Michael Shannon, che ha interpretato il
generale Zod ne L’Uomo d’Acciaio, ha commentato i rumor
circa un suo ipotetico ritorno in Supergirl
– l’annunciato cinecomic della Warner Bros. che
dovrebbe introdurre il personaggio di Kara Danvers nel DCEU – e ha
rivelato di sperare che il regista Zack Snyder venga in qualche modo coinvolto
nel progetto.
In una recente intervista con
Gold Coast Bulletin,
è stato chiesto a Shannon di commentare i rumor che lo vorrebbe
nuovamente nei panni di Zod nel film dedicato a
Supergirl attualmente in sviluppo. L’attore è
apparso alquanto sorpreso circa la domanda, rivelando di non essere
a conoscenza del rumor. Proprio per questo, non si è sbilanciato a
proposito di un suo eventuale ritorno, ma ha comunque ammesso che
gli piacerebbe vedere Snyder coinvolto nel progetto:
“Lo giuro su Dio, non sto
scherzando… non sapevo nulla di questa voce”, ha spiegato
Michael Shannon. “Interpretare di nuovo
Zod? Non lo so… è passato un bel po’ di tempo. Sono invecchiato
adesso… non so se riuscirei ancora a fare tutte quelle mosse. Mi è
piaciuto molto lavorare con Zack Snyder. È stato davvero
fondamentale per me. Non so chi realizzerà il film dedicato a
Supergirl, ma faccio davvero tesoro di quell’esperienza con
Zack.”
Il personaggio di
Supergirl è apparso per la prima volta nei fumetti
Action Comics #252 con le storie di Otto
Binder e i disegni di Al
Plastino. La storia seguiva le avventure di Kara Zor-El,
nata e cresciuta ad Argo City, un frammento di Krypton che era
sopravvissuto all’esplosione del pianeta. Quando la città di Kara è
destinata alla distruzione, lei viene mandata sulla Terra dai suoi
genitori per essere allevata dal cugino, Kal-El, noto come
Superman. Supergirl adotta l’identità segreta dell’orfana Linda Lee
e fa del Midvale Orphanage la sua casa.
La Warner Bros. e la DC
Entertainment sono in una fase iniziale di messa in produzione di
un film sull’eroina DC che negli ultimi anni abbiamo visto in tv,
per The CW, interpretata Melissa Benoist. Lo studio ha assunto
Oren Uziel per scrivere la sceneggiatura.
Dopo i tre film su Superman
con Christopher Reeve, i produttori realizzarono un film
su Supergirl, nel 1984, diretto
da Jeannot Szwarc e scritto
da David Odell. Helen
Slater interpretava la protagonista e con lei, nel
film, c’erano Faye Dunaway, Mia
Farrow e Peter O’Toole.
Ryan Meinerding,
capo del Visual Departement dei Marvel Studios, ha condiviso attraverso il suo
account Instagram, un
concept inedito di Avengers:
Endgame in cui è possibile vedere Thanos
(Josh
Brolin) mentre distrugge lo scudo di Captain America
(Chris
Evans).
Il concept ha lasciato alquanto
perplessi i fan del MCU, dal momento che in molti si
sono chiesti come il Titano Pazzo possa effettivamente distruggere
lo scudo di Cap: sappiamo, infatti, che lo scudo è fatto di
vibranio, uno dei metalli più forti e resistenti dell’Universo
Marvel. Proprio per fugare ogni
dubbio, è stato lo stesso Meinerding a spiegare l’idea alla base
del concept da lui stesso condiviso:
“Ho immaginato che Thanos
riuscisse ad indebolire lo scudo con una raffica consistente in
colpi folli. Alla fine, il vibranio non sarebbe più stato in grado
di contenere l’energia e si sarebbe frantumato.”
Ricordiamo che Avengers:
Endgame è il film di maggiore incasso
dell’anno, nonché il più grande successo dei Marvel Studios, che con l’avventura
diretta da Anthony e Joe Russo hanno
chiuso un arco narrativo lungo 22 film e 11 anni, portando a
termine un esperimento produttivo senza pari.
Nel 2004, Simon Pegg e Nick Frost sono stati protagonisti de L’Alba dei Morti Dementi, commedia horror
di Edgar Wright, primo capitolo di quella che
sarebbe poi diventata la celebre “Trilogia del Cornetto”, di cui
fanno parte anche Hot Fuzz (2007) e La fine del
mondo (2013).
Adesso, per cercare di
sensibilizzare il più possibile la popolazione mondiale a
rispettare le norme di distanziamento sociale a causa della
pandemia di Covid-19, i due attori hanno
pubblicato su YouTube
un video in cui hanno ricreato proprio una celebre scena del film
di Wright. Nel video, sia Pegg che Frost si trovano ognuno a casa
propria, sono al telefono; i due hanno voluto ricreare la famosa
scena del “piano di Shaun”, però al contrario: Pegg, infatti,
ricorda a Frost che la decisione presa dal suo personaggio nel film
(ossia, recarsi al pub Winchester e aspettare la fine dell’epidemia
zombie), non si è rivelata una mossa intelligente; per questo
motivo, adesso, è consigliabile “restare a casa e aspettare che
tutto finisca e, magari, chiamare le persone a cui vogliamo bene e
che si sentono sole”.
È palese quanto tutta Hollywood si
stia mobilitando per cercare di sensibilizzare il più possibile le
persone sull’emergenza Coronavirus, dal momento
che in molti – in diverse parti del mondo – sembrano ancora non
rendersi conto della gravità della situazione e faticano a restare
chiusi in casa, contravvenendo alle norme che sono state stabilite
per cercare di arginare il più velocemente possibile il virus.
Potete vedere il video di Simon Pegg e Nick Frost di
seguito:
Chiaro omaggio al
film L’alba dei morti viventi di George
A. Romero, L’Alba dei Morti
Dementiè un film
del 2004 diretto dal regista Edgar Wright. Divisa tra la parodia e
l’horror, la pellicola è in breve tempo diventata un vero e proprio
cult, ricevendo un apprezzamento unanime da parte di critica e
pubblico, e affermandosi come uno dei migliori prodotti a tema
zombi degli ultimi anni.
Warner Bros. ha dichiarato che un
restauro in 3D e 4K di Harry Potter e la pietra
filosofale sarà tra i primi film a uscire al cinema
in occasione delle riaperture delle sale previste in Cina, un
tentativo di attirare il pubblico dopo settimane di chiusure a
causa della pandemia da coronavirus.
Lo studio ha annunciato la notizia
con un nuovo poster che mostra la civetta bianca del protagonista,
Edvige, che incombe con la lettera di accettazione indirizzata a
Harry, vergata con inchiostro verde, accompagnata dalla tag-line:
“La magia sta arrivando”. La data di uscita ufficiale non
è ancora stata annunciata, ma i servizi di biglietteria on-line
parlano di 30 Aprile. Questa data consentirebbe al film di attirare
la folla durante le vacanze del Labor Day del 1 ° maggio, in genere
uno dei fine settimana più affollati dell’anno.
Molti hanno espresso il loro
entusiasmo per il fatto di poter sperimentare un vecchio classico
con tecniche modernissime. “Con il restauro 4K e 3D, sarà come
un film completamente nuovo. Anche se hai già visto “Harry Potter”
al cinema, questa sarà una nuova esperienza senza precedenti “
hanno commentato alcuni fan increduli ed esaltati on line.
La notizia arriva mentre la Cina
tenta di rilanciare il suo settore in difficoltà a seguito della
chiusura di massa a livello nazionale dalla fine di gennaio per
prevenire la diffusione del coronavirus.
Una manciata di cinema cinesi hanno
già tentato di riaprire in maniera molto cauta, ma finora la
maggior parte del pubblico è ancora titubante all’idea di esporsi a
situazioni pubbliche. E molti di loro hanno ragione, visto che
provengono dalla regione occidentale del Xinjiang, dove non ci sono
stati nuovi casi confermati di virus per settimane.
Ma dalla capitale, Pechino, alla
provincia sud-occidentale dello Yunnan, i cinema di altre parti
della Cina si stanno preparando a riaprire. Molti si trovano in
regioni in cui le autorità questa settimana hanno ampiamente
autorizzato il settore dei servizi e i luoghi di intrattenimento a
riprendere l’attività, e stanno semplicemente aspettando una
specifica approvazione governativa.
Dopo una comunicazione non troppo
coordinata e conscia della situazione sanitaria mondiale e qualche
polemica, l’organizzazione del Festival
di Cannes ha ufficialmente annunciato che l’evento non
si svolgerà quest’anno nelle date previste a causa della pandemia
di coronavirus in corso.
“In questo momento di crisi
sanitaria globale, i nostri pensieri vanno alle vittime del
COVID-19 ed esprimiamo la nostra solidarietà a tutti coloro che
stanno combattendo la malattia.
Oggi abbiamo preso la seguente
decisione: il Festival di Cannes non può essere tenuto nelle date
previste, dal 12 al 23 maggio. Diverse opzioni sono prese in
considerazione al fine di preservare la sua esecuzione a Cannes, si
tratta solo di un rinvio fino a fine giugno-inizio luglio
2020. Non appena lo sviluppo della situazione sanitaria francese e
internazionale ci consentirà di valutare la reale possibilità,
renderemo nota la nostra decisione, in conformità con la nostra
consultazione ancora in corso con il governo francese e il
municipio di Cannes, nonché con il consiglio dei Membri del
festival, i professionisti dell’industria cinematografica e tutti i
partner dell’evento. Nel frattempo, il Festival di Cannes presta il suo supporto a
tutti coloro che invitano fermamente tutti a rispettare il blocco
generale e chiedono di mostrare solidarietà in questi tempi
difficili per il mondo intero. Ci vediamo molto presto, Il team del Festival di Cannes”
Nonostante il mondo stia vivendo un
tempo sospeso a causa dell’emergenza sanitaria da
coronavirus, sembra ancora più importante
aggrapparsi alle cose belle delle vita, e tra queste ci sono senza
dubbio i papà. Oggi, Festa del papà, vogliamo
ricordare quei genitori che, nelle storie per il grande schermo, si
sono distinti e hanno lasciato in qualche modo il segno.
Darth Vader (Star Wars)
È un classico, il primo
personaggio in assoluto che viene in mente alla maggior parte dei
cineamatori nerd quando si parla di papà cinematografici. Anakin
Skywalker, Darth Vader: il Jedi
“maledetto” che ha ceduto alla paura e alla rabbia, sprofondando
nel Lato Oscuro per poi trovare la sua redenzione salvando la vita
al figlio.
Nel film, Anakin
Skywalker è interpretato da Hayden
Christensen che non è esattamente il preferito dei fan
ma che ha svolto il suo lavoro egregiamente, dando vita ad un
personaggio che ha fatto la storia del cinema.
Tony Stark (Avengers:
Endgame)
Il Tony Stark
cinematografico si è aggiunto da poco al gruppo dei padri
cinematografici più amati, visto che la prima e unica volta che lo
vediamo in veste di padre è in Avengers:
Endgame, film che si conclude con la sua morte.
Tuttavia entra di diritto in questa classifica visto che, con le
sue scelte e il suo operato in Endgame,
trasforma tutto il destino dell’universo e lo fa proprio per un
futuro migliore per la sua Morgan e per la sua famiglia allargata,
i Vendicatori.
Jonathan Kent (L’uomo
d’Acciaio)
Il papà terrestre di
Superman, nella mitologia di Snyder, si sacrifica affinché il
figlio mantenga segreta la propria identità. Una scelta stupida per
molti degli spettatori che hanno criticato il film del 2014,
tuttavia si tratta di un sacrificio davvero grande, perché fatto di
fronte alla consapevolezza che la via più facile avrebbe tenuto
tutti in vita ma esposto per sempre alla persecuzione il
figlio.
Forte, saggio, leale e
coraggioso. Quello che dovrebbe essere ogni buon padre per il
proprio figlio. Mufasa è l’esempio di bellezza e
giustizia, sia agli occhi del piccolo Simba che a quelli del
pubblico che, a ogni età, piange di fronte al suo sacrificio e alla
sua morte ingiusta, per mano del fratello, “piccolo uomo” diremmo,
invidioso e vizioso. Anche dal paradiso dei Re, Mufasa riesce a
guidare al figlio, e fuor di metafora, potremmo dire che
il suo insegnamento, tanto forte e profondo in vita, ha guidato il
figlio anche dopo la sua morte.
Daniel Hillard (Mrs.
Doubtfire)
Il film del 1993 ci
racconta di un papà che farebbe davvero di tutto per stare con i
figli. Il Robin
Williams del film si traveste da donna, la simpatica
bambinaia del titolo, per avere la possibilità di vedere i figli
che gli sono stati tolti a causa degli eventi. Occupa un posto
d’onore in questa classifica, anche solo per l’impegno che profonde
nella sua articolata e faticosa (si pensi al make up necessario)
messa in scena.
Guido Orefice (La vita è
bella)
Altro padre cinematografico
ed altro grande sacrificio che va ben oltre il salvare la vita del
proprio figlio. Il Guido interpretato da Roberto
Benigni è un’esplosione di vitalità ed esuberanza che
riesce, in maniere che hanno del surreale, ovviamente, a tutelare
il figlio dalla terribile storia che stanno vivendo, proteggendolo
dalla realtà del campo di lavoro in cui finiscono rinchiusi. Il
film ha riscosso, come sappiamo, grande successo, arrivando fino
agli Oscar, ma ha anche raccolto qualche critica
perché pare banalizzasse l’orrore del campo. Qualunque sia la
lettura che si vuole dare al film, sembra inevitabile però
sostenere che il ritratto di padre che ci offre la storia di
Benigni è senza dubbio eroico.
Cooper (Interstellar)
Matthew
McConaughey ha offerto una performance molto intensa
nel film di Christopher
Nolan e soprattutto ha interpretato un genitore, un
padre, che mantiene le promesse. L’uomo, un po’ come Tony Stark,
sacrifica la sua intera vita per dare una possibilità al genere
umano di continuare e progredire su altri pianeti, per questo
abbandona i figli ma lo fa con una solida promessa di tornare da
loro, soprattutto dalla figlia, che nel film è interpretata da
Mackenzie Foy, Jessica
Chastain e Ellen Burstyn, nelle sue
diverse età. Alla fine, Cooper mantiene la promessa, ritrova la
figlia, salva l’umanità.
Chris Gardner (La ricerca della
felicità)
Il film di Gabriele
Muccino racconta una “storia americana”, ovvero quella di
un ultimo della società che dopo aver lottato e sofferto riesce a
raggiungere la vetta, il suo obbiettivo, il lavoro dei sogni e
l’affermazione. Questo però dopo essere stato messo duramente alla
prova agli occhi del proprio figlio. Un padre, quello interpretato
da Will
Smith, che mette da parte anche l’orgoglio e le prova
davvero tutte, mantenendo salda la sua moralità e il suo infinito
amore per il figlio.
Professor Henry Jones (Indiana
Jones e l’Ultima Crociata)
Esordisce nel film che
chiude la (prima?) trilogia di avventure di Indiana Jones e ci
conquista subito. Sean Connery è sempre una garanzia, ma la sua
alchimia con il “figlio” Harrison Ford ci regala
dei siparietti che hanno fatto la storia del cinema e che sono un
piacere da guardare e riguardare.
Mac MacGuff (Juno)
Abbiamo assegnato il primo
posto della classifica al dolcissimo e tenerissimo papà di Juno, la
sedicenne che resta incinta nel film di Jason
Reitman. L’uomo, interpretato da J.K.
Simmons, è un papà “normale”, ha un carattere mite, prende
abbastanza bene la gravidanza della figlia, sembra distratto a
volte dalla figlia più piccola e dalla nuova compagna, ma, alla
fine, sa scegliere bene le parole e sa cosa dire per consolare la
sua giovane e coraggiosa figlia. Un papà normale, affettuoso, come
la maggior parte del papà là fuori, e proprio per questo
indimenticabile.
Quanti non hanno mai sognato di
essere il capo di una major cinematografica, con la possibilità di
visitare in ogni momento i “propri” Studios e ricevere tutte le
attenzioni del caso da attori, registi, comparse e maestranze? È
questo il concept della nuova campagna di Sky Cinema – Dove
il cinema vive, in programmazione sui canali Sky da oggi,
giovedì 19 marzo, realizzata da M&C Saatchi e girata nei mitici
Studios di Cinecittà.
Testimonial d’eccezione è
Alessandro Gassmann: tra i volti simbolo del
nostro cinema, sarà lui il Cicerone del nuovo “boss” giunto a
sorpresa negli studi cinematografici e un po’ spaesato dalla loro
magnificenza. Vediamo dunque Gassmann indossare gli abiti di un
soldato della Prima Guerra Mondiale, mentre guida il nuovo capo tra
zombie, ballerine di cabaret e attrici in abiti vittoriani, ognuno
a testimonianza di numerosi generi filmici, in un luogo brulicante
di grande cinema.
Quando Gassmann viene richiamato
sul set, il nuovo boss si aggira da solo per gli Studios e, con la
meraviglia negli occhi, vede i Ghostbusters che si
ripuliscono dallo slimer di un fantasma appena catturato, passa per
un set western, vede i doppiatori alle prese con i dialoghi di
Shrek, ammira la realizzazione di una scena d’amore,
arretra di fronte all’inquietante protagonista del film
Halloween e finisce per sbaglio nell’inquadratura di
Spider-Man. Ma al capo tutto viene perdonato…
Alla fine ecco Gassmann ritrovare
il “boss” indossando uno smoking come gli attori alla Notte
degli Oscar®, mentre gli presenta la sua nuova auto: la
DeLorean di Ritorno al futuro, dove è già seduta la
famiglia del boss. Perché tutto questo appartiene a loro.
Allo stesso modo ogni cliente Sky
Cinema può sentirsi davvero il capo dell’offerta
cinematografica di Sky, da sempre rivolta a tutta la famiglia, con
tutti i generi del grande cinema: dalle attesissime prime visioni
ai film d’autore, dalle collection dedicate alle saghe e agli
attori più amati fino a commedie, thriller, horror, film
drammatici, romantici, d’azione e per tutta la famiglia. Un’ampia
offerta da vivere anche on demand e con una selezione di film
disponibili anche in 4K HDR con Sky Q satellite.
Tra i prossimi titoli da non
perdere spicca La favorita
(domenica 29 marzo, alle 21.15 su Sky Cinema Due),
che ha ottenuto il Gran premio della giuria al Festival di Venezia 2019 e che si è
aggiudicato l’Oscar® per la miglior attrice a Olivia
Colman, nel cast insieme a Emma Stone e
Rachel Weisz. Mentre Clint Eastwood è il regista e il protagonista
di Il Corriere – The Mule (venerdì
20 marzo, alle 21.15 su Premium Cinema), film tratto da
una storia vera, quella dell’ultraottantenne Leo Sharp, veterano
della Seconda Guerra Mondiale, che divenne il più anziano corriere
della droga di sempre. Ancora, Men In Black:
International (lunedì 30 marzo, alle 21.15 su
Sky Cinema Uno), con Chris Hemsworth e Tessa Thompson,
l’ultimo capitolo della saga nata 22 anni fa con Will Smith e Tommy
Lee Jones.
Non mancano i grandi film del
cinema italiano, dall’ultima commedia di Antonio
Albanese – Cetto c’è
senzadubbiamente (lunedì 23 marzo, alle 21.15
su Sky Cinema Uno) – a due vere sorprese dello scorso
autunno cinematografico: la commedia fantastica scritta, diretta e
interpretata da Alessandro Siani, Il giorno più
bello del mondo (domenica 12 aprile, alle
21.15 su Sky Cinema Uno), e
L’Immortale (lunedì 13 aprile,
alle 21.15 su Sky Cinema Uno), uno dei maggiori successi
al box office e primo film diretto e interpretato da Marco
D’Amore, candidato ai David di Donatello per il racconto
della storia di Ciro di Marzio, uno dei grandi protagonisti di
Gomorra – La serie. Senza dimenticare anche
Dolcissime (giovedì 19 marzo, alle 21.15
su Sky Cinema Uno), la delicata commedia diretta da Francesco
Ghiaccio e scritta anche da Marco D’Amore, con la storia di tre
ragazze derise per il loro aspetto fisico che cercano il riscatto
in una gara di nuovo sincronizzato, Martin
Eden (mercoledì 8 aprile, alle 21.15 su Sky
Cinema Due), diretto da Pietro Marcello,
con Luca Marinelli – Coppa Volpi al Festival di
Venezia 2019 – nella libera trasposizione del romanzo di Jack
London che ha ottenuto 11 candidature ai prossimi David di
Donatello, e Mio fratello rincorre i
dinosauri (lunedì 20 aprile, alle 21.15 su Sky
Cinema Uno), dal romanzo di successo di Giacomo Mazzariol,
una storia di formazione con Alessandro Gassmann e Isabella
Ragonese.
Sempre presenti anche le collection
tematiche: da Sky Cinema Spider-Man, attualmente
in programmazione fino al 26 marzo con i film dedicati all’Uomo
Ragno, al prossimo Sky Cinema Men In Black (dal 27
al 31 marzo) con i 4 film che compongono la saga del franchise dal
successo planetario. Ad aprile sarà invece protagonista il cinema
d’animazione: dall’1 al 19 aprile si accende Sky Cinema
Dreamworks con il meglio delle animazioni nate nel famoso
studio cinematografico. Tra i titoli proposti, solo per citarne
alcuni, Shrek, Kung Fu Panda, Dragon Trainer, Z la
formica, Baby Boss. Seguiranno, ad aprile, due
collection dedicate a due grandi attori di Hollywood:
Robert De Niro (20-24 aprile) e Sylvester
Stallone (25-30 aprile) con la prima tv di
Rambo – Last Blood lunedì 27 aprile.
Prossimamente su Sky Cinema anche
l’ultimo capolavoro di Quentin Tarantino, C’era una
volta a… Hollywood, con Leonardo DiCaprio, Brad Pitt
(che ha vinto l’Oscar® come miglior attore non protagonista),
Margot Robbie, Emile Hirsch e Margaret Qualley, e anche
Fast & Furious – Hobbs & Shaw, con Dwayne
Johnson, Jason Statham, Idris Elba, ultimo spin-off in ordine di
tempo del franchise Fast & Furious.
Su Paramount Network
– canale di intrattenimento di ViacomCBS Networks Italia
visibile sul 27 del digitale terrestre, sul 27 di Tivusat e
sul 158 di Sky – anche la Festa del Papà diventa un’occasione per
supportare la campagna #iorestoacasa. Giovedì 19 marzo il
canale amato dagli story lovers invita a trascorrere la serata in
compagnia di un film a tema, continuando a rispettare le regole di
comportamento di questo momento storico e a rimanere tutti a
casa.
Inoltre, per l’occasione, Paramount
Network presenta anche i dati più significativi della ricerca
Modern Dads, condotta da ViacomCBS Global
Consumer Insights*. Cosa vuol dire essere padre
oggi? Quale migliore occasione per chiedercelo se non
La Festa del papà che vede la figura maschile
sempre più coinvolta nella vita familiare e nella gestione dei
figli in tutte le diverse attività quotidiane, ancora di più in
queste giornate.
Oggi come non mai il ruolo del papà
è cambiato grazie ad una svolta culturale e sociale che incoraggia
sempre di più gli uomini a mostrare le proprie emozioni e la
propria vulnerabilità. Uno scenario nuovo che si riflette
positivamente nelle dinamiche familiari dove non esistono più
regole fisse, basate sul genere, ma solo regole proprie.
Il 70% dei papà in Italia infatti afferma che “un uomo è
capace al pari della donna di crescere i figli”.
Sono moltissimi i papà che definiscono la relazione con i propri
figli “forte e sentita”: il 90% dei papà in Italia
afferma che “avere figli è uno degli eventi più importanti della
vita” e l’81% dice che “avere figli mantiene
giovani”. E rientra a pieno titolo negli obiettivi di vita del
mondo maschile: il 76% degli uomini senza figli
afferma che vorrebbe diventare padre.
Rispetto al passato, le figure
paterne oggi, sono più consapevoli e attente. Dichiarano di voler
essere attivi e presenti durante la crescita dei figli e,
soprattutto, desiderano essere per loro un buon
esempio. Per questo curano il proprio benessere fisico e
mentale: in Italia il 50% dei padri si mantiene in
forma (vs. 48% dei maschi senza figli) e il 40%
dichiara di saper gestire lo stress (vs 30%).
I ‘Modern Dads’ vogliono
passare con i figli del tempo “di qualità” ed essere più
coinvolti emotivamente nel rapporto con loro. Incoraggiano la
comunicazione e la condivisione anche circa temi delicati e
vogliono instaurare una relazione più aperta e autentica:
il 74% dei papà intervistati in Italia desidera “essere un
amico per i propri figli” e il 48% vuole “avere un rapporto diverso
– per certi aspetti – rispetto a quello avuto con i propri
genitori”. I benefici fisici ed emotivi dell’essere padre sono
impagabili. Addirittura, per il 90% dei papà “stare con i propri
figli rende allegri ogni giorno”. Sempre per il 90%
dei papà intervistati “giocare con i figli è la prima attività che
li rende felici”, in questi giorni diventata attività necessaria
per trascorrere del tempo di qualità insieme in casa.
Non dimentichiamoci dunque di
festeggiare questi papà così moderni, bravi e attenti! Su
Paramount Network – il canale il 27 del digitale
terrestre, sul 27 di Tivusat e sul 158 di Sky – per
l’occasione va in onda, giovedì 19 marzo alle
21.10, la divertente commedia Due padri di
troppo diretta da Ivan Reitman (anche regista di
Ghostbusters) con l’attore premio Oscar Robin
Williams, interprete di numerose pellicole di successo (tra
cui ricordiamo L’attimo fuggente e Will Hunting –
Genio ribelle con cui vinse ben due statuette) e l’amico e
attore Billy Crystal, indimenticabile protagonista della
commedia cult Harry, ti presento Sally… Il film mette al
centro la fuga d’amore di un sedicenne che costringe la madre a
chiedere aiuto ai due ex amanti: Jack, affermato avvocato di Los
Angeles, e Dale, uno scrittore che prova a sbarcare il lunario a
San Francisco. I due uomini si ritroveranno coinvolti nella
disperata, quanto divertente, ricerca del loro pseudo figliolo
innamorato. Riusciranno nella loro impresa comune? Non ci
resta che scoprirlo e augurare una buona visione a tutti i
papà!
Nel 1963, Stan Lee e
Larry Lieber danno vita a Tony Stark, un
personaggio complesso, non certo sempre positivo, ma intrigante e
moderno. Nel 2008, il personaggio è nato di nuovo, con il volto di
Robert Downey
Jr., per il grande schermo e per il Marvel Cinematic
Universe.
Di questo Tony Stark, più giovane e
pop, vogliamo raccontarvi segreti e curiosità!
Parte delle cose che non sai su Tony Stark
10. L’ispirazione per Tony
Stark
Stan Lee, il
creatore di Iron
Man, aveva originariamente basato Tony Stark su Howard
Hughes, che riteneva fosse “uno degli uomini più sfaccettati
del nostro tempo: un inventore, un avventuriero, un
multimilionario, un signore e, infine, un pazzo”. Robert Downey
Jr. ha inoltre descritto la sua interpretazione di
Stark come “una sfida per trasformare un personaggio ricco,
instabile, produttore di armi, energico, donnaiolo, in un
personaggio simpatico e un eroe”.
9. Tony Stark, il geniale
inventore
Una prima bozza della sceneggiatura
rivela che Stark doveva essere il creatore dei tentacoli del
Dr. Otto Octavius di Spider-Man 2
(2004). Octavius è un cattivo del fumetto di Spider-Man, per cui
all’epoca questo collegamento non era possibile a causa dei
conflitti di sfruttamento dei diritti delle PI tra SONY e Marvel.
Tuttavia, Sony e Marvel hanno trovato poi un punto
di incontro sui diritti cinematografici legati al personaggio nel
2015, con
Spider-Man / Peter Parker (Tom
Holland) che ha debuttato per la prima volta nel
MCU in Captain America: Civil War (2016), in
cui è stato presentato a Stark (Robert Downey
Jr.). In questa nuova Era di Spider-Man, il Dr. Otto
Octavius non è ancora apparso nelle vesti di cattivo.
8. La casa di Tony Stark
Durante la
progettazione della casa di Tony Stark, la linea
guida che i progettisti hanno avuto è stata quella di renderla più
adeguata a una persone che inventa e aggiusta cose, piuttosto che
creare un ambiente futurista in cui vive un milionario.
Lo scopo era quello di rendere la
sua abitazione grandiosa ma anche realistica. Lo scenografo
J. Michael Riva si è ispirato alle fotografie di
Julius Schulman, noto per le fotografie delle case
di Los Angeles degli anni ’50 e ’60.
Parte delle cose che non sai su Tony Stark
7. Tony Stark ragazzo immagine per
Audi
Stark guida una Audi
R8 nel film, come parte di un accordo promozionale stretto
dai Marvel Studios con la Audi Automobile Company.
Anche altri due veicoli, la Audi S5 Coupé e la
Audi Q7 SUV, fanno la loro comparsa nel film.
6. Tony Stark è il motore di
Endgame
Si è molto discusso su
chi o cosa fosse il vero eroe in Avengers:
Endgame, tanto che qualcuno ha addirittura
dato il merito al grasso
topo che ha riportato indietro Scott Lang da Regno Quantico, e
non è detto che il suggerimento sia del tutto sbagliato. Quello che
però deve essere chiaro è che senza Stark nulla sarebbe stato
possibile, soprattutto alla luce del fatto che è lui quello che
mette a repentaglio uno status quo che, bene o male, a lui andava
comodo.
Era riuscito a ricostruirsi una
vita, nonostante il costante rimorso per aver fallito (soprattutto
alla luce della morte di Peter Parker) contro Thanos. Tuttavia,
decide di rischiare, per il mondo, per i Vendicatori. Come fanno i
veri eroi.
5. La morte di Tony Stark
Che la sua ultima battuta sia
quell’emotivamente devastante “Io sono Iron
Man” è un dato di fatto. Ma quello che schiocca le dita è
Tony Stark, l’uomo, a volto scoperto, con l’armatura a pezzi,
devastato dalla battaglia eppure ancora in grado di compiere il
gesto estremo per far vincere i buoni. Alla fine, Stark ha avuto la
risposta: l’eroe si serve soltanto dell’armatura, ma è quello che
c’è dentro che conta. E la morte di Tony Stark ne
è l’esempio più bello e limpido.
4. Gli occhiali di Tony Stark
Vezzo prima dell’attore Robert Downey
Jr. e poi anche del personaggio, gli
occhiali di Tony Stark diventano importanti in Spider-Man:
Far From Home. Infatti, in essi Tony racchiude
tutta la sua eredità intellettuale che consegna a uno scapestrato
Peter Parker. Un utile device narrativo ma anche un modo, molto da
lui, di trasmettere la sua eredità al futuro dei Vendicatori che è
indubbiamente nelle mani di Peter Parker/Spider-Man.
Parte delle cose che non sai su Tony Stark
3. I meme su Tony Stark
Un giovane e rampante Stark allarga
le braccia nel deserto e fa esplodere i suoi missili Jericho. Un
affermato Iron Man guarda con superiorità e distacco un
Supersoldato replica “Sono un genio miliardario playboy
filantropo”. Ferito, scosso, mosso solo dalla volontà, un Tony
Stark a pezzi esclama per l’ultima volta, guardando con tono di
sfida Thanos: “Io sono Iron Man”. Tutta la carriera
cinematografica di Tony Stark è stata caratterizzata da momenti
diventati poi iconici, fotografie della cultura pop ideali per
alcuni dei migliori meme in circolazione in rete.
2. Gli attori che volevano essere
Tony Stark
La scelta di Robert Downey
Jr. per il ruolo di Stark è stata la conclusione di un
processo di casting lunghissimo che ha visto coinvolti nomi molto
famosi del panorama cinematografico hollywoodiano. Il ruolo è stato
offerto a Hugh
Jackman, che però aveva già il suo eroe a cui badare
(Wolverine, ovviamente). Si sono poi proposti per il ruolo anche
Nicolas
Cage, Tom
Cruise e Clive
Owen. Sam
Rockwell, che si è visto respinto pe ril ruolo di Tony
Stark, ha poi ottenuto il ruolo di Justin Hammer, oltre ad aver
incontrato proprio su quel set Leslie Bibbs, sua
attuale compagna.
1. Tony Stark è Iron Man
Contro tutti i dettami dell’eroe
tradizionale, che nasconde la propria identità al mondo, Stark ha
sbandierato da subito la sua identità eroica, vuoi per
protagonismo, vuoi per pragmaticità. Questa mancanza di segretezza
ha coinvolto in misura più o meno omogenea tutti gli eroi del
Marvel Cinematic Universe,
con l’eccezione di Spider-Man/Peter Parker (che comunque si è fatto
scoprire da zia May!).
Noto frontman della band 30
Seconds to Mars, Jared Leto vanta anche una
invidiabile carriera da attore, che lo ha portato a recitare in
grandi produzioni e ad ottenere importanti riconoscimenti
all’interno dell’industria. Personalità singolare, Leto si è sempre
distinto per la sua grande devozione verso i personaggi ricoperti,
arrivando a trasformarsi come pochi altri. Ecco 10 cose che
non sai di Jared Leto.
Jared Leto: i film in cui ha
recitato
10. Ha recitato in celebri
lungometraggi. Leto intraprende la propria carriera da
attore nel 1995 con il film Gli anni dei ricordi.
Successivamente reciterà in vari film, arrivando a farsi notare in
particolare per i suoi ruoli in La sottile linea rossa
(1998), Fight Club (1999) e American Psycho
(2000), con Christian
Bale. Ottiene ulteriore popolarità grazie al suo ruolo
in Requiem for a Dream (2000), dove recita accanto
all’attrice Jennifer
Connelly. Negli anni successivi prende parte a
Panic Room (2002), Alexander (2004), Lord of
War (2005) e Chapter 27 (2007). Con Mr.
Nobody (2009) ottiene nuove lodi, mentre arriva a consacrarsi
con Dallas Buyers
Club (2013), dove recita accanto a Matthew
McConaughey. Negli ultimi anni ha poi preso parte a
grandi produzioni come Suicide Squad
(2016), Blade Runner
2049 (2017).
Nel 2021 ha partecipato da
protagonista al fianco di
Denzel Washington in Fino
all’ultimo Indizio. Nello stesso hanno ha perso parte al
cast stellare del film di Ridley Scott, House of
Gucci. Nel 2022 è finalmente uscito l’atteso film Morbius, basato sull’omonimo personaggio dei Marvel Comics. Tuttavia il film non ha ricevuto
un’accoglienza positiva, sia di pubblico che di critica. Nonostante
tutto, il personaggio dovrebbe continuare a vivere nei prossimi
sequel Marvel targati Sony Pictures. Nel
2022 è stato il protagonista della serie Apple Original
WeCrashed al fianco di Anne Hathaway.
9. Ha diretto numerosi
videoclip. In più occasioni Leto ha dimostrato un grande
interesse per la regia, senza aver ancora però deciso di dirigere
un lungometraggio tutto suo. Si è però distinto per aver diretto
diversi videoclip per i brani della sua band, tra cui From
Yesterday (2006), A Beautiful Lie (2008),
Hurricane (2010), Up in the Air (2013), e
City of Angels (2013). Fatta eccezione per quest’ultimo,
gli altri sono stati firmati con lo pseudonimo di Bartholomew
Cubbins.
8. Ha prodotto un suo film
da interprete. Tra i ruoli più celebri di Leto vi è quello
di Mark David Chapman, meglio noto come l’assassino del celebre
musicista John Lennon. Leto era così coinvolto dal progetto che
decise di aiutare nella sua produzione, ricoprendo per tanto il
ruolo di produttore esecutivo e assicurandosi che il budget venisse
utilizzato nel migliore dei modi.
Jared Leto è su Instagram
7. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram, dove possiede un profilo seguito da 10,3 milioni di
persone. All’interno di questo l’attore ha condiviso con i suoi fan
oltre 3 mila post. In prevalenza essi riguardano luoghi visitati,
momenti di svago, video delle sue esibizioni da musicista o ancora
immagini promozionali dei suoi vari progetti.
Jared Leto: chi è la sua
fidanzata
6. È particolarmente
riservato. Negli anni Leto si è dimostrato piuttosto
restìo a condividere dettagli della sua vita privata, tuttavia sono
note alcune sue relazioni con celebri colleghe. Dal 1999 al 2003 ha
infatti frequentato l’attrice Cameron Diaz, mentre in seguito vi sono
soltanto speculazioni su sue ipotetiche fidanzate. Attualmente non
è noto se l’attore sia single o meno.
Jared Leto ha vinto un Oscar
5. Ha ottenuto l’ambito
premio. Nel 2014 l’attore ottiene la sua prima nomination
ai prestigiosi premi Oscar, per il suo ruolo del sieropositivo
Rayon nel film Dallas Buyers Club. Nel corso della serata di
premiazione l’attore ottiene poi la statuetta, consacrando un
momento d’oro della sua carriera.
Jared Leto è Joker
4. Ha sperimentato diversi
tipi di risata. Per prepararsi al ruolo del Joker nel film
Suicide
Squad, Leto ha lavorato molto sulla presenza scenica e
sulla risata del personaggio. Per trovare quella più adeguata,
infatti, ha condotto diversi esperimenti in pubblico, per osservare
quale mettese più a disagio coloro che gli stavano intorno.
3. Non è mai uscito dal
personaggio. Durante le riprese del film, Leto non ha mai
abbandonato i panni del personaggio, continuando a pensare e
comportarsi con la perversa mentalità del Joker. Per incutere
timore, l’attore ha inoltre inviato strani regali ai suoi colleghi
di set, come alcuni ratti vivi.
Jared Leto in Morbius
2. Ha recitato nel film
Marvel di Sony Pictures.
Il prossimo progetto cinematografico dell’attore è il film
Morbius, che lo vedrà vestire i panni del celebre vampiro
antieroe. La pellicola ha narrato il personaggio dalla sua genesi
alla scoperta dei suoi superpoteri. Stando a quanto mostrato nel
trailer, il film farebbe ufficialmente parte del Marvel Cinematic
Universe.
Jared Leto: età e altezza
1. Jared Leto è nato a
Bossier City, in Louisiana, Stati Uniti, il 26 dicembre
1971. L’attore è alto complessivamente 180 centimetri.
Tra storyline che si intrecciano,
battaglie come se piovesse e così tanti nomi di luoghi e personaggi
da ricordare, è davvero impossibile riuscire a tenere a mente ogni
singolo dettaglio presente nell’epica trilogia di Jackson.
Nella prima scena de Le Due Torri in cui appare Gandalf, è possibile notare
un dettaglio che sicuramente è sfuggito anche all’occhio dello
spettatore più attento: per una frazione di secondo, la macchina da
presa inquadra il personaggio a figura intera, poco prima che lo
stesso richiami il suo fido Ombromanto: proprio in quel momento è
possibile notare
Ian McKellen con ai piedi delle scarpe da ginnastica;
probabilmente delle Converse, anche se risalire al modello esatto è
molto difficile. Chiaramente, non sono i tradizionali stivali neri
che l’attore sfoggia per tutta la durata del film.
L’esercito di Sauron
La battaglia di
Minas Tirith ne Il Ritorno del Re è stata a lungo oggetto di forte
dibattito tra i fan della saga. La difesa di Minas Tirith è
organizzata da Gandalf e, anche grazie all’aiuto di
Aragon, l’esercito di Sauron viene sconfitto. C’è una domanda
però che fin dall’uscita del film sembra affliggere i fan più
accaniti: perché poco dopo scopriamo che Sauron può contare ancora
su decine di migliaia di Orchi, e che ciò – come suggerito da
Gandalf – potrebbe impedire a Frodo di raggiungere il Monte Fato?
Dov’erano prima questi Orchi?
Gli Orchi, Frodo e Mordor
Aragorn e Gandalf decidono di
marciare verso il Nero Cancello, in modo da attirare su di loro
l’attenzione di Sauron, distraendolo così da Frodo, il quale può
recarsi all’interno del Monte Fato per distruggere finalmente
l’Anello. Alle porte di Mordor, affrontano la Bocca di Sauron, che
mostra loro la cotta di mithril di Frodo, strappata allo hobbit
durante la sua prigionia. A quanto pare, però, all’epoca gli Orchi
non avevano idea di chi fosse Frodo. Se la Bocca di Sauron sa che
Frodo è a Mordor, significa che anche Sauron lo sa: ciò rende la
narrazione alquanto controversa.
Tecnicamente, Frodo non distrugge l’Anello
Alla fine, Frodo arriva finalmente
su Monte Fato, ma quando entra ed affronta la lava, ignora l’invito
di Sam a distruggere l’Anello. Al contrario, guarda il suo amico
negli occhi, esclama: “L’anello è mio”, lo mette al dito e diventa
invisibile. Successivamente Gollum, con un morso, strappa il dito
con l’Anello a Frodo e, durante la colluttazione, lo Hobbit cade
nel vuoto e trascina con sé facendolo cadere nella lava, anche
Gollum e l’Anello: l’Anello è finalmente distrutto, ma tecnicamente
non è stato Frodo a distruggerlo, dal momento che era stato
corrotto dal suo potere.
Sciogliere la Compagnia
Alla fine de
La Compagnia dell’Anello, Frodo si distacca dai suoi
compagni che hanno giurato di aiutarlo nella sua missione per
distruggere l’Unico Anello. Persuaso da Gandalf e Galadriel, Frodo
si è convinto di essere l’unico in grado di riuscire a terminare la
missione: coinvolgere gli altri sarebbe un rischio troppo alto.
Parte di questa decisione si fonda sull’assunto che lo Hobbit è
l’unico in grado di non cedere alla corruzione dell’Anello. Il
resto della storia, però, ci insegna che se Frodo fosse stato
davvero solo, sarebbe morto diverse volte…
Il giusto tributo a Sam
Non appena ci si rende conto che
l’Anello è stato distrutto, tutti invocano il nome di Frodo per
celebrare il suo viaggio e il suo gesto eroico. Molti, però,
dimenticano che Sam ha avuto un ruolo fondamentale nella missione
dell’amico, sotto molteplici punti di vista. Al di là dell’aspetto
semplice e modesto, Sam ha sempre dimostrato una tenacia fuori dal
comune, unita ad una grande forza d’animo e ad uno spirito poetico.
Purtroppo, nel film, è sempre Frodo ad essere celebrato, e mai Sam,
al quale è legato da un profondo vincolo d’amicizia.
Gandalf e il Re Stregone di Angmar
Nella saga viene più volte affermato
che “nessun uomo” può uccidere il Re degli stregoni di Angmar. Una
regola che dev’essere presa alla lettera, dal momento che sia Merry
sia Eowyn riescono a farlo sparire dal mondo, uno hobbit e una
donna, appunto, non uomini. Quando però Gandalf, che fa parte degli
Istari, ha cercato di ucciderlo, fallendo, non è mai stata data
alcuna spiegazione del perché non ci sia riuscito. Gandalf è un
mago, capace addirittura di uccidere i Balrog, i servitori più
potenti di Sauron: deve essere per forza in grado di uccidere il Re
Stregone…
Il lungo viaggio di Sam e Frodo
Il viaggio intrapreso da Sam e Frodo
richiede che i due personaggi camminino molto durante tutta la
storia. Una domanda sorge però spontanea: perché i due non si sono
mai serviti di un cavallo? Nei film vediamo continuamente
personaggi che percorrono immense distanze a cavallo, proprio
mentre Sam e Frodo cercano affannosamente di spostarsi da un luogo
all’altro. Chiaramente un espediente così semplice come quello del
cavallo per i due amici, avrebbe di gran lunga accorciato la
narrazione del film.
I personaggi femminili sono soltanto tre
Forse questo è l’aspetto più ovvio
di tutti: nella trilogia de Il Signore degli Anelli ci sono
soltanto tre personaggi femminili. Eppure, a ben pensarci, è
qualcosa che ancora oggi lascia decisamente perplessi. Se si sono
letti tutti i libri e visti tutti i film, è qualcosa che si dà
ovviamente per scontato, sulla quale – forse – non ci si è
soffermati mai realmente. Eppure, è così: tutti i personaggi della
saga sono principalmente uomini. Per fortuna, i tre personaggi
femminili della saga sono donne sfaccettate, forti e decisamente
dure da sconfiggere. Siamo così abituati a vedere storie con
protagonisti maschili che è importante soffermarsi su quest’aspetto
e riflettere su quanto sia facile dare per scontato qualcosa che
non dovrebbe esserlo…
Frodo lascia la Contea per Sam
Nella nota che lascia a Sam prima di
lasciare definitivamente la Contea, Frodo afferma che il suo amico
non può essere “diviso in due” per sempre. Sebbene venga palesato
in modo ambiguo, c’è davvero poco a cui questa affermazione possa
fare realmente riferimento, se non alla relazione di Frodo e Sam.
Quest’ultimo adesso è sposato, ma conoscendo la sua devozione per
l’amico, si preoccuperà sempre per lui. Al contempo, Frodo non si è
mai realmente integrato nella vita della Contea, ed è perfettamente
consapevole che dopo il viaggio sarà quasi impossibile tornare a
quell’esistenza. Invece di restare e di permettere a Sam di
continuare a prendersi cura di lui per sempre, Frodo decide di
andare, permettendo a Sam di concentrarsi sulla sua famiglia e di
scrivere finalmente un capitolo della vita che sia soltanto
suo.
Gal
Gadot ha raccolto e montato i video di molti dei suoi
colleghi e amici per mandare un messaggio positivo a tutto il
mondo. Come dice l’attrice, l’idea le è venuta dal video di uno dei
tanti reclusi italiani, in questi giorni surreali, che dal sul
balcone ha suonato per tutto il vicinato Image di
John Lennon, con la sua tromba.
Così, Gadot ha
raccolto la sfida e ha realizzato un video con l’aiuto e la
complicità di molti personaggi famosi, attori, presentatori, volti
noti e meno noti, amici e sodali. Eccolo di seguito:
https://www.instagram.com/p/B95M4kNhbzz/
Modella e attrice israeliana,
Gal
Gadot è diventata famosa per aver conquistato il ruolo
di Wonder Woman nel franchise Worner Bros. La
vedremo di nuovo al cinema il 5 giugno, con Wonder Woman
1984 (sperando che per allora i cinema saranno di
nuovo aperti e la vita avrò ripreso il suo corso).
Josh Boone, regista
di The
New Mutants, ha rivelato di non sentire
la pressione attorno al suo attesissimo spin-off della saga di
X-Men “grazie” all’insuccesso commerciale di
Dark Phoenix, il film di Simon
Kinberg arrivato nelle sale lo scorso anno.
In una recente intervista con
Empire (via
Digital Spy), Boone ha ammesso di non sentirsi pressato per
come verrà accolto The
New Mutants, e questo proprio “grazie” a
Dark
Phoenix. Senza troppi giri di parole, il regista
ha spiegato: “Le cose possono soltanto andare meglio dopo Dark
Phoenix. Non voglio dire assolutamente nulla di negativo sulle
persone che sono state coinvolte in quel film… semplicemente, era
quello che era. Onestamente, sento meno la pressione adesso
rispetto alla prima data di uscita fissata per il mio film. Abbiamo
fatto numerosi test screening e il pubblico lo ha amato.”
Sfortunatamente, bisognerà attendere
ancora prima di vedere il film dedicato ai “Nuovi
Mutanti”: il cinecomic, infatti,
è stato posticipato ancora una volta (la quarta!) a causa della
pandemia di Covid-19; sarebbe dovuto arrivare nelle sale americane
il 3 aprile e in quelle italiane il 2 dello stesso mese. Al momento
una nuova data di uscita non è stata ancora ufficializzata.
The
New Mutants è un thriller con sfumature
horror, originale e ambientato in un ospedale isolato dove un
gruppo di giovani mutanti è rinchiuso per cure psichiatriche.
Quando iniziano ad avere luogo degli strani episodi, le loro nuove
abilità mutanti e la loro amicizia saranno messe alla prova, mentre
cercano di fuggire.
Diretto da Josh
Boone e scritto da Boone
e Knate Lee, il film vede nel cast la
presenza di Maisie
Williams, Anya
Taylor-Joy, Charlie Heaton, Alice Braga, Blu
Hunt e Henry Zaga.
ll film è prodotto
da Simon Kinberg, Karen
Rosenfelt e Lauren Shuler
Donner, mentre Stan
Lee e Michele Imperato
Stabile sono i produttori esecutivi.
Ora che l’uscita nelle sale di
Black Widow è
stata ufficialmente posticipata a causa della pandemia di Covid-19,
i fan della Marvel hanno iniziato a chiedere
attraverso i social la release del film su Disney+, la piattaforma di streaming della
Casa di Topolino, già disponibile negli USA, e che in Italia
arriverà a partire dal prossimo 24 marzo. Sfortunatamente, è
davvero improbabile che ciò accada…
Come fatto notare da
ComicBook, i fan del MCU hanno dato vita ad una vera e
propria campagna per chiedere la release dell’atteso cinecomic
interamente dedicato al personaggio di Natasha Romanoff su
Disney+.
Di recente, alcune case di
distribuzione hanno annunciato la release sul mercato VOD di alcuni
titoli le cui uscite al cinema sono state posticipate a causa
dell’emergenza Coronavirus: i fan della Marvel hanno preso come esempio
quest’iniziata e chiesto alla Disney di fare lo stesso per il
cinecomic con protagonista Scarlett Johansson.
Purtroppo, però, i fan sembrano aver
dimenticato che, nel caso specifico di un film come
Black Widow,
la situazione è un alquanto diversa…
Se l’atteso film in solitaria
dedicato a Vedova Nera arrivasse davvero su Disney+, senza passare per le sale
cinematografiche, la fruizione in streaming non garantirebbe alla
multinazionale i medesimi guadagni che invece sarebbero certi
grazie all’arrivo al cinema (basti considerare che, negli Stati
Uniti, un utente può pagare appena 6 dollari per l’iscrizione alla
piattaforma e guardare eventualmente il film in streaming): quindi,
destinare un film del MCU esclusivamente a
Disney+ significherebbe condannarne il successo e garantire
alla Casa di Topolino una grave perdita in termini economici.
I fan dei Marvel Studios non devono far altro che
pazientare e attendere l’annuncio ufficiale della nuova data di
uscita di Black
Widow.
La regia di Black Widow è
stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna
Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of
Eleanor Rigby). Insieme alla Johansson ci saranno
anche David
Harbour, Florence
Pugh, e Rachel
Weisz.
Approfittando della reclusione da
quarantena, causa Covid-19, Kevin Smith sta lavorando per terminare le
sceneggiature di due progetti che i fan del suo cinema attendono da
molto tempo: Clerks 3 e il sequel di
Generazione X.
Ad annunciarlo è stato lo stesso
Smith attraverso un post via
Facebook. Purtroppo, la pandemia di Coronavirus costringe il
mondo intero a trascorrere la maggior parte delle giornate in
totale isolamento, chiusi ognuno nelle proprie case: Kevin Smith ha quindi annunciato che, proprio
grazie al tempo a disposizione, avrà sicuramente modo di portare a
termine le sceneggiature di Clerks 3 e di Mallrats
2, sequel di Generazione
X.
Nel post condiviso via Facebook,
Smith sembra anche aver anticipato che il titolo ufficiale del
sequel di Generazione X sarà Twilight of the
Mallrats. Potete vedere il post originale di
seguito:
A proposito di Clerks 3, in passato Kevin Smith aveva dichiarato che la
sceneggiatura del film è stata modificata in seguito all’attacco di
cuore avuto dal regista nel 2018, ispirando così il nuovo percorso
del protagonista Randal. A quanto pare il film inizierà con il
cinico cassiere di fast food interpretato da Jeff
Anderson che, come Smith, ha appena subito un infarto e
sta attraversando una crisi di mezza età.
“Randal ha un attacco di cuore,
ed essendosi avvicinato così tanto alla morte, capisce che la sua
vita non ha significato nulla, nessuno lo ricorderà e non ha
famiglia o cose del genere”, ha dichiarato Smith. “E durante la
ripresa, mentre si trova sotto effetto di fentanil, giunge alla
classica conclusione di un uomo di mezza età che ha lavorato in un
videonoleggio per tutta la sua vita e ha visto i film di altre
persone: voglio fare il mio film. Ed è qui che Dante e Randal
creano Clerks, e questa è la storia di Clerks 3.”
Per quanto riguarda, invece, il sequel di
Generazione X, al momento non ci sono
dettagli.
James
Gunn, regista dell’attesissimo The Suicide
Squad, ha rivelato via Instagram qual è la sua
incarnazione cinematografica preferita del Joker.
Con grande sorpresa, non si tratta di Jared Leto, che ha interpretato l’iconico
supercriminale proprio in Suicide Squad di David
Ayer.
Sempre in occasione di un Q&A
del regista attraverso il suo profilo Instagram, Gunn ha
risposto di non saper in realtà scegliere il suo interprete del
Joker preferito, e di essere fortemente indeciso tra le performance
di Heath Ledger e Joaquin Phoenix, che hanno interpretato il
villain rispettivamente ne Il cavaliere oscuoro e nel più recente Joker.
James Gunn non ha
quindi nominato Jared Leto, che ha interpretato Joker in
Suicide Squad: in effetti, quella di Leto
è stata una delle incarnazioni del celebre personaggio dei fumetti
DC più discusse di sempre. Inoltre, a causa dei numerosi tagli
operati in fase di post-produzione, sappiamo che il personaggio
avrebbe dovuto avere molto spazio nel film arrivato al cinema nel
2016.
Sappiamo che The
Suicide Squad sarà una sorta di sequel/reboot del
film di Ayer: torneranno, infatti, alcuni degli attori già apparsi
in quella pellicola, come Margot
Robbie, Joel Kinnaman, Jai
Courtney e Viola
Davis.
Secondo le ultime
indiscrezioni, Nathan
Fillion dovrebbe interpretare Arm-Fall-Off-Boy,
che i lettori dei fumetti ricorderanno come il criminale con la
capacità di staccare i propri arti e usarli come armi, potere
guadagnato grazie ad un elemento metallico antigravità.
Altri nomi circolati nelle ultime
settimane sono Ratcatcher e Peacemaker, ma i report segnalano
che Sean Gunn potrebbe vestire i panni
di Weasel e Flula Borg quelli di
Javelin; Pete Davidson potrebbe
interpretare Blackguard, mentre Michael Rooker
Savant.
Ewan
McGregor prende il posto di Sir Alex
Guinness nei panni di Obi-Wan
Kenobi nel video deepfake della trilogia
originale di Star Wars. Sappiamo che McGregor tornerà
a vestire i panni del Maestro Jedi nell’annunciata serie destinata
a Disney+. L’attore aveva già
interpretato il personaggio nella trilogia prequel della celebre
saga fantascientifica.
Obi-Wan Kenobi sarà il terzo
titolo di Star Wars ad approdare
su Disney+
(il cui lancio è previsto in Italia per il 24 marzo) dopo
The
Mandalorian, la serie prodotta da Jon Favreau, e
un progetto ancora senza titolo descritto come un prequel
di Rogue
One del 2016 con protagonista Cassian Andor,
l’ufficiale dell’Alleanza Ribelle interpretato
da Diego Luna.
Vi ricordiamo che il personaggio è,
ad oggi, l’unico personaggio della saga a comparire in tutti e sei
i film “tradizionali” in diverse vesti. In Guerre
Stellari è chiaramente il vecchio Ben Kenobi, mentre
ne L’Impero colpisce ancora e ne Il
Ritorno dello Jedi appare in forma di spirito, di Forza,
a Luke, nei suoi momenti di difficoltà. In questo caso ha le
sembianze di Alec Guinness.
Non tutti sanno che la voce di
Obi-Wan si può ascoltare anche ne Il Risveglio della
Forza, nel momento in cui Rey tocca per la prima volta la
spada di Luke.
Il celebre fan artist BossLogic ha immaginato
l’attrice Ana de Armas nei panni di Poison
Ivy nel DCEU e realizzato due nuove bellissime fan art
ad hoc. Il personaggio dovrebbe apparire nell’attesissimo
spin-off Gotham City Sirens, in cantiere alla
Warner ormai da diverso tempo: il film, come rivelato da Margot
Robbie, è stato sospeso per permettere la
realizzazione di Birds of Prey, ma stando a quanto
dichiarato dal regista David Ayer, il progetto non sarebbe
assolutamente morto.
Nel film Harley
Quinn dovrebbe apparire al fianco di
Catwoman e Poison Ivy. Al momento
non sappiamo se il cinecomic verrà mai realizzato e, soprattutto,
chi saranno le attrice che andranno ad affiancare Margot
Robbie. Nell’attesa di eventuali nuovi dettagli,
BossLogic ha
condiviso via Instagram due nuove fan
art che immaginano Ana de Armas – reduce dal successo di
Cena con delitto – Knives Out e nel cast dell’attesissimo
No
Time to Die – nei panni del personaggio di Pamela
Lillian Isley.
Ana de Armas è un’attrice e modella cubana. Si
è fatta conoscere grazie all’horror Knock Knock con
protagonista
Keanu Reeves. La fama a livello internazionale è arrivata
grazie al ruolo dell’intelligenza artificiale Joi in Blade
Runner 2049 di Denis Villeneuve. Per la sua
interpretazione in
Cena con delitto – Knives Out ha ricevuto una
candidatura al Golden Globe. A novembre la vedremo nelle sale di
tutto il mondo in No Time to
Die, venticinquesimo capitolo della saga di
Bond.
A tre anni ormai dall’uscita di
Star Wars: Gli Ultimi Jedi nelle sale, il regista
Rian Johnson ha rivelato che avrebbe voluto
organizzare dei test screening durante la post-produzione del film.
Per chi non lo sapesse, i test screening sono delle proiezioni di
prova che vengono effettuate per “testare” le reazioni del pubblico
ad una prima versione (chiaramente non definitiva) di un
determinato progetto cinematografico.
La rivelazione è stata fatta da
Johnson in una featurette presente tra i contenuti speciali
dell’edizione home video del suo ultimo film Cena
con delitto – Knives Out, di cui è stato di recente
annunciato il sequel. Il regista ha spiegato che per il film
con protagonisti
Daniel Craig,
Chris Evans e
Ana de Armas è stato possibile organizzare un test screening,
dichiarando quanto segue:
“Sembrava di essere ad una
festa, però al cinema. È stato veramente divertente. È stata la
prima volta che ho pensato: ‘Wow. Allora funziona. È davvero un bel
film’. È stato un bel momento, e purtroppo con Star
Wars non è stato possibile, per tuta una serie di motivi
diversi. Ho sempre odiato i test screening, eppure, mentre stavamo
girando Gli
Ultimi Jedi, ad un certo punto mi sono ritrovato a pensare:
‘Darei un braccio per trovarmi di fronte a 300 persona a Buerbank e
vedere se il film funziona’.”
In attesa di nuovi dettagli,
ricordiamo che a Rian
Johnson, regista de Gli Ultimi
Jedi, è stata affidata la scrittura di una nuova trilogia
basata su nuove storie e nuovi personaggi. In passato, anche ai
creatori di Game of Thrones,David
Benioff e D.B. Weiss, era
stato affidato lo sviluppo di una trilogia parallela:
sfortunatamente, il duo ha deciso poi di abbandonare il progetto.
Inoltre, ci sarebbe anche un nuovo film al quale starebbe
attualmente lavorando Kevin Feige,
presidente dei Marvel Studios.
È stato diffuso il materiale di
pre-produzione del Dune di Alejandro
Jodorosky, il film mai realizzato a cui il regista lavoro
nella seconda metà degli anni Settanta e che doveva essere il primo
adattamento dal romanzo di Frank Herbert.
Nel 1975 Jodorosky va in Francia per
iniziare a lavorare a un film che non fu mai realizzato: un
colossale adattamento di Dune di
Frank Herbert, in cui dovevano recitare
Orson Welles, Salvador Dalí e altri, la musica era
stata affidata ai Pink Floyd. Per lavorare a
questo progetto, il regista mise insieme i talenti visionari di
HR Giger, Dan O’Bannon e Jean “Moebius’ Giraud
(Giger e O’Bannon hanno successivamente collaborato ad
Alien). Tuttavia i finanziatori del
progetto si sono ritirati e Dune è stato infine girato da
David Lynch.
Sul progetto di Jodorosky è stato
realizzato nel 2013 un documentario, dal titolo
Jodorosky’s Dune, che racconta proprio la
pre-produzione e la lavorazione del film mai realizzato:
A questo link trovate tutto
il materiale condiviso su Google Share
Photo.
Al momento, Denis
Villeneuve sta girando un nuovo adattamento dai romanzi.
Di seguito la prima sinossi ufficiale di
Dune:
“Percorso mitico e carico di
emozioni, Dune racconta la storia di Paul Atreides, un giovane
brillante e dotato nato sotto un grande destino al di là della sua
comprensione, che dovrà viaggiare verso il pianeta più pericoloso
dell’universo per assicurare alla sua famiglia e alla sua gente un
futuro: mentre forze maligne esplodono in un conflitto per avere il
controllo esclusivo del pianeta e della risorsa più preziosa
esistente (una merce in grado di sbloccare il più grande potenziale
dell’umanità), a sopravvivere saranno solo quelli che potranno
sconfiggere la loro paura“.
In DuneTimothée Chalamet interpreterà il
protagonista Paul Atreides, nato sul pianeta Caladan dal matrimonio
fra il duca Leto Atreides I e la sua concubina Lady Jessica. Nel
cast anche Javier
Bardem, Zendaya, Oscar
Isaac, Rebecca
Ferguson, Stellan
Skarsgard, Dave
Bautista, Charlotte
Rampling e Jason Momoa.
Iron Man è
senza dubbio un film simbolico per tanti aspetti. Si tratta del
primo titolo dei Marvel Studios, il film che (insieme a
Sherlock
Holmes di Guy
Ritchie) ha visto risorgere la carriera di Robert Downey
Jr., il film che ha messo sul piatto una scommessa
enorme e che ha dato speranza e felicità a tantissimi lettori di
fumetti che nella vita si erano sempre sentiti una nicchia di
“sfigati”.
Con Iron Man nasce
il cinecomic modernamente inteso e i Marvel
Studios presentano i progetto che nel corso degli anni
ha cambiato per sempre il profilo produttivo ed economico del
mercato cinematografico mondiale. Ma quanto conoscete bene il film?
Ecco alcuni segreti, dettagli e curiosità sul film con protagonista
il genio, miliardario, playboy, filantropo.
Come sappiamo, si tratta del primo
film autofinanziato dei Marvel Studios. La
sceneggiatura, nella parte relativa ai dialoghi, non era
completamente finita quando sono iniziate le riprese, poiché i
cineasti erano più concentrati sulla storia e sull’azione, quindi
le battute sono state costruite durante le riprese. Il regista
Jon
Favreau ha ammesso che questa procedura ha reso più
naturale la recitazione.
Alcune scene sono state girate con
due telecamere, per catturare le battute improvvisate sul momento.
E sembra che Robert Downey
Jr. abbia chiesto molte riprese di ogni scena,
dal momento che voleva provare qualcosa di nuovo. Gwyneth
Paltrow, d’altra parte, ha avuto difficoltà ad entrare
in sintonia con la sua co-star proprio perché non sapeva cosa
avrebbe detto Downey.
Iron Man: il cast
Il regista Jon
Favreau voleva Robert Downey
Jr. perché sentiva che il passato dell’attore si
rispecchiava nella parte. Ha commentato:
“I momenti migliori e peggiori
della vita di Robert sono stati sotto gli occhi del pubblico. Ha
dovuto trovare un equilibrio interiore per superare ostacoli che
andavano ben oltre la sua carriera. Quello è Tony Stark. Robert
porta una profondità che va oltre un personaggio dei fumetti che ha
problemi al liceo o che non riesce ad avere la ragazza“.
Favreau ha anche pensato che Downey potesse rendere Stark “un
simpatico stronzo“, ma anche rappresentare un autentico
viaggio emotivo una volta conquistato il pubblico.
Iron Man, l’intelligenza
artificiale
Il sistema operativo del computer
di Tony Stark si chiama J.A.R.V.I.S. (Just A Rather Very
Intelligent System). Questo nome è un tributo a Edwin
Jarvis, il maggiordomo di Howard Stark. Il personaggio è stato
modificato e reso una intelligenza artificiale per evitare il
paragone con l’Alfred di Batman. Nel fumetto Iron Man 2: Public
Identity, il prequel a Iron Man 2
(2010), viene rivelato che Tony ha scelto questo nome perché dopo
la morte dei genitori fu proprio Jarvis a prendersi cura di lui.
James D’Arcy interpreta una giovane versione di
Jarvis in Agent Carter e ha fatto il suo
debutto nel MCU in Avengers:
Endgame.
Iron Man in Home Video
Nella Regione 1, il primo disco
della versione Home Video di Iron Man
prevede un Easter Egg nascosto. La sezione Special Features
nasconde il simbolo di un cerchio tra Preview e Main Menu. Premendo
Enter lì, si ha la possibilità di vedere un video di Stan
Lee e Robert Downey
Jr. che parlano del cameo di Lee nel film.
Iron Man: le origini
Nei fumetti, Tony Stark partecipò
alla guerra del Vietnam durante la quale “nacque” Iron Man. Più
tardi, i fumetti hanno posticipato la sua nascita alla Guerra del
Golfo. In questo film, l’origine del personaggio è stata
leggermente cambiata e il territorio in conflitto su cui Tony
diventa Iron Man è
l’Afghanistan. La scelta è stata motivata dal regista Jon
Favreau: l’intenzione non era quella di fare un film
d’epoca ma di realizzare un ritratto contemporaneo dell’eroe.
Iron Man: chi è il regista?
Nell’ottobre 1999, Quentin
Tarantino è stato contattato per scrivere e dirigere il
primo progetto del film. Più tardi, Joss Whedon,
un grande fan del fumetto, è stato in trattative per dirigere il
film nel giugno 2001. Nel dicembre 2004, Nick
Cassavetes è stato assunto come regista, e addirittura
l’uscita del film era prevista per il 2006, ma tutto è fallito.
Infine, Jon
Favreau è stato assunto come regista nell’aprile
2006, lui per festeggiare si è messo a dieta! Whedon ha poi avuto
la sua occasione di dirigere due volte il personaggio di Iron Man,
in The Avengers (2012) e in Avengers: Age of Ultron (2015).
Iron Man: dove vederlo in
streaming
Il film non fa parte dei titoli
Marvel Studios che
arriveranno su Disney+
a partire dal 24 marzo 2020, ma è possible vederlo in abbonamento
su Timvision, oppure è disponibile a noleggio su Google Play,
iTunes, Chili, Infinity, Rakuten Tv, Playstation Store e Microsoft
Store.
Iron Man Cervia
Forse non tutti sanno che la
Ironman (scritto attaccato) è la gara di triathlon
più dura del mondo e la versione italiana si svolge a Cervia.
L’Ironman Italy’ è
classificato al quinto posto come miglior evento nella categoria
‘Overall Celebration Day/Post Race Celebration Experience’ negli
Athelete Choice Awards 2018. Una gara dall’appeal incredibile e dal
sostegno e partecipazione eccezionale sia come supporto agli atleti
sia per la grande tifoseria locale. Degli oltre 40 ‘Ironman’ che si
svolgono nel mondo quello di Cervia si è rivelato il più
partecipato in termini di iscritti.
Iron Man 2
Il film del 2010 esce con
aspettative e in uno scenario completamente differente. Costituisce
un blocco unico, un dittico, potremmo dire, con il film del 2008 e
ne riporta a schermo la squadra: torna Robert Downey
Jr., torna Gwyneth
Paltrow, ma Terrence Howard è
sostituito da Don Cheadle, che detiene tutt’ora il
ruolo di Rhodey. Anche alla regia torna Jon Favreau.
Il cattivo questa volta è Mickey Rourke e la
storia si nobilita con i riferimenti a Demon in a bottle, una delle
storie più cupe legate al personaggio di Tony Stark. Il successo è
travolgente, ma la qualità narrativa è inferiore rispetto al primo
“perfetto” capitolo, tuttavia adesso la strada è spianata per gli
altri Vendicatori, visto che da lì a poco arriveranno
Captain America e Thor.
Iron Man 3
Scheggia impazzita della trilogia,
questo film vede Shane Black avvicendarsi alla
regia con Jon Favreau
che rimane nella produzione a interpretare Happy Hogan. Il film
è quello della trilogia di Iron Man che ha
incassato di più, raccogliendo recensioni miste ma soprattutto
mettendo il pubblico davanti al twist legato al personaggio del
Mandarino che ha in qualche modo riscritto le regole del MCU.
Iron Man 4
Il film non è mai stato realizzato.
Si è pensato per un periodo a come continuare a raccontare la
parabola di Tony Stark nei panni del Vendicatore con l’armatura, ma
l’esito di Avengers:
Endgame ha mostrato che non c’è un futuro
per il personaggio. Robert Downey
Jr. sembra intenzionato ad andare avanti con la sua
carriera, mentre il Marvel Cinematic
Universe è lanciato verso una Fase 4 che assumerà una nuova
forma, dividerà i suoi canali narrativi tra cinema e tv (servizio
streaming) e riprenderà a dare forma ai sogni dei fan, ma forse con
modalità differente. Un Iron Man 4 sarà
possibile, in futuro, certamente, ma forse con un altro eroe (o
un’ieroina?) ad indossare l’armatura.
Tra i più noti attori e caratteristi
del cinema hollywoodiano, John Goodman ha negli
anni confermato il proprio status partecipando ad alcuni tra i più
celebri film degli ultimi decenni. Grazie ai suoi ruoli cult,
Goodman è ad oggi noto a spettatori di ogni età, che possono
beneficiare della grande varietà di prodotti a cui ha partecipato
nel corso della sua carriera.
9. Ha preso parte a
produzioni televisive. Goodman raggiunge grande notorietà
grazie al suo ruolo da protagonista nella serie comedy Pappa e
ciccia (1998-2018), per poi apparire nuovamente sul piccolo
schermo in diversi episodi del Saturday Night Live
(1989-2013) e in alcune puntate delle serie West Wing – Tutti
gli uomini del Presidente (2003-2004), con Rob
Lowe, Treme (2010-2011), Damages
(2011), Community (2011-2012), Alpha House
(2013-2014), Black Earth Rising (2018) e The Righteous
Gemstones (2019).
8. È un noto
doppiatore. Goodman vanta una lunga filmografia anche in
veste di doppiatore, diventando celebre come voce originale di
Pacha in Le follie
dell’imperatore (2000) e di Sullivan in Monster &
Co. (2001). Tra gli altri film d’animazione da lui
doppiati si annoverano anche Il libro della giungla 2
(2003), Le follie di Kronk (2005), Cars – Motori
ruggenti (2006), La principessa e il ranocchio
(2009), e Monsters University (2013).
John Goodman: chi è sua moglie
7. Ha conosciuto sua moglie
ad un party. Durante le riprese del film Everybody’s
All-American, del 1989, l’attore partecipa ad una festa di
Halloween dove conosce Annabeth Hartzog. Innamoratisi, i due
intraprendono una relazione che dura ancora oggi, rendendo la loro
una delle storie d’amore più durature del panorama
hollywoodiano.
6. Hanno avuto una
figlia. Nel 1990 nasce l’unica figlia della coppia,
chiamata Molly Evangeline Goodman. Questa, acquisendo la passione
del padre per il cinema, intraprese una carriera come assistente di
produzione.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
John Goodman in Pappa e ciccia
5. È uno dei
protagonisti. Nella serie sitcomedy Pappa e
ciccia, che comprende dieci stagioni dal 1988 al 2018,
l’attore ricopre il ruolo di Dan Conner, marito della famiglia
intorno a cui ruotano le vicende principali. Egli è un personaggio
tranquillo e rilassato, il quale si arrabbia raramente, al
contrario di sua moglie, con cui forma per tanto un irresistibile
duo comico.
4. Ha sofferto di
depressione dopo la cancellazione della serie. Rinnovata
per una decima stagione di nove episodi nel 2018, la serie viene
infine cancellata per via di alcuni scandali legati alla
protagonista femminile. Goodman, particolarmente affezionato al
progetto e al proprio personaggio, ha affermato di aver lottato per
mesi contro la depressione dopo aver appreso tale notizia.
John Goodman in Il grande
Lebowski
3. È il suo film preferito
tra quelli da lui interpretati. L’attore ha più volte
dichiarato di essere rimasto particolarmente soddisfatto del
risultato del film Il grande Lebowski, e che una serie di
fattori lo spingono a considerarlo il suo film preferito tra quelli
in cui ha recitato. Tra questi vi è l’amicizia nata con l’attore
JeffBridges e il personaggio da
lui interpretato, Walter Sobchak, divenuto un’icona.
2. Voleva un differente
taglio di barba. Tra gli elementi di maggior successo del
suo personaggio, vi è la sua particolare barba sagomata. L’attore
ha ammesso che originariamente aveva in mente un look differente,
ma che i fratelli Coen si imposero per quel taglio, che associato
al taglio di capelli rendeva ulteriormente caratteristico il volto
dell’attore.
John Goodman: età e altezza
1. John Goodman è nato a San
Louis, nel Missouri, Stati Uniti, il 20 giugno 1952.
L’attore è alto complessivamente 188 centimetri.
Di origini russe, l’attrice
Kseniya Rappoport lavora stabilmente in Italia,
dove ha conseguito importanti riconoscimenti che le hanno permesso
di affermarsi all’interno del settore. L’interprete è inoltre nota
per essere stata la protagonista di alcuni noti film d’autore,
grazie a cui ha potuto dimostrare le proprie doti da interprete.
Ecco 10 cose che non sai di Kseniya Rappoport.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Kseniya Rappoport: i suoi film
10. Ha iniziato la sua
carriera in Russia. Cresciuta a San Pietroburgo, l’attrice
intraprende la propria carriera da attrice nella madre patria,
partecipando a film come Izydi! (1991) e Anna
Karenina (1997), di produzione statunitense ma girato in
Russia. Il primo ruolo cinematografico di spessore arriva nel 1998
con Cvety kalenduly, il quale le permette di ottenere
popolarità anche al di fuori dei confini nazionali. Suoi successivi
successi sono anche Un cavaliere di nome morte (2004) e
Yuri’s Day (2008).
9. È divenuta celebre in
Italia. Divenuta ormai nota a livello europeo, l’attrice
sbarca in Italia per ricoprire il ruolo di protagonista nel film
La sconosciuta (2006), per poi partecipare a L’uomo
che ama (2008), dove recita accanto all’attore Pierfrancesco
Favino. Negli anni seguenti recita in
Italians (2009), La doppia ora (2009),
Il padre e lo
straniero (2010), con Alessandro
Gassmann, Noi 4 (2014), Il ragazzo
invisibile (2014), La foresta di ghiaccio (2014)
e Il ragazzo invisibile
– Seconda generazione (2018).
8. Ha ottenuto importanti
riconoscimenti. In Italia l’attrice ha potuto ottenere
alcuni dei maggiori riconoscimenti della sua carriera. Al suo primo
ruolo, quello in La sconosciuta, ottiene infatti il premio
David di Donatello come miglior attrice. Per La doppia
ora, invece, ottiene la Coppa Volpi per la miglior
interpretazione femminile alla Mostra del Cinema di Venezia.
Kseniya Rappoport: chi è suo
marito
7. È sposata. Poco
si sa della vita privata dell’attrice, che non ama rivelare
dettagli della sua vita sentimentale. È tuttavia noto il suo
matrimonio con Dmitriy Borisov, imprenditore russo nel settore
della ristorazione. La coppia vive in Russia, e anche per questo
non si è soliti avere loro notizie.
6. Ha avuto due
figli. Tra le poche notizie rilasciate dalla coppia vi è
la nascita dei figli, di cui però non sono stati forniti ulteriori
dettagli. La maternità è stata motivo per l’attrice di una lunga
pausa dalle scene, che stando alle sue parole le ha permesso di
maturare come persona e interprete.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Kseniya Rappoport non è su
Instagram
5. Non ha un
account. L’attrice si è sempre dimostrata particolarmente
riservata, preferendo non esporsi su social network come Instagram.
Ecco perché non possiede un proprio profilo personale. È tuttavia
possibile seguire alcune fan page dove trovare gli ultimi
aggiornamenti su di lei e i suoi progetti.
Kseniya Rappoport in La
sconosciuta
4. È stata fortemente voluta
dal regista. Dopo averla vista in alcuni film, il regista
Giuseppe Tornatore chiama l’attrice a recitare nel
suo film La sconosciuta. L’attrice era la prima ed unica
scelta per il ruolo, e dopo aver letto la sceneggiatura accettò il
ruolo che le avrebbe aperto le porte per una carriera in
Italia.
3. Ha avuto difficoltà con
la lingua. L’attrice non aveva precedenti esperienze con
l’italiano, così ha raccontato di essersi trovata in difficoltà
durante il provino necessario per La sconosciuta. Qui la
Rappoport seppe rispondere soltanto con parole come “sì”, “certo” e
“piacere”. Durante le riprese ebbe modo di perfezionare la lingua
fino al punto in cui poté recitare senza problemi.
2. Ha sfruttato il proprio
senso di spaesamento. Trovandosi in un contesto totalmente
nuovo, l’attrice ha raccontato di aver provato un forte senso di
confusione e spaesamento durante le riprese del film. Questo le è
tuttavia tornato utile per poter dar vita al proprio personaggio,
che si trova a vivere una situazione simile.
Kseniya Rappoport: età e
altezza
1.Kseniya
Rappoport è nata a San Pietroburgo, in Russia, il 25 marzo
1974. L’attrice è alta complessivamente 176 centimetri.
La giovane Mackenzie
Davis si è negli anni affermata come interprete dotata di
grande versatilità ma con una predilezione per il genere
fantascientifico. Con i ruoli fino ad ora ricoperti ha potuto
sfoggiare anche una trasformazione fisica che l’ha in alcuni casi
resa irriconoscibile, dimostrando le sue capacità di mimesi e di
completa aderenza al personaggio. Ecco 10 cose che non sai
di Mackenzie Davis.
9. Ha preso parte a una nota
serie TV. La Davis ha una prima occasione per farsi notare
recitando nella serie Halt and Catch (2014-2017), dove
ricopre il ruolo del genio informatico Cameron Howe. Diventa poi
estremamente popolare recitando nel ruolo di Yorkie nell’acclamato
episodio San Junipero delle serie Black Mirror.
Nel 2020 torna in televisione per la serie Station Eleven,
dove recita nel ruolo di Kirsten.
Mackenzie Davis: chi è il suo
fidanzato
8. È molto
riservata. Divenuta celebre solo negli ultimi anni,
l’attrice ha da subito mantenuto una certa distanza tra la propria
vita personale e quella lavorativa. Non possedendo account social,
infatti, la Davis ha evitato che circolassero troppe informazioni
riguardo la propria vita sentimentale, anche se l’essersi fatta
vedere durante eventi di gala con il modello Gus
Thompson hanno lasciato ipotizzare una loro relazione.
Mackenzie Davis in Terminator
7. Ha recitato
nuda. Nel film era prevista una sequenza dove il
personaggio dell’attrice, Grace, combatteva nudo contro uno dei
villain. Alla Davis fu proposto di indossare un costume che sarebbe
poi stato rimosso in post-produzione, ma lei rifiutò affermando di
voler girare la scena così come era scritta, in modo da poter
sfruttare la sensazione dell’essere nudi a suo favore.
6. Era nervosa all’idea di
accettare il ruolo in Terminator: Destino oscuro. Nel
corso di un’intervista l’attrice ha affermato di essere stata
inizialmente titubante all’idea di accettare il ruolo di Grace nel
nuovo Terminator. La Davis non si sentiva infatti adeguata a tale
parte, ma alla fine il suo desiderio di uscire dalla propria
“comfort zone” ha prevalso, spingendola ad accettare.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Mackenzie Davis: il suo fisico
5. Ha messo su molti muscoli
per un ruolo recente. Per interpretare Grace nel
post-apocalittico Terminator
– Destino oscuro, l’attrice si è sottoposta ad un duro
allenamento che ne ha particolarmente trasformato il fisico. La
Davis è infatti stata seguita da un team di allenatori che l’hanno
aiutata a guadagnare massa muscolare, così da poter prendere parte
alle sequenze d’azione previste dal film.
Mackenzie Davis in Black
Mirror
4. È una grande fan della
serie. L’attrice ha dichiarato di essere da sempre fan
della serie, ancor prima di ottenere il ruolo in San
Junipero. Ha infatti raccontato di aver visto i primi due
episodi della prima stagione in una sola serata in compagnia di
amici, rimanendo stregata dalle tematiche trattate. Quando le fu
offerta una parte non esitò dunque ad accettare.
3. Si è basata sulle
sensazioni. Yorkie è pressoché l’avatar di una donna in
coma da oltre 40 anni. Per l’attrice è stata una vera sfida cercare
di dar vita ad un personaggio simile, dove ogni cosa che compie la
compie praticamente per la prima volta, senza sapere se sia reale o
meno. Per riuscire a rendere tutti questi aspetti, la Davis ha
affermato di non essersi persa troppo in riflessioni, ma di essersi
basata sugli effetti che le sensazioni provate dal personaggio
potevano avere in lei.
2. È affascinata dal
messaggio politico dell’episodio. L’attrice ha dichiarato
che oltre ad essere stata colpita dalla storia in sé, di San
Junipero ha particolarmente apprezzato il fatto che racconti
di persone che altrimenti non avrebbero avuto una propria storia.
Le due protagoniste dell’episodio sono inoltre libere di scegliere,
una possibilità che non a tutti è concessa.
Mackenzie Davis: età e altezza
1. Mackenzie Davis è nata a
Vancouver, in Canada, il 1 aprile 1987. L’attrice è alta
complessivamente 178 centimetri.
Il palinsesto tv di Italia
1 sta offrendo il suo contributo ad alleviare le ore di
quarantena degli italiani mettendo in programma, per quattro
settimane, gli otto film della saga di Harry
Potter.
Ma quanto conosciamo bene i
personaggi protagonisti della saga? E quanto è stato fatto bene il
lavoro di adattamento degli stessi, nel passaggio dalla pagina
scritta allo schermo? Ecco le differenze trai personaggi dei film e
dei libri della saga di Harry
Potter.
HARRY POTTER
Daniel
Radcliffe ha fatto un ottimo lavoro catturando la
magia del personaggio protagonista, l’unico e solo maghetto con gli
occhiali che tutto il mondo ama. Nei libri, J.K.
Rowling descrive il ragazzo che è sopravvissuto come
un ragazzino smilzo, magro, troppo piccolo per la sua età con i
capelli neri disordinati di suo padre e gli occhi di sua madre.
Come sanno i veri fan dei libri,
gli occhi di Harry sono descritti come verdi, ma
Radcliffe ha gli occhi di un blu chiaro.
Sfortunatamente,
Daniel era allergico alle lenti che Chris
Columbus, regista del primo film, voleva fargli indossare,
per cui il dettaglio è rimasto invariato per tutti i film a
seguire.
RONALD WEASLEY
Ronald Weasley,
interpretato da Rupert Grint, è sicuramente “il nostro re”.
L’adorabile perdente e leale migliore amico è descritto nei libri
come alto e dinoccolato con un lungo naso appuntito e lentiggini
rosse.
Anche se non vorremmo sostituire
Grint per nessuno, l’attore è un po’ diverso nell’aspetto, è
più robusto di quanto dovrebbe essere Ron, con il naso tutt’altro
che appuntito e con delle spalle larghe che, a ben pensarci, lo
rendono molto più credibile come portiere della squadra di Quiddich
di Grifondoro.
HERMIONE GRANGER
Hermione Granger,
interpretata dalla straordinaria bellezza di Emma Watson, è il frutto di un adattamento per
lo schermo non troppo fedele alla pagina. Si tratta di una
operazione comune quando c’è da adattare un personaggio che sulla
carta non è bello canonicamente parlando.
Questo è certamente il caso di
Hermione, che dovrebbe avere capelli castani folti e crespi e denti
sporgenti (almeno fino al quarto libro quando se li fa
rimpiccioline da Madama Chips dopo un “incidente” con Draco
Malfoy). Invece, Emma Watson sfoggia capelli quasi biondi nei
film successivi e quasi sempre in piega, con onde ordinate, e i
suoi denti sembrano perfetti. Tuttavia, nonostante le loro
differenze, non vorremmo che nessun altro interpretasse la
signorina Granger!
SEVERUS PITON
Il
Severus Piton dei film è quasi perfetto rispetto alla
descrizione del libro. Viene descritto con capelli lunghi neri e
unticci, il naso lungo e adunco, e con sempre un’espressione
severa, appunto, sul volto.
Anche se si suppone che abbia
quarant’anni nei libri,
Alan Rickman aveva cinquant’anni durante le riprese.
Nonostante questa differenza di età, l’attore ha assolutamente
indovinato il look e la performance di quello che, con il tempo, è
diventato uno dei personaggi migliori della saga.
NEVILLE PACIOCK
Neville Paciock è uno dei
personaggi con lo sviluppo più eroico dell’intera saga, partendo da
re dei perdenti e arrivando a essere capo della ribellione e
artefice di un gesto decisivo per la vittoria contro Voldemort,
alla fine della
storia. È descritto nei libri come basso e grassoccio con una
faccia rotonda e capelli biondi.
Nei film, a parte i capelli
castani, Matthew Lewis comincia con l’essere molto simile al
ragazzotto delle pagine, ma crescendo, Lewis è diventato un ragazzo
snello e prestante, un po’ difficile da paragonare a quello che i
libri ci hanno raccontato.
DRACO MALFOY
Draco Malfoy non
avrebbe potuto essere interpretato in modo più perfetto da nessuno
che non fosse Tom Felton. Con il suo sorriso
arrogante e l’atteggiamento spavaldo, l’attore che ha interpretato
il cattivo purosangue ha dato davvero il massimo, rendendolo tanto
odioso e spregevole come nei romanzi.
Mentre nella vita reale Felton è
noto per essere un cuore d’oro, sa sicuramente come interpretare un
prepotente! Malfoy è praticamente perfetto anche rispetto alla sua
descrizione del libro che lo dipinge come un ragazzo con un viso
pallido e appuntito e con i capelli bianco-biondi. Sì, è Felton, va
bene.
DUDLEY DURSLEY
Zia Petunia potrebbe
pensare che Dudley assomigli ad un “piccolo angelo”, ma Harry ha
l’impressione più precisa che suo cugino assomigli ad un “maiale
con una parrucca”. E ci sembra che Harry abbia una visione
decisamente più realistica della situazione!
Nei libri, Dudley è descritto come
un bimbo grasso e rosa, con i capelli biondi, non bruni, come nel
film. A parte questo dettaglio dei capelli, l’interprete di Dudley
è perfetto, e ci piace anche di più alla fine, quando trova il suo
modo di ringraziare Harry e riscattarsi.
SIRIUS BLACK
Sirius
Black, interpretato dal tanto talentuoso Gary Oldman, è abbastanza fedele nei film
rispetto alla descrizione del personaggio del libro. Nel libro,
Sirius è descritto come simile a un cadavere a causa
della sua malnutrizione ad Azkaban, con una faccia scheletrica
scarna e occhi lucenti.
Mentre nei film i suoi capelli
arrivano appena alle spalle, nei libri i suoi ricci bruni scendono
fino ai gomiti! Inoltre, nei libri si descrive bene il suo stato di
cattiva salute a causa della prigionia, con denti gialli e occhi
scavati, tuttavia, anche con il trucco, Oldman fatica a nascondere
il suo naturale fascino.
LUNA LOVEGOOD
Luna
Lovegood, interpretata dalla geniale Evanna
Lynch, è sorprendentemente simile alla descrizione del suo
personaggio nei libri. Si dice che abbia i capelli biondi arriffati
che le arrivano fino alla vita e “occhi sporgenti” che la fanno
sembrare costantemente sorpresa.
Non sembra esserci davvero nessuna
differenza tra la Luna dei film e quella dei libri, soprattutto
grazie alla delicata e divertente interpretazione di Evanna.
LORD VOLDEMORT
Il Lord Voldemort dei film assomiglia molto alla
sua descrizione nei libro, motivo per cui la maggior parte di noi
ha avuto almeno un incubo sul mago oscuro, da piccolo, mentre
cresceva leggendo e guardando Harry Potter.
Eppure nei libri, sembra essere
ancora più terrificante di quanto non lo sia nei film a causa dei
suoi occhi rossi stretti come fessure, da serpente. Nel film,
invece, Voldemort ha semplicemente gli occhi del suo interprete,
Ralph Fiennes.
Lasciato ormai Avengers: Endgame alle spalle, i fan non vedono l’ora
che la Fase 4 del MCU abbia ufficialmente
inizio (anche se l’uscita di Black Widow è stata ufficialmente posticipata). Uno
dei film più discussi ed attesi è la nuova avventura di
Doctor Strange, intitolata Doctor
Strange in the Multiverse of Madness. A parte il
titolo fantastico, l’attesa attorno al sequel è davvero spasmodica
perché il film promette di essere qualcosa di completamente diverso
rispetto a ciò che abbiamo visto finora nel MCU.
Doctor Strange
2 potrebbe presentare una quantità infinita di personaggi,
tra eroi e villain: è da tempo però che si parla della possibile
presenza nel film di Incubo, il Signore della
Dimensione dei Sogni, in grado di manipolare il subconscio. Per
tanto tempo il regista
Scott Derrickson ha espresso il suo desiderio di voler
utilizzare il personaggio nel sequel, poi è arrivata la notizia del
suo abbandono.
Se
Sam Raimi dovesse essere confermato alla regia, siamo certi che
il regista delle trilogie de La Casa e di Spider-Man potrebbe divertirsi tantissimo con un
personaggio del genere. Inoltre, la Dimensione dei Sogni potrebbe
davvero permettere al sequel di creare ambientazioni tanto
affascinanti quanto sconvolgenti.
Scarlet Witch sarà una potenziale minaccia
Al Comic-Con di San Diego dello
scorso anno è stato annunciato che WandaVision,
la serie Disney+ con
Elizabeth Olsen e
Paul Bettany, sarà direttamente collegata a Doctor Strange
2: anche nel sequel, vedremo la Olsen tornare a vestire i
panni di
Scarlet Witch. Ciò, naturalmente, ha fatto sorgere tantissime
domande su quale potrebbe essere il ruolo di Wanda Maximoff nelle
nuove avventure dedicate allo Stregone Supremo.
Una delle voci più accreditate è
quella secondo cui
Scarlet Witch sarà la vera grande minaccia del sequel. I poteri
di Wanda, non ancora sviluppati al loro massimo, potrebbe infatti
sfuggire al controllo della superumana e danneggiare nei modo più
impensabili il Mutilverso. Un modo per introdurla nella storia del
sequel di Doctor
Strange che sicuramente potrebbe apportare alla storia non
soltanto la giusta dose di divertimento, ma anche una doverosa
carica emotiva.
Lo Spider-Man di Sam Raimi nel film
Sappiamo da diverso tempo ormai che
Doctor
Strange esplorerà ancora più a fondo il Multiverso,
che per anni ha giocato un ruolo importante tanto nei fumetti
quando nel MCU. C’è, naturalmente, un
potenziale narrativo sconfinato nell’esplorazione di altre realtà
legate all’Universo Marvel.
Se
Sam Raimi dovesse essere confermato davvero alla regia del
film, sono in molti a sperare di vedere la sua versione di
Spider-Man nel film, magari attraverso un breve cameo. Sarebbe
un regalo meraviglioso non solo per i fan dei fumetti e dei film,
ma anche un modo acuto e divertente per collegare i film Sony
sull’Uomo Ragno realizzati sotto l’egida di Raimi al MCU.
Il debutto dei Vendicatori del Soprannaturale
Doctor
Strange ha aperto una finestra sul lato mistico del
MCU – sicuramente il più inedito -,
che ha continuato ad avere un certo impatto sulle varie storie
dell’Universo Cinematografico. Ci sono ancora molti personaggi
interessanti che potrebbe apparire nel MCU e il sequel di Doctor Strange,
in particolare, sembra l’occasione perfetta, con la sua
esplorazione del Multiverso e tutto il resto…
Alcune voci ipotizzano che Doctor
Strange servirà come debutto per i Vendicatori del
Soprannaturale, un gruppo di supereroi che include personaggi come
Ghost Rider, l’Uomo-Cosa e persino
Blade (il cui standalone è stato ufficializzato lo scorso
anno). L’introduzione di questi personaggi nel sequel di Doctor
Strange potrebbe aver senso e permettere poi agli stessi
di andare ad occupare il proprio spazio nella più ampia timeline
del MCU.
Una versione alternativa degli eroi
È sempre divertente vedere gli eroi
della MCU apparire in altri film
dell’Universo Condiviso, soprattutto dopo l’epico finale di
Avengers: Endgame, siamo certi che d’ora in poi i fan ne
vorranno sempre di più. Alcune voci suggeriscono che Stephen
Strange possa collaborare con altri eroi nel sequel, ma in un modo
completamente diverso rispetto a quanto visto in passato.
Il rumor in questione suggerisce che
il film introdurrà versioni alternative di alcuni dei più grandi
eroi del MCU. Un personaggio di cui si è
parlato molto è
America Chavez/Miss America, una versione alternativa di
Captain America. Potrebbero apparire anche personaggi come Hulk
Rosso o il Wolverine della serie a fumetti “Vecchio Logan”…
Anche la produzione dei sequel di
Avatar è stata momentaneamente bloccata a
causa della pandemia di Covid-19. La notizia è stata riportata da
Deadline, secondo cui
la produzione di tutti e quattro i sequel di Avatar è
stata ufficialmente posticipata a data da definirsi.
Sia Avatar 2 che Avatar
3, già in fase di riprese avanzate in Nuova
Zelanda (i film sono stati programmati per essere girati back
to back, cioè consequenzialmente), sono stati bloccati: le
riprese dovevano essere portate a termine entro la prossima
primavera. Stando a quanto dichiarato da Jon
Landau, produttore del franchise, la crisi globale in cui
ci troviamo attualmente “non riguarda l’industria
cinematografica”, e che la decisione di stoppare la produzione
è stata presa come precauzione nei confronti della sicurezza di
tutti.e
“Abbiamo posticipato la
produzione”, ha spiegato Landau. “Siamo nel mezzo di una
crisi globale e non si tratta dell’industria cinematografica. Penso
che tutti noi debbano fare ciò che è in nostro potere per provare a
fermare l’epidemia di Coronavirus.”
Avatar
2debutterà
il 17 dicembre 2021, seguito dal terzo
capitolo il 22 dicembre 2023. Per il quarto e
quinto capitolo, invece, si dovrà attendere ancora qualche
anno: 19 dicembre 2025 e 17
dicembre 2027.
Il cast della serie di film è
formato da Kate
Winslet, Edie
Falco, Michelle Yeoh, Vin
Diesel, insieme ad un gruppo di attori che
interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno
anche i protagonisti del primo film, ossia Sam
Worthington, Zoe
Saldana, Stephen
Lang, Sigourney
Weaver, Joel David
Moore, Dileep
Rao e Matt Gerald.
Dwayne Johnson ha rivelato che lo sviluppo
dell’atteso cinecomic Black
Adam è iniziato nel lontano 2008. Il viaggio del
personaggio DC sul grande schermo è stato uno dei più complessi
della recente storia dei film dedicati ai supereroi: per lungo
tempo, infatti, il progetto è stato in una sorta di limbo senza mai
rivedere il via libera ufficiale.
Dopo l’arrivo nelle sale di
Shazam! (il film sullo storico rivale
di Black Adam nei fumetti), le cose sono iniziate a cambiare:
nonostante i rumor che si sono susseguiti per diverso tempo, il
personaggio che Johnson porterà al cinema non ha debuttato nel film
con protagonista Zachary Levi (e in cui “The Rock” figura in
qualità di produttore esecutivo). Poi, ad ottobre dello scorso
anno, il film su Black
Adam è diventato finalmente realtà, con l’inizio
delle riprese fissato per il prossimo luglio e una data di uscita
fissata per il 22 dicembre 2021.
Adesso, in un nuovo video condiviso
via Instagram, Dwayne Johnson ha rivelato per quanto tempo il
film è stato in sviluppo, spiegando: “Nel 2008 ne abbiamo
parlato per la prima volta, quindi ci è voluta una grandissima
pazienza da parte di tutti i nostri partner”. Johnson ha poi
aggiunto: “Sono un uomo e un attore totalmente diverso rispetto
a 10 anni fa”, spiegando inoltre come tutti questi anni
trascorsi lo abbiano spinto ad avere ancora più fiducia nel
progetto.
Johnson ha poi ribadito che
Black Adam sarà una storia di origini e che, pur
contrapponendo la sua bussola morale a quella di
Superman, l’approccio del personaggio nei confronti dei suoi
nemici “spiazzerà il pubblico”. Tali dichiarazioni
aggiungono un ulteriore tassello a quello che potrebbe essere il
contesto generale del film, soprattutto alle luce delle
precedenti dichiarazioni dell’attore, secondo le quali
“Black Adam cambierà la gerarchia del potere nell’Universo
DC”.
Black
Adam, affidato alla regia di Jaume
Collet-Serra (Run all night, The Shallows),
arriverà nelle sale il 22 Dicembre 2021, con
le riprese che partiranno a Luglio 2020, come confermato nei mesi
scorsi dallo stesso Johnson.
Il progetto originale della Warner
Bros. su Shazam! aveva previsto l’epico scontro tra
il supereroe e la sua nemesi, Black
Adam, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura
per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla
sua origin story. E come annunciato nei mesi scorsi,
i piani per portare al cinema uno standalone con Dwayne
Johnson sono ancora vivi, e a quanto pare il film
dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff
Johns dei primi anni Duemila.
“Questo progetto ha comportato
dei rischi, ed è stato una sfida. Anni fa volevamo introdurre due
origin story in un’unica sceneggiatura, e chi conosce i fumetti e
la mitologia dei fumetti saprà che Shazam è collegato a Black
Adam.” aveva raccontato l’attore in un
video. “Questo personaggio è un antieroe, o villain, e non
vedo l’ora di interpretarlo. Stiamo sviluppando il progetto che è
nel mio DNA da oltre dieci anni. Dovremmo iniziare a girare in un
anno e non potrei essere più eccitato all’idea“.
Debutterà su RAI 1 lunedì 23 marzo
2020, La concessione del telefono, il film tv
diretto da Roan Johnson e basato
sull’omonimo romanzo di Andrea Camilleri. La collection C’era
una volta Vigata si arricchisce di un nuovo capitolo con
La concessione del telefono per la regia di Roan
Johnson. Dopo il successo di La mossa del cavallo
e La stagione della caccia, che hanno entrambi superato il
30% di share, l’immaginifico mondo di Vigàta nato dalla magica
penna di Andrea Camilleri torna in tv, arena di una nuova
avventura.
La concessione del
telefono, tratto dall’omonimo romanzo storico, riporta alla
ribalta l’immaginaria cittadina, resa unica dalla fantasia del
grande scrittore siciliano. Il film tv d è una produzione PALOMAR
in collaborazione con RAI FICTION prodotto da Carlo Degli Esposti e
Nicola Serra con Max Gusberti.
La concessione del telefono: la trama e il cast
Tratto dal romanzo omonimo di
ANDREA CAMILLERI edito da SELLERIO EDITORE, sceneggiatura di Andrea
Camilleri, Francesco Bruni, Roan Johnson, La concessione del
telefono vede protagonisti un cast d’eccezione con con
Alessio Vassallo, Thomas Trabacchi,
Federica De Cola, con Dajana Roncione, Corrado
Fortuna, Ninni Bruschetta e con Corrado
Guzzanti, con la partecipazione di
Fabrizio Bentivoglio.
Pippo Genuardi, nato a Vigàta il 3
settembre 1856, è un commerciante di legnami. Ma sia chiaro: quella
non è la sua occupazione maggiore, anzi, potremmo dire che il suo
vero talento è quello di cacciarsi nei guai. Spiantato, ironico,
amante delle donne e della tecnologia, Pippo sembrerebbe aver messo
la testa a posto sposando Taninè Schilirò, figlia dell’uomo più
ricco di Vigàta, ma il nostro protagonista è appunto un uomo che in
realtà non si accontenta mai. E così, spedendo tre lettere al
Prefetto Marascianno (un napoletano paranoico e complottista),
mette in moto un meccanismo che lo porterà a trovarsi sotto due
fuochi incrociati: lo Stato, che pensa di avere a che fare con un
pericoloso sovversivo, e l’uomo “di rispetto” Don Lollò, che inizia
a credere che il Genuardi lo stia prendendo per fesso. Per ottenere
l’agognata “concessione del telefono”, infatti, Genuardi sarà
disposto a tutto: cercare l’appoggio di suo suocero, ma anche della
mafia; corrompere funzionari pubblici e tradire il suo vecchio
amico Sasà. Il tutto sotto gli occhi del Questore Monterchi, venuto
dal Nord, che osserverà sgomento e impotente il concatenarsi folle
degli eventi.
La concessione del
telefono, il film tv
La concessione del telefono è la
storia di tre piccole palle di neve (che nel film hanno la forma di
tre lettere inviate da Pippo Genuardi al prefetto Marascianno) che,
rotolando piano piano, diventeranno una valanga che travolgerà il
nostro povero protagonista. Il film è tratto dal romanzo omonimo di
Camilleri che è un gioiello di ingegneria narrativa. Non solo per
la struttura del libro così originale che alterna le “cose scritte”
(lettere, documenti, articoli di giornale) con le “cose dette”
(dialoghi secchi senza descrizioni). Ma anche perché la storia de
La concessione del telefono è una sorta di bomba ad orologeria
nascosta sotto un tavolo, di cui il lettore e lo spettatore possono
solo intuire la presenza. E anche gli stessi personaggi e prima di
tutto Pippo Genuardi non ne sentono il ticchettio, che aumenta di
scena in scena. Pensano di essere più ‘sperti di molti, ma quando
capiranno di essere più scemi di altri sarà troppo tardi.
Con il film abbiamo provato a
rendere onore a questa originalità del libro di Camilleri,
dividendo lo schermo in modo naturale per lasciare uno spazio in
cui poter scrivere i vari documenti, e cercando con voci over e
altre idee visive di mantenere la forza di come le parole sulle
lettere e nei documenti raccontino cose diverse da quello che si
vede o si sente. Così abbiamo provato a raccontare come la
formalità della burocrazia diventi un gorgo in cui il nostro
protagonista, e forse con lui il “senso” stesso della terra senza
tempo in cui vive, verrà risucchiato. E la beffa è che dentro
quella voragine dello Stato e in quelle spire della Mafia, il
Genuardi ci si è cacciato da solo. Ma perché si è “amminchiato”
così tanto con questa diavoleria del telefono? Lo scopriremo solo
nel finale a sorpresa, come lo ha costruito il maestro siciliano,
anche se nel film sono seminati indizi della verità al tempo stesso
assurda e ovvia che sta sotto tutta questa vicenda.
Kevin Smith ha condiviso un rumor secondo il
quale il personaggio di Matt Murdock interpretato da Charlie Cox nella serie
Daredevil apparirà in
Spider-Man 3 prima di essere protagonista
di un film a lui interamente dedicato.
Parlando dei prossimo film del
MCU nell’ultimo episodio del suo
podcast Fatman Beyond, Smith
ha rivelato di aver sentito un rumor secondo il quale la Marvel vorrebbe portare il
personaggio di Matt Murdock interpretato da Charlie Cox in
Daredevil nell’attesissimo
Spider-Man 3, le cui riprese partiranno
ufficialmente il prossimo luglio. Smith ha anche rivelato che
Murdock dovrebbe poi essere protagonista di un proprio
standalone:
“Mi è arrivata questa notizia…
hai sentito che in Spider-Man, nel nuovo film su Spider-Man, ci
sarà un avvocato? Charlie Cox… la Marvel vuole Matt Murdock nel
film.”, ha dichiarato Smith durante il podcast.
Subito dopo, però, Smith ha
chiarito le sue dichiarazioni su
Twitter, spiegando di non aver ricevuto da alcuna fonte interna
ai Marvel Studios notizie su
Spider-Man 3 o sull’inclusione di
Daredevil:
Non è chiaro,
dunque, dove Smith abbia sentito questa voce, ma la sua eccitazione
per la prospettiva che Daredevil si unisca al MCU è senza dubbio condivisa dai
fan della versione del personaggio interpretata da Cox (tra
l’altro, in Spider-Man:
Far From Homeera presente proprio
un
omaggio alla serie Netflix).
Per ora non ci
resta che attendere eventuali sviluppi…
Spider-Man
3 vedrà ancora una volta riuniti Tom
Holland e il regista Jon
Watts, che aveva già
direttoSpider-Man:
Homecoming del 2017 e Spider-Man:
Far From Home dello scorso anno. Le riprese
del film dovrebbero partire quest’estate.
Tom
Holland si è unito al MCU nei panni di Peter Parker nel
2016: da allora, è diventato un supereroe chiave all’interno del
franchise. Non solo è apparso in ben tre film dedicati ai
Vendicatori della Marvel, ma anche in due
standalone: Spider-Man:
Homecominge Spider-Man:
Far From Home. La scorsa estate,
un nuovo
accordo siglato tra Marvel e Sony ha permesso al
personaggio dell’Uomo Ragno di restare nel MCU per ancora un altro film a lui
dedicato – l’annunciato Spider-Man
3– e per un altro film in cui lo ritroveremo al
fianco degli altri eroi del MCU.