Netflix ha diffuso il trailer di
Project
Power, il film originale Netflix in arrivo questa
estate e diretto da Henry Joost & Ariel
Schulman. protagonisti del film un cast d’eccezione
composto da
Jamie Foxx,
Joseph Gordon-Levitt, Dominique Fishback,
Rodrigo Santoro, Colson Baker, Allen Maldonado, con
Amy Landecker e Courtney B.
Vance.
Project
Power arriverà su Netflix il 14 agosto, in tutti i
Paesi in cui il servizio è attivo.
Project Power,
la trama
Per le strade di New
Orleans comincia a diffondersi la voce di una misteriosa nuova
pillola che scatena superpoteri diversi a seconda di chi la prende.
Il problema? Non sai cosa succederà finché non la prendi. Mentre
alcuni sviluppano una pelle antiproiettile, il dono
dell’invisibilità o una forza sovrumana, per altri la reazione è
letale. Quando la pillola provoca un pericoloso aumento della
criminalità in città, un poliziotto locale (Joseph Gordon-Levitt)
si allea con una giovane spacciatrice (Dominique Fishback) e un ex
soldato motivato da una vendetta segreta (Jamie Foxx) per
combattere il potere ad armi pari, prendendo la pillola nella
speranza di riuscire a trovarne e a fermarne gli inventori.
Gli amanti delle serie tv e in
particolar modo delle comedy hanno già da tempo imparato a
conoscere e amare Max Greenfield. C’è chi lo
ricorda per famose ‘comparsate’ in tv o piccoli ruoli sul grande
schermo e chi invece si è fatto stregare dal suo Schmidt
nella serie New Girl. Ma voi quanto ne sapete
realmente di Max?
Venite a scoprire con noi tutto
quello che c’è da sapere su Max Greenfield.
Max Greenfield serie tv: l’inizio
di una fulgida carriera
10. Trasferitosi da
ragazzo da New York a Los Angelese, Max Greenfield ha cominciato la
sua carriera un po’ come tutte le star, una ‘comparsata’ alla
volta. La sua scalata verso il successo è quindi cominciata sul
piccolo schermo quando nel lontano 1999 ottiene il primo ingaggio
per un solo episodio nella serie Undressed. Grazie
al suo talento e al suo viso che buca lo schermo, a quel lavoro ne
seguirono molti altri.
Dopo aver lavorato in Boston
Public (2002), Max approda incredibilmente sul set di
Una Mamma per Amica.
Max Greenfield in Una Mamma per
Amica
Max Greenfield in “Una Mamma Per Amica”
9. Tra i suoi tanti
piccoli ruoli in tv, quello sul set della serie Una Mamma per
Amica (2003) resta il più importante. Greenfield è
riuscito a utilizzare quell’esperienza come trampolino di lancio;
dopo Gilmore Girls, infatti, la sua carriera ha preso il volo.
Per coloro che non lo ricordano,
l’episodio in questione è il quarto della quarta stagione, dal
titolo “Il Matrimonio di Dean”. In questa puntata Rory
(Alexis
Bledel) torna a casa da Yale per un weekend di
completo relax. Tuttavia incontra Dean (Jared
Padalecki), suo ex prossimo alle nozze, che la invita
al suo imminente matrimonio che si terrà nella piazza della città
proprio durante il weekend.
Nell’episodio in questione, Max
Greenfield interpreta Lucas, uno degli amici di Dean che
accompagnano lo sposo in giro a bere per il suo addio al celibato.
I ragazzi tuttavia finiscono nel locale di Luke (Scott
Patterson), alquanto infastidito da questa incursione non
autorizzata proprio in orario di chiusura.
Max Greenfield in The O.C.
Max Greenfield in “The O.C.”
8. Nel corso degli
anni, The. O.C. è diventata una vera e proprio
serie cult. Quando venne trasmessa la prima stagione nell’ormai
lontano 2003, gli adolescenti (e non) di tutto il mondo impazzirono
letteralmente per i personaggi di Orange County e per i loro
microcosmo fatto di glamour, segreti e tragedie.
Max Greenfield ha preso parte alla
serie nel 2007, comparendo nel tredicesimo episodio della quarta
stagione, dal titolo “La Forza del Destino”. In questo
episodio Ryan (Benjamin
McKenzie) riprende i contatti con suo padre, con
l’aiuto di Taylor (Autumn Reeser) mentre le altre
coppiette di O.C. si preparano a festeggiare San Valentino. Seth
(Adam
Brody) e Summer (Rachel Bilson)
decidono di consultare una cartomante per conoscere il loro futuro
come coppia e sapere se sono fatti l’una per l’altro. Nel frattempo
però Kirsten (Kelly Rowan) è tormentata dai sensi
di colpa e da un segreto, riguardante Jimmy Cooper (Tate
Donovan), che continua a ossessionarla.
I tormenti interiori di Kirsten sono
accompagnati nella serie da diversi flashback che in questo
particolare episodio coinvolgono Max Greenfield. L’attore infatti
interpreta un giovane Sandy Cohen, la cui versione adulta è invece
interpreta da Peter Gallagher.
Max Greenfield in Veronica
Mars
Max Greenfield in “Veronica Mars”
7. Dopo le tante
comparsate in serie tv anche molto importanti, finalmente per Max
Greenfield arriva un ingaggio a lunga scadenza. Nel 2005 viene,
infatti, scelto per un ruolo secondario in Veronica
Mars, celebre serie tv creata da Rob
Thomas. Max comparirà in un arco di ben undici episodi, in
onda dal 2005 al 2007, e interpreterà l’agente di polizia
Leo D’Amato.
Nel corso degli episodi, Leo aiuterà
Veronica (Kristen
Bell) ad accedere a prove e documenti riservati della
polizia e a dimenticare i suoi ex Duncan (Teddy
Dunn) e Logan (Jason Dohring).
Nel 2019, con l’uscita a sorpresa
della quarta stagione
di Veronica Mars, Greenfield è tornato sul set a
interpretare Leo per tre episodi.
Max Greenfield in Ugly Betty
Max Greenfield in “Ugly Betty”
6. Una volta
terminato il suo lavoro sul set di Veronica Mars. Max ottiene un
nuovo ingaggio anche in questo caso per un ruolo minore ma per un
numero maggiore di episodi. Nel 2007, infatti, lo vediamo comparire
per la prima volta sul set della serie Ugly Betty.
A cavallo tra il 2007 e il 2008, Greenfield sarà in un arco di ben
otto episodi e interpreterà il ruolo di Nick
Pepper, assistente di Alexis Meade (Elizabeth Penn
Payne), un personaggio cattivo, calcolatore e arrivista,
che farebbe di tutto pur di arrivare in vetta.
Max Greenfield fa il suo debutto
nella serie nel nono episodio della terza stagione e fin da subito
è chiaro agli spettatori che il suo personaggio sarà l’ennesimo
antagonista della povera Betty (America
Ferrera).
Ma per Max Ugly Betty
non è stato di certo un punto d’arrivo. L’attore negli anni
seguenti ha infatti preso parte a tantissime serie tv come
Greek (2008), Melrose Place
(2009), Avvocati a New York (2009),
Castle (2010), Lie to Me (2020),
No Ordinary Family (2010),
Undercovers (2010), Hot in
Cleveland (2011 e 2014) e Happy Endings
(2011).
Max Greenfield in New
Girl: un successo senza precedenti
Max Greenfield in “New Girl”
5.
Dopo aver sempre interpretato ruoli minori, finalmente per Max
arriva il primo vero ingaggio importante che cambierà per sempre la
sua vita e carriera nel mondo dello spettacolo. Nel 2011 viene
scelto per interpretare Schmidt nella nuovissima
serie della Fox dal titolo New Girl.
La serie, una comedy in
piena regola, segue le peripezie di Jess (Zooey
Deschanel) una ragazza un po’ matta e fuori dalle righe
che, dopo una brutta rottura sentimentale, alla soglia dei
trent’anni, deve rimettere in piedi la sua vita. In cerca di un
posto dove vivere, risponde all’annuncio di una stanza disponibile
e finisce in un loft abitato da tre ragazzi, Nick (Jake
Johnson), Winston (Lamorne Morris) e
Schmidt. Il primo lavora come barista, Winston invece è un ex
giocatore di basket decaduto e Schmidt, beh, è davvero uno
‘sciupafemmine’.
Nonostante l’imbarazzo
iniziale, Jess si trasferisce in casa dei ragazzi e per loro
comincia una convivenza a dir poco improbabile. Jess è imbranata,
pasticciona ed emotivamente instabile eppure, nonostante i suoi
difetti, i tre coinquilini si affezionano subito a lei, cercando di
guidarla non sempre verso la strada più giusta.
La serie è andata per
ben sette stagioni, dal 2011 al 2018 per un totale di 146
episodi.
Max Greenfield nel film “La Grande Scommessa”
Fonte: IMDB
4. La
carriera di Max Greenfield è particolarmente legata al mondo della
televisione, tuttavia l’attore, negli anni, è riuscito a
intrufolarsi anche sul grande schermo partecipando a diverse
produzione hollywoodiane anche molto importanti.
Il suo primo ruolo per
il cinema risale al 2004 con il film Cross Bronx,
diretto da Larry Golin. Negli anni successivi lo vediamo in
Pazzo Pranzo di Famiglia (2005) e in They
Came Together (2014). Nel 2014 Greenfield torna a vestire
i panni dell’agente Leo D’Amato in Veronica Mars –
Il Film, diretto come sempre da Rob
Thomas – autore anche della serie tv – e andato in onda su
Hulu.
Al film di Veronica
Mars sono seguiti About Alex (2014), Hello
My Name is Doris (2015) e La Grande
Scommessa (2015), diretto da Adam
McKay e con protagonista Christian Bale.
Successivamente partecipa come doppiatore al film d’animazione
L’era Glaciale – In Rotta di Collisione prestando
la sua voce a un piccolo e stravagante dakotaraptor. Dal 2017 al
2020 lo vediamo in Il castello di Vetro (2017),
La Fratellanza (2017), A Futile and Stupid
Gesture (2018), What Men
Want (2019) e Una Donna Promettente
(2020).
Max Greenfield
curiosità
3.
Forse pochi sanno o ricordano che nel 2015 Max ha girato uno spot
per McDonald pubblicizzando tre nuovi hamburger in
edizione limitata, i Sirloi Thirs Pound Burgers. Ecco il
video dello spot…
2.
L’attore, a differenza di moltissime star del cinema e della
televisione, è molto devoto alla sua famiglia. Per Max
Greenfield moglie e figli hanno la priorità assoluta.
Sposato da più di dieci anni con Tess Sanchez, i
due sono ormai genitori di due splendidi figli,
Lily e Ozzie.
All’epoca della
chiusura della serie New Girl, Max dichiarò in un’intervista di non
avere piani già predefiniti per il futuro; il suo desiderio più
grande era quello di poter passare più tempo con la sua famiglia e
occuparsi dei figli. “Fare il padre è il mio lavoro
preferito” [fonte: ETOnline]
1. Max
è forse una delle poche celebrità che ama i social e spessissimo
condivide stralci della sua quotidianità sul suo profilo
Instagram. Greenfield è, inoltre, un fanatico di
Twitter; è forse il social dov’è maggiormente
attivo e dove ama scrivere un po’ a flusso di coscienza tutto ciò
che pensa. Dalla vita privata a quella professionale, dalle
preferenze politiche a quelle legate al mondo dell’intrattenimento,
per Max Greenfield c’è sempre una buona ragione per twittare.
Restate quindi connessi
e seguite i suoi account ufficiali Instagram e
Twitter.
Ted
Lasso è l’annunciata serie tv AppleTv+ creata
da Bill Lawrence e Jason Sudeikis, ed è una continuazione del
personaggio interpretato da Sudeikis.
Ted
Lasso, la nuova serie originale di commedie di
Jason Sudeikis e Bill
Lawrence sarà presentata in anteprima mondiale su
Apple TV +, insieme a una serie di film e serie
originali acclamati e premiati, venerdì, agosto 14.
Ted Lasso: la trama e il cast
Sudeikis interpreta Ted
Lasso, un allenatore di football universitario del Kansas che è
stato ingaggiato per allenare una squadra di calcio professionista
in Inghilterra, nonostante non abbia esperienza di allenatore di
calcio.
In protagonisti sono Jason Sudeikis nel ruolo di Ted Lasso,
Stephen Manas nel ruolo di Richard Montlaur,
Colin Blyth come il fotografo, Brendan
Hunt nei panni del Coach Beard, Hannah
Waddingham nel ruolo di Rebeca, Bronson Webb come Bronson
Webb e Lampros Kalfuntzos come fotografo di stampa.
Oltre a recitare, Sudeikis è
produttore esecutivo, insieme a Lawrence (“Scrubs”) attraverso la
sua Doozer Productions, in associazione con Warner Bros. Television
e Universal Television, una divisione di NBCUniversal
Content. Jeff Ingold di Doozer è anche produttore esecutivo
con Liza Katzer come coproduttore esecutivo. La serie è stata
sviluppata da Sudeikis, Lawrence, Joe Kelly e Brendan Hunt e si
basa sul formato e sui personaggi preesistenti di NBC Sports.
“Ted Lasso” si unisce alla tanto
attesa serie Apple Original, che presto sarà presentata in
anteprima, tra cui le docuserie “Dear…”, del vincitore dell’Emmy e
del Peabody Award RJ Cutler; “Little Voice”, una storia fresca
e intensamente romantica del pluripremiato team di JJ Abrams, Sara
Bareilles e Jessie Nelson; documentario “Dads” del regista
Bryce Dallas Howard; “Greatness Code”, una nuova docuserie che
mette in luce storie non raccontate dei più grandi atleti del
mondo; così come serie originali pluripremiate e di successo
ora in streaming su Apple TV + tra cui “Defending Jacob”, “Mythic
Quest: Raven’s Banquet” e le serie nominate ai Golden Globe e
Critics Choice e SAG Award “The Morning Show”; così come
“Central Park” del vincitore dell’Emmy Award Loren Bouchard insieme
al vincitore del “Frozen” Grammy Josh Gad e il vincitore dell’Emmy
Nora Smith.
Secondo un rumor che circola ormai
da diverso tempo, Matt Reeves starebbe pensando ad una vera
e proprio nuova trilogia dedicata all’Uomo Pipistrello, con
l’attesissimo The
Batman che dovrebbe rappresentare il primo tassello di
questo ambizioso progetto. Probabilmente tutto dipenderà dal
successo del film con Robert Pattinson al box office mondiale,
ma in attesa di una conferma ufficiale circa gli effetti piani
della Warner Bros.,
The Direct ha raccolto 11 iconici villain che potrebbero
apparire nell’ipotetica trilogia immaginata da Reeves, proprio
sulla scia dei tanti supercriminali che vedremo già nel film in
arrivo al cinema il prossimo anno:
Zsasz
Victor Zsasz è uno dei
residenti più famosi e frequenti dell’Arkham Asylum. Il suo tratto
distintivo sono i segni che si incide sulla pelle per ogni vittima
che uccide. Perché uccide? Probabilmente per liberare le persone
dall’inutilità delle loro esistenza… gesto che apparentemente dà un
senso alla sua.
Il personaggio è già apparso nel
DCEU nel recente
Birds of Prey, come braccio destro di Roman Sionis/Black
Mask. Per questo sembra improbabile che il personaggio possa
tornare così presto sul grande schermo. Eppure, i rumor
suggeriscono che i film dedicati a Batman di Reeves faranno parte
di un universo a sé stante, quindi non è escluso che Victor possa
tornare, magari interpretato da un altro attore.
Hugo Strange
Medico altamente
intelligente, ossessionato dalla chimica e dalla biologia, Hugo
Strange è passato da psicologo dell’Arkham Asylum a sperimentatore
su prigionieri con stimolanti artificiali e sostanze chimiche che
alterano la mente. È anche uno dei pochi cattivi a sapere che
l’alter ego di Batman è in realtà Bruce Wayne.
Strange è già stato visto sullo
schermo nella serie Gotham e nei film d’animazione targati
DC, ma ha anche ricoperto il ruolo di antagonista principale nel
videogioco “Arkham City”. Con The
Batman che dovrebbe concentrarsi maggiormente
sull’intelligenza e sulle abilità investigative del Cavaliere
Oscuro, Strange potrebbe essere un degno nemico per il Crociato di
Gotham.
La Corte dei Gufi
Un gruppo poco conosciuto
che non è stato esplorato in nessuna delle precedenti versioni
destinate al grande schermo di Batman è la Corte dei Gufi. Come
ogni cospirazioni che si rispetti, anche la Corte è una società
segreta formata dai ricchi e potenti di Gotham, risalente all’era
coloniale.
I Talon sono parte
integrante della Corte dei Guf. Sono un gruppo di assassini che
hanno giurato fedeltà alla Corte e svolgono azioni per conto loro.
I Talon sono geneticamente modificati e altamente qualificati, il
che li rende difficili da uccidere, con la Corte ha persino
sviluppato un siero per riportarli indietro dai morti. Una losca
organizzazione segreta potrebbe essere il perfetto antagonista
investigativo di cui il nuovo Batman avrebbe bisogno.
Deadshot
Deadshot ha avuto diverse
iterazioni sullo schermo nella storia della DC, tra cui
Smallville e l’Arrowverse, insieme al più celebre
ritratto di
Will Smith in Suicide
Squad. Se The Batman sarà reso canonico ancora
deve essere confermato, quindi è possibile che Deadshot possa
subire un recasting per l’ipotetica nuova trilogia.
Deadshot è noto per la sua abilità
con il fucile da cecchino, cosa che lo rende uno degli assassini
più pericolosi. Nonostante ciò, Deadshot non è un cattivo ben
definito ed è spesso ritratto come un antieroe, in particolare
quando le sue motivazioni dipendono dalla sua famiglia. La sua
ambiguità morale e la mancanza di lealtà fanno di Deadshot un
avversario sicuramente interessante per Batman.
Due Facce
Uno dei villain più tragici
dell’universo DC, una volta Harvey Dent era una volta, nonché
procuratore distrettuale di Gotham prima di diventare Due Facce.
Dopo un tragico incidente che gli ha deturpato metà del viso, è
diventato folle supercriminale ossessionato dal caso e dal destino.
La sua identità dissociativa e i suoi disordini bipolari
sottolineano quanto le sue personalità siano letteralmente divise a
metà tra bene e male.
A volte è razionale, altre volte è
spietato. È stata la connessione personale di Due Facce con Batman
a renderlo uno degli avversari più temibili per il Cavaliere
Oscuro. Avendo lavorato insieme per consegnare i criminali alla
giustizia, la svolta di Harvey Dent contro Batman rende ancora più
difficile per l’eroe combattere qualcuno che una volta conosceva
come un essere umano ammirevole. Anche se Due Facce non è stato
annunciato per il nuovo film The
Batman, alcuni sostengono che in realtà, dietro
il misterioso personaggio di
Peter Sarsgaard, tale Gil Colson, potrebbe celarsi proprio Due
Facce.
Bane
Dopo che Bane è diventato
famoso grazie al borbottante ritratto di
Tom Hardy ne
Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno, potrebbe essere arrivato
il momento di rivedere il mostruoso villain al cinema. Bane è uno
dei personaggi più stravaganti della DC, che acquisisce la maggior
parte del suo potere ed il suo enorme aspetto da una sostanza
chimica nota come Venom.
Molti fanno passare Bane come un
delinquente grazie alle sue enormi dimensioni e alla sua forza, ma
in realtà è molto intelligente e anche strategico. A causa della
sua propensione all’omicidio, è stato in grado di salire con
successo la scala del potere in prigione e scappare più volte. Bane
è famoso per aver rotto la schiena di Batman nell’arco narrativo di
“Knightfall”, ripreso anche ne
Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno. Secondo alcuni
voci, uno spin-off su Bane sarebbe in lavorazione, ma è anche
probabile che possa apparire nella trilogia di Reeves.
Spaventapasseri
Spaventapasseri è uno dei
cattivi dell’universo di Batman più usati, probabilmente perché la
sua arma caratteristica della tossina della paura costituisce un
eccellente espediente narrativo. È stato il primo cattivo ad
apparire in Batman
Begins di Christopher
Nolan, ha assunto il ruolo di antagonista principale in
“Arkham Knight” e si dice che apparirà anche nella
prossima stagione di Batwoman.
Da bambino Bruce Wayne temeva i
pipistrelli: lo spaventapasseri è quindi il cattivo perfetto per
riflettere questa paura, che sicuramente userebbe per manipolare il
suo nemico. I suoi archi narrativi nei fumetti hanno portato ad
alcune delle trame Batman più contorte di sempre, lasciando un
sacco di potenziale inutilizzato per una prossima eventuale
apparizione al cinema.
Hush
Hush è senza dubbio
uno dei cattivi più inquietanti nell’universo DC. Crescendo, Tommy
Elliott è stato lo specchio di Bruce Wayne: entrambi nati in
famiglie ricche, altamente intelligenti e migliori amici. Dopo che
un tentativo di uccidere i suoi genitori ed ereditare la loro
fortuna è andato storto, Tommy ha iniziato ad invidiare Bruce per
aver vissuto la vita che sognava. Tommy è comunque diventato un
eccellente chirurgo, ma le sue profonde tendenze sociopatiche e
l’odio innato per il suo amico d’infanzia lo hanno portato a
trasformarsi nell’alter ego Hush, con bende attorno al viso per
mascherare la sua vera identità.
La sua ossessione per Bruce Wayne lo
ha portato ad eseguire un intervento di chirurgia plastica sul suo
viso per replicare perfettamente quello di Wayne. Hush è apparso in
tv nelle serie Gotham e Batwoman, ma è anche
apparso in un film d’animazione DC dedicato alla sua iconica
storia. Molti hanno aspettato che all’arco narrativo di Hush venga
resa giustizia in un live-action, quindi far scontrare Bruce Wayne
con il suo amico d’infanzia nella versione di Batman di Reeves
potrebbe essere l’occasione giusta per farlo.
Deathstroke
Deathstroke era un soldato
a cui erano state potenziate forza, velocità e cure rigenerative
grazie ad un siero sperimentale che l’esercito stava usando per
cercare di creare un esercito metaumano. Non sappiamo quanto
probabilità ci sia che Deathstroke faccia il suo debutto nel DCEU
dopo la scena post-credits di Justice
League, che mostrava
Joe Manganiello nei panni del personaggio che si incontrava con
Lex Luthor.
Manganiello doveva apparire in
The
Batman quando il progetto era ancora nella mani di
Ben Affleck,
ma dopo che Reeves è salito a bordo e ha riscritto la
sceneggiatura, il ruolo di Deathstroke è stato eliminato. Sarebbe
un peccato non vedere mai il Deathstroke di Manganiello, dal
momento che ci sarebbero diverse opportunità per il personaggio di
affrontare l’incarnazione del Cavaliere Oscuro ad opera di
Robert Pattinson.
Poison Ivy
Poison Ivy è uno dei nemici
più famosi di Batman, quindi è difficile credere che non sia mai
più stata vista in un film sull’Uomo Pipistrello da quando Uma
Thurman ha interpretato il ruolo in
Batman & Robin. Il personaggio è apparso più volte
nell’universo animato della DC, più recentemente nella serie
Harley Quinn, ma il suo ritorno sul grande schermo è
atteso da tempo.
A lungo si è parlato della
possibilità di un sequel di
Birds of Prey incentrato sulla relazione tra Harley e
Ivy, mentre nulla abbia più saputo sul tanto agognato Gotham City
Sirens. Ciò significa che la prossima apparizione di
Poison Ivy potrebbe anche essere nell’eventuale trilogia di Reeves.
Un approccio più realistico al personaggio potrebbe presentarla
come una specie di eco-terrorista/guerriera che sfrutta le sue
abilità con le piante tossiche come armi per avvelenare i suoi
nemici.
Joker
Batman e il Joker hanno
rappresentato i lati opposti della stessa medaglia dal primo film
di Tim Burton del 1989. Il Clown Principe del Crimine è stato
interpretato da oltre 20 attori diversi, i più famosi dei quali
includono Jack Nicholson, Mark Hamill, Heath Ledger e Joaquin
Phoenix. Gli ultimi due hanno anche ricevuto Oscar per le loro
performance.
Il Joker vive senza regole, i suoi
crimini sono progettati per incitare l’anarchia senza rimorsi.
Quindi quando incontra Batman che vive secondo le regole di un
vigilante, il Joker diventa ossessionato dallo spingere l’eroe ad
infrangere il proprio codice morale. La storia di origine nel film
Joker del 2019 è stata un successo clamoroso. Un seguito
logico sarebbe sfruttare la run “Una Morte in Famiglia”,
in cui Joker rapisce e tortura il giovane assistente di Batman,
Robin. Ci sono già voci secondo cui è in corso un recasting per un
nuovo Joker nella trilogia di Reeves.
La Mostra
Internazionale del Nuovo Cinema compie 55 anni e per la sua 56esima
edizione, diretta da Pedro Armocida, a Pesaro dal
22 al 29 agosto 2020, sta preparando un programma che coniugherà il
suo passato stupefacente al futuro del nuovo cinema.
Oggi viene
svelato il manifesto, la cui illustrazione è stata affidata a
Virginia Mori, che così spiega l’idea per la sua narrazione
“Nouvelle vague”: «Il mare racchiuso nella montatura di
occhiali tipici anni ’70, a ricordare maestri quali Pasolini o
Godard, che con il loro cinema hanno stravolto e rivoluzionato il
concetto di visione, un’onda come riferimento ai cambiamenti e
movimenti intesi come trasformazioni in cui inevitabilmente
qualcosa si perde, creando comunque lo spazio per scoprire nuovi
eventi. Il volto verso l’alto a ricordare di non limitare lo
sguardo solo alla nostra altezza e coltivare
l’immaginazione».
E aggiunge:
«Ho vissuto la mia infanzia nel centro storico di Pesaro e sin
da quando ero bambina ho vissuto la Mostra Internazionale del nuovo
Cinema e le sue sale buie come una magia e come un piccolo rifugio
dalla luce accecante estiva di una città di mare, entravo in quelle
sale spesso senza conoscere il programma, sempre fiduciosa che
avrei imparato qualcosa di nuovo e così è sempre stato».
L’elaborazione
grafica del manifesto è a cura di COMMUNICATION LAB – Pesaro.
Virginia
Mori nasce a Cattolica nel 1981. Vive e lavora tra Pesaro e
Milano. Si perfeziona in Illustrazione e Animazione all’Istituto
Statale d’Arte di Urbino, esperienza formativa che contribuisce a
costruire e consolidare il suo immaginario artistico e le permette
di muovere i primi passi nella realizzazione di corti di animazione
tradizionale e nell’illustrazione. Le sue tecniche d’elezione sono la matita,
l’inchiostro e la penna bic su carta. Partecipa a diversi
eventi artistici in Italia e all’estero. Nel 2008 vince il premio
“SRG SSR Idée suisse” all’Annecy Call for Projects, che le permette
di realizzare Il gioco del silenzio, un corto di animazione
premiato e selezionato in diversi festival internazionali che, di
fatto, lancia la sua carriera d’illustratrice e regista di
animazione. Nel 2011 vince il premio “Abbaye de Fontevraud” grazie
al quale, sommato all’apporto di 25 Films Paris, realizza
Haircut, selezionato in concorso al Festival Internazionale
di animazione di Annecy 2015 e in molti altri festival in tutto il
mondo. Mori lavora inoltre freelance per editori, gallerie e altri
clienti, fra cui il collettivo Withstand con cui ha realizzato le
illustrazioni del videoclip musicale “Walt Grace’s Submarine Test”
di John Mayer, con la regia di Virgilio Villoresi, e il libro
animato Vento. Fra le altre collaborazioni può vantare Blu Gallery
(Bologna), Club Sensible Gallery (Paris), Echale Guindas gallery
(Madrid), Feinkunst Krueger Gallery (Hamburg), Pelledoca editore
(Milan), Penguin Random House, Einaudi Ragazzi, Vogue Arts, Gucci,
Fendi, Feltrinelli Editore, Bollati e Boringhieri, Libreria di
Frusaglia (Pesaro) e Modo Infoshop (Bologna).
Nadav Lapid ha
accettato l’invito delle Giornate degli Autori intendendolo come un
servizio al cinema in un’annata tanto difficile. Guiderà una giuria
anomala, composta da 27 giovani appassionati di cinema
provenienti da tutti i Paesi europei, nell’ambito del
progetto del Parlamento Europeo 27 Times Cinema
che a Venezia sarà coordinato dal direttore del festival di Karlovy
Vary, Karel Och. La giuria ufficiale delle Giornate, presieduta da
Nadav Lapid, assegnerà il GdA Director’s Award,
consistente in un premio di 20.000 euro al miglior film della
selezione ufficiale (composta da 10 titoli) nel corso di una
delibera pubblica, trasmessa in streaming sui canali social delle
Giornate venerdì 11 settembre.
Ha 45 anni, tre lungometraggi,
numerosi corti e documentari alle spalle e nel 2019 ha vinto l’Orso
d’oro alla Berlinale con Synonymes. Ha
studiato filosofia e si è diplomato in cinema al Sam Spiegel Film
and Television School di Gerusalemme. In patria è stimato anche
come scrittore ma il nuovo cinema israeliano si rispecchia in lui
che pure vive fra Tel Aviv e Parigi. È stato membro di giuria alla
Semaine de la Critique di Cannes e al Festival di Locarno.
“Da sempre intendiamo il nostro concorso – dice il
Delegato Generale Giorgio Gosetti – non come una semplice gara
di eccellenze ma come un’opportunità per sostenere il miglior
cinema indipendente dopo l’anteprima mondiale veneziana. Per questo
cerchiamo personalità di grande forza e lungimiranza come Nadav
Lapid per guidare la discussione di un gruppo eterogeneo di
spettatori appassionati che sanno guardare il cinema del futuro.
Desideriamo ringraziarlo di aver accettato e siamo certi che saprà
imprimere la sua visione alla prossima edizione della sezione
indipendente della Mostra, voluta dagli autori italiani per
promuovere talenti di ogni nazione”.
“Persino nel film più nichilista, misantropo, ironico e
disperato – scrive Nadav Lapid – c’è, inevitabilmente, una
radice di speranza. Di conseguenza un ottimismo. La fiducia nella
capacità di un certo suono e una certa immagine di coesistere e
fondersi. Bisogna credere che l’audiovisivo abbia un’eco sull’animo
umano, che le cose abbiano un senso e che tale senso possa essere
costruito sullo schermo. Questa radicata fiducia che tutto ciò
abbia un significato, che sia in connessione, rappresenta il modo
in cui mi sento per il ruolo che sono stato invitato a svolgere
come Presidente di giuria delle Giornate al prossimo Festival del
cinema di Venezia. In tempi normali, essere membro di una giuria è
qualcosa di funzionale, in qualche modo un atto burocratico, al
servizio della fragile e meravigliosa macchina del cinema
internazionale. Ma questa pandemia ci obbliga a guardare oltre
l’orizzonte del nostro universo cinematografico, a chiederci che
senso ha tutto questo? Quanto peso? È ancora tanto importante?
Dobbiamo ancora credere nel cinema? Forse, speriamo,
l’esistenza stessa della Biennale può essere una
risposta.”
“Siamo felici e orgogliosi di avere Nadav Lapid come
Presidente della Giuria – osserva Gaia Furrer, che da
quest’anno firma la selezione delle Giornate –. Nello
scandagliare i meandri della psiche umana nei suoi angoli più
remoti, il cinema di Lapid rappresenta un atto di risveglio,
rinascita e di rivolta. È un cinema ribelle, urgente e
catartico. E mai come adesso abbiamo bisogno di autori che sappiano
confrontarsi con il contemporaneo e che sappiano interrogare il
cinema e le sue possibilità”.
La giuria ufficiale delle Giornate è resa possibile dal progetto
27 Times Cinema, organizzato dalle Giornate degli Autori,
il Lux Film Prize del Parlamento europeo
ed Europa Cinemas, in collaborazione
con Cineuropa.
Nadav Lapid (Tel Aviv, 1975) ha studiato
filosofia all’Università di Tel Aviv. Dopo il servizio militare, si
trasferisce a Parigi, per tornare in Israele e laurearsi alla Sam
Spiegel Film & Television School di Gerusalemme. Il suo secondo
cortometraggio, Kvish, è stato proiettato nel 2005
alla Berlinale (Panorama). Nel 2011 vince il Premio speciale della
Giuria a Locarno con il suo film d’esordio, Hashoter.
Tre anni dopo partecipa alla Semaine de la critique di Cannes con
l’opera seconda, Haganenet. Nel
2015, Lama? è selezionato nella sezione Shorts
della Berlinale. È stato insignito della medaglia dell’Ordine
francese dei Cavalieri delle arti e delle lettere. Lo scorso anno
con Synonymes si è aggiudicato l’Orso d’Oro alla
Berlinale.
Monster
Hunter è soltanto l’ultimo blockbuster di Hollywood ad
essere rimandato a causa della pandemia di Covid-19. Inizialmente
previsto per il 4 settembre 2020, l’adattamento cinematografico del
celebre videogioco arriverà adesso nelle sale il 23 aprile del
prossimo anno.
Durante una recente intervista con
Empire (via
SYFY Wire), il regista di Monster
Hunter,
Paul W.S Anderson, ha rivelato nuovi dettagli a
proposito delle creature che vedremo nel film, confrontandole con i
dinosauri visti nella saga di Jurassic
World.
“Tutti i nostri mostri sono
alti tra i 15 e i 18 metri. Sono davvero fantastici. Li stiamo
realizzando in modo ancora più dettagliato dei dinosauri di
Jurassic World”, ha anticipato il regista. “Ed hanno un
aspetto ancora migliore, perché abbiamo girato in location reali in
Sud Africa e Namibia, il che dà agli animatori qualcosa ispirarsi
davvero: vento reale, polvere reale, veri raggi del sole. I mostri
sono l’unica cosa in CG.”
Curiosamente, il
regista ha continuato dicendo che la giustapposizione tra le
location e i mostri realizzati in CGI, durante le riprese, ha
spinto la troupe a pensare a Monster
Hunter come ad una sorta di “Lawrence
d’Arabia… ma con i mostri!”. Al momento non abbiamo
visto ancora nulla di Monster
Hunter per poter esprimere un giudizio, ma la speranza è
che il film possa rendere giustizia almeno agli appassionati
dell’omonimo videogame.
Tutto quello che sappiamo su
Monster Hunter con Milla Jovovich
Monster
Hunter è l’adattamento dell’omonimo videogioco
sviluppato da Capcom. Il film, scritto e diretto da Paul W.S. Anderson (regista della saga di
Resident
Evil), annovera nel cast
Milla Jovovich, Tony Jaa, T.I., Ron Perlman, Meagan
Good e Diego Boneta. L’uscita nelle sale
americane è fissata per il 23 aprile 2021.
Dietro il nostro
mondo, ce n’è un altro: un mondo di mostri pericolosi e potenti che
governano il loro dominio con ferocia mortale. Quando il tenente
Artemis (Milla
Jovovich) e i suoi fedeli soldati vengono trasportati
dal nostro mondo al loro, il tenente imperturbabile subisce uno
shock. Nella sua disperata battaglia per la sopravvivenza contro
enormi nemici con poteri incredibili e attacchi inarrestabili,
Artemis si unirà a un uomo misterioso che ha trovato il modo di
reagire.
Sono stati annunciati i vincitori
dei Globi d’Oro 2020, il premio cinematografico
italiano che viene assegnato con cadenza annuale dai giornalisti
della stampa estera accreditata in Italia. Di seguito tutte le
nomination.
Tutti i Globi d’Oro 2020
Miglior film – Volevo nascondermi – Giorgio
Diritti
Dopo la fusione tra Disney
e Fox dell’anno scorso, molti hanno ipotizzato il debutto
degli X-Men nell’universo cinematografico Marvel. Sembra chiaro che
Kevin Feige abbia il suo piano ben strutturato, ma
è anche chiaro che sarebbe bello sognare, magari con alcuni dei
membri della vecchia squadra che tornano nel MCU.
Sin dai primi giorni di Fox sotto
all’ombrello Disney, non sono mancate le congetture e speculazioni
su chi sarebbe stato scelto per dare nuova vita e linfa ai mutanti
Marvel. Parallelamente, molti attori delle incarnazioni precedenti
si sono detti disponibili a tornare a bordo. Ora, come evidenziato
da una recente intervista, un’altra veterana della serie X-Men di
Fox ha dato la disponibilità di salire sul ring del MCU.
In occasione del 20°
anniversario di X-Men, Famke Janssen, che nella saga originale ha
interpretato Jean Grey, ha parlato con Observer per riflettere sul
successo del film, ammettendo anche che “sarebbe disponibile” a
riprendere il suo ruolo iconico qualora si presentasse
l’opportunità:
“Penso che la domanda corretta
sia più se loro avrebbero interesse a riportarmi indietro. Con
Giorni di un Futuro Passato si è trovato un modo sorprendente di
reintrodurre alcuni personaggi che erano stati uccisi. In alcuni
casi, era per riportarli indietro alle versioni più giovani dei
loro personaggi. Sarei curiosa di vedere cosa succederà con i film
prodotti da Marvel Studios. Ma sì, sarei molto aperto ad
esso.”
Eppure questa dichiarazione si
scontra con ciò che l’attrice aveva dichiarato alla vigilia
dell’uscita al cinema di Dark Phoenix, quando aveva invece confermato
di aver
completato il suo percorso con il personaggio. Ma
evidentemente, l’esito di quel film e l’entrata in gioco della
Marvel potrebbero essere stati fattori determinanti a farle
cambiare idea.
Ovviamente non si sa nulla, per
ora, di quali sono i programmi dei Marvel Studios in merito ai
mutanti. Non si sa né quali personaggi saranno inseriti, né quando
saranno inseriti, tuttavia possiamo essere certi che alcuni di
questi personaggi saranno sicuramente presenti, e tra questi c’è
Jean Grey.
Qualunque sia la rosa di Mutanti
prescelti, la reintroduzione degli X-Men nell’MCU aprirà
sicuramente una nuova porta per le opportunità della storia,
fornendo anche vari personaggi che possono essere sfruttati in
singolo.
Stando a quanto riportato da
Discussing
Film, Gal Gadot è in trattative per interpretare il
ruolo della protagonista in un nuovo thriller spionistico della
Skydance. Non ci sono ancora molti dettagli sul progetto, ma pare
che l’obiettivo sia quello di dare vita ad un nuovo franchise in
stile James
Bond e Mission:
Impossible, con protagonista la star dell’atteso Wonder
Woman 1984.
La sceneggiatura del film porterà la
firma di Greg Rucka, autore del fumetto The Old
Guard da cui è stato tratto l’omonimo film
con Charlize
Theron attualmente disponibile su Netflix e in cui lo stesso Rucka è stato coinvolto
sempre in qualità di sceneggiatore. Secondo le prime indiscrezioni,
la trama dovrebbe ruotare attorno ad una sfida tra due spie.
Nei piani originali, le riprese del
film sarebbero dovute partire quest’estate, ma la pandemia di
Covid-19 ha ovviamente fatto slittare tutto. Qualora le trattative
dovessero andare a buon fine, Gal Gadot sarà coinvolta nel progetto anche in
qualità di produttrice. Ricordiamo che prima di iniziare a girare
questo nuovo progetto, l’attrice dovrà terminare le riprese – non
ancora concluse a causa del lockdown – di Red Notice, action thriller targato Netflix in
cui reciterà al fianco di Ryan Reynolds e
Dwayne Johnson.
I prossimi progetti di Gal Gadot, tra cinema e tv
Ricordiamo che, oltre
all’attesissimo Wonder
Woman 1984 in cui tornerà a vestire i panni di
Diana Prince, rivedremo
Gal Gadot nei panni dell’iconica supereroina nella Snyder Cut di Justice
League in arrivo il prossimo anno su HBO Max. Tra i
prossimi progetti dell’attrice israeliana figurano anche Assassinio
sul Nilo di Kenneth Branagh e la serie Hedy Lamarr che debutterà su Apple
Tv+.
Anche se il suo personaggio è stato
completamente eliminato dalla versione cinematografica del film,
finalmente avremo la possibilità di vedere il
Darkseid di Ray Porter in azione
grazie alla release della Snyder
Cut di Justice
League il prossimo anno su HBO Max. Non sapremo
mai perché Joss
Whedon abbia deciso di tagliare il personaggio dal film e
sostituirlo con Steppenwolf: una delle tante
ipotesi emerse nel corso degli anni è che il personaggio sia stato
eliminato perché la regista Ava DuVernay aveva dei
piani molto diversi per lo stesso nel suo adattamento di New
Gods.
È passato molto tempo da quando
abbiamo avuto aggiornamenti su quel progetto, ma sappiamo con
certezza che prima o poi il film vedrà la luce, ed è impossibile
immaginare che Darkseid e
Apokolips non siano coinvolti in qualche modo. I
fan ansiosi di vedere Porter nei panni del Tiranno non sono
contenti del fatto che un nuovo attore possa essere scritturato per
l’iconico villain DC dopo l’arrivo della Snyder
Cut di Justice
League. Ciononostante, è stato lo stesso Ray
Porter ad esprimere il suo supporto alla visione di
DuVernay e alla possibilità di un recasting.
Sul suo profilo
Twitter, Porter ha scritto: “Ho letto molti commenti e
voglio dire che, anche se apprezzo molto di ciò che è stato detto,
Ava è una cineasta brillante e dovrebbe scegliere chi vuole per il
suo film New Gods”. Per tutta risposta, DuVernay ha replicato:
“Un gentiluomo e un vero artista. Grazie Sir.”
Tutto quello che sappiamo su New Gods
Creato e disegnato
da Jack Kirby, il fumetto originale
“New Gods” fu pubblicato la prima volta nel 1971,
portando al grande pubblico le storie dei Nuovi Dei, ovvero
i nativi dei pianeti gemelli di Nuova Genesi e
Apokolips. Oltre ad occuparsi della regia, Ava
DuVernay curerà la sceneggiatura del film insieme al
fumettista Tom King. A quanto pare il film
presenterà Mister Miracle e Big Barda come
protagonisti e Granny Goodness e le Furie
Femminili nel ruolo di antagoniste principali. Chi conosce i
fumetti DC saprà che la prima fa parte dell’Elite di Darkseid,
il signore di Apokolis, e gestisce l’orfanotrofio del pianeta con
una feroce disciplina, servendosi anche delle Furie per creare
un’élite di guerrieri attraverso il lavaggio del cervello e la
tortura.
Vi ricordiamo che
la Snyder
Cut di Justice
League uscirà nel 2021 sulla piattaforma
streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA
dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la
versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO
MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in
Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere
una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere
programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima
è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori
notizie.
Scott
Derrickson, regista di Doctor
Strange, voleva dirigere l’adattamento cinematografico di
Hunger Games e voleva che il personaggio della
protagonista Katniss fosse interpretato da Naya Rivera, attrice e cantante statunitense,
nota principalmente per il ruolo di Santana Lopez in
Glee.
Purtroppo, la Rivera è scomparsa di
recente all’età di 33 anni. Lo scorso 8 luglio l’attrice era stata
dichiarata persona scomparsa dopo che suo figlio Josey, di quattro
anni, era stato ritrovato da solo nella barca che la stessa Rivera
aveva noleggiato per trascorrere del tempo sul lago Piru, in
California. Il corpo dell’attrice è stato rinvenuto soltanto
quattro giorni dopo, il 13 luglio: l’attrice è stata dichiarata
ufficialmente morta.
La protagonista
principale dei romanzi di Hunger Games e dei successivi adattamenti
cinematografici è Katniss Everdeen. Sebbene Katniss stesse solo
cercando di salvare sua sorella prendendone il suo posto nei
mortali Hunger Games, alla fine divenne il simbolo della ribellione
contro il malvagio governo di Panem. Il personaggio di Katniss è
stato molto amato dai fan proprio per la sua storia e per il modo,
del tutto imprevedibile, in cui è diventata un’eroina. Jennifer Lawrence venne scelta per
interpretare Katniss in tutti gli adattamenti cinematografici,
ruolo che contribuì a lanciare ufficialmente la sua carriera a
livello mondiale.
La notizia della morte di
Naya Rivera ha generato un’ondata di sinceri
omaggi all’attrice scomparsa da parte di tantissime altre
celebrità. Scott
Derrickson ha onorato la memoria di Rivera come
soltanto un regista avrebbe potuto fare: ha infatti rivelato
attraverso il suo profilo
Twitter che avrebbe probabilmente scelto l’ex star di
Glee per l’ambito ruolo di Katniss Everdeen in
Hunger Games, se fosse stato scelto come regista.
“Ho adorato il
primo romanzo di Hunger Games e ricordo vividamente la sua
descrizione di Katniss Everdeen a 16 anni come ‘snella con i
capelli neri e la pelle olivastra’. Quando ho incontrato il
produttore in merito alla possibilità di dirigerlo, ho detto che
leggendo il libro ho sempre immaginato Naya Rivera nel ruolo di
Katniss.”,ha scritto
Derrickson.
Scott
Derrickson è noto per aver diretto gli horror The
Exorcism of Emily Rose, Sinister e Liberaci dal male.
Nel 2016 dirige Doctor
Strange, cinecomic Marvel con protagonista
Benedict Cumberbatch. Avrebbe dovuto dirigere anche il sequel,
Doctor
Strange in the Multiverse of Madness, ma all’inizio di
quest’anno ha annunciato di aver abbandonato il progetto. Di
recente abbiamo appreso che il regista di occuperà del sequel di
Labyrinth, il fantasy cult del 1986 diretto da Jim
Henson e interpretato dal premio Oscar
Jennifer Connelly e dal compianto
David Bowie.
Il futuro della saga di Hunger Games
Per quanto riguarda il franchise di
Hunger Games, sappiamo ormai da diverso tempo
che
è in lavorazione un nuovo film della saga basato su
“The Ballad of Songbirds and Snakes“, romanzo
prequel della saga con protagonista Katniss Everdeen, scritto
ancora da Suzanne Collins. Il film sarà diretto
ancora una volta da Francis Lawrence e sarà
ambientato circa 64 anni prima dei fatti raccontati nella trilogia
letteraria originale.
20 luglio
1969: il giorno in cui un sogno
impossibile, conquistare la luna, è diventato
realtà. 20 luglio 2020: il giorno in cui
quello stesso sogno, a distanza di mezzo secolo,
diventerà un’icona di ripartenza… Comincia
qui, da un gioco di simmetrie poetiche e simboliche, la scommessa
che i produttori e i distributori hanno deciso di fare
su Il grande passo del
regista Antonio Padovan: un tour
di anteprime estive nelle
arene, iniziando da Bergamo, per
contribuire (appunto) alla ripartenza del
box office italiano.
Dal 20
agosto, la commedia lunare
con Battiston e Fresi –
distribuita da Tucker
Film e Parthenos –
raggiungerà le sale cinematografiche
italiane. Se tre mesi di buio hanno interrotto il
volo del nostro cinema, rendendo urgente e tassativo il suo
trasferimento online, ecco dunque approdare in
sala una sorridente favola
moderna che sulla speranza del volo ha costruito la
propria necessità narrativa. Uscire “fisicamente” in
sala, d’altronde, è stato fin da subito un obiettivo da
raggiungere e perseguire con determinazione, per amore del pubblico
e del grande schermo.
Questa storia dolceamara di razzi e di
allunaggi verrà lanciata da un campo-base fortemente
bisognoso di un volo e di un allunaggio: la città di
Bergamo. L’appuntamento, organizzato da SAS e
Conca Verde con Tucker Film, è fissato alle 21.30 al Cinema
all’aperto Arena Santa Lucia. Ospiti speciali: il regista Antonio
Padovan, il protagonista Giuseppe Battiston e la produttrice Betta
Olmi.
Prodotto
da Ipotesi Cinema e Stemal
Entertainment con Rai
Cinema, Il grande
passo unisce per la prima volta il Nordest
di Giuseppe Battiston e la Roma
di Stefano Fresi. Due “fratelli
cinematografici” che, al di là delle apparenze, non potrebbero
essere più diversi: l’impetuoso e geniale Dario
(Battiston), ossessionato dall’idea di raggiungere
la luna a bordo di un razzo, e il placido Mario
(Fresi), che gestisce un negozio di ferramenta
nella capitale. Tutto funziona bene, finché le loro strade non
s’incrociano…
«Raccontando questa
storia – commenta Padovan – ho voluto
rendere omaggio a due mondi del cinema che amo e che vivono dentro
di me. Quello americano, un po’ infantile e sentimentalista, con
cui sono cresciuto da bambino: il cinema di sognatori
come Steven Spielberg. E quello
silenzioso e sincero, il cinema della mia terra, creato da
artigiani come Carlo Mazzacurati. Questi due
mondi s’incontrano e si scontrano in una storia che parla del sogno
di andare sulla luna, e di due fratelli che imparano a
conoscersi».
Il
grande passo vede la partecipazione
di Roberto Citran, Camilla
Filippi, Vitaliano
Trevisan e Teco Celio. La
colonna sonora porta la firma leggendaria del
maestro Pino Donaggio. Un caloroso ricordo è
rivolto a Flavio Bucci, qui nella sua ultima
partecipazione straordinaria.
A quanto pare Deadpool
2 contiene un easter egg a Indiana
Jones e al primo capitolo della leggendaria saga,
I Predatori dell’Arca Perduta, che forse nessuno ha
notato. A rivelarlo è stato lo stesso Ryan Reynolds, interprete del Mercenario
Chiacchierone nei due film usciti sotto l’egida della Fox,
attraverso il suo account Instagram.
Utilizzando le storie del suo
profilo ufficiale, Reynolds ha postato un’immagine tratta dal film
diretto da David
Leitch e uscito nelle sale nel 2018 in cui Wade Wilson
fugge da un gruppo di scagnozzi: mentre corre si tiene una mano
sulla testa e si appresta a gridare a Dopinder di mettere in moto
l’auto.
Come spiegato dallo stesso Reynolds,
la sequenza in questione è un omaggio a I Predatori
dell’Arca Perduta e alla scena in cui Indiana Jones scappa
dai guerrieri dell’Amazzonia, gridando al pilota Jack di attivare
il velivolo che li assicurerebbe la salvezza. Inoltre, la mano che
Deadpool si appoggia sulla testa pur non indossando alcun cappello
è un ulteriore presa in giro all’iconico oggetto che da sempre
contraddistingue l’armamentario di Indy.
Il futuro di Deadpool sul grande schermo
Deadpool è
un personaggio molto amato, non solo dai lettori dei fumetti, e i
primi due film sotto l’egida della Fox sono stati un vero successo
al box office: non sorprende, dunque, che la Marvel abbia deciso di far
proseguire le avventure di Wade Wilson sul grande schermo. La vera
domanda adesso è un’altra: il film sarà vietato ai
minori? Deadpool 3
rappresenterà ufficialmente il primo film R-rated dei Marvel
Studios?
Vi ricordiamo che a confermare
l’ingresso di Deadpool nel
MCU era stato Alan Horn, presidente di Walt
Disney Studios, durante il CinemaCon di Las Vegas, rassicurando il
pubblico accorso al panel che presto arriverà un altro titolo della
serie di film con Ryan
Reynolds.
Alden
Ehrenreich, noto per aver interpretato il giovane Han
Solo nello spin-off
Solo: A Star Wars Story, ha parlato in una recente
intervista con
Esquire della sua esperienza sul set del film di Ron Howard (ad oggi l’unico vero grande
flop della saga di Star Wars) e della
decisione di prendersi una pausa dalla recitazione.
“Praticamente è stata
un’esperienza lunga tre anni, dalla pre-produzione fino all’uscita
del film in sala”, ha spiegato l’attore. “Io volevo
soltanto tornare a sentirmi normale, connettermi con le persone
della mia vita, trascorrere del tempo con loro e vivere come una
persona al di fuori di questo mondo. Poi, quello che accadrà…
nessuno lo può sapere.”
Parlando del futuro di Star
Wars, e della possibilità di tornare a vestire i panni
di Han Solo, Ehrenreich ha spiegato: “Dipende da cosa sarà.
Dipende da come sarà fatto. Dipende se avrà senso per la
storia”. L’attore ha poi ammesso di non aver visto L’Ascesa di Skywalker, e quando gli è stato
chiesto un commento su The
Mandalorian, ha risposto: “Non ne so nulla. Penso
che il nostro film sia stato tipo l’ultimo Star
Wars dell’era convenzionale.”
Alden Ehrenreich ha ufficialmente chiuso con Solo?
Alden
Ehrenreich ha quindi chiuso definitivamente con il
personaggio di Han Solo? Sembrerebbe di no, dal momento che nel
corso della medesima intervista ha lasciato intendere che potrebbe
esserci ancora qualcosa per lui in futuro: “Mi sono state
riferite alcune cose, ma niente di concreto.”
Solo: A Star Wars Story è un film del 2018
diretto da Ron
Howard con Alden
Ehrenreich, Woody
Harrelson, Emilia
Clarke, Donald
Glovere Thandie
Newton. Attraverso una serie di audaci bravate nel
profondo di un mondo criminale oscuro e pericoloso, Han Solo fa
amicizia con il suo futuro possente copilota Chewbacca e incontra
il famigerato giocatore d’azzardo Lando Calrissian, in un viaggio
che determinerà il futuro di uno degli eroi più improbabili della
saga di Star Wars.
Campione d’incassi, il film
Quo vado?, diretto da Gennaro
Nunziante e uscito in sala nel 2016, ha ulteriormente
confermato il trend positivo dei film con Luca
Medici, in arte Checco Zalone, al
cinema. Commedia satirica dove l’attore rilegge l’Italia e gli
italiani di oggi, il film ha infatti infranto tutti i precedenti
record stabiliti dal comico pugliese, affermandosi come il film
italiano più visto di sempre del XXI Secolo.
Con un notevole budget di oltre 10
milioni di euro, il film, uscito al cinema il 1° gennaio, è
riuscito ad incassarne 22 soltanto
nel primo weekend di programmazione, arrivando poi al termine
della sua corsa in sala, durata fino a fine marzo, ad aver
raggiunto la cifra record di 65,2 milioni di euro. Ad oggi è al
secondo posto dei film che hanno registrato il più grande incasso
della storia in Italia, dietro solo al film Avatar di
James
Cameron.
Il film venne inoltre
particolarmente apprezzato anche dalla critica, che riconobbe al di
là dell’intento comico di Zalone la volontà di affrontare
problematiche attuali del paese, come quella del precariato e del
posto fisso. Per questo, Quo vado? venne tenuto in buona
considerazione anche per prestigiosi premi come i David di
Donatello e i Nastri d’argento. Tale successo ha permesso a Zalone
di confermarsi come nuovo astro della commedia a sfondo
sociale.
Quo vado?: la trama e la
spiegazione del film
Protagonista della storia è Checco,
il quale apre il film raccontando la propria storia, e cosa lo
abbia condotto all’interno di una tribù di indigeni africani. Dalle
sue parole si apprende che nella vita Checco ha raggiunto tutti gli
obiettivi che si era prefissato, e a quasi 40 anni vive quella che
ritiene essere l’esistenza ideale. Si ritrova infatti servito e
riverito presso la casa dei genitori, evitando così una costosa
indipendenza. È inoltre eternamente fidanzato con una ragazza che,
tuttavia, non ha alcuna intenzione di sposare per non incorrere
nelle responsabilità del matrimonio. L’obiettivo più grande da lui
realizzato è però quello del posto fisso.
Sfortunatamente per lui, il governo
si decide ad approvare una riforma che decreta il taglio di diversi
dipendenti pubblici. La sua vita subisce a questo punto un drastico
cambiamento, assistendo a molti lavoratori come lui venire
licenziati con una cospicua buona uscita. Checco però non è
intenzionato a rinunciare al suo posto fisso, e pur di mantenerlo
accetta di essere trasferito. Desiderosa di ottenere le sue
dimissioni, la spietata dottoressa Sironi lo spedisce così in
diverse località italiane a ricoprire i ruoli più improbabili e
pericolosi. Checco però non sembra intenzionato a cedere, e in nome
del sacro posto fisso sarà disposto a tutto.
L’espressione Quo vado?,
che dà il titolo al film, è una scelta allo stesso tempo colta e
sarcastica, che ben evidenzia la volontà di Zalone di giocare con
la lingua e le sue forme, come anche con la natura migrante
dell’italiano. “Quo vado?” richiama infatti, con una storpiatura
ironica, la celebre locuzione latina “Quo vadis?”, significante
“Dove vai?”. Il titolo del film diventa invece una domanda che il
protagonista rivolge a sé stesso, sintetizzando così il bisogno del
personaggio principale di spostarsi in luoghi lontani e ostili pur
di mantenere il proprio posto fisso.
Quo vado?: il cast del film
Protagonista del film è
Luca Medici, che riporta sul grande schermo il
personaggio che lo ha reso famoso, ovvero quello di Checco
Zalone, già personaggio principale dei precedenti film.
Con Quo vado?, inoltre, Checco continua a dimostrare un
progressivo mutamento rispetto a quelle che erano le origini del
personaggio conosciuto nel corso del programma Zelig. Questi viene
infatti a perdere le marcate origini pugliesi, acquisendo un
accento e uno stile nettamente più italiano, che permette ad ogni
potenziale spettatore di ritrovare una maggiore identificazione nei
suoi confronti.
Del film fanno poi parte apprezzati
interpreti del cinema italiano come Lino Banfi, il
quale ricopre il ruolo del senatore Nicola Binetto, il quale
ricorda più volte a Checco della sacralità del posto fisso. Vi è
poi l’attrice Sonia Bergamasco nel ruolo della
dottoressa Sironi, colei che spedisce il protagonista verso sempre
nuove mete. Per la sua interpretazione, l’attrice ha ricevuto
importanti riconoscimenti, come la candidatura ai David di
Donatello nella categoria alla miglior attrice non protagonista.
Infine, Ninni Bruschetta è il ministro Magnu, che
sovrintende l’ufficio della Sironi.
Quo vado?: il trailer e dove
vedere il film in streaming
Per gli amanti del film, o per chi
volesse vederlo per la prima volta, è possibile fruirne grazie alla
sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Quo Vado? è infatti presente
nel catalogo di Infinity e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta
la piattaforma di riferimento, basterà sottoscrivere un abbonamento
generale, avendo così modo di guardare il film in totale comodità e
al meglio della qualità video.
Ad oggi la data di uscita di
Tenet,
il nuovo attesissimo film di Christopher Nolan, è fissata nelle sale
americane per il prossimo 3 agosto. Sappiamo però che si tratta di
una data tutt’altro che definitiva, dal momento che la Warner
Bros., a causa dell’aumento dei casi di Coronavirus negli Stati
Uniti, potrebbe decidere di posticipare ancora una volta l’uscita
del film.
In attesa di nuovi aggiornamenti,
arriva la notizia che la
Korea Media Ratings Board (via
CBM) ha ufficialmente classificato Tenet,
rendendone pubblica la durata: stando al sito, l’ultima fatica di
Nolan durerà 149 minuti. Si tratta del quarto film più lungo
diretto dal regista britannico: ad oggi il più lungo è Interstellar (169 minuti), seguito da Il
Cavaliere Oscuro – Il ritorno (165 minuti) e Il Cavaliere Oscuro (152 minuti).
Tutto quello che sappiamo su Tenet di Christopher Nolan
John David Washington è il nuovo protagonista
nel nuovo film di fantascienza, Tenet,
di Christopher Nolan. Armato di una
sola parola – Tenet – e in lotta per la sopravvivenza di
tutto il mondo, il Protagonista viaggia attraverso un crepuscolare
mondo di spionaggio internazionale per una missione che si svolgerà
in qualcosa al di là del tempo reale. Non un viaggio nel
tempo. Ma inversione.
Gli appassionati
del Saturday Night Live lo ricordano nei
panni del presidente George W. Bush, gli amanti delle commedie
brillanti invece per il film Tutto Può
succedere a Broadway, mentre i serie tv dipendenti lo
ricorderanno per How I Met Your
Mother. Insomma, avete capito di chi stiamo
parlando; Will Forte è un attore che ha
iniziato la sua scalata dalla tv fino ad arrivare alle più grandi
produzioni cinematografiche hollywoodiane.
Scopriamo adesso insieme
tutto quello che c’è da sapere su Will Forte
Will Forte al Saturday Night Live:
la sua carriera in tv
Will Forte al “Saturday Night Live”
10. Molti credono
che la carriera di Will Forte sia cominciata nel 2002 con il
Saturday Night Live. Ebbene non è così. Will ha cominciato a
lavorare in tv molto prima e sorprendentemente dietro la macchina
da presa. Il suo primo lavoro nel mondo dello spettacolo fu come
sceneggiatore per il David Letterman Show a New
York nel lontano 1997. Grazie a Letterman e ovviamente al suo
talento, Will Forte è poi approdato al SNL dove è rimasto fino al
2012.
9. Ancor prima di
approdare da Letterman, Will stava lavorando a un
comic book dal titolo 101 Things to
Definitely Not Do If You Want to Get a Chick (101 cose da
non fare assolutamente se vuoi conquistare una ragazza).
Incredibilmente fu proprio quel ‘fumetto’ a fare la sua fortuna; il
suo talento prima lo portò a lavorare come scrittore per il
Jenny McCarthy sketch show e poi dritto da
Letterman.
8. Will Forte
è una delle poche persone che non ha mai nascosto di soffrire
di disturbo ossessivo
compulsivo. Tuttavia questa condizione non ha mai
fermato la sua scalata nel mondo dello spettacolo; anzi, a detta
dell’attore stesso è stata proprio la sua malattia ad aiutarlo.
Forte non ha mai vissuto la sua
malattia come un handicap ma bensì se n’è servito per sviluppare le
sue gag comiche. Uno dei tratti distintivi del DOC è la
necessità di ripetere più volte di seguito azioni o parole, un po’
come Sheldon di The Big Bang
Theory bussa sempre tre volte alla porta. Will ha
utilizzato questo caratteristica del suo disturbo per preparare il
suo provino per il Saturday Night Live. A quanto
pare all’audizione ha portato un pezzo su di un artista di strada,
dipinto d’oro, che diceva sconcezze a ripetizione.
Will Forte e le serie tv: tra
piccoli ruoli e grandi successi
Will Forte in “The Last Man on Earth”
7. Will Forte si è
dedicato anche ad altri progetti durante gli anni di militanza al
Saturday Night Live. Sono, infatti, tantissime le ‘comparsate’ o
piccoli ruoli in serie tv come Campus Ladies
(2006), Funny or Die Presents (2010),
Parks and Recreation (2011), The
League (2011) e Up All Night (2011-2012).
Ovviamente non possiamo non citare la serie 30
Rock (2012), una comedy di grandissimo successo, con
Tina Fey e Alec Baldwin, in cui
Forte ha recitato in un arco di tredici episodi.
6. Uno dei più grandi successi televisivi
di Will Forte è senza alcun dubbio la serie The Last Man on
Earth di cui è sia protagonista che produttore esecutivo.
Nella serie – andata in onda per quattro stagioni dal 2015 al 2018
– Will interpreta Phil, unico sopravvissuto a una pandemia che ha
spazzato via l’intera razza umana. Il suo look nella serie ricorda
un po’ quello di Tom Hanks in Cast Away con barba
lunga e incolta. Ebbene, in un’intervista, Will forte ha raccontato
che quella barba gli ha creato non pochi problemi. Non solo ci sono
voluti ben sei mesi per farla crescere ma quando poi ha raggiunto
la sua lunghezza massima, Will stava quasi per impazzire; pare
infatti che l’eccessivo volume della barba gli impedisse di dormire
a pancia sotto poiché la sua faccia non riusciva a toccare il
cuscino.
Will Forte in How I Met Your
Mother
WIll Forte in “How I Met Your Mother”
5. Senza dubbio la
partecipazione di Will Forte alla sit-com How I Met Your
Mother è stata una delle più spassose per gli amanti della
serie e non solo. Nel 2008 Will è stato tra le guest star della
serie nel diciottesimo episodio della terza stagione, dal titolo
“La Strana Coppia”. In questa puntata Barney (Neil Patrick
Harris) cerca di sostituire Ted (Josh
Radnor) con un suo collega ‘rimorchione’, Randy,
interpretato proprio da Will Forte.
L’esperienza di Will sul set pare
sia stata fantastica al punto di spingere gli autori a escogitatare
uno stratagemma narrativo per poterlo far tornare. A volerlo di
nuovo nella serie è stato in particolare Craig
Thomas che ha dichiarato, dopo due anni, di sentire
la mancanza di Will. Ecco quindi che nel 2010 Forte torna sul set
di HIMYM in occasione del settimo episodio della sesta stagione,
dal titolo “Il Licenziamento”. In questa puntata Marshall
(Jason
Segel) licenzia Randy ma ben presto, preso dai sensi
di colpa, fa di tutto per farlo riassumere. In questo modo però,
senza saperlo, distrugge il sogno nel cassetto di Randy, ovvero
quello di usare i soldi della liquidazione per iniziare la sua
nuova carriera di produttore di birra.
Will Forte film: la sua carriera sul grande
schermo
Will Forte nel film “Nebraska”
4. Abbiamo parlato e
straparlato di comic show e serie tv ma la carriera di Will Forte
si è sviluppata anche sul grande schermo. Dopo aver acquisito una
certa notorietà con il Saturday Night Live, dal 2004 in poi Will si
è diviso tra tv e cinema. Al suo primo film, Il
Giro del Mondo in 80 Giorni ne sono seguiti molti
altri e di tantissimi generi differenti.
Tra i più famosi ricordiamo I Fratelli
Solomon (2007), Big Mama (2008),
Brief Interviews with Hideous Men (2009) con la
regia di John
Krasinski, Fanboys (2009) e
ovviamente MacGruber (2010). Quest’ultimo titolo è
particolarmente importante per Will Forte poiché si tratta
dell’adattamento cinematografico dell’omonimo sketch ideato per il
SNL da Jorma Taccone, regista anche del film. Lo sketch così come
la pellicola si prende gioco dell’iconica serie tv
MacGyver e del suo protagonista.
Successivi a quell’anno abbiamo moltissimi altri
film come A Good Old Fashioned Orgy (2011),
Rock of
Ages (2012), film musicale diretto da Adam
Shankman,Indovina Perchè Ti Odio (2012),
Vicini del Terzo Tipo (2012), Run &
Jump (2013) e Nebraska (2013). Con
Nebraska – presentato al Festival di Cannes e che ha
ottenuto ben sei candidature agli Oscar – Will Forte si
distacca un po’ dalle solite commedie filo ‘demenziali’ e abbraccia
il dramma, raccontando una storia dolce amara.
Tra i film più recenti di Will Forte ricordiamo, Un
Weekend da Bamboccioni 2 (2013), Tutto Può
Succedere a Hollywood (2014), Estate a Staten
Island (2015), Good Boys (2019),
La Rivincita delle Sfigate (2019) e in ultimo
Panama
Papers (2019) diretto dal grande Steven
Soderbergh.
Will Forte curiosità
Will Forte e Jane Krakowski nella serie “30 Rock”
3. In ambito
lavorativo e non, tutte le persone che hanno avuto il piacere di
incontrarlo, lo hanno definito un vero
gentleman. In tv e a Hollywood spesso ci si imbatte in
prime donne o attori fin troppo pieni di sé: Will invece pare sia
una delle poche anime gentili dello show business.
Non a caso, infatti, pare che Will sia anche molto
attivo nel campo della ricerca e della beneficenza. Da
solo ha finanziato diverse organizzazioni no-profit che aiutano i
senzatetto e le persone più disagiate e in più lavora da tempo con
più di un ente per la ricerca sulle cellule staminali. In
particolare queste associazioni si occupano di finanziare la
ricerca contro le malattie che colpiscono gli occhi e la vista.
2.
Nonostante sia approdato a Hollywood e abbia preso parte a
produzioni cinematografiche davvero importanti, Will Forte ha
confessato di essersi pentito di aver lasciato Saturday
Night Live. L’attore in più di un’occasione ha dichiarato
di averci messo un bel po’ di tempo per elaborare questo enorme
cambiamento. E’ stata una sua scelta quella di lasciare lo show
dopo otto anni ma tuttavia, a volte, dire addio a qualcosa che si è
amato per tanto tempo non è semplice. Alla fine però il suo
coraggio è stato ripagato.
1. Prima di
approdare in tv e al cinema, Will Forte ha fatto tantissimi lavori
diversi che non ci aspetteremmo da un personaggio così divertente e
fuori dagli schemi. Dopo il diploma, Will ha frequentato la UCLA
dove si è laureato in storia. I suoi piani post
college prevedevano l’inizio di una fulgida carriera
come broker, proprio come suo padre.
Dopo una breve parentesi in una società di brokeraggio, Forte ha
lavorato prima come insegnante di
matematica e poi in una casa
editrice specializzata in musica, prima di
affacciarsi al mondo dello spettacolo.
Purtroppo a oggi non esiste ancora un account ufficiale Will
Forte su Instagram ma se volete essere sempre aggiornati sulle
novità che lo riguardano, potete seguire le sue attività su
Twitter.
Attore dall’espressione grave e di
grande intensità drammatica, Tommy Lee Jones si è
negli anni affermato come uno dei migliori interpreti della sua
generazione, ottenendo alcuni tra i più importanti riconoscimenti
dell’industria cinematografica. Particolarmente versatile, sono
molte le sue interpretazioni rimaste impresse nell’immaginario
collettivo, e ancora oggi non manca di regalare interpretazioni
degne del suo valore. Ecco 10 cose che non sai di Tommy Lee
Jones.
Tommy Lee Jones: i suoi film da
attore e da regista
10. Ha recitato in celebri
lungometraggi. L’attore debutta al cinema con il film
Love Story (1970), ma la consacrazione arriva soltanto
grazie a JFK – Un caso ancora aperto (1991), con Kevin
Costner. Successivamente, continua a confermare il suo
successo grazie a titoli come Trappola in alto mare
(1992), Il fuggitivo (1993), con Harrison
Ford, Assassini Nati – Natural Born Killers
(1994), Batman Forever (1995), con Jim
Carrey e Man in Black (1997), con Will
Smith. Negli anni seguenti recita poi in Space
Cowboys (2000), Men in Black II (2002), Le tre
sepolture (2005), Non è un paese per
vecchi (2007), con Javier
Bardem, Nella valle di Elah (2007), The
Company Men (2010), Captain America – Il
primo vendicatore (2011), con Chris
Evans, Men in Black
3 (2012), Il matrimonio che
vorrei (2012), con Meryl
Streep, Lincoln
(2012), The Homesman
(2014), Jason Bourne
(2016) e Ad Astra
(2019).
9. È anche regista,
sceneggiatore e produttore. Negli anni Jones ha più volte
dimostrato il proprio interesse a ricoprire ruoli diversi da quello
dell’attore. Ha infatti debuttato dietro la macchina da presa nel
1995 con il film televisivo The Good Old Boy, da lui anche
scritto. Nel 2005 dirige invece il film per il cinema Le tre
sepolture, per poi dirigere anche Sunset Limited
(2011), con Samuel L.
Jackson, e The Homesman (2014), western da
lui anche scritto e prodotto, che vede nel cast anche l’attrice
Hilary
Swank.
8. Ha vinto un premio
Oscar. Grazie al film JFK – Un caso ancora
aperto, l’attore ottiene la sua prima nomination al premio
Oscar come attore non protagonista. Vince poi il premio, nella
medesima categoria, nel 1994 per il film Il fuggitivo.
Jones otterrà poi altre due nomination, nel 2008 come attore
protagonista per Nella valle diElah, e
nel 2013 come non protagonista per Lincoln. Jones vanta
inoltre numerosi altri importanti riconoscimenti, come il Prix
d’interprétation masculine al Festival di Cannes nel 2005.
Tommy Lee Jones ha una figlia
7. Ha avuto figli dal suo
secondo matrimonio. Nel corso della sua vita Jones è stato
sposato tre volte. Il primo matrimonio risale al 1971 con Kate
Lardner, dalla quale ha poi divorziato nel 1978. Dal suo secondo
matrimonio, avuto con Kimberlea Cloughley, ha avuto due figli:
Austin Leonard, nato nel 1982, e Victoria Kafka, nata nel 1991.
Dopo aver divorziato nuovamente, l’attore si è risposato nel 2001
con Dawn Laurel, con la quale vive nel ranch di sua proprietà in
Texas.
Tommy Lee Jones: il suo
patrimonio
6. Possiede un ricco
patrimonio. Nel corso della sua carriera Jones ha
dimostrato una notevole prolificità tra cinema e televisione.
Distintosi in diversi campi del settore cinematografico, l’attore
ha così avuto modo di guadagnare un notevole patrimonio, attestato
intorno ai 90 milioni di dollari. Ciò è merito anche della sua
presenza in alcuni film particolarmente redditizi, che gli hanno
permesso di consolidare il proprio status all’interno
dell’industria.
Tommy Lee Jones in Batman
Forever
5. Non ha avuto un buon
rapporto con uno degli attori del film. Avere un buon
rapporto con i propri colleghi di set è notoriamente uno degli
elementi più necessari per la riuscita del film. Dar vita ad una
buona chimica tra gli interpreti consente infatti di coinvolgere
ulteriormente il pubblico. Ciò non si è tuttavia verificato per
Jones e l’attore Jim Carrey, interprete
dell’Enigmista nel film. Stando a quanto raccontato da
quest’ultimo, Jones avrebbe in più occasioni espresso pareri negativi nei suoi
confronti e della sua intera filmografia, intrattenendo con lui
un rapporto particolarmente difficile.
4. Ha accettato il ruolo
per far felice suo figlio. Jones era la prima scelta per
il ruolo di Harvey Dent, alias Due Facce. L’attore ha raccontato di
aver accettato la parte per far contento suo figlio, il quale gli
aveva detto che quello era il suo personaggio preferito dei
fumetti. Per permettere a Jones di interpretare il ruolo, la Warner
Bros. dovette sciogliere il contratto con l’attore Billy Dee
Williams, il quale aveva interpretato il personaggio
nel primo film di Batman.
3. Ha dovuto sottoporsi a
diverse ore di trucco. Per poter dar vita al personaggio
di Due Facce, l’attore ha dovuto sottoporsi ogni giorno a circa
quattro ore di make up. Questo era infatti il tempo richiesto per
applicare sul volto dell’attore il trucco richiesto per fargli
assumere un doppio volto, di colore violaceo e che facesse
immaginare una terribile ustione. Per l’attore resistere a tutte
queste ore non è stata un’esperienza piacevole, ma resistette pur
di far contento suo figlio.
Tommy Lee Jones nel 2020
2. Sta lavorando a due
nuovi film. Dopo aver recitato nel fantascientifico Ad
Astra, Jones tornerà al cinema nel corso del 2020 con due film
di alto profilo. Questi sono il crime Wander, dove recita
accanto a Katheryn
Winnick e Heather
Graham, e la commedia The Comeback Trail,
dove dividerà la scena con il premio Oscar Robert De
Niro. Jones continua così a confermare la propria
instancabilità, così come il desiderio di continuare a recitare in
film particolarmente ricercati.
Tommy Lee Jones: età e
altezza
1. Tommy Lee Jones è nato a
San Saba, in Texas, Stati Uniti, il 15 settembre 1946.
L’attore è alto complessivamente 188 centimetri.
L’attore Sean Astin
è stato in grado, nel corso della sua carriera, di conquistare
diverse generazioni di spettatori grazie ai suoi iconici ruoli,
ottenendo popolarità e affetto da ogni dove. Interprete di film di
grande successo, come anche di note serie TV, Astin ha potuto così
dar prova del suo talento quanto del suo spiccato carisma.
Ecco 10 cose che non sai di
Sean Astin.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Sean Astin: i suoi film e le serie
TV
10. Ha recitato in celebri
lungometraggi. L’attore ha debuttato al cinema nel 1985
con il film I Goonies,
per poi acquisire ulteriore popolarità grazie a titoli come La
guerra dei Roses (1989), di Danny
DeVito, Scuola di eroi (1991), Rudy – Il
successo di un sogno (1993), e Il coraggio della
verità (1996). Ottiene poi grande notorietà grazie al ruolo di
Samwise Gamgee nella trilogia di film Il Signore degli
Anelli, con Elijah
Wood. Successivamente, prende parte a film come
50 volte il primo
bacio (2004), Cambia la tua vita con un click
(2006), con Adam
Sandler, Borderland – Linea di confine
(2007), Il coraggio di vincere (2008), Cabin Fever:
Patient Zero (2014), Mamma che notte! (2014), The
Do-Over (2016) e Gloria Bell (2018), con Julianne
Moore.
9. Ha preso parte a note
serie televisive. Parallelamente alla carriera
cinematografica, l’attore recita anche per la televisione
comparendo in serie TV come Jeremiah (2003-2004),
Hercules (2005), 24 (2006), Le streghe di
Oz (2012), The Strain (2014), con Corey Stoll
e Stranger Things
(2017-2019), recitando accanto ad attori come Winona
Ryder e Millie Bobby
Brown. Successivamente, continua a recitare per la
televisione comparendo in titoli come The Big Bang Theory
(2019), con Jim
Parsons, Ci mancava solo Nick (2019) e
Supergirl (2020), con Melissa
Benoist.
8. È anche regista e
produttore. Negli anni Astin si è distinto anche per la
sua attività di regista e produttore. Da dietro la macchina da
presa ha infatti realizzato gli episodi Snap Ending della
serie Perversions of Science (1997), Slam Punk di
Eddie, il cane parlante (1999), Soulless di
Angel (2003) e The Face in the Mirror di
Jeremiah (2003). Da produttore ha invece partecipato alla
realizzazione dei film Slipstream (2005), The Final
Season (2007), The Freemason (2013), The
Surface (2014) e Do You Believe? (2015), da lui anche
interpretati. Ha inoltre prodotto la serie documentario
Unlocked: The World of Games, Revealed (2016) e la
miniserie Un amor (2017).
Sean Astin è su Instagram
7. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 513 mila persone. All’interno
di questo Astin è solito condividere immagini relative alla propria
quotidianità, con momenti di svago o curiosità legate a lui o al
suo lavoro. Particolarmente presenti sono anche i post relativi
alla sua attività di interprete, con ricordi di set passati o
immagini promozionali dei suoi prossimi progetti.
Sean Astin in I Goonies
6. Ha tenuto con sé la mappa
del film. Celebre interprete di Mickey Walsh nel film
I Goonies, con il quale ha avuto modo di ottenere
estrema popolarità dando un concreto futuro alla propria carriera,
l’attore ha raccontato di aver potuto tenere per sé, alla fine
delle riprese, un importante cimelio. Ad Astin fu infatti
consentito di portarsi a casa la mappa del tesoro utilizzata dai
protagonisti del film. Anni dopo, tuttavia, sua madre ritrovandola
pensò si trattasse soltanto di un pezzo di carta inutile,
gettandola nei rifiuti.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Sean Astin in Il Signore degli
Anelli
5. Ha guadagnato molto peso
per il ruolo. Scelto per il ruolo dello hobbit Samwise
Gamgee, fidato compagno di Frodo, all’attore fu richiesto di
mettere su circa 13 chili, affinché potesse assumere un aria
paffuta funzionale al ruolo. L’attore si sottopose così ad una
dieta mirata per guadagnare peso, arrivando ad ottenerlo nel tempo
previsto per l’inizio delle riprese. Astin decise poi di mantenere
il peso raggiungo anche in vista dei successivi sequel, così da
potersi rimettere in forma soltanto alla fine della trilogia.
4. Fu incoraggiato dal suo
padrino ad accettare il ruolo. Principale motivo che ha
visto l’attore accettare la parte di Samwise è il consiglio
ricevuto a riguardo dal suo padrino John Astin, noto attore
statunitense. Questi aveva già lavorato con Peter
Jackson per il film Sospesi nel tempo (1996), ed
espresse entusiasmo nei confronti del regista. Astin si convinse
così ad accettare il ruolo, affascinato anche dall’idea di
affrontare un film d’avventura tanto visionario.
Sean Astin in Stranger Things
3. Il suo ruolo nella serie
è stato prolungato. Apparso nel corso della seconda
stagione di Stranger Things nel ruolo di Bob Newby, Astin
sapeva che il suo personaggio sarebbe morto abbastanza presto,
risultando così in un ruolo piuttosto piccolo. Tuttavia, dopo
averlo visto recitare la parte, gli autori della serie si
convinsero che sarebbe stato un peccato sprecare il talento di
Astin, e decisero perciò di espandere il ruolo fino alla fine della
stagione, permettendogli di ottenere un maggior sviluppo.
2. Era preoccupato per i
riferimenti ad un altro suo celebre ruolo. Come noto,
Stranger Things raccoglie a piene mani l’eredità della
cultura degli anni ’80, rielaborandola in modo nostalgico e
citazionista. Tra le fonti di ispirazione si ritrova anche il film
I Goonies, che vedeva Astin tra i protagonisti. Proprio
per questo motivo l’attore era inizialmente preoccupato all’idea di
partecipare ad una serie che contiene tanti riferimenti al film che
l’ha reso celebre, temendo che il pubblico l’avrebbe identificato
soltanto come un omaggio vivente all’opera del 1985. Per sua
fortuna, invece, gli spettatori apprezzarono il ruolo senza legarlo
necessariamente a quello interpretato da Astin in gioventù.
Sean Astin: età e altezza
1. Sean Astin è nato a Santa
Monica, in California, il 25 febbraio 1971. L’attore è
alto complessivamente 170 centimetri.
“SCOOBY!”,
l’atteso film d’animazione per tutta la famiglia sulle origini di
Scooby-Doo e la Mystery Inc., arriva in Italia in esclusiva
anteprima digitale da mercoledì 15 luglio, disponibile per l’acquisto e
il noleggio premium su Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google
Play, TIMvision, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft
Film & TV e per il noleggio premium su Sky
Primafila e Infinity.
“SCOOBY!” ci svela
come gli amici di sempre Scooby e Shaggy si siano incontrati e, in
seguito, uniti ai giovani investigatori Fred, Velma e Daphne per
formare la famosa Mystery Inc. Con centinaia di casi risolti e
avventure condivise, Scooby e la banda ora dovranno affrontare il
loro mistero più grande e impegnativo di sempre: sventare un piano
volto a sguinzagliare il cane fantasma Cerberus nel mondo. Mentre
si apprestano a fermare questa “can-apocalisse globale”, i membri
della banda scoprono che Scooby ha un retaggio segreto e un destino
epico più grande di quanto potessero immaginare.
Nella versione originale di
“SCOOBY!” fanno parte del cast di doppiatori Will Forte (“La
rivincita delle sfigate”; la serie TV “The Last Man on Earth”),
come voce del migliore amico di Scooby-Doo, Shaggy; l’attore due
volte candidato all’Oscar Mark Wahlberg (“The Fighter”; “The
Departed – Il bene e il male”) è Blue Falcon; Jason Isaacs (i film
di “Harry Potter”; “The OA” in TV) è la voce del famigerato Dick
Dastardly; Gina Rodriguez (“Deepwater: Inferno sull’Oceano”; la
serie TV “Jane the Virgin”) è la voce di Velma; Zac Efron (“The
Greatest Showman”; la saga “Cattivi vicini”) quella di Fred; Amanda
Seyfried (i film “Mamma Mia!”; “Ted 2”) è Daphne; Kiersey Clemons
(“Cattivi vicini 2”; la serie TV “Angie Tribeca”) nei panni di Dee
Dee; Ken Jeong (“Crazy & Rich”; la trilogia di “Una notte da
leoni”) nel ruolo di Dynomutt; Tracy Morgan (“What Men Want”; “30
Rock” in TV) nel ruolo di Captain Caveman; mentre Frank Welker (il
franchise di “Transformers”) presta la voce a Scooby-Doo.
“SCOOBY!”, diretto da Tony Cervone,
candidato all’Annie Award per il film “Space Jam”, e due volte
candidato agli Emmy per il suo lavoro su “Duck Dodgers”, è già
disponibile per il pre-order su Youtube, Chili e Google Play.
Sono passati 20 anni dall’uscita in
sala, negli USA, di X-Men. A celebrarlo, sui social, è
Hugh Jackman, che nel film interpreta
Logan/Wolverine, e che a quel personaggio in particolare deve la
sua fama internazionale e l’affetto di molti fan.
Se in partenza non poteva essere
più diverso dal personaggio di Len Wein del 1974,
visto che l’originale di carta e inchiostro è basso, pelosetto,
canadese e non troppo affascinante, Hugh Jackman ha saputo conquistare il suo
pubblico, diventando l’unico attore a costituire una coincidenza
perfetta tra interprete e personaggio. Nessun altro attore del
vasto franchise degli X-Men ha mani interpretato Logan, e Logan è
in quasi tutti i film del franchise, contando anche un paio di
cameo.
Il primo film della saga è
raccontato dal punto di vista di Wolverine e Rogue, entrambi in
fuga da loro stessi, che trovano una casa presso la Scuola per
giovani dotati del professor Charles Xavier, mentre il mondo
comincia a sentire la minaccia di uno scontro iminente tra uomini e
mutanti. Dalla parte dei “mutanti cattivi”, compare Magneto,
signore del magnetismo, vecchio amico di Xavier e con un passato
tragico per il quale attribuisce la colpa all’ Homo Sapiens.
Wolverine e Rogue si troveranno a fare squadra con i ragazzi di
Xavier, Ciclope, Tempesta e Jean Grey, ed entreranno così negli
X-Men, un gruppo di mutanti che invece crede nella convivenza
pacifica tra mutanti e umani.
Diretto da Bryan
Singer, il film vede trai protagonisti, accanto a Hugh Jackman, anche Patrick Stewart, Ian McKellen, Anna Paquin,
James Marsden, Halle Berry e
Famke Janssen. Il film ha aperto la strada a
quello che sarebbe divenuto, di lì a pochi anni (ed è tutt’ora), il
“genere” cinematografico più remunerativo di sempre: il
cinecomic.
Amatissimo dalle donne, sia giovani che adulte,
e odiatissimo dai Grifondoro di tutto il mondo, Jason
Isaacs è uno degli attori inglesi più apprezzati degli
ultimi anni. Conosciuto principalmente per il ruolo del terribile
Lucius Malfoy nella saga di Harry
Potter, Isaacs ha più di trent’anni di carriera
attoriale alle spalle.
Sempre diviso tra cinema e televisione il caro
Jason pare abbia avuto il suo bel da fare soprattutto negli ultimi
anni. Con la fine di Harry Potter, l’attore si è potuto dedicare
finalmente ad altri progetti. Scopriamo insieme oggi le 10
cose che forse non sapete ancora su Jason Isaacs.
Jason Isaacs film: i primi anni
Jason Isaacs nel film “Il Patriota”
10. La carriera di Jason Isaacs
comincia nel lontano 1989 con il suo primo film Due Metri
di Allegria, nel quale recita al fianco di grandi attori
come Jeff Goldblum,
Emma
Thompson e Rowan
Atkinson. Gli anni novanta sono sono i più prolifichi
per l’attore che grazie a film come Dragonheart
(1996), Punto di Non Ritorno (1997),
Armageddon (1998), Soldier (1998) e Tutto
per Amore (1998), si guadagna il favore del pubblico.
La vera popolarità, tuttavia, per Jason Isaacs
arriva nei primi anni duemila grazie alla sua partecipazione a
grandi film, alcuni diventati poi cult del cinema, come Il
Patriota (2000) – film storico con Mel Gibson e Heath Ledger – Sweet November
(2001), Black Hawk Down (2001), Resident
Evil (2002). Uno dei suoi ruoli più amati è senza dubbio
quello di Hook nel film Peter Pan del
2003, diretto da P.J. Hogan.
Tuttavia, nonostante il suo già ricco curriculum
e la sua carriera in piena ascesa, Jason Isaacs conosce il successo
vero quando nel 2002 viene scelto per il ruolo di Lucius
Malfoy per Harry Potter e La Camera dei
Segreti, secondo film della saga del maghetto con gli
occhiali.
Dal 2002 fino al 2011, anno d’uscita di Harry Potter e I Doni della Morte – Parte 2,
ultimo film della saga, Isaacs si concede pochi progetti paralleli.
Tra questi, oltre al già citato Peter Pan, ricordiamo
I Nuovi Eroi (2004), Elektra
(2005), 9 Vite da Donna (2005),
Kidnapped (2005), Friends With
Money (2006), Good – L’indifferenza del
Bene (2008) e Green Zone (2010).
Jason Isaacs in Harry Potter: aneddoti e
curiosità
9. Che a Isaacs piaccia o no,
il suo volto sarà sempre associato a quello di Lucius Malfoy, uno
dei cattivi più snob e affascinanti del grande schermo. Eppure
sembra proprio che all’inizio questo ruolo non gli andasse tanto a
genio!
Solo di recente l’attore ha raccontato di come
Malfoy non fosse stata la sua prima scelta ma bensì un ‘ripiego’.
Isaacs si era infatti presentato ai provini per ricoprire il ruolo
di Gilderoy Allock, inizialmente assegnato a
Hugh Grant, in ultimo sostituito da
Kenneth Branagh. Durante il suo provino, il direttore
del casting pare gli abbia proposto il ruolo di Lucius che
Jason non voleva accettare. Fu il suo agente, in ultimo, a
spronarlo a continuare i casting per Malfoy.
8. Una volta accettato il suo
ruolo di eterno cattivo (almeno sul grande schermo), Jason Isaacs
fu assai coinvolto nella scelta del look di
Malfoy. Inizialmente i capelli di Lucius dovevano essere
più corti, simili a quelli di Draco, ma pare sia stato Jason a
cambiare le carte in tavola. I capelli lunghi e biondissimi erano
senza dubbio un azzardo e pare dessero parecchio fastidio a Isaacs
durante le riprese; il vento spingeva la chioma sempre davanti alla
faccia. E’ per questo motivo che Jason ha recitato quasi tutte le
scene con la testa leggermente all’indietro, cosa che ha dato al
suo Lucius un’aria decisamente snob. Insomma, cattivo si ma con
stile.
7. Se pensate che Jason Isaacs
si sia limitato a interpretare Lucius Malfoy, vi sbagliate di
grosso. Pare infatti che il regista Chris Columbus
abbia voluto proprio lui come voce (originale) del
terribile Basilisco ne La Camera dei Segreti, secondo film
della saga di Harry
Potter.
Jason Isaacs tra film e doppiaggio
6. Dicendo addio nel 2011 alle
sue avventure nel magico mondo di Hogwarts, Jason Isaacs è tornato
a spaziare tra generi cinematografici. Negli ultimi dieci anni,
Jason ha partecipato a numerosi progetti, girando film come
Abduction (2011), A Single Shot
(2013), Sweetwater (2013) e Fury (2014), particolarmente amato dal
pubblico. Si tratta di un film storico, ambientato nel 1945, ultimo
anno del secondo conflitto mondiale, film che ha visto Isaacs
recitare al fianco di attori come Brad Pitt e
Shia LaBeouf.
La sua carriera prosegue con After The
Fall (2014), Rosemary’s Baby (2014),
Field of Lost Shoes (2015), Red Dog –
L’inizio (2016), The Infiltrator (2016),
La Cura del Benessere (2016), Morto
Stalin Se Ne Fa Un Altro (2017). Gli ultimi film di Jason
Isaacs si fermano al 2018, anno in cui lo vediamo partecipare a ben
tre progetti cinematografici, London Field,
Attacco a Mumbai – Una Vera Storia di Coraggio e
Look Away – Lo Sguardo del Male.
5. Se la voce di Jason Isaacs
vi suona tanto familiare non è detto che sia solo per Harry Potter.
L’attore inglese ha infatti prestato la sua voce al
doppiaggio in numerose occasioni. Partendo dalla
serie animata Avatar: La Leggenda di Aang del
2005, il suo primo doppiaggio ufficiale, Isaacs ha partecipato a
tantissimi progetti, tra cui ricordiamo
Star Wars Rebels,
Cars 2 e Monster
Family.
Il mondo delle serie tv: Jason Isaacs in Star
Trek
Jason Isaacs nella serie “Awake”
4. Nella sua lunga carriera di
attore, Jason Isaacs non si è ‘limitato’ solo al
grande schermo e al doppiaggio ma è stato sempre molto attivo anche
nel mondo delle serie tv. Il suo primo esperimento duraturo sul
piccolo schermo risale alla fine degli anno ottanta; dal 1989 al
1990 fu infatti parte del cast di Capital City,
una serie tutta britannica.
A quel primo ‘esperimento’ ne sono seguiti tanti
altri. Tra le tante ‘comparsate’ in serie più o meno popolari,
spiccano invece i ruoli televisivi importanti in telefilm come
Brotherhood (2006-2008), Awake
(2012), Dig (2015), il famosissimo Star
Trek: Discovery (2017-2018) e ovviamente The
OA. Quest’ultima è una serie originale targata
Netflix cominciata nel 2016 e ancora in
corso.
Curiosità su Jason Isaacs
3. Jason Isaacs è
indiscutibilmente un grande attore eppure la sua carriera è
cominciata un po’ per caso. All’età di diciannove anni,
durante la sua prima settimana al college, si è letteralmente
trovato nel posto sbagliato al momento giusto. In un’intervista non
troppo recente, l’attore ha raccontato che mentre stava vagando per
il campus, leggermente ubriaco, è entrato in una stanza dove
probabilmente qualcuno stava facendo dei casting. Dopo avergli
chiesto se era in grado di recitare con l’accento del nord, gli è
stato offerto il primo ruolo in uno spettacolo.
La sua capacità di imitare l’accento inglese del
nord gli ha fatto conquistare il suo primo ruolo. In effetti, a
quanto pare, Jason è uno dei pochi attori britannici in grado di
replicare alla perfezione qualsiasi accento inglese. Questa
peculiarità non è esattamente un dono naturale ma un’abilità che
l’attore ha acquisito e perfezionato fin da bambino. Isaacs ha
raccontato di essersi trasferito spesso da bambino e che ha
imparato presto a imitare gli accenti per integrarsi meglio. A
quanto pare gli inglesi, infatti, sono un po’ classisti e tendono a
giudicare le persone in pochi secondi, associando accenti diversi a
zone più o meno ‘prestigiose’ del Regno Unito.
2. Forse pochi sanno che Jason
Isaacs è un appassionato di tecnologia quasi al
livello patologico; sotto la parrucca bionda di Lucius Malfoy si
nasconde un vero nerd. Alla domanda “che cosa avresti fatto se non
fossi diventato un attore”, Jason ha risposto che avrebbe lavorato
volentieri in un Apple Store.
Sembra assurdo che un attore, un uomo che
letteralmente lavora con le emozioni tutti i giorni, sia così
ossessionato dalla tecnologia, eppure è proprio così. Isaacs è
molto attratto dalla logica, dalla meccanica e dal coding; a
differenza degli uomini, infatti, la logica non mente mai.
Jason Isaacs è su Instagram
1. Si dice che la maggior parte
degli attori britannici sia un po’ troppo rigida e snob eppure
Jason Isaacs non sembra rientrare in questa categoria. Basta
infatti leggere (o guardare) qualche sua recente intervista per
capire che il nostro caro Jason no snobismo non sa proprio cosa
sia. Divertente, buffo e estremamente diretto, Isaacs ama
condividere la sua quotidianità e le sue passioni con i suoi fan
anche attraverso i social.
Il suo profilo Instagram, infatti, è
molto attivo e di recente, durante il lungo periodo del lockdown,
l’attore si è divertito improvvisando una “Malfoy Family Reunion”.
Isaacs ha coinvolto Tom Felton in una sorta di
strana conversazione su Skype…
Ma questa è solo l’ultima delle stranezze di
Jason Isaacs. L’attore britannico ha tantissime abilità nascoste e
assi nella manica. Oltre a essere molto bravo a giocare a basket,
Jason è un vero campione sullo skateboard, abilità
perfezionata sin da piccolo. Sembra infatti che il caro Jason
all’età di quindici anni fosse un vero e proprio ragazzaccio. Era a
capo di una ‘banda’ di suoi coetanei tutti pazzi per lo skateboard.
Ancora oggi, infatti, si diverte a rubare lo skate di suoi figlio
per andarsene in giro.
L’era dei supereroi Marvel
sul piccolo schermo ha indubbiamente vissuto i suoi alti e bassi.
Per quanto ci siano eroi e storyline che il pubblico possa aver
amato o apprezzato, è innegabile che esistono dei personaggi che
sono stati sfruttati in prodotti seriali poco riusciti e che
meritano un “riscatto” destinato al cinema.
ComicBookMovie ha raccolto 10 personaggi Marvel apparsi in tv che meritano
una seconda possibilità all’interno del MCU:
Black Bolt
Meno si parla della serie
Inhumans,
meglio è. Purtroppo il progetto, in cui la Marvel ha investito
parecchio (anche da un punto di vista economico) si è rivelato un
totale fallimento. Forse, il più grande “crimine” di Jeph Loeb e
dello showrunner Scott Buck è stato quello di rovinare il
personaggio di Black Bolt.
La versione dell’eroe interpretata
da Anson Mount, semplicemente non assomigliava a ciò che avevamo
appreso grazie ai fumetti, e non solo per il fatto che il costume
iconico del personaggio non si è mai visto nello show. Non si è mai
messo in gioco come Re, con gli stessi Inumani sorprendentemente
ordinari. I Marvel Studios devono necessariamente riavviare le
avventure non solo di Black Bolt, ma di tutti questi personaggi,
regalandoli la giustizia cinematografica che meritano.
Deathlok
Agents of
SHIELD è riuscita negli anni ad accrescere la propria
fanbase, e non si può negare che la serie, per certi aspetti, sia
molto riuscita e divertente. Tuttavia, nelle prime stagioni diversi
personaggi sono stati trattati ingiustamente, come ad esempio
Deathlok, la cui versione sul piccolo schermo, a tratti, era
veramente ridicola.
Gli effetti visivi erano necessari
per dare vita a questo personaggio, ma era palese che la serie ABC
non avesse chissà quanto budget a disposizione. L’entrata in scena
del personaggio non è stata di certo memorabile, e le sue origini
sono state raccontate in maniera piuttosto confusa. Ci sono molti
progetti del MCU in cui un personaggio come Deathlok potrebbe
essere usato: dati i suoi legami con il governo americano, potrebbe
essere divertente per Sam Wilson e Bucky Barnes incrociare il suo
cammino nel futuro della serie
The Falcon and the Winter Soldier.
Kingpin
Il Wilson Fisk di
Vincent D’Onofrio è stato eccezionale, ma non è così sicuro che
i Marvel Studios decidano di introdurre il villain sul grande
schermo. Nel corso delle tre stagioni di Daredevil,
la storia di Fisk è stata raccontata in modo molto dettagliato:
quindi, un nuovo inizio “cinematografico” per il personaggio
troverebbe già la strada spianata.
Un futuro film di Spider-Man potrebbe
essere l’occasione migliore per riavviare il personaggio di Fisk,
dal momento che lo stesso è sempre stato uno dei più noti nemici
dell’Uomo Ragno. In tal caso, ispirarsi ai fumetti della serie
“Ultimate Spider-Man” potrebbe dare vita ad un film dalle dinamiche
molto divertenti.
Cloak & Dagger
La serie Cloak &
Dagger è stata molto carina, e Olivia Holt e Aubrey Joseph
hanno fatto un buon lavoro nell’interpretare i rispettivi
personaggi. Tuttavia, la storia era fin troppo generica e
semplicistica, e questo potrebbe spiegare perché molti fan dei
fumetti non sanno neanche dell’esistenza dello show.
Ciò avvantaggia i Marvel Studios,
ovviamente, dal momento che riavviarli per il cinema sarebbe
un’impresa relativamente semplice. Dare loro un film quasi
sicuramente non è nei piani della Casa delle Idee: forse potrebbero
apparire come personaggi secondari o far parte del team degli Young
Avengers.
Bullseye
È stato molto divertente passare del
tempo con Bullseye durante la terza stagione di Daredevil.
Ovviamente, è stato un po’ deludente non vederlo sfoggiare il
classico costume del personaggio, ma probabilmente la serie
Netflix aveva nei piani una quarta stagione…
Se Bullseye è tradizionalmente noto
per essere uno dei nemici di Daredevil, metterlo sulle tracce di
uno degli eroi del MCU, come ad esempio Clint Barton/Occhio di
Falco, potrebbe rivelarsi un’idea molto interessante; ciò potrebbe
anche significare che i destini del personaggio e dell’Uomo Senza
Paura potrebbe incrociarsi nuovamente al cinema (quando,
presumibilmente, anche Kingpin farà il suo debutto sul grande
schermo).
Iron Fist
La serie dedicata a Iron
Fist è stata un disastro su tutta la linea. Danny Rand ha
trascorso gran parte della prima stagione della serie usando a
malapena i suoi poteri, per poi perderli durante la seconda, quando
stava finalmente imparando a controllarli.
Inutile dire che il personaggio ha
un disperato bisogno di ricevere il trattamento che merita;
possiamo solo sperare che alcuni suggerimenti circa un suo
eventuale debutto al cinema vengano inseriti all’interno di
Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings.
Quel franchise sembra l’occasione perfetta per regalare a Danny una
storia in cui può davvero brillare, e come alleato di Shang-Chi,
potrebbe facilmente diventare un personaggio di supporto chiave in
un eventuale sequel.
Ghost Rider
Alcuni dei migliori episodi di
Agents of
SHIELD presentavano la versione di Robbie Reyes/Ghost
Rider, ma sembra improbabile che quell’iterazione dell’eroe possa
avere un futuro nel MCU, soprattutto dopo che i Marvel Studios
hanno cancellato la serie tv dedicata al personaggio.
Secondo alcune voci ci sarebbero
degli altri piani per Ghost Rider, con la versione originale di
Johnny Blaze che dovrebbe fare il suo debutto in uno prossimi
progetti partoriti dalla mente di Kevin Feige e soci (Blade
sarebbe un’ottima occasione!). Qualunque cosa accada, è tempo che
Blaze torni a risplendere dopo i due disastrosi film della Sony con
Nicolas Cage.
Daredevil
In un mondo ideale, a Charlie Cox verrebbe
data l’opportunità di riprendere il ruolo anche sul grande schermo
(anche se sarebbe più facile per i Marvel Studios riavviare Matt
Murdock e renderlo il rappresentate legale di Peter Parker
nell’atteso Spider-Man
3).
Se ciò non dovesse accadere, il
riavvio del personaggio si apre ad un’infinità possibilità di
soluzione. Forse Matt potrebbe lavorare al fianco di Jennifer
Walters in She-Hulk?
Potrebbero esserci alcuni suggerimenti nell’annunciata serie circa
le attività da vigilante, con la grande rivelazione dell’identità
di Daredevil che potrebbe essere riservata per una futura nuova
serie o, magari, per un eventuale film in solitaria.
Luke Cage
Mike Colter ha interpretato un
Luke
Cage davvero memorabile, anche se la sensazione generale è che
l’attore non abbia mai realmente vestito i panni della versione
definitiva del personaggio (anche perché una terza stagione della
serie non ha mai visto la luce).
La scelta più logica per i Marvel
Studios sarebbe quella di sviluppare uno show o un film basato
sugli Eroi in vendita, con una versione più fedele ai fumetti di
Luke Cage, che magari protegge le strade insieme a Danny Rand/Iron
Fist. Con i Marvel Studios in carica, potremmo finalmente vedere
Luke scatenare i suoi poteri come un vero e proprio inarrestabile
colosso.
The Punisher
Sarebbe un terribile peccato perdere
Jon Bernthal nei panni di Frank Castle, ma le prime due
stagioni di The
Punisher sono state molto deludenti.
Di conseguenza, un riavvio è
purtroppo necessario, ma come si potrebbe inserisce un vigilante
come questo in un universo come quello della Marvel? Fare squadra
con Deadpool potrebbe funzionare; oppure, Spider-Man potrebbe
incontrarlo quando scappa dopo essere stato incastrato per
l’omicidio di Mysterio. Ad ogni modo, The Punisher merita
sicuramente di avere un futuro all’interno del MCU.
Mentre sale l’attesa per
Matrix
4, il quarto capitolo della celebre saga
fantascientifica che arriverà nelle sale nel 2022, arrivano nuove
indiscrezioni a proposito della lavorazione dei due sequel della
pellicola originale che vennero girati in contemporanea, ossia
Reloaded e Revolutions, direttamente dal
direttore della fotografia dell’intera trilogia, Bill
Pope.
In una recente intervista con
IndieWire, Pope ha raccontato che l’esperienza sul set del
primo episodi della saga non fu assolutamente paragonabile a quella
avuta sul set dei due sequel: “Tutto ciò che è stato bello
della prima esperienza non lo è stato per gli altri due”, ha
spiegato il direttore della fotografia. “Non eravamo più
liberi. C’erano troppi occhi puntati su di noi. C’era troppa
pressione. In fondo al mio cuore, sapevo che non mi piacevano.
Sentivo che dovevamo prendere un’altra direzione. C’era molta
frizione, c’erano molti problemi personali… e sullo schermo si
vedeva, se devo essere onesto. Non era uno dei miei momenti
migliori, e forse non lo era per nessuno. Le Wachowski avevano
letto questo dannato libro su Stanley Kubrick secondo cui: ‘Gli
attori non recitano in modo naturale fin quando non sono stremati’.
Allora facevamo 90 ciak! Volevo dissotterrare Stanley Kubrick e
ucciderlo.”
Bill Pope ha poi aggiunto: “C’è
qualcosa che si innesca quando giri per così tanto tempo, per 276
giorni, che intorpidisce la mente, l’anima… e il film. Pensiamo
alla trilogia de Lo Hobbit: hanno girato tutti e tre i film insieme
ed il risultato finale è stato semplicemente fiacco. Con i libri
non è la stessa cosa, perché li apri e li chiudi quando vuoi. Per
delle riprese cinematografiche parliamo di veramente troppo tempo.
C’è un limite.”
I sequel di Matrix: un’esperienza
estenuante secondo il direttore della fotografia
Nonostante l’esperienza dei due
sequel di Matrix sia stata estenuante, Pope nutre
comunque nei confronti dei due film un grande rispetto: “Ho
appena trasferito i film nel formato 4K per questioni di archivio
alla Warner, e ho scritto alle Wachowski, a Keanu Reeves e a
Carrie-Anne Moss che abbiamo fatto un ottimo lavoro e che dovremmo
andarne fieri.”
Matrix
4 vedrà nel cast il ritorno
di Keanu
Reeves, Carrie-Ann
Moss e Jada
Pinkett-Smith al fianco delle new
entry Yahya Abdul-Mateen II, Neil
Patrick Harris, Jonathan Groff, Jessica
Henwicke Toby
Onwumere. L’uscita nelle sale è fissata per il 1 aprile
2022. Il nuovo capitolo del franchise sarà diretto da Lana
Wachowski. La sceneggiatura del film è stata firmata a
sei mani con Aleksandar Hemon e David Mitchell.
La Universal Pictures
Italia ha diffuso il trailer ufficiale di Il Re di
Staten Island, la nuova commedia firmata Judd
Apatow che conferma il giovane talento del Saturday
Night LivePete Davidson. Il Re
di Staten Island – The King of Staten Island vede la
partecipazione di Steve Buscemi nei panni di Papa, un
pompiere veterano che ha preso Scott sotto la propria ala, e
Pamela Adlon (su FX per Better Things) nel ruolo
di Gina, l’ex moglie di Ray.
Nella sua celebrata carriera, Judd
Apatow ha portato una nutrita serie di giovani promesse della
commedia al loro debutto sul grande schermo, come nel caso di
Steve Carell,
Seth Rogen,
Jonah Hill,
Jason Segel,
Kristen Wiig, Amy Schumer e Kumail
Nanjiani. Questa estate, Apatow dirige l’ultimo
talento sfornato dal Saturday Night Live, Pete Davidson, in una
fresca commedia su amore, lutto e divertimento a Staten Island.
Il Re di Staten
Island – The King of Staten Island è diretto da Apatow (Un
Disastro di Ragazza, Molto Incinta, 40 Anni Vergine) da una
sceneggiatura dello stesso Apatow, Davidson e l’autore SNL Dave
Sirus. È prodotto da Apatow per la sua Apatow Productions al fianco
di Barry Mendel. Insieme i due hanno già curato la produzione delle
pellicole nominate per il Premio Oscar, The Big Sick – Il
Matrimonio Si Può Evitare… L’Amore No e Le Amiche della Sposa,
oltre a Questi Sono I 40, Un Disastro di Ragazza e Funny People. I
produttori esecutivi del film sono Pete Davidson, Michael Bederman
e Judah Miller.
Il Re di Staten Island: la trama
Scott (Davidson) è rimasto un
ragazzo immaturo, soprattutto a causa della morte del padre
pompiere quando aveva solo sette anni. Ora ne ha più di venti e
poche cose gli sono riuscite nella vita, sempre appeso
all’illusoria speranza di diventare un tatuatore di successo.
Mentre la sua ambiziosa sorella più piccola (Maude Apatow, su HBO
con Euphoria) parte per il college, Scott rimane a vivere con la
madre, un’esausta infermiera del Pronto Soccorso interpretata dal
Premio Oscar Marisa Tomei, passando le sue giornate a
fumare erba con gli amici – Oscar (Ricky Velez, Master of None),
Igor (Moises Arias, A Un Metro Da Te – Five Feet Apart) e Richie
(Lou Wilson, in TV con The Guest Book) – oltre a frequentarsi
segretamente con l’amica d’infanzia Kelsey (Bel Powley, su Apple
TV+ con The Morning Show).
Quando la madre inizia a portare in
casa un vigile del fuoco millantatore e fanfarone di nome Ray (Bill
Burr, su Netflix con F Is for Family), si mette in moto una
catena di eventi che spingerà Scott a fare i conti con il proprio
dolore e ad affrontare i primi passi per andare avanti nella
vita.
Con una veste e un format
completamente nuovi si evolve il Social World Film
Festival, la Mostra Internazionale del Cinema
Sociale, che torna in una edizione speciale a Vico
Equense dal 6 al 11 ottobre, tra eventi in
presenza e iniziative online. «Sarà una versione unica del
nostro format, dove la tecnologia e l’innovazione saranno a
sostegno del cinema socialmente impegnato e per continuare a
garantire la nostra mission di avvicinare ed educare il pubblico
all’audiovisivo, perché il lungo lockdown ha snaturato il rapporto
tra cinema e fruitori, perdendo il contatto con la sala e gli
autori. Sarà un’edizione necessaria per tornare a quella
tradizionale appena l’emergenza pandemica sarà finita. Ci
adegueremo alle disposizioni di sicurezza da Covid-19 per incontri
e proiezioni in piazza. Il perno saranno come sempre i giovani che
parteciperanno alle giurie, ai workshop, ai dibattiti anche
attraverso una community online, un social network sicuro e
protetto esclusivamente dedicato all’evento dove potranno
discutere. Non mancheranno le dirette quotidiane, quest’anno in VR
360° 3D grazie alla collaborazione con “The Virtual Reality
Production”» così il regista e produttore Giuseppe
Alessio Nuzzo, direttore generale del festival.
«Realizzeremo questo evento come
volano di rilancio economico e psicologico per il territorio e le
economie di settore, garantendo come sempre una importante
copertura mediatica e un occhio attento all’attualità»
così Andrea Buonocore, sindaco di Vico
Equense.
Nella 10 edizione, che sarà
presentata a settembre in occasione del Festival del Cinema
di Venezia, ci saranno 400 opere tra lungometraggi,
documentari, cortometraggi e opere audiovisive, molte delle quali
in anteprima assoluta ed europea, in concorso e fuori concorso in
19 sezioni.
In dieci anni di storia il Festival,
che annovera come presidente onorario Claudia
Cardinale, ha ospitato grandi nomi della cinematografia
nostrana e internazionale come Giancarlo Giannini,
Ornella Muti, Luis Bacalov, Michele Placido, Stefania Sandrelli,
Katherine Kelly Lang, Valeria Golino, Leo Gullotta, Franco Nero,
Maria Grazia Cucinotta, e nel 2019 Stefano
Accorsi, Abel Ferrara e Itziar Ituno, l’ispettrice della “Casa di
Carta”.
Non solo una rassegna
cinematografica ma un momento
di aggregazione culturale e sociale per
giovani unico nel suo genere, un’esperienza di
cooperazione e integrazione, un format cinematografico
di denuncia e riflessione: il cinema sociale inteso
come mezzo di comunicazione internazionale, confronto oltre che
contenitore di critica, sviluppo e promozione. Il
Social ha organizzato più di 500 giornate di
attività cinematografica in Campania e nell’intera
nazione, 40 eventi internazionali che
hanno toccato 30 città dei cinque
continenti da New York a Sydney passando per Tokyo,
Los Angeles, Rio de Janeiro, Tunisi e Londra, coinvolgendo migliaia
di spettatori e centinaia di protagonisti e istituzioni della
cinematografia mondiale tra cui l’Academy degli
Oscar (Margaret Herrick Library), le Università di
Los Angeles UCLA e USC insieme a decine di Istituti Italiani di
Cultura nel mondo.
Todd Phillips ha
condiviso una nuova fotografia dal
backstage di Joker
e in particolare dal giorno in cui sono state effettuate le riprese
dell’ormai famosa scena di ballo sulla scalinata, che ha ispirato
tanti emulatori del povero Arthur Fleck.
Da sempre solo in mezzo alla folla,
Arthur Fleck (Joaquin
Phoenix) desidera ardentemente che la luce risplenda
su di lui. Cercando di cimentarsi come comico di cabaret, scopre
che lo zimbello sembra invece essere proprio lui. Intrappolato in
un’esistenza ciclica sempre in bilico tra apatia, crudeltà e, in
definitiva, tradimento, Arthur prenderà una decisione sbagliata
dopo l’altra, provocando una reazione a catena di eventi.
Il tre volte candidato all’Oscar
Joaquin Phoenix (The
Master, Quando l’amore brucia l’anima, Il Gladiatore) è il
protagonista del film al fianco del premio Oscar Robert De Niro (“Toro scatenato”, ” Il Padrino
– Parte II”). Fanno parte del cast anche
Zazie Beetz (la serie TV “Atlanta”, “Deadpool
2“), Frances Conroy (“American Horror
Story” in TV, “Castle Rock” in TV), Brett Cullen
(“42 – La vera storia di una leggenda americana”,
“Narcos” in TV), Glenn Fleshler (le serie TV
“Billions” e “Barry”), Bill Camp (“Red Saprrow”,
“Molly’s Game”), Shea Whigham (“First Man – Il
primo uomo”, “Kong: Skull Island”), Marc Maron (le serie TV “Maron”
e “GLOW”), Douglas Hodge (“Red Sparrow”, “Penny
Dreadful” in TV), Josh Pais (“Insospettabili
sospetti”) e Leigh Gill (la serie TV “Il trono di
spade”).
Phillips ha diretto Joker
da una sceneggiatura che ha scritto insieme all’autore candidato
all’Oscar Scott Silver (“The Fighter”), basata sui personaggi di
DC. Il film è prodotto da Phillips e dal candidato all’Oscar
Bradley Cooper con la loro Joint Effort, e dalla nominata all’Oscar
Emma Tillinger Koskoff. I produttori esecutivi sono Michael E.
Uslan, Walter Hamada, Aaron L. Gilbert, Joseph Garner, Richard
Baratta e Bruce Berman.
Dietro le quinte, Phillips è stato
affiancato dal direttore della fotografia Lawrence Sher (“Godzilla
II: King of the Monsters”, la trilogia di “Una notte da leoni”), lo
scenografo Mark Friedberg (“Se la strada potesse parlare”, “Selma –
La strada per la libertà”), il montatore Jeff Groth (“Trafficanti”,
“Una notte da leoni III”) e il costumista premio Oscar Mark Bridges
(“Il filo nascosto”, “The Artist”). Musiche di Hildur Guðnadóttir
(“Chernobyl” in TV, “Soldado”).
Di recente Ray Fisher è balzato all’attenzione della
stampa e dei fan per
alcune dichiarazioni certamente poco lusinghiere nei confronti
del regista Joss
Whedon e del suo presunto comportamento durante le
riprese aggiuntive di Justice
League. Adesso, alla voce dell’attore si è unita anche
quella della coppia formata da Jeff Pruitt e Sophia Crawford,
coordinatori degli stunt che hanno lavorato con Whedon durante gli
anni della popolare serie tv Buffy
l’ammazzavampiri.
Alle pagine di
Metro, Jeff Pruitt ha definito Whedon un “egomaniaco”,
mentre Sophia Crawford ha raccontato di un comportamento
inaccettabile assunto dal regista durante le riprese dello show:
“Una volta sono stata chiamata nel suo ufficio e mi ha dato un
ultimatum. Mi disse: ‘Puoi tornare nello show, ma devi lasciare
Jeff… altrimenti non ti scomodare a tornare.Ho
praticamente iniziato a piangere. E ho detto: ‘F*****o! Tutto ciò è
orribile, me ne vado’.”
Sembra, quindi, che la decisione di
Ray Fisher di denunciare pubblicamente i
comportamenti di Joss
Whedon abbia ispirato altre persone a fare lo
stesso. L’attore ha anche condiviso l’articolo del Metro
contenente le dichiarazioni di Pruitt e Crawford, scrivendo sul suo
profilo
Twitter: “Credo alle parole di Jeff Pruitt e Sophia
Crawford. Grazie ad entrambi per esservi esposti ed aver
parlato.”
Ray Fisher non ha ancora “chiuso”
con Joss Whedon: rivelerà presto altri dettagli sui comportamenti
del regista?
Dopo aver accusato Joss
Whedon di aver assunto un comportamento
“schifoso, offensivo, non professionale e completamente
inaccettabile” durante la post-produzione di Justice
League, Ray Fisher ha spiegato di non aver potuto
rivelare maggiori dettagli sulla sua esperienza con il regista
perché vincolato da un accordo di riservatezza. L’attore, però, ha
già anticipato che,
appena gli sarà possibile (presumibilmente quando non ci sarà più
alcun vincolo contrattuale), avrà intenzione di rivelare
ulteriori particolari. Ad oggi, è l’unico membro del cast ad aver
condannato pubblicamente il presunto atteggiamento del regista
durante le riprese aggiuntive.
Vi ricordiamo che
la Snyder
Cut di Justice
League uscirà nel 2021 sulla piattaforma
streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA
dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la
versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO
MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in
Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere
una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere
programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima
è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori
notizie.
Tutti associano il nome di James
Gunn al franchise di Guardiani
della Galassia, ma sono pochi quelli che
ricordano che, prima di dedicarsi alle avventure di Star Lord &
co., il regista aveva lavorato in qualità di sceneggiatore ai due
live action di Scooby-Doo usciti rispettivamente
nel 2002 e nel 2004, e diretti entrambi da Raja Gosnell.
Di recente, via Twitter,
è stato proprio Gunn a rivelare un aneddoto su quei film, relativo
in particolare al personaggio di Velma
interpretato da Linda Cardellini: nella versione iniziale del
primo film, il membro più intelligente, coscienzioso e maturo della
Mystery Inc. era apertamente gay.
“Avevo provato a farlo”, ha
dichiarato Gunn in risposta alla domanda di un fan. “Nella
versione iniziale della mia sceneggiatura risalente al 2001, Velma
era esplicitamente gay. Ma lo studio continuava ad annacquare il
mio lavoro, rendendo la versione girata molto più ambigua,
cancellando completamente la cosa nella versione uscita al cinema
e, alla fine, dandole addirittura un fidanzato nel
sequel.”
Un bacio tra Velma e Daphne
tagliato dal primo montaggio di Scooby-Doo
Molte delle scene tagliate dalla
versione cinematografica di Scooby-Doo sono
presenti nell’edizione home video e dimostrano proprio quale fosse
il reale orientamento sessuale di Velma. Non è la prima volta che
James
Gunn rivela nuove indiscrezioni a proposito della
lavorazione del film: già in passato, il regista e sceneggiatore
aveva spiegato che un primo montaggio del film aveva ottenuto un
divieto ai minori non accompagnati e che in quella versione
preliminare era anche presenti diverse scene che sono poi state
tagliate, tra cui anche un bacio tra Velma e Daphne (il personaggio
intepretato da Sarah Michelle Gellar).