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Martian Manhunter: Harry Lennix vorrebbe una detective story per J’onn J’onzz nel DCEU

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Il personaggio di Martian Manhunter è una delle tante novità presenti all’interno della Snyder Cut di Justice League. Il personaggio era completamente assente nella versione theatrical, ma grazie al taglio di Zack Snyder il generale Swanwick interpretato da Harry Lennix ne L’uomo d’acciaio e in Batman v Superman ha avuto finalmente la possibilità di trasformarsi in J’onn J’onzz.

Durante il Justice Con dello scorso weekend, l’evento virtuale organizzato per celebrare la Snyder Cut ad un mese di distanza dalla distribuzione, l’attore Harry Lennix, interrogato dai fan, ha avuto la possibilità di riflettere su che tipo di storia avrebbe voluto per Martian Manhunter se avesse avuto la possibilità di interpretare il personaggio ancora una volta.

Lennix ha quindi espresso il desiderio di vedere Martian Manhunter protagonista di una detective story sul grande schermo, proprio come accade nei fumetti. L’attore ha spiegato che vorrebbe vedere il personaggio sfoggiare le sue abilità da detective per scongiurare, magari, una crisi a livello mondiale. “Sarebbe bello vederlo agire in qualità di detective”, ha spiegato. “Ci sono alcune storie a fumetti in cui lo è. Anche se di giorno sarebbe comunque Calvin Swanwick, sarebbe altrettanto bello fargli svolgere un lavoro di tipo investigativo in cui può usare le sue abilità speciali. Così avremmo anche modo di vedere che la diplomazia può essere una sorta di superpotere. Potrebbe usare le sue capacità di detective e la sua intelligenza per evitare o scongiurare una sorta di catastrofe.”

Durante il suo intervento in occasione della Justice Con, Harry Lennix ha anche rivelato che stava per abbandonare la recitazione prima del suo coinvolgimento ne L’uomo d’acciaio: “Erano gli anni della serie Dollhouse, ideata curiosamente proprio da Joss Whedon. Lo show era stato cancellato e non riuscivo più ad ottenere un’audizione. Poi, improvvisamente, il mio telefono squillò e il mio agente mi disse che Zack Snyder mi voleva ne L’uomo d’acciaio.”

Zack Snyder’s Justice League è uscito in streaming il 18 marzo 2021 su HBO Max in America e, in contemporanea, su Sky e TV in Italia. Il film ha una durata 242 minuti (quattro ore circa) ed è diviso in sei capitoli e un epilogo.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film recitano Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast figurano anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Bucky Barnes e la lettura de Lo Hobbit: Sebastian Stan appoggia la teoria di un fan

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Sebastian Stan sembra appoggiare una divertente teoria dei fan riguardo i primi giorni dell’amicizia tra Bucky Barnes e Steve Rogers. La relazione tra i due personaggi nel MCU è essenzialmente il cuore pulsante della trilogia cinematografica di Captain America: inizia da prima che Steve diventasse l’eroe a stelle e strisce e prosegue fino ai giorni nostri, quando Bucky diventa il Soldato d’Inverno.

Il loro profondo legame ha portato alcuni fan a credere che potrebbe esserci una vera e propria relazione romantica tra i due, anche se la Marvel ha sempre ribadito la natura platonica del loro rapporto. Ora, una delle tante teorie emerse nel corso degli anni a proposito della storia tra Bucky e Stan ha attirato l’attenzione dell’interprete del Winter Soldier, ossia Sebastian Stan.

In The Falcon and the Winter Soldier viene spiegato che Bucky ha avuto la possibilità di leggere Lo Hobbit nel 1937, la prima volta che il celebre romanzo è stato pubblicato. Ora, un fan del MCU, via Twitter, ha cercato di fornire un maggiore contesto alla situazione, suggerendo che c’è stato un momento in cui qualcuno ha informato Bucky “che Steve era di nuovo coinvolto in un combattimento e Bucky aveva appena messo giù il romanzo, esclamando: ‘Quel mio amico non mi lascia leggere!’. Stan ha quindi condiviso il tweet attraverso le sue storie di Instagram e ha confermato di essere assolutamente d’accordo con questa teoria.

The Falcon and the Winter Soldie, la serie tv

The Falcon and the Winter Soldier è l’annunciata spin off del franchise di Captain America e fa parte della fase 4 del Marvel Cinematic Universe che si estenderà nel racconto seriale per debuttare su Disney+.

In The Falcon and the Winter Soldier l’attore  Anthony Mackie e Sebastian Stan riprendono i loro rispettivi ruoli di Falcon e Bucky Barnes, mentre Daniel Bruhl riprenderà il suo ruolo di Barone Zemo mentre Emily VanCamp tornerà come Sharon Carter (aka Agente 13), e Russell interpreterà John Walker che è anche conosciuto nei fumetti come il fanatico Super Patriot.

Spider-Man: No Way Home, Alfred Molina sul ritorno di Doctor Octopus

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Dopo mesi di rumor e speculazioni, di notizie date per certe ma mai confermate da Sony e Marvel, è stato Alfred Molina in persona ad ufficializzare che tornerà a vestire i panni di Otto Octavius, meglio conosciuto come Doctor Octopus, nell’attesissimo Spider-Man: No Way Home con Tom Holland, in arrivo nelle sale a dicembre.

“Quando stavamo girando, avevamo tutti ricevuto l’ordine di non parlarne al di fuori del set, perché avrebbe dovuto essere un grandissimo segreto. Poi la notizia è esplosa ovunque su Internet. Direi che posso tranquillamente definirmi il segreto peggio nascosto di Hollywood”, ha dichiarato l’attore.

Parlando con Variety, Molina non solo ha confermato il suo coinvolgimento nel film, ma ha anche parlato di come sia stato tornare nei panni di Octopus a quasi vent’anni di distanza dall’uscita di Spider-Man 2: “È stato meraviglioso. È stato davvero interessante tornare ad interpretare lo stesso ruolo dopo 17 anni. È passato molto tempo… ora ha il doppio mento, un bargiglio, le zampe di gallina e una schiena leggermente malandata.”

Uno degli aspetti più misteriosi del ritorno di Doctor Octopus riguarda, ovviamente, come farà il personaggio a tornare in vita nel film di Jon Watts, dal momento che nella pellicola di Sam Raimi il personaggio di Otto è morto. Come rivelato da Molina, Watts gli ha spiegato che “in questo universo, nessuno muore davvero”, senza rivelare maggiori dettagli, ma spiegando che la storia di Doc Ock in No Way Home riprenderà proprio dal finale di Spider-Man 2, cioè dal momento in cui il personaggio si è sacrificato per salvare Peter (Tobey Maguire), Mary Jane (Kirsten Dunst) e tutta New York City.

Molina ha poi spiegato che verrà ringiovanito digitalmente attraverso la tecnica del de-aging: “Jon Watts mi ha guardato e mi ha detto: ‘Hai visto cosa abbiamo fatto a Robert Downey Jr. e Samuel L. Jackson?’. Hanno ringiovanito la faccia di Robert De Niro, anche se quando combatteva, sembrava un vecchio. Sembrava un vecchio! Questa era la cosa che mi spaventata di più. Non ho lo stesso fisico che avevo 17 anni fa. È un dato di fatto.”

“Poi mi sono ricordato che sono i tentatoli a fare la maggior parte del lavoro”, ha aggiunto l’attore. “In genere sono le braccia meccaniche a colpire, distruggere e ammazzare. Io mi limito a fare delle espressioni cattive. È stato fantastico.”

Cosa sappiamo di Spider-Man: No Way Home?

Le riprese di Spider-Man: No Way Home sono in corso ad Atlanta. Nel film vedremo Tom HollandZendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori Marisa Tomei tornare nei loro personaggi del francise. Inoltre, il film vedrà, trai suoi interpreti, anche Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, che poi vedremo in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, diretto da Sam RaimiJamie Foxx che tornerà a vestire i panni di Electro, come in The Amazing Spider-Man 2, e infine Alfred Molina, che sarà di nuovo Doctor Octopus di Spiderman 2.

Il film è diretto da Jon Watts (già regista di Homecoming e Far From Home) e prodotto da Kevin Feige per i Marvel Studios e da Amy Pascal per la Pascal Production. Dovrebbe arrivare al cinema a dicembre 2021.

Ma Rainey’s Black Bottom: recensione del film con Viola Davis

Ma Rainey’s Black Bottom: recensione del film con Viola Davis

Ma Rainey’s Black Bottom, film diretto da George C. Wolfe e disponibile su Netflix dal 18 Dicembre 2020, è tratto dall’omonima pièce teatrale di August Wilson, parte di una raccolta di dieci opere conosciute come Il ciclo di Pittsburgh. Il regista segue le orme di un grande autore che, attraverso le sue opere, voleva indagare le condizioni e l’identità della popolazione afroamericana nel XX secolo, senza alcun freno inibitore.

Ma Rainey’s Black Bottom: la trama

Ma Rainey (Viola Davis) è una nota e affermata cantante, nota come “La madre del blues” che, in un afoso pomeriggio della Chicago del 1927, si trova in uno studio di registrazione assieme alla sua band, per incidere un album di inediti. Attorno alla sua figura gravitano, dunque, gli altri musicisti: il bassista Slow Drag (Michael Potts), il pianista Toledo (Glynn Turman), il trombonista Cutler (Colman Domingo) e il trombettista Leeve (Chadwick Boseman), che ambisce a formare una propria band e svecchiare la musica blues – desiderio di cui dà prova mettendo a punto una nuova versione di Ma Rainey’s Black Bottom, storica canzone della madre del blues. Durante la sessione di registrazione verranno fuori tutte le discrepanze e le paure di un popolo che per anni ha subito il razzismo e la tirannia dei bianchi.

Dialoghi come armi da usare in un campo di battaglia infuocato

Il film di Wolfe si sofferma non tanto sulla vicenda biografica della madre del blues, quanto piuttosto tende ad analizzare implicitamente il contesto specifico e la posizione sociale degli afro-americani nel XX secolo. La pellicola mantiene l’impianto teatrale originale, ambientando tutta la storia all’interno di una sala di registrazione gestita da produttori bianchi, dove Ma Rainey si trova per incidere il pezzo del film: da qui si dipartono poi le sottotrame portanti della narrazione. La macchina da presa esamina unicamente lo studio di registrazione, per aumentare la tensione sia in noi spettatori che tra i protagonisti, animati da un mix emotivo incandescente, che sconfina in scontri verbali e fisici, che metteranno in subbuglio gli equilibri della band.

Ma Rainey’s black bottom mette in primo piano scambi di dialogo brillanti, arguti e senza freni inibitori. I personaggi si fanno conoscere tramite le interazioni con l’altro, in cui emergono verità scomode e traumi di un passato all’interno di anime all’apparenza inscalfibili, ma che ci dimostrano tutte le loro fragilità. Viene concesso loro uno spazio per potersi rendere portavoce di un’incomunicabilità pervasiva e straziante.

La frammentazione interna al gruppo dei musicisti mette in primo piano una disgregazione comune interna alla comunità nera; la mancanza di esperienze collettive per potersi sentire parte di una comunità nei primi anni ’20 dà voce ad universi individuali spesso in contrasto tra loro, da cui emergono ambizioni, punti di vista e traumi del passato singolari, sotto l’occhio dello sguardo tutelare dei produttori discografici bianchi. Abbiamo poi il rapporto di natura economica che costringe l’afroamericano tra l’accettazione di un ruolo subordinato (Leeve e il resto della band) -che grida però disperatamente libertà- e la lotta costante per difendere la propria dignità artistica e personale (Ma Rainey), amaramente consapevoli di venire sempre beffati, come ci svela l’amaro finale.

La traccia musicale della pellicola è opera di  Branford Marsalis, noto sassofonista jazz, e deve tenere testa al talento sovrastante di un cast eccezionale, che cattura prepotentemente la scena. Altra nota di merito della pellicola sono i costumi, la scenografia e il lavoro di make-up: categorie in cui, non a caso, la pellicola si è aggiudicata tre nomination agli Oscar 2021, oltre a quelle principali di Miglior Attore e Migliore Attrice Protagonista.

Ma Rainey's Black Bottom

Due performance staordinarie da parte di Viola Davis e Chadwick Boseman

Protagonisti indiscussi della pellicola sono il compianto Chadwick Boseman, che ci regala un’ultima, stellare performance, e Viola Davis, che si riconferma attrice eclettica, catalizzatrice indiscussa dell’attenzione registica, nelle vesti di questa peculiare personalità. Ma Rainey è star assoluta, esuberante ed eccessiva nei comportamenti, che richiede un controllo quasi dispotico sulla sua carriera. E’ completamente distaccata dal resto del gruppo, come messo in evidenza anche dalle scelte registiche e di fotografia. Le richieste esagerate e i capricci di Ma Rainey sono in realtà l’unico appiglio a cui tenersi stretta, per non essere del tutto un burattino nelle mani del suo agente bianco. In un monologo piuttosto intenso, l’artista afferma che il pubblico bianco si interessa solo alla  sua voce, non alla vera personalità dell’artista, rendendola quindi quasi paragonabile a una prostituta, pagata per il servizio offerto.

Chadwick Boseman propone un’interpretazione stellare, che fa leva su battute affilate e provocatorie.Leeve è un personaggio scanzonato, irriverente, piuttosto conscio delle proprie potenzialità. Anche Boseman ci regala un monologo impeccabile sul ruolo di Dio nei confronti delle I dialoghi e gli scambi di battute in Ma Rainey’s Black Bottom hanno sempre uno scopo preciso, non sono mai ridondanti, bensì motore di azione. Lo studio di registrazione diventa luogo di perdizione e confessione al tempo stesso, dal quale risulta difficile trovare una via d’uscita: è un contenitore di emozioni totalmente contrastanti tra di loro, che rivelano tutte le sfaccettature caratteriali dei personaggi. Frustrazione, rabbia repressa, confidenze silenziose o urlate e richieste d’aiuto: l’incisione del disco viene quasi totalmente oscurata rispetto alle tematiche che derivano dalle esternazioni dei personaggi.  Anche Boseman ci regala un monologo impeccabile sul ruolo di Dio nei confronti delle persone di colore, in cui si interroga se esista o meno una giustizia divina anche per chi è inevitabilmente posto in una condizione di reietto nella società.

Anche la scelta degli altri membri del cast si rivela particolarmente azzeccata: ogni personaggio si mette sotto i riflettori in un qualche punto della narrazione, rivelandoci un ricordo, un fatto che funge da spunto per allargare la discussione e renderla universale, interrogandoci sulla posizione sociale di un’intera comunità all’epoca.

E in mezzo al turbinio di emozioni e confessioni conservati dentro allo studio di registrazione, c’è un unico filo conduttore: il blues, espressione intrinsecamente afroamericana della vita che, se non vissuta, non può essere espressa: “La vita parla con il blues. Non si canta per star meglio. Si canta per capire la vita”, dice Ma Rainey. L’arte è si, anche commercio, ma il suo senso profondo non potrà mai essere acquistato.

The Falcon and the Winter Soldier 5, nuovi villain e nuovi eroi. Il futuro del MCU all’orizzonte

ATTENZIONE – L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER DA THE FALCON AND THE WINTER SOLDIER EPISODIO 5

the falcon and the winter soldier
Falcon/Sam Wilson (Anthony Mackie) in Marvel Studios’ THE FALCON AND THE WINTER SOLDIER exclusively on Disney+. Photo by Chuck Zlotnick. ©Marvel Studios 2021. All Rights Reserved.

Chi è la contessa Valentina Allegra de Fontaine?

L’esordio di Julia Louis-Dreyfus nell’episodio 5 di The Falcon and the Winter Soldier, dal titolo Verità, era stato tenuto sotto stretto riserbo dai Marvel Studios, e infatti la sua entrata in campo è un vero colpo di scena. Ma chi è Valentina Allegra de Fontaine? Nei fumetti è un’agente dello SHIELD, che poi diventa Madame Hydra. Sappiamo anche che Vanity Fair ha riferito che Louis-Dreyfus avrebbe dovuto fare il suo debutto nei panni della Contessa in Black Widow, ma la pandemia ha fatto slittare questi piani, e così il personaggio si è palesato in un confronto con un turbato John Walker.

In che modo si inserisce la Contessa nel MCU? È chiaro che il suo interesse per John è legato al fatto che il soldato si è iniettato il siero (fuori scena, nell’episodio precedente), ed è anche chiaro che non sembra dare troppa importanza al fatto che John ha ammazzato un uomo con lo scudo di Cap in pubblico. Sicuramente la Contessa appartiene a quel gruppo di persone a cui Erskine non avrebbe mai somministrato il siero.

Tra le varie pieghe che potrà prendere in futuro il personaggio, quella di Madame Hydra sembra la più accreditata, allo stato dei fatti, e potrebbe in effetti essere lei uno dei Big Bad del prossimo futuro del MCU.

Un’altra informazione importante, relativa al personaggio, è che nei fumetti la Contessa gioca un ruolo importante nella storia di Secret Invasion, già pianificata come prossima serie Disney+ e anticipata alla fine di WandaVision. Quella potrebbe essere una collocazione interessante per il personaggio di Julia Louis-Dreyfus.

Vedremo di nuovo Zemo?

Nel quarto episodio, Zemo scappa dal controllo di Sam e Bucky. Lo troviamo in questa puntata in Sokovia, ai piedi di un monumento commemorativo delle vittime dell’incidente con Ultron e gli Avengers, in cui la sua famiglia ha perso la vita. Bucky lo raggiunge, sembra che voglia ucciderlo e Zemo sembra a sua volta essere in pace con questa idea. L’arrivo del Dora Milaje chiarisce sia la posizione di Bucky che il futuro di Zemo. L’uomo verrà tenuto in custodia nelle carceri wakandiane, per espiare la colpa dell’omicidio di re T’Chaka. Da quei posti difficilmente riuscirà ad evadere!

Tuttavia sappiamo che il compito di Zemo non è ancora concluso, la sua “battaglia” personale contro i superuomini non ha perso la spinta e nonostante la reclusione troverà sicuramente il modo di continuare a combattere coloro che ritiene responsabili delle sue sofferenze. Inoltre sembra anche essere l’unico che ha una chiara idea di quello che diventerà la missione di Karli, e della storpiatura che il superpotere porta all’essere umano normale.

Qual è il piano di Karli?

L’obiettivo di fondo dei Flag Smashers – riportare il mondo all’idillio cooperativo e unificato durante il Blip – è sempre stato chiaro, ma il modo in cui Karli intende raggiungerlo non lo è altrettanto. Il radicalismo di Karli appare come un atteggiamento che non le si addice, e il suo piano di ostacolare il rimpatrio di 20 milioni di rifugiati sembra altrettanto infondato.

Che sviluppo avrà questo personaggio? Serve solo per dare a Sam e Bucky qualcosa contro cui scontrarsi?

Qual è invece il piano di Sharon?

Dopo aver aiutato Bucky e Sam, vediamo Sharon assumere Batroc (Georges St-Pierre) per svolgere una missione non meglio definita, per lei. Poi vediamo lo stesso Batroc consegnare a Karli delle armi. Si è forse messa dalla parte dei Flag Smashers o ha un altro piano più vasto? E perché non ha avvertito Sam che Batroc vuole ucciderlo?

L’ambiguità di questo personaggio ci fa supporre che forse sia lei Power Broker e che Batroc sia il suo mezzo per infiltrarsi nei Flag Smashers per recuperare i campioni di super-siero.

Ma può un uomo nero diventare Capitan America?

Si tratta della vera domanda legata all’episodio e a tutta la serie, in realtà. Dopo aver recuperato lo scudo di Cap, il primo istinto di Sam è quello di darlo all’uomo che, nella mente di Sam, è il suo legittimo erede, Isaiah Bradley (Carl Lumbly).

Ma al suo confronto con Isaiah, Sam si trova davanti ad una realtà durissima. L’eroe veterano, imprigionato e usato come una cavia da laboratorio ha fatto esattamente ciò che aveva fatto Steve, scavalcare le linee nemiche e salvare i suoi commilitoni. Ma mentre Steve era stato acclamato come eroe, lui è stato imprigionato, usato come cavia, spogliato della sua dignità, del suo eroismo, degli encomi che gli spettavano, e questo solo per il colore della sua pelle.

Eppure Isaiah rientrava esattamente nei canoni che Erskine cercava, era innatamente buono e il siero ha amplificato la sua forza e anche la bontà dentro di lui. Ma l’America non era pronta. Nascondendosi, scappando da quella prigionia, Isaiah si è ritirato, scomparso agli occhi del governo, disilluso e amareggiato.

“Non permetteranno mai a un uomo di colore di essere Captain America, e anche se lo facessero, nessun uomo di colore che si rispetti vorrebbe mai esserlo.” Isaiah dice questo ad un Sam deluso, il cui sogno di ripristinare l’eredità di Steve si infrange.

Così Sam torna a casa, da Sarah, si impegna di nuovo in qualcosa, riparare la barca di famiglia, radunando la comunità, diventando, in piccolo un esempio e un’ispirazione. E in seguito all’intromissione di Bucky, decide di esercitarsi, e di abbracciare quello scudo che Steve gli aveva lasciato, di portare avanti la sua eredità, di regalare a Bucky la sua famiglia, di cui lo scudo è l’ultimo residuo rimasto.

Riuscirà Bucky a perdonare se stesso?

Bucky supera il suo blocco, va da Sam, lo aiuta a riparare la barca di famiglia, sorride con i nipoti dell’amico, flirta leggermente con sua sorella. Non guarisce, certo, ma si incammina verso la strada giusta, quella lungo cui, come gli dice Sam, non saranno più gli altri a dirgli chi o cosa essere e in cui comincerà ad autodeterminarsi, non più cercando di stare meglio, ma cercando di far stare meglio proprio quelle persone che lui aveva fatto soffrire.

Per Bucky sarà una lunga ricerca, ma se Sam avrà bisogno, lui arriverà e combatterà al suo fianco, dopotutto sono solo due persone che hanno in comune un amico, un amico che ora non c’è più.

Cosa c’è nella scatola di Sam?

Quando Bucky arriva a casa di Sam per dare una mano, porta con sé una scatola, un ultimo favore che il popolo di Wakanda ha concesso al Lupo Bianco, il quale a sua volta deve tanto alla nazione di T’Challa. Dopo che John Walker ha mozzato le ali dall’armatura di Falcon, ci aspettiamo che si tratti di qualcosa che possa sostituire quei gadget, ma potrebbe anche essere altro.

Dopotutto Sam ha lasciato l’equipaggiamento da Falcon a Joaquin Torres, che potrebbe adempiere il suo destino a fumetti e diventare Falcon II, mentre lui, Sam, potrebbe indossare un altro costume… magari a stelle e strisce!

Tutte le domande per il finale di stagione

Che ne sarà di Zemo? Riuscirà Bucky a “guarire”? Torres diventerà Falcon II? E Sam abbraccerà finalmente l’eredità di Cap? Quando e in che forma tornerà la Contessa? Chi è Power Broker? John Walker completerà la sua parabola con lo scudo che si forgia nella scena post credits? Ma soprattutto, Bucky riuscirà ad avere un appuntamento romantico con qualcuno?

Annie Awards 2021, tutti i vincitori: il trionfo di Soul

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Annie Awards 2021, tutti i vincitori: il trionfo di Soul

Sono stati assegnati gli Annie Awards 2021, i premi dedicati al cinema e alla tv d’animazione e, come era prevedibile, il film della Pixar, Soul, ha portato a casa la maggior parte dei riconoscimenti, spianando definitivamente la sua strada verso il premio Oscar di categoria, che verrà assegnato domenica 25 aprile.

Di seguito, tutti i vincitori degli Annie Awards 2021

BEST FEATURE
Soul
Pixar Animation Studios

BEST INDIE FEATURE
Wolfwalkers
Cartoon Saloon/Melusine Productions for Apple/Gkids

BEST SPECIAL PRODUCTION
The Snail and the Whale
Magic Light Pictures

BEST SHORT SUBJECT
Souvenir Souvenir
Blast Production

BEST SPONSORED
There’s a Monster in my Kitchen
Cartoon Saloon, Mother

BEST TV/MEDIA – PRESCHOOL
The Adventures of Paddington
Episode: Paddington Digs a Tunnel to Peru
Blue-Zoo Animation Studio and Nickelodeon Animation Studio

BEST TV/MEDIA – CHILDREN
Hilda
Episode: Chapter 9: The Deerfox
Hilda Productions Limited, a Silvergate Media Company, Netflix Inc. and Mercury Filmworks

BEST TV/MEDIA – GENERAL AUDIENCE
Genndy Tartakovsky’s Primal Episode: Coven Of The Damned Cartoon Network Studios

BEST STUDENT FILM
La Bestia
School: Gobelins, l’école de l’image
Student directors: Marlijn Van Nuenen, Ram Tamez, Alfredo Gerard Kuttikatt

BEST EFFECTS FOR TV/MEDIA
Jurassic World: Camp Cretaceous
Episode: Welcome to Jurassic World Production Company: DreamWorks Animation
FX Production Company: Dreamworks Animation and CGCG Inc.
Emad Khalili, Ivan Wang, Chris Wombold, Kyle Goertz, Kathy D. Tran

BEST EFFECTS FOR FEATURE
Soul
Production Company: Pixar Animation Studios
FX Production Company: Pixar Animation Studios
Tolga Göktekin, Carl Kaphan, Hiroaki Narita, Enrique Vila, Kylie Wijsmuller

BEST CHARACTER ANIMATION – TV/MEDIA
Hilda
Hilda Productions Limited, a Silvergate Media Company, Netflix Inc. and Mercury Filmworks
David Laliberté

BEST CHARACTER ANIMATION – FEATURE
Soul
Pixar Animation Studios
Michal Makarewicz

BEST CHARACTER ANIMATION – LIVE ACTION
The Mandalorian
Production Company: Lucasfilm
FX Production Company: Image Engine
Nathan Fitzgerald, Leo Ito, Chris Rogers, Eung Ho Lo, Emily Luk

BEST CHARACTER ANIMATION – VIDEO GAME
Marvel’s Spider-Man Miles Morales
Insomniac Games
Brian Wyser, Michael Yosh, Danny Garnett, David Hancock

BEST CHARACTER DESIGN – TV/MEDIA
Amphibia
Episode: The Shut-In! Disney TV Animation Joe Sparrow

BEST CHARACTER DESIGN – FEATURE
Wolfwalkers
Cartoon Saloon/Melusine Productions for Apple/Gkids
Federico Pirovano

BEST DIRECTION – TV/MEDIA
Genndy Tartakovsky’s Primal Episode: Plague Of Madness Cartoon Network Studios Genndy Tartakovsky

BEST DIRECTION – FEATURE
Wolfwalkers
Cartoon Saloon/Melusine Productions for Apple/Gkids
Tomm Moore, Ross Stewart

BEST MUSIC – TV/MEDIA
Star Wars: The Clone Wars
Episode: Victory and Death Lucasfilm Animation
Kevin Kiner

BEST MUSIC – FEATURE
Soul
Pixar Animation Studios
Trent Reznor, Atticus Ross, Jon Batiste

BEST PRODUCTION DESIGN – TV/MEDIA
Shooom’s Odyssey Picolo Pictures Julien Bisaro

BEST PRODUCTION DESIGN – FEATURE
Wolfwalkers
Cartoon Saloon/Melusine Productions for Apple/Gkids
María Pareja, Ross Stewart, Tomm Moore

BEST STORYBOARDING – TV/MEDIA
Looney Tunes Cartoons
Episode: Big League Beast / Firehouse Frenzy Warner Bros. Animation
Andrew Dickman

BEST STORYBOARDING – FEATURE
Soul
Pixar Animation Studios
Trevor Jimenez

BEST VOICE ACTING – TV/MEDIA
Tales of Arcadia: Wizards Episode: Our Final Act DreamWorks Animation David Bradley (Merlin)

BEST VOICE ACTING – FEATURE
Wolfwalkers
Cartoon Saloon/Melusine Productions for Apple/Gkids
Eva Whittaker (Mebh Óg MacTíre)

BEST WRITING – TV/MEDIA
Big Mouth
Episode: The New Me Netflix
Andrew Goldberg, Patti Harrison

BEST WRITING – FEATURE
Soul
Pixar Animation Studios
Pete Docter, Mike Jones, Kemp Powers

BEST EDITORIAL – TV/MEDIA
Hilda
Episode: Chapter 9: The Deerfox
Hilda Productions Limited, a Silvergate Media Company, Netflix Inc. and Mercury Filmworks
John McKinnon

BEST EDITORIAL – FEATURE
Soul
Pixar Animation Studios
Kevin Nolting, Gregory Amundson, Robert Grahamjones, Amera Rizk

JURIED AWARDS

Winsor McCay Award
Willie Ito, Sue Nichols (posthumously), Bruce Smith

June Foray Award
Daisuke “Dice” Tsutsumi

Ub Iwerks Award
Epic Games for its Unreal Engine

Special Achievement Award
Howard (Stone Circle Pictures)

Locked Down, recensione del film con Anne Hathaway

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Locked Down, recensione del film con Anne Hathaway

Oltre un anno fa il mondo si fermava, tutti gli abitanti del pianeta venivano costretti nelle loro case a causa della pandemia da coronavirus, contro la quale l’unica arma possibile era l’isolamento, la distanza sociale. Da questa premessa, Steven Knight ha trovato lo spunto per Locked Down, una storia di “ordinaria chiusura” in cui Anne Hathaway e Chiwetel Ejiofor sono diretti da Doug Liman.

La trama di Locked Down

Proprio quando decidono di separarsi, Linda (Anne Hathaway) e Paxton (Chiwetel Ejiofor) si ritrovano nel bel mezzo della pandemia Covid-19, costretti a vivere insieme nella loro casa londinese, a causa della chiusura obbligatoria. Sorprendentemente, anche se non riescono ad andare d’accordo su nulla, i due trovano una tregua quando Paxton viene assunto dall’azienda di Linda per consegnare delle pietre preziose. In isolamento domestico come tutto il resto del Paese, dovendo quindi affrontare emozioni e interazioni che avrebbero preferito evitare, vivendo le proprie vite fuori casa, le cose raggiungono un crescendo che culminerà in piano di rapina da Harrods, un colpo epocale.

Si tratta a tutti gli effetti di uno dei pochi film concepito, scritto, girato, finito e distribuito durante la pandemia, una commedia romantica rivista e corretta che già nel titolo dà un indizio di ciò che racconterà. Certo non è difficile da intuire, visto che chiunque legga questa recensione di Locked Down può immedesimarsi nella duplice valenza del titolo: una chiusura fisica, che confina i protagonisti in casa, certo, ma anche una trappola mentale, una sensazione di immobilità e impossibilità ad andare avanti proprio nel momento in cui si prende una decisione importante come quella di separarsi da un partner di lunghissima data. C’è chi, durante la chiusura, ha imparato a fare il pane, chi invece si è buttato nel telelavoro, e chi… ha pianificato una rapina di gioielli.

Steven Knight firma una sceneggiatura brillante

Locked Down ci presenta da subito di fronte a due considerazioni inequivocabili. La prima riguarda la scrittura: Steven Knight, ripresosi dall’insuccesso di Serenità – L’Isola dell’Inganno, sempre con Hathaway protagonista, sfodera una sceneggiatura preziosa, estremamente verosimile e brillante, che disegna una relazione in cui chiunque, proprio per l’estrema realtà con cui si raccontano i contrasti e le battaglie interiori, può immedesimarsi. La seconda considerazione è strettamente legata alla bontà della sceneggiatura, e riguarda la performance di Anne Hathaway. Dopo anni di film “minori” e interpretazioni non proprio memorabili, l’attrice premio Oscar per Les Misérables torna a brillare, regalando alla sua Linda nevrosi, tempi, sfumature, vitalità, esasperazione, un range ricco e vivace di colori ed emozioni che ben si accompagnano alla sempre ottima presenza di Eijofor in scena.

La coppia di attori è ottimamente assortita, Hathaway e Eijofor si completano a vicenda per la complementarità dei caratteri dei loro personaggi e per la fisicità con cui entrambi affrontano il loro ruolo. A loro si unisce una vera e propria costellazione di volti noti che, attraverso l’espediente delle videochiamate via Zoom o Skype, entra nella vita di Linda e Paxton. Ben Stiller, Lucy Boynton, Ben Kingsley, Katie Leung, Stephen Merchant, Mindy Kailng e Mark Gatiss hanno tutti un piccolo ruolo nel film.

Liman si fa spazio nella bella casa della coppia, location principale, e danza intorno a Linda e Paxton con grande vivacità, regalando a ognuno dei due almeno un momento di sfogo selvaggio che ci aiuta ad entrare in sintonia con i due reclusi, attraverso i quali riviviamo il primo straniante lockdown, e ci accompagna nella loro relazione in crisi. Confessioni, confidenze, videochiamate, crisi di nervi, spesa e farina per fare il pane, Locked Down ci mette di fronte al nostro passato recente senza nessun artificio, con grande lucidità e onestà.

Locked Down film streamingUna fotografia condivisa nella storia dell’umanità

Se l’azione vera e propria ingrana dopo oltre un’ora di film, quando la coppia decide di collaborare per un’ultima volta e dare una svolta alle loro vite, che da quel momento in poi dovrebbero proseguire parallele, la prima parte di film è quella più intensa e meglio strutturata che mira proprio a costruire un quadro realistico di una coppia in crisi, mentre contemporaneamente si costruisce anche il contesto dell’isolamento forzato, dei vicini sconosciuti che si salutano dalle finestre di fronte, secondo una solidarietà implicita in cui la condizione comune avvicina tutti, di Linda in videocall che assiste quasi inerme allo stravolgimento del suo lavoro, di Paxton che prova in tutti i modi a farsi assumere nonostante dei precedenti di aggressione che pendono sulla sua vita come un’eterna macchia, nonostante il periodo in prigione durante il quale ha scontato la sua pena.

Steven Knight è il vero burattinaio dietro a Locked Down, disegnando traiettorie e rapporti umani con precisione certosina, offrendo agli spettatori uno specchio in cui guardare e riconoscersi, rintracciare in quell’umore una parte di vita che tutto il mondo ha condiviso.

Locked Down: intervista a Anne Hathaway e Chiwetel Ejiofor

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Locked Down: intervista a Anne Hathaway e Chiwetel Ejiofor

Anne Hathaway e Chiwetel Ejiofor sono i protagonisti di Locked Down, dal 16 aprile disponibile su disponibile per l’acquisto e il noleggio premium su Apple Tv app, Amazon Prime Video, Youtube, Google Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft Film & TV e per il noleggio premium su Sky Primafila e Mediaset Play Infinity, scritto da Steven Knight e diretto da Doug Liman. Ecco il loro racconto del film girato durante il primo lockdown.

In Locked Down Proprio quando decidono di separarsi, Linda (Anne Hathaway) e Paxton (Chiwetel Ejiofor) si ritrovano nel bel mezzo della pandemia Covid-19, costretti a vivere insieme nella loro casa londinese, a causa del lockdown obbligatorio. Sorprendentemente, anche se non riescono ad andare d’accordo su nulla, i due trovano una tregua quando Paxton viene assunto dall’azienda di Linda per consegnare delle pietre preziose. In isolamento domestico a causa del lockdown in tutto il Paese, dovendo quindi affrontare emozioni e interazioni che avrebbero preferito evitare, vivendo le proprie vite fuori casa, le cose raggiungono un crescendo che culminerà in una rapina epocale da Harrods.

Uno dei pochi film ad essere stato concepito, scritto, girato, finito e distribuito durante la pandemia, Locked Down è una commedia romantica con una “svolta”. La dualità del titolo stesso gioca con la situazione in cui molti di noi si trovano in questo momento: rinchiusi fisicamente in un’abitazione con partner, familiari, coinquilini, ma anche emotivamente e mentalmente bloccati in situazioni che ora siamo costretti ad affrontare in modi che non avremmo mai immaginato. C’è chi ha iniziato a cuocere il pane, chi si dedica al proprio lavoro, mentre altri fanno entrambe le cose – e pianificano una rapina di gioielli.

Scritto da Steven Knight e prodotto da P.J. van Sandwijk, p.g.a, Alison Winter, p.g.a, Michael Lesslie, il cast del film vede Anne Hathaway e Chiwetel Ejiofor, affiancati da Stephen Merchant, Mindy Kaling, Lucy Boynton, Dule Hill, Jazmyn Simon, con Ben Stiller e Ben Kingsley.

Star Trek: Picard 2, primo teaser trailer ufficiale

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Star Trek: Picard 2, primo teaser trailer ufficiale

Prime Video ha offerto un primo assaggio della seconda stagione della sua serie originale di successo Star Trek: Picard con un nuovissimo teaser trailer. Il teaser trailer è stato svelato dal protagonista Patrick Stewart durante i panel virtuali internazionali “First Contact Day”, durante i quali è stato anche annunciato che la serie farà il suo debutto nel corso del 2022. L’attore John de Lancie è intervenuto a sorpresa durante il panel, confermando che apparirà in Star Trek: Picard, la seconda stagione, rivestendo l’iconico ruolo di Q, interpretato in “Star Trek”.

Inoltre, è stato svelato anche un primo assaggio della seconda stagione della serie comedy animata in episodi da 30 minuti Star Trek: Lower Decks, disponibile su Prime Video più avanti nel 2021.

Star Trek: Picard 2

Star Trek: Picard 2 vede nuovamente Sir Patrick Stewart nell’iconico ruolo di Jean-Luc Picard, che ha interpretato per sette stagioni in “Star Trek: Next Generation”. La serie seguirà le vicende del leggendario personaggio, nel capitolo successivo della sua vita. La serie è prodotta da CBS Television Studios in collaborazione con Secret Hideout e Roddenberry Entertainment. Alex Kurtzman, Akiva Goldsman, Terry Matalas, Michael Chabon, Doug Aarniokoski, Dylan Massin, Patrick Stewart, Heather Kadin, Rod Roddenberry e Trevor Roth sono i produttori esecutivi di questa seconda stagione, Aaron Baiers (Secret Hideout) e Kirsten Beyer sono co-produttori esecutivi. Akiva Goldsman e Terry Matalas saranno i co-showrunner della seconda stagione.

Il cast della seconda stagione di Star Trek: Picard include Patrick Stewart, Alison Pill, Isa Briones, Evan Evagora, Michelle Hurd, Santiago Cabrera, Jeri Ryan, Orla Brady e Brent Spiner. Star Trek: Picardè disponibile in streaming in esclusiva su Paramount+ negli Stati Uniti ed è distribuito in concomitanza dalla ViacomCBS Global Distribution Group su Amazon Prime Video in più di 200 paesi e territori e in Canada, andrà in onda su Bell Media’s CTV Sci-Fi Channel e in streaming su Crave.

Helen McCrory, morta l’attrice di Harry Potter e Peaky Blinders

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Helen McCrory, morta l’attrice di Harry Potter e Peaky Blinders

Helen McCrory, la premiata attrice che abbiamo amato in molti ruoli, ma in particolare in quello di Narcissa Malfoy nella saga di Harry Potter e di Polly Gray in Peaky Blinders, si è spenta a 52 anni. A darne notizia il marito, l’attore Damien Lewis, via Twitter.

“È morta così come ha vissuto, fieramente. Dio l’amiamo e sappiamo quanto siamo stati fortunati ad averla nelle nostre vite. Brillava così intensamente. Vai adesso, piccola, nell’aria e grazie”, ha aggiunto Lewis. Di seguito la sua dichiarazione:

The Last of Us: Gabriel Luna nel cast, sarà Tommy

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The Last of Us: Gabriel Luna nel cast, sarà Tommy

Arriva da Deadline la notizia che l’attore Gabriel Luna sarà Tommy in The Last of Us, l’attesa serie televisiva basata sull’omonimo videogioco di The Last of Us.

Gabriel Luna, ex protagonista di Agents Of SHIELD, è stato scelto come protagonista accanto a Pedro Pascal e Bella Ramsey in The Last of Us […]. Luna interpreterà Tommy, il fratello minore di Joel (Pascal), un ex soldato che non ha perso il senso dell’idealismo e la speranza in un mondo migliore.

The Last Of Us, la serie tv

The Last of Us si svolge 20 anni dopo che la civiltà moderna è stata distrutta da una malattia che rende le vittime mutanti pericolosi e assetati di sangue. L’indurito sopravvissuto Joel viene assunto per far uscire di nascosto Ellie, una ragazza di 14 anni, da un’oppressiva zona di quarantena. Quello che inizia come un piccolo lavoro diventa presto un viaggio brutale e mozzafiato poiché l’improbabile coppia dipenderà l’una dall’altra per la sopravvivenza. La serie sarà disponibile su HBO e in streaming su HBO Max.

The Last of Us è scritta dal creatore di Chernobyl Craig Mazin al fianco diNeil Druckmann, creatore dell’omonimo videogames. Il regista di Beanpole Kantemir Balagov dirigerà il pilot. La serie è una co-produzione con Sony Pictures Television ed è prodotta da PlayStation, Word Games, The Mighty Mint e Naughty Dog. Druckmann e Mazin sono produttori esecutivi insieme a Carolyn Strauss, Evan Wells di Naughty Dog e Asad Qizilbash e Carter Swan di PlayStation Productions.

Tom Hardy: 10 cose che non sai sull’attore

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Tom Hardy: 10 cose che non sai sull’attore

Tom Hardy è uno di quegli attori che negli ultimi anni ha dimostrato quanto e come sia possibile dare prove eccellenti andando fuori dalle regole convenzionali della recitazione. Le sue sono prove d’attore che resteranno uniche e che, sicuramente, in futuro, avrà ancora modo di fare.

L’attore inglese ha studiato molto, ha combattuto gli ostacoli che si sono presentati sulla sua strada, lavorando sempre sodo per arrivare e costruire la carriera solida e concreta che possiede oggi.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Tom Hardy.

Tom Hardy film

tom hardy

1. Tom Hardy: i film e la carriera. La carriera di Tom Hardy inizia nel 2001, dopo aver frequentato il Drama Centre London e dopo una breve carriera di modello, debuttando nella miniserie Band of Brothers – Fratelli al fronte (2001) e partecipando a film come Black Hawk Down (2001) e Star Trek – La nemesi (2002). In seguito la sua attività continua con i film The Pusher (2004), Marie Antoniette (2006), RocknRolla (2008), Inception (2010), Warrior (2011), La talpa (2011) e Il cavaliere oscuro – Il ritorno (2012). Tra gli ultimi suoi film vi sono Locke (2013), Child 44 – Il bambino n. 44 (2015), Mad Max: Fury Road (2015), Legend (2015), Revenant – Redivivo (2015), Dunkirk (2017) e Venom (2018). L’attore inglese, però, non ha mai dimenticato il piccolo schermo, apparendo nelle serie Cape Wrath – Fuga dal passato (2007), Oliver Twist (2007), Peaky Blinders (2014-2017) e Taboo (2017). Nel 2018 è stato Eddie Brock nel film Sony Venom, basato sull’universo di Spider-Man della Marvel. Nel 2020 inoltre è finalmente uscito Capone, il biopic sul noto gangster nel quale interpreta proprio Fonse. Nel 2021 riprenderà il ruolo di Eddie Brock nell’attesissimo sequel Venom: la furia di Carnage. Nel prossimo futuro sarà nel cast di War Party, il nuovo film di Andrew Dominik.

2. Tom Hardy è anche produttore e sceneggiatore. Così come la maggior parte dei suoi colleghi, anche Tom Hardy ha avuto l’opportunità di spaziare in diversi ambiti del cinema, riuscendo a vestire i panni del produttore e dello sceneggiatore. L’attore, infatti, ha partecipato alla produzione dei film Poaching Wars (2013), Legend, Trophy (2017), Venom, delle serie Taboo e A Christmas Carol (2019) e dei corti Tommaso (2001) e Get a Grip (2001). In quando sceneggiatore, Hardy ha partecipato alle sceneggiature del corto Get a Grip e della serie Taboo.

Tom Hardy Legend

3. Tom Hardy è stato aiutato dalla sua controfigura. Interpretare un uomo e il suo gemello non è proprio semplice, soprattutto se si tratta del film Legend. Per far sì che i due potessero essere insieme nelle inquadrature, la produzione si è appellatata a Jacob Tomuri, la controfigura di Tom Hardy che aveva già lavorato con lui in Mad Max: Fury Road.

4. Per poter inteprerare uno o l’altro gemello, sono stati usati auricolari. Affinchè fosse possibile dare vita ai personaggi di Ronald e Reginald, Tom Hardy ripassava entrambe le parti la mattina e, per esempio, registrava le parti di dialogo di Ron e le dava ad un tecnico, in modo tale che dividesse le battute e fosse possibile realizzare un dialogo con l’altro personaggio. In sostanza, quindi, una volta registrata una parte, Hardy cambiava abito e trucco, diventava l’altro personaggio e recitava sentendo in un orecchio, grazie ad un auricolare, le battute dell’altro personaggio.

Tom Hardy e Sarah Ward

5. Tom Hardy si è sposato la prima volta da giovanissimo. A vederlo non lo si direbbe, eppure Tom Hardy si è sposato a soli 22 anni, nel 1999, con Sarah Ward. I due non hanno avuto figli e hanno divorziato nel 2004, dopo soli 5 anni di matrimonio. Tra i vari motivi della rottura, c’erano sicuramente i problemi di dipendenza da crack dell’attore.

6. Il secondo matrimonio è quello giusto. L’attore londinese si è sposato una seconda volta con la collega Charlotte Riley. I due si sono conosciuti mentre stavano lavorando alla serie The Take – Una storia criminale nel 2009, fidanzandosi nel 2010 e convolando a nozze il 4 luglio del 2014. Dalla loro unione sono nati due figli, il primo nell’ottobre 2015 e il secondo nel dicembre 2018. Hardy ha già un altro figlio, Louis Thomas, nato nel 2008 da una relazione con l’assistente alla regia Rachael Speed.

Tom Hardy Venom

tom hardy

7. Le ispirazioni per Venom sono tra le più disparate. Sembra che poter interpretare e dare vita al personaggio di Venom, Tom Hardy si sia ispirato a persone particolari. Stando alle dichiarazioni dell’attore, pare che si sia ispirato alle nevrosi dei personaggi di Woody Allen e all’umorismo che ne deriva, alla violenza di Conor McGregor e alla personalità di Redman, un rapper fuori controllo.

Tom Hardy Bane

8. Interpretare Bane è stato entusiasmante a livello recitativo. La maggior parte dei fan di Tom Hardy è a conoscenza del fatto che l’attore inglese sia un abile trasformista e che sia perfettamente in grado di recitare in maniera non convenzionale. Ed è proprio questo ciò che lo ha attirato maggiormente dal fatto di poter interpretare Bane in Il cavaliere oscuro – Il ritorno “Tutte le volte che devi recitare indossando una maschera devi adottare una personalità e una fisicità che non propriamente legata alla recitazione in maniera convenzionale. Ti permette di dare vita ad una performance più libera”.

9. La maschera di Bane era stretta. Per poter dare vita al personaggio di Bane in Il cavaliere oscuro – Il ritorno, Tom Hardy avrebbe dovuto indossare quella ormai è la famosa maschera che contraddistingue il personaggio. E, come può sembrare a vedere il lungometraggio, effettivamente la maschera stretta ma, stando alle dichiarazioni dello stesso attore londinese, pare che si sia abituato con il tempo senza per questot trasformarsi nel personaggio.

Tom Hardy Taboo

10. Taboo è un progetto che ha unito padre e figlio. L’idea di dare vita ad una serie come quella di Taboo non è nata da una sola testa, ma da due. Le due teste sono quelle di Tom Hardy e del padre, Chips Hardy, che hanno lavorato insieme alla creazione delle serie, in collaborazione Steven Knight. Knight e Hardy avevano già collaborato insieme per la realizzione del film Locke.

Fonti: IMDb, Entertainment Weekly, Bustle, Metro

Benedetta Porcaroli: 10 cose che non sai sull’attrice

Benedetta Porcaroli: 10 cose che non sai sull’attrice

Giovane e talentuosa, l’attrice Benedetta Porcaroli è apparsa in alcuni film di successo, ottenendo la fama e con la serie Netflix Baby. Grazie ai suoi ruoli ha saputo farsi notare da critica e pubblico, sfoggiando tanto doti comiche quanto quelle drammatiche.

Ecco 10 cose che non sai su Benedetta Porcaroli.

Benedetta Porcaroli film

1. Ha recitato in film di successo. L’attrice ha debuttato al cinema nel 2016 con il film Perfetti Sconosciuti, di Paolo Genovese, dove interpreta Sofia, figlia dei personaggi di Marco Giallini e Kasia Smutniak. Successivamente recita nei film Sconnessi (2018), Quanto basta (2018), Una vita spericolata (2018) e Tutte le mie notti (2018). Nel 2020 è stata protagonista al fianco di Vittori Puccini nel ruolo di Anna in 18 Regali. Nel 2021 sarà nel cast di L’ombra del giorno di Giuseppe Piccioni e La scuola cattolica di Stefano Mordini.

2. Ha lavorato anche per la televisione. L’attrice si fa notare anche grazie al ruolo di Federica Ferraro, ricoperto dal 2015 al 2018 nella serie Tutto può succedere. Raggiunge grande popolarità grazie alla serie Netflix Baby, dove è coprotagonista insieme ad Alice Pagani nel ruolo di Chiara Altieri.

Benedetta Porcaroli Instagram

3. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un proprio profilo, seguito da 785 mila persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere scatti fotografici realizzati per riviste di moda, ma anche foto promozionali dei suoi progetti o foto realizzate in momenti di svago.

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Benedetta Porcaroli fidanzato

4. È fidanzata ufficialmente. L’attrice attualmente vive una storia d’amore con il regista Michele Alhaique, di quasi vent’anni più grande di lei. La Porcaroli ha tuttavia affermato che la differenza d’età non risulta essere un problema nella loro relazione, ma anzi è uno stimolo ad imparare sempre più l’uno del mondo dell’altro.

Benedetta Porcaroli Maradona y Pelé

5. Recita nel videoclip del brano. L’attrice ha recitato nel videoclip del brano Maradona y Pelé, del gruppo musicale Thegiornalisti. Il singolo è stato pubblicato nel maggio del 2019 sul canale Vevo-YouTube del gruppo. Il video è ambientato durante una piovosa notte, all’interno di un locale dove si trova Tommaso Paradiso, cantante della band. Qui egli fa la conoscenza della giovane interpretata dalla Porcaroli, la quale una volta varcata la porta d’ingresso si scatena ballando tutta la notte.

Benedetta Porcaroli Baby

6. È affascinata dall’evoluzione del suo personaggio. L’attrice ha dichiarato che ci saranno grandi novità per Chiara, il suo personaggio, e che nella seconda stagione continuerà ad affrontare le strade intraprese, entrando nel pieno delle sue scelte, trovandosi a gestire situazioni terribilmente complicate. Baby si è poi conclusa con la terza e ultima stagione che ha fatto il debutto nel 2020.

7. Si sente vittima di un etichetta. L’attrice ha dichiarato che prima della serie Netflix registi e produttori erano soliti offrirle ruoli di ragazze acqua e sapone, ma che da quando ha sfoggiato nuovi aspetti della sua personalità nella serie Baby ha ricevuto numerose richieste per ruoli sensuali e sexy. La Porcaroli ha ammesso che le risulta difficile fare piazza pulita dei preconcetti su di sé, e che questo è il risvolto meno esaltante del suo mestiere.

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8. Grazie alla serie ha scoperto il suo lato oscuro. Per il personaggio di Chiara l’attrice ha dovuto abbandonarsi e far emergere aspetti nascosti della sua personalità. Il terribile momento di passaggio dall’adolescenza all’età adulta vissuto dal personaggio ha portato la Porcaroli a confrontarsi con sfumature di sé che non aveva ancora mostrato durante la sua carriera, e questo le ha richiesto un lungo periodo di adattamento per superare le incertezze iniziali.

Benedetta Porcaroli agenzia

9. È rappresentata da una nota agenzia. Alle spalle dell’attrice vi è l’agenzia ToPlay di Fiamma Consorti, la quale la aiuta tutt’oggi ad inserirsi nel mondo del cinema e della televisione, procurandole provini e ruoli per importanti progetti.

Benedetta Porcaroli età e altezza

10. Benedetta Porcaroli è nata a Roma, l’11 giugno 1998. L’altezza complessiva dell’attrice è di 168 centimetri.

Fonte: IMDb

 

 

 

Star Wars IX: Judi Dench doveva essere la creatrice del Millennium Falcon

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Tra i mezzi più iconografici, nonché più amati, della saga di Star Wars, c’è sicuramente il Millennium Falcon, che nella trilogia sequel della celebre saga fantascientifica è stato ufficialmente “ereditato” da Rey (Daisy Ridley).

Ora veniamo a conoscenza del fatto che in Star Wars: L’ascesa di Skywalker avrebbe dovuto conoscere la designer dietro la creazione dell’astronave di Han Solo costruita dalla Corellian Engineering Corporation. A rivelare il curioso aneddoto è stato il concept artist Phil Saunders, che via ComicBook ha condiviso un concept inedito della scena che avrebbe mostrato, appunto, l’incontro tra Rey e l’architetto del Millennium Falcon.

Come rivelato da Saunders, per il ruolo della designer era stata pensata nientemeno che il premio Oscar Judi Dench. “Un’altra inquadratura random da Star Wars: L’ascesa di Skywalker”, spiega Saunders. “In una versione preliminare della sceneggiatura, Rey si sarebbe messa sulle tracce del designer originale del Millenium Falcon con l’obiettivo di trovare un’apparecchiatura che sarebbe stata in grado di fermare l’armata del Primo Ordine. Dame Judy Dench era la favorita per il ruolo, e sarebbe stata grandiosa. Ovviamente, Rey l’avrebbe trovata su un pianeta desertico e la sua casa sarebbe stata scolpita in cima a questo imponente altopiano. Avevo ricevuto il compito dal dipartimento artistico del film di realizzare un riferimento visivo per gli interni”. Potete ammirare il concept di seguito:

(Photo: Phil Saunders / Lucasfilm)

Il futuro della saga di Star Wars

Di recente è stato confermato Rogue Squadron, primo film ad arrivare nelle sale dopo la conclusione della saga degli Skywalker. Il film, diretto da Patty Jenkins (regista di Wonder Woman), verrà distribuito nelle sale a dicembre 2021.

Oltre a Rogue Squadron, sappiamo che a Rian Johnson, regista de Gli Ultimi Jedi, è stata affidata la scrittura di una nuova trilogia basata su nuove storie e nuovi personaggi, ma su quel progetto non si hanno aggiornamenti da diverso tempo. In passato, anche ai creatori di Game of Thrones, David Benioff e D.B. Weiss, era stato affidato lo sviluppo di una trilogia parallela: sfortunatamente, il duo ha deciso poi di abbandonare il progetto.

In sviluppo c’è anche un misterioso film che sarà prodotto da Kevin Feige, presidente dei Marvel Studios, e che sarà scritto da Michael Waldron, sceneggiatore di Doctor Strange in the Multiverse of Madness

The Falcon and the Winter Soldier: 10 cose da sapere sulle Dora Milaje

Il quinto episodio di The Falcon and the Winter Soldier contiene alcune incredibili scene con protagoniste le Dora Milaje, che hanno fatto il loro debutto ufficiale sul grande schermo in Black Panther (nonostante Ayo fosse già apparsa in Captain America: Civil War). I fan del MCU stanno ancora imparando a conoscere questo meraviglioso gruppo di intrepide guerriere wakandiane, mentre gli appassionati lettori dei fumetti sanno già molto sul loro conto. Screen Rant ha raccolto 10 cose che solo i fan dei fumetti conoscono a proposito delle Dora Milaje:

Il programma Dora Milaje

Secondo quanto rivelato in “Black Panther Vol. 3 #1”, il programma Dora Milaje è stato istituito a Wakanda per reclutare donne guerriere superiori che avrebbero agito in qualità di guardie del corpo di Black Panther e del Re. Ogni tribù ha proposto un membro da schierare nel gruppo, al fine di garantire la pace e far sentire tutti rappresentati.

Storicamente, le Dora Milaje erano anche viste come le potenziali spose di Black Panther, qualora avesse scelto una di loro da sposare. Alla fine, T’Challa non ha spostato questa tradizione nei fumetti, e ha considerato le Dora Milaje più come delle figlie che come delle moglie.

Il dialetto

Nel MCU, la lingua ufficiale parlata a Wakanda è la Xhosa. La lingua risale ad un insieme di tribù che vivevano nella Provincia del Capo Orientale, in Sud Africa. Nei fumetti, i wakandiani parlano la Xhosa, mentre le Dora Milaje parlano la Hausa.

La lingua risale al popolo Hausa, che costituisce il più grande gruppo etnico dell’Africa subsahariana. La lingua Hausa è anche la seconda lingua più parlata in Africa. Ancora più importante, nei fumetti le Dora Milaje parlano solo tra loro o con il Re. Nel MCU, invece, abbiamo già visto Ayo parlare sia con Natasha Romanoff che con Bucky Barnes. 

L’interruzione del programma Dora Milaje

Dopo che nei fumetti T’Challa si innamorò follemente della musicista jazz americana Monica Lynne, in qualche modo sentì che il programma Dora Milaje non era più necessario, quindi decise di sciogliere il gruppo. T’Challa e Monica iniziarono una relazione dopo che lui la salvò da un violento gruppo di suprematisti bianchi noto come “The Sons of the Serpent”.

T’Challa e Monica si sono fidanzati, ma in seguito ha annullato il loro fidanzamento senza fornire alcuna una spiegazione. In “Black Panther 1998 #1”, T’Challa ha rimesso insieme il programma, invitando tutte le tribù a mandare rappresentanti. Una Monica con il cuore ormai spezzato avrebbe poi collaborato con Killmonger per cercare di sconfiggere T’Challa. 

La storyline LGBTQ+ di Ayo

Ayo è senza dubbio la più grande star di Wakanda in questo momento, grazie alle sue impressionanti apparizioni in The Falcon And The Winter Soldier. Nei fumetti, è stata sentimentalmente coinvolta con una collega delle Dora Milaje, ossia Aneka, personaggio che non è stato ancora introdotto nel MCU.

In “Black Panther #1”, Ayo ha liberato Aneka dalla prigionia: la guerriera stava per essere condannata a morte per l’omicidio di un capo che governava con il pugno di ferro! Quando Aneka venne finalmente liberata, le due giurarono di non fare più parte delle Dora Milaje. Divennero così note come “Midnight Angels” e iniziarono a combattere per liberare i cittadini oppressi.

Le Dora Milaje sono state potenziate?

Considernado quanto sono abili come combattenti, è comprensibile presumere che le Dora Milaje abbiano alcuni poteri speciali, esattamente come Black Panther. Tuttavia, non è così. Black Panther ha ottenuto poteri e abilità speciali grazie all’erba a forma di cuore (pensata solo per gli aspiranti al titolo di Re). Inoltre, è stato benedetto dalla dea Bast.

Le Dora Milaje si affidano semplicemente all’addestramento e alle armi avanzate, come la loro armatura e la lancia in vibranio. L’unico membro delle Dora Milaje che è stato potenziato nei fumetti è stato Nakia. Sebbene fosse vicina a T’Challa in Black Panther, si è trasformata in un cattivo nei fumetti dopo che lui l’ha rifiutata. Si è poi unita a Killmonger che l’ha resa una guerriera geneticamente potenziata di nome Malice.

Il look

Sebbene in seguito siano state disegnate per apparire con lo stesso look che hanno nel MCU, le Dora Milaje avevano in origine un aspetto molto diverso quando sono apparse per la prima volta in “Black Panther Vol. 3 #1”.

Invece dei tradizionali costumi da guerriere, le Dora Milaje indossava abiti rossi e tacchi a spillo. Avevano anche i capelli lunghi, in contrasto con l’aspetto calvo per cui sono diventate note negli ultimi tempi. All’epoca, Okoye e Nakia facevano già parte della squadra.

Una volta hanno denunciato T’Challa

Il MCU ritrae le Dora Milaje come delle guerriere molto fedele al loro Re, ma nei fumetti la lealtà è durata molto poco. Durante gli ultimi momenti della battaglia con Thanos che lasciò Wakanda in gravi condizioni, le Dora Milaje percepirono che T’Challa non era più in grado di difendere il proprio territorio.

Hanno così infranto il loro patto di lealtà, rompendo le lance e accettando di essere guidate dalla regina Shuri. Ci volle un po’ di tempo prima che le cose tornassero alla normalità e, quindi, a servire T’Challa. Tali eventi sono raccontati in “New Avengers Vol. 3 #12”.

Un altro grande combattimento al di fuori di Wakanda

L’imboscata a Sam Wilson, Bucky Barnes, Zemo e John Walker ha segnato la prima volta che, nel MCU, le Dora Milaje hanno combattuto in territorio straniero. Ayo ha spiegato che le guerriere hanno una giurisdizione ovunque si trovino (cosa che viene confermato anche dai fumetti).

Nei fumetti, una volta hanno addirittura preso il controllo di New York per eliminare una potenziale minaccia. L’incidente è avvenuto in “Amazing Spider-Man: Wakanda Forever #1”, quando una misteriosa nuvola ha iniziato ad assorbire le persone. Dopo aver fallito nel tentativo di fermare la nuvola, Spider-Man si rassegnò alla sconfitta, ma le Dora Milaje decisero di andare in suo soccorso. Apparentemente, gli attacchi erano stati causati nientemeno che dalla malvagia Malice, ossia Nakia. 

L’armatura da Midnight Angels

Nei fumetti, le Dora Milaje indossano occasionalmente l’armatura da Midnight Angels, un costume dotato di ali molto simili a quelle di Falcon. Il costume non solo permette loro di volare, ma è anche in grado di deviare i proiettili. È inoltre dotato di una maschera, rendendo difficile l’identificazione di chi lo indossa.

Quando Aneka e Ayo rubano l’armatura da Midnight Angels, quest’ultima era ancora in fase di prototipo all’interno dei laboratori di Wakanda. Entrambe hanno indossato il costume quando hanno deciso di liberare le donne dall’oppressione. Successivamente, il costume è stato reso obbligatorio per tutte le Dora Milaje.

Un’altra americana di origini wakandiane

Killmonger è un americano di origini wakandiane, ma non è l’unico. Nei fumetti, c’è anche Chanté Giovanni Brown, conosciuta anche come Queen Divine Justice, che divenne anche un membro delle Dora Milaje. Il padre di Chanté era il capo di una delle cinque tribù di Wakanda conosciute come tribù Jabari. Inoltre, Chanté è anche la cugina di M’Baku.

I genitori di Chanté sono fuggiti negli Stati Uniti durante una guerra tribale. Non ha mai saputo nulla della sua eredità fino a quando T’Challa non le si è avvicinato per reclutarla nelle Dora Milaje. Il motivo principale per cui T’Challa recluta Chanté è perché temeva che Malice potesse bersagliarla, poiché era troppo esposta in America.

The Year Earth Changed, recensione del doc narrato da David Attenborough

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Per celebrare l’Earth Day 2021, Apple TV + presenta The Year Earth Changed, uno speciale documentario narrato da David Attenborough, vincitore di un Emmy e del BAFTA Award, che è ora sulla piattaforma. Il famoso documentarista racconta, accompagnato da filmati suggestivi e incredibili provenienti da tutto il mondo, la risposta della natura selvaggia al lockdown del 2020, durante il quale tutta l’attività umana si è fermata e la Terra ha ripreso a respirare.

Dall’ascoltare il canto degli uccelli nelle città deserte e assistere alle balene che comunicano in modi nuovi, all’incontro con i capibara nei sobborghi sudamericani, in ogni parte del mondo gli operatori hanno avuto la possibilità di interagire con la natura come mai prima d’ora. Il prezioso documentario è la testimonianza di come piccoli e grandi cambiamenti nel comportamento umano – riduzione del traffico delle navi da crociera, chiusura delle spiagge in alcuni giorni all’anno, rapporti più armoniosi per la coesistenza tra esseri umani e regno animale – incidono in maniera decisiva sul comportamento della Natura.

The Year Earth Changed, recensione del doc narrato da David Attenborough – #EarthDay

“La Natura si riprende i propri spazi” è davvero la frase fatta che racconta e sintetizza al meglio il cuore del documentario, che è una lettera d’amore al pianeta Terra e che evidenzia i modi in cui la resilienza della Natura può dare un futuro non solo al pianeta ma anche all’uomo che su di esso vive e prospera.

L’aria, l’acqua, la terra hanno risentito in maniera benefica dell’interruzione delle attività umane, le cime dell’Himalaya visibili dalla città, le tartarughe che sono riuscite a deporre le proprie uova con un aumento di oltre il 60%, i cuccioli di cheetah salvati dal silenzio attraverso cui si diffondeva meglio il richiamo della madre, la balene che hanno trovato un nuovo modo di cantare e comunicare tra loro, nei mari ghiacciati immersi nel silenzio lasciato dall’assenza delle navi di crociera.

The Year that Earth Changed è una testimonianza, un monito ma anche un viaggio incredibile di bellezza, che mostra la forza e la perfezione con cui funziona la Natura e con la quale potrebbe riprendere a funzionare. Dopotutto, come la calda voce di Attenborough ci ricorda, gli effetti del lockdown non dureranno in eterno, e questo periodo può essere un invito a imparare a coabitare la Terra insieme alla natura selvaggia, perché il giovamento è reciproco.

Doctor Strange 2: Kevin Feige conferma che le riprese sono quasi terminate

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Kevin Feige, il presidente dei Marvel Studios, ha confermato che le riprese di Doctor Strange in the Multiverse of Madness si concluderanno ufficialmente questa settimana. C’è moltissima attesa attorno al progetto, non solo per il coinvolgimento di Sam Raimi dietro la macchina da presa, ma anche per quello del personaggio di Wanda Maximoff/Scarlett Witch all’interno della storia.

In una recente intervista con The Undefeated, Feige ha confermato che questa che sta per concludersi è stata ufficialmente l’ultima settimana di riprese del sequel di Doctor Strange, elogiando la professionalità di Elizabeth Olsen che, in brevissimo tempo, è passata dal set di WandaVision a quello delle nove avventure di Stephen Strange. “Mi sono a Londra, sul set di Doctor Strange 2, per la nostra ultima settimana di riprese”, ha dichiarato Feige. “Elizabeth Olsen ha praticamente lavorato senza sosta dalla fine di WandaVision, tuffandosi dal set della serie a quello del sequel di Doctor Strange.”

Poi ha aggiunto: “Il pubblico sta capendo che le serie disponibili su Disney+ e ambientate nel MCU sono produzioni di serie A, tanto importanti e mastodontiche quanto i film. Il nostro obiettivo è proprio questo: fare avanti e indietro tra serie e film”. 

La complicata produzione di Doctor Strange 2

I tempi relativi alla produzione di Doctor Strange in the Multiverse of Madness sono stati molti più lunghi rispetto a quelli di uno qualsiasi dei film dei Marvel Studios a causa dell’attuale pandemia di Coronavirus. Le riprese, infatti, sono state più e più volte interrotte anche a causa delle restrizioni e dei blocchi legati al Covid-19 presenti nel Regno Unito.

Sfortunatamente, durante tutte questi mesi nessuno foto dal set è trapelata online (a differenza, ad esempio, di quanto accaduto con un altro film Marvel attualmente in produzione, Thor: Love and Thunder): questa volta, i fan hanno dovuto fare a meno degli indizi sulla trama che generalmente arrivato proprio dagli scatti dal set.

Annunciato ufficialmente questa estate al Comic-Con di San Diego, Doctor Strange 2 vedrà Benedict Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange. Diretto da Scott Derrickson, il sequel vedrà anche Wanda Maximoff alias Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista dopo WandaVision.

Secondo Collider, la produzione ha fatto già un passo in avanti assumendo lo sceneggiatore Jade Bartlett. Il suo ruolo non è stato ancora chiarito, visto che lo script dovrebbe essere firmato da Derrickson in persona e quindi Bartlett dovrebbe intervenire solo a limare il testo o magari a scrivere a quattro mani con il regista.

Il primo film su Doctor Strange è uscito nel 2016 e ha raccontato la nascita dell’eroe, dall’incidente di Stepehn Strange fino al confronto con Dormammu. Nel film c’erano anche Benedict Wong, Tilda Swinton Chiwetel EjioforRachel McAdams non tornerà nei panni di Christine Palmer. Abbiamo rivisto Strange in Infinity War e in EndgameDoctor Strange in the Multiverse of Madness arriverà al cinema il 5 novembre 2021.

Justice League Snyder Cut: il supervisore ai VFX parla delle sfide legate alla realizzazione

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Dopo aver confermato un collegamento tra la Snyder Cut e Watchmen, Bryan Hirota, il supervisore agli effetti visivi di Justice League ha descritto nel dettaglio le sfide legate alla realizzazione del taglio di Zack Snyder, distribuito in tutto il mondo lo scorso 18 marzo.

La Snyder Cut di Justice League presenta diversi cambiamenti rispetto alla versione theatrical, che includono un maggior approfondimento di personaggi quali Cyborg e Flash e l’inclusione di cattivi come Darkseid, DeSaad e Granny Goodness. Anche la trama principale è pressoché identita alla versione del 2017 (il team di supereroi che uscie le forze per impedire a Steppenwolf di unire le Scatole Madri), le aggiunte e i cambiamenti presenti nel taglio di Snyder, alla fine, hanno portato ad un film molto diverso nei toni e nelle atmosfere, nonché ad una narrazione molto più complessa e completa.

Nonostante i reshoot della Snyder Cut abbiano interessato pochissime scene, è stato comunque fatto molto lavoro per completare la versione originale del film. Ad esempio, Snyder ha ripristinato il rapporto d’aspetto 4:3 e ha utilizzato il design concepito in origine per Steppenwolf (modificato nella versione cinematografica). Anche i lavori sulle musiche e sul suono dovevano essere portati a termine, così come quello sugli effetti visivi. Naturalmente, Snyder non ha apportato questi cambiamenti da solo, dal momento che la Scanline VFX di Hirota ha giocato un ruolo fondamentale nel processo di completamento del film.

Il supervisore ai VFX della Snyder Cut di Justice League: “Abbiamo lavorato sulle inquadrature come dei detective.”

Parlando con Screen Rant, lo stesso Hirota ha parlato del lavoro del suo team su entrambe le versioni di Justice League, rivelando che Scanline ha dovuto lavorare a circa 1.000 frame per la Snyder Cut e che i lavori sul film dovevano essere pronti entro sette mesi. Hirota ha poi spiegato che la continuity è stata una delle sfide più grandi: “Dovevamo esaminare tutto e assicurarci che alcuni dettagli sullo sfondo, profondi e medi, corrispondessero. Dovevamo assicurarci di non oscurare un soldato o un ufficiale della polizia o qualsiasi altro personaggio che doveva essere in una versione ma che invece era stato rimosso nell’altra.”

Hirota ha anche sottolineato quanto sia estremamente raro creare una versione molto diversa di un film a così pochi anni di distanza dalla release originale: “È stato fatto un lavoro davvero certosino su gran parte delle inquadrature. Abbiamo lavorato come dei detective per assicurarci che tutto funzionasse con la nuova versione del film. È il tipo di cose che normalmente non devi fare, perché in genere non ti ritrovi a dover controllare due versioni diverse dello stesso film.”

Zack Snyder’s Justice League è uscito in streaming il 18 marzo 2021 su HBO Max in America e, in contemporanea, su Sky e TV in Italia. Il film ha una durata 242 minuti (quattro ore circa) ed è diviso in sei capitoli e un epilogo.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film recitano Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast figurano anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

House of Gucci: la famiglia Gucci si scaglia contro il film di Ridley Scott

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L’iconica famiglia Gucci si è pubblicamente scagliata contro House of Gucci, il nuovo film di Ridley Scott attualmente in produzione in Italia che racconterà dell’omicidio dell’imprenditore Maurizio Gucci (interpretato da Adam Driver) ordinato nel 1995 dall’ex moglie Patrizia Reggiani (interpretata da Lady Gaga).

Nonostante attorno al film sia stato creato già un certo hype (soprattutto a causa del cast, che oltre a Driver e Gaga include anche nomi come Jared Leto, Al Pacino e Jeremy Irons), sembra che non tutti siano entusiasti in merito al progetto. Secondo quanto riportato da AP News, infatti, i prenipoti di Guccio Gucci, fondatore della casa di moda, si sarebbero sentiti “traditi” dalla realizzazione del film.

Patrizia Gucci, cugina di secondo grado di Maurizio, ritiene che il film di Scott si “intrometta” nella vita della famiglia Gucci al solo scopo di trarne un vantaggio economico. “Siamo veramente delusi”, ha detto. “Parlo a nome della mia famiglia. Stanno rubando l’identità di una famiglia per trarne profitto, per incrementare i guadagni del sistema hollywoodiano. La nostra famiglia ha un’identità, una sua privacy. Possiamo parlare di qualsiasi cosa, ma c’è un confine che non può essere oltrepassato.”

Inoltre, la stessa ha commentato in maniera negativa il casting del premio Oscar Al Pacino, che nel film interpreterà suo nonno, Aldo Gucci. “Mio nonno era un uomo molto bello, come tutti i Gucci. Molto alto, occhi azzurri… molto elegante”, ha dichiarato Patrizia. “Nel film è interpretato da Al Pacino, che già non è molto alto. Le foto che ho visto lo ritraggono grasso, basso, con le basette… davvero brutto. È una vergogna, perché non gli somiglia affatto.”

Oltre al casting di Pacino, Patrizia Gucci ha commentato anche il coinvolgimento di Jared Leto nei panni di suo padre Paolo Gucci, cugino di Maurizio ed ex vicepresidente e amministratore delegato della casa di moda italiana. Patrizia ha commentato il look dell’attore usando queste parole: “Orribile, orribile. Mi sento ancora offesa.”

Ricordiamo che la famiglia Gucci non è stata più coinvolta con la casa di moda Gucci dal 1993, quando Maurizio ha venduto la sua quota rimanente a Investcorp, società con sede in Bahrain. Successivamente è stata acquistata dal gruppo francese PPR, ora nota come Kering.

Tutto quello che sappiamo su House of Gucci

House of Gucci sarà sceneggiato da Roberto Bentivegna e sarà basato sul libro di Sara Gay Forden dal titolo: “The House of Gucci: A Sensational Story of Murder, Madness, Glamour and Greed”. Per Ridley Scott si tratta del secondo progetto sviluppato dopo la fusione tra Fox e Disney, insieme a The Last Duel, film che vedrà protagonisti Matt DamonAdam Driver, Jodie Comer Ben Affleck.

House of Gucci segna il ritorno di Scott in Italia, dov’era stato ambientato anche Tutti i soldi del mondo, uscito nel 2017. Il cast include Adam Driver, Lady Gaga, Jared Leto, Al Pacino, Jack Huston, Reeve Carney, Camille Cottin e Jeremy Irons. L’uscita nelle sale è fissata per il prossimo novembre.

Fathom – In profondità da giugno su AppleTV+

Fathom – In profondità da giugno su AppleTV+

Apple ha annunciato oggi di aver acquisito i diritti internazionali del formidabile documentario Fathom – In profondità, che sarà presentato in anteprima il 25 giugno, in esclusiva su Apple TV+.

Diretto da Drew Xanthopoulos (“The Sensitives”), qui anche direttore della fotografia, Fathom – In profondità segue le ricerche della dottoressa Ellen Garland e della dottoressa Michelle Fournet, due scienziate impegnate nello studio del canto delle megattere e della comunicazione sociale. Mentre intraprendono viaggi di ricerca paralleli ai lati opposti del pianeta, cercano di comprendere meglio la cultura e la comunicazione delle balene. Il film documentario rivela in modo univoco un profondo impegno e rispetto per il processo scientifico e il bisogno umano universale di cercare risposte sul mondo che ci circonda. Dalle ipotesi alle esperienze rivoluzionarie nel campo, “Fathom – In profondità” mette in mostra la passione, la curiosità, la collaborazione, la perseveranza e il lavoro necessari affinché gli scienziati arrivino a condurre importanti scoperte scientifiche.

Fathom – In profondità è una produzione Sandbox Films, Impact Partners, Walking Upstream Pictures, BackAllie Entertainment e Hidden Candy. È prodotto dalla vincitrice dell’Emmy Award Megan Gilbride (“Tower”), i produttori esecutivi sono il vincitore dell’Emmy Award Andrea Meditch (“Grizzly Man”), la candidata all’Emmy Award Jessica Harrop (“Follow This”), Greg Boustead (“Fireball: Visitors From Darker Worlds”) e il vincitore dell’Emmy Award Josh Braun (“Wild Wild Country”).

Su Apple TV+

Apple TV+ ospita i pluripremiati titoli Apple Originals dei più creativi narratori del momento. Apple TV + offre serie drammatiche e commedie avvincenti e di qualità, lungometraggi, documentari innovativi e intrattenimento per bambini e famiglie, ed è disponibile per la visione su tutti i tuoi schermi preferiti. Dopo il suo lancio il 1° novembre 2019, Apple TV + è diventato il primo servizio di streaming completamente originale a essere lanciato in tutto il mondo, ha presentato in anteprima più successi originali e ha ricevuto riconoscimenti più velocemente di qualsiasi altro servizio di streaming. Apple Originals ha ricevuto 329 nomination e ottenuto 86 riconoscimenti in poco più di un anno, tra cui un Golden Globe Award, Critics Choice Awards, Critics Choice Documentary Awards, Daytime e Primetime Emmy Awards, un NAACP Image Award, un Peabody Award e altro ancora.

Apple TV+ è disponibile sull’app Apple TV in oltre 100 paesi, su oltre 1 miliardo di schermi, inclusi iPhone, iPad, Apple TV, iPod touch, Mac, specifiche smart TV Samsung, LG, Sony e VIZIO, Amazon Fire TV e dispositivi Roku, console PlayStation e Xbox e su tv.apple.com, per € 4,99 al mese con una prova gratuita di sette giorni. Per un periodo di tempo limitato, i clienti che acquistano un nuovo iPhone, iPad, Apple TV, Mac o iPod touch possono usufruire gratuitamente di un anno di Apple TV +. Questa offerta speciale è valida per tre mesi dopo la prima attivazione del dispositivo.

Iron Man: secondo gli scienziati, l’armatura di Tony Stark potrebbe diventare una realtà

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Gli scienziati affermano che un esoscheletro simile all’iconica armatura di Iron Man nel MCU potrebbe presto essere disponibile in tutto il mondo. La storia delle origini di Tony Stark è ben nota a tutti i fan dell’universo condiviso ed uno dei motivi per cui lo stesso ha avuto così tanto successo. È innegabile quanto la performance di Robert Downey Jr. nei panni del “genio, miliardario, playboy, filantropo” abbia contribuito a gettare le basi per il successo di tutti i film Marvel a venire.

Nel corso dell’ultimo decennio, l’armatura di Tony Stark ha assunto molte iterazioni e lo stesso ha usato le sue abilità per costruire armature anche per altri personaggi. In tal senso, la tuta Iron Spider di Peter Parker è uno degli esempi più notevoli, così come il debutto dell’armatura Rescue di Pepper Potts alla fine di Avengers: Endgame.

Ad un certo punto, Stark voleva addirittura che un’armatura prendesse il posto degli Avengers, nella speranza di garantire la sicurezza del mondo contro le varie minacce che si sono susseguite dall’ascesa fino alla tragica scomparsa dell’eroe. Ebbene, pare che il desiderio di Tony Stark un giorno riuscirà ad avverarsi… anche se non all’interno dell’universo cinematografico.

Secondo un report della BBC, il progresso tecnologico avrebbe reso le tute esoscheletriche una realtà. Queste tute stanno rapidamente diventando assai comuni in molti ambienti, portando allo sviluppo di apparati molti complessi e potenti che forniscono diversi tipi di supporto, dalla prevenzione dell’affaticamento muscolare all’aumento della forza di presa. Secondo uno studio, entro il 2030 le tute esoscheletriche potrebbero diventare una vera e propria industria da 6 miliari di dollari.

Attualmente, tute come queste sono state testate da case automobilistiche come General Motors e Fiat, ma si stanno espandendo anche in vari altri luoghi di lavori che potrebbero davvero renderle parte della quotidianità in tutto il mondo.

Gad Gadot rivela che la sua Wonder Woman è ispirata a Lady Diana

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Gad Gadot rivela che la sua Wonder Woman è ispirata a Lady Diana

Gal Gadot ha rivelato che la sua Diana Prince, l’identità umana di Wonder Woman, è ispirata all’iconica Diana Spencer. L’attrice israeliana ha debutto nei panni della supereroina in Batman v Superman di Zack Snyder, per poi recitare nel cinecomic a lei interamente dedicato, che si è rivelato un grandissimo successo, non solo di pubblico ma anche di critica.

Di recente Diana è tornata a vestire i panni della guerriera amazzone in Wonder Woman 1984. Nonostante il sequel non abbia ottenuto il medesimo successo del predecessore, un terzo capitolo della saga è stato confermato, con Patty Jenkins che tornerà ancora una volta dietro la macchina da presa. Inoltre, sempre di recente abbiamo ritrovato Diana anche in Zack Snyder’s Justice League, il taglio originale del controverso regista che è stato distribuito in tutto il mondo lo scorso 18 marzo.

In una recente intervista con Vanity Fair, Gal Gadot ha rivelato di essersi ispirata alla Principessa Diana per la sua interpretazione di Wonder Woman. L’attrice ha spiegato che mentre stava guardando un documentario sulla compianta Lady Diana rimase totalmente affascinata dalla sua compassione e dal suo amore nei confronti degli altri. Proprio per questo, decise che la sua Diana Prince doveva avere le medesime caratteristiche.

“In questo documentario che ho visto c’è stata una parte in cui si diceva che la Principessa era piena di compassione e che si è sempre presa cura degli altri durante la sua vita”, ha spiegato l’attrice. “È stato come un campanello d’allarme. Ho capito che la mia Wonder Woman doveva essere come lei.”

Il futuro di Wonder Woman al cinema

Wonder Woman 1984 è arrivato in Italia direttamente in esclusiva digitale lo scorso 12 febbraio. Nel sequel, oltre a Gal Gadot, hanno recitato anche Chris PineKristen Wiig e Pedro Pascal. Subito dopo l’uscita del film in USA (avvenuta a dicembre 2020, in contemporanea al cinema e su HBO Max), è stato confermato ufficialmente Wonder Woman 3, che vedrà ancora una volta il ritorno di Patty Jenkins dietro la macchina da presa e quello di Gadot nei panni di Diana Prince.

Guardiani della Galassia è il film di supereroi preferito di Steven Spielberg

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A quanto pare, Guardiani della Galassia, il cinecomic Marvel del 2014 scritto e diretto da James Gunn, sarebbe il film di supereroi preferito di Steven Spielberg, il celeberrimo regista, autore di capolavori immortali come Lo squalo, E.T. – L’extra-terrestre, Jurassic Park e Schindler’s List. 

Il primo Guardiani della Galassia è stato fortemente acclamato dalla critica, che ne ha elogiato il perfetto equilibrio tra azione e umorismo, oltre naturalmente ai personaggi e all’incredibile colonna sonora. Il film ha incassato più di 770 milioni di dollari al box office e ha spinto la Marvel a mettere subito in cantiere un sequel, dando così il via ad un vero e proprio franchise. Un terzo capitolo è ora atteso nelle sale per il 2023.

A rivelare la passione di Steven Spielberg per Guardiani della Galassia è stato proprio James Gunn via Twitter. Il regista ha infatti spiegato di aver sentito che Spielberg avrebbe dichiarato che considera Guardiani della Galassia il suo film di supereroi preferito. Gunn ha spiegato che si trovava in sala montaggio quando ha appreso la notizia e di essere scoppiato subito in lacrime. Inoltre, Gunn ha citato sia Lo squalo che Indiana Jones e i predatori dell’arca perduta come due delle sue più grandi fonti d’ispirazione.

Spielberg è uno dei più grandi registi viventi, nonché uno dei registi che con i suoi film ha incassato di più nella storia del cinema, anche grazie alla sua incredibile capacità di spaziare tra i generi più disparati, pur essendo maggiormente riconosciuto per le sue storie in grado di mescolare avventura e fantascienza. Ricevere una tale manifestazione di stima è perciò un qualcosa dal valore inestimabile per un cineasta di talento ma con meno anni di esperienza alle spalle come James Gunn. Con i suoi lavori, Spielberg ha influenzato un’intera generazione di registi, e Gunn rientra sicuramente tra questi.

Scritto e diretto da James GunnGuardiani della Galassia Vol. 3 arriverà nelle sale nel 2023, anche se una data di uscita ufficiale non è stata ancora comunicata. Le riprese del film dovrebbero partire ufficialmente entro la fine del 2021. Torneranno nel cast Chris PrattZoe SaldanaDave BautistaPom Klementieff e Karen Gillan, insieme a Vin Diesel e Bradley Cooper che offriranno ancora le loro voci. Nel film è atteso anche Chris Hemsworth nei panni di Thor.

Pilou Asbaek in Aquaman 2 accanto a Jason Momoa

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Pilou Asbaek in Aquaman 2 accanto a Jason Momoa

Warner Bros., DC Entertainment e James Wan hanno trovato il co-protagonista di Aquaman 2, che si affiancherà al già confermato Jason Momoa. Deadline riferisce che Pilou Asbaek, meglio conosciuto per il ruolo del malvagio Euron Greyjoy in Game of Thrones, è in trattative per unirsi al cast del prossimo blockbuster Warner DC. La Warner Bros. non ha commentato la notizia.

Tutto quello che c’è da sapere su Aquaman 2

Vi ricordiamo che Jason Momoa è atteso di nuovo nei panni dell’eroe nel sequel di Aquaman, film che ha rilanciato in positivo le sorti dell’universo cinematografico DC. Diverse fonti fanno sapere che gli studios vorrebbero riportare James Wan dietro la macchina da presa per Aquaman 2 ad una condizione: che sia lui a scegliere il gruppo di sceneggiatori e a seguire da vicino il processo di sviluppo.

David Leslie Johnson-McGoldrick, collaboratore ricorrente di James Wan (The Orphan, The Conjuring 2, The Conjuring 3), scriverà la sceneggiatura del film insieme a Will Beal, mentre il regista e Peter Safran saranno co-produttori.

Fonte: Deadline

The Falcon and The Winter Soldier: il ritorno di Ayo e le Dora Milaje in un nuova clip

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È disponibile un nuovo contenuto video della serie Marvel Studios The Falcon and The Winter Soldier che mostra il ritorno nel Marvel Cinematic Universe di Ayo e le Dora Milaje. Nel video, Anthony Mackie, Sebastian Stan, la regista Kari Skogland, Florence Kasumba e Wyatt Russell condividono i loro pensieri sui guerrieri in azione. Il penultimo episodio della serie sarà disponibile in streaming da domani, venerdì 16 aprile, su Disney+.

Diretta da Kari Skogland con Malcolm Spellman come capo sceneggiatore, la serie composta da 6 episodi vede protagonisti Anthony Mackie, Sebastian Stan, Daniel Brühl, Emily VanCamp, Wyatt Russell, Erin Kellyman, Adepero Oduye, Amy Aquino e Danny Ramirez. The Falcon and The Winter Soldier è disponibile in streaming su Disney+.

The Falcon And The Winter Soldier, la serie tv

The Falcon and The Winter Soldier è la serie di prossima uscita nel quale Anthony Mackie e Sebastian Stan  riprenderanno i loro ruoli nei panni del titolo Falcon (alias Sam Wilson) e The Winter Soldier (alias Bucky Barnes) che sarà diretta da Kari Skogland.

Vi ricordiamo che nel cast di The Falcon and The Winter Soldier è previsto anche il ritorno di due volti noti dell’universo cinematografico, ovvero Emily VanCamp, Sharon Carter in Captain America: The Winter Soldier e Civil War e Daniel Bruhl, nei panni del Barone Zemo. Per quanto concerne la serie di The Falcon and The Winter Soldier, il lancio è fissato in autunno 2020 e Kari Skogland (The Handmaid’s Tale, Penny Dreadful, Boardwalk Empire, The Killing, The Walking Dead, Fear the Walking Dead, Under the Dome, Vikings, The Americans, House of Cards e The Punisher) dirigerà tutti i sei episodi.

Probabile, visti gli esiti di Avengers: Endgame, che lo show si concentrerà sulla dinamica  del rapporto tra le due figure più vicine a Captain America (nonché suoi eredi) e sulle imprese dei supereroi per garantire la sicurezza mondiale.

La musica che non ti ho detto: trama e cast del film con J. K. Simmons

La malattia è un tema particolarmente ricorrente nella storia del cinema. Sono infatti molti i film che la affrontano per spogliarla di ogni paura e misteriosità. Da Beautiful Mind a Still Alice, questi film permettono di entrare a contatto con realtà difficili, alle quali si può però reagire in modi sorprendenti e imparare molto sulla vita in generale. Tra i film più toccanti degli ultimi anni su simili tematiche vi è La musica che non ti ho detto, diretto nel 2011 da Jim Kohlberg qui alla sua prima regia cinematografica. Scritto da Gwyn Lurie e Gary Marks, questo è un toccante racconto tra padre e figlio pronti a riscoprirsi.

Il film è basato sul saggio The Last Hippie, presente nella raccolta scientifica An Anthropologist on Mars: Seven Paradoxical Tales, scritta nel 1995 da Oliver Sacks. All’interno di questa si raccontano sette casi medici molto particolari, il più dei quali coinvolge condizioni neurologiche di vario tipo. All’interno di The Last Hippie si descrive infatti il caso di un uomo affetto da un tumore cerebrale, che a causa di questo si è ritrovato privo di una buona parte della propria memoria. Proprio da qui parte il film di Kohlberg, coniugando memoria, malattia e intenso rapporto famigliare, per costruire una storia toccante ma non smielata, capace di emozionare sinceramente.

Sentimentale al punto giusto, La musica che non ti ho detto è passato in sordina al momento della sua uscita, ma grazie alla presenza di alcuni celebri attori, tra cui un premio Oscar, questo è stato negli anni riscoperto. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La musica che non ti ho detto: la trama del film

La storia si svolge quasi 20 anni dopo che il diciottenne Gabriel Sawyer ha lasciato la casa dei suoi genitori in preda alla rabbia. A spingerlo verso questa fuga è stato principalmente il sentimento di incomprensione che avvertiva nei suoi confronti. Per i genitori Henry e Helen Sawyer la scomparsa improvvisa del figlio è un duro colpo da affrontare, che non hanno mai del tutto superato. Contro ogni loro previsione, vengono un giorno convocati in un ospedale dove scoprono che il loro unico figlio è brutte condizioni dopo la rimozione di un tumore benigno al cervello. Gran parte della memoria di Gabriel è scomparsa. Il ragazzo soffre anche di depressione e a malapena riesce a muoversi.

Ancora amareggiato dal suo allontanamento, Henry non vuole però rassegnarsi, e decide di trovare un modo per aiutare suo figlio. Non potendo fare affidamento sui ricordi del ragazzo, né su particolari capacità comunicative, decide allora di rivolgersi alla musicoterapia, una forma innovativa di trattamento. Con l’aiuto di una terapista premurosa di nome Dianne Daley e della musica che Gabriel amava, il genitore spera di sbloccare la memoria di suo figlio e quindi di riportarlo in vita. Il processo sarà lungo e faticoso, ma non ci sarà nulla che il padre non sarà disposto a fare per suo figlio.

La musica che non ti ho detto cast

La musica che non ti ho detto: il cast del film

Ad interpretare Henry Sawyer, padre del ragazzo malato, vi è l’attore premio Oscar J. K. Simmons. All’epoca di girare il figlio egli non aveva ancora ottenuto la consacrazione conosciuta con Whiplash, ma era comunque noto per una serie di ruoli da caratterista in film come Spider-Man o Juno. Dopo aver letto la sceneggiatura di La musica che non ti ho detto, Simmons si è dichiarato entusiasta di poter interpretare un ruolo da protagonista tanto intenso, rimanendo particolarmente emozionato da ciò che il suo personaggio compie in aiuto del figlio. Accanto a lui, nei panni di sua moglie Helen vi è invece l’attrice Cara Seymour, celebre per i suoi ruoli in film come Il ladro di orchidee, American Psycho e Hotel Rwanda.

Ad interpretare il figlio privo di memoria, Gabriel Sawyer, vi è invece l’attore Lou Taylor Pucci. Oggi noto per alcuni titoli horror come La casa o la serie American Horror Story, per lui questo fu uno dei primi ruoli importanti della sua carriera. Egli riuscì a convincere i produttori ad affidargli la parte, nonostante avesse dieci anni in meno rispetto all’età del personaggio. Nel film sono poi presenti Scott Adsit nei panni del dottor Biscow e James Urbaniak in quelli di Mike Tappin. Julia Ormond, celebre per serie come Le streghe dell’East End, Mad Men e The Walking Dead: World Beyond, è invece presente nei panni della terapista Dianne Daley.

La musica che non ti ho detto: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su una delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. La musica che non ti ho detto è infatti disponibile nel catalogo di Infinity. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma in questione o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. In alternativa, il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 15 aprile alle ore 21:10 sul canale La 5.

Fonte: IMDb

 

 

Anna: recensione della serie Sky di Niccolò Ammaniti

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Anna: recensione della serie Sky di Niccolò Ammaniti

La stagione Sky Original si arricchisce, a partire dal 23 aprile, di Anna, la nuova miniserie diretta da Niccolò Ammaniti e da lui scritta a quattro mani con Francesca Minieri, che si basa sull’omonimo romanzo di Ammaniti del 2015 ed è il frutto dello sforzo produttivo di Mario Gianani e Lorenzo Mieli con Lorenzo Gangarossa per Wildside, società del gruppo Fremantle, in coproduzione con ARTE France, The New Life Company e Kwaï.

Sembra importante precisare che, sebbene la serie sia ambientata in un mondo post-pandemico, l’ispirazione non viene dalla contemporaneità, per quanto la coincidenza di temi risulti comunque inquietante. No, la pandemia di COVID-19 in corso non ha niente a che vedere con la storia che Ammaniti ha pubblicato sei anni fa e che è stata dettata dalla volontà di raccontare di bambini alle prese con l’eredità degli adulti, lasciati da soli in un mondo che ora è il loro.

La storia di Anna

Anna è infatti la protagonista di una storia post-apocalittica in cui tutti gli adulti sono morti a causa della Rossa, un virus letale che attacca solo gli adulti, e di cui i bambini sono portatori sani, almeno fino alla pubertà. La ragazzina vive sola con il fratellino Astor, in quella che era la casa della madre, racconta storie di mostri e fantasmi al piccolo, per evitare che si allontani dal perimetro sicuro della casa e ogni giorni esce in cerca di cibo. In una delle sue incursioni nel mondo di fuori incontra Pietro, un coetaneo con cui nasce un’amicizia che permetterà ai due di aiutarsi. Quando Astor viene rapito, sarà lui ad aiutare Anna a cercare di ritrovare vivo e vegeto il bambino.

Anna è una survival story, ci riporta echi di The Walking Dead, per attingere ad un immaginario comune condiviso recente, ma allo stesso tempo è una storia di formazione, di passaggio, che vede la protagonista affrontare le difficoltà metaforiche di un adolescente, qui rese concrete dal mondo post-apocalittico in cui vive, una Sicilia in cui la natura si è ripresa i propri spazi, selvaggia e silenziosa, ma comunque bellissima, sfondo inedito di un’avventura emozionante. 

Ammaniti si cimenta nella regia di una storia che aveva già concluso e pubblicato, ma che in qualche modo sentiva la necessità di espandere, regalando ad ogni personaggio di carta una storia più approfondita, un passato e un futuro. 

Un racconto di formazione

Anna, Astor, Pietro e tutti gli altri bambini protagonisti della storia si trovano ad avere a che fare con una vita sicuramente difficile ma per molti versi anche stimolante, senza nessun controllo da parte di adulti, eppure con la loro guida costante. In particolare, Anna e Astor sono guidati dal “libro delle cose importanti”, un quaderno scritto a mano dalla loro mamma, mentre, già malata di Rossa, aspettava la morte e cercava di tramandare ai figli alcune regole importanti per sopravvivere al mondo che sarebbe venuto: leggere sempre le date di scadenza sui barattoli, annusare o bollire il cibo per assicurarsi che sia buono da mangiare. Ma non solo, la donna lascia alla figlia, in particolare, un’eredità molto importante per orientarsi in questo mondo nuovo, la memoria e il racconto. Le chiede di insegnare a leggere al fratellino, le chiede lei stessa di leggere e raccontare storie, così che il loro grande valore universale non venga mai perso, nonostante la fine del mondo. 

È un mondo a orologeria, quello di Anna, in cui si vive solo fino a 14 anni, e poi basta, perché la pubertà porta con sé l’attivazione del virus e quindi la morte. Ma lei non si arrende e osa sognare un futuro, diverso da quello a cui è destinata, osa sperare, nutrita dall’eredità del racconto e dalla potenza delle storie che la tengono in vita, in un mondo post pandemico rigoglioso e selvaggio.

Anna serie tv 2021 sky Credits: Greta De Lazzaris, Sky Italia

I luoghi e i suoni di Anna

I luoghi della Sicilia (ma anche alcuni luoghi della Toscana) scelti come scenografie naturali per la storia ci mostrano davvero un paesaggio mai visto, una rivincita della natura, in cui per l’essere umano non c’è spazio, salvo che nella sua forma bambina. Un ambiente affascinante che si avvale anche di suggestioni musicali importanti, sia per quanto riguarda i componimenti originali di Rauelsson, sia per gli inserti di brani molto famosi, dagli Alphaville, ai Mercury Rev, fino ai classici della canzone italiana Bertè, Martini, Vanoni. 

Tra giovanissimi esordienti e volti noti del cinema e della tv italiana, Anna si rivela un vero e proprio tesoro di talenti ed energia. E a guidare questo giovane cast c’è proprio lei, la newcomer Giulia Dragotto, palermitana, che è stata scelta tra centinaia di volti per dare corpo alla protagonista di Ammaniti. Con lei citiamo anche Alessandro Pecorella nei panni del piccolo e tenero Astor, Pietro, il compagno di viaggio, una specie di famiglia acquisita per Anna e Astor, è invece interpretato da Giovanni Mavilla, mentre la cattivissima Angelica ha il volto diafano di Clara Tramontano. Roberta Mattei (la Picciridduna) e Elena Lietti (la madre di Astor e Anna) si aggiungono come numi tutelari, figure uguali e contrarie, al cast di ragazzini che ha regalato alla serie il suo fuoco. 

Una volta superato l’iniziale disorientamento di fronte ad un racconto che sembra proporci una evoluzione terrificante della contemporaneità che viviamo, Anna è un’avventura di formazione intensa e affascinante, condita con una buona dose di azione ed emozione, in un paesaggio naturale selvaggio e suggestivo. Anna non permette al passato, alla memoria di scomparire, ma allo stesso tempo non permette al destino di scegliere per lei, e osa sognare un futuro.

Indiana Jones 5: anche Mads Mikkelsen nel cast

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Indiana Jones 5: anche Mads Mikkelsen nel cast

In seguito alla notizia che Phoebe Waller-Bridge sarà la protagonista femminile di Indiana Jones 5, arriva la conferma che un altro attore di Serie A si unisce al cast del film Lucafilm: si tratta di Mads Mikkelsen. I dettagli sul personaggio sono però ancora molto scarsi, così come quelli sulla storia che il film racconterà.

James Mangold sarà il regista del film al posto di Steven Spielberg, che invece aveva diretto tutti gli altri capitoli precedenti della saga. A bordo del progetto torna invece John Williams, già compositore dell’iconica colonna sonora che accompagna il personaggio da 40 anni.

“Sono davvero emozionato di iniziare questa nuova avventura, e collaborare con una squadra dei sogni formata da grandi filmmaker – ha dichiarato Mangold – Steven, Harrison, Kathy, Frank e John sono i miei eroi artistici, quando ci aggiungi anche Phoebe, un’attrice abbagliante, una voce creativa brillante e la chimica che lei porterà al progetto senza ombra di dubbio, non posso fare a meno di sentirmi felice come lo stesso Indiana Jones.”

Ricordiamo che le riprese di Indiana Jones 5 dovrebbero partire in primavera. Prima dell’ingaggio di Mangold, la sceneggiatura era stata affidata a David Koepp,  he ha poi lasciato il progetto insieme a Spielberg. Prima di Koepp, anche Jonathan Kasdan (figlio dello sceneggiatore de I predatori dell’arca perduta, Lawrence Kasdan) aveva messo le mani sullo script. L’uscita nelle sale del film è già stata posticipata diverse volte: inizialmente previsto per il 19 Luglio 2019, il film è stato rinviato prima al 10 Luglio 2020, poi al 9 Luglio 2021 e infine al 29 Luglio 2022.

Indiana Jones è una saga cinematografica basata sulle avventure dell’immaginario archeologo ideato da George Lucas. La saga, con Harrison Ford nel ruolo di Indiana Jones, è iniziata nel 1981 con la distribuzione del film I predatori dell’arca perduta. Un prequel intitolato Indiana Jones e il tempio maledetto è uscito nel 1984, mentre il sequel Indiana Jones e l’ultima crociata nel 1989. Un quarto film, Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo, è uscito nei cinema nel 2008. I film sono stati tutti diretti da Steven Spielberg.

Richard Gere: 10 cose che non sai sull’attore

Richard Gere: 10 cose che non sai sull’attore

Divenuto noto come sex symbol degli anni ’80, Richard Gere ha negli anni preso parte ad alcune tra le più popolari commedie romantiche di sempre. Impossibile non pensare a film come Ufficiale e gentiluomo o Pretty Woman senza immaginare anche il suo volto. Apprezzato da critica e pubblico, Gere continua ancora oggi ad affermarsi come interprete, oltre che per le sue attività benefiche. Ecco 10 cose che non sai su Richard Gere.

Parte delle cose che non sai sull’attore

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Richard Gere: i suoi film

10. Ha recitato in celebri film romantici. La carriera dell’attore ha inizio con un piccolo ruolo nel film Rapporto al capo della polizia (1975), per poi proseguire con pellicole come Baby Blue Marine (1976), I giorni del cielo (1978) e American Gigolo (1980) e Ufficiale e gentiluomo (1982), con cui consacra la propria popolarità. Negli anni successivi prenderà così parte a noti film come Cotton Club (1984), Nessuna pietà (1986) e Pretty Woman (1990), dove recita accanto a Julia Roberts. Durante gli anni successivi continuerà ad essere protagonista di acclamati film come Mr. Jones (1993), Trappola d’amore (1994), Schegge di paura (1996), Se scappi, ti sposo (1999), Il dottor T e le donne (2000), Unfaithful – L’amore infedele (2002), Chicago (2002), Shall We Dance? (2004), Identikit di un delitto (2007), Io non sono qui (2007), Hachiko – Il tuo migliore amico (2009), Amelia (2009), con Hilary SwankThe Double (2012) La frode (2012), Gli invisibili (2014) Franny (2015), Ritorno al Marigold Hotel (2015) e L’incredibile vita di Norman (2016). Nel 2017 ha interpretato il Dr. Stone ne Lo stato della Mente e Stan Lohman in The Dinner.

9. È anche produttore. Nel corso della sua carriera Gere non si è limitato a svolgere il ruolo dell’interprete, ricoprendo anche in diverse occasioni quello di produttore. Ha infatti svolto tale attività per i film Analisi finale (1992), Sommersby (1993), Mr. Jones (1993), Dreaming Lhasa (2005), Hachiko – Il tuo migliore amico (2009) e Gli invisibili (2014), film in cui figura anche come attore.

8. Ha recitato in una serie TV. Gere ha sempre prediletto il grande schermo, apparendo in televisione soltanto in rare occasioni come per i film Crack file – Dossier antidroga (1975) e Guerra al virus (1993). Nel 2019 è tuttavia tra i protagonisti della mini serie MotherFatherSon, di genere thriller psicologico.

Richard Gere e gli Oscar

7. Non è mai stato nominato per l’ambito premio. Nonostante una carriera ricca di successi e una popolarità iconica, Gere non sembra aver trovato il ruolo che potesse permettergli di raggiungere la consacrazione dei premi Oscar. L’attore rientra infatti in quel gruppo di personalità particolarmente note, che a modo loro hanno contribuito a scrivere la recente storia del cinema, senza tuttavia essere mai stati nominati per l’ambito premio.

Richard Gere: le sue mogli

6. Si è sposato più volte. Ad oggi Gere ha avuto un totale di tre mogli. La prima è l’attrice Cindy Crawford, sposata nel 1991 ma da cui divorzia nel 1995. Successivamente nel 2002 dà vita alla propria storia d’amore con Carey Lowell, anch’ella attrice. Prima del matrimonio, la coppia aveva dato alla luce un figlio nel 2000. Nel 2013 tuttavia si separano citando come cause le rispettive differenze nello stile di vita, arrivando poi al divorzio nel 2016.

Parte delle cose che non sai sull’attore

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Richard Gere aspetta un figlio

5. Diventerà di nuovo papà. Nel 2018 l’attore si è sposato per la terza volta, con Alejandra Silva, di professione responsabile delle relazioni esterne. Nel settembre del 2019 annunciano pubblicamente l’attesa del loro primo figlio, il secondo per il celebre attore.

Richard Gere e Julia Roberts

4. Hanno recitato insieme più volte. Tra le più celebri coppie cinematografiche, Gere e l’attrice Julia Roberts hanno sfoggiato una straordinaria chimica di coppia durante le riprese del film Pretty Woman, tanto da convincere il regista Gary Marshall a richiamarli a recitare insieme per il film Se scappi, ti sposo, che si rivelerà un enorme successo al botteghino confermandosi come coppia d’oro del cinema.

3. Hanno improvvisato una celebre scena. Tra i momenti più iconici della coppia vi è la scena di Pretty Woman in cui Edward mostra a Vivian la collana di diamanti. Questa fu totalmente improvvisata da Gere, che finse di chiudere improvvisamente il cofanetto come per schiacciare le dita della Roberts, provocando così la sua genuina risata, sorpresa da quanto compiuto dal collega.

Richard Gere a Lampedusa

2. È un noto attivista umanitario. Divenuto celebre anche per le sue campagne umanitarie, l’attore si è recentemente fatto notare per la sua presenza a Lampedusa, dove ha portato il proprio sostegno ai migranti africani presenti sulle navi delle ONG, contribuendo con viveri e altri beni per la salute.

Richard Gere: età e altezza

1. Richard Gere è nato a Philadelphia, in Pennsylvania, Stati Uniti, il 31 agosto 1949. L’attore è alto complessivamente 178 centimetri.

Fonte: IMDb

Zooey Deschanel: 10 cose che non sai sull’attrice

Zooey Deschanel: 10 cose che non sai sull’attrice

Zooey Deschanel è ormai un volto noto della TV e del cinema, grazie ad alcuni ruoli che l’hanno resa celebre raggiungendo un ampio pubblico. Negli anni si è affermata per la semplicità della sua recitazione e per i suoi grandi ed espressivi occhi blu, e grazie all’aver partecipato a progetti di diverso genere ha potuto dimostrare di non essere solo un’attrice di passaggio.

Ecco 10 cose che non sai di Zooey Deschanel.

Zooey Deschanel carriera

1. I film. L’attrice debuta al cinema nel 2000 nel film Quasi famosi, per poi prendere parte a lungometraggi quali Big Trouble – Una valigia piena di guai (2002), Elf – Un elfo di nome Buddy (2003), e Guida galattica per autostoppisti (2005), grazie al quale ottiene una prima notorietà. Successivamente è tra i protagonisti di Un ponte per Terabithia (2007), L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford (2007), E venne il giorno (2008), Yes Man (2008), dove recita al fianco di Jim Carrey, (500) giorni insieme (2009), che ne consacra definitivamente la carriera, e Rock the Kasbah (2015). Nel 2020 ha prestato la sua voce al personaggio di Bridgt in Trolls World Tour 2 ed è apparsa nel video Katy Perry: Not the End of the World nei panni di Wrong Katy Perry.

2. Le serie TV. Celebre anche per i suoi ruoli televisivi, l’attrice partecipa a serie come Weeds (2006-2007), Ritorno al mondo di Oz (2007) e Bones (2009), prima di trovare ulteriore fortuna grazie alla serie New Girl, dove dal 2011 al 2018 ricopre il ruolo della protagonista Jess Day.

3 Il doppiaggio. L’attrice è nota anche come doppiatrice, e in particolare è possibile ascoltare la sua voce nei film d’animazione Surf’s Up – I re delle onde (2007) e Trolls (2016). Ha inoltre partecipato al doppiaggio di alcuni episodi della serie animata I Simpson (2008-2013)

500 giorni insieme

Zooey Deschanel Instagram

4. Ha un proprio account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un proprio profilo verificato, seguito da 5,4 milioni di persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie scattate in momenti di svago, ma non mancano anche foto promozionali dei progetti a cui prende parte o foto scattate sui set frequentati.

Zooey Deschanel vita privata

5. E’ sposata. Dall’agosto del 2014 l’attrice è sentimentalmente legata al produttore cinematografico Jacob Pechenik. I due si sono in seguito sposati nel giugno del 2015, e il mese successivo è nata la loro primogenita. L’attrice, che si era sempre definita agnostica, ha poi annunciato di essersi convertita all’ebraismo per amore verso il marito, di religione ebraica, e non per una particolare vocazione. Nel 2017 nasce il loro secondogenito.

Zooey Deschanel (500) giorni insieme

6. Indossa sempre qualcosa di blu. D’accordo con il costumista e lo scenografo del film, l’attrice ha suggerito di donare al film continui toni di blu, in modo da poter accentuare il blu dei suoi occhi. In questo modo si avrebbe avuto ancor di più la sensazione che l’intero mondo del protagonista interpretato da Joseph Gordon-Levitt fosse un continuo richiamo alla ragazza.

Zooey Deschanel New Girl

7. Ha girato in anticipo alcune scene. Verso la fine delle riprese della quarta stagione l’attrice rimase incinta. Per evitare problemi in seguito, i produttori decisero di anticipare alcune riprese della quinta stagione, permettendo così all’attrice di liberarsi per tempo di eventuali inconvenienti.

8. Aveva una grande sintonia con Jake Johnson. L’attrice ha dichiarato di aver sempre trovato facile recitare con il collega Jake Johnson, tanto che era difficile tenerli separati. I produttori inizialmente non volevano che tra i due personaggi nascesse qualcosa, ma dopo aver visto l’ottima risposta di pubblico a riguardo si convinsero a sfruttare la chimica presente tra i due attori.

Zooey Deschanel musica

9. Fa parte di un duo. Nel 2007 l’attrice fonda il duo She & Him insieme al cantante M. Ward. I due iniziano l’attività componendo alcuni brani per i film interpretati dall’attrice, e nel 2008 pubblicano il primo album intitolato Volume One. Oltre a cantare, Zooey suona il pianoforte e l’ukulele, ed è una grande appassionata di jazz.

Zooey Deschanel età e altezza

10. Zoeey Deschanel è nata a Los Angeles, in California, Stati Uniti, il 17 gennaio 1980. L’altezza complessiva dell’attrice è di 165 centimetri.

Fonte: IMDb