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Liaison: la nuova serie thriller AppleTV+ con Eva Green e Vincent Cassel

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Liaison, è la nuova serie thriller anglo-francese Apple Original  che vedrà protagonisti il ​​vincitore del César Award Vincent Cassel (“Il cigno nero”, “Westworld”) e la vincitrice del BAFTA Award Eva Green (“Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali”). La serie uscirà in tutto il mondo su AppleTV+ e segna il primo Apple Original in lingua francese e inglese.

Liaison è co-prodotto da Ringside Studios e Leonis Productions (gruppo Newen). I produttori esecutivi sono Gub Neal e Jean Benoit Gillig. La nuova serie Apple Original è diretta dal vincitore dell’Emmy Award Stephen Hopkins (“24”), creata e scritta da Virginie Brac (“Engrenages”). Tra gli altri produttori esecutivi ci sono Sarada McDermott, Justin Thomson, Stephen Hopkins e Ed Barlow. Prodotto da Joanie Blaikie ed Eric Jollant

Liaison: trama e cast

Liaison è un thriller contemporaneo dalla posta in gioco molto alta che esplora come gli errori del nostro passato hanno il potenziale per distruggere il nostro futuro. La serie combina l’azione con una trama imprevedibile e che si sviluppa su più livelli, in cui spionaggio e intrighi politici intralciano una lunga e appassionata storia di amore. Il cast include Peter Mullan (“Ozark”), il vincitore del premio César Gerard Lanvin (“Chiami il mio agente!”), Daniel Francis (“Small Axe”), Stanislas Merhar (“The Black Book”), Philippine Leroy-Beaulieu (“Chiami il mio agente!”), Laetitia Eido (“Fauda”), Eriq Ebouaney (“Rogue City”), l’astro nascente BAFTA Bukky Bakray (“Rocks”) e il vincitore del premio Emmy Thierry Frémont (“Murder In Mind”).

Nastri d’Argento: Premio Manfredi 2021 a Massimo Ghini

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Nastri d’Argento: Premio Manfredi 2021 a Massimo Ghini

Va a Massimo Ghini il ‘Premio Manfredi 2021’ promosso dai Giornalisti Cinematografici Italiani con la famiglia Manfredi per ricordare il grande Nino, quest’anno nel centenario della nascita. La consegna domenica prossima, 27 Giugno sul palcoscenico del Teatro Antico, nella serata inaugurale della 67.ma edizione del Taormina Film Fest.

Insieme alla Presidente dei Giornalisti, Laura Delli Colli sarà Luca Manfredi, in rappresentanza della famiglia, a consegnare il riconoscimento, tradizionalmente legato  ai Nastri d’Argento.

“Quest’anno ricorre il centenario della nascita di mio padre, Saturnino Manfredi, “in arte Nino” ed è nel suo ricordo che avrò il piacere di consegnare il premio che porta il suo nome a Massimo Ghini, un attore che stimo molto e con cui ho condiviso alcune avventure professionali proprio insieme a mio padre, che affettuosamente lo considerava un erede del suo “stile”. La cerimonia avrà luogo nella bellissima Taormina, la città dove è nata mia madre Erminia e dove Nino nel 2003 ha salutato per l’ultima volta il suo pubblico nella meravigliosa cornice dell’antico “Teatro Greco”.

“Felice di ritirare il ‘Premio Manfredi”, commenta Massimo Ghini, ”Per me è molto emozionante ricevere  questo  riconoscimento che consolida e rafforza il mio grande rapporto di amicizia con tutta la grande famiglia Manfredi. Soprattutto mi appassiona e mi commuove l’idea di passare da spettatore e ammiratore del Maestro Manfredi ad essere suo “testimonial” per la consegna del primo Premio in suo nome. Grazie a Laura Delli Colli, al Sindacato dei giornalisti e alla famiglia Manfredi.”

Nato nell’ambito dei Nastri d’Argento con una prima edizione celebrativa che ha premiato nel 2009 Giuseppe Fiorello, il Premio viene assegnato stabilmente a Taormina dal 2014 ed è andato negli anni a Marco Giallini, Paola Cortellesi, Carlo Verdone e Antonio Albanese, Pierfrancesco Favino e Kasia Smutniak, Claudia Gerini, Stefano Fresi e lo scorso anno a Claudio Santamaria.

“E’ un bellissimo  palmarès” commenta Laura Delli Colli a nome del Direttivo dei Giornalisti Cinematografici “che sigla ancora una volta, quest’anno con Massimo Ghini, una scelta perfettamente  in sintonia con  la storia professionale di un protagonista, come tutti gli attori e le attrici che hanno ricevuto il Premio, capace di unire alla verve della commedia l’intensità di toni e sfumature che toccano il cuore degli spettatori. Proprio come sapeva fare, nel suo tratto speciale, il grande Nino che tutti continuiamo ad amare”.

Cannes 74: ecco la Giuria del Concorso ufficiale

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Cannes 74: ecco la Giuria del Concorso ufficiale

È stata annunciata la squadra di illustri professionisti che accompagneranno il presidente di giuria, Spike Lee, nella lunga e importante avventura di premiare i film del concorso ufficiale del Festival di Cannes 74.

Intorno al presidente Spike Lee, cinque donne e tre uomini di nazionalità differenti, da cinque diversi continenti, avranno il privilegio di scoprire i 24 film del Concorso internazionale del 2021. Come riflesso dell’intera selezione, quasi tutto il mondo sarà rappresentato durante l’evento che si svolgerà dal 6 al 17 luglio.

La giuria di Cannes 74

Spike Lee – President

Director, producer, screenwriter (United States)

Mati Diop

Director (France, Senegal)

Mylène Farmer

Singer, songwriter (Canada, France)

Maggie Gyllenhaal

Actress, producer, screenwriter, director (États-Unis)

Jessica Hausner

Director, producer, screenwriter (Austria)

Mélanie Laurent

Actress, director, screenwriter (France)

Kleber Mendonça Filho

Director, producer, screenwriter (Brazil)

Tahar Rahim

Actor (France)

Song Kang-ho

Actor (South Korea)

Cannes 74 inizierà il 6 luglio con la prima mondiale di Annette con Adam Driver e Marion Cotillard e un omaggio a Jodie Foster, che riceverà una Palma d’oro onoraria.

James Gunn non sa a quale versione di Superman abbia sparato Bloodsport nel DCEU

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Che ci crediate o no, ci sono molti fan della DC che sono rimasti sconvolti dalla rivelazione presente nell’ultimo trailer di The Suicide Squad secondo cui Bloodsport ha ferito Superman con un proiettile di kryptonite, spedendolo in ospedale. In realtà, è una cosa successa nei fumetti, quindi lungi da James Gunn voler prendersi gioco dell’Uomo d’Acciaio solo per il gusto di farlo…

Indipendentemente da ciò, ci sono state molte speculazioni sul fatto che questo potrebbe portare ad un cameo di Henry Cavill nel film, ma visto che l’attore sembra aver chiuso ufficialmente con Superman, è una cosa su cui non vale la pena sperare… In effetti, in una recente intervista con IGN, è stato proprio Gunn a rivelare che anche lui non sa quale versione di Superman sia stata “vittima” di Bloodsport, poiché si tratta di una scelta narrativa talmente grande (in riferimento, ovviamente, al più ampio DCEU) da sfuggire anche al suo controllo di regista e sceneggiatore…

“Sì, Bloodsport è in prigione per aver spedito Superman in terapia intensiva con un proiettile di kryptonite”, ha spiegato il regista. “Sì, The Suicide Squad fa parte del DCEU, ma non so quale Superman sia stato effettivamente colpito, perché non ho scelto io il prossimo Superman. Quindi potrebbe essere Henry Cavill, così come potrebbe essere qualcun altro. È chiunque le persone decideranno… al di là di me.”

Il cast ufficiale di The Suicide Squad comprende i veterani Margot Robbie (Harley Quinn), Viola Davis (Amanda Waller), Joel Kinnaman (Rick Flag) e Jai Courtney (Captain Boomerang), insieme alle new entry Idris ElbaMichael RookerNathan FillionTaika WaititiJohn CenaPeter Capaldi, Sean Gunn, David Dastmalchian Storm Reid. Nel film reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin Cosio, Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz, Alice Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.

“Benvenuti all’inferno, ossia a Belle Reve, la prigione con il più alto tasso di mortalità negli Stati Uniti d’America. Qui sono confinati i peggiori supercriminali, disposti a tutto pur di evadere, anche unirsi all’oscura e super segreta missione della Task Force X. L’incarico del giorno? Metti insieme una serie di truffatori (tra cui Bloodsport, Peacemaker, Captain Boomerang, Ratcatcher 2, Savant, King Shark, Blackguard, Javelin e la psicopatica preferita di tutti, Harley Quinn). Armali pesantemente e abbandonali sulla remota isola di Corto Maltese infusa dal nemico. Mettili alla prova grazie ad una giungla brulicante di avversari militanti e forze di guerriglia ad ogni angolo. La squadra è impegnata in una ‘search and destroy’ guidata dal colonnello Rick Flag, mentre i tecnici del governo di Amanda Waller seguono ogni loro movimento grazie a dei sistemi impiantati nelle loro orecchie. Come sempre… una sola mossa falsa e chiunque può morire (per mano degli avversari, di un compagno di squadra o della stessa Waller).”

Loki: le più grandi rivelazioni del terzo episodio

Loki: le più grandi rivelazioni del terzo episodio

Il terzo episodio della serie Loki, dal titolo “Lamentis”, è finalmente disponibile su Disney+ da ieri. ComicBookMovie ha raccolto le più grandi rivelazioni presenti all’interno dell’episodio che, ora più che mai, continuano a porre le basi per il futuro del MCU:

ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SUL TERZO EPISODIO DI LOKI!!!

Il nascondiglio dei Custodi del Tempo

Mobius non ha mai incontrato i Custodi del Tempo. Mentre sembra che Renslayer abbia una sorta di canale di comunicazione aperto con loro, le tre creature simili a delle lucertole rimangono ovviamente nascoste. Ci deve essere una ragione per questo: se da un lato i membri della TVA credono che sia perché stanno lavorando duramente per mantenere intatta la sacra linea temporale, dall’altro qualcosa ci dice che le loro motivazioni potrebbero essere decisamente più sinistre… 

Ad ogni modo, non sappiamo ancora cosa dia loro il diritto di decidere come si svolgono le storie di tutti, quindi non c’è da meravigliarsi che Sylvie voglia distruggerli (come fece una volta Kang il Conquistatore nei fumetti). Ad ogni modo, ora sappiamo che sono abbasta vicini e che Loki e Sylvie avranno presto la possibilità di incontrarli. Inizialmente, in molti credevano che Richard E. Grant avrebbe interpretato Re Loki, ma ora un’altra teoria si sta facendo strada, e cioè che l’attore britannico possa, in realtà, essere proprio uno dei Custodi… 

Lamentis-1

Lamentis-1 è una luna adiacente al pianeta Lamentis, ma nel 2077 entrambe sono apparentemente distrutte. Non sappiamo cosa abbia portata all’apocalisse, ma la versione a fumetti di questo pianeta si trova ai margini dello spazio controllato da Kree (forse significa che gli umanoidi che vediamo sul pianeta sono, in effetti, dei Kree?).

Che ci crediate o no, il pianeta ha fatto solo un’apparizione sulle pagine dei fumetti, precisamente in “Annihilation: Conquest Prologue #1”. In quella run, il pianeta veniva  catturato nel bel mezzo di un conflitto tra l’Onda Annihilation e la specie Phalanx, quindi è possibile che sia proprio tale conflitto ad aver generato la massiccia scala di distruzione che vediamo nella serie.  Se è così, l’Onda Annihilation potrebbe essere ancora lontana decenni, ma sarebbe piuttosto bello se questo fosse destinato a gettare le basi per il debutto sul grande schermo del classico cattivo dei Fantastici Quattro, Annihilus…

Nessun TemPad

Alla fine del terzo episodio, il TemPad viene distrutto e Loki e Sylvie restano intrappolati su una luna che sta per essere cancellata. Inutile dire che ci aspettiamo che riescano a salvarsi in qualche modo, ma è chiaro che non sarà grazie all’uso di uno dei dispositivi che la TVA usa per viaggiare attraverso la sacra linea temporale.

Ciò non significa necessariamente che il viaggio nel tempo sia fuori discussione, ma potrebbe essere che i prossimi due episodi siano ambientati nel futuro del MCU (il che spiegherebbe perché il Dio dell’Inganno finisce in una versione di New York che è stata apparentemente decimata da un attacco sconosciuto o da un disastro). Se qualcuno sta venendo a salvarli, la domanda su chi potrebbe essere sorge dunque spontanea, e potrebbe essere a questo punto della storia che apprendiamo che Sylvie sta lavorando per conto o insieme ad altre varianti di Loki che, come lei, odiano i Custodi del Tempo… 

“Sylvie”

Abbiamo già menzionato “Sylvie” diverse volte, ed infatti nel terzo episodio apprendiamo che si tratta dell’alias che la versione femminile di Loki ha deciso di darsi. È sicuramente una variante, ma una chiara mancanza di volontà da parte della serie di approfondire il suo passato ci fa pensare che ci sia ancora dell’altro da scoprire…

Non le piaceva essere chiamata “Loki”, e la ragione di ciò è destinata ad essere affrontata in qualche modo. Forse è stata creata da un’altra versione del Dio dell’Inganno – che si allineerebbe con il ruolo di Incantatrice nei fumetti… Questo è ciò che la rende una variante? La decisione della TVA secondo cui Sylvie non merita di esistere, sarebbe più che sufficiente per spiegare perché odia i Custodi del Tempo, anche se lo stesso si potrebbe dire se fosse davvero una Loki. Dobbiamo aspettare e vedere… 

La sessualità del Dio dell’Inganno

Uno dei momenti più importanti del terzo episodio arriva quando Loki rivela di essere bisessuale, qualcosa che molti fan speravano di vedere nel MCU da diversi anni. Non abbiamo mai visto il Dio dell’Inganno avere un interesse amoroso in questo universo condiviso, ma se una seconda stagione della serie si farà, allora le cose potrebbero ambiare.

Ad ogni modo, nel terzo episodio apprendiamo che Loki ha amato sia uomini che donne nel suo passato, e anche se non ha mai trovato la vera felicità con nessuno, pare che sia comunque ancora aperto alla cosa. I Marvel Studios hanno ancora molta strada da fare in termini di rappresentanza e inclusione, ma questo è indubbiamente un passo nella giusta direzione e una rivelazione da cui speriamo vengano tratti degli spunti interessanti a livello tematico…

La verità sulla TVA

Una delle più grandi rivelazioni in questo terzo episodio arriva quando Sylvie menziona casualmente che gli agenti della TVA sono tutti Varianti. Mentre Mobius è stato chiaramente portato a credere di essere stato creato dai Custodi del Tempo, la verità è molto più oscura: sembra che a queste varianti siano stati tolti i ricordi e, in seguito, che siano stati sottoposti al lavaggio del cervello per lavorare al servizio della compagnia.

È tutto un po’ contorto, e lo diventa ancora di più quando apprendiamo che il giovane agente rapito dalla variante Loki è stato al loro servizio per centinaia di anni, nonostante una volta avesse avuto una vita normale sulla Terra. Il Dio dell’Inganno è visibilmente sconvolto dal fatto che i membri della TVA non conoscano la verità, e visto che ora ha formato una specie di legame con Mobius, potrebbe decidere di porsi come obiettivo della sua missione quello di mettere le cose in chiaro e abbattere i Custodi del Tempo.

Un Multiverso di varianti

Stiamo iniziando a ricevere qualche informazione in più su cosa significa essere una variante nel MCU, e poiché la TVA ne è piena… beh, questo spiegherebbe perché ci sia un Multiverso pieno di versioni alternative degli eroi e dei cattivi con cui abbiamo familiarizzato negli ultimi anni.

Anche se non ci aspettavamo che personaggio del calibro di Captain Carter o Electro fossero “varianti”, l’idea apre sicuramente la porta a molte opportunità in termini di narrazione. Se la TVA può controllare un’intera organizzazione composta da queste versioni alternative di coloro che sono usciti dalla sacra linea temporale, è probabile che il Multiverso non andrà in pezzi se si permetteranno a linee temporali diverse di coesistere. Ad ogni modo, è chiaro che gli eventi di Loki prepareranno il terreno per l’introduzione di ciò che vedremo in relazione a questo concetto in What If?, Spider-Man: No Way Home e Doctor Strange in the Multiverse of Madness.

Una storia d’amore tra Loki… e Loki?

Quando Sylvie tenta di incantare Loki, c’è un momento stranamente toccante che molti fan hanno già ipotizzato potrebbe portare a una storia d’amore tra le varianti. È una bella idea e sarebbe divertente da esplorare nei prossimi episodi. Tuttavia, non possiamo fare a meno di chiederci se in quella scena ci sia qualcosa di più…

Nei fumetti, Sylvie è stata creata proprio dal Dio dell’Inganno, quindi cosa succederebbe se, nella sua linea temporale, fosse anche il suo padre adottivo? Sarebbe un bel colpo di scena e il motivo per cui non le piace essere chiamata “Loki” potrebbe essere finalmente giustificato, perché le riporterebbe alla memoria alcuni ricordi sconvolgenti circa la sua morte. Potrebbe anche essere stata creata dalla TVA, e a questo punto sarebbe lecito chiedersi se Richard E. Grant non possa interpretare un Loki che ha avuto un lieto fine, e che alla fine è stato spazzato via proprio dai Custodi del Tempo…

Doctor Strange come Indiana Jones? Elizabeth Olsen commenta il paragone

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Michael Waldron, sceneggiatore di Doctor Strange in the Multiverse of Madness, aveva paragonato il personaggio di Stephen Strange a quello di Indiana Jones. Ora, in merito alla questione, è intervenuta Elizabeth Olsen, che nel sequel sarà ancora una volta Wanda Maximoff.

Parlando con Vanity Fair, l’attrice ha spiegato che il sequel di Doctor Strange sarà più di un classico film patinato di Indiana Jones, mentre in relazione alla definizione di Waldron secondo cui Stephen Strange sarebbe un “Indiana Jones col mantello”, Olsen ha ribadito che il supereroe Marvel ha cose molto più oscure con cui dover fare i conti… I commenti dell’attrice tengono ovviamente conto anche dello stile del regista Sam Raimi, che in passato, ad esempio, aveva portato una versione molto più cupa di Spider-Man sul grande schermo rispetto a quella del MCU.

“Penso che sia più spaventoso di Indiana Jones. Penso che sembri decisamente più un film di Sam Raimi”, ha spiegato Olsen. “Forse era quello l’obiettivo, ma credo che sia diventato qualcosa di più oscuro… decisamente. Non come i lavori western di Raimi… Piuttosto quella sensazione tipica dei suoi film horror, di costante paura… di come è in grado di giocare con la macchina da presa per rendere il pubblico ancora più ansioso. Penso che sia molto più di un classico film patinato di Indiana Jones. Amo Indiana Jones, ma sento che questo film ha qualcosa di più oscuro…”

Doctor Strange in the Multiverse of Madness vedrà Benedict Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange. Diretto da Sam Raimi, il sequel vedrà anche Wanda Maximoff/Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista dopo WandaVision.

La sceneggiatura del film porterà la firma di Jade Bartlett e Michael Waldron. Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno anche Benedict Wong (Wong), Rachel McAdams (Christine Palmer), Chiwetel Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez).

Doctor Strange in the Multiverse of Madness arriverà al cinema il 25 marzo 2022. Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo anche Bruce Campbell, attore feticcio di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste alcuna conferma in merito.

James Gunn provò a realizzare un remake de Il mostro della laguna nera

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James Gunn ha rivelato di aver scritto un pitch per una nuova versione de Il mostro della laguna nera, il celebre horror/sci-fi del 1954 diretto da Jack Arnold, girato in bianco e nero in formato stereoscopico e considerato, oggi, un vero e proprio cult.

Il film originale racconta la storia di un gruppo di scienziati che si imbatte in una laguna rimasta immutata sin dalla preistoria, in cui si nasconde un ibrido metà pesce e metà uomo. La pellicola fu un grande successo, dando vita a ben due sequel (La vendetta del mostro del 1955 e Il terrore sul mondo del 1956).

Ora ComicBook ha riportato una storia Instagram di James Gunn, in cui il regista e sceneggiatore, rispondendo alla domanda di un fan, ha rivelato di aver provato a realizzare un nuovo adattamento de Il mostro della laguna nera. Gunn ha spiegato di aver provato a lanciare l’idea del remake subito dopo l’uscita de L’alba dei morti viventi di Zack Snyder nel 2004 (di cui ha curato la sceneggiatura). Tuttavia, la Universal rifiutò il suo pitch.

Nel corso degli anni, numerosi sono stati i tentativi di riportare la storia de Il mostro della laguna nera sul grande schermo. Da John Landis nel 1982, a John Carpenter nel 1992, passando per Ivan Reitman nel 1996, fino ad arrivare a Guillermo del Toro nel 2002, numerosi celebri registi hanno provato a realizzare nuova versione del classico degli anni ’50. Tuttavia, nessuno di questi progetti si è mai concretizzato.

In tempi più recenti, quando la Universal puntava alla realizzazione di un nuovo Monster Universe (passato brevemente alla storia come Dark Universe), si parlò di un reboot de Il mostro della laguna nera ad opera degli sceneggiatori Jeff Pinkner e Will Beall. Purtroppo, anche questo progetto non ha mai visto la luce.

The Witcher 2: teaser promo “Geralt”

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The Witcher 2: teaser promo “Geralt”

Netflix ha diffuso il primo teaser promo di The Witcher 2, l’attesa seconda stagione della serie fantasy The Witcher, basata sull’omonimo franchise videoludico. La serie è stata girata in 15 diverse località del Regno Unito e ha visto il coinvolgimento di 89 membri del cast, circa 1.200 membri della troupe e tantissimi nuovi mostri.

The Witcher, serie fantasy basata sull’omonima saga bestseller, è il racconto epico di una famiglia e del suo destino. La storia dei destini intrecciati di tre individui nel vasto mondo de Il Continente, dove umani, elfi, witcher, gnomi e mostri combattono per sopravvivere e dove il bene e il male non sono facilmente identificabili.

The Witcher 2, la trama

Nella seconda stagione di The Witcher, convinto che Yennefer sia morta nell’epica battaglia di Colle Sodden, Geralt di Rivia porta Ciri nel luogo più sicuro che conosce, la sua casa d’infanzia, Kaer Morhen. Mentre i re, gli elfi, gli umani e i demoni del Continente lottano per la supremazia fuori dalle sue mura, Geralt di Rivia deve proteggere la ragazza da qualcosa di molto più pericoloso: il misterioso potere dentro di sé.

Loki: cosa sappiamo sull’identità del personaggio di Sophia Di Martino

ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SUL TERZO EPISODIO DI LOKI!!!

Il terzo episodio di Loki ha confermato che la variante non è esattamente la “Lady Loki” dei fumetti. Piuttosto, quel personaggio è stato in qualche modo “combinato” con un altro, ossia Sylvie Lushton, la seconda Incantatrice. Screen Rant ha raccolto tutto quello che c’è da sapere sul personaggio interpretato da Sophia di Martino:

Alcune precisazioni

Nei fumetti, il personaggio di Lady Loki è stato creato come parte della run seminale “Thor” di J. Michael Straczynski e Olivier Coipel, iniziata nel 2007. In quella serie, Thor ripristinò gli Asgardiani dopo l’ultimo Ragnarok, scoprendo che gli dei non potevano veramente morire finché vivevano nei cuori, nelle menti e nelle anime dei mortali. Sfortunatamente per il Dio del Tuono, lo spirito di Loki è stato in grado di creare alcune contorte circostanze in cui si è impossessato del corpo dell’amante di Thor, Sif. Questa nuova incarnazione di Loki affermò di essersi lasciata alle spalle le sue intenzioni malvagie, diventando nota, appunto, come Lady Loki.

Fondamentalmente, Lady Loki era la stessa anima che possedeva una nuova forma, come dimostrato quando ha iniziato a minare il dominio di Thor sulla nuova Asgard, arrivando persino a stringere un’alleanza con il Dottor Destino. Sebbene Lady Loki non sia durata a lungo, e Sif sia stata ripristinata nel proprio corpo, da allora il personaggio è tornato in altre storie che hanno confermato che la versione Marvel Comics di Loki è gender fluid.

Quando Sophia Di Martino ha fatto il suo debutto nel secondo episodio di Loki, è stato subito chiaro che la Marvel stava adottando un approccio molto diverso. Piuttosto che lo stesso vecchio Loki, si tratta di una variante proveniente da un’altra linea temporale, una che sembrava persino possedere un diverso set di poteri rispetto al cattivo tradizionale. Inoltre, visivamente, non assomigliava per niente alla Lady Loki dei fumetti: Di Martino ha persino tinto i suoi capelli di biondo per la parte. Il terzo episodio di Loki ha confermato ciò che molti sospettavano, e ciò che il personaggio è una sorta di incrocio tra Lady Loki e Sylvie Lushton, la seconda Incantatrice.

L’origine dei poteri di Sylvie Lushton

Nei fumetti, l’origine di Sylvie Lushton è rimasta un mistero per parecchio tempo. Lei stessa credeva di essere semplicemente una normale ragazza umana che si era svegliata un giorno con poteri magici, decidendo di usarli per diventare un supereroe e definendosi la seconda Incantatrice. In realtà, però, era un essere magico che era stato creato da Loki come parte dei suoi piani per tendere trappole a tutte le squadre che si chiamavano “Avengers”.

Il suo piano per Sylvie era che si sarebbe unita ad una qualsiasi squadra di Giovani Vendicatori, diventando effettivamente la sua talpa al loro interno, con il Dio dell’Inganno che avrebbe effettivamente guardato il mondo attraverso i suoi occhi; nel frattempo, la sua personalità venne progettata per causare la massima quantità di conflitto all’interno del gruppo. L’Incantatrice è stata ad un passato dall’unirsi ai Giovani Vendicatori, ma quando hanno appreso delle sue origini, si sono rifiutati di lasciarla rimanere nella loro base perché rappresentava un significativo rischio per la sicurezza. Questo rifiuto ferì profondamente Sylvie, che tuttavia rimase fedele alla sua inclinazione eroica, nonostante le continue tentazioni verso l’oscurità. Attualmente è scomparsa, essendo stata lanciata in un altro dei Dieci Regni dall’Incantatrice originale per avere l’opportunità di dimostrarsi degna del suo nome.

L’incantatrice è una maga straordinariamente potente, che potrebbe rivaleggiare con qualsiasi abitante di Asgard, originariamente concepita come compagna per Wiccan, uno dei membri dei Giovani Vendicatori. Le sue abilità sembravano aumentare di pari passo alla pratica della magia. Tuttavia, in “Fearless Defenders #9” si è effettivamente trovata testa a testa con Clea, la migliore allieva di Doctor Strange, anche se all’epoca non era in grado di gestire sia Clea che Strange contemporaneamente. Sylvie possiede tutti i tradizionali poteri magici dei fumetti: incantesimi, teletrasporto, trasmutazione, incantesimi di evocazione, deviazione di altri attacchi magici e telecinesi.

La versione di Sylvie in Loki

La Sylvie della serie Loki sembra essere molto diversa dalla versione a fumetti; piuttosto che una creazione di Loki, è in realtà una variante del Dio dell’Inganno proveniente da una linea temporale ramificata. È stata adottata, proprio come il tradizionale Loki, anche se ancora non sappiamo da chi; a quanto pare sua madre è morta quando era giovane, e mentre al Loki della prima timeline è stata insegnata la magia da sua madre Frigga, Sylvie ha studiato da autodidatta. Al momento ci sono diverse lacune nella sua storia, tanto da far sorgere il dubbio che, proprio come nei fumetti, Sylvie non sia in realtà chi dice di essere; la natura autodidatta dei suoi poteri desta più di un sospetto, esattamente come la versione a fumetti di Incantatrice, suggerendo che potrebbe effettivamente essere una pedina.

La magia di Sylvie sembra essere diversa da quella del Loki di Tom Hiddleston, in quanto si concentra sugli incantesimi che hanno a che fare con la mente. Sylvie, infatti, può possedere i corpi degli altri e usare la sua magia per sondare le menti delle persone e persuaderle a rivelarle ciò che vuole sapere. Quest’ultima tecnica richiede un contatto fisico diretto: le menti più forti possono resistervi, rendendo necessaria la creazione di scenari alternativi nelle loro menti per metterle a proprio agio. Inoltre, questa versione di Sylvie è anche una fenomenale combattente, che sconfigge senza il minimo sforzo un certo numero di agenti della Time Variance Authority; la sua abilità superano di gran lunga quelle del Loki della prima linea temporale.

Apparentemente Sylvie si è dedicata al rovesciamento sia dei Custodi del Tempo che della TVA. Il secondo episodio di Loki ha svelato, tramite Sylvie, che la TVA l’aveva già incontrata prima, cosa che spiegherebbe come è venuta a conoscenza della loro esistenza e come ha capito di poter saltare attraverso la linea temporale. Ha passato anni a mettere insieme un piano sofisticato per abbattere la TVA, solo che il suo piano fallì a causa dell’intervento di Loki…

Perché il MCU ha “combinato” Lady Loki e Sylvie?

Tutto ciò solleva naturalmente una domanda lecita: perché i Marvel Studios hanno deciso di “combinare” Lady Loki e la seconda Incantatrice, Sylvie Lushton, per creare il personaggio di Sophia Di Martino? La decisione è sorprendente, perché alla Marvel, in genere, piace usare un cattivo speculare: i poteri e il background di Sylvie sono molto diversi da quelli del primo Loki, cosa che potrebbe farla apparire come non adatta al ruolo di principale villain. La verità è che Sylvie non dovrebbe essere il vero cattivo di Loki; è più un personaggio secondario, una sorta di alleata antagonista, mentre a quanto pare sono la TVA e i suoi misteriosi Custodi del Tempo che fungono da veri nemici.

Nel frattempo, è ancora possibile che la Marvel intenda dare l’ennesima svolta, rivelando che Sylvie è in realtà una pedina creata da un altro Loki. È noto, infatti, che anche altre varianti del Dio dell’Inganno appariranno nello show, e considerate le lacune che ci sono nella sua storia, è molto probabile che Sylvie possa essere stata usata come uno strumento. Se sarà davvero così, la decisione della Marvel di usare il personaggio in questo ruolo si rivelerà ancora più intelligente. Si spera che nel quarto episodio venga rivelato di più, mentre Loki e Sylvie pensano a come uscire da Lamentis…

Scarlett Johansson per Tower of Terror, basato sull’omonima attrazione Disney

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In attesa dell’arrivo di Black Widow, arriva la notizia che Scarlett Johansson reciterà in Tower of Terror, film ispirato all’omonima attrazione presente nei parchi a tema Disney, a sua volta basata sull’idea della torre a caduta libera. Secondo quanto riportato da Collider, Johansson interpreterà la protagonista del film e sarà coinvolta nel progetto anche in qualità di produttrice attraverso la sua compagnia These Pictures. La sceneggiatura sarà scritta da Josh Cooley (autore dello script di Inside Out), mentre nessun regista è stato ancora ingaggiato (anche se l’intento della Casa di Topolino sarebbe quello di affidare il film ad un nome altisonante).

I dettagli sulla trama non sono stati ancora resi noti, ma in base alle caratteristiche dell’attrazione originale, è facile intuire che il film sarà un’avventura divertente con sfumature horror. Già nel 1997 venne realizzato un film per la tv basato su Tower of Terror, noto in Italia come Fantasmi da prima pagina e con protagonisti Steve Guttenberg e una giovanissima Kirsten Dunst.

Tower of Terror segnerà la terza produzione cinematografica basata su un’attrazione Disney, dopo il fortunato successo della saga di Pirati dei Caraibi con Johnny Depp e l’attesissimo Jungle Cruise con Dwayne Johnson e Emily Blunt, che arriverà nelle sale il prossimo mese. Ricordiamo che tra i prossimi progetti di Scarlett Johansson, oltre chiaramente a Black Widow, figura anche l’annunciato remake de La piccola bottega degli orrori, in cui dovrebbe recitare al fianco di Taron Egerton.

The Suicide Squad: l’ispirazione per il nuovo costume di Harley Quinn

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Lo sceneggiatore e regista James Gunn ha rivelato che il costume di Harley Quinn in The Suicide Squad è ispirato ad uno dei videogiochi più amati dai fan, ossia “Batman: Arkham City”.

Grazie anche alla performance di Margot Robbie, Harley Quinn è diventato uno dei personaggi più celebri del DCEU. Nell’ultimo trailer del film arrivato online di recente, abbiamo avuto modo di vedere il nuovo costume in pelle, rosso e nero, che la Mattacchiona sfoggerà nel film. Ora, è stato proprio Gunn ha confermare che quell’abito è ispirato all’universo dei videogiochi.

In un’intervista esclusiva con IGN, il regista ha affermato che la serie di videogiochi Arkham lo ha ispirato nella creazione del nuovo costume di Harley, qualcosa di molto lontano dalla celebre maglietta con la scritta “Daddy’s Lil’ Monster” che il personaggio indossava nel film di David Ayer. A quanto pare, Gunn ha fatto le sue ricerche per dare vita a qualcosa di totalmente diverso…

“La verità è che nel corso degli anni ho dato vita ad un’enorme mappa di diversi libri di Harley Quinn attraverso vari media. Tra questi, quello che mi è piaciuto di più è stato il look che Harley Quinn aveva nei giochi della serie Arkham. Il suo primo aspetto nel film si basa su questo.”

Il cast ufficiale di The Suicide Squad comprende i veterani Margot Robbie (Harley Quinn), Viola Davis (Amanda Waller), Joel Kinnaman (Rick Flag) e Jai Courtney (Captain Boomerang), insieme alle new entry Idris ElbaMichael RookerNathan FillionTaika WaititiJohn CenaPeter Capaldi, Sean Gunn, David Dastmalchian Storm Reid. Nel film reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin Cosio, Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz, Alice Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.

“Benvenuti all’inferno, ossia a Belle Reve, la prigione con il più alto tasso di mortalità negli Stati Uniti d’America. Qui sono confinati i peggiori supercriminali, disposti a tutto pur di evadere, anche unirsi all’oscura e super segreta missione della Task Force X. L’incarico del giorno? Metti insieme una serie di truffatori (tra cui Bloodsport, Peacemaker, Captain Boomerang, Ratcatcher 2, Savant, King Shark, Blackguard, Javelin e la psicopatica preferita di tutti, Harley Quinn). Armali pesantemente e abbandonali sulla remota isola di Corto Maltese infusa dal nemico. Mettili alla prova grazie ad una giungla brulicante di avversari militanti e forze di guerriglia ad ogni angolo. La squadra è impegnata in una ‘search and destroy’ guidata dal colonnello Rick Flag, mentre i tecnici del governo di Amanda Waller seguono ogni loro movimento grazie a dei sistemi impiantati nelle loro orecchie. Come sempre… una sola mossa falsa e chiunque può morire (per mano degli avversari, di un compagno di squadra o della stessa Waller).”

Saverio Raimondo: intervista al doppitatore di Luca

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Saverio Raimondo: intervista al doppitatore di Luca

Saverio Raimondo è il vincitore del Premio Cinema e Parole al Figari Film Fest 2021. Il doppiatore presta la voce a Ettore Visconti, il bulletto contro cui si scontrano Luca e Alberto nell’ultimo film Pixar diretto da Enrico Casarosa: Luca.

Ambientato in una splendida città di mare della Riviera italiana, l’originale film d’animazione Disney e Pixar Luca è la storia di un giovane ragazzo che vive un’esperienza di crescita personale durante un’indimenticabile estate contornata da gelati, pasta e infinite corse in scooter. Luca condivide queste avventure con il suo nuovo migliore amico, Alberto, ma tutto il divertimento è minacciato da un segreto profondo: sono mostri marini di un altro mondo situato appena sotto la superficie dell’acqua.

Manchester by the Sea: trama, cast e curiosità sul film

Manchester by the Sea: trama, cast e curiosità sul film

Nei film il più delle volte i personaggi riescono a venire a patti con le cicatrici o i traumi che si portano dietro, voltando poi pagina verso una nuova vita. Nella realtà, però, raramente superare certi ostacoli è così semplice. Le ferite non spariscono mai del tutto e richiedono anni, se non un’intera vita, per essere metabolizzate. È proprio a partire dalla volontà di dar vita ad una storia che raccontasse questa difficoltà che il regista e sceneggiatore Kenneth Lonergan ha costruito quello che è ad oggi il suo capolavoro artistico, Manchester by the Sea (qui la recensione), uscito con gran successo in sala nel 2016.

All’interno di questo si parla di lutto, della difficoltà e del tempo che questo richiede per essere processato. Un tempo che il regista rende evidente attraverso una serie di potenti metafore, tra cui l’impossibilità di seppellire il defunto a causa del terreno invernale troppo freddo. Attraverso i dialoghi, il montaggio, il sonoro e diverse situazioni anche comiche, il regista riesce così a concretizzare un’opera delicata che permette davvero di identificarsi con il dolore del protagonista. Il suo non risolvere i propri conflitti al termine del film è quanto di più vicino alla realtà ci possa essere. Per questi motivi, Manchester by the Sea è stato tra i titoli più acclamati del suo anno.

Rivelatosi un grandissimo successo economico, il film ha guadagnato riconoscimenti in ogni dove, arrivando anche ad ottenere 6 nomination al premio Oscar e a vincere quello per la miglior sceneggiatura originale. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Manchester by the Sea: la trama del film

Protagonista del film è Lee Chandler, un tuttofare che conduce una vita riservata e solitaria a Boston. Allontanatosi da tutto e tutti, egli si dimostra continuamente restìo a stringere un qualsiasi rapporto con quanti cercano di interagire con lui. Al massimo, si lancia in qualche improvvisa scazzottata nei pub, forse per il desiderio di provare ancora qualcosa. Un giorno, però, Lee si vede richiamato nella sua città natale, Manchester-by-the-Sea, dalla quale si era allontanato da tempo. Il motivo è la morte di suo fratello Joe, dovuta ad un attacco cardiaco. Nonostante egli non abbia nessuna voglia di tornare in quei luoghi, si vede costretto a farlo per organizzare il funerale del fratello.

Una volta in città, Lee inizia a scontrarsi con i fantasmi del suo passato, che non fanno altro che riaprire le vecchie ferite che lo hanno portato ad essere la persona apatica che è oggi. Con sua grande disapprovazione, Lee scopre di essere anche stato nominato tutore del figlio di Joe, l’irrequieto Patrick. Riluttante all’idea di fare da padre al ragazzo, egli inizia a cercare delle soluzioni, consapevole però di doversene nel frattempo prendere cura. Il rapporto che nascerà tra i due permetterà però ad entrambi di relazionarsi con quel dolore, ricercando non una soluzione quanto il principio di un percorso di rinascita.

Manchester by the Sea cast

Manchester by the Sea: il cast del film

Ad interpretare il complesso ruolo di Lee Chandler vi è l’attore Casey Affleck, il quale per la sua struggente interpretazione ha poi vinto il premio Oscar come miglior attore. Affleck si è confrontato a lungo con Lonergan circa le azioni di Lee, optando infine per un forte minimalismo che lasciasse trasparire il profondo dolore interno del personaggio. L’attore convinse inoltre il regista a tenere nel film diverse scene da lui giudicate fondamentali, come ad esempio quella della confessione di Lee. Alla fine, Affleck aveva raggiunto un livello tale di immedesimazione con Lee, da scoppiare realmente a piangere durante la scena del funerale. Il regista decise di tenere poi questa sua reazione nel montaggio finale del film.

Accanto ad Affleck, nei panni del giovane Patrick, vi è l’attore Lucas Hedges. Pur vantando diverse precedenti esperienze recitative, fu proprio questo ruolo a consacrarlo definitivamente, portandolo anche ad essere nominato come miglior attore non protagonista agli Oscar. Hedges, che conosceva Lonergan sin da bambino, dovette superare diversi provini per ottenere la parte. Egli si preparò poi alle scene più emotive evitando ogni contatto e comunicazione con altre persone per diverse ore, sviluppando un senso di solitudine. Ad interpretare Randi Chandler, ex moglie di Lee, vi è invece la candidata all’Oscar Michelle Williams, che compare in realtà nel film solo per pochi minuti. Kyle Chandler è invece Joe, il fratello di Lee e padre di Patrick.

Manchester by the Sea: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Manchester by the Sea è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 23 giugno alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

The Jackal ospiti del BCT Festival di Benevento

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The Jackal ospiti del BCT Festival di Benevento

The Jackal sono stati tra gli ospiti del BCT Festival di Benevento. Ecco la nostra intervista a due dei membri del gruppo di comici napoletani: Ciro Priello e Fabio Balsamo.

Luca: a Monterosso le statue subacquee di Luca e Alberto

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Luca: a Monterosso le statue subacquee di Luca e Alberto

Per celebrare il film Disney e Pixar Luca, al largo di Monterosso (una delle località delle Cinque Terre in Liguria) sono state installate due statue subacquee ispirate ai personaggi di Luca e Alberto, i giovani mostri marini protagonisti del film disponibile in streaming in esclusiva su Disney+.

Realizzate da artigiani e ingegneri italiani, grazie all’unione di creatività e tecnologia, le statue subacquee alte 2 metri e mezzo sono state costruite con materiali ecosostenibili in vetroresina e dipinte con pittura color sabbia costituita da polvere di pietra naturale per rispettare l’habitat marino.

Luca, la recensione del film Pixar diretto da Enrico Casarosa

Le statue, posizionate ancora per qualche giorno a una profondità di 5 metri sotto il livello del mare a poca distanza dalla riva della spiaggia di Monterosso, sono già diventate un’attrazione per gli amanti dello snorkeling.

La trama di Luca, film Pixar

Ambientato in una splendida città di mare della Riviera italiana, l’originale film d’animazione Disney e Pixar Luca è la storia di un giovane ragazzo che vive un’esperienza di crescita personale durante un’indimenticabile estate contornata da gelati, pasta e infinite corse in scooter. Luca condivide queste avventure con il suo nuovo migliore amico, Alberto, ma tutto il divertimento è minacciato da un segreto profondo: sono mostri marini di un altro mondo situato appena sotto la superficie dell’acqua.

Penguin Bloom, il trailer. Al cinema dal 15 luglio

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Penguin Bloom, il trailer. Al cinema dal 15 luglio

Penguin Bloom è diretto da Glendyn Ivin con l’attrice due volte candidata all’Oscar Naomi Watts nel ruolo della protagonista, insieme ad Andrew Lincoln, uno dei protagonisti dell’iconica serie tv The Walking Dead e l’attrice due volte candidata all’Oscar Jacki Weaver.

Il film è ispirato alla storia vera di Sam Bloom e della sua famiglia, tratto dal bestseller venduto in tutto il mondo «PENGUIN BLOOM – L’uccellino che salvò la nostra famiglia» di Bradley Trevor Greive, racconta l’emozionate storia di una famiglia che in un momento di grande difficoltà, grazie all’incontro empatico con un piccolo di gazza ferito, ritrova la speranza e la gioia.

La trama di Penguin Bloom

La vita di Sam (Naomi Watts) e quella della sua famiglia sono cambiate da quando un incidente l’ha costretta a vivere su una sedia a rotelle.  L’incontro inaspettato con un piccolo di gazza ferito, di cui Sam comincia a prendersi cura, la aiuta a trovare conforto e ad uscire dallo stato di depressione permettendole di trovare la speranza e il coraggio di vivere ancora.

Penguin Bloom racconta la straordinaria storia vera di guarigione e rinascita di una donna che, grazie all’amore della sua famiglia e ad un uccellino, riscopre la gioia e la vitalità.

Penguin Bloom arriva al cinema dal 15 luglio, preceduto da due giorni di anteprima il 2 e il 3 luglio in occasione delle Notti Bianche del Cinema, ideate e curate da Alice nella Città.

Harrison Ford infortunato sul set di Indiana Jones 5

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Harrison Ford infortunato sul set di Indiana Jones 5

Harrison Ford si è infortunato sul set di Indiana Jones 5, cosa che ha richiesto all’attore una pausa dalle riprese del film che lo vede tornare nei panni dell’archeologo più famoso del cinema. James Mangold, intanto, continuerà le riprese del film a Londra.

Harrison Ford infortunato sul set di Indiana Jones 5

“Nel corso della prova di una scena di lotta, Harrison Ford si è fatto male alla spalla – dichiara un portavoce della Disney – la produzione del film continuerà mentre si provvederà a fornire all’attore il trattamento necessario, e il programma delle riprese sarà riconfigurato in base alle necessità nelle prossime settimane.”

La produzione di Indiana Jones 5 è cominciata all’inizio del mese nel Regno Unito, i dettagli sul film non sono stati ancora diffusi, a parte il fatto che Ford riprenderà il ruolo del titolo, a 78 anni, e che nel cast ci sono anche Phoebe Waller-Bridge e Mads Mikkelsen.

Fonte: Variety

Boys, il poster e il trailer del film di Davide Ferrario

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Boys, il poster e il trailer del film di Davide Ferrario

Boys di Davide Ferrario aprirà la 67° edizione del Festival di Taormina. Nel cast del film Neri Marcorè, Marco Paolini, Giovanni Storti e Giorgio Tirabassi, con le musiche originali di Mauro Pagani. Boys è prodotto da LIONELLO CERRI e CRISTIANA MAINARDI, una produzione LUMIÈRE & CO. con RAI CINEMA.

La trama di Boys

Joe, Carlo, Bobo e Giacomo sono amici da sempre, ciascuno con la propria vita e i propri problemi, ma uniti da un autentico legame e dalla passione che li aveva fatti incontrare: la musica. The Boys, questo il nome della band, avevano avuto un fulmineo successo negli anni Settanta. Nella loro routine – tra vicende amorose e personali – irrompe una possibilità che li porta in un nuovo viaggio: dovranno fare i conti con i sogni e le ambizioni di un tempo e il mondo di oggi, ma ancora di più scopriranno il senso della loro amicizia.

Il film sarà presentato a Taormina il 27 giugno e sarà in sala il 1° luglio.

Come un Gatto in Tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto al cinema dal 26 Agosto

Uscirà al cinema il 26 Agosto Come un Gatto in Tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto, il secondo capitolo della commedia campione d’incassi e Biglietto d’Oro del 2018 diretta da Riccardo Milani con protagonisti Paola Cortellesi e Antonio Albanese. “Tante cose sono più importanti di un film, anche se, in certi momenti, poche cose possono diventare importanti quanto un film.  Gatto torna al cinema e io sono felice quanto lui e quanto il suo pubblico che lo aspettava.  Buona ripartenza a tutti. E arrivederci a Coccia di Morto…” ha dichiarato il regista Riccardo Milani.

Massimiliano Orfei, Amministratore Delegato di Vision Distribution, ha detto: “E’ per Vision motivo di orgoglio aver co-prodotto e poter distribuire Come un Gatto in Tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto nelle sale italiane. La distribuzione del film, nei nostri obiettivi, rappresenta il grande evento cinematografico che decreterà il ritorno in sala del grande pubblico e la vera ripartenza del mercato. Con l’uscita di Come un Gatto in Tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto il 26 agosto, il grande cinema popolare italiano si prende finalmente una data che è stata sempre appannaggio dei grandi blockbuster hollywoodiani, in uno dei periodi tradizionalmente più ricchi dell’intera stagione distributiva. È un’operazione che ha tutti i numeri per cambiare in modo permanente i modelli distributivi e il suo successo è fondamentale non solo per Vision, per i produttori e per il film, ma per le prospettive di crescita dell’intera industria nazionale. Il nostro ringraziamento va a Riccardo, Paola e Antonio, a Mario Gianani e alla Wildside, a tutta la straordinaria squadra che ha realizzato il film”.

Mario Gianani, Amministratore Delegato della Wildside, società del gruppo Fremantle, ha detto: “Questo è per noi il film della ripartenza e non solo in senso commerciale. Grazie a Riccardo Milani, Paola Cortellesi e Antonio Albanese – insieme con Vision – vogliamo restituire al pubblico la solida spensieratezza che questo film saprà regalarci. Farlo d’estate, in un momento tradizionalmente appannaggio dei film americani, è una sfida che, siamo sicuri,Come un Gatto in Tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto, saprà cogliere”.

Come un Gatto in Tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto è prodotto da Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa per Wildside, società del gruppo Fremantle, e Vision Distribution, in collaborazione con Sky e Amazon Prime Video.  Nel cast, accanto a Cortellesi e Albanese, tornano Sonia Bergamasco e Claudio Amendola.  Il cast si arricchisce con la presenza di Luca Argentero e Sarah Felberbaum.

La sceneggiatura è firmata da Furio Andreotti, Giulia Calenda, Paola Cortellesi e Riccardo Milani. La fotografia è di Saverio Guarna, la scenografia di Maurizia Narducci, i costumi di Alberto Moretti, il montaggio di Patrizia Ceresani e Francesco Renda.  Come un Gatto in Tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto sarà distribuito in Italia e nel mondo da Vision Distribution.

Yaya e Lennie – The Walking Liberty: il trailer del nuovo film di Alessandro Rak

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Ecco il trailer di Yaya e Lennie – The Walking Liberty, il nuovo film di Alessandro Rak. Prodotto da Mad Entertainment con Rai Cinema, il film si avvale delle voci di Ciro Priello, Fabiola Balestriere, Lina Sastri, Francesco Panofino, Massimiliano Gallo, Tommaso Ragno e Fabrizio Botta.

Yaya e Lennie – The Walking Liberty – la trama

In seguito a un misterioso sconvolgimento, il mondo come lo conosciamo oggi è finito. La natura si è ripresa prepotentemente il pianeta e ora la giungla riveste tutta la terra.   Dalle macerie del mondo che fu, una nuova società sta cercando di risorgere. Si tratta de “L’Istituzione”, i cui adepti cercano di ripristinare l’ordine precostituito imponendo al popolo libero della giungla il loro concetto di diritto. Ma c’è chi si oppone con forza al loro processo di “civilizzazione”: i dissidenti stanno preparando la loro rivoluzione! Questa è la storia di due spiriti liberi che vogliono trovare il loro posto nel mondo. Yaya, una ragazza dal carattere ruvido e dallo spirito indomito e Lennie, un giovane uomo alto più di due metri e affetto da un ritardo mentale. Uniti da un legame profondo si prendono cura l’uno dell’altro cercando di non farsi portar via l’unica ricchezza che gli è veramente rimasta: la loro libertà.

Locarno Film Festival: l’animazione italiana protagonista in Piazza Grande

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Tra le opere in prima mondiale scelte per festeggiare i 50 anni di Piazza Grande, ci sarà l’atteso nuovo film del pluripremiato regista di animazione Alessandro RakYaya e Lennie The Walking Liberty, in programma il 12 agosto. Un grande momento di arte e fantasia per ripensare alle urgenze ambientali e ai valori sui quali si fonda la nostra società per un rilancio di Piazza Grande come luogo di riflessione e condivisione collettiva.

Un inno alla libertà – dichiara Alessandro Rak  perché la libertà è la premessa di ogni sana scelta di vincolo amoroso oltre che l’unica via che non porti all’ovvio e all’inesorabile. Un inno al passeggio, al viaggio, al paesaggio, che sono il respiro di ogni pensiero sano. Un inno al verde, che è vita e speranza”. Alessandro Rak con la sua nuova opera YYaya e Lennie – The Walking Libertyy, porterà al Locarno Film Festival il suo immaginario poetico e coraggioso, che lo ha consacrato come uno dei talenti più innovativi del cinema d’animazione, grazie a lavori come L’arte della felicità (2013) che ha ottenuto il prestigioso riconoscimento di Best Eruopean Animated Film agli European Film Awards 2014 e Gatta Cenerentola (2017) vincitore di due David di Donatello.Le immagini di Yaya e Lennie – The Walking Liberty entreranno in risonanza con quanto è stato vissuto a livello globale nell’ultimo biennio: Yaya e Lennie sono i protagonisti che si muovono in un futuro apocalittico, in cui Napoli e il mondo intero si sono  trasformati, a causa di una serie di catastrofi ecologiche, in una foresta impenetrabile. Nella giungla del nuovo mondo, tramite la storia di due ragazzi, si rimetteranno in discussione i valori sui quali dovrà reggersi una (nuova) civiltà. Il film prodotto da Mad Entertainment con Rai Cinema uscirà nelle sale per Nexo Digital.

Il direttore artistico del Locarno Film Festival, Giona A. Nazzaro: “Un’avventura fantascientifica, ecologista e post apocalittica come un incrocio fra Mad Max e Blues Metropolitano. La conferma del talento creativo e visionario di Alessandro Rak. Un’opera innovativa e poetica, ricca di emozioni, guidata dallo spirito di Charlie Chaplin e John Steinbeck. Una visione profondamente umanista in perfetta sintonia con le urgenze ambientali. E, soprattutto, un film che si segnala da subito come un passo da gigante importantissimo per l’animazione Made in Italy e non solo.

Piazza Grande festeggia 50 anni

Con la 74esima edizione del Locarno Film Festival, la Piazza Grande, luogo divenuto  simbolo imprescindibile e iconico della manifestazione, compie 50 anni (1971-2021), confermando la forza di questo grande schermo e di questa sala a cielo aperto che per questa edizione potrà ospitare fino a 5’000 spettatori ogni sera.

Il programma di Piazza Grande, così come quello dell’edizione Locarno74, verrà comunicato il 1° luglio. Nel frattempo, è già possibile accreditarsi o abbonarsi tramite il nostro sito.

Becoming Maestre: un trampolino di lancio per una nuova generazione di professioniste

Mentoring di alto livello e accesso al lavoro per una nuova generazione di talenti femminili dietro la macchina da presa: sono questi i due obiettivi che animano “Becoming MaestreUn trampolino di lancio per una nuova generazione di professioniste nel cinema e nella serialità”, l’iniziativa ideata e sviluppata da Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello e Netflix che viene annunciata e parte oggi.

Becoming Maestre intende offrire un percorso di tutoraggio di alto livello a venti candidate under 35 che aspirano a diventare registe, direttrici della fotografia, montatrici, montatrici del suono e/o foniche di mix. Al termine del percorso, quattro di loro avranno la possibilità di ricevere una proposta di lavoro come assistenti su un film o serie Tv italiana in cui Netflix è coinvolta.

La selezione delle candidature, che aprono oggi sul sito https://becomingmaestre.daviddidonatello.it/,  sarà affidata a una giuria d’eccezione composta da Maestre e Maestri del cinema, che hanno vinto e/o ricevuto candidature ai Premi David di Donatello, nel dettaglio: Daniela Bassani, Luca Bigazzi, Esmeralda Calabria, Francesca Comencini, Ivan Cotroneo, Daria D’Antonio, Walter Fasano, Francesco Tumminello. A loro si aggiungeranno – per le fasi di selezione – Piera Detassis e Francesca Cima.

Le Maestre e i Maestri componenti la giuria saranno poi anche mentori d’eccezione di Becoming Maestre e accompagneranno le venti allieve selezionate (cinque per ambito professionale) lungo tutto il loro percorso, della durata – non full time – di circa 6 mesi e che prevederà:

  • Sessioni di tutoraggio individuale e workshop di tutoraggio di gruppo (per ambito professionale), nelle quali le allieve avranno la possibilità di approfondire e sviluppare le competenze specifiche nella propria professione confrontandosi con le Maestre e i Maestri della propria disciplina;
  • Masterclass collettive, che consentiranno alle allieve sia di approfondire la conoscenza dei mestieri che compongono la filiera della produzione cinematografica e seriale sia di fare rete, conoscendosi e interagendo tra loro, con la squadra di mentori e con altre grandi figure professionali del cinema e della serialità.

Importanti personalità del cinema e della serialità, italiane e internazionali, infatti parteciperanno a queste sessioni collettive, portando la loro preziosa testimonianza alle allieve di Becoming Maestre.

Il programma delle masterclass comprenderà anche sessioni di coaching con esperti specializzati nella formazione per aiutare le allieve ad acquisire o affinare skill complementari ma importanti che vanno da come presentare un progetto al gestire al meglio le collaborazioni e il lavoro di squadra.

Al termine del percorso, la giuria selezionerà quattro allieve (una per ambito professionale) a cui verrà fatta una proposta di lavoro come assistente su una produzione italiana in cui Netflix è coinvolta (film o serie Tv).

“Il tema del gender gap e della rappresentanza femminile” dice Piera Detassis, “è uno dei nodi centrali del progetto d’innovazione del David di Donatello e ho avuto la fortuna, in questi tre anni, di poter contare su collaboratori e collaboratrici giovani e sensibili ai temi della diversity e della sostenibilità e un Consiglio Direttivo aperto al cambiamento. I piccoli ma determinanti passi fatti su questa strada ci hanno portato fino all’incontro con Netflix, e con il suo team straordinario di donne, su tutte Tinny Andreatta, che ha intuito nel nostro piccolo progetto Maestre la possibilità di uno sviluppo comune alla ricerca di nuove professionalità femminili da scoprire, formare e sostenere. Uno straordinario incontro che risponde alla vocazione vera dell’Accademia dei David, celebrare, ma soprattutto promuovere, formare, rilanciare nel mondo il talento italiano più innovativo. Una nuova opportunità, in piena sintonia con i cambiamenti in atto nella società, con la necessaria politica di genere e con l’esigenza di dare sempre più voce e più opportunità di lavoro alle donne. Siamo orgogliose/i che Netflix abbia scelto in Italia l’Accademia dei David come partner per questa nuova avventura. Come dice il titolo, Becoming Maestre è un punto d’inizio, non d’arrivo”.

“Veder partire Becoming Maestre oggi ci riempie di grande gioia e siamo estremamente felici di aver concepito e sviluppato questo progetto insieme ad Accademia del Cinema Italiano che, con la sua presidente, si fa da tempo portavoce della necessità e dell’importanza di sostenere e dare spazio alle voci e al talento femminili nella nostra industria.  E proprio il ciclo di masterclass – chiamate Maestre – dedicate ai mestieri del cinema al femminile, è stato il punto di partenza e l’ispirazione per questo progetto” dichiara Tinny Andreatta, Vice Presidente delle Serie Originali italiane di Netflix. “Becoming Maestre vuole essere un ulteriore segno concreto di quanto importante sia per Netflix contribuire all’ecosistema creativo italiano e al contempo del nostro impegno, in Italia come nel resto del mondo, verso una industria più inclusiva, varia ed egualitaria. Il nostro pubblico desidera vedere la propria vita riflessa nelle storie che raccontiamo; questa varietà e diversità di sguardi sono realizzabili solo se solo se all’inclusione nelle storie che portiamo sullo schermo corrisponde un’inclusione in chi queste storie le realizza”.

Becoming Maestre è una iniziativa sviluppata come parte del Fondo Netflix per la creatività inclusiva, il fondo globale istituito da Netflix che da quest’anno e per i prossimi 5 anni investirà 20 milioni di dollari annuali nella creazione di opportunità più inclusive dietro la macchina da presa e che, per il 2021, ha previsto di investire i primi 5 milioni di dollari in programmi volti a identificare donne di talento emergenti in tutto il mondo, fornendo loro il training necessario e aiutandole a trovare posti di lavoro.

  • Per partecipare a Becoming Maestre è possibile inviare la propria candidatura da oggi e fino al 31 luglio 2021 registrandosi al sito https://becomingmaestre.daviddidonatello.it/
  • Tutti i dettagli sui requisiti richiesti per partecipare alla selezione, sui materiali da inviare ed in generale tutte le informazioni sull’iniziativa sono disponibili nel bando presente sul sito: https://becomingmaestre.daviddidonatello.it/
  • L’elenco delle venti candidate selezionate sarà reso noto durante il mese di ottobre sul sito https://becomingmaestre.daviddidonatello.it/.
  • Le sessioni di tutoraggio individuale, i workshop di tutoraggio per categoria e le masterclass collettive si svolgeranno indicativamente tra novembre 2021 e aprile 2022.
  • Tenendo conto dell’attuale situazione sanitaria, il percorso di formazione è al momento previsto di tipo ibrido con sessioni online e alcune sessioni in presenza per favorire il networking e lo scambio di esperienze tra le candidate dei vari ambiti professionali e le Maestre e i Maestri. Valutazioni più puntuali saranno fatte sulla base della situazione nel corso dello svolgersi delle attività e del programma.
  • I nominativi delle quattro candidate che riceveranno una proposta di lavoro come assistenti per un film o serie Tv italiana in cui Netflix è coinvolta saranno resi noti ad aprile 2022 sul sito  https://becomingmaestre.daviddidonatello.it/

Fast & Furious 9: una vera e propria car-neficina nel nuovo video

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In attesa del nono capitolo della saga Fast & Furious di Universal Pictures, un nuovo spettacolare video dal backstage di Fast & Furious 9 con tutte le acrobazie degli stuntman (e delle auto distrutte).

Il Dom Toretto di Vin Diesel sta conducendo una vita tranquilla fuori dal giro, con Letty e suo figlio, il piccolo Brian, ma sanno che il pericolo è sempre in agguato al di là del loro pacifico orizzonte. Questa volta, una nuova minaccia costringerà Dom a confrontarsi con i peccati del suo passato, se vuole salvare coloro che più ama. La sua squadra si riunisce nuovamente per fermare un complotto a risonanza mondiale guidato dal più abile assassino e pilota ad alte prestazioni che abbiano mai incontrato: il fratello rinnegato di Dom, Jakob (John Cena, l’imminente The Suicide Squad).

https://youtu.be/9mBtH_wFql0

Fast & Furious 9 vede il ritorno alla regia di Justin Lin, che ha diretto il terzo, il quarto, il quinto e il sesto capitolo della saga, quando cioè è diventata un successo globale. L’azione sfreccia in tutto il mondo, da Londra a Tokyo, dall’America centrale a Edimburgo, e da un bunker segreto in Azerbaigian alle strade brulicanti di Tblisi. Lungo la strada, i vecchi amici risorgeranno, i vecchi nemici torneranno, la storia verrà riscritta, e il vero significato della famiglia verrà messo alla prova come mai prima d’ora.

Tornano a recitare nel film Michelle Rodriguez, Tyrese Gibson, Chris “Ludacris” Bridges, Jordana Brewster, Nathalie Emmanuel e Sung Kang, al fianco delle attrici premiate con l’Oscar Helen Mirren e Charlize Theron. Fanno parte del cast di Fast & Furious 9 anche la superstar premio Grammy, Cardi B, nei panni del nuovo personaggio del franchise Leysa, una donna legata al passato di Dom, e il re del Reggaeton, Ozuna, in un ruolo cameo.

Fast & Furious 9 è prodotto da Neal H. Moritz, Vin Diesel, Jeff Kirschenbaum, Joe Roth, Justin Lin, Clayton Townsend e Samantha Vincent.

Jodorowsky’s Dune, al cinema dal 26 agosto

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Jodorowsky’s Dune, al cinema dal 26 agosto

Valmyn in collaborazione con Wanted Cinema è lieta di presentare nei cinema a partire dal 26 agosto JODOROWSKY’S DUNE di Frank Pravich, l’affascinante documentario che esplora la genesi di una delle più grandi epopee del cinema mai esistita: l’adattamento del regista di culto Alejandro Jodorowsky del romanzo di fantascienza Dune di Frank Herbert, un film epico, la prima versione in assoluto su grande schermo del romanzo che avrebbe segnato un punto di svolta per il mondo cinematografico, ma che purtroppo non vide mai la luce e restò incompiuto.

JODOROWSKY’S DUNE documenta le peripezie e i retroscena di questo ambizioso progetto cinematografico fantascientifico tramite il racconto e i ricordi dello stesso Jodorowsky e l’animazione dei disegni preparatori originali del film realizzati da un gruppo artistico d’élite tra cui l’artista di fumetti francese Jean “Moebius” Giraud che ha illustrato gli storyboard, lo sceneggiatore Dan O’Bannon (Dark Star, Alien), l’artista HR Giger (Alien) e l’illustratore tascabile di fantascienza Chris Foss.

Dune, Jodorowsky commenta il trailer: “È tutto prevedibile”

Anche se il progetto non vedrà mai la piena realizzazione, il film resterà un vivido sogno nell’immaginazione dei suoi creatori e sarà di ispirazione per molti altri registi, ultimo in ordine di arrivo il regista candese Denis Villeneuve con la sua versione dell’omonimo film che verrà presentata fuori concorso alla 78a Mostra del Cinema di Venezia.

JODOROWSKY’S DUNE celebra il trionfo dell’arte e dell’immaginazione e dei sogni creativi di Jodorowsky. JODOROWSKY’S DUNE di Frank Pravich arriverà nei cinema italiani dal 26 agosto distribuito da Valmyn in collaborazione con Wanted Cinema e verrà presentato in anteprima nazionale alle Notti Bianche del Cinema del 2 e 3 luglio a Roma al Farnese Arthouse.

SINOSSI – Nel 1975, dopo il successo di El Topo e La montagna sacra, Alejandro Jodorowsky era il cineasta intellettuale più ricercato del mondo, aveva carta bianca e quello che voleva era realizzare il film più importante della storia del cinema, traendo spunto dai romanzi della saga di Dune di Frank Herbert. Il suo Dune doveva essere un film rivoluzionario in grado di cambiare la mentalità delle giovani generazioni fornendo nuovi modelli di riferimento. Per fare questo il regista aveva coinvolto un team incredibile che comprendeva i designer H.R. Giger, Moebius e Chris Foss, oltre all’esperto di effetti speciali Dan O’Bannon, le musiche dei Pink Floyd e attori come David Carradine, Mick Jagger, Salvador Dalì e Orson Welles.

JODOROWSKY’S DUNE

A Quiet Place 2: recensione del film con Emily Blunt

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A Quiet Place 2: recensione del film con Emily Blunt

Tre anni fa, A Quiet Place arrivava silenzioso nei cinema di tutto il mondo per issarsi poco dopo nell’olimpo dei migliori horror degli ultimi anni. Un monster movie che si basava su una trovata a prima impressione già vista, un Tremors in superficie, più cattivo e senza risate, ma che si rivelò capace di costruire una tensione narrativa di ferro, poggiata sulle spalle di attori in grado di ampliarla grazie ad un’alchimia tra loro tangibile. A fronte di un budget di 17 milioni di dollari, il film ne incassò globalmente 340 e, a questo punto, un sequel era cosa più ovvia che scontata ed ecco arrivare finalmente A Quiet Place 2.

Squadra che vince non si cambia e in A Quiet Place 2 tutti tornano ai propri posti, a conferma di quanto fosse personale per John Krasinski proteggere la/le sua/sue creature e non deludere le aspettative. Nonostante questo, il giusto snobismo nei confronti dei sequel, la regola del “il primo è sempre più bello”, poteva far presagire il peggio da questa seconda parte che invece va proprio a finire lì, tra le eccezioni, tra quei pochi sequel belli quanto, o addirittura migliori del primo film.

A Quiet Place 2 film recensioneA Quiet Place 2, la trama

A distanza di tre anni, di cui uno in stato di fermo a causa della pandemia, Krasinski riprendere le redini del suo, ormai, cult esattamente da dove ci aveva lasciati. Dopo un breve ma ferocissimo flashback, in A Quiet Place 2 ritroviamo i superstiti del primo film intenti a lasciarsi alle spalle la tragedia appena compiutasi. Evelyn e prole al seguito, ormai una squadra ammazzamostri apparentemente imbattibile, si dirige verso un avamposto in cerca di cibo e riparo ma finisce per cadere vittima delle trappole di Emmet, un vecchio amico di famiglia che è riuscito a sopravvivere barricandosi dentro una ex fonderia. Il posto sembra tranquillo, fin troppo. Ci pensa infatti la giovane Regan a complicare le cose, convinta di aver interpretato una canzone di Bobby Darin, captata da una frequenza radiofonica, come un segnale per raggiungere un’isola felice libera dai mostri, la ragazzina se ne va di soppiatto per verificare di persona l’esistenza di questo posto, gettando nel panico la madre che implora Emmet di mettersi sulle sue tracce.

Lasciato il ruolo del co-protagonista, ma rimasto fisso in quelli del regista e dello sceneggiatore, a Krasinski bastano pochi minuti per gettare nel panico con una sequenza d’apertura da cardiopalma dove assistiamo al nefasto “giorno 1”, ovvero quando le creature sono piombate sulla terra e hanno iniziato a farne scempio. I mostri li conosciamo, li abbiamo già visti ma nonostante questo riescono ancora a terrorizzare, o meglio, Krasinski si riconferma abile nel renderli ancora terrificanti grazie a un montaggio sonoro che stringe la gola, soprattutto quando la giovane Regan si ritrova per pochi istanti senza apparecchio acustico.

Lasciato il ruolo del padre eroe, affida alla moglie Emily Blunt il compito di salvaguardare vita dei figli (che in un paio di occasioni faranno il possibile per finire tra gli artigli delle creature dell’altro mondo) e, apparentemente, alla new entry Cillian Murphy quello della controparte eroica maschile. Apparentemente perché in realtà il personaggio di Emmett si rivelerà fortunatamente disinteressato al ruolo dell’eroe, dando credibilità ad un personaggio così semplice ma così umano. La vera rivelazione del film, o meglio, la conferma, si dimostrano essere Millicent Simmonds e, seppur in misura minore, Noah Jupe, i figli. Sono loro che, ricalcando i ruoli dei genitori, si rendono i veri protagonisti delle parti migliori del film. Due giovanissimi diretti magnificamente sui cui volti il dolore, la disperazione, la determinazione e la rabbia assumono connotati quanto mai verosimili creando quell’empatia così necessaria nel cinema dell’orrore che pochissimi film di genere riescono a dare.

A Quiet Place 2 cillian murphyUn film delicato e claustrofobiche

A Quiet Place ci aveva introdotti in un mondo spietato, dove davvero nessuno era al sicuro, nemmeno i sacrosanti bambini. Questa seconda parte si riconferma tale, i protagonisti si trascinano dietro il peso del lutto e del ricordo e il tutto è scritto così bene e senza patetismi che ogni delicata emozione trova il giusto spazio tra soffocanti sequenze claustrofobiche o disperati fuggi fuggi di massa.

Un aspetto interessante che riguarda la parte finale del film, è come John Krasinski si sia già sbarazzato di due topos tipici dei film post-apocalittici. Senza fare spoiler, ci sono serie tv o saghe cinematografiche che hanno impiegato stagioni o film interi per svolgere l’azione attorno a determinate situazioni. Qui invece sono bastati pochi minuti, l’essenziale per non incagliarsi in situazioni già viste, e questo fa pensare che Krasinski abbia ben in mente in che direzione portare la sua storia che, con un finale così, non può certo finire qui.

Black Adam: Pierce Brosnan parla del costume di Doctor Fate

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Black Adam: Pierce Brosnan parla del costume di Doctor Fate

Il celebre attore Pierce Brosnan (noto soprattutto per aver interpretato James Bond sul grande schermo dal 1995 al 2002) farà parte del cast dell’attesissimo Black Adam nei panni di Kent Nelson, meglio conosciuto come Doctor Fate.

Ora, l’attore ha parlato per la prima volta del suo coinvolgimento nel cinecomic DC. Brosnan ha parlato con suo figlio durante un’intervista realizzata per conto di People e, senza entrare troppo nel dettaglio per evitare spoiler, ha confermato di dover indossare una tuta per il mo-cap per interpretare l’eroe mistico.

L’attore ha ironizzato sulla questione dicendo: “Devo indossare la tuta per il mo-cap, che è già di per sé una sfida di recitazione, ma fortunatamente sono cresciuta a teatro, quindi so come indossare i collant.”

Quando si tratta di produzioni su larga scala come può essere Black Adam, motion capture, schermo verde e CGI sono parte integrante del processo di realizzazione del film. Nel corso degli anni, in particolare nei film di supereroi basati sui fumetti, sono apparse ripetutamente tute per il mo-cap necessarie per dare dare vita ai personaggi sul grande schermo.

Tutto quello che sappiamo su Black Adam

Il cast completo di Black Adam, oltre a Dwayne Johnson nei panni dell’anti-eroe del titolo, annovera anche Noah Centineo (Atom Smasher), Quintessa Swindell (Cyclone), Aldis Hodge (Hawkman) e Pierce Brosnan (Doctor Fate). Insieme a loro ci saranno anche Sarah Shahi, che interpreterà Isis, e Marwan Kenzari, che sarà invece l’antagonista principale (anche se il personaggio non è stato ancora svelato).

Black Adam, che sarà diretto da Jaume Collet-Serra (già dietro Jungle Cruise, sempre con Johnson), ha dovuto far fronte a non pochi problemi durante il suo travagliatissimo sviluppo. Inoltre, la pandemia di Coronavirus ha ulteriormente complicate le cose e costretto la produzione del film all’ennesimo rinvio. L’uscita del film nelle sale americane è fissata per il 29 luglio 2022.

Il progetto originale della Warner Bros. su Shazam! aveva previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua nemesi, Black Adam appunto, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla sua origin story. A quanto pare, il film su Black Adam dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei primi anni duemila.

800 eroi, recensione del film di Guan Hu

800 eroi, recensione del film di Guan Hu

Quando l’esercito imperiale giapponese assediò un innocuo magazzino nella battaglia di Shanghai del 1937, la schermaglia alla fine divenne il punto di rottura che galvanizzò una nazione. La Cina perse quella battaglia ma vinse la guerra, e la resistenza degli Ottocento eroi guadagnò lo status leggendario che conserva ancora oggi. Il film 800 eroi è la rivisitazione di quel momento della storia cinese contemporanea da parte del regista Guan Hu.

Primo lungometraggio cinese girato interamente in Imax, il film vanta un budget senza precedenti di 80 milioni di dollari. In aggiunta vi è un cast tentacolare e una produzione degna di un kolossal hollywoodiano; il film è stato un grandioso successo, diventando il film con maggiori incassi del 2020.

800 eroi: la trama

La storia si svolge poco dopo l’inizio della seconda guerra sino-giapponese. Sotto assedio per circa cinque giorni, un 524º reggimento dell’NRA, ampiamente in inferiorità numerica, difese il magazzino di Sihang, situato in posizione strategica, per fornire copertura alle forze in ritirata e fungere da cuscinetto per le concessioni straniere di Shanghai attraverso il fiume Suzhou. L’eterogeneo equipaggio di soldati veterani, civili e cosiddetti disertori ammonta a poco più di 400, invece degli 800 che lasciano credere a tutti. I numeri diminuiscono man mano che l’assedio prosegue e i soldati vengono falciati dai giapponesi.

Il 25 ottobre, Shanghai è caduta in mano ai giapponesi dopo quasi tre mesi di strenua resistenza. Il generale Chiang Kai Shek ha ordinato ad alcune truppe di rimanere indietro come retroguardia e di dimostrare che i cinesi non si arrenderanno nella speranza di ottenere simpatia alla prossima conferenza delle nove potenze a Bruxelles. Così il 542° Reggimento dell’88a Divisione d’élite dell’Esercito di Resistenza Cinese (NRA) fu inviato a sorvegliare il forte nel Sihang Warehouse (noto anche come China Mint Warehouse), un edificio di sei piani di proprietà delle quattro principali banche di Shanghai. Raggiunti da corpi di sicurezza meno addestrati di Hubei, Hunan e Zhejiang, questi 411 uomini si scontrarono con la Terza Divisione giapponese, il più alto livello dell’esercito imperiale. Sebbene il loro scopo fosse puramente simbolico, ci si aspettava che gli uomini morissero difendendo il magazzino. Hanno resistito invece per quattro giorni.

A loro vantaggio, il magazzino era situato nell’area di Zhabei, di fronte alla concessione britannica (nota anche come International Settlement), divisa dal Suzhou Creek ma unita dal New Lese Bridge. Nonostante le loro disposizioni superiori, i giapponesi hanno dovuto astenersi dal bombardare o dispiegare l’artiglieria pesante nel caso in cui avesse sparato male nella zona neutra, causando così ricadute diplomatiche. L’incidente ha fatto notizia in tutto il mondo, sollevando il morale nazionale e raccogliendo il sostegno straniero.

I protagonisti del film sono il tredicenne Xiao Hubei (il nuovo arrivato Zhang Junyi) e suo fratello Duan Wu (Ou Hao, The Captain); il codardo Lao Tie (il fratello di Jiang Wen, Jiang Wu) e il suo pseudo-amico Yang Guai (Wang Qiangyuan, Shadow); e i comandanti Xie Jinyuan (attore televisivo Du Chun) e Lao Hulu (Huang Zhizhong, Our Time Will Come). Il resto degli uomini (ci sono una mezza dozzina di donne, nessuna con dialoghi sostanziali) sono schizzi funzionali pensati per i momenti chiave della battaglia.

800 eroi: una produzione da kolossal straordinaria

800 eroi rivaleggia con Dunkerque e 1917 per il raccapricciante impianto intriso di fango e sangue che ci si aspetta da un’epopea di guerra, in parte realizzata con l’assistenza di pezzi grossi internazionali. Gli effetti visivi sono stati curati da Tim Crosbie (X-Men: Apocalypse) e Jason Troughton (A Bigger Splash), e il veterano coordinatore dell’azione Glenn Boswell (Lo Hobbit) è intervenuto coreografando la battaglia. Il britannico Rupert Gregson-Williams (Wonder Woman) ha scritto il tema per completare la colonna sonora di Andrew Kawczynski (un collaboratore dell’imminente Top Gun: Maverick).

Dalla sua uscita in Cina continentale il 21 agosto, la mega-produzione da $ 80 milioni del grande studio Huayi Brothers ha conquistato $ 165 milioni al botteghino, rendendolo un campione di incassi mondiale nell’era della pandemia. Sarà considerato una svolta non solo come il primo film asiatico girato interamente con telecamere Imax, ma anche per la sua audacia nel gestire un capitolo storico sensibile a entrambi i lati dello Stretto in una luce relativamente neutra e coinvolgente. Promosso per aprire lo Shanghai Film Festival nel giugno 2019, il film è stato ritirato per “motivi tecnici” ed è riemerso 14 mesi dopo con una durata di 13 minuti in meno.

Il direttore della fotografia Cao Yu (che ha esperienza di riprese di un altro film di guerra della seconda guerra mondiale, “City of Love and Death“) evita deliberatamente le trame granulose comuni nel genere per una qualità dell’immagine raffinata e vivida, con quasi tanti primi piani quanto ampi scatti. Lo scenografo Lin Mu ha lavorato con set modellati 1:1 per ricreare lo splendore dell’architettura di concessione europea, in contrasto con il magazzino grigio ma robusto.

Recensione film 800 eroi

800 eroi: una tela d’epoca straordinariamente strutturata

Il film bilancia abilmente il combattimento frenetico con chiarezza – i personaggi possono sembrare anonimi, ma sappiamo sempre cosa sta succedendo – e il direttore della fotografia Cao Yu lavora con precisione le immagini di una Pechino desolata e devastata dalla guerra. Le calme praterie e il grigio/seppia di macerie delle città livellate sono superate solo dal contrasto tra il neon nella concessione straniera e la sordina polverosa del magazzino che crolla.

Paragonata dai media cinesi a Dunkirk molto prima della sua uscita, la saga condivide sentimenti simili di sopravvivenza, grinta e trionfo nella sconfitta. La regia di Guan potrebbe essere meno radicale o propulsiva di quella di Nolan, ma immerge anche il pubblico nell’intimità e nella grandezza del brutale spettacolo di guerra mentre si configura come una tela d’epoca straordinariamente strutturata.

L’ottavo lungometraggio di Guan è senza dubbio il suo più onnipresente. La visione centrale che attraversa tutte le sue opere – della sopravvivenza, del destino e degli elementi – è proiettata su un crogiolo umano panoramico. I personaggi di 800 eroi sono costantemente costretti a fare delle scelte e a forgiare i propri codici di moralità: gli ufficiali devono decidere di obbedire agli ordini o fare la cosa onorevole, i codardi sono combattuti tra il darsi alla fuga o avvisare i compagni del pericolo, i civili devono scegliere tra portare aiuti al magazzino o stare lontani dal fuoco incrociato.

La sceneggiatura di Guan e Ge Rui scandisce ogni giorno con un climax drammatico. Il primo giorno è l’ora più bella del film, poiché i giapponesi lanciano il loro primo assalto con efficiente ferocia. Coreografato e montato a velocità vertiginosa, la carneficina che esplode dentro e fuori il sito è incessante e propulsiva e cattura il disorientamento stordito dei principianti in un modo sensoriale crudo.

Non mancano scene emotivamente intense, come quando gli uomini stanno nudi in fila per fare il loro ultimo bagno. Il film è anche intriso di alcuni degli elementi estetici preferiti di Guan, come l’opera di Pechino, l’immaginario animale e la cultura popolare come i burattini delle ombre, che danno agli scenari cupi un aumento di colore e poesia.

Gli scatti dei soldati-protagonisti, si alternano continuamente anche a quelli dell’altra sponda. Guan è quasi didatticamente impegnato nel tracciare la conversione dei residenti della concessione da spettatori indifferenti a sostenitori acclamati. L’immagine di due mondi separati da un fiume, uno intriso di sangue, l’altro lussureggiante nell’impunità diplomatica è un simbolo tempestivo delle divisioni sociali.

Vin Diesel torna a parlare delle liti con Dwayne Johnson sul set di Fast and Furious

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Tutti sanno che i rapporti tra Vin Diesel e Dwayne Johnson sono sempre stati piuttosto tesi durante la lavorazione di Fast and Furious 8, tant’è che The Rock avrebbe poi scelto di recitare in uno spin-off tutto suo (Hobbs and Shaw) e di non apparire più nei film della saga principale.

In una recente intervista con Men’s Health in occasione della promozione dell’attesissimo Fast and Furious 9, è stato proprio Diesel a parlare del clima di tensione che si era creato sul set dell’ottavo capitolo della saga, spiegando di aver avuto un determinato atteggiamento per cercare di spingere il collega ad offrire la migliore performance possibile. Diesel ha spiegato che è stata una vera sfida mantenere quella linea in modo professionale, al fine di ottenere i risultati sperati. 

“È stato un personaggio difficile a cui dare forma, quello di Hobbs. All’epoca il mio approccio fu quello di usare le maniere forti per cercare di portare la sua interpretazione esattamente dove doveva essere. Da produttore mi sentivo costretto a prendere Dwayne Johnson, associato al wrestling, e farlo immergere in questo mondo senza dare al pubblico l’impressione di conoscere già il suo personaggio.”

Poi ha aggiunto: “Hobbs ti colpisce come un muro di mattoni. Sono molto fiero del risultato finale, ma è servito tanto lavoro. Siamo dovuti arrivare a quell’obiettivo e a volte è stato necessario ricorrere alle maniere forti. Non parlo in senso felliniano, ma farei di tutto per ottenere le interpretazioni che voglio nelle cose che produco.”

Il cast di Fast and Furious 9 e il capitolo finale della saga

Fast and Furious 9 vedrà nel cast Vin DieselMichelle Rodriguez, Jordana Brewster, John Cena, Tyrese Gibson, Lucas Black, Michael RookerNathalie EmmanuelHelen Mirren Charlize Theron. Ricordiamo che il decimo capitolo della saga è già in pre-produzione. Secondo quanto riferito, il capitolo numero 10 della saga – che sarà diviso in due parti – concluderà definitivamente la serie principale, a seguito degli eventi che vedremo nel nono capitolo.

Elizabeth Olsen sul futuro di Wanda nel MCU: “Ora è una criminale”

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WandaVision si è conclusa con Wanda Maximoff che ha abbracciato il suo nuovo ruolo di Scarlet Witch, anche se l’ex Avenger non è rimasta nei dintorni di Westview abbastanza a lungo da rispondere alle autorità per ciò che aveva fatto passare alla città. Una scena post-crediti ha anticipato che, quasi sicuramente, si metterà sulle tracce dei figli Billy e Tommy in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, ma cos’altro ci sarà in serbo per Wanda?

Durante una recente intervista all’interno del podcast “Little Gold Men” di Vanity Fair, Elizabeth Olsen ha condiviso i suoi pensieri su quei momenti conclusivi di WandaVision e su come quanto abbiamo visto influenzerà l’arco narrativo del personaggio. “Alla fine della serie stanno arrivando tutti questi camion e questi militari per valutare la situazione, ma Wanda vola via. Ha bisogno di scappare o finirà nei guai, e lei non vuole finirci nei guai. Se n’è andata con il suo dolore e la sua vergogna. Ora è in pace ma non penso che resterà in quella casa sul lago nascosta per il resto della sua vita…”

L’attrice ha continuato spiegando meglio dove andrà Wanda e come il suo nuovo status di “criminale” influenzerà il suo viaggio. “Ha appena fatto qualcosa che la rende una criminale. Quindi, per come la vedo io, il prossimo passo nella sua vita è questo nuovo senso di identità, di comprendere gli atti che ha commesso e il suo grado di responsabilità.”

Resta da vedere se Scarlet Witch si assumerà la responsabilità delle sue azioni in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, soprattutto perché potrebbe finire per farsi strada attraverso il Multiverso nel tentativo di riunirsi con i suoi gemelli dopo averli persi quando l’Hex intorno a Westview è scomparso. Ad ogni modo, il tempo di Wanda come eroe nel MCU sembra essere ormai giunto alla fine…

Doctor Strange in the Multiverse of Madness vedrà Benedict Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange. Diretto da Sam Raimi, il sequel vedrà anche Wanda Maximoff/Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista dopo WandaVision.

La sceneggiatura del film porterà la firma di Jade Bartlett e Michael Waldron. Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno anche Benedict Wong (Wong), Rachel McAdams (Christine Palmer), Chiwetel Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez).

Doctor Strange in the Multiverse of Madness arriverà al cinema il 25 marzo 2022. Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo anche Bruce Campbell, attore feticcio di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste alcuna conferma in merito.

MCU: 10 villain di basso profilo che sono stati trascurati

MCU: 10 villain di basso profilo che sono stati trascurati

Insieme agli iconici supereroi per cui i fan amano fare il tifo, il MCU ha portato sul grande schermo anche alcuni grandi cattivi, come Loki, John Walker, Killmonger e, naturalmente, Thanos. Quando si tratta dei villain, la maggior parte dell’attenzione è rivolta a tutti quei grandi nomi che minacciano il mondo e, insieme, i Vendicatori. Tuttavia, ci sono stati alcuni cattivi che, essenzialmente sono passati inosservati. Screen Rant ha raccolto 10 cattivi di basso profilo che sono stati trascurati:

Raza

Il fatto che Raza sia stato il primo cattivo ufficiale del MCU dovrebbe garantirgli almeno un po’ di rispetto. È interessante che si tratti di uno dei cattivi più “umani” che siano mai apparsi nel franchise, dal momenti che si tratta di un terrorista che usa le armi delle Stark Industries per combattere una guerra personale.

Non solo Raza cattura Tony Stark, ma è anche in gran parte responsabile di averlo indirizzo verso la strada che lo ha poi spinto a diventare Iron Man. Si è dimostrato un uomo spietato disposto a spazzare via interi villaggi di persone innocenti. Ciò che pensa del mondo reale lo rende piuttosto inquietante.

Justin Hammer

È stato abbastanza facile liquidare Justin Hammer in qualità di cattivo. È un personaggio più divertente che davvero intimidatorio, e spesso è apparso come un vero sciocco. È stato anche messo da parte per dare più spazio alla minaccia di Ivan Vanko.

Ma dietro il suo modo di ballare goffo e la sua abbronzatura dorata, Hammer possiede delle vere qualità maligne. Dopo aver visto Vanko quasi uccidere Tony Stark, Hammer era disposto a mettere in scena l’evasione di prigione di un uomo chiaramente pericoloso che voleva uccidere il suo concorrente in modo da poter smettere di essere l’eterno secondo in rapporto a Stark. 

Mitchell Carson

Mitchell Carson viene introdotto nel prologo flashback di Ant-Man. Insulta Hank Pym per aver perso sua moglie in missione anni fa, cosa che già da sola appare decisamente orribile. La verità è che l’uomo è capace di fare peggio.

Si tratta, infatti, di un vero e proprio cattivo che cerca di acquistare le nuove particelle restringenti di Darren Cross e che sta lavorando con l’Hydra. Il personaggio potrebbe essere ancora in circolazione, armato proprio con alcune di quelle particelle…

Bill Foster

ant-man and the waspNei fumetti, Bill Foster è un eroe noto come Golia, che può crescere di dimensioni. Proprio come nei fumetti, Bill viene mostrato come un ex collega di Hank Pym e viene anche accennato al suo passato come Golia.

Tuttavia, Bill e Hank hanno una storia spiacevole l’uno con l’altro in Ant-Man and the Wasp. Alla fine viene rivelato che Bill sta aiutando il malvagio Ghost ad accedere al Regno Quantico. Sebbene Bill sembri farlo per ragioni disinteressate, il fatto che abbia catturato gli eroi e li abbia messi in pericolo molte volte viene semplicemente ignorato.

Tinkerer

L’Avvoltoio di Michael Keaton è un grande cattivo in Spider-Man: Homecoming, ma non è lui che ha creato quelle sue fantasiose ali volanti. Queste, infatti, sono opera di uno dei suoi scagnozzi, noto come Tinkerer.

Come la sua controparte fumettistica, Tinkerer è un cattivo specializzato nella costruzione di gadget e armi per vari villain. Anche se potrebbe non essere il nemico più iconico dell’Uomo Ragno, è comunque responsabile di avergli creato molti problemi. Tinkerer è fondamentalmente un produttore di armi al servizio del mercato nero e, a differenza di Avvoltoio, alla fine sembra essere riuscito a cavarsela. 

Senatore Stern

Il senatore Stern è un altro personaggio che inizialmente sembra più un semplice antagonista sgradevole che un vero cattivo. In Iron Man 2, è il senatore che guida la mossa per far togliere la tecnologia Iron Man a Tony Stark, cosa che lo fa subito odiare agli occhi del pubblico.

Tuttavia, in una svolta assai divertente, il senatore Stern riappare in Captain America: The Winter Soldier e si rivela essere un agente segreto dell’Hydra. Non era solo un altro politico assetato di attenzione; era in realtà una spia malvagia che cercava di assicurarsi che Iron Man non fosse in giro per fermarli.

W’Kabi

La costruzione del mondo di Wakanda è stato uno degli aspetti più interessanti di Black Panther, poiché ha introdotto molte tribù e personaggi diversi. W’Kabi era un personaggio che non ha avuto abbastanza minutaggio a disposizione, ma ha fatto comunque una svolta piuttosto brusca nei panni del cattivo.

Viene presentato come un caro amico e alleato di T’Challa. Ma non appena questi non riesce a uccidere Klaue, W’Kabi è pronto a schierarsi con Killmonger, che vuole ucciderlo. W’Kabi sembra persino voler eliminare la sua partner, Okoye, prima di tornare in sé.

Vicepresidente Rodriguez

La trama di Iron Man 3 è molto complicata e coinvolge super soldati e persino un “finto” Mandarino. Tutto culmina nel rapimento del presidente da parte di Aldrich Killian. Ciò comporta un’altra svolta e un tradimento piuttosto macchinoso, poiché si scopre che anche il vicepresidente degli Stati Uniti era coinvolto nello schema.

Sembra che al VicepresidenteRodriguez sia stato offerto un modo per aiutare sua figlia in cambio del permesso che il Presidente venga bruciato vivo in diretta tv da un falso terrorista.

Arnim Zola

avengers: endgameSebbene fosse solo uno scagnozzo in Captain America: Il primo vendicatore, Arnim Zola si è affermato come uno degli eroi più intelligenti del MCU. È stato l’uomo che ha aiutato a sfruttare il potere del Tesseract per creare armi. Senza di lui, Teschio Rosso non sarebbe stato niente.

Una volta catturato, tuttavia, divenne un informatore, ma si scoprì poi che Zola non era solo un seguace senza alcuna ambizione propria: è riuscito, infatti, a ricostruire l’Hydra all’interno dello S.H.I.E.L.D., un’impresa piuttosto impressionante e decisamente malvagia. Il fatto che sia anche responsabile della trasformazione di Bucky nel Soldato d’Inverno non fa che aumentare il suo grado di cattiveria.

Odino

Odino è uno degli esseri più potenti dell’universo e, a parte alcuni problemi con i suoi figli, è sempre stato considerato un eroe. Ha governato Asgard con gentilezza e compassione verso il suo popolo e ha persino protetto Midgard dalla distruzione.

Tuttavia, in Thor: Ragnarok, Hela espone come Odino sia diventato il sovrano dei Nove Regni, portando alla luce un lato della sua personalità decisamente poco eroica: ha infatti usato Hela per conquistare tutti, uccidendo innumerevoli persone nel mezzo. Sebbene sia diventato un re migliore col tempo, ha imposto il suo dominio sulle persone attraverso la paura e l’intimidazione. 

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