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No Time to Die sistemerà i “problemi” della saga con i ruoli femminili

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Nel franchise di James Bond i personaggi femminili sono stati spesso oggetto di numerose critiche, dal momento che sono stati quasi sempre utilizzati in qualità di tipiche damigelle in pericolo o di femme fatale che puntualmente venivano sedotte da 007. A quanto pare, però, nell’attesissimo No Time to Die pare che il ritratto delle donne sarà gestito in maniera totalmente diversa, e soprattutto in un modo più rappresentativo rispetto ai tempi moderni.

La star di Captain Marvel, Lashana Lynch, dovrebbe interpretare un ruolo di rilievo nella 25esima avventura dell’agente più amato del grande schermo. Parlando con TechRadar, l’attrice ha spiegato di aver lavorato per sviluppare il personaggio di Nomi in una donna che potesse essere il più forte possibile. A quanto pare, Lynch è stata molto aiutata dalla sceneggiatura, dal momento che gli autori pare avessero gli stessi obiettivi in merito al suo personaggio.

“Il modo in cui le donne vedono loro stesse e il modo in cui vengono rappresentate è completamente autentico. Sono consapevoli di poter bastare a se stesse”, ha spiegato l’attrice. “È un qualcosa che si potrà vedere in questo nuovo film, e non soltanto in relazione ai personaggi femminili che esistono già nel franchise, ma anche in quelli nuovi di zecca come il mio.”

Lynch ha poi aggiunto: “Oggi c’è un maggiore senso di empowerment, che è una cosa davvero importante da percepire quando vai a lavorare. Ancora più importante, è mostrare tutto ciò alle giovani generazioni.”

In No Time to Die, Bond si gode una vita tranquilla in Giamaica dopo essersi ritirato dal servizio attivo. Il suo quieto vivere viene però bruscamente interrotto quando Felix Leiter, un vecchio amico ed agente della CIA, ricompare chiedendogli aiuto. La missione per liberare uno scienziato dai suoi sequestratori si rivela essere più insidiosa del previsto, portando Bond sulle tracce di un misterioso villain armato di una nuova e pericolosa tecnologia.

Il film vedrà protagonisti un cast d’eccezione composto da Daniel CraigLéa SeydouxRalph FiennesRami MalekNaomie HarrisBen WhishawJeffrey WrightAna De Armas, Rory Kinnear, Dali Benssalah, Billy Magnussen, David Dencik e Lashana Lynch.

Guida romantica a posti perduti, recensione del film di Giorgia Farina

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Si intitola Guida romantica a posti perduti il nuovo film di Giorgia Farina, che torna alla regia a cinque anni da Ho ucciso Napoleone e a otto da Amiche da morire. Continuando a raccontare delle sfaccettature dell’animo femminile, la regista si concentra questa volta più sul disagio, intimo e sofferente, che sui toni comici, leggeri ma grotteschi delle precedenti storie, scegliendo Jasmine Trinca come protagonista e mettendole accanto un Clive Owen un po’ stropicciato ma comunque affascinante.

Benno è un giornalista tv trasferitosi in Italia, convive con una forma grave di alcolismo, che nasconde con mille bugie e accorgimenti alla moglie infermiera (Irène Jacob). Nel suo stesso condominio, al piano di sotto, vive Allegra, travel blogger che, paradossalmente, ha paura di uscire di casa ed ha una fervida immaginazione. Vive una storia un po’ sbilenca con il giovanissimo Michele (Andrea Carpenzano) a cui mente sulla sua paura. Benno e Allegra si incontrano per caso, e partono insieme per un viaggio, su una vecchia Volkswagen  azzurra, in cui sperano di ritrovare se stessi dietro alle loro bugie, facendo tappa in luoghi abbandonati ma in qualche modo significativi, romantici, come dice il titolo del film.

Guida romantica a posti perduti in GdA 2020

Presentato alle Giornate degli Autori nell’ambito di Venezia 77, Guida romantica a posti perduti è un road movie in pieno stile, con una coppia di protagonisti buffamente assortita e un andamento incerto, proprio come quello di Benno e Allegra. La storia vorrebbe adottare uno sguardo profondo e introspettivo sul disagio dei due protagonisti, eppure risulta sempre superficiale, ma davvero emozionante, tutto troppo poco approfondito per risultare in qualche modo credibile.

Owen e Trinca sono ottimi attori, ma questa volta non sembrano sostenuti a dovere da una sceneggiatura che non lascia i due personaggi esprimersi come potrebbero. Il ritmo è ondivago, la sceneggiatura procede per episodi slegati ma soprattutto ogni tentativo di introspezione si scontra con dialoghi superficiali e sciatti, che non rendono giustizia né agli attori né alle intenzioni nobili della regista.

Uno sguardo superficiale per quanto bene intenzionato

Le due solitudini si incontrano in un finale musicale che dovrebbe essere liberatorio, in cui i due dovrebbero finalmente entrare in contatto con se stessi e con chi hanno di fronte, ma sembra tutto inutile, la regia non affonda il coltello nel cuore della storia, e Benno e Allegra rimangono due figurine a bordo di una Volkswagen azzurra, che non hanno niente in comune e che non riescono a guarirsi.

Sembra interessante però sottolineare quanto siano meglio riusciti, magari anche involontariamente, i due comprimari, Carpenzano e Jacob, il primo che conferma il suo carisma e la sua faccia da schiaffi venata di una dolcezza infinita, la seconda che anche nelle sue poche pose sfodera l’eleganza da fuoriclasse che la regista non riesce a cavare dai suoi protagonisti.

Justice League Snyder Cut: a Ottobre le riprese aggiuntive

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Justice League Snyder Cut: a Ottobre le riprese aggiuntive

Quando venne annunciato per la prima volta che la Snyder Cut di Justice League sarebbe diventata realtà, venne anche specificato che non sarebbero state girate nuove scene per la versione del cinecomic che arriverà il prossimo anno su HBO Max. A quanto pare, però, sembra che adesso i piani di Zack Snyder siano cambiati.

Stando infatti a quanto riportato da THR, il regista tornerà sul set per alcune riprese aggiuntive del suo taglio del film, riprese che coinvolgeranno Ben Affleck (Batman), Henry Cavill (Superman), Gal Gadot (Wonder Woman) e probabilmente anche Ray Fisher (Cyborg), nonostante quest’ultimo si sia pubblicamente scagliato contro la Warner Bros. e il regista Joss Whedon per aver alimentato un ambiente di lavoro tossico durante le riprese aggiuntive della versione cinematografica del film.

Per quanto riguarda il personaggio di Cyborg, sempre grazie alla fonte apprendiamo che Fisher sarebbe in trattative per un’apparizione in The Flash di Andy Muschietti. Pare che le trattative siano adesso in una fase di stallo per questioni puramente economiche, legate al ruolo che Cyborg avrebbe dovuto avere nella storia e allo screen time che sarebbe stato dedicato al personaggio: inizialmente Cyborg doveva avere un ruolo di rilievo nel film, ma in seguito la sua apparizione sarebbe stata ridotta soltanto a tre scene.

Il budget per le riprese aggiuntive della Snyder Cut di Justice League

Le riprese aggiuntive dovrebbero avere luogo ad Ottobre e durare soltanto per una settimana. Nonostante la breve durata, il budget sarà comunque elevato: pare infatti che saranno necessari 70 milioni di dollari per girare il nuovo materiale. Al momento non sappiamo se anche Jason Momoa (Aquaman) e/o Ezra Miller (Flash) torneranno per le riprese aggiuntive della Snyder Cut di Justice League. Naturalmente vi terremo aggiornati.

Vi ricordiamo che la Snyder Cut di Justice League uscirà nel 2021 sulla piattaforma streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori notizie.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film vedremo protagonista Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Notorious Pictures annuncia 7 nuove acquisizioni

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Notorious Pictures annuncia 7 nuove acquisizioni

Notorious Pictures, società quotata sul mercato AIM Italia, organizzato e gestito da Borsa Italiana, attiva nella produzione, acquisizione e commercializzazione dei diritti di opere filmiche (full rights) attraverso tutti i canali di distribuzione (cinema, home video, tv, digital) e nella gestione di sale cinematografiche attraverso la controllata Notorious Cinemas, annuncia le acquisizioni di 7 nuove opere cinematografiche presentate ai recenti virtual markets di Cannes e Toronto.

Guglielmo Marchetti, Presidente e Amministratore Delegato della Società, ha così commentato: “In questo particolare periodo Notorious continua ad arricchire il suo forziere di contenuti audiovisivi con 7 nuovi film di elevato valore artistico e commerciale. Tutti i film saranno valorizzati al meglio nello sfruttamento nei diversi media, sfruttando tutte le nuove opportunità che il mercato digitale ci mette a disposizione. In particolare mi piace segnalare l’acquisizione di due grandi film molto attesi: il ritorno sul grande schermo dopo il premio Oscar® per Joker di Joaquin Phoenix con il suo nuovo film C’mon C’mon e The Gerogetown Project con Russell Crowe e Sam Worthington”.

Notorious Pictures si consolida nella distribuzione Theatrical con i seguenti nuovi film:

UNDERCOVER: Commedia musicale di Steve Pink con Zachary Levi (Shazam!) e con la star di Riverdale e A un metro da te Cole Sprouse. L’ex cantante rock Jack, diventato padre di famiglia, perde il lavoro. Con il mutuo da pagare e il prestito da prendere per il college della figlia, nasconde alla moglie di essersi licenziato e, per guadagnare, lavora come cantante per una cover band di ventenni che si esibisce nei matrimoni. Scoperto dalla moglie, il matrimonio va in crisi, ma Jack fa di tutto per recuperarlo e intanto aiuta il chitarrista della cover band, Ben, a tirare fuori il suo talento come cantautore, invece di nascondersi dietro alla chitarra.

THE GEORGETOWN PROJECT: Horror su un esorcismo scritto e diretto da M.A. Fortin e Joshua John Miller ed  interpretato da Russell Crowe e Sam Worthington. Un attore dalla vita travagliata , inizia a crollare psicologicamente mentre interpreta un film su un esorcismo. Sua figlia comincia così a chiedersi se ci sia qualche aspetto più sinistro dietro a questo crollo di cui non è a conoscenza.

C’MON C’MON il nuovo film dell’ultimo premio Oscar Joaquin Phoenix prodotto e distribuito dalla A24. Regia di Mike Mills (Le donne della mia vita) racconta la storia di Johnny, artista celebre alla radio per i suoi documentari interviste,  che parte intraprende un viaggio attraverso l’America con il suo giovane nipote.

LANSKY: Thriller sulla vera storia di Meyer Lansky, mafioso bielorusso naturalizzato statunitense, esponente principale del cosiddetto “Sindacato ebraico”. Ritiratosi a Miami sotto la protezione dell’FBI decide di raccontare la sua storia al giornalista David Stone. Pian piano però si trasformerà in un gioco al massacro organizzato da Lansky per continuare a truffare tutto e tutti. Regia di Eytan Rockaway con Harvey Keitel, Sam Worthington e Minka Kelly.

SONGBIRD: Thriller romantico girato a Los Angeles durante il Lockdown.  Protagonisti le star dei social KJ Apa (Riverdale) e Sofia Carson (Descendants) insieme ad un’importante cast che comprende Demi Moore, Alexandra Daddario, Peter Stormare, Craig Robinson e Bradley Whitford. Produce Michael Bay.

MAFIA INC: Thriller Mafioso di produzione canadese con uno straordinario Sergio Castellitto nel ruolo del padrino Frank Paternò. Il film è tratto dall’omonimo libro d’inchiesta e diretto da Podz e narra la storia di un certo Vincent “Vince” Gamache, figlio di un sarto quebecchese che lavora per conto del boss mafioso Paternò. La sorella di Vince, Sofie, è fidanzata ad uno dei figli di Paternò. La relazione tra le due famiglie diventa particolarmente tesa quando Vince sarà cacciato dal clan siciliano per aver commesso un grave errore.

GOD YOU ARE SUCH A PRIK: Teen Drama tratto dall’omonimo libro, un caso letterario in Germania. La vita di Steffi non potrebbe essere più perfetta: è giovane, è innamorata e ha in programma  un viaggio con destinazione Parigi. Tutto cambia non appena riceve inaspettatamente una diagnosi devastante: non ha molto tempo da vivere.  Steve, un bad boy che ha appena conosciuto, si offre di accompagnarla a Parigi. Senza ulteriori indugi e con un’auto rubata, i due partono per un’incredibile avventura. Basato su una storia vera.

Patrick Stewart sogna un crossover tra Star Trek e Star Wars

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Patrick Stewart sogna un crossover tra Star Trek e Star Wars

Patrick Stewart ha ammesso di aver fantasticato su un possibile crossover tra gli universi di due delle più celebri e longeve saghe della storia del cinema: Star Wars e Star Trek. L’attore britannico è noto per tutta una serie di ruoli a dir poco iconici, tra cui quello di Jean-Luc Picard nell’universo di Star Trek, appunto, ma anche per quello di Charles Xavier nella saga di X-Men.

Stewart ha interpretato il ruolo di Picard per la prima volta nel 1989, nella serie tv Star Trek: The Next Generation, personaggio che ha poi portato anche al cinema in ben quattro film del franchise cinematografico. Più di recente, è tornato nei panni del capitano dell’Enterprise nella nuova serie Star Trek: Picard, la cui seconda stagione dovrebbe arrivare nel 2021.

In una recente intervista con Men’s Journal in merito alla collaborazione con la piattaforma Uber Eats (per la quale ha realizzato uno spot in cui appare al fianco di Mark Hamill, interprete di Luke Skywalker nella saga di Star Wars), Patrick Stewart ha ammesso di aver fantasticato sulla possibilità di un crossover tra i due universi cinematografici, quello di Star Wars e quello di Star Trek.

Patrick Stewart entusiasta all’idea di un crossover tra Star Trek e Star Wars

Definendo entrambi gli universi “iconici”, Stewart ha anche ammesso di aver provato a lanciare a chi di dover alcune delle sue idee, ma senza successo. Ammetto che, almeno noi di Star Trek, abbiamo fantasticato su un universo combinato con Star Wars”, ha ammesso l’attore. “Sono state lanciate molte idee per mettere insieme questi due universi iconici e far entrare in contatto tutti questi fantastici personaggi. Personalmente, ne sarei entusiasta.”

Ovviamente, il desiderio di Stewart è una semplice fantasia, dal momento che i due franchise sono di proprietà di due studi concorrenti. Inoltre, si tratta di una possibilità ancora più improbabile considerati i diversi focus di ogni saga. Nonostante vengano spesso paragonati, Star Wars e Star Trek sono praticamente agli antipodi: mentre Star Trek si rifà alla fantascienza nel senso più canonico del termine, Star Wars è annoverabile più come un’avventura fantasy ambientata nello spazio. Tuttavia, nel corso degli anni ciò non ha mai impedito ai fan di entrambi i franchise – e a quanto pare neanche a Stewart – di confrontare le due realtà, sperando che ad un certo punto ci sarebbe potuto essere davvero un crossover.

Ben Affleck riflette sul futuro del cinema post-Covid

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Ben Affleck riflette sul futuro del cinema post-Covid

Ben Affleck ha parlato dell’attuale situazione delle sale cinematografiche messe in ginocchio dalla pandemia di Covid-19, spiegando che dal suo punto di vista l’emergenza sanitaria ha ucciso ogni possibilità di ripresa per i film indipendenti, e che il futuro delle sale sarà esclusivamente nelle mani dei grandi blockbuster.

Nel corso della sua carriera, Affleck ha sempre abbracciato un’idea di cinema a tutto tondo, prendendo parte tanto a blockbuster campioni d’incassi quanto a pellicole realizzate con budget meno dispendiosi. Intervistato di recente da EW, l’attore e regista ha condiviso i suoi pensieri in merito al futuro di Hollywood e allo scenario che si presenterà a livello mondiale dopo che la pandemia sarà ufficialmente cessata.

Secondo Affleck, il futuro delle sale cinematografiche sarà esclusivamente dei blockbuster, e che tutti gli altri film saranno destinati alle piattaforme di streaming. “Penso che dopo il Covid-19, film come The Town o Argo, tutti quelli che ho realizzato da regista, finiranno in streaming”, ha dichiarato l’attore. “Probabilmente ci saranno dai 20 ai 25 film all’anno che verranno distribuiti nelle sale e saranno tutti grandi film, che si tratti della Disney, del cinecomic Marvel o di Star Wars… film che possono comunque garantire incassi che, nella peggiore delle ipotesi, si aggirano sul mezzo miliardo di dollari.”

Poi aggiunge: “Penso che sarà molto, molto difficile per i film drammatici o per i film a medio budget tipo The Town trovare uno spazio in sala. Vedremo o film giganteschi che verranno distribuiti su larga scala o film piccoli che magari troveranno posto in alcuni cinema per questioni di prestigio e poi verranno proposti direttamente sulle piattaforme di streaming. Ognuno può trarre le sue conclusioni in merito, ma nel bene o nel male penso che sarà questa la direzione dell’industria. Io mi baso su ciò che sto vedendo attualmente… e anche sull’esperienza che ho avuto quando ho fatto i miei film da regista.”

I prossimi progetti di Ben Affleck

Ricordiamo che tra i prossimi progetti di Ben Affleck figurano Deep Water, thriller erotico di Adrian Lyne in cui l’attore reciterà al fianco di Ana de Armas, e The Last Duel, il nuovo dramma storico di Ridley Scott in cui vedremo Affleck recitare insieme a Matt Damon e Adam Driver. Inoltre, come confermato di recente, l’attore tornerà a vestire i panni di Batman in The Flash di Andy Muschietti.

Dylan McDermott: 10 cose che non sai sull’attore

Dylan McDermott: 10 cose che non sai sull’attore

Amatissimo dal pubblico sin dalle sue prime apparizioni sul grande e piccolo schermo, negli ultimi anni Dylan McDermott è tornato alla ribalta partecipando ad alcuni entusiasmanti progetti televisivi.

Ma adesso scopriamo insieme tutto quello che c’è da sapere su Dylan McDermott, sulla sua movimentata vita privata e sulla sua lunghissima carriera divisa tra cinema e tv.

Dylan McDermott vita privata: un inizio difficile

10. Nato il 2 ottobre del 1961 a Waterbury, in Connecticut, Stati Uniti, Dylan McDermott è figlio di Diane Marino, di origini italo-britanniche, e Richard McDermott di origini irlandesi. Dylan nasce quando i suoi genitori hanno rispettivamente 15 e 17 anni, ancora troppo giovani per affrontare tutte le difficoltà della vita di coppia.

Dopo soli sei anni, infatti, nel 1967, Diane e Richard divorziano e Dylan, insieme alla sorella minore Robin, va a vivere con sua madre. La separazione dei genitori causa a entrambi i figli molto dolore ma purtroppo il destino continua ad accanirsi sulla famiglia. Il 9 febbraio di quello stesso anno, purtroppo, Diane Marino viene uccisa da John Sponza, l’allora compagno della donna. Nonostante Sponza abbia sempre sostenuto che la donna si fosse sparata accidentalmente mentre stava pulendo la pistola, la polizia non ha mai creduto alla sua versione. John Sponza, infatti, all’epoca era legato alla criminalità organizzata e pochi anni più tardi, nel 1972, venne trovato ucciso da un colpo di pistola nel bagagliaio di un’auto a Waltham, in Massachusetts.

Quando la madre muore, Dylan ha solo 5 anni e, insieme alla sorella Robin, viene affidato alla nonna materna, Avis Rogers Marino. A Waterbury, McDermott continua a studiare e si diploma alla Holy Cross High School. Nel frattempo, Dylan riallaccia i rapporti con suo padre Richard, ormai al suo terzo matrimonio, che vive e lavora nel quartiere newyorkese di Greenwich Village. La terza moglie di suo padre, appena ventitreene, è la drammaturga femminista Eve Ensler, autrice dei famosi Monologhi della Vagina. Sarà proprio quest’ultima, riconoscendo il talento di Dylan, a incoraggiarlo a intraprendere la carriera d’attore.

Dopo l’ennesimo divorzio del padre, Dylan decide di cambiare il suo nome di battesimo da Mark a Dylan, in onore al figlio mai nato di Eve e suo padre.

Dylan McDermott film

9. Grazie all’incoraggiamento della matrigna Eve Ensler, Dylan comincia a studiare recitazione e a partire dal 1987 inizia a ottenere i primi ingaggi per il grande schermo. Tra la fine degli anni ottanta e l’inizio degli anni novanta, Dylan McDermott partecipa a film come Hamburger Hill: collina 937 (1987), Blue Iguana (1988), Twister (1989), Fiori d’acciaio (1989), Hardware – Metallo letale (1990), Diario di un assassino (1991), Nel centro del mirino (1993), Miracolo nella 34ª strada (1994), Mister Destiny (1995) e A casa per le vacanze (1995) – diretto da Jodie Foster.

Tra questi film, i più importanti – o comunque quelli che il pubblico ricorda con più attaccamento – sono Miracolo nella 34ª strada, grande classico natalizio per famiglie, e ovviamente Fiori d’Acciaio. Quest’ultimo, diretto da Herbert Ross nel 1989, è un film molto importante per Dylan McDermott, sia per la sua carriera che per la sua vita privata.

Il film – tratto dall’omonimo dramma teatrale di  Robert Harling, anche sceneggiatore del film – racconta della vita di un gruppo di donne, nella cittadina immagina di Chinquapin, in Louisiana, che passa il tempo a spettegolare nel salone di belleza di Truvy Jones (Dolly Parton). Oltre alla proprietaria del salone, di questo gruppo fanno parte la vedova Louise “Ouiser” Boudreaux (Shirley MacLaine) e la sua amica Clairee Belcher (Olympia Dukakis), la devota aiutante di Truvy, Annelle (Daryl Hannah), la signora Mary Lynn Eatenton (Sally Field) e sua figlia Shelby (Julia Roberts). Queste donne sono tutte molto diverse tra loro ma accomunate da problemi quotidiani.

La grave malattia di Shelby e i tragici eventi che ne seguiranno, metteranno a dura prova le donne del gruppo che dovranno farsi forza l’una con l’altra per andare avanti senza spezzarsi, proprio come dei Fiori d’Acciaio.

Dylan McDermott e Julia Roberts in Fiori d’Acciaio

8. Nel film, diventato un classico del cinema degli anni ottanta, Dylan McDermott interpreta Jackson Latcherie, marito di Shelby, interpretata a sua volta da un giovanissima Julia Roberts. I due attori, che nel film interpretano la perfetta coppia del sud nonostante i continui drammi familiari, divennero all’epoca una coppia anche nella vita reale.

Grazie al loro incontro sul set di Fiori d’Acciaio, Dylan e Julia cominciano infatti a frequentarsi, facendo impazzire i paparazzi e i giornali scandalistici dell’epoca. Nonostante siano una coppia molto affiatata sia sul lavoro che nella vita privata, la loro storia non dura che pochi mesi.

I due si conoscono, infatti, nel 1988, durante le riprese del film e da subito tra loro nasce qualcosa. Il loro rapporto, definito come molto intenso e passionale, si esaurisce purtroppo quasi subito. Pare sia stata Julia Roberts, definita troppo volubile dai giornali dell’epoca, a dire basta e a lasciare Dylan dopo pochi mesi di fidanzamento.

Nonostante pare fosse un’ abitudine quella della Roberts di cambiare spesso partner, nessuno dei suoi fan prese molto bene la rottura con McDermott. Il motivo di un così repentino cambio di rotta, viene rivelato qualche tempo più tardi. Julia Roberts annuncia pochi mesi dopo il suo fidanzamento ufficiale con l’attore Kiefer Sutherland che abbandona successivamente nel bel mezzo dei preparativi del matrimonio, per fuggire con un nuovo amore, Jason Patrick. [fonte: La Repubblica]

Dylan McDermott filmografia

7. Tra gli anni novanta e duemila, Dylan McDermott partecipa a tantissimi progetti cinematografici tra i quali ricordiamo Solo se il destino (1997), Appuntamento a tre (1999), Texas Rangers (2001), Party Monster (2003) Wonderland – Massacro a Hollywood (2003), La maga delle spezie (2005), The Messengers (2007), Have Dreams, Will Travel (2007), Mercy (2009), Noi siamo infinito (2012), Candidato a sorpresa (2012), Attacco al potere – Olympus Has Fallen (2013), Freezer (2013), Comportamenti molto… cattivi (2014), Automata (2014), Mercy (2014), Survivor (2015) e Amore inaspettato (2017).

Nella maggior parte di questo film, Dylan interpreta un ruolo secondario tranne che in un caso. Nel film del 2013, Freezer, l’attore finalmente si mette alla prova con un ruolo da protagonista.

Diretto da Mikael Salomon, Freezer è un thriller che racconta la storia di Robert Saunders (Dylan McDermott), che si sveglia legato e rinchiuso in una cella frigorifera.

Robert non ricorda nulla di come si arrivato lì ma solo di essere andato a cena con la sua ragazza e di essersi risvegliato nella cella. Poco dopo scopre però di essere stato rapito da due mafiosi russi convinti che sia stato proprio lui a sottrarre loro ben 8 milioni di dollari. Saunders non ha idea di cosa stiano parlando i due mafiosi ed è convinto si tratti di uno scambio di persona. L’uomo dovrà quindi trovare il modo per uscire dalla sua prigione di ghiaccio prima di morire congelato o di essere torturato dai mafiosi russi.

Dylan McDermott serie tv

6. Parallelamente alla sua carriera cinematografica, Dylan McDermott si dedica anche alla televisione. I suoi primi esperimenti televisivi risalgono alla fine degli anni novanta quando per la prima volta compare sul piccolo schermo nel film The Neon Empire (1989), diretto da Larry Peerce. Qualche anno più tardi, nel 1991, è la volta di un secondo film, sempre per la tv, dal titolo Terre Desolate (Into The Badlands), diretto da Sam Pillsbury.

Dopo aver testato le sue capacità in un paio di film per il piccolo schermo, Dylan comincia ad accettare i suoi primi ruoli in alcune serie tv di successo come I Racconti della Cripta (1992), Ally McBeal (1998) e Will & Grace (2003). Nel 1997, arriva per lui il primo ruolo importante nella serie The Practice – Professione Avvocati.

5. La serie, creata da David E. Kelley per la ABC, racconta delle vicende di un gruppo di talentuosi avvocati penalisti della città di Boston. The Practice è andata in onda dal 1997 al 2004 per un totale di 8 stagioni e 168 episodi. Dylan McDermott nella serie interpreta l’avvocato Bobby Donnell, uno dei personaggi principali, e compare in ben 147 episodi. Considerato regular fino alla settima stagione, nell’ottava e ultima, invece, passa al ruolo di semplice guest star. In The Practice, McDermott recita al fianco di attori come James Spader, Jessica Capshaw, Ron Livingston, Camryn Manheim e molti altri ancora.

Dylan McDermott in AHR – American Horror Story

4. Dopo aver militato in alcune serie tv americane come Big Shots (2007-2008), Dark Blue (2009-2010), Hostages (2013-2014), Stalker (2014-2015) e LA to Vegas (2018), Dylan si dedica a un progetto assai ambizioso.

Nel 2011, Ryan Murphy e Brad Falchuck, autori della fortunata serie Glee, creano per il network della FX, una serie tv horror dal titolo American Horror Story. La serie è stata ideata in modo tale che ognuna delle sua stagione sia autoconclusiva e abbia trama, personaggi e ambientazioni differenti. Il cast della serie raramente cambia ma gli attori interpretano ruoli diversi a seconda delle stagioni.

Dylan McDermott, un po’ come alcuni dei suoi colleghi, ha partecipato a quattro stagioni differenti di American Horror Story che nello specifico sono Murder House (stagione 1), Asylum (stagione 2), Apocalypse (stagione 8) e 1984 (stagione 9). Tuttavia, i ruoli più complessi e duraturi per l’attore sono stati quelli delle prime due stagioni.

American Horror Story – Murder House

In Murder House, Dylan interpreta il dottor Benjamin Harmon, un psichiatra di Boston che vive con la moglie Vivien e sua figlia Violet. A seguito dell’aborto spontaneo di sua moglie, i coniugi entrano in crisi e Ben si lascia andare ad una relazione extraconiugale con una sua studentessa, Hayden McClaine. Quando però la ragazza resta incinta di suo figlio, per paura di essere scoperto, Ben decide di trasferirsi a Los Angeles con la sua famiglia per cambiare vita.

Ma i problemi purtroppo lo seguono da Boston fino alla west coast. Qui la famiglia compra una casa che più tardi si scopre essere infestata e in cui succedono cose molto strane e pericolose. A complicare ulteriormente la vita di Ben c’è la sua ex amante Hayden che, decisa a interrompere la gravidanza, ha bisogno del supporto emotivo ed economico di Ben.

American Horror Story – Asylum

Se Muder House è ambientata nella California dei giorni nostri, la seconda stagione di American Horror Story, Asylum, si svolge invece contemporaneamente due epoche molte lontane tra loro.

Una coppia di giovani amanti è in vista al manicomio di Briarcliff, luogo ormai chiuso e in rovina da molto tempo. La coppia, amante della macabro, non vede l’ora di visitare le tetre stanze abbandonate della struttura che ha la fama di essere un posto infestato dai fantasmi dei suoi pazienti. Il manicomio, infatti, fu chiuso a causa dell’altissimo numero di decessi tra i suoi pazienti, tutte morti avvenute in modalità assai ambigue. Durante la loro visita di piacere, gli amanti faranno purtroppo la conoscenza del malvagio killer incappucciato…

Un flashback ci riporta al 1964, anno in cui il manicomio di Briarcliff è in piena attività. La struttura è gestita da Sorella Jude e da Monsignor Timothy, che hanno creato un clima di assoluto terrore tra i pazienti.

A Briarcliff ci sono tantissime persone rinchiuse, come il giovane Kit Walker, accusato di essere il serial killer “Bloody Face”; Grace Bentrand, una psicopatica che ha trucidato la sua famiglia; e Lana Winters, una giornalista rinchiusa con la sola colpa di essersi dichiarata lesbica. Tuttavia, a far più paura dei pazienti, sono proprio le persone che gestiscono la struttura. Tra questi ci sono il dottor Arden che si diverte a fare trani esperimenti sui paziente e che pare nasconda un passato da nazista; e Sorella Mary Eunice, apparentemente innocua ma in preda a possessioni demoniache.

In Asylum, Dylan McDermott interpreta Johnny Morgan, figlio di Oliver Thredson, medico ultimo arrivato a Briarcliff, e di Lana Winters. Dopo aver passato la sua infanzia a scuoiare e torturare piccoli animali, rimbalzando così tra le tante famiglie adottive, da adolescente diventa un piccolo criminale e viene arrestato.

Dylan McDermott in The Politician

3. La collaborazione tra Dylan e Ryan Murphy e soci continua anche nel 2019 quando l’attore viene scelto per entrare a far parte del cast della nuova serie The Politician, creata in esclusiva per Netflix.

Creata da Ryan Murphy, Brad Falchuck e Ian Brennan – trio inseparabile sin dai tempi d’oro di GleeThe Politician racconta la storia di Payton Hobart (Ben Platt), uno studente del liceo di Santa Barbara deciso a diventare presidente del corpo studentesco. Le aspirazioni di Payton, tuttavia, non si limitano solo al controllo del liceo; il ragazzo sogna infatti di poter diventare un giorno il nuovo Presidente degli Stati Uniti.

Deciso a realizzare i suoi sogni un passo alla volta, Payton comincia la sua campagna elettorale nella scuola di Saint Sebastian, ma c’è chi è pronto a tutto pur di far naufragare i suoi piani mettendogli i bastoni tra le ruote. Il ragazzo dovrà quindi lottare per arrivare al traguardo e capire che nel mondo della politica non sempre si può giocare pulito.

Nella serie – arrivata a 2 stagioni e 15 episodiDylan McDermott interpreta Theo Sloane, padre di Astrid Sloane, fidanzata di River Barkley, sfidante di Payton alle elezioni. Pur non avendo un ruolo principale nella serie, il personaggio di Theo è fondamentale poiché riesce sempre a influenzare il comportamento della figlia. Lui è un uomo affascinante, arrogante, ricco e sicuro di sé, un uomo che fa di tutto per ottenere ciò che vuole. Astrid, al contrario, è meno combattiva, atteggiamento che manda il padre su tutte le furie. In uno degli episodi chiave della stagione Theo dice alla figlia:

“Sei una che molla, una perdente e la più grande delusione della mia vita” [fonte: Fandom]

Dylan McDermott in Hollywood

2. Squadra che vince non si cambia. Ne sa qualcosa Ryan Murphy che nel 2020, ancora un volta, arruola Dylan McDermott per una nuova miniserie, sempre targata Netfix, dal titolo Hollywood.

Creata dall’imbattibile coppia Murphy-Brennan, la miniserie in sette puntate, è ambientata nella Hollywood del secondo dopoguerra e segue le vicende di attori, autori e registi emergenti che lottano contro i pregiudizi delle major. Mescolando storie e leggende della Hollywood degli anni d’oro, Ryan Murphy riscrive la storia del cinema dando al pubblico un finale alternativo.

La serie, con l’aiuto dei suoi personaggi così bizzarri e coloriti, affronta con leggerezza alcuni dei temi più scottanti dei nostri giorni e della Hollywood di quegli anni. Si parla di prostituzione, di razzismo, di corruzione e ingiustizia sociale e di come, a volte, scegliere la strada più difficile sia l’unica cosa saggia da fare.

Nella miniserie Hollywood, Dylan McDermott interpreta l’eccentrico Ernest “Ernie” West, proprietario di una stazione di servizio, attività di copertura per la sua rete di prostituzione. Ispirato a Scotty Bowers – un ex marine diventato il magnaccia più famoso di Hollywood dagli anni quaranta agli ottanta -, il personaggio di Ernie assume giovani ragazzi di bell’aspetto per lavorare alla pompa di benzina e vendere il proprio corpo al migliore offerente.

Dylan McDermott oggi

1. Grazie ai suoi ultimi ruoli nelle serie AHS, The Politician e Hollywood, Dylan McDermott oggi è di nuovo sulla cresta dell’onda. L’attore è infatti impegnato con due progetti molto importanti, un film e un cortometraggio, che dovrebbero arrivare nelle sale a partire dal 2021.

Il cortometraggio, dal titolo Proof of Loss, racconta la storia di una famiglia devastata dalla perdita della propria causa, bruciata in un enorme incendio. Si parla dell’elaborazione del lutto e della difficile ricostruzione dell’equilibro emotivo di un intero nucleo familiare. Il secondo progetto di Dylan, invece, riguarda il film dal titolo King Richard, un biopic che racconta della vita d Richard Williams, padre e allenatore delle superstar del tennis Venus e Serena Williams.

Purtroppo, a causa della pandemia di Coronavirus ancora in corso, non sappiamo ancora quando questi due progetti saranno rilasciati. Tuttavia, se volete essere sempre informati sulla vita privata e professionale di Dylan McDermott, vi consigliamo di seguire il suo account Instagram, costantemente in aggiornamento.

 

Fonte: Wiki, IMDB, Fandom, La Repubblica

Black Widow slitta a Maggio 2021, tutte le nuove uscite Disney

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Black Widow slitta a Maggio 2021, tutte le nuove uscite Disney

Come riportato da Deadline, i Walt Disney Studios hanno annunciato le nuove date di uscita dei loro prossimi progetti, alcuni dei quali sarebbero dovuti arrivare nelle sale già quest’anno, ma che alla fine sono stati posticipati a causa della pandemia di Covid-19. Partiamo subito da Black Widow, l’attesissimo cinecomic Marvel con Scarlett Johansson, che non arriverà più nelle sale il prossimo 6 Novembre ma bensì il 7 Maggio del 2021.

Il film inaugurerà ufficialmente la Fase 4 del MCU e di conseguenza sono stati posticipati anche i successivi due cinecomic che sarebbero dovuti arrivare subito dopo Black Widow: stiamo parlando de Gli Eterni, che dal 12 Febbraio 2021 slitta adesso al 5 Novembre 2021, e di Shang-Chi and the Legends of the Ten Rings, che dal 7 Maggio 2021 arriverà adesso al cinema il 9 Luglio 2021.

Per quanto riguarda gli altri titoli, l’uscita di Soul, il nuovo film d’animazione Disney e Pixar, sembra essere confermata per il prossimo 20 Novembre (il film non arriverà su Disney+ come ipotizzato nelle ultime settimane, ma uscirà al cinema), mentre Assassinio sul Nilo di Kenneth Branagh è stato leggermente posticipato: dal 23 Ottobre di quest’anno, il film uscirà adesso il 18 Dicembre. Per quest’anno resta confermato anche Free Guy – Eroe per gioco con Ryan Reynolds, che uscirà l’11 Dicembre.

Ancora, The King’s Man – Le Origini, il prequel della saga di Kingsman con Ralph Fiennes, arriverà il 12 Febbraio 2021, mentre l’attesissimo West Side Story di Steven Spielberg è stato posticipato di un anno: inizialmente previsto per il prossimo 18 Dicembre, il nuovo adattamento del celebre musical arriverà adesso nelle sale il 10 Dicembre 2021.

La regia di Black Widow è stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme a Scarlett Johansson ci saranno anche David HarbourFlorence Pugh e Rachel Weisz.

In Black Widow, quando sorgerà una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni prima che diventasse un membro degli Avengers.

Rambo: le curiosità sulla saga con Sylvester Stallone

Rambo: le curiosità sulla saga con Sylvester Stallone

Nato come film per denunciare una volta di più gli orrori della guerra in Vietnam, Rambo è in breve diventato un grande classico, nonché uno dei più apprezzati film del suo anno, il 1982. È inoltre il film che, insieme a Rocky, ha contribuito a lanciare la carriera dell’attore Sylvester Stallone. Oggi inserito tra i più grandi personaggi della storia del cinema, il combattivo veterano si è visto diventare protagonista di un’intera saga, oggi composta da ben 5 film realizzati tra il 1982 e il 2019.

La sua storia ha però origine nel romanzo del 1973 Primo sangue, dello scrittore David Morrell. Quando ne vennero acquisiti i diritti, per i produttori fu subito chiaro che a ricoprire il ruolo del protagonista sarebbe dovuto essere Stallone. A lui fu inoltre permesso di collaborare alla sceneggiatura, e durante la scrittura di questa si operarono una serie di cambiamenti volti a rendere il film meno violento rispetto al testo letterario. Riscontrando poi un grandissimo successo di critica e pubblico, lo studios di produzione decise di dar vita ad una trilogia, composta da Rambo 2 – La vendetta (1985) e Rambo III (1988).

A distanza di vent’anni da quest’ultimo capitolo, il personaggio è infine stato riportato sul grande schermo per un quarto capitolo, intitolato John Rambo (2008). Ma la saga non si concludeva lì, e nel 2019 è infatti stato rilasciato Rambo: Last Blood, che apparentemente potrebbe essere il capitolo conclusivo della saga. Nel corso degli anni il personaggio è certamente evoluto e cambiato, ma il senso generale della sua storia è rimasto presente in ognuno dei suoi film. Le cicatrici che il veterano si porta dietro dal Vietnam non guariscono, rimangono vive sul suo corpo e nella sua mente, diventando un monito per tutti.

Rambo: la trama dei film

Rambo (1982)

Il primo film introduce il protagonista: il veterano della guerra del Vietnam John Rambo. A sette anni dal suo congedo, questi giunge in una piccola cittadina per fare visita ad un vecchio commilitone. Qui scopre con profonda tristezza che il suo amico è morto di cancro a causa dell’esposizione a un erbicida durante la guerra. Ritrovatosi sempre più solo, Rambo inizia allora un innocuo vagabondaggio nella piccola città. La sua presenza non è però ben vista dal violento e arrogante sceriffo Will Teasle, che finisce per arrestarlo. Portato alla stazione di polizia, Rambo subisce le angherie e i soprusi degli ufficiali. Tale violenza risveglia però in lui il ricordo delle torture subite come prigioniero di guerra.

Assalito da tali memorie, Rambo inizia a ribellarsi alla brutalità dei poliziotti, dimostrando una forza immane e una grande capacità di rispondere agli attacchi. In breve, riesce a fuggire dalla stazione, dirigendosi poi nel bosco. Lo sceriffo non è però intenzionato a lasciarlo a piede libero, e scatena così tutto il corpo di polizia a disposizione contro di lui. Nel frattempo, Teasle scopre la vera identità dell’uomo e di cosa egli sia capace. Se quanto viene detto di Rambo è vero, nessuno ha alcuna possibilità contro di lui in un territorio a lui famigliare come quello del bosco. Ma lo sceriffo non sembra disposto ad arrendersi. La sua arroganza sarà però la sua rovina, poiché nessuno è veramente attrezzato per dare la caccia al letale Rambo.

Rambo 2 – La vendetta (1985)

Nel primo dei sequel, John Rambo si ritrova condannato e costretto ai lavori forzati per via di quanto compiuto nel precedente film. La sua sorte cambia però nel momento in cui il colonnello Trautman gli offre l’opportunità di tornare in Vietnam per una nuova missione. Rambo, che nella sua testa non ha mai realmente abbandonato la giungla vietnamita, decide di accettare l’incarico. Istruito sulla sua missione, che prevede il recupero di alcuni prigionieri statunitensi, egli si reca dunque sul luogo. Una volta lì, Rambo viene messo in contatto con Co Bao, una ragazza vietnamita che lavora però per il governo americano.

Grazie a lei, Rambo riesce ad infiltrarsi in uno dei campi di concentramento, dove trova numerosi prigioni in situazioni disperate. Davanti a quegli orrori, il soldato decide di disubbidire agli ordini, e si impegna per salvare uno dei prigionieri. Tentando di riportarlo alla base americana, Rambo e Co Bao vengono però traditi da uno dei loro alleati, che li vende al nemico in cambio della libertà. I tre riescono però a sfuggire alla trappola, nascondendosi nella giungla. Ben presto, Rambo capirà di essere stato abbandonato da Trautman e dall’esercito. Per sopravvivere dovrà ora fare affidamento a tutte le sue capacità, poiché nella giungla è estremamente facile cadere nella trappola dei soldati vietnamiti.

Rambo III (1988)

Con il terzo film della serie, scopriamo che ora Rambo vive in Thailandia, dove si è recato per cercare una nuova pace interiore aiutato dai monaci buddhisti, ai quali in cambio offre aiuto nel restauro del loro monastero. Qui però il veterano non è dedito solo ad attività pacifiche. Egli partecipa infatti regolarmente a degli incontri di lotta, donando poi i soldi vinti ai suoi nuovi amici monaci. La sua tranquillità viene però nuovamente spezzata da una nuova visita di Trautman. Questi chiede infatti al soldato di prendere parte ad una missione in Afghanistan per fornire ai locali delle armi per combattere contro gli occupanti russi. Rambo però, memore delle esperienze precedenti, decide di rifiutare l’incarico.

Si troverà tuttavia a cambiare idea nel momento in cui verrà a sapere che Trautman è stato catturato dai russi. Si reca così in Pakistan, dove alleatosi con un gruppo di ribelli del luogo tenta un primo assalto per salvare il colonnello. L’attacco non va però nel migliore dei modi. Pur riuscendo a liberare Trautman, Rambo si ritrova con questi nel bel mezzo del nulla, lasciati a piedi dall’elicottero con il quale avevano tentato la fuga. Esposti agli attacchi del nemico, i due uomini dovranno ora cercare di sopravvivere in un territorio a loro pressoché sconosciuto. La loro unica salvezza sarà di nuovo le grandi doti da stratega di Rambo.

John Rambo (2008)

Sono passati ormai molti anni dalle sue ultime avventure. Rambo continua la sua pacifica vita lavorando su un battello al confine tra la Thailandia e la Birmania. Su questo riceve un giorno la visita di alcuni missionari, i quali gli chiedono di accompagnarli nel territorio birmano dove si sta svolgendo un conflitto, con l’intento di portare aiuti umanitari ai soldati. Inizialmente riluttante, Rambo infine accetta, consapevole che il territorio sia cosparso di pericolose mine antiuomo. A missione compiuta, scopre però che quello stesso gruppo di missionari è stato ora catturato e rinchiuso in un campo di prigionia. Insieme ad un gruppo di mercenari, il veterano parte allora in loro salvataggio.

La missione va a buon fine, e Rambo riesce a salvare il gruppo di ostaggi, che durante la loro prigionia avevano subito atroci torture. Durante la fuga, però, l’esercito birmano scopre l’accaduto ed organizza una tempestiva caccia all’uomo. Rambo è così costretto a rifugiarsi nella giungla, dove darà nuovamente prova delle sue capacità di sopravvivenza e combattimento. A finire nei guai sono però ora i mercenari che lo avevano aiutato nell’impresa. Il suo nuovo obiettivo sarà dunque ora quello di organizzare un ultimo colpo, annientando l’esercito birmano e salvando i suoi alleati.

Rambo: Last Blood (2019)

Decisosi a tornare negli Stati Uniti alla fine del precedente film, Rambo è ora in pace con sé stesso, e vive una nuova tranquillità nel suo ranch, dove vive insieme alla nipote di una sua cara amica. Quest’ultima è in procinto di partire per il college, e l’ormai anziano veterano già manifesta una certa malinconia per la cosa. Molto protettivo nei confronti della giovane, non riesce a vivere senza il terrore che qualcosa di brutto possa capitarle. Gli orrori visti nel corso della sua vita non possono infatti essere dimenticati. Una sera quanto da lui temuto si avvera. La ragazza non torna a casa, e Rambo inizia così subito a cercarla. Rivoltosi ad un’amica di lei, scopre che la nipote è stata venduta ad un cartello di trafficanti umani in Messico.

Imbracciata l’artiglieria pesante, si reca immediatamente nel paese, oltrepassando il pericoloso confine. Arriverà infine a rintracciare la giovane, ma il gruppo di messicani che la tiene in ostaggio si rivela essere più temibile del previsto. Ridotto in fin di vita, Rambo dovrà trovare un altro modo per penetrare nel lodo edificio e compiere la sua missione. Aiutato da una giornalista del luogo, che ha un conto in sospeso con il suddetto cartello, Rambo dimostrerà ancora una volta che nonostante l’età è ancora il più temibile dei guerrieri.

Rambo: i guadagni dei film al box office e dove vedere i film in streaming

Quella di Rambo è una delle serie cinematografiche di maggior successo della storia. Dato il grande successo dei film, questa si è posizionata infatti al 31° nella classifica delle saghe più redditizie di tutti i tempi. Il suo incasso complessivo è infatti quello di oltre 1.4 miliardi di dollari, a fronte di un budget totale di circa 220 milioni. Singolarmente, il primo film ha incassato circa 125 milioni nel mondo. Il primo dei sequel è ad oggi il film con il maggiore incasso, attestatosi intorno ai 300 milioni. Seguono i 189 milioni del terzo e i 113 milioni del quarto capitolo. Il quinto capitolo è invece stato il meno remunerativo, con un incasso globale di “soli” 91 milioni.

Per gli amanti della saga, o per chi volesse vederla per la prima volta, è possibile fruirne grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. I film di Rambo sono infatti presenti nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Microsoft Store, Apple iTunes, Now TV, Tim Vision, e Netflix. Per vederli, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale, avendo così modo di guardarli in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che con un abbonamento generale non si hanno tempi di scadenza entro cui guardare i film.

Fonte: IMDb

Il processo ai Chicago 7: trailer del film con Joseph Gordon-Levitt

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Netflix ha diffuso il trailer ufficiale di Il processo ai Chicago 7, il film scritto e diretto da: Aaron Sorkin, vincitore del Premio Oscar e dell’Emmy Award. Protagonisti di Il processo ai Chicago 7 un cast stellare composto da Sacha Baron Cohen, Joseph Gordon-Levitt, Frank Langella, Eddie Redmayne, Mark Rylance, Jeremy Strong, Yahya Abdul-Mateen II, Michael Keaton, John Carroll Lynch e Alex Sharp. Il processo ai Chicago 7 sarà disponibile in streaming su Netflix dal 16 ottobre.

Quella che doveva essere una manifestazione pacifica alla convention del partito democratico statunitense del 1968 si è trasformata in una serie di scontri violenti con la polizia e la Guardia nazionale. Gli organizzatori delle proteste, tra cui Abbie Hoffman, Jerry Rubin, Tom Hayden e Bobby Seale, sono stati accusati di cospirazione e incitamento alla sommossa in uno dei processi più noti della storia americana. Prodotto da: Marc Platt, Stuart Besser, Matt Jackson e Tyler Thompson

Humans, la serie tv: stagioni, episodi, trama, cast e dove vederla

Humans è la serie di fantascienza creata dal team britannico Sam Vincent e Jonathan Brackley, per Channel 4 basata sul dramma di fantascienza svedese Real Humans. la serie esplora i temi dell’intelligenza artificiale e della robotica, concentrandosi sull’impatto sociale, culturale e psicologico dell’invenzione dei robot antropomorfichiamati “sintetizzatori”. La serie è prodotta congiuntamente da AMC negli Stati Uniti e da Channel 4 e Kudos nel Regno Unito. In Italia è stata acquistata e trasmessa da Tim Vision.

Humans: dove vederla in streaming

La serie Humans  in streaming in Italia è disponibile su Tin Vision

Humans: la trama e il cast

In un futuro parallela contemporanea, il dispositivo tecnologico più in voga del momento è il cosiddetto synth, un avanzato androide dalle sembianze molto simili a quelle umane, ideato allo scopo di diventare un badante domestico per famiglie o un operaio per compiti più umili. Persone come George Millican, un anziano rimasto vedovo, lo usano non solo per essere aiutati nella vita quotidiana, ma anche come un dispositivo da compagnia, verso il quale può svilupparsi un legame affettivo. Nel Regno Unito una famiglia dei sobborghi, la famiglia Hawkins, ne compra uno ricondizionato, scoprendo presto che tale modello possiede capacità molto più avanzate di quelle pubblicizzate, comportandosi e pensando in modo simile ad un essere umano, con una propria volontà.

Il synth degli Hawkins non è l’unico esemplare con tale caratteristica, ma è membro di un ristretto gruppo di dispositivi che alcuni, come Leo, figlio del professore che ha ideato il codice in grado di far sviluppare una libera volontà ai robot, cercano di proteggere, mentre altri, in particolare l’ingegnere Edwin Hobb, cercano di neutralizzare profetizzando un’imminente singolarità tecnologica.

In Humans protagonisti sono Manpreet Bachu nei panni di Harun Khan (serie 1), un’amica di Mattie, che la aiuta ad hackerare i sintetizzatori. Emily Berrington nei panni di Niska, un sintetizzatore consapevole costruito da David Elster per essere la sorella di Leo. Ruth Bradley nel ruolo di Karen Voss (serie 1–3), un ispettore investigativo e partner del sergente investigativo Pete Drummond. Lucy Carless nel ruolo di Mattie Hawkins, la figlia adolescente di Laura e Joe. Gemma Chan come Anita / Mia, un synth servile appartenente alla famiglia Hawkins. Pixie Davies nei panni di Sophie Hawkins, la figlia minore di Laura e Joe. Jack Derges nel ruolo di Simon (serie 1), l’attraente assistente sintetizzatore e fisioterapista di Jill Drummond.

Sope Dirisu nel ruolo di Fred (serie 1), un sintetizzatore consapevole costruito da David Elster per essere un fratello di Leo. Rebecca Front nei panni di Vera (serie 1), un sintetizzatore medico del NHS che dovrebbe sostituire Odi come badante di George Millican. Tom Goodman-Hill nel ruolo di Joe Hawkins, il marito di Laura. Jill Halfpenny nel ruolo di Jill Drummond (serie 1), la moglie disabile di Pete. Ivanno Jeremiah come Max, sintetizzatore e confidente cosciente di Leo Elster, costruito da David Elster per essere un fratello di Leo. Neil Maskell nei panni di Pete Drummond (serie 1–2), un infelice sergente detective della Special Technologies Task Force che è sempre stato sospettoso dei sintetizzatori.

Colin Morgan nei panni di Leo Elster, figlio di David Elster, un fuggitivo in parte sintetizzatore ritenuto dal resto del mondo morto in un incidente d’auto; Katherine Parkinson  nei panni di Laura Hawkins, un avvocato e madre di tre figli che si sente a disagio con i sintetizzatori. Theo Stevenson  nei panni di Toby Hawkins, il figlio adolescente di Laura e Joe, che è attratto ed è diventato protettivo nei confronti di Anita. Will Tudor  nel ruolo di Odi (serie 1–2), il malfunzionante assistente di sintetizzatori di George Millican. Danny Webb nel ruolo di Edwin Hobb (serie 1–2), un ricercatore di intelligenza artificiale. William Hurt  nei panni di George Millican (serie 1), un ricercatore di intelligenza artificiale in pensione e vedovo che soffre di perdita di memoria e disabilità fisiche secondarie a un ictus.

Marshall Allman nei panni di Milo Khoury (serie 2), Sonya Cassidy nei panni di Hester (serie 2), Carrie-Anne Moss nei panni di Athena Morrow (serie 2) Billy Jenkins nel ruolo di Seraph Sam. Holly Earl come Agnes (serie 3), Ukweli Roach come Anatole (serie 3), Mark Bonnar nel ruolo di Neil Sommer (serie 3), Dino Fetscher nel ruolo di Stanley (serie 3) e Phil Dunster nel ruolo di Tristan (serie 3).

Humans 3 stagione

Humans 3

Terza stagione per la serie di fantascienza che ci porta nel mondo dei synth, androidi umanoidi creati da David Elster. Un anno dopo “Day Zero”, in cui migliaia di umani e androidi sono morti dopo la distribuzione del codice di coscienza, i synth senzienti sono stati segregati in una comunità guidata da Max, Mia e Flash, mentre Laura, separata da Joe, si impegna per i loro diritti. Nel frattempo entrano in scena nuovi synth dagli occhi arancioni.

  • Stagione 3 episodio 1 – Un anno dopo l’alba della coscienza del synth, Leo è ancora in coma, lasciando Max, Mia e Flash a mediare una difficile pace con lo spaventoso mondo umano. La lotta di Laura per i diritti di synth riceve una spinta inaspettata.
  • Stagione 3 episodio 2 – Un raid della polizia nel Railyard lascia Max alle prese con la caduta della sua decisione di vita o di morte. La situazione peggiora quando Agnes inizia una campagna antiumana. Laura scopre un’operazione che potrebbe minacciare la sopravvivenza del sintetizzatore.
  • Stagione 3 episodio 3 – Laura lotta per scoprire la verità sull’operazione Basswood; Mattie e Leo confrontano i loro sentimenti l’uno per l’altro.
  • Stagione 3 episodio 4 – Laura conduce una visita tesa della Commissione Dryden al Railyard, ma la rabbia di Agnes potrebbe minacciare il successo. Mia affronta il suo passato quando incontra Ed. Una serata fuori si trasforma in tragedia.
  • Stagione 3 episodio 5 – Le verità vengono rivelate e piani pericolosi vengono messi in atto al Railyard.
  • Stagione 3 episodio 6 – Laura e Leo scoprono verità scioccanti e dolorose; Niska continua il suo viaggio misterioso.
  • Stagione 3 episodio 7 – Laura vacilla dalla sua decisione straziante; Il viaggio di Niska prende una svolta inaspettata.
  • Stagione 3 episodio 8 – Umani e sintetizzatori vanno testa a testa; Laura, Niska e Mattie devono affrontare decisioni importanti.

Humans 2 stagione

Humans 2 stagione

Seconda stagione per la serie di fantascienza che ci porta nel mondo degli androidi. I “synth”, i robot umanoidi creati da David Elster, si trovano in una nuova e spaventosa condizione ed in perenne fuga da un mondo che non capiscono. Avranno il coraggio di scegliere di essere umani in tutto e per tutto? In questa stagione troviamo anche Carrie-Ann Moss (”Matrix”) nel ruolo della dottoressa Athena.

  • Stagione 2 episodio 1 – Niska vive come una fuggitiva a Berlino, mentre gli altri Synth sono a terra nel Regno Unito.
  • Stagione 2 episodio 2 – Karen e Pete scoprono che un Synth speciale viene venduto al mercato nero; Mia rischia di svelare il suo segreto per aiutare Ed.
  • Stagione 2 episodio 3 – Athena arriva nel Regno Unito; Iniziano le valutazioni della coscienza di Niska.
  • Stagione 2 episodio 4 – La relazione di Mia ed Ed è minacciata; Le cose sembrano cupe per Niska quando Laura chiama un testimone a sorpresa.
  • Stagione 2 episodio 5 – Mia è costretta a intraprendere un’azione drastica; Hester e Leo individuano il silo; Pete individua il prezioso Seraph rubato.
  • Stagione 2 episodio 6 – Athena sfida Milo sulla sua etica, ed è scioccata quando rivela il suo piano; Max avvia una nuova comunità di sintetizzatori.
  • Stagione 2 episodio 7 – Mattie chiede a Max di aiutare a salvare Leo dall’influenza di Hester; Toby riceve un messaggio inquietante.
  • Stagione 2 episodio 8 – Hester cerca vendetta su Leo; Karen prende la situazione nelle sue mani; Joe fa una confessione scioccante a Laura.

Humans 1 stagione

Humans 1 stagione

Avvincente serie britannica di fantascienza. Jo Hawkins decide di acquistare un ”synth”, cioè un androide con l’aspetto di una donna, senza consultare prima la moglie o la sua famiglia. Anita, così si chiama il robot, suscita una serie di inaspettate reazioni da parte dei figli mentre attraverso dei flashback si capisce il suo passato. Il ”synth” potrebbe sapere molto più di quello che sembra…

 

  • Stagione 1 episodio 1 – Laura Hawkins inizia a sospettare che ci sia qualcosa di insolito nella loro famiglia “Synth” Anita.
  • Stagione 1 episodio 2 – Niska organizza una brutale fuga dal bordello; Il segreto di Leo viene rivelato; George è inorridito all’idea di ricevere un nuovo Synth.
  • Stagione 1 episodio 3 – Anita salva la vita a Toby; George cerca di liberarsi; Pete è arrabbiato per l’omicidio del bordello.
  • Stagione 1 episodio 4 – Laura insiste che la famiglia porti Anita per il test; Leo si avvicina di un passo alla ricerca di Mia; Niska si vendica. Guarda su Prime Video incluso con Prime
  • Stagione 1 episodio 5 – Killer Synth è la notizia dell’ultima ora e il panico pubblico sta crescendo; Il segreto di Joe minaccia di distruggere la famiglia.
  • Stagione 1 episodio 6 – Con Joe in esilio ei bambini stanchi delle bugie dei genitori, Laura decide che è ora di dire la verità.
  • Stagione 1 episodio 7 – Karen si reca a casa di George per trovare Niska; Pete è determinato a scoprire chi è Karen.
  • Stagione 1 episodio 8 – Con i Synth in cattività, il devastato Hawkins si rende conto di quanto Mia significhi per loro.

Imprevisti Digitali: il trailer del film di Benoît Delépine e Gustave Kervern

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Officine UBU è lieta di rilasciare il trailer di IMPREVISTI DIGITALI (Effacer L’historique / Delete History) che, dopo il trionfo alla 70esima edizione della Berlinale, dove si è aggiudicato l’Orso d’Argento, arriva dal 15 ottobre al cinema. Il film è diretto dalla consolidata coppia di registi Benoît Delépine e Gustave Kervern che raccontano, con il loro stile libero e dissacrante, le disavventure di tre vicini di casa le cui vite vengono stravolte a causa della loro inettitudine nel rapportarsi con le nuove tecnologie.

IMPREVISTI DIGITALI è una commedia sociale dolce-amara, parzialmente ispirata al Movimento dei Gilet Gialli, che mette a fuoco in modo ironico e pungente alcune delle assurdità che caratterizzano la deriva digitale della società moderna, ormai globalizzata e intangibile.

Tre vicini di casa in un sobborgo francese si ritrovano coinvolti in una serie di imprevisti causati dalla loro inettitudine nel rapportarsi alle nuove tecnologie. Marie ha paura di perdere il rispetto di suo figlio a causa di un sex tape finito online, Bertrand s’invaghisce della voce di una centralinista e cerca di proteggere la figlia dal cyber bullismo e Christine, che ha perso il marito a causa della sua dipendenza dalle serie tv, è disposta a tutto per far aumentare la sua valutazione come autista privato. I tre si lanceranno così in una battaglia contro i giganti di internet. Una battaglia ben al di fuori della loro portata… forse.

IMPREVISTI DIGITALI arriverà al cinema distribuito da Officine UBU da giovedì 15 ottobre.

Marvel Fase 4: in che modo i film cambieranno il MCU

Marvel Fase 4: in che modo i film cambieranno il MCU

Parte dei titoli che compongono la Fase 4 del MCU cambieranno drasticamente l’universo cinematografico così come abbiamo imparato a conoscerlo fino ad oggi. Dopo la fine della Saga dell’Infinito, i Marvel Studios hanno ben pensato di prendersi una breve pausa; purtroppo, a causa della pandemia di Covid-19, questa pausa è durata ben più del previsto, dal momento che Black Widow non ha ancora debuttato al cinema (e quasi sicuramente verrà posticipato al 2021).

Nella Fase 4 del MCU troveremo un mix di sequel e storie originali. Ciò offrirà al pubblico e ai fan la possibilità di rivedere sul grande schermo personaggi a cui sono già affezionati e altri di cui farà la conoscenza per la prima volta (almeno da un punto di vista cinematografico). Al momento non sappiamo ancora quale sarà il nuovo assetto dei Vendicatori dopo i tragici eventi di Avengers: Endgame, né sappiamo come sarà il prossimo film interamente dedicato all’amatissima squadra. Questo, unito all’introduzione di tanti nuovi personaggi, porterà ad uno stravolgimento del franchise dal punto di vista narrativo.

Quando i Marvel Studios potranno ufficialmente dare il via alla Fase 4, data l’attuale crisi sanitaria globale, è ancora un mistero. C’è ancora la possibilità che la Fase 4 possa subire dei cambiamenti significativi, ma in base ai titoli che sono stati confermati ad oggi, Screen Rant ha provato a spiegare in che modo i prossimi film del MCU cambieranno l’assetto dell’universo condiviso:

Black Widow

Vedova NeraI Marvel Studios daranno ufficialmente il via alla Fase 4 con Black Widow, il film standalone dedicato a Vedova Nera, il personaggio interpretato da Scarlett Johansson. Diretto da Cate Shortland, il film ignorerà la morte di Natasha Romanoff avvenuta in Avengers: Endgame, dal momento che sarà ambientato tra gli eventi narrati in Captain America: Civil War e quelli in Avengers: Infinity War.

Il film ci permetterà di scoprire cosa è successo a Nat prima che entrasse a far parte dello SHIELD e prima che diventasse un Avenger, spiegando anche le ragioni di alcune scelte che ha fatto più avanti nel corso della sua vita. Probabilmente, i Marvel Studios utilizzeranno il film anche per giustificare la decisione di uccidere Natasha in Endgame, sicuramente uno dei momenti più tragici e controversi del blockbuster.

In relazione al futuro del MCU, il personaggio di Yelena Belova interpretato da Florence Pugh è pronta ad assumere l’identità di nuova Vedova Nera. Ciò significa che, anche se non sappiamo dove si trovava durante lo schiocco di Thanos, il personaggio assumerà un ruolo ancora più importante nei film a venire.

Eternals

gli eterniEternals di Chloe Zhao introdurrà ufficialmente una nuova squadra di supereroi all’interno del franchise che, apparentemente, esiste da migliaia di anni. Creati dai Celestiali, gli Eterni sono esseri potenti e immortali, cosa che giustificherà perché la narrazione del film si estenderà per secoli, nonostante la storia principale sarà ambientata ai giorni nostri.

I dettagli sulla trama del film non sono ancora stati svelati, né la campagna marketing del film – a causa della pandemia di Coronavirus – è ufficialmente partita. Tuttavia, è già stato anticipato che l’arrivo degli Eterni potrebbe cambiare in modo significativo la struttura del potere all’interno del MCU. La loro connessione con i Celestiali, d’altra parte, potrebbe rivelarsi un altro elemento fondamentale all’interno del film. I Marvel Studios potrebbero aver deciso di raccontare qualcosa di molto più complesso in relazione al loro legame, piuttosto che limitarsi a raccontare che i Celestiali sono i creatori degli Eterni.

Infine, data la sua narrativa tentacolare, può anche darsi che Eternals racconterà le origini di Thanos, un aspetto relativo al personaggio a cui non è stata prestata molta attenzione in Avengers: Infinity War. Tuttavia, Avengers: Endgame ha confermato che il Titano Pazzo, come nei fumetti, è il figlio di A’lars, un Eterno, collegandolo così in maniera efficace ai nuovi eroi in arrivo nel MCU.

Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings

Shang-Chi and the Legend of the Ten RingsShang-Chi and the Legend of the Ten Rings non solo introdurrà il primo eroe asiatico dell’intero franchise, ma rivisiterà anche l’esistenza del celebre Mandarino. Iron Man 3 di Shane Black ha usato il personaggio dell’antagonista come una sorta di stratagemma, ma come hanno appreso i fan grazie al corto della serie One Shot “All Hail the King”, il leader del terrorismo internazionale esiste davvero e la sua reale identità è pronta a debuttare nel film diretto da Destin Daniel Cretton.

Considerando la loro esistenza già nella Fase 1, i Dieci Anelli del titolo potrebbero essere coinvolti in molti eventi legati all’universo, operando nell’ombra finché non troveranno il momento giusto per emergere dalle loro attività sotterranee. Da lì, potrebbero rappresentare un formidabile gruppo malvagio all’interno del futuro del franchise.

A parte le implicazioni narrative di Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings nel MCU, il film giocherà anche un ruolo importante nei confronti della spinta alla diversità operata con intelligenza dai Marvel Studios negli ultimi anni. Dopo il successo di Black Panther di Ryan Coogler, l’introduzione di Shang Chi e tutti gli altri personaggi a lui collegati stabiliranno in maniera solida dei personaggi (e degli attori) asiatici all’interno del grande universo cinematografico. 

Spider-Man 3

Spider-Man: Homecoming sequel

Sebbene non sia stato rivelato molto sul terzo film ancora senza titolo dedicato a Spider-Man, nel precedessore Spider-Man: Far From Home abbiamo visto che la vera identità di Peter Parker (Tom Holland) è stata rivelata al mondo intero. Voci sempre più insistenti affermano che Kraven il Cacciatore sarà il principale antagonista del film. Supponendo che sia così, Spider-Man 3 potrebbe rappresentare il prossimo passo dei Marvel Studios e della Sony Pictures Entertainment nella creazione di un film interamente dedicato ai Sinistri Sei. Altri cattivi che potrebbero unirsi a Kraven nel gruppo sono già stati introdotti.

Spider-Man 3 potrebbe anche confermare la connessione tra il MCU e lo Spider-Verse ancora in sviluppo di Sony. Il primo trailer di Morbius con Jared Leto – in arrivo al cinema il prossimo anno – ha rivelato un legame tra i due franchise grazie ad un’apparizione di Adrian Toomes/Avvoltoio (Michael Keaton), ma non è ancora chiaro il modo in cui le due saghe si collegheranno. Il terzo film sull’Uomo Ragno potrebbe chiarire la questione una volta per tutte.

Thor: Love & Thunder

Thor: Love and ThunderIl regista Taika Waititi e Chris Hemsworth torneranno a lavorare insieme dopo il grande successo di Thor: Ragnarok. I dettagli sulla trama di Thor: Love & Thunder non sono ancora stati svelati in profondità, ma sappiamo per certo che Jane Foster (Natalie Portman) non soltanto tornerà nel MCU, ma assumerà anche il ruolo di “Mighty Thor”. Questo segnerà la sua prima apparizione nel franchise dai tempi Thor: The Dark World (per il suo cameo in Avengers: Endgame sono stati utilizzati del filmati inediti del film di Alan Taylor uscito nel 2013). Il prossimo arco narrativo di Jane dovrebbe trarre ispirazione proprio dalla serie a fumetti “Mighty Thor” di Jason Aaron, pubblicata tra il 2015 e il 2018. 

Con un nuovissimo Dio del Tuono nel MCU tramite il personaggio di Jane e con Valkyria (Tessa Thompson) che diventerà il nuovo Re ufficiale di Asgard (come confermato alla fine di Avengers: Endgame), il film di Waititi spiegherà anche quale sarà il ruolo dell’originale Thor di Hemsworth nel futuro dell’universo condiviso. L’attore australiano ha recentemente rivelato che Thor: Love & Thunder non sarà la sua ultima avventura nei panni dell’eroe: ciò significa che continuerà a svolgere un ruolo fondamentale nel MCU… bisognerà solo capire in che modo.

Doctor Strange in the Multiverse of Madness

Doctor Strange in the Multiverse of MadnessCome protettore della dimensione primaria del MCU, il lavoro di Doctor Strange (Benedict Cumberbatch) sarà ancora più significativo nella nuova avventura Doctor Strange in the Multiverse of Madness. Affidato a Sam Raimi dopo l’abbandono di Scott Derrickson (regista del primo film), il sequel esplorerà ulteriormente il Multiverso, come suggerisce anche il titolo. Ciò offrirà ai Marvel Studios una maggiore apertura narrativa che potrebbe in qualche modo permettere collegamenti con la famigerata introduzione gli X-Men e dei Fantastici Quattro nell’universo condiviso, ma anche con l’arrivo di altri personaggi come il Blade di Mahershala Ali

Doctor Strange in the Multiverse of Madness sarà anche il primo film a connettersi ad una delle serie Marvel in arrivo su Disney+, con il sequel che sarà narrativamente collegato a WandaVision e a Loki. Non si sa ancora se lo Stregone Supremo apparirà effettivamente nei suddetti programmi tv, ma anche se non farà un’apparizione fisica, sappiamo che gli eventi di quel film avranno un impatto su entrambe le serie. Ciò anticipa che le serie e il MCU saranno intimamente connessi d’ora in avanti.

Genesis 2.0, recensione del documentario di Christian Frei

Genesis 2.0, recensione del documentario di Christian Frei

Cosa hanno in comune i cercatori di “oro bianco” nelle sperdute isole della Nuova Siberia, a largo dell’Oceano Artico, il direttore del Museo del Mammut, un genetista di Harvard, il pioniere sud coreano della clonazione e un centro di sequenziamento del DNA cinese? La risposta sembra semplice quanto bislacca: l’interesse per il mammut lanoso, un animale preistorico vissuto 30.000 anni fa. Lo spiega in maniera dettagliata Christian Frei nel suo nuovo documentario Genesis 2.0, presentato nella sezione World Cinema Documentary del Sundance Festival, che arriva in sala dal 24 settembre.

Frei, documentarista svizzero candidato all’Oscar per il suo The War Photographer (2001), sceglie questo animale preistorico che un gruppo di studiosi sta cercando di riportare in vita attraverso le moderne tecniche di manipolazione del DNA e la clonazione con un’operazione simile a quella intrapresa dai protagonisti di Jurassick Park, per illuminare l’universo dell’ingegneria genetica moderna e il livello al quale si è spinta. Quali sono le sue possibili implicazioni in un futuro in cui il mondo potrebbe essere del tutto nuovo rispetto a come oggi lo si conosce, in cui l’uomo potrebbe avere il potere di manipolare e generare artificialmente vita umana? Siamo pronti a una sorta di nuova genesi, appunto una Genesis 2.0?

I più fortunati e gli ultimi nello scenario tra fascino e inquietudine di Genesis 2.0

In uno scenario che inizialmente appare straniante e fantascientifico, ma che poco a poco, con sorpresa dello spettatore, assume i contorni del reale, il regista, affiancato dal giovane ma capace Maxim Arbugaev, che si occupa della parte più ardua delle riprese, quella in Nuova Siberia, porta alla scoperta di un mondo affascinante e inquietante al tempo stesso. Un mondo molto polarizzato, dove la divisione tra chi fa il lavoro più duro, rischiando anche, paradossalmente, la vita per avere un’opportunità di guadagno e di sopravvivenza, e chi invece opera in contesti protetti traendo i maggiori profitti, è netta. Un aspetto questo, che Frei aveva già indagato nei suoi precedenti lavori e su cui continua a puntare l’obiettivo.

I primi sono i cacciatori di zanne di mammut nella tundra siberiana che, come un tempo i cercatori d’oro, battono le impervie isole della Nuova Siberia palmo a palmo nella speranza di trovare zanne di mammut grosse e integre, che possano valere abbastanza sul mercato dell’avorio da ripagare della fatica e del rischio della vita stessa, della lontananza dai familiari per lunghi mesi. Tra loro c’è anche Peter Grigoriev, cacciatore di zanne non solo per denaro, ma anche per collaborare con suo fratello Semyon Grigoriev, direttore del Mammoth Museum dell’Università Federale Nord Orientale di Jakutsk, in Jakuzia. Semyon vuole riportare in vita il mammut lanoso, estinto migliaia di anni fa. Quando il fratello Peter gli annuncia che lì, nella tundra siberiana, ne hanno trovato uno sorprendentemente integro, pensa che il momento è finalmente arrivato. Se riuscirà a convincere il patron della Sooam Biotech pioniere nel campo della clonazione, Woo Suk Hwang, che in Corea del Sud clona animali da compagnia, e se coinvolgerà la BGI – Beijing Genomic Institute – principale azienda cinese e ad oggi mondiale che si occupa di sequenziare il genoma e trasformarlo in big data, allora il suo sogno di veder nascere un nuovo mammut lanoso potrà forse diventare realtà, aprendo la strada ad una vera e propria rivoluzione genetica.

Tante questioni in una visione equilibrata

È evidente come un documentario di questo tipo ponga infinite questioni, accenda i riflettori su tantissime realtà. Fa riflettere sui limiti della ricerca, se ce ne debbano essere e se sia giusto spingersi fino a sfidare la natura, riscrivendo le sue stesse leggi. Questa dicotomia è efficacemente rappresentata dal canto epico di origini antichissime presente nel film, che mette in guardia l’uomo dal disturbare gli spiriti della natura. Il canto si pone come un argine ideale all’opera dei cacciatori, che cercano di placare gli spiriti facendo delle offerte dopo aver estratto i resti dei mammut dal terreno. I cacciatori stessi insistono infatti sulla valenza quasi mitica di questo animale, i cui resti sono sacri e pertanto, secondo la tradizione, non andrebbero toccati. Essi si muovono dunque contravvenendo ai dettami dei padri. Perciò cercano poi di placare gli spiriti affinché non si vendichino contro di loro, portando malasorte.

Il lavoro di Frei e Arbugaev, però, mette anche sotto gli occhi del pubblico gli effetti del riscaldamento globale. Oggi che i ghiacci si stanno sciogliendo, un numero sempre maggiore di zanne affiora e viene rinvenuto dai cacciatori. Se per loro è un bene, perché torneranno a casa con un buon bottino, per l’ambiente ciò segna un punto di non ritorno. Ecco, di nuovo, la dicotomia uomo – natura. Quali sono, poi, i rischi della manipolazione della vita? Cosa accade quando un potere così grande è in mano a persone che inevitabilmente cercano di trarne profitto? Cosa accade se l’uomo si fa prendere dall’onnipotenza e dimentica i suoi limiti? E ancora: gli studenti che a Boston in una convention sulle biotecnologie sognano di salvare il mondo con l’ingegneria genetica tengono nella dovuta considerazione i risvolti del loro lavoro?

Frei e Abrugaev non danno giudizi, si pongono come testimoni equidistanti, pur non nascondendo le emozioni suscitate in loro dagli incontri che questo progetto li ha portati a fare: dal misto di curiosità e inquietudine raccontato da Frei alla sensazione di essere accolto come un membro del gruppo provata da Arbugaev, che ha condiviso molto tempo con i cacciatori di zanne in Nuova Siberia. I registi pongono dubbi, lanciano molteplici spunti di riflessione e soprattutto illustrano una realtà ancora oggi misconosciuta.

Il racconto attraverso le voci degli attori della vicenda in  Genesis 2.0

I due autori riescono a far raccontare questo mondo così particolare direttamente dai suoi protagonisti, riprendendoli in azione, chi in laboratorio,  chi all’università e chi tra i ghiacci artici. Si apprende quale sia il loro quotidiano e cosa li spinga a far parte di questo progetto. Le voci off dei documentaristi fanno solo da raccordo ai vari momenti del racconto, portato avanti con un’efficace alternanza tra la location siberiana e quella dei laboratori americani, cinesi e coreani.

Peter Grigoriev, cacciatore di zanne e fratello di Semyon Grigoriev, racconta cosa spinge lui e i suoi colleghi a mettere in gioco tutto pur di trovare le zanne: “Una volta che ne trovi una non smetti più. Come fai a rinunciare? I soldi servono sempre. È la natura umana non accontentarsi mai. Se le cose vanno bene, l’uomo non riesce a fermarsi”. Raccontano che una grossa zanna integra di prima qualità può valere dai 45.000 ai 90.000 dollari, per essere poi venduta sul mercato cinese, dopo essere stata cesellata ed essere divenuta un’opera d’arte, a circa un milione di dollari.

È attraverso il giovane cercatore Spira Sleptsov, per la prima volta alla ricerca di zanne, che si comprende come spesso dietro a un lavoro così rischioso e difficile vi siano condizioni disperate: Spira è in Nuova Siberia perché ha un grosso debito in banca e una zanna di prima qualità è la soluzione su cui ha scelto di puntare. Se ne trovasse una da 90 kg, dice, smetterebbe.

Semyon Grigoriev illustra entusiasta il filmato del 2013 che documenta il ritrovamento di un giovane mammut ghiacciato in una grotta artica e il tentativo di estrarne il DNA. Trovare un mammut integro dopo migliaia di anni, dice, “è come il primo volo nello spazio o la grande muraglia cinese”.

Alla Genetically Engineered Machine Competition di Boston è evidente l’entusiasmo dei giovani che si affacciano stupiti e galvanizzati al mondo e alle enormi potenzialità dell’ingegneria genetica. Si inseriscono nuovi codici genetici in organismi viventi, in quello che a un occhio profano sembra a tutti gli effetti un gioco con il codice della vita. Si modifica e si progetta la vita stessa.

George Church, genetista alla Harvard Medical School di Boston, che collabora al progetto della resurrezione genetica del mammut lanoso, è convinto che “la biologia di sintesi cambierà tutto” e aprirà le porte di un nuovo mondo. “Sarà la prossima grande rivoluzione” perché, afferma, “la nostra specie è pronta a prendersi dei rischi”. Di fronte a queste parole si resta al contempo affascinati e spaventati.

 Alla Sooam Biotech, azienda sud coreana che clona animali da compagnia, si fa la conoscenza del fondatore , Woo Suk Hwang, pioniere della clonazione. Fu il primo uomo a clonare con successo un cane nel 2005, un levriero afgano di nome Snuppy. Ancora oggi la Sooam Biothech è l’unica azienda al mondo che lo può fare: “per 100.000 dollari la Sooam clona il vostro cane, e avrete un secondo clone in omaggio!”, recita uno slogan. È impressionante vedere come le persone siano disposte a rivolgersi all’azienda pur di riavere l’animale d’affezione che hanno appena perso, tale e quale, pur di non affrontare l’elaborazione di un lutto. Hwang è interessato a recuperare una specie estinta come il mammut lanoso.

Infine c’è la BGI uno dei più grandi centri di sequenziamento del DNA del mondo, in Cina. Una giovane addetta ha il compito di illustrare le finalità dell’azienda. Quando le si chiede se facciano il loro lavoro esclusivamente per preservare il DNA, lei risponde con un’innocenza disarmante: “Per tutto!”  e resta basita di fronte al quesito riguardo alla questione etica derivante dalla manipolazione del genoma, questione che per l’azienda sembra non porsi affatto. Ciò lascia intravedere gli enormi margini di profitto che si profilano dietro a un business di questo tipo, oltre al potere che giace nelle mani di chi possiede un patrimonio come “quasi 2 milioni di campioni sulla popolazione per la diagnosi prenatale non invasiva”.

Più si procede nel racconto, più ci si rende conto che si ha a che fare con persone che, intervenendo con l’ingegneria genetica sul processo della creazione della vita, mirano a “rendere Dio perfetto!” Inevitabilmente ci si chiede se sia prudente lasciare un potere così grande in mano a un ristretto gruppo di persone, che possono disporne a loro piacimento, sebbene dichiarino di farlo per i fini più nobili di ricerca e prevenzione delle malattie.

Lo stile di Frei e Abrugaev

Frei è asciutto nel documentare il mondo della comunità scientifica che si muove attorno al tema della clonazione, ma non per questo non coinvolge. Mostra in modo eloquente le masse di studenti invasati, come l’alacre lavorio dei laboratori di ricerca e la noncuranza sorprendente per i risvolti etici. Tutto ciò è efficacemente alternato, in un continuo ping pong che mostra le due facce di una stessa medaglia, con il lavoro di Arbugaev in Siberia, dove colpisce e domina il grigiore delle isole in parte ghiacciate e disabitate. I colori desaturati accentuano questo aspetto. Della fotografia in Nuova Siberia si occupa lo stesso Maxim Arbugaev. La desolazione, la disperazione dei cacciatori che rischiano la vita è costantemente presente. Nell’ultima parte del racconto l’alternanza tra questi due mondi, apparentemente così distanti, opposti, ma legati da un filo ormai palese, si fa più serrata e questo accresce un senso di angoscia nello spettatore. Il montaggio è curato da Thomas Bachmann.

Le musiche di Max Richter e Edward Artemyev accompagnano con atmosfere rarefatte e plumbee questo viaggio.

Genesis 2.0 è illuminante

Genesis 2.0 è senz’altro un lavoro che merita la visione, poiché fa luce su un mondo che altrimenti resterebbe pressoché sconosciuto. Un mondo che sembra lontano anni luce dalla realtà quotidiana, ma che invece promette ricadute nient’affatto secondarie su di essa. Perciò vale la pena superare le proprie remore e iniziare a riflettere su tematiche come quella della clonazione e più in generale dell’ingegneria genetica, le cui implicazioni riguardano il futuro dell’umanità.

Il giorno sbagliato: la recensione del film con Russell Crowe

Il giorno sbagliato: la recensione del film con Russell Crowe

Il titolo inglese del film Il giorno sbagliato è Unhinged, termine con il quale si indicano quelle persone mentalmente instabili. Da subito, infatti, si introduce lo spettatore ad una sequenza iniziale dove si affronta il tema del crescente nervosismo sociale, il quale è alla base degli atti di violenza di ogni tipo. Diretta da Derrick Borte e scritto da Carl Ellsworth, la pellicola tenta dunque di riflettere su una realtà preoccupantemente sempre più radicatà, in particolare negli Stati Uniti, affidandosi ai toni e alle caratteristiche del genere thriller. Nonostante le premesse iniziali particolarmente interessanti, il film finisce però per attrarre più per il cosa racconta che non per il come.

Protagonista del film è Rachel Hunter (Caren Pistorius), madre di Kyle e da poco divorziata dal marito. Per lei il giorno che si appresta ad iniziare è un giorno come un altro, ma quando per accompagnare il figlio a scuola si trova bloccata nel traffico, con la conseguenza di ritrovarsi anche licenziata dal suo unico lavoro, capirà che quello è proprio un giorno sbagliato. I guai per lei non sono però ancora realmente iniziati. In preda alla frustrazione, infatti, commetterà l’errore di suonare con prepotenza il clacson al suv che davanti a lei non parte allo scattare del verde del semaforo. L’uomo alla guida del veicolo, Tom Cooper (interpretato da un mastodontico Russell Crowe), inizierà infatti ad inseguirla per tutta la città, con il chiaro intento di fare del male a lei e alle persone a lei care.

Un duel(lo) urbano

Era il 1971 quando il regista Steven Spielberg dimostrava con Duel quanto potesse essere avvincente il duello tra due automobilisti. Una lotta per la sopravvivenza tra grande e piccolo, tra spietato squalo e indifeso pesciolino, che è ora alla base anche di Il giorno sbagliato. Per il film di Borte l’opera di Spielberg sembra infatti essere una chiara fonte d’ispirazione, la cui vicenda viene però ora ricollocata nella snervante città di New Orleans. Il nuovo contesto permette così di trattare una problematica sempre più diffusa (negli Stati Uniti in particolare, ma non da meno anche nel resto del mondo), ovvero quella della violenza al volante. La premessa di base è infatti particolarmente intrigante. In una società sempre più afflitta da nevrosi, non puoi sapere chi ti circonda in mezzo alla strada. Né tantomeno come potrebbe reagire ad un tuo errore.

È così che quando avviene l’incidente che scatena la furia dell’automobilista interpretato da Crowe, ha inizio un thriller inquietante proprio perché non troppo lontano da episodi realmente accaduti. Il pregio di Il giorno sbagliato è infatti quello di costruire una vicenda che dà sfogo a paure che ogni spettatore può aver vissuto mentre si trovava al volante. Tutto ciò è inoltre avvalorato dalla semplicità con cui il conflitto ha inizio, e da cui prendono poi piede inaspettate conseguenze al limite dello splatter. È allora qui che entra in gioco la lezione di Spielberg. Gli inseguimenti e i depistaggi tra le due automobili protagoniste sono avvincenti, lasciano lo spettatore con il fiato sospeso. Il mastodontico suv guidato da Crowe, dal canto suo, sembra un vero e proprio squalo della strada, imprevedibile e inarrestabile.

La lotta tra i due personaggi risulta ancor più convincente per via delle loro simili vicende personali. Rachel è una donna nel bel mezzo di un divorzio, Cooper un uomo che dalla separazione coniugale ne è uscito in ginocchio e mentalmente provato. Egli rivede così in Rachel la donna che lo ha distrutto. Nel marito di lei sé stesso. La sua caccia diventa allora personale e sempre più aggressiva. Da questo punto di vista, il personaggio di Crowe è paragonabile al Bill Foster di Michael Douglas in Un giorno di ordinaria follia, altra probabile fonte di ispirazione per il film. Tematiche e personaggi con un gran potenziale narrativo, dunque, che finiscono però con lo sprecarsi mano mano che la narrazione prosegue.

Il giorno sbagliato recensione

Il giorno sbagliato: la recensione

Come anticipato, la prima parte del film risulta essere la più convincente proprio per via delle premesse che vengono offerte allo spettatore. Quelle degli inseguimenti tra i due protagonisti, come detto, risultano essere tra le sequenze più emotivamente forti del film. La stessa regia di Borte sembra particolarmente ispirata, dando vita ad un ambiente claustrofobico e a un ritmo teso. Si rimane dunque contrariati nel momento in cui ciò viene lentamente a trasformarsi per diventare altro. È certamente interessante la scelta di far diventare obiettivo di Tom Cooper anche le persone care a Rachel. Questa si rivela però infine controproducente nel momento in cui ci si allontana dal focus originale. Quando la storia si amplia, assumendo risvolti eccessivi, si perde il controllo del mezzo, finendo fuori strada.

Il giorno sbagliato rientra a quel punto nei binari di un più classico thriller, non portando a compimento quanto inizialmente promesso. La sensazione diventa allora quella di star assistendo ad un film che, come detto in apertura, risulta più affascinante per cosa racconta che non per il come. Fortunatamente, la presenza dei due interpreti principali aiuta a mantenere vivo l’interesse. Crowe è quanto mai minaccioso, e sfoggia una presenza scenica raramente vista nelle sue interpretazioni più recenti. La giovane Pistorius, invece, permette di nutrire una certa empatia per il suo personaggio, seguendone le disavventure fino all’ultimo. Giungendo al finale, pur se non pienamente soddisfatti, il film riesce comunque a lanciare il suo messaggio di allarme. E sarebbe bello immaginare che dopo la visione de Il giorno sbagliato ci si penserà due volte prima di suonare il clacson a sproposito.

 

 

Godzilla vs Kong: Junkie XL parla del suo coinvolgimento nel film

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A giugno avevamo appreso la notizia che sarebbe stato il celebre compositore olandese Junkie XL ad occuparsi della colonna sonora di Godzilla vs. Kong, l’attesissimo film della coppia Legendary/Warner in cui vedremo scontrarsi i due iconici mostri cinematografici.

Junkie XL è noto per aver curato le musiche di film quai Il cavaliere oscuro – Il ritorno, L’uomo d’acciaio, Mad Max: Fury Road, Deadpool, Batman v Superman: Dawn of Justice e, più di recente, Alita: Angelo della Battaglia e Terminator: Destino oscuro. Si tratta di uno dei compositori più richiesti quanto si tratta di pellicole action e, più in generale, di grandi blockbuster. 

Adesso, in una recente intervista con Forbes (la stessa in cui ha anticipato alcuni dettagli sulle musiche composte per la Snyder Cut di Justice League), Junkie XL ha espresso tutta la sua passione per il franchise di Godzilla, definendosi un vero “patito” dell’iconico mostro. Inoltre, il compositore ha parlato del suo primo incontro con il regista Adam Wingard circa due anni fa.

“Sono un vero patito di Godzilla. Ho tutte le versioni giapponesi dei film. Ad un certo punto, solo per puro divertimento, ho anche scritto qualcosa per Godzilla. Circa due anni fa, ho incontrato Adam perché ha mostrato interesse per il mio lavoro. Gli ho detto: ‘Sai che sono il più grande fan di Godzilla del pianeta e, anni fa, ho scritto anche delle cose?. E lui mi ha risposto: ‘Mi prendi in giro?’. Così abbiamo iniziato a parlare, ho modificato quello che avevo fatto, gliel’ho fatto sentire e se n’è totalmente innamorato.”

Tutto quello che sappiamo su Godzilla vs. Kong

Inizialmente previsto per il prossimo 20 Novembre, la data di uscita di Godzilla vs. Kong è stata posticipata al 21 Maggio 2021 a causa della pandemia di Covid-19. Il film ha ricevuto un PG-13, ossia un divieto ai minori di 13 anni. La motivazione consiste nella presenza nel film di “intense scene di violenza e distruzione e di linguaggio volgare”. Nessun divieto ai minori di 17 anni, quindi, lasciando presagire che il film sarà molto meno crudo di quanto i fan probabilmente si aspettano.

Godzilla vs. Kong sarà diretto da Adam Wingard e vedrà nel cast Alexander SkarsgårdMillie Bobby BrownRebecca Hall, Brian Tyree Henry, Shun Oguri, Eiza González, Jessica Henwick, Julian Dennison, Kyle Chandler Demián Bichir. Il film farà parte di un nuovo universo condiviso, denominato MonsterVerse, a cui appartengono anche Godzilla (2014), Kong: Skull Island (2017) e Godzilla II: King of the Monsters (2019).

Monster Hunter: la sinossi estesa anticipa nuovi dettagli sulla trama

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Monster Hunter è uno dei tantissimi blockbuster di Hollywood che sono stati posticipati a causa della pandemia di Covid-19. Inizialmente previsto per il 4 settembre 2020, l’adattamento cinematografico del celebre videogioco arriverà adesso nelle sale il 23 aprile del prossimo anno.

Adesso la Sony Pictures ha diffuso online (via Comic Book) una nuova sinossi ufficiale del film che anticipa non soltanto che il film sarà molto diverso dal videogioco, ma anche che lo stesso lavoro di Paul W.S. Anderson sarà molto diverso rispetto a ciò che il regista e sceneggiatore britannico ha fatto con il franchise di Resident Evil.

Nella nuova sinossi estesa si legge: “Dietro il nostro mondo, ce n’è un altro: un mondo fatto di mostri pericolosi e potenti che governano il loro dominio con ferocia mortale. Quando un’inaspettata tempesta di sabbia trasporta il tenente Artemis (Milla Jovovich) e la sua unità (TI Harris, Meagan Good, Diego Boneta) in un nuovo mondo, i soldati restano scioccati nello scoprire che questo ambiente ostile e sconosciuto ospita mostri enormi e terrificanti, immuni alle loro armi da fuoco.”

E ancora: “Nella loro disperata battaglia per la sopravvivenza, l’unità incontra il misterioso Hunter (Tony Jaa), le cui abilità uniche gli permettono di stare un passo avanti rispetto alle potenti creature. Mentre Artemis e Hunter iniziano a fidarsi l’una dell’altro, il tenente scopre che l’unità fa parte di un squadra guidata dall’Ammiraglio (Ron Perlman). Di fronte ad un pericolo così grande che potrebbe minacciare di distruggere il loro mondo, i coraggiosi guerrieri uniscono le forze per la resa dei conti finale.”

Tutto quello che sappiamo su Monster Hunter

Monster Hunter è l’adattamento dell’omonimo videogioco sviluppato da Capcom. Il film, scritto e diretto da Paul W.S. Anderson (regista della saga di Resident Evil), annovera nel cast Milla Jovovich, Tony Jaa, T.I., Ron Perlman, Meagan Good e Diego Boneta. L’uscita nelle sale americane è fissata per il 23 aprile 2021.

Dietro il nostro mondo, ce n’è un altro: un mondo di mostri pericolosi e potenti che governano il loro dominio con ferocia mortale. Quando il tenente Artemis (Milla Jovovich) e i suoi fedeli soldati vengono trasportati dal nostro mondo al loro, il tenente imperturbabile subisce uno shock. Nella sua disperata battaglia per la sopravvivenza contro enormi nemici con poteri incredibili e attacchi inarrestabili, Artemis si unirà a un uomo misterioso che ha trovato il modo di reagire.

Star Trek: i nuovi film legati alla saga sono ancora in sviluppo

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Star Trek: i nuovi film legati alla saga sono ancora in sviluppo

Sappiamo ormai da diverso tempo che la Paramount Pictures è impegnata nel cercare di capire quale sarà il futuro cinematografico della saga Star Trek, con la proprietà che attualmente sta riscuotendo un ritrovato successo grazie alle serie tv Star Trek: Discovery (disponibile su Netflix) e Stark Trek: Picard (disponibile su Prime Video).

Star Trek 4, il quarto capitolo della saga rilanciata da J.J. Abrams con il film del 2009, sembrava essere stato ufficialmente accantonato dopo l’abbandono di Chris Pine e Chris Hemsworth a causa di alcune divergenze con lo studio legate ai rispettivi compensi. Parallelamente, un altro film del franchise sarebbe in sviluppo per conto di Noah Hawley – creatore della serie tv Fargo -, che di recente ha confermato che il suo progetto non è stato cancellato ma soltanto messo in stand-by.

In tutto questo, non può certamente essere dimenticato il tanto chiacchierato film della saga a cui Quentin Tarantino sembra aver lavorato per lungo tempo: allo stato attuale, pare che il regista di C’era una volta a… Hollywood abbia ufficialmente messo da parte il suo desiderio di realizzare una personale interpretazione dell’equipaggio dell’Enterprise, concentrandosi su altro.

Il futuro della saga di Star Trek al cinema

Di recente, proprio a causa dell’evidente confusione che sembra circondare il futuro del franchise, nelle ultime ore alcune voci emerse online hanno sostenuto che la Paramount avesse definitivamente cancellato ogni tipo di progetto legato al futuro cinematografico della saga per concentrarsi esclusivamente sulla televisione, sperando che magari, proprio grazie al successo di quelle serie, si sarebbe potuto pensare in futuro di riportare nuovamente il franchise al cinema.

Adesso è stata la stessa Paramount a confermare a Screen Rant che “i film di Stark Trek sono tutti ancora in fase di sviluppo”. Ovviamente lo studio non ha aggiunto ulteriori dettagli, quindi al momento non sappiamo di quali progetti si tratti nello specifico. È probabile, comunque, che ad essere stato definitivamente accantonato sia il film di Tarantino, mentre Star Trek 4 e il film di Hawley restano ancora in cantiere. Non ci resta che attendere ulteriori dettagli.

Shazam!: il regista svela un curioso dettaglio su Mr. Sivana

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Shazam!: il regista svela un curioso dettaglio su Mr. Sivana

David F. Sandberg, regista di Shazam!, ha rivelato che inizialmente erano stati scelti due diversi attori per interpretare Mr. Sivana. Dal momento che il Dr. Thaddeus Sivana è uno dei più grandi nemici di Billy Batson nei fumetti, aveva senso che anche il primo film da solista includesse il celebre antagonista, che nel cinecomic uscito in sala lo scorso anno è stato interpretato da Mark Strong.

Nel film, il personaggio di Sivana è perseguitato dai ricordi del padre violento, che viene mostrato all’inizio del film attraverso un flashback. Il personaggio di Mr. Sivana torna più avanti nel corso della storia, quando Thaddeus scatena i Sette Peccati Capitali su di lui e sui membri della sua compagnia. In entrambe le scene, Mr. Sivana è interpretato dall’attore John Glover.

Tuttavia, quel ruolo era stato pensato in maniera diversa all’inizio. Via Twitter, un fan ha notato che, dal momento che Glover ha interpretato Mr. Sivana sia negli anni ’70 che ai giorni nostri, il personaggio non sembrava in realtà così vecchio. A questo punto è intervenuto proprio David F. Sandberg, il quale ha svelato: “Inizialmente avevamo scelto due attori diversi per entrambe le versioni di Mr. Sivana, ma il pubblico presente agli screen test non ha capito che si trattava dello stesso personaggio”.

Sandberg ha poi spiegato che questo può essere un problema anche se lo stesso attore modifca il proprio aspetto in maniera drastica, quindi è importante “assicurarsi che i personaggi di un film abbiano caratteristiche ben distinte.”

Tutto quello che sappiamo su Shazam!

Shazam! è uscito nelle sale ad aprile 2019. Nel cast Zachary Levi, Asher Angel, Mark Strong, Jack Dylan Grazer, Grace Fulton, Faithe Herman, Ian Chen, Jovan Armand, Cooper Andrews, Marta Milans Djimon Hounsou.

Abbiamo tutti un supereroe dentro di noi, ci vuole solo un po’ di magia per tirarlo fuori. Nel caso di Billy Batson, basterà gridare una sola parola – SHAZAM! – affinché questo ragazzo adottato di 14 anni si trasformi nel Supereroe per gentile concessione di un antico mago. Ancora bambino all’interno di un corpo divino, Shazam si diverte nella versione adulta di se stesso facendo ciò che qualsiasi adolescente farebbe con i superpoteri: divertirsi! Volare? Vedere a raggi X? Saltare i compiti a scuola? Shazam vuole testare i limiti delle sue capacità con la gioiosa imprudenza di un bambino, ma dovrà padroneggiare rapidamente questi poteri per combattere le forze mortali del male controllate dal Dr. Thaddeus Sivana.

Peacemaker: HBO MAX ordina la serie spin-off di Suicide Squad con John Cena

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Oh cazzo, è Peacemaker! HBO Max esplorerà le origini del personaggio di Peacemaker, il maestro delle armi dell’attesissimo film di prossima uscita The Suicide Squad, nella nuova serie di Max Original action-adventure-comedy Peacemaker. HBO Max ha ordinato otto episodi per la prima stagione dello show. John Cena riprenderà il suo ruolo dal film The Suicide Squad per recitare nella serie, e l’acclamato sceneggiatore/regista del film James Gunn scriverà tutti gli otto episodi di Peacemaker e dirigerà più episodi, incluso il primo. Il produttore di Gunn e The Suicide Squad, Peter Safran, servirà come produttori esecutivi della serie, con Cena come co-produttore esecutivo. Basato sui personaggi di DC, Peacemaker sarà prodotto da Gunn’s Troll Court Entertainment e The Safran Company in associazione con Warner Bros. Television. Peacemaker dovrebbe iniziare la produzione all’inizio del 2021, prima che Gunn inizi a lavorare sul prossimo film dei Guardiani della Galassia.

Mentre i dettagli su Peacemaker vengono tenuti nascosti, la serie esplorerà le origini del personaggio che Cena interpreterà nel film in uscita, un uomo che crede nella pace ad ogni costo, non importa quante persone debba uccidere per ottenerla. La serie estenderà il mondo che Gunn sta creando per il film The Suicide Squad, che dovrebbe essere distribuito nelle sale da Warner Bros. Pictures il 6 agosto 2021.

James Gunn ha dichiarato: “Peacemaker è un’opportunità per approfondire le attuali questioni mondiali. attraverso l’obiettivo di questo supereroe/supercattivo/e il più grande coglione del mondo. Sono entusiasta di espandere The Suicide Squad e portare questo personaggio dall’universo cinematografico DC a tutta l’ampiezza di una serie. E, naturalmente, poter lavorare di nuovo con John, Peter e i miei amici alla Warner Bros. è la ciliegina sulla torta”.

John Cena ha dichiarato: “Ho detto prima che è stato un enorme onore e un’incredibile opportunità far parte di The Suicide Squad e lavorare con James su quello che sarà un film fantastico. Sono incredibilmente entusiasta di avere la possibilità di collaborare di nuovo con lui per Peacemaker. Non vediamo l’ora che i fan lo vedano”.

James Gunn ha la capacità unica di creare un universo espansivo e allo stesso tempo dare vita all’anima e all’arguzia di ogni personaggio. Non vediamo l’ora di immergerci nel mondo di Peacemaker”, ha affermato Casey Bloys, Chief Content Officer di HBO e HBO Max.

John Cena è un attore, produttore, imprenditore, autore, filantropo e superstar della WWE. Lo vedremo prossimamente in F9, il nono capitolo della serie di film d’azione Fast & Furious, che uscirà nell’aprile 2021. Lo seguirà con The Suicide Squad della Warner Bros. Pictures/DC nell’agosto 2021. Cena è anche l’autore numero 1 del New York Times best-seller dei libri illustrati Elbow Grease, ispirato dalle lezioni che ha imparato sul duro lavoro, sulla perseveranza e sul lavoro di squadra crescendo con quattro fratelli. Elbow Grease: Fast Friends, il terzo libro della serie, uscirà a settembre 2020. È stato il volto della WWE per più di un decennio, costruendo un marchio riconosciuto a livello mondiale. Fuori dallo schermo e fuori dal ring, Cena dedica gran parte del suo tempo e delle sue energie lavorando per numerose cause di beneficenza, inclusa la Fondazione Make-a-Wish; la Fondazione FitOps, che aiuta i veterani dell’esercito statunitense a riabituarsi alla vita civile dopo il servizio; e Susan G. Komen, per la ricerca e la consapevolezza sul cancro al seno. Ha anche recitato nel cortometraggio “We Are America” ​​per la campagna Love Has No Labels dell’Ad Council, per promuovere il messaggio di accettazione e inclusione nella società.

Il prolifico regista dietro ad alcuni dei lungometraggi più importanti della cultura pop, James Gunn porta la sua sensibilità distintiva al prossimo film DC The Suicide Squad, che uscirà nelle sale la prossima estate. Dopo Peacemaker, andrà alla produzione del terzo capitolo del franchise dei Guardiani della Galassia, che sta scrivendo e dirigendo ancora una volta. In precedenza ha scritto e diretto Guardiani della Galassia e Guardiani della Galassia Vol. 2, che hanno guadagnato complessivamente oltre 1,6 miliardi di dollari al botteghino globale. I suoi crediti cinematografici aggiuntivi includono Scooby-Doo, Scooby-Doo 2: Monsters Unleashed, Dawn of the Dead, Slither e Super.

Chicago PD 8: Nicole Ari Parker nel cast

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Chicago PD 8: Nicole Ari Parker nel cast

Arriva da Deadline la notizia che l’attrice Nicole Ari Parker ha ottenuto un importante ruolo in Chicago PD 8, l’annunciata ottava stagione di Chicago PD.

Nicole Ari Parker, ex star di Empire, si unirà al cast di Chicago PD della NBC per un importante ruolo ricorrente nella prossima ottava stagione della serie drammatica firmata da Dick Wolf. L’attrice interpreterà il vice sovrintendente Samatha Miller. Originario di Atlanta, Miller è un fervente sostenitrice progressista della riforma della polizia. Vuole aiutare Voight e l’intelligence ad adattarsi alla nuova realtà, ma non tollererà le violazioni delle nuove linee guida e protocolli della polizia.

Chicago PD 8

Chicago PD 8 è l’ottava stagione della serie tv Chicago PD creata da Dick Wolf e che fa parte del franchise televisivo basato su Chicago trasmesso dal network americano NBC.

In Chicago PD 8 ritorneranno i personaggi Henry “Hank” Voight (stagioni 1-in corso), interpretato da Jason Beghe è il capo dell’Unità Intelligence del Dipartimento di Polizia di Chicago. Voight è un poliziotto tosto che finisce sempre quello che comincia, anche se significa non rispettare le regole. La sua squadra lo rispetta, anche se è sospettato di essere corrotto. Il suo defunto padre era un agente di polizia, proprio come lui. È rimasto vedovo di sua moglie, Camille. Jay Halstead (stagioni 1-in corso), interpretato da Jesse Lee Soffer, è un membro dell’Intelligence, e partner del Detective Erin Lindsay, che in seguito diventerà la sua fidanzata. È stato un Ranger dell’Us Army. È uno dei pochi che occasionalmente si oppone a Voight, trovando i suoi metodi troppo discutibili, ma nonostante tutto tra i due vige un forte rispetto reciproco. Adam Ruzek (stagioni 1-in corso), interpretata da Patrick John Flueger, è il partner del Detective Alvin Olinsky. Voight chiese ad Alvin di assumere un agente dall’accademia, e lui scelse Adam vedendo in lui un grande potenziale.

Kevin Atwater (stagioni 1-in corso), interpretato da LaRoyce Hawkins, è l’ex partner dell’agente Kim Burgess, promosso all’Intelligence. Nonostante sia cresciuto in un brutto quartiere, è un ragazzo onesto con un forte senso del dovere. Kimberly “Kim” Burgess (stagioni 1-in corso), interpretata da Marina Squerciati, è l’ex partner dell’agente Kevin Atwater ed è fidanzata con l’Agente Adam Ruzek. Prima di diventare un agente di polizia, era un’assistente di volo. Sergente Trudy Platt (stagioni 1-in corso), interpretata da Amy Morton, Sean Roman (stagioni 2-3, guest 7), interpretato da Brian Geraghty, Hailey Upton (ricorrente stagione 4, stagioni 5-in corso), interpretata da Tracy Spiridakos, Detective dell’unità rapine-omicidi, quando lavorerà insieme all’Intelligence in un caso di rapine in banca si unirà temporaneamente alla squadra sostituendo Kim la quale si era presa una pausa dal lavoro, per poi diventare un membro ufficiale del team in seguito alla partenza di Erin. Vanessa Rojas (stagione 7), interpretata da Lisseth Chavez, agente sotto copertura, è afro-latina, si unisce nell’Intelligence al posto del dimissionario Antonio Dawson. Quando era giovane ha vissuto in diverse case-famiglia, inoltre, prima di diventare un poliziotto, si metteva nei guai con la legge. È intelligente, ma anche impulsiva.

Tenet: l’influenza del Bond di Sean Connery sui costumi

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Tenet: l’influenza del Bond di Sean Connery sui costumi

Il leggendario costumista Jeffrey Kurland ha dichiarato che il James Bond di Sean Connery ha influenzato in maniera preponderante il suo lavoro su Tenet. Il blockbuster di Christopher Nolan è incentrato sul concetto dell’inversione del tempo e sulle avventure di un personaggio che viene identificato soltanto come Il Protagonista, interpretato da John David Washington. Nonostante la pandemia COVID-19 e i molteplici ritardi del film, alla fine Tenet ha fatto il suo debutto nelle sale alla fine di Agosto in Europa e all’inizio di Settembre negli Stati Uniti.

Nonostante i numeri deludenti al botteghino, è innegabile quanto i costumi di Tenet siano sbalorditivi. In una recente intervista con Esquire, Jeffrey Kurland ha spiegato che gli abiti e i costumi di James Bond lo hanno in parte ispirato: alla domanda se Bond avesse influenzato le sue bozze, Kurland ha risposto in maniera affermativa, dichiarando che “Bond è stato il fulcro”. Sebbene Kurland sapesse di voler dare una svolta ai costumi di Tenet, al tempo stesso sperava di riuscire a catturare il look senza tempo e la totale sicurezza che hanno sempre accompagnato il personaggio di James Bond nell’iterazione di Sean Connery

“Se stai girando un film come questo, Bond è il fulcro”, ha spiegato Kurland. “Più che altro, ho pensato al Bond di Sean Connery. Non necessariamente allo stile del suo completo, ma al modo in cui il vestito viene indossato dal personaggio, cercando sempre di andare oltre. Era più una questione legata proprio al personaggio di Bond interpretato da Sean Connery, non necessariamente ai vestiti che indossava, perché ovviamente quelli sono stati fatti negli anni Sessanta. Era un periodo totalmente diverso”, 

Il costumista ha poi aggiunto: “Ad ogni modo, si tratta di un look senza tempo che funziona ancora oggi. Vuoi raggiungere quell’essenza, senza rubarla, ma ottenere comunque la medesima soddisfazione che è stata in grado di generare. Chiunque abbia visto uno dei film di James Bond con Sean Connery avrà pensato: ‘Wow! Questo ragazzo è fantastico, voglio diventare così’. Ecco, volevo riproporre quella sensazione e quel livello di qualità.”

Tenet di Christopher Nolan arriverà al cinema il 03 Agosto. Il cast annovera John David WashingtonRobert PattinsonElizabeth DebickiMichael CaineKenneth Branagh, Dimple Kapadia, Aaron Taylor-Johnson Clémence Poésy. Il film, il primo lungometraggio di Nolan dal 2017, anno di uscita di Dunkirk, viene descritto come un’epica storia action che si svolge nel mondo dello spionaggio internazionale.

Emily Blunt è la Vedova Nera del MCU in un video deepfake

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Emily Blunt è la Vedova Nera del MCU in un video deepfake

Un video deepfake immagina come sarebbe il MCU se la scelta originale dei Marvel Studios per il ruolo di Vedova Nera, ossia l’attrice Emily Blunt, avesse davvero ottenuto la parte. Come sappiamo tutti, alla fine il ruolo è stato affidato a Scarlett Johansson, che ha debuttato nell’universo condiviso in Iron Man 2 del 2010.

In seguito l’abbiamo vista in Captain America: The Winter Soldier e Captain America: Civil War, ma anche in tutti i film dedicati ai Vendicatori, incluso l’ultimo Avengers: Endgame in cui il pubblico ha assistito alla scioccante e controversa morte del personaggio. Tuttavia, Johansson non ha ancora chiuso ufficialmente con Natasha Romanoff, dal momento che nei prossimi mesi (forse Novembre, ma è probabile che il film slitti direttamente al 2021) dovrebbe debuttare al cinema l’attesissimo film in solitaria a lei dedicato, Black Widow.

Scarlett Johansson non è stata la prima scelta dei Marvel Studios per il ruolo di Vedova Nera. Inizialmente la parte era stata pensata per Emily Blunt, che dovette però rinunciare ad unirsi all’Universo Cinematografico Marvel a causa di altri impegni lavorativi. Anche John Krasinski – che nella vita reale è fidanzato proprio con la Blunt dal lontano 2009 – era stato inizialmente pensato per il ruolo di Captain America, prima che la parte venisse affidata a Chris Evans. Nel corso degli anni, comunque, la coppia ha più volte ribadito di essere contenta di non aver avuto, alla fine, la possibilità di unirsi alla grande famiglia Marvel a causa degli enormi vincoli imposti dai contratti con lo studio cinematografico.

Tuttavia, ciò non ha mai impedito ai fan di speculare su come sarebbe stato il MCU con Blunt che interpretava Black Widow. Proprio per questo, lo YouTuber Shamook ha realizzato un video deepfake in cui la faccia di Blunt sostituisce quella di Johansson in una serie di scene iconiche relative al periodo di Natasha nell’universo condiviso, dalla sua introduzione in Iron Man 2 fino al suo confronto con Captain Marvel in Avengers: Endgame. Potete ammirare l’incredibile risultato finale di seguito:

La regia di Black Widow è stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme a Scarlett Johansson ci saranno anche David HarbourFlorence Pugh e Rachel Weisz.

In Black Widow, quando sorgerà una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni prima che diventasse un membro degli Avengers.

Justice League Snyder Cut: l’interprete di Steppenwolf ne è entusiasta

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L’attore Ciaran Hinds è attualmente impegnato con la promozione del suo ultimo film The Man in the Hat. NME ne ha approfittato per chiedere all’interprete di Steppenwolf nella versione cinematografica di Justice League la sua opinione in merito all’arrivo della Snyder Cut il prossimo anno su HBO Max.

La versione del cattivo che abbiamo visto nel taglio di Joss Whedon ha deluso la maggior parte dei fan del personaggio DC, ma stando alle prime immagini della Snyder Cut mostrate in occasione del DC FanDome pare che la versione dello stesso che vedremo nel film di Zack Snyder sarà molto diversa. Al momento non sappiamo se Hinds ha dovuto registrare dei dialoghi aggiuntivi per il nuovo taglio del cinecomic, ma è probabile che ciò sia già stato fatto prima che Snyder abbandonasse il film all’inizio della post-produzione.

Hinds non ha voluto commentare la cosa, ma ha comunque condiviso la sua eccitazione per la visione del film che Snyder potrà finalmente condividere con il suo pubblico. “Era il suo sogno realizzarlo, e penso che sia fantastico che abbia avuto l’opportunità di realizzare quello che voleva fare fin dall’inizio”, ha spiegato l’attore. “Ha la possibilità di ricreare quello che voleva fare e spero che resista al processo mediatico che gli è stato fatto.”

L’interprete di Steppenwolf commenta le accuse mosse da Ray Fisher alla produzione di Justice League

Il sito ha anche chiesto a Hinds un commento in merito alle accuse mosse da parte di Ray Fisher (interprete di Cyborg) alla produzione di Justice League e alla Warner Bros., ma dal momento che il suo lavoro si è svolto principalmente in una sala di registrazione, l’attore non ha avuto modo di vivere il set del film come magari è stato fatto dagli altri interpreti. “Tutto il lavoro che ho fatto era quasi completamente in solitaria”, ha spiegato. “Non sono stato abbastanza coinvolto sul set per formarmi un’opinione particolare. Ho solo cercato di fare il mio lavoro nel migliore dei modi.”

Vi ricordiamo che la Snyder Cut di Justice League uscirà nel 2021 sulla piattaforma streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori notizie.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film vedremo protagonista Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Famke Janssen: 10 cose che non sai sull’attrice

Famke Janssen: 10 cose che non sai sull’attrice

Divenuta celebre grazie al suo ruolo nella saga degli X-Men, l’attrice olandese Famke Janssen è nota per i suoi ruoli in film prevalentemente di genere d’azione. Ma con le sue interpretazioni ha sempre dimostrato di possedere una versatilità non indifferente, che le ha permesso di distinguersi e rinnovarsi continuamente. Negli anni, la Janssen ha così ricoperto varie attività all’interno dell’industria cinematografica, compiendo infine anche il passaggio dietro la macchina da presa.

Ecco 10 cose che non sai su Famke Janssen.

Famke Janssen Jean Grey

Famke Janssen: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attrice debutta al cinema nel 1992 con il film Presagio di morte, per poi ottenere fama internazionale grazie al ruolo di Xenia Onatopp in GoldenEye (1995), con Pierce Brosnan. Successivamente, viene chiamata a recitare per i film Conflitto d’interessi (1998), Celebrity (1998), con Kenneth Branagh, e Il mistero della casa sulla collina (1999). La grande popolarità arriva però grazie a X-Men (2000), dove interpreta Jean Grey recitando accanto a Hugh Jackman. Successivamente, riprende il ruolo anche in X-Men 2 (2003) e X-Men – Conflitto finale (2006). In seguito, recita in Fa la cosa sbagliata (2008), Io vi troverò (2008), con Liam Neeson, Taken – La vendetta (2012), Hansel & Gretel – Cacciatori di streghe (2013), Taken 3 – L’ora della verità (2015), e C’era una volta a Los Angeles (2017). Nel 2020 è nel film romantico Endless, con gli attori Alexandra Shipp e Nicholas Hamilton.

9. È nota per i suoi ruoli cinematografici. Parallelamente all’attività per il cinema, l’attrice ha preso parte anche ad alcune serie TV, come Ally McBeal (2000-2001) e Nip/Tuck (2004-2010). Negli ultimi anni si è poi dedicata maggiormente a recitare per il piccolo schermo, comparendo da prima in Hemlock Grove (2013-2015), con Bill Skarsgård, e in seguito in Le regole del delitto perfetto (2015-2020), con Viola Davis, dove ricopre il ruolo di Eve Rothlo. Ha poi interpretato Susan Hargrave in The Blacklist (2016), con James Spader, e The Blacklist: Redemption (2017). Nel 2019 ha invece recitato in due episodi della serie Netflix When They See Us.

8. Ha scritto e diretto un film. Nel 2011, dopo anni di sola recitazione, l’attrice decide di passare dietro la macchina da presa per il film Bringing Up Bobby, da lei anche scritto e prodotto. La pellicola ha per protagonista l’attrice Milla Jovovich nel ruolo di Olive, un’artista europea in cerca di un nuovo futuro nello Stato dell’Oklahoma. In sua compagnia vi è il figlio Bobby, e i due si ritrovano ben presto a vivere una stravagante avventura on the road, con la donna che si rivelerà essere in fuga da un passato criminale e intenzionata a proteggere il suo bambino.

Famke Janssen è Jean Grey in X-Men

7. Non è stata la prima scelta per il ruolo. All’interno del mondo degli X-Men, il personaggio di Jean Grey è particolarmente importante. Per questo si svolsero degli attenti casting, per ricercare l’interprete che potesse risultare più idonea. Inizialmente, il ruolo era stato offerto alle attrici Peta Wilson e Helen Hunt, ma entrambe declinarono per via di altri impegni. Fu a quel punto che venne scelta la Janssen per il ruolo. I produttori erano infatti rimasti colpiti dalle sue qualità nel film GoldenEye, dove sfoggiava grandi capacità per le sequenze d’azione e di combattimento.

6. Era a conoscenza del destino del suo personaggio. Quando al termine di X-Men 2 il personaggio di Jean Grey muore, gli spettatori rimasero particolarmente sorpresi dalla cosa. La Janssen, invece, era a conoscenza del destino che sarebbe stato riservato al suo ruolo. Il regista Bryan Singer, infatti, decise di far morire il personaggio a riprese già iniziate, ma volle farlo sapere solo all’attrice. Lei era infatti l’unica a sapere di questo cambio di programma, ma sapeva anche il personaggio sarebbe poi tornato nel terzo film sotto altre spoglie.

Famke Janssen marito

5. Ha condotto diverse ricerche per il suo personaggio. Nel terzo film della trilogia, infatti, Jean Grey torna in vita con la pericolosa personalità di Fenice. Per poter rappresentare la scissione presente nel personaggio, che si ritrova divisa tra l’una e l’altra parte di sé stessa, l’attrice condusse diverse ricerche sui disturbi della personalità e sulla dissociazione psicologica. Così facendo, ha avuto modo di comprendere in modo più accurato i conflitti della mutante, riuscendo a darne una più convincente interpretazione.

Famke Janssen: chi è suo marito

4. Era sposata con un regista. Nel 1995, quando doveva ancora ottenere i primi successi cinematografici, l’attrice sposò il regista Tod “Kip” Williams. Questi è oggi noto per aver diretto nel 2010 il film Paranormal Activity 2. La coppia rimase sposata per cinque anni, fino al 2000, anno in cui divorziarono. Durante questo tempo, i due mantennero la propria vita personale piuttosto riservata, evitando di incorrere nell’esposizione mediatica portata dai loro rispettivi mestieri. Gli stessi motivi della loro separazione non sono stati resi noti, anche se diverse voci parlano di differenze inconciliabili.

Famke Janssen: il suo fisico

3. Ha lavorato come modella. Prima di diventare un’affermata attrice, la Janssen è stata una nota modella nei Paesi Bassi. Qui ha infatti iniziato lavorando per nomi come Chanel e Victoria’s Secret. Successivamente si trasferisce negli Stati Uniti, dove continua per un po’ l’attività prima di dedicarsi al cinema. A renderla celebre come modella l’ha certamente aiutata il suo fisico prorompente, le cui misure sono attestate a 92-61-92. La sua presenza scenica e il suo carisma le hanno poi permesso di distinguersi dalle tante altre modelle incontrate negli anni.

Famke Janssen: oggi

2. Ha nuovi progetti in arrivo. L’attrice ha confermato di essere attualmente impegnata nella lavorazione di due nuovi lungometraggi per il cinema. Il primo di questi è il thriller action Way Down, dove recita nel ruolo di Margaret accanto all’attore Freddie Highmore. Sarà poi una duchessa nel film Redeeming Love, basato sull’omonimo romanzo di carattere storico ambientato intorno al 1835. Con questi progetti l’attrice avrà modo di tornare all’attenzione del grande pubblico, dando prova di nuove carismatiche interpretazioni.

Famke Janssen: età e altezza

1. Famke Janssen è nata ad Amstelveen, in Olanda, il 5 novembre del 1964. L’attrice è alta complessivamente 182 centimetri.

Fonte: IMDb

Il Labirinto del Fauno: la trama, il libro e la spiegazione del film

Considerata la più bella tra le favole di Guillermo Del Toro, Il Labirinto del Fauno è ricco di magia, amore e speranza, ma non manca anche la sofferenza, il dolore e la paura, elementi dati dal contesto storico in cui il film è ambientato. Il regista, come suo solito, rielabora un dato periodo arricchendolo di elementi fantastici, sempre simbolici e funzionali al racconto. Con questo film del 2006, uno dei suoi più apprezzati e premiati, egli porta lo spettatore nel bel mezzo della guerra civile spagnola. La pellicola, insieme al precedente La spina del diavolo, fa infatti parte di un duologia informale ambientata proprio in tale contesto.

La storia del film si è formata nella mente del suo autore nel corso di oltre vent’anni. Per tutto questo tempo, infatti, Del Toro ha avuto con sé un prezioso taccuino che riempì di aneddoti, bozzetti e appunti vari. Molto di quanto si ritrova nel suo film proviene da eventi di violenza realmente accaduti davanti ai suoi occhi, come anche da sogni da lui fatti o antiche leggende popolari. Con il tempo, il tutto ha iniziato ad assumere una forma sempre più organica, trovando poi concretezza al momento della scrittura. Questa subì comunque diverse modifiche nel corso del tempo, con il regista che però si batté fino all’ultimo contro i produttori affinché il film venisse realizzato così come l’aveva immaginato lui.

Nonostante fosse un progetto difficile da commercializzare, data l’atmosfera sinistra e la lingua spagnola, il film si rivelò un grande successo di pubblico e critica. A fronte di un budget di circa 19 milioni di dollari, la pellicola riuscì ad incassare globalmente circa 83 milioni. Inoltre, ottenne riconoscimenti in tutto il mondo, tra cui sei nomination al premio Oscar, dove vinse nelle categoria per la miglior fotografia, miglior scenografia e miglior trucco. Con il tempo, è diventato il titolo più celebre nella filmografia del regista, e ancora oggi è considerato il film dove egli ha potuto meglio infondere tutta la propria affascinante poetica.

Il Labirinto del Fauno: la trama del film

La vicenda del film è ambientata nel 1944, in Spagna, dove sono in corso gli scontri tra i ribelli e i fedeli alla dittatura di Francisco Franco. Tra le fila di questi ultimi vi è il crudele capitano Vidal, che ha il compito di eliminare senza pietà i dissidenti. Questi, situatosi in un avamposto nel bosco, ordina a sua moglie Carmen di raggiungerlo per dare alla luce il loro bambino. La donna porta con sé anche la figlia Ofelia, nata dal precedente matrimonio. Quest’ultima, spaventata dal clima angosciante che abita in quel luogo, inizia a ricercare una fuga dalla realtà nella fantasia. Ben presto, scoprirà che quanto da lei immaginato è più reale del previsto. Durante un’escursione nel bosco, infatti, si ritrova ad entrare in un misterioso e antico labirinto.

Qui, dopo averne percorso le disorientanti vie, si imbatte nel Fauno che vi abita. La creatura si rivela però pacifica, e le confessa una serie di verità su un passato che la bambina non sembra ricordare. Egli sostiene infatti che Ofelia sia la reincarnazione della principessa di un mondo fatato, smarritasi secoli prima. Per poter tornare in quel luogo, e ricongiungersi con la sua vera famiglia, dovrà però superare tre prove. Per lei non sarà facile eseguire quanto richiestole, specialmente alla luce degli eventi che avvengono intorno a lei. Quando il conflitto si farà più acceso, infatti, il tempo per portare a termine la sua missione sembrerà venire meno. Tutto sembra allora perduto, ma un macabro sacrificio potrebbe essere l’unica salvezza per la giovane.

Il Labirinto del Fauno cast

Il Labirinto del Fauno: il cast del film

Il film è interpretato prevalentemente da soli attori spagnoli, poco conosciuti all’estero. Anche per questo i produttori erano preoccupati, non avendo nomi di particolare richiamo su cui puntare. Per Del Toro però, era important dar voce ai personaggi, e non ai volti di chi li interpretava. Procedette così nel ricercare i giusti interpreti. Per il ruolo della piccola Ofelia, in particolare, il regista ricercava un’attrice tra gli 8 e i 9 anni. Dopo aver provinato oltre cento candidate, rimase però colpito dall’allora undicenne Ivana Baquero. Convintosi che fosse la giusta attrice per il ruolo, le assegnò la parte, che riscrisse affinché si adattasse alla sua età. Inoltre, l’attrice ricevette dal regista diversi libri e fumetti di fiabe, con i quali poteva entrare ulteriormente nel ruolo e nel mondo narrato.

Per la fondamentale parte del Fauno e dell’Uomo Pallido, Del Toro si affidò ad un suo storico collaboratore. Questi è l’attore Doug Jones, noto per la sua capacità di dar vita alle creature più strane e incantevoli. Egli aveva già lavorato con il regista per Mimic ed Hellboy, e tornò in seguito a recitare per lui anche in Crimson Peak e La forma dell’acqua. Jones accettò subito il doppio ruolo, ma fu intimorito dal fatto che il film sarebbe stato recitato in sola lingua spagnola. Egli decise allora di sfruttare le cinque ore giornaliere di trucco per imparare i propri dialoghi. Il regista, alla fine, preferì comunque farlo doppiare da un attore spagnolo, ma gli sforzi di Jones resero certamente più semplice il lavoro di questi.

Altro personaggio rimasto celebre del film è quello del capitano Vidal. Del Toro, nonostante la contrarietà dei produttori, offrì la parte all’attore Sergi López, divenuto noto in quegli anni grazie ad alcuni film internazionali. Lopez ottenne la parte un anno e mezzo prima delle riprese del film, ed iniziò così a lavorarvi sopra. Rimase impressionato dalla malvagità del personaggio, considerandolo talmente tanto ben scritto da non dovervi aggiungere altro. Per lui la sfida fu quella di rappresentare la sua natura risultando realistico in questa. Gli fu anche difficile comprendere le sue motivazioni, cosa che gli rese naturalmente complesso il processo di immedesimazione.

Il Labirinto del Fauno: la spiegazione del film

Il Labirinto del Fauno è una favola, e va guardato tenendo bene a mente questo principio. Ciò non significa però che quanto avviene nel film sia frutto dell’immaginazione della protagonista, ma l’esatto opposto. Per Del Toro, infatti, era importante lasciare una serie di indizi che permettessero di capire la realtà di quanto avviene alla protagonista, e lo stretto rapporto che c’è tra il mondo magico e quello terrestre infestato dai conflitti bellici. Sapendo ciò, ci si può approcciare alla visione con occhi diversi, specialmente in vista di quanto avviene nello svolgersi della narrazione.

Tra le tante tematiche trattate, il regista si è in particolare concentrato sul concetto di immortalità e sulla necessità di guadagnarsi tale possibilità. Alla giovane protagonista vengono infatti richieste tre prove da superare se vuole tornare nel suo regno incantato. Le prove, come suggerisce lo stesso fauno, sono pensate per stabilire se l’essenza della principessa non sia andata perduta, e non sia quindi diventata una mortale. Per quanto Ofelia si trovi a disubbidire a molte delle raccomandazioni del fauno, fallendo di conseguenza le proprie missioni, ella dimostra invece quanto si sperava. La disobbedienza, che per il regista è una virtù, è infatti ciò che le permette di manifestare le proprie qualità.

Lo scopo delle prove, infatti, si rivela essere non il recuperare ciò che il fauno le chiede, quanto prendere delle decisioni difficili se messa alle strette. Quando le viene chiesto di uccidere per avere salva la propria anima, Ofelia preferisce sacrificare sé stessa, e così facendo le viene concessa l’immortalità. Alla luce di ciò, Del Toro sembra dunque raccontare la necessità di perseguire la disobbedienza in un mondo di regole dittatoriali, e, ancor di più, di agire secondo una morale umana, caritatevole, volta al bene. Solo perseguendo tali valori, infatti, si può pensare di sconfiggere il male, incarnato nel film dai feroci fascisti spagnoli.

Il Labirinto del Fauno significato

Il Labirinto del Fauno: il libro, i premi, il trailer e dove vedere il film in streaming

Da sempre legato al film e alla sua storia, Del Toro non manca mai di tornarvi su, approfondendone aspetti e dettagli. Nel 2019, inoltre, ha annunciato la pubblicazione di un’antologia di racconti che permetteranno di approfondire ed espandere la mitologia alla base del film. Il libro viene scritto dallo stesso Del Toro insieme alla scrittrice Cornelia Funkle, celebre per i suoi racconti di genere fantasy e d’avventura. Pubblicato poi in Italia nell’ottobre dello stesso anno, il libro è diventato un oggetto particolarmente imperdibile per i fan del film, che potranno grazie a questo conoscere molti retroscena sulle fiabe narrate o accennate nel lungometraggio.

Come anticipato in apertura, il film è stato accolto con grande entusiasmo a livello globale, ed è indicato come uno dei migliori film del 2006. Presentato inizialmente all’interno del concorso ufficiale del Festival di Cannes, il film è stato poi protagonista della stagione dei premi di quell’anno, arrivando infine a vincere i già citati tre premi Oscar. Prima di ciò, però, Il Labirinto del fauno fece incetta di vittorie anche al premio Goya (gli Oscar spagnoli), dove si aggiudicò 7 premi su 13 nomination. Si annoverano anche 3 BAFTA Awards su 8 nomination, e 8 Ariel Award (gli Oscar messicani) su 12 nomination. Numerosissimi sono poi i riconoscimenti ricevuti dai premi dedicati al cinema di genere fantasy.

Per gli amanti del film, o per chi volesse vederlo per la prima volta, è possibile fruirne grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il Labirinto del Fauno è infatti presente nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision, Rai Play e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video.

Fonte: IMDb, ScreenRant

Over the Moon – Il fantastico mondo di Lunaria, nuovo trailer

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Over the Moon – Il fantastico mondo di Lunaria, nuovo trailer

Netflix ha diffuso il nuovo trailer di Over the Moon – Il fantastico mondo di Lunaria, il nuovo film di animazione originale diretto dal leggendario animatore e regista premio Oscar Glen Keane, che sarà disponibile dal 23 ottobre in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo.

Over the Moon – Il fantastico mondo di Lunaria una co-produzione Pearl Studio e Netflix, vede come produttrici le celebri Gennie Rim e Peilin Chou. Nella versione originale del film, la voce della giovane protagonista Fei Fei è dell’attrice rivelazione Cathy Ang. Il voice cast originale vede inoltre la presenza di Phillipa Soo (Chang’e), Robert G. Chiu (Chin), Ken Jeong (Gobi), John Cho (Papà), Ruthie Ann Miles (Mamma), Margaret Cho (Zia Ling), Kimiko Glenn (Zia Mei), Artt Butler (Zio) e Sandra Oh (Signorina Zhong).

Over the Moon – Il fantastico mondo di Lunaria, la trama

Una brillante ragazzina, spinta dalla determinazione e dalla passione per la scienza, costruisce una navicella spaziale per andare sulla Luna e dimostrare l’esistenza della leggendaria dea che vi abita.

Una volta atterrata, rimane coinvolta in una ricerca inaspettata e scopre un luogo bizzarro popolato da creature fantastiche. Diretto dal leggendario animatore Glen Keane e prodotto da Gennie Rim e Peilin Chou, “Over the Moon – Il fantastico mondo di Lunaria” è un’emozionante avventura musicale che racconta la capacità di andare avanti, l’accettazione di novità inattese e il potere dell’immaginazione.

  • Regista: il premio Oscar Glen Keane (Dear Basketball)
  • Produttori: Gennie Rim (Gli Incredibili, Cars, Ratatouille e Up), Peilin Chou (Mulan, Romy & Michelle, Il piccolo yeti)
  • Autore: Audrey Wells (The Hate U Give)
  • Co-regista: il premio Oscar John Kahrs (Paperman)
  • Produttori esecutivi: Janet Yang (The Joy Luck Club), Glen Keane, Ruigang Li, Frank Zhu, Thomas Hui
  • Musiche di: Christopher Curtis (Chaplin), Marjorie Duffield, Helen Park (KPOP)
  • Compositore: il premio Oscar Steven Price (Gravity)
  • Scenografa: Céline Desrumaux

 

 

Pluto: storia e curiosità sull’adorabile amico di Topolino

Pluto: storia e curiosità sull’adorabile amico di Topolino

Nel magico mondo Disney, uno dei personaggi più amati soprattutto dai più piccoli è Pluto, l’adorabile e dolcissimo cane, compagno d’avventure di Topolino e soci. Migliore amico dell’uomo, e nello specifico anche del ‘topo’, Pluto si trova spesso coinvolto in bizzarre e divertenti situazioni ed è sempre pronto ad aiutare il suo padroncino dalle orecchie giganti e i suoi amici. Ma cosa sappiamo di Pluto e della sua storia nell’universo Disney?

Scopriamo insieme tutto quello che c’è da sapere su Pluto, il cane di Topolino nonché uno dei più famosi personaggi della Disney.

Pluto Disney: la genesi del suo personaggio

La genesi del personaggio di Pluto è assai complessa e affonda le sue radici molto in profondità. Un primissimo prototipo di cagnolino simile a Pluto risale al 1930, anno d’uscita del cortometraggio animato dal titolo Fuga di Topolino (in inglese The Chain Gang). In questo corto, il cane in questione è però molto diverso da quello targato Disney a cui siamo abituati; si tratta infatti di un chien de Saint-Hubert, una particolare razza canina vicina a quella di Pluto ma non esattamente la stessa. Inoltre, nel corto, questo cagnolino non è affatto il migliore amico di Topolino ma bensì il segugio che gli dà la caccia dopo la sua evasione.

Più somigliante al Pluto che tutti conosciamo e amiamo è invece il cagnolino del cartone animato Il Picnic di Topolino, sempre datato 1930. In questo caso specifico, il cane del cartone si chiama Rover e appartiene alla dolce Minnie. Nonostante i miglioramenti apportati dagli animatori, quello de Il Picnic di Topolino è ancora una versione abbozzata di Pluto ma, questo tentativo è l’ennesimo passo verso la giusta direzione.

https://youtu.be/_KcO96pJjPY

Soltanto un anno più tardi, nel 1931, finalmente compare la prima immagine completamente formata di Pluto in Topolino a Caccia. In questo cartone animato, il cagnolino Rover cambia aspetto e nome e diventa Pluto, compagno di Topolino che diventa suo amico e padroncino. Questa trasformazione che sembra così radicale e repentina nei cartoni animati, in realtà nelle strisce a fumetti è molto più lenta e graduale.

L’incontro tra Pluto e Topolino

Nei fumetti dedicati al mondo Disney di quegli anni, si assiste all‘incontro tra Pluto e Topolino, episodio che addirittura viene raccontato in due versione differenti. La prima apparizione di Pluto è nella storia a fumetti intitolata Topolino Domatore e Saltimbanco in cui il cane vede per la prima volta Topolino mentre insegue un criminale che ha rapito una fanciulla indifesa.

A distanza di pochi giorni dalla pubblicazione della sua prima apparizione, il cagnolino Disney compare nuovamente nelle strisce a fumetti dal titolo Pluto The Pup. In questi fumetti, pubblicati orientativamente dall’8 al 18 luglio del 1931, lo vediamo attirato da Topolino che sta mangiando un enorme gelato che quest’ultimo sta portando alla sua bella Minnie. Pluto comincia a seguire Topolino e, al momento giusto, si avventa sul gelato divorandolo in un morso solo. Nonostante i suoi tentativi di sbarazzarsi del cane, Topolino alla fine non può fare altro che adottare Pluto e portarlo via con se.

Dopo questi due incontri casuali, il 10 gennaio del 1932 il cagnolino divora gelati entra ufficialmente a far parte della squadra Disney. Questa data segna infatti il suo esordio nelle strisce domenicali a fumetti della Disney; in questo particolare episodio, Pluto è inseguito da un malvagio accalappiacani ma viene poi salvato dal suo fedele padrone Topolino. Da quel momento in poi, il suo personaggio comincia comparire sempre più spesso nei fumetti Disney fino a quanto, dal 7 febbraio 1932, diventa una presenza ricorrente.

Nel 1932 la Disney, quindi, presenta questo nuovo personaggio non con il vecchio nome di Rover. Sembra che gli animatori abbiano voluto catturare l’attenzione del pubblico dando al loro nuovo cagnolino il nome del nuovo pianeta appena scoperto. Nel 1930, infatti, l’astronomo Clyde Tombaugh scoprì l’allora nono pianeta Plutone, in inglese Pluto.

Pluto e Pippo: uguali ma diversi

Pluto, simile nell’aspetto a un cane di razza bracco, di colore giallo ocra e con una sottile coda nera, è uno dei pochissimi personaggi Disney a non parlare e a non avere caratteristiche antropomorfe. Quasi tutti i componenti della squadra Disney dei primi anni, sono infatti animali ma con tratti umani e in grado di parlare. Uno dei pochi personaggi borderline è Paperino che, pur essendo in grado di comunicare, fa fatica a farsi capire.

Negli anni il cane resta sempre un personaggio minore all’interno dell’universo Disney eppure anche per lui non mancano di certo i momenti di gloria. Nel 1933, ad esempio, diventa il protagonista del corto Pluto L’amico di Topolino. In questa piccola fiaba, il cane salva un dolce gattino che, adottato da Topolino, sembra attirare su di se tutte le attenzioni di quest’ultimo. Sul finale, il cucciolone si redime, supera la sua gelosia e accetta la presenza del nuovo membro della famiglia. Questa è in assoluto la prima volta in cui Pluto ruba, per così dire, la scena a Topolino, fino a quel momento unico protagonista.

Da quella prima apparizione nel 1932, Pluto diventa un personaggio ricorrente e comincia a interagire sempre di più con gli amici di Topolino come Minnie, Paperino, Clarabella e Pippo. In particolare, è proprio l’interazione tra Pluto e Pippo a generare confusione nel pubblico. Gli spettatori sono convinti che entrambi siano dei cani ma mentre Pippo ha sembianze umane e può parlare, l’altro è semplicemente un buffo animale da compagnia.

A chiarire le idee è stato Bill Farmer, voce originale di Pippo, in un’intervista per Yahoo!.

“Non è un cane […] Pippo appartiene alla famiglia canina allo stesso modo di un lupo, che non è un cane. Però entrambi sono dentro la famiglia canina.”

I cartoni di Pluto

Tutti i cartoni di Pluto, così come di tutti gli altri personaggi della Disney, sono disponibili in streaming solo sulla piattaforma a pagamento di Disney Plus.

Fonte: Wiki,

Sky Original: annunciati i nuovi progetti per il cinema e la tv

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Sky Original: annunciati i nuovi progetti per il cinema e la tv

Storie uniche, originali, interpretate dai volti più popolari e premiati di grande e piccolo schermo e raccontate da alcuni degli autori più apprezzati di cinema e TV. Ai blocchi di partenza le nuove grandi storie targate Sky Original, su Sky e NOW TV a partire dal prossimo anno. Crime drama, comedy, produzioni di genere, storie ispirate a fatti di cronaca rimasti nella memoria storica dell’intero Paese: tutte all’insegna del talento, davanti e dietro la macchina da presa, e accomunate da una forza espressiva che fa di questi progetti storie in grado di arrivare a tutti.

Storie italiane pronte ad appassionare anche il pubblico internazionale grazie a Sky Studios, l’hub  pan-europeo di produzione e sviluppo nato poco più di un anno fa, attualmente al lavoro su oltre 50 progetti scripted targati Sky Original e attraverso cui Sky si è impegnata a raddoppiare, da qui al 2024, il proprio investimento in titoli originali.

Sono appena partite le riprese di ALFREDINO – UNA STORIA ITALIANA, con Anna Foglietta nei panni di Franca Rampi, madre del piccolo Alfredo, caduto in un pozzo artesiano a Vermicino, nel 1981, e rimasto nel cuore e nella memoria di tutti anche grazie a una – per quei tempi – inedita copertura mediatica.

Come annunciato pochissimi giorni fa, primo ciak fra la fine del 2020 e l’inizio del nuovo anno per IL RE,  il primo prison drama italiano, con Luca Zingaretti – fra gli attori più amati del cinema e della TV italiani – in un ruolo oscuro e controverso, quello del direttore di un carcere di frontiera dove non vige alcuna legge al di fuori della sua.

Riprese al via a ottobre per RIDATEMI MIA MOGLIE, comedy che riunisce, per la prima volta in tv dopo tanti successi al box office, Fabio De Luigi e Alessandro Genovesi, davanti e dietro la macchina da presa dell’adattamento della produzione BBC I Want My Wife Back.

Una storia originale è CHRISTIAN, racconto di genere fra sovrannaturale e supereroistico, con Edoardo Pesce nei panni dello scagnozzo di un boss della Roma di periferia. Christian “mena le mani”, fino a quando un giorno non prenderanno a fargli male e a sanguinare: sono stimmate, con cui farà miracoli.

Produzioni che vanno ad arricchire ulteriormente una line-up straordinaria, di grande varietà, fatta dei titoli Sky Original annunciati negli ultimi mesi: la prima serie TV dei visionari e talentuosi GEMELLI D’INNOCENZO, attualmente in fase di scrittura, che sarà la prima in-house production Sky Studios per l’Italia, seguita da BLOCCO 181, ambientata tra le comunità multietniche della Milano di periferia, con un artista come Salmo produttore creativo e musicale nonché attore; ANNA, la seconda serie TV per Sky (dopo il successo de Il Miracolo) di Niccolò Ammaniti le cui riprese si concluderanno a giorni; DOMINA con Kasia Smutniak, protagonista di un dramma storico più attuale che mai nonostante l’ambientazione nell’Antica Roma, con Isabella Rossellini e Liam Cunningham e un grande cast internazionale; SPERAVO DE MORÌ PRIMA, la serie su Francesco Totti con Pietro Castellitto – appena premiato a Venezia per la miglior sceneggiatura per I Predatori, suo esordio alla regia – nei panni del leggendario numero 10 della Roma. E ancora A CASA TUTTI BENE, la prima serie TV firmata da Gabriele Muccino, reboot dell’omonimo film campione d’incassi del regista; e l’attesissima quinta stagione di GOMORRA, con il ritorno in scena di Marco D’Amore nei panni di Ciro l’Immortale, di nuovo accanto a Genny (Salvatore Esposito), nel cast insieme ad Arturo Muselli nei panni di Enzo Sangue Blu e Ivana Lotito in quelli di Azzurra Avitabile.

E ancora, dopo il successo della prima stagione, sono attualmente in fase di scrittura i nuovi episodi di DIAVOLI, il thriller finanziario con Alessandro Borghi, Kasia Smutniak e Patrick Dempsey. Inizio riprese previsto per l’anno prossimo.

Se queste sono le serie Sky Original in arrivo a partire dal prossimo anno, gli ultimi mesi del 2020 saranno all’insegna di produzioni firmate da grandi autori: WE ARE WHO WE ARE di Luca Guadagnino, una storia sui misteri dell’adolescenza e sulla ricerca dell’identità, già acclamata dalla critica americana, ambientata in una base militare americana in Italia, dal 9 ottobre su Sky e NOW TV; ROMULUS, creata e diretta da Matteo Rovere che fra storia e leggenda ricostruisce il mito fondativo della nascita di Roma, in programma a novembre.

Prossimamente su Sky anche la grande commedia italiana: COPS – UNA BANDA DI POLIZIOTTI, con un talentuoso cast corale in due storie dirette da Luca Miniero, regista di Benvenuti al Sud, uno dei maggiori successi del cinema italiano degli ultimi anni; e il ritorno dell’amatissimo BARLUME, per due nuove storie – ancora dirette da Roan Johnson – che vedono il ritorno di tutto il cast, da Filippo Timi, Lucia Mascino e Alessandro Benvenuti fino a Enrica Guidi, Stefano Fresi, Corrado Guzzanti.

Oltre alle produzioni italiane, Sky continua a produrre sempre più contenuti in tutti i Paesi in cui è presente: gli Studios raddoppieranno il numero di Original tedesche, fra queste le nuove Funeral for A Dog, Ich und die Anderen e Souls nonché l’esplosivo documentario sullo scandalo Wirecard. E continuano a riscuotere l’entusiasmo di critica e pubblico anche le produzioni Sky Original inglesi, come l’imminente The Third Day (su Sky e NOW TV dal 19 ottobre) con Jude Law e Naomie Harris, la prossima Intergalactic, o le nuove stagioni di Britannia, Code 404 o A Discovery of Witches – Il manoscritto delle streghe.

Scarlet Witch: le migliori battaglie di Wanda nel MCU

Scarlet Witch: le migliori battaglie di Wanda nel MCU

Wanda Maximoff è uno dei personaggi più potenti – se non il più potente – finora conosciuti grazie all’Universo Cinematografico Marvel. Ha fatto il suo debutto nella Fase 2 del franchise ed è diventata rapidamente una delle protagoniste principali della trama legata ai Vendicatori. Avrà un ruolo chiave anche nelle prossime fasi, con progetti come WandaVision, che si dice la vedrà entrare ufficialmente nel ruolo di Scarlet Witch. Nonostante la maggior parte dei riflettori sul campo di battaglia siano stati dati ai Vendicatori originali, Wanda ha già dimostrato il suo valore come membro del team e la sua forza come personaggio più e più volte. Screen Rant ha raccolto i 10 migliori contributi di Wanda alle numerose battaglie che abbiamo visto nel MCU:

Avengers Facility (Captain America: Civil War)

Ciò che mancava a questa battaglia in termini di dimensioni e posta in gioco, viene compensato con la tensione. Il conflitto tra Visione, Occhio di Falco e Wanda in questa scena è stata la prima delle battaglie di Civil War in cui i Vendicatori avrebbero combattuto l’uno contro l’altro. È diventato subito chiaro che Clint avrebbe perso se Wanda non fosse intervenuta per aiutarlo, cosa che ha fatto, rivoltandosi contro Visione.

Il suo ruolo nella battaglia è stata la manifestazione della sua decisione di ribellarsi agli Accordi con il resto del team di Capitan America. Molti fan ritengono sia stata una decisione sbagliata per il suo personaggio, considerando anche la sua storia a quel momento nel film.

Seoul, South Korea (Avengers: Age Of Ultron)

La scelta che Wanda fa in questa battaglia rappresenta un altro punto di svolta per il suo personaggio. All’inizio venne reclutata da Ultron per aiutarlo a distruggere i Vendicatori, cosa che la convince che renderà il mondo un posto migliore e più sicuro. Dopo aver visto che la sua vera intenzione è porre fine non solo ai Vendicatori ma a tutta l’umanità, abbandona il suo piano.

Invece di scappare, lei e Pietro combattono contro Ultron per salvare Captain America e una folla di persone da un treno che attraversa la città, permettendo agli altri Vendicatori di ottenere la Culla con la Gemma della Mente.

Lagos, Nigeria (Captain America: Civil War)

Il suo ruolo nella battaglia di Lagos è stato un momento decisivo non solo per lei ma per l’intera squadra. La missione, sebbene intesa a sottomettere un’arma chimica nelle mani di Crossbones, si concentra su Wanda e sul suo addestramento come Vendicatore. Cerca di contenere il gas velenoso quando Rumlow lo rilascia, ma lo guida accidentalmente in un edificio pieno di soccorritori del Wakanda.

L’errore che commette serve a ricordare quanto sia giovane e inesperta, nonostante sia uno dei più potenti Vendicatori. Questa è una nota importante da sottolineare prima che la sua storia nel MCU continui e la porti ad ottenere un ruolo più importante.

Scozia (Avengers: Infinity War)

Dopo che Visione è gravemente ferito, Wanda li difende entrambi e riesce quasi a sfuggire a due dei guerrieri di Thanos. Non si tira indietro nemmeno quando Visione le dice di andarsene. Restando per proteggere la persona che ama, protegge anche la Gemma della Mente, che finisce per dare ai Vendicatori la loro ultima speranza di fermare Thanos.

La parte iniziale della battaglia nelle strade della città potrebbe essere vista come un precursore della sua parte nella battaglia finale di Infinity War. È probabile che avrebbe potuto vincere la battaglia da sola, ma gli aggressori si ritirano dopo che Captain America, Occhio di Falco e Vedova Nera intervengono per aiutarla.

Base dell’HYDRA, Sokovia (Avengers: Age Of Ultron)

Anche Wanda era stata inizialmente presentata brevemente durante la scena post-credits di Captain America: The Winter Soldier, la battaglia iniziale in Age of Ultron è la prima a mostrare le sue abilità in combattimento. È presumibilmente la prima volta che Wanda usa i suoi poteri in modo offensivo.

Dopo che lei e Pietro hanno disorientato i Vendicatori mentre prendono d’assalto la base dell’HYDRA, Wanda fa capolino nella mente di Tony e vede le sue paure relative alla fine del mondo. Invece di riprendersi lo scettro, ha abbastanza lungimiranza per prevedere che userà lo strumento per trasferire l’incubo su di lui.

Salvage Yard, Costa Africana (Avengers: Age Of Ultron)

Wanda incontra i Vendicatori per la seconda volta su una nave che contiene il vibranio di cui Ultron ha bisogno per costruire la sua arma che distrugge il mondo. Simile al modo in cui aveva dato a Tony un anticipo delle sue peggiori paure durante il loro primo incontro, usa i suoi poteri di manipolazione mentale anche contro Thor, Steve, Natasha e Banner.

Lo sforzo mette alla prova i limiti dei suoi poteri; sembra infatti assorbire i ricordi e le allucinazioni che provoca. È possibile che questo viaggio nelle loro menti abbia modellato la sua prospettiva, le abbia fatto capire che i Vendicatori non erano le persone malvagie che credeva fossero, e potrebbe anche aver influenzato la sua successiva decisione di unirsi a loro.

La città di Sokovia (Avengers: Age Of Ultron)

Se la battaglia a Seoul è dove Wanda decide di fidarsi dei Vendicatori, Sokovia è dove i Vendicatori decidono di fidarsi di lei. È la prima volta che diventa veramente parte della squadra, le loro intenzioni si allineano dall’inizio alla fine. Questa accettazione è simboleggiata da Clint, che aveva minacciato la sua vita solo poche ore prima, facendole un discorso di incoraggiamento e assicurandole che faceva parte della squadra.

È anche la prima volta che vediamo tutta la portata delle sue capacità telecinetiche, dal momento che le sue precedenti battaglie si erano concentrate solo sui suoi poteri ipnotici. Elimina orde di sentinelle di Ultron in pochi secondi ed è abbastanza ben equipaggiata da proteggere da sola il nucleo di vibranio.

Avengers Facility (Avengers: Endgame)

È importante ricordare che durante questa battaglia in Endgame, Wanda – come metà dei suoi compagni – era morta a causa dello schiocco, e l’ultimo frammento di coscienza nella sua memoria includeva la perdita contro Thanos e Visione che veniva ucciso davanti a lei. È giusto presumere che si sentisse giustamente vendicativa per quanto accaduto, non solo per la sua temporanea scomparsa, ma anche per la morte dell’amore della sua vita.

Il suo confronto con Thanos è ciò che lo motiva a spendere tutte le risorse del suo esercito. Non si tira indietro quando ha l’opportunità di sparare alla versione del 2012 del cattivo, che rivela di non sapere lei chi sia. “Lo saprai” risponde lei, lacerando la sua armatura e indebolendolo.

Aeroporto, Germania (Captain America: Civil War)

Nonostante non abbia un ruolo grandissimo in questa scena già ricca di eroi, i combattimenti di Wanda riflettono ciò che lei crede essere la rettifica delle sue azioni catastrofiche a Lagos. Probabilmente la più potente del gruppo, è la principale difesa del Team Captain America contro Visione.

Preservarla durante la Civil War segna una sorta di rito di passaggio per lei come personaggio e membro della squadra: smette di essere una ragazzina e una tirocinante, e inizia il suo viaggio come entità autonoma. 

Wakanda (Avengers: Infinity War)

Lasciata all’inizio a proteggere Visione e la Gemma della Mente, Wanda capisce presto che la sua squadra ha un disperato bisogno di aiuto sul campo. Entra così in azione, dove elimina una parte enorme dell’esercito di Thanos. Sulla via del ritorno, viene interrotta da Proxima Midnight, così Natasha e Okoye corrono in suo aiuto.

Ciò che rende davvero il culmine della battaglia tra lei e Thanos è che Wanda è l’unica a non essere immediatamente sconfitta dal titano mentre brandisce le Gemme. Con una mano lo tiene lontano da Visione, mentre con l’altra distrugge la Gemma della Mente.

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