La notte degli
Oscar 2023 è sempre più vicina. In attesa di
rivedere le luci accese nel Dolby Theatre e il
lungo tappeto rosso colmo di star, produttori e registi, le
congetture su chi possono essere i papabili vincitori nelle varie
categorie sono tantissime. Spesso si spera che il film preferito
sia anche il favorito dall’Academy, ma in realtà le statistiche
sono già in grado di darci una mezza risposta. Anche se può
capitare di assistere poi a delle belle sorprese. Per questa
95esima edizione nella cinquina Miglior Film
d’Animazione sono stati scelti:
Pinocchio di Guillermo del Toro,
Marcel the Shell,
Il gatto con gli stivali – L’ultimo desiderio,
Red e
Il Mostro dei Mari.
Pellicole che dimostrano di far
parte di un cinema inclusivo per i temi e le storie di ampio
respiro portate sullo schermo, e che ancora una volta permettono
agli spettatori di poter trovare al cinema un loro
posto. Ripercorriamo i cinque film d’animazione candidati agli
Oscar 2023, fra vittorie nella stagione dei premi
in corso, critiche e accoglienza, cercando di fare il punto
della situazione su chi potrebbe portare a casa la statuetta
d’oro.
Pinocchio di Guillermo del
Toro

Fra i primi a spiccare nella corsa
agli
Oscar 2023 c’è Pinocchio di
Guillermo del Toro, rivisitazione in stop-motion
della storia del burattino di legno di Carlo Collodi. Il film si è
posizionato al cinema prima e su Netflix poi in un periodo di secca per
l’animazione e il cinema in generale, parliamo dei primi di
dicembre, aggiudicandosi quindi una grossa fetta di pubblico. Fra i
produttori del film il colosso dalla N rossa e Shadow Machine. Il
Pinocchio di Guillermo del Toro è un meraviglioso dramma
musicale padre-figlio, oltre che una favola
antifascista costruita attraverso alcune sfumature anche
ironiche. Tocca il cuore per come affronta con sapienza, ma al
tempo stesso delicatezza, temi quali il lutto, la politica (il
totalitarismo, in questo caso) e perfino la morte, a cui si lega la
bellezza della vita.
Una storia realizzata poi con
l’incredibile tecnica della stop-motion, che fa del film uno
straordinario pezzo d’artigianato, tale soprattutto per le sue
dolci e autentiche imperfezioni. Nella rosa come Miglior Film
d’Animazione, Pinocchio di Guillermo del Toro è il
prodotto più apprezzato. Stando a Rotten Tomatoes,
il 97% delle critiche professionali è positivo, con un voto medio
di 8,3 su 10. Su Metacritic la percentuale rimane
abbastanza alta, con un punteggio di 79 su 100 basato su 49
critiche. Il film sta dominando perfino la stagione dei premi sin
qui svolti. Agli
Annie Awards si può dire aver fatto incetta di
premi, vincendo il Miglior Film, Miglior Regia, Miglior Animazione
dei personaggi, Miglior Design di prodotto e Miglior Musica. Per
questa edizione degli Annie, fra l’altro, Pinocchio ha battuto il
record ricevendo ben 9 nomination.
Dall’Inghilterra si è portato a casa
anche il BAFTA come Miglior film d’animazione,
risultando l’unico per questo riconoscimento ad aver ricevuto la
candidatura anche per scenografia e colonna sonora. Ricevendo anche
il Golden Globe per Miglior film d’animazione, Pinocchio di
Guillermo del Toro ha fatto diventare Netflix il primo streamer a
vincere la categoria. Fra gli altri premi guadagnati c’è anche
Miglior film d’animazione ai Critics Choice Awards
e Miglior canzone per un musical/commedia con “Ciao papa” di
Gregory Mann ai Society of Composers and Lyricists
Award. Negli anni passati altre pellicole di Netflix sono
state candidate, pensiamo a Dov’è il mio
corpo? (2020), Klaus
(2020), Over the Moon – Il fantastico mondo di
Lunaria (2021) e I Mitchell contro le
macchine (2022, senza però ricevere l’Oscar. Se Pinocchio
vincesse la statuetta d’oro, sarebbe la prima volta per Netflix
nella categoria, oltre a far essere Guillermo del Toro il primo
vincitore per Miglior Regia (La forma dell’acqua)
e Miglior film d’animazione.
Marcel the Shell

Lo sfidante numero uno di
Pinocchio agli
Oscar 2023 è di sicuro
Marcel the Shell di A24, diretto da
Dean Fleischer-Camp. Il mockumentary è stato
presentato in anteprima al Telluride Film Festival dove è stato
acclamato a settembre 2021, a cui è seguita a luglio 2022 una
riproduzione limitata da parte di A24 (che subito
lo ha acquistato) nelle sale statunitensi e una wide release dal 15
dello stesso mese. La storia della conchiglia Marcel abbraccia il
cuore di tutti. Una piccola conchiglia con un occhio di plastica e
delle deliziose scarpette color carota vive insieme alla nonna
(Nana Connie), in un appartamento che poi viene affittato a un
regista (lo stesso Camp). Marcel si presta ad essere personaggio di
un programma televisivo, 60 Minutes,
nella speranza di poter ritrovare la sua famiglia e tornare a
vivere in una comunità.
È chiaro che portando sullo schermo
una storia di ricerca e famiglia, in cui la conchiglia sembra avere
un animo umano, le critiche sono state tutte a favore. E così
Marcel the Shell si è riuscito ad aggiudicare la
nomination nella categoria Miglior film d’Animazione dopo essere
stato considerato un ibrido unico, facendo il suo ingresso agli
Oscar come primo candidato in
stop-motion/live-action. Il mockumentary è stato acclamato
dalla critica con il 98% delle recensioni positive su Rotten
Tomatoes, che lo hanno definito “intenso, profondo e
assolutamente commovente”. Su Metacritic il film ha ottenuto
un punteggio di 80 su 100, con degli incassi negli USA pari a 6,7
milioni.
Marcel the Shell è stato,
dopo Pinocchio, il film ad aver ricevuto più vittorie nella
stagione dei premi, vincendo agli
Annie Awards come Miglior film indipendente, Miglior doppiaggio
di un personaggio (Jenny Slate presta la voce alla
conchiglia) e Miglior sceneggiatura. Fra le tante candidature
ricevute spiccano quelle ai BAFTA, ai
Golden Globe, ai Saturn Award e
ai Critics Choice Award, tutte nella categoria
Miglior Film d’animazione. Il film, se non ci fosse Pinocchio su
cui sono stati puntati tutti i riflettori, sarebbe sicuramente
stato il favorito rispetto agli altri in lista.
Red

Spinto dalla Pixar
e sostenuto dal colosso Disney, Red è
riuscito a farsi spazio per poter rientrare nella rosa degli
Oscar 2023. Alla direzione del film Domee Shi,
chiamata dalla Pixar con il compito di pensare a un lungometraggio
dopo il corto Bao. Red, la cui storia ruota attorno ad una
tredicenne cinese che si trasforma in un panda rosso quando le sue
emozioni sono troppo forti, è una bella metafora della
pubertà, oltre a essere fra i film Pixar più personali. La
pellicola, a causa della pandemia da Covid-19, ha dovuto rinunciare
all’uscita in sala, approdando direttamente sulla piattaforma
Disney+ a marzo 2022. Per Red,
la Pixar ha deciso di discostarsi dai temi universali che permeano
gran parte delle sue produzioni, risultando quasi una rivoluzione.
Nel meccanismo dell’azienda, infatti, ogni film era progettato
dalla Braintrust – formata da John Lasseter, Pete Docter e Brad
Bird e altri – e le storie si incentravano tutte sull’amore, la
famiglia e la perdita, garantendo alla Pixar successi e premi.
Queste ligie regole hanno però allontanato il film dall’idea
originale, finendo per essere tutt’altro.
Red è riuscito a fare la
differenza grazie a Shi: è rimasto fedele al progetto
iniziale e, inoltre, è basato sull’esperienza personale
della sua regista. La linea adottata dalla Pixar da qualche anno,
si prendano come esempio
Luca e
Onward, è di seguire più un approccio intimo e mirato,
con una pellicola che risulta essere figlia diretta del suo
regista. Grazie ai successi ottenuti, l’azienda può ora permettersi
il lusso di staccarsi da quei film indirizzati solo ed
esclusivamente alle famiglie, abbracciando un pubblico molto più
eterogeneo. Ecco perché Shi, con Red, ha voluto far
immedesimare il pubblico nella storia attraverso mondi nuovi.
Parlando dell’aspetto – anch’esso universale – dell’adolescenza,
degli impulsi che si vivono, degli ormoni impazziti, della crescita
che ognuno di noi affronta. Il problema però è stato che parte
della critica non ha colto il messaggio, e
Red è stato definito da questi “troppo
circoscritto”, con una grossa difficoltà a immedesimarsi nella
protagonista tredicenne.
Ciononostante, il film si è
ugualmente distinto per la sua estetica eccentrica, per i
valori portati, e per la impeccabile animazione, che si ispira
molto agli anime. Su Rotten Tomatoes, Red ha raggiunto il 71% di
critiche positive, mentre su Metacritic ha ottenuto un punteggio di
83 su 100, sulla base di 52 recensioni. Si è anche aggiudicato una
buona dose di candidature nella stagione dei premi, fra cui Miglior
Film d’Animazione, Miglior Regia e Miglior animazione dei
personaggi agli
Annie Awards, Miglior Film d’Animazione ai BAFTA, ai Golden
Globe e ai Critics Choice Award e Miglior produttore per un film
d’animazione ai PGA.
Il gatto con gli stivali – L’ultimo
desiderio

Sequel de Il gatto con gli
stivali del 2011 e spin-off di Shrek, Il
gatto con gli stivali – L’ultimo desiderio è in corsa
agli
Oscar 2023 come Miglior film d’animazione.
Prodotto dalla DreamWorks e distribuito dalla Universal Pictures,
costituisce il sesto capitolo del franchise dell’orco verde,
diretto da Joel Crawford. In questa nuova avventura frizzante e
rivitalizzata, il Gatto viaggia alla ricerca della Stella del
Desiderio dopo essersi accorto di aver perso le sue otto vite ed
essere rimasto con una sola. In compagnia di Kitty e il cane
Perrito, tenterà di ripristinarle tutte, indirizzando così il film
verso una riflessione sulla morte e, al tempo stesso, sulla
fugacità della vita, con il messaggio (fra righe) di
vivere a pieno il tempo di cui si dispone. Il film è stato
presentato in anteprima al Lincoln Center di New York a dicembre
2022, per poi uscire nelle sale lo stesso mese, con un leggero
ritardo dovuto alla ristrutturazione della
DreamWorks.
Il gatto con gli stivali
– L’ultimo desiderio ha ricevuto un grande plauso
dalla critica, la quale ha apprezzato fra le tante cose
l’animazione, che vanta un mash-up fra il classico 2D e il moderno
CGI 3D. Lodi anche per il suo senso dell’humor e le tematiche
riportate, con una particolare attenzione per come viene
rappresentata la Morte. Nota positiva al design
molto pittoresco, su cui si è fortemente puntato per far sembrare
il film un universo fiabesco. La pellicola ha incassato ben 445
milioni, nonostante la forte concorrenza con Avatar – La via
dell’acqua, distribuito nello stesso momento, diventando il
secondo film con l’incasso maggiore nel 2022.
Su Rotten Tomatoes il 95% delle
recensioni sono positive, con un pubblico che lo ha apprezzato al
94%. Su Metacritic, invece, ha raggiunto un punteggio di 73 su 100.
Fra le recensioni quella di Variety di Peter
Debruge lo descrive come “miglior film della DWA dai
tempi della trilogia di How to Train Your Dragon”. Il gatto
con gli stivali – L’ultimo desiderio si è poi guadagnato le
candidature ai principali riconoscimenti fra cui i Golden Globe, i
Critics Choice Awards, i BAFTA e gli
Annie Awards nella sezione Miglior film e ai PGA in quella
Miglior produttore per un film d’animazione. La vittoria l’ha
ottenuta nella categoria Storyboarding, battendo
Minions: Come Gru diventa cattivissimo e
Strange World.
Il Mostro dei Mari

Concludiamo con l’ultimo della
cinquina degli
Oscar 2023, Il Mostro dei Mari, film diretto
da Chris Williams, regista ai tempi del suo periodo Disney di
Oceania e
Big Hero 6 (grazie al quale ha vinto un Oscar). La
pellicola è uscita per un tempo limitato nelle sale
cinematografiche a luglio 2022, per poi essere inserita nel
catalogo Netflix lo stesso mese. Il Mostro dei Mari è considerato
fra i primi lungometraggi d’animazione originali nel 2018 ad aver
avuto il via libera da Netflix Animation. La storia ruota attorno
al Capitano Crow e il suo braccio destro Jacob, i quali dopo essere
partiti per una spedizione si ritrovano a bordo Maisie Brumble,
un’orfana che ha un ossessione simile al capitano: quella dei
mostri e delle avventure.
Williams pone al centro della sua
opera un mostro in particolare, a cui il Capitano Crow vuol dare la
caccia e che ricorda molto la storia di Moby Dick. Il film ha
raccolto recensioni positive soprattutto per le tematiche di cui si
fa portatore, ossia la ricerca dell’amore genitoriale – molto vivo
nelle sequenze di Maisie e Jacob – e dell’importanza
dell’ascolto, attraverso cui si può convivere in armonia
con gli altri. Su Rotten Tomatoes il lungometraggio di animazione
si è aggiudicato il 94% di recensioni positive, e su Metacritc ha
raggiunto un punteggio di 74 su 100, basato su 20 critiche.
Purtroppo però de Il Mostro dei Mari se ne è parlato poco;
al film gli è stato concesso lo spazio minimo e perciò risulta fra
i più deboli in vista della notte degli Oscar. Nonostante questo,
ha ricevuto comunque alcune candidature agli
Annie Awards: Miglior film d’animazione, Miglior voce in un
film d’animazione, Miglior scenografia e Miglior montaggio.
Chi potrebbe vincere?

Il Dolby Theatre si prepara per la
95esima edizione degli Academy
Awards, la cui cerimonia ricordiamo si svolgerà
domenica 12 marzo. Fra meno di due settimane
conosceremo il vincitore della categoria Miglior film
d’animazione, ma nel frattempo ci si può già fare un’idea
su quel che potrebbe essere il papabile vincitore.
Pinocchio di Guillermo del Toro è di
sicuro il favorito, e in verità lo è stato sin
dall’inizio. Fra i motivi per cui possiamo dirlo va menzionato lo
status del regista, molto caro all’Academy.
La pellicola in stop-motion del
burattino di legno è stata, fra le voci dei suoi avversari, quella
più forte, guadagnandosi anche il grande amore del pubblico.
L’unico vero sfidante, stando anche alla stagione dei premi, è
Marcel the Shell, il quale si è
aggiudicato qualche premio rispetto a Red, Il
Mostro dei Mari e Il gatto con gli
stivali che sono rimasti a bocca asciutta, seppur sia
Pinocchio a raccogliere più vittorie. C’è
anche da aggiungere che da quando è stato istituito l’Oscar per il
Miglior film d’animazione, ormai vent’anni fa, la pellicola che si
è aggiudicata i premi agli
Annie Awards ha poi vinto l’Oscar: è successo quattordici volte
nella storia dei premi.