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Avengers: Endgame, i registi confermano che Loki ha creato una realtà alternativa

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I viaggi nel tempo e gli eventi eventi di Avengers: Endgame potrebbero aver confuso il pubblico sui cambiamenti delle timeline “originali” e quindi sulla creazione di universi paralleli e realtà ramificate come conseguenza diretta delle imprese di Captain America da una parte (che torna nel passato per restituire le gemme) e Loki dall’altra (che è fuggito dall’arresto del 2012 con il Tesseract).

Dunque cosa è successo realmente in Endgame? A spiegarcelo una volta per tutte sono i registi, Anthony e Joe Russo, in un’intervista con Business Insider, e si, a quanto pare il Dio dell’Inganno ha modificato il suo destino e quello della gemma dello spazio in un colpo solo:

Lo scopo di Steve Rogers era correggere le linee temporali passate nei punti in cui le gemme erano state prese…quindi è qui che la questione diventa complicata, e sarebbe impossibile per lui aggiustare la linea temporale fino a che non trova Loki. Perché lui, nel frattempo, ha creato un’altra realtà. Nell’istante in cui Loki fa qualcosa di così drastico come prendere la gemma dello Spazio, questo evento crea una sorta di ramificazione della realtà.”

Anthony Russo ha poi aggiunto che “Ora abbiamo a che fare con questa idea di multiverso e realtà ramificate, quindi si, considerate l’esistenza di più realtà“.

Viaggi nel tempo, multiverso, e nuovi inganni sono tre concetti che circolano da tempo durante le discussioni sul futuro del MCU. Sappiamo che Endgame ha in qualche modo legittimato la possibilità di tornare indietro nel tempo (ma cosa succederebbe in caso contrario, ovvero andando nel futuro?) e che in Spider-Man: Far From Home vedremo in azione Mysterio, un abitante di un pianeta speculare al nostro proveniente da un’altra realtà. Che tutto questo sia un indizio su ciò a cui assisteremo nella serie tv di Disney + dedicata al personaggio di Tom Hiddleston?

Che ne pensate?

CORRELATI:

Vi ricordiamo che Avengers: Endgame è nelle nostre sale dal 24 aprile.

Nel cast del film Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Avengers: Endgame, cosa è accaduto davvero a Loki?

Fonte: Business Insider

Kevin Feige sul ritorno del Mandarino, Hulk e il “rimpianto” di Stan Lee

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Durante un Q&A lanciato dal forum Reddit Kevin Feige ha risposto a varie domande dei fan parlando del futuro del Marvel Cinematic Universe, della morte di Stan Lee e il suo ultimo cameo sul grande schermo, di alcuni retroscena relativi ai personaggi di Avengers: Endgame e alle loro imprese nel film, toccando poi misteri lasciati in sospeso nel corso del lungo racconto della Infinity Saga.

Uno di questi dubbi ancora irrisolti è lo stato del “vero” Mandarino, il villain annunciato in Iron Man 3 e presentato invece come un attore che stava soltanto interpretando la parte per conto di un terrorista che è là fuori, chissà dove, a governare i Dieci Anelli. Senza questo avversario, e senza questa organizzazione criminale, Tony Stark non sarebbe mai diventato un supereroe e non avrebbe mai costruito la sua prima armatura; ma cinque anni dopo il rilascio del cortometraggio All Hail the King che dimostrava l’esistenza del vero Mandarino, cosa ne è stato dei Ten Rings?

Sulla questione è intervenuto Feige dichiarando che si, potremmo vederli in azione insieme al loro leader nei prossimi anni nel MCU. Ovviamente la risposta del presidente dei Marvel Studios non è stata chiara su quale dei personaggi tornerà, tuttavia le speranze sembrano riaccese e abbiamo già un indizio su ciò che arriverà nella prossima fase del franchise.

Leggi anche – Kevin Feige: lo Yoda onnisciente del Marvel Cinematic Universe

Sui personaggi di Endgame, e in particolare la scelta di far indossare a Hulk il guanto dell’infinito per riportare indietro le vittime dello schiocco di Thanos, Feige è tornato a spiegare le caratteristiche e le conseguenze di quel gesto compiuto da Bruce Banner.

Dal momento che l’eroe è ora Smart Hulk, non soltanto si era reso abbastanza forte da impugnare il guanto, ma era anche in grado di resuscitare tutte le persone polverizzate riportandole in luoghi dove non sarebbero stati immediatamente in pericolo. Da qui arriva infatti la denominazione di “Smart Hulk”. È dunque possibile che Banner, una volta schioccate le dita, non abbia solo riportato indietro le vittime, ma anche in un posto sicuro.

Tra le domande dei fan c’è anche quella relativa alla morte di Stan Lee e al cameo di Endgame in cui il fumettista scomparso a Novembre recita nei panni di un hippie a bordo di una macchina d’epoca che arriva sfrecciando nella sede originale dello S.H.I.E.L.D. gridando “Fate l’amore, non la guerra!“. Come già raccontato, la scena è stata girata nell’estate del 2018, e da quanto dichiara Feige, Lee non ha mai visto il film montato:

Stan amava aspettare per vedere la versione finale durante la premiere, ma sfortunatamente stavolta non è riuscito a farlo con Endgame. Gli abbiamo consegnato la sceneggiatura completa il giorno in cui è arrivato sul set per girare il suo cameo.

Marvel Studios: tutte le rivelazioni di Kevin Feige sulla Fase 4

Fonte: Reddit

Ghostbusters 3: Bill Murray disponibile a tornare nei panni di Venkman

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Intervistato al Festival di Cannes, dove ha presentato in apertura il nuovo film di Jim Jarmusch The Dead Don’t Die, Bill Murray si è lasciato andare ad alcune dichiarazioni sul prossimo capitolo di Ghostbusters – il terzo della saga – ora affidato alla regia di Jason Reitman nel quale è atteso il suo ritorno.

A quanto pare l’attore sarebbe disponibile a re-indossare ancora una volta i panni del Dottor Peter Venkman senza alcun problema:

Questo franchise ha pagato la retta del college di mio figlio. L’abbiamo fatto e ne siamo i custodi. Mi sono divertito a girare i primi due e il mio buon rapporto con Ghostbusters è stato determinato dal legame con gli altri. Sono persone meravigliose, Danny [Ackroyd], Ernie [Hudson], Harold [Ramis], Rick Moranis, Annie Potts, tra le persone più interessanti che conosca e che hanno avuto una vera carriera. “

Il rapporto che hai con quelle persone come collaboratori non è necessariamente il rapporto che ho con la Sony“, ha spiegato. “Per anni mi è stato detto che non avrebbero potuto fare un altro Ghostbuters perché io non avrei cambiato l’accordo che ha stipulato nel 1984. Beh, no, non l’ho mai fatto. E sai cosa? Hanno fatto il film. Sono i ragazzi nuovi, e io sono il vecchio.”

Murray, che fra poche settimane inizierà le riprese di On the Rocks (seconda collaborazione, dopo Lost in Translation, con Sofia Coppola), ha inoltre ammesso di aver partecipato al reboot tutto al femminile di Ghostbusters del 2016, diretto da Paul Feig, solo perché spinto dall’ammirazione e la stima verso le colleghe del Saturday Night Live Melissa McCarthy e Kate McKinnon:

Ero in quel film solo perché me l’hanno chiesto, e sapevo che se avessi detto no, avrebbero detto che non stato sostenendo quel film. Quindi ho pensato, si, li appoggerò perché li sostengo come persone. Così l’ho fatto e farei nel prossimo“.

Ghostbusters 3: il primo teaser trailer è già qui!

Ghostbusters 3, terzo film del franchise, arriverà nelle sale il 10 luglio 2020. “Rust City” è il titolo di lavorazione mentre le riprese inizieranno il 25 Giugno a Calgary e proseguiranno per circa 15 settimane.

Nel cast sono stati confermati Mckenna Grace (vista di recente in Captain Marvel, dove interpreta Carol Danvers da bambina), Finn Wolfhard (la star della serie Stranger Things) e Carrie Coon (The Leftlovers), che interpreteranno rispettivamente il fratello maggiore e la madre del personaggio della Grace.

La produzione non ha diffuso ulteriori dettagli sulla pellicola, che come saprete sarà il sequel diretto dei due Ghostbusters diretti da Ivan Reitman (papà di Jason), senza nessun collegamento con il reboot al femminile di Paul Feig del 2016, e che la storia ruoterà intorno a due ragazzi e due ragazze di età compresa fra i 12 e i 13 anni.

“Ho sempre pensato a me stesso come il primo fan di Ghostbusters, quando avevo 6 anni ero a visitare il set. Volevo fare un film per tutti gli altri fan.” ha raccontato Reitman in una recente intervista con Entertainment Weekly. Questo è il prossimo capitolo della serie originale. Non è un riavvio. Quello che è successo negli anni ’80 è accaduto negli anni ’80, e questo è ambientato nel presente.”.

Fonte: Indiewire

Avengers: Endgame, il destino alternativo di Natasha e le scene “truccate”

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Moltissimi retroscena sulla realizzazione di Avengers: Endgame sono emersi grazie alle dichiarazioni di registi, attori e produttori dopo la fine dell’embargo sugli spoiler, e di recente sono stati i montatori Jeffrey Ford e Matthew Schmidt a rivelare qualche dettaglio ancora inedito sul film che ha concluso la saga delle gemme dell’infinito.

Come saprete, in Endgame i Vendicatori sopravvissuti allo schiocco usano il Regno Quantico per tornare nel passato agli eventi di The Avengers nel 2012, con l’obiettivo di recuperare il Tesseract e lo scettro di Loki. Ma a quanto pare la decisione sulla timeline da sfruttare e gli elementi in gioco per i viaggi nel tempo non è stata presa fino alla post-produzione, dunque in sala di montaggio.

La sceneggiatura mostrava Tony volare attraverso il Leviatano che faceva esplodere dall’interno“, ha spiegato Ford, “Ma quando abbiamo proiettato il film per il pubblico ai test screening ci siamo resi conto che ci volevano alcuni minuti per acclimatarsi. Non era quello il modo in cui volevamo che funzionasse e quindi abbiamo provato altre versioni“.

Era infatti prevista una sequenza, poi eliminata, in cui gli eroi sarebbero comparsi nel momento in cui Hulk abbatte Loki, mentre per la versione finale il team creativo ha optato per un ritorno all’iconico Avengers Assemble tra le macerie. “L’idea vincente era quella n cui entriamo in scena direttamente nel primo assemblaggio dei Vendicatori. Si trattava della transizione più pulita ed epica“.

Per quanto riguarda il destino di Vedova Nera e la scena alternativa mai utilizzata per Endgame, i montatori hanno raccontato che inizialmente lo scontro tra Natasha e Clint Barton su Vormir per decidere chi dei due si sarebbe sacrificato era stato concepito in maniera differente.

Sul copione e per quello che abbiamo girato la prima volta c’era una scena eccellente: Thanos e i suoi soldati sarebbero apparsi su Vormir e tra loro si sarebbe scatena una piccola battaglia contro Natasha e Clint, dove lei decideva di saltare dalla scogliera e Clint cercava di fermarla mentre respingeva l’attacco.

E secondo quanto riferito, questa versione della sua morte aveva incontrato perfino il favore del pubblico delle proiezioni di prova: “Decidemmo di rendere quel momento ancora più intimo tra i personaggi, e siamo felici che abbia pienamente funzionato nel film, soprattutto per ciò che è servito a Nat“.

Ford e Schmidt hanno infine svelato tutti i trucchi di montaggio sfruttati durante il ritorno ad Asgard ambientato durante The Dark World, dove compare anche Natalie Portman nei panni di Jane Foster. Sappiamo già che l’attrice non ha girato nessuna scena per Endgame sfruttando del materiale scartato dal film del 2013, ma che dire invece degli altri segmenti impegnati?

L’inquadratura di Loki che lancia la sua coppa nella cella e Thor e Rocket che passano di nascosto sullo sfondo è un negativo digitale tratto dai quotidiani di The Dark World che abbiamo riproposto qui, e lo stesso per la scena di Natalie Portman“.

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Vi ricordiamo che Avengers: Endgame è nelle nostre sale dal 24 aprile.

Nel cast del film Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Avengers: Endgame, le scene che potevano essere nel film

Fonte: CBM

James Gunn rompe il silenzio e parla del licenziamento e Guardiani 3

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Intervistato da Deadline James Gunn ha finalmente rotto il silenzio sugli argomenti che l’hanno visto al centro del circuito mediatico da quest’estate ad oggi, complice l’improvviso licenziamento dalla regia di Guardiani della Galassia Vol.3 (a Luglio 2018), l’assunzione della concorrenza Warner Bros. per il progetto del reboot di Suicide Squad, infine il ritorno inaspettato alla guida del terzo capitolo del franchise da lui condotto per i Marvel Studios e l’affetto del cast, della famiglia e dei fan.

Stavo per iniziare le prime discussioni su The Suicide Squad con la DC e ne ero entusiasta, quando Alan Horn della Disney mi chiese se potevamo parlare. Credo davvero che sia un brav’uomo e che mi abbia reintegrato perché pensava che fosse la cosa giusta da fare. Mi è sempre piaciuto e l’ho ammirato per quello che ha fatto, soprattutto per la compassione  mostrata nei miei confronti“, ha confessato Gunn.

Si sentono tante storie sul fatto che a Hollywood sono tutti spietati. Questo è vero per una parte di questo settore, ma ci sono anche molte persone davvero buone, e voglio sempre trovare quella bontà in posti che non ci aspettiamo, anche nei personaggi dei miei film. Ho pianto un po’ nel suo ufficio, e poi sono andato da Kevin Feige per comunicargli che avevo appena deciso di fare The Suicide Squad…e la cosa mi rendeva molto nervoso.”

Sulla difficoltà di conciliare i due progetti, il regista ha spiegato che mentre scriveva la sceneggiatura di The Suicide Squad era convinto dell’annullamento di Guardiani 3: “Sì, mi stavo occupando della stesura di Suicide Squad e pensavo che il film fosse al capolinea da tempo. Immagino che i Marvel Studios abbiano considerato quella possibilità per un po’, ma le conversazioni iniziali con Alan non riguardavano il mio ritorno, quanto invece le cose che avremmo dovuto riparare. È come quando divorzi: termini un matrimonio, e dopo discuti legalmente con la tua ex-moglie, e si può andare d’accordo ed essere gentili l’uno con l’altro perché siamo entrambi una grande parte della vita dell’altro“.

Al tempo stesso ripensi ai sei anni passati insieme, e a come quel periodo mi abbia aiutato a crescere molto. C’erano sicuramente dei problemi, forse non dovevamo sposarci, ma valeva la pena vivere quei sei anni con la mia ex. Ecco come mi sentivo con la Disney. Non volevo guardare indietro e sentirmi amareggiato o arrabbiato, ma solo a mio agio nel salutarci e dividerci”.

James Gunn

Sul licenziamento e le sensazioni provate Gunn si è lasciato andare liberamente:

Non incolpo nessuno. Mi sento e mi sono sentito male per i modi con cui mi sono espresso pubblicamente…alcune delle battute che ho fatto, e gli obiettivi del mio umorismo, sono solo le conseguenze involontarie del non essere più compassionevole. So che le persone sono rimaste ferite dalle cose che ho detto, mi sento male per questo e mi assumo la piena responsabilità. La Disney aveva tutto il diritto di licenziarmi, e non si tratta di un problema di libertà di espressione. Ho detto qualcosa che non mi piaceva“.

Il giorno dopo è stato uno dei più intensi della mia vita. Ho avuto altri giorni difficili, come quando  da giovane sono diventato sobrio fino alla morte di amici che si sono suicidati. Ma questo è stato incredibilmente intenso. Improvvisamente sembrava che tutto fosse finito. Sapevo solo che, senza prevederlo, ero stato licenziato. Sembrava che la mia carriera fosse finita.

E poi è arrivata la chiamata della Warner Bros. per Suicide Squad:

Gli studios mi dicevano che gli sarebbe piaciuto avermi in squadra. Non ci credevo, all’epoca. Sarò sincero: a livello teorico, pensavo “Beh, forse ho un futuro.” A livello emotivo, ero a pezzi. Non volevo che la mia carriera fosse l’unica cosa a rendermi utile o che mi facesse star bene con me stesso […] Per quanto riguarda Suicide Squad, tutto ha immediatamente iniziato a funzionare in modo fluido. Non penso di essermi mai divertito così tanto a scrivere una sceneggiatura. Ecco cos’è stato per me: puro divertimento“.

Ma non dimentichiamoci che, terminati i lavori su The Suicide Squad, James Gunn tornerà a dedicarsi a Guardiani della Galassia Vol.3.

Sapete qual era la cosa più triste a cui ho pensato dopo il licenziamento? La fine del mio rapporto con Rocket. Rocket sono io, davvero, anche se sembra un pensiero narcisistico. Groot è come il mio cane. Lo amo in un modo completamente diverso. Ma Rocket sono io e provo compassione per lui, perché sento che la sua storia non è stata completata. Ha un arco narrativo che è iniziato nel primo film, proseguito nel secondo e che ha attraversato Infinity War e Endgame. Quindi l’obiettivo ora è finire quell’arco in Guardiani 3“.

Fonte: Deadline

Bond 25: riprese interrotte per l’infortunio di Daniel Craig

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A pochi giorni dall’inizio delle riprese di Bond 25 la produzione si vede costretta a interrompere i lavori a causa di un infortunio del suo protagonista, Daniel Craig. La notizia, diffusa dal quotidiano britannico The Sun e rilanciata da Variety nelle ultime ore parla di una caduta dell’attore sul set in Giamaica la scorsa settimana e del successivo spostamento negli Stati Uniti per il controllo medico.

La fonte riporta: “Craig stava correndo durante un ciak quando è scivolato cadendo in maniera piuttosto imbarazzante. Era un po’ dolorante e si lamentava della sua caviglia“. Non è chiaro a quanto ammonti il ritardo sulla tabella di marcia, né per quanto tempo potrebbe essere posticipata la produzione, ma è stato riferito sempre dal The Sun che le riprese nei Pinewood Studios di Londra, originariamente programmate alla fine della settimana, sono state cancellate.

Non si tratta del primo infortunio per Craig, che è solito eseguire la maggior parte delle sue acrobazie e sequenze d’azione nel franchise di Bond: era già successo sul set di Casino Royale con qualche ferita, su quello di Quantum of Solace con lo strappo di un muscolo della spalla, senza contare l’incidente al ginocchio provocato da una scena di combattimento in Spectre.

Bond 25: iniziate le riprese, ecco la data di uscita

Vi ricordiamo che Bond 25 sarà diretto da Cary Fukunaga (il primo regista non britannico che siede dietro la macchina da presa di un film di 007), mentre la sceneggiatura è stata riscritta da Scott Z. Burns (The Bourne Ultimatum, Contagion).

Secondo quanto riportato dal The Guardian, la MGM ha assunto Phoebe Waller Bridge (Killing Eve, Fleabag) per “ravvivare” lo script del venticinquesimo film del franchise ancora senza titolo ufficiale, sotto speciale richiesta di Daniel Craig, per portare nel progetto l’humor e l’intelligenza tipiche dello stile della sceneggiatrice.

Una parte importante delle riprese si terrà nella città di Matera, capitale europea della cultura per 2019, fornendo l’ambientazione perfetta per quella che dovrebbe diventare la sequenza d’azione del prologo, simile al segmento di apertura di Spectre a Città del Messico durante le celebrazioni del Giorno dei Morti.

Gli ultimi due film di James Bond sono stati diretti da Sam Mendes che ha incassato con i suoi film rispettivamente 1,1 miliardo di dollari per Skyfall (il Bond di maggior successo di sempre, con un Oscar all’attivo) e 880 milioni con Spectre. Dato il successo che Mendes ha raggiunto con i film, quando ha annunciato che non avrebbe più diretto un Bond Movie, la EON e la MGM si sono date da fare per cercare un rimpiazzo all’altezza.

Fonte: Variety

Bull: recensione del film di Annie Silverstein

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Bull: recensione del film di Annie Silverstein

Film d’apertura di Un Certain Regard, edizione 2019, Bull è il lungometraggio d’esordio della texana Annie Silverstein, che già nel 2014 aveva vinto a Cannes per il miglior cortometraggio, Skunk, Bull è la storia di Kris e Abe, un incontro insolito, inedito per il cinema che racconta il sud degli States e un racconto che si definisce molto bene per quello che non è, o che è solo in parte.

Bull non è una storia di infanzia rubata, non è una storia di integrazione, non parla dell’abbattimento delle barriere “razziali”, né critica o commenta in alcun modo i margini della società che occupano i due protagonisti. Quella che racconta Silversetein è una storia piena di dignità, non solo nelle persone ma anche nei luoghi che racconta, anch’essi sottratti dal luogo comune. Sembra proprio il primo pensiero della regista, quello di fuggire dal cliché e offrire uno sguardo onesto su una particolare realtà.

Come detto, la storia si concentra su Kris, una quattordicenne turbolenta, con una situazione familiare complicata (padre assente e madre in prigione, vive con la nonna malata e la sorellina), e Abe, un afroamericano, vera stella del rodeo, che però relega al passato la sua gloria in questa pratica. Il loro incontro è dettato prima dal caso e dalla prossimità, sono infatti vicini di casa e il cane della ragazzina ammazza una delle galline di Abe, e poi da un’attrazione umana che viene fuori a poco a poco con crescente intensità.

Entrambi i personaggi, inoltre, vengono raccontati con lo stesso sguardo onesto e umano delle situazioni e dei luoghi, senza luoghi comuni: Abe infatti è un cowboy nero, Kris una ragazzina in difficoltà che non cede mai per un attimo il passo, non diventando mai un oggetto di ciò che gli accade.

Il film è abile a concentrarsi sulle due individualità, da una parte Abe e dall’altra Kris, seguendole anche in maniera indipendente nei loro problemi e nella risoluzione di questioni a volte più grandi di loro, tuttavia raggiunge i momenti migliori nel confronto trai due, tratteggiato sempre con grande delicatezza e onestà, soprattutto con uno sguardo affettuoso.

È un peccato che però che l’attenzione riservata alla fase di scrittura non corrisponda alla ricerca di soluzioni registiche altrettanto originali e lontane dagli schermi, ma Annie Silverstein è un talento che vale la pena seguire e con lei, in Bull, le interpretazioni dei due protagonisti Rob Morgan e l’esordiente Amber Havard.

Cannes 2019: Jim Jarmusch presenta la zombie comedy The Dead don’t Die

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“Vedere il declino della natura è terrificante”. Nonostante abbia parlato di zombie e poliziotti invischiati nel’Apocalisse, Jim Jarmusch ha dimostrato di avere a cuore un tema molto preciso, durante la conferenza stampa di The Dead don’t Die a Cannes 2019. Il regista statunitense ha dichiarato: “La politica non mi interessa, mi interessa la consapevolezza delle persone. La politica è una forma di distruzione, è politica delle multinazionali. La questione è nelle nostre mani, chiunque di noi può scegliere di boicottarle.”

Non è la prima volta che Jarmusch si avvicina al genere horror, ma come ogni autore con una voce propria e riconoscibile, prende il genere e lo trasforma, lo usa come strumento per raccontare cosa gli passa per la testa. Tuttavia il legame con l’horror per Jarmusch sembra cominciare da molto lontano: “La notte dei morti viventi è il primo horror che ho visto. Romeo ha cambiato l’idea degli zombie e dei mostri. Non sono mostri stranieri, che vengono dall’esterno della comunità, ma sono tra noi e non sono solo degli avversari ma sono anche delle vittime”.

E ancora di Romero parla il regista, in merito alle tante letture che sono state offerte del film da parte della stampa: “Le metafore inventate da Romero sono così forti che molte delle cose che ho letto sul film non le avevo neanche pensate.” E si ferma anche a commentare le voci che sono circolare all’indomani dell’annuncio del film, che lo volevano in qualche modo collegato a Solo gli amanti sopravvivono: “Non guardo indietro, ma per me quel film era una storia d’amore che utilizzava la metafora dei vampiri, in questo caso è diverso. Non volevo fare uno splatter, per cui gli zombie finiscono essiccati in un mare di polvere, non volevo che ci fosse un bagno di sangue, mi sono limitato solo alla scena della loro prima apparizione”.

E come ogni personaggio famoso che ha i propri miti, anche Jim Jarmusch si emoziona come un ragazzino di fronte ai registi che ammira: “Parlando di horror, posso dire che è stato molto fico incontrare per la prima volta qui, l’altra sera, Dario Argento e John Carpenter”.

The Dead don’t Die, recensione del film di Jim Jarmusch

MCU: i gesti più eroici compiuti dagli eroi nell’universo condiviso

Ci sono momenti che definiscono il percorso di un eroe, e altri che cambiano radicalmente il loro viaggio di accettazione di sé e dei propri poteri. Questo accade quando i personaggi mettono i bisogni della comunità davanti a tutto, sacrificando ciò che hanno per un bene superiore.

Lo sanno bene i valorosi protagonisti del MCU, che dal 2008 ad oggi hanno compiuto imprese indimenticabili. Ripercorriamole insieme qui sotto:

Il sacrificio di Vedova Nera

Dopo il sacrificio finale di Tony Stark la morte di Vedova Nera è stato forse il colpo di scena più importante e inatteso di Avengers: Endgame: l’eroina, che si era recata su Vormir insieme a Clint Barton per recuperare la gemma dell’anima, ha scelto di gettarsi giù dal dirupo (lo stesso dove Thanos aveva ucciso sua figlia Gamora in Infinity War) permettendo all’amico di proseguire la sua avventura e riconciliarsi con la sua famiglia.

Un gesto nobile, quello di Natasha Romanoff, che rivedremo in azione il prossimo anno nello standalone (o meglio, un prequel dedicato alle origini della spia russa che ha esordito nel MCU in Iron Man 2 e diventando uno dei personaggi ricorrenti delle prime tre fasi dell’universo cinematografico) e che ha messo i bisogni della sua nuova famiglia davanti a se stessa.

Bruce accetta Hulk come parte di se stesso

Photo: Film Frame..©Marvel Studios 2019

In questi primi undici anni di Marvel Cinematic Universe abbiamo visto tre “versioni” di Bruce Banner, l’eroe interpretato prima da Edward Norton nello standalone del 2008, poi da Mark Ruffalo in The Avengers e nei successivi film: quella tradizionale, dell’uomo che combatte contro la sua nemesi rabbiosa, quella che non riesce più a trasformarsi tanto è rimasto traumatizzato dagli eventi (in Infinity War), infine l’ultima, vista in Avengers: Endgame, dove il personaggio appare nella sua forma “mostruosa” facendo convivere le due anime, in perfetto equilibrio (un omaggio al Professor Hulk dei fumetti).

Il suo viaggio nel corso del MCU per “controllare” Hulk e imparare ad accettarlo è stato un conflitto non facile, perché salvare se stessi e imparare a prenderti cura della parte meno piacevole può renderti un vero eroe, e Bruce Banner ce l’ha dimostrato.

Carol aiuta gli Skrull

Carol Danvers è l’ultima arrivata nel MCU, tuttavia il suo ingresso tra le fila dei supereroi ha già avuto un grosso impatto sul pubblico anche grazie ai poteri messi in scena e all’impresa compiuta sullo schermo nello standalone dove ha dimostrato di essere disposta a ogni sacrificio pur di fare la cosa giusta.

Dopo aver capito che gli Skrull erano le vittime della guerra con i Kree, Carol combatte per la giusta causa e aiuta gli alieni mutaforma a cercare un porto sicuro.

Thor comprende il suo valore

Nel suo franchise Thor ha intrapreso un viaggio personale per imparare a comportarsi da buon re, un arco narrativo interrotto sulla soglia di Ragnarok e portato avanti sotto un altro punto di vista nel corso di Infinity War e Endgame.

Questo cambio di prospettiva avviene quando il Dio del Tuono comprende il suo vero valore come persona, e non come sovrano di Asgard destinato al trono, talmente coraggioso e degno non perché in grado di sollevare il Mjolnir, ma perché compassionevole, puro, integro e votato alla protezione della sua gente.

Spider-Man mette in salvo lo Staten Island Ferry

Spider-Man è un eroe che ha spesso concentrato il suo impegno nel raggio d’azione dei suoi cari, o comunque delle persone che circondano il suo universo quotidiano. Certo, l’abbiamo visto partecipare ad alcune delle battaglie più epiche del MCU (vedi Endgame o Civil War), ma anche preoccuparsi della sicurezza di New York.

In Spider-Man: Homecoming mette in salvo tantissimi cittadini sullo Staten Island Ferry (insieme a Iron Man), dimostrando che tipo di figura vuole essere per la comunità e in che modo può fare la differenza.

Scarlet Witch deve uccidere Visione

In Avengers: Infinity War, a Scarlet Witch viene affidato il peggior compito possibile: uccidere l’uomo che ama, Visione, per cercare di salvare il mondo eliminando la gemma della mente incastonata sulla fronte dell’androide. I due eroi sono fuggiti prima a Glasgow dopo gli accordi di Sokovia e successivamente si sono rifugiati nel Wakanda per cercare aiuto e proteggere la gemma ambita da Thanos.

Ma poiché è l’unica abbastanza potente da distruggerla, Wanda sceglie di agire, anche se il suo sacrificio è vano e il Titano Pazzo riesce a ultimare il suo piano. Si tratta comunque di un gesto eroico che ha dimostrato quanto fosse disposta a spingersi oltre per fare ciò che era giusto, indipendentemente dal prezzo da pagare.

T’Challa redime Killmonger

Siamo all’atto finale di Black Panther, con l’atteso e inevitabile confronto tra T’Challa e Killmonger che si battono entrambi con le armature del Re di Wakanda nella grotta dove è custodito il vibranio. È però l’eroe del titolo a spuntarla, pugnalando a morte il cugino.

Prima di morire Erik chiede, davanti al tramonto, che la sua salma sia gettata in mare come quella di uno schiavo pronunciando l’emozionante frase: “Seppelliscimi nell’oceano con i miei antenati che saltavano dalle navi perché sapevano che la morte era meglio della schiavitù.

Steve Rogers si sacrifica per il bene di milioni di persone

Ci troviamo nella fase conclusiva di Captain America: Il Primo Vendicatore, e il quartier generale di Teschio Rosso sulle Alpi viene attaccato ma il villain riesce a fuggire a bordo di un’Ala volante e subito dopo raggiunto da Steve grazie all’aiuto del colonnello Phillips e Peggy Carter.

Cap impedisce al villain di bombardare le più importanti città statunitensi con armi terribili, ma si accorge che i comandi sono bloccati verso l’obiettivo fatale, la città di New York, e compresa la gravità della situazione decide di sacrificarsi per il bene delle possibili vittime. È qui che scambia le sue ultime parole con Peggy via radio, promettendole che sarà presente al loro appuntamento…

Quicksilver salva Occhio di Falco

La breve ma intensa partecipazione di Quicksilver nel MCU, risalente ad Avengers: Age Of Ultron, sembra aver lasciato un leggero senso di insoddisfazione nei fan che avrebbero voluto vedere l’eroe in un almeno un altro film del franchise. Purtroppo la sua storyline si è conclusa tragicamente al termine del secondo capitolo sui Vendicatori e da allora non si sono più avuti aggiornamenti in merito.

Ciò non toglie che il suo momento di gloria non sia stato commovente, anzi. Il sacrificio per salvare la vita di Occhio di Falco e del bambino che stava portando in braccio rimarrà per sempre congelato nella nostra memoria.

Lo schiocco di Iron Man

Schioccando il guanto dell’infinito, Tony Stark spazza via Thanos e il suo esercito. L’equilibrio è di nuovo ripristinato, ma quanto tempo e ostacoli ci sono voluti per per arrivarci? Finalmente Iron Man afferma se stesso nel migliore dei modi: dimostrando una volta per tutte di avere un cuore.

La morte di Tony Stark è un evento che peserà sul futuro del MCU, come suggerito dal trailer di Spider-Man: Far From Home, e sembra che il lutto verrà affrontato diversamente a seconda del personaggio. Di sicuro siamo felici che Avengers: Endgame ci abbia consegnato la versione più emozionante dell’eroe e che la sua dipartita non è stata vana.

Leggi anche – MCU: le teorie sul futuro del franchise dopo Endgame

Fonte: ScreenRant

Avengers: Endgame, un personaggio è stato aggiunto in CGI nella battaglia finale

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avengers endgame

La battaglia finale di Avengers: Endgame ha riunito sul grande schermo, e per la prima volta nella storia del MCU, quasi tutti i personaggi finora introdotti al cinema in un’epica sequenza d’azione che non dimenticheremo facilmente. E tra i momenti più importanti c’è anche il female-assemble delle supereroine (esclusa Vedova Nera, morta per ottenere la gemma dell’anima su Vormir) che proteggono la corsa del guanto dell’infinito in mano a Spider-Man fino al Regno Quantico.

Tuttavia, ironia della sorte, l’unico attore assente sul set durante le riprese della scena era proprio Tom Holland, come spiegato dal supervisore della WETA (la società degli effetti speciali che si è occupata del film), Matt Aiken in un’intervista con Cinemablend:

Tom Holland era l’unico del cast che non era in grado di essere lì quel giorno, e sapevamo che Spider-Man avrebbe dovuto consegnare il guanto a Captain Marvel all’inizio di quella sequenza. Quindi abbiamo ricreato il supplente di Spidey in digitale e terminato le riprese un paio di settimane più tardi, quando Tom Holland è diventato disponibile, e aggiunto la sua sagoma digitalmente.”

Ecco cosa succede quando decidi di riunire nello stesso film più di cinquanta attori, e il ritmo della lavorazione procede spedito senza possibilità di pause lungo il percorso… Di fatto Peter Parker interagisce con tutte le eroine per finzione, perché in realtà il suo interprete ha girato questa sequenza da solo.

Leggi anche – Avengers: Endgame, il film prima e dopo gli effetti speciali

Nel frattempo possiamo dare uno sguardo ad una manciata di nuove immagini ufficiali e in alta risoluzione di Endgame che mostrano, tra le altre cose, anche la battaglia che ha portato alla sconfitta di Thanos e del suo esercito.

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Vi ricordiamo che Avengers: Endgame è nelle nostre sale dal 24 aprile.

Nel cast del film Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Avengers: Endgame, le scene che potevano essere nel film

Fonte: Cinemablend, CBM

Dark Phoenix: l’ultima corsa dei Mutanti nelle nuove foto dal film

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La rivista Empire ha dedicato uno spazio del suo prossimo numero a Dark Phoenix, descritto come il gran finale della saga degli X-Men in mano alla Fox. Come saprete la Disney ha di recente acquisito tutti i diritti sui personaggi ed è facile ipotizzare che i Mutanti arriveranno presto nel Marvel Cinematic Universe per unirsi al franchise.

Per l’occasione il magazine ha raggiunto il regista Simon Kinberg per un’intervista, pubblicando qualche foto inedita dal film, per parlare del lavoro sul set e del processo creativo:

Credo che tutti abbiamo fatto pace con l’idea che questi personaggi siano giunti alla conclusione del loro percorso. Quindi se questo doveva essere il nostro ultimo film, facciamo in modo che resti impresso, no? […] Mi sono avvicinato a questa sceneggiatura immaginandola come il culmine di questo ciclo. Si tratta dell’ultima storia degli X-Men, ed era diversa dagli altri capitoli a cui ho lavorato in veste di produttore, dove ci chiedevamo cosa sarebbe successo dopo. Stavolta ho messo in gioco tutto“.

E quando gli si chiede se abbia già discusso con Kevin Feige della possibilità di vedere gli X-Men nel MCU, Kinberg risponde che “Tutto ciò di cui abbiamo parlato era il funzionamento della macchina marketing della Disney, perché non gli è stato permesso di dire altro. Onestamente non so cosa intendano fare con l’universo dei Mutanti“.

Qui sotto potete dare uno sguardo al cast sul set di Dark Phoenix.

Dark Phoenix non avrà un cameo di Stan Lee

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Dark Phoenix è già stato apostrofato da Kinberg come l’inizio di un nuovo capitolo per la serie di film di X-Men.

“Lo vedo come un nuovo capitolo. Lo vedo come qualcosa che prende il franchise e lo lancia in una direzione diversa con toni diversi. E questo non significa che il prossimo avrà lo stesso tono, significa solo che il prossimo può avere un tono diverso. Penso che per molti anni, gli X-Men di Bryan [Singer] abbiano davvero trasformato il genere dei supereroi nel 2000 o 2001 quando è uscito il primo. Questo arriva quasi 20 anni dopo. È molto tempo fa. E a quel tempo, i film sui supereroi non erano molto popolari, in realtà. C’erano stati alcuni fallimenti a metà degli anni ’90, e non c’erano stati molti film sui supereroi,  e in quel periodo l’approccio sugli X-Men era davvero rivoluzionario.”

Il produttore Hutch Parker l’ha inoltre inscritto nella categoria “thriller hitchcockiano”, in omaggio al maestro del genere, parlandone in un’intervista con ScreenRant durante il WonderCon di Anaheim, California, confermando la linea editoriale del franchise che ha sempre dato un tono specifico ad ogni film.

Dark Phoenix: Jean Grey perde il controllo nel nuovo trailer

Fonte: Empire (via CBM)

Aladdin: Will Smith canta “Il Principe Alì” nella nuova clip

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Aladdin: Will Smith canta “Il Principe Alì” nella nuova clip

A pochi giorni dall’uscita nelle sale Disney, via IGN, ha diffuso una nuova clip tratta da Aladdin, il live action che rivisiterà il classico d’animazione del 1992 con attori in carne e ossa e i brani della colonna sonora originale di Alan Menken. Nel video Will Smith, che sullo schermo interpreta il Genio della lampada, intona le note di “Il principe Alì”, fanfara che accompagna l’ingresso ad Agrabah del protagonista.

Vi ricordiamo che Aladdin è diretto da Guy Ritchie e vede Mena Massoud nel ruolo dell’affascinante furfante Aladdin, Naomi Scott nel ruolo della bellissima e indipendente principessa Jasmine e Will Smith nei panni dell’incredibile Genio con il potere di esaudire tre desideri per chiunque entri in possesso della sua lampada magica.

Qui sotto potete dare uno sguardo alla clip:

Aladdin, nuovo trailer con la voce di Naomi Rivieccio

Aladdin vanta una colonna sonora composta dall’otto volte Premio Oscar Alan Menken(La Bella e la BestiaLa Sirenetta), che comprende nuove versioni dei brani originali scritti da Menken e dai parolieri, vincitori dell’Oscar, Howard Ashman (La Piccola Bottega degli Orrori) e Tim Rice (Il Re Leone), oltre a due brani inediti realizzati dallo stesso Menken e dai compositori vincitori dell’Oscar e del Tony Benj Pasek e Justin Paul (La La LandDear Evan Hansen).

Il cast del film vede inoltre la presenza di Marwan Kenzari nel ruolo del potente stregone Jafar, mentre Navid Negahban veste i panni del Sultano, preoccupato per il futuro di sua figlia; Nasim Pedrad è Dalia, la migliore amica e confidente della principessa Jasmine, Billy Magnussen interpreta il principe Anders, il bellissimo e arrogante pretendente di Jasmine, e Numan Acar è Hakim, braccio destro di Jafar e capitano delle guardie del palazzo.

Nella versione italiana Naomi Rivieccio, finalista a X Factor 2018, interpreterà le canzoni della Principessa Jasmine offrendo al pubblico una nuova versione degli indimenticabili brani inclusi nella celebre colonna sonora del film originale, tra cui la canzone premiata con l’Oscar “Il Mondo È Mio” (“A Whole New World”). “Come tutti, anche io sono cresciuta con i film d’animazione Disney”, racconta Naomi, “e Aladdin è sempre stato uno dei miei preferiti. È una storia ricca di azione, comicità, magia e amore. Ha delle sonorità a dir poco travolgenti. Un mondo incredibile. È un vero onore poter interpretare le canzoni di una delle Principesse Disney che amo di più e in cui più mi identifico perché Jasmine, come me, è una ragazza indipendente, ironica e tenace. Inoltre l’attrice che la interpreta nel film si chiama come me: Naomi! Forse era destino…”

Fonte: IGN

The Dead don’t Die: recensione del film di Jim Jarmusch

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The Dead don’t Die: recensione del film di Jim Jarmusch

In apertura di Cannes 2019, presentato in Concorso, The Dead don’t Die è il nuovo film di Jim Jarmusch, che sulla carta si presentava come un instant cult. Uno zombie movie hipster, apparentemente stralunato, che piuttosto che seguire la lezione vincente di Shaun of the Dead o dei classici di Romero, traccia una propria strada, perfettamente in linea con lo stile del suo autore.

Siamo a Centerville, “un posto davvero carino”, come recita l’insegna all’ingresso della cittadina, un luogo comune di ogni piccolo centro ddella provincia americana, con una tavola calda, un motel, una stazione di benzina, una centrale di polizia, un carcere, tutti i “luoghi comuni” nel senso stretto della parola, che caratterizzano questi centri abitati. I protagonisti sono una coppia di poliziotti, Cliff e Ronnie (Bill Murray e Adam Driver); i due, di pattuglia, si accorgono che gli strumenti elettronici sono in tilt. La causa è il fracking polare che ha spostato l’asse di rotazione della Terra, una motivazione scientifica che però dà inizio all’apocalisse zombie, evento che sembra non sorprendere troppo il razionale Ronnie.

Gli zombie di The Dead don’t Die sono esattamente come la storia del cinema ce li ha raccontati prima, solo che non fanno eccessivamente paura, sono piuttosto degli stereotipi delle abitudini e dei vizi della società contemporanea, non solo dell’America Trumpiana, una società pigra, spinta dall’inerzia. E questo sembra essere il ritmo del film stesso, che procede lentamente come i nostri amici zombie, per i quali non si può non provare simpatia, soprattutto se sono interpretati da Iggy Pop. Il nodo, se così possiamo chiamarlo, del film di Jarmusch arriva proprio nella contrapposizione tra la volontà di raccontare la contemporaneità, senza farlo con la dovuta cattiveria, e la tranquillità con cui il regista traccia un ritratto con toni apparentemente svogliati ma che risultano fedeli al suo modo di comunicare con pubblico, attori e generi.

Il risultato è la dichiarazione, inequivocabile, che per Jarmusch quella che stiamo vivendo noi adesso sia già un’Apocalisse e che gli zombie siamo affettivamente noi. La metafora, inevitabile per un film sui non morti, è lapalissiana, forse meno incisiva di quanto il genere ci ha mostrato all’inizio della sua storia cinematografica con Romero. Forse c’è dell’autocompiacimento nei riferimenti meta-testuali, nelle gag che strizzano l’occhio alla cultura pop, nello giocare a carte scoperte con una scrittura che infrange non solo la comunicazione tra personaggi e pubblico, ma anche quella tra personaggio e attore che lo interpreta. Tuttavia si può comunque godere di un sorriso compiaciuto per buona parte del film.

Certo, la sostanza sembra latitare e il film si riduce proprio a questo, a un sorriso soddisfatto per aver colto l’ennesima citazione, condizione che in assoluto non rappresenta un male, ma che senza dubbio lascia una sensazione di insoddisfazione rispetto a ciò che ci si aspetta dal regista. Resta, del film, la bellezza di un cast che sebbene non è sfruttato al 100% delle possibilità, regala personaggi incredibili, tra cui spiccano quelli interpretati da Tilda Swinton e da Adam Driver.

Guarda il trailer di The Dead don’t Die

Avengers: Endgame, i Russo condividono la foto dell’ultimo cameo di Stan Lee

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Avengers: Engdame è stato il film delle “ultime volte”, come quella di Robert Downey Jr. nei panni di Iron Man, forse quella di Chris Evans con il costume di Captain America e, ovviamente, quella di Stan Lee e dei suoi cameo nel Marvel Cinematic Universe. Il celebre fumettista è infatti morto qualche mese dopo aver girato la sua ultima apparizione, e per ricordarla i fratelli Russo hanno condiviso su Twitter una foto scattata sul set.

Chi ha visto il film saprà che Lee interpreta un hippie a bordo di una macchina d’epoca che arriva sfrecciando nella sede originale dello S.H.I.E.L.D. gridando “Fate l’amore, non la guerra!“. La scena è stata girata nell’estate del 2018, pochi mesi prima della sua scomparsa.

Sull’apparizione di Endgame e il “ritorno” negli anni Settanta, dove è ambientata una parte del cinecomic, i Russo hanno poi spiegato che si trattava di “un ultimo cameo commovente, con un tono completamente diverso dagli altri. Dovevamo inserirlo in una zona dove esatta per quel tono, e quella ci sembrava l’area del film che faceva al caso nostro […]

Winter Soldier fu la nostra prima volta con Stan, e quando venne sul set si respirava un’energia incredibile e stimolante. Si vedeva che era eccitato all’idea di essere lì. Parlava con tutti, faceva battute, insomma era una persona magnetica.”, ricordano i Russo. “Per qualche ragione, ogni volta che giravamo il suo cameo, aumentavano gli spettatori sul set…e se c’è una cosa che amavamo di lui, che ci confondeva da morire, era che voleva sempre più battute“.

stan lee

LEGGI ANCHE – Stan Lee e il significato nascosto del cameo in Captain Marvel

https://twitter.com/Russo_Brothers/status/1125425048834035713?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1125425048834035713&ref_url=https%3A%2F%2Fwww.cinemablend.com%2Fnews%2F2471753%2Fthe-russo-brothers-share-set-photo-from-stan-lees-final-cameo

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Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Avengers: Endgame, tutti i cameo del film

Star Wars: il prossimo film della saga sarà quello di David Benioff e D.B. Weiss

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Più di un anno fa la Lucasfilm annunciava che David Benioff e D.B. Weiss, showrunner e sceneggiatori di Game of Thrones, avrebbero scritto e prodotto una nuova trilogia di Star Wars, ma ora abbiamo la conferma ufficiale che il primo film ad arrivare nelle sale dopo Episodio IX: The Rise Of Skywalker sarà proprio il loro.

Sapevamo che D&D stavano lavorando ad un progetto per il franchise e che nel frattempo anche Rian Johnson, regista di Episodio VIII: Gli Ultimi Jedi avrebbe sviluppato una nuova serie di film, ma non era chiaro quale team avrebbe avuto la precedenza. Grazie alle dichiarazioni del CEO Disney Bob Iger possiamo finalmente toglierci ogni dubbio.

Resta da capire se Benioff e Weiss daranno vita ad una trilogia o a tre titoli separati e non collegati (anche se il contratto ufficiale comprende di fatto tre film), ma staremo a vedere. I due sono attualmente nell’occhio del ciclone a causa dei riscontri negativi sulla stagione conclusiva del Trono di Spade, giudicata fin troppo distante dalla bellezza degli esordi. Riusciranno a farsi perdonare con Star Wars e a conquistare l’affetto dei fan?

Emilia Clarke sugli showrunner di Game of Thrones: “Faranno un lavoro grandioso con Star Wars”

Vi ricordiamo che Star Wars: The Rise Of Sywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia del franchise diretto da J.J. Abrams, arriverà nelle sale a dicembre 2019.

Nel cast Daisy RidleyOscar IsaacJohn BoyegaKelly Marie TranNaomi AckieJoonas Suotamo, Adam Driver, Anthony DanielsBilly Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall Gleeson, Billie Lourd e il veterano del franchise Mark Hamill. Tra le new entry c’è Richard E. Grant.

Il ruolo di Leia Organa sarà interpretato di nuovo da Carrie Fisher, usando del girato mai visto prima da Star Wars: Il Risveglio della Forza. “Tutti noi amiamo disperatamente Carrie Fisher – ha dichiarato Abrams – Abbiamo cercato una perfetta conclusione alla saga degli Skywalker nonostante la sua assenza. Non sceglieremo mai un altra attrice per il ruolo, né mai potremmo usare la computer grafica. Con il supporto e la benedizione della figlia, Billie, abbiamo trovato il modo di onorare l’eredità di Carrie e il ruolo di Leia in Episodio IX, usando del girato mai visto che abbiamo girato insieme per Episodio VII.”

Star Wars: The Rise Of Skywalker, le teorie sul significato del titolo

Fonte: Attractions Magazine

Cruella: Emma Thompson in trattative per il film Disney

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Arrivano nuovi aggiornamenti su Cruella, il live action Disney che porterà sul grande schermo le avventure di Crudelia De Mon e che vedrà Emma Stone nel ruolo di protagonista: secondo Variety infatti, Emma Thompson sarebbe alle prime fasi di una trattativa per il film, ma non è chiaro quale personaggio potrebbe interpretare.

L’attrice era già comparsa in due altri titoli della casa di Topolino, ovvero La bella e la bestia, nei panni di Mrs. Potts, e Saving Mr. Banks, dove prestava il volto all’autrice di Mary Poppins, P. L. Travers. Per quanto riguarda il live action, dietro la macchina da presa siederà Craig Gillespie (I,Tonya, Lars e una ragazza tutta sua e Fright Night – Il vampiro della porta accanto) mentre la sceneggiatura è stata curata da Tony McNamara.

Alex Timbers, acclamato sceneggiatore di Broadway e della serie Mozart in the Jungle, era stato il primo nome associato al progetto, tuttavia il cambio di piani di lavorazione e la voglia di affrettare la schedule ha costretto la Disney a scegliere un altro regista e a programmare l’inizio delle riprese l’anno prossimo. Vi ricordiamo che la celebra antagonista de La carica dei 101 era già stata ritratta al cinema nel classico animato del 1961 e in carne o ossa da Glenn Close nella pellicola del 1996 prodotta da John Hughes.

Fonte: Variety

Cannes 2019: Jarmusch, Murray, Driver e Swinton alla cerimonia di apertura

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Si è aperta sotto un cielo che prometteva pioggia (che poi è arrivata) la settantaduesima edizione del Festival di Cannes 2019, e lo ha fatto in grande stile, con il ritorno sulla croisette, in concorso, di Jim Jarmusch.

Il regista statunitense ha portato al Festival il suo ultimo film, una zombie comedy hipster, perfettamente in linea con il suo cinema. Per raccontare questa storia, Jarmusch ha scelto una serie di attori con cui aveva già lavorato, come Bill Murray, Adam Driver e Tilda Swinton, ma presenti alla cerimonia inaugurale del festival c’erano anche Sara Driver, Luka Sabbat, Adam Driver, Selena Gomez, Chloe Sevigny, che hanno salito la montée de marches insieme a Thierry Frémaux.

Ecco di seguito le foto della serata:

GUARDA IL TRAILER DEL FILM

Il film è scritto e diretto da Jarmusch e nella prima sinossi si legge: il più grande cast di zombie mai smembrato, con Bill Murray, Adam Driver, Tilda Swinton, Chloë Sevigny, Steve Buscemi, Danny Glover, Caleb Landry Jones, Rosie Perez, Iggy Pop, Sara Driver, RZA, Selena Gomez, Carol Kane, Austin Butler, Luka Sabbat e Tom Waits.

Cannes 2019: Angy Birds 2 protagonista della pre-apertura

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Non c’è niente di meglio di un avversario comune per unire dei nemici giurati, così alla vigilia del 72° Festival di Cannes 2019, i pennuti arrabbiati ed incapaci di volare e i maialini verdi di Angry Birds 2 – nemici amici per sempreAngry Birds 2 – nemici amici per sempre si sono presentati insieme di fronte alle telecamere. Qualcosa di insolito è accaduto in occasione di un photo-call avvenuto nel pomeriggio di oggi al molo del Carlton Hotel quando i protagonisti del film hanno fronteggiato il loro nuovo nemico armati delle loro caratteristiche fionde. L’attore Josh Gad (“Chuck”), il filmmaker John Cohen e il regista Thurop Van Orman hanno svelato una nuova scena del sequel che uscirà nelle sale italiane il 12 settembre distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia.

“È fantastico essere a Cannes, soprattutto per un film di cui sono molto orgoglioso” dice il regista Van Orman. “Josh ed io eravamo qui a Cannes nel 2016 per presentare il film – dice Cohen, che aggiunge – anche questo ci ha aiutato ad essere il film più visto in 52 paesi nel mondo. Dopo il videogame, ora che Angry Birds è diventato anche un successo cinematografico, siamo davvero entusiasti di poter raccontare nuove storie e divertirci con questi personaggi”.

Avengers: Endgame, Captain America ha incontrato Teschio Rosso su Vormir

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Chi ha visto Avengers: Endgame saprà che Steve Rogers, una volta archiviata la battaglia contro Thanos e dopo aver celebrato la morte di Tony Stark insieme ai colleghi Vendicatori, decide di viaggiare ancora una volta nel Regno Quantico per restituire tutte le gemme dell’infinito alla rispettiva timeline in cui erano custodite. In una di queste realtà passate incontra Peggy, l’amore della sua vita, e si concede quel famoso ballo promesso in Captain America: Il Primo Vendicatore. Ma cosa è accaduto negli altri salti temporali? Chi ha incontrato?

A quanto pare, come confermato da Anthony e Joe Russo in un’intervista, Cap è tornato su Vormir per riportare la gemma dell’anima al suo protettore originario, Teschio Rosso, confrontandosi dunque con il suo primo vero antagonista del MCU.

Si, Steve dovrebbe aver incontrato Teschio Rosso” hanno dichiarato, “Ma nessuno sa come funzionino le regole quando si restituisce la gemma dell’anima. Conoscendo il personaggio, probabilmente avrà applicato la sua politica del ‘niente soldi indietro’ “. Ovviamente i registi fanno riferimento alla questione della morte di Vedova Nera o di Gamora, che non possono essere resuscitate semplicemente restituendo la gemma.

Forse le variabili di queste timeline alterate e dei viaggi nel tempo saranno approfondite nella serie animata What If? in arrivo su Disney +? Che ne pensate?

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Avengers: Endgame, rivelata la vera identità del padre dei figli di Peggy Carter

Fonte: CBM

I fratelli Russo parlano di Ultron: “Tony Stark non aveva torto”

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I fratelli Russo parlano di Ultron: “Tony Stark non aveva torto”

Nelle settimane successive all’uscita di Avengers: Endgame diversi titoli del MCU sono tornati al centro della discussione (merito forse della grande capacità di intreccio di questa saga durata undici anni), compreso l’allora criticato e snobbato Age of Ultron, non esattamente il più amato capitolo sui Vendicatori. Tuttavia, e ciò si evince dalle parole dei fratelli Russo intervistati da Slate, quel film ricopre ancora oggi un ruolo fondamentale per come ha portato avanti la costruzione del personaggio di Iron Man e le sue ragioni.

In particolare, i registi di Endgame pongono l’accento sulla scelta compiuta da Tony, discutibile all’epoca, di progettare un androide che servisse come prototipo di una difesa globale da eventuali minacce esterne (quello che si è di fatto realizzato in Infinity War):

Tony non aveva torto, stava arrivando una grande minaccia e i Vendicatori avevano bisogno di costruire un’armatura in giro per il mondo. Ma quand’è che le libertà civili vincono e vengono prima della capacità del governo di proteggere i suoi cittadini? Pensiamo che un discorso del genere sia interessante e che, in una certa misura, gli eroi sono dovuti passare passare attraverso questo conflitto. C’era un senso di destino già scritto, che dovevano affrontare per vincere, quindi sia lui e che Cap avevano ragione.”

I Russo fanno riferimento a due scene precise del MCU: la prima, di Age of Ultron, in cui Cap e Tony discutono apertamente su cosa sia giusto e cosa sbagliato in termini etici nell’idea di Ultron; la seconda, di Endgame, quando Iron Man torna sulla Terra dopo la battaglia su Titano urlando in faccia a Steve e sostenendo di aver previsto tutto, l’arrivo di Thanos e l’insufficienza delle difese disponibili per evitare il disastro.

Come dare torto a Stark, visto l’evolversi della situazione da Civil War a oggi? Della stessa opinione sembrano i registi, che hanno accompagnato questi personaggi e i loro viaggi esistenziali per lungo tempo.

Avengers: Endgame, i Russo rivelano il titolo originale del film

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Fonte: Slate

MCU: 5 eroi e 5 villain che vorremmo vedere nella Fase 4

MCU: 5 eroi e 5 villain che vorremmo vedere nella Fase 4

Chiuso il sipario della Fase 3 i Marvel Studios si preparano a spalancare le porte della Fase 4 con l’ambizione e l’entusiasmo maturati negli anni, da Iron Man fino a Avengers: Endgame, che ha segnato la fine di un’era e l’inizio di un futuro ancora più luminoso.

Ma quali eroi e quali villain potrebbero popolare il MCU nei prossimi anni? Ecco qualche candidato:

Daredevil

Con la cancellazione della serie Netflix, la speranza di vedere i Defenders sul grande schermo è definitivamente morta. O forse no? Può un personaggio così popolare come Daredevil avere ancora accesso al MCU? O meglio, è giusto tenere in panchina un eroe così amato e potenzialmente irrinunciabile?

Sarebbe davvero fantastico rivederlo in azione dopo il flop del film con Ben Affleck, con nuove consapevolezze e una scrittura degna del suo mito nei fumetti.

Squirrel Girl

Andando avanti il MCU potrebbe correre sempre più rischi sostenuto dal successo dei suoi primi undici anni di vita, e quale momento migliore se non questo per introdurre nell’universo cinematografico un personaggio come Squirrel Girl?

Per alcuni sarà quasi una parodia di un supereroe, e in qualche modo lo è, ma le caratteristiche auto-ironiche e l’imprevedibilità delle sue azioni la rendono la perfetta candidata per un franchise sulla falsa riga di Guardiani della Galassia.

Beta Ray Bill

Beta Ray Bill, creato nel 1983, deve la sua popolarità alle numerose serie animate, videogiochi e altri prodotti basati sul personaggio, che in realtà era previsto anche nella primissima stesura di Thor: Ragnarok. Come avrete notato, i Marvel Studios hanno poi deciso di includere solo una sua statua nel film e non l’eroe in carne e ossa.

Stiamo parlando di un alieno antropomorfo dall’aspetto spaventoso che per quanto strano possa sembrare, è uno dei pochi personaggi degni di sollevare il Mjolnir ed è colui che brandisce la Stormbreaker nei fumetti. Insomma, Thor 4 chiama a gran voce il suo prossimo eroe…

Silver Surfer

Silver Surfer è senza dubbio uno dei personaggi più interessanti dell’universo Marvel, ma il cinema non è mai riuscito a restituircene una versione degna di nota. Inserito come antagonista nel secondo capitolo dei Fantastici 4, questo antieroe dalle incredibili potenzialità meriterebbe un trattamento migliore.

E ora che l’accordo tra Fox e Disney è terminato, Silver Surfer sembrerebbe disponibile per l’ingresso nel MCU…

Moon Knight

L’impegno sulla rappresentazione della diversità iniziato con Black Panther ha mostrato quanto i Marvel Studios tengano ad un discorso sempre più universale nel racconto della società attraverso i supereroi. Perché parlare di temi importanti senza dimenticare l’intrattenimento è fondamentale, e l stesso approccio meriterebbe uno standalone su Moon Knight.

Il personaggio è un mercenario trasformatosi in vigilante che potrebbe essere la versione MCU di Batman, e ancora più intrigante è il fatto che questo eroe lotta con la malattia mentale.

Norman Osborn

I problemi relativi alla gestione dei diritti dei personaggi di Spider-Man non ci impediscono di sognare l’arrivo nel MCU di Norman Osborne, uno degli antagonisti più importanti di Peter Parker nei fumetti già portato al cinema da Willem Dafoe nei lavori di Sam Raimi.

Ci piacerebbe rivederlo senza il costume Green Goblin, magari in una riflessione su ciò che un uomo diabolico come lui può diventare da solo, privo di superpoteri. Insomma, il villain perfetto per il post-Thanos.

M.O.D.O.K.

La Marvel detiene i diritti su M.O.D.O.K fin dall’inizio del MCU, ma c’è una ragione se il personaggio non ha ancora ottenuto il suo adattamento sul grande schermo: è davvero troppo bislacco e difficile da identificare.

Stiamo parlando di un genio folle con cui gli sceneggiatori potrebbero divertirsi molto, anche se è il design a spaventarci. Correre il rischio e tentare l’impossibile? I Marvel Studios ci hanno già stupito in passato, quindi perché non sperare in un altro colpo vincente?

Mephisto

I Marvel Studios hanno già esplorato la direzione cosmica utilizzando Thanos e le gemme dell’infinito come forza trainante del MCU, e nulla toglie che potrebbero proseguire su questa strada anche in futuro.

Una scelta logica per sostituire il Titano Pazzo allora sarebbe Mephisto, la risposta biblica della Marvel a Satana: parliamo di un eroe posseduto dal demone Ghost Rider già apparso nella serie Agents of S.H.I.E.L.D., dotato di natura intrigante e magiche abilità.

Galactus

Ora che Thanos è stato sconfitto dai Vendicatori, il futuro del MCU ha un posto vuoto per il prossimo grande villain. lasciato vuoto. Chi potrebbe essere allora la nuova minaccia per la Terra? Forse Galactus, gigante di dimensioni lunari, che si nutre di pianeti per saziare la sua fame ed è da tempo nelle liste dei più desiderati dai fan?

Finora non sappiamo nulla dei piani dei Marvel Studios per la Fase 4, ma si può immaginare che l’universo cosmico diventerà una parte più importante della storia. E se così fosse, sarebbe perfettamente logico avere come prossimo cattivo Galactus.

D’altronde la trama delle gemme dell’infinito è arrivata al capolinea, e gli eroi avranno bisogno di un’altra enorme minaccia da debellare, e non ci sarebbe niente di più entusiasmante che vedere in azione Avengers, X-Men e Fantastici Quattro mentre collaborano per sconfiggere questo villain.

Doctor Doom

Victor Von Doom (aka Dottor Destino) è uno degli uomini più intelligenti dell’universo Marvel, oltre che uno dei più malvagi mai incontrati nei fumetti. Insomma, il candidato perfetto ad entrare nel MCU contro i nostri eroi. Con l’addio di Loki (almeno al cinema) il franchise avrà bisogno di qualcuno della sua stessa statura, popolarità e importanza, e il Dottor Destino potrebbe essere la scelta più adeguata.

Leggi anche – MCU: gli eroi che dovrebbero diventare i nuovi Avengers

Avengers: Endgame, il film prima e dopo gli effetti speciali

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Avengers: Endgame, il film prima e dopo gli effetti speciali

Quanto contano gli effetti speciali nella riuscita di un cinecomic? Che ruolo hanno all’interno del film? Il successo di un blockbuster dipende unicamente dalla cgi e dalla magia delle immagini? Sono domande a cui si può rispondere abbastanza velocemente. E le immagini che vedete qui sotto, a cura di Framestore (società che si occupa della post-produzione dei film Marvel) dove vengono confrontate le scene di Avengers: Endgame prima e dopo l’intervento dei vfx, sono più che esaustive.

Degli ottimi effetti visivi immergono lo spettatore nell’avventura dei supereroi, lo trasportano in altre dimensioni e annullano il senso di incredulità, tanto sono ormai vicini al realismo. Lo dimostrano queste foto del backstage dove vengono illustrate le varie fasi che portano al risultato visto in sala.

Ovviamente quando parliamo di cinecomic, non basta saper raccontare una buona storia e avere personaggi di spessore, ma è necessario che questi siano inseriti in un contesto che – per quanto immaginario – possa avvicinarsi alla realtà, a qualcosa che si riesce a toccare con mano.

Qui sotto trovate frame relativi alla battaglia finale di Endgame, la creazione del nuovo Hulk e la scena del guanto dell’infinito, gli eroi in azione tra cui Captain Marvel e Captain America e la parentesi della New Asgard con Korg e Thor.

Avengers: Endgame, le scene che potevano essere nel film

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Avengers: Endgame è nelle nostre sale dal 24 aprile.

Nel cast del film Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Avengers: Endgame, rivelata la vera identità del padre dei figli di Peggy Carter

Fonte: CBM

Aquaman: Peter Jackson ha rifiutato la regia più di una volta

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Aquaman: Peter Jackson ha rifiutato la regia più di una volta

La carriera di un regista è determinata in parte dalle scelte che si fanno lungo un percorso di affermazione: c’è chi preferisce passare dalla gavetta al cinema d’autore, rimanendo nell’ambiente underground dell’industria, chi si getta in progetti ambiziosi e meno in vista, chi invece accetta di servire i bisogni e le strategie degli studios dirigendo grossi blockbuster sacrificando la propria identità.

Il caso di Peter Jackson, ad esempio, è interessante per capire i meccanismi del potere hollywoodiano e al tempo stesso la capacità del filmaker di rimanere fedele a se stesso nonostante il successo e il corteggiamento delle major. Dopo un inizio con produzioni a basso budget è arrivata la trilogia del Signore degli Anelli, la consacrazione e i remake (King Kong), poi la parentesi intimista di Amabili Resti e il ritorno in grande stile con i tre capitoli de Lo Hobbit, e diversi lavori come produttore e supervisore.

È però Empire a rivelare che anni fa, prima dell’annuncio di James Wan al timone del progetto, Jackson venne considerato per la regia di Aquaman e contattato dalla Warner Bros non una, ma ben due volte, rifiutando l’offerta dell’ex ceo Kevin Tsujihara. Insomma, la prova del fatto che il regista non ama scendere a compromessi a meno che non sia coinvolto sentimentalmente con la storia.

Kevin mi chiese se ero un fan di Aquaman. Risposi no, e sei mesi dopo mi rifece la stessa domanda. Dissi di no, Kevin te l’ho già detto. Non sono un tipo da supereroi. Leggo Tintin ….e quei film sono difficili. Voglio solo girare qualcosa per cui nutro una profonda passione, e ora sono più contento di lavorare sui miei documentari. Non prevedo di fare un altro film nei prossimi due anni.”

Non stupisce affatto che Tsujihara avesse puntato Jackson per un cinecomic come Aquaman, dala la sua esperienza con gli effetti speciali e la gestione delle scene in larga scala. E non sorprende che abbia ripiegato con un altro esperto in materia di action-horror come Wan, che si era fatto notare per la saga di Conjuring e l’ottimo lavoro svolto in Fast & Furious 7. Fortunatamente il box office ha sorriso alla Warner, che grazie al miliardo superato dal re dei mari può tornare a respirare dopo il quasi flop di Justice League.

Aquaman 2: ecco quando arriverà al cinema

Vi ricordiamo che Aquaman 2 uscirà al cinema il 16 dicembre 2022. Lo studio ha annunciato ufficialmente il sequel del film con Jason Momoa all’inizio di questo mese, confermando che David Leslie Johnson-McGoldrick scriverà la sceneggiatura.

Attualmente l’incasso del film lo ha fatto classificare al 20° posto della classifica mondiale di tutti i tempi. Johns-McGoldrick ha collaborato con Will Beall nella sceneggiatura di Aquaman. Johnson-McGoldrick ha iniziato a lavorare sulla sceneggiatura tre anni fa dopo aver letto i fumetti di Aquaman mentre era sul set di The Conjuring 2 di Wan.

Fonte: Empire

Avengers: Endgame, Captain America avrebbe potuto usare il guanto dell’infinito?

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L’uso del guanto dell’infinito è stato fatale per tre personaggi del MCU da Infinity War ad Avengers: Endgame, come mostrato dalla coppia di film che ha concluso la saga delle gemme dell’infinito: prima Thanos, che una volta raccolte tutte le gemme ha schioccato le dita per realizzare il suo folle piano (riequilibrare le sorti dell’universo e dimezzare la sua popolazione), poi Hulk, indicato come l’eroe più adatto per resistere agli effetti dello schiocco, che ha riportato indietro le vittime della Decimazione, e infine Iron Man, l’ultimo a sacrificarsi in Endgame per sconfiggere definitivamente il Titano e il suo esercito.

Ma quale altro eroe avrebbe potuto indossare il guanto? Forse Captain America, che durante la battaglia in Wakanda si era ritrovato faccia a faccia con Thanos resistendo alla sua furia? A questa domanda ha risposto uno degli sceneggiatori, Christopher Markus, in una recente intervista con L’Hollywood Reporter:

Penso che Steve Rogers ne sarebbe capace, perché è abbastanza forte da impugnare il guanto e sopravvivere. In quel momento di Infinity War Thanos è impressionato dalla volontà di Steve. Non crede che un ragazzo apparentemente senza poteri riesca a contrastarlo. Non se ne capacita“.

A differenza di Cap, uscito indenne dalla lotta con il Titano, lo stesso villain e Bruce Banner sono rimasti gravemente feriti e compromessi dopo l’utilizzo dell’artefatto, per non parlare di Tony Stark, letteralmente ucciso dallo schiocco come abbiamo visto sul finale di Endgame. Se non altro Steve ha avuto l’occasione di restituire tutte le gemme alle relative timeline, ma non ci saranno più possibilità di sfidare la sorte o tentare imprese assurde nel MCU. Ora è un anziano supereroe in pensione che non ha nessuna intenzione di rimettersi al lavoro…

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Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Avengers: Endgame, le scene che potevano essere nel film

Fonte: THR

Spider-Man: Far From Home, i protagonisti in azione nelle nuove foto dal film

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Empire Magazine ha dedicato un ampio spazio a Spider-Man: Far From Home, il sequel di Homecoming in uscita tra poco più di un mese che metterà la parola fine alla Fase 3 del Marvel Cinematic Universe dopo la risoluzione della saga delle gemme dell’infinito avvenuta in Avengers: Endgame.

Nel film ritroveremo Peter Parker cinque anni dopo la Decimazione e a poche settimane dalla battaglia contro Thanos. Insieme a lui, in questa nuova avventura a spasso per l’Europa, ci saranno anche i compagni di scuola Ned e MJ, Nick Fury e il suo braccio destro Maria Hill e un misterioso alleato venuto da un’altra realtà simile alla nostra, Quentin Beck aka Mysterio.

La missione? Evitare che gli Elementali, creature di acqua, terra e fuoco spuntate nelle varie città del vecchio continente, distruggano ogni cosa. Riuscirà Spider-Man, con l’aiuto di Mysterio, ad evitare il disastro annunciato?

Di seguito potete dare uno sguardo alle immagini del film pubblicate dalla rivista.

Spider-Man: Far From Home, Mysterio soccorre Peter nella nuova clip

Diretto ancora una volta da Jon Watts, Spider-Man: Far From Home è arrivato nelle nostre sale il 10 luglio. Confermati nel cast del film il protagonista Tom Holland nei panni di Peter Parker, Marisa Tomei in quelli di zia May e Zendaya in quelli di Michelle, Samuel L. Jackson in quelli di Nick Fury e Cobie Smulders in quelli di Maria Hill. Jake Gyllenhaal interpreterà invece Quentin Beck, aka Mysterio, uno degli antagonisti più noti dei fumetti su Spidey.

Di seguito la sinossi ufficiale: In seguito agli eventi di Avengers: Endgame, Spider-Man deve rafforzarsi per affrontare nuove minacce in un mondo che non è più quello di prima. ‘Il nostro amichevole Spider-Man di quartiere’ decide di partire per una vacanza in Europa con i suoi migliori amici Ned, MJ e con il resto del gruppo. I propositi di Peter di non indossare i panni del supereroe per alcune settimane vengono meno quando decide, a malincuore, di aiutare Nick Fury a svelare il mistero degli attacchi di creature elementali che stanno creando scompiglio in tutto il continente.

Per quanto riguarda le novità del sequel, la tuta di metallo di Peter dovrebbe essere una versione rimodellata di quella di Iron Spider. vista in Avengers: Infinity War. Questa nuova tuta, prevede anche una nuova maschera, con degli occhiali al posto delle orbite bianche, come da tradizione, questo perché è ovvio che il personaggio abbia bisogno di una nuova maschera dopo che la sua precedente è andata distrutta su Titano, durante il confronto con Thanos e prima della sua disintegrazione.

Spider-Man: Far From Home, l’easter egg nel nuovo trailer che nessuno ha notato

Fonte: Empire Magazine (via CBM)

Doris Day, muore a 97 anni la cantante attrice americana

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Doris Day, muore a 97 anni la cantante attrice americana

Muore a 97 anni Doris Day, nata Doris Mary Anne Kappelhoff, cantante e attrice statunitense che tutto il mondo conosceva con l’appellativo di “fidanzata d’America”. Nata nel 1922, ha raggiunto successo e notorietà prima come cantante di Big Band, poi come star cinematografica e, più tardi come volto noto del piccolo schermo.

La Day vantava in carriera trentanove film e oltre settantacinque ore di show televisivi, senza contare le 650 canzoni incise, una nomination ai premi Oscar e la vittoria di un Golden Globe e di un Grammy Awards.

L’incontro con il regista Michael Curtiz (Casablanca) le cambia completamente la vita:  sigla infatti un contratto di sette anni con la Warner Bros e nello stesso anno, il 1948, il film che la vede protagonista, Amore sotto coperta, si rivela un incredibile successo al box office. Altri titoli girati in quel periodo sono Te’ per due (tratto dal musical ”No no Nanette”), Non sparare, baciami e L’uomo che sapeva troppo, prestigiosa collaborazione con Alfred Hitchcock.

Proprio nella pellicola del maestro del thriller la Day intona il brano “Que sera sera”, destinato a diventare una hit indimenticabile della storia americana.

Maleficent: Mistress of Evil, il primo trailer

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Maleficent: Mistress of Evil, il primo trailer

È stato diffuso il primo trailer di Maleficent: Mistress of Evil, il sequel del film campione d’incassi del 2014 con Angelina Jolie e Elle Fanning. Il poster ci comunica anche la data d’uscita USA e il titolo ufficiale.

Maleficent – Signora del Male arriverà il 17  ottobre 2019, continuando a cavalcare l’onda dei live action dei classici Disney. Maleficent – Signora del Male sarà diretto da Joachim Ronning, che collaborerà ancora con Espen Sandberg, come per Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar.

Maleficent – Signora del Male rientra nella nuova politica Disney del revival in live action del classici d’animazione. Dopo il primo capitolo, Cenerentola, La Bella e la Bestia e Il Libro della Giungla, Aladdin, Dumbo e Il Re Leone già arrivati in sala, il film con protagonista la Jolie si aggiunge alla lista di film che riproporranno in carne e ossa i personaggi iconici della Casa di Topolino, insieme a tanti altri confermati e molti che sicuramente arriveranno.

Vedova Nera, gli Skrull e la “teoria” dei panini di Nick Fury

Vedova Nera, gli Skrull e la “teoria” dei panini di Nick Fury

Il film che ha raccontato le origini di Carol Danvers e la sua trasformazione in supereroina si è rivelata la perfetta occasione per introdurre nell’universo cinematografico Marvel gli Skrull, personaggi creati da Stan Lee e Jack Kirby e introdotti prima come avversari dei Fantastici Quattro, poi divenuti una presenza costante nei vari crossover della storia editoriale. Chi conosce i fumetti o ha visto Captain Marvel al cinema saprà che questi alieni mutaforma sono capaci di assumere le sembianze di ogni essere umano, assimilarne i suoi ricordi più recenti e infiltrarsi con grande facilità all’interno delle strutture governative (vedi ad esempio Talos, che aveva preso il posto del capo dello S.H.I.E.L.D. Keller), e da tempo c’è chi ipotizza che uno scenario del genere si sia sviluppato anche nel corso del MCU.

Qualche mese fa, dopo l’uscita in sala di Captain Marvel, era stato BuzzFeed a sostenere che un indizio sulla presenza degli Skrull nella realtà difesa dai Vendicatori fino a Endgame era stato seminato già a partire da Age of Ultron, facendo riferimento alla frase pronunciata da Nick Fury nel dialogo/interrogatorio con Carol: la scena è ambientata nel bar dove i due si ritrovano soli, faccia a faccia, raccontando aneddoti del loro passato, ed è allora che l’eroina gli chiede di rivelarle un dettaglio privato che proverebbe il suo non essere un alieno. “Se un toast è tagliato in diagonale, non posso mangiarlo, dice Fury, ma se ricordate bene, in Age of Ultron il personaggio fa esattamente il contrario quando si prepara un panino a casa di Clint Barton.

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Dunque il futuro leader dello S.H.I.E.L.D. è in realtà uno Skrull? Che si tratti di una coincidenza o di una scelta ben precisa da parte dei Marvel Studios? Forse Fury è stato sostituito da un mutaforma, magari proprio Talos, dopo la “finta” morte in Captain America: The Winter Soldier? Il dubbio resta e l’enigma si infittisce, soprattutto dopo aver scovato l’ennesimo dettaglio misterioso nel recente Avengers: Endgame.

Stavolta però l’indiziata numero uno è Natasha Romanoff, altra vecchia conoscenza dell’organizzazione, ex spia e pupilla di Fury: nel film che chiude definitivamente la saga delle gemme dell’infinito ritroviamo Vedova Nera subito dopo lo schiocco mentre viaggia insieme a Steve Rogers e i sopravvissuti verso il pianeta dove si nasconde Thanos; fallita la missione, gli eroi tornano a casa e passeranno altri cinque anni prima di rivederli in azione e progettare i viaggi nel tempo attraverso il Regno Quantico. Ma se prestate attenzione ad una scena particolare, quella in cui Nat sta per confrontarsi con Steve all’Avengers Compound subito dopo il salto temporale e il summit con War Machine, Okoye, Rocket e Carol, noterete che si sta preparando un sandwich. Guarda caso la macchina da presa indugia fin troppo, e il taglio è diagonale. Di nuovo ci chiediamo se possa trattarsi di una coincidenza o di una scelta ben precisa. D’altronde non ci sorprenderebbe scoprire che fosse nei piani di Kevin Feige e co. disseminare piccoli e impercettibili indizi sull’infiltrazione degli Skrull sulla Terra, creando così una base per la narrazione della Fase 4 ormai pronta a partire.

E se anche Natasha, come Nick Fury, fosse un alieno? E se ci fossero più Skrull che da anni vivono sotto le sembianze di personaggi che conosciamo e di cui ci fidiamo che intanto tramano per ribaltare l’equilibrio stabilito? Un panino è la soluzione a tutte le nostre domande? Sarebbe sicuramente un’ipotesi intrigante per il futuro del franchise, ora aggrappato a pochissime certezze (i sequel di Spider-Man, Black Panther e Doctor Strange, il racconto cosmico degli Eterni, le nuove avventure dei Guardiani della Galassia) e che al momento appare molto confuso…

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Star Trek, la serie su Jean-Luc Picard su Amazon Prime Video

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Star Trek, la serie su Jean-Luc Picard su Amazon Prime Video
Amazon Prime Video sarà il servizio esclusivo a distribuire la nuova serie ancora senza titolo di “Star Trek” su Jean-Luc Picard in oltre 200 paesi e territori, al di fuori degli Stati Uniti e del Canada. In base all’accordo pluriennale con CBS, ogni episodio sarà disponibile su Amazon Prime Video entro 24 ore dall’anteprima americana. L’annuncio congiunto è stato presentato oggi da CBS Studios International e Amazon Prime Video.
La nuova serie “Star Trek” vede Sir Patrick Stewart riprendere il ruolo del venerabile Jean-Luc Picard, che ha interpretato per sette stagioni in “Star Trek: Next Generation”. La serie seguirà questo personaggio iconico nel prossimo capitolo della sua vita.
“C’è solo una parola che può descrivere Sir Patrick Stewart nel ruolo di Comandante della nave spaziale ed è ‘leggendario’”, ha affermato Alex Kurtzman produttore esecutivo della serie. “Siamo felicissimi che torni al comando, per portare il messaggi ottimisti di Star Trek al pubblico in tutto il mondo”.
Siamo entusiasti di collaborare con CBS per portare la nuova edizione della storica saga di Star Trek ai nostri clienti Amazon Prime Video” ha dichiarato Brad Beale, Vice President Worldwide Content Licensing per Amazon Prime Video. “Con l’incredibile Sir Patrick Stewart, che torna nei panni dell’amatissimo Jean-Luc Picard, siamo entusiasti di poter offrire ai fan di “Trek”, sia vecchi sia nuovi, l’opportunità di vederlo di nuovo in azione. È un’aggiunta formidabile alla già ricca offerta di contenuti esclusivi di Amazon Prime Video”.
Per 50 anni, le serie Star Trek sono state un successo globale, che ha coinvolto generazioni di tutte le età. È un onore dare il benvenuto a Sir Patrick Stewart per quella che sarà sicuramente un’altra estensione di livello mondiale della storica saga”, ha dichiarato Armando Nuñez, Presidente e Chief Executive Officer di CBS Global Distribution Group. “Non vediamo l’ora di lavorare con il team di Amazon Prime Video per portare questo prossimo capitolo dell’incredibile serie Star Trek alla sua appassionata fanbase internazionale”.
Negli Stati Uniti, la serie sarà disponibile esclusivamente su CBS All Access, il servizio di abbonamento diretto al consumatore di CBS, disponibile su tutte le principali piattaforme digitali, incluso Amazon Channels e Fire TV.
Accanto a Stewart, il cast della serie vede anche la presenza di Alison Pill (The Newsroom), Harry Treadaway (Penny Dreadful), Isa Briones (American Crime Story: Versace), Santiago Cabrera (Salvezza), Evan Evagora (nuovo arrivato), e Michelle Hurd (Blindspot). La serie sarà prodotta da CBS Television Studios in associazione con Secret Hideout e Roddenberry Entertainment. Alex Kurtzman, Michael Chabon, Akiva Goldsman, James Duff, Patrick Stewart, Heather Kadin, Rod Roddenberry e Trevor Roth saranno i produttori esecutivi e Aaron Baiers (Secret Hideout) sarà il co-produttore esecutivo e Kirsten Beyer sarà il produttore supervisore.

Vedova Nera: le teorie dei fan sul film solista

Vedova Nera: le teorie dei fan sul film solista

A poche settimane dall’inizio delle riprese di Vedova Nera, lo standalone che vedrà alla regia Cate ShortlandScarlett Johansson come protagonista, è giusto fantasticare sulle varie possibilità della trama e su ciò che ci piacerebbe vedere sullo schermo.

Ancora più interessanti, a tal proposito, sono le teorie dei fan. Scopriamone alcune qui sotto:

Widow Program

Nel caso in cui il film su Vedova Nera fosse effettivamente un prequel, allora è possibile che la trama si concentri sulle origini dell’eroina e sui suoi anni di addestramento nella Red Room, la struttura segreta di addestramento sovietico in cui si è formata come assassina.

Il programma accademico durante la Guerra Fredda venne progettato per forgiare la migliore spia femminile dopo il successo dell’esperimento sul Soldato d’Inverno, dunque è un’ipotesi davvero affascinante da esplorare oltre che appassionante.

Il passato con Occhio di Falco e Budapest

Come saprete, nel MCU viene menzionato il periodo in cui Vedova Nera e Occhio di Falco hanno collaborato in Europa come agenti segreti dello S.H.I.E.L.D. prima di unirsi agli Avengers.

Ed è proprio durante la battaglia di New York che i due parlano di una misteriosa missione  a Budapest citata anche in Endgame mentre viaggiano verso Vormir, ma non conosciamo né i retroscena, né l’esito di quell’avventura. Sarebbe fantastico rivederli insieme nel film che finalmente rivela quello scenario misterioso…

Ivan Petrovich

L’uomo di mezza età chiamato Ivan Petrovich ha cresciuto Natasha Romanoff come sua figlia dopo la morte della vera madre, vittima della guerra a Stalingrado. Ivan è stato il suo autista e amico più stretto, anche da adulto. Ha inoltre salvato Natasha dai nazisti che l’avevano catturata durante la seconda guerra mondiale con l’aiuto di Captain America e Wolverine, un momento meraviglioso ed emozionante che speriamo di rivedere anche nel MCU.

Se ci pensate, in Avengers: Endgame Teschio Rosso chiama l’eroina per nome dicendo “Natasha Romanoff, figlia di Ivan”, con Clint che sembra sorpreso e lei che sostiene di non averlo mai conosciuto. Insomma, il mistero si infittisce e lo standalone potrebbe risolverlo una volta per tutte…

La lotta contro Teschio Rosso

Proprio in relazione a Teschio Rosso, se Vedova Nera fosse ancora viva nel regno della gemma dell’anima allora potrebbe trovare Gamora e fuggire insieme progettando la sua vendetta. Per farlo dovrebbe affrontare il guardiano di Vormir, acquisire magari dei nuovi poteri e combatterlo con le sue abilità.

Natasha torna in vita perché la gemma dell’anima è stata restituita

Alla fine di Avengers: Endgame, Captain America entra nel Regno Quantico per restituire tutte le gemme dell’infinito alle loro rispettive timeline. E se avesse portato la gemma dell’anima su Vormir, allora c’è la possibilità di rivedere Natasha viva?

È stato detto che l’eroina di quella linea temporale non potrebbe tornare a quella corrente (dove Thanos ha vinto e i Vendicatori devono annullare gli effetti dello schiocco) perché ciò influenzerebbe la timeline in cui è Clint non si riunisce con la sua famiglia, ma nulla è scontato e impossibile nel Marvel Universe…

Cosa è successo nei cinque anni dopo lo schiocco?

avengers endgame

Dopo lo schiocco di Thanos metà della popolazione della Terra è scomparsa, e cinque anni dopo ritroviamo i Vendicatori che sono andati avanti con le loro vite. Sappiamo che prima dei viaggi nel tempo Natasha si è occupata della sicurezza mondiale dirigendo una squadra che includeva Rocket, Nebula, Okoye e War Machine.

E se quelle missioni fossero il cuore del suo standalone?

Natasha è uno Skrull

Questa è forse la teoria più intrigante di quelle menzionate finora: in Captain Marvel abbiamo visto in azione gli Skrull, alieni mutaforma in grado di assumere le sembianze di esseri umani e confondersi tra i civili.

Secondo alcuni, il film su Vedova Nera confermerà la vera identità segreta di Natasha, una Skrull sotto copertura che ha lavorato segretamente nello SHIELD come agente. Questo scenario è sostenuto dalla trama simile a quella dei fumetti di Secret Invasion, oltre che da vari dettagli disseminati nel MCU…

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Fonte: ScreenRant