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Spider-Man 4, novità allettanti ma tempi lunghissimi

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Spider-Man 4, novità allettanti ma tempi lunghissimi

Quando Tom Holland era impegnato nel tour per promuovere Spider-Man: No Way Home e Uncharted, ha ripetutamente chiarito che non era vincolato a nessun futuro film di Spider-Man e stava riflettendo se fosse il momento giusto per lasciare il ruolo.

Sembrava una tattica di negoziazione pubblica e che apparentemente ha dato i suoi frutti poiché, all’inizio di quest’anno, Holland ha lasciato intendere che era molto vicino a firmare un accordo per Spider-Man 4 prima dell’inizio dello sciopero della WGA. Il successivo sciopero degli attori SAG-AFTRA ha poi interrotto qualsiasi altra comunicazione.

Con la notizia che un prossimo Spider-Man 4 si farà e sarà scritto da Chris McKenna ed Erik Sommers, sembra che il progetto possa cominciare ad avanzare. Tuttavia è innegabile che il film non sarà quello che era stato inizialmente pensato. Da quello che riportano rumors non confermati, sembra che Spider-Man 4 sarà un sequel della serie Disney+ Daredevil: Born Again, e che Peter Parker, ormai l’amichevole Spider-Man di quartiere dei fumetti, si unirà all’Uomo senza paura per la sua lotta contro Wilson Fisk.  Se questa fosse davvero la premessa del film, allora sarebbe difficile lamentarsi.

Sfortunatamente, sembra che aspetteremo molto tempo prima di scoprirlo perché un nuovo aggiornamento dello scooper Daniel Richtman afferma che Spider-Man 4 dovrebbe entrare in produzione soltanto alla fine del 2024. Considerato che gli attori a Hollywood sono ancora in sciopero, la notizia non sorprende.

Per quanto riguarda il cast tecnico e artistico del film, dopo aver lasciato i Fantastici Quattro, Jon Watts dovrebbe tornare per Spider-Man 4 insieme alle star Tom Holland e Zendaya. Nessuna data di uscita è stata annunciata, anche se supponiamo che non sarà prima del 2026.

Zhang Yimou parla di come la Pandemia ha “drammaticamente” cambiato il pubblico

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“La pandemia è finalmente passata e il cinema è tornato alla normalità, ma il modo in cui la gente pensa è cambiato radicalmente”, ha concluso il regista cinese Zhang Yimou intervistato da Deadline sul cinema post-Covid 19 durante una breve chiacchierata al Tokyo Film Festival (TIFF ), occasione in cui è stato insignito del premio alla carriera.

“Le persone ora apprezzano ancora di più una vita pacifica e sana”. Zhang, uno dei registi cinesi più longevi, è a Tokyo per ricevere il premio onorario alla carriera e ha suonato il gong lunedì alla cerimonia di apertura del TIFF tenutasi al Teatro Takarazuka di Tokyo.

“Questo è come un nuovo inizio per me”, ha detto Zhang, ritirando il premio. Ha aggiunto di essere già stato al Tokyo Film Festival due volte, ma il premio alla carriera è sembrato la scintilla di un nuovo capitolo nella sua carriera. Ma con quello che Zhang ha descritto come un cambiamento drammatico nella mentalità del pubblico, è cambiato il suo approccio al cinema?

“Nessun cambiamento particolare”, ha detto a Deadline. “Se ci sono abbastanza sceneggiature, posso tenere il ritmo di un film all’anno. Tuttavia, questo ritmo può essere facilmente interrotto. Mancano buone sceneggiature, quindi devo scrivere io anche la sceneggiatura, ma ci vogliono almeno tre anni per elaborare una buona sceneggiatura.”

Zhang ha aggiunto: “In Cina c’è un detto che significa ‘guardare avanti e vivere con moderazione’. La mia situazione ideale è girare un film mentre mi aspetta un’altra buona sceneggiatura. Questo è il mio ritmo ideale”.

“Per un regista, ogni film è come un figlio e li ama tutti, ma ovviamente ci sono film buoni e film brutti, e spetta alla fortuna decidere quali sono buoni e quali no”, ha detto Zhang della sua vasta filmografia. “Ci sono anche molte difficoltà che un individuo non può superare. Questo mi fa dire che il mio prossimo film sarà il miglior film”.

Zhang Yimou, considerato parte della “quinta generazione” di registi cinesi, ha avuto una carriera straordinaria che ha portato avanti per oltre tre decenni. Il suo primo film da regista è stato Sorgo Rosso, al quale hanno fatto seguito film di un’ampia gamma di generi, tra cui Lanterne Rosse (1991), La storia di Qiu Ju (1992), Vivere! (1994), La strada verso casa (1999), La foresta dei pugnali volanti (2004), La Grande Muraglia (2016) e Cliff Walkers (2021).

Il regista ha dichiarato a Deadline di aver recentemente completato il suo prossimo film, Article 20. “Uscirà nel febbraio 2024”, ha detto. “Se dovessi pensare a dopo il prossimo film, ci sarebbe il problema di ‘guardare avanti e vivere con moderazione’. Al momento non abbiamo una sceneggiatura ideale, quindi penso che dovrò scriverla da solo”.

Guardiani della Galassia: la co-sceneggiatrice ha organizzato un “Si f*tta James Gunn Party”, ecco perché

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Sono stati rivelati nuovi dettagli dal backstage dei Marvel Studios nel libro MCU: The Reign of Marvel Studios. Alcuni di queste rivelazioni riguardano la compilazione dei crediti di Guardiani della Galassia e in particolare l’inserimento in essi del nome di Nicole Perlman, co-sceneggiatrice del film.

La sceneggiatrice Nicole Perlman (Detective Pikachu, Captain Marvel) ha poi ricevuto un credito come co-autrice del primo film dei Guardiani della Galassia, ma a quanto pare ha dovuto lottare con le unghie e con i denti per ottenerlo. Alcuni altri estratti dal nuovo libro MCU: The Reign of Marvel Studios sono stati condivisi online (tramite Games Rant) e non sembrano dipingere il regista James Gunn in una luce particolarmente positiva.

Apparentemente, Gunn voleva essere riconosciuto come l’unico scceneggiatore di GOTG e presumibilmente usò “tattiche di bullismo” nel tentativo di mantenere il nome di Perlman fuori dai titoli di coda del film. Perlman in realtà ha scritto il trattamento della storia originale prima della riscrittura di Gunn, ma molte delle sue idee – tra cui “il retroscena di Star Lord e la passione per la musica retrò” sono rimaste, il che le ha dato assolutamente diritto a qualche riconoscimento. Alla fine Perlman ha vinto la battaglia, ma chiaramente non è rimasta molto contenta dell’intera esperienza.

Ci sono state segnalazioni di alcuni drammi dietro le quinte quando il film era in produzione, ma sembra che le cose siano diventate molto più controverse di quanto pensassimo. Secondo l’amico e collega sceneggiatore di Perlman, Zack Stentz: “Nicole ha dovuto lottare con i coltelli per i suoi crediti in Guardiani della Galassia. Ma ora è probabilmente la più eminente scrittrice d’azione femminile perché è stata la prima donna ad avere il suo nome non solo su un film Marvel, ma su un film Marvel che la gente ama davvero.”

“Ha organizzato una festa quando è uscito il film chiamata letteralmente festa ‘Si f*tta James Gunn’ perché aveva vinto quell’arbitrato sul credito che le aveva causato molto dolore”, ha aggiunto. “La cosa di cui sono ancora arrabbiato, e lo dico da fan di James Gunn come regista, è che lui stava chiaramente facendo trapelare selettivamente cose ai suoi amici e ai circoli mediatici dei fan per minare il suo credito. Quando Matthew Vaughn ha deciso di arrabbiarsi per il fatto che abbiamo ottenuto crediti cinematografici [su X-Men: L’inizio], almeno lo ha fatto con il suo nome.”

Vale la pena notare, però, che Perlman stessa non conferma nulla di tutto ciò nel libro, e nell’unica citazione direttamente attribuita a lei, “attribuisce merito a tutti nel film, incluso James, per averlo reso così bello”. James Gunn, che recentemente ha assunto la carica di co-CEO di DC Studios insieme a Peter Safran, non ha ancora risposto a questa storia, ma potrebbe farlo a breve, magari tramite i suoi social.

Iron Man: Kevin Feige rivela finalmente perché Tom Cruise non ha interpretato Tony Stark

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È stato finalmente rivelato il motivo per cui Tom Cruise non ha interpretato Iron Man. Sappiamo che la star di Mission: Impossible era associata a una versione del film molto prima che i Marvel Studios decidessero di rendere l’Armored Avenger il primo supereroe del MCU, ma non è chiaro quanto il suo casting sia arrivato vicino a realizzarsi realmente.

Per molti fan, si tratta di una di quelle possibilità da sogno che semplicemente non si sono mai verificate. In realtà, però, era proprio a metà degli anni ’90 che la 20th Century Fox stava sviluppando un progetto su Iron Man. Ovviamente, questo accadde molto prima che arrivasse Robert Downey Jr.

Nel nuovo MCU: The Reign of Marvel Studios, viene spiegato che Cruise, allora 34enne, “flirtò con l’idea di interpretare [Tony] Stark”. Non ci è mai stata data una spiegazione in merito al motivo per cui questo “flirt” non ha avuto successo oltre al fatto che il progetto era in anticipo sui tempi in termini di effetti visivi necessari per dare vita a Iron Man.

Tuttavia, ora è stato rivelato che Kevin Feige avrebbe detto agli autori che “la tariffa richiesta da Cruise all’epoca era superiore a quella che uno studio redditizio come Fox era disposto a rischiare su una proprietà di supereroi non testata”. Sembra che lo stesso criterio sia stato applicato quando è arrivato il momento per i Marvel Studios di lanciare Iron Man poiché, secondo quanto riferito, non potevano permettersi nessuna star di Serie A, incluso Johnny Depp (che era trai nomi che si diceva fossero in corsa). Ecco perché hanno invece preso in considerazione artisti del calibro di Timothy Olyphant, Jim Caviezel e Robert Downey Jr.

Tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022 circolavano voci secondo cui i Marvel Studios volevano che Tom Cruise facesse un cameo in Doctor Strange nel Multiverso della Follia come una variante malvagia di Iron Man. Rispondendo a queste affermazioni l’anno scorso, lo sceneggiatore Michael Waldron disse: “Sì, è stato completamente inventato. Voglio dire, non ci sono filmati tagliati di Tom Cruise! Adoro Tom Cruise, e ad un certo punto ho detto a Kevin Feige, ‘Potremmo avere Iron Man di Tom Cruise?’ Ha aggiunto. Non credo proprio che sia mai stata un’opzione, a causa della disponibilità.”

Intanto però Tom Cruise non ha mostrato alcun reale interesse nell’interpretare un supereroe e indossare per qualche minuto un costume di Iron Man – senza effetti pratici folli – probabilmente non gli piacerà. Tuttavia, non escluderemo la possibilità che appaia in Avengers: Secret Wars poiché cose più strane sono sicuramente accadute durante questa saga del Multiverso.

SUBURRÆTERNA: trailer della serie in arrivo su Netflix

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SUBURRÆTERNA: trailer della serie in arrivo su Netflix

Debutta oggi il trailer di SUBURRÆTERNA, la serie tv in 8 episodi che espande l’universo Suburra con la nuova storia originale prodotta da Cattleya – parte di ITV Studios, in arrivo solo su Netflix dal 14 novembre, negli oltre 190 Paesi in cui il servizio è attivo.

I primi due episodi debutteranno in anteprima il 29 ottobre nella serata di chiusura della Festa del Cinema di Roma, e verranno proiettati a Lucca Comics & Games il 2 novembre alla presenza di Giacomo Ferrara.

La serie è scritta da Ezio Abbate e Fabrizio Bettelli, che ricoprono anche il ruolo di Head Writers, Andrea Nobile, Camilla Buizza, Marco Sani e Giulia Forgione. Ciro D’Emilio è alla regia dei primi quattro episodi, mentre Alessandro Tonda degli ultimi quattro. Gina Gardini è la showrunner della serie che è tratta dall’opera letteraria Suburra scritta da Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini – che curano anche lo story editing – edita da Giulio Einaudi Editore.

La trama della serie SUBURRÆTERNA

Roma, 2011. Il governo rischia di cadere, il Vaticano è in crisi e le piazze della città sono letteralmente date alle fiamme. Nel mondo di mezzo Cinaglia (Filippo Nigro) ha raccolto l’eredità di Samurai e, insieme a Badali (Emmanuele Aita), continua a gestire gli affari criminali della città, con l’aiuto di Adelaide (Paola Sotgiu) e Angelica (Carlotta Antonelli), rimaste a capo degli Anacleti, e di Nadia (Federica Sabatini), che le aiuta a gestire le piazze di Ostia.

Ma c’è chi questo sistema non lo accetta più. Nuovi protagonisti scenderanno in campo, stravolgendo gli equilibri di Roma: inizia così una rivoluzione che, dalla Chiesa al Campidoglio e fino alle spiagge di Ostia, si espande velocemente per cancellare tutto ciò che rappresenta il passato.

Spadino (Giacomo Ferrara) sarà dunque costretto a tornare a casa, per evitare che la sua famiglia venga messa in pericolo insieme a tutto il resto, e a cercare nuovi alleati, anche laddove non avrebbe mai pensato di trovarli… Ma la guerra è guerra e in palio c’è il controllo di Roma.

Il cast della serie SUBURRÆTERNA

Nel cast Giacomo Ferrara nel ruolo di Spadino e Filippo Nigro in quello di Amedeo Cinaglia, mentre Carlotta Antonelli e Federica Sabatini tornano a vestire i panni rispettivamente di Angelica e Nadia, così come Paola Sotgiu e Alberto Cracco quelli di Adelaide e Nascari. Accanto a loro nuovi personaggi stravolgeranno gli equilibri di Roma: Marlon Joubert è Damiano Luciani, Aliosha Massine è Ercole Bonatesta, Federigo Ceci è Armando Tronto,  Yamina Brirmi e Morris Sarra sono Giulia e Cesare Luciani (fratelli gemelli di Damiano),  mentre Giorgia Spinelli interpreta Miriana Murtas e Gabriele di Stadio il giovane Victor Anacleti.

CREDITS

Cast artistico, tecnico e di produzione

  • Una serie Netflix

  • Una produzione Cattleya

  • Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo

  • Scritta da Ezio Abbate e Fabrizio Bettelli – che ricoprono anche il ruolo di Head Writers – Andrea Nobile, Camilla Buizza, Marco Sani, Giulia Forgione

  • Tratta dall’opera letteraria Suburra di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini – che curano anche lo story editing – edita da Giulio Einaudi Editore

  • Basata sul film di Stefano Sollima

  • Regia di Ciro D’Emilio (ep. 1-4), Alessandro Tonda (ep. 5-8)

  • Cast: Giacomo Ferrara, Filippo Nigro, Carlotta Antonelli, Federica Sabatini, Marlon Joubert, Aliosha Massine, Alberto Cracco, Federigo Ceci, Giorgia Spinelli, Morris Sarra, Yamina Brirmi, Paola Sotgiu, Gabriele Di Stadio

  • Prodotta da: Riccardo Tozzi, Gina Gardini, Giovanni Stabilini, Marco Chimenz

  • Produttore esecutivo: Matteo De Laurentiis

  • Produttore delegato: Giulia Forgione

  • Organizzatore generale: Katia Franco

  • Fotografia: Tani Canevari (ep. 1-4), Salvatore Landi (ep. 5-8)

  • Montaggio: Patrizio Marone (ep. 1-2, 7-8), Mattia Montanari (ep. 3-6)

  • Scenografia: Daniele Frabetti

  • Costumi: Marina Roberti

  • Fonico: Lavinia Burcheri

  • Casting: Davide Zurolo, Florinda Martucciello

  • Musiche: Ariel Lerner e Elisa Zoot

Un’estate fa: le anticipazioni dal settimo e ottavo episodio, il finale di serie

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È finalmente il momento di dare un senso a un mistero che ha legato con un filo rosso sangue tre decenni della vita dei ragazzi, ormai adulti, al centro di Un’estate fa, la nuova serie Sky Original prodotta da Sky Studios e da Fabula Pictures. Da domani disponibili in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW i due nuovi, ultimi, episodi (settimo e ottavo) che andranno in onda domani, venerdì 27 ottobre in prima serata, su Sky Atlantic (e saranno disponibili anche on demand).

I primi due episodi della serie hanno ottenuto, dal debutto ad oggi, quasi 900mila spettatori medi (870k). Nel dettaglio, la prima puntata ha ottenuto 876mila spettatori, mentre la seconda ne ha raggiunti 864mila, mostrando una tenuta fortissima tra i due episodi (solo -1%). Con questi dati, Un’Estate Fa si attesta quale terzo miglior debutto per una serie Sky Original negli ultimi due anni (ottobre 2021-ottobre 2023).

Mentre l’ispettore Zancan continua instancabilmente ad avvicinarsi alla verità, nel presente Elio (Lino Guanciale) dopo una violenta lite con Filippo (Giovanni De Giorgi) cerca di rimettere insieme i pezzi della sua vita professionale e personale e tenta disperatamente, di riuscire a tornare ancora una volta a quell’estate del ‘90 per salvare Arianna (Antonia Fotaras). Al camping L’Onda, intanto, la situazione precipita e ogni azione di Elio (Filippo Scotti) sembra portare inesorabilmente al peggio…

Oltre che da Lino Guanciale, Filippo Scotti e Antonia Fotaras, la serie è interpretata anche da Claudia Pandolfi, Nicole Grimaudo, Paolo Pierobon, Alessio Praticò, Tobia De Angelis, Martina Gatti, Luca Maria Vannuccini, Sofia Iacuitto, Anna Ferzetti, Orlando Cinque, Alessio Piazza, Ginevra Francesconi, Francesco Foti, Denis Fasolo, Luciano Scarpa, Massimo De Santis, Francesco Della Torre, Giovanni Buselli, Giulio Tropea, Giulio Turbolente, Giovanni De Giorgi, Eleonora Giovanardi, Claudio Bigagli, Paolo Triestino, Elisabetta De Palo, Agnese Nano, Massimo Dapporto.

Un’Estate Fa è una serie Sky Original prodotta da Sky Studios e Fabula Pictures, diretta da Davide Marengo e Marta Savina, creata da Michele Alberico e Massimo Bacchini e scritta da Valerio Cilio, Federico Favot, Michele Alberico e Massimo Bacchini. Realizzata con il contributo di Apulia Film Commission e Regione Puglia.

Durante le varie fasi della produzione sono state adottate misure volte a limitare l’impatto sull’ambiente, riducendo così le emissioni di gas serra e al fine di ottenere l’ambita certificazione di sostenibilità Albert. Una scelta in linea con l’impegno del gruppo Sky che, con la campagna Sky Zero, punta a essere la prima media company in Europa a diventare Net Zero Carbon entro il 2030.

La trama dell’episodio 7 di Un’estate fa

L’indagine di Zancan lo avvicina sempre più alla verità di quanto accaduto quell’estate. Nel 1990, tra Elio e Costanza si crea tensione a causa dei sentimenti che lei prova per l’amico, mentre Arianna viene sorpresa dal ritorno al campeggio di Filippo. Lo stesso Filippo, nel presente, costringe Elio ad una sanguinosa resa dei conti.

La trama dell’episodio 8 di Un’estate fa

Elio prova disperatamente a tornare nel passato, nonostante le precarie condizioni di salute. Al campeggio, la situazione precipita in fretta: Elio tenta il tutto per tutto per salvare la vita ad Arianna, senza rendersi conto che proprio le sue azioni danno l’avvio ad una impensabile serie di conseguenze. Nel presente, Elio cerca di rimettere insieme i pezzi della sua esistenza familiare e professionale.

Jonathan Majors: il punto sul caso per violenza domestica

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Jonathan Majors: il punto sul caso per violenza domestica

Il giorno prima di un’udienza in tribunale che potrebbe determinare se il caso di violenza domestica contro Jonathan Majors andrà avanti e passerà a processa, l’ufficio del procuratore distrettuale di Manhattan ha lanciato accuse contro la difesa e ha anche affermato che la polizia britannica ora fa parte dell’accusa.

I dettagli del report della polizia metropolitana di Londra di oltre un anno fa non sono noti. Tuttavia, “cartelle cliniche del Regno Unito, fotografie scattate da operatori sanitari e corrispondenza con [un] operatore sanitario” relative a un incidente del settembre 2022 sono tra le nuove prove acquisite dai pubblici ministeri, secondo un recente deposito nel procedimento penale di New York. Majors sta affrontando accuse di reato minore derivanti da un incidente avvenuto dentro e intorno al suo appartamento di Chelsea il 25 marzo. Sebbene sia stato Majors a chiamare i servizi di emergenza in quel momento, gli agenti della polizia di New York sulla scena hanno trovato sull’ormai ex fidanzata Grace Jabbari una serie di segni, “una lacerazione” e un dito fratturato. Hanno proceduto quindi con l’arresto di Majors. È stato rilasciato poche ore dopo un’udienza davanti a un giudice e si è dichiarato non colpevole.

Jonathan Majors rischia fino a un anno dietro le sbarre se ritenuto colpevole di accuse perseguite dal procuratore distrettuale Alvin Bragg. Al momento non è noto se Majors sarà presente, virtualmente o di persona, nell’aula del giudice Michael Gaffey.

Rifiutando una mozione della difesa per archiviare la questione, Bragg e l’assistente D.A. Keli Galaway ora accusano anche la squadra di difesa di Majors, Priya Chaudhry, Seth Zuckerman e David Winkler per accuse “fittizie” e “prive di merito” contro il loro ufficio nel tentativo di portare il caso fuori strada. Accusano anche la difesa di diffondere disinformazione su riprese video inesistenti dell’incidente di marzo e di sostenere che Jabbari avrebbe presumibilmente attaccato il loro cliente. L’ufficio del procuratore distrettuale aggiunge che gli avvocati difensori di Majors hanno distribuito un “volantino di ricerca” contro Jabbari nel tentativo di spostare l’attenzione dal fuoco dell’accusa.

“Anche se l’imputato sostiene che il Popolo non ha indagato sulla signora Jabbari, è stata condotta un’indagine approfondita sui fatti di questo caso e, così facendo, il Popolo ha scelto di perseguire Jonathan Majors”, ha affermato l’ufficio del procuratore distrettuale nella sua dichiarazione, che è stata fatta il 13 ottobre. “Semplicemente perché l’avvocato difensore non è d’accordo con l’uso della discrezionalità dell’accusa da parte del Popolo, non ne consegue che non sia stata condotta un’indagine.”

Nonostante l’attivazione di una tessera investigativa da parte della polizia, l’ufficio del procuratore distrettuale afferma di aver fortemente raccomandato agli investigatori della polizia di New York di non arrestare Jabbari, una cittadina britannica, sulla base della denuncia incrociata di Majors a giugno. Ha aggiunto che se i poliziotti avessero arrestato Jabbari, la cosa non sarebbe andata da nessuna parte. “L’8 e il 12 settembre 2023, l’accusa ha informato la polizia di New York che il popolo avrebbe rifiutato di perseguire qualsiasi accusa avanzata dalla polizia di New York contro la signora Jabbari in relazione alle tardive accuse avanzate dall’imputato riguardo all’incidente del 25 marzo, 2023.”

Jabbari è destinata a testimoniare per l’accusa nel processo, molto ritardato, e il procuratore distrettuale ha detto oggi che il suo ufficio sta pagando il suo volo dal Regno Unito. Pagherà anche il suo alloggio mentre si trova negli Stati Uniti per il processo, non appena questo inizierà concretamente.

Anche se Majors appare nella seconda stagione di Loki di Disney+, l’attore è stato abbandonato dalla società di gestione Entertainment 360 e dal pubblicista The Lede Company ad aprile. Anche varie campagne pubblicitarie con le major rappresentate dalla WME, come quella per i Texas Rangers diretti alle World Series, sono state rapidamente interrotte subito dopo il suo arresto.

A questo punto, comunque andranno le cose, la probabilità di una campagna per l’Oscar da parte della Searchlight Pictures per la sua acclamata interpretazione nel film presentato al Sundance Magazine Dreams sembra sempre più improbabile.

LOKI: il produttore sfida Martin Scorsese: “Sfido chiunque guardi a dire che [LOKI] non è cinematografico”

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Continuano a provocare delle reazioni le parole che spesso Martin Scorsese riserva al cinecomics e al mondo dei prodotti audiovisivi basati sui supereroi. Il regista acclamato in questi giorni nelle sale con il suo ultimo film Killers of the Flower Moon, ha più volte ammesso di non amare quel tipo di film e che non considera vero cinema. Li ha paragonati più a delle giostre o parchi a tema.

D’accordo o in disaccordo con la valutazione del leggendario regista, sia i talenti della Marvel che quelli della DC hanno reagito alle parole di Martin Scorsese  negli ultimi anni e oggi arriva anche la reazione del produttore esecutivo della serie tv Loki Kevin Wright che ha commentato la vicenda durante un’intervista con Geeks of Color. 

[Loki] è stato costruito con molto amore e cura, e con un occhio per il cinema“, ha commentato il produttore. Ognuno di questi spettacoli, ognuno di questi film, qualsiasi cosa in questo mondo riguarda la creazione di una storia incentrata sui personaggi con cui il pubblico possa connettersi. Sfiderei chiunque guardi a dire che [questo spettacolo] non è cinematografico e non è costruito con la massima maestria e cura.” Francamente, la gente vuole solo vedere belle storie. Se costruisci qualcosa di bello, [il pubblico] si divertirà, che si tratti di uno spettacolo come questo o di un film indipendente.”

LEGGI ANCHE: Loki Stagione 2 episodio 3: Easter Egg e riferimenti

Mentre un dirigente dei Marvel Studios ovviamente difenderanno a spada tratta le offerte dell’MCU, è difficile criticare la presa di posizione di Wright. In ogni caso, è improbabile che commenti come questi facciano cambiare idea a Scorsese. Anche se non ha avuto molto da dire sugli adattamenti dei fumetti mentre promuoveva il suo ultimo film, il regista li ha precedentemente definiti un “pericolo” per la nostra cultura e ha esortato i suoi colleghi registi a “reagire”.

La serie tv LOKI

Tom Hiddleston è tornato nel ruolo del dio del male nella seconda stagione di Loki, insieme alle star della prima stagione come Owen Wilson, Gugu Mbatha-Raw, Sophia Di Martino, Tara Strong e la nuova aggiunta Ke Huy Quan.

Eric Martin è il capo sceneggiatore e produttore esecutivo della seconda stagione. Tom Hiddleston è anche produttore esecutivo insieme al capo dei Marvel Studios Kevin Feige e Stephen Broussard, Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Brad Winderbaum, Kevin R. Wright, Justin Benson e Aaron Moorhead e Michael Waldron. Trevor Waterson è co-produttore esecutivo. Benson & Moorhead, Dan Deleeuw e Kasra Farahani sono stati i registi della stagione. I nuovi episodi di Loki debuttano giovedì alle 21:00 ET/18:00 PT su Disney+.

Lucca Comics & Games 2023: gli appuntamenti dell’area movie

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Lucca Comics & Games 2023: gli appuntamenti dell’area movie

Si arricchisce di preziose novità il programma dell’area MOVIE di Lucca Comics & Games, sezione dedicata a cinema, serie tv e entertainment ideata e organizzata da QMI. Al calendario di imperdibili appuntamenti si aggiunge lo special screening di Thanksgiving, horror movie diretto da Eli Roth e interpretato da Patrick Dempsey, Addison Rae, Milo Manheim, Jalen Thomas Brooks, Nell Verlaque, Rick Hoffman e Gina Gershon (giovedì 2 novembre ore 20.00, Cinema Astra). Thanksgiving segue la storia di un misterioso killer che semina orrore e morte nella piccola città di Plymouth durante il Giorno del Ringraziamento. Dopo l’anteprima esclusiva a Lucca Comics & Games 2023, il film uscirà nelle sale italiane il 16 novembre con Eagle Pictures.

A sorpresa anche lo speciale fan screening di Hunger Games – La ballata dell’usignolo e il serpente, nuovo attesissimo film della saga di Hunger Games che arriverà al cinema il 15 novembre con Notorious Pictures (domenica 5 novembre ore 20.00, Cinema Astra).  L’Italia sarà quindi uno dei primi paesi al mondo dove il film diretto da Francis Lawrence debutterà sul grande schermo e lo special fan screening a Lucca Comics & Games sarà l’evento di chiusura dell’area Movie. Ambientato 64 anni prima della saga, Hunger Games – La ballata dell’usignolo e il serpente  è un prequel ispirato all’omonimo romanzo di Suzanne Collins.

Atteso a Lucca il premio Oscar Michel Gondry, acclamato regista di Se mi lasci ti cancello. Artista dal talento eclettico e visionario, che nella sua carriera ha spaziato tra regia, sceneggiatura, animazione e videoclip, sarà a Lucca Comics & Games protagonista di una masterclass in occasione dell’uscita del suo ultimo film, Il libro delle soluzioni, nelle sale italiane dal 1 novembre distribuito da I Wonder Pictures in collaborazione con Unipol Biografilm Collection. Nel corso della masterclass dal titolo A Lucca con Gondry (mercoledì 1 novembre dalle ore 14.00, Cinema Astra) moderata dallo scrittore Manlio Castagna, si ripercorrerà la carriera di questo maestro dell’immaginario anche attraverso clip in anteprima dal film Il libro delle soluzioni, e dai documentari a lui dedicati firmati da Francois Nemeta, Michel Gondry, Do It Yourself e A letto con Michel Gondry.

Speciale sarà anche la proiezione di 300, cult movie diretto da Zack Snyder e tratto dalla graphic novel di Frank Miller, grazie alla collaborazione con Star Comics, Warner Bros. Discovery e Mediaset Infinity (sabato 4 novembre ore 19.30, Cinema Astra). In occasione del 25 anniversario della pubblicazione dell’iconico fumetto, Frank Miller sarà a Lucca Comics & Games dove, tra i vari appuntamenti, introdurrà in sala la proiezione del film.

Non mancheranno le sorprese per i giovani spettatori. I piccoli fan dell’universo DC non potranno perdere l’appuntamento che Cartoonito (canale 46 del DTT) ha in serbo per loro. Dal 1° al 5 novembre – dalle 10.00 alle 19.00 presso Piazza Guidiccioni – i bambini e le famiglie potranno vivere un’emozione unica e coinvolgente – e a zero emissioni! – nel circuito automobilistico interamente brandizzato Batwheels. La serie, in onda in esclusiva Prima TV free su Cartoonito dal 30 ottobre tutti i giorni alle 19.00, è il nuovo e primo imperdibile show targato DC dedicato al pubblico prescolare con protagonista una squadra di giovani veicoli superpotenti che difendono Gotham City dal crime insieme ad una schiera di iconici eroi quali Batman, Robin e Batgirl.

Sempre dedicato ai più piccoli l’appuntamento con Metamostri, nuovo programma Youtube di Ciaopeople dedicato a bambine e bambini dai 3 ai 7 anni disponibile su YouTube e YouTube kids dal 31 ottobre. I giovani spettatori potranno incontrare i protagonisti del programma presso il Family Palace (venerdì 3 novembre ore 12.45) e scoprire insieme a loro il primo episodio della serie.

Appuntamento con il cinema italiano con la proiezione speciale di Diabolik chi sei?, capitolo conclusivo della trilogia cinematografica dedicata al Re del Terrore ispirato a  uno degli albi più iconici della serie (venerdì 3 novembre ore 20.00, Cinema Astra). A presentare il film, nelle sale italiane dal 30 novembre per 01 Distribution, saranno a Lucca i Manetti bros.

Arriva a Lucca anche l’anteprima assoluta del primo episodio della seria Noi Siamo Leggenda, teen drama a tinte fantasy per la regia di Carmine Elia in onda da mercoledì 15 novembre in prima serata su Rai 2 e Rai Play. Insieme al regista saranno a Lucca Emanuele di Stefano, Giulio Pranno, Margherita Aresti, Milo Roussel, Sofya GershevichNicolas Maupas, Valentina Romani, Giulia Lin, Giacomo Giorgio, Beatrice Vendramin, che saluteranno il pubblico sul community carpet della manifestazione e presenteranno la serie nella splendida cornice del Teatro del Giglio (domenica 5 novembre ore 16.30).

Tra gli ospiti dell’area Movie anche Francesco Mandelli, protagonista a Lucca di un panel su Quante scene, podcast realizzato da Chora Media con Universal Pictures International Italy dedicato ai film che ci hanno segnato la vita (giovedì 2 novembre ore 15.30, Cinema Astra). Francesco Mandelli insieme a Marco Villa (Editorial Content Lead di Chora Media) parlerà di film, aneddoti, storie e curiosità dal mondo del cinema da una prospettiva assolutamente personale, raccontando perché la settima arte è così importante nelle vite di tutti noi.

Al centro dell’incontro con Pablo Trincia moderato da Omar Schillaci, il progetto editoriale di Sky Italia e Sky TG24 realizzato da Chora Media sulla scomparsa e l’uccisione di Elisa Claps, fra i casi più oscuri della storia del nostro Paese (mercoledì 1 novembre ore 14.30, Auditorium San Francesco). Dopo il successo del podcast Dove nessuno guarda – Il caso Elisa Claps – e pensata come un suo sviluppo naturale – arriva la docuserie Sky Original con Pablo Trincia, scritta da Riccardo Spagnoli, che ne è anche il regista, e lo stesso Trincia. Disponibile lunedì 13 e martedì 14 novembre su Sky TG24, su Sky Crime e in streaming su NOW.

Per gli appassionati della grande animazione giapponese, in programma a Lucca la proiezione di Il ragazzo e l’airone, nuovo film del maestro dell’animazione Hayao Miyazaki a dieci anni dal suo ultimo lungometraggio Si alza il vento (domenica 5 novembre ore 14.30, Cinema Astra). L’attesissimo film, che ha già conquistato il box office delle sale giapponesi, arriverà al cinema dal 1 gennaio 2024 con Lucky Red. Ad affiancare la proiezione, anche uno speciale panel dal titolo Un film lungo una vita: due generazioni a confronto su Hayao Miyazaki in cui Dario Moccia e Luca Raffaelli ripercorreranno la storia e la carriera del grande maestro (sabato 4 novembre ore 11.30, Auditorium San Francesco). Ma gli appuntamenti proseguono anche con un panel interamente dedicato allo Studio Ghibli dal titolo Studio Ghibli, andata e ritorno: il futuro prossimo dello studio d’animazione giapponese in Italia moderato da Gianmaria Tammaro (venerdì 3 novembre ore 10.00, Auditorium San Francesco). Nel Loggiato Pretorio di piazza San Michele sarà inoltre presente uno stand dedicato dove tutti gli appassionati potranno trovare il merchandising ufficiale Studio Ghibli.

Anche quest’anno RaiPlay ospiterà una sezione nella quale saranno pubblicati in esclusiva una serie di contenuti original made in Lucca, ideati e realizzati ad hoc da LC&G per questa edizione. Tra i contenuti esclusivi: il documentario Garth Ennis –  Till the Ends of his Words, ideato da Luca Bitonte e Alessandro Apreda, sulla figura del mitico sceneggiatore che ha cambiato il volto dei comics; Io porto una piuma, documentario su AkaB (Gabriele di Benedetto), fumettista prematuramente scomparso all’età di 43 anni, qui raccontato attraverso le testimonianze e i ricordi di amici, artisti e colleghi che hanno condiviso il suo coraggioso percorso; 25 anni di Area Performance -The Artist Playground, ovvero la storia dell’artist playground di Lucca Comics & Games narrata direttamente da  Emanuele Vietina, direttore del festival e Cosimo Lorenzo Pancini director of art di Lucca Comics & Games.

Jason Isaacs diventa Cary Grant nella nuova immagine di Archie

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Jason Isaacs diventa Cary Grant nella nuova immagine di Archie

E’ stata diffuso nuova immagine di Archie e vede Jason Isaacs diventare Cary Grant. Condiviso da Empire Magazine, un nuovo sguardo ad Archie, una miniserie in quattro numeri scritta da Jeff Pope di Philomena, e vede Jason Isaacs di Harry Potter trasformarsi in Grant.

Di cosa parla Archie?

Archie esplora la vita di Cary Grant (il cui nome di nascita era Archibald Alexander Leach), l’iconico attore noto per aver recitato in film come Susanna! del 1938,La signora del venerdì del 1940, Notorious – L’amante perduta del 1946, Intrigo internazionale del 1959 e molti altri.

Archie racconta la storia dell’infanzia travagliata del giovane Archibald Alexander Leach e di come l’estrema povertà, l’adulterio di suo padre e la perdita del fratello maggiore John abbiano distrutto la famiglia e mandato la sua amorevole madre in una spirale discendente di dolore e depressione”, si legge nella sinossi. legge. “Le sceneggiature di Jeff Pope rivelano come l’inganno, la crudeltà e una menzogna opprimente hanno plasmato la vita di Archie.”

Jesse Plemons: 10 cose che non sai sull’attore

Jesse Plemons: 10 cose che non sai sull’attore

Fattosi inizialmente notare grazie ad alcune serie particolarmente note, l’attore Jesse Plemons ha poi negli anni costruito una carriera di tutto rispetto, che lo ha visto collaborare con importantissimi autori del cinema ma anche spaziare tra generi diversi. Plemons ha dunque dimostrato una versatilità non comune a tutti, che gli ha permesso di arrivare oggi ad essere uno degli attori più richiesti, popolari e talentuosi della sua generazione.

Ecco 10 cose che non sai su Jesse Plemons.

Jesse Plemons: i suoi film e le serie TV

1. Ha preso parte a popolari serie TV. Prima di diventare un attore noto, Plemons ha partecipato come guest star a diverse serie TV, tra cui Walker Texas Ranger (2000), Sabrina, vita da strega (2001), CSI – Scena del crimine (2004) e Grey’s Anatomy (2006). Ottiene poi una prima popolarità grazie a Friday Night Lights (2006-2011), per poi farsi conoscere ulteriormente grazie a Breaking Bad (2012-2013), dove recita accanto a Bryan Cranston e Aaron Paul. In seguito è apparso nelle serie Olive Kitteridge (2014), Fargo (2015), Black Mirror (2017) e Love & Death (2023).

2. Ha recitato in celebri film. Dopo essersi fatto conoscere in televisivione, Plemons ha iniziato ad ottenere sempre più ruoli per il cinema. Ha così recitato nei film Battleship (2012), The Master (2012), The Homesman (2014), Black Mass – L’ultimo gangster (2015), The Program (2015), Il ponte delle spie (2015), di Steven Spielberg, Barry Seal – Una storia americana (2017), Hostiles – Ostili (2017), The Post (2017), Vice – L’uomo nell’ombra (2018), The Irishman (2019), di Martin Scorsese, Sto pensando di finirla qui (2020), Judas and the Black Messiah (2021), Jungle Cruise (2021), Il potere del cane (2021), Antlers – Spirito insaziabile (2021), Windfall (2022) e Killers of the Flower Moon (2023).

Jesse Plemons in Breaking Bad

3. È stato uno degli antagonisti più cattivi della serie. Nella quinta stagione di Breaking Bad Plemons ha interpretato Todd Alquist, uno dei principali antagonisti della stagione. Parlando del personaggio, Plemons ha raccontato di essere rimasto affascinato dalla sua ambiguità che lo fa talvolta sembrare un giovane a modo solo per poi svelare una natura profondamente crudele. In un articolo online del 2013 di Bustle, Todd è infatti stato poi classificato come il terzo personaggio più malvagio della serie, superato solo da Tuco Salamanca e suo zio Jack Welker.

Jesse Plemons Breaking Bad
Jesse Plemons con Aaron Paul e Bryan Cranston in Breaking Bad

4. Ha ripreso il ruolo in El Camino. In El Camino – Il film di Breaking Bad, ambientato successivamente agli eventi della serie, Plemons ha ripreso il ruolo di Todd, il quale appare in alcuni flashback. Tuttavia, poiché dopo Breaking Bad Plemons ha dovuto prendere peso per i suoi ruoli in Black Mass – L’ultimo gangster e per la seconda stagione di Fargo, il suo aspetto come Todd in El Camino è molto diverso da quello avuto durante l’ultima stagione di Breaking Bad.

Jesse Plemons in Black Mirror

5. Ha ottenuto importanti riconoscimenti per la sua interpretazione nella serie. Plemons è protagonista del primo episodio della quarta stagione di Black Mirror, intitolato USS Callister. Qui interpreta Robert Daly, un programmatore brillante ma socialmente impacciato che ha creato il gioco Infinity, un MMORPG a tema fantascientifico giocato tramite realtà virtuale e nel quale egli si rifugia per dar sfogo alle proprie frustrazioni. Per questa interpretazione, Plemons ha ricevuto ampi consensi ed ha ottenuto la sua seconda canditura al Premio Emmy come migliore attore in una miniserie o film televisivo.

Jesse Plemons in Killers of the Flower Moon

6. Nel film interpreta il ruolo inizialmente ricoperto da Leonardo DiCaprio. Per il film Killers of the Flower Moon, Leonardo DiCaprio era stato inizialmente scelto per interpretare l’agente dell’FBI Tom White, che indaga sugli omicidi che si svolgono nel film. Dopo che Scorsese ha però deciso di spostare il focus del film sulla relazione tra Mollie ed Ernest, DiCaprio ha cambiato ruolo e per la parte di Tom White è stato allora scelto Plemons, tornato così a collaborare con il regista dopo The Irishman.

Jesse Plemons in Grey’s Anatomy

7. Ha recitato in un episodio della celebre serie. All’età di 18 anni Plemons ha ottenuto un ruolo nell’episodio Yesterday, il diciottesimo della seconda stagione di Grey’s Anatomy. In tale episodio ha interpretato Jake Burton, un adolescente ricoverato in ospedale con un tumore al cervello causato dalla leonite. Per interpretare tale personaggio l’attore si è sottoposto ad ore di trucco prostetico, così da ottenere il viso deformato dai tumori che caratterizza il giovane Jake. Tale personaggio è poi divenuto uno dei più apprezzati pazienti della serie e ha permesso a Plemons di ottenere una maggiore notorietà.

Jesse Plemons Kirsten Dunst Il potere del cane
Jesse Plemons e Kirsten Dunst in Il potere del cane

Jesse Plemons e la somiglianza con Matt Damon

8. Ha una vaga somiglianza con il noto attore. Da quando è diventato più popolare, grazie alla serie Breaking Bad, l’attore è stato accostato al collega Matt Damon per via di una certa somiglianza tra loro. I fan di Breaking Bad, ad esempio, lo hanno soprannominato “Meth Damon” proprio per questo motivo. L’attore ha poi raccontato di essere a conoscenza di questo soprannome, ma di non sentirsene particolarmente disturbato. In ogni caso, con il crescere della sua popolarità è poi riuscito a smarcarsi da questa somiglianza.

Jesse Plemons e sua moglie Kirsten Dunst

9. È sposato con la nota attrice. Nel 2016, l’attore ha stretto una relazione con la collega Kirsten Dunst, conosciuta sul set della serie televisiva Fargo. Riguardo al loro innamoramento, proprio l’attrice ha dichiarato che “Ci siamo innamorati prima in modo creativo. Era come un’anima gemella creativa per me e per il modo in cui entrambi lavoravamo. Sul set Fargo, l’ho capito dopo due settimane. La coppia ha poi avuto due figli nati nel 2018 e nel 2021. Nel luglio 2022, invece, si sono ufficialmente sposati.

Jesse Plemons: età e altezza dell’attore

10. Jesse Plemons è nato il 2 aprile 1988 a Dallas, Texas, Stati Uniti. L’attore è alto complessivamente 1,78 metri.

Fonti: IMDb, GQ, Elle, ScreenRant

Frankenstein di Guillermo del Toro: rivelati i ruoli di Oscar Isaac, Andrew Garfield e Mia Goth

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Continuano ad arrivare aggiornamenti sull’imminente adattamento di Frankenstein di Guillermo del Toro ha finalmente ricevuto un aggiornamento dal regista, appena sette mesi dopo un rapporto iniziale sul processo di casting. Dopo avervi rivelato il cast, oggi abbiamo maggiori dettagli su chi interpreteranno i protagonisti annunciati e Oscar Isaac, Mia Goth e Andrew Garfield.

Secondo What’s on Netflix , Oscar Isaac interpreterà il ruolo del mostro nel film Frankenstein di Guillermo del Toro, che attualmente ha “Prodigal Father” come titolo provvisorio. Mia Goth interpreterà il ruolo della sposa, mentre Andrew Garfield interpreterà il dottore. “Ambientato nell’Europa dell’Est nel 19° secolo, la storia del Dr. Pretorious, che ha bisogno di rintracciare il mostro di Frankenstein, che si ritiene sia morto in un incendio quarant’anni prima, per poter continuare gli esperimenti del Dr. Frankenstein” si legge sull’attuale sinossi. Anche Christoph Waltz, che ha recentemente doppiato il ruolo del Conte Volpe nel Pinocchio di Guillermo del Toro del 2022, è stato scelto nel film in un ruolo non rivelato.

Il Frankenstein di Guillermo del Toro

Acclamato per film come Il labirinto del fauno, Hellboy, La forma dell’acqua – grazie a cui ha vinto l’Oscar come miglior regista – e La fiera delle illusioni, del Toro si prepara a realizzare la propria versione Frankenstein, la creatura di Mary Shelley. 

Dopo aver anticipato che stava “lavorando su un film di mostri” nel dicembre 2022, Deadline ha confermato che del Toro stava realizzando un adattamento live-action di Frankenstein con Garfield, Isaac e Goth nel marzo 2023. Scritto e diretto da del Toro, il film è in fase di rilascio e distribuzione da Netflix .

Il produttore J. Miles Dale ha recentemente anticipato che il Frankenstein di del Toro offrirà una storia “profondamente emotiva”, che rivisiterà il romanzo originale del 1818 per dare al racconto una svolta incentrata sulla famiglia, un tema ricorrente che è stato presente già nel lavoro del regista negli ultimi anni. “Negli ultimi due film, con Nightmare Alley e poi con Pinocchio, abbiamo affrontato l’intero rapporto padre-figlio. Questa versione di Frankenstein segue molto quella strada tematica. Quindi, si può dire che sia il terzo film di una trilogia sui padri di Guillermo. È eccitante, e quando leggi la sceneggiatura, è molto emozionante e, ovviamente, molto iconica“, ha spiegato Dale.

Reese Witherspoon non vuole far parte di nessun progetto “oscuro”: “Alla gente piace vedermi fare film leggeri”

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Reese Witherspoon ha ammesso che non vuole più realizzare progetti “oscuri” perché alla gente piace vederla in film “leggeri”. L’attrice lo ha ammmeso parlando all’evento  Shine Away di Hello Sunshine con Mindy Kaling, Jennifer Garner e Tracee Ellis Ross. La Witherspoon ha detto, via The Hollywood Reporter, che non desidera recitare in nessun film oscuro, intenso o incentrato sull’orrore.

Non sono destinata a fare film oscuri, pesanti, intensi, horror, cruenti, oscuri“, ha detto. “Alla gente piace vedermi fare film leggeri, e io ho pensato, OK. Non ti mette molto nel club per bambini cool, ma non mi interessa, non voglio essere nel club per bambini cool. Voglio fare cose ottimistiche che rendano le ragazze entusiaste di essere donne in questo mondo, perché è una cosa meravigliosa essere una donna in questo mondo.”

In quali film ha recitato Reese Witherspoon?

Forse meglio conosciuta per aver recitato nei film La rivincita delle bionde, Witherspoon ha fatto il suo debutto cinematografico nel 1991 con L’uomo della luna. È diventata un volto familiare dopo aver fatto Cruel Intentions del 1999 e Election del 1999 .

Per gran parte della sua carriera, Witherspoon ha recitato in commedie romantiche come Tutta colpa dell’amore del 2002, Se solo fosse vero del 2005, Tutti insieme inevitabilmente del 2008, Una spia non basta del 2012 e altro ancora. Ha vinto un Oscar per aver interpretato June Carter Cash in Quando l’amore brucia l’anima – Walk the Line del 2005 ed è stata anche nominata per un altro Oscar per la sua interpretazione in Wild del 2014 .

Aquaman 2: James Wan parla dei reshoot “Sono stati solo 7 o 8 giorni”

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Il regista di Aquaman 2, che si intitola Aquaman e il Regno Perduto, James Wan, ha fornito maggiori dettagli sulle riprese aggiuntive che sono state fatte per il sequel del DC Universe e sulla quale ci sono state molte voci.

Parlando con la rivista Empire, James Wan ha dichiarato di aver visto online resoconti sulle riprese del sequel di Aquaman. Il regista ha notato che le riprese non sono state così estese come è stato riportato e che sono state distribuite su un periodo lungo principalmente a causa della disponibilità degli attori.

Senti, sono un regista collaborativo: accolgo con favore i pensieri e le opinioni delle persone“, ha dichiarato Wan “Ma alla fine, sento di aver più che dato prova di me stesso. Quindi è stato come: ‘Questo è il film che voglio fare’… Probabilmente abbiamo lavorato sette o otto giorni, il che non è niente per un film di queste dimensioni. È stato semplicemente sparso qua e la perché è così difficile riavere i tuoi attori una volta finite le riprese principali”.

Va detto che tutti i grossi film degli studios una volta ultimata la lavorazione e nel pieno del processo dell’editing, spesso prevedono una settimana o due di reshoot, perché sul set può capitare sempre che qualcosa non va secondo i pieni. Spesso un regista vuole aggiungere dei dettagli o delle chiusure. E’ pressi piuttosto consolidata ormai. Vi ricordiamo che Aquaman e il Regno Perduto debutterà al cinema il 20 dicembre 203.

Tutto quello che c’è da sapere su Aquaman e il Regno Perduto

Non essendo riuscito a sconfiggere Aquaman la prima volta, Black Manta, ancora spinto dal bisogno di vendicare la morte di suo padre, non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggere Aquaman una volta per tutte. Questa volta Black Manta è più formidabile che mai, poiché brandisce il potere del mitico Tridente Nero, che scatena una forza antica e malvagia. Per sconfiggerlo, Aquaman si rivolgerà al fratello Orm, l’ex re di Atlantide e imprigionato alla fine del primo film, per stringere un’improbabile alleanza. Insieme, dovranno mettere da parte le loro differenze per proteggere il loro regno e salvare la famiglia di Aquaman e il mondo dalla distruzione irreversibile.

Jason Momoa è atteso di nuovo nei panni dell’eroe in Aquaman e il Regno Perduto, sequel del film che ha rilanciato in positivo le sorti dell’universo cinematografico DC. In questo seguito, diretto ancora una volta da James Wan (Insidious, The Conjuring), torneranno anche Patrick Wilson nei panni di Ocean Master, Amber Heard, nei panni di Mera, Dolph Lundgren che sarà ancora una volta Re Nereus, il padre di Mera, e ancora Yahya Abdul-Mateen II nei panni di Black Manta, che abbiamo visto riapparire nella scena post-credit del primo film. David Leslie Johnson-McGoldrick, collaboratore ricorrente di Wanscriverà la sceneggiatura del film, mentre il regista e Peter Safran saranno co-produttori. Il film arriverà al cinema il 20 dicembre.

Spider-Man: Far From Home ritorna su Disney+

Spider-Man: Far From Home ritorna su Disney+

La data di uscita di Spider-Man: Far From Home (recensione) su Disney+ è stata finalmente annuncia, dando così i fan alla possibilità di guardare tutti i film di Spider-Man sul servizio streaming di Disney.

In un tweet dell’account Twitter ufficiale di Disney+, ha annunciato che il sequel di Spider-Man: Homecoming sarà disponibile sulla piattaforma di streaming venerdì 3 novembre.Spider-Man: Far From Home si unisce insieme a una pletora di altri film di Spider-Man attualmente disponibili su Disney+, inclusi i film di Sam Raimi ed entrambi i film di Amazing Spider-Man.

Di cosa parla Spider-Man: Far From Home?

La rilassante vacanza europea di Peter Parker prende una svolta inaspettata quando Nick Fury si presenta nella sua camera d’albergo per reclutarlo per una missione“, si legge nella sinossi del film. “Il mondo è in pericolo quando quattro enormi creature elementali – ciascuna rappresentante la Terra, l’aria, l’acqua e il fuoco – emergono da un buco squarciato nell’universo. Parker si ritrova presto a indossare il costume di Spider-Man per aiutare Fury e il suo compagno supereroe Mysterio a impedire alle entità malvagie di seminare caos in tutto il continente.

Spider-Man: Far From Home  è stato originariamente distribuito nelle sale nel 2019 ed è stato il primo film del Marvel Cinematic Universe a venire dopo Avengers: Endgame. Il film è interpretato da Tom HollandJake GyllenhaalSamuel L. JacksonZendayaCobie SmuldersJon Favreau.

Halle Berry protagonista del thriller psicologico The Process

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Halle Berry protagonista del thriller psicologico The Process

Secondo il noto sito americano Deadline, la vincitrice dell’Oscar Halle Berry ha firmato per il ruolo da protagonista nel prossimo thriller psicologico intitolato The Process.

Halle Berry interpreterà il ruolo di Kirsa, una donna che improvvisamente si ritrova a lottare per “preservare il suo matrimonio e la sua sanità mentale” contro le parole manipolatrici di un leader di setta. Il suo casting è stato effettivamente finalizzato prima dello sciopero SAG-AFTRA in corso. Oltre a recitare, la star che fu degli X-Men sarà anche produttore insieme a Holly Jeter con la loro società, la HalleyHolly.

La pellicola segue una coppia apparentemente felicemente sposata, che partecipa al seminario del fine settimana di Aiden, un famoso guru di auto-aiuto, e viene invitato a esaminare le loro vite individuali, le loro carriere e, in definitiva, il loro matrimonio, ma quando Kirsa resiste al “processo” di Aiden e al suo culto di volontari impegnati, e Peter accetta, il loro rapporto e la loro sanità mentale vengono rapidamente messi alla prova”, si legge nella sinossi.

Chi è coinvolto in The Process?

The Process sarà diretto da Tara Miele e si basa su una sceneggiatura scritta da Levin Menekse. Sarà prodotto anche da Robert Kravis e Karl Herrmann della Pioneer Pictures, insieme a Julia Sandberg Hansson. FilmNation Entertainment si è unita al progetto per gestirne le vendite internazionali.

È così raro trovare una sceneggiatura come The Process di Levin Menekse che sia avvincente, emotivamente risonante e che sembri essenziale in questo momento“, ha detto Miele in una nota. “Sono entusiasta di poter dare vita a questo gioiello e di collaborare con Halle Berry, che porta sullo schermo una presenza così cruda e reale come attrice ed è anche una collaboratrice incredibilmente premurosa e una produttrice esperta.”

IF: annunciata l’uscita della commedia fantasy con John Krasinski e Ryan Reynolds

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La Paramount Pictures ha ufficialmente cambiato la data di uscita della prossima commedia fantasy IF (precedentemente intitolata Imaginary Friends), dell’attore e regista John Krasinski, che vedrà protagonista lo stesso Krasinski e Ryan Reynolds. Originariamente il film era previsto per l’uscita nelle sale il 24 maggio 2024, il film costellato di star arriverà ora nei cinema una settimana prima, il 17 maggio 2024.

Chi è il cast di IF?

IF è scritto e diretto da John Krasinski, ed è basato sulla sua idea originale del viaggio di un bambino alla riscoperta della propria immaginazione. Insieme a lui e Reynolds ci sono Steve Carell, Phoebe Waller-Bridge, Fiona Shaw, Alan Kim, Cailey Fleming, Bobby Moynihan, Louis Gossett Jr., Matt Damon, Jon Stewart, Emily Blunt, Sam Rockwell, Richard Jenkins, Maya Rudolph, Awkwafina, Christopher Meloni, Sebastian Maniscalco e Vince Vaughn.

Durante il panel della Paramount Pictures al CinemaCon del 2023, John Krasinsk ha rivelato che il film sarà incentrato su una giovane ragazza che ha la capacità di vedere gli amici immaginari delle persone che sono stati lasciati indietro dopo che i loro amici nella vita reale sono cresciuti.

Gli amici immaginari non sono solo queste adorabili creazioni, sono capsule del tempo per le nostre speranze, sogni e ambizioni”, ha detto Krasinski. “Volevo che le persone lasciassero questo film credendo in qualcosa di più grande e credendo in qualcosa di bello. È molto reale ed è molto possibile”.

Il progetto IF è in sviluppo dal 2019, con la Paramount Pictures che ha vinto i diritti sul progetto in una guerra di offerte contro più studi. È prodotto da Krasinski, Allyson Seeger e Andrew Form attraverso il loro società, la Sunday Night, insieme a Reynolds per Maximum Effort. George Dewey è anche produttore esecutivo tramite la Maximum Effort.

Shawn Levy sul suo film di Star Wars: “Mi sono sentito molto apprezzato”

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Il regista di Deadpool 3Shawn Levy, ha parlato un po’ del suo prossimo film di Star Wars e dell’unico mandato che gli è stato dato quando si è unito al film.

In una recente intervista con Variety, a Shawn Levy gli è stato chiesto del suo prossimo progetto una volta ultimato Deadpool 3l, l’annunciato film di Star Wars che dovrebbe dirigere. Il regista ha rivelato che la presidente della Lucasfilm Kathleen Kennedy gli ha dato un solo mandato: realizzare un “film di Shawn Levy” nell’universo di Star Wars. Di seguito le parole del regista.

Quando Kathy Kennedy mi ha chiesto di realizzare un film su Star Wars, il suo mandato principale per me era ‘Voglio un film di Shawn Levy’. Voglio una storia e un tono che rifletta te, i tuoi gusti e ciò che porti ai tuoi film, con una storia di Star Wars.’ Quindi mi sono sentito estremamente apprezzato“, ha affermato Levy. Siamo agli inizi, sfortunatamente, perché il processo di sviluppo è stato bruscamente interrotto [a causa dello sciopero della WGA], ma mi sento molto autorizzato a fidarmi del mio istinto nello sviluppo di questa storia e di questo film.

Al regista è stato anche chiesto se la sua amicizia con Adam Driver significasse che il film poteva essere una sorta di film prequel su Kylo Ren. Parole tue, non mie”, ha detto Levy. “Come sai Adam è un amico e sono sempre stato un grande fan di Kylo Ren. Ma nessun commento”.

Quando è stato annunciato il film Star Wars di Shawn Levy?

La notizia del coinvolgimento di Shawn Levy con Star Wars è emersa nel novembre 2022, con il regista che ha confermato la notizia sul suo  Twitter. Sebbene il film di Levy sia in fase di sviluppo, non è stato ufficialmente nominato o datato dalla Lucasfilm e dalla Disney.

Il prossimo film del regista sarà dunque Deadpool 3 che è stato recentemente posticipato e arriverà al cinema nel corso del 2024. Sebbene i dettagli ufficiali della storia di Deadpool 3, con protagonista Ryan Reynolds, non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la serie di film di Deadpool – l’unica parte del franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano svolti in un universo diverso. Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman, viaggiare nell’universo principale dell’MCU.

Joel Kinnaman protagonista di Silent Night – Il silenzio della vendetta

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Dai produttori di John Wick, arriva in Italia dal 30 novembre in anteprima mondiale, distribuito da Plaion Pictures, Silent Night – Il silenzio della vendetta. Nell’annunciare la data di uscita del film, diretto dal leggendario regista di Hong Kong John Woo, Plaion Pictures ha inoltre svelato il poster ufficiale, che ritrae Joel Kinnaman pronto a tramutarsi in uno spietato killer in cerca di vendetta. Per il maestro dell’action John Woo – autore di classici quali A Better Tomorrow, Face/Off e Mission: Impossible II – il film segna il ritorno negli Stati Uniti a vent’anni da Paycheck.

Come suggerisce il titolo, Silent Night – Il silenzio della vendetta è un action al 100% che letteralmente non ha bisogno di parole per colpire lo spettatore, rendendo l’azione l’essenza stessa del film. Ambientato durante la notte di Natale, questo revenge movie ad alta tensione è caratterizzato da stunt mozzafiato e combattimenti spietati che esplodono in tutta la loro adrenalina sul grande schermo. Ispirato dai capolavori e dai successi recenti del genere, il film porta l’action a nuovi livelli, grazie alla geniale messa in scena del suo regista, in una cruda storia di vendetta che vedrà il bianco Natale lasciare il posto al rosso sangue.

Protagonista di Silent Night – Il silenzio della vendetta è un intenso Joel Kinnaman, volto di grandi action quali Robocop (2014) e The Suicide Squad – Missione suicida, affiancato da Scott Mescudi, in arte Kid Cudi (X – A Sexy Horror Story), e Catalina Sandino Moreno (Maria Full of Grace). Kinnaman interpreta un padre tormentato che assiste impotente alla morte di suo figlio dopo essere stato coinvolto nel fuoco incrociato di una banda alla vigilia di Natale. Mentre si sta riprendendo da una ferita che gli è costata la voce, l’uomo fa della vendetta la missione della sua vita, addestrandosi per punire gli assassini che hanno cambiato per sempre la sua vita e quella della sua famiglia. Silent Night – Il silenzio della vendetta, diretto da John Woo, sarà nei cinema dal 30 novembre distribuito da Plaion Pictures.

La trama del film Silent Night – Il silenzio della vendetta

Ancora in lutto per la morte del giovane figlio, rimasto ucciso nel fuoco incrociato di uno scontro fra bande, un padre di famiglia sceglie la vigilia di Natale per punire i colpevoli. Ferito a sua volta durante l’inseguimento degli assassini e ormai muto, l’uomo si addentra nei bassifondi criminali per compiere con ogni mezzo la sua silenziosa vendetta verso chi gli ha strappato suo figlio.

Avant que les flammes ne s’éteignent: recensione del film di Mehdi Friki – #RoFF18

Da diversi anni, con il movimento #blacklivesmatter, gli attivisti lottano con molto più impeto contro qualsiasi forma di discriminazione razziale. Fra i casi più emblematici recenti che possiamo ricordare, per cui il razzismo ha generato un omicidio perpetatro dalle forze dell’ordine, c’è George Floyd, soffocato da degli agenti di polizia nel maggio del 2020. Un caso, questo, che scatenò a livello internazionale numerose polemiche e rivolte, ma che purtroppo, ad oggi, non possiamo dire sia rimasto isolato. La storia di Avant que les flammes ne s’éteignent, esordio alla regia di Mehdi Friki, si stabilizza su un tono di denuncia e al tempo stesso di memoria verso tutte quelle vittime – immigrate e di conseguenza straniere – che hanno subito violenza (gratuita) pur non avendo commesso alcun reato, ma solo perché di nazionalità diversa.

Il dolore, lo sgomento e la frustrazione di essere considerati inferiori poiché non aventi lo stesso trattamento paritario delle persone bianche risuona e riecheggia per tutto il film, si salda sulle sequenze di rappresaglia presenti al suo interno, ma poi si posa in principal modo sullo sguardo atterrito di Malika, la protagonista, interpretata da una sorprendente Camélia Jordana, mai sopra le righe nel dimostrarci il risentimento e la sofferenza di una donna che vede suo fratello venire ucciso per mano di coloro che, in un sistema giudiziario funzionante, sarebbero chiamati a proteggerci. Ma i pregiudizi sulle razze, i folli preconcetti che si hanno verso persone che hanno solo la pelle del colore diversa, sono come un morbo difficile da neutralizzare. Avant que les flammes ne s’éteignent è stato presentato in Concorso alla 18esima edizione della Festa del Cinema di Roma e nel cast troviamo anche Sofiane Zermani, Sofian Khammes, Sonia Faidi e Louise Coldefy.

Avant que les flammes ne s’éteignent, la trama

Strasburgo. Un’auto è in fiamme lungo una strada. Malika è a casa sua quando riceve una telefonata che le cambierà la vita per sempre: suo fratello minore, Karim, è morto dopo essere stato arrestato dalla polizia. Arrivata in ospedale per raggiungere il padre e il fratello maggiore, la donna si imbatte in una protesta di immigrati che pensano che la morte del ragazzo nasconda in realtà un reato molto grosso. La perizia dice che è deceduto a causa di un attacco epilettico, ma qualcosa nella dichiarazione dei fatti non torna. È in quel momento che Malika decide di non seppellirlo subito, soprattutto quando arrivata in obitorio scopre che il corpo di Karim è pieno di ecchimosi.

Da lì, la verità le si sbatte in faccia come un fulmine a ciel sereno, confermata anche dalla fidanzata del fratello, unica testimone presente nel momento dell’arresto: il giovane è stato ucciso intenzionalmente dalla polizia, pur non avendo fatto nulla. Malika così decide di intraprendere un percorso lungo e doloroso, in cui l’unica cosa che conta, pur di mettere a rischio l’equilibrio della sua stessa famiglia, è dare giustizia a Karim. E andrà fino in fondo, senza voltarsi mai indietro.

Avant que les flammes ne s'éteignent protagonisti

Prima che le fiamme si spengano…

La sezione del Concorso per questa 18esima edizione della Festa del Cinema si riempie di sguardi e lotte femminili, voci e figure troppo spesso al margine, ma che adesso riescono (per fortuna) a trovare la loro via d’accesso per emergere molto di più di quanto accadeva prima, portandosi sulle spalle racconti di una certa caratura e calibro. Lo abbiamo visto con Fremont, Un amor, A silence, e ora anche con Avant que les flammes ne s’éteignent. Vengono rappresentate tutte donne che hanno qualcosa da dire, che decidono di non abbassare la testa ognuna per una ragione diversa, ma in un era in cui ancora si fatica a raggiungere la parità di genere, questo risulta essere un traguardo molto importante e non scontato.

Nel caso del film di Mehdi Friki, è Malika, come dicevamo, a trascinare una narrazione complicata per la sua portata tematica, estremamente attuale e percepita da intere popolazioni. Con una sceneggiatura asciutta, precisa, schematica, e una regia che non si concede troppi attimi di virtuosismi e fronzoli perché vuole essere prima di tutto commemorativa, il regista pone al centro della sua opera una sorella distrutta, che nelle macerie in cui si ritrova dopo l’assassinio del fratello, riesce a trovare il coraggio e la forza di inveire contro un sistema disonesto e ingiusto, pur mettendo a rischio sia lei che la sua famiglia.

È Malika, infatti, a prendere in mano la situazione, spingendosi oltre i limiti del possibile e distruggendo la paura che lo stesso sistema vuole farle provare per metterla a tacere. Esattamente come ha fatto con il fratello. Giustizia, verità. Parole e obiettivi sacri da raggiungere, per i quali Malika non guarda in faccia a nessuno. Avant que les flammes ne s’éteignent tradotto significa “prima che le fiamme si spengano”, ed è proprio nel titolo del film che giace il suo significato più intimo. La battaglia della protagonista può continuare solo finché avrà con sé tutti gli strumenti necessari per combatterla. Piano piano Malika se li prende, li trova: dall’unica testimone che ha visto ciò che è accaduto, alla giornalista, arrivando fin dentro il sistema giudiziario e scovando qualcuno che alla fine ammetterà che l’assassinio è stato intenzionale. Così, finché le fiamme arderanno, Malika lotterà. E le fiamme della giustizia potrebbero bruciare in eterno.

Trieste Science+Fiction Festival: presentato il programma della 23° edizione

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Si è tenuta questa mattina a Trieste la conferenza stampa della 23° edizione di Trieste Science+Fiction Festival, la più importante manifestazione italiana dedicata alla fantascienza e a tutte le declinazioni del fantastico, che inaugurerà venerdì 27 ottobre e proseguirà fino a mercoledì 1 novembre. Durante l’edizione 2023 del festival verranno celebrati i primi 60 anni dallo storico Festival Internazionale del film di Fantascienza, svoltosi a Trieste dal 1963 al 1982, la prima manifestazione dedicata al cinema di genere in Italia e tra le primissime in Europa, e della quale il Trieste Science+Fiction Festival è oggi erede e continuatore di quello straordinario retaggio.

Per l’occasione, anche nella 23° edizione sono in programma grandi eventi, ospiti da tutto il mondo e oltre 50 anteprime cinematografiche per mostrare lo stato dell’arte della fantascienza, confermando la fama internazionale del Trieste Science+Fiction Festival come evento innovativo, influente e dinamico.

Alla conferenza sono intervenuti Giorgio Rossi, Assessore della Cultura e del Turismo del Comune di Trieste, Chiara Barbo, Presidente de La Cappella Underground, Alan Jones, Direttore artistico del Trieste Science+Fiction Festival, Francesco Ruzzier, responsabile della comunicazione de La Cappella Underground e del Trieste Science+Fiction Festival, Stefano Cristiani di INAF – Osservatorio Astronomico di Trieste, Francesco Zago e Maria Sole Costanzo, fondatori della rivista The Triestiner.

Tra gli ospiti più attesi nell’edizione 2023 del Festival l’attrice Claudia Gerini insieme al regista Federico Zampaglione, che saranno presenti sabato 28 ottobre al Politeama Rossetti di Trieste per presentare il film “The Well” in anteprima italiana, dopo quella mondiale al Sitges Film Festival 2023. “The Well” segna il ritorno del cineasta al cinema di genere dopo “Shadow – L’ombra” e “Tulpa – Perdizioni mortali“, e vede protagonista l’attrice Lauren LaVera, star di “Terrifier 2” in una storia di maledizioni legate a un misterioso dipinto.

Grande attesa anche per la partecipazione di Paolo Nespoli, il primo astronauta italiano a partecipare ad unamissione di lunga durata sulla Stazione Spaziale Internazionale, trascorrendo ben 313 giorni nello spazio.L’astronauta sarà uno degli ospiti dei talk di Mondofuturo, il ciclo di incontri a ingresso gratuito organizzati nell’ambito della manifestazione triestina per dialogare con divulgatori, scienziati e comunicatori della scienza sul mondo di domani. In occasione dell’incontro, lunedì 30 ottobre presso il DoubleTree by Hilton Trieste Nespoli racconterà la sua vita da astronauta con i piedi per terra, illustrando quali lezioni ha imparato nello spazio.

Ospite anche il cantautore e compositore Pino Donaggio, che sabato 28 ottobre al Teatro Miela presenterà la versione restaurata di “Don’t Look Now” (A Venezia… un dicembre rosso shocking), capolavoro horror di Nicolas Roeg. Protagonisti Julie Christie e Donald Sutherland, una coppia in lutto per la morte della loro figlioletta, che decidono di interpellare una misteriosa sensitiva a Venezia aggrappandosi al ricordo della bambina. Il film rappresenta l’esordio nel campo della colonna sonora del musicista veneziano e pop star Pino Donaggio, che da qui ha intrapreso una lunga carriera come compositore di musiche da film, segnata dal sodalizio con Brian De Palma.

Presente alla manifestazione triestina anche il creatore di effetti speciali Tim Webber, vincitore del Premio Oscar per il film “Gravity” e autore degli effetti visivi di numerosi film, tra cui Harry Potter e il calice di fuoco, I figli degli uomini, Il cavaliere oscuro e Avatar. Sabato 28 ottobre al Teatro Miela nell’ambito di European Fantastic Shorts, la selezione di cortometraggi europei in concorso per il Premio Méliès d’argent, Tim Webber presenterà il suo corto “Flite”, ambientato in una Londra semisommersa del 2053, in cui la campionessa del mondo di hoverboard tenta una pericolosa fuga dal lussuosissimo appartamento in cui è tenuta prigioniera dal suo manager. Con l’occasione, Tim Webber verrà insignito del Premio Asteroide d’oro per il suo straordinario contributo al genere fantascientifico.

Il mondo dietro di te: trailer del film con Julia Roberts e Mahershala Ali

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Netflix dopo il teaser ha diffuso il trailer di Il mondo dietro di te, il nuovo film Originale Netflix diretto da Sam Esmail con protagonisti Julia Roberts e Mahershala Ali in arrivo dall’8 dicembre su Netflix.

Una vacanza di famiglia viene sconvolta da due estranei sopraggiunti nel cuore della notte per sfuggire a un cyberattacco che diventa sempre più terrificante, obbligando tutti a venire a patti con il proprio ruolo in un mondo prossimo al collasso.

La trama di Il mondo dietro di te

In questo thriller apocalittico dal premiato sceneggiatore e regista Sam Esmail (Mr. Robot), Amanda (il premio Oscar Julia Roberts) e il marito Clay (il candidato agli Oscar Ethan Hawke) affittano una casa di lusso per un fine settimana con i figli Archie (Charlie Evans) e Rose (Farrah Mackenzie). La vacanza viene subito sconvolta dall’arrivo di notte di due sconosciuti: G.H. (il premio Oscar Mahershala Ali ) e la figlia Ruth (Myha’la), che li informano di un misterioso cyberattacco e vogliono rifugiarsi nella casa di cui dicono di essere i proprietari. Le due famiglie fanno il punto del disastro che incombe e che diventa sempre più terrificante, obbligandoli a venire a patti con il loro ruolo in un mondo prossimo al collasso. Il film è tratto dal romanzo – candidato ai National Book Award – di Rumaan Alam, Il mondo dietro di te, ed è prodotto da Esmail Corp e Red Om Films. La produzione esecutiva è di Higher Ground Productions.

The Nun II in streaming sulle principali piattaforme

The Nun II in streaming sulle principali piattaforme

New Line Cinema presenta il thriller horror The Nun II, il secondo capitolo della saga di The Nun, l’opera di maggior successo dell’universo The Conjuring, che ha incassato più di 2 miliardi di dollari.

In The Nun II 1956 – Francia. Un prete viene assassinato. Un male si sta diffondendo. Il sequel del film campione d’incassi segue le vicende di Suor Irene, quando viene a trovarsi nuovamente faccia a faccia con Valak, la suora demoniaca.

Taissa Farmiga (“The Nun”, “The Gilded Age”) torna nel ruolo di Suor Irene, affiancata da Jonas Bloquet (“Tirailleurs”, “The Nun”), Storm Reid (“The Last of Us”, “The Suicide Squad”), Anna Popplewell (“Fairytale”, la trilogia de “Le cronache di Narnia”) Bonnie Aarons (al suo ritorno in “The Nun”) e da un cast di star internazionali.

Michael Chaves (“The Conjuring: The Devil Made Me Do It”) dirige da una sceneggiatura di Ian Goldberg & Richard Naing (“Eli”, “The Autopsy of Jane Doe”) e Akela Cooper (“M3GAN”, “Malignant”). Da una storia di Akela Cooper, basata sui personaggi creati da James Wan & Gary Dauberman.

Il film è prodotto dalla Safran Company di Peter Safran e dalla Atomic Monster di James Wan che danno seguito alle passate collaborazioni nei precedenti film della saga “Conjuring”. Produttori esecutivi di “The Nun II” sono, Richard Brener, Dave Neustadter, Victoria Palmeri, Gary Dauberman, Michael Clear, Judson Scott e Michael Polaire.

Nel team creativo che ha affiancato il regista Michael Chaves troviamo il direttore della fotografia Tristan Nyby (“The Conjuring: The Devil Made Me Do It”, “The Dark and the Wicked”), lo scenografo Stéphane Cressend (“Les Vedettes”, “The French Dispatch”), il montatore Gregory Plotkin ( “Scream” 2022 e “Get Out”), la produttrice degli effetti visivi Sophie A. Leclerc (“Finch”, “Lucy”), la costumista Agnès Béziers (“Oxygen”, “The Breitner Commando”), e il compositore Marco Beltrami ( “Scream” del 2022 e ”Venom: Let There Be Carnage”) autore della colonna sonora.

L’universo The Conjuring rappresenta la saga horror di maggior successo nella storia al box office con un incasso complessivo globale di 2 miliardi di dollari. A livello mondiale, quattro dei titoli di “The Conjuring” hanno incassato ciascuno oltre 300 milioni di dollari nel mondo (“The Nun” $366 million; “The Conjuring 2” $322 million; “The Conjuring” $320 million; “Annabelle: Creation” $307 million), e ogni titolo della saga ha incassato non meno di 200 milioni di dollari. “The Nun” è al vertice di questa classifica, con i suoi oltre 366 milioni di dollari nel mondo.

New Line Cinema presenta, una produzione Atomic Monster / Safran Company: “The Nun II”. Il film è stato distribuito nelle sale cinematografiche italiane da Warner Bros. Pictures.

Gotham Awards 2023: tutte le nomination

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Gotham Awards 2023: tutte le nomination

Sono state annunciate le nomination ai Gotham Awards 2023, i premi al cinema indipendente USA. A guidare la lista dei film più candidati c’è All of Us Strangers, che in Italia uscirà con il titolo di Estranei. Di seguito tutte le categorie di nominati.

Best Feature
“Passages”
“Past Lives”
“Reality”
“Showing Up”
“A Thousand and One”

Outstanding Lead Performance
Aunjanue Ellis-Taylor, “Origin”
Lily Gladstone, “The Unknown Country”
Greta Lee, “Past Lives”
Franz Rogowski, “Passages”
Babetida Sadjo, “Our Father, The Devil”
Andrew Scott, “All of Us Strangers” 
Cailee Spaeny, “Priscilla”
Teyana Taylor, “A Thousand and One”
Michelle Williams, “Showing Up”
Jeffrey Wright, “American Fiction”

Outstanding Supporting Performance
Juliette Binoche, “The Taste of Things”
Penélope Cruz, “Ferrari”
Jamie Foxx, “They Cloned Tyrone”
Claire Foy, “All of Us Strangers”
Ryan Gosling, “Barbie
Glenn Howerton, “BlackBerry”
Sandra Hüller, “The Zone of Interest”
Rachel McAdams, “Are You There God? It’s Me, Margaret”
Charles Melton, “May December”
Da’Vine Joy Randolph, “The Holdovers” 

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Best Screenplay
“All of Us Strangers,” Andrew Haigh
“Anatomy of a Fall,” Justine Triet, Arthur Harari
“May December,” Samy Burch
“R.M.N.,” Cristian Mungiu
“The Zone of Interest,” Jonathan Glazer

Best International Feature
“All of Us Strangers”
“Anatomy of a Fall”
Poor Things
“Tótem”
“The Zone of Interest”

Best Documentary Feature
“20 Days in Mariupol”
“Against the Tide”
“Apolonia, Apolonia” 
“Four Daughters”
“Our Body”

Breakthrough Director
Raven Jackson, “All Dirt Roads Taste of Salt” 
Georgia Oakley, “Blue Jean”
Michelle Garza Cervera, “Huesera” 
Celine Song, “Past Lives” 
A.V. Rockwell, “A Thousand and One”

Outstanding Performance in a New Series
Jacob Anderson, “Anne Rice’s Interview With the Vampire”
Dominique Fishback, “Swarm”
Jharrel Jerome, “I’m a Virgo”
Natasha Lyonne, “Poker Face”
Bel Powley, “A Small Light”
Bella Ramsey, “The Last of Us
Chaske Spencer, “The English”
Rachel Weisz, “Dead Ringers”
Ali Wong, “Beef”
Steven Yeun, “Beef”

 

Breakthrough Television Over 40 Minutes
“Anne Rice’s Interview With the Vampire”
“Dead Ringers”
“The English”
“The Last of Us”
“A Small Light”
“Telemarketers”

Breakthrough Television Under 40 Minutes
“Beef”
“High School”
“I’m A Virgo”
“Rain Dogs”
“Swarm”

Collateral: trama, cast e curiosità sul film con Tom Cruise

Collateral: trama, cast e curiosità sul film con Tom Cruise

Considerato uno dei maestri del moderno cinema d’azione e neo noir, Michael Mann ha negli anni firmato celebri film come Heat – La sfida e Nemico pubblico. Uno dei suoi titoli più apprezzati è però Collateral, diretto nel 2004 a partire da una sceneggiatura di Stuart Beattie. Si tratta di un teso thriller notturno, dove la vita di due personaggi è destinata ad intrecciarsi in modo imprevedibile, dando vita ad un pericoloso gioco tra la vita e la morte. Presentato fuori concorso alla 61ᵃ Mostra di Venezia, il film riscosse ampi consensi e venendo elogiato come uno dei migliori del suo anno.

La storia qui narrata prende vita da una suggestione avuta da Beattie mentre si trovava ad essere passeggero di un taxi. Da qui prese infatti vita la situazione che vede un autista di tale mezzo alle prese con quello che si rivela essere un pericoloso serial killer. Dopo anni di tentativi, lo sceneggiatore è infine riuscito a veder realizzata la sua idea. Dar forma al film non è però stata impresa da poco. Essendo interamente ambientato di notte, ha infatti richiesto che le riprese si svolgessero soltanto dopo il calar del sole e prima del suo sorgere. Il regista ha inoltre scelto di utilizzare appositi filtri per far guadagnare alla pellicola un’atmosfera particolarmente cupa.

Con questo film Mann ha inoltre sperimentato l’utilizzo di riprese in digitale, donandogli solo in seguito il suo aspetto di vecchia pellicola di celluloide granulosa. Nominato poi a due premi Oscar, Collateral è ancora oggi considerato uno dei thriller migliori dal nuovo millennio ad oggi. Una storia ricca di tensione e colpi di scena, con grandi personaggi affidati a grandi attori e una regia quantomai impeccabile. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Collateral

La vicenda qui narrata si svolge nella notturna Los Angeles, dove per l’autista di taxi Max Durocher sembra essere una giornata lavorativa come un’altra. Dopo aver avuto come passeggera la procuratrice distrettuale Annie, dalla quale riesce ad ottenere il suo numero, egli si ritrova ingaggiato da un misterioso passeggero di nome Vincent, il quale lo paga affinché Max lo porti in giro per tutto il resto della notte. Allettato dai soldi offertigli, il taxista accetta ben volentieri, salvo poi pentirsene amaramente. Ben presto, infatti, scoprirà che quello seduto dietro di lui è un pericoloso sicario, che nel corso della notte dovrà uccidere una serie di persone.

Si tratta di testimoni collegati ad un’inchiesta su un gruppo di narcotrafficanti, e Vincent ha il compito di impedire che questi parlino di ciò che sanno. Max si ritrova così ostaggio del killer, divenendo involontariamente anche suo complice. Allertata la polizia, sul caso inizierà ad investigare il detective Fanning, ma nell’attesa di soccorsi lo sfortunato autista si troverà a dover gestire da solo quella situazione. Dissuadere Vincent dal compiere ciò che deve sembra impossibile, e per sopravvivere egli dovrà allora ricorrere a mezzi estremi e imprevedibili.

Collateral cast

Collateral: il cast del film

Come precedentemente affermato, tra i maggiori pregi del film vi sono le intense interpretazioni degli attori coinvolti. A ricoprire il ruolo del sicario Vincent vi è l’attore Tom Cruise. Consapevole della capacità del suo personaggio di risultare estremamente anonimo e dimenticabile agli occhi degli altri, l’attore ha deciso di prepararsi al ruolo fingendosi postino per circa un mese. Grazie al trucco previsto per Vincent, questi è riuscito a passare del tutto inosservato, senza essere mai riconosciuto. Egli si è inoltre sottoposto ad un intensivo addestramento per imparare a maneggiare nel modo più realistico possibile diverse armi da fuoco. Accanto a lui, nel ruolo del detective Fanning vi è invece Mark Ruffalo, il quale allo stesso modo si esercitato nell’utilizzo dell’armi, al fine di risultare un poliziotto più credibile.

L’attore Jamie Foxx dà invece vita al taxista Max, un ruolo per il quale si è preparato lavorando per la compagnia di trasporti pubblici di Los Angeles. Ha così avuto modo di imparare ad essere un autista particolarmente convincente. Per la sua interpretazione, infatti, è in seguito stato nominato al premio Oscar come miglior attore non protagonista. Jada Pinkett Smith interpreta la procuratrice Annie, costruendo questa grazie alla frequentazione di alcuni veri avvocati, dai quali ha potuto apprendere le caratteristiche del mestiere. Nel film sono poi presenti gli attori Javier Bardem nei panni dello spacciatore Felix, un ruolo che gli ha richiesto solo due giorni di riprese, e Peter Berg in quelli di Richard Weidner.

Collateral: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile vedere o rivedere il film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Collateral è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Google Play, Apple iTunes, Netflix e Amazon Prime Video. Per vederlo, in base alla piattaforma scelta, basterà iscriversi o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di poter fruire di questo per una comoda visione casalinga. È bene notare che in caso di solo noleggio, il titolo sarà a disposizione per un determinato limite temporale, entro cui bisognerà effettuare la visione. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno martedì 24 ottobre alle ore 21:225 sul canale Nove.

Fonte: IMDb

The Monk and the Gun: recensione del film di Pawo Choyning Dorji – #RoFF18

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The Monk and the Gun è il nuovo film di Pawo Choyning Dorji che torna alla ribalta internazionale, la Festa del Cinema di Roma 2023, dopo il successo del suo film precedente, Lunana, candidato agli Oscar come miglior film Internazionale. Questa nuova avventura cinematografica si muove abilmente tra la tradizione e la modernità del Bhutan, offrendo uno sguardo critico e multiforme, ma sempre ironico, sulla democratizzazione e la globalizzazione. Il regista costruisce una trama con più punti di vista, ed esplora il conflitto, profondo ma mai esternato in toni aspri o battaglieri, tra l’antica spiritualità del Bhutan e l’influenza sempre più invadente della cultura occidentale.

The Monk and the Gun, la trama

The Monk and the Gun è ambientato nel 2006, in un Bhutan rurale e ancora dall’animo monarchico che ha appena appreso la decisione del re di abdicare in favore della democrazia. Questo cambiamento radicale ha portato con sé l’introduzione nel Paese di una serie di innovazioni, tra cui la televisione, Internet e il cinema, spaccati di Occidente, di quel mondo consumistico che fino a quel momento non era arrivato sin lì. In questo contesto storico-geografico, seguiamo le vicende di diversi personaggi, dalle storie e dagli scopi diversissimi, che in modi più o meno goffi devono imparare a navigare le acque della novità.

Pawo Choyning Dorji decide di assumere un punto di vista esterno, da osservatore, servendosi principalmente dell’ironia per mettere in scena l’impatto che democrazia e consumismo hanno sulla popolazione locale. La prima viene vista come un oggetto strano, qualcosa da imparare ad amministrare, di cui prendersi cura in qualche modo e che richiede impegno, tant’è che vengono organizzati dei veri e propri corsi di democratizzazione dell’elettorato, con istruzioni per votare, per manifestare e per sostenere un partito invece che un altro. Il consumismo, invece, viene semplicemente accolto, abbracciato e subito con grande facilità e felicità: sono numerosi i momenti che il film spende a inquadrare gruppi di persone sedute davanti alla tv, a guardare Quantum of Solace e a sorseggiare “acqua nera” (la Coca-Cola).

Ron, il collezionista d’armi americano

In questa dualità, assume spessore il personaggio di Ron, il collezionista d’armi statunitense che arriva in Bhutan per acquistare un fucile d’epoca. Interpretato da Harry Rorton, Ron rappresenta l’occhio esterno che osserva con stupore questo mondo arcaico. La sua ricerca del cimelio del XIX secolo si scontra però con la mancanza di avarizia della popolazione locale, e con la sua devozione al Lama e allo spiritualismo buddhista che per loro regola i tempi e i momenti della vita. La trama principale si sviluppa quindi intorno a una cerimonia della Luna Piena, durante la quale il Lama, che cerca con insistenza una o più armi, organizzerà una cerimonia. Questa sua decisione si scontra con i desideri di Ron di entrare in possesso di quella che sembra l’unica arma presente nell’intera regione, ma si incontra con le esigenze dei funzionari che cercano di convincere le persone ad aderire alle liste elettorali per votare.

Pawo Choyning Dorji gioca con il paradosso tra modernizzazione e ruralità, e, sempre armato di ironia, racconta l’ammirazione con cui la popolazione locale osserva l’americano, un sentimento di stima ingiustificato agli occhi dello spettatore Occidentale smaliziato, che conosce bene invece le contraddizioni della società americana (in particolare in merito alla diffusione e all’uso delle armi). Siamo ovviamente molto vicini alla dualità netta e manichea che vede contrapporsi un Oriente sano e vitale, legato allo spiritualismo, con in Occidente viziato da denaro e desiderio di possesso. Tuttavia, i toni sempre leggeri che il regista sceglie di adottare sottolineano quanto, in fondo, questa contrapposizione sia realistica, senza scadere nella maniera.

Democratizzare il Buthan

The Monk and the Gun sottolinea anche un aspetto insolito alle orecchie di quei Paesi che hanno lottato per libertà e democrazia e cioè che il Buthan ha accolto questo nuovo status con grande diffidenza, quasi con fatica, dal momento che la coscienza civile, in circostanze così pacifiche e virtuose, difficilmente è un sentimento dirompente, ma ha bisogno del suo tempo per crescere e diventare duratura. Il film mette in dubbio l’idea che democrazia e modernità possano attecchire rapidamente in luoghi con tradizioni profonde.

La riflessione sociale si accompagna poi a un ventaglio di volti molto espressivi, tutti attori per circostanza, e contempla un apparato visivo, che si avvale di un linguaggio cinematografico moderno e accattivante e di paesaggi mozzafiato.

The Monk and the Gun è un’opera audace e provocatoria, che sfida il concetto di democrazia istantanea e suggerisce che la vera democratizzazione richiede tempo e una base solida di valori condivisi. Con una varietà di sentieri narrativi e una sceneggiatura affinata dallo stesso regista, il film invita a riflettere sulla complessità della modernizzazione in una società tradizionale.

Per Elisa – Il caso Claps: la vera storia dietro la miniserie

Per Elisa – Il caso Claps: la vera storia dietro la miniserie

Nel corso della storia italiana sono molti i casi di crimini, più o meno risolti, rimasti nell’immaginario collettivo. Uno di quelli che più sconvolse l’opinione pubblica, negli anni Novanta, è stato quello legato alla giovane Elisa Claps. Avvenuto esattamente trent’anni fa, questo è a lungo rimasto avvolto nel mistero, trovando solo quasi due decenni dopo la sua – parziale – risoluzione. Quella vicenda è ora diventata una miniserie della Rai dal titolo Per Elisa – Il caso Claps, che ne ripercorre le tappe e punta a far nuova luce sul caso.

La serie è diretta da Marco Pontecorvo ed elaborata da Terry Cafolla, Valerio D’Annunzio e Andrea Valagussa, prodotta da Fastfilm Srl e Cosmopolitan Pictures Limited in collaborazione con Rai Fiction e ITV Studios. È basata sul libro del 2012 Blood on the Altar dello scrittore e giornalista britannico Tobias Jones e realizzata naturalmente con la consulenza della famiglia Claps. Prima di vederla, ecco però qualche dettaglio in più sulla trama, il cast di attori e la vera storia di cui si narra.

La trama e il cast della miniserie Rai Per Elisa – Il caso Claps

Elisa Claps esce per andare a messa in un’assolata domenica di settembre del 1993. Da quel giorno scompare fino al ritrovamento del suo corpo, 17 anni dopo, nel sottotetto di una chiesa. La storia è allora quella dell’ininterrotta battaglia di Gildo Claps e della sua famiglia per fare luce sulla scomparsa di Elisa, assicurare il suo assassino alla giustizia e sul perché la verità sia potuta rimanere oscurata per così tanto tempo. Tra indizi, depistaggi, sospetti e omertà, la ricerca della verità si rivelerà però più complessa e lunga del previsto e farà di quello di Elisa un caso di portata internazionale, che oltrepasserà i confini italiani.

Ad interpretare Gildo Claps vi è l’attore Gianmarco Saurino, di recente visto anche nel film Te l’avevo detto. Vi sono poi Anna Ferruzzo nei panni di Filomena Claps, madre di Elisa, Gildo e Luciano, quest’ultimo interpretato da Giacomo Giorgio. Vincenzo Ferrera è invece il padre Antonio, mentre Elisa ha il volto di Ludovica Ciaschetti. Giulio Della Monica è invece Danilo Restivo, il principale indiziato della vicenda, mentre Francesco Acquaroli è Maurizio, il padre di Danilo. Si annoverano poi gli attori Bianca Nappi nel ruolo del pm Felicia Genovese e Antonio Petrocelli in quelli di Don Mimì.

Per Elisa - Il caso Claps cast

La vera storia dietro Per Elisa – Il caso Claps

Come anticipato, la miniserie si basa sull’omicidio di Elisa Claps, un fatto di cronaca nera che sconvolse l’opinione pubblica nei primi anni Novanta. La vicenda ebbe inizio domenica 12 settembre 1993 a Potenza, quando Elisa, una giovane di 16 anni, uscì di casa per recarsi a una funzione religiosa nella vicina chiesa insieme ad un’amica, dicendo al fratello Gildo che sarebbe rientrata entro le ore 13 per raggiungere la famiglia nella casa di campagna dei Claps, a Tito, e pranzare tutti insieme. Secondo le testimonianze, però, la giovane aveva in realtà concordato con l’amica in questione di recarsi presso la chiesa della Santissima Trinità, sita nel centro di Potenza, per incontrare un amico.

Questi, stando a quanto riportato, doveva consegnarle un regalo per festeggiare la promozione agli esami di riparazione. Da quel momento, tuttavia, di Elisa si persero le tracce. Ore dopo la scomparsa della ragazza, venne dunque dato l’allarme e in breve si scoprì che la persona incontrata da Elisa era Danilo Restivo, ventunenne originario di Erice, Sicilia, trasferitosi da ragazzino a Potenza con la famiglia, dove il padre Maurizio aveva assunto l’incarico di direttore della Biblioteca nazionale potentina. Restivo risultò essere stata l’ultima persona ad aver visto la ragazza.

La ricostruzione che il giovane diede dei propri spostamenti dopo l’incontro fece sorgere alcuni sospetti nei suoi confronti da parte degli inquirenti. Alcune ore dopo la sparizione di Elisa infatti Restivo si presentò con gli abiti insanguinati al Pronto Soccorso dell’ospedale cittadino per farsi medicare un taglio alla mano, raccontando ai medici d’essersi ferito in seguito ad una caduta accidentale. Secondo i medici, però, la ferita gli era stata inflitta. Gli inquirenti scoprirono che Restivo aveva l’abitudine di importunare le ragazze delle quali si invaghiva, effettuando spesso telefonate mute o cercare di ottenere appuntamenti con loro.

Tuttavia, in mancanza di prove e non essendo stato ritrovato il corpo di Elisa, Danilo non venne mai sottoposto ad arresto. Almeno fino al 2010, quando i resti di Elisa Claps vennero ritrovati occultati in fondo al sottotetto della chiesa potentina della Santissima Trinità (la stessa dove Elisa si era recata il giorno della scomparsa). Il 19 maggio di quell’anno, dunque, Danilo Restivo, che intanto si era trasferito in Inghilterra, venne fermato dalla polizia con l’accusa di omicidio volontario della sua vicina di casa, Heather Barnett. L’autopsia sui resti di Elisa Claps evidenziò che la giovane era stata uccisa con 13 colpi inferti da un’arma da taglio e a punta.

Gli inquirenti notarono poi anche alcuni segni tipici di Restivo, come la ciocca di capelli tagliata. I sospetti vennero definitivamente confermati dalle analisi dattiloscopiche sui reperti: le tracce e il Dna ritrovato sulla maglietta indossata dalla vittima erano infatti quelle di Danilo Restivo. Il processo inglese, che si concluse nel 2011, e quello italiano, nel 2014, condannarono Restivo a una pena complessiva di 70 anni, 40 anni in Gran Bretagna e 30 in Italia. Il 24 agosto 2023, invece, la chiesa viene riaperta al culto. Cosa verso cui la famiglia Claps si dice contraria alla decisione, denunciando come la riapertura sia avvenuta nel periodo estivo e a poche settimane dal trentennale dell’omicidio.

Come vedere Per Elisa – Il caso Claps in streaming su RaiPlay e di quante puntate è composta la miniserie

La miniserie viene trasmessa su Rai 1 alle 21:25 dal 24 ottobre al 7 novembre ed è composta da un totale di 6 episodi. Oltre alla sua messa in onda televisiva, è possibile rivederla sulla piattaforma gratuita RayPlay, a cui basterà accedere e cercare il titolo, potendo così guardarlo all’ora e nel giorno che si preferisce.

Fonte: RAI

DCEU: 10 scene tagliate ma che avrebbero avuto senso nei film

DCEU: 10 scene tagliate ma che avrebbero avuto senso nei film

Diversi progetti del DC Extended Universe avrebbero beneficiato del recupero di alcune importanti scene eliminate che purtroppo sono state tagliate dalle versioni cinematografiche. Anche se i co-CEO dei DC Studios, James Gunn e Peter Safran, stanno rebootando il DCEU nel nuovo Universo DC, il precedente franchise della Warner Bros. ha comunque prodotto quindici film, con Aquaman e il Regno Perduto in uscita nel dicembre 2023, e una popolare serie televisiva, tutti nell’arco dell’ultimo decennio. L’Uomo d’Acciaio del 2013 ha dato il via al DCEU di Zack Snyder, ma negli ultimi anni il franchise è stato messo sotto esame. Molti dei progetti del DCEU avrebbero ad esempio potuto essere migliorati se alcune scene eliminate fossero state mantenute nelle versioni finali.

Alcune scene tagliate del DCEU spiegano infatti pezzi chiave della storia dei personaggi, collegano meglio i diversi progetti del franchise, impostano trame importanti per i progetti successivi o introducono nuovi personaggi interessanti nel franchise, ma sono state ritenute abbastanza insignificanti da essere eliminate. La popolarità del DCEU è andata dunque scemando negli ultimi anni, anche se molti nutrono ancora speranze per il nuovo Universo DC di Gunn e Safran, che si spera deciderà di mantenere questi momenti importanti nei progetti attuali.

La spiegazione del tatuaggio del Joker in Suicide Squad

Suicide Squad è uscito nel 2016 e ha segnato la prima volta che la squadra della DC Comics è stata vista sul grande schermo. Il film di David Ayer ha anche introdotto il Joker del DCEU, l’iconico cattivo di Batman interpretato da Jared Leto, anche se la sua storia non è stata molto sviluppata. Molte scene sono state tagliate da Suicide Squad, tra cui una che avrebbe mostrato il Batman di Ben Affleck picchiare il Joker per vendicarsi dell’omicidio di Robin da parte sua e di Harley Quinn. Questa scena avrebbe spiegato i denti rotti e il controverso tatuaggio “damaged” sulla fronte di Joker, che sfoggiava come monito permanente per Batman di quando aveva perso il controllo.

La famiglia Shazam scopre un settimo trono in Shazam!

Shazam!Shazam del 2019! ha introdotto nel DCEU Billy Batson, un adolescente che si è impossessato dei poteri degli dei, ritrovandosi in grado di passare alla forma adulta del supereroe Shazam, interpretato da Zachary Levi. La battaglia finale del film vede Shazam donare abilità simili agli altri ragazzi della sua casa famiglia, trasformandoli tutti nella famiglia Shazam. Dopo aver sconfitto il Thaddeus Sivana di Mark Strong, una scena eliminata mostra la famiglia Shazam reclamare la Roccia dell’Eternità come loro nuova tana e mettersi a proprio agio sui troni. Tuttavia, notano subito un settimo trono vuoto, che avrebbe anticipato il debutto del Teth-Adam di Dwayne Johnson in Black Adam del 2022.

Il ritorno del Dottor Destino in Black Adam

Black AdamMentre Black Adam è ampiamente considerato uno dei progetti più deboli del DCEU, e il dramma dietro le quinte causato dal film e i commenti dello stesso Dwayne Johnson hanno fatto scalpore, il Dottor Destino di Pierce Brosnan è stato celebrato come una delle componenti più forti del progetto. Purtroppo, il Dottor Fate ha perso la vita durante Black Adam, sacrificandosi affinché la Justice Society e Black Adam potessero sconfiggere Sabbac. Una seconda scena post-credits eliminata di Black Adam avrebbe potuto far intuire la sopravvivenza del Dottor Fate, consentendo potenzialmente a Black Adam di far intravedere un futuro più speranzoso nel DCEU piuttosto che impostare una futura storyline con il Superman di Henry Cavill che il pubblico non vedrà mai.

Superman cerca sua madre in Batman V Superman: Dawn of Justice

Batman v Superman: Dawn of JusticeBatman v Superman: Dawn of Justice, il secondo progetto del DCEU, era originariamente previsto come sequel di Man of Steel ma è diventato più un prequel di Justice League. Nel film del 2016, Clark Kent si imbarcava in una missione per salvare sua madre, Martha, dopo che era stata rapita da Lex Luthor. Una scena eliminata avrebbe esplorato ulteriormente questa ricerca: Superman ha usato il suo superudito per ascoltare tutta Metropolis. Così facendo, ha sentito anche tutte le grida delle vittime dei crimini, ma ha comunque continuato la sua missione.

Arthur Curry scopre i suoi poteri in Aquaman

Aquaman e il Regno PerdutoAquaman del 2018 è il progetto del DCEU di maggior successo, con un incasso di oltre 1 miliardo di dollari al box office globale, ma una scena eliminata dal debutto del DCEU di James Wan avrebbe approfondito la storia di Arthur Curry. Nella scena, un giovane Arthur, anni prima di diventare Aquaman, viene sfidato dai suoi amici a nuotare nell’oceano per esplorare un relitto. Dopo essere rimasto incastrato, Arthur pensò di annegare, ma presto si rese conto di poter respirare sott’acqua. Questa è la prima volta che Arthur scopre le sue capacità, tramandate da sua madre, Atlanna, ma non è presente nel film. Questa sarebbe stata anche la prima interazione di Arthur con il suo futuro mentore, il Vulko di Willem Dafoe.

Polka-Dot Man e il Pensatore parlano in Suicide Squad

James Gunn the suicide squad pensatore peter capaldiNonostante sia stato considerato un flop al botteghino a causa della sua uscita durante la pandemia di COVID-19, The Suicide Squad del 2021 è considerato di gran lunga superiore al suo predecessore standalone. Per gran parte del debutto del DCEU di James Gunn, il Pensatore di Peter Capaldi indossa una benda sull’orecchio, ma questo accessorio non viene mai spiegato. In una scena eliminata di Suicide Squad, il Pensatore cerca di convincere Polka-Dot Man di David Dastmalchian a voltare le spalle alla sua squadra e unirsi a lui, ma Polka-Dot Man gli spara all’orecchio. Questo avrebbe spiegato la benda del Pensatore, anche se alla fine non ha avuto un grande impatto sulla trama generale del film.

Le Lanterne Verdi incontrano Batman nella Justice League di Zack Snyder

justice league snyder cutJustice League di Zack Snyder ha fornito agli spettatori il director’s cut di Justice League del 2017, il progetto che Snyder ha abbandonato durante la post-produzione. La versione di Zack Snyder presenta molte delle scene eliminate di Justice League, ma anche le proprie: Martian Manhunter non era il personaggio originale destinato ad apparire davanti al Bruce Wayne di Ben Affleck alla fine del film. Una scena eliminata ha invece rivelato che sarebbero dovuti comparire le Lanterne Verdi John Stewart e Kilowog. Questo avrebbe dato maggiore impatto alla morte della Lanterna Verde nei momenti iniziali del film, ma la Warner Bros. ha cambiato questa scena a causa di piani futuri con Stewart, che purtroppo non si sono mai realizzati.

La missione di Etta in Wonder Woman

In un epilogo previsto per il popolare Wonder Woman del 2017, l’Etta Candy di Beatrice Colan si è avvicinata ai Wonder Men con la proposta di una nuova missione per la ricerca di un antico manufatto nel Belgio occidentale. Questo artefatto si rivelò essere una Scatola Madre, che fu poi consegnata agli americani. Questa scena è stata inserita nei dischi Blu-Ray di Wonder Woman, ma sarebbe stata perfetta se contenuta nel film vero e proprio. La “Missione di Etta” in Wonder Woman avrebbe creato le premesse per gli eventi di Justice League e avrebbe fornito il primo assaggio della creazione di Cyborg nel DCEU, poiché la Scatola Madre degli americani è stata usata per potenziarlo con la cibernetica.

Clark e Jonathan Kent a caccia nell’Uomo d’Acciaio

L’Uomo d’Acciaio del 2013 è stato un’ottima introduzione per il Superman di Henry Cavill nel DCEU e ha esplorato la sua storia con alcune scene tenere tra lui e i suoi genitori umani adottivi, Jonathan e Martha Kent. Una scena eliminata avrebbe ampliato questo aspetto, mostrando un giovane Clark Kent che va a caccia con suo padre. Dopo che i due uccidono un cervo, Jonathan coglie l’occasione per insegnare al figlio la realtà del togliere la vita, instillando in Clark un forte codice morale che sarebbe perdurato per tutta la sua carriera di Superman. Questa scena avrebbe anche informato Superman della controversa uccisione del Generale Zod alla fine de L’uomo d’acciaio.

L’intera Justice League appare in Peacemaker

Dopo Suicide Squad, James Gunn è tornato nel DCEU per ampliare l’interpretazione di John Cena nei panni di Christopher Smith, alias l’antieroe Peacemaker. Nel finale della stagione 1 di Peacemaker del 2022, Smith porta via Harcourt dal relitto del fienile che ospitava la Mucca delle Farfalle, solo per incontrare la maggior parte della Justice League del DCEU. Anche se non tutti i membri sono apparsi nella serie, è stata girata una scena con tutti e sei gli eroi della Justice League, compresi Batman e Cyborg. Gunn ha spiegato che questi personaggi sono stati tagliati perché la Warner Bros. poteva avere piani più grandi per loro nel futuro del DC Extended Universe, ma ormai sappiamo che non è più così.

A letto con Gondry: recensione del documentario sulla vita del regista – #RoFF18

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La parabola di un’insonnia, quella che Michel Gondry – come protagonista ma non dietro la macchina da presa – cerca di fare con il documentario A letto con Gondry diretto da Francois Nemeta. Un documentario dal taglio diverso, insolito e anche a tratti disturbante, mentre Gondry si gira e rigira nel letto in preda ad un’insonnia che ha il retrogusto di una crisi di mezza età. Presentato alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Freestyle, il film racconta una notte, senza sonno, in preda ai sogni più folli, dove il regista parla dell’origine di alcuni dei suoi film più famosi. Da Eternal Sunshine of the Spotless Mind con Jim Carrey e Kate Winslet, Be Kind Rewind con Jack Black e L’arte del sonno con Gael García Bernal e Charlotte Gainsbourg. Pellicole che hanno a monte un processo creativo fuori dal comune e che Gondry ci rivela in questo documentario.

Il regista è poi invece tornato dietro la macchina da presa per presentare il suo nuovo film, Il libro delle soluzioni, che arriverà nella sale italiane dal 1° novembre distribuito da IWonder Pictures in collaborazione con Unipol Biografilm Collection.

A letto con Gondry, la trama

Dove andiamo quando sogniamo? Questa è la domanda di un piccolo Michel Gondry che fin dalla giovane età racconta, utilizzando l’espediente dell’insonnia, uno spaccato della sua vita. Un racconto intimo e personale di un uomo senza sonno, vittima della sua effervescente creatività che lo consuma. In preda ai turbamenti esistenziali, Gondry diretto ancora una volta da Nemeta entra nel vivo del racconto della sua vita in un documentario che rompe il classico racconto del genere. Frammentato e diviso per tematiche A letto con Gondry non segue un ordine classico ma traccia una linea attraverso i sogni raccontati dal regista.

Le digressioni sui sogni sono la parte più introspettiva del regista che si ritrova come bambino, adolescente e adulto. A ogni sogno trova un significato ma anche una ispirazione per farne animazioni in stop motion che mette a punto nelle sue notti senza dormire. Mentre prende vita tutto questo non manca però la parte di racconto sulla sua famiglia e sui suoi affetti in modo anche comodo, con toni leggeri. Un pregio che rende il documentario godibile nel suo insieme. Che mette al centro il suo lavoro e la sua libertà creativa e non si limita a una narrazione dei fatti in linea temporale.

I riferimenti al suo cinema

Diviso non in ordine cronologico, A letto con Gondry ci propone tra sogno e realtà dei riferimenti allo stesso cinema del regista. Dalle mani giganti di L’arte del sonno al concetto stesso di memoria e ricordi di cui parla nella sua opera più celebre, Eternal Sunshine of the Spotless Mind. Il documentario arriva come dunque una sorta di epilogo che descrive il personaggio di Gondry. La prima parte che descrive il lavoro e la creatività del regista è stata presentata a Venezia durante la Mostra d’arte cinematografica. Un racconto però diverso perché il Gondry che lavora la mattina è diverso e più dinamico.

Nella sua versione notturna, come se in lui ci fossero due personalità, il regista è invece vittima della sua stessa creatività non riesce a spegnere il cervello, ritrovandosi vittima di sé stesso. Il riferimento al doppio è anche contenuto nei titoli di testa, che lui stesso crea in stop-motion, dove osserviamo un personaggio con due teste. Ma non sono però due teste contrapposte ma due facce della stessa medaglia. Raccontando anche questa parte di sé, Gondry pone dunque l’accento maggiore sul suo modo di lavorare e chiude infatti con una frase che descrive perfettamente il senso del documentario: “La creatività viene incentivata quando non c’è equilibrio”.

La morte è un problema dei vivi: intervista al regista Teemu Nikki e ai protagonisti del film – #RoFF18

Il regista finlandese Teemu Nikki si è fatto conoscere a livello internazionale grazie al film Il cieco che non voleva vedere Titanic, distinguendosi per la sua capacità di saper ridere e far ridere anche di situazioni tutt’altro che comiche, spingendo però allo stesso tempo a profonde riflessioni sulle tematiche di cui esse si fanno portatrici. Nikki torna ora a fare tutto ciò anche con il suo nuovo film, intitolato La morte è un problema dei vivi (qui la recensione), presentato nella sezione Progressive Cinema della 18esima edizione della Festa del Cinema.

Protagonisti del film sono Risto (Pekka Strang) e Arto (Jari Virman), i più economici impresari di pompe funebri sul mercato, a cui nella vita tutto è andato storto. Risto è un incallito giocatore d’azzardo che a causa del suo vizio rischia di perdere famiglia e lavoro, mentre Arto scopre, durante un controllo medico, di essere nato con l’85% di cervello in meno rispetto alla media e questa rivelazione gli crea il vuoto intorno. Nonostante ciò, i due decideranno di fare squadra nella speranza di trovare una soluzione alle loro esistenze, finendo però per accettare anche lavori a dir poco particolari e non sempre pienamente legali.

Teemu Nikki: “per i miei film parto sempre da qualcosa che mi dà fastidio”

Giunto alla Festa del Cinema di Roma per presentare il film insieme ai due attori Strang e Virman, Nikki inizia a raccontare di questo suo nuovo progetto affermando che “nel concepire i miei film parto sempre da qualcosa che mi dà fastidio. Perché se qualcosa mi provoca questa sensazione, devo capire perché me la provoca, devo capire se c’è qualcosa che non va in me o se posso cambiarla. Ecco allora che diventa il motore da cui si sviluppa il film, attraverso cui cerco di capirne di più, come un processo di cura. In questo caso, mi interessava raccontare una storia incentrata sulle dipendenze come la ludopatia, ma anche sull’amicizia”.

Per questo film, – continua poi Nikki – mi sono ispirato alla commedia nera dei fratelli Coen. Loro hanno sperimentato diversi generi nel corso della loro carriera ed è quello che vorrei fare anche io. Per questo film, poi, da un punto di vista stilistico, sapevo di volermi tenere quanto più vicino possibile agli attori. Il direttore della fotografia praticamente respirava al loro stesso ritmo. Abbiamo quindi cercato di ricreare un mondo e delle situazioni nel modo più realistico possibile, senza nasconderci dietro a nessun tipo di vezzo artistico. Sostanzialmente non volevo volgere altrove lo sguardo. Anche quando si trovano in situazioni terribili e ci sono scene molto crude, l’obiettivo era di essere lì, di guardarla”.

La morte è un problema dei vivi Pekka Strang Jari Virman
Pekka Strang e Jari Virman in una scena di La morte è un problema dei vivi. Foto di ©JyrkiArnikari

L’approccio ai personaggi

Parlando dei personaggi, Strang racconta che “non ho mai pensato realmente al mio personaggio come ad un uomo senza cuore, perché quando ti trovi in una situazione come quella in cui si trova lui semplicemente non hai controllo, non capisci quale è effettivamente il problema, sai solo che soffri e non riesci a fare nulla di giusto. Quindi ti attacchi a qualsiasi cosa che possa sembrare d’aiuto. Con Virman siamo partiti da questa consapevolezza per ricercare i nostri personaggi e l’amicizia che si è sviluppata tra di noi si è riversata anche in loro, rendendoli realistici nella loro umanità anche per via di tutti i loro problemi”.

Il suo co-protagonista, Virman, concorda con lui e aggiunge che “neanché io pensavo al mio personaggio come all’uomo senza cervello. Quella è più una cosa che vedono le persone all’esterno, additandolo come fosse un malato. Più che pensarlo così, mi sono concentrato sul pensarlo nel suo rapporto con il personaggio di Strang. Insieme abbiamo deciso di rimanere nei panni e nella mentalità dei nostri personaggi anche al di fuori delle riprese, per cercare di mantenere una certa atmosfera. Così facendo abbiamo trovato Risto e Arto”.

La morte secondo i vivi

I due attori e il regista riflettono infine sul concetto che loro stessi hanno della morte e il primo a parlarne è Strang, che afferma “devo ammettere di non aver mai pensato troppo alla morte, anche se è una cosa che ci riguarda tutti, è dietro l’angolo. Per venire qui, in aereo, abbiamo incontrato una turbolenza e in quel momento un po’ ti assale la paura, ti chiedi “dunque, ci siamo? Ho avuto una buona vita?”. Ecco, se devo pensare alla morte e pormi questa domanda, ad ora posso dirmi che sì, ho avuto una bella vita”. “Io ho naturalmente pensato molto alla morte, durante la realizzazione del film.”, afferma invece Nikki.

Prima perché era il tema del film e in seguito perché il nostro direttore della fotografia – Jyrki Arnikariè venuto a mancare poco dopo il completamento delle riprese e quindi La morte è un problema dei vivi è come diventato un suo lasciato, l’opera ultima di un artista che non c’è più. Lui non c’è più ma noi siamo ancora qui a riflettere e interrogarci sulla sua assenza e in questo senso la morte è un nostro problema. Il concetto è poi racchiuso in una frase che Arnikari era solito ripetere e che abbiamo inserito alla fine del film per omaggiarlo: “Ognuno ha il proprio tempo da scontare sulla terra”.

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