenica 3 agosto, si svolgerà nello scenario unico delle Terme di Saturnia. In programma le proiezioni degli ultimi titoli del concorso cortometraggi, tra cui La buona condotta di Francesco Gheghi, attore tra i più amati e acclamati della sua generazione, che  presenterà il film.

A seguire, nel corso della cerimonia di premiazione, saranno consegnati  i premi al Miglior Film, assegnato dal pubblico alla pellicola che avrà ottenuto il maggior numero di voti espressi dopo la proiezione, e i premi al Miglior Cortometraggio Italiano, Miglior Cortometraggio Internazionale e Miglior Cortometraggio d’Animazione, assegnati dalla giuria composta Paolo Orlando (Presidente), Selene CaramazzaManuela RimaMario Mazzetti e Teresa Pasquini. Nell’ambito del concorso corti, sarà inoltre assegnato il Premio Enel Andrea Camilleri alla Miglior Sceneggiatura in occasione del centenario della nascita del grande autore, onorando il suo legame con l’Amiata e l’importanza della sceneggiatura. Ospitato alle Terme di Saturnia, un luogo connesso al Monte Amiata e alle sue acque, il premio mira a diventare un evento culturale fisso, promosso anche dal Premio principale del Saturnia Film Festival, un’opera d’arte di Arnaldo Mazzanti raffigurante la Ninfa, simbolo della nascita delle acque di Saturnia. La collaborazione con Enel non solo valorizza il talento autoriale, ma promuove il patrimonio culturale e naturale della Maremma Toscana, in particolare il legame tra le acque di Saturnia e il Monte Amiata, inclusa la sua energia geotermica. Questo premio è un progetto che intreccia cultura, valorizzazione territoriale, eccellenza artistica e sostenibilità, nel segno di Camilleri e delle unicità della Maremma Toscana.

Inoltre per tutta la durata del festival il Polo Culturale Le Clarisse di Grosseto e il Polo Culturale Pietro Aldi di Saturnia ospiteranno i film della sezione Art Short School, diretta da David Pompili, con i video degli studenti dell’Istituto Gandhi di Narni.

Angi: Crimini e Bugie, la storia vera dietro alla docu-serie Netflix

Nel 2008, la morte di una stilista in un appartamento di Barcellona avrebbe rivelato uno dei crimini più atroci e inquietanti della recente storia spagnola. L’autore? Una donna che si nascondeva dietro falsi nomi, inventava identità e aveva una straordinaria capacità di manipolare gli altri. Questa è la storia di María Ángeles Molina, conosciuta semplicemente come Angi, protagonista di Angi: Crimini e Bugie, una docu-serie disponibile su Netflix.

In due episodi, il regista Carlos Agulló si addentra in un caso che ha sconvolto il Paese: l’omicidio di Ana Páez, una donna che Molina non solo ha ucciso, ma ha anche sfruttato per sostenere una frode che prevedeva false identità, polizze sulla vita e una serie di bugie tanto complesse quanto crudeli.

L’omicidio di Ana Páez

Ana era una stilista di 35 anni che credeva di aver trovato in Angi un’amica, una mentore e una figura di fiducia. Le due si conoscevano da circa 10 anni, dopo essersi incontrate la prima volta quando lavoravano nella stessa azienda, e il loro legame si era rafforzato nel tempo. Molina si presentava come un’imprenditrice di successo, colta e generosa, e non esitava mai a ricoprire Ana di elogi. Quello che Ana non sapeva era che Angi aveva un piano per rubarle l’identità e, in seguito, la vita.

Il 19 febbraio 2008, Ana fu trovata morta in un appartamento in affitto a Barcellona. Era nuda, con un sacchetto di plastica in testa sigillato con del nastro adesivo. Inizialmente la scena suggeriva un crimine sessuale, ma le prove indicavano qualcosa di molto più calcolato. Poco prima dell’omicidio, le riprese delle telecamere di sorveglianza mostravano Angi entrare in una banca indossando una parrucca e prelevare 600 euro dal conto di Ana.

Poi guidò una Porsche fino a Saragozza, dove ritirò le ceneri del padre, morto l’anno prima. Secondo il tribunale, questo faceva parte di un alibi attentamente costruito. Una volta tornata nell’appartamento, Molina drogò Ana con una sostanza non identificata prima di soffocarla.

Inscenare un crimine mai accaduto

Angi tentò di insabbiare l’omicidio inscenando una violenza sessuale. Per farlo, pagò due uomini in un bordello maschile di Barcellona per dei campioni di sperma, che poi depose sulla scena del crimine. Ma gli investigatori smontarono rapidamente la falsa narrazione. Le prove puntavano costantemente ad Angi, che, interrogata, fornì diverse versioni contrastanti degli eventi.

A un certo punto, affermò di aver comprato un orologio da El Corte Inglés al momento dell’omicidio. In seguito, affermò di essersi fermata a comprare uno yogurt. In una delle dichiarazioni più bizzarre del caso, pronunciata con inquietante freddezza, disse alla corte: “Senza yogurt o latte condensato, non sono niente”. La frase sbalordì sia la famiglia della vittima che i magistrati.

La frode

L’omicidio faceva parte di un più ampio schema di frode finanziaria. Prima della morte di Ana, Molina aveva richiesto diversi prestiti e polizze assicurative sulla vita a nome di Ana utilizzando documenti falsi. Alcune delle polizze avevano importi di rimborso significativi. Il piano era chiaro: eliminare Ana, assumere la sua identità e riscuotere il denaro.

Molina ha utilizzato anche l’identità di un’altra donna, Susana B. Avrebbe acquisito i dati personali di Susana dopo che Susana aveva lasciato una copia dei suoi documenti in una copisteria. Molina ha utilizzato le informazioni per aprire conti bancari ed effettuare transazioni fraudolente.

La polizia ha trovato prove cruciali, tra cui i documenti di Ana nascosti dietro il serbatoio dell’acqua nel bagno di Molina e una bottiglia sigillata di cloroformio, a ulteriore dimostrazione della premeditazione.

Il processo

Nel 2012, il tribunale ha concluso che “la quantità e la rilevanza delle prove, ampiamente accreditate”, non lasciavano dubbi sull’autore. Molina è stata condannata a 22 anni di carcere: 18 per omicidio e 4 per falsificazione di documenti. L’omicidio di Ana Páez ha portato le autorità a riaprire un caso precedente: la morte del marito di Molina, Juan Antonio Álvarez Litben, avvenuta nel 1996. L’uomo d’affari 45enne era morto improvvisamente in circostanze inspiegabili. La ripresa delle indagini ha sollevato seri sospetti sul coinvolgimento di Molina, soprattutto perché lei ne ha ereditato i beni. Ma senza prove concrete, il caso rimane irrisolto.

Nel corso degli anni, Molina si è creata molteplici identità. Ha affermato di essere una psicologa, un avvocato, una paziente oncologica in cura, una madre di figli inesistenti e una vittima di abusi. Ha persino finto gravidanze e ha usato i social media per rafforzare le sue elaborate invenzioni. Era un’attrice a tempo pieno nella sua rete di bugie.

Agulló ha affermato che ricercare il materiale per Angi è stato come navigare in una “galleria degli specchi“. “Abbiamo esaminato oltre 2.000 pagine di documenti legali, rapporti e fascicoli familiari. Abbiamo condotto più di 60 interviste con agenti di polizia in pensione, detective e persone vicine a entrambi i casi“, ha affermato. “È stata un’indagine sfaccettata, proprio come le molteplici identità di Angi”.

Più che raccontare un crimine, Angi: Crimini e Bugie rivela come una donna sia riuscita a manipolare sistemi, amici e familiari per sostenere una vita di bugie. Una storia tanto incredibile quanto vera.

Il nuovo film horror con un cast stellare debutta con un punteggio perfetto su Rotten Tomatoes

0

Il 2025 ha già visto l’uscita di alcuni titoli horror di grande impatto che hanno impressionato sia la critica che il pubblico. Tra questi spicca I peccatori di Ryan Coogler, uscito nell’aprile di quest’anno. Il film ha ottenuto un buon successo al botteghino e ottime recensioni, con un punteggio del 97% su Rotten Tomatoes.

Un altro film horror molto apprezzato quest’anno è stato Bring Her Back. A differenza di Sinners, il film non ha ottenuto il successo che avrebbe potuto al botteghino, ma è comunque riuscito a ottenere un punteggio dell’89% su Tomatometer.

Tra coloro che hanno apprezzato Bring Her Back c’è ancora la nostra Agnese Albertini, e nella sua recensione ha scritto: “Bring Her Back conferma il talento e la maturità dei fratelli Philippou, capaci di reinventarsi senza tradire le radici del loro cinema. Se Talk to Me era un horror folgorante sull’adolescenza e l’identità, qui ci troviamo davanti a un’opera più adulta, che affronta con lucidità e coraggio il lato più oscuro della genitorialità e della perdita. Meno spettacolare, ma più doloroso. E forse, proprio per questo, ancora più efficace.”

Nonostante questi titoli inizialmente forti, l’anno dell’horror è ancora lungo. In autunno promette alcune uscite interessanti, tra cui The Black Phone 2. Ora, un film horror molto atteso ha fatto un debutto impressionante su Rotten Tomatoes.

Weapons debutta con un ambito 100% sul Tomatometer

È più alto del precedente film di Cregger

Weapons ha ottenuto finora un ottimo punteggio su Rotten Tomatoes. Il film horror è il seguito di Barbarian del regista Zach Cregger. Il film del 2022 è stato accolto incredibilmente bene, ottenendo un Tomatometer del 92% e incassando 45,3 milioni di dollari con un budget stimato di 4,5 milioni di dollari.

Questa volta, Cregger si addentra nel mondo dell’horror psicologico con Weapons. La trama segue la storia di una piccola città in cui, una notte alle 2:17 del mattino, tutti i membri di una classe di una scuola elementare scompaiono tranne uno. Questo lascia la comunità a chiedersi cosa abbia causato la scomparsa e a dare la colpa a tutti.

Weapons vede un cast di protagonisti che include Julia Garner, Josh Brolin, Benedict Wong, Alden Ehrenreich, Austin Abrams e Toby Huss. L’uscita è prevista per l’8 agosto.

Ora, Weapons ha ottenuto il suo primo punteggio su Rotten Tomatoes. Il film ha debuttato con un punteggio perfetto del 100%. Questo dato è soggetto a modifiche, poiché al momento della stesura di questo articolo sono state pubblicate solo 11 recensioni. Allo stesso modo, il film non ha ancora un Popcornmeter del pubblico, poiché non è ancora uscito nelle sale.

Julia Garner: 10 cose che forse non sai sull’attrice

Julia Garner: 10 cose che forse non sai sull’attrice

In pochi anni, Julia Garner è diventata uno dei volti più riconoscibili e apprezzati del panorama cinematografico e televisivo internazionale. Grazie al suo talento magnetico e a interpretazioni intense e versatili, ha conquistato pubblico e critica, ricevendo prestigiosi riconoscimenti, tra cui tre Emmy Awards. Da Ozark a Inventing Anna, passando per il ruolo di Silver Surfer nel nuovo film I Fantastici Quattro: Gli Inizi, Garner si conferma un’attrice in costante ascesa, pronta a lasciare il segno in ogni genere a cui si avvicina.

I film e i programmi TV di Julia Garner

1. Ha preso parte a noti film. L’attrice debutta sul grande schermo in La fuga di Martha (2011), per poi recitare in Electrick Children (2012), Noi siamo infinito (2012), Not Fade Away (2012), We Are What We Are (2013), The Last Exorcism – Liberaci dal male (2013), Sin City – Una donna per cui uccidere (2014), Grandma (2015), The Assistant (2019), The Royal Hotel (2023) e Apartment 7A (2024). Nel 2025 è al cinema con tre film: Wolf Man,  I Fantastici Quattro: Gli Inizi (con Pedro Pascal e Vanessa Kirby) e Weapons.

2. Ha recitato in celebri serie TV. L’attrice si è fatta notare in particolare sul piccolo schermo, dove ha recitato in serie come The Americans (2015–2018), The Get Down (2016–17) e Ozark (2017–2022), che le ha conferito grande popolarità. Ha poi preso parte a Maniac (2018), con Emma Stone, Waco (2018), Dirty John (2018–19), Modern Love (2019) e Inventing Anna (2022).

Julia Garner in Sin City – Una donna per cui uccidere

3. Ha avuto un ruolo di rilievo nel film. Nel film Sin City – Una donna per cui uccidere, Julia Garner interpreta Marcie, una spogliarellista che incrocia il cammino di personaggi come Dwight e Johnny. È stato il suo primo ruolo importante su grande schermo, segnando il debutto nel cinema mainstream. Fu la prima esperienza di recitazione davanti a uno schermo verde per Garner, in un contesto stilizzato e visivamente moderno. Nonostante il ruolo non fosse centrale, l’interpretazione fu lodata per la sua naturalezza, e le permise di distinguersi come attrice emergente nel cinema indipendente.

Julia Garner in Ozark
Julia Garner in Ozark

Julia Garner in Ozark

4. Ha studiato un preciso dialetto. Nel ruolo di Ruth Langmore in Ozark ha ottenuto il successo internazionale. Il ruolo è quello di una giovane delinquente texana dalla parola facile e mente acuta, capace di mescolare violenza silenziosa ed emozioni complesse. In alcune interviste l’attrice ha raccontato di aver studiato il dialetto del Missouri per rendere credibile l’accento rurale di Ruth. Gli spettatori e la critica hanno poi elogiato la sua capacità di umanizzare e rendere così realistica una criminale intelligente, fragile e crudele al tempo stesso.

Julia Garner è Shalla-Bal/Silver Surfer in I Fantastici Quattro: Gli Inizi

5. Ha letto fumetti e praticato surf. Julia Garner è stata scelta per interpretare la versione femminile dello Silver Surfer, Shalla-Bal, in I Fantastici Quattro: Gli Inizi. Per prepararsi al ruolo, l’attrice ha affermato di aver voluto mantenere un approccio psicologico realistico, studiando in particolare il background di Shalla-Bal nei fumetti What If? e Earth X. L’attrice ha inoltre preso lezioni di surf per calarsi ulteriormente nei panni del personaggio. Alla fine, Garner ha descritto il ruolo come “misterioso, silenzioso, tragico”, elementi che ha cercato di riportare nella sua interpretazione.

6. Si è cimentata con la motion capture. Per prepararsi al ruolo di Silver Surfer nel nuovo film Marvel, Julia Garner ha anche effettuato un intenso lavoro con la tecnologia motion capture. Si è così trovata a doversi cimentare con la speciale tuta che mappa i suoi movimenti, dovendo dunque immaginare il contesto intorno a lei ma assente sul set, immaginare la fisicità del personaggio e muovendosi di conseguenza con convinzione pur se priva riferimenti concreti.

Julia Garner interpreterà Madonna

7. Sarà l’iconica cantante al cinema. Julia Garner è stata annunciata come interprete di Madonna nel biopic recentemente annunciato. L’attrice ha descritto il provino come una sfida molto impegnativa: oltre alla recitazione ha dovuto dimostrare abilità di canto e danza direttamente a Madonna, lavorando con il suo coreografo. Garner si è preparata pensando “che farebbe Madonna?”, mostrando determinazione, innamoramento per la pop star e desiderio di essere fedele alla sua energia. Nonostante il progetto abbia subito ritardi e riscritture, l’attrice ha confermato che il ruolo è ancora ufficialmente suo.

Julia Garner in I Fantastici Quattro Gli Inizi
Julia Garner è Silver Surfer in I Fantastici Quattro Gli Inizi. Foto di Marvel Studios © 2025 20th Century Studios / © and ™ 2025 MARVEL

I premi vinti da Julia Garner

8. Ha vinto importanti riconoscimenti. Julia Garner ha vinto ben tre Primetime Emmy Awards come migliore attrice non protagonista per Ozark (stagioni 2, 3 e 4). Ha inoltre ottenuto una candidatura ai Golden Globe e ai Critics’ Choice Awards, e un Screen Actors Guild Award per la performance corale in Ozark. L’interpretazione di Ruth Langmore è dunque universalmente riconosciuta come la sua consacrazione, anche grazie a numerose candidature ai premi televisivi internazionali (Emmy, SAG, Critics’ Choice).

Julia Garner e Mark Foster

9. È sposata con un noto musicista. Julia Garner è sposata con il musicista Mark Foster, frontman dei Foster the People. I due si sono incontrati al Sundance Film Festival e si sono fidanzati durante un viaggio in camper al Parco Nazionale di Yellowstone. Garner ha raccontato che, intuendo l’incertezza dei tempi, hanno deciso di sposarsi a dicembre 2019 presso il City Hall di New York, su impulso dei suoi “Spidey senses”. Si descrivono come una coppia riservata ma affiatata, che condivide passione per l’arte, la musica e l’avventura all’aria aperta.

L’età e l’altezza di Julia Garner

10. Julia Garner è nata il 1° febbraio 1994 a Riverdale, New York. La sua altezza è di circa 1,60 metri.

Fonti: IMDb, WMagazine, Vulture

Odissea: le riprese travolte dalle polemiche, Christopher Nolan accusato di “edulcorare il colonialismo”

0

Il film Odissea è stato coinvolto in una nuova polemica, con il progetto di Christopher Nolan finito sotto accusa per una location controversa. Adattamento dell’omonimo poema epico di Omero, il seguito di Nolan al film acclamato dalla critica Oppenheimer (2023) è entrato in produzione all’inizio di quest’anno.

Il film, come noto, vanta un cast stellare, con Matt Damon nel ruolo di Ulisse, un guerriero che intraprende un arduo viaggio di ritorno a casa dopo la guerra di Troia. Damon è affiancato da Tom Holland, Charlize Theron, Zendaya e Anne Hathaway, tra gli altri, e, a un anno dall’uscita nelle sale, è diventato uno dei titoli più attesi del 2026.

Ora, però, secondo The Times, Odissea  è finito sotto accusa per le riprese effettuate vicino alla contesa città sahariana occidentale di Dakhla. L’area è sotto l’occupazione marocchina dagli anni ’70 e gli organizzatori del Sahara International Film Festival (FiSahara) hanno criticato Nolan per il messaggio che le riprese in quel luogo trasmettono. In una dichiarazione, scrivono:

In primo luogo, si tratta di una città occupata e militarizzata, la cui popolazione indigena saharawi è soggetta a una brutale repressione da parte delle forze di occupazione marocchine”.

La decisione di Nolan di girare nella regione ha portato ad accuse secondo cui lui e i protagonisti del film starebbero “mascherando il colonialismo”. La direttrice del FiSahara, María Carrión, ha spiegato più dettagliatamente perché ritiene problematico che Nolan stia girando lì:

Girando parte di The Odyssey in un territorio occupato definito ‘buco nero dell’informazione’ da Reporter senza frontiere, Nolan e il suo team, forse inconsapevolmente e involontariamente, stanno contribuendo alla repressione del popolo saharawi da parte del Marocco e agli sforzi del regime marocchino per normalizzare la sua occupazione del Sahara occidentale.

Siamo certi che se comprendessero appieno le implicazioni di girare un film di così alto profilo in un territorio i cui popoli indigeni non possono realizzare film sulle loro storie sotto occupazione, Nolan e il suo team sarebbero inorriditi”.

La spiegazione delle controverse riprese del film Odissea nella città del Sahara occidentale

The Odyssey film 2026

La regione ha una storia complicata

L’ONU ha classificato il Sahara occidentale come “territorio non autonomo” ed è comunemente considerato l’ultimo stato coloniale dell’Africa che non ha ancora ottenuto l’indipendenza. L’Africa, ovviamente, ha una lunga storia di dominio coloniale, anche da parte di paesi come Gran Bretagna, Francia, Portogallo e Spagna.

Ulteriori informazioni fornite da The Guardian sottolineano che in passato il Sahara occidentale era sotto il controllo della Spagna, ma il Marocco ha annesso il territorio nel 1976 dopo il ritiro della Spagna. Gran parte di ciò che sta realmente accadendo nella regione rimane ufficialmente non documentato, poiché l’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR) non è stato in grado di recarsi nella regione negli ultimi 10 anni.

Secondo The Guardian, tuttavia, l’OHCHR ha “continuato a ricevere denunce relative a violazioni dei diritti umani, tra cui intimidazioni, sorveglianza e discriminazione nei confronti di individui sahrawi, in particolare quando si battono per l’autodeterminazione”. Reporter senza frontiere ha denunciato che i giornalisti sahrawi sono sottoposti a “tortura, arresti, abusi fisici, persecuzioni”, oltre a lunghe pene detentive.

La decisione di Nolan di girare il film nel Sahara occidentale, vicino alla città di Dakhla, sembra essere interpretata da alcuni come una normalizzazione o una forma di sostegno indiretto alla presunta oppressione coloniale.

Nonostante queste accuse, secondo The Telegraph, la rivendicazione del Marocco sul territorio è stata sostenuta da Gran Bretagna, Stati Uniti, Francia, Spagna e Portogallo. Tuttavia, la decisione di Nolan di girare il film nel Sahara occidentale, vicino alla città di Dakhla, sembra essere interpretata da alcuni come una normalizzazione o una forma di sostegno indiretto alla presunta oppressione coloniale.

Petra – Stagione 3: trailer dei nuovi episodi con Paola Cortellesi

0

Rilasciato oggi il teaser trailer di PETRA – TERZA STAGIONE, due nuove storie targate Sky Original con Paola Cortellesi protagonista, in arrivo a ottobre in esclusiva su Sky Cinema e in streaming solo su NOW.

Paola Cortellesi torna a vestire i panni di Petra Delicato, l’ispettrice dal carattere diretto, brillante e fuori dagli schemi, affiancata dal solido e fidato Antonio Monte, interpretato da Andrea Pennacchi. Dietro la macchina da presa, il tocco inconfondibile di Maria Sole Tognazzi.

Le due nuove storie di questa terza stagione, prodotte da Sky Studios e Cattleya – parte di ITV Studios – in collaborazione con BETA FILM e il Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo – Opera realizzata con il contributo del Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo, sono scritte da Giulia Calenda, Furio Andreotti, Ilaria Macchia con la collaborazione alle sceneggiature di Paola Cortellesi e basate sulle opere di Alicia Giménez-BartlettIl silenzio dei chiostri e Gli onori di casa – entrambe edite in Italia da Sellerio.

Le riprese si sono svolte a Genova e dintorni con il supporto di Genova Liguria Film Commission.

Cosa succede in Petra – Stagione 3

In questa terza stagione ritroviamo una Petra Delicato inedita, immersa in una situazione familiare in cui difficilmente avremmo potuto immaginarla. Le novità della sua vita privata però non le impediscono certo di dedicarsi al suo lavoro come Ispettrice di Polizia a Genova. Prima un omicidio con furto di reliquia all’interno di un Convento, poi l’assassinio di un importante imprenditore in odore di mafia, porteranno Petra e il suo inseparabile viceispettore Antonio Monte a mettersi alla prova ancora una volta. Tra nuovi incontri, trasferte professionali e vecchie conoscenze, Petra si ritroverà a interrogarsi sul suo futuro e su quale potrebbe essere la prossima tappa della sua personalissima ricerca della felicità.

Bring Her Back: Torna da me, la spiegazione del finale – cosa succede a Piper, Oliver e Laura

Bring Her Back è un’angosciante esplorazione del dolore che culmina in un rituale straziante che coinvolge Laura, una madre in lutto, e i suoi figli adottivi/vittime rituali, Piper e Oliver. Bring Her Back è il degno successore spirituale di Talk To Me dei registi Danny e Michael Philippou, entrambi film che esplorano i modi in cui le persone possono diventare mostri se hanno la possibilità di oltrepassare i confini della vita e della morte. Bring Her Back è incentrato su Andy e Piper, due adolescenti che vengono accolti da una madre adottiva di nome Laura insieme al loro nuovo “fratello”, Oliver.

Nonostante il suo aspetto innocente, Laura è in realtà molto più pericolosa di quanto sembri inizialmente, poiché ha scoperto un rituale che sacrifica la vita dei bambini affidati alle sue cure per avere la possibilità di riportare in vita la figlia defunta. L’acclamato Bring Her Back è una potente riflessione su quanto il dolore possa spingere una persona. Anche se il film lascia in sospeso il destino di alcuni personaggi, l’ultima scena, straziante e mozzafiato, chiarisce il significato del film.

Come Piper fugge da Laura nel finale di Bring Her Back

Piper riesce a malapena a sfuggire a Laura ed evitare di essere sacrificata per resuscitare Cathy

Il finale cupo di Bring Her Back vede Piper sfuggire a Laura prima che lei possa completare il rituale per resuscitare sua figlia, preparando il terreno per i momenti finali inquietanti del film. Dopo aver capito che Laura l’ha manipolata per metterla contro Andy (e aver scoperto il cadavere di suo fratello), Piper cerca di sfuggire alla sua nuova madre adottiva. Tuttavia, viene trascinata in piscina da Laura, che cerca di affogarla. Mentre lotta per scappare, Piper implora Laura di risparmiarla e la chiama persino “mamma”. Questo singolo gesto scuote Laura nel profondo, permettendo a Piper di sfuggire alla sua presa. Fuggendo sulla strada e fermando un passante per chiedere aiuto, Piper riesce ad allertare le autorità e a distruggere l’immagine di Laura come madre innocente e addolorata.

Il finale non conferma cosa succederà a Piper dopo gli eventi del film, anche se probabilmente verrà mandata in un’altra casa famiglia. L’ultima scena di Piper la vede notare un aereo che passa, ricordando come Andy le aveva detto una volta che gli aerei trasportano le anime dei defunti nell’aldilà. È un finale cupo per Piper, ma almeno esce dal film con la vita.

Come Oliver si libera dalla possessione

film Bring Her Back

Piper che salva se stessa sembra anche risparmiare a Oliver un destino oscuro

Un’altra vittima di Laura nel piano per resuscitare sua figlia è Oliver, un ragazzino rapito con il pretesto di un’adozione. Oliver è una parte importante del rituale di resurrezione, poiché funge da contenitore vivente per l’anima di Cathy mentre è posseduto da una forza demoniaca. Il rituale lascia Oliver in uno stato simile al trance, disposto a mangiare qualsiasi cosa, dalle mosche ai coltelli e al legno. Una volta che Laura riesce a uccidere Piper nello stesso modo in cui è morta Cathy, Oliver può mangiare pezzi del corpo di Cathy e sputarli su Piper, completando così il trasferimento dell’anima.

Qualsiasi tentativo di allontanare Oliver dalla proprietà di Laura provoca un dolore intenso, oltre a momenti fugaci in cui il vero bambino riesce a emergere. Fortunatamente per Piper e Oliver, la prima riesce a sfuggire alla presa di Laura e a scappare. Di conseguenza, il rituale viene interrotto e la forza demoniaca sembra lasciare andare Oliver. I suoi ultimi momenti nel film sono quelli in cui viene trovato dalle autorità e rivela loro il suo vero nome, suggerendo che può essere riportato a casa e può iniziare a riprendersi dal trauma che Laura gli ha fatto subire.

Cosa succede a Laura dopo il fallimento del rituale

Laura è ritratta come un personaggio davvero tragico in Bring Her Back, anche se commette atti atroci contro persone innocenti. La sua unica motivazione è la resurrezione di sua figlia, che i nastri che ha trovato suggeriscono essere effettivamente possibile. Tuttavia, dopo aver ucciso sia Andy che la sua ex collega Wendy, Laura decide che è ora di mettere in atto il suo piano. Quando fallisce, sembra che Laura non abbia più nulla nella vita e sembra averlo accettato. L’ultima scena del film mostra Laura che culla il cadavere della figlia nella piscina, in attesa che la polizia arrivi per arrestarla.

Date le azioni di Laura (che vanno dalla morte di Andy e Wendy al rapimento di Oliver e al quasi annegamento di Piper), è probabile che dovrà affrontare una vita in prigione. In particolare, questa non sembra una punizione più brutale per lei della vita fuori. Laura è ritratta come una figura molto materna, i cui tentativi di legare con Piper sembrano in qualche modo sinceri. Laura sembra persino sconvolta dalla necessità di uccidere Andy, ammettendo a Piper e Wendy che ciò che sta facendo è terribile ma necessario.

Senza Cathy nella sua vita, Laura sembra non avere nulla. Non le importa del mondo che la circonda o del suo posto in esso, se questo significa non poter stare con sua figlia. Questa è la tragedia centrale di Bring Her Back, poiché in tutto il film ci sono suggerimenti che Laura, se riuscisse ad accettare il suo dolore e a superarlo, potrebbe essere una buona tutrice per Andy e Piper. A volte ci sono empatia, comprensione e amore sincero, ma nulla di tutto ciò può superare il suo dolore, spingendola a diventare un mostro alla ricerca di sua figlia.

Qual è il segreto di Andy in Bring Her Back?

Andy trascorre gran parte di Bring Her Back facendo tutto il possibile per sostenere Piper, anche a costo di frustrare sua sorella. La sua grave miopia non la rende completamente cieca, ma le impedisce di prendere alcune decisioni importanti nella sua vita. Verso la fine di Bring Her Back, Andy cerca di avvicinarsi a Piper, che è stata progressivamente allontanata da lui dalle macchinazioni di Laura, e le rivela che uno dei motivi per cui è così determinato ad aiutarla è che, quando lei era molto piccola e adorata dal padre, Andy, geloso, l’aveva picchiata.

La confessione straziante di Andy verso la fine del film ridefinisce completamente il personaggio.

Questo spiega in gran parte perché Andy è così determinato a vegliare su Piper, poiché si capisce che si sente in colpa (a torto o a ragione) per la sua condizione attuale. Inoltre, aggiunge un tocco ancora più triste alla sua morte per mano di Laura, poiché questa consapevolezza lascia Piper sola al mondo. Andy è un personaggio avvincente già prima di questa rivelazione, ma la confessione straziante di Andy alla fine del film ridefinisce completamente il personaggio.

Il vero significato di Bring Her Back

Proprio come il loro film precedente, Talk to Me, Bring Her Back dei Philippou è radicato nell’esplorazione del dolore. Mentre quel film era interamente incentrato sull’esperienza di essere giovani e confrontarsi con il dolore persistente che rimane dopo una tragica perdita, Bring Her Back divide l’attenzione tra adolescenti che fanno del loro meglio per superare il dolore insieme all’adulto che non riesce a sfuggire al proprio. Il dolore può unire le persone, come si vede in una serata di fantasticherie dopo che Andy e Piper hanno seppellito il padre. Laura è al massimo del suo fascino in questa sequenza, un potenziale nuovo perno nella loro vita.

Come riportato da Screen Rant, Danny e Michael Philippou hanno suggerito che Talk to Me e Bring Her Back sono ambientati nello stesso universo.

Tuttavia, non potrà mai sfuggire al dolore per la perdita della figlia, anche se mente spudoratamente e dice che sta bene. Laura è disposta a tutto pur di riportarla indietro, anche a costo di sacrificare altri bambini come Oliver e Piper per la sua missione. Le misure che una persona è disposta a prendere per rompere l’ordine naturale e ricongiungersi con i propri cari possono trasformare persone buone in mostri, riprendendo i temi di Talk To Me e Bring Her Back. Bring Her Back è una storia straziante sulla perdita e su ciò che può fare a una persona.

Down Cemetery Road: svelate le prime foto del nuovo thriller con Emma Thompson e Ruth Wilson 

0

Apple TV+ ha svelato le prime immagini di Down Cemetery Road, l’attesissimo nuovo thriller con protagonista e produttrice esecutiva Emma Thompson (“Ragione e sentimento”), vincitrice di un Oscar, un BAFTA, un Golden Globe e un Emmy, insieme a Ruth Wilson (“Luther”), vincitrice di un Golden Globe e di due Olivier Award. La serie farà il suo debutto su Apple TV+ il 29 ottobre con i primi due episodi degli otto totali, seguiti da nuovi episodi ogni mercoledì fino al 10 dicembre.

La trama di Down Cemetery Road

Quando una casa esplode in un tranquillo sobborgo di Oxford e una ragazza scompare, la vicina Sarah Tucker (Wilson), ossessionata dall’idea di trovarla, chiede aiuto all’investigatrice privata Zoë Boehm (Thompson). Zoë e Sarah si ritrovano improvvisamente coinvolte in una complessa cospirazione nella quale scoprono che persone credute morte da tempo sono ancora in vita, mentre i vivi stanno rapidamente raggiungendo i morti.

Prodotta da 60Forty Films, Down Cemetery Road è scritta da Morwenna Banks (“Slow Horses”), che è anche produttrice esecutiva insieme a Jamie Laurenson, Hakan Kousetta e Tom Nash di 60Forty Films, Thompson e l’autore di “Down Cemetery Road” Mick Herron. Natalie Bailey (“Bay of Fires”) è la regista principale della serie.

La serie si aggiunge al celebre spy drama vincitore di un Emmy “Slow Horses” di Apple TV+, recentemente rinnovato per una settima stagione, con la quinta stagione in arrivo il prossimo 24 settembre. “Slow Horses”, di cui Banks è anche autrice, è basato sulla serie di libri “Slough House” di Herron e vede come protagonista il vincitore dell’Oscar® Sir Gary Oldman.

Pluribus: la serie fantascientifica di Vince Gilligan per Apple TV+ ottiene un trailer sottilmente sinistro

0

La serie fantascientifica di Vince Gilligan per Apple TV+ Pluribus ottiene un trailer sottilmente sinistro con una star di Better Call Saul, mentre il mistero dello show cresce. Mentre Breaking Bad è considerata una delle migliori serie TV poliziesche di tutti i tempi, Pluribus è un thriller fantascientifico che segue Carol, la persona più infelice del mondo incaricata di salvare la Terra dalla felicità.

Ora Apple TV+ ha pubblicato un nuovo teaser di Pluribus, che vede la star di Better Call Saul Rhea Seehorn, che interpreta Carol, osservare un telefono fisso che squilla. Il testo la esorta a chiamare prima di fornire un numero di telefono: (202) 808-3981. Non è chiaro se Carol decida di rispondere al telefono prima della fine del teaser. Guardalo qui sotto:

Cosa rivela il nuovo teaser di Pluribus sulla serie fantascientifica

L’ultimo teaser esorta Carol a chiamare il numero che appare nel video, ma l’ex membro del cast di Better Call Saul non è sicura se rispondere al telefono che squilla. Chiamando il numero nella vita reale, tuttavia, Carol riceve un messaggio da qualcuno all’altro capo del filo. La trascrizione della chiamata recita:

Ciao Carol. Siamo così felici che tu abbia chiamato. Non vediamo l’ora che ti unisca a noi. Digita 0 e ti ricontatteremo tramite SMS.

Componendo il numero 0 si riceve un messaggio di testo indirizzato a Carol, che dice che lei “[ha] potere decisionale”. Rispondendo “” ci si iscrive per ricevere aggiornamenti sullo show, con il mittente che dice “vogliamo solo renderti felice”. Anche se questo non offre molte informazioni sulla serie TV di fantascienza, riflette il dilemma della felicità accennato nella descrizione dello show.

Sebbene ci sia ancora molto mistero su cosa tratti effettivamente la serie, sembra che un’organizzazione stia cercando di entrare in contatto con Carol, forse per reclutarla per qualcosa. Data la falsa cordialità dall’altra parte del telefono, sembra che potrebbero essere coinvolti in qualunque cosa stia combattendo Carol. Il significato rimane poco chiaro.

L’MCU ha ufficialmente scelto il nuovo Iron Fist

0
L’MCU ha ufficialmente scelto il nuovo Iron Fist

Il Marvel Cinematic Universe sta per presentare un nuovo Iron Fist, dato che è stato scelto un altro attore per interpretare l’eroe nella serie. Anche se non ci sono altri film Marvel in programma per il 2025, la serie ha ancora diverse serie TV in uscita per il resto dell’anno.

Dopo l’uscita di I Fantastici Quattro: Gli Inizi, l’MCU tornerà nel mondo dell’animazione con Eyes of Wakanda, che debutterà il 1° agosto su Disney+. Uno dei personaggi inclusi in Eyes of Wakanda è un nuovo Iron Fist, con la serie che fungerà da prequel.

Sebbene i dettagli sul nuovo Iron Fist siano ancora limitati, l’attore è stato finalmente rivelato. Jona Xiao ha rivelato sulla sua pagina Instagram ufficiale che darà la voce al personaggio in Eyes of Wakanda. Ecco il suo annuncio completo:

 

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Jona Xiao (@jonaxiao)

Nel suo video, Xiao ha dichiarato: “Sono entusiasta di rivelare che interpreterò la prima Iron Fist femminile dell’MCU! Non perdetevi ‘Eyes of Wakanda’ della Marvel, in uscita su Disney+ il 1° agosto!” Eyes of Wakanda sarà composto da quattro episodi ed è stato sviluppato dal regista di Black Panther e Black Panther: Wakanda Forever, Ryan Coogler.

Cosa significa per il MCU il casting di Jona Xiao nel ruolo di Iron Fist

Al momento della pubblicazione di questo articolo, non è noto il nome del personaggio interpretato da Xiao. Non è chiaro se la serie creerà un nuovo Iron Fist o se utilizzerà un personaggio dei fumetti. Il fatto che Eyes of Wakanda presenti una versione femminile dell’eroe dimostra che l’Iron Fist dell’MCU viene onorato dopo che le serie Marvel-Netflix sono diventate canoniche per il franchise.

Sebbene il personaggio di Xiao sia cronologicamente la prima Iron Fist donna, non sarà la prima volta che i fan vedranno una donna esercitare quel potere nell’MCU. Colleen Wing è diventata la successiva utilizzatrice durante la seconda stagione di Iron Fist. Essendo Eyes of Wakanda un prequel, non contraddirà nulla di ciò che riguarda Danny Rand dell’MCU o Colleen, per quel che conta.

God of War: lo showrunner conferma quale linea temporale del videogioco seguirà la serie TV

0

L’adattamento di Prime Video di God of War ha scelto quale era della storia di Kratos verrà rappresentata. I videogiochi God of War sono famosi per essere divisi in due ere principali: il periodo di Kratos nella mitologia greca antica e quello nella mitologia norrena. L’adattamento di Prime Video di God of War avrebbe dovuto scegliere su quale era concentrarsi, e la decisione è già stata presa.

Durante un’intervista con IGN, il showrunner e produttore esecutivo di God of War Ronald D. Moore ha confermato che l’adattamento di Prime Video si concentrerà sul periodo di Kratos nella mitologia norrena, non in quella greca.

È stato proprio quando ho iniziato a guardarlo, ho iniziato a guardare i filmati insieme, e c’è così tanto materiale, e i personaggi mi hanno davvero colpito. Mi ha colpito la storia di Kratos e suo figlio, che intraprendono questo viaggio epico in un mondo finemente dettagliato e davvero interessante, con molti combattimenti e mostri interessanti lungo il percorso.

Ma continuavo a tornare a questa storia di padre e figlio, era emozionante e diversa, non avevo mai visto niente di simile prima e non avevo aspettative perché, come hai detto tu, non sono un giocatore. Conoscevo il titolo, ma non sapevo davvero di cosa trattasse la storia, quindi non sapevo cosa mi aspettassi, e ne sono rimasto affascinato. E così ho detto: sì, mi piacerebbe farlo. Penso che sia davvero interessante.

Il tono della serie cerca di emulare quello del gioco, ovvero un viaggio epico, una storia commovente di due uomini che intraprendono questa avventura per onorare la memoria della moglie di Atreus, la madre di Kratos. Quindi c’è un cuore emotivo, ma c’è anche il senso della storia di Kratos, il mistero del suo passato, ciò che rappresenta, le emozioni che sta vivendo. Quindi c’è un peso, ma non così grande da impedire di godersi il viaggio, e ci sono spettacolarità e molte cose che accadono in questo mondo.

Beh, ancora una volta, vogliamo onorare il gioco e ciò che hanno creato per il viaggio di Atreus. Ecco un giovane che non conosce molto bene suo padre, che intraprende questa missione e lungo il percorso imparano a conoscersi.

Moore ha sottolineato che il rapporto di Kratos con suo figlio Atreo è stato il motivo principale di questa decisione. Dato che Atreo non era ancora nato quando sono stati realizzati i giochi ambientati nell’antica Grecia, la serie Prime Video God of War è principalmente un adattamento di God of War 2018. Ciò significa che Kratos e Atreo intraprenderanno un viaggio dalla loro casa a Jötunheim per spargere le ceneri di Faye.

Vale anche la pena notare che l’interpretazione di Moore di God of War non ignorerà completamente i giochi greci. Come ha detto Moore, la serie God of War si concentrerà su Atreus che scopre di più su suo padre e sul suo oscuro passato, il che significa che i giochi greci saranno presenti in qualche forma. Resta da vedere se si tratterà di flashback o di rivelazioni verbali.

Cosa significa concentrarsi sull’era norrena di God of War per l’adattamento televisivo di Prime Video

L’era norrena è più attuale e popolare, ma ci sono molti aspetti dell’era greca che la serie non potrà includere

Sebbene saltare i primi tre giochi di God of War e i loro spin-off possa essere una decisione controversa, ha senso. God of War 2018 e God of War: Ragnarök sono stati grandi successi recenti e hanno un seguito più ampio rispetto ai giochi precedenti. La serie incorporerà in qualche modo anche i giochi precedenti, quindi Moore sembra aver trovato il meglio di entrambi i mondi.

Detto questo, la serie God of War perderà comunque alcuni momenti importanti dell’era greca dei giochi, iniziando con l’era norrena. Da Kratos che combatte i Titani a quando strappa la testa a Helios, iniziare con l’era norrena significa che la serie di Prime Video non potrà rappresentare questi momenti in tutti i loro dettagli. C’è la possibilità che vengano mostrati in immagini flashback, ma potrebbero anche essere solo citati.

God of War di Prime Video ha anche intrapreso una nuova sfida. Con God of War 2018, i giocatori conoscevano bene Kratos e sapevano quanto fosse terribile nell’era greca. Il gioco ha sfruttato questa eredità per costruire una storia di redenzione davvero avvincente. La serie God of War dovrà rappresentare la redenzione di Kratos a un pubblico che non lo conosce bene, il che è un punto di partenza più difficile.

La seconda stagione di L’estate dei segreti perduti riceve aggiornamenti ottimistici

0

Il boss di Amazon Vernon Sanders ha dato un aggiornamento incoraggiante sulle prospettive di un rinnovo della seconda stagione di L’estate dei segreti perduti.

Secondo Variety, Sanders ha discusso di come il finale della prima stagione contenesse un grande riferimento al secondo libro della serie, prima di rivelare che la seconda stagione è attualmente in fase di scrittura. Ha confermato che non è stato ancora annunciato ufficialmente alcun rinnovo, ma che è entusiasta per il futuro del drama di Julie Plec e Carina Adly Mackenzie.

Sì, c’è stata una piccola anticipazione. Stiamo lavorando con gli sceneggiatori di “We Were Liars” alla seconda stagione. Non abbiamo ancora annunciato il rinnovo, ma siamo entusiasti dei risultati che abbiamo visto in quella serie, così come di ‘Motorheads’ e “Overcompensating”.

Ogni serie ha un pubblico di fan davvero appassionato e siamo molto soddisfatti dei tassi di completamento di “Motorheads” e “Overcompensating”, quindi discuteremo con tutti e tre. Tutte e tre le serie stanno lavorando alla seconda stagione e speriamo di poter annunciare presto il rinnovo di alcune, se non di tutte.

Chicago Fire, PD & Med: confermate le date di uscita su NBC nell’autunno 2025

0

Sono state confermate le date di debutto autunnali 2025 per Chicago Fire, Chicago P.D. e Chicago Med sulla NBC, rivelando quando tornerà il franchise One Chicago. Tutti e tre gli show dell’universo condiviso torneranno questo autunno con nuovi episodi. Tutti e tre gli show sono ambientati nel più ampio universo di Dick Wolf, che include Law & Order e FBI.

Ora, la NBC conferma che tutte e tre le serie dell’universo One Chicago torneranno sulla NBC nella serata di mercoledì 1 ottobre. La stagione 11 di Chicago Med inizierà alle 20:00, la stagione 14 di Chicago Fire alle 21:00 e la stagione 13 di Chicago P.D. alle 22:00. Tutte e tre le serie promettono un ritorno spettacolare.

Cosa significa la data di ritorno dell’universo One Chicago per tutte e tre le serie

I prossimi episodi dell’universo One Chicago promettono di continuare molte storie importanti delle stagioni precedenti. Chicago Med – stagione 11, ad esempio, continuerà a seguire gli elementi irrisolti della vita quotidiana dei suoi personaggi principali. Tra questi, la gravidanza di Hannah e la vita personale di Daniel potrebbero assumere un ruolo più importante. Anche altri personaggi, come Lenox e Frost, potrebbero ottenere maggiore attenzione.

Lo stesso si può dire per la stagione 14 di Chicago Fire, che senza dubbio manterrà Severide come punto di riferimento principale per il resto della caserma 51. Tuttavia, Daniel Kyri e Jake Lockett non torneranno dopo la fine della stagione 13, lasciando un vuoto nella squadra che dovrà essere colmato all’inizio della stagione.

Infine, la stagione 13 di Chicago P.D. continuerà a vedere Hank Voight alla guida della sua squadra nelle ore buone e in quelle cattive, con la possibilità di un ruolo più importante per i nuovi arrivati come l’agente Kiana Cook. La trama esatta dei prossimi episodi della serie, tuttavia, rimane ancora sconosciuta al momento della stesura di questo articolo. Tutte e tre le serie promettono però drammi ad alta tensione e dilemmi con cui tutti i personaggi dovranno confrontarsi.

Eternity: trailer del nuovo film A24 svela il triangolo amoroso tra Elizabeth Olsen, Callum Turner e Miles Teller

0

È stato pubblicato il trailer di Eternity. Il film, prodotto dalla A24, è descritto come una commedia fantasy. È ambientato nell’aldilà, dove le anime appena formate hanno una settimana di tempo per decidere dove trascorrere l’eternità. Questo mette in una situazione difficile Joan, uno spirito che deve scegliere tra il suo compagno di lunga data e il suo primo amore.

Joan è interpretata da Elizabeth Olsen, già vista in WandaVision. I suoi due potenziali compagni sono Callum Turner e Miles Teller, con un cast di supporto che include Da’Vine Joy Randolph, Betty Buckley, John Early e Jeff Sanca. Il film è diretto da David Freyne e l’uscita è prevista per questo autunno.

Ora, A24 ha rivelato il primo trailer completo di Eternity. Il film inizia con Larry, interpretato da Teller, su un treno diretto nell’aldilà, dove si trova di fronte a un ragazzino in abito elegante. Larry incontra Anna, la sua “coordinatrice dell’aldilà”, che gli spiega che deve usare il tempo a sua disposizione nel “bivio” per scegliere un luogo dove trascorrere l’eternità.

Da lì, Larry incontra Joan, sua moglie nel mondo reale. Le cose si complicano notevolmente, però, quando compare il primo marito defunto di Joan. Questo porta tutti e tre i personaggi ad affrontare un intenso dramma interpersonale, pur continuando a farsi qualche risata lungo il percorso.

Cosa significa per Eternity

Il film sembra sia comico che commovente

Uno degli elementi chiave del trailer di Eternity è che offre uno sguardo più da vicino all’uso della commedia nel film. In una scena, Joan cerca di confortare i suoi amanti dicendo “non è una competizione”, al che Anna, interpretata da Randolph, risponde “tesoro, è sicuramente una competizione al 100%”.

Per quanto riguarda questa competizione, il trailer mostra la rivalità tra i due ex mariti. Mentre tutti ammirano le parole romantiche del primo marito di Joan, Larry si difende dicendo “So essere romantico!

Sebbene ci siano sicuramente momenti di comicità e leggerezza, Eternity sembra anche trasmettere un sentimento sincero. Nonostante l’aspetto comico della situazione, Joan è sinceramente combattuta su quale decisione prendere, sollevando domande sull’amore e sul matrimonio.

I Fantastici Quattro: Gli Inizi, Vanessa Kirby conferma l’identità dell’attore nella scena post-credits

0

I Fantastici Quattro: Gli Inizi (qui la recensione) è finalmente al cinema e sta generando molti dibattiti in particolare per la sua scena post-credits che anticipa il collegamento con Avengers: Doomsday. Ci sono ancora ovviamente molti misteri legati a questa scena, ma Vanessa Kirby ha ora finalmente sciolto il principale di questo, ovvero chi c’è sotto il costume di Dottor Destino. Il volto del personaggio non viene infatti mai mostrato, il che ha lasciato molti a chiedersi chi interpretasse effettivamente il personaggio in quel momento.

In una nuova intervista con Variety, a Kirby è stato dunque chiesto se fosse Robert Downey Jr. a interpretare Doom in quel momento. “Sì! Robert non è mai stato assente dal set. È sempre lì“, ha affermato l’attrice. “È il nostro leader. Lo chiamiamo il nostro Padrino. Si è preso cura di noi. È una gioia lavorare con i Russo e con lui, perché hanno una collaborazione così profonda da così tanto tempo. Ed è stato fantastico essere incinta e lavorare su “Avengers”.

Mi sono sentita così ispirata e sollevata dal fatto che si siano presi così cura di me. È stato un viaggio davvero bellissimo. Robert sta facendo un lavoro incredibile. Sono così emozionata”, ha concluso l’attrice. Downey Jr. e Kirby stanno ora attualmente girando Avengers: Doomsday, insieme ai colleghi attori di I Fantastici Quattro: Gli Inizi, ovvero Pedro Pascal, Joseph Quinn ed Ebon Moss-Bachrach. Tutti e cinque questi attori torneranno nei panni dei rispettivi personaggi anche in Avengers: Secret Wars del 2027.

Sebbene fosse possibile sin da subito che Robert Downey Jr. interpretasse Dottor Destino nella scena post-crediti di I Fantastici Quattro: Gli Inizi, è ancora più avvincente sapere che in quel momento era proprio lui a interpretare il personaggio, nonostante il suo volto non sia mai stato mostrato. Questo permette di mantenere un grande mistero che verrà sciolto probabilmente solo con l’arrivo del film nel 2026. Come noto ai fan, sotto la maschera Destino ha il volto sfigurato, per cui sarà interessante scoprire in che modo verrà reso questo aspetto.

LEGGI ANCHE: 

Eddie Murphy offre aggiornamenti su Shrek 5 e lo spin-off su Ciuchino

0

Eddie Murphy ha condiviso alcune novità sul nuovo film di Shrek e ha fornito anche dettagli su uno spin-off dedicato a Ciuchino che sarebbe attualmente in fase di realizzazione. Durante la promozione del suo nuovo film, The Pickup, Murphy ha infatti innanzitutto rivelato che sta ancora lavorando al doppiaggio di Shrek 5, la cui uscita è prevista per il 23 dicembre 2026. “Siamo ancora in sala di registrazione e, letteralmente, stiamo ancora lavorando a Shrek”, ha detto l’attore a ScreenRant.

Per quanto riguarda il film spin-off con protagonista il suo personaggio Ciuchino, Murphy ha detto che inizieranno a lavorarci a settembre, aggiungendo: “Stiamo realizzando un film su Ciuchino, che uscirà tra tre anni, ma siamo già a circa due anni di lavoro su Shrek 5. Siamo ancora in cabina di registrazione e a settembre inizieremo a lavorare su Ciuchino“. Murphy ha poi chiarito che il progetto su Ciuchino è un film “simile a quello dedicato al Gatto con gli stivali”.

Ciuchino avrà un film tutto suo, con una piccola storia che vede protagonisti sua moglie drago e i suoi figli, metà drago e metà ciuchini”, ha continuato. “Hanno scritto una storia divertente. Lo faremo, a partire da settembre“. Non resta dunque che attendere ulteriori novità su questo ulteriore progetto appartenente al franchise di Shrek. Un franchise particolarmente redditizio, portato avanti negli ultimi anni solo da Il gatto con gli stivali ma ora apparentemente pronto a riportare sul grande schermo anche i grandi protagonisti dei primi film.

Cosa sappiamo di Shrek 5 con Eddie Murphy

Shrek 5 è ufficialmente in fase di sviluppo presso DreamWorks Animation e rappresenta il ritorno di uno dei franchise animati più amati di sempre, a distanza di oltre un decennio dall’ultimo capitolo (Shrek e vissero felici e contenti, uscito nel 2010). La lavorazione del quinto film è stata per anni oggetto di rumor, speculazioni e tentativi di reboot, ma solo nel 2023 è arrivata la conferma ufficiale: il progetto non sarà un remake, ma un vero e proprio sequel che continuerà la storia originale. A dirigere il film ci sarà Walt Dohrn, che aveva già lavorato ai precedenti capitoli come sceneggiatore e doppiatore.

Una delle notizie più importanti riguarda il ritorno del cast vocale originale: Mike Myers (Shrek), Eddie Murphy (Ciuchino) e Cameron Diaz (Fiona) sono tutti confermati. Zendaya entrerà invece a far parte del cast nel ruolo della figlia di Shrek e Fiona. Per quanto riguarda la trama, non sono stati ancora diffusi dettagli ufficiali, ma secondo alcune indiscrezioni il nuovo film potrebbe esplorare il tema della famiglia allargata e del passare del tempo, con Shrek ormai padre di figli grandi che affronta nuove responsabilità.

Shrek, come noto, è basato sul libro illustrato del 1990 dello scrittore e fumettista William Steig. La serie è iniziata con il film del 2001, che ha presentato agli spettatori Shrek, un orco che intraprende una missione per salvare la principessa Fiona (Diaz). Il successo del primo film ha aperto la strada a sequel come Shrek 2 (2004), Shrek terzo (2007) e Shrek e vissero felici e contenti (2010). La serie comprende anche lo spin-off Il gatto con gli stivali (2011) e il suo sequel, Il gatto con gli stivali 2: L’ultimo desiderio (2022), che è stato nominato agli Oscar.

Bring Her Back – Torna da me, recensione del film dei fratelli Philippou

Dopo il successo internazionale di Talk to Me, i fratelli australiani Danny e Michael Philippou tornano al cinema con un film più intimo e cupo, che conferma la loro volontà di esplorare l’orrore attraverso l’elaborazione del dolore. Con Bring Her Back – Torna da me, i registi abbandonano la dimensione adolescenziale per raccontare una storia di perdita, fragilità e legami spezzati, dove il vero terrore nasce dalla disperazione di chi non riesce a lasciar andare. Un racconto disturbante e tragico, guidato da un’intensa interpretazione di Sally Hawkins, che arriva dal 30 luglio nelle sale italiane con Eagle Pictures.

Una madre spezzata e due fratelli in cerca di un posto nel mondo

Protagonista del film è Laura (Sally Hawkins), una psicologa ed ex assistente sociale che accoglie nella propria casa due fratelli da poco rimasti orfani: Andy (Billy Barratt), adolescente problematico e con un passato di aggressività, e Piper (Sora Wong), una ragazzina ipovedente con una forte dipendenza affettiva dal fratello maggiore. In quella casa vive già Oliver, un bambino muto e introverso con evidenti segni di disagio. Ma soprattutto, vi aleggia il ricordo della figlia di Laura, Cathy, morta in un tragico incidente e mai davvero dimenticata.

L’ambiente, che dovrebbe offrire accoglienza e protezione, si trasforma lentamente in un luogo di tensione e sospetto. Andy intuisce che qualcosa non va: nei comportamenti eccentrici di Laura, nei silenzi che circondano Oliver, nelle piccole dissonanze quotidiane. E mentre cerca di proteggere Piper e guadagnarsi il diritto di starle accanto, scopre che Laura è ossessionata da un rituale oscuro che potrebbe essere la chiave per riportare indietro la figlia perduta.

Il trauma come motore dell’orrore

Bring Her Back si inserisce nel filone dell’horror contemporaneo che utilizza il genere per esplorare tematiche emotive profonde. Se in Talk to Me l’elemento soprannaturale serviva a raccontare la necessità di connettersi con una madre scomparsa, qui la prospettiva si rovescia: è una figura materna a rifiutarsi di accettare la perdita, alimentando il dolore fino a renderlo pericoloso.

Come già il “capitolo” precedente, con cui sembra dialogare contiuamente, il secondo film dei Philippou affronta in modo diretto una delle nevrosi del presente: l’incapacità di comunicare. Nessuno, all’interno di questa storia, riesce davvero a parlarsi. Andy confessa le sue colpe solo in una nota vocale; Piper si muove nel mondo attraverso luci e contorni sfocati; Oliver resta chiuso in un silenzio impenetrabile. E Laura, pur essendo una terapeuta, è la prima a negare la realtà. L’assenza di contatto diventa così un disturbo che si manifesta fisicamente, contaminando ogni rapporto.

Laura e Oliver in una scena di Bring Her Back
Laura e Oliver in una scena di Bring Her Back © A24

Ambienti chiusi per un’angoscia universale

Pur essendo ambientato in Australia, Bring Her Back evita qualsiasi riferimento iconico al territorio. Non ci sono paesaggi aperti, non c’è natura, non c’è respiro. Tutto si svolge in spazi chiusi: la casa, l’ospedale, i corridoi. Un universo claustrofobico in cui ogni tentativo di creare un legame finisce per collassare: l’isolamento, più che geografico, è esistenziale.

I Philippou sfruttano una regia sobria ma precisa, affidandosi più all’atmosfera che agli shock visivi. La tensione è sottile, strisciante, spesso affidata a silenzi e sguardi fuori campo. Per questo, i momenti più disturbanti non sono quelli in cui l’orrore si manifesta apertamente, ma quelli in cui emerge l’impossibilità di trovare conforto, vicinanza, empatia.

Sally Hawkins al centro di un dolore che diventa pericolo

La vera forza del film risiede nella performance di Sally Hawkins, inedita nel ruolo di una donna capace di rassicurare e inquietare allo stesso tempo. Il suo personaggio non è scritto come una villain, ma come una madre che si è persa nel proprio dolore: è proprio questa umanità ferita, trattenuta e spesso distorta, a renderla tanto efficace. Laura non è mossa dalla malvagità, ma dall’ossessione, e Hawkins riesce a rendere credibile questa deriva psicologica con un’intensità rara. Anche il cast giovanile attorno a lei funziona: Sora Wong colpisce per la naturalezza e la delicatezza con cui incarna Piper, mentre Billy Barratt restituisce con efficacia il disagio e la fragilità di Andy, ragazzo ancora troppo giovane per sostenere il peso di un ruolo da adulto.

Andy e Piper in una scena di Bring Her Back
Andy e Piper in una scena di Bring Her Back © A24

Un horror più emotivo che spettacolare

Chi si aspetta un horror ricco di colpi di scena o di effetti visivi potrebbe restare sorpreso. Bring Her Back sceglie una strada diversa: lavora sull’inquietudine, sulla malinconia, sull’empatia. I momenti di tensione pura sono pochi, ma ben gestiti, e quando il film decide di affondare il colpo, lo fa con precisione chirurgica. Non mancano alcune forzature narrative, soprattutto nella seconda parte, e il ritmo potrebbe risultare lento per chi cerca un’esperienza più adrenalinica. Tuttavia, trova la sua forza nella coerenza tonale e nella capacità di restare ancorato al dolore reale da cui nasce. Non a caso, i Philippou hanno dichiarato di aver concepito lo script dopo due lutti personali, e il risultato ne riflette tutta l’autenticità.

Bring Her Back conferma il talento e la maturità del duo di registi australiani, capaci di reinventarsi senza tradire le radici del loro cinema. Se Talk to Me era un horror folgorante sull’adolescenza e l’identità, qui ci troviamo davanti a un’opera più adulta, che affronta con lucidità e coraggio il lato più oscuro della genitorialità e della perdita. Meno spettacolare, ma più doloroso. E forse, proprio per questo, ancora più efficace.

Robin Williams: la co-star di Mrs. Doubtfire Matthew Lawrence vorrebbe riportare la sua voce in vita con l’AI

0

Matthew Lawrence, che era solo un ragazzino quando recitò al fianco di Robin Williams nella commedia campione d’incassi del 1993 Mrs. Doubtfire, ha dichiarato a Entertainment Weekly al Comic-Con di essere interessato a riportare in vita la voce del defunto Williams utilizzando l’intelligenza artificiale. “Mi piacerebbe molto – ovviamente con il rispetto e l’approvazione della sua famiglia – fare qualcosa di davvero speciale con la sua voce, perché so che per una generazione quella voce è semplicemente iconica”, ha detto Lawrence.

Non è solo perché lo conoscevo e ho lavorato con lui e quindi è nella mia testa – è nella testa di tutti. E sarebbe davvero fantastico”. Lawrence ha raccontato di aver recentemente visto un vecchio spot televisivo con la voce di Williams, che gli ha fatto venire l’idea di trovare un modo per riportare in vita la voce dell’iconico comico. “È un po’ come uno spot molto contemporaneo, moderno, quasi una sorta di anticipazione di ciò che sta accadendo, in cui ha fatto questa voce fuori campo computerizzata”, ha detto Lawrence.

E mi è sempre rimasto impresso. Poi, quando è mancato, con l’avvento dell’intelligenza artificiale, ho pensato: ‘Cavolo, lui deve essere la voce dell’intelligenza artificiale, deve essere la voce di qualcosa’. Quindi sì, mi piacerebbe farlo”. Lawrence ha aggiunto che le possibilità sono infinite quando si tratta di riportare in vita la voce di Williams con l’intelligenza artificiale, compreso il fatto che Williams ti dia indicazioni stradali sul tuo telefono. L’attore ha detto: “Sarebbe Robin! Sarebbe fantastico. Ve lo garantisco”.

Questo tipo di idee sono ormai del tutto una possibilità grazie ai recenti sviluppi delle intelligenze artificiali. Negli scorsi anni abbiamo già visto sul grande schermo (e non solo) volti e voci di attori scomparsi da tempo, riportati “in vita” proprio grazie all’AI. La voce di Robin Williams è particolarmente iconica ed ha indubbiamente cresciuto intere generazioni di spettatori. Naturalmente, ci sono questioni etiche da valutare attentamente prima di dar vita ad un’operazione di questo tipo. Per adesso, per riascoltare la voce dell’attore è sufficiente riguardare i suoi bellissimi film.

Monica Barbaro ufficialmente a bordo di Artificial di Luca Guadagnino

0

La candidata all’Oscar Monica Barbaro sarà ufficialmente la protagonista di Artificial di Luca Guadagnino per Amazon MGM Studios. Barbaro, il cui casting era stato annunciato in precedenza, ma il cui accordo è ora concluso, si unisce ai già annunciati Andrew Garfield, Yura Borisov, Jason Schwartzman, Cooper Hoffman e Cooper Koch. Ike Barinholtz è ancora in trattativa per unirsi al cast.

I dettagli della trama di Artificial, descritto come una “commedia drammatica ambientata nel mondo dell’intelligenza artificiale”, sono ancora segreti. Tuttavia, le prime indiscrezioni suggeriscono che sarà incentrato sull’azienda OpenAI e sul tumultuoso periodo del 2023, quando il suo CEO Sam Altman fu licenziato e riassunto in pochi giorni. Si dice che Garfield interpreterà Altman con Borisov, star di “Anora”, nei panni di Iya Stuskever, co-fondatore di OpenAI che ha guidato il movimento per sbarazzarsi di Altman.

Simon Rich ha scritto la sceneggiatura e produrrà il film insieme a David Heyman e Jeffrey Clifford di Heyday Films, oltre a Jennifer Fox.

All’inizio di quest’anno, Barbaro ha ottenuto una nomination all’Oscar per la sua interpretazione della leggendaria cantante folk e attivista Joan Baez in A Complete Unknown, che ha fatto seguito al suo ruolo di successo come pilota di caccia Phoenix in Top Gun: Maverick. Prossimamente reciterà in “Crime 101” di Amazon MGM al fianco di Chris Hemsworth, Mark Ruffalo e Barry Keoghan, e farà il suo debutto teatrale in una ripresa di “Les Liaisons Dangereuses” di Pierre Choderlos de Laclos al National Theatre di Londra. Barbaro è rappresentata da UTA, Range Media Partners, Narrative e Meyer & Downs.

Artificial segna anche l’ultima collaborazione tra Guadagnino e Amazon MGM dopo “After the Hunt“. Il film, con Julia Roberts, Garfield e Ayo Edebiri, debutterà alla Mostra del Cinema di Venezia prima dell’uscita nelle sale il 10 ottobre. La collaborazione di Guadagnino con lo studio include anche “Challengers” del 2024, “Bones and All” del 2022 e “Suspiria” del 2018.

Orgoglio e Pregiudizio: svelata la prima foto del nuovo adattamento Netflix

0

Netflix ha svelato un’anteprima della sua prossima miniserie Orgoglio e Pregiudizio e ha rivelato il cast di supporto, mentre la produzione inizia nel Regno Unito.

Si uniscono all’adattamento di Jane Austen Rufus Sewell (“The Diplomat”) nel ruolo di Mr. Bennet, Freya Mavor (“Industry”) in quello di Jane Bennet, Jamie Demetriou (“Stath Lets Flats”) in quello di Mr. Collins, Daryl McCormack (“Wake Up Dead Man: A Knives Out Mystery”) in quello di Mr. Bingley, Louis Partridge (“House of Guinness”) in quello di Mr. Wickham, Rhea Norwood (“Heartstopper”) in quello di Lydia Bennet, Siena Kelly (“Black Mirror”) in quello di Caroline Bingley e Fiona Shaw (“Killing Eve”) in quello di Lady Catherine de Bourg. Hopey Parish e Hollie Avery fanno il loro debutto rispettivamente nei ruoli di Mary Bennet e Kitty Bennet.

Tra gli altri nuovi membri del cast figurano Anjana Vasan (“We Are Lady Parts”), Sebastian Armesto (“Gangs of London”), Rosie Cavaliero (“KAOS”), Saffron Coomber (“Three Little Birds and Die Zweiflers”), James Dryden (“Deadpool”), Justin Edwards (“The Thick Of It”), James Northcote (“The Last Kingdom”), Eloise Webb (“La regina degli scacchi”) e Isabella Sermon (“Jurassic World: Il regno distrutto”).

La prima immagine di Orgoglio e Pregiudizio di Netflix

Credits LUDOVIC ROBERT – Netflix

Si uniscono ai membri del cast già annunciati Emma Corrin (“Nosferatu”), Jack Lowden (“Slow Horses”) e Olivia Colman (“The Crown”), che interpretano rispettivamente Elizabeth Bennet, Mr. Darcy e Mrs. Bennet in Orgoglio e pregiudizio.

La miniserie in sei parti promette un fedele adattamento dell’immortale romanzo di Austen del 1813, diretto da Euros Lyn, regista di Heartstopper, e sceneggiato da Dolly Alderton.

“Una volta ogni generazione, un gruppo di persone ha la possibilità di raccontare questa meravigliosa storia e mi sento molto fortunata di poterne far parte”, ha dichiarato Alderton in una nota. “Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen è il modello per la commedia romantica: è stato un piacere approfondirne le pagine per trovare modi familiari e innovativi di dare vita a questo amato libro”.

X-Men: Jake Schreier afferma che il reboot sarà “diverso” dal precedente franchise

0

In una conferenza stampa prima dell’uscita di I Fantastici Quattro: Gli Inizi (qui la recensione) il capo della Marvel Studios Kevin Feige ha confermato ciò che era stato a lungo ipotizzato: il regista di Thunderbolts*Jake Schreier, è alla guida del reboot di X-Men dell’MCU. Ora, in una nuova intervista con The Playlist, Schreier ha detto ai fan dei film tratti dai fumetti di non aspettarsi un nuovo film degli X-Men simile alla precedente serie con Hugh Jackman.

Sì, penso che sia giusto dirlo”, ha detto Schreier quando gli è stato chiesto se l’approccio della Marvel agli X-Men sarà “riconoscibilmente diverso da quello precedente”, aggiungendo scherzosamente: “C’è quel mirino rosso da qualche parte, lo sai”. “Ma poter esplorare tutte le idee insite in quel ricco materiale di partenza, ma anche su una scala adeguata al materiale stesso, è un’opportunità molto rara e fortunata”, ha continuato Schreier. “È molto eccitante”.

Il regista ha detto all’inizio dell’intervista: “Quello che posso dire è che si tratta di un materiale intrinsecamente interessante e complesso… L’idea centrale di ciò che sono gli ‘X-Men’ implica complessità. È un’opportunità incredibile con personaggi super interessanti e molti conflitti interni. Questi personaggi sono alle prese con la loro identità e il loro posto nel mondo: è un materiale intrinsecamente interessante e complesso”.

Feige ha poi lasciato trapelare alla stampa che l’approccio dell’MCU agli X-Men sarà molto diverso dalla precedente versione cinematografica del team di supereroi, affermando che Schreier “realizzerà un reboot incentrato sui giovani. Ciò potrebbe riflettersi nel casting dei mutanti e si percepirà sicuramente nel tono e nella prospettiva del film”. Resta dunque da vedere come saranno introdotti i nuovi eroi degli X-Men nell’MCU. Di certo, prima di quel momento sarà possibile rivedere sul grande schermo molti degli interpreti degli X-Men della Fox.

Jackman ha interpretato il suo amato Wolverine in Deadpool & Wolverine dell’estate scorsa e insieme ai suoi co-protagonisti originali Patrick Stewart (Charles Xavier), Ian McKellen (Magneto), James Marsden (Ciclope), Kelsey Grammer (Bestia), Alan Cumming (Nightcrawler) e Rebecca Romijn (Mystique) appariranno tutti nel film Avengers: Doomsday in uscita a dicembre del prossimo anno.

LEGGI ANCHE: Jake Schreier su come Thunderbolts* lo abbia preparato agli X-Men

Chi reciterà nel reboot degli X-Men?

Secondo quanto riferito, il casting ufficiale dovrebbe iniziare molto presto (se non è già iniziato) e personaggi del calibro di Harris Dickinson, Margaret Qualley, Elle Fanning e Julia Butters sarebbero nel mirino dello studio (secondo quanto riferito, erano in lizza per interpretare Cyclope, Rogue e Kitty Pryde, ma non sappiamo se sia ancora così), insieme alla star di Alien: Romulus David Jonsson e Trinity Bliss, che potrebbero essere in lizza per interpretare Jubilee. Altri nomi che sono emersi nelle voci di corridoio includono Hunter Schafer (Mystica), Ayo Edebiri (Tempesta) e Javier Bardem (Mr. Sinister).

Riguardo al progetto Kevin Feige ha dichiarato di avere un “piano decennale” per la saga dei mutanti. “Penso che lo vedrete continuare nei nostri prossimi film con alcuni personaggi degli X-Men che potreste riconoscere. Subito dopo, l’intera storia di Secret Wars ci condurrà davvero in una nuova era dei mutanti Ancora una volta, è uno di quei sogni che diventano realtà. Finalmente abbiamo di nuovo gli X-Men“.

Julia Garner afferma che il film biopic su Madonna “dovrebbe ancora essere in programma”

0

Julia Garner ha in precedenza ottenuto il ruolo da protagonista nel film biografico su Madonna. Sul progetto ci sono state notizie contrastanti e poco promettenti di recente, ma ora la star di I Fantastici Quattro: Gli Inizi, film in cui interpreta Shalla-Bal/Silver Surfer, ha ora fornito alcuni dettagli sul processo di audizione. Come riportato da Deadline, in una nuova intervista, Garner afferma infatti che è ancora pronta a interpretare Madonna nel film biografico che la cantante dovrebbe dirigere personalmente.

“Dovrebbe ancora essere in programma”, ha detto Julia Garner nel podcast SmartLess quando il conduttore Sean Hayes le ha ricordato che avrebbe dovuto interpretare Madonna in un progetto. L’attrice ha detto di essere “una grande fan di Madonna” e di essere “cresciuta ascoltando” la pop star, aggiungendo: “È successo così. Sapevo che stavano lavorando a un progetto, che stavano girando un film su di lei, e allora sono andata al provino”.

Volevo solo vedere se ero in grado di farlo, perché non ero una ballerina professionista e dovevo imparare a ballare, poi ballare davanti a lei e convincerla che sapevo ballare, in sostanza, e cantare. E cantare con lei!”, ha ricordato del processo di audizione. Per prepararsi all’audizione, Garner dice di essersi detta: “Ok, cosa farebbe Madonna? Convincerti che merita di essere in questa stanza, e io l’ho fatto. Ero tipo: ‘Puoi prendere o lasciare, ma se lasci, se me ne vado, allora è colpa tua’”. Garner ha infine detto che il progetto è ancora in fase di lavorazione e ha aggiunto che “tutto ciò che è grande… richiede molto tempo”.

A che punto è il biopic su Madonna con Julia Garner?

Nel gennaio 2023 è stato riferito che il film della Universal Pictures era stato cancellato. Madonna avrebbe dovuto dirigere il film sulla sua vita e la sua carriera, scrivendo la sceneggiatura con Diablo Cody ed Erin Cressida Wilson. Dopo che il film è stato sospeso, nel luglio 2024 Madonna ha poi rivelato che era tornata a lavorare alla sceneggiatura del suo film biografico. All’inizio di quest’anno, invece, Deadline ha riportato in esclusiva che Madonna aveva stretto una partnership con Netflix per raccontare la sua storia in una serie TV sviluppata insieme a Shawn Levy. Al momento non si hanno maggiori dettagli sullo stato del progetto.

Avatar: James Cameron pronto ad espandere il franchise nell’animazione

0

James Cameron ha rivelato alla rivista Empire di aver parlato con la Disney della possibilità di espandere il franchise del suo film campione d’incassi Avatar nel mondo dell’animazione. “Ho detto: ‘Sentite, vorrei realizzare una serie antologica animata che sia essenzialmente ambientata in quel mondo, ma con storie che non ci si aspetterebbe da quel mondo’”, ha dichiarato il vincitore dell’Oscar.

Potrebbe anche esserci un lungometraggio animato, che potrebbe essere destinato allo streaming o alle sale cinematografiche”. Cameron ha affermato che il suo progetto è simile a quello di “The Animatrix”, l’acclamata serie antologica animata del 2003 che raccontava vari retroscena della trilogia cinematografica Matrix. Ha definito quel progetto “un ottimo esempio di come possiamo aggiungere consistenza e dettagli barocchi al mondo di Avatar”.

Le storie animate potrebbero fornire “retroscena sui personaggi e dettagli tangenziali che sono accaduti fuori campo nei film”, ha aggiunto il regista. “Chi è atterrato per primo su Pandora? La prima spedizione. Si può andare ovunque si voglia… Non abbiamo ancora fatto molto al riguardo. Stiamo ancora raccogliendo le nostre storie e cose del genere, e devo trovare i registi e gli animatori, che vogliono farlo”.

Avatar: Fuoco e Cenere è il prossimo capitolo della saga

Con Avatar: Fuoco e Cenere, James Cameron riporta il pubblico su Pandora in una nuova avventura coinvolgente con Jake Sully (Sam Worthington), marine diventato leader dei Na’vi, la guerriera Na’vi Neytiri (Zoe Saldaña) e la famiglia Sully. Il film, con sceneggiatura di Cameron, Rick Jaffa e Amanda Silver e soggetto di Cameron, Jaffa, Silver, Josh Friedman e Shane Salerno, vede anche la partecipazione di Sigourney Weaver, Stephen Lang, Oona Chaplin, Cliff Curtis, Britain Dalton, Trinity Bliss, Jack Champion, Bailey Bass e Kate Winslet.

Si dice che il film rappresenterà un’evoluzione importante della storia avviata con Avatar (2009) e proseguita con Avatar – La via dell’acqua (2022), espandendo ulteriormente l’universo narrativo di Pandora e introducendo nuove aree geografiche e culture Na’vi, con toni più cupi rispetto ai precedenti capitoli. Cameron ha dichiarato inoltre che questo terzo episodio segnerà un punto di svolta tematico per l’intera saga. Uno degli aspetti più attesi riguarda l’introduzione del Popolo della Cenere, una tribù Na’vi legata all’elemento del fuoco.

A differenza delle popolazioni Na’vi viste finora, questi sono caratterizzati da una visione più aggressiva e conflittuale del mondo, portando per la prima volta un punto di vista Na’vi antagonistico. Questo consentirà alla saga di esplorare dinamiche interne al mondo indigeno di Pandora, complicando la tradizionale dicotomia tra Na’vi pacifici e umani colonizzatori. Leader di questo popolo è la temuta Varang, interpretata da Oona Chaplin e di cui negli scorsi giorni era state diffuse alcune immagini ufficiali.

Cameron ha anche anticipato che Avatar: Fuoco e Cenere conterrà un importante sviluppo narrativo che ricollegherà alcuni eventi ai futuri capitoli già in lavorazione. La tecnologia continuerà a giocare un ruolo centrale: Cameron ha promesso nuove innovazioni visive, in particolare nella resa degli ambienti vulcanici e nelle sequenze incentrate sul fuoco. Questo terzo film si preannuncia dunque come un capitolo chiave per l’espansione tematica, politica e visiva dell’universo di Avatar.

Avatar: Fuoco e Cenere sarà al cinema il 19 dicembre 2025.

The Gilded Age: HBO rinnova per la quarta stagione dopo lo sconvolgente colpo di scena nella terza stagione

0

Dopo gli sconvolgenti eventi che hanno appena caratterizzato la serie drammatica in costume della HBO, la quarta stagione di The Gilded Age ha appena ricevuto un importante aggiornamento. In vista della quarta stagione, la serie creata da Julian Fellowes ha ampliato il suo cast sulla scia del successo ottenuto e del notevole aumento di attenzione da parte del pubblico dopo la conclusione della seconda stagione di The Gilded Age.

Tale aumento si è consolidato durante la terza stagione, con la serie drammatica candidata agli Emmy che ha registrato ascolti record di settimana in settimana. A ciò si sono aggiunti grandi colpi di scena che hanno lasciato il pubblico senza fiato.

Sulla scia della morte scioccante di un personaggio nell’ultimo episodio, HBO ha annunciato che The Gilded Age è stata ufficialmente rinnovata dalla rete. La notizia arriva anche a poche settimane dal finale della terza stagione, previsto per il 10 agosto. Francesca Orsi, vicepresidente esecutivo di HBO Programming, ha commentato il successo di critica e l’aumento significativo degli ascolti in una dichiarazione sul rinnovo:

Non potremmo essere più orgogliosi degli innegabili livelli di audience raggiunti da The Gilded Age in questa stagione. Trasportandoci nella New York del 1880, Julian Fellowes e il cast e la troupe di grande talento hanno creato un’esperienza di intrattenimento imperdibile, settimana dopo settimana, e siamo lieti di continuare a esplorare le grandi ambizioni di questi personaggi in quella che promette di essere una quarta stagione emozionante.

Anche Erin Underhill, presidente della Universal Television, che co-produce la serie con HBO e Neamo Film and Television, ha celebrato il continuo successo e il rinnovo di The Gilded Age con la seguente dichiarazione:

Grazie a Julian e al cast e alla troupe di straordinario talento, ogni stagione di The Gilded Age offre storie ricche di dramma e storia, interpretazioni stellari e un valore produttivo straordinario. Ogni momento trascorso in questo mondo e con questi personaggi non fa che aumentare il nostro amore per la serie, e siamo molto felici che i nostri partner della HBO e il pubblico di tutto il mondo ne chiedano ancora.

Cosa significa questo per The Gilded Age

The Gilded Age ha invertito la tendenza generale di molte commedie e drammi. Mentre la maggior parte delle serie televisive stabilisce il proprio pubblico di riferimento nelle prime fasi, per poi registrare un calo e un aumento modesto, la serie di successo della HBO ha continuato a rafforzarsi. Ha vinto un Emmy, è stata nominata per altri sei e ha aumentato significativamente il proprio pubblico nella terza stagione.

Lo show ha registrato un aumento per cinque settimane consecutive. Il quinto episodio ha raggiunto quattro milioni di spettatori nei primi tre giorni, grazie anche all’aumento delle visualizzazioni su HBO Max. The Gilded Age, nel complesso, ha registrato un aumento del 20%. Questo risultato arriva dopo un importante cambiamento nel cast di The Gilded Age, con la morte inaspettata di John Adams nell’episodio 6.CorrelatiLa tragica morte nell’episodio 6 della terza stagione di The Gilded Age difesa dal regista e dai produttori esecutivi: “Le cose scioccanti sono vere nella vita”Esclusiva: la scioccante morte nell’episodio 6 della terza stagione di The Gilded Age è stata difesa dalla regista Deborah Kampmeier e dai produttori esecutivi della serie.

Questo dato è in linea con una tendenza simile a quella della terza stagione di The White Lotus, che ha registrato il suo pubblico più vasto fino ad oggi. Tuttavia, quella commedia drammatica ambientata in un resort, con un accenno di omicidio, ha registrato una crescita relativamente costante. The Gilded Age, invece, sta finalmente diventando la grande serie originale HBO che ha sempre avuto il potenziale per essere.

Hellboy: The Golden Army, la spiegazione del finale e della profezia

Hellboy: The Golden Army è il secondo capitolo della saga cinematografica diretta da Guillermo del Toro, uscito nel 2008, quattro anni dopo il primo film. Se il precedente capitolo aveva introdotto il pubblico al personaggio ideato da Mike Mignola per la Dark Horse Comics, questo sequel amplia l’universo narrativo e visivo in modo significativo, fondendo il folklore europeo con il fantasy epico e con lo stile distintivo del regista. Del Toro, già premiato per la sua immaginazione gotica e mitologica, eleva qui l’impianto visivo e tematico, spingendo Hellboy oltre i limiti del genere supereroistico classico per avvicinarlo a un tono da fiaba oscura.

Il film si colloca in una linea narrativa autonoma rispetto ai fumetti originali, ma trae ispirazione da diversi elementi presenti nell’opera di Mignola, in particolare dalla miniserie The Right Hand of Doom e da frammenti sparsi dell’universo di Hellboy. Del Toro e Mignola collaborarono per definire il tono e i personaggi, ma il film si prende molte libertà nel costruire una nuova mitologia. L’introduzione dell’armata d’oro, delle creature fantastiche e del mondo nascosto parallelo all’umanità consente infatti al regista messicano di esplorare i suoi temi ricorrenti: l’emarginazione, il destino, il conflitto tra umano e mostruoso.

Hellboy: The Golden Army riprende così i personaggi del primo film, ma li evolve: la relazione tra Hellboy e Liz, il ruolo di Abe Sapien, e la minaccia rappresentata dal principe Nuada si inseriscono in una trama più ampia e profonda, che pone il protagonista di fronte a interrogativi morali e personali sempre più complessi. Una delle chiavi più affascinanti della pellicola è la profezia che pende su Hellboy e il suo destino legato all’Apocalisse. Nel resto dell’articolo esploreremo proprio questo: il significato del finale del film, il ruolo della profezia e come questi elementi ridefiniscono il personaggio e il suo rapporto con l’umanità.

Hellboy The Golden Army film

La trama di Hellboy: The Golden Army

Questo sequel si apre sulla rottura di un’antica tregua fra la razza umana e l’invisibile regno fantastico. l’Inferno sta ora per scatenarsi ancora una volta sulla Terra per volontà del Principe Nuada, un leader spietato in cerca di vendetta per la sua stirpe e pronto a risvegliare un indomito esercito di creature noto come Golden Army. Per impedire i suoi piani di conquista, l’indomabile Hellboy si trova dunque a dover indagare sulla vicenda, alternandosi tra la superfice terrestre e un ricco sottobosco di creature fantastiche di ogni tipo. Aiutato nella sua missione dalla pirocinetica fidanzata Liz, dal mutante acquatico Abe e dal mistico protoplasmatico Johann Krauss, si troverà ben presto a dover scegliere fra la vita che conosce e l’ignoto destino che lo attende.

La spiegazione del finale del film

Nel terzo atto di Hellboy: The Golden Army, la tensione raggiunge il suo culmine quando il principe Nuada rintraccia sua sorella Nuala al quartier generale del B.P.R.D., sfruttando il legame magico che li unisce. Dopo averla trovata, Nuada combatte contro Hellboy e lo ferisce gravemente con una lancia incantata, lasciando nel suo petto una scheggia letale che non può essere rimossa facilmente. Con Nuala in ostaggio e il destino dell’umanità in bilico, Liz, Abe e Johann Krauss decidono di portare Hellboy nel luogo in cui si trova l’Armata d’Oro, in Irlanda del Nord, sperando di trovare un modo per salvargli la vita.

Guidati da un goblin fabbro, il gruppo incontra l’Angelo della Morte, che rivela a Liz il prezzo da pagare per salvare Hellboy: se continuerà a vivere, condurrà un giorno alla fine dell’umanità. Nonostante l’avvertimento, Liz implora di salvargli la vita e rivela finalmente a Hellboy di essere incinta. Questa rivelazione lo risveglia, gli dona la forza di andare avanti, con l’Angelo della Morte che rimuove la scheggia. Giunti al santuario dell’Armata d’Oro, Nuada viene sfidato da Hellboy, che in quanto principe infernale ha diritto al comando dell’esercito. Dopo un duello intenso, Hellboy vince ma risparmia la vita al suo avversario.

 

Angelo della Morte in Hellboy The Golden Army
L’Angelo della Morte in Hellboy: The Golden Army

Tuttavia, Nuada tenta un’ultima volta di ucciderlo, costringendo Nuala a togliersi la vita per fermarlo. I due fratelli sono infatti legati indissolubilmente e ciò che accade ad uno si ripercuote anche sull’altro.  Morendo, Nuada ribadisce la profezia: un giorno Hellboy dovrà scegliere tra l’umanità e il mondo magico. Il finale si sviluppa così proprio attorno a questa profezia. L’intera storia è attraversata dal conflitto tra due mondi: quello umano, razionale e moderno, e quello magico, antico e dimenticato. Hellboy si trova al centro di questo scontro, come creatura nata dall’inferno ma cresciuta tra gli uomini.

La decisione di risparmiare Nuada dimostra però che Hellboy vuole essere più umano che demone, ma le parole del principe morente suggeriscono che questa pace è solo temporanea. Il gesto di Liz, che alla fine scioglie la corona con il fuoco per disattivare definitivamente l’Armata d’Oro, rappresenta un rifiuto simbolico del potere assoluto e del destino preordinato. È un atto d’amore e di fiducia verso Hellboy, che nonostante le sue origini oscure è diventato una figura capace di scegliere il bene. Il finale, con i protagonisti che si dimettono dal B.P.R.D. per vivere una vita diversa e più libera, apre a nuove possibilità.

Liz che rivela a Red di aspettare due gemelli e anche se questa dovrebbe essere una notizia felice, è un po’ inquietante considerando il suo destino finale. Tuttavia, nonostante Hellboy: The Golden Army sia stato accolto positivamente da critica e pubblico, il terzo capitolo della trilogia di del Toro non è mai stato realizzato a causa di una combinazione di fattori produttivi ed economici. Il film, pur avendo incassato decentemente, non raggiunse i risultati sperati dalla Universal per giustificare un sequel ad alto budget. Inoltre, i diritti del personaggio tornarono alla casa editrice Dark Horse, complicando ulteriormente lo sviluppo. Così, l’esito della profezia non ha potuto trovare compimento sul grande schermo.

Eyes of Wakanda: il nuovo trailer introduce l’Iron Fist del MCU

0
Eyes of Wakanda: il nuovo trailer introduce l’Iron Fist del MCU

Dopo l’entusiasmante presentazione al Festival Internazionale del Film d’Animazione di Annecy il mese scorso, Eyes of Wakanda della Marvel Animation sarà disponibile per i fan su Disney+ prima del previsto. Come abbiamo riportato la scorsa settimana, la nuovissima serie, composta da quattro episodi, debutterà il 1° agosto. L’annuncio ufficiale è accompagnato da un nuovo trailer mozzafiato e da una serie di poster dei personaggi, uno dei quali ci presenta il primo Iron Fist dell’MCU.

In precedenza, Finn Jones ha interpretato Danny Rand alias Iron Fist nella serie TV Iron Fist di Netflix, ma questa è la prima volta che vediamo un protettore di K’un-Lun nella Sacra Linea Temporale, ovvero Terra-616. La nuova serie d’azione e avventura, prodotta in collaborazione con Zinzi Coogler, Sev Ohanian e Kalia King di Proximity Media, segue le avventure dei coraggiosi guerrieri wakandiani nel corso della storia. In questa avventura intorno al mondo, gli eroi devono compiere missioni pericolose per recuperare manufatti in vibranio dai nemici del Wakanda. Sono gli Hatut Zaraze, e questa è la loro storia.

Con le voci di Winnie Harlow, Cress Williams, Patricia Belcher, Larry Herron, Adam Gold, Lynn Whitfield, Jacques Colimon, Jona Xiao, Isaac Robinson-Smith, Gary Anthony Williams, Zeke Alton, Steve Toussaint e Anika Noni Rose, Eyes of Wakanda è diretto dal regista/produttore esecutivo Todd Harris. Il regista, produttore e storyboard artist ha lavorato ad alcune delle più grandi saghe cinematografiche del mondo, da John Wick al MCU.

In un’intervista Todd Harris ha dichiarato: “Il mio obiettivo per l’intera serie era fare ciò che un film ha difficoltà a fare, ovvero rendere il mondo più grande. È una nazione con più codici postali. Si trattava principalmente di espandere lo sfondo del mondo che Ryan era riuscito a creare, con un po’ più di tempo e qualche opportunità in più al bar. Queste cose esistono da così tanto tempo, e stanno davvero diffondendo la mitologia di Wakanda”, ha continuato.

Il regista ha poi rivelato che il primo episodio ruota attorno a Noni, un ex membro delle Dora Milaje di Wakanda e una potenziale nuova candidata per gli Hatut Zaraze. Il personaggio è descritto come “una versione James Bond di una Dora che semplicemente non segue la linea della compagnia“, e nel 1260 a.C., ha il compito di sconfiggere il Leone, un ex wakandiano che ha rubato la tecnologia della loro nazione e si è trasformato in un signore della guerra. Ora, deve essere fermato prima che possa conquistare Creta, in Grecia.

Abbiamo sempre saputo di aver bisogno di un evento scatenante“, ha detto Harris. “Mi sono ispirato ad Apocalypse Now. E se il Wakanda si trasformasse nel loro Colonnello? Questo, combinato con un Thulsa Doom, un Atlantideo di Conan proveniente da una civiltà molto più antica, che ha creato un impero partendo dal mondo esistente.”Quindi, con questi due temi in gioco, questo è il tipo di evento che porterebbe il Wakanda in una situazione in cui è necessario investire risorse legittime“, ha aggiunto.

Repo Man: la spiegazione del finale del film con Jude Law

Repo Man: la spiegazione del finale del film con Jude Law

Repo Men è un film del 2010 diretto da Miguel Sapochnik che si colloca nel filone della fantascienza distopica con venature action e thriller. Ambientato in un futuro prossimo, il film racconta una società in cui gli organi artificiali possono essere acquistati a credito, ma vengono brutalmente riacquisiti da agenti specializzati quando il pagamento non viene onorato. Il protagonista, interpretato da Jude Law, è uno di questi “repo men”, ma si troverà dall’altra parte del sistema quando sarà lui stesso costretto a vivere con un organo impiantato e incapace di pagarlo. Questo cambio di prospettiva offre al film un’interessante riflessione morale su giustizia, empatia e disumanizzazione del capitalismo.

Il film esplora così con toni crudi e cinici temi come il debito, il libero arbitrio, la biopolitica e la perdita d’identità in un mondo governato da logiche di mercato estreme. In questo senso, Repo Men si inserisce in una tradizione di film sci-fi che criticano le derive del sistema economico e sanitario, richiamando titoli come Blade Runner, Minority Report e Gattaca per l’ambientazione futuristica e le implicazioni etiche, ma anche Brazil e RoboCop per la satira sociale. La pellicola, adattamento del romanzo The Repossession Mambo di Eric Garcia, unisce azione e dramma esistenziale, proponendo un racconto visivamente cupo e stilizzato.

Nonostante un’accoglienza critica altalenante, Repo Men è rimasto nel tempo oggetto di discussione soprattutto per il suo finale sorprendente e ambiguo, che ribalta molte delle aspettative dello spettatore e rimescola i significati dell’intera vicenda (come si addice ad un racconto che affronta il lato oscuro della tecnologia). Nel resto dell’articolo esploreremo dunque proprio questo: cosa succede esattamente nel terzo atto del film, quale verità si nasconde dietro le ultime scene e come tutto ciò si collega ai temi centrali della narrazione.

Jude Law in Repo Man
Jude Law in Repo Man

La trama di Repo Man

In un futuro non troppo lontano, gli esseri umani hanno prolungato e migliorato le loro vite attraverso il trapianto di organi artificiali estremamente sofisticati, creati dalla multinazionale The Union. C’è solo un problema: i ricambi hanno un prezzo altissimo e per i clienti insolventi arriva un repo man, un recuperatore, che si riprende i costosi organi senza preoccuparsi della sopravvivenza della persona. Tra la squadra di recuperatori c’è Remy (Jude Law), uno dei migliori nel suo settore, sebbene proprio a causa del suo lavoro stia vivendo una crisi matrimoniale.

A un certo punto però è lo stesso Remy ad avere bisogno di un trapianto di cuore, a seguito di un incidente durante un’operazione di recupero organi andata male. Dopo essersi svegliato dal coma, Remy scopre infatti di avere un nuovo cuore e quindi un enorme debito con la società per cui lavora. Da quel momento non riesce più a fare il suo lavoro come prima, con il risultato che rimane indietro con il pagamento delle rate e il rischio che qualche suo collega arrivi per riprendersi ciò che lo mantiene in vita. L’unica soluzione possibile sembra essere la fuga, ma questa non potrà durare in eterno.

La spiegazione del finale

Una volta compresa la vita dall’altra parte, dunque, Remy non è più così entusiasta all’idea di continuare a fare il repo man. Il suo collega Jake (Forest Whitaker) non riesce a comprendere questo modo di pensare, il che causa attriti tra i vecchi amici. Jake raggiunge il limite quando sorprende Remy mentre aiuta la giovane Beth (Alice Braga) a procurarsi un nuovo artiforg. Gli ex soci a questo punto si affrontano e Jake finisce per mettere Remy al tappeto. Una volta ripresosi, Remy e Beth decidono di fuggire. Riescono a entrare nell’Unione per cancellare tutti i debiti di Beth, in modo che lei possa rimanere libera dai debiti. Jake e il suo capo Frank (Liev Schreiber) inizialmente cercano di catturare Remy e Beth.

Jude Law e Alice Braga in Repo Men
Jude Law e Alice Braga in Repo Men

Tuttavia, Jake finisce per schierarsi con il suo vecchio amico, uccide Frank e fugge su un’isola con lui e Beth, o almeno così sembra. Nel finale, Remy sta parlando con Jake su una spiaggia, quando improvvisamente Jake scompare. All’improvviso, l’immagine inizia a distorcersi e passa a Jake a casa sua. Si scopre che nel precedente scontro tra Jake e Remy, questo era in realtà stato ferito alla testa, riportando una grave lesione cerebrale. Tutto quello che è successo da quel punto in poi è solo un sogno elettronico creato dall’ennesimo organo artificiale, che provvede a innestare una realtà fittizia nella mente dei pazienti con gravi danni neurologici, in modo che possano passare il resto dei loro giorni in un’illusione di felicità.

Cosa accade a Beth?

Remy incontra Beth dopo aver ricevuto il suo cuore artificiale. Quindi, quando scopre che lei ha una serie di organi artificiali nel suo corpo, è più che disposto ad aiutarla a sfuggire alle autorità. Beth ha un debito crescente per ogni organo artificiale nel suo corpo. Mentre inizia a innamorarsi di lei, Remy è determinato a proteggerla dai recuperatori. Tuttavia, durante la sconvolgente rivelazione del film, Beth viene trovata priva di sensi nella stanza accanto a Remy. Mentre i medici portano via Remy, Jake giura di proteggere Beth. Tuttavia, dato che lei ha accumulato un debito piuttosto consistente, è lecito supporre che i repo men alla fine verranno a cercarla e riscuotere ciò che devono.

Il vero significato del finale di Repo Men

Repo Men offre quindi un commento molto cupo sulla tecnologia. Come molte nuove tecnologie, gli artiforg sono un’idea brillante, finché qualcuno non ne trae profitto a discapito di altri. Nel mondo di Repo Men, The Union si preoccupa più della sua tecnologia che delle vite perse rimuovendola. Già in passato, le persone hanno ucciso in nome della tecnologia e se la società arrivasse a una situazione simile a quella proposta dal film, in cui una tecnologia dominante regna sulle persone, potrebbero verificarsi gravi conseguenze in un futuro non troppo lontano. Allo stesso tempo, il film mette in guardia sui pericoli (già esistenti) dell’inaccessibilità alla sanità e al diritto di tutti di essere curati indipendentemente dalle loro disponibilità economiche.

Red Zone – 22 miglia di fuoco: la spiegazione del finale del film

Diretto da Peter Berg (regista di celebri film d’azione come Deepwater – Inferno sull’oceano e Boston – Caccia all’uomo), Red Zone – 22 miglia di fuoco è un film di spionaggio audace e ricco di suspense che racconta la storia di James Silva (Mark Wahlberg), un bambino prodigio diventato agente operativo di alto rango della CIA, e della sua squadra d’assalto denominata Overwatch, che entra in azione quando tutte le opzioni diplomatiche e militari falliscono. Il thriller d’azione è ambientato prevalentemente nel paese immaginario dell’Indocarr, con sede in Indonesia.

La trama centrale del film segue dunque la squadra di Silva mentre cerca di portare un obiettivo di alto valore dall’ambasciata degli Stati Uniti a una pista di atterraggio a 22 miglia di distanza, da dove potrà essere estratto in sicurezza. Il problema è che l’intero apparato del governo ospitante ha iniziato a dar loro la caccia, con l’intenzione di impedire all’obiettivo di lasciare il paese. Tra azione e thriller, Red Zone – 22 miglia di fuoco si configura dunque come un titolo molto appetibile per gli amanti del genere.

La trama di Red Zone – 22 miglia di fuoco

Red Zone – 22 miglia di fuoco inizia con Overwatch che fa irruzione in un rifugio sicuro dell’FSB russo da qualche parte negli Stati Uniti alla ricerca di carichi di cesio. Mentre Silva è il capo sul campo, la missione è supervisionata da James Bishop (John Malkovich). Dopo aver messo in sicurezza il luogo, Overwatch uccide tutti i membri della cellula dell’FSB. Silva stesso uccide un ragazzo di 18 anni. La storia poi si sposta 16 mesi dopo. La squadra si trova in Indocarr, dove la situazione politica è diventata piuttosto instabile. Alice Kerr (Lauren Cohan), membro della squadra di Silva, ha difficoltà a trovare un equilibrio tra lavoro e vita privata.

Red Zone - 22 Miglia di Fuoco trama
Ronda Rousey e Carlo Alban in Red Zone – 22 miglia di fuoco. © Motion Picture Artwork2017 STX Financing, LLC. All Rights Reserved.

Inoltre, la sua fonte locale, l’agente di polizia Li Noor (Iko Uwais), le ha fornito informazioni false, cosa che non era mai successa prima. Noor si presenta all’ambasciata degli Stati Uniti con un disco che, secondo lui, contiene le informazioni sul luogo in cui è conservato l’ultimo cesio. Ma il disco è criptato e Noor è disposto a rivelare il codice solo se gli viene promesso che i funzionari statunitensi lo porteranno fuori dal paese. Axel (Sam Medina), un ufficiale dell’agenzia di intelligence dello Stato di Indocarr, incontra l’ambasciatore e chiede che Noor venga consegnato loro. Mentre la discussione è in corso, altri membri dell’agenzia di spionaggio del Paese si presentano e attaccano Noor, che riesce a ucciderli o a sottometterli tutti.

La spiegazione del finale di Red Zone – 22 miglia di fuoco

Il governo degli Stati Uniti accetta l’offerta di Noor. Sanno che l’amministrazione locale farà tutto il possibile per impedire a Noor di andarsene. Di conseguenza, viene attivato Overwatch. Il loro compito principale è quello di consegnare Noor a una pista di atterraggio a 22 miglia di distanza dall’ambasciata. Ma subito dopo aver lasciato l’ambasciata, i membri della squadra militare d’élite americana si rendono conto di essere in inferiorità numerica e di avere meno armi. Uno dopo l’altro, i subordinati di Silva iniziano a morire mentre corrono contro il tempo per portare Noor alla pista prima che l’aereo inviato per prelevarlo parta.

La vendetta russa

Dal momento in cui Noor viene presentato sullo schermo, siamo intenzionalmente portati a concentrarci sulla sua abilità in battaglia. Il fatto che sia probabilmente intelligente quanto lo stesso Silva è accuratamente nascosto dietro una serie di scene ben costruite. Berg è un regista d’azione straordinario e riesce a creare sequenze d’azione artistiche e violente con estrema facilità. Utilizza ogni combattimento, con armi da fuoco o meno, esplosioni e inseguimenti in auto per portare avanti la storia. Non c’è un solo momento che sembri fuori luogo in questo dramma d’azione che tiene con il fiato sospeso.

Red Zone - 22 Miglia di Fuoco cast
Lauren Cohan e Iko Uwais in Red Zone – 22 miglia di fuoco. © 2017 STX Financing, LLC. All Rights Reserved.

All’inizio del film, il giovane ragazzo russo dice a Silva: “Stai commettendo un errore”, al che Silva risponde sarcasticamente: “Ne ho commessi molti in passato”. Si scopre che il ragazzo è il figlio di una donna incredibilmente potente nel governo russo, anche se il film non chiarisce mai esattamente quale carica ricopra. Lei sapeva che le persone che avevano ucciso suo figlio erano a Indocarr, e bastava la prospettiva di ottenere informazioni sul cesio perché i funzionari statunitensi riattivassero Overwatch. È molto probabile che sia lei a criptare il disco che Noor porta all’ambasciata. Poco prima di salire sull’aereo, il ragazzo dà a Silva la password e gli dice di salutare sua madre da parte sua, indicando che conosce i nomi in codice usati da Overwatch.

Mentre Noor e Alice sono sull’aereo, Silva, Bishop e Alice giungono quasi contemporaneamente alla stessa conclusione: Noor è un triplo agente che lavora per i russi. Ma a quel punto è già troppo tardi. Probabilmente è stato membro della cellula dormiente per tutta la vita, conducendo una vita normale come ufficiale delle forze speciali in Indocarr fino a quando Alice non lo ha reclutato. Invece di contenere ciò che dovrebbe, il disco contiene un cavallo di Troia che rivela la posizione della squadra di supporto di Overwatch. I russi attaccano immediatamente la base e tutti vengono uccisi tranne Bishop. Red Zone – 22 miglia di fuoco si conclude con una sconfitta totale e definitiva per la CIA. La madre in lutto ottiene la sua vendetta e sembra che Overwatch sia stata completamente decimata.

Il destino di Alice

Una delle cose che Red Zone – 22 miglia di fuoco mantiene volutamente ambigua è ciò che accade ad Alice sull’aereo. Silva sembra non voler parlare di lei. L’ultima comunicazione che sentiamo dall’aereo è quella dei piloti che gridano aiuto e segnalano che la cabina di pilotaggio è stata violata. Poiché vediamo Noor nelle scene finali, viva e vegeta e che cammina con determinazione, è ovvio che l’aereo non è precipitato. In realtà, molto probabilmente è riuscito a prenderne il controllo. Alice aveva ormai esaurito la sua funzione e lui non aveva motivo di lasciarla in vita. Ma il semplice fatto che il film non lo mostri, mentre ha mostrato tutte le altre morti nei minimi dettagli cruenti, significa che c’è dell’altro.

Anthony Mackie parla del ritorno di Robert Downey Jr. nei panni di Doctor Doom in Avengers: Doomsday

0

Il ritorno senza precedenti di Robert Downey Jr. nell’MCU nei panni dell’arch-villain, Doctor Doom in Avengers: Doomsday è stato commentato dal suo co-protagonista, Anthony Mackie. Mackie è apparso per l’ultima volta nell’MCU in Captain America: Brave New World, dove ha interpretato il ruolo del protagonista e alla fine ha deciso di riformare gli Avengers, iniziando dal suo partner, Joaquin Torres’ Falcon.

Il Capitan America di Anthony Mackie dovrà ora affrontare Doctor Doom in Avengers: Doomsday con una nuova squadra di Avengers, anche se gli altri eroi che compongono l’ultima versione degli Avengers devono ancora essere confermati. Tuttavia, questa sarà la prima volta che Mackie e i veterani del MCU reciteranno al fianco di Robert Downey Jr. dopo Avengers: Endgame del 2019.

Mackie ha parlato di questa imminente collaborazione in un’intervista con Entertainment Tonight dove ha riflettuto sul suo lavoro con Robert Downey Jr. ora e nei suoi primi giorni all’interno dell’MCU. In una frase succinta, Mackie ha detto che RDJ è stato parte integrante della sua carriera iniziale e si è detto entusiasta del suo ritorno. La sua citazione completa è la seguente:

“Sai, la parte divertente è che Robert Downey Jr. è stato parte integrante dell’inizio della mia carriera alla Marvel. È fantastico riaverlo con noi e continuare l’eredità che ha costruito con il MCU”.

Cosa significano i commenti di Anthony Mackie sul ritorno di Robert Downey Jr. nel MCU

Anthony Mackie in Captain America- Brave New World (2025)
© Marvel Studios

La carriera di Mackie nel MCU è iniziata in alcuni importanti film di Iron Man

La carriera di Anthony Mackie nell’MCU è iniziata con Captain America: The Winter Soldier, uno dei film più apprezzati e significativi dell’MCU. Da allora ha lavorato a stretto contatto con Chris Evans, apparendo in tutti i film successivi degli Avengers e in Captain America: Civil War. Mackie ha recitato per la prima volta al fianco di Robert Downey Jr. in Avengers: Age of Ultron, anche se i due non hanno interagito sullo schermo.

Con Robert Downey Jr. che ha proclamato “Nuova maschera, stesso compito” quando è stato rivelato come il Dottor Destino dell’MCU, e Anthony Mackie che ha dichiarato che sta “continuando” la sua eredità, questo alimenta l’idea che il Dottor Destino sarà direttamente legato all’Iron Man dell’MCU.

Tuttavia, ha concluso questo film unendosi agli Avengers, la squadra di cui Iron Man interpretato da RDJ è sinonimo. Il loro momento più significativo insieme sullo schermo sarebbe poi arrivato in Captain America: Civil War, dove hanno combattuto su fronti opposti della divisione ideologica. Questi film potrebbero essere considerati l’inizio della carriera a cui fa riferimento Mackie.CorrelatiDoctor Doom prende il posto di Iron Man e diventa il cattivo di Avengers: Doomsday secondo la teoria dell’MCUMolti indicano Infamous Iron Man come un precedente fumettistico per RDJ nei panni di Doctor Doom, e una nuova teoria rende questa ipotesi ancora più probabile.

Entrambi i film sono anche elementi fondamentali per l’eredità che RDJ ha costruito nell’MCU. Avengers: Age of Ultron ha stabilito il sogno di Tony Stark di costruire un’armatura in tutto il mondo, mentre Captain America: Civil War ha sviluppato questo con la sua deferenza alla supervisione, mettendolo probabilmente nel suo ruolo più malvagio nell’MCU.

Con Robert Downey Jr. che ha proclamato “Nuova maschera, stesso compito” quando è stato rivelato come il Dottor Destino dell’MCU, e Anthony Mackie che ha dichiarato che sta “continuando” la sua eredità, questo alimenta l’idea che il Dottor Destino sarà direttamente legato all’Iron Man dell’MCU.

Frankenstein di Guillermo Del Toro: le nuove foto offrono uno sguardo più dettagliato sul mostro interpretato da Jacob Elordi

0

Sono state rivelate nuove immagini della versione di Guillermo del Toro di Frankenstein. Il regista di La forma dell’acqua sta affrontando il classico testo di Mary Shelley con lo stesso titolo. La sua versione vedrà Oscar Isaac nei panni di Victor Frankenstein e Jacob Elordi in quelli del suo mostro, con un cast di supporto che include Mia Goth, Charles Dance, Christoph Waltz, Burn Gorman, David Bradley, Felix Kammerer e Christian Convery.

Questo film horror con mostri durerà circa 2 ore e mezza e sarà distribuito da Netflix. L’uscita è prevista per novembre.

Secondo Vanity Fair, sono state rivelate nuove immagini di Frankenstein, tra cui uno sguardo al mostro di Elordi. Le immagini includono alcune immagini sorprendenti dello scenario, tra cui del Toro che parla con Isaac mentre esamina un cadavere finto. Un’altra foto mostra Waltz su una scala in penombra.

Parte del volto di Elordi è visibile nell’immagine del suo personaggio mostruoso. In un’altra inquadratura, esamina una foto che gli nasconde il volto. Anche il personaggio di Elizabeth, interpretato da Goth, è mostrato in modo più dettagliato in queste immagini. Guarda le immagini qui sotto:

Fonte Vanity Fair © Netflix
Fonte Vanity Fair © Netflix

Cosa significa questo per Frankenstein

Il trailer di Frankenstein non ha rivelato l’aspetto completo del mostro interpretato da Elordi. Pur confermandone la presenza fisica dominante e le tendenze violente, ha nascosto il suo volto al pubblico. Queste immagini mostrano per la prima volta il volto di Elordi nel ruolo, anche se è ancora parzialmente nascosto.

La seconda immagine è ancora più accurata nel nascondere i lineamenti del mostro. In essa, Elordi tiene una foto davanti al viso. Si intravedono i lunghi capelli della creatura, ma l’unica parte di pelle visibile sono le mani e un po’ della fronte. Questo lascia ancora molto da scoprire in Frankenstein.

Le immagini rivelano anche alcuni dei costumi eccezionali di Frankenstein. Ciò è particolarmente evidente in Goth, che interpreta Elizabeth, la fidanzata di Victor nel libro. Goth indossa abiti sontuosi e dai colori vivaci.