Lo scorso marzo era arrivata la
notizia che, in seguito al grande successo ottenuto negli Stati
Uniti da L’Uomo
Invisibile, la Blumhouse Production di Jason
Blum aveva ufficialmente messo in cantiere un nuovo
adattamento cinematografico dedicato al personaggio di
Dracula.
Adesso, in una recente intervista
durante il podcast di The
Kingcast, la regista del film, Karyn Kusama,
ha rivelato che la nuova iterazione del celebre vampiro sarà un
adattamento fedele del classico romanzo di Bram
Stoker ma che, al tempo stesso, racconterà della
leggendaria figura da un nuova prospettiva, mai adottata nelle
precedenti trasposizioni.
“Sarà un adattamento abbastanza
fedele del romanzo di Bram Stoker”, ha spiegato Kusama.
“Penso che una cosa che sia stata trascurata negli adattamenti
passati di Dracula sia l’idea di voci multiple. In effetti, il
libro originale è pieno di diversi punti di vista. E l’unico punto
di vista a cui non abbiamo mai avuto accesso, e che invece nei vari
adattamenti è presente, è proprio quello di Dracula. Quindi direi
per certi aspetti che si tratterà di un adattamento chiamato
Dracula, ma forse non è lo stesso tipo di eroe romantico che
abbiamo visto in passato… nelle precedenti incarnazioni del
vampiro.”
Sulla scia de L’Uomo Invisibile,
anche il nuovo Dracula punterà ad un budget moderato
Karyn Kusama è
una regista statunitense nota per aver diretto AEon
Flux con Charlize
Theron, Jennifer’s Body con Megan
Fox e Destroyer con Nicole
Kidman. Il nuovo film sarà una versione in chiave “moderna”
dell’iconica storia del celebre Conte della letteratura: proprio
come L’Uomo
Invisibile, anche il
nuovo Dracula punterà ad un budget moderato.
Matt
Manfredi e Phil Hay, che
avevano già lavorato con la Kusama al
sopracitato Destroyer, si occuperanno della
sceneggiatura. La storia sarà ambientata ai giorni nostri. Di
recente la Kusama si è occupata della regia di alcuni episodi della
miniserie HBO The
Outsider, basata sull’omonimo romanzo
di Stephen
King.
Anna Kendrick, che ha interpretato Jessica
Stanley nel franchise di Twilight, ha rivelato
perché girare il primo capitolo della saga è stata un’esperienza
infelice. Oggi, Anna Kendrick è uno dei volti più noti nel panorama
di Hollywood, grazie soprattutto alla sua interpretazione nel
drammatico Tra le nuvole di Jason Reitman e al franchise musicale
di Pitch
Perfect.
Prima di raggiungere la fama a
livello internazionale, la Kendrick venne scelta per interpretare
il ruolo di Jessica nella saga di Twilight. Il primo film, uscito nel 2008, è
l’adattamento del primo romanzo della celebre saga letteraria
partorita dalla mente di Stephenie Meyer. Il
franchise, passato poi alla storia come “The Twilight
Saga“, è stato un enorme successo, arrivando ad incassare
oltre 3 miliardi di dollari al box office mondiale.
Nonostante sia apparsa in ben
quattro dei cinque capitoli della saga cinematografica, alla fine
il ruolo di Jessica, l’amica di Bella (Kristen
Stewart), è sempre stato un personaggio di contorno,
anche se rimasto impresso nella mente dei fan grazie alla verve
comica dell’attrice. In una recente intervista con Vanity Fair, la Kendrick ha ricordato la
sua esperienza sul set del primo adattamento cinematografico,
rivelando che l’esperienza di girare a Portland, in Oregon, è stata
“triste e avvilente”.
Anna Kendrick sul primo Twilight:
“Girare il film è stato come essere presi in
ostaggio”
“Il primo film l’abbiamo girato
a Portland, in Oregon, e ricordo che faceva freddissimo”, ha
spiegato Anna Kendrick. “È stata un’esperienza
triste e avvilente. Ricordo che le mie Converse erano perennemente
inzuppate d’acqua, così mi ritrovavo ogni volta a pensare: ‘Questo
è un gruppo di persone davvero eccezionali e sono sicura che in un
momento diverso saremmo diventati tutti grandi amici, ma ora come
ora voglio soltanto ucciderli’.Però un certo tipo di
legame l’abbiamo sviluppato. C’era qualcosa tra di noi, su quel
set… come quando condividi un evento traumatico. Come le persone
che sopravvivono dopo essere state prese in ostaggio. È un legame
che dura per tutta la vita.”
La Kendrick non è la
prima attrice del cast di Twilight a ricordare le difficoltà durante le riprese
le primo film. Già Taylor Lautner, che interpreta il lupo mannaro
Jacob Back, aveva parlato del disagio provato durante le riprese di
alcune sue scene. In particolare l’attore aveva parlato delle
difficoltà nel girare lunghe scene sotto la pioggia, con la
preoccupazione di poter costantemente ammalarsi. Anche Nikki Reed, che ha interpretato Rosalie Hale
nella saga, ha parlato spesso delle condizioni meteorologiche
sfavorevoli che hanno reso la vita sul set particolarmente
difficile.
A proposito di Twilight, ricordiamo che di recente
Stephenie Mayer ha annunciato ufficialmente che il
4 agosto uscirà Midnight
Sun, il suo atteso e tanto chiacchierato quinto libro
della saga, che non porta avanti la storia di Bella e Edward, ma
che la racconta dal punto di vista dell’affascinante vampiro.
Nonostante gli allentamenti delle
restrizioni a seguito del lockdown mondiale per
cercare di arginare il contagio da COVID-19, è
chiaro che il rischio di contagio è ancora alto, dato che il virus,
seppur apparentemente mutato, persiste e il vaccino non è ancora
disponibile. Ovviamente, i set cinematografici sono rimasti chiusi
per due mesi, e ora che si prova a ripartire sotto l’egida di un
protocollo
rigidissimo, ogni reparto della filiera produttiva è chiamato a
fare qualche sforzo in più, pur di riprendere a lavorare. Ma
questa è la situazione italiana.
Gli Stati Uniti rimangono
l’epicentro di COVID-19 con 2 milioni di infetti e
almeno 122.000 morti per il virus, ma questo non ha impedito alla
maggior parte dei governatori di riaprire i loro stati e riportare
le persone al lavoro, decisione perfettamente in linea con uno
Stato che ha al vertice un leader sovranista. A seguito di questa
decisione, il governatore della California, Gavin
Newsom, ha concesso agli studi di Hollywood la possibilità
di riprendere le attività il 12 giugno, purché si impegnino a
rispettare le linee guida previste in merito al distanziamento
sociale.
La riapertura dei set e le nuove norme di sicurezza
Queste linee guida richiederanno a
tutti i lavoratori sul set di indossare maschere, visiere e altre
attrezzature per contribuire a ridurre il rischio di trasmissione
del virus. La Task Force del Comitato per la sicurezza della
gestione del lavoro in tutto il settore dei produttori
cinematografici e televisivi dell’Alleanza ha inoltre raccomandato
di adottare “considerazioni speciali” per tutti gli attori
coinvolti nelle scene ravvicinate, arrivando al punto di dichiarare
che registi e i montatori debbano prendere in considerazione
“modifiche di script o utilizzo di effetti digitali”.
Sembra probabile che queste
direttive vogliano dire che i registi devono impegnarsi a fare del
loro meglio per ridurre le scene ravvicinate, ma visto che in molte
storie non è possibile eliminare del tutto i momenti di intimità,
sembra chiaro che si sta considerando l’idea di sostituire le scene
intime, di sesso o di baci, con la CGI. Oltre a far lievitare i
costi di produzione, già in rialzo a causa delle ulteriori
necessità di sanificazione e implemento delle attrezzature
protettive, sembra davvero una decisione estrema, che potrebbe
essere aggirata in altri modi, come la garanzia, tramite tampone,
della negatività degli attori che si troveranno ad interagire.
In Avengers:
Endgame, il personaggio di Nebula ha
dovuto affrontare una volta per tutte il suo passato e scendere a
patti con la morte del suo temibile padre… per ben due volte!
Inutile dire che il futuro del personaggio promette una grande
quantità di sorprese, e adesso che la stessa si è trasformata in
una vera e propria eroina, sarà interessante vedere che strada
intraprenderà nell’atteso Guardiani
della Galassia Vol. 3.
In occasione di un panel virtuale
al GalaxyCon Live (via ComicBook),
l’attrice Karen Gillan ha parlato della salute mentale
del personaggio di Nebula, adesso che il Titano Pazzo è
definitivamente fuori dalla sua vita: “Mi capita spesso di
pensare al futuro di Nebula, nel senso: ‘Come sarà la sua vita ora
che gli abusi da parte di quella persona sono cessati?’, ‘In che
modo ricostruirà la sua vita?’. Perché penso sia una strana
sensazione quando qualcuno viene abusato da un genitore… perché da
un lato comunque li amiamo e siamo tristi per essere stati
abbandonati, ma dall’altro li odiamo e siamo contenti di esserci
liberati di loro”, ha spiegato l’attrice.
La Gillan ha poi aggiunto che
“non vede l’ora di scoprire i luoghi in cui Nebula si
addentrerà ora che dovrà ricostruire la propria vita”. Al
momento non sappiamo cosa James Gunn ha in
serbo per il personaggio di Nebula, ma è chiaro che la stessa è
destinata a diventare un membro del team dei Guardiani della Galassia. Oppure,
nel nuovo film potremmo vedere Nebula che decide di andare alla
ricerca di Gamora, che potrebbe anche essere disorientata da questo
mondo, per lei futuro, che non conosce affatto.
Le riprese di Guardiani della
Galassia Vol. 3 dovrebbero partire a Febbraio 2021
Nella giornata di ieri vi abbiamo
riportato la
notizia che J.K.
Rowling è tornata nell’occhio del ciclone dopo
aver commentato in maniera sarcastica, su Twitter,
un articolo della rivista Devex, venendo tacciata nuovamente di
transfobia. L’accaduto aveva scatenato le reazioni di diverse
personalità del mondo di Hollywood, inclusa anche Katie
Leung, che nella saga cinematografica di Harry
Potter ha interpretato il ruolo di Cho Chang, la
studentessa di cui Harry si innamora ne Il
Calice di Fuoco.
Adesso, è stato Daniel Radcliffe, protagonista dell’iconica
saga ambientata nel mondo magico partorito dalla mente della
scrittrice britannica, ad esprimere la propria opinione
sull’argomento. L’attore ha scritto una lettera aperta indirizzata
sia a Rowling che ai fan della saga attraverso le pagine di
The Trevor Project, sito dell’omonima organizzazione nata nel
1998 e dedicata alla prevenzione dei suicidi fra gli adolescenti
appartenenti alla comunità LGBTQ+.
Nella bellissima lettera scritta da
Radcliffe si legge: “A tutte le persone che sentono che la loro
esperienza con i libri di Harry Potter sia stata offuscata o
diminuita… sono profondamente dispiaciuto per via del dolore
generato da quei commenti. Spero davvero che non perdiate del tutto
ciò che di valido queste storie hanno per voi.”
Daniel Radcliffe ai fan di Harry
Potter: “Il significato che i libri hanno per voi è qualcosa di
personale.”
L’attore ha poi aggiunto: “Se
questi libri vi hanno insegnato che l’amore è la forza più grande
dell’universo, capace di vincere ogni cosa; se vi hanno insegnato
che la forza può essere trovata nella diversità e che le idee
dogmatiche sulla purezza portano all’oppressione del gruppi più
vulnerabili; se credete che un particolare personaggio sia trans,
non binario, o gender fluid, o che sia gay o bisessuale; se avete
trovato una qualsiasi cosa in queste storie che sia stata capace di
toccarvi nel profondo e di aiutarvi in un qualsiasi periodo della
vostra vita… si tratta di un legame tra voi e i libro, ed è
qualcosa di raro.Secondo me, niente può intaccare quel
legame. Il significato che ha per voi è qualcosa di personale e
spero che quei commenti non lo contaminino in maniera
eccessiva.”
Ricordiamo che quanto accaduto di
recente non rappresenta in realtà la prima volta che J.K.
Rowling viene accusata di transfobia: già nel
dicembre dello scorso anno, infatti, la scrittrice aveva fatto
parlare di sé ed era stata ampiamente critica per aver sostenuto la
ricercatrice Maya Forstater, che aveva perso
il lavoro a causa delle sue posizioni transfobiche. Cosa ne pensate
della lettera scritta da Daniel Radcliffe?
Considerando quante cose
nell’industria cinematografica sono state interrotte, posticipate o
ritardate a causa della pandemia da coronavirus, è interessante
sentire notizie che danno un segnale opposto di ripresa. E di
queste fa parte l’annuncio che Spider-Man: Un nuovo
Universo 2 è ufficialmente entrato in produzione.
Ad ufficializzare la notizia è stato
Nick Kondo, animatore principale di Sony
Imageworks (lo studio responsabile dell’animazione del primo
Spider-Verse), che ha semplicemente twittato “Primo giorno di
lavoro!”, insieme ad un video che mostra il logo urban-style di
Miles Morales. Ecco di seguito il tweet:
Ovviamente è chiaro che, trattandosi
di un film d’animazione, la produzione può essere portata avanti,
con tutte le cautele del caso, anche in un momento storico
difficile come questo, in cui invece i set cinematografici fisici
trovano impedimenti e ostacoli di ogni genere. Non è una situazione
diversa da quanto verificatosi in Italia, dove mentre tutti i set
erano chiusi, nel pieno della pandemia, la Rai ha annunciato
l’entrata in produzione di Dragonero, il primo
cartoon prodotto da Sergio Bonelli Entertainment.
Per quanto riguarda
Spider-Man: Un nuovo Universo 2, inoltre, la sua
uscita è prevista per il 2022, per cui la produzione avrà tutto il
tempo necessario per portare avanti un progetto che tutti si
aspettano essere di altissimo livello, dato lo standard settato dal
primo film del 2018.
Il cast di doppiatori americano
comprendere gli attori Shameik Moore, Jake Johnson,
Mahershala Ali, Brian Tyree Henry, Lily Tomlin, Liev Schreiber,
Luna Lauren Velez, Zoë Kravitz, Nicolas Cage.
Sappiamo che nel nuovo
The
Batman di Matt Reeves ritroveremo tantissimi iconici
nemici dell’Uomo Pipistrello, tra cui Catwoman,
Pinguino ed Enigmista. Una domanda che
però non ha ancora trovato risposta è quella relativa all’eventuale
presenza nel film del personaggio di Joker.
Adesso, un nuovo rumor suggerisce che ci sarebbero una serie di
piani per introdurre un nuovo Clown Principe del Crimine
nell’universo ideato da Reeves.
Stando infatti a quanto riportato da
The Direct, il regista vorrebbe introdurre una nuova versione
del Joker nella sua trilogia, e i piani sarebbero quelli di far
apparire il supercriminale nel secondo e nel terzo capitolo –
quindi non nel The
Batman in arrivo il prossimo anno -, insieme ad
altri iconici villain (di cui, ovviamente, non è stata rivelata
l’identità).
Secondo quanto riportato dalla
fonte, questa nuova versione del Joker dovrebbe essere soltanto
“menzionata” nel The
Batman che arriverà al cinema nel 2021, per poi
fare ufficialmente il suo debutto nel secondo e nel terzo capitolo
della trilogia pensata da Matt Reeves (anche se tutto dipenderà da come
The
Batman verrà accolto dal pubblico): ciò significa che la
nuova ipotetica versione del Clown Principe del Crimine che vedremo
sul grande schermo non sarà l’Arthur Fleck di Joaquin Phoenix, ma un nuovo attore che –
ovviamente – non è ancora stato ingaggiato per la parte.
Un’incarnazione del Joker più
radicata nella realtà nella trilogia di The Batman concepita da
Matt Reeves?
Come sarà questa possibile nuova
incarnazione del Joker? Probabilmente, un
personaggio molto più radicato nella realtà rispetto alle
precedenti versione cinematografiche. Ovviamente è importante
ricordare che al momento si tratta di un puro e semplice rumor,
quindi non possiamo far altro che attendere eventuali conferme
circa la realizzazione di una trilogia di The
Batman… cosa che, considerato anche l’attuale panorama
hollywoodiano, è davvero prematura.
“The
Batman esplorerà un caso di
detective“, scrivono le fonti. “Quando alcune
persone iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà
scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere
il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali
di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà
disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei
film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti
sospettati“.
Il franchise di Evil
Dead ha dominato il piccolo schermo negli ultimi anni
grazie alla serie Ash vs. Evil Dead, ma in realtà c’è un
nuovo film della celebre saga horror in sviluppo, e adesso il
leggendario Bruce Campbell ha rivelato nuovi dettagli a
proposito di ciò che i fan dovranno aspettarsi. In una recente
intervista, l’attore ha confermato che lo sceneggiatore e regista
Lee Cronin (Hole –
L’abisso) è attualmente impegnato con i lavori sul film,
nonostante la pandemia di Covid-19 che ha messo letteralmente in
ginocchio Hollywood.
“Abbiamo appena finito di
parlare al telefono con Lee Cronin, che scriverà e dirigerà il
nuovo capitolo della saga di Evil Dead”, ha spiegato Campbell
ad
Empire Magazine. “Il film si chiamerà Evil Dead Now. Sam ha
girato un horror davvero molto cool che si chiama Hole – L’abisso.
Lo inizieremo a girare non appena sarà possibile.”
Sempre in base a quanto rivelato da
Campbell, il nuovo Evil Dead non avrà come
protagonista il personaggio di Ash, ma riproporrà nuovamente una
protagonista femminile (come accaduto nel remake del 2013 di
Fede Alvarez). A tal proposito, l’attore ha
spiegato: “È arrivato il momento che i film si reggano sulle
proprie gambe. È una cosa decisamente liberatoria. Puoi avere
eroine differenti, in questo caso. È una prospettiva dinamica.
Vogliamo che la serie sia in grado di andare avanti e che,
soprattutto, sia adeguata ai tempi. Il nostro mantra è che gli eroi
o le eroine siano persone normali. È sulla scia della tradizione
che vogliamo andare avanti.”
La saga di Evil Dead, diretta e prodotta da Sam Raimi
Evil Dead (in
italiano La Casa) è il titolo di una serie
di film horror, diretti e prodotti da Sam
Raimied interpretati da Bruce
Campbell. Le trame dei film girano attorno alle storie
di cinque ragazzi che hanno intenzione di trascorrere un week-end
in uno chalet di montagna, ma il ritrovamento di un libro, che solo
dopo scopriranno essere un libro dei morti, comincerà a creare
loro qualche problema. Il primo film è uscito nel 1981; il sequel –
La Casa 2 – è uscito nel 1987, mentre il terzo
capitolo – L’Armata delle Tenebre – nel 1992.
Dopo anni di rumor e speculazioni,
ad agosto dello scorso anno è stato ufficialmente annunciato dalla
Warner Bros. l’attesissimo Matrix
4, il nuovo capitolo della celebre saga
fantascientifica. Lana Wachowski, co-regista e co-sceneggiatrice
della trilogia originale insieme alla sorella
Lilly, tornerà dietro la macchina da presa, insieme a
Keanu Reeves e
Carrie-Ann Moss che torneranno rispettivamente
nei panni di Neo e Trinity.
In una recente intervista con
Empire Magazine, sono stati proprio i due storici protagonisti
del franchise a parlare del nuovo film. Naturalmente, né Reeves né
Moss hanno potuto rivelare alcun dettaglio sulla trama del quarto
capitolo; entrambi, però, hanno voluto spiegare i motivi che li
hanno spinti a voler tornare ad interpretare i loro iconici
personaggi.
“Lana Wachowski ha scritto una
sceneggiatura bellissima e una storia meravigliosa che mi ha molto
colpito”, ha spiegato
Keanu Reeves. “Era quella l’unica ragione per
farlo. Avere la possibilità di lavorare di nuovo con lei è
semplicemente fantastico. È stato davvero speciale all’epoca e
credo che la storia abbiamolte cose
significative da dire, e dai cui possiamo trarre
nutrimento.”
Carrie-Ann Moss credeva che Matrix
4 non avrebbe mai visto la luce
Carrie-Ann Moss ha fatto più o meno eco alle
sensazioni di Reeves, spiegando inoltre di quanto fosse rimasta
sorpresa dalla notizia che un quarto film fosse effettivamente in
sviluppo: “Non ho mai pensato che potesse accadere. Non mi era
mai passato per la mente”, ha spiegato l’attrice. “Quando
il progetto mi è stato presentato nel modo in cui mi è stato
presentato, con una profondità incredibile e con tutta l’integrità
e l’arte che si può immaginare, ho pensato: ‘Questo è un
dono’. È stato veramente eccitante.”
Sia Neo che Trinity sono stati
uccisi alla fine di Matrix: Revolutions del 2003,
quindi sarà interessante capire quale spiegazione fornirà il nuovo
film in merito alle resurrezioni dei due personaggi. Al momento,
tra gli altri storici personaggi che ritroveremo in Matrix 4
figurano anche Niobe e il Merovingio.
Matrix
4 vedrà nel cast il ritorno
di Keanu
Reeves, Carrie-Ann
Moss e Jada
Pinkett-Smith al fianco delle new
entry Yahya Abdul-Mateen II, Neil Patrick Harris,
Jonathan Groff, Jessica
Henwicke Toby
Onwumere. L’uscita nelle sale è fissata per il 21 maggio
2021. Il nuovo capitolo del franchise sarà diretto da Lana
Wachowski. La sceneggiatura del film è stata firmata a
sei mani con Aleksandar Hemon e David Mitchell.
Nonostante sia stato posticipato al
prossimo novembre, grazie ai trailer e al materiale promozionale
sappiamo già diverse cose a proposito della trama di No Time
to Die, il nuovo attesissimo capitolo della saga di
007, che vedrà per l’ultima volta il ritorno di
Daniel Craig nei panni dell’amatissimo agente
segreto. Naturalmente, i più grandi colpi di scena che la storia ci
riserverà non sono ancora stati rivelati, e proprio nelle ultime
ore un interessante rumor a proposito del film si è fatto strada
tra le pagine del web…
ATTENZIONE: LA NOTIZIA CONTIENE
SPOILER!
Stando infatti a quanto rivelato dal
Guardian, nel venticinquesimo capitolo della saga, James
Bond scoprirà di avere… una figlia! Nel report della fonte si
legge che l’anno scorso, in Italia, sarebbe stata girata una scena
con protagonista una bambina di cinque anni di nome Mathilde, che
si rivelerà essere proprio la figlia dell’iconica spia.
Al momento non è chiaro se la
Madeleine Swann interpretata da Léa
Seydoux sia la madre della bambina o se la
maternità sia da attribuire a qualche vecchia fiamma di Bond.
Ciononostante, è probabile che sia proprio Swann la madre della
piccola, dal momento che No Time
to Die è ambientato cinque anni dopo gli eventi di
Spectre
e che nel film Bond deciderà di andare in pensione per cominciare
una nuova vita proprio con Madeleine.
Il modo in cui questo grande spoiler
influenzerà la trama principale è ovviamente un mistero. Se la cosa
dovesse essere davvero confermata, si tratterebbe di un espediente
che porterebbe all’interno della tipica struttura narrativa di un
film della saga di Bond una nuova dinamica, sicuramente
inesplorata.
In No Time To Die, Bond si
gode una vita tranquilla in Giamaica dopo essersi ritirato dal
servizio attivo. Il suo quieto vivere viene però bruscamente
interrotto quando Felix Leiter, un vecchio amico ed agente della
CIA, ricompare chiedendogli aiuto. La missione per liberare uno
scienziato dai suoi sequestratori si rivela essere più insidiosa
del previsto, portando Bond sulle tracce di un misterioso villain
armato di una nuova e pericolosa tecnologia.
Ripartono il 18 giugno a Torino le
riprese di Sul più bello – teen
dramedy prodotto da Eagle Pictures e diretto da Alice
Filippi – interrotte a causa dell’emergenza Covid-19. La
lavorazione del film si concluderà in cinque settimane con il
sostegno della Film Commission Torino Piemonte; il film nasce da un
soggetto di Roberto Proia (Come non detto) che ha scritto
la sceneggiatura con Michela Straniero, e arriverà in sala il
prossimo autunno.
“Ci siamo dovuti interrompere
proprio… Sul più bello e quindi l’emozione di
ricominciare è chiaramente ancora più forte di prima. Siamo felici
di ritrovarci sul set e di dare al pubblico un nuovo motivo per
tornare in sala in autunno” ha commentato Roberto Proia,
Responsabile Area Cinema e Produzioni di Eagle Pictures.
La pellicola, opera prima della
Filippi dopo la realizzazione del documentario ’78 – Vai
piano ma vincinominato ai David di Donatello 2018, narra delle
vicissitudini della giovanissima Marta (Ludovica
Francesconi) alla ricerca di un amore che possa
stravolgere la sua vita; al suo fianco davanti la macchina da
presa Giuseppe Maggio, Jozef
Gjura e Gaja Masciale.
I personaggi di Sul
più bello prenderanno vita anche nelle pagine
dell’omonimo libro della nota influencer e
attrice Eleonora Gaggero, in uscita il 23
giugno edito da Fabbri Editore. In seguito al successo dei suoi
primi tre romanzi (“Se è conte, sempre”, “L’ultimo respiro”, “Dimmi
che ci credi anche tu”) la Gaggero si conferma una tra le giovani
scrittrici più amate e apprezzate degli ultimi anni, oltre ad
essere una delle interpreti del film nei panni della rivale della
protagonista. Il preorder è disponibile da oggi su tutte le
principali piattaforme digitali.
La trama di Sul più bello
Sul più
bello è la storia della giovanissima Marta
(Ludovica Francesconi), tanto simpatica quanto
bruttina, che dalla nascita soffre di una rara malattia genetica.
Nonostante tutto, Marta è la ragazza più solare che abbiate mai
conosciuto. Carattere travolgente ha fretta di fare tutto e subito.
A 19 anni come ogni ragazza della sua età sogna il grande amore ma
lei non è una che si accontenta e prima che la sua malattia
degeneri vuole sentirsi dire “ti amo” da un ragazzo bello… il più
bello di tutti. I suoi amici e coinquilini Jacopo (Jozef
Gjura) e Federica (Gaja Masciale) sono la
sua famiglia e ogni volta fanno il possibile per dissuaderla dal
puntare troppo in alto. Finché ad una festa Marta vede Arturo
(Giuseppe Maggio) bello, sicuro di sé e per lei
completamente inarrivabile. In altre parole: la preda perfetta. Ma
mentre i fedeli amici si preparano a gestire l’ennesima delusione,
lei sente che stavolta le cose andranno in maniera diversa anche se
dovrà vedersela con Beatrice (Eleonora Gaggero),
una temuta rivale che tenterà di scombinare il suo piano
d’amore.
Di recente, abbiamo sentito notizie
contrastanti sulla trilogia di Star
Wars di Rian Johnson, ma sembra che
il progetto stia ancora nelle prime fasi di sviluppo.
IMDb.com conferma che il regista è al lavoro sulla
sceneggiatura di una trilogia di Star Wars, ma non ci sono molte
nuove conferme in merito a questo progetto che, già sulla carta, fa
arrabbiare i fan che già avevano odiato
Gli Ultimi Jedi. Sono passati più di due anni
dall’uscita del film, ma l’acredine intorno a quella storia non si
è ancora sopita.
Di contro, l’accoglienza mista
riservata al film successivo, L’Ascesa di Skywalker, ha messo sul tavolo un
discorso ancora diverso, ovvero quello che ha considerato il film
diretto da J.J.Abrams come una
lunga retcon a ciò che invece aveva fatto Johnson, seguendo il
motto del “lasciare morire il passato” e portare Star Wars in una
nuova direzione. In questo scenario, la Trilogia sequel della
Disney è irredimibile, principalmente a causa del fatto che le
decisioni prese da Johnson non sono state seguite da J.J.
Abrams, che ha fatto marcia indietro.
Rian Johnson crea la sua mitologia di Star Wars
Dato il malcontento del pubblico, è
stranissimo che la Disney abbia affidato proprio a Rian Johnson una
nuova trilogia, della quale però non si sa nulla da gennaio scorso,
quando lo stesso sceneggiatore e regista aveva aggiornato il
pubblico sul suo progetto. Ora, fonti vicine a We Got This Covered,
riferiscono che Johnson ha già risolto il problema legato alla sua
traccia narrativa portante. E anche se non è ancora chiaro se la
trilogia proposta sarà mai prodotta o meno, sembra che il regista
almeno sappia esattamente che storia vuole raccontare.
Da quello che si è detto, la trama
ruoterà attorno al ragazzo sensibile alla Forza che abbiamo visto
alla fine de
Gli Ultimi Jedi e si svolgerà in un arco temporale
successivo a L’Ascesa di Skywalker. Ora ci sono molti Jedi
nella galassia e Rey sarà il mentore per il ragazzo di cui sopra.
La figlia di Rey, d’altra parte, sarà il nuovo maestro dei Sith, a
capo dell’equivalente dell’Impero in quell’epoca.
Certo, probabilmente ci vorrà un po’
di tempo prima di avere altre notizie certe sulla trilogia di
Star Wars di Johnson, ma questo tono suona
sicuramente in linea con la visione originale di George
Lucas per ogni narrazione che sarebbe seguita alla sua
originale, dove ogni storia funziona in rima con l’ultima
raccontata.
Il concept artist Alexei
Bricklatt ha diffuso via Instagram alcuni concept
inediti che raffigurato Tom Hiddleston nel costume di Loki per
Thor:
Ragnarok. Nel film, il personaggio compare e combatte,
non solo. Come sua abitudine, riesce a sopravvivere e il film
finisce con l’asgardiano d’adozione sulla nave arca che trasporta i
sopravvissuti alla distruzione del regno.
Il look di Loki si è trasformato
molto nel corso degli anni, e in Thor:
Ragnarok poteva apparire molto diverso rispetto a come
lo abbiamo visto. Bricklatt ha proposto una versione molto glamour
per il costume alternativo di Loki, pur ammettendo lui stesso che
si tratta di un look troppo simile a quello che potrebbe indossare
“un altro eroe che vive sott’acqua”, riferendosi a Namor,
ovviamente. Ecco di seguito il concept:
Thor
Ragnarok è diretto da Taika Waititi. Nel cast
del film Chris
Hemsworth sarà ancora Thor; Tom Hiddleston
il fratello adottivo di Thor, Loki; Il
vincitore del Golden Globe e Screen Actors Guild Award Idris Elba sarà la
sentinella di Asgard, Heimdall; il premio Oscar Sir Anthony Hopkins
interpreterà nuovamente Odino, signore di Asgard.
Nelle new entry invece si annoverano il premio
OscarCate Blanchett (Blue
Jasmine, Cenerentola) nei
panni del misterioso e potente nuovo cattivo Hela, Jeff Goldblum
(Jurassic Park, Independence
Day: Resurgence), che sarà l’eccentrico
Grandmaster, Tessa Thompson
(Creed, Selma)
interpreterà Valkyria, mentre Karl Urban
(Star Trek, il Signore degli
Anelli: il ritorno del re) aggiungerà la sua forza
nella mischia come Skurge. Marvel ha anche confermato che
Mark Ruffalo riprenderà
il suo ruolo di Bruce Banner / Hulk nel sequel.
La trama di Thor
Ragnarok – “In Marvel Studios’ Thor Ragnarok, Thor è
imprigionato dall’altro lato dell’universo senza il suo formidabile
martello e si trova in una corsa contro il tempo per tornare a
Asgard per fermare il Ragnarok, la distruzione della sua casa e la
fine della civiltà asgardiana, dalle mani di una nuova e potente
minaccia, la spietata Hela. Ma prima deve sopravvivere a una
mortale lotta tra gladiatori che lo metterà contro uno dei suoi
amici Avengers, l’incredibile Hulk.
Il franchise di Matrix
tornerà ufficialmente sul grande schermo a ben 19 anni di distanza
dall’uscita dell’ultimo capitolo della trilogia. Anche se le
riprese dell’annunciato Matrix
4 sono state momentaneamente bloccate a causa della
pandemia di Covid-19, il film è ancora atteso nelle sale per il
prossimo anno. Nel cast torneranno
Keanu Reeves, Carrie-Anne Moss,
Jada Pinkett Smith e Lambert Wilson,
rispettivamente nei panni di Neo, Trinity, Niobe e del
Mervovingio. Quali sono invece i personaggi che non rivedremo
sicuramente? Scopriamoli insieme grazie a Screen
Rant:
L’Oracolo
L’Oracolo è stato una figura fondamentale in
tutti e tre i film di Matrix.
Se da un punto di vista narrativo la sua funzione principale è
stata quella di profetizzare la venuta dell’Eletto, il personaggio
si poi rivelato una parte integrante della natura dello stesso
universo e dell’esistenza all’interno di esso.
È difficile
immaginare cosa Matrix
4 possa raccontare senza la presenza dell’Oracolo, dal
momento che il personaggio rappresenta “la madre di Matrix”,
presentatasi agli umani dall’inizio della resistenza contro il
sistema.
Seraph
Se in
Matrix
4 non rivedremo l’Oracolo, naturalmente non tornerà
neanche la sua fedele guardia del corpo Seraph,
nonostante l’ultima volta che lo abbiamo visto, Matrix:
Revolutions, il personaggio fosse vivo e vegeto.
Interpretato da
Collin Chou nei due sequel del 2003, Seraph agisce
come una sorta di portale che garantisce l’accesso all’Oracolo:
chiunque desideri parlare con lei, deve dimostrare di possedere
certe abilità di combattimento.
L’Architetto
L’Architetto è il
creatore di Matrix e
rappresenta la fredda logica delle macchine, operando in qualità di
amministratore principale del sistema. Di conseguenza, un
personaggio come l’Architetto non potrebbe tornare senza l’Oracolo,
e viceversa, dato che la struttura del potere nell’universo
concepito dalla saga è basata sulla filosofia dello Yin e dello
Yang.
Inoltre, lo stesso franchise può
essere interpretato come una battaglia tra il libero arbitrio
(rappresentato dall’Oracolo) e il determinismo (rappresentato
invece dall’Architetto). Se l’atteso Matrix 4 decidesse
davvero di lasciarsi alle spalle questi due personaggi, dovrebbe
trovare una filosofia completamente nuova su cui basarsi.
Morpheus
Nonostante sia un personaggio
chiave della saga, al pari di Neo (Reeves) e Trinity (Moss),
Laurence Fishburne non è stato confermato in
Matrix
4; tuttavia ci sono diverse voci su un possibile
ritorno di Neo, probabilmente in una versione più giovane di se
stesso.
Operatore di Sion e figura
spirituale ampiamente rispettata dai cittadini della città, Morfeo
ha avuto un ruolo cruciale nella trilogia originale in quanto
combattente per la libertà, credente nella profezia e mentore di
Neo. Se una versione più giovane di Morfeo dovesse essere
confermata, l’attore Yahya Abdul-Mateen II (Aquaman) si rivelerebbe la scelta perfetta.
Sati
Sati (Tanveer K.
Atwal) ha iniziato la sua vita in qualità di programma in
esilio, ma ben presto L’Oracolo avrebbe presto la ragazzina sotto
la sua ala, facendole credere di avere un ruolo importante nel
futuro di Matrix.
Anche se il personaggio non è
ancora stato confermato nel quarto film, non è escluso che non
possa farvi ritorno. Magari la produzione vuole mantenere il
segreto circa un suo eventuale ritorno… e chissà, forse potremmo
rivederla in versione adulta, magari interpretata da Priyanka Chopra, da tempo confermata nel
cast.
Ghost
Dato che il ritorno di Jada Pinkett
Smith nei panni di Niobe è stato confermato, avrebbe senso che
anche Anthony Wong tornasse a vestire i panni di
Ghost, nonostante il suo ritorno non sia stato
annunciato.
Ghost era il Primo Compagno, nonché
cannoniere, della nave Logos, uno dei soli tre membri
dell’equipaggio, che includeva anche il capitano Niobe e
l’operatore Sparks. Ha anche avuto una stretta relazione con
Trinity, altro celebre personaggio che tornerà in Matrix
4.
Persephone
Con Lambert
Wilson che ha confermato il suo ritorno nei panni del Merovingio in
Matrix 4, non sarebbe una sorpresa se anche sua moglie
Persefone, interpretata da Monica Bellucci, apparisse nel nuovo
film.
Sebbene il loro
matrimonio sia infelice e Persefone abbia precedentemente tradito
suo marito per aiutare la Resistenza, li abbiamo ancora visti
insieme nel Club Hel dopo che entrambi avevano aiutato Neo,
suggerendo così che il loro matrimonio avesse superato il
tradimento.Sarebbe quindi abbastanza strano
se il Merovingio tornasse da solo in Matrix
4, anche se forse troverà un’altra partner.
Acclamato come uno degli interpreti
più istrionici della sua generazione, James
Gandolfini ha guadagnato nel giro di due decenni una
popolarità invidiabile all’interno di Hollywood. Grazie al cinema,
e ancor di più alla televisione, ha potuto mettere alla prova le
proprie abilità, il proprio carisma e la capacità di rendere
affascinante qualunque personaggio.
Ecco 10 cose che non sai di
James Gandolfini.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
James Gandolfini: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in noti
lungometraggi. L’attore ha debuttato sul grande schermo
con il film Una estranea fra noi (1992), per poi recitare
in titoli come Milionario per caso (1993), Una vita al
massimo (1993), Allarme rosso (1995), con Denzel
Washington, Il giurato (1996), She’s So
Lovely (1997), e A Civil Action
(1998). Nel 2001 recita poi nei film The Mexican – Amore senza
la sicura e L’uomo che non c’era, con Frances
McDormand. Negli anni seguenti continua ad affermarsi
grazie a ruoli di sempre maggior rilievo in film come Romance &
Cigarettes (2005), di John
Turturro, Tutti gli uomini del re (2006),
Pelham 123 – Ostaggi in metropolitana (2009), con John
Travolta, Cogan – Killing Them
Softly (2012), con Brad
Pitt, Zero Dark
Thirty (2013), con Jessica
Chastain, The Incredible Burt Wonderstone
(2013), Non dico
altro (2014) e Chi è senza
colpa (2014), con Tom
Hardy.
9.È noto per una celebre
serie TV. Dopo aver recitato nel film televisivo La
parola ai giurati (1997), nel 1999 Gandolfini viene scelto per
ricoprire il ruolo di Tony Soprano, potente boss criminale soggetto
ad attacchi di panico, nella serie I Soprano. Andata in
onda fino al 2007, la serie ha significativamente contribuito al
rinnovamento del linguaggio televisivo, facendo inoltre del proprio
protagonista una vera e propria celebrità.
8. È stato accreditato come
produttore per una nota serie. Nel 2012 l’attore era stato
contattato per prendere parte alla miniserie The Night Of –
Cos’è successo quella notte?. Tuttavia, a causa
dell’improvvisa scomparsa nel 2013 di Gandolfini, il progetto venne
messo in pausa. Nel 2016 venne infine realizzato e dedicato alla
sua memoria. Il nome di Gandolfini viene tuttavia citato come
produttore esecutivo, ruolo per il quale egli era riuscito a dare
un contributo prima della scomparsa.
James Gandolfini: moglie e
figli
7. Si è sposato due
volte. Gandolfini è sempre stato particolarmente riservato
circa la propria vita privata. È tuttavia noto che da un primo
matrimonio, avuto con una donna di nome Marcy Wudarski, ebbe il
primo figlio, nato nel 2000. Nel 2002, tuttavia, la coppia
divorzia. In seguito, Gandolfini sposa la modella Deborah Lin, nel
2008. Nel 2012 nasce la prima e unica figlia della coppia.
James Gandolfini: le sue
origini
6. Ha origini
italiane. Come può suggerire il cognome, l’attore
possedeva profonde radici italiane. Suo padre era infatti un
immigrato originario della provincia di Parma. Sua madre, invece,
pur essendo nata negli Stati Uniti era a sua volta figlia di
immigrati italiani. Gandolfini cresce così in un ambiente
profondamente radicato nella cultura italiana, imparando la lingua
dai suoi genitori, i quali la usavano continuamente all’interno
dell’ambiente domestico.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
James Gandolfini in I Soprano
5. Ricevette consigli da
veri boss criminali. Per il suo ritratto del boss Tony
Soprano, Gandolfini ricevette numerosi complimenti, molti dei quali
provenienti da veri criminali. Questi si complimentarono con lui
per l’autenticità del suo personaggio e della serie. Gli diedero
inoltre consigli e spunti di riflessione per perfezionarsi, tra cui
il suggerimento di non indossare mai più degli shorts, poiché non è
l’abbigliamento che si addice ad un boss.
4. Ha usato uno stratagemma
per alcune scene. Gandolfini era continuamente alla
ricerca di modi per poter sembrare più realistico possibile con il
suo ruolo. Nel momento in cui doveva interpretare una scena in cui
era arrabbiato o infastidito, ad esempio, era solito infilarsi dei
sassolini nelle scarpe. Ciò lo aiutava ad ottenere il turbamento
che gli occorreva. Nel momento in cui doveva apparire stanco in
volto, semplicemente rimaneva sveglio tutta la notte, andando poi
direttamente sul set per le riprese.
3. Ha diviso il proprio
salario con gli altri attori. Dopo la quarta stagione,
alcuni degli interpreti principali chiesero un aumento dello
stipendio. Ciò portò a degli scontri con la produzione che
rischiarono quasi di far terminare la produzione della serie. Per
risolvere la controversia, Gandolfini propose di dare di tasca
propria circa 33 mila dollari ad ognuno degli interpreti
principali.
James Gandolfini: il suo
patrimonio
2. Era uno degli attori più
ricchi della televisione. Per via dell’impatto culturale
che la serie ebbe sulla televisione, Gandolfini si ritrovò in breve
tempo ad essere una vera e propria celebrità, nonché uno degli
attori più richiesti di Hollywood. Apparso in ogni episodio di
I Soprano, egli arrivò ad ottenere una paga
particolarmente elevata, che lo portò a raggiungere un patrimonio
stimato di circa 70 milioni di dollari.
James Gandolfini: l’età, l’altezza
e la morte
1. James Gandolfini è nato a
Westwood, nel New Jersey, Stati Uniti, il 18 settembre
1961. È deceduto all’età di 51
anni a Roma, il 19 giugno del 2013. L’attore era alto
complessivamente 185 centimetri.
Ryan Reynolds ha
ammesso di non sapere quando avrà la possibilità di dedicarsi di
nuovo a Deadpool 3, nella sua “nuova casa” presso
i Marvel Studios, ma ciò non ha impedito alle
voci di internet di cominciare a valutare come e quando rivedremo
il Mercenario Chiacchierone. Soprattutto non ha impedito congetture
e fughe di notizie più o meno fondate in merito al franchise con
protagonista Deadpool.
Sembra che l’anno prescelto per il
ritorno di Deadpool al cinema possa essere il
2023, e per allora dovremmo anche avere un’idea molto più chiara di
come gli X-Men si adatteranno all’universo cinematografico Marvel. La versione “riavviata” del
team di supereroi mutanti da parte dello studio non dovrebbe
arrivare prima di una presunta Fase Sei, ma data la stretta
compenetrazione dei due franchise nei fumetti, è possibile che
Deadpool e X-Men si incontrino
propriamente molto prima.
In che modo Deadpool si inserirà nel MCU?
Abbiamo già appreso che il Deadpool
del MCU potrebbe rispecchiare
la sua controparte di carta e inchiostro e sviluppare un’ossessione
malsana per lo Spider-Man di Tom Holland, ma ora
sembra che Wade Wilson sarà oggetto di molte altre questioni, forse
più frivole ma sicuramente avvincenti. Secondo le informazioni di
We got this covered ,
l’Uomo Ghiaccio degli X-Men è pronto a sviluppare una cotta
importante nei confronti del mercenario chiacchierone, una
infatuazione che potrebbe essere unilaterale.
Naturalmente, Iceman è uno dei
personaggi gay più famosi dei fumetti, ha fatto “coming out
editoriale” nel 2015 e, secondo quanto riferito, il MCU sta spingendo per presentare
nei suoi film una maggiore diversità e inclusione. Avrebbe quindi
senso, per un riavvio efficace degli X-Men, affidare un ruolo di
primo piano all’Uomo Ghiaccio anche al cinema. Tuttavia sappiamo
anche che la Disney opererà queste scelte in maniera molto cauta e
che già ne Gli
Eterni ci dovrebbe essere spazio per personaggi
chiaramente omosessuali. Staremo a vedere come si svilupperà questa
linea narrativa.
Se da un lato un discreto numero di
agenti di polizia ha espresso solidarietà con le proteste
riguardanti i diritti civili che hanno infiammato in questi giorni
gli Stati Uniti a seguito della morte di George
Floyd, la maggioranza sembra essere rimasta dalla parte
della “legge”, con alcuni membri delle forze dell’ordine che hanno
addirittura raddoppiato gli sforzi per cercare di tutelare la
propria immagine.
Di fronte alle
crescenti pressioni dei cittadini che – in teoria – sarebbero
chiamati a proteggere, sempre più poliziotti si stanno unendo al
#BlueLivesMatters, un contromovimento creato dai
sostenitori dei membri polizia che vengono perseguiti e condannati.
Poiché molti di loro hanno adottato il logo di The
Punisher, il celebre anti-eroe della Marvel, per indicare la loro
fedeltà alla nazione, la cosa sembra non essere andata giù a
diversi fumettisti, che pare ora stiano esortando la Disney a
perseguire un’azione legale contro coloro che si sarebbero
appropriati del logo senza alcun permesso.
La decisione degli ufficiali di
polizia di identificarsi con The Punisher è stata
accolta in maniera molto negativa. Conosciuto anche come Frank
Castle, Il Punitore è un vigilante che opera al di fuori della
legge e molte delle sue storie – tra cui una assai nota ai fan in
cui uccide diversi personaggi dell’Universo
Marvel – lo caratterizzano per possedere una
forza tanto cieca quanto eccessiva.
Gli ufficiali che utilizzano il
logo di The Punisher? “Una vergogna” per Gerry Conway
Gerry
Conway, co-creatore di The Punisher, ha
definito gli ufficiali che hanno utilizzato il logo del suo
personaggio “una vergogna”, anche se non è la prima volta
che lo stesso esprime la sua opinione in merito. Come ex membro del
Corpo dei Marines degli Stati Uniti, e in quanto vigilante senza
superpoteri, Frank Castle si trova sempre in contatto con
le forze dell’ordine e, in una particolare serie a fumetti, arriva
anche a minacciare esplicitamente alcuni poliziotti che tentano di
imitarlo.
Tuttavia, ogni giorno sembra che
un’altra grande personalità americana faccia sentire la sua voce e
si unisca alle miriadi di proteste contro la brutalità della
polizia e del razzismo sistematico. Registi come J.J. Abrams e attori come Michael B. Jordan hanno donato milioni di
dollari a enti di beneficenza affiliati al movimento #BlackLivesMatter.
Nel reboot di Fantastic 4 – I Fantastici Quattro del 2015,
il personaggio di Johnny Storm è stato interpretato da un attore di
colore, ossia Michael B. Jordan, mentre suo padre Franklin è
stato portato sul grande schermo dal compianto Reg E.
Cathey. Durante il film scopriamo che Sue Storm (figlia di
Red e sorella di Storm) è stata adottata: il personaggio è infatti
interpretato dall’attrice Kate Mara.
Una delle più grandi controversie
legate al film è stato proprio il fatto che il personaggio della
Torcia Umana venisse interpretato da un attore afroamericano.
All’epoca Stan Lee in persona rilasciò una
dichiarazione in merito a tutte le polemiche sorte, ricordando ai
fan dell’Universo Marvel che la stessa Casa delle
Idee è un posto concepito per accogliere la diversità e che i
personaggi non devono essere definiti in base al colore della pelle
o alla loro razza.
Eppure, durante una recente
intervista con Geeks of Color, il
regista Josh Trank ha rivelato che avrebbe voluto
ingaggiare un’attrice di colore per il ruolo di Sue Storm, ma che
la 20th Century Fox glielo impedì: “Ci furono parecchie
conversazioni molto controverse, dietro le quinte, riguardo la
possibilità che avessimo una Sue Storm di colore”, ha spiegato
Trank. “A me interessava molto avere un Johnny Storm nero, una
Susan Storm nera e un Franklin Storm nero. Quando lavori con uno
studio gigantesco ad un film come Fantastici Quattro, tutti
vogliono dimostrare di avere una mentalità aperta per quanto
riguarda le star che saranno coinvolte.”
Josh Trank sui Fantastici Quattro:
“Quando ci ripenso mi rendo conto che avrei solo dovuto lasciar
perdere e andarmene.”
Poi ha aggiunto: “Quando si è
arrivati a discutere dell’argomento, ho trovato un sacco di pareri
respingimenti, anche piuttosto pesanti, sul fatto che una donna di
colore si unisse al cast per interpretare quel personaggio. Quando
ci ripenso mi rendo conto che avrei solo dovuto lasciar perdere e
andarmene. Mi sento davvero in imbarazzo per tutto ciò, per non
essermene andato per una questione di principio. Questi non sono i
valori che perseguo nella mia vita, non sono mai stati i miei
valori.”
L’esperienza di Josh
Trank con Fantastic
4 – I Fantastici Quattro è soltanto uno dei
numerosi esempi di registi che spesso si sono trovati a dover
lottare contro gli studi cinematografici, ma in tal senso ne
rappresenta sicuramente uno dei più estremi. Quanto accaduto con la
Fox ha inoltre spinto Trank ad accontonare il suo spin-off della
saga di Star
Wars dedicato a Boba
Fett e l’adattamento del
videogame Shadow of the Colossus. Il regista
ha ribadito di non essere più interessato a trasporre sul grande
schermo “videogame o proprietà di altro genere.”
Ricordiamo che l’ultima fatica
cinematografica di Josh
Trank è Capone, film
in cui Tom
Hardy interpreta Al Capone, il noto mafioso
statunitense di origine italiana. La pellicola è uscita negli Stati
Uniti, direttamente in VOD, lo scorso 12 maggio.
Considerata una delle più
carismatiche e versatili interpreti del cinema, Jane
Fonda si è affermata negli anni come vera e propria icona
per stile e personalità. Con due premi Oscar vinti, l’attrice ha
negli anni dato vita ad alcuni tra i più affascinanti personaggi
femminili che il grande schermo abbia mai visto, mentre al di fuori
dal set si è più volte resa nota per le sue battaglie sociali su
temi come l’ambientalismo, la politica e la religione.
Ecco 10 cose che non sai di
Jane Fonda.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Jane Fonda: i suoi film e le serie
TV
10. Ha recitato in celebri
lungometraggi. L’attrice ha esordito al cinema con il film
In punta di piedi (1960), per poi distinguersi in
pellicole come La caccia (1966), A piedi nudi nel
parco (1967), con Robert
Redford, Tre passi nel delirio (1968),
Barbarella (1968), e Non si uccidono così anche i
cavalli? (1969), con cui si consacra. Successivamente ottiene
sempre maggior popolarità grazie a film come Una squillo per
l’ispettore Klute (1972), Casa di bambola (1973),
Giulia (1977), Tornando a casa (1978), Il
cavaliere elettrico (1979), Sindrome cinese (1979),
Dalle 9 alle 5… orario continuato (1980), Sul lago
dorato (1981), Il mattino dopo (1986).
8. Ha preso parte a note
serie TV. Negli ultimi anni la Fonda si è dedicata
principalmente al piccolo schermo, recitando in ruoli di rilievo
nelle serie The Newsroom (2012-2014), Elena di
Avalor (2016-2018) e nella comedy Grace and Frankie,
dove dal 2015 ricopre il ruolo di Grace Hanson, la cinica e snob
protagonista della serie. Grazie a tale ruolo, nel 2017 l’attrice
ha vinto il premio come miglior attrice protagonista ai prestigiosi
Emmy Awards.
Jane Fonda e l’aerobica
7. Ha rivoluzionato il
settore del fitness. A partire dagli anni Ottanta, quando
era già una star affermata, l’attrice iniziò a diradare i propri
progetti cinematografici per concentrarsi invece su di una nuova
attività. Nel 1981, infatti, rilasciò il video Jane Fonda’s
Workout, reinventandosi insegnante di ginnastica aerobica.
Tale attività ebbe un inaspettato successo, con tale titolo
divenuto il video in ambito fitness più venduto di tutti i
tempi.
6. Ha realizzato numerosi
altri progetti. Ormai una celebrità dell’aerobica,
l’attrice ha negli anni dato vita ad oltre venti video di esercizi,
nonché svariate registrazioni solo audio e sette libri basati su
tale disciplina, dove si approfondivano le radici, gli esercizi e i
benefici dell’aerobica. Il suo è divenuto un modello spesso imitato
da molte altre attrici o personalità della televisione, arrivando a
diventare una delle caratteristiche culturali degli anni Ottanta e
Novanta.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Jane Fonda è Barbarella
5. È il suo unico film di fantascienza. Nel 1968,
ancora poco nota, l’attrice prende parte al film
Barbarella, ricoprendo la protagonista del titolo. Questi
è tutt’ora l’unico film di fantascienza a cui la Fonda ha preso
parte nel corso della sua carriera. La trama è infatti incentrata
sulle avventure di una giovane ragazza, viaggiatrice del tempo con
una missione da portare a termine. Inizialmente, l’attrice voleva
rifiutare la parte, ma il regista, che all’epoca era anche suo
marito, la convinse sottolineando la grande importanze di quel
genere all’interno di Hollywood.
4. Cercò di distaccarsi da
quel ruolo. Il personaggio di Barbarella permise
all’attrice di essere eletta come una delle icone sexy degli anni
Sessanta. La Fonda tuttavia non desiderava rimanere confinata in
tale stereotipo, e pertanto negli anni seguenti ricercò personaggi
totalmente diversi da quello di Barbarella e sempre più impegnati.
Parallelamente, si distinse anche come donna dalle acute
riflessioni politiche e sociali.
Jane Fonda: i suoi figli
3. Ha avuto due figli da
matrimoni diversi. Dal suo primo matrimonio, avvenuto nel
1965 con il regista Roger Vadim, l’attrice ebbe la prima figlia,
Vanessa, nata nel 1968. In seguito, dopo aver divorziato dal
marito, la Fonda sposò l’attivista Tom Hayden, con cui diede alla
luce, nel 1973, Troy O’Donovan Garity, anch’egli divenuto attore.
Nel 1982, invece, Fonda e Hayden hanno adottato un’adolescente di
origini afroamericane. Questa è divenuta così a tutti gli effetti
la terza figlia dell’attrice.
Jane Fonda: il suo patrimonio
2. Possiede un ampio
patrimonio. Ad oggi, grazie ai grandissimi successi
ottenuti tanto nel campo cinematografico quanto in quello del
fitness, l’attrice è una vera e propria leggenda vivente. Il suo
status, affermatosi sempre di più negli anni, l’ha portata a
distinguersi continuamente. Grazie a tale ricca carriera, ha così
potuto formare un patrimonio stimato di circa 200 milioni di
dollari.
Jane Fonda: età e altezza
1. Jane Fonda è nata a New
York, Stati Uniti, il 21 dicembre del 1937. L’attrice è
alta complessivamente 173 centimetri.
Per continuare a vivere il grande
cinema anche da casa, dall’11 giugno sarà
disponibile a noleggio su Infinity il film The Room –
La Stanza del Desiderio che debutterà direttamente in
streaming, un thriller dalle tinte dark che racconta di desideri
che si trasformano in terribili incubi quando si è costretti a
goderne solo dentro le mura domestiche.
Il film, con la regia di Christian Volckman, ha come
protagonisti Olga Kurylenko (che abbiamo visto sugli
schermi nel ruolo di bond girl in Quantum of Solace e al
fianco di Tom Cruise in Oblivion) e Kevin Janssens.
The Room – La Stanza
del Desiderio: la trama
Kate e Matt sono una giovane coppia
di trent’anni in cerca di una vita più autentica e sana. Poco dopo
essersi trasferiti in una grande casa abbandonata da tempo,
scoprono una stanza segreta che ha lo straordinario potere di
materializzare tutto ciò che desiderano. Dopo un primo periodo da
sogno – durante il quale la coppia si circonda di gioielli, opere
d’arte, soldi – Matt e Kate scoprono che dietro questo apparente
stato di felicità, si nasconde qualcosa di più oscuro: tutto ciò
che la stanza crea sopravvive solo all’interno della casa. Quando
la stanza offre loro ciò che stavano aspettando da sempre e che la
natura gli stava negando, presto capiscono che il loro più grande
sogno è destinato a essere il loro più terribile incubo…
Adler ha diffuso
il trailer ufficiale di L’Amore a domicilio, il
film diretto da Emiliano Corapi con Miriam Leone e Simone
Liberati.
L’amore
a domicilio prodotto da Andrea
Petrozzi per la World Video Production, con Rai Cinema e
in collaborazione con Frame by Frame e Marvin Film, si avvale di un
cast tecnico d’eccezione, con la direzione della fotografia di
Vladan Radovic (David di Donatello per Anime Nere), i costumi di Nicoletta
Taranta (vincitrice di un David di Donatello e due Nastri
d’Argento), la presa diretta di Maricetta Lombardo
(due David di Donatello e tre Nastri d’Argento), le musiche di
Giordano Corapi, il montaggio di Marco
Costa, le scenografie di Luisa Iemma.
L’amore a domicilio: la trama del film
Sentimentalmente pavido, Renato si
è sempre tenuto lontano da relazioni che lo coinvolgessero davvero.
Ma quando scopre che Anna, conosciuta per caso, è reclusa agli
arresti domiciliari, decide di lasciarsi andare ai sentimenti
sempre temuti. In quella casa, dove è l’unico uomo, è convinto di
poter controllare la situazione. In amore, però, non esistono vie
sicure e ben presto la situazione si complica…
J.K.
Rowling è tornata nell’occhio del ciclone dopo aver
commentato in maniera sarcastica, su Twitter,
un articolo della rivista Devex dal titolo: “Opinione: creare
un mondo più equo, dopo il Covid-19, per le persone che hanno le
mestruazioni”. La scrittrice della saga di Harry
Potter ha ritwittato l’articolo e ha aggiunto:
“Persone che hanno le mestruazioni… sono sicura che ci fosse
una parola per definire queste persone. Qualcuno mi aiuti. Wumben?
Wimpund? Woomud?”
Sostanzialmente, la Rowling ha
contestato il fatto che nel titolo dell’articolo non venga
menzionata la parola “donne”, ma si parli di “persone che hanno le
mestruazioni”. La contestazione della scrittrice ha naturalmente
scatenato un putiferio sul web: la Rowling è stata infatti accusata
di transforbia, dal momento che anche le persone transgender
possono avere le mestruazioni.
Ovviamente la scrittrice britannica,
senza indorare la pillola, ha subito risposto alle accuse,
dichiarando: “Ho passato buona parte degli ultimi tre anni a
leggere libri, blog e pubblicazioni scientifiche di persone trans,
medici e specialisti di genere. So esattamente la differenza. Non
bisogna mai dare per scontato che siccome qualcuno la pensa in
maniera diversa da te, allora non ha le conoscenze.”
Poi ha aggiunto: “Rispetto il
diritto di tutte le persone trans di vivere in un modo che sia
autentico e confortevole per loro. Marcerei con voi se foste
discriminati per essere trans. Allo stesso tempo, la mia vita è
stata plasmata dall’essere femmina. Non credo esprima odio il fatto
che lo dica.”
Numerosi sono stati i commenti
critici anche da parte di diversi personaggi famosi, tra cui
Sarah Paulson, Jonathan Van Ness e anche
Katie Leung, che proprio nella saga
cinematografica di Harry
Potter ha interpretato il ruolo di Cho Chang, la
studentessa di Corvonero e cercatrice della squadra di
Quidditch, di cui Harry si innamora ne Il Calice di Fuoco, chiedendole di
accompagnarlo al Ballo del Ceppo. In realtà la Leung non ha
risposto direttamente alla Rowling, ma sulle scia delle polemiche
ha invitato i suoi follower a donare il più possibile alla
“Homeless Black Trans”, un’associazione che si occupa di sostenere
le persone trans, di colore e senzatetto:
Ricordiamo che non è la prima volta
che J.K.
Rowling viene accusata di transfobia: già nel
dicembre dello scorso anno, infatti, la scrittrice aveva fatto
parlare di sé ed era stata ampiamente critica per aver sostenuto la
ricercatrice Maya Forstater, che aveva perso il
lavoro a causa delle sue posizioni transfobiche.
Un nuovo report di
CBR suggerisce che la Disney starebbe valutando l’ipotesi di un
live action di Taron e la pentola magica, il 25°
classico secondo il canone ufficiale, uscito nel 1985 e diretto da
Ted Berman e Richard Rich. La voce sarebbe arrivata
da tale
Daniel Richtman, che non ha però fornito ulteriori dettagli in
merito all’eventuale progetto: non sappiamo dunque se il live
action sarà destinato al grande schermo o se arriverà direttamente
su Disney+, come accaduto con il recente
Lilli e il
Vagabondo.
Taron e la pentola
magica è basato sui primi due libri della serie
“Le cronache di Prydain” di Lloyd
Alexander. Il film appartiene all’epoca del Medioevo Disney ed è
ancora oggi considerato il film più dark mai realizzato
dalla compagnia statunitense: si tratta, infatti, del primo
classico ad aver ottenuto un rating. All’epoca della sua uscita in
sala fu un autentico flop, ma nel corso negli anni – anche a causa
della sua storia così “unica e particolare” – è diventato un
piccolo cult.
Taron e la pentola
magica racconta la storia di Taron, l’aiutante
dell’anziano guardiano di maiali Dallben che sogna di diventare un
guerriero e di impossessarsi della leggendaria pentola magica.
Tuttavia, deve mettere da parte i suoi sogni quando la maialina che
gli è stata affidata, Ewy (in realtà un oracolo), viene rapita da
un malvagio stregone Lich, Re Cornelius, il quale sta cercando
la pentola magica per dominare il mondo.
Oltre Taron e la pentola magica: i
prossimi live action Disney in arrivo
Di recente abbiamo appreso che anche
Robin Hood ed Hercules avranno i loro adattamenti in live
action: il primo sarà destinato al servizio di streaming Disney+, mentre il secondo arriverà al
cinema e sarà prodotto da Anthony e Joe
Russo, registi di Avengers:
Endgame. Ricordiamo tra i prossimi live action in
cantiere figurano anche Cruella con Emma
Stone, Pinocchio di Robert
Zemeckis, ma anche Biancaneve
e i sette nani, Bambie
La spada nella roccia. Ancora incerto, invece, il
futuro dell’atteso Mulan:
dopo essere stato posticipato a causa della pandemia di Covid-19,
il film dovrebbe adesso arrivare al cinema il prossimo luglio. Sarà
davvero così?
Quando Zack
Snyder ha scelto Ray
Fisher come interprete di Cyborg in Justice
League, l’attore statunitense era praticamente
sconosciuto al grande pubblico e noto soltanto per i suoi ruoli in
numerosi spettacoli teatrali. A quanto pare, Fisher sembra essere
molto grato a Snyder per avergli concesso tale opportunità, ma
forse nel legame tra l’attore e il regista c’è qualcosa di molto
più profondo…
Nelle ultime ore, infatti, Ray
Fisher ha condiviso via
Twitter una foto inedita di Cyborg tratta dalla Snyder
Cut di Justice
League (che arriverà il prossimo anno su HBO
Max), scrivendo: “Non voglio lodare Chris Terrio e Zack Snyder
per avermi semplicemente fatto recitare in Justice League. Voglio lodarli per avermi dato
potere (un uomo di colore senza alcuna esperienza cinematografica)
attraverso un posto al tavolo dei creativi, ascoltando i miei
spunti prima ancora che ci fosse una sceneggiatura.”
Sembra quindi che Fisher abbia
contribuito alla delineazione dei caratteri del personaggio di
Cyborg, cosa che a quanto pare è stata confermata dallo stesso
Zack
Snyder. In risposta proprio al tweet dell’attore,
infatti, il regista ha esclamato: “Ray… tu sei il cuore del
film!”.
La Snyder Cut di Justice League
arriverà sul servizio di streaming HBO Max il prossimo anno
Vi ricordiamo che la Justice
League Snyder Cut uscirà
nel 2021 sulla piattaforma streaming di Warner
Bros HBO MAX che è disponibile negli USA
dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la
versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO
MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in
Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere
una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere
programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima
è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori
notizie.
Una possibile sinossi ufficiale di
Godzilla
vs. Kong è arrivata online nelle ultime ore,
anticipando una battaglia decisiva che incoronerà il nuovo “Re dei
Mostri”. L’attesissimo nuovo capitolo del MonsterVerse ad opera
della Legendary Pictures è probabilmente uno dei titoli della
Warner Bros. più attesi dell’anno. Ciononostante, sul film sappiamo
ancora poco o nulla.
Di recente abbiamo appreso che il
film è stato ufficialmente classificato come PG-13: sarà, cioè,
vietato ai minori di 13 anni per “intense scene di violenza e
distruzione e linguaggio volgare”. Se il film è stato
classificato dalla MPAA, ossia la Motion
Picture Association of America, l’associazione che si
occupa di associare il divieto alle pellicole distribuite negli
Stati Uniti, significa che è stato completato: ciononostante,
ancora non abbiamo visto nulla di ufficiale riguardo la
pellicola…
Adesso, come riportato da ComicBook, via IMDb è
emersa online una nuova sinossi del film, che anticipata un
importante dettaglio in merito all’attesissimo crossover. Se in
passato una prima sinossi del film aveva anticipato una
cospirazione che avrebbe potuto “spazzare via l’intera vita dal
pianeta Terra”, questa nuova sinossi mette in luce il
conflitto tra Godzilla e Kong, che dovrebbe culminare con
l’elezione di uno dei due a nuovo “Re dei Mostri”. La nuova sinossi
recita: “Mentre il gigantesco Kong incontra l’inarrestabile
Godzilla, il mondo osserva per scoprire chi di loro diventerà il Re
dei Mostri.”
Godzilla vs. Kong: quale mostro
trionferà sul grande schermo?
La cosa da tenere bene a mente è
che questa nuova sinossi di Godzilla
vs. Kong non è ancora stata confermata dalla Legendary
Pictures, e che naturalmente IMDB non è una fonte ufficiale dello
studio. Tuttavia, la sinossi in questione sembra allinearsi con le
premesse intrise già nel titolo ufficiale del film. La storia del
personaggio ci insegna che Godzilla è praticamente impossibile da
battere. C’è soltanto un altro celebre mostro che potrebbe
sconfiggerlo: King Kong, appunto. Sarà proprio quest’ultimo ad
avere la meglio in uno degli scontri cinematografici più attesi di
sempre?
A quanto pare, sembra che Kenneth Branagh non sappia se sarà
effettivamente lui ad interpretare l’antagonista principale di
Tenet.
L’ultima fatica di Christopher Nolan si preannuncia già come il
film più criptico della carriera del regista britannico, a tal
punto che neanche gli stessi attori che vi hanno preso parte
sembrano conoscere i dettagli sulla trama.
L’ultimo
trailer ufficiale del film ci ha mostrato anche il personaggio
interpretato da Branagh: nonostante il filmato non abbia rivelato
molto sulle motivazioni dello stesso, sembra che il regista e
attore britannico interpreterà il villain della storia, nei cui
piani dovrebbe esserci essenzialmente lo scoppio di una fantomatica
Terza Guerra Mondiale.
Quello legato al personaggio di
Kenneth Branagh è solo uno dei tanti misteri
che circondano Tenet,
che stando a quelle poche informazioni in nostro possesso dovrebbe
giocare con i tradizionali canoni del genere spionistico e
rivoluzionare – da un punto di vista narrativo – il concetto di
“inversione del tempo”. Un altro grande interrogativo che circonda
l’attesissimo nuovo film di Nolan è la data di uscita: ad oggi il
film è ancora fissato per il prossimo 17 luglio, ma è solo
questione di giorni prima che la Warner Bros. ne annunci
ufficialmente il rinvio.
Kenneth Branagh sulla complessità
che circonda l’operazione Tenet e sull’evoluzione del suo
personaggio
In una recente intervista con Total
Film (via SYFY Wire), è stato
proprio Kenneth Branagh ad affrontare il tema della
complessità che circonda l’intero progetto, dichiarando: “Non
vi sto prendendo in giro: ho letto la sceneggiatura del film più
volte di quanto abbia mai letto qualsiasi altra cosa a cui abbia
mai lavorato. Immagino fosse come fare il cruciverba del Times,
ogni giorno”. Quando si è parlato della possibilità di
interpretare l’antagonista principale della storia, Branagh ha
spiegato:
“Data la natura del film, e
considerato che Chris – in larga parte – sta reinventando un
genere, molte persone iniziano ad interagire con il personaggio di
John David Washington nei modi previsti… quindi potreste aspettarvi
che sia io l’antagonista. La storia, però, non segue esattamente il
corso che ci si potrebbe aspettare mentre la stessa storia si
svolge…”
Branagh ha poi aggiunto: “Le
mie conversazioni con Nolan a proposito del mio personaggio sono
state costanti, perché la sua evoluzione non è stata impostata. È
stata una serie di continue sorprese”. Le dichiarazioni
dell’attore e regista non chiariscono ovviamente la natura del suo
personaggio, ma è innegabile che suggeriscano una serie di colpi di
scena che lo coinvolgeranno durante la narrazione.
Il dibattito che ha accompagnato
l’uscita di The
Irishman è stato uno degli aspetti più
affascinanti dell’ultimo grande film di Martin Scorsese, soprattutto per quel che
riguarda la tecnica di ringiovanimento utilizzata nel film. Ma c’è
anche un altro aspetto che ha tenuto alta l’attenzione sul film,
ovvero il suo costo di produzione. Con un cast di primissimo piano
e un minutaggio di oltre 200 minuti, è stato chiaro fin da subito
che la pellicola rappresentasse un titolo a grosso budget e
sapevamo già che la produzione avrebbe avuto un sostegno
finanziario da film di fascia alta (dichiarati circa 160
milioni).
Ebbene oggi però apprendiamo grazie
ad un nuovo articolo di The Hollywood
Reporter, che il film è costato ben oltre la cifra dichiarata.
Infatti il sito ha riferito che la cifra attuale supera i 225
milioni di dollari spesi e considerato che la pellicola non ha mai
avuto un percorso di distribuzione tradizionale come tutti i film
di fascia alta, lo rende ancora più straordinario. Ora non sappiamo
esattamente come funzioni l’economia di Netflix ma questa cifra è certamente un esborso
economico dal quale rientrare in qualche modo.
Ma mentre per altri film di fascia
alta come Blade
Runner 2049 o Avengers:
Endgame, un budget considerevole è visibile ad occhio
nudo, con tutti gli effetti speciali presenti. In un film come
The
Irishman, la questione è molto più sottile. Per
cominciare un cast come quello presente
Al Pacino,
Robert De Niro, Joe Pesci e
Martin Scorsese probabilmente ha imposto una pesante
base di partenza. Senza contare tutta la post produzione per
ringiovanire gli attori, tecnica che ha obbligato il regista ad
utilizzare due cineprese sul set, cosa che ha imposto quindi
l’utilizzi di grandi set concepiti per poter garantire dei
movimenti di macchina e lasciare tutta la libertà possibile al
regista, notoriamente un talento a cui piace un certo virtuosismo.
Dunque il film oltre ad essere stato un successo di notiziabilità
per NETFLIX rappresenta certamente un capitolo
ancora aperto alla voce ENTRATE, e la cosa
potrebbe ripetersi con il
nuovo film del regista Killers of the
FlowerMoon, annunciato da poco che sarà
finanziato nientemeno che da APPLETV+, guarda
caso un concorrente diretto di NETFLIX.
Pensate che secondo le prime
notizie APPLE che si è aggiudicato il
finanziamento del film battendo proprio NETFLIX e
la MGM,Killers of theFlower avrà un costo di partenza simili a quello
di The
Irishman. Pare che l’attuale costi di produzioni sia
proprio 225 milioni di dollari, motivo che ha indotto la Paramount
ad abbandonare il progetto. Parte dell’alto budget sarà
dedicato al costo del cast. Leonardo DiCaprio è un attore da 20 milioni di
dollari, e Scorsese guadagna una cifra simile al protagonista.
Robert De Niro, che è anche a bordo per
recitare nel film, riceverà un ingaggio da 15 milioni. Dunque il
solo coinvolgimento di questi tre pone il budget sopra la linea a $
55 milioni di partenza. Quindi sembra che il prossimo film di
Martin Scorsese, Killers of the Flower Moon,
non sarà diverso da The
Irishman, almeno per quel che riguarda l’aspetto
economico.
Oltre ad essere stato il primo
protagonista del primo film, il Tony Stark di Robert Downey Jr. è stato senza dubbio il
volto principale del Marvel Cinematic
Universe in tutta la
saga Infinity, con tutte le principali trame collegate a lui.
Ora però che il suo Iron Man è ormai uscito di
scena degnamente, la domanda che sorge spontanea è quella legata
alla sua eredità. Senza dimenticare che il secondo personaggio più
popolare e carismatico dell’MCU, Steve Rogers, è uscito di scena allo stesso modo in
ENDGAME.
Molto probabilmente lo studios è
tutt’ora alla ricerca di un nuovo “leader” che diventi centro
narrativo sul quale costruire la nuova fase. In un primo
momento si è ipotizzato che questo personaggio potesse essere
Captain Marvel, considerato da molti il volto
futuro di tutto il MCU.
Ma proprio l’evoluzione che il personaggio ha avuta negli ultimi
due capitoli ha lasciato molti dubbi su questa ipotesi, dato che il
ruolo alla fine stato trattato palesemente cone un contorno anziché
assumere le sembianze di potenziale riferimento e leader. Nell’arco
dell’ultimo anno inoltre più volte è stata lanciata l’ipotesi che
questo eroe potesse essere Spider-Man, ma anche
qui i dubbi sono tanti e sopratutto sono legati tutti alla giovane
età del personaggio, che è bel lontano dall’essere un uomo
maturo.
Ebbene oggi la stessa fonte che ha
rivelato il
riavvio della saga su Percy Jackson e sul sequel Extraction in
casa NETFLIX, ha diffuso un report che aggiunge
alla lista di pretendenti un nuovo nome, ovvero WOLVERINE, un eroe già dalla fama consolidata
e che proprio grazie all’acquisizione
di 20th Century FOX è tornato alla casa madre. Pare
che il report confermi che il piano attuale vede proprio
WOLVERINE come personaggio che alla fine si affermerà
come nuovo eroe leader del Marvel Cinematic
Universe.
Ma quale potrà essere il percorso di WOLVERINE, personaggio da
introdurre nel MCU?
Secondo il report la
Marvel ha tutta
l’intenzione di giocare con LOGAN e all’inizio
avrà solo un ruolo minore nella loro versione degli X-MEM, ma col tempo le intenzioni sono quelle
di far diventare il personaggio uno dei principali volti di tutto
il Marvel Cinematic
Universe, un po’ come accaduto alla versione
interpretata magistralmente da Hugh Jackman, il
cui ultimo acuto LOGAN è considerato uno dei migliori film di
supereroi mai usciti al cinema. Tuttavia è del tutto logico che
Kevin Feige abbia tutta l’intenzione di
procedere a piccoli passi con il personaggio, dato che la
performance di Hugh Jackman non verrà facilmente dimenticata,
ma il mutante con il corpo di adamntium è ancora uno dei personaggi
più riconoscibili e popolari che hanno a disposizione.
A questo si aggiunge il fatto che
secondo la fonte Carol Danvers ha un ruolo enorme da svolgere
nell’immediato futuro del franchise, nonostante la battuta
d’arresto avuta nelle ultime due puntate, ma i Marvel Studios coglieranno al volo l’occasione
di sfruttare pienamente la popolarità di Wolverine
e, lungo la strada, il personaggio sarà posizionato allo stesso
livello di Captain Marvel e Spider-Man e diventerà uno dei tre nomi di
principali della MCU.
La regia
di Black Widow è
stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna
Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of
Eleanor Rigby). Insieme alla Johansson ci saranno
anche David
Harbour, Florence
Pugh, e Rachel
Weisz.
In Black Widow,
quando sorgerà una pericolosa cospirazione collegata al suo
passato, Natasha Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro
delle sue origini. Inseguita da una forza che non si fermerà
davanti a nulla pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la
sua storia in qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in
sospeso anni prima che diventasse un membro degli
Avengers.
Esce il 10 giugno
prossimo, distribuito da Adler Entertainment in
esclusiva direttamente su Prime
Video,
L’amore a domicilio, commedia del regista
Emiliano Corapi, già autore del pluripremiato
Sulla strada di casa, con un ricco cast formato da
Miriam Leone, Simone Liberati, Fabrizio Rongione, Anna
Ferruzzo, Antonio Milo, Valeria Perri, Eleonora Russo e
con la partecipazione di Renato Marchetti e
Luciano Scarpa.
L’amore a domicilio prodotto da Andrea
Petrozzi per la World Video Production, con Rai Cinema e
in collaborazione con Frame by Frame e Marvin Film, si avvale di un
cast tecnico d’eccezione, con la direzione della fotografia di
Vladan Radovic (David di Donatello per Anime Nere), i costumi di Nicoletta
Taranta (vincitrice di un David di Donatello e due Nastri
d’Argento), la presa diretta di Maricetta Lombardo
(due David di Donatello e tre Nastri d’Argento), le musiche di
Giordano Corapi, il montaggio di Marco
Costa, le scenografie di Luisa Iemma.
L’amore a domicilio: la trama del film
Sentimentalmente pavido, Renato si
è sempre tenuto lontano da relazioni che lo coinvolgessero davvero.
Ma quando scopre che Anna, conosciuta per caso, è reclusa agli
arresti domiciliari, decide di lasciarsi andare ai sentimenti
sempre temuti. In quella casa, dove è l’unico uomo, è convinto di
poter controllare la situazione. In amore, però, non esistono vie
sicure e ben presto la situazione si complica…
L’amore a domicilio: le note del regista
Credo che la capacità di mettersi
in gioco nelle relazioni affettive e sentimentali sia un tema che
tocchi la vita di gran parte delle persone; qualcosa con cui tutti
si trovino a fare i conti prima o poi, nel bene e nel male. Quando
ho avuto l’idea de “L’amore a domicilio” ho pensato che questa
potesse esplorare in maniera originale e divertente proprio questo
tema e il suo dilemma fondamentale, vale a dire se sia meglio
lasciarsi andare, rischiando di soffrire, o tenersi alla larga da
ogni coinvolgimento, rinunciando però a una parte fondamentale
della vita.
La storia, infatti, si incentra
sull’impresa maldestra di una persona convinta di poter aggirare
quest’antitesi, approfittando della reclusione domiciliare della
donna di cui si è invaghito. Avendone la piena disponibilità ed
essendo l’unica presenza maschile nella sua casa, pensa di poter
superare angosce e insicurezze profonde, che in un contesto normale
lo avrebbero fatto fuggire. Ovviamente l’idea, oltre che meschina,
è ingenua sino a rasentare l’idiozia. Anche perché – e non è un
caso – la donna in cui si è imbattuto è pericolosa, non solo
socialmente, ma anche sentimentalmente, avendo risolto il problema
in questione con un atteggiamento autarchico che la rende
impermeabile agli affetti.
Proprio per la presenza di questi
elementi, ho pensato che il film potesse mescolare bene dramma e
commedia attraverso una rappresentazione tra favola metropolitana e
realtà, dove personaggi pronti a tutto, si muovono, giocando
vigliaccamente i propri opportunismi e le proprie debolezze, salvo
poi trovarsi a fare i conti con la loro parte migliore, risvegliata
proprio da quei sentimenti che pensavano di poter gestire. Nei
rapporti, infatti, non ci sono scorciatoie, e una volta che si è
deciso di giocare, non è possibile tornare indietro.
L’Italia si sta piano piano aprendo,
per l’inizio della Fase 3, dopo il totale lockdown della scorsa
primavera. Adesso tocca al resto del mondo e nelle scorse ore ha
fatto parlare di sé il primo ministro irlandese,
LeoVaradkar, che nel
discorso alla nazione in occasione dell’inizio della loro Fase 2,
ha citato il discorso di Sam Gamgee in Il Signore degli Anelli – Le due Torri.
Dopo aver introdotto le nuove norme
di circolazione, Varadkar ha concluso il suo discorso con una
citazione letterale: “Alla fine è solo una cosa passeggera,
quest’ombra, anche l’oscurità deve passare, arriverà un nuovo
giorno, e quando il sole splenderà sarà ancora più luminoso”.
Di seguito l’originale, a partire dal secondo 37, la citazione
precisa:
L’ultima volta che abbiamo parlato
del film di Peter Jackson, è stata la scorsa
settimana, quando grazie a Reunited Apart di Josh
Gad, abbiamo assistito alla reunion del cast de Il
Signore degli Anelli quasi al completo.