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Avengers 4: quanto tempo passerà dai fatti di Infinity War?

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Avengers 4: quanto tempo passerà dai fatti di Infinity War?

In molti si stanno chiedendo quando sarà ambientato Avengers 4. Infinity War si chiude con il miglior cliffhanger di sempre per un film Marvel, con il cattivo che raggiunge il suo scopo e con un’ultima esile speranza: il simbolo di Captain Marvel, una richiesta d’aiuto lanciata nella galassia da Nick Fury.

Il prossimo film collettivo Marvel Studios ci farà fare i conti con quel finale, ma quando, esattamente, si svolgeranno i fatti del quarto film sugli Avengers?

Secondo una fonte attendibile, Avengers 4 sarà ambientato 5 anni dopo Infinity War. In questo modo, il MCU dovrebbe aggirare il dolore inconcepibile che il gesto di Thanos provoca alla metà della popolazione dell’universo, lasciandola priva dell’altra metà, ridotta in cenere. Nonostante sia complicato provare a raccogliere tutti gli elementi, proviamo, di seguito, a capire quali sono le indicazioni a sostegno di questa teoria.

Cassie Lang

Una possibile conferma del salto temporale di cinque anni arriva sotto forma di… casting. Mentre la figlia di Scott Lang, Cassie, è stata interpretata finora da Abby Ryder Fortson nei due film di Ant-Man, sembra possibile che il personaggio possa essere interpretato da un’altra attrice. Nell’aprile 2018, poco prima dell’uscita di Infinity War, è trapelata la notizia che la Marvel aveva scelto Emma Fuhrmann come Cassie per Avengers 4. Il significato dietro questa mossa è stato immediatamente evidente: Emma Fuhrmann ha sette anni in più di Abby Ryder Fortson. Questo indica che Cassie è cresciuta.

Naturalmente, questo potrebbe essere rappresentato in modi molto diversi sullo schermo. Ad esempio, per Avengers 4 ci sono anche rumors relativi ai viaggi nel tempo, e quindi una Cassie più grande potrebbe semplicemente essere giustificata in questo modo. Ma è difficile ignorare il pensiero che un intervallo di cinque anni si adatta perfettamente alla differenza di età di sette anni tra le giovani attrici che si avvicendano nel ruolo della figlia di Scott Lang.

Il piano di Thanos

La motivazione di Thanos nell’uccidere metà della vita nell’universo era dettata dall’esigenza di bilanciare la popolazione alle risorse, per portare equilibrio nell’intero cosmo. Se Avengers 4 fosse ambientato davvero 5 anni dopo lo “schiocco” di Thanos, potremmo avere davvero la percezione dell’esito del piano del Titano Pazzo; dopo 5 anni i lutti si assimilano, nella maggior parte dei casi, il mondo torna a funzionare e gli effetti della “pulizia imparziale” di Thanos dovrebbero vedersi, ergo il mondo e tutto l’universo dovrebbe funzionare meglio. Se questo dovesse essere giusto però non ci dovrebbero essere ragioni per tornare indietro nel tempo, cosa che quasi sicuramente avverrà nel film, viste le foto dal set. E quindi, nonostante il dolore per la morte di molti eroi, le cose andrebbero avanti per i Vendicatori rimasti. Ma sappiamo che alcuni di loro torneranno, quindi non sarà così.

Dove sono i nostri eroi?

Insieme agli ovvi assestamenti emotivi verificatisi in 5 anni, ci sono anche alcune situazioni logistiche che possono essere risolte sul lungo termine. La questione del ritorno sulla Terra di Tony Stark da Titano, ad esempio, potrebbe essere già archiviata, forse con l’aiuto di Nebula. Anche se l’idea di un viaggio di ritorno da Titano di Tony Stark in compagnia di Nebula potrebbe essere un elemento interessante per la trama, sembra una dispersione di tempo, rispetto a eventi più importanti che ci aspettiamo di vedere nel film.

Quello che sembra centrale, infatti, è il trauma personale di Tony, come punto nevralgico del film: lui è il nemico di Thanos, lui ha avuto incubi per anni dopo la battaglia di new York per colpa del Titano Pazzo, e adesso lui gli ha tolto la speranza, uccidendo il suo pupillo, Peter Parker. Infinity War cominciava con Tony che parlava del futuro con Pepper, pensando a un figlio, addirittura, e finisce con lui disperato, solo e anche gravemente ferito, ricordiamolo.

Se Avengers 4 salta in avanti di cinque anni, ci sono molti pezzi della trama di Stark che probabilmente saranno già a posto quando il film inizierà. Non solo sarà già tornato da TItano, ma potrebbe essere già sposato e con figlio a carico. Ovunque sia Tony, se effettivamente saranno passati 5 anni, avrà una vita molto diversa rispetto a quella che conduceva prima, e molti capelli bianchi in più.

La riconciliazione tra Steve e Tony

Un altro problema sottolineato dai fan di Infinty War è stata la mancanza della tanto attesa riconciliazione tra Steve Rogers e Tony Stark. I due si erano letteralmente battuti l’uno con l’altro alla fine di Capitan America: Civil War, e quando si svolgono i fatti di Infinity War, Stark è ancora riluttante a prendere il telefono e chiamare il suo ex “amico del lavoro”, nonostante la minaccia dei servitori di Thanos che incombono sulla Terra.

Gli sceneggiatori di Infinity War hanno tentato di inserire una scena in cui i due Avengers si trovavano nella stessa stanza insieme, ma il film doveva essere Thanos-centrico, e la riunione è stata rimandata. La scelta è comprensibile, ma un salto di 5 anni dovrebbe prevedere, a rigor di logica, che i due si possano essere riconciliati in una scena che non vedremo mai sullo schermo, dal momento che sembra molto difficile che i due eroi possano essersi evitati per altri cinque anni nelle conseguenze dello schiocco.

I viaggi nel tempo

Dalle foto trapelate in rete che mostravano scene della Battaglia di New York, è chiaro che  Avengers 4 implicherà qualche forma di viaggio nel tempo, cosa resa nota anche prima di Infinity War. Che siano Tony Stark o Bruce Banner coinvolti o, come sembra più probabile, che sia l’equipaggio di Ant-Man a presentarsi per portare un po’ di “divertimento quantico” alla storia, l’idea di tornare indietro nel tempo per sistemare le cose (o capire o alterare il passato o qualunque cosa decidano di fare) sembra essere la teoria preferita dai fan a questo punto.

E l’idea di un salto di cinque anni nel futuro continua ad aggiungere tasselli interessanti a supporto dell’argomento. Dopotutto, se il viaggio nel tempo è nel loro futuro, a chi importa il momento storico in cui il film comincia, giusto? Potrebbe darsi che non appena tornare indietro nel tempo diventa una cosa fattibile, i Vendicatori ancora in vita provano a rimettere a posto le cose. L’unico timore in questo caso è che la “vendetta” diluita nel tempo, potrebbe sembrare noiosa.

I Vendicatori messi da parte

Un’altra teoria diffusa e popolare suggerisce che in Avengers 4 vedremo finalmente il ritorno di Clint Barton – ma non necessariamente di Occhio di Falco. Il Vendicatore che aveva scelto gli arresti domiciliari e “la pensione” non tornerà come un osservatore neutrale, ma molto probabilmente tornerà come Ronin, un personaggio ispirato ai samurai e che sarà un essere mosso dalla vendetta.

Per quanto riguarda il divario di cinque anni? Potrebbe essere perfetto nel dare tempo a Barton di ripresentarsi completamente rinnovato, sviluppando una nuova identità. Dopotutto tutto quello che vuole è stare con la sua famiglia e sarebbe adeguato scegliere di far fuori la sua famiglia e di innescare la miccia della vendetta.

Hulk e Bruce Banner

Mentre Avengers 4 è considerato a tutti gli effetti la terza parte dell’arco narrativo dedicato a Hulk, ci si chiede quale sarà l’esito che il salto di cinque anni avrà nella relazione tra Hulk e Banner. Lo scienziato sarà abbastanza contrariato per il fatto che Hulk ha rifiutato di farsi avanti nella battaglia contro Thanos, nel Wakanda, dal canto suo, Hulk sarà comunque ancora arrabbiato per il fatto che il suo “ospite” lo considera soltanto uno strumento da sfoggiare in caso di necessità. Il gap di 5 anni potrà senza dubbio dare tempo ai due di lavorare su questa rabbia reciproca e magari di arrivare a quell’entità che potrebbe chiamarsi Professor Hulk.

Collegare ogni cosa

L’MCU ha letteralmente dominato l’arte del crossover, legando insieme i film senza rovinare nessuna timeline o storia… fino a questo momento. Questa abilità è stata dispiegata alla perfezione in Infinity War. Ma il numero di personaggi, le trame e le parti “pendenti” che devono essere intrecciate in Avengers 4 è quasi scoraggiante.

Da una parte il salto temporale complicare anche di più le cose. Se le cose iniziano con un balzo temporale di cinque anni, finiranno alla fine degli eventi di Infinity War, visti i viaggi nel tempo, o cinque anni dopo? E se invece si concluderà nello stesso periodo di Infinity War, come cambieranno le vicende viste negli altri film?

L’ex regista di Guardiani della Galassia, James Gunn, si è lasciato sfuggire che il terzo film sarebbe stato ambientato dopo Infinity War, senza fare riferimento ad Avengers 4. Visto che però l’assetto produttivo di Guardiani 3 si è modificato a causa del licenziamento di Gunn, la cosa potrebbe non essere più attendibile. Invece Spider-Man: Far From Home, le cui riprese sono già terminate, dovrebbe iniziare “immediatamente” dopo Avengers 4. Se questo dovesse essere vero, l’avventura di Peter Parker lo vedrà appena rinato, nello stesso momento della fine di Infinity War oppure lo vedrà cinque anni più grande? Il fatto che sia comunque ancora a scuola (come vediamo dalle immagini rubate dal set) dovrebbe dare chiare indicazioni…

Avengers 4: sono questi i nuovi costumi dei Vendicatori?

Avengers 4 arriverà al cinema ad Aprile 2019, sarà diretto da Anthony e Joe Russo e porterà a conclusione la Fase 3 del Marvel Cinematic Universe.

Nel cast del film Robert Downey Jr., Chris Hemsworth, Mark Ruffalo, Chris Evans, Scarlett Johansson, Benedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom Holland, Chadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Widows – Eredità Criminale: la lezione di KravMaga

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Widows – Eredità Criminale: la lezione di KravMaga

In occasione dell’uscita di Widows – Eredità Criminale, la 20Th Century Fox ha organizzato una lezione di KravMaga. Di seguito il video della nostra esperienza:

Il trailer di Widows – Eredità Criminale

Widows – Eredità Criminale è il nuovo film di Steve McQueen, che torna alla regia cinque anni dopo 12 anni schiavo traducendo sul grande schermo la sceneggiatura di Gyllian Flinn (Gone Girl, Dark Places), a sua volta ispirata alla serie televisiva Le vedove.

Nel cast della pellicola, la cui uscita è fissata al 16 novembre 2018, Viola Davis, Michelle Rodriguez, Elizabeth Debicki, Colin Farrell e Liam Neeson.

Il film racconterà la storia di quattro donne che, dopo la morte dei rispettivi mariti  coinvolti nella stessa rapina, decideranno di regolare i conti con i loro assassini.

Leggi la recensione di Widows – Eredità Criminale

Spider-Man: Far From Home, 10 villain che vorremmo nel film

Spider-Man: Far From Home, 10 villain che vorremmo nel film

Ora che le riprese di Spider-Man: Far From Home sono ufficialmente terminate è tempo di domande e previsioni sul possiamo titolo della Fase 4 Marvel che riprenderà le sorti di Peter Parker in seguito agli eventi di Avengers 4. La produzione del cinecomic è durata circa tre mesi, e nella maggior parte delle foto circolate in rete abbiamo visto Peter Parker alle prese con Michelle, Flash Thompson, Ned Leeds e gli altri compagni di scuola. Ma cosa conosciamo realmente della trama e quali teorie circolano intorno al nuovo titolo dei Marvel Studios?

E soprattutto, quali villain vorremmo vedere nel sequel di Homecoming? Ecco 10 perfetti candidati:

Norman Osborn

Dopo gli eventi di Avengers 4 e l’epica guerra degli eroi contro Thanos, un altro villain dovrà occupare il posto lasciato vuoto dal Titano Pazzo. E quale miglior candidato di Norman Osborn potrebbe arrivare nel MCU per sconvolgere la vita dei personaggi rimasti in vita? I fan dei fumetti sanno che Osborn è l’alter ego di uno dei più famosi nemici di Spider-Man, Green Goblin, ma anche molto più di questo: è un genio criminale capace di diventare perfino capo dello S.H.I.E.L.D. e leader dei Dark Avengers. Ha denaro, potere e sufficiente influenza per conquistare il mondo ed è abbastanza folle per riuscirci.

Riparatore

In Spider-Man: Homecoming abbiamo visto Adrian Toomes aka Avvoltoio e i suoi collaboratori ricavare ciò che restava della tecnologia dei Chitauri e di Ultron, con il personaggio di Phineas Mason che riesce a capire come armare questa vecchia ferraglia e trasformare tutti in super criminali. Di fatto il Riparatore (Tinkerer) ha dato ad Avvoltoio e ai due Shockers gli strumenti necessari per contrastare Spider-Man nel film, e mentre Toomes è stato messo in cella, Mason è ancora in libertà. E se tornasse in Far From Home con nuovi progetti e nuove armi da sfoggiare contro Peter Parker?

Black Cat

Pochi personaggi dei fumetti di Spider-Man hanno attraversato così tanti cambiamenti come Felicia Hardy, alias Black Cat. Prima inizia nei panni di una criminale, poi passa dalla parte di Spider-Man e diventa un’anti-eroina e amante occasionale di Spidey, mentre più tardi – quando Octopus prende il posto di Peter Parker trasformandosi nell’Uomo Ragno Superiore – viene attaccata dal suo ex alleato, e ciò la spinge a diventare un super criminale a tutti gli effetti. Sappiamo che la Sony sta progettando di portare il personaggio al cinema nel suo universo cinematografico parallelo al MCU ma se Felicia venisse introdotta in Far From Home non sarebbe male; d’altronde un incontro con Spider-Man potrebbe ispirarla nella creazione del suo con Silver Sable in un altro spin-off...

Kingpin

spider-man homecoming kingpin

Daredevil resta l’unica serie di Netflix, insieme a Jessica Jones, solida e abbastanza forte da sopravvivere oltre la terza stagione, e il successo di questo progetto è dovuto in gran parte al ritratto impeccabile di Vincent D’Onofrio di Wilson Fisk, aka Kingpin, capo della società criminale di Hell’s Kitchen che nei fumetti cerca di controllare tutta New York. Le sue scellerate imprese lo hanno costantemente messo in disaccordo con Spider-Man, quindi non è forse arrivato il momento di fargli fare il salto sul grande schermo dove potrebbe finalmente combattere contro Peter Parker?

Kraven

Uno dei desideri dei fan è vedere nella storia di Far From Home anche Sergei Kravinoff, ovvero Kraven, che nei fumetti abbraccia un’unica missione di vita: catturare Spider-Man e dimostrare che è il più grande cacciatore del mondo intero. Per farlo usa varie erbe della giungla per migliorare i suoi sensi e portarli ad un livello quasi sovrumano, spesso preferendo le sue mani alle armi.

Mysterio

Mysterio, il maestro delle illusioni, è uno dei membri più famosi e potenti della Rogues Gallery di Spider-Man e personaggio fra i più richiesti dai fan. Confermato, a quanto sembra, nel sequel di Homecoming, potrebbe avere il volto di Jake Gyllenhaal come trapelato da alcuni video dal set, anche se quelle immagini non sembrano aver riprodotto il classico paradigma del villain, ma un costume più pratico o realistico.

Camaleonte

Con la conferma del ritorno in scena di Nick Fury e Maria Hill, Far From Home sembra il momento perfetto del MCU per introdurre uno dei cattivi più rognosi per lo SHIELD, ovvero Camaleonte (alter-ego di Dmitri Smerdyakov). Si tratta di una super-spia e maestro del travestimento, che sfoggia le sue doti di attore per commettere i suoi crimini; può impersonare perfettamente quasi chiunque ed è un membro prezioso dell’ HYDRA, del KGB e dei Sinistri Sei, nonostante non abbia poteri sovraumani.

Hydro-Man

Durante le riprese italiane di Spider-Man: Far From Home un video pubblicato da Tom Holland sul set aveva dato inizio ad una serie di speculazioni sulla presenza o meno di un altro villain. Alle spalle dell’attore infatti c’era il suo stuntman pronto ad essere travolto da un’ondata d’acqua. Chi l’abbia provocata è un mistero, tuttavia c’è già chi ipotizza che sia stato nientemeno che Hydro-Man, personaggio che nei fumetti viene accidentalmente gettato in mare proprio da Spider-Man diventando capace di trasformare se stesso in acqua.

Avvoltoio

marvel fase 4

I fumetti ci hanno raccontato che i più grandi avversari di Spider-Man lavorano spesso insieme sotto il gruppo dei Sinistri Sei, e questo team ha anche incluso nel tempo Avvoltoio, alter ego di Adrian Toomes, che è sopravvissuto alla sua epica battaglia contro Peter Parker alla fine di Spider-Man: Homecoming. Il ritorno del personaggio sembra esser stato confermato dallo stesso Michael Keaton, ma non è chiaro in che modo agirà nel sequel e che ruolo avrà ai fini della trama.

Scorpion

Avvoltoio e Shocker erano i villain principali di Spider-Man: Homecoming, ma i fan dei fumetti sanno che il film ha anche introdotto un altro classico avversario di Spidey, ovvero Scorpion. Sulle pagine della Marvel Comics infatti, Mac Gargan era un investigatore privato che fu trasformato nello Scorpione diventando un criminale a tutti gli effetti. La versione Homecoming è stata avvistata in una scena dove il personaggio cerca di concludere un affare con Adrian Toomes, incolpando Spider-Man per la sua prigionia e chiedendo allo stesso Toomes di rivelare l’identità di Spider-Man in modo che potesse vendicarsi dell’eroe.

Leggi anche – Spider-Man: Far From Home, conferme e teorie sul nuovo film del MCU

Fonte: ScreenRant

Twilight: in arrivo il cofanetto limited edition per il 10° anniversario

Nel 2008 esordiva sul grande schermo Twilight, il primo film di quella che, di lì a poco, sarebbe divenuta una delle saghe più famose e amate della storia del cinema. Cinque film diventati un vero e proprio fenomeno di culto tra gli adolescenti di tutto il mondo, che hanno incassato complessivamente più di 3,3 miliardi di dollari e che hanno lanciato nel firmamento delle star hollywoodiane i giovani protagonisti Robert Pattinson e Kristen Stewart.

A 10 anni dal suo debutto nelle sale, Twilight e la storia dell’amore tormentato tra l’adolescente Bella e il vampiro Edward arrivano in Home Video grazie a Eagle Pictures in un’imperdibile edizione tutta da collezionare.

A partire dal 5 dicembre, l’intera saga tratta dall’omonimo best seller di Stephenie Meyer sarà disponibile in un nuovo cofanetto da collezione a tiratura limitata e numerata. L’esclusiva edizione, edita sia in formato DVD che Blu Ray, conterrà tutti e 5 i film di Twilight e innumerevoli contenuti extra. Nello specifico:

Twilight: Bella Swan (Kristen Stewart) incontra il misterioso Edward Cullen (Robert Pattinson) un ragazzo con un oscuro segreto: è un vampiro.

The Twilight Saga: New Moon: La lealtà di Bella è messa a dura prova mentre viene sempre più assorbita dal mondo dei lupi mannari attraverso la sua amicizia con Jacob (Taylor Lautner).

The Twilight Saga: Eclipse: Bella è circondata dal pericolo e deve scegliere tra il suo amore per Edward o la sua amicizia per Jacob.

The Twilight Saga: Breaking Dawn – Part 1: Un matrimonio, una luna di miele e la nascita di una bambina portano incredibili cambiamenti per Bella, Edward e coloro che amano.

The Twilight Saga: Breaking Dawn – Part 2: Bella è sempre al fianco di Edward, ma il pericolo è ancora in agguato finchè avranno a che fare con l’ira dei Volturi.

Twilight torna al cinema, premiere evento a Roma

Sempre a partire dal 5 dicembre, sarà disponibile anche la versione 4K in Blu Ray di Twilight, il primo film della saga diretto da Catherine Hardwicke nel 2008: il primo capitolo di una storia d’amore potente e travolgente, che affronta i temi dell’eternità e della natura umana, catapultando lo spettatore in un “affascinante mondo sospeso”.

I festeggiamenti per il decennale di Twilight cominciano già nel mese di novembre 2018. Il primo, imperdibile appuntamento è il 14 novembre, data in cui sarà  disponibile una special edition a tiratura limitata dei 5 film della saga di Twilight in versione DVD, corredati da un esclusivo Digibook da collezione.

Il secondo appuntamento per l’attesissimo decennale sarà, invece, sul grande schermo: il 20 e il 21 novembre 2018 il film “Twilight” di Catherine Hardwicke torna nei cinema sempre grazie a Eagle Pictures per due giorni soltanto. Un’occasione imperdibile per rivivere sul grande schermo il primo capitolo dell’immortale love story tra Edward e Bella.

Batman: 10 segreti sulla Batsuit che solo i fan conoscono

Batman: 10 segreti sulla Batsuit che solo i fan conoscono

Per il crociato di Gotham la Batsuit è un po’ come la seconda pelle, un modo per celare se stesso al mondo e le sue debolezze ma anche fonte di potere e accessori che usa per combattere il crimine. D’altronde Bruce Wayne non è il classico supereroe e senza il suo costume Batman non esisterebbe; da questa “tuta” – che nel tempo è stata disegnata e progettata in vari modi – ricava tutta l’energia necessaria per trasformare la sua vulnerabilità in vantaggio, come raccontato sui fumetti e al cinema.

Ma quanto sappiamo effettivamente della Batsuit? Ecco 10 segreti che forse solo i veri fan conoscono:

Lo scopo del simbolo giallo

Nessun dettaglio della Batsuit è superfluo o casuale, ma deriva da lungo e ragionato processo degli addetti al design. Prendiamo ad esempio il colore giallo che irradia l’iconico simbolo del pipistrello posto sul petto di Bruce Wayne e che non serve soltanto a mettere in risalto l’elemento più caratteristico della tuta: è infatti specificamente progettato per essere un bersaglio, per attirare l’arma da fuoco in una parte del suo corpo dove la sua armatura antiproiettile è più forte. Questo segreto viene rivelato nella serie di fumetti di Frank Miller, The Dark Knight Returns, che ha contribuito a “rilanciare” una versione più adulta di Batman contro i crimini di una distopica Gotham City piena di nemici contorti.

La Batsuit di Terra Uno empatizza con la sua vulnerabilità

Oltre a essere un accessorio indispensabile nella sua guerra al crimine, la Batsuit è progettata per infondere paura nei nemici, ma nella graphic novel di Batman Terra Uno scritta da Geoff Johns il costume subisce una sorta di reinterpretazione contemporanea della versione dei primi anni novanta con un approccio completamente diverso: le fessure degli occhi nella maschera abbandonano deliberatamente il misticismo in favore dell’umanizzazione, dando ad un Batman senza anni di esperienza o gadget raffinati l’evidenza di un’umanità che rende questa tuta unica nella lunga storia del personaggio.

La batsuit mandò Michael Keaton in panico sul set di Tim Burton

Per molti il Batman di Tim Burton rimane un cinecomic rivoluzionario nella storia del cinecomic, perché fu il primo film sul crociato di Gotham ad offrirlo al grande pubblico esattamente come i creatori Bob Kane e Bill Finger l’avevano originariamente pensato nel 1939. E se all’inizio Michael Keaton veniva considerato un attore troppo comico e leggero per interpretare questo eroe malinconico, riuscì a dimostrare di saper adattarsi al ruolo anche se indossare la Batsuit gli provocò diversi attacchi di panico. Troppo claustrofobica la sensazione sul set, ma essendo un professionista Keaton trovò un modo per sfruttare quelle paure e dare al Cavaliere oscuro più credibilità di ciò che era sulla sceneggiatura.

La Batsuit di Joel Schumacher prese ispirazione dalle statue greche

Dopo i due fortunati adattamenti di Tim Burton, Joel Schumacher venne ingaggiato per riportare in scena le sorti di Batman in un film che funzionasse come intrattenimento per tutta la famiglia. Da una parte si rivelò una strategia vincente e il successo al botteghino lo testimoniò, dall’altra questa leggerezza eccessiva sembrò allontanare il pubblico di appassionati che voleva approfondire alcuni temi più “adulti”. Numerose le critiche al costume, con quei primi piani di Schumacher che inquadravano i capezzoli di Bruce Wayne, che a quanto pare furono frutto dello studio del costumista sulle statue greche, perfette per antonomasia e molto fedeli all’anatomia umana.

Più è spaventosa, più Bruce Wayne è debole

Oltre ad aver adattato in maniera originale le storie del Cavaliere oscuro, Christopher Nolan ha dimostrato fin da subito di aver “compreso” il personaggio di Batman già a partire da una frase di Batman Begins: “La teatralità e l’inganno sono strumenti potenti“. Perché in fondo questo eroe è solo un uomo, non abbastanza potente da sconfiggere i suoi nemici, dunque ha un’unica possibilità di vittoria: spaventarli. Non si tratta soltanto di un’idea molto matura per la re-interpretazione visiva dell’eroe, ma anche di un aspetto psicologico interessante, e di fatto più Bruce Wayne è gravemente ferito o troppo vecchio, più la sua tuta deve proiettare paura e minaccia.

Il mantello di Batman prende ispirazione dai disegni di Leonardo Da Vinci

Ai tempi della sua prima introduzione nel mondo DC, Batman era solo un altro eroe urbano, molto simile a Zorro per quel lungo mantello nero che indossava. Insomma, lungi dall’essere il personaggio che conosciamo oggi, era semplicemente l’uomo pipistrello. Tuttavia alcuni studi hanno dimostrato che proprio quella parte del suo costume, il mantello, era originariamente strutturato con linee ispirate ai grandi disegni di Leonardo Da Vinci sui primi bozzetti di un aereo volante. E quando le ali erano troppo ingombranti da disegnare, queste vennero sostituite con un mantello.

Gli stivali del film del 1989 furono realizzati da Nike

Il film di Batman uscito nel 1989 non fu solo un successo di pubblico (tra cui figuravano molti appassionati e altri per nulla avvezzi al fumetto), senza dimenticare tutto il merchandise che ne derivò, videogiochi, scatole di cereali, giocattoli, costumi e adesivi. Era scoppiata la Batmania e la Nike volle partecipare a questa ondata di entusiasmo disegnando e producendo tutti gli stivali indossati da Michael Keaton sul grande schermo. All’epoca Bob Ringwood, il costumista, dichiarò che “l’abbigliamento sportivo anni ’80 non si adattava al look anni ’40“, ma nonostante questo gli stivali sono tornati “di moda” alcuni anni dopo in Batman Returns.

Batman non ha sempre indossato un costume nero

Sembra assurdo, ma Batman non ha sempre indossato un abito nero nella sua storia a fumetti: la sua tuta arcobaleno apparve infatti per la prima volta nel 1957, durante l’era fantascientifica dove l’eroe e Robin – infortunatosi mentre proteggeva la sua identità segreta – indossavano una moltitudine di costumi strani e variopinti.

Le “orecchie” di Batman funzionano come antenne

Non tutti sanno che le orecchie sulla maschera di Batman non sono lì solo per dare spettacolo o infondere intimidazione ma consentono effettivamente al crociato di Gotham di monitorare le frequenze radio della polizia e dei servizi di emergenza in modo che possa essere il primo ad arrivare sulla scena del crimine. Attraverso questi auricolari, tutta la famiglia Bat può rimanere costantemente in contatto e i microfoni nelle orecchie sono combinati con auricolari speciali per donare al supereroe un udito superiore rispetto agli altri.

L’originale costume disegnato da Bob Kane era molto diverso da ciò che conosciamo oggi

Chiunque abbia letto i fumetti di Batman del 1939 non può non rimanere impressionato da ciò che Bob Kane aveva disegnato: sulle pagine c’è infatti un uomo biondo che indossa una calzamaglia rossa e una maschera, con addosso un mantello alato e una tuta che lo fa sembrare un po’ Babbo Natale. Insomma, per alcuni non c’era niente di memorabile o sorprendente in questo progetto, a parte il mantello nero.

Leggi anche – Batman: 10 film in sviluppo sull’universo del Cavaliere Oscuro

Fonte: ScreenRant

Aquaman: ecco quanto potrebbe durare il film!

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Aquaman: ecco quanto potrebbe durare il film!

Con il lavoro al film finalmente completato, sembra che ora potremmo avere alcuni dettagli affidabili sull’Aquaman di James Wan, a partire dalla durata effettiva. A giudicare dal tweet che potete vedere di seguito, sembra che il film di Wan durerà oltre due ore e venti minuti, una durata considerevole che, se confermata, professa una certa fiducia dello studio nel prodotto.

Dopotutto, Justice League era lungo “appena” due ore, e Suicide Squad poco di più. Wonder Woman e L’Uomo d’Acciaio superavano, invece, le due ore e venti, mentre Batman v Superman: Dawn of Justice si assestò sulle due ore e trenta.

Nonostante la premiere del film sia prevista per fine mese, non abbiamo ancora troppe informazioni ufficiali a riguardo e per avere i primissimi commenti della critica dovremo aspettare ancora qualche settimana. 

Di seguito potete vedere il tweet che ci informa della possibile durata del film, in attesa di notizie ufficiali o di una conferma:

Aquaman: il secondo trailer dal New York Comic Con!

Il film è stato diretto da James Wan (Insidious, L’evocazione The Conjuring, Fast and Furious 7) e vede protagonista Jason Momoa. Con lui ci sarà Amber Heard nei panni di Mera, Yahya Abdul-Mateen II, Patrick Wilson, Dolph Lundgren, Ludi Lin e  Willem Dafoe. Il cinecomic arriverà al cinema il 21 Dicembre 2018.

Aquaman è il re dei Sette Mari. Questo sovrano riluttante di Atlantide, bloccato tra il mondo della superficie, costantemente violento contro la vita nel mare e gli Atlantidei che sono in procinto di rivoltarsi, deve occuparsi di proteggere il mondo intero.

Bumblebee: un nuovo suggestivo spot tv su “quel maggiolino”

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Bumblebee: un nuovo suggestivo spot tv su “quel maggiolino”

Anche se il pubblico di Transformers si è abituato a vederlo sotto le sembianze di una ruggente Camaro, Bumblebee è un maggiolino giallo, un po’ ammaccato (nomen omen) e nel nuovo film che lo vedrà protagonista questa sua natura è stata ripristinata, con grande gioia dei fan nostalgici.

Il film, ambientato negli anni ’80, vedrà Bumblebee impegnato in una missione, al fianco di Charlie, interpretata da Hailee Steinfeld, che ha interpretato anche il brano che fa da colonna sonora al film, dal momento che la giovane attrice porta avanti anche una carriera di cantante di grande successo negli USA.

Di seguito il nuovo spot tv dal film:

Di seguito un nuovo poster del film, in cui vediamo anche John Cena:

Bumblebee: il trailer ufficiale dello spin-off di Transformers!

A dirigere Bumblebee c’è Travis Knight, già regista di Kubo e la Spada Magica per la Laika. Protagonista del film è Hailee Steinfeld. Nel cast anche John Cena, Jorge Lendeborg Jr., Abby Quinn, Rachel Crow, Ricardo Hoyos, Gracie DziennyJason Drucker. La sceneggiatura del film è firmata da Christina Hodson.

Ecco la prima sinossi del film:  “Durante il 1987, Bumblebee trova rifugio in una discarica in una piccola cittadina di mare della California. Charlie (Hailee Steinfeld), in procinto di compiere 18 anni e mentre cerca di trovare il suo posto nel mondo, scopre Bumblebee, scarico, ammaccato e spezzato. Quando Charlie gli restituisce la vita, impara immediatamente che non si tratta di un ordinario maggiolino giallo WV.”

Leggi la recensione di Bumblebee

Captain Marvel: ecco l’anno esatto in cui sarà ambientato

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Captain Marvel: ecco l’anno esatto in cui sarà ambientato

Sappiamo da diverso tempo che Captain Marvel, con Brie Larson nei panni di Carol Danvers, sarà ambientato negli anni ’90, prima del programma Vendicatori e prima che qualunque altro eroe del MCU apparisse alla luce del sole, con l’eccezione di Captain America, ovviamente, che però nel frattempo era congelato.

Adesso, la versione giapponese del sito ufficiale della Disney ci riferisce che Captain Marvel sarà ambientato nel 1995, contraddicendo il rumor che voleva il ritorno di Carol sulla Terra datato 1993 (data stabilita da alcuni dettagli nelle prime foto dal film). Si tratta dello stesso anno in cui uscirà al cinema Toy Story!

Dai dettagli che conosciamo del film e da quello che siamo riusciti a indovinare dal trailer, Captain Marvel sarà un racconto di origini atipico che ci presenterà l’eroina scaraventata sulla Terra e in preda ad una forte amnesia. La sua storia di origine passerà, probabilmente, attraverso a un percorso di recupero dei ricordi che Carol compirà insieme a un giovane Nick Fury (con entrambi gli occhi).

Ma per tutti i dettagli ufficiali dobbiamo soltanto aspettare il momento giusto e farci sorprendere, ancora una volta, dai Marvel Studios.

Captain Marvel: tutti i dettagli del trailer che vi siete persi

Vi ricordiamo che alla regia di Captain Marvel con protagonista Brie Larson, ci sono Anna Boden e Ryan Fleck. Il film invece arriverà al cinema l’8 marzo 2019.

Il cast ufficiale: Brie LarsonSamuel L. JacksonBen MendelsohnDjimon HounsouLee PaceLashana LynchGemma ChanAlgenis Perez SotoRune TemteMcKenna GraceClark GreggJude LawAnnette Bening.

Piccole Donne: foto e video dal set del film di Greta Gerwig

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Dopo il grande successo di Lady Bird, suo esordio alla regia, Greta Gerwig torna subito dietro alla macchina da presa per il suo adattamento del celebre romanzo Piccole Donne, portando con sé anche Saoirse Ronan e Timotée Chalamet, che aveva già diretto nel suo primo film.

Le foto e i video che seguono mostrano le quattro protagoniste della storia, le sorelle March, Amy, Meg, Jo e Beth, interpretate rispettivamente da Florence Pugh, Emma Watson, Saoirse Ronan e Eliza Scanlen. Chalamet interpreterà Laurie. Nel cast ci sono anche Laura Dern e Meryl Streep.

Ecco le prime immagini dal set di Piccole Donne

https://www.instagram.com/p/Bp1cFAVn_Dj/

La pellicola è prodotta dalla Sony, che aveva già scelto la Gerwig come sceneggiatrice e che ha deciso di affidarle anche la regia dopo il successo di Lady Bird.

Il primo romanzo di Piccole Donne racconta la storia delle quattro sorelle March – Meg, Jo, Beth e Amy Alcott. Loro padre è un sacerdote partito per il fronte come cappellano durante la Guerra di Secessione americana, lasciando a casa le figlie e la moglie a cura della casa. Le ragazze, con i loro pregi e i loro difetti, pur essendo povere e con i problemi tipici dell’adolescenza, imparano a crescere e diventare ragazze responsabili e pronte a difendersi da qualsiasi vicissitudine.

Uno degli ultimi adattamenti dal romanzo era stato firmato da Gillian Armstrong e vantava un cast di attori e attrici di grande rilievo, con Winona Ryder, Susan Sarandon, Claire Danes e Kirsten Dunst, ma anche Christian Bale e Gabriel Burne.

Ennio Morricone smentisce su Quentin Tarantino: “Mai rilasciata quell’intevista”

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Dopo lo scalpore del primo momento, le dichiarazioni offensive di Ennio Morricone nei confronti di Tarantino si sono rivelate una fake news, una bugia inventata da Playboy Germania che, ne siamo sicuri, sta passando un brutto quarto d’ora in questo momento, per via dei provvedimenti legali che il compositore sta prendendo nei suoi confronti.

Arrivata negli ultimi minuti, ecco di seguito la dichiarazione ufficiale di Ennio Morricone affidata ai suoi canali social ufficiali:

È arrivato alla mia attenzione che Playboy Germania ha pubblicato un articolo in cui io dichiaro cose molto negativi contro Tarantino e i suoi film, e contro l’Academy. Non ho mai espresso commenti negativi sull’Academy, Quentin, o i suoi film – e sicuramente non considero i suoi film spazzatura. Ho dato un mandato al mio avvocato di avviare una causa civile e penale.

Considero Tarantino un grande regista. Sono molto affezionato alla mia collaborazione con lui e al rapporto che abbiamo sviluppato durante il periodo che abbiamo passato insieme. Lui è coraggioso ed ha grande personalità. Io do a lui la responsabilità per aver vinto un Oscar, che è di sicuro il più grande riconoscimento della mia carriera, e io sono per sempre grato per l’opportunità di scrivere musica per il suo film.

A Londra, durante la conferenza stampa di fronte a Tarantino, ho chiaramente affermato che considero Quentin uno dei più grandi registi del nostro tempo, e non parlerei mai male dell’Academt, un’istituzione importante che mi ha conferito due dei più importanti riconoscimenti della mia carriera.

Ennio Morricone

A questo punto aspettiamo le dichiarazioni di Quentin Tarantino in merito, che sicuramente non si lasceranno attendere.

Disney: i dettagli che abbiamo deciso di ignorare nei classici d’animazione

I classici d’animazione Disney fanno parte della vita di tutti, una memoria collettiva che lega le persone di diverse età, nazionalità, etnie. Tuttavia, ci sono moltissimi dettagli strani in questi film che avrebbero meritato, nel corso degli anni, una riflessione, o almeno un attimo di riflessione.

Sia che il nostro film preferito sia un racconto di animali, di principesse o di avventure, ogni film Disney ha alcuni dettagli strambi, in alcune circostanze addirittura raccapriccianti, che sono stati sotto il naso degli spettatori tutte le innumerevoli volte che abbiamo visto quei film.

Robin Hood

Con così tanti film prodotti dalla Disney, ci si chiede come sia stato possibile realizzare tanti successi. Negli anni ’90, Disney era già l’impero che è adesso, e chiunque abbia guardato più di una volta i film recenti sa che con gli anni lo studio si è “riciclato”. Basta riguardare Robin Hood per rendersi conto che i personaggi sono stati “ripresi” da GLi Aristogatti, Il Libro della Giungla e da Biancaneve ei sette nani. Si chiama animazione riciclata e Disney lo ha fatto con molti dei suoi film, trai più grandi successi dello studio.

Bambi

Se c’è una scena che è davvero difficile da superare, nel panorama dei film Disney, è quella tristissima della morte della mamma di Bambi, dopo la corsa nella neve, via dal cacciatore.  Anche se in realtà non vediamo cosa succede a sua madre, anche da piccoli il messaggio è chiaro: mamma cerva viene colpita da un colpo di fucile. La scena è tra le più famose del film, ma è anche vero che sembra immotivatamente triste, stonata. Sappiamo che molti dei protagonisti della Disney hanno un solo genitore, ma il povero Bambi finisce per diventare orfano.

La Bella e la Bestia

Gaston è un cattivo ordinario e gli entusiasti della Disney concordano sul fatto che è anche il personaggio più spregevole. Non sempre ci si rende conto di quanto sia sgradevole quest’uomo. Flette costantemente le sue enormi braccia, ma questo è il minimo. Sembra anche chiaro quanto è violento quando non riesce a ottenere ciò che desidera. In una scena particolare, gli spettatori più maturi si sono certamente resi conto di quanto sia una persona profondamente sgradevole nei confronti delle donne. Quando si vuole proporre a Belle, non solo mette i suoi stivali infangati proprio sul libro che lei sta leggendo, ma la umilia costantemente quando non mostra assolutamente alcun interesse per lui. È una specie di stalker e probabilmente sarebbe un marito orribile.

Aladdin

Quando Aladdin ci viene presentato, non è ancora il principe Alì, ma uno straccione che vive in strada. Evidentemente i bambini non capiscono certe scene, ma da adulti siamo abbastanza consapevoli di ciò che accade nella scena musicale d’apertura che ci presenta il personaggio. Aladdin conduce una vita povera per le strade, e così, saltando in giro durante la canzone, a un certo punto, atterra in una stanza con un gruppo di donne. Le donne sono attraenti e assomigliano a Jasmine, tuttavia, da adulti, possiamo capire che sono donne “da una notte”. Le signore cacciano subito Aladino in strada, perché evidentemente non può permettersi la loro compagnia.

Il Re Leone

Il Re Leone è probabilmente quel film della Disney che la gente guarda ripetutamente dal momento che è uno dei preferiti dai fan. Scar è il cattivo che agisce sempre in modo affascinante e apparentemente innocente, eppure sappiamo tutti che ha tradito suo fratello con l’aiuto delle sue tre cattive iene. Tuttavia, quando Scar inizia a cantare la sua canzone verso la fine del film, vediamo un numero infinito di iene lì a sostenere Scar e la scena è molto “politica”. Per un film della Disney, questa scena è abbastanza forte, visto che il gruppo di iene si inchina a lui in una formazione allineata, come fosse un gruppo di soldati. Scar è rappresentato come un dittatore.

Hercules

Non si può negare che Il Re Leone è uno dei film più vicini al cuore di tutti e Scar è effettivamente un villain molto, molto “amato” nel senso che è affascinante, nonché diabolico. Così, la Disney ha preso il personaggio e lo ha “spinto” in un altro film. Ne Il Re Leone, Zazu dice a Simba che Scar potrebbe diventare “un bel tappeto”. E, ironia della sorte, in Hercules, la Disney ha deciso di inserire Scar in forma di… tappeto!

Dumbo

Dumbo è sicuramente un film adatto ai bambini, ha dei momenti molto tristi, ma insegna anche a credere in se stessi e ad accettarsi con tutte le proprie particolarità. Tuttavia, accanto a questo messaggio edificante, la Disney ha anche inserito una scena, in particolare, decisamente poco adatta ai bambini. Quando Dumbo vede gli elefantini rosa, alcuni dei quali molto spaventosi con gli occhi neri, sembra sia a seguito di una strana bevanda. Inoltre l’elefantino appare ubriaco, cosa che non è assolutamente adatta ai bambini! Che pensavano alla Disney, in quel momento?

Pinocchio

Pinocchio è uno dei classici Disney d’animazione che hanno diversi momenti “oscuri”. Tra queste scene c’è quella, abbastanza spaventosa per essere in un film per bambini, in cui a Pinocchio e al suo amico spuntano orecchie e coda da asino. Nel film i bambini vengono puniti per essersi divertiti al Paese dei Balocchi, e la loro penitenza è orribile: diventare asini ed essere “deportati”!

Pinocchio

Nel corso della sua avventura, Pinocchio viene indotto ad andare nel Paese dei Balocchi, come ben sappiamo, che si rivela essere una scelta completamente sbagliata in quanto lo fa in disaccordo con ciò che gli suggerisce il grillo parlante, ovvero la sua coscienza. Qui, lo vediamo uscire con il suo nuovo migliore amico a bere, fumare, giocare a biliardo e fare cose piuttosto adulte, dopo essere scappato da suo padre.

Basil l’Investigatopo

Ci sono un sacco di strane immagini Disney che non capiamo davvero perché siano state messe in film per bambini. Tuttavia, ora che siamo adulti, possiamo confermare che molte di queste immagini sono bizzarre. La Disney ama usare gli animali nei suoi film tanto quanto gli umani, e sebbene i topi di Cenerentola siano innocenti e carini, quelli di Basil l’Investigatopo sono a dir poco stravaganti. Seriamente, ti aspetteresti mai nella tua mente di vedere i topi vestiti con abiti burlesque?

Aladdin

C’è qualcosa di strano nei classici Disney con cui siamo cresciuti e di solito ignoriamo questi aspetti da adulti perché alcuni sono inquietanti. In Aladdin, ad esempio, non c’è modo di dimenticare la scena in cui Jafar ha imprigionato Jasmine. Da bambini, potremmo non aver pensato molto a questa scena, ma da adulti, sappiamo chiaramente che la scena è esplicitamente sessuale. Jafar è totalmente ossessionato dalla principessa araba, la incatena al suo scettro serpente mentre lei gli dà da mangiare mele. Inoltre, Jasmine non indossa più il suo completo blu-verde, ma ha un completo rosso fuoco. È una scena inappropriata per un film per bambini, vero?

Aladdin

Tutti amano Aladdin – è probabilmente il personaggio maschile e il “principe” più adorato tra tutti quelli che compaiono nei film Disney; forse per il suo tappeto magico o per la adorabile scimmia parlante, Abu? Tuttavia, tra tutti i principi Disney, Aladdin il peggiore. Jasmine può praticamente avere qualunque ragazzo desideri, eppure, decide di perdonare Aladdin che non si limita solo a mentirle sul suo nome, ma a mentirle anche su chi è e da dvoe viene. Come può fidarsi di lui dopo quello che le ha detto? Se questa circostanza si fosse verificata nella vita reale, probabilmente consigleremo a Jasmine di siglare almeno un accordo prematrimoniale!

Biancaneve e i Sette Nani

Nel mondo delle fiabe e nel mondo magico della Disney, Biancaneve è considerata una donna perfetta. È costretta a fuggire da casa sua a causa della sua matrigna cattiva e finisce in una piccola casa nel bosco con 7 nani. Tuttavia, il suo unico desiderio è incontrare il suo principe azzurro, e lei crede fortemente che un giorno la salverà. E così come lei spera e sogna, quel giorno arriva, il giorno in cui appare misteriosamente un principe, bello e canterino, che la salva e la porta via con sé. Ma da dove arriva?

La Carica dei 101

Purtroppo, c’è uno sfortunato tema ricorrente nei film Disney che ogni volta ci spezza il cuore e cioè che in quasi tutti i classici Disney, entrambi i genitori non sopravvivono. Ci sono sempre eventi traumatici che si verificano, con un cattivo in ogni film, che spesso porta alla scomparsa di uno dei genitori. Gli appassionati Disney sono consapevoli della terribile situazione, ma sono anche consapevoli del fatto che ci sono un paio di film Disney, come Mulan, Peter Pan, Lilli e il Vagabondo o La Carica dei 101, che danno un po’ di speranza, visto che entrambi i genitori sopravvivono al film.

Rapunzel

Non è necessario aver visto il film di Rapunzel per sapere di cosa parla, visto che si basa su una favola molto antica: la principessa che, dall’alto della torre dove è prigioniera, scioglie i suoi capelli e fa salire il principe per salvarla. Ora, se avete visto il film Disney anche solo una volta, avete sicuramente notato che nel finale accade qualcosa di davvero strano, ma su cui tutti hanno deciso di sorvolare. Il potere curativo di Rapunzel, come ci è stato detto sin dall’inizio, proveniva da un magico fiore d’oro che sua madre aveva ingerito quando era incinta. Quindi, perché i capelli di Rapunzel diventano marroni quando Flynn li taglia alla fine del film per salvarla?

Pocahontas

Sembra molto strano, in Pocahontas, che la principessa nativa americana possa parlare inglese e cantare e parlare con John Smith senza alcuna barriera linguistica. Non c’è modo per la principessa di essere entrata in contatto con la lingua prima del suo incontro con Smith, del quale si innamora perdutamente, ma quindi come fa a parlare la lingua dell’uomo di cui si innamora perdutamente?

Il Gobbo di Notre Dame

Sin da piccoli, è sempre stato chiaro che la condizione di Quasimodo è molto triste. Le sue deformità lo hanno tenuto in esilio nel campanile della chiesa che dà il titolo al film; e si trova in quel posto quando si trova coinvolto in un triangolo morboso/amoroso con la zingara Esmeralda e il cattivo Frollo. Quasimodo finisce per essere l’eroe quando salva Esmeralda, e tutti si aspetterebbero che i due si innamorassero, ma invece, lei finisce tra le braccia di un altro uomo, Febo.

Star Wars: 15 segreti dal backstage del franchise

Star Wars: 15 segreti dal backstage del franchise

Si è detto e scritto moltissimo sul franchise di Star Wars, sulla sua importanza nella storia del cinema, sulla sua influenza nella cultura pop, sul suo essere una delle saghe cinematografiche che più hanno inciso sulla società e sulla cultura (soprattutto) su scala mondiale.

Tuttavia ci sono ancora alcuni segreti riguardo alla produzione del film, aneddoti e racconti dal backstage dell’intera saga che vengono alla luce nel corso degli anni, man mano che il tempo passa e che la leggenda si Star Wars cresce nel cuore di un nuomero sempre maggiore di fan.

Ora che è in arrivo Star Wars: Episodio IX, film che chiuderà per sempre la saga degli Skywalker, è il momento giusto per svelare i segreti dal backstage di Star Wars:

I sentimenti di Mark Hamill su Gli Ultimi Jedi

Comprensibilmente il più divisivo dei capitoli regolari della saga, Star Wars: Gli Ultimi Jedi sembra aver raccolto pareri contrastanti anche tra gli attori che vi hanno preso parte. Mark Hamill, che nel film è ritornato nei panni di Luke Skywalker, ha sentimenti contrastanti nei riguardi del film e del destino del suo personaggio. Ha esplicitato il suo punto di vista prima dell’uscita del film, spiegando che secondo lui Luke, nel film, ha fatto cose che non avrebbe fatto. Allo stesso tempo, ha anche ammesso di capire le decisioni dei filmmaker, dichiarando che il film gli è piaciuto. Questo però non lo ha mai frenato dal fare battute sul film.

Il ruolo originale di Poe

Poe Dameron è uno dei personaggi più interessanti del nuovo corso di Star Wars, una versione aggiornata del pilota testa calda che non sempre sta a genio a tutti. Ma nella sceneggiatura originale de Il Risveglio della Forza, il personaggio non era così importante. Il primo script prevedeva che nel suo incidente in atterraggio su Jakku, il personaggio doveva morire, così come immagina Finn.

Ma Oscar Isaac, il suo interprete, si è rifiutato di interpretare un personaggio che avesse così poco spazio sullo schermo e che sarebbe morto nel primo atto. Ha convinto Abrams a dare al personaggio qualche scena in più, e così Poe è sopravvissuto e ha avuto il tempo di diventare uno dei personaggi più importanti e amati della nuova trilogia.

La condizione di Carrie Fisher

Con grande gioia di tutti i fan, come per Harrison Ford e Mark Hamill, anche Carrie Fisher è tornata nella nuova trilogia di Star Wars, a 40 anni dai primi film. Tuttavia, Fisher ha posto una condizione molto specifica al suo ritorno: Billy Lourd, sua figlia, avrebbe dovuto avere un ruolo nel film.

Tutti pensavano che la ragazza avrebbe potuto interpretare Leia in un flashback, ma così non è stato. Billy è il Luogotenente Connix della Resistenza, che, in omaggio a Leia, porta un’acconciatura simile.Presente ne Il Risveglio della Forza e in Gli Ultimi Jedi, Connix sarà l’eredità di Carrie in carne e ossa per Episodio IX.

Il Ritorno dello Jedi doveva avere un finale dolce-amaro

Il finale originale de Il Ritorno dello Jedi era molto più dolce-amaro rispetto a quello che abbiamo avuto, un’esperienza molto più triste. Nel finale del film, tutti gli eroi coinvolti si salvano, festeggiando la vittoria dei Ribelli contro l’Impero. Tuttavia nella sceneggiatura iniziale, molti personaggi morivano in battaglia, compreso Han Solo.

Inoltre Leia sarebbe stata molto preoccupata per le sue responsabilità da nuova regina dell’universo, mentre Luke Skywalker avrebbe lasciato tutti e si sarebbe allontanato da solo, rievocando il finale malinconico degli spaghetti western, in cui l’eroe, dopo aver vinto contro i cattivi, si ritira. Lucas si oppose con tutte le sue forze al finale che invece abbiamo avuto, perché pensava che sarebbe stato controproducente per qualsiasi altro sequel futuro.

Steven Spielberg ha quasi diretto uno dei film

Steven Spielberg e George Lucas sono amici da decenni, da quando hanno cominciato a lavorare nel mondo del cinema, forse anche di più. Spielberg era sul punto di entrare a far parte della grande famiglia di Star Wars. Una scommessa sul successo del film che i due hanno fatto negli anni ’70, ha fruttato a Spielberg circa un milione di dollari nel corso degli anni. Il regista è anche stato incredibilmente vicino a dirigere uno dei tre film originali del franchise.

Lucas chiese a Spielberg di prendere le redini de Il Ritorno dello Jedi. Ma una politica interna a Hollywood ha impedito al regista di accettare la proposta dell’amico. George Lucas ebbe un brutto scontro con la Director’s Guild of America, e ha lasciato il sindacato. Spielberg, che era un membro molto rispettato del gruppo, finì per schierarsi con il sindacato, contro Lucas. I due presto lavorarono insieme sui film di Indiana Jones.

I Rolling Stone

A volte, il mondo è tanto fantastico quanto ti aspetti che sia. Carrie Fisher ha raccontato la sua vita, inclusa la folle storia in cui stava prendendo in affitto una casa da Eric Idle. Idle però le spiegò che i Rolling Stones stavano cercando di raggiungere lo stesso accordo con lui.

Quindi, anche se il giorno successivo avrebbero avuto delle riprese anticipate, la Fisher chiamò Harrison Ford e i due passarono la serata con una delle band più famose di tutti i tempi. La coppia di attori di Star Wars aveva avuto un breve rapporto durante le riprese del primo film, ma il loro rapporto si era evoluto in maniera abbastanza civile da permettergli di rimanere amici e quindi di partecipare insieme a una festa che sicuramente sarà stata epica.

Le difficili riprese de L’Impero colpisce ancora

In una certa misura, la produzione di ogni film di Star Wars è stata difficile. Ma L’impero colpisce ancora è stato il film più difficile da realizzare in assoluto. Le riprese delle scene su Hoth si sono svolte in Norvegia, ma l’arrivo dell’inverno più freddo da molti anni ha ritardato le riprese di moltissimo tempo, facendo saltare diverse scene. Carrie Fisher e George Lucas hanno lavorato a testa bassa durante la produzione, e le scene non girate hanno minacciato di rovinare alcuni dei più grandi colpi di scena del film. Questa difficoltà ha inciso anche sull’umore degli attori, spesso arrabbiati e in solitudine, sel set. Nonostante tutto, il film si conferma ancora oggi uno dei migliori dell’intero franchise.

Harrison Ford

Harrison Ford odiava la sceneggiatura del film, talmente tanto che in più di una occasione ha deciso di fare di testa sua e di improvvisare su alcune delle sue battute. Mentre cercava comunque di lavorare seriamente, l’attore ha scelto di cambiare molte battute di dialogo per il suo personaggio, nel tentativo di renderlo più funzionale sullo schermo.

La sua improvvisazione più famosa, tuttavia, è arrivata durante L’impero colpisce ancora, nel momento in cui Han Solo viene congelato nella carbonite. Originariamente, Han Solo doveva dire “Ti amo anche io”, quando Leia gli dice “Ti amo”. Ma Ford cambiò la battuta, pronunciando l’ormai leggendario: “Lo so”. È stato un cambiamento semplice, ma di grande impatto e il risultato è una delle migliori scene del film.

La verità

Il colpo di scena sulla vera identità di Darth Vader (padre di Luke e Leia) è ancora oggi uno dei più grandi colpi di scena della storia del cinema. E le misure di sicurezza che vennero prese all’epoca per preservare quel segreto, prima dell’uscita del film, furono davvero articolate e precise, e così l’effetto sorpresa fu totale per il pubblico e per gran parte della produzione. Per assicurarsi che fosse tenuto segreto, Lucas fece di tutto per assicurarsi che nessuno lo sapesse in anticipo.

Addirittura filmarono la scena con dialoghi diversi, permettendo a James Earl Jones di cambiare la battuta fatidica, già recitata con altre parole, in fase di riprese. Il regista Irvin Kershner era uno dei pochi a conoscere la verità e lo disse a Mark Hamill soltanto, poco prima delle riprese della scena. Tutte queste misure sono servite a assicurare la massima sorpresa, tanto che si racconta che durante la premiere, Harrison Ford urlò: “CHE COSA?”, in sala.

Billy Dee Williams ha dovuto dare spiegazioni

Billy Dee Williams ha conferito al suo Lando Calrissian charme e simpatia, facendoci connettere emotivamente con la canaglia che infine ha tradito i suoi amici. Ma un sacco di persone, specialmente i bambini, non lo hanno poi visto abbastanza pentito da “perdonarlo”.

Secondo quanto dichiarato dallo stesso Williams, sua figlia ha ascoltato un sacco di recriminazioni nei confronti del personaggio interpretato da padre. E così l’attore è dovuto andare a scuola con la figlia, per spiegare per bene le azioni di Lando di fronte a tutta la classe e redimerlo agli occhi dei bambini.

Orson Welles doveva essere Darth Vader

James Earl Jones ha prestato la sua voce a Darth Vader e il risultato è un’indiscutibile epicità, un’icona che ha attraversato indenne gli anni ed è diventata leggenda. David Prowse ha invece provveduto fisicamente a interpretare il personaggio e questo lavoro in sinergia ha fatto di Vader il più grande “cattivo” della storia del cinema.

Tuttavia, Earl Jones non era la prima scelta di George Lucas: il regista avrebbe voluto Orson Welles come voce del personaggio, tuttavia poi pensò che la voce del genio dietro Quarto Potere sarebbe stata troppo riconoscibile, e ha preferito lo sconosciuto Jones.

L’originale Obi-Wan Kenobi

Il ruolo di Obi-Wan Kenobi era stato pensato per Toshiro Mifune. Il leggendario attore giapponese, protagonista dei film del maestro Akira Kurosawa, era una leggenda per Lucas, che ha sempre guardato a Kurosawa come a una ispirazione, soprattutto per le sue idee che lo hanno portato a creare Star Wars. Aveva quindi perfettamente senso che Lucas tentasse di portare nel film l’attore giapponese.

Lucas ha tentato di portare nel film Mifune offrendogli un ruolo perfetto: Obi-Wan Kenobi. Ma l’attore aveva paura che il film sarebbe stato un fallimento, e quindi ha deciso di declinare l’invito. Inoltre pensava che la figura dei jedi fosse una pessima presa in giro dell’immagine dei samurai, il cui mondo è invece fondamentale come ispirazione per i cavalieri Jedi e per le coreografie delle battaglie con le spade laser.

Alec Guinness ha rinnegato

Alec Guinness era già un successo di discreto successo all’epoca in cui entrò nel cast di Star Wars per interpretare Obi-Wan Kenobi. In qualità di attore di successo in film importanti, Guinness non credeva davvero nel progetto di Star Wars né nel suo potenziale successo. Non gli importava molto del film, ed era molto contrariato dal fatto che il suo personaggio sarebbe riapparso sia ne L’impero colpisce ancora che ne Il ritorno dello Jedi. In maniera abbastanza ironica, Peter Cushing era dell’opinione opposta.

Cushing, che interpretò il Grand Moff Tarkin e che aveva già una carriera drammatica e teatrale di grande successo, ha amato moltissimo essere in Star Wars, e ha sempre dichiarato che avrebbe voluto essere più presente nel franchise. Post Mortem, la Lucasfilm ha assecondato il suo desiderio, ricostruendolo in digitale per Rogue One.

La condizione di Samuel L. Jackson

Le spade laser tendono ad avere sempre gli stessi, pochi, colori. Blu e verde, per i buoni, rosse per i cattivi, sono questi i colori più comuni per le armi di Sith e Jedi. Ma quando Samuel L. Jackson è comparso nei panni di Mace Windu, ha dettato come condizione che sarebbe voluto apparire in una importante scena di battaglia Jedi.

Inoltre, ha avuto una lunga conversazione con George Lucas, che ha poi raccontato ai suoi fan: “Avevamo questa grande arena, e questa grande battaglia con spade laser che saettavano da tutte le parti. E io ho pensato… Voglio avere la possibilità di ritrovarmi e riconoscermi in questa battaglia. Quindi ho chiesto a Lucas se potevo avere una spada laser viola. E lui lo ha fatto, e non poteva farmi più felice.” Mace Windu è l’unico personaggio a possedere una spada laser viola.

La carriera in pericolo per Natalie Portman

Natalie Portman gode di una grandissima fama, per l’amore dei fan e per le sue grandi doti di attrice. Ha recitato in alcuni dei più grandi film degli ultimi venti anni, avendo cominciato a lavorare giovanissima, e ha vinto un premio Oscar per la sua grande interpretazione ne Il Cigno Nero. Ma i prequel di Star Wars le sono quasi costati la carriera.

Dopo essere stata scelta per il film, l’attrice ha offerto quella che molti ritengono essere una performance “di legno” causata dalla scialba sceneggiatura di Episodio I. A seguito di questo episodio, la Portman ha avuto problemi a trovare altri film. Dopo essere stata scelta dai Watchowski per partecipare a V per Vendetta, la sua carriera ha avuto una nuova spinta che l’ha portata al vero e proprio successo.

Bernini, recensione del documentario sulla mostra di Villa Borghese

Il 12, 13 e 14 novembre uscirà al cinema un docu-film interamente dedicato al più grande scultore del Barocco italiano, Gian Lorenzo Bernini.

Tema principale è la mostra tenutasi tra il 1 novembre 2017 e il 4 febbraio 2018 alla Galleria Borghese di Roma, dove in occasione dei vent’anni dalla riapertura del polo museale si è voluto rendere omaggio agli spettacolari marmi del Bernini scultore.

Prodotto dalla Magnitudo Film in associazione con Chili, il documentario è diretto da Francesco Invernizzi, ormai dedito alla causa del portare l’arte al cinema, o come la definisce lui stesso “The art of filming art”.

Invernizzi ha lavorato precedentemente nelle produzioni di Firenze e gli Uffizi, Musei Vaticani e Le Basiliche papali, che hanno fatto il record di incassi al botteghino. Ma è con Caravaggio, l’Anima e il Sangue che “l’arte di filmare l’arte” ha finalmente raggiunto le dovute onorificenze, guadagnandosi un Globo d’oro della stampa estera.

Il documentario su Bernini si concentra sull’operato del maestro napoletano presso uno dei suoi mecenati più importanti, Scipione Borghese, il quale gli commissionò opere scultoree prestigiose da esporre nella sua splendida villa.

Ad accompagnarci alla scoperta delle statue anzitutto troviamo la direttrice della Galleria Borghese, Anna Coliva, per poi ascoltare gli approfondimenti dello storico dell’arte Luigi Ficacci e del direttore della Fondazione Zeri Andrea Bacchi.

Ma le opere di Bernini parlano da sole, e grazie alla fotografia di Massimiliano Gatti e alla “maniacale” regia di Invernizzi, assistiamo al disvelamento metodico di ogni piccolo particolare delle composizioni berniniane.

Merito anche delle riprese in 8K e di un uso ardito di steadycam e carrelli, lo spettatore osserva le sculture a 360 gradi, rapito dall’uso sapiente dei chiaroscuri della fotografia che risaltano i particolari scolpiti dal bernini, come le venature di una mano o i riccioli di una capigliatura.

Il lungometraggio si concentra principalmente sui quattro enormi e magnifici gruppi scultorei realizzati tra il 1618 e il 1625: Enea, Anchise e Ascanio, il Ratto di Proserpina, il David e l’Apollo e Dafne.

Accompagnate dalla voice over che legge direttamente dagli scritti dello scultore di Napoli, le statue prendono letteralmente vita, complice quel rivoluzionario concetto unicamente berniniano che prevedeva la rappresentazione delle emozioni da parte di manufatti fino ad allora pensati solo per essere statici ed inerti.

Ecco allora che scorgiamo la senilità dell’Anchise, le lacrime disperate della Proserpina rapita, l’estrema concentrazione del Davide che prende la mira e la foga della Dafne per sfuggire ad Apollo.

Bernini si rivela dunque un documentario estremamente emozionante alla scoperta di un artista barocco probabilmente ineguagliato. Le riprese avvolgenti consentono allo spettatore un coinvolgimento unico e una partecipazione commossa alle rappresentazione della statuaria berniniana, più una messa in scena di stati d’animo che un esercizio di stile.

Loki: Jaimie Alexander suggerisce il ritorno di Lady Sif

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Tutti i fan del Marvel Cinematic Universe si chiedono da tempo che fine abbia fatto Lady Sif, la fortissima guerriera asgardiana, che non vediamo dalle vicende di Thor: The Dark World, salvo alcune apparizioni in Agents of SHIELD.

Esclusa dalle vicende di Avengers: Age of Ultron e di Infinity War, ma soprattutto dai fatti visti in Thor: Ragnarok, il personaggio è al momento “perso” in qualche angolo dell’universo condiviso ma sembra che finalmente avremo la possibilità di rivederla sul piccolo schermo.

A seguito dell’annuncio della serie tv dedicata a Loki, con il ritorno di Tom Hiddleston nel ruolo del Dio dell’Inganno, la Alexander ha condiviso sui suoi canali social una foto della guerriera, indizio importante che auspica il suo ritorno:

Il fatto di introdurla nella serie tv destinata a Disney +, sarebbe un buon modo per i Marvel Studios di sfruttare ancora Lady Sif, personaggio molto amato dai fan, nonostante abbia avuto un ruolo marginale fino a questo momento. Staremo a vedere se la foto sul profilo di Jaimie Alexander è solo uno scherzo per i suoi fan o un vero e proprio annuncio che possa soddisfare la curiosità degli spettatori Marvel.

Loki: 15 cose che le persone hanno capito male sul Dio dell’Inganno

Creato da Stan Lee, Jack Kirby Larry LieberLoki è uno dei personaggi ricorrenti all’interno dell’universo cinematografico Marvel ed è apparso in ben cinque cinecomic dei Marvel Studios (se contiamo anche l’imminente Avengers: Infinity War). Noto come “Il Dio dell’Inganno“, è stato fra i primi villain davvero apprezzati dai fan grazie soprattutto all’egregia interpretazione a tinte shakespeariane di Tom Hiddleston, l’attore che ne veste i panni da Thor (2011).

Vi ricordiamo che la piattaforma streaming Disney ha già ordinato nel suo catalogo una serie inedita su Star Wars ideata da Jon Favreau, un’altra basata sui film di High School Musical e il live action di Lilli e il Vagabondo.

Ennio Morricone su Quentin Tarantino: “È un cretino” – UPDATE

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UPDATE – Ennio Morricone ha smentito la notizia, riferendo di non aver mai incontrato i giornalisti dell’edizione tedesca di Playboy, né di conoscerne i volti, spiegando che non ha mai dichiarato nulla di tanto duro e diretto contro Quentin Tarantino. Ecco le dichiarazioni del compositore: “Darò mandato ai miei avvocati di denunciare la rivista e il giornalista di cui ignoro nome e volto. Mai incontrato. Sono fuori di me, non capisco come certe cose possano accadere nel giornalismo. Stamattina mi ha chiamato per informarmi di questa vicenda il mio amico Giuseppe Tornatore, ma sono letteralmente caduto dalle nuvole”.

Ennio Morricone ha espresso una volta per tutte il suo severo giudizio su Quentin Tarantino, il regista americano che è solo l’ultimo, in ordine di tempo, dei grandi registi con cui il grande compositore ha avuto modo di collaborare per il grande schermo.

90 anni compiuti nelle ultime ore, Morricone ha lavorato con tantissimi registi di spicco, componendo oltre 500 melodie tra le più celebri della storia del cinema, non solo italiano. Trai grandi nomi ci sono i nostri Sergio Leone, Giuseppe Tornatore, Bernardo Bertolucci, Vittorio De Sica, Pier Paolo Pasolini, ma anche gli americani Brian De Palma, Oliver Stone, Terrence Malick, John Carpenter e in ultimo Quentin Tarantino, con cui ha collaborato per The Hateful Eight, il film che ha permesso a Ennio Morricone di vincere il suo primo premio Oscar “sul campo”, visto che l’unica statuetta che già gli era stata assegnata era un premio alla carriera nel 2007.

Ennio Morricone
Music (Original Score) winner Ennio Morricone, “The Hateful Eight” at The 88th Oscars® in Hollywood, CA on Sunday, February 28, 2016.

Nonostante questo vincolo che sarebbe dovuto essere di gratitudine o almeno complicità. Ennio Morricone non ha avuto parole lusinghiere nei confronti di Tarantino durante la sua ultima intervista a Playboy Germany:

“Quell’uomo è un cretino. Ruba dagli altri e mette tutto di nuovo insieme. Non c’è niente di originale in questo. E non è nemmeno un regista. Non è assolutamente paragonabile ai grandi John Huston, Alfred Hitchcock o Billy Wilder. Loro erano dei grandi, Tarantino si limita a ricucinare roba vecchia.”

E continuando, a commento della loro relazione professionale in occasione dell’ottavo film di Tarantino, Morricone ha detto: “Senza dare indicazioni, fa tutto all’ultimo minuto e poi vuole la colonna sonora finita in pochi giorni, il che è impossibile. MI ha fatto diventare matto. Perché è semplicemente impossibile, non lavorerò mai più con lui. Gliel’ho detto l’ultima volta, che quella sarebbe stata l’ultima.”

Ennio Morricone è noto per essere un personaggio dal carattere deciso, che “non le manda a dire” e in più di una occasione la sua furia si è scagliata anche contro ignari giornalisti che non avevano fatto altro che parlare del suo lavoro in maniera “inappropriata” o semplicemente imprecisa, secondo la sua idea. Insomma, un uomo dalle idee chiare che esige vadano rispettate, e non dubitiamo del fatto che una personalità così ben definita si sia trovata in difficoltà a lavorare con un personaggio come Quentin Tarantino che tutto sembra fuorché rigido e inquadrato.

Intanto, il regista di Pulp Fiction è impegnato nelle riprese del suo prossimo film, Once Upon a Time in Hollywood, e scommettiamo che la colonna sonora non sarà di Ennio Morricone.

Fonte: Variety

Avengers 4: sono questi i nuovi costumi dei Vendicatori?

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Avengers 4: sono questi i nuovi costumi dei Vendicatori?

Sono stati diffusi in rete nuove promo art da Avengers 4 (che potrebbero però essere fake, dal momento che non siamo risaliti a una fonte originaria) che mostrano gli eroi sopravvissuti, più Occhio di Falco e Ant-Man, in un nuovo costume argento e rosso che potrebbe rappresentare la divisa da Regno Quantico che i Vendicatori potrebbero indossare nella loro spedizione di salvataggio.

Le tute prevedono una base chiara bianco / argento, che sembra coincidere con le tute che abbiamo già visto su Thor e Rocket sul packaging del merchandise ufficiale del film. Potete vederle di seguito:

Avengers 4 arriverà al cinema ad Aprile 2019, sarà diretto da Anthony e Joe Russo e porterà a conclusione la Fase 3 del Marvel Cinematic Universe.

Nel cast del film Robert Downey Jr., Chris Hemsworth, Mark Ruffalo, Chris Evans, Scarlett Johansson, Benedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom Holland, Chadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Suspiria: il nuovo poster del film di Luca Guadagnino

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Suspiria: il nuovo poster del film di Luca Guadagnino

Arriverà a Gennaio in sala Suspiria, il nuovo film di Luca Guadagnino, presentato nella selezione ufficiale del Concorso alla Settantacinquesima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Di seguito potete vedere il bellissimo poster del film:

Il candidato all’Oscar Luca Guadagnino (Chiamami col tuo nome) dirige una versione inquietante e visionaria del classico horror del 1977, Suspiria. In questo scioccante horror psicologico, l’ambiziosa danzatrice americana Susie Bannion arriva a Berlino negli anni ’70 con la speranza di entrare nella rinomata Compagnia di Danza Helena Markos. Già dalla prima prova, Susie, col suo talento, sbalordisce la famosa coreografa Madame Blanc, guadagnandosi il ruolo da prima. Olga ha un crollo emotivo e accusa le “Madri” che dirigono la compagnia, di essere delle streghe. Prima che possa fuggir via, però, viene catturata e torturata da una forza misteriosa, legata in qualche modo alla danza di Susie… Durante le prove per l’esibizione finale “Volk”, Susie e Madame Blanc si avvicinano sempre di più, rivelando come l’interesse di Susie per la compagnia vada oltre la danza. Nel frattempo un anziano psicoterapeuta, il dottor Klemperer, cerca di svelare i segreti più oscuri della compagnia con l’aiuto di Sara, un’altra ballerina, che esplorerà i sotterranei della scuola dove l’attenderanno atroci scoperte…

Suspiria ha un cast internazionale di grandissimo livello, tra cui il premio Oscar® Tilda Swinton (… E ora parliamo di Kevin, Doctor Strange), Dakota Johnson (la trilogia de Cinquanta sfumatore di Grigio), Chloë Grace Moretz (Resta anche domani, La diseducazione di Cameron Post) e Mia Goth (La cura dal benessere). La colonna sonora è firmata dal cantante dei Radiohead Thom Yorke.

Shuri vs Tony Stark: chi possiede la tecnologia migliore?

Shuri vs Tony Stark: chi possiede la tecnologia migliore?

Fino all’arrivo nelle sale di Black Panther il pubblico era certo di sapere chi fosse il solo e unico genio tecnologico del MCU: Tony Stark, miliardario, filantropo e mente brillante incontrastata del gruppo di supereroi del grande schermo. Tuttavia l’introduzione di Shuri, sorella adolescente di T’Challa, sembra aver scombinato le carte in tavola. Ma in un eventuale scontro a colpi di tech, chi vincerebbe la sfida tra Stark e la principessa del Wakanda?

Ecco dodici motivi per cui Shuri, al momento, possiede la tecnologia migliore del Marvel Cinematic Universe:

Macchine che non hanno bisogno del driver

E’ stato dimostrato che Tony Stark sappia maneggiare con la tecnologia del pilotaggio automatico, ed è ovvio che possa creare un’auto che si guida da sola. Tuttavia Shuri ha fatto di meglio: durante un inseguimento ad alta velocità in Cina, Black Panther salta sopra un’automobile che è guidata dal Wakanda da Shuri in modalità remota.

Ha “aggiustato” Bucky

Morto alla fine di Captain America: Il Primo Vendicatore, Bucky Barnes “risorge” grazie all’Hydra che lo fa prigioniero e lo sottopone al lavaggio del cervello trasformandolo nel Soldato d’Inverno. Ma mentre la storia del MCU ci ha mostrato quanto Tony Stark non sia stato nemmeno capace di donare un nuovo corpo a Bucky, è Shuri a donargli un’altra vita con le sue braccia bioniche e rimuovendo ogni traccia del passato dalla sua testa nel Wakanda.

Ha “nascosto” la sua nazione

Alla fine di Black Panther, T’Challa decide di presentarsi alle Nazioni Unite e rivelare  l’esistenza del Wakanda e lo stato del suo progresso che vuole condividere con il mondo. Precedentemente lo stato era concepito come nient’altro che una nazione povera del terzo mondo, mentre il suo re dimostra che è in realtà un paradiso nascosto tecnologicamente avanzato, e questo grazie a Shuri.

Treni magnetizzati

Parte della tecnologia che tiene viva la Wakanda è il vibranio nascosto nel sottosuolo, dove un intenso programma di treni magnetici ha contribuito ad ospitare il culmine della prima avventura cinematografica di T’Challa contro l’antagonista Killmonger. Come rivelato dal film, questi mezzi di trasporto sono super veloci e una tecnologia ferroviaria del genere potrebbe servire a migliorare il mondo.

Sneakers

Le ormai celebri Sneakers progettate da Shuri sono un’invenzione creata per diventare una vera e propria arma funzionale per il fratello: nella scena del Casinò, il rumore della sua cavalcata è appena percettibile, mentre l’abbigliamento di Tony Stark è alquanto rumoroso…

Assorbimento cinetico

Alcune delle tecnologie viste in Black Panther non si avvicinano nemmeno un po’ a quelle progettate da Tony Stark nel corso del MCU, tuttavia se il supereroe e Shuri dovessero collaborare in un futuro prossimo l’armatura Iron Man otterrebbe finalmente quell’aggiornamento completo di cui ha bisogno e che includerebbe l’assorbimento cinetico (da usare durante i vari pestaggi che hanno lasciato il povero Tony davvero malandato).

Perle tribali

Una delle ultime aggiunte nei fumetti di Black Panther sono i Kimoyo Beads del Wakanda, nient’altro che perle tribali progettate e adattate per ogni singolo personaggio che ne fa uso. Possono scansionare una persona dai suoi segni vitali, oppure essere usate per scoprire la storia medica o accedere a Internet.

Cannoni sonici

Tony Stark adora mettere mani ai suoi blaster, che è un po’ il suo arsenale di bombe e proiettili infiniti con i quali ha “quasi” fermato Thanos sul pianeta Titano. Tuttavia è Shuri la prima a comprendere come sfruttare queste armi in modo da avere effetti positivi limitandone quelli negativi. I suoi cannoni sonici utilizzano una tecnologia che sembra annullare alcune proprietà del vibranio, impiegata anche nella struttura del treno sotterraneo che ha contribuito a uccidere Kilmonger esponendolo ai punti deboli della sua tuta di vibranio.

Propulsione magnetica

Quando il personaggio di Black Panther apparve per la prima volta sui fumetti nel 1966, il Wakanda faceva già affidamento sulla propulsione magnetica, così per rendergli omaggio il film diretto da Ryan Coogler ha esibito vari mezzi e oggetti che usassero questa tecnologia. È chiaro che Shuri condividerà senza dubbio i suoi studi su come rendere queste fantastiche meraviglie tecnologiche una realtà per altre nazioni (e la scena finale del cinecomic ne è un’anticipazione) che prima non sarebbero state in grado di permettersi.

Ha “aggiustato” Visione

Sebbene bisognerebbe dare a Tony Stark un po ‘di credito per la creazione dell’intelligenza artificiale Jarvis, generalmente usata per aiutare se stesso nei suoi lavori, la sua trasformazione in Ultron e le conseguenze terribili che sono seguite lasciano intendere che ci siano stati diversi problemi di funzionamento o almeno nel processo tecnologico portato avanti da Stark e Bruce Banner. In Avengers: Infinity War abbiamo visto Shuri tentare di rimuovere la gemma dalla fronte di Visione senza ucciderlo, e stava per riuscirci fino all’arrivo di Thanos. Non è detto che non possa portare a termine il suo lavoro in Avengers 4

Pilotaggio remoto

La tecnologia del Wakanda, a cui lavora assiduamente Shuri, sta facendo passi da gigante nel resto del mondo, con le sue comunicazioni internet che raggiungono il 100% di sicurezza. Che è un po’ l’unico modo in cui la sorella minore di T’Challa potrebbe replicare anche il complicato funzionamento interno di un’automobile moderna: grazie alle sue invenzioni infatti Shuri è grado di saltare al volante da casa sua, mentre suo fratello si trova a migliaia di chilometri di distanza.

Ha aiutato un’intera nazione a soli sedici anni

È evidente che qualsiasi invenzione o innovazione di Shuri abbia ha notevolmente migliorato la sua nazione, il Wakanda, ma la cosa straordinaria è che l’abbia fatto a soli sedici anni e molte delle sue “opere” sono state svelate in poco più di due ore di film (parliamo ovviamente di Black Panther). Al contrario ogni volta che Tony Stark mette in pratica la sua tecnologia di solito crea disastri o “mostri” (vedi Ultron) che deve poi affrontare e che distruggono intere città.

Fonte: CBR

Avengers: Infinity War, Hulk doveva partecipare alla battaglia del Wakanda

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La scena d’apertura di Avengers: Infinity War ha mostrato da subito la potenza devastante di Thanos quando il Titano Pazzo ha spazzato via Hulk, come fosse l’essere più debole della galassia. Il Gigante di Giada è stato quindi trasportato sulla Terra da Heimdall, allo scopo di annunciare agli eroi terrestri che Thanos stava arrivando. Durante il “viaggio”, Hulk si è ritirato, lasciando Bruce Banner alle prese con l’invasione di Thanos, al fianco degli altri Vendicatori, e durante tutti il resto del film, il mostro verde è rimasto nascosto dentro Banner.

In molti si sono chiesti per quale motivo, nonostante le richieste di aiuto dello scienziato, Hulk non si sia palesato durante la battaglia del Wakanda. Qualcuno ha ipotizzato che il gigante avesse ormai paura di Thanos, dopo la sonora batosta subita a inizio film, ma Mark Ruffalo in persona ha spiegato che, dopo gli eventi di Thor: Ragnarok, la volontà di Hulk si è trasformata in una mente più strutturata e ha cominciato a rifiutare il fatto che Banner lo “utilizzasse” soltanto in momenti di difficoltà, decidendo quindi di non “uscire” per combattere contro l’Ordine Nero e contro Thanos.

Tuttavia, stando a quanto si era già detto in precedenza e a giudicare dai concept di Avengers: Infinity War diffusi nelle ultime ore, Hulk doveva essere presente durante la Battaglia del Wakanda, non solo, doveva confrontarsi direttamente con Thanos, insieme agli altri Vendicatori, tentando di fermarlo.

Per quello che riguarda il percorso di Hulk in Avengers 4, possiamo già immaginare che sarà conclusivo rispetto alla sua parabola narrativa cominciata in Ragnarok, e già le teorie fioccano in rete.

Avengers 4 arriverà al cinema ad Aprile 2019, sarà diretto da Anthony e Joe Russo e porterà a conclusione la Fase 3 del Marvel Cinematic Universe.

Nel cast del film Robert Downey Jr., Chris Hemsworth, Mark Ruffalo, Chris Evans, Scarlett Johansson, Benedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom Holland, Chadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Fonte

Godzilla vs Kong: Jessica Henwick nel cast

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È da molto tempo che non si hanno più notizie sul progetto intitolato Godzilla vs Kong, mentre sappiamo che il sequel del Godzilla del 2014 è in viaggio verso il grande schermo. Il film in questione dovrebbe vedere i due mostri del titolo confrontarsi e l’ultima notizia in merito ci ha informati del coinvolgimento di Adam Wingard alla regia.

Variety ci informa che Jessica Henwick si è unita al cast, anche se i dettagli del suo ruolo sono tenuti sotto riserbo dalla Legendary. L’attrice si unisce a Kyle Chandler, Millie Bobby Brown, Zhang Ziyi, Danai Gurira, Julian Dennison, Demián Bichir, Alexander Skarsgård, Rebecca Hall e Eiza González.

Jessica Henwick ha inanellato una serie di ruoli in serie tv e film di prestigio, di recente, pur non guadagnando mai, per adesso, la ribalta del protagonista. È stata Colleen Wing in Iron Fist, Luke Cage e The Defenders, ha interpretato Nymeria Sand in Game of Thrones ed è stata la pilota di X-Wing Jessika Pava in Star Wars: Il Risveglio della Forza.

Godzilla vs Kong al momento non ha ancora un regista ma ha un anno di uscita, il 2020. Il 22 marzo 2019 è invece atteso Godzilla King of Monsters, sequel del film diretto da Gareth Edwards e affidato a Michael Dougherty (Krampus) con protagonisti Kyle Chandler, Vera Farmiga e Millie Bobby Brown.

Aquaman: online le prime reazioni al film di James Wan

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Aquaman: online le prime reazioni al film di James Wan

Lo scorso agosto la Warner Bros. aveva effettuato i primi test screenings di Aquaman (proiezioni che servono come prove generali per attuare qualche cambiamento in base alle reazioni del pubblico in sala), e i risultati erano stati tutti più o meno positivi.

Nelle ultime ore però la stampa americana insieme a molti spettatori hanno avuto modo di guardare il film di James Wan e sono iniziate a comparire online, specialmente su Twitter, i primi giudizi a caldo sul cinecomic che proverà a risollevare la critica e scricchiolante situazione della DC dopo il fiasco di Justice League. Di seguito ve ne riportiamo alcuni:

Il pubblico sembra aver amato moltissimo Aquaman, e non si è sentito alcun commento negativo, ma solo aggettivi come divertente, avventuroso, bellissimo. Insomma è tutto ciò che ci si aspettava

Abbiamo visto Aquaman ma non possiamo parlare dei dettagli. Possiamo però dire che si tratta di un risultato importante sia come realizzazione che come storytelling, e si vede l’ottimo lavoro che sta facendo Walter Hamada con la DC. Questa è inoltre la prova che James Wan dovrebbe dirigere più film per l’azienda

Un giudizio su Aquaman: è molto buono, non innovativo ma solido. Le scene d’azione sono eccezionali, la storia è buona e anche la cgi sembra decente. Unico punto dolente la colonna sonora

Aquaman: il trailer italiano con Jason Momoa

Prima di apparire come assoluto protagonista, il personaggio di Jason Momoa ha debuttato in Justice League, diretto da Zack Snyder, al fianco di Ben Affleck (Batman), Gal Gadot (Wonder Woman), Henry Cavill (Superman), Ezra Miller (Flash) e Ray Fisher (Cyborg).

Il film è stato diretto da James Wan (Insidious, L’evocazione The Conjuring, Fast and Furious 7) e vede protagonista Jason Momoa. Con lui ci sarà Amber Heard nei panni di Mera, Yahya Abdul-Mateen II, Patrick Wilson, Dolph Lundgren, Ludi Lin e  Willem Dafoe.

Aquaman è il re dei Sette Mari. Questo sovrano riluttante di Atlantide, bloccato tra il mondo della superficie, costantemente violento contro la vita nel mare e gli Atlantidei che sono in procinto di rivoltarsi, deve occuparsi di proteggere il mondo intero.

Aquaman: tutte le rivelazioni e gli easter egg del trailer

Fonte: CBM

Venom: record di incassi al debutto in Cina

Venom: record di incassi al debutto in Cina

Letteralmente affossato dalla critica, Venom continua la sua sorprendente cavalcata ai botteghini di tutto il mondo registrando l’ennesimo record nel primo giorno di programmazione cinese: 34 i milioni di dollari incassati, superando di gran lunga le cifre ottenute da Spider-Man: Homecoming lo scorso anno (21,6 milioni). Con questo incredibile risultato il film diretto da Ruben Fleischer e interpretato da Tom Hardy diventa il più alto incasso di sempre nell’opening day per quanto riguarda il cinecomic in Cina, e il secondo in generale dopo Avengers: Infinity War.

Se dovesse continuare su questi ritmi, conferma Forbes, Venom potrebbe raggiungere tra i 700 e i 750 milioni di dollari in tutto il mondo, cifre stellari assolutamente non pronosticabili vista l’accoglienza negativa di Venom da parte della stampa americana ed europea.

Venom: 10 teorie sul film che si sono rivelate vere

Questo inatteso successo al box office mondiale dunque potrebbe ridurre le possibilità che la Sony ceda completamente i diritti di Spider-Man e dei personaggi a lui correlati ai Marvel Studios. Con il film con Tom Hardy, la SONY ha ufficialmente dato inizio a un Universo Cinematografico suo, che potrebbe fare a meno di Spider-Man e, nonostante l’avversione della maggior parte dei critici, il film ha performato bene, raccogliendo l’entusiasmo dei fan che hanno avuto prova, dal loro punto di vista, che è possibile realizzare un film sul Simbionte, senza l’Uomo Ragno.

Il piano SONY ha fruttato allo studio un incasso che ha superato i 500 milioni in tutto il mondo, cifra sufficiente a far pensare a un sequel, già preparato dalla scena post credits di questo primo film. Questa notizia sembra molto buona per chi ha gradito il film, ma non altrettanto buona per i fan che sperano che i diritti di Spider-Man possano essere completamente restituiti alla Marvel – in modo simile a quello che sta succedendo con gli X-Men e i Fantastici Quattro alla Fox.

Parlando con Business Insider, Jeff Bock, analista senior del box-office di Exhibitor Relations, spiega come il successo finanziario di Venom abbia rinvigorito i piani di SONY riguardo ad altri diritti sui personaggi legati a Spider-Man dei quali detengono i diritti. Secondo lui, se il film fosse stato un flop, lo studio sarebbe stato più aperto a concludere un accordo con la Disney che potenzialmente avrebbe restituito i diritti di proprietà intellettuale alla Marvel.

Venom: gli indizi sulla trama del sequel sono già nel film

“Se il film avesse fallito, ci sarebbe stata una possibilità che Sony sarebbe tornata al tavolo delle trattative con la Disney. Ora il piano della Marvel è andato per aria (…) [SONY] ha corso un rischio calcolato con Venom, e ora che il film ha avuto successo e che diventerà una serie, sembra che la Disney abbia bisogno di Spider-Man più di quanto SONY abbia bisogno della Disney… Se alla SONY cominciano ad acquisire costanza nella realizzazione di buoni film, il pubblico vorrà vederli, e la Disney dovrà comprare la SONY per riavere i diritti di Spider-Man (…) Questo è solo l’inizio della rinascita della SONY come uno studio che può ancora dire la sua al box office: non si arrenderanno senza combattere”.

L’analista senior di ComScore, Paul Dergarabedian, ha supportato la dichiarazione di Bock, citando che il risultato al box office per Venom non farà altro che motivare la SONY a continuare a investire nel proprio universo cinematografico. “Un mezzo miliardo di dollari di entrate per Venom, in tutto il mondo, dimostra che non si tratta di un colpo di fortuna, e nonostante una critica negativa, il film ha trovato un grande favore di pubblico che ha abbracciando l’Eddie Brock di Tom Hardy”, ha dichiarato Dergarabedian.

A parte un sequel diretto di Venom – che è stato efficacemente impostato nella scena post-credits con la rivelazione del personaggio di Cletus Kasady aka Carnage interpretato da Woody Harrelson – SONY sta anche programmando una serie di altri progetti che ruotano attorno a personaggi di Spider-Man, come Morbius il Vampiro Vivente di Jared Leto e Silver Sable e Black Cat. Se questi film dovessero avere il successo che a questo punto SONY si aspetta, forse un crossover con lo Spider-Man di Tom Holland (che è nel MCU) potrebbe concretizzarsi. Lo stesso Fleischer pensa che uno scontro tra Venom e Spider-Man sia inevitabile.

 

Avengers: Infinity War concept, la versione alternativa della Bleeding Edge

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Nuovo capitolo della lunga carrellata di concept inediti da Avengers: Infinity War grazie ai quali scopriamo una serie di “what if…” dal film dei fratelli Russo: versioni alternative di costumi, di scene, di personaggi che potevano sopravvivere o morire in maniera diversa.

Dopo quelli dedicati alla battaglia su TitanoSteve RogersThanos e Spider-Man, ecco arrivare una serie di artwork sulla nuova e tecnologica armatura di Iron Man, Teen Groot e Eitri, ultimo dei nani sopravvissuti del pianeta Nidavellir che forgia la nuova arma di Thor prima del suo arrivo in Wakanda.

Per quanto riguarda la Bleeding Edge Armor, noterete una serie di dettagli non inclusi nel film, come la “trasformazione” in un vero e proprio mezzo di locomozione aerea, oppure dei significativi cannoni aggiunti alle braccia e sistemi di nanotecnologia avanzati. Su Eitri invece gli artisti dei Marvel Studios sembrano aver studiato diversi look per il personaggio interpretato da Peter Dinklage, tra cui uno che prevedeva la lunga barba bionda e testa quasi rasata con degli “occhi” sulla fronte.

Avengers: Infinity War, i 10 segreti dal backstage che cambiano ogni cosa

Vi ricordiamo che il prossimo capitolo sui Vendicatori, Avengers 4, arriverà al cinema ad Aprile 2019, diretto da Anthony e Joe Russo concludendo la Fase 3 del Marvel Cinematic Universe.

Nel cast del film Robert Downey Jr., Chris Hemsworth, Mark Ruffalo, Chris Evans, Scarlett Johansson, Benedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom Holland, Chadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Fonte: CBM

Tom Hiddleston promette ancora più “inganni” nella serie su Loki

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Tom Hiddleston promette ancora più “inganni” nella serie su Loki

Come annunciato ieri per vie ufficiali, i Marvel Studios porteranno sulla nuova piattaforma streaming Disney + (di proprietà della casa di topolino e in arrivo nel 2019) diverse serie tv dedicate ai personaggi del MCU, tra cui una su Loki. Il Dio dell’Inganno tornerà quindi protagonista anche sul “piccolo” schermo dopo essere apparso in numerosi capitoli cinematografici dell’universo Marvel, e sarà interpretato ancora dall’idolo dei fan Tom Hiddleston.

L’attore, come conferma della sua partecipazione al progetto, ha voluto condividere un’anticipazione di ciò che ci aspetta su Twitter: “Loki. Tante altre storie da raccontare. Ancora più inganni da creare. C’è dell’altro“.

Vi ricordiamo che gli altri titoli in sviluppo, come riportato nelle ultime settimane, saranno dedicati a Scarlet WitchFalcon e Soldato d’Inverno, ed è probabile che vengano confermati (insieme agli attori coinvolti) già nei prossimi giorni.

Creato da Stan Lee, Jack Kirby Larry LieberLoki è uno dei personaggi ricorrenti all’interno dell’universo cinematografico Marvel ed è apparso in ben cinque cinecomic dei Marvel Studios (se contiamo anche l’imminente Avengers: Infinity War). Noto come “Il Dio dell’Inganno“, è stato fra i primi villain davvero apprezzati dai fan grazie soprattutto all’egregia interpretazione a tinte shakespeariane di Tom Hiddleston, l’attore che ne veste i panni da Thor (2011).

La piattaforma streaming Disney ha già ordinato nel suo catalogo una serie inedita su Star Wars ideata da Jon Favreau, un’altra basata sui film di High School Musical e il live action di Lilli e il Vagabondo.

Loki: 15 cose che le persone hanno capito male sul Dio dell’Inganno

Claire Foy, intervista alla nuova LIsbeth Salander

Claire Foy, intervista alla nuova LIsbeth Salander

Elegante, composta, sorridente, Claire Foy è tutto quello che ci si aspetta dalla perfetta interprete della fredda e distaccata Regina Elisabetta II, ruolo che le ha garantito premi e riconoscimenti nel panorama televisivo degli ultimi due anni, nella serie Netflix The Crown. Finito il suo ciclo come Elisabetta, la Foy guarda al grande schermo con i suoi grandi occhi blu e il suo talento è destinato a splendere sullo schermo d’argento.

La vediamo in questi giorni in sala in Il Primo Uomo di Damien Chazelle, al fianco di Ryan Gosling, ma Fede Alvarez l’ha fatta diventare la nuova Lisbeth Salander, per il suo Millennium – Quello che non Uccide, e nel ruolo dell’hacker, la Foy dimostra tutto ciò di cui è capace. Non solo un’attrice adatta a ruoli composti e “domati”, ma un’interprete capace di portare sullo schermo anche l’anima nera dei personaggi.

E proprio per parlare di questo suo nuovo personaggio, l’abbiamo incontrata a Roma, in occasione della Premiere del film, svoltasi nella cornice della Festa del Cinema di Roma 2018.

Quanto è stato impegnativo diventare Lisbeth e come ti sei preparata?

Mi è sempre piaciuta, sin dal primo film, la trovo una donna molto affascinante, ho scelto di interpretarla per conoscerla, ne ero entusiasta. Ho sempre voluto cimentarmi in qualcosa di nuovo, cambiare il mio fisico per un personaggio e fare un film d’azione è molto difficile ma allo stesso tempo è anche divertente, perché ti permette di sperimentare con i tuoi mezzi. Lisbeth è un personaggio controverso, è introversa, non le piace farsi notare, vuole essere invisibile, ma dentro ha una forte passione, la sua espressione è fuoco puro.” 

Hai dichiarato che Lisbeth non è un supereroe, è una combattente e non è affezionata a nessuno. Chi è in realtà?

“Lei si sorprende sia delle sue emozioni che dei suoi sentimenti, ma davvero non le importa di nessuno (…) sinceramente se dovessi descrivere Lisbeth non direi davvero che è una di quelle che tiene alle persone. Lei può aiutare, è quello che sa fare, si sente in qualche modo di dover proteggere August, per esempio, ma di sicuro non in maniera convenzionale, come se avesse a cuore le sue sorti. È uno degli aspetti che la rendono affascinante.”

Nel tuo approccio al personaggio che influenza ha avuto il romanzo da cui il film è tratto e cosa ama o odia di Lisbeth?

“Il personaggio è come nel libro, non ho provato ad aggiungere nulla di mio. Mi è piaciuto il fatto che lei ami la musica drammatica, che sia andata ai Caraibi per un mese e mezzo e si sia ritrovata in mezzo ad un uragano, il fatto che sia una sopravvissuta. Tutta la sua storia è racchiusa nel film.”

Quello che non uccide: trailer e poster italiani per il film con Claire Foy

Parliamo ancora di sentimenti, in questo caso quelli di Lisbeth verso Mikael: lei vuole lasciarsi alle spalle tutto ciò che hanno vissuto e passato insieme. Si fida ancora di lui?

“È stata innamorata di lui ma questo sentimento la sorprende, si sorprende anche del suo atteggiamento, è un po’ come tutte le cose sbagliate che si fanno a tredici anni per la prima volta. Mikael poi le spezza il cuore e non trova pià un senso in nulla, in quello che prova. Queste delusioni possono essere superate, ma a meno che tu non sia un completo idiota, non vanno mai via del tutto. In più, anche se non lo ammetterà mai, lui è un uomo fantastico, l’unica persona della quale si fidi, non riesce a mettersi contro di lui, rimangono due anime gemelle, anche se non ci sarà un lieto fine per loro, nulla di convenzionale come un matrimonio o una vita insieme.” 

Cosa pensa che il pubblico femminile trovi di speciale nel suo personaggio, perché è cosi popolare?

“Perché è qualcuno che sta al mondo in maniera confusa, è imperfetta, come molte persone, ma è anche diretta, dice ciò che pensa in faccia, non se ne sta in un angolo a sparlare degli altri. È una qualità che le persone apprezzano. Non è un personaggio convenzionale e questo colpisce moltissimo perché si è deciso di portare su grande schermo qualcuno di imperfetto con il quale identificarsi.”

Ultimamente ci sono diversi film tutti al femminile. Crede che, finalmente, qualcosa stia cambiando?

“Credo sia una questione di soldi. I film sono fatti per fare soldi, qualcuno avrà pensato che le donne nelle pellicole portano soldi e così hanno iniziato a produrli.”

È solo per quello?

“Credi ci sia un aspetto sociale dietro? Per me è decisamente un aspetto economico, di sicuro è anche un modo per dare voce a chi ne ha avuta meno, ma quello che sta succedendo con queste pellicole è di sicuro uno specchio della nostra realtà.“

Se potesse tenere qualcosa di Lizbeth, cosa sarebbe?

“I suoi pantaloni di pelle! Quello che davvero ho amato di lei è la semplicità con la quale si approccia alla sessualità, ovvero senza alcun giudizio.”

36° Torino Film Festival: ancora anticipazioni sul programma

36° Torino Film Festival: ancora anticipazioni sul programma

In attesa della conferenza stampa di presentazione del 36° Torino Film Festival, che si terrà martedì 13 novembre a Roma alle 10.30 presso la Casa del Cinema e a Torino alle 18.45 presso il Cinema Massimo, il TFF annuncia alcune anticipazioni dal segmento della sezione TFFdoc, dal titolo APOCALISSE.

Tutto pare essere apocalittico. Il pianeta è sull’orlo del collasso, la catastrofe politica incombe sui mondi primi, secondi e terzi. Maree nere e piogge radioattive: TFFdoc | Apocalisse vuole rispondere, per immagini e parole, a un mondo attonito in attesa del peggio. Così il post umano atomico dei documentari 4 Bâtiments, face à la mer e Machine To Machine, entrambi diretti da Philippe Rouy, lascia spazio alla sirena di Sirenomelia diretto da Emilija Skarnulyte che fluttua con la sua coda tra le rovine di una base NATO nel mare Artico.

In Vive la baleine diretto da Chris Marker e Mario Ruspoli la caccia industriale e capitalista della balena diventa il simbolo dello sfruttamento apocalittico del pianeta; mentre in Atlantis, diretto da Ben Russell,  gli uomini cercano disperatamente la propria liberazione utopica ispirandosi ad antiche leggende maltesi; Ombres Aquatiques, di Philippe Cote, mostra la natura con luci e ombre, come se la pellicola fosse una tela su cui dipingere; l’Hydra Decapita fa una riflessione su globalizzazione, colonialismo, capitalismo, mutamenti climatici e mostra “Drexciya”: una colonia sottomarina creata dai bambini mai nati abbandonati in mare dagli schiavisti durante la traversata dell’Atlantico;

In Dell’azione negatrice di Mauro Folci l’uomo è in preda alla volontà di potenza; in Der Wille Zur Macht di Pablo Sigg si mostra la radicale esistenza dei due fratelli Schweikhart, ultimi sopravvissuti di una colonia di “ariani puri” fondata alla fine del 19°secolo nella foresta amazzonica, in Paraguay: mangiano  bacche, farfugliando lingue incomprensibili e leggono la Bibbia e La volontà di potenza di Friedrich Nietzsche; la ricerca di nuovi linguaggi capaci di sovvertire il presente è al centro di Il potere dei sentimenti  di Alexander Kluge; ricerca che si riflette in Life = Cinematic Imperfections, presentato in prima mondiale al 36° Torino Film Festival, dove il regista siriano di origine armena Avo Kaprealian, compone un montaggio di immagini provenienti dal web, dal cinema, colte dalla sua camera per le strade di Beirut, dove ora vive rifugiato, per lasciare esplodere il caos del mondo.

Torino Film Festival 2018: i primi titoli italiani e internazionali

TFFdoc | Apocalisse

4 BÂTIMENTS, FACE À LA MER di Philippe Rouy (Francia, 2012, DCP, 47’)

MACHINE TO MACHINE di Philippe Rouy (Francia, 2013, DCP, 32’)

Pochi mesi dopo la catastrofe nucleare di Fukushima (marzo 2011), la TEPCO – la società che gestiva la centrale – fa installare una webcam. Sotto lo sguardo trasparente della telecamera, che registra implacabile anche la data e l’ora, si muovono come astronauti perduti nel tempo e sospesi nell’aria radioattiva i tecnici nelle loro tute bianche. Per lasciare poi il campo a droni e robot, unici testimoni di una fantascienza inimmaginabile.

Philippe Rouy è un artista e regista francese e la sua trilogia su Fukushima (di cui fa parte anche Fovea Centralis del 2014) è stata programmata nei maggiori festival internazionali.

SIRENOMELIA di Emilija Skarnulyte (Lituania, 2017, DCP, 12’)

La giovane artista lituana Emilija Skarnulyte che ha studiato a Brera e vive a Berlino, fluttua con la sua coda da sirena tra le rovine di una base NATO nel mar Artico mentre segnali cosmici e rumore bianco attraversano lo spazio.

DELL’AZIONE NEGATRICE di Mauro Folci (Italia, 2017, DCP, 8’)

DER WILLE ZUR MACHT di Pablo Sigg (Messico, 2013, DCP, 61’)

Una performance o forse un film dell’artista Mauro Folci. Un dialogo su Uomo e Natura e fine dell’Uomo e fine del Mondo sembra trasportarci direttamente in mezzo alla foresta amazzonica dove vivono isolati due uomini, ultimi sopravvissuti di una colonia di “ariani puri” fondata alla fine del diciannovesimo secolo in Paraguay da Bernhard Förster e dalla moglie Elisabeth Nietzsche. Più di cent’anni dopo, di quella colonia rimangono solo i due fratelli Schweikhart: si cibano dei frutti che cadono dagli alberi e leggono la Bibbia La volontà di potenza.

LIFE = CINEMATIC IMPERFECTIONS di Avo Kaprealian (Libano/Armenia, 2018, DCP, 82’)

Questo è un film sull’esistenza umana, sul teatro e sul cinema. Sul passato, il presente e il futuro, sul partire, sulla discontinuità e le cesure, sulla deformità, il vuoto e i buchi neri che si formano nello spirito. Questo è un film sulla cura e sulla ricerca dell’anima. Su dove molto tempo fa l’umanità possa aver perso la sua infanzia, perché anche l’umanità, come gli esseri umani, ha avuto un’infanzia. In prima mondiale al 36° TFF, il nuovo film di Avo Kaprealian il cui esordio al cinema, Houses Without Doors, dopo il debutto alla Berlinale, vinse il concorso internazionale documentari al TFF (2016).

DIE MACHT DER GEFÜHLE di Alexander Kluge (La forza dei sentimenti, Germania, 1983, video, 112’)

La forza dei sentimenti è un collage di forme e aforismi, un’enigmatica esplosione di emozioni che culmina nel Rigoletto verdiano.

Pochi anni prima della caduta del Muro di Berlino, il maestro del cinema tedesco (La ragazza senza storiaArtisti sotto la tenda del circo: perplessi, Germania in autunno…) costruisce un film indecifrabile, che attraversa i generi cinematografici, raccontando un’Europa che già sta perdendo la direzione utopica del Dopoguerra e di un capitalismo capace di uccidere il sentimento per trasformalo in sentimentalismo.

VIVE LA BALEINE di Chris Marker e Mario Ruspoli (Francia, 1972, DCP, 17’)

«Oggi gli uomini e le balene si trovano nello stesso schieramento. Ogni balena che muore ci trasmette come una profezia, l’immagine della nostra propria morte». «Balene, vi amo!». La caccia industriale e capitalista della balena diventa il simbolo dello sfruttamento apocalittico del pianeta: “ogni balena che muore ci trasmette, come una profezia, l’immagine della nostra propria morte” (Chris Marker).

ATLANTIS di Ben Russell (USA/Malta, 2014, DCP, 24’)

Una canzone folk e un rito pagano, una marcia religiosa e un tempio riflesso. Il blu del mare ci avvolge, siamo felici, nonostante stiamo tutti per sprofondare lentamente. «We Utopians are happy / This will last forever». Ben Russel – vincitore due volte del concorso internazionale.doc al TFF con Let Each One Go Were He May (2010) e con A Spell to Ward Off the Darkeness (2013) co-diretto con Ben Rivers – si lascia ispirare dalle antiche storie maltesi per immaginare spazi utopici.

HYDRA DECAPITA di The Otolith Group (UK, 2010, DCP, 31’)

Drexciya è una colonia sottomarina creata dai bambini mai nati delle donne incinte che venivano buttate a mare dagli schiavisti durante la traversata dell’Atlantico.

Film che nasce dalla collaborazione tra il collettivo londinese The Otholit Group (Anjalika Sagar e Kodwo Eshun) i cui lavori attraversano video, cinema, filosofia e il duo techno di Detroit, Drexciya, la cui musica accompagna una riflessione su globalizzazione, colonialismo, capitalismo, mutamenti climatici e speranza di mondi nuovi.

LES OMBRES AQUATIQUES di Philippe Cote (Francia, 2016, DCP, 11’)

Immersioni e pozzi di luce. C’è poesia nel ballo silenzioso dell’acqua e del suo popolo, mentre dall’altra parte del vetro, delle ombre osservano.

Philippe Cote è un cineasta francese, mancato prematuramente nel 2016, dalla radicale sensibilità che, lavorando sempre con pellicole super 8 e 16mm, e sempre artigianalmente ha saputo usare la luce (e l’ombra) come se la pellicola fosse una tela su cui dipingere.

Il Re Leone: 10 cose che non sai sul film

Il Re Leone: 10 cose che non sai sul film

Il Re Leone è uno dei film di animazione più belli e commoventi della storia del cinema. Visto da grandi o da piccini, è impossibile non emozionarsi davanti a questo film e non affezionarsi ai suoi personaggi.

Da questo film sono nati un sequel (Il Re Leone 2 – Il regno di Simba) e un prequel/midquel (Il Re Leone 3 – Hakuna Matata), diversi videogiochi e spin-off (come The Lion Guard) ed è stato soggetto ad un adattamento teatrale in formato musical che ha debuttato a Broadway nel 1997. Per la metà del 2019, invece, è prevista l’uscita al cinema di una versione live-action diretta da Jon Favreau. Ecco dieci cose che, forse, non sapevate su Il re leone.

Il Re Leone: film

il re leone

1.In Il Re Leone (1994), molti dei nomi sono basati sul parole della lingua Swashili. Simba ha significato proprio di leone, Nala come dono, Sarabi significa miraggio e Rafiki viene usato come parole per identificare un amico, mentre Pumbaa ha il significato di ottuso. Dall’ebraico è stato tratto il nome Zazu, che significa movimento. Non è chiara, invece, l’origine dei nomi Serafina (la madre di Nala) e di Timon, ma sembra che entrambi ruotino attorno al concetto, rispettivamente, di stella splendente e di rispetto. Mufasa, a differenza degli altri nomi, ma significa re in lingua manazoto.

2. Il Re Leone si basa sull’Amleto e non solo. Al di là delle ispirazione dall’Amleto di William Shakespeare, la storia ha anche degli elementi che provengono dai miti della famiglia di Osiride appartenenti alla mitologia dell’antico Egitto. Nel mito di Osiride, il re (Osiride/Mufasa) viene ucciso da sul fratello geloso di lui (Seth/Scar) e il vero erede (Horus/Simba) viene mandato in esilio da bambino. Il re assassinato fa visita e fa da mentore al figlio in vesti di fantasma e quando il vero erede diventa adulto, ritorna per compiere la giusta vendetta circa l’omicidio del padre. Sembra, inoltre, che la storia de Il Re Leone sia simile a una storia sconosciuta in occidente e tra le più amate nella tradizione linguistica tra Niger e Congo: una storia che parla di uno dei migliori re, ovvero di Sundiata, re del Mali. Il personaggio principale, Sundiata, è un giovane principe che viene bannato dalla sua terra dalla famiglia dopo la morte del padre. La storia racconta il superamento dei suoi disturbi emotivi e fisici per poi tornare al suo regno e combattere il re usurpatore che lo ha scavalcato durante la sua assenza.

3. Mentre Il Re Leone era in fase di produzione, lo era anche Pocahontas, considerato il progetto più ambizioso. Lo studio aveva riposto più speranze in Pocahontas e considerava Il Re Leone come un film sperimentale, facendo in modo che si occupasse del film un team minore. Il capo dello studio, Jeffrey Katzenberg, considerava Pocahontas come il progetto più prestigioso rispetto a Il Re Leone e pensava di andare a conquistare una nomination agli Oscar come Miglior Film, in seguito al successo di La bella e la bestia (1991). Come la produzione si è conclusa, sono cambiate le opinioni in merito a Il Re Leone, ricevendo pareri positivi unanimi sia da critica che da pubblico, tanto da diventare non solo uno dei più grandi film della storia del cinema, ma anche uno dei migliori titoli home video dell’epoca, mentre Pocahontas aveva ricevuto critiche per la maggior parte negative, riferite ai toni e temi adulti mischiati a uno script non armonico e storicamente poco accurato.

Il Re Leone 2

il re leone

4. Il Re Leone 2 – Il regno di Simba (1998) ha molte similarità con Il Re Leone. In questo sequel, Simba avverte Kiara di stare lontana da oltre i confini delle Terre del Branco, come ha fatto Mufasa con il giovane Simba. Ma quando Kiara vi capita, dimentica gli ammonimenti del padre e va ad esplorare il territorio vietato come fecero Simba e Nala al Cimitero degli Elefanti.

5. In Il Re Leone 2 – Il regno di Simba, era prevista la morte di Simba. In origine, Simba doveva essere assassinato dai fuori confine. Probabilmente non è stato incluso nel film, nel quale Simba sopravvive, per evitare di creare una tragedia simile a quella accaduta nel primo film.

6. In Il Re Leone 2 – Il regno di Simba non appare Sarabi. La madre di Simba non compare per tutto il tempo del sequel, assumendo che sia morta dopo il primo film o che abbia lasciato le Terre del Branco. Il personaggio è stato rimosso per rispetto della doppiatrice Madge Sinclair che morì un anno dopo la realizzazione del primo film.

Il Re Leone 3

il re leone

7. Il Re Leone 3 – Hakuna Matata (2004) si basa su un racconto legato all’Amleto. Se il primo film si basava sull’Amleto, questo film, considerato come prequel/midquel, prende ispirazione dal racconto Rosencrantz e Guildenstern sono morti di Tom Stoppard, che racconta gli eventi dell’Amleto attraverso i punti di vista di due personaggi minori.

8. Il Re Leone 3 – Hakuna Matata mantiene le stesse voci di Simba. Le voci originarie di Simba, Matthew Broderick e Cam Clarke sono state riprese per questo film. Broderick ha doppiato Simba in tutti e tre i film, mentre Clarke ha prestato la voce per le canzoni di Simba nel secondo film e negli spin-off relativi.

Il Re Leone: personaggi

il re leone

9. Per Il Re Leone vennero studiati animali veri. Come avvenuto per Bambi, gli animatori si basarono su animali veri per sviluppare i personaggi. Jim Fowler, esperto di fauna selvatica, portò riversi animali negli studi, per parlare dei loro comportamenti. Gli animatori hanno studiato i movimenti di diversi animali durante delle visite al Miami MetroZoo, sotto la guida dell’esperto Ron Magill. Anche le ambientazioni si basano su luoghi reali, come le Terre del Branco che sono basate sul parco nazionale del Kenya.

10. La sceneggiatura originale Il Re Leone includeva diversi personaggi che sono stati poi eliminati. Avrebbe dovuto esserci un altro cucciolo di leone, una volpe dalle orecchie da pipistrello e un rinoceronte con un uccellino sulla schiena. Questo uccellino si è poi evoluto in Zazu. Altri personaggi sono stati eliminati, come il fratellino e il padre di Nala e un pitone rock di nome Joka che sarebbe dovuto essere il lacchè di Scar. Il fratello di Nala, Mheetu, sarebbe dovuto servire da pretesto per far arrivare Simba nella gola ed essere salvato da Mufasa.

Il Re Leone: streaming

Il Re Leone in streaming e i suoi due sequel sono disponibili su Disney+.

Iscriviti a Disney+ per guardare Il Re Leone e molto altro. Dove vuoi, quando vuoi.

Fonti: IMDb, IMDb, IMDb

The Front Runner: Il vizio del potere, trailer del film con Hugh Jackman

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SonyPicturesIT ha diffuso il trailer ufficiale di The Front Runner: Il vizio del potere, il nuovo film di Jason Reitman con Hugh Jackman, Vera Farmiga, J.K. Simmons e Alfred Molina. Ecco di seguito il video:

Il candidato all’Oscar Hugh Jackman protagonista del thriller drammatico The Front Runner nel ruolo del carismatico politico Gary Hart. Il film, diretto dal regista candidato all’Oscar Jason Reitman, segue l’ascesa e la caduta del senatore Hart, capace di catturare l’immaginazione dei giovani votanti e considerato il favorito tra i democratici alle elezioni del 1988. La sua campagna passa in secondo piano a causa della relazione extraconiugale che intrattiene con Donna Rice.

Quando la vita privata si mescola con quella politica, il senatore Hart è costretto a rinunciare alla sua candidatura – un evento che ha un impatto durevole e profondo nella politica americana ma anche in quella mondiale. Nel cast anche Vera Farmiga, J.K. Simmons e Alfred Molina.

The Front Runner, la recensione

Fonte: SonyPicturesIT

Bernini: l’arte al cinema solo il 12, 13 e 14 novembre

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Bernini: l’arte al cinema solo il 12, 13 e 14 novembre

MAGNITUDO insieme a CHILI portano al cinema il nuovo film dedicato al maestro dell’arte barocca italiana, Bernini, che inaugurerà la stagione de “L’ARTE AL CINEMA” e sarà nei migliori cinema italiani solo il 12, 13 e 14 novembre.

Il documentario racconta il genio dell’artista attraverso la mostra che gli è stata dedicata alla Galleria Borghese di Roma tra il novembre 2017 e il febbraio 2018. Le protagoniste incontrastate della scena sono, come è possibile vedere anche dalle clip rilasciate, le opere berniniane più note, come i quattro gruppi scultorei “Enea e Anchise”, “Ratto di Proserpina”, “David” e “Apollo e Dafne” o la “Santa Bibiana”.

Tramite riprese inedite di altissima qualità in 8k, effettuate per un’intera settimana esclusivamente all’interno del percorso museale e quasi tutte realizzate in notturna con apparecchiature solitamente destinate alle grandi produzioni cinematografiche, e il contributo di professionisti e conoscitori di grande caratura, tra cui la direttrice della Galleria Borghese Anna Coliva e il critico d’arte Luigi Ficacci, il docu-film diretto e prodotto da Francesco Invernizzi celebra la mostra e la nascita dei maestosi gruppi scultorei e per la prima volta, dopo secoli, consente agli spettatori di ammirare le opere dalla stessa prospettiva che godette Bernini durante il suo lavoro.

Bernini è solo il primo di una serie di documentari dedicati all’arte che saranno distribuiti nelle sale cinematografiche tra l’autunno del 2018 e la primavera del 2019. I prossimi titoli saranno: Dinosaurs (al cinema il 10, 11 e 12 dicembre), Mathera (al cinema il 21, 22 e 23 gennaio), Leonardo Cinquecento (al cinema il 18, 19 e 20 febbraio), La stanza delle meraviglie – WOW (al cinema il 4, 5 e 6 marzo), Canova (al cinema il 18, 19 e 20 marzo) e infine Palladio (al cinema il 15, 16 e 17 aprile).

Spider-Man: Un nuovo Universo, anche Spider-Gwen in una scena estesa

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SonyPicturesIT ha diffuso una nuova clip estesa di Spider-Man: Un nuovo Universo, il nuovo film animato con protagonista Miles Morales, nei panni di Spider-Man. Nella clip possiamo ammirare anche Spider-Gwen e altri personaggi dello spider-verse ben noti ai lettori di fumetti.

Spider-Man: Un Nuovo Universo racconta le vicende del teenager Miles Morales e delle infinite possibilità dello Ragno-Verso, dove più di una persona può indossare la maschera. Una visione fresca di un nuovo Universo Spider-Man con uno stile visivo innovativo e unico nel suo genere.

Il film arriverà a partire dal 25 dicembre nelle sale italiane.

Spider-Man: Un Nuovo Universoleggi la recensione

Fonte: SonyPicturesIT