Paul Giamatti ha dedicato la sua vittoria ai Golden Globe agli insegnanti, ritirando il premio per la migliore interpretazione di un attore in un film musicale o commedia. Giamatti è il protagonista di The Holdovers di Alexander Payne, nel ruolo di un istruttore bisbetico di una scuola preparatoria del New England che deve rimanere nel campus durante le vacanze invernali, stringendo legami con uno studente (Dominic Sessa) e con la cuoca della scuola (Da’Vine Joy Randolph).
“È un film su un insegnante. Io interpreto un insegnante. Tutta la mia famiglia è composta da insegnanti. Tutti, da generazioni“, ha detto Paul Giamatti alla folla nel suo discorso. “Gli insegnanti sono brave persone. Dobbiamo rispettarli. Fanno una cosa buona. È un lavoro duro. Quindi questo è per gli insegnanti“.
Giamatti ha iniziato il suo discorso di accettazione con una battuta veloce: “Quante scale! Le mie ginocchia sono distrutte, ve lo dico io. Su e giù, tutta la notte, in piedi e seduto tutta la notte. Di questo passo non sarò mai in ‘John Wick 5‘”. Ha anche osservato che “sicuramente è la prima volta che questo premio viene assegnato a un attore che ha interpretato un uomo che puzza di pesce“.
L’attore ha poi ringraziato il suo regista, i suoi co-protagonisti Randolph e Dominic Sessas, nonché i membri della troupe di Boston che hanno lavorato a “The Holdovers“, insieme a suo figlio e alla sua fidanzata: “Non so perché vi siate preoccupati di me”.
Giamatti ha ricevuto nomination ai Golden Globe per cinque precedenti interpretazioni. Nel 2009 ha vinto il premio per la migliore interpretazione in una serie limitata, in una serie antologica o in un film per la televisione per “John Adams” e nel 2011 per la migliore interpretazione in un musical o in una commedia per “La versione di Barney“. Per la sua precedente collaborazione con Alexander Payne in “Sideways“, è stato nominato come miglior attore in un musical o in una commedia.
Anche la Randolph, co-protagonista di “The Holdovers“, ha vinto ai Globes, aggiudicandosi il premio come miglior attrice non protagonista. Il film è stato nominato anche nella categoria miglior film commedia o musicale.
Si è svolta al Beverly Hilton Hotel la cerimonia di premiazione dei Golden Globe 2024 che ha visto trionfare Oppenheimer e Povere Creature nelle categorie cinematografiche, mentre per le serie è stata la meritata serata di The Bear, Beef e Succession.
Un po’ di delusione per Barbie, che da film più nominato torna a casa con sole due statuette, contro le cinque conquistate dal film di Christopher Nolan che, per la prima volta, ha vinto un Golden Globe per il suo lavoro. Lily Gladstone ha tenuto alto il nome di Killers of the Flower Moon che ha portato a casa solo il premio per la migliore attrice.
Il primo grande red carpet della season award di Hollywood è sempre quello dei Golden Globe, che per l’edizione 2024, la numero 81, ha visto sfilare la maggior parte dei grandi nomi dell’industria cinematografica, agghindati a festa, per arrivare al Beverly Hilton Hotel, dove si svolge la cerimonia di premiazione. Ecco di seguito le star sul red carpet dei Golden Globe 2024:
Jacob Elordi, Christoph Watlz, Felix Kammerer, Lars Mikkelsen, David Bradley e Christian Convery faranno parte del cast stellare di Frankenstein di Guillermo del Toro su Netflix. Elordi in particolare interpreterà l’iconico mostro al posto di Andrew Garfield, che ha lasciato la produzione a causa di un conflitto di pianificazione generato dallo sciopero. Oscar Isaac interpreterà Victor Frankenstein, e Mia Goth sarà la protagonista femminile.
Del Toro scrive, dirige e produce il progetto insieme a J. Miles Dale, che è stato produttore di Del Toro’s Cabinet Of Curiosities per Netflix. Il romanzo classico di Mary Shelly segue la storia di Victor Frankenstein, uno scienziato brillante ma egoista che dà vita a una creatura in un mostruoso esperimento che alla fine porta alla distruzione sia del creatore che della sua tragica creazione.
Del Toro sta sviluppando il progetto Frankenstein da diverso tempo e da tempo desiderava realizzare un film incentrato sull’iconica storia di Shelley, ma non si sa ancora quale sarà il suo punto di vista sul racconto classico.
L’intreccio di scene di azione e commedia, anche negli stessi combattimenti, creano una combo perfetta molto amata dal pubblico. Uno dei registri che maggiormente ha utilizzato la violenza divertente nei suoi film è probabilmente Quentin Tarantino. The Brothers Sun, la nuova serie Netflix, utilizza questo elemento in maniera molto sapiente. Formata da una stagione di 8 episodi, ognuno da circa un’ora, è co-diretta e ideata da Brad Falchuk (Glee, American Horror Story, Scream Queens) e nel cast ritroviamo una delle grandi star del momento nel cinema internazionale: stiamo parlando di Michelle Yeoh, vincitrice del premio Oscar come miglior attrice protagonista nel 2023 per la sua performance in Everything, everywhere, all at once. Qui l’attrice interpreta Eileen Sun, madre dei due fratelli Sun, Charles e Bruce, interpretati rispettivamente da Justin Chien e Sam Song Li.
The Brothers Sun: da Taipei a L.A.
La famiglia Sun è una delle dinastie più influenti e potenti nella criminalità di Taiwan: negli anni i nemici sembrano essersi moltiplicati. Ora degli attacchi vengono però mossi ai membri della famiglia, partendo da Charles Sun, figlio maggiore, e al padre. Charles parte allora alla volta di Los Angeles, dove si trovano la madre Eileen e il fratello minore Bruce, vissuti per quindici anni nell’ombra e lontani dal crimine. Bruce, all’oscuro della realtà sulla propria famiglia, si ritrova perennemente sotto attacco, senza alcun addestramento e con il solo desiderio di voler tornare alla sua vita di sempre.
Charles farà di tutto per proteggere la sua famiglia: cerherà di scovare Sleepy Chan, un capo rivale della criminalità asiatica, da cui il ragazzo deduce arrivino gli attacchi. Ma la realtà sembra essere più complicata di quanto sembra: le vicende finiranno per coinvolgere la polizia, guidata dal procuratore Alexis Kong, amica d’infanzia di Charles, e gli altri grandi della mafia di Taiwan.
The Brothers Sun: stesso sangue, diversa natura
Il primo elemento che risalta nella visione di The Brothers Sun è proprio la totale differenza tra Charles e Bruce, sia come carattere che come passato di vita. Mentre Bruce è un giovane di buon cuore, con una vita apparentemente normale, divisa tra l’università e il corso di improvvisazione, Charles è schivo, un assassino temuto da tutti, semplicemente un’arma letale nelle mani del padre. È proprio la differenza tra i due che porta a dei contrasti iniziali: Charles vede il proprio fratello solo come un peso e nei primi episodi si distingue chiaramente una sorta di invidia nei confronti di Bruce e del modo in cui viene protetto e amato dalla loro madre, un affetto che lui non aveva ricevuto.
Bruce e Charles hanno una prospettiva ed un modo di vedere le cose totalmente diverso, ed insieme vivono una crescita personale durante tutto l’arco della serie. Bruce diventa finalmente un adulto, riuscendo a trovare il coraggio di fare ciò che ritiene giusto e a proteggere la sua famiglia. Charles trova l’affetto familiare e fraterno, che fino a quel momento gli era stato negato: grazie a questo trova la forza di scegliere con la propria testa e di non vivere più la vita che gli era stata imposta dal padre.
La premio Oscar Michelle Yeoh nei panni di Eileen
La figura che rende The Brothers Sun così degna di nota è però indubbiamente quella di Michelle Yeoh. L’attrice, nota oltre che per il ruolo che le ha portato l’ambita statuetta anche per la sua performance in Memorie di una Geisha e più di recente inThe witcher: blood origin, qui dà nuovamente prova della sua bravura. Eileen Sun dimostra fin da subito di essere una donna arguta, che preferisce la furbizia alla forza, le alleanze alla violenza. Sono questi gli elementi che le hanno permesso di sopravvivere lontana dalla propria famiglia, dalla propria terra, per proteggere Bruce. Ciononostante, nel proseguire le vicende si vede come l’arguzia sia dovuta anche ad una sete di potere.
L’elemento comico nell’azione
Un fattore interessante che caratterizza The Brothers Sun si ritrova soprattutto nei primi episodi, ed è la comicità. Molti combattimenti iniziali vengono resi fortemente ironici: un esempio è la lotta tra Charles e degli aggressori travestiti da dinosauri. Se ciò non sembra già abbastanza paradossale, si aggiunge anche la presenza di Bruce, totalmente incapace di combattere in alcun modo. Ad ogni modo, l’aspetto ironico sembra scemare con il proseguire degli episodi: si nota come gran parte delle scene divertenti dipendano da Bruce e dall’amico TK, quindi nel momento in cui il minore dei Sun sembra maturare e affrontare gli avvenimenti in maniera più seria, la comicità svanisce. Ciò non toglie però valore ad serie godibile ed entusiasmante fino alla fine.
Il dolore rende vulnerabili. È come essere spogliati di tutti i vestiti e sapere che anche una folata di vento tipieda potrà far ammalare. Perché con il corpo nudo la salute diventa più attaccabile, e allora bisogna fare di tutto per evitarlo anziché tentare di creare degli anticorpi. E se lo si cala nel contesto dell’elaborazione di un lutto, è una sensazione che si amplifica ed espande. Marcus, il protagonista di Dopo Oliver, lo sa molto bene. Netflix inizia il nuovo anno introducendo nel suo catalogo un film che fonda la sua narrazione proprio sulla perdita di qualcuno che si ama, e sui meccanismi incontrollati – e incontrollabili – che si mettono in moto nel cervello della persona colpita.
Dopo Oliversegna il debutto alla regia di Dan Levy per un lungometraggio in cui la sua firma è apposta anche sulla sceneggiatura oltre che sul soggetto. L’attore canadese presta il volto al suo stesso protagonista, nel tentativo – non troppo riuscito, lo anticipiamo – di indagare la fragilità dell’essere umano quando è sottoposto al forte stress del lutto. Levy ce lo mostra come un lavoro richiedente un grande sforzo fisico e mentale, e che proprio per la sua difficile portata si tende a non affrontarlo, credendo – erroneamente – di superare prima il trauma. Accanto a Dan Levy troviamo i comprimari Ruth Negga e Himesh Patel, rispettivamente Sophie e Thomas, i due migliori amici di Marcus che navigano con lui dentro le acque oscure della sofferenza.
La trama di Dopo Oliver
Marcus e Oliver vivono una vita agiata a Londra. Il primo è un artista, il secondo è uno scrittore di gran fama. Nel momento in cui inizia il film è Natale, e i due stanno cantando nel loro lussuoso appartamento con amici e parenti, e non c’è niente che possa rompere la magia. Sono una coppia sposata e si amano come il primo giorno, e il loro amore è celebrato da tutte le persone che gli stanno attorno, in particolare da Sophie e Thomas, i migliori amici di Marcus. Quella stessa sera, però, Oliver è costretto a partire per via di una presentazione del libro che si terrà l’indomani a Parigi, ma subito dopo aver preso il taxi muore davanti agli occhi del marito.
Traumatizzato da quanto accaduto, Marcus – già scosso per la perdita della madre – decide di non metabolizzare realmente l’evento e volta le spalle al lutto, evitando persino di leggere una lettera che Oliver gli aveva lasciato prima dell’incidente. Dopo diversi mesi, Sophie e Thomas lo spingono ad aprirla per capire cosa il marito gli avesse scritto, ed è in quel momento che Marcus si scontra con alcune verità scomode e inaspettate. Deciso ad andare fino in fondo, parte con i suoi amici alla volta di Parigi, dove sarà messo di fronte alla dura realtà grazie alla quale dovrà affrontare la morte di Oliver: perdere qualcuno è difficile, ma in qualche modo bisogna pur elaborarlo.
La difficoltà di elaborare un lutto
Come accennavamo in apertura, elaborare un lutto è un’esperienza dentro cui è facile smarrirsi. Un tunnel infinito nel quale si entra, senza sapere quando si vedrà la luce. È un atto di coraggio, in fondo, in cui si spendono molte energie per non esserne totalmente assorbiti. A volte, però, complice una fragilità mentale – o emotiva – si attua quel poco produttivo meccanismo di autodifesa per il quale si tende a fuggire, magari riempendonsi con qualsiasi altra cosa che possa alienare dalla realtà. Il risultato è che, se non ci si accorge dello sbaglio, alla fine ci si lascia sopraffare dal vuoto. Era questa la premessa e l’ossatura contenutistica di Dopo Oliver. Levy prova a parlarci dell’importanza di processare un trauma di questo tipo, senza però costruire per la sua storia un protagonista solido e tridimensionale, il quale invece si perde facilmente negli angoli di una sceneggiatura incompleta e frammentata, in cui spesso i dialoghi fra i personaggi sono dei filler inconcludenti inseriti solo per muovere in avanti la trama.
Ogni sequenza in cui il regista/attore esamina un aspetto del lutto e del suo rifiuto viene spezzata da un cambio di scena, facendo rimanere in sospeso i concetti di cui ci vuole parlare, quasi come se nel trasmettere dei messaggi allo spettatore non fosse in grado di esprimersi in maniera esaustiva. A giocare di contro è anche la palette di colori, che se fino all’incidente scatenante risultava calda per poi mutare in fredda per esigenze di scena e racconto (scelta funzionale), torna poco dopo ai suoi colori iniziali in modo estemporaneo, confondendo di conseguenza, e rinunciando ad essere “in tono” con il tono generale del film.
Persino la regia è poco ispirata e pressoché statica, una scelta che non permette di infilarsi né nelle crepe del lutto, né nella psicologia del protagonista, ma rimane a guardarlo impassibile dall’esterno, rendendo molto difficile empatizzare con Marcus e avvertire qualsiasi trasporto emotivo. Dopo Oliver si trasforma dunque in un film troppo spento, e un’occasione mancata per Dan Levy di parlare di lutto – e morte – con un’intimità e una delicatezza tale da poter far legare il pubblico alla sua arte cinematografica.
L’anno nuovo è da poco iniziato, e Netflixnon si è fatta trovare impreparata: sono tanti i film originali acquistati in esclusiva dalla piattaforma pronti ad arricchire il catalogo e riempire le serate del suo variegato – ma esigente – pubblico. Le pellicole in uscita nel 2024 di cui ad oggi abbiamo notizia spaziano infatti dalla commedia allo sci-fi fino al thriller, e alcune di esse rappresentano persino dei debutti alla regia. Fra adattamenti cinematografici, sequel, esordi e nuovi attori, scopriamo quali sono i titoli più attesi di Netflix per questo nuovo, scoppiettante anno, partendo da quelli con data certa per arrivare a quelli ancora in attesa di una precisa collocazione nel corso dell’anno.
Dopo Oliver
Il primo film originale Netflixad arrivare sulla piattaforma – dove è disponibile dal 5 gennaio – è Dopo Oliver, debutto alla regia di Dan Levy, il quale scrive anche la sceneggiatura e dà volto al protagonista, Marc Dreyfus. La pellicola è un dramedy che racconta la storia di un artista che parte per un viaggio alla scoperta di se stesso a Parigi con i suoi due migliori amici, Sophie e Thomas, dopo la morte inaspettata del marito Oliver, interpretato da Luke Evans. Ad accompagnarlo in questa avventura Ruth Negga e Himesh Patel.
Lift
Un action poliziesco con protagonistaKevin Hart? Si chiama Lift, ed è in arrivo su Netflixil 12 gennaio. La storia ha per protagonista un esperto ladro che viene ingaggiato dall’FBI per mettere a segno un colpo dal valore di 100 milioni di dollari, il tutto per evitare un attacco terroristico. Accanto ad Hart troviamo Gugu Mbatha-Raw, nei panni dell’ex fidanzata, Sam Worthington e Vincent D’Onofrio. Lift è diretto da F. Gary Gray su sceneggiatura di Jeremy Doner.
The Kitchen
Un altro debutto alla regia è quello di Daniel Kaluuya per il film sci-fi The Kitchen, ambientato in una Londra distopica in cui tutte le case popolari sono state eliminate. Il film è stato presentato in occasione della 67esima edizione del BFI London Film Festival, e segue la storia di Izi e Benji, residenti di The Kitchen, uno degli ultimi progetti di edilizia popolare della città, i quali combattono per non non dover lasciare la propria casa. La pellicola arriverà su Netflix il 19 gennaio.
Orion e il Buio
Passiamo a un film d’animazione prodotto dalla Dreamworks, Orion e il Buio, la cui particolarità risiede nell’essere stato scritto dal celebre autore Charlie Kaufman. La narrazione si incentra su Orion, un bambino molto timido governato da una serie di paure, fra queste il buio, quella più grande. Tutto cambierà per lui quando ciò che lo spaventa di più diventa un vero e proprio personaggio, che si chiama proprio Buio. In un viaggio in giro per il mondo, Buio cercherà di far capire a Orion che non c’è niente di cui aver paura nella notte, provando a fargli superare tutti i suoi timori. A dare voce al protagonista nella versione originale è Jacob Tremblay. Il film è diretto da Sean Charmatz e arriverà sulla piattaforma il 2 febbraio.
Spaceman
Abbiamo visto Adam Sandlerabbastanza di recente negli ultimi tempi, spaziando da film d’animazione quali Leoa commedie action come Murder Mystery. Per l’anno nuovo l’attore si calerà nei panni del primo astronauta della Repubblica Ceca, Jakub Procházka, mentre intraprende una pericolosa missione su Venere. Il titolo è Spaceman, e la pellicola è basata sul romanzo di fantascienza Spaceman of Bohemia di Jaroslav Kalfař. Nel cast spiccano anche Carey Mulligan, Kunal Nayyar e l’italiana Isabella Rossellini, mentre la regia è affidata a Johan Renck. L’uscita è attualmente fissata al 1 marzo.
Damsel
Uno dei film Netflixpiù attesi del 2024 è Damsel, che ha come protagonista una delle stelle di Hollywood più amate soprattutto dai giovani: Millie Bobby Brown. Sarà lei a dare volto e corpo a Elodie, una principessa ingannata che, dopo aver accettato di sposare il principe Henry, scopre che il fidanzamento era solo un escamotage per attirarla in una caverna governata da un drago, al fine di essere sacrificata per saldare un antico debito. Riuscirà Elodie a sopravvivere? Damselè diretto da Juan Carlos Fresnadillo, su sceneggiatura di Dan Mazeau, e uscirà su Netflix l’8 marzo.
Rebel Moon – Parte 2: La Sfregiatrice
Dopo il debutto di Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco (qui la nostra recensione), che segna l’ingresso su Netflix del nuovo universo firmato Zack Synder, la piattaforma si prepara ad accogliere il 19 aprile 2024, il prosieguo della storia dei ribelli con Rebel Moon – Parte 2: La Sfregiatrice. Nel secondo capitolo si compirà la battaglia su Veldt fra l’Imperium e la squadra capeggiata da Kora, e saranno approfonditi meglio alcuni personaggi presentati nel primo volume, come per esempio il robot Jimmy.
Beverly Hills Cop: Axel F
Con la regia di Mark Molloy, Eddie Murphy torna finalmente nel ruolo di Axel Foley, simbolo degli anni Ottanta, in Beverly Hills Cop: Axel F, in uscita sulla piattaforma Netflixquest’estate. Con una sceneggiatura scritta a sei mani da Josh Appelbaum, André Nemec e Will Beall, il sequel – che arriva 25 anni dopo l’ultimo lungometraggio della trilogia – vede anche il come back del cast originale, fra cui spiccano Judge Reinhold e Bronson Pinchot, mentre Kevin Bacon e Joseph Gordon-Levitt introdurranno nuovi personaggi.
A Family Affair
Zac Efron si appresta a riempire le sale cinematografiche con il nuovo film, The Warrior – The Iron Claw, biopic sportivo atteso per il 1 febbraio 2024. Un lungometraggio che avvierà una serie di progetti a cui l’attore ha lavorato, e che costelleranno l’anno nuovo, uno fra questi la rom-com di NetflixA Family Affair. Diretto da Richard LaGravenese e scritto da Carrie Solomon, la pellicola vanta un cast di tutto rispetto in cui spiccano Nicole Kidman, Joey King, Liza Koshy e Kathy Bates. La storia ruota attorno a una giovane donna, Zara, la quale lavora come assistente per la star del cinema Chris Cole. Le cose cambiano bruscamente quando quest’ultimo si invaghisce di sua madre, gettando la vita di Zara nel caos più totale.
The Old Guard 2
Per la regia di Victoria Mahoney torna il secondo capitolo di The Old Guard, film d’azione fantasy il cui debutto è avvenuto nel 2020. La protagonista principale è Andy, interpretata da Charlize Theron, la quale riprende il ruolo di leader di una squadra di mercenari immortali, sui quali si fonda la narrazione. Greg Rucka è lo sceneggiatore del film, nonché autore della graphic novel da cui esso è tratto. Ad oggi non è nota l’esatta data di rilascio sulla piattaforma.
The Piano Lesson
The Piano Lesson, un’opera teatrale di grande successo del drammaturgo Agust Wilson vincitore del Premio Pulitzer, si trasforma in un film dall’omonimo titolo che debutterà su Netflixquest’anno. La narrazione è ambientata durante la Grande Depressione e racconta della famiglia Charles, la quale possiede un pianoforte, simbolo di una grande eredità, che è ricoperto di intagli realizzati da un antenato schiavo. A dirigere il lungometraggio è Malcolm Washington, mentre i protagonisti – il capo famiglia Doaker e il nipote Boy Willie – sono interpretati rispettivamente da Samuel L. Jackson e John David Washington. Ad oggi non è nota l’esatta data di rilascio sulla piattaforma.
Wallace & Gromit
Trent’anni dopo il primo Oscar con I pantaloni sbagliati, tornano con Netflixgli iconici Wallace & Gromit in un nuovo film in claymation prodotto dalla società d’animazione inglese Aardman Animations. L’inventore e il suo inseparabile compagno sono pronti a catapultarci in altre incredibili avventure e la pellicola sarà diretta da Nick Park e Merlin Crossingham. Anche per questo titolo non è ad oggi non è nota l’esatta data di rilascio sulla piattaforma.
Unfrosted: The Pop-Tart Story
Approderà su Netflixquest’anno – anche se al momento non è noto quando – anche Unfrosted: The Pop-Tart Story, un film di stampo comico diretto, co-scritto e co-prodotto da Jerry Seinfeld, nonché da lui anche interpretato. La pellicola si basa su una battuta che ha raccontato lo stesso Seinfeld sulla creazione dei Pop-Tarts nel suo speciale di Netflix 23 Hours to Kill. A contribuire alla sceneggiatura anche Spike Feresten, Barry Marder e Andy Robin.
The Electric State
Netflixper il 2024 si arricchise di film d’azione, avventura e fantascienza, e in questo catalogo si incasella The Electric State, diretto da Anthony e Joe Russo (i registi di Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame) e scritto da Christopher Markus e Stephen McFeely. La pellicola si basa sull’omonima graphic novel di Simon Stålenhag e nel cast spiccano Millie Bobby Brown, Chris Pratt, Ke Huy Quan e Stanley Tucci. La storia segue un’adolescente orfana che viaggia con un robot per trovare il fratello scomparso. Anche per questo titolo si attendono comunicazioni riguardo la data di uscita.
Hit Man
Concludiamo con il nuovo film di Richard Linklater, Hit Man(qui la nostra recensione), acclamato da critica e pubblico al Festival del Cinema di Venezia 2023 e ora acquistato da Netflix, che lo farà debuttare sulla piattaforma nel 2024, ma al momento manca una data di uscita precisa. Protagonista di Hit Man è Glen Powell, nei panni del poliziotto sotto copertura Gary Johnson, il quale si finge un sicario per poter arrestatare tutte le persone che lo vorrebbero assumere. Tutto sembra filare liscio fino a quando Gary non viene contattato da una donna, Maddy, la quale gli chiede di uccidere il marito violento. Nell’aiutarla, l’uomo si innamorerà di lei, e infrangerà il protocollo assumendo realmente una delle sue false identità.
Sono passate due lunghe settimane dall’uscita della Parte 1, arrivata su Netflix lo scorso 22 dicembre. E dopo la bellezza e l’audacia dei primi episodi, La Creatura di Gyeongseong (qui la recensione della prima parte) è tornata con una esplosiva e commovente Parte 2 che, fortunatamente, non tradisce le alte aspettative del pubblico. Il misterioso e potente period horror sudcoreano – creato da Kang Eun-kyung e Chung Dong-yoon – entra, infatti, con passo fiero nel vasto catalogo Netflix come uno dei pochi (ma non poi così rari) gioiellini televisivi dell’Hanguk, proponendosi persino come il miglior kdrama dell’anno appena concluso.
Dove eravamo rimasti: riassunto finale Parte 1
Tae-sang (Park Seo-jun) e Chae-ok (Han So-hee), dopo essere entrati all’interno dell’ospedale Ongseong in cerca di Myeong Ja, scoprono le orribili e segrete atrocità commesse dal governo giapponese su alcuni cittadini di Gyeongseong: degli indicibili esperimenti biologici che trasformano gli esseri umani in mostruose belve predatrici. Decisi a voler salvare i pochi sopravvissuti dal crudele esercito giapponese e da una misteriosa sanguinaria creatura, i due giovani pianificano, assieme ai loro amici, una fuga dall’ospedale in soli 10 minuti. Ma se Chae-ok riesce a mettersi in salvo con tutti gli altri; Tae-sang, invece, si sacrifica come diversivo e resta in grave pericolo nell’edificio. Intanto, la polizia giapponese aumenta l’oppressione per le strade della città contro il popolo coreano con l’obiettivo di recuperare i fuggitivi coreani.
Inoltre, mentre Tae-sang e Chae-ok lottano tra la vita e la morte, l’episodio finale della Parte 1 si conclude con un grande dilemma: chi ha bevuto l’acqua avvelenata con il Najin dal tenente Kato? Tae-sang, Chae-ok, l’amico rivoluzionario di Jun-taek o Akiko? In una breve clip post-credit è anticipata la drammatica risposta.
La guerra ha un unico volto
Il dolore e la distruzione che può creare l’avidità umana pare a volte inimmaginabile. Eppure, Kang Eun-kyung e Chung Dong-yoon sono riusciti non solo a immaginarla, ma anche a realizzarla sul piccolo schermo come una malinconica e toccante fiaba dark che affonda le sue radici nella storia vera di un Paese che ha lottato duramente per anni per la propria identità.
Tra un fantasy cupo e la cruda realtà, La Creatura di Gyeongseong si carica di un profondo pathos che, attraverso la metafora di abominevoli esperimenti e mostruose creature umane, racconta un passato che non è semplice da dimenticare. Proprio perché la guerra – prima ancora di strade, edifici e città – distrugge e disintegra uomini, donne e bambini; lasciando atroci cicatrici nell’animo di chi, soprattutto, è riuscito a sopravvivere e ha dovuto raccontare. E non importa in che parte del mondo, quando o chi e cosa l’hanno causata, la guerra ha lo stesso orribile e crudele volto per tutti.
Ecco perché, a suo modo e nonostante l’ambientazione storica così suggestiva e accurata, il k-drama riesce a narrare di una guerra quasi universale, in cui chiunque può riconoscere, a malincuore, la propria.
Ma la serie con protagonisti i talentuosi e celebri Park Seo-jun e Han So-hee, con tanta dolcezza quanto tragicità, affronta molti altri temi oltre quello della guerra: l’elaborazione del lutto, l’onore del perdono, l’importanza della famiglia (non solo di sangue, ma anche quella “per scelta”), la speranza, la forza dell’empatia, il valore del dono della vita. Inoltre, attraverso il sacrificato e oppresso popolo sudcoreano, Kang e Chung raccontano con commozione tutta la dignità e il coraggioche si celano nella povertà e nell’umiliazione.
Al di là della profondità dei temi trattati, a dare ancor più valore e spessore alla serie è anche l’interessante, e non scontata, evoluzione e rinascita che compiono i personaggi nella Parte 2. Lo stesso Tae-sang, che dal primo episodio indossa con fierezza la sfrontata maschera del ricco, furbo ed egoista imprenditore, finisce per mostrarsi al pubblico con le sue paure, fragilità, desideri. Il personaggio di Tae-sang crolla, episodio dopo episodio, per lasciare spazio all’immagine di un uomo, in carne e ossa e non più macchiettistico, in cui non è poi così difficile immedesimarsi. È ciò che accade anche a Chae-ok, che da fredda e imperscrutabile giovane donna riesce ad ammettere i propri sentimenti per Tae-sang e a sacrificarsi per amore, senza alcuna riserva. O, ancora, come la premurosa e attenta signora Nawol (interpretata dalla magnifica Kim Hae-Sook), il signor Gu (Park Ji-Hwan) e il ragazzetto Beom-O (Ahn Ji-Ho) che, ognuno a modo loro, dopo aver tradito la fiducia di Tae-sang, sceglie di redimersi con la propria stessa vita.
La Creatura di Gyeongseong: tra la fine e un nuovo inizio?
La Creatura di Gyeongseong si conferma, dunque, un’emozionante e travolgente epopea che, dopo un primo tempo più lento e angosciante, cattura il pubblico in un’intensa e vorticosa Parte 2 che commuove, inspira e ammalia persino nel suo perfetto e doloroso unhappy ending.
Al di là del doppiaggio italiano che lascia molto a desiderare (in lingua originale è senza dubbio più appassionante e incisivo), la serie sembrerebbe, quindi, esente da difetti, se non fosse che il caro signor Netflix abbia lasciato anche questa volta il suo maldestro zampino. Nonostante non sia ancora stata confermata una nuova stagione, l’episodio finale si chiude con uno scioccante cliffhanger che, con un balzo temporale, mostra uno dei protagonisti nella Seoul moderna. Una non così innocente scena che apre ora le porte a tante domande e dubbi sugli sviluppi futuri della serie. Ma è davvero necessaria una seconda stagione? E, soprattutto, ne varrà la pena?
La National Society of Film Critics, un’associazione di critica cinematografica statunitense fondata da Joe Morgenstern nel 1966, ha annunciato la sua lista dei migliori film del 2023.
Past Lives di Celine Song ha portato a casa il premio come miglior film del 2023, mentre concorreva anche nella categoria per la migliore sceneggiatura. Oltre al film di Song, sono stati premiati anche Andrew Scott per la migliore interpretazione maschile, e Sandra Hüller per quella femminile.
Ecco la lista completa dei vincitori dei National Society of Film Critics 2023
Best Picture: “Past Lives”
Best Screenplay:Samy Burch, “May December”
Best Actor: Andrew Scott, “All of Us Strangers”
Best Supporting Actor: Charles Melton, “May December”
Best Cinematography: Rodrigo Prieto, “Killers of the Flower Moon”
Best Actress: Sandra Hüller, “Anatomy of a Fall” and “The Zone of Interest”
Best Supporting Actress: Da’Vine Joy Randolph, “The Holdovers”
Best Experimental Film: Jean Luc-Godard’s “Trailer of a Film That Will Never Exist: Phony Wars”
Film Heritage Award: Criterion Channel
Film Heritage Award: Facets, Kim’s Video, Scarecrow Video and Vidiots
Special Citation for a Film Awaiting U.S. Distribution: Victor Erice’s “Close Your Eyes”
The Last of Us, The White Lotus, The Bear e Beef hanno ottenuto grandi vittorie nel corso dei Creative Arts Emmy Awards, uno slancio che potrebbe essere determinante per le premiazioni dei Golden Globe che avverranno questa notte.
Nel corso della serata, svoltasi al Peacock Theatre nel centro di Los Angeles,The Last of Us della HBO è stato di gran lunga il favorito con otto vittorie. The Bear di FX, Mercoledì di Netflix e The White Lotus di HBO hanno vinto quattro riconoscimenti a testa, mentre Beef di Netflix ha portato a casa altri tre trofei per il colosso dello streaming.
Ecco di seguito l’elenco completo dei vincitori dei Creative Arts Emmy Awards 2024
Blindspotting • Routines: The History / San Quentin Blues • STARZ • STARZ Original Presents, Lionsgate Television, Snoot, Choreographer Jon Boogz
Casting for a Drama Series
The White Lotus • HBO Max • HBO in association with Rip Cord and The District
Meredith Tucker, Casting by Francesco Vedovati (CSA), Location Casting Barbara Giordani (CSA)
Outstanding Casting for a Limited or Anthology Seriesor Movie
BEEF • Netflix • A Netflix Series / An A24 Production, Casting by Charlene Lee, Claire Koonce
OutstandingCasting for a Comedy Series
The Bear • FX • FX Productions , Casting by Jeanie Bacharach (CSA), Location Casting by Jennifer Rudnicke, Mickie Paskal, AJ Links
Outstanding Period Costumes for a Series
The Great • Choose Your Weapon • Hulu • Civic Center Media, MRC
Sharon Long, Costume Designer; Claire Tremlett, Basia Kuznar, Assistant Costume Designer; Anna Lau, Costume Supervisor
OutstandingPeriod Costumes for a Limited or Anthology Seriesor Movie
Daisy Jones & The Six • Track 8: Looks Like We Made It • Prime Video • Hello Sunshine, Amazon Studios, Denise Wingate, Costume Designer; Derek Sullivan, Costume Supervisor
OutstandingFantasy Costumes
House Of The Dragon • The Heirs Of The Dragon • HBO Max • HBO in association with 1:26 Pictures, Bastard Sword, and GRRM Productions, Jany Temime, Costume Designer; Katherine Burchill, Paul Yeowell, Rachel George, Assistant Costume Designer; Joanna Lynch, Costume Supervisor
OutstandingContemporary Costumes for a Series
Wednesday • Wednesday’s Child Is Full Of Woe • Netflix • A Netflix Series / An MGM Television Production, Colleen Atwood, Costume Designer; Mark Sutherland, Co-Costume Designer; Robin Soutar, Assistant Costume Designer; Claudia Littlefield, Costume Supervisor; Adina Bucur, Costume Supervisor
OutstandingContemporary Costumes for a Limited or Anthology Series or Movie
BEEF • The Birds Don’t Sing, They Screech In Pain • Netflix • A Netflix Series / An A24 Production, Helen Huang, Costume Designer; Austin Wittick, Assistant Costume Designer; YJ Hwang, Assistant Costume Designer; Mark Anthony Summers, Costume Supervisor
OutstandingProsthetic Makeup
The Last Of Us • Infected • HBO Max • HBO in association with Sony Pictures Television Studios, PlayStation Productions, Word Games, The Mighty Mint, and Naughty Dog
Barrie Gower, Prosthetics Designer
Sarah Gower, Prosthetics Makeup Co-Department Head
Paul Spateri, Key Prosthetics Makeup Artist
Nelly Guimaras Sanjuan, Key Prosthetics Makeup Artist
Johnny Murphy, Key Prosthetics Makeup Artist
Joel Hall, Key Prosthetics Makeup Artist
Lucy Pittard, Key Prosthetics Makeup Artist
Outstanding Contemporary Makeup (Non Prosthetic)
Wednesday • Woe What A Night • Netflix • A Netflix Series / An MGM Television Production
Tara McDonald, Makeup Designer
Freda Ellis, Key Makeup Artist
Nirvana Jalalvand, Makeup Artist
Tamara Meade, Makeup Artist
Bianca Boeroiu, Makeup Artist
Guest Actress in a Comedy Series
Judith Light (“Poker Face”)
Outstanding Period And/Or Character Hairstyling
Queen Charlotte: A Bridgerton Story • Crown Jewels • Netflix • A Netflix Series in association with shondalandmedia
Nic Collins, Hair Designer
Giorgio Galliero, Assistant Hair Designer
Outstanding Contemporary Hairstyling
The White Lotus • Abductions • HBO Max • HBO in association with Rip Cord and The District
Miia Kovero, Department Head Hairstylist
Elena Gregorini, Key Hairstylist
Italo Di Pinto, Hairstylist
Outstanding Stunt Coordination For A Drama Series, Limited Or Anthology Series Or Movie
The Boys • Prime Video • Sony Pictures Television, Amazon Studios
John Koyama, Supervising Stunt Coordinator
Outstanding Stunt Coordination For A Comedy Series Or Variety Program
Barry • HBO Max • HBO in association with Alec Berg and Hanarply
Wade Allen, Stunt Coordinator
Outstanding Stunt Performance
The Mandalorian • Chapter 24: The Return • Disney+ • Lucasfilm Ltd.
Lateef Crowder, Stunt Performer
Paul Darnell, Stunt Performer
JJ Dashnaw, Stunt Performer
Ryan Ryusaki, Stunt Performer
Outstanding Production Design For A Narrative Program (Half-Hour)
Only Murders In The Building • Sparring Partners • I Know Who Did It • Hulu • 20th Television, Production Designer Patrick Howe, Art Director Jordan Jacobs, Set Decorator Rich Murray
Outstanding Production Design For A Narrative Period Or Fantasy Program (One Hour Or More)
Guillermo Del Toro’s Cabinet Of Curiosities • Netflix • Netflix / Double Dare You, Production Designer Tamara Deverell, Art Director Brandt Gordon, Set Decorator Shane Vieau
Outstanding Production Design For A Narrative Contemporary Program (One Hour Or More)
Wednesday • Wednesday’s Child Is Full Of Woe • Netflix • A Netflix Series / An MGM Television Production, Production Designer Mark Scruton, Art Director Adrian Curelea, Set Decorator Robert Hepburn
Outstanding Production Design For A Narrative Period Or Fantasy Program (One Hour Or More)
Guillermo Del Toro’s Cabinet Of Curiosities • Netflix • Netflix / Double Dare You, Production Designer Tamara Deverell, Art Director Brandt Gordon, Set Decorator Shane Vieau
Outstanding Special Visual Effects In A Season Or A Movie
The Last Of Us • HBO Max • HBO in association with Sony Pictures Television Studios, PlayStation Productions, Word Games,
The Mighty Mint, and Naughty Dog
Alex Wang, Overall Visual Effects Supervisor
Sean Nowlan, Overall Visual Effects Producer
Joel Whist, Production SFX Supervisor
Stephen James, Visual Effects Supervisor, DNEG
Nick Marshall, Digital Effects Supervisor, DNEG
Simon Jung, Visual Effects Supervisor, WETA FX
Dennis Yoo, Animation Supervisor, WETA FX
Espen Nordahl, Visual Effects Supervisor, Storm Studios
Jonathan Mitchell, Visual Effects Supervisor, Distillery FX
Outstanding Special Visual Effects In A Single Episode
Five Days At Memorial • Day Two • Apple TV+ • ABC Signature in association with Apple
Eric Durst, VFX Supervisor
Matthew Whelan, VFX Supervisor
Danny McNair, VFX Producer
Goran Pavles, VFX Supervisor, Stormborn Studios
Rafael Solórzano, VFX Supervisor, El Ranchito
John MacGillivray, SFX Coordinator
Viktor Muller, VFX Supervisor, UPP
Manuel Tausch, VFX Supervisor, Stormborn Studios
Gonzalo Escudero, VFX Producer, El Ranchito
Outstanding Main Title Design
The Last Of Us • HBO Max • HBO in association with Sony Pictures Television Studios, PlayStation Productions, Word Games,
The Mighty Mint, and Naughty Dog
Andy Hall, Creative Director
Nadia Tzuo, Creative Director
Gryun Kim, 3D Artist
Min Shi, Designer
Jun Kim, 3D Artist
Xiaolin (Mike) Zeng, Designer
Ian Spendloff, Director David Lochhead, Designer Daniella Marsh, Designer David Stumpf, Designer Philip Robinson, 3D Artist Matthew Thomas, 3D Artist
Outstanding Sound Editing For A Limited Or Anthology Series, Movie Or Special
Prey • Hulu • 20th Century Studios
Chris Terhune, Co-Supervising Sound Editor William Files, MPSE, Co-Supervising Sound Editor
Jessie Anne Spence, Dialogue/ADR Editor
James Miller, Sound Designer
Diego Perez, Sound Effects Editor
Lee Gilmore, Sound Effects Editor
Christopher Bonis, Sound Effects Editor
Daniel DiPrima, Music Editor
Stephen Perone, Music Editor
Leslie Bloome, Foley Artist
Shaun Brennan, Foley Artist
Outstanding Sound Editing For A Comedy Or Drama Series (Half-Hour) And Animation
The Bear • Review • FX • FX Productions
Steve “Major” Giammaria, Supervising Sound Editor
Evan Benjamin, Dialogue Editor
Jonathan Fuhrer, Sound Effects Editor
Annie Taylor, Foley Editor
Chris White, Foley Editor
Leslie Bloome, Foley Artist
Shaun Brennan, Foley Artist
Outstanding Sound Editing For A Comedy Or Drama Series (One Hour)
The Last Of Us • When You’re Lost In The Darkness • HBO Max • HBO in association with Sony Pictures Television Studios, PlayStation Productions, Word Games, The Mighty Mint, and Naughty Dog
Michael J. Benavente, Supervising Sound Editor
Joe Schiff, Dialogue Editor
Christopher Battaglia, Sound Designer
Chris Terhune, Sound Designer
Mitchell Lestner, Sound Effects Editor
Jacob Flack, Sound Effects Editor
Matt Yocum, MPSE, Sound Effects Editor
Maarten Hofmeijer, Music Editor
Randy Wilson, Supervising Foley Editor
Justin Hele, Foley Editor
David Aquino, Foley Editor
Stefan Fraticelli, Foley Artist
Jason Charbonneau, Foley Artist William Kellerman, Foley Artist
Outstanding Sound Mixing For A Comedy Or Drama Series (One Hour)
The Last Of Us • When You’re Lost In The Darkness • HBO Max • HBO in association with Sony Pictures Television Studios, PlayStation Productions, Word Games, The Mighty Mint, and Naughty Dog
Marc Fishman, CAS, Re-Recording Mixer
Kevin Roache, CAS, Re-Recording Mixer
Michael Playfair, CAS, Production Mixer
Outstanding Sound Mixing For A Limited Or Anthology Series Or Movie
Daisy Jones & The Six • Track 10: Rock ‘N’ Roll Suicide • Prime Video • Hello Sunshine, Amazon Studios
Lindsay Alvarez, CAS, Re-Recording Mixer
Mathew Waters, CAS, Re-Recording Mixer
Chris Welcker, Production Mixer
Mike Poole, Music Mixer
Outstanding Sound Mixing For A Comedy Or Drama Series (Half-Hour) And Animation
The Bear • Review • FX • FX Productions
Steve “Major” Giammaria, Re-Recording Mixer
Scott D. Smith, CAS, Production Mixer
Outstanding Music Composition For A Limited Or Anthology Series, Movie O Special (Original Dramatic Score)
Weird: The Al Yankovic Story • The Roku Channel • The Roku Channel, Funny or Die, Tango Entertainment
Leo Birenberg, Composer
Zach Robinson, Composer
Outstanding Music Supervision
The White Lotus • Bull Elephants • HBO Max • HBO in association with Rip Cord and The District
Gabe Hilfer, Music Supervisor
Outstanding Original Music And Lyrics
Ted Lasso • Mom City / Song Title: Fought & Lost • Apple TV+ • Apple presents a Doozer Production in association with
Warner Bros. Television and Universal Television
Tom Howe, Music & Lyrics
Jamie Hartman, Music & Lyrics
Sam Ryder, Music & Lyrics
Outstanding Original Main Title Theme Music
Wednesday • Netflix • A Netflix Series / An MGM Television Production
Danny Elfman, Composer
Outstanding Music Composition For A Series (Original Dramatic Score)
The White Lotus • In The Sandbox • HBO Max • HBO in association with Rip Cord and The District
Cristobal Tapia de Veer, Composer
Outstanding Actor In A Short Form Comedy Or Drama Series
I Think You Should Leave With Tim Robinson • Netflix • Netflix
Tim Robinson as Various Characters
Outstanding Actress In A Short Form Comedy Or Drama Series
Chronicles Of Jessica Wu • Prime Video • Ironbeard Films
Jasmine Guy as Barbara Baldwin
Outstanding Picture Editing For A Multi-Camera Comedy Series
Night Court • Pilot • NBC • After January Productions in association with Warner Bros. Television and Universal Television
Kirk Benson, Editor
Chris Poulos, Editor
Outstanding Picture Editing For A Single-Camera Comedy Series
The Bear • System • FX • FX Productions
Joanna Naugle, Editor
Outstanding Picture Editing For A Limited Or Anthology Series Or Movie
BEEF • Figures Of Light • Netflix • A Netflix Series / An A24 Production
Nat Fuller, Editor
Laura Zempel, Editor
Outstanding Picture Editing For A Drama Series
The Last Of Us • Endure And Survive • HBO Max • HBO in association with Sony Pictures Television Studios, PlayStation Productions, Word Games, The Mighty Mint, and Naughty Dog
Timothy A. Good, ACE, Editor
Emily Mendez, Editor
Outstanding Cinematography For A Series (One Hour)
The Marvelous Mrs. Maisel • Four Minutes • Prime Video • Amazon Studios, Director of Photography M. David Mullen (ASC)
Outstanding Cinematography For A Limited Or Anthology Series Or Movie
Black Bird • Hand To Mouth • Apple TV+ • Apple Studios, Director of Photography Natalie Kingston
Outstanding Cinematography For A Series (Half-Hour)
Atlanta • Andrew Wyeth. Alfred’s World • FX • FX Productions, Director of Photography Christian Sprenger (ASC)
Guest Actress in a Drama Series
Storm Reid (“The Last of Us”)
Guest Actor in a Drama Series
Nick Offerman (“The Last of Us”)
Outstanding Television Movie
Weird: The Al Yankovic Story • The Roku Channel • The Roku Channel, Funny or Die, Tango Entertainment
Giusto un anno fa, l’11 maggio scorso, Wim Wenders annunciava a Tokyo di voler girare lì il suo prossimo film, principalmente a Shibuya, ampiamente riconoscibile nelle immagini del Perfect Days presentato in concorso e tra i più seri candidati alla Palma d’Oro del Festival di Cannes 2023. Parte fondamentale del progetto, sin da quando lo si conosceva come The Tokyo Toilet Project, Koji Yakusho è il protagonista di una riflessione commovente e poetica sulla quotidiana ricerca della bellezza e del proprio equilibrio nel mondo in cui viviamo. Un film che il regista tedesco ha portato sulla Croisette insieme allo Special Screening di Anselm.
Ogni giorno Hirayama si sveglia, annaffia le piantine trovate in giro per la città, si prepara, compra il caffè il lattina dal distributore fuori casa e parte per la sua giornata di lavoro. Hirayama è uno dei tanti addetti alle pulizie dei bagni pubblici di Tokyo, ma più degli altri sembra prendere il suo lavoro molto sul serio, trovando comunque il tempo di godere dei piccoli piaceri che arricchiscono la sua routine quotidiana fatta di piccole incombenze, visite al suo sentō preferito, fotografie e pranzi frugali consumati al solito chiosco.
Oltre che, ovviamente di libri – che compra nella piccola libreria di quartiere – e musica, rigorosamente classici soul e rock d’altri tempi che ascolta da antidiluviane musicassette. Un oggetto che attira la curiosità della giovane Aya, la ragazza del suo strambo collega, solo due degli incontri – anche inaspettati – che faremo seguendo Hirayama nelle sue giornate, tutte uguali e tutte diverse, perfette o meno.
Alla scoperta dei bagni di Tokyo
A quasi quarant’anni dal Paris, Texas con cui Wenders vinse la Palma d’Oro 1984 e dal successivo Tokyo-Ga, girato in Giappone, il regista tedesco dimostra di saper creare poesia anche filmando quanto di più come si potrebbe immaginare. In parte, visto che, come dice lui, Perfect Day “non avrebbe potuto essere realizzato da nessun’altra parte“, visto che solo a Tokyo esistono le 17 toilette scelte per il film. Alcune addirittura realizzate da importanti architetti giapponesi, come Tadao Ando o Sou Fujimoto, e incredibilmente futuristiche per design e tecnologia (come per i bagni in cui le pareti a vetro vengono oscurate alla bisogna da un gas opaco)
Perfect Days: (non esiste) un uomo senza passato
“Il bagno è un luogo dove tutti sono uguali, non c’è ricco e povero, vecchio o giovane, tutti fanno parte dell’Umanità” diceva Wenders spiegando l’ispirazione iniziale, ma a vedere il risultato ottenuto non si può che restare ammirati da dove lo sviluppo di questa premessa abbia portato il film. Che, a dispetto della facile lezione che se ne potrebbe trarre superficialmente, regala una incredibile varietà di emozioni e di momenti da non dimenticare.
Non tanto, e non solo, per la resa per immagini della pienezza della semplicità che caratterizza la vita del protagonista, ma anche per l’immensa interpretazione di Koji Yakusho, che sicuramente avrebbe meritato miglior fortuna e maggior considerazione dalla giuria guidata da Ruben Östlund. Di poche parole, ma dai sorrisi sinceri e commoventi che lo illuminano di fronte alle meraviglie della natura e delle piccole cose, Hirayama non ha paura a condividere le sue passioni, a rinunciare alla sua solitudine o a cambiare la propria rassicurante routine.
Tutto scorre, tutto può cambiare
Nella quale tutto è al posto giusto al momento giusto, e lo scorrere del tempo è accettato in maniera eraclitea. Tutto scorre, ma ogni momento è diverso, o può esserlo. E sembra esserci pace nell’accettazione che le sorprese della vita in fondo sono la vita stessa. Pace, ma non felicità, come scopriamo insieme a lui, quando a stravolgere la sua vita è una nipotina da troppo tempo trascurata, che lo riporta a un contesto familiare troppo doloroso da sopportare, o il riemergere di sentimenti che sotto quella routine erano stati messi a tacere.
L’amore, il senso di colpa, la paura, la gelosia, una fanciullesca voglia di vivere si affollano in una paurosa – quanto non esplicita – contemporaneità nell’ultima parte della storia, che pur restando fedele a un silenzio narrativo denso di significati e lezioni racconta di rispetto e consapevolezza. Un silenzio che non si rompe nemmeno nell’abbraccio con la sorella, né per raccontare la vergogna di aver scelto di fuggire il dolore della morte e dell’oblio. Un silenzio rotto solo dalla musica – bellissima – che Hirayama sceglie, a riempire i momenti nei quali non può restare in ascolto dei suoni della natura e della città in movimento. E che, alla fine, nella splendida Feeling Good di Nina Simone promette una “nuova alba, un nuovo giorno, una nuova vita”.
Nel 2014 Christopher Nolan fece un ritratto futuristico del nostro pianeta abbattuto dal cambiamento climatico. Interstellarera la lucida, ragionata riflessione e immagine del mondo che potrebbe esserci fra qualche secolo, in cui la popolazione si trova costretta a espatriare dalla Terra per colonizzare lo spazio. Pur portato all’estremo, il discorso del regista inglese rispecchiava già ai suoi tempi la nostra preoccupante realtà, l’inquinamento sempre più incombente e il clima alterato minaccioso, una condizione che negli anni si è rafforzata. Il nemico, nuovo film di Prime Video diretto da Garth Davis, propone uno sci-fi movie dagli sprazzi thriller partendo dalla stessa idea distopica di Nolan, essendone così debitore, per poi sferzare di tono subito dopo, e far diventare l’elemento fantascientifico solo lo sfondo di un racconto che si innalza e ruota attorno ai suoi attori: Paul Mescal e Saoirse Ronan.
I due interpretano una coppia di protagonisti dal grande potenziale, Junior ed Henrietta, che però nella fragilità della sceneggiatura risultano essere sprecati, sfociando alla fine nell’oceano di un ambiguo dramma, con un plot twist del terzo atto che, seppur di natura forte, si consuma così velocemente da smorzare tutto il pathos. Questo nonostante Il nemico sia stato scritto a quattro mani dallo stesso regista insieme a Iain Reid, dal cui omonimo romanzo è tratto il film.
La trama di Il nemico
Midwest, 2065. Le risorse della Terra sono quasi esaurite, e gli esseri viventi hanno sempre meno possibilità di poter vivere. Proprio come il Cooper di Interstellar, Junior ed Hen vivono nelle forti preoccupazioni che questo scenario comporta e abitano in una casa isolata nelle campagne, dove attorno a loro c’è molta aridità. Inoltre, il matrimonio che li ha resi un tempo felici sembra solo un’ombra che si staglia oramai lontana, e il sapore di quei momenti di spensieratezza e complicità è un ricordo che ritorna per soli pochi istanti, come un fulmine estemporaneo.
La loro esistenza sarà scossa dall’arrivo di un uomo, Terrence, il quale bussa alla porta dei coniugi con una notizia folgorante: Junior è stato selezionato per prendere parte ad un programma di sperimentazione sullo spazio, affinché un domani gli umani possano colonizzarlo e sopravvivere. Junior, però, non è convinto e sospetta inizialmente della sua Hen, credendo che lei sappia qualcosa. Dopo le prime titubanze, il tempo della partenza sembra farsi sempre più vicino e nel frattempo la loro relazione oscilla fra la gioia passata e i demoni del presente che cercano di spezzarli.
L’incrinatura di una relazione accennata
Quella de Il nemico appare come una possibilità mancata di tessere le fila di una storia che, pur prendendo spunto da altro cinema, aveva tutti gli elementi per raccontarsi con una veste inedita. Il film di Davis usa come escamotage narrativo l’aridità della terra e la sua inabitabilità – condizioni che spingono gli esseri umani ad abbandonare la loro casa – per parlare dei rapporti matrimoniali, tanto che di questi ingredienti selezionati ad hoc non ne utilizza realmente neppure uno. Il disastro imminente e la crisi climatica sono soltanto piccoli granelli di sabbia che aleggiano nell’aria, ma che mai si posano e accumulano per poterne sentire il peso.
A deteriorarsi, più che il pianeta, sono solo Junior ed Hen, sempre più distanti l’uno dall’altro, oramai legati per quel poco esclusivamente dai ricordi di un passato felice. Nell’indagare l’incrinatura della loro relazione, Davis prova a fare un’analisi sull’umanità intera, e sul modo in cui ogni singolo individuo percepisce il mondo circostante e i rapporti. Su come si lascia influenzare e sedurre, e su come qualsiasi relazione con l’altro diventi un lavoro irritante se subentra l’incomunicabilità a cui consegue la frustrazione e l’incomprensione.
Nel condurre però il racconto, il regista, insieme a Reid, non riesce a mettere a fuoco nessuna di queste tematiche, a essere incisivo, poiché Il nemiconon è sorretto da uno script corposo e chiaro, ma anzi troppo sintetico, oltre che sbiadito e opaco, esattamente come i colori della fotografia di Matyas Erdély. Se non è la sceneggiatura a funzionare, lo sono però i suoi interpreti con la loro massiccia presenza scenica, e anche se il climax finale risulta fiacco e mal elaborato, Paul Mescal e Saoirse Ronan fanno comunque un buon lavoro. Magari non sarà la loro miglior performance, e a spiccare è più Mescal che Ronan considerate le energie che richiede il suo Junior, ma le due stelle dimostrano di avere un’ottima chimica, e di essere maturi abbastanza come partner sullo schermo per poter essere data loro una nuova e più solida storia sopra cui danzare e splendere.
La prima stagione di Ahsoka si è conclusa con diverse importanti linee di trama lasciate in sospeso, portando gli spettatori a supporre che la storia sarebbe quasi certamente continuata in una stagione successiva.
Mentre il progetto di Dave Filoni per il grande schermo di Star Wars dovrebbe fungere da culmine dei vari show Disney+, non abbiamo ancora notizie ufficiali su una potenziale seconda stagione di Ahsoka, e la star Rosario Dawsonha ora condiviso un aggiornamento piuttosto deludente.
Parlando con il podcast Dagobah Dispatch, a Rosario Dawson è stato chiesto se avesse avuto delle conversazioni sul futuro di Ahsoka e ha risposto che non ha ancora saputo nulla, ma l’attrice ha indicato che discuterà della serie con i suoi compagni di cast al loro prossimo incontro.
“No. Dovremmo organizzare presto una cena con tutto il cast, che sarà molto bella perché non ho visto tutti. Sono stata molto gelosa di aver visto tutti i partecipanti a qualche convention di recente, a cui non ho potuto partecipare“.
In un’altra parte dell’intervista, la star di Sin City ha rivelato che Anakin Skywalker doveva originariamente apparire come un Force-Ghost prima dell’ultima inquadratura della stagione per avere una conversazione con il suo ex Padawan, ma hanno deciso di cambiare la scena per rendere quell’ultimo momento più d’impatto.
“Abbiamo finito per modificarla e giocarci un po’. Il momento in cui è uscito dal Mondo tra i Mondi è stato così significativo, quindi non aveva senso avere necessariamente un’altra scena di dialogo con lui, perché come si poteva costruire su quella scena? Così l’abbiamo trasformato“.
Ha proseguito: “L’abbiamo spostata un po’ in modo che lei lo guardasse come un ologramma, piuttosto che come una conversazione fantasma. Questo rende anche quel momento nel Mondo tra i Mondi più effimero, del tipo: “Cos’è stato? Sta solo sognando? Sta davvero parlando con se stessa? È bello tenerlo come punto interrogativo“.
Il futuro di Star Wars
Recentemente abbiamo appreso che Filoni è diventatoChief Creative Officer di Lucasfilm, il che significa che avrà molta più voce in capitolo nello sviluppo di nuovi progetti per il grande e il piccolo schermo e che lavorerà più direttamente con Kathleen Kennedy per supervisionare la prossima generazione di show e film di Star Wars.
Tenendo conto di ciò, diremmo che le possibilità di una seconda stagione di Ahsoka sembrano piuttosto buone. “In passato, in molti progetti in cui venivo coinvolto, li vedevo dopo che si erano già sviluppati in buona parte“, aveva detto Filoni del suo nuovo ruolo all’epoca. “Ora mi sono aperto a tutto ciò che sta accadendo. Quando pianifichiamo il futuro di ciò che stiamo facendo ora, sono coinvolto nella fase iniziale”. “Non dico alle persone cosa fare”, ha continuato Filoni.
I Marvel Studios hanno affrontato più di una sfida da quando sono usciti Avengers: Endgame e Spider-Man: Far From Home. Una pandemia globale, il passaggio allo streaming e la spinta della Disney a produrre più contenuti che hanno portato a un notevole calo della qualità e degli incassi.
Il piano ora è quello di raddrizzare la situazione, e per questo motivo abbiamo assistito al ritardo di molti film e serie tv molto attese, come Captain America: Brave New World e Daredevil: Born Again – sono stati rimandati tutti in pre-produzione.
Parlando con ComicBook.com dell’imminente uscita diEcho, il responsabile dei Marvel Studios per lo streaming, la televisione e l’animazione Brad Winderbaum ha spiegato come il MCU stia imparando dai suoi recenti passi falsi e cosa cambierà in futuro.
“Abbiamo imparato molto“, ha ammesso. “Abbiamo prodotto molti contenuti molto velocemente e siamo principalmente una società di produzione cinematografica. Quindi, si può notare che la nostra prima serie di spettacoli ha una struttura molto simile a quella di un film: alla fine i personaggi vengono delineati in un arco, e sembrano delle serie limitate standalone“.
“In futuro, i nostri contenuti saranno molto più simili alla televisione“, ha aggiunto Winderbaum. “Si spinge verso l’orizzonte, verso il futuro e tiene le persone impegnate per periodi di tempo più lunghi, nell’ambiente più rilassato del salotto di casa”.
Questo sembra il miglior approccio possibile ed è il motivo per cui i Marvel Studios intendono produrre serie tv in modo più tradizionale, con bibbie di serie e showrunner. Fino a poco tempo fa, sono stati girati come film, con riprese successive per correggere ciò che non funzionava.
Questo non è né conveniente né adatto alla narrazione episodica, e per questo motivo più di qualche serie tv del MCU ha deluso i fan (Secret Invasion è l’esempio più recente).
Anche l’amministratore delegato della Disney, Bob Iger, sembra adottare un approccio pratico per sistemare la produzione dei Marvel Studios. L’anno scorso ha criticato la gestione dei franchise Disney da parte di Bob Chapek, affermando: “Credo che abbiamo condizionato il pubblico ad aspettarsi che questi film siano presenti sulle piattaforme di streaming in tempi relativamente brevi e che l’esperienza di accesso e visione a casa sia migliore di quanto non sia mai stata“.
Non ha tutti i torti. Dopotutto, perché andare a vedere The Marvels al cinema quando i film del MCU arrivano così rapidamente in streaming e Ms. Marvel è proprio lì da guardare gratuitamente?
Secondo Deadline, la star di The PeripheralMoe Bar-El è stata scelta per entrare nel cast di Alien, la prossima serie di FX che farà da spin-off all’iconico thriller fantascientifico di Ridley Scott. Ulteriori dettagli sul suo personaggio sono ancora segreti, ma si prevede che Bar-El interpreterà un “importante personaggio ricorrente“.
Nel frattempo, il sito ha anche rivelato nuove informazioni sui personaggi di Sydney Chandler e Timothy Olyphant. Chandler interpreterà una meta-umana di nome Wendy che ha il corpo di un adulto ma il cervello e la coscienza di un bambino. Olyphant interpreterà Kirsh, mentore e addestratore di Wendy. La produzione della serie Alien di FX dovrebbe riprendere a fine mese in Thailandia.
Il cast è guidato da Sydney Chandler insieme ad Alex Lawther nei panni di un soldato di nome CJ, Samuel Blenkin nei panni di Boy Kavalier, un amministratore delegato, così come Essie Davis nei panni di Dame Silvia e Adarsh Gourav nei panni di Slightly. Kit Young interpreta un personaggio chiamato Tootles.
La produzione di Alien è iniziata a luglio senza l’americano Chandler, membro della SAG-AFTRA. Le riprese sono continuate per più di un mese con il resto del cast che era membro della Equity affiliato al sindacato britannico.
Disney/20th Century Studios ha anche un nuovo film su Alien: Romulus del regista Fede Alvarez, attualmente previsto per l’uscita nelle sale il 16 agosto 2024. Il film vede protagonisti Cailee Spaeny, Isabela Merced, Archie Renaux, David Jonsson, Aileen Wu e Spike Fearn. Dovrebbe raccontare di un gruppo di giovani provenienti da un mondo lontano devono affrontare la forma di vita più terrificante dell’universo.
Heat 2, la cui produzione dovrebbe iniziare nel 2024, sarà sia un prequel che un sequel del film di Michael Mann del 1995.
Secondo Variety, Michael Mann ha confermato che intende iniziare le riprese di Heat 2 nel 2024. Attualmente sta ultimando la sceneggiatura del film, che ha descritto come “prequel e sequel” di Heat.
Nell’ottobre del 2023, Michael Mann aveva dichiarato che Heat 2 sarebbe stato il suo prossimo film dopo Ferraridel 2023. In quell’occasione ha dichiarato: “Io e Meg Gardiner abbiamo scritto il romanzo Heat 2, che è uscito proprio mentre stavamo girando Ferrari. È andato molto bene. Ho intenzione di girarlo dopo“.
Heat 2 potrebbe avere come protagonista Adam Driver
Sono circolate voci secondo cui Adam Driver, che ha interpretato Enzo Ferrari nel nuovo film di Michael Mann, potrebbe recitare nel prossimo sequel di Heat. Quando gli è stato chiesto se le voci fossero fondate, Mann ha risposto: “Forse. Non ne parliamo ancora. Mettiamola così: Adam e io andavamo d’accordo come una casa in fiamme [sulla Ferrari]. Abbiamo la stessa etica del lavoro, che è piuttosto intensa. Ci piacciamo e ci siamo divertiti molto a lavorare insieme dal punto di vista artistico“.
Mann ha anche dichiarato a Entertainment Weekly nel novembre 2023 che Driver era attualmente “in trattative” per Heat 2. “C’è l’ansia, la paura di non farcela, ma si va avanti lo stesso“, ha detto. “Adam ha questa qualità, ed è molto simile a tutta una serie di attori con cui mi piace lavorare, che si tratti di Daniel [Day-Lewis] o Bob [De Niro] o Ansel Elgort, se è per questo. È anche Mark Ruffalo. È un atteggiamento nei confronti del proprio lavoro. E comunque, non si tratta di “lavoro” come parola di quattro lettere. È il lavoro come un’avventura fantastica, e perché vorresti farlo in un altro modo?”.
Il creatore, scrittore e protagonista di The Orville, Seth MacFarlane, che ha interpretato il capitano Edward Mercer, ha suggerito che l’acclamata serie non è ancora finita. Nonostante il futuro incerto dello show, il regista di Ted ha offerto una risposta vaga sulla possibile quarta stagione di The Orville.
“Tutto quello che posso dirvi è che non esiste un certificato di morte ufficiale per The Orville“, ha dichiarato MacFarlane a TheWrap. “È ancora con noi. Al momento non posso spingermi oltre. Ci sono troppi fattori“.
D’altra parte, anche il co-protagonista di MacFarlane, Scott Grimes – che nella serie interpretava il tenente Gordon Malloy – ha dichiarato a TheWrap che le conversazioni sulla quarta stagione sono iniziate anche prima dell’inizio degli scioperi di Hollywood.
“So che ne stiamo ancora parlando. Non è morta in nessun modo. Si tratta solo di capire quando, dove e come e di costruire di nuovo il materiale”, ha detto Grimes. “Sono entusiasta perché è una delle cose più belle su cui lavorare. Quindi incrocio le dita. So che Seth vuole farlo e di solito ha molto potere. Spero che ci riesca perché è una delle sue creature che ama e su cui è un piacere lavorare“.
Di cosa parla The Orville?
Omaggio di MacFarlane a Star Trek e al suo spin-off Next Generation, The Orville – ambientato in un futuro lontano – segue l’equipaggio della U.S.S. Orville in missione per esplorare i misteri dell’universo. Le prime due stagioni di The Orville sono andate in onda su Fox, prima che Hulu acquistasse la serie per una terza stagione. La terza stagione, intitolata The Orville: New Horizons, ha debuttato il 10 marzo 2022.
Oltre a MacFarlane e Grimes, il resto del cast di The Orville comprende anche Adrianne Palicki, Penny Johnson Jerald, Peter Macon, J. Lee, Mark Jackson, Jessica Szohr, Halston Sage e Anne Winters.
Su Threads, a James Gunn è stato chiesto di commentare le recenti parole di Margot Robbie sul fatto che Harley Quinn è uno di quei personaggio che può passare di attrice in attrice possa significare che non interpreterà più il ruolo. Il regista ha chiarito le cose dicendo che, sebbene non abbia parlato con Margot Robbie del personaggio da un po’ di tempo, “non ci sono piani al momento” per qualcun altro che la interpreti al di fuori di progetti non appartenenti al DCU.
“Non ho parlato con Margot di Harley per molto tempo“, ha detto Gunn nel post. “Ma mi piacerebbe molto lavorare di nuovo con lei come Harley o come qualcun altro. Al momento non ci sono piani per qualcun altro che interpreti Harley (intendo, a parte nel film di Todd o nella/e serie animata/e)“.
Quali progetti faranno parte del primo capitolo dell’Universo DC?
Superman: Legacy, tutto quello che sappiamo sul film
Superman: Legacy, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi. Il casting, come già detto, ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. María Gabriela De Faría sarà il villain “The Engineer”. Superman sarà supportato da Lanterna Verde (Nathan Fillion), Hawkgirl (Isabela Merced), Mister Terrific (Edi Gathegi) e Metamorpho (Anthony Carrigan). Nicholas Hoult sarà invece Lex Luthor.
Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. È però confermata anche la presenza della Fortezza della Solitudine. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori e ciò ha permesso al film di non subire particolari ritardi. Ad oggi, infatti, è confermato che Superman: Legacyrispetterà la data di uscita prevista, arrivando in sala l’11 luglio 2025. Le riprese dovrebbero invece avere inizio a marzo 2024.
Deadline ha riportato la notizia che Gerard Butler interpreterà la versione live-action di Stoick, il padre del protagonista del franchise Hiccup. L’attore ha doppiato il personaggio in tutti e tre i film d’animazione, il che significa che avrà interpretato il ruolo sia in animazione che in live-action. Gerard Butler si unisce a Mason Thames e Nico Parker nel remake, che interpreteranno rispettivamente Hiccup e Astrid.
Dragon Trainer (How To Train Your Dragon) è prodotto da Marc Platt Productions e distribuito da Universal Pictures. Dean DeBlois, sceneggiatore e regista di tutti e tre i film della trilogia animata, sarà anche sceneggiatore e regista del remake.
Il franchise di Dragon Trainer (How To Train Your Dragon) è basato sull’omonima serie di libri per bambini di Cressida Cowell. La storia originale di Cowell era incentrata su Hiccup, un giovane aspirante inventore che vuole rendere orgoglioso il padre vichingo diventando un cacciatore di draghi. Le cose non vanno come previsto quando Hiccup si ritrova inaspettatamente a stringere un legame con un drago Night Fury.
Quanti sono i film di Dragon Trainer (How To Train Your Dragon)?
Dopo il successo del film del 2010, sono seguiti altri due sequel che hanno ricevuto il plauso della critica e diverse nomination agli Oscar, tra cui quella per il miglior film d’animazione. I film d’animazione hanno visto la partecipazione di Jay Baruchel, Gerard Butler, America Ferrera, Craig Ferguson, Jonah Hill, Kristen Wiig, Cate Blanchett, Kit Harington e altri ancora. Il franchise è un successo al botteghino, con un incasso mondiale complessivo di oltre 1,6 miliardi di dollari.
Secondo quanto riportato da Variety, l’attrice Julia Garner, vincitrice di un Emmy e di un Golden Globe, si è unita ufficialmente al cast del prossimo remake di Wolf Man di Leigh Whannell.
Julia Garner si unirà a un cast che vede già Christopher Abbott – che ha sostituito Ryan Gosling nel ruolo di protagonista del film – nel ruolo di protagonista. Al momento non si conoscono altre informazioni sul cast del film. Garner e Abbott hanno un certo affiatamento, avendo entrambi recitato in Martha, Marcy, May, Marlene del 2011.
Whannell è noto per aver scritto diversi film horror di James Wan, tra cui Saw del 2004, Dead Silence del 2007 e Insidious del 2010. Ha debuttato alla regia nel 2015 con Insidious 3, prima di dirigere Upgrade del 2018 e, più recentemente, The Invisible Mandel 2020 con Elisabeth Moss. Ha anche ricevuto un credito per la storia di Insidious: The Red Door del 2023, diretto da Patrick Wilson.
Christopher Abbott, invece, è noto per aver interpretato ruoli in It Comes at Night del 2017, First Man del 2018, Possessor del 2020 e Sanctuary del 2022. Sarà presto al cinema con Povere Creature! (Poor Things) di Yorgos Lanthimos, che uscirà negli Stati Uniti il 22 dicembre 2023, e apparirà anche in Kraven the Hunter del 2024.
Cosa sappiamo di Wolf Man?
Ryan Gosling era stato inizialmente accostato a Wolf Man nel maggio 2020. All’epoca, Ryan Gosling era in trattative per interpretare un conduttore che viene infettato e la sceneggiatura era stata paragonata a Network del 1976 e a Nightcrawler del 2014.
Al momento i dettagli della trama non sono stati resi noti. La sceneggiatura è di Whannell, Corbett Tuck, Lauren Schuker Blum e Rebecca Angelo. Jason Blum produce il film, mentre Ken Kao, Bea Sequeira, Mel Turner e Whannell sono produttori esecutivi insieme a Gosling.
James Gunn, co-CEO dei DC Studios, ha fornito ai fan un aggiornamento sulla pre-produzione della seconda stagione di Peacemaker per iniziare l’anno.
Su Threads è stato chiesto a James Gunn un aggiornamento sui progressi della seconda stagione di Peacemaker. La prima stagione ha debuttato nel gennaio del 2022, prima del cambio di leadership alla DC. Sebbene la serie sia stata confermata anche dopo il cambiamento, Gunn sta per dirigere il primo film della nuova era, Superman: Legacy.
In risposta alla domanda, il regista ha rivelato che la seconda stagione di Peacemaker è “scritta per oltre la metà“, e James Gunn ha precedentemente confermato che sta scrivendo la serie almeno dallo scorso ottobre.
Basato sui personaggi della DC, Peacemaker è scritto, diretto e creato da James Gunn. I produttori esecutivi sono James Gunn, Cena, Peter Safran e Matt Miller. La serie è stata prodotta da Troll Court Entertainment e The Safran Company in associazione con Warner Bros. Television.
Chi ha recitato in Peacemaker Stagione 1?
La prima stagione di James Gunn ha visto protagonisti John Cena nel ruolo di Peacemaker, Danielle Brooks nel ruolo di Leota Adebayo, Jennifer Holland nel ruolo di Emilia Harcourt, Freddie Stroma nel ruolo di Adrian Chase/Vigilante, Steve Agee nel ruolo di John Economos, Chukwudi Iwuji nel ruolo di Murn, Robert Patrick nel ruolo di Auggie Smith/White Dragon e altri ancora. Non è chiaro quali personaggi torneranno nel prossimo capitolo, ma James Gunn ha già detto che ha intenzione di stabilire più collegamenti con la DC nel prossimo capitolo, dopo le apparizioni a sorpresa di Ezra Miller e Jason Momoa nel finale della prima stagione.
Con il recente ritorno al genere nel cinema italiano, anche il fantasy ha avuto il proprio momento di gloria grazie ad un film molto particolare. Si tratta di La Befana vien di notte (qui la recensione), diretto da Michele Soavi e scritto da Nicola Guaglianone. Già autore di Lo chiamavano Jeeg Robot e Non ci resta che il crimine. Interpretato da Paola Cortellesi, questo film ha riscosso un buon successo, tanto da portare alla realizzazione di un nuovo film a riguardo nel 2021. Nonostante il titolo La Befana vien di notte 2 – Le origini, esso non è un sequel bensì, un prequel che va appunto a narrare le origini della befana.
Scritto da Nicola Guaglianone e Menotti, ma diretto stavolta da Paola Randi – già regista di Tito e gli alienie successivamente di Beata te – il film va dunque a raccontare una storia diversa, ambientata in un epoca lontana, potendo contare su una nuova protagonista d’eccezione: Monica Bellucci. È lei ad assumere il ruolo della magica protagonista, alle prese con nuove avventure, nuovi bambini da gestire e, naturalmente, un nuovo antagonista da sconfiggere. Nonostante tutto ciò, questo nuovo film ha ottenuto un riscontro economico molto inferiore rispetto al primo capitolo.
È però, insieme a La Befana vien di notte, un perfetto titolo da vedere in occasione della festività della Befana, dopo la quale, si sà, tutte le feste vengon portate via. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di La Befana vien di notte 2 – Le origini
Il racconto si svolge nel XVIII secolo, quando Paola, una ragazzina di strada, truffaldina e sempre a caccia di guai, si trova inavvertitamente a intralciare i piani del terribile Barone De Michelis, un omuncolo gobbo sempre scortato dal fidato e bistrattato Marmotta, con una sconfinata sete di potere e uno smisurato odio verso le streghe. L’intervento della dolce e potentissima Dolores, una strega buona che dedica la sua vita ai bambini, salva Paola da un rogo già acceso. Tra un magico apprendistato, inseguimenti, incredibili trasformazioni e molti, molti, guai, Paola scoprirà che il destino ha in serbo per lei qualcosa di davvero speciale.
Il cast di La Befana vien di notte 2 – Le origini e le location: ecco dove è stato girato il film
Ad interpretare la strega Dolores vi è, come già anticipato, l’attrice MonicaBellucci, mentre la giovane Zoe Massenti, qui al suo primo ruolo in un film, interpreta Paola, che diverrà poi la Befana vista nel film con Paola Cortellesi. Recitano poi nel filmFabio De Luigis nel ruolo del crudele Barone De Michelis, ruolo per cui l’attore si è trasformato fisicamente, mentre nel ruolo del suo fido braccio destro Marmotta vi è il comico Herbert Ballerina. Completano il cast gli attori Alessandro Haber nel ruolo del marchese, Guia Jelo in quelli di donna Isa e Corrado Guzzanti nel ruolo di Papa Benedetto XIV.
Per quanto riguarda le location, il film è stato girato tra Lazio e Umbria e in particolare nella suggestiva Tuscia. In diverse scene si possono poi ammirare scorci di borghi come Soriano nel Cimino, la Faggeta vetusta patrimonio dell’UNESCO e le Cascate di Chia, ma anche Todi e Orvieto. Nel Lazio, invece, sono state principalmente due le scelte della produzione: nella zona dei Castelli Romani, Villa Aldobrandini, imponente struttura risalente all’inizio XVII secolo che sovrasta Frascati, e Villa Parisi, un edificio dello stesso periodo che si trova a Monte Porzio Catone. Si tratta di luoghi antichi o di siti naturali, rivelatisi ideali per restituire l’atmosfera dell’epoca in cui il film è ambientato e allo stesso tempo conferire al film un che di magico.
È possibile fruire di La Befana vien di notte 2 – Le origini grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV ePrime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 5 gennaio alle ore 21:20 sul canale Rai 1.
Il grande Robin Williams vanta una carriera cinematografica inimitabile, con film come L’attimo fuggente e Will Hunting – Genio ribelle affermatisi come capolavori senza tempo. Particolarmente amate sono anche le tante commedie da lui interpretate, da Jumanji a Flubber – Un professore tra le nuvole. Il più popolare di questo genere rimane però il film del 1993 Mrs. Doubtfire – Mammo per sempre, che ha visto l’attore sbizzarrirsi in tutto il suo potenziale comico. Diretto da Chris Columbus, il film è però non solo una brillante commedia, quanto anche una profonda riflessione sulla genitorialità.
Liberamente ispirato al libro Un padre a ore, il film ha infatti portato nuovamente al cinema il tema del divorzio, affrontandolo in modo originale ed estremamente toccante, senza fornire un falso lieto fine ma lasciando agli spettatori un messaggio d’amore, sentimento attraverso cui si può superare ogni cosa. Oltre alle tematiche ed alle interpretazioni, del film è poi rimasto memorabile il trucco applicato a Williams per farlo diventare una donna. Un lavoro ancora oggi straordinario che ha vinto un meritato premio Oscar.
Costato appena 25 milioni di dollari, Mrs. Doubtfire – Mammo per sempre ne ha guadagnati in tutto il mondo oltre 440, affermandosi sin da subito come un grande successo. Una popolarità riconfermatasi negli anni, che lo ha reso un titolo cult tra i più importanti del suo decennio. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si parlerà anche del suo sequel cancellato e si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Mrs. Doubtfire – Mammo per sempre: la trama del film
Protagonista del film è Daniel Hillard, doppiatore con uno straordinario talento nell’adattare la propria voce ad ogni occasione. Il suo lavoro ben si sposa con la sua anima da giocherellone, sempre pronto al divertimento. A causa di un litigio con il suo capo, Daniel si ritrova però licenziato. Questa novità scuote ulteriormente il suo già precario matrimonio con Miranda, che svolge invece una forte attività da arredatrice d’interni. I due, con tre figli, si ritrovano infatti ormai da anni in disaccordo su tutto. Nel bel mezzo della caotica festa di compleanno del figlio Chris, Miranda decide di porre fine alla loro storia chiedendo il divorzio.
A causa del suo comportamento giudicato poco maturo, Daniel si vede negata anche la possibilità di trascorrere più tempo di quello che vorrebbe con i suoi figli. Estremamente legato a loro, egli non può sopportare tale distacco e decide pertanto di escogitare un piano. Aiutato dal fratello Frank e dal suo amico Jack, entrambi straordinari truccatori per il cinema, Daniel si sottopone così ad ore di trucco per trasformarsi in Mrs. Doubtfire, una perfetta domestica e babysitter. Riesce così a rientrare nella sua vecchia casa, potendo passare del tempo con i suoi figli, anche se sotto falsa identità. I guai, però, non tarderanno ad arrivare.
Mrs. Doubtfire – Mammo per sempre: il cast del film
Nei panni di Daniel Hillard e di Mrs. Doubtfire vi è dunque Robin Williams, che grazie alla sua straordinaria interpretazione ha vinto un Golden Globe al miglior attore. Egli lavorò moltissimo per poter risultare irriconoscibile nei panni dell’anziana domestica, al punto da cambiare i propri atteggiamenti e la propria voce. La trasformazione fu così precisa che nessuno riconobbe l’attore, neanche suo figlio. Williams fu inoltre molto meticoloso nella realizzazione delle scene, richiedendo numerosi ciak finché non si riteneva soddisfatto. Allo stesso tempo, egli ebbe modo di improvvisare moltissimo durante le riprese e molto di quanto si vede nel film è proprio frutto di sue reinvenzioni.
Accanto a lui, nei panni della moglie Miranda Hillard, vi è la due volte premio Oscar Sally Field. L’attrice, che all’epoca delle riprese stava realmente attraversando un divorzio, usò quello stato d’animo per rendere più vero il suo personaggio. L’attore Pierce Brosnan è invece presente nei panni di Stuart Dunmeyer, il nuovo compagno di Miranda. Originariamente, il personaggio avrebbe dovuto essere profondamente negativo, ma venne riscritto come una personalità più gentile in seguito alla scelta di Brosnan per la parte. Ad interpretare i figli Lydia, Chris e Natalie vi sono i giovani attori Lisa Jakub, Matthew Lawrence e Mara Wilson. L’attore Harvey Fierstein, infine, è Frank, il fratello di Daniel.
Mrs. Doubtfire – Mammo per sempre: il sequel mai realizzato
Progetti per un sequel di Mrs. Doubtfire iniziarono a concretizzarsi nel 2001. La non esistenza di un seguito del libro della Fine costrinse però gli sceneggiatori ad inventare del tutto una storia convincente. Secondo alcune fonti, questa doveva concentrarsi sull’ingresso al college di Lydia, con Daniel pronto a riprendere i panni di Mrs. Doubtfire per starle più vicino. Tuttavia, Williams si disse profondamente scontento della sceneggiatura, che dunque venne più volte riscritta. Nel corso degli anni diverse versioni furono proposte, ma nessuna di queste trovò mai il consenso di tutti coinvolti. Nel 2014 nuovi piani per il sequel sembravano aver preso vita, con Columbus che si incontrò con l’attore per parlare del progetto.
L’idea era quella di dar vita ad un film dove però, su richiesta di Williams, le scene che richiedevano di indossare il pesante trucco di Mrs Doubtfire fossero molte di meno. Per l’attore, non più giovane, era infatti impensabile riuscire a restituire nuovamente una performance come quella. Ad ogni modo, con la la scomparsa improvvisa di Williams l’11 agosto di quell’anno, il progetto venne totalmente cancellato. I diritti su Mrs. Doubtfire – Mammo per sempre sono però in mano ai produttori, che potrebbero decidere di realizzare un remake o un reboot. Fortunatamente, però, non sembrano esserci piani all’orizzonte a riguardo.
Il trailer di Mrs. Doubtfire – Mammo per sempre e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Mrs. Doubtfire – Mammo per sempre è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV, Prime Video eDisney+. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 5 gennaio alle ore 21:20 sul canale Italia 1.
Arriverà il prossimo 10 gennaio su Disney+ la nuova serie MarvelEcho, che vedrà il ritorno di Maya Lopez sul piccolo schermo, dopo il suo esordio in Hawkeye. L’attrice Alaqua Cox sarà protagonista di cinque episodi che usciranno simultaneamente con il marchio Marvel Spotlight, etichetta che si propone di raccontare storie che non fanno parte della continuity del MCU.
Creata circa 20 anni fa da David Mack e Jon Quesada, Maya Lopez è una giovane donna sorda con la capacità di copiare qualsiasi movimento che vede, da cui il suo nome d’arte, Echo. Nei fumetti, inizia la sua corsa come antagonista di Daredevil ma presto diventa un’alleata dell’Uomo Senza Paura e di molti altri supereroi Marvel.
La sua storia comincia ovviamente dai fumetti Marvel, dove è apparsa per la prima volta in Daredevil #9 nel 1999, creato da David Mack e Jon Quesada. In questa serie, è una giovane donna che Kingpin controlla e usa per avvicinarsi a Matt Murdock nel tentativo di apprendere i punti deboli di Daredevil. Sappiamo che Kingpin è il padre adottivo di Maya, nonostante sia stato lui a causare la morte dei suoi genitori. Segue la sua educazione e appena scopre che, nonostante la disabilità, ha un’intelligenza sopra la media, le fornisce l’accesso a una scuola per studenti superdotati.
Da grande, Maya Lopez assume diverse incarnazioni, e tra queste c’è la prima versione di Ronin della Marvel Comics. Il MCU ha già visto Ronin in azione, con il volto di Jeremy Renner/Clint Barton, in Avengers: Endgame. La sua trasformazione in Ronin avviene quando, dopo essersi allontanata da Kingpin, va in Giappone.
Il personaggio di Echo potrebbe essere utilizzato in altre PI Marvel, anche se la serie arriverà sotto all’etichetta Marvel Spotlight. Nei fumetti, infatti, Maya ha una relazione sentimentale con Matt Murdock, prima che entrambi scoprano le rispettive identità segrete. Dopo Matt è il turno di Clint, che Maya avvicina in Secret Wars, nel corso dell’invasione degli Skrull. Ma Maya ha anche un legame con Elektra e con La Mano, che le fa il lavaggio del cervello per farla combattere nelle sue fila.
Maya Lopez rappresenta una minoranza etnica nei fumetti Marvel
Il personaggio di Maya è originale per molti versi. Maya Lopez è anche una nativa americana. Nei fumetti, appartiene alla comunità degli Cheyenne e come caratteristica estetica indossa sempre delle piume trai capelli, tipica usanza di quella popolazione. Nella serie Echo, Alaqua Cox, che la interpreta, è di origine nativo americana.
Un’altra caratteristica importante di Maya è che è sorda, e questo fa di lei una dei pochi personaggi Marvel ad appartenere alla comunità dei non-udenti, insieme a Makkari degli Eterni e all’Occhio di Falco televisivo, che a furia di botte, comincia a perdere l’udito. Questo importante tratto non viene sottovalutato nella serie TV Hawkeye e la prima scena che vede Echo protagonista la mostra mentre ascolta la musica attraverso le vibrazioni accanto a un altoparlante.
Maya Lopez nella serie TV Hawkeye
La disabilità di Maya non influisce sulle sue prestazioni in battaglia e, proprio come fa Daredevil con la sua cecità, ha imparato a usarla a suo vantaggio. Indipendentemente da ciò, quando la sua vista viene compromessa, può avere difficoltà contro qualsiasi tipo di nemico.
Chi è Echo
Il personaggio supereroistico che vedremo nella serie metterà probabilmente in bella mostra la sua dote soprannaturale, ovvero la capacità di fare da “eco”, appunto, di imitare qualsiasi movimento in combattimenti corpo a corpo che la rende un’avversaria molto forte. Fin da quando era molto piccola, Maya era in grado di rispecchiare perfettamente i movimenti di chiunque altro, proprio come fa Taskmaster. La sua capacità di replicare qualsiasi cosa le consente di diventare un’abile artista marziale, una ballerina professionista o persino un’atleta di livello olimpico in pochi secondi.
Anche le sue capacità di lettura labiale sono superiori alla media. Può leggere le labbra da una distanza maggiore rispetto agli altri esseri umani o anche usando la coda dell’occhio. Inoltre, può leggere le labbra delle persone anche se indossano maschere di tessuto sottile.
Infine, come è già stato lasciato intuire, Echo non è una vera e propria villain, anche nei fumetti, dove a un certo punto si unisce addirittura agli Avengers. Si unisce al gruppo nella lotta contro Silver Samurai e durante l’invasione degli Skrull in Secret Invasion.
Le incarnazioni di Maya Lopez
Alaqua Cox è la prima attrice disabile a interpretare un personaggio principale in una produzione dei Marvel Studios. È nata sorda, proprio come il personaggio dei fumetti originali, e ha una gamba protesica.
Disponibile a partire dal 10 gennaio su Disney+, questa sarà la prima serie MCU a seguire il modello di distribuzione binge simile a quello di Netflix, il che significa che un’intera stagione verrà rilasciata in una sola volta invece della tradizionale strategia di rilascio settimanale in stile tv via cavo.
Il Wilson Fisk di Vincent D’Onofrio è apparso accanto a Maya durante i momenti finali di Hawkeye e le conseguenze del loro scontro sono tutt’ora un mistero, ma lo vedremo nella serie che partirà dall’infanzia della protagonista, fino a raccontarne le azioni contemporanee.
Debutterà l’8 gennaio 2024 in prima serata la nuova serie tv di RAI FICTION, La storia, creata da Giulia Calenda, Ilaria Macchia, Francesco Piccolo e diretta da Francesca Archibugi. Protagonisti con Jasmine Trinca, Elio Germano, Asia Argento, Lorenzo Zurzolo, Francesco Zenga e con Valerio Mastandrea.
La storia è composta da 4 puntate da 100 minuti ciascuno scritti da Giulia Calenda, Ilaria Macchia, Francesco Piccolo e Francesca Archibugi e tratto da “La Storia” di ELSA MORANTE pubblicato in Italia da Giulio Einaudi Editore, Torino.
La storia: la trama
Foto di Lacovelli Zayed
Roma, quartiere San Lorenzo. Alla vigilia della seconda guerra mondiale, Ida Ramundo, maestra elementare rimasta vedova con un figlio adolescente di nome Nino, decide di tenere nascoste le proprie origini ebraiche per paura della deportazione. Un giorno, rientrando a casa, viene violentata da un soldato dell’esercito tedesco, un ragazzino ubriaco.
Dopo lo sgomento, l’angoscia e la vergogna, scopre di essere incinta. Mentre Nino trascorre l’estate al campeggio degli Avanguardisti, Ida partorisce in segreto un bambino prematuro, piccolo e quieto, con gli stessi occhioni azzurri del padre, quel soldato ragazzino tedesco già morto in Africa. Quando Nino torna a casa e scopre il fratellino, lo accetta di slancio e se ne innamora. Lo soprannominerà Useppe.
La piccola famiglia viene stravolta dagli eventi della guerra: prima Nino, fascista convinto, decide di partire per il fronte contro il parere di Ida, lasciandola sola con Useppe; poi, nel bombardamento di San Lorenzo del luglio 1943, la loro casa viene distrutta, Ida perde tutto ed è costretta a sfollare a Pietralata. Da quel momento, ogni giorno diventerà una lotta per la propria sopravvivenza e per quella del suo bambino. Intanto, Useppe cresce aspettando i ritorni di suo fratello, al quale è legato da un amore inossidabile, mentre una vitalità a tratti disperata spinge Nino verso la lotta armata di Resistenza, verso l’amore, verso i compagni, pieno di desideri; più soldi, più affari, più avventura. Dopo la guerra si darà al contrabbando, prima di sigarette e poi in quello delle armi. Vuole una vita migliore per sé, per Ida e per Useppe.
Note di regia
Tutta la Storia e le nazioni della terra s’erano concordate a questo fine: la strage del bambinello Useppe Ramundo. “La Storia”, Elsa Morante, 1974 Ida Ramundo vedova Mancuso viene violentata. Tutto nasce da una violenza sessuale di un giovane soldato tedesco su una donna incapace di difendersi. Quel giovane soldato morirà poco dopo, in guerra. Tutti sono incapaci di difendersi. I personaggi di questo grandioso libro sono creature senza nessun potere, attraversate da forze collettive, piccole figure che tentano di sopravvivere nel decennio di un secolo che ha attraversato l’orrore assoluto. Come mettersi al servizio di un’idea tanto semplice quanto gigantesca? Con tutta l’umiltà e la fedeltà possibili. Attenzione spasmodica alla distribuzione dei ruoli, alla scelta degli attori e delle attrici, dei cani e dei bambini, delle case, delle piazze, delle scarpe e delle ciabatte. Immagini. Voci. Luci. Suoni. Il lavoro di regìa è una sequenza infinita di scelte macro e microscopiche, grandi impostazioni e minimi dettagli. Guidare una armata di collaboratori geniali, tutti tesi allo stesso scopo: cercare di restituire nei personaggi e nelle scene lo stesso stupore, divertimento, orrore, disperazione che si è provati leggendo La Storia da adolescenti. Con la precisa certezza che sarebbe stato impossibile. È stato terrificante e bellissimo. Francesca Archibugi
La storia, trama del primo episodio
La maestra Ida Ramundo è ebrea, ma lo tiene nascosto. Il marito è morto anni prima e lei vive con suo figlio Nino, adolescente bellissimo ed esuberante. La vita di Ida, fra scuola e San Lorenzo, procede impaurita ma tranquilla, aiutata spesso dall’oste Remo. Un giorno di gennaio del 1941 tutto cambia: Gunther, un giovanissimo soldato tedesco, la segue in casa e la violenta. È quello il giorno in cui la Storia bussa alla porta di una donna normale: Ida si scopre incinta. Mentre Nino è lontano al campeggio con gli Avanguardisti, nasce un neonato magico, con degli occhi azzurri bellissimi.
La storia, trama del secondo episodio
Al ritorno, Nino non fa domande e si innamora istantaneamente del fratellino. E il piccolo di lui. Fra i due fratelli s’instaura un legame fortissimo. Però Nino, fascista esaltato, abbandona la famiglia e il liceo, spezzando i sogni di Ida, e si arruolerà in guerra volontario, salutato da tutto il quartiere. Ida resta sola con il piccolo soprannominato Useppe. Ma la guerra sconvolgerà ben presto le vite di tutti. San Lorenzo viene bombardato, la casa di Ida distrutta e Blitz, il cagnolino di Nino, morirà sotto le macerie.
Il cast di La storia
Ida Ramundo vedova Mancuso (Jasmine Trinca): è una diligente maestra elementare, figlia di maestri, semplice, infantile, conserva ancora una “faccia da bambina sciupatella”. Crede con fervore nell’istruzione e solo dentro l’aula con i suoi scolari prova un po’ di pace. Il mondo le fa paura. Rimasta vedova e sola da giovane, mezza ebrea, attraversa il fascismo, le leggi razziali e l’occupazione di Roma da parte dei nazisti con un terrore occulto.
Ama i suoi figli come un’innamorata, prima di Nino, adolescente bello e inquieto che la tiene in un continuo stato d’agitazione, e poi di Useppe, il suo pupetto dallo sguardo celeste. I suoi figli sono la sua unica ragione di vita, “come certe gatte malandate”.
Nino (Francesco Zenga): cresce durante i cinque anni di guerra. Odia andare a scuola, al liceo classico, e infrange i sogni di Ida di vederlo laureato abbandonando gli studi per arruolarsi volontario nell’esercito fascista. S’immerge nel caos della guerra, ritorna a casa dopo essersi unito a sorpresa ai partigiani della cellula dei castelli romani. L’Italia sobbolle, lui viaggia, attraversa il fronte, va a Napoli, si unisce agli americani. Nino è sempre in movimento, pieno di idee, a volte in conflitto fra loro; da orfano di padre, comanda sulla madre ed è intollerante a tutte le autorità, correndo a perdifiato felice e disperato verso il suo destino.
Useppe (Christian Liberti/Mattia Basciani): frutto della violenza sessuale di un soldato tedesco, è un bambino di una dolcezza quasi soprannaturale, pieno d’amore per l’universo, gli uomini e gli animali. Il suo sguardo azzurro conquista il mondo e tutte le persone che lo incrociano. Durante la terribile occupazione nazista che affama Roma, Ida si batte come una lupa per cercare di trovare per lui qualcosa da mangiare, farlo crescere, non farlo ammalare. Perché Useppe soffre di assenze, chiamate Piccolo Male che finita la guerra lo faranno passare attraverso la trafila di medici e medicine. Ida è fiduciosa perché è la stessa malattia di cui soffriva lei da piccola e dalla quale è guarita.
L’oste Remo (Valerio Mastandrea): proprietario di un’osteria a San Lorenzo, è una specie di capo di quartiere, amato e rispettato, l’unico che Nino sta a sentire e, per questo, amato anche da Ida. Si scoprirà essere uno dei capi della resistenza armata e farà da tramite per passare le notizie tra Ida e il figlio Nino. Non abbandonerà mai Ida e le sarà sempre vicino.
Eppetondo (Elio Germano): Giuseppe Cucchiarelli è un marmista che dopo il bombardamento di San Lorenzo sfolla a Pietralata insieme a Ida e Useppe. Chiamato Giuseppe Secondo per l’eccesso di Giuseppi nel capannone degli sfollati, viene ribattezzato Eppetondo da Useppe che non sa pronunciarne il nome. Comunista, d’animo gentile e generoso, è uno strano tipetto che si lega con amicizia fortissima e anomala prima a Useppe e poi a Ida.
Quando compare Nino partigiano, si unisce di slancio alla lotta armata. Catturato dai nazisti, si comporterà da piccolo grande eroe per non tradire i compagni.
Carlo Vivaldi (Lorenzo Zurzolo): il cui vero nome è Davide Segre, studente ebreo di Mantova, è un anarchico nonviolento. Scampato alla deportazione che ha sterminato la sua famiglia, dopo l’incontro con Nino si convince a partecipare attivamente alla lotta partigiana. L’uccisione violenta di un tedesco, lo porterà a un conflitto interiore che lo consumerà. Dopo la guerra, ritrova Useppe conosciuto durante lo sfollamento a Pietralata. Il bambino si legherà a lui, lo cercherà, mentre Davide, incapace di riprendersi dalle ferite della guerra, sprofonderà sempre di più nella solitudine.
I Mille (Vincenzo Antonucci, Anna De Stefano, Rosaria Langellotto, Arcangelo Iannace): famiglia mezza romana mezza napoletana, scampata ai bombardamenti a tappeto di Napoli. Si sono rifugiati nel ricovero per gli sfollati di Pietralata, guidati dalla furbizia di Domenico (Vincenzo Nemolato). Chiamati così perché numerosi, sono tutti imparentati tra loro. Sono allegri, spregiudicati, ridono, litigano, fanno la borsa nera. Tra loro si distingue la sora Mercedes (Carmen Pommella), matrona della famiglia, che nasconde sotto una coperta i beni alimentari e li smercia anche all’interno del capannone; e Carulina (Flora Gigliosetto), chiamata da Useppe Ulì, una quindicenne già madre di due gemelline di cui dice di non sapere chi è il padre. Affettuosa, allegra, “canterina e piagnona”, resterà nei ricordi di Useppe per sempre.
La famiglia Marrocco: Ida e Useppe affittano una stanza nella loro casa di Testaccio una volta abbandonata Pietralata. Sono ciociari: in casa ci sono il nonno, un vecchio un po’ rimbambito che vuole solo bere vino, il signor Tommaso Marrocco (Enzo Casertano) che lavora come portantino in ospedale, la signora Filomena Marrocco (Antonella Attili), sarta in casa, brutale e sboccata, sempre dietro al lavoro delle macchine da cucire e circondata di clienti, e Annita (Ludovica Francesconi), la piccola sposina del figlio Giovannino, disperso in Russia. L’attesa del ritorno di Giovannino è il pensiero fisso della famiglia. Il suo nome e la sua foto campeggiano nella casa e nei pensieri.
Santina (AsiaArgento) è una prostituta che va a casa Marrocco a leggere i tarocchi, di cui è esperta, interrogata come un oracolo da Filomena e Annita sulla sorte di Giovannino. Lì conosce Davide Segre, con il quale intreccia una relazione intima, anche di pensieri e conforto, che ingelosisce Nello(Josafat Vagni) il suo magnaccia violento e possessivo.
Blitz e Bella: sono i cani della famiglia Ramundo-Mancuso. Blitz, voluto da Nino quando è nato il fratellino, come una sorta di risarcimento. Quando parte soldato, lo affida a Useppe, in segno del loro legame speciale. Ma il cagnolino morirà sotto le macerie del bombardamento di San Lorenzo, il primo trauma indelebile per Useppe. Bella, invece, è una magnifica maremmana enorme e bianca, di cui s’innamora Nino come fosse una ragazza e che va a vivere con loro appena finita la guerra. Sarà compagna di grandi avventure per Useppe e nelle sue scorribande romane starà sempre appiccicata a lui, per proteggerlo da tutto. Quando Nino non c’è, Bella veglia sulla famiglia e sulla malattia di Useppe come una seconda mamma.
Patrizia (Romana Maggiora Vergano): è la fidanzata di Nino, di cui si innamora anche Useppe, per la sua dolcezza e la sua allegria. Fanno giri in moto in tre e, durante una scampagnata al lago, Useppe li vede fare l’amore. Insieme trascorrono momenti intensi di felicità. Da questa felicità resterà Ninetta, la pupetta che Patrizia avrà da Nino.
Vilma (Giselda Volodi): è una strana donna, un po’ maga, un po’ strega, che Ida incontra al ghetto. È considerata dagli altri ebrei una che vaneggia, poiché riporta le notizie delle radio straniere che ascolta dalla signora da cui lavora. Notizie che sono prese con fastidio, come profezie squinternate di una donna fuori di sé. C’è troppo orrore in quello che racconta, morte, deportazione, nessuno le crede.
Signora Di Segni (Anna Ferruzzo): ha un negozio di tessuti nella piazza principale del ghetto. È la più scettica sulle profezie di Vilma, non vuole crederle. Ida la incontra di nuovo vicino alla Stazione Tiburtina, dopo che tutta la sua famiglia è stata rastrellata il 16 ottobre del ’43. Ida la segue fino al treno, e la vede gridare ai fascisti e ai nazisti di fare partire anche lei con i suoi cari, pensando che andranno in un campo di lavoro e non in un campo di morte.
Leslie Bibb, Dom Hetrakul, Jason Isaacs, Michelle Monaghan, Parker Posey e Tayme Thapthimthong si uniscono al cast del terzo ciclo di episodi di The White Lotus, la premiatissima satira di Mike White targata HBO le cui prime due stagioni sono disponibili su Sky e in streaming solo su NOW.
Accanto ai nomi appena annunciati, il ritorno nel cast, direttamente dalla prima stagione, di Natasha Rothwell. La serie, che batterà il primo ciak a febbraio e che arriverà prossimamente in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW, verrà girata a Koh Samui, Phuket e Bangkok e seguirà le vicende di un nuovo gruppo di vacanzieri in un altro resort The White Lotus.
La prima stagione, arrivata nell’estate del 2021 e ambientata alle Hawaii, ha ricevuto ben 20 nomination agli Emmy Awards in 13 categorie, portando a casa 10 statuette, più di qualunque altra serie quell’anno – incluso il premio come miglior miniserie. Il secondo ciclo di episodi, che ha debuttato nel dicembre 2022, è invece ambientato in Sicilia e ha fatto sue addirittura 23 nomination ai prossimi Emmy, fra cui quella per miglior serie drammatica.
The White Lotusè create, scritta e diretta da Mike White; produttori esecutivi sono Mike White, David Bernad and Mark Kamine.
Considerato uno dei più talentuosi e importanti registi del nuovo cinema statunitense, James Gray ha negli anni dato vita ad acclamati lungometraggi come The Yards, I padroni della notte e C’era una volta a New York. Prima di cimentarsi con la fantascienza di Ad Astra, egli ha poi portato sul grande schermo un complesso film d’avventura come Civiltà perduta (qui la recensione), adattamento del libroZ la città perduta di David Grann e a sua volta basato sulla vera storia dell’esploratore britannico Percy Fawcett. Prende da qui forma un racconto diviso tra avventura e descrizione di un preciso contesto sociale, il tutto con il tocco unico di Gray.
Distribuito al cinema nel 2016, Civiltà perdutatrova dunque origine da un testo letterario, che Grann scrisse qualche anno dopo un suo articolo sul New Yorker basato sulla vicenda di Fawcett. Il libro fu un enorme successo, tanto da essere nominato dal New York Times come uno dei dieci libri migliori dell’anno. Poco dopo, la società di produzione fondata da Brad Pittne ha acquistato i diritti, invitando James Gray ad adattarlo per il grande schermo. Accolto poi molto positivamente dalla critica, Civiltà perduta è considerato uno dei migliori film del suo anno, imperdibile per gli amanti del genere.
Gray, infatti, ha arricchito una storia già di suo densa di colpi di scena, emozioni e personaggi incredibili ma reali. Il risultato è un nuovo capitolo della sua filmografia da non perdere assolutamente. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla vera storia dietro il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.
La trama e il cast di Civiltà perduta
La storia è quella del maggiore inglese Percy Fawcett, che viene incaricato dal governo a mappare i territori ancora inesplorati tra Brasile, Bolivia e Perù. Durante questo primo viaggio insieme al biologo Henry Costin, Fawcett trova nel bel mezzo dell’Amazzonia resti di terracotta che lo inducono a ipotizzare l’esistenza di un’antichissima civiltà che Fawcett chiama Z. Entusiasta della scoperta e appoggiato dalla moglie Nina, l’esploratore intraprende dunque un’avventura che si rivelerà però essere più complessa e pericolosa del previsto. Con lo scoppiare della Prima guerra mondiale, inoltre, gli appoggi di cui Fawcett godeva iniziano a venire meno e il suo obiettivo sembrerà farsi sempre più lontano. Certo di aver scoperto qualcosa di grosso, egli proseguirà però imperterrito nella sua ricerca.
Ad interpretare il ruolo di Percy Fawcett si ritrova l’attore Charlie Hunnam. Originariamente, però, la parte era stata offerta sia a Brad Pitt che a Benedict Cumberbatch, i quali rinunciarono però per via di altri impegni. Accanto a Hunnam, nel ruolo del biologo Henry Costin vi è invece Robert Pattinson. Per dar vita ai rispettivi personaggi, entrambi gli attori si sottoposero ad una rigida dieta, arrivando a perdere molto peso. L’attrice Sienna Millerinterpreta Nina Fawcett, mentre Tom Hollandè il figlio Jack. Completano poi il cast gli attori Angus Macfadyen nei panni di James Murray e Ian McDiarmid in quelli di Sir. George Goldie. Tutti gli attori, inoltre, dovettero prepararsi alla difficoltà delle riprese nella giungla, un ambiente che richiese loro addestramento e sopportazione.
Civiltà perduta: la vera storia di Percy Fawcett
Come anticipato, quella di Percy Fawcett è una storia vera. L’esploratore britannico visse dal 1867 a al 1925. Le sue spedizioni nell’America Meridionale ebbero inizio a partire dal 1906, quando si recò in Brasile per mappare parte della giungla. Nel corso di queste esplorazioni egli riportò di diversi incontri con animali sconosciuti alla zoologia, come un anaconda gigante di circa 19 metri. Fino al 1924 egli svolse numerose altre spedizioni, guadagnandosi sempre più il favore dei nativi, che aveva nel tempo imparato a riconoscere e a comprendere. Allo scoppio della Prima guerra mondiale, tuttavia, fu costretto a tornare in patria per il servizio militare. Si arruolò come volontario e fu destinato al fronte nonostante avesse ormai quasi 50 anni.
Terminata la guerra, egli tornò nuovamente in Brasile per effettuare nuovi studi di zoologia e archeologia. Insieme al primogenito Jack, egli si era convinto dell’esistenza di una città perduta, che ribattezzò Z. Il 20 aprile del 1915 egli partì dunque per quella che si rivelò essere la sua ultima spedizione. Fawcett, il figlio e quanti con loro non furono mai ritrovati. Ancora oggi rimae il mistero circa ciò che gli accadde. Numerose spedizioni furono condotte per cercare di stabilire che fine avesse fatto l’esploratore, ma nessuna portò ad esiti certi. Nel corso dei decenni si susseguirono diverse teorie, tra chi sostiene che il gruppo sia stato ucciso da animali selvatici e chi invece sostiene che la morte sia arrivata per mano di alcune tribù.
Secondo altri, infine, lo stesso Fawcett avrebbe rinnegato la civiltà fondando una propria comunità, vivendo in essa fino alla morte. Nel 2005 il giornalista del The New YorkerDavid Grann visitò la tribù brasiliana dei Kalapalo scoprendo che si erano tramandati una tradizione orale riguardante Fawcett, secondo la quale egli e il suo gruppo avevano abitato nel villaggio ed erano ripartiti verso est. I Kalapalo avvisarono Fawcett di non viaggiare in quella direzione perché sarebbero stati uccisi dai “feroci indiani” che occupavano il territorio. Si disse inoltre che una civiltà monumentale chiamata Kuhikugu potrebbe essere veramente esistita vicino a dove Fawcett fu visto l’ultima volta. I ritrovamenti di Grann hanno poi dato vita al suo libro Z la città perduta.
Il trailer di Civiltà perduta e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di Civiltà perduta grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Infinity+, Google Play, Apple TV, Tim Vision, Prime Videoe Netflix. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video.
La star di Fair Play, Phoebe Dynevor, è stata una delle poche attrici che sono riuscite a partecipare alle selezioni finali per il ruolo di Lois Lane nel film attesissimo del 2025 Superman: Legacy. Pur non avendo ottenuto il ruolo, la Dynevor ha dichiarato di essersi divertita molto durante il processo.
Parlando con Variety, la Dynevor ha riflettuto sul periodo in cui ha cercato di diventare la Lois Lane dell’Universo DC. La Dynevor ha descritto come le audizioni siano state piuttosto veloci e ha anche elogiato il personaggio di Lane come cervello e coraggio della relazione.
“È stato un turbine e poi ho capito che era finita, ma è stato fantastico“, ha detto Dynevor del processo di audizione. “Lei salva Superman. È il cervello; in realtà è l’impavida“.
Superman: Legacy, tutto quello che sappiamo sul film
Superman: Legacy, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi. Il casting, come già detto, ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. María Gabriela De Faría sarà il villain “The Engineer”. Superman sarà supportato da Lanterna Verde (Nathan Fillion), Hawkgirl (Isabela Merced), Mister Terrific (Edi Gathegi) e Metamorpho (Anthony Carrigan). Nicholas Hoult sarà invece Lex Luthor.
Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. È però confermata anche la presenza della Fortezza della Solitudine. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori e ciò ha permesso al film di non subire particolari ritardi. Ad oggi, infatti, è confermato che Superman: Legacyrispetterà la data di uscita prevista, arrivando in sala l’11 luglio 2025. Le riprese dovrebbero invece avere inizio a marzo 2024.
La produzione di Superman: Legacy inizierà quest’anno a marzo, per un’uscita prevista per l’11 luglio 2025. Ciò è possibile anche in quanto, fortunatamente, il regista James Gunnaveva finito di scrivere la sceneggiatura giusto prima degli scioperi dello scorso anno e ha a quel punto avuto tutto il tempo di finire il casting e altri dettagli del film nel corso dei mesi successivi, evitando così di incorrere in un ritardo nella produzione. Ora che il progetto si prepara ad entrare nel vivo, i fan non possono fare a meno di chiedersi quando vedremo qualcosa di più a riguardo, dal costume ad un primo trailer.
Sappiamo però che Gunn non intende svelare il costume, almeno per il momento, è dunque potrebbe essere necessario attendere il trailer prima di poter vedere che aspetto esso abbia. Sfortunatamente, anche per un trailer o delle prime immagini potrebbe volerci più del previsto. Rispondendo alle domande dei fan su Threads, a Gunn è stato infatti chiesto se nel 2024 verrà rilasciato un teaser del film, ma la risposta del regista è stata un semplice “no”. “Le riprese non inizieranno prima di marzo. La scrittura è praticamente finita e lo è già da un po’, a parte una virgola qui, una virgola là”, ha aggiunto Gunn.
Lascia sicuramente un po’ sorpresi il sapere che potenzialmente nulla di Superman: Legacy verrà mostrato prima del 2025. Certo, le cose potrebbero cambiare da qui ai prossimi mesi, specialmente se la Warner Bros. dovesse decidere di pubblicizzare il film nel corso di quest’anno, scavalcando la volontà di Gunn. È in realtà improbabile che ciò avvenga, considerando quando lo studios sembra riporre fiducia nel lavoro e nelle idee di Gunn, per cui sembra che proprio che bisognerà attendere ancora un po’ prima di avere qualcosa di più concreto riguardo al film.
Superman: Legacy, tutto quello che sappiamo sul film
Superman: Legacy, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi. Il casting, come già detto, ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. María Gabriela De Faría sarà il villain “The Engineer”. Superman sarà supportato da Lanterna Verde (Nathan Fillion), Hawkgirl (Isabela Merced), Mister Terrific (Edi Gathegi) e Metamorpho (Anthony Carrigan). Nicholas Hoult sarà invece Lex Luthor.
Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. È però confermata anche la presenza della Fortezza della Solitudine. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori e ciò ha permesso al film di non subire particolari ritardi. Ad oggi, infatti, è confermato che Superman: Legacyrispetterà la data di uscita prevista, arrivando in sala l’11 luglio 2025. Le riprese dovrebbero invece avere inizio a marzo 2024.
Carrie Coon sarebbe in attesa di un ruolo chiave nella terza stagione diThe White Lotus della HBO. Secondo quanto riportato da Jeff Sneider di The InSneider, la Coon sarebbe in trattative per un ruolo importante nella terza stagione di The White Lotus , ambientata in Thailandia.
Il casting non è stato ancora annunciato ufficialmente dalla HBO, anche se Deadline ha precedentemente riportato che la stagione sta cercando di riempire tredici ruoli (nove dei quali saranno series regular), tra cui un “patriarca, un dirigente d’azienda, un’attrice, una coppia di madri, un disadattato e uno yogi”. L’unico membro del cast confermato per la terza stagione di The White Lotus è Natasha Rothwell, che riprende il ruolo di Belinda dalle prime due stagioni.
In cos’altro ha recitato Carrie Coon ?
Carrie Coon è forse più nota per aver interpretato Nora Durst in The Leftovers della HBO, creata da Damon Lindelof, insieme a Justin Theroux. Ha anche interpretato Bertha Russell in The Gilded Age della HBO e ha recitato nella terza stagione di Fargo della FX, oltre ad altri ruoli televisivi.
Al cinema, Carrie Coon ha recitato in Gone Girldel 2014, The Postdel 2017, Avengers: Infinity War del 2018, Widows del 2018, The Nest del 2020 e Ghostbusters: Afterlife. Riprenderà il ruolo di Callie Spengler nel prossimo Ghostbusters: minaccia glaciale, che uscirà nelle sale statunitensi il 29 marzo 2024.
Creata da Mike White, la prima stagione di The White Lotus ha debuttato nel 2021 e ha avuto come protagonisti Jennifer Coolidge, Murray Bartlett, Connie Britton, Alexandra Daddario, Fred Hechinger, Steve Zahn, Sydney Sweeney e altri. La Coolidge è tornata per la seconda stagione, andata in onda nel 2022, insieme a una serie di nuovi attori come F. Murray Abraham, Michael Imperioli, Haley Lu Richardson, Aubrey Plaza, Simona Tabasco e altri. La terza stagione di The White Lotus non ha ancora una data di uscita ufficiale, ma probabilmente sarà trasmessa nel 2025. Le riprese inizieranno nel febbraio 2024.