Dopo aver rivelato che il Batman di
Robert Pattinsonè
davvero “Forte”,Peter
Sarsgaard ha commentato anche la difficoltà di far
ripartire i set e nel particolare quello dell’attesissimo
The Batman di Matt Reeves.
Secondo l’attore non è affatto
semplice far ripartire la macchina nell’era COVID, inoltre rivela
di aver quasi ultimato già la sua interpretazione, sostenendo di
aver già fatto circa l’80% del suo ruolo: “Ho finito l’80%
circa della mia parte, quindi vorrei solo fare l’ultimo
20%”.
“Spero solo che potremo
tornare presto, e posso rientrarci”, ha continuato,
riferendosi alla sospensione della produzione di
COVID-19. “È solo qualcosa su cui voglio tornare a
lavorare e finire. In questi grandi film, la lavorazione va avanti
per mesi e mesi. Ci sono centinaia di persone sul set in qualsiasi
momento. È così difficile capire come lo facciamo adesso con tutti
i protocolli – ma è così, voglio solo tornare a lavorare per
concludere nel migliore dei modi il lavoro”
“The Batman esplorerà un
caso di detective“, scrivono le fonti. “Quando
alcune persone iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà
scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere
il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali
di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà
disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei
film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti
sospettati“.
Nonostante sia passati ormai più di
un anno dall’uscita in sala di Avengers: Endgame oggi arrivano
nuovi e inediti concept art che rivelano un’affascinante
interpretazione alternativa sulle famose tutte utilizzate dagli
eroi per viaggiare nel tempo. L’autore dei concept è
Aleksi Briclot, uno dei tanti artisti che
lavora per i Marvel Studios.
L’artista nel post su Instagram
spiega: “Concept art per Nebula con la tuta da viaggio nel
tempo in Avengers: Endgame, una prova con più rosso e anche qualche
campo di forza.”È un design simile, ma radicalmente
diverso. Quello che è finito nello schermo rimanecomunque in qualche modo iconico.
Avengers:
Endgame è arrivato nelle nostre sale il 24 aprile
2019. Nel cast del film
Robert Downey Jr., Chris
Evans, Mark
Ruffalo, Chris
Hemsworth e
Scarlett Johansson. Dopo gli eventi devastanti di
Avengers:
Infinity War, l’universo è in rovina a causa degli sforzi
del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita
dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta
per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine
nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
A questo
punto, The
Flash (o Flashpoint come è
occasionalmente noto) probabilmente sarà il prossimo film ad
entrare nella lente d’ingrandimento dei fan della DC. Le notizie
sulla pellicola in questi giorni sono tante e dopo aver appreso che
secondo un rumor Jeffrey Dean Morgan sia
in trattative per apparire nel film, oggi il produttore della
pellicola nonché moglie del regista, Barbara
Muschietti, si è lasciata scappare in una conversazione la
conferma che un altro personaggio dell’Universo DC apparirà nel
film.
Si
tratterebbe del Cyborg di Ray
Fisher. Questa notizia sembra confermare i recenti
rapporti secondo cui Fisher dovrebbe ritornare ad interpretare il
personaggio, oltre al fatto che questa sarebbe un ulteriore
conferma che il film sarà una sorta di adattamento proprio
diFlashpoint. Il che renderebbe la notizia
su Jeffrey Dean Morgan ancora più fondata.
Tuttavia dovremo aspettare luglio per capire cose bolle
realmente in pentola in casa DC, ma queste notizie di oggi sono
sicuramente uno spunto di riflessione sul destino di The Flash e di
tutto l’universo cinematografico DC. Vi ricordiamo cheAndy Muschietti è attualmente al lavoro
suThe Flash– che presumiamo sarà
ancora interpretato da Ezra Miller e che in questo
quadro attualmente sta diventando di estrema importanza
vedere la Director’s cut della Justice League.
The
Flash arriverà al cinema il 1 luglio
2022. Christina Hodson è attualmente in
trattative per scrivere una nuova versione del film, dopo i suoi
lavori in pellicole come Bumblebeee Birds of
Prey, quest’ultimo dedicato prevalentemente
alla figura di Harley Quinn, interpretata nuovamente
da Margot
Robbie. L’attore Ezra Miller ha più
volte ribadito che il film è assolutamente confermato e certo, e
con la conferma di Andy Muschietti alla
regia sembrerebbe essere tutto pronto per un imminente inizio della
produzione. The Flash avrà nuovamente
Miller nel ruolo del protagonista, Barry Allen, mentre sembra
confermato anche Billy
Crudupnel ruolo di Herny Allen.
Arriva una notizia che
destabilizzerà di molto i fan di Zack Snyder,
perché da quanto apprendiamo oggi, pare che l’attore
Jeffrey Dean Morgan sia in trattative per
riprendere il ruolo di Thomas Wayne nel film standalone su
The
Flash.
La
continuità del DC
Extended Universe è attualmente un bizzarro casino,
quindi un film come theFlashche
adattiFlashpoint aiuterebbe a dare un
senso alle cose (come ad esempio perché improvvisamente c’è un
nuovo Batman). Attorno al film standalone su
Scarlet Speedster c’è stato un enorme chiacchiericcio e
molti rumors hanno affermato a più riprese che proprio
Flashpoint sarà il cuore del film ma dopo
l’alternarsi di numerosi sceneggiatori e regista, attualmente sul
film regna la più totale incertezza.
Tuttavia con il ritorno di Zack Snyder e la sua Directors Cut è
presumibile che la Warner Bros sia rinsavita e abbia decido di
mantenere una coerenza di fondo e dunque non è da escludere che le
voci di questi giorni che vorrebbero
Jeffrey Dean Morgan in trattative per riprendere il
suo ruolo visto in Batman v Superman non
siano poi così assurde. Inoltre poco tempo fa vi abbiamo rivelato
che proprio su
The Flash molto presto ci saranno tante novità,
inoltre la Warner Bros ha puntato molto forte sul regista Andrés
Muschietti, il che farebbe presumere che finalmente c’è molta
certezza sul futuro di The Flash. In ogni caso
tutto lascia intendere che Luglio per la DC e i suoi fan sarà un
mese speciale, con l’attesissimo evento globale
DC FanDome.
The Flash arriverà
al cinema il 1 luglio 2022. Christina Hodson è
attualmente in trattative per scrivere una nuova versione del film,
dopo i suoi lavori in pellicole come Bumblebeee Birds of
Prey, quest’ultimo dedicato prevalentemente alla
figura di Harley Quinn, interpretata nuovamente da Margot Robbie. L’attore Ezra Miller ha più
volte ribadito che il film è assolutamente confermato e certo, e
con la conferma di Andy Muschietti alla regia
sembrerebbe essere tutto pronto per un imminente inizio della
produzione. The Flash avrà nuovamente Miller
nel ruolo del protagonista, Barry Allen, mentre sembra confermato
anche Billy
Crudup nel ruolo di Herny Allen.
Proprio ieri riportavamo la
notizia dei colloqui avviati con una nuova regista e
oggi sembra che un’altro rumors collochi l’arrivo di un nuovo
personaggio nel Marvel Cinematic
Universe. Infatti secondo alcune voci i
Marvel
Studios potrebbero avere in programma di introdurre
Firestar in un futuro non troppo lontano. Al
momento non si può sapere se ciò accadrà sul grande o piccolo
schermo, e questo sembra essere un’altra di quelle anticipazioni
che un personaggio stia arrivando nell’universo cinematografico
Marvel (senza fornire alcuna idea
di quando o dove accadrà effettivamente).Tuttavia
dopo le notizie di
colloqui con la regista di The Mandalorian Deborah
Chow, potrebbe essere presumibile che i Marvel
Studios abbiano intenzioni di aumentare la compagine
femminile protagonista dell’Universo Cinematografico. Ma chi è
Firestar?
Presentato nel cartone
animato Spider-Man e His Amazing
Friendsdella NBC,
Firestar si unì al web-slinger e divenne presto
uno dei personaggi preferiti dai fan. Questo successo la portò a
fare il salto dallo schermo ai fumetti (anziché viceversa) e
apparve per la prima volta nelle pagine diUncanny
X-Men # 193del 1985. Da allora ha aiutato a
fondare i New Warriors ed è rimasta alleata di Peter Parker nelle
sue avventure.
Dunque la domanda che sorge
spontanea è vedremo Firestar nell’annunciatoSpider-Man 3, sequel di
Far from Home che vedrà Tom Holland riprendere i panni di Peter
Parker? o la vedremo in un eventuale riavvio
di X-Men firmato
per la prima volta Marvel Studios? Al momento non c’è dato
saperlo, ma una cosa è certa viviamo un periodo di interessante
fermento perché una nuova era sta(dovrà) nascere e speriamo che sia
ricca di nuovi personaggi come Firestar.
Attrice brillante e carismatica,
January Jones ha conquistato l’industria di
Hollywood grazie al suo ruolo nella celebre serie Mad
Men. Contenuta eppure estremamente potente, la sua
interpretazione è ancora oggi una delle più iconiche degli ultimi
anni. Distintasi poi anche in altri generi e contesti, la Jones ha
continuato ad affermarsi con successo, portando avanti la propria
carriera tra cinema e televisione.
Ecco 10 cose che non sai di
January Jones.
Parte delle cose che non sai
dell’attrice
January Jones: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in noti
lungometraggi. La Jones debutta al cinema con il film
È una pazzia (1999), per poi ottenere maggior visibilità
con Prigione di vetro (2001), con Stellan
Skarsgård, Full Frontal (2002), di Steven
Soderbergh, Terapia d’urto (2003), con
Jack
Nicholson, American Pie – Il matrimonio
(2003) e Love Actually – L’amore davvero (2003). Negli
anni successivi prende invece parte a titoli come Dirty Dancing
2 (2004), Le tre sepolture (2005), I Love Radio
Rock (2009), Unknown – Senza identità (2011),
X-Men –
L’inizio (2011), con James
McAvoy, Solo per
vendetta (2011), Sweetwater – Dolce vendetta
(2013) e Good Kill
(2014), con Ethan
Hawke.
9. È nota per i suoi ruoli
in note serie TV. Il grande successo per l’attrice arriva
grazie all’acclamata serie Mad Men, dove dal 2007 al 2015
recita nel ruolo di Betty Draper accanto ad attori come
Jon Hamm, Elisabeth Moss,Kiernan
Shipka e Christina
Hendricks. Terminata la serie, ottiene invece il ruolo
di Melissa Chartres in The Last Man on Earth. Di recente
ha invece recitato nelle serie NetflixThe
Politician (2019) e Spinning Out
(2020), con Kaya
Scodelario.
8. Ha ottenuto importanti
riconoscimenti. Amata o odiata, Betty Draper è uno dei
personaggi più iconici della televisione degli ultimi decenni.
Apprezzata per la sua interpretazione di questa in Mad Men, la Jones ha
ottenuto importanti riconoscimenti come due nomination ai Golden
Globe e una agli Emmy Awards come miglior attrice non protagonista.
Ha poi vinto due Sag Awards per il miglior cast televisivo.
January Jones: ha un figlio
7. È molto riservata sulla
propria vita famigliare. Del privato dell’attrice si sa
molto poco, e lei stessa ha più volte affermato di non desiderare i
riflettori della celebrità su altro al di fuori del proprio lavoro.
È tuttavia noto che nel 2011 la Jones ha dato alla luce un bambino,
chiamato Xander Dane Jones, di cui si possono ritrovare alcune foto
sul profilo Instagram dell’attrice. Ad oggi, tuttavia, non è stata
rivelata l’identità del padre, ma questi sembra non essere più
legato all’attrice, attualmente single.
January Jones è su Instagram
6. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo verificato seguito da un milione di
persone. Qui la Jones è solita condividere immagini o video legati
alla sua quotidianità, dove si esibisce in balli o in discorsi di
varia natura. Non mancano però anche post relativi al proprio
lavoro, grazie ai quali promuove i suoi progetti più imminenti o
quelli di futuro arrivo.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
January Jones in The
Politician
5. Ha avuto un ruolo da
guest star nella serie Netflix. Nel 2019 l’attrice recita
in tre episodi della serie The Politician, rispettivamente
October Surprise, Gone Girl e The Assassination of
Payton Hobart: Part 2, nel ruolo di Lizbeth Sloan. Questa è la
madre del personaggio di Astrid, e la sua comparsa nella serie ha
contribuito a conferirle notorietà. Molti dei suoi fan, inoltre,
hanno notato una certa somiglianza tra il ruolo da lei qui
ricoperto e quello di Betty Draper.
January Jones in Love
Actually
4. Ha recitato nella
celebre commedia romantica. Ancora all’inizio della sua
carriera, l’attrice compare con un piccolo ruolo nel film Love
Actually, popolare commedia romantica di produzione
britannica. Qui ricopre il ruolo di una ragazza americana che si
dimostra ossessionata e attratta dal caratteristico accento inglese
del personaggio Colin Frissell. Tale parte permise all’attrice di
ottenere una maggior popolarità, portandola poi a ricoprire ruolo
di sempre crescente rilievo.
January Jones in Mad Men
3. Non era convinta
riguardo al ruolo offertole. Inizialmente, per la serie
Mad Men, la Jones si era presentata al provino per il
ruolo di Peggy Olson. Tuttavia, l’autore Matthew
Weiner le propose di ricoprire il ruolo di Betty Draper,
ritenendola più adatta per quello. L’attrice si dimostrò
inizialmente titubante ad accettare la parte, poiché questa
compariva soltanto alla fine dell’episodio pilota, senza che le
venisse richiesto di fare qualcosa in particolare. Alla fine,
fortunatamente, si convinse ad accettare la parte, che sarebbe poi
cresciuta nel corso delle stagioni.
January Jones nel 2020
2. Ha recitato in una nuova
serie. Il 2020 dell’attrice inizia con la distribuzione
sulla piattaforma Netflix della serie SpinningOut. Qui ha interpretato Carol Baker, madre della
protagonista, con la quale ha un rapporto piuttosto conflittuale.
La serie è tuttavia stata cancellata dopo solo una stagione.
Attualmente la Jones non sembra avere altri progetti in cantiere
per quest’anno, ma nuovi titoli nella sua filmografia non
tarderanno ad arrivare.
January Jones: età e altezza
1. January Jones è nata a
Sioux Falls, nella Dakota del Sud, Stati Uniti, il 5
gennaio 1978. L’attrice è alta complessivamente 168 centimetri.
Mentre cresce l’attesa
sull’evento della DC a Luglio, oggi arrivano
nuove notizie su The Batman, l’atteso nuovo film
firmato Matt Reeves che vedrà l’attore Robert Pattinson interpretare il
cavaliere oscuro. Ebbene oggi a commentare il film è stato l’attore
Peter
Sarsgaard che fa parte del cast della
pellicola.
Secondo l’attore il film è Robert Pattinson sono davvero “Cool”: “È
fantastico. Devo dire che lo è davvero,” ha rivelato al
The Hollywood
Reporter . “Il lavoro che stava facendo è stato
davvero bello. Ha davvero scavato dentro il suo Batman e non vedo
l’ora di vederlo [sullo schermo]. Penso che sia un attore molto
interessante e mi è piaciuto in una serie di cose che ho visto.
L’ho adorato nel film dei fratelli Safdie [Good Time] è stato
incredibile. Era così bravo in quel film. E in realtà mi è piaciuto
molto anche in The Lighthouse. È pazzesco, per me insieme a con
Willem Dafoe. È un film così strano e fantastico. È davvero un
attore sorprendente e il suo lavoro è interessante.”
Poi gli è stato chiesto quale
fosse il soprannome usato più spesso sul set, se “Battinson o
R-Batz” con Sarsgaard che ha risposto ridendo: “Neanche io ho
so qual’è, voglio dire non l’ho sentito”. Che dire,
sembra proprio che tutti stravedono per l’attore, non resta che
aspettare luglio e l‘evento
della DC, magari riusciremo a vedere le prime immagini del
film!
“The Batman esplorerà un
caso di detective“, scrivono le fonti. “Quando
alcune persone iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà
scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere
il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali
di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà
disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei
film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti
sospettati“.
Secondo quanto apprendiamo oggi da
alcune fonti autorevoli sembra che i Marvel Studios stiano
parlando con una certa frequenza con la regista di The
MandalorianDeborah Chow per potenziali
progetti futuri. Nonostante una lunga carriera in televisione il
nome di Deborah Chow è letteralmente esploso dopo
aver diretto in modo impeccabile alcune episodi della prima
stagione di The Mandalorian, la serie di successo di
Disney+.
Secondo il report i vertici dei
Marvel Studios hanno incontrato la
Chow per discutere di “molteplici potenziali
progetti che lo studios ha in cantiere”. Purtroppo al momento non è
chiaro a quali progetti si riferiscano ma un talento come il suo
porterà di certo un nuovo impulso nel Marcel Cinematic
Universe. Come molti di voi sapranno, i Marvel Studios
hanno diversi progetti televisivi per Disney+ in essere compreso la
serie Hawkeye, Ms. Marvel, Moon Knight e She-Hulk.
Progetti tutti in fase di sviluppo e senza registi. Inoltre non
dimentichiamo che lo stesso Captain
Marvel 2 già annunciato è tutt’ora in sviluppo è senza
un regista.
Come già annunciato in precedenza
Deborah Chow è stata scelta per dirigere la
serie su Obi-Wan Kenobi, e la lavorazione è
prevista per partire nel gennaio del prossimo anno. Lo stesso
periodo nel quale dovrebbe iniziare la lavorazione di Captain
Marvel 2, dunque è probabili che trai progetti
discussi non ci sia il sequel che vedrà Brie Larson riprendere il ruolo di Carol
Danvers. Ma come sappiamo la regista ha già lavorato con i
Marvel Studios quando ha girato episodi di Jessica Jones e
Iron Fist, dunque non è da escludere che il progetto possa
essere una nuova serie tv.
In merito alla regista uno degli
interpreti di The Mandalorian ha particolarmente elogiato il suo
talento: “Mi sono reso conto fin da subito che sapeva
cosa voleva e aveva mappato ciò che questo episodio sarebbe stato
in modo molto preciso” – ha rivelato a Variety Carl Weathers –
“Come attore che lavora con così tanti registi diversi, quando
qualcuno ha un grande senso di ciò che vuole fare, ti dà molta più
libertà e le tue scelte sono molto più sincronizzate. Ha tolto
la pressione che sentivo a me e agli altri attori.
“
Che dire? sembra che la regista
sappia davvero come lavorare e la sua carriere è bella lunga.
Altri crediti di Deborah Chow includono Mr.
Robot, Fear the Walking Dead, Lost in Space, American Gods e Better
Call Saul. In precedenza era stata ingaggiata per dirigere un
adattamento del romanzoThe Possibility of
Fireflies .
Ava DuVernay è la
prima regista afroamericana ad essere stata candidata all’Oscar per
Selma – La Strada per la libertà nel 2014,
film che ha poi vinto la statuetta per la miglior canzone. Si
trattava di un ispirato lavoro che ripercorreva le lotte di
Martin Luther King e del movimento per i diritti
civili, culminate nel 1965 nelle storiche marce da Selma a
Montgomery per il diritto al voto agli afroamericani. Due anni
dopo, la regista si dedica a XIII Emendamento, documentario
originale Netflix, oggi purtroppo di straordinaria attualità,
dopo la morte dell’afroamericano George Floyd, che ha da
poco riportato alla ribalta l’eterna questione dei diritti negati
ai neri, e a cui sono seguite manifestazioni di protesta in tutto
il mondo, al grido di “Black lives matter”. È proprio
questo il titolo della collezione recentemente proposta da Netflix,
nella quale il documentario è inserito: un insieme di film, serie
tv e doc sul tema della discriminazione razziale e sulla condizione
dei neri in America. XIII Emendamento è senza dubbio un
contributo validissimo a questa doverosa riflessione. Ha ricevuto
una candidatura all’Oscar come miglior documentario e si è
guadagnato un premio BAFTA nella stessa categoria.
Nel film sono accademici, attivisti
e politici a parlare di come si sia passati dal XIII emendamento
della costituzione Usa, quello per cui si batté Lincoln e che
rendeva incostituzionale la schiavitù a metà dell’Ottocento, alla
politica delle incarcerazioni di massa, legittimando la
criminalizzazione dei neri, che costituiscono oggi buona parte
della popolazione carceraria Usa. Per rendere l’idea delle
dimensioni del fenomeno, basta dire che gli Stati Uniti contano il
5% della popolazione mondiale, ma hanno il 25% della popolazione
carceraria. Dal 1972 ad oggi si è passati da 200.000 a 2.300.000
detenuti. Di questi, più del 40% è nero, sebbene le persone di
colore rappresentino solo il 6.5% della popolazione americana.
Un documentario-inchiesta
che analizza il fenomeno nella sua complessità
XIII Emendamento
è una visione densa e intensa. Una carrellata storico-politica
piena di fatti, date, riscontri, immagini e interviste. Può
sembrare anche troppo denso, talvolta. Ma tutto ciò che viene detto
serve a dare il quadro della situazione. C’è davvero tanto
materiale racchiuso e compresso in questa ora e quaranta di girato.
Un’operazione di sintesi non facile, ma efficace.
Viene spontaneo partire dalla fine.
È forse la parte più shockante del lavoro. Ovvero la lista
interminabile di casi in tutto e per tutto simili a quello di
George Floyd, di neri uccisi dalla polizia
americana. Casi fotocopia, immagini che oggi ci risultano familiari
e che si confondono con quelle appena viste nei tg. Uno per tutti,
quello di Eric Gardner, che bloccato faccia a terra dai poliziotti,
implora con le stesse parole di Floyd: “I can’t breathe!” Un muro
pieno di nomi, date, persone morte per mano della polizia. Immagini
troppo spesso e troppo presto dimenticate.
Ava DuVernay dà
una lettura di come si sia arrivati a questo. Traccia un filo rosso
che parte da quel XIII emendamento che aboliva la schiavitù –
eccezion fatta per i criminali – per arrivare ai tanti casi simili
a quello di Floyd. Lo fa attraverso tre livelli, restituendo al
fenomeno la sua complessità. Da una parte, mostra i casi singoli di
incarcerazioni, violenze e diritti negati che sono rimaste nella
storia del movimento per i diritti degli afroamericani ed
esemplificano il fenomeno delle incarcerazioni di massa. Storie
potenti e momenti emotivamente intensi, come il racconto
dell’attivista del movimento afroamericano Angela
Davis, oggi professore emerito all’Università della
California, arrestata agli inizi degli anni Settanta con gravissime
accuse. Subì una lunga detenzione per poi essere assolta con
formula piena in quanto innocente. Divenne un simbolo della lotta
per i diritti civili e della contestazione ed oggi racconta la sua
storia, assieme a filmati d’epoca.
Dall’altra, XIII
Emendamento mostra come agiscano le lobby e le
multinazionali che fanno profitto su questa politica. Evidenzia
come esse lucrino sulla privazione della libertà e come facciano
pressione per l’approvazione di leggi a loro favore. Qui s’innesta
inevitabilmente il livello più eminentemente politico della
vicenda. Ed ecco la carrellata storica dei governi che si sono
succeduti e per garantirsi successo elettorale hanno spesso puntato
sullo slogan “law and order”, da Nixon a Reagan, da Bush fino a
Trump, ma anche il democratico Clinton, che nel 1994 con il Federal
Crime Bill ha dato un contributo determinante all’espansione del
sistema carcerario e alla militarizzazione del paese.
Aspetto visivo e commento
sonoro in XIII Emendamento
Visivamente il documentario è molto
ricco e vario. Le immagini integrano perfettamente la storia. Si
tratta di immagini d’archivio scelte con un intenso lavoro di
documentazione, basato su una pluralità di fonti. C’è molto bianco
e nero, sia perché molte immagini risalgono a prima dell’avvento
del colore, e sia per scelta registica e di fotografia – curata da
Hans Charles e Kira Kelly – come
si vede nel finale. Il colore però non manca. Estetica ed
espressività sono curate. I filmati di repertorio chiariscono e non
sono usati a sproposito, anzi ben collocati nel flusso del racconto
a illustrare quanto detto nelle interviste. In questo caso il
montaggio ha un ruolo fondamentale. Non per nulla, Spencer
Averick è montatore, oltre ad essere sceneggiatore assieme
ad Ava DuVernay.
Altrettanto ben scelto e calzante è
il commento sonoro. Le musiche sono di Jason
Moran. Essendo il racconto diviso in sezioni che
abbracciano ciascuna un’epoca storica, ognuna di esse è introdotta
da un brano, che esprime perfettamente lo spirito dell’epoca, per
quel che riguarda la condizione degli afroamericani. A partire da
Human di Rag’n’Bone Man, passando a Nina
Simone con Work Song , fino ai Public Enemy di I Don’t
believe the hype, per proseguire con tutte le declinazioni
dell’hip-hop e del rap.
Un punto di vista che fa
riflettere
Si potrebbe dire che il punto di
vista espresso in XIII Emendamento sia di
parte. A parlare sono attivisti per i diritti civili, molti dei
quali sono stati anche in carcere. La maggior parte di loro è nera.
Ma ci sono anche bianchi, ci sono politici repubblicani che
ammettono gli errori del loro partito. C’è un filmato in cui il
democratico Clinton ammette errori nella sua politica.
Ad ogni modo, il valore del
lavoro resta indiscusso e Ava DuVernay si conferma una delle voci
più talentuose, attive ed efficaci nel portare all’attenzione le
tematiche relative ai diritti civili. Riesce ad essere precisa,
circostanziata e al tempo stesso emotivamente
coinvolgente, facendo perno su quell’aspetto visivo che
deve essere sempre in prima linea nella settima arte.
XIII Emendamento fornisce allo spettatore
elementi che meritano di essere considerati e dà molto
materiale su cui riflettere. La visione è consigliata
perché molto di ciò che racconta è ormai storia, dunque non più
opinabile. Anzi, da sapere e da conoscere per essere cittadini del
mondo consapevoli, anche alla luce di quanto accade
oggi.
Attiva tanto per il cinema quanto
per la televisione, la giovane attrice Melissa
Roxburgh ha in breve tempo polarizzato su di sé le
attenzioni dell’industria e del pubblico. Distintasi per la sua
capacità di arricchire i ruoli ricoperti grazie al suo talento e al
suo carisma, l’attrice è oggi considerata una promessa della
recitazione, da cui aspettarsi molto in futuro.
Ecco 10 cose che non sai di
Melissa Roxburgh.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Melissa Roxburgh: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in noti
film per il cinema. Il primo ruolo dell’attrice per il
cinema è quello di Rachel per Diario di una schiappa 2
(2011). Successivamente, recita nel sequel Diario di una
schiappa – Vita da cani (2012), con il ruolo di Heather Hills.
Negli anni seguenti ha poi preso parte a Leprechaun:
Origins (2014), Lost Solace (2016), Star Trek
Beyond (2016), con Chris
Pine, In God I Trust (2018) e nel film
musicale Cosa mi lasci di te
(2020), con Nathan
Parsons.
9. Ha preso parte a celebri
serie televisive. Negli anni l’attrice ha inoltre recitato
in noti titoli televisivi come Arrow (2012-2013), con Stephen
Amell, Supernatural
(2012-2014), con Jared
Padalecki,Legends of Tomorrow
(2016), con Brandon
Routh, Travelers (2017) e Valor
(2017-2018). Dal 2018 ad oggi è protagonista della serie thriller
Manifest,
dove recita nel ruolo di Michael Beth Stone accanto all’attore
Josh
Dallas.
Melissa Roxburgh è su
Instagram
8. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 168 mila persone. All’interno
di questo la Roxburgh è solita condividere immagini relative a
proprio momenti quotidiani o di svago, da sola o in compagnia di
amici. Non mancano poi anche diverse immagini e promozionali dei
suoi progetti da interprete, come anche foto di backstage dai set a
cui ha partecipato.
Melissa Roxburgh e Twitter
7. È presente sul noto
social. La Roxburgh possiede un profilo verificato anche
sul social network Twitter. Qui attualmente vanta circa 32 mila
followers, con i quali condivide varie curiosità personali o meno.
Prevalentemente, tuttavia, è solita aggiornare quanti la seguono
circa le ultime novità sui propri progetti da interprete, come il
rinnovo della serie Manifest o curiosità ad essa
legate.
Melissa Roxburgh in Star Trek
Beyond
6. Si è sottoposta ad ore
di trucco per il proprio ruolo. Per dar vita al
personaggio di Ensign Syl, membro dell’USS Entrprise, l’attrice ha
raccontato di essersi dovuta sottoporre a numerose ore di trucco,
necessarie per poter realizzare la particolare forma aliena della
testa del personaggio. Per quanto tale tempo fosse di per sé
stancante da sopportare, la Roxburgh ha aggiunto di non essersene
mai lamentata, entusiasta di poter prendere parte al film.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Melissa Roxburgh e JR Ramirez
5. Ha una relazione con un
suo collega. Sul set della serie Manifest, la
Roxburgh conosce l’attore JR Ramirez, il quale
interpreta il ruolo del detective Jared Vasquez. Nella serie i due
sono ex fidanzati, ma nella realtà formano realmente una coppia.
Seppur non abbiano fatto alcun annuncio pubblico per loro, sono
stati visti insieme in più occasioni e fonti a loro vicine hanno
confermato la relazione, che sarebbe iniziata all’incirca durante
l’estate del 2019.
4. Sono molto
riservati. La notizia della loro relazione ha colto di
sorpresa molti dei loro fan, i quali non sospettavano nulla a
riguardo. I due attori sono infatti estremamente riservati e sui
loro profili è difficile imbattersi in post che possano rivelare
qualcosa della loro relazione. Ancora oggi che questa è stata resa
nota, i due continuano a non rilasciare dichiarazioni, né elementi
che potrebbero alimentare il dibattito sulla loro vita privata.
Melissa Roxburgh in
Supernatural
3. Ha interpretato due
ruoli diversi. All’interno della serie
Supernatural, l’attrice è comparsa in doppie vesti. Nel
2012, infatti, recita nel ruolo di Lila Taylor nell’episodio
Time after Time, della settima stagione. Questo suo
personaggio viene ricordato per essere stato l’amante del dio
Chronos. Due anni dopo, nel 2014, la Roxburgh ha invece recitato
nell’episodio Bloodlines della nona stagione, nei panni di
Violet Duval, la quale ha la particolarità di essere un
licantropo.
Melissa Roxburgh in Legend of
Tomorrow
2. È stata guest star della
celebre serie. Nel 2016 l’attrice prende parte
all’episodio Night of the
Hawk, l’ottavo della prima stagione di Legends of
Tomorrow. Qui interpreta il ruolo di Betty Seaver, compagna di
Tommy Fuller. Per l’attrice si è trattata della seconda incursione
nell’universo televisivo della DC Comics denominato Arrowverse.
Pochi anni prima aveva infatti recitato, con un personaggio
differente, in due episodi della serie Arrow.
Melissa Roxburgh: età e
altezza
1. Melissa Roxburgh è nata
a Vancouver, in Canada, il 10 dicembre 1992. L’attrice è
alta complessivamente 165 centimetri.
Sono stati annunciati i nominati ai
Globi d’Oro 2020, il premio cinematografico
italiano che viene assegnato con cadenza annuale dai giornalisti
della stampa estera accreditata in Italia. Di seguito tutte le
nomination.
Le nomination ai Globi d’Oro 2020
Miglior Film Pinocchio Volevo nascondermi Picciridda – Con i Piedi nella Sabbia
Migliore Regia
Giorgio Diritti, Volevo nascondermi
Matteo Garrone, Pinocchio
Damiano e Fabio D’Innocenzo,Favolacce
Miglior Opera Prima Picciridda – Con
i Piedi nella Sabbia, Paolo Licata
Miglior Attrice Paola
Lavini, Volevo nascondermi
Marta Castiglia, Picciridda – Con i Piedi nella
Sabbia
Valeria Bruni Tedeschi, Aspromonte – La Terra degli
Ultimi
Miglior Attore Elio
Germano, Volevo nascondermi
Luca Marinelli, Martin
Eden
Pierfrancesco Favino,Hammamet
Premio Giovane Promessa Virginia
Apicella, Nevia
Migliore Sceneggiatura Volevo
Nascondermi, Giorgio Diritti, Tania Pedroni, Fredo Valla Favolacce, Damiano e Fabio D’Innocenzo Picciridda – Con i Piedi nella Sabbia, Paolo Licata e
Catena Fiorello
Miglior Fotografia Volevo
nascondermi, Matteo Cocco Pinocchio, Nicolaj Bruel Aspromonte – La Terra degli Ultimi, Stefano Falivene
Gran Premio della Stampa Estera Carlo
Poggioli, costumista
Premio alla Carriera Sandra Milo
Miglior Serie Tv Diavoli L’Amica Geniale – Storia del Nuovo Cognome The New Pope
Miglior Colonna Sonora Marco
Biscarini, Volevo nascondermi
Pericle Odierna, Picciridda – Con i Piedi nella
Sabbia
Nicola Piovani, Aspromonte – La Terra degli
Ultimi
Miglior Documentario La passione di
Anna Magnani, Enrico Cerasuolo Vulnerabile bellezza, Manuele Mandolesi La Mafia non è più quella di una volta, Franco
Maresco
Miglior Corto Gli occhi
dell’altro, Rosario Errico Delitto naturale, Valentina Bertuzzi L’amore oltre il tempo, Emanuele Pellecchia
La cerimonia di premiazione si terrà il 15 luglio.
Nel mese tradizionalmente dedicato
al Pride, Miocinema propone ai suoi spettatori una
rassegna cinematografica che veste i colori della comunità
arcobaleno. 22 film che raccontano un mondo che ha dovuto lottare e
che ancora lotta per vedere riconosciuti i propri
diritti. Storie che permettono di avvicinarsi e conoscere
da vicino la comunità LGBTQ+, racconti di grandi battaglie che
hanno fatto la storia del movimento, ma anche di vicende di
affermazione quotidiana, di coming out e di scoperta: in una
parola, di orgoglio.
Che si tratti di commedia o di
dramma, i 22 titoli sono accomunati dalla volontà di mostrare
con forza il diritto di amare a prescindere dal sesso e
l’uguaglianza di individui che una parte della società fatica
ancora a comprendere e riconoscere, insistendo nella
discriminazione.
Il cinema, come strumento culturale
e sociale, di integrazione e dialogo, ha nel tempo dedicato grande
spazio alla tematica omosessuale, mostrandone sfaccettature e
profondità, con grandi risultati di critica e di pubblico.
Appuntamento domenica 21
giugno, alle ore 20.30. A presentare la
rassegna Vladimir Luxuria, attivista dei diritti Lgbt e direttrice
artistica del Lovers Film Festival.A dialogare con leiAndrea Occhipinti,
fondatore, produttore e distributore Lucky
Red, Claudio De
Pasqualis (Efisio Mulas), autore e conduttore
radiofonico.
Composta da produzioni piccole e
grandi, presentate e premiate in festival di livello internazionale
o apparse purtroppo rapidamente nelle sale cinematografiche, la
rassegna sarà su Miocinema da domani, 21 giugno 2020.
Arrivato il
18 giugno su Amazon Prime Video, Cambio
tutto! è la nuova commedia one woman show con
Valentina Lodovini che, partendo da una
condizione comune a molte donne nella società odierna, prova a
offrire un riscatto, una vita d’uscita, un modo nuovo, diverso,
indipendente di affrontare la vita e i problemi.
Cambio
tutto! cerca di fotografare una realtà estremamente
comune per molte donne lavoratrici, una condizione di vita che si
basa sul preconcetto che la donna, nella coppia, nella società, nel
lavoro, è l’essere paziente, sottomesso, docile, che abbraccia
qualsiasi difficoltà con modestia e mansuetudine, arrivando a farsi
mettere i piedi in testa. È così per molte donne che non riescono
ad emanciparsi da questa situazione quotidiana, ed è così anche per
Giulia, una bella quarantenne un po’ sciatta, non certo per volontà
sua, ma per uno stile di vita che le impedisce di prendersi cura di
sé come vorrebbe.
La donna deve essere generosa e
mansueta: Cambio tutto!
Ha un compagno assente,
pigro e supponente, che vive a casa sua e che si è portato dietro
anche il figlio adolescente al quale si rifiuta di fare da padre e
che Giulia prova ad aiutare come può; ha un lavoro in cui è brava,
ma per il quale non è gratificata né da un punto di vista economico
né umano, tanto che viene addirittura superata, per decisione
aziendale, da una ventenne influencer che vorrebbe
toglierle il posto; ha un’ossessione per il suo peso, nonostante
sia una donna più che normale; ha amiche distratte e sorelle poco
attente; ha vicini molesti e ogni giorno fa i conti con tutto
questo da sola, mentre il mondo le rema contro. Fino al giorno in
cui decide di dare una svolta alla sua vita, rivolgendosi ad un
guru che le insegnerà a distruggere la sua vita e a costruirsene
una nuova, in cui sarà lei artefice del cambiamento che vuole nel
mondo.
Cambio tutto!
percorre nella maniera più tradizionale possibile gli step della
storia di formazione, solo che in questo caso non si tratta di un
adolescente che diventa adulto, ma di una donna che prende
coscienza di sé, del suo valore, del suo merito e della sua
volontà, imparando a non subire, a non dipendere da uomini che non
la valorizzano e non sanno starle accanto. Giulia dovrà urlare,
lottare e sgomitare, ma per fortuna, sebbene in alcuni casi la
sceneggiatura sia ai limiti della banalità, riesce sempre ad
evitare l’isteria che tanto frequentemente dilaga in certo cinema
italiano. La Lodovini è fin troppo bella e carismatica per
interpretare la donna in difficoltà, sottomessa e mansueta, e per
fortuna, da metà film in poi, esplode in tutta la sua
femminilità.
Qualche cliché ma consapevolezza
della storia
Punteggiato di cliché e qualche
situazione non troppo originale, Cambio Tutto!
riesce però a conservare una sua autenticità, soprattutto in alcune
scelte e dialoghi nella parte finale del film, che mostra identità
e consapevolezza della storia che si voleva raccontare e
soprattutto chiarezza nel messaggio che si vuole consegnare:
l’autodeterminazione è una conquista individuale.
Warner Bros. Pictures in
collaborazione con gli esercenti cinematografici, invita il
pubblico di tutto il mondo a celebrare il 10° anniversario
dell’acclamato capolavoro di Christopher NolanInception
con un’uscita speciale il 17 luglio. In occasione di questo evento
cinematografico il pubblico potrà assistere a dei filmati inediti
dell’attesissimo film di Nolan Tenet,
che debutterà nei cinema italiani il 3 agosto. Gli spettatori
assisteranno inoltre ad un’anteprima esclusiva delle imminenti
uscite della Warner Bros.
“In questo contesto complesso e
in rapido cambiamento, siamo particolarmente entusiasti di portare
‘Tenet’ di Christopher Nolan, un film di sorprendenti
dimensioni, ambizioni e livello, nelle sale di tutto il mondo il 31
luglio” ha affermato Toby Emmerich,
Presidente di Warner Bros. Pictures Group. “È passato più tempo
di quanto potessimo immaginare dall’ultima volta che abbiamo
visto un film sul grande schermo, e per omaggiare i fan di Chris in
attesa dell’uscita di ‘Tenet’, siamo altrettanto entusiasti di
riportare il suo capolavoro ‘Inception’ nelle sale il 17 luglio, in
occasione del suo decimo anniversario”.
Inception torna al cinema e anticipa Tenet
John David
Washington è il nuovo Protagonista dell’originale sci-fi
d’azione di Christopher Nolan Tenet.
Armato di una sola parola – Tenet – e in lotta per la sopravvivenza
di tutto il mondo, il Protagonista è coinvolto in una missione
attraverso il mondo crepuscolare dello spionaggio internazionale,
che si svolgerà al di là del tempo reale. Non un viaggio nel tempo.
Ma Inversione del flusso del tempo. Nel film recitano anche
Robert Pattinson,
Elizabeth Debicki, Dimple Kapadia, con Michael Caine e Kenneth Branagh.
Inception, un film d’azione di fantascienza
del 2010 scritto e diretto da Nolan, che ha anche prodotto con Emma
Thomas, vede protagonista Leonardo DiCaprio nei panni di un
professionista abile nell’estrarre informazioni infiltrandosi nel
subconscio dei suoi obiettivi. Gli viene così offerta la
possibilità di cancellare la sua storia criminale, ma in cambio
dovrà impiantare un’idea di una persona nel subconscio di un
bersaglio. Il cast comprende anche Ken Watanabe,
Joseph Gordon-Levitt,
Marion Cotillard,
Ellen Page,
Tom Hardy, Dileep Rao,
Cillian Murphy, Tom Berenger e Michael Caine.
Celebre per aver ricoperto ruoli da
protagonista in note serie televisive, l’attore David
Giuntoli è oggi un volto particolarmente noto e apprezzato
dal grande pubblico. Passando con disinvoltura da un ruolo ad un
altro, ha inoltre dimostrato di possedere la versatilità giusta per
poter affermare sempre di più il proprio status all’interno
dell’industria.
Ecco 10 cose che non sai di
David Giuntoli.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
David Giuntoli: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in un noto
film. Nella carriera si Giuntoli si annoverano anche
alcuni titoli per il grande schermo. Il primo di questi è
Weather Girl (2009), seguito da 6 Month Rule
(2011), Caroline and Jackie (2012), 13 Hours: The
Secret Soldiers of Benghazi (2016), con John
Krasinski e dove interpreta Scott Wickland,
Buddymoon (2016) e Mother’s Little Helpers
(2019).
9. È noto per i suoi ruoli
televisivi. Giuntoli ha iniziato la propria professione
recitando in titoli per la televisione come Ghost Whisperer –
Presenze (2007), Veronica Mars (2007), Grey’s Anatomy
(2008), con Ellen
Pompeo, Privileged (2008), e Private
Practice (2010), ideato da Shonda
Rhimes. Dal 2011 al 2017 ha poi ricoperto il ruolo che
lo ha reso celebre, quello di Nick Burkhardt nella serie Grimm. Dal 2018 è
invece Eddie Saville nella serie A Million Little
Things (2018-2020).
8. Ha scritto e prodotto un
film. Il 2016 è un anno importante per l’attore, che
debutta come sceneggiatore e produttore per il film
Buddymoon. Questo è incentrato sulla vicenda di David,
interpretato dallo stesso Giuntoli, che dopo essere stato lasciato
dalla sua ragazza soltanto pochi prima del matrimonio viene
costretto dal suo amico ad andare in luna di miele con lui. Quella
che doveva essere una vacanza per risollevare il proprio morale,
diventerà un’inaspettata avventura comica.
David Giuntoli e Bilsie
Tulloch
7. Ha sposato una sua
co-protagonista. Tramite il proprio account Twitter, nel
2014 Giuntoli conferma la propria relazione con l’attrice
Bitsie Tulloch. I due si sono conosciuti sul set
della serie Grimm, dove lei dà vita al personaggio di
Juliette Silverton. All’interno della serie, i loro personaggi
condividono una storia d’amore, cosa che ha probabilmente portato
allo sbocciare di un sentimento anche al di fuori del set. I due si
sono poi sposati nel giugno del 2017, e nel 2019 hanno dato vita
alla loro prima figlia.
David Giuntoli è su Instagram
6. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram con un profilo ufficiale seguito da 469 mila persone.
All’interno di questo è solito condividere immagini relative a suoi
momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi. Non mancano poi
anche foto di curiosità a lui legate, come anche di serate di gala
o eventi a cui ha preso parte. Giuntoli è inoltre utilizzare il
profilo per promuovere i suoi più recenti progetti da interpreti,
con foto o video a riguardo.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
David Giuntoli ha origini
italiane
5. Ha dei parenti originari
dell’Italia. L’attore è particolarmente apprezzato e
seguito in Italia, a maggior ragione per via delle sue origini, che
lo legano al Bel Paese. Suo padre è infatti discendente di italiani
poi trasferitisi negli Stati Uniti intorno alla metà dell’900.
Giuntoli ha più volte dichiarato di nutrire un affetto speciale nei
confronti dell’Italia, e di recarvisi ogni volta che gli è
possibile.
David Giuntoli in Grimm
4. Ha diretto un episodio
della serie. Grazie alla serie Grimm, che l’ha
reso celebre e a cui Giuntoli è particolarmente legato, l’attore ha
avuto modo di debuttare dietro la macchina da presa. Ha infatti
diretto l’episodio intitolato Oh Captain, My
Captain, terzo della sesta stagione. Per Giuntoli questa è
un’esperienza ad oggi ancora non replicata, ma che ha affermato
avergli dato numerose consapevolezze in più su tale ruolo.
3. Adora il suo personaggio
per un motivo particolare. Nella serie l’attore interpreta
il detective della Omicidi Nick Burkhardt, il quale si scopre
essere parte della lunga dinastia dei Grimm, cacciatori di creature
malvagie. Parlando del personaggio, Giuntoli ha affermato di
sentirsi come se venisse pagato per rimuginare. Ciò è dovuto alle
grandi riflessioni a cui Nick si abbandona nel tentativo di
risolvere i suoi casi.
2. Rimase particolarmente
colpito dalla prima lettura del copione. Giuntoli ha
affermato che è difficile vedere serie di questo tipo, poiché
spesso si tende a preferire storie più realistiche come ad esempio
i medical drama. Dopo la lettura del copione del primo episodio,
rimase infatti particolarmente entusiasta del progetto, accettando
subito di farne parte. Anche se non aveva idea se avrebbe avuto
successo o meno, sentiva che era una storia che meritava di essere
realizzata.
David Giuntoli: età e altezza
1. David Giuntoli è nato a
Milwaukee, nel Wisconsin, Stati Uniti, il 18 giugno del
1980. L’attore è alto complessivamente 180 centimetri.
Ian
Holm, il versatile attore che ha interpretato androidi,
hobbit, passando per Harold Pinter e Re Lear, si è spento a 88
anni. A darne conferma a The Guardian il suo
agente.
“È con grande
tristezza che confermo che l’attore, Sir Ian Holm, è passato a
miglior vita all’età di 88 anni. Si è spento in pace, all’ospedale
con la sua famiglia a prendersi cura di lui. Affascinante, gentile
e ferocemente talentuoso, mancherà tantissimo.” Gli ultimi
giorni dell’attore sono stato documentati da una serie di ritratti
eseguiti dalla moglie, Sophie
de Stempel.
Holm, che ha
vinto un BAFTA ed è stato nominato all’Oscar per il suo ruolo in
Momenti di Gloria, nel 1981, ha costruito una lunghissima carriera
su personaggi secondari, ma si è guadagnato una foltissima schiera
di fan di seconda generazione grazie al suo ruolo di Bilbo Baggins
nella trilogia de Il Signore degli Anelli.
All’inizio del
mese aveva pubblicamente espresso la sua tristezza per essere
impossibilitato a partecipare alla reunion virtuale de Il Signore degli Anelli:
“Mi dispiace di non vedervi in persona, mi mancate molto e
spero che le vostre avventure vi abbiano portato in molti posti,
sono in lockdown nella mia casa hobbit.”
Trai suoi ruoli
che rimangono nella leggenda, oltre alla mole di spettacoli
teatrali a cui ha partecipato, compaiono quelli in Alien,
Il Quinto Elemento, Momenti di Gloria e La follia
di re Giorgio.
Essere un supereroe è qualcosa che
in tanti sognano, indipendentemente dall’età. Dopo tutto, avere dei
poteri speciali ed essere capaci di aiutare le persone sarebbe la
cosa più bella che potrebbe accadere a chiunque… o forse no! Se da
un lato la vita da supereroe ha indubbiamente il suo fascino,
non è perfetta come i fumetti a volte vorrebbero farci credere. I
supereroi non solo affrontano molti pericoli sotto varie forme, ma
il più delle volte hanno anche problemi a fare coincidere la loro
vita personale con la loro identità segreta. E ancora, spesso i
loro superpoteri non sono poi così… grandi!. In alcuni casi, c’è
addirittura chi potrebbe considerarli ripugnanti, come messo in
evidenza da
CBR, che ha raccolto i 10 supereroi Marvel dai poter
più disgustosi:
Maggott
Maggott è uno degli eroi della
Marvel meno conosciuti, e forse la
ragione è che i suoi superpoteri sono alquanto disgustosi, così
come il sistema di funzionamento del suo corpo. I poteri di Maggott
derivano dal suo sistema digestivo anormale, formato da due giganti
lumache mutanti che vivono all’interno del suo corpo.
Le lumache possono lasciare il suo
corpo, assorbire il potere di qualsiasi oggetto, quindi ritornare
al corpo di Maggott e conferirgli così potere. La cosa ancora più
disgustosa a riguardo? Che tutto il processo avviene attraverso la
pelle dello stesso eroe.
Zeitgeist
Zeitgeist, alter ego di Alex Cluney,
non ha decisamente i poteri migliore. La sua abilità consiste
nell’essere capace di vomitare un liquido acido dalla bocca,
visivamente disgustoso come sembra.
Alex ha appreso la verità circa il
suo “sfortunato” potere durante un appuntamento con una ragazza: ha
vomitato su di lei e le ha ustionato il viso, ma fortunatamente per
entrambi è sopravvissuta! È facile immaginare quanto questo tipo di
potere renda molto difficile la vita personale e le relazioni amore
di Alex…
Anarchist
Anarchist è un
membro del team di supereroi noto come X-Statix. Stranamente, il
suo potere è più o meno simile a quello di Zeitgeist: l’Anarchico
non vomita liquido acido, ma ha invece il potere di secernere
sudore acido.
Se da un lato un
potere del genere può essere utile quando si combattono i nemici,
dall’altro rende Anarchist un personaggio molto distante
dall’essere considerato user-friendly. Forse, lui e
Zeitgeist dovrebbero unire le forze e formare un proprio duo
“acido” utile a combattere i cattivi…
Tar-Baby
Tar-Baby non ha avuto una vita
facile ed p andato incontrato ad una fine decisamente
raccapricciante. I suoi poteri non hanno fatto altro che complicare
le cose. Vittima di una mutazione genetica, ciò gli ha permesso di
secernere una sostanza simile al catrame e dotata di grande
adesività.
Ciò significava che Tar-Baby può
attaccarsi a qualsiasi oggetto o persona avesse scelto come sua
preda. Venne però catturato dal programma Weapon X e
successivamente ucciso.
Dead Girl
Alcuni supereroi non hanno dei nomi
in codice molto fantasiosi. Dead Girl è una di quelli. I suoi
poteri si attivarono quando morì e poi tornò in vita.
Può rianimare il suo cadavere ogni
volta che lo desidera e poiché – tecnicamente – non è più viva (da
qui il suo nome!), non ha bisogno di mangiare, respirare o bere. Ma
la parte veramente disgustosa è che può controllare parti recise
del proprio corpo…
Big Bertha
Big Bertha
è in realtà uno dei supereroi più potenti presenti in questa lista,
ed è anche un membro dei Great Lakes Avengers. Può ingrassare a
piacimento e usare il suo peso extra per schiacciare i suoi
avversari, il che la rende una persona con cui la gente non
dovrebbe mai arrabbiarsi…
La parte disgustosa
è che Big Bertha, quando vuole tornare al suo stato originale,
invece di lasciare semplicemente sparire tutto il peso in eccesso,
deve letteralmente epurare la maggior parte del suo
corpo…
Deadpool
I poteri di Deadpool sono senza
dubbio utili e riflettono la personalità del Mercenario
Chiacchierone, anche se spesso molti nemici amano prendersene
gioco. Deadpool è praticamente immortale a causa della sua capacità
rigenerativa.
Anche se qualcuno dovesse tagliarlo
a pezzi o strapparli la testa, Deadpool sarebbe in grado di
rimettere insieme tutti i “suoi” pezzi. E forse proprio in questo
che consiste la parte più disgustosa… immaginare Deadpool che
lentamente si ricompone…
The Corruptor
Jackson Day ha un potere decisamente
complicato che gli consente di controllare l’azione degli altri e
di renderli soggetti alla sua volontà. Secerne una forte droga
psicoattiva attraverso le sue ghiandole sudoripare e quando la usa
sulle persone, queste fanno tutto ciò che egli chiede loro di
fare.
Per gestire al meglio i suoi poteri,
però, deve far passare le sue mani sudate sull’altra persona, cosa
che sicuramente non è né piacevole né bella da vedere…
Husk
Un po ‘simile a Big Bertha, anche
Husk perde rinunciare ad un parte di se stessa quando usa i suoi
poteri.
Paige Guthrie ha infatti la capacità
di cambiare forma e di celarsi dietro la sua stessa pelle,
utilizzando qualsiasi materiale ed avendo così un chiaro vantaggio
sul campo di battaglia. Per trasformarsi, però, deve strapparsi via
la sua vecchia pelle, che è solita poi abbandoanre per terra…
Debrii
Deborah Fields, nota anche come
Debrii, ha il potere di muoversi attraverso una grande quantità di
immondizia usando le sue abilità telecinetiche.
Fondamentalmente, agisce come una
calamita vivente per la spazzatura, e una volta accumulatane
abbastanza, lo usa per scagliarla contro i suoi nemici. È
sicuramente utile in una rissa, ma rende anche difficile
avvicinarsi a lei a causa del cattivo odore…
Il regista di The Suicide Squad, James
Gunn, ha recentemente anticipato il ruolo di John Cena
nel tanto atteso film DC Comics. Mentre rispondeva ai suggerimenti
di casting di un fan su Twitter, James Gunn ha detto che la gente
“impazzirà per quanto incredibile” John Cena sia “come il
personaggio” che interpreta nel film. Mentre Gunn non ha confermato
chi sia quel personaggio, si dice che Cena interpreti
Christopher Smith, un personaggio dei fumetti
meglio conosciuto come Peacemaker.
Il ruolo di John Cena in The
Suicide Squad era originariamente destinato Dave Bautista, ma
l’attore che è già stato diretto da Gunn in Guardiani della
Galassia 1 e 2 e con il quale tornerà a collaborare il regista, non
ha potuto partecipare al film per problemi di programmazione.
Oscar Isaac ha confermato che le riprese aggiuntive di
Dune di
Denis Villeneuve avranno luogo il prossimo agosto,
precisamente a metà mese. Ancora molto poco sappiamo dell’atteso
adattamento, se non che arriverà nelle sale a dicembre e che sarà
diviso in due parti.
Come capita spesso quando si tratta
di grandi blockbuster, anche Dune
sarà soggetto ad una massiccia sessione di riprese aggiuntive.
Intervistato da Deadline (via
Heroic Hollywood),
Oscar Isaac – che nel film interpreterà il
Duca Leto Atreides, ha confermato che le riprese aggiuntive
sono state programmate per metà agosto a Budapest, in Ungheria:
“Faremo delle riprese aggiuntive
a metà agosto.. dicono a Budapest, in Ungheria. Ho visto alcune
cose montante insieme e sembra davvero incredibile. Denis è un vero
artista e sarà entusiasmante vederlo tornare sul set. È un po’
strano che ci prepariamo a girare nuove scene a pochi mesi
dall’uscita in sala, ma è successo anche con Star
Wars.”
Quando vedremo il primo trailer di Dune
Di recente abbiamo appreso che il
primo trailer ufficiale di Dune
dovrebbe essere ufficialmente presentato in occasione del Comic-Con
at Home, che si svolgerà tra il 22 e il 26 luglio. Successivamente,
il trailer dovrebbe essere associato alle copie statunitense di
Tenet, il nuovo
film di Christopher Nolan in arrivo nelle sale il
31 luglio.
Un nuovo video fan-made raccoglie
tutte le voce che il personaggio di Captain
America è stato preso a pugni nei film dell’Universo
Cinematografico Marvel. L’iconico eroe ha fatto il
suo debutto nei fumetti nel lontano 1941: dopo la serie animata
degli anni ’60, sono arrivati i film in live action della CBS TV
degli anni ’70 e, successivamente i film degli anni ’90 con Matt
Salinger – figlio del più celebre J.D. – ad interpretare Cap.
Con la nascita del MCU e l’uscito
del primo Iron Man nel 2008, anche il personaggio di Captain
America è tornato sul grande schermo e, dal 2011, con l’uscita di
Captain America – Il primo vendicatore, l’eroe ha vissuto
una nuova vita cinematografica grazie all’incarnazione di
Chris Evans, da subito entrato nel cuore dei fan.
Da sempre parte integrante
dell’universo condiviso, il percorso narrativo di Captain America
al cinema si è ufficialmente concluso con il campione d’incassi
Avengers:
Endgame, alla fine del quale abbia visto Cap
rinunciare alla sua vita da eroe, consegnare lo scudo a Sam Wilson
e tornare nel passato per vivere finalmente la sua vita con la sua
amata Peggy.
Un nuovo video fan-made realizzato
dallo YouTube Mr. Sunday Movies
mette in luce un particolare aspetto dell’illustre mandato di Evans
nei panni del Captain America
del MCU, ossia la capacità di Cap di sferrare un
pugno… ma anche di incassarlo! In effetti, come mostra la clip, la
mascella di Rogers viene colpita molte volte nel corso delle
numerose apparizioni del personaggio in circa un decennio di film
condivisi. Potete ammirare il video di seguito:
Chi ha colpito di più Captain America nel MCU?
Non sorprende che la
maggior parte dei pugni ricevuti da Capitan
America provengano da Bucky Barnes, ex amico di Steve
Rogers che divenne il cattivo (ed in seguito eroico) Soldato
d’Inverno. Anche Teschio Rosso ha fatto la sua parte ne Il Primo
Vendicatore, così come Thanos in Avengers:
Infinity War, mentre Iron Man ha contribuito con la sua
buona parte di colpi in Captain
America: Civil War. La clip termina con Rogers che si alza
da terra dopo essere stato abbattuto ripetutamente… un bel tributo
alla resilienza del personaggio.
Peter Jackson si
sta dedicando all’animazione. La società di effetti speciali del
regista, Weta Digital, sta lanciando una divisione
d’animazione. Il veterano del settore Prem
Akkaraju fungerà da amministratore delegato. La società
con sede in Nuova Zelanda ha dichiarato che la creazione di una
divisione che si occuperà solo di animazione era un sogno di
Jackson e Fran Walsh, che scriveranno, produrranno
e dirigeranno diversi progetti animati per l’azienda. I dettagli di
tali progetti non sono stati resi noti.
“Siamo grandi fan della
narrazione animata in tutte le sue forme, ma può essere un modo
lungo, lungo e spesso costoso di fare film – ha dichiarato
Jackson in una nota – Questo è, in parte, il motivo per cui
abbiamo creato questa società – per cambiare il modello e aprire le
porte a registi e narratori che altrimenti non avrebbero avuto la
possibilità di mostrare cosa possono fare.” Weta Animated
lavorerà in tandem con la Weta Digital per
l’industria cinematografica e televisiva e inizierà a produrre
contenuti originali per la prima volta nei suoi 25 anni di
storia.
Weta Digital si dà
all’animazione
La compagnia ha inaugurato la sua
attività nel 1994, con Creature dal Cielo, film di
Peter Jackson. Con uno staff composto da 1.550
artisti e ingegneri, Weta Digital ha vinto sei Oscar per gilm
effetti visivi, 10 Oscar Sci-Tech e sei BAFTA Awards nella stessa
categoria. Tra i progetti più importanti ricordiamo Avatar,
La trilogia de
Il Signore degli Anelli, Avengers: Infinity
War, Avengers:
Endgame, Game of Thrones, Ad Astra e i
prossimi progetti Mulan e Black
Widow.
“Weta Digital ha iniziato con
una macchina da presa e un solo artista che insieme hanno creato
gli effetti digitali in Creature dal Cielo – ha affermato
Walsh – Nessuno di noi sapeva cosa stessimo facendo, ma anche
in quei primi giorni potevamo vedere l’incredibile potenziale di
questa nuova tecnologia. Da allora, quello dei VFX è diventato un
enorme settore, ma il nostro obiettivo è rimasto lo stesso: dare
vita alle storie, attraverso il potere dell’immaginazione. Se puoi
sognarlo, possiamo crearlo.”
Adesso non resta che ammirare le
meraviglie che la Weta Digital riuscirà a portare
a compimento anche nel campo dell’animazione.
Il famoso sparagnatele organico
visto nello Spider-Man di Sam
Raimiè stata in realtà un’idea di James Cameron. Il film del 2002
si è concesso una serie di libertà sui personaggi rispetto ai
fumetti, ed uno dei cambiamenti più chiacchierati è stato proprio
lo spararagnatele di Peter Parker: a differenza dei fumetti, nel
film di Raimi le ragnatele spuntano dai polsi di Peter Parker in
maniera organica e non vengono fabbricate dallo stesso attraverso
un’apposito dispositivo meccanico.
Ma cosa c’entra James Cameron con Spider-Man?
Forse non tutti sanno (o ricordano) che il regista di
Titanic e Avatar avrebbe voluto realizzare un suo
film dedicato all’Uomo Ragno e, nella sua versione del film, le
ragnatele spuntano dai polsi di Peter Parker in maniera organica,
idea che poi è stata ripresa anche dal film di Raimi.
A rivelarlo è stato lo
sceneggiatore David Koepp – autore dello script di
Spider-Man del 2002 – in una recente intervista con
IGN. L’idea dello spararagnatele organico proveniva da un
trattamento di 45 pagine che James Cameron aveva scritto proprio
perché intenzionato a realizzare un suo film dedicato all’uomo
ragno. Koepp ha rivelato di essere da sempre un fan di quel
trattamento di Cameron, perché affrontava con maggiore seriamente
il personaggio di Spider-Man/Peter Parker, trattandola come
“una persona reale con problemi reali”.
Per quanto riguarda lo
spararagnatele, Koepp ha ammesso, “… questa era l’idea di James
ed ero felice di poterla usare”. Dopo la trilogia di
Sam Raimi, sia The
Amazing Spider-Man che la versione dell’Uomo Ragno
interpretata da Tom Holland nel MCU hanno utilizzato nuovamente lo
spararagnatele originale, ossia ispirato ai fumetti e concepito da
Peter.
I piani originale di David Koepp
per la trilogia di Spider-Man
Sempre a proposito di
Spider-Man, di recente David
Koepp aveva anche rivelato i quali erano
i suoi piani originali per la trilogia di Raimi. In
particolare, lo sceneggiatore ha spiegato che avrebbe voluto
uccidere Gwen Stacy nel bel mezzo di
Spider-Man 2, personaggio che abbiamo poi visto
in Spider-Man 3, interpretato da Bryce
Dallas Howard.
“Quando una vita umana è in gioco,
quando forse, per la prima volta, non tutto è bianco o nero,
potrebbe non essere così semplice scegliere tra le due facce della
medaglia”. Un’altra avventura per il fumetto edito da
Bugs Comics, Samuel Stern che, anche in questa occasione,
si troverà ad affrontare forze demoniache insieme a padre
Ducan.
Le avventure del libraio di
Edimburgo continuano con il numero 8, Il secondo Girone, in
edicola dal prossimo 30 giugno, con i disegni di
Stefano Manieri. In questo albo vedremo
l’esordio come sceneggiatore sulla testata, di Andrea
Guglielmino, giornalista, saggista e critico
cinematografico, dall’eclettico curriculum. “I lettori troveranno
tante citazioni cinematografiche nella storia – promette– ma lascio
a loro il piacere di scoprirle”.
Laureato in Filosofia con indirizzo
antropologico e storico-religioso. Lavora come vice Capo Servizio
nella redazione del portale di notizie cinematografiche
‘CinecittàNews’, daily ufficiale di Istituto Luce Cinecittà, e come
redattore esperto presso la rivista ‘8 ½-Numeri, visioni e
prospettive del cinema italiano. Come sceneggiatore di fumetti
collabora regolarmente con Bugs Comics per le riviste Mostri,
Alieni e Gangster e per il mensile horror da edicola ‘Samuel
Stern’, di cui è direttore responsabile.
Nel suo curriculum molti premi, tra
i quali quello per il racconto ‘Maniaci seriali’ che si è
aggiudicato il primo premio al concorso ‘Dipendenze’ indetto dalla
casa editrice MdS nel 2017, e il premio Domenico Meccoli
Scriveredicinema 2015 per il saggio ‘Antropocinema – La
saga dell’uomo attraverso i film di
genere’. Samuel Stern ha
recentemente vinto, nell’ambito del premio Coco 2020 speciale
MegaNerd, come fumetto rivelazione dell’anno!
“Siamo molto soddisfatti di come
Samuel stia procedendo nel suo percorso editoriale – commenta
Gianmarco Fumasoli, direttore editoriale di Bugs Comics e
padre di Samuel Stern insieme a Massimiliano Filadoro – e
di come sia stato accolto dai lettori, che hanno dato vita a una
community appassionata che cresce di mese in mese. L’entusiasmo che
ogni giorno mettiamo in campo nel nostro lavoro e il sostegno dei
nostri lettori faranno in modo che si superi il momento difficile
che il paese sta vivendo e si ritorni a crescere assieme al nostro
amato libraio di Edimburgo”.
Il nuovo numero di Entertainment
Weekly è interamente dedicato a Tenet,
l’ultima attesissima fatica di Christopher Nolan che arriverà nelle sale
americane il prossimo 31 luglio. Sulla trama del film non si
conoscono ancora tantissimi dettagli (e probabilmente sarà così
fino all’uscita in sala), ma parlando con la celebre rivista il
regista ha svelato nuovi particolari tanto sulla storia quanto sui
personaggi.
“Non è un film sui viaggio nei
tempo”, ha specificato Nolan. “Riguarda il tempo e i vari
modi in cui lo stesso può funzionare. Non mi sono mai voluto
mettere a fare una lezione di fisica, ma l’inversione è un concetto
in cui un materiale vede invertita la propria entropia, quindi si
ritrova a tornare indietro nel tempo rispetto a noi.”
Parlando del personaggio di
John David Washington, ha spiegato: “Il film è
ambientato nel mondo dello spionaggio e delle identità nascoste.
John David Washington interpreta un agente che tutti conoscono con
il termine ‘Protagonista’. Tenet è il nome dell’organizzazione in
cui il ‘Protagonista’ viene introdotto. È ovviamente il cuore del
film, ma al contrario di un James
Bond è emotivamente molto più accessibile.”
Parlando invece dei personaggi di
Robert Pattinson e di
Elizabeth Debicki ha aggiunto: “Il
personaggio di Robert potrebbe chiamarsi Neil (ride). Con tutte
queste identità, non sai mai veramente cosa è vero e cosa no. È una
sorta di furfante che opera all’interno di quello che nel film
viene definito ‘un ambiente nella penombra’, popolato da agenti dei
servizi segreti molto diversi tra loro. Elizabeth, invece,
interpreta la ex moglie dell’oligarca russo interpretato da Kenneth
Branagh. I due resteranno coinvolti in una situazione molto
complicata. Inoltre, ha una relazione con il ‘Protagonista’ molto
ambigua…”
Il mistero del personaggio di
Aaron-Taylor Johnson in Tenet
Parlando invece del misteriosissimo
personaggio che interpreterà
Aaron Taylor-Johnson, Nolan ha dichiarato: “Posso
confermare che è nel film, anche se non lo avete ancora visto, e
che ha un ruolo importante. Potete vederlo di sfuggita nell’ultimo
trailer, ma è completamente irriconoscibile. Succede davvero di
tutto nel film a mano a mano che la storia procede. Non voglio
rovinare nulla.”
L’arco narrativo del personaggio di
Luke Skywalker all’interno della saga di Star
Wars non si è concluso nel modo in cui molti fan – e
lo stesso Mark Hamill – speravano. Dopo aver
voltato le spalle alla Forza in seguito ad un momento di debolezza
in cui aveva anche considerato di uccidere suo nipote, il Cavaliere
Jedi è tornato per affrontare Kylo Ren, morendo alla fine del
celebre scontro sul finale de Gli
Ulimi Jedi.
Ci sono ancora diverse lacune nella
storia del personaggio che devono essere colmate. Semmai un giorno
lo stesso dovesse ritornare sul grande schermo, è quasi certo che
il tutto avverrà tramite l’ingaggio di un attore più giovane
(Sebastian
Stan resta il favorito dai fan!), o magari
attraverso romanzi e videogiochi. D’altra parte, Hamill sembra aver
ufficialmente archiviato il ruolo di Luke, ma durante un recente
scambio sui social media ha condiviso alcuni commenti decisamente
interessanti…
Alla domanda su cosa crede che Luke
Skywalker farebbe se non fosse mai diventato uno Jedi, il
leggendario attore ha risposto: “Mi piacerebbe pensare che
sarebbe stato un insegnante”.
Il percorso narrativo di Luke
Skywalker nella saga di Star Wars
Le parole di Hamill potrebbero far
riferimento anche a ciò che l’attore sperava di vedere in merito
alla storia di Luke nei sequel di Star Wars, poiché
l’opzione narrativa più logica per il suo personaggio sarebbe stata
quella di vederlo nei panni di maestro per una nuova generazione di
Jedi.
Sfortunatamente, le cose sul grande
schermo sono andate diversamente, e anche se L’Ascesa di Skywalker ha in un certo qual modo
riscattato il percorso dell’eroe attraverso il personaggio di Rey,
i danni che molti credono siano stati fatti da Gli
Ultimi Jedi sono purtroppo difficili da dimenticare…
Dopo la conclusione della “saga
degli Skywalker” lo scorso dicembre, con l’uscita in sala
di L’Ascesa
di Skywalker, la saga continua nelle sue declinazioni
fumettistiche e con le serie tv, tra cui The
Mandalorian che, dopo una stagione di grande successo
conclusasi il 2 maggio, è stata rinnovata per un secondo ciclo.
Nel futuro cinematografico della
saga ci sarà spazio per nuovi personaggi che, attraverso le loro
storyline, dovrebbero andare a costituire l’assetto di una nuova
mitologia (ricordiamo che uno dei prossimi film del franchise sarà
diretto da Taika Waititi, regista di Thor:
Ragnarok e JoJo
Rabbit).
Arriva da
Deadline la notizia che Edgar Wright, regista della “Trilogia
del Cornetto“ e di
Baby Driver, dirigerà per conto della Universal Pictures
il film The Chain, adattamento cinematografico del
bestseller omonimo di Adrian McKinty.
La sceneggiatura del film porterà la
firma di Jane Goldman (X-Men:
L’inizio,
Kingsman: Il cerchio d’oro). Al centro della storia il
personaggio di Rachel, una madre all’apparenza come tante, che sarà
costretta a rapire una bambina a causa di una terribile catena che
le impone di compiere quel gesto terribile con la speranza di
riavere suo figlio. Alla madre della bambina rapita da Rachel
toccherà lo stesso destino.
The Chain è solo
l’ultimo dei tanti progetti che Edgar Wright ha in cantiere dopo
l’uscita nelle sale dell’atteso Last Night
in Soho. Lo scorso aprile, infatti, avevamo appreso che il
regista e sceneggiatore britannico dirigerà l’adattamento
cinematografico del romanzo Set
My Heart to Five di Simon
Stephenson. Il romanzo mescola satira, fantascienza,
narrativa di formazione e distopia, un mix di generi che si
rivelerà sicuramente congeniale allo stile di Wright.
Per quanto riguarda Last
Night in Soho, il nuovo film di Edgar
Wright al quale il regista sta attualmente lavorando,
l’uscita della pellicola è stata posticipata a causa della pandemia
di Covid-19: il film sarebbe dovuta arrivare nelle sale americane
il prossimo 8 ottobre, ma adesso è stato posticipato al 23 aprile
2021. Il cast annovera Anya
Taylor-Joy,Thomasin
McKenzie e Matt
Smith.
La sinossi di The Chain, romanzo
sul quale sarà basato il prossimo progetto cinematografico di Edgar
Wright
In attesa di nuovi dettagli su
The Chain, ecco la sinossi ufficiale del romanzo:
“Mi chiamo Rachel Klein e fino a pochi minuti fa ero una madre
qualunque, una donna qualunque. Ma adesso sono una vittima. Una
criminale. Una rapitrice. È bastato un attimo: una telefonata, un
numero occultato, poche parole. Abbiamo rapito tua figlia Kylie.
Segui le istruzioni. E non spezzare la Catena, oppure tua figlia
morirà. La voce di questa donna che non conosco mi dice che Kylie è
sulla sua macchina, legata e imbavagliata, e per riaverla non sarà
sufficiente pagare un riscatto. Non è così che funziona la Catena.
Devo anche trovare un altro bambino da rapire. Come ha fatto lei,
la donna con cui sto parlando: una madre disperata, come me. Ha
rapito Kylie per salvare suo figlio. E se io non obbedisco agli
ordini, suo figlio morirà. Ho solo ventiquattro ore di tempo per
fare l’impensabile. Per fare a qualcun altro ciò che è stato fatto
a me: togliermi il bene più prezioso, farmi precipitare in un
abisso di angoscia, un labirinto di terrore da cui uscirò soltanto
compiendo qualcosa di efferato. Io non sono così, non ho mai fatto
niente di male nella mia vita. Ma non ho scelta. Se voglio salvare
Kylie, devo perdere me stessa…”.
Zoe Kravitz, che nell’attesissimo
The
Batman di Matt Reeves interpreterà il ruolo di
Catwoman, ha rivelato quali sono i fumetti che sta leggendo per
meglio prepararsi al ruolo: la star di Big Little Lies e
High Fidelity ha spiegato di essere impegnata nella
lettura dell’arco narrativo “Batman: Anno Uno” di
Frank Miller.
Non è la prima volta che questa run
viene associata al film di Reeves: già in passato, infatti, il
regista, in occasione del compleanno di Bruce Wayne,
aveva condiviso via Twitter una tavola di “Batman: Anno
Uno“, lasciando intendere – senza ovviamente confermare –
quali sarebbero potute essere le atmosfere che avrebbe seguito la
sua pellicola.
Nonostante la produzione del film
sia al momento sospesa, l’uscita nelle sale di The
Batman è ancora fissata per il 2021. Il film sarà
scritto e diretto da Reeves, e seguirà un giovane Bruce Wayne
durante il suo secondo anno nei panni dell’iconico vigilante.
Kravitz è stata ingaggiata per il ruolo di Selina Kyle, meglio
conosciuta come Catwoman. Secondo i rumor emersi negli ultimi mesi,
The
Batman sarà una detective story, e sarà
ispirata da diversi classici a fumetti con protagonista il Crociato
di Gotham, tra cui anche l’iconico “Anno Uno” di Miller.
Zoe Kravitz si prepara al ruolo di
Catwoman in The Batman leggendo “Anno Uno” di Frank Miller
Intervistata durante il podcast
Happy Sad Confused di
Joshua Horowitz, Zoe Kravitz ha confermato che sta
attualmente leggendo “Batman: Anno Uno“,
inizialmente pubblicato nel 1987, per meglio prepararsi aul ruolo.
La Kravitz ha anche rivelato ad Horowitz di aver trascorso la
quarantena a Londra insieme al marito Karl Glusman e che proprio
durante i giorni di reclusione si è dedicata alla lettura della
serie a fumetti di Miller, definendola “fantastica e…
tosta!”
Sempre nella stessa intervista,
Zoe Kravitzha parlato
anche del
costume di Catwoman, rivelando che, se la produzione non fosse
stata sospesa per via della pandemia, sarebbe già stato
ufficialmente rivelato, come accaduto per quello di Robert Pattinson/Batman.
“The
Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono
le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi
strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per
trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa
alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la
Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a
quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più
villain, poiché sono tutti sospettati“.
Presentato in anteprima al Festival
di Locarno e disponibile dal 18 giugno su Amazon Prime Video, 7500 è
l’esordio al lungometraggio del regista tedesco Patrick
Vollrath, che aveva già fatto parlare di sé al Festival di
Cannes, dove aveva presentato il cortometraggio Alles Wird
Gut. Per la sua opera prima, Vollrath si affida a Joseph Gordon-Levitt, star hollywoodiana dalla
carriera sicuramente particolare. Di indiscusso talento ed estrema
curiosità, porta avanti una carriera misurata, operando scelte mai
scontate e abbracciando causa e film che potrebbero essere
considerati rischiosi. È il caso di 7500 che
racconta di un attentato terroristico a bordo di un aereo con il
conseguente tentativo di dirottamento.
Tobias (Joseph
Gordon-Levitt) è il co-pilota di un volo commerciale
che da Berlino è diretto a Parigi, ha una relazione con una delle
hostess a bordo dello stesso volo, che è anche madre di suo figlio.
Non appena il volo raggiunge l’alta quota, si palesano a bordo dei
terroristi, integralisti religiosi, che tentano di dirottare
l’aereo. Tutto il racconto è concentrato su Tobias, che da una
parte vorrebbe intervenire attivamente per abbattere gli assalitori
e difendere non solo i passeggeri ma soprattutto la donna che ama,
dall’altra sente la responsabilità del comando, come un capitano
coraggioso che nella tempesta si impegna a far approdare la nave in
porto, non importa a quale costo.
In 7500, Joseph Gordon-Levitt è un
eroe per caso
7500 si
inserisce pienamente nella tradizione del thriller claustrofobico,
ambientato interamente in uno spazio angusto che, in questo caso,
non è soltanto l’aereo in volo, isolato dal resto del mondo, ma è
proprio la cabina di pilotaggio, lo spazio della sopravvivenza e
della responsabilità. L’eroe per caso di Joseph Gordon-Levitt porta sulle sue spalle
tutto il film, non solo le sorti dei passeggeri a bordo dell’aereo,
e dalla sua postazione privilegiata, si comporta come un assediato
all’interno di un castello: la porta della cabina viene percossa in
continuazione, per tutta la durata del film, tanto che il rumore
sembra il suono di un ariete che tenta di sfondare le protezioni
dall’assedio. Il monitor, che gli mostra i movimenti nello spazio
antistante alla cabina, è l’occhio che gli permette di essere al
corrente di ciò che accade fuori, ma questa conoscenza se da un
lato lo mette in controllo della situazione, dall’altro lo rende
anche terribilmente consapevole di quello che potrebbe succedere,
del pericolo effettivo che corrono gli ostaggi (e la sua
amata).
Il pregio più grande di 7500 è il
sapiente uso che Vollrath fa dello spazio, attraverso lunghi piani
sequenza tesi a restituire il tempo reale dell’attacco e del suo
epilogo, in maniera sempre più concitata, aderendo pienamente al
genere. Nulla di nuovo, quindi, ma è chiaro che siamo di fronte ad
un giovane di talento che ha confezionato un prodotto perfettamente
inserito nei canoni, un vero e proprio gioiellino per gli
appassionati del genere.
È Jason Momoa il
primo a condividere un
brevissimo teaser trailer di Justice League Snyder Cut, la
versione di Justice
League che uscirà soltanto su HBO Max e che rispecchia
la visione originale del regista che a fine lavorazione ha lasciato
il progetto, cedendo la sedia di regia a Joss
Whedon.
Di seguito, vediamo il brevissimo
video in cui Diana Prince/Wonder Woman si trova al cospetto di un
affresco che raffigura Darkseid, il vero nemico della Justice
League che era stato anticipato in Batman v Superman: Dawn of Justice e che poi
non ha mai fatto la sua comparsa sul grande schermo, visto che il
villain di Justice League è Steppenwolf. Mentre è confermato che
vedremo il trailer esteso al DC FanDome , ecco un assaggio.
Un teaser per Justice League Snyder Cut
Vi ricordiamo che
la Snyder
Cut di Justice
League uscirà nel 2021 sulla piattaforma
streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA
dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la
versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO
MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in
Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere
una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere
programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima
è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori
notizie.
Non si può non cominciare a
scrivere la recensione di The Great senza prima
osservare che lo show Hulu, disponibile in Italia
su Starzplay, è il secondo, negli ultimi mesi, che
prova a portare in scena la grande sovrana russa che, nel ‘700,
portò avanti uno dei migliori esempi di monarchia illuminata che la
Storia ricordi, guidando l’impero russo al massimo del suo
splendore. A differenza della miniserie con Helen Mirren, la scelta di questa versione
della storia è quella di cominciare da quando la vergine ed
inesperta Caterina arriva in Russia dalla Germania, promessa sposa
dell’imperatore Pietro III, figlio di Pietro il Grande.
La storia, che solo per sommi capi
coincide con La Storia, è quella di questa giovane donna,
sprovveduta di fronte alla vita matrimoniale e a quella di corte,
che però trova il suo percorso e il suo scopo, forte di una mente
aperta, colta e lungimirante, che le permetterà di passare alla
storia come La Grande, da cui il titolo della serie. In dieci
episodi si percorre quindi il cammino di Caterina, da ragazza in
balìa degli eventi a donna consapevole che con uno sparuto gruppo
di sodali porta a compimento il colpo di stato che la vedrà
spodestare l’inetto marito per assumere il controllo della corte e
della nazione.
InThe
Great assistiamo all’ascesa di Caterina di Russia
A chi si aspetta un dramma storico
in costume tradizionale diciamo subito che The
Great è un miscuglio vivace ed originale di toni, e spazia
dalla commedia nera al dramma storico, inserendo nel suo tessuto
delle riflessioni e delle motivazioni che attualizzano gli eventi
narrati, soprattutto in merito al ruolo della donna nella società e
alla sua capacità di essere artefice e consapevole del suo destino,
senza per forza essere al seguito di un uomo.
A firmare la serie c’è Tony
McNamara, già co-sceneggiatore de La Favorita, che porta nello show lo stesso
tipo di linguaggio e di tono visti nel film di Yorgos
Lanthimos. Le dinamiche di potere a palazzo, la corte
bizzarra e violenta, le stranezze e le crudeltà che vengono
rappresentate disorientano di continuo lo spettatore che pensa di
trovarsi al cospetto di una farsa, se non fosse che in altri
momenti i toni diventano drammatici e di tanto in tanto sfiorano
anche il melodramma.
Sempre con grande gusto ed eleganza
nella forma, The Great è una vivacissima rilettura
romanzata di una pagina della Storia interessante e forse non
troppo conosciuta. Nel 2020, raccontare di una donna che cospira
contro suo marito e prevarica il suo imperatore assume i toni di
un’epopea eroica che noi viviamo attraverso gli occhi vibranti di
Elle Fanning, che dà corpo ad una Caterina
intelligente, vivacissima e capace di infervorare gli animi dei
suoi a seguirla in un’impresa apparentemente suicida. Al suo
fianco, nei panni di Pietro III, sciocco, infantile ed inetto
imperatore, un Nicholas Hoult forse mai tanto convincente a
giocare sopra le righe con un personaggio assolutamente
insopportabile, bloccato nell’adolescenza e completamente vittima
del suo ruolo di sovrano e del suo senso di inferiorità rispetto
all’illustre padre, che la Storia infatti ricorda come “il
Grande”.
La grande Storia raccontata con i toni della farsa
Pietro non riuscirà ad eguagliare
la fama e la grandezza del defunto genitore, ma ci riuscirà la sua
consorte, quella Caterina la Grande di Russia di cui parlano i
manuali di Storia e che rappresenta un altissimo modello di sovrana
illuminata, un passaggio necessario verso l’abolizione della
monarchia assoluta nella storia evolutiva della società umana.
The Great è un
divertente miscuglio linguistico, che cede il passo a licenze di
modernità ma che torna costantemente al luogo e alle circostanze
dei fatti, con azioni e battute e che mantiene sempre un’arguzia
nel linguaggio e una finezza nella forma, catturando e stimolando
lo spettatore con grande maestria.