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The Falcon and the Winter Soldier: Sebastian Stan sul set

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The Falcon and the Winter Soldier: Sebastian Stan sul set

Continuano le riprese di The Falcon and The Winter Soldier, l’attesissima nuova serie Marvel Studios in arrivo nel 2021 che riunirà Sebastian Stan e Anthony Mackie. Nelle nuove foto dal set possiamo vedere Sebastian Stan schizzare in moto:

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The Falcon And The Winter Soldier, la serie tv

The Falcon and The Winter Soldier è la serie di prossima uscita nel quale Anthony Mackie e Sebastian Stan  riprenderanno i loro ruoli nei panni del titolo Falcon (alias Sam Wilson) e The Winter Soldier (alias Bucky Barnes) che sarà diretta da Kari Skogland.

Vi ricordiamo che nel cast di The Falcon and The Winter Soldierè previsto anche il ritorno di due volti noti dell’universo cinematografico, ovvero Emily VanCamp, Sharon Carter in Captain America: The Winter Soldier e Civil War e Daniel Bruhl, nei panni del Barone Zemo. Per quanto concerne la serie di The Falcon and The Winter Soldier, il lancio è fissato in autunno 2020 e Kari Skogland (The Handmaid’s Tale, Penny Dreadful, Boardwalk Empire, The Killing, The Walking Dead, Fear the Walking Dead, Under the Dome, Vikings, The Americans, House of Cards e The Punisher) dirigerà tutti i sei episodi.

Probabile, visti gli esiti di Avengers: Endgame, che lo show si concentrerà sulla dinamica  del rapporto tra le due figure più vicine a Captain America (nonché suoi eredi) e sulle imprese dei supereroi per garantire la sicurezza mondiale.

Matrix 4 avrà elementi in comune con la trilogia originale

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Matrix 4 avrà elementi in comune con la trilogia originale

Yahya Abdul-Mateen II, che il grande pubblico ha imparato a conoscere grazie al ruolo del villain Black Manta in Aquaman, figura tra le new entry dell’attesissimo Matrix 4, anche se non sappiamo ancora quale ruolo andrà a ricoprire. In una recente intervista con Collider, l’attore statunitense ha anticipato che il film avrà diversi elementi in comune con la trilogia originale.

Fresco della vittoria dell’Emmy come miglior attore non protagonista grazie all’acclamata miniserie Watchmen e protagonista dell’atteso “sequel spirituale” di Candyman prodotto da Jordan Peele che arriverà in sala il prossimo anno, Yahya Abdul-Mateen II non ha ovviamente potuto rivelare nulla a proposito della storia di Matrix 4 o del suo personaggio nel film, limitandosi a raccontare della sua reazione dopo aver letto la sceneggiatura del film. Proprio per questo, l’attore ha spiegato che, sebbene il nuovo capitolo sarà molto diverso, al tempo stesso condividerà con la trilogia originale tutta una serie di elementi.

“La mia reazione alla sceneggiatura è stata: ‘Wow, al pubblico piacerà davvero. Mi piace questa cosa. Alla gente piacerà davvero’. È diverso ma allo stesso tempo è anche uguale a ciò che abbiamo visto in passato. È come se fosse una miscela molto intelligente di ciò che vogliamo e di ciò che potremmo non sapere di volere.”

I personaggi che collegheranno Matrix 4 ai precedenti capitoli della saga

Matrix 4 promette di presentare forti connessioni con il passato già attraverso il ritorno di Keanu Reeves, Carrie-Ann Moss e di altri membri del cast originale. Tuttavia, sarà anche molto diverso proprio a causa di alcuni vecchi personaggi che non ritroveremo nel nuovo film. A Laurence Fishburne, che ha interpretato Morpheus nella trilogia originale, non è stato chiesto di tornare nel nuovo capitolo, mentre a causa di altri impegni lavorativi Hugo Weaving non ha potuto riprendere il ruolo dell’Agente Smith. Si spera che i nuovi personaggi compensino queste “dolorose” assenze e contribuiscano a rendere questo nuovo film qualcosa di veramente speciale.

Matrix 4 vedrà nel cast il ritorno di Keanu ReevesCarrie-Ann Moss e Jada Pinkett-Smith al fianco delle new entry Yahya Abdul-Mateen II, Neil Patrick Harris, Jonathan Groff, Jessica Henwick Toby Onwumere. L’uscita nelle sale è fissata per il 1 aprile 2022. Il nuovo capitolo del franchise sarà diretto da Lana Wachowski. La sceneggiatura del film è stata firmata a sei mani con Aleksandar Hemon e David Mitchell.

Kit Harington dice basta ai ruoli da eroe alla Jon Snow

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Kit Harington dice basta ai ruoli da eroe alla Jon Snow

Kit Harington ha ammesso di aver chiuso con i ruoli da eroe stoico e silenzioso dopo la sua esperienza con la serie Game of Thrones nei panni di Jon Snow. La carriera dell’attore britannico è iniziata sui palcoscenici londinesi, ma la sua prima vera grande occasione è stata la celebratissima serie targata HBO. Harington ha interpretato Snow per quasi un decennio e ad oggi la sua fama ed il suo volto sono indissolubilmente legati proprio a quel personaggio.

Dopo la fine della serie tratta dai romanzi di George R. R. Martin, Harington sta cercando di mettersi alla prova con i progetti più disparati. Tra i titoli più interessanti che vedranno coinvolto l’attore in futuro c’è sicuramente Gli Eterni, l’attesissimo film dei Marvel Studios in cui avrà il ruolo di Dane Whitman, alter ego di Black Knight. In realtà, il ruolo non sembra essere molto diverso da quello interpretato in Game of Thrones, o almeno sono in molti ad aver già riscontrato delle analogie tra il personaggio di Jon Snow e quello di Whitman.

A quanto pare, però, sembra che Kit Harington abbia ben in mente quale tipologia di personaggi voglia interpretare nella sua carriera da questo momento in avanti. The Independent ha riportato una recente intervista dell’attore e pare che lo stesso abbia ammesso di non voler più interpretare eroi silenziosi con emozioni represse in futuro. Secondo l’attore, tale archetipo rafforza l’idea che gli uomini forti evitano di affrontare le proprie emozioni in quanto simbolo di debolezza.

Kit Harington intenzionato a stravolgere gli standard della mascolinità al cinema

A quanto pare, ciò che interessa davvero l’attore è ricercare, attraverso i ruoli, nuove rappresentazioni della mascolinità. Harington ha fatto riferimento anche al contesto familiare in cui è cresciuto, sottolineando quanto sua madre lo abbia allevato in un ambiente assolutamente gender fluid, in cui qualsiasi standard relativo alla mascolinità non è mai stato avallato.

Senza dubbio, le parole di Kit Harington indicano la volontà da parte dell’attore di intraprendere una nuova direzione per la sua carriera. Nelle intenzioni dell’attore pare ci sia la volontà di abbracciare ruoli maschili completamente diversi, che siano in qualche modo in grado di evolvere determinati archetipi. Sarà interessante vedere se Harington ha avuto la possibilità di mettere già alla prova queste sue volontà con il personaggio che si ritroverà a dover interpretare ne Gli Eterni.

Big Sky: promo della nuova serie tv

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Big Sky: promo della nuova serie tv

Il network americano ABC ha diffuso il promo ufficiale di Big Sky, l’annunciata nuova serie tv in arrivo questo autunno.

 

Big Sky

Big Sky è la nuova serie tv creata da David E. Kelley per il network americano ABC. David E. Kelley sarà lo showrunner della prima stagione. Basato sulla serie di libri di CJ Box, “Big Sky” è prodotto da David E. Kelley, Ross Fineman, Matthew Gross, Paul McGuigan, CJ Box e Gwyneth Horder-Payton, ed è prodotto da 20th Television. 20th Television fa parte dei Disney Television Studios, insieme a ABC Signature e Touchstone Television.

La serie racconta degli investigatori privati ​​Cassie Dewell e Cody Hoyt uniscono le forze con la sua ex moglie ed ex poliziotta, Jenny Hoyt, per cercare due sorelle che sono state rapite da un camionista su una remota autostrada nel Montana. Ma quando scoprono che queste non sono le uniche ragazze scomparse nella zona, devono correre contro il tempo per fermare l’assassino prima che un’altra donna venga rapita. Big Sky vede protagonisti Katheryn Winnick nei panni di Jenny Hoyt, Kylie Bunbury nei panni di Cassie Dewell, Brian Geraghty nei panni di Ronald Pergman, Dedee Pfeiffer nei panni di Denise Brisbane, Natalie Alyn Lind nei panni di Danielle Sullivan, Jade Pettyjohn nei panni di Grace Sullivan, Jesse James Keitel nei panni di Jerrie Kennedy, Valerie Mahaffey come Helen Pergman con John Carroll Lynch come Rick Legarski e Ryan Phillippe come Cody Hoyt.

J.K. Simmons anticipa il ritorno di J. Jonah Jameson nel MCU

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J.K. Simmons anticipa il ritorno di J. Jonah Jameson nel MCU

J.K. Simmons è tornato nei panni di J. Jonah Jameson nella scena durante i titoli di coda di Spider-Man: Far From Home. L’attore premio Oscar aveva già interpretato il direttore del Daily Bugle nella trilogia dell’Uomo Ragno diretta da Sam Raimi e adesso, in una nuova intervista, ha parlato del suo futuro nel MCU.

Sappiamo – per stessa ammissione dell’attore – che Simmons ha firmato per tornare nuovamente nei panni di Jameson, anche se al momento non sappiamo se lo rivedremo nell’attesissimo Spider-Man 3 o magari in qualche altro titolo dello SpiderVerse (come ad esempio Morbius o Venom: Let There Be Carnage). Intervistato da Collider, Simmons ha così commentato l’eventuale ritorno di Jameson sul grande schermo:

“C’è una possibilità concreta. Ci sono state alcune discussioni, ma non dirò nulla di definitivo… perché non so se mi è permesso farlo. Ma sì, sono molto ottimista sul fatto che ci sarà ancora un po’ di JJJ nel mio futuro.”

Parlando sempre con Collider, J.K. Simmons ha anche spiegato i retroscena dietro il look sfoggiato dal personaggio nella scena post-credits di Far From Home, molto diverso rispetto a quello della trilogia di Raimi. “L’unica cosa sulla quale non siamo andati proprio d’accordo con la Marvel è stato il look del personaggio. Era tutta una questione se renderlo più fedele ai fumetti o ai film di Raimi. Se bisognava evolverlo in qualche modo e renderlo più contemporaneo…”, ha spiegato Simmons.

J.K. Simmons parla del “nuovo” look di J. Jonah Jameson

“Ero molto attaccato a ciò che avevo fatto in precedenza per una serie di motivi. Quindi, alla fine, abbiamo raggiunto un compromesso e abbiamo optato per farlo apparire senza capelli (ride). Credo però che si sia trattata più di una questione di tempistiche. Forse non c’era il tempo per realizzare una parrucca. J. Jonah Jameson potrebbe aver perso i capelli negli ultimi anni, oppure ha indossato un parrucchino per tutto il tempo. Onestamente non lo so. Scegliete voi.”

Spider-Man 3 vedrà ancora una volta riuniti Tom Holland e il regista Jon Watts, che aveva già diretto Spider-Man: Homecoming del 2017 e Spider-Man: Far From Home dello scorso anno. Le riprese del film sarebbero dovute partire quest’estate, ma a causa della pandemia di Covid-19 sono bloccate. Al momento non sappiamo ancora quando partirà la produzione, mentre l’uscita nelle sale è fissata per il 17 Dicembre 2021.

Grey’s Anatomy 17: ecco quando esce la nuova stagione

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Grey’s Anatomy 17: ecco quando esce la nuova stagione

Il network americano ABC dopo il poster ufficiale ha diffuso la data e i dettagli di uscita di Grey’s Anatomy 17, l’attesa diciassettesima stagione di Grey’s Anatomy.

La diciassettesima stagione di Grey’s Anatomy uscirà giovedì 12 novembre 2020. Vincitrice del Golden Globe Award 2007 per la migliore serie televisiva drammatica e nominata per più Emmy, inclusa la serie drammatica “Grey’s Anatomy” è considerato uno dei più grandi programmi televisivi del nostro tempo. Il medical drama ad alta intensità, giunto alla diciassettesima stagione, segue Meredith Gray e il team di medici del Grey Sloan Memorial che devono affrontare quotidianamente decisioni di vita o di morte. Cercano conforto l’uno dall’altro e, a volte, qualcosa di più della semplice amicizia. Insieme scoprono che né la medicina né le relazioni possono essere definite in bianco e nero.

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In Grey’s Anatomy 17 ritorneranno i personaggi Meredith Grey (stagioni 1-in corso), interpretata da Ellen Pompeo, Alexander “Alex” Michael Karev (stagioni 1-in corso), interpretato da Justin Chambers, Miranda Bailey (stagioni 1-in corso), interpretata da Chandra Wilson, Richard Webber (stagioni 1-in corso), interpretato da James Pickens, Jr., Owen Hunt (stagioni 5-in corso), interpretato da Kevin McKidd, Teddy Altman (stagioni 6-8, 15-in corso, ricorrente 14), interpretata da Kim Raver, Jackson Avery (stagione 7-in corso, ricorrente 6), interpretato da Jesse Williams, Josephine “Jo” Alice Wilson (stagione 10-in corso, ricorrente 9), interpretata da Camilla Luddington, Margaret “Maggie” Pierce (stagione 11-in corso, guest 10), interpretata da Kelly McCrearyGreg Germann come Tom Koracick, Benjamin Warren (stagioni 12-14, ricorrente 6-in corso, guest 7), interpretato da Jason George,  Andrew DeLuca (stagione 12-in corso, guest 11), interpretato da Giacomo Gianniotti Caterina Scorsone nei panni di Amelia Shepherd.

Grey’s Anatomy 17 è stato creato ed è prodotto da Shonda Rhimes (“Scandal”, “How to Get Away with Murder”, “Station 19”). Betsy Beers (“Scandal”, “How to Get Away with Murder”, “Station 19”), Mark Gordon (“Saving Private Ryan”), Krista Vernoff (“Shameless”), Debbie Allen, Zoanne Clack, Fred Einesman, Andy Reaser e Meg Marinis sono i produttori esecutivi. “Grey’s Anatomy” è prodotto da ABC Signature, che fa parte dei Disney Television Studios, insieme a 20th Television e Touchstone Television.

Enola Holmes, recensione del film con Millie Bobby Brown

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Enola Holmes, recensione del film con Millie Bobby Brown

Arriva direttamente su Netflix la nuova declinazione del mito di Sherlock Holmes, questa volta però nei panni di Enola Holmes, la sorellina sedicenne. Il film, diretto da Harry Bradbeer (FleabagKilling Eve), arriva sulla piattaforma il 24 settembre ed è basato sulla serie di romanzi di Nancy Springer, The Enola Holmes Mysteries, ispirati proprio alle storie crime di Conan Doyle. Questa volta però al timone dell’indagine c’è Enola, e non più Sherlock, una ragazzina di 16 anni che ha il volto di Millie Bobby Brown, che torna a Netflix che, con Stranger Things, le ha dato la notorietà globale.

Enola Holmes, la trama

Enola vive da sola con sua madre, Eudoria (Helena Bonham Carter), che a differenza di tutte le signore benestanti dell’epoca, ha provveduto da sola all’educazione della figlia: storia, chimica, lotta corpo a corpo, libero pensiero, esercizi di logica, rebus e, naturalmente, niente corsetti! Una notte però la madre della ragazza sparisce, lasciando alla figlia degli indizi per farsi trovare. Anche se Enola è una ragazza sveglia, caparpia, indipendente, ha ancora 16 anni, quindi di fronte alla scomparsa della genitrice, viene affidata a Mycroft (Sam Claflin), il suo serioso fratello maggiore, che vorrebbe rinchiuderla in un istituto per signorine, così da supplire alla mancanza di educazione tradizionale che l’originalità della madre ha sottovalutato per la giovane donna.

Lei però scappa e si mette alla ricerca della madre. Lungo il suo cammino, però, incontra  Lord Tewksbury (Louis Partridge), un giovane rampollo che scappa dalla sua famiglia. Enola sente di dover aiutare il ragazzo, soprattutto quando scopre che è in serio pericolo, così alla ricerca della madre, affiancherà anche un altro caso da risolvere. Alle sue spalle, nell’ombra, si muove però un’altra persona, il suo secondo fratello, maestro del ragionamento deduttivo: Sherlock (Henry Cavill). Ebbene sì, Enola altri non è che Enola Holmes, sorella del grande detective e non troppo diversa da lui!

enola holmes recensioneEnola Holmes si presta benissimo alla serialità, dal momento che nell’arco della sua durata esaurisce un mistero per lasciarne un altro non completamente risolto. Questo potrebbe aprire la strada a molti altri episodi delle avventure della giovane detective sorella d’arte, dato anche il fatto che l’originale letterario è proprio una serie di romanzi. A sostenere questa ipotesi c’è la presenza di Millie Bobby Brown, che dismessi i panni di Undici di Stranger Things, qui si dimostra una giovane donna volitiva, caparbia, tenace e molto molto sveglia.

Si rompe la quarta parete ma non si cattura lo spettatore

Le scelte registiche di rompere la quarta parte e di aggiungere scene animate, rebus e indovinelli sciolti con divertenti accorgimenti di montaggio rende il ritmo veloce, la storia divertente, peccato però per gli interpreti. Carter è l’ombra di se stessa, Claflin scompare, soprattutto se si paragona questa alla sua performance nella quinta stagione di Peaky Blinders, Cavill è poco più di una comparsa che fa da tappezzeria, e Brown, sebbene sia fiorita in bellezza, ha molto poco della veracità e della spontaneità che l’aveva resa molto credibile nella prima stagione di Stranger Things. Smorfiette e sguardo in macchina non aiutano.

Enola Holmes snocciola tutti i punti principali di un coming of age in chiave femminile e (ci prova) femminista, tanto che, naturalmente, la conclusione romantica non rappresenta un punto di arrivo per il personaggio, che invece comincia a scrivere davanti a sé un radioso futuro da detective, e un’infinita possibilità di sequel per Netflix.

Nomadland vince il premio del pubblico al Toronto Film Festival 2020

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Come previsto, Nomadland di Chloe Zhao, già vincitore del Leone d’Oro a Venezia 77, ha vinto il premio People’s Choice del Toronto International Film Festival, che in molte occasioni si è rivelato una buona spia per il destino del film vincitore in vista degli Oscar.

One Night in Miami di Regina King, anche questo visto a Venezia 77, si è classificato al secondo posto, e Beans è arrivato terzo nella competizione del festival che quest’anno è stata presentata in formazione ridotta, con un sesto dei film in gara.

Ora la stagione autunnale dei Festival continua con il New York Film Festival, già cominciato e anch’esso in forma ridotta data la pandemia di COVID-19 che sta costringendo tutto il mondo a rallentare.

Le strade del male: la recensione del film con Tom Holland

Le strade del male: la recensione del film con Tom Holland

Ad aprire il film diretto da Antonio Campos, è la calda e ammaliante voice-over di Donald Ray Pollock, autore del romanzo da cui è tratto Le strade del male. Questo non troppo piccolo dettaglio la dice lunga sull’operazione di trasposizione che i fratelli Campos hanno scelto di adottare per il film. Per tutta la durata di questo, infatti, la voce narrante di Pollock tornerà in più occasioni, spiegando, anticipando o riflettendo su quanto accade in scena. La sua, si capirà, è una lettura delle esatte parole utilizzate nel suo libro, da cui sembra prendere vita un adattamento cinematografico il più fedele possibile ad esso.

All’interno di questo racconto si ritrova un cast corale composto da alcuni tra i più noti interpreti del momento, da Tom Holland a Robert Pattinson, passando per Bill Skarsgård, Mia Wasikowska, Jason Clarke, Sebastian Stan, Eliza Scanlen, Harry Melling e Riley Keough. Ambientate in un arco temporale che va dalla Seconda guerra mondiale alla guerra del Vietnam, le loro storie, talvolta apparentemente indipendenti l’una dall’altra, finiranno per essere tutte collegate da una spirale di violenza e vendetta che ha origini ben più antiche e radicate di quanto possa sembrare.

Nel cuore dell’America, tra fede e odio

Quello di Pollock è stato acclamato come uno dei romanzi più affascinanti del 2011, capace di raccontare senza mezzi termini le ferite della generazione che ha combattuto nella Seconda guerra mondiale, e di come queste siano poi state ereditate anche dai loro discendenti. Non è un caso, infatti, che il racconto si apra e si chiuda tra i due conflitti che più hanno sconvolto gli Stati Uniti, ad indicare che tutto sembra destinato a ripetersi all’infinito. In questa parentesi, germogliano così quei semi del male che infesteranno le vite dei protagonisti di questa storia. Mano mano che il racconto del film procede, risulta infatti sempre più interessante scoprire come i singoli percorsi finiranno con l’intrecciarsi con quelli degli altri, con esiti talvolta disastrosi.

In questa giostra si avvicendano così veterani delusi dalla fede, serial killer in giro per gli Stati Uniti, mogli fin troppo devote, e reverendi dalla dubbia morale. In ultimo, i figli di tutti loro, su cui ricadono colpe che si annidavano sulla terra già prima dei loro vagiti da infanti. Il contesto in cui si muovono è sporco, rozzo, tutt’altro che rassicurante. Un ruolo centrale a riguardo lo gioca la fede religiosa. Dio appare infatti essere un passivo e silenzioso osservatore, e coloro che dovrebbero professare la sua parola sono i primi a portare corruzione morale. Se non c’è giustizia sulla terra, non ce n’è neanche nel Regno dei Cieli. E se Dio è una figura assente, a farla da padrone è allora il diavolo tentatore. A questo proposito il titolo originale The Devil All The Time, risulta ben più esplicativo dell’italiano Le strade del male.

Ancora una volta, il cuore del racconto sembra essere la violenza che sopravvive al suo artefice, e che come un virus si diffonde in cerca di nuove vite da distruggere. Si è sempre detto che l’America è fondata su tale concetto, e Pollock sembra descriverlo davvero bene. Così bene che ai due sceneggiatori deve essere sembrato un peccato rinunciare a qualcosa del suo romanzo. Come si diceva in apertura, un’operazione di trasposizione così fedele, con perfino brani riportati parola per parola e letti dal loro stesso autore, è certamente una trovata interessante. Dato il peso delle tematiche trattate, ciò non significa però che sia stata del tutto un bene per il film.

Le strade del male Robert Pattinson
Robert Pattinson in una scena del film.

Le strade del male: la recensione

La sensazione, intraprendendo la visione di Le strade del male, è infatti quella di trovarsi davanti ad un racconto che non sa scegliere a cosa rinunciare. I due autori riportano un’enorme quantità di eventi, che per quanto affascinanti avrebbero probabilmente trovato maggior compiutezza in un prodotto seriale. Qui invece finiscono con l’essere compressi e male approfonditi. Ciò porta a due principali e ben evidenti conseguenze. La prima è l’altalenante ritmo del film, che fatica a conquistare davvero l’attenzione dello spettatore. Molto spesso non è infatti chiaro quale direzione si stia prendendo, passando in breve dal dramma famigliare, al thriller al racconto di formazione. Un mix di generi certamente possibile, ma che qui non dimostra una particolare, e naturale, coesione.

La seconda conseguenza è quella di sprecare un cast tanto ricco di talento. Fatta eccezione per Holland, Pattinson e Skarsgård, che avendo più tempo a disposizione riescono a rendere più tridimensionali i loro personaggi, gli altri finiscono con l’essere quasi delle comparse. Molti di loro, la Wasikowska su tutti, non riescono così ad esprimere il potenziale che fanno intuire. Provare dunque un qualche coinvolgimento nei loro confronti diventa così non sempre semplice. Ed è questo un problema non indifferente per un film che punta tutto sul suo cast. Fortunatamente, come detto, Holland e Pattinson riescono a catturare l’attenzione, dimostrando di essere attori sempre più maturi e meritevoli di considerazione.

Nel suo voler raccontare troppo, dunque, Le strade del male inciampa nelle proprie ambizioni e finisce con il lasciar solo intuire la propria forza. Un racconto tanto ricco e affascinante avrebbe certamente meritato un respiro più ampio, che potesse far sentire parte della sua epica. Non si tratta di un’occasione totalmente mancata, va detto. La pellicola riesce comunque ad assestare una serie di immagini e scelte di regia avvincenti (il confronto tra Pattinson ed Holland è certamente tra questi). Ma considerando le premesse non riesce a non essere più fragile del dovuto. Rimane dunque il dubbio se non sarebbe stato meglio adattare il romanzo in una miniserie. Personaggi, eventi e racconto in sé ne avrebbero probabilmente giovato.

 

 

 

 

The Secret – Le verità nascoste con Noomi Rapace al cinema

The Secret – Le verità nascoste con Noomi Rapace al cinema

È in arrivo nelle sale italiane, distribuito da Vision Distribution e Cloud 9 Film, The Secret – le verità nascoste, diretto da Yuval Adler (Bethlehem, The Operative) e tratto da una sceneggiatura di Ryan Covington e Yuval Adler.

THE SECRET – Le verità nascoste è un thriller emozionante che analizza in profondità le conseguenze della vendetta e della violenza. È un esame di coscienza che ruota in modo provocatorio intorno alla difficile scelta tra perdono e desiderio di riscatto, raccontata attraverso gli occhi di una sopravvissuta all’Olocausto.

Il film è interpretato da Noomi Rapace (Millennium-Uomini che odiano le donne, Seven Sisters), Joel Kinnaman (Suicide Squad, RoboCop, L’ora nera) Chris Messina (Harley Quinn Birds of Prey, La legge della notte, Julie & Julia, Sharp Objects), e Amy Seimetz (Pet Sematary, Alien:Covenant, Stranger Things).

THE SECRET – Le verità nascoste, la trama

Maja (Noomi Rapace) scampata agli orrori della guerra, si è ricostruita una vita serena in una piccola cittadina americana, insieme a suo marito Lewis (Chris Messina). Un giorno, lungo la strada, le sembra di riconoscere il suo carnefice (Joel Kinnaman) e, dopo vari dubbi e appostamenti, decide di rapirlo, pensando di vendicarsi per gli atroci crimini di guerra che crede abbia commesso contro di lei.

Trash: trailer ufficiale del film d’animazione italiano

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Trash: trailer ufficiale del film d’animazione italiano

Notorious Pictures ha diffuso il trailer ufficiale di Trash, l’atteso nuovo film d’animazione diretto da Luca Della Grotta, Francesco Dafano con Rossy De Palma e dal 16 ottobre al cinema.

E se fossero i rifiuti stessi a desiderare una seconda vita? –  Trash ribalta le parti e affronta uno dei temi caldi dell’attualità legati all’ambiente, il riciclo dei rifiuti e come con le nostre azioni concrete possiamo fare la differenza. Nasce così un adventure movie per i più piccoli che unisce divertimento e mission educativa, protagonisti un gruppo rocambolesco di “rifiuti”, oggetti ormai dismessi alla ricerca di un nuovo scopo che dia un senso alla loro vita. Grazie ai temi principali del film, quali l’importanza del riciclo e delle seconde possibilità, Trash riceve il sostegno di Corepla, Comieco Carta-cartone, CoreVe vetro, Cial Alluminio, Ricrea Acciaio, consorzi italiani che ogni giorno si impegnano nella valorizzazione dei materiali di scarto, contribuendo a ridurre il nostro impatto sull’ambiente.  Dal cinema alla realtà, insieme per un mondo più green e sostenibile.

Trash: la trama del film

Scatole, bottiglie, latte. Rifiuti. Abbandonati in strada, nei mercati, sotto i ponti. Ignorati da chiunque. Inerti. Finché non cala la notte… Slim è una scatola di cartone rovinata. Vive in un mercato, con il suo amico Bubbles – una bottiglia da bibita gassata – e altri compagni. Sopravvive nascondendosi dai Risucchiatori, macchine aspiratutto addette alla pulizia. Slim è rassegnato, non crede più in nulla, neanche alla leggenda della Piramide Magica, un luogo mitico in cui è possibile per i rifiuti avere una seconda possibilità, rinascere ed essere ancora dei Portatori utili a se stessi e agli altri, fino a quando un imprevisto cambierà il suo destino.

I Croods 2: Una nuova Era: trailer del film sequel

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I Croods 2: Una nuova Era: trailer del film sequel

La Universal Pictures ha diffuso il trailer ufficiale italiano di I Croods 2: Una nuova Era, l’atteso sequel del film d’animazione in arrivo a Natale nelle sale cinematografiche italiane.

I Croods 2: Una nuova Era, la trama

I Croods sono sopravvissuti ad innumerevoli pericoli e disastri, dalle zanne di bestie preistoriche alla possibile fine del mondo, ma ora dovranno affrontare la loro sfida più grande: un’altra famiglia. I Croods devono trovare un nuovo posto in cui vivere e perciò la nostra prima famiglia preistorica inizia a perlustrare il mondo alla ricerca di un luogo più sicuro da poter chiamare casa. Quando scoprono un paradiso idilliaco recintato da un muro che soddisfa tutti i loro bisogni, pensano che i loro problemi siano risolti … tranne uno.
Un’altra famiglia già vive lì: i Superior.

I Superior (di nome e di fatto), con la loro ingegnosa casa sull’albero, le invenzioni sorprendenti e gli acri ricchi di prodotti freschi, sono un paio di gradini sopra i Croods sulla scala evolutiva. Dopo aver accolto i Croods come i primi ospiti del mondo, non passa molto tempo prima che le tensioni aumentino tra la famiglia delle caverne e la famiglia moderna. Proprio quando tutto sembra perduto, una nuova minaccia porterà entrambe le famiglie in un’avventura epica fuori dalla sicurezza del muro, che le costringerà ad abbracciare le loro diversità, a darsi forza l’un l’altra e a forgiare un futuro insieme.

Arma Letale: le curiosità sulla saga con Mel Gibson

Arma Letale: le curiosità sulla saga con Mel Gibson

Celebre saga di stampo poliziesco, Arma Letale è tutt’oggi considerata un classico del suo genere, merito anche all’iconico duo di protagonisti. Benché all’interno di questi vengano trattati anche temi come la morte e la violenza, i quattro film che compongono il franchise sono considerati delle vere e proprie commedie. Al loro interno, infatti, si possono ritrovare numerose situazioni insolite e divertenti, che hanno fatto la fortuna tanto dei titoli quanto della coppia di protagonisti.

Eppure, originariamente, la sceneggiatura iniziale del primo film aveva ben altro tono. Shane Black, che ideò la storia, ha infatti raccontato di aver concepito il primo film come un western urbano, dal tono particolarmente cupo e violento. Tali aspetti sono poi stati alleggeriti nel corso delle varie riscritture, mantenendo però l’idea di base dell’autore. Incontrato l’interesse della Warner Bros., Black si vide così produrre il suo primo film. A fronte di un budget di 15 milioni di dollari, il film si rivelò un grande successo, guadagnando globalmente oltre 120 milioni.

Un simile successo spinse ovviamente lo studios a realizzare dei sequel, ed è così che presero vita Arma Letale 2 (1989), Arma Letale 3 (1992) e Arma Letale 4 (1998). Pur mantenendo inalterati i due protagonisti, i sequel non si avvalsero della partecipazione di Black, che preferì non continuare il lavoro con la serie. Fu probabilmente anche per via della sua assenza che questi si avvicinarono sempre più alla commedia in quanto a tono e situazioni. Ad oggi sembra inoltre sempre più probabile la realizzazione di un quinto capitolo, a conferma del grande interesse nei confronti della saga, anche a distanza di anni.

Arma Letale: la trama dei film

Arma Letale (1987)

Arma Letale

Protagonista del primo film è Martin Riggs, membro della squadra narcotici della polizia di Los Angeles, la cui vita viene irrimediabilmente segnata dalla morte della moglie. Riggs si ritrova così in una spirale di autolesionismo che lo porta a compiere una serie di azioni pericolose per se e per gli altri suoi colleghi. Viene allora trasferito dalla squadra narcotici alla squadra omicidi, dove si ritrova assegnato come partner il Sergente Roger Murtaugh. Questi, più anziano rispetto a Riggs, ha come obiettivo quello di tenersi lontano dai guai, ma con il nuovo collega sarà molto difficile.

In breve, i due si trovano coinvolti in un caso. Roger, infatti, riceve una chiamata da un suo vecchio amico ed ex compagno di armi, Michael Hunsaker. Questi incarica i due poliziotti di indagare sulla morte della figlia, dietro alla quale sembrano nascondersi loschi segreti. Ricercando informazioni, i due si ritrovano ad entrare nel torbido mondo della droga e della prostituzione, dove sembra che anche la giovane morta fosse finita. Il caso diventa sempre più complesso, e i due poliziotti capiranno che per poterlo risolvere sarà necessario che uniscano le loro forze come anche le loro competenze.

Arma Letale 2 (1989)

Arma Letale 2

Nel secondo capitolo della saga, Martin Riggs è ora un uomo nuovo, profondamente cambiato grazie all’amicizia nata con il collega Roger Murtaugh. La coppia si è affermata per il loro gioco di squadra, e non passa molto prima che gli venga assegnato un nuovo caso. I due devono infatti proteggere Leo Getz, testimone di un’indagine riguardante un grande traffico di droga. Grazie a lui, si viene a scoprire che a capo di ciò vi è Arjen Rudd, appartenente ai vertici del consolato sudafricano, e abilissimo a sfruttare la sua immunità diplomatica per condurre il traffico illecito di droga, senza essere mai sospettato.

I due poliziotti, però, non sembrano curarsi della sua immunità, convinti di avere abbastanza prove per poterlo incriminare una volta per tutte. Le loro indagini finiscono così con l’intralciare i piani del criminale, che infastidito ordina ai suoi uomini di eliminare quanti possono rappresentare una minaccia per i suoi affari, tra cui Riggs, Murtaugh e Getz. Per i tre ha così inizio una lotta alla sopravvivenza, dove riuscire a concretizzare l’arresto di Arjen potrebbe essere la loro unica fonte di salvezza. Ancora una volta, la tranquillità tanto desiderata si troverà a dover essere messa da parte.

Arma Letale 3 (1992)

Arma Letale 3

Con il terzo film, per Roger Murtaugh sembra finalmente giunto l’atteso momento di andare in pensione. A soli otto giorni dall’evento, tuttavia, lui e il suo compagno Martin Riggs si ritrovano, per via di un avventato intervento, a far saltare in aria un intero edificio. Per questo motivo si ritrovano ad essere degradati e spediti a dirigere il traffico. Mentre si trovano a svolgere questo compito, assistono a una tentata rapina a un furgone portavalori. Grazie alla loro esperienza, riescono ad arrestare uno dei malviventi coinvolti, Billy Phelps, e trovano nella sua pistola una pallottola in grado di perforare i giubbotti antiproiettile.

Mentre i due poliziotti tentano di indagare a riguardo, Phelps viene misteriosamente ucciso. Le telecamere nascoste rivelano, con un primo piano, l’autore dell’omicidio: l’ex sergente Jack Travis, riuscito a entrare nella centrale di polizia con credenziali false. Riusciti a farsi reintegrare nella omicidi, Riggs e Murtaugh hanno ora modo di svolgere al meglio le indagini, e le loro ricerche li conducono ad un furto di armi illegali, a cui sembra essere irrimediabilmente collegato Travis. I due agenti non saranno però soli stavolta, poiché dall’Ufficio degli Affari Interni gli viene affiancata l’affascinata Lorna Cole, dal carattere deciso e disposta a tutto pur di risolvere il caso.

Arma Letale 4 (1998)

Arma Letale 4

Giunti al quarto capitolo, Riggs e Murtaugh sono uomini molto diversi da come erano al loro primo incontro. Il primo è in procinto di diventare padre insieme alla compagna Lorna Cole, mentre il secondo sta finalmente per diventare nonno, anche se non ha idea di chi sia il compagno della figlia. I due poliziotti, inoltre, si ritrovano promossi al grado di capitano, poiché il Dipartimento spera che così i due non combinino altri danni da dover poi risarcire. Ma per loro è difficile astenersi dall’azione, e ben presto si interesseranno ad una serie di crimini commessi nell’ambito dell’immigrazione clandestina.

Iniziate le indagini, i due si ritroveranno catapultati nel pericoloso mondo della triade cinese, dove dovranno scontrarsi come il leader Wah Sing Ku, uomo senza scrupoli e particolarmente temuto nel settore. Anche in questo caso, Riggs e Murtaugh si ritroveranno affiancati da un terzo uomo. Questi è il detective Lee Butters, che Riggs scopre poi essere il padre del futuro nipote di Murtaugh. Prevedendo tensioni a riguardo, consapevole che il collega non vuole che sua figlia sposi un ufficiale di polizia, Riggs dovrà riuscire a mantenere il segreto, almeno fino a missione compiuta.

Arma Letale: il cast dei film

Buona parte del successo dei film è dovuto all’ottima coppia di protagonisti. Per dar vita a questa, però, lo studios ha dovuto condurre numerose ricerche e casting, al fine di trovare gli interpreti più adatti. Inizialmente, per il ruolo di Riggs erano stati presi in considerazione gli attori Bruce Willis e Sylvester Stallone. Nonostante fosse più giovane dell’età prevista per il personaggio, Mel Gibson venne infine preferito per la parte, essendo stato in quegli anni già protagonista di titoli di gran successo. Per interpretare il ruolo dello spericolato poliziotto, l’attore rinunciò a recitare nei film La mosca e Gli intoccabili.

Per il ruolo del pacato Murtaugh, invece, lo studios scelse l’attore Danny Glover, reduce dal successo del film Il colore viola. Glover e Gibson diedero ottimi risultati al momento dei provini, convincendo tutti sul loro potenziale di coppia. I due, inoltre, decisero di allenarsi insieme per raggiungere la forma fisica richiesta. Visitarono anche alcuni distretti di polizia, per parlare con gli agenti e studiare lo svolgersi delle loro giornate. Grazie ai film di Arma Letale, inoltre, Glover è diventato celebre per la battuta “sono troppo vecchio per queste stronzate”, ripetuta più volte nel corso della serie e divenuta un vero e proprio tormentone.

Grazie al successo del primo film, molti noti attori richiesero di poter ottenere una parte nei sequel. Il più noto di questi è l’attore Joe Pesci, che a partire dal secondo film e fino al quarto interpreta il ruolo di Leo Getz, il quale diventerà sempre più centrale nella storia. Nel terzo film compare invece il personaggio di Lorna Cole, futura compagna di Riggs e interpretata dall’attrice Rene Russo. Infine, nel quarto e attualmente ultimo capitolo della saga vi è la partecipazione di Chris Rock, che interpreta Lee Butters, detective e padre del nipote di Murtaugh.

Arma Letale: la serie e dove vedere i film in streaming

Dal 2016 al 2019 è andata in onda sulla Fox la serie Lethal Weapon, basata sui personaggi del film. I protagonisti sono infatti sempre Martin Riggs e Roger Murtaugh, ma ad interpretarli vi sono altri attori. Questi sono rispettivamente Clayne Crawford e Damon Wayans. La serie si è però resa nota anche per una serie di problemi produttivi, come anche di ostilità tra il cast e la crew. Ciò ha inevitabilmente portato ad un generale disinteresse nei confronti del titolo, che è stato infine cancellato dopo 3 stagione e un totale di 55 episodi.

Per gli amanti della saga, o per chi volesse vederla per la prima volta, è possibile fruirne grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. I film di Arma Letale sono infatti presenti nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Tim Vision, Google Play e Apple iTunes. Per vederli, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarli in totale comodità e al meglio della qualità video.

Fonte: IMDb

 

WandaVision: tutti i segreti rivelati dal primo trailer

WandaVision: tutti i segreti rivelati dal primo trailer

Questa mattina i Walt Disney Studios hanno diffuso online il primo trailer ufficiale di WandaVision. Screen Rant ha raccolto tutto i segreti che sono stati rivelati dalle prime immagini ufficiali della serie Marvel con Elizabeth Olsen e Paul Bettany, che arriverà entro la fine del 2020 su Disney+:

Oggi sposi

Il trailer si apre con la Wanda e Visione che si sono appena sposati. Nessuno dei due è morto, sono felici e sono appena arrivati nella pittoresca cittadina suburbana di Westview. Sembra che l’estetica in bianco e nero da sitcom anni ’50 sia ciò che caratterizzerà l’inizio della serie, prima che il colore (e la realtà) inizino a dominare la scena (e il racconto).

È interessante notare come Wanda abbia una conoscenza davvero approfondita delle sitcom americane. Forse le guardava durante la sua infanzia a Sokovia, o forse ha fatto un bel po’ di binge-watching quando era agli arresti domiciliari nel complesso degli Avengers durante Captain America: Civil War.

Il ritorno della Gemma della Mente

Le Gemme dell’Infinito sono state distrutte da Thanos all’inizio di Avengers: Endgame e le Gemme dell’Infinito prese in prestito dal passato che sono state utilizzate per annullare lo schiocco sono state riportate al loro legittimo posto all’interno della timeline. Nel mondo di WandaVision, tuttavia, la Gemma della Mente è ancora piantata al sicuro al centro della fronte di Visione.

È stato proprio da questa Gemma che Wanda ha originariamente ottenuto i suoi poteri, quando era ancora nello scettro di Loki, quindi ha senso che ritorni in WandaVision, anche se forse sarà solo una copia creata da Wanda piuttosto che l’oggetto reale. Da notare che anche la piccola finestra sulla porta d’ingresso della casa di Wanda e Visione ha la forma della Gemma della Mente.

Wanda è ancora una strega

Il sogno di di Wanda Maximoff di avere una vita “normale” non include la perdita dei suoi poteri. In una scena del trailer la vediamo infatti alla prese con un bel po’ di magia e con alcuni movimenti della mano molto familiari; addirittura, la vediamo far levitare una bottiglia di vino.

L’influenza più evidente per questa parte della nuova realtà di Wanda è certamente la sitcom Vita da strega con Elizabeth Montgomery nei panni di Samantha Stephens, una strega che sposa un uomo mortale e che deve mantenere segreti i suoi poteri mentre vive una vita da perfetta casalinga di periferia.

Cosa c’è di nuovo a Westview?

Nella stessa scena in cui vediamo Wanda usare i suoi poteri, vediamo anche Visione stringere tra le mani una copia del Westview Herald, dove la notizia in prima pagina riguarda la nascita di un adorabile bambino.

Sembra che dopo essere emersa dalla più grande guerra mai combattuta nella storia dell’universo, Wanda abbia compensato in maniera fin troppo eccessiva, creando un mondo senza alcun tipo di conflitto.

La trasformazione umana di Visione

Visione ha dimostrato per la prima volta la sua capacità di assumere una forma umana in Avengers: Infinity War, quando lui e Wanda erano in fuga sulla scia di Captain America: Civil War. Dopotutto, è difficile rimanere sotto copertura quando sei un robot bordeaux con una roccia gialla brillante in mezzo alla testa.

In WandaVision, la trasformazione umana di Visione passa attraverso un grazioso restyling con tanto di effetti sonori, scintillii e un piccolo movimento della testa che ricorda la contrazione del naso di Samantha in Vita da strega.

Kathryn Hahn è una vicina ficcanaso

Il personaggio di Kathryn Hahn in WandaVision è attualmente sconosciuto, con la stessa attrice che in passato ha dichiarato di essere stata scelta per interpretare una “vicina ficcanaso” (qualcosa di molto simile alla vicina ficcanaso Gladys Kravitz in Vita da strega).

Hahn sembra essere molto amichevole nella sua prima apparizione nel trailer. Tuttavia, potrebbe essere che il personaggio di Hahn, in realtà, è il vero antagonista di WandaVision, soprattutto se le teorie dei fan su quale personaggio dei fumetti l’attrice stia interpretando si dimostreranno accurate.

House of M

Questo momento del trailer ci mostra Wanda che usa i suoi poteri per versare una bottiglia di vino “Maison du Mépris”, una scena che sembra molto romantico… almeno all’apparenza. “Mépris”, infatti, in francese significa disprezzo, indice del fatto che le cose in realtà non stiano andando affatto bene. Ancora più importante, “Maison du” significa “Casa di”, con il collo della bottiglia che riporta chiaramente una “M”.

“House of M” è stato un crossover nei fumetti Marvel in cui Scarlet Witch è impazzita a causa del dolore dopo aver perso i suoi due figli che aveva creato con la magia dai frammenti del demone Mefisto. Ha usato i suoi poteri per alterare il tessuto della realtà in modo che i suoi figli le venissero restituiti, con conseguenze assai peggiori. Anche se sta soffrendo per una perdita diversa nel MCU, sembra che WandaVision sarà vagamente ispirato ad “House of M”.

Un sacco di domande

WandaVision non sarebbe un vero omaggio alla sitcom senza un pizzico di “eredità” proveniente direttamente da quel tipo di genere. Nel trailer è possibile vedere Debra Jo Rupp, che ha interpretato il personaggio di Kitty Forman nella celebre serie targata Fox, That 70’s Show.

Rupp sembra interpretare un’altra vicina ficcanaso (questa, però, è solo colpa di Wanda, che scelto di ambientare la sua vita “perfetta” nel bel mezzo della periferia americana). Il personaggio sembra porre una serie di domande alquanto interessanti sulla storia di Wanda e Visione e sui loro piani per un’eventuale famiglia.

Wanda inizia a perdere il controllo

Dopo essere stata bombardata di domande, Wanda inizia a lottare per cercare di mantenere intatta la fantasia della sua realtà. In questa particolare scena iniziare ad agitare le mani, come se volesse in qualche modo agire “magicamente” sul momento che sta vivendo per cercare di modificarlo.

A quanto pare, le domande sulla loro storia e sulla loro vita sembrano riportare alla memoria di Wanda i ricordi di quanto accaduto in realtà.

I ricordi di Visione

Questo momento nel trailer è anche la prima indicazione che Wanda potrebbe aver riportato indietro Visione come una persona che è in grado di pensare e di sentire, piuttosto che un mero prolungamento della sua stessa personalità (Visione sta effettivamente iniziando a rendersi conto che c’è qualcosa che non va).

Poiché il nuovo mondo di Wanda e Visione è il risultato della manipolazione della realtà, la loro vita prima che arrivassero a Westview in realtà non esiste, e Visione si ritroverà a non ricordare come sia finito lì.

Il personaggio di Arthur

Dall’altra parte del tavolo c’è Arthur, interpretato da Fred Melamed, che non è così gentile nelle sue domande circa il passato di Wanda e Visione. Melamed è noto per il suo ruolo nel film del 2009 A Serious Man dei fratelli Coen, e ha fatto anche molte apparizioni nei film di Woody Allen.

Insieme a quello di Debra Jo Rupp, sembra essere una scelta di casting perfetta, in quanto gli spettatori probabilmente lo riconosceranno, ma non saranno certi di dove lo avranno già visto. Se Scarlet Witch sta attingendo ai suoi ricordi legati alle sitcom per creare questa realtà, è giusto che il mondo sia popolato da volti più o meno familiari, ma non così eccessivamente noti.

Un cambio di scenario

Dopo un brusco rewind in seguita alla scena della cena, sembra che Scarlet Witch cerchi di ricominciare da capo, questa volta trasportando se stessa e Visione in uno show televisivo degli anni ’80, completo di colori e di nuove proporzioni.

Visione, guardando i colori che avvolgono la sua persona, sembra un po’ perplesso, e la voce fuori campo di Wanda che chiede “Sta succedendo davvero?” suggerisce che forse neanche lei è consapevole del fatto che sta creando tutte queste realtà. Dopo il cambio di colore, l’estetica adesso ricorda maggiormente le sitcom degli anni ’80 come Gli amici di papà, in particolare quando scopriamo che ci sono anche un paio di ragazzini coinvolti.

I gemelli di Wanda e Visione

Come accennato in precedenza, il crossover “House of M” ha luogo dopo che Scarlet Witch “crea” i figli suoi e di Visione usando la magia. Tuttavia, i due bambini che ha sono in realtà fatti con delle parti di Mefisto e finiscono per essere reincorporati nel demone.

Per riavere i suoi figli, Wanda strappa quel tessuto della realtà per creare un mondo in cui ha di nuovo i suoi bambini. Non ha perso nessun figlio nel MCU, quindi i gemelli in WandaVision sono probabilmente intesi soltanto come un accenno ai fumetti e anche al tentativo di Wanda di “aggiustare” le cose dopo che le è stato chiesto perché lei e Visione non hanno ancora figli.

Il ritorno del vicinato

C’è una cosa con cui Wanda apparentemente non ha fatto i conti quando ha si è trasportata negli anni ’80: il personaggio di Kathryn Hahn ritorna con un nuovo fantastico look che coinvolge scaldamuscoli e anche una fascia, apparentemente sentendosi molto a suo agio nella loro cucina.

Questo suggerisce che la vicina ficcanaso di Hahn è diversa dal resto delle persone che popolano la nuova realtà di Scarlet Witch: qualcuno del mondo “reale” che è stato trascinato nel “tessuto” del mondo creato da Wanda.

Halloween

Il costume di Halloween di Scarlet Witch e il fatto che Visione che si avventuri nel mondo distraggono per un attimo dal fatto che sembra esserci stato un altro spostamento in avanti nel tempo (o, per lo meno, che i due abbiano momentaneamente abbandonato la realtà tipicamente anni ’80).

A questo punto nel trailer le cose stanno cominciando a sembrare di nuovo normali, ad eccezione di una casa dall’aspetto che sembra tutto tranne che veritiero…

La prospettiva di Visione

Questa scena di Visione che vola sopra la città di Westview, con Scarlet Witch che non sembra essere nei paraggi, indica ulteriormente che è stato sicuramente riportato indietro come “persona”, e ora sta cercando i confini della sua nuova realtà.

Ciò è particolarmente interessante poiché solleva la possibilità che Visione possa essere completamente riportato in vita anche dopo che la nuova realtà di Scarlet Witch collasserà inevitabilmente.

Il tocco magico di Visione

Dopo aver sorvolato la città, Visione scende davanti all’auto del personaggio di Hahn, apparentemente in trance. Le tocca un lato della testa e le trasferisce un’energia gialla: a quanto pare, Visione sta usando su di lei i poteri della Gemma della Mente.

Ancora una volta, questo solleva alcune domande interessanti sui poteri di Visione nella nuova realtà di Scarlet Witch e da dove questi provengano. Ha semplicemente creato un simulacro delle sue abilità precedenti o in qualche modo ha riportato in vita una Gemma dell’Infinito?

“Sono morta?”

Dopo essere stata risvegliata dal suo apparente stato di trance, la prima reazione del personaggio di Hahn nel vedere Visione è quella di esclamare: “Sono morta?”. Quando le chiede perché lo pensa, lei risponde: “Perché tu lo sei”.

Questa è un’ulteriore prova che Hahn interpreta un personaggio che è stato trascinato nel nuovo mondo di Scarlet Witch, ma ha ancora ricordi del mondo precedente, incluso il fatto che Visione dovrebbe essere morto. Può darsi che un piccolo aiuto da parte dealla Gemma della Mente sia ciò che le ha permesso di ricordare queste informazioni da cui era stata precedentemente tagliata fuori.

Kathryn Hahn interpreta Agatha Harkness?

Con Han che indossa un costume da strega e schiamazza, è arrivato il momento di tirare in ballo una teoria dei fan secondo cui l’attrice, in realtà, interpreta il personaggio di Agatha Harkness. Agatha è una potente strega e ha agito come mentore di Wanda Maximoff.

Fondamentale, ha anche guidato Wanda verso la magia che ha usato per creare i suoi figli, nella trama che è diventata poi il preludio ad “House of M”. È possibile che Scarlet Witch sia andata da Agatha dopo la fine di Avengers: Endgame per dei consigli su come riportare il suo amore perduto in vita, modificando la realtà stessa e ricomponendola.

Un look classico per Visione

Le precedenti anticipazioni di WandaVision ci avevano già mostrato che Wanda indosserà il suo classico costume da Scarlet Witch in occasione di Halloween.

Il nuovo trailer della serie rivela che Scarlet Witch non sarà la sola a sfoggiare un look retrò, poiché anche Visione adotterà una versione piuttosto stravagante del suo tradizionale costume tradizionale dei fumetti. Si tratta di un look decisamente cool: forse, se l’avesse indossato nella lotta contro Thanos non sarebbe morto…

Il tessuto della realtà

La vera bomba esplode finalmente verso la fine del trailer di WandaVision, quando vediamo Monica Rambeau che viene scagliata con la forza fuori dalla realtà che Scarlet Witch ha creato e catapultata nel mondo reale.

Questo offre un’idea di ciò che Scarlet Witch potrebbe aver fatto: non cambiare il mondo intero, ma requisire la città di Westview e trasformarla nella sua personale “casa delle bambole”. Probabilmente, l’universo può sostenere una realtà completamente diversa al suo interno solo per certo periodo di tempo prima che le cose inizino ad andare male.

Il perimetro

Al di fuori dei confini del mondo di WandaVision, vediamo quello che sembra un perimetro militare allestito con l’intenzione di contenere la magia di Scarlet Witch e tentare di rompere la sua presa sulla realtà.

Monica Rambeau

Una dei momenti più eccitanti del trailer di WandaVision è sicuramente quando appare Monica Rambeau. Interpretata nella versione bambina da Akira Akbar in Captain Marvel, l’adulta Monica è interpretata adesso da Teyonah Parris. Ad un certo punto Monica ha anche assunto l’identità di Captain Marvel nei fumetti e aveva un potere simile a quello di Carol Danvers.

Pare sia sopravvissuta dopo essere stata scagliata fuori dalla realtà di Scarlet Witch, quindi è possibile che abbia già i suoi poteri all’inizio di WandaVision. In alternativa, potremmo effettivamente vedere il momento in cui la magia di Scarlet Witch dona a Monica i suoi superpoteri…

Tenet supera i 250 milioni di dollari a livello mondiale

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Tenet supera i 250 milioni di dollari a livello mondiale

È stato un altro fine settimana al quanto fiacco per il box office globale, ma Tenet è riuscito a superare i 200 milioni di dollari all’estero: ad oggi il film di Christopher Nolan ha guadagnato 250,1 milioni di dollari. Il debutto in Giappone ha davvero aiutato il film: durante il primo weekend di apertura, infatti, il film è riuscito a genere un guadagno sorprendente di 4,3 milioni di dollari.

La Warner Bros. continua a nascondere i dati del botteghino ai distributori, ma Deadline conferma che Tenet è riuscito a portare a casa 4,7 milioni di dollari in Nord America questo fine settimana, un calo del 30% rispetto ai 6,7 milioni della scorsa settimana. Il 74% dei cinema americani hanno di nuovo riaperto, ma quelli di New York, Los Angeles e San Francisco rimangono, purtroppo, ancora chiusi.

Solo 36,1 milioni di dollari degli incassi a livello globale di Tenet, infatti, provengono dal mercato nazionale, con gli altri 241 milioni di dollari proveniente invece dai mercati internazionali. Non è un risultato soddisfacente, ed è facile capire perché le major in questo momento siano molto diffidenti.

Come si legge nel report della fonte: “La Warner Bros. prevede di dare a Tenet un grande rilancio a livello di marketing una volta che i cinema di New York, Los Angeles e San Francisco riapriranno. Hanno cercato di contenere la sponsorizzazione negli Stati Uniti a livello televisivo con spot durante la NBA e la NFL, concentrandosi principalmente su una campagna digitale.”

Tenet di Christopher Nolan arriverà al cinema il 03 Agosto. Il cast annovera John David WashingtonRobert PattinsonElizabeth DebickiMichael CaineKenneth Branagh, Dimple Kapadia, Aaron Taylor-Johnson Clémence Poésy. Il film, il primo lungometraggio di Nolan dal 2017, anno di uscita di Dunkirk, viene descritto come un’epica storia action che si svolge nel mondo dello spionaggio internazionale.

La Società Segreta dei Principi Minori, recensione del film Disney+

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Disney+ continua a realizzare prodotti originali dedicati agli utenti che hanno sottoscritto l’abbonamento, mentre la sua diffusione si espande in maniera capillare su tutto il territorio mondiale. Tra prodotti che la piattaforma renderà disponibili in questo autunno di ripartenze, c’è anche La Società Segreta dei Principi Minori (Secret Society of Second-Born Royals), quello che una volta si sarebbe chiamato, con una vecchia e rassicurante definizione, un film tv per i più piccoli.

Inizia la prova gratuita di 7 giorni. Guarda Disney, Pixar, Marvel, Star Wars, National Geographic e molto altro. Dove vuoi, quando vuoi.

La trama di La Società Segreta dei Principi Minori

La Società Segreta dei Principi Minori segue Sam, una teenager ribelle secondogenita reale e quindi seconda in linea di successione al trono del regno di Illyria, una principessa che proprio non vuole saperne di regalità. Proprio mentre il disinteresse di Sam per lo stile di vita reale è ai massimi storici, alla vigilia dell’incoronazione della sorella come nuova regnante, la ragazza scopre di possedere abilità superumane e viene invitata a unirsi a una società segreta di straordinari principi minori secondogeniti che presentano tutti doni speciali e caratteristiche simili. Questo gruppo è incaricato da generazioni di mantenere il mondo al sicuro. Con la guida di James, il loro istruttore della Società Segreta, Sam e una nuova classe di reclute reali devono imparare a sfruttare i loro nuovi poteri in un campo di addestramento top-secret prima di poter salvare il mondo. Naturalmente i legami umani, la reciproca comprensione e il giusto tocco di incoscienza permetteranno alla nostra eroina di prevalere sulle forze del male.

La Società Segreta dei Principi Minori titoloLa Società Segreta dei Principi Minori appartiene a tutti gli effetti a quella produzione Disney “minore”, che fino a questo momento trovava collocazione sui canali tv dedicati, un posizionamento che in qualche modo ne sottolineava il livello rispetto ai prodotti che invece raggiungevano la sala. La piattaforma Disney+ in congiunzione con la pandemia, ha sì offerto la possibilità di fruire di prodotti di ogni tipo di “livello” direttamente da casa, ma sembra anche nobilitare questi progetti, trascinando giù invece quei film che, per decisioni aziendali che poi si sono rivelate vincenti, erano stati pensati per il grande schermo.

Un “film tv” che farà felici i più piccoli

Discorso produttivo e distributivo a parte, che sicuramente proietterà un’ombra lunga sul futuro di Disney/Marvel/Star Wars, La Società Segreta dei Principi Minori è un film semplice e divertente, che porta avanti i sani principi che la Disney promuove da sempre, con un particolare occhio all’inclusività del cast, alla rappresentazione della donna, che ormai è quasi sempre protagonista attiva delle storie raccontate, all’abbattimento delle bariere di genere e alla costruzione di personaggi che siano svegli, ribelli ma buoni e comunque funzionali al messaggio positivo da veicolare.

Da un punto di vista linguistico, invece, La Società Segreta dei Principi Minori presenta tutti i limiti di una produzione economica, con una scrittura ai limiti dell’elementare e una realizzazione di effetti visivi che ormai appartengono ad un’era passata. Al netto di queste ingenuità, La Società Segreta dei Principi Minori, diretto da Anna Mastro, è un’avventura destinata ad un pubblico molto giovane che sicuramente non resterà deluso.

Zack Snyder celebra Batman: “Porta equilibrio nel mondo”

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Zack Snyder celebra Batman: “Porta equilibrio nel mondo”

In occasione del Batman Day, Zack Snyder ha voluto celebrare l’importanza dell’iconico Uomo Pipistrello. Il 19 Settembre è la giornata dedicata al personaggio della DC Comics, con eventi, attività e sorprese in digitale che vengono organizzate dalla casa editrice e dalla Warner Bros. per i tutti fan sparsi nel mondo.

Ovviamente anche Snyder, che ha diretto per ben due volte un’iterazione del Crociato di Gotham sul grande schermo (in Batman v Superman: Dawn of Justice e in Justice League), ha voluto celebrare l’eroe condividendo un pensiero particolarmente profondo attraverso il suo account Twitter. Al di là delle critiche, ci sono molti fan che hanno apprezzato non solo la visione di Snyder relativa al personaggio nel DCEU, ma anche l’interpretazione dello stesso da parte di Ben Affleck.

Naturalmente, con l’imminente arrivo della Snyder Cut di Justice League il prossimo anno su HBO Max, quegli stessi fan non vedono l’ora di scoprire come la versione cinematografica del cinecomic abbia effettivamente cambiato quello che il regista aveva originariamente programmato per il Cavaliere Oscuro. “Batman è tutti noi”, ha scritto Snyder su Twitter. “È la nostra rabbia verso l’ingiustizia… agisce da solo, come tutti vorremmo poter fare, di fronte ad un sistema corrotto che desidera opprimere e sfruttare… è quel bambino spezzato che si fa spazio tra i vicoli bui dell’anima umana per portare equilibrio nel mondo.”

Le parole di Snyder sono state accompagnate da un bellissimo scatto inedito del Crociato di Gotham direttamente dal backstage di Batman v Superman: Dawn of Justice. Potete ammirarlo di seguito:

Tutto quello che sappiamo sulla Snyder Cut di Justice League

Vi ricordiamo che la Snyder Cut di Justice League uscirà nel 2021 sulla piattaforma streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori notizie.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film vedremo protagonista Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Spawn, Jason Blum: “La sceneggiatura deve essere giusta”

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Spawn, Jason Blum: “La sceneggiatura deve essere giusta”

Il reboot cinematografico di Spawn ad opera di Todd McFarlane è ormai in sviluppo da molto tempo. Nel corso degli anni il fumettista canadese ha mostrato una certa ostinata determinazione a voler far decollare a tutti i costi il progetto, assicurandosi non soltanto il coinvolgimento della Blumhouse di Jason Blum alla produzione, ma anche quello del premio Oscar Jamie Foxx in qualità di protagonista.

Era da un po’ che non avevamo aggiornati sul film, e adesso è stato proprio Blum a parlare del progetto in una recente intervista con il canale YouTube Abu Dhabi Culture (via CBM). Stando a quanto rivelato dal produttore, il desiderio di tutte le persone coinvolte è davvero quello di realizzare il film: “La sceneggiatura deve essere giusta. Abbiamo davvero voglia di fare il film. Abbiamo Spawn, Jamie Foxx… Todd McFarlane. Dobbiamo soltanto farlo!”

“Penso di aver fatto molta pressione su Todd”, ha continuato Jason Blum. “Non ho fatto altro che ripetergli che non dovevamo solo realizzare il film, ma doveva anche farlo nel modo più giusto possibile. La sceneggiatura deve essere giusta. E data la storia, non si tratta di un processo facile. Inoltre, credo che quanto sia accaduto di recente negli Stati Uniti circa il tema del razzismo abbia reso il tutto ancora più difficile. Devi prestare molto attenzione alla storia che scrivi. Devi ponderare e pensare bene a come rappresentare ciò che vuoi raccontare.”

Poi ha aggiunto: “Faremo il film, questo è certo. Solo.. non so quando lo faremo. In realtà stiamo apportando alcune modifiche alla sceneggiatura… stiamo andando in una direzione diversa con la storia rispetto a quanto fatto in passato, ma non faremo il film fino a quando la sceneggiatura non sarà eccezionale. Ma siamo certi che quel momento arriverà… e sarà allora che faremo il film.”

Il nuovo film dedicato a Spawn avrà come protagonista il premio Oscar Jamie Foxx nel ruolo dell’antieroe del titolo. Del cast dovrebbe far parte anche Jeremy Renner nei panni di Twitch Williams. Greg Nicotero, truccatore di The Walking Dead, si occuperà del trucco e degli effetti speciali. Il film sarà prodotto da Jason Blum e dalla sua Blumhouse Productions.

SCOOBY! finalmente in home video

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SCOOBY! finalmente in home video

SCOOBY!, l’atteso film d’animazione per tutta la famiglia sulle origini di Scooby-Doo e la Mystery Inc., arriva in DVD e Blu-Ray (che includerà film e contenuti speciali in alta definizione) a partire da giovedì 17 settembre. Il film è inoltre già disponibile per l’acquisto e il noleggio in digitale su Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google Play, TIMvision, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft Film & TV e per il noleggio su Sky Primafila e Infinity.

Inoltre, in occasione dell’arrivo in Italia del film, i primi 5 minuti di “SCOOBY!” sono già disponibili sul canale Youtube ufficiale di Warner Bros. Italia:

 

SCOOBY! ci svela come gli amici di sempre Scooby e Shaggy si siano incontrati e, in seguito, uniti ai giovani investigatori Fred, Velma e Daphne per formare la famosa Mystery Inc. Con centinaia di casi risolti e avventure condivise, Scooby e la banda ora dovranno affrontare il loro mistero più grande e impegnativo di sempre: sventare un piano volto a sguinzagliare il cane fantasma Cerberus nel mondo. Mentre si apprestano a fermare questa “can-apocalisse globale”, i membri della banda scoprono che Scooby ha un retaggio segreto e un destino epico più grande di quanto potessero immaginare.

Nella versione originale di SCOOBY! fanno parte del cast di doppiatori Will Forte (“La rivincita delle sfigate”; la serie TV “The Last Man on Earth”), come voce del migliore amico di Scooby-Doo, Shaggy; l’attore due volte candidato all’Oscar Mark Wahlberg (“The Fighter”; “The Departed – Il bene e il male”) è Blue Falcon; Jason Isaacs (i film di “Harry Potter”; “The OA” in TV) è la voce del famigerato Dick Dastardly; Gina Rodriguez (“Deepwater: Inferno sull’Oceano”; la serie TV “Jane the Virgin”) è la voce di Velma; Zac Efron (“The Greatest Showman”; la saga “Cattivi vicini”) quella di Fred; Amanda Seyfried (i film “Mamma Mia!”; “Ted 2”) è Daphne; Kiersey Clemons (“Cattivi vicini 2”; la serie TV “Angie Tribeca”) nei panni di Dee Dee; Ken Jeong (“Crazy & Rich”; la trilogia di “Una notte da leoni”) nel ruolo di Dynomutt; Tracy Morgan (“What Men Want”; “30 Rock” in TV) nel ruolo di Captain Caveman; mentre Frank Welker (il franchise di “Transformers”) presta la voce a Scooby-Doo.

SCOOBY! è diretto da Tony Cervone, candidato all’Annie Award per il film “Space Jam”, e due volte candidato agli Emmy per il suo lavoro su “Duck Dodgers”.

La Passione di Cristo: Jim Caviezel aggiorna sul sequel

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La Passione di Cristo: Jim Caviezel aggiorna sul sequel

Era da un po’ di tempo che non si avevano aggiornamenti sul chiacchieratissimo sequel de La Passione di Cristo, il controverso film scritto e diretto da Mel Gibson nel 2004. Il progetto è in cantiere dal 2016 e adesso, in un’intervista rilasciata a Breitbart News, il protagonista Jim Caviezel ha svelato nuovi dettagli sul film.

“Di recente Mel Gibson mi ha mandato la terza versione della sceneggiatura”, ha spiegato l’attore. “Ormai manca poco. Il film si intitola La Passione di Cristo: Resurrezione. Sarà il film più grande di sempre. Il più grande film mai realizzato nella storia del cinema”. Nel corso dell’intervista Caviezel ha anche parlato di come il grande successo del primo film abbia influenzato la sua carriera.

“Ho dovuto combattere per sopravvivere. All’epoca il film esplose. Era letteralmente fuori da ogni scala. All’inizio sei portato a credere che dopo arriveranno chissà quante proposte. E invece no. Non ero più nelle liste degli studios. Era tutto andato. Quello che faccio da attore, una mia abilità, è un dono che mi arriva dal Signore. La mia fede mi è sembra sembrata qualcosa di molto più grande dell’industria di Hollywood, ma anche di qualsiasi questione legata agli schieramenti politici.”

L’incredibile successo de La Passione di Cristo

La Passione di Cristo, distribuito nel 2004, ha incassato 611 milioni di dollari al botteghino globale, con un budget di soli 30 milioni di dollari. Fino all’uscita di Deadpool, è stato il film con il Rating R con il maggiore incasso nella storia del cinema. Quindi, dal punto di vista finanziario, è facile capire perché uno studio avrebbe abbracciato la storia e il progetto. Dall’altro lato, c’è davvero una storia da raccontare ed è qualcosa che sia Gibson che Randall Wallace sono piuttosto interessati a esplorare.

In una vecchia intervista, lo sceneggiatore aveva dichiarato:“È un progetto di cui parliamo molto. Al college la mia specializzazione era la religione, dopodiché ho fatto un anno di seminario focalizzando i miei studi proprio sulla resurrezione. Sarà il Monte Everest dei film e ne stiamo parlando parecchio. Si tratta di un progetto che vale parecchio, quindi al momento ce lo teniamo stretto“.

Non si sa ancora molto altro del film ma sappiamo che Jim Caviezel dovrebbe tornare come Gesù. Oltre a ciò, nessun altro attore del cast è stato confermato.

Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno: tagliata una scena per evitare un divieto ai minori

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In una recente intervista con Cinema Blend, Matthew Modine, interprete di Peter Foley ne Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno, ha rivelato che Christopher Nolan ha tagliato dal film uscito nelle sale nel 2012 la scena della morte del suo personaggio. Come spiegato dal celebre attore, la scena in questione sarebbe stata eliminata dal montaggio finale per evitare che il film ricevesse un rating NC-17, ossia un divieto ai minori di 17 anni.

A quanto pare, nella scena integrale si vedeva il vicecommissario di Gotham City finire sotto alle ruote di una delle Tumbler guidate dall’armata di Talia al Ghul (il personaggio interpretato da Marion Cotillard): “Nolan ha tagliato la scena della mia morte ne Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno”, ha spiegato Modine. “Era troppo violenta e il film avrebbe potuto ottenere un divieto ai minori di 17 anni”. 

“Nella scena lei sta andando via, io le sparo ma vengo investito. Si vede questo taglio di montaggio ed eccomi a terra, morto. Era un passaggio veramente molto violento. Per girarla avevano messo un coso di plexiglass sulla parte frontale della macchina, ma il mio stuntman venne colpito. Alcune corde avrebbero dovuto tirarlo su in aria, ma dopo averlo tirato lo lasciarono cadere da 5 metri di altezza. Cadde sull’asfalto della strada di fronte alla New York Stock Exchange e il rumore che fece fu davvero terribile. In quel momento guardai la faccia di Nolan… era pallidissimo. Disse: ‘Ok, abbiamo la scena. Andiamo avanti’. Ma era chiaro che in quel momento si era spaventato a morte per quel ragazzo. Se avesse messo quella scena nel film avrebbe sicuramente ricevuto un NC-17, perché ripeto: era davvero violenta.”

Black Widow: nuovi dettagli grazie alla descrizione dei personaggi

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Disney Latino ha diffuso online le descrizioni ufficiali aggiornate dei personaggi di Black Widow, l’attesissimo cinecomic Marvel dedicato al personaggio interpretato da Scarlett Johansson. I profili di Vedova Nera, Yelena Belova, Red Guardian e Melina Vostokoff forniscono alcuni nuovi ed interessanti dettagli sulla trama del film, che potete leggere di seguito:

Vedova Nera: separata dagli ormai già divisi Vendicatori, Natasha si trova ad affrontare l’oscuro passato che l’ha portata a diventare una spia e un’assassina, insieme agli eventi che ne sono seguiti. Un po’ a malincuore, Nat si riunisce con un improbabile gruppo di spie che fanno parte del suo passato e condividono con lei una parte fondamentale della loro storia, oltre al desiderio di impedire che una forza letale venga scatenata. Tuttavia, i suoi sforzi sono minacciati da un assassino mortale le cui eccezionali abilità sono diverse da qualsiasi cosa Natasha abbia mai affrontato prima.

Yelena Belova: prodotto dello spietato programma di formazione della Stanza Rossa, Yelena ha una storia segreta con Vedova Nera che la stessa è determinata a risolvere. Quando si ritrova intrappolata in un mondo pieno di pericolose minacce dietro ogni angolo, la sua unica possibilità di sopravvivenza potrebbe essere una fragile tregua proprio con la persona che incolpa di una vita fatta di soli tormenti: Natasha Romanoff.

Red Guardian: la risposta della Stanza Rossa a Capitan America, Red Guardian è un super soldato ma anche una spia che ha vissuto una vita di trionfi durante la Guerra Fredda. Gli anni di spionaggio sono ormai alle spalle, ma Alexei si considera ancora l’eroe definitivo. Ama condividere la sua grandezza con coloro che lo circondano, che nel film includono anche gli altri detenuti della prigione russa dove risiede. In fondo, si sente in colpa per la sua attività da spia, soprattutto nei confronti di Natasha Romanoff, che ha incontrato molto prima che diventasse Vedova Nera.

Melina Vostokoff: è un’agente/spia altamente specializzato che ha seguito il programma di addestramento della Stanza Rossa ben quattro volte. Dopo varie missioni segrete (in una delle quali è stata coinvolto anche una giovane Natasha Romanoff), la Sala Rossa ha riconosciuto l’intelligenza di Melina, rendendola una delle sue principali scienziati. Dopo decenni di servizio, Melina è riuscita a prendere le distanze dalla Stanza Rossa, ma quando appare Natasha deve decidere da che parte schierare la sua lealtà.

La regia di Black Widow è stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme a Scarlett Johansson ci saranno anche David HarbourFlorence Pugh e Rachel Weisz.

In Black Widow, quando sorgerà una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni prima che diventasse un membro degli Avengers.

Wandavision: il primo trailer della serie Marvel

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Wandavision: il primo trailer della serie Marvel

Durante la 72esima edizione degli Emmy Awards su ABC è stato svelato il trailer di WandaVision, l’affascinante Serie Originale targata Marvel Studios che arriverà su Disney+ entro la fine del 2020. WandaVision, che vede nel cast Elizabeth Olsen e Paul Bettany, è la prima serie Marvel Studios che verrà trasmessa in esclusiva streaming su Disney+. WandaVision unisce televisione classica e Marvel Cinematic Universe e vede protagonisti Wanda Maximoff e Visione, due individui dotati di super poteri che conducono vite di periferia idealizzate, che iniziano a sospettare che ogni cosa non sia come sembra.

WandaVision, la serie tv

WandaVision è uno delle prossime miniserie in uscita su Disney+ creata da Jac Schaeffer e basata sui personaggi Marvel  Scarlet/Scarlet Witch interpretato da Elizabeth Olsen e Vision interpretato da Paul Bettany. La serie è ambientato nel Marvel Cinematic Universe (MCU) e ne condividendo la continuità con i film.

La trama si svolge dopo gli eventi di Avengers: Endgame dove in qualche modo Visione tornerà in vita e insieme all’amata Wanda inizieranno la loro vita di coppia in una New York negli anni ’50. La nuova serie tv sarà strettamente collegata con il film Doctor Strange in the Multiverse of Madness previsto per il 2021 dove la Olsen riprenderà il suo ruolo in tale film come co-protagonista accanto a Benedict Cumberbatch l’interprete di Doctor Strange. La serie tv fa parte della Fase 4 del franchise.

 Elizabeth Olsen e Paul Bettany. riprendono rispettivamente i ruoli di Wanda Maximoff / Scarlet Witch e Vision della serie cinematografica. Anche Teyonah Parris, Kat Dennings, Randall Park e Kathryn Hahn sono i protagonisti.

Animali Fantastici 3: Eddie Redmayne conferma l’inizio delle riprese

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Eddie Redmayne ha confermato che le riprese di Animali Fantastici 3 sono ufficialmente cominciate. Nel terzo film della saga prequel di Harry Potter, l’attore premio Oscar tornerà a recitare al fianco di Johnny Depp, Katherine Waterson, Jude Law ed Ezra Miller. Anche David Yates tornerà dietro la macchina da presa, così come J.K. Rowling, che ha contribuito ancora una volta alla sceneggiatura del film.

Il primo capitolo della saga prequel è stato un enorme successo, ma già il secondo è stato accolto con minor entusiasmo sia dalla critica che dal pubblico. La produzione del terzo film ha già dovuto affrontare diverse problematiche: non soltanto tutti i problemi legati alla pandemia di Covid-19, ma anche alcune controversie che di recente hanno travolto tanto il cast (in particolare Johnny Depp ed Ezra Miller) quanto la stessa Rowling (accusata nuovamente di transfobia).

Al di là di queste controversie, la produzione di Animali Fantastici 3 è stata più volte rimandata: prima per permettere alcune rifiniture alla sceneggiatura, dopo a causa dell’emergenza sanitaria legata al Coronavirus. Inoltre, quando lo scorso Maggio le restrizioni relative al Covid-19 sono state revocate nel Regno Unito, le riprese del film hanno ancora tardato a ripartire. Adesso, in una recente intervista con Cinema Blend, è stato proprio Eddie Redmayne a confermare che la produzione del film è ufficialmente ripartita due settimane fa a Londra.

Come tutte le produzioni hollywoodiane che sono ufficialmente tornate sul set, anche la Warner Bros. ha sottoposto il cast e la crew di Animali Fantastici 3 al rispetto di tutta una serie di rigidi protocolli per cercare di contenere il più possibile la diffusione del Covid-19. Nel corso dell’intervista, Redmayne ha spiegato che all’inizio era molto preoccupato per la nuova situazione che avrebbe trovato sul set.

“È una normalità completamente nuova”, ha raccontato l’attore premio Oscar. “Essere testati frequentemente, le mascherine… mi chiedevo se le mascherine avessero influenzato la nostra creatività, in qualche modo. Forse è stato un pensiero stupido, ma da essere umano pensavo che avevamo bisogno dell’interazione con gli altri per fare al meglio il nostro lavoro. La cosa davvero rassicurante è che si tratta di un processo totalmente diverso, ma è comunque elettrizzante e tutti stanno lavorando al massimo delle loro potenzialità.”

Animali Fantastici 3 risponderà ai misteri insoluti del precedente episodio?

Al momento la data di uscita di Animali Fantastici 3 è ancora fissata per Novembre 2021: non è chiaro se i continui ritardi nella produzione avranno effetti anche sull’uscita in sala. I crimini di Grindelwald si è concluso con diversi cliffhanger, inclusa la rivelazione che Credence Barebone (Ezra Miller) è in realtà Aurelius Dumbledore, il fratello perduto da tempo di Albus. Proprio per questo, i fan non vedono l’ora di scoprire in che modo la trama del terzo film risponderà ai misteri insoluti del precedente episodio.

Ray Liotta: 10 cose che non sai sull’attore

Ray Liotta: 10 cose che non sai sull’attore

Dal gangster di Quei bravi ragazzi all’avvocato di Storia di un matrimonio, nel corso della sua carriera l’attore Ray Liotta ha dato vita a personaggi divenuti memorabili, che gli hanno permesso di affermarsi come un attore particolarmente carismatico. Sempre alla ricerca di personaggi diversi tra loro, con cui poter mettere in mostra sfumature differenti del proprio talento, l’attore può vantare collaborazioni con alcuni tra i maggiori registi di Hollywood, i quali hanno sempre saputo tirare fuori il meglio di lui.

Ecco 10 cose che non sai di Ray Liotta.

Ray Liotta Quei bravi ragazzi

Ray Liotta: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attore ottiene il suo primo ruolo di rilievo grazie al film Qualcosa di travolgente (1986). La consacrazione arriva però grazie a Quei bravi ragazzi (1990), di Martin Scorsese, grazie a cui ottiene grande popolarità. Da quel momento, Liotta recita in titoli di rilievo come Abuso di potere (1992), Una moglie per papà (1994), con Whoopy Goldberg, Blow (2001), con Johnny Depp, Hannibal (2001), Control (2004), In the Name of the King (2008), Il guinness dei pupazzi di neve (2010), The Son of No One (2011), con Al Pacino, Cogan – Killing Them Softly (2012), The Iceman (2012), con Michael Shannon, Come un tuono (2012), Sin City – Una donna per cui uccidere (2014), con Evan Green, La regola del gioco (2014) e Storia di un matrimonio (2019), con Adam Driver. Nel 2020 è invece nel cast di Hubie Halloween, con Adam Sandler.

9. È stato anche produttore di diversi film. A partire dalla fine degli anni Novanta, Liotta si è concentrato anche sull’attività di produttore, ricoprendo tale ruolo per diversi titoli, da lui interpretati o meno. Il primo di questi è il crime Phoenix: Delitto di polizia (1998), poi seguito da Narc – Analisi di un delitto (2002) e Doppia ipotesi per un delitto (2005). È poi stato produttore esecutivo del film musical Ti va di ballare? (2006), con Antonio Banderas. In seguito, invece, si è occupato di produrre altri titoli di cui è stato anche interprete, sentendosi particolarmente legato a questi. Si tratta dei film La linea (2009), Il Guinness dei pupazzi di neve (2010) e The Identical (2014).

8. Ha ricevuto importanti riconoscimenti. Nel corso della sua carriera l’attore ha ricevuto riconoscimenti e nomination ad alcuni tra i maggiori premi dell’industria. Liotta venne infatti nominato come miglior attore non protagonista ai Golden Globe nel 1987 per Qualcosa di travolgente. Da lì ottenne particolare visibilità, venendo poi nominato ai SAG Awards nel 1999 e nel 2016 come miglior attore di una miniserie o film TV per The Rat Pack e Texas Rising. Prestigioso riconoscimento è anche quello ottenuto per un altro dei suoi ruoli televisivi. Nel 2005 ha infatti vinto un Emmy Awards come miglior guest star per la serie E.R. – Medici in prima linea.

Ray Liotta in Quei bravi ragazzi

7. Non ha incontrato il vero gangster da lui interpretato. Ad avere reso per sempre celebre Liotta come attore, è il ruolo del mafioso Henry Hill in Quei bravi ragazzi. Il personaggio è basato sul vero Hill, nota personalità della criminalità statunitense. Contrariamente a quanto però di solito avviene, Liotta non ha mai incontrato il gangster, poiché Scorsese glielo impedì. Il regista, infatti, non aveva ancora mai lavorato con l’attore e non conoscendolo ritenne necessario assisterlo nella costruzione del personaggio. Permettergli di incontrare Hill avrebbe invece rischiato di farlo influenzare da questi e stravolgere l’interpretazione.

6. Venne scelto per una sua qualità. Scorsese notò Liotta nel film Qualcosa di travolgente, e venne subito colpito dalla sua energia. I due iniziarono così ad incontrarsi più volte, con il regista che tentava di capire se egli fosse davvero la persona giusta per la parte. Se ne convinse nel momento in cui, durante il Festival di Venezia, Liotta cercò di avvicinarsi a lui, venendo però respinto più volte dalle sue guardie del corpo. Notando la scena, Scorsese rimase colpito da come Liotta manteneva la calma nonostante venisse respinto malamente. Tale sua qualità lo rendeva estremamente simile a Henry Hill, notoriamente silenzioso e pacato. Fu in seguito a ciò che Liotta ottenne definitivamente la parte.

Ray Liotta patrimonio

Ray Liotta: la sua risata

5. È rimasta iconica la sua particolare risata. Tra le scene più celebri di Quei bravi ragazzi vi è quella che vede gli attori Joe Pesci e Liotta intenti a bere e scherzare in un locale. Tutto ha poi inizio nel momento in cui Pesci si lancia nel racconto di un particolare aneddoto, che genera l’ironia di Liotta. L’attore improvvisò così in quel momento una risata che divenne in seguito estremamente iconica. Il modo in cui si contrae il suo volto, e la voce stridula hanno poi contribuito alla fama della scena. Da lì, Liotta viene spesso ricordato per quel celebre momento della sua carriera.

Ray Liotta in Blow

4. Ha interpretato il padre di Johnny Depp. Nel film Blow, incentrato sulla vita del celebre narcotrafficante George Jung, Liotta ha interpretato il padre George, una delle figure più significative per il protagonista. Pur essendo di soli otto anni più grande di Depp, Liotta è risultato particolarmente credibile nella parte, ricevendo numerose lodi. In particolare, i fan del film ricordano il grande legame tra i due interpreti, e che ha permesso di dar vita ad un convincente e commovente rapporto tra padre e figlio.

Ray Liotta e il doppiaggio di Bee Movie

3. Ha doppiato sé stesso. Nel film d’animazione del 2007 Bee Movie, l’attore compare tra i doppiatori dando voce ad un curioso personaggio. Liotta, infatti, realizza il doppiaggio della versione animata di sé stesso. Il cameo è tutt’oggi particolarmente celebre non solo per la grande somiglianza del personaggio con il vero Liotta, ma anche per una serie di riferimenti alla carriera dell’attore. Nella scena in cui è presente, infatti, si può notare il personaggio impugnare il premio Emmy, realmente vinto da Liotta. Inoltre, l’ape protagonista si riferisce a lui affermando che egli non è un “goodfella” ma un “bad-fella”. Questo è un riferimento al film Quei bravi ragazzi, il cui titolo originale è Goodfellas.

Ray Liotta: il suo patrimonio

2. Vanta un ricco patrimonio. Grazie alle sue numerose interpretazioni in noti film o serie televisive, Liotta vanta uno status non indifferente all’interno di Hollywood. Come visto, inoltre, negli anni Liotta si è occupato anche di attività collaterali, come la produzione di alcuni film. I premi vinti, e gli altri onori ricevuti nel corso della sua carriera, lo hanno oggi portato a possedere il considerevole patrimonio di circa 14 milioni di dollari.

Ray Liotta: età, altezza e le origini italiane

1. Ray Liotta è nato a Newark, nel New Jersey, Stati Uniti, il 18 dicembre del 1954. L’attore è alto complessivamente 182 centimetri. Liotta è stato adottato quando aveva solo 6 mesi da Mary e Alfred, figli di immigrati di italiani. Egli è così cresciuto nutrendo in sé un forte rapporto nei confronti del Bel Paese. In seguito, rintracciando i suoi veri genitori, ha scoperto che da parte loro possiede vere origini italiane, come anche scozzesi.

Fonte: IMDb

 

WandaVision: il primo trailer della serie Disney+

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WandaVision: il primo trailer della serie Disney+

Ecco il primo trailer di WandaVision, la serie Marvel Disney+ che vede protagonisti i due personaggi del titolo, presentati all’interno del Marvel Cinematic Universe e interpretati da Elizabeth Olsen e Paul Bettany.

WandaVision: tutto ciò che sappiamo sulla serie Disney+

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Wandavision sarà una sitcom classica con la grandezza e l’epica tipiche della Marvel, ha dichiarato uno dei registi Matt Shakman (Game of Thrones, The Boys), confermando le voci sul tono specifico dello show e l’ambientazione.

Non possiamo dire molto e in questo momento è praticamente tutto bloccato, ma sarà interessante esplorare la strana dinamica del rapporto tra l’eroina e l’androide. Visione non è umano ma forse è più umano di chiunque altro. Ha sempre cose sagge da dire e vede il mondo per quello che è, mentre Wanda è influenzata dai numerosi traumi subiti come la perdita di suo fratello e il fatto di essere un’orfana.” aveva raccontato il regista a variety. “Penso che tutto il team si stia concentrando su questa unione, frutto di un amore bizzarro, ma assolutamente giusto“.

Come rivelato da Charles Murphy nel nuovo episodio del suo podcast, la produzione dovrebbe partire il 4 novembre – e non a settembre – nei Pinewood Studios di Atlanta, la “casa” di quasi tutti i cinecomic Marvel. Nel report viene nominato anche il titolo di lavorazione dello show, “Big Red“.

Captain Marvel 2: tutti gli “errori” che il sequel dovrà evitare

Captain Marvel 2: tutti gli “errori” che il sequel dovrà evitare

Captain Marvel 2 è uno dei tanti imminenti sequel del MCU, ma dovrà cercare di evitare alcuni errori comuni riscontrabili in tantissimi seguiti dell’universo condisivo. Il primo Captain Marvel è stato rilasciato nel Marzo 2019: nonostante all’inizio la scelta di Brie Larson come interprete dell’eroina non fu accolta molto bene dai fan, alla fine il film è riuscito ad incassare oltre un 1 miliardo di dollari al box office, ricevendo elogi anche da parte della critica.

Captain Marvel non solo ha introdotto il personaggio di Carol Danvers nel MCU (dopo la breve anticipazione del suo arrivo nella scena post-credits di Avengers: Infinity War), ma ha anche preparato il terreno per la sua apparizione in Avengers: Endgame. Ciò ha aperto le porte a Captain Marvel 2, portando Carol nel presente dell’universo in modo che la sua storia potesse continuare in maniera corretta, nonostante le molte lacune tra i film ancora da colmare.

Non sorprende che Captain Marvel avrà un sequel, ma ciò non significa che sarà un successo garantito. Anche se probabilmente funzionerà al botteghino a prescindere, la storia ci insegna che non sembra i sequel del MCU sono stati dei veri e propri successi, e questo a causa di diversi errori che hanno impedito loro di essere all’altezza del predecessore. Il primo film è stato piuttosto buono, quindi Captain Marvel 2, che uscirà l’8 Luglio 2022, dovrà prestare molta attenzione – come sottolineato da Screen Rant – per evitare di commettere gli errori del passato.

Il problema del MCU con i sequel

Thor: the Dark WorldSebbene alcuni dei migliori film del MCU siano sequel, come Avengers: Infinity War, Avengers: Endgame, Captain America: Civil War e Thor: Ragnarok, al tempo stesso alcuni di essi sono anche tra i peggiori titoli dell’universo condiviso. I problemi del sequel della Marvel sono quasi subito, basti pensare ad Iron Man 2 del 2010, di sicuro inferiore rispetto al primo Iron Man.

La tendenza è continuata con Thor: the Dark World, Avengers: Age of Ultron e Ant-Man and the Wasp, che sono tutti tra i film più deboli del franchise (anche se nessun film del MCU può essere considerato davvero “pessimo”). Tale discorso vale anche per pellicole come Guardiani della Galassia Vol. 2 e Spider-Man: Far Form Home che, sebbene non colpevoli di errori come i titoli precedentemente elencati, rappresentano comunque un notevole calo di qualità rispetto ai rispettivi primi film. Captain America: The Winter Soldier è forse l’unico sequel del MCU che può essere considerato non solo al pari del primo, ma addirittura migliore.

La rappresentazione del villain

Una delle critiche più comuni rivolte ai film del MCU è il modo in cui vengono tratteggiati i villain di turno. La Fase 3 ha in parte risolto questo problema introducendo tutta una serie di cattivi affascinanti come Hela, Killmonger e, ovviamente, Thanos. Tuttavia, è vero che si tratta di un difetto con cui lo studio ha dovuto lottare in passato, sebbene non si tratti di un qualcosa limitato esclusivamente a questo franchise. Parte di questo problema nasce dal desiderio di realizzare sequel più grandi dell’originale (e di tutto ciò che è apparso in precedenza nel MCU) e, di conseguenza, di avere villain sempre più temibili.

Questo è forse particolarmente evidente in Thor: the Dark World e Avengers: Age of Ultron, due sequel in cui i cattivi di turno condividono il legame comune di dover superare direttamente Loki, l’antagonista di entrambi i loro predecessori. In termini di potenzialità, almeno sulla carta, non c’è dubbio che Malekith e Ultron siano due cattivi di tutto rispetto; il fatto è che non possono competere con Loki in termini di personalità e di ruolo avuto all’interno della narrazione. È inutile essere una minaccia apparentemente più grande se ciò non porta alcun interesse reale al di là della mera posta in gioco.

Resta ancora da vedere chi sarà il cattivo di Captain Marvel 2, ma poi il personaggio di Carol Danvers è così potente, ha senso che possa esserci un cattivo altrettanto potente che possa in qualche modo eguagliarla. Ciò che conta di più è assicurarsi un il cattivo in questione possa offrire qualcosa di più grande alla narrazione alzando la posta in gioco, e idealmente aggiungendo anche un po’ di valore tematico al film. Questo è ciò che hanno fatto i migliori cattivi della Marvel – come Killmonger e Thanos – ed è ciò a cui anche Captain Marvel 2 deve aspirare.

La storia di Carol, non del MCU

La critica più grande rivolta a Iron Man 2 è stata che si trattava non tanto di un film su Tony Stark, ma più che altro di un trailer esteso di ciò che sarebbe accaduto nel futuro del MCU. Quel film ha introdotto Vedova Nera, ha fatto riferimento a Capitan America, e ha anche anticipato l’arrivo di Thor nella scena post-credits, il tutto per anticipare quello che poi il pubblico avrebbe visto in The Avengers nel 2012. Questo, purtroppo, è stato un errore commesso anche da altri sequel.  

In molti di questi sequel, infatti, le trame erano talmente piene di configurazioni relative al più ampio MCU che si è spesso perso di vista il focus principale, ossia l’eroe protagonista. Anche Captain Marvel 2 rischia di incappare in questo errore, così come un altro attesissimo sequel della Fase 4, ossia Doctor Strange in the Multiverse of Madness. Anche Captain Marvel 2 potrebbe essere “incaricato” di impostare la Fase 5 dell’universo condiviso, ma in realtà dovrebbe preoccuparsi maggiormente di raccontare la storia di Carol Danvers.

Giustificare la propria esistenza

I sequel più deboli della Marvel hanno comunque alcuni aspetti interessanti al loro interno, come ad esempio gran parte della storia incentrata su Asgrad di Thor: the Dark World. La Marvel è, ovviamente, una macchina oliata alla perfezione con l’obiettivo di fare più soldi possibili, ma i suoi film migliori offrono comunque una storia e dei personaggi che sono in grado di offrire tanto all’assetto generale del franchise.

Un sequel come Captain Marvel 2 ha molto su cui poter lavorare per quanto riguarda il suo personaggio e la sua storia; proprio per questo, deve assicurarsi di giustificare questi aspetti e di non limitarsi ad essere l’ennesimo capitolo realizzato per fare contenti i fan.

Un sequel migliore dell’originale

Captain Marvel 2

Escludendo l’accesso al Regno Quantico o un viaggio nel tempo, è impossibile prevedere esattamente di cosa parlerà Captain Marvel 2, ma ci sono ragioni per essere ottimisti sul fatto che possa evitare molti dei problemi più eclatanti del sequel del MCU. In parte è perché la Marvel stessa sembra aver imparato a gestire molto meglio i seguiti dei suoi film. C’è sicuramente un ampio raggio d’azione su Captain Marvel: il primo film è stato divertente, ma c’è davvero tanto spazio per far crescere il personaggio ora che abbiamo conosciuto le sue origini.

Il salto temporale è una parte importante del motivo per cui Captain Marvel 2 potrebbe essere un successo. Dopo Avengers: Endgame, c’è molto altro da esplorare con Carol Danvers, sia sulla Terra che nello spazio. Se non si vogliono confondere le linee temporali, c’è un lungo periodo tra il primo film ed Endgame in cui si sa poco su dove si trovi Carol e che potrebbe essere raccontato. Ovviamente ci sono anche dei rischi: con l’arrivo della Fase 5, lo SWORD, Ms. Marvel e Secret Invasion sono tutti elementi che potrebbero entrare in gioco a livello di trama, quindi potrebbe benissimo risultare un film eccessivamente “carico” a livello narrativo. Speriamo davvero che il sequel possa volare “più in alto, più lontano e più veloce” del suo predecessore…

Mulan: dal debutto su Disney+, il film avrebbe guadagnato più di Tenet

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Tenet è arrivato nei cinema di tutto il mondo la fine di Agosto e l’inizio di Settembre. Considerata l’attuale situazione mondiale legata alla pandemia di Covid-19, nessuno ha mai realmente pensato che l’ultima fatica di Christopher Nolan sarebbe riuscito a raggiungere cifre esorbitanti al box office, che di fatto ha guadagnato soltato 207 milioni di dollari durante il primo weekend di apertura.

Bisogna fare i conti con il fatto che non tutte le persone si sentono ancora tranquille a tornare al cinema; parallelamente, non tutti le major sembrano essere a favore della release dei loro titoli direttamente in streaming. Di recente la Disney ha provato ad azzardare rendendo direttamente disponibile sulla sua piattaforma VOD – l’ormai celebre Disney+ -, l’attesissimo live action di Mulan, la cui release ha fatto particolarmente discutere per il costo “extra” associato alla visione del film rispetto al tradizionale abbonamento del singolo utente.

Adesso, un nuovo report di Yahoo Finance (via CBM) indica che, nonostante tutte le polemiche, negli Stati Uniti il live action di Mulan disponibile on demand ha generato un incasso molto più alto di quello di Tenet nelle sale cinematografiche. Sulla base dei dati condivisi dalla società di analisi 7Park Data, pare che il film diretto da Niki Caro abbia guadagnato 261 milioni di dollari a livello nazionale, una cifra di gran lunga superiore rispetto ai 207 milioni di dollari incassati dal film di Christopher Nolan a livello globale.

È opportuno precisare che non si tratta di numeri ufficiali e che un quadro completo del successo di entrambi i film non si avrà fino a quando la Warner Bros. e la Disney non decideranno di condividere i dati interni. Tuttavia, è decisamente interessante notare quanto possa aver avuto successo il debutto di Mulan su Disney+ (va comunque sottolineato che il rapporto della fonte non tiene conto degli abbonati a livello internazionale, che potrebbero a loro volta aver acquistato il film e contribuito a genere introiti ancora più elevati).

A questo punto la domanda sorge spontanea: anche Black Widow arriverà su Disney+? Al momento è impossibile dirlo, ma sappiamo che la multinazionale sta già valutando un nuovo rinvio per l’attesissimo cinecomic Marvel (che a questo punto non arriverà più a Novembre). 

Paradise: una nuova vita, il trailer del film di Davide Del Degan

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Ecco il trailer di Paradise: una nuova vita, il nuovo film di Davide Del Degan, con VINCENZO NEMOLATO, GIOVANNI CALCAGNO e KATARINA ČAS. Paradise uscirà il 30 settembre nelle sale del veneto e del Friuli Venezia Giulia, mentre dall’8 ottobre arriverà in tutte le sale italiane, distribuito da Fandango.

Paradise: una nuova vita, la trama

Calogero è un uomo ordinario che ha fatto una scelta straordinaria. Siciliano, venditore di granite, un giorno assiste ad un omicidio di mafia e decide di fare qualcosa che non tutti avrebbero il coraggio di fare: testimoniare. Ed è così che Calogero viene impacchettato e spedito, sotto il programma protezione testimoni, nel posto più lontano dalla Sicilia: tra le montagne del Friuli, a Sauris, un villaggio di gente ospitale, ma che lui fa fatica a capire. Calato in una realtà completamente diversa così distante da tutto ciò che ama, tra le nevi e nessuno a cui vendere granite, Calogero si ritrova solo, perso, spaesato. Ancora alle prese con il rammarico per aver perso il contatto con la sua famiglia, che si è rifiutata di seguirlo, e con la sua unica figlia, che non ha neanche fatto in tempo a veder nascere, un arrivo in paese crea altro scompiglio nella sua nuova vita. Il killer contro cui lui ha testimoniato è diventato a sua volta un collaboratore di giustizia e, per un errore amministrativo tipicamente italiano, è stato spedito nella stessa località, con lo stesso falso nome. Il nostro Calogero è convinto che sia lì per ammazzarlo, e non sa che il killer, contrariamente a lui, vive questa cesura col proprio passato come un’opportunità che la vita gli ha voluto regalare.

Succession: recensione della serie HBO

Succession: recensione della serie HBO

“Tutte le famiglie felici si somigliano; ogni famiglia infelice è invece disgraziata a modo suo”: così asseriva Lev Tolstoj in apertura di una delle sue opere più famose, Anna Karenina. Ma quello che lega la famiglia Roy, protagonista di Succession, serie TV targata HBO e disponibile in Italia su Sky, va oltre il concetto di (in)felicità. Il capofamiglia Logan (Brian Cox), i figli Kendall (Jeremy Strong), Roman (Kieran Culkin), Connor (Alan Ruck) Siobhan (Sarah Snook), e il nipote Greg (Nicholas Braun) è un covo di serpi vestiti di abiti eleganti.

La lotta al dominio del monopolio di famiglia nel campo dei media è una corsa al massacro, dove non sussistono ricordi, tenerezze, memorie di focolai domestici, o giochi in famiglia, a indorare la pillola. La vendetta in Succession è un piatto che viene servito freddo, come freddo è il cibo a tavola, lanciato, rubato, mai toccato. I ricchi banchetti perlopiù ignorati si fanno pertanto perfetti doppi simbolici di affetti famigliari a cui avvicinarsi, assaporare, per poi rinnegare, allontanare, con lo sguardo fiero, rivolto sempre verso l’alto, verso una cima quanto mai irraggiungibile. Non è un caso, dunque, se quel cognome, Roy così simile per assonanza e scrittura al sostantivo francese “roi”, “re”, rimanda a un trono da occupare e a cui ambire. Negli occhi di ogni singolo personaggio brucia il fuoco dell’insana cupidigia; nella bocca, si masticano parole ricolme di recriminazioni mescolate a caustico umorismo, e poi vomitate sotto forma di tradimenti. Ogni puntata è un piccolo e indipendente colpo di stato, pronto a ribaltare singolarmente e sulla spinta di ambizioni personali, il dittatore Logan Roy.

Succession nel mito di Frankenstein

Ogni personaggio si fa dunque mostro di Frankenstein, collage umano di pezzi presi in prestito dai più terribili villain e regnanti shakespeariani. Sono uomini e donne creati sulla falsariga di personaggi reali (le famiglie di Rupert Murdoch, Sumner Redstone e Donald Trump), che in un gioco dialettico tra finzione e realtà assumono una verosimiglianza tale da lasciarsi prima odiare, e poi amare. Lo spettatore si ritrova vittima inconsapevole del loro fascino mefistofelico. Ama lasciarsi intrappolare nelle loro reti intessute di inganni e sotterfugi, restando così a bocca aperta dinnanzi ai tradimenti orditi da figli ai danni del proprio padre, in una rilettura contemporanea del Re Lear, per poi ritrovarsi incantato dall’insano desiderio di Kendall di ribaltare il predominio paterno, voltando le spalle ai propri fratelli come un Amleto che incontra Riccardo III.

Dietro ogni abbraccio si nasconde una mano pronta a colpire alle spalle con fendenti profondi di lame taglienti i propri cari. La famiglia perde il concetto di unione, amore, sentimento, trasformandosi in un insieme confusionario di pedine impazzite da spostare a proprio piacimento per assurgere al più presto al trono. In questa giostra al massacro azionata da regnanti senza corona, non sussiste alcun legame da conservare, emozione da nutrire. L’intreccio si srotola pian piano davanti a noi e con esso la corsa alla distruzione dei consanguinei, vittime sacrificali dinnanzi al tempio del successo e alla successione (non a caso “succession” pur rimandando al concetto di “successione”, accoglie in sé il il termine “success”, “successo”). Se secondo la cultura popolare, i media visuali con il loro appeal delle emozioni posso eccitare l’immaginario collettivo della maggioranza silenziosa, indirizzandola verso fini catastrofici, la serie ideata da Jesse Armstrong scardina questa abilità silenziosa messa in atto dal campo di cui Logan Roy è il capo supremo, puntando su emozioni ridotte a simulacri e ideali, per dar corpo all’istinto (auto)distruttivo intrinseco al genere umano, alimentato dal sacro fuoco dell’ambizione e del potere.

Attori perfetti, Diavoli in terra

Se Succession è da annoverare tra le migliori serie televisive degli ultimi anni, non è solo grazie a una scrittura alacre e impeccabile, quanto soprattutto a una serie di interpreti capaci di sparire nella loro veste umana, per dar forma e corpo all’istinto animalesco e anafettivo dei propri personaggi. Culkin, Strong, Macfadyen, Snook, Braun, Cox si svuotano dentro per lasciarsi investire e guidare dalle ossessioni e idiosincrasie dei propri alter-ego finzionali. Diavoli con abiti eleganti che si muovono in contesti urbani mimetizzandosi facilmente tra la folla, i protagonisti di Succession sono testimoni di cadute infernali da cui risalire camminando sul cadavere dei propri cari.

Una manipolazione accurata, studiata nei minimi particolari, lasciata libera di scatenarsi come onde in un mare improvvisamente in tempesta, supportata da mimiche facciali a volte esasperate (il Roman Roy di Kieran Culkin) ma mai in over-acting, o giocate in sottrazione, dove ogni sentimento è celato, in un gara alla dissimulazione (si pensi alla straordinaria performance di Jeremy Strong nei panni di Kendall Roy). Ciò che ne risulta è una galleria umana di uomini e donne schiacciati sia dal peso delle proprie responsabilità, che da una figura ingombrante come quella di Logan Roy, impossibile da destituire o distruggere. Cristallizzati in ruoli archetipici, di cui riescono a carpire e svelare ogni singola sfumatura tra debolezze e punti di forza, ogni attore rende vivo, umano, e per questo fatalmente fallibile, il ruolo a lui affidato. Al resto ci pensa una sceneggiatura fondata su uno humour squisitamente britannico grazie alla quale Jesse Armstrong impreziosisce la propria creatura di un’ironia tagliente e dai tratti drammatici, con un approccio che strizza l’occhio al miglior William Shakespeare. In questa famiglia disfunzionale nessun difetto è lasciato indietro, ma affrontato, studiato, mostrato nella sua perfetta verosimiglianza.

C’è Siobhan, l’unica figlia femmina, mosca bianca in una famiglia dominata dal testosterone, inizialmente poco attirata dai giochi aziendali di famiglia, per poi cedere sotto la forza dei canti ammaliatori del padre, uscendone vittima e vinta, tanto nelle questioni di affari, quanto di cuore. C’è poi Roman, un Loki di famiglia, prigioniero di un’eterna adolescenza, scaltro, furbo, capace di sciorinare gesta e segreti altrui pur di garantirsi la salvezza. E se è Kendall la vera pedina impazzita, l’ingranaggio a orologeria uscito fuori dagli schermi, un plauso a parte merita Alan Ruck, capace di dar vita a un primogenito come Connor, personificazione della vita adagia riassumibile nella battuta “solo i poveri sono pazzi, i ricchi sono tutt’al più eccentrici”.

Dare forma alle emozioni

Personalità egocentriche, che vivono del respiro delle proprie ambizioni, hanno un raggio di distanza personale alquanto risicato. Difficile per loro, se non impossibile, condividere un’inquadratura con un altro personaggio, almeno che non sia per tornaconto personale. Una predisposizione che i vari registi comprendono e traducono in scelte di ripresa capaci di enfatizzare quelle insofferenze silenti, che annientano e bruciano barlumi di umanità ed empatica solidarietà all’interno dell’animo di questi personaggi. Allo stesso tempo, ogni attacco, lanciato o subito, viene colto ed espresso da zoom improvvisi, che colgono la sorpresa o ipocrita reazione, che raffredda il volto di strateghi apparentemente impassibili. Schiera di inquadrature ristrette, anche nel momento in cui il raggio di ripresa si allarga, a cogliere lo sguardo attento della cinepresa sono lasciti di rimpianti e rimorsi, mostrati attraverso distanze fisiche insormontabili, che portano i vari personaggi a sostare ai poli opposti di una stanza, o separati da confini tangibili, come porte, vetrate e finestre.

Eppure, gli sguardi brulicanti di vendetta superano ogni limite, indagano ogni superficie sottocutanea, indugiando su sentimenti inespressi contro cui predisporre il proprio attacco. Cercano debolezze umane, per gettarsi a capofitto con il loro contrattacco fatto di carezze, o baci di Giuda, i membri della famiglia Roy. Sono discendenti della Maga Circe, capace di regredire l’essere umano allo stato primitivo di animale, dove dietro ogni singola espressione si nasconde la sua controparte emotiva. Una giostra di sentimenti e dei suoi contrapposti, nemesi di se stessi e degli altri, ogni attore rende (dis)umano il proprio personaggio, partecipando a questa folle corsa modellando in maniera personale incarnazioni diverse, eppure così uguali, dei sette peccati capitali.

La freddezza calcolatrice che investe questi protagonisti, ritrova nelle tonalità accese e cerulee di una fotografia glaciale, le proprie corrispondenze cromatiche. Non c’è nulla nella costruzione visiva, registica, scenografica lasciata al caso in Succession. Tutto concorre all’esaltazione dei mutamenti di umore, all’esaltazione narcisistica di uomini e donne egomaniaci, vittime e mai trionfatori della propria sete di ambizione. Long live the king, allora. Long live the Roy.

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