Il regista James Cameron ha dichiarato che le riprese di Avatar 3 sono quasi completate. È passato più di un decennio da quando il primo film di grande successo è stato presentato in anteprima nelle sale, diventando il film con il maggior incasso di tutti i tempi fino a quando Avengers: Endgame lo ha superato l’anno scorso.
I fan hanno atteso con ansia l’arrivo di Avatar 2 da allora, ma Cameron è stato impegnato ad affrontare non solo uno, ma quattro sequel del campione d’incassi allo stesso tempo. La produzione dei film ha subito diversi rinvii e rallentamenti, non ultimo quello causato dalla pandemia di coronavirus, ma Cameron ha avuto la possibilità di riprendere le riprese a giugno.
Il primo film della serie di fantascienza segue il veterano disabile Jake Skully (Sam Worthington), che viene inviato in missione a Pandora, dove incontra i Na’vi, i nativi altamente evoluti del pianeta. Mentre i dettagli che circondano Avatar 2 sono stati principalmente tenuti nascosti, nuove immagini del film rivelano un mondo sottomarino su Pandora, con report che affermano che gran parte del film si svolgerà sott’acqua. Nessuna informazione su Avatar 3 è stata diffusa, a parte il fatto che la sua data di uscita è stata posticipata al 2024. Tuttavia, Cameron ha fornito un piccolo aggiornamento sui progressi del film.
Durante un’intervista con Arnold Schwarzenegger per promuovere il Vertice mondiale austriaco del 2020, Cameron conferma che le riprese di Avatar 3 sono quasi completate. Cameron ha spiegato che poiché circa quattro mesi e mezzo di produzione sono andati persi a causa del coronavirus, Avatar 2 è stato rinviato a dicembre 2022, ma che Avatar 3 si concluderà proprio a ruota. “Il giorno in cui consegneremo Avatar 2, inizieremo a lavorare per finire Avatar 3 – ha detto Cameron – Quindi in questo momento, sono impegnato nelle riprese in Nuova Zelanda. Stiamo girando il resto del live-action. Abbiamo da girare circa il dieci percento. Abbiamo completato al 100% le riprese di Avatar 2 e siamo quasi al novantacinque per cento per Avatar 3.”
Avatar 2debutterà il 16 dicembre 2022, seguito dal terzo capitolo il 20 dicembre 2024, il quarto il 18 dicembre 2026 e il quinto il 22 dicembre 2028.
Il cast della serie di film è formato da Kate Winslet, Edie Falco, Michelle Yeoh, Vin Diesel, insieme ad un gruppo di attori che interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno anche i protagonisti del primo film, ossia Sam Worthington, Zoe Saldana, Stephen Lang, Sigourney Weaver, Joel David Moore, Dileep Rao e Matt Gerald.
La nuova fan art di Occhio di Falco in Avengers: Endgame riproduce il suo alter ego “vendicativo” Ronin prendendo ispirazione da un recente poster per il remake in live action targato Disney di Mulan. Interpretato da Jeremy Renner, il personaggio di Clint Barton, alias Occhio di Falco, ha fatto il suo breve debutto nel MCU in Thor del 2011 prima di diventare un elemento chiave dell’MCU in The Avengers, Avengers: Age of Ultron, Captain America: Civil Ware Avengers: Endgame dell’anno scorso. Renner dovrebbe anche riprendere il ruolo nella serie tv per Disney+ Hawkeye che debutterà nel 2021.
Dato che non ha superpoteri, il personaggio è stato oggetto di battute da parte dei fan del Marvel Cinematic Universe in passato. Tuttavia, quando Barton ha assunto l’identità di Ronin in Avengers: Endgame dopo che la sua famiglia è stata cancellata dall’esistenza da Thanos (Josh Brolin), il personaggio è stato riscattato agli occhi di molti. Nuovo look e nuovo approccio hanno reso il personaggio sicuramente più cool e, immaginiamo, Renner più soddisfatto dell’accoglienza.
Ora, l’utente di Reddit T_Hawkeye007 ha condiviso un fan poster che mostra entrambi i lati della personalità di Barton. Il poster è stato ispirato dal poster del personaggio di Mulan, che mostrava il suo alter ego da soldato riflesso nella sua spada. L’artwork fa la stessa cosa con Barton, che immerge Occhio di Falco nella luce viola e mostra Ronin in costume riflesso nella sua spada. Eccolo:
La Disney ha scelto Yara Shahidi, star di Grown-ish, per interpretare Campanellino nel prossimo live action Peter Pan & Wendy. Anche l’adattamento animato del classico di James Matthew Barry subirà quindi un trattamento “dal vivo”, come accaduto a molti classici, tra cui l’ultimo Mulan, che è arrivato direttamente su Disney+, saltando l’uscita in sala (Cina a parte).
Stando a quanto riportano i principali siti americani, l’attrice sarà adesso incaricata di interpretare la piccola e dispettosa fatina amica di Peter Pan, che in passato era stata interpretata da Julia Roberts, nel Hook di Steven Spielberg.
Yara Shahidi è diventata una brillante giovane stella a Hollywood negli ultimi anni dopo aver interpretato con successo il ruolo di Zoey Johnson nel dramma della ABC Black-ish. Da allora ha recitato nello spin-off, Grown-ish ed è apparsa anche in un altro spin-off Mixed-ish. Con questo casting, Shahidi sarà la prima attrice nera a interpretare Campanellino.
Peter Pan and Wendy sarà diretto da David Lowery, già regista del live action deIl Drago Invisibile. L’esordiente Alexander Molony avrà il ruolo di Peter, mentre l’esordiente Ever Anderson sarà Wendy. La Anderson è la figlia di Milla Jovovich e del regista Paul W.S. Anderson, ed è apparsa brevemente in Resident Evil: The Final Chapter nei panni di una giovanissima Alice. Jude Law sarà Capitan Uncino.
Peter Pan and Wendy dovrebbe arrivare al cinema: al contrario di quanto accaduto con Lilli e il Vagabondo, dunque, non sarà destinato a Disney+. Il film d’animazione originale, prodotto da Walt Disney e basato sull’opera teatrale “Peter e Wendy” di J. M. Barrie, è il 14° Classico Disney e venne distribuito nei cinema americani il 5 febbraio 1953.
Mentre cresce l’attesa per il debutto di The Good Doctor 4, la quarta attesa stagione di The Good Doctor, oggi sono stati resi noti i titoli dei primi tre episodi della nuova stagione. I primi episodi si intitoleranno rispettivamente Frontline, Part 1, Frontline, Part 2 e il terzo episodio dal titolo “Newbies”:
The Good Doctor 4
The Good Doctor 4 è la quarta stagione della serie tv The Good Doctor creata da David Shore per il network americano della ABC.
In The Good Doctor 4 Dr. Shaun Murphy (Freddie Highmore), un giovane chirurgo con autismo e sindrome dei savant, continua a usare la sua straordinaria regali medici presso l’unità chirurgica dell’ospedale San Bonaventura. Mentre le sue amicizie si approfondiscono, Shaun lavora più duramente di quanto abbia mai fatto prima di iniziare a uscire, mentre naviga nel suo ambiente e nelle sue relazioni per dimostrare ai suoi colleghi che il suo talento come chirurgo salverà delle vite. La serie è di David Shore (“House”), e “Lost” e “Hawaii Five-0” star Daniel Dae Kim.
In The Good Doctorprotagonisti Freddie Highmore come Dr. Shaun Murphy, Antonia Thomas come Dr. Claire Browne, Nicholas Gonzalez come Dr. Neil Melendez, Hill Harper come Dr. Marcus Andrews, Richard Schiff come Dr. Aaron Glassman, Christina Chang come Dr. Audrey Lim, Fiona Gubelmann nel ruolo del Dr. Morgan Reznick, Will Yun Lee nel ruolo del Dr. Alex Park, Paige Spara nel ruolo di Lea Dilallo e Jasika Nicole nel ruolo del Dr. Carly Lever.
Nei primi anni duemila ha fatto impazzire le ragazzine di tutto il mondo grazie alla serie Greek per poi diventare il doppleganger televisivo di Bradley Cooper in Limitless. Di chi stiamo parlando? Ma ovviamente di Jake McDorman l’attore texano più adorabile di Hollywood e dintorni.
Oggi scopriamo quindi insieme tutto quello che c’è da sapere su Jake McDorman, sulla vita privata e sulla sua entusiasmante carriera.
Jake McDorman film
10. Nato l’8 luglio del 1986 a Dallas, in Texas, Stati Uniti, Jake McDorman sin da bambini mostra un particolare interesse per il mondo dello spettacolo. Dopo aver fatto parte dei Boy Scouts of American – una delle più grandi associazioni boy scout degli Stati Uniti -, Jake abbandona l’associazione per cominciare a studiare recitazione ai Dallas Young Actors Studio. Una volta ottenuto il diploma, Jake si trasferisce a Los Angeles per intraprendere la carriera d’attore.
9. E’ il 2005 quando McDormand, dopo una lunga gavetta, ottiene la sua prima parte in un film. Si tratta di Echoes of Innocence, diretto da Todd Sims, un supernatural drama per teenagers che racconta la storia di una ragazza tormentata da visioni proprio come Giovanna d’Arco. Divisa tra due amori e con una madre schizofrenica paranoide, Sarah potrà fare affidamento solo sulla sua fede per superare tutte le avversità.
Dopo questa prima prova, superata a pieni voti con il ruolo del co-protagonista maschile, Jake McDorman continua la sua scalata verso l’olimpo hollywoodiano. Negli anni successivi, continua con il cinema e ottiene alcuni piccoli ruoli nei film Ragazze nel Pallone – Tutto o Niente (2006), Die Hard – Vivere o Morire (2007) e Aquamarine (2006).
Jake McDorman in Aquamarine
8. Uno dei film più amati dagli adolescenti dei primi anni duemila è senza dubbio Aquamarine, diretto da Elizabeth Allen, con un giovanissimo Jake McDorman al fianco di Emma Roberts, la cantante JoJo e Sara Paxton.
Il film – liberamente ispirato all’omonimo libro per bambini di Alice Hoffman – racconta la storia di Claire (Emma Roberts) e Hailey (JoJo), amiche per la pelle che vivono i Florida e passano le loro giornate sulla spiaggia, fantasticando sul bagnino Raymond (Jake McDorman) per il quale entrambe hanno una cotta.
Purtroppo però, la madre di Hailey, famosa biologa marina, ha deciso di accettare un nuovo importante lavoro e di trasferirsi in Australia con la famiglia alla fine dell’estate, costringendo così la figlia a cambiare scuola e a lasciare i suoi amici in Florida. Questa notizia sconvolge Hailey che teme, andando così lontano, di perdere la sua amicizia con Claire.
Durante l’estate, dopo una tremenda tempesta abbattutasi sulla Florida, le due amiche Hailey e Claire incontrano una sirena, Aquamarine (Sara Paxton), sulla spiagga e decidono di aiutarla in cambio di un desiderio. La sirena, costretta da suo padre a un matrimonio marino combinato, sogna invece di sposarsi per amore e con il bel Raymond. Nonostante entrambe le ragazze abbiano una cotta per il bagnino, decidono di aiutare Aquamarine a conquistare il cuore di Raymond e provare a suo padre, il re Tritone, di poter vivere una vita da umana. Le ragazze saranno quindi ricompensate con un desiderio, quello di una promozione per la madre di Hailey a Bay Bridge, in Florida, permettendo così alle amiche di restare unite.
Basato sull’omonima autobiografia di Chris Kyle, il film di Clint Eastwood racconta della storia di Chris Kyle (Bradley Cooper), un cecchino particolarmente dotato del corpo dei Navy Seal. Sposato con la bella Tanya (Sienna Miller), dopo il durissimo addestramento, Chris viene mandato in missione a Falluja, in Iraq, con il compito di proteggere i suoi colleghi dagli attacchi dei terroristi.
Chris riesce nell’impresa ma un particolare episodio lo lascia profondamente turbato. Il cecchino, infatti, per proteggere i suoi è costretto a uccidere una mamma e suoi figlio che stavano per attaccare i suoi commilitoni con una granata. Il suo sangue freddo gli permette di salvare molti dei suoi e Chris si guadagna il soprannome di Leggenda.
Nonostante in Iraq i terroristi abbiano messo una taglia sulla sua testa, Chris continua il suo lavoro e per ben quattro volte torna in guerra per mettere il suo talento al servizio del suo paese. Missione dopo missione, Chris continua a fare il suo lavoro, eliminado i nemici, proteggendo i suoi compagni d’armi – come Ryan “Bombarda” Job (Jake McDorman) – e consolidando la sua reputazione di cecchino. Ma alla fine del suo quarto turno in Iraq, stanco di essere sempre lontano da casa, da sua moglie Tanya e suo figlio Colton, Chris si allontana dai Navy Seal.
Grazie alla sua dedizione al lavoro e al suo incredibile sangue freddo, Chris Kyle diventa il cecchino più letale della storia delle forze armate americane. Una volta congedato, Chris prova a dare un nuovo senso dalla sua vita, aiutando i reduci come lui a superare il trauma della guerra.
Jake McDorman in Lady Bird
6. Dopo il successo ottenuto con American Sniper, Jake McDorman continua la sua carriera con film Lady Bird (2017), diretto da Greta Gerwig, con Saoirse Ronan, e presentato al Telluride Film Festival.
Il film racconta la storia di Christine McPherson (Saoirse Ronan), una ragazza che frequenta l’ultimo anno di un liceo cattolico della periferia di Sacramento. Christine – che si fa chiamare Lady Bird – vive con i suoi genitori, il fratello adottivo e la ragazza di quest’ultimo; in famiglia non c’è armonia e la ragazza non riesce ad andare d’accordo con i genitori che non sanno più cosa fare.
Il sogno di Christine è quello di lasciare Sacramento una volta finito il liceo e poter studiare in una delle prestigiose università della costa est degli Stati Uniti. La madre di Christine, Marion (Laurie Metcalf) non vuole assolutamente che la figlia vada così lontano da casa in un’università, inoltre, decisamente fuori dalla loro portata economica. Nonostante il disappunto della madre e i piccoli drammi dell’adolescenza, la piccola Lady Bird farà qualsiasi cosa pur di riuscire a realizzare i proprio sogni e fuggire da quella realtà provinciale che le sta fin troppo stretta.
In questo film – la cui storia è liberamente tratta dalla vita della stessa Greta Gerwig – Jake McDorman intepreta un ruolo secondario ma non per questo meno importante. In un’intervista a Dujour, l’attore ha dichiarato di sentirsi molto vicino al personaggio di Lady Bird e alla stessa regista.
“Dal momento in cui ho letto lo scrip ho capito che era qualcosa di speciale […] La mia generazione e quella di Greta erano alla disperata ricerca di un’identità e volevano essere parte di qualcosa di grande”. [fonte: Dujour]
Jake McDorman serie tv
5. Parallelamente alla sua carriera cinematografica, Jake McDorman comincia la sua scalata anche sul piccolo schermo. Nei primi anni duemila, infatti, vediamo l’attore texano impegnato con ruoli minori o comparsate in alcune delle più famose serie tv dell’epoca. Tra queste ricordiamo Run of The House (2003), Give Me Five (2004-2005), CSI: Miami (2006), Cold Case – Delitti Irrisolti (2007) e molti altri ancora.
Tra le comparsate più famose ricordiamo quella di Jake McDorman in Dr. House – Medical Divisione. L’attore ha preso parte all’episodio 2×16, dal titolo Safe (in italiano Al Sicuro), andato in onda nel 2006. In questa puntata Melinda (Michelle Trachtenberg), dopo aver subito sei mesi prima un trapianto di cuore, viene portata in ospedale in preda a un violento shock anafilattico. Nonostante sia tenuta in una camera quasi sterile e controllata a vista dalla madre, Melinda continua ad avere queste crisi ed è compito di House e del suo team scoprirne la causa prima che sia troppo tardi.
Nell’episodio 2×16 Safe, Jack McDorman interpreta il ruolo di Dan, il fidanzato di Melinda che si intrufola di notte nella stanza della ragazza, rinchiusa in casa dalla madre. Sarà proprio grazie ai racconti delle scappatelle notturne dei due ragazzi che i medici di Melinda riusciranno ad arrivare a un diagnosi.
Jake McDorman in Greek – La Confraternita
4. A lanciare il talento televisivo di Jake McDorman è sicuramente la serie tv Greek – La Confraternita, andata in onda dal 2007 al 2011 per 4 stagioni e 74 episodi. La serie, trasmessa dalla ABC Family e da b, racconta delle vicende di una matricola che sogna di entrare a far parte di una famosa confraternita studentesca.
Rusty Cartwright (Jacob Zachar) è al suo primo anno alla Cyprus-Rodhes University, lo stesso college frequentato da sua sorella maggiore Casey (Spencer Grammar), decisa a tenere il fratello alla larga per non rovinare la sua reputazione. Mentre Casey, infatti, è estremamente popolare, Rusty è il tipico secchione a cui tutti stanno alla larga, compresa sua sorella il lizza per la carica di presidente della sua confraternita, la ZBZ (Zeta Beta Zeta).
Convinto di aiutare la sua fidanzata Casey, Evan Chambers (Jake McDorman), presidente della ΩΧΔ (Omega Chi Delta), offre un posto a Rusty che però il ragazzo rifiuta. Durante le sue prime settimane al campus, infatti, Rusty scopre che Evan tradisce sua sorella Casey regolarmente ed è deciso a smascherare il suo gioco.
A salvare il destino di Rusty al campus ci pensa Cappie (Scott Michael Foster), ex ragazzo di Casey nonché presidente della ΚΤΓ (Kappa Tau Gamma), una delle confraternite più pazze del college. Cappie offre a Rusty un posto nella Kappa Tau con l’intento di aiutare il ragazzo ad ambientarsi al college e di riavvicinarsi così a Casey.
Jake McDorman in Shameless
3. La carriera televisiva di Jake prosegue con un’altra grande serie tv, diventata un cult della televisione americana. Nel 2013 l’attore viene ‘castato’ per un ruolo secondario nella famosa serie Shameless, ideata da Paul Abbott.
La serie, racconta della vita di una sfortunata famiglia di un quartiere malfamato di Chicago. I Gallagher sono una famiglia molto povera e disfunzionale che combatte tutti i giorni con miseria, alcolismo e tossicodipendenza. A capo dei Gallagher c’è Frank (William H. Macy), drogato e alcolizzato, e che passa la maggior parte del suo tempo a ubriacarsi ni bar invece di occuparsi dei suoi sei figli.
Jake McDorman in Shamelessinterpreta Mark Pratt, capo di Fiona (Emmy Rossum) e suo fidanzato nella terza stagione della serie. Il personaggio di Mark Pratt compare in un arco di dieci episodi, andati in onda dal 2013 al 2014, dalla 3×09 “Frank the Plumber” alla 4×06 “Iron City”.
Jake McDorman in Limitless
2. A due anni da Shameless, Jake torna in tv ma stavolta con una serie che lo vede finalmente nei panni del protagonista. Stiamo parlando della serie Limitless, ideata da Craig Sweeny per la CBS e tratta dal romanzo Territori Oscuri di Alan Glynn.
La serie – considerata come un sequel dell’omonimo film del 2011 con Bradley Cooper – racconta la storia di Bryan Finch (Jake McDorman), un ragazzo ordinario che sviluppa capacità straordinarie. Dopo aver vissuto i primi trent’anni della sua vita da mediocre, fallendo in ogni cosa, per Bryan arriva finalmente la svolta. Un suo vecchio amico di scuola, incontrato per caso per strada, lo introduce a una nuova sostanza stupefacente chiamata NZT.
Questa droga, a differenza delle altre, ha il potere di sovrastimolare il cervello umano aumentando le capacità intellettive della persona che la assume. In poche parole, basta una semplice pillola trasparente di NZT per diventare la persona più intelligente al mondo. Ma come spesso accade, c’è sempre un lato negativo. Gli effetti collaterali di questa droga sono devastanti per il corpo umano che non può assumerla in eterno senza deteriorarsi lentamente.
Durante la sua prima esperienza con l’NZT, Bryan resta coinvolto in un’indagine dell’FBI ma, grazie all’aiuto dell’agente Rebecca Harris (Jennifer Carpenter), viene presto scagionato. I federali quindi decidono di assumere Bryan come consulente a patto che continui a utilizzare quella droga e metta le sue capacità al servizio della legge.
La serie, nonostante il suo incredibile protagonista e i camei di Bradley Cooper, è stata purtroppo cancellata dalla CBS dopo una sola stagione di 22 episodi.
Jake McDorman Instagram
1. Grazie ai suoi ultimi ruoli in serie tv e film di successo, Jake McDorman oggi sembra essere al lavoro su nuovi interessanti progetti che dovrebbero arrivare a partire dal prossimo anno.
Tra questi il più importante è sicuramente The Right Stuff (in italiano Talenti Spaziali), serie tv prodotta da Disney e National Geographic. Ispirata all’omonimo libro del 1979 di Tom Wolfe, la serie racconta la storia degli astronauti selezionati dalla NASA nel 1960 per partecipare al Progetto Mercury.
Il progetto Mercury è stato il primo programma di volo spaziale umano degli Stati Uniti, dal 1958 al 1963. L’obiettivo di questo programma era di lanciare per la prima volta l’uomo in orbita attorno alla Terra e riportarlo in sicurezza, prima dell’Unione Sovietica. Il gruppo di astronauti, chiamato Mercury Seven, era formato da Scott Carpenter, Gordon Cooper, John Glenn, Gus Grissom, Wally Schirra, Alan Shepard e Deke Slayton.
La serie ripercorre tutte le tappe della missione della NASA e vanta nel suo cast, oltre a Jake McDorman, anche Patrick J. Adams, James Lafferty, Aaron Staton, Colin O’Donoghue e molti altri ancora. The Right Stuff (Talenti Spaziali) sarà disponibile a partire dal 9 ottobre 2020 solo sulla piattaforma streaming di Disney Plus.
Se volete essere sempre informati sulla vita privata e professionale di Jake McDorman, vi consigliamo di seguire il suo account Instagram, costantemente in aggiornamento.
Arriva dal The Hollywood Reporter la notizia che l’attore e astro nascente Aldis Hodge si è unito al cast di Black Adam, il film dell’UNIVERSO DC di Warner Bros prodotto da New Line Cinema. L’attore fattosi notare per i suoi ruoli in Straight Outta Compton; Jack Reacher: Never Go Back; The Invisible Man, è stato ingaggiato per interpretare Carter Hall.
Carter Hall, alias il supereroe perennemente reincarnato Hawkman e sarà anche un membro chiave della Justice Society of America, che avrà un ruolo significativo da svolgere nel prossimo film campione d’incassi dei supereroi DC Comics del 2021 con Dwayne Johnson (Red Notice; Fast & Furious Presents: Hobbs & Shaw; Jumanji: The Next Level ) nel ruolo di protagonista.
A far parte di Black Adam ci sarà anche il promettente Noah Centineo (Charlie’s Angels ; To All The Boys I’ve Loved Before; Masters of the Universe ), che interpreterà il suo compagno di squadra Atom Smasher. Ulteriori ruoli principali di Doctor Fate e Cyclone sono ancora in fase di casting, quindi ci aspettiamo di ricevere ulteriori notizie su questo fronte in un futuro non troppo lontano.
Black Adam sarà diretto da Jaume Collet-Serra (Jungle Cruise; The Commuter ) e si baserà su una sceneggiatura scritta da degli Adam Sztykiel ( Rampage; Scoob! ), riscritta da Rory Haines e Sohrab Noshirvani. Black Adam è attualmente previsto per arrivare sale cinematografiche il 22 dicembre 2021, ma con la produzione che improbabile che inizi fino all’inizio del prossimo anno, quella data di uscita è molto probabile possa cambiare.
La produzione dell’attesissima Justice League Snyder Cut è in totale fermento e secondo il report del The Hollywood Report il regista Zack Snyder ha ottenuto l’ok per ritornare sul set ad ottobre con l’intero main cast. Tra le cose però che affascinano ci sono alcuni dettagli rivelati, come ad esempio il budget, che attualmente si aggirerebbe ad una cifra di 70 milioni di dollari. Inoltre le riprese aggiuntive trasformeranno la “Snyder Cut” in una serie limitata di quattro episodi, che dovrebbero riportare Ben Affleck nei panni di Batman, Henry Cavill nei panni di Superman e Gal Gadot nei panni di Wonder Woman per nuove scene. Anche Ray Fisher nei panni di Cyborg è pronto a riprendere il ruolo per quello che dovrebbe essere una serie di riprese di una settimana o più. Anche se va detto che al momento non c’è nessuna conferma ufficiale in merito al ritorno di tutti gli attori.
Per quanto riguarda il personaggio di Cyborg, sempre grazie alla fonte apprendiamo che Fisher sarebbe in trattative per un’apparizione in The Flash di Andy Muschietti. Pare che le trattative siano adesso in una fase di stallo per questioni puramente economiche, legate al ruolo che Cyborg avrebbe dovuto avere nella storia e allo screen time che sarebbe stato dedicato al personaggio: inizialmente Cyborg doveva avere un ruolo di rilievo nel film, ma in seguito la sua apparizione sarebbe stata ridotta soltanto a tre scene.
Vi ricordiamo che la Snyder Cut di Justice League uscirà nel 2021 sulla piattaforma streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori notizie.
Nata in Italia, l’attrice Greta Scacchi ha avuto modo di perseguire una carriera internazionale, comparendo in noti film e al fianco di celebri colleghi. Dagli anni Ottanta ad oggi, ha infatti dato prova di grande versatilità destreggiandosi con naturalezza tra generi e personaggi molto diversi. Non le sono poi mancati anche ruoli in apprezzati film italiani, che le hanno permesso di ottenere popolarità anche nel proprio paese d’origine.
Ecco 10 cose che non sai di Greta Scacchi.
Greta Scacchi: i suoi film e le serie TV
10. Ha recitato in noti film internazionali. L’attrice debutta al cinema nel 1982 con il film La moglie… gli uccelli, per poi acquistare notorietà grazie a Coca Cola Kid (1985), Good Morning Babilonia (1987), La donna della luna (1988), Presunto innocente (1990), con Harrison Ford, I protagonisti (1992), Emma (1996), Il ronzio delle mosche (2003), Beyond the Sea (2004), di Kevin Spacey, Flightplan – Mistero in volo (2005), L’amore nascosto (2007), con Isabelle Huppert, Ritorno a Brideshead (2008), Un altro mondo (2010), La tenerezza (2017), con Micaela Ramazzotti, La ragazza nella nebbia (2017), Operation Finale (2018), conOscar Isaac, Un viaggio indimenticabile (2018) e Waiting for the Barbarians(2019), conJohnny Depp.
9. È nota anche per i suoi ruoli televisivi. Parallelamente all’attività per il cinema, l’attrice non ha mancato negli anni di prendere parte anche a diverse produzioni televisive. Tra le prime e più celebri si ricordano il film Rasputin – Il demone nero (1997), e le serie Waterfront (1984), L’Odissea(1997), dove interpretava Penelope, e Daniel Deronda (2002). In seguito ha poi recitato in alcuni episodi delle serie Broken Trail – Un viaggio pericoloso (2006), Miss Marple (2006), Incubi e deliri (2006), Poirot (2013), A.D. – La Bibbia continua (2015), Guerra e pace (2016) e Versailles (2017). Nel 2018 ha invece interpretato Lady Jane Franklin nella prima stagione di The Terror.
8. Ha ottenuto importanti riconoscimenti. Nel corso della sua carriera l’attrice è stata in grado di conquistare critica e pubblico grazie ad alcune sue note interpretazioni. In particolare, una delle sue più apprezzate è quella nel film televisivo Rasputin – Il demone nero. Per questo titolo venne infatti nominata al Golden Globe come miglior attrice non protagonista, mentre vinse l’Emmy Awards nella medesima categoria. Per Broken Trail è invece stata candidata nuovamente a tale premio, a cui si è aggiunta una candidatura agli Screen Actors Guild Awards come miglior attrice protagonista.
Greta Scacchi, Vincent D’Onofrio e la figlia
7. Ha conosciuto l’attore sul set. Nel 1991 l’attrice aveva da poco iniziato ad ottenere popolarità, e venne chiamata a recitare per il film Ardore, dove conosce l’attoreVincent D’Onofrio, celebre per aver recitato in Full Metal Jacket. In breve, i due intraprendono una relazione, arrivando poi recitare nuovamente in Il sale sulla pelle, dove lei interpreta George McEwan, una giovane attratta da un pescatore scozzese di nome Gavin McCall, interpretato da D’Onofrio. La relazione tra i due aiutò certamente a dar vita all’intenso rapporto amoroso dei due personaggi protagonisti.
6. Hanno avuto una figlia. La relazione tra i due attori non è durata molto. D’Onofrio e la Scacchi sono stati insieme soltanto dal 1991 al 1993. Non sono noti i motivi della loro separazione, ma è noto che dal loro amore nacque nel 1992 la figlia Leila George. Questa è oggi nota per essere la fidanzata dell’attore Sean Penn, da lei conosciuto nel 2016 in seguito ad un lavoro comune. Nonostante i genitori si siano separati quando lei era ancora piccola, sono comunque rimasti in buoni rapporti per poterla crescere nel migliore dei modi.
Greta Scacchi e Carlo Mantegazza
5. Ha un nuovo compagno. Dalla fine degli anni Novanta, l’attrice ha una relazione con Carlo Mantegazza, da cui ha avuto un secondo figlio nel 1998, chiamato Matteo. I due sono stati sempre piuttosto riservati circa la loro vita privata, e per evitare ulteriori intromissioni da parte dei media sono andati a vivere in Australia, dove la Scacchi era cresciuta insieme alla madre e al compagno di lei. Ad oggi sembra che la relazione con Mantegazza prosegua tranquillamente, ma non è possibile ritrovare particolari novità riguardo ai due.
Greta Scacchi non è su Instagram
4. Non possiede un profilo personale. Molti fan dell’attrice hanno più volte provato a cercarla sui social network, in particolare Instagram, molto frequentato dalle celebrità. Tuttavia, la Scacchi ha in più occasioni affermato di non possedere un proprio profilo su tale piattaforma, non apprezzando il suo funzionamento né l’esposizione mediatica che porta con sé. Risulta perciò difficile per i fan dell’attrice poter ottenere novità sulla sua vita privata o lavorativa. Molti attori utilizzano infatti Instagram per promuovere i propri lavori e tenere aggiornati i propri follower riguardo questi. Con la Scacchi ciò non è invece possibile, ed è necessario ricercare altrove tali informazioni.
Greta Scacchi in Versailles
3. Ha interpretato uno dei personaggi principali. Nella serie Versailles, incentrata sulla figura di re Luigi XIV di Francia, la Scacchi ha recitato nel ruolo di Madeleine de Foix. Questa compare nel corso della seconda stagione, e si afferma come uno dei personaggi principali più affascinanti. L’attrice è stata in particolare lodata per la sua grande presenza scenica, e i fan sono rimasti piuttosto delusi nel non vederla tornare anche nella terza stagione. La serie è comunque disponibile sulla piattaforma Netflix, e sarà così possibile rivederla ogni volta che lo si vorrà.
Greta Scacchi nel 2020
2. Sarà tra i protagonisti di un film horror. Negli ultimi anni l’attrice sembra aver ripreso a recitare per il grande schermo con maggior frequenza. Sono infatti diversi i titoli per il cinema che l’hanno vista recitare in ruoli di rilievo. Attualmente, la Scacchi è al lavoro sul suo nuovo progetto cinematografico. Si tratta del film horror intitolato Shepherd, di cui non è però stata resa nota la trama. Qui l’attrice reciterà nel ruolo di Glenys Black, in un cast di giovani attori. Il film, che si trova attualmente in fase di post-produzione, dovrebbe trovare distribuzione per i primi mesi del 2021.
Greta Scacchi: età e altezza
1. Greta Scacchi è nata a Milano, Italia, il 18 febbraio del 1960. L’attrice è alta complessivamente 173 centimetri.
Warner Bros Home Entertainment Italia per la collana Titans of cult ha reso disponibile per l’home video 2001 – Odissea nello Spazio. Il folgorante successo di Stanley Kubrick, vincitore di un Premio Oscar, è un dramma suggestivo dell’uomo contro la macchina, un’incredibile fusione di musica e movimento. Kubrick (che ha scritto la sceneggiatura insieme ad Arthur C. Clarke) inizia dai nostri antenati preistorici, poi attraversa i millenni (con uno dei jump cut più strabilianti della storia del cinema) no allo spazio colonizzato per poi scaraventare l’astronauta Bowman (Keir Dullea) nelle profondità ignote dello spazio, forse addirittura verso l’immortalità. “Apri la saracinesca esterna HAL”. E che abbia inizio un incredibile viaggio senza precedenti.
l’incredibile edizione da collezione presenta inoltre oltre al film 2001: Odissea nello Spazio in edizione Steelbook da collezione (4K ULTRA HD: 3 DISCHI 4K UHD, BLU-RAY E BLU-RAY BONUS DISC), un’esclusiva spilletta smaltata e in ‘patch’ in tessuto per i più appassionati. Da segnalare invece che l’audio è quello restaurato e remixato in 5.1 e l’audio originale dell’edizione cinematografica del 1968 adattato pr il 5.1.
Estremamente ricco di contenuti è invece il disco bonus che contiene contenuti speciali davvero degni di nota come il commento di Keir Dullea e Gary Lockwood. Il documentario di Channel Four 2001: the making of a Myth. Corredati ci sono ben 4 inserti speciali: Sulle spalle di Kubrick: l’eredità di 2001 – Visioni di un futuro passato: un film profetico – Uno sguardo oltre il futuro – cosa c’è lassù ?. Infine 2001: effetti speciali e progetto grafico e look Stanley Kubrick.
Sarà un’edizione ibrida quella del Carbonia Film Festival 2020, che in un anno così particolare non rinuncia a presentare il meglio della produzione cinematografica internazionale dedicata alle tematiche di lavoro e migrazioni. In programma dal 6 all’11 ottobre, accanto ai consueti appuntamenti cittadini, il Carbonia Film Festival metterà a disposizione la propria programmazione gratuitamente online su tutto il territorio nazionale.
Da oggi la piattaforma streaming del Carbonia Film Festival è disponibile all’indirizzo online.carboniafilmfest.org con tutto il programma del festival. Ancora una volta saranno due le sezioni competitive, dedicate rispettivamente ai lungometraggi e cortometraggi che meglio hanno saputo raccontare i temi cardine della manifestazione, declinati nelle maniere più disparate. Tutti i film del Carbonia Film Festival saranno disponibili gratuitamente sulla piattaforma streaming. L’accesso è molto semplice, per poter vedere i film è necessaria una registrazionecon indirizzo mail e password.
“In questo 2020 fatto di incertezze e di scenari inediti, le sezioni competitive del Carbonia Film Festival porteranno in Italia in prima nazionale quanto di meglio il nuovo cinema d’autore internazionale ha prodotto nell’ultimo anno. 16 film a nostro avviso assolutamente imperdibili per una selezione compatta e di alto profilo che, come nostra tradizione, concilia l’ancoramento ai temi che da sempre caratterizzano la nostra manifestazione con una ricerca attenta sui nuovi talenti del cinema mondiale” dichiara il direttore del CFF, Francesco Giai Via “Grazie poi alla nostra piattaforma streaming finalmente potremo mostrare la nostra selezione anche al di fuori dei confini isolani, permettendo così al pubblico di tutta Italia di apprezzare un lavoro di programmazione fatto con attenzione e da sempre improntato alla qualità non solo cinematografica, ma anche politica e umana”
Otto saranno i titoli del Concorso Internazionale Lungometraggi, per un vero e proprio viaggio attraverso le culture e le contraddizioni della nostra contemporaneità.
C’è l’America di BLOODY NOSE, EMPTY POCKETS di Bill e Turner Ross, i gemelli prodigio del documentario targato Usa, che costruiscono un mosaico di vite nel corso dell’ultima notte alcolica in un bar di Las Vegas prima della chiusura definita. Presentato all’ultimo Festival di Berlino e acclamatissimo anche al Sundance, il film è stato girato durante le ultime fasi della campagna elettorale che ha portato all’elezione di Trump e racconta perfettamente uno spaccato di vita americana. E poi la Colombia di LOS CONDUCTOS di Camilo Restrepo, vincitore del premio per la Miglior Opera Prima all’ultimo Festival di Berlino, storia di un uomo in fuga da una setta che, nel tentativo di ritornare a una vita normale, è costretto a confrontarsi con i fantasmi del passato per un racconto fantastico sulla strumentalizzazione della religione e della violenza. Il confronto tra cultura ancestrale e modernità è centrale, seppur con linguaggi e storie completamente differenti, in due pellicole del concorso: MOGUL MOWGLI di Bassam Tariq che vede Riz Ahmed (Venom, The Night of) nei panni di Zed, un giovane rapper britannico trasferito a New York che alla vigilia del suo tour mondiale scopre di essere affetto da una malattia autoimmune che lo costringe a tornare a casa dalla sua famiglia in un costante dissidio tra desiderio di carriera e rispetto delle tradizioni, e DAYS OF CANNIBALISM di Teboho Edkins, documentario che è una sorta di western contemporaneo sulla globalizzazione capitalista e la presenza economica cinese nel mercato del bestiame in Africa, in uno scontro tra tradizioni locali e supremazia economica. Pellicola al femminile è WORKING GIRLS di Anne Paulicévich e Frédéric Fonteyne, storia di tre donne francesi unite da un crimine, tre eroine del quotidiano che conducono una doppia vita per sbarcare il lunario e che ogni mattina si ritrovanoin un parcheggio per attraversare insieme il confine e raggiungere il bordello in cui prende vita la loro seconda identità. Anche OVERSEAS di Sung-a Yoon offre uno sguardo sulla condizione femminile, con un documentario girato all’interno di un centro di formazione ai lavori domestici nelle Filippine, che racconta la vita di queste donne disposte ad abbandonare talvolta per sempre il loro paese. Trova spazio anche la commedia, con l’esordio dell’indiano Prateek Vats, EEB ALLAY OOO, una riuscita satira sulla condizione dei migranti attraverso le vicissitudini del protagonista, ingaggiato per scacciare le scimmie fastidiose di Nuova Delhi fuori dagli edifici governativi, riuscendo con umorismo a raccontare le dinamiche di potere nella capitale indiana. Chiude la selezione EUROPA “BASED ON A TRUE STORY” di Kivu Ruhorahoza, una storia d’amore che rispecchia le tensioni sociali e razziali in Gran Bretagna e in Europa, in cui la finzione narrativa si alterna ad immagini di scontri sociali e manifestazioni per le strade di Londra. Girato prima del voto alla Brexit, il film offre una visione dello stato socio-politico della città documentando tensioni legate all’immigrazione e violenze che negli ultimi mesi hanno portato alla nascita del movimento Black Lives Matter.
Saranno otto anche i film del Concorso Internazionale Cortometraggi, che completano il viaggio ideale della selezione del Festival 2020, in un percorso che va dai Paesi Arabi attraverso l’Europa, passando per l’Africa fino a Buenos Aires.
Mahdi Fleifel con 3 LOGICAL EXITS torna in Libano, dopo il suo lavoro precedente, per far visita ad un amico in un campo profughi, compiendo una riflessione sociologica sulle scelte dei giovani palestinesi che ci vivono. Anche THE BLUE STAR di Valentin Noujaïm è la storia di un uomo libanese, stanco di sentirsi straniero, che implora il cielo affinché lo aiuti a trovare il proprio posto nel mondo. Vincitore del Gran Premio della Giuria al Sundance 2020, SO WHAT IF THE GOATS DIE di Sofia Alaoui segue il giovane pastore Abdellah che vive in alta montagna con il padre. Per far fronte ad un’epidemia di capre, Abdellah deve raggiungere il villaggio più vicino, dove scopre che si sono verificati strani fenomeni soprannaturali. Riflette sul potere della voce individuale e collettiva SOUTH di Morgan Quaintance, prendendo come spunto di partenza due movimenti di protesta antirazzisti e antiautoritari nel sud di Londra e nel South Side di Chicago. GENIUS LOCI, animazione diretta da Adrien Mérigeau, segue la giovane Reine attraverso il caos urbano di una città notturna. Realizzato intrecciando estetiche differenti, questo lavoro prodotto su carta con inchiostro e acquerello ha richiesto oltre tre anni di lavorazione. Il risultato è un lavoro delicato fatto di animazioni fluide. Mark Metcalf, noto per i celebri villain e i caratteri autoritari che ha interpretato nella sua carriera sia al cinema che in tv, da Animal House a Buffy l’Ammazzavampiri, è il protagonista di CHARACTER. In questo corto la regista Vera Brunner-Sung offre uno sguardo critico dell’attore che riflette sulla sua carriera e sul concetto di potere. La cultura musicale come collante tra le persone è al centro di SALSA di Igor Dimitri, il racconto di un normale pomeriggio nel salone di un parrucchiere dominicano a Buenos Aires, dove clienti, artisti, attori e cantanti si incontrano a ritmo di musica. Ultimo dei corti in concorso èTHE NAMES HAVE CHANGED, INCLUDING MY OWN AND TRUTHS HAVE BEEN ALTERED in cui Onyeka Igwe cerca di ricostruire la storia di suo nonno a partire dal materiale trovato negli archivi personali, coloniali e televisivi della Nigeria, alla ricerca di una verità che, come suggerisce il titolo del film, può essere modificata.
Ancora prima che diventassero il superteam più popolare al mondo grazie al MCU, gli Avengers erano già il più grande gruppo dell’Universo Marvel grazie ai fumetti. Tuttavia, nel corso degli anni si è sempre discusso se gli X-Men fossero altrettanto importanti quanto i Vendicatori, essendo anche loro una delle squadra più popolari in circolazione. Sulla scia dell’imminente introduzione dei mutanti nell’Universo Cinematografico Marvel, CBR.com ha stilato una lista di 10 grandi membri degli X-Men che sarebbe perfetti per il team degli Avengers.
Gambit
Gambit è uno di quei personaggi che non sembra avere molto a che fare con i Vendicatori, e per molto tempo sembrava fosse davvero così. Gambit è sempre stato un personaggio abbastanza stereotipato, un tipico ragazzaccio degli anni ’90 che si faceva beffe dell’autorità e in genere creava sempre problemi alla X-Mansion. Tuttavia, nel corso degli anni, Gambit è cresciuto molto ed oggi si adatterebbe perfettamente agli eroi più potenti della Terra.
Ha l’esperienza e l’abilità necessarie per diventare un grande Vendicatore e ha anche imparato a prendere ordini nel corso degli anni. Il suo set di poteri lo renderebbe una grande risorsa in qualsiasi battaglia in cui si trovassero coinvolti i Vendicatori.
M
Monet St. Croix è uno dei giovani X-Men più potenti che si sia unito alla squadra nel corso degli anni. A partire da “Generation X”, M ha sostenuto il suo atteggiamento altezzoso e superiore con poteri incredibili: volo, super forza, invulnerabilità, poteri psionici e tanto altro ancora. Poteva anche unirsi alle sue sorelle gemelle per assumere altre forme e poteva anche lei stessa assumere la forma di Penance, con la pelle simile a quella di un diamante e gli artigli affilati.
M è cresciuta molto da quando era un’adolescente ed è ora una risorsa preziosa per qualsiasi X-team in cui viene coinvolta. Il personaggio è più che semplice giocatore all’interno di una squadra e con il suo set di poteri sarebbe davvero un grande Vendicatore.
Uomo Multiplo
Uomo Multiplo è un altro X-Men che ha subito enormi cambiamenti nel corso degli anni. Sebbene possa assumere ancora un atteggiamento alquanto impertinente riguardo alle cose, è passato dall’essere un ragazzo sullo sfondo degli avvenimenti che si perde in battute all’essere un leader di squadra ed un grande detective, usando i suoi seguaci per una varietà di funzioni oltre che come semplice esercito per sopraffare i suoi avversari.
Uomo Multiplo, che nel corso della sua storia è stato anche il leader della X-Factor, può tranquillamente prendere il comando se le cose vanno male, ma è anche abbastanza intelligente da sapere quando prendere ordini. I suoi doppi gli concedono anche molta utilità, rendendolo perfetto per tutti i tipi di ruoli all’interno di una squadra.
Polaris
Polaris è sempre stata all’ombra: che si tratti del fidanzato Havok o di suo padre Magneto, è sempre stata definita dagli uomini della sua vita. Tuttavia i suoi poteri magnetici, sebbene non così grandi come quelli di suo padre, la rendono un eroe davvero potente, pronta per il “suo grande momento” ormai da anni.
Unirsi ai Vendicatori le permetterebbe di allontanarsi da tutte le persone che l’hanno messa in ombra e le darebbe la possibilità di entrare finalmente in azioni grazie a quello che sa fare meglio: in questo caso, usare i suoi poteri per aiutare gli eroi più potenti della Terra.
X-23
Clone di Wolverine, X-23 una volta era un membro dell’Accademia dei Vendicatori. Ha inoltre un legame con Logan, cosa che potrebbe garantirle una buona parola con il suo amico Capitan America. Inoltre, X-23 si è dimostrata brava al pari di Wolverine, mostrando agli eroi dell’Universo Marvel cosa era in grado di fare.
Diventare un Avenger sarebbe un altro fiore all’occhiello, un altro grande passaggio per la già stellare carriera da supereroe di X-23. Le consentirebbe anche di entrare in possesso di una posizione privilegiata, dal momento che tra gli X-Men ci sono comunque diversi mutanti con fattori di guarigione.
Nightcrawler
Nightcrawler ha superato molte avversità per diventare uno dei migliori X-Men in circolazione. Abile combattente acrobatico con pochi eguali, Nightcrawler è anche uno dei membri più gentili e puri della squadra. Sotto il suo aspetto demoniaco batte il cuore di un vero eroe, uno che non si fermerà davanti a nulla pur di salvare la vita degli innocenti.
Come Avenger, Nightcrawler porterebbe al team un set di abilità unico – i Vendicatori non hanno mai avuto molti teletrasportatori – che darebbe loro nuove opzioni di combattimento. L’entusiasmo di Nightcrawler per il suo status di eroe che proteggere gli innocenti, gioverebbe senza dubbio alla squadra e lo aiuterebbe anche a fronteggiare le minacce più grandi.
Colosso
Tra i membri più forti degli X-Men, Colosso ha la capacità di trasformarsi in acciaio organico, cosa che lo rende uno dei più grandi punti di forza di una squadra: è un carro armato in tutti i sensi. È stato un eroe per molto tempo, ha sopportato tutti i tipi di prove e tribolazioni, ma non ha mai perso il senso del bene e del male. Colosso è un vero eroe.
È proprio quella natura eroica che lo rende un Vendicatore ideale. La sua capacità di subire e infliggere enormi quantità di danni gli renderebbe giustizia, senza dimenticare le cosiddette fasi intangibili che lo renderebbero davvero un grande Vendicatore.
Iceman
Tanto per essere chiari, Iceman è uno dei mutanti più potenti sulla faccia della Terra. La sua criocinesi gli consente una vasta gamma di opzioni, sia per il combattimento che per proteggere gli innocenti. Sebbene sia un po’ un fanatico del campo di battaglia, ha anche agito in qualità di supereroe per gran parte della sua vita, dimostrandosi molto bravo.
Iceman ha più esperienza come supereroe di qualsiasi membro degli Avengers. Gli X-Men si allenano religiosamente e Iceman lo fa da anni, affinando i suoi poteri e abilità. È un burlone ma sa come prendere gli ordini ed è ora che abbia la possibilità di brillare su un palco più grande.
Jean Grey
Jean Grey porta molto all’interno di questa discussione. È uno degli X-Men più potenti, con vaste capacità telepatiche e telecinetiche. È un esempio di virtù e di cosa significa essere davvero un mutante. È stata la prima studentessa di Xavier ed è ancora una delle sue allieve più potenti. È fondamentalmente la donna perfetta… anche se non bisogna darle mai troppo filo da torcere.
Jean Grey darebbe ai Vendicatori qualcosa che non hanno mai veramente avuto: un grande talento psionico. Unendosi alla squadra, potrebbe diventare automaticamente uno dei membri più potenti. È anche una professionista comprovata, un personaggio che sicuramente merita la possibilità di essere parte della squadra più grande di tutte.
Ciclope
Ciclope è sempre stato uno degli X-Men più importanti di tutti. Eppure, non ha mai ricevuto abbastanza credito per quanto è bravo nei panni dell’eroe. Uno dei migliori leader in azione nell’Universo Marvel, Ciclope combina le sue abilità tattiche con una volontà indomabile, e spesso ha tirato fuori la squadra da alcune delle peggiori situazioni mai affrontate nei fumetti.
Ciclope e i Vendicatori non hanno sempre avuto un ottimo rapporto, ma se c’è un X-Men che merita la possibilità di unirsi alla grande squadra, quello è certamente lui. È uno dei migliori e lo è da molto tempo. Siamo certi che combatterebbe in modo straordinario al fianco degli eroi più potenti della Terra.
Sedicicorto Forlì International Film Festival, in programma dal 2 all’11 ottobre annuncia l’offerta streaming disponibile sul canale dedicato di MyMovies.it. Nel frattempo, gli abbonamenti per assistere agli eventi live alla Sala San Luigi sono già quasi sold out.
Su MyMovies.it sarà possibile accedere a cinque sale virtuali, i cui nomi sono stati scelti per omaggiare il Maestro Federico Fellini nel centenario della sua nascita. La Sala Roma è dedicata alla sezione Movie, ovvero il concorso internazionale. A CortItalia, il concorso per le produzioni italiane, è riservata la Sala Amarcord. Animalab, la competizione per i cortometraggi animati, avrà come luogo virtuale deputato la Sala Fellini. Sala Casanova sarà il palcoscenico di CortInLoco, il concorso per le produzioni realizzate in Emilia Romagna. Infine, la Sala Giulietta sarà dedicata a una selezione dei cortometraggi animati per gli spettatori più piccoli, opere che hanno fatto parte della 10° edizione di Animare Cartoon Film Festival.
Un’offerta ricchissima di cortometraggi tutti disponibili per il periodo del festival per chi si collega dall’Italia e con un’ampia selezione disponibile anche per chi risiede fuori dai confini nazionali. Sedicicorto abbatte le frontiere per dieci giorni, offrendo ai cinefili appassionati di cinema breve una selezione di alto livello della produzione degli ultimi dodici mesi, con molte opere premiate nei più importanti festival del mondo.
Tre le tipologie di abbonamento: BASIC, SOSTENITORE e PARTNER. Per acquistare l’accredito:
Palm Springs di Max Barbakow sarà presentato alla quindicesima edizione della Festa del Cinema di Roma. Il primo lungometraggio di finzione del regista e scrittore californiano arriva alla Festa dopo un sorprendente esordio negli Stati Uniti, forte del successo di critica e pubblico raccolto in occasione del Sundance Film Festival. Il film segue le vicende di due sconosciuti che si incontrano casualmente nel corso di un matrimonio a Palm Springs: le cose si complicano quando lo spensierato Nyles e la riluttante damigella d’onore Sarah restano bloccati in un loop temporale, impossibilitati a scappare dal ricevimento, da sé stessi e, soprattutto, l’uno dall’altra.
La quindicesima edizione della Festa del Cinema di Roma si svolgerà da 15 al 25 ottobre 2020 presso l’Auditorium Parco della Musica. La manifestazione, con la direzione artistica di Antonio Monda, è organizzata dalla Fondazione Cinema per Roma presieduta da Laura Delli Colli, Direttore Generale Francesca Via.
Oltre ad essere una delle pellicole più iconiche del cinema degli anni ’90, Forrest Gump è anche annoverato tra i ruoli più amati di Tom Hanks, che di fatto riuscì a conquistare per quell’interpretazione il suo secondo Oscar come migliore attore protagonista nel 1995, eguagliando un record detenuto nella storia soltanto dall’iconico Spencer Tracy: riuscire a vincere due Oscar al migliore attore consecutivamente (già l’anno precedente infatti, nel 1994, Hanks era stato premiato per Philadelphia).
Adesso, è stato lo stesso attore a rivelare un dettaglio alquanto particolare sul film di Robert Zemeckis, a dimostrazione di quanto il progetto fosse davvero importante per entrambi. Il dettaglio in questione fa riferimento ad una memorabile scena del film: svegliatosi e resosi conto della fuga della sua amata Jenny, Forrest si alza ed inizia a correre, partendo da casa sua e arrivando fino alla fine della strada, poi della città, poi dell’Alabama; corre quindi fino all’oceano Pacifico e poi indietro fino a quello Atlantico, suscitando l’attenzione mediatica e l’ammirazione della gente.
Ebbene, come rivelato da Tom Hanks in una recente intervista con Graham Bensinger, quella scena non sarebbe neanche dovuta esistere. A quanto pare la Paramount Pictures non aveva intenzione di stanziare fondi per la sua realizzazione, mentre Zemeckis riteneva che la scena in questione fosse di vitale importanza ai fini della storia. Per questo motivo – come spiegato proprio da Hanks -, sono stati lui e Zemeckis a mettere a disposizione dei soldi per realizzare la sequenza. Di seguito le dichiarazioni complete dell’attore:
“Lo studio disse semplicemente: ‘Non possiamo affrontare economicamente la corsa interstatale, non puoi girarla’. E Bob Zemeckis disse: ‘È una parte del film troppo importante, non posso toglierla. Dobbiamo trovare un modo per far funzionare la cosa economicamente’. Ma loro continuavano a dire di no. Venni a sapere della cosa e rimasi spiazzato, perché Bob mi disse: ‘C’è questa corsa che costerà X dollari. Io e te ci accolleremo la spesa e la recupereremo’. Dicemmo allo studio che avremmo recuperato la cifra, ma che loro dovevano condividere con noi una porzione maggiore dei profitti. Lo studio accettò. Durante le riprese, però, si presentò una situazione analoga. Ci dissero: ‘Non possiamo assicurarci la copertura dell’assicurazione per via delle condizioni meteo. Non potete girarla’. E io e Bob ci accollammo tutto. Alla fine fu tutto molto più facile.”
In una recente intervista riportata da The Sun, Jim Carter, interprete di Mr Carson in Downton Abbey, ha confermato non solo che il sequel del film basato sulla celebre serie anglo-statunitense si farà, ma anche che le riprese partiranno ufficialmente nel 2021.
Durante l’intervista, Carter ha anche rivelato di aver già avuto modo di leggere la sceneggiatura del nuovo film, dichiarando: “Abbiamo già visto la sceneggiatura. È molto divertente. Ci saranno di nuovo tutti i personaggi ricorrenti della serie. Credo che, Covid-19 permettendo, inizieremo a girare il prossimo anno.”
Il film di Downton Abbey, uscito nelle sale nel 2019, ha incassato ben 190 milioni di dollari a livello mondiale, a fronte di un budget di soli 13 milioni. Un sequel era già stato anticipato tempo fa dal produttore esecutivo Gareth Neame, il quale aveva dichiarato: “Ovviamente siamo ancora nelle fasi iniziali del progetto, ma stiamo andando avanti con il nostro pensiero su quale sarebbe la prossima storia e quando potremo essere in grado di realizzarla. Non abbiamo il semaforo verde, non è confermato, ma il film è stato fatto così bene che credo che tutti, compresi gli attori, tornerebbero sul set con piacere. Quindi cercheremo sicuramente di andare avanti e, speriamo, entro il prossimo o due anni, ne faremo un altro.”
Tutto quello che sappiamo su Downton Abbey
Downton Abbey segna il ritorno della “saga” familiare dei Crawley e del personale al loro servizio, esplorata già nell’omonima serie tv e ambientata nel suggestivo contesto della loro casa in stile edoardiano situata nella campagna inglese. Nel corso delle sei stagioni, lo show ha ottenuto 3 Golden Globes, 15 Emmy, 69 candidature complessive agli Emmy, diventando il programma televisivo non-americano più nominato nella storia degli Emmy.
Tornano nel cast Maggie Smith, Hugh Bonneville, Laura Carmichael, Michelle Dockery e Elizabeth McGovern più alcune new entry come Tuppance Middleton, Simon Jones e Imelda Staunton. Scritto da Julian Fellowes, il creatore dello show, Downton Abbey è stato diretto da Michael Engler. Di seguito trovate il trailer in lingua originale.
È di pochi giorni fa la notizia che Black Widow, l’attesissimo cinecomic Marvel con protagonista il personaggio di Vedova Nera interpretato da Scarlett Johansson, arriverà ora nelle sale il 7 Maggio 2021, a quasi un anno esatto di distanza dal debutto inizialmente fissato per il film nei cinema americani (1 Maggio 2020).
A lungo si è parlato della possibilità che Black Widow potesse arrivare direttamente su Disney+ come accaduto con il live action di Mulan, e all’epoca di questa teoria sempre più insistente anche David Harbour, interprete di Guardiano Rosso nel film, aveva sostenuto l’ipotesi. Adesso, attraverso il suo account Instagram, la star di Stranger Things ha rivoluto un messaggio a tutti i fan del MCU, scusandosi per l’ulteriore rinvio del cinecomic ed invitandoli ad essere pazienti.
“Mi dispiace”, ha esordito l’attore. “Dovrete aspettare fino a Maggio 2021 prima di poter infilare una cannuccia nella mia testa con l’elmetto e sorseggiare la vostra Diet Coke, e meravigliarvi di come il Guardiano Rosso riesca ad infilare il suo corpo eccessivamente carnoso in quel super costume”. Le parole di Harbour fanno riferimento all’immagine con la quale ha scelto di accompagnare il suo messaggio: il copribicchiere dedicato al suo personaggio, parte del merchandising ufficiale ispirato a Black Widow.
La regia di Black Widow è stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson(The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme a Scarlett Johansson ci saranno anche David Harbour, Florence Pugh e Rachel Weisz.
In Black Widow, quando sorgerà una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni prima che diventasse un membro degli Avengers.
Arriva da Variety la notizia che SEGA è attualmente al lavoro sullo sviluppo di un live action basato su Yakuza, il celebre videogioco creato dalla società multinazionale giapponese. SEGA sta collaborando al progetto insieme a 1212 Entertainment e Wild Sheep Content. Erik Barmack, Roberto Grande e Joshua Long figureranno in qualità di produttori. Al momento il live action è alla ricerca di uno sceneggiatore.
Yakuza è il secondo franchise più redditizio di SEGA dopo Sonic the Hedgehog (anche questo arrivato di recente sul grande schermo grazie ad un adattamento live action che ha visto nel cast, tra gli altri, anche Jim Carrey). Il primo capitolo della saga videoludica è stato pubblicato nel 2005 e da allora sono stati realizzati ben sette sequel e otto spin-off, quasi tutti acclamati dalla critica e dalla comunità nerd.
È probabile – ma non ancora confermato – che l’adattamento cinematografico si concentrerà sulla storia del protagonista Kazuma Kiryu, che viene scarcerato dopo essere stato incastrato per un omicidio che in realtà non ha commesso. Da lì tornerà a far parte della Yakuza (la mafia giapponese), alla disperata ricerca di una fortuna dal valore di 10 miliardi di yen.
“Yakuza ci offre un nuovo terreno di gioco in cui ambientare storie avvincenti con personaggi complessi in un ambiente unico che il pubblico ha raramente visto prima”, ha dichiarato in una nota ufficiale 1212 Entertainment. “La saga di Kazuma Kiryu ha un fascino cinematografico incorporato: un mix di azione cinetica con esplosioni di commedia, molteplici trame convergenti e un avvincente viaggio verso la redenzione.”
Il produttore Erik Barmack ha aggiunto: “Con la nostra esperienza nel raccontare storie globali, siamo entusiasti di portare questo enorme progetto sulle piattaforme di tutto il mondo”.
Jurassic World: Dominion chiuderà ufficialmente la nuova trilogia dedicata ai celebri dinosauri, ma al tempo stesso punterà nuovamente i riflettori sul cast originale della saga. Sappiamo infatti da diverso tempo che Sam Neill, Laura DerneJeff Goldblum torneranno nei panni dei rispettivi personaggi già interpretati nel primo iconico Jurassic Park del 1993.
Sappiamo anche, però, che i ruoli del Dr. Alan Grant, il Dr. Ellie Sattler e il Dr. Ian Malcolm non saranno ridotti alla stregua di brevi cameo. In una recente intervista con Games Radar, il regista Colin Trevorrow – che tornerà dietro la macchina da presa dopo aver già diretto Jurassic World del 2015 – ha sottolineato ancora una volta l’importanza dei personaggi originali della saga all’interno della storia di Dominion.
“Questo è il film che stavo aspettando di fare fin dall’inizio”, ha ironizzato Trevorrow. “È quello al quale i due film precedenti ci stavano portando. Fa davvero parte di una storia più ampia, di un disegno molto più grande.”
“Penso che le persone stiano sottovalutando l’importanza dei personaggi di Sam Neill, Sam Neill e Jeff Goldblum in questo film”, ha continuato il regista. “È un film di gruppo che avrà la capacità di prendere questi personaggi amati da oltre 30 anni e di far capire come interagiscono tra loro nel contesto di un mondo che non abbiamo mai visto prima, di cui non siamo stati testimoni fino ad oggi.È un aspetto davvero molto eccitante per me.”
Jurassic World: Dominion vedrà sia Chris Pratt che Bryce Dallas Howard tornare nei loro ruoli. Insieme a loro, ritroveremo anche Justice Smith, Daniella Pineda, Jake Johnson e Omar Sy. Laura Dern e Sam Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che avevano in Jurassic Park, rispettivamente la Dr. Ellie Sattler e il Dr. Alan Grant. I personaggi sono stati visti per l’ultima volta nel Jurassic Park 3 del 2001. Un altro eroe originale, Ian Malcolm, interpretato da Jeff Goldblum, ha firmato per tornare in Jurassic World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta in Jurassic World: Il Regno Distrutto.
Nella giornata di ieri è arrivata la notizia che ad Ottobre si terrà una sessione di riprese aggiuntive della Snyder Cut di Justice League, l’attesissima versione di Zack Snyder del cinecomic uscito nelle sale nel 2017. A differenza però di quanto appreso ieri, pare che Henry Cavill, l’interprete di Superman, non sarà coinvolto nei reshoot.
THR aveva specificato che ad essere coinvolto nella realizzazione del nuovo materiale utile a terminare i lavori sulla Snyder Cut sarebbero stati Ben Affleck (Batman), Henry Cavill (Superman), Gal Gadot (Wonder Woman) e probabilmente anche Ray Fisher (Cyborg). Adesso, però, è stato proprio Cavill a smentire il suo coinvolgimento in una recente intervista con Collider in occasione della promozione del film Enola Holmes(disponibile sulla piattaforma di streaming dallo scorso 23 Settembre).
“Non girerò alcuna scena aggiuntiva”, ha specificato Cavill. “Almeno per quanto riguarda il mio personaggio, ci saranno tutte cose già realizzate in passato. Ovviamente non so in che modo di evolveranno le cose, come cambieranno e come verranno adattate in base alla durata della nuova versione o a qualsiasi altra cosa che accadrà in fase di post-produzione. Se c’è una cosa che ho imparato in questi quattro anni dall’uscita di Justice League? La reazione dei fan! Per quanto mi riguarda… adesso voglio soltanto godermi la festa.”
Collider sottolinea però che l’intervista in questione è stata realizzata prima che venisse ufficializzata la notizia delle riprese aggiuntive di Justice League. È probabile dunque che Henry Cavill sapesse già dei reshoot, ma al momento dell’intervista non gli era ancora stata concessa la possibilità di parlarne pubblicamente. Non ci resta che attendere ulteriori dettagli in merito.
Il budget per le riprese aggiuntive della Snyder Cut di Justice League
Le riprese aggiuntive della Snyder Cut di Justice League dovrebbero avere luogo ad Ottobre e durare soltanto per una settimana. Nonostante la breve durata, il budget sarà comunque elevato: pare infatti che saranno necessari 70 milioni di dollari per girare il nuovo materiale. Al momento non sappiamo se anche Jason Momoa (Aquaman) e/o Ezra Miller (Flash) saranno coinvolti nei reshoot.
Vi ricordiamo che la Snyder Cut di Justice League uscirà nel 2021 sulla piattaforma streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori notizie.
La morte di Chadwick Boseman, star di Black Panther, ha lasciato una ferita profonda nell’industria cinematografica di Hollywood, ma anche nel cuore di tutti i fan del personaggio del MCU incarnato dall’attore statunitense. Proprio per l’importanza che l’attore ha ricoperto grazie all’interpretazione del primo supereroe di colore, gli omaggi alla memoria di Boseman continuano ad arrivare da ogni parte del mondo.
In tal senso, l’ultimo arriva direttamente dall’artista Nikkolas Smith, responsabile della creazione di un bellissimo murale in cui è possibile vedere Boseman che si scambia il tradizionale saluto di Wakanda con un bambino che indossa una maschera di Pantera Nera. Il murales è stato esposto presso il Downton Disney sito nel Disneyland Resort ad Anheim, in California.
“Questo è speciale. Il mio tributo al re Chad è adesso su un muro in mostra a Downtown Disney”, ha scritto Smith sul suo profilo Instagram ufficiale. “Per me è un momento che chiude un cerchio: i miei ultimi due progetti in qualità di Disney Imagineer risalgono alla scorsa estate e riguardavano il Children’s Hospital e l’Avengers Campus. Per milioni di bambini, T’Challa era una leggenda più grande della vita stessa, e non c’era nessuno più degno di assumere quel ruolo di Chadwick Boseman.”
“Sono veramente grato di aver potuto onorare la vita e la missione di Chadwick in questo modo. Sono grato alla famiglia Disney per essere stata così solidale nei confronti del mio viaggio come artista”, ha concluso Smith. Il Disneyland Resort è ancora oggi chiuso a causa della pandemia di COVID-19, ma il complesso di Downtown Disney è invece aperto, ed è lì che è possibile ammirare il commovente murale.
Dal 9 settembre è disponibile su NetflixThe Social Dilemma, un documentario ibrido che racconta, in maniera chiara e per certi versi aggressiva, qual è l’impatto che i social media hanno sulla vita di ognuno di noi, un impatto che ha molto poco di conscio da parte degli utenti e si basa su delle logiche che fanno appello alla psicologia, alla sociologia, ad una parte irrazionale dell’utente stesso che finisce per essere l’oggetto del mercato di Facebook, di Instagram, di Pinterest, di Twitter, ecc.
Di che parla The Social Dilemma
Il documentario è formato da una parte classica, che riporta una serie di interviste e testimonianze di ex dirigenti e impiegati delle aziende social, e da una parte di fiction, in cui seguiamo la vita di un adolescente sempre più perso all’interno del suo smartphone, il quale grazie ad un espediente visivo prende forma in una specie di consolle gestita da tre piccoli omini che modificano le impostazioni di pubblicità e cockies delle sue schermate social, proprio per tenere sempre più alta l’attenzione del ragazzo sul suo aggeggio elettronico. Un espediente che abbiamo visto in Inside Out della Pixar, per intenderci, ma che questa volta dà voce non più alle 5 emozioni primarie di ognuno di noi, ma ad un infido sistema operativo di un cellulare intelligente.
A dirigere The Social Dilemma c’è Jeff Orlowski, giovane regista già vincitore di un Emmy Award con Chasing Ice, documentario sullo scioglimento dei ghiacciai del 2012. Orlowski si sposta nella Silicon Valley, culla di tutte le sedi delle grandi aziende che controllano la vita social di ognuno di noi, per raccogliere interviste di ex dipendenti che spiegano il funzionamento e l’influenza che i social hanno nella vita di tutti.
Perché i social sono gratuiti?
L’assunto del documentario è semplice: come mai questi social sono gratuiti? È presto detto, lo sono perché non vogliono venderci nulla, dal momento che il prodotto in vendita siamo proprio noi utenti con i nostri dati. Ma i dati, in questo caso, e dopo molteplici scandali e denunce per appropriazione indebita degli stessi, non sono una merce che frutta di per sé, sono un ponte verso la definizione di un tipo di cliente.
Le due linee narrative di The Social Dilemma, quella fiction e quella prettamente documentaristica, rappresentano le due principali conseguenze dei social nella vita degli utenti. Se da una parte sono responsabili dell’ossessione che, soprattutto trai giovani, essi esercitano sulla menti e sul comportamento sociale, dall’altra sono in grado di manipolare gli stessi utenti arrivando ad innescare meccanismi che sono in grado addirittura di indirizzare non solo la scelta di comprare un prodotto piuttosto che un altro, ma anche di condizionare la scelta di voto. Questo tipo di influenza è stata scandagliata in un altro documentario, The Great Hack (trai nominati ai BAFTA 2019), sempre disponibile su Netflix e datato 2019, in cui si indagano i ruoli di Facebook e degli adv nelle elezioni presidenziali del 2016 negli USA che hanno visto trionfare Trump.
La bolla dei social crea la nostra verità
In questo caso, questo tipo di discorso si svincola dalla contingenza delle elezioni, in particolare, e diventa una riflessione più grande su quello che significa per la democrazia perpetrare nell’utilizzo dei social così come facciamo oggi. Numerose, nel film, sono le sequenze in cui vengono mostrati i leader politici del mondo che utilizzano i social non solo per comunicazioni diretta ma anche per basarsi sulle strutture ad algoritmi di questi social, che formano per ogni fruitore una bolla, un mondo in cui si costruisce una propria verità e proprie motivazioni. Per questo è così facile che in rete si riuniscano persone come i terrapiattisti, ad asempio, o i negazionisti del COVID-19, i complottisti in generale.
Il film si serve di The Truman Show per spiegare un concetto molto semplice: noi tutti siamo Truman e non ci accorgiamo del mondo fittizio che ci viene propinato perché quello che i social ci mostrano ci piace, sono una sintesi perfetta di interessi, rispondono alle nostre curiosità, tutto perché sono regolati da un meccanismo a cui parliamo costantemente, a cui diamo costantemente indicazioni attraverso like, commenti, visualizzazioni e ricerche.
L’influenza socio-politica involontaria dei social
E questo vuole dire che niente di ciò che vediamo in rete è vero, perché niente è privo di influenza rispetto a chi ha utilizzato un account, un canale social, e ha così disegnato, attraverso le sue scelte, un profilo di dati che attivano l’algoritmo che involontariamente ci manipola. Sì, si tratta di una manipolazione non volontaria dei comportamenti socio-politici, dal momento che invece nasce per spingere il soggetto al consumismo, e quello che avviene di conseguenza è una effetto collaterale non calcolato a monte. In questo senso, i social sono gratuiti perché l’introito vero è rappresentato da noi utenti.
Questo processo non è irreversibile, ma per cambiare direzione si dovrebbe mettere in moto una serie di processi che scardinerebbero la maniera di questi colossi di utilizzare i loro stessi strumenti, una serie di precauzioni che possano contrastare l’assuefazione e stimolare il libero arbitrio senza alcun tipo di condizionamento. Servirebbe, insomma, che Facebook, ad esempio, rinunciasse al suo profitto. Tuttavia lo stesso The Social Dilemma è un prodotto offerto da una piattaforma che ci suggerisce ogni giorno dei prodotti in base a “ciò che hai guardato”, per cui, chi lo sa, forse è già troppo tardi e forse l’unica soluzione è fare come Truman, scegliere di varcare quella porta azzurra nel cielo del suo mondo, ed uscire a vedere cosa c’è fuori.
Il lungo periodo di lockdown a causa della pandemia ha provocato danni enormi sotto tutti i punti di vista ma ha anche rafforzato il sentimento di unione e di collaborazione tra le persone. Fare squadra per cercare di recuperare il terreno perso! Questo è il senso alla base della campagna promozionale pensata da Univideo, l’associazione di categoria che rappresenta gli Editori Audiovisivi su media digitali (DVD, Blu-ray, 4K Ultra HD) e online (piattaforme di distribuzione digitale) insieme a Feltrinelli, uno dei principali player nella vendita di prodotti per l’Entertainment. L’obiettivo è far ripartire i consumi attraverso una maggiore presenza, in totale sicurezza, degli italiani nei punti vendita.
Sino al 31 ottobre, acquistando un qualsiasi prodotto DVD, BLU-RAY, 4K Ultra HD presso un punto vendita Feltrinelli e online su laFeltrinelli.it, si avrà la possibilità di vincere subito migliaia di gift card dal valore unitario di 30 €. Non solo, per chi non è immediatamente baciato dalla fortuna, sarà possibile concorrere al super premio finale, una smart TV Hisense ULEDTV 4K da 65 pollici.
“RIACCENDIAMO LE EMOZIONI” questo è il titolo della campagna, mette al centro alcuni dei prodotti culturali e di intrattenimento da sempre apprezzati dal grande pubblico: i DVD e i Blu-ray, con i loro contenuti emozionali ad altissima qualità, hanno tenuto compagnia a migliaia di famiglie italiane, anche nei giorni più bui del lockdown, tendenza che si è poi mantenuta al termine della quarantena e che ha allargato a nuove componenti della popolazione con una accelerazione verso la riduzione del divario generazionale nella fruizione dei media.
“Si tratta di un’iniziativa – spiega Lorenzo Ferrari Ardicini, Presidente di UNIVIDEO e di CG Entertainment –molto importante, pensata per sostenere i consumi di prodotti culturali e di intrattenimento in un periodo complicato sia per le nostre imprese, sia per i negozi sia per i consumatori. La risposta è fare sistema, collaborare per cercare di far tornare i clienti ad acquistare visitando in punti vendita. Una promozione come – Riaccendiamo le Emozioni – ha proprio questa finalità, ovvero favorire l’acquisto di un oggetto da sempre considerato speciale, come il Dvd o il Blu-ray e concorrere per aggiudicarsi immediatamente una gift card dal valore di 30 euro da spendere in altri prodotti presenti nei negozi Feltrinelli”.
UNIVIDEO è l’associazione di categoria che rappresenta gli Editori Audiovisivi su media digitali (DVD, Blu-ray, 4K Ultra HD) e online (piattaforme di distribuzione digitale) www.univideo.org.
La 38° edizione del Torino Film Festival si presenta rinnovata sia nella struttura che nella fruizione: per la prima volta, alla presenza in sala si affiancherà un programma online.
Grazie a una sala virtuale di 500 posti, realizzata in collaborazione con MyMovies, sarà infatti possibile vedere tutti i film in concorso. Saranno inoltre disponibili online le masterclass, le conferenze stampa, numerosi contributi video inediti, le attività didattiche e alcuni incontri in via di definizione.
Un progetto pilota destinato a diventare una delle caratteristiche del festival e un’opportunità per ripensare in maniera creativa a come renderlo più accessibile e fruibile a un pubblico sempre più ampio.
“Siamo consapevoli che si tratta di un grande cambiamento – afferma Enzo Ghigo, presidente del Museo Nazionale del Cinema -, che però tiene il passo con i tempi. Il cinema nasce per essere fruito in sala, è quello il suo posto, ma le nuove tecnologie ci permettono di arrivare ovunque, moltiplicando la forza comunicativa della settima arte. È con questo spirito che il TFF sbarca online, senza rinunciare alle sue origini, quando si chiamava ancora Cinema Giovani, trattando molti temi tra cui giustizia sociale e inclusione, visti attraverso l’occhio creativo di giovani cineasti”.
“Proporre contenuti sia online che in presenza, creare sinergie con il territorio, tentare nuove sfide, uscire dagli spazi fisici, utilizzare tecnologie avanzate – sottolinea Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema. Questi sono alcuni degli obiettivi che il museo si è proposto in questo anno in cui, insieme a Film Commission Torino Piemonte, ha festeggiato il ventennale. Il Torino Film Festival li rappresenta tutti, con una nuova linfa, pronto ad aprirsi ai molteplici linguaggi del cinema”.
LA NUOVA IDENTITÀ VISIVA
Nel guardare avanti, progettando un festival che data la situazione attuale ha scelto di accettarne la sfida, si è voluto anche ripensarne in toto l’identità visiva, riannodando i fili col passato, con la città e con quello che ne è l’edificio simbolo e dal 2000 sede del Museo Nazionale del Cinema: la Mole Antonelliana e in particolare la stella a dodici punte che ne costituisce il punto più alto.
Oggetto complesso, sfaccettato, misterioso e quindi icona perfetta per rappresentare la nuova identità visiva del Torino Film Festival e segnarne il nuovo passo. La stella diventa l’emblema della manifestazione, il nuovo logo che in sé racchiude la memoria della città, della nascita del cinema, dell’operosità e dell’ingegnosità del nostro territorio, mirabile rappresentazione del nuovo corso del Torino Film Festival.
UN FESTIVAL DIFFUSO
Mantenendo forte il legame con il territorio, il Torino Film Festival si presenta come un vero e proprio festival diffuso sia grazie all’applicazione della tecnologia digitale che a una capillarizzazione delle proposte. Tra proiezioni, eventi e iniziative speciali, il festival arriverà infatti in molti punti della città (e non solo) ampliando il suo impatto su tutto il territorio e raggiungendo zone mai prima d’ora coinvolte dalla manifestazione.
“L’edizione di quest’anno avrà questa doppia anima – racconta Stefano Francia di Celle, direttore del Torino Film Festival. All’apertura verso il web si affiancherà un forte e rinnovato legame con le realtà cinematografiche e culturali locali. Il mio obiettivo è di declinare i contenuti del festival anche in luoghi insoliti, coinvolgendo interlocutori e pubblici nuovi, alla (ri)scoperta di quello che Torino può dare. 12 punti, 12 luoghi che, disegnando la mappa del festival, evocano le 12 punte della Stella della Mole, il dodecaedro protagonista della nuova identità visiva della manifestazione”.
I luoghi del festival
1. Mole Antonelliana – Museo Nazionale del Cinema
2. Le sale: Cinema Massimo, Ambrosio Cinecafè, Cinema Classico
3. Le sale di Comunità Acec: Teatro Monterosa, Cinema Teatro Agnelli, Cineteatro Baretti
4. Film Commission Torino Piemonte
5. Accademia Albertina di Belle Arti
6. Museo Nazionale del Risorgimento Italiano
7. Fondazione per la Scuola della Compagnia San Paolo – IC Rita Levi Montalcini Scuola Pascoli
8. Xké. Il laboratorio della curiosità
9. MUSA
10. Le Roi Dancing
11. Villa d’Agliè
12. La Stella in città
“Torino non rinuncia al suo Torino Film Festival. La Fondazione ha riprogrammato l’evento e si presenta all’appuntamento con proiezioni diffuse in presenza e tramite i canali digitali in cui proporre anteprime e film in concorso sullo schermo – dichiara Francesca Leon, Assessora alla Cultura Città di Torino. Grazie a quanti hanno fatto in modo che nell’anno del ventennale della Film Commission e del Museo del Cinema la città mantenesse uno dei suoi progetti più noti ed apprezzati dal pubblico e dagli operatori. Buon festival a tutti e tutte”.
EVENTO SPECIALE THE TRUFFLE HUNTERS
Uno degli eventi speciali di questa edizione del TFF è l’anteprima italiana del film The Truffle Hunters, il docufilm diretto e prodotto da Michael Dweck e Gregory Kershaw, con la produzione esecutiva di Luca Guadagnino e la sua Frenesy Film Company. Presentato in anteprima mondiale al Sundance Film Festival il 30 gennaio 2020, il film racconta la vita di alcuni anziani cercatori del tartufo d’Alba, dei loro rituali, del loro rapporto con i cani e con il territorio. L’evento è realizzato in collaborazione con la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba e con l’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero.
Il film verrà distribuito in Italia da Sony Pictures.
“È un film importante, di respiro internazionale, che racconta uno dei prodotti dell’eccellenza del nostro territorio attraverso un mestiere poco conosciuto che conserva un fascino antico – sottolinea il Presidente della Regione Piemonte. Sono andato personalmente al Sundance per vedere e celebrare questo importante momento, e ho visto l’entusiasmo suscitato da questo emozionante racconto”.
“Il cinema – continuano il Presidente della Regione e l’Assessore regionale alla Cultura – è fatto di simboli e contiene sempre un messaggio. È doveroso sottolineare quanto sia importate soprattutto in momenti come questo scendere in campo e se possibile con più determinazione di prima, per trasmettere il messaggio della resilienza umana di fronte alle avversità. Il Piemonte c’è e oggi riparte dai suoi simboli in Italia e nel mondo”.
IL PREMIO STELLA DELLA MOLE
La stella diventa il nuovo simbolo del Torino Film Festival e l’istituzione del Premio STELLA DELLA MOLE la renderà il riconoscimento massimo con cui saranno premiati i vincitori del festival, al pari del Leone di Venezia, la Palma di Cannes, l’Orso di Berlino, il Pardo di Locarno.
Il Premio avrà una componente tecnologica del tutto unica: grazie alla collaborazione del Politecnico di Torino e con il coinvolgimento di Competence Industry Manifacturing 4.0 – polo costituito dai due atenei torinesi insieme a 23 partner industriali per la diffusione di competenze legate all’Industria 4.0 – il riconoscimento che verrà consegnato ai vincitori del festival è realizzato in alluminio attraverso la tecnologia avanzata dell’Additive Manufacturing.
“Viviamo in un mondo che sta effettivamente ‘cambiando passo’”, ricorda il Rettore del Politecnico di Torino Guido Saracco. “In un quadro come quello attuale, il ruolo di una grande università come il Politecnico di Torino è anche quello di creare sempre più contatti tra il mondo della ricerca e la società civile e questa collaborazione va proprio in questa direzione: il coinvolgimento del CIM 4.0, centro altamente tecnologico della nostra città, in un’operazione culturale come il Premio Stella della Mole è il simbolo del fatto che la ricerca e l’innovazione possono permeare davvero il nostro tessuto sociale e arricchirlo con modalità del tutto nuove”. “Aver contributo alla realizzazione del Premio destinato alla premiazione del Torino Film Festival 2020, ci rende felici e orgogliosi – sottolinea Enrico Pisino, Ceo del CIM 4.0 – ma soprattutto dimostra come le nuove competenze e tecnologie, che caratterizzano le attività del nostro centro focalizzato sulla industria 4.0, possano contribuire a ideare oggetti bellissimi e di design, destinati anche ad altri settori rilevanti come ad esempio quelli rappresentati dal cinema e dal turismo”.
LE MASTERCLASS
Sono sei le masterclass confermate del 38° Torino Film Festival, una serie di incontri con i grandi protagonisti e autori del cinema contemporaneo internazionale, una chiacchierata in libertà che non si limita ad una lezione di cinema ma che va oltre, mettendo in luce particolarità meno conosciute dei protagonisti.
Imprevedibile Stefania con Stefania Sandrelli e Andrea Occhipinti, a cura di Massimo Sordella
Spedizione torinese con Aleksandr Sokurov e i suoi allievi, a cura di Alena Shumakova
La natura nel cinema con Giorgio Diritti e Paolo Pejrone, a cura di Gian Luca Favetto
Formare le nuove generazioni di filmmaker e attivisti con Mohsen Makhmalbaf, a cura di Fedra Fateh e Vahid Rastgou
Cinema e uguaglianza sociale per un mondo più giusto e sostenibile con Waad Al Kateab e Taghi Amirani, a cura di Fedra Fateh
Women in film: le voci in evoluzione delle donne nel cinema, ospiti in via di definizione, a cura di Fedra Fateh
In linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, la Fondazione Compagnia di San Paolo guarda all’attrattività dei territori con il sostegno a progetti e modelli in cui la proposta dell’offerta culturale incontra profondamente l’identità del territorio.
Il cinema rientra a pieno titolo tra i driver per accrescere, accreditare, posizionare e promuovere l’offerta di Torino in una prospettiva di attrattività e sviluppo ed in quest’ottica la Fondazione riconosce nel Torino Film Festival un player fondamentale del comparto culturale cittadino con un progetto culturale forte, identitario, capillare e, da quest’anno anche diffuso.
Xkè? Il laboratorio della curiosità, centro per la didattica situato in via Gaudenzio Ferrari, a pochi passi dalla Mole Antonelliana, ospiterà infatti per la prima volta un calendario di eventi volto a rafforzare l’attenzione del Torino Film Festival per i temi fondamentali dell’istruzione e della formazione, mentre nelle aule della Rotonda del Talucchi dell’Accademia Albertina, oggetto di un recente restauro della Fondazione, si svolgerà la serata inaugurale del festival. Il festival dimostra inoltre di rivolgere un occhio di riguardo ai temi della didattica con il progetto Una sala cinematografica per la scuola – realizzato insieme alla Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo che utilizza il cinema – e il documentario in particolare – come strumento di partecipazione, crescita, inclusione e innovazione.
La Fondazione CRT sperimenta per la prima volta un percorso di collaborazione con il Torino Film Festival e con il Museo Nazionale del Cinema focalizzato sulla raccolta fondi, secondo due direttrici: da un lato, grazie alle professionalità del TFF, l’attivazione di un modulo ad hoc sui festival cinematografici nell’ambito del corso Talenti per il Fundraising della Fondazione CRT, per ampliare le competenze di 50 giovani aspiranti professionisti della raccolta fondi; dall’altro, al termine di questo percorso di formazione, l’inserimento di due Talenti del Fundraising nella struttura del TFF e del Museo Nazionale del Cinema a partire da gennaio 2021, con borse di tirocinio sostenute da Fondazione CRT.
La Rai conferma anche per il 2020 il suo ruolo di main media partner del Torino Film Festival.
L’iniziativa fa parte di Torino Città del Cinema 2020, un progetto di Città di Torino, Museo Nazionale del Cinema e Film Commission Torino Piemonte, con il sostegno di Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, in collaborazione con Regione Piemonte, Fondazione per la Cultura Torino www.torinocittadelcinema2020.it
Ecco il trailer e il poster italiani di Quello che tu non vedi, il film che arriverà nelle nostre sale a partire dal prossimo 3 dicembre. Il film è diretto da Thor Freudenthal e scritto da Nick Naveda. Nel cast Charlie Plummer, Taylor Russell, Andy Garcia, AnnaSophia Robb, Beth Grant. Basato sull’omonimo romanzo di Julia Walton edito in Italia da Sperling&Kupfer (in uscita il24 Novembre 2020)
In Quello che tu non vedi Adam (Charlie Plummer, Premio Marcello Mastroianni come miglior attore emergente a Venezia 74° per Lean on Pete) è un adolescente brillante ma introverso, con il sogno nel cassetto di diventare chef. Adam soffre di allucinazioni visive e vive circondato da amici immaginari che si presentano nei momenti meno opportuni. Espulso a metà del suo ultimo anno di liceo a causa di un incidente durante la lezione di chimica,si trasferiscein una scuola privata per finire l’anno. Adam ha poche speranze di riuscire ad adattarsi e vorrebbe solo mantenere il segreto sulle sue continue visioni fino a quando non prenderà il diploma e potrà iscriversi all’università di cucina. Ma quando incontra Maya (Taylor Russell, Escape Room), schietta e tremendamente intelligente, scatta un’intesa istantanea alla quale non potrà resistere. Man mano che la loro storia d’amore diventa più importante, lei lo spinge ad aprire il suo cuore e a non chiudersi nella sua condizione. Grazie all’amore e al sostegno sia della sua ragazza che della famiglia, Adam lotta per la prima volta per uscire dal tunnel e per fronteggiare le sfide che lo attendono.
L’introduzione di Smart Hulk è stata una mossa alquanto intelligente in relazione all’arco narrativo di Bruce Banner nel MCU, ma sappiamo ormai da tempo che il tradizionale Gigante Verde tornerà ben presto nell’universo condiviso. Sebbene sia una delle figure più emblematiche nel mondo dei film di supereroi, la presenza di Hulk sul grande schermo ha sempre percorso una strada accidentata. Da quando la Marvel ha venduto i diritti cinematografici di molte delle sue proprietà a diversi studi negli anni ’90, Hulk ha avuto una serie di problemi con le storie autonome in live action, a dispetto invece della maggior parte dei suoi compagni Vendicatori.
Il MCU ha sempre accolto Hulk come personaggi di supporto nei film dedicati agli Avengers e persino in Thor: Ragnarok, nonostante non sia mai stato in grado di raggiungere un accordo con la Universal per realizzare un nuovo standalone dopo il film del 2008 con Edward Norton. Tuttavia, il potenziale inesplorato del Gigante di Giada sembra adesso essere nuovamente limitato proprio dall’introduzione di Smart Hulk.
Alcune precisazioni
Insieme a Iron Man,L’incredibile Hulk ha contribuito a lanciare il MCU nel 2008, ma ad oggi quel film ha rappresentato il primo ed unico standalone dedicato a Bruce Banner. A differenza di Iron Man, il film ha riassunto la storia delle origini di Hulk nella sequenza di apertura – attingendo pesantemente dagli eventi del film di Ang Lee del 2003 – e ha rappresentato essenzialmente il personaggio come uno scherzo della natura alle prese con la sua tragica dualità tra uomo e bestia.
Quando Edward Norton ha abbandonato il franchise dopo una serie di differenze creative con lo studio, il ruolo è stato affidato a Mark Ruffalo ed i piani attorno al personaggio si sono spostati verso un approccio più orientato all’azione e alla commedia. Questa si è rivelata una formula di successo, dal momento che Hulk ha avuto la possibilità di interagire con il resto dei Vendicatori e Bruce Banner ha iniziato ad avere un maggiore controllo sul suo alter ego. Alla fine di Avengers: Age of Ultron, il suo arco narrativo ha puntato verso una sorta di riconciliazione con la sua “metà”, mentre Thor: Ragnarok ha anticipato un drastico cambiamento in merito alla loro relazione. Hulk era ancora il feroce assemblaggio di muscoli che i fan hanno sempre amato, ma tutto è cambiato in Avengers: Infinity War.
Quando Thanos (Josh Brolin) ha sconfitto Hulk senza il minimo sforzo nei primi minuti di Infinity War, le aspettative del pubblico di vedere un atto di legittima vendetta erano alle stelle. Dopotutto, il materiale promozionale del film aveva già anticipato che Hulk si sarebbe impadronito dell’Hulkbuster e si sarebbe riunito con i Vendicatori a Wakanda. Tuttavia, il personaggio è stato assente per il resto del film. Avengers: Endgame ha poi sorpreso tutti con Smart Hulk, la fusione tra lo scienziato e il mostro, e per lo più è stato utilizzato per genere la risata, ponendo così fine ad un conflitto di lunga durata completamente fuori dalla storia principale. Ma Hulk ha ancora molte potenziali storie da vivere e il MCU potrebbe riportare in vita la sua forma originale attraverso molti modi creativi.
She-Hulk
Con la notizia che Tatiana Maslany interpreterà She-Hulk nell’annunciata serie Marvel destinata a Disney+, una connessione significativa con suo cugino Bruce Banner è inevitabile. Nei fumetti, Jennifer Walters è un’avvocato che viene uccisa mentre difende il suo cliente da un boss del crimine. Fortunatamente per lei, suo cugino è in città e le esegue una trasfusione di sangue d’emergenza, iniettando i raggi gamma che contribuirono alla sua trasformazione nel corpo della ragazza.
A causa della loro somiglianza genetica, Jennifer acquisì la capacità di trasformarsi e presto adottò il soprannome di She-Hulk per combattere il crimine non solo in aula, ma che fisicamente, sul campo di battaglia. La serie She-Hulk trarrà sicuramente ispirazione dalle origini del personaggio nei fumetti, e questa potrebbe anche diventare l’occasione perfetta per riportare l’Hulk originale nel MCU. Il processo della trasfusione di sangue potrebbe avere effetti collaterali su Smart Hulk, risvegliando la bestia dormiente che lo scienziato pensava di essere finalmente riuscito a domare.
Thunderbolt Ross
Il generale Ross (William Hurt) è l’unico personaggio de L’incredibile Hulk ad essere tornato nel MCU. Ha fatto pressioni sugli Avengers per firmare gli Accordi di Sokovia in Captain America: Civil War e ha contribuito alla rottura della squadra. Ora, è pronto ad apparire in Black Widow, almeno come personaggio di supporto, in versione giovane, nelle sequenze di flashback. La sua maggiore influenza negli eventi più recenti del MCU punta ad una presenza ancora più grande lungo la strada ed i fan attendono con impazienza, da tempo ormai, l’eventuale trasformazione di Ross in Red Hulk. Nonostante sia diventato un po’ più indulgente con gli Eroi più potenti del mondo, la sua sete di potere sembra ribollire da decenni e la sua fissazione per l’incommensurabile potere del suo ex genero, Bruce Banner, non è una qualcosa che può scrollarsi di dosso facilmente.
Anche se il MCU dedicerà di introdurre Red Hulk prima o poi, il ritorno dell’Hulk originale è una possibilità che vale la pena considerare. Ross può finalmente soddisfare il suo desiderio di diventare molto più forte di Smart Hulk, che si troverebbe costretto a trovare un modo per tornare al suo stato di gigante di Giada ed affrontare la sua vecchia nemesi. Senza i membri originali degli Avengers (che Ross ha spinto ad allontanarsi attraverso le sue richieste in Civil War), gli unici personaggi abbastanza forti da sottomettere il suo Red Hulk sarebbero Thor (Chris Hemsworth) e Hulk. Tutto ciò sarebbe in linea con i fumetti, dove entrambi questi Vendicatori sono gli unici in grado di fermare Red Hulk.
Le varie incarnazioni di Hulk
A vari livelli, il MCU ha già trasposto le trame più importanti di Hulk. L’incredibile Hulk ha mostrato la sua persecuzione da parte dei militari; i film degli Avengers hanno rappresentato la lotta per controllare il suo potere come membro dei Vendicatori; Thor: Ragnarok ha mostrato il suo breve periodo come un gladiatore su un pianeta extraterrestre. Tuttavia, manca ancora una parte importante del materiale di partenza: lo scontro tra le numerose incarnazioni di Hulk. Nei fumetti, Bruce Banner non ha a che fare solo con il classico Gigante Verde (originariamente chiamato Savage Hulk), ma anche con personaggi del calibro di Grey Hulk, Joe Fixit e Devil Hulk. Ognuna di queste personificazioni ha la propria personalità, il proprio insieme di abilità e la propria faida personale con Banner. Finora, il MCU ha presentato solo l’originale Hulk e la sua controparte intelligente, basata sul Professor Hulk dei fumetti.
La trama attorno a cui potrebbe ruotare la prossima apparizione di Bruce Banner (e forse l’ultima) potrebbe basarsi proprio su un disturbo della doppia personalità. Mentre cerca di riparare il suo braccio carbonizzato dai tentativi di maneggiare il Guanto dell’Infinito, Smart Hulk potrebbe finire per danneggiare la sua psiche. Questa sarebbe l’occasione perfetta per riportare in vita l’Hulk originale e vedere finalmente Bruce Banner trovarsi letteralmente faccia a faccia con il suo più grande tormento. Come da tradizione per il personaggio, ciò potrebbe accadere nel corso di più film per evitare nuovamente tutti quei problemi tra Marvel e Universal legati ai diritti di sfruttamento.
Il Multiverso
WandaVision ha trovato un modo creativo per riportare in vita Visione, anche se la sua morte per mano di Thanos in Avengers: Infinity War sembrava essere nientemeno che definitiva. La Fase 4 ci permetterà di approfondire ancora di più il Multiverso all’interno del MCU, offrendo la possibilità di portare tantissimi nuovi personaggi Marvel sul grande schermo, indipendentemente dalle linee temporale o dalle origine. I viaggi nel tempo saranno quindi un fattore chiave in questa nuova fase, a partire dall’introduzione nell’universo condiviso di Kang il Conquistatore in Ant-Man 3. Proprio per questo, l’originale Hulk potrebbe essere una delle armi più pericolose strappate per caso da una sequenza temporale alternativa. Mettere l’Hulk di Edward Norton e l’Hulk del primo film sugli Avengers l’uno contro l’altro, e Smart Hulk come loro arbitro, non sembra un’ipotesi così inverosimile dopo il debutto di WandaVision e Doctor Strange in the Multiverse of Madness.
È importante ricordare che è stato Smart Hulk a parlare con l’Antico (Tilda Swinton) durante il viaggio nel tempo di Avengers: Endgame, ed è stato lui a ricevere sia la Gemma del Tempo che l’avvertimento secondo cui armeggiare con timeline alternative potrebbe portare a risultati catastrofici (o almeno a risultati molto diversi e inaspettati). Questo è molto importante per il personaggio perché, proprio come Tony Stark (Robert Downey Jr.) e sua figlia Morgan, Bruce Banner aveva finalmente raggiunto il suo obiettivo: venire a patti con Hulk dopo che Thanos ha spazzato via metà della vita nell’universo. Viaggiare nel tempo per recuperare le Gemme dell’Infinito e offrirsi volontario per sacrificare il suo braccio e riportare indietro tutti gli eroi caduti è sempre stato un grosso rischio per lui. Il ritorno dell’originale Hulk potrebbe essere il più grande culmine del suo arco narrativo nel MCU, richiedendogli di porre fine alla sua vita per porre fine al “mostro”.
L’Hulk originale è indispensabile per la Fase 5
Il nuovo team di Avengers 5 è ancora un mistero, ma sarà sicuramente composto da eroi per lo più inesperti che hanno bisogno di un mentore a sua volta esperto. Ancora una volta, Thor e Hulk sono i personaggi più appropriati per ricoprire questo ruolo, poiché sono entrambi vivi e attivi: essendo però Hulk l’unico grande supereroe a rimanere attivo durante i cinque anni del “Blip”, potrebbe essere più preparato.
Mentre il MCU cerca di superare l’impatto di Thanos, potrebbe diversificare le sue forze antagoniste con una mente nascosta (cioè Kang) che trasforma davvero l’Hulk originale nel cattivo principale di un film degli Avengers, ottenendo finalmente ciò che Loki (Tom Hiddleston) ha sempre voluto.
Dopo il grande successo ottenuto alla 35. Settimana Internazionale della Critica di Venezia dove è stato presentato come evento speciale, arriva al cinema solo il 26, 27, 28 ottobreTHEROSSELLINIS di Alessandro Rossellini, prodotto da B&B Film, coprodotto da VFS Films con Rai Cinema in associazione con Istituto Luce Cinecittà.
Roberto Rossellini è stato un genio del cinema e un padre spiccatamente anticonformista. I suoi amori hanno riempito le prime pagine dei giornali di tutto il mondo, scandalizzando la rigida morale degli anni Cinquanta e dando alla luce una famiglia numerosa, orgogliosamente multietnica e decisamente allargata. Alessandro, primo nipote del grande regista, ha avuto una carriera traballante da fotografo e un lungo passato di tossicodipendenza. Come primo nipote di un genio, non si sente all’altezza del cognome. Decide così di girare a 55 anni il suo primo film, affrontando con ironia la saga dei Rossellini e obbligando i parenti sparsi in tutto il mondo a un’impossibile terapia familiare davanti alla macchina da presa.
IN THEROSSELLINIS si trovano così le testimonianze di Renzo, Robin, Isabella, Ingrid, Gil e Raffaella Rossellini che Alessandro guida on the road in un racconto intimo e ironico capace di appassionare lo spettatore.
Alle interviste si alternano le immagini di repertorio, tra cui quelle dell’Archivio Privato della Famiglia Rossellini e dell’Istituto Luce Cinecittà, e le scene di alcuni capolavori di Roberto Rossellini, come ROMA CITTÀ APERTA, LA PRESA DEL POTERE DA PARTE DI LUIGI XIV, EUROPA ’51, VIAGGIO IN ITALIA oltre a quelle di MY DAD IS 100 YEARS OLD di Guy Maddin e Isabella Rossellini e KILL GIL, Vol. 1 di Gil Rossellini.
Spiega Alessandro Rossellini: “Con il titolo del film ho voluto prendere in giro un cognome che per me è stato da sempre molto ingombrante, passato alla storia del cinema per le idee rivoluzionarie di nonno Roberto, regista venerato ancora oggi come un profeta dai cinefili di tutto il mondo. Nonno fu però un personaggio ben noto anche per la sua vita privata, parecchio avventurosa. Il suo genio e il suo carisma hanno affascinato i cronisti del tempo, creando un grande circo mediatico attorno alla sua figura. Il nostro album di famiglia si è così composto con bellissime fotografie patinate e cinegiornali dai toni scandalistici. Tutto questo ha avuto per me e gli altri discendenti un peso enorme, influenzando le nostre vite, anche dopo la scomparsa di nonno. Ogni famiglia mitizza il proprio passato, denso di storie e gioie, nascondendo a volte sotto il tappeto i conflitti più dolorosi. In questo senso, forse noi Rossellini siamo l’iperbole di una famiglia: affascinante, appassionata ed anche bugiarda. L’arte di narrarsi al meglio è forse l’unico pezzetto di genio creativo che abbiamo ereditato da nonno Roberto. Questo film documentario è il mio personale tentativo di restituire un’immagine sincera della mia grande, amata e complicata famiglia”.
Ecco il trailer e il poster di Cosa sarà, il nuovo film di Francesco Bruni che chiuderà la 15° Festa del Cinema di Roma. Nel cast del film Kim Rossi Stuart, Lorenza Indovina, Barbara Ronchi, Giuseppe Pambieri, Raffaella Lebbroni, Fotinì Peluso, Tancredi Galli, Nicola Nocella.
SINOSSI
La vita di Bruno Salvati è in una fase di stallo.I suoi film non hanno mai avuto successo e il suo produttore fatica a mettere in piedi il prossimo progetto. Sua moglie Anna, dalla quale si è recentemente separato, sembra già avere qualcun altro accanto.E per i figli Adele e Tito, Bruno non riesce a essere il padre presente e affidabile che vorrebbe.
Un giorno Bruno scopre di avere una forma di leucemia. Si affida immediatamente a un’ematologa competente e tenace, che lo accompagna in quello che sarà un vero e proprio percorso a ostacoli verso la guarigione. Ilprimo obiettivo è trovare un donatore di cellule staminali compatibile: dopo alcuni tentativi falliti, Bruno comincia ad avere seriamente paura,Cosa sarà di lui?
Suo padre Umberto, rivelandogli un segreto del suo passato, accende in tutti una nuova speranza.
Bruno e la sua famiglia intraprendono un inatteso percorso di rinascita, che cambierà i loro rapporti e insegnerà a Bruno ad alzare gli occhi da sé stesso e a guardare gli altri.
Arriva da Deadline la notizia che Ryan Gosling sarà il protagonista del nuovo progetto di David Leitch nei panni di uno stuntman. Il film in questione è stata ufficialmente acquistato dalla Universal dopo una lotta apparentemente agguerrita con altri studi che hanno cercato di accaparrarsi il progetto (tra cui Netflix, la Paramount e la MGM).
Ryan Gosling sarà coinvolto nel progetto anche in qualità di produttore insieme a Guymon Casady della Entertainment 360. Al momento non sono stati svelati dettagli sulla trama del film. Nonostante i numerosi progetti sia di Gosling che di Leitch, pare che il film entrerà quanto prima in produzione.
Nonostante questa volta ci fosse Gunn al timone del progetto e non più Ayer, Courtney ha spiegato che il suo approccio al ruolo non è minimamente cambiato, così come quello dell’intera produzione. “Probabilmente perché c’erano davvero tante cose che erano già state stabilite, e penso che James lo sapesse”, ha spiegato l’attore. “Sta facendo il suo film, ma penso che nessuno abbia sentito il bisogno di abbandonare ciò che era già stato stabilito. In sostanza, Boomerang è lo stesso ragazzo.”
Jai Courtney ha poi specificato: “Sarà diverso lo scenario e ovviamente ci saranno tantissimi personaggi in più. Sarà un film che avrà un suo tono specifico, ma posso assicurarvi che le persone si divertiranno lo stesso, esattamente come ci siamo divertiti noi a realizzarlo”. L’attore ha poi aggiunto che non pensa che Captain Boomerang riuscirà mai a comportarsi bene nei confronti degli altri, etichettando il suo personaggio come una sorta di “ostacolo” per la squadra.
Nel franchise di James Bond i personaggi femminili sono stati spesso oggetto di numerose critiche, dal momento che sono stati quasi sempre utilizzati in qualità di tipiche damigelle in pericolo o di femme fatale che puntualmente venivano sedotte da 007. A quanto pare, però, nell’attesissimo No Time to Die pare che il ritratto delle donne sarà gestito in maniera totalmente diversa, e soprattutto in un modo più rappresentativo rispetto ai tempi moderni.
La star di Captain Marvel,Lashana Lynch, dovrebbe interpretare un ruolo di rilievo nella 25esima avventura dell’agente più amato del grande schermo. Parlando con TechRadar, l’attrice ha spiegato di aver lavorato per sviluppare il personaggio di Nomi in una donna che potesse essere il più forte possibile. A quanto pare, Lynch è stata molto aiutata dalla sceneggiatura, dal momento che gli autori pare avessero gli stessi obiettivi in merito al suo personaggio.
“Il modo in cui le donne vedono loro stesse e il modo in cui vengono rappresentate è completamente autentico. Sono consapevoli di poter bastare a se stesse”, ha spiegato l’attrice. “È un qualcosa che si potrà vedere in questo nuovo film, e non soltanto in relazione ai personaggi femminili che esistono già nel franchise, ma anche in quelli nuovi di zecca come il mio.”
Lynch ha poi aggiunto: “Oggi c’è un maggiore senso di empowerment, che è una cosa davvero importante da percepire quando vai a lavorare. Ancora più importante, è mostrare tutto ciò alle giovani generazioni.”
In No Time to Die, Bond si gode una vita tranquilla in Giamaica dopo essersi ritirato dal servizio attivo. Il suo quieto vivere viene però bruscamente interrotto quando Felix Leiter, un vecchio amico ed agente della CIA, ricompare chiedendogli aiuto. La missione per liberare uno scienziato dai suoi sequestratori si rivela essere più insidiosa del previsto, portando Bond sulle tracce di un misterioso villain armato di una nuova e pericolosa tecnologia.