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Star Wars IX: ecco perché non abbiamo visto il Bambino Sensibile alla Forza

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Temirlan Blaev, giovane attore apparso brevemente in Star Wars: Gli Ultimi Jedi, ha spiegato come mai non abbiamo visto il personaggio del Bambino Sensibile alla Forza – apparso alla fine del film di Rian Johnson – ne L’Ascesa di Skywalker, il capitolo finale della trilogia sequel arrivato nelle nostre sale lo scorso dicembre.

Blaev ha avuto una piccola (anche se memorabile) parte ne Gli Ultimi Jedi, facendo la sua apparizione nella scena finale del film ambientata su Cantonica: nella scena in questione, uno dei bambini che avevano aiutato Finn e Rose a fuggire, afferra una scopa con la Forza e scruta speranzosamente nello spazio. La sequenza non ha fatto altro che avvalorare una delle tesi maggiormente sostenute dall’intera mitologia della saga, ossia il fatto che un eroe possa provenire da qualsiasi luogo, al di là della linea di sangue.

Molti fan hanno sperato che il personaggio del Bambino Sensibile alla Forza avrebbe fatto il suo ritorno in Star Wars IX, soprattutto in base al finale di Episodio VIII, in cui abbiamo visto l’Alleanza pronta a rioganizzarsi dall’interno per continuare a combattere il Primo Ordine. Inoltre, il personaggio di Blaev era presente nella sceneggiatura di Episodio IX ad opera di Colin Trevorrow (l’ormai famosa versione mai realizzata del film dal titolo “Duel of the Fates“). Eppure, nel film di J.J. Abrams non c’è alcuna traccia del “Broom Boy” (espressione con cui vengono chiamati i Bambini Sensibili alla Forza nella versione originale).

Il Bambino Sensibile alla Forza “sacrificato” in Star Wars IX per chiudere le storie di personaggi più importanti

Adesso, in una nuova intervista con lo YouTuber Jaime Stangroom, è stato proprio Temirlan Blaev a parlare del suo mancato ritorno in Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, spiegando quanto segue: “Non ne sono sicuro, ma forse la mia storia sarebbe potuta continuare. Forse avremmo potuto vedere come Rey mi avrebbe allenato o come mi avrebbe aiutato in qualche modo. Allo stesso tempo, però, mi sono chiesto: ‘Ero davvero così importante?’. ‘Sono un personaggio importante o sono soltanto un ragazzo… un ragazzo fortunato in una galassia lontana, lontana?’. Molte persone mi hanno spesso chiesto del mio ipotetico ritorno. Io rispondevo sempre che bisognava aspettare e vedere. Ma adesso credo di aver capito perché le cose sono andate come sono andate…”

Considerando tutte le storyline e i personaggi con cui L’Ascesa di Skywalker ha dovuto fare i conti, ha senso che al Bambino Sensibile alla Forza non sia stato assegnato un ruolo di rilievo nel capitolo conclusivo della saga degli Skywalker. Il film doveva necessariamente chiudere le storie di personaggi molto più importanti, come Rey e Kylo Ren, e al tempo stesso reintegrare alcune storiche figure come quella dell’Imperatore Palpatine. L’epilogo de Gli Ultimi Jedi, in realtà, non riguardava effettivamente l’introduzione nella saga del personaggio del “Broom Boy”: si trattava, più che altro, di mostrare come i normali abitanti della Galassia fossero stati ispirati dalle gesta di Luke e come fossero pronti a combattere contro la tirannia del Primo Ordine.

Lucasfilm e il regista J.J. Abrams uniscono ancora una volta le forze per condurre gli spettatori in un epico viaggio verso una galassia lontana lontana con Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente conclusione dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno nuove leggende e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.

Il cast del film comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam Driver, Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi Ackie, Domhnall Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri Russell, Joonas Suotamo, Kelly Marie Tran, con Ian McDiarmid Billy Dee Williams.

MCU: la maggior parte degli eroi verranno presto sostituiti

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MCU: la maggior parte degli eroi verranno presto sostituiti

Avengers: Endgame ha davvero segnato una svolta per il MCU. Per i primi dieci anni, le storie si sono concentrate principalmente sugli “Originali Sei”, ossia sui Vendicatori visti nel primo The Avengers; dopo il finale del cinecomic campione d’incassi di Anthony e Joe Russo, sappiamo che tutto è destinato a cambiare nell’universo condiviso.

Parte di ciò dipende dal fatto che la maggior parte dei membri del cast è arrivata alla fine dei loro contratti, con Robert Downey Jr. e Chris Evans che hanno ufficialmente detto addio ad Iron Man e Captain America con Endgame e con Scarlet Johansson che si appresta a fare lo stesso con Vedova Nera dopo l’uscita in sala di Black Widow.

La domanda che tutti adesso si pongono è la seguente: cosa ci riserverà il futuro dell’Universo Cinematografico Marvel? Sembra che durante la Fase 4 – tra film e serie tv – vedremo nuovi personaggi raccogliere l’eredità di alcune vecchie glorie: ad esempio, sappiamo già che Sam Wilson diventerà il nuovo Captain America nella serie The Falcon and the Winter Soldier e che Jane Foster prenderà il posto di Thor, brandendo il Mjolnir nell’atteso Thor: Love and Thunder.

Di recente, alcune fonti vicine a We Got This Covered – le stesse che avevano anticipato lo sviluppo delle serie dedicate a She-Hulk e Ms. Marvel e l’arrivo della Snyder Cut di Justice League su HBO Max – hanno rivelato che una strategia simile verrà utilizzata anche per gli altri eroi del MCU: ad esempio, l’Ant-Man di Paul Rudd verrà sostituito da sua figlia, l’Occhio di Falco di Jeremy Renner dal personaggio di Kate Bishop e la Vedova Nera della Johansson da Yelena Belova.

Da Black Panther a Hulk, tutti gli eroi che potrebbero essere sostituiti nella Fase 5 del MCU

Ciò dovrebbe accadere nel prossimo futuro, in particolare attorno alla Fase 5: Shuri diventerà la nuova Black Panther di Wakanda, Ironheart prenderà il posto lasciato vuoto nell’universo da Iron Man, Monica Rambeau sostituirà Carol Danvers nei panni di Captain Marvel e She-Hulk subentrerà al Gigante di Giada. Tuttavia, il cambiamento più controverso dovrebbe essere quello legato al personaggio di Peter Parker, che a quanto pare verrà sostituito dall’iterazione di Miles Morales (già esistente nello SpiderVerse della Sony grazie al film d’animazione Spider-Man: Un Nuovo Universo).

Anche se la maggior parte del fandom potrebbe non accogliere bene la maggior parte di questi cambiamenti, la natura dell’Universo Cinematografico Marvel rende quelli stessi cambiamenti inevitabili: gli attori maturano, probabilmente non hanno più voglia di impegnarsi in determinati progetti e nutrono invece interesse nello sperimentare nuove esperienze.

Ad ogni modo, al di là di tutti questi cambiamenti, un sacco di nuovi eroi sono destinati ad entrare a far parte del MCU prossimamente. Già con Gli Eterni entreranno a far parte del quadro tantissimi nuovi eroi dai poteri sconfinati, senza dimenticare che prima o poi ci sarà l’ingresso nell’universo condiviso dei Fantastici Quattro e degli X-Men.

L’amica – recensione del film Netflix con Luisana Lopilato

L’amica – recensione del film Netflix con Luisana Lopilato

I romanzi polizieschi di Florencia Etcheves  riscuotono un buon successo, non solo in Argentina, e il primo film, Perdida – Scomparsa, che Alejandro Montiel trasse da uno di questi nel 2018 fu piuttosto apprezzato. Si seguivano le vicende di una giovane agente di polizia, Emanuela Pelari, interpretata da Luisana Lopilato. A distanza di due anni, il regista tenta di bissare il successo con L’amica – titolo originale La Corazonada – tratto dal romanzo La virgen de tus ojos di Etcheves, un’altra produzione originale Netflix come il precedente, disponibile on demand dal 28 maggio.

Qui si ritorna indietro nel tempo, protagonista una Emanuela alle prime armi, alle prese con un caso non facile e con il suo capo: Francisco Juanez, Joaquín Furriel. Tre sono i casi che si intrecciano: quello delle vergini di Luján, due ragazze scomparse; l’omicidio della diciannovenne Gloriana, Delfina Chaves, le cui indagini coinvolgono la sua migliore amica, e la morte di un ragazzo in bicicletta in uno scontro con una macchina. Per quest’ultimo caso, però, i sospetti cadono proprio sul commissario Juanez, poiché il ragazzo era appena uscito di prigione, dove aveva scontato la sua pena per l’assassinio della moglie del poliziotto. Emanuela allora è chiamata ad indagare sul suo superiore. Una figura enigmatica, che nasconde un segreto.

Le aspettative per un prequel come L’amica e una sceneggiatura sciatta

Cosa è lecito aspettarsi da un prequel? Che approfondisca le tematiche legate al personaggio principale, che lo scandagli facendo scoprire allo spettatore qualcosa di nuovo su di lui, o su di lei, in questo caso la poliziotta Emanuela Pelari, detta “Pipa”. Qui, invece, si sceglie di concentrarsi di più sull’affascinante quanto oscura figura del commissario Juanez, interpretato con innegabile physique du rôle da Joaquín Furriel (Il segreto di una famiglia di Pablo Trapero), che sembra assumere più rilevanza della vera protagonista, ridotta al ruolo di semplice comprimaria.

La sceneggiatura di Mili Roque Pitt, del regista Alejandro Montiel e di Florencia Etcheves si perde poi in ben tre indagini e dunque su tre piani diversi. Sfrutta meccanismi assai noti del genere poliziesco per cercare di interessare lo spettatore, come quello di presentare la vicenda che ruota attorno al commissario Juanez in maniera che di volta in volta chi guarda sia indotto a cambiare opinione su di lui e a credere di essere vicino alla soluzione dell’enigma, per poi ricredersi. I personaggi coinvolti sono molti, molte le storie, troppo il materiale. Se si fosse affollata meno la scena, si sarebbe forse potuto dire qualcosa di più sulla protagonista ed in modo più efficace.

Più che un film, la puntata di una serie tv

Nonostante il tanto materiale messo in campo, il noir risulta piatto, non riesce a sorprendere, non ci sono colpi di scena degni di questo nome. Dunque, il film scorre lento e poco avvincente, piuttosto noioso. Sembra quasi di essere di fronte ad una puntata di una serie televisiva, in cui ci si concentra più sui casi da risolvere, lasciando che lo sviluppo del personaggio principale sia sospeso, in attesa che venga ripreso nelle puntate successive e si dipani, centellinandolo, lungo tutta la durata della serie. Ma qui, purtroppo, siamo di fronte a un film.

Ad uscirne peggio è proprio quella che avrebbe dovuto essere la protagonista, Luisana Lopilato, attrice e modella argentina – nonché moglie di Michael Bublé – che non riesce ad emergere in un ruolo scialbo e inconsistente. Gli attori non possono dunque esprimere il loro potenziale, pur avendo buone capacità.

Un’opportunità persa dunque per Montiel, che costruisce un film lento e senza mordente, lasciando deluse le aspettative del pubblico. De L’amica resta ben poco, se non il fascino di Furriel e dei suoi magnetici occhi chiari.

Alice nella Città, ecco le date della diciottesima edizione

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Alice nella Città, ecco le date della diciottesima edizione

La diciottesima edizione di Alice nella città, sezione autonoma e parallela dedicata alle giovani generazioni, si svolgerà dal 15 al 25 ottobre, in contemporanea con il programma della Festa del Cinema di Roma. Le iscrizioni sono aperte dal  9 marzo sulla piattaforma filmfreway. Le iscrizioni sono possibili fino al 3 Agosto 2020 sia per il concorso lungometraggi che per il concorso cortometraggi.

Ad un anno dalla sua scomparsa viene lanciato da Alice nella città in collaborazione con cinemotore nuovamente il contest aperto ad un giovane talento della fotografia per l’assegnazione della  Borsa di Studio intitolata a Pietro Coccia.

Per questo, da  lunedì 15 giugno, i ragazzi tra i 15 ai 24 anni amanti della fotografia potranno mandare all’email e con oggetto «Borsa di Studio Pietro Coccia» una breve descrizione di massimo una pagina (in formato word) raccontando quanto sia importante per loro la fotografia insieme ad una breve biografia indicando nome, cognome, residenza, recapito telefonico e data di nascita.

Al fine della conformità della richiesta, è necessario inoltre inviare 3 foto che il candidato ritiene rappresentino il suo desiderio di fare fotografia, le foto quindi alle quali si è più legati che rappresentano il proprio stile o talento (foto non di sé stessi ma scattate in giro per passione o per lavoro). Una giuria qualificata coordinata da Alice nella città in collaborazione con il fotografo Fabio Lovino deciderà il talento della fotografia al quale verrà assegnata la Borsa di Studio Pietro Coccia che prevede, oltre che l’accredito culturale lo stage durante la prossima edizione del festival, un attestato e 1000 euro da utilizzare  per fini di studio della fotografia o per l’acquisto di attrezzature fotografiche.

Ecco come potrebbe essere Dafne Keen nei panni di “nuova Wolverine”

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Il muscoloso Wolverine che conosciamo e amiamo, interpretato da Hugh Jackman, potrebbe essere stato eliminato dalla continuità cinematografica in Logan, ma ciò non significa che non possa tornare nella trama dei futuri film del MCU che parleranno di X-Men. Sappiamo che un ritorno dell’attore è improbabile, anche se ancora è possibile un cameo. Ciò significa che la Marvel potrebbe già essere alla ricerca di un sostituto per il ruolo, soprattutto alla luce del fatto che i Marvel Studios, stando ai rumors, vorrebbero che Spider-Man e Wolverine fossero i volti futuri del franchise.

In effetti, alcuni fan sperano che il prossimo mutante a brandire gli artigli di adamantio sia un attore che abbiamo già visto in un film Marvel. Si tratta proprio della giovane Dafne Keen, che ha interpretato il ruolo di X-23 in Logan, che sarebbe la persona perfetta per ereditare il ruolo. L’attrice è molto amata nel ruolo di Laura, ed è sufficientemente giovane per adattarsi ad un nuovo corso degli X-Men, quando la Disney deciderà di farli tornare in campo sotto al cappello della Marvel.

E se Dafne Keen fosse la prossima Wolverine?

La fan art di seguito è stata creata da Fajareka Setiawan e se avessimo bisogno di ulteriori prove del fatto che sia una buona idea lasciare il ruolo nelle mani di Dafne Keen, è probabile che questa fanart fugherà ogni dubbio. L’artista ha scelto persino di farle indossare il costume iconico, sembra quindi perfettamente in parte!

Keen si adatterebbe perfettamente anche alle nuove facce introdotte nel MCU con The New Mutants. Si spera che il film vada bene nonostante il suo cammino travagliato e un’uscita in sala che dovrebbe essere confermata il 28 agosto 2020.

Ovviamente, ci sono m olti elementi imprevedibili in gioco nella struttura dei film della Marvel dopo Avengers: Endgame, con la quasi totalità degli eroi protagonisti usciti di scena. Colmare le lacune con nuovi eroi è sicuramente il piano d’attacco di Kevin Feige e Keen può essere un tassello importante in questo scenario.

Curon: recensione della serie Netflix

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Curon: recensione della serie Netflix

Il campanile di Curon, sommerso nel lago di Resia, nella valle allagata negli anni ’50, fa da sfondo e quasi da guardiano alle inquietanti vicende raccontate nell’omonima serie Netflix, in sette episodi e disponibile dal 10 giugno sulla piattaforma. Produzione tutta italiana, della quale il gigante dello streaming sembra andare molto fiero, la serie è stata creata e scritta da Ezio Abbate, Ivano Fachin, Giovanni Galassi e Tommaso Matano e diretta da Fabio Mollo e Lyda Patitucci.

La trama di Curon ruota intorno ad Anna, che dopo 17 anni, torna nel paese natio con i due figli gemelli adolescenti, Mauro e Daria. Sembra in fuga da qualcosa, ma allo stesso tempo sembra andare verso un passato misterioso, un tremendo incubo che la tiene sveglia da 17 anni, legato alla tragica morte della madre e ad una oscura eredità familiare che minaccia di portare la sciagura in tutta la valle.

Premesse accattivanti, esito incerto

CuronCuron serie tv netflix 2020Le premesse di Curon sono accattivanti, la location suggestiva, i personaggi tormentati, c’è la promessa di assistere ad una storia dai contorni spaventosi che affonda le sue radici in un luogo reale, eppure la nuova serie italiana originale Netflix si rivela una delusione. Dallo sviluppo della storia, fino alla costruzione delle atmosfere, alla direzione degli attori, quello che aleggia su Curon è uno “spirito di amatorialità”. La serie è estremamente debole in tutti i suoi elementi strutturali nonostante l’impegno produttivo e la fiducia nel progetto.

La scrittura, affidata a Ezio Abbate, si snoda su un percorso che tocca ogni possibile cliché e luogo comune, con svolte annunciate, risoluzioni previste e un finale che, per quanto propositivo verso il futuro e una nuova stagione, sembra denunciare la mancanza di una visione di insieme della storia, l’assenza di un punto di arrivo per la risoluzione di tutti i misteri messi nel piatto.

Curon ruota intorno al tema del doppio

Il tema del doppio su cui si fonda tutta la storia è un veicolo archetipico di orrore, nel senso che molti racconti di genere sono proprio basati sull’esistenza di una duplicità nell’uomo (da cui la storia del lupo bianco e del lupo nero in ognuno di noi), una dicotomia tra ciò che siamo e ciò che vorremmo essere, tra l’istinto e il controllo. Sono tutti elementi che sfruttati bene contribuiscono a creare le premesse per arrivare al punto di rottura in cui questi “due noi” si scontrano. Ebbene, in Curon si perde totalmente il senso del conflitto, della tensione tra le parti, e subentra invece un tono difficile da definire, con ritmi blandi ed atmosfere che non riescono per niente a restituire le intenzioni, che siamo sicuri essere nobili, degli autori.

Curon serie tv netflix 2020

Gran parte di questo fallimento nel costruire atmosfere adeguate al genere di riferimento è attribuibile all’utilizzo apparentemente insensato della musica. Il contrappunto musicale è senza dubbio uno strumento raffinato e spesso utilizzato con grande felicità sia al cinema che in tv, ma in Curon quello che dovrebbe essere un contrappunto musicale è così insistito e confuso che disorienta lo spettatore senza sortire alcun effetto se non quello di allontanare emotivamente lo spettatore stesso da quanto sta accadendo.

Il cast, tra volti navigati e giovani di belle speranze

Per quanto riguarda gli attori coinvolti, la serie presenta una certa varietà di volti interessanti, sia tra gli interpreti più navigati che trai giovani che popolano la parte più vivace e coinvolgente della storia, ovvero quella dedicata alla nuova generazione che si confronta con la maledizione di Curon e del campanile sommerso. Tra questi, spiccano Luca Lionello, nei panni del tormentato nonno Thomas, e Luca Castellano, che invece interpreta Lukas, adolescente introverso che deve fare i conti, letteralmente, con tutta l’oscurità che è dentro di lui e che tenta di reprimere.

Proprio la componente teen di Curon offre gli spunti migliori, nonostante la serie poi non li sviluppi al meglio. Gli adolescenti sono quelli che per definizione cercano una propria identità e tutti i giorni si trovano di fronte alla decodificazione del mistero che è questa terribile eppure meravigliosa età di passaggio. Tuttavia la mancanza di autenticità nel loro dialoghi e nei loro gesti mette un muro tra i personaggi e il fruitore, una patina posticcia che ricopre tutta la serie e che, in ogni momento, le impedisce di arrivare al cuore dello spettatore.

Curon serie tv netflix 2020

Le buone intenzioni non bastano

La triste impressione, guardando Curon di Netflix, è che nonostante le buone intenzioni, tutto il progetto sia stato realizzato con sufficienza e approssimazione, spogliando di fascino persino le sontuose ambientazioni naturali che fanno da sfondo alla vicenda. Dopo Luna Nera, la produzione Netflix Italia tenta di nuovo di percorrere la strada del thriller fantastico con declinazioni horror, ma fallisce nell’intento di regalare brividi e intrattenimento. Curon è fiacca, scontata e non riesce a sfruttare al meglio i volti e i luoghi che ha a disposizione, per colpa di una scrittura sciatta e di una messa in scena approssimativa.

 

Sonequa Martin-Green: 10 cose che non sai sull’attrice

Sonequa Martin-Green: 10 cose che non sai sull’attrice

Celebre per il ruolo di Sasha nella celebre serie The Walking Dead, l’attrice Sonequa Martin-Green si è ad oggi distinta per il suo carisma, affermandosi poi anche grazie al coraggio di lasciare il titolo che l’ha resa famosa in cerca di nuovi stimoli e progetti. Ad oggi è protagonista di Star Trek: Discovery, grazie al quale ha potuto raggiungere e conquistare nuovi spettatori.

Ecco 10 cose che non sai di Sonequa Martin-Green.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Sonequa Martin-Green star trek

Sonequa Martin-Green: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri serie per la televisione. Dopo una prima notorietà ottenuta con titoli come Army Wives – Conflitti del cuore (2009), The Good Wife (2009-2011), e Goosip Girl (2011), con Blake Lively, l’attrice ottiene grande popolarità grazie al ruolo di Sasha Williams in The Walking Dead, con gli attori Lauren Cohan e Norman Reedus. Recita in questa fino al 2018, per poi diventare protagonista della serie di fantascienza Star Trek: Discovery, dove dal 2017 ricopre il ruolo di Michael Burnham.

9. Ha preso parte ad alcuni film. L’attrice è comparsa in diverse occasioni in piccole produzioni indipendenti per il cinema, con Blind Thoughts (2008), Toe to Toe (2009), Rivers Wash Over Me (2009), Yelling to the Sky (2011), Shockwave Darkside (2014) e Natale, folle Natale (2019). Prossimamente, invece, parteciperà all’atteso film Space Jam: A New Legacy (2021), con LeBron James e Don Cheadle.

Sonequa Martin-Green è su Instagram

8. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram, con un profilo seguito da 1,2 milioni di persone. All’interno di questo è solita condividere immagini relative alla sua famiglia, ai suoi momenti di svago e a curiosità a lei legate. Non mancano poi anche diversi post relativi a problematiche sociali e politiche.

7. Promuove il suo lavoro tramite il social. Instagram è ormai un ottimo canale per la promozione dei propri progetti. L’attrice non manca infatti di sfruttare tale potenziale, condividendo immagini o video relativi ai propri progetti da interprete, come anche foto di cerimonie a cui ha preso parte o immagini di backstage dei set a cui ha preso parte.

Sonequa Martin-Green: chi è suo marito

6. Ha sposato un suo compagno di recitazione. Durante un corso di recitazione frequentato al teatro di Princeton, nel New Jersey, l’attrice intraprende una relazione con l’attore Kenric Green. La coppia annuncia poi le nozze nel 2010, e nel 2015 dà alla luce il primo figlio. Della famiglia si possono ritrovare diverse foto sul profilo Instagram dell’attrice.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Sonequa Martin-Green The Walking Dead

Sonequa Martin-Green in The Walking Dead

5. Ha continuato a recitare mentre era incinta. Durante le riprese della quinta stagione di The Walking Dead, l’attrice ha dovuto trovare il modo di gestire la sua gravidanza, affinché questa non interferisse con il lavoro da svolgere. Per nascondere la pancia, dunque, decise di ricorrere ad ampi vestiti e armi da fuoco più grandi, con le quali poteva far passare inosservato il suo stato.

4. Il suo personaggio è stato scritto appositamente per lei. Inizialmente l’attrice aveva sostenuto il provino per la parte di Michonne. Pur non risultando idonea, ai produttori piacque così tanto la sua personalità che decisero di scrivere da zero un personaggio pensato esclusivamente per lei. Sasha Williams, infatti, non è presente nella graphic novel di riferimento.

Sonequa Martin-Green in Star Trek: Discovery

3. Non era una grande fan della serie. Nell’entrare a far parte della celebre saga di fantascienza, l’attrice ha dichiarato di non aver mai realmente seguito Star Trek nel corso delle sue serie o film, al contrario ha affermato di non essere mai riuscita a terminare un episodio di questa. Ciò non le ha però impedito di trovarsi a suo agio nella nuova serie di cui è protagonista, ma che anzi le ha permesso di entrare in contatto con una realtà fino a quel momento a lei semi sconosciuta.

Sonequa Martin-Green in C’era una volta

2. Non rimpiange la morte del suo personaggio. L’attrice ha preso parte alla seconda stagione di C’era una volta, con Jennifer Morrison, ricoprendo il ruolo di Tamara. Il percorso del personaggio si interrompe tuttavia con la sua morte, ma l’attrice ha affermato di non averne sofferto. Particolarmente credente, è infatti convinta che se le cose succedono evidentemente doveva andare così.

Sonequa Martin-Green: età e altezza

1. Sonequa Martin-Green è nata a Russellville, in Alabama, Stati Uniti, il 21 marzo 1985. L’attrice è alta complessivamente 164 centimetri.

Fonte: IMDb

Simon Baker: 10 cose che non sai sull’attore

Simon Baker: 10 cose che non sai sull’attore

Noto attore televisivo, Simon Baker ha negli anni costruito una carriera di tutto rispetto, prendendo parte a titoli televisivi di grande successo, grazie ai quali si è messo in mostra come interprete dal grande carisma. Attivo anche al cinema, dove ha recitato per film di particolare successo, Baker continua tutt’oggi a mantenere un notevole status all’interno dell’industria.

Ecco 10 cose che non sai su Simon Baker.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Simon Baker the mentalist

Simon Baker: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato per celebri lungometraggi. L’attore debutta sul grande schermo con il film L.A. Confidential (1997), con Guy Pearce. Successivamente continua ad ottenere fama grazie a titoli come Cavalcando col diavolo (1999), di Ang Lee, Pianeta rosso (2000), Adolescenza inquieta (2004), The Ring 2 (2005), La terra dei morti viventi (2005) e Il diavolo veste Prada (2006), con Meryl Streep. Entra poi a far parte del cast di Tutti i numeri del sesso (2007), The Lodger – Il pensionante (2008), The Killer Inside Me (2010), con Casey Affleck, Margin Call (2011), con Kevin Spacey, A prova di matrimonio (2013), Qui e ora (2018) e High Ground (2020).

9. È noto per i suoi ruoli televisivi. Dopo aver ottenuto un’iniziale notorietà grazie alla soap opera Home and Away (1993-1994), l’attore diventa particolarmente popolare grazie al personaggio di Nick Fallin, protagonista di The Guardian, serie di stampo giudiziario andata in onda dal 2001 al 2004. In seguito, diventa ancor più una celebrità grazie alla serie The Mentalist, dove recita nel ruolo di Patrick Jane dal 2008 al 2015.

8. H ottenuto importanti riconoscimenti. Grazie alle serie The Guardian e The Mentalist, l’attore è diventato una vera e propria celebrità nel panorama statunitense. Per queste serie è infatti stato nominato due volte, nel 2002 e nel 2010, come miglior attore in una serie TV drammatica. È poi stato candidato come miglior attore protagonista di una serie ai premi SAG Awards e Emmy Awards. Nel 2013 ha invece ricevuto la sua stella sulla celebre Hollywood Walk of Fame.

Simon Baker: chi è sua moglie

7. È sposato con un’attrice. L’attore è particolarmente riservato circa la sua vita privata, e per questo motivo ha inizialmente mantenuto segreto il suo matrimonio con l’attrice Rebecca Rigg, avvenuto nel 1996. Dopo l’annuncio ufficiale, la coppia ha comunque continuato a mantenere alto il muro della privacy sulla propria vita sentimentale.

6. Hanno avuto tre figli. La coppia ha avuto tre figli, il primo dei quali nato nel 1993, prima del loro matrimonio. In seguito, diedero alla luce Calude Blue nel 1999 e Harry Friday nel 2001. Per loro l’attore ha chiesto alle attrici Naomi Watts e Nicole Kidman, sue grandi amiche, di fargli da madrine.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Simon Baker moglie

Simon Baker in The Guardian

5. Ha diretto un episodio della serie. Con la serie The Guardian, Baker ha potuto mettere alla prova anche altre sue qualità oltre a quella recitativa. Si è infatti occupato della regia del diciottesimo episodio della seconda stagione, intitolato My Aim Is True. Per lui si è trattato della prima esperienza in qualità di regista, esperienza che dichiarò di voler ripetere in futuro.

4. È rimasto affascinato dal ruolo. In The Guardian, l’attore veste i panni di un avvocato condannato per droga ai servizi sociali, scontando la pena presso una comunità di servizi legali. Baker ha raccontato di essere rimasto particolarmente attratto dal ruolo mentre leggeva la sceneggiatura del primo episodio. In particolare, era affascinato da come un uomo di legge potesse nascondere certi contraddittorie sfumature.

Simon Baker in The Mentalist

3. Ha prodotto parte della serie. Particolarmente legato alla serie, l’attore decise di vestire per essa anche il ruolo del produttore. Baker ha infatti contribuito alla produzione di ben 57 episodi tra il 2012 e il 2015, acquisendo così un ulteriore peso all’interno del progetto. Per lui era la prima volta da produttore, ed ha affermato che non avrebbe svolto tale ruolo se non fosse stato così legato alla serie.

2. Si è ispirato ad un celebre detective. Per dar vita al mentalista consulente di un’agenzia di investigazione, l’attore si è particolarmente ispirato al personaggio di Sherlock Holmes, trovando che le capacità di osservazione, intuizione e deduzione del suo personaggio fossero simili a quelle del celebre investigatore della letteratura. Solo in seguito venne a sapere che Holmes era una delle fonti di ispirazione anche per gli autori della serie.

Simon Baker: età e altezza

1. Simon Baker è nato a Launceston, in Tasmania, Australia, il 30 luglio 1969. L’attore è alto complessivamente 179 centimetri.

Fonte: IMDb

Justice League: 10 cose che vorremmo vedere in un eventuale reboot

Il prossimo anno, su HBO Max, arriverà finalmente – per la gioia di tutti i sostenitori di Zack Snyder, la Snyder Cut di Justice League, ossia la versione del cinecomic così come inizialmente concepito dal regista. Ma cosa accadrebbe se un giorno la Warner Bros. decidesse di realizzare un reboot della Justice League? Quali personaggi o avvenimenti non potrebbero assolutamente mancare? CBM ha provato a raccogliere 10 cose che in un eventuale reboot dedicato alla squadra devono necessariamente esserci…

La Torre di Guardia

La cosa che distingue davvero la Justice League dagli Avengers è il fatto che i suoi membri sono visti come esseri quasi simili a Dio, qualcosa di comprensibile se si considera quanto sono potenti. Tenendo ciò bene a mente, avrebbe perfettamente senso vedere in un film la base che orbita attorno alla Terra dalla quale operano.

Non solo sarebbe un bel modo di alludere al modo in cui questi eroi sono visti dal grande pubblico, ma sarebbe anche uno spettacolo visivamente sbalorditivo, con il team di supereroi che utilizza il Boomdotto per viaggiare tra la Torre di Guardia e la Terra.

Batman contro la Justice League

Questo potrebbe essere uno spunto molto interessante per un’eventuale terza parte del reboot o magari per una scena post-credits. Essendo Batman l’unico eroe della squadra non dotato di poteri sovrumani, in molti potrebbero ritenere quasi “stonata” la sua presenza all’interno del team, arrivando addirittura a considerarlo non così importante ai fini della risoluzione di una determinata missione.

In un run a fumetti, abiamo visto Ra’s Al Ghul rubare i piani di Batman per abbattere la Lega e, successivamente, usarla contro di loro: il tipo di conflitto che una storyline del genere potrebbe creare sarebbe indubbiamente affascinante da un punto di vista cinematografico…

I membri della squadra

La Justice League di Zack Snyder era composta principalmente da eroi provenienti dall’era “The New 52” (“I Nuovi 52”, in italiano”). In un eventuale reboot, al fianco degli immancabili Batman, Superman e Wonder Woman sarebbe interessante vedere anche personaggi che sul grande schermo non abbiamo mai visto o che non abbiamo mai visto in azione al fianco dei loro “colleghi”.

Tra questi figurano sicuramente Lanterna Verde (preferibilmente nell’incarnazione di John Stewart), ma anche Shazam, Black Canary e Hawkman… tutti personaggi che sarebbero certamente in grado di apportare una serie di affascinanti dinamiche alla storia.

Il Sindacato del Crimine

Ci sono state diverse versioni del Sindacato del Crimine nel corso degli anni: per una questione semplicistica, la versione che forse meglio si sposerebbe con un eventuale reboot di Justice League è quella relativa all’era “The New 52”.

Tale versione del Sindacato proviene dalla Terra-3, una versione alternativa del nostro pianeta in cui governa il male. Dopo aver invaso la realtà della Justice League per provare a contenere una gigantesca minaccia, il Sindacato si occupa di rimodellare gli eroi sulla base alle loro controparti “cattive”, con le dinamiche tra i vari membri del team che si rivelano tanto avvincenti quanto terrificanti.

Lex Luthor si unisce alla Justice League

Nei fumetti è Lex Luthor, insieme ad un team di supercriminali, che abbatte il Sindacato del Crimine. Anzi: è proprio questo avvenimento che spinge il ricco e potente magnate ad entrare a far parte della Justice League.

Dopo aver inizialmente rifiutato l’ingresso nel team, Luthor – che ha scoperto che Bruce Wayne è in realtà Batman – usa quest’informazione per ricattarli, con la Lega che giura di tenerlo d’occhio nella speranza di poterlo sconfiggere una volta per tutte.

La morte di Batman

Nei fumetti, l’apparente morte di Batman arriva quando il Crociato viene costretto ad infrangere la sua unica regola e ad usare una pistola per eliminare Darkseid, prima che questi conquisti la realtà. Purtroppo, il villain riesce ad eliminarlo nello stesso identico momento.

In seguito apprenderemo che Batman, in realtà, non è morto: è stato rimandato indietro nel tempo e ha poi dovuto combattere per tornare nel presente. In un eventuale reboot cinematografico di Justice League, potrebbe essere la stessa squadra a tornare indietro nel tempo per andare alla ricerca del Cavaliere Oscuro.

La miniserie Kingdome Come

E se la Warner Bros. decidesse di adottare un approccio sostanzialmente diverso per un nuovo film dedicato alla Justice League? Invece di ambientarlo nel presente, la major potrebbe decidere di focalizzarsi su un futuro molto diverso per la squadra…

Prendiamo ad esempio “Kingdome Come“, la miniserie a fumetti di Mark Waid e Alex Ross: la miniserie è ambientata in un futuro in cui la maggior parte dei supereroi dell’Universo DC che conosciamo si sono ritirati e sono scomparsi. Una nuova generazione ha preso il sopravvento: lo scontro con Superman, Wonder Woman, Batman e gli altri supereroi della “vecchia guardia” è quindi inevitabile! Si tratta di una run bellissima, dai contorni epici, che meriterebbe sicuramente un film.

Darkseid

Darkseid tornerà ufficialmente nella Snyder Cut di Justice League, dopo essere stato sostituito nella versione cinematografica da Steppenwolf. Si tratta di uno dei personaggi più potenti – e cattivi – dell’Universo DC. Proveniente da Apokolips, usa un esercito di Parademoni nella sua lotta all’eliminazione del libero arbitrio dal pianeta Terra, per cercare di rimodellarlo a sua “immagine e somiglianza”.

Nei fumetti, Darkseid arriva sulla Terra nell’era “The New 52”, cosa che porterà alla ri-formazione della Justice League. Si tratta di una premessa assolutamente interessante che potrebbe rappresentare un’ottima base da cui partire per un eventuale reboot, nonostante siano numerose le storie che coinvolgono “il Tiranno” che potrebbero essere utilizzate per un ipotetico riavvio cinematografico.

Justice League/Avengers

Se la Warner Bros. e i Marvel Studios dovessero mai fare squadra un giorno per unire cinematograficamente i loro franchise, sarebbe un evento storico, senza precedenti. La cosa potrebbe certamente accadere, anche se non nell’immediato, a causa delle innumerevoli complicazioni legali e finanziarie che un accordo/partnership del genere comporterebbe.

In realtà, diversi anni fa è stato realizzato un crossover a fumetti che ha visto proprio le due squadre di supereroi – la Justice League e gli Avengers – incontrarsi, con fantastiche iterazioni come Batman e Captain America che combattevano insieme, o l’immagine – rimasta ancora oggi iconica – di Superman che brandisce il martello di Thor e lo scudo di Cap.

La morte di Superman

Sebbene la morte di Superman non appartenga propriamente alla storyline fumettistica della Justice League, ma a quella singola dell’eroe kryptoniano, la Lega ha comunque svolta un ruolo importante durante la dipartita dello storico eroe. Mentre Zack Snyder è stato parecchio precipitoso nell’utilizzo dell’avvenimento sul grande schermo, un eventuale riavvio dovrebbe forse calibrare bene quando e soprattutto come utilizzare una delle storie più potenti dei fumetti.

Quando l’Uomo d’Acciaio si scontra con Doomsday, ne consegue un’epica battaglia che coinvolge tutta la città di Metropolis e che termina con Superman che riesce a sconfiggere il suo nemico ma che purtroppo muore alla fine dello scontro. Snyder ha dimostrato di amare il materiale di partenza, ma in realtà non ha regalato al pubblico lo scontro che i fan speravano di vedere, senza riuscire a sfruttare a pieno il coinvolgimento della Justice League nella morte di Superman.

Via Col Vento: HBO Max ritira momentaneamente il film dal catalogo

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A meno di due settimane dal lancio, HBO Max ha rimosso Via Col Vento dalla sua offerta di streaming. È una mossa che sicuramente non passa inosservata, data la popolarità e lo status del film, il più alto incasso della storia del cinema con l’adeguamento dell’inflazione.

HBO Max ha diffuso un comunicato che dice:

Via Col Vento è un prodotto del suo tempo e raffigura alcuni dei pregiudizi etnici e razziali che, purtroppo, sono stati all’ordine del giorno nella società americana. Queste rappresentazioni razziste erano sbagliate allora e lo sono oggi, e abbiamo ritenuto che mantenere questo titolo senza una spiegazione e una denuncia di quelle rappresentazioni sarebbe irresponsabile.

Queste rappresentazioni sono certamente in contrasto con i valori di WarnerMedia, quindi quando restituiremo il film a HBO Max, tornerà con una discussione sul suo contesto storico e una denuncia di quelle stesse rappresentazioni, ma sarà presentato come è stato originariamente creato, perché altrimenti sarebbe lo stesso che affermare che questi pregiudizi non sono mai esistiti. Se vogliamo creare un futuro più giusto, equo e inclusivo, dobbiamo prima riconoscere e comprendere la nostra storia.

Lunedì, lo sceneggiatore e regista John Ridley (12 anni schiavo), vincitore del premio Oscar, ha chiesto la rimozione del film da HBO Max, dicendo “Non si tratta solo di “non essere all’altezza” per quanto riguarda la rappresentazione. È un film che glorifica il sud del periodo precedente alla guerra. È un film che, quando non ignora del tutto gli orrori della schiavitù, si sofferma su alcuni degli stereotipi più dolorosi delle persone di colore.”

In effetti, il film del 1939 non sta invecchiando bene in un’era di proteste contro la brutalità della polizia e l’ingiustizia razziale. L’epopea della Guerra Civile ambientata nel Sud degli Stati Uniti ritrae gli schiavi per lo più felici della loro sorte e fedeli ai loro proprietari fino alla fine. Riduce anche – se non elimina del tutto – gli orrori della schiavitù, romanticizzando la sofferenza della protagonista, Rossella O’Hara, interpretata da Vivien Leigh, prima, durante e dopo la guerra civile.

Continua Ridley: “È un film che romanticizza la Confederazione in un modo che continua a dare legittimità all’idea che il movimento secessionista fosse qualcosa di più, o meglio, più nobile di quello che era – una sanguinosa insurrezione per mantenere il “diritto” di possedere, vendere e comprare esseri umani.”

Via Col Vento ha vinto 8 Oscar competitivi, incluso il primo Oscar mai assegnato a una persona di colore. Quella statua è andata a Hattie McDaniel per il suo ruolo della fedele schiava domestica Mammie. È stato anche premiato come Miglior film; Miglior regista; Migliore attrice protagonista; Miglior sceneggiatura; Migliore fotografia, colore; Miglior montaggio cinematografico e Migliore direzione artistica. L’AFI ha classificato Gone With the Wind come il quarto miglior film mai realizzato nella sua lista dei 100 migliori film di tutti i tempi.

Fonte: Deadline

Ema di Pablo Larraìn: dal 13 giugno su Mio Cinema

Ema di Pablo Larraìn: dal 13 giugno su Mio Cinema

Dopo la presentazione alla Mostra D’Arte Cinematografica di Venezia, EMA di Pablo Larrain sarà presentato in anteprima assoluta su Miocinema. Appuntamento sabato 13 giugno alle ore 21.00: ad introdurre il film sarà Pablo Larrain, regista cileno che ha sorpreso e incantato i festival e la critica di tutto il mondo con film come Tony ManeroPost Mortem, NoEl Club, Neruda e Jackie.

Insieme a lui Alberto Barbera, direttore della Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, che ha presentato in anteprima alcuni dei suoi film, tra cui EMADopo la presentazione, visibile gratuitamente sul sito e sulla pagina Facebook di Miocinema, partirà la proiezione a pagamento del film (visibile e non replicabile oltre la mezzanotte del 14 Giugno).

Ema, la recensione del film di Pablo Larraìn

Dopo la parentesi Jackie, Pablo Larraín torna a girare in Cile, a Valparaíso, dove la sua protagonista vaga per le strade alla ricerca di storie d’amore e pacificazione.

Ema è una giovane ballerina di reggaeton (una sorprendente Mariana Di Girolamo) che decide di separarsi dal coreografo Gastón (Gael García Bernal) dopo aver rinunciato a Polo, bambino avuto in adozione che però non sono stati in grado di crescere. Ema ha però un piano segreto per riprendersi tutto ciò che ha perduto.

Un film feroce e tenero al tempo stesso, sensuale e duro, disperato e pieno di speranza, che è al contempo melodramma e thriller. Certamente in grado di sorprendere fino alla fine. Distribuito da Movies Inspired, il film uscirà nelle sale italiane il 2 Settembre, giorno di inaugurazione della Mostra internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

Intervista a Pablo Larraìn, regista di Ema

Ad accompagnare l’anteprima di EMA, Miocinema omaggia Pablo Larrain inserendo da sabato 13 giugno nella sua programmazione:

Neruda (2016)

Jackie (2016)

Il club (2015)

No – I giorni dell’arcobaleno (2012)

Judd Apatow lavorerà ad un documentario sul comico George Carlin

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Apprendiamo grazie al Boston Globe (via Empire Magazine) che Judd Apatow, regista e sceneggiatore americano noto per 40 anni vergine, Questi sono i 40 e Un disastro di ragazza, è al lavoro su un documentario dedicato a George Carlin, il celebre comico, attore e sceneggiatore statunitense, scomparso nel 2008.

“Sto per iniziare a lavorare con il mio partner Michael Bonfiglio ad un documentario dedicato a George Carlin”, ha rivelato Apatow al Boston Globe. “Non vedo l’ora di guardare un sacco di interviste rilasciate da Carlin e di speciali a lui dedicati. Penso che questo lavoro si trasformerà per me in qualcosa di davvero profetico.”

George Carlin era celebre per il suo atteggiamento irriverente e le sue osservazioni sul linguaggio, la psicologia e la religione. Nel corso della sua carriera è divenuto celebre anche per aver affrontato nei suoi show diversi argomenti considerati tabù negli Stati Uniti: la sua scenetta “Seven Dirty Words” (“Sette parole volgari”) degli anni ’70, fu al centro di una sentenza della Corte Suprema americana a seguito della quale il governo venne autorizzato a regolamentare il contenuto delle trasmissioni pubbliche per evitare l’uso di linguaggio considerato volgare sia alla radio che alla tv. Dopo Richard Pryor, Carlin è universalmente riconosciuto come il più grande comico statunitense di tutti i tempi.

Il documentario sul comico George Carlin ad opera di Judd Apatow potrebbe arrivare su HBO

Al momento non sappiamo ancora a quale network o piattaforma di streaming sarà destinato il documentario, ma considerata la lunga storia di Carlin con la HBO (il comico realizzò ben 14 speciali per il network), è molto probabile che sarà proprio l’emittente statunitense ad accaparrarsi il progetto. Inoltre, già in passato un altro documentario di Apatow, The Zen Diaries of Garry Shandling del 2018, venne prodotto proprio dalla HBO.

L’ultimo film diretto da Judd Apatow è Il re di Staten Island, film che narra la vita romanzata dell’attore e comico statunitense Pete Davidson, anche co-atore della sceneggiatura semi-autobiografica. Il film uscirà direttamente on demand il prossimo 12 giugno.

Michael Mann: il regista che indaga nelle “menti criminali”

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Michael Mann: il regista che indaga nelle “menti criminali”

Michael Mann è stato uno sperimentatore di generi nella sua carriera registica. Americano di nascita studia alla London’s International Film School di Londra e tornando negli States si dedica alla regia documentaristica e alle problematiche sociali che inquadra e analizza nei primi cortometraggi come “Jaunpuri” del 1971 e “17 Days Down the Line” del 1972. Si dedica al cinema curando la regia di “The Jericho Mile” del 1979, con il quale vince un Emmy Award e il premio della Director’s Guild of America per la miglior regia.

Il film d’esordio racconta la storia di un detenuto che corre per combattere i pregiudizi dei giudici che non l’hanno accettato alle Olimpiadi. Realizzato e montato senza “voce off” con Mann che lascia parlare i personaggi duri e pieni di rabbia che cercano di ritrovare una loro dimensione nella quotidianità del carcere, multiculturale ma forzato luogo d’incontro. Gira il primo film “Strade Violente” nel 1981. E’ il suo primo film proiettato in sala, dai toni drammatici e noir, indaga sui tormenti interiori di un ladro indeciso sulla sua vita futura perché innamorato della donna che potrebbe cambiarlo per sempre. “La fortezza” nel 1983, è un’opera psico-thriller ambientata ai tempi del Nazismo, nato da un adattamento di romanzo fanta-horror con sequenze di musica rock e dialoghi filosofico-moralisti, è un film particolarmente riuscito per gli effetti scenografici e l’ottima cura della fotografia.

In seguito scrive la sceneggiatura di alcuni episodi delle due serie poliziesche di successo: “Starsky & Hutch” e “Miami Vice” attraverso le quali riscrive completamente il concetto di serialità introducendo anche le soundtrack caratteristiche riconoscibili dei telefilm cult anni ’80. Ispirato da registi come Melville e Huston, viene considerato l’erede del cinema classico dei grandi geni del cinema: Martin Scorsese, Francis Ford Coppola e Brian De Palma. Compie il passo verso la svolta nel 1986 quando presenta “Manhunter” tratto dal romanzo “Red Dragon” di Thomas Harris; il film racconta per la prima volta gli effetti che produce il male estremo attraverso le pazzie della mente perversa e disturbata del dottor Hannibal Lecter, psicologo-cannibale, personaggio che passerà alla storia, pochi anni dopo, con la straordinaria interpretazione di Anthony Hopkins ne “Il silenzio degli innocenti”.

Nel 1992 gira “L’ultimo dei Mohicani” trattando la guerra anglo-francese dell’America del Nord mentre torna al noir con “Heat” nel 1995, uno dei suoi film capolavoro, che vede protagonisti Jon Voight, Ashley Judd con Natalie Portman agli esordi, e per la prima volta nella stessa scena due numeri uno della cinematografia modiale: Robert De Niro e Al Pacino. La colonna sonora di “Heat” è da segnalare per la sua intensità con composizioni di Elliot Goldenthal, Brian Eno, Einstürzende Neubauten, Terje Rypdal, Moby. Un gran bel film è “Insider – Dietro la verità” del 1999 con Russell Crowe, candidato all’Oscar come miglior attore protagonista. E’ un film “da camera” che cerca di svelare i segreti dietro le multinazionali del tabacco, gli illeciti e le truffe. Nel 2001 racconta la parabola esistenziale del pugile campione del mondo Cassius Clay, nel film “Alì” interpretato da un sorprendente Will Smith. Il film rivela la sensibilità e la grandezza dell’uomo Alì che combatte contro tutto quello che non rappresenta la sua filosofia di vita; poche sequenze con incontri di boxe tra tutti ricordo intense sequenze hanno un potente impatto emotivo. Su tutte le scene mi ha colpito molto il finale.

Il genere “thriller metropolitano” lo riporta a realizzare “Collateral” nel 2004 con Jamie Foxx e Tom Cruise. La tecnologia digitale permette a Michael Mann di girare quasi completamente in digitale di notte nella Los Angeles maledetta dalla criminalità. Rappresenta la sintesi del “karma registico” di Michael Mann che ambienta il film in taxi guidato da Foxx che è costretto a guidare per Cruise, per la prima volta sullo schermo un killer che non si ferma davanti a niente. Con Jamie Foxx e Colin Farrell gira il remake post anni ’80 della sua serie “Miami Vice” nel 2006 e nel 2009 con Johnny Depp, Christian Bale e di Marion Cotillard, gira un gran bel film “Nemico pubblico” biografia del criminale John Dillinger.

Michael Mann sul set di nemico pubblico
Michael Mann sul set di nemico pubblico

Ho notato che nel film è usata moltissimo la steady cam per accelerare i ritmi e accrescere la suspence, sottolineando attraverso la violenza delle scene come nessun male si può debellare definitivamente perché l’uomo ha un istinto “animalesco” ereditato dalla sua storia evolutiva. Michael Mann è un regista preciso, maniacale, pretende che gli attori siano in grado di trasformarsi nei suoi personaggi per assorbirne tutte le caratteristiche fisiche e psicologiche. Esige una preparazione perfetta (Will Smith per “Alì” si allenò per un anno con il vero allenatore di Cassius Clay, Angelo Dundee, prima di iniziare a girare). S’ispira spesso a opere d’arte di grandi artisti come William Blake e utilizza le riprese digitali per donare maggiore realismo alle sue sequenze perché, come afferma lui stesso, le riprese sono il momento dell’espressione, in cui si manifesta prepotentemente il “potere dei conflitti” interiori e in cui si alterna all’azione la suspence poiché spesso sono i silenzi ad anticipare le scene più cruente e violente. Michael Mann ha compiuto attraverso la regia quel viaggio nell’underground della criminalità che aveva conosciuto da giovane attraversando le strade di Chicago, abbracciando il cinema dei maestri nella sua regia.

A cura di Assunta Petruzzi

Jake Gyllenhaal per l’adattamento della graphic novel Snow Blind

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Jake Gyllenhaal per l’adattamento della graphic novel Snow Blind

È Deadline a riportare in esclusiva la notizia che Jake Gyllenhaal, visto lo scorso anno al cinema in Spider-Man: Far From Home, è entrato a far parte del cast di Snow Blind, adattamento cinematografico dell’omonima graphic novel sviluppata dalla casa editrice BOOM!Studios.

La graphic novel originale, opera di Ollie Masters (celebre per The Kitchen), è ambientata in un sobborgo in Alaska e segue le vicende del giovane Teddy, un ragazzo che un giorno, accidentalmente, dopo aver postato online una foto di suo padre, viene a conoscenza del fatto che in realtà la sua famiglia appartiene ad un programma di protezione testimoni. Dopo che un uomo inizierà a preparare la sua vendetta ed una squadra di agenti FBI farà irruzione nel paese, Teddy scoprirà finalmente le ragioni per cui suo padre (che nel film sarà interpretato proprio da Gyllenhaal) ha ottenuto la protezione, capendo che la sua famiglia nasconde segreti assai pericolosi.

L’adattamento di Snow Blind segnerà il debutto alla regia di un film in lingua inglese per Gustav Möller, regista svedese che nel 2018 è stato acclamato per il suo Il Colpevole – The Guilty. A curare l’adattamento sarà invece Patrick Ness, sceneggiatore di Sette minuti dopo la mezzanotte. Stando alle prime indiscrezioni, il progetto è stato descritto come un mix tra Prisoners di Denis Villeneuve e Vivere in fuga di Sidney Lumet.

L’ultima volta che abbiamo visto Jake Gyllenhaal sul grande schermo è stato nei panni del villain Mysterio in Spider-Man: Far From Home, al fianco di Tom Holland. Tra gli ultimi film in cui ha recitato l’attore figurano anche Velvet Buzzsaw, I fratelli Sisters e Wildlife. 

Lionel Richie: la Disney pensa al musical in stile Mamma Mia!

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Lionel Richie: la Disney pensa al musical in stile Mamma Mia!

Arriva da Variety la notizia che i Walt Disney Studios starebbero sviluppando un nuovo musical basato sull’iconico repertorio di Lionel Richie, il celebre cantante e compositore statunitense, vera e propria iconica della musica anni ’80.

Il titolo del progetto, ancora in una fase iniziale di sviluppo, sarebbe All Night Long, come omaggio ad una delle più celebri hit del cantante. Nel live action, che dovrebbe essere destinato alle sale cinematografiche e non alla piattaforma di streaming Disney+, verranno utilizzati alcuni dei più noti successi musicali di Richie, famoso per canzoni quali Endless Love, We Are the World, Hello, Say You, Say Me e Truly. 

Lionel Richie sarà coinvolto nel progetto in qualià di produttore esecutivo insieme al suo manager Bruce Eskowitz e a Dana Brunetti e Matt Del Piano. La sceneggiatura è stata invece affidata a Peter Chiarelli (co-sceneggiatore di Crazy & Rich), che sarebbe già al lavoro sulla prima stesura. Al momento non si conoscono i dettagli sulla trama, ma è chiaro che il progetto sarà molto più simile ad un’operazione come Mamma Mia! che ad un biopic come Bohemian Rhapsody.

Dopo essere divenuto il frontman dei Commodores, famosa band degli anni ’70, dal 1982 Lionel Richie ha intrapreso la carriera di solista, vendendo oltre 100 milioni di dischi. È uno degli artisti che ha venduto più dischi nel mondo.

Star Wars: George Lucas voleva che Lando fosse un clone

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Star Wars: George Lucas voleva che Lando fosse un clone

I fan di Star Wars riconoscono spesso il personaggio di Lando Calrissian come il definitivo archetipo dell’eroe spaccone, ma all’inizio George Lucas aveva in mente dei piani molto diversi per l’iconico ex-contrabbandiere.

Stando a quanto rivelato dallo stesso Lucas, inizialmente Lando avrebbe dovuto rappresentare il pezzo mancante nel grande puzzle relativo all’enigma sulle Guerre dei Cloni presente nella trilogia originale. All’epoca dell’uscita dei primi film della saga, non sapevamo molto sulle guerre, a parte il fatto che avevano preceduto nella timeline del franchise l’ascesa dell’Impero. Inizialmente il comandante Calrissian doveva essere proprio un clone scampato alle omonime guerre, proveniente da un sistema di pianeti composto da almeno 700 paesi abitati da cloni.

Apparentemente, George Lucas intendeva mettere in evidenza il fatto che la classe dominante di Lando fosse la reale responsabile delle Guerre dei Cloni. Il regista cambiò però subito idea, dal momento che quella che oggi conosciamo come la guerra tra la Confederazione dei Sistemi Indipendenti e la Repubblica Galattica ha origini completamente diverse.

L’evoluzione di Lando Calrissian in Star Wars, da clone a carismatico truffatore

In effetti, la trilogia prequel ha chiarito in maniera esemplificativa che Palpatine, alias Darth Sidious, fu colui che orchestrò le Guerre dei Cloni per impadronirsi del Senato Galattico e, successivamente, dell’intera Galassia. La creazione stessa dei Clone Trooper su Kamino fu soltanto un’elaborata coincidenza; nella versione originale di Lucas, alcuni di questi cloni sarebbero direttamente responsabili dell’avvio della guerra.

Alla fine, Lucas decise di rivedere le sue idee, optando per la trasformazione di Lando nel carismatico truffatore che abbiamo imparato a conoscere e ad amare. Inoltre, è chiaro che la versione di Lando alla “cappa e spada” vista sul grande schermo ha funzionato molto meglio anche in relazione al rapporto con Han Solo, aspetto che ha reso abbastanza facile per lo spettatore riscontrare tutta una serie di somiglianze tra i due amici.

Fonte: WeGotThisCovered

Avengers: Endgame, un’attrice del film vorrebbe il proprio standalone

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Linda Cardellini è attualmente la co-protagonista della serie Dead to Me targata Netflix. Insieme ai ruoli che hanno contribuito a renderla un volto riconoscibile del grande schermo (pensiamo alla serie Freaks and Geeks o ai recenti La Llorona – Le lacrime del male e Green Book), l’attrice americana è anche nota per il ruolo di Laura Barton, moglie di Clint Barton/Occhio di Falco, nel MCU.

Nonostante la stessa sia apparsa in soli due film dell’universo condiviso – Avengers: Age of Ultron e Avengers: Endgame -, pare che la Cardellini sia molto legata al ruolo di Laura. In una recente intervista con Collider, infatti, ha rivelato che le piacerebbe vedere uno stand-alone interamente dedicato a Laura e alla sua vita. “Gli amici di mia figlia la adorano. Sai, è una di quelle cose carine… è sempre divertente. Voglio dire… se mi piacerebbe vedere un film dedicato a Laura Barton? Certo!”, ha spiegato l’attrice.

Desideri a parte, Linda Cardellini è pero ben consapevole che la cosa potrebbe non accadere mai, dal momento che un personaggio  secondario come il suo non ha certamente lo stesso appeal di un supereroe. Nel corso della medesima intervista, l’attrice ha anche spiegato cosa ha significato per lei aver preso parte ad un universo cinematografico come quello messo in piedi dai Marvel Studios: “È una cosa alla quale mi hanno chiesto di partecipare e subito ho capito che era in qualche modo autentica… che quell’universo era davvero il loro universo! È un universo che rappresenta se stesso, anche grazie a questo incredibile fandom. Farne parte è stato davvero divertente.”

Avengers: Endgame, il cinecomic campione d’incassi di Anthony e Joe Russo

Avengers: Endgame è arrivato nelle nostre sale il 24 aprile 2019. Nel cast del film Robert Downey Jr.Chris EvansMark RuffaloChris Hemsworth e Scarlett Johansson. Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War, l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Black Widow e Shang-Chi: c’è un collegamento tra i due film?

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Black Widow e Shang-Chi: c’è un collegamento tra i due film?

Black Widow arriverà nelle sale (si spera!) il prossimo novembre, e come abbiamo già avuto modo di intuire grazie ai vari trailer del film, Natasha Romanoff e Yelena Belova dovranno affrontare un intero esercito di Vedove Nere. Nei panni di una delle guerriere della Stanza Rossa figura l’attrice ed esperta acrobata Jade Xu: nelle ultime ore è balzato all’attenzione di Murphy’s Multiverse che la Xu figura anche nel cast di Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings (ci sarebbero alcune prove che l’attrice-acrobata è stata in Australia durante la produzione del film).

Sebbene sia possibile che Jade Xu sia stata coinvolta in Shang-Chi come stunt del personaggio di Awkwafina (lei e la star di The Farewell condividono la stessa altezza e la medesima corporatura), potrebbe in realtà esserci una spiegazione del tutto plausibile e molto più realistica dietro la presenza della Xu in entrambi i cinecomics. Secondo alcune indiscrezioni, infatti, in Shang-Chi l’eroe del titolo dovrebbe combattere in una sorta di torneo sotterraneo per entrare in possesso degli anelli del titolo per volere del Mandarino: tra i possibili avversari di Shang-Chi ci sarebbe proprio una ex Vedova Nera; dunque, è possibile che la Xu torni ad interpretare il personaggio di Black Widow nel cinecomic con Simu Liu.

Per ora questa riportata da Murphy’s Multiverse è una semplice cospirazione, ma chissà che non possa rivelarsi qualcosa di fondato. Probabilmente ne sapremo di più quando Black Widow arriverà nelle sale e quando la produzione di Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings sarà pronta a ripartire…

La regia di Black Widow è stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme a Scarlett Johansson ci saranno anche David HarbourFlorence Pugh e Rachel Weisz.

In Black Widow, quando sorgerà una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni prima che diventasse un membro degli Avengers.

The Batman: il trailer fan-made immagina il film diretto da Zack Snyder

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Un nuovo trailer fan-made immagina come sarebbe stato il The Batman di Zack Snyder e Ben Affleck. Dopo aver interpretato l’Uomo Pipistrello in Batman v Superman: Dawn of Justice e Justice League, Affleck avrebbe dovuto dirigere ed interpretare lo standalone che adesso è passato nelle mani di Matt Reeves e che avrà come protagonista Robert Pattinson.

Le voci di una dipartita di Ben Affleck dal DCEU iniziarono a circolare già dopo l’uscita nelle sale di Batman v Superman, che venne pesantemente stroncato dalla critica. In seguito ci fu Justice League, la cui travagliata post-produzione (incluso l’allontanamento di Zack Snyder dal film e l’entrata in scena di Joss Whedon) di certo non ha contribuito alla voglia di Affleck di continuare a vestire i panni del Crociato di Gotham e a portare sullo schermo una propria versione della storia dell’iconico personaggio.

Nonostante l’hype che circonda il “nuovo” The Batman sotto l’egida di Matt Reeves, molti fan si chiedono ancora come sarebbe potuto essere il film mai realizzato da Affleck, soprattutto se l’attore fosse stato coinvolto soltanto in qualità di interprete del Cavaliere Oscuro, lasciando la sedia di regia all’amico e collega Zack Snyder. Un nuovo trailer fan-made realizzato da Stryder HD immagina proprio come sarebbe stato un ipotetico The Batman diretto da Snyder e interpretato da Ben Affleck. Nel video vengono usate immagini tratte sia da Batman v Superman che da Justice League. Potete vederlo di seguito:

https://www.youtube.com/watch?time_continue=1&v=0XxF9t93g1g&feature=emb_title

I motivi che hanno spinto Ben Affleck ad abbandonare il suo The Batman

Durante gli ultimi mesi, Ben Affleck ha spesso parlato dei motivi che lo hanno spinto ad abbandonare il progetto legato a The Batman. In un’intervista dello scorso marzo, l’attore aveva spiegato: ““Ne avevo abbastanza. Mi hanno detto: ‘Ti piacerebbe dirigere e recitare in un film di Batman in solitaria?’. Ho scoperto che avevo perso il mio entusiasmo e la mia passione per il personaggio. E così ho pensato che un film del genere dovesse essere affidato a qualcuno che in un progetto così ci vedeva il coronarsi di un sogno. Era chiaro per me che era tempo di andare avanti.”

Il cast di The Batman è formato da molti volti noti: insieme a Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno anche Colin Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul Dano (Enigmista) e Andy Serkis (Alfred). Infine, John Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard che sarà Gil Colson, il Procuratore Distrettuale di Gotham.

The Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti sospettati“.

Occhio di Falco è l’eroe del MCU più redditizio di sempre

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Occhio di Falco è l’eroe del MCU più redditizio di sempre

Per otto lunghi anni, Occhio di Falco è stato il bersaglio di ogni tipo di battuta da parte dei fan quando si trattava di stabilire chi era il più debole dei Vendicatori. Anche certi film del MCU non hanno fatto altro che mettere in ridicolo il personaggio stesso (come Avengers: Age of Ultron, dove lo abbiamo visto affrontare alieni, robot e altri personaggi armati con nient’altro che un arco e una freccia). Eppure, secondo un nuovo studio, Clint Barton è in realtà il più “prezioso” tra gli eroi più potenti della Terra… e per tutto questo tempo non abbiamo fatto altro che sottovalutarlo!

È giusto chiarire che lo studio in questione non si è occupato di stabilire chi è il miglior Vendicatore da un punto di vista puramente combattivo. Il sito Film Franchise Showdown ha raccolto una serie di dati per determinare chi fosse il Vendicatore più redditizio di tuttti. Lo studio ha preso in esame i numeri di ciascuno dei 23 film del MCU usciti fino ad oggi, classificandoli in base agli incassi e alle valutazioni della critica. Tra i fattori che sono stati presi in esame anche il budget di produzione, il punteggio di IMDb ed eventuali vittorie nel corso di importanti cerimonie di premiazione.

Come si legge sul sito: Finora Occhio di Falco è apparso in sei film del MCU, con un ROI (ritorno sugli investimenti, NdR) medio di 5,3 per film. In confronto, ogni film che presenta Thor ha un ROI medio di 5,06, Captain America ha un ROI di 4,9 e Iron Man ha un ROI medio di 4,8 per apparizione. L’analisi dettagliata mostra che Black Panther resta il miglior film Marvel fino ad oggi, grazie agli elevati incassi al botteghino e al plauso della critica, mentre L’incredibile Hulk ha ottenuto il minor successo finanziario e di critica in assoluto.”

Occhi di Falco guida la classifica degli eroi più redditizi del MCU

Finora Occhio di Falco è apparso in Thor, The Avengers, Avengers: Age of Ultron, Captain America: Civil War e Avengers: Endgame. Lo studio ha tenuto conto anche della “presenza” del personaggio in Avengers: Infinity War, probabilmente per il modo in cui lo stesso viene “citato” all’interno della storia. Di seguito la classifica completa dei Vendicatori più redditizi:

Lo studio ha decretato anche che Spider-Man: Far From Home è il film con il ROI più grande, essendo stato prodotto con un budget di 160 milioni di dollari e avendone incassati 1,13 miliardi al box office globale. Ciò ha fatto guadagnare al film con Tom Holland un punteggio ROI di 7,06, battendo così il ROI di Avengers: Endgame (6.99), calcolato in base ad un budget di circa 400 milioni di dollari ed un incasso pari a 2,79 miliardi lordi.

A proposito di Occhio di Falco, ricordiamo che Jeremy Renner tornerà a vestire i panni del personaggio nell’annunciata serie Hawkeye che sarà destinata al servizio di streaming Disney+. Nella serie Clint Barton allenerà il personaggio di Kate Bishop per diventare Occhio di Falco. La serie debutterà nel 2021.

Tyler Blackburn: 10 cose che non sai sull’attore

Tyler Blackburn: 10 cose che non sai sull’attore

Noto per i suoi ruoli televisivi, l’attore Tyler Blackburn si è in particolare distinto grazie alla serie Pretty Little Liars, con la quale ha ottenuto popolarità presso il grande pubblico e all’interno dell’industria. Ad oggi, continua a reinventarsi grazie a nuovi titoli, con i quali ha modo di portare sullo schermo la propria versatilità e il proprio carisma.

Ecco 10 cose che non sai di Tyler Blackburn.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Tyler Blackburn Instagram

Tyler Blackburn: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in alcuni film per il cinema. Per il grande schermo Blackburn ha recitato per alcune pellicole indipendenti, note principalmente all’interno del mercato americano. Il suo debutto avviene nel 2005 con Next of Kin, per poi recitare in Peach Plum Pear (2011), Hiding (2012), Love Is All You Need? (2016), dove ricopre il ruolo di Ryan. Nel 2017 è invece stato al cinema con il musical Hello Again.

9. È noto per i suoi ruoli televisivi. Dopo la partecipazione ad alcuni episodi di serie come Unfabulous (2006) e Cold Case – Delitti irrisolti (2009), l’attore ottiene una prima notorietà grazie a Il tempo della nostra vita (2010). Il vero successo arriva grazie a Pretty Little Liars (2011-2019), dove recita nel ruolo di Caleb Rivers. Riprende tale ruolo anche per lo spin-off Ravenswood (2013-2014), per poi recitare dal 2019 in Roswell, New Mexico. Nello stesso 2019 recita nel diciassettesimo episodio della prima stagione di Streghe, con le attrici Melonie Diaz, Madeleine Mantock e Sarah Jeffery.

Tyler Blackburn è su Instagram

8. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 7,5 milioni di persone. All’interno di questo è solito condividere immagini di suoi momenti quotidiani, realizzate durante occasioni di svago o in luoghi particolari da lui visitati.

7. Promuove il suo lavoro tramite il proprio account. Con il proprio account Instagram l’attore è solito condividere anche molti post legati al suo lavoro. In particolare, sono presenti immagini di backstage dei set a cui ha partecipato, come anche alcune foto promozionali di locandine e trailer

Tyler Blackburn in Streghe

6. Ha interpretato un malvagio demone. Nell’episodio Surrender della serie Streghe, Blackburn ha interpretato Viralis, demone della fertilità che sacrifica le anime di diverse donne per poter continuare a vivere. Per l’attore si tratta di uno dei primi ruoli da malvagio, cosa che ha accettato senza pensarci due volte, desideroso di misurarsi con un personaggio così diverso dai suoi soliti.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Tyler Blackburn Ashley Benson

Tyler Blackburn e Ashley Benson

5. Hanno pianto per la storia dei loro personaggi nella serie. Quando Blackburn e l’attrice Ashley Benson, della serie Pretty Little Liars, hanno scoperto che i loro personaggi Caleb e Hanna si sarebbero lasciati, hanno realmente pianto per la fine della loro relazione, che consideravano la più bella della serie. Fortunatamente, i due personaggi sono poi tornati insieme nella stagione finale.

4. Non hanno una relazione. I due attori hanno dichiarato di essere ottimi amici nella vita reale, ma che tra loro non vi è altro. La Benson ha inoltre messo a tacere i pettegolezzi a riguardo, affermando che non riuscirebbe a frequentare una personalità dello spettacolo, sempre esposta ai riflettori del suo lavoro.

Tyler Blackburn e la musica

3. Ha inciso diversi singoli. Grande appassionato di musica, Blackburn rilascia un primo singolo dal titolo Save Me, realizzato nel 2012. In seguito, tornerà più volte in sala di registrazione dando vita a brani come Find a Way, It’s That Time of Yer, Hard to Forget, It All Comes Down to You e Oper Your Eyes. Alcune di queste sono contenute nell’EP Find a Way.

2. Alcune sue canzoni sono state utilizzate in Pretty Little Liars. La celebre serie ha permesso all’attore di ottenere popolarità in più modo, tra cui promuovendo la sua musica. Alcuni dei brani da lui registrati, infatti, come Find a Way e It All Come Down to You, vengono usati come colonna sonora in alcuni episodi della serie.

Tyler Blackburn: età e altezza

1. Tyler Blakcburn è nato a Burbank, in California, Stati Uniti, il 12 ottobre 1986. L’attore è alto complessivamente 179 centimetri.

Fonte: IMDb

Josh Duhamel: 10 cose che non sai sull’attore

Josh Duhamel: 10 cose che non sai sull’attore

Celebre al cinema per la saga di Transformers, l’attore Josh Duhamel si è negli anni distinto tanto per progetti blockbuster quanto per brillanti commedie. Non ha poi mancato di estendere la propria popolarità anche al piccolo schermo televisivo, partecipando ad alcune celebri serie televisive, grazie alle quali ha potuto ulteriormente dar prova della propria versatilità.

Ecco 10 cose che non sai su Josh Duhamel.

Josh Duhamel Instagram

Josh Duhamel: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in una celebre saga per il cinema. L’attore ottiene particolare popolarità grazie al film Transformers (2006), dove recitando accanto a Shia LaBeouf ricopre il ruolo del colonnello William Lennox. Successivamente riprenderà il ruolo anche per i sequel Transformers – La vendetta del caduto (2009), Transformers 3 (2011), con Rosie Huntington-Whiteley, e Transformers – L’ultimo cavaliere (2017), quinto capitolo della saga, dove viene richiamato a recitare accanto a Mark Wahlberg.

9. Ha preso parte ad altri noti film. Il debutto dell’attore sul grande schermo avviene nel 2004 con il film Appuntamento da sogno!. Successivamente, al di là della saga di Transformers, partecipa a film come La fontana dell’amore (2010), con Kristen Bell, Tre all’improvviso (2010), con Katherine Heigl, Capodanno a New York (2011), con Hilary Swank, Comic Movie (2013), Qualcosa di buono (2014), Conspiracy – La cospirazione (2016), con Al Pacino, e Tuo, Simon (2018).

8. Ha recitato in note serie TV. La popolarità televisiva dell’attore è merito della soap opera La valle dei pini (1999-2011) e Las Vegas (2003-2008). Successivamente recita anche in Crossing Jordan (2004-2007), Battle Creek (2015) e 22.11.63 (2016), con James Franco, e Unsolved (2018). Nel 2020 recita poi nell’episodio pilota della serie Jupiter’s Legacy.

Josh Duhamel e Fergie

7. Ha avuto una relazione con la nota cantante. Grazie alla serie Las Vegas, l’attore conosce la cantante Stacy Ferguson, meglio nota come Fergie dei Black Eyed Peas. Questi avevano infatti partecipato ad uno degli episodi del 2004, permettendo così l’incontro tra i due, i quali intraprenderanno una relazione, rivelata soltanto nel 2007.

6. Hanno avuto un figlio. Dopo aver annunciato il fidanzamento, la coppia si sposa nel gennaio del 2009 a Malibù, con una cerimonia privata. Dalla loro unione nascerà il figlio Jack, nel 2013. Dopo quasi dieci anni di matrimonio, tuttavia, nel 2017 la coppia annuncia la separazione, senza fornire ulteriori motivazioni o dettagli a riguardo.

Josh Duhamel Transformers

Josh Duhamel è su Instagram

5. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 2,1 milioni di persone. All’interno di questo è solito condividere post incentrati sui propri momenti di svago, sui luoghi visitati o su curiosità a lui legate. Non mancano poi anche immagini relative al suo lavoro da interprete, come immagini di backstage di set da lui frequentati.

Josh Duhamel in Transformers

4. Si è allenato molto per il ruolo. Per prepararsi al film Transformers, l’attore ha speso diversi giorni presso un campo d’allenamento in compagnia dell’attore Tyrese Gibson, che nel film ricopre il ruolo di Epps. I due si sono allenati in diverse forme di combattimento come anche per ottenere una maggiore resistenza fisica, richiesta per le loro scene nel film.

3. Ha ripreso il suo ruolo nel quinto capitolo. Tra i personaggi principali dei primi tre film della saga, l’attore ha poi mancato di partecipare al quarto capitolo, Transformers 4 – L’era dell’estinzione. Molti fan si sono chiesti il perché della sua assenza, ma sono stati soddisfatti nel veder ricomparire il personaggio nel quinto capitolo. Duhamel, dal canto suo, ha raccontato di essere stato lieto di poter tornare a fare della squadra.

Josh Duhamel: chi è la sua nuova fidanzata

2. Ha una nuova compagna. Nel febbraio del 2020 l’attore viene avvistato in compagnia della sua nuova compagna, la modella Audra Mari, di quasi vent’anni più giovane di lui. Poco si sa della coppia, ma fonti a loro vicine raccontano di un grande affiatamento, lasciando intendere che quella tra i due sia una relazione piuttosto seria.

Josh Duhamel: età e altezza

1. Josh Duhamel è nato a Minot, in North Dakota, Stati Uniti, il 14 novembre 1972. L’attore è alto complessivamente 193 centimetri.

Fonte: IMDb

Jeffrey Dean Morgan: 10 cose che non sai sull’attore

Jeffrey Dean Morgan: 10 cose che non sai sull’attore

Celebre per i suoi personaggi psicotici e dalla controversa moralità, Jeffrey Dean Morgan è oggi attivo tanto al cinema quanto in televisione, dove ha dato vita a personaggi divenuti iconici presso il grande pubblico. Interprete versatile e ricco di carisma, si è di recente affermato come popolare antieroe, continuando sempre più a guadagnare consensi.

Ecco 10 cose che non sai di Jeffrey Dean Morgan.

Jeffrey Dean Morgan Instagram

Jeffrey Dean Morgan: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri film. L’attore debutta al cinema con un piccolo ruolo in Uncaged (1991), per poi ottenere grande popolarità soltanto nel 2009 con il film Watchmen, dove recita accanto a Matthew Goode e Billy Crudup. In seguito, prende parte a titoli come Motel Woodstock (2009), di Ang Lee, Jonah Hex (2010), Le paludi della morte (2011), The Possession (2012), The Salvation (2014), Desierto (2015), Rampage – Furia animale (2018), con Dwayne Johnson, e Walkaway Joe (2020).

9. Ha preso parte a note serie TV. Morgan ottiene una buona popolarità sul piccolo schermo recitando in episodi di serie come The Burning Zone (1996-1997), Walker Texas Ranger (2000), CSI – Scena del crimine (2003), The O.C. (2005), e Supernatural (2005-2007). Ottiene maggior notorietà grazie al ruolo di Denny Duquette in Greys Anatomy (2006-2009), con Ellen Pompeo. In seguito, recita in Magic City (2012-2013), Extant (2015), e The Good Wife (2015-2016). In televisione è noto soprattutto per il ruolo del villain Negan in The Walking Dead.

8. Ha avuto un cameo in un noto film. Nel 2016 l’attore torna a lavorare con il regista Zack Snyder per il film Batman v Superman: Dawn of Justice. Qui ha infatti dato vita al personaggio di Thomas Wayne in un breve cameo non accreditato. Egli compare unicamente nella celebre scena dove i genitori di Bruce vengono uccisi, contribuendo al suo futuro come Batman.

Jeffrey Dean Morgan è su Instagram

7. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 3,2 milioni di persone. All’interno di questo è solito condividere immagini relative ai propri progetti da interprete, ma anche numerosi video e foto che lo ritraggono con la propria famiglia. Presenti sono anche immagini di backstage dai set a cui ha preso parte.

Jeffrey Dean Morgan: chi è sua moglie

6. È sposato. Dopo un primo matrimonio durato dal 1998 al 2003, l’attore si è poi legato all’attrice Hilarie Burton, nota per la serie One Tree Hill. Insieme dal 2009, i due hanno avuto un primo figlio nel 2010, ed una bambina nel 2018. Nell’ottobre del 2019, infini, la coppia si sposa ufficialmente.

Jeffrey Dean Morgan Negan

Jeffrey Dean Morgan è Negan

5. Si è tagliato i capelli con un coltello. Nel corso della nona stagione, il personaggio interpretato da Morgan, Negan, passa il più del suo tempo in prigione. Per poter risultare credibile nella sua prigionia, e dare ulteriore carattere all’ego di Negan, l’attore decise di tagliarsi i capelli con un coltello, riuscendovi pur con qualche difficoltà.

4. Ha ottenuto diversi riconoscimenti. Grazie al ruolo di Negan l’attore ha saputo affermarsi come uno dei grandi villain della televisione, ottenendo alcuni tra i maggiori premi della sua carriera, come due Saturn Award e un Critics Choice TV Award come miglior guest star e un MTV Movie + TV Award come miglior villain.

Jeffrey Dean Morgan in Supernatural

3. È tornato nella serie per un atteso evento. Dopo aver lasciato Supernatural nel 2007, abbandonando dunque il personaggio di John Winchester, l’attore è tornato a vestire tali panni in occasione del trecentesimo episodio. Questo, intitolato Libano. Essendo deceduto nel corso della seconda stagione, le modalità in cui il personaggio sarebbe riapparso sono a lungo state tenute segrete.

Jeffrey Dean Morgan ha un sosia

2. È estremamente somigliante ad un noto attore. Morgan è popolare sul Web anche per la sua incredibile somiglianza con l’attore premio Oscar Javier Bardem. Diversi fotomontaggi mostrano infatti quanto i due attori siano vicini all’essere l’uno il sosia dell’altro, portando facilmente i fans a confonderli.

Jeffrey Dean Morgan: età e altezza

1. Jeffrey Dean Morgan è nato a Seattle, nello Stato di Washington, Stati Uniti, il 22 aprile 1966. L’attore è alto complessivamente 185 centimetri.

Fonte: IMDb

L’amore a domicilio: dal 10 giugno su Amazon Prime Video

L’amore a domicilio: dal 10 giugno su Amazon Prime Video

Da domani, distribuito da Adler Entertainment e in esclusiva direttamente su Prime Video, L’amore a domicilio, commedia del regista Emiliano Corapi, già autore del pluripremiato Sulla strada di casa, con un ricco cast formato da Miriam Leone, Simone Liberati, Fabrizio Rongione, Anna Ferruzzo, Antonio Milo, Valeria Perri, Eleonora Russo e con la partecipazione di Renato Marchetti e Luciano Scarpa.

Il film, prodotto da Andrea Petrozzi per la World Video Production, con Rai Cinema e in collaborazione con Frame by Frame e Marvin Film, si avvale di un cast tecnico d’eccezione, con la direzione della fotografia di Vladan Radovic (David di Donatello per Anime Nere), i costumi di Nicoletta Taranta (vincitrice di un David di Donatello e due Nastri d’Argento), la presa diretta di Maricetta Lombardo (due David di Donatello e tre Nastri d’Argento), le musiche di Giordano Corapi, il montaggio di Marco Costa, le scenografie di Luisa Iemma.

Sentimentalmente pavido, Renato si è sempre tenuto lontano da relazioni che lo coinvolgessero davvero. Ma quando scopre che Anna, conosciuta per caso, è reclusa agli arresti domiciliari, decide di lasciarsi andare ai sentimenti sempre temuti. In quella casa, dove è l’unico uomo, è convinto di poter controllare la situazione. In amore, però, non esistono vie sicure e ben presto la situazione si complica…

Sonic, disponibile in home video dal 10 giugno

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Sonic, disponibile in home video dal 10 giugno

Preparatevi all’avventura più divertente di tutte in compagnia del riccio più amato di sempre, perché è in arrivo a casa vostra il successo al botteghino Sonic, disponibile in Dvd, Blu-ray, Blu-ray Steelbook, 4K Ultra HD e Digital HD a partire dal 10 giugno.

Le edizioni home video saranno ricche di contenuti bonus imperdibili: guardate Sonic alle prese con una nuova avventura in giro per il mondo all’interno del nuovo corto animato; scoprite le scene eliminate e divertitevi con le esilaranti papere durante le riprese; esplorate le origini del leggendario riccio blu; guardate da vicino Jim Carrey dare vita al Dr. Robotnik; divertitevi con il commento al film del regista Jeff Fowler e molto di più!

Sonic: la recensione del film con Jim Carrey

Dotato di un’incredibile velocità, Sonic aka il riccio blu approda sulla Terra e ne fa la sua nuova casa. Questo finché non complica le cose attirando l’attenzione del malvagio Dr. Robotnik, con cui ingaggia una vera e propria corsa attraverso il globo per cercare di impedirgli di dominare il mondo. Trova un inatteso aiuto nello sceriffo Tom Wachowski per salvare il pianeta in questa divertente avventura per tutta la famiglia.

CONTENUTI BONUS NEI FORMATI DVD, BLU-RAY, BLU-RAY STEELBOOK E 4K UHD:

  • Scene inedite e blooper
  • Bufera blu: la nascita di Sonic
  • La creazione di Robotnik con Jim Carrey
  • Per amore di Sonic
  • Il giro del mondo in 80 secondi
  • E molto altro!

Il film sarà disponibile in 4K Ultra HD in una confezione doppia che include il 4K Ultra HD Blu-rayTM e il Blu-rayTM.
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L’assistente della star: trailer del film con Dakota Johnson

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L’assistente della star: trailer del film con Dakota Johnson

La Universal Pictures Italia ha diffuso il trailer italiano di L’assistente della star, l’attesa commedia con protagonista Dakota Johnson che debutterà dal 26 Giugno sia al cinema che a casa, nelle migliori piattaforme on demand.

ll film è diretto da e vede nel cast anche Tracee Ellis Ross, Kelvin Harrison Jr. , Ice Cube Zoe Chao ,Eddie Izzard, Bill Pullman e Diplo.

L’assistente della star: la trama

Ambientato nella scintillante scena musicale di Los Angeles, il film racconta le vicende di Grace Davis (Tracee Ellis Ross), una superstar che ha portato il proprio talento, e conseguentemente il proprio ego, a vette incredibili. Maggie (Dakota Johnson) è la sovraccarica assistente personale di Grace, rimasta invischiata fra le sue continue richieste, ma ancora speranzosa di poter realizzare il sogno d’infanzia di diventare una produttrice musicale. Quando il manager di Grace (Ice Cube) le presenta l’opportunità che potrebbe cambiare il corso della sua carriera, arriva il momento che le due donne realizzino un piano che possa avere un impatto definitivo anche sulle loro vite.

MCU: quali sono stati i villain più presenti nella Infinity Saga?

Gli eroi dell’Universo Cinematografico Marvel sono sempre stati elogiati per il modo in cui sono stati gestiti sullo schermo, ma è chiaro quanto sarebbero molto meno interessanti senza i cattivi di turno pronti a sfidarli. Nonostante non abbiano a disposizione lo stesso minutaggio degli eroi all’interno di un film, ogni secondo in cui un cattivo appare in scena è un’occasione per sviluppare tanto la sua personalità quanto quella dell’eroe protagonista, in maniera significativa. È chiaro però che nel MCU alcuni villain sono stati messi più in luce rispetto ad altri: ecco i 10 cattivi con il maggior minutaggio a disposizione nella Saga dell’Infinito, secondo IMDb.

Teschio Rosso (15 minuti e 30 secondi)

Teschio Rosso è stato uno dei primi cattivi a debuttare nel MCU ed è stato un’antagonista adatto al primo film in solitaria di Captain America. Molti pensavano che la sua storia sullo schermo si sarebbe esaurita dopo la fine di Captain America: Il Primo Vendicatore, restando molto sorpresi quando lo stesso è tornato in Avengers: Endgame in qualità di guardiano della Gemma dell’Anima.

Considerando che ha avuto diverse apparizioni cinematografiche alle spalle, è interessante vederlo così in basso in questa classifica, sotto altri villain che magari sono invece apparsi in un unico film.

Justin Hammer (16 minuti e 30 secondi)

Justin Hammer è stato introdotto per la prima volta in Iron Man 2: il suo ruolo era quello del rivale in affari – chiaramente di minor successo – di Tony Stark, interpretato in modo esilarante da Sam Rockwell.

Sorprendentemente, Hammer ha avuto un grosso impatto nel MCU al di fuori dei film: è infatti uno dei pochi criminali a cui si fa riferimento sul versante televisivo, grazie al proiettile di Giuda, un’invenzione delle Hammer Industries, presente sia in Luke Cage, la serie targata Netflix, che in Agents of SHIELD della ABC. Dato che si tratta di uno dei pochi cattivi che la Marvel non ha ucciso e che è stato invece mandato in prigione alla fine del film, c’è sempre la possibilità che potremmo vederlo tornare nel futuro del MCU.

Ego (17 minuti)

Nonostante sia stato menzionato nel primo film dedicati ai Guardiani, non incontreremmo il padre di Peter Quill, il Celestiale Ego (noto anche come Il Pianeta Vivente), fino a Guardiani della Galassia Vol. 2.

Quando appare per la prima volta, è la figura genitoriale perfetta per Peter, rendendo la sua morte per mano dei Guardiani (inevitabile e necessaria) ancora più straziante, soprattutto perché provoca anche la morte dell’uomo che ha allevato davvero Peter, Yondu. Dal momento che i Celestiali saranno presenti nel prossimo film dedicato agli Eterni, non sarebbe uno shock se Ego dovesse apparire o se si dovesse fare riferimento a lui in una delle tante scene ambientate nel passato…

Ultron (17 minuti)

Non appena uscì il primo trailer di Avengers: Age of Ultron, quasi subito i fan ebbero la conferma di quanto sarebbe stato perfetto James Spader nei panni di Ultron.

Mentre alcuni sono rimasti delusi dal film, la performance di Spader è stata tutt’altro che una delusione: una performance che è stata elogiata sia dal pubblico che dai suoi colleghi attori. Ultron, dopo Thanos e Zemo, è il cattivo del MUC che è riuscito ad avvicinarsi maggiormente al raggiungimento del suo obiettivo: nel film, infatti, prima di essere fermato dai Vendicatori, era davvero pochi passi dalla distruzione di tutta la vita sulla Terra.

Avvoltoio (19 minuti)

Su Spider-Man: Homecoming gravava il peso di numerose aspettatve: attraverso il film, infatti, si doveva dimostrare non solo che la Marvel poteva gestire accuratamente un personaggio come Peter Parker, ma che era in grado di farlo lo stesso anche con i suoi nemici.

Fortunatamente per i fan, il film è stato in grado di regalare un personaggio come l’Avvoltoio interpretato da Michael Keaton. Come primo cattivo per il Peter del MCU, Avvoltoio si è rivelato una miscela perfetta di simpatia ed astuzia: inoltre, la connessione personale che aveva con Peter, come padre della sua ragazza, ha reso la scena in cui nessuno dei due sfoggiava il proprio costume ancora più interessante…

Killmonger (20 minuti e 45 secondi)

Killmonger e la sua storia hanno avuto un forte impatto sul pubblico, il che è un’impresa davvero impressionante, poiché il personaggio appare in Black Panther per meno di mezz’ora. Sebbene i metodi possano essere stati estremi, il suo messaggio di una Wakanda che rifiuta di aiutare quelli che non erano nativi, aveva una sua ragion d’essere.

È stato chiaramente un personaggio che ha influenzato T’Challa, a tal punto da spingerlo ad andare contro la tradizione del suo popolo e a cambiare il modo in cui il paese ha affrontato il resto del mondo. Ha portato ad una svolta che potrebbe rappresentare un unicum: l’unica volta nel MCU in cui l’eroe ha veramente considerato il punto di vista dell’antagonista, modificando gli eventi in meglio.

Mysterio (21 minuti e 15 secondi)

È interessante notare che, sebbene Spider-Man sia uno dei nuovi eroi del MCU, entrambi i cattivi principali di Peter Parker nel MUC siano in questa lista. Mysterio/Quentin Beck (ammesso che quest’ultimo sia il suo vero nome!), è stato un grande criminale da inserire sullo schermo dopo Avvoltoio, capace di distaccarsi dal precedessore per la freschezza legata alla sua immagine e ai suoi poteri.

Nonostante la sua “morte apparente” alla fine di Spider-Man: Far From Home, in molti credono che quella non ha rappresentato la fine della storia del personaggio e che lo stesso potrà ottenere molto di più nelle successive fasi del MCU.

Obidiah Stane (22 minuti)

Obidiah Stane occupa un posto molto speciale, in quanto primo cattivo del MCU. Anche se può sembrare strano, i fan devono parzialmente ringraziarlo per averci dato Iron Man e per aver dato il via al MCU.

Fino ad oggi, Stane rimane uno dei cattivi più elaborati del MCU: ciò è in gran parte dovuto alla quantità di tempo dedicata alla realizzazione del personaggio e delle sue motivazioni, rendendo il minutaggio – spesso sproporzionato – a cui è andato incontro per distruggere Tony completamente credibile.

Thanos (44 minuti e 30 secondi)

Nonostante appaia interamente in soli due film, con un ruolo secondario in Guardiani della Galassia, Thanos è stato una presenza oscura in tutto il MCU sin dal suo cameo alla fine di The Avengers.

Quando finalmente si presenta in Avengers: Infinity War, ovviamente non delude le aspettative. Ognuno dei secondi che il Titano Pazzo spende sullo schermo serve solo a confermare che si tratta del personaggio più minaccioso e terrificante di sempre. Dal momento in cui è apparso sulla nave asgardiana, influenza l’attenzione del pubblico, facendolo sembrare che lo spettatore non stia guardando un film sui Vendicatori, ma bensì un film a lui dedicato.

Loki (1 ora, 14 minuti e 30 secondi)

Data l’enorme popolarità del personaggio, non sorprende che Loki sia apparso di più sul grande schermo rispetto a tutti gli altri villain del MCU.

Sin dalla sua prima apparizione nel primo film di Thor e il suo ruolo da principale cattivo in The Avengers, il personaggio- nonostante la sua natura – ha accumulato un gran numero di fan. Finora Loki è apparso in un totale di 6 film del MCU: prossimamente lo vedremo nella sua serie targata Disney+, con protagonista la versione del personaggio che è fuggita dalla timline del 2012 usando il tesseract in Avengers: Endgame .

Marvel Cinematic Universe: lo studio vuole un Team-Up per Thor/Jane e Cap/Sam

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Avengers: Endgame ha rimescolato le carte del Marvel Cinematic Universe. Lo ha fatto in maniera brutale, eliminando Iron Man e togliendo dal quadro anche Captain America, o meglio Steve Rogers. L’universo narrativo rimane adesso senza un vero e proprio leader, con Thor che, in versione Lebowski, sembra più intenzionato a seguire la strada della commedia, tanto che forse lo vedremo con i Guardiani della Galassia. La Fase 4, quindi, ci riserverà molte sorprese e un modo diverso di raccontare questo universo e i suoi protagonisti.

In particolare, mentre sembra probabile che ad un certo punto si troverà spazio per Ironheart, lo scudo di Captain America passerà nelle mani di Sam Wilson, mentre il martello di Thor sarà affidato invece a Jane Foster, che tornerà in Thor: Love and Thunder. Naturalmente, entrambi i personaggi hanno un corrispettivo nelle pagine a fumetti e quindi sono legittimati, agli occhi dei fan, ad assumere il loro posto nelle più alte cariche degli Avengers.

Sam Wilson e Jane Foster in un team-up

Detto questo, sia Sam Wilson che Jane Foster si troveranno a raccogliere un’eredità molto importante e i Marvel Studios sembrano estremamente consapevoli di questa responsabilità, visto quanto i personaggi interpretati da Chris Hemsworth e Chris Evans sono stati importanti per la costruzione delle prime tre fasi del Marvel Cinematic Universe. Nonostante non sappiamo esattamente quale sarà il percorso narrativo dei due personaggi, sembra che si incontreranno a breve, o almeno è questa l’intenzione della produzione.

Secondo WGTC, una delle idee che viene discussa dietro le quinte dei Marvel Studios è che in Thor: Love and Thunder ci possa essere spazio per il nuovo Captain America, con la nuova Thor che lo conduce in un’avventura galattica, lì dove il Cap di Steve non si era mai spinto. Scopo del viaggio di Cap/Sam sarà scoprire come Teschio Rosso è finito su Vormir a fare da guardiano alla Gemma dell’Anima.

La scelta sembra voler dare continuità tra il primo e il secondo Captain America cinematografico, tuttavia in questo modo, continuando a inseguire un nemico del suo predecessore, è possibile che l’ombra di Steve su Sam sia ancora più ingombrante! Per il momento si tratta solo di rumors e aspettiamo notizie più concrete per capire in che direzione si muoveranno i nuovi personaggi e tutta la Fase 4.

Dracula: il nuovo reboot sarà fedele al romanzo di Bram Stoker

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Dracula: il nuovo reboot sarà fedele al romanzo di Bram Stoker

Lo scorso marzo era arrivata la notizia che, in seguito al grande successo ottenuto negli Stati Uniti da L’Uomo Invisibile, la Blumhouse Production di Jason Blum aveva ufficialmente messo in cantiere un nuovo adattamento cinematografico dedicato al personaggio di Dracula.

Adesso, in una recente intervista durante il podcast di The Kingcast, la regista del film, Karyn Kusama, ha rivelato che la nuova iterazione del celebre vampiro sarà un adattamento fedele del classico romanzo di Bram Stoker ma che, al tempo stesso, racconterà della leggendaria figura da un nuova prospettiva, mai adottata nelle precedenti trasposizioni.

“Sarà un adattamento abbastanza fedele del romanzo di Bram Stoker”, ha spiegato Kusama. “Penso che una cosa che sia stata trascurata negli adattamenti passati di Dracula sia l’idea di voci multiple. In effetti, il libro originale è pieno di diversi punti di vista. E l’unico punto di vista a cui non abbiamo mai avuto accesso, e che invece nei vari adattamenti è presente, è proprio quello di Dracula. Quindi direi per certi aspetti che si tratterà di un adattamento chiamato Dracula, ma forse non è lo stesso tipo di eroe romantico che abbiamo visto in passato… nelle precedenti incarnazioni del vampiro.”

Sulla scia de L’Uomo Invisibile, anche il nuovo Dracula punterà ad un budget moderato

Karyn Kusama è una regista statunitense nota per aver diretto AEon Flux con Charlize TheronJennifer’s Body con Megan Fox e Destroyer con Nicole Kidman. Il nuovo film sarà una versione in chiave “moderna” dell’iconica storia del celebre Conte della letteratura: proprio come L’Uomo Invisibile, anche il nuovo Dracula punterà ad un budget moderato.

Matt Manfredi e Phil Hay, che avevano già lavorato con la Kusama al sopracitato Destroyer, si occuperanno della sceneggiatura. La storia sarà ambientata ai giorni nostri. Di recente la Kusama si è occupata della regia di alcuni episodi della miniserie HBO The Outsider, basata sull’omonimo romanzo di Stephen King.

Twilight: girare il primo film è stato un incubo per Anna Kendrick

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Anna Kendrick, che ha interpretato Jessica Stanley nel franchise di Twilight, ha rivelato perché girare il primo capitolo della saga è stata un’esperienza infelice. Oggi, Anna Kendrick è uno dei volti più noti nel panorama di Hollywood, grazie soprattutto alla sua interpretazione nel drammatico Tra le nuvole di Jason Reitman e al franchise musicale di Pitch Perfect.

Prima di raggiungere la fama a livello internazionale, la Kendrick venne scelta per interpretare il ruolo di Jessica nella saga di Twilight. Il primo film, uscito nel 2008, è l’adattamento del primo romanzo della celebre saga letteraria partorita dalla mente di Stephenie Meyer. Il franchise, passato poi alla storia come “The Twilight Saga“, è stato un enorme successo, arrivando ad incassare oltre 3 miliardi di dollari al box office mondiale.

Nonostante sia apparsa in ben quattro dei cinque capitoli della saga cinematografica, alla fine il ruolo di Jessica, l’amica di Bella (Kristen Stewart), è sempre stato un personaggio di contorno, anche se rimasto impresso nella mente dei fan grazie alla verve comica dell’attrice. In una recente intervista con Vanity Fair, la Kendrick ha ricordato la sua esperienza sul set del primo adattamento cinematografico, rivelando che l’esperienza di girare a Portland, in Oregon, è stata “triste e avvilente”.

Anna Kendrick sul primo Twilight: “Girare il film è stato come essere presi in ostaggio”

“Il primo film l’abbiamo girato a Portland, in Oregon, e ricordo che faceva freddissimo”, ha spiegato Anna Kendrick. “È stata un’esperienza triste e avvilente. Ricordo che le mie Converse erano perennemente inzuppate d’acqua, così mi ritrovavo ogni volta a pensare: ‘Questo è un gruppo di persone davvero eccezionali e sono sicura che in un momento diverso saremmo diventati tutti grandi amici, ma ora come ora voglio soltanto ucciderli’. Però un certo tipo di legame l’abbiamo sviluppato. C’era qualcosa tra di noi, su quel set… come quando condividi un evento traumatico. Come le persone che sopravvivono dopo essere state prese in ostaggio. È un legame che dura per tutta la vita.”

La Kendrick non è la prima attrice del cast di Twilight a ricordare le difficoltà durante le riprese le primo film. Già Taylor Lautner, che interpreta il lupo mannaro Jacob Back, aveva parlato del disagio provato durante le riprese di alcune sue scene. In particolare l’attore aveva parlato delle difficoltà nel girare lunghe scene sotto la pioggia, con la preoccupazione di poter costantemente ammalarsi. Anche Nikki Reed, che ha interpretato Rosalie Hale nella saga, ha parlato spesso delle condizioni meteorologiche sfavorevoli che hanno reso la vita sul set particolarmente difficile. 

A proposito di Twilight, ricordiamo che di recente Stephenie Mayer ha annunciato ufficialmente che il 4 agosto uscirà Midnight Sun, il suo atteso e tanto chiacchierato quinto libro della saga, che non porta avanti la storia di Bella e Edward, ma che la racconta dal punto di vista dell’affascinante vampiro.

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